stuck in love.

di nevercheerful
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hemmings, damn. ***
Capitolo 2: *** Saturday morning. ***
Capitolo 3: *** Kate. ***
Capitolo 4: *** mess. ***
Capitolo 5: *** love, love, love. ***
Capitolo 6: *** a true friend? ***
Capitolo 7: *** details. ***



Capitolo 1
*** Hemmings, damn. ***


Era bellissimo. Il più bello di tutti. IL BELLO.
Lui riusciva a far scomparire tutto attorno, riusciva ad illuminarmi il viso, a togliermi ogni brutto pensiero.
C’era solo lui, nessun’altro per me. Lui e basta.
I miei occhi brillavano, le mie labbra sorridevano, il mio cuore batteva forte forte e le mie mani sudavano. Scatenava mille emozioni.
“hey Richards” mi salutò con un sorriso.
Amber Richards stai calma. Devi stare calma.
Luke Robert Hemmings mi ha appena salutato. Ma io devo stare calma.
“heey..” dissi agitando la mano destra. Potevo far di meglio, lo so, ma ero così emozionata!
Quel ragazzo era la mia morte, piercing al labbro, capelli all’insù, vestiti disordinati..
E’ il ragazzo più conosciuto di tutta la scuola, il più voluto e adorato. Le mie amiche ne vanno pazze, ma ovviamente non starebbe mai con gente come noi, siamo troppo “sfigate” per lui.
Ora vi chiederete perché mi ha saluto e ho una spiegazione.
Io sono la più brava della classe di letteratura inglese, e lui rischia l’anno, quindi il professore ha pensato che potrei fargli delle ripetizioni, e così ogni sabato mattina il signorino si trova a casa mia.
Non abbiamo ancora iniziato in realtà, sabato scorso “non si sentiva bene”, così mi ha detto.
“Non so come fai a dire che Luke è brutto, insomma, guardalo!” disse Ashley.
“non è niente di che, davvero.” Risposi.
Non volevo che le mie amiche sapessero che ho un debole per lui, io mi sono sempre distinta dalla massa e se dicessi che anche a me piace, bè, risulterei come gli altri. E non mi va.
“io non so come farai a stargli ad un metro di distanza senza saltargli addosso, io fossi in te non me lo farei ripetere due volte! Ciao Amb.” Disse Ashley chiudendo l’armadietto raggiungendo l’aula informatica.
Incominciai anche io ad incamminarmi nella mia aula, avevo letteratura inglese a quest’ora e questo significa boom ciao ciao ormoni!
“Bene ragazzi, test a sorpresa! Vi prego di separare i banchi e mettere via i libri, signorina Richards le dispiacerebbe distribuire i compiti?” mi chiese il prof con un sorrisone.
Mi alzai, presi i fogli in mano, controllai l’argomento e incominciai a distribuirli. Due banchi e toccava ad Hemmings, avevo il cuore a mille, gli occhi mi si incrociavano quasi.
Rallentai il passo, per riprendermi, quando però posizionai male il piede a terra e… Amber K-O
“vuoi una mano?” mi disse Luke porgendomela mentre il resto della classe rideva.
“g-grazie..” lo fissai negli occhi e prensi la mano, mi rialzai in fretta e finii di distribuire i fogli scusandomi per l’accaduto col prof.
Finimmo il test, e Luke mi raggiunse.
“ come stai? Ti fa ancora male il piede?” mi domandò sedendosi sopra il mio banco.
Io evitai il suo sguardo e risposi che stavo bene, misi i libri in cartella e cercai di andarmene ma lui mi trattenne. “ per sabato? A che ora ti fa comodo?” domandò. “per le dieci del mattino va bene!” dissi scappando letteralmente da lui.
Ho reagito in quel modo perché da quando avevo fissato i suoi occhi blu distribuendo il test, non pensavo ad altro, avevo la testa tra le nuvole, era davvero troppo. Troppo per tutti.
Una volta arrivata a casa trovai mia madre indaffarata, mio fratello al cellulare e mio padre che cucinava.
Ignorai tutti e andai di sopra, nella mia stanza.
Mi chiamò Emily, un’altra mia amica del team “amiamo Luke”.
“hey Em!”
“Amber, hai deciso cosa metterti domani?” mi chiese emozionata.
“ehm.. perché, cosa c’è domani?”
“ma come!? Domani vedrai Luke Hemmings!” esclamò lei.
Oddio, me l’ero scordata, ero convinta che oggi fosse giovedì. “ah vero! Penso che metterò una maglietta e un jeans” risposi.
tu-tu-tu..
Sarà caduta la linea, pensai. Ma poco dopo mi ritrovai Emily sotto casa con due valige piene di vestiti e trucchi.
Non potevo crederci, quella ragazza è la più strana ragazza che io conosca.
“allora, io direi di iniziare col farti le sopracciglia e i baffetti, oh , e la ceretta? Te la sei fatta?”
“cosa?” ero tipo un grosso e grasso punto interrogativo, a cosa serviva tutta quella roba?
Emily è stata da me per circa 4 ore, 4 ore di tortura assoluta.
Non avrei messo per niente al mondo gli abiti che mi ha prestato Em, non era il mio genere.
Io sono più  tipo da jeans e felpone largo.
Era pronta la cena e quindi era giunto anche il momento di dire ai miei genitori di Luke.
“mamma, papà, domani mattina deve venire un mio compagno di classe a casa. Il prof mi ha ordinato di fargli ripetizioni di letteratura.” Dissi mangiando il purè.
i miei genitori si guardarono intensamente, poi rivoltarono lo sguardo a me.
“uuuh, Amber ha un ragazzo!” mio fratello esclamò.
“ma no, che dici?” risposi dandogli un calcio da sotto il tavolo.
“siamo sicuri?” chiese papà non molto convinto della situazione.
“massì papà, tranquillo.” Gli sorrisi.

 
ciao a tutti.
volevo solo avvisarvi che questo è solo i primo episodio.
ssembra un po' buttato li, lo so, ma più in la conoscerete affondo tutti i personaggi
e sono sicura che vi farete sicuramente un'altra idea appena pubblicherò gli altri capitoli.
un bacio xo.

-S.

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Capitolo 2
*** Saturday morning. ***


Era sabato mattina, oggi sarebbe venuto Luke a casa mia e io mi sentivo tutta un cuore che batteva al ritmo di un cavallo da corsa.
Scesi di sotto per far colazione ma mi ritrovai una scena che preferivo evitare.
Mia madre, mio padre, mio fratello e Luke che scherzavano.
“oh cazzo” esclamai fissando la scena.
“Amber!” esclamò mia madre.
“buongiorno Richards, bel completino” ridacchiò.
Abbassai lo sguardo e mi resi conto di essere in pigiama, il pigiama di Minnie, con le pantofole abbinate.
Corsi di sopra il più veloce possibile, mi sentivo una scema.
La sveglia non era suonata, ed erano già le 10:10, misi in fretta e furia il mio comodissimo jeans, una maglietta bianca e il felpone color granata.
Prima di scendere mi misi la matita nera sotto e sopra gli occhi, un lipgloss ed eccomi pronta.
“Luke sono pronta, se ti va incominciamo già a studiare?” chiesi dalle scale.
“agli ordini!” e lo vidi correre di sopra.
Rimasi un tantino scossa, come faceva ad essere così? Così perfetto? Così bello? Così unico?
“ehilà! C’è qualcuno?” chiese Luke scuotendomi la sua mano davanti al volto.
“eh? Oh si scusa, ero sovrappensiero.” Dissi diventando rossa in faccia.
“dobbiamo proprio studiare?” domandò lui sbuffando.
“certo! Cosa intendi fare se no?” domandai io.
“sapessi..” disse lui mordendosi il labbro.
Okay, i miei ormoni erano andati a farsi fottere letteralmente. 
“cosa intendi dire?” chiesi a tono basso.
“niente, niente.” Rispose lui sorridendomi.
Iniziammo a studiare, avevamo fatto circa 15 pagine di seguito. Lui sembrava molto interessato e capiva abbastanza ciò che gli spiegavo.
“va bene! Ora magari facciamo una pausa” gli proposi.
“direi di si! Hai qualcosa da bere?” mi chiese.
“certo! Vado di sotto a prendere qualcosa” e scesi le scale.
Presi un thè alla pesca, e una coca cola light.
“hey, ecco-” mi ritrovai Luke sdraiato sul mio letto senza pantaloni e maglietta.
Mi bloccai, la coca cola e il thè mi scivolarono dalle mani.
“che cosa combini?” esclamò lui alzandosi di corsa raccogliendo le bibite.
“perché sei nudo?” gli domandai dopo essermi ripresa, non del tutto ma più meno.
“avevo caldo.” Rispose, iniziando a bere tutta la coca cola.
Restai a fissarlo, eravamo io e lui, nella mia stanza, era bellissimo.
“secondo me anche tu hai caldo, sei rossissima da quando siamo qui!” mi disse avvicinandosi a me. “bevi, ne hai bisogno” porgendomi il thè.
Ero davvero accaldata, lo presi e lo ringraziai.
Ci sedemmo entrambi nel letto.
“Luke, mi puoi dire una cosa?” chiesi.
“certo, spara.”
“ma perché ti diverti tanto a spezzare il cuore alla gente? Vedo che cambi molte ragazze, e tutte quando le lasci si disperano.. perché lo fai?”
“perché tu credi che io mi diverta?”
“non rispondere ad una domanda con un’altra domanda” risposi.
“tu non mi conosci, quindi evita. Ciao va.” Disse prendendo la sua roba e uscendo da casa mia.
Cosa avevo detto di tanto sbagliato da averlo fatto reagire così?

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Capitolo 3
*** Kate. ***


Per circa due settimane Hemmings non si è presentato a scuola, era molto strana come cosa.
Le mie amiche mi chiesero cosa successe quel Sabato mattina, credendo che io centrassi qualcosa. Sarà così?
Era strano entrare in classe e vedere il suo banco vuoto.
Era strano non sentire più il cuore a mille, o le mani sudaticce, o peggio, la gola secca e la faccia rossa.
Si sentiva tanto, anzi troppo la sua mancanza. Il non vederlo stava diventando straziante. Mancava lui.


Il professore di letteratura inglese quel giorno mi diede i compiti per Luke, dicendo che dovevo passarglieli.
“Professore ma io non ho il suo numero, e non so dove abita..” mi giustificai.
“Tranquilla, ho già avvisato la famiglia che saresti venuta oggi pomeriggio, ecco il loro indirizzo.” e mi diede un pezzetto di carta.
Avevo il suo indirizzo e dovevo andare a casa sua a dargli i compiti. Questo significa rivederlo, affrontare la situazione.
Posai la mia roba in casa, presi la bici in garage e mi diressi alla dimora Hemmings.
Suonai il campanello e mi aprì una signora sulla quarantina, bionda alta. Una bella donna.
“Salve, sono una compagna di Luke. Gli ho portato i compiti” dissi sorridendo e porgendoli.
“Oh si entra pure! Luke vuole vederti” esclamò.
“Vedermi?” chiesi prima di entrare.
“sisi, entra” e mi fece segno di entrare.
Obbedii e mi ritrovai dentro casa. “Sali è di sopra” mi disse sua madre. Con un sorriso la ringraziai e cominciai a salire quegi scalini che mi parevano infiniti. E ci risiamo, cuore che batte forte, mani sudate e sorrisone.
Bussai alla porta. “avanti” disse lui.
entrai dentro.
“Si chiamava Kate.” Disse.
“Cosa?” risposi perplessa chiudendo la porta alle mie spalle.
“Si chiamava Kate. E’ morta per leucemia. Da quel giorno ho cominciato a bere, fumare  e scopare a più non posso, a lasciarmi andare. Non mi diverto a farlo, per niente. Ma almeno facendo queste cose riesco a pensare ad altro e non a quanto mi manca, perché mi manca da morire.” Disse Luke con le lacrime agli occhi.
“Chi era Kate?” chiesi sedendomi accanto a lui nel letto.
“Era mia sorella, aveva 14 anni quando morì. I miei sembra come se l’hanno superata, ma io no. Io la penso ogni fottuto giorno, mi manca da morire. Mi ricordo ancora quando le portavo i fiori all’ospedale, diceva che lei riconosceva i fiori soltanto sentendo il loro profumo. Allora ogni volta gliene portavo uno diverso, le chiudevo gli occhi e glielo facevo odorare. Era come una sfida tra me e lei.
Aveva ragione, gli riconosceva sempre tutti.
I momenti come questi mi mancano, il stare con lei, scherzare per ore, mi manca mia sorella.” Rispose fissandomi dritto negli occhi.
“Luke, un mi dispiace non serve, quindi non te lo dico. Ti dico solo di restare forte, di essere un ragazzo forte che supererà anche questa situazione. Non dico di non pensare a tua sorella, anzi, pensala. Parla con lei, continua a portarle i fiori sulla tomba sperando che lei indovini quali sono. Fai tutte queste cose, cose che ti fanno sentire vicino a lei. Non dimenticarla, ricordala. Per ogni singola volta che avete riso, avete pianto o litigato, o amato. Per qualsiasi cosa. Ma non piangere, sii felice per lei che ora è in un posto migliore di qua, ma che comunque resta sempre accanto a te, nel tuo cuore.” Dopo aver detto questo Luke mi abbracciò, in quell’abbraccio sentii un calore straordinario, era un abbraccio vero, sincero. Quasi necessario.
“ Ti voglio bene Richards” disse una volta che l’abbraccio svanì.
“Mi ha fatto piacere parlare con te di questo, e mi scuso se lo scorso sabato sono stata troppo invadente” gli sorrisi alzandomi e poggiando i libri sulla scrivania. “Ma ora è meglio che vada, si è fatto tardi” dissi voltandomi.
“Aspetta.” Rispose lui. “Resta ancora un po’..” e quando mi voltai lo trovai con un espressione da cucciolo di cane abbandonato, come resistergli?
“E va bene” risposi risedendomi accanto a lui nel letto.
“Mi fa piacere che tu sia qui” mi sorrise.
Sarò diventata di nuovo rossa, anche perché gli altri segnali si erano già fatti sentire. Non so come faccio ad essere ancora viva dopo che il mio cuore corre così veloce.
“Ti va di rimanere a dormire stasera? Ho bisogno di qualcuno che stia qui con me..” mi disse Luke accarezzandomi il viso.
Lì per lì pensavo che fosse una trappola, pensavo volesse solo fare sesso con me e gettarmi via come tutte, ma poi ci ho pensato bene e quello che voleva era solo qualcuno che restasse per lui. Così da non stare solo.
“Certo, chiamo solo i miei e dico che dormo da Em.” Gli sorrisi, presi il telefono e feci la chiamata, per i miei non c’erano problemi.
Subito dopo scendemmo di sotto, disse alla madre che restavo a dormire e mi fece vedere il salotto, dove poi sarei rimasta la notte.
“Vuoi una mia maglia per dormire? Magari i tuoi vestiti sono scomodi” mi propose.
“ Va bene” sorrisi.
Mi faceva elettrizzare l’idea di avere una sua maglia addosso, col suo odore, avere qualcosa di suo.
Mi sentivo male ma allo stesso tempo bene per la situazione.
Misi in fretta e furia la maglietta che mi arrivava alle ginocchia e lo raggiunsi in cucina, sua madre stava preparando un bel pollo arrosto.
“Grazie mille signora!” dissi quando mi ritrovai a faccia a faccia con la carne.
“E così andate in classe assieme?” ci chiese sua madre.
“Si mamma, nel corso di letteratura inglese. Infatti lei è quella ragazza che mi da ripetizioni al sabato.” Disse Luke mangiando un pezzo di pollo.
Finimmo in fretta la cena e Hemmings mi invitò a restare un po’ in camera sua prima di andare a dormire.
“Ma tu ce l’hai mai avuto un ragazzo?” mi chiese.
Cosa dovevo fare? Essere sincera oppure mentire?

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Capitolo 4
*** mess. ***


Non risposi. Mi limitai a fissare il pavimento e a giocherellare con le punte dei capelli.
“lo prendo come un no..” disse lui. “eppure sei una così bella ragazza” concluse poi.
Luke Hemmings mi ha appena fatto dei complimenti o sto sognando?
Non risposi di nuovo, avevo quel sorrisetto da ebete sul volto che non voleva andare via. Gli occhi brillavano come ogni volta, e il cuore… oh il mio povero cuore.
“mi farebbe piacere conoscerti meglio, quindi ti va se mi racconti un po’ della tua vita? Di me credo che tu sappia abbastanza, ma se vuoi te ne parlerò dopo.” Mi chiese.
“allora, di me dici? Non ho una vita entusiasmante come la tua, sono una semplice ragazza di 16 anni che vive con i suoi genitori e un fratello rompi balle. Ogni fottuto giorno si allena con la sua band in garage, fanno casino, non so come può definirla musica. Ho 4 amiche, Ashley che è la tipica ragazza che tutti vorrebbero, alta magra e bionda. E’ una buona amica, la conosco da quando andavamo all’asilo.
Poi c’è Emily che ha una bellezza particolare, ma c’è a chi piace a chi no. Non amo molto il suo carattere perché delle volte risulta pensante, ma anche lei è davvero una buona amica.
Caroline è la più dolce di tutte,  è sempre disponibile e ha un cuore d’oro. Infine abbiamo Alison, che si definisce il “capo” del gruppo, insomma, convinta lei convinti tutti no?
Poi ci sono io, che cerco di essere neutra in tutte le situazioni. Sono la meno bella, anzi direi che sono l’unica brutta del gruppo. A loro non dico molte cose di me, anzi quasi niente.. perché loro sono perfette. Ognuna a modo suo. Mentre io di perfetto non ho niente e mi sentirei in imbarazzo.
Amo leggere e scrivere, amo la musica e gli animali. Poi oddio non saprei più che dirti e scusa se ti ho annoiato.”
“non mi hai annoiato per niente, però non sono d’accordo con certe tue affermazioni. Le vedo le tue amiche e credimi che non hai nulla da invidiare a loro, anche tu sei perfetta nel tuo modo. Dico sul serio.” Mi sorrise.
“parlami di te ora.” Proposi.
“ho la peggior reputazione di tutta la scuola, sono stato convocato dal preside talmente tante volte che ora io e lui siamo amici. Sono uno sciupa femmine, come hai notato. Ma in realtà non ho trovato ancora la ragazza giusta, tutte vogliono una storiella alla fin fine e io le accontento. Non sono mai stato con una ragazza intelligente o comunque meno “oca”, sono tutte così.. stupide. Non vorrei insultare nessuno eh, solo che davvero, certe sono intollerabili. Queste sono tutte cose che sapevi già di me, non è così?” mi chiese alla fine del discorso.
“esattamente. A parte la storia di te e il preside” ridacchiai.
“ora ti dirò cose che non sa nessuno. Sono un romanticone, amo i fiori e le poesie, le canzoni d’amore e tutte queste cose romantiche. “ guardò a terra, come se si vergognasse di chi è veramente.
“hey, non dovresti vergognarti per questo! Perché non riveli al mondo chi sei veramente?”
“e tu perché non dici chi sei veramente alle tue amiche?”
“Hemmings, non si risponde ad una domanda con un’altra domanda”
Lui ignorò la mia osservazione e si mise sotto le coperte.
“Luke?” cercai si scuoterlo, non poteva essersi addormentato e avermi lasciata li come una scema.
Niente, non muoveva un muscolo. Decisi di scendere di sotto e cercare di dormire, oggi è stata una giornata un po’ così.
Dopo essermi coricata sentii un rumore provenire dal piano di sopra, lì per lì mi spaventai, credevo fosse un ladro ma invece mi ritrovai Luke col cuscino in mano e una lattina di coca cola pronto a scusarsi per prima.
“che ci fai qui?” bisbigliai.
“mi mancavi.” Disse lui per poi coricarsi accanto a me.
“non ci stiamo in due!” esclamai.
“ma io mi faccio piccolo piccolo ” disse lui stringendosi a me.
Lui non poteva capire che restando così vicini io potevo rischiare sul serio di morire, mi sentivo rossissima in volto, come se mi mancasse l’aria.
Ci addormentammo così, l’uno accanto all’altra, come sardine.
Il mattino seguente fui la prima a svegliarmi, così decisi di prendere la mia roba e sgattaiolare via.
Pedalai fino a scuola e arrivai giusto in tempo per la prima ora, ginnastica.
Il professore mi odiava, sapeva benissimo che io non ero eccellente in questa materia ma non gliene importava niente, trovava sempre un modo per umiliarmi.
“dove sei stata?” chiese Caroline preoccupata del mio quasi ritardo.
“E’ una lunga storia” risposi io per poi andare a posizionarmi per la gara di corsa.
Non volevo per niente al mondo dire alle mie amiche dove ero stata e soprattutto con chi avevo dormito, penserebbero subito che io sia la nuova preda di Hemmings e non mi va di essere paragonata alle altre ragazze, come ho già detto amo distinguermi.
“dicono che Luke oggi si sia presentato a scuola, sai?” mi disse Ashley una volta dentro lo spogliatoio.
“ah si?” risposi io sorpresa.
“si! E dicono anche che ha una nuova fiamma!” continuò Emily.
Emily e Ashley sono sempre state le regine dei gossip, loro sanno vita e miracoli di ogni singola persona qui a scuola.
“una nuova fiamma?” chiesi ancora più sorpresa.
“si! Il suo amico, Ashton, dice che stamattina è venuto a prenderlo a casa e ha visto una ragazza scappare via in bicicletta, l’ha anche trovato a dormire nel divano, era messo tutto di un lato, sicuramente vicino a lui ha dormito la ragazza misteriosa.” Concluse in bellezza Alison, l’ape regina dei gossip.
“cosa?!” esclamai.
“che c’è? Non è mica un crimine “ disse Alison sorridendo.
Ignorai le ragazze e corsi via dallo spogliatoio, cercai in tutte le aule Luke e lo trovai nella sala informatica.
Lui mi vide dal vetro della porta e chiese al professore il permesso di uscire.
“hey, stamattina sei scappata” mi disse.
“siamo nei guai, cioè io sono nei guai.” Esclamai.
“cosa? Ma che dici?”
“senti, il tuo amico, non so come si chiama, Ash e qualcosa”
“Ashton?” chiese.
“ecco si lui! Oggi mi ha visto scappare da casa tua e l’ha detto a tutta la scuola” dissi preoccupata.
“allora ho ragione, sei scappata.”
“ma che centra? Stai seguendo ciò che dico?”
“si”
“non mi sembra. Senti, ora devi far tacere queste voci di corridoio perché se solo uscisse fuori il mio nome io sarei finita, per sempre.” Esclamai.
“e perché mai? Cosa c’è di male se la gente pensa che tu sia la mia ragazza?”
“è proprio questo! Io non lo sono e mai lo sarò e quindi non voglio passare per una delle tue “oche” ok?” dissi tutta arrabbiata, ci mancava solo il fumo che mi usciva dalle orecchie ed ero pronta nel ruolo dell’incazzatrice.
“io ci ripenserei per il “ mai lo sarò”. Ci si vede Richards.” Disse rientrando in classe.
Cosa? Aspetta, cosa?

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Capitolo 5
*** love, love, love. ***


Avrei voluto che non fosse successo nulla. Niente compiti per Luke, niente cena a casa Hemmings, niente dormita assieme, niente di niente. Odio le voci che girano, odio il fatto che le mie amiche sospettino di me, di me e Luke. L'unica a cui non importa molto è Roli. Amo chiamarla così. Caroline se ne sta sempre in disparte, non ama molto i gossip ed é sempre diponibile.
"Sicura che va tutto bene?" Mi chiese durante arte.
"Se ti dico una cosa prometti di non dirla a nessuno?" Le chiesi.
"Certo, dimmi tutto."
"No Roli, devi promettermelo sul serio. Fammi una di quelle promesse forti, sincere" 
"Am, te lo prometto." 
Lí per lì volevo dirle tutto, volevo dirle che sono cotta di Luke e sono riuscita a dormire con lui, a vederlo sorridere, sorridere per me, a farlo parlare di com'è realmente. Tutte cose che avrei voluto condividere con un'amica ma che comunque non avrei potuto. Non mi fidavo abbastanza. 
"Mi sono innamorata" le dissi semplicemente quelle parole, ne quando, ne di chi, ne come, ne niente.
"Oddio davvero? È una cosa bellissima Amber! Perchè non me l'hai detto prima?!" Esclamó lei abbracciandomi.
"Mi vergognavo" le sorridi timidamente.
"No Amber non devi, l'amore è il sentimento più bello che esista. Vorrei anche io trovare qualcuno a cui dedicare il mio cuore.." Disse guardando il vuoto.
A quanto pare io non ero l'unica ad avere un segreto.
"Caroline, c'è qualcoaa che devi dirmi?" La fissai intensamente.
"Nono..cioè ci sarebbe qualcosa, però no." Improvvisamente era diventata pallida, come se avesse paura della cosa che nascondeva. Oppure aveva paura di dirmela.
"Caroline ci conosciamo da tre anni, sai benissimo che puoi dirmi tutto, senza paura."
"Non so Amber, non so se dirtelo. Facciamo così, dopo scuola te lo dico."
Mi preoccupava sta cosa, e se fosse qualcosa di grave? Perchè ha paura di dirmelo?
Decisi di andare da Ash, per vedere se lei sapesse qualcosa su Roli ma mi ritrovai un Luke Hemmings per i corridoi, mano per la mano con una finta bionda.
Mi fermai. Immobile. Davanti a loro. Fissando i loro sorrisi, le loro mani intrecciate, e quel bacio che Luke le stampò dritto sulle labbra. Mi evitò, mi evitarono, e andarono assieme in cortile.
Mi sentivo come "tradita", mi sentivo vuota, mi sentivo male, malissimo.
Improvvisamente il mio viso si rigò di lacrime, lacrime inaspettate.
Caroline mi vide da lontano, senza far nessuna domanda mi abbracciò, in quell'abbraccio ho trovato l'amore di cui avevo bisogno, l'amore di un'amica.

Per giorni Luke non si fece sentire, e io non avevo le forze di andare a scuola. Erano ormai 4 giorni che non mettevo piede in quel posto pieno di tristezza e delusione. Avevo paura di rivedere la scena, rivederli felici.
Mi sono innamorata di Luke, non era più la cotta che avevo prima, quella cotta segreta, quel guardarlo senza essere notata. Era qualcos'altro, non so se si può definire realmente amore, ma quello che provo ora è molto grande. I momenti che abbiamo passato assieme, che abbiamo vissuto soltanto io e lui, sono stati indimenticabili, unici. Nostri. Magari per me è stato così, ma per lui non sarà stato niente. Forse quelle cose che mi ha detto non erano vere oppure si ma non sono l'unica a saperle. Magari quei "segnali" che mi mandava non erano veri segnali, era tutto nella mia testa.
Ogni pomeriggio Caroline mi portava i compiti, le altre non si sono fatte sentire nemmeno una volta. 
"Grazie per tutto quello che fai." Risposi a Roli.
"Mi fa piacere aiutarti." Mi sorrise.
"Roli, ti ricordi che dovevi dirmi una cosa?" 
"Ma non è importante Am, ora voglio solo vederti sorridere! Su fammi un sorrisone."
"Sarebbe un sorriso finto.." 
"Ma perchè? Non ho voluto chiedere cosa sia capitato perchè credevo che prima o poi me l'avresti detto tu di tuo spontanea volontà ma non l'hai fatto quindi, cosa succede Amber?"
Dovevo trovare una scusa, un modo per uscire da questa situazione, non potevo e non dovevo dirle niente.
"Roli niente, sto solo un po' male.." E mi alzai dal divano dirigendomi in cucina.
"E quel pianto isterico in corridoio?" Mi seguì.
"Non era niente." Dissi preparandomi un panino. "Vuoi?" Chiesi poi mostrandoglielo.
"No grazie. Amber ti conosco, non era "niente" " 
"Ti prego, non insistere" le dissi prendendo due lattine di coca cola.
Ci sedemmo sul divano a bere.
"Okay forse se riesco a dirti questa cosa riuscirai anche tu a prendere fiducia e confidarmi tutto.
Ecco vedi, io-" mio fratello Calum arrivò in salotto e Caroline si zittì improvvisamente.
La fissai per un istante e ho notato benissimo il suo cambiamento in volto, aveva un sorrisone ed era viola in visi, i suoi occhi luccicavano e fissavano il viso di mio fratello.
Abbiamo un'altra ragazza cotta qui! 

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Capitolo 6
*** a true friend? ***


"Devi dirmi qualcosa?" Chiesi a Caroline quando ormai Calum se n'era andato.
"Si è capito tanto?" "Si" e scoppiammo a ridere.
Mi disse che aveva una cotta per mio fratello dal primo giorno che lo vide, ovvero tre anni fa. Non voleva dirmelo perchè appunto era mio fratello e aveva paura che io avrei reagito abbastanza male, ma ovviamente non è stato così, anzi. Volevo aiutarla e infatti non appena andò via andai nella stanza di mio fratello.
"Calum, a ragazze come stai messo?" Chiesi sedendomi accanto a lui.
"E a te che importa?"
"Era per chiedere."
"Non ti interessa." Il solito scorbutico Calum.
"No perchè magari ti va di uscire con me e delle mie amiche un giorno, sai, giusto per fare nuove conoscenze."
"Io e le tue amiche? Ma stai scherzando o?"
"Dai Calum, è da tanto che non facciamo qualcosa assieme!"
"Bè non è questa la mia idea del "fare qualcosa assieme" "
Tu pensaci poi dimmi ok?"
"Vabbè" E chiusi la porta alle mie spalle.
Io e Calum anche se siamo fratello e sorella siamo molto diversi sia esteticamente che di carattere. Lui è bello alto, muscoloso con capelli scuri e occhi color cioccolato. Mentre io ho gli occhi verdi, verde scuro, capelli biondo cenere e non sono molto alta. Lui è testardo, duro, non si fa mettere i piedi in testa. Mentre io sono timida insicura lunatica e mille altri difetti orribili.

Caroline fortunatamente ha dimenticato la faccenda del "mi sono innamorata" e delle settimane passate a star male sul divano, quindi non ho dovuto darle nessuna spiegazione. Però io continuavo a pensarci, si, pensare a lui, a Luke.
Oggi era sabato, l'ennessimo sabato senza Luke. Mi manca, moltissimo. Ma sono solo una stupida, un'illusa, convinta che una come me poteva avere uno come lui. Che stupida che sono stata.
"Vai ad aprire o continui a restare li?" Urlò Calum dalla cucina. Avevano suonato il campanello e nemmeno me n'ero accorta, pensare a Luke mi faceva male. Andai ad aprire e con gran sorpresa mi ritrovai un Luke Hemmings insanguinato, sembrava proprio un naso rotto quello!
"Ciao scusa ma non sapevo dove andare, hai del disinfettante?" Chiese seduto già sul mio bel divano comodo.
"Primo cassetto in bagno!" Rispose Calum.
Mio fratello decise di accompagnarlo mentre io rimasi li ferma, con il cuore in gola. Che ci faceva a casa mia? Con il naso rotto? Presi un bicchiere d'acqua e i due già tornarono.
"Ho fatto un'incidente" disse poi Luke.
Io mi limitai a fissarlo.
"Ti hanno tagliato la lingua per caso?" Disse poi.
"Che ci fai qui?" Risposi nervosamente.
"Ti ho detto che ho fatto un'incidente"
"E io ti ho fatto una domanda."
"Okay ragazzi io vi lascio alle vostre discussioni, se vi serve il mio aiuto sono in garage!" E calum ci lasciò soli.
"Non ti preoccupi per me?" Mi chiese il biondo.
"E tu per me?"
"Perchè dovrei?"
"Hai ragione, perchè dovresti?"
"La smetti con tutte ste domande? Mi stai confodendo e io ho bisogno di un'aspirina." Disse poi Luke.
"L'aspirina te la prendi a casa tua quindi ora per favore fuori di qui." E gli indicai la porta. "Oggi è sabato."
"E bè?"
"Abbiamo lezione."
"Le lezioni sono finite, puoi andartene?"
"È così che tratti gli ospiti?"
"Tu non sei un'ospite, tu sei un pezzo di merda." Avevo le lacrime agli occhi, sapevo che da un momento all'altro sarei scoppiata, ma non potevo e non volevo farlo davanti a lui.
"Hai ragione, dovrei proprio andarmene." E se ne andò sbattendo la porta.
Mi ritrovai di nuovo sul divano a disperare, come ogni giorno.
Decisi che era giunto il momento, il momento di raccontare tutto a Caroline. Non potevo tenermi tutto dentro, mi facevo del male. Le inviai un messaggio chiedendole di precipitarsi qui a casa e lei arrivò. Le raccontai tutto, della mia cotta segreta, delle ripetizioni, di Kate, della "notte passata assieme" finendo con Luke e la bionda. Lei fu molto comprensiva, era dispiaciuta per la situzione che si era creata tra me e Hemmings e soprattutto voleva aiutarmi ma non trovava un modo per farlo.
Le chiesi semplicemente di restare con me, e abbracciarmi ogni tanto.
Mi avrebbe fatto sentire un po' meglio. Il lunedì seguente mi presentai a scuola come se nulla fosse successo, più allegra e più energica di prima.
Portai tutti i compiti ai professori e feci tutti i test che mi ero persa, così da recuperare ogni cosa, salutai anche le mie amiche che dicevano di essere in pensiero per me, anche se non ci credo molto.
Ero a fissare il mio riflesso nello specchio mezzo rotto del bagno femminile dell'istituto, notai anche qualche scritta poco casta ma il mio sguardo si spostò subito in un altro punto dello specchio, quel messaggio sembrava proprio per me.
"Naso sangue vediamoci cortile 14:00 -L."
La frase non aveva logica, lo so, ma era per forza un messaggio di Luke diretto a me. Era pure firmato con la sua lettera, nonostante le coincidenze non ne ero sicura ma comunque decisi di presentarmi e prima che qualcun'altro potesse leggere il messaggio lo cancellai. Erano le 14:00 e io ero tutta sola in cortile, a quell'ora non c'è quasi nessuno siamo tutti a pranzare in mensa. Non so bene perchè ero li, infondo provavo solo odio per lui, ma era giusto avere delle risposte e fargli anche determinate domande.
Da lontano notai un ragazzo, era lui?
"Hey Richards" si era lui, con il suo solito sorriso, solito sguardo ma con un naso rotto.
"Com'è successo l'incidente?" Chiesi.
"Ero in motorino e non ho visto un auto, non mi sono fatto nulla di che." Mi fissò. "Tu come stai?" Concluse poi.
"Alla grande!" Esclamai sorridente.
"Ti chiederai perchè ti ho scritto quel messaggio giusto?"
"Giusto."
"Ecco vedi, io l'ho fatto per te. Per noi. Non volevo in alcun modo ferirti o peggio, deluderti. Tu avevi un problema, non volevi che si sapesse di "noi" anche se non esiste un "noi" e io ho fatto tacere i gossip. Far vedere a tutti "la ragazza misteriosa" era il piano. Non farti star male."
"E perchè l'hai baciata davanti a me?" Chiesi mettendo la braccia sotto il petto.
"C'era Caroline dietro di te, e siccome conosco le tue amiche volevo far vedere che non me ne importava nulla di te, che io stavo con lei. Le conosco quelle quattro e sono una peggio dell'altra."
"Non osare parlare male delle mie amiche!" Esclamai.
"Ma non te ne va bene mai una? Ogni cosa che dico o faccio sbaglio."
"Si."
"Senti Amber, io quello che avevo da dirti te l'ho detto. Se vuoi credermi fallo pure se no sono cazzi tuoi. Ora vado che Ashton mi aspetta, ciao." E mi stampò un bacio sulla guancia destra andandosene.
Lo guardai fino a che non scomparì dietro il grande edificio scolastico, poi rientrai riflettendo sulle parole che mi disse. La sua scusa era plausibile, ci credevo. Ma perchè dire che le mie amiche sono una peggio dell'altra? Mi spaventava sta cosa, perchè io avevo detto tutto a Roli e se fosse davvero come dice Hemmings sarei rovinata. A vita. Dovevo dirglielo, Luke doveva sapere che cosa avevo fatto.
Lo chiamai. "Ti manco già?" Disse lui con voce sensuale. "Vieni in cortile ti devo parlare" e staccai.
Me lo ritrovai di fronte in nemmeno 5 minuti.
"Senti, io ho raccontato tutto a Caroline."
"Cosa intendi per "tutto" ?"
"Tutto. Tutto su di noi"
"Ma sei scema?"
"Mi hai spezzato il cuore! Sono stata su quello scomodo divano per settimane senza toccar cibo, mi sentivo uno straccio. Dovevo pur sfogarmi con qualcuno."
"Ma mi puoi dire perchè non mi hai chiamato? Sai che potevo venire subito."
"Pronto? Tu eri quello che mi ha fatto sentire così!"
"Si ok ma caroline? Sei impazzita?"
"Mi puoi dire perchè pensi cose brutte sulle mie amiche?"
"Perchè loro messe assieme sono il terrore della scuola, possono rovinare qualsiasi persona. Compresa te."
"Luke io credo che Caroline sia sincera..non penso che possa fare la merda."
"Io fossi stata in te sarei stata zitta, hanno già dei dubbi sul "noi" poi tu le vai a dire che sei stata male per avermi visto con un'altra, che poi perchè? Hai per caso una cotta per me?"
Signor si signore!
 
 

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Capitolo 7
*** details. ***


Luke era così tonto? Non aveva capito che ero la ragazza più cotta del mondo? Mi si leggeva in fronte, "ad Amber piace Hemmings."
"Ma chi io? Ti pare?" Risposi sarcastica.
"E perchè hai reagito così?"
"Luke, oh mio dio. Si che ce l'ho, penso che si sia anche capito dal primo giorno che ti ho visto. Mi ricordo ancora che ero rossissima, come sempre, come ora. Il mio cuore era diventato una ferrari da corsa, mentre le mie mani formaggio spalmabile. I miei occhi? Beh credo che si stanno illuminando come ogni volta che ti guardo, quasi brillano, come le stelle. La mia pancia invece è diventata uno zoo safari. Non male eh?" Non credevo di essere riuscita a dirgli tutte quelle cose, infatti feci un sorrisetto alla fine perchè ero contenta, quasi fiera di me stessa. Timidezza resta un po' nel cassetto, ora arriva Amber la coraggiosa.
"Questo è quello che ho sempre desiderato sentirmi dire da te. Aspettavo sto momento, perchè si ti si legge in fronte ma sentirtelo dire è tutta un'altra cosa." E mi diede una carezza sulla guancia. "Ora risolvi sta cosa con Caroline, ci vediamo dolcezza." Mi fece l'occhiolino e se ne andò.
Io gli avevo appena confessato i miei sentimenti e lui? Lui se ne va.
Delle volte vorrei strozzarlo, fargli pentire di essere nato e questa è una di quelle volte.
Mi lasciò li in mezzo al nulla, allora me ne andai verso casa. Avevo tanti pensieri per la testa, tra la storia di Roli e il comportamento di Luke ero un po' confusa. A mia sorpresa trovai Caroline seduta sullo scalino di casa mia.
"Hey che ci fai qui?" Dissi salutandola.
"Oggi per caso ti ho visto parlare con Luke, che succede?" Chiese poi seguendomi dentro casa.
"Ah no, parlavamo di scuola." Negai.
"Solo quello?" Insistette.
"Si. Perchè tutto sto interesse?" Chiesi.
"Così, volevo solo sapere come procedeva la situazione."
"Ma sei qui solo per questo?"
"In realtà no, Calum è in casa?" Mi chiese a bassa voce.
"CALUUM!" Strillai per chiamarlo.
"Arrivoo!" Rispose lui scendendo le scale.
"Si, è in casa." Sorrisi ai due lasciandoli poi soli.
Sapevo che mi avrebbe uccisa subito dopo, ma se stavo li in mezzo non avrebbero concluso nulla. Volevo vederli felici, insomma a Calum serve una ragazza, passa troppo tempo da solo. E Caroline stessa cosa.
Intanto io me ne stavo nel mio bel letto comodo a leggere un bel libro che parla di amore, il solito sentimento che ti rende felice e triste allo stesso tempo. Mi piacerebbe essere la protagonista, sta lottando per avere ciò che vuole, lui.
Io in realtà non sto facendo molto, me ne sto qui a pensare invece di mettermi all'azione e conquistarlo.
Vorrei essere disinvolta, con le palle, senza vergogna. Vorrei avere un carattere forte, che potrebbe piacere ad uno come Luke.
Mi distrai per uno strano messaggio di Ashley. "So tutto" diceva.
Mi ero spaventata un sacco, il mio cuore battevva così forte che non capii più niente, corsi di sotto e iniziai ad insultare Caroline che si ritrovò senza parole non sapendo come gestire la situazione. Calum mi prese da parte dandomi uno scossone per farmi reagire, capire cosa stava succedendo e come mi stavo comportando. Ma io non ci vedevo più, la mia rabbia aumentava sempre più e Caroline si titrovò a scappare letteralmente via da casa mia, impaurita.
Non mi rendevo conto di come mi ero comportata nei suoi confronti, l'ho aggredita senza pensare alle conseguenze, invece di parlarle e chiedere con delicatezza se avesse detto qualcosa ad Ash, le sono andata contro, ho sbagliato.
Calum preoccupato mi chiese cosa avesse fatto di così grave Roli da farmi diventare l'animale più pericoloso del mondo.
"Calum, sono cose nostre. So di aver sbagliato, finiamola qui."
"No, ora mi spieghi."
"Non capiresti."
"E tu prova."
"Mi piace un ragazzo. Gliel'ho detto a Roli e pare che lei l'abbia detto ad Ashley."
"E tu l'hai aggreddita solo per questo?"
"Te l'avevo detto, non puoi capire."
"Certo che voi ragazze siete strane, qualsiasi cosa sia successa non era il caso. Ora chiamala e chiedile scusa, fatti dare una spiegazione ed è finita qui la storia." Mi disse mio fratello dandomi una pacca nella spalla.
E così feci, ma Caroline non rispose alle mie chiamate. Forse per paura, o forse per vergogna. Anche se quella che si doveva vergognare ero io.
In quel momento non sapevo bene cosa fare, allora decisi di andare sotto casa di Luke per raccontargli la vicenda e vedere cosa ne pensava lui.
Ma nessuno aprì quella porta, fuori non c'era bel tempo, stava iniziando a piovere.
Mi sentivo come quelle goccioline di pioggia, a certe persone danno fastidio, perchè significa che arriverà brutto tempo e a certe persone fanno piacere perchè come me amano la pioggia. Mi sentivo metà e metà, come le goccioline. Initili per qualcuno e importanti per altri.
Rimasi a fissarle, come scendevano veloci quasi una attaccata all'altra.
Mi sedetti sul gradino di casa Hemmings aspettando che la pioggia finisse per non bagnarmi tornando a casa.
Notai solo ora che dalla fretta misi una scarpa diversa dall'altra, sembravo tanto stupida.
I dettagli, amo i dettagli. Li noto molto, in ogni singola cosa.
Ripensai a Caroline, a quanto terrore c'era nei suoi occhi. Sembrava come se parlassero, se mi chiedessero "scusa". I suoi occhi sembrano lo specchio della sua anima, lei non riesce a mentire, si capirebbe troppo dal suo sguardo. Forse non è stata lei, forse Ashley intendeva altro con "so tutto". Perchè non ho risposto ad Ash e sono subito corsa ad insultare Roli? Perchè non conto fino a 10 prima di dire o fare determinate cose?

I miei pensieri si stanno espandendo, ero partita a pensare alle piccole goccioline che ormai mi hanno quasi bagnato il corpo, per poi finire a parlare di quanto stupida sono.
"Che ci fai qui tutta bagnata?"
Alzai lo sguardo ed era Luke Hemmings. Un Luke Hemmings tutto fradicio con il suo solito piercing al labbro che mi faceva impazzire, e la sua mano testa verso di me.
L'afferrai e mi alzai, mi invitò ad entrare.
"Ero venuta per parlarti."
"Di cosa?" Disse togliendosi gli abiti bagnati.
"Di Caroline." Dissi voltandomi per non vedere il suo magnifico corpo anche se avrei voluto.
"Ci hai parlaro?"
"No, peggio."
"Ho finito puoi voltarti."
"L'ho aggredita Luke." Dissi voltandomi.
"Chi si è fatto male?"
"Nessuno per fortuna, ma il punto non è questo."
"Dimmi, che succede?"

 
 

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