My Angels

di pydge
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Avviso ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


05/08/2014 - Paradiso

«É la mia protetta!» urlò l'angelo William, alzandosi in piedi e spiegando le enormi e candide ali bianche.

«No, é la mia protetta!» gridò Edward imitandolo.

«Mia!»

«No, mia!»

«Mia!»

«No, Mia!»

Entrambi gli angeli custodi urlavano, alzandosi mano a mano verso il soffitto.

«Perché non andate a chiederlo a Gabriele?» suggerì loro Cassiel dalla sua postazione dietro il bancone, che ormai era a qualche metro più giù.

I due litiganti guardarono verso il basso e solo allora si accorsero di aver preso il volo e di essere ad almeno una quattro di metri dal pavimento.

«Hai ragione» sbuffò William, ritornando a terra, seguito subito dopo da Edward.

«Allora andiamo» asserì quest'ultimo.

Con passo svelto entrambi gli angeli uscirono dall'U.A.P. (Ufficio Affidamento Protetti) per dirigersi verso il grande edificio dove si trovava l'arcangelo che avrebbe posto fine ai loro dubbi.

S'incamminarono lungo una delle tante strade bianchissime del paradiso, continuando a battibeccare come loro solito.

Edward alzò lo sguardo, posandolo su una giovane angelo femmina che camminava in senso contrario rispetto a loro.

«Hey, bellezza - ammiccò, non appena lei fu abbastanza vicino da sentirlo - perché non lasci che ti prenda sotto la mia ala?» disse con voce suadente. Lei arrossì, ridacchiando.

William alzò gli occhi al cielo, disgustato. «Tu e i tuoi doppi sensi siete squallidi» bonfonchiò, tirando l'altro per un braccio.

«Stavo rimorchiando, William!»

«Tu rimorchi sempre»

***

«Allora, Gabriele, spieghi al qui presente che Skylar Ryders non é la sua protetta?» esordì William entrando nell'ufficio dell'arcangelo senza nemmeno bussare.

«Certo che é la sua protetta» rispose, senza nemmeno alzare lo sguardo dai fogli che stava guardando, sapeva già che l'anegelo dagli occhi azzurri si riferiva ad Edward. Quei non riuscivano a stare lontani, ma litigavano sempre.

«Visto?! - esultò Edward - Skylar é la mia protetta, non la tua!»

«Sbagliato» asserì Gabriele.

«Ma come? Tu hai detto che sono io il suo angelo custode» proferì il riccio confuso.

«Ma lo é anche William»

«COSA?!» urlarono i due angeli increduli.

«No, no, no... No! Io non posso lavorare assieme a lui. Mi sarebbe solo d'intralcio» disse William scuotendo ripetutamente la testa.

«Ma piantala, sei tu quello che rompe!» rispose il Edward sbuffando.

«Skylar é una ragazza davvero troppo difficile per uno solo di voi. E poi non riuscite a separarvi per più di due ore terrestri» spiegò l'arcangelo in tutta calma «Forza andate a salutare i vostri amici, tra poco sarete spediti sulla terra»

I due angeli sbuffarono, ma non ribatterono ed uscirono dall'ufficio sbattendo la porta.

«Quei due non cambieranno mai» sussurrò Gabriele, mentre sul volto si disegnava un sorriso paterno.

***

N.d.A.

Ciao

Bene... Non ho niente da dire.

Scusate gli errori e spero vi piaccia.

- Pydge, xx

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


05/08/2014 - Londra

SKYLAR'S P.O.V.

«Ehy Skylar! Perché non vieni a mostrarmi cosa nascondi sotto quella felpa nera?!» Sentii la voce di Mark alle mia spalle ed affrettai il passo, sperando con tutto il cuore che non mi seguisse.

Attraversai la strada e con la coda dell'occhio vidi che fortunatamente Mark era ancora appostato davanti al cancello della scuola e stava ridendo con i suoi amici.

Camminai lentamente e strisciando i piedi, il cappuccio alzato, il capo rivolto verso terra, la schiena incurvata. Mi avrebbero potuto benissimo scambiare perAssasinCreedversione moderna.

Dopo una decina di minuti vidi casa mia in mezzo a tante altre villette a schiera.

Oltrepassai il cancello verniciato di nero, camminai per il vialetto e una volta giunta davanti all'abitazione mi sedetti sui freddi gradini di pietra.

Tolsi lo zaino dalle spalle e frugai nella piccola tasca esterna, dentro vi trovai una canna.

Mi portai l'oggetto alla bocca e lo strinsi tra le labbra, mentre cercavo l'accendino nella tasca della felpa. Una volta trovato, chiusi le mani a coppa attorno al viso, per evitare che il vento spegnesse la fiamma ed accesi la canna.

Iniziai a fumare, cercando di non pensare alla mia vita di merda. Non pensare ai miei genitori inesistenti, ma esigenti, ai vicini sempre pronti ad additarmi, agli amici che non avevo, a mia sorella che ormai era ad un'università di New York di cui nemmeno ricordavo il nome, a Mark che tentava di violentarmi o picchiarmi almeno quattro volte a settimana.

Niente. Non dovevo pensare a niente.

«Non dovresti fumare questa robaccia.» Sobbalzai, quando sentii una voce leggermente acuta alla mia destra. Mi voltai, ma non vidi nessuno.

Pensai che fosse la mia immaginazione, perché ero completamente sola.

«Ha ragione, conosco uno spacciatore qua sulla Terra che vende dell'erba fantastica.» Questa volta la voce era roca e profonda e proveniva dalla mia sinistra.

Smisi di fumare e mi guardai attorno, sconcertata.

«Ma che razza di angelo custode sei?!» chiese la prima voce e questa volta vidi apparire accanto a me un ragazzo dai capelli lisci, leggermente spettinati e gli occhi azzurri.

La mia mascella raggiunse terra ed i miei occhi diventarono grandi come porta bicchieri.

«Avanti, lascia che la ragazza si diverta, la vita é una sola!» alla mia sinistra apparve un ragazzo un po' più alto del primo, con dei ricci scuri e gli occhi verdi.

Prima che potessi riaquistare pienamente il controllo sui miei sensi lanciai l'urlo più forte e lungo di tutta la mia breve e misera esistenza.

Ficcai la canna in bocca al riccio e dieci uno schiaffo all'altro ragazzo, mentre afferravo le chiavi che tenevo in tasca.

Corsi su per le scale e dopo due o tre tentativi, aprii la porta e mi chiusi dentro casa, lasciando fuori il mio zaino, il mio accendino e la canna in bocca a quel cosoche aveva i capelli ricci.

Presi un paio di respiri profondi e deglutii a vuoto, tentando di convincermi che la mia immaginazione di stava facendo un brutto, bruttissimo, scherzo.

Chiusi gli occhi e provai ad immaginare un luogo felice. Un bel prato verdeggiante e ben tenuto, lontano da tutto e da tutti. Lontano dalla civiltà e dalle macchine inquinanti, dove gli uccellini cinguettavano felici, i coniglietti saltellavano e le farfalle...

«Hai dimenticato questi» Sbarrai gli occhi e davanti a me vidi il ragazzo dai capelli ricci che mi porgeva lo zaino, l'accendino e quel poco che restava della canna.

Gli urlai in faccia e corsi su per le scale a chiocciola, talmente veloce da farmi venire il capo giro e mi diressi verso la mia camera, mentre dal basso sentivo le voci di quei ragazzi.

«Ecco! Si é spaventata!»

«É colpa tua!»

«No, tua!»

«Tua!»

Una volta nella mia stanza, chiusi a chiave la porta e mi nascosi sotto il letto, come facevo da bambina. Mi rannicchiai in posizione fetale, chiedendomi chi fossero quegli sconosciuti, perché apparissero dal nulla e cosa volessero da me.

Chiusi gli occhi per evitare di piangere dalla paura e ricominciai ad immaginare il mio posto felice.

«Skylar?» sentii la voce del ragazzo riccio chiamare il mio nome dolcemente, ma continuai a tenere gli occhi chiusi.

Merda. Magari, se fossi rimasta zitta ed immobile non mi avrebbero visto.

«Dove sei? Non vogliamo farti del male! Te lo promettiamo!» continuò l'altro.

Era strano, ma nella stanza si stava diffondendo un dolce ed inebriante odore di torta alle carote e liquirizia.

Poi sentii qualcosa sfiorarmi una guancia. Qualcuno mi stava accarezzando.

Sabarrai gli occhi e davanti a me trovai ne due verdi, bellissimi e profondi.

Prima che potessi strillare di nuovo il ragazzo (se così si poteva definire), mi posò l'indice sulle labbra, facendomi segno di stare zitta. Quando fu sicuro che non sarei di nuovo scappata via urlando, iniziò a parlare.

«Non vogliamo farti del male» sussurrò.

«Siamo i tuoi angeli custodi» disse l'altro ragazzo, che era magicamente apparso accanto ad 'Occhi di smeraldo'.

Il profumo di dolci si amplificò.

«E-e io come f-faccio a fidarmi d-di voi?» balbettai.

«Vedi questa bella targhetta?» chiese 'Occhiblù ' mostrandomi una targhetta che pendeva da una catenina d'argento, appesa al collo. «C'é scritto, molto piccolo, Nome di nascita: Louis. Nome da angelo: William. Attuale protetto: Skylar Ryders. Questo significa che sono il tuo angelo custode... E purtroppo anche Harry» aggiunse con tono annoiato, alzando gli occhi al cielo e facendi un cenno verso 'Occhi di smeraldo'.

Non potei trattenere una piccola risata, quando quest'ultimo sbuffò e diede una spinta a Louis, fandogli sbattere la testa contro l'ossatura del letto.

«Ora, vorresti uscire di lì, per favore?» chiese Harry.

Lentamente strisciai fuori da sotto il letto ed aiutata da Louis, mi rimisi in piedi.

«Quindi...» esordii «perché ho due angeli custodi?»

«Perché Gabry dice che sei una ragazza difficile» disse Louis.

«E poi a quanto pare, siamo un pacchetto unico» continuò Harry cingendo le spalle di Louis con un braccio, lui incrociò le braccia al petto ed alzò gli occhi al cielo.

«Ho come la sensazione che non mi libererò facilmente di voi»

E Skylar aveva ragione. Eccomeseaveva ragione.

N.d.A.

Questo é il secondo capitolo.

Spero vi piaccia e scusate gli errori.

<3
Ciao,
Pydge xx

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


«No aspetta, quindi voi riuscite a percepire la mia... come avete detto che si chiama?» chiesi leggermente confusa.

«Aura e grazie a quella possiamo capire dove sei in qualunque momento» spiegò Louis.

«Anche se stessi dall'altra parte del mondo?»

«Sì, e poi non possiamo starti molto lontano in qualunque caso» disse Harry.

Erano entrambi seduti a gambe incrociate davanti a me, mentre mi spiegavano cosa sapevano fare. Era una cosa davvero l'idea surreale parlare con due angeli.

Sembravano due normalissimi ragazzi, solo particolarmente carini e con gli occhi che brillavano un po' troppo.

«Fai attenzione, dice di non poterti stare troppo lontano per vederti sotto la doccia» chiarì Louis, beccandosi un'occhiataccia ed una spinta dal riccio.

«Non é vero» asserì.

«Sì che é vero»

«No»

«Sì»

«Piantatela» li zittii, a tratti mi sembrava di avere a che fare con due fratellini.

«Ehy, guarda cosa so fare» disse Harry, attirando la mia attenzione.

«Oh... il vecchio trucchetto del nome» bonfonchiò Louis alzando gli occhi al cielo.

Mi mostrò il pugno chiuso e quando lo aprì dentro sul suo palmo bruciava allegramente una piccola fiammella.

«Fico!» esclamai meravigliata.

«Non ho finito» proferì.

Mi mostrò l'altra mano in cui c'era quella che sembrava essere una sfera d'acqua. Improvvisamente batté le mani e da esse si levò del vapore che prese la forma di alcune lettere. 'SKYLAR' si leggeva a caratteri cubitali, prima che il vapore si mischiasse con l'aria circostante.

«Ma é una figata!» strillai saltando in piedi sul letto, sul quale ero distesa fino ad un secondo prima.

«La ragazza é facilmente impressionabile» commentò Louis.

«Ma... Aspettate. Vi posso vedere solo io?» chiesi improvvisamente, ritornando alla mia posizione iniziale.

«Dipende. Se vogliamo possono vederci anche gli altri, altrimenti puoi vederci solo tu» chiarì Harry.

«Scusatemi, ma é normale che ci sia questo odore ci torta di carote e liquirizia?» chiesi annusando l'aria.

«Sì, siamo noi» disse il riccio.

«Ogni angelo profuma del suo cibo preferito. A Harry piace la liquirizia, mentre a me piacciono le carote il generale» continuò l'altro.

«Detta così sembra che tu sia omosessuale» lo schernì Harry.

«Non é vero»

«Sì che é vero»

Perfetto, hanno ricominciato, pensai.

«No!»

«Sì!»

«No!»

«Sì!»

Mi alzai in piedi, mentre loro continuavano a litigare e striscinado i piedi attraversai la stanza fino a raggiungere la porta di legno scuro.

«Quando avete finito, mandatemi un SMS» borbottai, prima di uscire.

Vagai per la casa come un'anima senza un posto nel mondo, in cerca di qualcosa di divertente da fare. Non avevo proprio nessuna voglia di fare i compiti, né di guardare la TV. Quel elettrodomestico per me era come un estraneo grosso ed ingombrante che rubava lo spazio che avrebbe potuto ospitare dei bei libri, qualche disco di vinile, qualche CD dei Linkin Park.

Salii di nuovo le scale, sentendo i 'si' ed i 'no' di quei due coglioni che non avevano proprio un cazzo da fare nella loro vita, tanto probabilmente durava in eterno. Chissà su cosa stavano discutendo adesso. Da quanto avevo osservato i loro battibecchi duravano in media cinque minuti, poi cambiavano completamente discorso e ricominciavano.

Aprii la porta di camera mia e li vidi esattamente dov'erano quando avevo me n'ero andata, probabilmente non se n'erano nemmeno accorti.

Mi diressi verso il mio letto ed alzai leggermente il materasso, per prendere il mio preziosissimo diario.

Era rivestito di velluto blu, tenuto chiuso da due lacci rossi che si incontravano in un fiocco, le pagine erano marroncine e sembrava avessero preso quel colore col tempo, ma in realtà le avevo intinte nel caffé e poi fatte seccare al sole.

L'avevo fatto io, qualche anno prima, in un momento di estrema creatività. E lo adoravo. Ci scrivevo tutto, dalle riflessioni più moralistiche e profonde ai pensieri più idioti ed insensati.

«Hey Skylar, dobbiamo trovarti un soprannome» asserì improvvisamente Harry.

«É vero... Cosa ne pensi di Sky?» propose Louis.

«Carino» risposi con voce piatta, mentre cercavo una penna.

«E Skyly?» fece il riccio.

«Carino» ribadii.

«Allora quale ti piace di più?» chiesero insieme.

Ho come la terribile sensazione che ricominceranno.

«É ovvio che é meglio Sky come nomignolo» disse Louis.

«No, meglio Skyly» ribatté Harry.

«Sky!»

«Skyly!»

«Sky!»

«Skyly!»

«Chiamatemi Puffetta! Va bene?! Puffetta!» urlai esasasperata.

«Ehy, mi piace...» commentò Louis.

«Mmm anche a me» fece Harry. «Sei bassa come lei» continuò prendendomi in giro.

«Meglio, almeno riesco a confondermi tra la gente»

Mi buttai sul letto con il mio diario e la penna che, finalmente, avevo trovato sotto il letto.

Non avevo idea di come cominciare finché non li sentii di nuovo.

«Sì»

«No»

«Sì»

«No»

Caro diario,

devo tenermi accanto, per un tempo indeterminato, due angeli idioti.

N.d.A.

Ok, secondo le mie previsioni il capitolo dovrebbe essere parecchio corto. Scusatemi, ma ho dovuto aggiornare dal mio super cellulare Candy (perchè ha anche un nome) e non da Vito, il mio computer, per chi non lo sapesse. Il fatto è che Vito ha preso un duro colpo, un virus l'ha attaccato ed adesso è dal tecnico (che tra l'altro è un figo da paura).
 

Poi, il capitolo. Spero possa piacervi, almeno a voi, perché io lo trovo piuttosto noioso.

Come sempre, scusate gli errori, perché ce ne sono sempre.

...Se volete, potete dare un'occhiata alla mia altra storia Fuck U Better o alla mia OS She watched the gulls.
Ora tolgo il disturbo e vado a rubare l'uva a mia sorella.
Ciau.

- Pydge xx

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


«Fuori dalla mia stanza!» urlai, con le mani premute sul petto possente di Harry nel vano tentativo di spingerlo al di fuori della soglia.

Non ero capace di smuovere un ragazzo normale, figurarsi un angelo.

Lui intanto rideva come gli avessero appena raccontato una barzelletta sui carabinieri. «Dai, mettici un po' più di forza, vedrai che riuscirai a smuovermi» mi prese in giro.

«Basta, vado a cambiarmi in bagno» mi arresi. Mi voltai verso il letto ed afferrai con rabbia il mio pigiama, prima di attraversare la stanza pestando i piedi e dirigermi verso il bagno.

Chiusi la porta a chiave, anche se sapevo che non sarebbe servito a molto.

«Intendevi questo bagno?» Ecco appunto.

Mi voltai, sapendo già a chi apparteneva la voce che avevo sentito, ma dietro di me non vidi niente

«Sono quassù!»

Guardai in alto e vidi Harry che fluttuava allegramente a mezz'aria.

Urlai per la frustrazione. «Louis! Dove cazzo sei?!»

Nel giro di qualche istante 'Occhiblù' apparve al mio fianco.

«Che psuffede?» Mi voltai verso di lui per vedere cosa gli impediva di parlare normalmente.

Una carota.

Aveva una carota ficcata in bocca e ne teneva un'altra in mano, sembrava si stesse esercitando a fare i... Si capisce.

«Louis... Eem... Cosa stai facendo?» chiesi preoccupata, mentre Harry tratteneva a stento le risate, anzi, non le tratteneva proprio.

«Sto mangiando qualche carota, cosa c'é di strano?» fece lui con naturalezza.

«Éstrano il modo in cui le mangi» dissi con gli occhi sbarrati.

A quel punto Harry precipitò giù in un tonfo sonoro mentre rideva, con le braccia attorno allo stomaco e le lacrime agli occhi. Rideva così forte che mi domandai se i vicini di casa potessero sentirlo.

«Perché ride?» chiese Louis confuso.

«Perché...» venni interrotta da una risata particolarmente forte di Harry.

«Perché...» ritentai, ma di nuovo il ricciò mi bloccò.

«Perché...»

«Ahahahahah»

Ora lo faccio fuori.

Se c'era una cosa che detestavo, quella era essere interrotta mentre parlavo. Anche se forse stavo dicendo una stronzata, io odiavo essere bloccata, da qualsiasi cosa.

E quel ricciolino lo aveva appena fatto, tre volte.

Sapevo che la mia forza fisica non gli avrebbe fatto niente, perciò afferrai l'erogatore della doccia, glielo puntai addosso ed aprii il rubinetto.

«Aaaaah!» le sue risate si erano trasformate in un urlo agghiacciante.

Ma nel mio piano non avevo calcolato due cose:

1) Harry era un angelo ed aveva dei poteri.

2) Harry, nonostante fosse un coglione, idiota, cretino... eccetera, era comunque un figo. Una gran bel pezzo di figo. Ed ora era un gran bel pezzo di figo con la maglietta bagnata.

E fu per questi due insulsi dettagli che mi ritrovai a fissare Harry con la bava alla bocca, completamente bagnata, dato che lui aveva cambiato la direzione dell'acqua che gli stavo spruzzando addosso, in qualche modo sovrannaturale.

I. Suoi. Addominali.

«Ma perché mi avete chiamato se non avete bisogno di me?» La voce leggermente acuta di Louis mi portò via dai miei pensieri su come sarebbe stato grattuggiare del formaggio costoso su quella tartaruga perfetta.

Scossi leggermente la testa per concentrarmi «No... Cioé si... Quello che voglio dire é: ti ho chiamato perché mi dovevo cambiare, ma Harry invade la mia privacy!»

Il diretto interessato si stava rimettendo in piedi, con i ricci bagnati appiccicati alla fronte e la maglietta che ormai era una seconda pelle.

Mi stava venendo l'idea di bagnare anche Louis, ma lui era abbastanza impegnato con le sue carote. Che cavolo.

«Aspetta una attimo...» Louis schioccò le dita e tutta l'acqua sul pavimento allagato scomparì in un secondo. «Ora penso che tu debba farti una doccia, poi divresti anche mangiare, da quando siamo arrivati non ti ho ancora vista avere un pasto decente» Ecco, era tornato ad essere il responsabile e normale.

«Non ho un grande appetito» bonfinchiai irritata. «Ora porta via mister Maglietta Bagnata» Feci un cenno in direzione di Harry.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


«Perfavore, solo qualche boccone, poi ti lasciamo andare» mi supplicò Louis per la decima volta.

«Non ho fame! Come ve lo devo spiegare?!» sbottai irritata.

«Non mangi da almeno sette ore, ammesso che durante la pausa pranzo tu abbia mangiato» mi fece notare Harry, seduto alla mia sinistra.

«Dimmi cosa vuoi mangiare? Qual é il tuo cibo preferito? Lo faccio apparire in un secondo» si offrì 'Occhiblù' alla mia destra.

«Non ho un cibo preferito» bonfonchiai.

Mi avevano fatto sedere al tavolo da pranzo e stavano disperatamente cercando di farmi mangiare qualcosa.

«Cosa hai mangiato a pranzo?» chiese Harry.

«Uno yougurt alla fragola e dei creckers» dissi abbassando lo sguardo sulle mie mani.

«Skylar, guardati, sei magrissima e pallida, devi mangiare qualcosa» disse il riccio.

«Pizza? La pizza piace a tutti!» esclamò l'altro.

«Non ho fame!» ripetei, poggiando la testa contro il legno freddo del tavolo.

«Ma i tuoi genitori non sono preoccupati?»

«Sono troppo occupati col lavoro e a controllare il mio rendimento scolastico per controllare quanto mangio»

«Che merda...» mormoró Harry.

«Ma voi angeli potete dire le parolacce?» chiesi alzando la testa per osservarlo, non tanto perché m'interessasse, ma più che altro per distogliere l'attenzione da me e la mia alimentazione.

«Sì, noi siamo della nuova generazione, quindi possiamo imprecare, senza bestemmiare, bere, fumare e anche fare sesso, naturalmente il tutto senza esagerare sennò Gabriele ci fa il culo» spiegò Harry che ci era cascato come una pera.

Stupido.

«Harry, sta solo cercando di distrarti, idiota»

Naturalmente nei miei piani dev'esserci sempre qualcosa di storto.

«Louis potevi anche stare zitto» borbottai.

«Mmmm, Puffetta sei furba» esclamò il riccio affinando gli occhi e guardandomi con un espressione che mi fece scoppiare a ridere.

«Allora, Puffetta, che ne dici di latte e biscotti?» propose Louis.

«L'hai chiamata Puffetta solo perché l'ho fatto anche io» fece notare Harry.

«Non é vero»

«Sì che é vero»

Mi era parso che fosse passato troppo tempo dall'ultimo battibecco, ma naturalmente loro rimediarono subito.

«No»

«Sì»

«No»

«Sì»

«Se mangio la smettete?» chiesi sull'orlo di una crisi isterica.

«Sì» esclamarono all'unisono.

Perché quando vado d'accordo é a mie spese?

«Allora vada per latte e biscotti» asserii sconfitta.

«Che tipo do biscotti ti piacciono?» chiese Harry.

«Il latte lo vuoi col cacao dentro? Zucchero di canna o barbabietola?» domandò l'altro.

«Con le gocce di cioccolato, sì, non so da cosa provengono gli zuccheri, ma prendo quello bianco»

I due angeli schioccarono le dita e davanti a me apparvero latte caldo e biscotti fumanti.

Presi un biscotto e lo osservai scettica. «Siamo sicuri che siano buoni? Non é che non fido della vostra magia, ma... Ok, non mi fido della vostra magia» ammisi annusando il latte.

«Stai tranquilla, in prima superiore mi hanno rimandato perché non riuscivo a far apparire cibo commestibile ed ho dovuto esercitarmi tutta l'estate per passare» disse Louis.

«E questo dovrebbe rassicurarmi?» asserii preoccupata.

«Eem non proprio» Si passò la mano sulla nuca a disagio.

«Be' io in poteri culinari aveva Alfa, che corrisponde ad A+, quindi puoi mangiare i biscotti senza rischiare un'intossicazione alimentare... Questo non si può dire del latte» Harry abbassò la voce sull'ultima frase.

«Il latte non ha niente che non va!» protestò 'Occhiblù' offeso.

«Puoi dimostrarlo?» lo sfidò il riccio.

«Eh? Certo!» rispose Louis con una nota d'insicurezza.

Ne avevo fin sopra i capelli delle loro discussioni, così presi un biscotto e lo mordicchiai, mentre mi godevo lo spettacolo di due fighi da paura che litigavano animatamente.

Ehy, erano davvero molto buoni. Lanciai un'occhiata alla tazza bianca con sopra la scritta blu "Skylar sei troppo magra" che conteneva quello che a detta da Louis era latte al cacao.

La presi per il manico, l'avvicinai alle labbra e dopo qualche esitazione ne presi un sorso, mentre sentivo in sottofondo i "sì" ed i "no" di Harry e Louis.

Non sembrava affatto velenoso, anzi mi mi fece venire fame ed iniziai a mangiare senza sentire dei macigni sullo stomaco.

«Hey, Lou guarda sta mangiando» disse Harry all'improvviso, osservandomi.

«É vero»

«Ma che cavolo, non arriva la parte in cui vi togliete la magliette ed iniziate a fare a pugni?» mi lamentai, leggermente delusa.

Harry sorrise maliziosamente. «Se vuoi che mi spogli, hai solo da chiedere»

Gli feci una pernacchia. «Louis il latte era bevibile, é stato quello a farmi venire fame» sorrisi.

«Tié!» esclamò lui facendo un gestaccio ad Harry che sbuffò alzando gli occhi al cielo.

«Ora posso andare a dormire, vero?» chiesi, mentre mi alzavo dal tavolo.

«Certo» asserirono all'unisono.

Uscii dalla cucina, salii le scale con l'andatura di uno zombie addormentato, attraversai il corridoio ed una volta nella mia stanza mi buttai a peso morto sul letto.

«Ma i tuoi genitori, quando tornano a casa?» la voce di profonda di Harry mi arrivò alle orecchie.

«Domani sera, sono due reporter e lavorano in coppia ed io non li vedo quasi mai...» borbottai con la voce attutita dal materasso sul quale la mia faccia era spiaccicata.

«Eem io credo che tu sia coricata nella posizione sbagliata» proruppe Louis.

«Hai dei problemi se dormo con i piedi sul cuscino?!» sbottai.

«No, nessuno, naturalmente, é solo che...» farfugliò.

«Non rompere, allora»

Forse mi sta arrivando il ciclo.


Gente devo trovare un saluto decente...

Che dite di....

KEVIIIN!!!!

Così "S'intona" con il mio nick name, che é l'abbrevazione di Pygeon.
Ora facciamo piccoli calcoli: Pydge = Pygeon =
Pigeon = Kevin.

Ma che mito che sono. U.U

Ho aggiornato presto per farmi perdonare dalla lunga attesa. Ma capitemi, la mia vita è divisa tra scuola, ospedale e sport.

Coooooomunque, parliamo del capitolo.

Harry e Louis sono insopportabili, io gli avrei già sparato un colpo, ma loro sono angeli e non sarebbero morti. Solo io so come farli fuori... Muahahahah... Basta.

Credo che adesso vado... devo studiare i promessi sposi... che palle -.-

P.S. scusate gli errori.

Ciao.

- Pydge ;-)

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


«Prima io» urlò Harry.

«No, prima io» gridò Louis.

«Prima io perché ho i capelli ricci»

«No, prima io perché ho gli occhi azzurri»

Ora spiegatemi come faccio a dormire.

«Nessuno di voi due mi darà il bacio della buonanotte» borbottai, affondando la testa nel cuscino.

«Perché?!» chiesero all'unisono, voltandosi verso di me.

«Nessuno mi bacia più da quando avevo sette anni e preferirei che continuasse ad essere così, ora se non vi dispiace io dovrei dormire» Mi tirai sù la coperta fino al mento e mi raggomitolai in posizione fetale. Sbadigliai spalancando ampiamente la bocca.

«Una signorina non deve mai sbadigliare così, dovresti mettere la mano davanti alla bocca» mi ammonì Louis.

«Per quanto me ne possa fottere...» mormorai.

«Ma davvero nessuno ti ha mai baciata da quando avevi sette anni?» domandò Harry.

«Già» assentii con gli occhi che a stento si mantenevano aperti.

«Non hai ancira dato il tuo primo bacio...? Non hai mai limonato? Sei vergine?!» indagò sempre piú incredulo.

Sbarrai gli occhi e sentii un leggero calore espandersi sulle mie gote, segno inequivocabile che stavo arrossendo.

Merda.

«Allora?» continuò.

«Buonanotte» sbottai, coprendomi la faccia con la coperta. «Louis spegni la luce ed accenti l'abat-jour, per piacere» dissi.

Riuscii a capire che aveva fatto come detto quando la luminosità e la luce che filtravano attraverso le lenzuola diminuirono drasticamente.

«Skylar é vergine! Una diciottenne vergine!» urlò Harry.

«Stai zitto» bonfochiai, con la voce attutita dal cuscino col quale mi ero coperta la faccia.

«Secondo me é un bene» commentò Louis.

«Ho detto buonanotte!» urlai quasi,  spostando il piumone con un colpo secco della mano, dato che sotto di esso mi stavo praticamente facendo la sauna.

Li vidi sospesi in aria in posizione prona, proprio come se fossero comodamente stesi su un materasso, peccato che galleggiassero sulla mia testa.

«'Notte Puffetta» asserì Louis.

«'Notte notte Puf» disse Harry.

Puf, che dolce che é... Pensai.

«Vergine» mormorò piano il riccio.

Ritiro tutto.

«Stronzo» risposi.

Sentii la risatina acuta di Louis, prima di chiudere gli occhi.

****

«Sì Liam, sarò tua» sussurrai, guardandolo nei occhi.

«Ci sposeremo e faremo tanti bei bambini» disse lui.

«Ora Liam, baciami come se non ci fosse un domani»

Mi portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi accarezzo la guancia. Poi spostò lo sguardo sulle mie labbra. Iniziò ad avvicinarsi, sempre di più.

Stava per baciarmi. Mancavano solo pochi millimetri e...

«Svegliaaa!!!» Una voce troppo acuta per un portatore di pene mi arrivò dritta alle orecchie, spaccandomi i timpani.

Aprii gli occhi di scatto, brandii il cuscino da sotto la mia testa e colpii la testa di Louis il più forte possibile.

«Coglione, stavo sognando l'amore della mia vita!» sbraitai.

«Si, Liam, scopami come se non ci fosse un domani» Harry imitò malamente la mia voce.

Arrossii violentemente e mi coprii la faccia con le mani.

«Vaffanculo» mormorai. Mi alzai velocemente, accorgendomi troppo tardi che durante la notte avevo tolto i pantaloni per il caldo.

Quando ero sola non dovevo pensare a tutto questo. Ecco il lato negativo dell'avere due angeli custodi maschi, di cui uno é pervertito senza speranze.

«Cos'è, ti toccavi mentre sognavi Liam?» chiese, appunto, Harry.

«Io non mi masturbo, avevo caldo» borbottai paonazza.

«Certo, dicono tutte così»

Non avevo nessun mezzo per ucciderlo o apportargli una grave ferita, quindi me ne stessi zitta, abbassai il più possibile l'orlo della maglietta ed avanzai verso il bagno.

«Louis, porta via Ricciolo, mi devo cambiare... E nel frattempo vedi se puoi ucciderlo» aggiunsi sotto voce.

«Mi ha trovato un soprannome perché mi vuole più bene di te» disse Harry.

«Ho trovato un soprannome anche a Louis»

«Sarebbe?» chiese quest'ultimo.

«Occhiblù» dissi, chiudendo la porta del bagno.

«Mi piace tanto» urlò da fuori.



Keviiin!!

Quindi.... Non ho un cazzo da dire...

Invece sì.

Oggi una drogata, alcolizzata completamente fuori di testa si é presentata a casa del vicino dicendo di essere la sua ragazza e che rivoleva indietro i suoi vestiti.

Aveva in mano una bottiglia di vodka...

Peccato che il mio vicino di casa sia un vecchietto tanto dolce di 87 anni. Quindi non m'immagino questo qui che scopa come un riccio con una 20enne.

Si é pure arrampicata sul balcone ed é caduta giù. A quel punto abbiamo chiamato i carabinieri.

Quando questi sono arrivati ha urlato il nome dell'altro mio vicino. Un bellissimo ragazzo di 25 anni.

E così tutto si é risolto con una multa per disturbo della pubblica quiete.

Morale della favola? Non scopate quando siete ubriachi, soprattutto non fatelo con una pazza scatenata.

Mi sa che il biondino sexy (mio vicino di casa) ha imparato la lezione.

P.S. Scusate gli errori, non riletto.

Ciao,

Pydge xx

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Capitolo 7
*** Avviso ***


Buongiorno.

Questo avviso lo posto su entrambe le storie che sto scrivendo.
Questo non è un capitolo al contrario di come forse qualcuno di voi ha pensato.
Volevo dirvi che io non ho il tempo di aggiornare egolarmente dal computer, quindi forse. smetterò di scruvere. Ma niente panico.

Tutte le storie che sto scrivendo solo disponibile su quel fntastico sito chiamato Wattpad, dove ho un profilo nel quale mi chiamo Pygeon. Sul mio profilo potrete trovare Fuck U Better, My Angels ed anche un'altra storia chiamata Il resto è silenzio. Personalmente preferisco Wattpad, perché è un sito molto meno ciomplicato, dove le storie sono presentate come libri che hanno una copertina e delle pagine.
Con Wattpad posso aggiornare attraverso il cellulare e quindi molto più frequentemente.

Ora chiedo a voi. Ditemi, se preferite che io continui ad aggiornare qui (anche se le cose saranno molto lente) o se voreste iscrivervi su Wattpad (per chi non è già iscritto).

P.S. Le storie su Wattpad sono leggermente più avanti.

Ditemi voi, perfavore. Grazie per l'attenzione.


-Pydge xx

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