Lightfall

di Legolas16
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The last dinner. ***
Capitolo 2: *** Alimaj. ***
Capitolo 3: *** Died out hopes. ***
Capitolo 4: *** Dark thoughts ***
Capitolo 5: *** Burning arrows ***
Capitolo 6: *** Golden kisses ***



Capitolo 1
*** The last dinner. ***


1. The last dinner



La campanella della scuola suonò alle 13.10 precise.

Larie e la sua migliore amica Cristin, una ragazza alta, formosa con capelli castani e occhi marroni scuri, uscirono dalla classe,per andare a mettere il materiale scolastico negli armadietti.

-Allora?-chiese Cristin.

-Cosa?- domandò Larie perplessa. Larie invece era una ragazza abbastanza diversa dalla sua inseparabile amica, alta non tanto formosa per l'età di 18 anni. Capelli lunghi neri, e occhi che ogni giorno cambiavano di sfumatura fra il celeste ed il grigio.

-Che fai stasera?- chiese chiudendo l'armadietto a chiave.

Larie era appoggiata al muro con la schiena.

-Non lo so. Penso niente sono stanca,dopo la festa di ieri,mi fa ancora male la testa- spiegò facendo spallucce.

-Ok.-

-Te invece?-chiese a sua volta Larie staccandosi dal muro e dirigendosi verso l'uscita con Cristin.

-Vado con mia zia a prendere un regalo per una sua amica,che noia. -

disse alzando gli occhi al cielo. Larie aprì la porta dell'uscita e scese le scale della scuola. Lì ad aspettarla c'era sua madre con la macchina che la salutava per farsi vedere da lei. Una donna alta,robusta,con capelli rame, e occhi marroni. Si chiamava Maries.

-C'è tua madre lì- disse indicandola.

-Ah si,vuoi un passaggio?-chiese Larie.

-No,non importa voglio fare un passeggiata -rifiutò Cristin.

Larie fece un cenno come per dire ''ok''. La salutò con un abbraccio e andò verso sua madre. -Ciao amore. -la salutò lei.

-Ciao - rispose entrando in macchina. Sua madre entrò e mise in moto la macchina. Uscì dal parcheggiò e si avviò verso casa. -

Come è andata a scuola?-chiese guardando la strada.

-Bene,ho preso 7 alla verifica di inglese -disse calma.

-Mh,bene. Vedrai quanto sarà felice tuo padre- Esclamò Marias.

Sua madre sapeva che Larie non andava bene ad inglese per questo ora era contenta per sua figlia.

-Comunque stasera c'è una mia amica che mangia insieme a noi -annunciò Marias.

Larie non disse nulla, fece solo un sorriso.

Arrivarono a casa. Sua madre spense l'auto. Larie scese davanti a casa sua.

Una casa grande, una delle tante villette uguali a tutte le altre del quartiere.

Era bianca con il contorno delle finestre marrone. Delle piccole scale che portavano alla porta nera a vetri. Con davanti due colonne che sostenevano un piccolo tetto,dove erano attaccati dei fiori in dei piccoli cesti marroni. Larie entrò. Invece sua madre prese la spesa. Lei salì velocemente le scale ed entrò nella sua stanza. Una stanza come le altre, grande, con una scrivania all'angolo della stanza,con una lampadina verde. Due portapenne dove c'erano matite ,penne ,lapis e cose varie. Accanto alla finestra c'era il suo letto. Le lenzuola erano azzurre e nere ,con un cuscino quadrato con sopra un fiore bianco. A sinistra del letto c'era un armadio grande,marrone con sopra delle scatole con cose che a Larie non servivano più. Giocattoli, vestiti troppo da ''bambina''. Le tende alle finestre erano bianche con delle righe verticali nere. Larie si buttò sul letto che per qualche secondo dondolo insieme a lei.

Le stava girando la testa.

Dopo qualche minuto si sentì il motore della macchina di suo padre tornato da lavoro. Lei si alzò e vide suo padre dalla finestra.

Un uomo alto, snello, capelli scuri e occhi celesti.

Lei ha ereditato gli occhi da suo padre.

Dalla finestra si vedeva il suo quartiere,con case tutte uguali fuori. E le macchine dei vicini. C'erano bambini che giocavano e lei pensò al suo amico Michael,che purtroppo si era suicidato a 16 anni, perché i suoi compagni lo prendevano in giro, dicendo era secchione e passava il tempo a starsene a leggere invece che andare a cazeggiare con gli altri. Una lacrima dalle sembianze di un frammento di cristallo bagnò il viso di Larie i suoi occhi erano ancora più lucenti quando erano in lacrime. Dean il padre di Larie bussò alla porta e Larie di scatto si asciugò la lacrima girandosi.

-Avanti!-lo invitò.

-Ciao Larie. - la salutò.

-Ciao -disse lei.

-Tua madre mi ha detto del bel voto di inglese. -le disse avvicinandosi a lei ad abbracciarla. -Devi sapere che sono fiero di te – fece lui.

Lei si limitò a sorridere .

-Sai che stasera viene una sua amica a mangiare da noi?-chiese suo padre sciogliendo l'abbraccio.

-Si -rispose lei subito.

-Bene ,ora vado giù, a mangiare qualcosa e poi ritorno a lavoro, perché devo sbrigare delle cose, torno in tempo per cena -

Con quelle parole uscì dalla stanza e si chiuse la porta dietro lasciano Larie a guardarlo mentre se ne andava. Larie sapeva che non sarebbe tornato in tempo per cena. Era sempre a lavoro, non passava tanto tempo con lei, anzi direbbe quasi che non ci sta mai.

Larie andò alla scrivania mettendosi a sedere sulla sedia. Prese un foglio e un lapis e cominciò a disegnare un angelo che baciava una ragazza umana. La ragazza era sull'orlo di una montagna,con un vestito lungo che fluttuava insieme ai capelli lunghi e neri a causa del vento. L'angelo invece era chino su di lei. La mano di Larie scivolava esperta su tutto il foglio. Lei era sulla punta dei piedi per arrivare al suo viso e baciarlo.

-Larie!-la stava chiamando la madre dalla cucina.

Lei guardò l'orologio e vide che errano già le 20.30. Ci aveva messo più di quanto pensasse a fare quel disegno.

-Si mamma arrivo -rispose lei prendendo il foglio ed esaminandolo soddisfatta dell'elaborato.

Sentì il campanello e la madre che diceva ''arrivo''. Dalla stanza si sentivano parlare.

-Hei cara! Come stai?-le disse la signora

-Bene te? Entra. -la invitò sua madre.

-Che casa incantevole. -disse la signora.

-Tua figlia ?-chiese guardando per le scale.

-Larie!- la chiamò sua madre

-Si arrivo. -rispose lei mettendo il disegno all'interno di alcuni libri.

Uscì dalla stanza chiudendo la porta.

Scese le scale velocemente e li sotto con sua madre c'era una donna sui 35 anni con capelli corti biondi e occhi grandi e neri. Larie avrebbe voluto essere alta come lei.

  • Ma guardati,quanto sei cresciuta.-disse la signora abbracciano la ragazza.

-Si stacco da lei sempre con le mani sulle spalle di Larie a fissarla.

Larie si sentiva in imbarazzo.

-Ma guarda, assomigli tantissimo a tua madre. - esclamò.

Ma secondo Larie a parte gli occhi non assomigliava per niente a sua madre.

-Dai vieni abbiamo un monte di cose di cui parlare visto che non ci si vede da non so.. cinque anni?-

Lei fece un sorriso seguendo la madre di Larie in cucina.

Larie rimase lì dove era a guardarle mentre se ne andavano. Il telefono squillò e Larie si lanciò su per le scale.

Arrivò in camera sua e si precipitò sul letto. prendendo al volo il cellulare.

-Pronto?- Disse Larie.

-Pronto- era Cristin.

-Come va ?- chiese.

-Ciao ,bene te ?-rispose alzandosi a guardare dalla finestra. Non c'era nessuno, solo una una ford nera che usciva dal cancello dei vicini.

-Bene, senti ho una bella notizia. -disse quasi scoppiano di gioia.

-Cosa?- disse larie incuriosita.

Sam mi ha chiesto di uscire!!- urlò Cristin. Larie allontanò di scatto il telefono dall'orecchio per non diventare sorda.

-Bene ,sono felice per te! -disse facendo finta di essere felice.

A Larie non importava tanto. Secondo lei, Sam la stava solo prendendo in giro ma come miglior amica non lo disse. Non voleva ferirla o cose del genere.

-Amore!-era sua madre. La stava chiamando per la cena.

-Si arrivo mamma .disse appoggiando il telefono sul petto.

-Scusa ma ora devo andare a mangiare, parliamo domani a scuola,ciao. -detto questo riattaccò e buttò il telefono sul comodino.

Si alzò ed andò in cucina attraversando il lungo corridoio. La sua casa era abbastanza grande per tre persone .In cucina c'era la signora e sua madre che parlavano gesticolando con le mani e ridendo.

-Ah, eccoti, dai che si mangia.- disse alzandosi e prendendo la padella.

Larie si sedette e fece un sorriso. Sua madre aveva cucinato la bistecca e patate arosto.

Servì il piatto e si mise a sedere anche lei.

Loro cominciarono a parlare di cose che Larie non poteva capire ancora. Larie stava giocherellando con il cibo nel piatto. Lei faceva cosi solo quando era stanca o non aveva fame.

-Mamma-fece lei. Ma sua madre non si girò continuando a parlare e a ridere.

Larie si sentiva esclusa. -Mamma!-alzò la voce un po'.

-Non ora cara -rispose sua madre neanche girandosi ma facendo un cenno con la mano. Larie si sentì scoppiare. Si alzò di colpo spingendo la sedia e battendo le mani al tavolo.Sua madre e la signora si girarono di scatto a guardarla sorprese.

-Non ho fame vado in camera mia. -detto questo uscì dalla cucina a passo veloce.

-Larie!-sua madre fece per andare da lei ma la sua amica la fermò.

-Lasciala andare, gli adolescenti sono complicati. -disse calma. Sua madre si mise a sedere piano. Larie arrivò in camera sua aprendo la porta quasi rompendola e la chiuse sbattendola.Si lanciò sul letto a guardare il soffitto. Non le piaceva quando sua madre non la considerava. Dopo cena l'amica di sua madre se ne andò. Sentì bussare alla porta

-Avanti.-disse annoiata. Sua madre entrò lentamente.

-Amore. -disse. Larie alzò gli occhi. -

Scusa per prima, è che e da tanto che non vedo Cindy- si scusò.

-Si va bene, ora è tardi vado a dormire -disse scendendo dal letto a prendere il pigiama. Sua madre non disse niente.

-Bene ,allora buona notte -le augurò, ma Larie non rispose.

-Ah- si fermò di colpo

-tuo padre torna tardi -annunciò. Ma Larie non le rivolse la parola. Sua madre uscì dalla stanza senza dire più nulla. Larie si sentiva come se qualcuno le avesse appena strappato le braccia. Non aveva mai ignorato sua madre così. Si mise il pigiama e prese un libro chiamato ''Shadowhunters ''. Era al 16 esimo capitolo.

Quando ad un certo punto sentì un rumore in soffitta.

Larie lasciò il libro e uscì dalla stanza. Guardò la porta della camera di sua madre che era chiusa. Poi rivolse lo sguardo alla soffitto .''Stupidi topi ''.Pensò lei. Fece per rientrare ma i rumori si sentirono di nuovo. Larie rientrò dentro camera sua e prese la ''mini-torcia '' attaccata alle sue chiavi della macchina.

Uscì furtivamente e tirò il filo che fa scendere la scala per andare in soffitta.

Salì un gradino dopo l'altro con cautela guardando a destra e a sinistra. Sull'ultimo gradino Larie inciampò e lascio cadere la torcia che rotolò fino ad un angolo della soffitta.''Ma quanto poso essere imbranata?!'' si rimproverò lei mentalmente. Si rialzò e cominciò a camminare piano nella soffitta per prendere la torcia. Arrivo all'angolo, fece per prendere la torcia quando vide che stava illuminando una scatola. Si inginocchiò e tolse le scatole che la coprivano. La prese. Era una scatola abbastanza grande,ma non era una scatola normale era fatta di un materiale nero e grigio con due serpenti disegnati d'oro a destra e a sinistra. In mezzo c'era un lucchetto aperto. Larie incuriosita lo aprì. Dentro c'era un libro. Un libro grande e verde bottiglia. Larie ci passò la mano per pulirlo dalla polvere. C'era una scritta ''Alimaj'' lo disse lei nella mente. Lo aprì e cominciò a leggere sotto voce.

-Soan sodh eohd sagri fostr ey..... sa..sar..sartin!- dopo quella parola Larie fù risucchiata dentro la scatola. Il libro cadde dentro la scatola che si chiuse. Sparito nel nulla.

 

 

LA MATTINA DOPO.

 

 

-Larie!- nessuna risposta

-Larie! Dai svegliati farai tardi a scuola!-disse di nuovo sua madre. Quando Maries vide che Larie non rispondeva andò su in camera sua. Quando fece l'angolo verso camera sua. Vide la porta della camera di Larie aperta.

-Dai amore.. -disse aprendo lentamente.

-Farai tardi a sc...-non finì la frase. Rimase impietrita. Larie non c'era. Provò a cercarla ovunque, in bagno, nel ripostiglio, da ogni parte. Alla fine apprese che Larie era realmente scomparsa e chiamo a gran voce il marito.

-Dean!-urlò lei portandosi le mani allo bocca.

Dean stava assaporando il suo caffè, quando sentì Marias urlare gli andò di traverso.

-Vieni subito qui!-urlò nuovamente. Lui salì le scale quasi volando. Arrivò dietro Maries che era lì paralizzata.

-Ma che cosa ?dov'è Larie ?- chiese confuso portandosi le mani tra i capelli.

-Chiama la polizia -disse lei piangendo. Dean corse a prendere il telefono.

Al terzo squillo rispose una donna.

-Pronto, qui polizia di Stardvell come possiamo aiutarla?- chiese come se dovesse ripetere quella frase ogni singolo giorno.

-Mia figlia è sparita! -disse in preda al panico.

-Dove si trova signora?-la donna era calma.

-St Angels Park 39 fate presto per favore – disse e riattaccò.

In mezzora la polizia era arrivata. Dean e Maries aspettavano d'avanti casa. C'era una macchina da cui uscirono due poliziotti. Erano entrambi in divisa.

Un poliziotto entrò in casa per capire la situazione.

L'altro andò da Dean e Marias che piangeva a dirotto.

-Buon giorno signora -le disse la poliziotta.

-Io sono Rose. -si presentò e strinse la mano con Dean e Maries

-Allora ditemi quello che è successo. -disse prendendo un'agenda e cominciando a scrivere. Dean e Marias raccontarono alla poliziotta tutto.

-Bene faremo tutto il possibile per trovarla, prima però datemi una foto di vostra figlia.- disse.

Dopo che Marias e Dean diedero la foto arrivarono gli altri poliziotti.

-Signora -disse uno che era stato in casa.

-Abbiamo trovato il suo cellulare e i suoi soldi, non può essere una fuga.- spiegò.

A quelle parole il cuore di Marias cominciò a battere forte e dopo qualche secondo svenne e cadde tra le braccia di Dean e uno dei poliziotti che lo aiuto a sostenerla e portarla in casa.

Dean rimase fuori a parlare con la polizia.

 

 

 

-Charlotte Meddin ?-

-Presente. -

-Caden Cristin?-

-Presente -disse Cristin annoiata.

-Miller Larie?- nessuna risposta

-Miller larie?-chiese dinuovo la professoressa alzando gli occhi e guardando l'aula. Scrisse qualcosa sul registro. E continuò l'appello.

Cristin si girò verso il banco di Larie che era vuoto e rimase perplessa. Dopo mezz ' ora di lezione qualcuno bussò alla porta della classe.

-Avanti!-disse la professoressa.

Dalla porta entrò il direttore della scuola. Tutti nell'aula si alzarono in piedi.

-Seduti.- disse il direttore. Tutti fecero come detto. Il direttore disse una cosa all'orecchio dell'insegnante e poi se ne andò. La prof rimase in silenzio e poi disse.

-Ragazzi, il preside mi ha appena annunciato che la nostra allieva Miller ... è sparita stamattina.

''Cosa!?'' pensò Cristin spalancando gli occhi e rimanendo scioccata. Tutti nella stanza cominciarono a parlare sotto voce.

-Silenzio!-ordinò la professoressa. Tutti rimasero in silenzio. La donna fece per continuare la lezione. Cristin mise la roba nello zaino e con la scusa di sentirsi poco bene uscì di corsa dall'aula. L'insegnante rimase a guardarla senza dire niente, sapeva che lei era la miglior amica di Larie. Cristinn corse nel parcheggio a prendere la sua mercedes nera e partì di corsa verso casa di Larie. Arrivò nel quartiere. Si sentiva battere il cuore come non mai. Parccheggiò male la macchina per fare presto. Uscì e corse verso casa. In torno alla casa c'era un nastro giallo con scritto ''non passare ''. Due poliziotti la fermarono

-Lasciatemi! Sono la sua miglior amica!-Urlò. Dean la sentì e si girò

-Lasciatela passare -Ordinò. Loro fecero come detto. Lei le lanciò uno sguardo omicida passando in mezzo ai due. Il poliziotto che parlava con Dean se ne andò.

-Ma che cosa succede?- chiese Cristin respirando appena

-Larie..Larie è sparita- disse senza voce.

-No ,non può essere -negò portandosi le mani alla bocca e scoppiano in un pianto.

Abbraciò il padre di Larie.

-Larie ma dove sei?-si chiese disperata. Si staccò dal padre guardandolo negli occhi. Notò per la prima volta che i suoi occhi erano uguali a quelli di Larie. Questo non fece altro che farla scoppiare a piangere ancora di più. Si chiese se quella fosse l'ultima volta che avrebbe visto quegli occhi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Ciaao a tutti, sono nuova qui e questa è la mia prima storia. Spero di star facendo un buon lavoro perché questa storia significa molto per me. Comunque, spero che questo primo capitolo vi abbia intrigato, per qualunque cosa fatemi sapere con un commento. E se vi è piaciuta e sopratutto se non vi è piaciuta recensite perché ho bisogno di sapere cosa ne pensate. Un bacio a tutti ciaoo!

Legolas16

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Capitolo 2
*** Alimaj. ***


2. Alimaj

Larie si svegliò.

Lì non poté aprire gli occhi per la troppa luce. Sentiva il sangue pulsare nella testa e il suo cuore che batteva a mille. Non ricordava niente. Si sentiva come se fosse stata in una giostra per un'ora costantemente e per poi scendere. Si alzò in piedi appena. Le girava la testa forte e le faceva male una gamba. Si strusciò gli occhi e cercò di aprirli. In fine gli spalancò del tutto,e rimase impietrita. Si trovava in un bosco. Ma quel bosco aveva qualcosa che le fece venire i brividi. Gli alberi erano colorati, verde, rosa, blu. Ma non era questo, anche se era abbastanza insolito. Larie si guardò le mani che tremavano, sul braccio vide dei tatuaggi che Larie non aveva mai visto. E non era più vestita con i suoi vestiti, ma con una mini gonna marrone strappata. I capelli erano raccolti in una grossa e lunga treccia nera. Larie si guardò un po' in giro e poi si incamminò su una stradina strettissima che secondo Larie doveva portare da qualche parte. Un posto normale.

 

 

Era ormai tanto che Larie camminava. Sentiva le ossa spezzarsi e le faceva male la schiena. Cercò di ricordarsi quello che era sucesso e come sia arrivata lì.

Ma tutto invano. Si fece buio e Larie non era ancora arrivata da nessuna parte. Mentre avanzava udì degli strani rumori ovunque. Larie si fermò di colpo. Guardando in terra poi alla sua sinistra, le parve di sentire qualcuno che la seguiva. Ricominciò a camminare. Si rifermò di colpo guardando alla sua destra,ma ora il suo cuore iniziò a battere fortissimo. Tra i cespugli notò due occhi azzurri che la fissavano con uno sguardo feroce. Quando Larie lo vide scappò di corsa. Le faceva male la gamba ma non pensava ad altro che a scappare. Stava per inciampare più e più volte a causa dei rami e si girava continuamente. Arrivò in una specie di piazzetta abitata solo da erba. Inciampò e cadde sulla gamba addolorata. Lanciò un urlo di dolore portandosi le mani alla gamba. Davanti a lei in un secondo comparve la bestia. Una specie di lupo mannaro grigio con una striscia che gli andava su tutta la schiena finendo alla coda. Occhi azzuri incandescenti, denti lunghi ed affilati e la bava che usciva dalla bocca. In un secondo si scagliò verso Larie, la quale si portò le mani alla testa e se la copri. Non vedeva niente sentì solo il lupo che emise un lamento di dolore e un tonfo. Si levò le mani lentamente dalla testa e vide la bestia con una freccia in gola. Aveva la vista sfocata. Daavanti a lei una ragazza,non vedeva bene il viso. Era a alta, snella e formosa. Con capelli mossi lunghi e biondi, quasi bianchi. La vide avvicinarsi a lei. Lei per il dolore non ce la fece più e svenne lasciandosi cadere a terra con forza.

 

 

Larie aprì gli occhi di scatto facendo un lungo respiro,spostò gli occhi a destra e a sinistra. Si trovava in una camera grande .Con due finestre una accanto all'altra con tende verdi trasparenti. I raggi del sole illuminavano la casa. Il letto era comodo pensò Larie. La sua gamba era. Le faceva ancora male un po' la testa. Si alzò e si reggeva in piedi appena.

In terra c'era un grande tappeto morbido,colore blu. La stanza era dipinta in bianco splendente. C'era una specie di scrivania con sopra dei fogli bianchi e una penna. Era confusa non sapeva dove si stesse trovava e come ci sia arrivata. Tutto quello che ricordava erano immagini confuse.

Era vestita come prima con la mini gonna strappata. C'era un armadio. Lei lo raggiunse barcollando e tenendosi ai bordi del letto e lo aprì. Era pieno di vestiti da donna. Questo per Larie fu un sollievo. Prese dei leggins neri e una canottiera verde a caso. Era a piedi nudi ma li non c'erano scarpe. uscì con cautela dalla stanza e si ritrovò in un lungo corridoio con altre due porte, una a sinistra poi un'altra più avanti a destra. Cominciò a camminare silenziosamente. Arrivò alla porta sinistra e vide che c'era una cucina. Non c'era nessuno. C'era il frigorifero,e degli armadietti attaccati al muro. Sotto c'era un lavandino. In mezzo c'era un tavolo grande tondo con due sedie. Continuò il suo cammino,in fine arrivò alla seconda porta che era chiusa a chiave. In fondo al corridoio c'era un angolo che portava a sinistra. Lei guardò prima di girare. Girò l'angolo e si ritrovò in un piccolo salotto con un grande divano marrone e due cuscini con un fiore bianco cucito sopra. In terra c'era un grande tappeto verde chiaro. Davanti al divano c'era un grande mobile con piatti,tazze decorate dentro messe sugli scaffali. A destra c'era un grande specchio attaccato al muro con una grande cornice dorata. Lei si fermò a guardare se stessa.''sembro una bambina ''si disse tra se girandosi. Per avere 18 anni Larie sembrava più una sedicenne: bassa ,non tanto formosa. L'unica cosa che è cambiata da quando era arrivata, sono i capelli ,che ora sono più scuri e più lunghi.

-Oh, vedo che ti sei svegliata - a sentire quella voce Larie trasalì e indietreggiò. A parlare era stata un ragazza alta, snella e formosa. Con capelli biondi chiaro e lunghi. Era vestita con dei pantaloncini corti marroni e una maglietta scollatissima bianca.

-Ti sei cambiata. -disse guardandola dal basso all'alto divertita.

-Scusa no..-cercò di scusarsi.

-No va bene, non mi da noia - disse entrando del tutto in casa.

-Io sono Diama- si presentò

-Larie -rispose lei subito.

-Come sono arrivata qui? -chiese preoccupata.

-Ti ci ho portata io,ma non so cosa ci facevi nel bosco. -disse.

-Come va la gamba?- chiese mettendo le mani dentro le tasche.

-Bene, bene grazie -disse guardandosi la gamba.

-Ti chiederai dove ti trovi ora immagino?-chiese mettendosi a sedere sul divano.

Larie fece di sì con la testa.

-Vieni-disse invitandola a sedersi. Larie esitò.

-Dai non ti faccio niente,ti ho salvato la vita- disse con un sorriso. Larie si ricordò che era stata attaccata da qualcosa e che quella ragazza bionda era lei. Larie si mise piano a sedere

-Sei stata te a uccidere quella ..quella cosa ?-chiese balbettando.

-Si cara ,quella cosa si chiama Karama , non si vede tanto spesso -spiegò semplicemente

-Comunque -iniziò

-Ti trovi da Alimaj. Una città abbastanza grande -.Larie non disse nulla.

-Ci sono altre città?-chiese Larie incuriosita

-Si certo ma ora non starò a dirtele tutte, le scoprirai da sola- con questo si alzò

-Vuoi venire a conoscere i mie genitori ?- chiese. Larie fece annuì.

-Bene andiamo.- disse. Larie si alzò ed insieme a Diama uscì fuori.

C'era tanto sole. Le case erano fatte di legno pensò Larie. Non c'erano macchine. Ma solo case grandi. Andarono avanti per un po' e poi girarono a destra. Si ritrovarono su una piccola strada. Ai lati c'erano file di alberi uguali. Il marciapiede era fatto di mattoni bianchi e puliti. La strada era divisa in due. Loro presero quella a destra. Nessuno parlava. In fine arrivarono in una via quasi piena di gente. Da lontano si vedeva una grande casa, come un grande palazzo. Con una grande porta in mezzo e tantissime finestre. Si fecero spazio tra la gente.

-Vieni -disse Diama salendo i gradini per andare alla grande porta. Larie la seguì in silenzio. Lì sentiva gli sguardi della gente addosso.

Diama aprì la grande porta. Entrarono dentro il grande palazzo. Larie rimase sbalordita dalla bellezza. Era fatto tutto di parquet lucente con diversi quadri sui muri,a sinistra e a destra c'erano due scale che portavano in stanze e corridoi diversi. Nel mezzo della stanza c'era un grande tavolo rotondo. Nel quale si trovavano 5 persone. Una donna e un uomo anziano. ''Saranno i genitori di Diama'' pensò Larie. Poi c'erano due ragazzi e una ragazza. La ragazza era la più giovane di tutti si disse Larie tra se.

-Mamma -disse Diama ancora lontana. I due adulti si alzarono in piedi guardando Larie con occhi curiosi e stupiti.

-Mamma, papà vi presento Larie. La ragazza che ho trovato a Sanir -spiegò Diama indicandola con la mano. Larie fece un sorriso imbarazzato.

-Ciao cara io sono Alma e lui è mio marito Bryan- si presentò stringendo la mano a Larie prima Alma e poi Bryan .

-Loro sono Adreic, Dalger e Mia -li presentò.

-Ciao- la salutarono tuttie due insieme tranne la ragazza. Lei si limitò a fare un sorriso.

I ragazzi erano bellissimi. Dalger era moro con occhi chiarissimi,quasi grigi e pelle chiara, fisico atletico e muscoloso. La ragazza era di una bellezza strabiliante, capelli lunghi neri e ondulati. Sembrava non facesse caso a Larie.

Ma fu Adreic a colpirla. Capelli che gli arrivavano alle orecchie, biondi oro e occhi scuri, di un nero profondo. Pelle chiara. Il suo sguardo fece arrossire Larie che portò gli occhi in terra serrando le labbra.

-Bene, sei la benvenuta nella mia città. -le disse Alma.

-Grazie -ringraziò lei con un sorriso.

-Vuoi fare un giro della città?- chiese. Larie per un attimo desiderò mentalmente che magari fosse Adreic a portarla. Larie fece di sì con la testa incrociando per qualche secondo lo sguardo di Adreic.

-Bene allora andiamo!- esclamò Diama prendendo Larie per un braccio e trascinandola fuori ridendo. Anche Larie rise mentre usciva dalla porta girò la testa verso Adreic prima di uscire e vide che la stava guardando. Poi vide Dalger, anche lui la guardava. Rivolse anche un piccolo sguardo a Mia,che stava guardando un terra con la bocca storta. Una volta uscita Diama la stava ancora trascinando sulle scale che per poco non inciampava . -Aspetta!-urlò Larie sempre ridendo. Guardò Diama, sembrava una ragazza apposto e molto simpatica pensò Larie. Arrivarono davanti ad un grande palazzo fatto di vetro Diama si fermò di colpo e Larie incantata a guardare il palazzo le sbatté contro

-Scusa -disse lei.

-Questo- iniziò

-E' il negozio di vestiti più bello della città-spiegò attonita. Infatti da fuori Larie vide dei bellissimi vestiti sui manichini.

-Vieni-disse. Larie la seguì. Arrivarono ad un lago immenso. A Larie vennero i brividi. C'era tanto silenzio. Si sentivano gli uccellini che cantavano. Larie fece un gran respiro riempiendo i polmoni d'aria pulita e fresca. Dopo di che gli svuotò piano.

-Bello vero?-disse Diama

-Fantastico. -Disse Larie con un tono di voce calmo e dolce.

-Noi lo chiamiamo Crystal Lake.-spiegò osservando il lago affascinata.

-Sai cosa, è meglio che certe cose tu le scopra da sola -disse decisa. I pensieri di Larie dal suo mondo erano spariti,ora Larie pensava ad Adreic. Ai suoi capelli biondi oro con riflessi d'argento. Ai suoi occhi neri e profondi

-Larie?- La chiamò Diama.

-Sì dimmi.- Larie scosse la testa per sottrarsi ai pensieri.

-Per ora te dormirai, mangerai, a casa mia. Fai come se fosse tua -le disse. Larie fece un sorriso.

-Bene ,ora torniamo a casa.- disse mettendosi le mani nelle tasche. Larie fece ok con la testa. Non sapeva ancora dove si trovasse ma per ora non le importava. Pensava più ai suoi genitori ed a Cristin ed a come saranno preoccupati. E si sentiva in colpa. L'ultima cosa che ha fatto è stato ignorare sua madre. Nel pensare di Larie arrivarono nella città. Fecero destra e poi camminarono ancora un po'. Lì c'era la casa di Diama.

Grande, dipinta di un colore bianco, con la porta marrone con un piccolo finestrino sopra. L'erba nel giardino perfettamente tagliata. Con bei alberi fioriti a destra e a sinistra della casa. In piccola panchina accanto ad un albero ci stava un ragazzo. Castano con occhi verdi.Era vestito con una maglia bianca e i jeans marroni chiaro. Erano davanti al cancello di casa di Diama.

-Cassiel!- Diama corse dal ragazzo che vedendola si alzò in piedi con un sorriso prendendo Diama in braccio sollevandola e baciandola. Larie piano piano andò da loro -Ciao -lo salutò Larie. Cassiel lasciò piano Diama a terra

-Ciao- -Sono Larie -si presentò lei.

-Cassiel.-disse tenendo Diama per il bacino con un braccio

-Larie ti presento il mio fidanzato- lo presentò con voce soddisfatta. Larie fece un sorriso con le sopracciglia alzate.

-Ah, Larie ,ti volevo dire che stasera Cassiel ed Adreic vengono a mangiare da noi -detto questo a Larie prese un colpo. “Adreic?” pensò spalancando gli occhi e alzando le sopracciglia.

-Andiamo dentro -disse Diama trascinando Cassiel con se. Diama entrò per prima poi Cassiel fece per entrare ma si fermò facendo un cenno con la mano per dire ''prima le donne ''. Larie gli passò accanto con un sorriso e lui lo ricambiò con un altro sorriso. Diama era già in cucina. Larie e Cassiel arrivarono dopo. Diama stava cercando della roba negli armadi.

-Che noia. -sbuffò. Cassiel la guardò stranito.

-Cassiel dobbiamo andare a fare la spesa, ci manca la roba per stasera.-

-Bene ,allora sbrighiamoci, è tardi tra poco si mangia- disse Cassiel tranquillo.

-Te Larie rimani qui?- chiese. Larie fece di sì con la testa.

-Bene ,allora te intanto puoi apparecchiare -le disse -

Allora qua ci sono i piatti, qua i bichieri ,qua le forchette, coltelli, e cucchiai -

disse indicando i posti.

-Bene ,andiamo -disse passando accanto a Larie e prendendo Cassiel per un braccio e portandolo fuori.

Larie fece come detto, prese la tovaglia a quadretti verdi e bianchi, poi mise i piatti, le forchette e i coltelli. Poi prendendo i bicchieri Larie vide il suo riflesso nel vetro dell'armadio. Si fermò e guardò i suoi capelli, erano spettinati. Prese veloce i bicchieri li dispose sul tavolo a casaccio, poi corse in bagno. Si raccolse i lunghissimi capelli neri e li legò in una coda da cavallo liscia. Poi vide che sul bordo del lavandino c'erano dei trucchi,in dei barattolini neri con diversi colori, nero, blu e rosa. Lei prese sulla punta del dito un po' di trucco nero e se lo sfumò sulle palpebre rosee. Si guardò per un attimo poi vide che i vestiti non erano proprio adatti per la cena. Allora corse in camera sua e aprì l'armadio che era colmo di vestiti bellissimi colorati. Ci pensò un po e poi scelse dei jeans blu scuro e una camicetta bianca scollatissima. Andò a guardarsi nel grande specchio in salotto. Non sapeva come comportarsi o come parlare. Si sentiva un'estranea, infatti lo era. Non sapeva come tornare a casa e come abbia fatto ad arrivare qui. I pensieri furono interrotti dal campanello della porta principale. Larie si girò di scatto ed andò ad aprire -Siete già arriva..-non finì la frase. Lì davanti e lei c'era Adreic con indosso una camicia nera abottonata solo a meta facendo travedere il petto. Lei rimase impietrita, lui la guardava sorpreso.

-Ciao -la salutò lui. A Larie stava per scoppiare il cuore nel petto.

-Ciao -rispose lei con il fiato che le mancava. Si sentiva crollare per l'imbarazzo. Lui la guardò dal basso all'alto con uno sguardo malizioso.

-Beh, non mi fai entrare? -chiese divertito. Larie scosse la testa e si fece da parte.

-Ah ..si si certo entra-disse. Lui entrò sfiorando il braccio a Larie. Lei sentì il suo profumo di pulito e fresco. Si diresse verso la cucina, Larie di scatto gli fu dietro. Era emozionata e spaventata nello stesso tempo. Lui si sedette su una sedia lei fece uguale

-Dove sono Diama e Cassiel?-chiese lui guardandola attentamente.

-Sono andati a comprare delle cose, mancava della roba per la cena.- Spiegò lei senza guardarlo, altrimenti si sarebbe persa nei suoi occhi neri come buchi intensi.

-Okay. -ci fu silenzio qualche minuto. Larie si alzò in piedi ed andò nell'angolo della cucina per prendere qualcosa ma mangiare dall'armadio. Lui la seguì con lo sguardo. Larie allungò la mano ma per la sua bassa statura non ci arrivava. Si alzò sulle punta dei piedi ma era inutile. Dai andiamo. Si disse lei nervosa. Ad un certo punto si ritrovò Adreic dietro. Trasalì piano, il corpo di lui era praticamente appiccicato al suo appoggiò la mano accanto a quella di Larie. Sentiva il suo calore e il suo respirò sulla nuca. Si sentì spingere in avanti. Lui allungò la mano che andò più in alto della sua visto che era quasi il doppio di lei

-Quale vuoi?-chiese sussurandole all'orecchio

-Quello verde - gli disse sempre sussurando. Lui lo prese e glielo diede. Lei lo prese e si girò, era a pochi centimetri di distanza dal suo viso. Lei era intrappolata in un angolo lui aveva le mani appoggiate al muro. Larie sentiva il cuore che cominciare a battere forte e un'ondata di calore la travolse. Lui stava avvicinando il viso di Larie. Era cosi vicino che a Larie cominciarono a tremare le mani. Poi alla porta comparve Diama con Cassiel. Diama si schiarì la voce. Larie girò di scatto la testa ma ad Adreic sembrava non importare e restò come prima.

-Diama -disse Larie. Poi Adreic si spostò e Larie gli passò accanto e mise il barattolo sul tavolo.

-Ciao Adreic.- lo salutò Diama

-Ciao. -Diama mise i sacchetti con la spesa sul tavolo. Nel mentre Cassiel andò da Adreic si presero per le mani come per fare braccio di ferro e sbatterono le spalle. Quello era il loro saluto.

 

 

 

Saalve a tutti, intanto vorrei ringraziare la mia carissima parabatai lol psycowriter che mi sta aiutando ad inserire i capitoli su efp, comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato un saluto a tutti ciaao :)

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Capitolo 3
*** Died out hopes. ***


3. Died out hopes




-Ancora niente?- chiese Marias preoccupata, il cuore le batteva in gola, anche se sapeva già la risposta.

-No signora, appena sappiamo qualcosa glielo riferiamo. -detto questo la poliziotta salutò i signori Miller cordialmente e riattaccò.

Le ricerche stavano continuando già da 2 settimane senza nessun esito positivo. Marias era senza speranza ormai, e cominciava a credere che sua figlia non fosse più viva.

-Ancora niente?- chiese Dean mettendosi a sedere accanto a Marias sul divano rosso e bianco. Marias fece di no con la testa e scoppiò in un pianto di dolore e sofferenza. Dean le sfiorò i capelli e Marias appoggiò la testa sul petto di Dean. -Dove è mia figlia? Dove la mia bambina?- Si chiese disperata Marias fra le lacrime. Non sapevano più cosa fare. Cominciarono a credere che la polizia avesse smesso anche di cercarla. Il telefono squillò. Dean lo prese veloce. Sullo schermo c'era scritto “CRISTIN” a caratteri cubitali.

Dean rispose.

-Pronto ?- Disse il signor Miller stanco.

-Signor Miller, nessuna notizia di Larie?-chiese Cristin che stava guardando delle foto di lei e Larie sul pc.

-No ,purtroppo niente ancora. -disse.

Nella voce di Dean, Cristin sentiva stanchezza ed un minimo di rassegnazione. Aprì bocca ma uscì solo un sospiro.

-Se poi ci sono notizie mi chiami per favore- disse lei.

-Si certo- acconsentì lui.

-Arrivederci- lo salutò lei

-Ciao-disse lui riattaccando. Cristin mise il telefono sul comodino.

Prese il mouse e cercò una foto di Larie da sola. Prese una in cui le si vedeva la faccia e basta fece 35 fotocopie. Si mise un giacchetto marrone di pelle, prese le fotocopie, e corse giù.

-Dove vai?-chiese la madre dalla cucina.

-Vado fuori a fare una cosa. Torno subito.- le disse uscendo e sbattendosi la porta alle spalle. Cristin era fuori, corse verso la strada mettendo le fotocopie sulle vetrine dei negozi e sui pali della luce, sul parabrezza delle macchine, persino in terra..per quelle persone che guardano sempre al terreno. Sopra di essi una scritta nera e scomposta. ''L' avete vista?''. Tutte le persone scossero la testa e Cristin sembrava aver perso ogni speranza e demoralizzarsi ad ogni “No mi dispiace non l'abbiamo vista..”.

Cristin voleva trovare Larie, a tutti i costi era la sua miglior amica. Ormai aveva finito le fotocopie. Ne rimaneva una. Si mise a sedere su una panchina con la fotocopia in mano. La guardava. Non riusciva a credere che tutto questo stia succedendo. Non poteva essere scappata. Si disse Cristin. Doveva essere qualcos'altro. Le nuvole diventarono grigie e nere, il vento soffiava più forte, impetuoso. Cominciò a pioviscolare, poi l'acqua scese a grandinate. Cristin si alzò tenendosi il giacchetto stretto e lo sguardo a terra. I suoi capelli erano fradici come i suoi vestiti. Fece per attraversare la strada quando la fotocopia le volò in mezzo alla strada. Non si vedeva niente a causa della pioggia abbondante. Corse a riprenderla senza pensarci due volte. Arrivò e la prese in tempo perché non volasse più lontano. Dalla parte destra arrivo una macchina. Cristin si girò di scatto e chiuse gli occhi per la paura. La macchina non la sfiorò per qualche centimetro e perse quasi il controllo. Ma si fermò. Cristin fece un respiro di sollievo,il cuore le batteva a mille e si sentiva soffocare. Guardò la fotocopia che era bagnata e non si vedeva quasi più la foto. Attraversò del tutto la strada e arrivò a casa. Entrò dentro e sua madre era a parlare al telefono.

-Cristin?- chiese preoccupata. Riattaccò e le andò in contro e la abbracciò.

-Amore... - la consolò. Cristin stava piangendo a dirotto, non per essere quasi stata investita, ma per il fatto che la sua miglior amica era scomparsa e si sentiva in colpa.

-Shh..- le sussurrò sua madre stringendola più forte.

-Amore, non è colpa tua. Per favore smettila di piangere -le disse levandole una ciocca di capelli dalla faccia bagnata e asciugandole una lacrima.

-Ora vai su, e cambiati, sei tutta fradicia -detto questo Cristin andò su correndo sulle scale. Entrò in camera sua e sbatté la porta alle spalle. Buttò la fotocopia nel cestino si tolse i vestiti con rabbia. Entrò dentro la doccia la aprì andando sotto l'acqua gelida che le bagnò tutto il viso. Lei si passò le mani sul volto arrivando ai capelli.

 
Ciaao a tutti, ecco un altro capitolo della mia storia. Perdonate la cortezza del capitolo, ma sto affrontando gli esami e non ho avuto parecchio tempo per scrivere D: ma prometto di pubblicare un capitolo abbastanza lungo :)
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto, un bacio a tutti e ciaao ciaao.

PS: ringrazio la mia amica
psycowriter che mi sta inserendo i capitoli su efp, sfrutto questa occasione dato che ora sto scrivendo io u.u per farle un pò di pubblicità, merita è scritta davvero bene la storia al quale sta lavorando e ce la mette tutta. <3

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Capitolo 4
*** Dark thoughts ***


4. Dark Thoughts 




-Bene ,spero vi sia piaciuto il cibo che io, e dico io, ho preparato. - ripeté Diama soddisfatta.

-Si, sei la cuoca migliore del mondo. -la complimentò Cassiel prendendo Diama e mettendola sulle ginocchia.

-Grazie ,ma il tuo giudizio non conta, voglio un parere da voi due

piccioncini. -disse Diama rivolgendo uno sguardo a Larie poi ad Adreic.

Piccioncini?” si chiese Larie tra se.

-Beh, sì molto buono- disse Adreic

-Vediamo....ti do un tre e mezzo- disse lui scherzando.

-Fottiti- disse lei dandogli una botta sulla spalla sorridendo.Fecero tutti una grande risata.

-Te Larie?-chiese rivolgendosi a lei con ancora il sorriso sulle labbra.Gli sguardi erano tutti su di Larie anche di Adreic.

-Io ti do nove. – Il sorriso di Diama si ampliò.

-Grazie - la ringraziò Diama.

-Prendi esempio sulla gentilezza da lei, Adreic.- lo rimproverò Diama. Il ragazzo si limitò ad alzare un angolo delle labbra.

-Ora è meglio se pulisco qui- annunciò alzandosi dalle ginocchia di Cassiel.

-Si e io ti aiuto - si offrì Larie.

I ragazzi si alzarono. Larie incrociò per un secondo lo sguardo di Adreic. Ma si girò subito a prendere i piatti e li mise nel lavandino.

-Noi andiamo-annunciò Adreic.

-Ok – sussurro Larie serrando le labbra

-Vi accompagno. -si offrì lei.

-Si io resto qua a lavare i piatti. -disse Diama. Cassiel andò da Diama e le diede un lungo bacio della buonanotte. Larie guardò da un'altra parte per non fissarli, si sentiva in imbarazzo. I ragazzi si diressero verso la porta. Larie aprì e i ragazzi uscirono, prima Cassiel poi Adreic che le sfiorò il braccio. Cassiel la saluto con un cenno della mano ed un sorriso.

-Ciao- la salutò. Adreic invece si avvicinò a lei, Larie quasi pensò che volesse baciarla sulle labbra. Ma si limitò a posarle lentamente sulla sua guancia.

-Buona notte - le sussurò lui all'orecchio passandole la mano sul braccio.

-Anche a te-rispose lei. Rimase li a guardarli mentre uscivano, e vide Cassiel dare una botta ad Adreic ridendo. Adreic fece uguale per non sembrare di meno. Larie rientrò in casa chiudendo piano la porta. Andò in cucina dove Diama stava prendendo la tovaglia e la mise apposto. -Che stavate facendo questo pomeriggio voi due mh?-chiese curiosa Diama ridendo. -Niente -rispose lei imbarazzata

-A me non sembrava ''niente ''-la condradisse Diama

-Mi stava solo dando una mano a prendere un barattolo. -spiegò lei tenendosi per un braccio, ripensando al momento in cui lui la toccò. -Ecco finito -annunciò Diama asciugandosi le mani.

-Ti dispiace se vado a dormire -chiese Larie

-No figurati vai pure,buona notte -le augurò lei

-Buona notte - le fece eco Larie. Detto questo uscì dalla cucina e si diresse verso camera sua. Larie si sentiva un po' meglio.

Si buttò sul materasso morbido a fissare il sofitto buio.

Ma come sono arrivata qui?” si chiese, Larie non lo sapeva,ma intendeva scoprirlo.

 

 

 

 

-Come ti sembra Larie?- chiese Cassiel curioso. Erano lontani ormai da casa di Diama

-E' un po' taciturna,ma è carina. - gli disse lui

-Anche secondo me. -rispose lui tranquillo. Poi continuò.

-Ma forse è solo perché è qua da stamattina. Adreic stava per ribattere quando una voce lo interruppe.

-Ehi ragazzi- a parlare era Dalger, Cassiel gli andò in contro. Mentre Adreic si limitò a guardarlo indifferentemente. Si salutarono prendendo le mani a pugno e sbattendo le spalle contemporaneamente.

-Che fate a quest'ora fuori?-chiese Dalger

-Stiamo andati a mangiare da Diama. C'era anche quella nuova, Larie.- spiegò Cassiel

-Larie, ah quella ragazza che è arrivata oggi,una bella ragazza -disse lui con un sorrisetto.

-Si, bella -ripete Adreic sollevando un sopracciglio.

-Te invece? Che ci fai qui?-chiese Cassiel mettendo le mani in tasca. -Niente una passeggiata-spiegò lui. Adreic gli rivolse uno sguardo sospettoso

-Alle undici di notte?- Chiese Adreic inquieto.

-Si. -Adreic non ci credeva tanto ma non disse nulla.

-Noi andiamo,ci si vede. -disse Cassiel

-Ciao- li salutò Dalger. Loro fecero un cenno con la testa e se ne andarono.

-Tu ci credi che stava soltanto facendo una passeggiata?- chiese Adreic guardando indietro

-Si,è sempre stato un tipo strano,quindi ci potrebbe stare.-spiegò indifferente. Adreic non disse nulla erano a capo linea, Adreic doveva andare a destra e Cassiel a sinistra.

-Okay, ciao. -lo salutò Cassiel

-Ciao - gli fece eco Adreic.

Andarono ognuno per conto suo, nella notte.

 

 

 

 

Larie non aveva sonno,si rigirava continuamente. In fine si alzò in piedi prese una giacca che trovò nell'armadio e aprì cautamente la porta di camera sua. Comnciò a camminare piano per non fare rumore.

Arrivò alla porta di Diama,sotto la porta non si vedeva luce quindi dormiva. Larie uscì dalla casa chiudendosi la porta alle spalle. Voleva fare una passeggiata lì vicino guardandosi indietro per ricordarsi la strada di ritorno. Arrivò in un giardino, a Larie vennero i brividi .Si mise a sedere su una panchina a pensare.

-Hey-a sentire quel saluto Larie trasalì e si alzò dalla panchina di scatto -Scusami non volevo spaventarti-si scusò Dalger.

-Tu sei ,Dalger vero?-chiese portandosi la mano al petto che si stava gonfiando velocemente.

-Si proprio io -disse lui con un sorriso sotto i baffi .Si mise a sedere sulla panchina e Larie che fece uguale.

-Che ci fai a quest'ora sveglia?- chiese lui osservandola dal basso all'alto divertito.

-Non hai paura ?-chiese lui avvicinandosi a lei. Lei si sarebbe allontanata ma era sull'orlo della panchina.

-No,certo che no. Dovrei averne?- chiese lei guardandolo. Il viso di lei era vicinissimo a quello di lui. A Larie cominciò a battere il cuore. Lui le toccò il braccio con la punta del dito,a Larie vennero i brividi

-Non lo so -fu la risposta di Dalger. Comiciò ad avvicinarsi con il viso a Lei. Larie di scatto si alzò in piedi.Lui rimase immobile come se lei non si fosse spostata.

-Ora è meglio che io vada a casa. -annunciò lei. Lui si girò con la testa verso di lei ma rimase seduto tranquilla.

-Ti accompagno-si offrì lui

-No-rispose lei subito .Lui la guardo perplesso.

-Voglio dire che non c'è bisogno, mi ricordo la strada -si spiegò lei. -Almeno lasca che ti dia la buona notte - disse alzandosi e andando verso di lei. Lei abbassò lo sguardo, lui le mise le mani sul bacino e le diede un lungo bacio sulla guancia. Larie sentiva la sua presa forte e le morbide labbra sulla sua guancia.

-Buona notte - le sussurrò lui all'orecchio. Lei si limitò a fare un sorriso e si staccò da lui. Quando uscì dal giardino si girò verso di lui, la stava guardando con un sorriso soddisfatto. Se ne andò. Arrivò a casa ed entro nel salotto. Arrivò alla porta di camera sua e fece per aprire la porta.

-Larie?-chiese Diama. Si girò di scatto

-Diama- La ragazza era con i capelli spettinati ed un'espressione stanca.

-Che ci fai alzata?-chiese tirandosi in basso le maniche del pigiama. -Ehm..-non sapeva cosa dire.

-Sono andata in bagno-disse in fine

-Mh..Buonanotte.- Diama rientrò in camera sua.

Larie fece un respiro di sollievo ed entrò in camera sua.






Salve a tutti popolo di efp, anyway, le cose si stanno intrigando :O, e ditemi, fin ora chi preferite Adreic con il suo fascino? O Dalger con il suo mistero?
Lascio a voi la scelta :) Detto questo ad un prossimo capitolo, un bacio ciaooo lol



 

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Capitolo 5
*** Burning arrows ***


4. Burning arrows

 

Larie aprì gli occhi.

La stanza era illuminata dai raggi solari che penetravano tra le tende trasparenti che ora sembravano invisibili a causa della potente luce. Larie si alzò e poggiò i piedi nudi sul tappeto morbido. Si strusciò i palmi delle mani sugli occhi. Andò alla finestra e la aprì completamente.Mise i gomiti sui margini della finestra e spinse la sua vista all'esterno.

-Larie!- si sentì chiamare. Lei girò la testa per vedere chi la chiamava.

-Larie!- lei abbassò lo sguardo alla piazzetta sotto casa di Diama, e vide Adreic. Aveva l'aura di chi si era appena svegliato, con i capelli biondi baciati dal sole e gli occhi neri che incupivano tutto. Aveva indosso una maglietta verde e dei jeans neri.

-Ciao- la salutò lui

-Ciao-fece eco lei.

-Puoi scendere giù?-chiese passandosi la mano tra i capelli.

Lei non disse nulla, ma abbassò la testa come per annuire. Si precipitò all'armadio, osservò un po' i vestiti che Diama le aveva gentilmente prestato, ed alla fine optò per degli shorts bianchi ed una canottiera bianca un tantino scollata, ma Larie pensò che non importava, non aveva nulla che potesse nascondere. Andò di corsa in bagno, si sciacquò il viso e si sparse sul viso un po' di cipria per rendersi almeno presentabile. Si lasciò i capelli sulle spalle e si mise una passata. Andò di corsa fuori. Diama stava ancora dormendo. Vide Adreic girato. Fece per toccargli la spalla, ma poi ritirò la mano e lo chiamò.

-Hey- Lui si girò e sorrise osservando Larie.

Lei diventò rossa.

-Stai molto bene -la complimentò lui.

Lei fece un sorriso e si mordicchiò il labbro.

-Oggi hai impegni ?-chiese lui

-No- sussurrò lei quasi impercettibilmente.

-Allora, vieni- disse allungando la mano verso di Larie. La ragazza non esitò a dargli la sua. Si incamminarono verso la strada e poi girarono sinistra. Arrivarono nei pressi di una strada che Larie non conosceva ma era bella con alberi,fiori e aria di primavera.

-Dove stimo andando?-chiese lei.

Stavano attraversando una piccola stradina in un bosco.

-Lo vedrai tra poco -fu la sua risposta. Ad un certo punto la stradina finì e dovettero attraversare il bosco così. Larie inciampò più volte ma riprese equilibrio. Adreic si fermò e spostò dei rami per fare passare Larie. Lei passò ringraziandolo. Poi passò anche lui. Infine arrivarono in un grande spazio dove non c'erano alberi ma c'era tanta altra gente. Alle prime Larie non capì perché tutti avessero quelle armi e lame in mano, si spaventò anche pensando che stessero combattendo con quale mostro. Ma erano tutti tranquilli, ridevano in compagnia. Arrivò alle conclusioni che si stavano allenando. C'erano manichini, bersagli per frecce, lance, spade, pugnali e cose letali a non finire. Larie rimase a bocca aperta. Larie avrebbe sempre voluto imparare a difendersi da sola, e questa era una buona occasione per imparare.

-Ti piace?- chiese lui come se già sapesse la risposta.

-Se mi piace? E' fantastico!-esclamò lei

-Allora ?Che aspettiamo?-chiese andando a prendere delle armi. Larie rimase di stucco.

A Larie cominciò a battere il cuore per l'emozione.

-Ecco tieni -le diede un arco e due frecce. Lei lo prese e cominciò a studiarlo.

-Vuoi provare?- chiese lui mostrandole con la mano un ostacolo.

-Ecco, io non saprei.- provò a rifiutare.

-Dai sarà divertente -le disse con un'espressione dolce avvicinandosi a lei. Lei fece un grande respiro e andò davanti ad un bersaglio. Era abbastanza lontano. Prese un respiro.

 

 

 

Diama si svegliò,scese dal letto e si stirò come un gatto appena svegliato. Uscì dalla stanza e andò a bussare alla porta della sua coinquilina.

-Larie?-la chiamò

-Larie dai svegliati si mangia -le disse. Aspettò qualche minuto. E poi entrò

-Larie ma che stai..- Diama rimase di stucco,Larie non c'era La finestra era aperta. Preoccupata andò a cambiarsi e uscì di corsa fuori. Fuori c'era tanta gente, la mattina era sempre affollato. Cominciò a correre guardando a destra e a sinistra in cerca di Larie e poi vide Cassiel.

-Cassiel!-lui si girò di scatto

-Diama -disse lui preoccupato

-Che succede?-chiese prendendola per le braccia.

-Hai visto Larie?-chiese.

-No,ma ho incontrato Adreic che veniva da Larie. Diceva che voleva portarla da una parte, mi sembra al Eernes, al campo. Lei annuì sollevata ma sempre di fretta.

-Grazie amore,ti amo - gli diede un bacio veloce e lui rimase a guardare mentre correva via tra la gente.

 

 

-Allora al mio tre lasci la freccia- la avvertì. Larie era in posizione per il tiro. Il cuore le batteva a mille, e le stavano tremando le mani.

-Uno,due, e tre!- Larie lasciò la freccia che andò quasi a conficcarsi in testa ad uno che si allenava

-Attento!- urlò lei portandosi le mani alla bocca.Il ragazzo fece in tempo a schivarla e cadde a terra.

-Stai attenta!- gli urlò il ragazzo alzandosi arrabbiato. -Scusa!- Gridò di rimando lei imbarazzata.

Adreic iniziò a ridere divertito.

-Non sono capace. -annunciò lei delusa.

-Riprova,dai. -la incoraggiò lui. Lei esitò per un attimo e riprese la posizione di tiro. Ad un certo punto Adreic le fu dietro. Lei trasalì ma non si girò.

-Stai tranquilla -le sussurrò lui portando le mani su quelle di Larie, le corresse la posizione.

-Porta la gamba destra leggermente più indietro alla sinistra.- Lei fece come detto.

-Bene- disse lui.

-Al mio tre lasciamo la freccia andare,ok?-chiese una conferma. Lei fece di sì con la testa.

Adreic contò sussurrando lentamente all'orecchio della ragazza che quasi rabbrividì. Quando la freccia partì andò a posizionarsi quasi al centro del bersaglio.

Lei lasciò l'arco giù soddisfatta e si girò. Erano a qualche centimetro di distanza. Adreic sorrise.

-Ce l'hai fatta,brava -la complimentò lui quai sussurrando.

-Solo perché mi hai aiutato te. -confessò lei. Erano così vicini che Larie sentiva il suo fiato sul viso. Lui la prese per le mani e lei fece cadere l'arco per terra. Lei era più bassa di lui, e il ragazzo si piegò per avvicinarsi al suo viso, lei invece si alzò sulla punta dei piedi.

-Larie?-era Diama. Lei si girò di scatto.

-Diama?-chiese lei

-Ero preoccupatissima per te. – Larie cercò di giustificarsi ma Adreic interruppe i suoi pensieri.

-Sono stato io a prenderla,scusa. -intervenne Adreic calmo. -No,ma non sono arrabbiata è solo che potevi dirmelo.-disse lei sospirando.

-Si hai ragione. -disse Larie

-Comunque che stavate facendo?-chiese lei curiosa riferendosi alla scena che stava andando avanti pochi secondi fa.

-Adreic mi sta insegnando a tirare con l'arco. -spiegò indicando l'arco per terra. La bionda annuì, poi superba, Diama andò e prese l'arco, dopodiché prese una freccia. Larie guardò Adreic interrogativa, stava per porgli una domanda quando Diama fece partire la freccia che trafisse quella di Larie.

-Wow!-esclamò Larie a bocca aperta.

-Esibizionista -disse Adreic. Diama fece una smorfia

-E' comunque più brava di me. -disse Larie

-Non preoccuparti,imparerai. -le promise Diama decisa. Poi ripose l'arco al suo posto.

-Avete già fatto colazione?-chiese

-No- rispose Larie

-Bene,allora andiamo fuori a fare colazione!- esclamò lei tutta felice.

-A me va bene -rispose Adreic.

-Si certo- accettò Larie. Si avviarono verso la città.

-Vi porto in un bar meraviglioso. -li assicurò lei. Larie fece un sorriso e si girò verso Adreic che stava guardando avanti Rimase incantata a guardare i suoi capelli che fluttuavano a causa del vento. Il suo sorriso si ampliò nel vedere la camminata di Adreic che era semplicemente uguale a quella di ogni ragazzo. Poi lui si girò verso lei, e lei guardò abbassò lo sguardo fino in terra,lui sorrise.

-Eccoci- annunciò. Sul bar c'era scritto KISE BART. Ma Larie non chiese cosa volesse dire. Ad entrare prima fu Diama poi Larie ed in fine Adreic. Il bar era grande con posti per sedersi accanto alle grandi finestre.

-Voi in tanto trovate dei posti io ordino. -disse

-Che cosa volete?- chiese Diama

-Io prendo un Finter-decise Adreic.

-Io uguale.-disse Larie subito. Non sapeva neanche lontanamente cosa fosse un Finter, ma meglio di nulla.

-Ok- detto questo se ne andò dal barista e ordinò. Adreic e Larie andarono in un posto per quattro,per tre non c'erano. -Ecco qua. -disse Adreic mettendosi a sedere accanto a Larie. Lei mise i gomiti sul tavolo e guardava Diama che stava ordinando. In fine prese le bevande e venne al tavolo -Ecco,tenete - disse dando le bevande a Adreic e Larie.Lei fece un sorriso e lui la ringraziò.

-Ma cosa è?- chiese Larie guardando la bevanda bianca e marrone messa in una grande tazza bianca.

-E' una bevanda che qui di solito si prende la mattina,ti aiuta a restare sveglio.-spiegò, “come il caffè” pensò Larie. -Te invece che hai preso -chiese a Diama.

-Io- iniziò.

-ho preso un Tinner,è una bevanda energetica più leggera.-spiegò prendendo un sorso. Larie e Adreic fecero uguale. -buona -disse Larie con un verso di apprezzamento. Le era rimasta la schiuma sul labbro superiore. Notò Diama che rideva.

-Cosa?-chiese, ma Diama continuava a ridere.

-Cosa?-chiese di nuovo sorridendo leggermente.

-Hai la schiuma sul labbro-le disse Adreic ridendo e dandole un fazzoletto. Lei lo prese veloce e si pulì. Si sentiva imbarazzata.

Il tempo passò veloce e l'orologio dentro il negozio indicava che era mezzo giorno e mezzo.

-Vai, vado a pagare-

-Aspetta ,ti do anche io dei soldi,non puoi pagare tutto te- Adreic prese dei soldi e li diede a Diama.

-A quanto pare la cavalleria non è ancora morta -annunciò Diama prendendo i soldi con un sorriso. Adreic sorrise, poi aspettò che Diama si allontanò e si girò verso Larie.

-Ti è piaciuta la bevanda?-chiese Adreic girandosi del tutto verso Larie.

-Si ,buonissima -lui fece un sorriso.

-Possiamo uscire altre mattine se vuoi,solo noi due. Specificò lui. Larie rimase in silenzio per un po', poi fece per rispondere ma Diama era già accanto a loro

-Ecco fatto - Aveva già pagato. Larie e Adreic si alzarono e uscirono dal bar.

-Io dovrei tornare a casa -annunciò Adreic.

-Si anche noi -

-Bene allora ci si vede. - le salutò lui dando un bacio a tutte due sulla guancia,ma quello di Larie fu più intenso e quando la baciò le mise la mano destra sul bacino e poi la lasciò scorrere in giù. La pelle di Adreic era calda e morbida. Dopo questo se ne andò. Larie e Diama andarono a casa. Diama fece per mettere la chiave dentro la serratura e vide che dentro la casella della posta c'erano dei fogli.

-O ce qualcosa -annunciò Diama prendendo le chiavi e aprendo, Larie le si avvicino per vedere meglio. Dentro c'erano due biglietti e un foglio bianco con scritto qualcosa, Diama lo aprì e cominciò a leggere.

 

Castir averman tu! Dest lavoir terman to stai am men aspuna e te a 21.30. dhst emntri ritag enifer, soemin ter secre disne jerten agosfit met roi. Castiriem Miriem club Carien se!

Serina”

Dopo aver letto Diama cominciò a saltellare.

-Che c'è scritto- chiese Larie incuriosita

-Siamo state invitate ad una festa di un compleanno!-esclamò.

-C'e scritto, “buon giorno a te! Siete state invitate alla mia festa di compleanno,sarà una festa elegante. Venite al Miriem club,vi aspettiamo! Serina. Larie assunse un'espressione interrogativa.

-Ma perché è scritto in questa lingua?- domandò. Diama si riprese e le rispose.

-Questa lingua era usata tanto tempo fa qua ad Alimaj, era la lingua principale. Si insegna ancora a scuola, e la parlano le persone di famiglia nobile e molto noiosa.- concluse con un sorrisetto. Risero insieme. Poi Larie pensò che probabilmente Adreic doveva essere stato invitato.

Il cuore le si riempì di gioia.





Finaalmente sono finiti gli esaami, sono sopravvissuta, e quindi sono ritornata con un altro nuovissimo capitolo, e nulla come sempre vi ricordo di commentare per farmi sapere cosa ne pensate, grazie ciaoo a tutti :)
Legolas16

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Capitolo 6
*** Golden kisses ***



5. Golden kisses


-Dai entriamo dobbiamo scegliere i vestiti!- disse Diama aprendo la porta e prendendo Larie per la mano trascinandola in camera sua. Larie si buttò sul letto a guardare Diama che prendeva tutti i vestiti da sera e li buttò sopra di esso Larie si spostò un po' più verso destra per far spazio agli indumenti. Erano tutti stupendi pensò Larie.

-Allora? Quale ti piace?-chiese. Larie increspò le sopracciglia, non sapeva proprio quale fosse il più bello fra quei miscugli di paillettes, colori, brillantini e stoffa.

- Sono tutti fantastici...– cominciò la ragazza, ma Diama la interruppe subito.

-Andiamo scegline uno -la incoraggiò. Larie iniziò a frugare fra i vestiti con cautela. La sua espressione si accese molte volte per vestiti diversi, ma si spegneva poco dopo pensando a come le starebbe indosso. Infine ne prese uno. La stoffa del vestito era morbida, il colorito sobrio era bianco, ma tendeva per un rosa femminile e dolce, un velo partiva dal petto ed arrivava poco più su del bacino. A completare il tutto era l'assenza di spalline ed una cerniera dorata nel retro del vestito. bacino.

-Ecco,questo -disse alzandolo. Diama sorrise dolcemente.

-Bene,a quanto pare hai dei bei gusti – Larie sollevo timidamente il labbro, poi guardò la ragazza e le chiese quale fosse il vestito che avrebbe indossato.

-Io scelgo questo,me lo ha regalato Cassiel -Diama prese il vestito e lo fece vedere a Larie. Era un vestito lungo con un spacco provocante ma sexy pensò Larie. Aveva un colorito tendente all'arancione brillante con due spalline sottili.

-E' bellissimo!-esclamò Larie sbalordita.

Diama sorrise e lo mise a posto non vedendo l'ora di indossarlo.

 

 

Il tempo passò velocemente. Era già l'ora di andare.

Larie andò in camera sua, si tolse i vestiti e andò dritta in bagno per gettarsi sotto l'acqua bollente. Appena ebbe finito si avvolse in un accappatoio e comincio ad asciugarsi i capelli neri come l'ebano in un asciugamano. Mezz'ora dopo erano asciutti, quanto avrebbe desiderato avere fra le mani un phon.

Volò in camera sua afferrando il vestito fra le mani e tastandolo. Se lo infilò stando attenta a non rovinarlo. Poi prese le scarpe bianche scelte da Diama e si sentì morire pensando a come avrebbe fatto a camminarci l'intera serata senza cadere. Smise di pensarci e senza troppe cerimonie se le mise. Camminò fino allo specchio e si guardò. Quello che vide non le dispiacque, il vestito le metteva in risalto le poche forme che aveva e le scarpe la facevano risultare più alta di quello che era. Tornò in bagno e prese una spazzola dall'armadietto colmo di cosmetici, pettini e profumi di Diama e cominciò a spazzolarsi i capelli. Quando finalmente la spazzola cominciò a lisciare i capelli senza intoppi prese un elastico nero che aveva a portata di mano e si fece una coda alta. Quando ottenne un risultato accettabile iniziò a truccarsi con una matita nera. Definì bene i contorni dei suoi occhi abbondando. Si diede un'ultima occhiata allo specchio e finalmente uscì dalla stanza e si diresse in camera di Diama sperando di compiacerla e di aver fatto un buon lavoro. Quando Larie vide Diama la ragazza era intenta a lisciarsi le lunghe ciglia con il mascara. Larie bussò anche se la porta era aperta e la bionda si girò mostrandole un sorriso smagliante.

-Larie! Sei bellissima con quel vestito addosso! E non parliamo dei tuoi capelli!- Si complimentò Diama. Larie era soddisfatta.

-Grazie! Wow, questo vestito ti sta d'incanto.- Diama la ringraziò con un sorriso ed intimò alla ragazza di prendere le sue cose perché stavano uscendo.

L'ultimo pensiero di Larie prima di varcare la soglia fu se anche ad Adreic le sarebbe piaciuta.

 

 

Appena arrivate al club Larie cercò con gli occhi Adreic. Lo trovò subito. Addosso aveva un comunissimo smocking nero come i suoi occhi, i capelli biondi platino gli ricadevano sulla fronte in ciuffi disordinati. A Larie cominciò a battere forte il cuore. Si fece superare da Diama che raggiunse elegantemente Cassiel che la prese a braccetto come un vero gentiluomo. Larie abbassò gli occhi non appena vide che Adreic, le aveva sorriso.

-Ciao- La salutò lui sempre con il sorriso sul viso. -Ciao- rispose lei aggiustandosi un po' la coda.

-Stai benissimo - disse lui guardandola dal basso all'alto. -Grazie- disse Larie con un sorriso imbarazzato. Dopo qualche minuto Adreic la guardò e le porse la mano.

-Vuoi venire a ballare con me?-chiese. Larie non esitò e fece combaciare la sua mano con quella del ragazzo. Rivolse uno sguardo a Diama che sembrava fiera di lei.

Adreic portò Larie in mezzo alla pista. Le luci brillavano in mille colori ,che fecero risplendere il vestito corto di Larie e le sue scarpe.

Era un ballo lento e Larie non sapeva ancora come muoversi ma non importava.

Adreic la tirò a se. Ora con i tacchi era più o meno all'altezza di Adreic. Lei gli mise appena le mani sulle spalle e lui teneva le sue intorno a Larie tenendosela stretta. Era in ansia ,aveva paura che in qualunque momento avrebbe potuto calpestarlo maldestramente. Erano tutti e due in silenzio. Larie teneva la testa abbassata a guardare ai piedi, poi si ritrovò la mano di Adreic che le sollevò il mento. Si guardarono negli occhi ,lei rimase incantata nei suoi occhi neri e profondi cominciò ad avvicinarsi a lei. Larie girò la testa da un'altra parte, voleva baciarlo più di ogni altra cosa ma non aveva mai baciato nessuno prima d'ora ,e non sapeva se ne era capace. Sopra di loro scoppiò una pioggia di coriandoli color oro che insieme alle luci sembravano d'argento. Loro si staccarono e guardarono in alto. I coriandoli caddero sui capelli scuri di Larie e Adreic ne sollevo uno facendolo cadere a terra con dolcezza.

Tutti gridarono insieme ''Sarina!''. Larie sembrava confusa.

-Che vuol dire ''Sarina?''-chiese urlando (per la confusione ).

-Vuol dire auguri -spegò Adreic con un angolo delle labbra piegato all'insù.

-Vuoi venire un attimo con me?-chiese. Lei fece di sì con la testa. Lui tenendola per un braccio se la portò fuori. La confusione si sentì sempre meno. Adreic stava portando Larie lontano dalla festa su un piccolo vicolo nel bosco. Ma dove stiamo andando? Si chiese lei quasi avendo paura. Ma sapeva che era Adreic e anche se non lo conosceva bene sapeva che non le avrebbe fatto del male. Si fermarono alla fine del bosco. Arrivarono sull'prlo di un precipizio e si misero a sedere lui la teneva stretta a se con un braccio in torno al bacino, e lei teneva la testa appoggiata alla sua spalla

-Wow- esclamò Larie. Poi continuò. -E'...è bellisimo- Non sapeva come descrivere la bellezza di quello che vedeva.

-Guarda -le disse lui indicandole il cielo. Larie rimase a bocca aperta, le stelle brillavano sul cielo scuro. C'erano stelle che cadevano come pioggia dorata.

-Esprimi un desiderio -le disse lui. Lei chiuse gli occhi esprimendo il suo desiderio .

-Ora tocca a te -le disse lei girando la testa. Lui chiuse gli occhi dopodiché gli aprì .

-Allora che cosa hai desiderato?- domandò Adreic con un sorriso accennato.

-Non posso dirlo sennò non si avvera – Sussurrò la ragazza. Larie vide che si stava avvicinando a lei, per questo girò nuovamente la testa.

 

Passarono ore, ma a Larie sembravano solo pochi minuti.

-E' meglio che ti riporti a casa altrimenti Diama mi fa fuori -le disse divertito ma anche dispiaciuto. -Si, è meglio- detto questo si alzò prima lui e le allungò la mano per aiutarla. La alzò come se fosse una piuma. Tenendosi per mano tornarono alla festa. Salirono i gradini che portavano al club e videro subito Cassiel e Diama che si scatenavano ballando.

-E' meglio lasciarli divertire-disse Larie ridendo.

-Ti porto a casa ?-chiese lui ora girato verso di lei .

-Si ,grazie -accettò lei.

Si avviarono verso casa. Girarono l'angolo e si ritrovarono a pochi metri da casa di Diama. Per la strada c'erano i grandi lampioni che brillavano nel buio. Entrarono nel giardino con l'erba perfettamente tagliata,e con una scia di fiori di ogni colore.

-Grazie per avermi accompagnata a casa.- disse Larie arrossendo un po'. Ringraziò che fosse buio.

Fece per baciarla ma lei girò pochino la testa e il bacio le andò sulla guancia. Non disse nulla ma fece solo un sorriso.

-Buona notte -le augurò lui .

-Buona notte -le fece eco lei. Lui se ne andò camminando piano con le mani in tasca. A Larie piaceva quella camminata da morire. Si girò per aprire la porta ma si fermo di colpo facendo un sorriso. “Al diavolo se non so baciare!” si incitò.

-Adreic !-urlò. Lui era a meta strada del giardino,si girò di scatto, lei scese veloce i gradini e corse da lui saltandogli addosso baciandolo con un minimo di esitazione. Lui spalancò gli occhi per lo stupore ma poi li richiuse piano. La strinse più forte a se e la portò in casa tenendola in braccio e non smettendo di baciarla. A Larie vennero i brividi. Non le importava se sapeva baciare o no, era felice che il suo primo bacio era stato con Adreic. Ora quello che la spaventava era quello che stava accadendo ora . La lasciò giù e la mise contro schiena al muro. Lui mise le mani sul muro accanto alla testa di Larie baciandola. Si staccarono un po' dal muro non smettendo di baciarsi e lui sinuosamente le scese la zip che chiudeva il vestito. Alla ragazza vennero i brividi. Lei gli tolse il completo nero e poi la cravatta. Dopodiché passò alla camicia la sbottonò veloce e gliela tolse quasi. Lei aveva il vestito mezzo tolto. Si buttarono sul letto.

lui la sovrastò e lei teneva le gambe suoi suoi fianchi, poi cambiarono posizione. Lei era sopra di lui con le ginocchia ai suoi fianchi. Adreic stava abbassando il vestito di Larie, e non sembrava le dispiacesse. Lei gli tolse la camicia del tutto e la buttò a caso esplorando i suoi muscoli che si contraevano a ogni movimento.

-Wow!- esclamò Diama apparsa dal nulla, per non vedere la scena girò la testa da un'altra parte. Cassiel cominciò a ridere. I due si staccarono subito Adreic scoppiò in una risata imbarazzata. Mentre Larie si affrettò a rivestirsi mortificata.

-Ma ragazzi in camera mia poi -disse ridendo ma sempre girata la bionda. Larie si richiuse il vestito,e Adreic riprese la giacca e la camicia ridendo anche se sembrava irritato dal fatto di essere stati interrotti.

Cassiel stava ancora sorridendo. Larie e Adreic uscirono dalla stanza tenendosi per mano. Cassiel diede una pacca sulla spalla ad Adreic. Cassiel e Diama entrarono dentro la stanza chiudendo la porta dietro. Larie e Adreic uscirono correndo fuori dalla casa ridendo, scendendo velocemente le scale Larie come al solito inciampò e cadde tra le braccia di Adreic . Le risate cessarono. Ora si guardavano negli occhi. Adreic sollevò con un dito una ciocca di capelli fuori posto e lei socchiuse le labbra.

-Serata interessante questa -le sussurrò Adreic. Larie sorrise arrossendo.

Si diedero un lungo bacio, lui si dovette piegare un po' .

-Buonanotte-le auguro tra i baci. Lei fece un sorriso e lui indietreggiò piano lasciando la mano di Larie. Lei rimase lì a guardarlo mentre se ne andava. Lei alzò gli occhi al cielo e strinse le mani. Si sentiva la persona più felice del mondo. Entrò in casa e passò accanto alla porta di Diama da dove arrivavano risate e commenti che Larie non sentiva bene. Sorrise e si dirisse verso camera sua. Si buttò sul letto a pensare ad Adreic e mentre lo faceva si toccò le labbra . È stata la prima volta per lei. È stato fantastico.







Buon salve gente, dopo tipo millemila mesi di lunga attesa, mi sono decisa a tornare dalle vacanze e pubblicare un nuovo capitolo ;) 
Insomma, spero davvero di aver fatto un buon lavoro perché amo questo capitolo. E nulla, un bacio a tutti, ciaoo!

 

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