Tutto ciò che non ho detto

di DrFlvke
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1.

Per Luke, quella era l'ultima sera che avrebbe passato con la sua ragazza, Emma Gardner, e se la voleva godere al massimo, insieme a lei e ai suoi strani amici, Ashton e Calum.
Emma sarebbe partita il giorno dopo, per Londra, dove avrebbe alloggiato dalla zia, per un viaggio di studio all'estero. Sarebbe stata lontana da lui per un anno. Un anno. Per il ragazzo era una situazione orribile, nonostante si ostinasse a ripeterle quanto fosse felice per lei, e di godersi Londra.
Il fatto era che gli sarebbe mancata, motissimo. 
Gli sarebe mancata come l'aria manca durante un'apnea.
Perchè per lui, lei era essenziale.
Era la sua aria.
E, davvero, non voleva lasciarla andare e non vederla più per un anno, ma doveva. Per la felicità di Emma, non doveva mostrarsi triste.
Carpe diem.
Doveva cogliere l'attimo, e godersi tutti i bei momenti passati con lei, perchè niente dura per sempre.
Si alzò svogliatamente dal divanetto in camera sua, mormorando qualcosa di incomprensibile, per poi afferrare un costume (non si sa mai), i suoi amati jeans neri strappati all'altezza delle ginocchia e una maglia a caso.
Dopo essersi preparato, prese dei soldi e decise di passare a prendere Emma, che tanto abitava nel suo stesso quartiere.
Forse era proprio con la scusa dell'abitare vicini che erano riusciti a cooscersi fino i fondo. Emma si era trasferita lì quando Luke aveva undici anni, e il ragazzo da quel momento in poi non era più riuscito a staccarle gli occhi di dosso, nonostante i suoi sforzi. Per qualche anno lei non lo aveva minimamete calcolato, ma poi si accorse di lui, del ragazzo che abitava nel suo stesso quartiere e con il quale aveva davvero molte cose in comune.
Luke suonò il campanello e la sorella più piccola di Emma andò ad aprirgli la porta.
Lo salutò per poi farlo entrare in casa Gardner.
"Buogiorno Signora Gardner" disse il biondo salutando la madre della ragazza, che ricambiò affettuosamente con un "Ciao Luke, accomodati. Tra poco mia figlia, quella ritardataria che non è altro - disse ridendo e facendo ridere anche il ragazzo - dovrebbe arrivare. È in giro con la sua amica, sai, è l'ultimo giorno qui." Per un attimo Luke tenne lo sguardo spento, puntato a terra, mentre i suoi occhi color mare in tempesta osservavano le sue vans nere. 
Carpe diem. Continuava a ripetersi nella mente.
Carpe diem. Carpe diem. Carpe diem. Carpe diem. Pensò a queste due parole in latino in modo talmente intenso che quasi non si accorse che il portone di casa si era aperto e che la sua ragazza lo stava abbracciando.
"Dobbiamo andare" disse "i ragazzi ci staranno aspettando", e uscirono dirigendosi verso la casa di Calum.




Michael era un ragazzo frizzante ed entusiasto, di solito, ma quel giorno si sentiva davvero irritato.
I suoi genitori, infatti, avevano deciso che avrebbe frequentato una scuola vicino a Sydney, e avrebbe alloggiato da degli amici di famiglia, che avevano detto che per loro non c'erano problemi e che avrebbero aggiuto un letto nella camera di uno dei figli, oppure che il ragazzo avrebbe dormito sul divano.
"Potete spiegarmi perchè devo frequentare una scuola lontana dalla mia città? Perchè io davvero non lo capisco. Cos'ha che non va quella di questo paese?" chiedeva continuamente a sua madre, la quale se ne usciva sempre con un "Michael, tesoro, tutta la famiglia Clifford ha frequentato quella scuola. Allontanandoti dalla tua famiglia, poi, imparerai ad essere anche più autonomo e indipendente."
Gli sembrava tanto che ai suoi genitori non importasse nulla di lui.
E questo gli dava abbastanza fastidio.
I suoi genitori non c'erano quasi mai, era già un ragazzo autonomo e indipendente, a parer suo.
E poi non capiva che senso avesse, dato che era al penultimo anno.
"Forse è meglio che tu vada a preparare un borsone con i tuoi vestiti, parti domani mattina. La scuola comincerà tra qualche giorno, così io e tua madre abbiamo pensato di farti partire un po' di tempo prima, in questo modo potrai farti qualche amico prima di avere la mente occupata dallo studio." gli spiegò suo padre.
Michael si passò una mano tra i capelli rigorosamente verdi e salì le scale dirigendosi verso camera sua. 
Afferrò il borsone che di solito portava in vacanza o durante le gite da più giorni con la scuola e lo buttò sul letto.
Prese i vestiti un po' a casaccio, li piegò e li ficcò nella grossa borsa, poi ci infilò un paio di scarpe di ricambio e tutte le cose necessarie. 
Dopo averla portata al piano terra e aver dato la buonanotte ai genitori, decise di passare la serata usando i viedogiochi, perchè non sapeva quando li avrebbe riusati, se il giorno dopo oppure un anno dopo, e c'era un po' di differenza.



Uscita di casa, Emma afferrò la mano del suo ragazzo e lo trascinò fino alla casa di Calum, dove lui e Ashton li stavano aspettando.
"Ciao ragazzi" disse Luke. Il tono della sua voce sembrava un po' triste e malinconico, ed Emma si rese poco dopo conto di esserne la causa, e non potè che esserne davvero dispaciuta.
"Ehi Luke, ciao Emma" dissero tutti e due, in coro.
Emma salutò affettuosamente i due ragazzi e chiese curiosa "Allora, dove mi portate oggi?" guardando il biondo.
I tre la trascinarono fuori, la portarono davanti alla macchina dei genitori di Calum e lei salì dalla parte del passeggero, Ashotn si mise al volante, dato che tra tutti era il più grande, Calum e Luke si sedettero nei sedili posteriori.
"che ne dici di un film?" esclamò Luke, e a quel punto la ragazza capì che sarebbero andati al cinema.
L'ora e mezza di film passò molto velocemente, ed Emma si divertì moltissimo insieme a quei tre idioti, che la facevano sempre ridere e che le sarebbero mancati più di chiunque altro.
"La serata non finisce quì!" disse Calum, e tutti e quattro si diressero verso la spiaggia. Fecero il bagno nell'oceano, di notte, vestiti, e fu una esperienza completamente nuova per Emma. Provo bellissime emozioni, che però la fecero diventare triste durante il tragitto in macchina verso casa. Stava davvero per abbandonare tutto questo? La sua vita? Stava davvero per abbandonare la sua scuola, i suoi genitori, il suo ragazzo, i suoi due migliori amici? Quelli che la avevano sempre sostenuta e che erano pronti a lasciarla andare pur di vederla felice?
Ormai era troppo tardi per i ripensamenti , era tutto già organizzato e lo spettacolo doveva continuare.
"Ehi sta' tranquilla, andrà tutto bene" le disse il suo ragazzo poggiandole una mano sulla spalla, dai sedili posteriori su cui era seduto. Emma si calmò, grazie a quel piccolo gesto.
Una volta arrivati davanti alla casa della ragazza, arrivò il momento dei saluti, il momento più brutto.
Prima salutò Ashton, che la abbracciò quasi fino a farla soffocare, poi Calum, che fece lo stesso. In quel momento si accorse di star piangendo come una fontana. Guardò Luke, che le disse che l'indomani la avrebbe accompagnata all'areoporto, e che quindi i saluti potevano essere rimandati. La ragazza salutò ancora una volta i suoi due amici, che le dissero buona fortuna. Si voltò e si diresse verso il portone senza voltarsi indietro.



SSALVEE
Prima di tutto, come state?
Sono nuova e questa è la mia prima fanfic sui Five Seconds of Summah.
Mi scuso per il capitolo cortissimo, gli altri saranno un po' più lunghi.
Comunque mi presento. Sono Elena, ho 14 anni. Sono membro della 5sos fam, lovatic, directioner, tribute e demigod (insomma, faccio parte di pochi fandom lol). Se volete saper altro su di me chiedete (anche su twitter, sono @sorridivaldez)
Per quanto riguarda la storia, non c'è molto da dire. Quello di un amore a distanza come argomento principale mi piaceva, quindi mi sono detta "Perchè non scriverne una fan fiction?" ed eccomi quì. 
Mi scuso per eventuali errori, se ne trovate ditemelo!
Spero vi piaccia come piace alla mia amica Alice che salutoo (ciao Brennuz *agita la mano davanti al pc*)
Okay ho finito di rompervi, ultima cosa, se volete potete lasciarmi una piccola recensione, mi farebbe piacere. 
Potete davvero scriverci di tutto (Cose belle, critiche, consigli, conigli (?), parlare del vostro amore per i 5sos, raccontarmi la storia della vostra vita ecc)
Bene me ne vado, al prossimo capitolo :)

Ellen







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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2.

Luke non era pronto a lasciare che Emma se ne andasse.
Teneva troppo a lei.
Non le aveva ancora detto "ti amo".
Non le aveva ancora detto che gli sarebbe mancata.
C'erano ancora tante cose che non le avrebbe detto, per quello stupido viaggio di studio.
Tutte le ore che aveva perso, tutti i momenti che non si era goduto con lei, ora avrebbe voluto riportarli indietro.
Certo, c'erano tanti modi per rimanere in contatto, ma avrebbero davvero potuto continuare la loro storia a distanza?
Avrebbe voluto esserle vicino fisicamente, e non attraverso un pezzo di carta o un computer.
Ma per lei avrebbe sacrificato tutto, anche la sua felicità, anche i suoi desideri.
Spense la luce della sua camera e, dopo essersi sdraiato sul letto, continuò a pensare, finchè le palpebre non divennero pesanti. 

La maledetta sveglia cominciò a suonare.
Luke si alzò velocemente e si preparò. 
Dopo aver afferrato al volo una fetta di pane con la marmellata, uscì di casa e si diresse verso casa Gardner. Emma lo stava aspettando vicino alla porta, con una valigia vicino a lei.
Appena la vide Luke corse verso di lei e le diede un rassicurante abbraccio senza esitare. La conosceva modestamente bene e poteva affermare con sicurezza che lei amava gli abbracci ed essere rassicurata.
Il ragazzo le chiese se aveva già salutato tutti, e lei rispose di sì, perciò andarono alla fermata dell'autobus, che era arrivato stranamente in orario.
Arrivati fino all'areoporto, aspettarono per quelli che al biondo sembrarono dieci ore prima che Emma cominciò a parlare.
"Tu mi mancherai più di tutti." disse.
A quel punto Luke non ce la fece più, la guardò negli occhi. Quegli occhi verdi di cui si era lentamente innamorato, e che ora era sicuro di amare, perchè ci si accorge davvero di amare una persona quando quella non è più con noi.
Senza fretta, la baciò. Gli sembrò che il tempo si fermasse, che tutto il mondo scomparisse e che rimanessero solo loro due. Gli sembrò di stare in un universo parallelo, dove sapeva che tutto sarebbe andato bene.
Lui e Emma non si baciavano spesso, per questo quel bacio fu ancora più unico e speciale.
Quando le loro bocce si staccarono, i due ripresero a guardarsi negli occhi, quegli occhi che non avrebbero più visto dal vivo per molto tempo.
Luke voleva che quell'istante durasse per sempre.
Riusciva a leggere le emozioni che stava provando la sua ragazza, perchè gli occhi sono lo specchio dell'anima. Era spaventata da ciò che la attendeva, triste, per il fatto di dover mollare tutto, ma allo stesso tempo felice, per il semplice fatto che avrebbe visto cose nuove, e curiosa, perchè avrebbe finalmente esplorato un altro mondo, completamente diverso da quello in cui era abituata a vivere.
Una fastidiosa voce disse che i passeggeri dovevano salire sull'aereo.
I due si scambiarono un ultimo abbraccio, e Luke ebbe appena la forza di dirle qualcosa tipo:"che ne dici di scrivermi appena arrivi?".
La ragazza sorrise, e il biondo le chiese se poteva farle una foto.
"Sì ma fai presto!" disse lei.
Così si mise in posa mentre lui prendeva il cellulare e le scattava un'ultima fotografia.
Poi si salutarono ancora, e lei sorridendo si avviò dall'altra parte dell'areoporto, trscinando con se' la valigia gialla e parte dell'anima di Luke.



Anche Michael, insieme alla sua famiglia, si stava recando all'areoporto. In poche ore sarebbe arrivato fino alla città in cui avrebbe studiato tutto l'anno. 
Gli amici dei suoi genitori lo avrebbero aspettato nel parcheggio con la loro auto, in questo modo sarebbe arrivato nella sua nuova casa senza problemi.
Dopo il solito giro dei saluti, Michel salì sull'aereo e, una volta che si fu sistemato, prese l'ipod e si infilò le cuffiette nelle orecchie.
La musica, per lui, era sempre stata un modo per scappare dalla realtà, soprattutto negli ultimi tempi,da quando c'era stato quel fottuto incidente, e da quando i suoi genitori non c'erano mai e non avevano tempo per lui.
Suonava la chitarra, e a volte riusciva anche a cantare. Dipendeva dal suo umore. Ma non lo aveva mai detto a nessuno. Forse perchè era un ragazzo abbastanza timido, forse perchè aveva paura di essere giudicato. comunque, l'unica volta che aveva parlato con suo padre della professione del musicista, durante la cena, lui gli aveva risposto che secondo lui non era un lavoro stabile. Quindi, ogni idea, anche la più vaga, che fare il musicista sarebbe stato il suo lavoro ideale, se ne andò completamente dalla mente di Michael.
Ad ogni modo, il viaggio diretto a Sydney fu abbastanza breve, almeno per lui, dato che dopo circa tre canzoni si addormentò e si svegliò dieci minuti prima di atterrare.
Una volta uscito dall'aereo, si diresse verso l'uscita dell'areoporto portando con sè il borsone con all'interno i suoi vestiti.
Guardandosi in giro, notò una donna bionda che lo salutava. Dovava essere l'"amica di famiglia". Si avvicinò e lei lo salutò sorridente.
"Ciao Michael, finalmente sei arrivato! Ti stavo aspettando!" disse.
Il ragazzo si sentiva abastanza in imbarazzo. Insomma, erano amici di famiglia dei suoi genitori, non suoi. Non sapeva nemmeno i loro nomi. I suoi non gli avevano raccontato proprio niente sulla loro famiglia. Sapeva solo che avevano un figlio.
Alla fine, dopo essersi guardato velocemente intorno, si decise a parlare.
"Salve" disse, incerto, ma almeno lo disse.
Poi riprese a guardarsi intorno. 
"Vuoi salire in macchina? Lo so che ti andrebbe di esplorare la città. Magari, oggi pomeriggio mio figlio potrebbe farti da guida per una breve visita. Comunque, avrai l'occasione di conoscere meglio il luogo durante l'anno" disse felice, sorridendogli e gesticolando leggermente.
"Va bene" rispose lui. Okay, forse era un tipo di poche parole. 
Il viaggio in macchina durò circa un quarto d'ora.
La donna bionda parcheggiò l'auto nel garage e Michael capì che era il momento di uscire. Aprì la portiera, quindi chiese se poteva aprire il bagagliaio e tirar fuori il borsone.
"Comunque io sono Liz, piacere" disse lei sorridendogli.
Il ragazzo ricambiò il sorriso e Liz tirò fuori le chiavi di casa per aprire la porta, dopodichè entrarono. La casa era completamente diversa da come se l'era immaginata.
Il soggiorno esa abbastanza grande, i muri erano di un giallo intenso. Al centro ella stanza c'era un divano, rivolto verso la TV, che in quel momento era accesa - nonostante non ci fosse nessuno a guardarla. Non c'erano molti mobili, ma i pochi che Michael vedeva sembravano ben tenuti e abastanza costosi. Notava delle foto sulle mensole. Ce n'era una di un bambino, poi una di un ragazzino che dimostrava undici, dodici anni al massimo. Probabilmente erano la stessa persona. C'era anche una foto, con due sposi. Una di loro doveva essere Liz, che guardava verso l'obbietivo della fotocamera sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori. Lo sposo doveva essere il marito della donna, che Michael non aveva ancora avuto l'occasione di conoscere. Era anche lui sorridente, e si vedeva che in quel momento era davvero felice.
"É di quando mi sono sposata" disse Liz, guardando la foto che anche Michael stava osservando. "Quello, invece - indicò il ragazzino e poi il bambino che il ragazzo aveva visto prima - è mio figlio, tra poco dovrebbe arrivare a casa".
"Sarebbe un piacere conoscerlo" rispose Michael. Non sapeva perchè, ma quel bambino gli sembrava simpatico.
La donna gli sorrise, poi andò in cucina "Accomodati, se vuoi, - disse - nel frattempo io comincio a preparare il pranzo."
Il ragazzo si sedette sul divano marrone e si mise a guardare la TV. Stavano dando un programma che non conosceva, e che non gli interessava - parlava di ragazze che cercano abiti da sposa! - ma lo grardò per passare il tempo.
Circa dieci minuti dopo, sentì la serratura del portone principale girare. Michael si alzò di scatto, mentre Liz tornava dalla cucina. Poi entrò un ragazzo che aveva un aspetto triste, come se avesse appena perso qualcuno.
"Allora, ti presento Michael, starà con noi per un anno, studierà nella tua scuola" lo presentò la donna, guardando un po' un ragazzo e un po' l'altro. 
Quello che doveva essere suo figlio ammiccò un sorriso e si presentò a sua volta.
"Piacere, io sono Luke Hemmings" disse.
E Michael si rese conto di conoscerlo meglio di quanto pensasse.


SALVEEE
Sono di nuovo quì con un nuovo capitolo.
Come va?

Prima di dire qualunque altra cosa, voglio ringraziare chiunque abbia recensito, aggiunto alle preferite/seguite/ricordate o semplicemente letto la storia, è molto importante per me.
In questo capitolo Emma parte e Michael arriva, in pratica.
Non è interessantissimo ma è di passaggio, comunque spero vi piaccia.
Non ho molto da dire lol, oggi sono di poche parole.
Quindi vi lascio, se volete lasciate una recensione anche piccola piccola, mi fa piacere leggerle.
Come per l'altro capitolo potete scriverci di tutto, cose belle, critiche, consigli, conigli.
Okay, ho detto tutto.
Evaporo, alla prossima.
Ellen


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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3.

"Ci conosciamo?" chiese Michael a Luke.
A quel punto anche il biondo sembrò ricordarsi.
Si erano conosciuti nella scuola di Michael. 
Luke era lì con la sua classe. Le due scuole si erano incontrate per una gara di giochi matematici - a cui nesuno dei due avrebbe partecipato - dove era obbligatorio andare.
Lui, Ashton e Calum avevano visto Michael e un altro ragazzo camminare per i corridoi, e gli avevano chiesto delle indicazioni per andare nell'aula in cui si sarebbero svolti i giochi. Michael e il suo amico, Eric, gli avevano detto la strada da percorrere, e poi si erano presentati. Inutile dire che passarono tutta la giornata insieme, parlando del più e del meno. Eric aveva particolarmente legato con Calum, mentre Ashton e Luke parlavano soprattutto con Michael, che a quei tempi aveva ancora i capelli di un colore normale.
I tre però sarebbero partiti la mattina sucessiva, ma promisero ai due ragazzi che si sarebbero risentiti o rivisti.
Nonostante le buone intenzioni, non si risetirono, tantomeno si rividero.
Luke aveva paura che Michael fosse arrabbiato con lui, ci mancava solo quello. 
Cioè, era sato lui a dire che sarebbero rimasti in contatto, ma non aveva funzionato.
E se non avesse funzionato anche con Emma?
Si sarebbero persi di vista come con il ragazzo che aveva di fronte in quel momento?
"Sì - rispose finalmente - sì, ci sonosciamo"

Luke era felice che Michael fosse lì, lo aveva distratto almeno un po' dalla partenza della sua ragazza. Come la prima volta, parlarono di tante cose: dello sport, della scuola che avrebbero frequentato (avevano già cominciato a prendere in giro i professori), delle cose capitate negli ultimi tempi. 
Michael gli chiese di Calum e Ashton.
"Calum è al penultimo anno, come te. Ashton, invece, è all'ultimo. Sta già in ansia per il diploma!" rispose Luke, sorridendo.
"Come sta Eric, invece?" chiese a Michael.
Gli occhi del ragazzo si spensero per un attimo. Stette in silenzio per qualche decina di secondi, come per pensare ad una risposta. 
"Oh, Eric ora sta bene, meglio di prima" rispose alla fine, con un sorriso che sembrava malinconico. Luke si chiese che cosa stesse nascondendo, ma poi decise di passare oltre, anche lui non gli aveva ancora parlato di Emma, erano "pari".
"Mh, bene - disse, tentando di non sembrare curioso o altro - ora dobbiamo pranzare, poi che ti va di fare?"
"Un giro per la città non andrebbe male" disse Michael sorridendo incerto, per poi tornare come prima della domanda su Eric.



"Allora, oggi pomeriggio puoi venire?" chiese la voce metallica di Luke a Calum attraverso il cellulare.
"Perchè? Che hai in mente?" chiese a sua volta lui sedendosi sul letto, mentre prendeva distrattamente gli appunti di lettere per ripassare: la sua prof era solita a fare una verifica a sorpresa il secondo giorno di scuola, lo aveva fatto tutti gli anni e non voleva farsi trovare impreparato. Le vacanze di Natale stavano ormai finendo, la scuola sarebbe ricominciata tra due giorni.
"Ti ricordi di Michael? Ecco - spiegò Luke - starà nella nostra scuola, è quì a casa mia! - sembrava davvero entusiasta. Almeno penserà meno ad Emma pensò Calum - oggi pomeriggio gli faccio fare un giro per la città, lui vorrebbe che ci fossimo tutti - continuò - allora?"
Calum non ci pensò nemmeno, accettò. Era contento di poter rivedere l'amico, e voleva chiedergli di Eric. Aveva particolarmente legato con lui.
"Perfetto." disse Luke.
"Okay." rispose.
"Mh, facciamo per le quattro e mezza a casa mia?" 
Calum disse che andava bene, Luke gli chiese se poteva dirlo anche ad Ashton, il moro disse che andava bene e attaccò.
Chiamò l'amico e gli spiegò le cose che il biondo gli aveva raccontato poco prima. Ashton si dimostrò felice di poter rivedere Michael dopo tanto tempo, poi chiese:
"Come stai, Cal?"
"Bene, perchè?" rispose lui.
"Cioè, non ti manca Emma?" Calum era cotto di lei, ma la ragazza lo vedeva solo come un amico. Lei aveva Luke. A volte si sentiva escluso, altre geloso del biondo. Nonostante non lo desse a vedere, anche a lui sarebbe mancata moltissimo. Ma sperava che quella cotta passeggera passasse, e che arrivasse un'altra ragazza, possibilmente single.
"Beh, a tutti manca, anche a me" Rispose alla fine, dopo una pausa di silenzio.
"Dai andiamo, lo so che a te manca più che a me" Ashton era l'unico a saperlo. Calum non gli aveva detto niente, lo aveva capito da solo. A volte era intelligente. Avere degli amici intelligenti è pericoloso, soprattutto quando devi nascondere qualcosa.
Non intendo dire che Luke non  intelligente si corresse tra sè e sè semplicemente, per lui è diverso. E' innamorato pazzo. Il suo cervello non funziona con Emma nei paraggi. 
"Sì okay, ma posso conviverci" gli concedette il ragazzo.
"Mh"
"Tu a ragazze come sei messo?" Chiese
"Domanda di riserva, Cal?"
"No seriamente" disse ridendo.
"Come vuoi che sia messo? L'unica ragazza che mi calcola la conosco grazie ad internet, non l'ho mai vista di persona." rispose l'amico, quasi infastidito.
"Se è australiana chiedile di che città è, potreste riuscire a incontrarvi. Magari abitate più vicini di quanto pensi tu." gli consigliò quindi Calum.
"Lo pensi davvero? Cioè, che dovremmo incontrarci? E se poi rimango deluso?"
"Magari rimarrai deluso, magari no. Se non la incontri, invece, vivrai con la domanda 'E se mi fossi deciso ad incontrarla?' nella mente." rispose lui, sempre più convinto.
"Hai ragione." 
"Io ho sempre ragione, Ash." disse il ragazzo, sorridendo. 
"Va bene, mi hai convinto. Oggi le scrivo dove abita, okay?"
"Okay, ma tienimi informato! Voglio esserci anche io, quando vi incotrate" 
"Oh tu non oseresti..." disse Ashton, sapendo che l'amico non ne avrebbe avuto il coraggio. 
"Forse.."
"Vai a ripassare lettere, stronzetto. Ti aggiorno quando mi dice dove abita."
"Va bene, stronzetto.- gli fece il verso Calum. Si divertivano a chiamarsi in quel modo, ormai lo facevano da un po' di mesi. - A oggi pomeriggio." 
Prese gli appunti dell'anno precedente che aveva lasciato sul letto e tentò di memorizzare qualche pagina, ma puntualmente finì per usare i videogiochi.
Ho ancora tre giorni, per ripassare.



Ma cosa ho fatto, per avere la mia mente fissata su di te. pensò Ashton, mentre guardava il profilo Twitter dell'unica ragazza che lo aveva notato, che probabilmente non sarebbe mai riuscito ad incontrare.
Come icon aveva la foto della sua cantante preferita, perfettamente abbinata con l'header. 
Cominciò a scorrere i suoi tweets, in cui le chiedeva di seguirla. In altri scriveva cosa le passava per la mente, come era andata a scuola, si lamentava per il fatto che nessuno la notasse, cose così. Era l'unica ragazza che conosceva che si preoccupava di più dei suoi voti scolastici che del suo aspetto. Era anche l'unia ad averlo notato, era l'unica ragazza con cui Ashton si sentiva bene. E questa cosa la rendeva speciale, in un certo senso.
Non può piacermi una persona che non ho mai visto dal vivo, forza.
Purtroppo, era così.
Aprì la sezione di Messaggi Diretti. Il suo account era sempre tra i primi. Cominciò a leggerli, dall'inizio.
Quanto darei per conoscerti.
Lesse i messaggi in cui si presentavano, non dicendo, però, i loro nomi. 
Aveva un anno in meno di lui, ma niente di grave. 
Con lei si sentiva libero. Di sfogarsi, di gioire. Non si sentiva giudicato.
Lesse i messaggi in cui lei gli raccontava come era riuscita a prendere i biglietti per il concerto a cui voleva andare da tanto tempo.
"Oddio non puoi capire quanto io sia felice. É il momento più bello della mia vita ODDIOOO" gli aveva scritto.
Era fantastica, c'era sempre per lui.
Sapeva essere seria un momento e quello dopo diventare talmente allegra da contagiare anche lui. 
Lesse gli ultimi messaggi, poi si decise a scrivere.
Ehi!
Aspettò qualche minuto, poi il cellulare vibrò. Sorridendo, aprì il messaggio.
Ciaoo
Dopo le solite domande, tipo Come va?, Ashton le inviò quel messaggio.
Senti, ci ho pensato molto su. Ecco, se mi dicessi dove abiti..magari potremmo incontrarci, che ne dici? Cioè, non sarebbe bello? Insomma, è da quasi un anno che ci conosciamo.
Si sentiva leggermente impacciato.
Ti prego, rispondi pensò.
Passò più di qualche minuto.
Quell'attesa era straziante.
Il ragazzo non riusciva a capire perchè ci mettesse così tanto a rispondere.
Di solito era velocissima.
Buttò il cellulare sul letto e andò a farsi un panino. I suoi non c'erano, quindi era a casa da solo. Tornò in camera velocemente, per vedere se era arrivato. 
Ancora niente.
Perfetto. pensò lui, in modo ironico.
Decise di cominciare a prepararsi, erano quasi le due e un quarto, e doveva andare a casa di Calum, per poi andare a casa di Luke. Che cosa complicata.
Indossò una maglia dei Nirvana a un paio di jeans neri, mise un paio di scarpe vecchie, che lui adorava. 
Controllò il cellulare.
Finalmente era arrivato un messaggio. Lo aprì.
Sydney, Australia. Tu? :)



SSALVEE
Comment ça va?
Sono di nuovo quì a scassare le ovaie a tutte voi povere ragazze a cui tocca leggere la mia fan fic.
Se non vi stanno obbligando, scappate. Bom.
D'accordo la smetto.
Questo capitolo è il mio preferito gnaw.
Cioè, il mio preferito fino a quelli postati.
Partiamo dall'inizio.
Michael e Luke aw si conoscevano già.
Babam, colpo di scena.
Eric è un nuovo personaggio, che non comparirà mai davvero nella storia, rido (per non piangere, chissà cosa è successo.)
Mikey Mikey, perchè sei triste?
Cal, altro colpo di scena. Chi se lo sarebbe mai aspettato. IO NON ME LO ASPETTAVO, ha fatto tutto la mia mente malata e quando ho riletto il capitolo ho pensato tipo "OH MIO DIO SONO UN MOSTRO", anche perchè i Lemma (invento anche nomi per le ship, faccio pena) li adoro.
Ashton, deheh, regalatemelo (va bene anche non impacchettato). Vorrei solo farvi sapere, come ho già detto alla Brennuzzerellina, che, pft, non mi sono per niente ispirata a me per quella ragazza, PFT, IO? Okay la smetto.
Spero che non stiate affogando nella noia.
Ultima cosa, ringrazio con diecimila grazie che se fossi su twitter non entrerebbero nei 140 caratteri tutte le persone che hanno recensito o aggiunto alle preferite/seguite/ricordate. Ve se ama.
Se volete lasciare una recensioncina anche ina ina ina, mi fa molto piacere leggere e siete tutte simpaticissime. Come dico sempre, potete scrverci di tutto: cose belle, brutte, critiche, parlare del vostro amore per i 5sos, cotolette, arcobaleni, unicorni fluo, consigli e conigli.
Mica me ne dovevo andare?
Evaporo, al prossimo capitolo.
Ellen

Ps: domani se riesco faccio un banner decente






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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 


Capitolo 4.

"Te lo avevo detto io, che abitavate più vicini di quanto tu pensassi!" disse Calum ad Ashton. 
"Non me lo immaginavo, e non volevo illudermi. Tutto quì." 
"Secondo me è il destino - cominciò l'amico - cioè, non la hai conosciuta mica per caso. Tutto ciò che succede, succede per una ragione."
"Fin dove vuoi arrivare? Non ti seguo." disse lui, anche se, in realtà, lo seguiva benissimo.
Calum andò dritto al punto. 
"È che vi siete conosciuti per incontrarvi, per diventare amici. E chissà, magari lei ha pure una cotta per te, o tu per lei!" disse con un tono leggermente malizioso.
Ashton si sentì andare a fuoco "Non..Non è vero!" disse, tentando di rimediare al danno che, però, era già fatto.
"Certo." 
"Ti propongo un patto, stronzetto. - disse Ashton, pensando velocemente. - io non dico in giro della tua cotta per Emma e tu non dici in giro della mia cotta per Jamie, intesi?" 
"Woh rallenta! Si chiama Jamie, la fortunata? - chiese Calum - Comunque d'accordo. Muto come un pesce!"
Ashton dubitava che il suo amico fosse rimasto zitto. Lo avrebbe almeno detto a Luke, che lo avrebbe detto a Emma, che avrebbe telefonato alla sua amica Sam, che - lo sapevano tutti - non riusciva a mantenere i segreti. Ma cosa ci poteva fare? Assolutamente niente. Poteva solo aspettare. Col tempo, magari, si sarebbe sistemato tutto. 
Annuì, poi decise di cambiare argomento. Non voleva continuare a parlare di Jamie.
Non era colpa della ragazza, ovviamente. Era esclusivamente colpa sua. Come poteva piacergli una persona che nemmeno conosceva? A volte provava ad immaginarsi il suo aspetto, ma lei non gli aveva mai dato alcun indizio, perciò era stato piuttosto difficile. 
"Allora, mica dovevamo andare a casa di Luke?" disse, rompendo il silenzio che si era creato. 
"Sì, dai, andiamo a rivedere Michael."
Ora, in teoria ci avrebbero messo poco tempo per arrivare a casa del biondo. Circa cinque minuti di passo normale.
Con Calum, però, era difficile andare ad una velocità normale.
Si distraeva per ogni scemata.
Ashton ormai ci era abituato, quindi uscirono un po' di tempo prima. 
Si fermarono più volte, per diversi motivi.
"Hai visto? quell'irrigatore perde acqua" gli aveva detto l'amico, avvicinandosi all'oggetto. Naturalmente, si bagnò tutto. Per fortuna cominciava a fare abbastanza caldo, così si sarebbe asciugato durante il tragitto, senza dover andare a casa a cambiarsi.
Il cellulare di Ashton vibrò.
Il ragazzo lo afferrò dalla tasca dei pantaloni e sbloccò lo schermo inserendo la password, per poi notare che era un messaggio da parte di Jamie.
Oddio, Jamie, proprio ora mi devi scrivere? Mentre sono con Calum?, Pensò lui.
Lesse il DM da parte della ragazza 
Uhm
Scosse la testa e rimise il cellulare in tasca.
Guardò l'amico, che gli faceva sempre quel sorrisetto so-con-chi-stai-parlando, mentre si infilava nel vialetto della casa del biondo. Aspettò che lo sorpassasse, poi lo seguì e suonarono il campanello.
Ad aprire la porta fu la madre di Luke, Liz.
"Ciao ragazzi!" disse, con uno dei suoi soliti sorrisi accoglienti.
I due la salutarono, poi chiesero di Luke e Michael.
"Dobbiamo mostrare a Michael la città" spiegò Calum.
"Ah, certo. Credo sia in camera con Luke, andate"
I due sorrisero e salirono le scale, diretti verso la stanza di Lucas. 
Lì, ovviamente, trovarono i loro amici. 
Il primo pensiero di Ashton nel vedere Michael fu: Ha i capelli verdi? 
Ma probabilmente è stato il primo pensiero anche di Calum, dato che guardò come per dire "Me lo ricordavo con dei capelli normali"
Dopo qualche attimo, fu proprio Ashton a parlare.
"Ehi" disse.
"Ciao!" rispose il verde.
Ci fu il solito giro dei saluti, poi cominciò la conversazione.
"Perchè sei quì?" chiese Calum.
"Lunga storia"
"Bene - disse Luke alzandosi dalla sedia - Ce la puoi raccontare mentre facciamo questo tanto atteso giro della città. Non che sia questa grande o bella città. Potremmo andare in spiaggia." 
"D'accordo - disse il moro - sembra una buona idea."
Tutti e quattro si diressero verso il portone principale, salutarono Liz e uscirono.
Ashton non era quel tipo a cui piaceva uscire, lo faceva soprattutto per i suoi amici. 
Non amava le feste, ci era andato solo qualche volta, in cui era finito a farsi un giro per il quartiere per conto suo. Nonostante tutto, a scuola era popolare. Lo conoscevano tutti, soprattutto perchè stava con Luke e Calum. Quei due erano famosi in tutta a scuola. Di conseguenza lo era anche lui. Non che gli piacesse esserlo. 
Di colpo, si trovò a pensare a Jamie. 
Viveva a Sydney.
Quell'informazione gli aveva completamente cambiato la giornata. 
Insomma, si aspettava che vivesse in Australia, ma proprio a Sydney, la sua stessa città.
Magari si conoscevano ma non se ne erano mai accorti.
Magari l'aveva vista per strada.
La devo smettere, Pensò.

 

Michael era felice. 
Cioè, per quanto potesse essere felice un ragazzo che aveva appena abbandonato il suo paese, la sua casa e i suoi amici.
Almeno ne aveva trovati altri tre.
Quindi sì, si reputava felice.
Guardò l'oceano, la linea dell'orizzonte. 
Troppo dritta e imponente per non fargli paura.

Si passò una mano fra i capelli, era un gesto che faceva sempre, soprattutto quando era nervoso.
Sperava solo che quell'anno passasse in fretta. 
Non aveva davvero voglia di mettersi a studiare, tra un mare di libri.
Avrebbe preferito uscire, viaggiare.
Guardò gli altri, che nel frattempo si erano spostati verso la strada. 
"Torniamo a casa?" Gli urlò Luke.
Annuì in modo quasi impercettibile e si alzò, sfregandosi i pantaloni per far cadere la sabbia, poi si avvicinò al gruppetto, e tutti si incamminarono, ognuno verso la propria casa.
Lui e Luke andarono verso casa Hemmings.
C'era un po' di silenzio.
Il silenzio è imbarazzante, soprattutto di notte, quando non c'è nessuno che può parlare, oltre a te.
Quindi disse la prima cosa che gli venne in mente.
"Voglio cambiare colore di capelli, si stanno sbiadendo." 
Aveva rotto il ghiaccio.
Luke rise silenziosamente, poi gli chiese:
"Se posso chiedertelo, da quanto tempo te li tingi?"
"Da abbastanza tempo, fidati, non lo vuoi sapere"
"E quanti colori hai provato fino ad ora?"
Michael ragionò. Ora li aveva verdi, prima aveva provato a tingerli di diversi colori. Ormai aveva perso il conto.
Cioccolato, Neri con il ciuffo azzurro, viola, rosa, chi se li ricordava più.
"Giusto qualche volta" 
"Quali?"
Almeno avevano trovato qualcosa di cui parlare. 
Meglio parlare dello strano argomento 'capelli' che non parlare affatto.
"Non li ricordo tutti. Quelli che ho preferito sono stati Viola, Marrone, Chiari con il ciuffo viola e Azzurri" 
"Ah, e non sono tutti?"
"No"
"Alla faccia del 'Giusto qualche volta! - rise - E, sentiamo, di che colore hai intenzione di farli, quando troverai un parrucchiere disposto a tingerti i capelli?"
"Mhh, credo rosso acceso" rispose
"Tu sei pazzo" rise di nuovo Luke.
"Sì, lo so" confermò il futuro ragazzo con i capelli rossi.
"Possiamo tingerteli io e i ragazzi"
Erano arrivati, Luke infilò le chiavi nella serratura della porta principale.
"No, grazie - rispose Michael - non ci tengo particolarmente a fare da cavia per le vostre esperienze da parrucchieri. Chiederò a qualcuno."
"Okay" 
"Domanda: dove dormo?"

Alla fine, si decise che Michael avrebbe dormito su una specie di letto gonfiabile nella camera di Luke.
"Questo letto è una figata!" disse, entusiasto, mentre si stendeva.
"Vedo!" confermò il biondo.
"Bene"
Solito silenzio imbarazzante.
Stavolta, però, fu Luke a parlare.
"Ti prego, dimmi che non russi."

 

 

EHM, CIAO.

Dopo tipo due, tre mesi dall'ultimo aggiornamento, eccomi quì, salve a tutti. 

Vorrei chiedervi se qualcuno si ricorda di me, ma ne dubito (Quindi ciao, Elena, Ellen, 14, 5sos e pizza, xprfirwin su twitter (ho cambiato nick@)).

No, questo spazio autrice fa schifo.

Ricomincio.

Ciao!
Vi ricordate di me?
Se sì, aw che bellini.
Se no, ciao, sono Elena, o Ellen, ho 14 anni e su twitter sono @xprfirwin.
Come state?
Io male, perchè mi sento dannatamente in colpa per non aggiornare questa fan fiction da tipo due mesi.
Okay, ora che mi sono 'scusata' posso cominciare a parlare della storia.
Jamie e Ashton mi fanno morire.
Calum mi fa troppo ridere, boh, lo adoro.
I Muke aw, che bellini. 
Non riesco a stare al passo con le tinte di Michael, perciò gli ho fatto saltare quella viola e gli faccio direttamente i capelli rossi.
Poi boh non so cosa scrivere, hope u like.
Vado a ripassare greco perchè sul gruppo della classe hanno già ripassato tutti e poi ci sono io che non ho fatto ancora un cazzo.
Visto quanto ci tengo ai miei lettori? 
Mi dispiace ancora, ora me ne vado.
Recensite se volete, come dico sempre, potete scrivere di tutto.
Ellen

Ps: Grazie mille a tutte le persone che hanno recensito lo scorso capitolo. Ily.

Pps: Ciao alla Brennina che mi rompe sempre dicendo che devo aggiornaree tvttb <333

Ppps: le frasi che ho sottolineato le ho sottolineate senza un motivo preciso, boh. Volevo solo farvi notare quanto sono poetica eheh.

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