Transformers M.OP.B

di fraviaggiaincubi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Siamo fatti per combatterci ***
Capitolo 2: *** Io sono un Prime, io sono un Autobot ***
Capitolo 3: *** Anima come luce di stelle ***



Capitolo 1
*** Siamo fatti per combatterci ***


Siamo fatti per combatterci
 
 
 
  ”Ci sono solo io Prime!”
    Optimus, il leader degli Autobot, mi fissa con rabbia e le sue ottiche di metallo, illuminate del profondo azzurro che appartiene anche alla scintilla che anima la vita nel suo petto, sono accese di rabbia e ferocia. E’ un guerriero come me e sa bene come rispondere a tono alla mia provocazione, ma preferisce farlo con la spada e la sua lama mi trafigge un fianco. Digrigno i denti e so di avere un aspetto feroce. Sono il leader dei Decepticon e tutto di me dichiara del perché sia io a guidare il gruppo dei crudeli nemici degli Autobot.
  
“Ho aspettato per secoli questo momento.” sibilo con la mia voce metallica e di nuovo mostro i miei denti affilati, bianchi contro il nero del mio corpo di metallo.
   Optimus Prime sbuffa, più per mascherare il dolore che per tentare di ribattere. La ferita che squarcia il suo fianco è profonda e spezza con il verde pallido del suo sangue i colori sgargianti blu, argento e rossi del suo corpo. Nonostante questo si alza e di nuovo la spada scatta al posto della sua mano e mi saetta contro, costringendomi ad evitare per un soffio che mi strappi un occhio.
 
   Attorno a noi Autobot e Decepticon si scontrano in un vortice di colori sgargianti per i primi e di neri e grigi per i secondi. Ottiche accese di azzurro contro le rosse dei miei sottoposti, non è difficile confonderci. Indico con una mano la battaglia attorno a noi e sorrido feroce di fronte la sfida che balena negli occhi del mio nemico. “Che ne dici Prime? Se ti ammazzo i tuoi Autobot si arrenderanno?” domandò con scherno.
   “Lo sai che non accadrà.” ribatte Optimus e la sua voce profonda mi schiaffeggia. Nonostante la ferita veli di sofferenza l’azzurro delle sue iridi i miei processori mi rimandano un onda di rabbia nel corpo. La forza delle sue parole stride come il metallo della sua lama con l’immagine del suo corpo sofferente e della sua voce supplichevole che mi aspettavo quando immaginavo questo momento.
 
   “Allora vorrà dire che mi accontenterò delle tue suppliche.” ringhio e fulmineo miro con il mio cannone al suo petto, ma Optimus è più veloce e con un balzo si avventa su di me. Rotoliamo a terra, il metallo del nostri corpi che si scontra con fragore. La bocca di un piccolo cannone punta su di me, le pareti interne nere che si scaldano caricando il colpo e ho il tempo di vedere il riflesso delle mie ottiche rosse sul metallo prima che l’esplosione del colpo mi mandi indietro con un urlo. Cado a terra e il sangue scivola sul mio viso mentre i processori mandano un onda di dolore che mi strappa un gemito.
 
   Optimus Prime mi fissa comparendo nel mio campo visivo, leggermente sfocato per i danni riportati alla parte addetta alla cattura delle immagini. Lo fisso con odio ribollente, macinando visioni dei miei artigli metallici che gli strappano la scintilla azzurra che anima il suo petto. Digrigno i denti e una lieve vibrazione mi avverte che Starscream, uno dei miei Decepticon, si avvicina da dietro al Prime. Non lo fisso e aspetto che sia abbastanza vicino, poi scatto con un balzo e muto il mio corpo in un jet cybertronien per fuggire all’esplosione dei suoi cannoni quando colpisce il leader degli Autobot alle spalle, facendolo cadere a terra.
 
   “Bel lavoro Starscream!” urlò e il Decepticon sorride malevolo prima di attaccare uno degli Autobot che corre in suo soccorso.
   Atterrò e di nuovo torno alla mia forma. Mi avvicino con lentezza ad Optimus e non nascondo un sogghigno vedendo il Prime a terra. Quanto lo odio questo guerriero Autobot, talmente tanto che i miei avanzati processori non riescono nemmeno a spedirmi un impulso abbastanza forte.
   Optimus mi guarda e finalmente la sofferenza vela la sua furia. “Megatron…” tenta di parlare, ma la sua voce sempre forte e profonda si spezza in un attacco di tosse e io mi beo che si sia spenta proprio mentre pronuncia il mio nome.
 
   Studio le mie dita, simili ad artigli metallici e con uno scatto afferrò il suo petto deformando il metallo blu ed eccola, la scintilla di vita del mio acerrimo nemico, indifesa senza il suo scudo.
   “Per colpa degli umani e della tua debolezza nel voler difenderli oggi morirai.” dico con odio e Optimus mi fissa, il dolore che prova lo rende quasi appagante. “La Terra è degli umani e loro meritando di vivere.” ribatte.
   “Hanno fonti di Energol e a noi servono quindi abbiamo il diritto di distruggerli.”
   “Conosci solo questo mezzo Megatron ed è per questo che io ti fermerò.”
  
   Serro le dita sulla scintilla e gli occhi azzurri del Prime si chiudono sofferenti. Emette un debolissimo gemito, è forte il guerriero Autobot, ma per me è come se avesse gridato.
   “Mi fermi Optimus? Ma come, se sei a terra come morto?” lo derido e con rabbia affondo gli artigli sul suo fianco ferito facendolo sussultare. I suoi occhi fissano ovunque tranne nel rosso dei miei, ma mi disseto lo stesso del dolore intenso che trasudano. Per me non c’è niente di meglio che torturare il leader degli Autobot mentre loro combattono contro i miei Decepticon, impotenti.
 
   “Allora f…fallo e uccidimi.” sussurra alla fine e io chiudo gli occhi. La sua voce è debole e supplicante, quasi più bella di come sognavo. Sospiro di puro piacere, anche se è solo un impulso elettrico quello che provo, non vero e proprio appagamento, ma mi basta. Noi siamo fatti così e per me questo momento è dolce come lo scorrere del sangue del Prime sulle mie lame.
   “Sarebbe troppo bello. Ucciderti, intendo”. lo fisso e finalmente ricambia, non ha idea di come adori che mi guardi così, sfida e tortura che sconvolgono la purezza dell’azzurro delle sue profonde ottiche metalliche.
 
   Mi chino fino a quasi a sfiorarlo e mi decido a confessare: “Sono ere che combattiamo e siamo riusciti a ucciderci a vicenda ed entrambi siamo risorti a sfidarci ogni volta. E’ un cerchio Prime, siamo fatti per combatterci l’uno contro l’altro in eterno finché le nostre scintille smetteranno di bruciare. Quindi perché privarmi del piacere di piegarti e torturarti proprio adesso?”
   Sorrido e mi rialzo prima di aggiungere: “Ho tempo per ucciderti Optimus Prime, per ora mi accontenterò di sconfiggerti ad ogni battaglia e basta.” aggiungo e gusto la rabbia che accelera il suo respiro. “Dopotutto, per te venire sconfitto è morire ogni volta lo stesso, non ho ragione Optimus?”
 
   Mi allontano stavolta, so bene che non risponderà e richiamo i miei Decepticon. Sento che indugiano un attimo increduli prima di seguirmi, non è da me arrendersi e lo sanno bene.
   Starscream si avvicina e mi fissa, una smorfia scontenta sul viso. “Perché ci arrendiamo?” domanda lagnoso e l’impulso di ucciderlo per il fastidio che mi da si trasmette al mio corpo attraverso una scarica dei recettori. “Perché lo decido io, ho vinto comunque ciò che volevo oggi.” spiego con un ringhio e soddisfatto lo vedo arretrare sotto la mia furia.
   Avanzo ancora un po’ e prima di tramutare di nuovo in un jet cybertronien e lanciarmi nel cielo azzurro della terra mi volto e fisso Optimus Prime che si sta orgogliosamente alzando nonostante le ferite, circondato dai suoi stomachevoli Autobot.
   “Ho ricevuto tutto quello che desideravo.” sussurrò con un sorriso crudele prima di allontanarmi, in attesa della prossima battaglia tra Autobot e Decepticon.
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Io sono un Prime, io sono un Autobot ***


Io sono un Prime, io sono un Autobot
(seguito di “Siamo fatti per combatterci”)
 
 
  “Ci sono solo io Prime!”
   E’ la tipica frase che Megatron potrebbe usare e non è solo il fatto che è il leader dei Decepticon che lo ha fatto montare così. Fin da quando eravamo sulla nostra terra natale, Cybertron, è sempre stato accecato dal potere, dalla brama di distruggere e possedere ciò che invece riteneva suo di diritto.
   La ferita al fianco brucia come acido e mi trasmette brividi di dolore attraverso i recettori che non si sono danneggiati sotto la potenza del suo cannone. Respiro affannosamente guardandolo condensare in nuvolette di vapore e tento di mutare in un camion per non farmi vedere dagli umani che abitano come padroni questo pianeta, la Terra.
   Niente, fallisco. E il dolore del mio corpo che tenta di assemblarsi in una forma diversa mi fa accasciare a terra con un grido.
 
   “Optimus…”
   “Eih boss stai bene?”
   Frasi spezzate e richiami mi arrivano addosso e i miei Autobot mi circondano. Tento di alzarmi e ci riesco mentre incrocio le ottiche brillanti di Megatron che mi deridono, rosse come il fuoco della distruzione, prima che tramuti in un jet cybertonien con leggerezza nonostante le ferite e se ne vada via in volo con il suo seguito. Non vedo Starscream con lui e immagino sia già partito e una volta che scompaiono alla mia vista mi accascio premendomi la ferita. Non vorrei che i miei Autobot mi vedessero così, sono il leader e dovrei dimostrarmi forte, ma non ci riesco.
  
   Una voce simile a frasi rubate da una radio mi raggiunge e lascio che Bumblebee mi sostenga appoggiandomi a lui. Il contatto con il metallo giallo del suo corpo mi gratifica, ma sostengo il suo sguardo con distacco come dovrebbe fare un alfa, nonostante so che ha colto che apprezzo che mi stia accanto.
   “Dobbiamo andarcene.” intimò, ma un colpo di tosse mi sorprende e Bumblebee mi fa appoggiare a terra. I suoi grandi occhi azzurri sono pervasi dalla paura di perdermi, ma appena nota la mia scintilla che brucia forte come la mia determinazione si calma un po’.
   “Dobbiamo andarcene prima che tornino.” tentò di nuovo. Avverto una sensazione strana che mi scorre addosso e non ha niente a che vedere con gli impulsi dei miei processori, ma la voce di Ratchet, il nostro medico, risponde al mio comando con un altro ordine: “Optimus sei ferito, devo almeno fermare l’emorragia prima di portarti via.”
   “Posso camminare Ratchet.” rispondo sentendo quella sensazione crescere, ma il medico degli Autobot non mi ascolta e io so di essere troppo debole per comandarlo.
 
   “Non riesci nemmeno a mutare per non farti vedere, andiamo Optimus. Qui siamo lontani dalle città umane, ma non è comunque prudente muoverci così.” rompe il silenzio, più per rispetto verso di me per non aver obbedito al mio ordine che per spiegarmi la situazione e sorrido chiudendo gli occhi. Avverto uno spostamento d’aria accanto a me e faccio a malapena in tempo a riaprire gli occhi per vedere Ratchet volare via da me abbracciato a Starscream in una lotta furiosa.
 
   “Non è finita!” urla qualcuno dei miei Autobot accanto a me e in un attimo i Decepticon piombano di nuovo nella radura già distrutta.
   Bumblebee fissa le sue ottiche metalliche nelle mie e l’azzurro che le illumina brilla gelido. “Ero sicuro che sarebbe tornato, mi pareva troppo bello per essere vero.”
   Tento di alzarmi anche io, ma fallisco. Quanto mi brucia questa cosa.
   Intorno a me lo scontro che pareva terminato ricomincia e capisco quella sensazione che mi scivolava addosso. Cerco Megatron, ma non c’è e il dubbio che non sia opera sua mi solletica, confermato da Starscream che avanza trionfante verso di me. Le sue fredde ottiche rosse brillano affamate della mia sofferenza e indurisco lo sguardo per non dargli ciò che vuole.
 
   Starscream ringhia, ha capito che non otterrà niente e con cattiveria mi pianta un piede sul fianco che Ratchet stava ricostruendo facendo zampillare il sangue. Serrò gli occhi stringendo le labbra e il Decepticon ridacchia con aria esultante.
   “Ti prego Prime, un solo lamento. Per una volta soffri per mano mia e non di Megatron.” mi prega e la sua mano si serra sul mio collo impedendo all’aria di raggiungere la scintilla nel mio petto e alimentarla. Afferrò la sua mano, ma la mia presa è debole e ricade inerte accanto a me, ma nessun suono esce dalla mia bocca. Conosco bene questo Decepticon, adora disubbidire a Megatron e nonostante venga punito è troppo furbo e in gamba perché il suo leader lo uccida.
 
   “Megatron ti ammazzerà per questo.” tento di impaurirlo, ma lui piega le labbra in un sorrisetto. “Si vero, ma non sarà mai doloroso come l’appagamento di farti soffrire.”
   “Troppa paura di combattere contro di me? Preferisci accanirti su un ferito?” domando con rabbia e l’eccitazione balena nel rosso che brilla sulle ottiche metalliche. E’ folle e cinico il braccio destro di Megatron, quasi quanto lui. Un vero Decepticon.
   “So a che gioco stai giocando Prime. Lo so bene che contro di te non ho speranze, quindi preferisco torturarti. Se Megatron seguiva il mio suggerimento e ti catturava sarei stato io il tuo aguzzino, io!” urla e scoppia a ridere. La sua presa è fortissima e smetto di lottare, lascio che infierisca sul mio corpo.
 
   “Un solo lamento Prime  tu che sei così forte, borioso di un Autobot. Chiedimi di risparmiarti e me ne andrò.” promette fissandomi, rosso contro azzurro.
   Incendio questo contatto visivo con rabbia e sfida e lo vedo tremare sotto la forza del mio sguardo. Sono un Prime, un Autobot e non mi piego a richieste del genere. Un fiotto di forza mi scalda e prima che Starscream capisca cosa sto per fare trancio il braccio con cui mi tiene stretto strappandogli un grido. Lo sforzo è immenso, ma vengo ricompensato con la paura che il mio avversario trasuda e l’ossigeno che da energia alla mia scintilla.
   “Sono un Prime io e non prego. Persino Megatron lo sa bene.” dico e con forza mi alzo, troneggio su di lui e sento la forza del mio lignaggio, dei Prime, in me.
 
   Starscream mi fissa con odio e con un balzo si trasforma in un piccolo Caccia F22 Raptor e vola via. Lo lascio fare e vedo i miei Autobot che animati nel vedermi in piedi respingono per la seconda volta i Decepticon. Il loro leader da loro coraggio, lo vedo riflesso nei loro occhi azzurri come la scintilla e ricambio. Sento che mi amano e io amo loro, i miei coraggiosi soldati.
   Mi rispettano perché sono un Prime e sono il loro leader, ma non sarei quello che sono diventato se non fosse per la responsabilità che ho nei loro confronti, l’onore di essere la loro guida e la forza che la loro fede mi trasmette in questa lunga lotta contro i Decepticon.
 
   Bumblebee è il primo che mi raggiunge e lascio che l’affetto che provo per lui scaldi la luce delle mie iridi azzurre. Non mi offre di sostenermi e io gli sono grato per questo. Zoppico verso gli altri Autobot e un sorriso mi attraversa le labbra.
   “Voglio che sappiate che sono orgoglioso di voi.” inizio e vedo che trattengono l’orgoglio. Sono sporchi e feriti come me, ma sarebbero pronti a difendermi fino alla morte.
   “Combatterò fino all’ultimo guizzo della mia scintilla per voi e voglio che sappiate che sono felice di essere il vostro leader. Non permetteremo ai Decepticon di vincere, né di occupare questo pianeta finché avrò vita.”
   Un sorriso di sfida guizza sui loro volti e questa volta so che per il momento è veramente finita. Lascio che Ratchet si avvicini nuovamente al mio fianco e ascolto la quiete che ora mi pervade. Nessun pericolo adesso, ma Megatron è in attesa e la nostra battaglia è ancora lunga.
 
   Ripenso alle sue parole prima di andarsene. “Siamo fatti per combatterci, fino alla fine.”
   E’ vero, lo so che ha ragione, ma non starò ai suoi termini. Combatterò con i miei Autobot a modo mio e distruggerò la sua sete di potere per sempre.
   Il medico degli Autobot annuisce soddisfatto e passa ad aiutare i suoi compagni. Li osservo continuare a fissarmi, come in cerca perennemente della forza del loro leader e sollevo con fierezza la testa.
   Sono Optimus Prime e sono l’ultimo della mia stirpe, un guerriero, un leader e un estraneo in una terra sconosciuta che sta accogliendo la nostra guerra. Ma prima di tutto sono un Autobot.
 
 

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Capitolo 3
*** Anima come luce di stelle ***


Anima come luce di stelle
(seguito di “Io sono un Prime, io sono un Autobot”)
 
 
   ”Ci sono solo io Prime !”
   La frase più boriosa che potesse essere detta. E ovviamente chi l’ha fatto? Ah si…Megatron!
   Bumblebee soffia irritato mentre guarda Starscream che fugge leccandosi le ferite. Atterra l’ultimo Decepticon e gli apre un buco sulla testa facendoli esplodere le ottiche rosse. Oggi non tornerà a casa dal suo amato padrone.
   Attorno a lui gli Autobot già curati stanno finendo i Decepticon feriti e il guerriero giallo si volta nuovamente verso il loro leader: Optimus Prime.
 
   Coraggioso e fiero  pensa. Non ci sono altri modi per descrivere brevemente quel guerriero che è un principe di una razza ormai distrutta e che porta il peso di proteggere il suo gruppo di Autobot. Bumblebee si ferma a guardare il suo profilo elegante, ma sono le ottiche brillanti di azzurro che lo attraggono; racchiudono il peso di una profonda sofferenza, è dura essere l’ultimo Prime. A Bumblebee sembra quasi di vedere i fantasmi dei suoi antenati che sussurrano come polvere attorno a lui, fermo tra i cadaveri dei suoi nemici come una scultura che sovrasta gli squarci del passato.
 
   “Bumblebee”. Oh, la sua voce profonda e calma lo ridesta mentre si volta verso di lui e lo scalda con le sue ottiche azzurre come fiamme ossidriche. Sono la superficie da cui si accede alla sua anima nobile, brillano come la scintilla pulsante del suo petto. Sorride e Bumblebee si avvicina fino a sfiorare il suo petto rosso, blu e argento.
   “Ordina comandante?” rompe il silenzio usando il grido di un uomo da qualche canale radio. Megatron gli ha distrutto il sintetizzatore vocale in una battaglia, ma non ha spezzato la sua vita. Optimus l’ha salvato e il piccolo guerriero giallo fissa adorante il suo leader. “Che succede?” domanda, cambiando svelto i canali per formulare la frase. Perché sei triste? Hai vinto!
   Optimus sorride, un semplice stirare di labbra metalliche, ma i suoi occhi azzurri sono spenti. Il guerriero in lui dorme ora e i fantasmi chiamano.
   “Pensi che io sia una persona buona?”
 
   La domanda spiazza Bumblebee e le sue ottiche grandi e azzurre lo fissano sconcertate. “Sei il miglior amico e alfa che si possa avere.” risponde di getto e Optimus abbassa lo sguardo sconfitto, una cosa così rara che quasi è leggendaria. La tristezza si imprime nei suoi lineamenti e Bumblebee si trova a stringere i pugni per non toccarlo. “Tu sei speciale.” aggiunge di getto con affetto e il Prime sorride, quel sorriso speciale che fa brillare forte la scintilla e scalda le sue ottiche con una luce calda e dolce. “E perché lo sarei?”
   Bumblebee tace e l’armatura si scalda sotto l’imbarazzo che lo sguardo profondo del suo leader scatena. Fissa il punto in cui la scintilla dell’Autobot è celata e senza pensarci lo sfiora. “Per me sei come un padre, ecco perché.” bisbiglia tremando e la sorpresa passa sul volto del Prime. Optimus abbassa la testa e una mano si stringe a pugno, quasi a voler vincere un istinto di allungarsi e abbracciarlo. Bumblebee attende, ma Optimus si limita a voltarsi e andarsene. Si trasforma e la sua voce è di nuovo profonda e autoritaria: “Autobot, andiamo!”
 
   All’istante i suoi sottoposti si muovono e Bumblebee fa lo stesso, trattiene a stento le lacrime per il rifiuto che ha ricevuto da parte del suo leader. Gli ha confessato i suoi sentimenti e lui lo ha ignorato. In un attimo è una piccola Camaro gialla dalle strisce nere e sfreccia assieme ai compagni dietro l’imponente veicolo che è ora Optimus. Quanto profondamente ha piantato gli artigli Megatron nel cuore del Prime per impedirli di amare e chiudersi dietro il suo guscio di metallo? Quanto quella guerra e il passato, essere l’ultimo Prime, raffredda la sua anima che ha paura di essere di nuovo ferita?
 
   Ma io non lo farei mai…mai ti ferirei  urla dentro di sé il piccolo Autobot e senza pensare corre in avanti alla base e con un balzo si ritramuta per correre nella sua stanza. Le lacrime fanno male e i suoi compagni lo chiamano, ma solo una voce vorrebbe sentire e lui non lo cerca.
   Bene sto da solo, fatti pure indurire dalle cattiverie di Megatron.
 
   Bumblebee piange, soffoca i singhiozzi e infine crolla. Non si accorge che la porta si apre e che una mano lo sfiora finché quella voce profonda parla e lo desta: “Perdonami.”
   L’Autobot alza gli occhi e quelli azzurri di Optimus ricambiano. Sono venati di paura e richiesta di aiuto. E’ cosi vulnerabile che Bumblebee si sente spezzare in due. Il leader si abbassa e sfiora con la fronte la sua, l’azzurro delle ottiche è abbagliante e Bumblebee si perde in esso, legge ogni sentimento che il Prime cela come cuccioli spaventati e che la guerra e Megatron potrebbero uccidere. E’ sempre così forte, altero e fiero da sembrare invincibile, ma sotto Optimus Prime è delicato e profondo e soffre, ha paura e desidera anche lui di poter essere consolato, amato e protetto.
 
   “Non ti ferirei mai.” bisbiglia il piccolo guerriero giallo e Optimus sorride, l’azzurro è caldo nelle sue ottiche. Lascia che il piccolo sottoposto giallo lo abbracci e vada oltre la scorza di guerriero che lo riveste, sotto il metallo che lo protegge da lame e crudeltà fino alla scintilla che brucia rovente e forte.
   La sua anima, il suo cuore che racchiude vita e ricordi, è lucente e perfetta come la luce delle stelle. Esse vegliano sulla terra, troppo distanti per avvertirne il calore, ma così brillanti da fendere l’oscurità come la scintilla del Prime le tenebre della guerra.
 
 
Ecco, fine…la mia piccola fic sui tre personaggi più belli dei Transformers è finita. I primi due capitoli erano crudeli, ma l’ultimo meritava dolcezza. Io mi sono sempre chiesta se potesse esserci un legame tra i due, anche se non è molto chiaro nel film e così mi sono accontentata e l’ho creato.
Spero vi sia piaciuta come me scriverla, ma ora è tempo di scoprire nuove parole. A presto Trf fan ;)
 
 

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