30 Days OTP challenge (Destiel)

di Pletto_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Holding Hands ***
Capitolo 2: *** Cuddling Somewhere ***
Capitolo 3: *** Watching a movie ***
Capitolo 4: *** On a date ***
Capitolo 5: *** Kissing ***
Capitolo 6: *** Wearing each other's clothes ***
Capitolo 7: *** Cosplaying ***
Capitolo 8: *** Shopping ***
Capitolo 9: *** Hanging out with friends ***
Capitolo 10: *** Wearing animal ears ***
Capitolo 11: *** Wearing Kigurumis ***
Capitolo 12: *** Eating Icecream ***
Capitolo 13: *** Making out ***
Capitolo 14: *** Genderswapped ***
Capitolo 15: *** In a different clothing style ***
Capitolo 16: *** During their morning riual(s) ***
Capitolo 17: *** Spooning ***
Capitolo 18: *** Doing something together ***
Capitolo 19: *** In formal wear ***
Capitolo 20: *** 20. Dancing ***



Capitolo 1
*** Holding Hands ***


Fandom: Supernatural
Rating: Verde
Words: 230
Note: Non so cosa mi abbia preso, forse un attimo di follia, chi può dirlo, spero di riuscire a completare quest'opera.
I rating varieranno di prompt in prompt. E niente, fatemi sapere cosa ne pensate, primo prompt completato #boss.
Non so se seguirò un filo logico fra le varie shots, per alcune è molto probabile... E va bene grazie in anticipo a chi vorrà leggerla ^^



Castiel era il bambino più strano che Dean Winchester avesse mai incontrato, e Dean Winchester era stato in molte città e aveva conosciuto tanti bambini.
La prima volta che vide Castiel fu nella mensa della nuova scuola, lui stava mangiando tranquillamente il suo pranzo, quando Castiel si sedette di fianco a lui senza salutare o presentarsi, semplicemente iniziò a mangiare il suo tramezzino.
-Scusa, che vuoi?-
-Mi piacerebbe essere tuo amico.- disse solamente, alzando gli occhi solo per un istante.
Dean rimase interdetto dall'affermazione del nuovo arrivato. -Mi chiamo Castiel, Castiel Novak.- aggiunse poi, osservando attentamente il suo pranzo.
-Io sono Dean Winchester.- rispose meccanicamente, senza pensarci su.
-Bene, ora siamo amici.- Dean annuì, rimasero in silenzio per tutto il resto del pranzo.
Quando Dean finì il suo panino si alzò, non sapeva cosa fare con il suo nuovo “amico”.
-Io sto andando a giocare in cortile, vuoi venire con me?-
Castiel lo guardo ancora con i suoi occhi profondamente blu, poi guardò fuori dalla finestra.
-Piove.-
-Ottima osservazione, Sherlock.- Dean rise osservando la smorfia che contrasse il viso di Castiel. -Tranquillo, conosco un posto dove non ci bagneremo e potremo giocare ugualmente.- disse con un lieve sorriso ed allungò la mano, Castiel l'afferrò senza pensarci e sorrise a sua volta.
Uscirono nel cortile tenendosi per mano, e per la prima volta Dean si sentì a casa.

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Capitolo 2
*** Cuddling Somewhere ***


Fandom: Supernatural
Rating: Verde (?), giallo (?) non so comunque è safe.
Personaggi: Dean Winchester, Castiel e Sam Winchester, John Winchester e Bobby Singer solo accennati.
Words: 466
Note: Ecco qui il secondo prompt... Spero riesca a convincere più i lettori che me, comunque boh, devo cambiare il raiting secondo voi? Ho l'ansia da prestazione, soprattutto perché sono pessima a giudicare le cose, quindi boh.
Per favore lasciatemi una piccola recensioncina *^* che mi fanno tanto piacere :3
Ciao a tutti e a presto :D




Quella mattina Castiel si svegliò molto presto, era più che sicuro che Dean avrebbe dormito fino a tardi; sicuramente avrà un mal di testa atroce. Pensò alla sera precedente, che Dean aveva trascorso a bere whiskey tentando di dimenticare la litigata che aveva avuto con John, Castiel odiava John Winchester, ogni volta che si ricordava di avere dei figli li andava a “trovare” e li distruggeva, insultandoli, ed ogni volta Dean lo chiamava ubriaco farneticando qualcosa su come lui non sapesse cosa fare.
-Cas, ti giuro, non è colpa mia... Lui è venuto, ha dato di matto quando ha visto Sam... Ti prego Cas, vieni qui, ho bisogno di te.- Così Castiel si ritrovò a casa dei due Winchester, o meglio di Bobby, a cui i due erano stati affidati in seguito alle numerose violenze domestiche subite, cercando di calmare Sam, tentando di medicargli la ferita sul sopracciglio che il padre gli aveva procurato e cercando di convincere il maggiore a denunciare il padre, e soprattutto a smettere di bere.
Castiel scosse la testa per risvegliarsi completamente dal sonno, si alzò dal divano, si affacciò in camera di Sam per controllare che fosse tutto a posto, per fortuna dormiva tranquillamente, aveva l'occhio un po' gonfio, John l'aveva colpito anche lì, quel bastardo. Andò in camera di Dean e lo sorprese sveglio, con gli occhi fissi sul soffitto, anche lui aveva un livido sullo zigomo, doveva esserselo procurato per difendere Sam.
-Ehi.- sussurrò Castiel, come se avesse paura che un rumore troppo forte potesse turbarlo, l'altro girò il capo verso di lui ed accennò un sorriso. -Posso entrare?- chiese sempre a voce bassa.
-Sì.- Dean gli fece cenno di sedersi accanto a lui e provò a sollevarsi, cosa che non riuscì a fare con facilità.
Castiel si sedette sul letto, poggiando la schiena sulla testata, senza dire nulla, Dean lo prese come un invito ad accoccolarsi su di lui, poggiando la testa sul suo petto; Castiel tentò di abbracciarlo con un braccio, stringendolo a sé il più forte possibile e con l'altra mano gli accarezzava i capelli, per farlo rilassare, aveva bisogno di non pensare più a suo padre.
Dopo un po' di tempo, passato in un silenzio confortevole, Dean iniziò a parlare.
-Grazie Cas.- disse sorprendendo Castiel, che lo credeva addormentato.
-Per cosa, Dean?-
-Per venire sempre quando ti chiamo, per esserti preso cura di Sammy, mentre io ero troppo... Inabile.- Castiel sorrise quando sentì la parola che descriveva perfettamente la condizione di Dean la sera prima.
-Non devi ringraziarmi, Dean, a questo servono gli amici. Ora dormi un po', ci sono qua io, ora.- disse posando un bacio delicato sulla nuca dell'altro.
-Quando Bobby tornerà a casa e verrà a saper cosa è successo lo ammazzerà.- sospirò Dean, prima di cadere in un sonno profondo.

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Capitolo 3
*** Watching a movie ***


Fandom: Supernatural
Rating: Sempre verde
Words: 528
Note: E okay devo dire che speravo di tirar fuori qualcosa di meglio da tutto ciò, perché l'idea inizialmente sembrava buona... Però sono già al terzo prompt *festeggia*.
Come al solito vi invito a lasciarmi una recensione. (Tante visite e poche recensioni rendono Pletto una ragazza annoiata)
E con queste citazioni improbabili vi lascio alla fic e ci vediamo alla prossima! :D


-Cosa vuol dire: Non ho mai visto “Ritorno al futuro”?- chiese scioccato Dean. Castiel lo guardò intensamente cercando di capire se ci fosse una domanda nascosta nella frase che aveva appena detto, dopo un momento di riflessione decise di rispondergli.
-Semplicemente che non ho mai visto “Ritorno al futuro”, come sono più che certo che tu non abbia mai letto un libro che non fosse uno di quei tuoi fumetti porno, Dean.-
Okay uno a zero palla al centro, pensò Dean.
-Cas, non puoi continuare a vivere senza aver visto “Ritorno al futuro”, vieni andiamo a casa mia!- disse, prendendo il ragazzo moro per il braccio e trascinandolo verso la fermata dell'autobus poco distante.
-Dean, oggi no, ti prego, sono stanco, ho dormito poco stanotte per studiare per il compito di chimica di oggi!-
- Dormi da me dopo il film, dai Cas!- disse. -E comunque si chiamano Manga, e sono una forma d'arte, classificata sotto il nome di “Hentai”.- aggiunse in seguito, procurando una risata bassa e spontanea in Castiel, l'unico sedicenne con gli ormoni già assestati, Castiel era praticamente già un uomo, riusciva a farsi crescere la barba senza farla sembrare una spruzzatina di peletti sparsi a caso sul volto, e secondo il modesto parere di Dean, la barba sul volto Castiel stava veramente bene.
Raggiunsero casa Winchester in breve tempo.
-Cas metti i pop-corn nella macchinetta mentre io cerco il DVD!- ordinò Dean, Castiel entrò in cucina senza farsi problemi, d'altronde era come la sua seconda casa.
-Dean, mi prometti che leggerai almeno un libro dopo?- disse entrando nel salotto, con una ciotola ricolma dei soffici fiocchi salati.
-Mi stai minacciando?- chiese Dean, voltandosi verso Castiel con un'espressione dubbiosa stampata sul viso.
-No, sto facendo un patto con te.- disse come se fosse la cosa più naturale che potesse fare. Dean sospirò rassegnato, in fondo gli piaceva la piega che la sua amicizia con Castiel aveva preso, una sorta di scambio culturale: Dean si era, autonomamente, preso il compito di riempire le lacune di Castiel inerenti la cultura popolare, e Castiel a sua volta cercava di rendere la vita di Dean migliore, attraverso citazioni e libri, che Castiel gli regalava e prontamente Dean non leggeva.

Durante il primo film non fiatò una mosca, Dean era troppo concentrato a mimare le battute e Castiel tentava di seguire la trama, ma suo malgrado, le otto ore di scuola e le cinque di sonno cominciarono a farsi sentire, le palpebre cominciarono a calargli, e durante la scena del fulmine alla torre dell'orologio Castiel si addormentò, Dean se ne accorse e cercò di farlo accomodare nel miglior modo possibile, senza farlo svegliare, ma Castiel è un ragazzo autonomo, piano piano aveva iniziato ad appropriarsi del divano, dello spazio personale e del corpo di Dean; la posizione finale vedeva Castiel spalmato per tutta la lunghezza del divano e la testa sulle gambe di Dean. Questa posizione era una strana metafora della loro relazione, Castiel in poco tempo si era fatto largo nella vita di Dean rendendosi quasi indispensabile per quest'ultimo, però Castiel, inconsciamente, sapeva di poter contare sulla forza e l'affidabilità di Dean in ogni momento.

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Capitolo 4
*** On a date ***


Fandom: Supernatural.
Rating: Ancora verde suppongo.
Words: 950
Warnings: Fluff, molto fluff, possibile OOC per Dean, Puppy!Cas
Note: Okay questo prompt l'ho adorato fin da subito e penso che quel che ne è uscito fuori sia abbastanza apprezzabile. Comunque non smetterò mai di chiedervi recensioni perché, diciamo che per una scrittrice persona come me sono fondamentali, ringrazio davvero chi l'ha messa nelle seguite e chi mi recensisce sempre, grazie *lancia rose come RDJ alla comic-con*



Erano da poco passate le nove e mezza di sera e Dean aveva appena fatto i piani per la sua “serata pigra”, che prevedeva lui, un divano, un pacco di nachos tra le braccia ed “Harry ti presento Sally” nel DVD, ovviamente era solo in casa e se qualcuno fosse entrato d'improvviso mentre lui recitava a memoria il discorso di Harry a Sally, sarebbe stato pronto a negare fino alla morte l'evidenza; quando ricevette una chiamata da parte di Castiel, la cosa gli parve subito strana, considerando che Castiel era ad un appuntamento galante con la sua compagna di università, Meg Masters, fondamentalmente Meg era una troia, ma Castiel era leggermente cotto di lei anche se non era affatto il suo tipo, anche perché secondo lui l'unico tipo per Castiel era Dean, o almeno così sperava Dean.
-Cas! Che succede, amico?- chiese mettendo il film in pausa.
-Dean... Puoi venire a prendermi?- la voce dall'altro capo del telefono era incerta, come se il ragazzo si stesse trattenendo dal piangere.
-Cas, mi dici cosa è successo?!-
-Per favore, Dean, vieni solo a prendermi.-
-Va bene, dove ti trovi?-
-In quel nuovo ristorante che hanno aperto vicino al campus.-
-Arrivo.- riagganciò il telefono e si precipitò in macchina vestito così com'era, tutto questo mistero non era tipico di Castiel, d'altronde lo conosceva come le sue tasche.
Quando uscì dall'auto si credeva di trovare Castiel fuori ad aspettarlo, ed il non trovarlo lo fece allarmare ancora di più, quindi entrò di corsa nel ristorante e quello che vi trovò gli fece stringere il cuore, Castiel era seduto ad un tavolo per due persone, molto in disparte, la giacca del completo era poggiata ordinatamente sullo schienale della sedia, la cravatta era slacciata e la sua espressione disperata diceva tutto quel che era successo, o meglio che non era successo. Evidentemente quella Meg gli aveva dato buca.
Si avvicinò al tavolo e si sedette di fronte l'amico, lui alzò lo sguardo, il blu dei suoi occhi era contornato di rosso, aveva pianto, benissimo, proprio quel che ci voleva, pensò Dean.
-Dean, andiamo.- fece per alzarsi, ma Dean lo bloccò.
-Dai Cas! Siediti ed ordiniamo qualcosa, è un peccato rinunciare a questo bellissimo tavolo, che dici?- Castiel lo guardò interdetto, -Sì Cas, ti sto proponendo una cenetta romantica solo io e te.-
-Non credo sia una buona idea, Dean.- sospirò.
-Cas, io credo, invece, tu debba accettare, perché quando ti ricapiterà di avere un appuntamento con un Winchester in tuta in un ristorante elegante come questo?- cercò di sorridere nel modo più allusivo che riusciva a fare, ed il sorriso che strappò a Castiel gli riempì il cuore di orgoglio.
-D'accordo, Dean.-
Dean si comportò da gentiluomo, non era mai stato così gentile neanche ad vero appuntamento, gli versò il vino nel bicchiere, aspettò elegantemente l'arrivo del piatto di Castiel prima di cominciare a mangiare, fu addirittura capace di non sembrare un uomo delle caverne, il che colpì notevolmente Castiel che si trovò ad osservare un nuovo Dean Winchester, un uomo diverso da quello che era il suo migliore amico.
-Dean, ma per caso hai preso lezioni di bon ton anziché andare a lavoro?- chiese infine.
-Sì, Cas, sono anche andato a Londra per ricevere il titolo di “Sir” dalla regina.-
-Sir Dean Winchester, suona bene.- disse, facendo un ampio sorriso.
Dean, implorò Castiel di non ordinare il dolce che voleva portarlo in un posto un po' più nel loro stile, e quindi ordinò il conto, quando il cameriere glielo portò si accorse tristemente di essere uscito senza soldi.
-Cas...- iniziò imbarazzato -giuro che te li rendo, ma potresti pagare tu? Non ho abbastanza soldi.- Castiel cominciò a ridere a crepapelle -ti prego datti un contegno!- lo rimproverò giocosamente, trattenendo anch'egli a stento le risate.
-D'accordo, Dean, ma il dolce lo paghi tu.- disse, asciugandosi le lacrime, che gli si erano formate per il troppo ridere.


Dean lo portò nell'Overlook Park di Lawrence, lì c'era un carrettino gelati e Dean ne prese uno maxi per lui ed uno medio per Castiel, cosa che fece indignare Castiel.
-Dean dopo non osare lamentarti se ingrassi, capito?- lo avvertì, come se potesse fargli cambiare idea.
-Cas, lo sai che sono un pozzo senza fondo, è inutile che tenti di cambiarmi, se mi ami mi accetti.- scherzò.
Castiel sorrise e continuò a mangiare il suo gelato, raggiungendo la riva del lago, la luna si rispecchiava nelle acque cristalline, era uno scenario romantico, forse fin troppo sprecato per un finto appuntamento come quello.
-Questa serata credo sia stata una delle più belle da quando sono al college.- disse d'un tratto, rompendo il silenzio. -Anche se è iniziata nel peggiore dei modi, non mi aspettavo che Meg potesse darmi buca.- continuò, sedendosi sul prato.
Dean lo raggiunse e si sedette al suo fianco. -Sai, potrà sembrarti una cazzata quel che sto per dire, ma ho sempre pensato che lei non fosse il tuo tipo, e poi se ha fatto così vuol dire che non ha capito veramente quanto vali, non puoi lasciare che ti prenda in giro in questo modo.- incrociò i suoi occhi, e noto una patina lucida su di essi.
-Tu mi prendi sempre in giro, Dean.-
-E solo io posso farlo.- gli occhi di Castiel s'illuminarono ed il viso cambiò repentinamente espressione. -Lei non ti merita, Cas.-
Castiel posò la sua coppa di gelato sul prato e si voltò per abbracciare Dean, cogliendolo impreparato ad accoglierlo fra le sue braccia, facendogli cadere il suo gelato, Castiel gli schioccò un bacio sulla guancia. -Te lo ricompro io, non preoccuparti.- gli sussurrò nell'orecchio.
A quelle parole Dean rise e ricambiò l'abbraccio, incurante del cioccolato che scivolava sui pantaloni.

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Capitolo 5
*** Kissing ***


Fandom: Supernatural
Rating: Giallo!
Words: 501
Note: Mi sono trovata inizialmente in imbarazzo, perché non sapevo da dove cominciare, quindi ho pensato al capitolo precedente e ho deciso di continuare da dove lo avevo interrotto. Mi auguro vi possa piacere e se vi piace fatemelo sapere perché è una sorta di soddisfazione personale, anche con una brevissima recensione... Grazie a tutte/i <3




Non avevano ancora smesso di abbracciarsi, Castiel era convinto che fossero rimasti stretti l'uno all'altro per almeno cinque minuti, poteva benissimo sentire il gelato di Dean incollarsi ai pantaloni del completo, però non voleva staccarsi, il respiro caldo di Dean sul collo faceva contrasto con l'aria fresca primaverile, immerso nelle sue braccia era come vivere in una bolla calda protetto dal mondo esterno.
-Cas...- lo sussurrò, lentamente e con un tono carico di incertezza. -Castiel, credo sia il caso di...- non completò la frase perché le labbra del moro erano sulle sue.
Sta accadendo sul serio, Dean pensò a tutte le volte che aveva desiderato poterlo fare.
Il bacio, solamente un semplice sfiorarsi di labbra, venne interrotto da Dean, che bruscamente si allontanò dalla bocca dell'altro.
Gli occhi di Castiel finirono su quelli verdi di Dean, non c'era bisogno di fare domande, i suoi occhi sapevano parlare per lui.
-Scusa, Dean. Non... non avrei dovuto farlo.- Castiel si alzò, liberando il corpo dell'altro dal suo peso. -Grazie per la magnifica serata, credo di dover tornare in stanza ora.- prese la giacca che ava poggiato sulla panchina ed iniziò ad incamminarsi verso l'uscita del parco, quando il suo polso venne stretto nel pugno tremante, ma al contempo deciso, di Dean.
-Non andare.- disse solamente, prima di tirare a sé Castiel, e ricominciare a baciare il ragazzo, con più passione, non più un bacio casto, ma un infinito danzare di lingue, un perpetuo moto di labbra, le mani dell'uno sui fianchi dell'altro, la condensa che usciva velocemente dalle loro bocche in quei minimi istanti in cui si separavano.
Forse era Dean, forse era Castiel o forse era tutta l'atmosfera che si era venuta a creare, ma i due ragazzi si ritrovarono sdraiati, con Castiel a cavalcioni su Dean, sul prato del parco deserto, solo la luna a fare da spettatrice, il gelato di Castiel dimenticato qualche metro più a sinistra.
Dopo alcuni minuti in quella posizione, Dean decise di ribaltare i ruoli, con una mossa bene assestata riuscì a portare Castiel sulla sua schiena, la bocca di Dean aveva momentaneamente abbandonato quella del moro per spostarsi sul suo collo, preso dalla foga, cominciò a slacciare la camicia dell'altro.
-Dean! Fermo.- Castiel lo fermò quand'era giunto al terzo bottone. -Per quanto questo parco possa essere allettante, sta cominciando a fare freddo, andiamo a casa tua.- sussurrò, incontrando nuovamente le labbra di Dean.
-È per caso il mio compleanno oggi?- ridacchiò, portando una mano sul fianco di Castiel, -No, perché è uno dei migliori regali mi si potessero mai fare.- disse portando nuovamente la posizione di Castiel da seduta a supina, facendo scontrare, involontariamente, i loro bacini, provocando in entrambi un sussulto, riprendendo subito a baciarlo, afferrando tra i denti, di tanto in tanto il labbro inferiore di Castiel.
-Okay, Dean alziamoci prima di farci arrestare per atti osceni in luogo pubblico.- disse, interrompendo il loro scambio di effusioni, si alzò e prese per mano l'altro, trascinandolo fuori dal parco e verso la macchina.

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Capitolo 6
*** Wearing each other's clothes ***


Fandom: Supernatural
Rating: Verde
Words: 682
Note: Mi scuso per l'assenza, sì è decisamente troppa, questo capitolo è... Okay, non credo sia bello cioè, ho avuto il blocco dello scrittore (e credo di aver interpretato in modo strano il prompt), proprio quando avevo iniziato a pubblicare quasi una volta al giorno (quindi ho già perso il 30 days, shame on me). E questo è il capitolo, come sempre vi invito a lasciare una recensione, grazie mille! :D


-Dean! Non trovo più la mia camicia blu!- strillò Castiel dalla camera da letto, sperando di riuscire a raggiungere le orecchie del compagno nell'altra stanza.
-Intendi la mia camicia blu?- strillò di rimando l'altro. -Sai Cas, sto ancora aspettando il giorno in cui ti deciderai a rendermela.-

 

Era il loro primo appuntamento, era oltremodo nervoso, vedeva Dean Winchester spesso nel college, ma ci aveva parlato un totale di due volte, una volta per avvertirlo del fatto che il suo piede era sopra il suo zaino, e l'altra volta per rispondere affermativamente alla proposta di un'uscita. Cosa gli fosse saltato in mente non era ben chiaro nemmeno a Castiel, forse era la luce genuina che brillava negli occhi dell'altro, o forse era un fatto puramente fisico, cioè che Dean Winchester avesse il corpo più ben strutturato di tutto il territorio americano.
Fatto sta che Castiel si ritrova alle quattro del pomeriggio, in agitazione -no, nel panico più totale- per la scelta dei vestiti, voleva qualcosa che non fosse troppo formale, ma che non fosse nemmeno una tuta e una t-shirt, alla fine optò per un paio di pantaloni neri ed una camicia a maniche lunghe, era la stagione giusta per indossare una camicia di jeans, non troppo freddo ma non c'era neanche l'afa estiva. Uscì dall'appartamento del campus, lasciando un biglietto ai suoi coinquilini scansafatiche, su cui c'era scritto dove trovare l'occorrente per prepararsi la cena, la fresca brezza primaverile lo fece rabbrividire, forse il giacchetto sarebbe stato meglio portarselo, pensò sovrappensiero, guardò il cielo e pensò che poteva resistere ad un po' di venticello.
Si recò al luogo dell'appuntamento con sette minuti di ritardo e fu sorpreso nel non vedere Dean ad aspettarlo, la cosa lo fece preoccupare- no lo allarmò completamente-, nel frattempo sentiva l'umidità alzarsi ed il tipico “vento da pioggia”, non che Castiel fosse un meteorologo, ma sapeva riconoscere un temporale in arrivo quando gli si presentava sotto il naso, cominciò a pentirsi dell'idea malsana della camicia di jeans quando le prime gocce d'acqua cominciavano a colpirlo come macigni sulle spalle, fantastico e di Dean ancora nulla.
Cercò di ripararsi meglio che poté, ma quando la pioggia cominciò a cadere in modo sempre più fitto, capì che era il momento di correre a ripari più organizzati, perciò con rammarico per il mancato appuntamento iniziò a correre verso il suo appartamento a testa bassa, per evitare l'acqua negli occhi, tanto la strada per l'appartamento la sapeva a memoria, l'avrebbe potuta fare ad occhi chiusi, da ubriaco e con le orecchie tappate. Era quasi giunto ad un bivio, quando urtò qualcosa, o meglio qualcuno, o meglio ancora, Dean e si ritrovò per terra.
-Ehi Licia, dove corri?- disse porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi.
Castiel sollevò lo sguardo con aria interrogativa. -Licia?- chiese accentando la mano dell'altro. -Dean, sono Castiel!-
-Lo so che sei Castiel, è che è un cartone... Lascia stare tranquillo, non è nulla.- disse notando la faccia corrucciata del moro. -Scusa il ritardo Cas, ho avuto un problema a lavoro, stavi andando a casa?-
-Veramente...- disse abbassando lo sguardo per constatare le condizioni pietose -Sì stavo andando a casa.-
-Vieni, il mio appartamento è qui dietro.- disse prendendogli la mano e trascinandolo con sé.

Quando furono nella stanza, Dean gli fece cenno di seguirlo in una camera, probabilmente la sua. -Vieni Cas, ti giuro che non voglio metterti le mani addosso al primo appuntamento.-
-Teoricamente, non abbiamo ancora iniziato l'appuntamento.- precisò Castiel, entrando nella camera da letto di Dean, eccetto i poster dei Led Zeppelin era in tutto simile alla sua.
-Come sei catastrofico, potrei organizzarne uno al momento.- gli sorrise prima di girarsi e mettersi a rovistare nell'armadio.
-Davvero?- sorrise Castiel di riflesso. -Dimostramelo!-
-Certo, prima di tutto devi vestirti, non puoi presentarti ad un primo appuntamento in queste condizioni!- disse lanciandogli una camicia a quadri blu ed un paio di jeans. -Temo che i pantaloni ti saranno un po' grandi, ma la camicia è perfetta per te.- aggiunse poi accennando un sorriso mentre usciva dalla camera e chiudendosi la porta alle spalle.

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Capitolo 7
*** Cosplaying ***


Fandom: Supernatural.
Rating: Giallo.

Words: 534
Personaggi: Dean Winchester, Castiel e Sam Wincester versione cockblocker
Note: Ho pensato di farli vestire da Sherlock e Watson, ma per quanto mi sarebbe piaciuta sarei risultata troppo banale, anche se pure così sono stata banale, ma vabbè questo è. Comunque giuro che nessun Sam adolescente è stato maltrattato o esposto a qualsivoglia visione per creare questo capitolo. Ovviamente le recensioni sono sempre gradite, soprattutto nel caso ci siano errori o critiche costruttive da fare.
Ciao e al prossimo capitolo <3



-Sai, quando ho detto che sarei venuto con te alla Comic-con non intendevo che ero pronto a tutto, di certo non questo.- disse Dean indicando l'armatura di Iron Man disposta ordinatamente sul letto. Castiel lo guardò in quel suo solito modo, le teste piegata da una parte e lo sguardo interrogativo. -Cosa intendi dire, Dean? Credevo fossi contento di poter incontrare Chris Hemsworth.-
-Oh Cas, sai che non vedo l'ora di incontrare Scarlett Johansson, ma i cosplay non erano previsti! E poi non ho capito perché io devo essere Iron Man, con tanto di armatura e tu invece Bruce Banner, in camice.- osservò Dean, indignato.
-Perché il mio ragazzo è possessivo e non vuole farmi andare in giro per San Diego con i jeans strappati e senza camicia.- disse scherzosamente avvicinandosi a Dean per rubargli un leggero bacio.
-Il tuo ragazzo dev'essere una persona previdente.- sussurrò sulle labbra dell'altro e stringendolo a sé per approfondire il bacio. -Deve tenerci molto a te.-
-Già... Sembra proprio che mi ami, anche se non vuole vestirsi da Iron Man.-
-Che persona orribile.- sospirò Dean sulla pelle delicata del collo di Castiel. -Come fa a non voler mettersi un'armatura addosso in un giorno torrido come questo?- disse trascinando Castiel verso il letto, mentre con la bocca andava a toccare i punti più sensibili del corpo del moro.
-Meno male che ho incontrato te, che sei disposto a farlo.- cercò di riappropriarsi delle labbra di Dean, che nel frattempo era riuscito a slacciare i pantaloni di entrambi.
-Castiel! Dean! Dai che il panel della Marvel non ci aspetta forza!- un Sam urlante, e versione figlio di Odino, aprì bruscamente la porta della stanza d'hotel condivisa da Dean e Castiel.
-Oh Dio, Sam! Santo cielo, non così! Bussare, devi bussare!- strillò Dean cercando di ricomporsi nella speranza che l'adolescenza del fratello non fosse ancora del tutto rovinata.
-Gesù, Dean metti un calzino sulla maniglia.- cercò di cancellare quelle immagini dalla sua testa.
-Su Sammy, non hai visto nulla di nuovo, il massimo che puoi aver visto è il colore delle mie mutande.- disse sorridendo, mentre si decideva finalmente ad indossare quella dannata armatura.
-Mi state rovinando voi due.- si lamentò con il suo solito tono da ragazzina in preda agli ormoni.
-Sammy, se non fosse per Cas tu non saresti vestito da vichingo per andare ad incontrare il tuo alterego famoso.- gli scompigliò i capelli e lo spinse verso la porta della camera. -E io non sarei pronto per fare la sauna.- aggiunse poi, sottovoce. Si girò poi verso Castiel, che lo fissava attentamente.
-Che hai da guardare, Cas? Lo so che sono meraviglioso. Sono Iron Man.- fece un sorrisetto e prese le chiavi dell'Impala.
-Mai scelta fu più azzeccata.- sorrise di rimando. -Andiamo che si sta facendo troppo tardi.- si mise il camice ed il cartellino che aveva fatto con su scritto “Dr. Banner”.
Prima che uscisse dalla stanza Dean lo fermò, gli diede un bacio sussurrandogli poi: -Quando torniamo questa sera continuiamo da dove siamo stati interrotti.-
-Questa sera non posso, il mio ragazzo vuole fare una maratona di sesso, mi dispiace.-
-Vi farò lasciare prima o poi.- disse, scatenando in Castiel una risata delicata e profonda.

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Capitolo 8
*** Shopping ***


Fandom: Supernatural
Rating: Arancione
Words: 800
Note: Allora questo ed il capitolo precendente facevano parte di una fanfiction che avevo iniziato a scrivere tempo fa, che mi venne in mente un pomeriggio di pazzi saldi quest'inverno.
Mi scuso perché vado di fretta, lo studio per i test d'ingesso mi uccide. Ciao a tutte/i ricordate di lasciare una recensione, per favore <3




Erano appena le sei del pomeriggio, Castiel era sdraiato sul divano a fare zapping, Dean era nella sua stanza a fare qualcosa a cui Castiel era poco interessato.
-Come sto?- Dean uscì dalla sua stanza con una maglietta dei Motorhead tutta strappata, e che gli era palesemente piccola, ed un paio di jeans macchiati di olio, polvere e... Sangue?
Castiel si voltò, -Sei quasi paragonabile ad un divo del cinema... Che ci fai con quella roba addosso?- rispose, riportando istantaneamente lo sguardo sul televisore.
-Stavo facendo ordine nel mio armadio, e ho constato che ho solo tre camicie buone e due paia di jeans.- Dean si avvicinò allo schienale del divano ed iniziò a massaggiare la testa del compagno, prendendolo alla sprovvista.
-No!- esclamò allontanandosi dalle mani dell'altro.
-No cosa, Cas?- saltò sul divano sedendosi di fianco al moro.
-Non ti accompagnerò a comprare dei nuovi vestiti, sai che odio fare shopping.- disse alzandosi dal divano, per accentuare la sua affermazione.
Dean lo prese per il polso e lo fece scivolare fra le sue braccia. -Dai, ti prego.- lo implorò accompagnando le parole con dei baci su tutto il viso di Castiel.
Quest'ultimo sospirò ed accettò, scatenando nell'altro un'ondata di smisurata contentezza. -Dean, calmati, però! Ci andremo domani.-
-Grazie, Cas!- lo strinse più forte e con le labbra andò ad accarezzare le labbra dell'altro.


-Bene! Prima di tutto, jeans!- esclamò Dean appena attraversarono le porte scorrevoli del centro commerciale e dirigendosi verso il primo negozio.
-Sembri un bambino in un luna park.- osservò Castiel, seguendolo, con le mani in tasca.
Dean sembrava così entusiasta, era la prima volta che lui e Castiel facevano un'uscita in coppia, senza altri amici intorno, non che Castiel avesse paura di qualche possibile presa in giro, sapevano benissimo difendersi, ma una giornata di shopping non era massimo del divertimento. Osservava Dean muoversi con sicurezza tra i capi esposti, era così bello e Castiel si trovò a sorridere.
-So a cosa stai pensando, Archimede.- Dean interruppe i suoi pensieri.
-Archimede?- chiese, piegando la testa di lato, tutti i suoi conoscenti dicevano che era un atteggiamento fastidioso, che sembrava fosse in procinto di leggere la mente del suo interlocutore, ma a Dean sembrava piacere.
-Sì, forse non ti ho detto che da bambino impazzivo per i fumetti di Topolino, ed ogni volte che ti vedo con lo sguardo fisso su qualcosa o qualcuno, ho sempre l'impressione che tu stia per creare qualche cosa di fenomenale.- sorrise, incerto del fatto se paragonare il suo ragazzo ad un una gallina fosse una bella idea, vide Castiel sorridere e questo gli fece pensare che non era stata una mossa azzardata.
-A cosa stavo pensando quindi?-
-Stavi cercando l'equazione per scappare senza farti notare da me.- disse, prendendo un paio di jeans da un espositore. -Vieni accompagnami ai camerini.- Castiel lo seguì, toccando di tanto in tanto i tessuti dei vestiti che incontrava sulla via.
I camerini erano nel posto più remoto del negozio, sembravano stanze abbandonate, Castiel si sentì tirare dentro una, e subito dopo la bocca, familiare, di Dean era sul suo collo.
-Dean...- lasciò scappare un sospiro, quando sentì la mano dell'altro sul cavallo dei suoi pantaloni. -Cosa diavolo vuoi fare?- riuscì a chiedere anche se la mano di Dean era dentro i suoi pantaloni.
-Devo risponderti con una battuta o con una risposta seria?- chiese, staccandosi dal collo di Castiel.
-Credo di aver capito cosa vuoi fare, sai non sono così lento, ma qui?- rispose, mentre con una mano andava ad accarezzare il petto di Dean da sopra la maglia.
-E dove se non qui?- un sorriso beffardo comparse sul suo volto, mentre la su mano continuava a massaggiare Castiel da dentro i pantaloni. Le mani del moro dopo aver accarezzato dolcemente il torace di Dean, andarono a slacciare i jeans malandati, che finirono alle sue caviglie insieme ai boxer. Le loro bocche si unirono, per scambiarsi un bacio affannato e soprattutto per annullare i gemiti l'uno dell'altro.
Ci volle poco per entrambi, ad entrambi bastò una serie di strusciamenti da sopra il tessuto dei pantaloni, per ritrovarsi ad annaspare, a cercare disperatamente il contatto l'uno con l'altro, per un attimo Castiel si sentì immerso nel vuoto, l'unica cosa nitida era Dean, con la sua faccia arrossata e sorridente, quello sguardo attento ed intelligente, la bocca semiaperta e il respiro accelerato; sentì l'impellente bisogno di immagazzinare quel momento nella sua testa, per poterlo avere sempre con lui.
-Ti odio troppo.- sussurrò Castiel, cercando di ricomporsi.
-Perché?- chiese spaesato l'altro.
-Dovrò stare tutto il pomeriggio con le mutande sporco, perché tu non riuscivi ad aspettare.-
Dean sorrise, -Cosa posso farci, mi fai quest'effetto.- guardò il paio di pantaloni, dimenticati sulla stampella, li prese e guardò la taglia, -Questi penso vadano bene.- disse, uscendo tutto sorridente dal camerino.

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Capitolo 9
*** Hanging out with friends ***


Fandom: Supernatural
Rating: Giallo (?)
Words:
1137
Note: Sono una pessima persona! Lo so! Più di VENTI giorni di assenza sono imperdonabili! Ma tra i test all'università, il lavoro ed la mia settimana (meritata) a Londra il tempo è passato T_T scusate, giuro che mi farò perdonare, spero che questo capitolo vi piaccia, è un po' strano, ma è stato divertente scriverlo :D ciao e alla prossima :*


Dean era sdraiato supino sul suo letto con la musica ad alto volume nelle orecchie, un po' di Led Zeppelin era quello di cui aveva bisogno, Lisa l'aveva lasciato da tre giorni, sentiva un senso di vuoto come mai lo aveva sentito prima, almeno non per una relazione.
Lisa l'aveva mollato di punto in bianco, era più che convinto di non aver fatto nemmeno un errore, mai un'occhiata ai fondoschiena di qualche ragazza, mai un commento troppo spinto.
-Ehi tu!- Sam entrò sbattendo la porta e sedendosi pesantemente sul letto, forzandolo a girarsi verso di lui.
-Che vuoi?!- chiese a denti stretti, innervosito dal fatto di essere stato interrotto nel bel mezzo del suo crogiolarsi in un mare di sentimenti feriti.
-”Ed il terzo giorno resuscitò...”- citò la Bibbia, da quando aveva iniziato ad appassionarsi di teologia era un continuo citare le Sacre Scritture e parlare dei suoi amici chierichetti. -Sta sera esci con me ed i miei amici del college.-
-No, grazie passo.- rifiutò con fare garbato e si rigirò violentemente nella posizione iniziale.
-Dean, basta essere così pieno di pregiudizi, vedrai che i miei amici ti piaceranno, solo perché studiano teologia non vuol dire che siano persone ottuse, anzi fidati sono molto simpatici. Dai inizia a prepararti che per levare questo strato di polvere che ti si è fatto addosso in questi giorni ci vorrà un po'.-
-Va bene, puttana.-
-Idiota.-

-Allora, questa sera ho invitato solo i miei amici più cari, così non dovrai sentirti a disagio con troppi “fissati” come li chiami tu.- spiegò appena entrarono nel pub.
-Wow, la Bibbia non vieta l'abuso di bevande alcoliche?- osservò Dean, seguendo il suo fratellino, guardandosi intorno per scovare eventuali “prede” per la notte.
-Sì, ma noi siamo più fissati con l'Apocalisse, sai i quattro Cavalieri, la fine del mondo?- spiegò una voce alla sua sinistra, si voltò per vedere chi era ad aver parlato, una figura piuttosto minuta, capelli castani ed in stile Sam Winchester con dei baffi molto simili a quelli di Stalin, che se non fosse stato per quelli sarebbe stato scambiato per un quindicenne, allungò la mano e disse: -Devi essere il fratellone del nostro Sammy, io sono Gabe per gli amici, per te però sono Gabriel.-
-Immagino tu sia il buffone della serata.- disse ricambiando la stretta di mano con un sorriso, quel tipo aveva l'aria di uno che poteva stargli sia altamente sulle palle, ma anche simpatico, era ancora da decidere.
-Solitamente, speriamo che questa sera Chuck si ubriachi così diventa lui il buffone della serata, quando alza il gomito fa dei discorsi su Dio, che sembra quasi l'abbia visto per come ne parla.- disse indicando una figura seduta comodamente sul divanetto, capelli mori e barba incolta occhiaie da chi di notte dorme molto poco ed un'aria stanca che probabilmente non l'abbandonava mai, dalla sua postazione, senza alzarsi gli fece un cenno in segno di amicizia e riprese a guardare la pinta di birra che aveva davanti a sé.
Poi gli occhi di Dean caddero sul ragazzo di fianco a Chuck, anche lui con una pinta di birra tra le mani, capelli disordinati come se non se li pettinasse da quando aveva diciott'anni, un leggero accenno di barba e dei profondissimi occhi blu che lo fissavano attentamente.
-Ciao, io sono Dean.-
-Ciao Dean.- disse, la sua voce era spaventosamente rauca, -io sono Castiel.-
-Wow, certo che con dei nomi del genere solo teologia potevate fare...- osservò divertito.
-Io e Cassie qui, studiamo angeologia, era impossibile non farlo del resto.- s'intromise il nanerottolo chiacchierone.
-Angeologia...- ripeté a bassa voce, cercando di dirlo bene.-È il ramo della teologia che approfondisce gli angeli, Dean.- disse dando un tono ingenuamente saccente all'affermazione.

Forse Sam aveva fatto bene a portarlo fuori, sentiva il vuoto lasciato da Lisa riempirsi, forse per la maggior parte era merito dell'alcol, ma una minima parte sicuramente era grazie alla presenza del ragazzo moro al suo fianco, non parlava molto, perlopiù ascoltava i suoi discorsi a vanvera, in cui raccontava dell'unico libro che ricordava di aver letto e che l'aveva lasciato ancora oggi con un grandissimo dubbio.
-Cas...- sospirò pesantemente. -Ti va bene se ti chiamo Cas, Cas?- non attese la risposta dell'altro. -Io ancora mi chiedo, come fa un corvo ad assomigliare ad una scrivania?! Secondo te, Cas, è per questo motivo che Lisa mi ha lasciato, perché non sapevo dare una risposta a questa domanda? È molto difficile Cas!- aveva un buon suono, forse era per questo che continuava a ripeterlo o forse era perdutamente ubriaco.
-Io credo, Dean che per te sia giunto il momento del taxi!- esclamò un Gabriel altrettanto ubriaco. -E ricorda, mio caro Dean, devi sempre ricordare che io sono Gabriel per te, e sono l'anima della festa!- urlò alzandosi in piedi di colpo. -Oh e devo andare assolutamente in bagno!- disse facendo un passo in direzione del bagno, ma inciampando sui suoi passi e cadendo a terra, portandosi dietro Sam che lo stava accompagnando.
Da quel momento le immagini della serata per Dean divennero solo degli avvenimenti sfocati, ricorda solo di esser stato trascinato in un taxi da un paio di braccia forti, una voce rauca che gli chiedeva dove abitava e la sua incapacità nel rispondere, il sonno più tranquillo degli ultimi sette mesi e due occhi blu belli da mozzare il fiato.

Il mattino ha l'oro in bocca, si dice, invece Dean in bocca sentiva solo il saporaccio della birra dozzinale di quel pub. Il mal di testa gli impediva di focalizzare bene dove si trovava, ma anche con la vista annebbiata poteva dire con certezza che non era casa sua.
-Buongiorno, Dean.- quella voce.
-Cas...tiel! Buongiorno!- imbarazzante.
-Ho fatto la colazione, ci sono un po' di pancakes anche per te.-
-Davvero? Grazie mille, adoro i pancakes!- molto imbarazzante. -Castiel, senti, ma come ci sono finito io qui?-
-Ti ci ho portato io.- dannatamente esauriente, grazie.
-Sì, lo immaginavo, ma come mai?-
-Ieri tuo fratello è rimasto con Gabriel e Chuck, è decisamente più in grado di gestirli rispetto a me, e mi ha chiesto di portarti a casa, peccato io non sappia dove abiti e e tu non volevi collaborare e allora ti ho portato a casa mia.-
-Beh, grazie davvero Cas, mi dispiace di esser stato un peso.-
-Non preoccuparti Dean.-
Bene, ed ora? Mi alzo e me ne vado?
-Dean, non credo lei ti abbia lasciato per quel motivo, credo che sia stata una decisione ponderata, e penso che dovresti guardare avanti adesso, la tua vita potrebbe riservarti parecchie sorprese per il futuro.- gli angoli della bocca leggermente piegati verso l'alto, lo sguardo penetrante e gli occhi brillanti, questo era Castiel e Dean in quel momento desiderava che una delle sorprese per il futuro fosse la sua amicizia, per questo sorrise di rimando. -Grazie, Cas. Alla prossima.-

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Capitolo 10
*** Wearing animal ears ***


Fandom: Supernatural
Rating: Verde, che più verde non si può
Words: 384
Note: Molto corto, anzi cortissimo, chiedo scusa al mondo se mai questo capitolo dovesse fare schifo, perché sì, fa schifo, non sapevo che scrivere, cosa far dire, è molto vago.
Boh comunque lasciate una recensione, perché ne ho bisogno e non vorrei sentirmi poco amata.
Ciao <3



-Non capisco, Dean. Perché dovrei mettere quelle cose sulla testa?- chiese Castiel confuso dalla richiesta dell'amico.
-Perché è carnevale Cas. A carnevale tutti i bambini si travestono da qualcosa!- rispose semplicemente, come se fosse una cosa ovvia, una delle prime che impari dal momento in cui vieni messo al mondo.
Castiel guardava quel cerchietto cercando di coglierne il senso, come se ci fosse un mistero celato e lui dovesse risolverlo. -Sì, ma Dean, io non l'ho mai fatto, e non credo che mio Padre me lo lascerebbe fare.- il tono di voce con cui si esprimeva era carico di rispetto e timore, il solo pensiero del padre lo rendeva nervoso, Dean non comprendeva perché Castiel fosse costretto a comportarsi come un giovane adulto e non come un bambino normale.
-Prova Cas, rimarremo a casa mia, tuo padre non lo verrà mai a sapere.- disse porgendogli il cerchietto nero con sopra incollate le orecchiette da topo. Castiel lo indossò, con molta calma, quasi fosse intento a sperimentare la nuova sensazione, nel frattempo Dean indossò con un'inumana velocità le orecchie da gatto che la mamma gli aveva preparato, era contento che Cas si fosse lasciato trasportare in questa missione suicida, fortunatamente non dovevano andare in giro per la città con quelle cose sulla testa, ne andava della sua reputazione.
Castiel era ancora silenzioso e non osava volgere lo sguardo su Dean. -Ehi tutto okay?- chiese Dean, poggiando la mano sul braccio di Castiel, il bambino moro guardò in alto ed incrociò gli occhi verdi dell'altro, le sue iridi blu erano coperte da una patina lucida, sembrava fosse in procinto di piangere; in quell'esatto momento un rumore di scatto e la luce di un flash li fece voltare verso l'entrata, gli occhi curiosi andavano alla ricerca della fonte di quel suono, il volto di Dean cambiò espressione e le sue guance si colorarono di rosso, quando vide sua madre che teneva con una mano un piccolo Sam Winchester e con l'altra una polaroid.
-Sam ed io stavamo pulendo la cantina e abbiamo trovato questa.- disse soddisfatta, mentre la fotocamera iniziava a fare i suoi rumori, che stavano ad indicare la preparazione per la stampa della fotografia. Appena la foto uscì fuori Mary ci scrisse “Dean e Cas Carnevale '88” e l'attaccò al loro frigorifero con una calamita.

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Capitolo 11
*** Wearing Kigurumis ***


Fandom: Supernatural.
Rating: Giallo, tendente all'arancio.
Words: 570
Note: Premetto che questo prompt non mi piaceva, cioè i kigurumi non mi piacciono, affatto. Perciò mi sono immedesimata in Dean e l'ho buttata sull'ambito vagamente sessuale.
Grazie a tutti quelli che hanno recensito e a cui non ho risposto perché molto spesso non trovo le parole per ringraziare, non perché sono maleducata, ma perché proprio mi sento troppo ripetitiva, e chi mi conosce sa quanto odio ripetere le cose xD
Comunque ancora grazie per il sostegno mi sto ripetendo e ci sentiamo al prossimo capitolo <3
P.S. per chi non sa cosa siano i kigurumi, eccoli qua
https://warosu.org/data/jp/img/0108/19/1367361550746.png

 

-Stai scherzando?!- esclamò Dean quando, entrando in casa si ritrovò un enorme Pikachu ad accoglierlo.
-Bentornato, Dean!- Castiel corse a stampargli un bacio sulla guancia, che Dean accettò con riluttanza. -Cos'hai?- chiese il moro notando l'atteggiamento del compagno.
-Cas, sai che amo quando trovi qualche bella cosa nuova da indossare, come quel grembiule da pasticcere l'altra sera...- si interruppe pensando alla visione cui aveva assistito due sere prima entrando in cucina.
-Dean, ero nudo sotto quel grembiule.- disse Castiel allibito.
-Già...- sorrise. -Però Cas, questo... Questo non è bello, è inquietante.- Castiel lo guardò, si girò per estrarre da una busta un capo dal colore verde.
-Peccato.- disse semplicemente.
-Per cosa?-
-Beh, sai mi ero semplicemente immaginato una reazione diversa.- disse malinconicamente, gettando la busta ed il suo contenuto sul divano della sala e dirigendosi verso la cucina con ancora il completino dal giallo addosso.
Dean lo guardò allontanarsi, e pensò che in fondo poteva mettersi quell'obbrobrio di vestito per far felice Castiel. Lo prese tra le mani e lo spiegò, era verde, una fascia di tessuto che percorreva tutta la lunghezza del completo dalla testa alla coda, un drago. Il mio ragazzo è un malato pervertito.
Lo indossò, non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma quel vestito era comodo; andò in camera da letto dove trovò Castiel spalmato sul letto, si domandava ancora se facesse così perché era stanco oppure perché era la sua posa per pensare.
-Cas...?- si girò mugugnando parole incomprensibili. -Cas, non sono passati neanche dieci minuti da quando sei entrato in camera, non puoi esserti già addormentato!- fece per sedersi sul letto, ma venne interrotto da un movimento brusco di Castiel, che si alzò di colpo con gli occhi spalancati.
-L'hai messo!- un sorriso con trentadue denti brillanti comparve sul suo volto. -Dean, sei stupendo!-
Malato pervertito.
-Le cose che ti farei...- si mise in ginocchio raggiungendo lentamente Dean, che stava ai piedi del letto, lo afferrò per i lembi del completo separati dalla cerniera e lo avvicinò a sé, inseguendo le sue labbra per condividere un bacio casto.
-Da quando sei diventato così esplicito?- chiese separandosi per un breve istante, per andare a slacciare la cerniera dell'altro.
-Dean, aspetta...- Castiel gli prese i polsi e lo fece adagiare sul letto. -Appena ho visto questo completo ho pensato a te, e a come avrei voluto levartelo di dosso.- sussurrò sulla pelle del collo di Dean, mentre con la mano sinistra andava a slacciargli la cerniera, Castiel sentiva il respiro affannarsi, la temperatura interna alzarsi, era l'effetto-Dean in azione, non poteva farne a meno, sapeva benissimo che l'effetto-Dean aveva iniziato a manifestarsi anche fra le sue gambe. E sapeva altrettanto bene quanto potesse essere contagioso.
-Dean...- ansimò, ricevendo in risposta un bacio caldo ed umido, che stava a significare che anche Dean era stato contagiato. Quasi istantaneamente, la mano di Dean andò a sfiorare il cavallo dell'altro. -Questi cosi...- mormorò in un sussurro carico di astio.
Le dita svelte e scattanti di Castiel volarono sulla sua cerniera, scoprendo lentamente la sua pelle nivea e delicata, Dean era ormai scosso dal desiderio e non riusciva a capire più cosa gli accadeva attorno, quando la cerniera giunse al suo capolinea le pupille di Dean si allargarono, se possibile, ancora di più. -Cas, sei completamente nudo...- osservò.
-Già, forse avrei dovuto dirtelo prima.- sorrise ingenuamente.
-Già, forse...- ripeté andando ad assaltare la pelle delicata del collo di Castiel.

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Capitolo 12
*** Eating Icecream ***


Fandom: Supernatural.
Rating: Giallo.
Words: 811
Note: Okay... Gelato, il gelato è buono, e questo è risaputo, purtroppo questo capitolo non lo è altrettanto T_T ho avuto delle crisi per scriverlo e tentare di non risultare banale, ma ovviamente ho sfociato nel ridicolo.
Comunque fatemi sapere che ne pensate, e grazie per tutto l'amore che sto ricevendo per questa challenge, non me l'aspettavo, ve lo giuro xD

 

Il bello di essere fratello di Gabriel Novak era poter avere gelato gratis, Castiel amava suo fratello, ma quando decise di aprire una gelateria lo amò ancora di più, poteva finalmente godersi il suo meritato paradiso, fatto di zucchero e diabete; peccato che non aveva messo in conto una cosa, Gabriel lo aveva scelto come unico dipendente. Ciò poteva significare una sola cosa, Gabriel lo odiava.
-Cassie, fratellino caro, smettila di lamentarti, non era il tuo sogno avere un fratello gelataio?-
-Gabe, non ti rispondo nemmeno.- disse indossando la divisa tutta colorata che Gabriel aveva deciso di adottare per il personale della gelateria.
-Sei bellissimo, fratellino.- si portò le mani al cuore e finse un tono commosso. -Ti prometto che potrai farti tutti i gelati che desideri, oltre a ricevere una, fin troppo generosa, busta paga.-
-Grazie Gabe, immagino che il tuo scopo sia quello di farmi odiare il gelato.- disse stizzito.
-Castiel, non fare il ragazzino viziato, vedrai che sarò un capo giusto, e conoscerai tante belle persone.- sorrise, mentre accompagnava Castiel nel retrobottega, spiegandogli man mano come gestire il negozio in sua assenza.
-Allora, con il latte che trovi qui farai la panna, qui ci sono tutte le vaschette del gelato, qua coppe e coni in caso ti finissero...- Gabriel venne interrotto dal suono del campanello, che annunciava l'arrivo di un cliente. -Vai ora, io ti ascolto, e non intervengo.- sorrise e lo spinse verso il bancone.
Castiel alzò lo sguardo sul nuovo cliente che venne servito con l'attenzione e la professionalità dovuta. Quando il cliente ebbe pagato, soddisfatto del suo cono, Gabriel uscì dal retro e applaudì il fratello. -Bene, Cassie, visto che sei così bravo, io vado a fare un giro al mercato per vedere che ingredienti mettere nel mio gelato.- salutò il fratello ed uscì senza dare altre precauzione.


Il pomeriggio era stato molto impegnativo, Castiel non aveva mia considerato quanto fosse bello vedere i bambini scegliere i gusti e vedere i loro visini esplodere di gioia per l'arrivo del gelato.
Aveva appena finito di servire una coppia di anziani che stavano gustando il loro gelato comodamente seduti sulle sedie fuori dalla gelateria, quando il campanello suonò nuovamente.
-Buon pomeriggio.- disse mentre finiva di pulire la spatola, senza voltarsi per vedere chi fosse il nuovo cliente. -Arrivo subito.- aggiunse, asciugandola.
Voltandosi vide l'aspetto del nuovo cliente, un ragazzo alto con le spalle larghe e ben piazzate, aveva l'aria indecisa mentre con lo sguardo vagliava tutte le combinazioni di gusti possibili.
-Posso aiutarla?- disse cortesemente, mostrando il suo sorriso migliore.
Il ragazzo alzò lo sguardo e ricambiò il sorriso, in quel momento Castiel ebbe la strana sensazione di averlo già visto da qualche parte, forse era un modello, di certo ha le carte in regola per poter essere un modello, pensò mentre si perdeva negli occhi dell'altro.
-Sono molto indeciso.- l'espressione che assunse il suo viso fece smuovere qualcosa dentro Castiel, che lo trovò semplicemente adorabile. -Va bene, dammi un cono, doppia panna, nutella e vaniglia, oh e abbonda con la nutella.-
Castiel rimase un istante colpito dalla richiesta, quel ragazzo aveva appena richiesto una bomba calorica non indifferente, ed il fisico che sfoggiava non era intaccato da nessun chilo in eccesso, avrebbe voluto chiedergli come faceva.
-Grazie.- disse quando Castiel gli consegnò il suo cono. Castiel sorrise, ed aspettò che uscisse, cosa che non fece, il ragazzo dagli occhi più verdi che avesse mai visto si stava sedendo ad uno dei tavolini all'interno del negozio, sguardo rivolto al bancone e occhi fissi su di lui.
Non poteva negare che gli faceva piacere poterlo osservare ancora, ma si sentiva a disagio nel sentire i suoi occhi mentre lavorava.
-Sei il proprietario?- chiese, per poi riportare lo sguardo sul suo gelato, gli occhi di Castiel caddero sulla sua lingua che avvolgeva, in maniera fin troppo erotica, il cono, il rumore osceno che fece quando raccolse delle goccioline di vaniglia che stavano colando su un lato. Ad assistere a quella visione la metà inferiore del corpo di Castiel fu scossa da un fremito.
Buon Dio.
-Ehm... No, mio fratello Gabriel è il proprietario.- d'improvviso la gelateria era diventata il luogo più caldo sulla terra.
-Tutto okay?- ormai i pensieri di Castiel ruotavano tutti attorno alle prodezze che quella lingua sarebbe stata in grado di fare, se solo fosse stata messa alla prova.
-Sì, tutto apposto, scusami, ho avuto una strana sensazione.-
Wow, solo grandi scuse.
Lo sguardo, incerto, del ragazzo misterioso vagò per il negozio. -Credo di dover andare a prendere mio fratello alla stazione. È stato un piacere... Ehm...-
-Castiel.- sorrise, il suo nome lo metteva spesso in imbarazzo.
L'altro sorrise. -Io sono Dean, ci vediamo, Cas!- salutò ed uscì, lasciando nel cuore di Castiel la speranza di un altro incontro, quello di cui al momento era certo Castiel, era che quella notte sicuramente avrebbe rivisto quella lingua.

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Capitolo 13
*** Making out ***


Fandom: Supernatural.
Rating: Giallo.
Words: 522
Note: Okay credo che ormai abbiate capito che ho un kink per i primi appuntamenti (e non solo, nei prossimi capitoli darò il meglio di me), ma specialmente per Castiel nervoso *^* sono arrivata al numero 12 e non me ne sono neanche accorta, sono quasi a metà percorso, e non mi aspettavo di ricevere così tanto amore da voi, grazie <3
Coooomunque come sempre lasciate una recensione per dirmi come sto procedendo e ci vediamo alla prossima :*


 

Era la prima volta per Castiel, la prima volta che aveva un appuntamento con un ragazzo trovato su internet.
Chattare con lui era piacevole, Dean dava l'idea di essere un ragazzo molto spontaneo, la situazione per Castiel era diventata allarmante, non riusciva più a dormire le sue otto ore per notte, aveva il costante bisogno di messaggiare con Dean, lo faceva sorridere, il che per Castiel era folle, non si può sentire la mancanza di una persona che non si ha mai visto, ma Dean l'aveva saputo leggere fin da subito.
Stava camminando a passo svelto -stava correndo- sul marciapiede per raggiungere il punto d'incontro che avevano scelto, prese il telefono e compose un messaggio per Dean.
Arrivo subito, sono dietro l'angolo :)
Inviò.
Cominciò a rallentare, ormai era arrivato, non c'era bisogno di correre, forse Dean non era nemmeno lì, forse Dean non sarebbe nemmeno venuto.
Il telefono gli vibrò nella tasca del jeans.
Okay, non vedo l'ora
Un lieve sorriso comparve sulle labbra.
Dean, sono le 17.58!
Bloccò lo schermo, alzò gli occhi e vide un ragazzo qualche metro più avanti, l'aveva già visto in foto, era proprio lui. Alto, col fisico asciutto e ben piazzato, capelli castano chiaro fissati in una sola direzione, grazie all'aiuto del gel.
Incontrò il suo sguardo, le gambe erano come fatte di budino, senza rendersene conto si ritrovò a sorridere, l'altro ragazzo gli rispose con un sorriso smagliante, era bellissimo.
-Cas!- il ragazzo gli corse incontro. La voce, se questa è la sua voce credo che mi manderà al manicomio. Castiel non riusciva a muoversi, quasi impietrito dalla persona che si trovava davanti.
E fu in quel momento che accadde, Castiel era immobile e Dean era lì, la bocca di Dean era lì davanti a lui, la mente gli si annebbiò, l'unica cosa cui riusciva a pensare erano le labbra di Dean. Appena gli fu abbastanza vicino, azzerò la distanza fra loro con un salto, agganciando le braccia dietro il collo del biondo, assaltò alle sue labbra, scoprendole esattamente come pensava che fossero: morbide, calde e delicate.
Non gli importava che fossero le sei del pomeriggio, non gli importava che si trovassero in pieno centro, non gli importava, perché Dean era venuto all'appuntamento e non lo stava rifiutando, e si stavano baciando.
Non era la prima volta che baciava un ragazzo, ma questa volta era come se si trovasse nell'occhio del ciclone, dove il mondo per un istante si ferma e riesci a percepire l'elettricità nell'aria, la calma apparente di quelli che sembrano essere gli ultimi momenti della tua vita.
Le labbra non accennavano a dividersi, erano nate per fare quello, scontrarsi in una danza continua, non c'era bisogno di respirare finché avevano la certezza l'uno delle labbra dell'altro.
Fu Dean ad interrompere il loro scambio di effusioni ed ossigeno, succhiando delicatamente il labbro inferiore di Castiel, trascinando poi la bocca sul suo collo, per poi interrompere il tutto cercando disperatamente di riprendere il fiato. Il sorriso non si era spento, aveva solamente il respiro corto. È stupendo, pensò Castiel.
-Cas... Sei bellissimo.- sorrise incorniciandogli il viso con le mani e ricominciando a baciarlo.

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Capitolo 14
*** Genderswapped ***


Fandom: Sempre Supernatural.
Rating: Arancione, ancora ce ne vuole per il rosso, penso.
Words: 1334
Note:
Allora, ringrazio sempre chi recensisce, perché non rispondo a tutti, ma sappiate che vi voglio bene <3
Scrivere questa shot è stato più semplice del previsto, ovviamente lascerò a voi il giudizio finale, ma spero non sia troppo brutta, considerate che non sono abituata a scrivere di donne (ho quasi tutte ship con uomini T_T) comunque in caso ci siano errori ditemelo eeee per il momento è tutto!
Ciao, a presto :D


Castiel viveva una vita tranquilla, aveva un posto fisso, una casa e degli amici fidati, non poteva desiderare nient'altro, o così apparentemente pensava lui.
Era un mercoledì sera, non amava uscire in mezzo alla settimana perché in genere lavorava, ma adesso che era stato costretto dal suo capo a prendersi almeno una settimana di ferie non aveva idea di cosa fare per riempire quei momenti di vuoto, così quella sera decise di uscire, da solo.
Prese le chiavi della sua Ford, l'auto più affidabile che avesse mai avuto e che non avrebbe mai cambiato, e si diresse verso il solito pub, la Roadhouse era il locale in cui il fine settimana si incontrava con i suoi amici, Gabriel e Balthazar.
Il locale era quasi deserto, fatta eccezione per un gruppo di quattro ragazze sedute ad un tavolino, vicino il palco, il solito ubriacone ed i camerieri, Jo ed Ash ed Ellen, la proprietaria.
-Ehi Castiel! Come mai da queste parti questa sera?- domandò Jo, la figlia di Ellen, con la quale lui ed i suoi amici avevano stretto un “legame alcolico”, che consisteva nel ricaricare sempre le loro scorte di birra.
-Ciao Jo, sono in ferie e non sapevo che fare, e allora ho deciso di venire fin qua.-
-Ti porto qualcosa?- chiese, mentre ripuliva il tavolino al quale Castiel aveva preso posto.
-Una birra, non di più.- le sorrise e si girò verso il palco, dove vedeva delle persone che sistemavano uno sgabello ed una chitarra acustica.
-Ecco a te.- disse Jo, portando al tavolo una mezza pinta di birra ed una ciotola di salatini.
-Jo, che cosa fanno lì?- indicò lo sgabello sul palco.
-Oh questa sera grande c'è un grande evento musicale, un'amica di famiglia suona cover di canzoni classic-rock.- sorrise a trentadue denti, visibilmente emozionata.
La cosa non lo affascinava molto, anche perché la musica rock non era la sua preferita, però era curioso di sentire la voce della ragazza e vedere come se la cavava.
Castiel continuò tranquillamente a gustarsi la sua birra, si guradava intorno ogni tanto, e vedeva che la popolazione del bar non era aumentata di molto, erano arrivati solo un altro paio di persone un ragazzo molto alto, che salutò Ellen e Jo con un bacio sulla guancia, ed un uomo barbuto di mezz'età che fece lo stesso con le due donne.
Mentre Castiel era intento ad osservare lo scambio di battute fra Jo ed il ragazzo alto, sembravano molto intimi, ma non c'era tensione sessuale fra di loro, ad un tratto un'ovazione, o meglio un'unione di strilletti acuti, partì davanti a lui.
Una ragazza era seduta sullo sgabello al centro del palco, aveva l'aria nervosa, lunghi capelli castano chiaro, un corpo esile, ma con tutte le forme al punto giusto, imbracciò la chitarra ed iniziò a strimpellare le prime note di una canzone, che Castiel aveva già sentito.
-There's a lady who's sure, all that glitters is gold and she's buying a stairway to heaven...-
Aveva una voce meravigliosa, era molto bassa, ma le donava, quella voce non poteva essere più giusta di così per un corpo come il suo. Indossava una camicia di flanella e dei jeans attillati, i suoi occhi vagavano sul pubblico, incontrò il suo sguardo e Castiel sentì tutti i muscoli arrendersi, il contatto fu breve, poi spostò il suo sguardo poco oltre
Castiel e le sfuggì un sorriso, un moto di gelosia lo pervase, si alzò per andare al bancone ad ordinare un'altra birra e notò che il ragazzo sorrideva con occhi sognanti verso il palco, fu afflitto da una fitta allo stomaco.
La ragazza finì la sua esibizione, era ancora molto emozionata, probabilmente la maggior parte del pubblico erano suoi amici e familiari, ma venne comunque applaudita con grande fragore, anche Castiel si aggiunse agli applausi, evitò di fischiare per non dare troppo nell'occhio.
Appena scese dal palco corse incontro al ragazzo alto. -Sammy! Ce l'hai fatta!- disse mentre lo abbracciava, era come se non lo vedesse da tempo. Castiel si voltò, si sentiva giustamente di troppo in quel momento intimo, non gli sembrava giusto origliare le loro conversazioni.
Un mezz'ora dopo aveva finito anche la seconda mezza pinta, si alzò per andare al bancone ma una voce lo fermò.
-Ehi! Jo mi ha detto di portarti questa.- sorrise, era una bellissima ragazza, aveva il naso spruzzato di lentiggini e gli occhi verdissimi.
-Oh... Grazie.- ricambiò il sorriso, un po' impacciato, accettando la birra.
-Io sono Diana.- aggiunse allungando la mano sul tavolino.
-Castiel.- strinse la mano della ragazza.
Forse era un po' brillo, ma era davvero facile parlare con quella ragazza, era come se la conoscesse da tempo, si era completamente perso nei loro discorsi, principalmente sulla musica, lo spazio ed il tempo erano in un altro mondo, per Castiel in quel momento c'era il vuoto attorno a loro. Una mano si posò sulla spalla di Diana, e fu allora che riprese contatto con la realtà, il ragazzo alto era lì dietro di lei, che sorrideva ad entrambi, è fadanzata, Cassie è inutile che ci provi. La sua coscienza, una voce vagamente simile a quella di Balthazar gli ricordò quello che aveva facilmente dimenticato.
-Diana, io e Bobby andiamo, tu che hai deciso di fare?-
Lei si voltò verso Castiel, e sorrise, un sorriso che non tentava di nascondere le intenzioni che aveva.
-Ci vediamo domani, Sammy.- il ragazzo alto gli diede una pacca sulla spalla e le mimò un “stai attenta” con le labbra e se ne andò. -Lui è Sam, il mio fratellino, studia a Stanford ed è tornato per la pausa.- sorrise, doveva volergli molto bene.
-Siete molto legati?- chiese, non voleva essere invadente, ma non potè farne a meno.
-Sì, molto. Lui è la donna di casa, e da quando è andato via è toccato fare tutti i lavori a me.- sorrideva, era una visione bellissima quel sorriso. -Senti, Cas...- cominciò per poi interrompersi, era insicura, nervosa.
-Uhm... Io ho la macchina qua fuori, forse l'alcol mi sta annebbiando il cervello, ma ti andrebbe di venire a casa con me?- abbassò lo sguardo sulle sue mani, non era mai stato così diretto prima.
-Volentieri!- si alzò di scatto ed urlò uscendo: -Ellen metti tutto sul conto di Bobby!-
Non riuscirono ad arrivare in casa, Castiel aveva fatto tutto il viaggio con la mano di lei che gli accarezzava la coscia, non avrebbe resistito per due piani, perciò abbassarono i sedili della Ford, la bocca di lei era sulla sua, nonappena i sedili furono ribaltati, aveva le labbra piene e morbide.
-Oh Dio.- Castiel gemette quando gli salì a cavalcioni, le sue mani armeggiavano con la cerniera dei suoi pantaloni, si infilarono in fretta dentro i suoi boxer, intanto le mani di Castiel andarono a levarle la camicia ed il reggiseno, si alzò ed appoggiò la bocca su uno dei capezzoli, leccando e mordendo leggermente, i suoi gemiti erano come musica, ancora più armoniosi di quando cantava.
-Cas...- sospirò, avvicinando la sua bocca al suo orecchio. Castiel le slacciò i jeans e glieli abbassò, insieme agli slip, il più che poteva, si allungò sul cruscotto per prendere un preservativo.
In breve tempo era già dentro di lei, muovendosi piano, con un ritmo quasi esasperante, provocandole dei gemiti mozzati e dei respiri affannosi. -Cas, ti prego.- questa richiesta non passò per il cervello di Castiel, andò direttamente ai suoi fianchi che lo recepirono come un ordine a muoversi più rapidamente, portandoli in fretta sull'orlo, il volto di Diana era contratto in una smorfia di piacere e l'unica cosa che Castiel riuscì a fare fu baciarla.
La baciò mentre veniva, ingoiando il suo ansimare che degenerò in un urlo di piacere, Castiel venne poco dopo di lei, accasciandosi su di lei e continuando a baciarla.
Rimasero nell'auto ancora un po', il tempo di una sigaretta, che nessuno dei due fumò, perché troppo presi ad accarezzarsi, sorridersi e coccolarsi.
-Vuoi salire?- chiese nel suo orecchio.
-Sarebbe magnifico.- rispose sorridendo, mostrando tutti e trentadue i suoi denti.

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Capitolo 15
*** In a different clothing style ***


Fandom: Supernatural.
Rating: Giallo.
Words: 787
Note: Ah si, beh è stato un capitolo molto sofferto, tra l'altro penso sia pure scritto malissimo, iniziato la settimana scorsa con un'idea diversa, finito oggi dopo aver cancellato tutto quel che avevo scritto prima, non ho neanche fatto lo sclero da 10x01 perché ero senza connessione! Comunque io ho appena messo a caricare la 10x02 e non vedo l'ora di rivedere il mio angioletto preferito <3 Coooomunque consiglio, a chi non l'ha fatto, di andarsi a vedere "A very special Supernatural special" che sarebbero 33 minuti di feels e commozione, fatelo (Lo trovate già subbato *^*).
Okay penso sia tutto... Alla prossima!


 

Dean Winchester era famoso per aver fatto molte cose, come per esempio aver saccheggiato tutti i Saloon dello stato oppure aver fatto deragliare i treni con a bordo le cariche più importanti dell'Oregon, era un vero bandito, era una leggenda e Castiel aveva, fra tutti i suoi compiti, quello di catturarlo, vivo o morto.
Ricordava ancora la prima volta in cui aveva visto il suo volto su quel pezzo di carta stracciato, le sue lentiggini, gli occhi semicoperti dal cappello, da quel momento Castiel capì che non sarebbe stato facile arrestarlo.
Quella sera Castiel era rimasto fino a tardi nell'uficio dello sceriffo, la luce del giorno stava scomparendo piano piano, decise di accendere delle torce per poter vedere meglio le carte delle ultime apparizioni del Winchester, la città non era al sicuro con lui in circolazione, lo sapeva benissimo. L'unico rumore udibile era il flebile suono del gas, che regnava incontrastato nella stanza, Castiel era concentrato sulla mappa, era certo che Winchester avrebbe scelto la sua cittadina come prossima meta, anche se una serata così tranquilla non era nel suo stile.
Castiel lo conosceva bene, ci era cresciuto insieme, erano migliori amici una volta, poi però entrambi decisero di seguire le orme dei loro padri, Castiel intraprese la carriera da sceriffo, mentre Dean quella da bandito, il periodo in cui erano amici era stato il più spensierato della vita del giovane sceriffo,
Dean gli aveva insegnato a cavalcare e Castiel gli aveva insegnato ad usare il lazo, cosa di cui al momento se ne pentiva.
Sospirò, facendo vibrare la fiamma della torcia, poggiò la testa sui fogli, era stanco di questa faccenda, sarebbe stato molto più comodo a casa con un bicchiere di whiskey, si concentrò cercando di assaporare il liquido ambrato sulla lingua.
Un tintinnare di speroni lo ridestò dal sogno ad occhi aperti, la porta si spalancò con un tonfo, il rumore lo fece sussultare, portò lo sguardo verso la fonte del frastuono, una figura alta si ergeva sulla soglia della porta, nella luce fioca Castiel poteva vedere una camicia a quadri e dei pantaloni di jeans che gli avvolgevano il corpo. un cappello bianco che gli nascondeva gli occhi ed un fazzoletto rosso gli copriva il naso e la bocca.
L'uomo alzò una mano per abbassarsi il fazzoletto.
-Sceriffo.- disse, abbozzando un ghigno. La voce era familiare anche se più profonda di quel che ricordava.
Castiel era immobile, non sapeva che dire, Dean Winchester era sulla sua porta, poteva arrestarlo senza problemi, ma i muscoli erano bloccati.
-Sei cambiato, Cas.- spostò il cappello e gli occhi verdi a cui era abituato Castiel lo colpirono dritto al cuore.
-Anche tu.- disse in un sussurro a malapena udibile.
Dean si avvicinò alla scrivania, ci si sedette, gli stivali e la fondina tintinnavano ad ogni suo passo, nonappena la distanza fra loro fu accorciata allungò una mano verso il moro andando a toccare, con la mano coperta dal guanto la stella dorata sul petto di Castiel.
-Ce l'hai fatta eh.- sul volto un sorriso genuino, Castiel ne era sicuro, quando Dean sorrideva gli occhi brillavano di una luce diversa, in quell'attimo fu trasportato nel passato, tutto era come prima, non erano mai stati divisi e Dean non era un ricercato.
-Dean...- le parole uscivano con fatica. -Io ho il dovere di arrestarti.- il volto contratto in una smorfia di dolore e gli occhi blu coperti da una patina trasparente.
-Vorrei poterti dire che sono qui per farmi arrestare, Cas.- disse, portando la mano sulla guancia di Castiel.
-E allora perché sei qui?-
-Perché volevo vedere se qualcosa era cambiato dall'ultima volta che ti ho visto.-
Castiel si alzò afferrando la mano sulla sua guancia per tenerla ferma dov'era, non aveva intenzione di arrestarlo, non in quel momento. -Il verdetto?-
-Il verdetto è che non ho mai smesso di amarti, è tutto com'era prima di andarmene.- a quelle parole Castiel avvicinò le loro labbra, facendole unire in un bacio insicuro e lento, la mano di Castie vagò dietro la nuca di Dean afferrando il cappello e buttandolo sul pavimento, causando in Dean una risata fragrosa.
-Cas, è bello vedere che sei così pieno di iniziativa.- si separò da Castiel alzandosi dalla scrivania.
-Dove vai, Dean?- poteva sentire il panico nella sua voce, ma non gli interessava, non l'avrebbe fatto scappare per nulla al mondo.
-Abiti sempre nella vecchia fattoria di tuo nonno?- raccolse il cappello da terra, chinandosi e Castiel potè constatare che Dean era cresciuto davvero bene.
-Sì, sto sempre lì.- Castiel cominciò a spegnere tutte le torce che aveva acceso.
-Ci vediamo a casa tua allora.- sorrise apprestandosi ad uscire. -Ah, Cas, non sai quanto adoro vederti vestito in quel modo.- gli fece l'occhiolino ed uscì.

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Capitolo 16
*** During their morning riual(s) ***


Fandom: Supernatural.
Rating: Arancione.
Words: 654
Note: Okay, sono poco convinta, posso dirlo? Ma spero vi piaccia, adoro le scene quotidiane fra questi due... Aspetto con ansia le vostre opinioni. Nel frattempo vi ringrazio perché quando mi recensite siete dolcissimi <3
Okay ci sentiamo alla prossima!

 

Dean quella mattina si sentiva leggermente intorpidito, aveva freddo ed un mal di testa atroce, che il fastidioso strillare di quella dannata sveglia non aiutava per niente a farglielo passare. Dean odiava le mattine, le odiava con tutto se stesso, odiava il doversi svegliare da solo in un letto gigante, odiava dovresi preparare la colazione in un casa vuota e silenziosa, ma soprattutto odiava il dover uscire di casa per affrontare delle noiose giornate di lavoro, che lo aiutavano a mantenersi la casa vuota e silenziosa.
-Ehi.- un sibilo roco e quasi impercettibile lo svegliò dal suo intorpidimento, delle labbra morbide e familiari stavano accarezzando gentilmente il suo collo, un sorriso genuino comparve sul suo viso, la sua memoria aveva ricominciato a funzionare, non c'erano più mattine grige e tristi da quando si era trasferito a casa di Castiel, il letto non era vuoto e la casa non era più silenziosa.
Sorrise ancora.
-Buongiorno Cas.- baciò gentilmente la folta e disordinata chioma di capelli corvini del compagno.
Castiel rispose con un mugolio, senza smettere di ispezionare con le labbra il corpo di Dean, che ormai aveva imparato a memoria, ma di cui non si sarebbe mai stancato.
-Mmh Cas...- biascicò, ancora un po' assonnato, quando sentì la bocca dell'altro raggiungere la suo zona inguinale.
Castiel smise di baciare il corpo dell'altro, tornò all'altezza della bocca di Dean, strusciando il suo corpo sull'erezione che si stava formando fra le gambe del biondo, che si fece sfuggire un gemito sorpreso.
Fu un bacio tutt'altro che casto, profondo e infinito, mentre Castiel faceva lentamente scivolare la sua erezione su quella dell'altro, scatenando in entrambi una serie di ansimi che sfioravano il pornografico.
Dean, continuando a baciare Castiel, portò lascivamente la mano fra loro, intrappolando entrambi i membri in essa, il moro, quasi come stesse aspettando solo quello, aumentò il ritmo dei suoi movimenti giungendo velocemente all'orgasmo con urlo strozzato ed il nome di Dean fra i denti, crollando sul corpo dell'altro.
-Dammi... Due minuti...- mormorò notando come Dean fosse ancora in alto mare.
-Ehi, non preoccuparti, ci penso io.- sorrise stampandogli un bacio sulla tempia.


Quando il problema di Dean fu risolto, dopo essersi fatto una doccia, andò in cucina, dove trovò Castiel, solamente in boxer e camicia, alle prese col bacon e le uova.
-Ho fatto anche il caffè.- disse senza girarsi, indicando con il pollice due tazze fumanti sul bancone.
Dean si tuffò sulla bevanda bollente, inalandone l'odore e facendo un sospiro soddisfatto dopo la prima sorsata.
Castiel si avvicinò al bancone e riverso il contenuto della padella dentro il piatto di Dean, portando per lui una tazza di latte e cereali.
-Tre uova solo per te, Dean, sarò io a dover raccogliere il tuo colesterolo quando esploderà su tutte le pareti di casa.- sospirò rassegnato.
-Spero almeno tu mantenga questo abbigliamento così morirò felice.- disse con un ghigno, portando la mano a scompigliare i capelli mori di Castiel.
-Come se io fossi abituato a fare le pulizie di casa in mutande.- portò una cucchiaiata di cereali alla bocca, osservandola concentrato.
-Ti aiuterei a farle se così fosse.- sorrise, alzandosi dallo sgabello e dirigendosi verso la camera da letto. -Cas, io vado a lavoro, se mai avessi in mente di fare le pulizie nudo, sai che sono il numero uno fra le tue chiamate rapide.- disse, afferrando il giaccone ed apprestandosi ad aprire la porta.
-Dimentichi forse qualcosa?- strillò Castiel dal suo sgabello in cucina.
Dean tornò di corsa dentro casa, trovando Castiel poggiato sullo stipite della porta della cucina.
-Ho dimenticato qualcosa?- disse allarmato.
Castiel gli diede un pugno sul braccio. -Imbecille.- sorrise, prima di allacciargli le braccia intorno al collo ed avvicinando le loro labbra in un leggere bacio, le mani di Dean, dapprima sui fianchi del moro si spostarono sul sedere di Castiel strizzandolo leggermente.
Separò le loro labbra, poggiando la fronte su quella del moro. -Ti amo, Cas. Ci vediamo dopo.-

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Capitolo 17
*** Spooning ***


Fandom: Supernatural.
Rating: Giallo.
Words: 568
Note: Sono in ritardo, sono in ritardo ed ho un capitolo cortissimo. Scusatemi, merito il vostro odio. Allora questo capitolo nasce come un PWP e finisce con uno scorcio di un universo parallelo in cui io non so come ci sono capitata. Comunque sono stata impegnata con il lavoro la settimana scorsa quindi non ho potuto aggiornare, questa settimana se tutto va bene dovrei potrei aggiungere un altro capitolo, nel caso ci sentiamo mercoled^ prossimo.
Per quanto riguarda le risposte alle recensioni, vorrei dire un GRAZIE sincero ed enorme a tutte! Vi regalerò un po' di amore Destiel <3


-Non ti fidi?- domandò in un sussurro Dean, con tono malizioso, nell'orecchio di Castiel. Quest'ultimo si girò nella morsa dell'abbraccio di Dean per guardarlo negli occhi.
-Di cosa non dovrei fidarmi, Dean?- chiese incuriosito dalla domanda.
-Di me, Cas.-
-Perché non dovrei fidarmi, Dean?- rispose con un'ulteriore domanda.
-Smettila di fare domande e rispondi.- disse con un tono leggermente più alto, ma avvicinando la bocca alla fronte dell'altro.
-Ovvio che mi fido.- alzò gli occhi guardando nella penombra il volto del biondo.
Dean sembrava aspettare solo quelle parole, poiché si gettò con foga sulle labbra di Castiel, dando il via ad un gioco di labbra su labbra, mani che vagavano bisognose sul corpo dell'altro.
-Cas... Quanto tempo...- mormorò Dean, quando la mano di Castiel andò ad afferrare il suo membro sopra il tessuto dei boxer, gli morse la spalle per non esplodere in urlo disperato. Dean portò le mani sul bacino di Castiel, avvicinandolo al suo per poter trovare un contatto appagante, però in quel momento un rumore li interruppe, Dean lo guardò negli occhi, lo sguardo spaventato, mentre la porta della camera da letto si apriva e lasciava entrare uno spiraglio di luce.
-Papà...- una chioma di capelli dorati fece capolino nella stanza, il respiro di Castiel si ridimensionò, aveva temuto di poter avere un infarto, sentì Dean irrigidirsi al suo fianco.
-Ehi piccola, tutto okay?- Castiel si alzò preoccupato per andare dalla figlia, Dean s'intenerì alla vista del compagno, la bambina visibilmente impaurita da qualcosa si mordeva il labbro e tirava su col naso, gli occhi blu, come quelli del padre, umidi e spalancati.
-Papà, ho fatto un brutto sogno.- Castiel si rilassò, prese in braccio la bambina, le diede un bacio sui capelli, e si avviò verso la porta.
-Andiamo a letto, vedrai, è tutto finito, non devi aver paura.-
-Papà, posso dormire qui?- a quella domanda sentì un brivido percorrergli tutta la lunghezza della spina dorsale e arrivargli dritto ai piedi, non era mai successo, e non voleva spaventare Dean, non era poco che si frequentavano, ma era la prima notte che passava a casa sua e di certo non voleva che
Claire si affezionasse a Dean, quando la presenza di Dean nella sua vita non era una certezza. Castiel guardò verso il letto e trovò gli occhi ed il sorriso rassicurante di Dean.
-Va bene, Claire, ma solo per questa notte.- disse facendola scendere dalle sue braccia e raggiungendo il letto mano nella mano.
-Tutto okay, Claire?- chiese Dean spostandosi verso il bordo del letto per far spazio a Claire e Castiel.
-Sì, Dean, ho fatto solo un brutto sogno, ma non devo mai credere ai sogni, non si avverano mai.- spiegò la bambina mentre si sistemava sul cuscino del padre.
Castiel dava le spalle a Dean e abbracciava la figlia, canticchiando qualcosa, che Dean non riusciva a capire.
-Sai Claire,- disse Dean avvicinandosi alla schiena di Castiel. -Penso che i sogni, quelli belli dico, se ci credi veramente a volte si avverano.- posò la mano sul fianco di Castiel, sentendolo sbuffare una risata.
La nottata passò così, Claire accovacciata fra le sue braccia ed il calore emesso da Dean che lo avvolgeva, la sua schiena combaciava perfettamente con lo stomaco di Dean, le mani del biondo erano sul suo petto, come a dire che non l'avrebbe lasciato scappare. Quella notte sarebbe potuta essere infinita, e Castiel non sarebbe stato capace di lamentarsene.

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Capitolo 18
*** Doing something together ***


Fandom: Supernatural
Rating: Verde
Words: 612
Note: Allora? Sono stata brava? :D No, aspettate a dire se sono stata brava, prima leggete xD
Comunque dato il prompt molto vago per questa fic mi sono lasciata ispirare dal mio cane, che ha deciso di avere bisogno di coccole proprio mentre scrivevo. Poi mi scuso con tutti quelli che amano Cas versione amante dei gatti, purtroppo io lo vedo meglio così così :3 comunque spero vi piaccia, se vi piace, recensite, altrimenti.. Recensite ugualmente, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate :D



-Dai Dean, ti prego!- Castiel era seduto sull'erba verde del parco, era bellissimo, indossava una t-shirt nera ed un paio di jeans, aveva levato le scarpe e guardava divertito un cane che inseguiva un pallone, gli occhi si illuminavano ogni volta che il cane abbaiava.
-Cas, non mi piacciono i cani, lo sai benissimo!- disse con un tono infastidito dalle continue richieste che l'altro faceva.
-Dean a te i cani non piacciono solamente perché non hai mai provato la gioia di averne uno.- sorrise.
-Cas... Non ho voglia di avere un cane, sono puzzolenti ed ingombrano, dovremmo portarlo a fare le passeggiate, dargli da mangiare, educarlo...- d'un tratto Dean sentì una fitta allo stomaco, sgranò gli occhi e guardò il compagno con sincera paura. -Castiel Novak.- disse senza trovare il coraggio per continuare a parlare.
L'altro lo guardò dritto negli occhi, piegando la testa d'un lato come era solito fare quando non riusciva a capire qualcosa, le labbra dischiuse. -Dean?-
-Cas, un cane è come avere un figlio.- sentiva chiaramente il panico nelle sue parole. Castiel sorrise e si alzò da dove era seduto per posizionarsi tra le gambe incrociate di Dean, poggiò le labbra sulla fronte del compagno. -Dean, non voglio spaventarti con questa storia del cane, non voglio nemmeno costringerti a fare qualcosa che potresti odiare, ma sono certo che non lo odierai, ti lascerò persino scegliere il nome, dai solo una possibilità al nostro futuro cagnolino, fidati che non te ne pentirai.- disse accarezzando i capelli biondi di Dean, che alzò lo sguardo su Castiel per incontrare dei grandissimi occhi da cucciolo. Stupido Sam, smettila di insegnare al mio ragazzo le tue stupide tecniche di persuasione.
Sbuffò chiudendo gli occhi. -D'accordo.- sospirò. Castiel s'impadronì della sua bocca per un dolce bacio, mormorando un semplice: -Grazie, Dean.-

Due giorni dopo Dean si ritrovò, trascinato da Castiel contro la sua volontà, in un canile, il rumore fastidioso emesso dalle bocche di quei cosi pulciosi a quattro zampe unito allo squittire di Castiel alla vista di ogni esemplare gli fece venire un leggero mal di testa, oltre al danno di essere qui, anche la beffa del mal di testa. Grazie, davvero. Pensò, esasperato, alzando gli occhi al cielo.
-Dean, guarda questo!- urlò Castiel, neanche avesse appena visto William Shatner in carne, ossa e tuta aderente, Dean spostò gli occhi su Castiel per poi portarli sull'animale che il moro stava indicando, gli occhi di Dean si accesero di una nuova luce quando lo vide, era il più piccolo di una cucciolata di meticci, era nero, completamente nero, una folta massa di peli neri gli copriva gli occhi, anche questi ultimi nerissimi.
-Cas, è lui!- disse precipitandosi verso le gabbia in cui erano tenuti i cuccioli con la madre. -Lo chiameremo Jimmy.- sorrise, e Castiel fece lo stesso, di riflesso, perché Dean era così spontaneo da fargli sciogliere il cuore ogni volta.
-Prendiamo lui.- disse al guardiano, che li aveva accompagnati per tutto il tragitto.
L'uomo guardò il cucciolo che Dean aveva scelto. -Mi dispiace deluderla, ma è una femminuccia.-
Dean alzò la testa, gli occhi sbarrati. -Lo ripeta un'altra volta.- disse alzandosi, e portando la mano al colletto dell'uomo.
-Dean, Dean!- s'intromise Castiel in difesa della guardia, -Il cucciolo è una femminuccia, Dean!-
Il biondo, come svegliato da una catalessi, guardò nuovamente in basso e poi nuovamente l'uomo, un sorriso imbarazzato sul volto.
-Mi scusi... Avevo capito un'altra cosa, mi spiace. Non c'è problema, prendiamo lei ugualmente, vero Cas?-
Castiel, quel figlio di puttana, tratteneva a malapena le lacrime, annuì quasi impercettibilmente. -E come la chiameremo?- chiese, dopo essersi schiarito la gola.
Dean ci pensò su per qualche secondo e rispose: -Page, ovviamente.-

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Capitolo 19
*** In formal wear ***


Fandom: Supernatural.
Rating: Giallo.
Words: 563
Note: Brutta, cattiva e ritardataria. Peggio di così c'è solo Zaccaria. Scusatemi, scusatemi, scusatemi. Queste settimane sono state parecchio complicate T_T
Coooomunque visto il 200esimo episodio? Il fandom ha tremato e dall'altra parte del mondo c'è stato uno tsunami xD
Ringrazio sempre le balde fanciulle che mi recensiscono, e visto che sono sempre le stesse posso dire che le amo, perché perdono del tempo per commentare i miei obbrobri, GRAZIE RAGAZZE <3
Per il resto ecco un altro capitolo e questo è per la serie: visto che ci hai messo tanto potevi scriverlo un po' meglio, che dici?



-Dean, continuo a pensare che sia una pessima idea.- disse, mentre tentava, con la massima concentrazione, di mettersi la cravatta.
-Cas, non devi avere paura, sono persone... No, sono esseri umani, non devi temere nulla.- gli prese i poli, spostandoli dalla cravatte, gli sollevò il viso.
-Tutto chiaro?-
-Non ho paura Dean, sono agitato. Mi stai per presentare la tua famiglia.- gli occhi di Castiel erano velati da una leggera patina trasparente.
-Ehi, stai tranquillo okay?- premette le labbra sulla fronte del moro, socchiudendo gli occhi non appena toccò la pelle calda, ormai diventata familiare.
-Dean...- sussurrò Castiel, toccando delicatamente il petto di Dean per attirare la sua attenzione.
-Mmh...?- mugolò l'altro.
-Mi aiuti a mettere la cravatta?- disse con voce fioca tentando di suonare il meno ingenuo ed indifeso possibile, fallendo miseramente e scatenando in Dean un moto di tenerezza, facendogli stringere le braccia intorno alle sue spalle.
-Sì, ti aiuto, piccolo di papà.- disse scherzosamente spezzando l'abbraccio.
L'altro in risposta gli diede un pugno sul braccio, accompagnandolo ad uno sbuffo poco divertito.
-Dai Cas, vieni qui, che ti insegno a farti il nodo alla cravatta.- gli prese i polsi e si posizionò dietro di lui. -Ci sei? Allora, prendi i due lembi.- iniziò guidando le sue mani con dei movimenti lenti, ma decisi. -Quello più corto diciamo che farà il palo, mentre quello più lungo sarà la ballerina di lapdance che ballerà per noi.-
-Dean, davvero delle fantastiche metafore.- sospirò nascondendo un sorriso.
-Zitto. Allora, la nostra ballerina fa un giro e mezzo verso destra sul palo, okay?- si fermò in attesta del consenso del compagno. -Poi fa una stupenda verticale e torna con i piedi per terra. Il pubblico applaude e sul palco fioccano i soldi.- continuò immaginandosi la scena.
-Dean, se continui non farò più sesso con te e ti manderò fuori di casa.- disse girandosi per guardarlo negli occhi, l'altro ricambiò lo sguardo e gli lisciò le camicia bianca sulla spalle.
-Sei bellissimo quando ti arrabbi con me.- fece un passo indietro per ammirarlo meglio nel suo completo dal taglio classico, pantaloni e giacca blu scuro, camicia candida e cravatta blu. -Sei ancora più bello quando ti arrabbi con questo completo indosso.- sorrise, facendo arrossire l'altro. -Bobby,
Ellen e Jo ti adoreranno, e probabilmente mio fratello ti chiederà la mano, quindi sarò costretto a ripeterti che il Winchester bello ed attraente sono io e lui è quello alto.- disse porgendo la giacca del completo al compagno.
-Vorresti dire che se tuo fratello mi chiederà la mano tu sfodereresti la parte più possessiva di te?- sorrise, mettendosi la giacca e guardandosi allo specchio, analizzandosi nei minimi dettagli.
-Potrei sentirne il bisogno, sì.- si avvicinò all'altro ragazzo. -Te l'ho già detto che sei stupendo?- lasciò un bacio sulla tempia del moro.
-Mi hai detto che ero bellissimo.- si girò cercando le sue labbra, ma Dean era impegnato a succhiare con delicatezza il suo collo.
-Posso lasciare il mio marchio, così non dovrò fare il geloso?-
-No.- si spostò catturando la bocca di Dean. -Voglio vederti diventare possessivo.-
-Oh povero me, come farò con te.- accarezzò la schiena di Castiel, lasciandola riposare poi sul suo fondoschiena. -Dai andiamo!- disse accompagnando la voce con una pacca su sedere del compagno. -Questi pantaloni ti stanno troppo bene, Cas.-
-E non sai quanto sto bene senza.- rise, prendendogli la mano.
-Oh lo so bene.-

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Capitolo 20
*** 20. Dancing ***


Fandom: Supernatural.
Rating: Verde limone (?)
Words: 1245
Note: Okay, ritardo ritardissimo. Ma sono tornata! Chissà se ho fatto un ritorno in grande stile? Non credo, però almeno è un capitolo moooolto più lungo del solito, quasi il doppio dei miei altri *festeggia* allora volevo ringraziare tutti, perché se sono arrivata fino al numero 20 (!!!!) sarà merito di qualcuno, mio non di certo, fosse stato per me avrei mollato al quinto capitolo xD, ringrazio chi recensisce, chi preferisce e segue perché siete tanti e non me lo aspettavo, questo capitolo forse un po' diverso dai miei soliti lo dedico a voi, gente che mi ha spinto, involontariamente, a continuare. GRAZIE! :**

 

-Ti prego Balthazar, non trascinarmi in uno dei tuoi soliti impicci, ti ho detto che non voglio venire a nessun corso, di qualsiasi cosa si tratta, non sono interessato.- si alzò dalla sedia su cui era seduto, cercando di sembrare il più duro possibile, Balthazar sapeva benissimo quali armi usare su di lui, anche al telefono.
-Cassie, mio caro, è solo una sera, due miserrime ore della tua intera esistenza, sprecate per un giustissimo fine.- iniziò l'amico dall'altro capo del telefono.
-E quale sarebbe questo “giustissimo” fine?- disse mimando le virgolette, pur sapendo che l'altro non avrebbe potuto vederlo.
-Non parlare con quel tono, e non sottovalutare il mio fine, cercare la dodicesima ragazza per il mio menage à douze non è cosa da poco conto.- l'altro sbuffò rumorosamente, poggiado la testa contro il muro, combattendo l'istinto di sbatterla ripetutamente contro quella superficie.
-E dove la vorresti trovare questa donna disposta a fare una cosa del genere con te?-
-Semplice, al corso di tango che si tiene sotto il mio ufficio il lunedì ed il giovedì alle otto di sera.-
Castiel ebbe un sussulto, tango voleva dire ballo, lui non era mai stato in grado di ballare, al massimo aveva ballato la coreografia di Thriller insieme alla sua amica Hannah nella sua stanza quando aveva 13 anni, ma non si era mai esposto al pubblico ludibrio e di certo non voleva iniziare ora, all'età di trentacinque anni, per colpa di Balthazar e della sua lista di cose da fare prima di morire.
-Balth...-
-Prima che tu dica qualcosa.- lo interruppe, -so quanto per te sia assurda questa situazione, ma ti prego Cassie, fallo per me, in onore della nostra duratura amicizia, di tutte le volte che abbiamo riso, di tutte quelle in cui ti ho consolato perché lo stronzo di turno ti aveva spezz...-
-Basta! D'accordo. Okay. Dimmi quando dobbiamo andare?-
-Sta sera.- fu la risposta secca di Balthazar, che non aspettò nemmeno la conferma di Castiel, poiché immaginava la rabbia che avrebbero scatenato quelle due piccole parole.

-Cassie, grazie al cielo sei venuto!- Balthazar lo salutò con uno dei suoi soliti abbracci.
-Avrei preferito non esserci, traditore.-
-Non lo dire neanche, Cassie, non ti tradirei mai e sai benissimo che se Gabriel non fosse in Lapponia a fare non so cosa tu non saresti qui.- disse scompigliandogli i capelli, per poi portare le mani sulle spalle ed allisciargli il trench. -Dai ora entriamo!-
La sala era calda ed accogliente, un grande specchio ricopriva interamente tutta la parete di fondo, un tavolino con sopra uno stereo era posizionato all'angolo opposto dell'entrata, una ragazza stava armeggiando con dei dischi, sicuramente l'istruttrice, alcune persone, perlopiù coppie di fidanzati, si stavano già scaldando in mezzo alla sala, Balthazar lo lasciò solo a contemplare la stanza, mentre lui andava ad approcciarsi con l'istruttrice.
Castiel si sedette sulla panca, le mani sulle ginocchia, in una posa che da bambino gli aveva fatto guadagnare il, terribile, soprannome di “Forest”.
-Bene signori, formate delle coppie, forza.- disse l'istruttrice dopo essersi schiarita la voce, e aver allontanato Balthazar con la mano, aveva una leggera sfumatura bordeaux sulle gote, mentre il biondo mostrava un sorrisetto soddisfatto sul suo volto, Castiel sorrise leggermente, rimanendo seduto, mentre vedeva le coppie formarsi.
-Ehi sei scoppiato?- chiese una voce alla sua sinistra.
-Come scusa?- disse Castiel girandosi verso la fonte della voce.
L'uomo sorrise e tese la mano verso di lui. -Scusami, non mi sono nemmeno presentato, sono Dean, e ti ho chiesto se per caso eri senza compagna.-
Castiel si guardò intorno, come per capire se il fatto che fosse seduto su una panca di legno da solo non marcasse con evidenza il fatto che fosse solo. -Sì, non ho la compagna, e penso tra l'altro che questa sarà la mia ultima lezione, visto che non so ballare.-
-Pensi di potermi fare un favore...?- chiese -Scusa ma non ricordo il tuo nome.-
-Castiel. Castiel Novak, non l'avevo detto. Penso di poterti aiutare, nei limiti del possibile.-
-Ho iniziato questo corso di tango con la mia ragazza, Jo, ma lei al momento sta male, ti dispiace se ti chiedo di concedermi i prossimi balli?- sorrise, allungando la mano verso di lui, accompagnando il gesto con un piccolo inchino.
La proposta lo prese alla sprovvista, non era venuto lì con l'intenzione di ballare, di certo non con un semidio fidanzato, ma quel ragazzo aveva un sorriso talmente ammaliante, che avrebbe convinto Castiel persino a rapinare una banca. Castiel si alzò, posando il trench e sistemandosi le pieghe, inesistenti, sul suo completo, era del tutto impreparato ad una lezione di ballo.
-Lo devo prendere come un sì?- di nuovo quel sorriso, che lo colpì in pieno stomaco, provocandogli una fitta, Castiel annuì ed avanzò leggermente di qualche passo, l'altro ragazzo, Dean, gli si mise di fronte.
-Non aver paura, guido io.- gli fece l'occhiolino, posando delicatamente la mano destra sul suo fianco ed afferrando la sua, facendo sussultare lievemente il moro.
-Scusa, non sono molto pratico.- abbassò lo sguardo sui suoi piedi.
Dean gli mise l'indice sotto il mento. -Non guardare in basso, guarda ovunque, ma non i piedi.- riportò la mano nella sua, ed avvicinò i loro corpi, facendoli aderire.
-Il tango è un ballo che esprime passionalità, e lo trovo dannatamente eccitante, quando due persone lo ballano la tensione sessuale che c'è tra loro sale alle stelle.- disse, gli occhi fissi in quelli di Castiel, cominciando ad accennare un paio di movimenti lenti, in modo da far abituare il compagno.
L'istruttrice diede il via alla musica, e Dean cominciò a seguire il ritmo, portando Castiel con sé.
-Alla base del tango c'è la totale sottomissione della donna.- disse nel suo orecchio, trasmettendo a Castiel una serie di scosse che gli arrivavano fino al bassoventre. -Un po' maschilista, forse.- continuò a parlare nell'orecchio.
Aveva ragione, la tensione saliva alle stelle, e Castiel sentiva sempre di più il bisogno della presa ferrea e rassicurante di Dean sui suoi fianchi, avrebbe potuto spogliarlo e farlo suo su quel parquet davanti a tutta quella gente. Fu un attimo, e si sentì soffocare, la frase che aveva detto ad inizio serata gli si materializzò nella testa.
La mia ragazza.
Chiuse gli occhi, e deglutì, smettendo di ballare, si allontanò da Dean, mormorando uno “scusa” affrettato ed uscì dalla sala di corsa.

-Cassie?- una voce più che familiare lo sorprese, mentre stava appoggiato alla sua macchina, inspirando ed espirando. -Che è successo? Ti ho visto molto affiatato con quel ragazzo, come mai sei scappato?- porse il trench coat a Castiel, tirando fuori una sigaretta dalla tasca.
-Avevi smesso.- constatò, infilandosi l'impermeabile.
-La carne è debole, Cassie, siamo uomini, esseri imperfetti.- lasciò uscire il fumo, seguendolo con lo sguardo.
Ci fu un momento di contemplazione, prima che Castiel riprendesse la parola. -Stavo entrando in un territorio fin troppo familiare, e non voglio farlo.-
-Che intendi?-
-Ho sentito la scossa.-
L'altro lo guardò interdetto. -È un male?-
-È fidanzato. E ho sentito la scossa.-
-Cassie, non pensarci.- disse portando un braccio attorno alle sue spalle. Castiel posò la testa sulla sua spalla.
-Hai trovato quello che eri venuto a cercare?- chiese.
-Ho la dodicesima persona.- disse soddisfatto. -Vedi Cas, anche se qualcosa sembra impossibile, può avverarsi. Magari quel tipo domani si lascia, e viene a cercarti a casa.-
-Come fai a dirlo?-
-È probabile che qualcuno possa avergli lasciato un biglietto con su scritto indirizzo.- ghignò, aspirando l'ultimo tiro e lanciando la cicca ai suoi piedi.

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