Make Me Wanna Stay

di JerrieFanFictions
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Jade aprì gli occhi lentamente, assaporando l’aria fresca della mattina e fece un respiro profondo. Aveva dormito fin troppo bene e le sembrava così strano visto che era il suo primo giorno di scuola all’Harton College. Diede un’occhiata veloce all’orologio digitale rosso sul suo comodino.
 
“Cazzo” sussurrò, gettando le coperte in aria e piombando giù dal letto.
 
Come poteva già essere in ritardo il primo giorno di scuola? Non voleva di certo dare una brutta immagine di sé sin dal primo giorno. Non era nemmeno da lei. Nella sua vecchia scuola era la tipica ragazza rigorosa che faceva sempre i compiti, arrivava sempre con qualche minuto di anticipo alle lezioni e portava sempre tutto il materiale necessario. Beh, non aveva altra scelta. Sua madre, da quando i suoi si erano separati, era diventata estremamente severa. Pretendeva che Jade fosse la figlia perfetta.
 
Sua madre si era dovuta trasferire a South Shields durante l’estate per lavoro. Mantenere tre figli da sola non era certo un compito facile e aveva bisogno di un lavoro ben pagato. Nonostante l’aiuto del fratello maggiore, avevano qualche difficoltà con il lavoro precedente.
A Jade il trasferimento non era dispiaciuto poi così tanto. A Newtown non aveva molti amici, ma non le interessava. Finchè aveva i suoi libri con sé, non sarebbe mai stata sola. Tuttavia la madre voleva che quest’anno le cose cambiassero. Voleva che la figlia riuscisse a farsi qualche amica: quale figlia perfetta aveva come amici dei libri?
 
Jade scese le scale velocemente, mettendosi un paio di vans a fiori prima di correre in bagno per mettersi giusto un po’ di mascara e matita. Non aveva mai amato truccarsi molto. Indossava dei jeans aderenti e una maglia semplice con una fantasia a fiori.
 
“Mamma perché non mi hai svegliata?” gridò dal bagno mentre cercava di riprendere fiato da tutta la corsa che aveva fatto.
“Figlia mia, hai 18 anni ormai, devi iniziare a prenderti le tue responsabilità se vuoi essere un’adulta indipendente. Credi che mia madre mi svegliasse la mattina quando ero giovane?” disse Norma, la madre, dalla cucina, cercando di non urlare troppo per non svegliare la piccola Lissa che stava ancora dormendo.
Jade non potè fare a meno di alzare gli occhi al cielo al commento della madre. Era così prevedibile.
 
Uscendo dal bagno prese velocemente un piccolo zaino con dentro un notebook per gli appunti e un piccolo astuccio, prima di dirigersi verso la porta. Guardò l’orario ed emise un piccolo squittio appena vide che la sua prima lezione sarebbe iniziata in 15 minuti. Avrebbe fatto meglio a sbrigarsi.
 
Salutò la madre e si precipitò fuori dalla porta.
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Miracolosamente riuscì ad arrivare all’ingresso della scuola in orario. Vi era già il preside che l’aspettava e si scusò nonostante non fosse in ritardo. Essendo nuova, sarebbe entrata durante la seconda ora di lezione.
 
“Questa è la tabella delle lezioni che dovrai seguire durante questo anno scolastico. Questo invece è il numero di armadietto e il codice per aprirlo. Buona permanenza in questa scuola” disse il preside, porgendo alla mora due fogli mentre i due camminavano lungo in corridoio, per poi fermarsi davanti a una porta di legno piuttosto chiaro.
 
Senza dire una parola di più, l’uomo aprì la porta, dando un sorriso d’incoraggiamento alla ragazza, facendola entrare per poi chiudere la porta alle sue spalle.
 
Jade iniziò ad innervosirsi, avendo gli occhi di tutti gli studenti puntati su di lei. Era una ragazza piuttosto timida verso gli estranei e non riuscì a sostenere gli sguardi, ritrovandosi quindi a fissare le sue scarpe, mentre poteva percepire le sue guance diventare di un color rosso fuoco.
 
“Oh, benvenuta!” disse una voce squillante alla sua sinistra. Era una donna sulla cinquantina d’anni, che indossava un cardigan rosa, sotto una camicia bianca e dei classici pantaloni neri.
 
“Ragazzi, questa è una nuova studentessa che da oggi frequenterà questo corso. Vieni qui, presentati cara.” Si percepì qualche piccola risata di sottofondo a causa di quell’aggettivo appena usato dall’insegnante.
 
Jade sentiva che avrebbe vomitato dal nervosismo da un momento all’altro, ma decise che non era il momento di mostrare a tutti quanto impacciata fosse. Così prese tutta la confidenza che aveva in corpo, nonostante non fosse così tanta, e disse con un grande sorriso “Mi chiamo Jade, Jade Thirlwall”. Riuscì anche a guardare in faccia qualche studente nelle prime file. In tutta onestà, si sentiva anche un po’ fiera di sé stessa.
 
“Beh, dicci un po’ Jade, sei single?” disse ridendo qualche ragazzo che Jade non riuscì ad identificare. La mora non potè far a meno di alzare gli occhi al cielo.
 
“Veniamo alle cose importanti… Chi vuole accompagnare questa ragazza per un tour della scuola?” disse l’insegnante.
 
Tutta la classe alzò la mano istantaneamente. Tutti tranne una ragazza che era seduta nell’ultima fila. Stava probabilmente scrivendo un messaggio, essendo concentrata a smanettare su un oggetto posto sotto il banco in posizione strategica per non essere visto. Non così tanto strategica in realtà, visto che l’insegnante se ne accorse subito.
 
“Mh… Perrie Edwards? Se non sei troppo impegnata, mostra a questa ragazza la scuola” disse la professoressa con tono molto seccato.
 
La ragazza alzò il suo sguardo per lanciare un’occhiata annoiata prima all’insegnante e poi a Jade. Jade rimase quasi senza fiato. I suoi occhi erano di un azzurro penetrante, nel quale ci si poteva perdere dentro. I capelli erano di un biondo tendente al castano, raccolti in una coda perfetta. La pelle era pallida, ma era in perfetta armonia con i suoi occhi e le sue labbra piene. Le forme del suo viso erano perfette e la ragazza era di una bellezza sconvolgente. La mora fece fatica a distogliere il suo sguardo dalla ragazza, che la stava fissando con un’espressione piuttosto irritata.
 
“Come vuole” disse in tono piuttosto menefreghista, alzandosi dal suo posto in modo piuttosto improvviso e camminando verso la porta.
 
“Potete andare” aggiunse l’insegnante.
 
Perrie fece passare prima Jade, per poi chiudere la porta una volta uscite entrambe dall’aula.
 
Jade camminò in avanti, un po’ spaventata dall’arroganza della ragazza.
 
“Bel culo” disse Perrie, tenendo gli occhi incollati al fondoschiena di Jade, mentre camminava per il corridoio. Jade si girò verso la bionda con sguardo interrogativo e non potè evitare di notare il sorrisetto malizioso sulle labbra della bionda.
 
“Comunque… sbrigati a dirmi il tuo numero di armadietto, ti faccio vedere dov’è”
Wow, sempre più gentile, fu quello che pensò subito la mora.
 
“128”
Perrie iniziò a camminare senza dire una parola e Jade notò subito quanto sculettasse. Non sapeva se lo stesse facendo apposta o no, ma di certo c’era qualcosa in questa ragazza che le diceva che avrebbe fatto meglio a starle lontana.
 
Salirono una rampa di scale e Perrie si mise accanto all’armadietto, indicandolo. A questo punto Jade si mise tra Perrie e l’armadietto, prendendo il foglio datole prima dal preside per mettere la combinazione. Era soltanto al secondo numero, quando sentì delle mani stringersi attorno alla sua vita e delle labbra attaccarsi al suo collo, succhiando leggermente. Jade fu presa alla sprovvista, ma emise un piccolo gemito quando la ragazza iniziò a succhiare più duramente sulla pelle esposta del suo collo.
Cercò più volte di dire qualcosa, ma ogni volta che cercava di aprire bocca, le uniche cose che uscivano erano dei gemiti. Non poteva farne a meno, il collo era uno dei suoi punti deboli e non aveva mai provato così tanto piacere prima d’ora.
Tuttavia era spaventata da Perrie. Non capita tutti i giorni che una perfetta sconosciuta si attacchi al tuo collo.
 
Perrie portò le labbra vicino all’orecchio di Jade e le sussurrò con tono provocante
 
“Se farai la brava, non finirà qui”
 
Proprio in quel momento suonò la campanella. Perrie con una risatina rilasciò i fianchi di Jade, che cercò di dire qualcosa, ma ancora prima di riuscirci la bionda si era già girata per dirigersi nel pian terreno. Jade non potè far altro che fissare la ragazza con un espressione mista tra stupore e confusione.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Questo capitolo è piuttosto lungo, avrei potuto dividerlo in due capitoli, ma ho deciso di farne uno unico altrimenti non si riusciva a capire la successione temporale. Ci sono molte cose importanti e potete già iniziare a capire i pensieri di Jade e Perrie. Okay ora vi lascio alla lettura, spero vi piaccia e mi farebbe piacere sapere che ne pensate :)
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Jade aveva passato tutte le lezioni a pensare al comportamento di Perrie. Non le era mai successa una cosa simile e di certo non se lo aspettava, per di più da una ragazza. Non che fosse omofoba o qualcosa di simile, solo che era… strano. Tutto qui.
 
Durante la mattinata l’unico contatto umano che ebbe fu con Perrie. Non che Jade ne fosse tanto onorata. Avrebbe preferito aver parlato con qualcuno di più gentile (soprattutto di aver parlato in generale, visto che la ragazza si limitò a pronunciare due frasi in croce).
 
Non prestò nemmeno attenzione alle lezioni, nonostante fossero in pratica tutte dirette a lei dato che era la nuova studentessa.
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Jade sapeva che appena avrebbe varcato la soglia di casa, sua madre l’avrebbe riempita di domande. Era già piuttosto provata dalla giornata in sé, dover subire i discorsi infiniti della madre le faceva venir voglia di non tornare nemmeno a casa e rifugiarsi in qualche fast food. Ma nonostante questi pensieri, mise su un bel sorriso ed entrò in casa.
 
Ebbe soltanto il tempo di sedersi per iniziare a mangiare che subito sua madre iniziò a parlare.
 
“Jade! Eccoti, com’è andata? Immagino che ti piaccia, è la miglior scuola di tutta la zona, me ne hanno parlato tutti bene e…” già a questo punto Jade non stava più ascoltando. Degli occhi azzurri penetranti continuavano ad apparire come flash nella sua mente.
 
“Quindi?” Norma la guardò con aria interrogativa, non capendo se la figlia la stesse ascoltando o fosse in un mondo tutto suo.
 
“Ehm… si.. si la scuola è ok”
 
“Solo ok?”
 
“Mamma è soltanto il primo giorno!” disse la mora ridendo. Dopotutto non era così spiacevole parlare con lei.
 
“è solo che sono così emozionata per te! E dimmi, ti sei fatta già qualche amica? Hai parlato con qualcuno?” Norma le mise una mano sulla spalla, la speranza era evidente nei suoi occhi.
 
Perrie. Perrie era l’unica con cui aveva avuto una decenza di rapporto umano, se proprio così lo si voleva chiamare. Jade si trovò un po’ a disagio, non sapeva che rispondere, non voleva deludere la madre, ma nemmeno mentirle.
 
“Più o meno” disse, mentre finì l’ultimo boccone di carne. Si sforzò a deglutirla, la situazione la rendeva nervosa e l’appetito le era ormai passato.
 
“Che cosa intendi con più o meno?”
 
Prevedibile come era la madre, Jade sapeva che le avrebbe posto questa domanda e aveva già una risposta pronta. Si limitò a dire “è solo un po’ strana”.
 
“Mi vuoi dire che tu sei normale?”
 
“Mamma!” entrambe non poterono far a meno di scoppiare a ridere. Se c’era una cosa che Norma sapeva fare bene, era sdrammatizzare.
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Appena entrò a scuola, Jade si diresse verso gli spogliatoi. Alla prima ora avrebbe avuto educazione fisica, una materia che odiava. Non solo perché era piuttosto maldestra, ma anche perché odiava cambiarsi davanti a tutti. Non che il suo fisico non le piacesse… non si sentiva bella e sicura di se stessa come le altre. Proprio per questo era arrivata a scuola con 20 minuti di anticipo, per essere sicura che sarebbe stata sola nello spogliatoio al momento di cambiarsi.
 
Scelse uno degli armadietti liberi e lo aprì per metterci dentro il proprio zaino. Tirò fuori i vestiti di ricambio e li appoggiò sulla panchina vicino a lei. Proprio in quel momento sentì dei passi avvicinarsi.
 
Cazzo, fai che non sia una studentessa del corso, ti prego, ti prego no, continuava a ripetersi.
 
Più sentiva i passi avvicinarsi, più si sentiva a disagio. Chi altro poteva presentarsi 20 minuti prima? Stava pregando che fosse la bidella o il custode, ma sapeva già che non sarebbe stato così.
 
La sua bocca si aprì all’istante in stupore quando i passi diventarono una persona. Una ragazza per la precisione. E ovviamente si doveva trattare di Perrie. Jade si stava dando mentalmente uno schiaffo in faccia. Tra tutte le ragazze della scuola, si doveva presentare proprio lei.
 
Sarebbe una bugia dire che Perrie non fosse contenta di vedere Jade. Doveva portare avanti ciò che aveva iniziato il giorno prima e quale migliore occasione di uno spogliatoio vuoto? Inoltre l’espressione della mora non aveva prezzo. Notare quanto fosse sorpresa di vederla, la faceva eccitare, ma soprattutto stare bene: quella ragazza era così dolce. No, aspetta. Dovrebbe essere il contrario. Dovrebbe essere Jade quella ad eccitarsi e di certo non dovrebbe trovare la mora “dolce”. Ma a che cazzo stava pensando? Forse era perché era ancora mezza addormentata.
 
“Qualcuno è felice di vedermi” disse la bionda avvicinandosi con un sorriso malizioso alla ragazza.
 
“Ehm… ciao..” era chiaro che Jade si trovasse a disagio, ma a Perrie non importava, non era la prima volta che accadeva. La maggior parte delle sue “vittime”, come amava chiamarle lei, erano sempre nervose ai loro primi incontri.
 
Perrie rise leggermente. “Ci sarebbe qualcosa che abbiamo lasciato in sospeso se non ricordo male… Ma credo che mi spetti un’accoglienza più calorosa, non credi, Jade?” disse, mettendo entrambe le sue mani ai lati della testa della mora, che ormai era indietreggiata fino ad avere la schiena attaccata all’armadietto.
 
“Perrie, non credo che-“ Jade fu zittita quando la bionda le mise un dito davanti alle labbra.
 
“è tutto ok. Che tu lo voglia o no, è impossibile non trovarmi irresistibile.” Questa arroganza e questa fierezza di sé, stava iniziando a mandare la mora su tutte le furie. Certo, voleva un’amica e Perrie era l’unica con cui avesse parlato fin’ora, ma le cose stavano davvero iniziando a degenerare.
 
Tuttavia non voleva essere sola anche quest’anno, così dovette sforzarsi di sembrare sicura di sé, allontanando gli approcci di Perrie, ma cercando di mantenere un rapporto tra le due. O qualunque cosa fosse.
 
“Come posso trovare irresistibile una persona che non conosco? Potrai essere bella quanto vuoi, ma almeno dovrei prima conoscerti. E comunque, sei tu quella che mi trova irresistibile.” Riuscì a dire, anche con un tono piuttosto malizioso. Da dove avesse preso tutta quella sicurezza, proprio non lo sapeva.
 
“Provocante” commentò Perrie a bassa voce, mostrando un sorriso malizioso alla bruna.
 
Si sentirono numerose voci entrare dalla porta e dirigersi verso gli armadietti. Le due non si erano nemmeno accorte del tempo che passava, così appena sentirono le altre ragazze, si spostarono in zone opposte della stanza, facendo finta che non fosse accaduto nulla. In realtà era accaduto qualcosa, qualcosa che nessuno avrebbe mai saputo se non le dirette interessate.
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Durante questo periodo vi erano ben tre classi che facevano educazione fisica contemporaneamente. Era inutile dire che la palestra fosse piena di gente. Le ragazze erano tutte riunite in gruppetti, aspettando l’inizio della lezione. Jade invece era seduta da sola su una panchina, semplicemente osservando gli altri. Magari qualcuno si sarebbe avvicinato e le avrebbe parlato.
 
Notò che Perrie stava ridendo allegramente con un gruppetto di ragazze. Accanto a lei vi era una ragazza dalla carnagione molto scura ed era più alta rispetto a lei. Aveva un afro invidiabile e Jade si chiedeva come facesse a mantenere i suoi capelli così perfetti. Il trucco le risaltava gli zigomi. Era davvero una bella ragazza, non aveva nulla da invidiare a Perrie.
 
Tuttavia non riuscì ad individuare le altre ragazze, poiché erano girate di spalle.
 
Jade fu tolta dai suoi pensieri quando un fischio risuonò per tutta la palestra. Una giovane donna, sulla trentina, con una maglia bianca e dei pantaloncini neri, fece il suo ingresso nella palestra con una cartellina in mano e un fischietto in bocca.
 
“Bene ragazze, non perderò tempo con l’appello o altre stupidaggini, siete tre classi, non mi serve sprecare venti minuti della mia lezione solo per dire i vostri nomi che probabilmente non ricorderò mai.”
 
Ci fu una risata generale.
 
“Non ho molte ore, per cui ragazze, due squadre da sei, si comincia subito con la pallavolo!” disse fischiando nuovamente.
 
Jade non era mai stata brava negli sport, per cui si diresse immediatamente verso gli spalti. L’idea di giocare non le era nemmeno passata per l’anticamera del cervello. Ma mentre stava camminando, sentì qualcuno toccarle la spalla.
 
“Tu sei la nuova studentessa, giusto?” Jade si girò di scatto e vide che si trattava della professoressa.
 
“Sì, mi chiamo Jade Thirlwall”
 
“Bene… Thirlwall, in campo.” La mora avrebbe preferito poter scappare dalla palestra. Non voleva mettersi in ridicolo davanti a tutti, specialmente davanti a persone che non conosceva. Specialmente non davanti  a Perrie, che si era seduta sugli spalti accanto alla ragazza che Jade aveva notato prima.
 
Tutte le ragazze presero la loro posizione in campo e la prof fischiò l’inizio della partita.
 
Tuttavia Jade era troppo immersa nei suoi pensieri, o forse troppo concentrata a guardare Perrie che le lanciava sguardi ammiccanti con quel tipico sorrisetto malizioso stampato sulla faccia, per poter rendersi conto che la partita era iniziata.
 
Improvvisamente vide Perrie sgranare gli occhi e aprire la bocca come per dirle qualcosa. Jade congiunse le sue sopracciglia, non capendo che cosa intendesse la ragazza, ma in meno di una frazione di secondo, si ritrovò per terra con un dolore acuto alla testa.
 
Cazzo
 
Il dolore era acutissimo e l’unica cosa che riusciva a vedere era la totale oscurità. Non percepì nessun rumore intorno a sé, era tutto talmente silenzioso che pensò di essere passata a miglior vita. Non voleva nemmeno cercare di rialzarsi, in realtà, era tutto così imbarazzante. Avrebbe preferito far finta di essere morta, sempre se già non lo era.
 
Aprì gli occhi lentamente e vide una ragazza tenderle la mano per aiutarla a rialzarsi. Jade la prese, alzandosi in piedi, con la testa che le girava peggio di una trottola. La ragazza era un po’ più alta di lei, capelli mossi con un colore tendente al rosso/arancione e dei lineamenti molto soffici. Il trucco era a dir poco perfetto. Perché tutte le ragazze in quella scuola sembravano essere l’ottava meraviglia del mondo?
 
“È tutto ok? Stai bene?” disse con tono premuroso.
 
“Si... mi fa solo un po’ male la testa”
 
“La prossima volta dovresti stare un po’ più attenta in campo” disse ridendo e mostrando un sorriso raggiante.
 
“Comunque, sono Jesy. Faresti meglio ad andare in infermeria.” La accompagnò fuori dal campo e la professoressa acconsentì a mandarla in infermeria, rimandando la ragazza in campo a giocare, mentre scrutava la mora.
 
“Dovresti farti accompagnare da qualcuno… Qualcuno potrebbe accompagnare questa ragazza maldestra in infermeria?” disse urlando l’ultima frase in modo che tutti sentissero. Jade arrossì al suo commento.
 
Vi fu un silenzio tombale. Jade per la terza volta nel giro di dieci minuti avrebbe preferito scomparire dalla faccia della Terra per il troppo imbarazzo.
 
“L’accompagno io!” una voce squillante ruppe il silenzio, e quella voce poteva appartenere a una sola persona.
 
No, tutti ma non Perrie, Jade non potè fare a meno di alzare gli occhi al cielo.
 
“Bene biondina. Andate, veloci” gridò la professoressa.
 
Perrie si avvicinò alla mora con passi veloci e le fece l’occhiolino, mentre per la prima volta le mostrava un sorriso. Non un sorriso malizioso, ma un sorriso vero. Jade si ritrovò quindi a ricambiare il sorriso, nonostante la testa le facesse malissimo.
 
Le due uscirono velocemente dalla palestra, per dirigersi verso l’infermeria. Jade si aspettava che la bionda riprendesse la sua sceneggiata, ma questa volta si comportò in modo totalmente diverso.
 
“Fa tanto male?” Perrie sembrava davvero interessata alla condizione della mora, ma Jade sapeva che erano altri i suoi scopi.
 
“Da quando ricevere una pallonata in faccia fa bene?”
“Dovresti stare più attenta la prossima volta e non distrarti”
“Peccato che la distrazione sia stata proprio tu”
“Oh quindi ora vuoi dire che è tutta colpa mia?” Perrie non potè far a meno di ridere e prese la guancia di Jade tra le sue dita in modo scherzoso, mentre si apprestavano a entrare in infermeria.
 
Da dove veniva tutta questa confidenza? Jade era piuttosto confusa dagli atteggiamenti della bionda. Fino ad allora non aveva fatto altro che essere maliziosa.
 
Perrie fece sedere la ragazza su un lettino rialzato, il tipico lettino che si trova negli studi medici. Si allontanò qualche secondo per rimediare del ghiaccio e lo avvolse in della carta. Successivamente si sedette accanto alla mora e gli tenne il ghiaccio sulla testa con le proprie mani, osservando dolcemente la ragazza negli occhi e facendole un piccolo sorriso.
 
Jade era davvero confusa a questo punto. Perrie stava facendo la dolce, cosa che per quel che ne sapeva non era per nulla da lei. Il suo cambiamento d’umore era stato così improvviso che non riusciva a capire se stesse fingendo o fosse davvero sincera. Però le piaceva davvero molto questo lato della ragazza e non esitò a ricambiare il sorriso. Non potè far a meno di perdersi in quei meravigliosi occhi azzurri, che erano a pochi centimetri dal suo viso. Avrebbe voluto poter fotografare nella sua memoria questo momento e ripeterlo all’infinito. Perrie aveva una bellezza fuori dal comune, una bellezza che le faceva perdere il fiato. Avrebbe voluto bacia-.
 
Cosa? No. Ew. No. Questa botta deve essere stata davvero forte. Pensò Jade, meravigliandosi di sé stessa.
 
Le due si stavano guardando ormai da un bel po’ e la situazione si era fatta un po’ imbarazzante. Fu Perrie ad interrompere ancora una volta il silenzio.
 
“Mh… Qual è il tuo colore preferito?”
“Cosa?” Jade fu presa alla sprovvista da questa domanda. Non capiva le intenzioni della ragazza.
“Hai detto che ci saremmo dovute conoscere meglio… quindi eccoci qui. Su, dimmi, qual è il tuo colore preferito?”
“Mh… viola, il tuo?”
“Blu”. Dopo una pausa, la bionda aggiunse ridendo “Perché non mi parli un po’ di te? A meno che tu non voglia che ti faccia l’interrogatorio”.
 
Le due continuarono a parlare fino alla fine della lezione. Avevano molte cose in comune, anche se all’apparenza potevano sembrare due persone completamente diverse. Se solo Perrie si fosse comportata così fin dall’inizio, probabilmente Jade non sarebbe mai arrivata al punto di trovarla così fastidiosa da volerla quasi evitare.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Jade aveva pensato molto a ciò che era successo con Perrie. Era stato piacevole passare l’intera lezione di ginnastica a parlare con la bionda. Aveva imparato che amava i film Disney e che avrebbe passato volentieri il resto della sua vita a guardarli; aveva imparato che preferiva un pigiama party alle grandi feste; che sapeva imitare il verso della capra in modo impeccabile; che si era ubriacata una sola volta nella sua vita e che non beveva perché odiava l’effetto che l’alcool aveva sulle persone. Aveva imparato di lei cose che non si sarebbe mai aspettata. Forse aveva fatto male a giudicarla ancora prima di poterla conoscere, forse le avrebbe dovuto dare una possibilità. Forse era proprio lei che avrebbe dovuto farle capire che voleva essere sua amica, parte della sua vita, nonostante fino a poche ore prima avrebbe preferito evitarla.
 
Era difficile pensare che Jade avesse cambiato la sua opinione di Perrie nel giro di così poco tempo. Ma era ancora più strano pensare al cambiamento così rapido dell’atteggiamento della bionda nei suoi confronti. All’inizio Jade era confusa da questo. Non capiva se fosse stata una sceneggiata per farle abbassare la guardia.  A essere sinceri era proprio questo il primo pensiero che passò nella testa della mora. Chi si mostra arrogante e fiera di sé un minuto prima e dolce e disponibile un minuto dopo? “Perrie” fu l’unica risposta che venne in mente a Jade. Più pensava al loro tempo passato in infermeria, più iniziava a pensare che gli atteggiamenti della bionda fossero stati sinceri. Poteva giurare di aver visto quegli occhi accattivanti e pieni di determinazione, addolcirsi a ogni sua parola. Non sapeva se li ricordava così perché voleva che effettivamente Perrie fosse stata sincera o perché lo era stata veramente. Se lo fosse stata, tutto sarebbe stato più facile. Probabilmente per questo Jade finì per pensare che Perrie si era comportata come si sentiva di fare e che non aveva finto per dei secondi scopi.
 
Avrebbe solo voluto non essere arrivata a questa conclusione.
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Jade aveva realizzato che avrebbe dovuto tentare di avvicinarsi a Perrie in qualche modo. Probabilmente la spronava anche il fatto che non aveva ancora fatto amicizia con nessuno, nonostante questo fosse già il suo terzo giorno nella scuola.
 
Passare un po’ di tempo con la bionda non sarebbe stato molto difficile dopo quello che avevano condiviso il giorno prima. Tuttavia non riuscì a trovarla per tutta la mattinata dato che non avevano storia o ginnastica, gli unici corsi che avevano in comune.
 
Jade stava vagando per la mensa in cerca di un tavolo libero. Aveva in mano un vassoio con poco cibo sul piatto, non era una ragazza dal grande appetito. Si era già rassegnata al fatto di dover pranzare da sola, nonostante la cosa la ferisse, ma preferiva auto convincersi che sarebbe stato meglio essere soli che mal accompagnati. In realtà non era così: moriva dalla voglia di poter pranzare insieme a qualcuno, magari in compagnia di Perrie.
 
La mora era ancora in piedi, girava la testa da tutte le parti per trovare un posto libero in quella mensa così affollata. Fu proprio in quel momento che vide dei capelli biondo platino. Proprio nel mezzo della mensa. Non potevano appartenere a nessun’altro se non a Perrie. Erano legati in una coda e ondeggiavano a ogni movimento della sua testa. La bionda era seduta con la ragazza sconosciuta dalla carnagione abbronzata che aveva già visto il giorno precedente, un’altra ragazza che non aveva mai visto prima ed altri due ragazzi. Stava ridendo allegramente a qualche battuta detta probabilmente dal ragazzo alla sua sinistra.
 
Jade pensò che sarebbe stato quello il momento giusto per avvicinarsi alla ragazza. Un sorriso comparve sulla sua faccia mentre avanzava verso il loro tavolo: finalmente sarebbe riuscita a farsi qualche amica. Non era mai stata più felice di vedere Perrie.
 
“Hey Perrie” Jade mostrò un gran sorriso alla bionda.
 
Appena la mora aprì bocca, tutti nel tavolo smisero di ridere e si girarono per guardarla. Perrie aveva una faccia completamente inespressiva, mentre la ragazza abbronzata alzò un sopracciglio, mantenendo un’espressione di autorità.
 
“Scusami, e tu cosa vorresti esattamente?” disse Perrie, guardandosi negli occhi e ridendo leggermente con la ragazza con l’afro, che era seduta nel lato opposto.
 
“Pensavo di poter pranzare con voi…” Jade iniziava ad essere confusa, non capiva che cosa stesse succedendo. Perché Perrie stava ridendo? E perché si era rivolta a lei in quel modo?
 
“Tu vieni qua e credi di poter pranzare con noi? Non ti conosco neanche. Sparisci.” Le parole della bionda stavano davvero ferendo Jade. Poteva già percepire delle lacrime formarsi nei suoi occhi.
 
“Sai quante persone darebbero per sedersi con noi? Non è così che le cose funzionano. Ora, per favore, puoi anche andare. Non puoi sederti con noi. Né ora, né mai.” Aggiunse la ragazza dall’afro. Lei e Perrie erano scoppiate a ridere e tutti gli occhi della mensa erano ormai diretti verso di loro.
 
“Dopo quello che è successo ieri, pensavo che-“ la voce di Jade era rotta. Non riusciva ad andare avanti e finire la frase. Ma non poteva mostrarsi così fragile davanti a Perrie e davanti a tutta la scuola. Probabilmente era proprio quello che la bionda voleva ottenere.
 
“Pensavi cosa? Che mi interessasse davvero di te? Quella era soltanto una scusa per saltare educazione fisica” a questo punto l’unico suono che si sentiva nella mensa era la risata di Perrie e delle altre ragazze.
 
A questo punto Jade non riusciva più a reggere le lacrime, nonostante cercasse di farlo in tutti i modi possibili. Le lacrime le rigavano e bagnavano le guance, per poi cadere nel pavimento vicino ai suoi piedi. Avrebbe voluto chiudere gli occhi e riaprirli per poi realizzare che era soltanto un sogno. Ma purtroppo non lo era, questa era la realtà. Sarebbe voluta fuggire, ma non riusciva a muoversi, era come paralizzata. Perrie non faceva altro che guardarla, aveva smesso di ridere e sembrava provare quasi compassione per lei. Come se si fosse pentita di quello che aveva detto. Ma Jade sapeva che era tutto un gioco della sua mente, così come era stato per l’infermeria.
 
Le ragazza dall’afro, che stava ancora ridendo, volse lo sguardo verso la bionda. “Perrie?” le chiese con uno sguardo interrogativo, e un po’ straniata dai comportamenti della ragazza.
 
Proprio in quel momento Jade sentì una mano avvinghiarsi al suo polso, per trascinarla via. “Allarme stronze! Attente o potreste farvi male per la troppa acidità” disse una voce maschile, mentre la portava via dal quel tavolo, per farla accomodare in un altro poco più lontano.
 
“Sei caduta nella trappola delle arpie. Benvenuta nella nostra scuola” disse una ragazza seduta davanti a lei. Jade non aveva nemmeno avuto il coraggio di alzare la testa; dei piccoli singhiozzi uscivano dalla sua bocca, nonostante avesse finalmente smesso di piangere. Quando si decise ad alzare la testa, notò un viso familiare di fronte a lei. La ragazza in questione era Jesy. Jade si sentì una stupida a doversi presentare ogni volta come una totale idiota davanti lei. Probabilmente non aveva un’opinione positiva nei suoi riguardi.
 
“Dove le puttane bisex e le stronze giamaicane regnano sovrane”aggiunse il ragazzo che l’aveva accompagnata e che era ora seduto accanto a Jesy. Era davvero un bel ragazzo: occhi azzurri tendenti al grigio che avrebbero stregato qualsiasi persona; capelli lisci scombinati intorno al viso che gli aggiungevano un aspetto a dir poco adorabile. Le labbra erano sottili, vi era un accenno di barba che spuntava dal mento e le sue braccia erano coperte da numerosi tatuaggi. Jade accennò a un sorriso. Non si era ancora ripresa da quello che era successo qualche momento prima. Ora la mensa era tornata alla sua regolarità, ma le risate di Perrie riecheggiavano ancora nella sua mente.
 
Il ragazzo ricambiò il sorriso. “Comunque, piacere, io sono Louis, gay fiero sin dalla nascita. E giusto per dire, la vera queen di questa scuola sono io.” Disse scostandosi i capelli. Jade non potè sopprimere una piccola risata.
 
“E io non conto niente?!?” disse Jesy in finto tono ferito.
“Non quanto me… E tu sei?” aggiunse Louis.
 
“Jade, come avete già capito sono nuova qui.”
 
“Novellina, ci sono un paio di cose che devi sapere” disse Louis prendendole la mano.
 
“Innanzitutto. Se hai bisogno di qualcuno, non sarà difficile trovarci per la scuola. Tutti qui ormai si sono dimenticati che una volta anche loro erano novellini. Tutti tranne noi.” aggiunse Jesy, facendole l’occhiolino. Jade si sentì felice. Questo poteva significare una sola cosa. Per di più, Louis e Jesy sembravano dei tipi apposto e l’avevano salvata da una situazione a dir poco tragica (o almeno, per lei lo era). Non riuscì a sopprimere lo squittio di gioia che uscì dalla sua bocca.
 
“Ora, cosa più importante. Non avvicinarti MAI e poi mai a quel gruppo. Non guardarli, non avvicinarti, ma soprattutto non parlargli. Accetteranno di parlarti solo se ci vorrai scopare, tesoro. Stai lontano specialmente da quelle due: Perrie e Leigh-Anne. Perrie è una bisex ormai dichiarata, se ne va in giro mietendo vittime, aggiungendole alla sua lista dei cuori spezzati. Leigh-Anne si diverte a rovinare le vite delle persone. Non farla incazzare o rovinerà anche la tua.” Disse Louis dirigendo lo sguardo verso il tavolo in cui erano seduti Perrie e la sua compagnia.
 
Jade fu presa alla sprovvista dalle sue parole. Aveva intuito che Perrie fosse piuttosto particolare, ma non immaginava tutto questo. Era sembrata così amichevole il giorno prima e non poteva credere a come si fosse comportata, ma soprattutto l’idea che tutti avevano di lei. Aveva davvero sperato di poter far parte della sua vita e nonostante tutto, c’era ancora una parte di lei che avrebbe voluto ancora esserlo.
 
“Ieri Perrie è stata molto amichevole in infermeria…” le parole uscirono senza che se ne rendesse conto.
 
“No, non pensarci nemmeno” disse Louis puntandole il dito.
 
“Fidati di noi, è meglio non avvicinarsi a quella bionda.” Jesy disse piuttosto seria.
 
Jade non era ancora del tutto convinta. Voleva davvero poter parlare con la bionda, chiederle perché l’aveva rifiutata, perché l’aveva trattata come se nulla fosse mai successo tra loro due. Per quanto avesse voluto credere alle parole di Jesy e Louis, non ci riusciva. C’era qualcosa che le impediva di mollare tutto. Ma nonostante questi pensieri, realizzò che per lei sarebbe stato meglio stare alla larga da quegli occhi accattivanti. Era arrabbiata e ferita, si sentiva come se non fosse abbastanza per essere accettata. Ignorare Perrie sarebbe stata la soluzione più facile. Non avrebbe dovuto rischiare di incappare in situazioni simili e non avrebbe dovuto inseguire una persona che chiaramente non la voleva e che stava soltanto giocando con i suoi sentimenti. 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Jade recentemente aveva provato in tutti i modi di evitare Perrie. Sapeva che se l’avesse incontrata, non sarebbe riuscita a respingerla. Perrie aveva uno strano effetto su di lei, un effetto che non aveva mai sperimentato prima e che la rendeva nervosa. Non riusciva a capire che cosa fosse, e per quanto ci pensasse, non trovava una risposta alle sue domande.
 
Forse era dovuto al fascino della ragazza, ai suoi capelli biondi nei quali spuntava qualche ciocca di colore più scuro, tendente al castano; ai suoi occhi azzurri accattivanti e seducenti; alla sua pelle pallida che brillava sotto la luce fioca d’autunno.
 
Jade non perdeva occasione per osservare i più minimi dettagli del corpo della bionda e dei suoi atteggiamenti. La cosa che le piaceva di più era probabilmente il suo sorriso, capace di rallegrarle l’intera giornata. Poteva suonare un po’ da maniaci, ma a Jade non importava davvero. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Non sapeva quale fosse il motivo, forse per ammirazione. L’unica cosa che sapeva era che tutto ciò le creava molta confusione, non aveva mai avuto questi atteggiamenti nei riguardi di nessuno.
 
A volte in mensa si ritrovava a fissare la ragazza in ogni suo minimo dettaglio, per poi ricevere una ramanzina da parte di Jesy e Louis, che le ripetevano costantemente che non avrebbe mai potuto avvicinarsi a nessuno dei popolari.
 
La cosa era, a Jade non importava della popolarità. Jade avrebbe solo voluto poter conoscere Perrie. Per quanto si dicesse continuamente in testa che era meglio evitarla, qualcosa la attraeva verso di lei come una calamita. Era difficile respingere la sua reale volontà, ma era quella la cosa giusta da fare. L’unica cosa che le rimaneva era poterla ammirare da lontano e nessuno le avrebbe portato via questa possibilità.
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Nonostante i numerosi tentativi da parte di Jade, Perrie trovava sempre un modo per avvicinarsi alla bruna. L’occasione perfetta era l’ora di ginnastica, in cui entrambe le ragazze si presentavano sempre molti minuti prima dell’inizio della lezione per cambiarsi prima che arrivasse il resto delle alunne.
 
Ormai era diventata quasi una routine. Perrie entrava nello spogliatoio cinque minuti dopo di Jade, per essere sicura che la bruna si stesse già cambiando. Un sorriso malizioso compariva sulla sua faccia ogni volta che vedeva Jade in biancheria intima. Le sue gambe sembravano essere talmente lisce che la bionda doveva trattenersi per non toccarle. Lo avrebbe potuto fare, ma avrebbe spaventato la ragazza e non era questo ciò che voleva.
 
Quando Jade era con la faccia rivolta verso l’armadietto, Perrie le si avvicinava senza farsi sentire, per poi appoggiare le mani sulla sua pancia scoperta e dare dei piccoli baci nel collo della mora e talvolta lasciare anche dei piccoli succhiotti. Nonostante ormai succedesse sempre, Jade continuava a spaventarsi ogni volta che la bionda si presentava di soprassalto. Ogni volta che la toccava, Jade sentiva dei brividi in tutto il corpo. Sapeva che tutto ciò era sbagliato, ma non trovava il coraggio per respingerla. Era spaventata della reazione che la bionda avrebbe avuto. Ma forse non era solo questo, forse in realtà questa situazione non le dispiaceva.
 
Per il resto della settimana, Perrie faceva finta che Jade non esistesse, come se nulla fosse mai successo nello spogliatoio. Tuttavia, a volte, quando la bionda camminava da sola per i corridoi e passava accanto a Jade, le faceva l’occhiolino, facendo attenzione che nessuna tranne la mora la notasse.
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Jade era uscita dalla classe nel mezzo della lezione per fare delle fotocopie sotto richiesta della sua insegnante. Era così strano vedere i corridoi così vuoti e silenziosi, quando di solito erano affollati di persone che si lamentavano di quanto fosse difficile la scuola o che si raccontavano gli ultimi gossip. Sembrava quasi un altro mondo. Le porte erano tutte chiuse poiché tutti stavano facendo lezione e non c’era anima viva per la scuola.
 
Jade si stava dirigendo in segreteria, l’unico luogo in cui vi era una fotocopiatrice che non fosse rotta. Stava passando di fronte allo sgabuzzino, quando qualcosa catturò la sua attenzione. Percepì dei rumori provenire da quel luogo. Si fermò di colpo in mezzo al corridoio, per cercare di capire che cosa fosse. Non fu tanto difficile capirlo, visto che non vi era nessuno altro tipo di rumore per tutta la scuola. Erano dei gemiti, dei gemiti femminili per precisione.
 
Jade sapeva che avrebbe dovuto proseguire la sua strada e far finta di non aver sentito nulla. Era rimasta abbastanza scioccata dalla situazione. Chi è che nel bel mezzo delle lezioni si rinchiude in uno sgabuzzino? Rinchiudersi non era la parola adeguata, visto che la porta era socchiusa, cosa che permetteva di sentire i gemiti ancora di più.
 
La curiosità prese il sopravvento, e Jade si avvicinò per scoprirne di più sulla faccenda, nonostante la cosa fosse alquanto imbarazzante. Aveva ormai capito che cosa stava succedendo lì dentro, ma era curiosa di scoprire di chi si trattasse.
 
Si avvicinò silenziosamente e premette la faccia nel lato della porta, per riuscire a vedere dentro la stanza senza dover aprire la porta. Fu lì che li vide. Capelli biondi brillanti. Pelle pallida vellutata. Giurava di poter sentire anche il suo profumo alla vaniglia.
 
Successe tutto nel giro di un secondo. Jade si allontanò dalla porta, incredula, letteralmente fuggendo dal corridoio in lacrime. La realtà la colpì come un macigno.
 
Questo era l’obbiettivo di Perrie. Non solo verso di lei, ma verso tutte. Questo era quello che la bionda aveva in mente di fare sin dall’inizio. Illuderla per ricevere in cambio del sesso. Questo e nient’altro. Jade, per lei, non era altro che un’altra stupida vittima della sua lunga lista. Era grata di aver ascoltato Jesy e Louis, ma allo stesso tempo si vergognava di sé stessa, per aver lasciato Perrie fare tutte quelle cose, per non averla mai cacciata via. Era sollevata di non aver permesso che finisse anche lei nella lista dei cuori infranti, ma in parte era come se lo fosse. Credeva che Perrie fosse diversa da come l’avevano descritta. Ma lo era eccome e aveva avuto la prova davanti ai suoi occhi.
 
La cosa era che Jade era confusa da tutto ciò. Lei era etero e di questo ne era più che sicura. Ma provava qualcosa di strano quando vedeva Perrie, qualcosa che lei stessa non riusciva a definire. Ed era spaventata da queste strane sensazioni. Ma ora non doveva più preoccuparsi. Ora che le lacrime erano ormai esaurite, l’unica cosa che provava nei confronti della bionda era odio.
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Jade era nello spogliatoio, di fronte all’armadietto. Era ferma, immobile. Sapeva che da un momento all’altro sarebbe arrivata Perrie e avrebbe messo in atto il suo spettacolino, ormai diventato osceno per i gusti della mora. Era passato qualche giorno da quando Jade l’aveva vista nello sgabuzzino, intenta a scopare con un’altra ragazza. E l’odio per lei non era di certo diminuito.
 
Ora se ne stava lì, ferma immobile, vestita, come per fare un dispetto alla bionda. L’attesa iniziava ad annoiarla, ma era giunto il momento di dare una fine a tutto.
 
A un certo punto sentì un odore di vaniglia invadere tutto lo spogliatoio. Capì quindi che Perrie era nella stanza. Sentì delle braccia avvinghiarsi alla sua vita, ma questa volta non si spaventò, non provò nulla, soltanto disgusto. Non voleva più essere toccata da quella ragazza.
 
Perrie percepì che qualcosa non andava quando si accorse di non avere nessuna reazione nel corpo della mora. Decise di non pensarci più di tanto e iniziò a lasciare dei piccoli baci sul collo di Jade. Si fermò ben presto, quando notò che la mora era ancora paralizzata nella sua posizione e non notò nessun accenno di movimento. Era un po’ confusa, era la prima volta che succedeva una cosa simile.
 
“Siamo un po’ tesi oggi” disse con una voce impertinente.
 
“Vattene” fu l’unica cosa che uscì dalla bocca di Jade.
 
Perrie si mise a ridere leggermente. “Non credo che tu voglia che me ne vada” disse passando il suo dito indice lungo il braccio della mora.
 
“Ho detto vattene!” Jade spostò via con rabbia la mano della bionda e si girò di scatto per poterla guardare negli occhi.
 
“Non voglio avere nulla a che fare con te. Lasciami stare, non provare a toccarmi mai più!” a questo punto la ragazza stava urlando. La rabbia era ben evidente nei suoi occhi e anche Perrie se ne accorse.
 
Perrie era troppo confusa da questa improvvisa rabbia della ragazza nei suoi confronti e non ne riusciva a capire il motivo. Rimase ferma, davanti a lei, congiungendo le sopracciglia in modo interrogativo, non riuscendo a dire neanche una parola.
 
“Se proprio non te ne vuoi andare, me ne vado io” disse Jade prima di prendere i suoi vestiti per poi sorpassare la ragazza che non potè far altro che guardarla uscire mentre sbatteva la porta con furia.
 
Perrie rimase sola nello spogliatoio, sempre più confusa e stupita da tutto quello che stava succedendo. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Perrie era sdraiata sul suo letto a fissare nient’altro che il soffitto da ormai tutto il pomeriggio. Stava provando sensazioni che non avrebbe dovuto provare. Stava riflettendo anche fin troppo per i suoi gusti. Di solito, nessuno osava trattarla in questo modo, era lei che di punto in bianco si divertiva a far finta che le persone con cui era stata cessassero di esistere. Tutto ciò aveva sempre avuto un fine. Era un suo modo per non attaccarsi alle persone sentimentalmente: avere una relazione seria non era per lei. Odiava tutte quelle coppie sdolcinate che vedeva sedute nella mensa della scuola o in qualche parco all’aperto. Le facevano venire la nausea.
 
Tuttavia, se qualcuno la respingeva, non si faceva molti problemi. Avrebbe trovato sicuramente qualcun altro disposto a soddisfare i suoi bisogni. Non le importava di tutte queste cagate sentimentali, a lei importava solo del sesso. Aveva già troppi problemi per sé, con una famiglia che stava andando a puttane, non aveva bisogno di aggiungere pesi inutili alla sua vita. Però questo capitava raramente: lei era Perrie Edwards, la ragazza desiderata da tutti, la ragazza che nessuno si lasciava sfuggire. Essere una delle vittime della sua lista dei cuori infranti sembrava quasi essere un onore, cosa che a lei ovviamente non dispiaceva. Più popolarità voleva dire più persone disposte a soddisfarla.
 
Ma questa volta era diverso. Jade era diversa. La stessa Perrie era diversa nell’affrontare l’intera situazione.
 
In realtà, tra le due ragazze non era mai successo nulla. Perrie non aveva nemmeno mai provato a baciarla. Il che non era mai capitato. La cosa era che, la bionda non voleva spaventare Jade. Non era nemmeno sicura che le piacessero le ragazze, ma sapeva di avere un certo tipo di reazione su di lei. Lo poteva capire da tutte le volte in cui le si avvicinava e poteva notare i brividi che le provocava. Quasi brividi di piacere. Il semplice fatto che non l’avesse mai rifiutata era un punto a favore della bionda. O meglio, che non l’avesse mai rifiutata fino ad ora.
 
Era proprio per questo che Perrie si era ritrovata tutto il pomeriggio a pensare alla ragazza dagli occhi color caramello. La sua improvvisa sfuriata l’aveva sorpresa. Non aveva mai rifiutato una sua avance prima d’ora e sembrava davvero che le piacesse ciò che la bionda le stava riservando.
 
Jade si sarebbe dovuta ritenere onorata. Nonostante tutto, Perrie non l’aveva mai usata per i suoi piaceri. O almeno non ancora. Forse non era questo che la ragazza desiderava. Jade era così minuta che la bionda aveva paura che se l’avesse tenuta troppo stretta, avrebbe rischiato di spezzarla. Jade era una ragazza così innocente che rovinare la sua purezza sarebbe stato un atto oltraggioso ed egoistico. In realtà questo era ciò che faceva Perrie la maggior parte del tempo, ma questa volta non se la sentiva. C’era qualcosa di diverso. Jade sembrava l’unica veramente interessata a lei come persona, nonostante ciò che facesse alle altre persone, nonostante si divertisse a spezzare i cuori altrui.
 
Ora non ne era più così tanto sicura. Qualcosa era cambiato, Jade l’aveva rifiutata e l’unica cosa visibile nei suoi gesti era stata rabbia e sconforto. Perrie era davvero confusa da tutto questo, non riusciva a capire che cosa fosse successo perché cambiasse tutto nel giro di qualche ora.
 
L’unica cosa che sapeva è che non riusciva a smettere di pensare a lei.
 
Era spaventata. Spaventata da uno strano sentimento che non aveva mai provato prima. Aveva cercato di ignorarlo, ma più il tempo passava, più questo strano dolore allo stomaco aumentava. All’inizio non capì di che cosa si trattasse, ma con il passare delle ore arrivò a una conclusione. Una conclusione che la terrorizzava. Teneva a quella ragazza, ci teneva davvero. Era sempre stata diversa dal primo momento in cui la incontrò. L’aveva sempre trattata in un modo speciale, cercando di non urtarle i sentimenti. Tranne quella volta in mensa. Fu costretta, non poteva lasciare che tutti sapessero di loro, Jade era il suo piccolo segreto. Anche se forse tra di loro non c’era nulla.
 
Non può piacerti, non può piacerti sul serio si ripeteva continuamente nella sua testa. Lei non era fatta per avere una relazione seria,  perché ne sarebbe uscita ferita. Era più facile ferire gli altri che essere feriti.
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Perrie era sdraiata sul suo letto con le mani dietro la testa per stare comoda. Continuava a fissare un punto non preciso del muro bianco di fronte a sé. La sua mente vagava in un mondo parallelo; i suoi pensieri erano un turbine di angoscia e dolore e sembravano non stancarsi mai di tormentarla. Era ormai in quella posizione da molto tempo, le braccia iniziavano a indolenzirsi e a formicolare a causa del poco sangue che vi circolava, ma la bionda non ci fece molto caso, lasciandosi trasportare dai suoi pensieri.
 
Dei piccoli colpetti alla porta chiusa delle sua stanza le catturarono l’attenzione. Si alzò in fretta per aprire la porta, nonostante non fosse molto felice di essere disturbata in questo momento, non era dell’umore adatto. La sua visione diventò nera per qualche secondo: alzarsi di scatto dopo aver passato ore sdraiata sul letto non era stata una buona idea. Ignorò il giramento di testa ed aprì la porta.
 
“Hey Pezza!” si trattava di Leigh Anne che senza nessun tipo di preavviso si era presentata a casa sua. Indossava un vestito nero attillato, che le arrivava a metà coscia. Era abbastanza scollato e abbinato con dei sandali neri col tacco. Era un vestito semplice, ma le risaltava le curve, il che la rendeva molto sexy.
 
Nonostante fosse la sua migliore amica, Perrie era davvero infastidita, la tempistica non era mai il suo forte.
 
“Chi ti ha fatto entrare?” le parole uscirono con un tono piuttosto sgarbato.
 
“Tuo fratello. Non mi interessa se non sei felice di vedermi, ma sono qui per salvare la tua serata” un ghigno spuntò tra le labbra della ragazza.
 
Perrie alzò il sopracciglio destro, non capendo a che cosa si riferisse.
 
“Come immaginavo. Stasera c’è la festa di Halloween nella palestra della scuola, non ricordi?”
 
Con tutto quello che era successo, la bionda si era completamente dimenticata della festa. Ma ora come ora, non le importava andarci. Si sentiva senza forze, l’ultima cosa di cui aveva bisogno era il contatto umano. Non era mai stata una tipa da feste, ma Leigh Anne aveva sempre trovato un modo per trascinarla.
 
“Non ci sarei voluta andare comunque” disse Perrie in modo presuntuoso.
 
“Non mi interessa, sei conciata malissimo. Verrai alla festa e non accetto un no come risposta.”
 
La bionda non potè evitare un sospiro.
 
“Se proprio ti annoi, trovati qualcuno e scopaci” aggiunse infine ridendo.
 
“Ti odio…Come vuoi” disse Perrie. Un piccolo sorriso comparve sul suo viso. Non sarebbe stato poi tanto male, avrebbe potuto svagarsi e pensare ad altro per le prossime ore. Inoltre avrebbe avuto la perfetta occasione per scaricare un po’ di stress.
 
“Lo so che mi ami” Leigh diede un colpetto sulla spalla della bionda in modo scherzoso.
 
“Sbrigati, hai 10 minuti, mettiti un vestito sexy e fai qualcosa per quei poveri capelli” fu l’ultima cosa che disse prima di scendere le scale per aspettare la ragazza fuori casa.
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Di fronte alla scuola era già possibile percepire la musica da discoteca e l’odore di alcool e fumo. La festa era iniziata da circa un’ora. Le due ragazze si erano presentate in ritardo, come sempre: arrivare in ritardo era un’esclusiva dei popolari, di quelli che contavano davvero. Può sembrare un’assurdità, ma queste erano le regole dei tempi del liceo.
 
Perrie aveva optato per un vestito bianco con una cinturina nera intorno alla vita. Era un vestito senza spalline, che finiva all’altezza del seno. Era piuttosto corto, le arrivava appena sotto l’inguine e lasciava molto spazio all’immaginazione. Il tutto era completato con dei semplici tacchi a spillo.
 
Mentre le due ragazze facevano il loro ingresso nella palestra, la musica si faceva sempre più forte e gli sguardi diretti verso di loro erano sempre più numerosi. Furono molti i fischi e gli sguardi maliziosi lanciati verso la bionda, che ne accorse, ma disgustata fece finta di nulla.
 
La palestra era piena di corpi sudati che ballavano a ritmo di musica, tutti appiccicati tra loro. Le luci erano basse, sembrava davvero di essere in una discoteca. Chiunque avesse organizzato tutto ciò, era stato davvero abile.
 
“Che ne dici di buttarci nella mischia?” la voce di Leigh era a malapena udibile, nonostante stesse praticamente urlando nell’orecchio della bionda. Perrie scosse la testa leggermente, ricevendo un piccolo sorriso da parte della ragazza, che ben presto sparì tra la massa di persone.
 
Perrie decise di dirigersi al tavolo dei drink, per iniziare la serata bevendo un bicchiere di punch. Fu abbastanza difficile raggiungerlo, dal momento che si trovava dall’altra parte della palestra, ma alla fine riuscì ugualmente a farsi strada tra la gente.
 
Prese un bicchiere di plastica e versò il liquido riempiendo il bicchiere a metà. Fu quando si girò per andarsene che la vide. Capelli castani mossi che cascavano sulle spalle; occhi color caramello; pelle abbronzata e una figura esile. Si trovava proprio accanto a lei, intenta a versare un po’ di vodka nel suo bicchiere.
 
La ragazza non si era ancora accorta di lei in realtà, così Perrie ebbe tempo per ammirarla. Indossava un vestito bianco e nero, semitrasparente in alcuni punti. Era molto attillato e le lasciava la schiena scoperta. Le arrivava un po’ più sopra delle ginocchia. La bionda era davvero colpita. Chi avrebbe pensato che Jade potesse essere così sexy?
 
Perrie dovette mordersi il labbro per resistere alla voglia di baciarla. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
 
Jade con la coda dell’occhio notò che una certa bionda la stava fissando, ed era molto vicina per giunta. Non potè evitare un piccolo sorriso. Si girò rivolgendole un sorriso, ma quando fece contatto con i suoi occhi, capì di chi si trattava.
 
Era l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in tutta la festa. Il suo sorriso sparì, rimpiazzato da un’espressione sconcertata. Tuttavia, sarebbe stata una bugia dire che Perrie non fosse assolutamente splendida e sexy. Quel vestito le stava davvero bene e le risaltava le curve.
Ha un bel culo spuntò nei pensieri di Jade, che avrebbe voluto darsi uno schiaffo in faccia subito dopo averlo pensato. Dopo aver dato un’occhiata al corpo di Perrie, tornò a fissarla negli occhi.
 
La bionda era rimasta paralizzata, fissando la mora. Non sapeva che dire, non si aspettava di trovarla in questa festa.
 
Passò ancora qualche secondo e nessuna delle due accennava a una parola o a un movimento. La situazione si stava facendo piuttosto imbarazzante. Perrie decise quindi di avvicinarsi lentamente alla ragazza, ma in quel momento arrivò un ragazzo che si avvicinò a Jade e la portò via prendendola da sotto il braccio.
 
Perrie riconobbe quel ragazzo come Louis. Aveva notato che ultimamente la mora aveva stretto una grande amicizia con lui e Jesy, dal momento che stavano sempre insieme. Sembrava sdolcinato, ma la bionda non perdeva mai occasione per seguire la mora con lo sguardo e prendere nota di tutti piccoli gesti adorabili che compiva.
 
Fu proprio allora che Perrie capì che cosa stava succedendo. Erano stati sicuramente loro a fare il lavaggio del cervello a Jade; erano stati loro a farle cambiare idea e a convincerla a chiudere i rapporti con lei. Probabilmente era stata la vendetta di Louis per avergli fatto rompere con Harry. I due erano molto innamorati, ma lei e Leigh Anne si erano intromesse per dispetto e ora come ora, Harry era quasi arrivato ad odiarlo.
 
Quello stupido frocio, Perrie a questo punto stava bollendo di rabbia e si gettò nella mischia per cercare i responsabili di tutto questo casino.
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Perrie aveva cercato Louis e Jade in lungo e in largo. Avrebbe dovuto fare due chiacchiere con entrambi. Innanzitutto doveva porre fine a questa stronzaggine del ragazzo e, soprattutto, doveva far capire a Jade che non l’avrebbe ferita, che per lei era speciale, che c’era qualcosa che la spingeva a rimanere e a non usarla solo per il sesso. Non le importava che cosa Jade provasse per lei, doveva dirglielo.
 
Era ormai passato un bel po’ di tempo e non avendo trovato nessuno in palestra, decise di fare un giro per la scuola. Non potevano nascondersi per sempre, li avrebbe trovati prima o poi. Perrie non era una tipa che mollava facilmente e neanche questa volta lo avrebbe fatto.
 
Ora si aggirava per i corridoi della scuola, piena di rabbia e in cerca di due persone che all’improvviso sembravano completamente sparite dalla faccia delle Terra.
 
Quando capì che nemmeno lì dentro li avrebbe trovati, decise di provare all’esterno della scuola.
 
Uscì dall’entrata principale, ma ciò che vedeva erano solo ragazzi ubriachi che si reggevano in piedi a malapena. Era piuttosto schifata da quelle scene, era grata di non avere il senso dell’olfatto, altrimenti avrebbe dovuto percepire l’odore nauseante dell’alcool.
 
Fece un giro lungo il perimetro della scuola e notò due persone attaccate al muro in preda a baciarsi. Mangiarsi vivi più che altro. Perrie si avvicinò, non perché fosse interessata a vedere due persone limonarsi, ma perché l’abito era piuttosto familiare. In realtà, riusciva a vedere ben poco dell’altra persona, riusciva a malapena a capire che fosse un maschio: la ragazza era totalmente su lui.
 
Quando ebbe una visione più chiara della ragazza, il suo cuore si ruppe in mille pezzi. Si trattava di Jade, la sua figura era inequivocabile, il vestito era lo stesso che aveva visto circa un’ora prima. La luce della luna si rifletteva sulla sua pelle abbronzata e Perrie si stava maledicendo per non essere arrivata prima. Avrebbe potuto esserci lei al posto di quel ragazzo, che non era riuscita a riconoscere, ma che probabilmente non voleva nemmeno riconoscere.
 
Era piena di rabbia, gelosia e dolore. Avrebbe voluto urlare in quel momento, ma l’unica cosa che usciva dal suo corpo erano lacrime. Lacrime che le stavano rigando il viso e che le stavano macchiando il vestito a causa del trucco che stava colando. Si mise a correre, togliendosi i tacchi per poter correre il più veloce che poteva, scappando da quella scena, scappando dalla causa del suo dolore. Gli occhi erano ancora pieni di lacrime, il cuore era sempre più distrutto mentre correva da sola per le strade per raggiungere la sua casa.
 
Perché sto piangendo? Perché mi sento così? Perrie era spaventata, non aveva mai provato nulla di simile, e ora non poteva fare altro che ammetterlo. Non poteva più negarlo a sé stessa, non poteva più fare finta di nulla.
 
Sono innamorata di lei.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Erano passate due settimane da quando Perrie era arrivata a quella conclusione, due settimane in cui non era riuscita a vedere il suo viso. Era stata costretta a passare quindici giorni in qualche paese sperduto di montagna, di cui non ricordava nemmeno il nome, con quei pochi familiari che le erano rimasti, che odiava tutti, dal primo all’ultimo. Avrebbe mentito se avesse detto che in quel periodo non avesse pensato a lei. Alla ragazza dagli occhi color caramello e dalla pelle perennemente abbronzata. Aveva cercato di distrarsi, di occupare la mente con altri pensieri, ma lì non poteva trovare di meglio da fare: il telefono non prendeva, di una connessione internet non se ne parlava nemmeno. Era come se fosse rimasta rinchiusa in una bolla per due settimane, mentre il mondo intorno a lei continuava a girare senza che lei ne conoscesse i dettagli. Non aveva potuto contattare nessuno: all’inizio la cosa non le dispiaceva, ma tutto divenne più difficile quando si ritrovò a passare le giornate rinchiusa in una piccola camera, per evitare di vedere i volti delle persone che tanto odiava e che le stavano rovinando la vita. Sembravano odiarla ancora di più, se questo era possibile, da quando aveva confessato di essere attratta anche dalle ragazze.
 
Non riusciva a pensare a cose che non fossero relazionate in qualche modo a Jade. Quella ragazza era come una droga per la bionda e gli effetti d’astinenza erano stati pesanti. Nonostante fu testimone di quella scena, che le fece versare più lacrime del dovuto, Perrie non si sarebbe mai arresa. Avrebbe trovato un modo, avrebbe fatto di tutto, e prima o poi avrebbe potuto chiamare Jade sua. Sapeva che la mora non era immune al suo fascino e che nonostante insistesse di essere attratta solo dai ragazzi, era attratta in qualche modo da lei. Ma in ogni caso, chi poteva direi di no a Perrie Edwards? Si chiedeva solo che situazione avrebbe trovato quando sarebbe tornata. E lo stava per scoprire, dato che fra mezz’ora avrebbe di nuovo varcato le soglie dell’ Harton College.
---
 
Perrie salì i quattro scalini che la separavano dall’entrata principale. Uno sguardo fiero era l’unica cosa che le serviva. Non capitava spesso che mancasse per lunghi periodi a scuola, e di certo tutti si erano accorti della sua assenza. Certo, due settimane non erano un periodo poi così lungo, ma alla bionda era sembrato un periodo interminabile. Giravano voci riguardo alla sua mancanza, poiché nessuno, tranne Leigh Anne, era a conoscenza del reale motivo per cui la ragazza era mancata da scuola per così tanto tempo. C’era chi sosteneva che fosse stata arrestata per spaccio di droga; chi sosteneva che fosse rimasta incinta e avesse avuto bisogno di tempo per superare lo shock. Non si parlava d’altro.
 
Nel momento in cui Perrie entrò nell’edificio, tutti gli occhi furono automaticamente puntati su di lei. Vi era chi stava discutendo con gli amici ai propri armadietti e puntava il dito verso la bionda con un’espressione scioccata. Chi si fermava letteralmente nel mezzo del corridoio in preda al panico o allo shock. Il sorrisetto della bionda si faceva più persistente vedendo le reazioni degli studenti. Era davvero una star in quel college, che lo fosse per buoni motivi o no.
 
Tuttavia, con la coda dell’occhio cercò in ogni parte del corridoio che l’avrebbe portata nell’aula di chimica, la presenza di Jade. Fu perplessa quando non la vide, sperava solo di poterla trovare durante il pranzo. Aveva bisogno di parlarle, c’era una faccenda che aveva lasciato in sospeso.
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La lezione di chimica era iniziata da ormai qualche minuto e Perrie stava mentalmente ringraziando Dio per non avere nessun compagno di laboratorio. Non sapeva se quel giorno mancasse qualcuno o semplicemente sarebbe dovuta stare sola per l’intero anno (cosa che sperava davvero), ma per lei era un sollievo. Dopo tutto lo stress dovuto a Jade, la ragazza aveva sempre meno voglia di un qualsiasi tipo di rapporto umano. Le due settimane di “isolamento” le avevano offerto una possibilità di chiudere i contatti con tutte le persone con cui si stava sentendo al momento, occasione che lei aveva colto. Tutto questo era per lei. Era assurdo come la sua vita avesse potuto essere stravolta dalla comparsa di una persona, quando si era ripromessa che nessuno sarebbe riuscito a farlo. Dopo l’esperienza avuta con Zayn, Perrie aveva iniziato a cambiare. Probabilmente fu il rapporto con lui che la fece arrivare a essere la persona che era ora. Non ne andava fiera, ma questo era l’unico modo per non provare nulla, per poter evitare di soffrire.
 
Tutto questo però era prima che arrivasse lei. Lei, che aveva stravolto la sua intera vita. Che l’aveva fatta innamorare per la prima volta dopo tanto tempo, che le aveva rubato il cuore. Fu difficile per la bionda ammetterlo, e fu difficile superare il trauma di quella sera. Ma doveva fare in modo che Jade fosse sua, non le importava di quello che la gente pensasse, di quello che pensasse la sua migliore amica o qualsiasi altra persona. Le importava solo di Jade. Certo, Leigh non l’avrebbe presa bene. Jade era la ragazza nuova, che aveva legato con Louis e Jesy, persone a cui avevano inflitto pesanti punizioni solo per il fatto di non essere come loro. Ma che ne avevano subite altrettante come vendetta.
 
Perrie fu riportata indietro alla realtà quando sentì la porta sbattere. Qualcuno probabilmente era in ritardo, non era interessata a chi fosse in realtà, ma siccome il posto accanto al suo era l’unico disponibile, era curiosa di sapere di chi si trattasse. Gli occhi dei due si incontrarono ed entrambi alzarono gli occhi al cielo.
Louis no, Dio ti prego, no Perrie non potè evitare di pensare. Non che Louis pensasse diversamente.
 
Contro la sua volontà, il ragazzo fu costretto a sedersi accanto alla bionda. I due avrebbero dovuto produrre una reazione chimica insieme durante l’ora, cosa che ovviamente Perrie non aveva iniziato per l’inesistente forza di volontà. Louis capì che per riuscire ad ottenere qualcosa di buono da questa lezione, avrebbe dovuto sforzarsi di interagire.
 
“Vogliamo fare questa reazione chimica o no? Ci terrei ad avere un bel voto e a non essere rimandato” disse in tono infastidito.
 
Perrie stava scarabocchiando nel suo quaderno, ma nel momento in cui il ragazzo iniziò a parlare, posò la penna per guardarlo negli occhi. Aveva la mano appoggiata alla testa, per stare in una posizione comoda.
 
“A proposito di reazioni chimiche, come va con Harry?” un ghigno comparve nel suo volto. Entrambi sapevano bene quello che era successo, dato che Perrie era stata colei che aveva creato tutto quel caos nella vita sentimentale di Louis.
 
“Devi essere sempre così fottutamente irritante?” il ragazzo si stava già pentendo di essere entrato nell’aula.
 
“è abbastanza divertente esserlo, ma questo già lo sai” la bionda gli fece un occhiolino per provocarlo, ma il moro era ormai abituato a battutine pungenti del genere, per cui rimase inespressivo.
 
“In realtà no, ma ora lo so, grazie dell’informazione Edwards”.
 
Le labbra della bionda si chiusero in una linea sottile, odiava ammetterlo, ma quel ragazzo sapeva bene come difendersi. Decise quindi di cambiare l’argomento, non avendo una risposta da dargli.
 
“Uhm.. Sai per caso come sta Jade? Insomma… se le è successo qualcosa di nuovo durante la mia assenza” la sua voce era esitante.
 
“Come mai tutto questo interesse verso Jade?” Louis non potè nascondere un sorrisetto, capendo che cosa passasse nella testa della ragazza.
“Non sono affari tuoi” Perrie era tornata ancora una volta sulle difensive, non voleva mostrare il suo lato vulnerabile a nessuno, specialmente a uno come Louis.
“Allora non sono affari tuoi nemmeno ciò che succede a Jade” Oh cielo, quel ragazzo era così fastidioso. La bionda decise di ignorare la sua risposta.
 
“Rispondi” disse con un tono piuttosto seccato.
 
Il ragazzo cedette, impaziente di rivelarle la notizia. Ma infine pensò che sarebbe stato meglio se Perrie lo avesse scoperto da sé, sarebbe stato di certo più interessante. Così decise di rimanere sul vago. “Non c’è bisogno che io ti dica nulla, lo scoprirai presto. E per quel che io sappia, sta molto bene” una risatina uscì dalla sua bocca.
 
“E questo cosa starebbe a significare?” Perrie non riuscì nemmeno a finire la frase che il rumore della campanella riecheggiò per tutta la scuola.
 
“Ops, è finita l’ora, a mai più rivederci stronzetta”. Prima che la bionda potesse ribattere, Louis prese la sua borsa a tracolla e sgattaiolò fuori dalla stanza, lasciando la ragazza sempre più confusa e con mille domande per la testa.
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Nelle ore successive Perrie non fece altro che pensare ciò che le aveva detto Louis. Avrebbe mentito se avesse detto di non temere nemmeno un po’ che cosa potesse significare quella frase. I minuti, così come le lezioni, passavano e la bionda si ritrovava sempre lo stesso pensiero per la testa. Non riusciva a pensare ad altro, la curiosità era troppo forte, così come la paura. Si potrebbe essere trattato anche di una cosa positiva, ma per come il ragazzo si era posto nei suoi confronti, sapeva che certamente non si trattava di qualcosa di buono. Qualcosa di non buono per lei. Non di certo per Jade, perché se la mora fosse stata in difficoltà, il suo migliore amico non sarebbe andato in giro ridendo di ciò.
 
Realizzò che sarebbe stato meglio mettere da parte quel pensiero per un po’, era ormai l’ora di pranzo e non vedeva l’ora di poter riabbracciare Leigh Anne.
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Le due ragazze si sedettero al loro solito tavolo al centro della mensa. Un grande sorriso era stampato sul volto di Leigh, più che felice di poter rivedere la sua migliore amica dopo tanto tempo. Nel momento in cui si sedettero, Leigh diede un piccolo abbraccio alla bionda ed emise uno squittio di gioia. Perrie non potè fare a meno di sorridere ai gesti dell’amica che non era solita a questo tipo di smancerie.
 
“Allora, raccontami, com’è andata?” disse la ragazza dall’afro con un sorriso speranzoso. Era al corrente della difficile situazione di Perrie, ma era fatta così, trovava sempre un briciolo di speranza anche nelle situazioni più drammatiche.
 
“Puoi benissimo risponderti da sola” la ragazza accarezzò il braccio della bionda con un’espressione mortificata.
 
“I ragazzi dove sono?” Perrie iniziò a guardarsi intorno, nella speranza di trovare i componenti rimanenti del loro gruppo.
 
“Jordan è là in fondo, a prendere da mangiare” Leigh puntò il dito verso una lunga coda di studenti “E Liam… ugh posso già immaginare dove sia” disse alzando gli occhi al cielo.
 
“Perché quell’espressione?” Perrie si mise a ridere. L’espressione irritata dell’amica era davvero esilarante.
 
“Quel ragazzo ha avuto la brillante idea di mettersi con una sfigata. Così siamo costretti ad averla qui con noi durante il pranzo. Probabilmente sarà andato in classe sua per accompagnarla fin qui” Tutto il gruppo era ormai abituato al cambio continuo di ragazze di Liam. All’apparenza poteva sembrare un ragazzo davvero dolce e sensibile; per una parte lo era anche davvero, ma per il resto lo si poteva trovare nei vicoli del paese e nelle zone più desolate del college a spacciare droga o a fare a pugni con chiunque gli capitasse a tiro. Proprio per questo aveva una grande reputazione a scuola e moltissimi lo temevano. Tra l’altro era il migliore amico di Zayn, non era di certo una sorpresa che fosse così. Le ragazze lo adoravano non solo per la reputazione, ma era anche un bel ragazzo, alto, palestrato, nonché capitano della squadra di calcio del college. Molti sostenevano che fosse la copia di David Beckham, e forse non avevano tutti i torti.
 
Tuttavia era abbastanza strano che avesse deciso di uscire con un’emarginata. Doveva essere davvero bella per aver attirato la sua attenzione.
 
“Scherzi?!? Magari la farà entrare nel giro della marijuana, chissà” la bionda emise una risatina, seguita da Leigh. Nel frattempo Jordan aveva preso posto davanti alla ragazza dalla carnagione scura dopo averle dato un piccolo bacio.
 
“Oh, zitta, eccoli che arrivano” aggiunse infine cercando di sopprimere una risata.
 
Perrie si girò in direzione delle due figure che stavano raggiungendo il loro tavolo, quando il mondo attorno a lei crollò un’altra volta.
Liam teneva per mano una ragazza piuttosto bassa e minuta. I capelli e il volto erano angelici, la pelle era di quel colore che Perrie non avrebbe mai potuto dimenticare. Si trattava di Jade. Ecco chi stava baciando quella sera. La bionda era sul punto di piangere, ma doveva mostrarsi forte, non poteva mostrarsi vulnerabile davanti a nessuno.
 
“Hey!” Liam si sedette con Jade accanto a sé, una mano era avvinghiata al fianco sinistro della ragazza. Era evidente il panico e la sorpresa nel volto di Jade. Certo, sapeva che quella era la compagnia di Perrie, o almeno lo aveva saputo dopo che fu introdotta nel gruppo per la prima volta, ma non sapeva quando e se la bionda sarebbe tornata a scuola.
 
Le due ragazze iniziarono a guardarsi, isolate in un mondo in cui esistevano soltanto loro due. Jade era sorpresa, mentre la delusione aveva abbandonato il corpo di Perrie per fare posto alla rabbia. Jade dovette rompere il contatto visivo, non riusciva a sostenerlo con una ragazza così infuriata.
 
“Perrie, lei è Jade, la mia nuova ragazza, sbaglio o la conosci?” il ragazzo aveva notato lo scambio di sguardi tra le due.
 
“In realtà no, mi stavo chiedendo perché una tale sfigata sia seduta davanti a me” non era quello che pensava davvero, ma la rabbia le stava facendo perdere la ragione. Jade doveva essere sua, non di Liam.
 
Leigh la colpì con il piede da sotto il tavolo, per farle capire che doveva tacere. Infine, diresse un sorriso nervoso verso la coppia.
 
“Ci frequentiamo dalla sera del ballo di Halloween” il ragazzo fece finta di nulla, cercando di rimediare alla situazione imbarazzante che si era creta.
 
La verità era che Jade provava davvero qualcosa per Perrie. Qualcosa che non aveva mai provato prima per una ragazza, forse per nessuno in generale. Quest’idea la spaventava, le sembrava qualcosa di sbagliato, ma giusto nello stesso momento. Non poteva provare sentimenti simili per una ragazza e non per una come Perrie, che l’avrebbe usata come usava tutti gli altri. Per questo la sera del ballo non aveva rifiutato le avance di Liam. Inoltre, era davvero un bel ragazzo, nonché popolare e nessuno fin’ora si era interessato così tanto a lei. Beh, tranne Perrie..
Jade realizzò che stare con Liam le sarebbe servito come distrazione dalla bionda, così sarebbe riuscita a dimenticarla e avrebbe avuto una relazione con uno dei ragazzi più belli e popolari della scuola. Inoltre il moro aveva una fama di bad boy e Jade ne era davvero attratta. Le era sempre piaciuto questo genere di persone, anche se sapeva che le probabilità di essere ferita erano più alte.
Dapprima la ragazza fece fatica ad abituarsi all’idea di essere insieme a Liam, anzi, all’inizio il ragazzo neppure le piaceva. Ma successivamente i sentimenti per lui iniziarono a crescere e ad essere più forti, per cui non le dispiaceva essere con lui e la stava aiutando davvero a non pensare alla ragazza dal viso e dalla voce angelica. I sentimenti per Liam non erano neanche la metà dei sentimenti che provava per Perrie, ma la mora era troppo spaventata per ammetterlo. Stava mentendo a sé stessa e a tutti gli altri con questa relazione, ma era l’unico modo per dimenticarla.
Questo funzionò finchè non la vide. Per questo si trovava così spaesata di fronte a lei. Il suo cuore batteva all’impazzata e sapeva che i suoi sentimenti sarebbero diventati sempre più forti ora che avrebbe dovuto stare con lei praticamente tutti i giorni.
 
Jade fu tolta dai suoi pensieri quando Perrie si alzò, guardandola dritta negli occhi.
 
“Sapete una cosa? Non ho più fame e non ci tengo a vomitare a causa di questa scena nauseante” il suo volto era pieno di rabbia, il labbro inferiore era tenuto tra i denti per sopprimere la voglia di urlare. Perrie si girò e uscì velocemente dalla mensa, ma lei non era l’unica che doveva sopprimere qualcosa. Anche Jade, infatti, dovette sopprimere la voglia di inseguirla e confessarle che era lei la persona che le avrebbe dovuto tenere i fianchi per mostrare a tutti che fosse sua.

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