Morzan, un Rinnegato capace di amare. di RosaNera_Rinnegata_30613 (/viewuser.php?uid=733313)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Capitolo
1
Era
ormai notte fonda, la luna splendeva alta
nel cielo, illuminando il giardino, in cui il ciliegio torreggiava
solitario, in
una distesa di rose rosse e bianche, queste ultime che sembravano
brillare come
stelle, sotto la luce della luna, così come il sentiero
lastricato di pietre
grigio chiaro e bianche, che partiva dal portone e arrivava fino al
cancello, dividendo
in due quel mare di rose. Ma non era lì che si posava lo
sguardo di Fibi, affacciata
alla finestra della camera che divideva con Morzan.
Il
suo sguardo era fisso sul valico tra le
montagne, da cui poteva scorgere un pezzo del lago di Leona illuminato
dalla
luna, unico punto di luce nell’oscurità fitta che
ingoiava la fioca luce delle
stelle. Spostò un attimo lo sguardo sul giardino, ma nemmeno
quella vista, che
in altre occasioni l’avrebbe fatta sorridere, in quel momento
non fu in grado
di farle sfuggire nemmeno l’ombra di un sorriso, tanto era
preoccupata. Guardò
di nuovo di fronte a sé, sperando di vedere la sagoma della
dragonessa di suo
marito sorvolare il valico tra le montagne e oscurare sempre di
più il cielo, man
mano che si avvicinava.
Morzan
era ormai partito da una settimana in
chissà quale missione insieme agli altri Rinnegati,
dicendole che non sarebbe
ritornato prima di tre o quattro giorni e di non preoccuparsi, ma Fibi
non ci
riusciva e già dalla seconda notte aveva cominciato a
guardare il valico, in
attesa di vederlo tornare, senza però preoccuparsi
più di tanto, perché sapeva
che non sarebbe tornato.
Ora
però era diverso. Erano passati sette
giorni e non aveva notizie, né da Morzan, né
dagli altri Rinnegati e la paura
che potesse essergli successo qualcosa non voleva abbandonarla,
nonostante lei
cercasse di pensare positivo. Sospirò e si voltò
a guardare dall’altra parte
della stanza, dove Murtagh dormiva tranquillo nella sua culla,
stringendo con
la manina la coda del drago di peluche regalatogli dal padre.
Mentre
era intenta a guardare il viso sereno
del figlio, che tanto somigliava a quello del padre e un po’
anche al suo, un
movimento la distrasse e la spinse a guardare fuori dalla finestra e
finalmente
vide quello che stava aspettando già da qualche giorno: la
sagoma della
dragonessa che si avvicinava, oscurando il cielo in proporzione sempre
più
grandi.
Finalmente
un sorriso illuminò il volto di Fibi, a cui parve di essersi
liberata da un
peso, ma ancora non osò festeggiare, Morzan poteva essere
ferito, anche in modo
grave.
Senza
aspettare, corse in giardino, lo
sguardo fisso sulla dragonessa in avvicinamento. Non dovette aspettare
molto.
Qualche minuto dopo, la dragonessa rossa atterrò sul prato a
pochi metri da lei
e subito dopo, Morzan smontò dalla sella e si
avvicinò a Fibi. Lei lo osservò
con attenzione, ma non sembrava ferito. Gli sorrise e lui
l’abbracciò senza
dirle niente, ma con quell’abbraccio lei capì
quanto gli era mancata, così fece
lo stesso, felice di sentire di nuovo il calore del suo corpo.
“
Mi sei mancata ” Le disse alla fine in un
sussurro.
“
Anche tu. Non sai quanto ”
“
Andiamo dentro, voglio farmi un bagno e poi
potremo fare quello che preferisci ”
“
Certo, posso solo immaginare come ti senti
adesso”
Si
presero per mano e rientrarono. Mentre
salivano le scale, Morzan chiese: “ Murtagh ha fatto il
bravo? ”
“
Come al solito. Sta dormendo e non ha
ancora dato segni di volersi svegliare ”
Morzan
sorrise e vedendo lo sguardo
interrogativo di Fibi spiegò: “ Non avrei mai
pensato di dirlo, ma mi sono
mancati i suoi pianti nel bel mezzo della notte ”
In
camera, Fibi si distese sul letto, guardando
Morzan slacciarsi Zar’roc dalla cintura. Aveva i vestiti
sporchi di sangue, ma
lei ci era abituata e finché il sangue non era il suo lei
non era tanto
preoccupata. Lui si accorse del suo sguardo e chiese: “ Che
c’è? Sto bene se è
questo che ti preoccupa ”
“
Lo so, è che mi hai fatto preoccupare, ma
adesso sei qui, perciò … ”
“
Perciò non devi più preoccuparti ”
Morzan
le diede un bacio sulla guancia e poi gliela accarezzò
“ Io vado a farmi un
bagno, tu se vuoi, puoi anche dormire ”
“
Va bene ” Gli disse, mentre lo guardava
uscire dalla stanza. Prese il suo posto nel letto senza però
mettersi a
dormire, non lo aveva fatto fino a quel momento per aspettare Morzan,
non
poteva farlo adesso, doveva farlo sentire di nuovo a casa.
Aspettò con pazienza
che Morzan finisse di lavarsi e quando tornò,
spostò il lenzuolo per fargli
posto accanto a lei nel letto. Lui si distese sorridendo, ma nei suoi
occhi
Fibi vide quanto fosse stanco e proprio in quel momento, Murtagh
cominciò a
piangere.
Fibi
fece per alzarsi, ma Morzan la fermò: “ Aspetta,
ci penso io ”
“
Non se ne parla, sei appena tornato e sei
stanco, perciò, ci penso io ”
“
Appunto, sono appena tornato, è una
settimana che non lo vedo, quindi non preoccuparti ” E prima
che Fibi potesse
ribattere, si alzò e prese delicatamente il figlio tra le
braccia e cominciò a
cullarlo con tanta dolcezza che lei non riuscì a fare a mano
di sorridere. Si
alzò anche lei e si avvicinò al marito, guardando
sia lui, sia il loro bambino
di appena un mese che ora aveva smesso di piangere e singhiozzava
appena. “ Gli
sei mancato ” Commentò.
“
Cosa te lo fa pensare? ”Chiese Morzan senza
smettere di cullare il figlio.
“
Ha smesso di piangere subito dopo che lo
hai preso in braccio, cosa che non ha mai fatto questa settimana
”
“
Mi farò perdonare, promesso ” Le disse, poi
si rivolse a Murtagh, che si era riaddormentato. “ Buonanotte
campione ” E
detto questo gli diede un bacio e lo rimise
nella culla. Fibi gli rimboccò le coperte e gli
avvicinò di nuovo il drago di
peluche che lui aveva spinto dall’altra parte della culla
quando si era messo a
piangere.
Morzan
si era già rimesso a letto, così lo
imitò e quando fu al suo fianco, lui si voltò e
l’avvicinò a sé, lasciando il
braccio sul fianco di lei che gli sfiorò il petto nudo con
la mano che poi
poggiò sul braccio di lui. Fibi gli sorrise e lui
ricambiò anche se non
sembrava molto contento.
“
Che succede? ”Gli chiese. Non era la
stanchezza a impedirgli di sorridere.
“
Niente. Stavo solo pensando ad un modo per
farmi perdonare ” Le rispose.
“
Farti perdonare per cosa? ”
“
Per averti fatto preoccupare. Ti avevo
detto che sarei ritornato entro tre giorni e invece sono arrivato solo
oggi ”
“
Non dire stupidaggini, sei tornato sano e
salvo e questo mi basta per perdonarti ”
“
Si, ma voglio comunque farmi perdonare e in
più è da un po’ che non ti faccio un
regalo ”
“
Il regalo più grande è poterti avere di
nuovo qui con me ”
“
Non vedevo l’ora di poterti stringere di
nuovo, principessa ” Le disse “ Ti amo ”
“
Anch’io ” Disse lei e sentì Morzan
avvicinarsi un po’ di più a lei, tanto che lei
riuscì a sentire il calore del
petto di lui contro il suo e il respiro di lui sulla sua pelle. Lo vide
sorridere, nella tenue luce della luna, stavolta era un sorriso dolce,
solo per
lei e in quel momento si ricordò che non si erano ancora
baciati e che sia lei,
sia lui stavano aspettando quel bacio. Erano così vicini che
non fu difficile
per lei avvicinare le sue labbra a quelle di lui, che non fece
attendere la sua
risposta e nel momento stesso in cui Fibi sfiorò le sue
labbra, la baciò
riversando in quel bacio tutto l’amore che provava per lei.
Rimasero
abbracciati e Fibi disse: “ Dovresti
dormire, sei stanco e ormai è tardi. Abbiamo tutto il giorno
per stare insieme ”
“
Dovresti dormire anche tu, non credo che
oggi sia stato un caso se ti ho trovata ad aspettarmi in giardino
”
“
Non riesco proprio a nasconderti niente, vero?
”
“
No ” Morzan sorrise “ Sai, non ho smesso di
pensare a te e Murtagh e speravo che tu facessi lo stesso con me
”
“
Speravo che fosse così ” Gli diede un bacio
veloce sulle labbra “ Adesso però mettiamoci a
dormire. Non voglio rischiare
che domani tu sia troppo stanco per stare con me ”
“
Allora … Buonanotte principessa ”
“
Buonanotte amore ”
NDA:
Ciao a tutti, ho scritto questa storia perchè Morzan
è un personaggio chke mi ha sempre affascinata e mi sono
chiesta come sarebbe potuto essere se non avesse trovato Selena ma
un'altra donna capace di farlo cambiare e fargli dimostrare un
pò d'amore e, bè, questo è questo che
mi è venuto in mente. Spero che vi possa piacere e che
questo primo capitolo vi abbia incuriosito. Vi ringrazio in anticipo
per le recension, se deciderete di lasciarne.
A presto dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Capitolo
2
Il
giorno dopo, quando si svegliò, Fibi si ritrovò
da sola
nel letto. Guardò la culla e vide che Murtagh era ancora
lì che dormiva. Si
alzò dal letto e mentre lo faceva guardò fuori
dalla finestra e vide che la
dragonessa di Morzan aveva compagnia, con lei infatti,
c’erano altri due
draghi;quello viola di Daniel e quello arancione di Enduriel.
Si
vestì e scese al piano di sotto, dove trovò
Morzan che
parlava animatamente con Daniel ed Enduriel in salotto. Morzan fu il
primo a
vederla. “ Buongiorno principessa ” Le disse con un
sorriso, ma i suoi occhi
azzurri erano tristi.
“
Buongiorno ” Disse lei a tutti mentre si avvicinava al
marito e gli dava un bacio “ Come mai da queste parti?
”
Daniel
ed Enduriel guardarono Morzan con una strana
espressione. Lui sospirò. “ Principessa, non ne
sono ancora sicuro ”
“
Fibi, sarebbe meglio che ci lasciassi da soli a parlare ”
Suggerì Daniel, cercando di non offendere Fibi.
“
Va bene. Ti aspetto in camera ” Disse Fibi, la voce
velata dalla tristezza. Aveva capito di cosa stavano parlando.
Tornò
in camera, dove per poco non si mise a piangere, ma
non ne ebbe il tempo, perché, quasi come se avesse sentito
che la madre era
tornata, Murtagh cominciò a piangere. Lei lo prese in
braccio parlandogli
dolcemente mentre si andava a sedere per allattarlo. Non appena Murtagh
vide il
seno della madre cominciò a calmarsi per poi smettere del
tutto quando cominciò
a succhiare.
Morzan
arrivò quando Murtagh smise di bere. Era triste.
“
Vuoi tenerlo un po’ tu, prima che si riaddormenti?
” Gli
chiese Fibi.
Lui
annuì e lo prese in braccio, battendogli delicatamente
una mano sulla schiena, per fargli fare il ruttino e un sorriso si fece
strada
sul suo volto, quando, dopo aver fatto il ruttino, al figlio
sfuggì uno
sbadiglio. Si stropicciò gli occhi chiari con le manine e
poi poggiò la testa
sulla spalla del padre cingendogli il collo con il braccio.
Morzan
lo cullò fino a che non fu sicuro che si fosse
addormentato, poi lo rimise nella culla e si avvicinò a Fibi
che era affacciata
alla finestra e le diede un bacio sulla guancia. Lei si
voltò e lui incrociò le
mani dietro la schiena di lei. Aveva bisogno di sentirla vicina.
“ Principessa,
c’è stato un imprevisto e quindi devo partire di
nuovo ”
“
Ma sei appena tornato. Devi partire per forza? ” Fibi
aveva gli occhi lucidi, ma tentava di trattenere le lacrime. Sapeva che
nemmeno
per lui era facile.
“
Purtroppo si. Si tratta dei Varden e dobbiamo occuparcene
per forza noi Rinnegati. Io ci ho provato ”
“
Lo so ” Fibi lo abbracciò. “ Ma mi
mancherai tanto ”
“
Anche tu, principessa, anche tu ” Detto ciò,
Morzan
sciolse l’abbraccio e cominciò a vestirsi
lentamente, ogni gesto gli costava
una fatica enorme. Non voleva andarsene e lasciare di nuovo Fibi e
Murtagh, ma
doveva farlo, per il loro bene, Galbatorix avrebbe potuto reagire molto
male se
si fosse rifiutato e quasi sicuramente se la sarebbe presa con loro.
Fibi
lo guardava dal suo angolo accanto alla finestra. Si
era abituata a vederlo tornare a casa coperto di sangue, ma era sicura
che non
sarebbe riuscita ad abituarsi alla vista di Morzan che si allacciava
Zar’roc
alla cintura come stava facendo in quel momento.
Quando
finì di cambiarsi, Morzan le prese la mano e insieme
scesero di nuovo in salotto. “ Possiamo andare? ”
Chiese Daniel.
Morzan
annuì. Uscirono in giardino e prepararono i draghi a
partire. Un attimo prima di montare si fermò a salutare
ancora Fibi. “ Non so
quando tornerò, ma ti prometto che ti penserò
sempre e cercherò di tornare il
più presto possibile ”
“
Stai attento. Non voglio perderti perché non sei
concentrato in quello che devi ”
“
Lo farò, sta’ tranquilla. Ti amo ”
“
Ti amo anch’io. Al tuo ritorno sarò qui, ma non
tardare
troppo ”
“
Questo non posso promettertelo ” Morzan vide Daniel
fargli segno i sbrigarsi e aggiunse: “ Devo andare, ricordati
che ti amo ” E si
voltò per montare in sella.
Fibi
lo bloccò, prendendolo per il braccio. “ Aiutami a
ricordarlo ”
Lui
sorrise e tenendola stretta a sé, la baciò con
più
passione del solito, tanto che Daniel ed Enduriel distolsero lo
sguardo.
Dopo averla baciata, avvicinò le labbra
all’orecchio di lei e le disse in un
sussurro: “ Stanotte, prima di addormentarti, pensa a me. Io
farò lo stesso con
te e vedrai che ci incontreremo nei sogni ”
“
Non vedo l’ora ” Disse lei e si
allontanò di qualche
passo e da lì, li guardò alzarsi in volo e
allontanarsi, finché non
scomparirono dalla visuale.
Passò
tutto il giorno pensando a quei pochi momenti passati
insieme e al modo con cui lui cullava Murtagh, sempre dolce e
affettuoso. Scese
la notte e quando Murtagh si riaddormentò, dopo essere stato
lavato e aver
mangiato, Fibi si rimise a letto, stringendo il cuscino di Morzan
ancora
impregnato del suo profumo, per sentirlo più vicino e
riuscire a sognarlo.
Era
notte e il cielo era illuminato dai fulmini, seguiti dai
tuoni, così forti da scuotere la terra e riverberare per le
vie della città fin
nelle ossa di Fibi, che scappava con Murtagh stretto tra le braccia e
Morzan
che le copriva la fuga, difendendoli dai nemici che altrimenti li
avrebbero
uccisi. Ogni tanto, mentre correva, Fibi si guardava indietro per
essere sicura
che Morzan la stesse ancora seguendo e stesse ancora bene.
Riuscì ad arrivare
fuori dalla città, dove c’era Daniel ad
aspettarla, ma quando si voltò
indietro, vide che Morzan stava combattendo con un uomo incappucciato
che, in
un momento, colpì Morzan allo stomaco.
Fibi
lo vide cadere, la maglia insanguinata, mentre l’uomo
incappucciato torreggiava su di lui, la spada pronta a vibrare
l’ultimo colpo, quello
che avrebbe fermato il battito del cuore di Morzan, che gli avrebbe
rotto il
respiro, che gli avrebbe tolto la luce della vita dagli occhi,
spegnendoli per
sempre.
“
No! Morzan! ” Urlò e senza pensarci due volte si
precipitò verso di lui, Murtagh ancora in braccio, parandosi
tra suo marito e
il suo assassino, che abbassò la spada e se ne
andò e per un momento, la luce
di un fulmine illuminò la notte e Fibi riuscì a
distinguere un paio di occhi
azzurri sotto il cappuccio.
Cominciò
a piovere proprio in quel momento. Lei si
inginocchiò accanto a Morzan che giaceva a terra, sempre
più insanguinato, il
respiro irregolare, un rivoletto che gli colava dall’angolo
della bocca,
macchiandogli i capelli neri, il braccio destro era disteso come se
volesse
prendere Zar’roc, abbandonata a terra a qualche centimetro da
esso.
“
Principessa … sei qui? ”
“
Si, sono qui. Non ti lascio, ma tu cerca di resistere ” Lo
pregò Fibi, le lacrime che si confondevano con le gocce di
pioggia.
“
Mi dispiace ... ” Cercò di sorridere “
Sono stato ... uno
stupido ... perdonami ” Gli occhi di Morzan si chiusero ed
esalò l’ultimo
respiro.
Fibi si svegliò di
soprassalto, Murtagh stava piangendo, ma
la paura dell’incubo era così forte che le ci
volle un po’ di tempo per
calmarsi e finalmente alzarsi e dar da mangiare al figlio, che poi
portò con sé
nel letto, dove si addormentò ancora scossa
dall’incubo, frutto della sua
immaginazione e dalla sua preoccupazione per Morzan che era in pericolo.
NDA:
Ciao a tutti, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e grazie
per averlo letto. Per chi si chiedesse perchè ho scritto che
Morzan aveva gli occhi azzurri, dovrete aspettare i prossimi capitolo.
A presto dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Capitolo
3
Il
giorno seguente fu
identico al precedente, con un’unica differenza: la paura che
l’incubo le aveva
lasciato dentro. Aveva paura di vedere ritornare Morzan in fin di vita
come non
le era mai capitato fino a quel momento. Cercava di non pensare al
sogno, ma si
accorse che più cercava di ignorarlo, più la
mente giocava a immaginare i modi
peggiori in cui sarebbe potuto tornare Morzan.
La
notte scese di nuovo,
il cielo non era terso, ma qua e là si vedevano alcune
nuvole; probabilmente ci
sarebbe stato un acquazzone estivo. Fibi rimase sveglia fino a tardi,
aveva
paura che se si fosse riaddormentata avrebbe rifatto
quell’incubo e non credeva
di riuscire a resistere ancora con quell’immagine nella
mente, che sapeva, sarebbe
rimasta più vivida, se l’avesse sognata di nuovo.
Alla fine, però, la
stanchezza ebbe la meglio e lei si addormentò, stavolta
senza fare sogni di
alcun tipo.
La
mattina dopo il cielo
era grigio, ma resse fino a mezzogiorno. Fibi rimase affacciata alla
finestra
per un po’, chiedendosi come stesse Morzan e se anche da lui
stesse piovendo.
Era meno preoccupata del giorno prima, anche se non di molto, grazie
alla
dormita che aveva fatto e dopo averci riflettuto sopra. In fondo, era
stato
solo un sogno e lei era preoccupata per lui, preoccupazione resa
più acuta dal
fatto che se ne era dovuto andare poche ore dopo il suo ritorno,
perciò era
normale che la mente le stesse giocando quello scherzo, ma nonostante
tutto, non
riusciva a ignorare quel brutto presentimento che aumentava con il
passare del
tempo.
Passò
quasi tutto il
pomeriggio prima che, passando davanti ad una finestra, si affacciasse
di nuovo.
Pioveva ancora, anche se oltre le montagne il cielo aveva cominciato a
schiarirsi e fu proprio guardando lì che vide due draghi
volare vero il
castello e uno dei due, era sicura, era la dragonessa di Morzan.
Fibi
sorrise, incapace
di credere a quello che vedeva, ma la sua felicità si
tramutò in preoccupazione
man mano che i due draghi si avvicinavano e quando atterrarono ne ebbe
la
conferma. C’era qualcosa che non andava.
Corse
verso il portone e
lo aprì. Davanti a lei c’erano Daniel e Morzan,
quest’ultimo, era
sostenuto dall’amico ed era ricoperto di
sangue, non solo dei nemici caduti sotto i colpi della sua spada, ma
anche suo.
I vestiti erano strappati in più punti, aveva un taglio
sulla fronte, l’occhio
sinistro coperto da un pezzo di stoffa insanguinato a mo’ di
benda e, guardando
bene, Fibi vide l’asta spezzata di una freccia fuoriuscire
dalla carne, poco
più in alto del fianco destro, tra due costole.
“
Cos’è successo? ” Chiese
Fibi.
“
Te lo spiego dopo.
Adesso devo pensare a Morzan ” Rispose Daniel entrando con
Morzan che cercava
di resistere.
“
Andiamo nella camera
degli ospiti. In camera nostra c’è Murtagh e non
voglio che si svegli mentre ...
”
“
D’accordo, ho capito ”
Daniel le sorrise e si incamminò, seguito da Fibi. In
camera, Daniel fece
sedere Morzan che si distese aiutato da Fibi. Lui cercò di
parlare, ma non ci
riuscì e lei gli prese la mano e gli disse: “
Sta’ tranquillo, non devi
sforzarti, parliamo dopo ”
Morzan
le strinse la
mano e la guardò. Lei gli sorrise e gli accarezzò
la guancia, ricambiando lo
sguardo, anche per non essere costretta a guardare le sue ferite. In
quel
momento, Daniel le si avvicinò. “ Fibi, sarebbe
meglio se uscissi adesso ”
“
Non posso rimanere? Potrei
aiutarti ” Disse Fibi.
“
So che vorresti
aiutarlo, ma se rimanessi mi saresti solo d’intralcio e in
più non sarà uno
bello spettacolo quando estrarrò la freccia e non credo che
ti piacerà quello
che c’è sotto la benda ”
Fibi
sospirò. Daniel non
aveva tutti i torti. “ Ti serve qualcosa? ”
“
Si, un favore. Fra poco
dovrebbero arrivare Enduriel e Glaerun. Quando arrivano falli venire da
me, potrebbero
essermi utili ”
“
D’accordo ” Si voltò a
guardare il volto insanguinato di Morzan che la guardava supplicandola
di
rimanere. Lei gli diede un bacio sulle labbra e disse: “
Sarà meglio per
entrambi se non rimango. Ci vediamo più tardi ”
Uscì
e andò in camera
sua a controllare Murtagh. Stava dormendo, ignaro di quello che era
successo al
padre. Nella sua mente si riaffacciò l’incubo e il
nervosismo ebbe la meglio su
di lei. Una parte del sogno si era già avverata e per nessun
motivo voleva che
la realtà finisse come il sogno. In quel caso non credeva di
riuscire a reggere
il colpo. Sentiva di avere gli occhi lucidi, ma le lacrime non volevano
saperne
di uscire e in fondo, nemmeno lei voleva piangere; Morzan era ancora
vivo e
finché le sue condizioni fossero rimaste incerte, non
avrebbe pianto, lui non
avrebbe voluto. Si avvicinò alla finestra e
guardò fuori. Aveva smesso di
piovere e i due draghi erano ancora lì e ora che la guardava
con attenzione, si
accorse di quanto Fiamma stesse male ed era normale, visto che
condivideva
tutto con il suo Cavaliere.
Ogni
tanto, un gemito di
Morzan arrivava fino a lei, che si stringeva il braccio desiderosa di
fare di
più per l’uomo che amava o almeno stargli vicino e
alleviargli il dolore, ma
non poteva, Daniel aveva ragione.
Poco
dopo era di nuovo davanti
al portone con Glaerun ed Enduriel, quest’ultimo finse di
inciampare per farla
sorridere, riuscendo nell’intento e poi disse: “
Fibi, adesso che sei di buon
umore, devo dirti una cosa molto importante ” Si
portò una mano al petto in un
gesto teatrale “ Io sono tuo fratello ”
Prima
che Fibi potesse rispondere
Glaerun si intromise guardando l’altro di traverso.
“ Finiscila di fare
l’idiota e fai qualcosa di utile per una volta ”
“
Almeno l’ho tirata un
po’ su di morale ”
Glaerun
fece finta di
non aver sentito. “ Scusa per il ritardo, ma dovevamo finire
una cosa ”
“ Non fa niente.
Daniel mi ha chiesto di farvi
andare da lui ” Disse Fibi.
“
Facci strada, allora ”
Glaerun
entrò nella
camera senza bussare, seguito da Enduriel. Fibi tentò di
seguirli per vedere a
che punto era Daniel, ma lui la vide e la fermò dicendo:
“ Fibi, non entrare, non
è un bello spettacolo ”
“
Puoi dirmi come sta, almeno?
” Chiese lei, fermandosi sulla porta, senza riuscire a vedere
Morzan, perché la
visuale era ostruita dagli altri due Rinnegati.
“
È ancora vivo ”
Non
era quello che
voleva sentirsi rispondere, ma sapere che Morzan era ancora vivo era
comunque
una buona notizia. Passò la sera e scese la notte, ma Daniel
e gli altri non si
erano ancora fatti vivi.
Erano
quasi le undici e
mezzo, Fibi era seduta sul divano dopo aver rimesso a dormire Murtagh,
quando, finalmente,
Daniel venne a cercarla. Si sedette accanto a lei, esausto, la maglia
macchiata
del sangue di Morzan.
“
Enduriel e Glaerun
dove sono? ” Chiese Fibi.
“
Sono rimasti con
Morzan. Sono venuto io perché devo parlare con te, sempre
che tu voglia ancora
sapere cosa è successo ” Rispose Daniel
Fibi
si voltò cercando
di mettersi a sedere più comodamente per riuscire a
guardarlo. “ Voglio saperlo
ancora ”
“
Eravamo in città, stavamo
combattendo, quando ad un certo punto la facciata di una casa
è crollata e non
è stato un incidente. La maggior parte di noi era sulla
traiettoria dei
detriti, compreso Morzan, che in quel momento stava combattendo e sai
come è
fatto, non scappa mai davanti ad un nemico… ”
“
Non si è spostato ” Concluse
Fibi “
È rimasto sepolto dalle macerie ”
“
Si e no. È riuscito ad
uccidere il suo avversario e quando sembrava che fosse riuscito a
togliersi
dalla traiettoria, i detriti più piccoli lo hanno travolto.
Per un attimo ho
pensato che fosse morto, poi però, l’ho visto
uscire da un buco che
probabilmente ha creato con la magia, sembrava stesse bene, ma quando
si è
girato, ho visto la ferita alla testa ”
“
Perché le difese non
hanno funzionato? ” Chiese Fibi.
“
Hanno funzionato, invece,
altrimenti sarebbe morto sul colpo, ma si sono consumate. Quando lui
è riuscito
a liberarsi qualcuno dei Varden gli ha scagliato contro una freccia e
visto che
non aveva più difese, l’ha colpito. L’ho
visto cadere in ginocchio e tentare di
togliere la freccia, ma nel farlo ha spezzato l’asta. A quel
punto sono corso
da lui, ho impedito ad un paio di idioti di ucciderlo e poi
l’ho preso e l’ho
portato lontano dal pericolo ”
D’istinto,
Fibi lo abbracciò.
“ Grazie Daniel. Non so cosa farei se morisse ”
Daniel
si strinse nelle
spalle. “ Morzan è mio amico. Cosa sarei se non lo
aiutassi? ”
“
Adesso come sta? ”
“
Ha perso conoscenza
mentre lo curavo, ma non è in pericolo di vita, per il
momento ”
“
A proposito, Morzan
non ha perso l’occhio vero? ”
“
No, ma ci è mancato
poco ”
“
Grazie, se vuoi fatti
portare qualcosa da mangiare e se vuoi rimanere qui ti faccio preparare
una
camera ”
“
Non per approfittare
della tua ospitalità, ma devo rimanere, nel caso in cui
Morzan dovesse peggiorare
”
“
Si, capisco ” Fibi si
rabbuiò e Daniel, accortosene, le disse: “ Non
è detto che succeda. Morzan è
forte, nessuno lo sa meglio di te, quindi non hai motivo di
preoccuparti ”
“
Lo so, ma non è quello
che mi preoccupa ”
“
E allora cos’è? ”
“
Prometti di non parlarne
a nessuno ”
“
Lo prometto ”
Fibi
gli raccontò dell’incubo.
Era la prima volta che cercava di ricordarlo e si accorse di non avere
nessuna
difficoltà a farlo. Solo in quel momento ricordò
il colore degli occhi
dell’assassino di Morzan e quando finì di
raccontare chiese a Daniel: “ Conosci
qualcuno con gli occhi azzurri che vuole uccidere Morzan? ”
“
Fosse solo uno ad
avere gli occhi azzurri, potrei anche aiutarti, ma dato che ci sono
varie
persone con gli occhi di quel colore … ”
“
Lo so che è vago come
indizio, volevo almeno provarci ”
“
Fibi, non preoccuparti
inutilmente, è stato solo un sogno condizionato dalla tua
preoccupazione ”
“
Si, hai ragione. Posso
andare da Morzan adesso? ”
Daniel
sorrise. “ Certo,
sono sicuro che quando si risveglierà e ti vedrà
vicino a lui sarà felicissimo ”
Lei
ricambiò il sorriso
e si alzò. “ Se succede qualcosa ti chiamo
”
“
D’accordo, ma tu lascia stare i sogni e non
preoccuparti inutilmente
NDA:
Ciao a tutti e grazie per aver letto anche questo capitolo, che spero
vi sia paciuto. Forse qualcuno penserà che i Rinnegati di
questa storia siano un pò troppo amici e soprattutto poco
seri, ma credo che ogni tanto una scenetta un pò
più spiritosa debba esserci. Detto questo vi saluto.
A presto dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Capitolo
4
Fibi
entrò in camera, dove trovò Enduriel e Glaerun
che
parlavano, ma smisero appena la videro entrare.
“
Fibi ” Disse Glaerun.
“
Ciao, come sta? ” Chiese lei, guardando Morzan.
“
Come lo ha lasciato Daniel, né meglio né peggio
”
“
Va bene, adesso potete andare, rimango io con lui ”
“
Noi andiamo da Daniel, allora ” Disse Enduriel,
avviandosi alla porta. “ Ci vediamo ”
Glaerun
lo seguì e insieme uscirono.
Rimasta
sola, Fibi si sedette sul letto accanto a Morzan,
che sembrava stesse dormendo. Una benda gli ricopriva l’occhi
sinistro, ma del
taglio sulla fronte, non rimaneva neanche l’ombra. Fibi
spostò il lenzuolo con
cui Daniel l’aveva coperto, per controllare la ferita
lasciata dalla freccia.
Non che non avesse fiducia in Daniel, ma era più forte di
lei. Daniel aveva
fatto un ottimo lavoro. Ormai della ferita non rimaneva che una leggera
cicatrice, una macchia chiara sulla sua pelle abbronzata, anche se era
più
grande rispetto al foro che lasciava normalmente una freccia.
Probabilmente
Daniel aveva dovuto incidere un po’ per toglierla, anche se
Fibi non ne capiva
il motivo, visto che avrebbe benissimo potuto evitarlo, grazie alla
magia.
Sentì
la pelle calda e liscia sotto le sue dita quando
gli passò la mano sulla cicatrice e un sorriso le si dipinse
sul volto al
ricordo del tempo passato insieme la notte prima che lui ripartisse.
A
parte quella cicatrice e la benda sull’occhio, sembrava
che Morzan non fosse mai ripartito, che fosse rimasto lì e
ora si fosse
addormentato mentre lei non c’era. A Fibi sembrava di
guardare il figlio.
Avevano la stessa forma del viso, gli stessi occhi, né
troppo grandi, né troppo
piccoli, quasi dello stesso colore; l’unica differenza era la
bocca, che
Murtagh aveva preso dalla madre.
Fibi
avrebbe voluto vedere in che condizioni era
l’occhio, ma se Daniel l’aveva lasciato coperto
c’era un buon motivo e in più
lei non era sicura di voler vedere, aveva troppa paura di vedere
l’occhio
insanguinato o peggio, nonostante Daniel l’avesse rassicurata
dicendole che non
l’aveva perso.
Trascorse
la notte a vegliare su Morzan,sperando di
vederlo aprire gli occhi da un momento all’altro,
allontanandosi solo quando
Murtagh piangeva, per andare a prenderlo.
Poco
prima dell’alba, Daniel andò da lei. “
Non c’è stato
nessun problema? ” Le chiese.
“
No. Tutto tranquillo ”
“
Bene ” Daniel si avvicinò a lei. “
Dovresti andare a
letto. Sei stata sveglia tutta la notte ”
“
Non c’è problema, non sono stanca ”
“
Fibi, rimango io qui. Non devi dormire tutto il giorno,
ma almeno un paio d’ore ti faranno bene ”
“
Però devi venirmi a chiamare se si risveglia ”
“
D’accordo lo farò ” Promise Daniel.
Un
po’ riluttante, Fibi andò a letto e si
addormentò. Fu
svegliata da Murtagh, un paio d’ore dopo;
l’allattò e quando si fu
riaddormentato tornò da Daniel e Morzan.
“
Hai dormito? ” Le chiese Daniel quando la vide.
“
Si, sono stata di parola ” Fibi andò a sedersi sul
letto e accarezzò una guancia a Morzan. “
Perché ci sta mettendo così tanto a
riprendersi? ”
“
Dovrebbe riprendersi tra poco, non preoccuparti ”
“
Daniel, per caso la freccia era avvelenata? ”
Daniel
la guardò sorpreso. “ Come hai fatto a ...
”
“
Ho visto la cicatrice. È più larga di quanto
dovrebbe e
che io sappia se hai la magia non c’è bisogno di
incidere per togliere la
freccia ”
Daniel
sorrise. “ Sei diventata brava, quasi quasi ti
prendo come assistente. Comunque ho tolto tutto il veleno, è
fuori pericolo ”
“
Sicuro? ” Se continuava a chiederlo non era perché
non
si fidava, ma perché doveva ancora convincersi che sarebbe
andato tutto bene,
che presto avrebbe potuto riabbracciarlo.
“
Ti mentirei mai su questo? ” Le chiese Daniel.
“
No, so che non lo faresti ”
Daniel
la guardò aggiustare dolcemente il lenzuolo che
copriva il corpo di Morzan e disse: “ È rimasto in
stato di semi incoscienza
per tutto il viaggio di ritorno e qualche volta lo sentivo parlare o
meglio, lo
sentivo pronunciare il tuo nome ”
“
Avrei preferito che avesse risparmiato le forze ”
“
Però ti fa piacere ”
“
È ovvio ”
“
Se non ti dispiace vi lascio un po’ da soli, voglio
andare a fare colazione ” Daniel si alzò dalla
sedia scoccando un’ultima
occhiata a Morzan.
“
D’accordo, vai pure ”
Qualche
minuto dopo, Fibi vide Morzan piegare leggermente
la testa e lo sentì dire, con un filo di voce: “
Principessa ... ”
“
Ciao amore ” Gli disse sorridendo,
cercando di trattenersi dall’abbracciarlo per
paura di fargli male. “ Come stai? ”
“
Bene ” Morzan la guardò con l’unico
occhio che glielo
permetteva e scostò il lenzuolo dal suo braccio per poter
prendere la mano di
lei. “ Scusa se ti ho fatto preoccupare ”
“
Non fa niente, l’importante è che ora stai bene
”
“
Murtagh che fa? ”
“
Dorme. Se ti fossi svegliato mezz’ora fa l’avresti
trovato sveglio ”
“
Possibile che lo trovo sempre addormentato? ”
“
E un bambino, cosa pretendi che faccia? ”
“
Lo so. Mi sei mancata ” Dicendo questo, Morzan si mise
a sedere, la tirò a sé e la baciò. Lei
ricambiò, ma subito sentì la stretta di
lui allentarsi un po’. “ Stai bene? ”
“
Si. Mi è girata solo un po’ la testa. Mi sono
alzato
troppo in fretta ”
“
Forse è meglio se chiamo Daniel ”
“
Non ce n’è bisogno, ma se serve a farti stare
più
tranquilla va bene ”
Non
ci fu nemmeno bisogno che Fibi si alzasse che Daniel
entrò in camera mangiando una fetta di pane su cui aveva
spalmato della
marmellata. Quando vide Morzan sveglio commentò: “
Che ti avevo detto? Si è
svegliato! ”
“
Sei sempre puntuale tu. Non sbagli di un secondo ” Disse
Morzan, leggermente infastidito.
“
Perché? Ho interrotto qualcosa? ”Chiese Daniel,
con un
tono falsamente colpevole.
“
No. Senti Daniel, Morzan ha avuto un piccolo capogiro, non
è niente di grave, vero? ” Chiese Fibi, tagliando
corto.
“
No, è stato solo perché si è alzato di
fretta ” Commentò
Daniel divertito, guardando l’amico, che se ne accorse e lo
guardò di traverso.
“
Posso stare tranquilla allora? ”
Daniel
annuì mentre masticava l’ultimo pezzo di pane.
Quando finì aggiunse, rivolgendosi a Morzan: “
Prova a toglierti la benda ”
Morzan
fece come aveva detto Daniel e Fibi vide che
l’occhio era in perfette condizioni,ma le sembrò
che a lui desse fastidio, infatti
disse: “ C’è troppa luce, mi da fastidio
”
“
Come pensavo, ma non è niente di grave ”
“
Daniel, sto cominciando a pensare che per te non sia
niente grave ” Disse Fibi, guardandolo di traverso.
“
Sul serio, non è grave, mi basta fare una piccola cosa,
anche se non so se il risultato ti piacerà ”
Morzan
credette di capire a cosa si riferiva Daniel, così
disse: “ Credo che potrebbe piacerti, principessa, solo che
voglio che sia una
sorpresa ”
“
Ho capito, me ne vado, se non sono desiderata non
c’è
problema ” Fibi si alzò dal letto e
andò verso la porta, fingendosi arrabbiata,
ma un attimo prima di chiudere la porta si voltò e chiese a
Daniel: “ Morzan
può alzarsi vero? ”
“
Si perché? ”
Lei
sorrise. “ Perché appena ha finito qui
è desiderato
in bagno ” E senza aspettare risposta uscì e
andò in bagno, dove preparò la
vasca con l’acqua calda, proprio come piaceva a lui. Non
appena finì, però, sentì
Murtagh piangere e non poté fare a meno di andare da lui.
Per fortuna non stava
piangendo per la fame e lei riuscì a farlo riaddormentare in
poco tempo e poi
ritornò in bagno, dove trovò Morzan
già immerso nella vasca. “ Non vale. Dovevi
spettarmi ” Protestò lei, quando lo vide, mentre
chiudeva a chiave la porta.
“
Se è per questo nemmeno io mi aspettavo
quest’accoglienza così fredda. Se vuoi la
verità, pensavo che ti avrei trovata
qui dentro ad aspettarmi ” Disse Morzan con un mezzo sorriso
sulle labbra.
“
La mia idea non era quella, ma ci sei andato vicino ”
Disse con lo stesso sorriso sulle labbra. “ Comunque non
è colpa mia, Murtagh
si è messo a piangere, non potevo certo lasciarlo
lì ”
“
Immagino di no. Comunque adesso smettila di parlare e
veni qui ”
“
Se me lo chiedi così rischi di offendermi ” Disse
Fibi,
che nonostante quello che diceva si stava avvicinando a lui.
“
Non te lo stavo chiedendo ”
Fibi
si fermò a pochi passi dalla vasca, sorridendo. “E
se
decidessi di disobbedire, che mi succederebbe? ”
“
Mi faresti arrabbiare e potrei non rispondere più delle
mie azioni ” Morzan la guardava senza toglierle gli occhi di
dosso.
“
Allora mi conviene obbedire ” Fibi avvicinò uno
sgabello alla vasca e accarezzò il braccio che lui aveva
poggiato sul bordo.
Lui si voltò a guardarla e le sorrise. “ Non hai
niente da dirmi? ”
“
No, perché, cosa dovrei ... ” Lo guardò
bene e si
accorse che l’occhio sinistro, quello che si era ferito, non
aveva più l’iride
azzurra, ma nera.
“
Allora che ne pensi? Ti piace? ” Le chiese.
“
Non so, sei strano ... perché proprio nera? ”
“
Mi serviva un colore scuro, per schermare la luce ”
Lei
lo guardò ancora un po’ e poi disse: “
Però non è
tanto male. Forse quando mi ci abituerò potrebbe piacermi
anche più di quando
li aveva dello stesso colore ”
“
Cosa farei se non ci fossi tu ”
“
Te ne saresti trovata un'altra. Non sarebbe stato tanto
difficile ”
“
Forse ... ma nessuna sarebbe stata come te ”
Lei
sorrise, si alzò e si mise dietro la vasca
bagnandogli i capelli ancora sporchi di polvere. Morzan si immerse fino
al
collo, lasciando che Fibi gli bagnasse i capelli che non erano immersi
nell’acqua e si rilassò, chiudendo gli occhi e
godendosi il tocco delicato di
lei, finalmente tranquilla.
Dopo
un po’ Fibi smise di bagnargli i capelli e sedendosi
di nuovo sullo sgabello gli accarezzò una guancia e poi fece
scorrere la mano
lungo il collo. A quel gesto, lui aprì gli occhi e la
guardò ricambiando il
gesto, ma a differenza di lei, non si fermò al collo, fece
scorrere la mano
fino alla scollatura. Lei la prese tra le sue e sussurrò:
“ Non mi tentare ”
“
Non ce la faccio. È più forte di me, è
passato già
troppo tempo dall’ultima volta che ti ho tenuta tra le
braccia” Disse lui, gli
occhi fissi in quelli di lei.
“Lo
so, ma non posso farlo ” Nonostante quello che diceva
si sedette sul bordo della vasca.
“
Principessa, non fare la santa, lo so che lo vuoi ” Con
la mano libera le accarezzò il braccio, dal polso fino alla
spalla, dove
cominciò a giocare con la spallina del vestito.
“
Ho detto che non posso e in più tu ti sei appena
ripreso ” Insisté Fibi, cercando di combattere il
desiderio di cedere alle sue
attenzioni.
“
Te la sei cercata ” Disse Morzan e dopo aver liberato
la mano dalla presa di lei, la prese per la vita e la fece cadere in
acqua.
“
Sei un idiota! ” Disse lei anche se sorrideva.
“
Non lo sono ” Morzan cominciò a sbottonarle il
vestito.
“ Sono solo un bambino cattivo ”
“
Tanto non mi convinci e sta fermo con quelle mani ”
Fibi tentò di farlo stare fermo.
Morzan
obbedì, limitandosi ad abbracciarla. “ Non mi
servono le mani per convincerti ” Prese a baciarla sul collo
e sulle labbra.
Sapeva che avrebbe ceduto, era solo questione di minuti e infatti, se
in un
primo momento Fibi era rimasta impassibile ai suoi baci, ora cominciava
a
cedere.
“
Morzan, basta ... ti prego ” Lo pregò lei e per
tutta
risposta lui cominciò a spogliarla. “ Lo so che lo
vuoi ” Le sussurrò in un
orecchio e le diede un altro bacio. “ Lasciati andare
”
La
baciò di nuovo, stavolta sul seno che ormai era
completamente scoperto. A quel punto lei non riuscì
più a resistere e lo aiutò
a finire di spogliarla mentre si baciavano con sempre maggiore
intensità,
accarezzandosi a vicenda, con sempre maggiore passione, fino al momento
in cui
Morzan fece diventare i loro corpi uno solo e si persero entrambi nel
dolce
abbraccio della passione.
NDA:
Ciao a tutti. Prima di ogni altra cosa volevo ringraziare
tutti quelli che seguono la mia storia, anche senza lasciare commenti,
mi fa piacere che la mia storia sia apprezzata da qualcuno. Non ho
molto da dire su questo capitolo, solo che spero che vi sia piaciuto e
che abbiate apprezzato la mia idea sul perchè Morzan abbia
gli occhi di colore diverso.
Alla prossima dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Capitolo
5
Fibi
era ancora nella vasca e guardava Morzan
che si rivestiva a pochi metri da essa. “ Amore, spiegami con
cosa dovrei
vestirmi ” Gli chiese.
“
Con il vestito ” Rispose Morzan, un mezzo
sorriso sulle labbra.
Fibi
si sporse a guardare il vestito abbandonato
a terra e bagnato. “ Non sarebbe una cattiva idea se non
rischiassi di prendere
una polmonite ”
“
Hai sempre qualcosa di ridire tu, eh? Cosa
dovrei fare, andare a prendertene un altro? ”
“
Si, grazie ”
“
Non ci penso nemmeno, io ho idea migliore
” Prese un telo e si avvicinò alla vasca.
“ Mettiti questo e andiamo in camera ”
Fibi
lo prese e uscì dalla vasca sotto lo
sguardo del marito, che sorrideva e quando lei si fu coperta la prese
in
braccio. Lei sorrise, gli diede un bacio sulle labbra e gli
passò un braccio
intorno al collo. “ Non sforzarti troppo ”
“
Non lo sto facendo ”
Morzan
la portò in camera e la adagiò sul
letto, poi si avvicinò all’armadio e ne prese un
vestito elegante; era rosso, le
maniche arrivavano fino al gomito, con una leggera scollatura
impreziosita da
brillanti. Fibi lo guardò interrogativa e gli chiese:
“ Perché stai prendendo
quel vestito? ”
“
Perché voglio portarti fuori ”
“
E come facciamo con Murtagh? ”
“
C’è la balia, se ne occuperà lei.
Starà
bene, vedrai ” Lo disse con un tono così
convincente che Fibi non riuscì a dire
altro che: “ Va bene. Non so come hai fatto ma mi hai
convinta ”
Mezz’ora
dopo, Fibi stava dando gli ultimi
ordini prima di andare, mentre Morzan l’aspettava in giardino
e quando la vide
arrivare non potè fare a meno di rimanere a bocca aperta.
Quel vestito era
perfetto per lei e creava un bellissimo contrasto con i suoi occhi
azzurro
ghiaccio, mettendoli in risalto e il tutto era incorniciato dai boccoli
neri
che le ricadevano morbidi sulle spalle. Era stupenda proprio come il
giorno in
cui l’aveva sposata, poco più di un anno prima.
“
Pensavo che ti fossi persa ” Commentò
Morzan con un sorriso.
“
Ci stavo provando ” Ribatté Fibi e,
notando che anche lui aveva messo uno dei suoi completi migliori,
anch’esso
rosso con ricami dorati, aggiunse: “ Mi dici dove andiamo?
”
“
È una sorpresa ” La prese per mano e la
condusse verso la sua dragonessa e l’aiutò a
salire. Fibi si sedette di
traverso sulla sella e quando Morzan l’ebbe raggiunta
poggiò la testa sulla sua
spalla e lui l’abbracciò con la scusa che se non
l’avesse fatto, sarebbe
caduta.
Nessuno
dei due parlò per tutto il viaggio,
godendosi la presenza dell’altro. Sapevano di doversi godere
tutti i momenti
che potevano passare da soli, perché non potevano sapere
quando Morzan sarebbe
dovuto ripartire e soprattutto non potevano essere certi che lui
sarebbe
ritornato e la prova l’avevano avuto proprio il giorno prima.
Fibi non era
sicura di riuscire a superare la sua morte, ma allo stesso tempo sapeva
di
dover essere forte, perché in tal caso Murtagh avrebbe avuto
bisogno di lei più
che mai. Si strinse a lui cercando di non pensarci, perdendosi nel suo
profumo
e Morzan le diede un bacio sulla fronte, sorridendo dolcemente.
Atterrarono
vicino alla riva del lago di
Leona a un paio di chilometri dalla città. Morzan
smontò, poi aiutò Fibi e
rivolgendosi alla dragonessa disse: “ Ci vediamo stasera,
sempre qui ”
Fiamma
li guardò con uno dei suoi grandi
occhi gialli e rossi e Fibi sentì la sua risposta nella
mente. “ Va
bene. Divertitevi ”
Fibi
sorrise e Morzan la prese per mano. Si
allontanarono un po’ per farla decollare e la guardarono
allontanarsi finché
Morzan disse: “ Oggi il governatore di Dras-Leona da una
festa e io devo
andarci, perciò ho pensato che era un buona occasione per
passare del tempo
insieme. Anche se non credo che non sia quello che avevi in mente tu
”
“
Se stiamo insieme qualsiasi posto va bene
” Disse Fibi, anche se Morzan aveva ragione: non era quello
che lei aveva in
mente, avrebbe tanto preferito stare da sola con lui, come facevano
prima della
nascita di Murtagh, invece che passare la sera a scambiare convenevoli
con i nobili
della città. Se quello, però, era
l’unico modo per poter stare con lui, allora
si sarebbe accontentata.
Morzan
le sorrise, sapendo perfettamente
cosa lei stava pensando, anche perché era un po’
anche il suo pensiero. “ Facciamo
un giro attorno al lago? C’è ancora tempo prima
dell’inizio della festa ”
Non
se lo fece ripetere due volte, almeno
avrebbero avuto del tempo solo per loro “ Va bene, non
è niente male come idea ”
Passarono
le due ore seguenti passeggiando
attorno al lago, mano nella mano, parlando come non facevano da tempo,
ridevano
e scherzavano come una qualsiasi coppia di innamorati, quello che loro
volevano
essere dalla nascita del loro bambino.
Prima
potevano anche sopportare di non
potersi vedere per qualche giorno, ma adesso no, Murtagh aveva bisogno
di
entrambi i genitori e la sua nascita li aveva legati ancora di
più. Purtroppo, però,
questo non era possibile, almeno finché le ribellioni non
fossero cessate e a
loro non restava che godersi quei momenti insieme in cui potevano far
finta che
il mondo attorno a loro non esistesse, perdendosi l’uno negli
occhi e negli
abbracci dell’altra, fino a che ne avevano
l’occasione.
Si
fermarono a guardare il sole tramontare
sul lago, nella parte più lontana dalla città.
Morzan poi la condusse in città
nel quartiere ricco ed entrarono nel palazzo del governatore, dove
furono
accompagnati nella grande sala dove si sarebbe tenuta la festa.
Lampadari di
vetro lavorato da mani esperte, carichi di candele, pendevano dal
soffitto e sul
grande tavolo in fondo alla sala c’erano candelabri a tre
braccia, d’argento come
le posate e bicchieri di cristallo, adagiati su tovaglie rosse ricamate
minuziosamente con motivi floreali. C’era anche una piccola
orchestra a
ravvivare l’ambiente.
Appena
entrati furono raggiunti da un uomo
non molto alto, con i capelli corti di un rosso chiaro con riflessi
dorati e
gli occhi marroni, vestito con un completo argentato finemente
ricamato. Anche
se non l’aveva mai visto, Fibi non aveva dubbi che fosse lui
il governatore e
ne ebbe la conferma al momento delle presentazioni. Il governatore
strinse la
mano a Morzan con un sorriso e disse: “ Morzan, è
un piacere per me ospitare il
Cavaliere più importante dopo il re ”
Spostò lo sguardo su Fibi. “E posso avere
l’onore di conoscere la vostra incantevole
accompagnatrice?”
“
Lei è mia moglie, Fibi” Rispose lui con
una punta di gelosia, che solo Fibi riuscì a cogliere,
notando lo sguardo torvo
che aveva lanciato per un attimo al loro ospite.
Il
sorriso del governatore vacillò per un
istante, ma si riprese subito e baciò la mano a Fibi.
“ È un piacere conoscervi
”
“
Anche per me ” Rispose lei con un
sorriso, dovuto più alla gelosia del marito, che alla
cortesia.
“Se
adesso volete scusarmi ho un altro paio
di ospiti da accogliere, voi andate pure a sedervi ”
“
Certamente”Disse Morzan, per poi andare a
sedersi al tavolo insieme a Fibi, che si accorse solo in quel momento
della
presenza di Daniel, Glaerun, Enduriel, Kialandì e Formora,
che stavano
chiacchierando e si accorsero appena del loro arrivo.
“
Che ne pensi del governatore? ”Chiese Morzan,voltandosi per
poter guardare
Fibi.
“
Sinceramente penso che sia un leccapiedi ”
Fibi mise una mano su quella di lui. “E un casanova”
“
In effetti non mi è piaciuto come ti
guardava ” Morzan sorrise e prese la mano di lei. “
Ma in fondo lo capisco, sei
bellissima ”
“
È anche merito tuo, sei stato tu a
scegliere il vestito e devo dire che hai fatto un ottima scelta
”
Morzan
stava per parlare,ma rimase in
silenzio perché in quel momento un servo si
avvicinò e versò del vino rosso nei
calici prima di allontanarsi.
Morzan
prese il suo calice. “ Che ne dici
di un brindisi? ”
“
A cosa? ” Chiese Fibi prendendo il suo.
“
A noi due e a questa serata insieme ”
Brindarono
e bevvero un po’, gli occhi fisi
in quelli dell’altro.
“
Sai, adesso ho l’impressione che non mi
guardi più negli occhi ” Disse Fibi posando il
calice.
“
Ma sai che non è così e quello è
l’importante ” Morzan sorrise e stava per
aggiungere altro, quando Daniel lo
chiamò, coinvolgendolo nel loro discorso.
Fibi
ascoltò senza intromettersi, un po’ scocciata
dall’interruzione, ripromettendosi che l’avrebbe
fatta pagare a Daniel,
guardandosi intorno e accorgendosi solo in quel momento degli sguardi
che gli
altri presenti gettavano su lei e Morzan e non era un mistero il
perché. Lo
conoscevano tutti, tutti sapevano quello che faceva e tutti si
meravigliavano
quando lo vedevano con lei e nessuno aveva ancora capito cosa ci
trovasse una
come lei in un uomo come lui; ma soprattutto la domanda che tutti si
ponevano, ma
non avevano il coraggio di fare ad alta voce era: “ Lo ama
veramente? ”
Fibi
leggeva la domanda sul volto si tutti
quello che si voltavano a guardarli e ogni volta, lei sorrideva,
incapace di
credere che nessuno riuscisse a capire che Morzan l’amava
davvero e non, come
credevano, la costringeva a fingere di essere felice. Certo, lei sapeva
cosa
faceva Morzan quando era in missione e che la sua parte non era quella
dell’eroe, ma quando era a casa era gentile e dolce, non
l’aveva mai
maltrattata, non aveva mai nemmeno alzato la voce, ma questo gli altri
non
potevano saperlo e anche se l’avessero saputo, molto
probabilmente non ci
avrebbero creduto.
“
Principessa ” La chiamò Morzan, distogliendola
dai suo pensieri. “ A che pensi? ”
“
Al fatto che probabilmente i tre quarti
di questa sala mi sta prendendo per pazza ” Disse
Fibi. “ Non che m’importi, sia chiaro ”
“
Non è così e lo sai. Se pensano male di
qualcuno, è di me. Ho scoperto da un po’ che molta
gente pensa che ti abbia
rapita e ti abbia fatto un incantesimo ”Il Cavaliere rosso si
rabbuiò un po’ a
quel pensiero. Aveva fatto del male a molte persone, certo, e non gli
importava
di quello che la gente pensava di lui, ma che pensasse che potesse fare
del
male all’unica donna che lo aveva capito e che era riuscita a
vedere il buono
che c’era in lui, non riusciva ad accettarlo, ma non poteva
farci niente, purtroppo.
“
È uno scherzo, vero? ” Fibi non riusciva
a crederci, nonostante l’espressione seria di Morzan.
Lui
scosse la testa. “ Lo pensano davvero.
A quanto pare non merito di avere una donna come te al mio fianco e tu
meriti
di meglio ”
“
Quando trovi qualcuno meglio di te
fammelo sapere, ma dubito che ci riuscirai ” Gli disse
cercando di fargli
ritornare il sorriso, notando quanto male lo facesse stare male quel
pensiero.
Ci riuscì.
“
Grazie. Non potrei mai farti del male,
non a te ” Le disse e le diede un bacio sulle labbra.
“
Possono dire quello che vogliono, io sono
fiera di stare al tuo fianco. Sei il miglior cavaliere della storia
” Disse
lei, quando si separarono.
“
Ti amo ”
Per il resto della cena la
conversazione si
fece di nuovo rilassata, ma continuare a parlare tra loro fu
praticamente
impossibile, perché tra i Rinnegati, il governatore e gli
altri nobili, Morzan
non riusciva a dedicarle più di cinque minuti e a lei non
rimase che stargli
accanto per tutta la durata della cena, ignorando gli sguardi che gli
altri
presenti continuavano a lanciare loro.
NDA:
Ciao, come al solito spero che il capitolo vi sia piaciuto. So che per
il momento la situazione è un pò statica, ma dal
prossimo capitolo le cose si faranno più interessanti.
Alla prossima dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Capitolo
6
Dopo
il ballo,decisero di fare un altro
giro in città e arrivati nei pressi della cattedrale si
imbatterono in quella
che senza dubbio era una festa.
“
Che festa è? ” Chiese Fibi.
Morzan
ci pensò un po’ su e poi rispose: “ La
festa di mezza estate ”
“
Ci facciamo un giro? ”
“
Perché, cosa stavamo facendo? ”
“
Spiritoso ” Disse Fibi sorridendo.
La
piazza era affollata dalla gente, quasi
tutti popolani che vedevano in quelle feste l’occasione per
distrarsi dai loro
doveri e la gran parte di loro ballavano al ritmo di una piccola
orchestra di
flauti e mentre passavano, Morzan chiese a Fibi: “ Ti va di
ballare? ”
Lei
guardò la piccola folla che ballava. “ Facciamo
prima un giro e poi avremo tutto il tempo per ballare, che ne dici?
”
“
Come vuoi, principessa ”
Attraversarono
la piazza con qualche
difficoltà, procedendo lentamente, uno dietro
l’altro tenendosi per mano, ma
questo diventò impossibile quando cominciò a
percorrere una delle strade laterali.
Erano già piccole anche senza le bancarelle dei mercanti
addossate alle case e
tutta quella gente ferma a comprare qualcosa o intenta a raggiungere la
piazza
e ora erano quasi impraticabili. Continuare a tenersi per mano non fu
più
possibile, anche perché Fibi fu costretta ad alzare il
vestito per evitare di
inciampare o che qualcuno lo calpestasse, perciò lei
camminava davanti, seguita
da lui che le teneva una mano sul braccio per farle sentire che era
lì dietro.
Nonostante questo, Fibi continuò a camminare,
perché stare tra quella gente, le
ricordava gli anni prima di conoscere Morzan, quando lei non era tanto
diversa
da loro. Anni di cui a volte aveva un po’ di nostalgia.
A
qualche metro dalla piazza, Fibi si fermò
e si voltò indietro, non sentendo più la
pressione della mano di lui sul
braccio. Lo vide a un po’ di distanza da lei; era stato
costretto a separarsi
per far passare un paio di persone che volevano avvicinarsi ad una
bancarella e
poi gli era stato impossibile raggiungerla di nuovo.
Fibi
tentò di infilarsi nella calca e
raggiungerlo, lasciando il vestito e allungando un braccio verso di
lui, ma
proprio quando stava per raggiungerlo, furono separati di nuovo.
Sembrava che
lo stessero facendo apposta, per non farli avvicinare, ma loro non si
dettero
per vinti e continuarono a provare. L’unica soluzione era
arrivare in piazza, lì
avrebbero avuto più spazio. Riuscirono ad arrivarci con
qualche difficoltà, ancora
separati, ma Fibi riusciva a vederlo e stava per raggiungerlo nel punto
in cui
la strada incrociava la piazza, ma ci fu un altro imprevisto.
Scoppiò una
rissa.
Attorno
ai duellanti si formò un capannello
di persone che, non del tutto sobrie, cominciarono a fare il tifo per
l’uno o
per l’altro, separando Fibi da Morzan, che si
ritrovò dalla parte opposta
rispetto a lei, senza poter fare nulla, perché se avesse
usato la magia li
avrebbe spaventati e
la situazione
avrebbe potuto degenerare. Lei gli fece segno di aspettarla.
L’unico modo che
aveva per raggiungerlo era aggirare la rissa, così
cominciò a camminare.
All’improvviso
sentì qualcuno afferrarla
per la vita. Un urlo le sfuggì per la sorpresa e, anche se
in minor misura, per
la paura, ma nessuno se ne accorse, erano troppo impegnati per curarsi
di lei.
Tentò di liberarsi, senza successo e allora urlò
di nuovo, stavolta, urlò il
nome di Morzan, ma il suo rapitore le mise una mano davanti alla bocca,
impedendole
di gridare ancora e cominciò a trascinarla lontana dalla
rissa e, soprattutto, lontano
da Morzan.
Nessuno
si accorse di niente, erano troppo
ubriachi o presi dal ballo per aiutarla e il suo rapitore non ebbe
difficoltà
ad allontanarla dalla piazza. Stavano percorrendo la strada che lei e
Morzan avevano
percorso prima,ma al contrario.
Fibi
tentò di nuovo di liberarsi e riuscì a
liberare un braccio e a sferrare una gomitata al fianco del suo
aggressore.
Funzionò. Lui allentò la presa e lei
riuscì a liberarsi e prese a correre in
direzione della piazza, nella speranza di seminarlo nella confusione e
ritrovare Morzan, ma non andò molto lontano. Un secondo uomo
sbucò da una delle
strade laterali e, prima che lei potesse dire o fare qualunque cosa, la
fece
inciampare con un incantesimo, le si avvicinò e la fece
rialzare tenendola
saldamente per un braccio.
Fibi
lo guardò un’immagine le passò davanti
agli occhi: un paio di occhi azzurri, illuminati da un fulmine, un
attimo prima
che l’uomo se ne andasse. L’uomo che aveva davanti
in quel momento era Brom, l’uomo
che più di ogni altro odiava i Rinnegati. Ebbe paura, non
per quello che
avrebbe potuto fare a lei, ma per quello che avrebbe potuto fare a
Morzan,
perché era lui l’uomo che aveva assassinato il
marito nel sogno, non poteva
sbagliarsi, avrebbe riconosciuto quegli occhi tra mille.
“
Sta tranquilla, non ho intenzione di
farti male ” Le disse conducendola verso l’uomo che
l’aveva catturata, che
porse a Brom una corda.
Fibi
lo guardò prendere la corda e disse, intuendo
quello che voleva fare. “ Cosa ti fa credere che te lo
lascerò fare? ”
“
Cosa direbbe Morzan se ti trovasse in fin
di vita e gli morissi tra le braccia senza che lui possa fare altro che
guardare? ” Ribatté Brom, come se stesse parlando
del tempo
Fibi
abbassò lo sguardo, senza rispondere.
Sapeva che non l’avrebbe mai fatto, ma il solo pensiero la
faceva stare male, perché
sapeva bene come lui avrebbe reagito: si sarebbe dato la colpa e si
sarebbe
fatto invadere dalla rabbia, dimenticandosi di tutto e tutti
finchè non si
fosse vendicato, così si arrese e lasciò che lui
la legasse e lo seguì senza
fare storie fino ad una carrozza.
Brom
aprì lo sportello e le disse: “ Sali ”
Fibi
guardò indietro, sperando di veder
arrivare Morzan, ma allo stesso tempo che non lo facesse, che non la
cercasse, perché
aveva il presentimento che se avesse incontrato Brom, forse non sarebbe
tornato
a casa, così obbedì. Brom la seguì
subito dopo e si sedette di fronte a lei, che
si guardava intorno, a disagio, evitando di incrociare lo sguardo di
lui, che
sapeva essere fisso su di lei. Quegli occhi le ricordavano troppo il
sogno che
aveva fatto e in quel momento era l’ultima cosa che voleva.
Doveva farsi forza
ed essere brava a recitare la sua parte, forse così, sarebbe
riuscita a salvare
Morzan.
Quando
la carrozza cominciò a muoversi, Brom
si alzò e la slegò. Fibi lo guardò
interrogativa, ma era felice che lo avesse
fatto; le braccia stavano cominciando a farle male per via della
posizione. “ Perché
lo stai facendo? ” Gli chiese.
“
Per scoprire quanto Morzan tiene a te ” Rispose
semplicemente lui, sedendosi meglio.
“
Allora stai solo perdendo tempo. Non
verrà a salvarmi ” Disse la donna, cercando di
suonare il più convincente
possibile.
“
Tu dici? Secondo me verrà ”
“
Se ci tenesse a me a quest’ora non sarei
qui ” Le faceva male dire quelle cose, perché lui
non l’avrebbe mai fatto, non
l’avrebbe mai abbandonata in quel modo, ma doveva farlo,
forse così Brom
avrebbe lasciato perdere, ma a quanto pareva, lui non era dello stesso
avviso.
“ Mettiamola così, Fibi. Se ti ama
verrà a cercarti e farà di tutto per te, in
caso contrario non dovrebbe dispiacerti troppo se ti allontaniamo da
uno come
lui ”
Fibi
stava per ribattere dicendo che non
poteva lasciare il figlio, ma si ricordò che nessuno a parte
i Rinnegati e
Galbatorix sapeva dell’esistenza di Murtagh, così
rimase in silenzio, senza
niente da dire, chiedendosi cosa stesse facendo Morzan e pensando al
figlio che
avrebbe rivisto chissà quando. Continuare a parlare tanto
era inutile, Brom non
avrebbe lasciato perdere e in questo, lei dovette ammettere che suo
marito e l’ex
cavaliere si somigliavano molto.
All’improvviso,
un ruggito squarciò l’aria,
interrompendo il silenzio della notte. Fibi sobbalzò, colta
di sorpresa, Brom
invece non sembrò per niente turbato, anzi,
sembrò compiaciuto. “ Sei ancora
dell’idea che non verrà a salvarti? ” Le
chiese osservandola attentamente.
Fibi
non colse subito il senso, ma poi
capì. Era stata Fiamma, la dragonessa di Morzan a
ruggire,invasa dalla rabbia e
dal dolore di lui, che di sicuro la stava ancora cercando in mezzo alla
folla, invano.
“ Dimmi solo come hai fatto a capirlo ” Disse alla
fine, non potendo più
trovare niente per cercare di convincere il suo sequestratore che
Morzan per
lei non provava niente.
“
Vi ho visti insieme e da alcuni racconti
che ho sentito non sembri una costretta a fare finta di essere
innamorata, anzi,
il contrario, si vede da lontano che vi amate ”
Se fosse stato qualcun altro a
dirlo e in
un'altra situazione sarebbe stata felice di sentirselo dire, ma in
quella
situazione no, perché il fatto che Brom lo sapesse, metteva
Morzan ancora più
in pericolo, perché lui avrebbe fatto di tutto per lei, lo
sapeva bene, così
come Brom e lei si sentì un peso, perché non era
capace di aiutarlo.
NDA:
Ciao a tutti, come vedete Brom ha fatto la sua comparsa e da questo
capitolo si entra un pò più nel vivo della storia
e spero che vi sia piaciuto. Il prossimo capitolo sarà
simile a questo, ma dal punto di vista di Morzan.
Alla prossima dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Capitolo
7
Morzan
vide Fibi fargli segno di aspettarla e poi
cominciare ad aggirare la rissa. Decise di andarle incontro, non si
fidava di
lasciarla così, una donna bella come lei era
un’ottima preda per degli uomini
ubriachi e ce n’erano molti in quella folla.
Era
quasi impossibile camminare, erano tutti accalcati
per guardare quegli idioti ubriachi che litigavano. Non avrebbe dovuto
lasciarla, ma cos’altro avrebbe potuto fare? Se non altro
poteva rimediare ora,
sempre ammesso che fosse riuscito a muoversi. Non voleva usare la magia
perché altrimenti
si sarebbe scatenato il panico tra la folla, ne era sicuro, e riuscire
a
trovare Fibi sarebbe stato ancora più difficile, se non
addirittura
impossibile.
Passarono
i minuti e lui era riuscito a fare appena
qualche passo e di lei ancora nessuna traccia. Forse era bloccata come
lui. Il
dubbio che potesse esserle successo qualcosa continuava a tormentarlo,
così
decise di controllare. Si concentrò ed espanse la mente,
fino a toccare quella
di tutti i presenti, cercando quella di sua moglie. La
trovò, sì, ma non dove
doveva essere. Era quasi ai margini della piazza, dall’altra
parte rispetto a
dove si trovava lui e, cosa peggiore, non era da sola, con lei
c’era qualcuno e
questo qualcuno non aveva buone intenzioni. La mente di lei era tesa e
anche spaventata
da quello che le sarebbe potuto accadere e Morzan vi colse anche un
po’ di
speranza,la speranza che lui l’andasse a salvare, una
speranza che lui non
avrebbe deluso, a costo della vita.
Cambiò
direzione e si diresse verso Fibi. Da quella parte
era più facile camminare, anche se non di molto, vista la
folla che ballava
ignorando la rissa che si consumava a pochi metri da loro.
Continuò
a tenere la mente aperta, sentendo che lei si allontanava
sempre di più e questo non faceva che aumentare la sua
fretta e pensò di usare
le maniere forti, ma si trattenne, rassegnandosi, perciò, ad
avanzare alla
massima velocità consentitagli, mentre cercava di capire
cosa stesse succedendo
a Fibi attraverso il suo contatto mentale e si preoccupò non
poco quando
riconobbe chi era il nuovo arrivato. Aveva la mente schermata, ma
l’aura che
emanava non lasciava dubbi: era Brom.
Morzan
sentì che Fibi aveva paura, non per se stessa, ma
per lui e proprio per questo la sentì arrendersi e si
odiò, perché se le fosse
successo qualcosa sarebbe stata solo colpa sua. Doveva raggiungerla
prima che
fosse troppo tardi, anche se salvare lei avrebbe significato cadere
nella
trappola di Brom. Quello che non riusciva a capire, però,
era come avesse fatto
a capire che tra lui e Fibi c’era veramente qualcosa, ma
pensandoci bene, non
era poi così strano, erano stati amici tanti anni prima.
Finalmente
arrivò ai margini della piazza e in quel
momento sentì di nuovo Fibi che lo cercava. Ora che aveva la
strada
completamente, cominciò a correre, sperando di arrivare in
tempo, ma arrivato
nel punto in cui Brom aveva raggiunto Fibi non vi trovò
nessuno, era arrivato
troppo tardi.
Ricominciò
a correre, infuriato, se con se stesso o con
Brom forse non lo sapeva nemmeno lui, e si diresse verso i cancelli
della città
e una volta lì, chiamò la sua dragonessa, che non
si fece attendere molto.
Quando atterrò, non avendo mantenuto il contatto con il suo
Cavaliere, ma sapendo
che qualcosa non andava, chiese: “
Cos’è
successo? ”
“
Brom l’ha rapita e io non sono stato capace di fare
niente! ”
Fiamma
ruggì per la rabbia a quella notizia, era affezionata
a Fibi quanto lo era Morzan, ma quando parlò di nuovo lo
fece con calma, perché
doveva aiutare il suo Cavaliere che, sapeva bene, quando era arrabbiato
pensava
solo al modo più lento e doloroso possibile per uccidere la
persona che ne
aveva scatenato l’ira. “
Gliela
faremo pagare, ma non adesso, ti serve aiuto ”
“
Ho te, che altro aiuto mi serve? ” Chiese Morzan,
doveva vedersela da solo con Brom, gliel’avrebbe fatta pagare
cara per aver
osato toccare Fibi.
“Lo
sai a cosa mi riferisco. Se vai adesso, arrabbiato e soprattutto
disarmato, farai
il suo gioco
” Fiamma cercò di farlo ragionare, ben
sapendo cosa lui stesse pensando e gli sfiorò la guancia con
il muso, per consolarlo.
Lui
la accarezzò distrattamente, lo sguardo fisso sul
lago, cercando di calmarsi. “ Saremmo dovuti rimanere in
piazza a ballare. Se
avessi insistito sarei riuscito a convincerla ”
“
Non
è colpa tua. Lo sai che quando una cosa deve andare storta,
va così e basta.
L’hai imparato sulla tua pelle ”
“
A volte penso che Fibi meriti una vita migliore. Guarda
cosa le è successo per colpa mia e questo dopo avermi visto
quasi morto. Le sto
facendo solo del male ” Mentre parlava, i ricordi del momento
in qui le aveva
chiesto di sposarlo gli ritornarono alla mente e si diede dello
stupido, non perché
non era quello che voleva, ma perché in quel momento aveva
segnato il destino
di lei, costringendola ad una vita piena di pericoli, era stato un
egoista,
persino con lei che invece era sempre stata sincera. Forse sarebbe
stato meglio
se l’avesse trattata come aveva fatto con tante altre, se ci
avesse giocato per
un po’ per poi abbandonarla una volta stanco.
Fiamma
emise un ringhio basso.
“ Cosa credi che direbbe se ti sentisse dire queste cose?
Finché starà con te
nient’altro conterà per lei, perciò
smettila di piagnucolare e torniamo a casa ”
“
Se volevi farmi arrabbiare ci sei riuscita ” Morzan
montò in sella. Fiamma aveva ragione, stare lì a
lamentarsi non sarebbe servito
a niente, se non a dare altro vantaggio a Brom. “ Andiamo,
devo salvare la mia
principessa ”
La
dragonessa si alzò in volo, compiaciuta per essere
riuscita a far tornare il Morzan freddo e calcolatore che era durante
le
missioni per conto del re e mentre volava,lo sentì dire:
“ Resisti, principessa,
sarò da te prima che tu te ne accorga ”
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Capitolo
8
Quando
la carrozza si fermò era l’alba, Fibi
riusciva a capirlo dalla luce che cominciava a filtrare attraverso le
tende
chiuse. Brom si sedette accanto a lei e parlò per la prima
volta dopo ore: “ Fibi,
dammi le mani ”
“
Devo proprio? ” Chiese Fibi. Non capiva
il motivo per cui doveva legarla; anche se avesse provato a scappare
aveva il
sospetto che non ci sarebbe riuscita o comunque non sarebbe andata
troppo
lontano.
“
È per precauzione ”
Fibi
sospirò, non aveva scelta. Si mise a
sedere in modo che Brom potesse legarle le mani dietro la schiena, ma
quando
cercò di voltarsi, sentendo che lui aveva finito, la
fermò. “ Aspetta, non ho
finito ”
“
Che altro devi fare? ”
“
Non crederai che ti farò vedere dove ti
ho portata? ”
“
Fammi indovinare, è per precauzione? ”
“
Già. Non ho nessuna intenzione di
rischiare di farti rovinare i miei piani con una fuga ” E
detto questo, Brom la
bendò e poi la prese per un braccio, facendola alzare e
aiutandola a scendere
dalla carrozza. Fecero qualche passo, poi lei sentì Brom
parlare con qualcuno e
un attimo dopo ripresero a camminare e Fibi capì di essere
al chiuso, non sentendo
più i raggi del sole riscaldarla.
Contrariamente
a come aveva pensato, la
benda rimase al suo posto e Brom continuò a camminare,
parlandole solo per
avvertirla di uno scalino. Capì di non essere in una casa,
anche se non riuscì
a capire dove si trovasse esattamente, l’unica cosa di cui
era sicura è che
faceva freddo.
Finalmente
Brom si fermò e lei sentì una
serratura scattare. Lui la spinse dentro e si richiuse la porta alle
spalle. Le
tolse la benda e lei poté finalmente guardarsi intorno. Era
in una cella, né
troppo grande, né troppo piccola, scavata nella terra, in un
angolo un
giaciglio di paglia e una coperta viola scuro, un po’
rovinata. A quanto
sembrava si trovava sottoterra.
Brom,
intanto, aveva finito di slegarla. “ So
che non è quello a cui sei abituata ” Disse,
vedendo la sua espressione. “ Ma
se può consolarti nemmeno io starò meglio
”
“
Mi adatterò, non preoccuparti ” Rispose, cercando
di mostrarsi calma, anche se dentro di sé sperava che Morzan
arrivasse prima
che si abituasse a quello e allo stesso tempo, sperava che non lo
facesse, per
paura di quello che gli sarebbe potuto succedere.
“
Senti, Fibi, ho qualche domanda da farti
e gradirei che rispondessi ”
Fibi
si voltò verso di lui, per affrontarlo
faccia a faccia, mentre lui continuava: “ Quali sono gli
incantesimi che
proteggono il castello? ”
“
Non ne ho idea ” Era sincera, non lo
sapeva, Morzan non gliene aveva mai parlato. “ Io e Morzan
non parliamo mai di
questo, né di quello che fa durante le missioni per conto di
Galbatorix ”
“
E di cosa parlate? ”
“
Di noi due. Di che altro possiamo
parlare? ”
“
E quando ci sono anche gli altri
Rinnegati? Cosa si dicono? ”
“
Se ci sono io non parlano mai di quello
che devono o non devono fare. Morzan non vuole che ascolti certe cose
”
“
Quindi chiederti quali sono i loro piani
è inutile ” Non glielo aveva chiesto, ma lei
annuì comunque. “ Si può sapere
perché ti interessa così tanto? ”
“
Diciamo che è per curiosità. Volevo mettermi
in contatto con lui per rassicurarlo sulle tue condizioni ”
“
Perderesti solo tempo. A quest’ora mi
starà già cercando ”
Brom
sorrise, ma il suo era un sorriso
malevolo, come se sapesse qualcosa che lei non sapeva. “ Io
non ne sarei così
convinto ” Si avvicinò a lei. “
Ricordati che lui deve sottostare agli ordini
di Galbatorix e se succedesse qualcosa e lui lo chiamasse, Morzan
dovrebbe
rispondere e lasciar perdere qualsiasi altra cosa. Persino te
”
Quelle
ultime parole fecero scattare
qualcosa nella mente di Fibi,che la portò a dire:
“ Sei un lurido verme ”
Il
sorriso di Brom si allargò. Lei
cominciava ad odiarlo.
“
Io non direi ” Le disse. “ Faccio solo
quello che posso per toglierlo di mezzo una volta per tutte ”
Quelle
parole, più il ricordo del sogno, le
fecero venire un presentimento che, era sicura, si sarebbe rivelato
fondato. “ Dimmi
una cosa. Sei stato tu a far crollare la facciata della casa
l’altro giorno? ”
Non
ci fu bisogno che rispondesse, le bastò
guardarlo per capirlo. “ E la freccia? ”
“
Ho dato solo l’ordine di scoccarla ”
“
Vuoi farmi credere che non sapevi niente
del veleno? ”
“
A te cosa cambia? Si è salvato no? ”
“
Per tua fortuna ” Fibi lo guardò di
traverso. Più tempo passava con lui, meno riusciva a
sopportarlo. “ E cosa
significa quello che hai detto prima su Morzan, che deve obbedire per
forza a
Galbatorix? ”
“
Niente, è solo la verità, no? ”
“
No ” Fibi avrebbe voluto prenderlo a
schiaffi. “ Voglio sapere cosa stai tramando ”
Brom
rifletté un momento, indeciso su cosa
fare, se dirglielo o meno, poi disse: “ Non credo faccia
molta differenza se te
lo dico, tanto non riuscirai ad arrivare da lui, perciò
... In questo momento un centinaio di
Varden stanno attaccando Gil’Ead, che è
dall’altra parte rispetto a noi e i
Rinnegati sono già tutti lì, compreso il tuo caro
Morzan ”
“
Non ti bastava rapire me? ”
“
Forse ” Brom si voltò e bussò alla
porta
per farsi aprire. “ Ci vediamo Fibi, nel frattempo fai quello
che vuoi ”
“
Spiritoso ” Gli disse lei mentre usciva.
Se lo sguardo avesse potuto uccidere, Brom sarebbe morto
all’istante, ma
purtroppo non era così e lei era costretta a rimanere
lì.
Rimasta
sola, Fibi sospirò e andò a sedersi
sul giaciglio, avvolgendosi la coperta attorno alle spalle e
appoggiandosi al
muro. Era preoccupata per Morzan, anche se con Brom aveva fatto finta
di
niente, ma era una preoccupazione diversa dal solito. Stavolta aveva
paura
perché sapeva che il marito non combatteva bene quando era
preoccupato, specialmente
se la causa della sua preoccupazione era lei.
Forse,
per una volta, avrebbe lasciato da
parte i pensieri e si sarebbe concentrato sulla battaglia
così da fare il prima
possibile e poterla andare a cercare, ma era quasi impossibile che lo
facesse, perché
in un modo o nell’altro, i suoi pensieri, alla fine,
sarebbero ritornati a lei.
“ Morzan ”
Pensò “ Per favore, non pensare
a me e concentrati sulla battaglia. Io sto bene ” Avrebbe
voluto tanto
dirglielo, ma non poteva, lui non avrebbe potuto sentirla neanche se
avesse
gridato con tutto il fiato che aveva in gola, perciò non le
rimaneva che
aspettare che Brom ritornasse per poter avere notizie e sperare che
fossero
buone.
Ciao a
tutti, scusate il ritardo nell'aggiornare la storia, ma purtroppo ho
avuto problemi con la connessione e non sono riuscita a fare niente.
Spero che la storia vi stia piacendo e come al solito ringrazio chi la
segue e chi lascia anche una piccola recensione, per farmi sapere il
vostro parere.
A presto dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
Capitolo
9
Non
appena la sua dragonessa atterrò in giardino, Morzan
smontò di sella e corse
verso il portone, che spalancò, senza fermarsi
finché non arrivò nella camera
dove dormiva Daniel.
Contrariamente
a come aveva pensato, lo trovò già sveglio e,
cosa strana, in tenuta da
combattimento.“ Perché ti sei messo
l’armatura? ” Gli chiese.
“
Perché i Varden hanno attaccato Gil’Ead e noi
dobbiamo andare ” Rispose Daniel.
“
Maledizione! ” Esclamò Morzan, sferrando un pugno
alla porta, in preda alla
rabbia. “ Questa non ci voleva! Non adesso! ”
“
Morzan, calmati e dimmi cos’è successo ”
Daniel era preoccupato. Se l’amico aveva
reagito così doveva essere successo qualcosa di grave.
Morzan
lo guardò, gli occhi pieni di rabbia. “ Brom, quel
viscido verme di Brom ha
rapito Fibi ”
“
Cosa? ” Daniel non riusciva a crederci.
Era
ovvio che non c’era bisogno che rispondesse, ma, arrabbiato
com’era, lo fece. “Quello
che hai sentito. Non farmelo ripetere ”
“
Morzan, calmati adesso. Non possiamo fare niente per lei ora, dobbiamo
prima
occuparci dei Varden ” Cercò di essere
più delicato possibile. Anche a lui
dispiaceva non poter aiutare Fibi e poteva immaginare come si sentisse
Morzan e
sapeva cosa sarebbe stato capace di fare se quello che gli avrebbe
detto non
gli fosse piaciuto.
“
Non posso lasciarla così, Daniel. Non posso ”
Daniel
gli sia avvicinò e gli mise una mano sulla spalla, per
confortarlo. “ Lo so, ma
non abbiamo scelta. Ti prometto che non appena finiremo lì,
ti aiuterò a
cercarla. Lei è forte, vedrai che quando la troveremo
starà bene e capirà
perché hai tardato ”
“
Se la metti così ... andiamo a sistemare quella faccenda il
più presto
possibile e poi andiamo a prenderla ”
Per
la prima volta dopo molto tempo, Morzan era impaziente di andare in
battaglia, questo,
solo per poter aiutare Fibi. Daniel
non aveva tutti i torti, sapeva che lei era forte, ma non riusciva a
stare tranquillo,
aveva il terrore di arrivare da lei troppo tardi e trovarla morta. Era
questo
il motivo per cui lui era così temuto da tutti,
perché uccideva tutti i suoi
nemici senza pensarci due volte, ma non perché gli piacesse
farlo, come tutti
pensavano, forse un tempo era così, ora invece lo faceva
perché doveva
eliminare tutti coloro che potevano rappresentare un pericolo per la
moglie e
per il figlio.
Finì
di cambiarsi e afferrò Zar’roc, rossa come il
sangue di cui presto si sarebbe
macchiata. Se l’allacciò alla cintura e prima di
uscire dalla camera si
avvicinò alla culla e rimase a guardare il figlio dormire
per qualche secondo e
mentre lo faceva, Murtagh si agitò nel sonno.
“
Stai tranquillo ” Gli sussurrò accarezzandolo
“ Darò un bacio alla mamma anche
da parte tua. Adesso dormi tranquillo,c’è Fuffi
che ti protegge ”
Si
voltò verso la porta e vide Daniel. “ Chi
è Fuffi? ” Chiese quando furono fuori
dalla stanza.
“
È il draghetto che gli ho regalato. Fibi l’ha
chiamato così ” Spiegò Morzan,
sorridendo
al ricordo di lei che, non appena aveva visto il drago,
l’aveva stretto e aveva
detto: “ Ciao Fuffi ”
Andarono
in giardino, senza parlare, ognuno perso nei propri pensieri. Una volta
in
sella, Morzan chiese: “ Gli altri? ”
“
Ci raggiungono lì, sempre che non arrivino prima ”
La
strada per Gil’Ead era lunga, anche a dorso di drago e quando
arrivarono, l’alba
era già passata da un po’. Gli altri Rinnegati
erano già arrivati e si stavano
già dando da fare. Morzan e Daniel non li fecero attendere
oltre e andarono ad
aiutarli.
Come
sempre, bastò la sola presenza di Morzan per far vacillare
la forza
dell’attacco dei Varden, anche se non la estinse del tutto.
Lui non ci fece
caso e partì all’attacco, uccidendo tutti i Varden
che gli si paravano davanti,
un unico pensiero in testa: fare più in fretta che poteva. A
quanto pareva, però,
i Varden erano più di un centinaio; era un attacco in piena
regola.
Morzan
era così concentrato che non si accorse di essersi separato
dagli altri e
quando se ne accorse, non ebbe tempo per pensarci. Cercò di
ritornare dagli
altri, ma per quanto ci provasse, non ci riusciva. Tutti i Varden
lì presenti
lo attaccavano, anche due alla volta e lui cercava di fare del suo
meglio, ma
il pensiero di Fibi non lo abbandonava nemmeno per un attimo,
impedendogli di
concentrarsi come avrebbe dovuto.
Dopo
un po’ di tempo smisero di attaccarlo, ma lui non
abbassò la guardia, cercando
di capire cosa stesse succedendo. Di fronte a lui comparve un uomo, che
lui
riconobbe come uno dei generali dei Varden. Avrebbe potuto farla finita
con
l’attacco in dieci secondi, se solo avesse voluto, ma se
voleva sapere non
poteva farlo.
“
Morzan, cercavo proprio te ” Disse l’uomo.
“
Che coincidenza. Anch’io ti stavo cercando, Allan ”
Disse Morzan, ancora in
guardia.
“
Non avevo dubbi. Come sta tua moglie? ”
Morzan
resistette all’impulso di trapassarlo da parte a parte.
“ Dove l’avete portata?
”
“
È al sicuro, non preoccuparti ” Lo
guardò un momento. “ Almeno per ora ”
“
Se vi azzardate a torcerle anche solo un capello ve la faccio pagare
”
“
Non ti scaldare. Sono qui su richiesta di Brom, per farti un paio di
proposte ”
Morzan
lo guardò di traverso, ma non disse niente, se aveva una
possibilità di salvare
Fibi, voleva ascoltarla.
“
Le possibilità sono queste. O vieni con me senza fiatare
oppure potrebbe
succedere qualcosa di brutto a Fibi ”
“
Se ora mi arrendo, lascerete andare Fibi? ” Chiese Morzan,
quasi convinto.
“
Non appena arriveremo a destinazione. Avrai anche il tempo di salutarla
”
Morzan
sospirò e abbassò Zar’roc. Sapeva che
lei non avrebbe gradito, ma per il
momento era l’unica possibilità di salvarla.
Allan
sorrise. “ Hai fatto un ottima scelta ” Gli si
avvicinò, gli tolse Zar’roc
dalla mano e gli slacciò il fodero dalla cintura.
Morzan
strinse i pugni, cercando di tenere sotto controllo l’istinto
che gli imponeva
di attaccare Allan e riprendersi la spada. L’amore verso Fibi
ebbe la meglio e
riuscì a rimanere calmo, anche quando un paio di Varden gli
legarono le mani
dietro la schiena. Lo condussero verso un carro di quelli usati per
trasportare
i prigionieri, lo fecero salire e assicurarono le catene che lo
tenevano legato
ad una sbarra di ferro, poi scesero e chiusero la porta, lasciandolo
solo.
Morzan
chiuse gli occhi, sospirando e poggiò la testa contro il
legno. Sapeva già che
Fibi non avrebbe reagito bene vedendolo condotto in catene da Brom,
che, di
sicuro non avrebbe smesso un attimo di ricordarglielo.
Nemmeno
a lui piaceva l’idea di essersi fatto catturare, ma non aveva
avuto scelta e in
più, gli era sembrato e continuava a sembrargli il modo
più facile per raggiungerla
e, se Allan avesse mantenuto la parola, Fibi sarebbe stata libera non
appena
lui fosse arrivato nel luogo in cui la tenevano prigioniera e questo
gli sembrava
uno scambio equo. Avrebbe dato la vita per lei, se fosse servito a
salvarla.
“
Sto arrivando, principessa ” Sussurrò. “
Ancora un po’ e poi sarai libera ” Non
pensava a quello che sarebbe successo dopo, di una cosa,
però, era sicuro: non
appena Fibi sarebbe stata al sicuro, avrebbe trovato il modo di
scappare e
tornare da lei, così se anche il suo tentativo fosse fallito
a pagarne le conseguenze
sarebbe stato solo lui.
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
Capitolo
10
Fibi
stava camminando
avanti e indietro nella cella, tanto per fare qualcosa e sgranchirsi le
gambe.
Erano passati già due giorni da quando Brom
l’aveva portata lì, ma a lei sembrava
che fosse passato molto più tempo. Brom non si era
più fatto vivo e lei non
sapeva come fosse andato a finire l’assedio di
Gil’Ead e se Morzan stesse bene.
Quest’ultima
cosa, però,
poteva capirla da sola. Se gli fosse successo qualcosa, il suo
carceriere si
sarebbe sicuramente andato a vantare, ma non l’aveva fatto e
questo la faceva
pensare positivo. Forse Morzan la stava già cercando e
presto l’avrebbe
rivisto.
Le
mancava, voleva
abbracciarlo di nuovo e lo stesso valeva per Murtagh. Il pensiero del
figlio da
solo a casa la faceva stare male e sperava che tutto quello finisse in
fretta
per poter tornare da lui e stringerlo di nuovo tra le braccia.
All’improvviso
sentì la
serratura scattare. Si voltò, sorpresa. Non era ancora ora
di pranzo e il fatto
che qualcuno andasse da lei a quell’ora significava che era
successo qualcosa e
non ebbe più nessun dubbio quando vide entrare Brom.
“
Cos’è successo? ” Chiese
preoccupata.
“
Niente di cui
preoccuparsi ” La rassicurò lui. “
Voglio solo farti cambiare aria ”
“
Questo dovrebbe
calmarmi? ”
“
Io credevo di riuscire
a farlo ” Brom si fece da parte, per far uscire Fibi dalla
cella. Lei non disse
niente e obbedì a quell’ordine silenzioso,
chiedendosi cosa la aspettasse.
Seguì Brom in silenzio, fino ad una stanza ad un centinaio
di metri dalla sua
cella. Non che quella stanza fosse tanto diversa da essa: al posto del
giaciglio c’era una sedia e dal soffitto pendevano delle
catene e anche al muro
ne erano fissate altre.
Brom
la fece sedere
sulla sedia, nell’angolo più lontano dalla porta e
rimase accanto a lei, in
attesa.
Fibi
non sapeva perché, ma
aveva paura di sapere chi sarebbe entrato da quella porta. Passarono
solo un
paio di minuti, che le parvero i più lunghi della sua vita,
prima che la porta
si aprisse di nuovo. Il primo ad entrare fu un uomo che lei non
conosceva, ma
che doveva essere uno importante tra i Varden, visto
l’abbigliamento elegante,
un completo nero con ricami bianchi, e subito dietro di lui, scortato
da quelle
che dovevano essere due guardie, c’era Morzan. Era legato, ma
illeso, o almeno,
così le parve a prima vista.
Avrebbe
voluto correre
ad abbracciarlo, ma si trattenne e, guardandolo negli occhi, lesse lo
stesso
desiderio nel suo sguardo.
“
Abbiamo un patto
Allan, io ho fatto la mia parte, adesso tocca a te ” Disse
Morzan, spostando lo
sguardo da lei, all’uomo che lo aveva preceduto nella stanza.
Allan
guardò Brom, che
rivolgendosi a Morzan disse: “ Mi spiace, ma era
l’unica cosa che potevo dire
per convincerti ad arrenderti”
A
quelle parole,Fibi
capì cosa aveva fatto Morzan. Non l’avevano
catturato, come lei aveva pensato, si
era fatto catturare per poter liberare lei. “ Morzan, per
favore, dimmi che non
l’hai fatto ” Disse, la voce così bassa
da sembrare che stesse sussurrando, prima
che lui potesse rispondere a Brom.
Morzan
la guardò per un
attimo e poi abbassò la testa, incapace di sostenere il suo
sguardo, invaso dal
senso di colpa. “ Scusa principessa. Per tutto. Speravo che
facendo così avrei
potuto salvarti ”
“
E poi dicono che i
Rinnegati non mantengono la parola ” Fibi si alzò
per poter guardare Brom negli
occhi. “ Se Morzan fosse al tuo posto e tu al suo, lui
manterrebbe la parola ”
“
Quello che ti ho detto
l’ultima volta è ancora valido ” Brom
lanciò un’occhiata a una delle guardie che
sferrò un pugno nello stomaco a Morzan, che si
piegò in due per il dolore.
Fibi
ricadde sulla
sedia, un velo di lacrime negli occhi. L’ultima cosa che
voleva era che lo
ferissero a causa sua. “ Scusa Morzan. Non volevo ...
”
“
Tranquilla, non è
colpa tua ” Morzan cercò di sorridere, anche se
sapeva che non sarebbe riuscita
a tranquillizzarla del tutto. “ Sto bene ”
“
Vista la situazione, credo
che oggi non caveremo un ragno dal buco, perciò, ti faccio
una proposta ” Disse
Brom.
“
Stavolta manterrai la
parola? ”
“
Sì, perché in ogni
caso sarà vantaggiosa per me. Per te e soprattutto per Fibi,
un po’ meno. Ti
lascio un giorno intero per decidere se rivelarmi tutti i piani di
Galbatorix
di tua spontanea volontà. In caso contrario te li
farò dire io ”
“
Tieni Fibi fuori da
questa faccenda! ” Lo minacciò Morzan.
“
Questo non sarò io a
deciderlo, ma ti consiglierei di abbassare i toni quando parli con me.
Quello
che ti ho fatto prima, posso farlo anche a lei ” Brom
ignorò l’occhiataccia di
Morzan e fece alzare Fibi.
Li
condusse nella cella
di Fibi e dopo aver slegato Morzan li lasciò da soli. Morzan
si sedette sul
giaciglio, prendendosi la testa tra le mani. I capelli gli ricaddero
davanti al
viso, impedendo a Fibi di guardarlo. Lei gli si sedette accanto,
poggiandogli
una mano sulla spalla. “ Amore, stai bene? ”
“
No ” Morzan si voltò a
guardarla. “ Sto male al pensiero che ho soltanto peggiorato
la situazione.
Volevo salvarti e invece ti ho messa ancora più in pericolo
”
“
Non è colpa tua ” Fibi
gli prese la mano e gliela strinse. Il solo fatto che ora era di nuovo
con lui le
avrebbe dato la forza di resistere a qualsiasi cosa, ma non voleva che
lui si
sentisse in colpa. “ Fai quello che devi fare, se tu sei con
me sopporterei
qualsiasi cosa ”
Morzan
abbozzò un
sorriso. Era per questo che l’amava. Era sempre riuscita a
vedere il buono che
c’era in lui e, andando contro tutto e tutti
l’aveva sposato, e quando lui le
chiedeva scusa per essere stato via troppo a lungo per una missione e
averla
fatta preoccupare, consapevole di non essere un buon marito, lei gli
rispondeva
sempre che, invece, era il marito migliore che avesse potuto
desiderare.
Proteggerla era il minimo che poteva fare, ma in quell’ultimo
periodo, non
riusciva a fare nemmeno quello. “ Non voglio vederti soffrire
a causa mia ”
“
Quando ti ho sposato
sapevo a cosa andavo incontro. So che non puoi dirgli quello che vuole
sapere, anche
se lo vuoi. Perciò, te lo ripeto, fai quello che devi,
qualunque siano le
conseguenze ”
“
Vorrei essere
coraggioso come te ”
“
Tu lo sei. Ti sei
fatto portare qui, sapendo a cosa andavi incontro, per salvarmi. Se
questo non
si chiama coraggio, si chiama amore e per me è lo stesso
”
“
Troverò il modo di
scappare, non so come, ma lo farò. Promesso ”
“
Non ho dubbi ” Sopirò.
“ Mi sei mancato e mi manca anche Murtagh ” Gli
occhi le si riempirono di
lacrime quando nominò il figlio.
“
Vieni qui ” Morzan
l’abbracciò, cullandola dolcemente. “
Andrà tutto bene, lo rivedrai presto ”
Fibi
si strinse di più a
lui. Non c’era nessun altro posto in cui si sentisse
più sicura che tra le
braccia del suo Cavaliere. “ Promettimi che scapperemo
insieme, non voglio
lasciarti ”
“
Promesso. Da adesso in
poi non ti lascerò più e ti proteggerò
sempre ” Morzan le diede un bacio sulla
fronte e lei lo guardò, le lacrime già sparite
dai suoi occhi azzurro ghiaccio.
“ Ti amo tanto ” Gli disse.
“
Ti amo tanto anch’io ”
Avvicinò il suo viso a quello di lei e la baciò.
Un
attimo dopo, sentirono
la serratura scattare e si separarono. Fibi sapeva già di
che si trattava, perciò
si alzò e andò alla porta, dove uno dei Varden
l’aspettava con due scodelle in
mano. Lei le prese e poi tornò da Morzan mentre la porta si
richiudeva dietro
di lei.
“
Grazie principessa ” Disse
Morzan, prendendo una scodella.
“
Prego ” Rispose con un
sorriso.
Mangiarono
in silenzio e
Fibi, vedendo la voracità con cui mangiava Morzan chiese:
“ Da quanto tempo non
mangi? ”
Lui
smise di mangiare un
momento. Aveva quasi finito, mancavano pochi cucchiai. “
Dalla cena del
governatore ”
“
Prendi anche questa ” Fibi
tentò di versare il contenuto della sua scodella in quella
di lui, che però la
fermò. “ No, mangialo tu. A me basta questo
”
“
No che non ti basta.
Sul serio, prendi anche il mio, io posso farne a meno, ho mangiato
sempre da
quando mi hanno portata qui ”
“
Sicura? ”
“
Si ” Fibi fece per
versargliela di nuovo e lui la fece fare. “ Grazie
” Le disse con un sorriso.
Quando
finì, posò la scodella
a terra e guardando la moglie chiese: “ E adesso? ”
“
Adesso aspettiamo. Non
si farà vivo nessuno fino a stasera, per portarci la cena
” Rispose lei.
“
Quindi abbiamo molto
tempo ancora da passare soli ”
“
Che intenzioni hai? ” Fibi
lo guardò divertita. Adorava il modo in cui riusciva a farla
divertire anche in
situazioni come quella, era anche per questo che lo amava.
“
Le mie intenzioni sono
le più onorevoli. Volevo solo passare il tempo ”
Morzan si appoggiò al muro e
tirò Fibi verso di sé, abbracciandola. Lei si
appoggiò a lui, le mani su quelle
di lui. “ Saresti davvero capace di farlo qui?
”
“
Si, lo farei. Non che
cambi molto da qui a casa ”
“
Invece cambia tutto.
Qui ci sentono, a casa no e anche se lo fanno non possono dire niente
”
“
Hai ragione, ma non
sarebbe male far sentire a Brom come si fa ”
“
Morzan! ” Fibi non
poteva guardarlo in faccia, ma era sicura che stesse sorridendo.
“ Sei un
pervertito! ”
Lui
la strinse un altro
po’. “ L’ho detto per farti sorridere
” Le diede un bacio sulla guancia. “ E
vedo con piacere che ci sono riuscito ”
“
Te l’ho detto. Con te
vicino potrei sopportare qualsiasi cosa ”
Nessuno
dei due aveva
dimenticato ciò che li aspettava, ma per il momento
cercavano di godersi la
compagnia dell’altro, fingendo che non fosse successo niente.
NDA:
Ciao a tutti, spero che la storia vi stia piacendo, se vi va di
lasciare qualche recensione con i vostri commenti, negativi o positivi
che siano, mi farebbe molto piacere.
Alla prossima dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
Capitolo
11
Erano
di nuovo nella stanza dove Brom l’aveva portata il
giorno prima e che ora lei aveva chiamato: “ La stanza delle
torture ” .
Avrebbe dovuto capirlo fin dal primo momento quale fosse la funzione di
tutte
quelle catene, ma chissà perché, non ci aveva
pensato.
Ora,
seduta di nuovo sulla sedia nell’angolo di quella
stanza, con Brom in piedi accanto a lei, con un sorriso fin troppo
compiaciuto
sulle labbra, non poteva fare a meno di odiarle. Doveva essere passata
un’ora
da quando li aveva portati lì, ma a lei sembrava essere
passato molto più tempo.
Sentì
per l’ennesima volta il sibilo della frusta e per
quanto male le facesse, si costrinse ad alzare lo sguardo su Morzan,
che
gemette cercando di soffocare un urlo, quando la frusta raggiunse la
sua
schiena nuda e già ferita. Era legato con le braccia
sorrette sopra la testa da
un paio di catene, i polsi che cominciavano a sanguinare per lo
sfregare della
pelle contro il ferro.
Brom
lo aveva fatto legare in modo che Fibi lo guardasse
di profilo e potesse vedere sia le ferite che si facevano sempre
più numerose
sulla schiena di lui, sia la sua espressione sofferente. Brom era stato
furbo.
Così facendo Morzan non solo soffriva per le frustate, ma
anche per la
consapevolezza che Fibi era lì, costretta a guardare.
Lei,
dal canto suo, cercava di non piangere per non far
stare male il marito più di quanto non stesse
già, affondandosi le unghie nel
braccio. Sapeva di dover essere forte, di dover resistere fino a quando
Brom
non si fosse stancato di farlo torturare o, nel peggiore dei casi, che
Morzan
perdesse i sensi, incapace di sopportare oltre. Perché per
nessuna ragione al
mondo avrebbe parlato, non poteva, aveva fatto un giuramento
nell’antica lingua
e quel tipo di giuramento, lo sapevano entrambi, era impossibile da
infrangere,
perché era vincolato dalla magia.
“
Ancora non vuoi parlare? ” Chiese Brom, dando una
tregua a Morzan.
Lui
alzò la testa e si voltò e Fibi riuscì
finalmente a
guardarlo in faccia. Aveva i capelli incollati al viso, imperlato dal
sudore e
nonostante cercasse di nasconderlo, si vedeva che stava soffrendo.
“ Non posso ”
Disse con voce affaticata.
“
Non puoi? Nemmeno per lei? ” Brom si inginocchiò
accanto a Fibi. “ Guarda come sta soffrendo per te, potresti
evitarglielo ”
Fu
un colpo basso. Brom stava rigirando il coltello nella
piaga e quasi con successo, perché Fibi vide Morzan
vacillare. “ Morzan ” Lo
chiamò e quando lui la guardò,
continuò. “ Non pensare a me, ricordati quello
che ti ho detto ”
“
Scusa principessa ”
“
Lo considero un no ” Brom si rialzò e la guardia
fece
schioccare la frusta.
Morzan
si voltò quando la frusta lo toccò di nuovo,
così
da non far vedere a Fibi la sua espressione. Lei lo
ringraziò per quel piccolo
gesto, l’unico modo che aveva per proteggerla in quella
situazione.
Brom
sottopose Morzan a quella tortura ancora per molto, finché
lei, vedendo che il marito non riusciva più a reggersi in
piedi disse: “ Brom, per
favore, basta. Non ce la fa più ”
“
È ancora cosciente, può sopportare ancora un
po’ ” Disse
lui, fissando Morzan.
“
Te lo chiedo per favore. Smettila di torturarlo per
oggi ” Fibi sentì la frusta sfregiare ancora la
schiena di Morzan e si voltò a
guardarlo. Aveva la testa china, i capelli gli ricadevano davanti al
viso e il
respiro era irregolare. “ O lo fai smettere tu o lo costringo
io ”
Brom
la guardò, convinto che in ogni caso non avrebbe
fatto niente. “ Accomodati pure, io non lo fermerò
”
A
quel punto, Fibi si alzò e andò da Morzan,
ponendosi
tra lui e la frusta. Lo abbracciò, cercando di non fargli
male e un attimo
dopo, sentì la schiena bruciare, quando la frusta raggiunse
lei, invece che
Morzan. Ci volle tutto il suo autocontrollo per non lasciare il marito
e cadere
in ginocchio per il dolore, ma riuscì a resistere e si
voltò a guardare Brom, che
la guardava stupito. Non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere.
“ D’accordo,
se sei disposta a questo per oggi possiamo finirla qui ”
Detto questo si avvicinò
a loro e cominciò a liberare Morzan. Fibi si
passò un braccio di lui sulle
spalle per aiutarlo a camminare e ritornarono cella. Lo
aiutò a stendersi sulla
paglia e si inginocchiò lì accanto e si
strappò l’orlo del vestito eliminandone
la parte sporca. Morzan la vide e con la voce ridotta a un sussurro le
chiese:
“ Cosa stai facendo? ”
“
Voglio pulirti la schiena da tutto quel sangue. Però
prima devi bere un po’ ” Fibi prese la brocca e
versò un po’ d’acqua
nell’unico
bicchiere che avevano.
“
Non ne voglio ”
“
Non fare il bambino, almeno bagnati le labbra, ne hai
bisogno ” Gli avvicinò il bicchiere alle labbra e
nonostante le proteste, la
bevve quasi tutta.
Lei
poi, si sedette accanto a lui sulla paglia e dopo
aver bagnato il pezzo di stoffa, cominciò a tamponargli la
schiena, cercando di
non fargli male, anche se qualche volta lo vedeva stringere i pugni.
Quando
finì, il sangue non c’era più, ma la
schiena era coperta di tagli, per cui lei
non poteva fare niente. “ Ho finito ” Disse,
spostandogli una ciocca di capelli
dal viso, ancora un po’ sudato.
“
Grazie ” Morzan abbozzò un sorriso. “ Ma
non dovevi
farlo ”
“
Non preoccuparti, l’ho fatto per farti stare meglio e
poi il vestito era già rovinato ”
“
Non parlavo di questo ” Morzan le fece un po’ di
spazio
e le prese la mano. “ Parlavo di quello che hai fatto per
convincere Brom a
smettere di torturarmi ”
“
Non potevo permettere che ti portasse al limite ”
“
Stenditi ” Le disse e allo sguardo interrogativo di lei
rispose: “ Voglio ricambiare il favore ”
“
Sto bene. È stata solo una frustata e il vestito ha
attutito il colpo ”
“
Principessa, non mentirmi, so che ti fa male ”
“
Prometti di non usare la magia? ”
Morzan
annuì e lei si distese. Lui si alzò sui gomiti,
ignorando
le ferite che protestavano e le spostò i capelli dalla
schiena; il vestito era
sfilacciato nel punto in cui la frusta l’aveva colpita. Lo
sbottonò e lo aprì, lasciando
la schiena scoperta. La vide rabbrividire e ne capiva il motivo;
l’aria in
quella cella era fredda anche con i vestiti.
Le
accarezzò la schiena, sentendo la pelle calda di lei,
perfetta
e liscia, tranne che per una sottile linea rossa, che le partiva dalla
spalla
destra e terminava quasi sul fianco sinistro e intorno ad essa la pelle
era
livida e quando lui gliela sfiorò, lei sussultò,
gemendo appena.
“
Non è tanto grave ” Le disse. “ Non mi
costerebbe
niente guarirla ”
“
No, me l’hai promesso. Lascia tutto così
com’è ”
“
E tu promettimi che non ti intrometterai più. Non
voglio che ti faccia male per colpa mia ” Morzan le
abbottonò di nuovo il
vestito, mentre lei rispondeva: “ Se domani dovesse
torturarti di nuovo tu ... ”
“
Io resisterò. Per te farei questo e altro e inoltre
Brom non mi può uccidere se vuole farmi parlare ”
La interruppe lui, mentre si
stendeva di nuovo, il braccio poggiato sulla schiena di lei, evitando
la parte
ferita. “ Allora, mi prometti che non ti intrometterai
più? ”
Fibi
sopirò. “ Non è facile ”
“
No, infatti, ma finirà presto, vedrai ”
“
Come fai ad esserne sicuro? ”
“
Ti sei dimenticata che là fuori ci sono ancora Daniel e
gli altri? ”
“
Hai ragione. Spero solo che si sbrighino ”
“
Non vale più l’idea: finché stiamo
insieme supereremo
tutto? ”
“
Certo che vale ancora. Solo...non credevo che fosse
capace di farti questo ”
Morzan
avvicinò il suo viso a quello di lei. “ Ti amo, lo
sai. Abbi fiducia in me e non vacillare mai, vedrai che
così, qualunque cosa
facciano non riusciranno a separarmi da te ”
“
Lo so, me l’hai promesso e le promesse le hai sempre
mantenute ”
“
Tu riuscirai a resistere? ”
“
Sì ” Lei sorrise quando lui fece scivolare la mano
dalla sua schiena fino al collo, e si distese sul fianco. Lui fece lo
stesso, anche
se con un po’ di difficoltà e la strinse a
sé, prendendola per la vita. “ Grazie
” Le sussurrò. “ Adesso sarà
più facile sopportare ”
Fibi
gli accarezzò il petto e fece scivolare la mano fino
al fianco, dove la fermò. A quel tocco, Morzan non seppe
resistere e la baciò.
Pur di continuare a passare del tempo con lei, a baciarla ad
abbracciarla, avrebbe
sopportato qualsiasi cosa.
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
Capitolo
12
Morzan
strinse le catene e chiuse gli occhi. Il dolore
stava cominciando ad essere forte, ma sopportava, poteva farlo ancora e
doveva.
Come il giorno prima, Fibi era seduta nell’angolo accanto a
Brom; sentiva il
suo sguardo fisso su di lui, anche se non poteva vederla e in un certo
senso
questo gli dava forza.
Sapeva
che stavolta non si sarebbe intromessa, anche
perché aveva capito che Brom non aveva nessuna intenzione di
ucciderlo, almeno
per il momento. Li aveva sorpresi entrambi, quando, dopo averli portati
lì, si
era avvicinato a lui e gli aveva curato le ferite lasciate dalla frusta
il
giorno prima. Il suo sollievo era durato poco, però,
perché aveva subito
ripreso a torturarlo.
All’improvviso
sentì la mente di Brom premere contro la
sua, per prendersi quello che voleva da solo, ma Morzan non si fece
cogliere
impreparato e si concentrò su Fibi, facendosi invadere dal
ricordo di lei, dal
suo profumo, dal ricordo del suo tocco, dei suoi baci, del suo sorriso,
così
che Brom non avesse nessun appiglio per scavalcare quella muraglia e
scavare
nella sua mente. L’attacco si fece più forte, ma
lui non vacillò nemmeno per un
momento, senza distrarsi nemmeno quando il dolore per la frustata si
insinuava
in lui fino alla sua mente.
“
Arrenditi Brom. Non riuscirai a scoprire niente ” Gli
disse, la voce che tremava appena.
“
Non sarò io il primo ad arrendersi. Voglio proprio
vedere quanto riuscirai a resistere ”
Disse Brom.
Fibi
capì di cosa stavano parlando e si sentì ancora
più
inutile, senza sapere il ruolo che stava giocando nella mente del
marito. Si
mise a sedere meglio, stando attenta per non farsi troppo male alla
schiena, lo
sguardo fisso su Morzan, che aveva le mani strette attorno alle catene
e da
quel poco che riusciva a vedere del suo volto, era molto concentrato e
non
sembrava sentire le frustate.
Proprio
come il giorno prima, Brom portò Morzan al limite
e stavolta, lei non si intromise, come aveva promesso, nonostante lo
vedesse
indebolirsi piano sotto i colpi incessanti della frusta,
finché Brom non decise
che poteva bastare e li fece ritornare nella loro cella.
“
Morzan ” Lo chiamò poggiando una mano sul braccio
di
lui, che giaceva disteso a pancia in giù così
come lo avevano lasciato.
Lui
la sentì appena, ma trovò la forza di voltare la
testa verso di lei per poterla guardare. Era preoccupata, ma sorrise.
“ Pensavo
che fossi svenuto ” Gli spostò i capelli dalla
schiena e gli accarezzò una
guancia sudata. “ Sei stato forte, hai dovuto resistergli
anche all’attacco
mentale ”
“
Anche tu sei stata brava ” Le disse, non a parole, lo
fece con la mente e anche così si sentiva che era
affaticato. “ Se sono riuscito
a resistere è stato anche grazie a te ”
“
Sono contenta di esserti stata d’aiuto. Adesso
riposati, devi recuperare le forze ”
“
Finirà presto, vedrai, dagli ancora un altro paio di
giorni e verranno a prenderci ” La rassicurò
Morzan, sperando di non sbagliarsi.
Si
sbagliava.
Andò
avanti così per un'altra settimana, quella più
lunga
per Fibi e Morzan. I giorni si susseguivano tutti uguali; ogni giorno
Brom
andava a prenderli, curava Morzan e poi lo faceva frustare, sotto gli
occhi di
Fibi che lottava per non intromettersi e poi, quando lui non ce la
faceva più,
li riportava in cella. Morzan sfruttava il tempo tra una tortura e
l’altra per
recuperare le forze, distrarsi un po’ con Fibi cercando di
farla sorridere e
prepararsi sia psicologicamente, sia fisicamente a quello che lo
aspettava.
Proprio grazie a questo riusciva a sopportare sempre meglio il dolore,
anche se
questo comportava passare sempre più tempo sotto tortura e
quindi far soffrire
sempre di più Fibi.
Quel
giorno, Brom andò a prenderli e li portò nella
sala
delle torture. Appena entrata, Fibi si diresse verso l’angolo
dove c’era la
sedia, ma non la trovò. Brom le si affiancò e le
disse: “ Le spiegazioni
arriveranno subito ”
Fibi
si voltò verso Morzan e si accorse che Brom non
l’aveva fatto legare al solito posto.
“
Vi sarete accorti che oggi le cose sono un po’ diverse.
Questo perché ho deciso di cambiare metodo ” Brom
guardò Morzan e prese Fibi
per un braccio. “ Facendo a lei quello che fino a oggi ho
fatto a te ”
A
Morzan sembrò che il mondo gli fosse crollato addosso.
Guardò Fibi e la vide terrorizzata; sapevano entrambi che
non era in grado di
resistere a una cosa del genere. “ No! ”
Gridò, cercando di con tutte le sue
forze di liberarsi dalle catene. “ Brom, lasciala andare
subito! Non farle del
male! ”
Brom
non se ne curò e prese a trascinare Fibi verso le
catene, non senza difficoltà. Lei tentò di
opporsi, ma Brom era più forte e per
quanto lei ci provasse non riuscì a impedirgli di farla
avanzare, per quanto
lentamente lo facesse. Quando arrivò il momento di legarla,
gli diede così
tanto filo da torcere, che fu costretto a chiamare la guardia per
poterla
legare,mentre Morzan continuava a inveire contro lui, ma era orgoglioso
di lei,
che anche se per un po’, era riuscito a metterlo in
difficoltà.
“Sta’
zitto adesso!”Brom si mise tra Fibi e Morzan,che
rimase in silenzio,lo sguardo che andava da lui alla moglie,che lo
guardava con
lo sguardo di chi vuole essere salvato ma cerca di
nasconderlo,perché sa che
non è possibile.
Il
loro carceriere continuò. “Ti do
un’ultima occasione
per salvarla”
Morzan capì e
abbassò la testa,sospirando. Quando parlò,lo fece
quasi supplicando. “Brom,non
posso. Ho fatto un giuramento”Ora che c’era lei al
suo posto,non era sicuro di
riuscire a continuare a tacere. Sapeva quanto facessero male quelle
frustate;
lui era riuscito a resistere perché era un cavaliere ed era
abituato al
dolore,ma lei non sarebbe stata capace di resistere a lungo e
l’ultima cosa che
voleva, era vederla soffrire.
“
Sai Morzan,non volevo arrivare a questo, ma tu non mi
lasci altra scelta. Sul serio, Fibi,mi spiace ” Brom
andò alle spalle di Fibi e
cominciò a sbottonarle il vestito. “ Sei ancora in
tempo per fermarmi ”
Lei
cercò gli occhi di Morzan e qualche istante dopo, li
trovò. “ Principessa ... ” Le disse con
la mente. Aveva paura, questo lo sapeva, ma leggergliela negli occhi
gli fece
male comunque.
“
No ” Fu la risposta di lei. “ Non dire niente.
Resisterò, ma ho bisogno che tu mi stia vicino ”
“
Perché no? Potrei evitartelo ” Avrebbe voluto
aggiungere che non sarebbe riuscita a resistere, ma non lo fece, non
l’avrebbe
aiutata in quel modo e lei aveva bisogno di sostegno, lo vedeva dal
modo in cui
stringeva le catene.
“
Non voglio vederti morire e sarà l’unica cosa che
otterrai se infrangi quel giuramento ” Rabbrividì
quando l’aria fredda della
stanza entrò in contatto con la sua schiena. Brom le
sistemò il vestito in modo
da avere la schiena scoperta e vide il segno della frustata che lei si
era
procurata per difendere Morzan. La ferita era chiusa, ma la pelle
attorno ad
essa era ancora livida.
“
È passata una settimana è
c’è ancora il segno. Immagina
quanto le farà male ora, che non ha nemmeno il vestito ad
attutire il colpo ”
Le passò una mano sul livido, facendo un po’ di
pressione e lei non riuscì a
trattenere un gemito.
“
Brom, non lo fare, lasciala fuori da questa storia ”
Morzan tentò ancora una volta di convincerlo a lasciarla
andare, ma Brom si
fece da parte e fece un segno alla guardia, che alzò la
frusta.
Fibi
sentì la frusta fendere l’aria e un attimo dopo
sentì la pelle bruciare come fuoco e un urlo
risuonò nella cella. Faceva più
male dell’altra volta, sapeva che sarebbe stato
così e quando pensava di non
riuscire più a resistere al dolore, la mente di Morzan
avvolse la sua come un
abbraccio e gliene fu grata. Non ebbe il tempo di riprendersi, che una
seconda
frustata seguì la prima, aggiungendo altro dolore, un dolore
bruciante,
insopportabile, tanto da farle desiderare di strapparsi la schiena per
non
sentirlo più. La presenza della mente di Morzan nella sua si
fece più forte.
Vederla soffrire in quel modo e sentire le sue urla di dolore che gli
risuonavano fin dentro le ossa, era la peggiore tortura a cui poteva
essere
sottoposto, il dolore che aveva provato quando c’era lui al
posto della moglie,
paragonato a quello che provava in quel momento, era un’esile
fiammella
rispetto ad un incendio. E l’odio che provava verso se stesso
aumentava ogni
minuto che passava. Si odiava perché lui aveva il modo di
aiutarla, ma non
parlava, continuando a tacere, continuando a far soffrire la donna che
aveva
giurato di difendere a costo della vita.
Alla
terza frustata, le lacrime presero a scendere lungo
le guance di Fibi, a cui nemmeno la vicinanza di Morzan aiutava a
sopportare
tutto quel dolore. Faceva male, più di quanto avesse
immaginato e non sapeva
quanto avrebbe resistito. Già con quelle tre frustate le
forze erano cominciate
a venire meno e stava cominciando a tremare, se per il dolore o per il
freddo
non avrebbe saputo dirlo. Alla
quarta
frustata, Morzan la vide cedere, le mani non stringevano più
le catene che la
legavano e al tempo stesso la sostenevano. “ Brom, per
favore, smettila ”
Disse, guardando
Fibi che piangeva senza
riuscire più a nascondere il dolore che provava. Brom si
avvicinò a lei, ma
guardò lui. “ Dimmi quello che voglio sapere
”
“
Morzan ... ” La voce di lei era debole e tremava ma
nonostante questo trovò la forza di voltarsi verso di lui e
fissare i suoi
occhi azzurro ghiaccio in quelli policromi di lui.
“
Te lo sta chiedendo anche lei ”
Morzan
sapeva che Brom aveva frainteso. Quello che la
moglie aveva cercato di dirgli era di continuare a non parlare.
“ No, non posso
dirtelo. E tu non dovresti fare del male alle persone innocenti
”
“
Da che pulpito viene la predica ” Brom alzò il
viso di
Fibi per poterla guardare negli occhi. “ Come fai ad amare un
uomo così
ipocrita? È
il primo a fare del male a
degli innocenti e crede di potermi fare la predica, quando
l’unico colpevole di
quello che ti sto facendo è lui ”
“
Tu ... non lo ... conosci come me ” Fu la risposta di
lei.
“
Non la meriti neanche un po’, Morzan. Lei è
disposta a
tutto per te, ma tu non fai niente per lei ” Le
lasciò il viso e tornò a
guardare Morzan, aspettando una risposta, che però non
arrivò. Si fece di nuovo
da parte e la tortura riprese. La frusta la ferì di nuovo e
lei lottò per
rimanere cosciente, ma sapeva che alla prossima sarebbe svenuta.
“ Scusa ”
Disse a Morzan, ma prima che l’ultima frustata la
raggiungesse, dal corridoio
provenne un gran trambusto e poi la porta si spalancò,
sbattendo contro il muro
e tutti si voltarono.
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
Capitolo
13
Sulla
soglia c’era Daniel, che, prima che nessuno avesse
il tempo di dire niente, entrò, uccise la guardia e con un
colpo deciso, ruppe
le catene che tenevano legato Morzan. Non appena fu libero, si mosse
per andare
a liberare Fibi, ma si fermò subito, vedendo che Brom si era
avvicinato di
nuovo a lei e le aveva puntato un pugnale alla gola. “ Dove
credete di andare? ”
Chiese.
“
Non ti azzardare Brom, se le fai ancora del male ti
giuro che ti ammazzo! ” Fu la risposta di Morzan.
“
Sei ripetitivo Morzan, ho perso il conto di quante
volte l’hai detto ” Brom guardò il volto
di Fibi, rigato dalle lacrime e
sofferente. “ Non credi che lei preferirebbe che lo facessi,
invece di
sentirtelo solo dire? ”
Morzan
strinse i pugni e lo guardò di traverso. Doveva
pensare a qualcosa e in fretta. In quel momento arrivarono anche gli
altri
Rinnegati, che circondarono Brom e Daniel disse: “ E ora
cos’hai intenzione di
fare? ”
“
Finché ho lei, non potrete fare niente, a meno che non
vogliate ucciderla ”
Fu
in quel momento che a Morzan venne un’idea. “
Daniel ”
Chiamò con la mente. “ Metti delle difese a Fibi e
poi attacchiamo Brom con la
mente tutti insieme ”
“
D’accordo ”
Mentre
Daniel faceva come gli aveva detto, lui disse la
sua idea anche agli altri e, quando Daniel gli diede il segnale, lui
diede il
via libera per attaccare.
La
mente di Brom era ben protetta, ma nessuno poteva
riuscire a difendersi dall’attacco di tredici persone
contemporaneamente.
Quando le sue difese cominciarono a vacillare, proprio come aveva
pensato
Morzan, tentò di tagliare la gola a Fibi, ma grazie alle
difese di Daniel, la
lama non la graffiò nemmeno.
Era
il momento che stava aspettando. Quando le difese
furono sul punto di rompersi completamente, gli si gettò
contro, allontanandolo
da Fibi e bloccandolo contro il muro. Gli altri smisero di attaccarlo,
lasciandolo a Morzan, che era riuscito a disarmarlo, ma nel farlo,
l’altro era
riuscito a spingerlo a terra e ora lottavano per avere la meglio
sull’avversario. Morzan sferrò un ginocchiata allo
stomaco di Brom e riuscì a
rialzarsi, ma prima che lui potesse fare qualcosa per porre fine al
duello, anche
l’avversario lo fece. Rimasero a guardarsi per qualche
secondo; Morzan aveva un
labbro spaccato, Brom aveva il naso rotto. Attaccarono nello stesso
momento.
Morzan cercò di colpirlo alla testa con un pugno, ma Brom lo
schivò e rispose
con un destro allo stomaco che l’altro riuscì a
evitare. Lo attaccò di nuovo, sferrando
un pugno diretto allo stomaco, ma all’ultimo momento
deviò il colpo alla testa,
cogliendo Brom di sorpresa e sbattendolo contro il muro con tutta la
forza che
aveva e l’avversario scivolò a terra, privo di
sensi.
“
L’hai ucciso? ” Chiese Daniel, avvicinandosi a lui.
“
No, è ancora vivo ” Rispose Morzan, mentre
prendeva un
mazzo di chiavi dalla cintura di Brom. Si alzò e si
avvicinò a Fibi. “ Principessa,
è finita. Adesso ti porto a casa ”
Lei
cercò di sorridere e non appena ebbe le braccia
libere, con una si tenne il vestito, per non rimanere scoperta, con
l’altro cercò
Morzan o qualcun altro per rimanere in piedi. Il marito andò
subito in suo
soccorso, facendosi passare il braccio sulle spalle. “
Siediti un momento, così
ti chiudo il vestito ”
“
No ... mi fa ... male. Lascialo ... così ” Disse
lei.
“
D’accordo ” Morzan guardò Daniel.
“ Vai avanti tu, così
se cercano di fermarci possiamo difenderci ”
Daniel
annuì e li precedette, insieme a Kialandì e
Glaerun e dietro di loro andarono tutti gli altri. Pochi furono
così stupidi da
intralciarli, ma furono eliminati in pochi secondi e loro uscirono di
nuovo
alla luce del sole in poco tempo. Morzan accompagnò Fibi
fino alla sua
dragonessa e la fece sedere su una delle zampe. Lei poggiò
la testa contro il
suo fianco senza poggiare la schiena e chiuse gli occhi, mentre Morzan
le si
inginocchiava accanto. “ Principessa ” La
chiamò, aggiustandole il vestito che
era scivolato un po’. “ Posso lasciarti qualche
minuto da sola? Devo fare una
cosa ” Fibi aprì gli occhi e lo guardò,
prendendogli la mano. “ Non te ne
andare ... Per favore ”
Daniel,
che era lì vicino e aveva sentito, si intromise:
“ Cosa devi fare di così importante? ”
“
Allan mi ha preso Zar’roc quando mi ha portato qui.
Volevo andare a cercarla ” Disse Morzan.
“
Vado io. Tu resta con lei e bendale le ferite, quando
arriviamo a casa gliele curo e non provare a farlo tu, non sei
abbastanza in
forze ”
“
D’accordo. Tu hai delle bende? ”
“
Sono nella borsa appesa alla sella ” Daniel indicò
il
suo drago e poi si rivolse agli altri. “ Qualcuno vuole farmi
compagnia? ”
“
Dove vai? ” Chiese Enduriel.
“
A farmi un altro giro dentro ”
“
Vengo anch’io ”
“
Visto che mi scoccio di stare qui ad aspettare credo
che vi farò compagnia ” Aggiunse Glaerun.
Daniel
e i due andarono di nuovo dentro, mentre gli altri
rimasero fuori a parlare.
Morzan
si alzò e andò a prendere la borsa con le bende e
tornò da Fibi. “ Sei ancora qui o sei nel mondo
dei sogni? ” Le chiese,
inginocchiandosi di nuovo accanto a lei.
“
Non lo so nemmeno io. È successo tutto veramente? ”
“
Sì, è successo. Presto rivedrai Murtagh, proprio
come
speravi ” Le sorrise e lei fece lo stesso.
“
Già, mi manca, chissà come sta ”
“
Sta bene, a differenza di te ” Si rivolse a Fiamma e
aggiunse: “ Puoi nasconderci con l’ala,
così non vedono niente? ”
“
Certo ” Rispose
lei e aprì l’ala, nascondendoli come se fossero
dietro una tenda.
“
Principessa, girati un po’, così posso fasciarti
senza
problemi ”
Fibi
si drizzò e si girò un po’, trattenendo
un gemito e lasciando
il vestito, così che Morzan avesse libertà di
movimento. Lui cominciò a
bendarla, cercando di non farle male, anche se qualche volta la sentiva
trattenere un gemito e riusciva a capire il perché. La
guardia non c’era andata
piano con lei e la frusta aveva scavato dei solchi insanguinati sulla
schiena
di lei, che stavano ancora sanguinando. Se pensava che era stata
costretta a
guardare quella stessa, se non peggiore, immagine per una settimana
capiva
quanto fosse stata forte, persino più di lui, che
già così non aveva il
coraggio di guardare. Non osò toccarla e anche quando le
spostò i capelli neri
dalla schiena, lo fece con molta delicatezza. Man mano che la bendava,
vedeva
le bende candide che aveva già usato diventare rosse,
macchiate dal sangue che
continuava a fuoriuscire dalle ferite.
Quando
finì Fibi si aggiustò il vestito e lui glielo
abbottonò.
“
Grazie ” Gli disse. “ Adesso va un po’
meglio ”
“
Mi fa piacere ” Si sedette accanto a lei, che gli prese
la mano. “ Scusa, avrei voluto fare di più per te
”
“
Tu hai fatto tutto quello che potevi, amore. Ti sei
anche fatto catturare per salvarmi ”
Lui
le strinse la mano. “ Avrei fatto anche di più per
te
”
“
Lo so, ma fortunatamente non ce n’è stato bisogno
” Fibi
lo abbracciò, con il braccio gli sfiorò la
schiena e sentì la durezza delle
croste e si ricordò che a differenza delle altre volte, quel
giorno Brom non
l’aveva curato. “ Sei sicuro di stare bene?
”
“
Sì, ormai hanno smesso di sanguinare e non fanno
più
tanto male ” Disse lui.
“
Daniel non ha una maglia di riserva in quella borsa? Non
puoi rimanere così per tutto il tempo ”
“
Non so ” Morzan la guardò un momento,
c’era qualcosa
che non quadrava. “ Come mai stai così bene? Prima
eri sul punto di svenire ”
“
Sì, è vero, ma lei mi ha passato un po’
di energia ” Fibi
sorrise e accarezzò il fianco della dragonessa.
“
Avrei potuto farlo anch’io ”
“
No, tu ne hai
più bisogno ” Disse Fiamma richiudendo
l’ala.
Proprio
in quel momento, Daniel e gli altri tornarono e
Daniel si avvicinò e gli prese Zar’roc, poi
guardando Fibi disse: “ Va meglio, vedo
”
“
Si, ma questo non ti esonera dal dovermi curare ” Disse
lei con un sorriso. “ Ah, non è che hai una maglia
in più per Morzan? ”
“
È nella borsa. Quando siete pronti partiamo ”
Morzan
prese la maglia e se la mise, poi aiutò Fibi a
montare e, quando anche lui fu seduto, partirono e si allontanarono da
quel
posto, ogni battito d’ali che li avvicinava a casa e che
riportava Fibi e
Morzan dal loro bambino.
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
Capitolo
14
Era
ormai sera quando i draghi di Morzan e Daniel
atterrarono in giardino. Gli altri Rinnegati erano tornati ai propri
palazzi,
lasciandoli soli. Morzan smontò e aiutò Fibi,
prendendola poi sottobraccio per
aiutarla a camminare, perché con il tempo le ferite erano
ritornate a reclamare
il loro tributo.
Mentre
si avvicinavano al portone del palazzo, questo si
aprì e ne uscì Lucidius, il padre di Morzan, con
Murtagh in braccio. Morzan era
molto legato a lui e aveva fatto in modo che potesse vivere
più a lungo degli
altri uomini. “ Vi stavo aspettando già da un paio
d’ore, cominciavo a
preoccuparmi ” Disse.
“
Gli altri hanno voluto fermarsi a mangiare a tutti i
costi e abbiamo fatto un po’ tardi. Tu che ci fai qui?
” Disse Morzan, sorpreso
di vedere il padre.
“
È stata lei ” Lucidius fece un segno verso la
dragonessa e il suo sguardo si posò su Fibi, che gli
sorrise, ma lui, proprio
come Morzan, capì che c’era qualcosa che non
andava, forse anche grazie
all’espressione un po’ preoccupata del figlio.
“ Cosa ti è successo piccola? ”
“
Niente di irrimediabile ” Rispose lei con un sorriso.
Lucidius
si fece da parte e li fece entrare. Mentre
passava, Fibi guardò il figlio e sorrise, immaginando il
momento in cui
l’avrebbe preso di nuovo in braccio, ma per il momento si
limitò a dargli un
bacio sulla guancia. Morzan la portò in camera e lei si
sedette sul letto e lasciò
che lui le sbottonasse il vestito e poi le togliesse le bende, ormai
rosse, facendo
attenzione, perché in alcuni punti si erano incollati alla
pelle, per via del
sangue rappreso.
“
Sono messa male, vero? ” Chiese ad un certo punto lei.
“
No, è migliorata rispetto a prima. Almeno ha smesso di
sanguinare ” Rispose lui, continuando a togliere le bende.
“ Ti fa ancora male?
”
“
Un po’. Credo che sia perché ormai mi sono
abituata al
dolore ”
“
Principessa, se … se dopo tutto questo tu volessi
andartene, io non ti fermerò. Lo capisco se non vuoi
più fare questa vita ” Morzan
finì di toglierle le bende.
Lei
si voltò indietro, per guardarlo, anche se le faceva
male la schiena. “ Morzan, te lo dico una volta per tutte, io
voglio stare con
te, qualsiasi cosa succeda. Questo che è successo fa parte
della nostra vita, così
come la nascita di Murtagh e in un certo senso non è stato
male. Se ci pensi
abbiamo passato una settimana intera insieme, anche se non è
stata la nostra
vacanza ideale ”
Morzan
sorrise. “ Riesci sempre a vedere il lato
positivo. È per questo che ti amo ”
“
Ti amo anch’io ”
Morzan
le diede un bacio sulla guancia e poi le disse: “ Stenditi
adesso, non vorrei che Daniel e papà entrassero e ti
vedessero mezza nuda ”
Lei
sorrise e face come le aveva detto Morzan, tenendosi
il vestito per coprirsi e, proprio in quel momento, qualcuno
bussò.
“
Avanti ” Disse Morzan, mettendosi a sedere meglio
accanto alla moglie.
Daniel
entrò e si chiuse la porta alle spalle. “ Pronta
Fibi? ”
“
Sono pronta da quando mi avete salvata ” Rispose lei.
Daniel
sorrise, prese una sedia, si sedette accanto a lei
e cominciò a curarla, sotto lo sguardo attento di Morzan che
vide le ferite
chiudersi piano, lasciando la pelle di lei di nuovo integra e liscia.
“
Fatto ” Disse Daniel qualche minuto dopo.
“
Grazie, adesso va molto meglio ” Il sollievo era
visibile sul suo volto. “ Potresti farlo anche a Morzan?
”
“
Lo faccio solo perché me lo hai chiesto tu ”
Scherzò
lui.
“
Questa me la segno ” Anche Morzan scherzava. Si
sfilò
la maglia e Fibi vide le condizioni della sua schiena. Era ricoperta di
croste,
formate dal sangue fuoriuscito dalle frustate che aveva ricevuto e dove
non
c’erano le croste, la pelle era sporca di sangue e per
guarirlo, Daniel impiegò
meno tempo. “ Avete bisogno di qualche altra cosa? ”
“
No, puoi anche andare adesso. Grazie Daniel ” Rispose
Fibi, mettendosi a sedere, reggendosi il vestito con la mano.
“
Ci vediamo più tardi ”
Fibi
si alzò dal letto e si voltò verso Morzan,
sorridendo.
“ Amore, che ne dici di andare a farci un bagno? ”
Morzan
si alzò e si avvicinò a lei. “ Se me lo
chiedi
così, non posso che dirti di sì ”
“
Andiamo, allora, che stiamo aspettando? ”
Si
presero per mano e Morzan aprì la porta e si trovarono
di fronte Lucidius. “ Dove stavate andando conciati
così? ”
“
A fare un bagno ” Rispose Fibi.
“
Morzan, se non ti dispiace vorrei parlarti ”
“
Adesso? ” Chiese Morzan, un po’ scocciato.
“
Sì, perché, avevi qualcos’altro da
fare? ”
“
Beh, veramente si ”
Lucidius
naturalmente aveva capito di cosa si trattava, ma
continuò: “ E cosa dovevi fare? Fibi deve fare il
bagno e non credo che abbia
bisogno di aiuto ”
Morzan
sospirò, rassegnato. “ D’accordo
” Si voltò verso
Fibi e le diede un bacio sulle labbra. “ Ci vediamo dopo,
purtroppo ”
“
Va bene ” Fibi lasciò andare la mano di Morzan e
si
avvicinò a Lucidius che teneva ancora Murtagh in braccio e
diede un bacio al
figlio. “ Buonanotte piccolo ”
Una
volta in bagno, Fibi si preparò la vasca e poi vi si
immerse. Chiuse gli occhi e si rilassò, ma avrebbe tanto
voluto che Morzan
fosse stato lì con lei, ma con Lucidius nei paraggi avrebbe
dovuto saperlo che
non sarebbe stato possibile, almeno non a quell’ora, quando
tutti erano ancora
svegli.
Quando
finì di farsi il bagno, tornò in camera e li
trovò
a parlare. Morzan aveva l’espressione di chi avrebbe voluto
essere da qualche
altra parte, invece che lì, ma quando la vide, il sorriso
tornò sul suo volto.
“ Posso andare a farmi il bagno? ”
“
Certo, vai pure ” Gli rispose Lucidius, interrompendo
il suo discorso.
Morzan
si alzò, si avvicinò a Fibi e le
sussurrò: “ Se ci
avessi impiegato qualche minuto in meno non mi sarei arrabbiato
” L’avvicinò a
sé e le diede un bacio veloce sulle labbra e poi
uscì, lasciandola sola con
Lucidius.
“
Sei cattivo, lo sai? ” Gli disse, mentre si avvicinava
all’armadio per prendere un vestito.
“
Lo so, ma è stato divertente vedere la sua espressione
quando vi ho fermati ”
“
Può anche essere stato divertente, ma mi hai rovinato
la serata e non è che abbiamo avuto molto tempo per
divertirci ultimamente ”
“
Hai ragione, ma avete ancora tutta la notte, vedrai che
si inventerà qualcosa ”
“
Lo spero per te. Adesso per favore, puoi uscire che
devo cambiarmi? ”
“
Va bene ” Lucidius si alzò dal letto e
andò da lei per
darle un bacio sulla guancia. “ Sono contento che siate
tornati e che siano riusciti
a salvarti. Morzan non se lo sarebbe mai perdonato se ti fosse successo
qualcosa, sei la sua unica ragione di vita ”
“
Proprio l’unica non direi, è da un po’
che ne ha anche
un’altra ”
“
È vero, ma credi che sarebbe riuscito a fare il bravo
padre, se tu fossi morta? ”
Lei
guardò il suocero negli occhi e in essi vide
Morzan. “ Tu ce l’hai fatta, perché lui
no? ”
Lucidius
sospirò. “ Mia moglie è morta per cause
naturali, tu invece no. Questa è la differenza ”
“
Ma non è successo, perciò non voglio pensarci
”
“
Bene, hai ragione ” Lucidius sorrise. “ Vi aspetto
per
la cena ”
“
Sì ” Fibi aspettò che Lucidius uscisse
per vestirsi e
quando ebbe finito, aspettò Morzan e poi scesero insieme in
sala da pranzo per
la cena.
NDA:
Ciao a tutti, ormai siamo quasi alla fine della storia, infatti manca
solo un capitolo. Forse molti di voi non condivideranno l'idea di di
aver introdotto Lucidius, ma mi piaceva l'idea che qualcuno della
famiglia di Morzan avesse continuato a volergli bene nonostante tutto.
Spero che mi facciate sapere il vostro parere con una recensione, anche
piccola.
Alla prossima, dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
Capitolo
15
Il
clima che si respirò durante la cena fu divertente e
rilassato, come sempre quando c’era Lucidius. Lui
riuscì infatti a farli
divertire e ad allontanare il brutto ricordo della settimana appena
passata,
prendendoli in giro, ma rimanendo sempre nei limiti, per non offenderli
e
tirandoli su di morale.
Dopo
cena, Fibi e Morzan andarono a prendere Murtagh e
poi andarono a fare una passeggiata in giardino, illuminato dalla luna.
Dopo un
po’ si sedettero ai piedi del ciliegio, Murtagh che dormiva
tranquillo in
braccio alla madre, mentre il padre sorrideva, felice di vederli di
nuovo
insieme.
“
Credi che avremo un po’ di tempo per stare insieme o
dovrai ripartire? ” Chiese Fibi ad un certo punto. Non voleva
separarsi di
nuovo da lui, almeno, non così presto.
“
Credo che abbiamo ancora qualche giorno. Brom dovrà
prima riprendersi per elaborare qualche altro piano ” Rispose
Morzan. “ Murtagh
non ha ancora mangiato, vero? ”
“
No, perché? ”
“
Perché avevo voglia di rientrare, però se non ha
ancora
mangiato posso aspettare ”
“
Morzan, posso chiederti una cosa? ”
“
Tutto quello che vuoi, sono qui per questo ”
“
Se dovesse succedermi qualcosa, promettimi che penserai
a Murtagh, che non lo lascerai da solo ”
Morzan
la guardò negli occhi, cogliendovi un velo di
tristezza e le prese la mano. “ Non dire così
principessa, non ti succederà
niente ”
Fibi
gli strinse la mano e gli occhi le si riempirono di
lacrime. “ Lo so, ma se dovesse succedermi …
Murtagh ha bisogno di te ”
“
Te lo prometto principessa. Non gli farò mancare niente
” Guardò il figlio e gli prese una manina e un
sorriso si dipinse sul suo
volto, come tutte le volte che guardava il suo bambino, il loro
bambino. “ Principessa,
tu promettimi la stessa cosa e poi voglio che tu non rimanga da sola.
Se io
morissi, voglio che tu condivida la tua vita con qualcun altro
”
“
Te lo prometto amore e ti prometto che Murtagh sarà
fiero di te ” Lo guardò negli occhi e aggiunse:
“ Anche se sarà difficile
trovare qualcuno che riesca a tenerti testa ”
Morzan
sorrise e le mise un braccio attorno alla vita,
stringendola a sè. “
Qualcuno
direbbe che è una fortuna che non ci siano altri come me
”
Fibi
sorrise. “ Ma è una fortuna. Se ci fosse qualcun
altro come te, non sarei così fiera di stare al tuo fianco
”
Prima
lui che potesse rispondere, Murtagh si mise a
piangere, reclamando il cibo che gli spettava e mentre Fibi si
aggiustava il
vestito per poter allattare il figlio, il marito disse:“
Stavo cominciando a
pensare che non avrebbe più pianto ”Riuscendo a
sdrammatizzare e a far ridere
la moglie.
“
Hai aspettato fino ad ora, qualche minuto in più non
cambia niente ” Disse lei, guardando Murtagh che beveva
allegro con la mano
poggiata sul suo seno.
Quando
finì di bere, ritornarono in camera e lo misero a
dormire nella culla, con Fuffi accanto a lui.
“
Dove eravamo rimasti? ” Chiese Morzan, avvicinando Fibi
a sé e cominciando a sbottonarle il vestito.
“
Non credo che fossimo già a questo punto ” Rispose
lei,
baciandogli il collo.
“
No, ma era il punto successivo ” La spinse sul letto e
si mise su di lei e presero a baciarsi, mentre si spogliavano,
scivolando nel
loro mondo, dove nessun altro poteva arrivare …
La
mattina dopo fecero colazione con latte e pane caldo
ricoperto di marmellata alla ciliegia in camera, con Murtagh che
giocava con
uno dei sui giocattoli, appoggiato ad un cuscino, tra il padre e la
madre.
Quando
finirono di fare colazione, si misero a giocare
con Murtagh e dopo qualche minuto bussarono ed entrò Daniel.
“ Morzan, Galbatorix
vuole parlarci. Vieni in camera mia ”
“
D’accordo ” Morzan si alzò dal letto,
afferrò una
camicia e la infilò. Fibi lo guardò preoccupata,
ma non disse niente. Per
distrarsi mentre aspettava, continuò a giocare con Murtagh
che qualche volta
sorrideva o cercava di prendere il pupazzo dalle mani della madre.
Qualche minuto
dopo, Morzan ritornò e non ebbe il tempo di entrare che Fibi
chiese: “ Cos’è
successo? ”
Lui
non rispose subito, ma andò prima a sedersi. Prese in
braccio il figlio, facendolo saltellare un po’ e solo allora
disse: “ È
successo che ho due settimane libere ”
Fibi
credette di non aver sentito bene. Non aveva mai
avuto così tanto tempo da poter passare con lei e Murtagh
“ Cosa? Stai
scherzando? ”
“
No, è la verità. Abbiamo tutto questo tempo da
passare
insieme ” Le sorrise.
Lei
allora si voltò e abbracciò il marito e il figlio
e
disse: “ È fantastico, abbiamo due settimane solo
per noi ”
“
Solo noi, nessun altro, come abbiamo sempre voluto ”
Erano
una famiglia perfetta e Fibi era comunque contenta
di aver scelto Morzan, non avrebbe potuto scegliere uomo migliore e
anche la
loro vita, dopotutto, non era male. È vero, passavano lunghi
periodi senza
potersi vedere, ma poi, quando ritornavano insieme, Morzan riusciva a
recuperare il tempo perso e ad essere un padre e un marito perfetto,
abbandonando
il ruolo di capo dei Rinnegati, per non farle ricordare tutti gli
aspetti
negativi dell’essere sua moglie, anche se lei li adorava
tutti, buoni o cattivi
che fossero e se fosse tornata indietro avrebbe rifatto esattamente le
stesse
scelte.
NDA:
Ciao a tutti. Questo era l'ultimo capitolo di questa
storia e volevo ringraziare tutti coloro che l'hanno letta e in
particolare chi l'ha aggiunta tra le preferite o seguite.
A presto dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613
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