Morzan, un Rinnegato capace di amare.

di RosaNera_Rinnegata_30613
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Era ormai notte fonda, la luna splendeva alta nel cielo, illuminando il giardino, in cui il ciliegio torreggiava solitario, in una distesa di rose rosse e bianche, queste ultime che sembravano brillare come stelle, sotto la luce della luna, così come il sentiero lastricato di pietre grigio chiaro e bianche, che partiva dal portone e arrivava fino al cancello, dividendo in due quel mare di rose. Ma non era lì che si posava lo sguardo di Fibi, affacciata alla finestra della camera che divideva con Morzan.
Il suo sguardo era fisso sul valico tra le montagne, da cui poteva scorgere un pezzo del lago di Leona illuminato dalla luna, unico punto di luce nell’oscurità fitta che ingoiava la fioca luce delle stelle. Spostò un attimo lo sguardo sul giardino, ma nemmeno quella vista, che in altre occasioni l’avrebbe fatta sorridere, in quel momento non fu in grado di farle sfuggire nemmeno l’ombra di un sorriso, tanto era preoccupata. Guardò di nuovo di fronte a sé, sperando di vedere la sagoma della dragonessa di suo marito sorvolare il valico tra le montagne e oscurare sempre di più il cielo, man mano che si avvicinava.
Morzan era ormai partito da una settimana in chissà quale missione insieme agli altri Rinnegati, dicendole che non sarebbe ritornato prima di tre o quattro giorni e di non preoccuparsi, ma Fibi non ci riusciva e già dalla seconda notte aveva cominciato a guardare il valico, in attesa di vederlo tornare, senza però preoccuparsi più di tanto, perché sapeva che non sarebbe tornato.
Ora però era diverso. Erano passati sette giorni e non aveva notizie, né da Morzan, né dagli altri Rinnegati e la paura che potesse essergli successo qualcosa non voleva abbandonarla, nonostante lei cercasse di pensare positivo. Sospirò e si voltò a guardare dall’altra parte della stanza, dove Murtagh dormiva tranquillo nella sua culla, stringendo con la manina la coda del drago di peluche regalatogli dal padre.
Mentre era intenta a guardare il viso sereno del figlio, che tanto somigliava a quello del padre e un po’ anche al suo, un movimento la distrasse e la spinse a guardare fuori dalla finestra e finalmente vide quello che stava aspettando già da qualche giorno: la sagoma della dragonessa che si avvicinava, oscurando il cielo in proporzione sempre più grandi.
 Finalmente un sorriso illuminò il volto di Fibi, a cui parve di essersi liberata da un peso, ma ancora non osò festeggiare, Morzan poteva essere ferito, anche in modo grave.
Senza aspettare, corse in giardino, lo sguardo fisso sulla dragonessa in avvicinamento. Non dovette aspettare molto. Qualche minuto dopo, la dragonessa rossa atterrò sul prato a pochi metri da lei e subito dopo, Morzan smontò dalla sella e si avvicinò a Fibi. Lei lo osservò con attenzione, ma non sembrava ferito. Gli sorrise e lui l’abbracciò senza dirle niente, ma con quell’abbraccio lei capì quanto gli era mancata, così fece lo stesso, felice di sentire di nuovo il calore del suo corpo.
“ Mi sei mancata ” Le disse alla fine in un sussurro.
“ Anche tu. Non sai quanto ”
“ Andiamo dentro, voglio farmi un bagno e poi potremo fare quello che preferisci ”
“ Certo, posso solo immaginare come ti senti adesso”
Si presero per mano e rientrarono. Mentre salivano le scale, Morzan chiese: “ Murtagh ha fatto il bravo? ”
“ Come al solito. Sta dormendo e non ha ancora dato segni di volersi svegliare ”
Morzan sorrise e vedendo lo sguardo interrogativo di Fibi spiegò: “ Non avrei mai pensato di dirlo, ma mi sono mancati i suoi pianti nel bel mezzo della notte ”
In camera, Fibi si distese sul letto, guardando Morzan slacciarsi Zar’roc dalla cintura. Aveva i vestiti sporchi di sangue, ma lei ci era abituata e finché il sangue non era il suo lei non era tanto preoccupata. Lui si accorse del suo sguardo e chiese: “ Che c’è? Sto bene se è questo che ti preoccupa ”
“ Lo so, è che mi hai fatto preoccupare, ma adesso sei qui, perciò … ”
“ Perciò non devi più preoccuparti ” Morzan le diede un bacio sulla guancia e poi gliela accarezzò “ Io vado a farmi un bagno, tu se vuoi, puoi anche dormire ”
“ Va bene ” Gli disse, mentre lo guardava uscire dalla stanza. Prese il suo posto nel letto senza però mettersi a dormire, non lo aveva fatto fino a quel momento per aspettare Morzan, non poteva farlo adesso, doveva farlo sentire di nuovo a casa. Aspettò con pazienza che Morzan finisse di lavarsi e quando tornò, spostò il lenzuolo per fargli posto accanto a lei nel letto. Lui si distese sorridendo, ma nei suoi occhi Fibi vide quanto fosse stanco e proprio in quel momento, Murtagh cominciò a piangere.
Fibi fece per alzarsi, ma Morzan la fermò: “ Aspetta, ci penso io ”
“ Non se ne parla, sei appena tornato e sei stanco, perciò, ci penso io ”
“ Appunto, sono appena tornato, è una settimana che non lo vedo, quindi non preoccuparti ” E prima che Fibi potesse ribattere, si alzò e prese delicatamente il figlio tra le braccia e cominciò a cullarlo con tanta dolcezza che lei non riuscì a fare a mano di sorridere. Si alzò anche lei e si avvicinò al marito, guardando sia lui, sia il loro bambino di appena un mese che ora aveva smesso di piangere e singhiozzava appena. “ Gli sei mancato ” Commentò.
“ Cosa te lo fa pensare? ”Chiese Morzan senza smettere di cullare il figlio.
“ Ha smesso di piangere subito dopo che lo hai preso in braccio, cosa che non ha mai fatto questa settimana ”
“ Mi farò perdonare, promesso ” Le disse, poi si rivolse a Murtagh, che si era riaddormentato. “ Buonanotte campione ”  E detto questo gli diede un bacio e lo rimise nella culla. Fibi gli rimboccò le coperte e gli avvicinò di nuovo il drago di peluche che lui aveva spinto dall’altra parte della culla quando si era messo a piangere.
Morzan si era già rimesso a letto, così lo imitò e quando fu al suo fianco, lui si voltò e l’avvicinò a sé, lasciando il braccio sul fianco di lei che gli sfiorò il petto nudo con la mano che poi poggiò sul braccio di lui. Fibi gli sorrise e lui ricambiò anche se non sembrava molto contento.
“ Che succede? ”Gli chiese. Non era la stanchezza a impedirgli di sorridere.
“ Niente. Stavo solo pensando ad un modo per farmi perdonare ” Le rispose.
“ Farti perdonare per cosa? ”
“ Per averti fatto preoccupare. Ti avevo detto che sarei ritornato entro tre giorni e invece sono arrivato solo oggi ”
“ Non dire stupidaggini, sei tornato sano e salvo e questo mi basta per perdonarti ”
“ Si, ma voglio comunque farmi perdonare e in più è da un po’ che non ti faccio un regalo ”
“ Il regalo più grande è poterti avere di nuovo qui con me ”
“ Non vedevo l’ora di poterti stringere di nuovo, principessa ” Le disse “ Ti amo ”
“ Anch’io ” Disse lei e sentì Morzan avvicinarsi un po’ di più a lei, tanto che lei riuscì a sentire il calore del petto di lui contro il suo e il respiro di lui sulla sua pelle. Lo vide sorridere, nella tenue luce della luna, stavolta era un sorriso dolce, solo per lei e in quel momento si ricordò che non si erano ancora baciati e che sia lei, sia lui stavano aspettando quel bacio. Erano così vicini che non fu difficile per lei avvicinare le sue labbra a quelle di lui, che non fece attendere la sua risposta e nel momento stesso in cui Fibi sfiorò le sue labbra, la baciò riversando in quel bacio tutto l’amore che provava per lei.
Rimasero abbracciati e Fibi disse: “ Dovresti dormire, sei stanco e ormai è tardi. Abbiamo tutto il giorno per stare insieme ”
“ Dovresti dormire anche tu, non credo che oggi sia stato un caso se ti ho trovata ad aspettarmi in giardino ”
“ Non riesco proprio a nasconderti niente, vero? ”
“ No ” Morzan sorrise “ Sai, non ho smesso di pensare a te e Murtagh e speravo che tu facessi lo stesso con me ”
“ Speravo che fosse così ” Gli diede un bacio veloce sulle labbra “ Adesso però mettiamoci a dormire. Non voglio rischiare che domani tu sia troppo stanco per stare con me ”
“ Allora … Buonanotte principessa ”
“ Buonanotte amore ”


NDA:
Ciao a tutti, ho scritto questa storia perchè Morzan è un personaggio chke mi ha sempre affascinata e mi sono chiesta come sarebbe potuto essere se non avesse trovato Selena ma un'altra donna capace di farlo cambiare e fargli dimostrare un pò d'amore e, bè, questo è questo che mi è venuto in mente. Spero che vi possa piacere e che questo primo capitolo vi abbia incuriosito. Vi ringrazio in anticipo per le recension, se deciderete di lasciarne.
A presto dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Il giorno dopo, quando si svegliò, Fibi si ritrovò da sola nel letto. Guardò la culla e vide che Murtagh era ancora lì che dormiva. Si alzò dal letto e mentre lo faceva guardò fuori dalla finestra e vide che la dragonessa di Morzan aveva compagnia, con lei infatti, c’erano altri due draghi;quello viola di Daniel e quello arancione di Enduriel.
Si vestì e scese al piano di sotto, dove trovò Morzan che parlava animatamente con Daniel ed Enduriel in salotto. Morzan fu il primo a vederla. “ Buongiorno principessa ” Le disse con un sorriso, ma i suoi occhi azzurri erano tristi.
“ Buongiorno ” Disse lei a tutti mentre si avvicinava al marito e gli dava un bacio “ Come mai da queste parti? ”
Daniel ed Enduriel guardarono Morzan con una strana espressione. Lui sospirò. “ Principessa, non ne sono ancora sicuro ”
“ Fibi, sarebbe meglio che ci lasciassi da soli a parlare ” Suggerì Daniel, cercando di non offendere Fibi.
“ Va bene. Ti aspetto in camera ” Disse Fibi, la voce velata dalla tristezza. Aveva capito di cosa stavano parlando.
Tornò in camera, dove per poco non si mise a piangere, ma non ne ebbe il tempo, perché, quasi come se avesse sentito che la madre era tornata, Murtagh cominciò a piangere. Lei lo prese in braccio parlandogli dolcemente mentre si andava a sedere per allattarlo. Non appena Murtagh vide il seno della madre cominciò a calmarsi per poi smettere del tutto quando cominciò a succhiare.
Morzan arrivò quando Murtagh smise di bere. Era triste.
“ Vuoi tenerlo un po’ tu, prima che si riaddormenti? ” Gli chiese Fibi.
Lui annuì e lo prese in braccio, battendogli delicatamente una mano sulla schiena, per fargli fare il ruttino e un sorriso si fece strada sul suo volto, quando, dopo aver fatto il ruttino, al figlio sfuggì uno sbadiglio. Si stropicciò gli occhi chiari con le manine e poi poggiò la testa sulla spalla del padre cingendogli il collo con il braccio.
Morzan lo cullò fino a che non fu sicuro che si fosse addormentato, poi lo rimise nella culla e si avvicinò a Fibi che era affacciata alla finestra e le diede un bacio sulla guancia. Lei si voltò e lui incrociò le mani dietro la schiena di lei. Aveva bisogno di sentirla vicina. “ Principessa, c’è stato un imprevisto e quindi devo partire di nuovo ”
“ Ma sei appena tornato. Devi partire per forza? ” Fibi aveva gli occhi lucidi, ma tentava di trattenere le lacrime. Sapeva che nemmeno per lui era facile.
“ Purtroppo si. Si tratta dei Varden e dobbiamo occuparcene per forza noi Rinnegati. Io ci ho provato ”
“ Lo so ” Fibi lo abbracciò. “ Ma mi mancherai tanto ”
“ Anche tu, principessa, anche tu ” Detto ciò, Morzan sciolse l’abbraccio e cominciò a vestirsi lentamente, ogni gesto gli costava una fatica enorme. Non voleva andarsene e lasciare di nuovo Fibi e Murtagh, ma doveva farlo, per il loro bene, Galbatorix avrebbe potuto reagire molto male se si fosse rifiutato e quasi sicuramente se la sarebbe presa con loro.
Fibi lo guardava dal suo angolo accanto alla finestra. Si era abituata a vederlo tornare a casa coperto di sangue, ma era sicura che non sarebbe riuscita ad abituarsi alla vista di Morzan che si allacciava Zar’roc alla cintura come stava facendo in quel momento.
Quando finì di cambiarsi, Morzan le prese la mano e insieme scesero di nuovo in salotto. “ Possiamo andare? ” Chiese Daniel.
Morzan annuì. Uscirono in giardino e prepararono i draghi a partire. Un attimo prima di montare si fermò a salutare ancora Fibi. “ Non so quando tornerò, ma ti prometto che ti penserò sempre e cercherò di tornare il più presto possibile ”
“ Stai attento. Non voglio perderti perché non sei concentrato in quello che devi ”
“ Lo farò, sta’ tranquilla. Ti amo ”
“ Ti amo anch’io. Al tuo ritorno sarò qui, ma non tardare troppo ”
“ Questo non posso promettertelo ” Morzan vide Daniel fargli segno i sbrigarsi e aggiunse: “ Devo andare, ricordati che ti amo ” E si voltò per montare in sella.
Fibi lo bloccò, prendendolo per il braccio. “ Aiutami a ricordarlo ”
Lui sorrise e tenendola stretta a sé, la baciò con più passione del solito, tanto che Daniel ed Enduriel distolsero lo sguardo. Dopo averla baciata, avvicinò le labbra all’orecchio di lei e le disse in un sussurro: “ Stanotte, prima di addormentarti, pensa a me. Io farò lo stesso con te e vedrai che ci incontreremo nei sogni ”
“ Non vedo l’ora ” Disse lei e si allontanò di qualche passo e da lì, li guardò alzarsi in volo e allontanarsi, finché non scomparirono dalla visuale.
Passò tutto il giorno pensando a quei pochi momenti passati insieme e al modo con cui lui cullava Murtagh, sempre dolce e affettuoso. Scese la notte e quando Murtagh si riaddormentò, dopo essere stato lavato e aver mangiato, Fibi si rimise a letto, stringendo il cuscino di Morzan ancora impregnato del suo profumo, per sentirlo più vicino e riuscire a sognarlo.
Era notte e il cielo era illuminato dai fulmini, seguiti dai tuoni, così forti da scuotere la terra e riverberare per le vie della città fin nelle ossa di Fibi, che scappava con Murtagh stretto tra le braccia e Morzan che le copriva la fuga, difendendoli dai nemici che altrimenti li avrebbero uccisi. Ogni tanto, mentre correva, Fibi si guardava indietro per essere sicura che Morzan la stesse ancora seguendo e stesse ancora bene. Riuscì ad arrivare fuori dalla città, dove c’era Daniel ad aspettarla, ma quando si voltò indietro, vide che Morzan stava combattendo con un uomo incappucciato che, in un momento, colpì Morzan allo stomaco.
Fibi lo vide cadere, la maglia insanguinata, mentre l’uomo incappucciato torreggiava su di lui, la spada pronta a vibrare l’ultimo colpo, quello che avrebbe fermato il battito del cuore di Morzan, che gli avrebbe rotto il respiro, che gli avrebbe tolto la luce della vita dagli occhi, spegnendoli per sempre.
“ No! Morzan! ” Urlò e senza pensarci due volte si precipitò verso di lui, Murtagh ancora in braccio, parandosi tra suo marito e il suo assassino, che abbassò la spada e se ne andò e per un momento, la luce di un fulmine illuminò la notte e Fibi riuscì a distinguere un paio di occhi azzurri sotto il cappuccio.
Cominciò a piovere proprio in quel momento. Lei si inginocchiò accanto a Morzan che giaceva a terra, sempre più insanguinato, il respiro irregolare, un rivoletto che gli colava dall’angolo della bocca, macchiandogli i capelli neri, il braccio destro era disteso come se volesse prendere Zar’roc, abbandonata a terra a qualche centimetro da esso.
“ Principessa … sei qui? ”
“ Si, sono qui. Non ti lascio, ma tu cerca di resistere ” Lo pregò Fibi, le lacrime che si confondevano con le gocce di pioggia.
“ Mi dispiace ... ” Cercò di sorridere “ Sono stato ... uno stupido ... perdonami ” Gli occhi di Morzan si chiusero ed esalò l’ultimo respiro.
Fibi si svegliò di soprassalto, Murtagh stava piangendo, ma la paura dell’incubo era così forte che le ci volle un po’ di tempo per calmarsi e finalmente alzarsi e dar da mangiare al figlio, che poi portò con sé nel letto, dove si addormentò ancora scossa dall’incubo, frutto della sua immaginazione e dalla sua preoccupazione per Morzan che era in pericolo.



NDA:
Ciao a tutti, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e grazie per averlo letto. Per chi si chiedesse perchè ho scritto che Morzan aveva gli occhi azzurri, dovrete aspettare i prossimi capitolo.
A presto dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Il giorno seguente fu identico al precedente, con un’unica differenza: la paura che l’incubo le aveva lasciato dentro. Aveva paura di vedere ritornare Morzan in fin di vita come non le era mai capitato fino a quel momento. Cercava di non pensare al sogno, ma si accorse che più cercava di ignorarlo, più la mente giocava a immaginare i modi peggiori in cui sarebbe potuto tornare Morzan.
La notte scese di nuovo, il cielo non era terso, ma qua e là si vedevano alcune nuvole; probabilmente ci sarebbe stato un acquazzone estivo. Fibi rimase sveglia fino a tardi, aveva paura che se si fosse riaddormentata avrebbe rifatto quell’incubo e non credeva di riuscire a resistere ancora con quell’immagine nella mente, che sapeva, sarebbe rimasta più vivida, se l’avesse sognata di nuovo. Alla fine, però, la stanchezza ebbe la meglio e lei si addormentò, stavolta senza fare sogni di alcun tipo.
La mattina dopo il cielo era grigio, ma resse fino a mezzogiorno. Fibi rimase affacciata alla finestra per un po’, chiedendosi come stesse Morzan e se anche da lui stesse piovendo. Era meno preoccupata del giorno prima, anche se non di molto, grazie alla dormita che aveva fatto e dopo averci riflettuto sopra. In fondo, era stato solo un sogno e lei era preoccupata per lui, preoccupazione resa più acuta dal fatto che se ne era dovuto andare poche ore dopo il suo ritorno, perciò era normale che la mente le stesse giocando quello scherzo, ma nonostante tutto, non riusciva a ignorare quel brutto presentimento che aumentava con il passare del tempo.
Passò quasi tutto il pomeriggio prima che, passando davanti ad una finestra, si affacciasse di nuovo. Pioveva ancora, anche se oltre le montagne il cielo aveva cominciato a schiarirsi e fu proprio guardando lì che vide due draghi volare vero il castello e uno dei due, era sicura, era la dragonessa di Morzan.
Fibi sorrise, incapace di credere a quello che vedeva, ma la sua felicità si tramutò in preoccupazione man mano che i due draghi si avvicinavano e quando atterrarono ne ebbe la conferma. C’era qualcosa che non andava.
Corse verso il portone e lo aprì. Davanti a lei c’erano Daniel e Morzan, quest’ultimo,  era sostenuto dall’amico ed era ricoperto di sangue, non solo dei nemici caduti sotto i colpi della sua spada, ma anche suo. I vestiti erano strappati in più punti, aveva un taglio sulla fronte, l’occhio sinistro coperto da un pezzo di stoffa insanguinato a mo’ di benda e, guardando bene, Fibi vide l’asta spezzata di una freccia fuoriuscire dalla carne, poco più in alto del fianco destro, tra due costole.
“ Cos’è successo? ” Chiese Fibi.
“ Te lo spiego dopo. Adesso devo pensare a Morzan ” Rispose Daniel entrando con Morzan che cercava di resistere.
“ Andiamo nella camera degli ospiti. In camera nostra c’è Murtagh e non voglio che si svegli mentre ... ”
“ D’accordo, ho capito ” Daniel le sorrise e si incamminò, seguito da Fibi. In camera, Daniel fece sedere Morzan che si distese aiutato da Fibi. Lui cercò di parlare, ma non ci riuscì e lei gli prese la mano e gli disse: “ Sta’ tranquillo, non devi sforzarti, parliamo dopo ”
Morzan le strinse la mano e la guardò. Lei gli sorrise e gli accarezzò la guancia, ricambiando lo sguardo, anche per non essere costretta a guardare le sue ferite. In quel momento, Daniel le si avvicinò. “ Fibi, sarebbe meglio se uscissi adesso ”
“ Non posso rimanere? Potrei aiutarti ” Disse Fibi.
“ So che vorresti aiutarlo, ma se rimanessi mi saresti solo d’intralcio e in più non sarà uno bello spettacolo quando estrarrò la freccia e non credo che ti piacerà quello che c’è sotto la benda ”
Fibi sospirò. Daniel non aveva tutti i torti. “ Ti serve qualcosa? ”
“ Si, un favore. Fra poco dovrebbero arrivare Enduriel e Glaerun. Quando arrivano falli venire da me, potrebbero essermi utili ”
“ D’accordo ” Si voltò a guardare il volto insanguinato di Morzan che la guardava supplicandola di rimanere. Lei gli diede un bacio sulle labbra e disse: “ Sarà meglio per entrambi se non rimango. Ci vediamo più tardi ”
Uscì e andò in camera sua a controllare Murtagh. Stava dormendo, ignaro di quello che era successo al padre. Nella sua mente si riaffacciò l’incubo e il nervosismo ebbe la meglio su di lei. Una parte del sogno si era già avverata e per nessun motivo voleva che la realtà finisse come il sogno. In quel caso non credeva di riuscire a reggere il colpo. Sentiva di avere gli occhi lucidi, ma le lacrime non volevano saperne di uscire e in fondo, nemmeno lei voleva piangere; Morzan era ancora vivo e finché le sue condizioni fossero rimaste incerte, non avrebbe pianto, lui non avrebbe voluto. Si avvicinò alla finestra e guardò fuori. Aveva smesso di piovere e i due draghi erano ancora lì e ora che la guardava con attenzione, si accorse di quanto Fiamma stesse male ed era normale, visto che condivideva tutto con il suo Cavaliere.
Ogni tanto, un gemito di Morzan arrivava fino a lei, che si stringeva il braccio desiderosa di fare di più per l’uomo che amava o almeno stargli vicino e alleviargli il dolore, ma non poteva, Daniel aveva ragione.
Poco dopo era di nuovo davanti al portone con Glaerun ed Enduriel, quest’ultimo finse di inciampare per farla sorridere, riuscendo nell’intento e poi disse: “ Fibi, adesso che sei di buon umore, devo dirti una cosa molto importante ” Si portò una mano al petto in un gesto teatrale “ Io sono tuo fratello ”
Prima che Fibi potesse rispondere Glaerun si intromise guardando l’altro di traverso. “ Finiscila di fare l’idiota e fai qualcosa di utile per una volta ”
“ Almeno l’ho tirata un po’ su di morale ”
Glaerun fece finta di non aver sentito. “ Scusa per il ritardo, ma dovevamo finire una cosa ”
 “ Non fa niente. Daniel mi ha chiesto di farvi andare da lui ” Disse Fibi.
“ Facci strada, allora ”
Glaerun entrò nella camera senza bussare, seguito da Enduriel. Fibi tentò di seguirli per vedere a che punto era Daniel, ma lui la vide e la fermò dicendo: “ Fibi, non entrare, non è un bello spettacolo ”
“ Puoi dirmi come sta, almeno? ” Chiese lei, fermandosi sulla porta, senza riuscire a vedere Morzan, perché la visuale era ostruita dagli altri due Rinnegati.
“ È ancora vivo ”
Non era quello che voleva sentirsi rispondere, ma sapere che Morzan era ancora vivo era comunque una buona notizia. Passò la sera e scese la notte, ma Daniel e gli altri non si erano ancora fatti vivi.
Erano quasi le undici e mezzo, Fibi era seduta sul divano dopo aver rimesso a dormire Murtagh, quando, finalmente, Daniel venne a cercarla. Si sedette accanto a lei, esausto, la maglia macchiata del sangue di Morzan.
“ Enduriel e Glaerun dove sono? ” Chiese Fibi.
“ Sono rimasti con Morzan. Sono venuto io perché devo parlare con te, sempre che tu voglia ancora sapere cosa è successo ” Rispose Daniel
Fibi si voltò cercando di mettersi a sedere più comodamente per riuscire a guardarlo. “ Voglio saperlo ancora ”
“ Eravamo in città, stavamo combattendo, quando ad un certo punto la facciata di una casa è crollata e non è stato un incidente. La maggior parte di noi era sulla traiettoria dei detriti, compreso Morzan, che in quel momento stava combattendo e sai come è fatto, non scappa mai davanti ad un nemico… ”
“ Non si è spostato ” Concluse Fibi  “ È rimasto sepolto dalle macerie ”
“ Si e no. È riuscito ad uccidere il suo avversario e quando sembrava che fosse riuscito a togliersi dalla traiettoria, i detriti più piccoli lo hanno travolto. Per un attimo ho pensato che fosse morto, poi però, l’ho visto uscire da un buco che probabilmente ha creato con la magia, sembrava stesse bene, ma quando si è girato, ho visto la ferita alla testa ”
“ Perché le difese non hanno funzionato? ” Chiese Fibi.
“ Hanno funzionato, invece, altrimenti sarebbe morto sul colpo, ma si sono consumate. Quando lui è riuscito a liberarsi qualcuno dei Varden gli ha scagliato contro una freccia e visto che non aveva più difese, l’ha colpito. L’ho visto cadere in ginocchio e tentare di togliere la freccia, ma nel farlo ha spezzato l’asta. A quel punto sono corso da lui, ho impedito ad un paio di idioti di ucciderlo e poi l’ho preso e l’ho portato lontano dal pericolo ”
D’istinto, Fibi lo abbracciò. “ Grazie Daniel. Non so cosa farei se morisse ”
Daniel si strinse nelle spalle. “ Morzan è mio amico. Cosa sarei se non lo aiutassi? ”
“ Adesso come sta? ”
“ Ha perso conoscenza mentre lo curavo, ma non è in pericolo di vita, per il momento ”
“ A proposito, Morzan non ha perso l’occhio vero? ”
“ No, ma ci è mancato poco ”
“ Grazie, se vuoi fatti portare qualcosa da mangiare e se vuoi rimanere qui ti faccio preparare una camera ”
“ Non per approfittare della tua ospitalità, ma devo rimanere, nel caso in cui Morzan dovesse peggiorare ”
“ Si, capisco ” Fibi si rabbuiò e Daniel, accortosene, le disse: “ Non è detto che succeda. Morzan è forte, nessuno lo sa meglio di te, quindi non hai motivo di preoccuparti ”
“ Lo so, ma non è quello che mi preoccupa ”
“ E allora cos’è? ”
“ Prometti di non parlarne a nessuno ”
“ Lo prometto ”
Fibi gli raccontò dell’incubo. Era la prima volta che cercava di ricordarlo e si accorse di non avere nessuna difficoltà a farlo. Solo in quel momento ricordò il colore degli occhi dell’assassino di Morzan e quando finì di raccontare chiese a Daniel: “ Conosci qualcuno con gli occhi azzurri che vuole uccidere Morzan? ”
“ Fosse solo uno ad avere gli occhi azzurri, potrei anche aiutarti, ma dato che ci sono varie persone con gli occhi di quel colore … ”
“ Lo so che è vago come indizio, volevo almeno provarci ”
“ Fibi, non preoccuparti inutilmente, è stato solo un sogno condizionato dalla tua preoccupazione ”
“ Si, hai ragione. Posso andare da Morzan adesso? ”
Daniel sorrise. “ Certo, sono sicuro che quando si risveglierà e ti vedrà vicino a lui sarà felicissimo ”
Lei ricambiò il sorriso e si alzò. “ Se succede qualcosa ti chiamo ”
“ D’accordo, ma tu lascia stare i sogni e non preoccuparti inutilmente


NDA:
Ciao a tutti e grazie per aver letto anche questo capitolo, che spero vi sia paciuto. Forse qualcuno penserà che i Rinnegati di questa storia siano un pò troppo amici e soprattutto poco seri, ma credo che ogni tanto una scenetta un pò più spiritosa debba esserci. Detto questo vi saluto.
A presto dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Fibi entrò in camera, dove trovò Enduriel e Glaerun che parlavano, ma smisero appena la videro entrare.
“ Fibi ” Disse Glaerun.
“ Ciao, come sta? ” Chiese lei, guardando Morzan.
“ Come lo ha lasciato Daniel, né meglio né peggio ”
“ Va bene, adesso potete andare, rimango io con lui ”
“ Noi andiamo da Daniel, allora ” Disse Enduriel, avviandosi alla porta. “ Ci vediamo ”
Glaerun lo seguì e insieme uscirono.
Rimasta sola, Fibi si sedette sul letto accanto a Morzan, che sembrava stesse dormendo. Una benda gli ricopriva l’occhi sinistro, ma del taglio sulla fronte, non rimaneva neanche l’ombra. Fibi spostò il lenzuolo con cui Daniel l’aveva coperto, per controllare la ferita lasciata dalla freccia. Non che non avesse fiducia in Daniel, ma era più forte di lei. Daniel aveva fatto un ottimo lavoro. Ormai della ferita non rimaneva che una leggera cicatrice, una macchia chiara sulla sua pelle abbronzata, anche se era più grande rispetto al foro che lasciava normalmente una freccia. Probabilmente Daniel aveva dovuto incidere un po’ per toglierla, anche se Fibi non ne capiva il motivo, visto che avrebbe benissimo potuto evitarlo, grazie alla magia.
Sentì la pelle calda e liscia sotto le sue dita quando gli passò la mano sulla cicatrice e un sorriso le si dipinse sul volto al ricordo del tempo passato insieme la notte prima che lui ripartisse.
A parte quella cicatrice e la benda sull’occhio, sembrava che Morzan non fosse mai ripartito, che fosse rimasto lì e ora si fosse addormentato mentre lei non c’era. A Fibi sembrava di guardare il figlio. Avevano la stessa forma del viso, gli stessi occhi, né troppo grandi, né troppo piccoli, quasi dello stesso colore; l’unica differenza era la bocca, che Murtagh aveva preso dalla madre.
Fibi avrebbe voluto vedere in che condizioni era l’occhio, ma se Daniel l’aveva lasciato coperto c’era un buon motivo e in più lei non era sicura di voler vedere, aveva troppa paura di vedere l’occhio insanguinato o peggio, nonostante Daniel l’avesse rassicurata dicendole che non l’aveva perso.
Trascorse la notte a vegliare su Morzan,sperando di vederlo aprire gli occhi da un momento all’altro, allontanandosi solo quando Murtagh piangeva, per andare a prenderlo.
Poco prima dell’alba, Daniel andò da lei. “ Non c’è stato nessun problema? ” Le chiese.
“ No. Tutto tranquillo ”
“ Bene ” Daniel si avvicinò a lei. “ Dovresti andare a letto. Sei stata sveglia tutta la notte ”
“ Non c’è problema, non sono stanca ”
“ Fibi, rimango io qui. Non devi dormire tutto il giorno, ma almeno un paio d’ore ti faranno bene ”
“ Però devi venirmi a chiamare se si risveglia ”
“ D’accordo lo farò ” Promise Daniel.
Un po’ riluttante, Fibi andò a letto e si addormentò. Fu svegliata da Murtagh, un paio d’ore dopo; l’allattò e quando si fu riaddormentato tornò da Daniel e Morzan.
“ Hai dormito? ” Le chiese Daniel quando la vide.
“ Si, sono stata di parola ” Fibi andò a sedersi sul letto e accarezzò una guancia a Morzan. “ Perché ci sta mettendo così tanto a riprendersi? ”
“ Dovrebbe riprendersi tra poco, non preoccuparti ”
“ Daniel, per caso la freccia era avvelenata? ”
Daniel la guardò sorpreso. “ Come hai fatto a ... ”
“ Ho visto la cicatrice. È più larga di quanto dovrebbe e che io sappia se hai la magia non c’è bisogno di incidere per togliere la freccia ”
Daniel sorrise. “ Sei diventata brava, quasi quasi ti prendo come assistente. Comunque ho tolto tutto il veleno, è fuori pericolo ”
“ Sicuro? ” Se continuava a chiederlo non era perché non si fidava, ma perché doveva ancora convincersi che sarebbe andato tutto bene, che presto avrebbe potuto riabbracciarlo.
“ Ti mentirei mai su questo? ” Le chiese Daniel.
“ No, so che non lo faresti ”
Daniel la guardò aggiustare dolcemente il lenzuolo che copriva il corpo di Morzan e disse: “ È rimasto in stato di semi incoscienza per tutto il viaggio di ritorno e qualche volta lo sentivo parlare o meglio, lo sentivo pronunciare il tuo nome ”
“ Avrei preferito che avesse risparmiato le forze ”
“ Però ti fa piacere ”
“ È ovvio ”
“ Se non ti dispiace vi lascio un po’ da soli, voglio andare a fare colazione ” Daniel si alzò dalla sedia scoccando un’ultima occhiata a Morzan.
“ D’accordo, vai pure ”
Qualche minuto dopo, Fibi vide Morzan piegare leggermente la testa e lo sentì dire, con un filo di voce: “ Principessa ... ”
“ Ciao amore ” Gli disse sorridendo,  cercando di trattenersi dall’abbracciarlo per paura di fargli male. “ Come stai? ”
“ Bene ” Morzan la guardò con l’unico occhio che glielo permetteva e scostò il lenzuolo dal suo braccio per poter prendere la mano di lei. “ Scusa se ti ho fatto preoccupare ”
“ Non fa niente, l’importante è che ora stai bene ”
“ Murtagh che fa? ”
“ Dorme. Se ti fossi svegliato mezz’ora fa l’avresti trovato sveglio ”
“ Possibile che lo trovo sempre addormentato? ”
“ E un bambino, cosa pretendi che faccia? ”
“ Lo so. Mi sei mancata ” Dicendo questo, Morzan si mise a sedere, la tirò a sé e la baciò. Lei ricambiò, ma subito sentì la stretta di lui allentarsi un po’. “ Stai bene? ”
“ Si. Mi è girata solo un po’ la testa. Mi sono alzato troppo in fretta ”
“ Forse è meglio se chiamo Daniel ”
“ Non ce n’è bisogno, ma se serve a farti stare più tranquilla va bene ”
Non ci fu nemmeno bisogno che Fibi si alzasse che Daniel entrò in camera mangiando una fetta di pane su cui aveva spalmato della marmellata. Quando vide Morzan sveglio commentò: “ Che ti avevo detto? Si è svegliato! ”
“ Sei sempre puntuale tu. Non sbagli di un secondo ” Disse Morzan, leggermente infastidito.
“ Perché? Ho interrotto qualcosa? ”Chiese Daniel, con un tono falsamente colpevole.
“ No. Senti Daniel, Morzan ha avuto un piccolo capogiro, non è niente di grave, vero? ” Chiese Fibi, tagliando corto.
“ No, è stato solo perché si è alzato di fretta ” Commentò Daniel divertito, guardando l’amico, che se ne accorse e lo guardò di traverso.
“ Posso stare tranquilla allora? ”
Daniel annuì mentre masticava l’ultimo pezzo di pane. Quando finì aggiunse, rivolgendosi a Morzan: “ Prova a toglierti la benda ”
Morzan fece come aveva detto Daniel e Fibi vide che l’occhio era in perfette condizioni,ma le sembrò che a lui desse fastidio, infatti disse: “ C’è troppa luce, mi da fastidio ”
“ Come pensavo, ma non è niente di grave ”
“ Daniel, sto cominciando a pensare che per te non sia niente grave ” Disse Fibi, guardandolo di traverso.
“ Sul serio, non è grave, mi basta fare una piccola cosa, anche se non so se il risultato ti piacerà ”
Morzan credette di capire a cosa si riferiva Daniel, così disse: “ Credo che potrebbe piacerti, principessa, solo che voglio che sia una sorpresa ”
“ Ho capito, me ne vado, se non sono desiderata non c’è problema ” Fibi si alzò dal letto e andò verso la porta, fingendosi arrabbiata, ma un attimo prima di chiudere la porta si voltò e chiese a Daniel: “ Morzan può alzarsi vero? ”
“ Si perché? ”
Lei sorrise. “ Perché appena ha finito qui è desiderato in bagno ” E senza aspettare risposta uscì e andò in bagno, dove preparò la vasca con l’acqua calda, proprio come piaceva a lui. Non appena finì, però, sentì Murtagh piangere e non poté fare a meno di andare da lui. Per fortuna non stava piangendo per la fame e lei riuscì a farlo riaddormentare in poco tempo e poi ritornò in bagno, dove trovò Morzan già immerso nella vasca. “ Non vale. Dovevi spettarmi ” Protestò lei, quando lo vide, mentre chiudeva a chiave la porta.
“ Se è per questo nemmeno io mi aspettavo quest’accoglienza così fredda. Se vuoi la verità, pensavo che ti avrei trovata qui dentro ad aspettarmi ” Disse Morzan con un mezzo sorriso sulle labbra.
“ La mia idea non era quella, ma ci sei andato vicino ” Disse con lo stesso sorriso sulle labbra. “ Comunque non è colpa mia, Murtagh si è messo a piangere, non potevo certo lasciarlo lì ”
“ Immagino di no. Comunque adesso smettila di parlare e veni qui ”
“ Se me lo chiedi così rischi di offendermi ” Disse Fibi, che nonostante quello che diceva si stava avvicinando a lui.
“ Non te lo stavo chiedendo ”
Fibi si fermò a pochi passi dalla vasca, sorridendo. “E se decidessi di disobbedire, che mi succederebbe? ”
“ Mi faresti arrabbiare e potrei non rispondere più delle mie azioni ” Morzan la guardava senza toglierle gli occhi di dosso.
“ Allora mi conviene obbedire ” Fibi avvicinò uno sgabello alla vasca e accarezzò il braccio che lui aveva poggiato sul bordo. Lui si voltò a guardarla e le sorrise. “ Non hai niente da dirmi? ”
“ No, perché, cosa dovrei ... ” Lo guardò bene e si accorse che l’occhio sinistro, quello che si era ferito, non aveva più l’iride azzurra, ma nera.
“ Allora che ne pensi? Ti piace? ” Le chiese.
“ Non so, sei strano ... perché proprio nera? ”
“ Mi serviva un colore scuro, per schermare la luce ”
Lei lo guardò ancora un po’ e poi disse: “ Però non è tanto male. Forse quando mi ci abituerò potrebbe piacermi anche più di quando li aveva dello stesso colore ”
“ Cosa farei se non ci fossi tu ”
“ Te ne saresti trovata un'altra. Non sarebbe stato tanto difficile ”
“ Forse ... ma nessuna sarebbe stata come te ”
Lei sorrise, si alzò e si mise dietro la vasca bagnandogli i capelli ancora sporchi di polvere. Morzan si immerse fino al collo, lasciando che Fibi gli bagnasse i capelli che non erano immersi nell’acqua e si rilassò, chiudendo gli occhi e godendosi il tocco delicato di lei, finalmente tranquilla.
Dopo un po’ Fibi smise di bagnargli i capelli e sedendosi di nuovo sullo sgabello gli accarezzò una guancia e poi fece scorrere la mano lungo il collo. A quel gesto, lui aprì gli occhi e la guardò ricambiando il gesto, ma a differenza di lei, non si fermò al collo, fece scorrere la mano fino alla scollatura. Lei la prese tra le sue e sussurrò: “ Non mi tentare ”
“ Non ce la faccio. È più forte di me, è passato già troppo tempo dall’ultima volta che ti ho tenuta tra le braccia” Disse lui, gli occhi fissi in quelli di lei.
“Lo so, ma non posso farlo ” Nonostante quello che diceva si sedette sul bordo della vasca.
“ Principessa, non fare la santa, lo so che lo vuoi ” Con la mano libera le accarezzò il braccio, dal polso fino alla spalla, dove cominciò a giocare con la spallina del vestito.
“ Ho detto che non posso e in più tu ti sei appena ripreso ” Insisté Fibi, cercando di combattere il desiderio di cedere alle sue attenzioni.
“ Te la sei cercata ” Disse Morzan e dopo aver liberato la mano dalla presa di lei, la prese per la vita e la fece cadere in acqua.
“ Sei un idiota! ” Disse lei anche se sorrideva.
“ Non lo sono ” Morzan cominciò a sbottonarle il vestito. “ Sono solo un bambino cattivo ”
“ Tanto non mi convinci e sta fermo con quelle mani ” Fibi tentò di farlo stare fermo.
Morzan obbedì, limitandosi ad abbracciarla. “ Non mi servono le mani per convincerti ” Prese a baciarla sul collo e sulle labbra. Sapeva che avrebbe ceduto, era solo questione di minuti e infatti, se in un primo momento Fibi era rimasta impassibile ai suoi baci, ora cominciava a cedere.
“ Morzan, basta ... ti prego ” Lo pregò lei e per tutta risposta lui cominciò a spogliarla. “ Lo so che lo vuoi ” Le sussurrò in un orecchio e le diede un altro bacio. “ Lasciati andare ”
La baciò di nuovo, stavolta sul seno che ormai era completamente scoperto. A quel punto lei non riuscì più a resistere e lo aiutò a finire di spogliarla mentre si baciavano con sempre maggiore intensità, accarezzandosi a vicenda, con sempre maggiore passione, fino al momento in cui Morzan fece diventare i loro corpi uno solo e si persero entrambi nel dolce abbraccio della passione.      


NDA:
Ciao a tutti. Prima di ogni altra cosa volevo ringraziare tutti quelli che seguono la mia storia, anche senza lasciare commenti, mi fa piacere che la mia storia sia apprezzata da qualcuno. Non ho molto da dire su questo capitolo, solo che spero che vi sia piaciuto e che abbiate apprezzato la mia idea sul perchè Morzan abbia gli occhi di colore diverso.
Alla prossima dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Fibi era ancora nella vasca e guardava Morzan che si rivestiva a pochi metri da essa. “ Amore, spiegami con cosa dovrei vestirmi ” Gli chiese.

“ Con il vestito ” Rispose Morzan, un mezzo sorriso sulle labbra.

Fibi si sporse a guardare il vestito abbandonato a terra e bagnato. “ Non sarebbe una cattiva idea se non rischiassi di prendere una polmonite ”

“ Hai sempre qualcosa di ridire tu, eh? Cosa dovrei fare, andare a prendertene un altro? ”

“ Si, grazie ”

“ Non ci penso nemmeno, io ho idea migliore ” Prese un telo e si avvicinò alla vasca. “ Mettiti questo e andiamo in camera ”

Fibi lo prese e uscì dalla vasca sotto lo sguardo del marito, che sorrideva e quando lei si fu coperta la prese in braccio. Lei sorrise, gli diede un bacio sulle labbra e gli passò un braccio intorno al collo. “ Non sforzarti troppo ”

“ Non lo sto facendo ”

Morzan la portò in camera e la adagiò sul letto, poi si avvicinò all’armadio e ne prese un vestito elegante; era rosso, le maniche arrivavano fino al gomito, con una leggera scollatura impreziosita da brillanti. Fibi lo guardò interrogativa e gli chiese: “ Perché stai prendendo quel vestito? ”

“ Perché voglio portarti fuori ”

“ E come facciamo con Murtagh? ”

“ C’è la balia, se ne occuperà lei. Starà bene, vedrai ” Lo disse con un tono così convincente che Fibi non riuscì a dire altro che: “ Va bene. Non so come hai fatto ma mi hai convinta ”

Mezz’ora dopo, Fibi stava dando gli ultimi ordini prima di andare, mentre Morzan l’aspettava in giardino e quando la vide arrivare non potè fare a meno di rimanere a bocca aperta. Quel vestito era perfetto per lei e creava un bellissimo contrasto con i suoi occhi azzurro ghiaccio, mettendoli in risalto e il tutto era incorniciato dai boccoli neri che le ricadevano morbidi sulle spalle. Era stupenda proprio come il giorno in cui l’aveva sposata, poco più di un anno prima.

“ Pensavo che ti fossi persa ” Commentò Morzan con un sorriso.

“ Ci stavo provando ” Ribatté Fibi e, notando che anche lui aveva messo uno dei suoi completi migliori, anch’esso rosso con ricami dorati, aggiunse: “ Mi dici dove andiamo? ”

“ È una sorpresa ” La prese per mano e la condusse verso la sua dragonessa e l’aiutò a salire. Fibi si sedette di traverso sulla sella e quando Morzan l’ebbe raggiunta poggiò la testa sulla sua spalla e lui l’abbracciò con la scusa che se non l’avesse fatto, sarebbe caduta.

Nessuno dei due parlò per tutto il viaggio, godendosi la presenza dell’altro. Sapevano di doversi godere tutti i momenti che potevano passare da soli, perché non potevano sapere quando Morzan sarebbe dovuto ripartire e soprattutto non potevano essere certi che lui sarebbe ritornato e la prova l’avevano avuto proprio il giorno prima. Fibi non era sicura di riuscire a superare la sua morte, ma allo stesso tempo sapeva di dover essere forte, perché in tal caso Murtagh avrebbe avuto bisogno di lei più che mai. Si strinse a lui cercando di non pensarci, perdendosi nel suo profumo e Morzan le diede un bacio sulla fronte, sorridendo dolcemente.

Atterrarono vicino alla riva del lago di Leona a un paio di chilometri dalla città. Morzan smontò, poi aiutò Fibi e rivolgendosi alla dragonessa disse: “ Ci vediamo stasera, sempre qui ”

Fiamma li guardò con uno dei suoi grandi occhi gialli e rossi e Fibi sentì la sua risposta nella mente. “ Va bene. Divertitevi

Fibi sorrise e Morzan la prese per mano. Si allontanarono un po’ per farla decollare e la guardarono allontanarsi finché Morzan disse: “ Oggi il governatore di Dras-Leona da una festa e io devo andarci, perciò ho pensato che era un buona occasione per passare del tempo insieme. Anche se non credo che non sia quello che avevi in mente tu ”

“ Se stiamo insieme qualsiasi posto va bene ” Disse Fibi, anche se Morzan aveva ragione: non era quello che lei aveva in mente, avrebbe tanto preferito stare da sola con lui, come facevano prima della nascita di Murtagh, invece che passare la sera a scambiare convenevoli con i nobili della città. Se quello, però, era l’unico modo per poter stare con lui, allora si sarebbe accontentata.

Morzan le sorrise, sapendo perfettamente cosa lei stava pensando, anche perché era un po’ anche il suo pensiero. “ Facciamo un giro attorno al lago? C’è ancora tempo prima dell’inizio della festa ”

Non se lo fece ripetere due volte, almeno avrebbero avuto del tempo solo per loro “ Va bene, non è niente male come idea ”

Passarono le due ore seguenti passeggiando attorno al lago, mano nella mano, parlando come non facevano da tempo, ridevano e scherzavano come una qualsiasi coppia di innamorati, quello che loro volevano essere dalla nascita del loro bambino.

Prima potevano anche sopportare di non potersi vedere per qualche giorno, ma adesso no, Murtagh aveva bisogno di entrambi i genitori e la sua nascita li aveva legati ancora di più. Purtroppo, però, questo non era possibile, almeno finché le ribellioni non fossero cessate e a loro non restava che godersi quei momenti insieme in cui potevano far finta che il mondo attorno a loro non esistesse, perdendosi l’uno negli occhi e negli abbracci dell’altra, fino a che ne avevano l’occasione.

Si fermarono a guardare il sole tramontare sul lago, nella parte più lontana dalla città. Morzan poi la condusse in città nel quartiere ricco ed entrarono nel palazzo del governatore, dove furono accompagnati nella grande sala dove si sarebbe tenuta la festa. Lampadari di vetro lavorato da mani esperte, carichi di candele, pendevano dal soffitto e sul grande tavolo in fondo alla sala c’erano candelabri a tre braccia, d’argento come le posate e bicchieri di cristallo, adagiati su tovaglie rosse ricamate minuziosamente con motivi floreali. C’era anche una piccola orchestra  a ravvivare l’ambiente.

Appena entrati furono raggiunti da un uomo non molto alto, con i capelli corti di un rosso chiaro con riflessi dorati e gli occhi marroni, vestito con un completo argentato finemente ricamato. Anche se non l’aveva mai visto, Fibi non aveva dubbi che fosse lui il governatore e ne ebbe la conferma al momento delle presentazioni. Il governatore strinse la mano a Morzan con un sorriso e disse: “ Morzan, è un piacere per me ospitare il Cavaliere più importante dopo il re ” Spostò lo sguardo su Fibi. “E posso avere l’onore di conoscere la vostra incantevole accompagnatrice?”

“ Lei è mia moglie, Fibi” Rispose lui con una punta di gelosia, che solo Fibi riuscì a cogliere, notando lo sguardo torvo che aveva lanciato per un attimo al loro ospite.

Il sorriso del governatore vacillò per un istante, ma si riprese subito e baciò la mano a Fibi. “ È un piacere conoscervi ”

“ Anche per me ” Rispose lei con un sorriso, dovuto più alla gelosia del marito, che alla cortesia.

“Se adesso volete scusarmi ho un altro paio di ospiti da accogliere, voi andate pure a sedervi ”

“ Certamente”Disse Morzan, per poi andare a sedersi al tavolo insieme a Fibi, che si accorse solo in quel momento della presenza di Daniel, Glaerun, Enduriel, Kialandì e Formora, che stavano chiacchierando e si accorsero appena del loro arrivo. 

 “ Che ne pensi del governatore? ”Chiese Morzan,voltandosi per poter guardare Fibi.

“ Sinceramente penso che sia un leccapiedi ” Fibi mise una mano su quella di lui. “E un casanova”

“ In effetti non mi è piaciuto come ti guardava ” Morzan sorrise e prese la mano di lei. “ Ma in fondo lo capisco, sei bellissima ”

“ È anche merito tuo, sei stato tu a scegliere il vestito e devo dire che hai fatto un ottima scelta ”

Morzan stava per parlare,ma rimase in silenzio perché in quel momento un servo si avvicinò e versò del vino rosso nei calici prima di allontanarsi.

Morzan prese il suo calice. “ Che ne dici di un brindisi? ”

“ A cosa? ” Chiese Fibi prendendo il suo.

“ A noi due e a questa serata insieme ”

Brindarono e bevvero un po’, gli occhi fisi in quelli dell’altro.

“ Sai, adesso ho l’impressione che non mi guardi più negli occhi ” Disse Fibi posando il calice.

“ Ma sai che non è così e quello è l’importante ” Morzan sorrise e stava per aggiungere altro, quando Daniel lo chiamò, coinvolgendolo nel loro discorso.

Fibi ascoltò senza intromettersi, un po’ scocciata dall’interruzione, ripromettendosi che l’avrebbe fatta pagare a Daniel, guardandosi intorno e accorgendosi solo in quel momento degli sguardi che gli altri presenti gettavano su lei e Morzan e non era un mistero il perché. Lo conoscevano tutti, tutti sapevano quello che faceva e tutti si meravigliavano quando lo vedevano con lei e nessuno aveva ancora capito cosa ci trovasse una come lei in un uomo come lui; ma soprattutto la domanda che tutti si ponevano, ma non avevano il coraggio di fare ad alta voce era: “ Lo ama veramente? ”

Fibi leggeva la domanda sul volto si tutti quello che si voltavano a guardarli e ogni volta, lei sorrideva, incapace di credere che nessuno riuscisse a capire che Morzan l’amava davvero e non, come credevano, la costringeva a fingere di essere felice. Certo, lei sapeva cosa faceva Morzan quando era in missione e che la sua parte non era quella dell’eroe, ma quando era a casa era gentile e dolce, non l’aveva mai maltrattata, non aveva mai nemmeno alzato la voce, ma questo gli altri non potevano saperlo e anche se l’avessero saputo, molto probabilmente non ci avrebbero creduto.

“ Principessa ” La chiamò Morzan, distogliendola dai suo pensieri. “ A che pensi? ”

“ Al fatto che probabilmente i tre quarti di questa sala mi sta prendendo per pazza ”  Disse Fibi. “ Non che m’importi, sia chiaro ”

“ Non è così e lo sai. Se pensano male di qualcuno, è di me. Ho scoperto da un po’ che molta gente pensa che ti abbia rapita e ti abbia fatto un incantesimo ”Il Cavaliere rosso si rabbuiò un po’ a quel pensiero. Aveva fatto del male a molte persone, certo, e non gli importava di quello che la gente pensava di lui, ma che pensasse che potesse fare del male all’unica donna che lo aveva capito e che era riuscita a vedere il buono che c’era in lui, non riusciva ad accettarlo, ma non poteva farci niente, purtroppo.

“ È uno scherzo, vero? ” Fibi non riusciva a crederci, nonostante l’espressione seria di Morzan.

Lui scosse la testa. “ Lo pensano davvero. A quanto pare non merito di avere una donna come te al mio fianco e tu meriti di meglio ”

“ Quando trovi qualcuno meglio di te fammelo sapere, ma dubito che ci riuscirai ” Gli disse cercando di fargli ritornare il sorriso, notando quanto male lo facesse stare male quel pensiero. Ci riuscì.

“ Grazie. Non potrei mai farti del male, non a te ” Le disse e le diede un bacio sulle labbra.

“ Possono dire quello che vogliono, io sono fiera di stare al tuo fianco. Sei il miglior cavaliere della storia ” Disse lei, quando si separarono.

“ Ti amo ”

Per il resto della cena la conversazione si fece di nuovo rilassata, ma continuare a parlare tra loro fu praticamente impossibile, perché tra i Rinnegati, il governatore e gli altri nobili, Morzan non riusciva a dedicarle più di cinque minuti e a lei non rimase che stargli accanto per tutta la durata della cena, ignorando gli sguardi che gli altri presenti continuavano a lanciare loro.

NDA:
Ciao, come al solito spero che il capitolo vi sia piaciuto. So che per il momento la situazione è un pò statica, ma dal prossimo capitolo le cose si faranno più interessanti.
Alla prossima dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

Dopo il ballo,decisero di fare un altro giro in città e arrivati nei pressi della cattedrale si imbatterono in quella che senza dubbio era una festa.

“ Che festa è? ” Chiese Fibi.

Morzan ci pensò un po’ su e poi rispose: “ La festa di mezza estate ”

“ Ci facciamo un giro? ”

“ Perché, cosa stavamo facendo? ”

“ Spiritoso ” Disse Fibi sorridendo.

La piazza era affollata dalla gente, quasi tutti popolani che vedevano in quelle feste l’occasione per distrarsi dai loro doveri e la gran parte di loro ballavano al ritmo di una piccola orchestra di flauti e mentre passavano, Morzan chiese a Fibi: “ Ti va di ballare? ”

Lei guardò la piccola folla che ballava. “ Facciamo prima un giro e poi avremo tutto il tempo per ballare, che ne dici? ”

“ Come vuoi, principessa ”

Attraversarono la piazza con qualche difficoltà, procedendo lentamente, uno dietro l’altro tenendosi per mano, ma questo diventò impossibile quando cominciò a percorrere una delle strade laterali. Erano già piccole anche senza le bancarelle dei mercanti addossate alle case e tutta quella gente ferma a comprare qualcosa o intenta a raggiungere la piazza e ora erano quasi impraticabili. Continuare a tenersi per mano non fu più possibile, anche perché Fibi fu costretta ad alzare il vestito per evitare di inciampare o che qualcuno lo calpestasse, perciò lei camminava davanti, seguita da lui che le teneva una mano sul braccio per farle sentire che era lì dietro. Nonostante questo, Fibi continuò a camminare, perché stare tra quella gente, le ricordava gli anni prima di conoscere Morzan, quando lei non era tanto diversa da loro. Anni di cui a volte aveva un po’ di nostalgia.

A qualche metro dalla piazza, Fibi si fermò e si voltò indietro, non sentendo più la pressione della mano di lui sul braccio. Lo vide a un po’ di distanza da lei; era stato costretto a separarsi per far passare un paio di persone che volevano avvicinarsi ad una bancarella e poi gli era stato impossibile raggiungerla di nuovo.

Fibi tentò di infilarsi nella calca e raggiungerlo, lasciando il vestito e allungando un braccio verso di lui, ma proprio quando stava per raggiungerlo, furono separati di nuovo. Sembrava che lo stessero facendo apposta, per non farli avvicinare, ma loro non si dettero per vinti e continuarono a provare. L’unica soluzione era arrivare in piazza, lì avrebbero avuto più spazio. Riuscirono ad arrivarci con qualche difficoltà, ancora separati, ma Fibi riusciva a vederlo e stava per raggiungerlo nel punto in cui la strada incrociava la piazza, ma ci fu un altro imprevisto. Scoppiò una rissa.

Attorno ai duellanti si formò un capannello di persone che, non del tutto sobrie, cominciarono a fare il tifo per l’uno o per l’altro, separando Fibi da Morzan, che si ritrovò dalla parte opposta rispetto a lei, senza poter fare nulla, perché se avesse usato la magia li avrebbe spaventati  e la situazione avrebbe potuto degenerare. Lei gli fece segno di aspettarla. L’unico modo che aveva per raggiungerlo era aggirare la rissa, così cominciò a camminare.

All’improvviso sentì qualcuno afferrarla per la vita. Un urlo le sfuggì per la sorpresa e, anche se in minor misura, per la paura, ma nessuno se ne accorse, erano troppo impegnati per curarsi di lei. Tentò di liberarsi, senza successo e allora urlò di nuovo, stavolta, urlò il nome di Morzan, ma il suo rapitore le mise una mano davanti alla bocca, impedendole di gridare ancora e cominciò a trascinarla lontana dalla rissa e, soprattutto, lontano da Morzan.

Nessuno si accorse di niente, erano troppo ubriachi o presi dal ballo per aiutarla e il suo rapitore non ebbe difficoltà ad allontanarla dalla piazza. Stavano percorrendo la strada che lei e Morzan avevano percorso prima,ma al contrario.

Fibi tentò di nuovo di liberarsi e riuscì a liberare un braccio e a sferrare una gomitata al fianco del suo aggressore. Funzionò. Lui allentò la presa e lei riuscì a liberarsi e prese a correre in direzione della piazza, nella speranza di seminarlo nella confusione e ritrovare Morzan, ma non andò molto lontano. Un secondo uomo sbucò da una delle strade laterali e, prima che lei potesse dire o fare qualunque cosa, la fece inciampare con un incantesimo, le si avvicinò e la fece rialzare tenendola saldamente per un braccio.

Fibi lo guardò un’immagine le passò davanti agli occhi: un paio di occhi azzurri, illuminati da un fulmine, un attimo prima che l’uomo se ne andasse. L’uomo che aveva davanti in quel momento era Brom, l’uomo che più di ogni altro odiava i Rinnegati. Ebbe paura, non per quello che avrebbe potuto fare a lei, ma per quello che avrebbe potuto fare a Morzan, perché era lui l’uomo che aveva assassinato il marito nel sogno, non poteva sbagliarsi, avrebbe riconosciuto quegli occhi tra mille.

“ Sta tranquilla, non ho intenzione di farti male ” Le disse conducendola verso l’uomo che l’aveva catturata, che porse a Brom una corda.

Fibi lo guardò prendere la corda e disse, intuendo quello che voleva fare. “ Cosa ti fa credere che te lo lascerò fare? ”

“ Cosa direbbe Morzan se ti trovasse in fin di vita e gli morissi tra le braccia senza che lui possa fare altro che guardare? ” Ribatté Brom, come se stesse parlando del tempo

Fibi abbassò lo sguardo, senza rispondere. Sapeva che non l’avrebbe mai fatto, ma il solo pensiero la faceva stare male, perché sapeva bene come lui avrebbe reagito: si sarebbe dato la colpa e si sarebbe fatto invadere dalla rabbia, dimenticandosi di tutto e tutti finchè non si fosse vendicato, così si arrese e lasciò che lui la legasse e lo seguì senza fare storie fino ad una carrozza.

Brom aprì lo sportello e le disse: “ Sali ”

Fibi guardò indietro, sperando di veder arrivare Morzan, ma allo stesso tempo che non lo facesse, che non la cercasse, perché aveva il presentimento che se avesse incontrato Brom, forse non sarebbe tornato a casa, così obbedì. Brom la seguì subito dopo e si sedette di fronte a lei, che si guardava intorno, a disagio, evitando di incrociare lo sguardo di lui, che sapeva essere fisso su di lei. Quegli occhi le ricordavano troppo il sogno che aveva fatto e in quel momento era l’ultima cosa che voleva. Doveva farsi forza ed essere brava a recitare la sua parte, forse così, sarebbe riuscita a salvare Morzan.

Quando la carrozza cominciò a muoversi, Brom si alzò e la slegò. Fibi lo guardò interrogativa, ma era felice che lo avesse fatto; le braccia stavano cominciando a farle male per via della posizione. “ Perché lo stai facendo? ” Gli chiese.

“ Per scoprire quanto Morzan tiene a te ” Rispose semplicemente lui, sedendosi meglio.

“ Allora stai solo perdendo tempo. Non verrà a salvarmi ” Disse la donna, cercando di suonare il più convincente possibile.

“ Tu dici? Secondo me verrà ”

“ Se ci tenesse a me a quest’ora non sarei qui ” Le faceva male dire quelle cose, perché lui non l’avrebbe mai fatto, non l’avrebbe mai abbandonata in quel modo, ma doveva farlo, forse così Brom avrebbe lasciato perdere, ma a quanto pareva, lui non era dello stesso avviso. “ Mettiamola così, Fibi. Se ti ama verrà a cercarti e farà di tutto per te, in caso contrario non dovrebbe dispiacerti troppo se ti allontaniamo da uno come lui ”

Fibi stava per ribattere dicendo che non poteva lasciare il figlio, ma si ricordò che nessuno a parte i Rinnegati e Galbatorix sapeva dell’esistenza di Murtagh, così rimase in silenzio, senza niente da dire, chiedendosi cosa stesse facendo Morzan e pensando al figlio che avrebbe rivisto chissà quando. Continuare a parlare tanto era inutile, Brom non avrebbe lasciato perdere e in questo, lei dovette ammettere che suo marito e l’ex cavaliere si somigliavano molto.

All’improvviso, un ruggito squarciò l’aria, interrompendo il silenzio della notte. Fibi sobbalzò, colta di sorpresa, Brom invece non sembrò per niente turbato, anzi, sembrò compiaciuto. “ Sei ancora dell’idea che non verrà a salvarti? ” Le chiese osservandola attentamente.

Fibi non colse subito il senso, ma poi capì. Era stata Fiamma, la dragonessa di Morzan a ruggire,invasa dalla rabbia e dal dolore di lui, che di sicuro la stava ancora cercando in mezzo alla folla, invano. “ Dimmi solo come hai fatto a capirlo ” Disse alla fine, non potendo più trovare niente per cercare di convincere il suo sequestratore che Morzan per lei non provava niente.

“ Vi ho visti insieme e da alcuni racconti che ho sentito non sembri una costretta a fare finta di essere innamorata, anzi, il contrario, si vede da lontano che vi amate ”

Se fosse stato qualcun altro a dirlo e in un'altra situazione sarebbe stata felice di sentirselo dire, ma in quella situazione no, perché il fatto che Brom lo sapesse, metteva Morzan ancora più in pericolo, perché lui avrebbe fatto di tutto per lei, lo sapeva bene, così come Brom e lei si sentì un peso, perché non era capace di aiutarlo.

NDA:
Ciao a tutti, come vedete Brom ha fatto la sua comparsa e da questo capitolo si entra un pò più nel vivo della storia e spero che vi sia piaciuto. Il prossimo capitolo sarà simile a questo, ma dal punto di vista di Morzan.
Alla prossima dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Morzan vide Fibi fargli segno di aspettarla e poi cominciare ad aggirare la rissa. Decise di andarle incontro, non si fidava di lasciarla così, una donna bella come lei era un’ottima preda per degli uomini ubriachi e ce n’erano molti in quella folla.

Era quasi impossibile camminare, erano tutti accalcati per guardare quegli idioti ubriachi che litigavano. Non avrebbe dovuto lasciarla, ma cos’altro avrebbe potuto fare? Se non altro poteva rimediare ora, sempre ammesso che fosse riuscito a muoversi. Non voleva usare la magia perché altrimenti si sarebbe scatenato il panico tra la folla, ne era sicuro, e riuscire a trovare Fibi sarebbe stato ancora più difficile, se non addirittura impossibile.

Passarono i minuti e lui era riuscito a fare appena qualche passo e di lei ancora nessuna traccia. Forse era bloccata come lui. Il dubbio che potesse esserle successo qualcosa continuava a tormentarlo, così decise di controllare. Si concentrò ed espanse la mente, fino a toccare quella di tutti i presenti, cercando quella di sua moglie. La trovò, sì, ma non dove doveva essere. Era quasi ai margini della piazza, dall’altra parte rispetto a dove si trovava lui e, cosa peggiore, non era da sola, con lei c’era qualcuno e questo qualcuno non aveva buone intenzioni. La mente di lei era tesa e anche spaventata da quello che le sarebbe potuto accadere e Morzan vi colse anche un po’ di speranza,la speranza che lui l’andasse a salvare, una speranza che lui non avrebbe deluso, a costo della vita.

Cambiò direzione e si diresse verso Fibi. Da quella parte era più facile camminare, anche se non di molto, vista la folla che ballava ignorando la rissa che si consumava a pochi metri da loro.

Continuò a tenere la mente aperta, sentendo che lei si allontanava sempre di più e questo non faceva che aumentare la sua fretta e pensò di usare le maniere forti, ma si trattenne, rassegnandosi, perciò, ad avanzare alla massima velocità consentitagli, mentre cercava di capire cosa stesse succedendo a Fibi attraverso il suo contatto mentale e si preoccupò non poco quando riconobbe chi era il nuovo arrivato. Aveva la mente schermata, ma l’aura che emanava non lasciava dubbi: era Brom.

Morzan sentì che Fibi aveva paura, non per se stessa, ma per lui e proprio per questo la sentì arrendersi e si odiò, perché se le fosse successo qualcosa sarebbe stata solo colpa sua. Doveva raggiungerla prima che fosse troppo tardi, anche se salvare lei avrebbe significato cadere nella trappola di Brom. Quello che non riusciva a capire, però, era come avesse fatto a capire che tra lui e Fibi c’era veramente qualcosa, ma pensandoci bene, non era poi così strano, erano stati amici tanti anni prima.

Finalmente arrivò ai margini della piazza e in quel momento sentì di nuovo Fibi che lo cercava. Ora che aveva la strada completamente, cominciò a correre, sperando di arrivare in tempo, ma arrivato nel punto in cui Brom aveva raggiunto Fibi non vi trovò nessuno, era arrivato troppo tardi.

Ricominciò a correre, infuriato, se con se stesso o con Brom forse non lo sapeva nemmeno lui, e si diresse verso i cancelli della città e una volta lì, chiamò la sua dragonessa, che non si fece attendere molto. Quando atterrò, non avendo mantenuto il contatto con il suo Cavaliere, ma sapendo che qualcosa non andava, chiese: “ Cos’è successo? ”

“ Brom l’ha rapita e io non sono stato capace di fare niente! ”

Fiamma ruggì per la rabbia a quella notizia, era affezionata a Fibi quanto lo era Morzan, ma quando parlò di nuovo lo fece con calma, perché doveva aiutare il suo Cavaliere che, sapeva bene, quando era arrabbiato pensava solo al modo più lento e doloroso possibile per uccidere la persona che ne aveva scatenato l’ira. “ Gliela faremo pagare, ma non adesso, ti serve aiuto ”

“ Ho te, che altro aiuto mi serve? ” Chiese Morzan, doveva vedersela da solo con Brom, gliel’avrebbe fatta pagare cara per aver osato toccare Fibi.

“Lo sai a cosa mi riferisco. Se vai adesso, arrabbiato e soprattutto disarmato, farai il suo gioco ” Fiamma cercò di farlo ragionare, ben sapendo cosa lui stesse pensando e gli sfiorò la guancia con il muso, per consolarlo.

Lui la accarezzò distrattamente, lo sguardo fisso sul lago, cercando di calmarsi. “ Saremmo dovuti rimanere in piazza a ballare. Se avessi insistito sarei riuscito a convincerla ”

“ Non è colpa tua. Lo sai che quando una cosa deve andare storta, va così e basta. L’hai imparato sulla tua pelle ”

“ A volte penso che Fibi meriti una vita migliore. Guarda cosa le è successo per colpa mia e questo dopo avermi visto quasi morto. Le sto facendo solo del male ” Mentre parlava, i ricordi del momento in qui le aveva chiesto di sposarlo gli ritornarono alla mente e si diede dello stupido, non perché non era quello che voleva, ma perché in quel momento aveva segnato il destino di lei, costringendola ad una vita piena di pericoli, era stato un egoista, persino con lei che invece era sempre stata sincera. Forse sarebbe stato meglio se l’avesse trattata come aveva fatto con tante altre, se ci avesse giocato per un po’ per poi abbandonarla una volta stanco.

Fiamma emise un ringhio basso. “ Cosa credi che direbbe se ti sentisse dire queste cose? Finché starà con te nient’altro conterà per lei, perciò smettila di piagnucolare e torniamo a casa ”

“ Se volevi farmi arrabbiare ci sei riuscita ” Morzan montò in sella. Fiamma aveva ragione, stare lì a lamentarsi non sarebbe servito a niente, se non a dare altro vantaggio a Brom. “ Andiamo, devo salvare la mia principessa ”

La dragonessa si alzò in volo, compiaciuta per essere riuscita a far tornare il Morzan freddo e calcolatore che era durante le missioni per conto del re e mentre volava,lo sentì dire: “ Resisti, principessa, sarò da te prima che tu te ne accorga ”

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

Quando la carrozza si fermò era l’alba, Fibi riusciva a capirlo dalla luce che cominciava a filtrare attraverso le tende chiuse. Brom si sedette accanto a lei e parlò per la prima volta dopo ore: “ Fibi, dammi le mani ”
“ Devo proprio? ” Chiese Fibi. Non capiva il motivo per cui doveva legarla; anche se avesse provato a scappare aveva il sospetto che non ci sarebbe riuscita o comunque non sarebbe andata troppo lontano.
“ È per precauzione ”
Fibi sospirò, non aveva scelta. Si mise a sedere in modo che Brom potesse legarle le mani dietro la schiena, ma quando cercò di voltarsi, sentendo che lui aveva finito, la fermò. “ Aspetta, non ho finito ”
“ Che altro devi fare? ”
“ Non crederai che ti farò vedere dove ti ho portata? ”
“ Fammi indovinare, è per precauzione? ”
“ Già. Non ho nessuna intenzione di rischiare di farti rovinare i miei piani con una fuga ” E detto questo, Brom la bendò e poi la prese per un braccio, facendola alzare e aiutandola a scendere dalla carrozza. Fecero qualche passo, poi lei sentì Brom parlare con qualcuno e un attimo dopo ripresero a camminare e Fibi capì di essere al chiuso, non sentendo più i raggi del sole riscaldarla.
Contrariamente a come aveva pensato, la benda rimase al suo posto e Brom continuò a camminare, parlandole solo per avvertirla di uno scalino. Capì di non essere in una casa, anche se non riuscì a capire dove si trovasse esattamente, l’unica cosa di cui era sicura è che faceva freddo.
Finalmente Brom si fermò e lei sentì una serratura scattare. Lui la spinse dentro e si richiuse la porta alle spalle. Le tolse la benda e lei poté finalmente guardarsi intorno. Era in una cella, né troppo grande, né troppo piccola, scavata nella terra, in un angolo un giaciglio di paglia e una coperta viola scuro, un po’ rovinata. A quanto sembrava si trovava sottoterra.
Brom, intanto, aveva finito di slegarla. “ So che non è quello a cui sei abituata ” Disse, vedendo la sua espressione. “ Ma se può consolarti nemmeno io starò meglio ”
“ Mi adatterò, non preoccuparti ” Rispose, cercando di mostrarsi calma, anche se dentro di sé sperava che Morzan arrivasse prima che si abituasse a quello e allo stesso tempo, sperava che non lo facesse, per paura di quello che gli sarebbe potuto succedere.
“ Senti, Fibi, ho qualche domanda da farti e gradirei che rispondessi ”
Fibi si voltò verso di lui, per affrontarlo faccia a faccia, mentre lui continuava: “ Quali sono gli incantesimi che proteggono il castello? ”
“ Non ne ho idea ” Era sincera, non lo sapeva, Morzan non gliene aveva mai parlato. “ Io e Morzan non parliamo mai di questo, né di quello che fa durante le missioni per conto di Galbatorix ”
“ E di cosa parlate? ”
“ Di noi due. Di che altro possiamo parlare? ”
“ E quando ci sono anche gli altri Rinnegati? Cosa si dicono? ”
“ Se ci sono io non parlano mai di quello che devono o non devono fare. Morzan non vuole che ascolti certe cose ”
“ Quindi chiederti quali sono i loro piani è inutile ” Non glielo aveva chiesto, ma lei annuì comunque. “ Si può sapere perché ti interessa così tanto? ”
“ Diciamo che è per curiosità. Volevo mettermi in contatto con lui per rassicurarlo sulle tue condizioni ”
“ Perderesti solo tempo. A quest’ora mi starà già cercando ”
Brom sorrise, ma il suo era un sorriso malevolo, come se sapesse qualcosa che lei non sapeva. “ Io non ne sarei così convinto ” Si avvicinò a lei. “ Ricordati che lui deve sottostare agli ordini di Galbatorix e se succedesse qualcosa e lui lo chiamasse, Morzan dovrebbe rispondere e lasciar perdere qualsiasi altra cosa. Persino te ”
Quelle ultime parole fecero scattare qualcosa nella mente di Fibi,che la portò a dire: “ Sei un lurido verme ”
Il sorriso di Brom si allargò. Lei cominciava ad odiarlo.
“ Io non direi ” Le disse. “ Faccio solo quello che posso per toglierlo di mezzo una volta per tutte ”
Quelle parole, più il ricordo del sogno, le fecero venire un presentimento che, era sicura, si sarebbe rivelato fondato. “ Dimmi una cosa. Sei stato tu a far crollare la facciata della casa l’altro giorno? ”
Non ci fu bisogno che rispondesse, le bastò guardarlo per capirlo. “ E la freccia? ”
“ Ho dato solo l’ordine di scoccarla ”
“ Vuoi farmi credere che non sapevi niente del veleno? ”
“ A te cosa cambia? Si è salvato no? ”
“ Per tua fortuna ” Fibi lo guardò di traverso. Più tempo passava con lui, meno riusciva a sopportarlo. “ E cosa significa quello che hai detto prima su Morzan, che deve obbedire per forza a Galbatorix? ”
“ Niente, è solo la verità, no? ”
“ No ” Fibi avrebbe voluto prenderlo a schiaffi. “ Voglio sapere cosa stai tramando ”
Brom rifletté un momento, indeciso su cosa fare, se dirglielo o meno, poi disse: “ Non credo faccia molta differenza se te lo dico, tanto non riuscirai ad arrivare da lui,  perciò ... In questo momento un centinaio di Varden stanno attaccando Gil’Ead, che è dall’altra parte rispetto a noi e i Rinnegati sono già tutti lì, compreso il tuo caro Morzan ”
“ Non ti bastava rapire me? ”
“ Forse ” Brom si voltò e bussò alla porta per farsi aprire. “ Ci vediamo Fibi, nel frattempo fai quello che vuoi ”
“ Spiritoso ” Gli disse lei mentre usciva. Se lo sguardo avesse potuto uccidere, Brom sarebbe morto all’istante, ma purtroppo non era così e lei era costretta a rimanere lì.
Rimasta sola, Fibi sospirò e andò a sedersi sul giaciglio, avvolgendosi la coperta attorno alle spalle e appoggiandosi al muro. Era preoccupata per Morzan, anche se con Brom aveva fatto finta di niente, ma era una preoccupazione diversa dal solito. Stavolta aveva paura perché sapeva che il marito non combatteva bene quando era preoccupato, specialmente se la causa della sua preoccupazione era lei.
Forse, per una volta, avrebbe lasciato da parte i pensieri e si sarebbe concentrato sulla battaglia così da fare il prima possibile e poterla andare a cercare, ma era quasi impossibile che lo facesse, perché in un modo o nell’altro, i suoi pensieri, alla fine, sarebbero ritornati a lei.
“ Morzan ” Pensò “ Per favore, non pensare a me e concentrati sulla battaglia. Io sto bene ” Avrebbe voluto tanto dirglielo, ma non poteva, lui non avrebbe potuto sentirla neanche se avesse gridato con tutto il fiato che aveva in gola, perciò non le rimaneva che aspettare che Brom ritornasse per poter avere notizie e sperare che fossero buone.


Ciao a tutti, scusate il ritardo nell'aggiornare la storia, ma purtroppo ho avuto problemi con la connessione e non sono riuscita a fare niente. Spero che la storia vi stia piacendo e come al solito ringrazio chi la segue e chi lascia anche una piccola recensione, per farmi sapere il vostro parere.

A presto dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

Non appena la sua dragonessa atterrò in giardino, Morzan smontò di sella e corse verso il portone, che spalancò, senza fermarsi finché non arrivò nella camera dove dormiva Daniel.
Contrariamente a come aveva pensato, lo trovò già sveglio e, cosa strana, in tenuta da combattimento.“ Perché ti sei messo l’armatura? ” Gli chiese.
“ Perché i Varden hanno attaccato Gil’Ead e noi dobbiamo andare ” Rispose Daniel.
“ Maledizione! ” Esclamò Morzan, sferrando un pugno alla porta, in preda alla rabbia. “ Questa non ci voleva! Non adesso! ”
“ Morzan, calmati e dimmi cos’è successo ” Daniel era preoccupato. Se l’amico aveva reagito così doveva essere successo qualcosa di grave.
Morzan lo guardò, gli occhi pieni di rabbia. “ Brom, quel viscido verme di Brom ha rapito Fibi ”
“ Cosa? ” Daniel non riusciva a crederci.
Era ovvio che non c’era bisogno che rispondesse, ma, arrabbiato com’era, lo fece. “Quello che hai sentito. Non farmelo ripetere ”
“ Morzan, calmati adesso. Non possiamo fare niente per lei ora, dobbiamo prima occuparci dei Varden ” Cercò di essere più delicato possibile. Anche a lui dispiaceva non poter aiutare Fibi e poteva immaginare come si sentisse Morzan e sapeva cosa sarebbe stato capace di fare se quello che gli avrebbe detto non gli fosse piaciuto.
“ Non posso lasciarla così, Daniel. Non posso ”
Daniel gli sia avvicinò e gli mise una mano sulla spalla, per confortarlo. “ Lo so, ma non abbiamo scelta. Ti prometto che non appena finiremo lì, ti aiuterò a cercarla. Lei è forte, vedrai che quando la troveremo starà bene e capirà perché hai tardato ”
“ Se la metti così ... andiamo a sistemare quella faccenda il più presto possibile e poi andiamo a prenderla ”
Per la prima volta dopo molto tempo, Morzan era impaziente di andare in battaglia,  questo, solo per poter aiutare Fibi. Daniel non aveva tutti i torti, sapeva che lei era forte, ma non riusciva a stare tranquillo, aveva il terrore di arrivare da lei troppo tardi e trovarla morta. Era questo il motivo per cui lui era così temuto da tutti, perché uccideva tutti i suoi nemici senza pensarci due volte, ma non perché gli piacesse farlo, come tutti pensavano, forse un tempo era così, ora invece lo faceva perché doveva eliminare tutti coloro che potevano rappresentare un pericolo per la moglie e per il figlio.
Finì di cambiarsi e afferrò Zar’roc, rossa come il sangue di cui presto si sarebbe macchiata. Se l’allacciò alla cintura e prima di uscire dalla camera si avvicinò alla culla e rimase a guardare il figlio dormire per qualche secondo e mentre lo faceva, Murtagh si agitò nel sonno.
“ Stai tranquillo ” Gli sussurrò accarezzandolo “ Darò un bacio alla mamma anche da parte tua. Adesso dormi tranquillo,c’è Fuffi che ti protegge ”
Si voltò verso la porta e vide Daniel. “ Chi è Fuffi? ” Chiese quando furono fuori dalla stanza.
“ È il draghetto che gli ho regalato. Fibi l’ha chiamato così ” Spiegò Morzan, sorridendo al ricordo di lei che, non appena aveva visto il drago, l’aveva stretto e aveva detto: “ Ciao Fuffi ”
Andarono in giardino, senza parlare, ognuno perso nei propri pensieri. Una volta in sella, Morzan chiese: “ Gli altri? ”
“ Ci raggiungono lì, sempre che non arrivino prima ”
La strada per Gil’Ead era lunga, anche a dorso di drago e quando arrivarono, l’alba era già passata da un po’. Gli altri Rinnegati erano già arrivati e si stavano già dando da fare. Morzan e Daniel non li fecero attendere oltre e andarono ad aiutarli.
Come sempre, bastò la sola presenza di Morzan per far vacillare la forza dell’attacco dei Varden, anche se non la estinse del tutto. Lui non ci fece caso e partì all’attacco, uccidendo tutti i Varden che gli si paravano davanti, un unico pensiero in testa: fare più in fretta che poteva. A quanto pareva, però, i Varden erano più di un centinaio; era un attacco in piena regola.
Morzan era così concentrato che non si accorse di essersi separato dagli altri e quando se ne accorse, non ebbe tempo per pensarci. Cercò di ritornare dagli altri, ma per quanto ci provasse, non ci riusciva. Tutti i Varden lì presenti lo attaccavano, anche due alla volta e lui cercava di fare del suo meglio, ma il pensiero di Fibi non lo abbandonava nemmeno per un attimo, impedendogli di concentrarsi come avrebbe dovuto.
Dopo un po’ di tempo smisero di attaccarlo, ma lui non abbassò la guardia, cercando di capire cosa stesse succedendo. Di fronte a lui comparve un uomo, che lui riconobbe come uno dei generali dei Varden. Avrebbe potuto farla finita con l’attacco in dieci secondi, se solo avesse voluto, ma se voleva sapere non poteva farlo.    
“ Morzan, cercavo proprio te ” Disse l’uomo.
“ Che coincidenza. Anch’io ti stavo cercando, Allan ” Disse Morzan, ancora in guardia.
“ Non avevo dubbi. Come sta tua moglie? ”
Morzan resistette all’impulso di trapassarlo da parte a parte. “ Dove l’avete portata? ”
“ È al sicuro, non preoccuparti ” Lo guardò un momento. “ Almeno per ora ”
“ Se vi azzardate a torcerle anche solo un capello ve la faccio pagare ”
“ Non ti scaldare. Sono qui su richiesta di Brom, per farti un paio di proposte ”
Morzan lo guardò di traverso, ma non disse niente, se aveva una possibilità di salvare Fibi, voleva ascoltarla.
“ Le possibilità sono queste. O vieni con me senza fiatare oppure potrebbe succedere qualcosa di brutto a Fibi ”
“ Se ora mi arrendo, lascerete andare Fibi? ” Chiese Morzan, quasi convinto.
“ Non appena arriveremo a destinazione. Avrai anche il tempo di salutarla ”
Morzan sospirò e abbassò Zar’roc. Sapeva che lei non avrebbe gradito, ma per il momento era l’unica possibilità di salvarla.
Allan sorrise. “ Hai fatto un ottima scelta ” Gli si avvicinò, gli tolse Zar’roc dalla mano e gli slacciò il fodero dalla cintura.
Morzan strinse i pugni, cercando di tenere sotto controllo l’istinto che gli imponeva di attaccare Allan e riprendersi la spada. L’amore verso Fibi ebbe la meglio e riuscì a rimanere calmo, anche quando un paio di Varden gli legarono le mani dietro la schiena. Lo condussero verso un carro di quelli usati per trasportare i prigionieri, lo fecero salire e assicurarono le catene che lo tenevano legato ad una sbarra di ferro, poi scesero e chiusero la porta, lasciandolo solo.
Morzan chiuse gli occhi, sospirando e poggiò la testa contro il legno. Sapeva già che Fibi non avrebbe reagito bene vedendolo condotto in catene da Brom, che, di sicuro non avrebbe smesso un attimo di ricordarglielo.
Nemmeno a lui piaceva l’idea di essersi fatto catturare, ma non aveva avuto scelta e in più, gli era sembrato e continuava a sembrargli il modo più facile per raggiungerla e, se Allan avesse mantenuto la parola, Fibi sarebbe stata libera non appena lui fosse arrivato nel luogo in cui la tenevano prigioniera e questo gli sembrava uno scambio equo. Avrebbe dato la vita per lei, se fosse servito a salvarla.
“ Sto arrivando, principessa ” Sussurrò. “ Ancora un po’ e poi sarai libera ” Non pensava a quello che sarebbe successo dopo, di una cosa, però, era sicuro: non appena Fibi sarebbe stata al sicuro, avrebbe trovato il modo di scappare e tornare da lei, così se anche il suo tentativo fosse fallito a pagarne le conseguenze sarebbe stato solo lui.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

Fibi stava camminando avanti e indietro nella cella, tanto per fare qualcosa e sgranchirsi le gambe. Erano passati già due giorni da quando Brom l’aveva portata lì, ma a lei sembrava che fosse passato molto più tempo. Brom non si era più fatto vivo e lei non sapeva come fosse andato a finire l’assedio di Gil’Ead e se Morzan stesse bene.
Quest’ultima cosa, però, poteva capirla da sola. Se gli fosse successo qualcosa, il suo carceriere si sarebbe sicuramente andato a vantare, ma non l’aveva fatto e questo la faceva pensare positivo. Forse Morzan la stava già cercando e presto l’avrebbe rivisto.
Le mancava, voleva abbracciarlo di nuovo e lo stesso valeva per Murtagh. Il pensiero del figlio da solo a casa la faceva stare male e sperava che tutto quello finisse in fretta per poter tornare da lui e stringerlo di nuovo tra le braccia.
All’improvviso sentì la serratura scattare. Si voltò, sorpresa. Non era ancora ora di pranzo e il fatto che qualcuno andasse da lei a quell’ora significava che era successo qualcosa e non ebbe più nessun dubbio quando vide entrare Brom.
“ Cos’è successo? ” Chiese preoccupata.
“ Niente di cui preoccuparsi ” La rassicurò lui. “ Voglio solo farti cambiare aria ”
“ Questo dovrebbe calmarmi? ”
“ Io credevo di riuscire a farlo ” Brom si fece da parte, per far uscire Fibi dalla cella. Lei non disse niente e obbedì a quell’ordine silenzioso, chiedendosi cosa la aspettasse. Seguì Brom in silenzio, fino ad una stanza ad un centinaio di metri dalla sua cella. Non che quella stanza fosse tanto diversa da essa: al posto del giaciglio c’era una sedia e dal soffitto pendevano delle catene e anche al muro ne erano fissate altre.
Brom la fece sedere sulla sedia, nell’angolo più lontano dalla porta e rimase accanto a lei, in attesa.
Fibi non sapeva perché, ma aveva paura di sapere chi sarebbe entrato da quella porta. Passarono solo un paio di minuti, che le parvero i più lunghi della sua vita, prima che la porta si aprisse di nuovo. Il primo ad entrare fu un uomo che lei non conosceva, ma che doveva essere uno importante tra i Varden, visto l’abbigliamento elegante, un completo nero con ricami bianchi, e subito dietro di lui, scortato da quelle che dovevano essere due guardie, c’era Morzan. Era legato, ma illeso, o almeno, così le parve a prima vista.
Avrebbe voluto correre ad abbracciarlo, ma si trattenne e, guardandolo negli occhi, lesse lo stesso desiderio nel suo sguardo.
“ Abbiamo un patto Allan, io ho fatto la mia parte, adesso tocca a te ” Disse Morzan, spostando lo sguardo da lei, all’uomo che lo aveva preceduto nella stanza.
Allan guardò Brom, che rivolgendosi a Morzan disse: “ Mi spiace, ma era l’unica cosa che potevo dire per convincerti ad arrenderti”
A quelle parole,Fibi capì cosa aveva fatto Morzan. Non l’avevano catturato, come lei aveva pensato, si era fatto catturare per poter liberare lei. “ Morzan, per favore, dimmi che non l’hai fatto ” Disse, la voce così bassa da sembrare che stesse sussurrando, prima che lui potesse rispondere a Brom.
Morzan la guardò per un attimo e poi abbassò la testa, incapace di sostenere il suo sguardo, invaso dal senso di colpa. “ Scusa principessa. Per tutto. Speravo che facendo così avrei potuto salvarti ”
“ E poi dicono che i Rinnegati non mantengono la parola ” Fibi si alzò per poter guardare Brom negli occhi. “ Se Morzan fosse al tuo posto e tu al suo, lui manterrebbe la parola ”
“ Quello che ti ho detto l’ultima volta è ancora valido ” Brom lanciò un’occhiata a una delle guardie che sferrò un pugno nello stomaco a Morzan, che si piegò in due per il dolore.
Fibi ricadde sulla sedia, un velo di lacrime negli occhi. L’ultima cosa che voleva era che lo ferissero a causa sua. “ Scusa Morzan. Non volevo ... ”
“ Tranquilla, non è colpa tua ” Morzan cercò di sorridere, anche se sapeva che non sarebbe riuscita a tranquillizzarla del tutto. “ Sto bene ”
“ Vista la situazione, credo che oggi non caveremo un ragno dal buco, perciò, ti faccio una proposta ” Disse Brom.
“ Stavolta manterrai la parola? ”
“ Sì, perché in ogni caso sarà vantaggiosa per me. Per te e soprattutto per Fibi, un po’ meno. Ti lascio un giorno intero per decidere se rivelarmi tutti i piani di Galbatorix di tua spontanea volontà. In caso contrario te li farò dire io ”
“ Tieni Fibi fuori da questa faccenda! ” Lo minacciò Morzan.
“ Questo non sarò io a deciderlo, ma ti consiglierei di abbassare i toni quando parli con me. Quello che ti ho fatto prima, posso farlo anche a lei ” Brom ignorò l’occhiataccia di Morzan e fece alzare Fibi.
Li condusse nella cella di Fibi e dopo aver slegato Morzan li lasciò da soli. Morzan si sedette sul giaciglio, prendendosi la testa tra le mani. I capelli gli ricaddero davanti al viso, impedendo a Fibi di guardarlo. Lei gli si sedette accanto, poggiandogli una mano sulla spalla. “ Amore, stai bene? ”
“ No ” Morzan si voltò a guardarla. “ Sto male al pensiero che ho soltanto peggiorato la situazione. Volevo salvarti e invece ti ho messa ancora più in pericolo ”
“ Non è colpa tua ” Fibi gli prese la mano e gliela strinse. Il solo fatto che ora era di nuovo con lui le avrebbe dato la forza di resistere a qualsiasi cosa, ma non voleva che lui si sentisse in colpa. “ Fai quello che devi fare, se tu sei con me sopporterei qualsiasi cosa ”
Morzan abbozzò un sorriso. Era per questo che l’amava. Era sempre riuscita a vedere il buono che c’era in lui e, andando contro tutto e tutti l’aveva sposato, e quando lui le chiedeva scusa per essere stato via troppo a lungo per una missione e averla fatta preoccupare, consapevole di non essere un buon marito, lei gli rispondeva sempre che, invece, era il marito migliore che avesse potuto desiderare. Proteggerla era il minimo che poteva fare, ma in quell’ultimo periodo, non riusciva a fare nemmeno quello. “ Non voglio vederti soffrire a causa mia ”
“ Quando ti ho sposato sapevo a cosa andavo incontro. So che non puoi dirgli quello che vuole sapere, anche se lo vuoi. Perciò, te lo ripeto, fai quello che devi, qualunque siano le conseguenze ”
“ Vorrei essere coraggioso come te ”
“ Tu lo sei. Ti sei fatto portare qui, sapendo a cosa andavi incontro, per salvarmi. Se questo non si chiama coraggio, si chiama amore e per me è lo stesso ”
“ Troverò il modo di scappare, non so come, ma lo farò. Promesso ”
“ Non ho dubbi ” Sopirò. “ Mi sei mancato e mi manca anche Murtagh ” Gli occhi le si riempirono di lacrime quando nominò il figlio.
“ Vieni qui ” Morzan l’abbracciò, cullandola dolcemente. “ Andrà tutto bene, lo rivedrai presto ”
Fibi si strinse di più a lui. Non c’era nessun altro posto in cui si sentisse più sicura che tra le braccia del suo Cavaliere. “ Promettimi che scapperemo insieme, non voglio lasciarti ”
“ Promesso. Da adesso in poi non ti lascerò più e ti proteggerò sempre ” Morzan le diede un bacio sulla fronte e lei lo guardò, le lacrime già sparite dai suoi occhi azzurro ghiaccio. “ Ti amo tanto ” Gli disse.
“ Ti amo tanto anch’io ” Avvicinò il suo viso a quello di lei e la baciò.
Un attimo dopo, sentirono la serratura scattare e si separarono. Fibi sapeva già di che si trattava, perciò si alzò e andò alla porta, dove uno dei Varden l’aspettava con due scodelle in mano. Lei le prese e poi tornò da Morzan mentre la porta si richiudeva dietro di lei.
“ Grazie principessa ” Disse Morzan, prendendo una scodella.
“ Prego ” Rispose con un sorriso.
Mangiarono in silenzio e Fibi, vedendo la voracità con cui mangiava Morzan chiese: “ Da quanto tempo non mangi? ”
Lui smise di mangiare un momento. Aveva quasi finito, mancavano pochi cucchiai. “ Dalla cena del governatore ”
“ Prendi anche questa ” Fibi tentò di versare il contenuto della sua scodella in quella di lui, che però la fermò. “ No, mangialo tu. A me basta questo ”
“ No che non ti basta. Sul serio, prendi anche il mio, io posso farne a meno, ho mangiato sempre da quando mi hanno portata qui ”
“ Sicura? ”
“ Si ” Fibi fece per versargliela di nuovo e lui la fece fare. “ Grazie ” Le disse con un sorriso.   
Quando finì, posò la scodella a terra e guardando la moglie chiese: “ E adesso? ”
“ Adesso aspettiamo. Non si farà vivo nessuno fino a stasera, per portarci la cena ” Rispose lei.
“ Quindi abbiamo molto tempo ancora da passare soli ”
“ Che intenzioni hai? ” Fibi lo guardò divertita. Adorava il modo in cui riusciva a farla divertire anche in situazioni come quella, era anche per questo che lo amava.
“ Le mie intenzioni sono le più onorevoli. Volevo solo passare il tempo ” Morzan si appoggiò al muro e tirò Fibi verso di sé, abbracciandola. Lei si appoggiò a lui, le mani su quelle di lui. “ Saresti davvero capace di farlo    qui? ”
“ Si, lo farei. Non che cambi molto da qui a casa ”
“ Invece cambia tutto. Qui ci sentono, a casa no e anche se lo fanno non possono dire niente ”
“ Hai ragione, ma non sarebbe male far sentire a Brom come si fa ”
“ Morzan! ” Fibi non poteva guardarlo in faccia, ma era sicura che stesse sorridendo. “ Sei un pervertito! ”
Lui la strinse un altro po’. “ L’ho detto per farti sorridere ” Le diede un bacio sulla guancia. “ E vedo con piacere che ci sono riuscito ”
“ Te l’ho detto. Con te vicino potrei sopportare qualsiasi cosa ”
Nessuno dei due aveva dimenticato ciò che li aspettava, ma per il momento cercavano di godersi la compagnia dell’altro, fingendo che non fosse successo niente.


NDA:
Ciao a tutti, spero che la storia vi stia piacendo, se vi va di lasciare qualche recensione con i vostri commenti, negativi o positivi che siano, mi farebbe molto piacere.
Alla prossima dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

Erano di nuovo nella stanza dove Brom l’aveva portata il giorno prima e che ora lei aveva chiamato: “ La stanza delle torture ” . Avrebbe dovuto capirlo fin dal primo momento quale fosse la funzione di tutte quelle catene, ma chissà perché, non ci aveva pensato.
Ora, seduta di nuovo sulla sedia nell’angolo di quella stanza, con Brom in piedi accanto a lei, con un sorriso fin troppo compiaciuto sulle labbra, non poteva fare a meno di odiarle. Doveva essere passata un’ora da quando li aveva portati lì, ma a lei sembrava essere passato molto più tempo.
Sentì per l’ennesima volta il sibilo della frusta e per quanto male le facesse, si costrinse ad alzare lo sguardo su Morzan, che gemette cercando di soffocare un urlo, quando la frusta raggiunse la sua schiena nuda e già ferita. Era legato con le braccia sorrette sopra la testa da un paio di catene, i polsi che cominciavano a sanguinare per lo sfregare della pelle contro il ferro.
Brom lo aveva fatto legare in modo che Fibi lo guardasse di profilo e potesse vedere sia le ferite che si facevano sempre più numerose sulla schiena di lui, sia la sua espressione sofferente. Brom era stato furbo. Così facendo Morzan non solo soffriva per le frustate, ma anche per la consapevolezza che Fibi era lì, costretta a guardare.
Lei, dal canto suo, cercava di non piangere per non far stare male il marito più di quanto non stesse già, affondandosi le unghie nel braccio. Sapeva di dover essere forte, di dover resistere fino a quando Brom non si fosse stancato di farlo torturare o, nel peggiore dei casi, che Morzan perdesse i sensi, incapace di sopportare oltre. Perché per nessuna ragione al mondo avrebbe parlato, non poteva, aveva fatto un giuramento nell’antica lingua e quel tipo di giuramento, lo sapevano entrambi, era impossibile da infrangere, perché era vincolato dalla magia.
“ Ancora non vuoi parlare? ” Chiese Brom, dando una tregua a Morzan.
Lui alzò la testa e si voltò e Fibi riuscì finalmente a guardarlo in faccia. Aveva i capelli incollati al viso, imperlato dal sudore e nonostante cercasse di nasconderlo, si vedeva che stava soffrendo. “ Non posso ” Disse con voce affaticata.
“ Non puoi? Nemmeno per lei? ” Brom si inginocchiò accanto a Fibi. “ Guarda come sta soffrendo per te, potresti evitarglielo ”
Fu un colpo basso. Brom stava rigirando il coltello nella piaga e quasi con successo, perché Fibi vide Morzan vacillare. “ Morzan ” Lo chiamò e quando lui la guardò, continuò. “ Non pensare a me, ricordati quello che ti ho detto ”
“ Scusa principessa ”
“ Lo considero un no ” Brom si rialzò e la guardia fece schioccare la frusta.
Morzan si voltò quando la frusta lo toccò di nuovo, così da non far vedere a Fibi la sua espressione. Lei lo ringraziò per quel piccolo gesto, l’unico modo che aveva per proteggerla in quella situazione.
Brom sottopose Morzan a quella tortura ancora per molto, finché lei, vedendo che il marito non riusciva più a reggersi in piedi disse: “ Brom, per favore, basta. Non ce la fa più ”
“ È ancora cosciente, può sopportare ancora un po’ ” Disse lui, fissando Morzan.
“ Te lo chiedo per favore. Smettila di torturarlo per oggi ” Fibi sentì la frusta sfregiare ancora la schiena di Morzan e si voltò a guardarlo. Aveva la testa china, i capelli gli ricadevano davanti al viso e il respiro era irregolare. “ O lo fai smettere tu o lo costringo io ”
Brom la guardò, convinto che in ogni caso non avrebbe fatto niente. “ Accomodati pure, io non lo fermerò ”
A quel punto, Fibi si alzò e andò da Morzan, ponendosi tra lui e la frusta. Lo abbracciò, cercando di non fargli male e un attimo dopo, sentì la schiena bruciare, quando la frusta raggiunse lei, invece che Morzan. Ci volle tutto il suo autocontrollo per non lasciare il marito e cadere in ginocchio per il dolore, ma riuscì a resistere e si voltò a guardare Brom, che la guardava stupito. Non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere. “ D’accordo, se sei disposta a questo per oggi possiamo finirla qui ” Detto questo si avvicinò a loro e cominciò a liberare Morzan. Fibi si passò un braccio di lui sulle spalle per aiutarlo a camminare e ritornarono cella. Lo aiutò a stendersi sulla paglia e si inginocchiò lì accanto e si strappò l’orlo del vestito eliminandone la parte sporca. Morzan la vide e con la voce ridotta a un sussurro le chiese: “ Cosa stai facendo? ”
“ Voglio pulirti la schiena da tutto quel sangue. Però prima devi bere un po’ ” Fibi prese la brocca e versò un po’ d’acqua nell’unico bicchiere che avevano.
“ Non ne voglio ”
“ Non fare il bambino, almeno bagnati le labbra, ne hai bisogno ” Gli avvicinò il bicchiere alle labbra e nonostante le proteste, la bevve quasi tutta.   
Lei poi, si sedette accanto a lui sulla paglia e dopo aver bagnato il pezzo di stoffa, cominciò a tamponargli la schiena, cercando di non fargli male, anche se qualche volta lo vedeva stringere i pugni. Quando finì, il sangue non c’era più, ma la schiena era coperta di tagli, per cui lei non poteva fare niente. “ Ho finito ” Disse, spostandogli una ciocca di capelli dal viso, ancora un po’ sudato.
“ Grazie ” Morzan abbozzò un sorriso. “ Ma non dovevi farlo ”
“ Non preoccuparti, l’ho fatto per farti stare meglio e poi il vestito era già rovinato ”
“ Non parlavo di questo ” Morzan le fece un po’ di spazio e le prese la mano. “ Parlavo di quello che hai fatto per convincere Brom a smettere di torturarmi ”
“ Non potevo permettere che ti portasse al limite ”
“ Stenditi ” Le disse e allo sguardo interrogativo di lei rispose: “ Voglio ricambiare il favore ”
“ Sto bene. È stata solo una frustata e il vestito ha attutito il colpo ”
“ Principessa, non mentirmi, so che ti fa male ”
“ Prometti di non usare la magia? ”
Morzan annuì e lei si distese. Lui si alzò sui gomiti, ignorando le ferite che protestavano e le spostò i capelli dalla schiena; il vestito era sfilacciato nel punto in cui la frusta l’aveva colpita. Lo sbottonò e lo aprì, lasciando la schiena scoperta. La vide rabbrividire e ne capiva il motivo; l’aria in quella cella era fredda anche con i vestiti.
Le accarezzò la schiena, sentendo la pelle calda di lei, perfetta e liscia, tranne che per una sottile linea rossa, che le partiva dalla spalla destra e terminava quasi sul fianco sinistro e intorno ad essa la pelle era livida e quando lui gliela sfiorò, lei sussultò, gemendo appena.
“ Non è tanto grave ” Le disse. “ Non mi costerebbe niente guarirla ”
“ No, me l’hai promesso. Lascia tutto così com’è ”
“ E tu promettimi che non ti intrometterai più. Non voglio che ti faccia male per colpa mia ” Morzan le abbottonò di nuovo il vestito, mentre lei rispondeva: “ Se domani dovesse torturarti di nuovo tu ... ”
“ Io resisterò. Per te farei questo e altro e inoltre Brom non mi può uccidere se vuole farmi parlare ” La interruppe lui, mentre si stendeva di nuovo, il braccio poggiato sulla schiena di lei, evitando la parte ferita. “ Allora, mi prometti che non ti intrometterai più? ”
Fibi sopirò. “ Non è facile ”
“ No, infatti, ma finirà presto, vedrai ”
“ Come fai ad esserne sicuro? ”
“ Ti sei dimenticata che là fuori ci sono ancora Daniel e gli altri? ”
“ Hai ragione. Spero solo che si sbrighino ”
“ Non vale più l’idea: finché stiamo insieme supereremo tutto? ”
“ Certo che vale ancora. Solo...non credevo che fosse capace di farti questo ”
Morzan avvicinò il suo viso a quello di lei. “ Ti amo, lo sai. Abbi fiducia in me e non vacillare mai, vedrai che così, qualunque cosa facciano non riusciranno a separarmi da te ”
“ Lo so, me l’hai promesso e le promesse le hai sempre mantenute ”
“ Tu riuscirai a resistere? ”
“ Sì ” Lei sorrise quando lui fece scivolare la mano dalla sua schiena fino al collo, e si distese sul fianco. Lui fece lo stesso, anche se con un po’ di difficoltà e la strinse a sé, prendendola per la vita. “ Grazie ” Le sussurrò. “ Adesso sarà più facile sopportare ”
Fibi gli accarezzò il petto e fece scivolare la mano fino al fianco, dove la fermò. A quel tocco, Morzan non seppe resistere e la baciò. Pur di continuare a passare del tempo con lei, a baciarla ad abbracciarla, avrebbe sopportato qualsiasi cosa.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

Morzan strinse le catene e chiuse gli occhi. Il dolore stava cominciando ad essere forte, ma sopportava, poteva farlo ancora e doveva. Come il giorno prima, Fibi era seduta nell’angolo accanto a Brom; sentiva il suo sguardo fisso su di lui, anche se non poteva vederla e in un certo senso questo gli dava forza.
Sapeva che stavolta non si sarebbe intromessa, anche perché aveva capito che Brom non aveva nessuna intenzione di ucciderlo, almeno per il momento. Li aveva sorpresi entrambi, quando, dopo averli portati lì, si era avvicinato a lui e gli aveva curato le ferite lasciate dalla frusta il giorno prima. Il suo sollievo era durato poco, però, perché aveva subito ripreso a torturarlo.
All’improvviso sentì la mente di Brom premere contro la sua, per prendersi quello che voleva da solo, ma Morzan non si fece cogliere impreparato e si concentrò su Fibi, facendosi invadere dal ricordo di lei, dal suo profumo, dal ricordo del suo tocco, dei suoi baci, del suo sorriso, così che Brom non avesse nessun appiglio per scavalcare quella muraglia e scavare nella sua mente. L’attacco si fece più forte, ma lui non vacillò nemmeno per un momento, senza distrarsi nemmeno quando il dolore per la frustata si insinuava in lui fino alla sua mente.
“ Arrenditi Brom. Non riuscirai a scoprire niente ” Gli disse, la voce che tremava appena.
“ Non sarò io il primo ad arrendersi. Voglio proprio vedere quanto riuscirai a resistere ”  Disse Brom.
Fibi capì di cosa stavano parlando e si sentì ancora più inutile, senza sapere il ruolo che stava giocando nella mente del marito. Si mise a sedere meglio, stando attenta per non farsi troppo male alla schiena, lo sguardo fisso su Morzan, che aveva le mani strette attorno alle catene e da quel poco che riusciva a vedere del suo volto, era molto concentrato e non sembrava sentire le frustate.
Proprio come il giorno prima, Brom portò Morzan al limite e stavolta, lei non si intromise, come aveva promesso, nonostante lo vedesse indebolirsi piano sotto i colpi incessanti della frusta, finché Brom non decise che poteva bastare e li fece ritornare nella loro cella.
“ Morzan ” Lo chiamò poggiando una mano sul braccio di lui, che giaceva disteso a pancia in giù così come lo avevano lasciato.
Lui la sentì appena, ma trovò la forza di voltare la testa verso di lei per poterla guardare. Era preoccupata, ma sorrise. “ Pensavo che fossi svenuto ” Gli spostò i capelli dalla schiena e gli accarezzò una guancia sudata. “ Sei stato forte, hai dovuto resistergli anche all’attacco mentale ”
“ Anche tu sei stata brava ” Le disse, non a parole, lo fece con la mente e anche così si sentiva che era affaticato. “ Se sono riuscito a resistere è stato anche grazie a te ”
“ Sono contenta di esserti stata d’aiuto. Adesso riposati, devi recuperare le forze ”
“ Finirà presto, vedrai, dagli ancora un altro paio di giorni e verranno a prenderci ” La rassicurò Morzan, sperando di non sbagliarsi.
Si sbagliava.
Andò avanti così per un'altra settimana, quella più lunga per Fibi e Morzan. I giorni si susseguivano tutti uguali; ogni giorno Brom andava a prenderli, curava Morzan e poi lo faceva frustare, sotto gli occhi di Fibi che lottava per non intromettersi e poi, quando lui non ce la faceva più, li riportava in cella. Morzan sfruttava il tempo tra una tortura e l’altra per recuperare le forze, distrarsi un po’ con Fibi cercando di farla sorridere e prepararsi sia psicologicamente, sia fisicamente a quello che lo aspettava. Proprio grazie a questo riusciva a sopportare sempre meglio il dolore, anche se questo comportava passare sempre più tempo sotto tortura e quindi far soffrire sempre di più Fibi.
Quel giorno, Brom andò a prenderli e li portò nella sala delle torture. Appena entrata, Fibi si diresse verso l’angolo dove c’era la sedia, ma non la trovò. Brom le si affiancò e le disse: “ Le spiegazioni arriveranno subito ”
Fibi si voltò verso Morzan e si accorse che Brom non l’aveva fatto legare al solito posto.
“ Vi sarete accorti che oggi le cose sono un po’ diverse. Questo perché ho deciso di cambiare metodo ” Brom guardò Morzan e prese Fibi per un braccio. “ Facendo a lei quello che fino a oggi ho fatto a te ”
A Morzan sembrò che il mondo gli fosse crollato addosso. Guardò Fibi e la vide terrorizzata; sapevano entrambi che non era in grado di resistere a una cosa del genere. “ No! ” Gridò, cercando di con tutte le sue forze di liberarsi dalle catene. “ Brom, lasciala andare subito! Non farle del male! ”
Brom non se ne curò e prese a trascinare Fibi verso le catene, non senza difficoltà. Lei tentò di opporsi, ma Brom era più forte e per quanto lei ci provasse non riuscì a impedirgli di farla avanzare, per quanto lentamente lo facesse. Quando arrivò il momento di legarla, gli diede così tanto filo da torcere, che fu costretto a chiamare la guardia per poterla legare,mentre Morzan continuava a inveire contro lui, ma era orgoglioso di lei, che anche se per un po’, era riuscito a metterlo in difficoltà.
“Sta’ zitto adesso!”Brom si mise tra Fibi e Morzan,che rimase in silenzio,lo sguardo che andava da lui alla moglie,che lo guardava con lo sguardo di chi vuole essere salvato ma cerca di nasconderlo,perché sa che non è possibile.
Il loro carceriere continuò. “Ti do un’ultima occasione per salvarla” 
 Morzan capì e abbassò la testa,sospirando. Quando parlò,lo fece quasi supplicando. “Brom,non posso. Ho fatto un giuramento”Ora che c’era lei al suo posto,non era sicuro di riuscire a continuare a tacere. Sapeva quanto facessero male quelle frustate; lui era riuscito a resistere perché era un cavaliere ed era abituato al dolore,ma lei non sarebbe stata capace di resistere a lungo e l’ultima cosa che voleva, era vederla soffrire.
“ Sai Morzan,non volevo arrivare a questo, ma tu non mi lasci altra scelta. Sul serio, Fibi,mi spiace ” Brom andò alle spalle di Fibi e cominciò a sbottonarle il vestito. “ Sei ancora in tempo per fermarmi ”
Lei cercò gli occhi di Morzan e qualche istante dopo, li trovò. “ Principessa ... ”  Le disse con la mente. Aveva paura, questo lo sapeva, ma leggergliela negli occhi gli fece male comunque.
“ No ” Fu la risposta di lei. “ Non dire niente. Resisterò, ma ho bisogno che tu mi stia vicino ”
“ Perché no? Potrei evitartelo ” Avrebbe voluto aggiungere che non sarebbe riuscita a resistere, ma non lo fece, non l’avrebbe aiutata in quel modo e lei aveva bisogno di sostegno, lo vedeva dal modo in cui stringeva le catene.
“ Non voglio vederti morire e sarà l’unica cosa che otterrai se infrangi quel giuramento ” Rabbrividì quando l’aria fredda della stanza entrò in contatto con la sua schiena. Brom le sistemò il vestito in modo da avere la schiena scoperta e vide il segno della frustata che lei si era procurata per difendere Morzan. La ferita era chiusa, ma la pelle attorno ad essa era ancora livida.
“ È passata una settimana è c’è ancora il segno. Immagina quanto le farà male ora, che non ha nemmeno il vestito ad attutire il colpo ” Le passò una mano sul livido, facendo un po’ di pressione e lei non riuscì a trattenere un gemito.
“ Brom, non lo fare, lasciala fuori da questa storia ” Morzan tentò ancora una volta di convincerlo a lasciarla andare, ma Brom si fece da parte e fece un segno alla guardia, che alzò la frusta.
Fibi sentì la frusta fendere l’aria e un attimo dopo sentì la pelle bruciare come fuoco e un urlo risuonò nella cella. Faceva più male dell’altra volta, sapeva che sarebbe stato così e quando pensava di non riuscire più a resistere al dolore, la mente di Morzan avvolse la sua come un abbraccio e gliene fu grata. Non ebbe il tempo di riprendersi, che una seconda frustata seguì la prima, aggiungendo altro dolore, un dolore bruciante, insopportabile, tanto da farle desiderare di strapparsi la schiena per non sentirlo più. La presenza della mente di Morzan nella sua si fece più forte. Vederla soffrire in quel modo e sentire le sue urla di dolore che gli risuonavano fin dentro le ossa, era la peggiore tortura a cui poteva essere sottoposto, il dolore che aveva provato quando c’era lui al posto della moglie, paragonato a quello che provava in quel momento, era un’esile fiammella rispetto ad un incendio. E l’odio che provava verso se stesso aumentava ogni minuto che passava. Si odiava perché lui aveva il modo di aiutarla, ma non parlava, continuando a tacere, continuando a far soffrire la donna che aveva giurato di difendere a costo della vita.
Alla terza frustata, le lacrime presero a scendere lungo le guance di Fibi, a cui nemmeno la vicinanza di Morzan aiutava a sopportare tutto quel dolore. Faceva male, più di quanto avesse immaginato e non sapeva quanto avrebbe resistito. Già con quelle tre frustate le forze erano cominciate a venire meno e stava cominciando a tremare, se per il dolore o per il freddo non avrebbe saputo dirlo.  Alla quarta frustata, Morzan la vide cedere, le mani non stringevano più le catene che la legavano e al tempo stesso la sostenevano. “ Brom, per favore, smettila ” Disse,  guardando Fibi che piangeva senza riuscire più a nascondere il dolore che provava. Brom si avvicinò a lei, ma guardò lui. “ Dimmi quello che voglio sapere ”
“ Morzan ... ” La voce di lei era debole e tremava ma nonostante questo trovò la forza di voltarsi verso di lui e fissare i suoi occhi azzurro ghiaccio in quelli policromi di lui.
“ Te lo sta chiedendo anche lei ”
Morzan sapeva che Brom aveva frainteso. Quello che la moglie aveva cercato di dirgli era di continuare a non parlare. “ No, non posso dirtelo. E tu non dovresti fare del male alle persone innocenti ”
“ Da che pulpito viene la predica ” Brom alzò il viso di Fibi per poterla guardare negli occhi. “ Come fai ad amare un uomo così ipocrita?  È il primo a fare del male a degli innocenti e crede di potermi fare la predica, quando l’unico colpevole di quello che ti sto facendo è lui ”
“ Tu ... non lo ... conosci come me ” Fu la risposta di lei.
“ Non la meriti neanche un po’, Morzan. Lei è disposta a tutto per te, ma tu non fai niente per lei ” Le lasciò il viso e tornò a guardare Morzan, aspettando una risposta, che però non arrivò. Si fece di nuovo da parte e la tortura riprese. La frusta la ferì di nuovo e lei lottò per rimanere cosciente, ma sapeva che alla prossima sarebbe svenuta. “ Scusa ” Disse a Morzan, ma prima che l’ultima frustata la raggiungesse, dal corridoio provenne un gran trambusto e poi la porta si spalancò, sbattendo contro il muro e tutti si voltarono.

 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

Sulla soglia c’era Daniel, che, prima che nessuno avesse il tempo di dire niente, entrò, uccise la guardia e con un colpo deciso, ruppe le catene che tenevano legato Morzan. Non appena fu libero, si mosse per andare a liberare Fibi, ma si fermò subito, vedendo che Brom si era avvicinato di nuovo a lei e le aveva puntato un pugnale alla gola. “ Dove credete di andare? ” Chiese.

“ Non ti azzardare Brom, se le fai ancora del male ti giuro che ti ammazzo! ” Fu la risposta di Morzan.

“ Sei ripetitivo Morzan, ho perso il conto di quante volte l’hai detto ” Brom guardò il volto di Fibi, rigato dalle lacrime e sofferente. “ Non credi che lei preferirebbe che lo facessi, invece di sentirtelo solo dire? ”

Morzan strinse i pugni e lo guardò di traverso. Doveva pensare a qualcosa e in fretta. In quel momento arrivarono anche gli altri Rinnegati, che circondarono Brom e Daniel disse: “ E ora cos’hai intenzione di fare? ”

“ Finché ho lei, non potrete fare niente, a meno che non vogliate ucciderla ”

Fu in quel momento che a Morzan venne un’idea. “ Daniel ” Chiamò con la mente. “ Metti delle difese a Fibi e poi attacchiamo Brom con la mente tutti insieme ”

“ D’accordo ”

Mentre Daniel faceva come gli aveva detto, lui disse la sua idea anche agli altri e, quando Daniel gli diede il segnale, lui diede il via libera per attaccare.

La mente di Brom era ben protetta, ma nessuno poteva riuscire a difendersi dall’attacco di tredici persone contemporaneamente. Quando le sue difese cominciarono a vacillare, proprio come aveva pensato Morzan, tentò di tagliare la gola a Fibi, ma grazie alle difese di Daniel, la lama non la graffiò nemmeno.

Era il momento che stava aspettando. Quando le difese furono sul punto di rompersi completamente, gli si gettò contro, allontanandolo da Fibi e bloccandolo contro il muro. Gli altri smisero di attaccarlo, lasciandolo a Morzan, che era riuscito a disarmarlo, ma nel farlo, l’altro era riuscito a spingerlo a terra e ora lottavano per avere la meglio sull’avversario. Morzan sferrò un ginocchiata allo stomaco di Brom e riuscì a rialzarsi, ma prima che lui potesse fare qualcosa per porre fine al duello, anche l’avversario lo fece. Rimasero a guardarsi per qualche secondo; Morzan aveva un labbro spaccato, Brom aveva il naso rotto. Attaccarono nello stesso momento. Morzan cercò di colpirlo alla testa con un pugno, ma Brom lo schivò e rispose con un destro allo stomaco che l’altro riuscì a evitare. Lo attaccò di nuovo, sferrando un pugno diretto allo stomaco, ma all’ultimo momento deviò il colpo alla testa, cogliendo Brom di sorpresa e sbattendolo contro il muro con tutta la forza che aveva e l’avversario scivolò a terra, privo di sensi.

“ L’hai ucciso? ” Chiese Daniel, avvicinandosi a lui.

“ No, è ancora vivo ” Rispose Morzan, mentre prendeva un mazzo di chiavi dalla cintura di Brom. Si alzò e si avvicinò a Fibi. “ Principessa, è finita. Adesso ti porto a casa ”

Lei cercò di sorridere e non appena ebbe le braccia libere, con una si tenne il vestito, per non rimanere scoperta, con l’altro cercò Morzan o qualcun altro per rimanere in piedi. Il marito andò subito in suo soccorso, facendosi passare il braccio sulle spalle. “ Siediti un momento, così ti chiudo il vestito ”

“ No ... mi fa ... male. Lascialo ... così ” Disse lei.

“ D’accordo ” Morzan guardò Daniel. “ Vai avanti tu, così se cercano di fermarci possiamo difenderci ”

Daniel annuì e li precedette, insieme a Kialandì e Glaerun e dietro di loro andarono tutti gli altri. Pochi furono così stupidi da intralciarli, ma furono eliminati in pochi secondi e loro uscirono di nuovo alla luce del sole in poco tempo. Morzan accompagnò Fibi fino alla sua dragonessa e la fece sedere su una delle zampe. Lei poggiò la testa contro il suo fianco senza poggiare la schiena e chiuse gli occhi, mentre Morzan le si inginocchiava accanto. “ Principessa ” La chiamò, aggiustandole il vestito che era scivolato un po’. “ Posso lasciarti qualche minuto da sola? Devo fare una cosa ” Fibi aprì gli occhi e lo guardò, prendendogli la mano. “ Non te ne andare ... Per favore ”

Daniel, che era lì vicino e aveva sentito, si intromise: “ Cosa devi fare di così importante? ”

“ Allan mi ha preso Zar’roc quando mi ha portato qui. Volevo andare a cercarla ” Disse Morzan.

“ Vado io. Tu resta con lei e bendale le ferite, quando arriviamo a casa gliele curo e non provare a farlo tu, non sei abbastanza in forze ”

“ D’accordo. Tu hai delle bende? ”

“ Sono nella borsa appesa alla sella ” Daniel indicò il suo drago e poi si rivolse agli altri. “ Qualcuno vuole farmi compagnia? ”

“ Dove vai? ” Chiese Enduriel.

“ A farmi un altro giro dentro ”

“ Vengo anch’io ”

“ Visto che mi scoccio di stare qui ad aspettare credo che vi farò compagnia ” Aggiunse Glaerun.

Daniel e i due andarono di nuovo dentro, mentre gli altri rimasero fuori a parlare.

Morzan si alzò e andò a prendere la borsa con le bende e tornò da Fibi. “ Sei ancora qui o sei nel mondo dei sogni? ” Le chiese, inginocchiandosi di nuovo accanto a lei.

“ Non lo so nemmeno io. È successo tutto veramente? ”

“ Sì, è successo. Presto rivedrai Murtagh, proprio come speravi ” Le sorrise e lei fece lo stesso.

“ Già, mi manca, chissà come sta ”

“ Sta bene, a differenza di te ” Si rivolse a Fiamma e aggiunse: “ Puoi nasconderci con l’ala, così non vedono niente? ”

Certo ” Rispose lei e aprì l’ala, nascondendoli come se fossero dietro una tenda.

“ Principessa, girati un po’, così posso fasciarti senza problemi ”

Fibi si drizzò e si girò un po’, trattenendo un gemito e lasciando il vestito, così che Morzan avesse libertà di movimento. Lui cominciò a bendarla, cercando di non farle male, anche se qualche volta la sentiva trattenere un gemito e riusciva a capire il perché. La guardia non c’era andata piano con lei e la frusta aveva scavato dei solchi insanguinati sulla schiena di lei, che stavano ancora sanguinando. Se pensava che era stata costretta a guardare quella stessa, se non peggiore, immagine per una settimana capiva quanto fosse stata forte, persino più di lui, che già così non aveva il coraggio di guardare. Non osò toccarla e anche quando le spostò i capelli neri dalla schiena, lo fece con molta delicatezza. Man mano che la bendava, vedeva le bende candide che aveva già usato diventare rosse, macchiate dal sangue che continuava a fuoriuscire dalle ferite.

Quando finì Fibi si aggiustò il vestito e lui glielo abbottonò.

“ Grazie ” Gli disse. “ Adesso va un po’ meglio ”

“ Mi fa piacere ” Si sedette accanto a lei, che gli prese la mano. “ Scusa, avrei voluto fare di più per te ”

“ Tu hai fatto tutto quello che potevi, amore. Ti sei anche fatto catturare per salvarmi ”

Lui le strinse la mano. “ Avrei fatto anche di più per te ”

“ Lo so, ma fortunatamente non ce n’è stato bisogno ” Fibi lo abbracciò, con il braccio gli sfiorò la schiena e sentì la durezza delle croste e si ricordò che a differenza delle altre volte, quel giorno Brom non l’aveva curato. “ Sei sicuro di stare bene? ”

“ Sì, ormai hanno smesso di sanguinare e non fanno più tanto male ” Disse lui.

“ Daniel non ha una maglia di riserva in quella borsa? Non puoi rimanere così per tutto il tempo ”

“ Non so ” Morzan la guardò un momento, c’era qualcosa che non quadrava. “ Come mai stai così bene? Prima eri sul punto di svenire ”

“ Sì, è vero, ma lei mi ha passato un po’ di energia ” Fibi sorrise e accarezzò il fianco della dragonessa.

“ Avrei potuto farlo anch’io ”

No, tu ne hai più bisogno ” Disse Fiamma richiudendo l’ala.

Proprio in quel momento, Daniel e gli altri tornarono e Daniel si avvicinò e gli prese Zar’roc, poi guardando Fibi disse: “ Va meglio, vedo ”

“ Si, ma questo non ti esonera dal dovermi curare ” Disse lei con un sorriso. “ Ah, non è che hai una maglia in più per Morzan? ”

“ È nella borsa. Quando siete pronti partiamo ”

Morzan prese la maglia e se la mise, poi aiutò Fibi a montare e, quando anche lui fu seduto, partirono e si allontanarono da quel posto, ogni battito d’ali che li avvicinava a casa e che riportava Fibi e Morzan dal loro bambino.      

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

Era ormai sera quando i draghi di Morzan e Daniel atterrarono in giardino. Gli altri Rinnegati erano tornati ai propri palazzi, lasciandoli soli. Morzan smontò e aiutò Fibi, prendendola poi sottobraccio per aiutarla a camminare, perché con il tempo le ferite erano ritornate a reclamare il loro tributo.
Mentre si avvicinavano al portone del palazzo, questo si aprì e ne uscì Lucidius, il padre di Morzan, con Murtagh in braccio. Morzan era molto legato a lui e aveva fatto in modo che potesse vivere più a lungo degli altri uomini. “ Vi stavo aspettando già da un paio d’ore, cominciavo a preoccuparmi ” Disse.
“ Gli altri hanno voluto fermarsi a mangiare a tutti i costi e abbiamo fatto un po’ tardi. Tu che ci fai qui? ” Disse Morzan, sorpreso di vedere il padre.
“ È stata lei ” Lucidius fece un segno verso la dragonessa e il suo sguardo si posò su Fibi, che gli sorrise, ma lui, proprio come Morzan, capì che c’era qualcosa che non andava, forse anche grazie all’espressione un po’ preoccupata del figlio. “ Cosa ti è successo piccola? ”
“ Niente di irrimediabile ” Rispose lei con un sorriso.
Lucidius si fece da parte e li fece entrare. Mentre passava, Fibi guardò il figlio e sorrise, immaginando il momento in cui l’avrebbe preso di nuovo in braccio, ma per il momento si limitò a dargli un bacio sulla guancia. Morzan la portò in camera e lei si sedette sul letto e lasciò che lui le sbottonasse il vestito e poi le togliesse le bende, ormai rosse, facendo attenzione, perché in alcuni punti si erano incollati alla pelle, per via del sangue rappreso.
“ Sono messa male, vero? ” Chiese ad un certo punto lei.
“ No, è migliorata rispetto a prima. Almeno ha smesso di sanguinare ” Rispose lui, continuando a togliere le bende. “ Ti fa ancora male? ”
“ Un po’. Credo che sia perché ormai mi sono abituata al dolore ”
“ Principessa, se … se dopo tutto questo tu volessi andartene, io non ti fermerò. Lo capisco se non vuoi più fare questa vita ” Morzan finì di toglierle le bende.
Lei si voltò indietro, per guardarlo, anche se le faceva male la schiena. “ Morzan, te lo dico una volta per tutte, io voglio stare con te, qualsiasi cosa succeda. Questo che è successo fa parte della nostra vita, così come la nascita di Murtagh e in un certo senso non è stato male. Se ci pensi abbiamo passato una settimana intera insieme, anche se non è stata la nostra vacanza ideale ”
Morzan sorrise. “ Riesci sempre a vedere il lato positivo. È per questo che ti amo ”
“ Ti amo anch’io ”
Morzan le diede un bacio sulla guancia e poi le disse: “ Stenditi adesso, non vorrei che Daniel e papà entrassero e ti vedessero mezza nuda ”
Lei sorrise e face come le aveva detto Morzan, tenendosi il vestito per coprirsi e, proprio in quel momento, qualcuno bussò.
“ Avanti ” Disse Morzan, mettendosi a sedere meglio accanto alla moglie.
Daniel entrò e si chiuse la porta alle spalle. “ Pronta Fibi? ”
“ Sono pronta da quando mi avete salvata ” Rispose lei.
Daniel sorrise, prese una sedia, si sedette accanto a lei e cominciò a curarla, sotto lo sguardo attento di Morzan che vide le ferite chiudersi piano, lasciando la pelle di lei di nuovo integra e liscia.     
“ Fatto ” Disse Daniel qualche minuto dopo.
“ Grazie, adesso va molto meglio ” Il sollievo era visibile sul suo volto. “ Potresti farlo anche a Morzan? ”
“ Lo faccio solo perché me lo hai chiesto tu ” Scherzò lui.
“ Questa me la segno ” Anche Morzan scherzava. Si sfilò la maglia e Fibi vide le condizioni della sua schiena. Era ricoperta di croste, formate dal sangue fuoriuscito dalle frustate che aveva ricevuto e dove non c’erano le croste, la pelle era sporca di sangue e per guarirlo, Daniel impiegò meno tempo. “ Avete bisogno di qualche altra cosa? ”
“ No, puoi anche andare adesso. Grazie Daniel ” Rispose Fibi, mettendosi a sedere, reggendosi il vestito con la mano.
“ Ci vediamo più tardi ”
Fibi si alzò dal letto e si voltò verso Morzan, sorridendo. “ Amore, che ne dici di andare a farci un bagno? ”
Morzan si alzò e si avvicinò a lei. “ Se me lo chiedi così, non posso che dirti di sì ”
“ Andiamo, allora, che stiamo aspettando? ”
Si presero per mano e Morzan aprì la porta e si trovarono di fronte Lucidius. “ Dove stavate andando conciati così? ”
“ A fare un bagno ” Rispose Fibi.
“ Morzan, se non ti dispiace vorrei parlarti ”
“ Adesso? ” Chiese Morzan, un po’ scocciato.
“ Sì, perché, avevi qualcos’altro da fare? ”
“ Beh, veramente si ”
Lucidius naturalmente aveva capito di cosa si trattava, ma continuò: “ E cosa dovevi fare? Fibi deve fare il bagno e non credo che abbia bisogno di aiuto ”
Morzan sospirò, rassegnato. “ D’accordo ” Si voltò verso Fibi e le diede un bacio sulle labbra. “ Ci vediamo dopo, purtroppo ”
“ Va bene ” Fibi lasciò andare la mano di Morzan e si avvicinò a Lucidius che teneva ancora Murtagh in braccio e diede un bacio al figlio. “ Buonanotte piccolo ”
Una volta in bagno, Fibi si preparò la vasca e poi vi si immerse. Chiuse gli occhi e si rilassò, ma avrebbe tanto voluto che Morzan fosse stato lì con lei, ma con Lucidius nei paraggi avrebbe dovuto saperlo che non sarebbe stato possibile, almeno non a quell’ora, quando tutti erano ancora svegli.
Quando finì di farsi il bagno, tornò in camera e li trovò a parlare. Morzan aveva l’espressione di chi avrebbe voluto essere da qualche altra parte, invece che lì, ma quando la vide, il sorriso tornò sul suo volto. “ Posso andare a farmi il bagno? ”
“ Certo, vai pure ” Gli rispose Lucidius, interrompendo il suo discorso.
Morzan si alzò, si avvicinò a Fibi e le sussurrò: “ Se ci avessi impiegato qualche minuto in meno non mi sarei arrabbiato ” L’avvicinò a sé e le diede un bacio veloce sulle labbra e poi uscì, lasciandola sola con Lucidius.
“ Sei cattivo, lo sai? ” Gli disse, mentre si avvicinava all’armadio per prendere un vestito.
“ Lo so, ma è stato divertente vedere la sua espressione quando vi ho fermati ”
“ Può anche essere stato divertente, ma mi hai rovinato la serata e non è che abbiamo avuto molto tempo per divertirci ultimamente ”
“ Hai ragione, ma avete ancora tutta la notte, vedrai che si inventerà qualcosa ”
“ Lo spero per te. Adesso per favore, puoi uscire che devo cambiarmi? ”
“ Va bene ” Lucidius si alzò dal letto e andò da lei per darle un bacio sulla guancia. “ Sono contento che siate tornati e che siano riusciti a salvarti. Morzan non se lo sarebbe mai perdonato se ti fosse successo qualcosa, sei la sua unica ragione di vita ”
“ Proprio l’unica non direi, è da un po’ che ne ha anche un’altra ”
“ È vero, ma credi che sarebbe riuscito a fare il bravo padre, se tu fossi morta? ”
Lei guardò il suocero negli occhi e in essi  vide Morzan. “ Tu ce l’hai fatta, perché lui no? ”
Lucidius sospirò. “ Mia moglie è morta per cause naturali, tu invece no. Questa è la differenza ”
“ Ma non è successo, perciò non voglio pensarci ”
“ Bene, hai ragione ” Lucidius sorrise. “ Vi aspetto per la cena ”
“ Sì ” Fibi aspettò che Lucidius uscisse per vestirsi e quando ebbe finito, aspettò Morzan e poi scesero insieme in sala da pranzo per la cena.

NDA:
Ciao a tutti, ormai siamo quasi alla fine della storia, infatti manca solo un capitolo. Forse molti di voi non condivideranno l'idea di di aver introdotto Lucidius, ma mi piaceva l'idea che qualcuno della famiglia di Morzan avesse continuato a volergli bene nonostante tutto. Spero che mi facciate sapere il vostro parere con una recensione, anche piccola.
Alla prossima, dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613
 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15
Il clima che si respirò durante la cena fu divertente e rilassato, come sempre quando c’era Lucidius. Lui riuscì infatti a farli divertire e ad allontanare il brutto ricordo della settimana appena passata, prendendoli in giro, ma rimanendo sempre nei limiti, per non offenderli e tirandoli su di morale.
Dopo cena, Fibi e Morzan andarono a prendere Murtagh e poi andarono a fare una passeggiata in giardino, illuminato dalla luna. Dopo un po’ si sedettero ai piedi del ciliegio, Murtagh che dormiva tranquillo in braccio alla madre, mentre il padre sorrideva, felice di vederli di nuovo insieme.
“ Credi che avremo un po’ di tempo per stare insieme o dovrai ripartire? ” Chiese Fibi ad un certo punto. Non voleva separarsi di nuovo da lui, almeno, non così presto.
“ Credo che abbiamo ancora qualche giorno. Brom dovrà prima riprendersi per elaborare qualche altro piano ” Rispose Morzan. “ Murtagh non ha ancora mangiato, vero? ”
“ No, perché? ”
“ Perché avevo voglia di rientrare, però se non ha ancora mangiato posso aspettare ”
“ Morzan, posso chiederti una cosa? ”
“ Tutto quello che vuoi, sono qui per questo ”
“ Se dovesse succedermi qualcosa, promettimi che penserai a Murtagh, che non lo lascerai da solo ”
Morzan la guardò negli occhi, cogliendovi un velo di tristezza e le prese la mano. “ Non dire così principessa, non ti succederà niente ”
Fibi gli strinse la mano e gli occhi le si riempirono di lacrime. “ Lo so, ma se dovesse succedermi … Murtagh ha bisogno di te ”
“ Te lo prometto principessa. Non gli farò mancare niente ” Guardò il figlio e gli prese una manina e un sorriso si dipinse sul suo volto, come tutte le volte che guardava il suo bambino, il loro bambino. “ Principessa, tu promettimi la stessa cosa e poi voglio che tu non rimanga da sola. Se io morissi, voglio che tu condivida la tua vita con qualcun altro ”
“ Te lo prometto amore e ti prometto che Murtagh sarà fiero di te ” Lo guardò negli occhi e aggiunse: “ Anche se sarà difficile trovare qualcuno che riesca a tenerti testa ”
Morzan sorrise e le mise un braccio attorno alla vita, stringendola a sè. “ Qualcuno direbbe che è una fortuna che non ci siano altri come me ”
Fibi sorrise. “ Ma è una fortuna. Se ci fosse qualcun altro come te, non sarei così fiera di stare al tuo fianco ”
Prima lui che potesse rispondere, Murtagh si mise a piangere, reclamando il cibo che gli spettava e mentre Fibi si aggiustava il vestito per poter allattare il figlio, il marito disse:“ Stavo cominciando a pensare che non avrebbe più pianto ”Riuscendo a sdrammatizzare e a far ridere la moglie.
“ Hai aspettato fino ad ora, qualche minuto in più non cambia niente ” Disse lei, guardando Murtagh che beveva allegro con la mano poggiata sul suo seno.
Quando finì di bere, ritornarono in camera e lo misero a dormire nella culla, con Fuffi accanto a lui.
“ Dove eravamo rimasti? ” Chiese Morzan, avvicinando Fibi a sé e cominciando a sbottonarle il vestito.
“ Non credo che fossimo già a questo punto ” Rispose lei, baciandogli il collo.
“ No, ma era il punto successivo ” La spinse sul letto e si mise su di lei e presero a baciarsi, mentre si spogliavano, scivolando nel loro mondo, dove nessun altro poteva arrivare …
La mattina dopo fecero colazione con latte e pane caldo ricoperto di marmellata alla ciliegia in camera, con Murtagh che giocava con uno dei sui giocattoli, appoggiato ad un cuscino, tra il padre e la madre.
Quando finirono di fare colazione, si misero a giocare con Murtagh e dopo qualche minuto bussarono ed entrò Daniel. “ Morzan, Galbatorix vuole parlarci. Vieni in camera mia ”
“ D’accordo ” Morzan si alzò dal letto, afferrò una camicia e la infilò. Fibi lo guardò preoccupata, ma non disse niente. Per distrarsi mentre aspettava, continuò a giocare con Murtagh che qualche volta sorrideva o cercava di prendere il pupazzo dalle mani della madre. Qualche minuto dopo, Morzan ritornò e non ebbe il tempo di entrare che Fibi chiese: “ Cos’è successo? ”
Lui non rispose subito, ma andò prima a sedersi. Prese in braccio il figlio, facendolo saltellare un po’ e solo allora disse: “ È successo che ho due settimane libere ”
Fibi credette di non aver sentito bene. Non aveva mai avuto così tanto tempo da poter passare con lei e Murtagh “ Cosa? Stai scherzando? ”
“ No, è la verità. Abbiamo tutto questo tempo da passare insieme ” Le sorrise.
Lei allora si voltò e abbracciò il marito e il figlio e disse: “ È fantastico, abbiamo due settimane solo per noi ”
“ Solo noi, nessun altro, come abbiamo sempre voluto ”
Erano una famiglia perfetta e Fibi era comunque contenta di aver scelto Morzan, non avrebbe potuto scegliere uomo migliore e anche la loro vita, dopotutto, non era male. È vero, passavano lunghi periodi senza potersi vedere, ma poi, quando ritornavano insieme, Morzan riusciva a recuperare il tempo perso e ad essere un padre e un marito perfetto, abbandonando il ruolo di capo dei Rinnegati, per non farle ricordare tutti gli aspetti negativi dell’essere sua moglie, anche se lei li adorava tutti, buoni o cattivi che fossero e se fosse tornata indietro avrebbe rifatto esattamente le stesse scelte.  

NDA:
Ciao a tutti. Questo era l'ultimo capitolo di questa storia e volevo ringraziare tutti coloro che l'hanno letta e in particolare chi l'ha aggiunta tra le preferite o seguite.
A presto dalla vostra RosaNera_Rinnegata_30613

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