A bit of magic

di sunil
(/viewuser.php?uid=2071)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


A bit of magic

A bit of magic

Capitolo 1

Bonnie era seduta sulla poltrona, le gambe piegate sotto al sedere e la coperta tirata fin sotto il mento. Alla televisione, priva di audio, si susseguivano le scene di un vecchio film in bianco e nero.

“Sì, lo so Sarah che è una produzione importante, ma non so se me la sento di accettare un nuovo lavoro…dopo Ocean’s Wave, volevo prendermi un periodo di pausa…ne avevamo già parlato”

Si ficcò in bocca una manciata di noccioline, trattenendo il telefono tra il collo e la spalla. Dall’altra parte Sarah McKay, la sua agente, continuava a ripetere che non poteva rifiutare la sceneggiatura che le avevano proposto. Si passò una mano sulla fronte, trattenendo uno sbadiglio.

“va bene, va bene…” mormorò, ormai arresasi all’insistente della sua agente e amica. “Leggerò la sceneggiatura e se mi convince accetterò la parte…”

Sentì Sarah scoppiare a ridere. “Ah lo sapevo che alla fine avresti ceduto!”

Bonnie roteò gli occhi, cambiando canale.

“Sì, ma non ti prometto nulla! La prossima settimana verrò a Londra e incontrerò qualcuno della produzione…e poi si vedrà. Ora vado, ci sentiamo più tardi”

Ascoltò ancora qualche frase di Sarah, che continuava a prometterle che il copione le sarebbe piaciuto così tanto che non avrebbe potuto rinunciare. Bonnie riagganciò solo dopo averle promesso che avrebbe valutato attentamente la proposta, prima di rifiutarla.

Guardò il telefono per qualche istante, dopo che ebbe concluso la telefonata, sospirando. Si era ripromessa di prendersi un periodo di riposo, ma Sarah insisteva affinché sfruttasse appieno il successo dei suoi due ultimi film. Pensare di dover lavorare di nuovo molte ore al giorno e poi le premiere sparse per il mondo, tutti gli impegni post-produzione…

Si alzò e portò in cucina la scodella vuota, che aveva contenuto la sua cena. Appena compiuta la maggiore età, si era trasferita in una casa appena fuori Londra, che condivideva solo con la sua gatta bianca a pelo lungo, Milly. Credeva di soffrire di solitudine, una volta lasciata la famiglia per poter seguire la sua carriera di attrice, invece aveva scoperto che vivere da sola era meno terribile di quanto si fosse aspettata, anche perché spesso era fuori casa per via delle riprese. Lasciava Milly a una vicina, la signora Jane che viveva accanto a lei. Era una donna anziana, senza figli o nipoti e l’aveva in qualche modo adottata, incaricandosi di badare a lei, come una vecchia zia un po’ impicciona.

“beh Milly, vedremo…” sospirò dando una carezza alla testa morbida della gatta, che rispose alle sue attenzioni cominciando a fare le fusa.

***

Il mese che aveva trascorso senza andare a Londra non le era bastato per cominciare a sentire nostalgia del traffico e del rumore della città. Chiamò un taxi con un cenno della mano e vi salì, stando attenta a non chiudere il lungo cappotto in mezzo alla portiera. Il taxista ascoltò l’indirizzo e s’immise nel traffico, incurante di una macchina che frenava bruscamente per non tamponarlo. Bonnie lanciò un’occhiata fuori dal finestrino, emettendo un sospiro. Doveva incontrarsi con Sarah davanti all’albergo in cui alloggiavano il regista e il produttore. Avrebbero pranzato insieme al ristorante dell’hotel, uno dei più costosi ed eleganti di Londra, e avrebbero parlato del film. Bonnie continuava a chiedersi perché avessero contattato proprio lei e perché insistessero così tanto perché entrasse nel cast. Era vero che poteva contare su una larga fetta di fan, che le erano rimasti fedeli fin dal successo clamoroso della saga di Harry Potter, ma l’ultimo film era uscito tre anni prima, quando lei aveva ventun anni e da quel momento non aveva fatto altro che cercarsi di levarsi di dosso l’etichetta di Ginny Weasley. Il taxista la strappò dai suoi pensieri dicendole che erano arrivati a destinazione. Pagò la corsa e scese. Una folata di vento la fece rabbrividire. Si strinse maggiormente nel cappotto, abbassando la testa per evitare che gli occhi iniziassero a lacrimarle. Vide Sarah in piedi nella hall e le fece un cenno di saluto con la mano. Sarah aveva da poco superato i trent’anni. Aveva lunghi capelli biondi e un viso allegro e simpatico. Quando era nervosa era capace di fumare mezzo pacchetto di sigarette di fila, ma stava cercando di smettere. Bonnie l’aveva conosciuta quando non era che poco più di una ragazzina e malgrado la differenza di età avevano subito legato.

“Ciao” l’accolse la donna, baciando l’aria accanto alla sua guancia.

“Sono in ritardo?” chiese Bonnie, controllando l’orologio.

“No, sei arrivata in perfetto orario. Vogliamo andare?”

Bonnie annuì, seguendo l’amica fino al ristorante.

“Il tavolo del signor Anderson” disse Sarah, mentre due camerieri si affrettavano a prendere i loro cappotti e un terzo cameriere le scortava fino al tavolo. Non appena le videro arrivare i due uomini seduti al tavolo si alzarono in piedi.

“Signorina Wright, sono George Anderson” disse l’uomo più vicino a lei. Era il regista del film, era molto alto, con capelli corti e brizzolati. Aveva una stretta di mano forte e decisa, ma al tempo stesso rassicurante. Bonnie gli rivolse un sorriso, dicendo che era un piacere conoscerlo. Aveva amato Little Doubt, uno dei suoi film più famosi e l’idea di lavorare con lui l’allettava non poco. L’altro uomo, Michael Lyndon, era il produttore del film. Si avvicinava ai sessant’anni e aveva un aspetto austero ed elegante. Bonnie strinse la sua mano, sentendosi un po’ intimorita. Si sedette al tavolo rotondo tra il regista e la sua agente, sistemandosi il tovagliolo sulle gambe. Dopo i convenevoli e dopo aver ordinato, il signor Anderson prese subito la parola, congiungendo le mani al di sopra del tavolo.

“Signorina Wright, non nego di volerla a tutti i costi nel mio film”

Il produttore gli lanciò un’occhiataccia che l’uomo ignorò. “credo che lei sia perfetta per questa parte”

Bonnie accennò un sorriso di cortesia. “Ne sono sicura, signor Anderson, ma come di certo la mia agente vi ha già detto io…”

“Lo so che vuole riposarsi per un certo periodo…” l’interruppe l’uomo, sorseggiando un bicchiere d’acqua “ma almeno stia a sentire quello che abbiamo da dirle…sono venuto a vederla a teatro, quando interpretava Ofelia” continuò il regista “E l’ho trovata fantastica”

Bonnie arrossì, sistemandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio.

“La ringrazio” mormorò, piegando le labbra in un caldo sorriso.

“Il film che vogliamo girare s’incentra sulla storia di due ragazzi: Kelly e Mark. È una storia d’amore, ma è anche una commedia, le piacciono i film di Meg Ryan?”

“Adoro Meg Ryan” rispose sinceramente Bonnie, indietreggiando per permettere al cameriere di appoggiare il piatto di antipasti davanti a lei.

“Ne sono felice…Kelly è una ragazza semplice, molto intelligente…il suo sogno è quello di diventare una scrittrice. Vive nei pressi di Edimburgo, con i suoi genitori. E’ da sempre innamorata del suo migliore amico, Mark. Lui è bello, sicuro di sé e vuole diventare un architetto. Kelly non crede che lui possa interessarsi a lei come donna e così decide di non rivelargli mai i suoi sentimenti, almeno finchè non scopre che sua nonna è una potente strega e che anche lei possiede dei poteri magici…”

Bonnie sorrise freddamente, posando la forchetta.

“Signor Anderson, sono sicura che la sceneggiatura è davvero fantastica, ma…ho deciso di non dedicarmi più a certi tipi di film…”

“Forse mi sono espresso male, signorina Wright…Kelly in realtà non è una strega. E’ solo…uno stratagemma che ha adottato sua nonna per farle acquistare fiducia in sé stessa…soltanto alla fine Kelly scopre che quello che stava facendo bere a Mark non era altro che gocce di valeriana”

Bonnie inspirò profondamente, volgendosi verso Sarah in cerca di aiuto.

“Posso leggere il copione se lo desiderate…ma vorrei valutare la proposta con calma” disse, dopo che la sua agente ebbe ribadito che Bonnie non voleva accettare altri ruoli per il momento.

A pranzo terminato, Bonnie si alzò in piedi e s’infilò il cappotto aiutata dal cameriere. “Signorina Wright, è stato un piacere conoscerla”

“anche per me” rispose Bonnie, stringendo calorosamente la mano del regista “Spero che avremmo l’occasione di lavorare insieme…prima o poi…”

“Spero in un prima, piuttosto che in un poi”
Bonnie sorrise, facendo per andarsene quando l’uomo la richiamò indietro un’ultima volta.

“Signorina Wright, l’attore che abbiamo contattato per il ruolo di Mark ha già accettato…è Tom Felton, credo che vi conosciate”

La rivelazione si abbatté su di lei come una secchiata d’acqua fredda. Si portò una mano sul petto, mentre il respiro le moriva in gola e un tenue rossore le faceva bruciare le guance.

“Tom?” mormorò, come se stesse parlando a sé stessa.

Il regista annuì. Bonnie accampò qualche parola di congedo e si diresse speditamente fuori dall’albergo, con il cuore che minacciava di scoppiarle nel petto. Tom…da quanto tempo non si vedevano? Chiuse gli occhi, rievocando con la mente il viso del ragazzo. Si era incrociati alla premiere dell’ultimo film prodotto da Daniel, ma non avevano scambiato che qualche parola, investiti dai flash dei fotografi. Erano trascorso quasi un anno da quell’incontro. Lui le aveva lasciato un messaggio in segreteria per augurarle buon compleanno, dicendole che andava in America per un po’ di tempo e da allora non si erano più né visti né sentiti.

“Tutto okay?”. La voce di Sarah la strappò bruscamente dai suoi pensieri.

“Sì” mormorò, assicurandosi il copione che il regista le aveva consegnato sotto al braccio.

“hai impegni per questo pomeriggio? che ne dici di un po’ di shopping?”

Bonnie scoppiò a ridere, prendendo l’amica a braccetto. “Credo che sia un’ottima idea” rispose, cominciando ad incamminarsi con lei verso Piccadilly Circuì, tentando di non pensare più a Tom Felton.

***

Ciao a tutti! È la prima fanfic con protagonisti degli attori che scrivo! Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto! Vi prego lasciatemi un commentino, anche solo per dirmi che l’avete letta e che vi è piaciuta o non vi è piaciuta! Ci terrei veramente moltissimo! Grazie a tutti!

E prometto di scrivere la fine di Out of Touch al più presto! ^_^

Un abbraccio grande grande a tutti!

Willow

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Capitolo 2

 

Bonnie ordinò un caffé, sedendosi al tavolo accanto alla vetrina. Come ogni sabato, si trovava con Sarah in quella piccola tavola calda, per pranzare insieme. Lanciò uno sguardo tutt’intorno, puntellandosi il mento con una mano. Aveva indossato un maglioncino a  collo alto e si era raccolta i capelli sulla nuca. Per fortuna non era ancora così popolare da essere riconosciuta spesso in pubblico e non doveva nascondersi dietro a occhiali da sole o cappellini.

“Scusa per il ritardo”.

Si voltò verso l’amica, che era appena arrivata tutta trafelata. Sarah appoggiò la voluminosa borsa blu accanto alla gamba del tavolo e prese posto davanti a lei.

“Non importa”.

Bonnie si schiarì la gola, osservando con attenzione la sua agente. “ho una notizia da darti” annunciò, con voce seria. Incrociò le mani davanti alla bocca, abbassando lo sguardo.

“Ho deciso di non accettare la parte.”

Sarah emise uno sbuffo, dando un pugno sul tavolo. “ma perché? Le riprese si terranno nei dintorni di Edimburgo, a meno di un’ora di volo da qui…e non dureranno più di tre mesi…perché non…”

Sarah si bloccò di colpo, notando lo scintillio negli occhi della giovane attrice.

“Tu…” mormorò, umettandosi le labbra con la lingua “Tu mi stai prendendo in giro?”

Bonnie scoppiò a ridere, sollevando le mani come gesto di resa all’occhiata omicida della donna “Scusa, non ho resistito”. Estrasse il copione dalla borsa, aprendolo sul tavolo. “Beh…l’ho letto tutto d’un fiato. E’ una storia veramente bella, semplice, ma non banale.” Si strinse nelle spalle, sorseggiando un bicchiere d’acqua. “Mi piace”

Sarah scoppiò a ridere, chiamando una cameriera con un cenno della mano.

“Ti risparmierò il mio te l’avevo detto…”

“Grazie” rispose Bonnie, rilasciando lentamente il fiato.

La cameriera si avvicinò e prese le ordinazioni.

“Pensi tu a comunicarlo alla stampa?”chiese l’attrice, non appena la ragazza se ne fu andata.

Sarah fece un gesto stizzito. “Sì, ma non parliamo di questo. È il mio lavoro occuparmi delle cose noiose, dimmi …quello che m’interessa” ribattè la donna, sporgendosi sul tavolo e guardandola fisso.

Bonnie indietreggiò quasi inconsapevolmente. “C-che intendi dire?” mormorò con un filo di voce, avvertendo le guance avvampare.

Le labbra di Sarah si piegarono in un sorriso malizioso. “Oh andiamo! Ho visto la tua espressione quando il regista ti ha detto chi sarà il protagonista maschile…”

Bonnie smise di respirare per qualche istante. “Ma che vai a pensare!” sbottò, liquidando l’argomento un vago gesto della mano. “Non dire scemenze. Beh di sicuro sono contenta che ci sia anche Tom nel cast, ma soltanto perché ho già lavorato con lui in passato”

Bonnie si ritrovò a chiedersi se credeva veramente a quella storiellina che si era propinata. Era vero che voleva prendersi un periodo di riposo, ma era anche vero che la parte le piaceva molto. La sua decisione non aveva niente a che fare con Tom. Assolutamente!

“Già” disse, quasi stesse parlando più con sé stessa che con l’amica “Sono felice di rivederlo, ma solo come un amico qualsiasi!”

Sarah assunse un’espressione pensosa, imbronciando le labbra. “Chissà perché non ne sono molto convinta! Forse a causa di quell’episodio…”

Bonnie spalancò gli occhi, aggrappandosi al tavolo. “Ma cosa…oh accidenti a me! Ma perché te l’ho raccontato?”

“Perché era San Valentino, eravamo entrambe single e anche un po’ brille!” replicò Sarah, ridendo.

Bonnie si portò una forchettata di insalata alla bocca, scuotendo la testa. “Oh quella storia risale a un secolo fa! Non ci avevo nemmeno pensato! E poi eravamo entrambi solo dei ragazzi…”

“Vuoi dire che non è stato importante? Vuoi darmi a bere che non ci hai più pensato? O che non ci hai pensato quando il signor Anderson ha fatto il suo nome?”

Bonnie si morse nervosamente il labbro inferiore. Sarah aveva la strabiliante capacità di metterla in difficoltà. E di porle davanti la verità, benché a volte non fosse piacevole. Chinò di poco il capo, continuando a tormentarsi le mani in grembo.

“Non ho detto questo…” disse, con tono improvvisamente serio “è solo che…sono passati tanti anni ed è stata solamente una piccola parentesi. Non posso dire di non averci pensato…è un bel ricordo! Tutto qui. Non voglio attribuirgli più importanza di quella che ha in realtà. Capisci?”

Bonnie risollevò lo sguardo per posarlo sul viso dell’amica. “Avevo una cotta colossale per Tom, ma ero solo una ragazzina…ormai siamo entrambi adulti e le nostre vite hanno preso strade diverse fino a questo momento. Tutto qui”

Sarah si strinse nelle spalle. “Se lo dici tu…ma io non ne sono convinta. E se non mi terrai aggiornata continuamente non appena arrivi a Edimburgo ti strangolo!” concluse puntandola minacciosamente con la forchetta.

Bonnie alzò le mani in segna di resa. “Okay, okay! Prometto di telefonarti ogni sera e di raccontarti quello che succede”

“sarà meglio per te” ribadì la donna, aggredendo la mousse al cioccolato.

 

****

Le dispiaceva separarsi dalla sua gatta, anche se sapeva che la signora Jane ne avrebbe avuto la massima cura. Si diede una carezza alla testolina morbida, facendo un cenno al tassista per dirgli che sarebbe arrivata subito. L’uomo annuì, finendo di sistemare la sua voluminosa valigia nel bagagliaio.

“se succede qualcosa…” disse, rivolgendosi verso l’anziana signora.

“Ho tutti i tuoi recapiti, Bonnie. Non devi preoccuparti! Mi occuperò io di Milly e della casa…e tenterò anche di rimettere in sesto quel povero ficus che hai in salotto. Mi sembrava piuttosto malandato.”

Bonnie arrossì, spostando il peso del corpo da un piede all’altro. “Grazie! Beh cercherò di tornare il prima possibile! Arrivederci”. Depose un bacio sulla guancia raggrinzita della donna, dando un ultimo buffetto alla gatta, prima di incamminarsi per il vialetto. Si accomodò nel taxi e si voltò ancora una volta verso la signora Jane, che la salutava con Milly dalla staccionata della sua casetta.

Bonnie si chiese quando sarebbe riuscita a rivederle. La sua carriera di attrice l’aveva portata in giro per il mondo per molto tempo, cambiando continuamente alberghi, colleghi, città, lingue, fusi orari, ma era sempre tornata a quella piccola casetta, rifugiandosi nel suo calore accogliente. Anche dopo che Steve l’aveva lasciata…ma non voleva pensare a lui in quel momento.

Si appoggiò con la testa al finestrino e guardò il paesaggio mutare lentamente, finchè non riconobbe la strada che l’avrebbe condotta l’aeroporto.

 

Il volo era stato turbolento, malgrado fosse molto breve. Bonnie tirò giù la sua valigia dal nastro trasportatore, sistemandola sul carrello. Uscì dalla zona arrivi, guardandosi intorno spaesata. La produzione doveva mandare qualcuno a prenderla. O almeno così le avevano detto.

“Signorina Wright” disse una voce dal marcato accento scozzese.

Bonnie si voltò fino a incontrare due occhi scuri puntati su di lei. “Sono Mickey Johnson, l’aiuto regista. Sono venuto a prenderla”

Bonnie gli strinse la mano, mettendosi a posto la sciarpa che continuava a scivolare.

“Piacere” disse, cercando di mostrarsi gentile.

“Andato bene il volo?” chiese in tono sarcastico. Era impossibile che fosse stato un viaggio tranquillo con il temporale che imperversava.

Bonnie abbozzò un sorriso. “Insomma” rispose con poco entusiasmo.

Odiava volare con il maltempo, era stata e infreddolita, nonché molto affamata, ma non poteva di certo prendersela con quel povero ragazzo.

Lo seguì nel parcheggio, fino a una macchina scura.

Si sedette al posto del passeggero, mentre Mickey si metteva al volante.

“Non le dispiace?” chiese il ragazzo, indicando la radio. Bonnie scosse la testa, mentre lui accendeva l’autoradio, sintonizzandola su una canzone rock.

La chitarra elettrica riempì il veicolo di note ruggenti e Bonnie si chiese se il suo mal di testa potesse peggiorare ancora di molto.

Quando Mickey fece partire la macchina con un sobbalzo e uno stridore di freni, si accorse che il suo mal di testa poteva decisamente peggiorare.

 

Continua…

 

***

Ciao, come state? Allora che ve ne pare di questo capitolo? Spero che la storia si stia facendo interessante…nel prossimo capitolo dovrebbe arrivare Tom…

 

Volevo ringraziare tutti coloro che mi hanno lasciato una recensione! Mi hanno fatto veramente piacere!

Grazie a Goten, Dom (grazie per recensirmi sempre e per dirmi sempre cose carine ^_^) , Anime (anche se la storia non ti è piaciuta! ^_^), anonima, Sara.themyth!, Mika (sei un tesoro!), Earendil (grazie infinite! Le tue parole mi hanno fatto veramente piacere! Sei molto gentile! Grazie), Miki84, Lori, Malora ed Erin

Grazie infinite!

Un bacione

Willow

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Capitolo 3  Una lunga dormita e

Capitolo 3

Una lunga dormita e una doccia rilassante avevano avuto il potere di rigenerarla, cancellando la stanchezza del viaggio. Non appena uscì dal bagno, tamponandosi i capelli rossi con un asciugamano, Bonnie accese la televisione. La previsioni del tempo preannunciavano pioggia sui dintorni di Edimburgo per i prossimi tre giorni.
"Perfetto" mormorò mettendo sul fuoco il bollitore. La produzione le aveva assegnato una casetta graziosa a non più di dieci minuti di macchina dal set. Odiava stare in albergo, trovava le stanze tutte uguali, fredde, impersonali, asettiche, così aveva rinunciato a una parte di cachet per poter avere un'abitazione tutta sua, anche se per pochi mesi. Salvo imprevisti Sarah le aveva detto che le riprese si sarebbero concluse al massimo a maggio e il film sarebbe stato lanciato all'inizio dell'autunno.
"e poi vacanza" sospirò Bonnie, appoggiandosi con la schiena contro al mobiletto, quando il suono del campanello la fece trasalire. Controllò l'orologio e si accorse che mancavano venti minuti alle 9. Mickey, l'aiuto regista, le aveva detto che il giorno seguente, qualcuno sarebbe passato a prenderla per le 9:30 per portarla agli studi.
Con una scrollata di spalle, si diresse alla porta e l'aprì. Per un lungo, lunghissimo istante Bonnie credette di poter più respirare per il resto della sua vita. Era come se i polmoni le si fossero ghiacciati nel petto: di fronte a lei, con addosso un giaccone sportivo e in mano un sacchetto c'era Tom.
"Ciao" le disse, piegando le labbra in un sorriso. "Brioche calde per darti in benvenuto"
"Tom" mormorò Bonnie, arretrando di un passo per farlo entrare. Finalmente aveva ripreso a respirare in modo normale, sebbene avvertisse le sue guance bruciare. Indossava semplicemente un paio di pantaloni della tuta e una felpa larga e sformata, di certo non un abbigliamento elegante, ma il ragazzo parve non badarvi affatto. "che pensiero carino…non dovevi disturbarti" aggiunse Bonnie, sentendo il buon profumo che proveniva dal sacchetto.
Lui rise, passandosi una mano tra i capelli un po' umidi. La nebbia era così densa da condensarsi sui vestiti e sulla pelle in minuscole gocce d'acqua.
"Figurati! Il mio albergo è poco più avanti e devo fare questa strada per andare agli studi. Ho pensato di passare a salutarti e di fare colazione con te. Poi possiamo andare insieme"
Bonnie sorrise, prendendo il sacchetto che lui le porgeva. "certo, ma doveva passare a prendermi qualcuno e non so se…"
"Ah non preoccuparti! Ho già avvertito io che saresti venuta con me" la rassicurò il ragazzo seguendola in cucina.
Bonnie adocchiò con occhio critico il salotto e la cucina. Non avevano un aspetto ordinato, con la valigia vuota ancora abbandonata da una parte, il cappotto sul divano e le scarpe che la sera precedente non si era curata di mettere a posto.
"E' un po' in disordine" si scusò, togliendosi una ciocca di capelli dalla fronte in modo impacciato.
Tom sorrise ancora, facendo un vago gesto con la mano come a voler accantonare l'argomento, mentre si accomodava su una delle sedie della cucina.
Bonnie prese due tazze e le posò sul tavolo, mettendo le brioche sul un piattino. "Allora" disse, versando il the "Come ti sembra l'ambiente di lavoro?"
Tom scrollò le spalle. "Il regista è okay. Ho già lavorato con lui, lascia molto spazio all'improvvisazione e a impostare il personaggio in modo da sentirlo più…tuo. E' molto bravo." Afferrò la tazza e se la portò alle labbra con un gesto fluido. Bevve brevemente facendo una smorfia perché la bevanda era troppo calda. "E' solito instaurare un clima piuttosto informale, ci si chiama per nome…meglio così no?"
Bonnie annuì, tenendo la tazza con entrambe le mani. Il primo giorno sul set era un po' come il primo giorno di scuola, era felice che ci fosse qualcuno che conoscesse così bene con lei. si era aspettata che il primo incontro con Tom fosse più…freddo, distaccato, non è facile ricucire i rapporti di amicizia dopo che ci si è persi di vista, ma lui sembrava così sicuro, aperto…sembrava semplicemente Tom, così come lo ricordava. Socchiuse gli occhi, emettendo un sospiro.
"Non credevo che avresti accettato". Le parole del ragazzo la strapparono dai suoi pensieri. Corrugò le sopracciglia in un'espressione interrogativa.
"Mi avevano detto che volevi prenderti una pausa" spiegò, finendo il suo the.
"In effetti è vero, ma una volta letto il copione me ne sono innamorata! E' una storia bellissima, anche se un film romantico la trama non è affatto banale e il mio personaggi mi piace" rispose lei, riponendo le tazze nel lavello.
"meglio di Ginny Weasley?" la punzecchiò, continuando a sorridere.
Bonnie roteò gli occhi, sbuffando. "Ah basta! Non voglio più sentir parlare di Ginny! Le ho voluto bene, mi ha portato tanta fortuna ma credo che sette film siano sufficienti! Non sopporto quando ancora adesso mi riconoscono per strada e mi chiamano Ginny invece che Bonnie" replicò, gesticolando.
Tom alzò le mani in segno di resa. "Okay, stavo solo scherzando"
"sarà meglio per te…Draco!" rispose lei, arcuando le labbra sottili in un sorriso malizioso.
"Touchè" esclamò Tom, senza smettere di sorridere.
"Vado a prepararmi, altrimenti rischiamo di fare tardi" disse, uscendo dalla cucina e dirigendosi verso la sua stanza a grandi passi.
"Okay Ginny" le urlò dietro Tom, ridendo. Lei si voltò facendogli una pernacchia, prima di chiudere la porta della sua camera. Si appoggiò contro il pannello di legno, inspirando profondamente. Non sapeva perché aveva avuto un po' di paura di rivederlo, era…Tom, il solito e caro Tom Felton. Dandosi mentalmente della stupida, si cambiò rapidamente indossando un paio di jeans e un maglione. Sapeva che come prima cosa sarebbe dovuta andare dalle costumiste e dalle truccatrici, sebbene per quel giorno non fossero previste riprese, perciò un abbigliamento comodo le sembrava la soluzione idea. Si truccò solo lievemente e tornò nel salotto, trovando il ragazzo in piedi davanti al caminetto. Stava guardando una foto.
"E' una specie di rito" disse Bonnie, avvicinandosi. "Ogni volta che inizio un nuovo lavoro la porto con me e la posiziono in un posto dove posso vederla"
La foto ritraeva lei gran parte del cast dell'ultimo film di Harry Potter. Era stata staccata davanti al castello che era stato usato per Hogwarts l'ultimo giorno di riprese. I ragazzi avevano tutti indosso la divisa della scuola.
"E' una bella foto" ammise Tom, con aria assorta.
"lo è" confermò Bonnie, avvertendo un nodo stringerle lo stomaco. A volte le mancavano i vecchi colleghi. Erano cresciuti insieme, affrontando una vita a volte opprimente. Gli scatti dei fotografi, il dover tralasciare la scuola e gli amici di sempre, per un sogno…il sogno di essere attori. A volte pensava che Daniel, Emma, Rupert e Tom fossero gli unici in grado di capire il periodo tormentato e frenetico della sua adolescenza. Per lungo tempo aveva pensato che fossero stati gli amici migliori che avesse potuto desiderare. La notorietà le aveva dato molto, ma le aveva sottratto molto.
Inalò una boccata d'aria e si sforzò di sorridere.
"Andiamo?"
Tom rispose con un cenno del capo e la precedette fuori di casa. Bonnie non ebbe difficoltà nel capire quale fosse la sua auto tra le tante parcheggiate lungo il marciapiede.
"Vedo che l'amore per le BMW non è ancora passato" commentò stringendosi nel lungo cappotto scuro. Se Londra era fredda, Edimburgo era gelida. L'umidità e il freddo penetravano nelle ossa, insinuandosi anche sotto al più caldo degli indumenti.
Tom sorrise, facendo scattare l'apertura delle portiere. "E vedo che tu conosci ancora bene i miei gusti" rispose, mettendosi alla guida. Bonnie si sedette al suo fianco, sfilandosi la borsa dalla spalla e appoggiandola sulle gambe.
Non appena avviò il motore l'autoradio si accese. "Sì, mi ricordo ancora bene i tuoi gusti…anche musicali! E sono felice che si discostino da quelli di Daniel. Non credo di poter reggere i Sex Pistols di prima mattina"
Il viaggio fu piuttosto breve. Gli studi erano stati costruiti da poco e si componevano di quattro capannoni dipinti di grigio, grandi come campi d calcio, collegati tra loro da passaggi coperti da pensiline. Tom parcheggiò a lato del primo, poco distante dal portone principale.
"Nervosa?" le sussurrò all'orecchio, aprendo la porta.
Bonnie non ebbe il tempo di rispondere, perché Mickey, il ragazzo che aveva incontrato la sera precedente in aeroporto le si era avvicinato a grandi passi.
"Ben arrivati" li accolse, facendo loro segno di seguirlo. Il signor Anderson, il regista, stava dirigendo gli scenografi. Era vestito in maniera più casual rispetto a quando Bonnie lo aveva incontrato per la prima volta al ristorante.
"George, sono arrivati"
L'uomo si voltò verso di loro sorridendo. "Signorina Wright" le disse, stringendole la mano calorosamente "Benvenuta, che piacere rivederla"
"Piacere mio" rispose Bonnie con sincerità.
"Spero che Tom le abbia già spiegato che di solito preferisco un clima informale…le dispiace se la chiamo Bonnie?"
L'attrice scosse la testa, non potendosi impedire di guardarsi intorno. Quello sembrava il set di una cucina. Le pareti erano dipinte di un caldo color crema con disegnati dei fiori rosa e bianchi. Aveva un aspetto…confortevole e accogliente, malgrado i set siano spesso asettici e impersonali.
"Un attimo di attenzione, è appena arrivata la nostra protagonista" esclamò il regista, battendo le mani per richiamare l'attenzione dei presenti. Bonnie sorrise, facendo un lieve saluto con la mano, lasciando scorrere lo sguardo sugli scenografi, i tecnici del suono e i cameraman. "E con lei siamo al completo. Mi aspetto serietà e impegno…e di non cominciare il nostro primo effettivo giorno di lavoro con una ramanzina, perciò potete tornare alle vostre faccende"
Se aveva provato una simpatia istintiva dopo quelle parole e il sorriso che le aveva accompagnate, Bonnie non poté che rafforzare la sua convinzione. Il modo di fare schietto e sincero del regista le piaceva moltissimo.
"Ti presento Margareth" continuò l'uomo, introducendo una signora di mezza età con i capelli biondi, lunghi fino alle spalle "è la nostra costumista. Ti affido alle sue cure e poi Claire, la nostra truccatrice, ti verrà a prendere. I set, come vedi, necessitano ancora di qualche ritocco, domani iniziamo a provare, ma solo qualche scena, tanto per scaldarci, okay?"
"Perfetto" rispose Bonnie, stringendosi nelle spalle.
"Sei hai qualche domanda non esitare a chiamare me o Mickey. Tom, avrei bisogno di te per una prova video"
"da questa pare, cara" la chiamò la costumista, precedendola verso i camerini.
Bonnie si girò verso Tom, che stava già seguendo il regista, facendogli segno che si sarebbero visti più tardi. Lui le sorrise, formando un'o con l'indice e il pollice.
"Credo di aver fatto bene ad accettare la parte" pensò Bonnie, sorridendo un'ultima volta alla schiena dell'amico che si stava allontanando in direzione opposta rispetto alla sua.

Dopo aver provato decine e decine di diversi capi di vestiario e diverse soluzioni di trucco, Bonnie fu libera di poter tornare a casa. George le aveva detto che voleva dare a Kelly, la protagonista, un'aria vivace e semplice, perciò erano stati scelti vestiti molto casual e un trucco leggero, che sapesse far risaltare l'azzurro intenso dei suoi occhi. Bonnie non poteva chiedere nulla di meglio, visto che quello stile si avvicinava molto al suo.
"hai finito?"
La voce di Tom la fece sobbalzare. "Sì" rispose, sistemandosi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
"anch'io! Dai ti riaccompagno, intanto sto tornando in albergo. Hanno una piscina coperta fantastica. Non vedo l'ora di fare una nuotata"
Bonnie arcuò un sopracciglio. "io non vedo l'ora di mettere a posto i miei vestiti. Metà sono ancora in valigia e metà devono arrivarmi via corriere questo pomeriggio"
Tom scoppiò a ridere, percependo la sottile ironia nella sua affermazione. Si fermò voltandosi verso di lei e ficcandosi le mani nelle tasche della giacca.
"Perché dopo questo pomeriggio denso di divertimento non vieni a cena con me? Offro io!"
Bonnie lo fissò per un istante, prima di sorridere. "Certo! Così puoi raccontarmi cosa hai fatto di bello in questi mesi e possiamo lasciarci andare ai ricordi!" rispose raggiante.
"Affare fatto!" concluse lui, salendo in macchina e mettendo in moto.


Continua…


Scusate se non ho aggiornato prestissimo, ma in questo periodo sono un po' in crisi d'ispirazione! Comunque spero che la storia vi piaccia! Finalmente è arrivato Tom e ha anche invitato Bonnie a cena…chissà cosa combineranno…

Volevo ringraziare tutti coloro che hanno recensito la storia!
Sara.themyth: beh per sapere cosa è successo tra loro mentre giravano Harry Potter ci vorrà ancora un pochino! Non credo che ve lo lascerò scoprire già nel prossimo capitolo…ma non si sa mai!
Erin: scusa se ci ho messo un po' ad aggiornare. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! ^_^
Earendil : grazie, non ho parole per dirti quanto le tue recensioni mi facciano piacere! Sei gentilissima! Grazie! Spero che la storia si faccia ancora più interessante e che non ti deluda ^_^
Anonima: beh Tom è arrivato! Credo che sia molto simpatico come persona e ho cercato di renderlo simpatico anche nella mia storia, anche se non lo conosco!
Miki84: mah…si scoprirà tra un po' cosa è successo tra loro due! Non mi sbilancio troppo! Sono contenta che la storia ti piaccia ^_^
Oryenh : Tom per nostra immensa gioia è arrivato! Sono contenta che tu abbia scoperto la mia…storia ^_^ ! spero che continui a piacerti! Grazie per avermi scoperta!

Un abbraccio a tutti!
Willow



 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=27653