Welcom to Hogwarts -ISCRIZIONI CHIUSE-

di crazygurl91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Iscrizzioni ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 (prima parte) ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 (seconda parte) ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 22 ***



Capitolo 1
*** Iscrizzioni ***


Benvenuti nella mia primissima Fanfiction interattiva!

 

Le regole sono semplici...dovete creare il vostro personaggio e inviarmelo attraverso messaggio privato e riconfermarmi la vostra presenza tramite una recensione.

Se volete che il vostro personaggio abbia una love story con qualcuno della NG potete farlo, tranne per Scorpius, Rose e Fred II.

Per altre informazioni chiedete pure ^^.

 

Nome (ed eventuale sopranome):

Cognome:

Data di Nascità:

Anno accademico:

Casa:

Patronus

Bacchetta:

Animale:

Materia Preferita:

Materia Odiata:

Ruolo (prefetto, caposcuola, quidditch)

Famiglia:

Aspetto Fisico:

Carattere:

Amici:

Situazione sentimentale:

Stato: (nata babbana, mezzosangue, puro sangue)

Curiosità:

Paure:

 

 

Ruoli:

 

Prefetti quinto anno:

Grifondoro

Rose Weasley

libero

Corvonero

libero

libero

Serpeverde

libero

libero

Tassorosso

libero

libero

 

Prefetti sesto anno:

Grifondoro

libero

libero

Corvonero

libero

libero

Serpeverde

libero

libero

Tassorosso

libero

libero

 

Capiscuola: libero, libero

 

Quidditch:

 

Grifondoro

Portiere: Hugo Weasley

Cercatore Lily Luna Potter

Cacciatore1: James Sirius Potter (capitano)

Cacciatore 2: Fred II Weasley

Cacciatore 3: libero

Battitore 1:libero

Battitore2: libero

 

Corvonero:

Portiere: Roxanne Weasley

Cercatore: libero

Cacciatore1: libero

Cacciatore 2: libero

Cacciatore 3: libero

Battitore 1: Lysandre Scamandro

Battitore2: Lorcan Scamandro

 

Serpeverde

Portiere: libero

Cercatore: Albus Severus Potter (capitano)

Cacciatore 1: Scorpius Malfoy

Cacciatore 2: libero

Cacciatore 3: libero

Battitore 1: libero

Battitore 2: libero

Tassorosso Portiere:libero Cercatore: libero Cacciatore 1: libero Cacciatore 2: libero Cacciatore 3: libero Battitore: Frank Paciock Battitore 2: libero

 

 

Credo che con questo sia tutto...AH! no...le iscrizioni saranno aperte per tutto Agosto...se magari raggiungiamo prima il massimo di 20 iscritti, logicamente si chiude prima.

E con questo è per davvero tutto.

Un bacio.

Vero

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 (prima parte) ***


Capitolo 1

In Viaggio (parte 1)

 

 

Ormai l'Hogwarts Esprex aveva lasciato, da piùdi mezzora, la stazione di Londra, gettandosi alle spalle i saluti e le lacrime dei genitori che vedevano i loro figli partire per una nuova avventura, perchè questa era la Scuola di Magia e Stregoneria, un'avventura.

Questo Erika Gray lo sapeva bene; con i suoi intensi occhi verdi guardava quel paesaggio che, ormai, conosceva da sei anni, ma non si stancava mai di guardare.

<< Pensierosa Gray? >>

La ragazza si volto verso la voce, una voce calda e soave, l'unica voce che la faceva sulsultare e perdere la sua integrita di serpe.

Albus Severus Potter. Più piccolo di lei di un anno, ma già cosi maturo da sembrare molto più vecchio di un quindicenne. All'inizio l'aveva sempre visto come un ragazzino vizziato, popolare solo grazie ai meriti del padre, ma con il passare del tempo si era dimostrato diverso e, senza che se ne potesse acorgere, si era ritrovata innamorata di lui.

<< Al lascia stare la Gray, che tanto quella è persa nel suo regno delle fate, e pensiamo ad una nuova strategia per il Quiddtch >>

A parlare era stato Nicholas Manos, battitore di Serpeverde, dello stesso anno di Albus, ed era fin troppo arzilo per i gusti di Erika. Era uno di que ragazzi che cambiavano ragazza con la stessa frequenza con cui, una persona normale, ci si cambiava i calzini; ma era anche un tipo determinato e, per quanto gli costava ametterlo, era un ottimo elemento per la squadra.

<< Nico è vero che le labbra di Dominque sono morbide come sembrano? Oh, scusa. Dimenticavo che quella nemmeno ti vede >>

Erika sfoggio un ghigno di soddisfazione nel vedere il ragazzo arrossire per la rabbia: lui era un playboy incallito, con quei suoi capelli corvini, tenuti legati da un lacetto di cuoio, gli occhi talmente verdi da essere magnetici e con quel sorriso limpido, faceva cadere ai suoi piedi ogni ragazza della scuola, persino alcune professoresse non resistevano al suo fascino. Tranne la Weasley bionda, e questo lo faceva impazzire.

<< Prima o poi cedera anche lei, è impossibile resistermi >>

<< Potreste evitare di parlare di Dominique? Vi ricordo che è mia cugina >>

<< Visto che è tua cugina potresti darmi una mano a rimorchiarla? Giusto Alino? >>

<< Primo io a te non ti affiderei nemmeno un cane, figuriamoci una mia parente. Secondo, chiamami di nuovo Alino e giuro che ti uccido >>

<< Daccordo...Alino! >>

Erika si porto una mano alla fronte, Nico era un provocatore nato...una vera serpe in pratica.

Albus si getto su di lui, cercando di portare a termine la sua minaccia, ma lo scompartimento si apri di botto rivelando quattro figure: due ragazzi e due ragazze.

<< Bhe! Fate una rissa e nemmeno mi chiamate? Bei amici che ho >>

Il primo a parlare era Scorpius Malfoy, il principe indiscusso delle serpi: era il secondo miglior studente di tutta la scuola, prefetto, capitano e cacciatore della squadra della sua Casa, senza contare che era schifosamente ricco, in poche parole era lo scapolo d'oro di Hogwarts.

<< Vedete di fare poco casino deficente e fateci posto. Il treno è pieno >>

E poi c'era Jonathan Foster. Era al suo ultimo anno, portiere di Serpeverde ed era il classico bello e dannato: capelli castano chiaro e occhi talmente azzurri che sembravano fatti dello stesso cielo, ma con un carattere che faceva a pugni con la sua faccia da bravo ragazzo.

<< Scorp! Guarda io e Alino abbiamo improvvisato sta scazzotata all'ultimo secondo, se no tranquillo che eri dei nostri. Jonathan mi fa piacere che sei rimasto il solito stronzo. Ma prego acomodatevi, soprattutto voi due signorine. Venite vicino a me >>

<< Quando ti metterai in testa che sono lesbica! Eh Manos? >>

Adelaide Selene Brokengrass, era la compagna di stanza di Erika, non che sua migliore amica, anche lei giocava a quidditch, battitore come Nico e, per la sfortuna di molti ragazzi, era una vera bellezza: lunghi capelli di un intenso rosso ramato e gli occhi di ghiaccio, ma in quello destro si potevano notare una tonalità di verde e in quello sinistro di azzurro.

<< Mai! Sono sempre più dell'idea che una bella ragazza come te non dovrebbe essere gay. Insomma è un reato >>

<< Lascialo perdere Adelaide. È un idiota, come sempre >>

<< Ed è molto bello scoprire che anche tu non sei cambiata Ally, se sempre la principessa di ghiaccio >>

Alison Ilybs, era l'unica in quello scompartimento a non far parte della squadra, ma era diventata Caposcuola e sfoggiava la sua spilla con orgoglio, sembrava che avesse vinto il mondiale di quidditch da sola. Era molto bella anche lei, non esisteva ad Hogwarts che non si fosse girato ad ammirare quei suoi setosi capelli neri, o ad essere amaliato da quegli occhi grigi, peccato che aveva un caratterino degno di una serpe purosangue.

<< Ehi ciao ragazzi! Albus, non è che hai visto tua cugnia Roxanne? >>

L'ultimo arricato era Francisco Suarez, anche lui Sepeverde, ede era il ragazzo più strano della scuola: con quei suoi capelli rossi, decorati da una piccola ciocca bianca e azzurra sul lato sinistro, per onorare le sue origini argentine, e con quei occhi gridio perla, quasi da sembrare trasparenti, che adesso stavano assumendo una strana sfumatura rosa.

<< No Fra, non l'ho vista, ma non dovrebbe essere con tua sorella? Insomma dono amiche >>

<< Comunque sia, hai davvero un pessimo gusto per le donne Suarez. Ma infondo sei solo un mezzosangue >>

Erika squadrò Ally, tutti sapevano che lei e Roxanne si odiavano a morte, tanto che alla fine dell'anno scorso avevano generato una rissa violenta, ma nessuno sapeva la ragione di cosi tanto odio.

<< Ally, per favore, non comiciare >>

<< Tranquilla Erika, so diffendermi da solo. Alison, è vero sono un mezzosangue e forse avro pessimo gusto in fatto con le donne, ma almeno non sono una strega acida e rinsecchita come te. Addio >>

Francisco corse a gambe levate, lasciando i suoi amici a bloccare un Aliso infuriata, con tanto di bacchetta sulle mani.

 

 

 

--------§--------

 

 

 

<< Lola, che devo fare? Io quella serpe don diovanni, non la sopporto più! >>

Dominique Weasley, si disperava con la sua migliore amica, Aurora Dray, che assieme a lei condivideva la sfortuna di avere sangue veela, solo che Lola lo era per metà, a differenza del ottavo di Dominique.

Aurora si mise le mani tra i folti ricci marroni, mentre i suoi occhi verdi scrutavano l'amica: Nicholas Manos era ritornato all'attacco.

<< Io non capisco dove sia il problema sorellina. Nico non è poi cosi male e... >>

Luis, fratello gemello di Dominque, non pote finire la frase che si ritrovo lo sguardo omicida della Dray su di lui. Lei non era una che si arrabbiava facilmente, ma su certi argomenti era molto sensibile e lui aveva appena messo un piede in una mina, pronta ad esplodere.

<< Tua sorella è tormentata da un ragazzo e tu chiedo quale sia il problema? Ma sei scemo per caso? >>

<< No ecco...io...quello che volevo dire...Luke, Lorcan, Lysandre datemi una mano >>

Luis guardava i suoi tre migliori amici disperato, ma Luke Cannon, con la sua chioma perennemente spettinata, di color biondo scuro, e i suoi penetranti occhi neri, nascosti da un paio di occhiali da lettura, era intento a leggere un libro.

<< Scusa amico, ma non so come ti potrei aiutare >>

Mentre i gemelli Scamandro stavano passando il loro tempo scambiandosi le figurine delle CiccoRane.

<< Noi non siamo cosi matti da metterci contro un veela incavolata >>

<< Tu ti sei messo nei guai, e tu ti ci togli >>

Non trovando aiuto nei suoi amici e compagni di stanza, Luis opto per una coraggiosa e virile ritirata.

<< Cavolo è un po che non vedo Lizzie. Io vado da lei. Ciao! >>

<< Torna subbito qui! Brutto vigliacco di un Weasley! >>

Lola avrebbe tanto voluto dirle quattro a Luis, anche lui aveva sangue di veela, ma era un ragazzo, quindi non poteva capire la frustazione di non sapere se piacevi ad un ragazzo per le tue qualità o perchè era costretto. Sul serio avvolte lei desiderava essere una ragazza normale, adirittura brutta, ma almeno cosi avrebbe sapute se le persone con lei erano sincere o no.

<< Dai Lola lascialo perdere, è pur sempre mio fratello >>

<< Ed è uno sciocco, un bravo ragazzo, ma sciocco >>

Lola sorrise al affermazione di Luke, lui era uno dei pochi ragazzi che poteva considerare un amico, un vero amico.

<< Ciao ragazzi. Ho visto Luis darsela a gambe, è successo qualcosa? >>

Nello scompartimento era appena entrata una ragazza, il suo nome era Fray Collins, anche lei Corvonero ma del sesto anno ed era una ragazza minuta, con una massa di capelli impressionante, scurissimi ed enormi occhi azzurri. Con una costante espessione imbrocciata, proprio come adesso.

<< Ma niente, Luis si è scontrata con la furia della nostra tenera Lola e ha perso. Tu invece, hai una faccia! È successo qualcosa? >>

<< Fatti gli affari tuoi Lorcan, la mia faccia è normalissima >>

Luke e Lysandre si guardarono sorridendo. Il povero Lorcan aveva appena comesso lo stesso errore che aveva fatto Luis un attimo fa, ed una cosa era certa.

Ci sarebbe stato da divertirsi.

 

 

 

 

Note dell'Autrice: Non riesco a crederci, ci sono riuscita dopo due mesi che ho pubblicato il modulo d'iscrizione. Pultroppo sono in piena sezzione d'esame e chi fa l'univerità sa quanto tempo e fatica costa...quindi i aggiornero la storia ogni volta che potrò.

Mi sono arrivati moltissimi personaggi, ma pultroppo potevo gestirli una ventina e basta, nella seconda parte mettero gli alrti personaggi.

Un bacio.

Vero

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 1 (seconda parte) ***


Capitolo 1

In Viaggio (parte 2)

 

 

 

<< Non dico che è strano che ti piaccia un ragazzo, ma tra tutti gli esseri viventi di sesso maschile che esistono, ti dovevi innamorare proprio di Nott? Anche tu la pensi come me, vero Rose? >>

Rose Weasley, guardava le sue due compagne di stanza, non che migliori amiche, discutere tra di loro. Shailene Red aveva confessato a lei e a Francisca Suarez di essersi presa una bella cotta per Jason Nott, Serpeverde dell'ultimo anno. Lene, essendo figlia addottiva della famiglia Malfoy, conosceva da molti anno il giovane rampollo d casa Nott, ma quel estate era scattato qualcosa di diverso dentro di lei e, prima che potesse capire cosa le stava succedendo, per il suo cuore non c'era stato più scampo.

Rose sorrise solo al ricordo degli enormi occhi verdi dell'amica, che si erano illuminati appena aveva confessato quel sentimento, mentre si contorceva una lunga ciocca castana tra le dita.

Fran, invece, aveva avuto una reazione un po troppo esagerata, anche se il suo adorata fratello gemello era stato smistato nella casa vedre e argento, non poteva proprio vedere quella serpe di Nott.

Spazientita si sciolse le lunghe trecce rosse, per poi farsi subbito una coda alta, lasciando la ciocca bianca e azzurra, fatta in onore della sua seconda terra, libera. Mentre i suoi occhi grigio perla scrutavano l'amica, tingendosi di una minacciosa sfumatura nera.

<< E dai Fran, non è poi cosi male. Ha molte qualità nascoste. E poi parli tu? Tu che, da quando ti conosco, vuoi diventare amica della "Regina delle Serpi Mancata"? >>

Come se Lene l'avesse invocata, fece la sua comparsa Rhydian Harvey, o meglio conosciuta come "Regina delle Serpi Mancata" perchè era insopportabile, arrogante, ostile, acida e molto sgarbata, ma per qualche strana ragione era una Grifondoro.

Sentendo gli occhi delle tre ragazze si fermo a guardarle, squadrandole una per una con i suoi occhi rossi. Non trovando nessuna spiegazione al loro interesse, la sedicenne sbuffo passandosi una mano tra i capelli rossi, con mille sfumature d'orate, da sembrare fatti del fuoco stesso.

<< Se non avete niente da dirmi, allora potete anche smetterla di fissarmi come tre dementi, mi date fastidio >>

E proprio come era comparsa, se ne ando, andando alla ricerca di un vagone vuoto.

<< Visto! È la persona peggiore che ho mai conosciuto, e io vivo insieme a Lucius Malfoy >>

Fran fece spallucce. Da quando aveva visto per la prima volta Rhydian, la ragazza aveva subbito capito che non era come voleva sembrare, sentiva che in realtà c'era qualcosa che la spingeva a comportarsi in quel modo, qualcosa che la spaventava a morte. Ma non poteva dirlo alle sue amiche, voleva che fosse la Harvey a svuotare il sacco.

<< Quello si chiama essere toste >>

<< Andiamo Fran! Lene ha raggione. Certo Rhydian è un tipo molto forte, ma è anche molto prepotente >>

Fran stava per ribbattere, quando la porta dello scompartimento si apri di colpo, rivelando la testa rossa di Fra, fratello gemello di Fran.

<< Ehi sorellina! Dolce fanciulle, diventate ogni giorno più belle >>

<< Fra, piantala di fare il cascamorto con le mie amiche. Tu non eri innamorato di Roxanne? >>

<< E lo sono ancora, solo che mi piace essere gentile con tutte le ragazze del mondo. Approposito di Roxy, l'hai vista? >>

<< Si. Sta nello stesso scompartimento di Frank >>

Il gemello storse la bocca nel sentire udire quel nome. Frank Paciok, ultimo anno, capitano di Tassorosso, fidanzato con sua sorella da quasi un anno e lui non lo sopportava. Era uno sciocco narcisista, che andava in giro con un iritante sorriso smagliante, che gli trasmetteva una voglia matta di molargli un pugno. Francisca era la sua adorata sorellina, avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, si meritava solo il meglio, è il meglio non era Frank.

<< Ancora stai con quell'idiota? >>

<< Si, e l'idiota ha un nome. Dai ti acompagno dalla tua amata, gelosone. Ragazze ci vediamo dopo. >>

Fran salutò le sue amiche e, con un sorriso furbetto, sali sulle spalle del fratello. Lene, nel guardarli cosi unitì, non riusci a non provare una fitta allo stomaco. I Malfoy erano fantastici con lei, non poteva desiderare una famiglia migliore di quella, ma gli mancava la sua vera famiglia. Rose, come se le avesse letto il pensiero, l'abbraccio forte.

 

 

 

A tre scompartimenti più in la ce ne era uno composto da tre ragazzi e tre ragazze, sei persone e tre coppie. La prima coppia era composta da una ragazza dai lunghi capelli castani, lisci come la seta e con due profondi occhi viola, ed era agrappata al braccio del suo fidanzato: un ragazzo alto, dai capelli biondi e bellissimi occhi color acquamarina. Si chiamavano Alexis Montella e Akira Nanhase, entrambi Grifondoro, ed erano una delle coppie più adorabbili e tenere di tutta Hogwarts. Si erano conosciuti grazie ai loro fratelli gemelli, ed era stato subbito amore, il classico colpo di fulmine, ormai stavano insieme da cinque anni.

Insieme a loro c'erano Charlie Taylor, una ragazza dai capelli lunghi fino a metà schiena, ricci e color cioccolato, proprio come il colore dei suoi occhi. Giocava come cacciotore nella squadra di Grifondoro, ed era la fanciulla più invidiata perchè era ormai da due anni era fidanzata con James Sirius Potter, il primo genito del famoso Harry Potter. Accanto a loro c'era suo fratello gemello della ragazza e amico di James, Zack Taylor, era la fotocopia maschile della sorella: alto, dalla muscolatura ben definito a causa degli alenamenti di battitori, capelli color cioccolato e occhi svegli dello stesso colore, assieme alla sua fidanzata Giuly Mason, una ragazza bassina, dal viso dolce, con enormi occhi verdi, messi ancora in risalto da i lunghi capelli neri come la pece. Entrambi di grifondoro e del sesto anno.

<< Cosa avete fatto quest'estate? Io e Akira abbiamo passato un romantico week-end in Italia, Venezia per la precisione >>

<< Bello! Io e Jamie, invece, non siamo andati troppo lontani, ma abbiamo passato una bella settimana in Irlanda >>

<< Che teneri! Zack tu perchè non mi porti da nessuna parte? >>

<< Ma che dici Giuly? Ti ho portato a vedere i campionati di Quidditch >>

Giuly scosse la testa; amava Zack, se ne era innamorata dal primo momento che l'aveva visto e aveva sopportato ben cinque anni di amore non corrisposto, prima che lei ai suoi occhi passo dall'essere l'amichetta della mia sorellina a ragazza. Taylor era un ragazzo coragioso, divertente, simpatico e imprudente, molto imprudente, ma no! Non era un tipo romantico.

<< Cavolo fratellino, ma devo insegnartelo io come comportarti con la tua ragazza. Davvero Giuly si puo sapere che ci vedi in lui? >>

<< James si puo sapere come diavolo la sopporti. È insopportabile >>

Charlie in tutta risposta mollo un calcio al fratello, ma Zack fu troppo veloce e lo evito faccendo la linguaccia alla sorella.

<< Ragazzi, calmativi >>

Akira era un ragazzo dal carattere tranquillo, pacato e essendo amico di entrambi i fratelli Taylor, conosceva fin troppo le scaramucce dei due gemelli, e sapeva che da uno scherzo arrivavano a litigare.

In quel momento fece la sua comparso Fred II Weasley, cugino e migliore amico di James e cacciatore di Grifondoro, ed era un vero genio degli scherzi, proprio come sua sorella Roxanne.

<< Ciao ragazzi. James, Zach potete venire ho in mente un nuovo scherzo e mi serve il vostro aiuto >>

Gli occhi di James s'illuminarono al solo sentire la parola scherzo.

<< Chi è la vittima? >>

<< Un certo slavato di Serpeverde >>

<< Malfoy? Ovvio che ci sto. Tu Zach? >>

<< E me lo chiedi pure. Andiamo >>

Senza lasciare il tempo alle loro fidanzate di replicare, i due giovani gli rubarono un dolce bacio per poi filarsela fuori assieme a Weasley. Charlie e Giuly si guardarono ormai rassegnate, sapevano benissimo che molto presto avrebbero cominciato a scordarsi i romantici appuntamenti davanti al cammino o cenette da film nella Stanza delle Necesità, perchè quei due avrebbero passato l'intero anno in punizione.

Alixon e Akira rissero nel vedere le due amiche e, con uno sguardo d'intesa, si misero al loro fianco consolandole.

 

 

 

<< Ti prego, ti scongiuro, ho bisogno del tuo aiuto. Siamo amiche no? >>

Catherine Tucker stava supplicando la sua migliore amica Sheyreen Kelly, entrambe avevano quindici anni ma appartenevano in Case diverse; Shey era una fiera Grifondoro e Catherine era una Tassa, ma entrambe avevano un carattere vivace e solare.

<< E dai tu non sei il tipo che lascia nei guai una amica, fammi copiare la tua relazioni di Artimanzia, sai che sono una frana >>

Shey guardava l'amica con i suoi occhi verdi mentre giocava con i suoi boccoli neri, adorava Catherine, era una delle sue migliori amiche, ma avvolte tendeva a chiedere fin troppo aiuto al livello scolastico.

<< E pensi che io invece sono un genio? E poi sei indietro perchè quest'estate hai passato maggior parte del tuo tempo a vedere la MotoGp. Ti darò una mano con la relazione, ma scordati che ti faccio copiare >>

<< Quando dici che mi aiuterai, vuol dire che dovro studiare? >>

<< Ovvio che si! >>

Catherine si butto sullo schienale del sedile, sbuffando, ma poi guardo la sua migliore amica con que suoi occhi castani e gli sorrise.

<< Era più semplice e divertente se mi facevi coppiare >>

Shey afferro l'amica per le spalle e cominciò a scombinarle i capelli castani dai caldi riflessi rossastri, mentre rideva di cuore e l'altra la supplicava di lasciarla andare.

<< Ehy vi si sente fino alla fine del vagone. Tutto bene? >>

Alla loro porta era comparsa Lindsay Austina, anche lei del quinto anna e compagna di stanza di Catherine. Appena la vedevi potevi capire tutto di lei: aveva i capelli rosa e gli occhi di un azzurro cristallino, era la tipica ragazza che amava stare al centro dell'attenzione e non si vergognava di nulla.

<< Ehi amica! Invece di stare la inmobile, dammi una mano. Questa Grifona mi sta uccidendo >>

Shey lascio la presa sull'amica mentre cominciò a ridere a crepa pelle, tenedosi la pancia. Con quelle due ragazze non si annoiava mai, e le adorava per questo.

 

 

 

 

Ancora pochi minuti e sarebbe arrivato a Hogwarts e Rhydian non vedeva l'ora di arrivare, non si aspettava di farsi nuovi amici, non li aveva mai avuti e non li voleva, ma la sensazione di ritornare in un posto che poteva chiamare Casa le mancava terribilmente. Perchè era questo la scuola per lei: una casa dove fare ritorno, anche se tutta la scuola non la sopportava, anche se per nove mesi avrebbero parlato male di lei alle sue spalle, quel posto era la sua casa.

La posta dello scompartimento si apri, facendole sfuggire un specie di ringhio irritato, aveva prelustrato tutto il treno per trovare uno scompartimento vuoto, e ora che lo aveva trovato ecco che arrivava qualche rompi scatole.

<< Scusa, ma tutti i scompartimenti sono pieni. Non è che posso sedermi qui, finche non arriviamo? >>

Rhydian alzo lo sguardo per mandare a quel paese il nuovo venuto, quando si trovo pietrificata da due pozze viola, che la osservavano. Fraser Stark era d'avanti a lei. Quel ragazzo era del suo stesso anno, Grifondoro come lei e l'aveva sempre messa in agitazione, non che ne fosse innamorata, ma la faceva sentire minuscola con quei suoi occhi viola e capelli candidi come la neve, come se fosse stato una specie di angelo.

<< Ok, basta che non rompi. Ergo non parlarmi >>

Stark annui e si mise a sedere il più distante da lei. Conosceva molto bene il carattere della ragazza e sapeva che era molto meglio non contradirla. Proprio come i suoi occhi, lei aveva un carattere di fuoco e, come l'elemento, poteva esse terribilmente distruttiva.

Rhydian si rimise a guardare le immense distese di prati, quando un rumore soffocato la distrasse. Subbito si volto verso il suo, indisiderato, compagno di viaggio, notando che stava cercando, con tutte le sue forse, di nascondere qualcosa sotto il sopr'abbito.

<< Che divaolo stai nascondendo Stark? >>

<< Nulla, nulla. Forse è meglio che me ne vado. Ci vediamo al banchetto. Ciao! >>

Il ragazzo usci di cosra lasciandola amutolita: l'aveva sempre visto come un ragazzo saggio, sempre attento alle regole, infatti gli era arrivata voce che fosse diventato Caposcuola, e con una strana ossessione per l'onore, invece adesso l'aveva trovato sorprendentemente goffoe impacciato.

Non che la cosa le importava più di tanto, anzi se ne era andato lasciandola da sola, che era ciò che voleva.

Ritorno a guardare il panorama ed eccolo li, si vedeva in lontanaza il castello, la sua casa...era ritornata a casa.

<< Welcome to Hogwarts >>

 

 

 

 

 

 

Note dell'autrice: Eccomi qui, questa volta non ciò messe molto ad aggiornare, spero di tenere questo rimo. Con i personaggi che vedete qui abbiamo completato i protagonisti di questa Fanfiction, mi dispiace se qualcuno che mi ha inviato i loro schede, non hanno trovato i loro personaggi, ma pultroppo non riesco a gestire più di 20 personaggi.

Spero che vi piace e mi raccomando, recensite in molti.

Un Bacio

Vero

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Capitolo 4
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Feste & Misteri

 

 

 

Note dell'Autrice: Scusate questa improvvisa interuzzione ma ho un annuncio di servizio da fare: per volontà della creatrice dei gemelli Taylor, il nome di Charlie verà cambiata in Zoey.

Ok spero che il secondo capitolo vi piaccia, qui entriamo nella parte più succosa...in poche parole iniziano i misteri. A presto.

Un bacio.

Vero.

 

 

 

 

 

Il banchetto era finito e gli studenti già si dovevano travare nei loro dormitori, dentro i loro letti. L'indomani un nuovo anno scolastico sarebbe iniziato, dando il via alla solita routine fatta di lezioni, compiti, esami e punizioni. Quindi era fuori discussione il pensiero di organizzare un piccola festicciola.

Peccato che per alcuni ragazzi non era cosi.

<< Ma se facevamo una piccola festa nel nostro dormitorio? Giuro che se ci becca Gazza io vi uccido >>

<< Si certo Fran! E poi io come entravo? Non siamo tutti Grifondoro come te qui >>

<< Ma quanto sei intelligente Roxy >>

I gemelli Suarez giravano per in corridoi con Roxanne Weasley, sorella minore di Fred II Weasley e Corvonero, ed era una ragazza tutta particolare: dalla pelle mulatta, ma dai capelli rosso carota e gli occhi azzurri e limpidi, particolare era anche il suo carattere; nonostante fosse una ragazza minuta, quasi da sembrare fragile e indifesa, era incredibilmente forte, dalla lingua tagliente e non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno.

I tre giovani si stavano dirigendo verso la Camera delle Necessità, dove già un piccolo gruppo li stavano aspettando, un nuovo anno non poteva iniziare senza una festa. Dovevano fare il più piano possibile, per evitare di essere beccatti dal vecchio custode, Gazza che, con la meraviglia di moltissime persone, era ancora vivo, nonostante la sua millenaria età. Peccato che Fra stava facendo troppo rumore, quando era vicino alla sua amata Roxanne si comportava come un ragazzino.

<< Fra chiudi il becco. Se la vecchia mummia ci becca per colpa tua, giuro che io... >>

<< Ehi là ragazzi! Finalmente siete arrivati >>

<< Sono circondata da imbecilli >>

Fuori dalla porta della stanza, ad aspettarli, c'erano i loro amici: c'erano Fred, James insieme alla sua ragazza Zoey, suo fratello Zack con la ragazza Giuly, Alexis, Akira, Lene, Albus e i gemelli Scalandro.

<< Fred chiudi la bocca, Gazza o il suo stupido gatto potrebbero essere nelle vicinanze >>

<< Tranquilla sorella, abbiamo la Mappa del Malandrino. Fran! Dov'è il tuo ragazzo? Ti ha lasciato da sola? >>

<< Domani ha fissato gli alenamenti, quindi si deve riposare >>

A Francisca piaceva Fred, era diventato uno dei suoi migliori amici fin dall'inizio del suo primo anno, con lui aveva creato un rapporto che, fino in quel momento, aveva avuto solo con Fra. Al ragazzo bastava un unico sguardo per capire cosa passava per la testa alla Suarez, cosa che nemmeno a Frank riusciva a fare.

Fred passo una braccio intorno alle spalle dell'amica.

<< Bhe, vorrà dire che ti terro io compagnia sta sera >>

<< Fred giù le mani da mia sorella >>

<< Perchè? Tu puoi avere mia sorella in cambio se vuoi? >>

Fred conosceva, come tutti del resto, i sentimenti del argentino verso la sua sorellina, e si divertiva troppo nel tirargli qualche frecciatina per metterlo in imbarazzo. Roxanne spostava lo sguardo tra il fratello e il ragazzo, aspettandosi una spiegazione, mentre Francisco iniziava a balbettare e a cambiare colore facciale. Per fortuna insieme a lui c'era il suo migliore amico, Albus che, da buon samaritano, era pronto ad aiutarlo.

<< Ragazzi? Voigliamo rimanere qui a parlare, o vogliamo entrare e dare inizio alla festa? >>

Il giovane Potter si mise davanti alla porta, chiuse gli occhi e comincio a immagginare l'ambientazione ideale, almeno secondo lui, per una piccola festicciola tra amici.

Il portone si apri, rivelando una stanza illuminata dalle candelle, con enormi cuscini messi per terra sistemati in circolo e, in mezzo, un falò con tanto di marshmallow d'arrostire.

<< Albus, ricordami di dire a papà di non portarti mai più in campeggio >>

<< Dai Jamie è l'ideale >>

<< Si, se sei una serpe femminuccia >>

Albus si buttò sul fratello maggiore, dando inizio ad un'amichevole scazzottata tri fratelli, mentre Zoey alzava gli occhi al cielo sospirando, quie due non cambieranno mai. Ogni scusa era buona per i fratelli Potter per entrare in competizione e nulla poteva farli desistere.

I ragazzi lasciarono i due fratelli a risolvere la loro piccola disputa, sistemandosi intorno ai cuscini e ad infilzare i marshmallow.

<< Vuoi che ti dia una mano Alexiuccia? >>

<< Nanhase, chiamami ancora in quel modo e non rispondo delle mie azioni >>

Ma anche Akira amava stuzzicare, soprattutto se la sua vittima era la sua fidanzata. Anche se nel vederli potevano sembrare una coppia di giovani innamorati, tutto zucchero e miele, non era esattamente cosi. Anzi amavano farsi scherzi a vicenda.

Il ragazzo poso le mani sul viso della sua fidanzata, come se da un momento ad un altro l'avesse baciata.

<< Sai che sei irimediabilmente bella quando ti arrabbi...Alexiuccia? >>

La ragazza sorrise, cominciando ad avvicinare le sue labbra a quello di Akira, non riusci a lasciarsi sfuggire un ghigno per la sua vittoria.

O almeno cosi credeva.

<< Wingardium Leviosa >>

Akira si ritrovo a lievitare a testa in giù, mentre Alexis teneva la bacchetta puntata su di lui e i suoi, cosi detti, amici ridevano di lui.

<< Alex! Rimettimi giù! Adesso! >>

<< Solo se dici la parola magica >>

<< Per favore? >>

<< No, l'altra parola magica >>

Nanhase sospiro, quella ragazza poteva essere una vera Serpe se provocata, ma in fondo l'amava anche per questo.

<< Ti prego Alexis Montella, tu che sei la migliore strega dell'universo, conosciuto e non, bellissima, inteligentissima e bravissima, puoi perdonare me, Akira Nanhase, che sono solo un brutto Troll di montagna con un cervello di gallina? >>

Ora a sorridere per la vittoria fu Montella che, delicatamente, rimise a terra il suo fidanzato, mentre i loro amici si tenevano la pancia per il troppo ridere. Appena Akira mise i piedi a terra, la ragazza gli si butto tra le braccia dandogli un bacio casto.

<< Sei carino per essere un Troll >>

<< E tu sei una vera strega >>

<< Se voi due avete finito qui noi vorremmo dare inizio ad una festa >>

Lene non ce la faceva più di vedere coppiette innamorate, anche se la coppietta si faceva i dispetti a vicenda, sentiva dentro di se una gelosia invadente, che la faceva star male. E sarebbe stato ancora più peggio se ci fosse stato Jason, visto che il suo bel principe delle tenebre la vedeva solo come un'amica, anzi no peggio, una sorellina.

Ognuno dei presenti prese uno spiedino e, come se fossere stati dei calici, brindarono con essi. A proporre il brindisi fu James.

<< Brindo ad un nuovo anno. Che sia pieno di scherzi e malefatte, di punizioni e risate con gli amici. E brindo al nostro nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure, Teddy Lupin, che come vuoi già sapete è uno dei nostri. A Teddy >>

<< A Teddy >>

I ragazzi si misero seduti, cominciando a parlare e a ridere, con la sola speranza che quell'anno sarebbe stato pieno di avventure.

 

 

 

Anche nella sala comune di Corvonero c'era chi festeggiava per la nomina del nuovo professore e l'inizio di un nuovo anna accademico.

<< Non è stato imbarazzante ritrovarsi tuo cognato tra i prof. >>

<< Bhe strano è stato strano, ma non essaggerare Fray. Ted è uno ingamba e la scuola ha solo da guadagnare con lui come insegnate. Pensa che prima lavorava insieme a zio Harry e a zio Ron, come Auror >>

<< E allora perchè non è rimasto lì? Sicuramente la paga è megliore rispetto a quella di un insegnatnte >>

<< Si, ma tu non conosci mia sorella. Già era insopportabile prima, ora con gli ormai della gravidanza è diventata un mostro. Sicuramente Teddy avrà scelto un lavoro meno pericoloso per farla star tranquilla >>

Mentre Dominique e Fray parlavano, Lola le osservava silenziosamente. Quelle due ragazze, nonostante fossero cosi diverse da lei, dal suo modo di essere e di pensare, erano le uniche che poteva considerare amiche. Persino Fray con la sua tendenza ad essere acida. Ma era stata l'unica, tra le ragazze "normali", a non parlarle male dietro le spalle, di dirle sempre tutto in faccia, anche se non erano cose piacevoli e lei aprezzava tutto questo.

Ad un certo punto una folata di vento la fece rabbrividire, gelandole tutti i muscoli del corpo, rendendole impossibile ogni sorta di movimento. Il respiro gli mori in gola, come se qualcuno l'avesse appena colpita, dandole un pugno sulla bocca dello stomaco.

Gli era già successo in passato di provare una sensazione del genere, ma mai nella vita cosi forte e dolorosa.

Qualcosa di perricolo si stava avvicinando.

Lola alzo lo sguardo, per vedere gli occhi delle amiche puntati su di lei spaventate e preoccupate. Per quella notte avrebbe mantenuto il silenzio, non voleva rovinarle la festa.

<< Niente, non è niente. Stavamo dicendo? >>

Dominique e Fray tirarono un sospiro di sollievo, ritornando a parlare di cose futili. Mentre gli occhi di Lola si posarono sulla finistra, ma era troppo distratta dai suoi pensieri, per notare una figura che si allontanava dalla Foresta Proibita.

 

 

 

 

 

 

<< Sono stata chiara Weasley? Non voglio che tu dia favoritismi a qualche membro della tua famiglia, a qualche tuo amico, o qualsiasi Grifondoro >>

Rose, con il più falso sorriso che conosceva stampato in faccia, ascoltava le stupide raccomandazioni della Ilybis, mentre era sempre più convinta che Merlino si stava divertendo alle sue spalle; non solo gli toccava il primo giro di ronda la prima sera a Hogwarts, ma come compagno si era beccatta Malfoy, la sua nemesi per eccelenza e ora si doveva beccare una ramanzina da quella razzista purosangue.

Si Merlino, spero tanto che ti stia facendo una bella risata.

<< Allison, posso assicurarti che Rose è una studentessa ligia alle regole, non farebbe nulla delle cose che tu hai appena descritto >>

Per fortuna l'altro Caposcuola era Stark e, oltre essere un suo amico, era un Grifondoro giusto e leale.

<< Tu mezzosangue non rivolgermi la parola, devo ancora capire il perchè la preside abbia nominato una nullità come te, come mio collaboratore. Scorpius! Faccio affidamento su di te, ora potete pure andare >>

Rose strinse i pugni, rischiando di conficcarsi le unghie sul palmo della mano, mentre vedeva Allison andare via, non la sopportava più, con quei suoi modi da essere superiore. Come facesse Albus a rivolgerle la parola, senza urlarle contro, per lei era un miostero.

<< Rose stai calma, non le vale la pena. Comunque, sta sera dovete solo prelustrare il piano terra, controllate che nessuno cerchi di andare verso la foresta. Ogni anno c'è qualche idiota che ci prova. Alle 22 potete andare a dormire. Tutto chiaro? >>

Rose e Scorpius annuirono e Fraser sorrise soddisfatto.

<< Bene cosi, io vado a controllare i corridoi del terzo piano. Ci si vede domani ragazzi >>

Quando anche Fraser se ne ando, Rose si giro cominciando il giro di ronda senza aspettare il suo compagno.

<< Allora Weasley, sei una che fa favori? >>

<< Malfoy fammi un favore: mettiti la lingua in mezzo i denti e mastica >>

Scorpius rise dalla sua battuta, mandando ancora di più su i nervi la rossa: l'ultima cosa che voleva fare era quella di far divertire quel biondino slavato.

Aveva cercato di farselo andare a genio, essendo il migliore amico di Al, ma proprio non ci riusciva, lui incarnava tutto ciò che più odiava in un ragazzo: sbruffone, arrogante, prepotente, vanitoso, volgare, vizziato, figo...aspetta, che?

<< Dai Weasley tanto ormai lo sa l'intera scuola che sei pazza di me. Perchè non cerchiamo di andare d'amore e daccordo...soprattutto amore >>

<< Prima si deve incendiare l'acqua >>

Stava per continuare la sua marcia, quando Scorpius la prese per un braccio e la sbatte al muro, imobilizzandole le braccia sopra la testa. I suoi occhi di ghiaccia sembravano delle affilate lame, pronte a colpirla e sul suo volto di porcellana, quasi da sembrare angelico, un ghigno maligno si faceva largo.

<< Scomettiamo che se ti do un bacio, qui e adesso, cambi subbito idea? Infondo tu sei come tutte, ti basta qualche bacetto, una parolina dolce, uno o due regalini costosi ed ecco fatto, cadi ai miei piedi >>

<< Ma che ragazze frequenti tu? >>

Scorpius si lascio sfuggire una leggera risata, lei voleva sempre avere l'rltima parola.

<< Ma non ci stai mai zitta, Weasley? >>

Le labbra di Scorpius cominciarono a farsi sempre più vicine, Rose cerco di voltare la testa, ma con la mano ancora libera il ragazzo la costringeva a rimanere a tragliettoria di bacio. La Weasley non ci poteva credere: stava per donare il suo primo bacio a qualcuno che odiava e che la stava sforsando.

Ma allora ce l'aveva proprio con lei Merlino.

Un rummore improvviso di zoccoli fece d'esistere il giovane Malfoy, qualcuno a cavallo stava venendo verso di loro e, se non si sbagliava, sembrava che fossero appena usciti dalla Foresta Proibita.

<< Ma che diavolmhmmm >>

Scorpius tappo la bocca di Rose, che non contenta lo stava fulminando con lo sguardo, facendole segno di rimanere zitta e di estrarre la bacchetta.

I due giovani si sporsero dall'angoletto dove si trovarono, non aspettandosi per nulla ciò che si presento ai loro occhi.

Fiorenzo, il loro professore di Divinazione, stava portando sulla sua groppa di centauro una figura incappucciata.

<< Questa sera hai esagerato, sai bene cosa succede se vai oltre il tuo limite >>

<< Non preoccuparti, se sono arrivvata a sedici anni ancora illesa, vorrà dire che non sono cosi incosciente >>

<< Non scherzare. Io sono serio, se hai bisogno di aiuto puoi contare su di me >>

La figura incappucciata fece un enorme, rumoroso, sospiro di frustrazione e, lentamente, si lascio scivolare dalla groppa del centauro. Si tolse il mantello rivelando una lunga coda rossa, dalle mille sfumature aranciate e d'orate, da poter sembrare fiamma viva.

Rhydian.

<< Ok se mi servira un po di salvia o malva, ti chiamo. Ciao >>

La ragazzamosse un passo in avanti, ma un fitto dolore alla spalla sinistra la blocco, buttandola a terra sulle ginocchia, mentre un orribile smorfia di dolore le sfigurava il volto.

Fiorenzo fu lesto ad arrivare al suo fianco, aiutandola a rialzarsi, mentre la guardava profondamente preoccupato.

<< Non dovresti allenarti in questa maniera. Il tuo fisico ne esce distrutto ogni volta >>

Rhydian si teneva la spalla mentre, afanosamente, cercava di parlare.

<< È l'unica soluzione. Se non alleno il mio corpo, non sarò forte abbastanza per affrontarli quando arriveranno >>

<< Ma non puoi pretendere di combattere da sola. Devi cercarti degli aleati >>

A quella parola la ragazza si lascio scappare una risata amara; con la spalla destra si sotrasse dalle attenzioni del centauro.

<< Aleati? Vuoi dire degli amici? Chi mai vorebbe essere mio amico, dopo aver scoperto cosa sono. Non dire cazzate prof. Ora basta, non voglio più parlarne. Domani notte solito posto, solita ora >>

Fiorenzo annui, guardando la ragazza allontanarsi lentamente verso la Torre di Grifondoro. Lui era uno dei pochi che poteva dire di conoscere qualla ragazza, l'aveva vista nascere, crescere e diventare la creatura solitaria e distaccata che ora era, e non aveva fatto nulla per impedirlo.

Amareggiato se ne ando.

Solo in quel momento Rose e Scorpius uscirono dal loro nascondiglio, avevano sentito ogni singola parola dei due, e ora si guardavano confusi ma con la voglia di scoprire cosa stava succedendo.

Infondo cosa ti aspettavi da i due migliori studenti di Hogwarts.

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Capitolo 5
*** Capitolo 3 ***


L'autrice vi invita a leggere le Note, è importante!!!!!!!!

 

Capitolo 3

L'Operazione Regina ha Inizio

 

 

 

La campanella di fine lezione suonava senza sosta tra i corridoi della scuola, il primo giorno di lezione si era concluso.

L'ondata di studenti uscivano in massa dalle aule, cercando di arrivare per primi alla sala dei banchetti per il pranzo. Al contrario di tre ragazze che, invece, sembravano prendersela comoda.

<< Io odio, ripeto odio Artimanzia! È come quando il regolamento della MotoGP limitiva la cilindrata ai 500, senza badare se i motori erano a 2 o a 4 tempi >>

Catherine si stava lamentando con la sua migliore amica Shey che, assieme a lei, aveva scelto come materia facoltativa Artimizia, la materia più difficile che poteva esistere, talmente difficile che, girava voce, la stessa Hermione Grangel, una delle menti più geniali che esistevano nel mondo magico, aveva avuto difficolta con quella materia.

Shey però non poteva consolare l'amica, era troppo occuppata a ridere. Sapeva che Cat era fissata con quella cosa babbana, la MotoGP, ma addirittura ad utilizzarla come esempioper descrivere i suoi stati d'animo, era troppo buffa.

<< La pianti di ridere, è una cosa seria >>

<< Scusa. Ma è troppo divertente >>

<< Si certo. Come no >>

<< Ciao ragazze! Shey perchè ridi? Dai fai ridere anche me >>

Lizzie, come sua buona abitudine, era comparsa all'improvviso saltando sulle spalle delle sue due amiche. Catherine non riusciva a capire come faceva quella ragazza ad essere cosi allegra e pimpante, anche dopo una dura giornata di scuola.

<< Ciao Lizzie, Cat ne ha sparata una delle sue citazioni su quel gioco babbano >>

<< Non è un gioco, è uno sport. Per la milionesima volta. >>

Le due amiche scoppiarono a ridere, mentre Cat sospirava scoragiata. Quelle due non sarebbero mai cambiate.

<< Shey è una meraviglia sentirti ridere. È una gioia per le mie orecchie >>

Lysandre Scamandro, stranamente senza il suo gemello, stava fermo appoggiato al muro, dandosi arie da uomo da mondo. Anche se in realtà non era un pallone gonfiato, anzi era un ragazzo molto dolce e un pò imbranato, cosa che lo rendeva adorabile. Ma visto che aveva una bella cotta per Shey, cercava in ogni modo di sembrare più virile possibile.

<< Scamadro, falla finita >>

<< Ben detto Sheyreen. Lysandre aria >>

Dal dietro la porta della sala banchetto era comparsa la testa di Albus Severus Potter, rivale in amore di Lysandre.

Lizzie prese per un braccio Catherine, con un sorrisetto maligno. Se c'era qualcosa che quella ragazza amava più di stare al centro dell'attenzione, era vedere un triangolo amoroso in atto.

<< Ora si che mi diverto >>

<< Lizzie sei tremenda >>

<< Lo sò. Guarda la faccia di Shey è rossa come un pomodoro >>

Efettivamente la faccia di Shey era arrossita, ma non per l'imbarazzo, ormai alle scenate di quei due ci aveva fatto l'abitudine, ma per la rabbia, non sopportava che la trattassero come un oggetto, anzi no, un premio da vincere, da conquistare. Se mai avesse scelto qualcuno con cui stare, di certo lo avrebbe fatto perchè lo voleva, e no perchè era stata vinta.

<< Aria Potter, io e la bella Shey stavamo parlando >>

<< Lysandre, sei mio amico, ma non ci penserò due volte a colpirti se non la pianti di molestarla >>

<< Quando vuoi Severus >>

I due contendenti si trovavano faccia a faccia, come se fosse una specie di duello. Mentre shey li guardava, indecisa chi colpire per prima e con quanta forza. Ma a salvare i due litiganti da un sonoro schiaffo, fu l'arrivo trafelato di Luis; nel vederlo Lindsay fece un urlo di giolia, anche lei era stata colpita dalle freccia di cupido per il biondino Weasley.

<< Ragazzi per fortuna che vi ho trovato. Rose ci vuole, tutti quanti, in bibleoteca. Lizzie mollami >>

Veloce come un fulmine, la ragazza dei capelli rosa si era attaccato al braccio del ragazo dei suoi sogni, con l'intento di non staccarsi mai più.

<< Per quale motivo? È successo qualcosa? >>

<< Non lo so Al, ma sembrava seria >>

I sei ragazzi si incamminarono verso la bibleoteca, Rose era una che amava mangiare e mai, proprio mai, avrebbe saltato un pasto. Ma se li chiamava per una riunione all'ora di pranzo voleva dire solo una cosa: si trattava di qualcosa di serio.

 

 

 

I ragazzi sembravano una mandria inpazzita, affolavano i corridoi spingendo in ogni dirrezione, ognuno voleva ottenere il posto migliore nel proprio tavolo. Ma quando due fanciulle uscirono dalla loro aula, i studenti di sesso maschile si fermarono di botto e aprirono a loro il pasaggio.

<< Perfetto, come non attirare l'attenzione >>

<< E dai Lola, non è poi sembre un male. Questo è uno dei pregi >>

<< Ehi Dominique! >>

<< E questo è uno dei svantaggi >>

Da dietro le spalle delle due ragazze, era appena comparso il peggiore incubo di uno delle due: Nicholas Manos.

<< Manos che diavolo vuoi? >>

Dominique guardava con uno sguardo di fuoco il moro che, un insopportabile sorrisetto, si stava avvicinando verso di lei. La Weasley non sapeva più che fare con lui. Ormai le aveva provate tutte per liberarsi delle sue attenzioni, ma niente da fare; lui era proprio come un falco che aspettava il momento più propizzio per afferrare, e divorare, la sua preda. E in quel momento la preda era lei, peccato che non era indifesa come lui si aspettava, era pronta a diffendersi con le unghie e con i denti.

Anche se doveva, a malincuore, dare raggione a Luis: Manos non era per niente male, con quelle spalle da nuotatore, la pelle bronzea e gli occhi verdi, sembrava proprio uno di quei dei che, in antichità, i babbani veneravano.

<< Quanto sei gelida Weasley. Vuoi che ti riscaldo con uno dei miei baci, alcune li trovano roventi >>

<< Si certo, e tu avresti bisogno di una secchiatta di acqua calda, per raffredarti >>

Per fortuna che al suo fianco c'era Lola, sempre pronta a toglierla dai guai. Solo che lei non riusciva a spiegarsi una cosa: se Nicholas era attratto da lei, come aveva sempre pensato, per il suo sangue di veela, come mai non faceva il cascamorto anche con la sua amica. Infondo Lene era veela per metà.

<< Salve Dray, io e Weasley stavamo parlando. Quindi se non ti dispiace >>

<< Si mi dispiace >>

Il ragazzo sorrise, scuotendo la testa. Quella Dray era insopportabile, solo perchè lei non sopportava i uomini e li teneva a debita distanza da lei, non voleva dire che doveva fare la stessa cosa con Dominique. Stava per dirglielo quando una graziosa testolina rossa si faceva largo verso di loro.

<< Dominiqueeeeeee. Finalmente ti ho trovato >>

Una ragazzina sui tredici anni urlava il nome della Weasley mentre, correndo, stava arrivando verso di loro. Era Lily Luna Potter, la sorella minore di Albus e cugina della sua preda, e non era da solo. Dietro di lei c'era Luke Canon, non aveva mai parlato con lui, lo vedeva sempre con i Corvonero o con Lily, sospettava che fra i due ci fosse del tenero, ma non ne era ancora sicuro.

<< Lily! Che è successo? >>

<< Rose ci vuole in bibleoteca, è una faccendo di vita o di morte >>

<< Ci credo. Se Rose ci chiama durante l'ora di pranzo, deve essere successo qualcosa di grave. Come vedi Manos noi abbiamo da fare. Addio >>

<< No aspetta! Insieme a Rose c'era anche Scorpius, mi ha chiesto di chiamare anche lui >>

Dominique sgrano gli occhi dalla sorpresa: Rose, sua cugina Rose, il topo di bibleoteca che pensava solo a tre cose: studiare, mangiare e umiliare Malfoy, era insieme a Malfoy stesso?

No! qui stava succedendo qualcosa di strano.

Nico passo un braccio intorno alla vita della biondina, mentre le baciava teneramente la mano.

<< Allora lascia che ti scorti, mia cara >>

La Weasley fu lesta a svegliarsi dalla sorpresa, tirando al ragazzo una gomitata. Anche se si fece più male lui che lui, aveva sbattuto contro gli adominali.

<< So camminare da sola >>

Il piccolo gruppo comincio a correre, la curiosità di sapere cosa stavano confabulando quei due era troppa.

 

 

 

Fraser fu l'ultimo ad arrivare in bibleoteca e li trovo tutti lì: l'intero clan Weasley-Potter, persino i più piccoli, Lily e Hugo, erano stati convocati, poi c'erano i gemelli Suarez, i Taylor e i Scalandro , Frank e Alice Paciok, Shey, Lizzie, Catherin, Giuly, Luke, Manos, Lola, la Gray. Poi c'erano Lene, Jason Nott, Alexis con il suo ragazzo Akira, Malfoy, Foster e in fine, in un angolo in disparte, c'era Adelaide Brokengrass.

C'rano tutti gli amici di ogni singolo componente di quell'enorme famiglia, eccezion fatta di Allison, ma non faceva fatica a comprendere il perchè. Soprattutto per la presenza di Roxanne, chiunque nella scuola ricordava la violenta rissa che c'era stata l'anno scorso, soprattutto lui che aveva avuto, la sfortuna, di doverle separare.

Fraser si mise seduto in una sedia, vicino ai gemelli Suarez; poteva vedere chiaramente gli sguardi teneri che Fran e Frank si scambiavano, mentre Fra lanciava saette dagli occhi.

A rompere il silenzio fu proprio Rose.

<< Bene, ora siamo tutti. Ho voluto riunirvi qui, perchè ieri sera io e Scorpius siamo stati testimoni di un fatto molto strano e... >>

<< Aspetta un'attimo Weasley. Scorp, tu mi hai fatto saltare il pranzo perchè tue e la Rossa volete giocare hai detective? >>

A interrompere la ragazza fu Adelaide che, uscita dal suo angolo oscuro, aveva preso la parola palesemente seccatta.

<< Si Adel, ma se la cosa non ti interessa puoi anche andartene, nessuno ti obbliga. Solo acqua in bocca con Ally, non voglio rogne. Ok? >>

Adelaide si porto due dita alla fronte e, con un leggero colpo del capo, fece segno che avrebbe mantenuto il segreto, poi giro i tacchi aviandosi alla porta.

Quando la Serpeverde fu uscita, Rose riprese a parlare.

<< Stavo dicendo. Durante la prima ronda di ieri sera, noi due siamo stati testimoni di un fatto molto, e sottolineo il molto, misterioso e, a mio aviso, anche leggermente pericoloso. Si tratta di Rhydian >>

<< E che diamine centra la Regina Mancata delle Serpi? >>

<< Se mi fai parlare, Lizzie, ve lo dico >>

Scorpius guardo la Rossa con un sorrisetto divertito: lei odiava essere interrota e, quando succedeva, si vedeva chiaramente che si stava innervosendo.

Rose cominciò a raccontare cosa fosse successo l'altra notte, descrivendo ogni scena in maniera dettagliata, evitando, però, di dire cosa aveva tentato di fare Malfoy; in quella sala c'era una buona parte della sua famiglia, sopprattutto il lato maschile, e al momento l'inteligenza di Scorpius le serviva, ergo doveva rimanere vivo...per il momento.

Mentre ascoltava le parole della Weasley, Lola cominciava a tremare. Possibile che fosse proprio la scontrosa Regina il pericolo che sentiva arrivare? Non era però sicura di poterlo raccontare. Da brava Corvonero sapeva che, prima di accusare qualcuno, aveva bisogno di prove certe e, una semplice sensazione, per quanto il suo intuito fosse infallibile, non era sufficente.

Quando Rose fini il suo racconto, il silenzio cade sul gruppo di amici, ognuno cercava di elaborare una propria teoria. Soprattutto Jonathan, lui sapeva che dei centauri non ci si doveva fidare, erano malvagi e pericolosi, potevano avere un'intelligenza quasi umana, come dicevano in molti, ma lui non si fidava. In più conosceva Rhydian, o almeno la conosceva per la sua fama, anche se scontrosa e terribilmente irritante, aveva sempre pensato che fosse una abbastanza intelligente, ma se era immischiata con quelle creature allora non lo era poi cosi tanto.

A romper il silenzio fu Zack.

<< Ok, credo di parlare a nome di tutti nel dire, si quella tipa nasconde qualcosa e, se è come dici tu, la cosa è molto pericolosa. Quindi cosa proponi di fare? >>

<< Di dividerci in squadre. Alcuni di noi faremo lavoro di ricerca, altri invece faranno lavoro sul campo, in poche parole dovremo pedinarla. È chiaro che se lei ci scopre, ci fa a pezzi. Allora chi ci sta? >>

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: questa volta sono stata veloce. Allora qui si comincia a fare sul serio e, essendo una fan fiction interattiva non posso fare tutto da sola. Quindi decidete voi in che gruppo stare, il prossimo capitolo verà pubblicato fra una settimana esatta, da oggi, se non mi darette vostre notizzie, lascero fare tutto alla mia mente contorta.

Ahahahahahahahahahahahahahahahah.

Un bacio.

Vero

 

P.s. Visto che a questo capitolo, come quello precednete, ci tengo in particolarmente, mi farete molto felice se commentate, se no piango...no scherzo, però davvero ne sarei felice.

Ciao.   

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Capitolo 6
*** Capitolo 4 ***


La Ricerca ha inizio

 

 

I ragazzi erano radunati intorno al grande tavolo della bibleoteca, ognuno con i propri pensieri, le proprie paure, una moltitudine di sentimenti riempivano le loro menti, ma la curiosità li univa.

Scorpius guardo negli occhi uno per uno i suoi compagni, nessuno di loro sembrava volersene andare; soprattutto Jonathan lo sorprese: era sicuro che lui se ne sarebbe andato, proprio come aveva fatto Adel, invece se ne stava lì, in piedi, con i pugni chiusi e con uno strano sguardo negli occhi.

<< Bene! Avete fatto la vostra scelta. Rossa tira fuori i bastoncini >>

Rose squadro Malfoy, odiava quel sopranome e odiava il modo in cui lo diceva, quel ragazzo si prendeva troppe liberta per i suoi gusti e questo le metteva i brividi. Ma non ci doveva pensare. Infilo la mano dentro la tasca del mantello estrando dei bastoncini.

<< Per non creare casini, o altri problemi, i gruppi sarranno estratti a sorte. Chi prende i bastoncini lunghi andra nel gruppo che pedinera la serpe mancata, quelli corti invece stara qui a fare lavoro di ricerca. Ho incantato i bastoncini, cosi nessuno bara >>

Tutti quanti annuirono, mentre Nico sorrideva amareggiato: di tutta quella storia non gli importava nulla, stava li solo per Dominique, ma se sarebbe finito in gruppo diverso dal suo non aveva senso.

La prima ad estrarre fu proprio Rose, il suo bastoncino era corto, poi tocco a Scorpius che, invece, estrasse uno più lungo, la Rossa si lascio sfuggire un sospiro di solievo. Aveva il timore di finire in squadra con lui, ma per una volta la dea bendata sembrava dalla sua parte. Con un enorme sorriso riprese a parlare.

<< Bene ora tocca a voi >>

i ragazzi si disposero in fila davanti alla Weasley e, a turno, cominciarono ad estrarre i loro bastoncini.

<< Dom ricerca...Cat campo...Fraser ricerca...Nico ricerca >>

<< Cosa! No, ha barato >>

<< Dominique mi spezzi il cuore cosi, non ho fatto nulla del genere. È il destino che mi vuole al tuo fianco >>

La bionda si mise le mani nei capelli, maledicendo il destino che, senza dubbio, ce l'aveva con lei. Mentre la ragazza si disperava, l'estrazione continuava.

<< James campo...Lene ricerca...Hugo campo, non fare cavolate fratellino...Al campo...Jason ricerca >>

A sentire il nome del ragazzo Lene per poco non ebbe un infarto. Lei e il ragazzo dei suoi sogni nello stesso gruppo! No, quello era sicuramente un sogno, un sogno da cui non voleva assolutamente svegliarsi. Un dolore al braccio la fece susultare, si giro verso la causa del suo dolore e vide Fran con un enorme sorriso, gli aveva appena dato un pizziccotto per farle capire che era la reatà. Si getto tra le braccia dell'amica cercando di trattenere le urla di felicità.

<< Fred campo...Roxanne campo...Lily ricerca...Erika campo...Fra campo anche tu >>

In quel momento gli occhi dei due ragazzi si illuminarono: erano nello stesso gruppo delle persone che facevano battere i loro cuori. Forse quella era l'opportunità per avicinarsi a loro e, chi sa, poteva nascere qualcosa.

<< Shey ricerca...Fran ricerca, Fra non fare quella faccia. Tua sorella non puo stare sempre con te...Lizzie ricerca...Lola campo >>

<< Questo è un incubo >>

Ormai Dom aveva raggiunto l'apice della disperazione, senza Lola a guardarle le spalle quel Don Giovanni di una Serpe aveva campo libero, e da come sorrideva lo sapeva anche lui.

<< Piantala Dom! Luis ricerca...Lorcan campo...Luke ricerca...Lysandre ricerca >>

<< Attacati Severus! Ehylà Shey, studiamo insieme? >>

<< Attento Lys, dovresti guardarti le spalle da adesso in poi >>

<< Se voi due avreste finito, vorrei continuare. Ok, Zoey campo...Frank ricerca...Alice ricerca...Zack campo...Giuly campo...Fray ricerca...Alexis ricerca...Jonathan campo e ultimo ma non ultimo...Akira ricerca. Bene, i gruppi sono fatti e guai a chi si lamenta, non si torna indietro. Chi fa parte del gruppo di ricerca rimanga qui, lavoro sul campo? Aria >>

 

 

 

I gruppo di lavoro di ricerca si aggirava tra le immense librerie della bibleoteca, Rose era stata molto chiara: dovevano trovare il più possibile materiale che riguardavano i centauri, erano loro il punto in comune. E non solo perchè Fiorenzo sembrava molto vicino a Rhydian, ma anche perchè la ragazza, da come sembrava, si adentrava molto spesso della Foresta Proibita ed era strano che i centauri, famosi per essere terribilmente territoriali, la lasciavano andare e venire a suo piacimento.

Certo tutto era ancora molto vago, ma se i ragazzi che avevano il compito di pedinare la Regina avessero fatto il loro lavoro, pian piano avrebbero scoperto qualcosa.

Shey si trovava nel repparto di astronomia, essendo Fiorenzo un esperto di costellazioni forse avrebbe trovato qualcosa, ma sembra un buco nell'acqua. In più era triste perchè con lei non c'era Cat, almeno lei l'avrebbe fatta ridere, in più Lizzie era appiccicata a Luis.

Era una vera noia.

<< Tutto bene Shey? Ti vedo scoragiata >>

La ragazza si volse verso la voce alle sue spalle, i suoi occhi verdi incontrarono quelli blu e profondi di Lysandre, come al solito aveva quel enorme sorriso che lo differenziava dal fratello gemello, Lorcan era più serio e riflessivo invece Lysandre era spensierato e vivace. Infatti non riusciva mai a capire quando scherzava o diceva sul serio, anche i suoi sentimenti erano un dubbio per lei, avvolte sembrava che la prendesse in giro.

<< Si tutto ok, solo che non riesco a trovare niente >>

<< Bhe, abbiamo appena iniziato. Vuoi che ti dia una mano? >>

La ragazza alzo le spalle. Non credeva che in due avrebbero trovato qualcosa, ma almeno si sarebbero fatti compagnia, Lysandre avvolte, quando era insieme agli altri, era insopportabile ma preso da solo era simpatico. Shey alzo lo sguardo e un colore sgargiante attirò la sua attenzione, era un libro enorme, sembrava uno di quei mattoni che Rose portava in camera, la copertina era un blu brillante con rifiniture in oro. La Grifona alzo un braccio, tirandosi su sulle punte, cercando di prenderlo, non sapeva perchè ma era attratta da quel volume, ma pultroppo l'altezza non era il suo forte.

La moretta si stava allungando il più che poteva, quando due forti braccia la sollevaro in aria, facendole scappare un urlo di sorpresa, si volse verso Lysandre che la teneva salda tra le sue braccia, mentre gli sorrideva come se fosse un bambino.

Shey scosse la testa, quel ragazzo non la smetteva mai di sorprenderla o di prenderla contro piede, sembrava quasi che si divertiva a farle prendere certi colpi. Però almeno adesso poteva prendere il libro che tanto bramava.

Una volta preso e una volta che Lysandre la depose a terra, i due giovani si misero seduti al tavolo più vicino per poterlo leggerlo, il titolo placcato in oro diceva "La Magia delle Eclissi".

<< Come mai l'eclissi Shey? Ti piacciono >>

<< Non sono mali, ma questo libro mi attraeva >>

<< Ti attrae come faccio io? >>

<< Piantala di fare l'idiota Scalandro >>

Comunque quel libro era interessante, erano elencate tutte le eclissi e tutte le loro proprieta magiche, soprattutto una che riguardava un eclissi stellare, un evento più unico che raro, ma sicuramete non aveva alcun senso per la loro ricerca.

<< Questa roba non ci è di aiuto, andiamo dagli altri al repparto creature magiche >>

<< Uffa, volevo ancora rimanere da solo con te >>

La ragazza sorrise, forse aveva trovato un degno sostituto a Cat. Ma ecco che Lysandre la sorprese di nuovo, la sua enorme mano afferò la sua e, prima che lei potesse reagire, la trascino verso il resto del gruppo. Stranamente trovo quel contatto dolce e rassicurante, non gli dava fastioso ma la metteva leggermente a disagio, soprattutto il battito del suo cuore...sembrava che non volesse smettere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: Ciao ragazzi, finalmente ci sono riuscita ad aggiornare la mia storia, in questo periodo ho avuto molto da fare, quindi non ho avuto molto tempo per pensare, ma ora sono ritornata. Spero che questo capitolo vi piaccia, il prossimo parlerà di quelli che invece pedineranno Rhydian, che dite? Scopriranno mai qualcosa? Sono curiosa di sapere le vostre oppinioni, quindi recensite.

Un bacio.

Vero.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 5 ***


Litigi & Batti Cuore

 

 

 

Se la squadra di Ricerca non aveva fatto passi avanti, anche chi aveva il compito di fare il lavoro sul Campo era in alto mare. Avevano controllato in ogni aula, in ogni torre, nascondiglio e pelustrato ogni signolo filo d'erba dell'imenso giardino, ma nulla. Rhydian sembrava scomparsa nel nulla, nemmeno sulla mappa del malandrino c'era traccia di lei, cosa che faceva aumentare il mistero e il sospetto su di lei.

Scorpius si era proclamato capo squadra, per lo scontento di James e Fred, e aveva diviso i ragazzi i gruppi di due: finche non sapevano cosa stava combinando quella strana ragazza, era meglio non essere incoscenti, poteva essere niente, come poteva essere tutto.

E fu cosi che Erika si ritrovo a pelustrare i corridoi con il cuore che batteva a mille, perchè il suo compagno era Albus.

In quei giorni i suoi sentimenti per lui erano stati altalenanti: un giorno lo amava alla follia, il giorno dopo voleva pestarlo a sangue, soprattutto quando lo vedeva litigare con Scalandro per quella grifona di Shey. Non aveva nulla contro di lei, non ci aveva mai parlato e non le aveva mai fatto nulla di male, ma quando vedeva gli occhi color smeraldo di Potter che la seguivano, sentiva il folle desiderio di strapparle i capelli uno per uno.

Ma non doveva pensarci, anche perchè si era conficatta le unghie sul palmo della mano e gli faceva male. Dovevano pensare solo alla loro missione: trovare e spiare "La Regina delle Serpi Mancate", ma soprattutto dovevano fare attenzione di non farsi beccare, Rhydian non si era guadagnata quel sopranome perchè era un po ritrosa.

<< Chi sa che starà facendo Shey? Se Lysandre ci prova a darle fastidio, giuro che lo crucio >>

Peccato che il suo compagno di squadra non era del suo stesso avviso.

Shey di qua...Shey di la...ma che cavolo aveva tanto speciale sta moretta, lei non lo capiva.

Porco Merlino.

Erika fece un lungo sospiro irritato, lei era una Serpeverde quindi era una maga a nascondere i suoi sentimenti, ma Potter era davvero un idiota, come faceva a non capire che solo nominare quel nome lei andava, pericolosamente, oltre al limite della sua pazienza.

<< Tu che dici? Insomma sei una ragazza >>

<< Complimenti Potter, hai capito che sono una ragazza dalle tette o dai capelli? >>

<< Dai non scherzare, che devo fare con lei. Insomma mi piace, ma Lys è uno dei miei migliori amici >>

Albus aveva cominciato a blaterare ed Erika non lo ascoltava più. Stava seriamente rifletendo di farsi sgamare dalla Harvey, per poi correre a gambe levate lasciando Potter alle sue grinfie. Che ci pensasse la sua bella a salvargli il culo, visto che era cosi perfetta.

<< Erika mi stai ascoltando? Porco Merlino è importante >>

<< Senti, seriamente, ma veramente credi che mi importi qualcosa della tua vita sentimentale? Cresci Potter. Noi siamo Serpeverdi, siamo pronti a vendere la nostra stessa madre pur di raggiungere i nostri obbiettivi; quindi fregatene di Scalandro >>

La ragazza voleva davvero prendersi a schiaffi da sola, stava spingendo il ragazzo che amava tra le braccia di un'altra, ma poteva essere cosi Troll? Tutta colpa del suo stupido orgoglio, mai e poi mai si sarebbe abbassata a fare la gatta morta per un ragazzo, anche se faceva ballare il suo cuore a ritmo di rock and roll.

Non sentendo più i passi di Albus dietro di lei si volse, vedendo il ragazzo scuro in viso, come se qualcuno gli avesse appena ucciso il gufo.

Era serio, troppo serio, e i suoi occhi sembravano che volessero ucciderla da un momento all'altro. Nel vederlo in quello stato Erika ebbe un brivido lungo la schiena, era lontano anni luce dal Albus che conosceva e amava: sempre sorridente, mai serio e con la battutta pronta.

Ma anche se le metteva molto timore, non lo avrebbe mai fatto vedere.

<< E ora che diavolo di prende? >>

<< Come puoi essere cosi fredda, cinica e priva di scrupoli? Mi sati praticamente dicendo di mandare afanculo Lysandre, che per me è come uno della famiglia. Si, sono un Serpeverde ma nelle mie vene scorre sangue di Grifondoro, quindi non tradisco gli amici. Mi fai davvero pena Gray >>

Detto questo Potter gli diede le spalle e se ne ando, lasciandola li da sola, con gli occhi lucidi e con la rabbia che salliva finche non esplose. Chiuse il pugno e, con tutta la rabbia e l'angoscia che provava, colpi il muro che si trovava al suo fianco.

Il dolore non tardo ad arrivare, sicuramente si era spavvata la mano, ma non gli importava. La sua ira faceva più male: si faceva pena, perchè si ostinava ad essere innamorata di un troll, zucca vuota, imbecille e stronzo.

L'amore faceva schifo.

Ancora su tutte le furie e con una voglia matta di distruggere la scuola, si diresse verso l'infermeria.

 

 

 

Il sole brillava sopra il lago nero, creando un maglifico gioco di luci e collori, annulando quella macabra oscurità, rendendo un luogo stranamente romantico.

Sembrava una di quelle scene di film strappalacrime babbani che sua madre amava guardare, dove ogni cosa sembrava perfetta: un ragazzo e una ragazza, che camminano vicini, poi le loro mani si sfiorano, i due si fermano per l'imbarazzo, si guardano negli occhi e poi le loro labbra si avicinano per poi...

<< Fra! Ti vuoi dare una svegliata? >>

La voce di Roxanne lo riporto alla realtà, mentre la sua mano gli sventolava davanti al viso. Peccatto che la fanciulla dei suoi sogni non aveva alcuna voglia di interpretare il ruolo dell'eroina romantica, anche perchè non aveva nulla di romantico.

Ma proprio per questo che si era innamorato di lei.

<< Dove cavolo si è cacciata quella bisbetica dagli occhi inquetanti >>

La ragazza si butto per terra, cominciando a gettare dei piccoli sassi nell'acqua. Fra sorrise e si mise a sedere al suo fianco, mentre scrutava il suo profilo il suo cuore cominciò a battergli forte, ed era sicuro che i suoi occhi erano diventati rosa, proprio come il suo amore. Quella era la particolarità sua e di sua sorella: i loro occhi si tingevano di colori diversi, a secondo del sentimento che stavano provando in quel momento, in più potevano capire le intenzioni di chi si trovavano di fronte, cose come se dicevano la verità o mentivano, oppure se erano pericoloso oppure o no.

Ne lui ne Fran, sapevano il perchè di questa loro particolarità, e nemmeno i loro genitori. E questo gli metteva timore, era terrorizzato dal fatto che qualcuno gli potesse fare del male per i suoi poteri, paura che aveva in comune con Fran, ma quello era il loro piccolo segreto.

<< Ehy! Guarda che potrei offendermi. Insomma, anch'io ho gli occhi strani >>

Alla battuta del ragazzo Roxanne gli diede una leggera gomitata, non riuscendpo però a sorridere. Adorava Fran, proprio per il suo non essere mai serio, trovava sempre qualcosa su cui ridere o scherzare.

Ma quello non era il momento di sorridere, avevano una bella gatta da pelare.

<< Tu cosa ne pensi di tutta questa storia? Si insomma, di quello che sta facendo Rhydian ? >>

<< Apparte che ancora non sappiamo cosa stia facendo, in più non so che dire. Quella asociale, ha la fama di essere sfugente e molto chiusa. E a quanto sembra avevano raggione >>

<< Come cazzo è possibile che è scomparsa persino dalla Mappa del Malandrino? È praticamente impossibbile >>

<< Non lo so Rox, davvero non lo so >>

La ragazza riprese a lanciare sassi sul lago, mentre la concentrazione del ragazzo fu rapita da un oggetto, e non un oggetto qualsiasi.

Era un bracciale fatto di fili di cuoio intrecciati tra di loro, con in mezzo un ciondolo nero raffigurante un folletto, ed era legato al sottile polso della fantatica ragazza che sedeva al suo fianco.

<< Quel bracciale, è mio. Credevo di averlo perso >>

Roxanne si giro verso di lui e in quel istante Francisco era convinto che il suo cuore si fosse fermato. La luce del sole che si rifletteva sul lago donava alla Weasley una luminosità incredibile. Aveva sempre detto che lei, per lui, era un angelo, ne in quel momento lo sembrava sul serio, anzi era ancora meglio.

Era una dea!

In quel momento desiderava solo una cosa: una bella doccia fredda.

Fra riusci a riprendersi dai suoi ormoni appena in tempo per poter vedere Roxanne che cercava di sfilarsi il bracciale.

<< No, no lascia stare. Te lo regalo, mi piace come ti sta >>

<< Grazie, l'ho trovato un anno fa nei corridoi, mi è piacito e l'ho preso. Come mai un foletto? >>

<< Non lo so. Diciamo è una passione che ho dall'infanzia, come mia sorella per le fate. Pensa che ne ho uno tatuato >>

<< Davvero! Figo, dove? >>

Fra a quella domanda fece un ghigno malefico, degno di Malfoy. Si mise in piedi e, lanciando l'ultimo sasso che aveva in mano, si incammino.

<< Questo Weasley dovrai scoprirlo da sola >>

<< Ehy Suarez, aspettami. Stupido argentino >>

 

 

Jonathan si trovava nei pressi della Foresta Proibita, vicino alla capanna di Hagrid, mentre stava maledendo Scorpius con tutto se stesso. Invece di aiutarlo nella ricerca era scomparso, sicuramente era andato a fare il casca morto con qualche oca priva di cervello; Scorpius era uno dei suoi migliori amici, anche se era più piccolo di lui di un anno, in più lo rispettava era un ottimo Cacciatore, peccato che aveva un piccolo problema: appena vedeva una bella ragazza si beveva il cervello.

Come aveva fatto lui, ancora non riusciva a capire il perchè non aveva seguito l'esempio della Brokengrass invece di rimanere li e a giocare a fare i detective, ma appena aveva sentito nominare l'Harvey qualcosa in lui era scattato. Non ne era innamorato, o cavolate simili, ma lo intrigava, soprattutto quei occhi scarlatti che, se fissatti troppo a lungo, ti davano la sensazione di cadere in un baratro senza fondo.

Ma non aveva mai osato avicinarsi troppo.

Aveva visto ragazzi ridotti a pezzi, a livello emotivo e morale, perchè avevano chiesto un appuntamento alla Regina Mancata. Anche se il suo aspetto era dolce e indifeso, era una ragazza dura, chiusa e avvolte crudele, nessuno l'aveva mai vista sorridere se non per qualche ghigno malvagio e, si, terribilmente inquietante.

Un po come lui.

Aveva avuto molte ragazze, ma nessuna di serio, più che fidanzate erano state compagne di letto, molti lo consideravano uno stronzo per questo, ma lui non si considerava tale. Lui aveva sempre avertito le suo compagne a cosa andavano in contro: lui voleva solo il sesso, dei sentimenti e altre cazzate non gliene importava. Erano loro che si innamoravano di lui e rimanevano con il cuore spezzatto quando lui si stancava.

Per tutta la scuola lui era il cattivo ragazzo, peccatto che non era questa lo sua vera natura.

Solo Scorp e Al sapevano chi fosse lui in realta e gli bastava cosi.

Un suono soave e cristallino arivò al suo udito, colpendolo come un pugno. Era una risata, apparteneva ad una ragazza, ed era la cosa più bella che avesse mai sentito. Senza nemmeno acorgersi le sue gambe cominciarono a correre, voleva vedere chi fosse il viso a cui apparteneva quel suono dolce, la curiosità non era tipica dei Sepreverdi, ma nessuno era perfetto.

Il suono lo guido dentro la Foresta, ma si trovava nella parte sicura, dove nessuna creatura pericolosa o uno di quei mostruosi centauri, si avicinava perchè troppo vicina alla scuola. Ma alcune creature si avicinavano e una di quelle si trovava a pochi passi da lui.

Jonathan si butto istintivamente a terra, nascondendosi dietro un cespuglio.

Era una creatura che aveva già visto in passato, durante il suo terzo anno, in una lezione di Cura delle Creature Magiche. Era una creatura alata, con testa e ali di un'acquila, le zampe e il petto erano quelli di un frifone ed il resto era appartenente a un corpo di un cavallo: un Ippogrifo.

Ma non era da solo, vicino a lui c'era la fonte che l'aveva condotto li. Una nota di colore lo aceco, sembrava pura fiamma.

Trovatà!

Rhydian era lì che, stranno ma vero, stava ridendo e scherzando con quella creatura, come se fosse una bambina. Non l'aveva mai vista in quel modo, come tutti del resto, e un pò lo deluse. L'aveva sempre vista come una statua di ghiaccio, impenetrabile, anni lontano dal resto dell'umanità. Ed ora eccola lì, a dimostrare che era una creatura normale come tutti.

L'ippogrifo si avicinò alla ragazza cominciando a lecchiarle la faccia, come se fosse stato un cane, facendola scoppiare in una risata fragorosa, e anche a lui non riusci a bloccare un sorriso.

Forse lui e lei si assomigliavano più di quanto sembrava.

<< È bello vederti ridere. L'ultima volta che ti ho visto cosi avevi più o meno 6 anni >>

un rumore di zoccoli si avicino e a Jonathan gli si rizzarono i peli sulla schiena, aveva il puro terrore per i centauri, erano mostruosi e agrssivi, e anche se il centauro era Fiorenzo, una creatura definita da tutti buona e gentile, non gli importava.

Appena lo vide anche il sorriso di Rhydian mori, tornando la solità espressione fredda che portava da molto tempo, anche lei non era contenta di vedere il professore di Astrologia. Una nuova cosa che avevano in comune.

<< Che diavolo vuoi? >>

<< Madama Chips mi ha detto che sei scappata dall'infermeria e che le tue ferite non erano ancora guarite del tutto >>

La ragazza sbuffo visibilmente infastidità, comincio ad accarezare il soffice collo della creatura, con lo sguardo perso nel vuoto. Sembrava che stesse studiando un piano di fuga, pronta a scappare il più lontano possibbile, ma non dal centauro, da qualcosa ancora più grande e spaventoso.

<< Sto bene. Ti ricordo che guarisco molto in fretta io >>

<< Lo so, ma ti ricordo che non sei invunerabbile e prima o poi potresti cedere >>

A quelle parole Rhydian si volse verso il centauro con uno sguiardo che sembrava fatto di fuoco, nel vederlo Jonathan provo uno strano miscuglio di paura ed eccitazione, era terribilmente bella quando si incazzava, e in quel momento era acceacata dalla rabbia.

<< Sei uguale a loro, non vedete l'ora che io scoppi, che mi dimostri incapace. Bhe mi dispiace, ma io non sono debbole >>

La rossa poso un leggero bacio sulla testa dell'Ippogrifo, regalandogli un ultimo sorriso, raggiante come i suoi capelli, per poi girarsi e andarsene.

Quando si trovò a fianco di Fiorenzo, i suoi occhi erano pieni di risentimento, furia, ma anche tristezza e rasegnazione.

<< Manca poco tempo e poi il piano sarà portato a termine, e io finalmente sarò libera da tutto e tutti, persino da te. E chi mi ha fatto del male pagherà caro quello che mi ha fatto >>

Detto questo, la ragazza dai capelli di fuoco riprese il suo cammino, sicuramente privo di meta, ma con la decisione di non fermarsi davanti a nessuno. Anche Fiorenzo s'incammino, entrando nella foresta, sicuramente raggiungendo i suoi simili, mentre scuotteva la testa amareggiato.

Solo quando fu sicuro che non ci fosse più nessuno, Jonathan usci dal suo nascondiglio. Doveva ragiungere gli altri e riferire quello che aveva visto e sentito.

Con tutta calma si incammino verso la bibleoteca, avevano deciso che, se mai qualcuno avesse scoperto qualcosa, avrebbe dovuto andare in bibleoteca cosi da fornire un tema di ricerca ai secchioni.

Il mistero si stava infittendo, di quale piano stava parlando la Regina? Qualsiasi fosse era sicuro solo di una cosa: non voleva essere nello stesso posto di chi l'aveva fatto soffrire, a giudicare dal tono della sua voce, la sua vendetta sarebbe stata tremenda e molto dolorosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: ed ecco che anche chi gioca ai detective entrano in pista...e lo fanno con stile. Erika pazza di gelosia litiga con Albus (ragazza, è un uomo! È normalissimo che non capisca i sentimente di una "dolce" fanciulla), rompendosi una mano. Fra e Rox sono troppo dolci, dolciotti, anche se sono un po strani (ma infondo chi non lo è). abbiamo conosciuto meglio il bel tenebroso, Jonathan Forest, che ne pensate? In più un nuovo indizio su la misteriosa Rhydian...che dite? Buona o cattiva? Voglio il record di recensioni, perchè ho sudato 50 camice per questo capitolo.

Un bacio.

Vero.

 

Piccolo spoiler...nel prossimo capitolo ritroveremo Allison, e ci saranno non pochi guai...si sono una sadica 

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Capitolo 8
*** Capitolo 6 ***


Siamo nei Guai!!!

 

 

 

 

Ormai il sole era calato e le candelle illuminavano l'intera sala, donandole un atmosfera soft e molto romantica, la bibleoteca era piena di coppiette che si cambiavano teneri ed inocenti efusioni, mentre aspetavano che fosse l'ora di cena.

In mezzo a tutto quell'amore c'era una delle ragazze più belle della scuola che, con i capelli raccolti in una cipolla disordinata e un paio di occhiali neri più grandi della sua faccia, stava ripetutamente sbattendo la testa sul tavolo, mentre una fila di libri la circondava.

Dominique Weasley stava raggiungendo l'esaurimento nervoso. Non aveva trovato nulla d'interessante sui centauri, apparte che erano creature legati al elemento del fuoco, proprio come gli ipogrifi, e gli mancava la sua migliore amica. Lola, lei sicuramente saprebbe cosa fare, o almeno saprebbe come tirarle su il morale, invece il destino le aveva separate e adesso lei si ritrovava circondata da dei dei vecchi libri polverosi e amuffiti.

In più guardare tutte quelle coppiette felici e contenti, la depresione le saliva.

Anche se era molto popolare tra i ragazzi, non aveva mai avuto un ragazzo, per la troppa paura che la guardavano per il suo essere veela e no perchè era Dominique.

Avvolte invidiava sua sorella Victorie, lei aveva Teddy e da come lui la guardava non c'erano dubbi che l'amava profondamente, soprattutto adesso che era incinta ed era diventata peggio di un'arpia isterica.

Il suo sguardo si poso su due ragazzi seduti al tavolo di fronte a lei, la ragazza stava cercando di studiare mentre il suo ragazzo la stava disturbando facendole il soletico; ecco era questo che lei desiderava, qualcosa di semplice e normale e, anche se non l'avrebbe mai amesso, anche Lola lo desiderava, ma era troppo orgogliosa per ametterlo.

Dopo quattro anni che si era costruita la maschera di una ragazza che manda al diavolo l'amore e tenerezze varie, non poteva proprio cedere, nemmeno con Fray poteva lasciarsi andare, solo con lei si sentiva libera di essere se stessa, proprio perchè quell'insicurezza le univa.

<< Un galeone per i tuoi pensieri, Weasley >>

Un enorme sorriso smagliante invase il suo campo visivo, avrebbe riconosciuto quella schiera di denti bianchissimi tra mille: Nicholas Manos.

Lui era il suo cortegiatore più insistente e, per certi versi, più snervante. Aveva avuto molti ragazzi che gli avevano fatti gli occhi dolci e dedicate parole sdolcinate, ma avevano tutti sventolato bandiera bianca difronte alla sua fredezza, ma questo non riguardava Nico.

E dovevano ametterlo, non gli dava fastidio questa sua insistenza, o almeno quando non essagerava.

<< E da quando ti interessano i miei pensieri? >>

Nico si mise suduto di fronte a lei, avicinando il suo viso il più possibile alla Weasley, anche se il suo aspetto era trasandato, era lo stesso la fanciulla più bella che avesse mai visto, con quei capelli rossi dalle sfumature dorate che cercavano di evadere da quello strana crocchia, fatta con una matita. Di solito le ragazze non erano cosi belle, quando passavano un intera giornata passata in mezzo alla polvere e chine su libro, ma lei era unica.

E lui meritava solo il meglio.

<< Mi interessa tutto ciò che pensi e dici Dom >>

La bionda fece finta di non aver sentito quel nome, solo i suoi famigliari e le sue amiche più strette la potevano chiamare in quel modo, il resto del mondo no.

Porto gli occhiali sulla testa, mentre si passava le mani sul viso, il troppo studio gli aveva fatto bruciare gli occhi e anche la sua povera testa non voleva pintarla di farle male, era fisicamente e menrtalmente distrutta.

<< Vuoi un masaggio? Sono bravo >>

<< Guarda che lo so bene che non vedi l'ora di metermi le mani adosso. Quindi distanza di sicurezza >>

<< Cosi mi spezzi il cuore >>

Dominique lo guardo si sbieco e da come lui sorrideva si capiva che non diceva sul serio, quella Serpe non poteva essere ferita, o se succedeva era bravo a nasconderlo.

<< Trovato nulla bella principessa? >>

<< No, ho letto e riletto qualcosa come una trentina di libri, ma è stato tutto inutile. Tu? >>

<< Non ho fatto niente. Tutta questa storia non mi interessa, l'ho fatto solo per stare vicino a te, principessa >>

<< E a cosa devo questa tua negligenza? >>

Il ragazzo sorrise di nuovo, acecandola, mentre allungava il braccio e le strinse la mano. Lei lo sapeva benissimo perchè Nico faceva tutto questo: era un cacciatore, un vero predatore, e visto che lei era una delle poche ragazze che non cadeva ai suoi piedi, era la preda ideale.

<< Sai bene che, presto o tardi, ti renderai conto che sei innamorata di me >>

<< Ma perchè proprio io? Insomma capisco che il mio sangue veela ti attrae, ma...>>

<< Pensi davvero che mi piaci solo perche, per un ottavo, sei una veela? Mi dispiace deluderti Dominique, ma non è solo per quello. Certo il tuo aspetto mi ecita da morire, sono pur sempre un ragazzo, ma non sono cosi frivolo; Lola è veela per metà e di certo non ci provo con lei, anzi, non la sopporto >>

A quelle parole la mascella di Dom cade letteralmente; era la prima volta che un ragazzo, fuori dalla cerchia dei suoi amici e che non fosse un suo cugino, gli diceva una cosa del genere, ma ciò che la sorprendeva di più è che quelle parole erano uscite dalla bocca di Manos.

In quel momento la vista della bionda Weasley cambiò, ora Nico non sembrava più un ragazzino viziato che puntava la sua intera esistenza sul suo aspetto e sul numero di ragazze riusciva a rimorchiare. Ora sembrava più maturo e inteligente, forse si era sbagliata a giudicarlo cosi in fretta.

Un suono mettalico invase l'intera scuola, era la campanella che segnalava l'inizio del pasto serale.

<< È ora di cena. Non so tu, ma io ho una fame che non ci vedo. Mi faresti l'onore di acompagnami in Sala Grande? >>

Dom sorrise, scuotendo la testa. Quel ragazzo era la persona più strana che avesse mai conoscito, un attimo prima era un immatura Serpe, quello dopo un giovane uomo responsabile per poi ritornare quello di prima. Chi sa se un giorno lo avrebbe mai compreso?

La ragazza porto il suo braccio sotto quello di Nico ed, insieme, si aviarono verso la Sala Grande. Sicuramente l'indomani tutta la scuola avrebbe parlato di questo, Lola avrebbe pensato che Manos le aveva fatto un incantesimo, ma non le importava.

Infondo non succedeva niente di male se, una volta ogni tanto, si godeva la vita e la sua bellezza.

 

 

 

Il banchetto ad Hogwarts era famoso per essere uno dei più forniti, non aveva rivali per quanto riguardava le leccornie che, ogni giorno, riempiva le tavole. Neppure quella sera aveva deluso, ma c'era qualcuno, al tavolo Verde Argento, che non sembrava godersi il buon cibo che le si presentava sotto il naso.

Alison Ilybs non riusciva a mangiare, i milli pensieri affolavano la sua mente. Stava succedendo qualcosa di strano, Erika era più strana del solito, non voleva smettere di guardare Severus con quei occhi da cucciola folle asetata di sangue, e Jonatha stava confabulando con Poter, e non Albus Severus Potter Serpeverde, ma James Sirius Potter Grifondoro e quei due non si sopportavano dall'alba dei tempi. Senza contare che quella fanatica della Weasley rossa, secchiona, mangiona e che si credeva la regina della scuola solo perchè aveva un cognome leggermente famoso, non era presente ad abbufarsi come un magliale e anche Scorpius mancava all'appello.

Solo Adel si comportava come al solito, cioè era una lastra di ghiaccio.

Doveva scoprire cosa stava succedendo, e doveva farlo subbito.

Porvo Godric lei era la Caposcuola, per Diana!

<< Adel, amica mia, come va? >>

<< Scordatelo! >>

<< Non sai nemmeno cosa volevo chiederti >>

<< Basta guardarti in faccia per capirlo e, anche se mi sono tagliata fuori, ho promesso a Erika di non dirti niente e io mantengo sempre la parola data >>

Ally sbate la forchetta sul tavolo, Adel era una lastra di ghiaccio fatta e finita, gelida e silenziosa.

<< Però, posso indicarti qualcuno che non è come me >>

La mano della Serpe indico una persona particolare, che era seduta comodamente al tavolo color Rosso e Oro. Era la piccola Lily Luna Potter; un ghigno malefico si fece largo sul suo viso, quella ragazzina non possedeva la furbizia di Al o l'iruenza di James, era una dolce e inoqua ragazzina di tredici anni, che si spaventava molto facilmente.

Una leggera risata gli sali su per la gola, non vedeva l'ora di divertirsi un po con la piccola Potter.

 

 

 

<< Di quale fottutissimo piano stava parlando? >>

<< E io che diamine ne so Rossa, ti dico solo ciò che mi ha riportato Jo >>

Ormai Rose e Scorpius si trovavano nelle cucine, quando la ragazza era uscita dalla bibleoteca il banchetto serale era finito già da un pezzo, gettandola nella depressione più profonda. Era una Weasley cresciuta dalla cucina di nonna Molly, visto che Hermione non era un ottima cuoca, quindi era normale che il cibo era una cosa fondamentale per lei.

Quindi scoraggiata e disperata aveva cominciato a correre verso le cucine incontrando quell'idiota di un biondino ossigenato, anche lui aveva saltato la cena, aveva passato l'intero pomeriggio nella ricerca del obbiettivo, a quanto pareva solo Jonathan era riuscito a vederlo, ma quel solitario di una Serpe era riuscito a farsela scappare. Ma almeno era riuscito ad ascoltare qualcosa di molto succoso.

Qualcosa di grosso si stava avicinando. Ma cosa? E in cosa consisteva la sua vendetta? E oltre Fiorenzo chi era coinvolto?

L'avere troppe domande a cui non saper dare una risposta stuzzicava terribilmente la sua curiosità, anche se nell'aspetto e nei modi era la tipica Weasley, aveva l'inteletto di una Grengel, quindi era certa che prima o poi avrebbe trovato la risposta, anche grazie al aiuto dei suoi amici.

<< Comunque credo che ci siamo michiati in qualcosa di grosso, e pericoloso >>

<< Pura Malfoy? >>

<< Ti piacerebbe Weasley >>

La ragazza sorrise, lo conosceva da ormai cinque anni e non era mai cambiato: arogante, strafottente e con un soriso da furbetto che ti incantava ogni volta, era l'unico ragazzo che non riusciva a inquadrare perchè era capace di sorprenderla. Ma non era il momento di pensare a Scorpius, era il momento di pensare all'ottimo budino al cioccolato e panna che aveva sotto agli occhi.

Affondo il cuciaglio sul suo dolce preferito e, con una lentezza impressionante, lo mise in bocca gustandoselo. Ed ecco che si trovava nella sua isola felice, dove non esistevano biondini pervertiti rompi pluffe, problemi scolastici, cugine e amiche con gravi problemi di nervi e dove lei poteva mangiare quanto voleva senza ingrassare.

Era delizioso!

La cucina delgi elfi era seconda solo a quella di sua nonna.

Il suono delle risate del ragazzo la riporto alla realtà, strappandola a quel mondo favoloso, meritava di morire per questo. Con un occhiata umicida guardo l'idiota che, da quanto stava ridendo, aveva le lacrime agli occhi e si teneva la pancia, quanto desiderava che il suo caffè gli andasse di traverso.

Che aveva tanto da ridere?
<< Scusa...ma...hai tutta la panna in faccia >>

<< Miseriaccia! >>

La rossa comincio a passarsi le mani sul viso, maledicendo la goffaggine Weasley. Era possibile che si doveva sempre rendersi ridicula di fronte agli altri? Soprattutto davanti a Malfoy? Cosi aveva un buon motivo per prenderla in giro. Poteva immagginare i sopranomi si sarebbe inventato per umiliarla.

<< Tolto? >>

<< Si, apparte in un punto >>

<< Dove? >>

Sul volto di Scorpius si fece largo un ghigno, era un occasione troppo ghiotta, più che unica che rara e non se la sarebbe lasciata scappare.

Afferò il braccio della rossa e, trascinandola il più vicino possibile a lui, gli lecco il langolo esterno della ragazza che, come era prevedibile da lei, arrossi violentemente mentre sembrava che le pupille volesse uscirle dalle orbite. Adorava metterla in imbarazzo, soprattutto per la faccia che faceva: un misto tra la sorpresa, la rabbia e la curiosità.

<< Si può sapere che ti dice il cervello? Io e te non ci sopportiamo >>

<< E chi l'ha detto? >>

<< Lo dico io, e io ho sempre ragione >>

Scorp scosse la testa, cecando di tratenersi dal ridere, la ragazza era un osso duro, l'aveva sempre saputo, ma non credeva che era cosi ostinata. Lui non era innamorato di lei, come lo era per lei, ma era presente un'attrazione fisica non indifferente, lo dimostrava anche la notte del primo giro di ronda. L'aria era talmente carica di ormoni che, se non fossere stati interotti, sicuramente lo avrebbero fatto.

Il ragazzo diede un ultimo sorso al suo caffe e, senza che quell'iritante sorrise se ne fosse andato dalla sua faccia, si avicino a Rose che non faceva altro che guardarsi intorno non sapendo cosa fare: non aveva ancora finito il suo amato budino, ma voleva anche scappare da Scorpius, non c'era da fidarsi di quella Serpe ossigenata.

<< Quindi tu hai sempre ragione, Rose? >>

<< Si, e non chiamarmi per nome mi dai i brividi >>

<< Sicura al cento per cento >>

<< Dove vuoi andare a parare Malfoy? >>

Ormai lui era difronte a lei e, senza darle il tempo di scappare o di reagire, gli passo una mano intorno ai fianchi e, impriginandola tra le sue braccia, la spinse contro il suo torace. Ormai erano vicinissimi, poteva sentire il respiro di lei sul suo collo, creando un effetto non idifferente al suo corpo, ma doveva mantenere il sangue freddo.

<< Ti sembra che farei una cosa del genere se ti odiavo? >>

Le parole le morivano in bocca, cosa che non era mai successo da quando aveva imparato a parlare, mentre i suoi seni erano schiacciati contro i pettorali ben definiti del ragazzo.

No, lui non la detestava affatto, e neanche lei anzi, era il suo miglior nemico: l'unica persona al mondo che poteva competere con lei in tutto, ma lui era un Malfoy e lei una Weasley e l'amicizia, o rapporti di altro genere esclusi nemici a vita fino all'ultimo sangue, erano esclusi.

<< Allora Rose? Che mi dici? >>

La ragazza stava per dire qualcosa quando un urlo aghiacciante si difuse per l'intera scuola, i due ragazzi si guardarono di nuovo negli occhi, ma questa volta era diverso. L'uno nell'altra vedeva il terrore e, senza che potessero pensarci un secondo in più, le loro gambe cominciarono a correre.

L'urlo veniva dal coridoglio.

 

 

Luke, dopo il banchetto, si era diretto verso la bibleoteca aveva dimenticato il suo compito di Pozioni, tra una ricerca e un'altra aveva trovato il tempo per fare i compiti, cosa che non aveva fatto Luis quindi sicuramente quella sera l'avrebbe suplicato di poter copiare da lui, ma questa volta però l'avrebbe fatto un po soffrire. Mentre varco l'enorme portone un acenno di rosso, nascosto dietro ad una colonna, lo coplì.

Era un rosso particolare, aveva una tonalità aranciata, sembrava una carota. Solo una persona aveva quel colore di capelli.

<< Cosa succedde piccola Potter? Paura del buio? >>

Ed ecco che la faccia buffa della ragazzina fece la comparsa sul suo campo visivo. Era molto carina per una tredicenne, con quel cascetto pel di carota e le lentigini che le ricopriva le faccia, senza contare gli enormi occhi da cerbiattola.

Peccato che fosse la cugina del suo migliore amico.

<< Punto primo ho un nome io, punto secondo non ho più cinque anni >>

Ed era anche molto buffa quando cercava di darsi aria da grande, era sempre stata trattata da piccola da tutti: dai suoi fratelli, da i suoi cugini, persino Hugo che aveva la sua stessa età, ma era nato qualche mese prima, e dagli amici dei suoi familiari. Ed avvolte questo la faceva arrabbiare, quindi si comportava per quello che non era, peccatto che non durava molto.

<< Ok, allora io me ne vado. È tardi e domani abbiamo lezione. Ciao piccola Potter >>

Ma nemmeno riusci a fare un passo che subbito senti tirare il mantello. Si giro sorridendo, mentre Lily si era avinghiata a lui, con gli occhi chiusi e un espressione completamente terrorizati in volto. Gli veniva troppo da ridere, ma per non ferire il suo orgoglio si trattene.

<< Piccola Potter stavo scherzando >>

Le guance di Lily si arrosirono di colpo, come era possibbile che ogni volta che cercava di darsi arie da dura si smontava da sola in meno di un secondo. Forse aveva raggione Rose, era tutta colpa dei geni Weasley!

<< Ok, confesso. Tutte le miei amiche hanno un fidanzato, quindi non mi andava fare il terzo in comodo, Hugo sta con quei stupidi dei suoi amici e non vogliono ragazze e non mi piace stare da sola, soprattutto di note i un corridoio buglio >>

<< Capito l'antifona. Dai piccola Potter, ti acompagno al tuo dormitorio >>

Luke non era mai stato quel tipo di ragazzo sempre gentile e disponibile con le ragazze, anzi alcune le trovava incredibilmente stupide, ma per la piccola di casa Potter faceva sempre un eccezione, non riusciva proprio resistere a quel visino da bambina spaventata.

Gli porse la mano e quelle, sempre arrosendo per l'imbarazzo, la strinse nella sua. A Lily piaceva sul serio Luke, peccato che questo la vedeva sempre come la cuginetta piccola di Luis, o peggio, come una sorellina minore da proteggere e coccolare. Era per quel motivo che aveva cominciato a truccarsi, andando contro le regole di suo padre, e comportarsi come una ragazza più grande, ma non era servito a niente.

Lei non possedeva la bellezza di Dominique, la simpatia di Roxanne o l'intelligenza di Rose, Lily era semplicemnente la "Piccola", quindi banale.

<< Ma che carini i due pincioncini, cos'è? Una passeggiata al chiar di luna? >>

Alison era appogiata al muro, con le braccia incrociate, e dal modo in cui gli sorrideva non prometteva niente di buono. Lily si nascose subbito dietro a Luke, anche se era una Grifondoro, quindi casa dei coraggiosi, quella ragazza la terrorizzava, persino più del buio.

<< Ciao piccola Potter, ti va se io e te facciamo due chiacchiere? >>

<< Cosa vuoi da lei Ilybis >>

<< Fatti gli affari tuoi Cannon. Io e la piccola Potter dobbiamo parlare >>

Ma Luke non ci pensò nemmeno di farsi da parte, Alison non era cattiva,di questo ne era quasi sicuro, ma era molto arogante e, per ottenere quello che voleva, non ci pensava proprio a calpestare i sentimenti di qualcuno, ed Lily era molto sensibile ed emotiva.

I due contendenti stavano per estrarre le bachette, mentre una spaventata Lily tremava di paura, vergognandosi per la sua incapacità nel diffendersi, se fosse successo qualcosa a Luke a causa sua non se lo sarebbe mai perdonato.Un urlo aghiacciante però fermo il duolo che, a li a poco, si stava per scatenare.

Era la voce di una donna, di una ragazza, e qualsiasi cosa le fosse successo era qualcosa di mostruoso.

<< Che diamine è stato? >>

<< Lily, vai al tuo dormitoglio. Io vado a controllare, Alison, addio >>

<< Fermo là! So bene che voi due e il vostro patetico gruppetto di amichetti mezzo sangue state tramando qualcosa, e io ho il diritto di sapere. Quindi vengo anch'io >>

<< Luke vengo anch'io, non esiste che ti lascio da solo >>

Il ragazzo guardo per un istante la piccola Lily, si vedeva lontano un miglio che aveva paura, tanto che le tremavano addirittura le gambe, ma era ostinata a venire. Questa volta non riusci a trattenere un sorriso, per molti lei era una vera fifona, ma ai suoi occhi era la persona più corraggiosa al mondo: anche se voleva scappare per la paura, lei rimaneva lì a dare una mano.

<< Ok. L'urlo veniva verso il corridoglio vicino ai giardini >>

I tre ragazzi corsero verso quella voce mostruosa, con le bacchette alle mani. Qualsiasi cosa avrebbe potuto creare quel suono, e nelle peggiori delle ipotesi poteva essere qualcosa di molto pericoloso.

Cosa diamine stava succedendo?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: Ciaoooooooooo...come va? Che ne pensate di questa nuovo capitolo? Tante cose stanno succedendo e di certo non si fermano qui: Nico si rivela completamente diverso dal damerino pronto a correre dietro ogni gonnella, lasciando una Dominique piacevolmente sorpresa. Poi abbiamo Alison che, essendo un astuta Serpe, ha intuito che sta succedendo qualcosa e, l'essere stata esclusa, non le andata per niente a genio. Poi ritroviamo Rose e Scorpius durante uno spuntino che, nuovamente, vengono interotti sul più bello....si mi diverto moltissimo XD. Poi Luke e Lily (tenerosi loro), dove lui la protegge proprio come un cavaliere dalla lucente armatura. E infine quell'urlo che ha fatto accapponare la pelle a tutti quanti.

Cosa strarà succedendo? Chi sta urlando? Perchè? Siete curiosi? Bhe dovrete aspettare il prossimo capitolo.

Un Bacio.

Vero


P.S. Sicuramente ci sono molti errori, mi fareste un enorme favore se fareste finta di niente visto che il correttore automantico del computer mi odia a morte e non vuole funzionare.
Nuovo spoiler: Il gruppo di ricerca farà una scoperta sensazionale

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Capitolo 9
*** Capitolo 7 ***


Scoperte & Centauri

 

 

 

L'oscurità dominava sovrana fra i corridoi, illuminati dalla fioca luce lunare, che venica coperta da alcune nuvole di passaggio; mentre il silenzio veniva rotto dai passi veloci, ma l'unico suono che Rose sentiva era il battito del suo cuore.

Lei e Scorpius, non appena avevano udito quel urlo disumano, erano scattati in piedi iniziando a correre più che potevano, senza nemmeno pensare a quello che stavano faccendo, ma adesso la ragione si stava facendo strada nella sua mente. Non sapevano cosa stavano andando incontro: poteva essere qualcosa di inoquo, come un idiota che voleva fare uno scherzo, e in quel caso gli avrebbe dato lei stessa un buon motivo per urlare come un pazzo, ma anche qualcosa di molto, davvero molto, pericoloso.

La ragazza di casa Weasley era talmente immersa nei suoi pensieri e nelle sue paure, che non si accorse che il rampollo dei Malfoy si era fermato, se ne rese conto solo quando il suo naso andò a sbattere con l'ampia schiena di Scorpius.

<< Sveglia Rose, non stare sempre tra le nuvole >>

<< Prima cosa: AHIA! Ma che razza di spalle hai? Di Titanio? Seconda cosa: se mi richiami di nuovo con il mio nome ti fatturo. Chiaro? >>

Scorpius apri la bocca per ribbattere, ma si bloccò all'improvisso, mentre un rumore di passi si avicinava a loro. D'istinto Scorpius afferò la Rossa portandola dietro una collonna, tappandole la bocca con la mano: conosceva fin troppo bene la lingua lunga della ragazza e, avvolte, perdeva delle buone occasioni per stare zitta.

Il ragazzo poteva sentire il cuore di lei battere ad una velocità inregolare, sicuramente era per la tensione, ma gli piaceva illudersi che era a causa sua. Per un momento la sua mente ritorno a prima, quando erano insieme nelle cucine e a quello che stava per succedere tra di loro. Se si trattava di uno stupido scherzo, avrebbe uccisso il responsabile; era quasi arrivato al suo obbiettivo: far cadere la Weasley ai suoi piedi, per dimostrare che era come le altre ragazze.

<< Qui non c'è niente! Ehi, brutto idiota, io penso che è stata un vostra messa in scena. Tua e dei tuoi stupidi amici >>

Quella voce dal tono irritante fece spalancare gli occhi dei due giovani.

<< Ally? Che ci fai qui, porco Salazar! >>

Allison si girò di scatto al suono della voce di Scorpius, con un enorme sorriso, felice di aver trovato qualcuno dalla sua parte, ma cambio subbito espressione alla vista dei capelli rosso lampone di Rose Weasley.

<< Ciao Scorp, che fai? Ora frequenti i mezzosangue? >>

<< Chiudi becco, vecchia ciabbatta razzista! Lily! Luke! Venite qui, non vorrei che quella strega vi contagiasse >>

La piccola di casa Potter prese per mano Luke trascinandolo vicino a Rose che, notando il timore negli occhi della minore delle sue cugine, la strinse a se passandole una mano sulla schiena per tranquilizzarla, era un vecchio trucco che solo lei e zia Ginny conoscevano.

La Serpeverde, sentendo quel insulto, afferrò di corsa la bachetta: nessuno la insultava e la passava liscia, men che meno se era la figlia di una Mezzosangue e un Traditore del suo sangue. Ma Malfoy fu più veloce a mettersi in mezzo, facendole da scudo: di solito rimaneva fuori tra le liti fra ragazze, sopprattutto se una delle litiganti era Ally, ma non in quell'occasione.

<< Ally metti giù la bacchetta, ti ricordo che sei Capo Scuola e l'ultima cosa che voglio fare è fare rapporto alla Preside. Tu Rose tieni a freno la lingua >>

<< Ora ti sei schiarato dalla parte dei Weasley? Ti sei rammolito Malfoy >>

Scorpius scosse la testa, con quella ragazza non c'era speranza: era intelligente per quanto stupida.

<< E quello cos'è? >>

La flebile voce della Piccola Potter attirò l'attenzione di tutto il gruppo, mentre la tredicenne si avicinò ad una strana macchia dal colore oscuro.

Luke si mise, di corsa, al suo fianco, la tensione era salita a mille nell'aria e, ormai, qualsiasi cosa poteva essere pericolosa. Dopo aver messo la ragazzina dietro di se, si avicino alla macchia sospetta con molta calma,quando non si sa a cosa si va incontro la sicurezza non è mai troppa. Infilò le dita dentro la macchia scoprendo, con orrorore, che era sangue.

<< Ragazzi, qui abbiamo una bella macchia di sangue e, a secondo della quantità, qualcuno sta rischiando di morire disanguato. Ma è strano >>

<< Che cos'è strano piccolo saputello? >>

Scorpius alzo lo sguardo al cielo, ormai era certo: Allison non riusciva a parlare senza insultare nessuno, se non fosse un Serpeverde purosangue da milliardi di generazioni.

<< Allison stai zitta. Continua Luke >>

<< Grazie Malfoy. Dico che è strano perchè ci dovrebbero essere altre tracce invece, se vi guardate in torno, potete notare che c'è solo questa >>

Rose si guardò intorno notando, con orrore, che Luke aveva ragione e la cosa le faceva venire i brividi. Per carita, lei amava i misteri e amava sopprattutto quando li risolveva, ma non gli piacevano quando erano inquietanti come questo. Senza nemmeno che si accorse, il suo corpo tremante si avicino a quello forte e sicuro di Malfoy che, acorgendosi del timore della Rossa e approfidandosi della situazione, le circondo le spalle con il suo braccio portandosela al petto, sperando che quell'incantesimo non si spezzasse mai.

Peccato che Rose ritornò in se molto in fretta, troppo per i gusti del ragazzo. Possando le mani sul suo petto si allontanò da lui, correndo verso la cuginetta e il Corvonero.

<< Credo che sia saggio che ognuno di noi ritorni nella propria Casa. È stata una brutta nottata per tutti e, penso, che una bella dormita non puo che farci bene >>

<< Aspetta un altimo Weasley, non cosi di corsa, io voglio sapere che diamine state combinando. Io sono Capo Scuola e ho il diritto di sapere >>

Rose ormai stava perdendo la pazienza: tra Malfoy che faceva sempre il marpione, tutti quei misteri che la faceva solo venire un mal di testa e ora ci mancava quella rompi pluffe di una Serpeverde con seri problemi di autocontrollo.

<< Ti posso dire che centra Rhydian, sei contenta ora? >>

Nel sentire quel nome Allison si irigidì: non lo aveva confessato a nessuno, quella ragazza era l'unica essere umano che le metteva paura, soprattutto quegli occhi color del sangue.

Rose, senza dire niente, prese Lily e si diresse verso la Torre dei Grifondoro. Aveva seriamente bisogno di dormire, di chiarirsi le idee, cosi che il giorno dopo sarebbe stata pronta per capire e risolvere tutto quei casini.

 

 

 

 

Ormai era passato più di due mesi da quando Rose, Scorpius, insieme gli altri, avevano scoperto quella enorme chiazza di sangue e, ancora, nessuno aveva trovato una spiegazione. Il gruppo di ricerca spendeva tutte le proprie energie mentali, ma sembrava che nessun libro poteva rispondere alle loro domande. Invece quelli che seguivano la fanciulla del mistero, erano in alto mare; apparte la mattina dove lei era obbligata a seguire le lezioni, nel pomeriggio spariva nel nulla senza lasciare traccia di se, come se fosse stata un fantasma.

Ormai entambi le due squadre erano depresse, perdendo ogni volonta di continuare quelle ricerche che sembravano portare solo a vicoli cechi.

Quel pomeriggio solo in quattro si erano presentati in bibleoteca e avevano cominciato a cercare, come ormai facevano come ogni giorno: Shey, Lysandre, Lene e Jason, il Serpeverde, più che altro, era stato obligato dall'amica d'infanzia che, abbandonando la timidezza, lo aveva afferrato per un braccio e lo aveva trascinato con se. Quando Shey aveva visto la scena, non potè non ridere: era buffo vedere un ragazzone grande e grosso che veniva portato a forzo da una ragazzina minuta, ma erano anche teneri.

<< Ehy Lene! Vedo che hai catturato un bel pesce >>

<< Puoi scometterci cercava di squagliarsela, ma lo bloccato >>

<< Uno di questi giorni Lene...per due mesi non abbiamo trovato niente, perchè continuare? >>

<< Perchè è cosa buona e giusta. Vero shey tesoro mio? >>

<< Piantala Lysandre. Comunque ho chiesto io a Lene di portarvi qui. Forse ho trovato qualcosa, sono più di due mesi che sto facendo ricerche per conto mio e, unendo i vari punti che ognuno di noi ha trovato, sono arrivata a credere che c'è un filo conduttore tra la Regina delle Serpi Mancata e ciò che io ho scoperto >>

Shey si diede cinque minuti per studiare l'espressioni dei suoi compagni: Lysandre la guardava come se fosse un pesce lesso, come suo solito, Lene era leggermente spaventata ma anche risoluta ad andare avanti e Jason era incuriosito.

Annuendo con la testa si diresse verso il reparto di Astronomia predendo un libro.

<< Questo libro parla di tutte l'eclissi che si sono svolte e delle loro priorità magiche. Una di queste ha attirato la mia attenzione: l'Eclissi Stellare, o meglio conosciuta come stella di fuoco, è l'unica eclissi stellare conosciuta al mondo. Il sole viene coperto da una stella, quest'ultima risucchia la sua luminosità oscurando le altre, la luce che crea è fortissima tanto che sembra che il cielo sta prendendo fuoco >>

<< E questo che diamine centra con quella pazza furiosa? >>

Lene diede una gomitata al Serpeverde, solo perchè era stra cotta di lui, questo non voleva dire che doveva comportarsi da bambina tutta zucchero e miele, in più era troppo concentratta da Shey per rendersi conto di chi aveva colpito.

<< Potrebbe centrare visto che ho notato una nota, giù in fondo scritta in piccolo, che riporta ad un'altro libro. Jason tu sei il più alto, in più hai il permesso di andare nella Sezione Proibita >>

Il ragazzo sentendo l'affermazione della ragazza gli cadde la mascella per la sorpresa, nessuno sapeva del suo permesso. Prima che iniziasse l'anno aveva fatto richiesta alla preside e al Ministro, il suo sogno era quello di diventare uno Archeologo della Magia e, per sostenere l'esame, avrebbe dovuto documentarsi anche tramite dei libri presenti nella Sezione Proibita.

<< E tu come cazzo lo sai? Solo la mia famiglia, la preside e il Ministro lo sanno >>

Shey sorrise con l'aria furbetta.

<< Non sottovalutare le mie fonti. E ora muoviti, cerca un libro che si chiama, "Mitologia oscura della Storia" >>

Jason scosse la testa rasegnando aviandosi alla ricerca del libro. Mentre la ragazza sorrideva soddisfatta, in realtà non aveva nessuna fonte, semplicemente aveva sentito per sbaglio una conversazzione tra lui e la vecchia gatta. Solo perchè era una Grifona, non voleva dire che avvolte non si comportava da Serpe.

Dopo una decina di minuti Jason ritorno con in mano un enorme libro nero, con le rifiniture fatte di catene. Era abbastanza inquietante, mache ti aspettavi di un libro che parla di magia oscura?

Shey strappo il libro di mano alla Serpe posandolo, poco delicatamente, sul tavolo. Lei sapeva, lo sentiva in ogni angolo della sua pelle, che con quel libro sarebbero finalmente arrivati alla svolta che tanto desideravano, che da due mesi avevano sacrificati la maggior parte del tempo.

<< Lene a che pagina manda la nota? >>

<< Ehm....214 >>

Sempre con poca delicatezza, la Grifondoro comincio a sfogliare le pagine del libro, mentre i ragazzi si fecero sempre più vicini a lei; forse sarebbe stato l'enessimo buco nell'acqua, ma provare non costa nulla. Quando finalmente trovarono ciò che stavano cercando, i loro cuori si bloccarono, le loro bocche si aprirono di colpo e i loro occhi sgranarono per la sorpresa.

Finalmente avevano una pista.

 

 

 

 

Jonathan osservava il paessaggio notturno, sulle sponde del Lago Nero mentre si godeva il bel vedere con una sigaretta in bocca, gli era sempre piaciuto il momento del crepuscolo quando il cielo si tingeva di diverse sfumature, come se fosse stato un quadro, mentre la notte prendeva il sopravento facendo comparire qualche stella del firmamento.

Era ormai passati due mesi da quando aveva visto Rhydian giocare con l'ippogrifo e, ancora, non riusciva a dimenticare il suono della sua risata, come non poteva scordarsi la rabbia e l'odio che aveva mostrato quando aveva nominato la sua vendetta.

<< Pensieroso Foster? >>

Il bel tenebroso di Serpeverde si volse verso la voce, scontrandosi con il sorisetto iritante di Zack Taylor che teneva in braccio un gattino, a Jonathan sembrava il cattivo di un vecchia film babbano che Al lo aveva costretto a vedere. Aveva la forte tentazione di tirargli un pugno sul naso: come osava interompe il suo attimo di relax, tra la scuola, il Quiddith, le ragazze e quella faccenda dei detective, non aveva mai un attimo di tranquilità e, ora che l'aveva trovato, arrivava quel babbeo di un Grifone a rompere.

Jonathan opto, però, di ignorarlo sperando che il suo cervello, anche se minuscolo, potesse capire che non era un ospite desiderato.

<< Mi puoi dare una sigaretta >>

Speranza vana.

<< E da quando in qua fumi? Non eri fissato con il fisico e la salute, tu? >>

<< Infatti la fumo una ogni tanto, solo per allentare la tenzione >>

Forest fece spalucce e, dopo aver estratto dalla tasca del mantello sia le sigarette che l'acendino, le porse al ragazzo illudendosi che, una volta acontentato, se ne sarebbe andato. Ma quello, invece, si mise seduto al suo fianco cominciando a blaterale dei suoi problemi, come se stessero giocando agli amichetti felici.

Zack non riusciva a comprendere il fastidio che stava recando al Serpeverde, troppo preso nel cercare di farselo amico. Albus aveva sempre detto che Jonathan era un vero mito, certo un tipo cupo e molto chiuso, ma una volta che qualcuno si guadagnava la sua fiducia trovava un amico leale per tutta una vita.

E lui ne aveva un disperato bisogno.

Tutti i suoi amici lo erano anche di sua sorella gemella Zoey e Giuly, la sua fidanzata, adorava le due ragazze ma c'erano dei momenti dove lo facevano impazzire e, quando si confidava con i suoi amici, o era meglio dire lamentarsi, non passava poco tempo che o l'una o l'altra lo veniva a sapere e allora erano guai, grossi guai. Quindi aveva bisogno di una persona fidata, che fosse solo amico suo.

<< Comunquesia, ho notato che ultimamente sta fissando molto Rhydian in mensa. È davvero uno schianto, ma è troppo gelida! Avvolte credo seriamente che sia sprovista di un cuore >>

Ora Jonathan aveva persa la pazienza: non solo quel insulso Grifondoro lo aveva interotto nel suo momento di relax e aveva cominciato a parlare degli affari suoi, come se a lui importasse qualcosa, ma si permetteva pure di ficcare il naso nella sua vita privata.

Stava per dirgliene quattro, quando delle urla in vicinanza distolse la sua attenzione.

Entrambi girarono la testa da dove provenivano le urla, vedendo Chaterine Turcker che si avicinava di corso verso di loro.

<< Ragaziiiiiiiiiiiiiiii!!!!! Dovete aiutarmi >>

Zack butto immediatamente la cicca a terra, tirandosi su con ancora quello stupido gatto in collo.

<< Che succede Chat? >>

La ragazzina, una volta ragiunti i due, pose le mani sulle ginocchia facendo dei lunghi respiri; lei non era mai stato un tipo sportivo, la sua attività preferita era quella di stare straiata sul divano a guardare il Gran Premio, quindi niente che richiedeva la corsa o qualunque cosa che chiedeva di sudare. Mentre la osservava, Jonathan si rendeva più conto che poteva dire addio al suo momento di tranquilità.

Se la Tassa non aveva qualche facenda di vita o di morte, avrebbe fatta bene a riprendere a correre e con lei Zack, perchè la sua furia li avrebbe disintegrati.

<< Lo vista. La Serpe Mancata, per un pò gli sono stata dietro, ma quella è veloce come una 5000 cc, poi ho avuto una caduta per perdita di trazione a causa del tereno, ma ho visto che entrava nella Foresta Proibita. E nemmeno se mi regalate l'abbonamento al Mugello per 5 anni di fila, ci entrerei da sola, quindi alzate il culo e venite con me >>

I due ragazzi rimasero a bocca aperta: quella ragazza era abituata a parlare con il gergo di quella strana cosa babbana, di cui era ossessionata, quindi per loro era impossibile capire cosa diavolo avesse detto in realtà, ma avevano carpito il succo della situazione: Rhydian era entrata nella Foresta Proibita e il loro compito era quello di seguirla e capire che diavolo stesse combinando, quella pazza.

Jonathan non fece i salti di goia, quel posto brulicava di centauri, lui odiava quelle stupide creature, e se fossero entrati nel loro territorio non avrebbero avuto scampo. Ma l'umiliazione di farsi vedere debole difronte a un ingenua Tassorosso e un pallone gonfiato di Grifondoro, era più grande della sua fobia. Quindi si mise in piedi e, mentre si dirigeva verso la foresta, studiava un piano di fuga se mai avessero incontrato quelle creature.

Il piccolo gruppo entro nella parte più cupa quella che, persone con un normalissimo senzo della sopravivenza e che ci teneva minimamente alla propria pelle, se ne stava alla larga.

Ma l'inconscienza dominava sovrana nei tre, chi per un motivo e chi per un altro.

<< Ragazzi, questo luogo mette i brividi. È più inquietante dell'incidente di Ben Drinkwater del 1949 >>

<< Turcker vuoi chiudere la bocca? Siamo in una zona d'alto rischio >>

<< E che diamine gli è successo a sto tizio? >>

<< Semplice: durante la gara, finì contro un terrapieno per evitare un altro concorrente a Cronk Bane, vicino all'undicesima pietra miliare del percorso, e morì per le ferite riportate. La caratteristica "S" del circuito, teatro dell'incidente, è stata ribattezzata "Curva Drinkwater" in sua memoria >>

<< Cavolo, deve far male. E adesso che fine ha fatto? >>

Chaterine alzo gli occhi al cielo, parlare con chi era cresciuto nel mondo magico era frustante. Non capivano le sue battute o il suo grande amore per la MotoGP, era figo studiare la magia e far esplodere qualche calderone, pure fare shopping al Tiri Vispi Weasley non era niente male, ma gli mancavano i pomeriggi passati davanti alla televisione con i suoi amici babbani.

<< Avolte mi chiedo com'è possibile che tu non abbia tutte T, Zack >>

<< Ehy! >>

<< Ora basta! Vi rendete conto che ci troviamo in uno dei luoghi più pericolosi della scuola? Non siamo venuti a fare un pic nic con il thè. Ora chiudete quelle fogne e camminate >>

Chaterin e Zack spalancarono le bocce, offesi più che mai dalle aspre parole del Serpeverde; stavano per ribbeccare, ma un forte rumore di zoccoli fece eco nella foresta.

I tre si guardarono per un attimo poi, senza che avessero il tempo per pensare, si misero a correre, le loro voci avevano attirato l'attenzione dei centauri ed ora non avevano tempo per mettersi a bisticiare, se mai li avressero presi sarebbero stato guai seri, se non fatali, per loro.

Il cuore della ragazza batteva all'impazzata, mentre le gambe diventavano sempre più pesanti. Se mai sarebbe sopravissuta a quel inseguimento, giurava che avrebbe iniziato a correre tutte le mattine e avrebbe smesso di mangiare schifezze. Non fece in tempo di finire i suoi giuramenti, che senti qualcosa aferarle la caviglia e, prima che se ne potesse rendere conto, venne gettata a terra con violenza.

Uno dei lazi dei cantauri l'aveva presa.

Le sue grida fecero fermare i due ragazzi: Zack, vedendo l'amica a terra, corse verso di lei per aiutarla, mentre Jonathan cercava un modo per scappare.

Ma tutto era inutile, un branco di centauri li aveva appena circondati, mentre le loro frecce erano puntate su di loro.

<< Merda >>

Il peggior incobo di Forest si era averato.

Uno dei centauri, il più grosso che avesse mai visto, si fece largo tra gli altri, doveva essere il capo, era enorme, un fascio impressionante di musculi, la pelle sembrava sui toni del blu scuro e i lunghi capelli, o doveva dire criniera, erano neri come la pece, mentre i suoi piccoli occhi gialli li squadravano con sadismo.

No, al Serpeverde non gli piaceva come li stava guardando.

In più non sapeva cosa fare: se estraeva la bacchetta quelli gli tiravano le frecce, se provava a parlarci quelli avrebbero, sicuramente, equivocato, visto che il suo tono era sempre arogante, quindi ogni idea che gli veniva in mente era sempre la cosa peggiore che potesse pensare.

<< Cosa abbiamo qui? Tre piccoli, sudici, maghetti troppo coraggiosi, o forse troppo stupidi. Pultroppo il mio popolo ha giurato di non ucidere gli studenti e noi manteniamo sempre la parola data, ma non abbiamo giurato di dargli una lezione. Ora imparerete cosa accade quando, dei luridi maghetti, invadono i nostri territori >>

Jonatha, Zack e Chaterin si fecero sempre più vicini tra di loro, avevano giocato troppo con il fuoco e ora dovevano pagare le conseguenze, mentre vidi i loro zoccoli che si avicinavano a loro, Chat non riuscì a trattenere un urlo, ma una luce abbagliante l'acecò completamente: sembrava che qualcuno avesse acesso un fuoco davanti ai suoi occhi, poteva persino sentire il calore che gli accarezzava il viso.

<< Fermi! >>

Nel sentire quella flebile voce, Jonathan spalancò gli occhi vedendo la minuta figura dalla pele perlacea, coperta da una lunga coda spettinata color della fiamma più viva che mai.

Rhydian Harvey gli stava salvando la vita?

Era incredibile da credere, ma era proprio cosi. La ragazza se ne stava di fronte ai tre ragazzi, con le bracia spalancate, a mo di scudo umano, come se da sola potesse affrontare un intero branco di centauri.

<< Togliti di mezzo Mezzosangue, questa facenda non ti riguarda >>

<< Invece si! Loro sono studenti della mia scuola e se voi gli farete del male, manderete all'aria al piano a cui sto lavorando da cinque anni e ti ricordo, mio caro Costantino, che se io falisco anche tu falisci >>

Alle parole della piccola ragazza l'enorme centauro si fermò di botto, con un espressione pensierosa in viso. La Mezzosangue aveva ragione, la gloria e l'onore del suo popolo dipendevano dai piani di quella creatura, ma non poteva farla passarla liscia a quei piccoli sudici maghi, ne andava del suo onore.

Rhydian sembrò legergli nel pensiero. Si scanso indicando con il braccio i tre ragazzi, inginochiati per terra e tremanti di terrore.

<< Vedi, questi tre idioti si inginocchiano a te, guarda come tremano, hanno paura di te, loro ti temano e ti rispettano e, fidati, non credono che entreranno di nuovo nei vostri territori. Credo che abbiano imparato la lezione >>

Costantino si passo una mano sul mento, acarezzandosi la lunga barba, dandosi un aria pensieroso.

<< Va bene, portali via! E se ritorneranno qui anche tu sarai punita >>

<< Fidati, se si azzardano a fare una cosa del genre, li ucciderò io stessa con le mie mani >>

Rhydian si volse verso i tre ragazzi, lanciandogli sguardi di fuoco pieni di rabbia, non stava scherzando quando parlava di uccidere. Con un mivimento della mano, la Harvey gli fece cenno di alzarsi. I tre obedirono e, lentamente, si rimisero in piedi.

<< Ora li riporto a scuola, non volete che si perdono o cose del genere giusto? >>

La ragazza dai capelli di fuoco fece cenno di andarsene, ma non fecero nemmeno mezzo passo che il centauro, che doveva chiamarsi Costantino, la fermò di colpo.

<< Mezzosangue, dopo che hai riportato i tre schifosi maghetti ritorna subbito qui, noi non abbiamo ancora finito >>

A quelle parole Rhydian alzo la testa verso il cielo, lasciandosi sfuggire un sospiro di frustrazione, a Chaterine ricordava molto quelli che faceva lei quando Shey la costringeva a studiare. La rossa si volse con un espressione che sembrava un mix tra il comico e la disperazione.

<< Ma sono finita, in più domani ho scuola. Posso andare a dormire per favore? >>

<< No >>

<< Ecco. Va bene ci vediamo dopo e siete tutti invitati al mio funerale, perchè sicuramete questa è la volta buona che mi uccidi >>

<< Hai la pelle troppo dura per morir, piccola Mezzosangue >>

<< Se se, come dici tu. Voi tre muovetivi >>

I quattro maghi si misero in cammino lasciandosi, con grande solievo per Jonathan, alle spalle il branco di centauri. La camminata verso la via del ritorno fu molto silenziosa un pò per l'adrenalina in circolazione, avevano incontrato un branco di centauri e ne erano usciti ilesi cosa che, prima di loro, era riuscito solo Harry Potter, ma anche perchè avevano troppo timore che Rhydian potesso masacrarli se avessero osato proferire parola.

In più Chaterin non riusciva a togliersi dalla testa quella luce e quel calore che aveva percepito poco fa. Ok, lo ametteva avvolte poteva sembrare pazza e molto spesso, o almeno cosi dicevano Liz e Shey, diceva un sacco di cose prive di senso, ma questa volta ne era sicura.

Per un attimo qualcuno aveva acesso un fuco davanti al suo viso.

Finalmente i ragazzi uscirono dalla Foresta Proibita, Zack non vedeva l'ora di andare da Guly e baciarla da per tutto, non era mai stato un tipo romantico o sdolcinato, ma quella sera aveva avuto seriamente paura di non rivederla mai più.

<< Adesso voi, brutti idioti con il cervello di gallina, ve ne ritornate nelle vostre stanze, vi infilate nei vostri stupidissimi letti e, se osate, fare parola di quello che è successo sta sera giro che i centauri vi sembreranno dei mini pony >>

<< Belli i mini pony, li vedevi anche tu quando eri piccola? >>

Chaterin non era riuscita a tenere a freno la lingua; sì, forse le sue amiche avevano ragione sul suo conto. Rhydian le rivolse uno sguardo che, se avesse potuto, avrebbe potuto ucciderla all'istante, ma poi girò su tacchi e si diresse verso l'entrata della foresta.

Ma questa volta a non riuscire a stare zitto fu proprio Jonathan: non gli piaceva l'idea che lei ritornava da sola in quel luogo pieno di centauri, anche se sembrava che lei non coresse nessun pericolo in mezzo a loro.

<< Dove cavolo stai andando? >>

La ragazza nemmeno si volse.

<< Non hai sentito cos'ha detto Costantino? Vado a farmi masacrare ancora un pò visto, che non so nemmeno io il perchè, sono una bravissima masochista dela cavolo. Addio idioti >>

E cosi come era comparsa, scomparve nel nulla. Foster ripenso a come l'aveva definita la Turcker, prima che facessero l'enorme cazzata di entrare nella foresta, non aveva la più palida idea di cosa fosse un 5000 cc, ma una cosa era ovvia, era qualcosa di molto veloce.

<< E adesso cosa facciamo Jonathan >>

<< Prima cosa Taylor, io per te sono Foster, punto e basta. Seconda cosa, andiamo dagli altri dobbiamo dirgli quello che è successo >>

E senza che diede tempo ai due di rispondere, Jonathan si mise a correre più veloce che poteva verso il castello. Ancora non aveva in chiaro cosa diamine fosse successo, ma era qualcosa di grosso; finalmente, dopo un mese di buchi nell'acqua e vicoli cechi, una svolta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: Ciaooooooooooooo! Si sono viva e piena d'idee più che mai. Ma ricapitoliamo questo capitolo, pieno di colpi di scena: Rose e Scorpius, assime a Lily, Luke e Allison, hanno scoperto una bella chiazza di sangue che amplifica l'aria di mistero che alleggia in questa storia, mandando la geniale Rose in tilt.

Poi Shey con Lysandre, Jason e Lene hanno fatto una sensazionale scoperta ma cosa?

Infine Jonathan, Chaterine e Zack hanno deciso di farsi una gitarella nella Foresta Proibita, con la piacevole animazione di qualche centauro, ma giusto uno e due.

Ragazzi ci vediamo al prossimo capitolo e, come al solito, recensite questo capitolo che, al momento, è il mio preferito in assoluto. Nel prossimo una copietta avra il suo momento lovelove e qualcuno cercherà di avicinarsi, con le buone, alla nostra donna del mistero.

Curiosi? Bhe dovrete aspettare.

Un bacio.

Vero

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 8 ***


Cuore di Ghiaccio

 

 

 

Un violento temporale si stava scatenando sopra il castello di Hogwarts, le gocce di pioggia battevano scoscanti sulle finistre, mentre i lampi illuminavano quella oscuro pomeriggio di fine novembre. Chiunque sarebbe spaventato a morte da quel tempaccio, ma un gruppo di ragazzi, rinchiusi nel enorme bibleoteca, sembravano troppo concentrati per badare al clima.

Ciò che avevano affrontato i loro tre amici la sera prima li aveva sconvolti, anche se avevano il compito di controllare Rhydian, ciò non significava che potevano comportarsi da incoscenti: avevano rischiato la vita, e Scorpius era su tutte le furie.

<< Vi rendete conto che se non fosse arrivata la Harvey voi, a quest'ora, sarete sicuramente appesi per i piedi al Platano Picchiatore o peggio >>

Ormai la ramanzina del biondino stava tirando per le lunghe, almeno da trenta minuti, e Zack non lo sopportava più. Si ametteva che avevano rischiato grosso, ma non era successo niente, anzi erano riusciti a scamparla, quindi non capiva il senso di quella tirata d'orecchie.

<< Ok Malfoy! Sei stato chiaro, ora però falla finita! Le mia povere orecchie non sopporteranno ancora la tua voce >>

Appena il Grifondoro formulo quelle parole, un acuto dolore gli sformo il viso. Zoey, alla sua destra, e Giuly, alla sua sinistra, gli stavano tirando le orecchie come se la sua testa fosse stata la coppa del Quidditch. Entrambe le ragazze erano furiose con lui, ma la gemmella lascio l'onore di parlare alla cognata, nonche migliore amica.

<< Zack Taylor, brutto somaro con il cervello di un troll, ti rendi conto di quello che hai fatto? Ma se credi che le tue orecchie sono cosi delicate per ascoltare la voce della ragione, tranquillo, ora te le sistemiamo noi >>

<< Avvolte ho il sospetto che tutta la materia grigia lo presa tutta io. Come puoi azzardati a parlare e contestare, dopo l'enorme cavolata che hai fatto >>

<< Ok, ok, ok ho sbagliato, ma ora basta. Vi prego! >>

Dopo la supliche del ragazzo, la sua gemella e la sua fidanzata, con uno sguardo d'intesa, lasciarono la presa, ma gli rivolsero uno sguardo pieno di rabbia e delusione: non finiva lì!

Fraser scosse la testa a quella scena, conosceva Zack: era un bravo ragazzo, con un gran cuore, ma avvolte cometteva l'errore di parlare senza pensare. Comunque su una cosa doveva dargli atto: Scorpius doveva darci un taglio e dovevano subbito mettersi all'opera; il fatto che Rhydian riuscisse a farsi ubedire da i centauri era preoccupante, quelle creature erano famose per essere selvagge e che non esisteva verso di farle ragionare se non facevi parte del loro branco, certo esistevano dell'ecezzioni, come Fiorenzo, ma da come avevano descritto il capo del branco che li aveva attacchati, di certo non era il suo caso.

Il ragazzo dai capelli bianchi lanciò uno sguardo severo ai tre, inchidandoli con i suoi occhi d'ametista, facendoli rimanere in silenzio. Odiava fare la parte di quello troppo serio, ma se andava fatto lui non si sarebbe tirato indietro.

<< Ora che i nostri tre, stupidi, temerari hanno capito i loro sbagli. Credo che sia meglio cambiare discorso; abbiamo sottovalutato Rhydian, prima pensavamo che stava combinando qualcosa con la complicità di Fiorenzo, ora scopriamo che un intero branco è dalla sua parte, e la cosa non mi piace per nulla >>

<< A me, invece, sorprende che quella tizia abbia il senso dell'umorismo >>

Tutti si vosero verso la voce, vedendo un Fred Weasley che si dondolava su la sedia, mentre aveva i piedi sul lungo tavolo. Stark lo squadrò, il Weasley era un suo grande amico, uno dei miglior, ma avvolte tendeva a scherzare troppo anche quando, come in quel momento, la situazione era tesa che si tagliava con un coltello. Ma grazie al cielo c'era la sua sorellina che lo metteva a sua posto; Roxanne, che sedeva al suo fianco, gli diede una spinta facendolo cadere a terra e, quando questo cercò di replicare, venne bloccato dallo sguardo serio della sorella che, in quel momento, asomigliava incredibilmente allo loro madre.

<< Fraser ha ragione >>

A prendere la parola fu Shey, attirando su di se i sguardi sognanti di Lysandre e Albus, mentre Erika, da lontano, la stava fulminando, ma la Grifondoro era troppo impegnanta per potersene acorgere.

<< Anche io, Lysandre, Jason e Lene abbiamo fatto una scoperta sensazionale >>

Ora l'intera tavolata puntava le puntava gli occhi adosso, aveva attirato la loro curiosità. Questa, senza perdere tempo, comincio a frugare nel suo zaiono ma, non riuscendo a trovare ciò che desiderava, lo rovescio sul tavolo sbuffando iritata. Una piccola montagnetta di fogli si creò sulla tavolata, mentre penne e matire rotolavano a terra e i libri sbattevano con forza sulla superficie di legno.

<< Sai Shey, dicono che chi è disordinato nella vita di tutti i giorni è anche disordinato nella mente. Sicura di non avere qualche problema mentale? >>

<< Fray! Non mi sembra il momento di offendere >>

<< Ma io non la stavo offendendo Lola, ero solo curiosa di scoprire se questa teoria fosse vera oppure no >>

Lola si poso una mano alla fronte: Fray era cosi, avvolte non si rendeva conto che le sue parole potevano essere fraintese con molta facilità, per lei era tutto normale. Ormai aveva perso il conto di tutte le volte che era toccato a lei e a Dominique chiarire e chiedere scusa al posto suo, ma quella che la preoccupava sul serio era proprio la sua amica Veela; da quando avevano cominciato quell'avventura era cambiata, era diventata meno prevenuta nei confronti di Manos e questo non le piaceva a fatto. Proprio in quel momento la sua migliore amica si trovava in mezzo a lei e al greco e la mano di lei si trovava dentro quella di lui, non sembrava una stretta da fidanzati, più un gesto amichevole, ma gli dava fastidio. Non c'era da fidarsi di quel ragazzo, prima o poi avrebbe fatto soffrire la sua migliore amica e lei non poteva permeterlo.

<< Eccolo! >>

L'urlo di gioia di Shey attirò l'attenzione della Veela, la vide con un foglio macchiatto di caffè mentre saltellava felice come una pasqua.

<< Allora, come vi stavo dicendo prima, noi quattro abbiamo fatto una bella scoperta. Esiste una leggenda sualla scuola e su un eclisse stellare: secondo la leggenda, quando la Stella di Fuoco incedierà il cielo, il mondo della magia asumerà un cambiamento radicale, potra essere qualcosa di positivo o qualcosa di davvero negativo, e tale destino sarà deciso da una creatura che appartiene a due elementi: la terra e il fuoco >>

Catherine e Lindasy guardavano la loro amica con orgoglio, non era un mistero per loro che la ragazza dai capelli neri fosse un vero genio, peccato che era troppo modesta per far risaltare le sue qualità, ma qundo voleva riusciva a far rimanere tutti quanti a bocca aperta per le sue intuizioni.

<< Grande Shey, sapevo che eri un genietto...anche se non ciò capito nulla >>

<< Se mi fai finire Cat, forse ti sarà tutto più chiaro. Ho fatto alcune ricerche sui centauri, come tutti daltronde e, come già sappiamo queste creature sono legate all'elemento del fuoco, ma essendo per metà umani sono anche legati all'elemento della terra, o almeno io credo >>

Rose, a quella nuova informazione, diede le spalle ai suoi amici e a Malfoy, posandosi una mano sulla bocca e cominciado a guardare fuori dalla finestra, mentre Albus l'osservava attentamente. Lui, più di chiunque altro, conosceva la cugina; erano cresciuti insieme e ognuno sapeva i segreti più intimi dell'altro, ormai non c'erano più bisogno di parole, perchè riuscivano a comunicare con una sola occhiata. Quindi era sicuro al cento per cento nel dire che, Rose Tonks Weasley, si era chiuso in un mondo tutto suo, per pensare e riflettere in tutta calma, lo faceva solo quando era davvero preoccupata e lei non aveva la risposta.

Rose odiava andare alla cieca, brancolare nel buio e non vedere dove metteva i piedi, era sempre stata quel tipo di ragazza che amava le cose chiare e indiscutibili, proprio come sua madre, e il non poter dare una spiegazione a tutto quello che stava succedendo la stava rodendo dentro di se.

<< Quando averrà l'eclissi secondo la tua ricerca >>

<< Il libro dice che si presenta ogni 10.000 anni e l'ultima volta che è stata avistata, sempre secondo il libro, è stato nel 993, quando fu fondata Hogwarts >>

L'intero sala sgano gli occhi dalla sopresa, tutti tranne Fra.

<< Che sono ste facce? >>

<< Fra, fratellino, ti rendi conto di quello che ha detto Shey? >>

<< Si Fran, sorellina, me ne rendo conto. Ma se tra un eclissi e l'altra passano 10.000 anni, noi che ne sappiamo quando ci sarà la prossima >>

<< Déjame adivinar: cuando McGonagall estaba haciendo su discurso de apertura en el primer día de la escuela, que estaba pensando en Roxanne* >>

<< Sí, ¿por qué? Usted sabe que yo hago, así que es obvio que pensaba en ella en lugar de la vieja gato** >>

A quelle parole Fran, presa dall'ira, comincio a insultare il fratello in tutti i modi che conosceva mentre lui, offeso, gli rispondeva con lo stesso tono, non rendendosi conto però che si trovavano in Inghilterra, non in Argentina, e quindi di tutto ciò che stavano dicendo, come il motivo di quella lite, era sconosciuto per i loro amici.

Frank, vedendo gli occhi della sua fidanzata diventare rossi, come il sangue, l'afferò da dietro stringendola più forte che poteva, Fra non gli era mai stato simpatico, anzi meno lo vedeva e meglio stava, e sapeva benissimo quel sentimento era ampiamente ricambiato da Serpeverde, ma sapeva che Fran lo amava molto, più di quanto amesse lui che era il suo ragazzo e, se gli avesse fatto del male in un momento di rabbia, non se lo sarebbe mai perdonato.

A dare man forte a Paciok intervenne Fred, che si miese in mezzo ai due gemelli latini.

<< Ok, ora piantatela e ritornate a parlare in una lingua comprensibille a tutti. Grazie >>

Nel sentire la voce del suo migiore amico, l'argentina comincio a calmarsi mentre i suoi occhi tornavano alla forma originale. Non sapeva il perchè, ma Fred aveva lo strano potere di calmarla, cosa che Frank non era mai riuscito a fare, anzi! Avvolte era proprio lui che, con un solo gesto o una sola parola, alimentava ancora di più la sua furia, come benzina al fuoco.

<< Va bene. Fra! Se tu avessi ascoltato ciò che la preside ha detto al banchetto di inizio anno, sapresti che a Maggio di quest'anno si festeggeranno i 10.000 anni dalla fondazione di Hogwarts. Ti è chiaro il concetto ora? >>

Nel sentire la spiegazione della gemella, anche gli occhi di Fra saltarono fuori dalle orbite per la sorpresa.

<< Cavolo! >>

<< E già fratellino! Siamo nei guai >>

 

 

 

La campanella che anunciava l'inizio della cena trillo nella bibleoteca, mettendo in silenzio il gruppo di ragazzi, le recenti scoperte aveva lasciato il segno in ognuno di loro traciando un segno: ora non si scherzava più!

La faccendo era seria, forse fin troppo per un gruppo di adolescenti, ma era anche troppo tardi per tirarsi indietro chi per un motivo, chi per un altro. James guardo i suoi amici uno per uno, mentre stringeva tra le sue braccia Zoey, poteva sentirla tremare contro il suo petto ma, ne era sicuro, se l'avesse guardata negli occhi avrebbe visto il coraggio di una vera leonessa, ecco perchè lei era la sua ragazza: non si fermava di fronte a niente, affrontava le sue paure e le sconfiggeva.

<< Sentite, siamo tutti sconvolti e adesso, in questo stato, non siamo ingrado di ragionare a mente fredda. Io propongo di andare a cena e rilasarci, per poi discuterne domani pomeriggio, quando c saremmo dati tutti una calmata >>

L'idea del maggiore dei Potter venne acolta all'unisolo e in uno strano silenzio, talmente presi dai loro pensieri, si diressero verso l'enorme portone per dirigersi verso la Sala Grande.

Solo una rimase al suo posto.

<< Ehy sorellina? Non vieni a mangiare? >>

Lene che, per tutta la durata della riunione aveva torturato i suoi capelli lunghi capelli castani, torcendoli tra le dita, alzò lo sguardo incontrando gli occhi color del ghiaccio di Scorpius. Anche se non avevano alcun legame di sangue, loro due avevano instaurato un ottimo rapporto, proprio come se avessero davvero un legame biologico. Fina da quando era una bambina, il fratello adottivo, era stato il suo cavaliere dalla scintilante armatura persino dopo, quando entrarono a Hogwarts e furono smistati in Case diverse, era sempre stato pronto a proteggerla.

<< Scusa Scorp, ma non ho fame >>

<< Sicura? Se vuoi posso rimanere qui con te >>

<< No sto bene, tu più tosto. Se più bianco del solito e sembri dimagrito, vai a mangiare e poi fila a letto. È un ordine >>

Scorpius si lasciò sfuggire un sorriso, mentre si passava una mano tra i fini capelli color platino, la sua dolce sorellina si preoccupava sempre degli altri e mai per se stessa e questo lo faceva preoccupare, ma non poteva nemmeno contestare: da qualche giorno non riusciva a dormire bene, quella storia gli stava dando il tormento, in più c'era la Rossa che non abbandonava la sua mente; se non pensava a quella storia, pensava a Rose e al suo piccolo, fragile, corpo stretto tra le sue braccia.

<< Ok mammina, ma non rimanere troppo a lungo qui. Anche tu sembri non avere un bel aspetto >>

Malfoy strisse tra le braccia Lene, posandole un dolce bacio sui capelli, mentre Lene chiuse gli occhi con un espressione felice sul volto.

Dopo che il fratello si alontanò, abbastanza da non poterla più vedere, si mise le mani tra i capelli abbasando la testa cosi che una lunga tenda castana le copri il viso. Era spaventata, come non mai nella sua vita, stava succedendo tutto troppo in fretta e una semplice curiosità tra amici, si era tramutata in qualcosa di troppo grande e, soprattutto, troppo pericoloso per loro.

Non sapeva cosa avesse in mente l'Harvey, ne cosa centrava con quella lengenda, ma il suo istinto le diceva che non sarebbe successo nulla di buono da quella storia e lei non voleva più perdere nessuno che amava. Nonostante fosse passato molto tempo, ancora il ricordo della morte dei suoi genitori la tormentava, non passava notte senza che avesse l'incubo di quel tremendo incidente che la rese orfana, era un esperienza che non voleva più che si ripetesse.

Le lacrime cominciarono a scorere sul suo viso senza che lei se ne potesse acorgere, mentre un nodo alla gola la lasciava senza fiato. Voleva urlare, sfogare il suo dolore, ma non ci riusciva persino respirare si rivelò difficile.

Delle forti braccia la circondarono, mentre una mano gentile le acarezzarono i capelli e un ampio petto sosteneva la sua testa. Se non fosse stata sconvolta, dicerto Lene non si sarebbe mai lasciata andare in quel modo, soprattutto con un estraneo, ma l'angoscia era troppo grande.

<< Non piangere piccolina, tu sei una tipa tosta, regisci >>

La voce profonda del ragazzo fece battere il suo cuore, Jason era lì e la stava tenendo stretta tra le sue braccia, come nei migliori dei suoi sogni. Senza pensarci troppo, fece circolare le sue braccia intorno al suo collo stringendolo forte a se, come se ogni millimetro di distanza potesse ferirle, Jason la lascio fare. La conosceva da molti anni, da quando i Malfoy l'avevano adottata, e aveva imparato a conoscerla: non era una ragazza piagnucolona, anzi era molto brava a nascondere le sue emozioni.

<< Ti ho sporcato la camicia di mascara. Scusa >>

<< E chi se ne frega di una stupida camicia, l'importante è che tu stia bene >>

La ragazza, alontanandosi da lui, comincio a frugare nelle tasche del mantello per poi estrarne un fazzoletto, si asciugo le lacrime mentre le sue guance presero una tinta rosata, era imbarazzata del suo comportamento: sicuramente lui avrebbe pensato che era una femminuccia tutta lacrime e svenimenti, o almeno una cosa del genere.

<< Pensavo che ero da sola, di solito non mi comporto >>

<< Shailene non ti devi giustificare, almeno non con me. Questa storia a sconvoltò tutti noi >>

Lene non riusci a trattenere un sorriso, Jason era l'unico che la chiamava con il suo vero nome e la cosa non gli dispiaceva, fin da bambina aveva odiato quel nome, cosi strano e cosi inusiale, ma il modo in cui lui lo pronunciava gli piaceva. Come gli piaceva il suo sorriso, il suo carattere che, per molti, poteva sembrare cinico, quasi crudele, ma in realtà era molto premuroso, con chi voleva. Peccato che per Jason lei era come una sorellina minore, visto che si comportava proprio come Scorpius.

<< Comunque credo di aver capito qualcosa in tutta questa storia. Ho una mia ipotesi, vuoi sentirla? >>

<< Sono tutta orecchie >>

Jason gli rivolse un altro sorriso, rischiandola di farla sciogliere, tirò indietro la sedia e si mise seduto; Lene stava per fare la stessa cosa, ma Nott fu più svelto di lui: gli portò un braccio in torno alla vita e la mise a sedere sulle sue gambe, mentre Sheilene diventava sempre più rossa per l'imbarazzo.

Jason si divertiva nel metterla in imbarazzo, e quella era l'unica cosa che lei non sopportava di lui.

<< Allora, tutto quello che ha detto Shey è giusto, anche l'ipotesi che i centauri appartengono a due elementi è molto plausibile, ma non spiega il collegamento con Harvey. Insomma a cosa gli serve una strega bisbetica, se loro hanno in mano i nostri destini? >>

Gli occhi color smeraldo si incontrarono con quelli neri come la pece, il ragazzo aveva ragione: l'eclissi e la leggenda a lei legata non spiegavano la presenza della Regina Mancata delle Serpi, c'era ancora un tasselo da dover scoprire in quel intricato puzzle e, forse, il ragazzo dei suoi sogni aveva la soluzione.

Lene si passo le manio in faccia, cancellando le ultime traccie di lacrime, qualsiasi ipotesi avesse formulato Jason poteva essere un ancora di salvezza in quell'apocalisse che, pian piano, si stava abbatendo sulle loro teste, lei l'avrebbe agrappata con tutte le sue forze per salvare tutti quanti.

<< Dimmi cosa ti passa per la testa Nott, ne vale della nostra sopravivenza >>

 

 

 

 

Un'altro giorno era passato e il sole aveva preso il posto al temporale del pomerigio precedente, mentre un freddo vento autunnale soffiava impetuoso, costringendo gli studenti a ripararsi all'interno del castello, al caldo. Tranne uno.

Fraser Stark camminava tranquillamente nei pressi della Foresta Proibita, vicino alla capanna di Hagrid, da quando il loro professore si era sposato con Madame Maxime, il sabato e la domenica era sempre assente lasciando però la sua abitazione aperta, cosi che qualsiasi studente potesse rifugiarsi li per avere tranquilità. Ed era proprio quello che aveva bisogno il giovane Grifondoro.

La notte scorsa non era riuscito a chiudere occhio.

Lui e Rhydian erano dello stesso anno e apartenevano alla stessa Casa, ma non sapeva nulla di lei, non sapeva nemmeno che fosse una Mezzosangue. Quella ragazza era schiva, in tutti quei sei anni non aveva mai ricevuto una lettera da casa, nonostante fosse stata messa moltissime volte in punizione, non aveva mai avuto una strilla lettera. E aveva notato che arrivava sempre alla stazione di Londra da sola e, sempre da sola, se ne andava.

Quella ragazza era un'anima solitaria sotto ogni aspetto.

Un pò gli faceva pena.

Lui sapeva cosa volesse dire rimanere da solo, aveva perso sua madre troppo presto e sua padre si era fatto in quattro per assumere entrambi i ruoli, ma lui era un uomo severo, alcuni lo consideravano adirittura freddo, ma Fraser sapeva che non era cosi; aveva sempre visto il padre come un uomo forte e molto orgoglioso e aveva trasmesso tali valori al suo unico figlio. Ma quando erano solo loro due da soli, però, suo padre cambiava tramutando quella facciata dura e ferea in un padre premuroso.

Come l'ultimo regalo che gli aveva fatto prima di partire per Hogwarts, lui era un babbano, quindi non comprendeva il mondo che sua moglie, prima, e il figlio, poi, facevano parte, ma cercava di comprenderlo e il suo dono era stato la prova più grande.

Un piccola ombra scese in picchiata verso di lui e, mentre il ragazzo dagli occhi d'ametista sorrise felice, delle piccole zambe rubuste, candite come la neve, si posarono sulla sua spalla e delle piccole, ma rubuste, ali gli sfioravano il viso. Era proibito alevare draghi, figurarsi portarli a scuola, ma suo padre aveva inviato un migliaglio di lettere alla preside, asicurandola che il figlio era una ragazzo responsabile e che avrebbe tenuto il cucciolo di drago lontano dai suoi compagni, facendole capire che per il piccolo draghetto era importante rimanere con il suo padrone per il primo anno di vita, dovevano creare un contatto e, per farlo, dovevano stare sempre insieme.

Alla fine c'era riuscito e Sora era al suo fianco.

<< Ehi piccolo! Ti sei divertito a svolazzare qui intorno? >>

Quello fece qualche verso acuto, era felice di stare sulla spalla del suo padrone. Era un piccolo drago bianco, con gli occhi viola, anche se era un cucciolo era molto inteligente, scaltro, calmo e molto coraggioso, in un certo senso gli asomigliava parecchio.

Il cucioletto cominciò ad anusare l'aria, aveva percepito qualcosa nell'aria, apri le ali e sfutando le corenti d'aria si libro in volo.

<< Ehy Sora! Dove sta andando? Aspettami! >>

Il ragazzo dai capelli bianchi iniziò a corere verso il piccolo drago, che si stava dirigendo verso una piccola radura ai confini della Foresta Proibita.

Ma appena vide chi c'era si fermò di colpo.

Rhydian era seduta sul prato mentre leggeva un libro, era vestita alla babbana: una canotta marone lunga, dei leggins neri, come i stivaletti, una camicia a quadri rossa e un capello di lana nera, mentre una lunga treccia spettinata gli cadeva sulla spalla sinistra. Non aveva più niente della fredda Regina che aveva conosciuto sei anni fa, anzi sembrava una ragazza normalissima, priva di difetti.

Sentendo il battito d'ali la ragazza alzo lo sguardo e, quando vide il piccolo drago, i suoi occhi erano pieni di sorpresa, Stark non riuscì a trattenere un soriso, ma la paura che la ragazza potesse farle del male lo invase. La rossa, dopo essersi ripresa dallo stupore, alzò una mano verso Sora rimanendo perfettamente immobile questo, incuriosito, cominciò ad anusarla; dopo cinque minuti il draghetto fece dei piccoli, striduli, versi di gioia e, lasciando a bocca aperta il suo padrone, si fiondò tra le braccia della fanciulla, mentre quest'ultima scoppiava in una fragorosa risata.

<< Ciao piccolino e tu chi sei? Sai che sei una meraviglia >>

<< Si lo sa e sembra che tu gli piaccia molto, comunque si chiama Sora >>

A sentire quella voce la Harvey alzò di scatto il volto, mentre la sua mascella cadeva e le sue gote asunsero un colorito roseo. Di certo non si aspettava di essere vista e la cosa, da quanto poteva vedere, la metteva parecchio inimbarazzo.

Senza smettere di acarezzare Sora, il suo volto riprese la solita espressione che tutti conoscevano, ma ormai Fraser non ci cascava più: aveva visto il lato femminile della Regina Mancata e gli era piacito quello che aveva visto.

<< È tuo questo drago? >>

<< Già! Me l'ha regalato mio padre prima che partissi per la scuola >>

<< Cavolo, della serie che non ti mancano i soldi. Cos'è vuoi mostrare a tutti quanto tu sia schifosamente ricco >>

<< Piantala di comportarti cosi, la tua è tutta una sceneggiata. Anche se non capisco il perchè >>

La ragazza lo guardò con gli occhi pieni di un mix di serietà, rabbia e tristezza, uno sguardo che a Fraser gli si gelò il sangue; sembrava che quella ragazza si stesse obligando a non fargli del male perchè un dolore ignoto, che covava dentro di se, gli impdiva di farlo. Ma ciò che lo terrorizzo erano i suoi occhi, per un attimo la nera pupilla si era sotigliata asomigliando a quella di un serpente pronto ad attaccare.

Ma un istante cosi veloce che si chiese se lo avesse visto sul serio.

<< Pensi che io sia dolce e carina solo perchè coccolo il tuo draghetto? Credi che io sia una povera anima in pena, dilegnata da qualche dolore misterioso? Mi dispiace Stark ma se stai cercando una donzella in pericolo da salvare, cosi da poter dimostrare al mondo intero che tu sei un eroe, bhe! Hai sbagliato persona >>

La ragazza diede un ultima carezza al collo del piccolo drago bianco, per poi posargli un dolce bacio sulla testolina, cosi alzo le mani al cielo donandogli la liberta. Una volta che Sora si alzo in volo, Rhydian chiuse rumorosamente il libro e si mise in piedi, sempre con gli occhi scarlatti puntati sul Stark.

Poteva capirlo da come lo guardava, non aveva ancora finito con lui.

<< Io sono quella che sono senza maschere, filtri o nascondigli. Io mi comporto da vera stronza, perchè non sopporto quelli come te e tuoi amici, che non vi fate mai gli affari vostri, che pretendete una sorta di lealta militare per far parte della vostra cerchia del cavolo. Invece creature come il tuo drago e gli animali in generale, non ti chiedono niente e non pretendono niente, ecco perchè loro non meritano il mio disprezzo >>

E senza dargli la possibilità di replicare lo lasciò cosi, in piedi a guardarla a bocca aperta e con la rabbia negli occhi. Mentre la vedeva allontanare, Sora si poso sulla sua spalla mentre Fraser pensò: per tutti quegli anni aveva sempre creduto che Rhydian si comportasse in quel modo per qualche strano, quanto oscuro, mistero, ma invece non era così dalla sua voce e dai suoi occhi si vedeva una forte indignazione.

Ora ne era sicuro, la Havery era malvagia e, qualsiasi cosa avesse in mente con i centauri, bisognava essere fermata.

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: Ehy là! Come state? Cavolo questo capitolo è stato un vero lampo, mi è venuta la giusta ispirazione ieri notte, mentre dormivo, e sta mattina mi sono messa subbito all'opera, spero che vi piaccia!

Allora ricapitoliamo cosa sta succendendo: Jonathan, Cat e Zack si rimangiano la promessa fatta a Rhydian e spifferano tutto ai loro amici; momento molto tenero tra la nostra Lene e il suo principe oscuro Jason Nott, dove quest'ultimo ha un intizione...inseritrà l'anello mancante, per risolvere tutta questa nube di mistero? E infine Fraser cerca di aprire il cuore della Rgina Mancata, credendo che in lei ci sia del buono, rimanendo deluso.

E voi che dite? Avete qualche teoria? Ma soprattutto qual'è il vostro personaggio preferito, apparte i vostri? Dai scrivete e ditemi che sono molto curiosa.

Recensite e recensite, al prossimo capitolo.

Un Bacio,

Vero

* Fammi indovinare: quando la McGranitt stava facendo il suo discorso di apertura, il primo giorno di scuola, tu stavi pensando a Roxanne

** Si, perchè? sai che mi piace, quindi è ovvio che pensavo a lei invece che a quella vecchia gatta

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Capitolo 11
*** Capitolo 9 ***


L'amore è nell'aria

 

 

 

Quella domenica di Dicembre aveva accolto gli studenti con una leggera nevicata, prendendo il posto della violenta tempesta che si era abbatuta sulla scuola di magia e stregoneria inevando l'intero paesaggio. Ma ne la neve, ne il freddo aveva scoragiato i ragazzi nel aventurarsi nel piccolo vilaggio di Hogsmeade, soprattutto le coppiette d'innamorati, riscaldati dal calore del loro amore e dalla sala da the di Madama Piediburro. Tutti tranne la coppia più strana dell'intera Hogwarts: Alexis Montella e Akira Nanhase.

La giovane coppia era intenta a correre per le strade della città mentre si sfidavano, all'ultimo colpo, in una battaglia di palle di neve.

Inutile dire che la ragazza dagli occhi d'ametista stava avendo la meglio sul biondo.

<< Alex! Dannata! Avevamo deciso niente magia >>

<< Tu avevi detto che non avresti usato la magia, io non ho acettato la tua regola >>

Akira scosse la testa mentre sorrideva: Alexis possedeva un carattere forte e determinato, avvolte un po troppo testarda, si allontanava anni luce dall'immagine di dolce fanciulla che il suo aspetto fisico suggeriva, ma era proprio questo che più lo intrigava.

Era imprevedibile.

Mentre la guardava ridere come una bambina il suo cuore perse un battito, era diventata ancora più bella ora che le sua guance erano diventate rosse per il freddo, ma aveva fatto un piccolissimo errore: aveva abbassato la guardia!

Con uno scatto, Akira si scaglio su di lei e, cingendole la vita tra le braccia, la butto a terra, mentre la ragazza si lascio scappare un urlo per la sorpresa. I due si trovarono stesi al suolo, ricoperti dalla candida neve, mentre per le strade si sentivano le risate di lui e le urla di rabbia di lei.

<< Nanhase adesso sei morto sul serio. Alzati immediatamente! Mi sto bagnando tutta >>

<< Scordatelo Montella, sto comodo qua sopra >>

Alexis sospiro nervosamente; da quando lo conosceva Akira non era mai cambiato; molte ragazze lo vedevano come una specie di principe azzurro con quei suoi sottili capelli biondi, ma erano solo apparenze, quell'aspetto nascondeva un carattere dispettoso. Anche quando si erano messi insieme i due avevano continuato a farsi scherzi avicenda, avvolte esagerando pure, per poi ritornare a fare pace a mado loro; per i loro amici quello strano rapporto era strano, se non che bizzarro, ma Alexis non avrebbe cambiato nulla della loro relazione.

Amava quella storia fatta di scherzi e scaramucce, non era mai stata il tipo mielensa che desiderava cene al lume di candela e rose rosse ogni giorno.

<< Ehy ragazzina folle >>

<< Cosa c'è pazzo idiota >>

<< Ti amo lo sai? >>

Alexis sgranò gli occhi dalla stupore, si erano già dette quelle due parole cosi facile da pronunciare, ma cosi pesanti dal punto di vista morale, ma ogni volta che le sentiva non riusciva a non provare sorpresa, ma anche tenerezza e gioia. Sapeva che non era una ragazza facile da comprendere, quindi restare al suo fianco era poco più che un impresa, quindi la lasciava scioccata sapere che al suo fianco c'era qualcuno che la capiva, lo sosteneva,

l'amava e che sarebbe rimasto sempre vicino a lei nel bene e nel male.

La ragazza porto le mani, ormai gelate, sul volto di Akira avicinando le sue labbra alle sue, finche non si unirono in un dolce, appassionato, bacio.

<< Ti amo anch'io, brutto scemo >>

 

 

 

Il pub dei Tre Manici di Scopa era affolato, come sempre, di studenti e dagli abitanti del vilaggio. L'atmosfera che si respirava era di goia e di allegria, in ogni tavolo si poteva vedere ragazzi che ridevano e bevevano, festeggiando il giorno di libertà dalle responsibilita che la scuola pretendeva da loro.

Tutti i tavoli erano un culmine di gioia, tranne per uno.

In un tavolo, posizionato in un angolo oscuro, il più lontano possibile dal resto della confusione, c'erano Francisca con il suo fidanzato Frank.

Ma dall'espressioni che si potevano vedere dai loro volti, si poteva vedere lontano un miglio che non era un appuntamento amoroso. Fran aveva gli occhi abbassati a terra, mentre ascoltava la sfuriata di Frank: ormai erano due mesi che litigavano ed erano gli stessi, soliti, argomenti; suo fratello Fra e la sua amicizia con Fred.

<< Io sono il tuo ragazzo, dovresti stare dalla mia parte su ogni cosa, invece aiuti sempre quel cretino di tuo fratello, per non parlare di Weasley. Non perdi mai occassione per crollare tra le sue braccia >>

<< Frank, per la milionesima volta: Fran è mio fratello, per di più gemello, tra lui e me esiste un legame che tu non capirai mai, quindi non puoi chiedermi di scegliere tra lui e te. Per quanto riguarda Fred lui è mio amico, il migliore, quindi non hai motivo di essere geloso >>

Frank colpì il tavolo con un pugno, il più forte che poteva, fregandosene che, con il suo gesto violento, aveva attirato su di se l'attenzione dell'intero pub. Sapeva molto bene che lui sarebbe stato sempre al secondo posto rispetto a Francisco e, anche se la cosa non gli piaceva per nulla, lo aveva acettato, ma non poteva anche sopportare la presenza di Fred. Non aveva nulla contro di lui, ma odiava il rapporto che si era creato tra i due e, visto che la sua ragazza sembrava non voler capire il suo punto di vista, lo faceva impazzire.

<< Allora dimmi, tu come reagiresti se mi vedresti scherzare e flirtare con un'altra? >>

<< In nessun modo, perchè io mi fido di te cosa che tu non fai >>

A quelle parole la sua rabbia esplose e, in malo modo, si alzo in piedi rovescando la sedia per terra, creando un frastuono che riecchiegiava in tutto il locale. Senza badare alle lacrime che sendevano sulle guance della ragazza, mentre i suoi occhi si tingevano di grigio, usci come una furia.

Fran si copri il viso con le mani, cercando in tutti i modi di bloccare le lacrime e la voglia di urlare, ma lo sconforto per la litigata e gli occhi di tutti puntati su di lei di certo non la aiutavano; aveva bisogno di scappare da quel posto, ritornare al castello e farsi una bella nottata di sfogo con le sue amiche, ma non prima di fare un salto a Mielandia.

 

 

Roxanne odiava il freddo, era la cosa che meno sopportava al mondo, ma pultroppo aveva bisogno di nuove piume quindi una spedizione a Scrivenshaft era d'obbligo. Prima di uscire si era imbacuccata con tutto ciò che aveva di pesante dentro l'armadio...e anche quello di Rose, visto che era freddolosa quanto lei; a consolarla però c'era la presenza della neve, anche se era una nemica giurata del inverno, non riusciva a rimanere indifferente davanti a quello spettacolo.

<< Domanda: è Roxanne Weasley quella che sta caminando, o una massa informe di maglioni e sciarpe che ha preso vita? >>

La Weasley si volse verso la voce che aveva parlato, anche se non ce ne era bisogno: lo avrebbe riconosciuto tra mille, proprio come il suo sorriso e quei occhi perlaci.

<< Che simpaticone che sei Sua...che diavolo hai fatto al occhio? >>

L'occhio sinistro del argentino era incorniciato da un gonfiore violaceo e il labro aveva uno spacco che aveva smesso di sanguinare da poco. Fra fece spallucce, continuando a sorridere, come se la ferita al labro non gli procurasse dolore, ma dalla leggera smorfia si capiva che non era cosi.

<< Oh nulla. Prima ero ai Tre Manici e ho soccorso una fanciulla in pericolo, un bruto l'aveva agredita e io, da splendido cavaliere quale sono, l'ho aiutata >>

<< Balle! >>

<< Ok, quello stronzo di Pachiok ha urlato contro Fran e io lo seguito fuori e glielo suonate. Ora ha due bei occhi neri che gli decorano quella faccia da somaro che si ritrova >>

Roxanne scosse la testa, conosceva molto bene il legame che univa i due gemelli e sapeva benissimo che Fra avrebbe fatto questo e ben altro per la sorella, ma non riusciva a comprendere il perchè Fran non si difendesse da sola: Frank era il suo ragazzo, doveva vedersela lei con lui e no Fra.

Suarez si appoggio alla ringhiera di legno che circondava l'uscita della cartoleria, mentre i suoi occhi erano fissi su di lei.

<< Vedi Fran non è come me, lei è una ragazza riservata, ligia delle regole. Cristo, avvolte penso che preferirebbe morire che rivelare i suoi sentimenti >>

<< E tu invece? Che carattere hai? >>

<< Bhe io sono il perfetto opposto, in poche parole amo cacciarmi nei guai, anche perchè Fran mi ci toglie sempre >>

La ragazza non riusci a trattenere un sorriso, più stava con il giovane argentino, più scopriva qualcosa di nuovo di lui: era molto inteligente, corragioso e leale, ma anche divertente, ambizioso e adorava fare scherzi a chiunque, avvolte troppo esagerati e pericolosi.

<< Quindi vi coprite le spalle a vicenda? Tu salvi lei e lei salva te? >>

<< Si, ma è normale. Anche tu e Fred fate così? >>

Lei scosse la testa amaregiata, Fred non era quello che si poteva classificare come il fratello perfetto, si comportava più come se fosse il suo migliore amico, non si lamentava di questo, soprattutto da quando aveva visto la gelosia dei fratelli Potter per la piccola Lily, ma avvolte si ritrovava a chiedersi se mai lui l'avrebbe difesa a spada tratta, disposto a farsi spaccare la faccia perchè un ragazzo l'aveva trattata male, proprio come aveva fatto Francisco.

<< Brrrrr, qui si gela. Hai voglia di tornare al castello con me e di prenderci una bella cioccolata calda? >>

<< Certamente, ma prima passiamo per l'infermeria >>

Francisco gli porse la mano e lei, con una certa nota d'imbarazzo, l'afferò.

 

 

Il parco di Hogsmeade era completamente ricoperto dalla neve e deserto, creando un paesagio romantico ma dalle note nostalgiche, il luogo perfetto per una passeggiata per due innamorati proprio come lo erano James Sirus Potter con la sua fidanzata Zoey. A cuasa degli eventi degli ultimi mesi, non erano mai riusciti ad avere un momento da soli, tra fratelli combina guai, amci impeccioni e familiari estranei alla parola privacy, ma infondo Zoey aveva messo tutto questo in conto: quando ti metti con uno dei ragazzi più famosi del mondo magico, non puoi permetterti di avere una vita normale.

Avvolte questa scelta era dura da sopportare, ma non se ne era mai pentita.

Dal prima volta che l'aveva visto aveva subbito capito che lui era la sua metà, l'uomo della sua vita. Anche se era stata una vera impresa a farlo capire a lui: era sempre stato circondato da bellissime ragazze, anche più grandi di lui, e lei che era una semplice matricola del primo anno non aveva alcuna speranza; ma non si era aresa, aveva avuto pazienza con lui diventando sua amica, rimanendo bloccata per un pò di tempo nella friend zone, alla fine aveva cominciato a perdere le speranze finche James, in una magica notte di luna piena di primavera, si dichiarò a lei.

Molti consideravano quella storia come una favola, ma lei non la vedeva in quel modo perchè ogni favola, anche se lieto, ha una fine e lei odiava i finali.

<< Sei pensiorosa oggi, qualcosa che non va? >>

<< No, stavo pensando solo a noi due, a quello che ci è successo in passato >>

<< Perchè diavolo devi pensare al passato, ora io sono qui e sono tu >>

Zoey si fermo con un enorme sorriso sulle lebbra, mentre si stringeva a lui con tutta la forza di cui era capace, non per avere certezze, non ne aveva bisogno visto che gliele dava ogni giorno senza che se ne acorgesse, ma per sentire il suo calore, la sua vitalità, il suo amore.

<< Sei davvero strana, ma mi piaci lo stesso. Senti io ho freddo, hai voglia di andarci a riscaldare...magari nella mia stanza? >>

<< James Sirius Potter sei un pervertito >>

Anche se scioccata dalla proposta del fidanzato, non riusci a trattenere una fragorosa risata.

Era felice e innamorata, non poteva desiderare altro dalla vita.

 

 

Anche un'altra coppia d'innamorati si stava godendo il panorama innevato, ma nei pressi della spettrale Stamberga Strillante. Zack non era mai stato un tipo romantico, anzi era proprio l'opposto; il suo massimo era una burrobirra ai Tre Manici di Scopa, cosa che aveva fatto per il suo primo anniversario con Giuly, che era la classica ragazza dolce che amava il romanticismo.

In pratica erano l'opposto dell'altro, ma era proprio questo che li rendeva perfetti.

<< Prima o poi mi dovrai spiegare come fa a piacerti quel vecchio castello disastrato >>

<< E tu devi dirmi come non fa a piacerti, insomma guardolo! È perfetto >>

Giuly incrociò le braccia portando gli occhi al cielo, mentre un sorriso di rasegnazione si faceva largo sul suo viso: Zack amava tutto ciò che era misterioso e che lo avrebbe messo nei guai, ecco perchè era adentrato nella Foresta Proibita senza pensare a quello che stava facendo; ecco qual'era il suo vero problema: lui non pensava, se il suo istinto gli diceva di fare qualcosa lui lo faceva senza isitare, anche se si trattava di qualcosa di molto, molto, ma dfavvero molto stupido.

La ragazza era troppo presa dai suoi pensieri da acorgersi che i caldi occhi color nocciola del suo fidanzato la stavano osservando; diversamente da come tutti la pensavano su di lui, il giovane Taylor aveva un cervello e sapeva usarlo, sapeva benissimo che l'ultimo posto dove portare la ragazza di cui era innamorato era vicino ad un vecchio castello dove, anni fa, veniva usato come nascondiglio per un licantropo, come sapeva benissimo che le sue continue stupidagini non facevano altro che farla stare in pena.

<< Senti lo so che sei ancora arrabiata con me per la mia ultima bravata, anche se stai facendo di tutto per non darlo a vedere. Non ti prometerò che non lo farò mai più, mi conosci, se lo facessi ti direi una bugia, ma posso giurarti che mi impegnerò a non commetere di nuovo i miei errori >>

A quelle parole Giuly rimase completamente a bocca aperta, ma infondo era un'altra caratteristica del magnifico Zack Taylor: si divertiva a coglierla sempre di sorpresa.

Ecco la ragione del perchè lo amava cosi tanto, lui non era l'uomo più romantico, o responsabile, o rassicurante del mondo, ma almeno ci provava e si sarebbe fatto colpire da uno schiantesimo in pieno petto, più tosto che ferirla o deluderla.

<< Lo so Zack e ti credo. Ora vieni qui e dammi un bacio prima che decidi di scappare per la paura, questo posto mette i brividi >>

Zack scoppio in un allegra risata che la contagò, per poi fiondarsi sulle sue labbra. Giuly era fantastica e, ne era sicuro, sarebbe rimasto con lui per sempre perchè lei era perfetta per lui e lui, nonostante i suoi troppi difetti, era perfetto per lei.

 

 

<< Io adoro, e ripeto e sottolineo, adoro Stratchy & Sons-Abbigliamento per Mago. L'unico negozio degno dell'alta moda Francese >>

<< Lola dì a Dom di piantarla di blaterare, se no mi arrabbio davvero >>

Dopo molto tempo Lola era finalmente riuscita ad avere un pomeriggio come i vecchi tempi, solo lei, Dominique e Fray, ma appena che erano arrivato al piccolo vilaggio magico la bionda Weasley le aveva trascinato nel negozio di abbigliamento e ci erano rimaste tutto il pomeriggio, la mezza francese aveva giustificato la cosa come un emergenza vestiti...peccato che la ragazza era popolare per aver l'armadio più grande dell'intera scuola. Era stata costretta a stregarlo per poter contenere tutta la valanga di vesti che possedeva.

<< Fray perchè non hai comprato niente, c'erano un sacco di cose che ti potevano stare bene, anche tu Lola >>

Le due amiche guardarono stranite la Weasley, da un po ti tempo sembrava completamente svampita, come se caminasse sulle nuvole, e Lola temeva di sapere il motivo; da un po di tempo la si poteva vedere in giro per i coridoi in compagnia di Nicholas Malos, il ragazzo che poco tempo fa non poteva nemmeno vedere. Aurora era davvero preoccupata per la sua migliore amica: la fama del greco era fin troppo chiara e l'ultima cosa che lei e, anche se non lo dava a vedere, Fray era quello di vedere la loro amica in lacrime, perchè sedotta e abbandonata.

<< Senti Dom...io e Fray da un pò di tempo ti abbiamo visto molto euforica, soprattutto da quando tu...si insomma... >>

<< Oh Lola dacci un taglio! Allora che diavolo c'è fra te e Mrt Mi-Faccio-Tutto-Ciò-Che-Respira-Basta-Che-Sia-Di-Sesso-Femminile Malos >>

<< Fray! Avvolte davvero non hai tatto >>

<< Ma scusa, tu ci stavi girando tropo in torno e io mi stavo addormentando >>

<< La volete piantare voi due di bisticciare? >>

Dominique era diventata rossa come un pomodoro e non centravano nulla le insistenti domande di Fray, ma per il nervosismo che provava ogni volta che qualcuno cercava di controllare la sua vita, cosa che, ci poteva scometter il suo ottavo di veela, stavano cercando di fare le sue due migliori amiche.

Sapeva che le volevano bene e che ogni cosa che facevano era perchè credevano che era per il suo bene, ma la mandava su tutte le furie.

Loro non avevano fiducia in lei, come tutta la sua famigli del resto, la vedevano come una surogata di principessa delle favole che doveva essere sempre portata in salvo; invece Nico, non era così! Lui era spensierato, incurante di ciò che gli altri dicevano alle sue spalle e quando voleva una cosa se la prendeva, senza ma e senza sè; con Malos si divertiva e imparava a conoscere, ogni giorno, una parte di lei che non sapeva nemmeno che esistesse e la cosa le piaceva molto.

<< Hola dolce fanciulle! Come va? Come sta la mia bellissima Dominique? >>

Nico aveva una specie di super potere: quello di apparire nei momenti meno opportuni, soprattutto quello in cui stava rischiando di essere assalito e sbranato da due Corvonero incavolate nere con lui.

<< Ciao Nico, senti ti và di andare a prendere una cioccolata calda io e te >>

Dominique non gli diede il tempo di rispondergli, che lo afferò per il braccio e lo trascino il più lontano possibile dalle sue migliori amiche.

<< Ma l'hai vista? Lola secondo me è meglio lasciarla stare, insomma, se si vuole fare del male con le sue mani lasciamoglielo fare >>

<< Si e poi quando avrà il cuore spezzato per quello stronzo la sollevi tu con la forza per fargli fare un bagno >>

<< Hai ragione dobbiamo fare qualcosa, subbito, imediatamente, il prima possibile >>

Lola scoppiò a ridere mentre la sua amiche la guardava stranita, lei non si rendeva conto, ma gli aveva rallegrato la giornata.

 

 

La magior parte dei studenti erano partiti per il vilaggio, ma non tutti, alcuni avevano preferito rimanere al castello per studiare o ricuperare le ore di sonno perdute, oppure per degustare i fantastici dolcetti italiani, proprio come stavano facendo Shey e Lindsay, che si erano aventate appena visto il vasoglio, mentre Cat era intenta di leggere la lettera che li accompagnava, mentre un dolce sorriso sorgnone si disegnava sulle sue labbra.

Marco.

Marco Ricci.

Il suo ragazzo, uno splendido sedicenne dai setosi capelli castani, gli occhi inesi di un verde talmente intenso che la faceva accaponare la pelle e quelle adorabili lentigini maroncine che gli riempivano il viso, donandogli un aria infatile, che lo rendeva adorabile, anche se era troppo magro per essere un ragazzo, per lei era la cosa più bella che avesse mai visto, persino più di Malfoy, potter e compagnila bella messa insieme...senza parlare del fatto che era italiano e si sapeva: i ragazzi italiani erano meglio di quelli inglesi.

L'unico problema a quella splendida relazione era la distanza; lui era un babbano, quindi non conosceva o non sapeva usare i mezzi dei maghi per vedersi, era già un miracolo che avesse imparato a mandare la posta via gufo, ma solo nel fine settimana.

Ormai erano più di cinque mesi che Marco aveva scoperto la vera natura della ragazza e, senza nessuna logica, l'aveva presa più tosto bene, forse fin troppo; Catherine non avrebbe mai scordato la sua espressione quando, dopo settimane di tensioni, preoccupazioni e notti insonni, gli aveva confessato il suo più grande segreto: non aveva fatto una piega, come se gli avesse detto che andava pazza per la cioccolata, giustificandosi che solo una tipa stramba e particolare come lei potesse essere una strega.

Non era meraviglioso il suo fidanzato?

Anche più di Valentino Rossi, cosa che diceva tutto.

<< Mhhhhhh, Cat dì a Marco che noi due l'abbiamo nominato nostro eroe. La pasticeria degli elfi è buonissima, ma a confronto con quella italiana sbiadisce del tutto >>

<< Ehi voi due non mangiatevi tutto, lasciatemi qualcosa. Brutte mangione! >>

 

 

Se nella sala comune dei Tassorosso si mangiava, in quella dei Serpeverde si stava svolgendo un piccolo pigiama party pomeridiano tra Erika, Alison e Adelaide, le tre serpi erano intente nel delicato compito di mettersi lo smalto, mentre enormi bigodini incoronavano la testa di Alli e una verdacea maschera di bellezza riempiava il volto di Adel. Intanto Erika stava dando pieno sfogo alla sua frustrazione: non aveva ancora fatto pace con Albus e, ormai, non si rivolgevano più la parola da mesi.

<< Virendete conto che enorme, esimia, gigantesca testa di troll che è Potter! Solo perchè suo padre è il salvatore del mondo magico si crede tutto sto gran chè, ma vi rendete conto? Mi ha dato della bisbetica congelata! >>

Le due ragazze si guardavano l'amica esasperate: ormai erano quasi due mesi che la Gray non faceva altro che lamentarsi di Potter, non potevano dire o fare nulla che quella riattaccava con la lagna e, per quanto capivano il suo dolore, erano stanche di quella situazione.

<< Erika vuoi dacci un taglio! Ok Albus è uno stronzo, dov'è la novità? Non capisco perchè non l'ho affronti e gli dici tutto in faccia, come hai sempre fatto >>

<< Adel ha ragione, caccia fuori le palle e comportati da vera Serpe quale sei >>

La giovane Gray squadro le amiche con un occhiataccia, se credeva davvero che quelle due le avrebbero sostenuta si sbagliava di grosso: erano Serpeverde e l'altruismo non erano nel loro carattere.

Ma su una cosa avevano ragione: doveva parlare con Al, anche a costo di pietrificarlo con la magia, perchè quela cavolo di situazione aveva stancato persino lei.

<< Ok lo farò, siete state fin troppo chiare. Ora da brave schiavette mettetemi lo smalto ai piedi >>

A quel ordine sia Adel che Alison si guardarono con uno sguardo d'intesa e, senza farsi vedere dalla compagna di stanza, afferarono i cuscini e, con tutta la forza che possedevano, la colpirono in faccia dando inizio ad una violenta battaglia di cuscini.

Anche se la loro casa era famosa per la furbizia, l'aroganza e per l'ambiziosità, non voleva dire che non si sapevano divertire come ogni ragazza normale.

 

 

Ormai la mezzanotte era già passata da un pezzo e tutti gli studenti dormivano nei loro letti da un pezzo, tutti tranne una Serpe.

Jonathan aveva passato l'intero pomerigio con Scorpius e Albus, per poi ritrovarsi da solo poiche uno aveva cominciato a litigare con Lysandre e l'altro aveva inseguito Rose per potergli dare il tormento, cosi aveva dato inizio al suo passa tempo preferito: rimorchiare ragazze.

Ed ora la sua preda era straiata al suo fianco che dormiva tranquillamente: era una Tassorosso dell'ultimo anno, non era niente di che, ne troppo bella ne troppo brutta, con i capelli cortissimi e di un biondo cenere e dagli enormi occhi maroni, ma non riusciva a ricordare il suo nome.

Ormai erco cosi da qualche anno: trovava una ragazza carina, la rimorchiava, ci passava una notte o due di sesso sfrenato e poi addio. Molti lo consideravano un vero bastardo per questo, ma non gli importava, quello che combinava dentro e fuori dal letto era affar suo e nessuno si poteva permettere di metterci becco.

Dopo aver dato un ultimo sguardo alla sua compagna di lenzuola, Jon decise di alzarsi: quel giorno aveva saltato la cena, per poter sfamare un altro tipo di appetito ed ora stava morendo di fame.

Si infilo i boxer, poi i pantaloni della tuta e un pullover pesante, per poi dirigersi verso le cucine. Anche se era tardissimo gli elfi non gli avrebbero negato un pasto caldo; in più gli piaceva camminare di notte, quando aveva l'intero castello a sua disposizione, lo rilassava e lo aiutava a chiarire le idee.

Quando arrivò alla cucina non si sorprese di trovare la luce accesa, ma rimase a bocca aperta nel vedere che non era l'unico studente a fare uno spuntino di mezzanotte.

Rhydian era seduta su uno sgabello con le gambe incrociate con indosso solo un paglio di pantaloncini, una maglia da calcio bianca e nera, con scritto dietro Del Piero e il numero 10, un paglio di calzini di lana grigi e degli enormi occhiali neri da viasta. I suoi lunghissimi capelli erano raccolti in una coda alta e, proprio come lui, lo guardava sorpresa.

<< E tu che cazzo ci fai qui? Non è un pò troppo tardi per te? >>

<< Potrei farti la stessa domanda, brutta bisbetica >>

Lei girò il viso dall'altra parte, visibilmente offesa, ma Jonathan poteva capire che era imbarazzata: forse perche l'aveva vista in pigiama, cosa che imbarazzava le ragazze, soprattutto se non idossavano il regiseno, cosa che aveva fatto lei, ma qualcosa gli diceva che non era così.

A confermare i suoi dubbi fa l'entrata di un elfo domestico con una piccola torta con sopra delle candeline a forma di 16.

<< Tanti auguri padroncina Rhydian >>

A quelle parole la bisbetica divve rossa proprio come i suoi capelli, mentre sul viso di Jonathan si faceva sempre largo la sorpresa, non perchè la Regina Mancata delle Serpi avesse un compleanno, sarebbe stato un idiota se l'avesse pensata in quel modo, ma perchè credeva che fosse nata in estate visto che non aveva mai ricevuto regali o bigliettini di Auguri, anche se era vero che lei non riceveva mai posta da casa.

<< Piantala di rimanere li impalato come un idiota, se vuoi puoi mangiare un pezzo di torta se no vattene >>

<< Ah si scusa, ma sono sorpreso. Insomma ti conosco da sei anni e non hai mai ricevuto un regalo in questi giorni >>

Jonathan si mise seduto su uno sgabello vicino a lei e, sempre più sorpreso, prese la forchetta che lei gli porse. La torta era molto bella, per quanto buona e semplice: fragole e panna su un pandispagna al cioccolato.

<< Non festeggio mai il compleanno, mi sembra una cosa stupida, ma da quando gli elfi hanno scoperto la mia data di nascita mi fanno sempre una torta, quindi perchè deluderli >>

<< E la tua famiglia? Anche per loro è una stupidagine? >>

A snetire nominare la parola famiglia la ragazza si irigidì improvvisamente, mentre uno sguardo pieno d'odio si faceva largo. Nessuno conosceva il passato della ragazza, era sempre stata molto sciva e riservata, molti credevano che lei si comportava da vero mostro per nascondere qualcosa che la faceva soffrire, ma lui non era daccordo.

Rhydian era cosi!

E lo intrigava per questo, non era come tutte quelle che aveva conoscito: era forte, indipendente, cinica e con i piedi ben piantati a terra, per non parlare che era bellissima. Sì, quella ragazzina di sedici anni lo ecitava molto, ma teneva troppo al suo amor proprio, per poterci provare appertamente, ma il fatto che non l'aveva scacciato via e che stesse condividendo quella torta lo faceva sperare.

<< Non ho una famiglia, non sono orfana, ma non ho una famiglia >>

<< Sei strana, lo sai >>

<< Sì, problemi? Allora vattene e non rompere >>

<< Adesso vado via, ma perchè sono stanco, ma prima... >>

Jonathan si tolse un bracialetto nero di cuoio dal suo polso sinistro e, dopo aver preso il braccio della ragazza, lo lego al suo polso.

<< Non è un compleanno senza regalo. Tanti Auguri piccola bisbetica >>

Senza potergli dare il tempo di replicare, il ragazzo diede un ultima forchettata alla torta per poi girare sui tacchi e andarsene, mentre Rhydian guardava il regalo.

Nessuno le aveva mai fatto un regalo in vita sua, certo gli Elfi Domestici ogni anno le facevano una torta, ma non era la stessa cosa; ora quel ragazzo, un perfetto estraneo, gli aveva fatto un dono e lei non sapeva che significato dargli.

No! non era brava a capire le persone.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Atrice: Sono Vivaaaaaaaaa.

Ciao, lo so sono scomparsa per un po di tempo, ma ho avuto da fare con lo studio e cose simili, ma bando alle ciancere e parliamo del capitolo: questa volta ho deciso di fare una cosa molto soft, perchè con tutti sti misteri e colpi di scena avrei fatto stressare i personaggi e, nonostante tutto, non sono cosi sadica. Quindi ho deciso di scrivere all'insegna dell'amore e dell'amicizia...eccezion fatta per Fran e Frank, ma c'è un motivo dietro. Spero che vi sia piacciuto e che recensiate, anche se vi ha fatto schifo, cosi capisco se sta facendo le cose per bene o no...sul serio tengo molto alle vostre opinioni e si accettano consigli. Al prossimo capitolo.

Un bacio

Vero

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Capitolo 12
*** Capitolo 10 ***


Amami o Odiami

 

 

Rose si stava dirigendo verso la biblioteca con un perfetto passo militare, senza badare che durante il suo percorso poteva sbattere o scaraventare a terra cose e persone, o attraversare fantasmi. Era su tutte le furie e niente e nessuno l'avrebbe fatta calmare e, stranamente, per una volta Malfoy non centrava per niente.

La notte passata non aveva fatto altro che asciugare le lacrime di Fran con Lene, mentre si erano ingozzate di dolciumi, non riusciva a credere che Frank fosse così possessivo e arrogante in più si sentiva in colpa: era stata lei a spingere l'amica tra le braccia del Tassorosso, convinta che fosse perfetto per lei, un vero principe, ma da principe azzurro si era tramutato in uno schifoso rospo.

Appena raggiunse il suo tavolo nell'enorme biblioteca sbatte i libri sul piano rivolgendo occhiate di fuoco ai presenti, che capirono immediatamente che non era aria di discussioni, si alzarono come bravi soldatini per andarsi a sedere in altri tavoli. La giovane Weasley trascinò la sedia, creando un fracasso infernale, ma non gli importava, per poi mettersi a studiare anche se la sua mente era presa al dolore della sua amica.

<< Incavolata Weasley? >>

La rossa alzo i suoi occhi color del mare per incontrare quelli di ghiaccio di Malfoy, l'ultima persona al mondo che voleva vedere; se ancora non aveva raggiunto il suo limite, presto lo avrebbe superato di gran lunga.

Rose non gli rispose: sua nonna Molly diceva sempre "se vuoi azzittire un chiacchierone, non rispondergli", sperava davvero che il consiglio della sua amata nonnina servisse a qualcosa.

<< Che c'è perso la lingua? O sei rimasta senza parole davanti alla mia bellezza >>

La ragazza strinse i pugni, non voleva litigare, non voleva discutere, ma soprattutto non voleva uccidere nessuno; quindi se il silenzio non funzionava, avrebbe ripiegato su una fuga strategica. Se suo padre lo avrebbe saputo si sarebbe arrabbiato: un Weasley non scappa mai da un Malfoy, ma questa Weasley non voleva finire ad Azkaban.

Rimanendo in un perfetto silenzio si diresse in uno scompartimento della biblioteca, uno qualsiasi, tanto quel giorno non sarebbe riuscita a studiare, dietro di lei, però, poteva sentire i passi del biondino slavato.

Quello non mollava la presa.

<< Ok Malfoy! Ti avverto, fai ancora un'altro passo verso di me e, giuro sulla testa di Godric Grifondoro, che non rispondo delle mie azioni >>

Sperava che quel ultimatum sarebbe servito a qualcosa, che per una volta nella sua vita rispettasse la volontà di qualcuno che non fosse lui, che in quella sotto specie di cervello bacato ci fosse ancora un neurone funzionante. Vana speranza.

Era cosi presa nel pensare cosa fare a quel piccolo purosangue del cavolo, che non si accorse della piccola montagna di libri che si trovava sulla sua strada, cosi quando si ritrovo a terra era alquanto sorpresa, mentre le grasse risate di Scorpius la faceva diventare rossa come un peperone.

Ma porco Merlino, possibile che doveva essere cosi sfigata e goffa?

<< Cosa stavi dicendo Weasley? Non mi dovevi fare qualcosa? Io sono qui che aspetto >>

<< Malfoy chiudi quella fogna che ti ritrovi per bocca! >>

La ragazza cercò di mettersi in piedi, ma una forte fitta al caviglia la ributto a testa: si, era una sfigata di prima categoria!

<< Ti sei fatta male? >>

<< Tu che dici? Renditi utile e vai a chiamare Al, cosi che mi porti in infermeria >>

<< Non c'è bisogno che chiamiamo Albus, ti ci porto io >>

<< Cosa?! Ehi! >>

Scorpius l'aveva sollevata tra le sue forti braccia, senza dare alla ragazza il tempo di ribellarsi, tenendola il più stretta possibile mentre si dirigeva all'uscita, gli occhi di tutti erano puntati sull'improbabile coppia facendo aumentare l'imbarazzo della fanciulla dai capelli rosso lampone.

<< Ti odio Malfoy! >>

A quella esclamazione il ragazzo non riusci a trattenere un ghigno.

<< Mi piace l'odio, quasi più dell'amore. Se tu mi amassi occuperei il tuo cuore, ma se tu mi odiassi sarei sempre nella tua mente >>

<< Non ti sopporto quando dici sté perle di saggezza, fregate a qualche poeta >>

Scorpius fece spallucce, mentre tra se e se ringraziava chiunque avesse messo quei libri a terra, perché ora aveva la sua preda stretta tra le sue braccia, la Rossa era ancora ritrosa e selvaggia, ma con il tempo l'avrebbe domata e da astuta volpe, si sarebbe tramutata in una mansueta gattina, pronta a fargli le fusa al solo schiocco delle sue dita.

 

 

Albus Severus Potter stava sorridendo sotto i baffi mentre guardava i suoi due migliori amici uscire dalla biblioteca; era dall'inizio del secondo anno che stava cercando di farli mettere insieme, molti gli avrebbero dato del pazzo, ma era sicuro che Scorpius era la persona giusta per Rose, quindi non poteva far a meno di essere felice di vedere che qualcosa stava nascendo dal suo duro lavoro.

Scosse la testa senza togliersi il sorriso dalle labbra, doveva concentrarsi sullo studio: le vacanze di natale erano alle porte e lui era rimasto molto indietro con il programma, doveva assolutamente recuperare prima che iniziasse la pausa invernale se non voleva affrontare una Ginny Weasley, in Potter, su tutte le furie. Altro che Lord Voldemort, sua madre era mille volte più pericolosa.

<< Ehy Potter, alza il culo e seguimi. Dobbiamo parlare >>

Al era troppo occupato a immaginare sua madre senza naso, per potersi accorgersi che qualcuno si stava avvicinando a lui, ma quando senti la sua voce non gli servì girarsi per vedere chi avesse smania di parlare con lui.

Conosceva quella voce, anche se non la sentiva da qualche mese.

Apparteneva ad una ragazza dalla pelle eterea, con enormi occhi verdi, come i prati d'Irlanda, incorniciati da lungi capelli neri, lisci come la seta.

<< Cosa vuoi Erika? >>

<< Che c'è sei diventato sordo? Ti devo parlare in privato >>

<< Senti, se è una scusa per potermi insultare, puoi strepitare qui e andartene >>

La Gray non era famosa per la pazienza e Albus lo sapeva benissimo, quindi non si sorprese più di tanto quando la ragazza lo prese per un orecchio e lo trascinò tra i scaffali. Dal canto suo la giovane Serpeverde era su tutte le furie: sapeva cosa doveva dire, si era preparata un discorso nella sua stanza, con la complicità delle sue due amiche, e lo aveva ripetuto finchè non era arrivata in biblioteca come se fosse stato un carma; doveva solo rimanere calma e non uccidere Albus, ma il ragazzo le stava mettendo i bastoni tra le ruote.

Finalmente trovo un posto abbastanza lontano da il resto degli studenti, cosi lascio l'orecchi del compagno di Casa e, dopo aver fatto un palio di respiri profondi cominciò a parlare.

<< Allora cominciamo con il fatto che tu sei il più grande, immenso, incredibile e super stronzo che io abbia mai conosciuto Potter, ma... >>

<< E ti pareva! Tu sei solo brava ad insultare, ma se pensi che io rimanga qui ti sbagli di grosso >>

Albus gli diete le spalle per potersene andare, ma si ritrovò il braccio bloccato dalla Gray.

<< Ma sei anche leale, puro e altruista. Sei una delle persone migliori che io conosca, quindi non so mai come comportarmi con te e per questo esagero, su tutta la linea. Quindi ti chiedo scusa per quello ti ho detto >>

Il ragazzo sgranò gli occhi sorpreso, tutto si aspettava da quel incontro tranne le sue scuse: era sempre stata una tipa molto, forse troppo, orgogliosa e quelle semplice parole dovevano esserle costate molto.

Non sapendo cosa potergli dire fece l'unica cosa che, in quel momento, gli sembrava la cosa migliore, l'attirò al suo petto circondandogli le braccia alla vita, senza sapere che con quel gesto Erika stava rischiando seriamente l'infarto.

<< Ok testolina buffa, ti perdono. Non pesiamoci più >>

Se fosse stata una situazione normale lo avrebbe scansato, ok che era cotta appuntino per lui ma odiava queste scene sdolcinate da diabetici, ma quella era un evento speciale: dopo mesi di silenzio tra di loro, finalmente le cose erano tornate al loro posto.

Ora non voleva pensare più a niente, solo a lei stretta tra le braccia del suo amato, mentre si cullava con la dolce ninna nanna del suo battito cardiaco. Anche dentro Albus si stava formando un miscuglio di sentimenti: stupore, serenità, gioia e ammirazione, ma anche la strana sensazione di sentirsi finalmente completo, come se l'amica fosse una parte di lui che aveva perso e che ora, finalmente, era ritornata da lui.

 

 

I giardini innevati di Hogwarts era uno spettacolo che Lola non si sarebbe mai persa, era come se tutto si trasformasse in qualcosa di nuovo, non era più la scuola che considerava una seconda casa, ma un luogo estraneo che aspettava solo di essere scoperto.

Ecco quel giardino era esattamente come lei: mutabile.

Aurora si vergognava da morire, ma in realtà non era sempre stata sincera con gli altri; c'erano cose che non aveva rivelato nemmeno alle sue due migliori amiche, in realtà aveva solo un segreto ma se qualcuno l'avrebbe scoperto sarebbe stata la sua rovina, sua madre era stata molto chiara su questo argomento.

<< Vi godete il panorama donzella? >>

Un'oda composta da riccioli castani si mossero verso il misterioso visitatore, mentre occhi di giada incontrarono quelli d'ametista, il cuore della Dray cominciò a palpitare più velocemente: non era mai stato il tipo che perdeva la testa per un bel faccino, anzi era felice della sua condizione di single, ma non poteva evitare a rimanere a bocca aperta quando vedeva Fraser.

Era il ragazzo più bello, leale e altruista che avesse mai conosciuto e, cosa ancora più importante, non sembrava non subire il fascino del suo sangue veela. In più quel suo comportarsi da vero cavaliere, con tanto di codice di onore, gli donava un certo fascino.

<< Certamente my lord e voi cosa fate qua fuori? >>

<< Prometti di non dirlo a nessuno? >>

Lola annui con la testa, mentre il furbo sorrisetto del ragazzo dai capelli d'argento le tolse il respiro; Fraser porto le dita sulla bocca facendole fischiare non badando allo sguardo confusa di Aurora, ma non pote reprimere una risata quando i suoi occhi uscirono letteralmente dalle orbite appena vide Sora.

<< Lola, ti presento il mio drago: Sora >>

<< Non ci credo! Ma come...insomma...ma non erano fuori legge o una cosa del genere? >>

<< Si, ma dopo aver inviato un milione di gufi alla preside e al ministro della magia, con la promessa di non creare casini, sono riuscito a portarlo a scuola. Ma solo quest'anno visto che è ancora un cucciolo >>

<< Che forte, lo voglio anch'io! >>

Vedendo l'entusiasmo della Coprvonero il Grifondoro non riusci nel scoppiare in una fragorosa risata; Aurora Dray era una delle ragazze più belle di Hogwarts e non solo perché la madre era una veela pura, o almeno non solo per quello: era sveglia, intelligente e molto sagace, ma sapeva essere altruista e leale e di certo non era il tipo che si montava la testa e se la tirava, anzi era molto umile e un po timida. Ma pultroppo per lei non era una legilimet, quindi non c'era da sorprendersi se era arrossita violentemente: sapeva benissimo che avvolte poteva sembrare infantile, goffa e molto, davvero molto, stupida, Dominique e Fray lo dicevano sempre, ma non era la bambolona sexy che tutti credevano che era, anzi se poteva passare in osservato era ancora più felice.

<< Ti andrebbe di fare una passeggiata con me e Sora >>

<< Ok, basta che la pianti di mettermi in imbarazzo. Odio sentirmi stupida >>

<< Ti metto in imbarazzo? >>

Lola voleva tagliarsi la lingua: possibile che diceva sempre quello che pensava? Anche quando erano cose top secret?

<< No...ecco in realtà...quello che intendevo.. >>

<< Ragazziiiiiiiiii!!!!!! >>

Salvata da Alexis che, in quel momento, si era guadagnata di comparire sulla sua lista dei regali per quel natale.

Prima che la Montella si li raggiunse, Fraser fece volare via il suo drago; non voleva tenerlo segreto ai suoi amici, ma doveva fare un passo alla volta, non voleva ritrovasi la vecchia gatta alle calcagna perché aveva rotto una promessa.

Alex si portò le mani sulle ginocchia mentre cercava di riprendere fiato.

<< Finalmente vi ho trovato, mancate solo voi due. Dovete venire subito in biblioteca ci sono delle novità sulla Regina Mancata >>

Fraser, Lola e, contro voglia, Alexis si misero a correre in direzione della biblioteca con mille domande che giravano nelle loro teste: cosa era successo? Quali novità? Positive o negative?

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: Buon anno a tutti!!!!!

per prima cosa vi chiedo perdono per la mia assenza, ma pultroppo ho avuto da fare con lo studio, quindi visto che sono in un ritardo snaturato sulla mia scaletta di marcia, cercherò di recuperare in questo fine settimana.

Ora che le dovute scuse sono state fatte, possiamo passare alla mia parte preferita: Riassunto del Capitolo!

Nella prima parte troviamo Rose e Scorpius, quanto amo questa coppia, con i loro solito battibecco misto romanticone; poi abbiamo il bel Albus fare pace con la tenebrosa Erika, ed era anche ora, infine Fraser con Lola dove vediamo un lato più dolce e tenero, ma scopriamo anche che nasconde qualcosa...ma cosa?

Ma soprattutto cosa saranno queste importanti novità? Siamo finalmente arrivati ad una svolta?

Popolo ti sei incuriosito? Recensite e ditemi le vostre ipotesi, chisà magari qualcuno di voi mi darà un idea geniale!

Un bacio

Vero

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 11 ***


La Verità

 

 

Jason Nott passo il suo sguardo scuro su ognuno dei presenti, mentre stringeva la piccola mano di Lene nella sua, in quei giorni si erano avicinati molto, non che prima non lo fossero ma qualcosa era mutato nel loro rapporto, da qualcosa di semplice e, quasi, infantile era diventato qualcosa di completamente diverso: forte, indelebbile e maturo.

Tutto questo era acaduto qualdo aveva visto le sue lacrime, quando aveva visto in lei più di una creaturina debole che bisognava essere protetta, ma aveva visto una ragazza orgogliosa che però non sapeva cosa fare, che si sentiva in trappola in qualcosa di troppo grande, in effetti quella storia era davvero troppo grande per tutti loro e se le sue ipotesi si sarebbero rivelate esatte la faccenda avrebbe preso una piega diversa, molto più enorme e molto più pericolosa.

<< Allora Nott? Che cavolo succede? >>

<< Chi diavolo ha invitato la razzista con la puzza sotto il naso? >>

<< Chiudi il becco mulatta di una Weasley >>

<< Come mi hai chiamato? >>

Roxanne stava per saltare alla gola di Allison, proprio come un cane rabbioso, ma per fortuna Fra prese la prese al volo mentre Foster tratteneva Ali per la vita, mentre io resto della compagnia era amutolita per lo stupore compresa Rose, che era famosa per il non rimanere mai senza parole, ma infondo c'era da aspettarselo da quelle due: anche l'anno scorso si erano azzufatte violentemente, rischiando di essere espulse, perchè Roxanne aveva sbottato, "per sbaglio" secondo lei, la Ilybs e tra un insulto e l'altro erano passate direttamente alle mani.

<< Ok Rox ritira le unghie e piantala di prendere per il culo Allison. Sta sulle scato anche a me, ma pultroppo è una delle menti più geniali della scuola quindi ci serve >>

A sentire le parole della cugina Roxanne smise di dimenarsi come un ossessa, pultroppo Rose aveva ragione ma proprio non poteva accettare quella schifosa purosangue razista con manie di dominio.

<< E va bene, ma se comincia a fare la stronza gli stacco la testa e questo è un avvertimento >>

Detto questo si mise in un angolo con le braccia conserte con Fra al suo fianco che cercava di calmarla, inutilmente, ma almeno ci provava.

Rose non poteva far almeno di guardarli, soprattutto Fra che guardava la sua iritabile cugina con un afetto e con un amore che le fece venire la carie ai denti, ma anche un morso di gelosia infonda anche lei desiderava qualcuno che sarebbe stato sempre al suo fianco, pronto a subbire la sua rabbia e che fosse pronto di aiutarla in ogni situazione, che avesse ragione o torto a prescindere.

<< Che c'è ora vuoi fregare il fidanzato a tua cugina Weasley? Non ti facevo cosi infida, ma non posso negare che mi piace questo tuo lato, mi eccita >>

<< Malfoy ti tiro una secchiata d'acqua gelata, cosi la magari ti raffredi brutto porco >>

<< Ma che dici Rossa, mia adorata, sei tu che mi mandi a fuoco. Che ne dici se dopo questa riunione andiamo da qualche parte, solo noi due? >>

Un brivido gelato percorse la schiena della Rossa menter una voglia matta di uccidere quel dannato di un biondino slavato si impossessava di lei, ma non era solo quello pultroppo. Odiava ammetterlo ma Scorpius ci sapeva fare e, pian piano, le stava facendo perdere il controllo, in tutti i sensi!

Avvolte era indecisa se ucciderlo o stuprarlo, ma per sua fortuna la parte più razionale di lei riprendeva subbito il controllo ogni volta che rischiava di perderlo.

Aspetta un secondo!

Da quando lo chiamava Scorpius?

Porco Zeus, ma si stava incretinendo tutta all'improvviso?

<< Scorp ora piantala con le buffonate. Io e Jason dobbiamo dirvi una cosa importante, forse siamo arrivati alla soluzione del mistero e, se abbiamo ragione, l'intero mondo magico sarà nuovamente in pericolo >>

Alla premessa della sorella, Malfoy ammutoli di colpo diventando serio, come l'intero gruppo. Ciò che Lene aveva anticipato non era per niente tranquillo; anche se erano passati anni ancora si poteva sentire il dolore che l'ultima Guerra Magica aveva lasciato sul popolo dei maghi e un'altra battaglia di quel calibro sarebbe stata devastante.

Lo sapevano bene gli erdi della famiglia Potter, Weasley e Malfoy, le tre famiglie che più di tutte erano state colpite duramente in quell'inferno in un modo o in altro.

Ottenuto il silenzio più assoluto nella biblioteca, Jason Nott inzio a esporre la sua idea.

<< Per tutto questo tempo abbiamo tirato tesi a cavolo, certo molte di queste erano valide, ma nessuna di queste spiegava completamente il comportamento di quella psicopatica, ognuna di queste ipotesi aveva un punto cieco che ci faceva brancolare nel buio, ma questo perchè siamo stati idioti noi. Ogni cosa che abbiamo scoperto, o ipotizato, su Rhydian è collegata! Se mettiamo insieme ogni pezzo esce fuori un disegno perfetto >>

Francisca guardò Jason dubbiosa nel udire quelle parole, sapeva benissimo dove voleva andare a parare il Serpeverde e, riflettendoci attentamente, non gli si poteva dare torto, ma qualcosa in lei le diceva che tutto era completamete sbagliato.

Più volte aveva gurdato gli occhi color della lava della ragazza e avveva visto un pozzo oscuro fatto di un dolore, talmente forte e profondo, che non credeva potesse esistere, aveva anche visto rabbia, odio e desiderio di vendetta, ma c'era una piccola flebile di bontà e, finche quella luce non si sarebbe spenta, non poteva credere che la Regina Mancata delle Serpi fosse il mostro che tutti credevano.

<< Nott stai molto attento a quello che dici, se ti sbagli finiremo tutti quanti in un mare di guai >>

<< Non sono un ingenuo, Fran, prima di aprire bocca mi documento e Shailene mi è testimone >>

Lene annuì con vigore, avveva asistito di persona alle masacranti ricerche del ragazzo, un pò perchè bramava di porre la parola fine a quella storia che, da mesi, stava tormentando lei e i suoi amici, ma anche perchè cosi poteva stare vicino alla persona che amava più al mondo nella speranza che, finalmente, si sarebbe reso conto che non era più una bambina da diffendere.

<< Ok, ok, ok è tutto molto bello e sensato, ma io e il resto della combriccola, apparte voi tre, non ci abbiamo capito una mazza! >>

<< È molto semplice Akira: vi ricordate la leggenda che Shey ha scoperto, quella che una creatura appartenente a due elementi, fuoco e terra, avrebbe deciso le sorti del nostro mondo? >>

<< Se e con questo? Non puo esistere una creatura del genere >>

<< E qui che ti sbagli Nanhase, secondo l'oroscopo il sagittario è un simbolo di fuoco >>

A quella affermazione gli occhi del ragazzo si spalncavano, mentre la sua mascella cedette per lo stupore, come per il resto della compagnia. Finalmente tutto tornava...tranne per qualcuno!

<< E allora? Che cavolo centre l'astrologia? >>

Zoey si lascio scappare un urlo per la disperazione, pultroppo la materia grigia l'aveva ereditata tutta lei.

<< Zack ma puoi essere cosi stupido? Il sagittario è un centauro, quindi è un simbolo di fuoco, ma il centauri che conosciamo noi anna una forte legame con la terra, quindi sono anche creature legate all'elemento della terra, quindi sono loro le creature legate a due elementi. Senza contare che odiano i maghi >>

Alla spiegazione della gemella, infine, anche la reazione del giovane Grifondoro fu uguale a quella dei compagni. Quella scena regalo un leggero sorriso a Rose, ma solo di sfuggita perchè dentro di se sentiva che l'ipotesi di Jason Nott non era ancora conclusa e, in cuor suo, temeva di sapere come sarebbe andata a finire: i centauri non sapevano utilizzare la magia!

<< Come Zoey a detto, in modo molto chiaro, i centauri sono le creature di cui la leggenda parlava e, visto, il loro profondo astio verso il mondo dei maghi non c'è da sorprendersi se hanno intenzione di cambiatre le regole del gioco, ma hanno bisogno della magia per realizzare i loro piani e, guarda caso, l'unico essere vivente che puo usare la magia è Rhydian, una strega che non rende segreto il suo odio verso il mondo intero. Lei li sta aiutando, li sta aiutando a distruggere il nostro mondo >>

L'ultime parole furono pesanti come una valanga di macigni che li prese in pieno.

Il più scioccato di tutti si dimostrò Jonathan.

Non poteva far a meno di pensare a quella notte, la notte del compleanno della ragazza, che ormai tutti etichettavano come un mostro, non poteva non pensare a quel suo strano modo sgarbato di essere gentile, alla solitudine che aveva scorto in lei quando le aveva chiesto della sua famiglia, alla rassegnazione che aveva sentito nella sua quando gli aveva risposto e al suo viso completamento sbalordito quando gli aveva regalato il suo braccialetto.

Era stata tutta una farsa? Stava mentendo?

Infondo non era stupida, sapeva benissimo che tutti loro stavano facendo ricerche su di lei e la bravata nella foresta proibita li aveva fatto sgamare alla grande, ma possibile che era stata cosi abile, cosi infida, da prenderlo in giro fino a quel punto?

Qualche giorno fa avrebbe detto di no, non esisteva donna, o uomo, al mondo che sarebbe riuscito a metterlo nel sacco, ma ora, con quella spiegazione cosi limpida e perfetta, non ne era più sicuro.

<< Ma questa è solo un ipotesi, per avere certezze c'è solo una soluzione. Trovare Rhydian e ci faremo dire quello che ci serve sotto l'effetto del siero della verità, il Veritaserum, che io ho già preparato, ma dobbiamo agire subito prima delle vacanze di Natale, sta notte stessa sarebbe ancora meglio. Chi è d'accordo? >>

Tutti quanti levarono la mano in aria, anche Jonathan, dopo un attimo di esitazione, alzo il braccio, tranne Fran: ci doveva essere un'altra spiegazione logica, non sapeva quale, ma ci doveva essere.

<< Bene siamo tutti d'accordo, sta notte insieme andremo a cercarla. Per questo ho invitato anche Allison a questa riunione, se abbiamo entrambi i Caposcuola dalla nostra parte non avremmo problemi con il copri fuoco, ma dovremo stare pur sempre attenti a Gazza, se la preside lo viene a sapere saremmo nei guai fino al collo. Ora l'unico problema è individuare quella pazza >>

Il gruppo che aveva lavorato sul campo lo sapeva bene: l'Harvery aveva dimostrato di essere veloce come il vento e molto brava a far perdere le sue tracce, proprio come un ombra. A Cat ricordava molto il personaggio di un videogioco che Marco, il suo ragazzo, amava in maniera quasi maniacale: Assassin's qualcosa, dove il protagonista era un asso a svanire nel nulla dopo aver ucciso il cattivone di turno.

<< Io so dove trovarla >>

Tutti gli occhi si puntarono su Jonathan, soprattutto Nico era particolarmente interessato al amico: lo conosceva fin troppo bene e capiva quando in lui non andava qualcosa, all'esterno poteva sembrare calmo e freddo come sempre per gli altri, ma per lui si stava scatenando una battaglia interna e la cosa lo divertiva abbastanza. Per anni lo aveva visto rimorchiare e gettare ragazze a destra e manca, ma aveva notato anche il suo sguardo posarsi dalla ragazza dai capelli di fuoco e dal cuore di ghiaccio, forse perché era proprio l'unico in tutto l'universo che non sarebbe mai caduta ai suoi piedi; non poteva negare che più di una volta aveva pensato di divertirsi alle sue spalle flirtando un po con lei, niente di serio, solo qualche innocente risatina e qualche bacetto scambiato per sbaglio, ma quella dannata bisbetica era inattaccabile.

Nott si mise difronte al amico e compagno di stanza, era visibilmente arrabbiato e anche giustamente: lui sapeva dove quella psicopatica si andava a nascondere, o almeno dove andava molto spesso, e non aveva condiviso questa importante informazione con loro?

<< Dove? >>

<< Ok, ma in mia giustificazione posso dire che lo scoperto da poco. Qualche minuto prima della mezza notte va sempre nelle cucine a farsi uno spuntino di mezzanotte >>

<< Bene, allora direi questa sera la principessina dovrà saltare la sua merendina >>

 

 

Ormai mancava poco più di cinque minuti alla mezzanotte e l'intera compagnia di amici si stava dirigendo, il più silenziosamente possibile, verso le cucine. Ognuno con i proprio pensieri per la testa: c'era che era terrorizzato come Lily, Dominique, Giuly e Cat; chi incerto su tutta quella storia come lo erano Fran e Jonathan, chi emozionato per quella avventura come la maggior parte di loro, invece Jason, Rose, Lene e Fraster.

Solamente Allison era mossa da sentimenti diversi finalmente avrebbe avuto la sua occasione di riscattarsi con l'Hervey: quella dannata bastarda mezzosangue si era sempre creduta superiore a lei, in più da quando aveva scoperto l'orribile segreto della sua famiglia aveva sempre trovato il modo di ricattarla così da difendersi dalle sue vendette, ma questa volta no!

Finalmente era lei ad avere il coltello dalla parte del manico.

Tutti erano talmente presi dai loro pensieri, dalle loro paure e dalle loro incertezze, che non si accorsero che di essere arrivati finalmente d'avanti alla porta; l'uscio era semi aperto e dalla piccola fessura usciva una lama luce, mentre una dolce melodia canticchiata.

Fraser aveva già sentito quella voce: una volta in Sala Comune, durante il suo primo anno quando si era svegliato nel cuore nella notte a causa di un incubo, era sceso attirato proprio da quel canto sussurrato e aveva trovato Rhydian seduta con le gambe incrociate sul enorme poltrona mentre si pettinava i lunghi capelli che, vicino al focolare, avevano assunto un colore ancora più vivo sembrando ancora di più di fiamma viva.

Foster aveva detto il vero.

Ognuno di loro si guardò a vicenda, sapevano già cosa dovevano fare: entrare tutti insieme e cercare di convincere la ragazza di seguirli con le buone, se non sarebbe servito, cosa che Fraser dava per scontato, Fra l'avrebbe schiantata in modo tale da farla svenire cosi che l'avrebbero portata nella Stanza delle Necessità per poterla interrogare in tutta tranquillità. Stark odiava quel piano, non c'era onore nel colpire un avversario disarmato, ma era anche vero che se l'ipotesi di Nott era corretta, come sembrava, non avevano molto tempo per agire e riparare al danno.

Con un cenno del capo Jason diede il via al incursione e, come se fossero stati un corpo solo, i ragazzi entrarono come delle furie nelle cucine spaventando a morte i poveri Elfi che si trovarono nel loro interno. Lì trovarono una ragazza che non avevano mai visto, eccezion fatta di Jonathan: aveva dei pantaloncini, bianchi, cortissimi con dei strani pupazzetti disegnati, una maglietta, anch'essa corta che gli arrivava poco più sotto del seno, color acqua marina, sopra indossava un enorme vestaglia rosso porpora, ma che portava aperta e che gli arrivava alle ginocchia ed era scalsa. I lunghi capelli erano tenuti su con un chignon alto, tutto spettinato, e un palio di occhiali da vista neri le coprivano il viso.

Quella era Rhydian, ma era completamente diversa dalla regina che tutti conoscevano, sembrava una ragazza normale, un po goffa e molto imbranata, comune insomma.

<< E voi che cazzo ci fate qui? Volete che vi ammazzi una volta per tutti >>

No, era proprio la solita Rhydian.

A prendere la parola fu Jason, visto che era stato lui ad avere quella genialata, lui avrebbe comandato la spedizione e lui sarebbe finito nei guai se sarebbero stati scoperti, o peggio se si erano sbagliati,

<< Harvey potresti seguirci per favore? Vogliamo solo parlare >>

<< E se io non voglio parlare con voi? Cosa che mi pare abbastanza ovvia >>

<< Rhydian è una questione abbastanza importante, anzi direi vitale ed è molto importante che tu ci dia delle risposte >>

<< Nott ti do un consiglio a te e alla tua stupidissima banda di ficca naso: ora girate i tacchi, ve ne ritornate nei vostri letti e... >>

La ragazza si fermo di colpo, cominciando a girare la testa più volte a destra e poi a sinistra più, e più, volte come se una mosca fastidiosa la stesse volando intorno.

<< Vi conviene andarvene e di corsa anche >>

<< Ora basta, mi avete stancata tutti quanti. Ehi tu schifosa mezzosangue ti conviene venire con noi, sappiamo quello che stai tramando con quelle disgustose creature quindi ora tu vieni con noi, oppure ti denunceremo alla preside >>

<< Ilybs tu non hai la più pallida idea di cosa ti stai cacciando, se io vi dico di andarvene voi correte a gambe levate senza fiatare >>

Mentre Allison e Rhydian si davano battaglia a suon d'insulti e minacce, qualcosa di strano accadde ai capelli dei gemelli Suarez: la particolare ciocca bianca ,che sfoggiavano in onore della loro terra natia, cominciò a brillare di una forte luce, quasi accecante, era un segnale: più brillava la ciocca e più grande era il pericolo era enorme e qualcosa di poco buono stava per accadere tra pochi istanti.

Fran stava per dare l'allarme, ma si ritrovò Allison buttata contro: Rhydian l'aveva afferrata per un braccio e scaraventata il più possibile lontano da lei, mentre un espressione di terrore e paura le deformava il volto.

<< FUGGITE IDIOTI! >>

Ma era troppo tardi.

Una violenta esplosione fece crollare il muro della cucina, lo spostamento d'aria scaravento i gli studenti e gli elfi a terra, mentre un inquietante suono di passi avanzava verso di loro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'autrice: FINALMENTE! Sono ormai mesi e mesi che ho in mente sto capitolo e non vedevo l'ora di scriverlo, oh mi sono liberata di un macigno enorme dalla coscienza.

Ma ricapitoliamo.

Jason e Lene nel cap 9 avevano accennato ad un ipotesi ( se ve lo siete perso andate a leggerlo e recensite per favore ) e qui scopriamo cosa balenava in mente a quei due che, per di più, sta cominciando a nascere qualcosina, Fran a Jonathan all'insaputa l'una dell'altro provano gli stessi sentimenti: non credono che Rhydian sia il mostro che tutti ora mai credono, ma tutte le prove sono a suo sfavore. Nico si diverte alle spalle dell'amico, rivelando la sua natura di Serpe ( sai che novità è un Serpeverde ) e Allison fa la razzista purosangue come sempre, rischiando di prenderle da Roxanne.

Quindi senza indugi e con la ragione dalla loro parte decidono di far svuotare il sacco alla Regina Mancata delle Serpi ( quanto mi piace questo sopranome ), ma la ragazza non vuole collaborare ( e me pare ovvio se no quel sopranome a che le ho messo a fa? ) e Allison fa di nuovo la prepotente, in più scopriamo che la sua famiglia a un segreto e che Rhy lo ha scoperto e la ricattata per poter fare quello che le pareva.

Infine l'esplosione e i passi che avanzano verso i nostri eroi...e tutti voi ora vi starete chiedendo...Ma che cavolo succede??????????

Eh Eh Eh

Un Bacio

Vero

 

P.S. Recensite recensite e recensite, anche perchè ho sudato un intera giornata per scrivere questo capitolo tutto di getto, quindi mi merito un premio per il mio duro lavoro

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 12 ***


Scontro di Fuoco

 

 

 

Rhydian era a terra, stordita, con il cuore che batteva a mille mentre sentiva quei passi avanzare verso di lei, il suo peggior incubo si era avverato, l'avevano trovata, erano riusciti a eludere la sicurezza di Hogwarts; doveva trovare una soluzione alla svelta e seguire il piano che da anni preparava. Nonostante i forti capogiri la ragazza si mise in piedi iniziando a correre verso la prima colonna, doveva rimanere ben nascosta cosi da riprendere le forze e dare inizio alle danze.

Diede un occhiata agli altri: tutti quanti erano stati scaraventati a terra, anche loro erano storditi ma non sembravano aver riportate ferite gravi, qualche graffietto di poco conto, cosa che non sarebbe rimasta cosi per molto visto che dopo gliele avrebbe suonate di santa ragione...sempre che dopo sarebbe stata viva.

Un gruppo di figure avvolte da lunghi mantelli rossi entrarono nelle cucine, non si riusciva a vedere i loro volti coperti da fitti cappucci, ma non era importante sapere la loro identità: quelli erano i bastardi che avevano reso la sua vita un vero inferno.

Gli incursori si guardarono intorno, non riuscendo a trovare l'oggetto della loro ricerca.

<< Mio signore, qui non c'è la ragazza >>

<< Impossibile! Deve essere scappata dopo l'esplosione, è furba come una volpe >>

Quello che doveva essere il capo si volse ad osservare i ragazzi stesi a terra che, pian piano, si stavano riprendendo e, a Rhydian, non gli piaceva proprio l'esistenza con cui guardava i gemelli Suarez, non sapeva che diavolo avesse in mente, ma non era niente di buono. Alzando il braccio il capo indico i due gemelli argentini mentre il cuore di Rhydian gli sali alla gola.

<< Portami qui quei due >>

Due di loschi incappucciati si avventarono si i gemelli, che da poco avevano ripreso i sensi, trascinandoli davanti ai piedi del capo; ormai Rhydian aveva ritrovato le forze, ma le sue gambe non avevano alcuna intenzione di muoversi, la situazione si stava facendo pericolosa e il dubbio si faceva sempre più largo in lei: secondo il piano lei doveva scappare a gambe levate, senza essere vista, verso la Foresta Proibita e dare l'allarme ai centauri, ma non poteva lasciare quegli idioti in mano a quei pazzi, non gli stavano simpatici, ok! Ma lei aveva visto di cosa erano capaci di fare e non era niente di piacevole.

Fra e Fran lentamente misero a fuoco la minacciosa figura che si stagliava verso l'alto davanti a loro, quel mantello color del sangue e il non riuscire a vedere i loro volti, che si perdevano nel buio, era spaventoso. Istintivamente il ragazzo si mise davanti alla sorella, facendole scudo con il suo corpo, aveva una fifa blu ma non gli avrebbe mai permesso di fare del male alla sua amata sorellina.

Il capo non smise per un attimo di osservare i due ragazzi, soprattutto i loro occhi che non facevano altro che cambiare colore, rivelando emozioni diverse: paura, ansia, incomprensione e rabbia.

<< Ma che bei occhi, davvero particolari, starebbero davvero bene nella collezione della nostra Regina >>

Non mentiva, Fra lo poteva vedere benissimo, anche se non poteva guardarlo negli occhi, sentiva che quel uomo li avrebbe trattati come animali da circo e la cosa non gli piaceva per niente.

<< Prima dovrai passare sul mio cadavere >>

<< Benissimo >>

L'uomo estrasse la bacchetta dalla manica del mantello puntandola contro Fra.

<< Cruciatus >>

Il corpo del ragazzo cominciò a contorcersi mentre urlava dal dolore, come se fosse stato pugnalato più e più volte da coltelli bollenti, mentre i suoi amici guardavano la scena impietriti e la povera Fran urlava dalla disperazione. Albus e Scorpius cominciarono a correre in direzione del nemico, ma vennero bloccati da due sgerbi molto più grossi di loro due.

<< Non un solo passo ragazzini a meno che non volete provare una maledizione senza perdono >>

Rhydian guardava l'intera scena dal suo nascondiglio, doveva pensare a un piano Be subito, o l'argentino sarebbe morto o peggio; in realtà la soluzione era fin troppo semplice, ma era rischioso non si era mai addestrata fino a quel punto, non per affrontare tutti quegli avversari, un solo passo falso e avrebbe perso il controllo, senza contare che avrebbe rivelato a tutti il suo segreto, la sua vera natura e la cosa non gli piaceva affatto.

Un'altro urlo di Fran le penetro l'orecchio, ricordava tutte le volte che lei aveva provato di diventare sua amiche e, nonostante tutte le offese e le umiliazioni che lei le aveva procurato, la ragazza non si era mai arresa convinta che ci fosse nel buono anche dentro il suo cuore.

Povera idiota.

Lei era un mostro e i mostri non sono mai buoni.

<< Ed ora il colpo di grazia: Avada Kedavra! >>

Al sentire quella formula Fran si butto sul corpo martoriato del fratello, fin da quando erano bambini lui si era sempre preso cura di lei, che fosse stato un bullo o un fidanzato troppo geloso, il gemello correva sempre in suo aiuto prendendole sempre o finendo nei guai, ora era il momento di ricambiare il favore, anche se questo voleva dire morire.

Chiese gli occhi pronta a sopportare la Maledizione Mortale, sapeva che sarebbe durato un attimo, aspetto qualche secondo, ripensando a gli attimi più belli della sua vita e chiedendo scusa, mentalmente, ai suoi genitori; ma quando i secondi diventarono minuti Fran non riuscì a capire...era ancora viva?

Lentamente e con timore apri gli occhi ritrovando la figura di Rhydian che le faceva da scudo; il suo respiro era affannoso e si teneva il braccio sinistro, dalla quale, sgorgava sangue.

Nel vederla la misteriosa figura diabolica fece una leggera risatina, che fece venire i brividi a tutti quanti.

<< Finalmente sei uscita dal tuo buco signorinella, ti sei fatta davvero grande dall'ultima volta che ci siamo visti; quando è stato? Undici anni fa? Bhe, all'epoca eri davvero una cosetta molto graziosa, ma adesso ti sei fatta davvero molto bella >>

Rhydian non disse nulla, rimaneva lì immobile come una specie di soldato in missione, a Fraser ricordò molto Sora quando si preparava a catturare qualche topolino: fermo come una statua e con gli occhi sempre puntati sulla vittima, aspettando il momento giusto per attaccare.

<< Vedo però che sei sempre resistente; incredibile! Ti sei presa una delle Maledizioni più potenti al mondo e ne esci con solo un graffio, sei davvero meravigliosa Kaderin >>

A sentire quel nome Rhydian si irigidì di colpo, mentre il suo corpo fu scosso da un tremolio, Rhydian si stava incavolando di brutto.

<< Primo: il mio nome è Rhydian e se non vuoi che ti uccida all'istante ti conviene ricordartelo. Secondo: essere considerata da te una creatura meravigliosa è il peggior insulto per me >>

<< Il tuo tono mi fa supporre che non verrai via con noi con le buone >>

<< Allora ti è rimasto un po di cervello in quella zucca bacata che ti ritrovi >>

<< Sarcastica e cinica come sempre, peccato che non ti servirà a molto. Prendetela >>

Gli uomini che tenevano fermi il gruppo dei ragazzi si dispose in circolo intorno alla ragazza, mentre sul suo viso si faceva largo un ghigno mentre i suoi occhi lanciava chiari messaggi di sfida. Rhydian era troppo concentrata troppo su i suoi avversari per rendersi conto che sia Fraser e Jonathan la guardavano sorpresi, ma anche preoccupati: cosa avrebbe potuto fare una ragazzina minuta, con un pessimo carattere, contro una decina di maghi malvagi e incappucciati?

I ceffi si fiondarono su la Grifondoro, a quella vista i due ragazzi cercarono di buttarsi nella mischia per aiutare la ragazzina, ma Jon venne bloccato da Nico e Fraser da Akira.

<< Lasciami Nico, io a quelli gli spacco la faccia >>

<< Datti una calmata bel pupone, se vuoi salvare la tua ragazza lo faremo insieme, da solo non puoi fare nul... >>

Un urlo maschile interuppe il greco riportando l'attenzione di tutti sul ciò che stava succedendo a pochi passi da loro, ciò che videro li lascio a bocca aperta. Non avevano mai visto una cosa del genere, nemmeno sui libri di scuola si era mai sentito, o almeno accennare, a ciò che stava succedendo davanti ai loro occhi.

I capelli di Rhydian Harvey si erano liberati dallo chignon ed erano diventati di fuoco, ma fuoco vero, quello che brucia e che consuma e che usciva anche dalle sue mani.

Una volta liberata dalla morsa dei suoi nemici, la ragazza comincio a correre fuori da ciò che rimaneva della cucina, doveva portarli fuori di li subito, prima che potesse combinare qualche guaio.

<< Provate a prendermi babbei! >>

Quelli si buttarono nel suo inseguimento, compreso il capo, senza degnare di uno sguardo gli altri ragazzi, nemmeno i gemelli che prima avevano destato tanto interesse; era Rhydian il vero bottino che quei folli bramavano.

Ma a Roxanne non gli importava di tutta quella faccenda, appena i brutti ceffi uscirono si lancio sul corpo privo di sensi di Fra, posò l'orecchio sul petto del ragazzo lasciandosi scappare un sospiro di sollievo nel sentire il suo battito cardiaco regolare.

Era semplicemente svenuto.

Appurato che l'amico era ancora vivo, cercò di consolare l'amica che sembrava quasi presa dalle convulsioni da quanto erano forti i suoi singhiozzi.

<< Ragazzi venite qui. Dobbiamo portarli in infermeria, Fra ha bisogno di cure e Fran di un calmante >>

<< Voi andate, io seguo Rhydian >>

<< Jon, credo che la torcia umana se la sappia cavare da sola >>

<< Chiudi il becco Nico, io non la lascio da sola. Quei folli sono troppi per lei >>

Nico rimase in silenzio: quella ragazza gli piaceva più di quanto credeva, ma non poteva permettere al amico di fare una cazzata del genere, c'era il rischio di perdere la vita.

<< Foster ha ragione, io vado con lui >>

Tutti quanti si voltarono verso la voce che aveva parlato, vedendo una Rose Weasley con bacchetta in mano e con uno sguardo agguerito.

<< Rose! Ti sei bevuta il cervello? >>

<< Per niente Al. Harvey poteva benissimo scappare e lasciarci soli al nostro destino, invece ha salvato la vita a Fra e Fran ed è ferita, cosa che ancora devo capire, e si ok è un fiammifero vivente ma, come ha detto lui, è sola e nessuno può farcela da soli >>

<< Va bene, ma io vengo con te. Zio Ron mi ucciderebbe se ti lasciassi da sola >>

<< Vengo anch'io. Non mi piace che la Rossa fa la parte della eroina mentre io me ne sto al sicuro, mi daresti il tormento per sempre >>

Rose non riusci a non sorridere alla battuta di Malfoy; quel ragazzo era incredibile, riusciva a scherzare in ogni momento, anche nelle situazioni più impensabile.

<< Bene noi quattro seguiamo Rhydian, voi portate i gemelli in infermeria e andate ad avvertire Teddy e la McGranitt, fate presto >>

detto questo Jonathan, Rose, Al e Scorpius corsero fuori dalla cucina seguendo il rumori dei loro passi, si stavano dirigendo verso il Platano Picchiatore.

 

 

 

 

 

 

 

Finalmente i quattro ragazzi arrivarono al Platano Picchiatore vedendo una scena che gli gelò il sangue: Rhydian era ricoperta di ferite, la sua pelle era diventata ancora più bianca e le sue labbra cianotiche, aveva perso troppo sangue ed stava diventando sempre più debole, era chiaro a tutti che non avrebbe resistito ancora a lungo, senza contare che il fuoco che aveva preso il posto dei suoi capelli, lentamente, si stava spegnendo.

<< Dobbiamo fare qualcosa subito! >>

Jonathan stava letteralmente impazzendo: a causa loro e delle loro stupide teorie, l'avevano messa in pericolo, lei avrebbe potuto benissimo scappare se non fosse stata a causa loro, ora capiva benissimo perché quella volta il Capello Parlante l'aveva smistata a Grifondoro; quella dannata femmina aveva più fegato di tutti loro messi insieme.

<< Jon, amico mio, ora calmati. Prima di attaccare dobbiamo avere un piano, se no rischiamo di complicare già una situazione estremamente critica di suo...Rose, cosa facciamo? >>

<< E perché lo chiedi a me? >>

<< Sei tu la mente del gruppo, quindi vedi di partorire un bel piano >>

<< Albus sono troppo spaventata e nervosa per farmi venire qualcosa in mente, io.. >>

<< Jon andiamo >>

Scorpius Malfoy e Jonathan Foster ripresero la corsa lanciando schiantesimi e scudi di protezione a destra e manca. Albus sbuffo infastidito dal comportamento dei suoi due migliori amici, quei idioti erano troppo istintivi, pronti a gettarsi a capo ficco nelle cose più sciocche e suicide che esistevano solo perchè non capivano l'importanza di un piano.

<< Che facciamo Al? >>

<< Mi pare ovvio, gli seguiamo. Rimani dietro di me >>

Rose annui e stringendo ancora di più la presa sulla sua bacchetta si mise alle costole dei due compagni, se sua madre l'avesse vista l'avrebbe dato del incosciente, suo padre avrebbe sicuramente esclamato " questa sì che è la mia ragazza ", ma infondo cosa c'era di male? Non stava facendo nulla che i suoi genitori non avevano già fatto alla sua età: rischiare la vita!

Ok, forse un po incosciente lo era sul serio.

Rhydian non ce la faceva più, ormai il suo corpo non rispondeva al suo volere e di certo non sarebbe riuscita ad arrivare alla Foresta Proibita e ai centauri era vietato uscirne.

Dannato orgoglio centauro!

Quando quelli davano la propria parola, potevi star certa che non se la sarebbero mai mangiata e Fiorenzo era andata da qualche parte, per studiare quelle stupidissime stelle. Sarebbe morta a causa delle stelle, non sapeva se ridere o piangere.

<< Mia piccola e dolce Kaderin, ora non insulti più? Cos'è troppo stanca? >>

<< Ma vaffanculo >>

<< Questo non è un linguaggio degno di una signorina del tuo rango sociale >>

<< Scusami tanto, ma ho dimenticato la coroncina a casa >>

<< Non aver paura, ti stordiremo al punto tale che sverai e poi ti porteremo dalla nostra regina, è molto ansiosa di conoscerti >>

<< Bhe io no e...ma che diamine? >>

Alla vista dei quattro ragazzi che, di corsa, stavano venendo in suo soccorso le fece venire voglia di imprecare. Ma che diavolo avevano in mente quei idioti? Porco Merlino volevano farsi ammazzare?

Con un potente schiantesimo Jonathan si apri un varco tra gli assalitori, in me che non si dica si trovò al fianco di Rhydian per essere poi seguito da Scorpius, Al e Rose. Il Serpeverde diede una rapida occhiata alla ragazza, era messa peggio di quanto avrebbe pensato: il suo corpo era pieno di graffi e ferite, era sporca di sangue e fango e i suoi vestiti erano strappati, cosa che non gli sarebbe dispiaciuta se si fossero trovati in un'altra situazione.

<< Rhydian stai bene? >>

<< Si Weasley, quindi potete anche andarvene di corsa, mi avete messo i bastoni tra le ruote abbastanza per oggi >>

<< Scordatelo bisbetica! Io non ti lascio qui >>

<< Ma che carini. Ti sei fatta degli amichetti, sarà molto divertente ucciderli >>

L'infame scaglio uno schiantesimo in direzione dei quattro ragazzi, ma la ragazza di fuoco fu pronta a creare uno scudo di fuoco per proteggerli andando, però, in mille frantumi era troppo debole per crearne uno potente, ma almeno aveva evitato l'attacco.

Le gambe diventarono improvvisamente molli cedendole, fu sorretta dalle braccia di Jonathan mentre il suo respiro diventava flebile e il fuoco si spense tornando alla loro normale forma, non si era addestrata per resistere cosi a lungo e non contro una decina di avversari contemporaneamente; le forse l'avevano abbandonata e loro erano spacciati.

<< Bene Kaderin, hai esaurito i tuoi poteri, ma non preoccuparti è normale per una mezzosangue come te e, ora, di addio ai tuoi amici >>

Rhydian avrebbe voluto urlare, tutto era cosi simile a quella volta di undici anni fa e non poteva credere che era ancora cosi debole, tutti quegli anni passati ad allenarsi fino allo svenimento non era servito a niente. Porco Merlino sua madre aveva proprio ragione: lei era inutile, buona solo a far soffrire gli altri.

Il Capo scaglio il suo incantesimo, ma anche questa volta venne bloccato.

<< Non osare toccare i miei studenti >>

Minerva McGranitt si era smaterializzata appena in tempo, assieme al professor Teddy Lupin, per salvare i suoi ragazzi . Quei balordi erano stati davvero bravi a non farsi scoprire: avevano reso l'esplosione completamente insonorizzata e avevano fatto svenire tutti gli Elfi Domestici, cosi da non poter dare l'allarme, per loro sfortuna alcuni suoi studenti avevano infranto le regole della scuola, ma questo non voleva dire sarebbe risparmiata a loro una punizione.

<< Professor Lupin si prenda cura dei nostri studenti, a queste canaglie ci penso io >>

L'uomo incappucciato si lascio sfuggire un imprecazione, non si era preparato per affrontare una delle streghe più potenti del loro tempo, lo scontro con Kaderin gli aveva costato molte energie e un altro duello con un avversario sarebbe stato impossibile.

<< Uomini ci ritiriamo. Kaderin ci rincontreremo >>

Gli uomini incappucciati si smaterializzarono prima che la preside potesse fare qualcosa per impedirlo, ma almeno aveva la magra consolazione che per il momento la pace era ritornato nella sua scuola: ma per quanto?

<< Professoressa venga qua, Rhydian è fredda come il ghiaccio >>

A quella richiesta di aiuto la McGranitt accorse a raggiungere e esaminare la giovane Harvey: la sua pelle era diventata quasi bluastra, proprio come le sue labbra, sembrava che fosse caduta nell'acqua gelata. Sapeva cosa stava succedendo alla giovane, proprio come sapeva che dovevano essere tempestivi o le conseguenze sarebbero state tragiche.

<< Foster prenda in braccio la signorina Harvey e portiamo immediatamente in infermeria, Luppin lei porti il signor Potter, il signor Malfoy e la signorina Weasley nel mio ufficio con il resto dei loro amici >>

Jonathan fece esattamente come gli era stato ordinato, senza però badare al dolore lancinante che provava alle mani, non sapeva come si era ferito ma aveva cominciato quando aveva sorretto Rhydian.

Aveva troppa paura per la ragazza per pensare a se stesso: se quella bisbetica si sarebbe azzardata a morire gliela avrebbe fatta pagare molto cara.

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: Tadaaaannnnn...io sono sfinita! Quindi vado dritta al sodo: che ne pensate? Siete rimasti con il fiato sospeso? Ci avete capito qualcosa? Ditemi, recensite e commentate, perchè io sono morta.

Al prossimo capitolo.

Un Bacio

Vero...vado a morire nel mio letto!

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Capitolo 15
*** Capitolo 13 ***


Le Flamee

 

 

 

 

L'Infermeria, per loro fortuna, era completamente deserta eccezion fatta per i due letti occupati dai gemelli Suarez, vedendoli Jonathan provo una nuova fitta di collera, se potesse avere per solo cinque minuti quel maiale che li aveva ridotti in quello stato sarebbe sicuramente morto.

<< Per l'amor del cielo! Cosa è successo questa volta Minerva? >>

<< È Rhydian Poppy, ciò che temevamo è successo e ora rischia la vita. Non abbiamo tempo da perdere >>

<< Ragazzo seguimi, presto! >>

Il Sepreverde fece come gli era stato chiesto e si mise alle costole della piccola infermiara; Madame Chips fece strada verso un'altra stanza dove, fino a quel momento, nessun studente era mai stato: era una normalissima stanza, ma era molto spoglia, con in mezzo un enorme vasca da baglio, una poltrona verde chiaro e un armadio di legno antico. Con un colpo di bacchetta la tinozza si riempi d'acqua bollente e, indicando la poltrona, fece deporre la paziente su di essa.

<< Ora ragazzo aiutami a spogliarla >>

<< Cosa! Ma è impazzita? >>

<< Non è il momento di fare i moralisti giovanotto! E comunque sia ho sentito cosa si dice su di te Jonathan Foster, quindi non fare il santarellino e dammi una mano >>

Il ragazzo si sentii arrossire, ma non c'era proprio nessuno in quella stupida scuola a farsi gli affari propri! Anche quella vecchia ciabbatta sapeva cosa faceva nel suo letto.

Dopo un lungo respiro Jonathan prese il coraggio a due mani e cominciò a spogliare Rhydian, se lo avrebbe saputo sicuramente lo avrebbe ammazzato, ma glielo aveva ordinato l'infermiera per salvarle la vita quindi non era completamente colpevole, ma non poteva negare che la cosa gli piaceva molto.

Spogliarla non fu tanto difficile, il combattimento infuocato aveva distrutto i suoi abiti. Man mano che gli toglieva quei stracci carbonizzati rimase sorpreso nel vedere quel piccolo corpo segnato da molte cicatrici, non le aveva mai viste cosi tante, alcune erano nuove altre sembravano vecchisime, tanto da sembrare delle semplice macchie chiare se non guardate attentamente, ma quella che lo lascio più a bocca aperta fu una in particolare: si trovava dietro la spalla sinistra ed era la forma perfetta di una sottile mano, con lunghe dita afusolate, era la cosa più strana che avesse mai visto, ma infondo quella notte di cose strane ne aveva viste abbastanza.

Una volta che la ragazza fu completamente nuda, il ragazzo la prese nuovamente tra le sue braccia e, con tutta la delicatezza di cui era ingrado, la depose nella tinozza fumante.

<< Dovra rimanere li finche il colorito non ritorni normale, quando questo succede...fammi federe quelle mani >>

Non gli diete nemmeno il tempo di ripondere che la donna gli prese entrambe le mani, rivolgendo il palmo verso l'alto rivelando delle orribili piaghe, sembrava una ustione.

<< Quando Rhydian ha perso i sensi tu l'hai toccata subbito? >>

<< Si, stava rischiando di sbattere la faccia a terra. Ma questo che centra con questa cosa? >>

<< Vedi la signorina qui presente quando prende fuoco anche il suo corpo si alza di temperatura, diciamo che è come se hai toccato una teglia bollente. Vado a prendere un unguento, domani saranno come nuove >>

Foster annui senza dire niente, cercando di assimilare il più possibile di quello che scopriva di quella stupida bisbetica, doveva capire, voleva capire, perchè mai più voleva rivivere quella paura che aveva vissuto quella notte, ma più voleva vedere un suo amico in pericolo di vita e non poter fare niente per aiutarlo.

 

 

Scorpius e Albus camminavano spalla a spalla mentre Rose era abbracciata a Teddy, il fratello maggiore che non aveva mai avuto, che gli infondeva coraggio e la soreggieva, troppo emozioni e una carica elevata di adrenalina poteva giocare brutti scherzi. Tutti e tre i ragazzi erano scossi, solo in quel momento si stavano finalmente rendendo conto che avevano rischiato grosso quella notte, ma capirono anche che avevano sbagliato ogni cosa sulla compagna e che erano di nuovo da punto a capo; non sapeva per loro due ma Rose era decisa ad andare fino in fondo a tutta quella facenda, insomma avevano rischiato la vita una cavolo di spiegazione era d'obbligom, per le mutande di Merlino.

<< Ted tu sai cosa, esattamente sia successo? >>

<< Ro! Non ci provare, siete gia abbastanza nei guai per aver giocato troppo ai detective, non credi che puo bastare? >>

<< Ma... >>

<< Niente ma >>

Ted scosse la testa esasperato, adorava Ro proprio come il resto dei suoi "cugini", li considerava una specie di fratelli e sorelle minori, anche se non avevano alcun legame di sangue; ogni estate passata alla Tana con tutto il clan Potter-Weasley al completo erano impressi nella sua memoria come i ricordi più belli della sua vita, ma quando questi supperavano il limite era pronto a rimetterli in riga, anche a costo di passare per il cattivo della situazione e, quella notte, avevano superato ogni limite.

Aveva acettato il ruolo di professore per rimanere il più vicino possibile alla moglie, Victorie, che era al sesto mese di gravidanza donandole anche la tranquilita che non era chi sa dove a rischiare la vita, ma non credeva che avrebbe rifare il babysitter ai suoi cugini o almeno no a quei più grandi.

Cavolo avrebbe strozzato James e Fred!

Quei due zucconi erano ormai maggiorenni, ma si comportavano ancora come due mocciosi.

Finalmente arrivarono dinanzi all'uficio della preside e Ted si piazzo d'inanzi al gargoyle per poter dire la parola d'ordine.

<< Harry Potter >>

Nel sentire la parola d'ordine Albus si coprì dalla vergogna, era risaèputo che la preside era molto affezionata a suo padre, sentimento ricambiato, ma per i tre figli era davvero imbarazzante. Già era dura dover vedere sui libri di scuola la storia del genitore con tanto di perfetto primo piano in foto ed essere tormentati dai i suoi fan, ma ritrovarsi la loro preside a cena durante le vacanze pasquali era davvero umiliante.

Scorpius, invece, non riusci a smettere di ridere, sapeva che l'amico ci soffriva ma era troppo divertente. Il poderoso scapellotto di Rose, però, lo azzitti immediatamente.

<< Pianta di fare l'idiota biandino slavato >>

<< Sempre violenta Rossa? Mi piaci sempre di più >>+

<< Ora basta giocare voi due. Al lo so, è umiliante. Ma anche James e Lily sono diventati rossi dalla vergogna se ti è di consolazione >>

<< Giuro che farò una petizione per impedire a quella gatta di usare il nome di qualche mio parente come parola d'ordine >>

<< E io e Ro ti appogeremo, ora però andiamo. Una bella punizione vi aspetta >>

I tre ragazzi sospirarono all'unisolo dalla frustrazione, quando avevano intapreso quella strada sapevano che poteva succedere una cosa simile, cioè sapevano che sarebbero potuti finire in punizione, una Regina Mancata in fiamme era completamente fuori dai loro schemi, ma la speranza di non essere beccati era l'ultima a morire. Si trascinarono con tutta la lentezza del mondo, con la vana illusione di ritardare la pena. Ma per quanto andassero lenti alla fine arrivarano alla stanza ovale dove tutti i loro amici e Allison li attendevano, appena entrarono la ragazza si lancio tra le braccia di Lene e delle sue cugine, rischiando di scoppiare a piangere, mentre i due ragazzi si diressero verso i lro amici dandosi poderose pacche sulla schiena in segno di conforto.

Nico guardo ancora per qualche minuto la porta, mancava solo una persona all'appello e non vedendola con gli altri gli fece solo pensare al peggio.

<< Al dove cazzo è quello stronzo di Jonathan >>

<< Il signor Foster è in infermeria signor Manos e le sarei grata se moderesse il linguaggio, non ho mai sopportato le volgarità >>

Al sentire la voce della McGramitt Nico sbianco del tutto, quella era l'unica donna che gli incuteva una fifa blu, nemmeno sua madre era capace di farlo sentire in quel modo e lei quando si arrabiava era tutt'altro che dolce. Ma grazie al cielo Dom gli salvo la vita spostando l'attenzione della vecchia gatta su di lei.

<< Perchè Foster è in infermeria? Gli è successo qualcosa? >>

<< Ha una leggera ustione su entrambe le mani, in più st assistendo la signorina Harvey visto che madame Chips è impegnata con i gemelli Suarez che, per vostro interesse, sono sulla via della guarigione >>

L'intero gruppo si lascio andare in un sospiro di solievo generale, persino Allison sembrava felice della notizia, ma tutti sapevano che dopo la buobna nottizzia arrivava quella cattiva.

<< Ora, con tutta la calma del mondo, voglio sapere che diamine vi è passatao per la testa. Non solo avete infranto il coprifuoco, ma avete rischiato di rimanre uccisi e di far uccidere una vostra compagna, io non so chi voi vi credete di essere, am questa notte avete rischiato molto grosso >>

Le urla della donna erano talmente foti e dure che potevano spaccare i vetri se fossero state un tantinello più alte, ma infondo era comprensibile: quella donna aveva combattutto le due Guerre Magiche, aveva visto le cose più orribili, come la morte di molti studenti durante l'ultimo scontro con Lord Voldemort, Fred e Rox lo sapevano bene, visto che ogni 2 Maggio con i loro genitori andavano alla tomba di Fred Weasley, fratello gemello del loro padre e, ogni volta, vedevano il dolore negli occhi di George. Anche se erano passati molti anni, l padre non si era ripreso e sicuramente non sarebbe mai successo, stessa cosa valeva per la preside.

A prendere la parola fu Rose, anche lei era spaventata come il resto della combricola, ma sapeva che l'anziana donna aveva un occhio di riguardo nei suoi confronti, infondo era la degna erede della sua studentessa migliore.

<< Signora preside, ecco io so che ogni cosa che possa dire sara del tutto inutile, ma ci voglio provare >>

Dicendo ciò la Rossa cominciò a roccantare l'intera storia dall'inizio, da quando lei e Scorpius avevano visto Rhydian con Fiorenzo e da una semplice, stupida, curiosità di un gruppo di ragazini, si erano ritrovati a indagare su un vero mistero ed era troppo tardi per fare marcia indietro, fino ad arrivare a quella maledetta notte dove la sua migliore amica e suo fratello avevano rischiato grosso.

<< Tale madre tale figlia, ma in te vedo anche molto del incoscenza di tuo padre. Ma infondo hai ragione, meritate una spiegazione su quello che è successo sta notte >>

La donna si mise dietro alla sua scrivania e, dopo aver agitato la sua bachetta e fatto comparire delle sedie per tutti, si acomodo sull'enorme poltrona. Sopra la sua testa posava il quadro di Albus Silente che, con il suolito sorriso dolce e rassicurante guardava gli studenti che fremevano dalla voglia di sapere cosa la vecchia gatta sapeva sulla Regina Mancata.

Minerva era inconflitto con la sua decisione: in passato il continuo nascondere a tre studenti informazioni in suo possesso, aveva spinto quei ragazzi in grave pericolo ma, grazie ad un incredibile faccia tosta e audacia, erano sempre riusciti a cavarsela, e ora si trovava i discendenti di quei tre coragiosi ragazzi dinanzi a lei e sapeva che, come era successo ai loro genitori, il silenzio avrebbe solo peggiorato le cose. Ma c'era anche una contro parte, quando aveva portato personalmente la letterea ad una giovanissima Rhydian Harvey le aveva promesso due cose: che avrebbe mantenuto il suo segreto e che non avrebbe mai contattato quelle persone, qualsiasi cosa fosse successa, e ora si trovava a mancare non a una, ma due promesse fatte a una ragazzina di dieci anni che aveva gli occhi di un adulta.

Ma pultroppo era una cosa che andava fatta.

<< Ciò che vi dirò è molto importante quindi dovete promettermi che rimmarete in silenzio, senza fare domande, e che tutto ciò che verà detto in questa stanza rimarà qua >>

Tutti annuirono, tutti tranne Allison, finalmente sarebbe arrivato il momento che da sempre stava aspettando: un arma contro quella stronza dalla testa di fuoco!

Sicuramente era qualcosa di succulente da lanciare come una bomba al momento giusto.

<< Vedete Rhydian Harvey è una creatura unica nel suo genere, credo che ve ne abbia dato un'ampia prova questa notte, e per questo deve essere protetta da chi la sfrutterebbe per atti imondi. Quando avete trovato la leggenda del eclissi stellare non avevate completamente torto: serve una creatura che sia di fuoco che di terra, ma non sono i centauri, ma bensi una mezza Flamee e mezza strega.

Le Flamee sono delle creature mitologiche che si credeva essere estinte da ormai tre secoli, ma non è cosi. Sono delle ninfe fatte di magia pura che possono creare e governare il fuoco, ma sono specieli anche per un altro motivo: differentemente dalle loro simili, che comandano gli altri elementi, loro possono procreare per continuare la loro specie, ma possono unirsi solo ai babbani visto che solo un unico genitore deve possedere il nucleo della magia. La madre di Rhydian invece, senza rendersi conto, a procreato sua figlia con un mago dando alla luce l'unica creatura esistente appartenente a due elementi.

Quegli uomini sono sulle sue traccie dal primo minuto di vita di quella povera ragazza, per poterla sfruttare per chi sa chi quale follia, Rhydian è sempre stata costretta a nascondersi e imparare a proteggersi da sola visto che il clan di sua madre, come lei stessa, la rinnegata e nessuno sa chi fosse il mago che la concepita. I centauri, che come giustamente avete intuito sono creature di fuoco quindi fedeli alle Flamee, anche a quelle mezzosangue, la proteggono dal suo primo anno e l'addestrano, ma gli imprevisti possono sempre accadere e pultroppo è successo proprio sta notte >>

L'anziana preside, finito di raccontare la storia della sua studentessa, trasse un lungo sospiro, sapendo che con la sua confessione avrebbe ferito la ragazza, ma non aveva altra soluzione.

Anche la mente di Fraser ando alla fanciulla dai capelli di fuoco, visibilmente scioccato dal racconto della professoressa, ma questo spiegava molte cose: era normale che Rhydian odiasse l'intero genere umano, visto che esso l'aveva fatta vivere nella paura fin dai tempi della culla e ogni volta che vedeva la rabbia e la solitudine nei suoi occhi poteva capirla, venire rinnegate dalla stessa madre era una cosa che non ugurava a nessuno, nemmeno al suo peggior nemico. I riccordi si fecero spazio in lui: sua madre era la donna piùbuona e dolce che lui avesse mai conosciuto, non avrebbe mai scordato il suo dolce sorriso, i suoi teneri baci e quei abbracci che potevano durare secoli, da quanto amore contenevano, grazie a quelle sensazioni che sarebbero legate per sempre dentro di lui, Fraser era riuscito ad andare avanti dopo la sua morte e, quando le mancava troppo, gli bastava andare indietro nel tempo con la mente; Rhydian non poteva.

Aveva completamente sbagliato giudicarla, ma giuro a se stesso che avrebbe rimediato a qualsiasi costo.

 

 

 

Quando Rhydian provò ad aprire gli occhi si accorse che quel movimento, che doveva essere completamente naturale, gli costava più fatica di quanto immaginava, non era mai rimasta trasformata per cosi tanto tempo e questo le aveva prosciugato l'energie, rischiando di finire anche quella vitale, ma la su qualcuno doveva volerle troppo bene visto che respirava ancora. Cerco nuovamente di riaprire gli occhi, riuscendoci al terzo tentativo, ritrovandosi pero la vista completamente appanata, sposto la mano verso il suo comodino alla ricerca dei suoi occhiali, ma quando l'abbasso trovo uno spazio vuoto sotto di essa.

No, non era nella sua stanza.

La ragazza stropicciò gli occhi cercando di mettere a fuoco il quanto bastava per capire dove cavolo si trovava e, dopo qualche minuto snervante, riusci a capire che era in un letto nell'infermeria; cominciò a guardarsi attorno e la sua attenzione fu attirata da una figura vicino al suo letto, completamente addormentata, su una sedia con la testa appogiata sul suo letto.

Nuova domanda: che diavolo ci faceva lì Jonathan Foster.

Riccordava che lui, assime ai suoi due amichetti e alla Weasley, erano corsi, inutilmente, in suo aiuto, ma non riusciva a comprendere il perchè si trovava lì.

Ma porco Merlino! Perchè quel ragazzo la tormentava in quel modo.

<< Ti se finalmente svegliata Harvey. Ti senti meglio? >>

La ragazza poso il suo sguardo di fuoco su Madame Chips con un chiaro punto di domanda stampato in viso.

<< Hai consumato tutta la tua temperatura corporea e questo ti ha mandata in ipotermia, Foster ti ha portato qui e ti ha asistito per tutto il tempo, non ha nemmeno voluto allontanarsi dal tuo letto. Senza contare che si è ustionato le mani quando ti ha preso in braccio >>

<< Cosa!? >>

Rhydian sposto lo sguarda dall'infermiera alle mani del ragazzo, notando solo in quel momento che erano esntambe fasciate. Un sospiro di frustazione gli scappo dalle labbra: l'aveva detto lei che era pericolosa, anche quando perdeva i sensi. Però non pote evitare di sorridere al pensiero che lui era rimasto al suo fianco per tutto il tempo, non ne capiva il motivo, ma gli faceva piacere cosa che lui non avrebbe mai saputo.

Pena la morte.

<< Ehy stupida Serpe! Mi hai preso per un cuscino? >>

Con tutta la maleducazione di cui era ingrado, la ragazza gli diede un pugno sulla spalla svegliando in malo modo il bel addormentato. Jonathan di tutta risposta sobalzo alla rude sveglia, scattando impiedi come un bravo soldatino pronto a prendere le armi, guardandosi in torno in cerca del nemico, ma vide solo il ghigno malefico di quella bisbettica di Rhydian.

Nel vederla sveglia e salva, non riusci a trattenersi e si butto dsu di lei abbracciandola: quando era ancora nella vasca e aveva ripreso colorito, quindi credeva che si sarebbe svegliata immediatamente, ma quando non era successo aveva davvero temuto il peggio. Madame Chips gli aveva detto che era dovuto al fatto che, oltre di perdere calore, aveva anche perso del sangue quindi ora aveva solo bisogno di riposarsi, ma lui non ne volle saperene di lasciarla da sola, quindi si era fatto medicare le mani ferite ed era rimasto al suo fianco.

Dopo un attimo di sorpresa, Rhydian gli appoggio le mani al petto cercando di allontanarlo da lei, ma era ancora debole quindi non fu una cosa abbastanza facile; non riusciva a capire perchè quella stupida Serpe gli stava cosi appiccicato, ma una volta ripreso le forze l'avrebbe incenerito.

<< Staccati subbito da me o giuro che di castro >>

<< Sempre la solita bisbetica >>

<< Ci puoi contare brutto stron... >>

All'improvviso la stanza si fece molto calda e un leggero fumo alleggiava, Jonathan estrasse la bacchetta immediatamente, non sapeva cosa stava succedendo ma se quie folli erano tornati non si sarebbe fatto reovare impreparato.

Il fumo si infetti ancora di più formando due figure ben distite e, sempre all'imprvisso, il fumo si diratò lasciando il posto a due donne di una bellezza che metteva i brividi: erano alte più o meno come lui, con lunghissimi capelli arancioni, legati in complicate aconciature che, secondo Jonathan, si diventava matti a realizare una cosa del genere, gli occhi erano verdi, ma con delle sfumature rossastre. Indossavano delle sontuose vesti gialle, che sembravano fatte dell'oro stesso, molto leggere, abbelite con diamanti e zaffiri; una di loro su i caopelli aveva un diadema fatto di filigrana dorata e zaffiri.

<< Ma che palle, preferivo i folli di prima >>

La donna con la corona fece una smorfia di disgusto nel vedere Jonathan, tanto che lui si chiese se avesse del muco di Troll sulla faccia, visto che nessun essere vivente di sesso femminile, di qualunque età, facevano quella faccia appena lo vedevano, al massimo svenivano per l'estasi. Poi il suoi occhi verdi/rossi si posarono su Rhydian e la smorfia si trasformò da disgusto a odio puro.

<< Vedo che ancora non hai imparato il rispettare chi ti è superiore, ma infondo cosa si può aspettarsi da un essere inferiore come te >>

<< Dimmi cosa vuoi e vattene >>

<< Voglio solo comunicarti che quella insulsa strega ci ha informati dell'accaduto e che siamo profondamente deluse da te, invece di seguire il piano dei centauri hai fatto di testa tua e hai aiutato i maghi, rischiando di mandare a monte la tua missione, dimostrandoti inaffidabile...come sempre del resto >>

<< Ehy aspeta un po belezza! Se non fosse stato per lei... >>

<< Jonathan chiudi il becco. La tua vita, o la mia, contano meno di zero per queste racchie e per il loro popolo. Comunque sia, ho sbagliato e vi chiedo scusa, non succederà più >>

<< Lo spero bene, anche se ne dubbito fortemente. Ma sappi che se sbaglierai di nuovo verai rinchiusa nelle nostri prigioni. Addio mezzosangue...Ah! Tua madre ha saputo del tuo errore, si vergogna di averti dato alla luce >>

A quell'affermazione Rhydian fece spalucce, lasciando Jonathan a bocca apperta: quell'affermazione avrebbe fatto male a chiunque, ma lei era rimasta impassibile come se le avesse detto che fuori era notte.

<< Poco m'importa, visto che io mi vergogno di essere uscita dal corpo di quella puttana, ora siamo pari. Adesso andateneve, devo riposare >>

Le due donne come erano arrivate se ne andarono, senza lasciare traccia, mentre Jonathan si grattò la testa: non ci avrebbe mai capito molto da quella storia, ormai ne era sicuro.

<< Foster vattene pure tu >>

<< Cosa? Perché? >>

il Serpeverde si volse verso la ragazza nel letto, notando che i suoi capelli erano diventati di un rosso ancora più accesso. Qualunque cosa le stesse succendendo era sicuro che l'incotro con le due donne, e le parole di quella con la corna, non la lasciava cosi indiferente come voleva sembrare e, infine, li vide: i suoi occhi si stavano facendo lucidi.

Stava per scoppiare a piangere e non voleva farsi vedere.

Bisbetica orgogliosa.

Senza dire nulla si allontano dal letto aprendo la porta e chiudendola immediatamente alle sue spalle, ora doveva solo cercare Scorp, Al e gli altri e farsi dire che razza di punizione doveva scontare, ma questa volta era più sereno.

Rhydian non l'aveva preso per il culo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice:ù

Saaaaalveeeeee. Come state? Tutto bene? Io da Dio perchè mi sono tolta un peso dallo stomaco, finalmente sappiamo la verità su la nostra donna del mistero e i nostri coraggiosi gemelli Suarez sono salni e salvi. Nel prossimo capitolo, però, ci sarà una sorpresa per voi...qualcosa molto simile a una cosuccia che ho fatto nel capitolo 3, ma questa volta sarà a numero chiuso poi più in la capirete il perché.

Prima di concludere vorei ringraziare due miei lettori: Yorgos, che recensisce tutti i miei capitoli (Grazie mille di Cuore) e ChicaCate94, la sua recensione al capitolo 12 mi ha fatto morire dalle risate, non sapendo che prima che lo leggessi ero un po triste a causa dello studio, (Grazie mielle e mille baci).

E per tutti vuoi...

Un Bacio

Vero

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Capitolo 16
*** Capitolo 14 ***


Si va in Filandia!

 

>> Prima di leggere questo capitolo, l'autrice ci tiene a dirvi di leggere anche le Note, è molto importante! <<

 

 

 

 

Il Natale era ormai passato da due giorni e, come ogni anno, l'intera famiglia Weasley e Potter si era riunita alla Tana che era nel pieno del caos, ogni componente della famiglia si trovava in stanze diverse a fare cose diverse, scatenando un atmosfera caotica e confusionaria: Ron Weasley era in cucina a depredare il frigorifero, che sua madre si era vista bene a riempire fino al limite, assieme al figlio Hougo, uguale per tutto a lui anche nel apetito. George assieme ai figli Fred II e Roxanne stavano escongitando nuovi scherzi ai danni dello zio Percy, ignari che Angelina li stava fissando con molta attenzione, conosceva fi troppo bene i suoi polli.

Fleur e Ginny erano sedute sul divano con Victorie che parlavano del futuro nascituro che era in arrivo, mentre Teddy e Harry guardavano le tre donne con un leggero sorrisino: Viky odiava che qualcuno le toccava la pancia, anche al marito era vietato di sfiorarla, ma per la zia e la mamma si stava trattenendo.

Dominique, invece, era concentratta su una partita di scacchi magici contro la cugina Molly, una morettina saccente e insopportabile di 20 anni, che non faceva altro di dire che le bionde erano delle complete idiote. Il completo opposto della sua sorella minore di un anno, Lucy, una ragazza dai corti capelli rossi, con tanto di rasatura laterale, che era la creatura più gentile e altruista che Dom avesse mai conosciuto.

Bill invece raccontava una delle sue incredibili avventure come spezza incantesimi a James, Al, Lily e al figlio Luis, che lo osservavano completamente presi da quelle storie; Hermione e nonna Molly, invece, erano tutte prese dalla piccola Ajia figlia dello zio Charlie e della moglie Nina, ed era una piccoletta di due anni vispa e allegra che aveva i capelli rossi dei Weasley, ma gli occhi di ghiaccio della madre che era Rumena.

Infine c'erano nonno Arthu e zio Percy che discutevano a tavolino del Ministero e del nuovo Ministro; Rose guardava la sua famiglia seduta sulle scale, mentre il rumore che creavano le ubriacavano le orecchie: tutti sapevano che i Weasley erano una famiglia rumorosa, pazza e sempre fuori dagli schemi, e avvolte davvero impiccioni, privi di qualsiasi tatto e senso della privacy, ma Rose Toks Weasley non avrebbe scambiato la sua famiglia per nessun'altra al mondo...anche se avvolte avrebbe desiderato scomparire.

<< Ehy Ro, che fai qui da sola? >>

Rose alzo lo sguardo e i profondi occhi verdi dello zio Harry le invasero il campo visivo; fin da quando era nata aveva sempre avuto un debole per il Salvatore, era una specie di secondo padre per lei, anzi avvolte era anche meglio di Ron. Non che non amasse sua padre, anzi lo adorava, ma Ron Weasley avvolte era fin troppo protettivo con la figlia e si comportava da vero e proprio stupido.

Invece zio Harry era molto comprensivo, con cui ci si poteva contare, infatti ogni volta che aveva un problema andava sempre da lui o da sua madre, suo padre sarebbe andato nel panico o avrebbe minacciato di uccidere qualcuno...no! Non era affidabile.

<< Niente. Osservo >>

<< Osservi? E cosa ai capito delle tue osservazioni? >>

<< Che siamo una famiglia di matti >>

Harry fece una leggera risata e si mise a sedere accanto alla figlioccia, di tutti i suoi nipoti lei era la sua preferita, era una specie di seconda figlia e lui ne andava molto fiero: era intelligente, in gamba, forte e allegra, ma era anche molto insicura.

<< Bhe questo non era un mistero. Che mi racconti della scuola? >>

<< Tutto alla grande, sono sempre la migliore del mio anno >>

<< E Malfoy? >>

A sentire il nome del biondino slavato, la ragazza si inregidi diventando rossa più dei suoi capelli. Lo zio Harry era l'unico a sapere quello che stava succedendo tra lei e Malfoy, quella spiecie di flirt fatto di insulti e minacce, persino dei quasi baci.

<< Con l'idiota tinto è sempre il solito. Mi fa impazzire: prima si comporta come sempre, da idiota con in mente solo una cosa, poi si trasforma nel ragazzo perfetto per poi ritornare un idiota tinto, con gravi problemi di personalita. Ma ti sembra possibile? >>

<< Bhe è un ragazzo e noi ragazzi ci piace far impazzire le donne >>

<< Bel divertimento del cavolo. Io mi potrei anche lasciare andare, ma la paura di deludere papà o che lui stia solo giocando, mi blocca >>

Harry sospirò, metendo un braccio intorno alle spalle della nipote cercando di tirarla su di morale.

<< Senti non devi pensare a tuo padre, se Scorpius ti piace davvero non è giusto che rinunci alla tua felicità per lui. Io e i tuoi genitori ci siamo fatti una promessa quando siete nati voi: che mai avreste dovuto rinunciare alla vostra adolescienza, come abbiamo fatto noi tre, e se mai Ron se lo sia scordato non temere che ci penseremo io e tua madre a rinfrescargli la memoria. Invece se Malfoy si sta solo divertendo, sta tranquilla che il tuo zietto e Ted gli insegneranno due cosette a proposito di educazione >>

Rose gli salto, letteralmente, adosso abbracciandolo più forte che poteva. Harry James Potter era il miglior padrino che si poteva desiderare, un ottimo zio e il miglior amico del mondo.

Era perfetto.

<< Ehy Harry! Che stai facendo alla mia bambina? >>

Ron sbucco dalla cucina con la bocca completamente sporca di sugo e cioccolato, Rose potè vedere gli occhi di fuoco di sua madre alla vista del marito: una cosa che non avrebbe mai capito era come fosse possibile che due persone cosi diverse, come sua madre e suo padre, potevano stare insieme per cosi tanto tempo. Hermione era la classica mamma perfetta, con gravi patologie maniacali d'igene, che dava la giusta dose ai figli di liberta, lasciandoli imparare dai loro errori, apparte per la loro ultima bravata che gli costo la strillalettera più umiliante della loro vita e due settimane ai arresti domincidiali; invece Ron era esattamente l'incontrio: disordinato, rumoroso e soffocante con la sua unica figlia.

<< Niente che un bravo padrino non farebbe >>

<< Ancora non capisco perchè a te confida tutti i suoi segreti e a me no. Insomma tu come ti sentiresti se Lily si comportasse come Ro >>

La piccola Lily, sentendosi chiamata in causa, si volse in direzione del padre e del padrino.

<< Impossibile! Lo sanno tutti che non sai mantenere un segreto zio Ron >>

A quell'innocente affermazione l'intera famiglia Weasley scoppiarono a ridere, mentre Ron fissava tutti con rabbia, ma infondo anche divertito.

Non esisteva al mondo famiglia più bella e unita della sua, e un uomo sano di mente non poteva chiedere di meglio dalla vita.

 

 

 

Dopo che tutti si erano divertiti a prendere in giro il povero Ron, gli adulti si ritirarono in cucina per parlare di cose "da grandi", lasciando i giovani nel soggiorno. Tutti quanti si erano riuniti a torno ad un tavolo, intenti ad osservare la partita di scacchi di Rose e Albus, i migliori giocatori della famiglia.

Ma vennero disturbati da un suono profondo e lugubre, che provenica dal camino.

Qualcuno stava arrivando!

Una nube di cenere e polvere si difuse per tutto il salotto rivelando solo una testa color biondo platino, una testa che tutti conosceva e che fece andare su tutte le furie Rose: anche durante le vacanze quello scassa pluffe doveva dargli il tormento?

<< Scorp! Amico che ci fai qui? >>

A dare il benvenuto al rampollo di casa Malfoy fu il suo migliore amico, mentre tutti gli adulti si radunarono nel sogiorno, il fracasso della metropolvere aveva attirato la loro attenzione.

Nel sentire nominare il nome del figlio di Draco, Ron comincio a tirarsi su le maniche: non aveva mai sopportato quel piccolo purosangue dalla testa platinata, non solo perche era la copia spicicata di quel inetto di suo padre, ma anche perchè da un po di tempo aveva notato che quando Albus, o James, nominavano il nome di quella Serpe sua figlia arrossiva violentemente, cominciando a balbettare a tutto spiano e a inciampare sui suoi stessi piedi. Sapeva fin troppo bene che sua figlia, la sua adorata principessa, era irecuperabilmente goffa, ma quando si nominava Scorpius Malfoy superava ogni limite di imbranataggine.

Rose era la sua principessina e nessuno gliel'avrebbe portata via, men che meno un ragazzino platinato!

<< Ehi là mocciosetto! Che sei venuto a fare qui? Non dirmi che il furetto non ti ha comprato l'ultimo modello di scopa e tu sei scappato di casa? >>

Alle parole del padre, Rose si porto una mano alla fronte profondamente imbarazzata, mentre sua madre lo squadrava con uno sguardo di fuoco: amava sua marito, ma avvolte lo avrebbe ucciso molto volentieri! Anche se ormai erano passati ventidue anni Ron si comportava ancora come un ragazzino, in eterna lotta con Malfoy, mentre Lei, Harry e lo stesso Draco erano ormai andati avanti.

<< Ron, per l'amor del cielo, di soltanto un'altra parola e giuro che sta notte dormi sul divano >>

<< Ma tesoro io... >>

<< Niente ma! Stai mettendo in imbarazzo tua figlia. Scorpius sono felice di rivederti, come sta tua madre? >>

Nel vedere il sorriso raggiante e rassicurante della madre di Rose, Scorp si fece più spavaldo; l'accoglienza di Ron lo aveva lasciato un po intimidito.

<< Anche per me è una gioia rivederla signora Weasley mia madre è in ottima salute e mi ha pregato di rivolgerle gli auguri di natale e di felice anno nuovo a lei e a tutta la sua famiglia >>

<< Dille che la ringrazzio e fargli gli auguri anche da parte mia. Ma prego mettiti seduto, noi adulti ora ritorniamo in cucina lasciando voi ragazzi la giusta privacy, sono sicura che avrete molte cosa da dirvi >>

Alle parole di Hermione, tutti quanti fecero ritorno alla cucina, anche se visibilmente curiosi di sapere cosa volesse il nuovo ospite, ma nessuno aveva il coraggio di contraddire le sue parole, non era diventata vice ministro per il suo bel faccino o per il suo sorriso angelico, solo un idiota avrebbe potuto pensare di infischiarsi delle sue parole...infatti suo marito rimase dove si trovava, senza dare segno di volersi muovere.

<< Ron andiamo, lasciamoli da soli >>

<< No, qualcuno deve sorvegliare sto Dongiovanni >>

A quelle parole sia Rose che Scorpius avamparono per l'imbarazzo, la Rossa stava pregando Merlino, Dio, Budha e Spongebob di portarla via di li, immediatamente.

Intanto Hermione si avicinò al marito con un pesante passo militare, cosa che avrebbe fatto scappare a gambe levate chiunque, ma pultroppo per lui Ron era troppo ingenuo e preso nel controllare a vista la figlia, per capire in che pericolo si trovava. Se ne rese conto solo quando, le sottile dita della moglie, afferarono il suo povero orecchio e lo trascinarono in cucina.

<< Scusa mio padre, è un idiota senza speranza ma non è cattivo >>

<< Tranquilla, anche mio padre è cosi: abbaglia ma non morde >>

<< Si, avete dei padri molto infantili, lo abbiamo capito. Ora Scorp ci vuoi dire che cavolo ci fai qui? Non devi partire con la tua famiglia, in una delle tue tantissime ville, in qualche parte del mondo? >>

Scorp si avicinò al suo migliore amico, conun ghigno furbetto, come se avesse un enorme bomba da lanciare; gli pose un braccio sulla spalla portando il suo orecchio il più vicino possibile alla sua bocca, ma parlando abbastanza forte perchè tutti lo ascoltassero.

<< Infatti. Ecco perchè sono qui! Quest'anno i miei mi hanno dato il permesso di organizzare una festa, per l'ultimo dell'anno, in una delle ville in nostro possesso, in...tenetevi forte...Filandia! Ho già mandato un gufo a tutta la banda, sto aspettando le conferme, invece voi che mi dite? Chi vuole venire a passare una notte magica sulla neve? >>

Rose guardo il biondino a bocca aperta; voleva assolutamente andarci, ma aveva paura che suo padre non le avrebbe dato il permesso, in più non sapendo chi sarebbe andato e chi no era un'altra cosa che la rendeva incerta: non voleva ritrovarsi in un covo di serpi!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: Ciao a tutti!

Vi avevo promesso una sorpresina ed eccovi acontentati: alcuni dei vostri personaggi avranno l'occassione di andare in Filandia, ma come vi avevo già annunciato non tutti potranno farsi questo bel viaggietto, infatti acetto un max di cinque dei personaggi che non appartengono alla Rowilng, di cui un ( o forse due, chi lo sa? ) li ho gia scelti io e, in più, verranno anche i personaggi che sono in coppia con i vostri.

Di sicuri sono Rose e Scorpius...in più i gemelli valgono per uno!

Ho detto tutto? Si! Ok

Un Bacio

Vero

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Capitolo 17
*** Capitolo 15 ***


Sorprese sulla Neve

 

 

 

 

 

Rose guardava nervosamente i suoi bagagli, mentre il cuore le batteva ancora violentamente a causa dell'ultima discussione con suo padre: alla notizia che la sua amata figlioletta sarebbe andata in Finlandia assieme al erede del furetto, era risuonata nelle sue orecchie come se Voldemort fosse risorto più malvaggio e più pelato di prima. Aveva passato due interi giorni fatti di urla e litigi, fu inutile anche confermargli la presenza di James, Fred, Dominique, Roxanne e Albus che, a differenza sua, avevano subbito ottenuto il permesso alla fine Rose aveva dovuto usare la sua amrma segreta: Mamma e Nonna!

L'unica cosa al mondo che poteva far ragionare quello zuccone di Ronald Weasley erano la moglie e la madre; due donne che all'aparenza potevano sembrare dolci e gentili, ma se provocate potevano diventare davvero spaventose, quindi, dopo due ore fatte di urla e rimproveri da parte di Hermione e di nonna Molly con il povero Ron seduto sulla poltrona, completamente bianco e inerme, Rose aveva ottenuto il suo tanto agogniato permesso, ma senza che suo padre le lanciasse qualche frecciatina per farla sentire in colpa.

Miseiaccia!

Quel uomo la conosceva dannatamente bene.

Ma nonostante i sensi di colpa era determinata a non lasciarsi condizionare: quando mai le sarebbe potuto capitare un occasione del genere? Andare in Finlandia, in una mega villa, senza spendere un soldo?

Porco Merlino, mai!

<< Rose muovi il culo siamo tutti qua sotto! Manchi solo tu >>

Quando Albus cominciava a diventare volgare significava solo una cosa: stava seriamente perdendo la pazienza! Scuotendo la testa la Rossa mise in spalla il suo enorme borsone e si avio giù per le scale, non era una cosa saggia far innervosire Severus, a meno che non si voleva diventare vittima di uno dei suoi scherzi che a confronto quelli di Fred e James erano nulla.

Tutti quanti si erano dati appuntamento nel salotto della Tana che, in quanto dimensioni, era l'unica casa ad avere un soggiorno grande abbastanza per ospitare tutti quanti. Differentemente da come Rose pensava erano più Grifondori che Serpi: c'erano Akira e Alexis che, come loro solito, non facevano altro che stuzzicarsi con tremende frecciatine, poi c'era Nico che stava ridendo e scherzando con Al e Scorpius, i gemelli Suarez che si erano pienamente ristabiliti dal orribile esperienza e, adesso, avevano solo voglia di divertirsi e lasciarsi tutto alle spalle...tanto che Fra si era subito messo a fare il cretino con Roxanne. C'erano anche Zoey, che era stretta tra le braccia del suo amato Potter, e suo fratello gemello Zack che stava progettando qualcosa assieme a Fred, mentre Giuly e Fran li guardavano dubbiose, infine c'erano Jonathan, in un angolo da solo con la sua solita espressione da bel tenebroso maledetto, e Fraser che stava, invece parlando con Dominique.

Appena il giovane Stark la vide, corse verso di lei offrendole di portare il suo bagaglio e, nonostante i tentativi di Rose di impedirglielo, il ragazzo le prese il borsone posizionandolo assieme agli altri, non sapendo che quel gesto gli aveva fatto guadagnare la rabbia di Scorpius che, se solo uno sguardo potesse uccidere, lo stava letteralmente massacrando.

Nico che, adorava far incavolare i suoi amici, nel notare cosa stava succedendo a Malfoy prese la palla al balzo e, dirigendosi verso la Weasley dai capelli rossi, le mise un braccio intorno alla spalla portandosela il più vicino possibile al lui, facendo imbarazzare lei e facendo incazzare ancora di più lui.

<< Ora che anche quest'ultima meraviglia ci ha onorato con la sua bellezza, possiamo anche andare. Giusto Scorp? >>

<< Si, ma adesso staccati dalla Rossa. Non vorrei che svenisse >>

<< Andiamo Scorp, non dirmi che sei geloso >>

Rose sgrano gli occhi, anche lei aveva notato lo strano atteggiamento di Malfoy quando Manos le se era avvicinato, mostrando una familiarità che, in realtà, non avevano, ma mai avrebbe pensato che fosse per gelosia! Più tosto a causa del suo ritardo mostruoso.

<< Figurarti se sono geloso di questa racchia rossa, semplicemente odio aspettare >>

Come voleva dimostrarsi, lei per lui era solo un giocattolo.

<< Non darti tante arie Biondino slavato, e pure tinto! Nemmeno tu sei tutta questa bellezza >>

<< Strano, perché la maggior parte delle ragazze non la pensa come te Rossa >>

<< Te lo ripeto per l'ultima volta, figlio di un furetto, ma che diavolo di ragazze frequenti tu? Oche? >>

<< Ora piantatela voi due >>

Albus si era messo in mezzo ai due litiganti, mentre con lo sguardo fulminava il greco: possibile che amasse cosi tanto nel mettere zizzania tra la gente?

<< No Albus, abbiamo aperto le scommesse chi scanna prima chi. Non puoi rovinarci cosi il gioco >>

Rose guardò scandalizzata Fred e James: come osavano quelle due teste bacate di scommettere su di lei?

<< Mi dispiace fratellone, ma dobbiamo partire, ma potete continuare per il resto dei cinque giorni che ci aspettano. Io scommetto due galeoni che vince Rose >>

Detto questo Albus libero la cugina dalle braccia di Nico, portandola lontana dal suo migliore amico; se quei due idioti volevano uccidersi a vicenda lo avrebbero fatto nella mega villa del biondino. Intanto Fred, James e Jonathan, essendo gli unici a potersi materializzate, essendo per il momento gli unici maggiorenni, si misero vicini ai bagagli mentre i loro compagni si misero aggrapparono a loro.

Prima che Rose potesse rendersene conto, una violenta folata di vento la prese completamente contro petto, impedendole di respirare, e un fortissimo senso di nausea la travolse. In meno di un secondo si trovò sdraiata su una superficie morbida, quasi soffice, ma fredda mentre dei canditi fiocchi di neve le umidivano la faccia.

Fran e Alexis le diedero una mano a rialzarsi e, dopo che si fu abituata al cambio d'aria, cominciò a guardarsi i torno, anche se non c'era molto da vedere: ovunque posasse lo sguardo vedeva solo neve, se non fosse stato per i vestiti e gli occhi sicuramente Fraser si sarebbe mimetizzato alla perfezione in quel ambiente.

<< Ehy Malfoy! Si può sapere dove cavolo è la tua mega villa? Non dovevamo materializzarci li? >>

La voce di Akira era forte e ben distinta, ma nonostante ciò si perdeva nel vento.

Solo al suono delle sue domande Rose si rese conto che aveva ragione: qualcosa era andato storto e ora loro si ritrovavano chi sa dove, in mezzo alla neve e a un freddo polare.

<< Non so cosa diavolo sia successo. Però li vedo del fumo, ci deve essere una casa abitata da quelle parti, andiamo la e chiediamo informazioni >>

detto questo Malfoy si mise in testa al gruppo guidandoli verso il luogo che, secondo lui, c'era una casa; peccato che tutti quanti vedevano bianco su bianco e niente di più.

Mentre i ragazzi camminavano seguendo le orme del biondino, Fran e Fra notarono che la loro ciocca bianca stava cominciando ad illuminarsi: i due gemelli si guardarono in torno cercando di capire cosa stesse succedendo, poteva benissimo essere un falso allarme visto la situazione dove si trovavano, ma anche no.

Con un cenno del capo estrassero le loro bacchette, non sapevano ancora quale tipo di pericolo si stava avvicinando, ma non si sarebbero fatti trovare impreparati un'altra volta.

All'improvviso Jonathan senti uno strano rumore, come se qualcuno avesse appena spezzato un legnetto, ma la cosa strana era che non proveniva dal loro gruppo, era un suono un po' più lontano. Cominciò a guardarsi, con molta attenzione intorno, tutto quel bianco non era di certo d'aiuto, ma ci doveva provare mentre, con molta cautela, estrasse la bacchetta.

Poi li vide.

Due occhi gialli, enormi, e terribilmente inquietanti, posizionati su un muso stretto e affilato con un corpo enorme, grosso quanto una quercia secolare e alto altrettanto. Ci mise un po a capirlo, ma alla fine non ebbe dubbi: quelli erano lupi!

Lupi enormi.

E non c'era solo uno, pian piano il giovane Serpeverde cominci a notarli sempre di più; erano circondati da un intero branco.

<< Lì hai visti anche tu? >>

La voce di Fraser gli arrivò al orecchio come un sibilo. Foster annui con il capo, cercando di non fare nessun movimento brusco.

<< Anche i gemelli Suarez li hanno visti. Al mio segnale, comincia a mandare schiantesimi, dobbiamo tenerli occupati mentre gli altri si mettono al riparo >>

<< E dopo? >>

<< E dopo, noi quattro ce la diamo a gambe levate >>

Jonathan fece sì con la teste tenendosi pronto per la difesa, proprio come fecero Fraser e i gemelli argentini che sospiravano dallo sconforto, si erano appena ripresi da un attacco e ora dovevano riceverlo un'altro: ma quando sarebbe cominciata la loro vacanza?

<< Adesso! Malfoy, porta gli altri al sicuro >>

Sentendo le grida del ragazzo dai capelli candidi, Scorpius si voltò notando solo in quel momento i lupi giganteschi che erano intorno a loro e i quattro ragazzi che mandavano schiantesimi ovunque. Non se lo fece ripetere due volte, estrasse la bacchetta e comincio a correre verso il luogo doveva aveva visto il fumo, facendosi strada anche lui schiantando quelle enormi bestie.

Un urlo, però, l'obbligo a voltarsi e quello che vide gli gelo il sangue: Rose e Dominique erano cadute a terra, mentre un enorme lupo nero si avvicinava minaccioso; Scorp e Nico si rivolsero uno sguardo e, dopo che il giovane Malfoy affido il comando ad Albus, si lanciarono a capofitto in difesa delle due ragazze, ma una radice, coperta da un fitto strato di neve, li fece inciampare facendoli finire a mangiare la neve mentre, completamente inermi, vedevano il lupo balzare sulle due Weasley urlanti, mentre Foster, Stark e i Suarez erano troppo occupati con altri componenti del branco.

<< Ole hiljaa , eivät vihollisiamme* >>

Al suono di quella voce l'intero branco si fermo di colpo e, dopo aver dato un ultima occhiata ai giovani maghi, batterono la ritirata scomparendo nel fitto della neve.

Una figura incappucciata, da un folto mantello marrone si avicino a Rose e Dominique, aiutandole ad rialzarsi e cercando qualche ferita o graffio, ma per fortuna nessuno si era fatto male, avevano solo preso un gran spavento.

<< Anna heille anteeksi , mutta se on harvinaista , ettäulkomaalaiset menevät täältä** >>

Le due cugine si guardarono dubbiose quella donna stava parlando in Finlandese e loro due non ci stavano capendo nulla.

Rose si fece coraggi, sperando che, addifferenza loro, la donna incappucciata sapesse parlare più di una lingua.

<< Mi scusi signora, ma noi siamo inglesi. Capisce la mia lingua? >>

<< Bhe visto che sono nata e cresciuta in Inghilterra, mi cara, credo di capirti forte e chiaro >>

La donna si tose il capuccio rivelando il suo volto: era una bella donna, sulla trentina e qualcosa, con lunghi capelli neri raccolti in una disordinata crocchia e con degli occhi ambrati, era alta e ben slanciata e nonostante il mantello si poteva intuire che fosse molto snella, con un corpo afusolato.

<< Ma cosa rimaniamo qui al freddo e al gelo. Forza venite, casa mia non è molto distante da qui >>

Cosi i ragazzi, una volta recuperato i loro validi difensori, seguirono la donna, lieti di dirigersi in un luogo caldo. Alexis, intanto, non distoglieva lo sguardo dalla donna, non sapeva il perché ma qualcosa dentro di lei le diceva che si poteva fidare di quella completa sconosciuta.

 

 

La casa della donna che si presento con il nome di Heele, era piccola ma molto accogliente, per un certo verso ai cugini Potter e Weasley ricordava molto la loro amata Tana: ovunque guardassero si poteva respirare un aria caotica ma familiare, cosa che gli fecero amare ancora di più quel posto.

<< Lapset! Saamme pois vierasta*** >>

A quel richiamo il piccolo soggiorno si invase di cinque bambini, con un età media tra i cinque e otto anni: erano tre bambine, due delle quali identiche come due gocce d'acqua, e due maschietti.

Una delle femmine, una bambina che, ha occhio e croce, doveva avere sei anni, dai capelli dorati e dagli enormi occhi verdi, con un adorabile vestitino rosa, vagamente simile ad un tutù di una ballerina, fece una piccola riverenza verso i nuovi arrivati, facendo scappare un versetto commosso a Dominique.

<< Tervetuloa , nimeni on Nadja ja olenprinsessa tässä linnassa**** >>

<< Nadja i nostri ospiti sono inglesi, quindi sarebbe carino da parte vostra parlare inglese >>

La bambina di nome Nadja, dopo ave rivolto uno sguardo indagatore verso i nuovi arrivati, si apri in un enorme sorriso, uno dei più luminosi che avessero mai visto.

<< Ciao, mi chiamo Nadja e ho sei anni>>

Dopo di lei toccarono alle due gemelle, che si chiamavano Fei e Fia, di cinque anni anche loro con lunghissimi capelli dorati, ma erano di un tono più scuro di Nadja, e avevano degli occhi nerissimi. Poi tocco ad uno dei maschietti, con la pelle scurissima di nome Zubin, aveva una foltissima capigliatura afro, composta da ricci neri proprio come il colore dei suoi occhi, era un vispo bambino di otto anni. Mentre i quattro bambini studiavano curiosi i nuovi ospiti, il quinto di loro se ne stava fermo in un angolo che guardava storto gli ospiti con quei suoi stupendi occhi blu, messi in risalto dalle marroncine lentiggini e dalla zanzara rossa.

Nel vederlo con quel broncio, mise ad Alexis una profonda tenerezza, tanto che si avvicino a lui e, una volta che si fu abbassata alla sua altezza, gli sorrise dolcemente . Un sorriso che nemmeno Akira aveva mai visto, tanto che ne fu geloso.

<< Ciao piccolino. E tu chi sei? >>

<< Mind do ghnó féin medicine ghránna!***** >>

Detto questo il bambino corse verso le scale, salendole il più veloce possibile sparendo in qualche stanza lasciando Alexis sbigottita, non era mai stata brava con i bambini, ma non era mai stata una frana del genere. Dal nulla senti una mano delicata posarsi sulla sua spalla, quando si volse nel vedere chi fosse, l'enorme sorriso di Heele la travolse in pieno.

<< Ti prego di perdonare il piccolo Rory, ma non è proprio un tipo socievole >>

<< No tranquilla non me la sono presa, ma cosa ha detto esattamente? >>

<< Mi dispiace, ma non lo so nemmeno io. Rory capisce molto bene l'inglese, ma si ostina a parlare solo irlandese e qui, nella nostra piccola famiglia, c'è solo una persona che riesce a comunicare con lui ma adesso non è in casa; ma prego venite in cucina vi offro un bel thè caldo >>

Detto ciò i ragazzi, assieme ai bambini seguirono la donna in quella che era la cucina, che era nel caos più totale, ma ancora una volta agli occhi di Rose sembrava essere a casa dei nonni; vicino al tavolo c'era una piccola culla dove dormiva pacificamente un bambino, che non poteva avere più di sei mesi.

Heele disse che il suo nome era Philippe e come il resto dei bambini che vivevano in quella casa, non era figlio suo. In pratica quella casa era una casa famiglia: i bambini che vivevano li erano figli di Auror che non avevano alcun parente che potesse prendersi cura di loro e lei, un ex antropologa e Maga No, aveva deciso, assieme al marito, di creare un luogo sicuro dove quei bambini potevano vivere un infanzia felice, finché non avrebbero cominciato ad andare nelle scuole di magia.

A sentire quella storia i ragazzi non riuscivano a non rimanere commossi, soprattutto Rose e i fratelli Potter: entrambi i loro padri erano Auror, quindi sapevano benissimo cosa significava avere dei genitori che non erano mai presenti a causa delle missioni, c'erano periodi che mancavano a casa per mesi e mesi, ma per loro fortuna avevano non solo le loro mamme, ma anche i nonni e gli zii, quindi non avevano mai sentito una vera e propria mancanza perché avevano una meravigliosa famiglia.

<< Ora però sono vedova, da ormai undici anni, ma non sono sola, o almeno non del tutto. Uno dei miei piccoli ospiti è rimasto nonostante ora sia al sesto anno di Hogwarts >>

<< Hogwarts? Anche noi studiamo li, forse lo conosciamo? >>

<< Sicuramente, non è un tipo che passa in osservato. Si chiama... >>

Qualcuno fece sbattere la porta, come se l'avesse aperto con un calcio, per poi richiuderla nello stesso modo.

<< Olen kotona!****** >>

Al udire quella voce i bambini corsero come dei folli verso l'ingresso, per poi scoppiare in un urlo, ma non era stata una voce di bambino a strillare, ma bensì quella di una ragazza, una voce che suonava fin troppo familiare alle loro orecchie.

<< Heele, anna minulle käsi! Siellä on ne kaikki minulle******* >>

A quel urlo di aiuto, Heele si mise in piedi senza, però, ridere sotto i baffi facendo segno a i suoi giovani ospiti di seguirla.

Sul ingresso c'era una montagna di bambini che ridevano felici, compreso Rory, mentre un lupo, questa volta di statura normale, era seduto tranquillamente mentre scodinzolava infine una figura, posta sotto tutti i bambini, si agitava.

<< Ora basta bambini, o finirà che la soffochiate >>

I bambini, sempre ridenti, si tolsero dalla figura rivelando una ragazza dalle lunghe trecce rosse, proprio come i suoi occhi, decorati da un palio di occhiali dalla fitta montatura nera.

<< Ennemmin tai myöhemmin, vannon, että minä sinut maksamaan********...e voi che cavolo ci fate qui? >>

<< Hai detto una parolaccia, Rhy >>

<< Ho detto cavolo, Rubin, il cavolo è un ortaggio si mangia >>

<< Bambini andate in cucina. C'è una bellissima, e buonissima, torta al cioccolato che vi aspetta >>

La piccola baraonda si stacco completamente dalle gambe di Rhydian, per poi fiondarsi nella cucina. Intanto la nuova arrivava lanciava strani sguardi alla donna; non era felice che ci fossero i ragazzi che, per poco, l'avevano fatta ammazzare a causa della loro eccessiva curiosità, ma sapeva benissimo che se loro erano lì la diretta responsabile era solo Heele.

<< Allora? Che cavolo ci fanno qui questi babbei? >>

<< Rhy, modera il linguaggio, e comunue li ho trovati sperduti in mezzo alla neve ed erano stati attaccati, per sbaglio, dai lynca >>

<< Potevi lasciarli sbranare? Quei poveretti non mangiano da giorni >>

A quell'affermazione gli occhi di Heele uscirono dalle orbite, mentre i ragazzi non si erano ancora ripresi.

Soprattutto Francisco.

Quando era ritornato a casa, aveva avuto il tempo per pensare a quello che gli era successo, capendo che tutta la colpa era proprio di quella folle dai capelli rossi: lei sapeva che aveva un esercito di malvagi, con qualche rotella fuori posto, che la perseguitavano e che faceva? Andava in un luogo pieno zeppo di studenti innocenti che, come era successo a lui e alla sua sorellina, si potevano far male qualcuno. E adesso la ritrovava in una casa piena zeppa di bambini indifesi, con una maga no come unico scudo, quella ragazza era una vera egoista oltre una mina vagante.

Senza che qualcuno se ne potesse accorgere, Rory era corso verso Rhydian e, con enorme stupore per i presenti, lei si chino per prenderlo in braccio. A quella vista sia Foster, sia Stark, si intenerirono soprattutto a causa dell'espressione che la ragazza aveva in viso: era serena e un leggero sorriso le illuminava il viso.

Il piccolo Rory diede un ottima occhiata ai ragazzi per poi avvicinarsi all'orecchio dell'Harvey. Dopo che il bambino fini di parlare, la ragazza scoppio in una cristallina risata, facendo cedere ancora di più le mascelle dei suoi compagni di scuola.

Rhydian Harvey che ride?

Impossibile!

<< Che cosa ha detto? >>

<< A chiesto chi sono questi babbei con la faccia da pesci lessi >>

<< Kaderin Rhydian Harvey, non dire bugie! >>

A quel rimprovero la ragazza sbuffo.

<< Ní Heele creidim dom. Cén fáth nach bhfuil tú ag insint di?********* >>

A quella domanda il bambino scosse la testa.

<< E ora cosa gli hai detto tu? >>

<< Che non mi hai creduto e quindi doveva dirtelo lui ma, da come puoi vedere, te lo puoi scordare >>

Detto questo, la ragazza depose il bambino a terra, dandole un dolce bacio sulla guancia, per poi dandole una leggera spinta verso la cucina; una volta che il bambino si mise a correre verso i suoi amici la ragazza portò le braccia al cielo, allungandosi il più possibile.

<< Va bene, io vado a buttarmi nel letto, guai a chi rompe. E spero di non vedervi al mio risvegl...Ahia! >>

Rhydian non fece in tempo di finire di parlare che, con molta poco grazia, Heele la prese per un orecchio. Un'altra scena che nessuno di loro aveva mai visto: chiunque fosse la splendida donna dagli occhi d'ambra di certo possedeva un potere enorme sulla mezza Flamee, perché a scuola nessuno avrebbe osato fare una cosa del genere; persino i professori erano intimoriti da lei.

<< Non cosi i fretta signorinella, sta per arrivare una tempesta di neve e io, di certo, non lascio questi bravi ragazzi a morire >>

<< Ma perché no? E comunque non abbiamo spazio per tutti >>

<< C'è la tua stanza. Tu puoi dormire con i bambini e loro nella tua camera >>

<< Cosa? Ma sei impazzità? >>

<< Kaderin Rhydian Harvey, non costringermi a trattarti come una bambina. Hai sedici anni ragazzina >>

La posizione che Heele adotto fu davvero comica: aveva le mani sui fianchi e aveva alzato il mento, il suo sguardo era duro e molto minaccioso, per certi versi ad Albus e James sembrava familiare alla loro madre, anche lei aveva il bruttissimo vizio di chiamarli con il nome esteso quando era arrabbiata.

Ma non credevano che una tipa tosta e arrogante come lei potesse cedere a una tale intimidazione.

E invece fu cosi.

<< E va bene, ma le ragazze dormano con i bambini e i ragazzi nella mia stanza, mentre io dormirò qui in salotto, sul divano. Visto che questi tre >>

Rhydian si avvicinò a Nico, Jonathan e Scorpis indicandoli uno per uno.

<< Hanno la fame di essere dei don giovanni della peggior specie >>

<< Era un complimento, Rhy? >>

Nico cercò di fare il simpatico, ormai da tempo aveva notato che tra la bella rossa e Jonathan poteva nascere qualcosa e, cosa c'era di meglio, se non divertirsi un po alle sue spalle. Peccato che non si era accorto con chi stesse scherzando.

<< Manos toglimi subito i tuoi viscidi occhi di dosso o giuro che ti do fuoco, e guai a te se mi chiami Rhy! Io per te sono solo Harvey >>

<< Ma io sto prendendo fuoco adesso, tesoro mio >>

<< Visto! Che ti dicevo? >>

Heele sembrò molto divertita da quello strambo quadretto; per molti che non la conoscevano la ragazza che, ormai, era una figlia per lei sembrava arrogante, presuntuosa e cinica e, si per una gran parte del suo carattere lei lo era, ma quando era assieme ai bambini o al suo amato lupo, rivelava una ragazza che sapeva sorridere.

<< Rhydian? Come agus itheann císte le linn?+ >>

<< Bí ceart Rory++ >>

E, senza dire niente, la ragazza dagli occhi scarlatti corse verso la cucina, lasciando tutti a pensare ai loro bagagli. Aveva rinunciato al suo amato letto per impedire qualche casino, che ci avessero pensato da soli alle loro enormi borse, per quanto le riguardava aveva fatto fin troppo per i suoi gusti ed ora si meritava una bella fetta di torta come ricompensa.

Fran guardava la ragazza completamente a bocca aperta: sapeva che la ragazza era molto intelligente, riusciva ad avere voti alti senza studiare molto, ma che conosceva ben due lingue straniere e cosi difficili, le sembrava fantastico.

<< Come mai Rhydian parla irlandese? Capisco il finlandese, ma l'irlandese? Wow! >>

<< Bhe è normale, visto che lei è nata e cresciuta, fino al quarto anno di età, in Irlanda. Proprio come Rory. Seguitemi vi faccio vedere le vostre stanze >>

i Ragazzi presero le loro valige cominciando a salire le scale, mentre con la mente l'argentina pensava ancora a Rhydian. Sapeva bene che, per suo fratello, era lei la responsabile di quello che era successo e, sentiva, che anche lei la pensava cosi.

Ma lei no.

Rhydian non aveva nessuna colpa e avrebbe fatto qualsiasi cosa per farlo capire a quello zuccone di suo fratello.

 

 

TRADUZIONE

* Fermatevi, non sono nostri nemici

** Perdonateli, ma è raro che dei stranieri passare da queste parti

*** Bambini! Scendete abbiamo ospiti

**** Benvenuti, il mio nome è Nadja e sono la principessa di questo castello

***** Fatti gli affari tuoi brutta strega!

****** Sono a casa!

******* Heele, dammi una mano! C'è li ho tutti addosso

******** Prima o poi, giuro, che ve la faccio pagare

********* Heele non mi crede. Perché non glielo dici tu?

+ Rhydian? Vieni a mangiare la torta con noi?

++ Arrivo subito Rory

 

 

 

 

Note dell'Autrice:

Ciao, allora finalmente i nostri personaggi sono partiti per una breve vacanza, nella magica Finlandia ma, come aveva già preanunciato a qualcuno di voi, non saranno vacanze leggere e tranquille, se no non c'è gusto, ma niente di pericoloso.

Allora che ne pensate?

Vi piace? Non vi piace?

Recensite e ditemi.

Un Bacio

Vero

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Capitolo 18
*** Capitolo 16 ***


Al di là dello Specchi

(Capitolo molto, molto, davvero molto, lungo...l'autrice vi chiede scusa in anticipo)

 

 

Una volta che Heele condusse le ragazze nella stanza che, era un tripudio di caos formato da giocatoli, apparteneva ai bambini, condusse i ragazzi nella stanza che apparteneva alla bisbetica dai capelli di fuoco che era incredibilmente spartana per essere quella di una ragazza, o almeno cosi sembrava agli occhi dei due fratelli Potter: c'erano solamente un grande letto, una cassettiera e una scrivania, dove erano sistemati, ordinatamente, dei pesantissimi volumi che non appartenevano alla scuola. A differenza della camera della loro sorellina, non c'era assolutamente nulla in giro, a parte due oggetti babbani che Fra riconobbe come un computer portatile e un lettore mp3.

<< Ecco questa è la stanza di Rhy, nel letto c'entrano tre persone, il resto può dormire per terra. Vi porto dei sacchi a pelo >>

Appena la donna se ne fu andata, Nico cominciò a rovistare nella cassettiera, sperando di trovare qualcosa d'imbarazzante, non aveva mandato giù la storia del dongiovanni, come non gli era piaciuto la storia delle stanza separate. All'improvviso trovò uno strano animaletto di pezza: doveva essere una specie di gufo, ma era orribile come se ha farlo fosse stato un folletto.

Invece Fra si era subito buttato sul mp3, dando una scorta veloce alla playlist; fu molto sorpreso di non trovarci niente di EMO, visto che aveva sempre creduto che quella stronza rossa fosse il tipo che ascolta quel genere musicale, invece c'era rock, qualcosa di R&B e un paio di brani rap, ma la maggior parte erano pezzi cover acustiche.

Odiava ammetterlo, ma la Regina Mancata aveva ottimi gusti musicali.

Jonathan scosse la testa vedendo i suoi amici che si facevano gli affari di Rhydian, se mai fosse entrata li avrebbe uccisi in un attimo, si avvicinò al letto, passando sopra l'elaborato tappeto persiano, e ci si butto sopra era distrutto: la smaterializzazione, la caduta sulla neve e l'attacco di quei lupi troppo cresciuti, l'avevano devastato. Sul comodino c'era una foto incorniciata: un uomo, dai folti capelli neri leggermente brizzolati ai lati e dai candidi occhi azzurri, teneva in braccio una bambina, che non poteva avere si e no quattro anni, dai lunghi capelli rossiche teneva gli occhi chiusi per il sole, entrambi sorridevano felici.

<< Quello è Abel, il mio povero marito >>

Dalla porta sbucò Heele, sotto braccio teneva cuscini e sacchi a pelo, con il suo solito sorriso luminoso ma questa volta, secondo l'occhio critico di Jonathan, aveva una nota di malinconia. Doveva averlo amato moltissimo.

<< E la bambina è quel mostriciattolo di Rhy, ed è anche l'unica che ho dove lei sorride. Quei due erano davvero molto uniti >>

La voce della donna tremava, anche se erano passati undici anni quella donna continuava ad amare l'uomo che aveva scelto come suo compagno e, per qualche oscuro motivo, le era stato strappato via. Fraser, in parte, poteva capire quel dolore: il ricordo del suo primo amore era ancora limpido nella sua mente, proprio come il dolore che aveva provato quando lei se ne era andata via per sempre.

Dopo che la donna riprese il controllo su di se, si avvicinò al letto posando tutto il necessario per far riposare i suoi giovani ospiti, ma sembrava pronta anche a dire dell'altro. Aveva visto i sguardi sorpresi, quasi spaesati, alla vista degli occhi scarlatti.

<< Io so molto bene che la mia Rhydian non ha un carattere facile, come so come si comporta quando è a scuola, ma vi posso assicurare che quando è a casa, con me e con i bambini, è diversa quindi vi sarei molto grata che, per il tempo che sarete qui, di trattarla come Rhy e no come la Regina Mancata delle Serpi >>

Tutti quanti furono commossi da quel discorso, si sentiva proprio che Heele voleva davvero bene a Rhydian, proprio come se fosse stata figlia sua, persino Fra si ripromise a nascondere l'odio che provava per quella bastarda, ma solo dopo cinque minuti che formulo quel pensiero si rese conto dell'ultima frase uscita dalla bocca della donna.

Come diavolo lo sapeva?

Alla faccia sconvolta del ragazzo dagli occhi perlacei, la moretta scoppio a ridere.

<< Credevate sul serio che lei non lo sapesse? Anche se non sembra, Rhydian è una gran chiacchierona e mi racconta ogni cosa. Compreso i nomignoli che le date >>

<< Tutto? Quindi sa anche... >>

<< Del attacco? Si, mio caro, come so che lei si sente in colpa per quello che è successo a te e a tua sorella, non si da pace. Come so anche che quella madre sciagurata a fatto la sua comparsa >>

I ragazzi si guardarono tra di loro, non capendo di chi stesse parlando quella dolce donna, soprattutto Jonathan. Dopo che la ragazza l'aveva sbattutto fuori dall'infermeria aveva raggiunto i suoi amici, dove gli avevano raccontato la verità sulla Harvey e su quello che era.

<< Mi scusi signora. Io sono rimasto al fianco di Rhydian finché non ha ripreso conoscenza e, a parte due Flamee che, sì, hanno parlato di sua madre, ma lei non è mai venuta almeno che io sappia >>

<< Mio caro ragazzo tu, per tua enorme fortuna, non conosci Mariketa. Tra le due Flamee ce ne era una con una corona? >>

Jonathan ci penso per un attimo, in effetti ce ne era una con un diadema, era l'unica delle due che aveva parlato mentre l'altra li guardava con profondo disgusto...in effetti era stata proprio quella creatura a nominare la madre della ragazza.

Nel vedere il ragazzo annuire, Heele si mise a sedere nel letto, non potendo dimenticare la sua Rhy esplodere dalla rabbia mentre, appena ritornata a casa per le vacanze, le raccontava quel incontro: anche se non l'avrebbe mai ammesso, Rhydian amava sua madre e avrebbe fatto qualsiasi cosa per farsi accettare da lei, ma allo stesso tempo la odiava per averla abbandonata, ecco perché si faceva chiamare con il suo secondo nome.

<< Quella donna con la corona è Mariketa, la regina delle Flamee, ed è la madre di Rhydian. È donna fredda, che non sa provare amore, persino per la sua stessa figlia. Tu, Jonathan giusto? Hai detto che hai vegliato su di lei finché non ha ripreso conoscenza? >>

<< Si signora >>

<< Hai visto le sue cicatrici? In particolare quella che ha sulla spalla? >>

Jonatha annui nuovamente.

E come poteva dimenticarsene.

Non aveva mai visto un corpo in quelle condizioni, soprattutto quello di una donna, e la cicatrice di cui parlava Heele era ben fissa nella sua memoria, per la sua particolarità.

<< Quella gliela fatta lei appena si è resa conto della unicità della figlia, Rhydian aveva solo pochi minuti di vita e lei l'ha ustionata, per fortuna è molto resistente, in più... >>

<< La pianti di raccontare gli affari miei? Brutta vecchia >>

Appoggiata al uscio c'era Rhydian in tutta la sua bellezza, con le gemelle aggrappate alle sue gambe, Rory stringeva la manica della sua felpa e il piccola Philippe tra le braccia, mentre Nadja e Zubin erano dietro a lei. Zachk rise a quella vista, la ragazza che tutti vedevano come un mostro dal cuore di ghiaccio, ora era l'incarnazione perfetta di mamma oca, ma la sua iralità durò poco visto che quella lo azzitti con un occhiata piena di fulmini e saette.

<< Come osi darmi della vecchia? Ti ricordo che sono una splendida donna >>

<< Si certo, peccatto che hai cinquant'anni, quindi sei troppo anziana per fare la...tu brutto stupido di un greco posa immediatamente Sole! >>

Nico era talmente preso dal racconto della madre adottiva di Rhydian che non si era accorto che aveva, ancora, tra le mani l'orribile gufetto di peluche, quindi la prova che aveva rovistato tra le sue cose, ok...forse era arrivato il momento che si preparasse a morire.

Ma per sua enorme fortuna Rhydian era circondata da dei bambini, in più teneva un neonato tra le braccia, quindi non poteva ammazzarlo.

<< Se ti ribecco con le mani tra le mie cose, brutto maniaco du un greco, ti impedisco di procreare. Ed è una promessa e io mantengo sempre le promesse >>

I cinque bambini, capendo al volo che la loro sorellona stava per farne una delle sue, la trascinarono via dalla sua stanza, portandola nella loro cameretta per giocare.

 

 

I giorni erano passati ed erano arrivati alla mattina del 31 e nella piccola casa, in mezzo alla neve, i preparativi erano iniziati di buona leva, persino i bambini si erano messi adobbare la casa, tutti erano al lavoro tranne Rhydian che era uscita alle prime luci del giorno per allenarsi, o almeno era quello che Heele aveva detto.

Dominiue era nella camera dei bambini intenta a fissare i tre vestiti posati sul letto, ormai erano più di venti minuti che era ferma in quella posizione: vestito corto nero, per essere la più sexy della serata, abito lungo di un color rosa antico, per avere un aspetto angelico, oppure un completo formato da pantaloni neri di pelle e una camicetta bianca, trasparente, over size per un look casual, ma pur sempre elegante.

Odiava scegliere.

Delle forti braccia le circondarono la vita, mentre la sua schiena si appoggiò ad un torace muscoloso, facendola sentire al sicuro, mentre un dolce profumo fece ubriacare i suoi sensi. Non ci fu bisogno di vedere il viso del suo cavaliere, ormai conosceva a memoria quelle braccia, quel torace e quel profumo, come conosceva ogni cosa che rappresentava Nico.

<< Che cosa succede mia bella signorina? >>

<< Devo scegliere cosa mettermi sta sera. E non ne ho la più minima idea, mi dai una mano? >>

Nico fece girare la sua bella, senza però staccarsi da lei e, dopo averle posato un dolce bacio sulla fronte si beo del suo sorriso. Era cosi bella, ma anche molto di più: dolce, intelligente, spensierata e per niente gelosa, cosa molto importante per lui, che amava scherzare con le donne.

<< Mi dispiace tesoro mio, ma come ben sai non metto il naso sul tuo modo di vestire. Già Rhydian vuole uccidermi, se poi tu ti unisci a lei sono spacciato >>

A quella risposta Dom si scosse da lui, cominciando a sbuffare. Ormai era da qualche mese che lei e il bel greco avevano iniziato un bel rapporto di amicizia che, avvolte, diventava qualcosa di più, ma nulla di serio. Infondo lui era stato molto bravo nel metterla subito in chiaro le cose: lei gli piaceva, ma non si sentiva ancora pronto per una relazione e a lei gli stava più che bene; infondo erano entrambi molto giovani, con tutta una vita d'avanti, quindi perché non godersi la vita cosi come veniva.

Peccato che Lola e Fray non la vedevano come lei.

Secondo le sue due migliori amiche Nico la stava solo sfruttando per ingigantire ancora di più il suo ego, per lui lei era solo un'altra medaglia da aggiungere tra i suoi trofei; in poche parole per Manos Dominique era paragonabile ad una bambola gonfiabile che respirava.

L'avevano tormentata per tutte le vacanze di Natale, supplicandola di troncare ogni tipo di rapporto, ecco perchè era partita per quella vacanza: sentiva il bisogno di respirare, di cambiare aria, di riflettere perché ormai era decisa a far cambiare idea alle sue amiche su Nico.

Far loro capire che non era, solamente, il dongiovanni da strapazzo che tutti credevano ma che, quando voleva, sapeva essere il migliore dei gentil uomini.

<< Odio quando diventi pensierosa; dimmi subito che ti passa per la testa o ti punisco >>

Un dolce sorriso decorò il viso della bionda mentre una cristallina risata le sali su per la gola e i suoi occhi, prima cosi simili ad una bambina, diventarono furbi come quelli di una seducente gatta.

<< E cosa vorresti farmi, Manos? >>

Il greco, di tutta risposta, le poso le mani sui fianchi e, con una lenta dolcezza, comincio a baciarle il volto: prima le guance, poi le palpebre, la fronte e il naso, cominciando a scendere verso le labbra ma quando, ormai certo che la biondina aspettava trepidante le sue labbra sulle sue, la getto sul letto cominciando a farle il solletico.

Dominique prima urlo per la sorpresa, ma subito dopo si lascio andare in una violenta risata.

Soffriva da matte i solletico e quel dannato greco lo sapeva benissimo!

Solo quando la ragazza lo supplico un milione volte quello, finalmente, si decise di smettere però non accennava di spostarsi da sopra di lei. Anzi cominciò a fissarla ancora con più insistenza in quelle pozze color acqua marina, leggermente umide per le lacrime che avevano causato le risate.

Di una cosa era certo: Dominique Weasley era la cosa più perfetta del mondo.

Con la stessa lentezza di prima si avvicinò alle sue labbra, questa volta pronto a donarle quel bacio che, entrambi, desideravano.

<< Fia è mio! >>

<< No! Fei è mio >>

Le due gemelle, come un uragano entrarono nella cameretta mentre strattonavano, violentemente, una specie di pettine, interrompendo la coppia che, appena udirono le voci delle bambine, scattarono a sedere il l'uno il più possibile distante dall'altra, mentre Nico malediva quelle due nane malefiche.

Non erano ancora passati cinque minuti che entro anche Rhydian, visibilmente innervosita dalle urla delle due piccole litiganti che, con pochissima grazia, strappo il pettine alle bambine.

<< Ok facciamo cosi. Io taglio i capelli a tutte due come quelli di Rory cosi non ci sarà più bisogno di litigare per queste stupidaggini >>

Sentendo quella minaccia, le gemelle si guardarono chiaramente spaventate e, dopo uno sguardo d'intesa, fuggirono lontano dalla ragazza dagli occhi color cremisi, che adesso era tutta concentrata su i due ragazzi seduti sul letto.

Dom poté notare che il suo colorita era diventato ancora più pallido e, sotto gli occhi, aveva delle pesanti borse violacee. Heele aveva detto che lei si allenava tutti i giorni con i lycan, le creature mostruose che proteggevano la casa famiglia da possibili attacchi, ma ora si stava chiedendo quanto potesse essere faticosi quei addestramenti visto che anche ad Hogwarts faceva la stessa cosa con i centauri.

<< Manos dei miei stivali ti consiglio di uscire subito da qui. Non ho voglia di prendermi cura di un altro bambino >>

<< Ma non stavamo facendo nulla di male >>

<< Certo e i miei occhi sono verdi. Fila via dongiovanni con gli ormoni impazziti >>

Se Nico aveva imparato qualcosa in quei giorni in Finlandia era che con la Regina Mancata non si discuteva, si ubbidiva e basta, se no erano guai.

Sospirando rumorosamente diede un bacio sulla guancia a Dom, con la promessa che si sarebbero visti più tardi, e si avviò verso la il giardina innevato dove, ne era certo, avrebbe trovato i suoi amici.

 

 

<< James, solo perchè sei il ragazzo di mia sorella non ti giustifica a barare >>

<< Taylor, te lo giuro non sto barando. Sei tu che sei negato a questo gioco >>

Tutti nella casa si stava concedendo qualche ora di meritato riposo dopo l'abbondante pranzo che Heele aveva preparato per tutti: James e Zack stavano giocando a corte, mentre le loro rispettive ragazze erano sedute sulle loro gambe guardandoli annoiati, non capendo cosa ci fosse di cosi tanto importante da litigare. Fu solo quando la conversazione si fece più accesa che, con un occhiata complice, decisero di intervenire.

Zoey prese per mano il maggiore dei fratelli Potter portandolo vicino al fuoco dove, una volta seduti per terra, cominciarono a coccolarsi, anche se lui la guardava un po spaesato, stesso sguardo che aveva in comune con il fratello gemello di lei quando Giuly cominciò a fargli i grattini sulle braccia, parlando del più e del meno.

Quelle due sapevano fin troppo bene come trattare quei due litigiosi dei loro fidanzati.

Intanto Roxanne stava facendo una sciarpa a maglia, mentre Fra dormiva quietamente sulle sue gambe. La Weasley non l'avrebbe mai ammesso, ma stava cominciando a sentire uno strano calore per l'argentino, un calore familiare ma allo stesso tempo sconosciuto a cui, per il momento, non sapeva dargli un nome e che, quindi, custodiva gelosamente come un prezioso tesoro da proteggere.

Talmente presa da i suoi rosei pensieri che non si rese conto che era osservata da Fred e Fran, che si godevano la scena nascosti in cucina non potendosi trattenere dal ridere.

<< Credo che, prima o poi, tuo fratello salterà addosso alla mia cocciuta sorellina, possibile che sia cosi merla da non accorgersi di nulla? >>

<< L'amore è strano, per quanto è complicato e magnifico, allo stesso tempo. E quello vero è sempre difficile da riconoscere >>

<< Stai parlando di Frank, giusto? >>

Al sentire nominare il suo ex ragazzo, Fran ebbe un tremolio.

Lei e il figlio del professor Pachiok si erano lasciati prima di partire per le vacanze di Natale, o meglio lei aveva lasciato lui: quando era stata portata, d'urgenza in infermeria, con suo fratello, ci era rimasta per quattro giorni di fila, per essere certi che tutto fosse ok e che non avessero riportato nulla di grave, e in quel lasso di tempo Frank non si era fatto vivo, nemmeno aveva mandato un fiore, niente di niente. Facendole, finalmente, capire che lui non era la persona adatta a lei: per lei il proprio ragazzo doveva essere anche il suo migliore amico, con cui condividere tutto ed essere complici in tutto, e no solo baci e sesso.

Invece Fred era venuto tutti i santi giorni portandole ogni volta dolci in quantità industriali, tanto che la metà l'aveva donata ai suoi amici, non potendo mangiare cosi tanto senza rovinarsi la linea. Lui si che era un vero amico, il migliore che esistesse.

Tanto che le poso un braccio intorno alle spalle attirandola verso di lei, facendole sbattere il naso contro il suo duro torace.

Era il migliore, ma era anche troppo goffo.

<< Te l'ho detto un miliardo di volte: non pensare a quel cretino, non se lo merita. Se no giuro che prendo tuo fratello e, insieme, lo picchiamo >>

<< Non ti azzardare >>

<< Allora se non vuoi vedermi in punizione, non pensare a Frank e pensa...non so...a cosa pensate voi ragazze? Ah ecco! Pensa a me e a quanto sono figo >>

Il ragazzo rise della sua stessa battuta e, senza dire più niente, si allontanò andando a disturbare Albus che era intento a fare i compiti delle vacanze, non rendendosi conto che aveva lasciato la sua amica con il viso, completamente paunazzo: Fred non poteva saperla ma, effettivamente, da un po di tempo lui occupava la maggior parte dei pensieri di Fran.

Sempre nel salotto Rose era in tenta a raccontare una favola babbana ai bambini, quella della Bella e la Bestia che, in assoluto, era la sua preferita mentre Scorpius la guardava divertito ma, allo stesso tempo, incantato; non ci aveva mai fatto caso ma la Rossa aveva una bellissima voce: calma, soave e distinta, un po come lei. Con quel corpicino minuto, ma formoso, che si ostinava a coprire sotto strati informi di maglioni o felpe, ma grazie al cielo indossava i leggins che rivelavano la perfezione di quelle gambe, e le ballerina che facevano intravedere la grazia di quel piedino.

Se non ci fossero stati tutti quei bambini, l'avrebbe passato una mano dietro la nuca e attirata, volente o nolente, verso le sue labbra, donandole il bacio più passionale della sua vita, così che sarebbe finalmente caduta ai suoi piedi come, da tempo, era suo desiderio.

E lui otteneva sempre ciò che desiderava.

Un leggero ringhio attiro la sua attenzione.

Il lupo di Rhydian, che si chiamava Nanuk e che, in realtà non era un lupo ma un Alaskan Malamute, stava dormendo mentre la sua padrona era appoggiata a lui che faceva i compiti con l'aiuto di Fraser e Jonathan.

Quella visione era stana per tutti, o almeno quasi per tutti.

Ma forse Heele aveva ragione: quella ragazza un po' scontrosa, ma anche incredibilmente innocua era la vera Harvey, o almeno una parte di lei visto che, quando succedeva qualcosa che non le andava a genio, ritornava la stronza di sempre.

Però non poteva negare che si era rivelata un tipo simpatico e incredibilmente buffo, soprattutto quando si scontrava con Heele, dando vita a veri e propri spettacoli comici.

Un improvviso stridolino acuto attirarono la loro attenzione, in maniera particolare quella dei bambini che, come delle furie scatenate, corsero ad aprire la finestra fregandosene che li ci fosse Rox e Fra, tanto che uno di loro lo sveglio posando un piede sulla bocca dello stomaco.

Una volta che la graziosa finestra di vetro colorato fu aperta uno stormo composto da quattro gufi cominciò a svolazzare intorno alla stanza, mentre Nanuk abbaiava come un matto, deponendo le lettere nelle mani dei proprietari: Nadja, Fia e Fei, Zubin e sualla culla del piccolo Philippe.

Una volta che i gufi uscirono dalla stanza, facendo ritorno chi sa dove, i quattro bambini si spostarono, con la stessa identica violenza, in braccio di Heele implorandole di leggere a loro le lettere.

Erano le lettere dei loro genitori, che augurarono loro un felice anno nuovo.

<< Cad an rud dúr* >>

Tutti quanti si volsero verso Rory che, invece, era rimasto seduto al suo posto ad osservare il fuoco con uno sguardo duro, ma si intravedeva moltissima tristezza, come se da un momento all'altro sarebbe scoppiato a piangere, cercava semplicemente di darsi un tono. Cosa molto strana per un bambino di cinque anni.

I sguardi si spostarono su Rhydian, essendo l'unica che capiva cosa stesse dicendo il piccolo irlandese. Ma questa lo guardava dubbiosa, lasciandosi sfuggire un sospiro malinconico.

<< Non credo che lo vorreste saperlo >>

<< Abair an oiread sin dom ... Ní féidir liom cúram mar gheall orthu agus dá dtuismitheoirí dúr** >>

Scuotendo la testa, la ragazza tradusse ciò che il bambino aveva detto lasciando tutti quanti a bocca aperta, tranne Heele che, nel sentire le parole della ragazza, guardò il bambino dalla zanzara rossa con tristezza.

Peccato che Nadja non era dello stesso avviso.

<< Tu dici cosi colo perchè sei geloso >>

<< Nadja fai silenzio >>

<< No, Rhy io non sto zitta. Solo perchè a questo brutto scemo non lo vuole nessuno, non è colpa nostra >>

A quel insulto Rory afferro il libro in mano a Rose e, con tutta la forza che aveva nelle sue piccole braccia, lo lancio verso la piccola biondina. Per fortuna Rhydian fu lesta afferrare il libro prima che centrasse in pieno la faccia di Nadja, che era visibilmente spaventata, mentre Rory cominciò a tremare dalla rabbia e, pian piano, i suoi enormi occhi si riempirono di lacrimoni, ma prima di scoppiare in un pianto disperato corse verso la porta e usci.

<< Nanuk, assicurati che non vada troppo lontano. Ora ti raggiungo, ma non prima di aver detto due paroline a una bambina viziata con la lingua lunga >>

Il cane fece come gli era stato ordinato e, afferrando la maniglia, apri la porta cominciando a correre verso al piccolo fuggitivo, mentre la padrona guardava Nadja con uno sguardo duro e severo che, intanto, aveva cominciato a fissare il pavimento con molta attenzione.

<< Io non ho fatto niente e non sono viziata >>

<< A no! Allora come la chiami una persona che si comporta come la principessa assoluta della casa, trattando male gli altri prendendoli in giro con le loro debolezze >>

<< Ma lui aveva insultato la mia mamma e il mio papà >>

<< Proprio come ha fatto con i genitori delle gemelle, di Zubin e Philippe, ma loro non hanno detto niente >>

<< Ma...ma...ma.. >>

<< Niente ma Nadja, hai sbagliato punto e basta, e appena torno devi subito chiedere scusa a Rory. Sono stata chiara? >>

A malincuore, la piccola bambina dai capelli biondi, annui mentre Rhydian corse appresso al piccolo irlandese e al suo cane.

Quando la ragazza fu uscita, la bambina diede sfogo a tutta la su frustrazione: cominciò a battere i piedi, urlando e strepitando, tirandosi addirittura i suoi amatissimi capelli.

<< Io non voglio chiedergli scusa, è colpa sua, io non ho fatto niente. Rhydian vuole bene solo a Rory >>

Heele era esasperata e anche imbarazzata, aveva notato il profondo silenzio in cui erano caduti i suoi giovani ospiti: quello doveva essere un giorno di festa, di divertimento, per loro e invece si trovavano ad assistere a dei litigi tra due bambini.

Ma non poteva fare altrimenti.

<< Nadja, ora smettila di fare i capricci. Sai bene il perchè Rhy a difeso Rory, come sai benissimo che hai fatto una cosa brutta, ora tu, le gemelle e Zubin andate in camera vostra a cambiarvi, senza fare storie >>

La bambina si morse il labbro, facendo un ultimo, disperato, tentativo ma vedendo che non avrebbe avuto alcun tipo di sostegno corse su per le scale, scoppiando in lacrime seguita dalle gemelline e da Zubin che, essendo al momento il più grande, aveva il compito di assicurarsi che tutti era in ordine, mentre la donna prese in braccio il piccolo Phil che, a causa delle urla di Nadja, si era svegliato.

<< Vi chiedo scusa per il comportamento dei bambini, ma è abbastanza comune quando arrivano le lettere dei genitori >>

Fran si fece più vicina alla donna, dal primo momento che l'aveva visto si era letteralmente innamorata del piccolino di casa, in più era curiosa di capire cosa fosse appena successo.

<< Come mai Rory ha reagito in quel modo? >>

<< Perché lui e Rhy sono molto simili >>

<< Anche lui è una creatura di fuoco? >>

A quell'affermazione Giuly diede uno scappellotto a Zack che, come suo solito, perdeva ogni occasione buona per stare zitto. Ma per fortuna Heele la prese sul ridere, credendo che il Grifondoro stesse scherzando, peccato che loro sapevano benissimo che era serissimo.

<< No, mio caro, no. Anche il piccolo Rory è stato abbandonato dalla madre; suo padre era un babbano e sua madre una maga che, non trovando la benedizione delle loro famiglie, entrambe chiuse di mentalità, si sposarono in segreto e fuggirono in Irlanda. Vissero anni felici: lei lavorava come Auror e lui restava a casa con il bambino, nato dal loro amore.

Ma pultroppo lui si amalo di una malattia babbana, molto grave, tanto che nemmeno la medicina magica poteva fare niente e, quindi, nel giro di pochi mesi morì. La madre di Rory cercò, con tutta se stessa, di prendersi cura del figlio ma non è riuscita e quindi, non avendo altra scelta, si è vista costretta a rinunciare a Rory. Ecco perchè lui e Rhydian hanno creato questo rapporto di vero amore fraterno, perché hanno avuto la stessa esperienza. Anche se almeno lui ha potuto conoscere suo padre; Rhy ha solo il nome come suo ricordo >>

Ognuno di loro rimasero in silenzio, provando un sentimento di pietà per quel povero bambino abbandonato, tutti tranne Jonathan che, con un braccio appoggiato alla finestra osservava il bianco paesaggio, mentre osservava il rosso dei capelli della ragazza e del bambino che erano stretti l'uno all'altra in un tenero abbraccio, poteva vederlo cullare tra le braccia di lei mentre, con dolci e lievi baci, cercava di consolarlo.

Non l'avrebbe mai detto, ma era invidioso di quel bambino.

Ma poi una domanda si fece largo nella sue mente.

<< Lei sa qualcosa sul padre di Rhydian? La preside ci ha detto che era un mago >>

Heele scosse la testa, rassegnata, da quando aveva preso sotto la sua ala protettiva quel demonio di bambina lei e suo marito avevano fatto di tutto per riuscire a scoprire la vera identità del padre di lei, ma non c'era stato nessun verso .

<< No, di lui conosco solo il nome >>

<< Bhe è pur sempre un punto di partenza. Come si chiama? >>

<< Secondo un'antica tradizione delle Flamee le figlie, come secondo nome, hanno quello del padre biologico e, nel caso della nostra ragazzina, il suo nome completo è Kaderin Rhydian Harvey, anche se il cognome è quello del mio povero marito >>

<< Ancora a raccontare gli affari miei? Vecchia befana ma quando la pianterai di parlare troppo? >>

Rhydian era sulla porta con Rory, ancora con gli occhi lucidi ma più calmo di prima, tra le braccia che si succhiava il dito, mentre nell'altra manina stringeva una ciocca rossa della ragazza. Foster provò molta tenerezza a quella visione, come il desiderio di andare da lei e stringerli, entrambi, forte, ma incosciamente non era l'unico a pensarla in quel modo: anche Stark provava il suo stesso desiderio.

<< Io e Rory andiamo di sopra, visto che qualcuno deve chiedere scusa. A dopo e non combinate casi, se non vi incenerisco >>

<< Vengo anch'io >>

Fraser e Jonathan parlarono al unisolo lanciandosi immediatamente sguardi di sfida capendo, quasi immediatamente, che erano rivali per il cuore di quella bellissima bisbetica dai capelli rossi.

<< Fate come vi pare, ma la regola vale anche per voi: non si rompe le scatole o si finisce sulla griglia >>

 

 

La notte era finalmente arrivata e i ragazzi stavano facendo del loro meglio per far festa e divertirsi, non era la mega villa di Malfoy, ma era pur sempre un posto caldo e accogliente e, grazie a un po di trucco e un bel vestito, le ragazze rendevano quella serata magica. Persino ai bambini era stato permesso di rimanere in piedi, ma solamente fino allo scoccare della mezzanotte, tutta l'allegra compagnia era dentro al caldo, tutti tranne di Jonathan che era rimasto sulla veranda a fumarsi un paio di sigarette, cercando di resistere alla tentazione di picchiare quello stupido Grifondoro dai i capelli da Barbie.

Come si permetteva di fare il carino e sorridente con l'unica ragazza che mai gli avesse tenuto testa.

Rhydian era una sua proprietà e lui era molto geloso.

<< Ai voglia di congelarti Foster? >>

Era talmente arrabbiato che non aveva voglia di vedere nessuno, men che meno lei! Che era la causa del suo mal umore.

Rhydian Harvey, ai suoi occhi, ora otteneva una nuova immagine: contraddittoria.

Un giorno era scontrosa, un altro generosa, un altro ancora rischiava la vita per salvare quella sua e dei suoi amici e poi diventava riservata, facendo la difficile.

Non la sopportava.

<< Harvey. Ho solo voglia di starmene da solo, però se vuoi farmi compagnia mi faresti contento >>

<< Se prometti di non allungare la mani, come ha provato a fare il tuo amico greco, potrei pure pensarci >>

<< Non allungo le mani, in più o le sigarette e tre bottiglie di Whisky Incendiario, quindi passa al lato oscuro della forza >>

A quella citazione Rhy scoppio a ridere, distruggendo tutta la rabbia che Jon poteva provare per lei in quel momento; un nuovo motivo per odiare ancora di più quella ragazzina, riusciva a fargli cambiare umore in uno schiocco di dita.

Continuando a ridere Rhy si mise vicino a Jon, strappandogli la bottiglia dalle mani e, dopo una lunga sorsata, riprese a parlare.

<< Tra tutti i film che ci sono proprio Star Wars dovevi usare? >>

Jon si ripresa la bottiglia dando anche lui una lunga sorsata.

<< È l'unico film babbano che ho mai visto, in più è il mio film preferito >>

<< Bhè se è per questo è anche il mio >>

Jonathan 1, Fraser 0.

<< Ehi ragazzi che fate qua fuori? Fra poco è mezza notte, venite a festeggiare con noi >>

A Stark, Foster non era mai stato simpatico: era uno schifoso dongiovanni che si divertiva con le ragazze, trattandole come degli oggetti sessuali, per poi gettandole nella vergogna. Non era per niente un uomo d'onore, anzi rappresentava tutto ciò che andava contro i suoi principi, doveva salvare Rhydian dalle grinfie di quella Serpe tutto muscoli e senza cervello.

Già una volta aveva lasciato quella ragazza in mezzo ai pericoli, non l'avrebbe fatto un'altra volta.

Il sentimento era del tutto ricambiato da parte del rivale.

Non sopportava quel bamboccia dai capelli bianchi che se ne andava in giro credendosi migliori degli altri, migliore di lui, solo perché si comportava da cavaliere del Medioevo, con tutta la storia sul amor cortese e altre cavolate simili.

Ma lo divertiva anche.

Quel idiota credeva seriamente che la mezza Flamee fosse come tutte le ragazze: in cerca di aiuto, di qualcuno che la proteggesse sempre, che ha bisogno di qualcuno che le teneva la manina, peccato che lei, come aveva ampiamente dimostrato, era una ragazza tutto fuoco, coraggiosa, testarda e adorabilmente stronza.

L'oggetto dei loro pensieri, intanto, diede un ultima sorsata al alcolico e si rimise in piedi donando, incosciamente, un ottima visuale del suo corpo alla Serpe. A differenza delle altre ragazze presenti, non indossava nessun vestito elegante, non si era trucca e non si era intrecciata i capelli in acconciature che, a parer suo, erano inutili. Indossava una semplice felpa extra-large con i colori della sua casa, un paio di jeans scuri e delle scarpe da ginnastica; era completamente struccata e come unica decorazione sui capelli sciolti era il cappuccio della felpa.

Era fantastica.

<< Allora io vado, voi fate uscite tutti fuori e assicuratevi che i bambini siano in prima fila >>

<< Che hai in mente, piccola bisbetica >>

<< Sorpresa! Fate come vi ho detto, andiamo Nanuk! >>

E cosi Rhydian scompari in mezzo al paesaggio innevato con il suo fidato cane, mentre la Serpe e il Grifone, dopo un ultima occhiata d'astio, entrarono in casa per fare ciò che la ragazzina gli aveva ordinato.

 

 

Al annunciò di uscire tutti fuori Rose, incuriosita come al suo solito, si avvio verso la porta felice come se fosse stata una di quei bambini cosi sfortunati, ma che avevano conosciuto due persone meravigliose che li avevano accolti a braccia aperte.

Quella vacanza si era rivelata la cosa migliore della sua vita, o almeno le aveva aperto gli occhi su una persona: Per tutta la vita aveva creduto che la Regina Mancata fosse una persona arrogante, senza cuore, ma in realtà era una ragazza dolce, gentile e altruista, con seri problemi nel gestire la rabbia ma su quello ci si poteva lavorare.

Stava per varcare la porta, ma venne trattenuta da una mano grande e forte; alle sue spalle c'era Scorpius che la guardava in un modo che, non sapeva, ma non aveva mai visto i suoi occhi con quel espressione rendendole difficile ogni cosa.

Miseriaccia!

Lei stava cercando di reprimere le sue pulsioni per il biondi, tinto, slavato e quello la guardava con lo sguardo più sexy del universo.

Che poteva andare peggio di cosi?

<< Sei davvero bella sta sera >>

Davvero, chi era il simpaticone, la su, che si divertiva alle sue spalle.

No, perché adesso voleva ucciderlo.

Però doveva ammettere che Dom aveva fatto un ottimo lavoro con lei: le aveva prestato un mini vestito nero molto, davvero molto, attillato, per poi fare un semplice smoki eyes nero sugli occhi e sistemandogli i capelli in una treccia, a spina di pesce, che si posava sulla spalla.

Si, Dominique era un vero genio.

Ma anche lui era un vero schianto quella sera: una semplice camicia bianca, abbastanza attillata da far vedere i splenditi addominali che decoravano il suo corpo, una giacca nera, un paio di jeans chiare i scarpe da ginnastica; era sexy per quanto era semplice.

Dannato bastardo!

Dei fuochi d'artificio illuminarono il cielo, facendo urlare i bambina dalla gioia, anche Rose avrebbe voluto vederli le erano sempre piaciuti, ma stranamente trovava gli occhi di ghiaccio di Malfoy ancora più belli e luminosi.

Lui si avvicino ancora di più a lei, passandole le mani sui finché mentre lei, senza nemmeno pensarci, sporse il viso verso di lui, circondandogli le braccia al collo. Era completamente presa dai suoi occhi e non riusciva a pensare a niente che non fosse le sue labbra.

Sentiva i suoi amici fare il conto alla rovescia e, ad ogni numero che se ne andava, i loro visi si fecero sempre più vicini.

-3...i loro nasi si sfiorano.

-2...Rose chiuse gli occhi.

-1...le loro labbra si toccano.

Buon Anno...le loro lingue cominciano una danza vorticosa l'uno nella bocca dell'altra. E Rose non riesce a non andare in estasi.

Sicuramente si sarebbe pentita di quel bacio, ma non gliene importava niente, per il momento voleva vivere, non voleva essere Rose Tonks Wasley, ma solo Rose: una semplice quindicenne che baciava un ragazzo, che era un figo pazzesco, al inizio del nuovo anno.

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: Lo so, lo so, lo so...questo capitolo è lungo come la bibbia, ma non vedevo l'ora di far arrivare i nostri personaggi nel nuovo anno, quindi mi sono messa all'opera.

Ma ricapitoliamo: Scopriamo chi sia la madre di Rhydian, ricordate quella che lei a dato amorevolmente della prostituta? Ecco!

Poi scena lovelove tra Nico e Dom, ma interrotti, sul più bello, dai bambini...prima o poi qualcuno mi ucciderà, lo so! Poi passiamo ad un tranquillo pomeriggio, dopo pranzo, ma che verrà sconvolta dal arrivo delle lettere e si parlerà di uno dei piccolini della casa. Infine arriva la sera dell'ultimo del anno e comincia lo scontro tra Fraser e Jonathan che, ve lo posso assicurare, continuerà negli altri capitoli, causando motivo di tensione tre i nostri eroi e divertimento per Nico...voi chi preferite?

E poi Rose e Scorpiu che chiudono in bellezza con un magico bacio, ma dopo la calma inizia la tempesta.

Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate, soprattutto tra in triangolo che si è creato in questo cap.

Un bacio.

Vero.

 

Traduzione:

*Che cosa stupida

**Dillo pure...tanto a me non mi importa di loro e dei loro stupidi genitori

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Capitolo 19
*** Capitolo 17 ***


Si Ritorna a Hogwarts

 

 

Il sole entrò di prepotenza tra le persiane della finestra posandosi sul dolce viso di Alexis strappandola dalle braccia di Morfeo, ritrovando il viso addormentato di Zoey di fronte a lei, con tanto di ciocca di capelli sulla bocca, strappandole un sorriso.

Quella notte era stata magica per quanto massacrante, anche se non l'avevano passata nella mega villa di Malfoy, ma con un branco di bambini scatenati e con la Regina Mancata delle Serpi, che era tutto dire, era stato la notte più bella per lei. La ragazza si mise a sedere sul letto, cominciando a stiracchiarsi, mentre i setosi capelli neri arruffati le fecero il solletico sulla schiena, mentre i suoi occhi si posarono sul paesaggio invernale fuori dalla sua stanza.

Prima di quel momento non aveva mai creduto che la Finlandia fosse una terra cosi fantastica; prima se l'era immaginata come una terra fredda dove c'era solo neve su neve, ma quando Malfoy gli aveva proposto quella vacanza aveva solo pensato a vitto e alloggia gratis in un posto di extra lusso, ma adesso doveva ricredersi: aveva trovato in quei luoghi un atmosfera piena di fascino e selvaggia, anche se i lupachiotti troppo cresciuti non erano stato cosi piacevoli.

All'improvviso una voglia di esplorare quelle lande innevate si fece forte in lei, aveva già fatto delle belle passeggiate con quello scemo di Akira, che erano finite in violente battagli di palle di neve che la vedevano sempre vincitrice, ma adesso aveva voglia si starsene da sola.

Facendo il più piano possibile, cosi da non svegliare i suoi compagni di stanza, si alzò da letto, prese il primo maglione che trovò a terra, sicuramente era di Rox da quanto era pesante, il suo cappotto, i stivali da neve e usci dalla stanza.

La casa intera era in silenzio, si sentiva solo un lieve russare dalla camera occupata dai ragazzi, per il resto sembrava disabitata. Arrivata in salotto la ragazza non poté sorridere alla vista di Fraser e Foster addormentati l'uno accanto all'altro che, durante i giorni della loro permanenza, era stato il letto di Rhydian. Al pensiero della Regina Mancata, Alexis si guardò intorno non vedendola, anche Nanuk era sparito; in realtà non la vedeva da i fuochi d'artificio di ieri sera, erano stati magnifici e aveva il sospetto che lei centrasse qualcosa: insomma se sei un fiammifero umano, puoi fare un mucchio di cose stratosferiche, peccato che era una stramba.

Senza altri pensieri usci dalla porta, mentre un freddo vento la colpì in pieno svegliandola completamente, per un attimo fu tentata di girare i tacchi e ritornare al caldo sotto le coperte, ma il richiamo della natura fu molto più forte. Prese tutto il coraggio che possedeva e usci in quella distesa bianca; le piaceva camminare, lo trovava un ottimo metodo per schiarirsi le idee soprattutto quando era da sola.

E lei ne aveva davvero bisogno.

Era preoccupata per i gemelli Suarez, soprattutto Fra, lui più della sorella sembrava non essersi ripreso dalla brutta esperienza, e come poteva dargli torto, ma aveva notato che, da quando erano arrivati a casa di Heele, si guardava sempre le spalle, come se si aspettasse di essere attaccato da un momento al altro. In più quando guardava Rhydian i suoi occhi assumevano uno strano colore nero con sfumature rossastre, che metteva paura.

Avrebbe tanto voluto dirgli qualcosa, ma cosa?

Lei non aveva vissuto quel esperienza, non sapeva cosa si provava ad essere crucciati, quindi non poteva capire.

Odiava sentirsi inutile.

Un urlo poco lontano da lei le fece salire il cuore in gola; avrebbe riconosciuto quella dannata voce ovunque: Rhydian!

Prima che la sua mente potesse formulare un pensiero logico, si ritrovò a correre tra le neve con in mano la bacchetta, secondo il racconti di Rose la ragazza di fuoco non era in grado di affrontare un combattimento per molto tempo: ma allora, porco Merlino, perché non usava la bacchetta?

Quell'idiota!

Correre sulla neve, con scarpe che non erano esattamente adatte per quell'attività adatte per quell'attività, le fece venire subito il fiatone, in più cera da dire che lei non era proprio un tipo sportivi, ma non era importante: quando aveva sentito la storia di Harvey il suo cuore le si era stretto in una specie di morsa; quella stronza aveva tutte le ragioni del mondo per essere incazzata con tutto e tutti, anzi era stata fin troppo forte, meritava un po' di pace.

Un bagliore rossastro le fece capire che era vicina.

Dopo aver scalato una cunetta di neve si ritrovo completamente priva di fiato, ma ciò che si trovò di fronte rischio di farle battere il record mondiale di apnea: una creatura completamente infuocata stava combattendo contro i lyncan, doveva essere per forza Rhydian perché, non molto distante dal luogo dello scontro c'era Nanuk che fissava immobile, tanto da sembrare una statua.

Alexis era completamente incantata dalla scena, mai nella sua vita avrebbe immaginato di poter assistere ad una cosa del genere, si sarebbe dato un pizzicotto alla guancia se non ci pensasse già il freddo a farle capire che era sveglia. Ma l'emozione duro poco, lasciando spazio alla paura; Rose aveva detto che durante il combattimento contro i cattivoni folli, solo i capelli dell'Harvey avevano preso fuoco, ora il suo intero corpo era invaso dalle fiamme, senza contare che stava combattendo contro dei lupi grossi come montagne.

Altro che stramba, quella era matta da legare.

Però doveva ammettere che era abbastanza agile, non sembrava che stesse facendo uno scontro ma che stesse danzando: ogni salto, colpo o movimento, non aveva nulla di violento, ma era aggraziato e leggiadro. Nuovamente il cuore le sali fin su alla gola quando un enorme lyncan, alle spalle di Rhydian, l'attacco mentre lei era intenta ad difendersi dalle zampate di un altro, ma con un salto sovrumano lei evito l'attacco atterrando, con la stessa grazia con cui era saltata, alle spalle del lupo.

La mascella della spettatrice cedette mentre, ne era sicura, gli occhi le uscirono dalle orbite.

Avrebbe tanto voluto applaudire e urlare dalla gioia, ma si dovette fermare quando vide Rhydian cadere a terra mentre le fiamme si dilatarono lasciando spazio alla nuda pelle, aveva il fiatone ed era bianca come la neve, mentre rivoli di sudore le bagnavano il nudo corpo.

Era allo stremo delle forze.

<< Cazzo! >>

Con tutta la rabbia che aveva in corpo la rossa comincio a prendere a pugni la neve, macchiandola di rosso sangue, mentre urla di disperazione uscivano dalla sue gola e calde lacrime dai suoi occhi scarlatti.

<< Perché non ci riesco? Cazzo! Come posso proteggere gli altri se non resisto per più di mezz'ora a rimanere trasformata? Sono inutile...inutile! >>

Violenti singhiozzi invasero la vallata innevata, mentre Alexis la guardava con gli occhi lucidi: poteva sentire il suo dolore, la sua disperazione e frustrazione, come se fossero entrati dentro di lei con prepotenza, stava per correre verso di lei per abbracciarla e consolarla, cosa della quale anche lei si meravigliò, ma sentiva che ne aveva più bisogno lei che Rhydian.

Stava scattando verso di lei quando una mano la blocco, prendendola per la spalla, costringendola a voltarsi: Heele!

<< Se fossi in te ritornerei in casa e farei finta di non aver visto nulla >>

<< Cosa? Ma non la vede? È disperata, ha bisogno che qualcuno le stia accanto >>

<< Se Rhy ti vede peggioreresti solo la situazione. Per come è stata cresciuta lei cose come le lacrime, i sentimenti, sono sintomo di debolezza. La umilieresti e basta >>

<< Ma questa è una stronzata bella e buona >>

Heele, non sapendo cosa dire fece spallucce. Erano ormai settimane che aveva visto la sua piccola Rhy uccidersi di allenamenti su allenamenti, cercando di superare i suoi limiti di mezzosangue. Le Flamee erano considerate delle vere guerriere imbattibili proprio per la loro particolarità di creare il fuoco e dominarlo a loro piacimento, cosa che Rhydian non era in grado di fare: il nucleo magico della strega combatteva contro quello della Flamee, ognuno voleva dominare sul altro, senza trovare un equilibrio, rendendo quella cocciuta bambina sempre più debole, completamente priva di forza.

Una persona normale avrebbe rinunciato, non avrebbe rinunciato alla propria vita per realizzare qualcosa di impossibile, ma lei nulla. Anche se sarebbe morta nel farlo, avrebbe insistito finché non ci sarebbe riuscita. Molte persone potrebbero potuto ammirare questo suo carattere determinato, ma peccato che lei era stata costretta dagli eventi a diventare così: il rifiuto di Mariketta, l'abbandono, la morte di Abel e il continuo scappare e nascondersi, l'avevano resa quello che era: decisa a dimostrare a tutti che lei poteva farcela, che nessuno sarebbe morto nel proteggerla e che mai più si sarebbe nascosta.

Stupida ragazzina.

Ecco a cosa pensava mentre la vedeva piangere disperata.

Un enorme lupo bianco le si avvicinò e, dopo averle dato dei leggeri colpetti con il muso, la copri con il suo corpo proteggendola dal freddo, mentre lei sprofondava il viso sulla su morbida pelliccia.

<< Ora ha qualcuno che le è di conforto. Facciamo ritorno in casa e ti prego di non dire niente a nessuno, credimi è molto meglio così >>

Alexis non era d'accordo, ma doveva ammettere che Heele aveva ragione: da quel poco che aveva potuto conoscere Rhydian si era resa conto che prima della sua arroganza, della sua forza e della sua freddezza, prima di ogni suo pregio o difetto lei era e rimaneva una ragazza orgogliosa.

Scuotendo la testa amareggiata si avio verso la capanna con Heele al suo fianco.

Le dispiaceva moltissimo per la ragazza, il suono dei suoi singhiozzi le risuonavano nelle orecchie, voleva diventare per lei un appoggio, una spalla su cui contare, un'amica ma sapeva che sarebbe stato difficile perché, prima ti tutti, sarebbe stata proprio lei a impedirglielo.

Ma anche lei era testarda e non si sarebbe arresa.

 

 

I giorni passarono velocemente, anche troppo, e alla fine arrivò il cinque gennaio. Da lì a pochi minuti i ragazzi si sarebbero smaterializzati alla stazione ferroviaria di Londra e sarebbero ritornati ad Hogwarts, per riprendere la solita routine: studio, quiddich, amici e guai.

Ma a Fraser doveva ammettere che gli era mancata quella routine che, quando la viveva, la odiava a morte, ma più di ogni altra cosa al mondo gli mancava Sora, il suo piccolo amico draghetto che era rimasto a casa e suo padre, in qualche modo, glielo avrebbe fatto ritrovare nella sua stanza. Anche se gli era mancato il suo amico era contento di aver partecipato a quel viaggio, soprattutto perché aveva avuto l'occasione di approfondire la sua amicizia con Malfoy e conoscere meglio Rhydian, rimanendo piacevolmente sorpreso dalla dolcezza che aveva smascherato con gli abitanti di quella casa, soprattutto con il neonato.

Non avrebbe mai dimenticato l'immagine, di qualche giorno fa, di lei coperta solo da un enorme maglietta di un gruppo rock babbano, che cullava il piccolo Philippe per farlo addormentare mentre le cantava una ninna nanna, la solita canzone che ormai da anni le aveva sentito canticchiare, solo che questa volta la melodia aveva le parole e, per quanto ne aveva sentito, erano irlandesi.

Peccato che non era stato l'unico ad assistere a quell'immagine celestiale, anche quel dannato di Foster aveva avuto l'onore di osservare quella scena e, a differenza di lui, non era rimasto incantato dalla dolcezza della ragazza dalle onde color delle fiamme, ma dalle sue snelle gambe perlacee, senza contare che la maglietta faceva intravedere le mutandine di pizzo nero, rendendo quel porco ancora più famelico.

Non erano molte le persone che si guadagnavano il suo disprezzo, ma Foster se le era meritato in pieno.

Odiava come trattava le ragazze a Hogwarts, odiava la sua aria spavalda da spaccone e odiava come guardava la sua Rhydian; non gli avrebbe mai permesso di aggiungerla alla sua collezione di vittime da lenzuola.

<< Ehi bello come va? >>

Fraser si volse di scatto ritrovandosi la figura di Manos dietro di lui, con un sorrisetto impertinente dipinto sul viso; anche lui non era esattamente una persona che stimava: lo vedeva più come un tipo lascivo, che passava da ragazza a ragazza, infondo era un degno amico di quel dannato ma almeno lui era simpatico e non musone come quello, che si credeva tanto fico con la sua aura di mistero da bello e dannato.

<< Manos, mi chiamo Fraser e non “Eh bello” >>

<< Mamma mia quanto sei formale, dovresti darti una rilassata. Sembri più un vecchio che un sedicenne >>

<< Che diavolo vuoi? >>

Stark si stava innervosendo. Anche se gli stava simpatico Manos non era amico suo, ma lo era del suo rivale e, per quanto strano e improprio per una Serpe, era molto fedele a chi considerava tale. Quindi era più che sicuro nel affermare che non era li per fare due chiacchiere in simpatia.

<< Niente di che, volevo solo dirti che ti stai sbagliando su Jonathan. Non è ciò che tu stai dipingendo >>

<< Non è un malato di sesso? >>

<< Gli piace divertirsi, questo lo ammetto, ma è il mostro che credi tu anzi ti posso assicurare che è la bisbetica gli piace molto, anche se non lo ammetterà mai >>

A Stark quasi gli venne da ridere: forse Manos aveva ragione, ma questo non giustificava il trattamento di quelle ragazze che, anche se erano consapevoli, venivano trattate come giocatoli per poi essere gettate una volta che stancavano. Sarebbe anche sembrato un vecchio, ma suo padre gli aveva inculcato con forza il senso del onore e del rispetto, e persone immature come Foster non meritavano alcun tipo di rispetto.

<< Puoi dirmi tutto quello che ti pare, ma è inutile. Vedi anche a me piace Rhydian e non permetterò che uno come il tuo amico la sfiori con un dito; posso sembrare inoquo ai vostri occhi, ma fidati che so combattere quando ne vale la pena e lei vale >>

Senza dire più niente prese il suo borsone e usci dalla stanza, lasciando Nico a pensare sulle parole del ragazzo dagli occhi viola: aveva tentato di evitare lo scontro tra il Grifondoro e il Serpeverde, ma non si sarebbe aspettato che anche Stark si fosse preso una bella sbandata per la Harvey.

Lui avrebbe fatto il tifo per il suo amico, ma questo non voleva dire che non si sarebbe divertito alle loro spalle, anzi ora che c'era anche un pidocchioso Grifone tra le sue vittime il divertimento sarebbe stato ancora più gustoso, non vedeva l'ora.

 

 

 

Appena quei idioti dei ragazzi avevano liberato la sua stanza dalle loro fetide cose, fu il turno di Rhydian di preparare il borsone, non che avesse tante cose da portare via, la maggior parte di esse l'aveva lasciata a Hogwarts, doveva solo riportare alcuni pigiami, dei vecchi e logori jeans, delle pesantissime felpe e altre cose del genere, in più questa volta si sarebbe portata dietro Sole e il suo mp3, aveva bisogno di due oggetti: Sole era l'unico ricordo del suo padre adottivo, glielo aveva fatto lui, peccato che non era mai stato bravo nei lavori manuali e infatti il risultato si vedeva, ma anche se brutto era stato un ottimo conforto e amico, e la musica unica medicina contro i suoi cambi di umore, cosi avrebbe evitato di uccidere qualcuno anche perché era sicura che il gruppo dei ficca naso non aveva mantenuto il segreto, era certa che una volta varcato quel enorme portone tutti avrebbero cominciato a bisbigliare e parlare dietro le sue spalle.

Ma tanto ci era abituata.

Fece un profondo respiro mentre lo sguardo si poso sulla scrivania, in particolare su i libri che si trovavano fuori, quei libri era tutto ciò che sapeva sul popolo di sua madre, li aveva studiati notte e giorno, si era allenata fino a sputare sangue, aveva tentato di trovare quel maledetto equilibrio tra i due nuclei dentro di lei, ma ancora non aveva avuto risultati. Heele le diceva sempre che doveva rinunciare, che non poteva essere ciò che non era, ma lei non capiva: l'eclissi si stava avvicinando sempre di più e, se voleva avere qualche speranza di cambiare le cose in meglio, doveva proprio essere ciò che non era. Anche se rischiava molto.

Quasi d'istinto volse lo sguardo verso la foto sul suo comodino incrociando gli occhi ridenti di Abel, lui sarebbe sicuramente stato dalla sua parte, avrebbe detto che volere e potere e lei era talmente cocciuta che aveva più potere di tutti e poi avrebbe fatto qualche stupida battuta facendo ridere tutti quanti, lui era fatto cosi: quando il discorso si faceva troppo serio, lui cominciava a scherzare e a dire cavolate.

Era la cosa che più le mancava di lui, la sua spensieratezza.

<< Manca anche a me >>

Heele era appoggiata alla porta che la guardava intensamente anche se, da come la fissava, si capiva che la sua mente era tutt'altra parte. Dopo la morte del marito Heele non si era mai abbattuta, tirando una forza che nemmeno lei sapeva di possedere, ma ciò non significava che non soffrisse ancora e anche molto, soprattutto perché il suo assassino era ancora vivo e vegeto.

Il solo pensiero che lo aveva avuto sotto mano a Hogwarts e non avendo potuto nemmeno ferirlo gravemente a causa della sua debolezza, le fece montare la rabbia in corpo. Quel bastardo meritava la morte e lei desiderava donargliela, la più dolorosa che conosceva.

Scosse la testa con violenza, cercando di scacciare tutti quei pensieri, non doveva pensare a niente che non sia il suo allenamento e la sua missione, poi quando quella cavolo di eclissi stellare sarebbe passata si sarebbe ritirata dalla scuola e avrebbe iniziato la sua vendetta.

Ma tutto questo Heele non lo sapeva.

<< Fai attenzione e fai tutto ciò che i centauri ti dicono di fare, capisco che gli imprevisti possono accadere, ma tu pensa a te stessa. Ok? >>

<< Heele, ne abbiamo già parlato. Io sono stanca e non sono una vigliacca >>

<< No, non sie una vigliacca ma non puoi combattere da sola contando solo sulle tue forze, almeno potresti usare la bacchetta >>

<< Certo cosi creo un'altra esplosione. Sai bene che finché non trovo un equilibrio tra i due nuclei non riesco a gestire nessuno dei due >>

Rhy si gettò sul letto cominciando ad osservare molto attentamente il soffitto. Era stanca di essere cosi, dannatamente, diversa: non era ne una Flamee ne una strega, non era niente.

<< La stronza aveva ragione: io sono pericolosa, una mina vagante, un...qualcosa che non mi viene in mente, ma che è letale >>

Heele non riusci a trattenere una leggera risata, procurandosi cosi lo sguardo di fuoco della ragazza. Senza dire niente si avvicino a letto e, dopo aver posato il borsone a terra, si stese vicino a lei abbracciandola e accarezzandole i lunghi capelli, proprio come faceva quando cercava di farla addormentare quando era solo una bambina musona; ma adesso la bimba musona era cresciuta, aveva lasciato il posto a quella splendida giovane donna che non faceva altro che prendere a calci il mondo.

<< Tua madre non ha la più pallida idea di cosa ha perso, tu sei forte e sei speciale, certo hai molti difetti ma chi non li ha? Rhy, voglio che tu ricordi per sempre quello che sto per dirti: io sono orgogliosa di te e di ciò che sei diventata. Per questo che ti dico fai quello che ti senti, che sia giusto o sbagliato, io sarò sempre dalla tua parte >>

Rhydian, sentendo quelle parole, ricambiò l'abbraccio della donna riempiendola di baci e ricoprirla di ringraziamenti.

<< Falla finita ragazzina, so già che me ne pentirò povera me. Ora vattene e vai a salutare i bambini i tuoi amici stanno per partire >>

<< Per l'ultima volta, Heele: loro non sono miei amici >>

Senza dare alla donna il tempo di ribattere, la ragazza prese il suo borsone e si diresse verso la porta ma, un attimo prima di varcare l'uscita, si fermo di colpo fece cadere il borsone a terra e, come un fulmine, si gettò tra le braccia di Heele.

<< Non ti abituare, ma ti voglio bene >>

<< Tranquilla mi sono già disabituata e ti voglio bene anch'io >>

Dopo che le due si rivolsero un ultimo sorriso, Rhydian raccolse la borsa e ne andò al piano di sotto per salutare i bambini, mentre la guardava andarsene via il sorriso che aveva mantenuto fino a quel momento scomparve e crollo su letto, mentre i suoi occhi si posarono sulla foto del suo amato marito. Prese la cornice tra le mani e comincio ad accarezzare le due facce, avrebbe tanto voluto ritornare indietro nel tempo ai quei giorni in cui suo marito era vivo e Rhydian era una semplice bambina che sapeva ridere e giocare.

<< Abel, ti prego, ti scongiuro, dimmi che non sto sbagliando, dimmi che non sto facendo nulla di male ne ho davvero bisogno >>

 

 

Rose era seduta sul treno 9 e ¾ mentre stava facendo ritorno a Hogwarts, era insieme a Lene e Fran le sue inseparabili amiche di sempre, l'argentina stava aggiornando l'amica su tutto ciò che era successo durante le vacanze in Finlandia, ma la Weasley non riusciva proprio ad tenere il passo con i discorsi delle amiche, in mente aveva ancora l'immagine del bacio tra lei e Malfoy.

Da quando era successo aveva fatto di tutto e di più per evitare il biondino tinto: il solo vederlo la faceva diventare rossa come un pomodoro e tremare dalla vergogna. Aveva sbagliato, aveva sbagliato alla grande e ora doveva pagare le conseguenze.

La porta del loro scompartimento si apri all'improvviso pietrificando all'istante Rose: Albus, Fra e Scorpius erano appena entrati e il biondino dongiovanni la stava guardando con un dannatissimo sorrisetto vittorioso.

Ma che si rideva?

Senza nemmeno pensarci Rose si alzo di scatto, pronta a scappare il più lontano possibile da quel errore, prima o poi lo avrebbe affrontato, meglio poi, ma lo avrebbe fatto.

<< Rose dove vai? >>

<< Già Rossa, dove vai? >>

<< Tranquilla Fran ho bisogno di fare due passi, Malfoy fottiti >>

<< Compiacere Rossa, con molto piacere >>

Brividi di rabbia le percorsero tutto il corpo, avrebbe tanto voluto ucciderlo ma non aveva alcuna intenzione di finire in gatta buia per colpa sua e della sua lingua velenosa. Senza dire nulla usci dallo scompartimento, cominciando a fare due passi per lo stretto corridoio; ma che diavolo le aveva detto la testa! Come aveva potuto donare il suo primo bacio a Malfoy, la Serpe, il figlio del furetto, lo schifoso dongiovanni che si divertiva a far piangere le donne fuori e dentro il suo letto...o almeno cosi diceva Albus.

Era ancora immersa nei suoi pensieri quando venne trascinata in uno scompartimento completamente vuoto; come aveva fatto quel infame di Malfoy? Possibile che era intento di tormentarla senza darle nemmeno il tempo di riprendersi dalla cavolata appena commessa?

<< Malfoy quel bacio è stato un errore, quindi per favore... >>

<< Che diamine centra Malfoy? >>

Ok, ora Rose voleva essere avadakedabrizzata in quel istante.

Rhydian le stava di fronte, mente le teneva il braccio, e la stava guardando con un enorme punto di domanda, aveva rivelato il suo più grande segreto a Kaderin Rhydian Harvey...voleva morire subito!

Per un certo momento sembrava che lei stesse per chiedere una spiegazione, infondo tutti sapevano che la Weasley e Malfoy si odiavano a morte, ma poi scosse la testa ripesandoci, per sua enorme fortuna, ma continuo a guardarla con uno sguardo serio e pieno di significato.

<< Senti Weasley, tu non mi piaci e questo lo sai e io non piaccio a te, e anche io lo so benissimo, quindi mi crederai se ti dico che ciò che sto per chiederti mi costa molto. Ma ho bisogno del tuo aiuto >>

<< E cosa ti fa pensare che io ti voglia aiutare? >>

Rhydian sospiro abbassando la testa, ma perché le cose non erano mai facili? Doveva sempre ricorrere alle minacce per ottenere ciò che voleva, e anche questo stava cominciando a stancarla.

<< Di che bacio stavi parlando prima? >>

<< Dimmi che devo fare e io lo faccio, o mia padrona >>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: sono tornata....con qualche esame in meno e con molta più fretta di finire gli esami, ma trovando sempre tempo per la mia creazione, quindi se magari ritardo non preoccupatevi perché prima o poi spunto fuori, ricordatevi che io sono come il prezzemolo.

E dopo questa intro da brava pazza furiosa esaurita, ricapitoliamo questo nuovo capitolo: Alexis vede la nostra Rhy nel atto più intimo e umano (fissatevi bene questa immagine nella mente, perché non la vedrete molte volte) e decide di diventare sua amica (tutti masochisti qui?), poi vediamo una piccola chiacchierata tra Fraser, il nostro cavaliere, con Nico, il bel greco che si diverte a stuzzicare tutto e tutti, che si dimostra un buon amico e difende Jonathan, ma non ottenendo risultati trova nuovi spunti per divertirsi alle loro spalle.

Poi tocca a Rhy e Heele con un toccante momento madre e figlia e infine Rose che si mette nei guai con le sue stesse mani; una ragazza mi ha chiesto come mai avessi fatto una Rose cosi imbranata e io ho deciso di rispondergli proprio in questo mio spazio: perché la prima regola di un buon scrittore è quello di scrivere di ciò che conosce, e io sono la regina degli imbranati quindi la risposta mi pare ovvia!

Nel prossimo capitolo scopriremo cosa vorrà Rhy da Rose e, anche questa volta, voi sarete una parte attiva in più scriverò di alcuni personaggi che ho un po' abbandonato e comincerò a buttare le basi delle loro love story.

Come sempre spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto e se avete consigli da darmi non fatevi problemi, io sono sempre qui.

Un Bacio.

Vero   

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Capitolo 20
*** Capitolo 18 ***


Speranza...grandissima Bastarda!

 

 

 

 

Il treno correva veloce tra i binari, sicuro della sua strada, senza alcuna esitazione su di essa: quello era il suo percorso e niente e nessuno lo avrebbe ostacolato.

Anche Erika voleva essere cosi, o meglio, di solito lei era cosi, ma quando si trattava di un sentimento in particolare, di una persona in particolare, il suo treno deragliava facendole perdere completamente il controllo e perdere la strada giusta.

Quanto lo odiava!

Ma purtroppo lo amava.

Odiava Albus Severus Potter allo stesso modo in cui lo amava.

Ecco perché quando era arrivato l'invito per passare l'ultimo del anno in Finlandia aveva rifiutato con tutta se stessa: era matematicamente impossibile che lei avrebbe passato tutti quei giorni chiusa in una casa, in mezzo al nulla, con delle persone intente a farsi gli occhietti dolci, senza fare la figura della Tassa d'avanti ad Al.

Già una volta aveva messo da parte il suo orgoglio per chiedergli scusa, non aveva cosi tanta fretta di farlo nuovamente.

In più non voleva più sentirlo blaterare di quella stramaledetta di Shey.

E sì. Perché non solo era innamorata di uno scemo che nemmeno la guardava, ma lo scemo era innamorato di un'altra e, ultimamente, sembrava che il suo nuovo hobby fosse quello di parlare di lei e tessere le sue lodi. Persino quando portava la forchetta alla bocca sembrava un atto unico e celestiale...ma si poteva essere cosi tonti!

E lei era più tonta di lui, visto che non era ancora riuscita a toglierselo dalla testa.

Avrebbe tanto voluto prendere a testate il vetro...ehi!

Magari funzionava.

<< Che fai Erika? Ti godi il panorama? >>

Ma perché quello aveva il super potere di arrivare all'improvviso nei momenti meno opportuni?!

<< No Potter, sto cercando di spaccarmi la testa. Quindi se non ti dispiace vorrei starmene da sola >>

<< Pensieri fastidiosi? >>

<< Non puoi immaginare quanto >>

Albus osservò l'amica sorpreso, la conosceva da molto tempo e, nonostante, i suoi innumerevoli difetti e quel suo bruttissimo carattere che, senza esagerare, avrebbe potuto competere senza problemi con quello di Rhydian, non l'aveva mai vista confusa.

Lei non era cosi.

Segretamente l'aveva sempre ammirata per la sua forza d'animo: sembrava che niente e nessuno poteva scalfirla o farle perdere il controllo, ma adesso gli stava dimostrando l'esatto contrario.

<< Posso darti una mano? Magari potrei darti la soluzione hai tuoi problemi >>

Alla Gray ci volle tutta la sua forza di volontà per non scoppiargli a ridere in faccia: lui che poteva risolvere i suoi problemi? Ma se era proprio lui la causa del suo stato!

Beata ignoranza.

<< Ti ringrazio ma è una cosa che devo risolvere da sola >>

<< Mica centrerà un ragazzo? >>

A quell'affermazione Albus scoppio immediatamente a ridere.

Quell'idea gli era venuta in mente in un secondo di follia: era impossibile che Erika Gray avesse una cotta per qualcuno, aveva visto troppi ragazzi massacrati solo perché avevano osato dichiararsi a lei. Ormai era convinto che se mai quella ragazza si sarebbe sposata sarebbe stato solo tramite un matrimoni combinato, per mantenere la purezza del sangue.

Per un momento il cuore di Erika aveva smesso di battere, per la paura che in un raro ed estremo momento di intelligenza, Severus avesse capito i suoi sentimenti, ma quando aveva sentito il suono di quella risata canzonatoria la rabbia aveva cominciato a crescere dismisura dentro di lei.

Come si permetteva quella testa di troll di ridere di lei.

<< E anche se fosse? >>

A quelle parole le risate morirono nella gola del ragazzo: Erika Gray innamorata?

<< Chi è? >>

<< Non sono affari tuoi Potter e ora, se non ti dispiace, ritorno nel mio scompartimento e guai a te se mi segui >>

Senza aggiungere altro la ragazza si voltò, dando le spalle al giovane Serpe, dirigendosi verso il suo posto con passo di marcia. Mentre Albus la guardava a bocca aperta.

Erika Gray innamorata?

Poteva ripeterlo mille volte nella sua mente, sempre gli suonava strano, ma in fondo spiegava ogni cosa a partire dal suo strano comportamento.

Ma c'era qualcosa che lo infastidiva.

Chi diamine era questo ragazzo uscito dal nulla? E soprattutto perché sentiva qualcosa che gli rodeva dentro?

 

 

<< Ma dove diamine è finita Rose? >>

Lene camminava lungo il corridoio mentre i suoi occhi verde scorrevano a destra e sinistra in ricerca della sua amica.

Voleva chiederle una o due cosette?

Tipo perché era scappata a gambe levate appena aveva visto suo fratello? O perché Scorpius era scoppiato in una risata nevrotica?

Ormai conosceva quei due come le sue tasche e, per il perizoma di Merlino, tra quei due era successo qualcosa di grosso, di molto grosso e lei aveva tutto il diritto di saperlo.

Era arrivata alla fine della carrozza, quando si senti afferrare il braccio ed essere trascinata dentro, l'istinto primario di urlare prese il controllo su di lei, ma un enorme mano grande e forte le tappo le labbra.

Quel contatto le fece tornare la calma.

Lei conosceva alla perfezione quella mano.

Come conosceva quei splendidi occhi scuri come la notte, dello stesso colore dei suoi setosi capelli,ma la cosa che da poco aveva imparato a conoscere erano le sue labbra: soffici come il velluto e dolci come il cioccolato, ma piene di passione e di amore che la facevano perdere ogni forza e cedere completamente.

Quando, con tutto il disappunto della ragazza, quelle dolci e calde labbra si staccarono da lei venne sommersa da due pozze nere capaci di incantarla, mentre un sorriso smagliante le illuminava il volto; il suo cuore non accennava di smettere di battere, mentre la sua mente era bella che andata.

Se Fran e Rose l'avessero vista sicuramente le avrebbero detto che era completamente rincretinita, ma che andassero al diavolo!

Ora era tra le sue braccia e niente nessuno poteva rovinare quel momento cosi perfetto.

<< Mi sei mancato moltissimo Jason >>

<< Ehy Shailene. Non ci vediamo da un giorno >>

<< E già troppo per i miei gusti, se non ti vedo per almeno un ora mi sento morire. Sono stata cosi al lungo a pensare che i miei sentimenti non fossero ricambiati che, adesso che stiamo finalmente insieme, non voglio passare un minuto di più lontana da te >>

Jason sorrise alle parole della sua fidanzata: era cosi dolce, gentile e affettuosa che era stato impossibile per lui non innamorarsi, in realtà erano ormai due anni che non riusciva più a vederla come la piccola Lene, la sua amica d'infanzia che non faceva altro che seguirlo ovunque andasse, ma aveva sempre taciuto credendo che lei non vedeva altro che il bambino con cui giocava in passato.

Dio solo sapeva quello che aveva passato.

Aveva represso ogni desiderio e pulsione, soprattutto quello di spaccare la faccia al cretino di turno che faceva il casca morto con lei, era diventato bravissimo a nascondere la sua gelosia, tanto che anche Nico non si era accorto di nulla, ma dentro di lui il mostro dagli occhi verdi lo divorava; ogni scusa era buona per abbracciarla, per avere quel contatto fisico che bramava più dell'aria stessa.

Ma poi era arrivato capodanno, sia lui che Shailene erano rimasti in Inghilterra: lui per studiare e lei perché aveva deciso di fare compagni ad Astoria, visto che Draco era pieno di lavoro e aveva pochissimo tempo per dedicare alla sua famiglia. Cosi la famiglia Nott aveva invitato le due donne a casa loro per festeggiare insieme l'arrivo del nuovo anno; mentre gli adulti parlavano dei bei vecchi tempi andati i due ragazzi si erano diretti negli immensi giardini della villa; a Shailene piaceva camminare sulla neve e Jason lo sapeva bene, per questo aveva fatto apparecchiare un piccolo tavolo pieno di tutte le cose che alla ragazza piacevano solo per loro due e si beo la vista nel guardarla sorridere per la felicità.

Era talmente contenta che gli aveva gettato le braccia al collo e aveva iniziato a tempestarlo di baci su tutta la faccia smettendo quando, per sbaglio, le sue labbra incontrarono le sue. La ragazza si allontanò immediatamente, completamente rossa in viso, cominciando a scusarsi e a torturarsi i capelli dal nervosismo, ma ormai il danno era fatto.

Nott si avvicinò a lei e, bloccandola contro un albero, la baciò con forza. Anche se dopo lo avrebbe odiato non gli importava, voleva sentire ancora il tepore di quella bocca a cuore sulla sua; al inizio sentiva la ragazza ribellarsi, ma pian piano la sentiva calmarsi poi, dopo aver posato le sue piccole mani sui suoi fianchi, ricambiare il suo bacio.

Da quel momento la loro storia era iniziata, ma per il momento era una storia segreta: voleva godersela ancora un po' prima di dirlo ai loro amici, anche perché Scorpius era molto geloso della sua piccola sorellina e gli avrebbe messo, sicuramente, i bastoni tra le costole.

<< A cosa pensi? >>

Gli enormi occhi di Shailene lo stavano osservando incuriositi, ma pieni d'amore.

<< A quanto ti amo >>

<< Stupido >>

La ragazza affondò il viso sul ampio petto del Serpeverde, ispirando il suo profumo...Rose poteva aspettare, ora si trovava nel suo Eden e non ci avrebbe rinunciato tanto facilmente.

 

 

Jonathan era comodamente seduto nel suo scompartimento che, per qualche grazia divina, era completamente vuoto ed era intento a leggere uno dei libri babbani che aveva trovato nella libreria di Rhydian: “Racconti di Raziocinio” di un certo Edgar Allan Poe; aveva letto solo una ventina di pagine ma aveva capito una cosa molto importante: se quelle erano le letture che piacevano alla ragazza, si capivano molte cose del suo carattere.

La porta a soffietto si apri di scatto, riportando il ragazzo alla realtà e rovinando la sua pace, mentre Nico si metteva seduto difronte a lui con il suo solito sorrisetto; non ne capiva il motivo, ma quando il suo amico aveva quel sorriso desiderava moltissimo dargli un pugno.

<< Allora mio carissimo Foster, piaciuto la nostra piccola vacanza? >>

<< Dove vuoi andare a parare Nico? Non ho tempo per i tuoi subdoli giochetti >>

<< Mamma mia quanto sei musone, hai mai sentito parlare di “senso del umorismo”? Ti farebbe davvero bene sai? >>

Se uno sguardo potesse uccidere, a quest'ora il greco sarebbe esploso sul sedile, visto che Jonathan era davvero infastidito. Nico alzo le mani in alto, in segno di resa, conosceva molto bene il portiere dei Serpeverdi e sapeva che quando ti guardava in quel modo era meglio non tirare troppo la corda.

<< Sono venuto a parlarti di Stark >>

<< Che cazzo vuole quel Grifone sbiancato? >>

<< Solo fregarti la tua donna >>

A quella affermazione Foster sgrano gli occhi; credeva di essere stato attento a non manifestare troppo la confusione che provava per la ragazza, ma a quanto pare Manos l'aveva scoperto in pieno. Conoscendolo adesso, sicuramente, si sarebbe divertito un mondo alle sue spalle, proprio come un perfetto Serpeverde malizioso.

Con una semplice alzata di spalle, Jonathan ritornò a fissare il libro.

<< Lo sapevo già questo >>

<< Come sapevi che secondo i suoi bei occhini tu sei il cattivone che vuole stuprare la sua bella e lui, invece, è il prode cavaliere dalla scintillante armatura che la salva? >>

<< Che cosa?! >>

Foster era scattato in piedi dallo stupore e dalla rabbia: ok, non era un santo, ma ad arrivare a pensare di lui in quel modo era troppo. Non aveva mai ingannato nessuna e, soprattutto, non aveva mai obbligato nessuna a fare nulla, era sempre stato sincero con tutte ripetendo, fino alla nausea, che lui non voleva storie serie ma solo sesso.

In più chi si credeva di essere per poter dire certe cose sul suo rapporto con Rhydian?

Per la prima volta aveva incontrato una che non lo attirava solo da quel punto di vista, e a causa di quello era andato completamente nel pallone non sapendo come comportarsi e cosa cavolo dire, che a stento lui stesso si riconosceva e adesso, dal nulla, veniva quello sbiancato a giudicarlo?

Era un uomo morto.

Senza farlo apposta vide, attraverso il vetro della porta, la testa candida di Fraser che camminava incurante di ciò che gli stava per accadere.

Senza pensarci troppo Jonathan apri di scatto la porta, lo afferrò per il cappuccio della sua felpa e, malamente, lo trascino dentro lo scompartimento, mentre Manos se la rideva sotto i baffi, si stava divertendo come mai in vita sua.

<< Che diavolo ti è preso Foster? >>

<< No, che cazzo ti prende a te brutto bastardo stinto! Senti non mi da fastidio che fai gli occhini teneri alla Harvey, come non mi da fastidio che gli vai dietro come il cane che sei. Ma non ti azzardare a dire cazzate sul mio conto, solo perché vuoi screditarmi ai suoi occhi >>

Stark, con uno strattone, riusci a liberarsi dalla prese della Serpe e, con lo sguardo pieno sfida, cominciò a tenergli testa.

<< Io dico solo la verità Foster. Non è forse vero che ogni notte ti porti una donna diverso nel tuo letto? Non è forse vero che hai lasciato mezza scuola in lacrime perché hai illuso quelle povere ragazze? Non è forse... >>

Fraser non riusci a concluder la sua ramanzina, che si trovo a sbattere con forza contro la porta, mentre Foster lo stringeva per il colletto e lo guardava con occhi iniettati di sangue.

Per la prima volta comprese i racconti di quei pochi che si erano ritrovati a scontrarsi con lui: aveva gli occhi di una belva!

Ma se credeva che in quel modo gli avrebbe messo paura, si sbagliava di grosso; dopo anni il suo cuore aveva ricominciato a battere per un altra ragazza e, questa volta, l'avrebbe salvata, anche da se stessa se fosse stato necessario.

<< Senti un po brutto stronzo con il cervello di un troll, invece di dare retta le voci di corridoio messe in giro da qualche povera illusa che era troppo occupata a farsi film mentali, invece che ascoltarmi, fa un favore a tutto il mondo e comincia a pensare con la tua testa. E per quanto riguarda Rhydian: lei è diversa da tutte le altre, non ha bisogno di qualcuno che la salvi, perché ha differenza di te ha le palle. Ora ti conviene sparire dalla mia vista, non ho voglia di sporcarmi le mani del tuo sporco sangue >>

Sempre tenendolo per il colletto della felpa, apri la porta e, malamente, lo butto fuori per poi richiuderla dietro le sue spalle.

Jonathan comincio a respirare profondamente, cercando di darsi una calmata: odiava arrabbiarsi in quel modo, ecco perché la maggior parte delle volte ignorava chiunque gli stava intorno, ma quando qualcuno esagerava non c'era altro modo che darli la lezione che si meritava.

Un rumore di applausi gli fece alzare lo sguardo; Nico stava battendo le mani con il suo solito sorrisetto irritante.

Incredibile!

Anche se era un suo amico faceva davvero schifo da quando era infido.

<< Ti stai divertendo? >>

<< Moltissimo vecchio mio e, ne sono sicuro, mi divertirò ancora di più osservando come andrà avanti questa storia. Ora, se non ti dispiace, me ne vado. Sai questa camicia è nuova e non vorrei rovinarla >>

Detto questo Nico usci dallo scompartimento, lasciando l'amico a darsi una calmata.

 

Dominique era intenta a fissarsi le scarpe mentre Lola si stava limando le unghie e Fray leggeva un libro, il silenzio di tomba regnava sovrano sul loro scompartimento e la tensione si tagliava con un coltello. Non ci voleva un genio per capire che le sue due migliori amiche erano incavolate nere con lei, e come poteva darle torto: le aveva dato buca per l'ultimo del anno per andare in Finlandia con Manos, sapendo benissimo che le sue due migliori amiche non lo potevano ne vedere ne sentire.

Si avevano tutte le ragioni del mondo per ignorarla.

<< Dai ragazze! Ok, ho sbagliato a piantarvi in asso e per questo vi ho già chiesto scusa un milione di volte, ma non credete di stare esagerando? >>

<< Davvero Dom, avvolte sembri davvero più stupida di quanto tu sia davvero >>

<< Quello che Fray voleva dire, è che non hai capito il motivo per cui siamo davvero arrabbiate con te >>

<< No, no, io volevo proprio dire che è una stupida! >>

Lola fulminò con lo sguardo Fray, purtroppo quei enormi occhioni azzurri, cosi intelligenti e pieni di sapienza, non conoscevano il significato della parola “tatto” o “gentilezza”.

Per carità! Sia lei che Dom adoravano quel lato di lei cosi schietto, avvolte anche ingenuo, era l'amica ideale per due Veele come loro due che spesso, e volentieri, venivano circondate da false amicizie, ma avvolte poteva risultare troppo pesante e le sue parole diventavano talmente dure e spietate da sembrare dei poderosi pugni in faccia.

<< Invece credo di sapere benissimo il vero motivo. Non sono cosi stupida come credi Fray >>

Prima ancora che la ragazza potesse ribattere all'affermazione dell'amica, Lolla le attrappo la bocca con la mano, avvolte doveva ricorrere alle maniere forti per farla stare zitta, facendo segno a Dominique di continuare.

<< Siete incavolate perché ho rinunciato alla nostra festa per conoscere meglio Nico >>

All'improvviso Lolla cacciò un urlo, Fray le aveva appena morso la mano liberandosi dalla sua presa, e guardava furente la Weasley; poche volte le due ragazze l'avevano vista in quello stato di colera e, ogni volta, avevano appurato che era meglio starle alla larga, ma ormai il danno era fatto e non avevano tempo per darsela a gambe.

<< Ok non sei stupida. Sei la regina, imperatrice, sovrana, dea, suprema massima delle stupide! Da quando siamo diventate amiche abbiamo sempre passato l'ultimo del anno insieme, non importava dove, l'importante era che fossimo solo noi tre unite, come i moschettieri. Ma tu, oltre averci snobbato alla stra grande, ci hai rimpiazzato con quel maniaco sessuale, dagli ormoni impazziti, di un greco che, se ben ricordo, fino al anno scorso ti stava sulle scatole, tanto che avevamo pianificato il suo omicidio e poi farlo sembrare un incidente alla perfezione. E poi scusami tanto, regina dei cervelli di gallina, da quando in qua Manos è diventato Nico? >>

<< Fray stai esagerando. Guarda l'hai fatta piangere >>

<< Stì cazzi! Quello che dico è il mio pensiero e, sono sicura, che anche il tuo quindi se a lei non sta bene che se ne vada al diavolo. Con me a chiuso! >>

detto questo Fray scatto in piedi, ancora tremante dalla rabbia, per poi uscire dallo scompartimento sbattendo la porta alle sue spalle.

Lolla guardava l'amica scuotendo la testa: tempo qualche giorno e sarebbe ritornata su i suoi passi, doveva solo ritornare razionale, solo che adesso toccava a lei raccogliere i pezzi.

Senza dire una parola si avvicinò alla sua amica e l'abbraccio il più forte che poteva, anche lei era delusa dal suo comportamento, ma non per questo le avrebbe voltato le spalle, intanto Dom aveva poggiato la testa sul suo petto ed era scoppiata in un pianto disperato mentre Lolla, sempre in silenzio, le accarezzava i lunghi capelli dorati.

 

Louis camminava tranquillamente per i corridoi del treno 9 ¾, fischiettando allegramente una canzoncina francese, alla ricerca di un posto tranquillo dove non ci fosse la presenza di qualche suo famigliare, o amico, cosa impossibile ma ci si poteva pur provare.

Tutti erano ormai presi, anima e corpo, dal mistero della Harvey e, per carità anche lui adorava i misteri soprattutto se da essi ci si poteva mettere nei guai, era pur sempre un Weasley, ma per la maggior parte del gruppo quella storia era diventata un ossessione e lui quel genere di cose annoiavano parecchio.

Era quasi arrivato alla fine del treno quando vide una macchia rosa svolazzante.

Avrebbe riconosciuto fra mille quei strambi capelli: Lizzie!

Lindsay Austina, un nome una garanzia...di follia!

Ma infondo a lui era simpatica proprio per questo. Era completamente matta, pronta a buttarsi al centro del attenzione di tutti, non si vergognava di nulla e, cosa molto importante, non gli importava cose diceva la gente.

Anche se tutta la scuola parlava di lei e delle sue stramberie lei non perdeva tempo ad ascoltarli, andava dritto per la sua strada a testa alta e con il sorriso stampato sulle labbra. Era una delle persone che più ammirava, ma non glielo avrebbe mai detto visto che aveva il bruttissimo vizzi di essere un po troppo appiccicosa, soprattutto con lui a causa del enorme, come lei diceva, amore che provavo con lui.

Però era la perfetta compagnia se si voleva parlare con leggerezza.

<< Ehy là Lizzie! È raro vederti da sola e in silenzio, tutto a posto? >>

La ragazza si volse di scatto travolgendolo in pieno con i suoi occhi azzurro cristallo, oltre ad essere simpatica, scatenata e spavalda, Louis doveva ammetterlo, era davvero molto bella e il sorriso che gli stava appena regalando era maglifico, tanto da fargli battere leggermente il cuore.

<< Ciao Louis, si tutto bene tranquillo. Avevo bisogno di un po d'aria >>

<< Allora? Come hai passato queste vacanze invernali? >>

<< Niente di che. Mi sono vista con Cat e Shey...ah! C'era anche Marco >>

<< Chi diavolo è Marco? >>

A quella domanda un sorriso furbetto si fece largo sul viso della Tassa; anche se il bel Weasley gli piaceva da matti questo non significava che non poteva stuzzicarlo un po'.

<< Geloso biondino? >>

<< Ti da fastidio? >>

<< No, questo vuol dire che non ti sono del tutto indifferente. Comunque, non te lo dico >>

Senza aggiungere altro la ragazza se ne andò al suo scompartimento, mentre Louis sorrideva tra se e se; quella ragazza gli aveva mostrato un lato del suo carattere che, prima, non aveva notato: era maliziosa, cosa non comune in una fanciulla appartenente alla casa dei Tassirossi, ma infondo lui amava le sorprese.

 

<< Ma dove cavolo si è andata a cacciare quella svampita di Lizzie? >>

Shey stava ormai percorrendo il treno da diversi minuti alla ricerca della sua amica; Cat era scoppiata e aveva cominciato a straparlare di quello stupido gioco babbano di cui era ossessionata e, molto gentilmente, Lizzie l'aveva abbandonata a subire quella tortura, peccato che aveva cominciato a piangere e a ridere allo stesso tempo perché gli mancava il suo fidanzato: sulle sue ossessioni poteva passarci sopra, ma le lacrime...non era il suo forte consolare gli altri, soprattutto se erano lacrime d'amore.

Non era proprio un esperta sul argomento.

Anche se scemo e più scemo litigavano come bambini per lei.

<< Oh dolce visione che m'illumini la giornata, è un piacere vedervi qui >>

Ed ecco più scemo.

<< Scamandro, non è il momento >>

<< Scusa, io volevo farti un complimento. Ma dalla tua faccia qualcosa mi dice che qualcosa non va, che succede? Magari ti posso essere d'aiuto >>

Shey porto le mani sui fianchi, sbuffando rumorosamente, non sapeva se fidarsi del biondino: avvolte si era rivelato molto affidabile e, sorprendentemente, serio,ma solo in situazioni di massima importanza, anche se Cat era la sua migliore amica e avrebbe dato la vita per lei, non poteva considerare i suoi problemi amorosi a distanza come qualcosa di importanza mondiale.

Ma il modo che Lysandre la guardava le diceva che ci teneva: aveva un sorriso rassicurante e gli occhi erano diventati enormi, gli sembrava un cucciolo bisognoso di coccole. Era furbo, davvero molto furbo, sapeva che non poteva resistere a quello sguardo e sene stava approfittando.

<< Non ti sopporto quando fai cosi >>

<< Quando faccio cosi...come? >>

<< Quando mi guardi come se fossi pronto ad affrontare ogni sorta di cataclisma, pur di aiutarmi >>

<< E che ci trovi di strano? Per la ragazza che mi piace sono disposto a fare questo e ben altro >>

La Grifondoro scosse la testa: il Corvonero era ritornato al attacco; anche se era proprio curiosa di sapere perché lei gli piaceva fino a questo punto ma, pensandoci più razionalmente, non era cosi importante.

<< Mi ascolterai? >>

Lysandre le si avvicino, senza togliersi quel sorriso smagliante, per passargli un braccio intorno alle spalle.

<< Vieni, cerchiamo uno scompartimento vuoto, cosi potrai sfogarti come non hai mai fatto in tutta la tua vita e non verrai ascoltata da nessuno, eccezion fatta dalle mie graziose orecchie >>

<< Che pallone gonfiato >>

 

<< Quelle due teste di Troll! Non si abbandona in questo modo un amica! Soprattutto se è disperata >>

Cat era seduta con le gambe incrociate, il viso era corrucciato e gli occhi ancora arrossati per il pianto, mentre stava divorando, furiosamente, dei dolci di una famosa pasticceria italiana, regalo di Marco quando si erano separati alla stazione di Londra.

Quelle vacanze invernali erano state magiche: Marco l'aveva raggiunta in Inghilterra, carico zeppo di dolci e gadget della MotoGP, quel bellissimo ragazzo italiano sapeva come rendere felice la sua fidanzata; avevano passato qualche giorno da soli, per ritrovare quel intimità perduta a causa della distanza, poi si erano diretti a casa di Lizzie per festeggiare insieme il resto delle vacanze. Tutto era stato perfetto: le sue amiche avevano, finalmente, conosciuto il suo Marco e, grazie a Merlino, avevano fatto subito amicizia, lei poteva liberamente parlare delle sue passioni senza che nessuno la guardasse storto e Marco sembrava a suo agio circondato da oggetti magici; quando erano arrivati a casa di Liz con la metro polvere disse che voleva rifare un altro giro, per lui il suo mondo era simile a un parco giochi e a lei piaceva, perché infondo anche per lei era cosi.

Poi le vacanze erano finite e sia lei sia Marco dovevano far ritorno a scuola; si erano salutati vicino al entrata del treno 9 e ¾, i due giovani si erano stretti talmente forte che lei poteva ancora sentire il suo profumo sui suoi vestiti, ormai salutarsi era diventato impossibili; i loro sentimenti erano cresciuti e non volevano più separarsi, ma lei era una strega e lui un babbano, senza contare che lei viveva in Inghilterra e lui in Italia, doveva solo avere pazienza...anche se la pazienza non era una delle sue doti migliori.

Lei apriva sempre il Gas!

<< Posa immediatamente quei dolcetti, sei troppo giovane per rovinarti la linea >>

Cat alzò lo sguardo e vide le sue due migliori amiche sulla porta che la guardavano sorridendo.

<< Tanto è inutile. Avete perso posizione sulla Griglia dell'amicizia >>

Shey e Lizzie si guardavano perplesse, ormai sapevano che quando era arrabbiata o triste cominciava a parlare con la terminologia di quel gioco che le piaceva tanto, peccato che loro due non ci capivano nulla, ma la loro amica aveva bisogno di loro due e, anche se inizialmente se l'erano date a gambe,erano pronte a dargli tutto il sostegno di cui aveva bisogno.

Senza dire niente le due ragazze saltarono addosso alla Tassa, cominciando a farle il solletico. Questa, al inizio, inizio ad urlare dando delle traditrici alle due ragazze, ma poi scoppio a ridere come una pazza, supplicandole di smetterla. A quel punto smisero di farle il solletico, sostituendolo con un lungo abbraccio coccolone, mentre Liz gli sussurrava al orecchio.

<< Perdonaci se siamo state delle vere cacche di troll ma, lo sai, non siamo molto brave a consolare gli altri, l'asso in materia sei tu, ma adesso siamo qui e ti faremmo tutte le coccole del mondo finché non la pianterai di frignare >>

<< Non credo che frignare sia la parola esatta >>

Ma a Cat non importava: Marco le mancava un casino, anche se si erano separati da poche ore, e sarebbe stato sempre cosi finché non avrebbe finito la scuola, ma almeno aveva le sue due migliori amiche a sostenerla e, a modo loro, di tirargli su il morale.

Aveva incontrato l'uomo della sua vita e aveva due amiche splendide che, ne era sicura, sarebbero state sempre presenti nella sua vita.

Era fortunata ed era a questo che lei doveva pensare.

 

Lily era seduta tranquillamente al suo posto intenta a scribacchiare sul suo diario segreto, con il russare di Hugo come sottofondo musicale. Prima a tenergli compagnia c'erano i suoi fratelli ma, come c'era da aspettarsi, quei due si erano defilati: Albus da i suoi amici a progettare scherzi contro i Grifondoro, e James dalla sua ragazza e i suoi amici a progettare scherzi contro le Serpi...quei due erano più grandi di lei ma si comportavano come due poppanti del asilo.

Quei due si comportavano da fratelli maggiori solo quando si trattava di romperle le scatole: quando un ragazzo, qualunque ragazzo, le si avvicinava perché la trovava carina, interessante e simpatica i due fratelli Potter erano pronti a sbucare dal nulla e minacciarlo di morte.

Quando cavolo si sarebbero accorti che anche lei era una ragazza!

Non era più una bambina e, come tutte le sue coetanee, desiderava di avere un appuntamento con un ragazzo carino e dal sorriso splendido.

Tipo...

<< Ciao piccola Potter. Passato bene le tue vacanze? >>

Per poco a Lily non prese un colpo, difronte a lei c'era il ragazzo che la sua mente e il suo cuore stava pensando: Luke Cannon, il più bel Corvonero che si fosse mai visto e, da qualche mese, era l'oggetto della sua cotta segreta.

Era perfetto: intelligente, bello, gentile e altruista, ma aveva un unico difetto: continuava a chiamarla Piccola Potter!

<< Per la milionesima volta Luke, io mi chiamo Lily >>

<< Lo so, ma ha me piace di più Piccola Potter >>

La tredicenne alzò gli occhi al cielo sospirando, temeva che quello stupido nomignolo non se lo sarebbe mai tolto di dosso, anche se sua madre le assicurava che crescendo nessuno l'avrebbe più chiamata in quel modo, ma adesso come adesso le sembrava impossibile.

<< Ehi Piccola Potter ho bisogno di qualche dolcetto, vieni con me a cercare la Signora del Carrello? Ti offro qualche cioccorana >>

Oltre a chiamarla in quel modo stupido, si era offerto di comprarle dei dolciumi? C'era un limite a quel umiliazione?

Voleva tanto dirgli di andarsene e di ritornare quando si sarebbe reso conto che lei non aveva cinque anni, ma non poteva resistere a quello splendido sorrido che gli illuminava il viso, a quei occhi speranzosi e a quella mano grande, ma anche gentile, che era tesa verso di lei.

Era stra cotta di lui e, proprio per questo, era giustificata a comportarsi da perfetta rimbambita.

 

Allison era da sola nel suo scompartimento: Erika, dopo aver incontrato Al, aveva dato di matto e Adel l'aveva portata via, per farla calmare. Peccato che anche lei aveva bisogno di calmarsi; era stata obbligata a rimanere a casa durante quelle vacanze invernali a fare da baby-sitter a quella feccia, mentre i suoi se ne erano andati in giro a divertirsi e a fare baldoria, ma almeno non era rimasta con le mani in mano.

Aveva approfittato del lungo lasso di tempo per mettere a punto il suo piano di vendetta contro quella bastarda di Rhydian e, con sua enorme soddisfazione, era riuscita anche a portarlo a termine.

Non vedeva l'ora che fossero arrivati e godersi, in diparte, quella schifosa rossa cadere nel fango.

In quel preciso momento senti il fischio del treno.

Erano arrivati...che il gioco abbia inizio!

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice: per prima cosa...non si lincia l'autrice, so che sono mancata per molto tempo, ma non mi sono dimenticata di voi, dei vostri personaggi e della mia storia, semplicemente sto studiando per gli ultimi esami prima della tesi...approposito domani ne ho proprio uno.

Quindi non uccidetimi, o almeno aspettate che prima mi lauri.

Spero che vi piaccia questo capitolo e recensite in molti...cercherò di aggiornare questa settimana, ma non prometto nulla.

Come sempre, un bacio.

Vero.     

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Capitolo 21
*** Capitolo 19 ***


Mai far incavolare una Serpe Mancata
 
 
 
Quella sera la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts era in pieno fermento: in ogni angolo del castello non c'era studente o fantasma che non stesse parlando della Serpe Mancata, o meglio della mezza strega, mezza Flamee, della setta di pazzi furiosi, dello scontro infuocato e di tutto ciò che la riguardava.
In poche parole, qualcuno aveva svuotato il sacco. 
Fran non poteva scordate il viso di Rhydian quando, appena entrata nella Sala banchetti, aveva sentito i bisbigli degli studenti scoprendo che il suo più grande segreto era stato portato alla luce, i suoi capelli erano diventati ancora più rossi, rischiando di trasformarsi in fiamma, i suoi occhi erano pieni di rabbia mentre, dopo aver urlato alla preside il bisogno di parlarle in privato, si era diretta al suo studio.
Ma chi era stato?
Non poteva credere che fosse qualcuno dei suoi amici e nemmeno suo fratello...anche perché non era cosi stupido da fare una cosa del genere mentre si trovava a casa di Rhydian e, a seconda delle sue indagini, erano arrivate delle lettere anonime via gufo con il più grande gossip che la scuola di magia avesse mai sentito.
Ma allora chi?
Chi era stato cosi folle da fare una cosa del genere?
Perché, dopo aver visto gli occhi di fuoco di Rhy, non voleva di certo trovarsi nei suoi panni.
<< Fran! >>
L'argentina si volse di scatto verso la voce, trovandosi di fronte a suo fratello e i due fratelli Weasley, Roxanne e Fred.
<< Abbiamo scoperto chi è stato l'idiota >>
<< Io la chiamerei la stronza. Se la Serpe Mancata la uccide, giuro che le do una mano >>
<< Rox, per piacere, non ci sto capendo niente. Chi ha fatto la spia? >>
<< Alison Ilybs >>
In un attimo a Fran tutto parve più chiaro: lei c'era quando la preside aveva raccontato la vera storia della ragazza di fuoco e, come il resto del genere umano che non fosse puro sangue e Serpeverde, odiava a morte ogni singolo essere umano, ma perché era arrivata a tanto?
Questo proprio non riusciva a spiegarselo.
Stava ancora rimuginando sul perché, quando si senti una braccio circondarle le spalle e, quando alzo il viso, per vedere chi fosse si trovò lo splendente sorriso di Fred.
<< Ora piantala di spremerti il cervello. Siamo appena ritornati a scuola, avrei tempo per uccidere quei poveri neuroni >>
Un sorriso le spuntò sul viso: arroganza, presunzione e un pizzico di furbizia era il giusto mix che creavano il fascino di Fred, un fascino che a cui non poteva resistere, ma purtroppo non aveva alcuna speranza: Fred e Fran erano amici e, lo aveva scoperto a sue spese, quando l'amicizia diventa qualcosa di più si rischiava di ritrovarsi con il cuore a pezzi; quindi doveva togliersi dalla mente e ritornare alla normalità.
<< Comunque non mi dispiace per nulla per quella vipera. È giusto che l'intera scuola sappia del pericolo che corre >>
Questa vola a parlare fu suo fratello. Fra era ancora pieno di rabbia e rancore verso la Harvey e, alla notizia che tutta la verità era saltata fuori, aveva gioito. Peccato che la sua affermazione gli aveva procurato le occhiate di disapprovazione di sua sorella, della ragazza di cui era cotto e il fratello di lei.
<< Fra, falla finita >>
<< Mi dispiace sorellina, ma il mio pensiero è questo e, lo sai, non lo cambierò facilmente >>
Fran scosse la testa amareggiata: sapeva che, in un certo senso, suo fratello gemello aveva ragione, ma non era colpa di Rhydian quello che gli era successo; non glielo aveva ripetuto una volta, ma mille, due mila, tre mila, un milione, ma non era servito a niente
Per fortuna Fred era lì, e lui sapeva sempre cosa fare.
<< Che ne dite di bere qualcosa nella Stanza delle Necessità? Ho qualche bottiglia di Fire Whisky con me >>
Non servi nemmeno l'approvazione degli altri visto che i tre ragazzi si misero a correre come matti verso la stanza.
 
Alison saltellava allegramente per i corridoi della scuola, felice del suo operato; ora tutti sapevano la verità su quella stronza, ora nessuno l'avrebbe lasciata in pace. Aveva concentrato la paura e il panico su di lei: un mostro infuocato viveva e frequentava le lezioni affianco a loro pronta, da un momento ad un altro, ad esplodere, con una setta di pazzi sanguinari alle costole che non si sarebbero fatti scrupoli ad uccidere innocenti per arrivare a lei.
Doveva proprio ammetterlo: era stata bravissima!
Ma la sua felicità ebbe vita breve. Da un angolo oscuro apparve una mano che, dopo aver afferrato la sua camicetta, la trascinò con se. Alison non ebbe nemmeno il tempo di urlare o di chiedere aiuto, che si trovò a sbattere la schiena al muro mentre due occhi di fiamma la fissavano, facendo capire alla Serpe il vero significato della parola “paura”.
Rhydian Harvey era di fronte a lei, piena di rabbia, con gli occhi iniettati di sangue.
<< Ora noi due parliamo un po' >>
Il tono della sua voce era tutto pur che tranquillo: un misto di rabbia, malvagità e cinismo.
Ora come ora il nomignolo di Serpe Mancata le calzava a pennello.
<< Io non so con chi tu credi di aver a che fare, ma ti posso assicurare che hai rotto le scatole alla persona sbagliata. Schifosa razzista dei miei stivali >>
<< Brucia l'umiliazione Harvey? >>
<< Quale umiliazione? Credi che per me sia umiliante sapere che tutta la scuola sa la verità sulla mia natura? No! Se tu mi conoscessi davvero sapresti che me ne sbatto del opinione della gente. Quello che mi fa davvero incazzare è, che adesso, per colpa tua, l'intera scuola è in pericolo. Con gli studenti presi dal panico sarà ancora più facile per quei bastardi a eludere la sorveglianza e scatenare l'inferno >>
Gli occhi della Ilybs sgranarono alle parole della Grifondoro, a quello non ci aveva pensato. Però fu solo per un attimo, a parte un pugno di persone che si poteva contare sulle dita di una mano, non le importava niente delle persone che si trovavano nel castello, potevano benissimo morire, lei di certo non avrebbe pianto per loro.
<< Nemmeno tu mi conosci bene, perché se no sapresti che per me questo posto potrebbe benissimo bruciare >>
Rhydian, ormai accecata dal disprezzo, poso il braccio sul collo della Serpe cominciando a spingere togliendole, quasi, il respiro: quella ragazza la disgustava, a parte per i sui genitori e le sue due amiche Serpi, non aveva pietà per nessuno, poi da quando era diventata Caposcuola aveva approfittato della situazione per tiranneggiare tra i corridoi: se eri nel suo mirino, non importava cosa facessi, ogni scusa era buona per metterti in punizione o togliere punti. Aveva provato a fare lo stesso giochino anche con lei, peccato che era troppo furba, troppo intelligente, per cadere nei suoi sporchi trucchetti; poi quando, qualche anno fa, aveva scoperto il suo segreto l'aveva lasciata stare, temendo che lo avrebbe rivelato a tutta la scuola e, ancora una volta, le era venuta la nausea da quanto disgusto provava per lei e per tutti quelli come lei.
La Purezza del Sangue.
Forse perché anche lei era una vittima di quelle stronzate, ma ogni volta che sentiva qualche idiota blaterare su quanto fosse importante la purezza, che si doveva mantenere come se fosse un tesoro inestimabile, aveva lo strano desiderio di incenerire qualcuno al istante.
E adesso ne aveva l'occasione.
Infondo era semplice: spingere ancora di più fino a chiudere completamente le vie respiratorie e guardarle morire lentamente.
Peccato che non era cosi stronza.
Con uno strattone la gettò a terra, la sentiva respirare rumorosamente proprio come sentiva il terrore nei suoi occhi; almeno aveva imparato che far incavolare la Serpe Mancata non era mai un ottima idea.
Armandosi di tutta la freddezza di cui era capace, le se avvicinò, cercando di non far trasparire nessuna emozione: quella pazza psicopatica non si meritava nulla da lei.
<< Ora ascoltami bene. Se sento che tu metti il naso nei miei affari, o che apri quella fonia di bocca a sproposito su cose che non ti riguardano, non sarò cosi gentile >>
I suoi occhi scarlatti fissarono quelli grigi, pieni di terrore e odio, ma avevano colto in pieno il messaggio. Rhy si rimise in piedi, ma prima di andarsene voleva divertirsi un po'.
<< Ah! Ilybs, salutami Caesar e digli che non vedo l'ora di rivederlo >>
<< Non nominare quella feccia davanti a me! >>
<< Ma come? Io sarei fiera di un fratello maggiore come il tuo...almeno lui lo ha un cervello >>
<< Questa me la paghi Harvey! >>
Rhydian non rispose, si limitò solamente ad andarsene mentre il suono delle sue risate risuonava tra i corridoi, intanto gli occhi di Alison sembravano volerla uccidere: non sapeva quando, come e in che modo, ma l'avrebbe fatta pagare cara a quel mostro schifoso.
 
Quella notte il cielo era sereno, privo di nuvole, e le stelle potevano splendere in tutta la loro lucentezza. Ad Alexis ricordava molto il cielo della Finlandia, cosi puro e limpido persino di notte. Peccato che la sua mente non fosse come quel cielo: la sua mente era piena di pensieri e, purtroppo, nessuno di questi era felice.
Aveva sentito ogni sussurro, ogni bisbiglio, che riguardava Rhydian...anzi no! Il Mostro di Fuco, come adesso la chiamavano.
Avrebbe voluto prenderli tutti quanti a pugni.
Loro non l'avevano vista piangere, a disperarsi perché non riusciva a superare i suoi limiti, ad allenarsi fino a sanguinare, quella scena ce l'aveva ben incisa in testa e non se la sarebbe mai andata di li.
Porco Merlino!
Aveva voglia di urlare a squarcia gola!
<< Fammi indovinare. Voi urlare finché hai fiato in gola >>   
La ragazza si volse di scatto e vene travolta in pieno dagli occhi acqua marina di Akira, che la guardava con quel suo solito sorriso canzonatorio, in un'altra occasione l'avrebbe preso in giro dando inizio ad una battaglia fatta di botta e risposta, ma quella sera non era proprio del umore di scherzare.
<< Che succede piccola peste? >>
<< Niente! >>
Alexis si volse dal altra parte, ritornando ad osservare il cielo mentre, alle sue spalle, sentiva il sospiro di frustrazione del suo ragazzo; lui la conosceva troppo bene, per questo non avrebbe lanciata in pace finché non gli avrebbe detto la verità.
Ecco perché non fu tanto sorpresa nel sentire il suo corpo al suo fianco.
Come non fu sorpresa del silenzio che era sceso tra di loro: Akira sapeva che se avrebbe cominciato a tempestarla di domande, lei si sarebbe chiusa ancora di più a riccio. Per molti Alexis era una ragazza solare, sempre pronta a divertirsi, solo lui e la sua sorella gemella Alessia conoscevano quel lato che nessuno immaginava: era completamente incapace di esprimere i suoi sentimenti!
A lui gli era voluto la bellezza di un anno per scoprire che i suoi sentimenti per lei erano ricambiati, visto che per lei mollare pugni, o poderose pacche sulla schiena, significavano gesti d'amore, ma infondo l'amava anche per questo: era unica.
<< Rhydian non è un mostro >>
<< Lo so >>
 Alexis si volse di scatto verso Akira, i suoi occhi viola lo fissavano interrogatori.
<< Se fosse stata davvero un mostro quella notte, quella maledetta notte, ci avrebbe lasciato morire. Invece ha fatto da esca, ci ha salvato la pelle a tutti quanti >>.
<< Quella notte c'era anche Alison...perché gli ha fatto questo? >>
<< Non lo so, ma spero per lei che ne sia valsa almeno la pena, visto in che modo l'ha fulminato Harvey >>.
Alexis annuii semplicemente, mentre incrociava le braccia sulla ringhiera del bancone e ci posava la testa, ad Akira sembrò molto una bambina che era stata appena sgridata, ma purtroppo sapeva che quando faceva quel espressione era perché era talmente giù di morale che preferiva rimanere in silenzio e non fare nulla.
Se lo poteva benissimo scordare.
Senza farsi notare estrasse la bacchetta e, con un lieve colpo di essa, formulò l'incantesimo:
<< Accio bacchetta! >>
All'improvviso la bacchetta di Alexis usci fuori dalla profonda tasca del mantello e, senza che lei potesse fare niente, volo in mano del ragazzo che, intanto, se la rideva di tutto cuore.
<< Akira non è divertente >>
<< Oh si che lo è >>
<< Ridammi subito la mia bacchetta >>
<< Ok, ma prima la parola magica >>
Alexis adesso ne era sicura: sarebbe rimasta vedova molto presto!
Non avrebbe mai detto: Akira Nanhase, oltre ad essere il più bel ragazzo di tutto l'universo, è un genio e lei, Alexis Montella doveva considerarsi onorata che un figo del genere stava con una sempliciotta come lei.
Più tosto la morte...di Akira però.
Peccato per lui che, però, lei conosceva molto bene il suo punto debole: con molta lentezza si sfilo il mantello, facendolo cadere a terra e, sempre con molta lentezza, comincio ad avanzare verso di lui sbottonandosi la camicetta, mentre lui la guardava con gli occhi sgranati.
<< Per favore Akira. Ti saprò ricompensare bene se farai il bravo >>
<< Ah si? >>
Ormai lei era ad un soffio da lui, ma continuava a guardarlo con occhi languido e a sussurrargli dolci paroline con la voce più sexy che conosceva, aspettando il momento giusto per fargliela pagare. Quando vide il suo viso piegarsi verso di lei, per baciarla, sorrise da quanto fosse fesso il suo fidanzato; con mano abile gli strappo la bacchetta di mano.
<< Wingardium Leviosa >>
Akira si ritrovò, di nuovo, a testa in giù mentre Alexis rideva di tutto cuore; di solito si sarebbe arrabbiato e, dopo aver imprecato contro Merlino, Morgana e qualcun altro, avrebbe supplicato la ragazza di rimetterlo giù, ma questa volta poteva aspettare: Alexis aveva ritrovato il sorriso e questa era l'importante...e poi da quell'altezza riusciva a guardargli la scollatura della camicetta.
 
Dopo l'ennesima cucchiaiata di budino Rose sentiva il suo stomaco chiedere pietà, ma invece la sua rabbia gli diceva di continuare, finché non fosse affogata nel cioccolato.
Non credeva che potesse esistere in quel universo qualcuno che la facesse uscire fuori dai gangheri peggio di Malfoy, ma Alison lo aveva battuto alla stra grande; per colpa di quella Serpe ora tutto il loro piano era andato al aria e, Porco Merlino, non avevano escogitato un piano B.
E doveva fare tutto da sola!
Prima aveva provato a parlare con Rhydian, ma da come l'aveva guardata aveva subito capito che era meglio che le stava lontana, poi aveva blaterato qualcosa sul comportarsi da vera Serpe Mancata per poi sparire negli corridoi oscuri della scuola.
Ed eccola lì, nelle cucine di Hogwarts, a riempirsi di budino.
Non poteva, di certo, andare peggio di cosi.
<< Prima o poi diventerai una balena Rossa >>
Prima o poi avrebbe scoperto chi si divertiva cosi tanto alle sue spalle.
<< Malfoy, sul serio, non sono del umore giusto per sopportarti. Quindi vattene >>
La Grifondoro sperava che il messaggio fosse arrivato alle orecchie del Serpeverde ma, quando senti dei passi avvicinarsi a lei, seppe che non era cosi. Infondo doveva aspettarselo: Scorpius Malfoy fa sempre quello che gli pareva, senza badare agli altri.
Era proprio questo che la faceva impazzire di lui: avvolte voleva ucciderlo, altre baciarlo...proprio come la sera di Capodanno, anche se erano passati giorni la Rossa non riusciva a togliersi dalle labbra il sapore delle sue, la sensazione che aveva provato quando l'aveva toccata e l'odore del suo profumo.
No! Non l'avrebbe mai dimenticato, per il resto della sua vita.
Delle forti braccia le circondarono le spalle, impedendole di fare qualsiasi movimento, spingendola al indietro contro un petto duro, mentre soffici labbra le baciavano quel groviglio rosso che erano i suoi capelli. Per un momento penso che doveva lasciarsi andare, che Rhydian, la sua famiglia, le sue amiche, tutti quanti potevano benissimo andarsene al diavolo che, anche se era dura ammetterlo, Scorpius le piaceva, le piaceva molto e che, per una volta, doveva pensare a se stessa invece che agli altri.
Ma fu solo un momento, uno splendido momento.
<< Malfoy piantala >>
<< Perché mai Rose? Non stiamo facendo nulla di sbagliato >>
<< Invece si! >>
Rose riusci a liberarsi dalla morsa di Scorpius, si voltò a guardarlo venendo travolta da quei occhi freddi come il ghiaccio, ma che sapevano riscaldarla.
Perché diamine doveva essere cosi bello?
Se sarebbe stato uno schifoso, lurido, viscido serpente sarebbe stato tutto più facile, ma no! Quel maledetto doveva essere la creatura più perfetta e più sexy che l'intero creato abbia mai visto nei secoli dei secoli.
<< I nostri padri appena si vedono si azzuffano, come due bambini, basta pensare come ti ha trattato quando sei venuto a casa dei miei nonni a Natale. E poi ammettiamolo io non ti piaccio sul serio, vuoi solo aggiungermi alla tua collezione del sesso >>  
Scorpius voleva tanto ribattere, ma non sapeva cosa dire: sentiva che per Rose stava cominciando a provare qualcosa di più profondo, qualcosa a cui non riusciva ancora dare un nome, ecco perché non voleva sbottonarsi più di tanto con lei, prima di fare qualsiasi cavolata, voleva essere sicuro che ne valeva la pena. Anche gli aveva dato fastidio ciò che aveva detto.
Ciò che stava succedendo riguardava solo lui e lei, suo padre e il signor Weasley potevano benissimo andare a quel paese per quanto lo riguardava.
<< Rose, datti una calmata e ritorna nel mondo della realtà. Il bacio che ci siamo dati è stato solo un bacio, quindi non farti troppe illusion... >>
Il violento suono di uno schiaffo echeggio nella cucina, mentre Malfoy guardava Rose, stava per reagire, ma venne bloccato immediatamente alla vista degli occhi riempirsi di lacrime della Rossa; l'aveva ferita e anche molto.
<< Tu sei davvero il peggiore Malfoy! >>
Senza dire altro, la ragazza scappo di corsa della cucine lasciando il ragazzo solo, immobile, con la mascella che gli ballava: era furioso, desiderava prendere a pugni qualcosa, qualunque cosa, basta che si sfogava. Era un completo idiota, aveva parlato senza pensare e ora Rose l'odiava ancora di più.
In un momento di follia cominciò a prendere a pugni il muro di roccia, finché non vide uscire il sangue; doveva rimediare e al più presto, ma prima doveva andare in infermeria.
 
Nico si stava rilassando nella Stanza delle Necessità che, al momento, era diventata un enorme piscina. Amava nuotare, gli sembrava di ritornare a casa, nella sua amata Grecia, dove il mare era puro e cristallino che si univa ai bianchi scogli creando uno spettacolo da poter togliere il fiato: nemmeno Dom era bella come la sua isola.
Ogni volta che era nervoso o stressato sgattaiolava fuori dal dormitogli e andava di corsa nella Stanza, cosi che si poteva rilassare con qualche bracciata e se ne andava solo quando era sfinito. E quella sera era abbastanza stressato: dopo aver passato insieme le vacanza, ed essere andati d'amore e d'accordo, Dom l'aveva evitato per tutta la serata, sicuramente centravano quelle due arpie delle sue amiche, e la cosa l'aveva fatto incavolare parecchio. Doveva ritrovare la calma e poi pensare ad una strategia per riprendersela, se no avrebbe tirato il collo a quelle due cornacchie.
Ecco a cosa pensava, mentre guardava il soffitto della piscina.
Ma dovette pensare ad altro, visto che l'acqua che prima lo circondava e lo coccolava cominciò a sparire di colpo, le meravigliose decorazioni greche in mosaico si trasformarono in fredde pareti di metallo, dove comparirono delle enormi lavatrici anch'esse in metallo.
<< Ma che diamine? Una lavanderia? >>
<< E tu dove cavolo li lavi i vestiti sporchi, greco dei miei stivali >>
Nico non riusciva a credere alle sue orecchie: solo una persona aveva una voce soave ma con un tono irritante.
<< La Regina Mancata? Ma cosa? >>
<< Greco non sono del umore adatto quindi rimettiti qualcosa addosso e sparisci >>
<< Ma dai. Non vuoi ammirare il mio splendido fisico >>
Senti la ragazza lasciarsi sfuggire un lungo sospiro di frustrazione mentre i suoi occhi scarlatti scorrevano sul suo fisico.
<< Si hai ragione...hai un fisico da Dio >>
<< Visto, non puoi negare l'evidenza >>
<< Quando dico che hai un fisico da Dio mi riferisco a Buddha >>
E, senza dargli la possibilità di replicare, Rhy lo scanso con una spallata e si avvicinò ad una delle enormi lavatrici, solo in quel momento Nico si accorse che in mano teneva una conca piena zeppa di panni. Dopo aver ritrovato i suoi vestiti, perfettamente piegati in un angolo, cominciò a vestirsi ma non aveva alcuna intenzione di andarsene: poteva parlare da solo con la Regina Mancata, con la ragazza che aveva fatto perdere la testa al suo migliore amico...e quando gli ricapitava una situazione cosi ghiotta?
<< Perché non fai fare questo lavoro agli Elfi Domestici? >>
<< Perché, a differenza tua, io preferisco farmi le cose da sola >>
<< Siamo acidi sta sera. Quindi Ali è andata a segno >>
Nel nominare la compagna di Casa, Nico si guadagnò un occhiata carica di fuoco che lo mise in suggestione...forse era meglio che cambiava argomento. La osservo mentre armeggiava con panni sporchi e detersivi e subito noto in lei una luce diversa: tranquilla, più casalinga, era davvero carina.
<< Sai in versione bella lavanderina sei poco più che adorabile >>
<< Evita di darti delle arie che non sei un ventilatore >>
<< E dai che ti sto facendo un complimento...oppure preferiresti che fosse Jonathan a farteli? >>
A quel punto Rhy si volse verso di lui, era visibilmente infastidita e la cosa lo divertiva molto: i suoi amici lo definivano un sadico, ma lui non ci vedeva nulla di male nello stuzzicare un pò la gente, soprattutto quando si trattava di faccende di cuore.
Ma non si sarebbe mai aspettato la reazione della ragazza: mise le mani a terra e, con estrema agilità, si sollevò facendo una perfetta verticale.
<< Che diamine stai facendo? >>
<>
<< Simpatica >>
<< Moltissimo greco! >>
Dopo essere ritornata con i piedi a terra, si rimise a fare quello che stava facendo prima, ma Nico ancora si rifiutava a lasciarla da sola.
Non riusciva a capire.
Harvey era una ragazza bellissima, questo era ovvio, ma con il carattere che si ritrovava non riusciva proprio a comprendere il perché due ragazzi come Foster e Stark avessero perso la testa per lei. Anche a lui piacevano le donne forti, indipendenti e con un bel carattere, ma non di certo una che poteva benissimo ucciderti con un occhiata, o castrarti con le parole.
<< Tutto bene? >>
<< Che ti importa? Speri che scoppio in lacrime, cosi che tu possa divertirti alle mie spalle? >>
<< Ok, comunque se vuoi posso parlare ad Alison >>
<< Non è necessario >>
<< Andiamo, voglio aiutarti >>
<< Non è necessario, perché ciò già pensato io >>
<< Ok...dove hai seppellito il cadavere? >>
Vide i lunghi capelli rossi della ragazza svolazzare in aria, mentre si voltava verso di lui con una chiare espressione confusa.
<< Sì insomma, cosi che i suoi genitori abbiano la possibilità di piangerla >>
<< Non lo uccisa, cretino. Semplicemente lo mesa al suo posto >>
Nico fece un sospiro di solivo, sapeva benissimo di aver fatto la figura del cretino, ma visto come l'aveva fissata durante il banchetto e lo sguardo di fuoco che aveva tutt'ora, l'omicidio era stata la prima cosa che gli era passato per la mente.
<< Comunque grazie, il tuo aiuto non era richiesto, ma grazie lo stesso >>
Nico stette a guardarla per qualche minuto completamente a bocca aperta: non si sarebbe mai aspettato di udire quelle parole dalle sue labbra, ma fu una bellissima sorpresa.
<< Figurati...comunque hai della biancheria molto sexy >>
Rhydian all'inizio non capì cosa volse dire il Greco, ma quando vide che dalla sua cesta comparivano, in bella mostra, i suoi perizoma di pizzo, la faccia le andò in fiamme. Oltre che l'aspetto fatato, dalle Flamee aveva ereditato l'enorme vanità, anche se in lei era molto più nascosta: gli piacevano la biancheria intima raffinata ed elaborata.
Ora che era stata scoperta era causa di forte imbarazza, ma che a scoprire il suo segreto fosse uno dei peggior Casanova della scuola era motivo della sua furia.
<< Greco io ti ammazzo! >>
 
Ormai era l'una di notte, il coprifuoco era passato da un bel pezzo, ma a Foster non gli importava. Se ne stava lì sdraiato sul erba umida del campo da quiddich ad ammirare le stelle, con una sigaretta in bocca, mentre i suoi pensieri vagavano in quel cielo oscuro: Rhydian, sempre lei!
Stava rischiando di diventare un ossessione, ma non poteva dimenticare quel bel visino in preda alla furia più ceca, lo eccitava ancora di più.
Peccato che lei non fosse come tutte le altre: lei era un osso duro e proprio questo di lei lo attirava, all’inizio lo eccitava l’idea della caccia: si era stancato di tutte quelle ragazzine facili, che cadevano ai sui piedi solamente con uno sguardo, voleva una ragazza che gli tenesse testa e che non cedesse facilmente alle sue lusinghe, ma più passava il tempo e più si rendeva conto che c’erano altre cose di quella piccola bisbetica che gli faceva perdere la testa.
<< 20 punti in meno a Serpeverde, per effrazione all’orario del coprifuoco >>
<< Vai a fare in culo tu e le tue regole. Sono maggiorenne e vaccinato >>
<< Essere del ultimo anno non significa niente, finche ti trovi nelle mura della scuola sei obbligato a seguire le sue regole >>
Foster spense la sigaretta a terra e, con tutta la pigrizia di cui era capace, si mise in piedi guardando in faccia la persona che più odiava in quel momento: Fraser Stark!
<< Fammi indovinare. Oltre a dire a Rhydian che sono un bastardo che aspetta il momento propizio per saltarle a dosso, gli dirai anche che sono un delinquete? Infondo è questa la tua vera natura; sei più serpe di me >>
Jonathan fece per andarsene, ma venne bloccato cinque semplici parole che, però, gli fecero gelare il sangue.
<< Che cos’avrei detto io? >>
La Serpe si volse verso il Grifone e subito notò i sui occhi sgranati per lo stupore e sul suo viso un espressione evidentemente confusa, proprio la stessa di chi non capisce di cosa si stia parlando: ma come era possibile?
<< Non hai detto a Rhydian che sono un bastardo che usa le ragazze e poi le getto via? E che voglio fare la stessa cosa a lei? >>
<< In realtà questo è quello che penso di te, come mezza scuola, ma non ho mai detto nulla del genere a Rhydian. Non vado in giro a sputtanare la gente, anche se si tratta di un Serpeverde come te >>
Foster non poteva credere alle sue orecchie, il Grifone stinto sembrava più che sincero, possibile che Nico…Nico!
Ma certo. Esisteva solamente una cosa che divertiva quel bastardo di un greco: metter zizzania tra le persone e poi godersi lo spettacolo; glielo aveva visto fare per a anni a molte persone, lo aveva visto ridere di gusto quando riusciva a far scatenare una rissa o far lasciare qualche coppia, cosi da poter consolare la ragazza. Non poteva credere a quanto era stato stupido a cadere nella sua trappola.
Manos conosceva alla perfezione il suo punto debole: la bisbetica di fuoco, poi quando si era fatto aventi un nuovo rivale aveva cominciato a pianificare la sua strategia e poi, dopo ave ricamato una bella favoletta sapendo che lui, permaloso e orgoglioso com’era ci avrebbe creduto, lo aveva intortato a dovere.
Tutto filava perfettamente.
<< Credo che molto presto dovrai mettermi in punizione Stark >>
<< E perché mai Foster? >>
<< Perché sto per spaccare la faccia a una schifosa, viscida, serpe >>
E senza dire nulla se ne andò, lasciando il Grifondoro più confusa di prima: chi capiva quel dammerino tutto muscoli e niente cervello era bravo!.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’Autrice: L’estate sta finendo e io ritorno! Dopo aver passato questi due mesi bollenti a lavorare, studiare e in vacanza rieccomi con un nuovo capitolo, nuove idee e più carica di prima.
Nei prossimi capitoli ci saranno molti colpi di scene, nuovi personaggi e un pò di sana violenza che non guasta mai, ma non voglio sbottonarmi troppo perché, ormai mi conoscete, adoro tenervi sulle spine. Al prossimo capitolo.
Un bacio,
VERO 

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Capitolo 22
*** Capitolo 20 ***


Il Segreto delle due Rosse
 
 
 
 
Albus Severus Potter si svegliò già stanco.
Aveva passato l’intera notte a pensare a quel grande mistero dagli occhi verdi, che rispondeva al nome Erika Gray, e a quello che gli aveva confessato sul treno durante il viaggio di ritorno: era innamorata!
Di chi?
In tutti quegli anni che erano amici non l’aveva mai vista, nemmeno una volta, comportarsi da dolce fanciulla innamorata del suo principe, anche perché il solo pensiero lo faceva scoppiare dal ridere. C’erano stati molti che le avevano fatto la corte, infondo era una bellissima ragazza, forse una tra le più belle che lui avesse mai visto in vita sua, ma Erika li aveva sempre rifiutati freddandoli con i suoi taglienti occhi da serpente, adesso usciva fuori che pure lei, fredda e arrogante com’è, non era immune alle frecce di cupido.
Da quanto tempo andava avanti quella storia?
Sicuramente dal inizio dell’anno scolastico, visto che da era da Settembre che si comportava stranamente.
Ma ciò che, veramente, non gli dava pace era il perché, quella notizia, gli dava cosi fastidio?
A lui piaceva Shey, di questo ne era assolutamente certo, ma allora perché, ogni volta che pensava alla sua compagna di Casa tra le braccia di quel misterioso ragazzo, gli prudevano le mani da impazzire?
Troppe domande e zero risposte.
Come capitava sempre quando si trattava di donne.
<< Io le donne non le capirò mai! >>
<< Non sei l’unico fratello! >>
Con uno scatto Albus si mise a sedere e, con lo sguardo ancora assonato, si mise in cerca della voce che gli aveva risposto per trovare, seduto ad una poltrona non molto distante dal suo letto, con la divisa completamente sgualcita, la cravatte verde argento buttata malamente per terra e un posacenere stracolmo di mozziconi di sigarette al suo fianco, il suo migliore amico Scorpius Malfoy, con una faccia ancora più stravolta della sua
A quella vista il giovane Potter fo confortato: almeno non era stato l’unico coglione a passare la notte in bianco a causa dei pensieri, quindi poteva benissimo concentrarsi sui i problemi dell’amico e, se poteva risolverli, distogliere la sua attenzione dai suoi che, per il momento, non avevano alcuna soluzione.
<< Che ti è successo? Sei più bianco del solito. Per la barba di Merlino, non si capisce dove finisci te e dov iniziano i tuoi capelli >>
<< Albus, vedi di morire. Subito! >>
 << Ma come siamo permalosi sta mattina >>
Il Serpe verde dai capelli neri, con un ghigno sprezzante in viso, si alzo dal letto e, mentre si infilava la vestaglia da notte, si avvicinò al amico.
<< Che è successo? >>
<< Giuri che non mi ucciderai, se te lo dico? >>
<< Lo prometto sulla sagoma di mio nonno, James Potter. Sputa il rospo >>
Scorpius rimase qualche istante a guardare l’amico: quando giurava sul nonno paterno, si poteva star certi che avrebbe mantenuto la promessa visto che, anche se non l’aveva mai conosciuto, gli era molto cara la sua memoria; proprio come gli era molto cara la sua adorata cuginetta Rose: quei due erano praticamente fratelli gemelli, dove c’era uno potevi star certo che c’era anche l’altro, se Al si metteva in qualche guaio Rose lo tirava fuori immediatamente, se qualcuno prendeva in giro la Weasley per la sua imbranataggine Potter lo rimetteva a posto a suon di pugni.  
E anche se aveva una corporatura abbastanza gracile, Albus picchiava forte.
Però c’era anche da dire che si era dimostrato un amico fedele per il rampollo di casa Malfoy: si erano sempre guardati le spalle avvicenda, dal primo anno, da quando si erano stretti la mano diventando grandi amici.
Forse, dopo tutto, non l’avrebbe ucciso se gli avesse raccontato cosa era successo quella notte.
Prendendo fiato raccontò tutto al amico: del bacio che si erano scambiati l’ultimo dell’anno, della confusione che provava quando era in compagnia di Rose, ciò che si erano detti nelle cucine e, infine, gli disse pure delle sue lacrime.
Albus, per tutta la durata del racconto, era rimasto in silenzio ascoltano attentamente l’amico di sempre poi, quando fu certo che Scorp avesse finito di raccontare, si avvicino, sempre senza proferire parola, al suo comodino dove nascondeva sempre una bottiglia di Fire Whisky per certe occasioni. Tolse il tappo di sughero con la bocca e diede una lunga sorsata, mentre Scorpius lo sguardava stupito: non l’aveva mai visto bere cosi tanto.
<< Ok. Credo di sapere cosa devi fare >>
La voce profonda di Al lo fece sobbalzare dalla sorpresa, ancora gli dava le spalle ma, dal tono di voce, era calmo.
<< E cosa >>
<< Morire. Adesso. Per mano mia! >>
Al si era voltato di scatto con la bacchetta in mano puntata verso il suo migliore amico, con gli occhi pieni di rabbia, mentre il biondino platinato lo guardava terrorizzato, aveva posato la bacchetta nella sala comune e, da quanto era arrabbiato, di certo Al non gli avrebbe concesso di difendersi.
<< Avevi giurato sulla salma di tuo nonno >>
<< Fanculo mio nonno! Come hai osato! La mia Rossellina! >>
Detto ciò con un urlo iniziò ad inseguire Malfoy che, intanto, se l’era data a gambe svegliando l’intero dormitorio.
Mai più si sarebbe fidato di Albus, infondo era e rimaneva una Serpe.
 
 
Lene era seduta sul lungo divano rosso della sala comune dei Grifondoro mentre, lentamente, sorseggiava una tazza di buon thè caldo, quella mattina era più nervosa che mai: avrebbe svelato alle sue due migliori amiche della sua relazione con Jason Nott e, sinceramente, non sapeva come l’avrebbero presa soprattutto Fran.
Ricordava benissimo le sue parole quando, a Settembre, le aveva confessato la sua cotta per il bel tenebroso: tra tutti gli esseri viventi di sesso maschile che esistono, ti dovevi innamorare proprio di Nott?
E adesso cosa le avrebbe detto?
Adesso dobbiamo chiamarti incantatrice di serpenti? Ho peggio: com’è baciare qualcuno dalla lingua biforcuta?
Gli venivano in mente altri mille di quei paragoni.
<< Hey là Lene, come mai cosi mattiniera? Di solito per tirarti giù dal letto dobbiamo far esplodere il castello >>
Il cuore della povera ragazza le Sali in gola al sentire il forte accento spagnolo di Fran, ma doveva essere coraggiosa, anche se era terrorizzata: Francisca era una sua ottima amica, saggia, altruista, gentile e…e con una passione immensa a prendere in giro le persone.
Era spacciata.
<< Ma…così…non aveva sonno >>
<< Tu che non hai sonno, Rose che non ha fame. Che c’è vi siete ammattite tutte due sta mani? >>
<< Come Rose non ha fame? >>
Oltre ad essere famosa per la sua incredibile intelligenza e per riuscire a cadere anche sui suoi stessi piedi, Rose Weasley era conosciuta anche per essere un pozzo senza fondo: era in grado di battere chiunque ad una gara di abbuffate senza vomitare.
Quindi se diceva che non aveva appetito la cosa non era grave: era tragica!
<< È quello che mi ha detto quando lo svegliata per andar a fare colazione >>
<< Vado da lei >>
<< È inutile! Ciò già provato io. Tu invece? >>
<< Io cosa? >>
<< Perché non riuscivi a dormire e non ti azzardare a inventarti qualche scusa. Sai bene che mi accorgo quando qualcuno dice le bugie >>
In quel momento Lene si ritrovò a maledire l’amica e i suoi misteriosi, quanto strambi, poteri: già lei era una frana a mentire, vivere con i Malfoy non le era servito a nulla, più ci si metteva anche lei. Ok, che aveva deciso di vuotare il sacco, ma una via di fuga non si nega a nessuno.
<< IoeJasonstiamoinsieme >>
Lo disse tutto di fila, senza prendere aria, com’è che dicevano i babbani: via il dento, via il dolore. Bhè in quel momento si rese conto che più che il dolore, si era tolto un enorme macigno dallo stomaco.
<< Che diamine ai detto? Non ho capito bene >>
Come non detto.
<< Io e Jason stiamo insieme…lo so, lui non ti piace e, sicuramente, ora mi prenderai in giro fino alla fine dei miei giorni, ma io sono felice, come non lo sono mai stato nella mia vita >>
Lene aveva tenuto gli occhi chiusi durante tutto il suo discorso, troppo timorosa di vedere la disapprovazione negli occhi dell’amica, ma lei amava Jason e voleva stare insieme a lui per molto, moltissimo, tempo e se Fran non riusciva a capirlo quella che ci rimetteva era lei.
All’improvviso un delicato, ma allo stesso tempo forte, abbraccio la circondò dandole una forte sensazione di calore che, fino a quel momento, aveva sentito solo con i baci pieni di passione di Nott, mentre la risata dell’amica argentina le riempiva le orecchie.
<< Oh Lene sono cosi felice per te, però ci ha messo un bel po’ di tempo quello stupido Nott, ma come si dice in questi casi: tutte è bene ciò che finisce bene >>
<< Aspetta un minuto >>
La Grifondoro si staccò dal caloroso abbraccio dell’amica, mentre i suoi enormi occhi verdi minaciavano di uscirle dalle orbite per la sorpresa.
<< Ma tu non detestavi Nott >>
<< Si >>
<< E adesso sei felice per me? >>
<< Si >>
<< Hai capito che io e lui stiamo insieme, giusto? >>
<< Si e, prima che tu vada in corto circuito, ti dico che io ti voglio un mondo di bene e, proprio per questo, desidero solo la tua felicità e, anche se mi sembra impossibile, Nott riesce a donarti quel meraviglioso sorriso che adesso ti vedo dipinto in volto, beh non è poi cosi male >>
Con gli occhi pieni di lacrime, Shailene si gettò tra le braccia di Fran ridendo come non mai: stava con il ragazzo dei suoi sogni e la sua migliore amico approvava, certo doveva ancora dirlo a Rose, ma era certa che non avrebbe mai fatto storie.
<< Ma sia chiaro: se ti fa soffrire, anche solo una volta, lo disintegro >>
 
 
Nico era appoggiato, con le braccia incrociate, ad una delle colonne fuori dal enorme sala comune che, pian piano, si era riempita di tutti i studenti intenti a fare colazione. Anche a lui sarebbe piaciuto un mondo mettere qualcosa sotto i denti, e il profumino delle leccornie non lo aiutava di certo ma era deciso: Dominique non era ancora entrata, come le sue due amiche arpie, e lui era deciso a parlare con lei.
Non poteva credere che, dopo quello che avevano condiviso in Finlandia, lei lo evitasse cosi, senza neppure dargli una spiegazione, cosa che avrebbe preteso appena l’avrebbe vista.
Per fortuna la sua attesa non duro ancora per molto: dal corridoio spunto la biondo e fluente chioma della sua prediletta seguita, come ogni volta, da quelle streghe delle sue amiche. Le altre volte le aveva lasciate fare, permettendole di insultarlo quanto le pareva, perché era un gentil uomo e non si sarebbe mai permesso di alzare la voce su due ragazze, per quanto maligne fossero, ma questa volta, se fosse stato necessario, avrebbe mandato al diavolo i suoi principi, questa volta quelle due avevano esagerato.    
<< Dom, ti devo parlare >>
<< Ma lei non vuole parlare con te >>
A rispondere al posto della Weasley fu la Collins, quella era tra le amiche di Dominique che meno sopportava: era sempre imbronciata e passava il tempo a insultare a destra a manca.
<< Vogliamo scommettere? >>
Senza darle il tempo di reagire, Nico afferrò il polso di Dom e, il più veloce che poteva, iniziò a correre trascinandola con lui.
<< Quel bastardo! Adeso gli faccio vedere io >>
<< No Fray! Lascialo andare >>
<< Ma Dominique? >>
<< Vedrai che non sarà cosi stupida da cascare, un’altra volta nella sua rete >>
Di questo Lola ne era certa, mentre guardava il greco scappare con la sua migliore amica.
Nico stava correndo da più di venti minuti e, cosa molto strana, non aveva le due invasate alle calcagna.
<< Manos ti vuoi fermare? Ho il fiatone >>
A quella richiesta il greco si fermo di scatto, mentre sentiva il sangue arrivargli alla testa: da quando in qua Dom aveva ricominciato a chiamarlo, nuovamente, per cognome?  
<< Voglio parlare con te e voglio capire perché, da quando siamo ritornati a scuola, mi eviti come se fossi un appestato >>
Sentiva la furia espandersi dentro di lui, in cerca di qualche valvola di sfogo, ma lui la teneva a bad; anche se lei era la causa della sua rabbia, del suo dolore, non si sarebbe mai sfogato su di lei. Che in tanto evitava palesemente il suo sguardo, guardando con molta attenzione il pavimento, come se volesse contare tutte le crepature in quella singola pietra.
<< È perché tu non piaci alle mie amiche >>
<< Che novità. Se è una scusa trovala una che sia almeno credibile >>
<< No sto mentendo! Ho avuto un litigio violento con Fray sul treno e lì ho avuto davvero paura di perderla. So che per te potrebbe non sembrare nulla, ma io ci tengo a lei e a Lola sono le uniche, dopo le mie cugine, che mi hanno accettata per quello che sono >>
<< E quindi rinunci a me, a noi, per quelle due invasate senza cervello? >>
Finalmente Dom alzò lo sguardo e i suoi splendidi occhi azzurri incontrarono quelli verdi di lui, e Manos vide una profonda tristezza, ma anche un enorme determinazione. Aveva fatto la sua scelta e, anche se questo le costava molto e le provocava dolore, non sarebbe tornata indietro per nessuna ragione al mondo.
<< Si, Manos. Scelgo le mie amiche >>
Detto questo si volse per andarsene, stava per scoppiare in lacrime, lo sentiva, ma non voleva farsi vedere vulnerabile da lui, ne avrebbe sicuramente approfittato mandando all’aria tutti i suoi propositi; stava per muovere il primo passo quando si senti afferrare, nuovamente, dalla sua mano e, con la stessa velocita con cui l’aveva catturata, la spinse verso di se mentre le sue labbra catturavano quelle della ragazza, come in una dolce ragnatela.
Dominique, all’inizio pietrificata dalla sorpresa, cerco di liberarsi da quella morsa ferrea ma ogni suo tentativo era inutile, ad ogni colpo di lingua del greco le sue forze calavano finche non si annullarono del tutto, cominciando a ricambiare quel violento bacio che, anche se non lo avrebbe mai amesso, le piaceva molto.
A staccarsi fu proprio Nico che, ansimando per la rabbia, la guardava dritto negli occhi con una luce che lei non le aveva mai visto, ma fu sufficiente per capire cosa stava per succedere: con il suo rifiuto lei lo aveva sfidato   e lui aveva accettato.
<< Sappi che tu sei mia. Potrai scappare quanto ti pare ma io verrò sempre a cercarti, perché appartieni a me >>
Detto questo si allontanò da lei, lasciandola sola con i suoi pensieri.
La piccola Weasley aveva iniziato un gioco pericoloso, che poltropo per lei non aveva possibilità di vincere. Beh poco male, ci sarebbe stato più divertimento per lui.
Stava già assaporando la sua vittoria quando, dal nulla, sbuco una mano che, con violenza, gli afferrò la cravatta portandolo dentro ad un’aula.
 
 
Fraser era seduto al suo solito posto con gli altri Grifondoro, intenti a far colazione cosi da poter iniziare, o meglio provare ad iniziare, meglio la giornata. Come al solito il loro era il tavolo più casinista dell’intera sala, normalmente quelle voci piene di gioia e quelle risate lo avrebbero messo di buon umore, ma no quella mattina.
Rhydian mancava al tavolo e, cosa ancora peggio, anche Foster.
Foster!
Quel dannato, l’altra notte l’aveva lasciato come un idiota in mezzo al campo da Quiddtch in tento a capire cosa diamine avesse detto, e alla fine si era ritrovato ad andare a letto tardi e, per di più, con i brividi di freddo…prima o poi lo avrebbe ammazzato, o almeno tirato un pugno, cosi da togliersi la soddisfazione.
<< Tutto ben Fraser? >>
Il ragazzo si volse alla sua destra, ritrovandosi la faccia sorridente di Zach che lo osservava insieme a James.
<< Si ragazzi, stavo pensando a una cosa che mi ha detto Foster, nulla di serio >>
<< Proposito di Foster. Se fossi in Manos farei qualsiasi cosa per evitarlo >>
Questa volta a parlare fu James che, dopo che il suo amico dai capelli bianchi lo aveva assicurato, aveva cominciato a fissare con molta attenzione la sua tazza di caffe.
<< Che vorresti dire? Quelle due Serpi non sono amici? >>
<< Si, ma da quanto mi ha detto Al sembra che il greco abbia fatto il suo solito giochino e, questa volta, la sua vittima sia stata proprio il suo amico. Ora Jonathan lo sta cercando per tutta la scuola per spaccargli la faccia >>
L’altra notte Foster lo aveva avvisato che avrebbe picchiato qualcuno e, ora, saltava fuori quello scemo si era divertito con la persona sbagliata, ora tutto aveva un senso.
<< Quale solito giochino? >>
Fraser guardò sbigottito Zach, ma solo per un momento, per sua fortuna Nico non aveva mai trovato interesse in lui e nel suo rapporto con Giuly, lo considerava troppo puro e sdolcinato per i suoi gusti, non ci avrebbe ricavato nulla di divertente facendoli litigare, anche perché avrebbero fatto subito pace, quindi era più che normale se non conosceva il divertimento preferito del greco.
Fu proprio Fraser a comunicarglielo.
<< Vedi Manos si diverte a mettere zizzania tra la gente, soprattutto se sono coppie o se ne puo nascere una rissa. Ma questa volta gli si è ritorto contro. Credo che abbia detto a Foster che io ho parlato a Rhydian male di lui, descrivendolo come uno stupratore seriale, ma ieri sera senza nemmeno accorgermene gli ho fatto capire che era tutta un enorme balla e ora lo sta cercando per suonargliene di santa ragione >>
<< Non dovresti fare qualcosa? >>
<< Se non li becco sul fatto, mio caro Zach, non posso fare nulla e poi, sempre che queste voci siano vere e sempre che la mia osservazione sia giusta, credo che a Manos serva una bella lezione. Chi è causa del suo male pianga da se >>
Detto ciò il giovane Stark riportò la sua concentrazione sulla sua colazione, rinforzato da un nuovo animo: Rhydian non era con Foster.
 
 
Non sapeva come e nemmeno in che modo, ma Nico si trovava in un aula deserta, sdraiato a terra e con il sangue che gli usciva dal naso come se fosse stato un fiume in piena, con Jonathan che lo guardava dal alto come un falco, pronto a scagliarsi sulla sua preda.
<< Sbaglio o noi due siamo amici? Perché diamine mi hai dato un pugno nel naso? >>
<< Per farti capire che, a giocare con la persona sbagliata, si rischia sempre di farsi male, molto male >>
Cazzo!
Jon aveva scoperto tutto…certo che era proprio permaloso il suo amico.
Foster gli allungo la mano per aiutarlo ad rialzarsi, anche se era ancora incavolato nero con lui e si sarebbe meritato altre pugni, non voleva infliggere ancora sulla sua amata faccia. Se pur era una serpe per lui l’amicizia era sacra e, anche se come persona era pessima, Nico gli aveva dimostrato che nel momento del bisogno su di lui ci si poteva contare.
<< Cavolo, devi essere proprio innamorato di quella Serpe Mancata per reagire in questo modo; se fosse stata una delle tante mi avresti solo mandato a quel paese e tanti saluti >>
Quelle parole gli fecero tornare la rabbia in corpo, possibile che quello non sapeva distinguere il momento giusto per parlare da quello da rimanere in silenzio?
Sempre con poca gentilezza, gli afferrò nuovamente la cravatta e lo strattonò finche i loro visi fossero abbastanza vicini, cosi che Nico potesse capire l’enorme cavolata commessa.
<< Non paragonarla alle altre, sono stato chiaro? Se ti vuoi divertire prendendomi per il culo per le mie storie passate, benissimo, accomodati pure, ma lei la lasci stare. Lei… >>
Ormai non era più lui a parlare ma la disperazione dentro di se: quella bisbetica di fuoco gli era entrata dentro e aveva incenerito ogni parte del suo essere, fino a renderlo in cenere, ed ora arrancava come un idiota; prendeva tanto in giro il suo rivale, Fraser, ma in realtà il vero cane era lui.
Senza troppi complimenti gettò a terra Nico e, dopo avergli consigliato di andare immediatamente in infermeria a farsi mettere a posto il naso, se ne andò.
Doveva andare a lezione, la prima ora aveva pozioni: si sarebbe fatto una bella dormita sul banco, almeno li era al sicuro dagli occhi infuocati di Rhydian.
 
 
La campanella era suonata ormai da un pezzo e Rose era ancora raggomitolata fra le coperte: aveva supplicato Fran di dire ai professori che era malata, che aveva  bisogno di riposo e che per quel giorno avrebbe saltato le lezioni. Al inizio l’amica non sembrava affatto d’accordo con la sua decisione: Rose Weasley che marina la scola senza un, reale, buon motivo? Impossibile!
Ma dopo che la Rossa aveva minacciato a dire alla preside del suo tatuaggio, cosa che l’anziana professoressa trovava contro i limiti della decenza, talmente tanto che l’aveva persino vietato nel regolamento della scuola, alloro lì Fran aveva ceduto.
Ed ora si trovava li, protetta dal calore delle sue coperte e lontana da miseri lestofanti dai capelli ossigenati.
<< La Weasley che, invece di andare a lezione, rimane a poltrire nel letto? Ora le ho davvero viste tutte >>
Peccato che non era al sicuro da pazze isteriche dai capelli di fuoco e con qualche problemino nel gestire la rabbia.
Con uno sforzo disumano si mise a sedere e la vide appoggiata alla porta, in pigiama e con quegli enormi occhiali, con tutti i lunghissimi capelli arruffati, sicuramente si era appena alzata…ma perché quella stronza doveva essere figa anche da appena sveglia? Ma che aveva fatto qualche patto con il diavolo? No, perché anche lei aveva tanta voglia di vendersi l’anima se gli assicuravano quel corpo.
Rose era troppo immersa nella valutazione se, oltre al corpo da top model, poteva chiedere anche l’annullamento della sua stupidissima goffaggine, da non accorgersi che Rhydian si era messa a correre verso la sua direzione, se ne rese contro solo quando salto su suo letto rischiando, per giunta, di buttarla con il culo a terra.
<< No, ma complimenti. Fa come se fossi a casa tua >>
<< Rose, non rompere. Sono ancora furente per ieri sera >>
<< Per questo non sei a lezione? >>
<< La preside ha detto che per qualche giorno è meglio che non mi faccio vedere, sai, per non creare il panico. E tu? >>
<< Per non creare il panico…con l’omicidio >>
<< Vuoi una mano? Questo periodo mi sento abbastanza ispirata a uccidere le persone >>
Rose scoppiò a ridere.
Durante la vacanza in Finlandia aveva appreso che Rhydian era divertente quanto cinica e, in certi momenti, la sua ironia era ciò che le serviva per tirarsi su di morare.
<< Sai che, dopo quello che a combinato Alison, dovremo rimetterci giù e inventarci qualcos’altro? Ora che ho gli occhi puntati di tutta la scuola allenarci di notte non mi sembra più una genialata. Senza contare che tu non hai il permesso di entrare nella foresta proibita >>
Rose annui.
La Serpe Mancata aveva ragione: dovevano trovare una soluzione e presto. Dovevano trovare alla svelta il modo di far raggiungere a Rhy l’equilibro tra i due poli magici dentro di lei, o almeno era questo che la Flamee aveva chiesto a Rose: di aiutarla a salvare il mondo.
E che ci voleva…una cosuccia da niente…poi adesso che tutti a scuola sapevano di Rhydian era ancora più semplice.
Voleva morire!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’Autrice: Questa volta non vi ho fatto aspettare molto. Ma facciamo un breve sintesi: Scorpius svuota il sacco ad Albus, che si crede tanto intelligente ma è degno compare del suo amico, rischiando di farsi ammazzare perché ha sfiorato la sua “Rosellina”. Poi un dolce quadretto tra Lene e Fran, le paure della fanciulla verranno spazzato via dal affetto che l’amica prova per lei; poi è il turno di Nico e Dom con tanto di bacio passionale ma con tortuosi ostacoli nella loro storia (ma a noi piace più cosi, vero?). Fraser, finalmente, con l’aiuto di Zach e James capisce il perché Foster si sia comportato in quel modo nei suoi confronti e, soprattutto, il significato delle sue parole.
Jonathan, intanto, sta prendendo a pugni Nico e comprende una nuova consapevolezza: è profondamente innamorato della nostra bisbetica, ma non si sente alla sua altezza. E in chiusura di tutto sto teatrino vediamo Rose e Rhydian, sedute nel letto, ognuna con i propri problemi, e scopriamo anche cosa aveva chiesto Rhydian  a Rose quella volta sul treno.
Ma tenetevi forte, perché nel prossimo capitolo entrerà in scena un nuovo personaggio assettato di vendetta, che tenterà di uccidere………………………………………………………………………………………………………………………………………………..lo scoprirete solo nel prossimo capitolo.
Un Bacio
VERO   

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Capitolo 23
*** Capitolo 21 ***


Nemico Sconosciuto
 
Anche se era Gennaio inoltrato, quella era una splendida giornata di sole, tanto da poter dare l’illusione che la primavera fosse arrivata in anticipo. Molti studenti erano seduti sull’enorme prato del meraviglioso giardino di Hogwarts, intenti a divertirsi e a rilassarsi, per un attimo sembrava che si fossero dimenticati della Regina Mancata e del suo spaventoso potere.
Tutti tranne Fra.
Che, dalla sfumatura nera che stavano assumendo i suoi occhi, non era per nulla abbinato alla splendida giornata: erano giorni che discuteva con sua sorella e il motivo era sempre lo stesso.
Rhydian!
Fran insisteva che non era colpa sua se quei bastardi li avevano torturati che, anzi, dovevano essergli grati perché gli aveva salto la vita, aggiungendo alcuni aneddoti dell’infanzia di quella pazza per dimostrare la validità della sua tesi e far sentire da schifo lui.
Doveva assolutamente dire a suo padre di falla finita di parlare di lavoro a casa, almeno non davanti alla sua sorellina.
L’aveva contagiata con il suo modo di fare da avvocato.
Possibile che sua sorella lo considerava cosi ottuso!
Era consapevole che, se quella notte, lei non si fosse messa in mezzo sia lui che Fran avrebbero fatto una fine orribile e, quando si era parlato dell’infanzia di Rhydian, c’era anche lui. Sapeva tutto questo e ben altro, solo che non riusciva a perdonarla lo stesso: lei sapeva che quella setta la stava dando la caccia, lei sapeva che avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di catturarla, compreso ammazzare chi non c’entrava per niente, ma si era iscritta lo stesso a Hogwarts mettendo in pericolo la vita di molti studenti.
Se fosse stato al suo posto, si sarebbe fatto rinchiudere in una fortezza in mezzo al nulla, circondato da Aurror ben addestrati, qualche Dissennatore, che non faceva mai male e, se tutto sto circo di persone e creature non bastava, una bella barriera magica di quelle potenti e tanti saluti alla setta di psicopatici.
<< Francisco Suarez che, invece di starsene spaparanzato sul l’erba e prendere il sole, sta sotto un albero a pensare? Ma stai bene? >>
Il Serpeverde era talmente preso dai suoi pensieri che non si era nemmeno accorto che qualcuno si era messo seduto accanto a lui e, quando si volse per vedere chi fosse, non rimase deluso.
Pelle color cioccolato al latte, lisci capelli di carota e splendidi occhi blu come il mare di notte; la ragazza più bella, testarda, grintosa che Hogwarts avesse mai visto e, che da un bel po di anni, era anche colei che gli faceva battere forte il cuore.
<< Ciao Roxy, come mai da sola? >>
<< In realtà stavo cercando Rose. Hai saputo della mega litigata fra Malfoy e Al? >>
<< Mia cara, io non ho saputo, io ho visto tutto! Ti ricordo che sono il compagno di stanza di quei due che, per la precisione, c’è mancato poco che Albus mi schiantasse per sbaglio >>    
Non sarebbe stato facile per l’argentino dimenticare quel brusco risveglio: Scorp, per scappare dalla furia omicida di Albus, era saltato sul suo letto, svegliandolo e rischiando di fargli prendere un infarto, e, senza troppi complimenti, si era fatto scudo con il suo corpo. Per fortuna era svelto di riflessi ed era riuscito a scansarsi in tempo, mentre i suoi due migliori amici continuavano quella specie rincorsa che, se non fosse stato per le minacce di morte di Potter, sarebbe stato anche abbastanza divertente.
<< Comunque sia, non li sopporto più. Ogni volta che Al lo incontra per sbaglio estrae subito la bacchetta, prima ho tentato di fermarlo e di farlo ragionare, ma è stato tutto inutile. Rose sola sa come far riattivare il cervello a quel deficiente di nostro cugino >>
Mentre Roxanne parlava, Fran non prestava attenzione nemmeno a una sillaba di quello che diceva, troppo concentrato sulle labbra della ragazza: erano a cuore, piene, carnose e, ci poteva giocare la sua ciocca colorata, dovevano essere dolci come il miele, forse ancora di più. Quante volte aveva sognato, desiderato, sperato di baciarla dolcemente, magari al tramonto, su una spiaggia deserta, con i colori del crepuscolo e farli da sfondo e il suono delle onde come colonna sonora. Oppure di notte, stesi ad ammirare le stelle, lui l’avrebbe abbracciata con la scusa di proteggerla dal freddo e poi, piano piano, si sarebbe fatto sempre più vicino a lei finche le loro labbra non si sarebbero sfiorate e alla fine avrebbe sussurrato…
<< Ti Amo >>
<< Cosa? >>
Fra fu riportato, bruscamente, nel mondo della realtà, mentre gli occhi di Roxanne lo fissavano sgranati per la sorpresa.
Se mai si sarebbe schiantato da solo, quella era un ottima occasione per farlo.
Era talmente preso dai suoi pensieri e dalle sue fantasie che, senza nemmeno accorgersi, aveva dato voce ai suoi pensieri, facendo il più grosso sbaglio della sua vita: aveva confessato il suo amore alla ragazza dei suoi sogni nel modo più sbagliato!
Merlo…cretino…demente e pure deficiente.
<< Francisco cosa hai detto? >>
<< Nulla, ero soprappensiero. Fai finta che non hai sentito niente >>
<< Ma come niente! Tu hai detto “ti amo” >>
<< Roxanne, davvero non era nulla >>
<< A chi stavi pensando Suarez? >>
Il ragazzo la guardò a bocca aperta.
Voleva tanto dirgli la verità, che pensava sempre, costantemente e unicamente a lei, dalla sera alla mattina, che era la prima cosa a cui pensava quando si svegliava e l’ultima quando andava a dormire, che era l’unica ragazza che gli aveva rapito sia il cuore che la mente e che mai queste suoi sentimenti sarebbero cambiati, nemmeno quando lui sarebbe stato un vecchio decrepito. Ma si accorse che oltre al amore che provava per lei, provava un altro sentimento che, molto spesso, andava di pari passo con il primo: la paura.
La paura di non essere capito, accettato, di non essere ricambiato.
Di essere confinato per l’eternità nella Friendzone.
Così rimase in silenzio anche quando vide Roxanne, esasperata, alzarsi e andarsene il più possibile lontano da lui, con un perfetto passo militare.
Lei era arrabbiata.
Lui era un idiota.
 
 
La vita era davvero strana e piena di imprevisti: se qualche giorno fa qualcuno le avesse detto che si stava dirigendo verso il dormitorio delle Serpi, trascinando Albus per l’orecchio, cosi da costringerlo a fare la pace con il suo amichetto del cuore, bè gli avrebbe dato del pazzo.
Ma quando Roxy era andata da lei in biblioteca a supplicarla di intervenire perché, se le cose sarebbero continuate su quel verso, Al avrebbe distrutto il castello.
Ci mancavano solo quelle due Serpi nevrotiche.
Ormai erano molte notti che passava in bianco, ad aiutare Rhydian a trovare il suo equilibrio interiore nei sotterranei, grazie al cielo la Serpe Mancata riusciva a farsi amare da qualsiasi creatura di genere animale, magica e non, quindi le erano bastati cinque minuti per rendere mansueto Fuffy; in più di giorno, oltre ad andare a lezione e fare i compiti, faceva ricerche per conto suo proprio per trovare una soluzione a quel problema.
Ma non aveva trovato niente di niente.
E adesso ci si metteva pure suo cugino con le crisi di gelosia?
La sua pazienza aveva un limite.
<< Rose! Cosi mi staccherai l’orecchio >>
<< Poco male, cosi impari a comportarti come una ragazzina isterica, in piena crisi ormonale. Ora dimmi la parola d’ordine per entrare in quel buco schifoso, pieno di luride Serpi, e facciamola finita co sta buffonata >> 
<< D’accordo, d’accordo ma piantala di stringere. Con quelle unghie mi stai forando le orecchie. La parola d’ordine è: Acqua Coluber >>
<< Bè allora non siete tutti una massa di caproni, visto che qualcuno di vuoi conosce il latino >>
Dopo ave recitato la parola d’ordine Rose entrò dentro la sala: non era la prima volta che entrava nel covo delle serpi, ma di solito era coperta dal mantello dell’invisibilità di James, oppure durante le vacanze primaverili quando, per un motivo o un altro, erano obbligati a rimanere a scuola.
Quindi non c’era da stupirsi se l’intera sala la guardava a bocca aperta, ma per quella volta potevano andarsene tutti quanti, allegramente, al diavolo.
Con molta poco grazia si avvicinò a un ragazzino del primo anno che, vedendola avanzare verso di lui, inizio a tremare mentre questa, con tutta l’arroganza del mondo, gli ordinava di dirgli dove si era cacciato quel biondino slavato, dal cervello di gallina, di Malfoy.
Forse stare troppo in compagnia di Rhydian l’aveva contagiata, ma giusto un pochino.
In tanto il primino, senza smettere di tremare, gli indico una porta, sicuramente quella era la porta del loro dormitorio quindi, senza nemmeno ringraziarlo, si diresse dove le era stato indicato tirando sempre Albus per l’orecchio che, intanto, non aveva smesso di lamentarsi per il dolore.
Che razza di femminuccia.
I due cugini trovarono Malfoy steso sul suo letto, tranquillo e beato, a leggere una rivista sul Quidditch e bevendo un bicchiere di un qualcosa di color ambrato, dall’odore sicuramente era alcool, e grazie al cielo che lui era Prefetto e doveva dare il buon esempio. Con, sempre, poca grazia spinse il giovane Potter sul letto, colpendo in pieno Malfoy che fece rovesciare la sua bevanda sulla moquette e, prima che uno dei due potesse dire o fare qualcosa, Rose prese la testa di entrambi facendole sbattere l’una contro l’altra.
<< Adesso voi due mi starete ad ascoltare e il primo che si azzarda a interrompermi lo schianto all’istante. Albus Severus Potter, per quanto la cosa mi disgusta, il biondino è il tuo migliore amico e, per quanto io l’odio e desidero vederlo soffrire finche non geli l’inferno stesso, è l’amico migliore che hai. So perché sei arrabbiato con lui e ti do ragione, è uno stronzo oltre ad essere un bastardo, ma non sono cose che ti riguardano. È una faccenda tra me e lui, tu ne devi stare fuori. Vuoi proteggermi, ne sono consapevole, ma io non ho bisogno di una balia, se mai mi servisse il tuo aiuto stai pur certo che correrei da te, ma io non ti ho chiesto niente e quindi tu non fai niente. Chiaro! >>
L’ultima parola fu praticamente un urlo, mentre Al annuiva velocemente senza staccare gli occhi, visibilmente terrorizzati, dalla sua adorata cugina. Non l’aveva mai vista cosi furente, lei era sempre stata Rose una ragazzina goffa, che inciampava dappertutto, dal carattere dolce, ingenuo e terribilmente sempliciotta, ma adesso quella non era più la stessa ragazza con cui aveva passato gran parte della sua vita; adesso quella ragazza era persino peggio di sua madre!
Invece per Scorpius fu un impressione del tutto diversa: aveva sempre visto la Rossa come un topo da biblioteca, una secchiona costantemente al primo banco e con la mano alzata che, nonostante fosse un insopportabile so tutto io, era anche molto graziosa, soprattutto quel suo lato imbranato che la rendeva teneramente buffa, e la sua intelligenza la rendeva terribilmente interessante. Adesso si trovava di fronte una vera leonessa infuocata che illuminava quella buia stanza con la sua bellezza, soprattutto adesso che era su tutte le furie, sembrava ancora più bella, cosa che lo fece abbastanza eccitare.
Senza aver alcun che da dire Rose girò i tacchi e, proprio come era arrivata, se ne andò, dritta verso la biblioteca a riprendere le sue ricerche, lasciando Scorp e Al a guardarsi negli occhi ancora sconcertati da quella nuova Rose.
<< Ehm Malfoy? >>
<< Si Potter? >>
<< Posso farti una domanda? >>
<< Dimmi >>
<< Hai la bacchetta in tasca o sei solo felice di vedermi? >>
 
 
Fran era seduta sotto una quercia secolare a comporre e strimpellare con la sua amata chitarra, una delle sue più grandi passioni e, soprattutto, unica cosa che riusciva a farla stare tranquilla.
Aveva di nuovo litigato con Fra e, per sua enorme sfortuna, quella mattina aveva incontrato il suo ex a pomiciare con una Tassa tutta tette e niente cervello; non era stupida, sapeva benissimo che una volta ritornati sarebbe stata obbligata a rincontrarlo, purtroppo il castello non era immenso come desiderava e a colazione, pranzo e cena si sarebbero sempre visti. Ma ciò che veramente l’aveva fatta innervosire in quel modo era che, nemmeno un mese che si erano lasciti, quello si era trovato subito un'altra come se niente fosse e per fortuna che lei era il suo grande, unico, vero amore, che una come lei non l’avrebbe mai ritrovata nemmeno tra cent’anni…che schifoso bugiardo!
<< Bel pezzo! Come s’intitola? >>
Da dietro la quercia sbuco la faccia di Fred II Weasley, facendola sobbalzare dalla paura mentre lui scoppio a ridere per la sua reazione.
Era il suo gioco preferito.
<< Fred! Mi hai fatto prendere un colpo. Possibile che devi sempre sbucare all’improvviso? >>
<< Perdonami è solo che non riesco a resistere, quando ti vedo così assorta mi viene spontaneo farti questi agguati >>
<< Bè continua cosi e mi avrai sulla coscienza >>
E senza dire altro si rimise a strimpellare le corde, anche se ormai non prestava più attenzione a quale note pizzicava, anche se non voleva la sua mente era tutta presa dal ragazzo mulatto al suo fianco, con gli occhi più scuri e penetranti che avesse mai visto in tutta la sua vita, tanto da toglierle il respiro e farle battere il cuore all’impazzata.
 Era talmente concentrata sul respirare correttamente e sul regolarizzare il battito cardiaco che, senza accorgersi, prese un palio di note stonate e, per finire in bellezza, si ruppe una corda.
<< Perfetto! Ci mancava solo questa >>
<< Fran? Che ti succede >>
<< Sono incavolata con il mondo >>
<< Ok, figliuola, confessa tutti i tuoi peccati >>
Ormai Francisca era abituata al comportamento sciocco e infantile di Fred, tanto da sapere che dietro a quella facciata da bambinone cresciuto un po’ troppo in fretta, c’era l’animo di una persona matura e responsabile, anche se era difficile da credere visto tutti gli scherzi e le buffonate che faceva. Fred era cosi, un eterno ragazzino che aveva sempre il sorriso più bello stampato in volto e che si sarebbe dannato l’anima pur di restituire il buon umore a qualcuno, ma che sapeva anche ascoltare e consigliare quando la situazione lo richiedeva, ed era proprio questo che più le piaceva di lui.
Cosi si ritrovò a confessargli i motivi del suo malessere, senza troppi problemi, non solo perché, ormai, lui era abituato ai suoi sfoghi, ma anche perché con Weasley lei si trovava a suo agio cosa, che fin’ora, era successa solo con Fran.
Solo, diversamente dal solito, quando nominò Frank la sua espressione cambiò del tutto: il sorriso da eterno fanciullo scomparve dal suo viso, lasciando il posto ad una faccia inespressiva, simile a quella di un serpente, che le fece arrivare il cuore in gola.
Non l’aveva mai visto cosi.
<< Possibile che pensi ancora a Pachiok. Dopo quello che ti ha fatto? >>
<< Bè è nemmeno un mese da quando ci siamo lasciati e, sinceramente, rivederlo con quella tizia mi ha lasciato l’amaro in bocca >>
<< L’amaro in bocca dici? Bene, ci penso io a sistemare le cose >>
Senza darle il tempo di dire ne ma ne se, Fred poso la sua grande mano dieto la nuca della ragazza e, con una velocità assurda, si fiondò su di lei cosi che le sue labbra poterono catturare le sue in un bacio, mentre gli occhi di Fran diventarono bianchi per la sorpresa e il suo cuore, ormai, sembrava un  martello pneumatico.
Fred, il suo migliore amico, l’amico di sempre, il ragazzo che da poco aveva scoperto di provare interesse, le stava rubando un bacio e, stranamente, sentiva che quello era il suo primo vero bacio, ma non poteva essere: aveva dato molti baci a Frank, quando stavano insieme; allora perché quella strana sensazione l’invadeva l’anima e la mente?
Con la stessa velocità con cui l’aveva avvinghiata, la liberò allontanandosi il più possibile da lei con il viso, palesemente, arrossato per l’imbarazzo e, ne poteva star certa, anche le sue guance avevano lo stesso colorito…poteva far benissimo a gara con Rose.
<< Perdonami, ho fatto una cavolata, dimentica tutto. Comunque sarebbe meglio che vai da tuo fratello…anche lui ha fatto una cavolata e adesso è giù di morale >>
Ma lei non si mosse, continuando a fissarlo sbigottita, anche quando lui si allontanò correndo non riuscì a togliersi quell’espressione da ebete dalla faccia, o riuscire a muoversi. L’unica cosa a cui riusciva a pensare era il calore delle labbra di Fred, a quella strana sensazione che aveva provato e alla menta…le sue labbra sapevano di menta piperita.
 
 
Alison se ne stava bella al calduccio sotto le coperte del suo letto, quel pomeriggio aveva deciso di non andare a lezione, tanto avrebbe saltato quell’insulsa materia, Erbologia, la cosa più inutile che poteva esistere, in più insegnata da un incapace e incompetente, che era Pachiok. Quindi, dopo aver minacciato di mettere in punizione un Tassorosso del suo corso, se non avesse preso appunti per lei e spiegando al professore, quel sempliciotto, che non si sentiva troppo bene, si era ritirata nelle sue stanze per farsi un bel sonnellino di bellezza.
Ne aveva proprio bisogno.
Non si era ancora ripresa del tutto dal tentato strangolamento di quel mostro e, in più, doveva ancora escogitare il modo giusto per fagliela pagare.
Come osava, quel insulsa creatura nominare quella vergogna in sua presenza?
Caesar Ilybs, suo fratello maggiore e Mago No.
Quel ragazzo era la vergogna dell’intera famiglia, a casa bastava solamente nominarlo per far scoppiare in lacrime sua madre che, sempre per colpa sua era andata in depressione per aver donato alla sua famiglia e a suo marito un erede maschio del genere, e mandar su tutte le furie suo padre, che aveva minacciato più volte di scacciarla. Poi, grazie a Salazar, era nata lei perfettamente purosangue e con i poteri magici che si aspettava da una del suo rango riportando la felicità e l’armonia in casa sua.
I suoi genitori le avevano sempre insegnato che tra lei e il fratello maggiore esisteva una linea ben marcata che li rendeva diversissimi e, proprio per questo motivo, non potevano giocare insieme. Ricordava che quando era ancora piccola non riusciva a capire quello strano ragionamento, infondo quel bellissimo bambino dai capelli neri e dagli occhi da lupo era suo fratello e lei voleva giocare insieme a lui. Una volta era pure riuscita ad entrare in camera sua, che si trovava in cima ad una torre, in una stanza buia e molto fredda; lei aveva solo cinque anni e lui nove, voleva giocare insieme a lui alla principessa prigioniera e ricordava che lui fu molto felice di questo, ma quando i loro genitori li scoprirono li punirono duramente: lei non poté più uscire dalla sua camera per una settimana intera e poteva mangiare solo pane e acqua, lui, invece, venne picchiato selvaggiamente con una frusta.
Da quel giorno non giocarono più insieme.
Poi crescendo aveva compreso il significato delle parole dei genitori: lei era una purosangue, una mosca bianca in mezzo ad uno sciame di comunissime mosche, e doveva conservare la sua purezza senza mai confondersi con gentaglia che non fosse speciale come lei.
Aveva imparato la lezione, ma per scongiurare il pericolo che la loro amata figlia si sporcasse frequentando il fratello, mandarono Caesar in un prestigioso collegio inglese babbano e, da quel giorno, non gli fu più permesso di uscirne. Solo qualche anno fa gli erano arrivate notizie di lui da parte del direttore del collegio: dopo essersi diplomato con il massimo dei voti e in anticipo, si era iscritto ad un università babbana, ma prima si era diretto per una breve vacanza in Finlandia e li, per sua enorme sfortuna, non sapendo come, aveva incontrato Rhydian donandole l’arma perfetta da usare contro la sorella.
Quella dannata feccia.
La Serpeverde venne scossa da i suoi pensieri dalla porta che si apriva e, con tutta la grazia che sua madre le aveva insegnato per distinguersi, si mise a sedere per accogliere le sue compagne di stanza, non che migliori amiche: Erika e Adel.
<< Salve ragazze, come sono andate le lezioni pomeridiane? >>
<< Una noia come sempre Ali >>
A rispondergli fu solo Adel, Erika invece, con un leggero movimento del capo, la ignorò completamente, cosa che non sfuggi ai suoli occhi.
<< Erika tutto apposto? >>
Ma dall’amica nessuna risposta.
<< Lascia perdere Alison, oggi ha la luna storta >>
<< Fammi indovinare: Albus si è dichiarato a quel insuls… >>
Non fece in tempo a finire la frase, che  un pensante volume di Erbologia la schivo per un soffio, mentre Erika Gray la fissava con una freddezza che quasi metteva paura.
<< Lascia stare Albus, è con te che sono incazzatta nera >>      
<< Con me? E che avrei mai fatto? >>
<< Che hai fatto? Hai detto a tutta la scuola di Rhydian, dopo che questa ti aveva salvato la vita. Giuro, ne hai fatto di cose meschine da quando ti conosco, ma questa le batte tutte >>
<< E da quando in qua sei amica di quel mostro >>
<< Non sono amica sua, ma a differenza di te io conosco il significato della parola gratitudine >>
<< Sai che m’importa, se quella notte quei uomini l’avessero fatta fuori mi avrebbero sicuramente rallegrato la giornata e, se insieme a lei, avrebbero eliminato pure Roxanne Weasely gli avrei dato una medaglia d’oro per l’ottimo servizio all’umanità >>
<< Ma ti ascolti quando parli almeno? Continua cosi e vedrai, che un giorno di questi, ti ritroverai sola come un cane. Andiamo Adel, questa non vale nemmeno il mio fiato >>
Cosi Erika afferrò il polso della compagna di stanza e uscirono dalla loro stanza, lasciando Alison completamente rossa in viso per la rabbia: ora ci si mettevano anche le sue “amiche” a farle la predica? Lei aveva fatto quello che credeva più giusto e non se ne sarebbe pentita.
Sola, diceva Erka?
Bè, meglio soli che mal accompagnati!
 
 
Ormai la notte era calata da un bel pezzo e Rhydian, come ogni notte, si stava dirigendo alle cucine del castello, aveva appena lasciato Rose davanti al dipinto della Signora Grassa, dopo una serata estenuante di allenamento e, da quel poco che aveva capito dal suo continuo bofonchiare, una mattinata a fare da balia a due Serpi troppo cresciute, la Weasley era crollata cosi l’aveva spedita a letto.
Non l’avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura, ma le era grata per l’aiuto che le stava dando.
Come non avrebbe mai ammesso che, per una volta tanto, Heele aveva ragione: non ce la poteva fare da sola e farsi aiutare dal genio indiscusso della scuola, era stata una vera genialata, senza contare che Rose era talmente imbranata da farla sorridere e, cosa ancora sorprendente, lei trovava divertente la sua ironia cinica quindi, anche se non sarebbero mai diventate amiche per la pelle o qualcosa del genere, si trovava ad andare abbastanza d’accordo.
<< Non vedo l’ora di bermi un mega cappuccino, con tanta panna e cioccolato fuso sopra. Ho già l’acquolina in… >>
Un singhiozzo interruppe le sue fantasie da spuntino di mezza notte: qualcuno, non molto distante da lei, stava piangendo.
Alla Regina Mancata le lacrime non erano mai piaciute, non perché le considerava un atto di debolezza, quello valeva se a piangere era lei, ma perché non sapeva mai come comportarsi, con i bambini era facilissimo: bastava prenderli in braccio, baciarli la fronte e sussurrare parole dolci e confortanti e, già che c’era, cantare una ninna nanna non guastava mai. Ma con gli adulti, o adolescenti, era un altro palio di maniche.
<< Chi diavolo sta piangendo? Guarda che sono Rhydian, il mostro di fuoco, se non la smetti subito ti incenerisco, mi stai dando sui nervi >>
<< E tu sei proprio una High-Side se pensi di spaventarmi cosi >>
Da dietro una colonna comparve Catherine Tucker, vestita solo da un imbarazzante pigiama di flanella rosa, blu e viola, i lunghi capelli castani erano arruffati e gli enormi occhi da cerbiatta erano gonfi e rossi per l’aver pianto troppo.
<< Che diamine è un High-Sid…No! Non lo voglio sapere, che diavolo ci fai in piedi a quest’ora? >>
<< La stessa cosa vale per te >>
<< Cappuccino in cucina e poi nanna >>
<< Mi manca il mio ragazzo, non volevo svegliare le mie amiche e quindi mi sono rintanata qui >>
E, al solo pensiero del suo bel italiano, Cat riscoppiò a piangere gettando Rhydian nel agonia: odiava davvero la gente che piangeva!        
In più aveva notato che la Tassorosso stava tremando dal freddo. Anche se quella era stata, esclusivamente, una splendida giornata di sole, era pur sempre Gennaio, quindi inverno, quindi faceva un freddo boia…anche se lei doveva starsene zitta, visto che indossava un palio di pantaloncini da ginnastica, un croat top a maniche lunghe e la felpa che si era portata dietro la teneva legata ai fianchi, così, per bellezza!
Senza pensarci due volte sciolse il nodo si diresse verso la frignona.
<< Tieni, non voglio avere morti sulla coscienza…anzi no! Non voglio avere la TUA morte sulla coscienza >>
Depose la felpa sulle spalle della ragazza, che erano completamente ghiacciate. Non poteva lasciarla lì, da sola al freddo e al gelo, anche se fare l’amichetta pronta per lo sfogo non era proprio in cima ai suoi desideri della serata.
Che diavolo le era successo?
 Un anno fa l’avrebbe mandata a quel paese e l’avrebbe, anche, abbandonata; invece adesso si ritrovava a pensare, a ragionare, su come fare per aiutarla: non era più la stronza senza cuore di una volta, purtroppo.
<< Forza vieni con me. Ora andiamo nelle cucine, cosi tu ti riscaldi per bene, e ti dai una bella calmata. Ma se ti azzardi a raccontarmi qualcosa inerente alla tua vita sentimentale, o se scopro che dirai una sola parola su sta sera, riempio il tuo fondo schiena di calci. Sono stata chiara >>
Cat fece segno di si con la testa.
Ormai aveva capito che, sotto sotto, in un angolo molto profondo del suo cuore, quella ragazza era un anima buona, solo che si vergognava di farlo a vedere, troppo orgogliosa. Ormai si era costruita la maschera da stronza dal cuore di pietra e, dopo tutti quei anni, non riusciva più a togliersela, ma più si andava avanti e più quella maschera faceva crepe da per tutto, spera solo di esserci quando finalmente si sarebbe rotta del tutto.
La ragazza di fuoco poso una mano in vita della ragazza piangente che, quasi immediatamente, senti un lieve calore espandersi per tutto il copro dal punto in cui era posizionata la piccola mano della rossa.
Cavolo!
Aveva sempre desiderato un amica che fosse una stufa umana.
<< Non ci pensare nemmeno Tucker! È solo perché ho paura che morirai di ipotermia >>
<< Ma che leggi nella mente >>
<< No, leggo in faccia e la tua è abbastanza ovvia >>
<< Cosa vuol…AHHHHHHHHHHHHHHH >>
Le due ragazze sentirono un enorme spinta venire da dietro, tanto forte che le sollevò da terra e le fece sbattere contro una colonna: sicuramente Cat si sarebbe frantumata la testa se, Rhydian, non le fece scudo con il suo corpo e, quando precipitarono a terra, fu abbastanza veloce da prenderla tra le braccia e atterrare, perfettamente, in piedi proprio come un gatto.
<< E chi diavolo sei? Spiderman? >>
<< No! Sono Batman. Ora basta co ste cavolate >>
<< A già…ci hanno schiantato, giusto? >>
<< Giusto, hai vinto un premio. Ma prima scopriamo chi è lo schifoso vigliacco, figlio di buona donna, che mi ha attaccato alle spalle >>
<< Ma che linguaggio fine per una signorinella come te. Tua madre non ti ha insegnato l’educazione >>
Dal buio del corridoio comparve un uomo, a occhio e croce sulla quarantina, vestito come un vagabondo e con la bacchetta puntata verso la rossa.
<< Oppure voi Flamee siete delle sudice sgualdrine del linguaggio volgare >>
 Cat sgranò gli occhi. Quel uomo sapeva cos’era Rhydian e, da quanto ne sapeva, la preside aveva impedito a tutti gli studenti e alle loro famiglie, dopo averle assicurato che i loro preziosi figli non correvano alcun pericolo e che tutto era sotto controllo, di divulgare ancora di più la notizia. Quello era un segreto di Hogwarts e in quelle mura doveva rimanere.
Quindi doveva essere per forza uno della setta che a Dicembre li aveva attaccati. Oppure Alison l’aveva combinata una delle sue.
<< No! Non è uno di loro, ha il viso scoperto anche se quella ridicola barba copre tutto, quei bastardi, invece, hanno il volto coperto. Ed è troppo furbo per essere stato mandato da quella stronza, è riuscito a cogliermi di sorpresa >>
Qui urgeva uno specchio, immediatamente: possibile che la sua faccia fosse un libro aperto?
<< Aye, ragazzina. Sono qui per conto mio, diciamo: occhio per occhio, dente per dente >>
<< Sbaglio ho sento un accentò scozzese? Ti prego dimmi che non sei un fottutissimo scozzese >>
<< Mi dispiace deluderti, Nighean, ma sono un dannato scozzese da molte generazioni >>
<< Non ti azzardare a darmi della ragazzina, brutto somaro >>
Mentre l’irlandese e lo scozzese bisticciavano tra di loro, scambiandosi vari insulti. Catherine trovò che quello, per quanto strano potesse sembrare, era il momento più opportuno per darsela a gambe e dare l’allarme, la Flamee non era stata danneggiata nello schiantessimo, per quanto suonava strano dirlo, quindi poteva benissimo affrontare un duello per almeno venti minuti.
Con tutta la calma del mondo, mentre quei due continuavano ad dirsele di tutti i colori, mescolando insulti in gaelico scozzese e irlandese, Cat avanzò al indietro finche le sue esili spalle non toccarono il muro, le gambe le tremavano moltissimo, cosa che le ricordò quando si era avventurata nella Foresta Proibita, con Foster e Zach, ed erano stati scoperti dai centauri, anche quella volta Rhydian li aveva salvati.
Finalmente quando toccò la superfice di tufo si tenne pronta a scattare, ma un leggera esplosione, a qualche centimetro da lei la blocco subito, ritornando a guardare lo sconosciuto che, questa volta, aveva puntato la bacchetta proprio su di lei.
<< Dolcezza, non ho nulla contro di te, quindi non ti faro niente. Ma se ti azzardi a fare quello che ti passa per la mente, ti pietrifico all’istante >>
Quei due avevano rotto!
<< Sempre se ci riesci, vecchiaccio! >>
Rhydian lascio tutte i due di stucco: con un urlo sovrumano si lacciò alla carica del suo nemico che, cercando di contrastare l’avanzata del suo avversario, iniziò a scagliarle contro una sfilza di incantesimi, la maggior parte della quale Cat non ne aveva mai sentito parlare, nemmeno sui libri. Ma la Flamee fu abbastanza abbile da schivarli tutti ma, quando era ad un palmo di naso a colpire il suo avversario, questo, prendendola completamente contro piede, fece una capriola in aria, evitando del tutto il colpo della ragazzina e, ancora in aria, lanciò un altro incantesimo che, questa volta, andò a fondo colpendola al braccio.
Cat poté vedere il sangue della Regina Mancata sgorgare come un fiume in piena, ma questa non mostrava alcun segno di dolore sul suo viso. Più che altro stava osservando il misterioso avversario, cosi da poterlo attaccare al momento propizio, peccato che non avevano tutta la notte.  
<< Ok, mentre voi vi ammazzata avvicenda, io metto il gas e vado a chiamare qualcuno. Ciao ciao >>
<< Ragazzina, ti ho già detto… >>
Un poderoso gancio destro, però, lo azzitti completamente. La Tassorosso poté sentire distintamente il rumore della mascella rompersi, mentre qualche dente volo fuori dalla sua bocca, mentre Rhydian lo guardava con un sorriso maligno, quasi infantile, come se fosse stato una bambino dispettoso che aveva appena rubato delle caramelle e nessuno si era accorto di nulla.
<< E tu non abbassare mai la guardia, vecchiaccio! Anche se si tratta di una ragazza che, guarda caso, è maledettamente brava a fare a pugni alla vecchia maniera >>
<< Modesta >>
<<  Ora puoi chiamare aiuto Cat, e anche Poppy. Avrà molto lavoro da fare sta notte >>
 
 
 
 
 
Note dell’Autrice: Questo capitolo ce l’ho pronto da giorni ormai, ma per qualche oscuro motivo, interessante e misterioso, non mi va internet quindi ecco la ragione di questo mio ritardo, spero che mi perdoniate anche perché con la sintesi sarò molto breve, ma cominciamo: Fra dice, in un attimo che era soprappensiero, Ti Amo a Roxanne e ora si sta dando delle bellissime capocciate al muro, Rose fa tornare la pace fra Al e Scorp tirando, finalmente, fuori le palle, Fred bacia Fran in un attimo di gelosia e poi è andato a fare compagnia a Fra, Alison ha una discussione con Erika e Adel le toccherà da fare da paciere. Infiene Cat le manca il fidanzato, incontra Rhydian che, in maniera disastrosa, cerca di consolarla, poi vengono attaccatte da un misterioso individuo e Rhydian lo atterra con un pugno…come sintesi fa schifo ma io ho un sonno che mi porta via.
Nel prossimo capitolo: chi è il misterioso nemico? Perché ha attaccato Rhydian? È davvero lei il suo vero obbiettivo? O vuole arrivare a qualcun altro…lo scopriremo solo prossimamente.
Un Bacio
Vero
Ringrazio di tutto cuore chi segue la mia storia:
1 - amelie93 
2 - Bherenike 
3 - ChicaCate94 
4 - Dany_skywalker 
5 - Elivag 
6 - leo99 
7 - Luthien Felagund 
8 - Marty Evans 
9 - quiquoqua1234 
10 - sapphire_2 
11 - Yorgos 
12 - Yorokobi 
13 - _Alyss_ 
Chi l’ha messa nelle preferite:
1 - AlexisVictorie 
2 - Cersei Evans 
3 - Hufflepuff_Fangirl 
4 - Jessica Green 
5 - Lily_James Potter 
6 - Luthien Felagund
7 - Pat_
E chi trova sempre cinque minuti per recensire…ragazzi vi adoro di tutto cuore!

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Capitolo 24
*** Capitolo 22 ***


Lanchain
(L’autrice v’invita a leggere le note…molto importante. Grazie)
 
Non era la prima volta che Cat si trovava in infermeria, durante i suoi anni ad Hogwarts si era fatta male, non in modo grave, si era ammalata o era andata a trovare qualche amico, ma quella era la primissima volta che si trovava seduta sul letto, accanto alla Regina Mancata delle Serpi, intenta a stringerle la mano mentre Madama Chips la stava medicando.
Chi lo avrebbe mai detto.
Rhydian Harvey, la Regina Mancata delle Serpi, colei che inquieta terrore appena osi guardarla negli occhi, aveva una fifa blu per le siringhe.
Catherine aveva dovuto far appello a tutto il suo autocontrollo per non scoppiare a ridere a quella vista: Rhy, con il braccio completamente che sgorgava sangue da per tutto, insisteva di dire, balbettando, che stava benissimo, che era un graffietto da niente, che bastava metterci un cerotto e via, appena aveva visto il minuscolo ago nelle mani del infermiera e, quando aveva capito che non l’avrebbe convinto con le sue parole, aveva cercato persino di scappare. L’anziana donna si era vista costretta a minacciarla di ordinare agli elfi domestici di non prepararle più nulla per i suoi soliti spuntini di mezzanotte, a quel punto la ragazza di fuoco si era, finalmente, rassegnata.
<< Non riesco a crederci che, una ragazza, grande e grossa come te, abbia paura di un minuscolo aghetto come questo >>
<< Minuscolo un cavolo! Adesso piantala di parlare e finisci di medicarmi, voglio fare a pezzi quel futtuttissimo scozzese! >>
<< Prima devi parlare con la preside, vuole sapere che cosa è successo e perché ha dovuto rinchiudere un uomo nelle segrete che, tanto perché tu lo sappia, non le usavamo da millenni >>
<< Forse perché quel bastardo ci ha attaccato? >>
<< Ma per quale motivo? >>
<< Non lo so e non m’importa, l’unica cosa che voglio sapere è quando potrò mettergli le mani addosso >>
 Madama Chips scosse la testa rassegnata, conosceva troppo bene il brutto carattere della sua paziente; quasi distrattamente si volse a guardare l’altra ragazza che, per tutto il tempo, era rimasta in perfetto silenzio, cosa molto strana per lei.
Ma, infondo, era perfettamente normale.
Era sotto shock.
<< Mia cara, ti ho preparato un ottima tazza di thè caldo, bevilo ti rinvigorirà meravigliosamente >>
Cat non se lo fece ripetere due volte. Lasciando la mano di Rhydian si diresse verso il mobile che le era stato indicato e, senza soffermarsi sul delizioso aroma di limone, o assaporare il calore avvolgente della bevanda, fini il contenuto della tazza tutto d’un fiato. Le gambe tremavano ancora, proprio come le sue mani, ma il nodo che aveva allo stomaco si era sciolto e il terribile mal di testa, che fino al quel momento le aveva dato il tormento, si era assopito, solo che le stava salendo un bisogno, quasi fisico, di piangere.
<< Bene, io qui ho finito. Adesso rimanete qui, tutte e due, io vado a chiamare la Preside e il Professor. Lupin >>
La piccola donna se ne andò con il suo solito passo veloce, riempiendo la sala e, dopo, il corridoi con il suono dei tacchetti delle scarpe.
<< Tucker! Vieni immediatamente qui! >>
La voce autoritaria della Grifondoro risuonò in tutta l’infermeria deserta, tanto che la Tossorosso si ritrovò a temere ciò che stava per dire o fare, sembrava una madre dal pugno di ferro pronta a sgridare la figlia che aveva disobbedito.
Tremante, ancora per lo spavento del attacco, ma anche per timore verso la Regina Mancata, si diresse verso di lei.
Cosa aveva combinato?
Non aveva fatto nulla, anzi le era stata persino utile, visto che l’aveva trascinata di peso in infermeria, dopo aver legato lo scozzese come un salame, e le aveva tenuto la mano fino a quel momento.
Forse le voleva intimare di non dire a nessuno che, in realtà, era una grandissima fifona.
Ma perché quella riusciva a leggerle la faccia e invece lei no?
<< Perché io sono io. Ora piantala con sti film mentali e dammi le mani, subito >>
La ragazza fece come le era stato richiesto e allungo verso la rossa le mani; questa le afferrò e, dopo aver chiuso gli occhi e aver fatto un lungo sospiro, cominciò a trasmetterle un po’ di calore, ma intenso. La sensazione che provava era come se, delle grandi e forti braccia, l’avessero avvolta in un lungo, caldo, abbraccio.
Era una cosa meravigliosa.
Meglio di un massaggio.
Meglio della cioccolata calda.
Meglio di un massaggio mentre stai bevendo una cioccolata calda.
Meglio di un abbonamento al Mugello a vita…no, quello non si poteva battere!
<< Il calore scioglie la tensione e tu, cara mia, sei un fascio di nervi e, sinceramente, dovresti bere un quintale di thè per smettere di tremare come una foglia. Cosi facciamo prima >>
<< Ma come diavolo fai? Anche prima hai fatto la stessa cosa >>
<< Quale parte di “mia madre è una creatura fatta di fuoco” non hai capito? Le Flamee hanno una temperatura corporea estremamente alta e sono in grado di espanderla anche al difuori del loro corpo, anche se lo sono per metà, ho anch’io questa capacità. O credevi che fossi una completa microcefala ad andare in giro, in pieno inverno, vestita come se mi trovassi su una spiaggia dei Caraibi? >>
<< Grazie >>
<< Di nulla, ma non farci l’abitudine e se lo dici a qualcuno… >>
<< Mi prendi a calci in culo, già avvertita >>
Rhydian fece un cenno con la testa, riprendendo a riscaldare Catherine, mentre sul viso di quest’ultima si faceva strada un enorme sorriso: Rhydian si era preoccupata per lei, anche prima del attacco e durante aveva fatto la stessa cosa, anche se l’aveva ampiamente minacciata, ma si era interessata al suo bene: era davvero una brava ragazza, stronza, ma brava.
Il suono di più passi rovinò quel dolce momento: Rhydian si staccò da Cat e, con un balzo, scese dal letto facendo segno alla compagna di mettersi seduta li e di rimanere in silenzio.
Sicuramente aveva qualcosa in mente, glielo si leggeva in faccia ma, come suo solito, non l’avrebbe resa partecipe dei suoi pensieri.
La Professoressa McGranitt, seguita dal Professor. Lupin e da Madama Chips, fece la sua entrata nella stanza mentre, dal alto dei suoi occhiali, guardava furente una delle sue studentesse migliori ma, di gran lunga, quella che le aveva creato più problemi in tutta la sua lunga carriera.
 Nemmeno Harry Potter era stato cosi disastroso!
Non solo aveva dovuto sopportare le continue lamentele da parte dei professori sul comportamento ribelle, anzi no, da vera teppista che aveva nei confronti di tutti; non solo doveva costantemente assicurarsi che nessuno dei folli che le dava la caccia riuscisse, come un mese fa era già successo, a penetrare nella sua scuola; non solo era stata obbligata a contattare uno ad uno tutti gli studenti e a scrivere, personalmente, le lettere da inviare alle loro famigli, per fa si che la notizia non si estendesse a macchi d’olio. Ma adesso doveva puro occuparsi di un nuovo nemico che, non si sa come, non sa quando, era entrato a Hogwarts e aveva attaccato non solo Rhydian, ma anche una studentessa che non centrava niente, tutto al di fuori del orario di coprifuoco.
Quella ragazza l’avrebbe fatta impazzire.
<< Sarei molto curiosa di sapere il perché, nelle segrete della mia scuola, è rinchiuso un uomo legato come un salame >>
Rhydian guardò la vecchia gatta con sufficienza.
<< Ci ha attaccate, io lo steso, lo abbiamo legato e buttato al fresco >>
<< Perché vi ha attaccate? >>
<< Non lo so, ma stavo giusto per andare a chiederglielo >>
La preside guardo la ragazza come se avesse appena visto un dinosauro viola dentro alla stanza.
<< Non vorrai interrogarlo tu stessa spero. Questo è un compito degli Auror >>
<< Certo, chiamiamo gli Auror. Cosi che insieme a loro venga pure la stampa, già immagino il titolo di testa: attacco a due studentesse, una di loro è figlia di una creatura mitologica. Cosi quella pazza nevrotica, con seri problemi mentali, lo legge e, come potrà immaginare, verrà qui a combinerà un fini mondo >>
<< Spera di mettermi paura? Sciocca Ragazzina, io ho affrontato non una, ma ben due guerre magiche: ho combattuto contro i Mangiamorte della peggior specie e, prima della sua tragica morte, sono stata la fedele braccio destro del grande Albus Silente. Non speri che sua madre, anche se la regina delle Flamee, possa mettermi timore perché, glielo posso assicurare, non ci riesce >>
Dettò ciò la preside si allontanò, mentre Rhydian la guardava furente: se fossero intervenuti gli Auror non avrebbe mai scoperto la verita, l’avrebbero nascosta mettendola al oscuro di tutto…come facevano sempre.
Forse quella donna non aveva paura di sua madre, ma gli mancava il fegato: il fegato di dirle la verità! Lei aveva saputo, molto prima di lei, quello che era successo durante le vacanze di natale ma, aveva deciso, di tenerla al oscuro, come se la cosa non la riguardasse.
Arrivata alla porta la vecchia gatta guardo il Teddy che, fino a quel momento era rimasto in silenzio, anche se non era d’accordo con lei: quella ragazza aveva tutto il diritto di sapere cosa stava succedendo, infondo si trattava della sua vita.
<< Professor Luppin, le affido il compito di scortare le signorine nei loro rispettivi dormitori. Domani mattina mi metterò in contatto con il suo padrino, a finche mandi una squadra per scortare il prigioniero fuori di qui >>
<< Si, signora preside >>
Minerva fece un cenno con la testa e, dopo aver lanciato un ultima occhiata alla ragazza dai capelli rossi, usci dalla stanza assieme a Madama Chips. Le due erano amiche da moltissimi anni, sicuramente l’anziana infermiera avrebbe fatto sfogare la sua cara amica.
Intanto Rhydian, completamente fuori di se, cominciò a prendere a calci un secchio li vicino. Era arrabbiata come non mai!
<< Datti una calmata Harvey >>
<< Non rompa professore e non mi dica di calmarmi se no giuro, su tutto di ciò che ho più caro al mondo, che la riduco a brandelli e poi la incenerisco >>
<< Cavolo deve far male >>
Rhy fulmino Catherine.
Ma perché perdeva sempre una buona occasione per stare zitta?
<< Minacce a parte. Capisco il perché sei arrabbiata e, se me lo permetti, concordo con te. Se saranno prima gli Auror a interrogarlo non saprai mai del perché, quel individuo, ti ha attaccato. Fidati sono un ex Auror, so come è la loro procedura >>
<< Allora cos’hai in mente genio? >>
<< Prima di tutto: quel uomo ti ha detto qualcosa? >>
<< A parte darmi della mocciosa e insultarmi? >>
<< Su quello ha fatto benissimo, ma io intendevo se ti ha dato una traccia del perché del suo gesto >>
Rhydian incrociò le braccia al petto, puntando il suo sguardo scarlatto sul pavimento; per quanto si sforzasse non le veniva niente in mente: quel dannato aveva anche parlato in gaelico e, eccezion fatta per qualche parola, per lo più insulti, non ci capiva nulla.
Quindi se aveva detto qualcosa di utile in gaelico, era bella che fregata.
<< Eureca! >>
Dietro di lei Catherine inizio ad urlare come una matta per la golia, face innervosire ancora di più.
Quella voleva morire giovane.
<< Tucker a meno che tu non dica qualcosa di molto intelligente, ti conviene scappare a gambe levate e pregare che io non riesca a metterti le mani a dosso >>
<< Occhio per occhio, dente per dente. Non ricordi? Quel uomo ha detto esattamente queste parole >>
<< E ti pareva se non dicevi qualcosa di stupid…Cat! Sei un genio! >>
<< Ragazze, fate capire anche a me per favore? Sono pur sempre il vostro professore >>
<< È semplicissimo, babbeo di un prof: quel uomo non vuole me, ma vuole mia madre >>
 
C’era una sola cosa al mondo che faceva andare su tutti i nervi Fraser Stark: essere buttato giù dal letto, in malo modo, soprattutto se a farlo era la persona che, al momento, non poteva sopportare sulla faccia della terra: Jonathan Foster!
Appena aveva realizzato che quella stupida Serpe era nel dormitorio dei Grifondoro, aveva cominciato a cercare la bacchetta, cosi da poterlo schiantare, finalmente, e di metterlo in punizione fino alla fine dell’anno scolastico, ma fu bloccato da Albus che, con poche parole, gli fece capire che non era il momento adatto: Rhydian, in persona, li aveva convocati nella Stanza delle Necessità immediatamente.
Gli assenti sarebbero stati appesi, per i piedi, sulla Torre d’Astronomia.
E cosi si ritrovò nella stanza che, dal modo in cui era stata arredata, assomigliava parecchio a quella della tavola rotonda: era semplice, spoglia, c’era solamente un enorme tavolo, appunto, rotondo di legno al centro della sala, con tutte le sedie attorno per farli sedere. In una di queste sedie c’erano Rhydyan e il Professor Lupin che, quando lo vide, quasi rischiò di fargli venire un infarto.
<< Calmati Stark. Lui è con noi >>
Dopo che Fraser riuscì ad attivare il cuore, tutti i presenti si misero a sedere Mentre Rhydian, alzandosi dal suo posto, prese la parola.
<< Vi ho convocato qui perché, questa notte, io insieme a Catherine Tucker siamo state attaccate >>
A quell’affermazione Fran scatto in piedi, facendo cadere la propria sedia a terra. Era fuori di se come non mai: non solo l’avevano svegliato nel cuore della notte, dopo una giornata, diciamo, di merda, ma adesso scopriva che c’era stato un  uovo attacco e che, anche questa volta, l’obbiettivo era l’Harvey e che, di nuovo, c’era andata di mezzo qualcun altro che non centrava nulla; senza contare che Cat non era presente in mezzo al loro.
<< Ti conviene stare calmo, Suarez, o ti darò un vero motivo per odiarmi. La Tucker sta bene, ora sta nel suo dormitorio con le sue due amiche e, se proprio ci tieni a saperlo, qui l’unica che si è ferita sono io >>
Solo in quel momento l’argentino si accorse che all’appello mancavano anche Lizzie e Shey, sicuramente erano con Catherin: quelle tre erano inseparabili. Proprio come si accorse il bendaggio sul braccio sinistro della  ragazza che, a seconda dello spessore che intravedeva dalla maglia, partiva da sotto la spalla e finiva sul polso.Senza dire nulla, il ragazzo raccolse la sedia e si rimise a sedere, così che la mezza Flamee potesse continuare il suo discorso.
<< Come stavo dicendo: siamo state attaccate, ma questa volta non è uno della setta di Dicembre, è uno che lavora da solo ed è forte. Sono riuscita a metterlo K.O. perché si era distratto, ora si trova nelle segrete della scuola, sotto chiave e legato come un idiota, che poi è. Peccato che la preside mi ha vietato di fargli qualche domandina >>
<< E noi che centriamo? >>
Questa volta a parlare fu Scorpius, anche lui visibilmente assonnato e scocciato per essere stato buttato giù da letto.
<< Centrate e come visto che mi darete una mano. Alcuni di voi verranno con me a parlare con il prigioniero, altri staranno con Ted a fare da palo. Se la Preside ci becca, però, tranquilli: mi prendo tutta la responsabilità >>
<< E perché mai dovremmo aiutarti? Quello vuole te, non noi >>
Se Fra voleva fare lo spavaldo si accorse subito di aver sbagliato momento, gli occhi di Rhydian divennero ancora più rossi, facendoli sembrare fatti dello stesso sangue, ed era una visione abbastanza inquietante.
<< Primo: mi dovete un favore visto che, non solo, vi ho salvato la pelle a Dicembre, ma vi ho anche ospitato in casa mia in Finlandia. Secondo: quello non vuole me, vuole mia madre. Mi ha attaccata per poter arrivare a lei, peccato per lui che non sa che se io tiro le quoglia quella è capace di declamarlo eroe del regno >>
Jonathan annuì con la testa, nel suo modo di scherzare cinico, c’era molta verità: non avrebbe mai dimenticato il suo primo incontro con Mariketta, come non avrebbe mai scordato il suo sguardo pieno di odio e rancore con cui aveva guardato la figlia, la sua unica figlia, stesa sul letto dopo aver rischiato di morire.
<< Quindi, non vi chiederò chi è con me, perché se non lo farete sapete benissimo cosa vi aspetta: Foster, Stark, Rose, Albus, Malfoy, Montella, Nanhase e Suarez femmina, voi venite con me, il resto con Luppin a fare da palo >>
 
 
Da molti secoli le segrete di Hogwarts venivano usate come ripostiglio, dove venivano deposti gli oggetti più assurdi che, come minimo, si trovavano lì dal alba dei tempi, considerando da quanto erano enormi le ragnatele.
Cosa che disgustava, da ogni parte della sua anima, Rose.
Oltre ai capelli rossi, alla goffaggine e al appetito, la giovane Weasley aveva ereditato un'altra cosa da Ron: era aracnofobica!
<< Mi spieghi perché ti ho seguito, Harvey? >>
<< Perché sono carina e coccolosa? >>
<< Quale parte del tuo essere è carino e coccoloso? >>
<< Perché se non lo facevi ti avrei appeso a testa in giù, e in mutande, in cima alla Torre d’Astronomia? >>
<< Buona la seconda >>
Per tutto il tempo le due rosse si erano scambiati battutine di quel genere, senza notare che gli altri membri del loro gruppo le guardavano più tosto storte. Da quando in qua quelle due si parlavano? Per di più scherzavano? Ma erano diventate amiche?
Speravano di poter trovare risposta alle loro domande ascoltando i loro discorsi, cosi da poter cogliere un qualsiasi indizio, ma niente da fare; quelle due non si facevano sfuggire niente di niente che poteva far capire che genere di rapporto c’era fra loro due.
Finalmente arrivarono alla porta dove, qualche ora prima, Rhydian e Catherine avevano rinchiuso il loro aggressore. La Flamee fece segno agli altri di chiudere la bocca: non sapeva se lo scozzese fosse sveglio oppure, come sperava, fosse ancora svenuto per il suo gancio destro, ma era meglio non metterlo in allarme.
Facendo il più piano possibile apri la porta.
La cella era completamente inghiottita dal oscurità, tanto che non riuscì a vedere dove si trovava il prigioniero e, soprattutto, in che stato era, l’umidita che era presente in quel luogo angusto era talmente pesante che penetrava, congelando, le ossa e un forte odore di muffa faceva girare la testa ai ragazzi.
<< Chi è! >>
Una voce profonda, con un forte accentò scozzese, spezzo il tetro silenzio.
Il prigioniero era sveglio.
Rhydian sbuffo delusa: sperava di poterlo svegliare lei stessa, con i suoi metodi. Delusa fece schioccare le dita, dando vita ad uno spettacolo che lascio i suoi compagni a bocca aperta: anche se era solamente per metà Flamee, certi trucchetti le venivano bene.
Dal nulla si accesero delle piccole fiammelle che, mentre danzavano nell’aria, illuminavano l’intera stanza cosi, per la prima volta, Rhydian poté vedere in faccia l’uomo che l’aveva aggredita senza alcun motivo: aveva un fisico prestante e muscoloso, un viso, da quanto poteva intravedere dalla barba nerissima e incolta, dagli zigomi alti e ben definiti, la pelle era abbronzata, segno di chi passa la maggior parte delle sue giornate al aperto. I capelli erano scuri come la notte e lunghi fino alle spalle, erano folti e ricciuti.
Sembrava un pirata, più che un highlander, ma allo stesso tempo aveva un aria familiare.
Troppo familiare.
L’aveva già visto da qualche parte, ne era certa, sicuramente quando era ancora una bambina ma, per quanto si sforzasse, non riusciva proprio a ricordare dove mentre, con una prepotenza inaudita, uno strano pensiero si faceva largo nella sua mente, dando vita ad un illusione…No! Non poteva essere.
<< Chi sei tu? E perché hai attaccato le nostre compagne? >>
Per fortuna Stark diede voce ai suoi pensieri: chi era quel uomo? Una stupida speranza le faceva battere forte il cuore: se fosse davvero lui? Se quel uomo, quel dannato scozzese, avrebbe detto quel nome? Se fosse stato cosi, finalmente, avrebbe dato un volto a quel tassello mancante della sua vita e che, inconsciamente, si era sempre ritrovata a cercare.
L’uomo sposto il suo sguardo dalla Flamee al ragazzo dai capelli candidi come la neve, cambiando completamente espressione, cosa che a Rhydian non sfuggi: quando guardava lei gli angoli della sua bocca erano completamente tirati, si stava trattenendo da non saltarle addosso, visto che era legato e non aveva speranze di sconfiggerla. Invece quando aveva guardato gli occhi viola del ragazzo, si era rilassato.
Non sapeva perché, ma gli prudevano le mani da matti.
<< Io volevo attaccare questa qui, per la vostra amica chiedo perdono >>
<< Guarda che anche lei è nostra amica >>
Jonathan sbuco da dietro Rhydian, posandole una mano sulla spalla: non permetteva a nessuno di insultare la ragazza di cui era innamorato.
<< Bhè allora mi dispiace informarvi che la vostra amica è un mostro >>
<< Sappiamo anche questo. È una Flamee >>
Ad intervenire, questa volta, fu Stark che, immediatamente, poso la sua mano sulla spallalibera della Regina Mancata, seguendo alla lettera le sue direttive: non dovevano rivelare che lei era una mezzosangue, come non dovevano dire il suo nome; non sapeva cosa diavolo avesse in mente, ma era certo che c’era una ragione.
<< Bè allora siete dei folli. Le creature come lei non hanno pietà di niente e di nessuno e, soprattutto, sono delle spietate assassine >>
Alexis alzò il sopracciglio: che Rhydian, prima o poi, avrebbe ucciso qualcuno era certo, proprio come era sicuro che sentimenti come la pietà non era esattamente il suo forte.
<< Se non svuoti il sacco uccido te in maniera spietata, scozzese dei miei stivali >>
Ecco appunto!
<< Chiudi il becco, mocciosa irlandese >>
<< Io sarò pure una mocciosa, ma almeno non sono una vigliacca >>
<< Perché uccidere una donna incinta ti sembra un atto d’onore? >>
A quella affermazione Alexis sgranò gli occhi.
Cosa diamine aveva detto?
<< Cosa intendi dire? Lei non ha ucciso nessuno, o almeno che io sappia >>
L’uomo, rendendosi conto di ciò che aveva rivelato, alzo lo sguardo al soffitto iniziando ad urlare e ad imprecare in gaelico. Era talmente preso a litigare con quella creatura schifosa che non si era reso conto che aveva rivelato il suo più grande segreto; non gli restava altra scelta che raccontare la sua stori: magari ascoltandola, quei ragazzi si sarebbero resi conto che razza di mostro era quella mocciosa e l’avrebbero aiutato nella sua vendetta.
<< Il mio nome è Lanchai. Lanchai Dogal MacRiver >>
A sentire quel nome il cuore di Rhydian perse un battito.
Non era lui.
Non era suo padre.
<< Sedici anni fa avevo una mogli, bellissima, dolce, passionale, coraggiosa e, cavolo, testarda come un mulo, la donna perfetta per un mago scozzese come me. Eravamo felici io e lei, era stato amore a prima vista: appena la vidi entrare nel bar che frequentavo al epoca, mi bastò un occhiata per decidere che l’avrei sposata e, nemmeno un mese dopo, l’ho fatto veramente >>
No, non poteva essere suo padre.
Il matrimonio nel regno delle Flamee era proibito: gli uomini venivano usati solo per la riproduzione, la Flamee rimaneva con il pollo di turno il tempo che bastava poi, quando rimaneva incinta, lo abbandonava e tanti saluti.
<< Sapete, quando l’ho conosciuta lei non sapeva che ero un mago, aveva paura che dicendole cosa ero davvero l’avrei spaventata e sarebbe fuggita lontano da me; glielo confessai la notte prima del nostro matrimonio: avevo una paura del diavolo, Aye, ma dovevo dirle la verità. Lei lo accetto! Anzi disse: “io sono per metà americana…è un problema per te?”. Cavolo che donna che era la mia Kate >>
Ad ogni parola che lo scozzese diceva, una nuova stretta al cuore si aggiungeva: sua madre non sapeva che suo padre era un mago, aveva avuto la fortuna/sfortuna di essere ingravidata la prima notte, lo sbaglio di una notte, ecco cos’era.
Senza contare che il nome che la Regina delle Flamee usava nel mondo babbano non era Kate, ma Maria.
<< Qualche mese dopo il nostro matrimonio rimase incinta. Ero al settimo cielo, facevo mille progetti per lui, o lei…facevo mille progetti per la nostra famiglia. Ne volevo una numerosa sapete >>
Il tono di voce che Lanchain usava per raccontare la sua storia, stava facendo venire le lacrime agli occhi sia a Rose che a Fran, da un momento al altro sarebbe arrivata la tragedia, proprio come in quei film babbani che ha nonna Molly piacevano tanto.
<< Poi un giorno, mentre tornavo a casa dal lavoro, sento mia moglie urlare come una dannata. Corro, il più veloce che posso, nel giardino dietro casa nostra e la trovò li, immersa nelle fiamme che la bruciavano viva. Mentre la madre di quel mostro la guardava bruciare, era al settimo mese di gravidanza >>
Lanchain alzò il dito accusatore verso Rhydian, che lo fissava con gli occhi sgranati, stava per parlare ma Fraser, nuovamente, l’anticipò.
<< Come sai che era sua madre? E come puoi essere sicuro che è proprio lei la figlia dell’assassina di tua moglie >>
<< Perché ragazzino quel mostro portava una corona e solo la regina la porta, in più ho ricevuto una soffiata: la regina delle Flamee ha una figlia che studia ad Hogwarts e… >>
<< BUGIARDO! >>
Rhydian scattò in avanti, come una belva assettata di sangue, pronta a colpire alla gola, se non fosse stato per Foster che, prendendola per la vita, la sollevò da terra, tenendola ferma senza, però, beccarsi qualche calcio.
Era indemoniata.
<< Calmati piccola bisbetica. Se lo uccidi non saprai più niente >>
A quelle parole la ragazza si fermo di colpo: aveva ragione, c’era altro da sapere, ma la rabbia era troppa per permetterle di ragionare.
Quando fu sicuro che la ragazza si fosse calmata, la depose a terra tenendosi, però, sempre pronto a scattare se mai fosse ritornata la furia.
Però non poteva nascondere la curiosità: cosa l’aveva fatta scattare in quel modo?
<< Non osare, mai più, dire questo di mia madre. Ha tutti i difetti del mondo: è una stronza, arrogante, presuntuosa, perfida, vanitosa e schifosamente meschina >>
<< Cavolo. Vedo che gli vuoi molto bene >>
<< Ma non è un assassina, su questo non ci metto la mano sul fuoco, mi ci butto io stessa direttamente >>
Il respiro della ragazza era diventato affannoso dall’ira che gli esplodeva dentro, avrebbe tanto essere fredda e non dargli quella soddisfazione, ma non poteva rimanere calma: nessuno, eccezion fatta di lei, poteva insultare sua madre ma, soprattutto, non si dovevano azzardare a diffamarla
Lo scozzese la guardava divertito, sembrava che aveva raggiunto il suo scopo. Quanto desiderava uccidere quel bastardo.
<< Quell’è il tuo nome mocciosetta? >>
<< Che t’importa, vecchiaccio >>
<< Cosi quando ti ucciderò, saprò che nome mettere sulla lapide >>
Questa volta a scattare furono Jonathan e Fraser assieme: non si sopportavano e l’un avrebbe tanto voluto schiantare l’altro, ma d’avanti a quella minaccia si trovarono in comune accordo di spaccare la faccia allo scozzese, insieme. E l’avrebbero pure fatto se la Flamee non li avesse fermati con il suono della sua voce.
<< Kaderin. Il mio nome è Kaderin, cosi saprai chi ti ucciderà se solo provi a sfiorarmi con un dito >>
<< Che strano nome >>
<< Dillo a mia madre. è lei che mi ha chiamato così >>
Dettò ciò se ne andò, seguita da i suoi compari.
Era sicura al cento per cento del innocenza di sua madre: che vantaggio avrebbe ricavato dalla morte di una semplice babbana?
<< Ehi Kaderin! Tua madre ha per caso un anello d’oro bianco con un zaffiro a forma di cuore incastonato sopra? >>
A quella domanda Rhydian si bloccò di colpo, mentre il cuore le fini un gola.
<< Quello era l’anello di nozze di mia moglie >>
Senza voltarsi, Rhydian riprese la sua camminata cercando di sembrare calma, mentre dentro di lei si stava scatenando un tornado: quello era uno dei molti anelli di sua madre, Heele, una volta, le aveva raccontato che quello era un premio che aveva vinto dopo una battaglia.
Che Lanchain avesse ragione?
Sua madre era davvero un assassina?
No, non poteva essere vero…aveva bisogno di prove.
E sapeva pure dove andarle a cercare!
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’Autrice: Salve, come state cari miei. Io sono felice come una pasqua perché finalmente, da qui fino al penultimo capitolo, che non so ancora quanto lungo sarà, non ci sarà un attimo di pace per i vostri personaggi…c’erto regalerò a loro qualche momento di gioia, all’insegna dell’amore, ma subito dopo saranno travolti dal mio ciclone di puro sadismo.
Ma torniamo a questo capitolo: scontro di fuoco, si fa per dire, tra la vecchia gatta e Rhydian dove, sorprendentemente, ne esce perdente Rhy che, con la collaborazione di Teddy, riesce ad arginare le regole e farla in barba alla preside, anche grazie al aiuto degli altri studenti.
Rinchiuso nelle segrete c’è il misterioso Lanchain che, bramando vendetta contro la madre della nostra ragazza dagli occhi scarlatti, la malvagia Marketta, ha attaccato Rhydian per arrivare a lei e ci rende partecipe della sua storia.
Storia della quale al inizio Rhydian non crede, tanto da dirgli il suo vero nome (che se ben ricordate lei odia, perché glielo ha messo proprio sua madre) e difende, ancora più sorprendentemente, la madre (sì la odia, ma la difende uguale…coerenza zero), ma le sue certezze cadranno quando Lanchain nominerà un fantomatico anello.
Da che parte sarà la verità?
Voi a chi credereste?
Nel prossimo capitolo: due personaggi, due femmine (mi dispiace per i maschi), quindi chi prima si prenota meglio alloggia, potranno seguire Rhydian nel luogo dove potrà trovare le risposte alle sue domande, ma dove? E che succederà agli altri? Chi sarà a partire?
Al prossimo capitolo.
Un Bacio
VERO
Ringrazio di tutto cuore chi segue la mia storia:
1 - amelie93 
2 - Bherenike 
3 - ChicaCate94 
4 - Dany_skywalker 
5 - Elivag 
6 - leo99 
7 - Luthien Felagund 
8 - Marty Evans 
9 - quiquoqua1234 
10 - sapphire_2 
11 - Yorgos 
12 - Yorokobi 
13 - _Alyss_ 
Chi l’ha messa nelle preferite:
1 - AlexisVictorie 
2 - Cersei Evans 
3 - Hufflepuff_Fangirl 
4 - Jessica Green 
5 - Lily_James Potter 
6 - Luthien Felagund
7 - Pat_
8- leo99

E chi trova sempre cinque minuti per recensire…ragazzi vi adoro di tutto cuore!
 

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