I'm awake in the infinite cold....

di AccioHazza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1- Fly away ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2-I'm awake in the infinite cold ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3-I hope you won’t get up and leave ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4- The sun goes down ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5- Oh, it’s too late to catch me now ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6- Another Tear ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7-You can't remain stop ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8- Free ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9-They love you like a fan ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - The long and winding road ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 - Promise ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12-I can't forgot ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13-Past ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - It's strange ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Sono ricordi.

Ricordi tutti quelli che sono nella mia testa, ricordi di amicizie sepolte, ricordi di amori falliti, ricordi di prese in giro. Ed ogni fallimento è come una ferita che brucia fino a logorarmi dentro, fino a rendere impossibile alla mia testa dimenticare che ho sbagliato, che come sempre mi sono rialzata dopo le lacrime, dopo quel dolore che mi sembrava così incessante, così atroce. Mi sono rialzata con un sorriso talmente falso da sembrare una vera attrice.

E alla fine adesso cosa sono?

Una ragazzina, una bambina in realtà che è talmente chiusa in se stessa da non riuscire più neanche a distinguere i suoi sentimenti, da sentirsi così vuota da voler scappare solo da se stessa.

Sono una bambina.

Continuo invano a dire che sono cambiata, ma sono la stessa. La stessa che si fa ingannare, che si fa a pezzi per gli altri per non rimanere sola.

Eppure le amiche ce le ho no?

Ne ho due, ma non mi sembra mai abbastanza. C'è un muro. Un maledetto muro che mi impedisce di andare avanti, quel maledetto muro.

Ed è per questo che me ne sono andata, che sono completamente scappata da tutto, anche dalla falsità che mi sono costruita attorno.

Ho abbandonato qualsiasi cosa, questo posto, questo periodo mi servirà ne sono certa. Perchè sono sola, per la prima volta in vita mia sono sola davanti al mondo ed ho il terrore, l'adrenalina e l'euforia che mi scorrono dentro e so che è stata la cosa giusta.

Per la prima volta guardando fuori da un finestrino sento che la meta è quella giusta.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1- Fly away ***


Fly Away

 

Ogni particella del mio corpo sembra volare insieme all'aereo. In 17 anni non mi sono mai sentita così sola, per quanto mi sembri strano questa cosa non mi fa male, ho paura certo, ma non tornerei indietro, non lo farei mai.

Il telefono vibra < Mi dispiace di non essere lì con te Charlie. Mi mancherai. > Amber,casualmente, è la prima. La conosco, so quanto si senta in colpa per non essere su questo aereo, so quante volte abbiamo discusso su questo viaggio e so anche che è giusto che lei non ci sia. Non so quanto ci ho messo a capire che per una volta avrei potuto essere solo io. Non avrei mai dovuto insistere tanto, alla fine entrambe siamo dove vorremmo essere e non c'è cosa migliore. < Anche a me manchi. Buon viaggio anche a te. > semplice ed efficace. Lei capirà, so che capirà meglio di quanto credo, perchè alla fine penso che lei lo capisca meglio di chiunque altro.

Altro messaggio < Ciao tesoro, l'aereo è partito? Chiamami quando arrivi. Ti voglio bene. Mamma > risposta veloce, tanto la chiamerò dopo.

< Charlotte mandami assolutamente un miliardo di foto del tuo viaggio. Assolutamente. Se solo mamma mi avesse fatto venire <3 > ultimo messaggio. Melanie. Si vede lontano un miglio che è lei. C'è tutta la sua pazzia, la sua eccitazione per me e sicuramente mentre me lo sta scrivendo è con sua mamma. Spengo il telefono. Forse questo viaggio è davvero una pazzia, ma come può non esserlo?

Riguardo i fogli tra le mie mani: cartina, cartina della metropolitana, indirizzo della famiglia. Sono a posto. Per almeno due mesi sarò sola, per almeno due mesi dovrò solo vivere e non c'è cosa migliore.

 

(Harry)

Mi lascio stringere, assaporando ogni istante di questo abbraccio così assolutamente dolce. So già che non tornerò qui per un bel po' di tempo, come sempre del resto. E mi mancherà, anche se ho realizzato il mio sogno questo posto mi manca. E' come se qui fossi ancora lo stesso bambino che giocava a calcio, lo stesso che lavorava nella panetteria, lo stesso che non aveva fans. Solo Harry.

“Mi raccomando” sussurra mamma dandomi un bacio sulla guancia. Annuisco lasciandola davanti alla porta di casa ed entrando in macchina, mentre vedo i suoi occhi lucidi.

Amavo i viaggi, un tempo erano la parte che preferivo. Musica e un finestrino da cui sbirciare il mondo, ma adesso mi sembra solo di dover andarmene da casa mia, per tornare al solito mondo di falsità che mi ha accolto in questi ultimi mesi.

< Domani ore 9 intervista a The Hits radio. Mi raccomando puntuale > Paul si fa subito sentire con uno dei suoi messaggi appuntamento che ignoro. Non voglio rovinarmi anche questi ultimi istanti in cui sono solo Harry. Harry e basta.

< Stasera tutti a casa di Liam per una partitona alla play ci stai o sei ancora depresso? Rispondimi > sembra che il suono del cellulare si sia fatto più dolce con il messaggio di Louis.

Già, Louis.

I Larry. Quanto ancora dovrà continuare questa cosa? Quanto non potremo più avvicinarci in pubblico? Quanto? Sospiro pensando agli occhi azzurri del mio migliore amico. < Sono partito ora da casa, per le 9 p.m. Sono lì > rispondo rapido.

Osservo fuori dal finestrino la campagna inglese che si estende per chilometri. E' inverno, ma in Inghilterra le stagioni sono relative. Il cielo è grigio e minaccia di far cadere la tipica pioggia londinese come sempre e forse probabilmente un po' di pioggia non mi farebbe male.

I wanna free fall out into nothin', gonna leave this, this world for a while...

(Charlie)

“Charlotte giusto?” mi domanda la trentenne inglese da cui starò per i prossimi due mesi. I capelli neri sbarazzini mi ricordano un corvo e gli occhi grigi mi rimandano alle descrizioni dei libri a cui sono tanto legata. E' bellissima, così semplice e sensuale da essere perfetta.

Mi mostra la casa rapida blaterando qualcosa in inglese di cui riesco a capire poche cose e mi sorride allegra appena arriviamo davanti alla mia camera.

Un letto, l'armadio, un comodino, una scrivania. Sono a posto. “Se hai bisogno di internet basta che chiedi, gli asciugamani sono sul letto, per la cena ti chiamo quando è pronto.” dice scendendo le scale.

Lascio la valigia a metà della stanza osservandola attentamente, è enorme. Enorme per una che vive stretta con la sorella in una camera mignon.

Alla fine mi sembra tutto così enorme in questa città. Questa città che sarà mia per due mesi. Mi avvicino quasi in punta di piedi al bagno enorme e noto la vasca da bagno e la doccia.

Chiamo mamma veloce prima di buttarmi completamente dentro all'acqua.

E' calda bollente.

Le gocce si infrangono contro la mia pelle mentre sono completamente sommersa dentro alla vasca da bagno. Sembra che tutto sia sparito lentamente.

(Harry)

“Finalmente eh?!” mi accoglie Louis abbracciandomi “Boo!” rispondo stringendolo tra le mie braccia finalmente dopo settimane “Ciao anche a te Hazza” proferisce Liam da dietro unendosi a noi due “Ciao Harry!” il coretto di Zayn e Niall proviene dal divano sulla quale sono seduti impegnati in una complicatissima partita di FIFA.

Sorrido di nuovo osservando i miei migliori amici che sembrano gli stessi e mi concedo una serata senza pensieri.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2-I'm awake in the infinite cold ***



I'm awake in the infinite cold

 

(Charlie)

< Big Ben è il nome del Grande Orologio di Westminster, sulla Clock Tower (Torre dell'orologio, dedicata a Santo Stefano), posizionata all'angolo nord-est del Palazzo di Westminster, conosciuto anche come House of Parliament, a Londra. Tradizionalmente viene chiamata Big Ben l'intera torre dell'orologio alta 96,3 m e costruita in stile neogotico. Il nome ufficiale di quest'ultima è però diventato 'Elizabeth Tower' a fine giugno 2012 in occasione del giubileo di diamante della regina Elisabetta > la mia guida è precisa come un orologio svizzero.

Alzo gli occhi osservando davanti a me la Houses of Parliament che si impone sul Tamigi. L'aria fresca che crea la corrente del fiume rende piacevole anche camminare.

Scatto una foto veloce con la reflex tentando di catturare ogni singolo dettaglio della meravigliosa attrazione che ho davanti e sorrido. Forse sto semplicemente sorridendo a me stessa, probabilmente la sola idea di essere riuscita ad arrivare in questo posto mi fa sentire viva. Inspiro l'aria di nuovo come se non mi bastasse per sopravvivere e mi infilo sicura le mani nella giacca raggiungendo l'abbazia di Westminster.

< La Collegiata di San Pietro in Westminster (in inglese: Collegiate Church of Saint Peter in Westminster) presso l'Abbazia di Westminster (in inglese: Westminster Abbey), per sineddoche con lo stesso nome di quest'ultima, è il più importante luogo di culto anglicano di Londra dopo la cattedrale di San Paolo, sede delle incoronazioni dei sovrani d'Inghilterra e di sepoltura di personaggi importanti. Essa, a causa della sua funzione, non è soggetta all'autoritàdiocesana ed è una chiesa proprietaria della monarchia britannica (Royal peculiar). >

Altra foto. Mi concedo una foto della facciata anteriore completamente decorata. Perfetta nel suo stile neogotico che tanto mi ha affascinata quando sono venuta qui per la prima volta. Poi entro. Appena varcata la soglia un brivido mi percuote per il freddo che cela, e poi mi metto ad osservare le navate, la Cappella di San Giorgio e le tombe dei personaggi celebri dell'Inghilterra.

Ogni passo sembra troppo veloce, come se mi stessi perdendo qualcosa di importante in quel secondo. E' tutto così dannatamente immobile dentro a questo posto, così fermo e antico. Ogni pietra di questo posto ha vissuto almeno 500 anni e chissà quante persone ha visto, chissà quante persone sono entrate qui dentro pregando per un figlio malato, per un marito in guerra. Sembra tutto fermo, come se la mia vita si fosse fermata anche essa, come se stessi cercando di farmi fotografare dalla chiesa.

Scatto un'altra foto prima di uscire di nuovo all'aria calda. Mi lascio convincere da un venditore di hot dog e dal mio stomaco a mangiare mentre mi avvio verso la Starbucks.

Assaporo un caffè, che di caffè ne ha ben poco, mentre osservo la città dalla terrazza sul tetto per poi tornarci dentro.

 

L'area era sede delle stalle reali (King's Mews) fin dal tempo del re Edoardo I. Negli anni '20 del XIX secolo il Principe Reggente (il futuro Giorgio IV) assunse l'architetto John Nash per riqualificare la zona. Nash inserì la piazza nel suo progetto relativo a Charing Cross. La sistemazione odierna della piazza è dovuta a Charles Barry ed è stata completata nel 1845.Nella piazza, che è spesso sede di manifestazioni politiche, si trova la famosa Colonna di Nelson. >

 

 

La mia guida mi conduce all'osservazione di Trafalgar Square, scatto velocemente un'altra foto mentre vedo in lontananza l'orologio che mi dice che è ora di andare se voglio godermi il parco che ho notato poco prima di uscire.

La metropolitana non mi piace più di tanto, ma mi fiondo dentro appena riesco ad intravedere il mio treno stracolmo di turisti e mi lascio trasportare di nuovo verso quella che sarà casa mia per questo periodo.

Il viale del giardino in cui mi ritrovo è deserto. Non credo sia molto frequentato, come del resto non lo è il quartiere. Mi siedo su una panchina osservando gli alberi spogli ed i bambini che sono a scuola poco più in là. Mi infilo le cuffiette lasciando che la musica mi culli ed afferro il mio taccuino. Sono mesi che ce l'ho. La copertina con la bandiera inglese è sbiadita, sfoglio veloce le prime pagine piene dei miei appunti su questo viaggio e trascrivo la mia giornata. In realtà scrivo più che altro pensieri relativi ad oggi. There's a song that's inside of my soul
It's the one that I've tried to write over and over again
I'm awake in the infinite cold....

(Harry)

Questo posto mi piace perchè è sconosciuto, perchè nessuno osa venirmi a cercare qui, perchè nessuno con un po' di senno penserebbe che Harry Styles passa i pomeriggi su una panchina a pensare alla sua vita.

Mi siedo lentamente mentre la musica ancora mi riempe la testa ed osservo gli alberi pensando all'intervista di stamattina, alle domande che ci hanno rifatto e rifatto. Sono tornato da neanche un giorno e già tutto mi sembra così asfissiante. I giornali non parlano altro che di Haylor, twitter ne è intasato. Sospiro di nuovo. Quanto tempo è passato da quando quello che provavo per una ragazza era un problema? Troppo. Alla fine questi mesi con lei non sono stati così male, solo che non è il momento. Non è il momento per Taylor di stare con me quando pensa ancora al suo ex ragazzo e non è lei che sto cercando, perchè non sono pronto a stare con una ragazza famosa come me, non sono pronto a sopportare due riflettori anziché uno. E quindi me ne sono tornato a Londra, da solo, dopo quella litigata che tanto mi è sembrata inutile e mi sono trovato questo posto al di fuori di tutti per riflettere da solo.

Perchè alla fine di tutto questo successo mi sono ritrovato pieno di dubbi, pieno di stress e di ansia. Tutti sembrano sapere tutto di me, ma come fanno a sapere tutto se io stesso non lo so?

Perchè Harry Styles chi è in realtà?



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Vi ringrazio per le ben 9 recensioni!
Dio mi sembra impossibile!
Spero che la storia continui a piacervi e che recensiate :D
A presto :D

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Capitolo 4
*** Capitolo 3-I hope you won’t get up and leave ***


I hope you won’t get up and leave

(Charlie)

< Alla fine com'è andato il primo giorno? > < Perfetto. Questo posto è perfetto > < Immaginavo, tu sei nata per vivere lì > < Già...forse...> sospiro chiudendo il computer e lasciando la chat con Amber ancora aperta. 

E' pronto” mi urla da sotto Annabeth facendomi sobbalzare. Scendo le scale rapida e la raggiungo al tavolo da pranzo. Le conversazioni che facciamo sono minime vista la mia padronanza della lingua. Ci limitiamo a conoscerci alla fine e lei mi chiede come ho passato la giornata.

La mattina dopo Londra mi accoglie allegra come sempre. Mi infilo il cappello e gli uggs ed esco di casa precipitandomi alla metro.

Il Tower Bridge è un ponte piuttosto recente (la costruzione prese parte nel 1886 e completata solo nel 1894) che grazie a moderne tecnologie riesce ad aprirsi entro 90 secondi (un minuto e mezzo) per lasciar passare le navi fino al ponte adiacente, il London Bridge. Questo ponte è costituito da due torri che sono collegate in cima da due passerelle luminose il cui obiettivo principale è quello di aiutare la struttura nel suo insieme a resistere alla forte sollecitazione dovuta alle forze orizzontali causate dal sollevamento del ponte. I perni che consentono il movimento rapido e preciso del ponte si trovano in ognuna delle due torri, ciascuna atta a far sollevare soltanto una parte. >

Mi ritrovo davanti al ponte più famoso di tutta Londra e riesco a scattare veloce una foto prima di correrci sopra. Il Tamigi si libera sotto di me e le sue onde si infrangono contro i mattoni e le strutture del ponte levatoio. Osservo i turisti camminare al piano di sopra ed osservare allegri il mondo londinese. Ed io sorrido a loro che probabilmente sono ignari del fatto che io stessa sto osservando questa città con la loro stessa euforia. Continuo svelta ad attraversare il ponte fino a ritrovarmi davanti alla Tower of London a cui dedico un altro scatto. Sono stata qui quando avevo tredici anni. Non volevo andare a Londra, io volevo andare a Parigi e ricordo che appena atterrai dall'aereo rimasi travolta dalla meraviglia di questa città che ancora mi affascina.

La Torre di Londra è stata fondata nel 1078, quando Guglielmo il Conquistatore ordinò che la "Torre Bianca", venisse costruita all'interno delle mura nella zona sudest adiacente al Tamigi. Questa serviva sia per proteggere i Normanni dalla gente della “City of London” sia per proteggere la città stessa dagli invasori esterni. Guglielmo ordinò che la torre venisse costruita in pietra di Caen, importata dal Nord della Francia, e nominò architetto il vescovo di Rochester Gundulf. >

Entro dentro al castello iniziando a percorrere le sue stanze che profumano ancora di antico, di medioevo. Come se mi aspettassi di vedere da un momento all'altro una dama ed un cavaliere che passeggiano a braccetto. Chissà perchè mentre sono qui dentro penso ad Hyperversum, quel libro talmente fantastico da farmi sentire viva anche qui e così inizio ad immaginare i balli con i vestiti e le parrucche delle donne nobili dell'Inghilterra medioevale, i tornei tra cavalieri ed i banchetti del re. Mi sento una bambina mentre gioco con la fantasia.

Di nuovo qui il tempo si è fermato. Londra ha questa strana capacità di fermare il tempo. E forse in tutto questo anno il tempo è la cosa che mi è mancata di più, mi è mancato quando dovevo capire me stessa, mi è mancato quando ero a scuola, mi è mancato con le mie amiche ed ora mi sembra di essere ferma. Ferma qui, in questo posto senza minuti ed ore, come se ogni istante in cui me ne sto in Inghilterra fosse un momento che mi sono ripresa e non riesco a non sentirmi bene.

(Harry)

Allora con Taylor è finita?” domanda per l'ennesima volta, l'ennesimo paparazzo mentre salgo le scale dello studio per il nuovo set fotografico “Si, non ha funzionato purtroppo” proferisco veloce mentre i flash mi circondano. Vedo di sbieco Liam che stringe la mano di Danielle e la trascina dentro evitando di farsi colpire da altri flash. Louis e Zayn sono dentro. Niall è di fianco a me che tenta di evitare che sommergano anche lui “E tu Niall? Qualche nuova fiamma?” urlano i paparazzi mentre noi fuggiamo dentro.

Lo studio che mi ritrovo davanti è già pronto. Il nuovo set fotografico sembra che sia stato ambientato in una baita visti gli sfondi che vedo e la neve finta. Sospiro correndo dentro al mio camerino e cambiandomi velocemente, Lou mi si avvicina sistemandomi i capelli e coprendo le imperfezioni. “Harry?” mi domanda seria “Si?” le chiedo mentre mi sistema i ricci “Stai bene?” annuisco veloce prima di tornare di nuovo davanti ai flash.

(Charlie)

Il mio amato parco mi accoglie anche oggi. Stranamente la strana figura che avevo visto ieri ricompare sedendosi. Riesco a distinguere i tratti di un ragazzo alto. Il cappello grigio scuro gli lascia fuori uscire dei riccioli disordinati e intravedo i rayban neri che mi piacciono tanto.

E' seduto sulla panchina di fronte alla mia e fa dei sospiri lunghi mentre fissa gli alberi in lontananza, come se stesse riflettendo sull'intero universo. Conosco quello sguardo, è uno di quegli sguardi che ultimamente ho sempre io. Spero che questo posto abbia lo stesso effetto che ha con me.

Riprendo il taccuino e ricomincio a scrivere.

(Harry)

Mi lascio andare. Questo posto sembra aver fermato il tempo. E' l'unico posto in tutta Londra che non mi fa sentire chiuso in una gabbia. Mi sfioro involontariamente il fianco sentendo il tatuaggio che brucia quasi. Il mio orologio continua a ticchettare velocemente, ma mi sembra irreale.

Per una volta dopo tanto tempo mi sento semplicemente Harry e la cosa mi fa felice. Niente fans che urlano, niente fotografi, niente paparazzi. Sorrido alzando lo sguardo e notando qualcuno di fronte a me. Non l'avevo notata prima. Una ragazza dai lunghi capelli ricci e rossi è piegata sul suo blocchetto con la bandiera inglese. Ha gli occhi azzurri lucidi come specchi e la musica nelle orecchie. E' bella. Semplicemente bella. La osservo ancora un po', mentre cambia posizione e si sistema sulla panchina vuota. Allunga le gambe e si riattorciglia. Alza lo sguardo appena ed incontra il mio. I suoi occhi celesti mi lasciano una scarica elettrica lungo la schiena. Mi sorride diventando rossa sulle guance e poi si alza e se ne va.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4- The sun goes down ***


The sun goes down

(Charlie)

I suoi occhi verdi mi hanno colpito come un fulmine. Sono così profondi, pieni di dolcezza e mistero. Non riesco a fare altro che pensarci tutta la notte e la mattina sono ancora presa dalla sensazione di irrequietezza che mi ha colpito dura come il ghiaccio. Eppure mi precipito fuori per un altro giorno in questa fantastica città.

Il British Museum ("Museo Britannico") è uno dei più grandi ed importanti musei di storia del mondo. È stato fondato nel 1753 da sir Hans Sloane, un medico e scienziato che ha collezionato un patrimonio letterario ed artistico nel suo nucleo originario: la biblioteca di Montague House a Londra. Questa è stata acquistata dal governo britannico per ventimila sterline ed aperta al pubblico il 15 gennaio 1759. L'attuale presidente è sir John Boyd.

Il museo ospita sei milioni di oggetti che testimoniano la storia e la cultura materiale dell'umanità dalle origini ad oggi, ma molti di questi sono ammassati negli scantinati per mancanza di spazio >

Faccio rapida i biglietti osservando da fuori l'enorme edificio in cui passerò quasi tutta la mattina. Prometto a me stessa che tornerò lì il più presto possibile per vedere le parti che questa mattina ignorerò.

Afferro prontamente la cartina del museo e decido cosa fare, visto il mio poco tempo a disposizione, mi precipito nella parte degli egiziani, dove le cose sembrano meno affollate e mi lascio trasportare nel mondo dei faraoni, delle piramidi e mi soffermo ad osservare qualsiasi cosa che ci sia nella stanza per poi passare velocemente alla Grecia.

O sacri dei greci, sacra magna grecia, sacra Odissea, sacra Iliade, e soprattutto sacro Percy Jackson che mi ha rubato a pomeriggi interi di vacanze di natale monotone con le sue avventure. Non riesco a non pensare ai semidei che combattono contro i Titani in questo momento, non riesco a non immaginare Poseidione e Zeus sui loro troni. Osservo con aria sognante le iscrizioni sul marmo sorridendo sorniona.

Vedo il discobolo che tanto ho studiato in storia dell'arte, la precisione delle sue linee e la leggerezza dei movimenti scolpiti nel marmo. L'abilità di gente che non aveva nulla è quasi impressionante.

(Harry)

Il palco dell'O2 arena è enorme, eppure alla fine mi sento a mio agio nonostante debba correre da una parte all'altra cantando le strofe delle nostre canzoni.

Zayn parte con l'acuto ed io lo seguo ricordandomi di seguire Niall nello spostamento. “Take me home”. Il nome perfetto per l'album allora e la frase che vorrei urlare in questo momento. Ho voglia di andarmene, scommetto che appena uscirò da questo posto mi ritroverò sommerso dalle fans e dai fotografi e dovrò convincerli che va tutto splendidamente, dovrò convincere loro che alla fine i management non stanno rovinando la mia vita per i soldi, devo convincere loro che non mi importa del giudizio degli haters, non mi importa del fatto che la gente normalmente si avvicina a me solo perchè sono famoso. Devo convincerli che sto bene. Harry Styles, il corteggiatore, è già pronto a buttarsi in una nuova avventura con una nuova ragazza.

Butto tutta la mia rabbia sull'acuto che sto cantando, ma lo sguardo duro di Louis mi blocca. “Stop” urla Niall fermando la musica. “Che succede?” domando perplesso “Non lo so, diccelo tu” risponde Liam “Sto solo facendo le prove come da contratto” sospiro sedendomi “Urlando?” domanda perplesso il biondo “Mi dispiace, mi sono lasciato prendere. Continuiamo?” Louis guarda Liam esasperato come è solito a fare quando si tratta di me. “Vi lasciamo un attimo, torniamo subito” conclude infine Zayn trascinando gli altri due via.

Gli occhi azzurri del grande sono puntati su di me con dolcezza. “Allora?” domanda Louis sedendosi accanto a me “Allora cosa?” “Che ti prende?” “Niente” sbuffo evitando il suo sguardo “E' Taylor?” mi chiede sconsolato “Taylor?! No!” scatto subito “E allora che hai?” “Quanto credi che dovremo continuare così? Quando credi che la smetteranno di avere sospetti per qualsiasi cosa? Quanto credi che usciremo da questa gabbia?” chiesi abbassando lo sguardo “Allora è vero che ti senti chiuso in questa vita?” “Credevo che le cose fossero diverse, credevo che la fama fosse diversa” “Passerà, è solo un momento un po' tetro.” già.

(Charlie)

Stranamente la visita al museo è durata più del previsto e riesco a malapena ad andare da Starbucks per prendermi un cappuccino mentre mi dirigo verso il parco. Il sole sta tramontando lentamente sulla città coperta da un leggero strato di neve.
Sorrido lasciandomi trasportare dal profumo di caffè misto all'odore di Londra.
Il ragazzo di ieri è ancora seduto sulla panchina che sorseggia amabilmente da un bicchiere uguale al mio. Il suo sguardo perso è ancora più bello di ieri.
Mi sistemo e prendo il taccuino iniziando a scrivere.

Sistemo il biglietto del museo sulla panchina scrivendo dettagliatamente le mie sensazioni, le sculture mentre sorseggio il caffè.

Il vento riempe il piccolo parco e vedo il biglietto volare insieme alla mappa. Mi alzo prontamente rincorrendolo quando qualcuno lo afferra insieme a me.

(Harry)

Afferro prontamente il suo prezioso biglietto e sento la sua mano stringere la mia dolcemente, mentre le sue guance diventano due lampadine al neon. “Thank you” balbetta in inglese tentando di farmi aprire la mano. Eppure non mi muovo, i suoi occhi azzurri sono ancora puntati verso di me e mi sorride sincera come se le avessi appena salvato un pezzo di vita. “Charlie” mi porge la mano veloce “Harry” rispondo sorridendo.

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Spazio autrice

22 recensioni?!
Grazie mille :D
Cioè siete tutte albnljdbfgifh <3
Spero che la storia continui a piacervi.
Sto pensando che è la prima storia che scrivo al presente, perchè le altre sonon tutte al passato e forse le preferisco, ma se a voi piace siamo a posto :D
Conto di pubblicare il prossimo entro breve, visto che scrivo tanto ultimamente :)
Spero che continuiate a recensire :D
Un bacio
Ary

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Capitolo 6
*** Capitolo 5- Oh, it’s too late to catch me now ***


Oh, it’s too late to catch me now

(Charlie)

Se fosse stato per me mi sarei dimenticata di quell'incontro, di quel riccio dagli occhi verdi. Ma questa mattina quando mi ritrovo a fare colazione con Annabeth qualcosa mi fa ritornare alla mente il viso familiare di Harry.

< Si chiamano One Direction > disse Melanie mentre camminavamo tranquille nel parco del nostro quartiere e mi porse una cuffietta < Sono bravi > < Il biondo è Niall, il riccio Harry, il moro Zayn, poi quello con gli occhi azzurri è Louis e l'altro Liam > < One Direction> ripetei ascoltando la musica < Già >

Ed ecco dove avevo visto Harry. Nella copertina di un album che la mia migliore amica ascoltava ininterrottamente. Eppure non cambia nulla, nella mia testa mi sembra sempre e comunque una figura oscura quella di Harry.

Se c'è una cosa che ho imparato in questa settimana è che la solitudine mi fa bene. Ogni singolo istante in cui cammino per Londra accompagnata solo dalla musica che mi suona nelle orecchie mi sento libera. E' quasi un'impresa tornare a casa la sera.

Questa mattina mi concedo di andarmene a fare shopping in uno dei più famosi centri commerciali: HARRODS.

Mi infilo dentro controllando che il portafoglio sia abbastanza pieno da riuscire a comprare almeno una maglietta qui dentro.

Mando velocemente un messaggio a Melanie pieno di foto, credo che sia giusto renderla partecipe del posto magnifico in cui mi trovo. Una piramide egizia si fa spazio al centro del primo piano dove ci sono tutte le possibili marche di cosmetici. Piano piano salgo fino a ritrovarmi immersa nei più diversi vestiti delle più diverse marche che mi costringono a girarmi in continuazione.

(Harry)

Non c'è nulla di programmato per questo pomeriggio. Ho passato la mattinata ad un meeting improvvisato per far calmare gli animi e dimostrare a tutti che la band viene prima di tutto.

Mi chiedo ancora come la gente abbia potuto pensare che avrei abbandonato tutto per colpa di Taylor. Insomma non l'avrei mai fatto, ma come al solito i rumors hanno preso il sopravvento e così stamattina ho passato tutto il tempo a firmare autografi ed a fare foto.

So che è sbagliato, ma ora come ora sto pensando a lei. Ai suoi occhi azzurri così sinceri e alla sua mano fresca al contatto con la mia. Charlie. Non la conosco nemmeno, eppure. Mi piace che sia stata zitta, mi piace il fatto che in una settimana che ci sediamo di fronte al parco sia sempre rimasta nei suoi pensieri, come io nei miei. E mi aspetto di vederla anche oggi, forse perchè mi sembra che capisca tutto.

(Charlie)

E così mi risiedo sulla panchina incrociando le gambe ed ascoltando la musica. Credo che ci siano canzoni che mi rendono così viva da farmi sentire male. Melodie lente e deprimenti, di quelle che alla mia migliore amica Melanie non piacerebbero di certo. Mi sembra di riprendere un pezzo della mia libertà ad ogni frase delle canzoni. Ogni singolo istante qui serve a farmi capire chi sono io, chi è Charlotte. Quella vera. Poi alzo lo sguardo e vedo la chioma riccia ribelle al vento ed un sorriso leggero mentre canticchia ad occhi chiusi. Chissà se lo sa, chissà se anche lui pensa a ieri.

Il telefono squilla interrompendo la pace. Numero sconosciuto. Mi sfilo le cuffiette e rispondo < Pronto? > < Non buttarmi giù ti prego > la sua voce mi rimbomba nella testa. Mi sembra che improvvisamente il mondo torni a girare. Mi alzo veloce dalla panchina ed inizio a camminare veloce tentando di trattenere le lacrime. < Che cosa vuoi? > ringhio < Chiederti scusa > < L'ha già fatto, sono settimane che chiedi scusa. Risparmiamele> rispondo rapida. < Charlie a me dispiace davvero. > prova a dire mentre la voce gli si incrina. Le lacrime mi scendono lungo le guance, ma non cederò questa volta.

(Harry)

Cammina veloce avanti ed indietro mentre urla contro qualcuno al telefono in italiano. < Ti dispiace?! Credevo fossimo amici, ho davvero creduto che fossi cambiato ed invece mi hai preso in giro! E poi ora mi vieni a chiedere scusa?! Dopo mesi in cui mi hai solo mentito?! Non le voglio le tue scuse! Non voglio sentirti! Voglio godermi la mia vita, anche se per te è insignificante! > urla infine buttando giù la chiamata ed accasciandosi sulla panchina singhiozzando.

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Spazio Autrice :D

32 recensioni?!
Ma io vi amooooo :D
Sono così contenta che praticamente giro per la stanza cantando come una pazza :D
No, non è vero.............................................o forse si xD
Comunque sono contenta che la storia vi piaccia. 
Per ora mi sembra mooooolto, moooolto introspettiva, ma chissà che non ci sia presto qualche colpo di scena :D
Vi lascio nel dubbio, magari così recensite ancora :D
Grazie :D
Ary

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Capitolo 7
*** Capitolo 6- Another Tear ***


Another Tear

(Harry)

Non so perchè lo stia facendo, ma sta piangendo come una bimba mentre si stringe addosso con foga il maglione di lana. Mi avvicino piano sedendomi accanto a lei senza dire una parola. I suoi singhiozzi sembrano non diminuire. Le passo un fazzoletto mentre lei alza lo sguardo rivelandomi due occhi grandi che mi ricordando il mare. Le lacrime hanno creato delle onde e sono meravigliosi. Mi parte un battito per quanto sono belli. Mi viene in mente la canzone di Ed

If we take this bird in
With its broken leg
We could nurse it
She said....”

“Grazie” balbetta asciugandosi le guance “Scusami per averti rovinato il silenzio, me ne vado” dice alzandosi. Le afferro un braccio “Hai più bisogno tu di me di pace ora” le sorrido e lei arrossisce sfoderando un sorriso leggero. Non risponde all'ultima affermazione, ma si volta fissando gli alberi davanti a se.

(Charlie)

“Che ci fai qui?” “Cosa?” domanda lui guardandomi stralunato scuotendosi i ricci “Questo parco è un ritrovo segreto tuo e degli altri?” lui mi sorride “Assolutamente no, diciamo che avevo bisogno di un po' di solitudine” “E quale miglior posto se non un giardino in periferia?!” dico ridendo “E tu?” mi giro sorpresa a guardarlo “Ed io cosa?” “Non sei inglese” “No, sono italiana” “E chi ci fai qui?” “Fuggo” “E da cosa fuggi?” “Da quello che non sono”.

I suoi occhi verdi fissano i miei, sono dannatamente profondi, sembrano celare una verità nascosta e vorrei tanto sapere come mai ora sembra così triste. Riesco a cogliere la stessa voglia di scappare che avevo io quando sono partita. Quello sguardo che nasconde il mondo, quello che nessuno è riuscito a decifrare. Mi chiedo come faccia la gente a non accorgersi del suo stato d'animo.

Siamo in silenzio entrambi che fissiamo il vento leggero che muove gli alberi spogli, mentre leggeri fiocchi di neve cadono dal cielo. E' straordinario come il tempo si sia trasformato in così poco tempo ed è straordinario come si possa stare in pace con una persona nel silenzi più totale.

Mi sembra che la ferita che la chiamata di prima mi ha riaperto si stia piano piano ricucendo con la stessa lentezza con cui i fiocchi scendono sul suolo. “Devo andare” sospiro poi controllando l'orario “Anche io” risponde lui alzandosi dalla panchina. “Grazie” balbetto iniziando ad incamminarmi “Grazie a te” risponde piano prima che ognuno prenda la sua strada.

(Harry)

E mentre cammino e mi allontano da lei sento che tutto questo è solo l'inizio. Perchè alla fine so che domani ci troveremo di nuovo qui, magari questa volta ci accomoderemo sulla stessa panchina e magari nel nostro amato silenzio vedremo il tramonto.

Non c'è nulla di programmato in questi incontri, non c'è nulla di deciso, niente accordi prestabiliti, niente paparazzi che ci spiano, niente fans invadenti, niente falsità. Ci siamo solo noi due. Ognuno perso nei suoi pensieri che fissiamo un qualcosa di comune, alla fine penso che riesca a capire cosa provo meglio di chiunque altro in questo momento.

“Harry!” la voce di Louis mi fa voltare “Lou!” “Dov'eri finito?” “In giro, perchè?” “Ci hanno nominati per un altro Brit!” esclama sorridendo e vedo i suoi occhi azzurri illuminarsi.

Un altro brit? Sorrido a mia volta. Allora c'è qualcosa di buono in questa vita. Lo abbraccio stringendolo forte “Ehi!” mi blocca allontanandomi “Siamo in pubblico” ed ecco che il mondo mi ripiomba addosso.

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#Spazioautrice

Probabilmente, per la poca gente che mi segue, sono un po' in ritardo e mi scuso per questo.
E' che la scuola mi ha rapita davvero e poi ho riflettuto spesso se continuare la storia o no.
Sono un caso perso.
Scrivo testi interminabili ed alla fine vorrei solo cancellarli.
Beh spero che il capitolo vi piaccia :D
Un bacio
Ary

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Capitolo 8
*** Capitolo 7-You can't remain stop ***


 

You can't remain stop

 

(Charlie)

Forse è stupido ritrovarsi in una delle più famose chiese di Londra in pieno inverno con il desiderio impulsivo di mettersi a suonare l'organo, ma è così.

Saint Paul non ha niente a che vedere con West Minister. Il suo stile barocco è in netto contrasto con il neogotico dell'abazia. Sorrido osservando la cupola da fuori e scattando veloce la foto che entrerà nella mia collezione.

< La Cattedrale di San Paolo (in inglese St Paul's Cathedral) si pone come una delle più interessanti architetture delbarocco inglese. La grande opportunità viene offerta a Christopher Wren in seguito al grande incendio del 1666 che distrusse buona parte di Londra. Da ciò la città ricevette un parziale riscatto: la scoperta della personalità empirica di Wren espressa nella ricostruzione di San Paolo e delle cinquantuno chiese cittadine. Questo compito ne rivelò la freschezza d’invenzione e fantasia avventurosa, da non confondere con una mera imitazione >

Questo posto ha subito diverse ristrutturazioni eppure è ancora vivo. Mi sembra assurdo come io stia leggendo attentamente sulla mia guida la storia di questo posto. Io odio la storia, ma qui sembra tutto diverso, sembra tutto vivo e pieno di una strana aria che rende il mondo perfetto. Sorrido osservando l'organo antico e pensando a troppe melodie da suonare, troppi ricordi.

(Harry)

Afferro svelto un caffè alla Starbucks con la convinzione che presto me ne andrò al parco con Charlie, quando due fans mi fermano. “Harry! O mio dio! Tu-” si blocca tentando di riprendere fiato e mi viene da ridere “Posso fare una foto?” “Certamente” rispondo prendendola accanto a me, mentre lei fa scattare la macchina fotografica “Dio grazie mille!” urla “Di niente” sorrido “Adoro Haylor” proferisce poi piano. Haylor di nuovo. Sospiro. “Ehm...grazie, ma io e Taylor ci siamo lasciati” rispondo mentre lei mi guarda delusa “L'hai lasciata?! Ma lei è perfetta! Chissà come starà male” conclude guardandomi male ed andandosene.

Sospiro di nuovo, mentre me ne vado verso il mio amato parco.

(Charlie)

Non ha smesso di chiamare neanche oggi e la cosa non mi sorprende. E' cocciuto quasi quanto me. Sospiro di nuovo mentre mi butto dentro ad una Starbucks e compro un buonissimo cappuccino che mi accompagnerà anche questo pomeriggio mentre me ne starò a respirare nel mio parco. Mi siedo sulla panchina in attesa di vedere quella chioma riccia.

Nessuno mi ha detto che verrà, ma è come se ci fossero state dietro delle mute promesse. Incrocio le gambe e comincio a scrivere piano sulla carta.
“Ehi!” alzo lo sguardo ritrovandomi davanti Harry. La sua voce è bassa e profonda, sembra quasi troppo grande per lui, sembra la voce di un adulto nel corpo di un bambino.
Sorrido a mia volta “Ehi!” “Sapevo che saresti venuta” “Sono prevedibile” rispondo appoggiando il quaderno sulla panchina mentre lui si siede accanto a me “Come va?” domanda “Bene e tu?” sospira strofinandosi i capelli con una mano “Bene” conclude infine. Guardo davanti a me una piccola lastra ghiacciata. “Stiamo mentendo” concludo infine senza osare rivolgergli lo sguardo “Lo so” risponde piano sollevandosi ed iniziando a seguire il mio sguardo “Come stai?” riformulo la domanda con chissà quale coraggio. Perchè mi sembra di parlare con la mia coscienza, lui è così dannatamente silenzioso.

(Harry)

“Uno schifo” non so cosa mi risponda a dire la verità ad un'estranea, la conosco da neanche una settimana e ci vediamo praticamente sempre ad un parco, ma nessuno dei due ha parlato più di molto. Eppure mi capisce.
“Già, anche io” sospira. “Ti sta ancora chiamando?” domando. Lei annuisce piano. “Dovresti accettare le scuse, parlarci, dopo è più facile andare avanti” dico piano. Charlie alza lo sguardo fissandomi curiosa “Accettare le sue scuse?” domanda “Si, se non lo perdonerai o lo dimenticherai non riuscirai ad andare avanti. Ci sarà sempre qualcosa che ti stringe al passato” concludo. E lo so bene, non serve a niente rimanere arrabbiati contro qualcuno, serve solo ad impedire di andare avanti. Bisogna accettare le cose come sono andate o cambiarle, non si può rimanere fermi in un punto. Lei sbuffa “Hai ragione, dovrei farlo, ma non richiamerà subito. Ho tempo” dice piano.
“E tu, perchè non vai avanti?” “La mia vita è complicata” sospiro. “So chi sei” risponde piano sorridendo. “So quanto sei famoso, sei su tutti i giornali Harry. Conosco la tua musica. La fama non ti piace?” domanda. “Non è che non mi piace, è che non è come tutti credono. Non è così meravigliosa” sospiro “Ci sono miliardi di vincoli, di casini, di cose inutili, di finzioni” “Un po' come la scuola?” domanda lei “Peggio” rispondo piano. Lei sorride di nuovo fissandomi con i suoi occhi azzurro intensi che non fanno altro che leggermi dentro come se fossi un libro aperto. “Ci rivediamo domani?” chiedo poi.

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Sono a corto d'ispirazione in questo ultimo periodo e si vede.
A me sembra tutto sbagliato in questi ultimi capitoli :/
Cooooooooomunque sono presa dalla scuola
Perdonatemi per l'assenza.
Un bacio
Ary

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Capitolo 9
*** Capitolo 8- Free ***


Free

(Charlie)

E c'è qualcosa in questo momento che so che non scorderò mai. Forse la naturalezza con cui l'ha chiesto, forse la profondità dei suoi occhi che mi spinge a voler conoscerlo sempre meglio o forse semplicemente il fatto che mi sento sola.

< Alla fine te ne vai? > < Amber cosa dovrei fare? Non posso andare avanti così! > < Così come?! > < Non lo so > < Charlie > < Tu sei partita no?> < E cosa significa? Io avevo deciso anni prima > < Ed io l'ho deciso ora > < E' per Dean? > < No, è per me. Parto perchè ho bisogno di partire, perchè so che quello che sto cercando qui non lo troverò mai. So che nessuno riuscirà a risolvere i miei dubbi qui > < Allora parti > disse la mia migliore amica un mese prima.

“Io non volevo obbligarti” “Ci vediamo domani” dico sorridendo “Perfetto.” “A domani Harry” “A domani Charlie”

(Charlie)

Greenwich.

< Il London Borough of Greenwich è un borgo della città di Londra, in Inghilterra, noto per essere la località per la quale nel XIX secolo fu convenuto di far passare il meridiano avente longitudine 0, vale a dire il meridiano fondamentale meridiano di Greenwich. >

Arrivare a Greenwich con la metro fu un'impresa quella mattina, eppure alla fine mi ritrovo davanti al meridiano famoso in tutto il mondo. Credo non ci sia nulla di emozionante in questo posto, però si riesce a vedere gran parte della città da dove sono ora e riesco comunque a percepire la meraviglia di Londra.

Eppure, mentre osservo il panorama meraviglioso che si estende sotto di me, non riesco a non pensare a quanto sia strano tutto questo. Il fatto di essermene andata senza esitazioni, di aver abbandonato tutto per scappare qui mi fa sentire ancora più strana di quanto sono e ancora più pazza.

(Harry)

“Non credo sia una buona idea farci vedere da tutti i paparazzi” dico piano mentre lei cammina veloce verso l'uscita del parco “Io penso che nessuno dei due conosca bene questo meraviglioso parco nascosto dal mondo.” mi sorride tranquilla mentre cammina.

Afferra la reflex scattando velocemente foto al viale coperto di neve, poi passa alle foglie ed infine al cielo e poi si volta verso di me allegra “Posso?” domanda scattandomi una foto “Non ho neanche risposto” dico sorridendo “Lo so, mi piace fare foto a gente che non guarda” dice concentrandosi su una coppia di anziani in lontananza. Mi avvicino a lei silenzioso e lascio che prema velocemente il pulsante. “Non ti sembra bello?” domanda sorridendo “Che cosa?” “Questo” risponde roteando su se stessa “Il fatto che una foto racchiuda mille emozioni in un semplice scatto, il fatto che questo posto non sia di nessuno, l'amore che dura per anni come quello di quei signori, l'inverno, Londra” dice con occhi sognanti. “Sei felice oggi?” domando guardandola negli occhi azzurri “Mi sento libera.” dice sorridendo. Ha ragione lei, non c'è nulla in questa giornata che non mi faccia sentire libero per una volta. Niente paparazzi, niente contratti da ricordare, niente finzioni, niente impegni. C'è solo l'aria e lei. Ed è così assolutamente assurdo il fatto che mi legga dentro. Sembra una specie di maga.

(Charlie)

Non so per quale motivo mi sento così libera. Eppure oggi mi sembra tutto così bello, forse per colpa sua. Ci sediamo velocemente su una panchina mentre osserviamo un piccolo laghetto ghiacciato in lontananza. “Charlie: un'italiana a Londra” proferisce lui improvvisamente facendomi sobbalzare “Si, ehm...si” rispondo svelta “18 anni?” domanda “18 anni e tu quasi 19” annuisce piano “Non chiedermi perchè sono qui” dico rapida “Non lo farò.” risponde piano sorridendo di nuovo.

Ha un sorriso magnifico. I denti bianchi sono circondati dalle labbra rosse e carnose. E quando sorride spontaneamente gli si formano delle amabili fossette sulle guance arrossate. C'è qualcosa in quel sorriso che dovrebbe essere dichiarato illegale, è quasi come una droga, i miei occhi ne richiamano ancora, eppure salgo con lo sguardo incrociando quelle due gemme verdi come il prato a primavera e sento dentro di me una serie di scosse.

Non dovrei essere lì, sono una bambina. Mi sento improvvisamente mancare il fiato. Sono scappata per un motivo e di certo non rifarò gli stessi errori. Non sono qui per soffrire, non sono qui per cercare qualcosa di impossibile che mi renderebbe ancora più nostalgica.

Distolgo lo sguardo veloce e comincio a fissare il ghiaccio che si è creato sulla superficie del lago. Immagino i pesci che continuano la loro vita nell'acqua non curanti del mondo esterno, non sapendo che sono osservati da miliardi di persone. Non c'è nulla di normale in questo momento. Non mi sono mai soffermata a guardare un laghetto per così tanto tempo. Lo faccio solo per evitare i suoi occhi, le sue labbra, il suo sorriso. E' tutto dannatamente naturale quando sono con lui, non devo sforzarmi di essere una di quelle ragazze che dicono continuamente cagate per essere capita. Siamo in simbiosi nella nostra malinconia, nella nostra tristezza e nei nostri pensieri. Eppure questi brividi e questa improvvisa felicità so a cosa portano e non me lo posso permettere.

“Devo andare” dico alzandomi di scatto senza degnarlo di uno sguardo “Ma sono appena le 17” dice lui fissandomi perplesso “Si, beh...io...devo...andare” dico scappando di nuovo. Perchè alla fine io scappo da tutto.

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Spazio Autrice 

A parte il fatto che se la mia migliore amica non mi avesse detto che devo pubblicare più spesso non l'avrei fatto, sono veramente impegnata.
La scuola mi ha rapita, come sempre.
E mentre vi pubblico il capitolo sto studiando Boccaccio ed ho scoperto che lo spazio autore l'ha inventato lui!
QUINDI UN BELL' APPLAUSO A BOCCACCIO CHE MI PERMETTE DI DIRE LE MIE CAGATE.
Penso che farò terminare la storia prima di quanto credessi...non lo so...ci sto ancora pensando....
Spero continuate a recensire :D
Un bacio :D

Ary


 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9-They love you like a fan ***


They love you like a fan

(Harry)

Louis io davvero non capisco” dico al mio migliore amico mentre mi sistemo il papillon per la cena di stasera “Le hai chiesto di uscire?” domanda “Si” “E siete usciti?” “Si” “E lei ha detto di sentirsi libera?” “Si” “E poi?” “Poi si è alzata tutta di fretta e se né andata” rispondo piano ripensando a Charlie che scappa praticamente dal parco “Ed oggi non c'era” sospiro rinunciando a sistemare il nodo “Harry...” “Ehi voi due!” ci interrompe Niall entrando nella stanza e rovinando la quiete “Su un po' di vita boys!” continua Zayn “Condivido” riprende Liam sorridendo. “Stasera è una serata importante” proferisce Malik aggiustandosi il ciuffo “E tu non ti sei ancora finito di preparare” mi rimprovera il biondo sistemandomi il nodo del papillon “Riccio prepara la tua chioma che si va in scena!” urla alla fine Louis trascinandomi davanti alle telecamere.

(Charlie)

Sono una codarda, una stupida ed un'idiota.

Sono stata tutta la mattina a girare per i Docks lungo il Tamigi. E' meraviglioso vedere come il tempo sia passato e al contempo stesso sia rimasto fermo. Eppure non sono riuscita a scrollarmi dalla testa il modo in cui sono fuggita ieri dal parco. Il modo in cui me ne sono andata senza una spiegazione se non la mia assurda paura.

Ho evitato il parco anche oggi. Non mi sono mossa da casa di Annabeth. Sono rimasta da sola davanti al pc a guardare l'unica foto che ho di lui, l'unica cosa che per ora voglio vedere. Mi sento stranamente in colpa. Mi sembra di avere un grosso macigno sullo stomaco. Non che la cosa non succeda spesso ultimamente. E' da quando sono partita che si è fatto più leggero.

E per completare il telefono suona nuovamente. Amber, mamma e Melanie hanno già chiamato quindi può essere solo lui.

Sospiro e rispondo. < Charlie > < Dean > proferisco con chissà quale voce < Non mi stai urlando contro? > domanda sorpreso < No > < Allora posso parlare? Sono settimane che voglio farlo > < Vai > riesco a sussurrare mentre stringo con foga le maniche del mio maglione < Mi dispiace. Mi dispiace di tutto quello che ho fatto. Sono stato stupido ed io non pensavo quelle cose, mi dispiace di averti tradita o meglio di aver rovinato la nostra amicizia > sospira ed io mi sento vuota < Anche a me > riesco a rispondere senza fiato < Quindi mi perdoni? > < Avercela con te non mi permetterà di andare avanti, quindi si ti perdono. Ma non siamo tornati amici, non saremo come prima e lo sai. > concludo veloce < Lo so, ma il tuo perdono è abbastanza. Grazie. Ora però devi tornare al tuo viaggio. Ciao Charlie > < Ciao Dean >

(Harry)

Non verrà neanche oggi. Sono passati due giorni ed ancora non l'ho vista. E' assurdo che mi dia così fastidio o che ci pensi tanto, ma non capisco. Non riesco a capire cos'ho sbagliato. Perchè normalmente le ragazze non si lasciano scappare l'occasione di uscire con me, normalmente pagherebbero per uscire con me. Dio quanto sono vanitoso. Che poi non capisco perchè sono tanto perfetto per baciarle, ma appena mi pettino diversamente i capelli o dico una virgola sbagliata divento un mostro. Forse perchè alla fine la fama non è così bella come dicono?
Forse perchè il mondo è talmente pieno di odio da fare paura? Ed io di quell'odio credevo di averne sopportato tanto da piccolo, invece non era niente in confronto ad ora.

Poi la vedo comparire avvolta in una sciarpa blu elettrico abbinata al cappello che lascia i ricci scoperti. Si siede tranquilla vicino a me senza aprire bocca per almeno mezz'ora. Scrive e basta.

Scusa” balbetta poi arrossendo e nascondendo il viso dentro alla sciarpa enorme “Ho detto qualcosa di male l'altro giorno?” scuote la testa socchiudendo gli occhi e sorridendo. Vorrei chiederle che le è preso, come mai è fuggita da me, come mai se né andata lasciandomi pieno di dubbi, ma non lo faccio. So che non risponderebbe, che probabilmente mi lascerebbe di nuovo. “Ti va un caffè?” propone. “C'è un posto qui vicino che li fa buoni e non lo conosce nessuno” dice sorridendo “Certo! Andiamo!” dico seguendola.

Mi fa da guida veloce mentre si insinua tra le stradine del quartiere e mi conduce fino ad un bar nascosto. Ci sediamo entrambi, uno di fronte all'altro ed ordiniamo.

(Charlie)

So che vuole sapere cos'è successo, perchè sono scappata, ma non me la sento. Sorseggio il mio caffè affondando nei suoi occhi verdi. “Avevi ragione” dico ad un certo punto “Su cosa?” domanda perplesso “Perdonare permette di andare avanti” rispondo continuando a contemplare la schiuma del cappuccino “Sono felice che tu sia andata avanti. Anche perchè le rotture sono sempre difficili” per poco non sputo tutto il caffè che ho in bocca. “Cosa?!” urlo quasi “Beh...non è facile lasciare andare il proprio ex no??” domanda tranquillo “E poi così adesso potrai vivere una nuova storia d'amore giusto?” chiede strofinandosi i capelli nervosamente “Non era il mio ragazzo” rido “E comunque bel modo di provarci” dico ridendo di nuovo “Normalmente non ci arrivo neanche a questa parte. Basta dire chi sono e mi ritrovo pieno di ragazze” sorride “Vanitoso” dico facendogli la linguaccia “E' la verità. Solo che non sono esattamente normali. Per lo più mi baciano e poi urlano a dirlo alle amiche o al mondo e finisce lì” dice con aria triste “Ti amano come fans” concludo io cercando disperatamente uno dei suoi sorrisi “E tu sei una mia fan?” domanda poi “Facciamo che sono una tua amica?” “Facciamo che usciamo insieme?” mi sorride malizioso. Annuisco arrossendo.

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#Spazioautrice

Premetto che sono un disastro, ma sono sempre troppo impegnata, sempre troppo presa.
Odio la scuola.
Odio non avere l'ispirazione, ma voglio assolutamente continuare questa storia.
Il problema è che sono in un punto morto e per ogni capitolo ci metto 30 anni:
-lo scrivo
-lo cancello
-mi incazzo
-lo riscrivo
e poi ricomincio sempre così tutte le volte.
Magari adesso scriverò anche una nuova FanFiction, la leggerebbe qualcuno??
Bah speriamo vi piaccia il capitolo :D
Non uccidetemi per il ritardo :D
Un bacio
Ary

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 - The long and winding road ***


The long and winding road

(Charlie)

< I posti in cui le fans non mi assalgono sono molto pochi per mia sfortuna. Che ne dici se ti porto in un ristorante sul Tamigi fuori città? Xx Harry > < Sarebbe un appuntamento? > < Il nostro primo appuntamento ufficiale > < Dimmi dove devo venire > < Venire? Guarda che io sono un cavaliere. Dimmi dove stai che passo io domani alle 12. > < Royal Street 8 > rispondo rapida prima di lasciare l'Iphone sul comodino.

Mi sento un concentrato di adrenalina, nervi e tensione pura. Forse lo sarei anche con un normale ragazzo, ma con lui mi sembra tutto moltiplicato per mille. Sospiro socchiudendo gli occhi.

Dovrei dirlo alle mie migliori amiche, probabilmente se fosse un anno fa lo avrei già fatto da un pezzo. Probabilmente un anno fa neanche ci sarebbe stato bisogno di dirglielo. Amber mi avrebbe chiamata la sera e avremmo parlato per almeno un'ora e alla fine glielo avrei detto e la mattina dopo avrei incontrato Melanie e lei ne sarebbe stata al corrente. Eppure adesso non ne sanno niente, Amber mi chiamerà e probabilmente parleremo, ma siamo lontane. Distanti. Troppo distanti.

So già che è giusto essere sola qui, so che è giusto che ognuna di noi abbia preso la sua strada e so che siamo ancora amiche, ma come può un'amicizia sopravvivere a più di 1000 km? Come possiamo condividere le nostre cose se non siamo neanche più le stesse?

E' per questo che sono fuggita? Per cercare qualcuno che riesca ad ascoltarmi? Per cercare qualcuno che mi aiuti ad andare avanti? Che mi aiuti ad accettare il passato?

(Harry)

Lou” “Dimmi Harry” mi sorride la dolce mamma di Lux guardandomi curiosa “Che mi metto?” domando ansioso guardando l'armadio “Le tue amate converse bianche, jeans stretti, maglione blu ed il tuo cappello preferito con la giacca a doppio petto” dice sicura tirando fuori la roba dall'armadio. “Sei semplice, ma non troppo” mi sorride tranquilla mentre Lux si avvicina “Zio Harry” dice correndomi in contro “Ciao Lux!” la prendo in braccio e gioco con questa meravigliosa bambina per almeno un paio di minuti prima di prepararmi.

Con Taylor non ero così nervoso. E' strano. Mi sembra di dovermi sforzare. Di dovermi sforzare di essere Harry ed è una cosa che non faccio da tempo davanti ad una ragazza. Solo con i ragazzi sono me stesso. “Che ne dici?” domando infine a Lou che stringe la piccola tra le mani “Sei perfetto” mi sorride raggiante “Con chi esci di bello?” “Una ragazza” “Una ragazza che ti piace?” “Potrebbe” dico ridendo e prendendo le mani di Lux “Divertiti!” mi risponde Lou salutandomi.

So già che non posso scappare subito da lei, Paul mi ammazzerebbe se non andassi a questa maledetta riunione. Ne ho saltate troppe ultimamente. E così mi dirigo svelto verso l'ufficio e mi accascio sulle poltrone della sala di attesa.

Qualcuno si è tirato a lucido” mi canzona Louis “Non mi pare” “Giacca a doppio petto?” scherza sfiorando il tessuto blu “E' sempre lei?” annuisco “Ha accettato di uscire” proferisco infine “Era ora!” se ne esce il mio migliore amico. “Non mi pare di essere rimasto single a lungo. Che significa era ora?” “Beh diciamo che non ti ho visto molto preso da nessuna delle tue ultime ragazze” “Taylor mi piaceva” “Era solo troppo assillante vero?” “Giusto un po'...” rido seguendo il suo sguardo allegro “Non sarebbe durata comunque, è troppo...” sbuffo “Famosa?” domanda Louis fissandomi con i suoi occhi azzurri ed io annuisco “Charlie è...” “Si chiama Charlie?” annuisco di nuovo “E' normale Lou” “E la normalità è quello che ti ci vuole vero?” “Non so se è la normalità, so che non voglio una delle solite ragazze della discoteca, di quelle a cui importa solo dei soldi o del successo. Voglio qualcuno che cada mentre cammina perchè è inciampato su un sasso, voglio una ragazza che guardi con me uno di quei film idioti dicendomi che le piace anche quando non è così. Voglio una persona, non una bambola” Louis annuisce e sta in silenzio pensieroso e per un attimo credo che abbia capito quello che penso.

(Charlie)

I miei capelli ricci sono sciolti e ricadono sulle mie spalle come sempre, a differenza degli altri giorni ho un velo di mascara. Controllo per l'ultima volta di avere tutto nella borsa e poi mi siedo alla finestra ad aspettare.

Mi piace aspettare Harry. E' quasi come aspettare un sogno e la cosa mi fa sentire irrequieta.

< Grazie mamma > sussurrai stringendola a me di nuovo < Mi chiamerai? > < Sai che lo farò > < Hai davvero bisogno di andare là > disse baciandomi la guancia.

Lasciai andare una leggera lacrima sulla mia guancia prima di entrare definitivamente nell'aereo. Abbandonai il mondo a terra e con lui tutti i miei dubbi, le mie paure, le mie sofferenze e lasciai spazio solo alla mia curiosità e alla mia agitazione.

Una Range Rover compare nella strada principale e si accosta davanti al vialetto della villa di Annabeth. Vedo Harry uscire svelto ed appoggiarsi alla macchina tirando fuori il telefono domanda mandandomi un messaggio. Mi chiudo la porta alle spalle ed esco raggiungendolo ancora incerta. “Ehi” mi sorride “Ehi” rispondo a mia volta guardandolo allegra. “Allora andiamo?” domanda aprendomi la portiera della macchina “Andiamo” rispondo titubante sedendomi accanto a lui.

Sono tesa come poche, forse perchè per la prima volta lui mi ha chiesto di uscire davvero. Non siamo più nel parco, non posso fuggire in fretta, sono con lui però. Mi sembra irreale tutto questo. Sono seduta sul sedile che tamburello con le dita sulla tastiera del mio telefono nervosamente, mentre evito di mangiarmi le unghie, come mi è solito fare. Lui non parla, io non parlo. Siamo in silenzio e la cosa mi fa ancora più ansia.

The long and winding road, that leads to your door....

I Beatles cominciano a cantare l'unica canzone adatta in questo momento. La strada sarà lunga per noi, se mai ci sarà un noi, perchè per ora ci sono solo due quasi estranei che escono insieme.
Non so neanche perchè usciamo insieme, cosa significhi uscire insieme e perchè lui lo voglia, eppure non sono mai stata così serena. Mi sembra di essere trasparente per lui, come se riuscisse a capirmi solo con uno sguardo. Normalmente fuggirei da tutto questo, eppure sono qui.

Harry inizia a cantare. La sua voce è qualcosa di meraviglioso. Il timbro basso-roco si riflette anche quando la musica lo accompagna, ma riesce comunque a rapire.

Lo fisso incuriosita mentre controlla la strada finchè non si ferma e parcheggia.

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#SpazioAutrice

Sono tornataaaaaaaaaaaa :D
Sono in ritardo di secoli, ma l'ispirazione mi è mancata per parecchio tempo.
Tralasciando la scuola che mi sta uccidendo, sono riuscita ad andare avanti! :D
Purtroppo la storia non sta venendo come pensavo, ma mi piace lo stesso....
Voi che ne dite?
Pensavo di cambiare ottica dal capitolo 20...magari opinioni?
E' che non riesco ad esprimermi bene con il presente :D

Va beh!
Recensite!

Voglio sapere che ne pensate!

Baci

Ary

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 - Promise ***




Avviso

Prima che vi perdiate nel leggere le mie cagate volevo dirvi che non so se riuscirò a finire la storia:
la verità è che sono presa da miliardi di cose e soprattutto ho iniziato una nuova fanfiction che mi sembra decisamente migliore, quindi vorrei iniziare a postare l'altra al più presto, ma prima vorrei raggiungere una specie di punto fondamentale di questa storia prima di abbandonarla per un po'.
Quindi recensite e ditemi cosa ne pensate!
Enjoy it!
Un bacio
Ary


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Promise


(Harry)

“Signor Styles. Il vostro tavolo è questo” dice veloce il proprietario conducendoci in una sala tutta per noi. Ho scelto apposta questo luogo. Siamo in una camera con le finestre che occupano tutte le pareti e che si trova sul pontile. D'estate lo aprono ed è meraviglioso, ma anche adesso è bellissimo con il Tamigi che ci passa sotto.

Charlie si siede di fronte a me fissando inebriata il panorama. Ha le guance rosse accese e la bocca leggermente aperta mentre fissa fuori. “E' bellissimo” proferisce poi marcando l'accento italiano “Già” “E non c'è gente” dice guardandosi attorno con sospetto. “Giuro che non ti mangio” dico tentando di tranquillizzarla. Ride gonfiando le guance ed arrossendo ancora di più. E' timida. Non mi ero reso conto che fosse così timida “Lo so, è solo che...” tenta di dire qualcosa ma poi con un semplice gesto della mano si trattiene “Non importa”. Devo avere una faccia perplessa perchè continua “Non mi è mai successo” ammette infine “Che cosa?” “Questo” dice indicando attorno a se “Non molti conoscono questo posto” concludo io “Intendevo un appuntamento, un appuntamento vero” dice abbassando lo sguardo.

E' diventata improvvisamente persa. La frase che ha appena detto sembra esserle costata tutta la sua forza. Vedo gli occhi celesti diventare leggermente lucidi.

Questa volta sono io quello che deve capirla, ma la cosa mi sembra facile. Ha paura, percepisco il terrore di buttarsi in qualcosa di nuovo, di iniziare qualcosa che non sa come andrà a finire. E poi c'è quella strana, stranissima espressione che vedo ultimamente spesso nelle ragazze normali che incontro. Abbassano lo sguardo, come se non fossero abbastanza, come se la mia fama impedisse a loro di credere che sono normale e che possa nascere qualcosa tra di noi.

Vorrei urlarle che stiamo solo uscendo, che non succederà nulla di assurdo, che non la deluderò, ma le mie promesse purtroppo non valgono nulla di fronte alla potenza dei miei manager. “Beh consideralo come un inizio” dico sorridendole rassicurante “Cosa volete signori?” domanda poi il cameriere comparendo.

(Charlie)

Il pranzo è stato magnifico, con lui sembra tutto facile, è così perfetto nella sua imperfezione che mi fa venire voglia di scappare ancora di più. So che succederà, so che mi piace troppo e so che la situazione peggiorerà. Ma io tra 6 settimane non sarò più qui, non sarò a Londra e lui neanche e so che dovrei fermarmi. Dirgli di no, ma c'è qualcosa in quegli occhi verdi che me lo impedisce.

Mi afferra la mano veloce facendo partire una serie di brividi incontrollati lungo la mia schiena e facendo si che le mie guance raggiungano una temperatura pari a quella della lava in un vulcano.

“Guarda” dice trascinandomi sopra al pontile. Mi giro di scatto seguendo la sua mano e vedendo il cielo rossastro che lascia che il sole tramonti sulla superficie semighiacciata del fiume. Sento il cuore esplodere. C'è qualcosa di più meraviglioso? Il rumore dell'acqua contro il legno della base del pontile, il suo cuore che scandisce il tempo ed un panorama del genere. Mi appoggio piano alla balaustra, osservando ancora meglio ciò che ci circonda. Deve essere tardi, siamo stati chiusi dentro a quel ristorante a parlare per troppo e dovrò tornare a casa, ma non mi importa.

Harry mi cinge i fianchi da dietro e di nuovo inizio a tremare stretta nel mio cappotto, mentre sento il suo respiro dolce sul mio collo e le sue mani delicate sulla mia vita. Sono presa da troppe cose, troppi pensieri e troppi ricordi. Tento di sforzarmi di rimanere lucida, ma qualcosa nella mia testa me lo impedisce. “Non possiamo provare” balbetto quasi contro me stessa.

< Dovresti parlarci > < E dirgli cosa? > < Magari è interessato a te > < Nessuno si interessa a me. Non in quel senso. Io sono l'amica che aiuta gli altri, l'amica a cui chiedere consigli o i compiti. Non sono la ragazza > < Magari sta volta è diverso > < Non posso provare. Non posso rischiare tutto >

(Harry)

La sua frase riecheggia nella mia testa, so che ha ragione, so che la mia vita è un casino, so cosa ha passato Eleanor per Louis, Danielle per Liam, so a cosa porta questo. So che i manager mi incastreranno, so che lei non rimarrà qui per sempre e so che siamo pieni di casini.

E' forse per questo che voglio continuare, che non voglio finirla qui, che voglio continuare ad aspettare di vederla al parco, di sederci sulla panchina insieme e perderci nei nostri pensieri. Perchè lei capisce, perchè è diversa e so che ha paura, lo so, ne ho di più di lei. Eppure lo dico “Ma lo stiamo facendo” “E' sbagliato” prova a convincere se stessa e me “E' sbagliato anche fuggire, eppure lo facciamo” si volta di scatto guardandomi con i suoi occhi celesti e mi guarda senza dire una parola, incapace di continuare a controbattere “Promettimi che se le cose andranno male fuggiremo” “Te lo prometto”.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12-I can't forgot ***


I can't forgot

(Harry)

“Quindi direi che le prossime date del tour sono state decise, mi raccomando vi vogliamo pronti in particolare per le date italiane, sapete quanto ci tengono” il manager continua a parlare e nella mia testa continua ad esserci solo un unico pensiero, altri nove mesi lontano, forse dovrei andare a trovare mamma, passare un paio di giorni con lei. Tornare un po' a casa.

“Niente idiozie, non vogliamo altri scoop stile Haylor” annuisco quasi automaticamente mentre i ragazzi mi fissano preoccupati.

Alla fine ci lasciano soli nell'enorme ufficio. Dal palazzo alto su cui ci troviamo si vede un pezzo della città.

“Allora come mai sei così tranquillo?” “Tranquillo?” domando svegliandomi e fissando Liam perplesso “Non hai sbuffato, commentato o detto niente per tutto il tempo. Che è successo?” continua Zayn “Niente” provo a dire, ma non mi daranno ascolto. Devo essere sembrato strano in questo periodo, me ne sono reso conto anche io dei loro sguardi perplessi. Eppure non hanno mai chiesto nulla, hanno aspettato che fossi io a parlare, aspettando preoccupati. “Ho solo trovato un modo per evitare di correre ovunque pur di distrarmi” “E quale sarebbe questo modo?” domanda Niall alzando gli occhi dal suo cellulare al quale è quasi sempre attaccato. “Una ragazza” rispondo tossendo ed abbasando lo sguardo “Una ragazza?!” urlano in coretto “Ragazzi, andiamo. Non è una novità” “Si, ma non ci hai detto niente” protesta Zayn “E per di più non ci hai detto il nome, quindi presuppongo che non sia la solita tipa da discoteca” scuoto la testa. Charlie in discoteca dovrebbe essere buffa “E' una ragazza normale, con la quale faccio cose normali e che vi presenterò se lo riterrò opportuno” sbuffo controllando il telefono e sperando che improvvisamente Ed o Nick si facciano sentire per evitare l'interrogatorio dei ragazzi.

(Charlie)

Guardo il London Eye a pochi passi da me, mentre penso al panorama che potrei vedere da lassù. So che non ci salirò mai. Soffro di vertigini. Una delle mie assurde paure irrazionali.
Non mi fa paura stare in alto, è il sapere di poter cadere giù che mi fa paura. Soprattutto l'idea di volare per metri nel vuoto, senza sapere come andrà a finire.
Ecco perchè sto lontana dalle montagne russe, perchè non mi fido di una struttura che è stata inventata apposta per creare adrenalina attraverso la velocità, l'altezza e cose assolutamente assurde.

Scatto un'altra foto, mentre sorseggio il caffè e guardo il mio telefono.
Lo sfondo è sempre lo stesso.
Il sorriso allegro di Dean in perfetto abbinamento con la mia linguaccia, la sua mano stretta sulla mia vita e la mia appoggiata sulla sua spalla.
E' come se il tempo si fosse fermato di nuovo.
L'ho perdonato, eppure mi sembra che non sia cambiato nulla. E' come se la terra si fosse rotta sotto i miei piedi creando una buca profonda ed io non riesco a ripararla.
Il mio telefono interrompe i miei pensieri < Ciao Fuggiasca > la voce di Harry rimbomba nella mia testa < Harry.. > sussulto quasi < Ti ho disturbata? > < No, ero in giro. Dimmi > < Pensavo che potremmo andare da qualche parte tra un po'. Ti va? > < Si, ehm...dove di preciso? > < Dove sei tu ora? > < Di fronte al London Eye. > < Allora tra mezz'oretta sono lì. A dopo > < A dopo >

E poi c'è lui.
Sospiro sedendomi su una panchina e continuando a bere la mia dolcissima droga al caffè.
Quanto amo il caffè?!
Harry.
Il suo nome crea un suono meraviglioso, così inglese, così magico, così semplice, come un uccellino.
Un uccellino in gabbia, solo che io sono fuggita dalla mia gabbia e lui no ed io vorrei solamente liberarlo, facendogli sentire il sapore della libertà che sto provando io ora.

“Chi sono?” domanda posandomi le mani sugli occhi “Harry!” urlo quasi “Brava! Che facevi?” chiede guardando la mia mano ancora stretta sul caffè ed il mio sguardo perso “Pensavo...” “Al London Eye?” scherza sedendomi accanto a me e cercando di coprirmi il più possibile dai paparazzi che sono nascosti dietro di noi ed io rido, non so se per la situazione o per cosa“No, cioè anche” “Avevo un'idea” “Che idea?” domando perplessa

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Avevo detto che avrei finito questa storia, o almeno sarei arrivata al punto giusto.
Beh continuo a dire che non mi piace quello che ho scritto, o meglio non sono più molto convinta e poi mi manca l'ispirazione e bla bla così ho deciso che la concluderò tra soli 3 capitoli.
L'altra storia mi ha preso molto di più e probabilmente prima di quanto mi immagini inizierò a scriverne un'altra magari un po' diversa.
In ogni caso spero seriamente che questo capitolo vi piaccia.
Mi dispiace.
Un bacio
Ary


 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13-Past ***


Past



Ci sono posti che stanno assumendo sempre più significato in questa città, probabilmente è solo la città che sta assumendo un ruolo importante per la mia vita.

Mentre mi lascio cullare dalla macchina vedo i giornali di un'edicola in bella vista. Il pontile con il tramonto, Harry che mi abbraccia, “Harry Styles e la sua nuova fiamma” i titoli mi sembrano tutti uguali ed il suo telefono improvvisamente squilla distranedomi “Si?” la sua voce è scocciata, quasi se lo aspettasse “Si ok, arrivo” risponde scocciato.

“Haz?” “Scusa Charlie, ma devo andare” mi guarda serio e so che c'è qualcosa che non va, lo vedo in quegli occhi vermigli “Certo, tranquillo, ma tutto ok?” lui annuisce frettoloso “Ti accompagno a casa” proferiesce infine lasciandomi davanti alla porta di casa di Annabeth.

Osservo la sua macchina allontanarsi velocemente lungo la strada mentre delle piccole nuvolette di fumo bianco salgono velocemente, ma non ho freddo.

Cammino tranquilla lungo il quartiere con la musica che non mi abbandona mai ed osservo questo posto come se fosse il più bello del mondo e probabilmente lo è.

La mia testa vola altrove, ad un'altra città, ad un altro inverno completamente diverso e non riesco a fare a meno che pensare alla mia vecchia vita ed a lui, ad un lui completamente diverso da Harry, non riesco a non pensare perchè il passato ci segue sempre, tocca a noi decidere se rallentare e farci prendere o correre verso il futuro eppure io ho paura di correre.

(Harry)

Non che non me lo aspettassi, era solo questione di tempo prima che i manager mi venissero a fare la loro solita predica e così sto seduto sulla poltrona di pelle mentre sento le loro ramanzine per l'ennesima volta “Harry hai visto i giornali?! Non si parla altro che di te e di questa bambina!” urlarono “Hai creato un casino enorme tra le fans. Prima ti metti con Taylor, poi la molli e poi ti rifidanzi con una ragazzina! Harry sei sotto contratto lo capisci?!” a quel punto le parole iniziano ad avere significato nella mia testa e mi alzo dalla sedia “Non ho firmato un contratto che mi impedisse di vivere o sbaglio?!” “Harry sei una pop star mondiale, tu ed i ragazzi siete celebri in tutto il mondo lo capisci?!” “Lo so da secoli e quindi?!” “Quindi non puoi creare tale scompiglio per una bambinetta è chiaro?! Le fan..” lo interrompo prima che possa andare avanti “Le fans non conoscono neanche la metà della verità. Non conoscono tutto questo schifo!” “Ma sono le loro convinzioni che permettono alla band di esistere e di guadagnare!” “Nella vita non esistono solo i soldi! E poi Eleanor e Danielle sono amate da tutti, perchè per lei dovrebbe essere diverso?!” “Harry sai benissimo come devi comportarti per avere una ragazza, lo abbiamo detto miliardi di volte ed ora torna a casa e vedi di ragionare.”

(Charlie)

Mi avvolgo ancora di più sul divano di Annabeth continuando invano a guardare gli annunci di appartamenti londinesi che non mi potrò mai permettere. Lascio tempo al mio cervello di correre dove vuole, di sognare.

< Un giorno partiremo ed andremo a Londra, te lo prometto > disse mentre mi accarezzava dolcemente il braccio < Lo credi davvero? > domandai con la voce di una bambina < Certo che si, non sono così pazzo da lasciarti andare > sussurrò lui baciandomi la fronte.

“Ehi!” gli occhi verdi smeraldi di qualcuno sono puntati su di me “Harry!” mi alzo di scatto “Chi ti ha aperto?” “Annebeth stava uscendo, che facevi?” “Niente” balbetto buttando lontano gli annunci e tentando di eliminare il passato dalla mia mente. “Allora ti va di venire da me stasera?”

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Avevo promesso di aggiornare questa fanfiction ed alla fine non l'ho mai fatto.
Non ho mai avuto l'ispirazione ed il tempo per riuscire a pubblicare queste due righe e mi dispiace per questo.
So che le poche che mi seguono non approvano la mia idea di concludere la storia, ma non penso di avere molta scelta...
Magari tra un paio di mesi riuscirò a concludere qualcosa di decente, in ogni caso buon capitolo :)
Fatemi sapere che ne pensate :D
Un bacione
Ary

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 - It's strange ***


 It's Strange


< Certo che potevi dirmelo eh? > < Dirti cosa? > < Che uscivi con uno degli adolescenti più popolari del momento, tesoro > Amber marca l'ultima parola quasi voglia accusarmi e probabilmente lo vuole fare < Mi è sfuggito di mente > balbetto infilandomi il maglione blu < Sfuggito di mente?! Oh andiamo... > borbotta osservandomi dalla webcam < Sei arrabbiata? > il suo tono si è abbassato < No > rispondo sedendomi sulla sedia e guardando i suoi occhioni color miele < Allora che succede? Anche Melanie dice che non ti fai mai viva > < Non lo so, sono solo presa da questa città > < Ce ne siamo accorte > < Hai presente la sensazione di essere al posto giusto? > lei annuisce e so che in questo momento è quella che capirà meglio di tutti < Allora esci con lui stasera? > < Mi ha invitata a casa sua > balbetto sentendo lo stomaco trasformarsi in un nodo < E sei nervosa eh? > < Non sono mai stata a casa sua e poi, insomma Amber io non so mai come comportarmi > < Mi sa che bisogna aggiungere Melanie, qua ci vogliono i suoi consigli > proferisce sorridendo ed improvvisamente il mio schermo si divide in due e noto entrambe le mie migliori amiche pronte a darmi consigli inizia Mel < Poi direi che il nervosismo va bene, insomma vi conoscete da poco...c'è stato il bacio? > scuoto la testa ridendo < Allora hai ancora più ragione ad essere nervosa, in ogni caso devi sembrargli normale, non troppo zoccola, ne troppo secchiona però. Ricorda di tenere la parte sexy per le serate > continua tranquilla < Te l'avevo detto che serviva Mel > mi risponde Amber ridendo < Capito tutto? > annuisco piano fissando l'orologio < Quando manca? > domanda Mel < Due minuti > rispondo mordicchiandomi le unghie < Charlotte lascia in pace le unghie, domani alla stessa ora vogliamo il resoconto ed ora vai! > mi urlano in coro.

(Harry)

“Buonasera bellissima” dico baciandole dolcemente la guancia destra che scotta sotto al mio tocco “Ciao Harry” proferisce guardandomi nervosamente con i suoi occhi celesti e sorridendo di nuovo nervosa, poi si blocca e mi fissa indagando “E' successo qualcosa?” domanda poi. Mi irrigidisco di colpo. “No...ehm...non direi” tento di deviare “Allora ci sono tanti paparazzi a casa tua?” dice ridendo “No, è per questo che ho pensato fosse un bel posto e poi non devi pensare ai fotografi” “Non so come fai a dimenticarti dei paparazzi” proferisce osservando dal finestrino casa mia.

(Charlie)

Harry apre lentamente la porta della villa e non riesco a fare a meno di spalancare la bocca.
La leggera luce invernale inonda l'ingresso ed il salone alla mia destra è decisamente qualcosa di meraviglioso con i divani di pelle bianca che lo caratterizzano.
E' tutto dannatamente ordinato e perfetto, niente di troppo eccentrico o minimal. E' la perfezione.
“Beh avevo pensato ad un film per stasera, sempre se ti va” “certo” rispondo cercando disperatamente di non sembrare troppo impazzita “Ehm..e per cena...non saprei, potremmo ordinare qualcosa” io sorrido di nuovo annuendo.

< Pizza?! > < Andiamo ti puoi impegnare un po' di più > < Ok, allora cucino qualcosa? > < Tu?! Cucinare?! Meglio di no, voglio sopravvivere > lui mi prese i fianchi iniando a farmi il solletico

(Harry)

“No, non è possibile” ride lei con le guance ormai violette “Giuro, è stata la scena più assurda della mia vita” “Erano incollate al finestrino completamente nude?” “Avevano i jeans” rispondo mentre lei continua a sghignazzare “I jeans certo e le tette al vento. Certo che le svedesi sono matte” proferisce asciugandosi gli occhi ed addentando un'altra patatina.

“Metto su il film ok?” “Che film?” “Ehm...non saprei, cosa preferisci?” “Niente di troppo lento o horror o umoristico” io rido guardandola improvvisamente tacere ed affondare il naso nel suo cioccolato caldo. Inizio a cercare disperatamente tra i film che sono posizionati sulla libreria, alla fine però ci riduciamo a fare zapping tra le serie televisive più assurde. “Dio quanto li amo” urla lei vedendo Blaine e Kurt di Glee baciarsi “Sono carini in effetti” “Oh andiamo! Non puoi non shippare i Klaine!” scherza afferrando prontamente della coca-cola dal tavolo “Shippare i Klaine?!” domando perplesso “Si, un po' come i Larry” la sua affermazione mi fa improvvisamente andare di traverso la birra che stavo bevendo.

< Sapete di cosa si parlerà oggi?> domandò Niall sedendosi accanto a Liam nel solito studio < No, non mi pare che ci siano cose particolari su cui discutere > proferì Zayn e poi finalmente entrarono i manager con in mano uno degli articoli più assurdi che avessi mai visto < Non devono sospettare di questo. Larry Stylson non deve più esistere> proferì uno degli uomini fissandomi serio < Ma...è solo uno scherzo > < Le fans stanno iniziando a crederci e se le fans credono questo la band potrebbe rimetterci. Niente più Larry > < Che significa? > chiesi perplesso < Voi due non dovete sembrare legati in modo particolare davanti alle telecamere. >

(Charlie)

I suoi occhi si voltano improvvisamente ed iniziano a fissare la televisione come se fosse la riproduzione di un vecchio ricordo ed è in quel momento che ho la certezza che oggi sia successo qualcosa. “Haz?” poi improvvisamente ho di nuovo due gemme verdi fisse contro di me “Cos'è successo?” lui scuote dolcemente la testa ed abbozza un sorriso leggero “Erano i manager prima?” domando di nuovo mentre lui annuisce“Ti hanno...ehm...sgridato?” “Non è niente, solita predica” tenta di sviare, ma non mollerò “Predica che riguarda noi due?” annuisce per la terza volta “Diciamo che mi sono lasciato prendere, mi ero scordato dei paparazzi, della gente, semplicemente devo evitare di sconvolgere il mondo così in fretta” “Le tue fans dipendono dalla tua vita, è normale.” “Non è normale” per la prima volta ho la certezza di essere vicina a quello che vuole dire “Hanno allontanato me e Louis solamente perchè alcune di loro credevano che stessimo insieme” io annuisco, conosco questa storia. “Harry è stata una cattiveria lo so....io...” non riesco a dire altro perchè effettivamente non ho una giustificazione per questo tipo di comportamento, così cerco di fare quello che mi viene meglio.
“Andrà tutto bene” proferisco piano mentre gli circondo la vita con le mie braccia e gli sfioro le guance e lui annuisce.

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Sono secoli che non aggiorno questa Fanfiction e avevo promesso che almeno un paio di capitoli li avrei continuati a pubblicare...ma non l'ho fatto
Sono un disastro lo so :P
Ho deciso di aggiornare oggi questa storia perchè mi sembrava giusto anche se non riesco più a continuarla, ho ancora molti capitoli nascosti in una cartella nel mio pc, ma non mi piacciono più come un tempo e soprattutto non riesco ad arrivare ad una conclusione. 
Chiedo scusa alle ragazze che seguivano questa storia, mi dispiace davvero non averla aggiornata per mesi ed aver abbandonato così efp.
Spero che il capitolo vi piaccia.
Un bacio

 

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