Ready or not?

di ElisaBellimonella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** First day. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


"Prologo"

C’è chi corre per non perdere la corriera.
per paura di arrivare in ritardo.
C’è chi corre per allenarsi.
C’è chi corre per rincorrere altri.
Lei correva per sentirsi libera. Esatto. Lei correva veloce, come il vento.  Non si fermava, non voleva fermarsi.  Correva per scappare, correva per andarsene da una vita che non avrebbe mai voluto. Lei correva e basta. Sembrava avesse perso il controllo del suo corpo ma non era così. Lei voleva imparare a sentirsi libera. Libera da tutto. Libera dalle sue paure, dalle sue paranoie,  dai suoi problemi, da se stessa.   E così correva, non gli importava se gli altri la guardavano male. Non gli importava se andava a sbattere contro qualcuno, se una macchina l’avesse presa sotto, non gli importava più di niente.  
Era stanca delle persone, delle loro lamentele, dei loro pregiudizi.

-Pov.Niall-
 

Ricordo ancora, il giorno che incontrai Angeline.
Era un lunedì come un altro, la neve scendeva  e si posava leggiadra sull’asfalto.  Ero andato al parco per stare in tranquillità. Non ne potevo più delle continue urla di mia madre, dei continui pianti di mia sorella e dei continui ordini di mio padre.  Stavo guardando le macchine passare quando una ragazza dai capelli mori e lunghi mi venne addosso. Non l’avevo mai vista.  Quando alzò lo sguardo vidi il suo piccolo viso pallido e i suoi occhioni castani guardarmi. 
Si rimise subito in sesto e, dopo avermi riguardato, continuò a camminare come se non fosse successo niente davanti a se.  Aspettai qualche secondo, forse anche qualche minuto e poi la rincorsi. Le afferrai un braccio e lei si girò di scatto.
-Come ti chiami?
Non rispose ma puntò i suoi occhi nei miei e mi guardò sospetta. Per niente spaventata.
-Io sono Niall, piacere.
Scostò il mio braccio e se ne andò. La guardai andarsene. Non si girò. Continuò a camminare sul marciapiede, tra la neve e il freddo. Rimasi ad osservarla finché non girò l’angolo e poi tornai a casa.

-Pov.Angeline.- 

Suonai il campanello. Nessun rumore.  Tutto taceva.  Guardai l’orologio, erano le sei e dodici. Faceva freddo e stava diventando buio.  Risuonai al campanello e stavolta, Olivia, venne ad aprirmi.
-Dove sei stata fino ad ora?- Chiese impaziente.
La guardai annoiata e risposi –in giro. C’è qualche problema?-
Mi guardò arrabbiata e poi mi fece entrare. Il camino acceso riscaldava l’intera casa , Lilith, il gatto, dormiva accucciata sopra al divano e un profumo di cibo arrivava dalla cucina. Mi tolsi la sciarpa, i guanti e il giaccone.
-Allora, Angeline, ti sembra l’ora di ritornare così tardi a casa?- Chiese impaziente Olivia.
-Mi dispiace. Non pensavo di tornare così tardi. So che sei preoccupata per me, ma,  non c’è ne è bisogno. Sto bene.
-La cena è a tavola. Va a mangiare, sennò si fredda. – disse.
Olivia è mia zia. Mi tiene con lei da tanto tempo. Ci siamo trasferite da poco per colpa del suo noiosissimo lavoro. E si sa come va, addio amici, addio scuola.
 Andai in camera mia e mi buttai letteralmente sopra al letto. Guardai verso  la porta finestra e notai che non aveva ancora smesso di nevicare. Presi il diario e iniziai a scrivere.
“Caro diario, ci siamo trasferite oggi da Miami. Già mi manca quella città. Qua è tutto silenzioso. Non mi piace la casa, è troppo grande per due persone e un gatto. Zia Olivia è entusiasta del trasferimento, non vede l’ora di conoscere nuove persone. Anche Lilith sta bene nella nuova casa, si è già ambientata. Io invece, mi sento così strana. Vorrei tornare nella vecchia casa. Con quell’arredamento un po’ vintage e con tutti i ricordi passati là dentro. Non dico che questa villa sia male, ma non mi piace. Mi manca anche il sole. Qua nevica e io odio la neve. Domani mattina inizierò la scuola. E’ un vero stress, non so se riuscirò a stare bene. Spero solo che tutto questo finisca in fretta. Voglio tornare alla mia vecchia vita.
-Angeline”.
Posai il diario sul comodino e poco dopo, mi addormentai. 



Angeline:


 

ienfnofcneo,hello girlsssssss.

Alor, questo è il mio primo capito della nuova fanfiction "Ready or Not?"
Mi piace scrivere e,appunto, ho scritto altre fanfiction. Sono orribili, non leggetele, davvero.
Comunque, tornando a noi, questa storia si basa sull'adolescenza, sui sentimenti, sul passato e sul futuro.
Spero davvero che vi piaccia.
Un bacio.



 

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Capitolo 2
*** First day. ***


"First day."

Pov. Niall

-Niall, alzati o farai tardi a scuola. Su!- Urlò mia madre bussando alla porta.
Sbadigliai e mi alzai. Dopo essermi vestito andai in bagno e poi scesi in cucina. Mio padre stava leggendo il giornale sul divano e mia madre portava la colazione in tavola.
-Buongiorno figliolo. Pronto per riniziare l’anno?- Chiese mio padre alzando lo sguardo su di me.
-Certo pà. Sono prontissimo. – risposi ironicamente.
Andai in cucina da mia madre e le posai un bacio sulla guancia. Presi il giaccone e uscì di casa senza aver fatto colazione. Entrai in macchina e, una volta acceso il motore, partii per andare verso l’istituto San. Dorean.  Un nuovo faticoso anno mi aspettava. 
Prima però, passai a prendere Samuel , il mio migliore amico.
-Hey bello. Pronto per l’inferno? Quinto anno, eh. Non ci posso credere, siamo i più grandi di tutto l’istituto. Beh, a parte i prof, la preside e gli altri quinti. Ma dettagli. – disse. Con nonchalance.
Uno dei suoi difetti è che è logorroico e non fa altro che parlare.
Lo guardai come se fosse pazzo, poi continuai a guidare.

 

Pov.Angeline



-Olivia, Io esco.- Gridai per poi chiudere la porta dietro di me e camminare verso la nuova scuola. Il freddo non voleva proprio andarsene ma almeno non nevicava più. I marciapiedi erano coperti di ghiaccio mentre la strada era stata ripulita dalla neve.
Una ventata di aria fredda mi fece rabbrividire. Chiusi la giacca e misi le mani nelle tasche. 
Dopo neanche dieci minuti ero davanti all’istituto.
Lì era tutto un caos. C’era chi si lanciava palle di neve, chi parlava, chi si riabbracciava dopo mesi, chi leggeva seduto sulle panchine, chi fumava e chi ascoltava musica e stava in disparte. Presi coraggio ed entrai nel cancello. Quando iniziai a camminare verso il portone principale tutti i ragazzi si girarono verso di me. Era davvero imbarazzante. Alcune ragazze parlavano e mi guardavano male.  Altre se ne fregavano e altre ancora mi sorridevano. Feci finta di niente e mi sedetti sopra ad un muretto. Una ragazzina con due bionde trecce lunghe  corse verso di me spaventata.
-Scendi da là. Se arrivano ti picchiano. E’ pericoloso. Scendi.-  Urlò guardandomi.
-Chi dovrebbe picchiarmi, scusa?
-I ragazzi del muretto. – Rispose frettolosamente
-I”ragazzi del muretto”? Fai per davvero? Non credevo esistessero soprannomi così orribili. Ma non ti preoccupare, so cavarmela anche senza i tuoi stupidi consigli.-
La biondina se ne andò frustrata. Lo vidi da come sbatté i piedi in terra e se ne andò infuriata. Presi una sigaretta dal pacchetto e poi lo rimisi in tasca. Poco dopo averla accesa e fatto due tiri dei ragazzi scesero da un furgoncino nero  e vennero verso di me.  Quando furono abbastanza vicini da riuscire a guardarli in faccia pensai che fosse uno scherzo.  Sembravano i tipici ragazzi cattivi. Vestiti con jeans, maglietta bianca, nera o grigia attillata e quasi tutti con una giacca di pelle nera.
-Piccola, faresti meglio a levarti. Questo spazio è nostro.- Disse un ragazzo  con la cresta nera  indicando il muretto.
Tutti si girarono verso di noi.
-Per prima cosa, piccola ci chiami tua madre. E per secondo, se non me ne vado che mi fate? – Risposi sorridendogli. 
- Se non te ne vai. Ti mandiamo via noi.
Feci un ultimo tiro e buttai la sigaretta in terra.
-Cari ragazzi, capisco che avete il cervello grande quanto una nocciolina . Ma questo muretto appartiene alla scuola, non a voi.
-Oh capisco. Tu sei la nuova.  Non sai niente di come vanno le cose in questa scuola. Fai un favore a te stessa e vattene prima che ti prenda a calci. – Disse innervosito.
-Dai Jack, lasciala stare. E’ il primo giorno di scuola. E’ solo una smorfiosa.- Disse un ragazzo altro e moro.
-Che carino che sei. Fai bene a tenere sotto controllo quel troll del tuo amico. 
Jack, presumo almeno che si chiami così, si mise davanti a me ancora più incazzato. Lo guardai negli occhi.
-Basta, entriamo dai, sta suonando.- Disse un altro dei suoi amici. Tutti annuirono.
 
Così, se ne andarono cercando di calmare quella specie di gigante.
 
Scesi dal muretto ed entrai nella scuola. Era veramente grande.
 
Parcheggiai la macchina davanti a scuola e scesi mettendo lo zaino su una spalla. Samuel fece lo stesso e ci avviammo verso il gruppetto dei nostri amici..
-Hey Biondo!- Urlò Charlie abbracciandomi.
-Mi sei mancata anche tu tappa.- le dissi  ricambiando l’abbraccio.
-Non sai cosa è successo. Il tuo amichetto Jack stava per picchiare una nuova. Dovevi vedere la scena! Quella ragazza è una vera forza. –Parlò felice.
-Hey barbone, neanche saluti piu?- Chiese qualcuno dietro di me.
Mi girai di scatto e vidi John, Alex e Brian sorridermi strafottenti.
Li salutai uno ad uno e poi entrammo tutti insieme.
-Allora, che hai alla prima ora?- Chiese Charlie.
-Arte, tu?
-Filosofia.- rispose annoiata.
-Beh, ci vediamo a mensa. Ciao tappa.- La salutai sorridendo
Salutai gli altri e andai a posare i libri nell’armadietto.
Uno volta chiuso l’armadietto mi avviai verso la classe al secondo piano.
Ultimo anno, vai con lo sballo. “ pensai.
 
Presi i libri di italiano e, una volta chieste le indicazioni per la classe, mi avvia. Era il primo giorno, e già ero in ritardo.  Bussai alla porta e, dopo aver sentito, “avanti”, entrai e richiusi la porta dietro a me.
-Primo giorno e già in ritardo, eh? Ah beh, lei deve essere Angeline. Si accomodi pure.-
Camminai fino al ultimo banco, era l’unico posto vuoto. Seduta vicino alla finestra c’era una ragazza con capelli rossi che mi guardava sorridente.
-Sono Zoe, piacere.
-Angeline.- Risposi  stingendogli la mano.
Mi sedetti  e feci finta di ascoltare la lezione.
 
-Prof, potrei andare in bagno?- Chiesi annoiato.
-Vai pure Niall, ma cerca di tornare.-
Uscì dalla classe e mi avviai  in cortile. Accesi una sigaretta e andai nel retro per fumare in santa pace. Nemmeno a farlo apposta incontrai Jack.
-Jack, come stai?- Chiesi sedendomi in terra accanto a lui.
-Bene, come sempre.- Rispose.
-Mi hanno detto che stamattina una ragazza ti ha fatto il culo, è vero?
-Ha ha ha. L’ho lasciata perdere. E’ una nuova. Sai com’è, ancora non sanno chi comanda qua.
-Vuoi dire che una del primo ti ha preso in giro davanti a tutti?- Chiesi ridendo.
-Oh no, è proprio nuova. Credo faccia il quarto, o il quinto. Non lo so. Ma come ti ho detto, l’ ho lasciata perdere. Solo per pietà.
Spensi la sigaretta e mi alzai da terra.
-Beh amico, io torno dentro. Ci si vede.- Dissi.
 
Quando la campanella della quarta ora suonò tutti si alzarono e uscirono dalla classe.  Zoe mi guardò mentre rimettevo quaderno e astuccio nella borsa.
-Allora, vuoi venire a pranzo con me?- Chiese.
-Oh, grazie per l’invito. Ma devo rifiutare, magari domani, okay?
-Okay.- Disse uscendo dalla classe.
Stavo per farlo anche io quando il professor Layke mi fermò.
-Angeline, lei è nuova in questa scuola e so che si sentirà un po’ di troppo. Ma non si preoccupi, se vuoi ci sono io che potrei aiutarla.- Disse malizioso.
Lo guardai disgustata.
-Non ho bisogno di nessun aiuto. Grazie.- Risposi scostandolo e uscendo velocemente dalla classe.
Incrociai Zoe per il corridoio parlare con altre ragazze.
-E’ ancora valido l’invito per il pranzo?- Chiesi.
-Oh ma certo! Andiamo.- Urlò dalla felicità.
Solo ora che la guardavo meglio vidi quanto era bella. I capelli rossi le scendevano lisci fino alla spalle, aveva occhi nocciola e il fisico alto e magro. Indossava un vestitino bianco che risaltava la sua pelle ambrata e un paio  di zeppe rosse. Come il colore dei suoi capelli. Era davvero bella.
Ci avviammo verso la mensa a braccetto. Rispetto a lei ero il brutto anatroccolo.

Pov.Niall 

-Ragazzi, sapete dov’è finita Zoe?- Chiesi ansioso.
-Arriverà, tranquillo.- disse Brian.
 
Dieci minuti dopo arrivò in splendida forma a braccetto con una ragazza che avevo già visto da qualche parte. Venne verso il nostro tavolo, si staccò dalla sua amica e corse a baciarmi. Mi era mancata.
-Niall, non sai quanto mi sei mancato!- Disse per poi baciarmi ancora.
Tutto ad un tratto si staccò da me.
-Oddio, scusa Angeline!- Disse mettendosi le mani sulla fronte.
Prese una mano alla ragazza e la fece sedere al tavolo.
-Ragazzi, lei è Angeline, è nuova ed è simpaticissima.- Urlò contenta.
Ecco dove l’avevo vista. “E’ la ragazza che ieri mi è venuta addosso.” Pensai.
-Piacere- Disse sorridendo.
Si presentarono tutti i ragazzi e anche Charlie. Quando arrivò il mio turno la guardai negli occhi.
-Amore, presentati. Eddai!- Mi ordinò Zoe.
-Ciao,sono Niall.- Dissi.
Zoe mi abbracciò e mi baciò ancora e ancora.
Poi si rialzò dal tavolo e fece alzare anche Angeline.
-Noi andiamo a prendere da mangiare! Aspettateci qua. –
 
Rimasi a fissare Angeline. Era davvero una bella ragazza: Alta, capelli neri, lunghi e mossi come li ricordavo. Era vestita con un paio di jeans corti a vita alta, una canottiera nera e una giacca nera. Ai piedi aveva un paio di vans nere con le borchie e al collo una collana con una pietra blu. 
Era molto diversa da Zoe e forse anche po’ più bella. La mia ragazza era bellissima ma lei, era  affascinante. Gli occhi di Zoe non erano niente confronto ai suoi verdi smeraldo. Il suo sorriso contornato da due  fossette era perfetto.
-Amico, smettila di guardare Angeline come se volessi mangiarla. Se la tua fidanzata ti vedesse,ti ucciderebbe.- Disse Samuel.
-Eh? Cosa? NO.-
--Lasciamo perdere va.-
 

 jiejdvnkevklevwewnnc

Hola girls! Questo è il secondo capitolo della storia. Okay, questo è abbsatzna chiaro.. COMUNQUE...Fa schifo. Mi do all'iippica prima o poi. Bye Amore;)

 
 
 

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