Anche Lucifero era un Angelo

di Bluemoon97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


prologo

Anche Lucifero era un Angelo


Prologo.



Il rumore di schiamazzi, bicchieri rotti, sedie che strofinavano sul pavimento e di musica assordante stavano completamente facendo girare la testa di Draco. Non che amasse frequentare quei luoghi, ma da quando la seconda guerra magica era finita la sua famiglia non era stata più vista di buon occhio. Anzi, meglio dire l'intera generazione Malfoy.
Erano diventati ormai lo zimbello dell'intero mondo magico e non c'era mago o strega che non sapesse chi fossero o cosa avessero fatto.
Nessuno ormai avrebbe più voluto frequentare o avere a che fare con i Malfoy. Come biasimarli del resto. Chi vorrebbe avere come amici una famiglia di Mangiamorte?

E' per questo che Draco si ritrovava li : In uno schifosissimo pub della Londra Babbana a bere uno schifosissimo rum alla mela verde. I Babbani erano ormai gli unici che, appena lo vedevano passare lungo le strade di Londra, non lo guardavano con quello sdegno nei suoi confronti.
Draco odiava essere guardato con quelle espressioni disgustate e scandalizzate, che i maghi come lui gli rivolgevano. Si sentiva come se in quel momento, davanti a loro, fosse la feccia. Magari era anche quello che pensavano di lui, ma gli dava ugualmente fastidio.

Per quanto ricco potesse essere, Draco non riusciva proprio a sentirsi felice. Dopotutto, a cosa serve la ricchezza se non la si può sfruttare come si deve? Gli sarebbe piaciuto, a guerra finita, andare con Blaise e Pansy a bere e divertirsi come un tempo. Ma doveva anche capire che ormai tutto era cambiato e non poteva farci nulla. Doveva andare così.


Draco si rigirò il bicchiere tra le mani, per poi berne il contenuto tutto d'un fiato. Il sapore era forte e pungente ma, alla fine, lasciava un senso di freschezza.

L'erede dei Malfoy aveva preso un appartamento nella Londra Babbana, all'insaputa dei suoi genitori.

Alla fine della guerra, solo dopo aver sborsato una somma elevata ed eccessiva , Lucius Malfoy era uscito da Azkaban. Invece Narcisa si sforzava di far sembrare la loro una "famigliola" come tutte le altre.
"Povera donna". Non c'era niente di normale in quella famiglia, ma sembrava che lei non volesse rendersene conto.


Poco dopo, Draco pagò il bicchiere di rum ed uscì da quello schifo di locale. Com'era caduto in basso. Si sentiva stupido e mediocre. Davvero sperava di trovare compagnia? Con i Babbani poi...
Ogni volta era la stessa storia. Pensava a quanto fosse disonorevole per un Malfoy. Ma poi ritornava lo stesso in quei locali Babbani, che erano gli unici posti dove non si sentisse giudicato. Dove non sentisse quel senso di soffocamento che provava ogni volta che stava al Malfoy Manor.
Ai genitori inventava la scusa che stava spesso da amici. Ma chi ne aveva di amici? Solo il pensiero gli faceva venire voglia di urlare e singhiozzare forte come un bambino viziato qual'era.


Un odore pungente di bruciato e una nuvola di fumo lo invase. Draco era stato talmente preso dai propri pensieri da non accorgersi che li vicino c'era, quello che sembrava, un incendio. Il tutto sarebbe stato normale se non ci fossero state persone che volavano su una scopa, che si smaterializzavano e bacchette che lanciavano incantesimi da una parte all'altra. Spalancò gli occhi e un senso di terrore lo invase. I ricordi di quegli anni ormai passati. Urla. Dolore. Incantesimi. Male. Draco si nascose nel punto più buio e osservò la scena quasi tremante. Poco dopo, degli uomini con delle maschere uscirono da lì e si smaterializzarono. Ma solo quando pensò che il pericolo fosse scampato uscì del proprio nascondiglio. Girandosi attorno, come smarrito.
Finché un urlo arrivò alle sue orecchie, ed era straziante e pieno di dolore. Successivamente, Draco si accorse che vicino ai suoi piedi, un uomo era rivolto verso terra, con il viso nascosto contro il freddo e sudicio asfalto. Costui aveva i capelli insanguinati e i vestiti sporchi di fuliggine e sporcizia. Solo dando un'occhiata migliore, Draco capì che era vestito da Auror.
Spalancò gli occhi e con la punta della propria scarpa spostò il corpo inerme, quasi disgustato. Lo girò e alla fine si piegò su quell'uomo. Un senso di terrore lo assalì e con la mano spostò le ciocche ribelli dalla fronte di quel, ormai evidente, ragazzo. A quel punto dovette lottare contro se stesso per non cacciare un urlo quando scoprì una cicatrice a forma di saetta sulla fronte del ragazzo svenuto: era Harry Potter!
Con le lenti degli occhiali rotte e le stanghette piegate. Harry aveva un taglio piccolo alla guancia sinistra e un po' di sangue gli colava dalla testa. Draco controllò la ferita, constatando che non era altro che un graffio.
Nulla di grave.


Draco stava ancora guardandolo quando si sentì afferrare il polso e stavolta cacciò un urletto, ritrovandosi a specchiarsi negli occhi verdi smeraldo e sofferenti di Harry. Il suo sguardo era stupito, come se non si aspettasse assolutamente di vederlo li e Draco aprì la bocca come per parlare, ma Harry lo precedette.


-Tu...Tu-, Harry cercava di parlare, ma era evidente che avesse delle difficoltà e chiunque ne avrebbe avuta al suo posto. Draco intanto lo fissava incerto e curioso, ma anche spaventato da quel suo sguardo.


Alla fine Harry alzò una mano e la posò delicatamente sulla guancia di Draco. Questi spalancò gli occhi quasi scandalizzato. Ma nulla lo scandalizzò più delle parole che si sentì dire poco dopo.


-Tu...sei...un angelo?


"Oh, cazzo!!


Le guance di Draco diventarono di un rosa pallido e cacciò subito la mano di Harry dal proprio volto. Accorgendosi poco dopo che questi era svenuto di nuovo. Ma Draco era troppo preso dalle proprie emozioni per cercare di soccorrerlo. Solo dopo un pò di tempo, Draco riuscì ad acquisire un po' di sicurezza, che lo aiutò ad afferrare il corpo inerme di Harry e di caricarselo sulle spalle per poterlo portare via da li.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***









                                                         Capitolo 1 



Il ragazzo dai capelli neri era sdraiato su un morbido letto di un appartamento al centro della Londra Babbana.
Il suo stato era buono. Almeno così sperava il suo soccorritore.

Draco Malfoy aveva salvato Harry Potter e l'aveva portato via da quella orribile stradina. Adesso poteva osservarne il corpo svenuto sul suo letto, nel suo appartamento lussuoso e completamente bianco, cui l'unico tocco  di colore era solo il salvatore del mondo magico.
Il così detto "Soccorritore" era seduto su una poltrona, mentre cercava di leggere un libro. Ma era troppo preso dai pensieri che, imperterriti, gli offuscavano la mente. Così lasciò andare il libro sul mobiletto degli alcolici, mentre afferrava una mela da un grande cesto e la addentava.

“Per quale e assurdo motivo Potter si cacciava sempre nei guai?!”
 
Attribuiva il fatto che fosse masochista. Era l'unica spiegazione plausibile.

“Quel deficiente aveva passato gli interi anni di scuola, a doversi e a farsi coprire il culo dalle persone che volevano ucciderlo e adesso che il signore oscuro era morto e la sua vita poteva essere più tranquilla, lui cosa faceva? Diventa Auror, per cacciarsi ancora nei guai.”


Non lo capiva affatto. Pensò che Potter fosse proprio un idiota... E anche squilibrato.

In qualche modo, però, Draco voleva vendicarsi a dovere di tutti quegli anni a Hogwarts.

Per fargli un brutto scherzo, prima di portarlo all’ appartamento, si era fermato in un negozio di baratto e aveva scambiato la sua divisa da Auror con un abito da donna e così lo aveva vestito.
“Sicuramente, Potter si arrabbierà molto.” Ma Draco si disse che ne sarebbe valsa la pena, anche se, forse, si sarebbe beccata una maledizione dal ragazzo.

"Certo, il fucsia non gli dona molto...”

Dopo circa mezz'ora, Draco, ormai stanco di aspettare il suo risveglio, decise di prendere un bicchiere d'acqua fredda e di versargliela in faccia.
Ghignò divertito quando vide gli occhi di Harry spalancarsi di colpo, disorientati.

-Finalmente, bell'addormentato!-, Draco non si lasciò sfuggire un sorrisino divertito, mentre gli allungava gli occhiali, che aveva prima aggiustato con un incantesimo, direttamente sul naso.

Il biondo lo osservò a lungo, cercando di studiarlo. Poco dopo constatò che non sembrava molto sveglio. Anzi, l’espressione di Harry era terrorizzata e impaurita, mentre guardava la stanza. Poi guardava Draco. Spalancava gli occhi e tremava visibilmente.

“Sembra in ansia.”

Ma quando Harry guardò di nuovo a Draco, gli sorrise incantato e si mise seduto sul letto.

“Questa situazione è parecchio strana... Potter che mi sorride?! Quando mai?!”

Quando finalmente il ragazzo decise di parlare, Draco per poco non si soffocò con la sua stessa saliva.

-Sono in...paradiso?-, chiese Harry. Il biondo spalancò gli occhi interdetto.

-Come?!-, chiese Draco con voce strozzata. -Non prendermi per il culo, Sfregiato!-, sputò contro di lui, infine.

-No, Io...ehm...-,  Harry si guardava di nuovo intorno, come per rivedere meglio la situazione. -Insomma...La stanza è bianca. Tu sei...bianco...Pensavo 
di essere davvero in paradiso. Dove sono? In effetti, ma...chi sono?

-Stai scherzando, vero? Dimmi che stai scherzando...

Ma Harry lo guardava con i suoi occhi innocenti e lucidi, quasi come se stesse per piangere.

“Oh, Salazar divino, non sta scherzando…” 


Draco sentì le gambe molli e tremanti e sicuramente stava anche per svenire. Quindi, si dovette appoggiare alla parete per non cadere.


-Io...devo andare a bere un Whisky incendiario...

Andò subito al mobiletto degli alcolici, che si trovava nell'altra stanza, e si riempì un bicchiere pieno di Whishy incendiario. La situazione sembrava sfuggirgli di mano. Non poteva nemmeno credere a quello che aveva sentito. “Che Potter avesse perso la memoria?
Quando fu di ritorno, con il bicchiere in mano, vide Harry che si specchiava e sembrava ancora più sconvolto di prima.
Allora Draco gli si avvicinò, mosso da un attimo di pena e lo abbracciò. Troppo sconvolto del riuscire a capire quello che stava facendo.
Gli passò il bicchiere con il Whishy ed Harry lo bevve tutto d'un sorso, prima che Draco riuscisse ad avvisarlo di andarci piano. Infatti, subito dopo Harry gli svenne tra le braccia.

Okay, aveva combinato un macello.

Okay, la situazione gli era sfuggita di mano. 

Okay, era completamente nella merda.

Mentre Harry riposava, Draco si vide già arrestato per aver aggredito un Auror, che in più era il famoso Harry Potter.
Nessuno avrebbe creduto che lo avesse soccorso, anche perché lo aveva portato a casa sua, invece che al San Mungo. Per non parlare del fatto che ormai Harry non aveva più i suoi vestiti da Auror, ma un orribile vestitino fucsia!

-Merlino, e se mi prendessero per un pervertito?!-, in fondo lui era un Malfoy e si sa per certo che i maghi odiano i Malfoy.

Okay, aveva bisogno di trovare una soluzione per tenere Potter con se. Almeno fin quando non sarebbe ritrovata la memoria ad Harry. 

Che serata di merda  e pensare che sembrava tutto così divertente all'inizio.


"Un Angelo”

E Draco un Angelo caritatevole sarebbe stato per lui. O almeno così avrebbe dovuto credere Harry.

Il solo pensiero di dover fare da balia al ragazzo fece venire a Draco la pelle d'oca. Ma non poteva lasciarlo solo e non poteva nemmeno chiedere l’aiuto di uno dei suoi amichetti, senza correre il rischio di ritrovarsi già in prigione.
Così, anche se a malincuore, decise di mandare un gufo ai genitori, scrivendogli che sarebbe stato via per una vacanza.
Ma Draco già sapeva che loro lo avrebbero rintracciato di sicuro se sarebbe rimasto lì. Così, l'unica soluzione era quella di partire veramente.

Poco dopo si lasciò cadere sulla poltrona vicino al letto dove Harry stava riposando e di tanto in tanto si lasciava sfuggire dei pesanti sospiri. 
Come gli era saltato in mente di fare quello che aveva fatto? A volte, ci voleva proprio qualcuno che lo cruciasse mentre gli venivano solamente quelle sciocche idee.


Ed era proprio mentre malediceva se stesso che gli venne in mente la più grande delle idee (o la più sciocca). Ma era l'unico modo per salvarsi la pelle.

                                                                                                     
      °°° 


Quando Harry si risvegliò, Draco gli mise davanti un giornale. Ovviamente manomesso, ma non aveva trovato una scusa migliore di quella.

Il giornale presentava molte cronache di uccisioni di Squillo (Persone che si prostituiscono).

-Qualcuno ti vuole uccidere.

Harry, ancora mezzo addormentato, prese il giornale e lesse l'articolo che riportava delle morti avvenute da lì ad un mese. Guardava Draco confuso e non riusciva a comprendere il perché fosse in pericolo. Draco comprese che non aveva pensato a quel piccolo particolare. Ma sarebbe riuscito 
lo stesso nel suo intento. 

-Tu sei un prostituto... Ti ho trovato per strada mentre cercavano di uccidere altri come te. Sono riuscito a salvarti.

La faccia di Harry era diventata una maschera pietrificata. L'altro ragazzo lo vide spingersi contro la tastiera del letto, non sfuggendogli il suo tremolio nella voce.

-N-non...può essere. Io...cosa?

-Dobbiamo partire subito. ti presterò qualcosa da mettere-, Draco era già a frugare tra le sue cose. 

-No...aspetta...Io-non-ero-un...quello...No, non potevo esserlo. Non ricordo nemmeno che lo ero! -, Harry sembrava più che sconvolto e quasi non 
voleva crederci e aveva ragione, porco Godric! 

-Cosa ti ricordi, allora?

-Ehm...-, Harry fece per rifletterci, ma poi richiuse la bocca e scosse la testa. -Niente...

-Visto?! Sbrigati e vestiti! Non abbiamo tanto tempo!

Harry andò svelto verso i vestiti, che Draco gli aveva dato, e incominciò a spogliarsi.  Quest’ultimo lo guardò a lungo.

“Draco, per l'amor del cielo, stai sbavando! E' Potter!”

Svelto distolse lo sguardo da Harry e preparò i bagagli senza dire una parola. Constatò poi che il ragazzo, per entrare bene nei suoi vestiti, aveva fatto delle svolte ai pantaloni e alle maniche della camicia.

      °°°

Uscirono dall'appartamento incappucciati e con tanto di occhiali da sole, con le valige appresso. Draco strascinava Harry per un braccio e svelto lo fece salire in un taxy.

Draco aveva pensato a tutto!

Decise di passare da Blaise, lui gli avrebbe dato sicuramente una mano con quella faccenda. Gli servivano documenti falsi per partire e l’amico era un asso in questo.

Appena arrivati, Draco fece rimanere Harry dentro al taxy e svelto andò a bussare alla porta dell'amico. Questi appena aprì alla porta guardò Draco con curiosità, notando l'evidente espressione disperata alla faccia dell'amico.

-Sei la mia unica speranza...

-Porco Godric, Draco! Ma che ti è successo?!  Non ti ho mai visto così sconvolto!-, Blaise era parecchio sconvolto nel vedere l'amico così mal ridotto e gli si avvicinò con cautela.

-La mia condanna a morte è proprio dentro a quel taxy...-, Draco indicò il taxy con un cenno della testa. 

Blaise spalancò gli occhi e guardò l'amico come per vedere se stesse scherzando o meno.

-Dimmi che la persona che è nel taxy non è Harry Potter. Draco!

-Abbassa la voce, Blaise!!-, Draco sospirò forte e fece una smorfia. -L'ho trovato a terra…era stato ferito in un attacco di uomini mascherati.
Penso Ex Mangiamorte. Volevo fargli una scherzo e l'ho portato a casa, travestendolo anche da donna-, mentre Blaise se rideva.

-Blaise, non ridere! La situazione è grave. Ha perso la memoria…

-Come?!

-Un attacco di Ex Mangiamorte! E io cosa sono secondo te? Cretino! Mi arresterebbero subito!-, Draco sospirò forte e si passò una mano sulla fronte.

-Per non parlare del fatto che ho scambiato i suoi vestiti da Auror in un negozio di baratto, per un vestito da donna!

-E lui è il salvatore di questo cazzo di mondo!

In tutto questo Blaise stava in silenzio, scioccato. 

-Mi sbatteranno ad Azkaban e getteranno direttamente la chiave della mia cella…

Blaise posò una mano sulla spalla di Draco e annuì. -Okay, mi hai convinto.

Nel giro di dieci minuti i documenti erano già nelle mani di Draco. Aveva baciato anche l'amico sulla guancia talmente gli era grato.
Ritornato al taxy, si diresse svelto all'aeroporto in compagnia di Harry.

Il primo aereo che partiva a quell'orario era diretto in Italia, precisamente a Roma.
E Italia sia, pensò. In tutto quel contesto, Harry aveva aperto bocca pochissime volte. Per lo più  per ringraziare il suo “salvatore”.
Draco, invece, sentiva gli occhi di tutti addosso e si sentì allarmato. E se qualcuno li avesse riconosciuti? Che sarebbe successo? 
Avrebbe dovuto lasciarsi al proprio destino e marcire dentro quella prigione.

Ma così non fu.
Quando entrarono in quel benedetto aereo, Draco ringraziò il cielo per quella grande opportunità che Merlino gli aveva donato.
Mentre l'altro ragazzo era talmente stanco che appena si sedette si addormentò. Del resto era stata una lunga serata anche per lui e stava anche cominciando ad albeggiare.

Draco invece non riuscì a dormire, sempre preso dai pensieri.

Che frottola avrebbe inventato stavolta? E cosa avrebbe detto, una volta che ad Harry gli sarebbe ritornata la memoria?

Di sicuro non ne sarebbe uscito vivo, ma sempre meglio di essere rinchiuso ad Azkaban. “Se gli sarebbe mai tornata la memoria...”  Ma per adesso era meglio non pensare oltre.

Poco dopo Draco si addormentò, esausto.


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***








                                                                               Capitolo 2

 

 

 

Era successo tutto in pochissime ore e quasi Draco non voleva crederci. Non voleva credere che già fosse a Roma. Non voleva credere che fosse in un hotel a tre stelle. Non voleva credere che la stanza che avesse prenotato quell'idiota del suo migliore amico fosse piccola, insignificante, polverosa, sporca e puzzolente, ma soprattutto matrimoniale. Il solo pensiero di dividere il letto con Harry gli face desiderare di avere Blaise a portata di mano solo per strangolarlo a morte.

“Come si è permesso di farmi una cosa del genere?! Stupido!!  Vuole rendermi  la vita un inferno anche lui, adesso?! Migliore amico un corno. Anzi, ex migliore amico. Dopo questa non ne voglio più sentire parlare di Zabini. E’ deciso.”

Già vedeva Blaise a ridersela per bene.  Draco aveva già chiuso un occhio per i nomi strambi dei documenti, ma quello era troppo. Superava la linea di sopportazione Malfoy.

Draco, appena arrivato a Roma, si era levato la giacca del completo quasi disperato. Aveva arrotolato le maniche della camicia e l'aveva aperta leggermente sul davanti.  Sentiva il sudore addosso che rendeva la sua pelle appiccicosa e avrebbe tanto desiderato darsi una  rinfrescata. Per non parlare della puzza..

“Che schifo. Come mi sono ridotto…”

Harry invece sembrava essere a proprio agio, come se non sentisse né caldo e né stanchezza.  E Draco lo odiava.

 

-Tom, posso andare al bagno?

 

Draco sentì una vena della fronte pulsargli forte, come se volesse scoppiare da un momento all'altro.

Ecco cosa non andava.

Tom. Perché proprio Tom?! Che razza di nome era Tom Felton?! Da proletario. Da poveraccio! Blaise l'avrebbe sentito, appena sarebbe ritornato a Londra. Eccome se l'avrebbe sentito.

Le urla di Draco Malfoy si sarebbero sentite per tutta Londra.

Nei documenti Harry risultava un certo"Daniel Radcliffe". Nome che lui aveva gradito tantissimo e in effetti Daniel era meglio di Tom.

“Perché il nome di Potter è migliore del mio?!”

Aveva aggiunto questo alla lista del "Perché odio Harry Potter".

Come se non bastasse, il moro, per ogni cavolo di azione chiedeva il permesso: "Posso mangiare?” 

“Posso andare in bagno?”

“Posso dormire?”

“Posso sedermi?"

Francamente Draco si chiedeva perché ancora il ragazzo non avesse usato la domanda "Posso respirare?!"

Cosa cavolo era?! Un elfo domestico che eseguiva gli ordini!? A suo parere il ragazzo si era completamente rimbecillito. Più di quanto non lo fosse già.

-Sì, Daniel, puoi andare in bagno. Tutte-le-volte-che-vuoi-, Draco scandì le parole, per farsi capire bene stavolta.

-Grazie!-, Harry gli fece un sorriso raggiante.

“Da voltastomaco.”

-P-r-e-g-o-, la voce di Draco era risultata molto fredda e scocciata, ma Harry sembrò non averci badato, perché continuava a sorridergli.

"Che cazzo sorridi?!" Avrebbe voluto sbraitargli, l’ex Mangiamorte.

 

Dopo che Harry entrò in bagno, Draco si lasciò sfuggire un sospiro di puro sollievo. Gli girava tremendamente la testa se ripensava a tutto quello che era successo in così poco tempo. Sembrava un grande incubo, eppure era la dura realtà.

In quel bagno c'era Harry Potter. Il suo nemico degli anni di scuola. Il suo rivale.

Erano a Roma. In una calda e afosa città dell'Italia. Piena di distruzioni e di superstiti. Pieno di pietre e massi e cose inutili a suo parere. Davvero la gente impazziva per quei luoghi? Sciocchi.

Dopo essersi fatto una doccia e cambiato, Harry gli aveva chiesto se potevano andare a visitare la città e così era stato fatto.

Non che Draco ne fosse entusiasta, ma doveva fare la parte del bravo ragazzo pieno di premure.

Avevano visto moltissime fontane, moltissimi monumenti e aveva scoperto che Harry andava matto per il Colosseo. Erano perfino andati a prendere un gelato e per cena avevano mangiato in un Fast food orribile noto come McDonald's. Harry, naturalmente, aveva mangiato il tutto con entusiasmo, mentre Draco non aveva toccato cibo. Gli sembrava cibo per cani quello e continuava a picchiettare con la cannuccia quello che doveva essere stato un hamburger di manzo. Morto in chissà quale circostanze e chissà da quanto tempo.

A fine serata avevano continuato a passeggiare un pochino per smaltire tutto quello che avevano mangiato e in effetti, dopo un intera giornata, Draco constatò che c'era qualcosa di magico in quella città, soprattutto di notte.  Quando la città era illuminata dalle luci, che la rendevano quasi eterea e spettacolare. Ma tornato all'albergo era talmente stanco, da non riuscire a muovere  neanche un muscolo per andare a farsi una doccia. Harry invece sembrava aver fatto una passeggiata distensiva.

Draco si gettò sul letto sfinito, con ancora tutti i vestiti addosso. La testa che gli faceva male più di prima e la voglia di sprofondare in un sonno profondo. Finché non sentì una carezza sulla fronte, che gli scostava i capelli sudati e nel torpore sentì anche un leggero bacio sulla guancia. Poi il buio totale.

°°°

C'era un caldo infernale e il fuoco divampava imperioso da tutte le parti. Draco cercava di arrampicarsi, ma si sentiva tremendamente pesante. Così pesante, da sentirsi spinto verso il basso, verso le fiamme che non smettevano di crescere. I suoi arti non rispondevano ai suoi comandi, ma, lì in mezzo a quelle fiamme, una mano cercava di afferrarlo. Quella mano che lo trascinò lontano dal pericolo. Quella mano che l'aveva salvato. Quella mano che rivide a terra, morta e il signore oscuro che rideva  come un folle. E così alla fine era riuscito a farsi ammazzare. Ora Draco non sentiva più niente... Il niente totale.

Una voce lo chiamava e mentre si svegliava la sentiva sempre più vicina.

Draco spalancò gli occhi e afferrò con la mano il braccio che lo stava scuotendo.

-Tom! Tom! Apri gli occhi! Tom! Finalmente!

Draco aveva il viso rigato dalle lacrime, il corpo ridotto in singhiozzi che lo scuotevano tutto e le sue mani attaccate alla maglietta di Harry.

L'aveva rifatto. Faceva lo stesso incubo da due anni ormai. Le mani di Harry ora erano sul suo viso e Draco sentiva il suo respiro veloce: era spaventato anche lui.

-Non preoccuparti...è solo un incubo. E' tutto a posto. Ci sono io con te.-, Harry adesso gli sorrideva teneramente.

 

Dopo chissà quanto, Draco riuscì a calmarsi, tra le braccia confortanti di Harry e sii sentì quasi patetico e con vergogna si ritrasse in fretta e si asciugò gli occhi dalle lacrime.

-Sto...bene. Sto bene!-, si lo scansò di dosso il ragazzo e andò svelto in bagno a farsi una doccia fredda. Cercando di non pensare all'incubo che aveva fatto.

 

Al suo ritorno, Harry era ancora seduto allo stesso modo in cui l'aveva lasciato e sembrava parecchio triste. Draco sospirò forte e gli si sedette vicino, cercando di essere più dolce possibile.

-Non devi preoccuparti. E' tutto ok-, ma Harry si girò dall'altra parte e adesso non lo degnava nemmeno di uno sguardo.

A quel comportamento, Draco si  sentì leggermente irritato.

“Io sto male e lui fa l’offeso? Davvero buona la testa di quell’idiota! Chissà cosa gli sta frugando in mente…”

Si alzò e prese a passeggiare, nervosamente, per la stanza. Harry continuava a non guardarlo e Draco si sentì ancora più nervoso di prima. Odiava essere ignorato. Non lo sopportava proprio. A scuola voleva avere tutte le attenzioni su di se e ci riusciva anche.

Alla fine, Draco si parò davanti ad Harry e lo fece girare verso di se, tirandolo per un braccio.

-Si può sapere che ti prende?! Cos'hai adesso?!

Harry lo guardava con impertinenza e sembrava molto irritato. - Chi è Potter?

 

A quelle parole Draco spalancò gli occhi e lasciò andare la presa dal braccio di Harry, inghiottendo varie volte. -Nessuno.-, rispose semplicemente.

 

-Non mentirmi! Piangevi per nessuno, allora?! Ti ho sentito! Urlavi il suo nome… -, Harry aveva gli occhi lucidi, che si asciugò con il dorso della mano.

-E' il tuo ragazzo, vero?-, continuò imperterrito.

 

"Che cosa?!Come?! Quando? Perché?!"

 

-Che schifo! No! Cioè....No! Non farti venire in testa più certe cose raccapriccianti!-, Draco aveva la pelle d'oca solo a pensarci.

-Allora chi è? Ti ho sentito. Eri molto chiaro. Gridavi che non doveva lasciarti solo. Che non doveva mollare la tua mano. Che non doveva morire.

-Senti… Non mi va di parlarne. Ho fame e voglio andare subito a mangiare! Se vuoi venire sbrigati o ti lascio qua.

Harry non disse più niente e lo precedette fuori dalla stanza in silenzio. Alla fine erano scesi a fare colazione e Draco sperava che quella discussione ormai fosse finita, ma il ragazzo accanto a se non smetteva di sospirare. Aveva pure una faccia irritata e scontrosa. Ma Draco finta di non farci caso e continuò a mangiare.

Passarono quasi tutta la giornata così: a non parlare e ad ignorarsi. Almeno era quello che faceva Harry. Quasi nemmeno si guardavano e Draco ne aveva le palle piene di quella situazione di merda.

Erano andati persino in parecchie bancarelle dove vedevano souvenir di Roma ed Harry continuava a dire a voce alta che erano orribili, facendo fare una brutta figuraccia a Draco, davanti ai venditori e ai creatori di quei souvenir, che li avevano anche cacciati via da li.

Quando, nel pomeriggio, ritornarono in albero, Draco aveva la dannata voglia di picchiarlo e di litigare con lui come nei tempi di scuola. La dannata voglia di rompergli i denti era tanta. Ma prima che potesse anche solo spiccicare una parola, Harry lo precedette con un'altra dannatissima domanda.

-Perché mi hai salvato? …Perché stai facendo tutto questo per me? Per me che sono...una persona spregevole...-, Tutta la tensione e il nervosismo che Draco aveva prima scemarono a quelle domande inaspettate.

 

-Perché....-, Draco fece per rifletterci un po'. -Perché credo che tutti abbiano diritto di avere una seconda possibilità... Di provare che, anche se hanno fatto scelte sbagliate, possono rimediare.

 Harry sembrava incerto e sorpreso a quelle parole che, sicuramente, non si aspettava. Draco lo vide abbassare il viso e torturarsi le mani.

-E...tu...hai mai fatto scelte sbagliate?-, gli chiese.

 

-Continuamente...-, rispose Draco. -Ho passato quasi tutta la mia infanzia pensando di essere superiore a determinate persone. Che queste  non avessero quasi nemmeno il diritto di vivere. Ho assecondato quello che i miei genitori mi avevano insegnato, senza seguire il mio istinto che mi diceva invece di voler essere proprio come quelle persone che disprezzavo. Ho visto cose che i miei occhi non avrebbero mai voluto vedere, anche perché non ho fatto niente per evitarle. Forse tu pensi che io sia una buona persona, ma la verità è che nessuno è come sembra. Tanto meno io.

-Hai...ucciso...qualcuno?-, Harry adesso sembrava quasi terrorizzato e guardava l’altro ragazzo negli occhi.

-No, ma… ho permesso che altri lo facessero al posto mio e non ho fatto niente per impedirlo.

-Avevi solo paura! E' normale...

-Perché mi giustifichi? Ero solo un vigliacco! Ho permesso che altri combattessero contro il male senza alzare un dito! Le persone che disprezzavo mi hanno salvato più di una volta! Devo la vita a una persona che insultavo continuamente! Che speravo morisse! Ho assecondato un pazzo e le sue idee! Anche quando ero consapevole che fossero sbagliate!  Persi ancora che io sia buono, adesso?! Meritavo di essere salvato?! La risposta è no, ma sono stato perdonato lo stesso…

Harry stava piangendo. Riusciva a capire come si sentisse quel ragazzo davanti a se. Non sapeva come, visto che non ricordava niente, ma lo sentiva dentro. Sentiva che lui e “Tom” non erano poi così diversi...

Draco non riuscì a non farsi sfuggire un sospiro sconsolato. Non voleva gridargli tutte quelle cose, ma per un attimo aveva dimenticato che quello chi aveva davanti fosse Harry Potter, con problemi di memoria. Per un attimo aveva pensato solo a sfogarsi per se stesso.

-P-Penso...che come hai detto, tutti abbiamo bisogno di una seconda possibilità....-, la voce di Harry risultò bassa, come se avesse timore a parlare.

-Tu sei buono...almeno con me. Non riesco nemmeno a pensare che tu possa fare del male a qualcuno...-, continuò e poco dopo  Draco si sentì asciugare il viso.

Aveva pianto di nuovo. Quel sogno l'aveva scombussolato parecchio ed Harry con quelle parole l'aveva fatto sentire più umano di quanto potesse essere.

-E' lui, vero? E' stato Potter ad averti salvato...è così?- Continuò Harry, asciugando le lacrime di Draco, con dolcezza.

-S-Sì.

-E lui ora dov'è? E' morto?

-No, ma...tenta ogni giorno di esserlo. E'....un poliziotto...ehm...e rischia la vita ogni singolo giorno per gli altri. Sempre per gli altri. E questo non riesco proprio a sopportarlo...-, Ecco. L'aveva detto.

-Lo...ami, vero?

-No, non lo sopporto proprio. Non ne parliamo più, okay?-, Se prima Draco piangeva, ora era di nuovo irritato oltre che scioccato da se stesso.

Aveva detto parole che lui non riusciva a spiegarsi da anni e si domandò se era veramente per se stesso che aveva portato Harry a Roma, lontano dal mondo magico, o era perché quando l'aveva visto a terra, che sembrava morto, aveva ripensato a come si era sentito quando credeva che il signore oscuro lo avesse ucciso. Ed aveva sentito di nuovo quel vuoto che non l'aveva fatto respirare… Come se avesse ricevuto il bacio del Dissennatore. Come se ormai ogni speranza fosse morta con lui. La verità è che voleva sapere Harry al sicuro. Voleva che cominciasse a vivere una vita vera, senza che nessuno tentasse di ucciderlo e senza che lui provasse a salvare vite che non fosse la sua. Che fosse...geloso? Questo ancora non riusciva a comprenderlo e nemmeno voleva. Non voleva capire nulla di quella situazione. Non voleva sapere nulla di Harry Potter.

Successivamente a quelle parole la serata proseguì tranquilla. Per cena mangiarono in hoter e a Draco non dispiacque la cucina italiana. Era ottima, anche se era cucinata in un hotel di bassa categoria.

Ma la notte ritornò e con essa i suoi incubi...

°°°

 

"Potter. Potter. Potter. Potter. Potter!"

 

-Tom! Tom! Svegliati! Tom!

 

Draco sentì di nuovo quel richiamo e questa volta si svegliò direttamente tra le braccia di Harry, che lo cullava e che lo accarezzava dolcemente sul viso.

-E' tutto a posto... E' tutto passato...

Ma Draco non aveva sentito niente delle parole che Harry gli aveva detto e continuò a bisbigliare parole sconnesse.

-Sei vivo... Sei vivo... Sei qui, con me. Non mi lasciare solo. Non mi lasciare...

Harry si  sentì confuso. Non capiva se parlava di lui o di quel Potter. Sapeva solamente che il cuore gli batteva forte come non gli era mai successo prima. Almeno, per quello che riuscisse a ricordare.

 

-Io... per caso te lo ricordo?

 Draco a quelle parole lo guardò attentamente e finalmente ritornò al presente. Si scrollò di dosso Harry e gli si allontanò a distanza di sicurezza.

-Chi?! Che cosa?! No...io...

-Potter! Ti ricordo Potter?!

“Sono fottuto. Ma non era lui quello tonto che non capiva un cavolo?”

 A Draco sudavano le mani dall'ansia. Cosa avrebbe inventato sta volta? Si guardava intorno, come per cercare un appiglio per liberarsi da quell’assurdo problema.

-Ehm... Avete gli stessi occhi. Uguali. Identici.

 Harry non sembrava per niente soddisfatto e continuò imperterrito. -E poi?

-Ehm... Non... Forse gli stessi capelli. Chi se lo ricorda! Smettila di borbottare e vai a dormire!

 Ma Harry continuava a non essere convinto.  -E tu cosa hai fatto per ringraziarlo dal fatto che ti avesse salvato?

-Niente, ma...non sono affari che ti riguardano! Senti… Basta!-, Draco sentiva le forze mancargli. Era in trappola.

-Io invece lo so come ti vorrei ringraziare...

-C-come? …che cosa hai intenzione di fare? … Non. Avvicinarti.

Harry invece si avvicinò, gattonando fino a Draco, che nel frattempo stava indietreggiando, in vano, contro la testiera, quasi a voler scomparire. Il suo corpo tremava leggermente e le mani erano strette a pugno sul cuscino. Solo il fiato corto e il respiro di Harry, che gli solleticava il viso.  

-Non… Non…

Fu solo uno sfiorarsi di labbra, ma ebbe un effetto catastrofico. Draco, infine, afferrò Harry per le spalle e premette con più forta le labbra contro le sue. Harry, sorpreso da quel cambiamento, si lasciò sfuggire un piccolo ansimo e Draco non ci capì più niente. Con euforia spinse il corpo simile al suo a sdraiarsi sul materasso. La sua bocca famelica divorò le labbra di Harry e le sue mani andarono ai fianchi scoperti e soffici, del ragazzo sotto di se. Non riusciva quasi nemmeno a respirare. Il sapore dolce di Harry l’aveva reso completamente idiota, mentre il ragazzo sotto di se spingeva i fianchi in modo osceno. Le mani arpionate alle spalle di Draco e le gambe allacciate ai suoi fianchi. Ma era troppo bello perché durasse… Non passò molto fino a quando si sentì uno squillo dall'altra parte della stanza. Draco si bloccò di colpo, come se avesse ricevuto una secchiata d'acqua fredda, che l'aveva risvegliato da quello che stava facendo.

“Merlino Santo... “

Inghiottì a vuoto e svelto andò a prendere il telefono che ancora squillava incessantemente.

-P-Pronto...?

-Hey, amico!

-Blaise?-, Draco gli era grato. Allora era vero che gli amici servissero a qualcosa! Gli veniva quasi da piangere, ma pensò che per quel giorno aveva già dato.

-Amico, scusa se ti ho disturbato, ma è venuto tuo padre a cercarti. Voleva sapere con chi eri partito.

-E tu che gli hai detto?...

-Tranquillo! Ho detto che eri con Pansy a Roma...

-Che cosa?! Porco Godric, Blaise!! E se mio padre vedesse Pansy in giro?! Cosa le direbbe?!-, Draco si ricordò solo allora che in stanza non era solo e abbassò la voce. -Peggio ancora se venisse qui! Capirà che l'abbiamo preso in giro! Ci ucciderà entrambi! E quando poi vedrà con chi sono...-, lasciò la frase in sospeso.

-Non preoccuparti, Draco! Ho pensato a tutto! Ho prenotato un aereo sia per te e Potter che per me e Pansy. Tra tre ore voi partirete per Venezia!-, Blaise dall'altra parte della cornetta rideva.

-Hai prenotato un…viaggio con Pansy? Venite a Venezia anche voi?-, adesso Draco si sentì più rassicurato. Sapeva che il proprio amico non era poi un idiota.

-Sì, ma non andiamo a Venezia. Non ci sembra giusto disturbarvi-, Blaise ridacchiava e si sentì anche la voce di Pansy che se la rideva.

-Vaffanculo, Blaise. Tra tre ore hai detto? Okay, ci converrà sbrigarci…-, mentre dava un occhiata a Harry, per vedere se fosse ancora li.

-Saluta la tua fidanzatina da parte mia!-, Squittì Pansy dall'altro lato della cornetta.

-Fottiti, Pansy!-, ruggì.

Gli amici se la ridevano di gusto e Draco aveva la voglia di riattaccare subito il telefono, ma poi ripensò ciò che gli amici stavano facendo per lui.

-Pensi che mio padre non mi cercherà a Venezia? E se chiedesse a te?

-Ma io non lo so dove state andando, giusto? Mica posso sapere sempre tutto io!-, Draco ridacchiò alle parole dell'amico.

 

-Ovvio. Grazie, Blaise e sta attento a quella testa persa di Pansy-, Pansy sbraitava contro Draco dall'altra parte della cornetta e lui se la rideva di gusto.

-Prego amico! Pansy!! Ti stai ferma?! Mi fai male!-, Blaise riattaccò la chiamata e Draco chiuse il telefono con un sorrisino.

Harry, invece, lo guardava con un sopracciglio alzato.- Sarei la tua ragazza, adesso?

Draco alzò gli occhi al cielo e sbuffò. -Poi ne parliamo. Dobbiamo partire subito. Ci hanno trovato.

Harry adesso aveva cacciato via il suo sorriso per un’espressione leggermente spaventata.

-Come?! Ma è stato tuo padre a trovarci! Ho sentito! Non capisco!

 

-Dobbiamo andare! Svelto! Scendi da quel letto e sistemati!-, Draco ignorò le parole del ragazzo e andò svelto a sistemare le sue cose in valigia.

-Ma...noi...

-Subito, Po-...Daniel!-, sbraitò contro di lui e chiuse la valigia, uscendo dalla stanza.

Harry in silenzio si alzò dal letto e cominciò subito a sistemarsi.




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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***











                                                                                     Capitolo 3

 

 

“Ma guardatelo …

Non un capello fuori posto. Elegantissimo. Anche quando dormiva era praticamente perfetto.”

Le mani di Draco erano agiatamente poggiate sopra le ginocchia e il sole filtrava attraverso le sue lunghissime ciglia: rendendole eteree. Harry invece lo stava fissando…

“Con la sua aria da aristocratico spocchioso del c****. “

E aveva la voglia di prenderlo dolcemente fra le braccia, per scaraventarlo direttamente fuori dal finestrino dell’aereo. Il tutto naturalmente senza scopa o paracadute.

E così, Draco Malfoy era il suo benefattore…  L’uomo che l’aveva tolto dalla strada e dalla prostituzione! Solo il pensiero fece rabbrividire Harry, che non poteva credere di esserci cascato così in pieno! Certo, aveva perso la memoria. Come si spiegava  allora quel vestitino da donna? Il giornale e tutte quelle parole che sembravano così reali!

Harry si ricordò come si era sentito in quei momenti: una donzella in difficoltà, salvata dal suo bel principe azzurro. Peccato che Malfoy d’azzurro non avesse praticamente niente e non era nemmeno un principe, ma un ex mangiamorte. Harry era così arrabbiato, che Malfoy  si era salvato solo per un piccolissimo dettaglio.

“Tutti hanno bisogno di una seconda possibilità…”

Era questo quello che il biondo gli aveva detto l’altra sera.

Non che Harry non gli avesse dato già abbastanza opportunità, ma alla fine Malfoy si era ribellato a Voldemort.

Come se non bastasse, Harry  sentiva sempre l’altro agitarsi nel sonno e chiamare il suo nome. “Piangeva anche!”

“Okay, forse un’altra opportunità posso  anche dargliela a Malfoy.” Pensò.

Ma questo non stava a significare che non si sarebbe divertito a fargliela pagare.

 

( Venezia ore 17:45 )

 

Draco doveva solo cercare di stare calmo. Non era difficile dopotutto, no?

Questo era quello che tentava di autoconvincersi, mentre era praticamente pietrificato davanti ad un uscio aperto. Quello del bagno dell’albergo per precisione. 

Non era modo di lavarsi, con la porta spalancata, pensò. Mentre i suoi occhi vagavano sul corpo ormai bagnato e insaponato dell’altro. Mentre, Harry  si lavava minuziosamente, parte per parte, con lentezza quasi snervante e Draco  stava letteralmente morendo.

“Oh, Merlino Santo… “ Ad Harry era caduto lo shampoo e si era piegato a novanta gradi, mostrando TUTTO quello che c’era da mostrare.  Poi si era alzato e con nonchalance aveva sorriso a Draco.

“Ma non era lui quello timido?!”

Draco si dovette afferrare al bracciolo della sedia, per trattenersi dal saltargli addosso.

Quest’ultimo  lo vide uscire poco dopo dalla doccia e il corpo di Harry era completamente bagnato e l’unica cosa che fece era asciugarsi i capelli con una tovaglia, senza nascondere il resto del corpo. L’altro ragazzo aveva bisogno urgentemente di un bicchiere d’acqua o ….non era forse meglio leccare tutte quelle piccole goccioline d’acqua sul corpo di Harry?

“No! No! No! Mi rifiuto di pensarlo! Potter no! Merlino Santo… ” Di nuovo.  

-Tom, la doccia è libera… -, Harry cominciò a vestirsi, come se non fosse successo niente.

“Sì, certo. Fa finta di nulla. Innocente un corno.” Pensò Draco, mentre incrociava le gambe per nascondere, ormai, l’evidente erezione. 

-Oh, ehm… Vado a farmi una passeggiata. A dopo, Tom!

  Draco, solo dopo una doccia ghiacciata e due seghe riuscì a calmarsi.

 

Nel frattempo Harry si era smaterializzato a Londra e aveva avvisato personalmente i suoi amici, che stava bene e che era … in missione segreta. Aveva avvisato anche a lavoro, dando una spiegazione diversa, naturalmente. Loro gli avevano ridato la bacchetta, che avevano trovato a terra la sera che era stato attaccato, ed Harry decise si portarla con se. “Non si sa mai.”

Ma ovviamente questo Draco non lo sapeva, che infatti era stato tutta la sera a cercare Harry, preoccupato. Anche se non l’avrebbe mai ammesso nemmeno a se stesso.

°°°

 

-Dove diavolo sei stato?! Ti ho cercato ovunque! Sei un idiota!

- Lascia che ti spieghi—

-Hai idea del tempo che ho sprecato per cercarti?!  Razza di sconsiderato che non sei altro!

-Se magari la smettessi di parlare e mi lasciassi spiegare!

-La prossima volta, che vuoi sparire, mandami  un-MHhh!

Prima che riuscisse a finire la frase, Harry, ormai stanco di non essere ascoltato, aveva afferrato il viso di Draco tra le mani e l’aveva baciato. Fu una cosa lieve e appena accennata, ma ebbe l’effetto desiderato.

-Scusa . . . Avevo bisogno di stare un po’ da solo. Per riflettere e . . . sono arrivato alla conclusione che non posso darti tutto questo peso. Hai una vita e io mi sono intromesso anche abbastanza. Cercherò un lavoro qui e così tu sarai libero di ritornare alla tua vita . . . -, Harry si torturava le mani in un finto nervosismo, cercando di non guardare negli occhi Draco. Aveva paura di scoppiargli a ridere in faccia da un momento all’altro.

Ma naturalmente quelle parole  fecero arrabbiare ancora di più l’altro ragazzo, che si passò una mano tra i capelli, nervosamente.

-Credi di potertela cavare senza di me? E sentiamo, come andrai avanti se non ricordi nemmeno il tuo nome?  Vuoi essere il prossimo cadavere? Vuoi farti ammazzare per forza?! E io tutto questo perché lo sto facendo allora?! Razza di cretino, rimbecillito--  

-Mi vuoi spiegare perché deve sempre succedermi qualcosa?! Cosa sono, un rimpiazzo?! Non puoi salvare quel Potter e adesso ti sei messo in testa di salvare chi ti capita a tiro?!

-Cosa centra adesso Potter?-, chiese sconcertato, Draco. Finivano sempre a parlare di Harry Potter.

-Perché sei fissato con lui! Non te ne rendi nemmeno conto! Lo sogni anche!

Draco lo fissò a lungo e ad Harry parve di vedere ancora quel suo sorriso da “Sono Draco Malfoy e tu sei la feccia”.

- … Sei un fottutissimo  stronzo. Hai ragione. Dovrei lasciarti marcire qui e andarmene. -, e prima che Harry potesse fermarlo, Draco uscì fuori dalla camera, sbattendo la porta.

 

Draco pensò che la passeggiata l’avrebbe aiutato a calmarsi. Dopotutto una passeggiata equivaleva a non vedere quella faccia di cavolo di Potter e le sue stupide idee! Lui fissato?

Si ricordò un discorso che gli aveva fatto Blaise al quarto anno. Quando la propria ossessione per Harry Potter era sfociata del tutto. Allora non se ne rese davvero conto, ma aveva ragione l’amico quando lo sfotteva a morte. Ma di li a poco i pensieri vennero interrotto ad un rumore di passi di qualcuno dietro di se e non c’era bisogno nemmeno di voltarsi per capire di chi fossero. Aumentò quindi il passo, cercando di levarsi il ragazzo tra i piedi. Senza ottenere nessun risultato.

-Che cazzo mi segui a fare?! Vattene, Sfregiato. Non voglio vedere la tua faccia!

Ma vedendo che l’altro ragazzo non lo ascoltava affatto, si girò per sbraitargli contro. Solo che lo vide che piangeva e tutta la rabbia scemò. I due ragazzi rimasero a fissarsi a  lungo e insistentemente. Draco ancora tentava di mantenere la calma e pensò anche che per insultarlo l’aveva chiamato con quel nomignolo, che usava spesso a scuola. Ma quello non era Potter. Il ragazzo, che adesso si ritrovava davanti,  aveva perso la memoria e Draco si sentì uno stronzo. Non doveva trattarlo in quel modo. Non in un momento così delicato.

Poco dopo allungò la mano e gli accarezzò i capelli. Harry in risposta gli si avvicinò e annullò la distanza che li separava, abbracciandolo.

-Non piangere… S-scusa… Ho capito che ti senti un peso. Ma non lo sei. Forza. Non piangere più…

-E’…che…ehm… Sono caduto, mentre ti seguivo, e mi fa male la caviglia…

“E’ un cretino, senza speranza.” Draco alzò gli occhi al cielo, sconfortato. “Potter = sinonimo di stupidità…”

Era straordinario il modo in cui cambiasse umore: da prima incazzato, poi intenerito e poi di nuovo irritato! E solo Harry ci riusciva…

-Okay… Mi vedo costretto a portarti sulle spalle. Sali e non farti pregare. -, Draco non voleva pensarci più di tanto o l’avrebbe ucciso davvero. Con le proprie mani.

-Ma veramente--

-Sta zitto e Sali! Ora.

-Okay…-, Il moro non se lo fece ripetere una seconda volta e gli salì sulle spalle, nascondendo un sorrisino vittorioso. 

“Non è poi così male prendere in giro Malfoy.” 

°°°

 

Il ritorno per Draco fu abbastanza “pesante”.  Appena entrati in camera fece scendere Harry dalle proprie spalle, con cautela e si gettò  a pancia in giù sul letto, esausto.

-Merlino Santo, ma quanto pesi?... Non mi sento più gli arti. Mi hai ucciso.

-Mi dispiace… Mi farò perdonare con… un bel massaggio rilassante!-, Harry gli sorrise e gli si mise velocemente a  cavalcioni. Draco sussultò e cercò di levarselo di dosso, un po’ imbarazzato e ancora dolorante.

-Razza di idiota! Mi fa male la schiena! Levati subito!!

 Ma aveva le ossa talmente doloranti, che alla fine cedette , quando sentì le mani di Harry sulle spalle, che cominciarono ad accarezzarlo delicatamente , massaggiandogli ogni punto della schiena, delle spalle e delle braccia. Poco dopo, Draco si sentì alzare la camicia e le mani di Harry andarono a contatto direttamente sulla sua pelle scoperta: mandandogli mille brividi in tutto il corpo. Il biondo si sentì sciogliere ad ogni tocco che Harry gli provocava  e si rilassò. Le mani di Harry andarono poi a finire più in basso, verso i glutei e Draco capì di essere arrivato quasi al limite.

Quelle mani lo stavano facendo fremere come non mai e non sapeva per quanto tempo ancora avrebbe resistito dal saltargli addosso.

Quel tempo non tardò ad arrivare, quando sentì le mani vicino al ventre e Draco si girò in fretta, afferrando i glutei di Harry per spintonarlo sul letto, sotto di se. Gli occhi puntati alle sue labbra.

Sentiva già il sapore del ragazzo contro la lingua: così dolce e pungente…

-Servizio in camera! Oh, Mio Dio!  Scusate! Avevo bussato parecchie volte! Scusate ancora!

-Se nessuno rispondeva perché è entrata lo stesso?!,- Draco aveva tanta voglia di uccidere qualcuno in quel momento. La cameriera in particolare.

-Mi dispiace! Non volevo!-, la cameriera sembrava parecchio imbarazzata.

-Va bene… -, Draco sospirò infine. -Stavo morendo di fame, comunque…-, si alzò dal letto e prese una patatina dal piatto dalle portate che erano sul carrello, cercando di calmarsi e mangiando quella patatina come se stesse divorando la cameriera.

Nel frattempo Harry malediceva se stesso per aver ordinato il servizio in camera. “Oppure no.”

Draco,  poco dopo, si sentì sollevato. “Ancora lunatico… “

Infondo lui non era poi così vigliacco da approfittarsi di una persona, in un momento così delicato. Quando e se sarebbe successo, Potter doveva essere consapevole con chi fosse. Molto probabilmente sarebbe stato mandato a quel paese. O peggio ancora, sarebbe finito in quella lurida prigione. Ma pazienza. Potter non era stronzo fino a questo punto, pensò infine. 

Fece finta di nulla allora e cominciò a mangiare tranquillo e questo scioccò Harry, che invece era in subbuglio e ancora sdraiato sul letto. Avvertiva ancora le mani di Draco su di se. Domandandosi come il ragazzo riuscisse a controllarsi, mentre lui si sentiva rovente!

-Tu non mangi? Io sto morendo di fame.-, Il biondo continuò a mangiare con disinvoltura ed Harry si alzò dal letto, sentendosi… arrabbiato!  In silenzio cominciò a mangiare, non degnando più nemmeno di uno sguardo l’altro ragazzo: offeso per quel cambiamento repentino. “Forse non piaccio poi così tanto a Malfoy.”

- Cosa c’è? Non avevi ordinato tu la cena in camera? Non hai più fame, adesso? Pazienza. Adesso mangi tutto. ,- Draco gli avvicinò la vaschetta di patatine fritte davanti al naso.

-Lo so… Lo so… è solo che…

-Solo che, cosa?               

-… No, niente… -, Harry continuò a mangiare. Cercando di far finta di nulla.

-Ecco, bravo.  Ho troppa fame per riuscire ad ascoltarti.-, Draco invece aveva ancora voglia di uccidere qualcuno, anche se prima, nei suoi pensieri, si era giustificato dicendo che non se ne sarebbe approfittato, e se la prese con la pizza che stava mangiando.

Il loro discorso finì li.

Per il resto della serata non si erano più parlati. Draco ringraziò il cielo che stavolta la camera non fosse matrimoniale.

Harry era messo in un angolino del suo letto e faceva cerchi immaginarsi sul lenzuolo. Mantenendo sempre il viso basso e distaccato. 

L’altro ragazzo si distese,  poco dopo, sul letto e gli diede le spalle, ignorandolo del tutto. Facendo finta di addormentarsi.

Non passò molto, infatti, prima che Harry si alzasse dal letto per andare  svelto in bagno. E questa volta toccò al sopravvissuto una bella doccia fredda.

Le labbra di Draco si incurvarono in un sorrisino, al suono di un piccolo gemito.

 

°°°

 

Il giorno successivo fu stancante per entrambi. Draco, non volendo rimanere solo con Harry, volle visitare tutta Venezia. Non fermandosi nemmeno per mangiare. Prendendo dei panini, per mangiarli mentre camminavano. Harry lo seguì tutto il giorno senza dire una parola. Anche se un po’ sconcertato dall’ iperattività dell’altro ragazzo.

Ritornarono in hotel  a notte fonda: stremati e sudati. Ma non avendo nemmeno la forza di cambiarsi, si addormentarono sfiniti.

Il giorno dopo Draco aveva voglia di visitare Padova, ma Harry era troppo stanco dal giorno precedente per riuscire a muovere un solo muscolo dal letto.

-Se non mi fai compagnia vado solo.

Harry credette che l’altro ragazzo stesse scherzando. Gli disse che poteva andare benissimo anche da solo. Draco non se lo fece ripetere due volte e andò via. Il tutto sotto lo sguardo basito dell’altro ragazzo.

Ovviamente le intenzioni di Draco furono del tutto diverse. Una volta solo, si smaterializzò a Malfoy Manor per fare una breve (Si sperava) visita ai suoi genitori. Continuando la bugia che aveva detto Blaise, cioè che era con Pansy e che si stavano divertendo a visitare molti luoghi italiani. Fu molto vago. Non specificando mai i luoghi dove sarebbero andati. I genitori di Draco, in particolare Lucius , erano molto contenti, che il loro “rampollo” avesse preso così a cuore l’iniziativa, che lo vedeva fidanzato con l’erede dei Parkinson. Dopo di che, una volta che riuscì a rintracciare gli amici, si smaterializzò a Dubai! Dove i suoi amici erano comodamente sdraiati a prendere il sole. Tornò in Italia in un orario indecente. Ma si era talmente divertito con gli amici, che si era completamente scordato di quell’ingombro di Potter. Infatti, appena ritornò in hotel, trovo questi sveglio e super alterato. Draco, però, non vi badò molto. Era talmente stanco dal giorno prima, che anche gli insulti di Potter non avevano sorbito il loro effetto.  

-L’altro giorno ti sei arrabbiato quando ti ho fatto capire che ero di peso. Adesso ho più che confermata l’idea che lo sono per te! Ti ho aspettato tutto il santo giorno! Potresti anche salutarmi una volta rientrato e invece no! Tom!

- Silenzio! Quando parli…  Ho un mal di testa tremendo e l’unica cosa che voglio fare è dormire. Non ascoltare le tue lamentele.

Harry lo guardava con irritazione ed a quel punto Draco si mise seduto per affrontarlo.

-Ti avevo detto se volevi venire e tu hai detto no, quindi mettiti l’animo in pace e vai a dormire. Non è colpa mia se sei talmente pigro da voler restare tutto il giorno a letto!

-Pigro?! Il giorno prima mi hai stremato! Cosa ti aspettavi che saltassi di gioia, facendoti compagnia in un’altra giornata faticosa?!

-Avresti potuto, sì.

“Ancora quell’espressione da viziato, arrogante” Pensò Harry.

-Solo perché teoricamente mi avresti salvato, non significa che questo fa di me una tua proprietà!

-Chi hai mai detto questo? … Ma ti senti quando parli? Sembri peggio di quei plebei dei weasley.

Harry avvertì l’odio totale. -Chissà, magari sono anche migliori di te. -, borbottò e Draco gli lanciò uno sguardo assassino.

-Vai a dormire. O giuro che ti sbatto fuori dalla stanza e dormi fuori come i barboni.

-Lo preferisco se devo essere trattato così-, Harry abbassò il viso in basso e si sentì un idiota. Quali altre opportunità avrebbe dovuto dare a Malfoy? Era un idiota arrogante e viziato. E questo non sarebbe mai cambiato. Sperava che il ragazzo fosse maturato di poco. Ma era evidente che sperasse in qualcosa di impossibile.

-Adesso metterai il broncio fino a quando non ti chiederò scusa?-, Draco inarcò un sopracciglio e si sdraiò sul letto. - E’ ridicolo il tuo comportamento. Sei troppo infantile. Ammettilo e basta che la colpa è tua, che non hai voluto seguirmi. Dopotutto io te l’ho chiesto! Non me ne sono subito andato via! Quindi smettila di frignare e assumiti le tue responsabilità! Per diamine!

Harry non avrebbe ammesso mai di aver sbagliato. Sarebbe stato troppo per lui. Si sentiva troppo orgoglioso per ammetterlo. E adesso la situazione con Malfoy sembrava stesse prendendo una piega del tutto diversa  da com’era qualche giorno fa.

Draco avvertì il peso del moro accanto a se e alzò gli occhi ai suoi per leggerci qualcosa: era evidente che fosse arrabbiato.

“Non era Harry Potter. Non era Harry Potter. “

Così prima che Harry avesse tempo di cantargliene ancora quattro, Draco lo attirò in un abbraccio, facendolo distendere accanto a se.  –Mi sei mancato… -, sussurrò piano al suo orecchio.

Questo riuscì a far zittire completamente il moro, che sembrava pietrificato contro il petto di Draco. Poco dopo sentì le labbra del biondo sulla propria fronte e il cuore incominciò a battere forte. Harry alzò il viso per avvicinare le labbra alle sue, ma quello che gli arrivò alle orecchie era un mormorio sconnesso da parte del ragazzo. Draco si era già addormentato ed Harry constatò che gli piaceva molto stare tra le sue braccia. Specialmente perché il suo profumo gli era sempre piaciuto. Lo odiava anche per questo:  perché faceva sempre odore. Agli allenamenti di quidditch tutti erano sudati e puzzolenti, tranne Draco. Harry non sapeva spiegarsi come il ragazzo facesse a profumare di mandorla e miele anche dopo due ore di allenamento stremante! Che Malfoy avesse una pelle autopulente? O forse conosceva qualche incantesimo per profumare sempre? Conoscendolo, l’avrebbe usato. 

Harry gli si appoggiò al suo petto e si strinse a lui. Gli occhi chiusi e la mente aperta in una strana idea. 

Prima che potesse anche solo pensare, si alzò dal letto e constatò che Draco dormisse davvero. Quando si accorse, che effettivamente stesse dormendo, allora afferrò la bacchetta dai pantaloni e la puntò contro il ragazzo.

-Legilimens

 

°°°

 

In pochissimo tempo, Harry si ritrovò immerso nei ricordi e nei pensieri di Draco, che lo portò a quella volta sul treno:  Il loro secondo incontro.

 

-Non tarderai a scoprire che alcune famiglie di maghi sono migliori di altri, Potter. Non vorrai mica fare amicizia con le persone sbagliate…? In questo posso aiutarti io

Il Draco del passato allungò la mano per stringere quella del piccolo Harry, ma lui non la prese.

-Credo di essere capace di capire da solo chi sono le persone sbagliare, grazie.

 

La scena cambiò e stavolta Harry vide dei ricordi che non gli appartenevano.

 Il Draco del primo anno era seduto a terra, con il broncio e gli occhi rossi e lucidi. Tiger e Goyle erano alla soglia della porta della camera.

Harry si rese conto che le camere dei serpeverde erano molto diverse rispetto a quelle della sua casa. Sembravano anche più accurate e moderne. Ma i suoi pensieri vennero interrotti dalla voce del piccolo Draco.

-Me la pagherà cara quel Potter! E’ colpa sua se Grifondoro ha vinto la coppa delle casa!-, sbraitava.

 -Arriva lui, con il suo branco di Grifondoro dementi a rovinarmi tutto!

Tiger e Goyle si avvicinarono all’amichetto e gli si sedettero accanto, senza dire una parola.

-…Avevo anche avvisato a mio padre… Prima l’ho contattato con la metropolvere. Volevo essere confortato da lui! Volevo sfogarmi! Invece sapete cosa mi ha detto? Che sono una rovina. Ma io non mi arrendo. Farò di tutto per compiacere a mio padre e batterò una volta per tutte quel Potter!

 

La scena cambiò di nuovo ed Harry si ritrovò adesso in un campo da quidditch. Draco aveva l’aspetto di un ragazzino di 12 anni. Quindi constatò che erano ricordi del secondo anno ad Hogwarts. 

Draco volava con la sua Nimbus 2001 e solo dopo un po’, Harry capì che si trattasse di un audizione.

Gli venne  in mente quando quell’anno Hermione pensava che Draco avesse barato per avere quel posto di cercatore a Serpeverde. Invece adesso doveva ricredersi a quelle parole, che negli anni passati aveva creduto. Draco aveva davvero meritato quel posto ed Hermione era stata un po’ troppo scontrosa con lui quell’anno.  Chiunque si sarebbe arrabbiato sentendosi dire parole simili. Si spiegò anche il fatto del perché Draco avesse usato quella parola così orribile nei confronti di Hermione. Ma prima di pensare ad altro, Harry si ritrovò in un altro luogo.

Draco era inginocchiato a terra e piangeva. Si teneva il braccio nascosto al petto e nascondeva il viso tenendolo abbassato, il pavimento pieno delle sue lacrime, il respiro affannoso e irregolare, sembrava sull’orlo di una crisi d’asma.

Harry si guardò intorno e capì di essere in una stanza. Una stanza molto bella, ma la visione era offuscata e non si riusciva a vedere perfettamente.

Questa volta la visione cambiò in fretta ed Harry ebbe solo il tempo di lanciare un occhiata al braccio che Draco custodiva quasi gelosamente. C’era un disegno: “Il marchio nero” Pensò, prima che sparisse.




°°°

Mi scuso con tutti per l'enorme ritardo. Ho avuto seri problemi, naturalmente personali e non sto qui a scocciarvi più di tanto. Ho già scritto altri due capitoli e non ho intenzione di abbandonare di nuovo la storia ^^
Da un anno a questa parte ho cambiato completamente metodo di scrittura e spero davvero di non aver fatto troppi errori... Ho richiesto anche l'aiuto di un'amica cara per essere sicura di non fare errori gravissimi!
Spero che nonostante tutto il capitolo venga almeno apprezzato...
Un abbraccio e grazie a tutti per aver letto!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***









Capitolo 4

 

Harry non aveva parlato quasi per tutta la giornata, il giorno seguente a quel piccolo “incidente”.

Era stato nel suo angolino ad annuire e ad ascoltare il brontolare dell’altro ragazzo, che cercava in tutti i modi di fargli dire qualcosa. D’altro canto, Draco stava cominciando a perdere le staffe. L’aveva perfino tentato con l’offerta di un dolce gustoso in cambio di una parola. Ma niente. 

Harry era troppo scosso e si sentiva in colpa per aver violato in quel modo la mente dell’altro ragazzo.                 I ricordi di Draco erano stati oltre le aspettative, e non era riuscito a reggere.

Subito dopo la visione di Draco, seduto a terra con il marchio nero, Harry era uscito dalla mente di  quest’ultimo, si era seduto sul letto e aveva pensato quasi tutta la notte a ciò che aveva visto.

Aveva visto un ragazzino insicuro in quella sicurezza, che evidentemente era solo apparente. Un ragazzino con un genitore che sembrava avergli privato dell’affetto paterno. Un ragazzino con persone contro e per cosa? Solo per il cognome della famiglia e per la “casa assegnata”  a scuola.

Si sentì un idiota. Certo, non scordava tutti quegli anni a scuola, ma si sentì lo stesso in colpa.

Avrebbe tanto voluto avere Hermione li davanti e solo per rimproverarla, e avrebbe rimproverato anche Ron, di quella volta quando al suono del nome ”Draco”  lui aveva riso sotto i baffi. Ma pensò anche che erano soltanto dei bambini allora. Dei bambini ingenui e molto fiduciosi alle parole dette da altri contro Draco Malfoy e la sua casata. Che i Malfoy fossero malvagi era certo, ma Draco era diverso.

 

-Cosa devo fare per farti parlare? Vuoi delle scuse? Okay, scusami per come mi sono comportato ieri. Non ti lascerò più solo. Ma adesso dii almeno una sola parola, per diamine!

-Io …ehm …

-Cosa? -, Draco guardava Harry con indecisione e si aspettava sempre una risposta da parte di quest’ultimo. –Sto per perdere le staffe…-, disse infine più a se stesso.

-Okay! Okay! …Ti perdono-, sbuffò Harry, appoggiando il mento sulle ginocchia.

-Oh per l’amore del cielo- era ora! Non sapevo più che fare per farti parlare! Solitamente mi dai fastidio quando parli, ma quando mi ignori mi dai ancora più sui nervi!

-lo terrò a mente…uhm... Il dolce è ancora valido?

 

Alla fine Draco aveva comprato una buonissima torta morbida con cioccolato e panna, ed Harry ne mangiò quasi tre fette. Naturalmente l’altro ragazzo ne mangiò solo una e sempre con la solita portata da aristocratico.

Per un momento, Draco aveva avuto paura che Harry se la fosse presa davvero. E’ vero, odiava quando parlava, ma non sentirlo parlare affatto e sentirsi ignorato in quel modo era peggio. Gli avrebbe comprato non uno, ma anche tutto il negozio di dolci se questo fosse servito a farlo parlare. Ma poi si disse che sarebbe stato sconsiderato da parte sua viziarlo troppo.

E adesso si trovava li, a fissarlo mentre lui mangiava quella fetta di torta come se fosse la cosa più buona a questo mondo e Draco non riuscì a non sorridere. Pensò che, guardando il ragazzo da un’altra prospettiva, fosse tenero. Era tenero quel suo sorridere e canticchiare a bocca piena. Era tenero il suo sguardo dolce su quel pezzo di torta. Ed erano estremamente teneri quei capelli arruffati e scomposti. Tanto che Draco avrebbe desiderato affondarci una mano tra di essi, per poterne sentire la soffice consistenza delicata.

-Ti piace… Ma non ti sentirai male a mangiare ancora torta al cioccolato?-, gli chiese infine Draco. Mentre lo guardava ancora, con una mano appoggiata alla guancia e il gomito sul tavolino della pasticceria.

-Lo so, ma non ho mai mangiato un dolce così buono! Ho come l’impressione che se non ne faccio scorta adesso poi non potrò assaggiarne più.

-Possiamo passare qui anche domani… Non c’è fretta. E poi non sappiamo per quanto ancora dovremmo restare qui. Quindi rilassati-, concluse l’altro ragazzo.

Harry si era accorto dello sguardo del biondo su di se, ma non aveva voluto fare caso a quel dettaglio e, anzi, aveva continuato a mangiare la torta a cioccolato;  anche perché sapeva che se avesse alzato lo sguardo sull’altro ragazzo, lui l’avrebbe baciato un’altra volta.

Non era la prima volta che mangiasse una torta del genere. Ma era la prima volta che la mangiava con Draco e questo già fece si che la torta fosse mille volta più deliziosa.

Erano strani quei pensieri, proprio su Draco Malfoy poi. Ma non ci poteva fare niente: gli piaceva. Si era sentito vivo dopo anni e anni. Finalmente aveva trovato qualcuno che, anche se in modo negativo, lo facesse sentire vivo. Si ripeteva. Anche a scuola era così. Ma era stato troppo preso da Voldemort e tutto il resto perché se ne accorgesse.

La verità è che tutti quanti erano bravi a farlo sentire a casa e a consolarlo, ma non lo spronavano mai a reagire! E Malfoy, beh… lui bastava una sola frase per mandargli in cortocircuito il cervello e il corpo era già li: pronto a picchiarlo. Ma aveva istinto… Con Malfoy reagiva. Era come quando doveva salvare una persona dal male: li reagiva. Draco Malfoy lo faceva incazzare, ma lo faceva smuovere da quella vita monotona e divisa fra il male e il bene. Insomma, quando voleva picchiarlo non pensava al bene e nemmeno al male. In realtà non pensava a niente e basta… Era assurdo! Assurdo come una persona sia capace a sconvolgerti interamente. E quasi non riusciva nemmeno a capire quello che stesse pensando. La sua mente era piena di confusione, che si accorse di essersi sporcato con la panna quando il dito di Draco finì sul suo labbro inferiore per ripulirglielo. Harry decide di bere un goccio di the, tanto per levare quel grosso groppo che gli si era formato in gola, al gesto dell’altro ragazzo, e Draco sogghignò.

-Commini disastri quando mangi… Sii più ordinario.

Draco portò il dito sporco di panna in bocca e lo leccò lentamente. Il tutto sotto lo sguardo di Harry, che si era fatto rovesciare metà del the che stava bevendo addosso. Quest’ultimo sussultò al bruciore del liquido e si passò un tovagliolo sul petto.

-Sei un disastro su tutta la linea… Ci stai attento?!-, lo rimproverò Draco.

-Sì sì… Sto attento--

-Non mi pare.

Harry sospirò di sconforto e lasciò andare i fazzoletti sporchi sul piattino del dolce ormai finito.

Mentre Draco sembrava piuttosto a suo agio. Come se prima non avesse fatto niente, e come se gli occhi di tutti quanti non fossero puntati su di loro.

°°°

Più la serata passava e più Harry si chiedeva quale droga strana c’era messa nel the che aveva bevuto Draco. Perché quella era la spiegazione plausibile a ciò che successe.

Draco era stato gentile e dopo la torta aveva voluto fare una passeggiata lungo il canale. Li c’era un fioraio e lui gli aveva comprato dei fiori! Gli aveva baciarlo la guancia e gli aveva tenuto la mano!

Ed Harry voleva morire dalla vergogna…

Gli occhi di tutti erano su di loro, come sempre.

 

 

-Tom, non ho potuto fare a meno di notare che stasera sei diverso dal solito

-Non dire assurdità, preferisci quando ti ignoro? Lo terrò a mente.

-No! No! Io..ehm…mi piace che tu sia gentile con me, ma …

Draco si girò verso Harry, lanciandogli uno sguardo furtivo e inarcando il sopracciglio destro. –Ma?

Harry si sentì in confusione. Parlare o non parlare? Una parola sbagliata e addio al Draco tenero e premuroso.

-Nulla… Solo che attiravamo tanti occhi indiscreti..

-Oh, ti vergogni? Non c’è niente da vergognarsi. Sei con me..

Harry inarcò le sopracciglia e decise di lasciar perdere. Fosse stato il solito Harry, senza la memoria persa, gli avrebbe risposto a tono. Ma non in quel caso. Non voleva che l’altro ragazzo potesse sospettare qualcosa. Quindi si ritirarono a casa poco dopo e, ironia della sorte, Draco gli si era avvicinato come per toccarlo, ma infine gli aveva solo spettinato i capelli con una mano e gli aveva dato la buona notte; ed Harry, con il sangue che bolliva nelle vene e la voglia di saltargli addosso, se ne andò a letto molto frustrato.

Nemmeno con Ginny aveva mai provato tutta quella frustrazione. Forse perché Draco in quel senso lo evitava, mentre invece la rossa cercava in tutti i modi di avere un contatto fisico con lui. Ma anche solo immaginando, quello che provava quando stava attorno al biondo era molto più forte di quello che provava quando Ginny lo sfiorava soltanto.

In sintesi, Draco lo faceva impazzire anche solo con la vicinanza. Anche solo con l’odore. Ed Harry si sentì un idiota. Voleva vendicarsi  del ragazzo e non infatuarsene o peggio! E voleva scappare. Scappare da quella situazione e dirgli la verità: che ricordava tutto e che era solo una finzione. Ma poi l’altro ragazzo  l’avrebbe davvero cacciato via ed a quel punto Harry avrebbe dovuto dire addio a quello strano rapporto che si era creato fra di loro.

-Senti Tom… Perché ti sei comportato così carino stasera?  Quasi come se fossi il mio…ehm…fidanzato...e adesso ti comporti così---

Draco lanciò ad Harry uno sguardo interrogativo.

-Il dolce, i fiori, la passeggiata mano nella mano e il tutto e poi arriviamo qui e … Boh…

-Non riesco a capire davvero dove tu voglia arrivare…

- Non mi hai nemmeno baciato.

-Oh… -, Sussurrò Draco, voltandosi altrove. -Davvero molto perspicace e coraggioso da dire. Io bacio solo quando mi va.

Harry pensò di non aver sentito bene.- Come scusa?

-Hai sentito perfettamente, Daniel. Adesso vai a letto e non mi scocciare con questi argomenti da adolescenti. Ma per favore…

La discussione finì li. Almeno per il momento…

Il giorno seguente Draco si svegliò con il rumore dell’acqua della doccia. Infatti, appena aprì gli occhi vide Harry che si stava lavando, sempre con il vizio di non chiudere la porta del bagno.

Si alzò quindi dal letto, stiracchiandosi e andando in bagno, cercando di non guardare al ragazzo che si faceva la doccia e incominciò a lavarsi la faccia e i denti, controllando se ci fosse qualche caria: l’igiene era fondamentale per lui.  Poco dopo ritornò in camera e sistemò il letto ( sempre stando zitto) . Infine si sedette sul letto, guardandosi intorno. L’unica cosa che c’era da sistemare era il letto di Harry e i suoi vestiti sparsi a terra.

-Crede che io sia una cameriera!?-, borbottò  tra se Draco e andò a prendergli i vestiti da terra, posandoli nella cesta dei vestiti da lavare. Poi guardò verso il bagno e pensò che magari doveva sforzarsi un altro pochino ad essere gentile con lui. In effetti  il comportamento che aveva tenuto la sera precedente, al ritorno della passeggiata, era stato contradittorio ai gesti che aveva fatto poco  prima della piccola discussione.

Decise quindi di compiere un’altra buona azione. Andò a sistemargli il letto, prendendogli poi  dei vestiti puliti per quanto l’altro ragazzo sarebbe uscito dalla doccia.

Stava ritornando anche di buon umore.

Quando, afferrando svelto una sua maglietta pulita , sentì qualcosa cadere ai propri piedi, per poi scomparire sotto il letto. Andò quindi ad inginocchiarsi a vedere cosa fosse caduto e il sangue gli si gelò nelle vene appena vide una bacchetta. Ma non la propria e non una qualunque: era quella di Harry.

-C-Che--cosa… Cosa significa …questo? …-, Draco si girò verso il bagno e il volto gli si dipinse in una maschera di puro odio. Con forza lanciò la bacchetta dall’altra parte della stanza e guardò in direzione di Harry in modo furioso. Poi afferrò una sedia e la alzò con una tale facilità da ricredere alla propria forza e poi… poi abbassò la sedia con lentezza e sempre lentamente andò a sedersi.

“Devo stare calmo. Calma. Calma. Calma. Calma. Uno. Due. Tre. Quattro… … “

Fece profondi respiri, tentando di calmarsi. Avrebbe tanto voluto uccidere Harry Potter in quel momento. Perché era HARRY POTTER e non Daniel.

-E lui sa tutto… Ricorda tutto… Maledetto… bastardo. Maledetto—

Sentì l’acqua del bagno chiudersi e in quel momento gli venne un lampo di genio.

“Ma se Potter sa tutto, perché lo sta facendo? Perché sta continuando il gioco…?”

Svelto andò davanti al bagno e osservò il ragazzo uscire dalla doccia con un asciugamano in vita. “O la va o la spacca.” Doveva smetterla con quei detti babbani. Stava cominciando a contagiarsi.

-Oh, hai finito? Perfetto perché dovevo farmela anch’io.

Draco incominciò a spogliarsi davanti agli occhi atterriti di Harry e non riuscì a non farsi formare un ghigno compiaciuto sulle labbra. Si sbottonò i pantaloni con calma e infine sfilò via anche i boxer, restandogli completamente nudo davanti. Poi gli passò accanto e con nonchalance gli lanciò uno schiaffo  al sedere. Harry sbarrò gli occhi e tremò visibilmente a quel comportamento, che non aveva ancora visto da parte dell’altro ragazzo. Si girò quindi e andò a vestirsi, sentendo ancora la scossa della sua mano contro la natica sinistra.

Draco intanto aveva cominciato a lavarsi, con la porta aperta anche lui sta volta: Si sarebbe divertito. Eccome se l’avrebbe fatto. Voleva confonderlo. Voleva scoprire a quale gioco stesse giocando. Ci mise poco a lavarsi e infatti poco dopo finì e uscì dalla doccia completamente gocciolante e senza un asciugamano.

-T-Tom stai bagnando tutto… Insomma, un asciugamano?

- No. Ho troppo caldo. -, Lo interruppe l’altro ragazzo, mentre si sdraiava sul letto e faceva versi a dir poco osceni. Rilassandosi ed inarcandosi con la schiena. – Mmmhh…

Harry sentì le mani tremare e la gola secca, mentre cercava in tutti i modi di non abbassare lo sguardo al fisico asciutto, ma scolpito dell’altro ragazzo. Chi l’avrebbe detto che Draco Malfoy avesse dei muscoli sotto quelle camicie larghe. “Dev’essere stato tutto quel Quidditch” Pensò. “Carine quelle fossette sotto la schiena”.

Intanto Draco sentiva lo sguardo su di se e forse cominciò a capirci qualcosa. Si alzò quindi dal letto e afferrò Harry per la maglietta, spingendolo contro l’altro lettino e gli si mise di sopra.

-Infin dei conti non penso che poi a te dispiaccia se resto nudo.

-N-Non capisco dove---

Ma prima che potesse finire la frase, la mano di Draco andò alla sua gola, avvicinando pericolosamente il viso alle sue labbra ed Harry si sentì accaldato. Istintivamente mosse le labbra vicino alle sue. L’altro ragazzo per risposta emise una leggera risata e si scostò di poco dal suo viso.

-Mi desideri allora… Dimmelo. Voglio sentirlo uscire dalla tua bocca: “Ti desidero…”

-N-non riesco a capire io--, Harry si lasciò sfuggire un leggero ansimo mentre la bocca di Draco era alla sua gola e fremette al ginocchio che sentì tra le gambe.

-I-io….Sì…Sì, ti voglio…

-Dillo ancora.

-T-Ti voglio…

-Sii più convincente…

-T-Tom…ti prego…

-Dillo!

-Ti voglio! Ti desidero! Toccami, ti prego!

Draco emise dei suoni appagati e gli alzò il mento con una mano, mentre l’altra si spingeva fino al ventre di Harry. -Oh, lo sento… Lo sento molto bene…Potter.

Harry sentì come il sangue andargli alla testa e poi scendere in basso  fino allo stomaco, dove una mossa di puro terrore lo investì. -Potter?...

Draco si alzò da sopra lui e strinse le labbra- Oh, sì. Potter. Hai sentito bene.

-Ma io non sono--

-Smettila con questa messa in scena! Mi hai stufato! Magari la prossima volta nascondi la bacchetta in qualche posto più sicuro ai miei occhi!

Harry si mise seduto, per poi alzarsi del tutto, mentre il cuore sembrava volergli scoppiare dal petto.

-Non è come credi…Io…Non è come credi…

-Ah, no?! E allora a cosa dovrei credere?! Da quanto sai tutto?!  Dimmelo o giuro che ti crucio qui e me ne sbatto se vado a finire ad Azkaban!

Harry non riuscì a parlare. Era successo tutto troppo in fretta e non poteva certo dirgli che aveva continuato quel gioco perché la cosa gli piacesse. Aveva già fatto la parte dell’idiota confessando a Draco la sua voglia verso di lui, figuriamoci anche questo. Abbassò quindi lo sguardo a terra e l’altro ragazzo sentì salire l’odio dentro di se e svelto andò a vestirsi. Quest’ultimo sfilò la bacchetta dai pantaloni e se la girò tra le mani, mentre tentava in tutti i modi di darsi un contegno.

-Dimmi subito tutto e giuro che se lo farai in fretta non ti ritroverai schiantato.

-Draco, davvero—

-Malfoy!! Solo Malfoy per te, Potter!-, puntando la bacchetta contro al ragazzo.

-Malfoy…. Okay… Io—

Ma venne interrotto da un frastuono enorme e prima ancora di rendersi conto di cosa fosse stato, la porta della camera d’albergo era schiantata ai loro piedi.

// Mi scuso con tutti se non ho continuato a pubblicare, ma il pc dove avevo la storia era morto ahaha perciò ho aspettato questi mesi che venisse riparato, oltre ad altre mille peripezie! 

Ho pubblicato due capitoli su wattpad e adesso sto pubblicando altri due capitoli qui, uno oggi e l'altro domani!  

Spero che nonostante tutto c'è ancora chi sperava nel continuo di questa storia! Capirò se non riceverò nessun commento... 

Una buona serata! 

 


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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***







Capitolo 5

 

-Dipartimento Auror! Non muovi un muscolo se non vuole trovarsi schiantato!

Come erano arrivati a quel punto? Draco aveva puntato la bacchetta contro ad Harry nel tentativo di intimidirlo, non di fargli davvero male. Ma era evidente che “gli altri” non la pensassero allo stesso modo.

-C-cosa? Non è come pensate! Io non stavo facendo niente a questo---

Ma Draco non ebbe il tempo di finire la frase che due braccia forti e resistenti lo bloccarono con forza.                                       Gli Auror non gli diedero il tempo di finire che lo trasportarono di peso fuori dalla camera d’albergo. Il tutto con la proprietaria del locale che guardava scandalizzata e urlava parole senza senso in Italiano.

-Che sta facendo?! Mi lasci andare, subito! Potter! Stupido, Potter! Diglielo che non ho fatto niente!

In tutto questo Harry era completamente pietrificato e con lo sguardo perso alla porta dove aveva visto gli Auror trasportare via Draco.

“Gli Auror hanno preso Draco…”. Cazzo!

Il moro andò spedito verso i suoi compagni di lavoro e cercò in tutti i modi di parlare, ma invano. I suoi colleghi lo informarono che qualsiasi denuncia sarà stata fatta al Ministero della magia, una volta che si fossero smaterializzati li. Quindi Harry non ebbe il tempo di finire la frase che si ritrovò catapultato in aria e in poco tempo all’interno del Ministero. Svelto e ancora un po’ scosso andò a spingere i vari Auror, nel tentativo di spiegare l’equivoco. Shacklebolt era già li che li attendeva.

-Signore! Signore—Mi scusi! Signore!

-Oh, Signor Potter. Mi dispiace per questo inconveniente. Ma avevamo bisogno di lei e i tuoi colleghi sono venuti personalmente ad avvisarla.

-Come mi ha trovato?

-Non è stato difficile! Avevi di nuovo la tua bacchetta e ti abbiamo rintracciato con facilità. Solo che non sapevano che il Signor Malfoy stava tramando contro di voi ed è stata una vera fortuna che—

-Signore! Dev’esserci un equivoco!-, lo fermò Harry, prima che il suo capo potesse finire il discorso.

Shacklebolt infatti lo guardò con curiosità ed Harry sentì le guance diventare rosse a quella strana idea che gli venne in mente. Ma in quel momento non trovava nulla di migliore per far scampare la cosa a Draco.

-Vede signore… Malf—Draco non ha tentato di uccidermi o altro. Noi eravamo li per un…uhm…vacanza.

Gli Auror attorno a lui continuarono a fissarlo un po’ sconcertati e anche Draco non smetteva di fissarlo, cercando di capire che cosa gli passasse per la mente. L’interessato in questione si grattò la testa con nervosismo e guardò il pavimento sotto di se. Le guance che si infiammavano sempre più.

-Lui è il mio ehm…ragazzo…

-COSA?!--OH, Ehm…Harry caro, perdonami, ma non lo sapevo proprio. Non avrei mai fatto prendere quei provvedimenti se avessi saputo che…Il Signor Malfoy fosse il suo---ragazzo -, si scusò Shacklebolt, con le guance un po’ rosse dalla vergogna e dallo stupore.

-Sì, è successo da poco e non pensavo di voler rendere le cose, diciamo, ufficiali…

Draco in tutto quel contesto era rimasto a bocca aperta, sconvolto ed imbarazzato. Mai si sarebbe aspettato quelle parole dette dal “salvatore del mondo magico” e si scansò dalle braccia potenti degli Auror che ancora lo tenevano imprigionato. –Avete sentito?! Non c’è bisogno di tenermi ancora come un prigioniero!-, Si avvicinò ad Harry e gli avvolse un braccio attorno alle spalle.

 –Esatto, io sono…il… ragazzo di Harry Potter.-, lo disse più per se stesso che per gli altri. Aveva le vertigini…

Il moro si portò una mano al volto per nascondere l’evidente imbarazzo e avrebbe tanto strozzato Draco in quel momento, che invece di stare zitto complicava sempre tutto.  

-Miseriaccia! Harry!?

-RON!-, Harry per poco non si strozzò con la saliva quando vide il suo migliore amico che lo fissava, altrettanto sconvolto anche lui. –Che---Che cosa ci fai tu qui?

-Si dia il caso che ci lavori, Harry e poi avevo saputo di quello stronzo di Malfoy e—e---Ho sentito tutto e –mi dispiace, non lo sapevo. Ma Harry, potevi dirmelo che avevi altri gusti…Certo è Malfoy ma—

-Sì, lo so…Ti chiedo scusa, Ron, ma vedi—è successo tutto in questi giorni e—

-SORRIDETE!

Draco ed Harry sussultarono allo scatto improvviso di una macchina fotografica e il giornalista, una volta ottenuto ciò che voleva, sgattaiolò via da li come se avesse i cani alla calcagna.

-Potter…. Quello non era un giornalista e non ci hanno appena fotografato mentre siamo stretti l’uno all’altro, no?...

 

°°°

 

-Dov’è il mio giornale? Qualcuno sa dirmi dov’è il mio giornale?! Cissy!

Narcisa si avvicinò tremolante al marito, un po’ pallida in viso e gli sorrise lievemente. –Purtroppo… oggi non c’è nessun giornale. Tutti finiti.

-E’ impossibile, cara. Non possono essere tutti finiti, non è mai successo! Brardo! Brardo!

L’elfo domestico apparve in pochissimo tempo, piegato un po’ sulla schiena a causa del lavoro a cui doveva sottostare ogni singolo giorno. – Mi avete fatto chiamare, Padrone?

-Sì, Brardo. Voglio il giornale del mattino e non mi importa che sia finito, trovamene uno.

-Ma signore, la signora ha espressamente richiesto di non---

Lucius sfoderò la bacchetta dal suo bastone da passeggio e Brardo si prosperò ai suoi piedi. –Mio signore, sarà fatto… Le porterò un giornale in men che non si dica!

-Lucius… non era il caso di—

-Cissy. Un po’ di silenzio… è ancora mattina…-, sorseggiando il suo té con fare regale e un po’ tremolante per l’agitazione di prima. La donna annui e gli si sedette accanto, sapendo cosa sarebbe successo da li a poco. Con un “Click” l’elfo domestico riapparve davanti a loro con un giornale del mattino e si avvicinò al suo padrone con agitazione.

-Ecco a voi, Mio Padrone.

-Splendido.

Lucius prese il giornale con un sorriso stampato in volto, sorriso che si spense una volta aver letto i titoli iniziali.

-Oh, questa mi mancava. Potter in prima pagina. Come se non lo fosse---mai…

Narcisa si mosse sul posto, avvertendo la tensione salire ed incominciò a tremare quando vide il volto del marito tramutarsi di un rosso acceso, che faceva contrasto a quei capelli quasi bianchi.

-Narcisa. A-Avvicinati….-, cercando di mantenere il controllo nella voce. La donna gli si avvicinò e sussultò di nuovo alla vista della foto di suo figlio con il salvatore del mondo magico.

-Quello non è…D-Draco, mmh? …Non sta abbracciando davvero Potter, no? ..Io…Io lo disconosco! Come figlio e come tutto!

Lucius si alzò dalla sedia con fare minaccioso e scaraventò tutta la colazione a terra.

-L-Lucius

-Hai visto?! Ha visto?! E’….un lurido spreco della natura! Il mio unico figlio ed è inutile! Lo voglio fuori da casa mia! Fuori dalla mia vita! Fuori da tutto! Non è più niente per me!-, urlando come un forsennato.

-Non dire così… E’ nostro figlio! Il nostro ragazzo!

-Non è più nulla a mio parere. Diglielo appena lo vedrai. Perché io non ho più un figlio… E’ come se fosse morto.

°°°

 

Il giorno seguente, Harry era nel suo appartamento nella Londra babbana, finalmente. Gli era mancato avere i suoi spazzi personali e senza gli occhi di una Serpe puntati addosso. Anche se ammetteva che un po’ non gli dispiaceva affatto avere gli occhi di Draco puntati addosso. A quel pensiero un brivido gli percorse il corpo e andò a farsi una doccia veloce.

Aveva lasciato il ragazzo davanti ad un edificio e aveva guardato tutto il tempo la sua schiena, quando questi si era girato per andarsene via. Allora non aveva pensato a quello che stesse accadendo, ma era più che convinto che il ragazzo non si sarebbe più fatto vedere o sentire. Era finita. Addio alle provocazioni ed ai suoi baci. Addio ai suoi occhi e alle sue carezze. Addio alle sue sgridate. Semplicemente, addio a tutto: era stato bello finché è durato. Draco aveva avuto ciò che voleva, ovvero divertirsi a prenderlo in giro un’altra volta. Era stato come a scuola: una competizione. Ed Harry aveva perso.

Uscì dalla doccia e si avvolse contro un’asciuga mano, mentre i pensieri erano ancora sull’altro ragazzo.

Non voleva arrendersi e nemmeno l’avrebbe fatto. Sarebbe andato da lui per parlare e avrebbe sistemato la situazione.

La porta bussò ed Harry si incuriosì. Solitamente Hermione e Ron usavano la Metropolvere per fargli qualche visita e poi non aspettava nessuno. Quindi svelto andò a mettersi un paio di jeans e una maglietta, un po’ attillata a causa dell’acqua. Un asciugamano ai capelli e scalzo. Tutto sommato poteva anche andare ad aprire. Alla porta bussarono ancora, un po’ più violentemente di prima e svelto andò ad aprire.

-Sì sì. Eccomi---Malfoy?!

-In carne ed ossa. Fammi spazio, Potter.

Draco entrò in casa quasi con irruenza e la sua espressione fece capire all’altro ragazzo che era successo qualcosa.

-Davvero—Non sono stupito dal tuo arredamento. E’ proprio una topaia…

-Malfoy, che diavolo ci fai qui?

Il biondo rise e posò a terra la valigia che aveva in mano. –Proprio non ci arrivi con quella mente bacata che ti ritrovi? A causa Tua, e sottolineo tua, sono stato cacciato via di casa. No, perché tu non potevi dire che fossimo amici o altro, dovevi per forza puntualizzare che stessimo insieme!

-Credevo –Insomma, volevo fare la cosa giusta! E ti ho salvato il culo, Malfoy.

-Cosa ti è passato per quella mente idiota?!-, non ascoltandolo di una sola parola. -Siamo in prima pagina! Mia madre e mio padre non ne vogliono sapere di me e mi hanno disiderato fino all’osso! Il mio appartamento confiscato! Ora. Tu. Mi fai restare qui. E questa non è una proposta. E’ una scelta che ti impongo. E’ colpa tua e adesso risolvi tutto tu!

-Guarda chi sta parlando! Quello che mi ha trafugato un vestito da donna e si è inventato che fossi un gigolò ricercatissimo! Sei serio, Malfoy? No perché sto cominciando a dubitare della tua intelligenza-, lo canzonò Harry, che mentre sentì la rabbia salirgli a quelle parole.

-Chi cazzo credi di essere per potermi parlare così?! Devo ricordarti chi è stato al giochetto alla fine? No perché—Oh, ho capito… Sai non sei proprio bravo a nascondere i tuoi desideri repressi, Potter.

-Di che diavolo stai parlando?

-Ti piacerebbe proprio che io fossi il tuo ragazzo. Dopotutto tu mi vuoi, l’hai detto-, ghignando infine.

Harry si portò una mano tra i capelli ed inghiottì a vuoto. –Non è divertente.

-Oh sì, invece. Ora… tu andrai a casa dei miei e li convincerai che tutta questa storia è solo una futile e sciocca messa in scena per salvarmi il culo.

-Dai tuoi?! No. Assolutamente no.

-Tu andrai invece! A meno che non mi vuoi per sempre nel tuo appartamento. No perché---

-Non sarebbe male. Infondo abito da solo.

Draco fulminò l’altro ragazzo con lo sguardo. –Tu. Andrai dai miei e risolverai la cosa. Chiuso.

-E come, di grazia, potrei riuscire a convincerli? Come spieghiamo la cosa della vacanza?-, portando una mano davanti alla faccia.

-A quello non dobbiamo pensare! Pensiamo solo a convincerli che io non sto con Harry San Potter!

-Non chiamarmi in quel modo!- lo rimproverò.

Il silenzio calò su di loro e Draco si portò una mano alle tempie come sull’orlo di una crisi.

-Okay, quindi…dobbiamo andare dai tuoi…

-Esatto.

-E… ci sarà anche tuo padre quindi…

Draco sbuffò. –Che problemi ti fai?

-E’ lui il problema-, gli rispose in fretta Harry.

-Andiamo, Potter. Hai sconfitto Tu sai chi e ti spaventi del padre del tuo “Finto fidanzato”? E’ da vigliacchi..-, ridacchiando.

-Zitto, Malfoy! Prima andiamo e prima risolviamo tutto!

- Per una volta nella vita ti do ragione.

-Bene. Andiamo quindi.

 

 

-Cosa volete dimostrare venendo qui, Draco?

-Madre… Tutta questa storia è un equivoco. Io e … Potter-, squadrando male l’altro ragazzo. – Non stiamo insieme.

-Nella foto non sembrava il contrario… Eravate abbracciati.

-Era per…  Madre, non stiamo insieme e basta. Credimi, ti scongiuro! Davvero potrei stare con questo idiota?!

-Ehi!

Harry era stato in silenzio ad ascoltare madre e figlio che discutevano in un modo del tutto indifferente. Specialmente la donna, pensò. Draco invece sembrava sul punto di inginocchiarsi ai piedi della donna: era ridicolo!

-Cos’hai da dire tu?-, stavolta Narcisa si rivolse direttamente ad Harry, che nel frattempo stava cambiando colore di pelle. –E’ vero che non c’è stato proprio niente? Davvero niente?

-Io ehm…-, non era molto bravo a mentire, specialmente dopo il quinto anno con quella sprovveduta della Umbridge. Ma nemmeno voleva mettersi in quella situazione, anche se Draco gli piaceva davvero. Era sciocco mentire ormai a se stessi e se lui avesse negato ogni cosa, allora avrebbe dovuto dire addio per sempre al ragazzo. –Non dico…che non è successo niente, ma nulla di troppo impegnativo e grave.

Draco si pietrificò sul posto e afferrò le spalle della madre. –Madre davvero vuoi ascoltare questo idiota?... Non penserai davvero che io e Potter… Dimmi che non lo pensi!

-Potrebbe esserci stato. Purtroppo ricordo ancora, che nel periodo scolastico mi mandavi lettere chilometriche parlando di Harry Potter.

Draco arrossì e si morse il labbro. –Non parlavo bene di lui. Lo odiavo. Lo odio ancora!

-Potter?-, si rivolse Narcisa.

-Beh… sinceramente non so che dire. Non posso negare cose vere.

Sapeva di essersi scavato la tomba da solo prima ancora di vedere il volto furente dell’altro ragazzo.

-Tu. Ti conviene scappare.

-Vedo che la discussione possa finire qui. -, la donna si staccò dalla presa del figlio e questi gli si aggrappò addosso.

-Ti prego! Dove vado?! Madre! Non…puoi farmi questo…

-Ti troverai un lavoro e ti guadagnerai da vivere da solo e poi potrai stare dal tuo-- Lasciami.

-No. Non me ne andrò da qui.  

Narcisa uscì la bacchetta e la puntò contro i due. Harry sussultò e afferrò la spalla dell’altro ragazzo.

-Non mi toccare, Sfregiato! Appena avrò finito questa faccenda tu sarai un uomo morto!-, sbraitò Draco, mentre cercava di dimenarsi e un lampo rosso gli arrivò vicino.

-Andatevene! Ora! Crucio!-, urlò la donna e prima che potesse colpirli Harry si era già smaterializzato via dal Malfoy manor insieme a Draco.

 

Harry capì di essersi smaterializzato a casa quando si ritrovò ad annaspare per lo spintone violento che ricevette dall’altro ragazzo, che nel frattempo era accasciato a terra, respirando affannosamente. Poi Draco si era alzato, guardandosi intorno con aria afflitta e spaventosamente furiosa, constatò Harry.

 -Draco---

Prima che potesse finire di parlare, quest’ultimo gli mollò un pugno in pieno viso che lo fece cadere a terra e Draco ne approfittò per mettersi a cavalcioni su di lui e sbatterlo contro il pavimento.

-Tu! Tu! Hai rovinato tutto! Tutto! Ti odio! Devi morire!

-D-Draco—Fermo!-, Harry gli sbloccò i polsi e Draco si strattonò con facilità, sferrandosi un altro pugno. Solo allora Harry gli diede una gomitata allo stomaco che fece annaspare l’altro ragazzo e approfittò del suo smarrimento per metterglisi di sopra e bloccarlo con il proprio peso.

-Lasciami! Lasciami! Brutto idiota! Giuro che ti schianto!

-Smettila di fare il bambino viziato!-, gli urlò Harry prima di gemere di dolore per un altro pugno ricevuto.

-Zitto! Perché…Perché l’hai fatto?! Volevi vendicarti?! Umiliarmi?! Bhe… ci sei riuscito! Harry Potter ha sconfitto un altro mago oscuro! Complimenti!

-Draco stai dicendo un mucchio di fesserie! Come credi che mi sia sentito io?!

-Al diavolo! Sai che me ne fotte!- concluse Draco ed Harry gli si levò da sopra.

-Certo, era ovvio che non te ne fregasse un accidenti di me.

Draco lo guardò per un attimo negli occhi e poi si portò le mani davanti al viso sconfortato e dolorante. –Ti rendi contro che ho perso tutto? La mia famiglia. La mia casa. Tutto! E per cosa? Perché ti devi comportante sempre da idiota da Grifondoro quale sei!

-Ti ho saltavo il culo! Stavi per finire in prigione!

-Potevi dire che ero tuo amico!-, gli urlò Draco, mordendosi il labbro quasi a volerselo spaccare, per quando era nervoso.

-Gli amici non si baciano e non si strofinano-, concluse infine Harry e l’altro ragazzo arrossì vistosamente.

-Non—

-Cosa?! Cosa c’è ancora?! Urlerai che non è vero? Che me lo sono inventato?! Che era tutta una finzione?! Smettila e cresci per una volta, Malfoy. Sono stufo di essere preso in giro da uno come te!-, gli gridò contro il moro e l’altro ragazzo rimase a fissarlo, sta volta poco più calmo rispetto a prima.

-No, non hai capito niente. Stavo appunto dicendo che noi due non siamo amici, Potter. -, puntualizzò Draco, osservando Harry con curiosità snervante.

L’altro annuì poco convinto e si strofinò una mano davanti agli occhi, sentendoli quasi bruciare. –Hai perfettamente ragione. Noi due non siamo niente.

-Niente.-, calcò, Draco. 

-Completamente-, concluse e poi con passo svelto andò davanti al ragazzo e lo fissò attentamente. –Stai piangendo?

-No! Non potrei mai piangere per uno come te, Malfoy. Non sei così importante.

-Oh. Buono a sapersi.

I due ragazzi si fissarono ancora, uno di fronte all’altro e poi, come un tuono quando si abbatte sulla terra, andarono incontro l’un l’altro, baciandosi come non avevano mai fatto. Ci fu un momento in cui quello scontro di bocche sembrò violento, con la voglia di ferirsi e farsi male. Ma poi qualcosa cambiò e il tutto si trasformò in un bacio più profondo e passionale. Fatto di lingue che si cercavano e che si desideravano, bocche che succhiavano e lambivano la pelle dell’altro, denti che si graffiavano con leggerezza e voglia. C’era tremendamente voglia nell’aria. Voglia di rendere tutto ancora più profondo e ..e … Harry spinse Draco contro il muro e lo fece, lo baciò ancora e ancora e lo toccò con desiderio. Troppo a lungo aveva atteso quel momento e adesso che lo aveva in quel modo la mente era come svuotata da ogni pensiero. C’era Draco e lo voleva. Era questo quello che contava per adesso. D’altro canto l’altro ragazzo non riusciva a fermarlo. Quella irruenza e quella voglia che sentiva su di lui la sentiva anche su di se e lo desiderava. Desiderava essere suo e desiderava che Harry fosse suo. Stava completamente impazzendo, il sapore dell’altro ragazzo era così dolce e pungente da desiderare di averlo per sempre contro la lingua e contro la pelle e Draco gli afferrò i capelli con violenza, ribaltando la posizione e spingendolo con voglia contro il muro.

-Draco---

-Shhh non parlare. Non---parlare…-, e lo baciò ancora, strappandogli di dosso la maglietta e osservando il suo petto, che molte volte aveva potuto ammirare ma mai toccare. Gli sfiorò gli addominali leggermente scolpiti e alzò la mano ai pettorali, sfiorando un suo capezzolo roseo con le dita. Lo sentì sospirare e si lasciò sfuggire un respiro caldo contro il suo viso. Con la bocca andò a sostituire le dita e addentò quel piccolo pezzo di carne, che diventò subito turgido.

Harry incominciò ad ansimare e posò le mani tra i capelli di Draco mentre spingeva la sua testa ad invogliarlo a continuare, ad avere di più e l’altro ragazzo lo accontentò: baciando e succhiando ogni lembo della sua pelle del petto ed Harry non smetteva di fissarlo. Sentiva le vertigini e gli stremarono le gambe. Ma non voleva fare la parte del deficiente e accasciarsi davanti a Draco solo per dei baci sul petto e gli afferrò le spalle. –A-andiamo…ehm…a letto o dove—dove..

-Sì….-, soffiò Draco contro il suo ombelico e si alzò, prendendo Harry per i fianchi e alzandolo di peso, facendosi circondare i fianchi dalle sue gambe.

Si baciarono ancora mentre andarono verso la camera da letto, e Draco sbagliò due volte la stanza, ma non smisero ugualmente di baciarsi e toccarsi, e quando finalmente trovarono la camera, Harry si ritrovò disteso tra i cuscini del letto, con Draco sopra che lo baciava ancora e che lo accarezzava con irruenza e voglia. Ma le sue mani non erano né vili e né frettolose. Invece sembrava che volessero memorizzare ogni punto della sua pelle e questo lo fece elettrizzare. Poi le mani di Harry andarono a levare la camicia dell’altro e finalmente poté toccare quella pelle che aveva tanto desiderato. Draco presentava dei muscoli asciutti e delicati, ma aveva degli addominali decisamente scolpiti. “Era semplicemente perfetto” pensò Harry.  In quel momento tutto andava bene. Le mani di Draco non lo spaventavano e nemmeno la sua voglia. Tutto gli sembrava così pulito e perfetto.

Ci fu un momento in cui entrambi ansimarono con la stessa voglia quando i bacini si scontrarono e Draco affondò i fianchi più in basso, verso quelli di Harry che aveva ansimato ancora più forte e non aveva smesso fino a quando non sentì i pantaloni farsi più stretti, e divenne quasi una tortura. Allora si spogliò dei pantaloni, sotto gli occhi lucidi e pieni di desiderio dell’altro ragazzo, che fece lo stesso. Liberando così entrambe le erezioni dolorose.

Draco afferrò la mano dell’altro e la spinse in basso contro il suo ventre e ansimò al tocco leggero della mano affusolata di Harry.

Harry d’altro canto stava decisamente morendo dall’imbarazzo e dal desiderio. Constatò che era una sensazione abbastanza strana toccare qualcun altro in un modo così intimo. E con qualcun altro intendeva un ragazzo come lui. Ma non era brutto. Per niente. Gli piaceva sentire quel potere. Sentire che stava facendo provare voglia a Draco, e incominciò a muovere la mano. L’altro ragazzo si fece scappare un singhiozzo disperato e lo baciò ancora, sempre con più voglia ed Harry se lo stringe contro.



// Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se è così lasciate un piccolo commento! Mi farebbe molto felice ^-^
Alla prossima!

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Capitolo 7
*** Epilogo ***










Epilogo

 

-E’ stato…

-Magnifico…

Harry osservò l’altro ragazzo accanto a se, che aveva rimesso la camicia, lasciandola sbottonata sul davanti,  e quasi non riusciva a concepire il fatto di aver passato un intera notte a farlo con Draco. Il mese prima, se qualcuno gli avesse solo accennato una cosa del genere, non ci avrebbe creduto. Ed Invece, eccolo li, tra le braccia del suo ex-nemico.

-Ti ho… fatto male?-, osò allora il biondo, sentendo un leggero formicolio alle guance.

-No! Mmh… okay, sì, un po’, ma penso che sia normale, e … io?

-Mi hai ucciso.

-Ah… bene mmhh—

-Cosa c’è di così bene?! Mi hai fatto male!- , lo interruppe Draco, portandosi una mano tra i capelli ormai arruffati.

-Non bene quello, insomma… Draco, lo sai!

-Lo so- Lo so! Solo che mi piace vederti agitato-, ridacchiando un po’ e approfittando dello smarrimento dell’altro ragazzo per afferrarlo e metterlo sotto di se. – Perciò ti è piaciuto-, facendo un sorrisetto. –Sei davvero un porcellino, Potter.

-Smettila, Draco... Non è divertente-, arrossendo e guardando il ragazzo sopra di se.

-Ah, no? Io dico di si…-, abbassandosi a baciargli il collo e succhiando piano la sua pelle. –Ricordo perfettamente come gemevi il mio nome… Ti piaceva eccome.

-D-Draco… S-Smettila-, ansimando piano e stringendo i capelli del ragazzo. – Piaceva molto anche a te, comunque.

-E’ naturale-, gli rispose a tono l’altro ragazzo, cambiando posizione e facendo mettere il ragazzo a cavalcioni su di se. Harry a quel punto lo baciò e ci fu un momento in cui entrambi si strinsero uno contro l’altro. Ma questo prima di essere interrotti.

-H-Harry?

A quella voce, Harry saltò giù dal letto, finendo per cadere a terra e Draco si coprì pudicamente. -Merda!

-Harry! Per tutte le--- abbiate un minimo di decenza almeno!

-Scusa, Herm … Solo che, non potevate avvisare?!

-Ron non è voluto entrare, aveva paura di ritrovarsi in una situazione del genere.-, confessò la ragazza, che nel frattempo aveva lanciato un pantalone all’amico.

-Perspicace, Weasleyuccio! Ormai sa come si deve comportare. Draco afferrò i boxer e se li mise, andando tranquillamente davanti alla ragazza.

-Vedo che non sei cambiato di una virgola, Malfoy e … potresti cortesemente vestirti?!

-Come se ti dispiacesse. Ammettilo, Granger. Ti sei innamorata.-, facendo uno dei suoi soliti sorrisetti scemi.

-Ah ah ah No! Harry! Non lasciarmi sola con lui!

-Draco!

-Che c’è?! È lei quella che irrompe in casa senza bussare! E’ lei la… molestatrice-, gesticolando.

Harry intanto lanciò dei vestiti a Draco, che alla fine indossò, ma non prima di lasciare qualche commento irritato. A quel punto Hermione si avvicinò all’amico, sussurrandogli qualcosa all’orecchio, ed Harry annuì.

-Oh, sì… Draco, Hermione vorrebbe parlare con me, tu nel frattempo sta buono con Ron, okay?

Ma nemmeno si era girato che si ritrovò tra le grinfie dell’altro ragazzo. – Guai a te se mi lasci solo con la donnola.

-Smettila, Draco. Ron è una persona meravigliosa e sono sicuro che non ti schianterà.-, alzando gli occhi al cielo.

-Oh, voglio vedere. Sarà la prima cosa che farà e ti avverto che se lo farà si ritroverà schiantato in un muro prima ancora che possa formulare la maledizione.

Harry alzò gli occhi al cielo e lasciò la stanza con Hermione. Nel frattempo entrò Ron, che alla vista del biondo si lasciò sfuggire un piccolo lamentio. –Ciao

Draco alzò gli occhi al cielo e si buttò sul divano senza degnare di uno sguardo al rosso, che nel frattempo era andato in cucina a sgraffignare nelle scorte.

 

 

-Harry, Stammi a sentire. Molto bene. Quello la fuori è Malfoy. Malfoy, Harry! Non un Weasley, un Lovegood o un Longbottom, è un Malfoy e—

-Hermione! So chi è, va bene? Non c’è bisogno di farmi da lezione di vita! So quello che ha fatto lui e la sua famiglia. So come è fatto e so che è la…persona più irritante a questo mondo!

Hermione alzò le spalle, sospirando. –Almeno questo lo rammenti… Ma c’è un ma…

-Esatto, Hermione… -, Harry alzò gli occhi al cielo, mentre cominciavano a sudargli le mani. –Hermione, io credo di essermi preso una cotta per lui

-Una cotta?! Cotta mi sa di adolescente, Harry

-Okay, allora riformulo la frase. Mi sono innamorato di lui. Sospirando e sedendosi sul letto.

-Cos’è successo esattamente? Voglio capire, perché fino a qualche settimana fa tu dicevi di disprezzare i Malfoy e adesso stai con uno di loro!-, sedendosi accanto all’amico.

-Non stiamo insieme! stiamo… Non lo so cosa siamo.

-Non voglio che ti fai ancora male. Devi capire i tuoi sentimenti e se Malf—Draco...può ricambiarli.

Harry annuì e si appoggiò contro la spalla dell’amica, raccontandogli filo e per segno. Alla fine Hermione lo abbracciò, rassicurandolo che Draco era altrettanto pazzo di lui e che se lui collaborava la cosa poteva anche andare tra di loro. –Insomma, un po’ di maturità

-Esatto, Grazie Herm

-Di niente, Harry-, sorridendo all’amico.

 

Solo che lasciare Draco con Ron era stato abbastanza catastrofico…

La cucina era sottosopra ed Hermione andò incontro ad un Ron molto furioso, che stava tentando di strangolare un Draco molto divertito.

Alla fine tutto sommato andò bene, ma solo dopo due mesi che Harry e Draco convivevano.

Alla fine a Draco non dispiacque l’idea di stare li e, anzi, cercava spesso di essere utile. Le giornate catastrofiche erano quando dovevano andare dai Weasley, e non penso ci sia bisogno di spiegare il perché.

Tutto cambiò dopo quattro mesi…

Ormai la relazione tra il salvatore del mondo magico e l’ex mangiamorte aveva fatto talmente furore da attirare molti giornalisti. Per non parlare che ad Harry avevano aumentato il salario al dipartimento D’Auror ( a causa delle continue interviste ). E, come se non bastasse, il fato volle che magicamente un certo Lucius Malfoy accettò la relazione di suo figlio con Harry Potter. Giustificandosi molte volte che il suo avvicinamento non era dato dal fatto della fama dei due. Ma ovviamente tutti quanti sappiamo la verità. La cosa positiva è che Draco ottenne di nuovo il suo patrimonio e tutto il resto, e finalmente era felice nel suo lusso. Ma lo stesso non si poteva dire di Harry…

 

Quella sera il salvatore del mondo magico aveva lasciato la finestra aperta e stava guardando il cielo. Constatò che non c’era nemmeno una stella: il cielo era vuoto. Proprio come si sentiva lui in quel momento.

La verità è che aveva paura. Paura che Draco lo lasciasse, una volta ottenuto ciò che voleva veramente. Ormai aveva imparato ad amare quella serpe e non poteva più farne a meno. Quasi sentì le lacrime agli occhi, ma si sforzò per non mostrarsi debole. Non aveva pianto tutti quegli anni per cose più serie e doveva piangere adesso?

-Harry, ho lasciato la tua camicia sulla sedia! Vedi di non lasciarla più sul letto perché si---Harry!

Quest’ultimo si girò e osservo l’artefice della propria confusione mentale. – Sarà fatto-, rispose.

Draco aveva notato un cambiamento strano nella voce del proprio compagno e si avvicinò per osservarlo meglio da vicino. - Cos’è successo?

-Stavo pensando...

Draco gli si affiancò, continuando a fissarlo in viso. - Continua

-Che ora che hai avuto ciò che volevi non c’è più alcun motivo che tu rimanga qui…

Draco a quella risposta lo afferrò per il colletto della maglia e lo fece sussultare.

-Adesso tu mi ascolti bene, emerita testa di cazzo! Ti volevo da prima ancora di rapirti!

Harry sussultò e arrossì, cercando di liberarsi dalla presa. –Ma cosa diamine---

-No, non capisci! Prima di metterti quello stupido vestitino fucsia e prima ancora di trovarti inerme su quell’asfalto! Ti voglio da prima… Molto prima… Dopo la battaglia contro Tu sai chi…

-Draco, ma questo è successo due anni fa—

-Lo so! Solo che allora non lo sapevo. L’ho capito solo da poco che quello era solo—Insomma, te l’ho detto! Non voglio continuare più su questo discorso, chiaro? Altrimenti ti picchio sul serio.

Sorridendo e accarezzando il viso dell’altro ragazzo. – Fidati di me! Lo so che per anni non ho fatto altro che prenderti in giro o altro, ma davvero… Harry Potter, io sono serio con te.

Harry si sentì arrossire ancora di più e nascose il viso nell’incavo del collo del ragazzo, sospirando varie volte per il modo in cui il cuore gli stava battendo forte. – E’ un modo per dirmi che sei innamorato di me?

Draco alzò gli occhi al cielo e sorrise. – Se ancora non ti è chiaro dopo quello che ho detto, sì.

A quella risposta, Harry lo spintonò contro il muro li accanto e lo baciò subito con foga. Doveva scaricare in qualche modo tutta quella tensione che sentiva dentro. Stava esplodendo!

-Ti piacciono proprio i muri, eh, San chetantosantononè Potter?-, sghignazzando.

-Sta zitto, Malfoy e baciami!

Draco come risposta ribaltò la posizione e schiacciò l’altro ragazzo contro la parete. – Non darmi ordini, Potter o potresti pentirtene-, facendo un sorrisetto malizioso.

-Oh, sto morendo dalla paura, Mister furetto!-, ricambiando lo sguardo con la stessa malizia.

- Non dirmi che non ti avevo avvisato, Sfregiato!

Harry si ritrovò preso con forza dalle braccia di Draco, che lo buttò malamente sul divano.

-Mi sa che domani non potrai alzarti dal tuo bel lettino, Potter.

-Non vedo l’ora di stare tutto il tempo a letto allora

E Draco non se lo fece ripetere due volte. 

 

 

Tre mesi dopo

 

-Inchinati al mio cospetto, Potter! Da questo momento sono esclusivamente un Auror con i fiocchi!

-Alla fine ti hanno preso quindi! E dimmi, avrai una scrivania come tutti gli altri?

-Eccome e non solo una scrivania, ma un ufficio tutto mio. I soldi fanno molto!

-Sei sempre il solito Malfoy.

-Ovviamente-, facendo un ghigno divertito e avvicinandosi pericolosamente ad Harry, accarezzandogli la schiena da dietro. –E stavo pensando anche ad una cosa…

-Cosa? A come prendermi in giro con tutti al dipartimento?

-Non sarebbe male, ma no!

Draco si avvicinò all’orecchio del ragazzo, sfiorandolo piano con le labbra. –Pensavo più ad inaugurare quella bella scrivania…

Harry face un sorrisetto e si morse il labbro, quando sentì il bacino si Draco premere contro i propri glutei.

-Non saprei… Devo pensarci

-Fallo in fretta allora, perché avrò tempo libero fino alle tre del pomeriggio e poi stasera avevo promesso di portarti al ristorante.-, mordicchiandogli il collo.

-Mmmhh… Se dici così non posso rifiutare allora….-, lasciando esposto il collo.

-Bravo, ragazzo.-, rispose Draco, smaterializzando entrambi al ministero della magia.

(Felice di annunciarvi che, sì, la scrivania è stata inaugurata. Grazie della lettura!)

 

 

 

Angolo Autrice: Salve a tutti! Ed eccoci arrivati ormai alla fine di questa storia!

Ringrazio tutti quelli che l’hanno seguita e commentata!
Confesso che avrei voluto dargli un finale diverso, ma poi mi avreste uccisa, quindi ho lasciato perdere! ^o^ ahha

Se in qualche modo la storia vi è piaciuta lasciate un commento! Mi renderebbe veramente felice!

(Se magari avete domande da farmi mandatemi un messaggio privato! Rispondo a tutti! )

Grazie e alla prossima! ^-^



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