Anche Lucifero era un Angelo di Bluemoon97 (/viewuser.php?uid=594256)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo. ***
prologo
Anche Lucifero era un Angelo
Prologo.
Il
rumore di schiamazzi, bicchieri rotti, sedie che strofinavano sul
pavimento e
di musica assordante stavano completamente
facendo girare la testa di
Draco. Non che amasse frequentare quei luoghi, ma da quando la seconda
guerra
magica era finita la sua famiglia non era stata più vista di
buon occhio. Anzi,
meglio dire l'intera generazione Malfoy.
Erano diventati ormai lo zimbello dell'intero mondo magico e non c'era
mago o
strega che non sapesse chi fossero o cosa avessero fatto.
Nessuno ormai avrebbe più voluto frequentare o avere a che
fare con i Malfoy.
Come biasimarli del resto. Chi vorrebbe avere come amici una famiglia
di
Mangiamorte?
E' per questo che Draco si ritrovava li : In uno schifosissimo
pub della
Londra Babbana a bere uno schifosissimo rum alla mela verde. I Babbani
erano
ormai gli unici che, appena lo vedevano passare lungo le strade di Londra, non lo
guardavano con quello sdegno nei suoi confronti.
Draco odiava essere guardato con quelle espressioni disgustate e
scandalizzate, che i maghi come lui gli rivolgevano. Si sentiva come se in quel momento, davanti a loro, fosse la
feccia.
Magari era anche quello che pensavano di lui, ma gli dava ugualmente fastidio.
Per quanto ricco potesse essere, Draco non riusciva proprio a sentirsi
felice.
Dopotutto, a cosa serve la ricchezza se non la si può
sfruttare come si deve?
Gli sarebbe piaciuto, a guerra finita, andare con Blaise e Pansy a bere
e
divertirsi come un tempo. Ma doveva anche capire che ormai
tutto era
cambiato e non poteva farci nulla. Doveva andare così.
Draco si rigirò il bicchiere tra le mani, per poi berne il
contenuto tutto d'un
fiato. Il sapore era forte e pungente ma, alla fine, lasciava un senso
di
freschezza.
L'erede dei Malfoy aveva preso un appartamento nella Londra Babbana,
all'insaputa dei suoi genitori.
Alla fine della guerra, solo dopo aver sborsato una somma elevata ed
eccessiva
, Lucius Malfoy era uscito da Azkaban. Invece Narcisa si sforzava di
far
sembrare la loro una "famigliola" come tutte le altre.
"Povera donna". Non c'era niente di normale in quella famiglia, ma
sembrava che lei non volesse rendersene conto.
Poco dopo, Draco pagò il bicchiere di rum ed uscì
da quello schifo di locale.
Com'era caduto in basso. Si sentiva stupido e mediocre. Davvero sperava
di
trovare compagnia? Con i Babbani poi...
Ogni volta era la stessa storia. Pensava a quanto fosse disonorevole
per un
Malfoy. Ma poi ritornava lo stesso in quei locali Babbani, che
erano gli
unici posti dove non si sentisse giudicato. Dove non sentisse quel
senso di
soffocamento che provava ogni volta che stava al Malfoy Manor.
Ai genitori inventava la scusa che stava spesso da amici. Ma chi ne
aveva di
amici? Solo il pensiero gli faceva venire voglia di urlare e
singhiozzare forte
come un bambino viziato qual'era.
Un odore pungente di bruciato e una nuvola di fumo lo invase. Draco era
stato
talmente preso dai propri pensieri da non accorgersi che li vicino
c'era,
quello che sembrava, un incendio. Il tutto sarebbe stato normale se
non ci
fossero state persone che volavano su una scopa, che si
smaterializzavano e
bacchette che lanciavano incantesimi da una parte all'altra.
Spalancò gli occhi
e un senso di terrore lo invase. I ricordi di quegli anni ormai
passati.
Urla. Dolore. Incantesimi. Male. Draco si nascose nel punto più
buio e osservò la
scena quasi tremante.
Poco dopo, degli uomini con delle maschere
uscirono da lì
e si smaterializzarono. Ma solo quando pensò che il pericolo
fosse scampato
uscì del proprio nascondiglio. Girandosi attorno, come
smarrito.
Finché un urlo arrivò alle sue orecchie, ed era
straziante e pieno di dolore.
Successivamente, Draco si accorse che vicino ai suoi piedi, un uomo era
rivolto verso
terra, con il viso nascosto contro il freddo e sudicio asfalto. Costui
aveva i
capelli insanguinati e i vestiti sporchi di fuliggine e
sporcizia. Solo
dando un'occhiata migliore, Draco capì che era vestito da
Auror.
Spalancò gli occhi e con la punta della propria scarpa
spostò il
corpo inerme, quasi disgustato. Lo girò e alla fine si
piegò su quell'uomo. Un
senso di terrore lo assalì e con la mano spostò
le ciocche ribelli dalla fronte
di quel, ormai evidente, ragazzo. A quel punto dovette lottare
contro se
stesso per non cacciare un urlo quando scoprì una cicatrice
a forma di saetta
sulla fronte del ragazzo svenuto: era Harry Potter!
Con le lenti degli occhiali rotte e le
stanghette piegate. Harry
aveva un taglio piccolo alla guancia sinistra e un po' di sangue gli
colava
dalla testa. Draco controllò la ferita, constatando che non
era altro che un
graffio.
Nulla di grave.
Draco stava ancora guardandolo quando si sentì afferrare il
polso e stavolta
cacciò un urletto, ritrovandosi a specchiarsi negli
occhi verdi smeraldo e
sofferenti di Harry. Il suo sguardo era stupito, come se non si
aspettasse
assolutamente di vederlo li e Draco aprì la bocca
come per parlare, ma
Harry lo precedette.
-Tu...Tu-, Harry cercava di parlare, ma era evidente che
avesse delle
difficoltà e chiunque ne avrebbe avuta al suo posto. Draco
intanto lo fissava
incerto e curioso, ma anche spaventato da quel suo sguardo.
Alla fine Harry alzò una mano e la posò
delicatamente sulla guancia di
Draco. Questi spalancò gli occhi quasi scandalizzato. Ma
nulla lo scandalizzò
più delle parole che si sentì dire poco
dopo.
-Tu...sei...un angelo?
"Oh, cazzo!!
Le guance di Draco diventarono di un rosa pallido e cacciò
subito la mano
di Harry dal proprio volto. Accorgendosi poco dopo che questi era
svenuto di
nuovo. Ma Draco era troppo preso dalle proprie emozioni per cercare di
soccorrerlo. Solo dopo un pò di tempo, Draco
riuscì ad acquisire un po' di
sicurezza, che lo aiutò ad afferrare il corpo inerme di
Harry e di caricarselo
sulle spalle per poterlo portare via da li.
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Capitolo 2 *** Capitolo 1. ***
Capitolo 1
Il
ragazzo dai capelli neri era sdraiato su un morbido letto
di un appartamento al centro della Londra Babbana.
Il suo stato era buono. Almeno così sperava il suo
soccorritore.
Draco
Malfoy aveva salvato Harry Potter e l'aveva
portato via da quella orribile stradina. Adesso poteva osservarne il
corpo
svenuto sul suo letto, nel suo appartamento lussuoso e completamente
bianco,
cui l'unico tocco
di colore era
solo il salvatore del mondo magico.
Il così detto "Soccorritore" era seduto su una poltrona, mentre cercava di leggere un libro.
Ma era troppo
preso dai pensieri che, imperterriti, gli offuscavano la mente. Così lasciò andare il libro sul mobiletto degli alcolici, mentre afferrava una mela da un grande cesto e la addentava.
“Per quale e assurdo motivo Potter si cacciava sempre nei
guai?!”
Attribuiva il fatto che fosse masochista. Era l'unica spiegazione
plausibile.
“Quel
deficiente aveva passato gli interi anni di
scuola, a doversi e a farsi coprire il culo dalle persone che volevano
ucciderlo e
adesso che il signore
oscuro era morto e la sua vita poteva essere più tranquilla,
lui cosa faceva?
Diventa Auror, per cacciarsi ancora nei guai.”
Non lo capiva affatto. Pensò che Potter fosse proprio un
idiota... E anche
squilibrato.
In qualche modo, però, Draco voleva vendicarsi a dovere di
tutti quegli anni a
Hogwarts.
Per fargli un brutto scherzo, prima di portarlo all’
appartamento, si era
fermato in un negozio di baratto e aveva scambiato la sua
divisa da Auror
con un abito da donna e così lo aveva vestito.
“Sicuramente, Potter si arrabbierà
molto.” Ma Draco si disse che ne sarebbe
valsa la pena, anche se, forse, si sarebbe beccata
una maledizione dal ragazzo.
"Certo,
il fucsia non gli dona molto...”
Dopo circa mezz'ora, Draco, ormai stanco di aspettare il suo
risveglio,
decise di prendere un bicchiere d'acqua fredda e di versargliela in
faccia.
Ghignò divertito
quando vide gli
occhi di Harry spalancarsi di colpo, disorientati.
-Finalmente, bell'addormentato!-, Draco non si lasciò
sfuggire un sorrisino
divertito, mentre gli allungava gli occhiali, che aveva prima aggiustato
con un incantesimo,
direttamente sul naso.
Il
biondo lo osservò a lungo, cercando di
studiarlo. Poco dopo constatò che non sembrava molto
sveglio. Anzi, l’espressione
di Harry era terrorizzata e impaurita, mentre guardava la stanza.
Poi guardava Draco. Spalancava gli occhi e tremava
visibilmente.
“Sembra
in ansia.”
Ma
quando Harry guardò di nuovo a Draco, gli
sorrise incantato e si mise seduto sul letto.
“Questa
situazione è parecchio strana... Potter
che mi sorride?! Quando mai?!”
Quando
finalmente il ragazzo decise di parlare,
Draco per poco non si soffocò con la sua stessa saliva.
-Sono in...paradiso?-, chiese Harry. Il biondo spalancò gli
occhi interdetto.
-Come?!-, chiese Draco con voce strozzata. -Non prendermi per il culo,
Sfregiato!-,
sputò contro di lui, infine.
-No, Io...ehm...-, Harry
si guardava di
nuovo intorno, come per rivedere meglio la situazione. -Insomma...La
stanza è
bianca. Tu sei...bianco...Pensavo
di essere davvero in paradiso. Dove sono? In effetti, ma...chi sono?
-Stai scherzando, vero? Dimmi che stai scherzando...
Ma Harry lo guardava con i suoi occhi innocenti e lucidi, quasi come se
stesse
per piangere.
“Oh,
Salazar divino, non sta scherzando…”
Draco sentì le gambe molli e tremanti e sicuramente stava
anche per svenire. Quindi,
si dovette appoggiare alla
parete per non cadere.
-Io...devo andare a bere un Whisky incendiario...
Andò subito al mobiletto degli alcolici, che si trovava
nell'altra stanza, e si
riempì un bicchiere pieno di Whishy incendiario. La
situazione sembrava
sfuggirgli di mano. Non poteva nemmeno credere a quello che aveva
sentito. “Che
Potter avesse perso la memoria?”
Quando fu di ritorno, con il bicchiere in mano, vide Harry che si
specchiava e sembrava ancora più sconvolto di prima.
Allora Draco gli si avvicinò, mosso da un attimo di pena e
lo abbracciò. Troppo
sconvolto del riuscire a capire quello che stava facendo.
Gli passò il bicchiere con il Whishy ed Harry lo bevve tutto
d'un sorso, prima
che Draco riuscisse ad avvisarlo di andarci piano. Infatti, subito dopo
Harry gli
svenne tra le braccia.
Okay, aveva combinato un macello.
Okay, la situazione gli era sfuggita di mano.
Okay, era completamente nella merda.
Mentre Harry riposava, Draco si vide già arrestato per aver
aggredito un Auror,
che in più era il famoso Harry Potter.
Nessuno avrebbe creduto che lo avesse soccorso, anche perché
lo aveva portato a
casa sua, invece che al San Mungo. Per non parlare del fatto che ormai
Harry
non aveva più i suoi vestiti da Auror, ma un orribile
vestitino fucsia!
-Merlino, e se mi prendessero per un pervertito?!-, in fondo lui era un
Malfoy
e si sa per certo che i maghi odiano i Malfoy.
Okay, aveva bisogno di trovare una soluzione per tenere Potter con se.
Almeno
fin quando non sarebbe ritrovata la memoria ad Harry.
“Che
serata di merda e pensare che sembrava tutto così
divertente all'inizio.”
"Un Angelo”
E
Draco un Angelo caritatevole sarebbe stato per
lui. O almeno così avrebbe dovuto credere Harry.
Il
solo pensiero di dover fare da balia al ragazzo
fece venire a Draco la pelle d'oca. Ma non poteva lasciarlo solo e
non poteva nemmeno chiedere l’aiuto di uno dei suoi
amichetti, senza correre il
rischio di ritrovarsi già in prigione.
Così, anche se a malincuore, decise di mandare un gufo ai
genitori,
scrivendogli che sarebbe stato via per una vacanza.
Ma Draco già sapeva che loro lo avrebbero rintracciato di
sicuro se sarebbe
rimasto lì. Così, l'unica soluzione era quella di
partire veramente.
Poco dopo si lasciò cadere sulla poltrona vicino al letto
dove Harry stava
riposando e di tanto in tanto si lasciava sfuggire dei pesanti sospiri.
Come gli era saltato in mente di fare quello che aveva fatto? A volte,
ci
voleva proprio qualcuno che lo cruciasse mentre gli venivano solamente
quelle sciocche idee.
Ed era proprio mentre malediceva se stesso che gli venne in mente la
più grande
delle idee (o la più sciocca). Ma era l'unico modo per
salvarsi la pelle.
°°°
Quando Harry si risvegliò, Draco gli mise davanti un
giornale. Ovviamente
manomesso, ma non aveva trovato una scusa migliore di quella.
Il
giornale presentava molte cronache di
uccisioni di Squillo (Persone che si prostituiscono).
-Qualcuno ti vuole uccidere.
Harry, ancora mezzo addormentato, prese il giornale e lesse l'articolo
che
riportava delle morti avvenute da lì ad un mese. Guardava
Draco confuso e non
riusciva a comprendere
il perché
fosse in pericolo. Draco comprese che non aveva pensato a quel piccolo
particolare. Ma sarebbe riuscito
lo stesso nel suo
intento.
-Tu sei un prostituto... Ti ho trovato per strada mentre cercavano di
uccidere
altri come te. Sono riuscito a salvarti.
La faccia di Harry era diventata una maschera pietrificata. L'altro ragazzo lo
vide
spingersi contro la tastiera del letto, non sfuggendogli il
suo tremolio nella
voce.
-N-non...può essere. Io...cosa?
-Dobbiamo partire subito. ti presterò qualcosa da mettere-,
Draco era già a
frugare tra le sue cose.
-No...aspetta...Io-non-ero-un...quello...No, non potevo esserlo. Non
ricordo
nemmeno che lo ero! -, Harry sembrava più che sconvolto e
quasi non
voleva crederci e aveva ragione, porco Godric!
-Cosa ti ricordi, allora?
-Ehm...-, Harry fece per rifletterci, ma poi richiuse la bocca e scosse
la
testa. -Niente...
-Visto?! Sbrigati e vestiti! Non abbiamo tanto tempo!
Harry andò svelto verso i vestiti, che Draco gli aveva dato,
e incominciò a
spogliarsi. Quest’ultimo
lo guardò a
lungo.
“Draco,
per l'amor del cielo, stai sbavando! E'
Potter!”
Svelto
distolse lo sguardo da Harry e preparò i
bagagli senza dire una parola. Constatò poi che il ragazzo,
per entrare bene
nei suoi vestiti, aveva fatto delle svolte ai pantaloni e alle maniche
della
camicia.
°°°
Uscirono dall'appartamento incappucciati e con tanto di occhiali da
sole, con
le valige appresso. Draco strascinava Harry per un braccio e svelto lo fece
salire in un taxy.
Draco
aveva pensato a tutto!
Decise
di passare da Blaise, lui gli avrebbe
dato sicuramente una mano con quella faccenda. Gli servivano documenti
falsi
per partire e l’amico era
un asso
in questo.
Appena
arrivati, Draco fece rimanere Harry dentro
al taxy e svelto andò a bussare alla porta dell'amico.
Questi appena aprì alla porta guardò Draco con curiosità, notando l'evidente espressione disperata alla faccia dell'amico.
-Sei la mia unica speranza...
-Porco Godric, Draco! Ma che ti è successo?! Non ti ho mai visto
così sconvolto!-, Blaise
era parecchio sconvolto nel vedere l'amico così mal
ridotto e gli si
avvicinò con cautela.
-La mia condanna a morte è proprio dentro a quel taxy...-,
Draco indicò il taxy
con un cenno della testa.
Blaise spalancò gli occhi e guardò l'amico come per
vedere se stesse scherzando o
meno.
-Dimmi
che la persona che è nel taxy non è Harry
Potter. Draco!
-Abbassa la voce, Blaise!!-, Draco sospirò forte e
fece una smorfia. -L'ho
trovato a terra…era stato ferito in un attacco di uomini
mascherati.
Penso Ex Mangiamorte. Volevo fargli una scherzo e l'ho portato a casa,
travestendolo anche da donna-, mentre Blaise se rideva.
-Blaise,
non ridere! La
situazione è grave. Ha
perso la memoria…
-Come?!
-Un attacco di Ex Mangiamorte! E io cosa sono secondo te? Cretino! Mi
arresterebbero subito!-, Draco sospirò forte e si
passò una mano sulla fronte.
-Per non parlare del fatto che ho scambiato i suoi vestiti da Auror in
un
negozio di baratto, per un vestito da donna!
-E lui è il salvatore di questo cazzo di mondo!
In
tutto questo Blaise stava in silenzio,
scioccato.
-Mi sbatteranno ad Azkaban e getteranno direttamente la chiave della
mia cella…
Blaise posò una mano sulla spalla di Draco e
annuì. -Okay, mi hai convinto.
Nel giro di dieci minuti i documenti erano già nelle mani di
Draco. Aveva
baciato anche l'amico sulla guancia talmente gli era grato.
Ritornato al taxy, si diresse svelto all'aeroporto in compagnia di
Harry.
Il
primo aereo che partiva a quell'orario era
diretto in Italia, precisamente a Roma.
E Italia sia, pensò. In tutto quel contesto, Harry aveva
aperto bocca
pochissime volte. Per lo più per ringraziare il
suo “salvatore”.
Draco, invece, sentiva gli occhi di tutti addosso e si
sentì allarmato. E
se qualcuno li avesse riconosciuti? Che sarebbe successo?
Avrebbe dovuto lasciarsi al proprio destino e marcire dentro quella
prigione.
Ma
così non fu.
Quando entrarono in quel benedetto aereo, Draco ringraziò il
cielo per quella
grande opportunità che Merlino gli aveva donato.
Mentre l'altro ragazzo era talmente stanco che appena si sedette si
addormentò. Del
resto era stata una lunga serata anche per lui e stava anche
cominciando ad albeggiare.
Draco
invece non riuscì a dormire, sempre preso
dai pensieri.
Che
frottola avrebbe inventato stavolta? E cosa
avrebbe detto,
una volta che ad
Harry gli sarebbe ritornata la memoria?
Di
sicuro non ne sarebbe uscito vivo, ma sempre
meglio di essere rinchiuso ad
Azkaban. “Se gli sarebbe mai tornata la memoria...”
Ma per adesso era
meglio non pensare oltre.
Poco dopo Draco si addormentò, esausto.
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Capitolo 3 *** Capitolo 2. ***
Capitolo 2
Era successo tutto in pochissime ore
e quasi Draco non
voleva crederci. Non voleva credere che già fosse a Roma.
Non voleva credere
che fosse in un hotel a tre stelle. Non voleva credere che la stanza
che avesse
prenotato quell'idiota del suo migliore amico fosse piccola,
insignificante,
polverosa, sporca e puzzolente, ma soprattutto matrimoniale. Il solo
pensiero
di dividere il letto con Harry gli face desiderare di avere Blaise a
portata di
mano solo per strangolarlo a morte.
“Come si è
permesso di farmi una cosa del genere?!
Stupido!! Vuole
rendermi la vita un
inferno anche lui, adesso?!
Migliore amico un corno. Anzi, ex migliore amico. Dopo questa non ne
voglio più
sentire parlare di Zabini. E’ deciso.”
Già
vedeva Blaise a
ridersela per bene. Draco
aveva già
chiuso un occhio per i nomi strambi dei documenti, ma quello era
troppo.
Superava la linea di sopportazione Malfoy.
Draco, appena arrivato a Roma, si era
levato la giacca del
completo quasi disperato. Aveva arrotolato le maniche della camicia e
l'aveva
aperta leggermente sul davanti. Sentiva
il sudore addosso che rendeva la sua pelle appiccicosa e avrebbe tanto
desiderato
darsi una rinfrescata.
Per non parlare
della puzza..
“Che schifo. Come mi sono
ridotto…”
Harry invece sembrava essere a
proprio agio, come se non
sentisse né caldo e né stanchezza. E
Draco lo odiava.
-Tom, posso andare al bagno?
Draco sentì una vena della
fronte pulsargli forte, come se
volesse scoppiare da un momento all'altro.
Ecco cosa non andava.
Tom. Perché proprio Tom?!
Che razza di nome era Tom Felton?!
Da proletario. Da poveraccio! Blaise l'avrebbe sentito, appena sarebbe
ritornato a Londra. Eccome se l'avrebbe sentito.
Le
urla di Draco
Malfoy si sarebbero sentite per tutta Londra.
Nei documenti Harry risultava un
certo"Daniel
Radcliffe". Nome che lui aveva gradito tantissimo e in effetti Daniel
era
meglio di Tom.
“Perché il nome
di Potter è migliore del mio?!”
Aveva aggiunto questo alla lista del
"Perché odio Harry
Potter".
Come se non bastasse, il moro, per ogni
cavolo di azione
chiedeva il permesso: "Posso mangiare?”
“Posso andare in
bagno?”
“Posso dormire?”
“Posso sedermi?"
Francamente Draco si chiedeva
perché ancora il ragazzo non
avesse usato la domanda "Posso respirare?!"
Cosa cavolo era?! Un elfo domestico
che eseguiva gli
ordini!? A suo parere il ragazzo si era completamente rimbecillito.
Più di quanto
non lo fosse già.
-Sì, Daniel, puoi andare
in bagno. Tutte-le-volte-che-vuoi-,
Draco scandì le parole, per farsi capire bene stavolta.
-Grazie!-, Harry gli fece un sorriso
raggiante.
“Da voltastomaco.”
-P-r-e-g-o-, la voce di Draco era
risultata molto fredda e
scocciata, ma Harry sembrò non averci badato,
perché continuava a sorridergli.
"Che cazzo sorridi?!" Avrebbe voluto
sbraitargli,
l’ex Mangiamorte.
Dopo che Harry entrò in
bagno, Draco si lasciò sfuggire un
sospiro di puro sollievo. Gli girava tremendamente la testa se
ripensava a tutto
quello che era successo in così poco tempo. Sembrava un
grande incubo, eppure
era la dura realtà.
In quel bagno c'era Harry Potter. Il
suo nemico degli anni
di scuola. Il suo rivale.
Erano a Roma. In una calda e afosa
città dell'Italia. Piena
di distruzioni e di superstiti. Pieno di pietre e massi e cose inutili
a suo
parere. Davvero la gente impazziva per quei luoghi? Sciocchi.
Dopo essersi fatto una doccia e
cambiato, Harry gli aveva
chiesto se potevano andare a visitare la città e
così era stato fatto.
Non che Draco ne fosse entusiasta, ma
doveva fare la parte
del bravo ragazzo pieno di premure.
Avevano visto moltissime fontane,
moltissimi monumenti e
aveva scoperto che Harry andava matto per il Colosseo. Erano perfino
andati a
prendere un gelato e per cena avevano mangiato in un Fast food orribile
noto
come McDonald's. Harry, naturalmente, aveva mangiato il tutto con
entusiasmo, mentre
Draco non aveva toccato cibo. Gli sembrava cibo per cani quello e
continuava a
picchiettare con la cannuccia quello che doveva essere stato un
hamburger di
manzo. Morto in chissà quale circostanze e chissà
da quanto tempo.
A fine serata avevano continuato a
passeggiare un pochino
per smaltire tutto quello che avevano mangiato e in effetti, dopo un
intera
giornata, Draco constatò che c'era qualcosa di magico in
quella città,
soprattutto di notte. Quando
la città
era illuminata dalle luci, che la rendevano quasi eterea e
spettacolare. Ma
tornato all'albergo era talmente stanco, da non riuscire a muovere neanche un muscolo per
andare a farsi una doccia.
Harry invece sembrava aver fatto una passeggiata distensiva.
Draco si gettò sul letto
sfinito, con ancora tutti i vestiti
addosso. La testa che gli faceva male più di prima e la
voglia di sprofondare in
un sonno profondo. Finché non sentì una carezza
sulla fronte, che gli scostava
i capelli sudati e nel torpore sentì anche un leggero bacio
sulla guancia. Poi
il buio totale.
°°°
C'era un caldo infernale e il fuoco
divampava imperioso da
tutte le parti. Draco cercava di arrampicarsi, ma si sentiva
tremendamente pesante.
Così pesante, da sentirsi spinto verso il basso, verso le
fiamme che non
smettevano di crescere. I suoi arti non rispondevano ai suoi comandi,
ma, lì in
mezzo a quelle fiamme, una mano cercava di afferrarlo. Quella mano che
lo
trascinò lontano dal pericolo. Quella mano che l'aveva
salvato. Quella mano che
rivide a terra, morta e il signore oscuro che rideva
come un folle. E così alla fine era riuscito
a farsi ammazzare. Ora Draco non sentiva più niente... Il
niente totale.
Una voce lo chiamava e mentre si
svegliava la sentiva sempre
più vicina.
Draco spalancò gli occhi e
afferrò con la mano il braccio che
lo stava scuotendo.
-Tom! Tom! Apri gli occhi! Tom!
Finalmente!
Draco aveva il viso rigato dalle
lacrime, il corpo ridotto
in singhiozzi che lo scuotevano tutto e le sue mani attaccate alla
maglietta di
Harry.
L'aveva rifatto. Faceva lo stesso
incubo da due anni ormai.
Le mani di Harry ora erano sul suo viso e Draco sentiva il suo respiro
veloce: era
spaventato anche lui.
-Non preoccuparti...è solo
un incubo. E' tutto a posto. Ci
sono io con te.-, Harry adesso gli sorrideva teneramente.
Dopo chissà quanto, Draco
riuscì a calmarsi, tra le braccia
confortanti di Harry e sii sentì quasi patetico e con
vergogna si ritrasse in
fretta e si asciugò gli occhi dalle lacrime.
-Sto...bene. Sto bene!-, si lo
scansò di dosso il ragazzo e
andò svelto in bagno a farsi una doccia fredda. Cercando di
non pensare
all'incubo che aveva fatto.
Al suo ritorno, Harry era ancora
seduto allo stesso modo in
cui l'aveva lasciato e sembrava parecchio triste. Draco
sospirò forte e gli si
sedette vicino, cercando di essere più dolce possibile.
-Non devi preoccuparti. E' tutto ok-,
ma Harry si girò
dall'altra parte e adesso non lo degnava nemmeno di uno sguardo.
A quel comportamento, Draco si sentì leggermente
irritato.
“Io sto male e lui fa
l’offeso? Davvero buona la testa di
quell’idiota! Chissà cosa gli sta frugando in
mente…”
Si alzò e prese a
passeggiare, nervosamente, per la stanza. Harry
continuava a non guardarlo e Draco si sentì ancora
più nervoso di prima. Odiava
essere ignorato. Non lo sopportava proprio. A scuola voleva avere tutte
le
attenzioni su di se e ci riusciva anche.
Alla fine, Draco si parò
davanti ad Harry e lo fece girare
verso di se, tirandolo per un braccio.
-Si può sapere che ti
prende?! Cos'hai adesso?!
Harry lo guardava con impertinenza e
sembrava molto
irritato. - Chi è Potter?
A quelle parole Draco
spalancò gli occhi e lasciò andare la
presa dal braccio di Harry, inghiottendo varie volte. -Nessuno.-,
rispose
semplicemente.
-Non mentirmi! Piangevi per nessuno,
allora?! Ti ho sentito!
Urlavi il suo nome… -, Harry aveva gli occhi lucidi, che si
asciugò con il
dorso della mano.
-E' il tuo ragazzo, vero?-,
continuò imperterrito.
"Che cosa?!Come?! Quando?
Perché?!"
-Che schifo! No!
Cioè....No! Non farti venire in testa più
certe cose raccapriccianti!-, Draco aveva la pelle d'oca solo a
pensarci.
-Allora chi è? Ti ho
sentito. Eri molto chiaro. Gridavi che
non doveva lasciarti solo. Che non doveva mollare la tua mano. Che non
doveva
morire.
-Senti… Non mi va di
parlarne. Ho fame e voglio andare
subito a mangiare! Se vuoi venire sbrigati o ti lascio qua.
Harry non disse più niente
e lo precedette fuori dalla
stanza in silenzio. Alla fine erano scesi a fare colazione e Draco
sperava che quella
discussione ormai fosse finita, ma il ragazzo accanto a se non smetteva
di
sospirare. Aveva pure una faccia irritata e scontrosa. Ma Draco finta
di non
farci caso e continuò a mangiare.
Passarono
quasi tutta
la giornata così: a non parlare e ad ignorarsi. Almeno era
quello che faceva
Harry. Quasi nemmeno si guardavano e Draco ne aveva le palle piene di
quella
situazione di merda.
Erano andati persino in parecchie
bancarelle dove vedevano
souvenir di Roma ed Harry continuava a dire a voce alta che erano
orribili,
facendo fare una brutta figuraccia a Draco, davanti ai venditori e ai
creatori
di quei souvenir, che li avevano anche cacciati via da li.
Quando, nel pomeriggio, ritornarono
in albero, Draco aveva
la dannata voglia di picchiarlo e di litigare con lui come nei tempi di
scuola.
La dannata voglia di rompergli i denti era tanta. Ma prima che potesse
anche
solo spiccicare una parola, Harry lo precedette con un'altra
dannatissima
domanda.
-Perché mi hai salvato?
…Perché stai facendo tutto questo
per me? Per me che sono...una persona spregevole...-, Tutta la tensione
e il
nervosismo che Draco aveva prima scemarono a quelle domande inaspettate.
-Perché....-, Draco fece
per rifletterci un po'. -Perché
credo che tutti abbiano diritto di avere una seconda
possibilità... Di provare che,
anche se hanno fatto scelte sbagliate, possono rimediare.
Harry
sembrava
incerto e sorpreso a quelle parole che, sicuramente, non si aspettava.
Draco lo
vide abbassare il viso e torturarsi le mani.
-E...tu...hai mai fatto scelte
sbagliate?-, gli chiese.
-Continuamente...-, rispose Draco.
-Ho passato quasi tutta la
mia infanzia pensando di essere superiore a determinate persone. Che
queste non avessero
quasi nemmeno il
diritto di vivere. Ho assecondato quello che i miei genitori mi avevano
insegnato, senza seguire il mio istinto che mi diceva invece di voler
essere
proprio come quelle persone che disprezzavo. Ho visto cose che i miei
occhi non
avrebbero mai voluto vedere, anche perché non ho fatto
niente per evitarle.
Forse tu pensi che io sia una buona persona, ma la verità
è che nessuno è come
sembra. Tanto meno io.
-Hai...ucciso...qualcuno?-, Harry
adesso sembrava quasi
terrorizzato e guardava l’altro ragazzo negli occhi.
-No, ma… ho permesso che
altri lo facessero al posto mio e
non ho fatto niente per impedirlo.
-Avevi solo paura! E' normale...
-Perché mi giustifichi?
Ero solo un vigliacco! Ho permesso
che altri combattessero contro il male senza alzare un dito! Le persone
che
disprezzavo mi hanno salvato più di una volta! Devo la vita
a una persona che
insultavo continuamente! Che speravo morisse! Ho assecondato un pazzo e
le sue
idee! Anche quando ero consapevole che fossero sbagliate! Persi ancora che io sia
buono, adesso?! Meritavo
di essere salvato?! La risposta è no, ma sono stato
perdonato lo stesso…
Harry stava piangendo. Riusciva a
capire come si sentisse
quel ragazzo davanti a se. Non sapeva come, visto che non ricordava
niente, ma
lo sentiva dentro. Sentiva che lui e “Tom” non
erano poi così diversi...
Draco non riuscì a non
farsi sfuggire un sospiro sconsolato.
Non voleva gridargli tutte quelle cose, ma per un attimo aveva
dimenticato che
quello chi aveva davanti fosse Harry Potter, con problemi di memoria.
Per un
attimo aveva pensato solo a sfogarsi per se stesso.
-P-Penso...che come hai detto, tutti
abbiamo bisogno di una
seconda possibilità....-, la voce di Harry
risultò bassa, come se avesse timore
a parlare.
-Tu sei buono...almeno con me. Non
riesco nemmeno a pensare
che tu possa fare del male a qualcuno...-, continuò e poco
dopo Draco si
sentì asciugare il viso.
Aveva pianto di nuovo. Quel sogno
l'aveva scombussolato
parecchio ed Harry con quelle parole l'aveva fatto sentire
più umano di quanto
potesse essere.
-E' lui, vero? E' stato Potter ad
averti salvato...è così?-
Continuò Harry, asciugando le lacrime di Draco, con dolcezza.
-S-Sì.
-E lui ora dov'è? E' morto?
-No, ma...tenta ogni giorno di
esserlo. E'....un
poliziotto...ehm...e rischia la vita ogni singolo giorno per gli altri.
Sempre
per gli altri. E questo non riesco proprio a sopportarlo...-, Ecco.
L'aveva
detto.
-Lo...ami, vero?
-No, non lo sopporto proprio. Non ne
parliamo più, okay?-,
Se prima Draco piangeva, ora era di nuovo irritato oltre che scioccato
da se
stesso.
Aveva detto parole che lui non
riusciva a spiegarsi da anni
e si domandò se era veramente per se stesso che aveva
portato Harry a Roma, lontano
dal mondo magico, o era perché quando l'aveva visto a terra,
che sembrava
morto, aveva ripensato a come si era sentito quando credeva che il
signore
oscuro lo avesse ucciso. Ed aveva sentito di nuovo quel vuoto che non
l'aveva
fatto respirare… Come se avesse ricevuto il bacio del
Dissennatore. Come se ormai
ogni speranza fosse morta con lui. La verità è
che voleva sapere Harry al
sicuro. Voleva che cominciasse a vivere una vita vera, senza che
nessuno
tentasse di ucciderlo e senza che lui provasse a salvare vite che non
fosse la
sua. Che fosse...geloso? Questo ancora non riusciva a comprenderlo e
nemmeno
voleva. Non voleva capire nulla di quella situazione. Non voleva sapere
nulla
di Harry Potter.
Successivamente a quelle parole la
serata proseguì
tranquilla. Per cena mangiarono in hoter e a Draco non dispiacque la
cucina
italiana. Era ottima, anche se era cucinata in un hotel di bassa
categoria.
Ma la notte ritornò e con
essa i suoi incubi...
°°°
"Potter. Potter. Potter. Potter.
Potter!"
-Tom! Tom! Svegliati! Tom!
Draco sentì di nuovo quel
richiamo e questa volta si svegliò
direttamente tra le braccia di Harry, che lo cullava e che lo
accarezzava
dolcemente sul viso.
-E' tutto a posto... E' tutto
passato...
Ma Draco non aveva sentito niente
delle parole che Harry gli
aveva detto e continuò a bisbigliare parole sconnesse.
-Sei vivo... Sei vivo... Sei qui, con
me. Non mi lasciare
solo. Non mi lasciare...
Harry si
sentì confuso.
Non capiva se parlava di lui o di quel Potter. Sapeva solamente che il
cuore
gli batteva forte come non gli era mai successo prima. Almeno, per
quello che
riuscisse a ricordare.
-Io... per caso te lo ricordo?
Draco
a quelle parole
lo guardò attentamente e finalmente ritornò al
presente. Si scrollò di dosso
Harry e gli si allontanò a distanza di sicurezza.
-Chi?! Che cosa?! No...io...
-Potter! Ti ricordo Potter?!
“Sono fottuto. Ma non era
lui quello tonto che non capiva un
cavolo?”
A
Draco sudavano le
mani dall'ansia. Cosa avrebbe inventato sta volta? Si guardava intorno,
come
per cercare un appiglio per liberarsi da quell’assurdo
problema.
-Ehm... Avete gli stessi occhi.
Uguali. Identici.
Harry
non sembrava
per niente soddisfatto e continuò imperterrito. -E poi?
-Ehm... Non... Forse gli stessi
capelli. Chi se lo ricorda!
Smettila di borbottare e vai a dormire!
Ma
Harry continuava a
non essere convinto. -E
tu cosa hai
fatto per ringraziarlo dal fatto che ti avesse salvato?
-Niente, ma...non sono affari che ti
riguardano! Senti…
Basta!-, Draco sentiva le forze mancargli. Era in trappola.
-Io invece lo so come ti vorrei
ringraziare...
-C-come? …che cosa hai
intenzione di fare? … Non.
Avvicinarti.
Harry invece si avvicinò,
gattonando fino a Draco, che nel
frattempo stava indietreggiando, in vano, contro la testiera, quasi a
voler
scomparire. Il suo corpo tremava leggermente e le mani erano strette a
pugno
sul cuscino. Solo il fiato corto e il respiro di Harry, che gli
solleticava il
viso.
-Non… Non…
Fu solo uno sfiorarsi di labbra, ma
ebbe un effetto catastrofico.
Draco, infine, afferrò Harry per le spalle e premette con
più forta le labbra contro
le sue. Harry, sorpreso da quel cambiamento, si lasciò
sfuggire un piccolo
ansimo e Draco non ci capì più niente. Con
euforia spinse il corpo simile al
suo a sdraiarsi sul materasso. La sua bocca famelica divorò
le labbra di Harry
e le sue mani andarono ai fianchi scoperti e soffici, del ragazzo sotto
di se.
Non riusciva quasi nemmeno a respirare. Il sapore dolce di Harry
l’aveva reso
completamente idiota, mentre il ragazzo sotto di se spingeva i fianchi
in modo
osceno. Le mani arpionate alle spalle di Draco e le gambe allacciate ai
suoi
fianchi. Ma era troppo bello perché durasse… Non
passò molto fino a quando si sentì
uno squillo dall'altra parte della stanza. Draco si bloccò
di colpo, come se
avesse ricevuto una secchiata d'acqua fredda, che l'aveva risvegliato
da quello
che stava facendo.
“Merlino Santo...
“
Inghiottì a vuoto e svelto
andò a prendere il telefono che
ancora squillava incessantemente.
-P-Pronto...?
-Hey, amico!
-Blaise?-, Draco gli era grato.
Allora era vero che gli amici
servissero a qualcosa! Gli veniva quasi da piangere, ma
pensò che per quel
giorno aveva già dato.
-Amico, scusa se ti ho disturbato, ma
è venuto tuo padre a
cercarti. Voleva sapere con chi eri partito.
-E tu che gli hai detto?...
-Tranquillo! Ho detto che eri con
Pansy a Roma...
-Che cosa?! Porco Godric, Blaise!! E
se mio padre vedesse
Pansy in giro?! Cosa le direbbe?!-, Draco si ricordò solo
allora che in stanza
non era solo e abbassò la voce. -Peggio ancora se venisse
qui! Capirà che
l'abbiamo preso in giro! Ci ucciderà entrambi! E quando poi
vedrà con chi
sono...-, lasciò la frase in sospeso.
-Non preoccuparti, Draco! Ho pensato
a tutto! Ho prenotato
un aereo sia per te e Potter che per me e Pansy. Tra tre ore voi
partirete per
Venezia!-, Blaise dall'altra parte della cornetta rideva.
-Hai prenotato un…viaggio
con Pansy? Venite a Venezia anche
voi?-, adesso Draco si sentì più rassicurato.
Sapeva che il proprio amico non
era poi un idiota.
-Sì, ma non andiamo a
Venezia. Non ci sembra giusto
disturbarvi-, Blaise ridacchiava e si sentì anche la voce di
Pansy che se la
rideva.
-Vaffanculo, Blaise. Tra tre ore hai
detto? Okay, ci
converrà sbrigarci…-, mentre dava un occhiata a
Harry, per vedere se fosse
ancora li.
-Saluta la tua fidanzatina da parte
mia!-, Squittì Pansy
dall'altro lato della cornetta.
-Fottiti, Pansy!-, ruggì.
Gli amici se la ridevano di gusto e
Draco aveva la voglia di
riattaccare subito il telefono, ma poi ripensò
ciò che gli amici stavano facendo
per lui.
-Pensi che mio padre non mi
cercherà a Venezia? E se
chiedesse a te?
-Ma io non lo so dove state andando,
giusto? Mica posso sapere
sempre tutto io!-, Draco ridacchiò alle parole dell'amico.
-Ovvio. Grazie, Blaise e sta attento
a quella testa persa di
Pansy-, Pansy sbraitava contro Draco dall'altra parte della cornetta e
lui se
la rideva di gusto.
-Prego amico! Pansy!! Ti stai ferma?!
Mi fai male!-, Blaise
riattaccò la chiamata e Draco chiuse il telefono con un
sorrisino.
Harry, invece, lo guardava con un
sopracciglio alzato.-
Sarei la tua ragazza, adesso?
Draco alzò gli occhi al
cielo e sbuffò. -Poi ne parliamo.
Dobbiamo partire subito. Ci hanno trovato.
Harry adesso aveva cacciato via il
suo sorriso per un’espressione
leggermente spaventata.
-Come?! Ma è stato tuo
padre a trovarci! Ho sentito! Non
capisco!
-Dobbiamo andare! Svelto! Scendi da
quel letto e
sistemati!-, Draco ignorò le parole del ragazzo e
andò svelto a sistemare le sue
cose in valigia.
-Ma...noi...
-Subito, Po-...Daniel!-,
sbraitò contro di lui e chiuse la
valigia, uscendo dalla stanza.
Harry in silenzio si alzò
dal letto e cominciò subito a
sistemarsi.
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Capitolo 4 *** Capitolo 3. ***
Capitolo 3
“Ma guardatelo …
Non un capello fuori posto.
Elegantissimo. Anche quando
dormiva era praticamente perfetto.”
Le mani di Draco erano agiatamente
poggiate sopra le
ginocchia e il sole filtrava attraverso le sue lunghissime ciglia:
rendendole
eteree. Harry invece lo stava fissando…
“Con la sua aria da
aristocratico spocchioso del c****. “
E aveva la voglia di prenderlo
dolcemente fra le braccia,
per scaraventarlo direttamente fuori dal finestrino
dell’aereo. Il tutto
naturalmente senza scopa o paracadute.
E così, Draco Malfoy era
il suo benefattore… L’uomo
che l’aveva tolto dalla strada e dalla
prostituzione! Solo il pensiero fece rabbrividire Harry, che non poteva
credere
di esserci cascato così in pieno! Certo, aveva perso la
memoria. Come si
spiegava allora
quel vestitino da donna?
Il giornale e tutte quelle parole che sembravano così reali!
Harry si ricordò come si
era sentito in quei momenti: una
donzella in difficoltà, salvata dal suo bel principe
azzurro. Peccato che
Malfoy d’azzurro non avesse praticamente niente e non era
nemmeno un principe,
ma un ex mangiamorte. Harry era così arrabbiato, che Malfoy si era salvato solo per un
piccolissimo
dettaglio.
“Tutti hanno bisogno di una
seconda possibilità…”
Era questo quello che il biondo gli
aveva detto l’altra sera.
Non che Harry non gli avesse dato
già abbastanza
opportunità, ma alla fine Malfoy si era ribellato a
Voldemort.
Come se non bastasse, Harry sentiva sempre
l’altro agitarsi nel sonno e
chiamare il suo nome. “Piangeva anche!”
“Okay, forse
un’altra opportunità posso anche
dargliela a Malfoy.” Pensò.
Ma questo non stava a significare che
non si sarebbe
divertito a fargliela pagare.
( Venezia ore 17:45 )
Draco doveva solo cercare di stare
calmo. Non era difficile
dopotutto, no?
Questo era quello che tentava di
autoconvincersi, mentre era
praticamente pietrificato davanti ad un uscio aperto. Quello del bagno
dell’albergo per precisione.
Non era modo di lavarsi, con la porta
spalancata, pensò.
Mentre i suoi occhi vagavano sul corpo ormai bagnato e insaponato
dell’altro.
Mentre, Harry si
lavava minuziosamente,
parte per parte, con lentezza quasi snervante e Draco stava
letteralmente morendo.
“Oh, Merlino
Santo… “ Ad Harry era caduto lo shampoo e si
era piegato a novanta gradi, mostrando TUTTO quello che c’era
da mostrare. Poi si
era alzato e con nonchalance aveva
sorriso a Draco.
“Ma non era lui quello
timido?!”
Draco si dovette afferrare al
bracciolo della sedia, per
trattenersi dal saltargli addosso.
Quest’ultimo lo vide
uscire poco dopo dalla doccia e il corpo di Harry era completamente
bagnato e
l’unica cosa che fece era asciugarsi i capelli con una
tovaglia, senza
nascondere il resto del corpo. L’altro ragazzo aveva bisogno
urgentemente di un
bicchiere d’acqua o ….non era forse meglio leccare
tutte quelle piccole
goccioline d’acqua sul corpo di Harry?
“No! No! No! Mi rifiuto di
pensarlo! Potter no! Merlino
Santo… ” Di nuovo.
-Tom, la doccia è
libera… -, Harry cominciò a vestirsi, come
se non fosse successo niente.
“Sì, certo. Fa
finta di nulla. Innocente un corno.” Pensò
Draco, mentre incrociava le gambe per nascondere, ormai,
l’evidente
erezione.
-Oh, ehm… Vado a farmi una
passeggiata. A dopo, Tom!
Draco, solo dopo una doccia
ghiacciata e due
seghe riuscì a calmarsi.
Nel frattempo Harry si era
smaterializzato a Londra e aveva
avvisato personalmente i suoi amici, che stava bene e che era
… in missione
segreta. Aveva avvisato anche a lavoro, dando una spiegazione diversa,
naturalmente. Loro gli avevano ridato la bacchetta, che avevano trovato
a terra
la sera che era stato attaccato, ed Harry decise si portarla con se.
“Non si sa
mai.”
Ma ovviamente questo Draco non lo
sapeva, che infatti era
stato tutta la sera a cercare Harry, preoccupato. Anche se non
l’avrebbe mai
ammesso nemmeno a se stesso.
°°°
-Dove diavolo sei stato?! Ti ho
cercato ovunque! Sei un
idiota!
- Lascia che ti spieghi—
-Hai idea del tempo che ho sprecato
per cercarti?! Razza
di sconsiderato che non sei altro!
-Se magari la smettessi di parlare e
mi lasciassi spiegare!
-La prossima volta, che vuoi sparire,
mandami un-MHhh!
Prima che riuscisse a finire la
frase, Harry, ormai stanco
di non essere ascoltato, aveva afferrato il viso di Draco tra le mani e
l’aveva
baciato. Fu una cosa lieve e appena accennata, ma ebbe
l’effetto desiderato.
-Scusa . . . Avevo bisogno di stare
un po’ da solo. Per
riflettere e . . . sono arrivato alla conclusione che non posso darti
tutto
questo peso. Hai una vita e io mi sono intromesso anche abbastanza.
Cercherò un
lavoro qui e così tu sarai libero di ritornare alla tua vita
. . . -, Harry si
torturava le mani in un finto nervosismo, cercando di non guardare
negli occhi
Draco. Aveva paura di scoppiargli a ridere in faccia da un momento
all’altro.
Ma naturalmente quelle parole fecero arrabbiare ancora di
più l’altro
ragazzo, che si passò una mano tra i capelli, nervosamente.
-Credi di potertela cavare senza di
me? E sentiamo, come andrai
avanti se non ricordi nemmeno il tuo nome? Vuoi
essere il prossimo cadavere? Vuoi farti
ammazzare per forza?! E io tutto questo perché lo sto
facendo allora?! Razza di
cretino, rimbecillito--
-Mi vuoi spiegare perché
deve sempre succedermi qualcosa?!
Cosa sono, un rimpiazzo?! Non puoi salvare quel Potter e adesso ti sei
messo in
testa di salvare chi ti capita a tiro?!
-Cosa centra adesso Potter?-, chiese
sconcertato, Draco. Finivano
sempre a parlare di Harry Potter.
-Perché sei fissato con
lui! Non te ne rendi nemmeno conto!
Lo sogni anche!
Draco lo fissò a lungo e
ad Harry parve di vedere ancora
quel suo sorriso da “Sono Draco Malfoy e tu sei la
feccia”.
- … Sei un fottutissimo stronzo. Hai ragione. Dovrei
lasciarti marcire
qui e andarmene. -, e prima che Harry potesse fermarlo, Draco
uscì fuori dalla
camera, sbattendo la porta.
Draco pensò che la
passeggiata l’avrebbe aiutato a calmarsi.
Dopotutto una passeggiata equivaleva a non vedere quella faccia di
cavolo di
Potter e le sue stupide idee! Lui fissato?
Si ricordò un discorso che
gli aveva fatto Blaise al quarto
anno. Quando la propria ossessione per Harry Potter era sfociata del
tutto.
Allora non se ne rese davvero conto, ma aveva ragione l’amico
quando lo
sfotteva a morte. Ma di li a poco i pensieri vennero interrotto ad un
rumore di
passi di qualcuno dietro di se e non c’era bisogno nemmeno di
voltarsi per
capire di chi fossero. Aumentò quindi il passo, cercando di
levarsi il ragazzo
tra i piedi. Senza ottenere nessun risultato.
-Che cazzo mi segui a fare?! Vattene,
Sfregiato. Non voglio
vedere la tua faccia!
Ma vedendo che l’altro
ragazzo non lo ascoltava affatto, si
girò per sbraitargli contro. Solo che lo vide che piangeva e
tutta la rabbia
scemò. I due ragazzi rimasero a fissarsi a lungo
e insistentemente. Draco ancora tentava
di mantenere la calma e pensò anche che per insultarlo
l’aveva chiamato con
quel nomignolo, che usava spesso a scuola. Ma quello non era Potter. Il
ragazzo, che adesso si ritrovava davanti,
aveva perso la memoria e Draco si sentì uno
stronzo. Non doveva
trattarlo in quel modo. Non in un momento così delicato.
Poco dopo allungò la mano
e gli accarezzò i capelli. Harry
in risposta gli si avvicinò e annullò la distanza
che li separava, abbracciandolo.
-Non piangere…
S-scusa… Ho capito che ti senti un peso. Ma
non lo sei. Forza. Non piangere più…
-E’…che…ehm…
Sono caduto, mentre ti seguivo, e mi fa male la
caviglia…
“E’ un cretino,
senza speranza.” Draco alzò gli occhi al
cielo, sconfortato. “Potter = sinonimo di
stupidità…”
Era straordinario il modo in cui
cambiasse umore: da prima
incazzato, poi intenerito e poi di nuovo irritato! E solo Harry ci
riusciva…
-Okay… Mi vedo costretto a
portarti sulle spalle. Sali e non
farti pregare. -, Draco non voleva pensarci più di tanto o
l’avrebbe ucciso
davvero. Con le proprie mani.
-Ma veramente--
-Sta zitto e Sali! Ora.
-Okay…-, Il moro non se lo
fece ripetere una seconda volta e
gli salì sulle spalle, nascondendo un sorrisino vittorioso.
“Non è poi
così male prendere in giro Malfoy.”
°°°
Il ritorno per Draco fu abbastanza
“pesante”. Appena
entrati in camera fece scendere Harry dalle
proprie spalle, con cautela e si gettò
a
pancia in giù sul letto, esausto.
-Merlino Santo, ma quanto pesi?...
Non mi sento più gli
arti. Mi hai ucciso.
-Mi dispiace… Mi
farò perdonare con… un bel massaggio
rilassante!-, Harry gli sorrise e gli si mise velocemente a cavalcioni. Draco
sussultò e cercò di
levarselo di dosso, un po’ imbarazzato e ancora dolorante.
-Razza di idiota! Mi fa male la
schiena! Levati subito!!
Ma
aveva le ossa
talmente doloranti, che alla fine cedette , quando sentì le
mani di Harry sulle
spalle, che cominciarono ad accarezzarlo delicatamente ,
massaggiandogli ogni
punto della schiena, delle spalle e delle braccia. Poco dopo, Draco si
sentì
alzare la camicia e le mani di Harry andarono a contatto direttamente
sulla sua
pelle scoperta: mandandogli mille brividi in tutto il corpo. Il biondo
si sentì
sciogliere ad ogni tocco che Harry gli provocava
e si rilassò. Le mani di Harry andarono poi a
finire più in basso, verso i glutei e Draco capì
di essere arrivato quasi al
limite.
Quelle mani lo stavano facendo
fremere come non mai e non
sapeva per quanto tempo ancora avrebbe resistito dal saltargli addosso.
Quel tempo non tardò ad
arrivare, quando sentì le mani
vicino al ventre e Draco si girò in fretta, afferrando i
glutei di Harry per
spintonarlo sul letto, sotto di se. Gli occhi puntati alle sue labbra.
Sentiva già il sapore del
ragazzo contro la lingua: così
dolce e pungente…
-Servizio in camera! Oh, Mio Dio! Scusate! Avevo bussato
parecchie volte!
Scusate ancora!
-Se nessuno rispondeva
perché è entrata lo stesso?!,- Draco
aveva tanta voglia di uccidere qualcuno in quel momento. La cameriera
in
particolare.
-Mi dispiace! Non volevo!-, la
cameriera sembrava parecchio
imbarazzata.
-Va bene… -, Draco
sospirò infine. -Stavo morendo di fame,
comunque…-, si alzò dal letto e prese una
patatina dal piatto dalle portate che
erano sul carrello, cercando di calmarsi e mangiando quella patatina
come se
stesse divorando la cameriera.
Nel frattempo Harry malediceva se
stesso per aver ordinato
il servizio in camera. “Oppure no.”
Draco, poco
dopo, si
sentì sollevato. “Ancora lunatico…
“
Infondo lui non era poi
così vigliacco da approfittarsi di
una persona, in un momento così delicato. Quando e se
sarebbe successo, Potter doveva
essere consapevole con chi fosse. Molto probabilmente sarebbe stato
mandato a
quel paese. O peggio ancora, sarebbe finito in quella lurida prigione.
Ma
pazienza. Potter non era stronzo fino a questo punto, pensò
infine.
Fece finta di nulla allora e
cominciò a mangiare tranquillo
e questo scioccò Harry, che invece era in subbuglio e ancora
sdraiato sul
letto. Avvertiva ancora le mani di Draco su di se. Domandandosi come il
ragazzo
riuscisse a controllarsi, mentre lui si sentiva rovente!
-Tu non mangi? Io sto morendo di
fame.-, Il biondo continuò a
mangiare con disinvoltura ed Harry si alzò dal letto,
sentendosi… arrabbiato! In
silenzio cominciò a mangiare, non degnando più
nemmeno di uno sguardo l’altro ragazzo: offeso per quel
cambiamento repentino. “Forse
non piaccio poi così tanto a Malfoy.”
- Cosa c’è? Non
avevi ordinato tu la cena in camera? Non hai
più fame, adesso? Pazienza. Adesso mangi tutto. ,- Draco gli
avvicinò la
vaschetta di patatine fritte davanti al naso.
-Lo so… Lo so…
è solo che…
-Solo che, cosa?
-… No, niente…
-, Harry continuò a mangiare. Cercando di far
finta di nulla.
-Ecco, bravo.
Ho
troppa fame per riuscire ad ascoltarti.-, Draco invece aveva ancora
voglia di
uccidere qualcuno, anche se prima, nei suoi pensieri, si era
giustificato
dicendo che non se ne sarebbe approfittato, e se la prese con la pizza
che
stava mangiando.
Il loro discorso finì li.
Per il resto della serata non si
erano più parlati. Draco
ringraziò il cielo che stavolta la camera non fosse
matrimoniale.
Harry era messo in un angolino del
suo letto e faceva cerchi
immaginarsi sul lenzuolo. Mantenendo sempre il viso basso e distaccato.
L’altro ragazzo si distese,
poco dopo, sul letto
e gli diede le spalle,
ignorandolo del tutto. Facendo finta di addormentarsi.
Non passò molto, infatti,
prima che Harry si alzasse dal
letto per andare svelto
in bagno. E questa
volta toccò al sopravvissuto una bella doccia fredda.
Le labbra di Draco si incurvarono in
un sorrisino, al suono
di un piccolo gemito.
°°°
Il giorno successivo fu stancante per
entrambi. Draco, non
volendo rimanere solo con Harry, volle visitare tutta Venezia. Non
fermandosi
nemmeno per mangiare. Prendendo dei panini, per mangiarli mentre
camminavano.
Harry lo seguì tutto il giorno senza dire una parola. Anche
se un po’ sconcertato
dall’ iperattività dell’altro ragazzo.
Ritornarono in hotel a notte fonda: stremati e
sudati. Ma non
avendo nemmeno la forza di cambiarsi, si addormentarono sfiniti.
Il giorno dopo Draco aveva voglia di
visitare Padova, ma
Harry era troppo stanco dal giorno precedente per riuscire a muovere un
solo
muscolo dal letto.
-Se non mi fai compagnia vado solo.
Harry credette che l’altro
ragazzo stesse scherzando. Gli
disse che poteva andare benissimo anche da solo. Draco non se lo fece
ripetere
due volte e andò via. Il tutto sotto lo sguardo basito
dell’altro ragazzo.
Ovviamente le intenzioni di Draco
furono del tutto diverse.
Una volta solo, si smaterializzò a Malfoy Manor per fare una
breve (Si sperava)
visita ai suoi genitori. Continuando la bugia che aveva detto Blaise,
cioè che
era con Pansy e che si stavano divertendo a visitare molti luoghi
italiani. Fu
molto vago. Non specificando mai i luoghi dove sarebbero andati. I
genitori di
Draco, in particolare Lucius , erano molto contenti, che il loro
“rampollo”
avesse preso così a cuore l’iniziativa, che lo
vedeva fidanzato con l’erede dei
Parkinson. Dopo di che, una volta che riuscì a rintracciare
gli amici, si
smaterializzò a Dubai! Dove i suoi amici erano comodamente
sdraiati a prendere
il sole. Tornò in Italia in un orario indecente. Ma si era
talmente divertito
con gli amici, che si era completamente scordato di
quell’ingombro di Potter.
Infatti, appena ritornò in hotel, trovo questi sveglio e
super alterato. Draco,
però, non vi badò molto. Era talmente stanco dal
giorno prima, che anche gli
insulti di Potter non avevano sorbito il loro effetto.
-L’altro giorno ti sei
arrabbiato quando ti ho fatto capire
che ero di peso. Adesso ho più che confermata
l’idea che lo sono per te! Ti ho
aspettato tutto il santo giorno! Potresti anche salutarmi una volta
rientrato e
invece no! Tom!
- Silenzio! Quando parli…
Ho un mal di testa tremendo e l’unica cosa che
voglio fare è dormire.
Non ascoltare le tue lamentele.
Harry lo guardava con irritazione ed
a quel punto Draco si
mise seduto per affrontarlo.
-Ti avevo detto se volevi venire e tu
hai detto no, quindi
mettiti l’animo in pace e vai a dormire. Non è
colpa mia se sei talmente pigro
da voler restare tutto il giorno a letto!
-Pigro?! Il giorno prima mi hai
stremato! Cosa ti aspettavi
che saltassi di gioia, facendoti compagnia in un’altra
giornata faticosa?!
-Avresti potuto, sì.
“Ancora
quell’espressione da viziato, arrogante”
Pensò
Harry.
-Solo perché teoricamente
mi avresti salvato, non significa
che questo fa di me una tua proprietà!
-Chi hai mai detto questo?
… Ma ti senti quando parli? Sembri
peggio di quei plebei dei weasley.
Harry avvertì
l’odio totale. -Chissà, magari sono anche
migliori di te. -, borbottò e Draco gli lanciò
uno sguardo assassino.
-Vai a dormire. O giuro che ti sbatto
fuori dalla stanza e
dormi fuori come i barboni.
-Lo preferisco se devo essere
trattato così-, Harry abbassò
il viso in basso e si sentì un idiota. Quali altre
opportunità avrebbe dovuto
dare a Malfoy? Era un idiota arrogante e viziato. E questo non sarebbe
mai
cambiato. Sperava che il ragazzo fosse maturato di poco. Ma era
evidente che sperasse
in qualcosa di impossibile.
-Adesso metterai il broncio fino a
quando non ti chiederò
scusa?-, Draco inarcò un sopracciglio e si sdraiò
sul letto. - E’ ridicolo il
tuo comportamento. Sei troppo infantile. Ammettilo e basta che la colpa
è tua, che
non hai voluto seguirmi. Dopotutto io te l’ho chiesto! Non me
ne sono subito
andato via! Quindi smettila di frignare e assumiti le tue
responsabilità! Per
diamine!
Harry non avrebbe ammesso mai di aver
sbagliato. Sarebbe
stato troppo per lui. Si sentiva troppo orgoglioso per ammetterlo. E
adesso la
situazione con Malfoy sembrava stesse prendendo una piega del tutto
diversa da
com’era qualche giorno fa.
Draco avvertì il peso del
moro accanto a se e alzò gli occhi
ai suoi per leggerci qualcosa: era evidente che fosse arrabbiato.
“Non era Harry Potter. Non
era Harry Potter. “
Così prima che Harry
avesse tempo di cantargliene ancora
quattro, Draco lo attirò in un abbraccio, facendolo
distendere accanto a
se. –Mi
sei mancato… -, sussurrò piano
al suo orecchio.
Questo riuscì a far
zittire completamente il moro, che
sembrava pietrificato contro il petto di Draco. Poco dopo
sentì le labbra del
biondo sulla propria fronte e il cuore incominciò a battere
forte. Harry alzò
il viso per avvicinare le labbra alle sue, ma quello che gli
arrivò alle orecchie
era un mormorio sconnesso da parte del ragazzo. Draco si era
già addormentato
ed Harry constatò che gli piaceva molto stare tra le sue
braccia. Specialmente
perché il suo profumo gli era sempre piaciuto. Lo odiava
anche per questo: perché
faceva sempre odore. Agli allenamenti
di quidditch tutti erano sudati e puzzolenti, tranne Draco. Harry non
sapeva
spiegarsi come il ragazzo facesse a profumare di mandorla e miele anche
dopo
due ore di allenamento stremante! Che Malfoy avesse una pelle
autopulente? O
forse conosceva qualche incantesimo per profumare sempre? Conoscendolo,
l’avrebbe usato.
Harry gli si appoggiò al
suo petto e si strinse a lui. Gli
occhi chiusi e la mente aperta in una strana idea.
Prima che potesse anche solo pensare,
si alzò dal letto e
constatò che Draco dormisse davvero. Quando si accorse, che
effettivamente
stesse dormendo, allora afferrò la bacchetta dai pantaloni e
la puntò contro il
ragazzo.
-Legilimens
°°°
In pochissimo tempo, Harry si
ritrovò immerso nei ricordi e
nei pensieri di Draco, che lo portò a quella volta sul
treno: Il loro
secondo incontro.
-Non tarderai a scoprire che alcune
famiglie di maghi sono
migliori di altri, Potter. Non vorrai mica fare amicizia con le persone
sbagliate…? In questo posso aiutarti io
Il Draco del passato
allungò la mano per stringere quella
del piccolo Harry, ma lui non la prese.
-Credo di essere capace di capire da
solo chi sono le
persone sbagliare, grazie.
La scena cambiò e stavolta
Harry vide dei ricordi che non
gli appartenevano.
Il
Draco del primo
anno era seduto a terra, con il broncio e gli occhi rossi e lucidi.
Tiger e
Goyle erano alla soglia della porta della camera.
Harry si rese conto che le camere dei
serpeverde erano molto
diverse rispetto a quelle della sua casa. Sembravano anche
più accurate e
moderne. Ma i suoi pensieri vennero interrotti dalla voce del piccolo
Draco.
-Me la pagherà cara quel
Potter! E’ colpa sua se Grifondoro
ha vinto la coppa delle casa!-, sbraitava.
-Arriva
lui, con il
suo branco di Grifondoro dementi a rovinarmi tutto!
Tiger e Goyle si avvicinarono
all’amichetto e gli si
sedettero accanto, senza dire una parola.
-…Avevo anche avvisato a
mio padre… Prima l’ho contattato
con la metropolvere. Volevo essere confortato da lui! Volevo sfogarmi!
Invece
sapete cosa mi ha detto? Che sono una rovina. Ma io non mi arrendo.
Farò di
tutto per compiacere a mio padre e batterò una volta per
tutte quel Potter!
La scena cambiò di nuovo
ed Harry si ritrovò adesso in un
campo da quidditch. Draco aveva l’aspetto di un ragazzino di
12 anni. Quindi constatò
che erano ricordi del secondo anno ad Hogwarts.
Draco volava con la sua Nimbus 2001 e
solo dopo un po’,
Harry capì che si trattasse di un audizione.
Gli venne
in mente
quando quell’anno Hermione pensava che Draco avesse barato
per avere quel posto
di cercatore a Serpeverde. Invece adesso doveva ricredersi a quelle
parole, che
negli anni passati aveva creduto. Draco aveva davvero meritato quel
posto ed
Hermione era stata un po’ troppo scontrosa con lui
quell’anno. Chiunque
si sarebbe arrabbiato sentendosi
dire parole simili. Si spiegò anche il fatto del
perché Draco avesse usato
quella parola così orribile nei confronti di Hermione. Ma
prima di pensare ad
altro, Harry si ritrovò in un altro luogo.
Draco era inginocchiato a terra e
piangeva. Si teneva il
braccio nascosto al petto e nascondeva il viso tenendolo abbassato, il
pavimento pieno delle sue lacrime, il respiro affannoso e irregolare,
sembrava
sull’orlo di una crisi d’asma.
Harry si guardò intorno e
capì di essere in una stanza. Una
stanza molto bella, ma la visione era offuscata e non si riusciva a
vedere
perfettamente.
Questa volta la visione
cambiò in fretta ed Harry ebbe solo
il tempo di lanciare un occhiata al braccio che Draco custodiva quasi
gelosamente. C’era un disegno: “Il marchio
nero” Pensò, prima che sparisse.
°°°
Mi scuso con tutti per l'enorme ritardo. Ho avuto seri problemi,
naturalmente personali e non sto qui a scocciarvi più di
tanto. Ho già scritto altri due capitoli e non ho intenzione
di abbandonare di nuovo la storia ^^
Da un anno a questa parte ho cambiato completamente metodo di scrittura
e spero davvero di non aver fatto troppi errori... Ho richiesto anche
l'aiuto di un'amica cara per essere sicura di non fare errori
gravissimi!
Spero che nonostante tutto il capitolo venga almeno apprezzato...
Un abbraccio e grazie a tutti per aver letto!
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 4. ***
Capitolo 4
Harry non aveva parlato quasi per
tutta la giornata, il
giorno seguente a quel piccolo “incidente”.
Era stato nel suo angolino ad annuire
e ad ascoltare il
brontolare dell’altro ragazzo, che cercava in tutti i modi di
fargli dire
qualcosa. D’altro canto, Draco stava cominciando a perdere le
staffe. L’aveva
perfino tentato con l’offerta di un dolce gustoso in cambio
di una parola. Ma
niente.
Harry era troppo scosso e si sentiva
in colpa per aver
violato in quel modo la mente dell’altro ragazzo.
I ricordi di Draco erano stati
oltre le aspettative, e non era riuscito a reggere.
Subito dopo la visione di Draco,
seduto a terra con il
marchio nero, Harry era uscito dalla mente di quest’ultimo,
si era seduto sul letto e aveva
pensato quasi tutta la notte a ciò che aveva visto.
Aveva visto un ragazzino insicuro in
quella sicurezza, che
evidentemente era solo apparente. Un ragazzino con un genitore che
sembrava
avergli privato dell’affetto paterno. Un ragazzino con
persone contro e per cosa?
Solo per il cognome della famiglia e per la “casa
assegnata” a
scuola.
Si sentì un idiota. Certo,
non scordava tutti quegli anni a
scuola, ma si sentì lo stesso in colpa.
Avrebbe tanto voluto avere Hermione
li davanti e solo per
rimproverarla, e avrebbe rimproverato anche Ron, di quella volta quando
al
suono del nome ”Draco” lui
aveva riso
sotto i baffi. Ma pensò anche che erano soltanto dei bambini
allora. Dei
bambini ingenui e molto fiduciosi alle parole dette da altri contro
Draco
Malfoy e la sua casata. Che i Malfoy fossero malvagi era certo, ma
Draco era
diverso.
-Cosa devo fare per farti parlare?
Vuoi delle scuse? Okay,
scusami per come mi sono comportato ieri. Non ti lascerò
più solo. Ma adesso
dii almeno una sola parola, per diamine!
-Io …ehm …
-Cosa? -, Draco guardava Harry con
indecisione e si
aspettava sempre una risposta da parte di quest’ultimo.
–Sto per perdere le
staffe…-, disse infine più a se stesso.
-Okay! Okay! …Ti perdono-,
sbuffò Harry, appoggiando il
mento sulle ginocchia.
-Oh per l’amore del cielo-
era ora! Non sapevo più che fare
per farti parlare! Solitamente mi dai fastidio quando parli, ma quando
mi
ignori mi dai ancora più sui nervi!
-lo terrò a
mente…uhm... Il dolce è ancora valido?
Alla fine Draco aveva comprato una
buonissima torta morbida
con cioccolato e panna, ed Harry ne mangiò quasi tre fette.
Naturalmente
l’altro ragazzo ne mangiò solo una e sempre con la
solita portata da
aristocratico.
Per un momento, Draco aveva avuto
paura che Harry se la
fosse presa davvero. E’ vero, odiava quando parlava, ma non
sentirlo parlare
affatto e sentirsi ignorato in quel modo era peggio. Gli avrebbe
comprato non
uno, ma anche tutto il negozio di dolci se questo fosse servito a farlo
parlare. Ma poi si disse che sarebbe stato sconsiderato da parte sua
viziarlo
troppo.
E adesso si trovava li, a fissarlo
mentre lui mangiava
quella fetta di torta come se fosse la cosa più buona a
questo mondo e Draco
non riuscì a non sorridere. Pensò che, guardando
il ragazzo da un’altra
prospettiva, fosse tenero. Era tenero quel suo sorridere e canticchiare
a bocca
piena. Era tenero il suo sguardo dolce su quel pezzo di torta. Ed erano
estremamente teneri quei capelli arruffati e scomposti. Tanto che Draco
avrebbe
desiderato affondarci una mano tra di essi, per poterne sentire la
soffice
consistenza delicata.
-Ti piace… Ma non ti
sentirai male a mangiare ancora torta
al cioccolato?-, gli chiese infine Draco. Mentre lo guardava ancora,
con una
mano appoggiata alla guancia e il gomito sul tavolino della
pasticceria.
-Lo so, ma non ho mai mangiato un
dolce così buono! Ho come
l’impressione che se non ne faccio scorta adesso poi non
potrò assaggiarne più.
-Possiamo passare qui anche
domani… Non c’è fretta. E poi
non sappiamo per quanto ancora dovremmo restare qui. Quindi rilassati-,
concluse l’altro ragazzo.
Harry si era accorto dello sguardo
del biondo su di se, ma
non aveva voluto fare caso a quel dettaglio e, anzi, aveva continuato a
mangiare la torta a cioccolato; anche
perché sapeva che se avesse alzato lo sguardo
sull’altro ragazzo, lui l’avrebbe
baciato un’altra volta.
Non era la prima volta che mangiasse
una torta del genere.
Ma era la prima volta che la mangiava con Draco e questo già
fece si che la
torta fosse mille volta più deliziosa.
Erano strani quei pensieri, proprio
su Draco Malfoy poi. Ma
non ci poteva fare niente: gli piaceva. Si era sentito vivo dopo anni e
anni.
Finalmente aveva trovato qualcuno che, anche se in modo negativo, lo
facesse
sentire vivo. Si ripeteva. Anche a scuola era così. Ma era
stato troppo preso
da Voldemort e tutto il resto perché se ne accorgesse.
La verità è che
tutti quanti erano bravi a farlo sentire a
casa e a consolarlo, ma non lo spronavano mai a reagire! E Malfoy,
beh… lui
bastava una sola frase per mandargli in cortocircuito il cervello e il
corpo
era già li: pronto a picchiarlo. Ma aveva
istinto… Con Malfoy reagiva. Era come
quando doveva salvare una persona dal male: li reagiva. Draco Malfoy lo
faceva
incazzare, ma lo faceva smuovere da quella vita monotona e divisa fra
il male e
il bene. Insomma, quando voleva picchiarlo non pensava al bene e
nemmeno al male.
In realtà non pensava a niente e basta… Era
assurdo! Assurdo come una persona
sia capace a sconvolgerti interamente. E quasi non riusciva nemmeno a
capire
quello che stesse pensando. La sua mente era piena di confusione, che
si
accorse di essersi sporcato con la panna quando il dito di Draco
finì sul suo
labbro inferiore per ripulirglielo. Harry decide di bere un goccio di
the,
tanto per levare quel grosso groppo che gli si era formato in gola, al
gesto
dell’altro ragazzo, e Draco sogghignò.
-Commini disastri quando
mangi… Sii più ordinario.
Draco portò il dito sporco
di panna in bocca e lo leccò
lentamente. Il tutto sotto lo sguardo di Harry, che si era fatto
rovesciare
metà del the che stava bevendo addosso.
Quest’ultimo sussultò al bruciore del
liquido e si passò un tovagliolo sul petto.
-Sei un disastro su tutta la
linea… Ci stai attento?!-, lo
rimproverò Draco.
-Sì
sì… Sto attento--
-Non mi pare.
Harry sospirò di sconforto
e lasciò andare i fazzoletti
sporchi sul piattino del dolce ormai finito.
Mentre Draco sembrava piuttosto a suo
agio. Come se prima
non avesse fatto niente, e come se gli occhi di tutti quanti non
fossero puntati
su di loro.
°°°
Più la serata passava e
più Harry si chiedeva quale droga
strana c’era messa nel the che aveva bevuto Draco.
Perché quella era la
spiegazione plausibile a ciò che successe.
Draco era stato gentile e dopo la
torta aveva voluto fare
una passeggiata lungo il canale. Li c’era un fioraio e lui
gli aveva comprato
dei fiori! Gli aveva baciarlo la guancia e gli aveva tenuto la mano!
Ed Harry voleva morire dalla
vergogna…
Gli occhi di tutti erano su di loro,
come sempre.
-Tom, non ho potuto fare a meno di
notare che stasera sei
diverso dal solito
-Non dire assurdità,
preferisci quando ti ignoro? Lo terrò a
mente.
-No! No! Io..ehm…mi piace
che tu sia gentile con me, ma …
Draco si girò verso Harry,
lanciandogli uno sguardo furtivo
e inarcando il sopracciglio destro. –Ma?
Harry si sentì in
confusione. Parlare o non parlare? Una
parola sbagliata e addio al Draco tenero e premuroso.
-Nulla… Solo che
attiravamo tanti occhi indiscreti..
-Oh, ti vergogni? Non
c’è niente da vergognarsi. Sei con
me..
Harry inarcò le
sopracciglia e decise di lasciar perdere.
Fosse stato il solito Harry, senza la memoria persa, gli avrebbe
risposto a
tono. Ma non in quel caso. Non voleva che l’altro ragazzo
potesse sospettare
qualcosa. Quindi si ritirarono a casa poco dopo e, ironia della sorte,
Draco
gli si era avvicinato come per toccarlo, ma infine gli aveva solo
spettinato i
capelli con una mano e gli aveva dato la buona notte; ed Harry, con il
sangue
che bolliva nelle vene e la voglia di saltargli addosso, se ne
andò a letto
molto frustrato.
Nemmeno con Ginny aveva mai provato
tutta quella
frustrazione. Forse perché Draco in quel senso lo evitava,
mentre invece la
rossa cercava in tutti i modi di avere un contatto fisico con lui. Ma
anche
solo immaginando, quello che provava quando stava attorno al biondo era
molto
più forte di quello che provava quando Ginny lo sfiorava
soltanto.
In sintesi, Draco lo faceva impazzire
anche solo con la
vicinanza. Anche solo con l’odore. Ed Harry si
sentì un idiota. Voleva
vendicarsi del
ragazzo e non
infatuarsene o peggio! E voleva scappare. Scappare da quella situazione
e
dirgli la verità: che ricordava tutto e che era solo una
finzione. Ma poi
l’altro ragazzo l’avrebbe
davvero
cacciato via ed a quel punto Harry avrebbe dovuto dire addio a quello
strano
rapporto che si era creato fra di loro.
-Senti Tom…
Perché ti sei comportato così carino stasera? Quasi come se fossi il
mio…ehm…fidanzato...e
adesso ti comporti così---
Draco lanciò ad Harry uno
sguardo interrogativo.
-Il dolce, i fiori, la passeggiata
mano nella mano e il
tutto e poi arriviamo qui e … Boh…
-Non riesco a capire davvero dove tu
voglia arrivare…
- Non mi hai nemmeno baciato.
-Oh… -,
Sussurrò Draco, voltandosi altrove. -Davvero molto
perspicace e coraggioso da dire. Io bacio solo quando mi va.
Harry pensò di non aver
sentito bene.- Come scusa?
-Hai sentito perfettamente, Daniel.
Adesso vai a letto e non
mi scocciare con questi argomenti da adolescenti. Ma per
favore…
La discussione finì li.
Almeno per il momento…
Il giorno seguente Draco si
svegliò con il rumore dell’acqua
della doccia. Infatti, appena aprì gli occhi vide Harry che
si stava lavando,
sempre con il vizio di non chiudere la porta del bagno.
Si alzò quindi dal letto,
stiracchiandosi e andando in
bagno, cercando di non guardare al ragazzo che si faceva la doccia e
incominciò
a lavarsi la faccia e i denti, controllando se ci fosse qualche caria:
l’igiene
era fondamentale per lui. Poco
dopo
ritornò in camera e sistemò il letto ( sempre
stando zitto) . Infine si sedette
sul letto, guardandosi intorno. L’unica cosa che
c’era da sistemare era il
letto di Harry e i suoi vestiti sparsi a terra.
-Crede che io sia una cameriera!?-,
borbottò tra
se Draco e andò a prendergli i vestiti da
terra, posandoli nella cesta dei vestiti da lavare. Poi
guardò verso il bagno e
pensò che magari doveva sforzarsi un altro pochino ad essere
gentile con lui.
In effetti il
comportamento che aveva
tenuto la sera precedente, al ritorno della passeggiata, era stato
contradittorio
ai gesti che aveva fatto poco prima
della piccola discussione.
Decise quindi di compiere
un’altra buona azione. Andò a
sistemargli il letto, prendendogli poi dei
vestiti puliti per quanto l’altro ragazzo sarebbe
uscito dalla doccia.
Stava ritornando anche di buon umore.
Quando, afferrando svelto una sua
maglietta pulita , sentì qualcosa
cadere ai propri piedi, per poi scomparire sotto il letto.
Andò quindi ad
inginocchiarsi a vedere cosa fosse caduto e il sangue gli si
gelò nelle vene
appena vide una bacchetta. Ma non la propria e non una qualunque: era
quella di
Harry.
-C-Che--cosa… Cosa
significa …questo? …-, Draco si girò
verso il bagno e il volto gli si dipinse in una maschera di puro odio.
Con
forza lanciò la bacchetta dall’altra parte della
stanza e guardò in direzione
di Harry in modo furioso. Poi afferrò una sedia e la
alzò con una tale facilità
da ricredere alla propria forza e poi… poi
abbassò la sedia con lentezza e
sempre lentamente andò a sedersi.
“Devo stare calmo. Calma.
Calma. Calma. Calma. Uno. Due.
Tre. Quattro… … “
Fece profondi respiri, tentando di
calmarsi. Avrebbe tanto
voluto uccidere Harry Potter in quel momento. Perché era
HARRY POTTER e non
Daniel.
-E lui sa tutto… Ricorda
tutto… Maledetto… bastardo.
Maledetto—
Sentì l’acqua
del bagno chiudersi e in quel momento gli
venne un lampo di genio.
“Ma se Potter sa tutto,
perché lo sta facendo? Perché sta
continuando il gioco…?”
Svelto andò davanti al
bagno e osservò il ragazzo uscire
dalla doccia con un asciugamano in vita. “O la va o la
spacca.” Doveva smetterla
con quei detti babbani. Stava cominciando a contagiarsi.
-Oh, hai finito? Perfetto
perché dovevo farmela anch’io.
Draco incominciò a
spogliarsi davanti agli occhi atterriti
di Harry e non riuscì a non farsi formare un ghigno
compiaciuto sulle labbra.
Si sbottonò i pantaloni con calma e infine sfilò
via anche i boxer, restandogli
completamente nudo davanti. Poi gli passò accanto e con
nonchalance gli lanciò
uno schiaffo al
sedere. Harry sbarrò gli
occhi e tremò visibilmente a quel comportamento, che non
aveva ancora visto da
parte dell’altro ragazzo. Si girò quindi e
andò a vestirsi, sentendo ancora la
scossa della sua mano contro la natica sinistra.
Draco intanto aveva cominciato a
lavarsi, con la porta
aperta anche lui sta volta: Si sarebbe divertito. Eccome se
l’avrebbe fatto.
Voleva confonderlo. Voleva scoprire a quale gioco stesse giocando. Ci
mise poco
a lavarsi e infatti poco dopo finì e uscì dalla
doccia completamente
gocciolante e senza un asciugamano.
-T-Tom stai bagnando
tutto… Insomma, un asciugamano?
- No. Ho troppo caldo. -, Lo
interruppe l’altro ragazzo,
mentre si sdraiava sul letto e faceva versi a dir poco osceni.
Rilassandosi ed
inarcandosi con la schiena. – Mmmhh…
Harry sentì le mani
tremare e la gola secca, mentre cercava
in tutti i modi di non abbassare lo sguardo al fisico asciutto, ma
scolpito
dell’altro ragazzo. Chi l’avrebbe detto che Draco
Malfoy avesse dei muscoli
sotto quelle camicie larghe. “Dev’essere stato
tutto quel Quidditch” Pensò. “Carine
quelle fossette sotto la schiena”.
Intanto Draco sentiva lo sguardo su
di se e forse cominciò a
capirci qualcosa. Si alzò quindi dal letto e
afferrò Harry per la maglietta,
spingendolo contro l’altro lettino e gli si mise di sopra.
-Infin dei conti non penso che poi a
te dispiaccia se resto
nudo.
-N-Non capisco dove---
Ma prima che potesse finire la frase,
la mano di Draco andò
alla sua gola, avvicinando pericolosamente il viso alle sue labbra ed
Harry si
sentì accaldato. Istintivamente mosse le labbra vicino alle
sue. L’altro ragazzo
per risposta emise una leggera risata e si scostò di poco
dal suo viso.
-Mi desideri allora…
Dimmelo. Voglio sentirlo uscire dalla
tua bocca: “Ti desidero…”
-N-non riesco a capire io--, Harry si
lasciò sfuggire un
leggero ansimo mentre la bocca di Draco era alla sua gola e fremette al
ginocchio che sentì tra le gambe.
-I-io….Sì…Sì,
ti voglio…
-Dillo ancora.
-T-Ti voglio…
-Sii più
convincente…
-T-Tom…ti prego…
-Dillo!
-Ti voglio! Ti desidero! Toccami, ti
prego!
Draco emise dei suoni appagati e gli
alzò il mento con una
mano, mentre l’altra si spingeva fino al ventre di Harry.
-Oh, lo sento… Lo
sento molto bene…Potter.
Harry sentì come il sangue
andargli alla testa e poi
scendere in basso fino
allo stomaco,
dove una mossa di puro terrore lo investì. -Potter?...
Draco si alzò da sopra lui
e strinse le labbra- Oh, sì.
Potter. Hai sentito bene.
-Ma io non sono--
-Smettila con questa messa in scena!
Mi hai stufato! Magari
la prossima volta nascondi la bacchetta in qualche posto più
sicuro ai miei
occhi!
Harry si mise seduto, per poi alzarsi
del tutto, mentre il
cuore sembrava volergli scoppiare dal petto.
-Non è come
credi…Io…Non è come credi…
-Ah, no?! E allora a cosa dovrei
credere?! Da quanto sai
tutto?! Dimmelo o
giuro che ti crucio
qui e me ne sbatto se vado a finire ad Azkaban!
Harry non riuscì a
parlare. Era successo tutto troppo in
fretta e non poteva certo dirgli che aveva continuato quel gioco
perché la cosa
gli piacesse. Aveva già fatto la parte dell’idiota
confessando a Draco la sua
voglia verso di lui, figuriamoci anche questo. Abbassò
quindi lo sguardo a
terra e l’altro ragazzo sentì salire
l’odio dentro di se e svelto andò a vestirsi.
Quest’ultimo sfilò la bacchetta dai pantaloni e se
la girò tra le mani, mentre
tentava in tutti i modi di darsi un contegno.
-Dimmi subito tutto e giuro che se lo
farai in fretta non ti
ritroverai schiantato.
-Draco, davvero—
-Malfoy!! Solo Malfoy per te,
Potter!-, puntando la
bacchetta contro al ragazzo.
-Malfoy…. Okay…
Io—
Ma venne interrotto da un frastuono
enorme e prima ancora di
rendersi conto di cosa fosse stato, la porta della camera
d’albergo era
schiantata ai loro piedi.
// Mi scuso con tutti se
non ho continuato a pubblicare, ma il pc dove avevo la storia era morto
ahaha perciò ho aspettato questi mesi che venisse riparato,
oltre ad altre mille peripezie!
Ho pubblicato due capitoli
su wattpad e adesso sto pubblicando altri due capitoli qui, uno oggi e
l'altro domani!
Spero che nonostante tutto
c'è ancora chi sperava nel continuo di questa storia!
Capirò se non riceverò nessun
commento...
Una buona serata!
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 5. ***
Capitolo 5
-Dipartimento Auror! Non muovi un
muscolo se non vuole
trovarsi schiantato!
Come erano arrivati a quel punto?
Draco aveva puntato la
bacchetta contro ad Harry nel tentativo di intimidirlo, non di fargli
davvero
male. Ma era evidente che “gli altri” non la
pensassero allo stesso modo.
-C-cosa? Non è come
pensate! Io non stavo facendo niente a
questo---
Ma Draco non ebbe il tempo di finire
la frase che due
braccia forti e resistenti lo bloccarono con forza.
Gli
Auror non gli diedero il tempo di finire che lo trasportarono di peso
fuori
dalla camera d’albergo. Il tutto con la proprietaria del
locale che guardava
scandalizzata e urlava parole senza senso in Italiano.
-Che sta facendo?! Mi lasci andare,
subito! Potter! Stupido,
Potter! Diglielo che non ho fatto niente!
In tutto questo Harry era
completamente pietrificato e con
lo sguardo perso alla porta dove aveva visto gli Auror trasportare via
Draco.
“Gli Auror hanno preso
Draco…”. Cazzo!
Il moro andò spedito verso
i suoi compagni di lavoro e cercò
in tutti i modi di parlare, ma invano. I suoi colleghi lo informarono
che
qualsiasi denuncia sarà stata fatta al Ministero della
magia, una volta che si
fossero smaterializzati li. Quindi Harry non ebbe il tempo di finire la
frase che
si ritrovò catapultato in aria e in poco tempo
all’interno del Ministero.
Svelto e ancora un po’ scosso andò a spingere i
vari Auror, nel tentativo di
spiegare l’equivoco. Shacklebolt era già li che li
attendeva.
-Signore! Signore—Mi scusi!
Signore!
-Oh, Signor Potter. Mi dispiace per
questo inconveniente. Ma
avevamo bisogno di lei e i tuoi colleghi sono venuti personalmente ad
avvisarla.
-Come mi ha trovato?
-Non è stato difficile!
Avevi di nuovo la tua bacchetta e ti
abbiamo rintracciato con facilità. Solo che non sapevano che
il Signor Malfoy
stava tramando contro di voi ed è stata una vera fortuna
che—
-Signore! Dev’esserci un
equivoco!-, lo fermò Harry, prima
che il suo capo potesse finire il discorso.
Shacklebolt infatti lo
guardò con curiosità ed Harry sentì
le guance diventare rosse a quella strana idea che gli venne in mente.
Ma in
quel momento non trovava nulla di migliore per far scampare la cosa a
Draco.
-Vede signore…
Malf—Draco non ha tentato di uccidermi o
altro. Noi eravamo li per un…uhm…vacanza.
Gli Auror attorno a lui continuarono
a fissarlo un po’
sconcertati e anche Draco non smetteva di fissarlo, cercando di capire
che cosa
gli passasse per la mente. L’interessato in questione si
grattò la testa con
nervosismo e guardò il pavimento sotto di se. Le guance che
si infiammavano
sempre più.
-Lui è il mio
ehm…ragazzo…
-COSA?!--OH, Ehm…Harry
caro, perdonami, ma non lo sapevo
proprio. Non avrei mai fatto prendere quei provvedimenti se avessi
saputo
che…Il Signor Malfoy fosse il suo---ragazzo -, si
scusò Shacklebolt, con le
guance un po’ rosse dalla vergogna e dallo stupore.
-Sì, è successo
da poco e non pensavo di voler rendere le
cose, diciamo, ufficiali…
Draco in tutto quel contesto era
rimasto a bocca aperta,
sconvolto ed imbarazzato. Mai si sarebbe aspettato quelle parole dette
dal “salvatore
del mondo magico” e si scansò dalle braccia
potenti degli Auror che ancora lo
tenevano imprigionato. –Avete sentito?! Non
c’è bisogno di tenermi ancora come
un prigioniero!-, Si avvicinò ad Harry e gli avvolse un
braccio attorno alle
spalle.
–Esatto,
io sono…il…
ragazzo di Harry Potter.-, lo disse più per se stesso che
per gli altri. Aveva
le vertigini…
Il moro si portò una mano
al volto per nascondere l’evidente
imbarazzo e avrebbe tanto strozzato Draco in quel momento, che invece
di stare
zitto complicava sempre tutto.
-Miseriaccia! Harry!?
-RON!-, Harry per poco non si
strozzò con la saliva quando
vide il suo migliore amico che lo fissava, altrettanto sconvolto anche
lui. –Che---Che
cosa ci fai tu qui?
-Si dia il caso che ci lavori, Harry
e poi avevo saputo di
quello stronzo di Malfoy e—e---Ho sentito tutto e
–mi dispiace, non lo sapevo.
Ma Harry, potevi dirmelo che avevi altri gusti…Certo
è Malfoy ma—
-Sì, lo so…Ti
chiedo scusa, Ron, ma vedi—è successo tutto in
questi giorni e—
-SORRIDETE!
Draco ed Harry sussultarono allo
scatto improvviso di una
macchina fotografica e il giornalista, una volta ottenuto
ciò che voleva, sgattaiolò
via da li come se avesse i cani alla calcagna.
-Potter…. Quello non era
un giornalista e non ci hanno
appena fotografato mentre siamo stretti l’uno
all’altro, no?...
°°°
-Dov’è il mio
giornale? Qualcuno sa dirmi dov’è il mio
giornale?! Cissy!
Narcisa si avvicinò
tremolante al marito, un po’ pallida in
viso e gli sorrise lievemente. –Purtroppo… oggi
non c’è nessun giornale. Tutti
finiti.
-E’ impossibile, cara. Non
possono essere tutti finiti, non
è mai successo! Brardo! Brardo!
L’elfo domestico apparve in
pochissimo tempo, piegato un po’
sulla schiena a causa del lavoro a cui doveva sottostare ogni singolo
giorno. –
Mi avete fatto chiamare, Padrone?
-Sì, Brardo. Voglio il
giornale del mattino e non mi importa
che sia finito, trovamene uno.
-Ma signore, la signora ha
espressamente richiesto di non---
Lucius sfoderò la
bacchetta dal suo bastone da passeggio e
Brardo si prosperò ai suoi piedi. –Mio signore,
sarà fatto… Le porterò un
giornale in men che non si dica!
-Lucius… non era il caso
di—
-Cissy. Un po’ di
silenzio… è ancora mattina…-,
sorseggiando
il suo té con fare regale e un po’ tremolante per
l’agitazione di prima. La
donna annui e gli si sedette accanto, sapendo cosa sarebbe successo da
li a
poco. Con un “Click” l’elfo domestico
riapparve davanti a loro con un giornale
del mattino e si avvicinò al suo padrone con agitazione.
-Ecco a voi, Mio Padrone.
-Splendido.
Lucius prese il giornale con un
sorriso stampato in volto,
sorriso che si spense una volta aver letto i titoli iniziali.
-Oh, questa mi mancava. Potter in
prima pagina. Come se non
lo fosse---mai…
Narcisa si mosse sul posto,
avvertendo la tensione salire ed
incominciò a tremare quando vide il volto del marito
tramutarsi di un rosso
acceso, che faceva contrasto a quei capelli quasi bianchi.
-Narcisa. A-Avvicinati….-,
cercando di mantenere il
controllo nella voce. La donna gli si avvicinò e
sussultò di nuovo alla vista
della foto di suo figlio con il salvatore del mondo magico.
-Quello non
è…D-Draco, mmh? …Non sta abbracciando
davvero
Potter, no? ..Io…Io lo disconosco! Come figlio e come tutto!
Lucius si alzò dalla sedia
con fare minaccioso e scaraventò
tutta la colazione a terra.
-L-Lucius
-Hai visto?! Ha visto?!
E’….un lurido spreco della natura!
Il mio unico figlio ed è inutile! Lo voglio fuori da casa
mia! Fuori dalla mia
vita! Fuori da tutto! Non è più niente per me!-,
urlando come un forsennato.
-Non dire così…
E’ nostro figlio! Il nostro ragazzo!
-Non è più
nulla a mio parere. Diglielo appena lo vedrai.
Perché io non ho più un figlio…
E’ come se fosse morto.
°°°
Il giorno seguente, Harry era nel suo
appartamento nella
Londra babbana, finalmente. Gli era mancato avere i suoi spazzi
personali e
senza gli occhi di una Serpe puntati addosso. Anche se ammetteva che un
po’ non
gli dispiaceva affatto avere gli occhi di Draco puntati addosso. A quel
pensiero un brivido gli percorse il corpo e andò a farsi una
doccia veloce.
Aveva lasciato il ragazzo davanti ad
un edificio e aveva
guardato tutto il tempo la sua schiena, quando questi si era girato per
andarsene via. Allora non aveva pensato a quello che stesse accadendo,
ma era
più che convinto che il ragazzo non si sarebbe
più fatto vedere o sentire. Era
finita. Addio alle provocazioni ed ai suoi baci. Addio ai suoi occhi e
alle sue
carezze. Addio alle sue sgridate. Semplicemente, addio a tutto: era
stato bello
finché è durato. Draco aveva avuto ciò
che voleva, ovvero divertirsi a
prenderlo in giro un’altra volta. Era stato come a scuola:
una competizione. Ed
Harry aveva perso.
Uscì dalla doccia e si
avvolse contro un’asciuga mano, mentre
i pensieri erano ancora sull’altro ragazzo.
Non voleva arrendersi e nemmeno
l’avrebbe fatto. Sarebbe
andato da lui per parlare e avrebbe sistemato la situazione.
La porta bussò ed Harry si
incuriosì. Solitamente Hermione e
Ron usavano la Metropolvere per fargli qualche visita e poi non
aspettava
nessuno. Quindi svelto andò a mettersi un paio di jeans e
una maglietta, un po’
attillata a causa dell’acqua. Un asciugamano ai capelli e
scalzo. Tutto sommato
poteva anche andare ad aprire. Alla porta bussarono ancora, un
po’ più
violentemente di prima e svelto andò ad aprire.
-Sì sì.
Eccomi---Malfoy?!
-In carne ed ossa. Fammi spazio,
Potter.
Draco entrò in casa quasi
con irruenza e la sua espressione
fece capire all’altro ragazzo che era successo qualcosa.
-Davvero—Non sono stupito
dal tuo arredamento. E’ proprio
una topaia…
-Malfoy, che diavolo ci fai qui?
Il biondo rise e posò a
terra la valigia che aveva in mano.
–Proprio non ci arrivi con quella mente bacata che ti
ritrovi? A causa Tua, e
sottolineo tua, sono stato cacciato via di casa. No, perché
tu non potevi dire
che fossimo amici o altro, dovevi per forza puntualizzare che stessimo
insieme!
-Credevo –Insomma, volevo
fare la cosa giusta! E ti ho
salvato il culo, Malfoy.
-Cosa ti è passato per
quella mente idiota?!-, non
ascoltandolo di una sola parola. -Siamo in prima pagina! Mia madre e
mio padre
non ne vogliono sapere di me e mi hanno disiderato fino
all’osso! Il mio
appartamento confiscato! Ora. Tu. Mi fai restare qui. E questa non
è una
proposta. E’ una scelta che ti impongo. E’ colpa
tua e adesso risolvi tutto tu!
-Guarda chi sta parlando! Quello che
mi ha trafugato un
vestito da donna e si è inventato che fossi un
gigolò ricercatissimo! Sei
serio, Malfoy? No perché sto cominciando a dubitare della
tua intelligenza-, lo
canzonò Harry, che mentre sentì la rabbia
salirgli a quelle parole.
-Chi cazzo credi di essere per
potermi parlare così?! Devo
ricordarti chi è stato al giochetto alla fine? No
perché—Oh, ho capito… Sai non
sei proprio bravo a nascondere i tuoi desideri repressi, Potter.
-Di che diavolo stai parlando?
-Ti piacerebbe proprio che io fossi
il tuo ragazzo.
Dopotutto tu mi vuoi, l’hai detto-, ghignando infine.
Harry si portò una mano
tra i capelli ed inghiottì a vuoto.
–Non è divertente.
-Oh sì, invece.
Ora… tu andrai a casa dei miei e li
convincerai che tutta questa storia è solo una futile e
sciocca messa in scena
per salvarmi il culo.
-Dai tuoi?! No. Assolutamente no.
-Tu andrai invece! A meno che non mi
vuoi per sempre nel tuo
appartamento. No perché---
-Non sarebbe male. Infondo abito da
solo.
Draco fulminò
l’altro ragazzo con lo sguardo. –Tu. Andrai
dai miei e risolverai la cosa. Chiuso.
-E come, di grazia, potrei riuscire a
convincerli? Come
spieghiamo la cosa della vacanza?-, portando una mano davanti alla
faccia.
-A quello non dobbiamo pensare!
Pensiamo solo a convincerli
che io non sto con Harry San Potter!
-Non chiamarmi in quel modo!- lo
rimproverò.
Il silenzio calò su di
loro e Draco si portò una mano alle
tempie come sull’orlo di una crisi.
-Okay, quindi…dobbiamo
andare dai tuoi…
-Esatto.
-E… ci sarà
anche tuo padre quindi…
Draco sbuffò.
–Che problemi ti fai?
-E’ lui il problema-, gli
rispose in fretta Harry.
-Andiamo, Potter. Hai sconfitto Tu
sai chi e ti spaventi del
padre del tuo “Finto fidanzato”? E’ da
vigliacchi..-, ridacchiando.
-Zitto, Malfoy! Prima andiamo e prima
risolviamo tutto!
- Per una volta nella vita ti do
ragione.
-Bene. Andiamo quindi.
-Cosa volete dimostrare venendo qui,
Draco?
-Madre… Tutta questa
storia è un equivoco. Io e … Potter-,
squadrando male l’altro ragazzo. – Non stiamo
insieme.
-Nella foto non sembrava il
contrario… Eravate abbracciati.
-Era per…
Madre, non
stiamo insieme e basta. Credimi, ti scongiuro! Davvero potrei stare con
questo
idiota?!
-Ehi!
Harry era stato in silenzio ad
ascoltare madre e figlio che
discutevano in un modo del tutto indifferente. Specialmente la donna,
pensò. Draco
invece sembrava sul punto di inginocchiarsi ai piedi della donna: era
ridicolo!
-Cos’hai da dire tu?-,
stavolta Narcisa si rivolse
direttamente ad Harry, che nel frattempo stava cambiando colore di
pelle. –E’
vero che non c’è stato proprio niente? Davvero
niente?
-Io ehm…-, non era molto
bravo a mentire, specialmente dopo
il quinto anno con quella sprovveduta della Umbridge. Ma nemmeno voleva
mettersi in quella situazione, anche se Draco gli piaceva davvero. Era
sciocco
mentire ormai a se stessi e se lui avesse negato ogni cosa, allora
avrebbe
dovuto dire addio per sempre al ragazzo. –Non
dico…che non è successo niente,
ma nulla di troppo impegnativo e grave.
Draco si pietrificò sul
posto e afferrò le spalle della
madre. –Madre davvero vuoi ascoltare questo idiota?... Non
penserai davvero che
io e Potter… Dimmi che non lo pensi!
-Potrebbe esserci stato. Purtroppo
ricordo ancora, che nel
periodo scolastico mi mandavi lettere chilometriche parlando di Harry
Potter.
Draco arrossì e si morse
il labbro. –Non parlavo bene di
lui. Lo odiavo. Lo odio ancora!
-Potter?-, si rivolse Narcisa.
-Beh… sinceramente non so
che dire. Non posso negare cose
vere.
Sapeva di essersi scavato la tomba da
solo prima ancora di
vedere il volto furente dell’altro ragazzo.
-Tu. Ti conviene scappare.
-Vedo che la discussione possa finire
qui. -, la donna si
staccò dalla presa del figlio e questi gli si
aggrappò addosso.
-Ti prego! Dove vado?! Madre!
Non…puoi farmi questo…
-Ti troverai un lavoro e ti
guadagnerai da vivere da solo e
poi potrai stare dal tuo-- Lasciami.
-No. Non me ne andrò da
qui.
Narcisa uscì la bacchetta
e la puntò contro i due. Harry
sussultò e afferrò la spalla dell’altro
ragazzo.
-Non mi toccare, Sfregiato! Appena
avrò finito questa
faccenda tu sarai un uomo morto!-, sbraitò Draco, mentre
cercava di dimenarsi e
un lampo rosso gli arrivò vicino.
-Andatevene! Ora! Crucio!-,
urlò la donna e prima che
potesse colpirli Harry si era già smaterializzato via dal
Malfoy manor insieme
a Draco.
Harry capì di essersi
smaterializzato a casa quando si
ritrovò ad annaspare per lo spintone violento che ricevette
dall’altro ragazzo,
che nel frattempo era accasciato a terra, respirando affannosamente.
Poi Draco
si era alzato, guardandosi intorno con aria afflitta e spaventosamente
furiosa,
constatò Harry.
-Draco---
Prima che potesse finire di parlare,
quest’ultimo gli mollò
un pugno in pieno viso che lo fece cadere a terra e Draco ne
approfittò per
mettersi a cavalcioni su di lui e sbatterlo contro il pavimento.
-Tu! Tu! Hai rovinato tutto! Tutto!
Ti odio! Devi morire!
-D-Draco—Fermo!-, Harry gli
sbloccò i polsi e Draco si
strattonò con facilità, sferrandosi un altro
pugno. Solo allora Harry gli diede
una gomitata allo stomaco che fece annaspare l’altro ragazzo
e approfittò del
suo smarrimento per metterglisi di sopra e bloccarlo con il proprio
peso.
-Lasciami! Lasciami! Brutto idiota!
Giuro che ti schianto!
-Smettila di fare il bambino
viziato!-, gli urlò Harry prima
di gemere di dolore per un altro pugno ricevuto.
-Zitto!
Perché…Perché l’hai fatto?!
Volevi vendicarti?!
Umiliarmi?! Bhe… ci sei riuscito! Harry Potter ha sconfitto
un altro mago
oscuro! Complimenti!
-Draco stai dicendo un mucchio di
fesserie! Come credi che
mi sia sentito io?!
-Al diavolo! Sai che me ne fotte!-
concluse Draco ed Harry
gli si levò da sopra.
-Certo, era ovvio che non te ne
fregasse un accidenti di me.
Draco lo guardò per un
attimo negli occhi e poi si portò le
mani davanti al viso sconfortato e dolorante. –Ti rendi
contro che ho perso
tutto? La mia famiglia. La mia casa. Tutto! E per cosa?
Perché ti devi
comportante sempre da idiota da Grifondoro quale sei!
-Ti ho saltavo il culo! Stavi per
finire in prigione!
-Potevi dire che ero tuo amico!-, gli
urlò Draco, mordendosi
il labbro quasi a volerselo spaccare, per quando era nervoso.
-Gli amici non si baciano e non si
strofinano-, concluse
infine Harry e l’altro ragazzo arrossì
vistosamente.
-Non—
-Cosa?! Cosa c’è
ancora?! Urlerai che non è vero? Che me lo
sono inventato?! Che era tutta una finzione?! Smettila e cresci per una
volta,
Malfoy. Sono stufo di essere preso in giro da uno come te!-, gli
gridò contro
il moro e l’altro ragazzo rimase a fissarlo, sta volta poco
più calmo rispetto
a prima.
-No, non hai capito niente. Stavo
appunto dicendo che noi
due non siamo amici, Potter. -, puntualizzò Draco,
osservando Harry con
curiosità snervante.
L’altro annuì
poco convinto e si strofinò una mano davanti
agli occhi, sentendoli quasi bruciare. –Hai perfettamente
ragione. Noi due non
siamo niente.
-Niente.-, calcò, Draco.
-Completamente-, concluse e poi con
passo svelto andò
davanti al ragazzo e lo fissò attentamente. –Stai
piangendo?
-No! Non potrei mai piangere per uno
come te, Malfoy. Non
sei così importante.
-Oh. Buono a sapersi.
I due ragazzi si fissarono ancora,
uno di fronte all’altro e
poi, come un tuono quando si abbatte sulla terra, andarono incontro
l’un
l’altro, baciandosi come non avevano mai fatto. Ci fu un
momento in cui quello
scontro di bocche sembrò violento, con la voglia di ferirsi
e farsi male. Ma
poi qualcosa cambiò e il tutto si trasformò in un
bacio più profondo e passionale.
Fatto di lingue che si cercavano e che si desideravano, bocche che
succhiavano
e lambivano la pelle dell’altro, denti che si graffiavano con
leggerezza e
voglia. C’era tremendamente voglia nell’aria.
Voglia di rendere tutto ancora
più profondo e ..e … Harry spinse Draco contro il
muro e lo fece, lo baciò
ancora e ancora e lo toccò con desiderio. Troppo a lungo
aveva atteso quel
momento e adesso che lo aveva in quel modo la mente era come svuotata
da ogni
pensiero. C’era Draco e lo voleva. Era questo quello che
contava per adesso.
D’altro canto l’altro ragazzo non riusciva a
fermarlo. Quella irruenza e quella
voglia che sentiva su di lui la sentiva anche su di se e lo desiderava.
Desiderava essere suo e desiderava che Harry fosse suo. Stava
completamente
impazzendo, il sapore dell’altro ragazzo era così
dolce e pungente da
desiderare di averlo per sempre contro la lingua e contro la pelle e
Draco gli
afferrò i capelli con violenza, ribaltando la posizione e
spingendolo con
voglia contro il muro.
-Draco---
-Shhh non parlare.
Non---parlare…-, e lo baciò ancora,
strappandogli di dosso la maglietta e osservando il suo petto, che
molte volte
aveva potuto ammirare ma mai toccare. Gli sfiorò gli
addominali leggermente
scolpiti e alzò la mano ai pettorali, sfiorando un suo
capezzolo roseo con le
dita. Lo sentì sospirare e si lasciò sfuggire un
respiro caldo contro il suo
viso. Con la bocca andò a sostituire le dita e
addentò quel piccolo pezzo di
carne, che diventò subito turgido.
Harry incominciò ad
ansimare e posò le mani tra i capelli di
Draco mentre spingeva la sua testa ad invogliarlo a continuare, ad
avere di più
e l’altro ragazzo lo accontentò: baciando e
succhiando ogni lembo della sua
pelle del petto ed Harry non smetteva di fissarlo. Sentiva le vertigini
e gli
stremarono le gambe. Ma non voleva fare la parte del deficiente e
accasciarsi
davanti a Draco solo per dei baci sul petto e gli afferrò le
spalle.
–A-andiamo…ehm…a letto o
dove—dove..
-Sì….-,
soffiò Draco contro il suo ombelico e si alzò,
prendendo
Harry per i fianchi e alzandolo di peso, facendosi circondare i fianchi
dalle
sue gambe.
Si baciarono ancora mentre andarono
verso la camera da
letto, e Draco sbagliò due volte la stanza, ma non smisero
ugualmente di
baciarsi e toccarsi, e quando finalmente trovarono la camera, Harry si
ritrovò
disteso tra i cuscini del letto, con Draco sopra che lo baciava ancora
e che lo
accarezzava con irruenza e voglia. Ma le sue mani non erano
né vili e né
frettolose. Invece sembrava che volessero memorizzare ogni punto della
sua
pelle e questo lo fece elettrizzare. Poi le mani di Harry andarono a
levare la
camicia dell’altro e finalmente poté toccare
quella pelle che aveva tanto
desiderato. Draco presentava dei muscoli asciutti e delicati, ma aveva
degli
addominali decisamente scolpiti. “Era semplicemente
perfetto” pensò Harry. In
quel momento tutto andava bene. Le mani di
Draco non lo spaventavano e nemmeno la sua voglia. Tutto gli sembrava
così
pulito e perfetto.
Ci fu un momento in cui entrambi
ansimarono con la stessa voglia
quando i bacini si scontrarono e Draco affondò i fianchi
più in basso, verso
quelli di Harry che aveva ansimato ancora più forte e non
aveva smesso fino a
quando non sentì i pantaloni farsi più stretti, e
divenne quasi una tortura.
Allora si spogliò dei pantaloni, sotto gli occhi lucidi e
pieni di desiderio
dell’altro ragazzo, che fece lo stesso. Liberando
così entrambe le erezioni
dolorose.
Draco afferrò la mano
dell’altro e la spinse in basso contro
il suo ventre e ansimò al tocco leggero della mano
affusolata di Harry.
Harry d’altro canto stava
decisamente morendo dall’imbarazzo
e dal desiderio. Constatò che era una sensazione abbastanza
strana toccare
qualcun altro in un modo così intimo. E con qualcun altro
intendeva un ragazzo
come lui. Ma non era brutto. Per niente. Gli piaceva sentire quel
potere.
Sentire che stava facendo provare voglia a Draco, e
incominciò a muovere la
mano. L’altro ragazzo si fece scappare un singhiozzo
disperato e lo baciò
ancora, sempre con più voglia ed Harry se lo stringe contro.
// Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se è
così lasciate un piccolo commento! Mi farebbe molto felice
^-^
Alla prossima!
|
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Capitolo 7 *** Epilogo ***
Epilogo
-E’ stato…
-Magnifico…
Harry osservò
l’altro ragazzo accanto a se, che aveva
rimesso la camicia, lasciandola sbottonata sul davanti,
e quasi non riusciva a concepire il fatto di
aver passato un intera notte a farlo con Draco. Il mese prima, se
qualcuno gli
avesse solo accennato una cosa del genere, non ci avrebbe creduto. Ed
Invece,
eccolo li, tra le braccia del suo ex-nemico.
-Ti ho… fatto male?-,
osò allora il biondo, sentendo un
leggero formicolio alle guance.
-No! Mmh… okay,
sì, un po’, ma penso che sia normale, e
…
io?
-Mi hai ucciso.
-Ah… bene mmhh—
-Cosa c’è di
così bene?! Mi hai fatto male!- , lo interruppe
Draco, portandosi una mano tra i capelli ormai arruffati.
-Non bene quello, insomma…
Draco, lo sai!
-Lo so- Lo so! Solo che mi piace
vederti agitato-, ridacchiando
un po’ e approfittando dello smarrimento dell’altro
ragazzo per afferrarlo e
metterlo sotto di se. – Perciò ti è
piaciuto-, facendo un sorrisetto. –Sei
davvero un porcellino, Potter.
-Smettila, Draco... Non è
divertente-, arrossendo e
guardando il ragazzo sopra di se.
-Ah, no? Io dico di si…-,
abbassandosi a baciargli il collo
e succhiando piano la sua pelle. –Ricordo perfettamente come
gemevi il mio
nome… Ti piaceva eccome.
-D-Draco… S-Smettila-,
ansimando piano e stringendo i
capelli del ragazzo. – Piaceva molto anche a te, comunque.
-E’ naturale-, gli rispose
a tono l’altro ragazzo, cambiando
posizione e facendo mettere il ragazzo a cavalcioni su di se. Harry a
quel
punto lo baciò e ci fu un momento in cui entrambi si
strinsero uno contro
l’altro. Ma questo prima di essere interrotti.
-H-Harry?
A quella voce, Harry saltò
giù dal letto, finendo per cadere
a terra e Draco si coprì pudicamente. -Merda!
-Harry! Per tutte le--- abbiate un
minimo di decenza almeno!
-Scusa, Herm … Solo che,
non potevate avvisare?!
-Ron non è voluto entrare,
aveva paura di ritrovarsi in una
situazione del genere.-, confessò la ragazza, che nel
frattempo aveva lanciato
un pantalone all’amico.
-Perspicace, Weasleyuccio! Ormai sa
come si deve comportare.
Draco afferrò i boxer e se li mise, andando tranquillamente
davanti alla
ragazza.
-Vedo che non sei cambiato di una
virgola, Malfoy e …
potresti cortesemente vestirti?!
-Come se ti dispiacesse. Ammettilo,
Granger. Ti sei
innamorata.-, facendo uno dei suoi soliti sorrisetti scemi.
-Ah ah ah No! Harry! Non lasciarmi
sola con lui!
-Draco!
-Che c’è?!
È lei quella che irrompe in casa senza bussare!
E’ lei la… molestatrice-, gesticolando.
Harry intanto lanciò dei
vestiti a Draco, che alla fine indossò,
ma non prima di lasciare qualche commento irritato. A quel punto
Hermione si
avvicinò all’amico, sussurrandogli qualcosa
all’orecchio, ed Harry annuì.
-Oh, sì… Draco,
Hermione vorrebbe parlare con me, tu nel
frattempo sta buono con Ron, okay?
Ma nemmeno si era girato che si
ritrovò tra le grinfie
dell’altro ragazzo. – Guai a te se mi lasci solo
con la donnola.
-Smettila, Draco. Ron è
una persona meravigliosa e sono
sicuro che non ti schianterà.-, alzando gli occhi al cielo.
-Oh, voglio vedere. Sarà
la prima cosa che farà e ti avverto
che se lo farà si ritroverà schiantato in un muro
prima ancora che possa
formulare la maledizione.
Harry alzò gli occhi al
cielo e lasciò la stanza con
Hermione. Nel frattempo entrò Ron, che alla vista del biondo
si lasciò sfuggire
un piccolo lamentio. –Ciao
Draco alzò gli occhi al
cielo e si buttò sul divano senza
degnare di uno sguardo al rosso, che nel frattempo era andato in cucina
a
sgraffignare nelle scorte.
-Harry, Stammi a sentire. Molto bene.
Quello la fuori è
Malfoy. Malfoy, Harry! Non un Weasley, un Lovegood o un Longbottom,
è un Malfoy
e—
-Hermione! So chi è, va
bene? Non c’è bisogno di farmi da
lezione di vita! So quello che ha fatto lui e la sua famiglia. So come
è fatto
e so che è la…persona più irritante a
questo mondo!
Hermione alzò le spalle,
sospirando. –Almeno questo lo
rammenti… Ma c’è un ma…
-Esatto, Hermione… -,
Harry alzò gli occhi al cielo, mentre
cominciavano a sudargli le mani. –Hermione, io credo di
essermi preso una cotta
per lui
-Una cotta?! Cotta mi sa di
adolescente, Harry
-Okay, allora riformulo la frase. Mi
sono innamorato di lui.
Sospirando e sedendosi sul letto.
-Cos’è successo
esattamente? Voglio capire, perché fino a
qualche settimana fa tu dicevi di disprezzare i Malfoy e adesso stai
con uno di
loro!-, sedendosi accanto all’amico.
-Non stiamo insieme!
stiamo… Non lo so cosa siamo.
-Non voglio che ti fai ancora male.
Devi capire i tuoi
sentimenti e se Malf—Draco...può ricambiarli.
Harry annuì e si
appoggiò contro la spalla dell’amica,
raccontandogli filo e per segno. Alla fine Hermione lo
abbracciò,
rassicurandolo che Draco era altrettanto pazzo di lui e che se lui
collaborava
la cosa poteva anche andare tra di loro. –Insomma, un
po’ di maturità
-Esatto, Grazie Herm
-Di niente, Harry-, sorridendo
all’amico.
Solo che lasciare Draco con Ron era
stato abbastanza
catastrofico…
La cucina era sottosopra ed Hermione
andò incontro ad un Ron
molto furioso, che stava tentando di strangolare un Draco molto
divertito.
Alla fine tutto sommato
andò bene, ma solo dopo due mesi che
Harry e Draco convivevano.
Alla fine a Draco non dispiacque
l’idea di stare li e, anzi,
cercava spesso di essere utile. Le giornate catastrofiche erano quando
dovevano
andare dai Weasley, e non penso ci sia bisogno di spiegare il
perché.
Tutto cambiò dopo quattro
mesi…
Ormai la relazione tra il salvatore
del mondo magico e l’ex
mangiamorte aveva fatto talmente furore da attirare molti giornalisti.
Per non
parlare che ad Harry avevano aumentato il salario al dipartimento
D’Auror ( a
causa delle continue interviste ). E, come se non bastasse, il fato
volle che
magicamente un certo Lucius Malfoy accettò la relazione di
suo figlio con Harry
Potter. Giustificandosi molte volte che il suo avvicinamento non era
dato dal
fatto della fama dei due. Ma ovviamente tutti quanti sappiamo la
verità. La
cosa positiva è che Draco ottenne di nuovo il suo patrimonio
e tutto il resto, e
finalmente era felice nel suo lusso. Ma lo stesso non si poteva dire di
Harry…
Quella sera il salvatore del mondo
magico aveva lasciato la
finestra aperta e stava guardando il cielo. Constatò che non
c’era nemmeno una
stella: il cielo era vuoto. Proprio come si sentiva lui in quel
momento.
La verità è che
aveva paura. Paura che Draco lo lasciasse,
una volta ottenuto ciò che voleva veramente. Ormai aveva
imparato ad amare
quella serpe e non poteva più farne a meno. Quasi
sentì le lacrime agli occhi,
ma si sforzò per non mostrarsi debole. Non aveva pianto
tutti quegli anni per
cose più serie e doveva piangere adesso?
-Harry, ho lasciato la tua camicia
sulla sedia! Vedi di non
lasciarla più sul letto perché si---Harry!
Quest’ultimo si
girò e osservo l’artefice della propria
confusione mentale. – Sarà fatto-, rispose.
Draco aveva notato un cambiamento
strano nella voce del
proprio compagno e si avvicinò per osservarlo meglio da
vicino. - Cos’è
successo?
-Stavo pensando...
Draco gli si affiancò,
continuando a fissarlo in viso. -
Continua
-Che ora che hai avuto ciò
che volevi non c’è più alcun
motivo che tu rimanga qui…
Draco a quella risposta lo
afferrò per il colletto della
maglia e lo fece sussultare.
-Adesso tu mi ascolti bene, emerita
testa di cazzo! Ti
volevo da prima ancora di rapirti!
Harry sussultò e
arrossì, cercando di liberarsi dalla presa.
–Ma cosa diamine---
-No, non capisci! Prima di metterti
quello stupido vestitino
fucsia e prima ancora di trovarti inerme su quell’asfalto! Ti
voglio da prima…
Molto prima… Dopo la battaglia contro Tu sai chi…
-Draco, ma questo è
successo due anni fa—
-Lo so! Solo che allora non lo
sapevo. L’ho capito solo da
poco che quello era solo—Insomma, te l’ho detto!
Non voglio continuare più su
questo discorso, chiaro? Altrimenti ti picchio sul serio.
Sorridendo e accarezzando il viso
dell’altro ragazzo. –
Fidati di me! Lo so che per anni non ho fatto altro che prenderti in
giro o
altro, ma davvero… Harry Potter, io sono serio con te.
Harry si sentì arrossire
ancora di più e nascose il viso
nell’incavo del collo del ragazzo, sospirando varie volte per
il modo in cui il
cuore gli stava battendo forte. – E’ un modo per
dirmi che sei innamorato di
me?
Draco alzò gli occhi al
cielo e sorrise. – Se ancora non ti
è chiaro dopo quello che ho detto, sì.
A quella risposta, Harry lo
spintonò contro il muro li
accanto e lo baciò subito con foga. Doveva scaricare in
qualche modo tutta
quella tensione che sentiva dentro. Stava esplodendo!
-Ti piacciono proprio i muri, eh, San
chetantosantononè
Potter?-, sghignazzando.
-Sta zitto, Malfoy e baciami!
Draco come risposta
ribaltò la posizione e schiacciò
l’altro
ragazzo contro la parete. – Non darmi ordini, Potter o
potresti pentirtene-,
facendo un sorrisetto malizioso.
-Oh, sto morendo dalla paura, Mister
furetto!-, ricambiando
lo sguardo con la stessa malizia.
- Non dirmi che non ti avevo
avvisato, Sfregiato!
Harry si ritrovò preso con
forza dalle braccia di Draco, che
lo buttò malamente sul divano.
-Mi sa che domani non potrai alzarti
dal tuo bel lettino,
Potter.
-Non vedo l’ora di stare
tutto il tempo a letto allora
E Draco non se lo fece ripetere due
volte.
Tre mesi dopo
-Inchinati al mio cospetto, Potter!
Da questo momento sono
esclusivamente un Auror con i fiocchi!
-Alla fine ti hanno preso quindi! E
dimmi, avrai una
scrivania come tutti gli altri?
-Eccome e non solo una scrivania, ma
un ufficio tutto mio. I
soldi fanno molto!
-Sei sempre il solito Malfoy.
-Ovviamente-, facendo un ghigno
divertito e avvicinandosi
pericolosamente ad Harry, accarezzandogli la schiena da dietro.
–E stavo
pensando anche ad una cosa…
-Cosa? A come prendermi in giro con
tutti al dipartimento?
-Non sarebbe male, ma no!
Draco si avvicinò
all’orecchio del ragazzo, sfiorandolo
piano con le labbra. –Pensavo più ad inaugurare
quella bella scrivania…
Harry face un sorrisetto e si morse
il labbro, quando sentì
il bacino si Draco premere contro i propri glutei.
-Non saprei… Devo pensarci
-Fallo in fretta allora,
perché avrò tempo libero fino alle
tre del pomeriggio e poi stasera avevo promesso di portarti al
ristorante.-,
mordicchiandogli il collo.
-Mmmhh… Se dici
così non posso rifiutare allora….-,
lasciando esposto il collo.
-Bravo, ragazzo.-, rispose Draco,
smaterializzando entrambi
al ministero della magia.
(Felice di annunciarvi che,
sì, la scrivania è stata
inaugurata. Grazie della lettura!)
Angolo Autrice: Salve a tutti! Ed
eccoci arrivati ormai alla
fine di questa storia!
Ringrazio tutti quelli che
l’hanno seguita e commentata!
Confesso che avrei voluto dargli un finale diverso, ma poi mi avreste
uccisa,
quindi ho lasciato perdere! ^o^ ahha
Se in qualche modo la storia vi
è piaciuta lasciate un
commento! Mi renderebbe veramente felice!
(Se magari
avete domande da farmi mandatemi un messaggio
privato! Rispondo a tutti! )
Grazie e alla prossima! ^-^
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