The Half-Blood -Light and Shadow-

di The_Dark_Wolf_09
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Notte movimentata ***
Capitolo 2: *** Anima glaciale ***



Capitolo 1
*** Notte movimentata ***


Quella notte il silenzio regnava a Roma.
Le strade e i vicoli erano buie e prive di vita.
Non c'era nessun rumore se non le cicale che cantavano.
Quel silenzio sarebbe potuto durare in eterno se un ragazzo non si fosse messo a correre tra i vari vicoli della città.
Più veloce del vento si muoveva con molta facilità tra il labirinto di vicoli che si erano formati con le varie costruzioni di palazzi nei secoli.
Meta?No,non c'era nessuna meta per quel ragazzo.
Doveva solo allontanarsi.
Dietro di lui dei piccoli tonfi si sentivano:
4 uomini in giacca e cravatta correvano all'impazzata per cercarlo di raggiungerlo.
"Poveri illusi"pensò il ragazzo appena svoltò angolo,lui conosceva quelle strade come le sue tasche e non ci avrebbe messo molto a seminarli.
Uscì da quei vicoli scuri.
Saltò una macchina parcheggiata li,prese la rincorsa e scavalcò anche il muro che delimitava il parcheggio.
Appena superato un progliettile lo sfiorò creandogli un piccolo taglio sulla guancia.
"Cazzo" pensò toccandosi la piccola ferita.
Si girò per vedere che non solo lo avevano raggiunto ma avevano anche tirato fuori pistole provviste di silenziatore.
Il ragazzo riprese la corsa infiltrandosi nella rete di vicoli che la città proponeva.
Nella corsa notò le lunghe ombre che la luna proiettava.
Nonostante il pericolo che stava correndo gli sfuggì un sorriso nel vedere un gatto spaventato da lui che si cimentava nella corsa.
Avrebbe vinto un medaglia d'oro se solo volesse.
-Cosa diavolo sto pensando- gracchiò ricordandosi che ormai gli uomini lo stavano raggiungendo,sentiva il suo sguardo sulla sua schiena.
All'improvviso fu costretto a fermarsi,un vicolo cieco "Alla faccia che conoscevo la città come le mie tasche" pensò sarcastico.
Prima di poter tornare sui propi passi per tentare di nuovo la fuga i quattro gli chiusero la strada.
-Sei in trappola demone-
Quattro pistole gli furono puntate contro.
Il ragazzo li guardò per qualche secondo,doveva giocare d'astuzia!
-Dai ragazzi ne possiamo parlare..-
Capì che quella opzione non era possibile quando un colpo di avvertimento fu sparato vicino alla sua testa.
-Ragazzi,ragazzi...così  mi fate arrabbiare!E voi sapete cosa mi succede quando mi arrabbio?-
Niente,le minacce erano inutili.Anzi li fece anche abbastanza innervosire.
Il ragazzo sospirò...non voleva rompere la maglietta di nuovo.
"Credo di non avere scelta"
Fece un salto in aria.
La sua schiena fu lacerata e due enormi paia di ali da pipistrello apparirono.
Le due mani sparirono lasciando spazio a degli artigli neri come la pece,inoltre a pelle fino al gomito divenne squamosa.
Una coda nera,simile a quella di un varano,spuntò.I denti si fecero più appuntiti e laceranti.
E infine i suoi occhi cambiarono colore,divennero rossi,rossi come l'inferno.
-Giochiamo ragazzi-
Il ragazzo,o ormai la creatura si scagliò sull'uomo più vicino.
I suoi artigli affilati come rasoi tagliarono di netto la gola del povero uomo facendo zampillare sangue ovunque.
I tre cominciarono a sparare una raffica di colpi ma che si rilevò inutile.
La creatura riusciva a schivare le pallottole o a fermarle con la coda.
Senza che se rendessero conto anche il secondo uomo cadde sotto la potenza dei suoi artigli.
Il terzo invece lo trapasso da parte a parte con la coda.
L'ultimo provò a sparare ma quando si rese conto che era a secco decise per la fuga.
Fermarlo fu facile,bastò lanciargli contro il poveretto che aveva infilzato e che gli aveva ricoperto di sangue la sua coda.
Centro perfetto.
Sotto il peso del suo compagno morto l'uomo non pote fare a meno di cadere con un tonfo.
Appena riuscì a levarsi il cadavere di dosso si ritrovo sopra la creatura.
-Che vergogna,sarò ucciso da un mezzo mostro come te- disse l'uomo sputandogli in faccia.
La creatura ignorando lo scozzo ricevuto pronunciò-Io ucciderti.E perchè mai?Forse perchè mi avete attaccato?E solo colpa vostra idioti!-
Gli suoi occhi si illuminarono di un rosso sangue-Ora zitto,ho una certa fame-
Poggiò la sua mano artigliata sul petto dell'uomo-Non preoccuparti,non fa male...di più-esclamò con un sorriso sadico.
Ignorò le urla dell'uomo mentre estraeva quella che sembrava un piccola palla luminosa verdognola.Sembrava una palla da tennis se non fosse per il fumo verde che
gli levitava intorno.
Spalancò la bocca e la ingoio in un sol boccone.
Ricordi,immagini,suoni e sensazioni affluirono nella mente della creatura.
-La tua anima era saporita- disse rivolgendosi ormai al corpo privo di vita dell'uomo.
-Non preoccuparti,per te non ci sarà ne il paradiso ne l'inferno ma solo il mio stomaco- disse ridendo mentre spalancava le sue ali.
Con un balzò si ritrovò nei cieli stellati di Roma e il silenzio tornò sovrano.


Alex richiuse la porta dietro di se.
Si muoveva in punta di piedi,non voleva svegliare Nick.
Guardò l'orologio,erano le quattro e mezza del mattino.
"Se Nick scopre che sono ancora sveglio mi uccide"
Svolto l'angolo per entrare in cucina e quasi svenne quando se lo ritrovò davanti.
Nick era seduto su una sedia e guardava con sguardo rimproverante il ragazzo.
Alex prima di poter replicare qualsiasi cosa osservò l'amico.
Nick era un ragazzo di ventanni che aveva accettato di fare da tutore sia a lui che al fratello.
Indossava semplicemente un paio di jeans con una maglietta nera che gli metteva in risalto i muscoli dovuti agli anni di palestra e i suoi capelli biondi erano pettinati
nonostante l'ora.
Era un ragazzo bello che non aveva mai avuto problemi con le ragazze.
-Ma tu non dormi mai?!- urlò Alex.
-Per tua sfortuna ti ricordo che io non posso dormire-disse il ventenne serio -Cosa e successo,hai avuto problemi?-
-Quattro membri della Sede mi hanno individuato ma sono riuscito a sbarazzarmene.Non sanno la nostra identità ne la nostra posizione.Pensano che ci siamo stabiliti
temporaneamente qui.-
-E devono continuare a crederlo,da oggi niente attacchi notturni.Dovrai subire la fame per un pò. Devono pensare che ci siamo spostati.-
Alex sbuffò,amava volare nel cielo di Roma con la notte che lo rendeva invisibile ma sapeva che aveva anche ragione Nick.
Un corvo entro dalla finestra andando a sbattere contro il frigorifero.
Alex si mise a ridere insieme a Nick.
-Cosa ridete stronzi!-gracchiò l'animale -Non lo visto,questa cucina e troppo piccola non riesco ad atterrare senza sbattere!-
Il corvo cominciò a mutare:
le ali nere si trasformarono in mani,le zampe in piedi.
Una creatura alta una decina di centimetri ora vi era al posto del corvo.
La sua pelle era sul grigio,aveva orecchi appuntite e due paia di ali da insetto apparirono sulla sua schiena.
Infine aveva gli occhi gialli con le pupille rosse.
-Stupido elfo scuro- disse Nick mentre andava nell'altra stanza.
-Ei!La mia è una fiera razza delle tenebre!Le nostre capacità mutaforma sono conosciute in tutto il mondo!- urlò la creaturina volando vicino a Nick per prenderlo a pugni,con
risultato che se lo levò di dosso con una schicchera.
-Alex!Nick fa il prepotente- gracchiò posandosi sulla spalla di Alex.
A Alex sfuggi una risata-Dai Vert,e solo stanco.-
Vert spalancò gli occhi -Lui stanco?Ma se non può dormire!Come fa a essere stanco!-
In effetti Vert aveva ragione ma non gli diete corda.
-Comunque Alex,ho trovato un nuova anima da sgranocchiare.-
Alex lo guardò,lo conosceva praticamente da quando aveva memoria.Aveva accompagnato lui e suo fratello da quando erano piccoli.
Vert spesso faceva da ricercatore,cercava persone dall'anima forte  o saporita in modo che Alex potesse cibarsene.
Sapeva che era una cosa brutta ma altrimenti sarebbe morto. 
-Vert,per un pò non potrò mangiare.La Sede a scoperto che sono a Roma anche se non sa la mia identità ne il luogo dove vivo.-
-Be,allora e semplice.Basta non farsi vedere- disse con un sorriso sadico Vert mentre si strofinava le mani.
-Si,si.Ne parleremo domani.-  disse Alex salutando Vert.
Entro nella sua stanza.
Tutto era disordinato,con libri e magliette a terra..
Un piccolo televisore al plasma spiccava sulla parete bianca della camera con sotto una playstation3.
Si sdraiò sul letto estraendo da sotto il cuscino un libro.
EQUILIBRIO.
Questo era il titolo.
Ma era un libro speciale e unico nel suo genere,infatti i normali essere umani non potevano vederlo.
Ma lui non era umano,cioè non completamente.
Nel libro aveva letto le origini di tutto.
Luce e Tenebre,due forze uguali e contrarie.
Da esse nascerono le varie razze:
Elfi,Fate e Angeli sotto lo stemma della luce.
Vampiri,Licantropi e Mietitori sotto lo stemma delle Tenebre.
Naturalmente ce ne sono molte altre sotto la luce(o le ombre) dei due stemmi,ma queste sei sono le più importanti.
Un'ultima razza spiccava sotto un terzo stemma,Il crepuscolo con razza gli umani.
Creature in continuo bilico tra la luce e le ombre e sempre presi di mira da questultimi.
Molte guerre ci furono tra luce e tenebre,molte altre ci furono tra le tenebre stesse(fra vampiri e licantropi).
Questo durò finchè anche gli umani non si unirono alla guerra alleati con la Luce.
La Sede,questo è il nome dell'organizzazione che ci bracca negli ultimi mille anni,trasformandoci da predatori a prede.
Le razze delle tenebre dovettero nascondersi fra gli stessi umani per fuggirne.
Solo una non teme la sede ancora oggi,i mietitori.
Immortali al tempo come qualunque altra specie delle tenebre e luce,loro sono i più forti,a tal punto da potersi scontrare con gli Angeli stessi.
Mentre gli ultimi sono aggraziati e puri,portatori di vita i mietitori(o shinigami in Giappone) sono creature alte 2 metri con lunghe braccia,neri e deformati e portatori di morte.
Infatti loro si nutrivano delle anime delle persone,oppure in alcuni casi della loro paura o rabbia.
Lui apparteneva alla razza dei mietitori...o almeno a metà.
In fatti lui era mezzo mietitore e mezzo umano.
Suo padre era uno shinigami potente ma che sparì dopo aver messo incinta la madre una seconda volta,dando alla luce suo fratello Daniel(anche lui mezzo mietitore).
Purtroppo la madre morì nel parto e si ritrovarono per strada rifiutati sia dagli  umani e sia dai Mietitori per via del loro mezzosangue.
Infatti le creature mezzosangue erano sempre state rifiutate da tutti.
Fu in quei giorni che incontrò Vert,se non fosse per lui avrebbe avuto molti problemi nel sfamare lui e suo fratello mentre doveva fuggire alla Sede.
Per fortuna alla fine con il tempo(e con l'incontro di Nick) si era sistemato tutto.
Chiuse i libro e lo rimise sotto al cuscino.
Gli occhi si fecero pesanti,si addormento subito mentre le tenebre lo circondavano silenziose.




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Capitolo 2
*** Anima glaciale ***


Il sole fu come un pugno in faccia per Alex.
Girò a testa verso l'orologio che era appoggiato sul comò.
Le sette e dieci.
Con malavoglia si alzò.
Prese i suoi vestiti:
jeans neri,maglietta nera con il logo della Nike e una felpa grigia.
Prima di andarsene si guardò un attimo allo specchio.
La prima cosa che si notava era la sua statura,per essere un ragazzo di quindici anni era piuttosto basso.
Non era raro che lo scambiassero per un ragazzo di terza media.Era piuttosto magro con giusto un pò di muscoli.
Con le mani si pettino al meglio i suoi capelli castani soffermandosi a guardarsi gli occhi,marroni con sfumature nere.
Andò in cucina dove trovò Nick che riempiva due bicchieri di latte.
-Ciao Alex,questo e il latte.Oggi devo andare prima al lavoro e mi faresti un favore se accompagnassi Daniel.-
Alex sbuffò-Ormai a undici anni e la scuola e dietro l'angolo,non può andarci da solo?-
-Con la Sede che ci cerca?- disse Nick alzando un sopracciglio.
Il ragazzo bevve tutto di un fiato il bicchiere di latte caldo-Ok,ok lo accompagno.Tanto la sua scuola e sulla stessa strada della mia.-
-Perfetto,Daniel ti aspetta sul divano.-
Alex afferrò lo zaino e andò a chiamare Daniel.
Il ragazzino si alzò dal divano con un salto.
I suoi capelli castani erano completamente spettinati,nonostante questo non gli stavano male.
A differenza del fratello era un pò paffuto,infatti una piccola pancetta era visibile da dietro la maglietta.Per il resto i due si assomigliavano molto.
Daniel lo fissò con i suoi occhi neri -Andiamo?- -Si,prendi lo zaino.-
-Vengo anchio!-
Vert si posò sula testa di Daniel.
-Sicuro?Sai non ti potrò parlare molto.Non voglio che mi prendano per matto.-
-Si,si.-fece Vert muovendo la mano in un gesto di menefreghismo -L'importante e di non rimanere da solo con quello zombie.-
-Ti ho sentito mutaforma fallito!-urlò Nick dall'altra stanza.
Il sole sorto quella mattina era molto caldo.
Per ogni persona sarebbe un vero toccasana sentirne il calore sulla pelle ma non per i due mezzosangue.
Per via della loro natura di Mietitori il sole gli recava fastidio.Certo,non si può dire che erano come i vampiri che rischiavano di ustionarsi ma un leggero fastidio,come 
quando una mosca ti vola vicino all'orecchio.
Arrivarono a scuola dopo 5 minuti di cammino.
Daniel corse verso un gruppo di amici salutando Alex con la mano.
Dopo aver visto che il fratello era entrato nell'atrio una voce gli trillò nell'orecchio -Sono le sette e quarantacinque,vuoi sbrigarti!- urlò Vert.
Alex si incammino...ma non dopo aver dato una bella schicchera a Vert per avergli rotto un timpano.
-Non provarci mai più- gracchiò Alex.
-Non provare a fare cosa?-
Davanti ad Alex spuntò un ragazzo:
era piuttosto alto ma pelle e ossa,aveva occhi e capelli castani e quest'ultimi venivano tenuti su con una manciata di gel.
-Niente Federic,non farci caso- disse Alex,non voleva mica che uno dei suoi migliori amici di scuola lo prendesse per matto.
-Lo sai che sei in un ritardo mostruoso?- ridacchiò Federic.
-E tu sai che andiamo nella stessa classe e per logica lo sei anche tu?- disse con un tono sarcastico Alex.
L'amico si mise a ridere-Ti ricordo che alla fine siamo sempre in ritardo.Ma i fichi arrivano sempre all'ultimo momento- esclamo facendo  finta di mettersi un paio di 
occhiali insistenti come gli agenti segreti.
Alex ridacchiò -I fichi? Ti ricordo che siamo il più basso e il più magro della classe!Ormai ti chiamano Stecco-
-Si...ma questo stecco ieri a fatto colpo su Beatrice-
Alex sgranò gli occhi -Beatrice!Quella del 2e?Quel gran pezzo di...-
-Si lei- lo fermò Federic -Ci siamo baciati ieri-
-Wow,complimenti-
-Eheh grazie.E tu Alex- disse toccandolo con il gomito -A ragazze come sei messo-
Alex ci pensò un attimo.In vita amorosa non era mai stato fortunato,anzi non c'era mai stata nessuna vita amorosa.
In fondo prima dell'incontro con Nick viveva per strada cercando di fuggire continuamente alla Sede per salvare il culo di suo fratello.
-Come sempre...male- disse Alex.
-Ti devi dare da fare Alex,hai quasi sedici anni e ancora non hai baciato una ragazza.Ce gente che ha già perso a verginità in classe.-
-Lo so,ma lo sai che ho un blocco mentale su questa cosa.-
-Non ti preoccupare,domani arriva una ragazza nuova dall'america. Provaci con lei.-
-Come se fosse possibile-
Fra le chiacchiere si resero conto che erano arrivati a scuola,ed che erano anche le otto e venti.
Dopo la ramanzina della professoressa di matematica si sederono per ascoltare la lezione.
La giornata fù noiosa,come le altre.Alex si addormentò un paio di volte.
Il ritorno a casa fu più piacevole.
Delle nuvole avena coperto il sole e un simpatico venticello si stanziava fresco.
Entro in casa e guardò la scena che stava accadendo.
Mentre Nick dormiva Vert con un pennarello(grande quanto lui) gli stava disegnando in faccia.
In cucina invece Daniel era mutato.
Dalla schiena invece di due paia di ali come Alex spuntavano ben quattro tentacoli neri,simili alla coda del quindicenne ma più lunghi e corpulenti.
La sua mano destra era diventata artigliata e il suo occhio sinistro rosso.
Ma il bello della scena e che stava usando i suoi tentacoli per cucinare.
-E' pronto- urlò mentre portava i piatti al tavolo e i tentacoli scomparivano all'interno della sua schiena.
-Riesci a controllarli?- si informò Alex.
-Si, all'inizio era difficile controllarli tutti e quattro insieme ma ora ci riesco senza problemi.
I loro poteri di trasformazioni non li avevano sin dalla nascita.
In Alex si risvegliarono all'eta di sette anni,ci aveva messo quattro mesi per imparare a volare.
A Daniel si erano risvegliati tre mesi prima e ancora doveva farci a completa abitudine.
Vert si avvicinò all'orecchiò di Alex -Alex,quando stamattina mi hai cacciato per farmi perdonare ti ho trovato una nuova anima.-
-Vert,non posso farmi vedere in giro in questi giorni.La Sede e sulle mie traccie.-
-Lo so,lo so.Ma questa anima è...diversa.- disse mentre gli si illuminavano gli occhi.
-In che senso?-
-Avverto un senso di piacere quanto lo individuata,un senso di fresco,quasi...glaciale.-
-Glaciale?- si informò Alex,Vert aveva stuzzicato la sua curiosità.
-Non so come spiegartelo...ma è diversa a quelle individuate fin ora.Si trova a un livello superiore.-
Alex ci pensò un pò su.
-Va bene.Ma dovremo essere discreti.Sia nei confronti della Sede si in quelli di Nick.-
-Ok capo!- disse Vert con un sorriso.


La notte scese veloce.
Alex si affacciò dalla finestra.Neanche un anima viva per strada.Completamente deserto.
-Pronto?- chiese Vert mentre assumeva la sua forma da corvo.
-pronto!-
Alex si levò la maglia che indossava rimanendo a petto nudo.
Lacerando la pelle le due ali da pipistrello spuntarono insieme alla coda da varano.Gli artigli ancora no...per il momento non ne aveva bisogno.
In bilico sulla finestra spalancò le ali,nonostante avessero fatto venire la pelle d'oca a chiunque sotto la luce della luna Alex e Vert le trovavano bellissime.
Con un salto si ritrovò nel cielo,luogo di libertà.
Vert volava di fronte a lui facendo strada verso "l'anima glaciale".
Volarono per ben venti minuti prima di raggiungere il luogo che Vert intendeva.
"HOTEL LEOPARDINI"
Un hotel a quattro stelle si parò di fronte a loro.
-Perfetto!In un hotel!Come faccio ad introdurmi in un hotel senza farmi vedere?-
-Non preoccuparti...ho un piano- gracchiò Vert tornando alla sua forma originale.


Elena uscì dalla doccia.
Si mise un asciugamano intorno al corpo e andò ad asciugarsi i capelli.
Con un pettine pettinava i suoi capelli corvini.
Appena asciugati e pettinati non potè fare a meno di contemplarsi di fronte allo specchio:
i suoi capelli neri erano raccolti con l'ausilio di un elastico,i suoi occhi verdi chiari si rifletterono nello specchio.
Notò che nonostante non fosse molto alta nell'ultimo anno il seno gli era cresciuto fino ad arrivare a un terza.
Non era mai stata vanitosa,non gli era mai interessato al suo aspetto.Però per la prima volta pensò di essere uno schianto.
Una risatina gli fuggi a quel pensiero.
Prese i vestiti che si era preparata prima della doccia.
Una maglietta con sopra il logo dei metallica e un paio di jeans blu.
Si sdraiò sul letto,quella giornata era stata molto stancante.
Aveva visitato insieme a suo padre tutta Roma.
Si soffermò a guardare la stanza in cui alloggiava.
Due letti con coperte rosse erano appoggiati a un muro,vicino ad essi un armadio.
Davanti a lei vi era un tavolo con sopra un televisore e il telecomando.
La stanza era piuttosto semplice e larga ma meglio così,lei non amava le cose complicate.
Le prese quasi un infarto quando la luce saltò.
Dalle urla che sentiva capì che era successo in tutto l'albergo.
Passarono cinque minuti e la luce non tornava.E nemmeno suo padre.
Elena sentì il rumore della porta aprirsi.
-Papà sei tu?- chiese la ragazza.
In tutta risposta la porta si richiuse.
Una creaturina gli apparì davanti alla punta del naso.
-Ma che cazzo?!Cosa sei?- strillò la ragazza vedendo la creaturina grigia con gli occhi gialli.
Lei in tutta risposta ridacchiò -Sai...non dovresti avere paura di me.Io ne avrei più di lui- disse indicando una creatura in fondo al letto.
Elena rimase scioccata a ciò ce vide:
il buoi la nascondeva ma nonostante questo poteva distinguere due enormi paia di ali e una coda da rettile.
E i suoi occhi,i suoi occhi rossi la scrutavano.
Prima che potesse fare qualcosa se la ritrovò sopra.
Due mani artigliate la bloccarono e la coda le copriva la bocca per non farla parlare.
Elena per colpa del buio non riusciva a vederne il volto,se non quei occhi rossi che la scrutavano in un mix di curiosità e omicidio.
-Stai zitta,non ci metterò molto-
Lasciò una delle mani e spostò la sua "zampa" al centro del petto.
Con un forte morso riuscì a far spostare la coda di quel poco che riusci a farla urlare.


Alex non riuscì a regire in tempo di fronte a quello che stava succedendo.
La ragazza con un morso era riuscita a fargli spostare di poco la cosa e stava chiamando il padre ma non fu quello che lo lasciò di sasso.
Gli aveva afferrato la mano artigliata e la aveva...congelata!
Sentì il giaccio salire fino al gomito,il gelo gli arrivo fino alle ossa.
Si liberò dalla presa saltando dalla parte opposta della stanza.
La porta fu abbattuta e una freccia sfiorò la testa di Alex.
Un uomo era alla porta con in mano una balestra -Muori bestia!-
"Cazzo!"
Preso dal panico sfondò la finestra con la coda e volò via.


Alex entro a scuola come al solito in  ritardo.
Quella mattina era  silenzioso:
come poteva una ragazza avergli congelato una mano?
Per quel che ne sapeva i maghi non esistevano,se non le fate.
Ma quella ragazza aveva l'aspetto completamente umano.Forse gli era sfuggito qualcosa?
Non aveva detto niente a Nick,per ora almeno.
Avrebbe aspettato che le acque si calmassero e poi ne avrebbero parlato.Vert aveva giurato di tenera a bocca chiusa.
Si lascio alle spalle i suoi pensieri quando la professoressa cominciò a parlare.
-Oggi abbiamo una nuova compagna,forse vieni avanti.-
Una ragazza con capelli neri e occhi verdi entro nella stanza e con un sorriso disse -Piacere,io sono Elena.-

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