You belong with me.

di _Zexion_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In my eyes; you ***
Capitolo 2: *** You are not alone ***



Capitolo 1
*** In my eyes; you ***


Titolo: You belong with me.
Fandom: Hakkenden - Touhou hakken ibun
Rating: Verde
Genere: Sentimentale; Angst; Generale
Note: Mi voglio male? Sì. Voglio male all’omonima? Pure. Al SouShino? Eeehhh… una fanfiction che di solito non si vede (?) ho deciso di farne una sorta di long. Ma poi non proprio long, visto che progetto sia solo di soli tre capitoli. E non ho idea di quando aggiornerò. Ma… spero piaccia? Beh. La dedico a te, Omonima, as always quando si tratta di Hakkenden.
E poi, stavolta è SouShino. Anche se un po’ particolare xP
Legenda: «» parlato; “” scritto (sarà anche in corsivo); solo corsivo = pensato.

 

You belong with me.

 In my eyes; you.
 

Erano sempre state parole non dette, sentimenti nascosti e consapevolezze tenute.
Per questo non poteva accettarlo.
Per questo Sousuke doveva negarlo e Shino, semplicemente, doveva dimenticarlo.

Ti amo,” iniziava così, quella lettera “ti ho sempre amato. Forse non ne sei sorpreso, ne, Shino?” qui aveva fatto una pausa.
Le mani già tremavano.
Non te l’ho mai detto ma sapevamo già come sarebbe andata a finire.”
Sei un egoista, fu l’immediato pensiero.
“Non potevo permettere tu mi amassi per sempre.”
Idiota.

“Ma forse è stato comunque inutile.”
Scorrevano parole su parole, spiegazioni, scuse, mentre uno Shino oramai con le sembianze di un diciottenne leggeva una lettera scritta moti anni prima, trovata troppo tardi.
“Dimenticami, Shino. Non voglio tu abbia a che fare con me.”
Il respiro si fece tremulo, le lacrime minacciarono di scendere.
“Ti amo,” continuava “e per questo ti ho detto addio.       Sousuke.”
Se lo ricordava ancora perfettamente, il momento in cui Sousuke si era infranto come vetro sulla superficie. Un coltello nel petto, il sangue a macchiare le mani di Shino. Poco più in là Ao si teneva le mani al petto, chino su sé stesso. Ma la sua attenzione era su Sousuke, i suoi occhi erano sulla ferita, il suo cuore era cristallo rotto.
Tamazusa rideva.
In qualche modo riusciva a ricordare distrattamente come quella battaglia era stata vinta e di come lentamente il suo corpo aveva ripreso a crescere, come se quella maledizione secolare fosse stata sbloccata.
Erano passati cinquant’anni, da allora.
Aveva celebrato il funerale di Sousuke con la consapevolezza che era morta una parte di sé stesso, quella mortale.
«Shino?» la voce di Genpachi gli fece alzare lo sguardo.
«Cosa vuoi fare, ora?» Avevano atteso tutti quanti che finisse di leggero, in silenzio, osservando.
«Cerchiamo Ao.» Era stata la risposta roca di Shino, mentre si alzava da terra. Seguirono minuti interminabili di calma e quiete, un silenzio complice ed accondiscendente. La luna era alta nel cielo ed illuminava la stanza dalla finestra verso la quale Shino era girato.
“Sono vivo, probabilmente.” Lo aveva letto insieme ad una spiegazione su come la sua perla, così aveva detto Ao, lo avrebbe fatto riunire in un corpo solo una volta morto, se l’altro fosse stato vivo.
Nulla di più, nulla di meno. E non vi aveva creduto, per nulla, perché erano parole dette da chi odiava di più al mondo. Ma proprio per questo non poteva darlo per scontato. “Non cercarmi mai, però, Shino. Non voglio tu mi veda così come nemmeno io so di essere. Unito ad un altro me stesso che oramai non ricordo più.”
Respirò a fondo, il ragazzo, e sorrise.
Che idiota che era, Sousuke. Tanti anni insieme ed ancora non aveva imparato che lui non faceva mai, quello che diceva.
 

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Capitolo 2
*** You are not alone ***


Titolo: You belong with me.
Fandom: Hakkenden - Touhou hakken ibun
Rating: Verde
Genere: Sentimentale; Angst; Generale
Note: Quindi sono arrivata con il secondo cap, forse col prossimo è finito, forse no, ma con la velocità con la quale aggiorno a chi importa?
Non ho molto da dire, in realtà, ora.
Solo una cosa.
Scusa Omonima, forse ho mentito quando ho detto che era transitorio e tranquillo, questo cap. (Cap per modo di dire visto quanto li faccio corti.)

Legenda: «» parlato; “” scritto (sarà anche in corsivo); solo corsivo = pensato.

 

You belong with me.

You are not alone.



La prima cosa che aveva fatto quando lo aveva trovato era stato sfoderare la spada.
non era sicuro del motivo per la quale non avrebbe dovuto farlo, ma alla fine aveva previsto la reazione altrui così come quella che era la situazione che sarebbe capitata.
Ed era esattamente così, spada contro spada che aveva guardato Ao, o Sousuke, negli occhi, serio.
« E’ la prima volta che ti vedo cresciuto. Non sei affatto male, Shino. » le prime parole sentite, le peggiori.
« Non sei Sousuke. » aveva sfiatato nel dirlo, i polmoni ridotti ad organi non essenziali, mentre il metallo strideva contro altro metallo.
« Shino, Shino. Non te lo avevo già detto sin dall’inizio? » il volto altrui si era avvicinato quasi pericolosamente, oltre e sopra le lame incrociate.
« Sono sempre stato Sousuke. »
 
Aprì gli occhi di scatto, sudato ed ansimante tra le coperte di un letto troppo grande per una persona sola. I capelli attaccati alla fronte gli davano sin troppo fastidio, così come le lenzuola sfatte dichiaravano un sonno agitato.
Si guardava intorno notando quei particolari, mentre riprendeva fiato, mentre il respiro diveniva sempre più regolare seppur spaventato.
« Sousuke… » un sussurro, mentre portava il cuscino sopra il proprio volto soffocando un grido, lacrime, dolore.
L’ansia e l’aspettativa tramutate in quello che più che un sogno sembrava un incubo dettato dall’amaro in bocca.
La ricerca continua di una persona che non era più sicuro di chi fosse, ma che bramava di rivedere in ogni caso, a qualunque costo, più di ogni altra cosa.
Tolse il cuscino, sedendosi piano sul letto, sul bordo, legandosi i capelli, prendendo un respiro profondo.
Sentiva che mancava poco, che era lì, ad un passo da lui. Era una sensazione che non era stato in grado di spiegare agli altri, ma era forte e chiara, come il sangue che scorreva nelle vene, come il cuore che sembrava ucciderlo da tanto batteva forte.
Era solo questione di tempo.
 
Era buio, era notte, lì fuori. L’unica luce che illuminava vagamente l’aria circostante veniva dalla camera di Shino, dalla finestra lasciata leggermente socchiusa. Un tepore che solo sembrava tale, perché l’aria pizzicava freddo, inverno, quasi neve.
Una piccola ombra si mosse, scendendo dall’albero sopra la quale era stata poggiata per gran parte del tempo, nascosta in un mantello che ne copriva il volto.
« Shino. » Un sussurro pacato, un po’ neutrale forse, fu così che la voce tagliò il silenzio di quella notte, forse più simile al rombo di un tuono che non al gremire del sole.
Fu con lentezza che il sorriso si espanse sul volto, così come lentamente si girò, sparendo nella notte.
Era lì, d’altronde.
Era questione di tempo.

 

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