Summertime

di Dylanation
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo a Spiagge Bianche ***
Capitolo 2: *** Quella Sconosciuta Così Bella ***
Capitolo 3: *** Nuovi Incontri ***
Capitolo 4: *** Piccoli Cambiamenti ***
Capitolo 5: *** Prime Impressioni ***
Capitolo 6: *** Litigi ed Orgoglio ***
Capitolo 7: *** Festa D'Inizio Estate ***
Capitolo 8: *** Scoperte e Rivelazioni ***



Capitolo 1
*** Arrivo a Spiagge Bianche ***


Spiagge Bianche era una delle mete preferite durante il periodo estivo per gli accaldati abitanti delle città di tutto il Paese. Proprio in questi giorni gli alberghi e le strutture locali potevano godere di fruttuosissimi guadagni siccome era finalmente giunto il clima perfetto per una lunga vacanza al mare.
Molte persone venivano in questo luogo praticamente ogni anno, per questo molti degli appartamenti e delle case venivano date loro in affitto per questo periodo.

"Ahhh che bello che siamo finalmente arrivati, non ne potevo proprio più di stare in macchina!!"

"Natsu, non ti sembra di esagerare? Un'oretta di viaggio non ha mai ucciso nessuno!"

"Oi Gerard! Non farmi la predica, hai guidato così lentamente che le lumache avrebbero potuto superarci!"

"Va bene, ho capito, stai calmo! E non te la prendere con me, che è già un miracolo che io abbia preso la patente giusto in tempo per le vacanze estive!"

"Oh, sì! Questa vacanza sarà spettacolare! La migliore di sempre!"

Natsu sembrò riprendersi in fretta dalla nausea provata durante il viaggio visto il modo in cui cominciò a saltellare intorno al veicolo, mentre l'amico dai capelli blu cercava goffamente il pulsante per aprire il bagagliaio.

"Hanno previsto bel tempo per tutta la stagione, sai?" disse Gerard mentre prendeva le proprie valigie.

"Beh, meno male! Questa vacanza per festeggiare i nostri 18 anni deve per forza essere speciale!" rispose Natsu sorridendo a più non posso.

"A che ora ci troviamo con Gray?" domandò Gerard.

"Tra mezz'ora lo andiamo a prendere in stazione, l'ho sentito prima che partisse!"

"Ok, allora abbiamo giusto il tempo per portare le nostre cose in casa! Non vedevo l'ora di fare una bella rimpatriata!"

"Anche io Gerard! Se poi contiamo il fatto che questo è il primo anno che tutti abbiamo convinto le nostre famiglie a lasciarci andare da soli, non sto nella pelle!" urlò Natsu correndo in lungo e in largo sul giardino della loro casetta estiva.

Le porte del treno si aprirono e uno per uno scesero i passeggeri.
Natsu e Gerard riconobbero il loro amico, notando che in un anno non era affatto cambiato. I suoi soliti capelli neri, la sua solita collana, il suo solito sguardo freddo e... la sua solita mania di spogliarsi!

"Gray! Ma insomma, rivestiti!" gli urlò Gerard ancora prima di salutarlo, mentre Natsu rideva sguaiatamente di quella folle abitudine.

"Oi ciao ragazzi! Ma non preoccupatevi, siamo al mare e nessuno noterà se sono o no in mutande!"

Sì, proprio il solito Gray. Usava la stessa scusa tutti gli anni eppure continuavano sempre a ritrovarsi in situazioni imbarazzanti.

Pesanti passi di anfibi neri incedevano in direzione dei tre ragazzi, finendo per travolgere Natsu facendolo cadere per terra come un sacco di patate tanto era forte la spalla che l'aveva colpito.

"Brutto idiota!!" urlò Natsu, ma senza ricevere risposta. Il ragazzo che l'aveva travolto continuò infatti per la sua strada senza voltarsi e senza dire una parola.

"Lascia perdere dai! Non vedo l'ora di andare in spiaggia!" disse Gerard per far calmare l'amico e cercando l'approvazione di Gray.

"Ma sì, dai!" rispose infatti il moro "Dove vivo io c'è freddo tutto l'anno, ho proprio voglia di un pò di sole e mare! Tu no, Natsu?" così dicendo allungò una mano all'amico e gli sorrise in un modo che al rosato parve quasi tenero.
Arrossendo e maledicendosi per quel pensiero, Natsu accettò la proposta dei suoi due amici e si sollevò da terra pensando però che, in un modo o nell'altro, l'avrebbe fatta pagare a quella furia umana che l'aveva travolto poco prima.

La spiaggia era affollata nonostante fosse circa ora di pranzo e i tre amici se ne stavano beatamente distesi al sole da più o meno mezz'ora.

"Anche se veniamo qui tutti gli anni io non mi stancherò mai di questo posto!" disse in un sospiro Gerard.

In risposta ricevette solamente due mugulii che gli parvero come versi d'approvazione e se li fece bastare, tornando poi al leggero sonnellino che stava avendo la meglio su di lui.

Ah, il dolce tepore dei raggi caldi sulla pelle. Quel leggero vento tiepido che ti accarezza e ti culla. Le voci e le risate in sottofondo che mischiate al rumore del mare ti dan sollievo e un senso di spensieratezza. Poi come un brusco risveglio, dell'acqua fredda che ti piomba addosso senza sosta. Pioggia? No. Una minutissima ragazza dai
capelli blu sorride mentre tiene in mano un grosso secchio vuoto.

"L-Levy?!" urlò Gray ancora stordito per il fastidioso ed inaspettato bagno gelido.

"Ciao a tutti ragazzi! Non vedevo proprio l'ora di vedervi anche quest'anno, quanto vi ho aspettato!"

Levy infatti era una delle poche persone che viveva a Spiagge Bianche per tutto l'anno, solo che come diceva lei, d'inverno quel luogo non era poi così divertente.

"Mi hai fatto prendere un colpo!!" la rimproverò Gerard.

"Ah ma questa ce la paghi cara!" sentenziò Natsu con un ghigno malefico in viso e iniziò a rincorrere la ragazza per tutta la spiaggia, alzando la sabbia sui poveri bagnanti e distruggendo involontariamente tutti i castelli costruiti dai bambini sul lungomare.
Quando finalmente la raggiunse, Gray non perse l'occasione per lanciarsi in quella confusione, mentre Gerard li rincorse solo per godersi da più vicino la scena. La povera Levy fu infatti presa per braccia e gambe dai suoi amici, i quali la immersero in acqua per poi appoggiarla in tutta fretta sulla sabbia morbida, di modo che la ragazza si impanasse ben bene di ogni granello.
Levy in cuor suo sapeva di esserselo meritato, ma finse lo stesso di essere arrabbiata perchè sapeva che con i suoi amici più cari si sarebbe sempre e comunque divertita.

"Per punizione mi pagherete il pranzo!" urlò Levy mentre andava verso le docce per pulirsi. I tre ragazzi sospirarono e annuirono sorridenti.

Quanto amavano le vacanze in quel luogo. Si erano conosciuti tutti lì quando erano ancora molto piccoli poichè le loro famiglie erano clienti fisse dello stabilimento balneare. Alcuni dei loro amici smisero di frequentare Spiagge Bianche, altri si unirono in seguito alla compagnia, ma loro quattro c'erano sempre stati.
Arrivati al ristorante della spiaggia si sedettero al loro solito tavolo all'aperto, sotto alla tettoia di canne di bambù. L'ombra in cui erano immersi era una vera oasi in mezzo a quel caldo, il sole che passava attraverso la tettoia si stagliava in tanti piccoli pezzi e creava giochi di luce ipnotizzanti. Ah, l'estate.

"Ma sì dai! Non vi ricordate di Lucy?" domandò Levy nel bel mezzo di un discorso.

"Lucy... Lucy... No, non mi dice niente questo nome!" disse arrovellandosi il cervello Gerard.

"Ma Lucy era quella coi capelli neri che mi picchiava sempre a dieci anni?"

"No, Natsu! Quella era Yoko!" precisò Gray all'amico.

"Allora Lucy era quella che mi ha picchiato quando inciampando l'ho spinta sul buffet alla festa di fine estate?"

"No, Natsu! Quella era Rina!" fece presente di nuovo Gray.

"Allora Lucy era quella che mi ha tirato un pugno quando...?"

"No, Natsu! Lucy non ti ha mai picchiato!" lo interruppe Levy "Lucy era quella ragazzina coi capelli biondi e molto corti che se ne stava sempre un pò in disparte! Non viene più qui da tre anni! Portava gli occhiali e si imbarazzava ogni volta che doveva mettersi in costume, così ve la ricordate?"

Gli occhi pensierosi dei tre ragazzi d'un tratto si illuminarono e per un istante furono felici di essersi ricordati qualcosa che avevano del tutto rimosso, poi l'entusiasmo calò.
"E quindi?" domandò con tono insolitamente freddo Natsu, che di quella Lucy non sapeva niente poichè non era mai stata significativa nella sua vita piena di frenesia e voglia di divertirsi.

"E quindi non so come aveva ancora il mio numero, e giusto ieri mi ha mandato un messaggio per dirmi che quest'estate sarebbe tornata qui dopo tutto questo tempo! Io sono felice, dopotutto adesso ha 18 anni anche lei, magari ha più voglia di stare in compagnia!" disse entusiasta Levy, notando però sui volti dei ragazzi un costante diminuire di interesse.

"Gelato e caffè come da tradizione, adesso?" chiese retoricamente Gerard con un sorriso stampato in faccia, ricevendo una sonora ed unanime approvazione in risposta.

Arrivarono al tavolo quattro meravigliose coppe gelato decorate a regola d'arte con bastoncini di biscotti e piccole formine di cioccolato, mentre il caffè emanava un aroma diverso per ognuno dei ragazzi.

"E questi da dove saltano fuori?" domandò Gray stupito, osservando le granelle di zucchero che sembravano stelle di ghiaccio sul suo gelato.

"Ah, giusto! Un'altra novità è che il ristorante ha assunto una nuova ragazza! A volte la si vede al bancone del bar, ma è bravissima a decorare e serve sempre manicaretti unici sia per l'aspetto sia per il sapore a seconda del cliente. Il più delle volte comunque sta nel retro a preparare i dolci!"

Natsu annusò l'aroma del suo caffè. Aveva qualcosa di speziato, gli sembrò un profumo deciso e invitante.
A Gerard venne l'acquolina quando si ritrovò immerso nel gusto della sua tazzina. Percepì un sapore fresco e misterioso, leggermente fruttato.
Gray guardò con sospetto ciò che aveva davanti. Al posto della tazzina c'era un bicchiere in vetro al cui interno vi era del caffè freddo shakerato con un leggero ciuffo di panna. Lo assaggiò e riconobbe subito il gusto della menta, misto a qualcosa che non riuscì a definire.
Tutti trovarono perfetto il proprio personalissimo caffè e continuarono spensierati con le chiacchiere prima interrotte.


Se siete arrivati fin qui è già un buon segno, dai! Allora, che dire? Il rating arancione è perchè ovviamente in futuro ci sarà qualche scena un pò piccantina, e allora prevengo il tutto avvisandovi!
Sinceramente non vedevo l'ora di fare una long ficcandoci dentro più personaggi possibili (e di conseguenza molte coppie ehehehe), quindi spero di riuscire nel mio intento senza dilungarmi troppo!
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate e se vi interessa come tipo di storia, anche se immagino che dal primo capitolo sia difficile valutare :)
Aiuto quanto parlo!! A presto allora col prossimo capitolo, grazie per aver letto!
- Dylan
 

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Capitolo 2
*** Quella Sconosciuta Così Bella ***


Il pomeriggio trascorse velocemente, tra risate e giochi da spiaggia.
Natsu infatti non perdeva tempo e stava appostato accanto al campo da beach volley pronto a sfidare chiunque volesse fare invece una partitella in santa pace. Levy e Gerard, imbarazzati, tentarono più volte di sgattaiolare via da quella situazione per poi finire nel bel mezzo di scenette ben più disdicevoli che avevano come protagonista un Gray intento a spogliarsi completamente circa ogni mezz'ora.

"Stasera ci sarà qualche evento speciale al bar?" chiese Gerard a Levy, in un momento di calma.

"No, non credo! Sarà sicuramente affollato come al solito, ma la festa d'inizio estate dovrebbe esserci questo fine settimana!"

Quel luogo non era semplicemente un piccolo locale dove sorseggiare qualcosa di fresco durante la giornata, ma era un grande stabile a gestione familiare che offriva ogni tipo di servizio. Durante il giorno era come un comune bar da spiaggia in cui si vendevano anche gelati artigianali e che disponeva di una sala giochi circondata da pareti di vetro che la rendevano luminosissima. Per l'ora di pranzo e di cena veniva aperto il ristorante e ai clienti era possibile accomodarsi sia sotto la tettoia dove Natsu e gli altri avevano pranzato, sia all'interno del locale dove venivano apparecchiati grandi tavoli circolari per far fronte a quelle giornate in cui il vento era troppo forte per mangiare all'aperto. Al piano di sopra c'era invece un'enorme stanza utilizzata come pub quasi tutte le sere, ad eccezione di quelle occasioni in cui si organizzavano feste o eventi particolari. Ogni giorno dopo un certo orario, questa sala si riempiva però di musica ad alto volume, trasformandosi in un'ottima alternativa alle discoteche locali e attraendo vari gruppi di ragazzi e ragazze della zona.

"Vado a recuperare quei due scapestrati allora, così poi saremo pronti in orario per stasera Levy! Ti passiamo a prendere?" domandò educato come sempre Gerard alla piccola ragazza al suo fianco.

"D'accordo! Passate alle 7:30, così facciamo la strada insieme! In bocca al lupo per il recupero allora!" concluse Levy cominciando a ridere mentre si allontanava verso la propria cabina.

Sospirando, Gerard entrò nella rete che separava il campo da beach volley dalla spiaggia e prelevò con la forza Natsu, interrompendo sul nascere ogni sua lamentela e protesta. Gray fortunatamente si era assopito sulla sdraio e aveva ancora il costume addosso, bastò quindi svegliarlo e tutti e tre i ragazzi si incamminarono verso casa.

"E' la prima volta che vivremo sotto lo stesso tetto, eh ragazzi?" disse Gray una volta giunti a destinazione.

"Sì, e vedi di non rendermi infernale questa convivenza!" rispose Natsu.

"E perchè dovrei venire a disturbare proprio te, razza di egocentrico?!"

"Ego-cosa?! Mi stai offendendo?!"

Gerard sapeva perfettamente che non c'era modo di fermare quei due quando cominciavano a bisticciare e si limitò a chiudersi in bagno urlando che sarebbe stato lui il primo a farsi la doccia, continuando ovviamente ad essere ignorato.

Puntuali come non mai, i tre ragazzi aspettarono per qualche minuto che Levy uscisse di casa mentre il sole cominciava lentamente a tramontare, formando le prime scie di luci arancioni a contrasto con il cielo che era ancora distintamente azzurro.

Come previsto, il bar della spiaggia pullulava di gruppi di ragazzi e ragazze, mentre sotto la veranda qualche signore stava giocando a carte impegnandosi come se quelle partite fossero questioni di vita o di morte.
Il bello di quel luogo era che fino a dopo cena rimaneva un ritrovo per persone di tutte le età: la sala giochi era invasa da ragazzini che si sfidavano a tutti i videogame, il bar al piano di sotto era assediato dalle sfinite madri dei suddetti ragazzini, e i padri di questi ultimi se ne stavano riuniti di fronte al grande schermo al plasma discutendo su ogni risultato sportivo, su ogni notizia data dal telegiornale e su qualunque cosa fosse possibile aprire un dibattito.

Levy e gli altri raggiunsero a fatica il piano di sopra, ma per fortuna il loro tavolo preferito era sotto prenotazione per tutto il periodo estivo di modo che nessuno potesse portarglielo via. Ordinarono subito da mangiare diversi panini e porzioni di patatine fritte e di tanto in tanto qualcuno si fermava al loro tavolo per salutarli e per scambiare qualche chiacchiera, siccome bene o male la maggior parte dei ragazzi frequentava quel luogo tutti gli anni.

Dopo moltissime chiacchiere e altrettanti panini, Levy prese per la maglia Gerard non appena si accorse che era appena entrato il dj, nonchè loro vecchio amico.

"GERAAAAARD! Guarda chi c'è, corriamo a salutarlo!" urlò Levy prima di sparire nella folla.

"Mi chiedo che strano ingrediente ci sia in questo gelato!" pensò ad alta voce Gray, ignorando completamente il rapimento dell'amico.

"Tutti quei gelati mi ibernerebbero il cervello, ne son certo!" bofonchiò Natsu tra un drink e l'altro.

"Eppure io avevo chiesto una semplice coppa alla menta e limone..." continuò Gray, totalmente sordo a qualunque discorso che non riguardasse il suo dessert.

"Vai a chiederlo direttamente al bancone, no?!" intervenne Natsu attirando finalmente l'attenzione dell'amico.

Gray non ci pensò due volte e si alzò, per poi dirigersi al bancone del piano di sotto continuando a parlottare a bassa voce.

"Che noia..." sospirò Natsu.

Si guardò intorno e vide un sacco di ragazzi che ballavano e si divertivano, ma nel giro di due minuti i suoi amici si erano tutti volatilizzati ed era rimasto solo al tavolo, facendogli venire quasi voglia di gettarsi in quella bolgia di balli.
Finì in un unico sorso la bevanda che aveva di fronte e era ormai deciso ad andare nella mischia, quando una voce lo richiamò.

"Ehi, ciao!" lo salutò qualcuno all'improvviso.

Natsu alzò lo sguardo e vide in piedi davanti al tavolo una ragazza splendida e sorridente.

"Ehm, ciao! Chi stavi cercando?" domandò Natsu dicendo la prima cosa che gli venne in mente. In quel momento il suo cervello non recepiva più di tanto, un pò per il fracasso della musica assordante e un pò per quell'inaspettata visione.

"Levy non è qui con te?" disse la ragazza bionda con aria interrogativa mentre iniziò a guardarsi intorno.

"No è andata un attimo a salutare qualcuno! Se vuoi puoi aspettarla qui, ti faccio compagnia.." Natsu sorrise con fare allusivo ed ammiccante alla ragazza, a cui inevitabilmente venne da ridere.

"No no, grazie! La cercherò domani, io me ne stavo andando adesso! Ciao Natsu!" disse la bionda voltando le spalle e andandosene.

"EH?! Sa come mi chiamo?! Ma chi era?! E che cosa mi è preso?!"  Il ragazzo dai capelli rosa rimase di sasso dopo quell'incontro.

Innanzitutto aveva sicuramente fatto la figura dello stupido nel non sapere chi fosse quella biondina siccome lei invece sapeva il suo nome, e poi (cosa non meno importante) non gli era mai successo in vita sua di comportarsi in modo così lascivo e sfacciato con una ragazza.
Certo, lei era molto bella. Natsu si ritrovò a pensare intensamente a quelle lunge gambe affusolate e a quel seno così prorompente. Il viso di lei era invitante e perfetto, tanto che Natsu si sentì bruciare lo stomaco. Avrebbe decisamente voluto approfondire quell'incontro.
Poi scosse la testa in modo brusco, come per scacciare quegli strani pensieri. Non era da lui reagire così, ma non era proprio riuscito a controllarsi.

Decise di provare ad accantonare in un angolo della mente quell'episodio, gettandosi come da programma nella mischia e cominciò a ballare mentre Gerard e Levy lo raggiunsero. Non parlarono nemmeno, troppo intenti a seguire il ritmo della musica e i flash degli strobo che data l'ora erano diventati i protagonisti della serata.

Nel frattempo Gray stava tornando al piano superiore sconfitto, siccome a causa della folla non era riuscito a chiedere informazioni riguardo l'ingrediente segreto di quei gelati così buoni. Riuscì solamente ad intravedere dietro alla porta che dava alle cucine un'indaffaratissima testa di capelli azzurri che correva da una parte all'altra della stanza, ma nulla più. Raggiunse gli amici che lo chiamarono a gran voce non appena lo videro e tutti insieme continuarono a ballare, a ridere e a divertirsi senza nessun problema in testa.



Ciao a tutti quanti :) Dunque, questo capitolo forse è un pò cortino, ma mi farò perdonare col prossimo che sarà ben più lungo!
Ecco, è arrivata una certa biondina che ha già smosso strani istinti in Natsu.. Chissà chi sarà, vero?? Proprio un grande mistero ahah :)
Piano piano ci addentriamo in quella che sarà la vera e propria trama della storia, questo capitolo effettivamente fa ancora un pò da introduzione, ma mica potevo mettere tutto subito, no? :D 
Colgo l'occasione per ringraziare veramente di cuore le care ragazze che mi hanno recensito.. Davvero, mi fate commuovere! Non sono abituata a tutte queste attenzioni :') Ringrazio ovviamente anche chi segue la storia (sappiate che so i vostri nomi uno per uno e che ci tengo tanto anche a voi) e a chi l'ha messa nei preferiti, per me è stato un inizio stupendo! Vi adoro tutti!! <3
-Dylan

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Capitolo 3
*** Nuovi Incontri ***



Natsu passò la mano tra le bionde e lunghe ciocche dei suoi capelli, per poi fermarsi dietro la nuca per tenerle ferma la testa. Con l'altra mano le inchiodò le braccia al muro e lei non sembrò spaventata. Quel sorrisetto sul suo viso sembrava anzi invitarlo ad osare di più, perchè anche lei voleva lui tanto quanto lui voleva lei. Le si avvicinò alla gola, annusò profondamente quel caldo e dolce profumo e proseguì la sua avanzata verso le dischiuse labbra di lei.
Poteva sentire il fuoco buciargli nel petto, poteva sentire l'eccitazione prendere il sopravvento sul suo animo infantile ed ingenuo. C'era quasi, mancavano solo pochissimi centimetri.

"N-Natsu" gli disse lei con voce sussurrata e supplichevole.

"NATSU! FACCIA D'ASINO!" gli urlò nell'orecchio una voce decisamente maschile e decisamente arrabbiata.

Lentamente le sagome indistinte intorno a Natsu iniziarono a prendere forma.
Ecco lì un soffitto, ecco il lampadario... Ecco anche le finestre aperte e le bianche tende che svolazzano. Strizzando un momento gli occhi Natsu capì che era stato tutto un sogno, ma non fece in tempo a realizzare ciò che la sua mente aveva prodotto quella notte poichè si ritrovò in una situazione ancora più imbarazzante.
Notò Gerard sull'uscio della camera con gli occhi sgranati e le guance decisamente arrossate. Guardando alla sua sinistra notò di non essere nella propria camera, bensì in quella degli ospiti. Spostando lo sguardo alla sua destra realizzò il perchè di tanto imbarazzo: Gray era completamente nudo e sdraiato accanto a lui, coperto solamente dal bianco lenzuolo. Come se non bastasse Natsu gli aveva avvolto un braccio attorno alle spalle mentre dormiva a pancia in giù e il tutto adesso risultava essere molto equivoco.
Natsu urlò e iniziò a correre per la stanza, mentre Gerard, che aveva perfettamente capito la situazione, stava morendo dal ridere di fronte alla faccia furibonda di Gray.

"Razza d'idiota, cosa ci facevi nel mio letto?!" sbraitò il moro.

In risposta Natsu alternò degli urli isterici a dei sonori "Non lo so!" mentre non accennava un attimo a interrompere la propria corsa mattutina.

"Ieri sera" tentò di dire Gerard mentre era piegato in due per le risate "Quando siamo tornati, Natsu si è addormentato sul divano e deve essersi svegliato nel cuore della notte per poi entrare nella prima stanza che ha trovato!"

"Sì, è vero! Qualcosa mi ricordo!" confermò Natsu "Ma tu perchè cavolo dormi nudo?!"

"Per abitudine!!" urlò in risposta Gray, ancora scosso da quel risveglio così sgradito.

"Ragazzi, vi son venuto a svegliare per dirvi che Levy mi ha scritto che ci vediamo direttamente in spiaggia oggi!" disse poi Gerard per cambiare argomento.

"Umpf, ok! Allora prepariamoci e andiamo, ma soprattutto: VESTIAMOCI!" sottolineò Natsu uscendo dalla stanza e ricevendo in risposta qualche sonoro insulto.

Arrivati in spiaggia salutarono i proprietari del bar e si gettarono a peso morto sulle loro sdraio, cercando di godere il più possibile di quella frizzante aria mattutina.
Una folata di vento portò però un profumo di pasticcini e altri tipi di cibo al naso dei tre ragazzi, i quali non resistettero un attimo di più per fiondarsi alla vetrina accanto al bancone. Tutti ordinarono un'abbondante colazione, ma mentre Gerard e Natsu si diressero al tavolo, Gray indugiò un pò più a lungo con lo sguardo verso la cucina attirando l'attenzione della proprietaria.

"Hai bisogno di qualcosa, Gray?" gli domandò la signora, che lo conosceva da sempre.

"Mi chiedevo...Stamattina quella nuova ragazza non c'è?"

In risposta la proprietaria scosse appena il capo in segno di negazione, ma sul suo viso nacque un sorriso.

"Ah capisco" rispose Gray "Se possibile, le dica che apprezzo molto i suoi dolci e in particolar modo i suoi gelati! No anzi, lasci stare! Farò in modo di intercettarla io una volta o l'altra!" così dicendo il moro andò verso i suoi amici, domandandosi tra sè e sè perchè dovesse importargli così tanto di quell'ingrediente che non riusciva ad individuare.

Iniziarono a mangiare tutti e tre di gran gusto, mentre Natsu decise di raccontare lo strano incontro della sera precedente, omettendo ovviamente la parte in cui si era comportato da cascamorto.

"Quindi era...era carina?" domandò Gerard imbarazzandosi.

"Cosa importa se era carina o meno? Hai fatto la figura dello scemo a non ricordarti di lei!" gli disse in tutta risposta Gray, freddo e impassibile come al solito.

Natsu fece per rispondere qualcosa, ma strabuzzò gli occhi e iniziò a soffocare col boccone che stava mandando giù in quel momento, cominciando a tossire rumorosamente. I suoi amici gli porsero semplicemente dell'acqua e pian piano si riprese.

"Ma che ti prende?!" gli chiese Gray.

Natsu indicò un punto della spiaggia e gli altri due puntarono lo sguardo in quella direzione. Videro Levy passeggiare sul lungomare in compagnia di una alta e bellissima ragazza dai lunghi capelli biondi.

"E' lei, Natsu?" domandò Gerard voltandosi verso l'amico.

Il ragazzo dai capelli rosa si limitò ad annuire, mentre dentro di sè sentiva una strana frenesia crescere. Avrebbe volentieri lanciato Levy in mare e preso il suo posto.
Le ragazze intanto si diressero proprio verso il bar della spiaggia e con una mano Levy aveva già iniziato a salutare i tre ragazzi.
Gray e Gerard si sorrisero a vicenda, pronti a gustarsi l'inedito imbarazzo di Natsu che ancora non aveva ricordato il nome della biondina sebbene lei sapesse perfettamente chi lui fosse. Salutarono a gran voce Levy, mentre addirittura facevano segno alle due ragazze di sedersi al tavolo con loro. Natsu stava pian piano sprofondando in un pozzo di vergogna e tentò di recuperare un pò di terreno salutando con un gran sorriso (stavolta del tutto innocente) Levy e la ragazza conosciuta la sera prima.

"Ehi, ciao Natsu!" esordì la biondina, provocando le risate mal celate degli altri due ragazzi "Ciao anche a voi Gray e Gerard!" concluse la ragazza volgendo lo sguardo agli altri due, lasciandoli di stucco per un momento.

Entrambi aggrottarono le sopracciglia, guardandosi a vicenda. Diedero uno sguardo a Natsu, che aveva un'aria molto confusa e così si voltarono verso Levy con occhi interrogativi. Erano quasi certi che fosse stata lei a dire alla bionda i loro nomi, perchè non potevano essersi dimenticati di qualcuno che invece sembrava conoscerli così bene.

Levy sospirò scuotendo il capo. "Vi ricordate di Lucy, vero ragazzi? Ieri vi ho detto che quest'estate sarebbe tornata qui!"

Gerard fu il primo ad illuminarsi, rimanendo incredulo di fronte al cambiamento che quella ragazza aveva fatto negli ultimi anni.
Gray realizzò la situazione, ma non ne fu scosso più di tanto. Alzò solamente le sopracciglia per un secondo in segno di sorpresa, ma niente più, poichè non era il tipo che si scomponeva per così poco.
Natsu invece serrò quasi gli occhi e corrugò la fronte così tanto che si poteva distintamente vedere ad occhio nudo lo sforzo di memoria che stava compiedo in quel momento. D'un tratto si ricordò sia delle parole di Levy del giorno prima, sia dell'indecente sogno che aveva fatto quella notte proprio su Lucy. Non riusciva proprio a spiegarsi cos'avesse quella biondina da farlo scaldare tanto.
La sua espressione tramutò in una specie di ghigno sicuro di sè, in un modo che nemmeno i suoi amici avevano mai visto.

"Ciao Lucy" disse quest'ultimo con tutta la tranquillità del mondo "Ora sì che mi ricordo di te!" concluse sorridendo genuinamente.

"Mi ha detto che ieri al pub hai fatto la figura dell'imbecille!" lo canzonò Levy, provocando le risate di tutto il gruppo.

"Ma non fa niente" disse Lucy sedendosi al tavolo "Erano tanti anni che non ci vedevamo!"

Una volta rotto il ghiaccio, iniziarono a chiacchierare tutti e cinque del più e del meno. Lucy raccontò quindi che quell'anno i suoi genitori avevano deciso di passare le vacanze all'estero e non volendola lasciare a casa da sola, la mandarono lì a Spiagge Bianche dove sua zia viveva tutto l'anno lavorando in un negozietto carino in centro.

"Quindi vivi con lei?" le domandò Gerard.

"Sì, ma non è protettiva e fiscale a livello dei miei genitori! A lei basta che pranziamo insieme e che ogni tanto mi faccia vedere, ha fiducia in me!" rispose contenta Lucy.

Poseguirono con le chiacchiere ancora per qualche minuto, per poi buttarsi in acqua. Levy corse a prendere anche un pallone e facendo diversi giochi arrivò in un attimo ora di pranzo.

"Ragazzi, scusatemi ma almeno per oggi vi rubo Levy! Voglio che conosca mia zia così potrà stare ancora più tranquilla!" disse Lucy.

"Per quanto mi riguarda te la puoi anche tenere!" scherzò Gray evitando per un pelo la ciabatta che la minuta ragazza dai capelli blu gli lanciò.

"Ma poi oggi pomeriggio tornate, vero?" domandò Natsu, che fino a quel momento non aveva parlato granchè.

"Sì che torniamo! Però verso metà pomeriggio, così andiamo a fare un pò di compere prima!" gli rispose Levy trascinando Lucy con sè verso il suo ombrellone e lasciando così i ragazzi da soli sul bagnasciuga.

"Ma si può sapere che ti prende?!" chiese Gray a Natsu, che in risposta assunse un'espressione interrogativa, come se non capisse a cosa si riferisse l'amico.

"Dai che hai capito, Natsu!" tentò di spiegare Gerard "E' da quando è arrivata Lucy che dici a malapena due frasi.."

"Per non parlare dell'inquietante modo in cui l'hai guardata per quasi tutto il tempo!" lo interruppe Gray.

"Ma che cosa dite? Solo è una ragazza carina e mi piacerebbe conoscerla meglio, perciò lascio parlare lei senza intervenire!" si difese il ragazzo dai capelli rosa.

"Questa poi..." sospirarono rassegnati gli altri due, e si avviarono verso il bar.

Dopo mangiato il clima diventò perfetto per un riposino sotto l'ombrellone e i tre amici si lasciarono cullare dal tiepido venticello  che li accarezzava, cadendo nel sonno più profondo dopo pochi minuti.
Gray dopo circa un'ora si svegliò accaldato e sudato: per uno che vive sulle montagne innevate tutto l'anno quel sole picchiava molto forte. Vedendo Natsu e Gerard beatamente addormentati decise di non svegliarli e di andare a rinfrescarsi con un bagno veloce in mare, per poi togliersi il sale di dosso usufruendo delle docce dello stabilimento.

Sotto quelle fresche gocce d'acqua ci sarebbe rimasto volentieri tutto il giorno. Amava il fatto che, in contrasto col sale del mare, avessero un sapore addirittura dolciastro a contatto con le labbra e la bassa temperatura lo rigenerò in un batter d'occhio. Ancora bagnato uscì dalla doccia e si fermò di botto quando notò che da quella posizione riusciva a vedere bene il retro del bar, dove c'era l'ingresso esterno delle cucine.
Restò imbambolato lì davanti a lungo senza mai spostare una volta lo sguardo, finchè qualcuno richiamò la sua attenzione.

"Ehm... Tutto bene?" gli domandò una voce.

"Sì." rispose secco e monosillabico il moro.

"Ok, scusa! E' che ho notato che sei qui in piedi ed immobile da un bel pò!" ribattè la voce senza scomporsi.

"Beh non credo che..." il moro interruppe la frase. Avrebbe voluto sottolineare che un estraneo non dovrebbe interessarsi degli affari altrui, ma togliendo lo sguardo dall'ingresso delle cucine rimase senza parole. Dietro di lui c'era una pallida ragazza con lunghissimi capelli celesti che lo guardava sorridente. Gli occhi di lei erano profondi e intensi, a Gray si prosciugò il respiro.

"So che non dovrei importunare gli estranei, di solito non lo faccio! Solo che mi sono un attimo preoccupata!" disse la ragazza, ma senza ricevere risposta.
Gray se ne stava lì di fronte a lei con la bocca semi aperta e un'espressione tra il sorpreso e l'incredulo. Anche il corpo era immobile e se non fosse stato per il petto e le spalle che si muovevano ad ogni respiro, si sarebbe potuto pensare che fosse diventato di pietra.

"Beh devo andare a lavorare adesso" continuò la ragazza, imbarazzandosi per la situazione "Ciao!"

"Come ti chiami?!" riuscì a urlare il moro mentre la ragazza si stava dirigendo verso l'ingresso della cucina del bar.

"J-Juvia!" gli urlò in risposta, correndo dentro alla cucina a tutta velocità.

"Juvia.." ripetè Gray a bassa voce voltandosi lentamente verso la parete delle docce su cui erano affissi gli specchi. Guardò il suo riflesso e vide un insistente rossore sulle proprie guance, cosa che non gli era mai successa. "E questo?" si domandò Gray tra sè e sè, dandosi come risposta che probabilmente aveva passato troppo tempo sotto al sole. Ingenuamente.
Quando tornò all'ombrellone trovò i suoi amici svegli, intenti a stiracchiarsi e a controllare i propri cellulari.

"Le ragazze non vengono" disse Gerard "Levy mi ha scritto che ci vediamo direttamente al Bowling stasera dopo cena."

"Il Bowling?!" domandò quasi urlando Natsu "Non può mica decidere sempre lei cosa dobbiamo fare, per non parlare del fatto che il tavolo qui al bar è sempre prenotato e.."

"Ha già chiamato il bar per avvertire e ha anche detto di dirti che se vuoi rivedere Lucy devi smetterla di lamentarti e fare come dice lei!" concluse ridacchiando Gerard.

"Si mette anche a prevedere le mie reazioni, adesso?" bofonchiò Natsu incrociando le braccia al petto e rassegnandosi ai voleri di quella piccola dittatrice.

Verso metà pomeriggio il cielo cominciò ad ingrigirsi, portando un vento più freddo del normale che spinse la maggior parte dei bagnanti a rivestirsi e a tornare alle proprie case. I tre ragazzi provarono a resistere più che poterono sotto all'ombrellone, ma effettivamente l'aria iniziava a farsi molto umida e le prime sottili gocce di pioggia non tardarono ad arrivare.

"Bel tempo per tutta la stagione, eh?" disse Natsu rivolgendosi a Gerard con sguardo di rimprovero.

"Lo dicevano alla radio mentre tu eri impegnato a stare male per il viaggio in auto, cosa c'entro io?!" si difese l'amico dai capelli blu.

"Magari è una di quelle piogge passeggere e domani ci sarà il sole!" riflettè ad alta voce un insolitamente positivo Gray.


Eccomi qui :) Non vedevo l'ora di far arrivare Juvia, cavolo!! Lei e Gray saranno decisamente OOC, lo dico perchè mi sembra giusto avvertire! Solo che non volevo fare l'ennesima storia in cui la povera Juvia deve sudarsi l'amore di Gray il quale quasi nemmeno la considera :(
E niente, spero vivamente che con questo capitolo mi abbiate perdonato per il secondo che era proprio cortissimo! Il quarto sarà ancora più lungo, e un pò più impestato di personaggi e situazioni :D
Grazie come al solito a tutti voi che seguite, mettete nei preferiti, leggete e recensite.. Mi fate venir voglia di scrivere sempre di più^^
Un bacione,
-Dylan

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Capitolo 4
*** Piccoli Cambiamenti ***


Col calar della sera la pioggia si fece più violenta ed insistente, costringendo i tre amici a raggiungere il Bowling in macchina con immenso dispiacere di Natsu.
A causa del brutto tempo il posto era parecchio affollato e i ragazzi ci misero un bel pò di tempo per trovare le ragazze.
Levy salutò i tre amici per poi cominciare a raccontare in fretta e furia la bella giornata che aveva trascorso in compagnia di Lucy in giro per i negozi di tutta la zona. Lucy intanto sorrideva e annuiva, intervenendo solo quando giunse il momento di decidere da che attività cominciare quella sera, dato che quel luogo era come un'infinita sala giochi.
Alla fine la maggioranza optò per il bowling, ma dovettero mettersi in lista e durante l'attesa decisero di intrattenersi con gli altri giochi disponibili.
Gray iniziò a giocare a flipper e dopo un paio di partite notò di esser rimasto solo. Non gli importò più di tanto e immaginando già che i restanti quattro si fossero divisi in coppie, continuò a giocare in solitudine.

Lucy si illuminò quando vide un'enorme teca in vetro piena di pupazzi che sembravano morbidissimi.

"Natsu, devo assolutamente vincere almeno mille di questi peluches!!" urlò lei trascinando il ragazzo dai capelli rosa con sè.

Inserì i primi gettoni e iniziò spensierata a giocare. Natsu la osservava, appoggiato all'angolo dell'enorme teca.
Quella sera la trovò particolarmente bella, con quella canottierina bianca molto aderente che contrastava con il fiocco rosso con cui si era raccolta i capelli. Aveva gli stivali marroni e corti pantaloncini di jeans, che sicuramente non lasciavano molto all'immaginazione. Sentiva l'esigenza di toccare quella pelle immacolata, avrebbe voluto stringere quel corpo così sodo.
Lucy fallì l'ennesimo tentativo e quando ormai stava per rinunciare, sentì la presenza di un petto caldo e duro come il marmo premere contro la sua schiena.

"Natsu, che fai?" disse come una debole protesta.

"Ti insegno a giocare." rispose lui, facendola avvampare.

Natsu allungò le mani sulle tese braccia di lei, che ancora impugnava la leva del gioco.
Lui poggiò le mani su quelle di lei e lentamente iniziò a guidarla. Lucy manteneva lo sguardo fisso davanti a sè, dove vide che una delle quattro pareti della teca era di specchio. In quel modo riusciva a guardare la scena come uno spettatore esterno, ma per quanto provasse a rimanerne distaccata, il caldo respiro e la bocca di Natsu a pochi centimetri dal suo collo la costringevano alla realtà. Lei non notò nemmeno che grazie a Natsu riuscì a vincere un pupazzo, rimase immobile e si sentì sciogliere dentro a quel contatto così ravvicinato.
Natsu voltò appena la testa per riuscire ad affondare il naso nei capelli di lei. Esattamente come nel sogno, avrebbe voluto assaggiare la pelle della gola di Lucy. Il respiro si fece più intenso ed i battiti più accelerati. Lucy socchiuse appena gli occhi e Natsu colse l'occasione per avvicinarsi ancora di più al suo orecchio. Non capiva come potesse essere tanto attratto da lei, lui era nuovo a tutte queste sensazioni, ma appena la vedeva non riusciva più a controllarsi. Con una lentezza esasperante Lucy iniziò a voltare il viso in direzione di quello di Natsu e lui la strinse ancora di più a sè, facendole sentire la perfezione di quel corpo marmoreo ed eccitato.

"Signori! Adesso che avete vinto è il mio turno!" li riportò alla realtà una voce.

Un bambino e i suoi amici erano in fila dietro di loro e a quanto pare si erano stancati d'aspettare.

"Ehm, sì bel bambino! Scusaci!" disse Lucy più imbarazzata che mai e in un istante si staccò da Natsu, prese il pupazzo che avevano vinto e corse via.

Natsu fece giusto in tempo a guardare in cagnesco il piccolo moccioso alle sue spalle e poi partì all'inseguimento di Lucy.


Nel frattempo dall'altra parte della sala giochi Levy e Gerard stavano pazientemente aspettando che si liberasse un tavolo nella zona relax poichè volevano bere qualcosa.

"Levy sembra che quel gruppo se ne stia andando" disse Gerard "mentre io vado a prendere due posti, se vuoi puoi andare a prendere da bere! Per accorciare i tempi!"

La ragazza semplicemente annuì e si diresse al bancone per ordinare.

"Ragazzina sei sicura di poter prendere una birra?" le domandò un ragazzo accanto a lei mentre stava attendendo le bevande ordinate.

"Certo che sì! Guarda che ho più di 18 anni!" rispose indispettita Levy per poi girarsi verso il ragazzo, pronta a mostrargli la sua espressione più indignata.

"Se lo dici tu, Piccoletta!" ghignò lui in risposta.

"E smettila di darmi questi soprannomi, Gigante!" disse Levy, notando che il ragazzo che le stava parlando era alto e muscoloso, con lunghi e folti capelli neri e vari piercing sul viso.

Il ragazzo rise in un modo che a Levy sembrò strano.

"Mi piaci Piccoletta!" disse lui dandole una o due pacche sul capo per poi voltarsi e andar via.

Levy rimase di sasso e il suo viso si colorò di un rosso vivo. "Razza di idiota! Da quando in qua è lecito rivolgersi in questa maniera agli sconosciuti?! Sbruffone, inventa-soprannomi e persino molto maleducato!" diceva a bassa voce la ragazza mentre iniziò a dirigersi verso il tavolo dov'era seduto Gerard.

"Tutto bene?" le chiese l'amico dai capelli blu, vedendola infuriata come non mai.

"Si Gerard, stavo solo pensando a quanta gente non conosca le buone maniere" rispose sbuffando Levy, mentre porgeva la birra all'amico.

Gerard accettò di buon grado il bicchiere fresco che gli era stato offerto e capendo lo stato d'animo dell'amica iniziò a parlarle del più e del meno, facendola ridere e divertire. Sapeva bene di essere uno dei pochi abbastanza importante per Levy da riuscire ad influenzare il suo stato d'animo. La ragazza infatti era costantemente solare e positiva, talmente tanto sicura di sè e spensierata da avere una marea di amici, ma pochi di questi potevano considerarsi realmente tali. E Gerard era fiero ed orgoglioso di essere uno di questi pochi eletti.


Gray nel frattempo era ormai alla milionesima partita di flipper e notando che si stava già facendo tardi, pensò fosse meglio radunare gli altri per decidere se rimanere lì ancora per molto oppure tornare a casa.
Il moro non fece in tempo a fare più di cinque passi che una furia lo travolse facendolo cadere in terra.

"Ma quella era Lucy?!" si domandò tra sè e sè Gray, riuscendo a distinguere più o meno bene la figura della bionda che correva a tutta velocità.

"LUUUUUUCYYYYYY!" urlò una voce all'inseguimento della ragazza.

Gray riconobbe subito Natsu e provò a fermare la corsa dell'amico. Fallendo nell'intento si limitò a guardare i due dirigersi fuori dalla sala giochi in fretta e furia.

"Chissà che casini ha già combinato quello stupido" pensò rialzandosi.
Il moro interruppe i suoi pensieri notando in lontananza, in mezzo alle decine e decine di persone lì presenti, una ragazza di cui non aveva sicuramente scordato il viso.

"Juvia!" sussurrò sottovoce il ragazzo, dirigendosi verso di lei a passo spedito.

Non riusciva a pensare a qualcosa da dirle, non sapeva nemmeno il motivo per cui sentiva tanta esigenza di andare in quella direzione. Juvia sembrava a disagio in quel luogo e non faceva altro che giocherellare con la sottile tracolla della sua piccola borsa mentre si guardava intorno.
Arrivato di fronte a lei, Gray si soffermò a fissarla.
Gli piaceva la semplicità con cui lei era vestita quella sera: Converse blu ai piedi, pantaloncini corti e un pò strappati di jeans, una semplice maglietta stampata e, per via del clima fresco, una camicia lasciata aperta e con le maniche arrotolate. Aggrottò le sopracciglia nel realizzare che non era da lui notare certi particolari. Poi si rese conto di essere in piedi di fronte a lei, imbambolato da almeno un paio di minuti.
Juvia lo guardava con gli occhioni spalancati e iniziò a sentirsi parecchio imbarazzata. Pensò che forse quel ragazzo aveva l'abitudine di fissare le cose e le persone, come quel pomeriggio in spiaggia, ma questo pensiero non le bastò per rassicurarsi.

"Ehm, tutto bene?" domandò lei cercando di smuoverlo da quella stasi.

"Ciao!" esclamò lui appena risvegliato da pensieri che riguardavano gli ondeggianti capelli di lei.

Juvia lo guardò con un'espressione interrogativa. Era proprio strano quel ragazzo.
"Ehm.. Adesso che  ci penso, io non so come ti chiami!" disse Juvia per rompere il ghiaccio.

"Ciao!" ripetè di nuovo Gray con la stessa medesima espressione di prima e persino con lo stesso tono di voce, come se fosse capace di dire solo quello.
Juvia inizialmente acquisì un'espressione seria e corrugò la fronte, ma un paio di secondi dopo la sua bocca si sollevò in un lieve sorriso per poi sfociare in una sincera risata.

A Gray correvano nella testa miriadi di insulti che si sarebbe volentieri dedicato, ma si sforzò al massimo per mettere in ordine le idee e comporre qualche frase di senso compiuto. Che diavolo stava combinando? E perchè si sentiva la gola così tremendamente asciutta?!

"Mi chiamo Gray!" disse tutto d'un fiato il moro, senza accennare però a cambiare quell'espressione a metà tra il pensieroso ed il folle che aveva da quando si era trovato di fronte a lei.

"Gray? Bene, allora piacere di conoscerti finalmente! Sinceramente mi sento a disagio in questo luogo così affollato, però sono qui perchè sto cercando un ragazzo!"

Il moro si rabbuiò e iniziò a sentire una strana sensazione salirgli dallo stomaco, assomigliava molto a quello che provava quando lui e Natsu iniziavano a litigare per ogni cosa, specialmente quando quell'idiota del suo amico si metteva nei guai. Ma perchè mai una sensazione così simile alla rabbia avrebbe dovuto colpirlo in quel momento?

"Juvia! Come al solito sei in ritardo, eh?" disse una voce roca poco distante da loro.

"Umpf, con questa pioggia non potevo andare più veloce! E tu sei ubriaco come al solito comunque, Gajil!" lo rimproverò la ragazza.

"Ho bevuto un pò aspettandoti, con questo tempo mica potevo andare a casa in moto, no?"

Gray fissava immobile la scena. Guardava quell'altissimo ragazzo che si avvicinava a loro pesando su ogni passo dei suoi neri anfibi, rimase stupito nel vedere tutti i piercing che gli adornavano la pelle, ma ancor di più iniziò a chiedersi come potesse una ragazza tanto semplice come Juvia frequentare un tipo come quello.

"Questo chi è?" disse il ragazzo indicando Gray con un movimento del capo.

"Oh, lui si chiama Gray! Frequenta la spiaggia dove lavoro, l'ho conosciuto stamattina!" rispose Juvia con un gran sorriso in volto.

"Emozionante" ribattè sarcasticamente Gajil "Dai, andiamo che non ne posso più di questo casino!"

La ragazza sospirò e voltò lo sguardo verso Gray. Mentre poco prima le era sembrato addirittura inespressivo, ora i suoi occhi avevano un velo di tristezza. Il moro infatti si era sentito il terzo incomodo in quella scenetta che ricordava tanto un piccolo litigio tra innamorati.

"Gray, io adesso vado! Magari ci vediamo domani in spiaggia, che ne dici?" gli disse Juvia andando verso di lui mentre Gajil era già all'uscita.

Il moro annuì semplicemente, ancora confuso per quel susseguirsi di situazioni imbarazzanti. "Lui ci sarà?" riuscì poi a dire, sentendo le lamentele di Gajil che chiamava Juvia a gran voce.

"No, no! Se ti va dopo pranzo ci possiamo incontrare davanti alle docce come stamattina, domani lavoro al mattino!" rispose sempre più sorridente la ragazza.

"Sì, va bene.." concluse Gray, sospirando per quella situazione. Certo, aveva voglia di conoscere un pò più a fondo quella ragazza, soprattutto perchè poteva dire con sua grande sorpresa di stare bene in sua compagnia, ma il fatto che si frequentasse con quel tizio grande e grosso non riusciva proprio a spiegarselo. Questo faceva nascere in Gray dei dubbi su Juvia, perchè magari non era così semplice e candida come appariva, forse era tutt'altro tipo di persona. Poi c'era anche da dire che trovava strane le sensazioni che provava quando era in sua presenza, come se lo stomaco si attorcigliasse in una morsa per poi svuotarsi totalmente rendendolo agitato e ansioso senza motivo. Che il suo istinto volesse metterlo in guardia da quella ragazza?

"Non vedo l'ora" disse Juvia andandosene.
Nel dirlo aveva sorriso in un modo che a Gray si contrasse la bocca dello stomaco. Sentì qualcosa che lo compresse così tanto da fargli uscire l'aria dai polmoni e si ritrovò lui stesso a sorridere, in modo completamente involontario. Non un sorriso di quelli che faceva quando i suoi amici combinavano qualche stupidaggine, ma un sorriso di quelli che nascevano spontaneamente sul suo viso quando osservava il sole sorgere tra le innevate montagne di casa sua. Un sorriso di quelli che nascondeva al mondo intero, perchè lo facevano sentire in un qualche modo indifeso e totalmente scoperto.


Lucy corse fuori dal locale inseguita dal richiamo della voce di Natsu che urlava il suo nome intimandola di fermarsi.
Col fiato corto e le gambe ormai pesanti per quella lunga corsa, Lucy si fermò improvvisamente, decidendo di mettere da parte l'imbarazzo che sentiva dirompere dentro sè.
Natsu si fermò a qualche metro da lei appena vide che questa cessò di correre. La pioggia scrosciava forte su di loro, bagnando ogni centimetro dei loro corpi, rendendo Lucy ancora più attraente di quanto già non fosse agli occhi di Natsu. Notò infatti immediatamente di come la canottierina bianca stesse diventando zuppa, aderendo perfettamente alla schiena sinuosa di lei. Riuscì a intravedere il colore del suo incarnato attraverso quel tessuto ormai trasparente, era come una calamita. Si avvicinò lentamente, non voleva farla scappare di nuovo, ma quello che la sua mente tentava razionalmente di imporgli in quei momenti veniva puntualmente ignorato e calpestato da qualcosa di molto più potente dell'istinto.

"Lucy.." la chiamò Natsu in un soffio di voce, allungando la mano per richiamare la sua attenzione e, doveva ammetterlo, per avere un assaggio seppur minimo di quella pelle talmente invitante.

La ragazza si voltò mantenendo lo sguardo rivolto verso il basso, i lampioni e le luci delle insegne circostanti la illuminavano solo parzialmente, ma Natsu intuì che nascondeva un volto triste e non capiva il perchè.

"Mi dispiace se ho fatto qualcosa di sbagliato, dico davvero" provò a rimediare lui, sapendo che le doveva delle scuse anche se non riusciva a comprendere bene che cosa di preciso la avesse infastidita tanto. Certo, finchè era solo imbarazzo poteva essere comprensibile, ma fuggire in quella maniera trascinandolo in mezzo al vialetto gli sembrò un tantino esagerato.

"Non voglio che fraintendi la situazione, Natsu. Mi hai appena conosciuta!" disse Lucy senza alzare il suo sguardo. Il tono della voce non era triste, non era imbarazzato, aveva come un retrogusto di risentimento e rabbia.

"Appena conosciuta?! Lucy ti conosco da quando eravamo bambini! E poi cosa non dovrei fraintendere? Spiegati meglio, per favore!"

Lucy sollevò il viso. Gli occhi erano carichi di rabbia, le sopracciglia aggrottate e lo sguardo era infiammato. La pioggia ci mise meno di un secondo a coprirle il volto e Natsu non fece in tempo a capire se quelle che aveva appena visto fossero lacrime o semplici goccioline piovute dal cielo.

"Non ti ricordavi nemmeno chi fossi, quindi possiamo tranquillamente dire che mi hai appena conosciuta! In più, non voglio che fraintendi le mie attenzioni nei tuoi confronti! Credevo che fossi molto diverso, a quanto pare!"

"Lucy io non sono così!! Io non lo so cosa mi prende quando ti vedo!" sbraitò Natsu tutto d'un fiato, senza calcolare minimamente le sue parole e senza rendersi conto di ciò che aveva appena detto.

"Cosa vuol dire che non sei così?" gli domandò Lucy, che in un istante abbandonò la rabbia che aveva in viso guadagnando al suo posto un'espressione di totale confusione.

"Nel senso che io sono goffo, spensierato, attivo e penso solo a divertirmi coi miei amici!! Non ho mai fatto con nessuna le cose che faccio con te e non me ne capacito nemmeno io! Mi piace strafogarmi di cibo, gareggiare contro Gray per ogni cosa e non sono per niente bravo a spiegare ciò che mi passa per la testa! Gray mi ha detto che io sono ego....qualcosa, e Gerard mi ha spiegto che vuol dire che mi è molto difficile anche capire cosa non va nelle altre persone e con te adesso sta succedendo proprio questo!"

Lucy guardava stranita il ragazzo davanti a sè mentre tentava di essere il più chiaro possibile, gesticolando animatamente e corrugando il suo viso talmente tanto da rendere visibile il suo impegno. La ragazza non potè trattenersi dal ridere di gusto appena Natsu terminò il discorso, lo trovò adorabile e tremendamente spontaneo.

"Va bene, Natsu! Ti credo!" gli rispose sorridendo la bionda. Probabilmente vide in lui una persona diversa da quella che si era mostrata a lei in questi due giorni, ricordandole il ragazzino che giocava tutto il giorno sotto il sole cocente quando erano più piccoli.
Natsu si stupì per il cambiamento improvviso della bionda, ma decise di non fare domande e si limitò a ricambiare il suo sorriso. Osservarono insieme il pupazzo vinto un quarto d'ora prima: un tigrotto dagli occhi blu, che probabilmente doveva essere soffice e morbido, prima di ritrovarsi sotto la pioggia insieme ai due ragazzi.

Un clacson richiamò la loro attenzione e videro i loro amici al completo in macchina, pronti per tornare a casa.

"Non giochiamo più?" chiese Natsu una volta raggiunta la vettura.

"Tra mezz'ora il Bowling chiude, così abbiamo deciso di tornare a casa perchè mancavano ancora una ventina di persone prima del nostro turno!" spiegò velocemente Gerard, mentre Natsu e Lucy salivano svelti sui sedili posteriori.

"Non si è mai visto un pienone del genere! Certo che però potrebbero organizzarsi meglio, per evitare questi accalchi nei giorni di pioggia!" brontolò Levy.

"Oi oi, che ti succede Levy?" le domandò Lucy.

"Sono irascibile stasera, Lu! C'è gente proprio maleducata al mondo, e se ci ripenso mi fa salire il nervoso perchè non è possibile rivolgersi così a sconosciuti e..."
Lucy sgranò gli occhi davanti al monologo borbottato dell'amica riguardo alle buone maniere e al cattivo gusto della gente in fatto di piercing. Non capiva proprio che cosa potesse essere successo in quella serata da averla scossa così!
Osservò velocemente anche il resto della compagnia: Gerard sorridente e spensierato al volante, Gray pensieroso e quasi preoccupato che guardava con aria persa fuori dal finestrino e Natsu intento a studiare un punto imprecisato nel nulla con il capo appoggiato al sedile dell'auto.

Sembravano avere tutti qualcosa di diverso, almeno nel modo di fare. Lei dal canto suo sorrise appena, sbirciando il tigrotto zuppo d'acqua che teneva sulle gambe. Dopotutto quella dei suoi genitori era stata proprio un'ottima idea.


Ciao a tutte (e tutti, magari!) So bene di essere in ritardo con l'aggiornamento e vi chiedo scusa! Ero all'estero a godermi un weekend lungo tra centri benessere e terme, quindi non mi son portata dietro il computer! Mi perdonate, vero? *sgrano più che posso i miei occhioni blu*
Allora, ho provato a fare questo capitolo più breve, a tagliarlo, a modificarlo e a incastrare le varie frasi nel migliore dei modi, ma il risultato non era mai soddisfacente! Quindi per stavolta il capitolo è stato più lungo del normale, ma spero che la cosa non vi disturbi/annoi!
Come vedete la storia si sta sviluppando :) E io sono felicissima di quello che la mia testolina sta producendo, perchè adoro quando nelle varie storie leggo pairing di tutti i tipi, colpi di scena (che arriveranno anche qui, don't worry) e cose del genere.. Proprio mi esalto :) Spero di fare un buon lavoro e che la trama e le situazioni piacciano anche a voi tanto quanto piacciono a me!!
Ringrazio tantissimo tutti per il riscontro che ho avuto dopo il capitolo 3, a quanto pare una Juvia diversa dal solito la aspettavano in molti :D Se potessi verrei a conoscervi una per una (uno per uno) e vi abbraccerei forte forte! Davvero, voi che recensite mi date una carica incredibile, e vi adoro taanto taaanto! Per non parlare di voi che mettete questa mia fanfic estiva tra le preferite e le seguite, mi date un enorme piacere!! :) Grazie mille anche a chi semplicemente legge fino in fondo i miei capitoli, vedo i numeri delle visite e mi commuovo :')
Vorrei conoscervi un pò voi che seguite la storia e anche voi lettori, per sapere un pochino i vostri gusti su Fairy Tail, sui personaggi, sulle saghe e magari anche su altri manga ed anime! Così da sapere cosa passa per la testa di tutti voi, quindi per me non c'è problema sentirvi nuovamente per MP e cose così per chiacchierare e confrontarci :D Ok, oggi sono abbastanza delirante quindi chiudo qui! Scusate la lunghezza spropositata di questo mio angolino, ma mi siete mancate (e mancati :D) Ciao Ciao,
-Dylan

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Capitolo 5
*** Prime Impressioni ***


Il fascio di luce cadeva perfettamente sui suoi occhi, cuocendogli la pelle del viso. Giusto il tempo di spostarsi in una zona del letto un pò meno assolata e piano piano iniziò a svegliarsi. La pioggia della sera prima non sembrava mai essere caduta e faceva dannatamente caldo, il suo letto sembrava un campo di battaglia e intuì che si doveva essere agitato parecchio nel sonno quella notte. Uno sbadiglio di quelli che ti portano una piccola lacrima agli occhi e un breve momento per stiracchiarsi a più non posso facendo scricchiolare le ossa della schiena e tirando al massimo tendini e muscoli di tutto il corpo.
Gray si guardò intorno ancora intontito e si alzò lentamente andando verso il cassetto delle mutande per prenderne un paio da mettersi dopo la doccia. Come al solito il getto d'acqua fredda lo rigenerò in pochi istanti e in una decina di minuti fu fuori dal bagno. Com'era possibile che Gerard fosse ancora a letto? Di solito era il più mattiniero di tutti!
La camera da letto di Gerard era vuota così come quella di Natsu. Dove diavolo erano finiti quei due?! Gray corse giù per le scale e si fiondò in cucina dove trovò sul tavolo le prove che dovevano aver persino fatto un'abbondante colazione, ignorandolo.
Si ricordò d'avere un cellulare perciò tornò in camera sua pronto a fare una bella telefonata di rimprovero ai suoi cari amici. Il display segnava qualche chiamata persa e forse qualche messaggio, ma li ignorò senza problemi.

"Pronto?"

"Gerard dannazione!! Dove siete finiti?! Perchè non mi avete svegliato?!"

"Oi oi Gray non ti agitare! Siamo in spiaggia e sì che ti abbiamo svegliato, ma tu hai ripetuto varie volte di voler rimanere a letto e allora ti ci abbiamo lasciato!"

"Non mi ricordo niente del genere io!"

"Parlerai anche nel sonno allora! Comunque ti abbiamo chiamato più volte e mandato messaggi dalla spiaggia, per sapere se avresti pranzato qui con noi o no, ma forse dormivi ancora!"

"Io non parlo nel sonno! Comunque sì, pranzo con voi!"

"Eh sì ti piacerebbe!! Noi siamo già al caffè, hai visto che ore sono?!"

"..."

"Gray?! Ci sei ancora?!"

Gray riagganciò il telefono e constatò che effettivamente era incredibilmente in ritardo. Da quando in qua si beava nel dormire così a lungo?! Ficcò in uno zainetto un telo da mare e un costume a caso e si mise addosso almeno un paio di pantaloncini della tuta, non c'era tempo per cercare anche una maglietta! Doveva vedersi con Juvia per fare due chiacchiere e aveva fatto già abbastanza la figura dello scemo il giorno prima, non poteva anche arrivare in ritardo.
Schivò la morte un paio di volte mentre dribblava più o meno abilmente i motorini e le biciclette che passavano nei vialetti che portavano alla spiaggia, e dopo esser stato preso di mira da un cane randagio arrivò sano e salvo allo stabilimento balneare.

"Ma chi cavolo me lo fa fare di correre così?!" pensò Gray cercando di riprendere fiato appoggiato alla parete delle docce.
Aprì leggermente il getto e prese un pò d'acqua tra le mani per sciacquarsi il viso. "Che poi non è che muore se arrivo un pò in ritardo! Mica posso rischiare la vita per motivi inutili! Anche perchè non me la racconta giusta quella lì..."

"Ciao Gray!" lo risvegliò la dolce e allegra voce di Juvia.

"Sì ehm... Ciao!" le rispose lui, notando che bastò un suo saluto per fargli scomparire tutti quei pensieri negativi che la sua mente stava creando.

"Non ti ho visto coi tuoi amici e credevo non venissi, sai?" disse Juvia intristendo il tono della sua voce.

Gray rimase immobile qualche secondo. Sembrava davvero dispiaciuta all'idea che lui non sarebbe venuto, eppure la sera prima lei era con un altro ragazzo. Fece un respiro e poi le raccontò del suo risveglio e della sua corsa folle per arrivare in orario a quell'incontro. Il tutto lo disse con un pò di imbarazzo, continuando a chiedersi tra sè e sè perchè mai dovesse comportarsi così con una completa sconosciuta.
Juvia rise di gusto al racconto e Gray notò che quella ragazza esprimeva gioia e spontaneità in ogni suo movimento, e non poteva sopportare il dubbio che lei fosse diversa da come appariva o qualcosa del genere.

"Juvia, chi era quello di ieri sera?" le domandò a bruciapelo lui. Nessun giro di parole, nessuna esitazione, nessun dubbio: questo era Gray. Dopotutto lui sentiva che quest'informazione fosse importante. Non che pensasse a Juvia in un qualche particolare modo, ma sicuramente doveva sapere che tipo di ragazza fosse.

Lei sorrise dolcemente. Quanti tipi di sorrisi poteva avere quella ragazza?!

"Io non vivo lontano da qui" iniziò a dire Juvia mentre si andava a sedere ad una panca all'ombra poco distante dalle docce "e non ho mai conosciuto i miei genitori, sono stata adottata quando ero molto piccola. I miei genitori adottivi mi hanno fatto frequentare molti corsi extrascolastici, e in uno di questi ho conosciuto Gajil."

"Perfetto, si conoscono da tutta una vita..." pensò Gray mentre si andava a sedere accanto a lei.

"Era poco più grande di me, eravamo solo dei ragazzini allora! Era l'ennesimo corso di cucina che frequentavo e si vedeva lontano un chilometro che lui non era nel suo ambiente. Era scontroso, serio, attaccabrighe, ma io avevo capito che era solamente tanto solo!"

"Gray, sei un idiota! Gliel'hai chiesto tu chi è e adesso ti tocca ascoltare l'inizio del loro grande amore!!" continuava a pensare il moro tra sè e sè roteando gli occhi al cielo.

"Ho provato a legarci e in un qualche modo ci sono riuscita! Siamo diventati proprio come fratello e sorella, tanto che alla fine i miei genitori l'hanno adottato e lui ne è stato contentissimo!"

"Adottato?!" domandò sconvolto Gray, alzando decisamente il tono di voce.

"Ehm, sì! Quei corsi erano frequentati per la maggior parte da ragazzini che non hanno mai conosciuto i propri genitori, come me e Gajil. La mia mamma adottiva ha sempre voluto farmi conoscere altri ragazzi come me, per non farmi sentire diversa. Devi sapere che anche dopo che ti adottano, non è semplice fare finta di niente.. Ti senti sempre fuori luogo, ti senti inadatta e senza un'identità.. Quindi quei corsi speciali aiutano molto i ragazzi come noi!"

Gray capì in un istante di essere stato avventato nel giungere alle conclusioni e si sentì un perfetto stupido.

"Scusa.." riuscì solo a dire il moro.

"Ma scusa di che?" esordì sorridendo Juvia, senza un briciolo di tristezza in volto.

"Son stato stupido a chiederti subito qualcosa di così diretto, dopotutto è la prima volta che parliamo veramente..." continuò Gray, sempre più dispiaciuto.

"Non ci pensare!" concluse Juvia alzandosi di scatto dalla panca e allungando la mano verso il ragazzo.

Gray arrossì violentemente, ma dal canto suo non se ne rese nemmeno conto.

"Ehm, d-dove andiamo?" si limitò a domandare il moro mentre allungava lentamente e titubante la mano verso quella di lei.

"Non hai mangiato, no?"

Juvia afferrò la mano di Gray trascinandoselo dentro alle cucine.

"Ti farò da mangiare io, gratis ovviamente!" spiegò con tutta la naturalezza del mondo la ragazza mentre si infilava il grembiule e si raccoglieva i lunghi capelli in una coda, lasciando il moro totalmente senza parole.


"Ti assicuro che quello era Gray!" disse Natsu all'amico.

"Non ci credo neanche se lo vedo! Gray con una ragazza?! E' impossibile!" rispose Gerard scuotendo ripetutamente il capo.

Mentre Natsu continuava ad insistere nel dire che era certo di ciò che aveva visto poco prima, Gerard frugò nel suo zaino alla ricerca del proprio cellulare. Lo trovò, ma ancora nessun messaggio da parte di Levy. Chissà dove si era cacciata, nè lei nè Lucy si erano fatte vive quella mattina e questo lo rendeva un pò preoccupato.

Nel frattempo le vie del centro erano più affollate del solito, segno che ormai il paese era pieno di turisti pronti a godere di un lungo periodo di villeggiatura.

"Levy, ma io non ho ancora capito perchè non avvisiamo gli altri!"

"Ma insomma Lucy! Ti ho detto che è una questione di principio! Gliel'ho detto e ripetuto della festa di domani sera e non intendo ridurmi come loro all'ultimo per comprare i vestiti adatti!"

"Io credo che loro non debbano comprarsi vestiti particolari, sono uomini dopotutto! Una maglietta e un paio di jeans e sono a posto!" disse la bionda guadagnandosi un'occhiataccia da parte dell'amica.

Lucy aveva imparato a conoscere in poco tempo la testardaggine di Levy e quindi non prosesguì oltre col discorso.
Le due amiche continuarono col loro giro per negozi e mentre Levy comprò diversi vestitini tra cui scegliere, la bionda non trovò niente di veramente adatto e essendo ormai passata qualche ora dall'inizio della ricerca, decise di arrendersi.

"Sicura sicura Lu? Guarda che comunque è ancora abbastanza presto!" provò a motivarla Levy.

"Sì, non ti preoccupare! Ti prego adesso sediamoci in un bar qualunque perchè non ce la faccio più!" sbuffò Lucy gettando la testa sulla spalla dell'amica.

Trovarono un piccolo bar che faceva angolo tra la piazzetta e il viale in cui erano e si andarono a sedere in un tavolino libero all'esterno del locale. Ordinarono da bere qualcosa di fresco e ripresero a chiacchierare vivacemente del più e del meno.

"Non ci credo!! Ecco, pomeriggio rovinato!" disse Levy tutto d'un tratto.

Lucy aggrottò la fronte, osservando la sua amica nascondere il viso dietro le mani.

"Che succede Levy?"

"Succede che quel tizio maleducato che mi ha fatta innervosire ieri sera sta praticamente venendo da questa parte, cavoli!"

Lucy cercò con lo sguardo questo ragazzo "rozzo e maleducato" come lo aveva descritto Levy e sicuramente non impiegò molto a trovarlo.
Aveva addosso degli anfibi neri e dei pantaloni verde militare un pò larghi. La maglietta invece era nera e molto aderente, metteva in evidenza un fisico davvero scolpito e marmoreo. Una piccola catenina di metallo gli adornava il collo, abbinandosi ai vari piercing argentati che aveva sparsi un pò per tutto il corpo.
Lucy si domandò come quel ragazzo facesse a sopportare il caldo infernale di quel pomeriggio lasciando sciolti i suoi lunghi, folti e neri capelli. Effettivamente aveva l'aria da duro, proprio come l'aveva descritto Levy. Ed effettivamente si stava avvicinando a loro, ma non stava guardando in direzione del bar o del tavolino. Il ragazzo infatti aveva il capo chino e guardava per terra mentre camminava. Era sempre più vicino e Lucy ormai non stava più dando ascolto ai lamenti di Levy, che pregava in tutti i modi possibili che quel ragazzo cambiasse direzione.
La ragazza dai capelli blu osservava da dietro i palmi delle proprie mani la scena e si sentiva sempre più in agitazione ad ogni passo del ragazzo. Ecco, era praticamente arrivato al loro tavolo! Ah, ma Levy non gli avrebbe sicuramente dato il tempo di affibiarle altri strani soprannomi!

"Senti un pò! Hai per caso deciso di perseguitarmi tutto il tempo?!" partì all'attacco la ragazza minuta mentre si alzò di scatto dalla propria sedia.

Lucy sgranò gli occhi di fronte al comportamento dell'amica, mentre il ragazzo alzò lo sguardo con aria interrogativa. Passò qualche istante di imbarazzo in cui Levy rimase immobile col dito puntato verso il moro, mentre questo la osservava senza capire.

"Ah, sei tu Piccoletta!" esordì lui.

Levy non trovò le parole per ribattere, mentre Lucy trattenne a malapena una risatina.

"Se non mi avevi riconosciuta perchè sei venuto al nostro tavolo?" disse la piccola ragazza dai capelli blu perdendo molta della sua sicurezza.

"Veramente stavo andando al negozio di fianco, è dove lavoro io! Passo in mezzo ai tavoli solo per far prima.."

Levy a quelle parole rimase a dir poco allibita e iniziò a guardarsi intorno alla ricerca del famigerato negozio di cui aveva appena parlato il moro. Eccolo lì, un negozio di tatuaggi e piercing.

"Sembra proprio adatto a te quel lavoro" disse freddamente Levy risedendosi e cercando di nascondere l'immenso imbarazzo che stava provando.

"Ghihi, proprio così Piccoletta!"

Oddio, di nuovo quella strana risata. Levy decisamente non la sopportava.

"Il mio nome è Levy, sai?! Non mi piace quando gli sconosciuti mi danno soprannomi a caso!"

"Io invece mi chiamo Gajil, e dato che ci siamo presentati non siamo più due sconosciuti!"

Lucy ormai non riuscì più a trattenersi e la sua risatina infastidì tremendamente Levy, diventata ormai rossa come un pomodoro maturo.

"Mi farai fare tardi se mi tieni ancora qui! Ci vediamo in giro, Piccoletta!" concluse il moro salutandola con la mano mentre si incamminò al negozio di tatuaggi.

"Eddai Levy" disse Lucy "Giuro che io non dirò a nessuno di questa scena! Non c'è bisogno di prendersela tanto!"

"Uff, forse hai ragione Lu!" rispose Levy abbandonandosi di peso sul tavolino al quale erano sedute "Però non trovi che sia un gran maleducato?"

Lucy osservò lo sguardo dell'amica, nemmeno lei era convinta di ciò che aveva appena detto.

"No Levy, a me sembra solo un ragazzo capace di tenerti testa" rispose sorridendo la bionda.

Levy fece un sospiro più profondo e volse il suo sguardo al bicchiere di tè freddo che teneva tra le mani. Doveva rassegnarsi al fatto di aver fatto una pessima figura stavolta e anche che in fondo quel ragazzo non fosse tanto male come lei lo aveva giudicato. Soprannomi a parte.
Lucy notò l'orario e vedendo che ormai si era fatto tardi, salutò l'amica e si incamminò verso casa. Doveva almeno farsi una doccia e riposarsi un pò prima di andare al bar della spiaggia con gli altri quella sera.


"Dannazione, dove cavolo sei stato tutto il giorno?!" sbraitò Natsu vedendo arrivare Gray tranquillo e noncurante del suo ritardo.

"Ho mangiato, dovevo pur pranzare no?! E non urlare così che mi dai fastidio!" gridò in risposta il moro mentre affiancava il tavolo da ping pong su cui stavano giocando i suoi due amici.

"Natsu sostiene d'averti visto con una ragazza!" intervenne Gerard per bloccare gli insulti che quei due si stavano lanciando.

In tutta risposta Gray arrossì causando la sorpresa immediata nell'amico dai capelli blu, che lo guardava incredulo. Gray che arrossisce e che abbassa lo sguardo?! Impossibile.

"Stai scherzando?! E non mi dici niente?! Io, che sono il tuo grande amico e confidente! Io, che sono sempre pronto a risolvere ogni tuo dubbio!" iniziò a dire con tono solenne Gerard, mettendosi addirittura in una posa scenica e pronunciando le parole come se le avesse lette da un copione.

"Prima di tutto" rispose Gray roteando gli occhi al cielo "Tu sei solo un gran impiccione che vuole sapere sempre tutto di tutti! E poi.." continuò voltandosi verso Natsu "Tu dovresti farti gli affaracci tuoi, soprattutto dopo quello che hai fatto ieri sera a Lucy!"

"E tu come fai a saperlo?!" domandò sorpreso Natsu, imbarazzando vistosamente.

"Cosa hai fatto a Lucy?! Pervertito!! Ecco perchè non sono venute in spiaggia oggi!" lo accusò Gerard minacciandolo con la racchetta da ping pong.

"Ma non ho fatto niente! Abbiamo bisticciato, ma poi abbiamo risolto! Cosa ne so io del perchè oggi non sono venute!" si difese Natsu.

La discussione senza senso continuò per qualche minuto, finchè inaspettatamente fu Gray a dare spiegazioni.

"Ho conosciuto la nuova ragazza che lavora al bar!" esordì attirando l'attenzione degli altri due "E quindi mi ha preparato un pranzetto veloce che ho mangiato nel retro, dove ci sono le cucine!"

"Nel-nel retro da soli?!" domandò curioso Gerard. Dannazione, voleva sempre sapere questo genere di dettagli!

"No! Cioè, sì per un pò! Mentre mangiavo mi ha parlato di lei e tutto d'un tratto le è venuto in mente che era in ritardo per andare da qualche parte! Non ho fatto in tempo a dire nemmeno una parola io.."

Natsu e Gerard si scambiarono un veloce sguardo, era un pò strano vedere il freddo e glaciale Gray parlare in quel modo.

"Magari la incontriamo stasera! Che magari anche Levy e Lucy ci degneranno della loro presenza.." disse Natsu per cambiare discorso.

"Beh verranno senza dubbio, le serate al bar non si cancellano per nessun motivo al mondo!" concluse Gerard.


Quella sera il clima era perfetto e le luci del tramonto coloravano il paesaggio con tinte incredibili e mozzafiato.
Gerard notò che Natsu trasudava impazienza e smania di arrivare alla spiaggia. Quanta voglia di vedere quella biondina doveva avere per essere più agitato del solito?
Gray invece risultava essere il solito di sempre, forse ogni tanto un pò più pensieroso, ma senza particolari cambiamenti.
Davanti all'ingresso del bar c'erano un paio di gruppi di ragazzi che chiacchieravano fra loro, mentre in spiaggia il signore che ormai da una vita faceva il bagnino in quello stabilimento stava chiudendo uno ad uno gli ombrelloni bianchi e blu.
Levy in quel momento stava chiacchierando con alcuni ragazzi e appena vide Gerard e gli altri si diresse verso loro.

"Ah, ma allora sei ancora viva!" esordì salutandola Gray, ricevendo in risposta una linguaccia e una risatina.

"Io e Lucy siamo andate a fare compere!" spiegò Levy.

"Ma come, non c'eravate andate anche ieri?!" domandò confuso Gerard.

"E poi, dov'è Lucy?!" aggiunse Natsu guardandosi ansiosamente intorno.

"Lucy arriva più tardi Playboy, sta calmo! E ieri abbiamo fatto solo un giro, oggi avevamo bisogno di comprare qualcosa di adatto per domani sera!"

"Potevamo andarci domani tutti insieme, non trovi?" chiese retoricamente Gerard mentre cercava di calmare Natsu che si stava dimenando per il modo in cui Levy l'aveva appena chiamato.

"No, domani le vie del centro saranno piene proprio per la festa d'inizio estate! Sapevo che vi sareste ridotti all'ultimo!" concluse la ragazza dai capelli blu guadagnandosi, come al solito, l'ulltima parola del discorso.

Salirono al piano di sopra e si accomodarono al loro tavolo, mentre il locale iniziava già a riempirsi di persone.
Quando Lucy arrivò, l'enorme stanzone era già colorato di luci stroboscopiche e laser colorati, mentre le chiacchiere dei presenti erano sovrastate dalla musica che riempiva l'aria e che coinvolgeva chiunque a darsi alle danze.

Levy e Gerard, come sempre, erano occupati a scatenarsi sulla pista da ballo. Lei sorrideva e si dimenava tra la folla, lasciandosi trasportare da lui che in compenso la proteggeva da chiunque volesse darle fastidio. Gerard sembrava nato per ballare e trascinava Levy con sè in ogni suo movimento. Gli piaceva molto divertirsi in modi che non comprendessero le follie di Natsu o le strane abitudini di Gray e con Levy poteva permettersi di rilassarsi e semplicemente lasciarsi andare.

Lucy andò dritta al loro tavolo e interruppe con la sua sola presenza il litigio tra Natsu e Gray. Il ragazzo dai capelli rosa smise in un istante ogni cosa che stava facendo, persino pensare non gli risultò più un meccanismo tanto automatico. Quanto poteva diventare ogni giorno più bella quella ragazza? Non riusciva a capacitarsene.
Gray scosse la testa con un impercettibile sorrisetto beffardo sul volto e si limitò a salutare la bionda con un cenno della mano. Lei gli rivolse un sorriso che avrebbe sciolto chiunque, ma non lui.
Natsu, come trasportato da una forza misteriosa e incontrollabile, si alzò lentamente dal divanetto e prese delicatamente per mano Lucy senza dire niente. Dopotutto il suo sguardo felice e profondo, incatenato agli occhi di lei, era più eloquente di qualunque altra frase possibile.

La condusse nella pista da ballo e mentre tutti intorno a loro si scatenavano e saltavano a ritmo di musica, Natsu e Lucy sembravano in un mondo a parte fatto di calma e tranquillità. Lui le accarezzò il palmo della mano che fino a un secondo prima stava stringendo e condusse quella stessa mano dietro il proprio collo. Natsu allacciò le proprie braccia dietro la schiena di Lucy e lasciò che il suo corpo si avvicinasse di più a lei, iniziando a sentirne il profumo. Quel profumo che gli faceva correre più forte il sangue nelle vene rendendogli la testa più leggera. Lei non oppose resistenza a quella vicinanza e non riuscì a controllare la propria bocca che si allargò in un dolce sorriso. Non aveva staccato gli occhi dai suoi nemmeno per un istante e questo la metteva un pò in soggezione, ma stranamente le piaceva. Ballavano a un ritmo lento e il loro ondeggiare era pressochè impercettibile, ma le emozioni di quel momento e il ritmo frenetico dei loro cuori dava loro l'illusione di volteggiare senza sosta. Natsu passò una mano tra i capelli di Lucy, scostandole una leggera ciocca dagli occhi per poterla osservare meglio. A quel gesto le gote di lei si sfumarono di rosso, colorando quel viso già così bello. Lui esplose in un sorriso sincero, era felice veramente di essere con lei in quell'istante. Non percepiva niente di ciò che proveniva dall'esterno, nessun altro esisteva più.

Spostando leggermente lo sguardo, Lucy notò però gli occhi complici e divertiti di Levy e di Gerard fissi su di lei e Natsu. Sussultando e imbarazzandosi drasticamente si separò da quelle calde braccia e tornò al mondo reale.

"No, ma continuate pure come se noi non ci fossimo!" esordì ridacchiando Gerard.

"Levy ciao! Sai, sono appena arrivata e così non ti ho trovata subito... E quindi, beh sì.. Ho incontrato Natsu e perciò..."

"Certo, certo!" disse Levy interrompendo divertita il tentativo di giustificarsi di Lucy "Per caso avete visto Gray da qualche parte?"

"Era al tavolo fino a poco tempo fa!" rispose Natsu cercando di nascondere le forti emozioni che stava ancora provando per la vicinanza con Lucy.

"Abbiamo controllato, ma non è più lì e non sappiamo dove sia finito!" intervenne Gerard "Volevamo trascinarlo sulla pista da ballo dato che era rimasto solo, e non è da lui svanire così.."

Diedero tutti un'occhiata veloce al loro tavolo. Non c'era effettivamente nessuno seduto in quel posto. Notarono una cosa che prima non era lì, in mezzo a una decina di bicchieri di plastica da cocktail disposti alla rinfusa e alle cartacce dei loro panini appallottolate in disordine: una grande vaschetta in vetro che conteneva strati di gelato e crema alternati a strati di biscotti e pan di spagna, il tutto decorato con stecchette di cioccolato e panna, era di fronte a quello che fino a poco prima era stato il posto di Gray. Quel meraviglioso dolce faceva venire l'acquolina e a giudicare dal fatto che ne era rimasto solo metà, doveva essere piaciuto molto anche a qualcun altro.
Ma il punto rimaneva quello: dove diavolo si era cacciato Gray?!


Ciao amici miei!! Non vi sto nemmeno a dire la fatica che ho fatto a scrivere questo capitolo! Non sono sinceramente un'amante dei capitoli di passaggio, e quindi volevo per forza mettere in ogni capitolo almeno un avvenimento importante, anche se "il bello" vero e proprio deve ancora arrivare :)
Quasi dimenticavo! Dato che me l'hanno chiesto, e so che in molti è venuto il dubbio, annuncio ufficialmente che non mi sono dimenticata di Erza, tranquilli :) Semplicemente bisogna pazientare ancora.. Ho in mente cose contorte :)
Gradirei molto sentire il parere dei fan della GaLe, perchè ammetto di non essere scioltissima nello scrivere di loro, ma mi ci impegno tanto e vorrei sapere se il modo in cui io li immagino va bene o no :D (la solita paranoica!!)
Andando ai ringraziamenti... Mando un abbraccione a tutte le persone che recensiscono, perchè davvero mi date proprio una mano immensa nel dirmi i vostri pareri e le cose che vi sono piaciute di più, ne tengo molto in considerazione! In più ho notato che le persone che han messo nelle preferiti e nelle seguite la mia storia sono aumentate, e mi avete reso DAVVERO felicissima! Ringrazio in particolare anche la cara Didi che mi ha parlato dei suoi gusti e ha sopportato i miei sproloqui :* E ultima (ma non ultima) ringrazio tanto da morire Bea, che oltre a sopportare i miei scleri da blocco dello scrittore fino a notte fonda, ha reso un pò più piacevole questa settimana, facendomi tanta compagnia :)
è bellissimo sapere di non essere la sola ad amare così tanto scrivere, disegnare, cantare e fantasticare su tutto! Sì, son sognatrice fino all'osso e non cambierò mai! ^^
Un bacione a voi tutti cari lettori, vi adoro!
-Dylan

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Capitolo 6
*** Litigi ed Orgoglio ***


Gray guardò con occhi interrogativi e sorpresi Natsu, mentre questo si alzava e andava verso Lucy come se fosse trasportato da una strana forza misteriosa. Scosse la testa vedendo l'amico così preso da quella ragazza, a stento lo riconosceva. Li seguì ancora qualche momento mentre si dirigevano verso la pista da ballo e li vide persi nel loro mondo, incuranti di ogni altro fattore esterno.

"Omaggio dalla cucina!" disse la voce di un ragazzo che lavorava al bar, ponendo un dolce molto più che invitante sul tavolo dinnanzi a Gray.

Così come era arrivato, quel ragazzo se ne andò e il moro rimase qualche istante interdetto, giusto il tempo di realizzare che cosa fosse successo.
I suoi pensieri e le sue riflessioni erano ancora dedicate a Natsu e al suo comportamento fuori dal normale, ma non appena prese in mano il cucchiaino e assaggiò un piccolo boccone di quell'invitante dolce fu come scosso da un brivido.

Un boccone. La dolcezza della panna montata gli si sciolse in bocca per poi lasciar spazio al fresco retrogusto del gelato alla crema.

Due bocconi. La morbida e amalgamabile consistenza della crema venne sostituita dalla debole croccantezza di biscottini imbevuti nel caffè.

Tre bocconi. Piccole e calde goccioline di cioccolato al latte si squagliavano sulla sua lingua, per poi svelare altre decine di sapori indefinibili.

Gray quasi non riusciva a fermarsi nel mangiare quel capolavoro per il gusto e per tutti gli altri sensi, finchè un pensiero non gli passò attraverso come un fulmine. Sicuramente non era da lui provare un qualunque genere d'emozione mangiando un dolce, e gli venne in mente una sola persona capace di fargli quell'effetto.
Velocemente si alzò, per poi precipitarsi al piano di sotto. Fu un'azione meccanica, non riuscì a pensare a niente. C'era tantissima gente, la musica era forte, mille profumi diversi si intrecciavano e la sua testa era in confusione. Provò a farsi spazio tra la folla per raggiungere il bancone, ma il cartello con su scritto "cucine chiuse" gli fece quasi perdere le speranze. Si guardò intorno, certo non voleva apparire così disperato come Natsu, ma sentiva di non avere il pieno controllo di sè.
Si sentì pietrificare quando trovò lo sguardo profondo di Juvia ad attenderlo. Era appoggiata ad una parete, in una zona un pò meno affollata del locale. Le braccia conserte e un sorriso in volto: Gray avvampò, l'aveva guardato per tutto il tempo?

"Speravo proprio che scendessi!" gli disse lei allargando ancora di più gli angoli della bocca.

"Beh sì, oggi sei andata via così in fretta..." rispose Gray. Una parte di lui pensò immediatamente di essere stato uno stupido nell'essersi precipitato al piano di sotto. In fondo aveva fatto esattamente ciò che lei si aspettava.

"Lo so, scusa ancora! Ho appena finito di lavorare, per farmi perdonare se vuoi adesso sono libera!"

Gray accennò un sorriso, mentre dentro di sè stava nascendo il presentimento che quello che lei aveva detto potesse assomigliare a un invito, e di conseguenza a un appuntamento.

"Affare fatto!" concluse lui ignorando per l'ennesima volta quella vocina interiore che ultimamente aveva da ridire troppo spesso.


Intanto Gerard e Levy iniziarono a cercare Gray all'esterno, sulla terrazzina che circondava tutto il piano superiore, mentre Natsu e Lucy controllavano il piano terra.

"Gerard, vieni! E noi che ci stavamo preoccupando..." disse Levy richiamando l'attenzione del ragazzo dai capelli blu.

Gerard inizialmente non capì perchè mai Levy dovesse avere quel sorrisetto furbo in viso e la raggiunse senza far domande, guardando nella direzione che lei stava indicando col dito. Il ragazzo si sporse così avanti che per poco non cadde oltre la ringhiera nel vedere quella scena: il freddo e distaccato Gray stava allegramente chiacchierando con una bellissima ragazza, sedendo su una bianca panchina poco distante dal bar.
Gerard non riusciva a credere ai propri occhi e il rossore si fece insistente sul suo volto, mentre la piccola Levy sghignazzava divertita per la reazione dell'amico.

"Oi Capitan Mutanda, vedo che sei in buona compagnia!" la voce di Natsu colpì Gray come un macigno.

Lucy cercava di nascondere tutto il proprio imbarazzo per l'intervento totalmente fuori luogo di Natsu, ma proprio non era riuscita ad evitare quella figuraccia. Gray rimase pietrificato e non trovò la forza per lanciarsi contro all'amico, mentre Levy e Gerard, vedendo la scena dall'alto della terrazza su cui erano, si portarono una mano alla fronte scuotendo il capo per l'irruenza di Natsu.

"Ciao, io sono Juvia!" disse la ragazza dai capelli azzurri tutto d'un tratto.

Natsu e Lucy si presentarono a loro volta e quest'ultima tentò anche in malo modo di scusarsi per l'interruzione, causando a Gray ulteriore imbarazzo ed irrigidimento.

"Immagino che siate venuti a cercare Gray per andare a casa, effettivamente si è fatto piuttosto tardi!" cominciò Juvia mantenendo inalterato quello splendido sorriso sul proprio volto "Solo che proprio pochi istanti fa ho chiesto a Gray di accompagnarmi a casa, abito qui vicino!"

A queste parole il moro acquisì un'espressione di sorpresa, che fortunatamente notò solamente Juvia.
Natsu sorrise sornione, vedendo ovviamente dei significati nascosti nell'accompagnare a casa una ragazza. Lucy invece annuì tranquillamente, mentre dava di nascosto un pizzicotto a Natsu per fargli passare quell'espressione da scemo. Levy e Gerard non riuscirono a sentire la conversazione seppur provarono a concentrarsi e a sporgersi il più possibile, ma intuirono il da farsi quando videro un ancora semi-pietrificato Gray allontanarsi al fianco di quella bella ragazza.

"Non ho mai visto Gray messo in quel modo!" commentò Natsu mentre tornava a casa insieme a Gerard e alle altre due ragazze.

"Beh, se è per questo non l'avevamo mai nemmeno visto con una ragazza!" rispose Levy.

"Tu la conosci per caso?" chiese Lucy.

"Ero piuttosto lontana quindi non ne sono certa, ma mi sembrava la nuova ragazza che lavora al bar della spiaggia!"

"Potrebbe essere lei Levy!" disse Gerard "Dopotutto stamattina Gray ci ha accennato che aveva conosciuto proprio la neo-assunta!"

Continuarono a parlare e a fare supposizioni su Gray e Juvia finchè non dovettero dividersi, e quando i ragazzi arrivarono a casa trovarono il moro già beatamente addormentato nella propria stanza.

"Tanto non scampa all'interrogatorio!" si dissero Gerard e Natsu esibendo sorrisetti inquietanti.


Quando il sole iniziava a picchiare insistentemente sulla sua finestra, la camera diventava troppo calda e puntualmente Lucy sentiva l'esigenza di alzarsi e dare inizio alla sua giornata. Una veloce e fresca doccia la rigenerò in un istante e tornando in camera iniziò a preparare la borsa per la spiaggia.
Erano le otto del mattino ed era quasi certa che non avrebbe trovato nessuno dei suoi amici in giro a quell'ora, ma decise comunque di uscire di casa. Inoltre il post-it che le aveva lasciato Levy sbandierava su un lato del suo portatile, ricordandole inevitabilmente che quella sera ci sarebbe stata la festa di inizio estate e lei non aveva ancora un vestito adatto.
Scese in strada e decise di non andare subito in spiaggia, ma di passare per le vie del centro al fine di temporeggiare e godersi un pò più a lungo ciò che il paesino offriva a quell'ora del mattino. Il dolce odore di paste calde e pane appena sfornato unito ai profumi freschi di fiori e salsedine portati dal vento inebriavano l'aria, mentre le strade iniziavano piano piano a colorarsi di voci e suoni ancora non troppo intensi data l'ora.
Vide una ragazza seduta ad un tavolino agitare il braccio in segno di saluto proprio verso di lei e ci mise un pò a riconoscerla. Era proprio Juvia, la ragazza che chiacchierava con Gray la sera prima e con cui aveva fatto una pessima figura.
Sospirando si diresse verso di lei, dopotutto era stato Natsu a fare quella figuraccia e in ogni caso Juvia le stava sorridendo, perciò forse non se l'era presa più di tanto.

"Ehm, ciao!" esordì la bionda un pò timidamente.

"Ciao! Ti chiami Lucy vero?" domandò Juvia, facendo segno alla ragazza di sedersi.

"Sì, e ti chiedo ancora immensamente scusa per ieri sera! Sai, quel Natsu non ragiona proprio certe volte!"

"Non c'è nessun problema!" continuò la ragazza dai capelli azzurri "Sono abituata alle maniere di mio fratello e comunque abbiamo continuato a chiacchierare mentre mi accompagnava a casa!"

Un barlume di curiosità assassina si insinuò a forza nello sguardo di Lucy. Non voleva essere inopportuna, soprattutto perchè Juvia era pressochè una sconosciuta, ma vedere Gray comportarsi in una maniera così diversa dal solito in presenza di quella ragazza fece nascere in lei una voglia spropositata di avere più informazioni possibili a riguardo.

"Gray come si comporta con te?" chiese in un modo forse un pò troppo diretto Lucy.

"Oh..Beh... Ecco, io parlo un sacco e lui ascolta e annuisce! A dire il vero so un pò poco su di lui..." disse Juvia abbandonando la tipica espressione allegra che la contraddistingueva.

"Capisco! In effetti lui non parla molto in genere!" spiegò la bionda "E in situazioni come ieri sera invece? Intendo dire.. Ti ha accompagnata a casa e sai come sono i ragazzi!" Lucy tentò di calcare il tono su quell'ultima frase, cercando di indurre la ragazza a confidarsi con lei.

In risposta però ottenne un silenzio un pò pesante, in cui Juvia arrossì fortemente cercando di nascondere il viso mantenendo lo sguardo basso.

"Ehm.. J-Juvia crede di non essere il tipo di Gray" si lasciò sfuggire la ragazza dai capelli azzurri quasi in un sussurro.

Lucy sgranò gli occhi in segno di stupore. Ora aveva la certezza che non fosse successo niente di che quando la sera prima Gray aveva accompagnato a casa la ragazza, ma come faceva quest'ultima a credere di non piacere al moro? E soprattutto, perchè aveva cominciato a parlare così?

"Io non ne sarei così sicura, Juvia! E come mai parli di te in terza persona?"

"E' una strana abitudine che avevo da bambina, ogni tanto non ci penso e lo rifaccio, non ci far caso!" riprese a parlare sorridendo timidamente Juvia "Comunque mi sembrate un gruppetto simpatico voi cinque, perchè non mi parli un pò di voi?"

Lucy rimase per un momento stupita dal cambio veloce di comportamento di quella ragazza e intuì che dovesse essere una persona molto più complessa e particolare rispetto a come si mostrava in pubblico. In risposta non potè fare altro che sorriderle e cominciò a raccontarle vari aneddoti di diversi anni fa che ricordava perfettamente, mentre iniziarono ad incamminarsi verso la spiaggia.


Era ormai tarda mattinata quando Gray, Gerard e Natsu passarono a prendere Levy per poi dirigersi in spiaggia. Lucy aveva avvertito l'amica dai capelli blu di essersi svegliata presto e quindi sapevano che l'avrebbero già trovata allo stabilimento. Erano quasi arrivati, quando a Levy per poco non venne un colpo.

"Ma che cavolo!! Vederlo tutti i giorni mi sembra poi anche esagerato però!"

"Cosa stai dicendo, Levy?" le domandò Gerard guardandola come se fosse stata una matta.

"Quel tizio, io lo odio!" rispose la piccola ragazza indicando Gajil, che stava tranquillamente camminando dall'altra parte del vialetto.

"Tu lo conosci?!" chiese agitato Gray, stupendo tutti gli altri per quella reazione così marcata.

"Beh, sì.. Più o meno sì!" disse Levy.

D'un tratto videro Natsu diventare rosso di rabbia, e partì a passo di marcia verso quell'alto ragazzo moro.

"Questo qui è quello che mi è venuto addosso in stazione l'altra mattina!! Ho giusto due paroline da dirgli!" sbraitò Natsu mentre calcava i primi passi furibondi.

"No no no no, Natsu! Tu non farai proprio un bel niente!" Gray gli si lanciò addosso con il proposito di fermarlo, ma il risultato fu una rovinosa caduta con tanto di tonfo da parte di entrambi.

Mentre ancora tutti erano stupiti per il fatto che Gray avesse fermato Natsu piuttosto che affiancarlo come al solito, quel tonfo e il baccano che ora stavano facendo attirarono l'attenzione proprio di Gajil, che senza pensarci due volte si diresse verso il piccolo e confusionario gruppo.

"Oi Piccoletta! Allora sei tu che segui me, eh?" esordì ghignando mentre ignorava tranquillamente i due ragazzi per terra.

"Si chiama Levy! E non ti seguirebbe mai!" intervenne Gerard prima ancora che Levy potesse aprir bocca.

"Ghihi! Sei il suo ragazzo, signorino?" domandò strafottente Gajil provocando l'ammutolimento generale.

"Ehi brutta montagna di piercing, ascoltami!" gridò Natsu mentre cercava di togliersi di dosso Gray "L'altro giorno mi hai travolto e non ti sei nemmeno voltato per scusarti, quindi o lo fai adesso oppure dobbiamo regolare i conti in un qualche modo!"

Gajil si guardò intorno diverse volte senza vedere nessuno, poi notò un groviglio di corpi sull'asfalto e trovò divertente quella scena.

"Io non mi ricordo di te, perciò non avrai le mie scuse! Come pensi di battermi in una qualunque sfida se non riesci neanche a sbarazzarti di questo tizio mingherlino che ti sta schiacchiando?!"

"Questo idiota mi ha preso alla sprovvista!" urlò Natsu per difendersi.

"L'idiota sei tu, stupido attaccabrighe esagitato!" rispose Gray mentre si alzava dal corpo scalciante dell'amico.

"Vuoi provocarmi anche tu Ghiacciolo?! Ci metto un minuto a farvi tacere tutti e due!"

"I casinisti esibizionisti come voi non li ho mai sopportati!" inveì Gajil.

"Juvia ha detto che invece sei proprio come noi!" disse Gray rivolgendosi per la prima volta all'altro moro.

"Tu quindi sei quel tipo che se ne stava imbambolato davanti a mia sorella l'altra sera, eh?! Non ti avevo nemmeno riconosciuto!"

"SORELLA?!" urlarono con sorpresa Levy, Natsu e Gerard più o meno in coro.

"Sì, lui è il fratello di Juvia ragazzi.." sospirò Gray.

Esattamente in quel momento Lucy e Juvia raggiunsero il gruppo di amici e ci misero un pò a capire la situazione.
Entrambe le ragazze avevano uno sguardo di rimprovero, non sembravano molto contente di quel litigio che erano riuscite a sentire persino dalla panchina della spiaggia su cui erano sedute poco prima.
Quasi all'unisono i tre ragazzi e Levy provarono a raccontare i fatti sovrapponendo scuse e offendendosi a vicenda, mentre Gerard scuoteva il capo e sospirava rassegnato.

"Un comportamento davvero maturo ragazzi, complimenti!" sentenziò Lucy prima di girare i tacchi e andarsene piuttosto seccata verso la spiaggia.

"Dai Lu, aspetta!" disse Natsu con una voce da cucciolo maltrattato mentre iniziò a seguirla.

"Io adesso devo cominciare il mio turno al bar" sospirò Juvia "Non dovresti essere già al negozio, Gajil?"

"Ma sì, ma sì.. Adesso vado! Ci si vede!" parlottò il moro mentre alzava gli occhi al cielo per i modi di fare così garbati di sua sorella "Ciao Piccoletta!"

Levy, se possibile, si fece ancora più piccola per il saluto che Gajil aveva rivolto proprio a lei.

"C-Ciao!" rispose timidamente la minuta ragazza mentre le sue guance si coloravano di un rosso leggero, ignorando lo sguardo interrogativo e sorpreso di Gerard.

Gray intanto stava cercando qualcosa di sensato da dire a Juvia, che in tutto quel trambusto l'aveva degnato di un solo veloce sguardo.

"Non ti preoccupare" gli disse Juvia notando il suo disagio "So com'è fatto mio fratello, non è colpa tua! Adesso devo proprio andare però!"

Gray non seppe come reagire a quelle parole. Juvia era così calma e sorridente da sembrare irreale.

"Ehm.. Ci vediamo stasera alla festa o devi lavorare?" le disse il moro tutto d'un fiato.

Juvia allargò il suo sorriso, sembrava veramente felice per quella domanda.

"Ci sarò!" si limitò a rispondere prima di andare verso le cucine del bar.


Lucy continuò ad ignorare a lungo le suppliche di Natsu, il quale la stava seguendo ormai da un bel pezzo. La bionda si fermò solamente per esasperazione quando erano ormai arrivati al molo, non molto distanti dal loro stabilimento.

"Ma si può sapere perchè hai cominciato a seguirmi?!" domandò lei piuttosto alterata.

"Perchè ho visto che eri arrabbiata con me..." spiegò Natsu con lo stesso tono di voce di un bambino triste.

"La smetti di fare la vittima?! Sei talmente infantile!" ringhiò lei ignorando quegli occhioni sgranati che avrebbero sciolto chiunque.

"Stai calma, eh! Mi sembra che tu stia esagerando!" rispose lui cambiando radicalmente sguardo e comportamento. Dopotutto le scuse e le suppliche non erano parte integrante del suo carattere, di solito.

"Io non esagero un bel niente! Sei tu che passi da uno stato di vittimismo totale a momenti di rabbia e incapacità di trattenerti! Non sai cosa sia l'autocontrollo!"

"E la cosa ti dà tanto fastidio?! Io sono così, punto!"

Lucy e Natsu si guardarono per un momento che parve infinito. Si poteva chiaramente vedere la rabbia che entrambi stavano provando, così come era chiaro che nessuno dei due volesse darla vinta all'altro.

"Dovresti crescere, ecco cosa!" la prima a reagire fu Lucy, che tornò a passi decisi verso lo stabilimento balneare, dicendo queste parole con tono serio e rabbioso.

Natsu non ribattè e non si voltò nemmeno per guardare Lucy sparire all'orizzonte. Si limitò a dare un violento calcio a un paletto di legno piantato nella sabbia, per poi andare a sedersi sul ciglio del molo per riordinare le idee.

"Ehi, Lu! Tutto bene? Scusa per prima..." esordì Levy vedendo l'amica che si stava praticamente trascinando a forza sul lungomare.

"Non preoccuparti Levy, lo so che tu non hai fatto niente di sbagliato!" le rispose la bionda.

Camminarono ancora un altro pò e Levy notò negli occhi dell'amica tanta tristezza e intuì che doveva aver litigato con Natsu.

"Se non ti dispiace io oggi pranzo a casa, e nel pomeriggio vorrei stare un pò per conto mio.." aggiunse Lucy dopo un pò.

"Va bene, Lu! Ma.... Hai ancora intenzione di venire vero alla festa?"

"Credo di sì, in fondo basta stare lontana da un certo tipo di persone coi capelli rosa!"

Levy non fece altre domande, sapeva bene che l'interrogatorio non è una delle migliori cose da fare quando si è ancora freschi da un litigio.


Lucy pranzò in solitudine poichè sua zia non si fece viva e iniziò a prendere seriamente in considerazione l'idea di non andare alla festa. Prima di tutto poteva fare affidamento solo su Levy, che però non poteva essere costretta a stare con lei in disparte tutta sera! Secondo motivo, non meno importante, non aveva niente da mettere e aveva già passato in rassegna ogni negozio della città.
Si gettò stancamente sul divanetto della sala e frugò tra le riviste di sua zia, alla ricerca di un pò di ispirazione per il look più adatto per lei. Trovò un piccolo catalogo e reputò perfetto ogni singolo capo d'abbigliamento di quella collezione, si innamorò particolarmente di un vestito. Il nome della marca le era nuovo e quindi cercò informazioni sui vari punti vendita: neanche a farlo apposta c'era un solo negozio e si trovava proprio lì a Spiagge Bianche.
Senza pensarci due volte, Lucy si cambiò velocemente e uscì di casa precipitandosi in centro. Come aveva previsto Levy, le strade erano affollatissime e tutti quanti erano indaffarati per l'imminente festa di paese.
Lucy attraversò qualche piazzetta e percorse diverse stradine prima di arrivare al negozietto che stava cercando, e quasi non le venne un colpo: era la piccola boutique di sua zia. Come aveva fatto ad essere così stupida da non accorgersene? E anzi, come aveva fatto a dimenticarsi della bravura di sua zia nel fare vestiti?! Ripetendosi più volte mentalmente diversi tipi di insulti entrò nel negozio e notò che molte clienti erano già in attesa. Capì in un istante perchè sua zia non fosse rientrata per pranzo quel giorno!

"LUUUCY! Ma che sorpresona!!" urlò sua zia ignorando tutte le altre clienti visibilmente spazientite.

"Ehm.. Ciao! Non ho un vestito adatto per stasera, e così..."

"Non dire altro!! Vieni con me!"

Lucy venne trascinata in una stanza un pò più ampia dell'ingresso, circondata da decine di stand su cui erano appesi tantissimi vestiti colorati e bellissimi. C'erano anche un paio di camerini e due divanetti su cui gli eventuali accompagnatori delle clienti potevano attendere. Una delle pareti era vetrata e affacciava sul viottolo accanto, ma delle tende leggere venivano tirate all'occorrenza, per mantenere un pò di privacy.

"Io devo occuparmi di quelle scalmanate all'ingresso, tu puoi provare tutto quello che vuoi! E ovviamente non dovrai pagare nulla! Sono così felice che tu sia qui!!"

Sua zia come al solito parlava a raffica ed era piena di entusiasmo, mentre a Lucy quello sembrava un sogno. Iniziò a frugare tra i vestiti e ne scelse moltissimi da provare, eccitata più che mai all'idea di poter avere tutto quello che voleva.
Notò che al di là della vetrata un ragazzo la stava guardando divertito e la cosa la imbarazzò tantissimo. Corse all'ingresso e trascinò sua zia con sè per farle vedere la faccia di quel tizio, ma quando ritornò di fronte alla vetrata il ragazzo non c'era più.

"Zia ti assicuro che qualcuno mi spiava!"

"Quanti problemi che ti fai, Lucy! Sii più spensierata! Ecco, adesso allora chiudiamo le tende, d'accordo?"

"Io non sono d'accordo!" disse una voce maschile alle loro spalle.

"AAAHHHH zia è lui! E' lui!" urlò Lucy andandosi a nascondere dietro ad un manichino.

"E' lui quello che ti guardava da fuori?" le chiese la zia, ricevendo in risposta un piccolo cenno col capo da parte della nipote.

"Cara, non c'è bisogno che ti spaventi tanto" continuò lei rivolta a Lucy "Questo ragazzo lavora per me, aiuta le mie clienti nella scelta e nella modifica degli abiti!"

Lucy rimase immobile per qualche momento osservando il ragazzo. Effettivamente era vestito molto bene, con eleganti pantaloni neri e una camicia bianca sbottonata solamente all'altezza del collo e con le maniche arrotolate. Si sentì un pò in imbarazzo per essersi agitata in quel modo e si ricompose tornando al centro della stanza accanto alla zia.

"Se vuoi posso aiutarti con la scelta dell'abito! Ho visto che sei già indecisa su molti!" esordì lui regalandole un magnifico sorriso a dir poco perfetto.

"Ma è un'ottima idea!" intervenne la zia "Lucy, fidati di lui, è veramente bravissimo! Adesso devo proprio tornare di là!" concluse per poi attraversare la porta che conduceva all'ingresso.

"Ehm, scusa per la reazione che ho avuto! Io..Io non sapevo!" disse Lucy.

"Non preoccuparti, ti capisco! Adesso forza.. Scegliamo insieme altri abiti! Valorizzerò al meglio il tuo bellissimo viso con i giusti colori!"

La bionda lo guardò come ipnotizzata. Quel ragazzo aveva qualcosa che le dava una gran fiducia, e in più il tono caldo e pacato della sua voce le scaldava il cuore facendole sentire strane sensazioni alla bocca dello stomaco.

"D'accordo!" rispose Lucy sorridendo "Mi metto nelle tue mani! Posso sapere allora il tuo nome?"

"Loki" disse il ragazzo porgendole la mano "Mi chiamo Loki!"


Nel frattempo in spiaggia, Gerard e Gray stavano giocando al tavolo da ping pong, mentre Levy li guardava annoiata.

"Che dite, tra non molto ce ne andiamo?" domandò la ragazza dai capelli blu.

"Se Natsu entro un'ora non torna, propongo di lasciarlo qui!" aggiunse Gray.

"Non è da lui non venire nemmeno a pranzo però! Dopo che è sparito con Lucy non è più tornato..." disse Gerard.

"Io l'ho visto prima.. Era sul molo e sembrava parecchio pensieroso, secondo me è meglio che stia un pò per i fatti suoi!" propose Levy, ricevendo in risposta due deboli cenni col capo da parte dei ragazzi, non troppo convinti di quell'idea.


Natsu era ancora lì su quelle assi di legno con le gambe a penzoloni, che ogni tanto venivano bagnate da piccole onde mosse dal vento.
Ripensava a Lucy e a come l'avesse stravolto in quegli ultimi giorni. Pensò all'attrazione fuori dal comune che provava per lei, pensò anche a quanto cambiasse il proprio stato d'animo quando lei c'era o quando lei se ne andava. Sapeva benissimo di avere un orgoglio di ferro, quello stesso orgoglio che gli permetteva di vincere in ogni sfida in cui si impegnasse seriamente. Forse però questo caso non era questione di vincere o di perdere, forse in questo caso c'era qualcosa di più importante e l'orgoglio non contava più granchè.
Passò ore su quel molo a fare e rifare questi ragionamenti, finchè si convinse che per una volta poteva anche mettere da parte la sua testardaggine e sentire cosa avesse da dirgli Lucy. Magari mentre erano soli, con calma e senza aggredirsi fin dalle prime parole. Fece per alzarsi, quando una voce lo scosse.

"N-A-T-S-U! Incredibile trovarti qui!"

Il ragazzo si voltò di scatto, avrebbe riconosciuto quella voce tra mille. Ad attenderlò trovò una ragazza dalla pelle d'avorio e con occhi più azzurri del cielo limpido di primavera. Sentì un brivido.

"Lisanna?!!"



I'm back :D So di essere in ritardo, e mi dispiace.. Meglio di così non ho potuto fare e penso che per via di molti impegni che mi tormenteranno a breve, aggiornerò più o meno sempre con questa frequenza.. Scusate!!
Chiedo scusa anche per la qualità di questo capitolo.. Non dico che non mi piaccia (se no non l'avrei pubblicato), però come sapete non amo i capitoli di passaggio e sono anche un pò una frana a scriverli.. Però ci vogliono :(
Ho altre scuse da porgere (ommioddio sembro Aries) a tutte le NaLuiste accanite che dopo aver letto questo capitolo vorrebbero sapere dove vivo per venirmi ad uccidere! Sguinzagliare sia Loki sia Lisanna in un colpo solo, credo sia una mossa molto cattiva da parte mia..Però dai, quando è tutto rose e fiori non è bello :D
A me piace quando le cose sono sofferte e non si sa mai cosa possa succedere, perciò spero che anche voi siate disposte a soffrire un pochino per questa storia! Il prossimo capitolo sarà quello della tanto agognata festa d'inizio estate! Ahh, come mi piacciono le feste :) :)
Ringrazio tutti quanti, dal primo all'ultimo! Voi che recensite mi spronate davvero a migliorare e a non fermarmi mai, perciò vi abbraccio forte forte! Poi chi segue, chi mette tra le preferite e chi legge..Siete in un sacco e mi rendete felicissima!! Se si potesse, vorrei conoscervi tutti :D
Infine, ringrazio Bea, che stavolta è stata provvidenziale! E dovreste ringraziarla anche voi tutti che leggete..Senza di lei e la sua pazienza avrei scritto cose molto peggiori :')
Io comunque ho scoperto di avere una mamma NaLuista, chissà cosa direbbe se leggesse questo capitolo O.O Mi disereda!! Ahah, sto delirando!! Grazie mille di nuovo a voi tutti, spero che non mi abbandoniate proprio ora che le cose si fanno interessanti ;)
Un bacione,
-Dylan

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Capitolo 7
*** Festa D'Inizio Estate ***


Si guardò più e più volte allo specchio, contentissimo di essersi portato in valigia quei vestiti un pò eleganti che, ammise sorridendo tra sè e sè, gli stavano proprio divinamente.

"Gerard, io non credo sia necessario conciarci in questo modo!" Gray sbuffava invece osservando la propria immagine riflessa.

Gerard l'aveva convinto, non si sa bene con quale metodo, a rinunciare al proprio stile totalmente inventato sul momento. Sì, il suo amico dai capelli blu aveva buon gusto ed era risaputo, ma Gray non trovava adatti su di sè quegli abiti. Ad esempio i jeans chiari erano un tantino troppo aderenti per i suoi gusti, dato che solitamente lui portava pantaloni che non seguissero così fedelmente il profilo di gambe e sedere. La semplice maglietta bianca poteva andare, se non fosse stata almeno di una misura in meno alla sua. E questo significava sottolineare anche i muscoli abbastanza pronunciati del petto e del torso, cosa che di solito non faceva.
Certo, lui spesso e volentieri se ne andava in giro in mutande a causa di quell'innocente vizio che lo portava a spogliarsi continuamente, ma senza spiegarsi il perchè, trovava quella situazione un pò diversa.

"Vedrai che saremo perfetti, Gray! Fidati!" rispose Gerard.
Il ragazzo dai capelli blu indossava invece stretti pantaloni grigio scuro ed una camicia di jeans a cui aveva arrotolato le maniche e sbottonato i primi bottoni, mostrando un poco della maglietta chiara che aveva sotto.
"Siamo sicuri allora che Natsu sia vivo e vegeto e che non si sia buttato dal molo?" continuò lui per cercar di cambiare argomento.

"Direi di sì, siccome mi ha scritto un messaggio dicendomi di non aspettarlo e che ci saremmo poi visti alla festa! Comunque come diavolo faccio a sedermi con questi cosi così stretti?!"

Gerard sospirò: non era riuscito nel suo intento di cambiar argomento.
"Prima di tutto si chiamano jeans, e poi sì che riuscirai a sederti! Non sono così stretti! Piuttosto, dovresti aggiungere quella collana e quel bracciale che porti spesso!"

Gray borbottò in risposta parole incomprensibili e si limitò a fare come diceva l'amico. Odiò ammettere tra sè e sè che l'altro avesse ragione: stava bene davvero vestito così, e non era nemmeno troppo attillato come look.

Gerard osservò l'amico intento a specchiarsi e ragionò sul fatto che probabilmente si era specchiato più volte quella sera che in tutta la sua vita.
Normalmente Gray non gli avrebbe permesso nemmeno di chiedergli se volesse una mano con l'abbigliaggio, non erano argomenti che erano soliti trattare a dire il vero. Eppure Gray non solo gli aveva dato ascolto, ma si stava impegnando perchè quel look stesse al meglio su di sè. Gerard si sedette sul letto appoggiandosi con un gomito alla testiera di legno, quando Gray si rese conto di essere scrutato attraverso il riflesso dello specchio.

"Ho sbagliato qualcosa?" chiese d'istinto, per poi mordersi mentalmente la lingua.
Come poteva essere quello il suo primo pensiero? In altre circostanze avrebbe detto semplicemente e cordialmente 'che cavolo vuoi?' o cose del genere! In altre circostanze però non avrebbe nemmeno accettato di vestirsi in quel modo, effettivamente.

"No, niente" rispose Gerard "Sono contento d'esserti stato utile!"

Gray riflettè qualche istante dopo quelle parole. Utile per cosa? Certamente non aveva bisogno d'aiuto per essere vestito e certamente non gli serviva una mano per sapere che il suo bracciale e la sua inseparabile collana stessero bene su di lui. E allora utile per cosa?
Quella sera in effetti era un pò speciale, si sentiva l'aria colma di aspettative tipica delle feste fatte così in grande. Ma tutti gli anni aveva partecipato a quella festa e mai, nemmeno una volta, si era sentito in ansia nelle ore precedenti all'inizio della serata. Eccetto quest'anno.
Quest'anno percepiva distintamente anche lui quella frenesia allo stomaco e quell'aria così frizzante. Eccezionalmente, quest'anno anche per lui i minuti passavano lenti come secoli e anche lui sentiva di dover essere all'altezza di quell'evento. Cosa c'era di diverso quest'anno rispetto ai precedenti? E allora capì.
Capì che l'agitazione in corpo era tutta a causa di un'unica persona, il cui giudizio era fondamentale per Gray. Capì di avere anche lui delle insicurezze davanti a certe situazioni nuove e capì soprattutto di avere un ottimo amico al proprio fianco. Sì, perchè era certo che Gerard avesse capito ancor prima di lui che cosa lo turbasse tanto in quelle ultime ore, e l'aveva aiutato senza far domande e senza metterlo in imbarazzo per tutta quella situazione in cui Gray non avrebbe saputo proprio come comportarsi.

"Grazie." fu l'unica cosa che riuscì a dire Gray a Gerard una volta realizzata la verità.
E quella parola colse positivamente di sorpresa il ragazzo dai capelli blu che ,conoscendo molto bene il carattere del moro, considerò quella reazione e quel loro momento come un passo avanti nella loro amicizia.


Quando Lucy aprì la porta di casa e scese quei pochi gradini che la separavano dal piccolo cancelletto in ferro battuto, osservò contenta e raggiante l'alto ragazzo che la attendeva sul ciglio della strada.

"Come sto?" chiese lei facendo una veloce piroetta per farsi ammirare completamente.

"Veramente incantevole!" rispose lui prendendole delicatamente la mano per poi depositarvi un lieve bacio sopra.
Lucy a quel gesto sorrise dolcemente e provò di nuovo quella sensazione di protezione che il ragazzo era riuscito a trasmetterle già da quel pomeriggio.

"Sei sicura che non sia un problema che sia io ad accompagnarti?" le domandò lui mentre iniziavano ad incamminarsi verso il centro, che sicuramente sarebbe stato pieno di vita già a quell'ora.

"Sicurissima! Non vedo l'ora di presentarti a Levy!" disse Lucy immaginando già la faccia sorpresa dell'amica. Erano veramente poche le occasioni in cui si poteva lasciare Levy a bocca aperta o senza parole, e sicuramente Lucy non si sarebbe lasciata sfuggire quest'opportunità per nulla al mondo!

Mentre camminavano senza fretta l'uno accanto all'altra, Lucy guardò per un istante il sorridente volto del proprio accompagnatore. Doveva ammettere che Loki quel pomeriggio aveva faticato incredibilmente per stare dietro alle sue crisi su come un vestito la ingrassasse e su come altri abiti invece avessero particolari o colori che non facevano altro che imbruttirla. Era ancora insicura sul proprio fisico, dopo tutti quegli anni passati a lottare con la vergogna di mostrare più pelle del dovuto persino in spiaggia.
Eppure il ragazzo che ora era accanto a lei, quel pomeriggio riuscì a non scomporsi, rassicurandola e spiegandole razionalmente i motivi per cui certi vestiti stessero meglio su altri fisici piuttosto che sul suo. E non perchè quegli altri fisici fossero migliori del suo, ma semplicemente perchè erano diversi dal suo. Questa sottile differenza si insinuò nel cervello di Lucy per poi trasformarsi in un'arma vincente contro la propria insicurezza: capì che anche se certi vestiti (per un motivo o per l'altro) non erano adatti a lei, altri abiti sembravano invece fatti apposta per lei e la facevano sentire una Dea.
Sul vestitino che stava indossando in quel momento ad esempio non ci avrebbe scommesso neanche un soldo, eppure una volta indossato e accessoriato leggermente, si trasformò nell'abito ideale. Loki insisteva col dire che qualunque cosa di colore blu elettrico, indossata da una bionda, sarebbe diventata immediatamente fantastica. Non si sbagliava. Il vestitino era in un tessuto leggero e fasciava splendidamente la parte superiore del corpo di Lucy, per poi cadere leggero sui fianchi di lei e terminare a metà coscia. Piccolissimi spallini di seta cadevano poi in una scollatura marcata ma non volgare, e a Lucy venne inevitabilmente da sorridere quando le tornò in mente la fatica che Loki quel pomeriggio aveva fatto nel dirle che su seni piuttosto prosperosi stava bene un certo tipo di scollo piuttosto che un altro. La gonna aveva qualche sottile scia brillante sul fondo, che risaliva astrattamente verso l'alto creando sinuosi movimenti di luce, mentre la vita era decorata da un semplicissimo fiocchetto dello stesso materiale degli spallini. Lucy indossò dei discreti orecchini luccicanti e un paio di semplici braccialetti dorati e sottilissimi, come ovviamente consigliatole dal ragazzo al suo fianco. Solo su una cosa la biondina non aveva voluto sentir ragioni: ai piedi portava infatti un paio di stivaletti grigi a tacco largo, giusto per darle quei cinque centimetri in più.

Il centro della città era un'esplosione di vita e di colori quella sera. I lati delle strade erano riempiti da decine e decine di bancarelle di ogni genere, mentre tutti i ristoranti per l'occasione proponevano menù speciali a prezzi accessibili da chiunque. La musica riempiva ogni angolo di modo che non potesse mai esserci un istante di silenzio e in ogni via era possibile trovare almeno un giocoliere o un artista di strada per far divertire i passanti.

Levy cercava di farsi spazio tra le strade affollate per poter raggiungere il prima possibile il luogo che aveva scelto come punto d'incontro insieme ai suoi amici. Riuscì a intravedere due ragazzi che erano appoggiati al muro esattamente nel luogo dove lei avrebbe dovuto farsi trovare, ma quelli non potevano essere loro. Soprattutto quello lì non poteva essere Gray!
Avvicinandosi sempre di più realizzò che invece erano proprio Gray e Gerard, e notò anche come questi due venissero letteralmente divorati con gli occhi da ogni persona del gentil sesso che passasse di lì. Notò con certa sorpresa che nemmeno alcuni ragazzi disdegnassero un'occhiata veloce e compiaciuta nella loro direzione. Sorridendo a quell'immagine, si presentò davanti a loro salutandoli allegra come al solito.
Levy era molto intelligente e perspicace, solitamente non vi era un solo dettaglio che sfuggisse al suo controllo, ma stavolta parve proprio non notare il viso ammaliato di Gerard. Quest'ultimo era un pò soprapensiero prima che la ragazza arrivasse, doveva ammetterlo, ma non appena lei sbucò da quel mucchio di gente sconosciuta, venne pervaso da una sensazione stranissima che teneva saldamente incollato il suo sguardo su Levy. Dio, quanto era bella in quel vestitino rosso.

"Allora Gerard, andiamo??" lo risvegliò dai suoi pensieri proprio la squillante vocina di Levy.
Il ragazzo annuì e insieme iniziarono un veloce giro del centro.

"Le bancarelle mi annoiano Levy! Possiamo aumentare il passo?" domandò seccato Gray.

"Uff, ma goditi la serata! C'è tempo per andare dalla tua bella!" rispose maliziosa la piccola ragazza dai capelli blu.

"Io non ho fretta per quello!" si giustificò velocemente il moro "Semplicemente non sopporto stare fermo a guardare delle bancarelle.."
Il tono di Gray non risultò molto convincente, ma Levy e Gerard decisero di passare oltre quel piccolo dettaglio ed accontentare l'amico.

Il programma prevedeva di cenare da qualche parte lì in centro, siccome il bar della spiaggia per l'occasione era stato totalmente allestito in modalità 'discoteca' e le cucine, almeno per una volta, erano rimaste chiuse.
I tre amici optarono all'unanimità per una pizza veloce e dopo essersi accomodati in un locale ancora semi vuoto a Levy arrivò un messaggio da parte di Lucy.

"Ti ho appena vista entrare in pizzeria! Vorrei tanto farti vedere una cosa, ma non posso raggiungerti dato che sei con gli altri..Ti dispiace venire un secondo dall'altra parte della strada? Ti preeeeego :)"
La ragazza dai capelli blu aggrottò la fronte. Non capì proprio perchè Lucy dovesse comportarsi in quel modo, ma decise di accontentarla senza dir niente ai ragazzi.

"Mi ha scritto un'amica che non vedo da tanto! La raggiungo solo per un saluto veloce e poi torno! Se arriva il cameriere...ehm... Una margherita!"
Gray e Gerard guardarono confusi Levy che si alzava e sgattaiolava in fretta e furia fuori dal locale, ma non si fecero troppe domande visto che erano già abbastanza presi dai loro pensieri.

Levy si guardò intorno curiosa di sapere che cosa Lucy avesse da nascondere e nel giro di un secondo tutte le sue domande ricevettero risposta.

"Levy.. Ti presento Loki!" esordì la bionda andando verso l'amica mentre un alto ed affascinante ragazzo la affiancava.

"Piacere di conoscerti!" disse lui chinando appena il capo e sfoggiando uno dei più bei sorrisi che Levy avesse mai visto "Lucy mi ha parlato molto di te!"

La bionda osservava divertita il volto sorpreso dell'amica, orgogliosa di averle tolto le parole di bocca proprio come aveva pianificato.
Dopo essersi accorta di esser arrossita di fronte alla galanteria di Loki, Levy guardò stranita Lucy, chiedendole implicitamente da dove avesse tirato fuori quel meraviglioso ragazzo.

"Lui è l'aiutante di mia zia alla boutique, mi ha dato una mano con la scelta del vestito oggi pomeriggio! Facendo due chiacchiere con lui ho scoperto che è qui da solo e quindi gli ho proposto di accompagnarmi!" spiegò Lucy per dissolvere ogni dubbio dell'amica.

"Capisco!" disse Levy con lo sguardo di una che la sapeva lunga "Io adesso devo tornare al ristorante da Gray e Gerard, ma se volete più tardi ci rivediamo!"
Lucy rimase sorpresa da quell'affermazione, dov'era Natsu? Perchè non era con loro? Certamente non poteva chiederlo a Levy in maniera esplicita, non poteva mostrarsi così disperata.

"Natsu forse ci raggiungerà più tardi, al momento non sappiamo dove sia!" aggiunse Levy notando un cambiamento nello sguardo dell'amica. Sperò con tutta se stessa che non stesse usando Loki per dimenticarsi del litigio avuto con Natsu, e in un secondo quel bel ragazzo che aveva di fronte non le sembrò più fantastico come pochi istanti prima.

Dopo essersi separata dall'amica, Lucy proseguì la sua serata con Loki che l'accompagnò in un elegante ristorantino in cui mangiarono pesce mentre continuavano a chiacchierare del più e del meno per conoscersi meglio. Lucy quasi riuscì a dimenticare il fatto che nessuno sapesse dove fosse Natsu, la compagnia di Loki riusciva a trasportarla in un mondo a parte fatto di buone maniere, dolcezza e tranquillità. E al momento tutto questo le sembrò perfetto.

Gray guardava annoiato l'allegro chiacchiericcio dei suoi due amici e si chiese tra sè e sè perchè mai avessero accontentato Levy nel fare un giro tra le bancarelle dal momento che lui odiasse quel genere di cose. Si limitò a seguirli con le mani incrociate dietro la testa, mentre nemmeno si accorgeva d'esser guardato con ammirazione dalla maggior parte delle ragazze che gli passavano accanto.

Essendosi ormai fatto tardi, si recarono con felicità di Gray verso il bar sulla spiaggia, la cui musica si iniziava a sentire già a diversi isolati di distanza.
Per l'occasione, la festa non si sarebbe concentrata solamente nel locale al chiuso e alla sua terrazzina, ma distese di casse, tavolini, panche e chioschi per le bevande erano stati sistemati persino nell'enorme prato adiacente allo stabilimento, nonchè in una parte della spiaggia stessa. Diversi dj erano già all'opera, così come barman e ballerine che si dimenavano sotto le luci forti e colorate dei neon.

"Ragazzi, ben arrivati!!" li salutò Juvia correndo verso di loro, sbucando dall'ammasso di gente che strepitava per arrivare al bancone principale.
Mentre Gerard e Levy la salutarono tranquillamente, ricordando ancora perfettamente la figura che avevano fatto quella mattina con Gajil, Gray si sentì trascinare in uno stato di pietrificazione immediato, come ormai succedeva ogni volta che si trovava di fronte a Juvia.
Quella sera in particolare la trovò bellissima. Non indossava i soliti vestiti comodi e sportivi che metteva per lavorare o per stare in spiaggia, ma aveva un vestitino a righe sottili di vari colori la cui gonna leggera si appoggiava morbidamente sulle sue forme, mentre lo scollo a cuore senza spallini portava inevitabilmente lo sguardo ad ammirare quel corpo solitamente tenuto nascosto.

"Vi ho procurato queste tesserine che vi permetteranno di avere accesso a tutte le zone della festa! Inoltre potrete evitare le file interminabili e bere gratuitamente la maggior parte dei drink!" esordì allegra e entusiasta la ragazza dai capelli azzurri.

"Non ci credo!! Sei pazzesca, grazie!!" le urlò Levy saltandole al collo per abbracciarla, ignorando che probabilmente era la prima volta che le rivolgesse realmente la parola.

Gerard stava ancora guardando incredulo quella tesserina arancione con scritto sopra "Amici dello Staff", quando si accorse della totale immobilità di Gray. Dannazione, quando si sarebbe deciso a darsi una svegliata?! Ruotando gli occhi al cielo decise di intervenire.

"Allora Juvia, io propongo di sfoggiare questa tesserina miracolosa con un primo giro di cocktail! Così anche il nostro caro Gray si lascerà un pò più andare, che ne dici?"
Gray in tutta risposta fulminò con lo sguardo l'amico maledicendo la sua dannata linguaccia, ma vedendo come Juvia fosse contenta di quell'idea non potè che ringraziare mentalmente per la seconda volta Gerard, che si stava rivelando più brillante del previsto.

Il moro osservò Juvia mentre si avvicinò al barman salutandolo animatamente e sentì una leggera sensazione di fastidio. La sensazione peggiorò quando quel viscido ragazzo salutò a sua volta Juvia, abbracciandola e schioccandole un bacio sulla guancia. Stupido biondino di un barman! La ragazza gli sussurrò qualcosa all'orecchio indicando il piccolo gruppo d'amici e lui annuì semplicemente iniziando a preparare quattro cocktail. Levy diede una mano a Juvia nel trasporto delle bevande e di certo non le sfuggì l'espressione irritata che Gray stava esibendo in quel momento.

"Se non righi dritto te la porteranno via, caro mio!" gli disse sottovoce facendogli l'occhiolino mentre gli porgeva il suo bicchiere.
A quelle parole Gray arrossì un poco sulle guance, riportando la propria attenzione su Juvia, che in quel momento stava chiacchierando con Gerard ridendo spontaneamente e muovendosi appena a ritmo di musica.

"Vuoi..Vuoi ballare?" domandò il moro alla ragazza dai capelli azzurri sorprendendola profondamente.
Dopo un paio di secondi di smarrimento, Juvia tornò a sorridere accettando più che volentieri quella proposta, mentre prendeva la mano che Gray aveva allungato verso di lei.

"Mi sembra un passo avanti!" constatò Levy guardando l'amico che cominciava a muoversi tra la folla per far passare Juvia.

"Sembra anche a me! Tu vuoi ballare?" le rispose sorridendo Gerard.

"Certo! Ma voglio che usiamo questa tesserina in tutto il suo splendore, quindi non pensare che questo sia il primo e ultimo drink della serata, eh!" disse la minuta ragazza dai capelli blu agitando il bicchiere di plastica che aveva in mano e iniziando a ridere di gusto.

"Non ho mai pensato una cosa del genere! Stasera sì che ci divertiamo!" fu la conclusione di Gerard mentre si univa alla risata dell'amica.

Juvia notò con piacere che Gray stava cominciando a lasciarsi andare. Non sapeva se fosse per merito di quel poco alcool ingerito o semplicemente perchè piano piano si stava abituando a lei. In tutta sincerità, quel ragazzo aveva la capacità di farla sentire un pò fuori posto come quando era bambina. Non sapeva mai bene come comportarsi con lui, dato che per la maggior parte del tempo se ne stava zitto e immobile. D'altro canto non le era facile stargli distante, perchè ricordava bene la prima volta che lo vide.
Ricordò che stava preparando indaffaratamente un dolce nella cucina del suo luogo di lavoro, quando guardando fuori dalla finestrella notò un vivace gruppo di ragazzi che stava pranzando sotto la veranda. Li trovò simpatici a prima vista, ma il suo sguardo si posò in particolare su quel bel ragazzo moro che non sorrideva mai. Sentì il suo cuore battere più forte e si perse un altro pò ad osservare quei meravigliosi lineamenti, quel corpo così ben scolpito e quegli occhi così freddi e pericolosi. Decise di mettere tutte queste emozioni nella coppa di gelato che gli avrebbe preparato, e così fece anche con quelle a seguire, felice di aver avuto così successo coi suoi dolci. Era sempre stata brava a decifrare le persone, e cercava di scavare nel profondo della gente mettendo particolari ingredienti in ciò che cucinava, per rendere le sue opere una diversa dall'altra. Il resto fu tutto un colpo di fortuna dietro l'altro, di certo non si sarebbe mai aspettata di trovarlo imbambolato davanti alle docce intento ad osservare un punto nel nulla, oppure di sicuro non credeva che lui andasse di corsa verso di lei quella volta al bowling. Insomma, poteva dire di sentire qualcosa di particolare nei confronti di Gray, e cavolo quanto era divinamente bello quella sera.

Gray si sentì un pò più sciolto in quel momento e decise semplicemente di scollegare totalmente il cervello. A dire il vero non gli era molto difficile fare ciò quando era con Juvia, dato che praticamente appariva sempre come un perfetto idiota che non riusciva a dire nemmeno una parola. Non volle nemmeno domandarsi perchè in quel momento sentisse una forte emozione farsi strada in lui. Che fosse per il drink bevuto poco prima? Eppure solitamente lui reggeva abbastanza quel genere di cose. Che fosse per quella splendida ragazza che si muoveva sinuosa a ritmo di musica, le cui lunghissime e candide gambe si andavano a tratti ad incontrare con le tremanti dita di lui? Molto probabile.

Gerard in quel momento stava ridendo sguaiatamente insieme a una Levy altrettanto ilare quando all'improvviso notò Natsu tra la folla, a pochi passi da Gray. Per un momento ne fu sollevato, almeno potevano stare tranquilli per l'amico dai capelli rosa, ma un particolare lo agitò marcatamente.
Vide Natsu che presentava a Gray e a Juvia una ragazza dai capelli corti e bianchi, ma non poteva essere lei, che cosa ci faceva lì? Si alzò barcollando dallo sgabello per poi cercare di dimenarsi goffamente tra tutte quelle persone che lo dividevano da ciò che aveva appena visto e non si accorse nemmeno di Levy che cercava di stargli dietro senza capire cosa fosse successo.

"Dov'è andato Natsu?!" sbraitò appena arrivato da Gray.

"Oi Gerard, sei un pò alticcio eh?" lo schernì il moro.

"Dov'è quello stupido?!" ribadì l'altro.

"Non lo so, ma stai tranquillo! Era con una ragazza, non so nemmeno come l'abbia conosciuta! Non mi ricordo il nome però..Era qualcosa come..."

"Lisanna!" concluse Juvia al posto di Gray, che proprio non dava segno di ricordare quel dettaglio.

"Cazzo cazzo cazzo cazzo! E' uno stupido! E lei cosa ci fa qua?! Ah, l'avrà fatto apposta di sicuro!"

"Gerard, ti vuoi calmare?" lo riprese Levy vedendolo delirare in quel modo "Si può sapere chi era?"

"Quella lì..Lisanna.. E' una della nostra scuola! Conosce Natsu da moltissimo tempo e c'è sempre stato del tenero tra loro! Solo che lui non si decideva, e lei gli ha dato un ultimatum prima dell'inizio delle vacanze!"

"Immagino che Natsu, in tutta la sua maturità, sia partito senza darle una risposta.." azzardò Levy.
Gerard in risposta le annuì, aggiungendo che era stata però una storia un pò particolare, e che più di tanto non sapeva nemmeno lui.
Levy sospirò profondamente pensando a Lucy. Lei con un bel fusto tutto elegante, lui con una specie di vecchia fiamma. Era sicura al cento per cento che non sarebbe stata una situazione facile da risolvere.


"Sembrano simpatici gli amici che hai qui!" disse Lisanna a Natsu mentre si avvicinavano alla terrazzina del bar, facendosi largo tra i numerosi gruppi di ragazzi.

"Già, e non ti ho ancora presentato Levy!" rispose lui senza troppo entusiasmo.
Come ci era finito in quella situazione? Certo, voleva moltissimo bene a Lisanna, si conoscevano da sempre e non poteva negare fosse proprio una bella ragazza. Il viso di Lucy e le parole del loro ultimo litigio tornavano però sempre più prepotentemente alla mente del ragazzo, impedendogli di ragionare con lucidità.
Riuscirono a scansarsi anche dalle ultime persone che gli erano di fronte e quando ormai giunsero a destinazione, Natsu si pietrificò per poi incominciare ad indietreggiare mantenendo uno sguardo incredulo fisso nei suoi occhi.

"Che ti prende Natsu?"

"Via di qui, Lisanna. Andiamocene via."


Qualche minuto prima, Lucy attendeva appoggiata alla ringhiera della terrazza l'arrivo di Loki, il quale era andato a prendere da bere.
Cercò di individuare da quella posizione i suoi amici, ma tra i neon colorati, le luci stroboscobiche e la marea di gente accalcata in quel luogo, capì che era veramente una missione impossibile. La riportò alla realtà la mano del suo accompagnatore, che in quel momento le stava porgendo un bicchiere di plastica mentre sul suo viso era come al solito impresso quel dolce sorriso che lo caratterizzava.

"Si sta divertendo, signorina?"

"Molto, mio cavaliere!"
Lucy gli sorrise di rimando mentre iniziava a sorseggiare quel dolce e fresco drink leggermente alcolico.

"Sai Lucy, io non ti conosco da molto" iniziò Loki "Ma credo di aver capito quanto tu sia speciale..." fece una pausa mentre le guance della ragazza iniziarono a velarsi di un leggero rossore. "Però devo ammettere che ogni tanto sei come assente, un pò triste se mi permetti. E io non sopporto vederti in quel modo, vorrei che tu fossi sempre felice e non sai che dispiacere provo quando mi rendo conto di essere inutile."

"Non sei inutile, Loki.. Mi hai regalato una bellissima serata! E anche oggi pomeriggio mi hai aiutata moltissimo! Sono io che devo chiederti scusa, non dovrei farmi prendere così tanto dai miei pensieri!"
Il ragazzo scosse appena la testa in segno di diniego, ma mantenne immutato il lieve sorriso che mai avrebbe abbandonato il suo bel viso.

"Sei così dolce, Lucy.."
Fu un istante. Loki strinse forte la ragazza fra le sue braccia, ma senza costringerla a nulla. Seppur forti, quelle braccia e quel petto erano accoglienti e non soffocanti. In quell'istante Loki abbracciò Lucy per poter averla il più vicino possibile, l'abbracciò per poter sentire il rumore del suo cuore rimbalzare sul proprio petto. Temeva un brusco allontanamento da parte della ragazza, ma era un prezzo che era disposto a pagare per quel breve contatto.
Lucy in un primo momento rimase sorpresa ed imbarazzata da quel gesto, ma poi il buon profumo di lui la avvolse gentilmente. Fu un istante. Lucy stessa ricambiò quell'innocente ma profondo contatto di corpi. In quell'abbraccio gli dimostrò quanto gli fosse riconoscente per quei momenti passati insieme, gli dimostrò che la sua compagnia le era gradita.
In quello stesso istante un ragazzo dai capelli rosa venne come fulminato da quella scena. Quell'istante fece crollare tutte le piccole certezze che aveva formato nella sua testa, facendolo scappare di fronte alla realtà.

Lucy e Loki rimasero abbracciati e contenti per una decina di secondi e quando si separarono proseguirono semplicemente la loro serata tra chiacchiere e balli. La cosa che Lucy apprezzava di più in quel ragazzo era il modo con cui affrontava le situazioni: era elegante e posato, non era mai agitato e trasudava sicurezza mista a dolcezza, un mix difficile da trovare.


Gray e Juvia avevano fatto una sosta dai balli scatenati che li avevano coinvolti per tutta la serata, e andarono a sedersi su una sdraio aperta in spiaggia, superando l'uomo della sicurezza grazie alla loro miracolosa tesserina arancione.
Rimasero in silenzio ed immobili diversi minuti, finchè Gray fece l'errore di guardare il viso di lei, che in quel momento era illuminato dal riflesso della luna e dai lontani neon della festa. Fu un errore perchè si perse in quel blu profondo che erano gli occhi di lei, ed era sicuro che non sarebbe mai più riuscito ad uscirne.
Juvia lo guardò, spegnendo per un istante l'espressione felice che la caratterizzava. Non sembrava però un viso triste quello che adesso stava mostrando: la bocca era leggermente schiusa, ancora in affanno per la corsa fatta, mentre le palpebre sbattevano più e più volte su quegli occhi incantatori. Inclinò lievemente il capo da un lato, mentre allungò una mano verso il viso di Gray e gli passò le dita tra i capelli, mossa da una sicurezza che non le apparteneva.
Il ragazzo, dal canto suo, sentì nuovamente quella sensazione di pietrificazione non appena la mano di lei lo toccò. Una scossa elettrica gli corse veloce per la spina dorsale, mandando a fuoco il suo petto. Al momento erano tremendamente vicini, talmente vicini che Gray riuscì a notare una piccolissima goccia di sudore che partì da una tempia di Juvia, accarezzandole la guancia e morendo su il suo labbro inferiore, così carnoso e pallido.
Fu il moro stavolta ad allungare una mano verso il viso di lei, senza incertezze. Mentre quattro dita si erano appoggiate come una carezza alla guancia di Juvia, il pollice andò a posarsi su quel labbro che Gray aveva appena trovato così invitante, muovendosi da un angolo all'altro con una lentezza esasperante. Si accorse improvvisamente che la ragazza lo stava guardando intensamente, e non appena lui incontrò di nuovo quegli occhi così sensuali e fatali ritrasse immediatamente la mano.

"Scusa.." mormorò appena mentre si alzava e velocemente tornava a sparire tra la folla, lasciando una confusa e ancora fremente Juvia abbandonata a se stessa.


"Gray e Juvia si sposano! Si sposano e poi fanno tanti bambini coi capelli azzuuurri!" canticchiava Levy barcollando addosso a Gerard.

"Shhh! Se ti sentisse si arrabbierebbe taaaaanto così!" le rispondeva il ragazzo dai capelli blu gesticolando nel vuoto.
Erano rimasti soli dopo che Gray e Juvia decisero d'andarsi a sedere per riposarsi un pò, e così iniziarono ad incamminarsi verso casa molto lentamente e in maniera molto instabile. Certo, credevano di reggere gli alcolici molto meglio, ma non è che avessero esagerato troppo, avevano però bevuto quei bicchierini in più sufficienti a far girare la testa e a lasciarsi andare un pò di più.

"Sei molto bella stasera Levy!" esordì Gerard guardando profondamente l'amica.

"Oh, anche tu sei bellissimo stasera, Signor Tutto Aderente!" disse la ragazza ridacchiando a quel soprannome. Ma non notò che Gerard era rimasto serio e che continuava a fissarla, lui non stava scherzando.
Levy era qualche passo davanti a lui, mentre in strada erano rimasti solamente pochi venditori ambulanti che stavano rimuovendo alcune bancarelle e sull'asfalto c'erano cartacce, bastoncini di zucchero filato e molte altre tracce di quella festa che stava per concludersi.
Stava compiendo qualche goffa giravolta su se stessa quando sentì l'amico trattenerla forte per un braccio.

"Ahi! Gerard ma che cosa...?" le parole le morirono in gola quando di fronte a se si trovò la il viso serio dell'amico che la scrutava con occhi penetranti ed intensi.
Lui guardava quegli occhioni sgranati e sentì la sua forza di volontà venir meno.

"Sei bellissima..." le sussurrò in un orecchio prima di posare la testa nell'incavo del collo della ragazza, causandole un pò d'affanno e molta confusione.
Lui guardò un'ultima volta il visino appena arrossato dell'amica, e poi si lanciò sulle sue labbra per impossessarsene. Gerard fece appena in tempo a constatare la morbidezza di quelle labbra che si staccò, fu un bacio veloce e strano. Dannatamente strano.
Lui non reagì immediatamente, e provò con tutte le sue forze a sorridere, mentre gli occhi di Levy cominciarono a diventare lucidi e tristi. Tristezza che presto si trasformò in rabbia, espressa esplicitamente nello spintone che diede all'amico, per poi iniziare a correre senza una meta precisa.


Levy corse a perdifiato per qualche minuto, mentre la testa iniziava a scoppiarle e la gola a bruciarle. Si fermò quando realizzò di essere finita nella zona industriale, dove l'ambiente non aveva niente a che fare con la gioia del centro e della spiaggia, non c'era nemmeno traccia della festa in queste strade. Tentò di far mente locale, tentò di non pensare a quel bacio totalmente sbagliato e provò invece a focalizzarsi solo sulla strada di casa. Notò un paio di uomini certamente poco raccomandabili che andavano verso di lei, ghignando e tirandosi gomitate a vicenda.
Dove diavolo era la strada principale? Come avrebbe potuto correre ancora visto il fiatone che ancora aveva? Gli uomini le erano già vicini, sbavando per quella minutina ragazza che era invitante da capo a piedi. Levy perse ogni speranza quando tentò di liberarsi dalla ferrea presa di uno dei due, così si limitò ad accasciarsi a terra cercando di chiudersi a riccio. Non capì cos'altro succede, troppo impegnata com'era a piangere.
Quando trovò il coraggio di alzare il capo, si ritrovò però di fronte a due occhi venati di rosso che la guardavano preoccupati e trafelati.

"Piccoletta, cosa ci fa una signorina come te in questo lurido postaccio?" le domandò in maniera quasi apprensiva Gajil, cercando di calmarla accarezzandole in una maniera decisamente goffa la testa.
Levy si guardò intorno spaventata e notò i due schifosi uomini di prima uno sopra all'altro, privi di sensi, stesi in terra. Tornò con lo sguardo sul ragazzo che l'aveva appena salvata e riscoppiando a piangere si gettò tra le sue braccia, chiedendogli con un filo di voce di riaccompagnarla a casa.


Gerard guardò senza reagire Levy sparire all'orizzonte, per poi voltarsi e dare un calcio a una piccola pallina di carta straccia.
Perchè aveva reagito così male? Dopotutto si conoscevano da una vita, e per un bacio non è mai morto nessuno. Provò a fare un paio di ragionamenti riguardo alla loro amicizia, che avrebbe potuto rovinarsi per quel suo gesto, ma non se ne pentì. In fondo l'aveva baciata perchè in quel momento lo voleva e anzi, lo desiderava da molto tempo, ma non riusciva ad ammetterlo. Forse avrebbe dovuto pensarci su a mente lucida, forse avrebbe evitato un rifiuto se avesse ragionato meglio.
Sbuffò per tutti quei pensieri che affollavano la sua mente. Doveva sempre essere il ragazzo educato e gentile, non gli era mai permesso di fare stupidaggini. Sentì quel ruolo andargli stretto, avrebbe tanto voluto essere più spontaneo e spericolato a volte. Credeva che Levy fosse esattamente come lui, pensava che con lei avrebbe potuto lasciarsi andare.
Cercando di scrollarsi di dosso quei pensieri, seguì il percorso pedonale e si andò a sedere sul bordo del ponticello che passava sopra al piccolo fiume, a pochi metri dalla foce. Come per affogare le proprie preoccupazioni, cominciò a lanciare nel corso d'acqua i sassolini che si trovava intorno.
I primi lanci erano fiacchi e deboli e il suo braccio semplicemente cadeva a peso morto lasciando libere le piccole pietre, ma pian piano iniziò ad imprimere dentro quel gesto la rabbia e la confusione che sentiva, cominciando a scaraventare violentemente i sassi uno dopo l'altro.

"Pessima serata?" lo richiamò alla realtà una voce femminile.

"Non sai quanto." rispose lapidario Gerard, mentre guardava la figura della ragazza sedersi accanto a lui.

"Dovresti andare dal tizio che ti ha rovinato la serata e prenderlo a pugni!" gli suggerì lei.
Il ragazzo dai capelli blu la guardò sorpreso chiedendosi se fosse seria o meno. Notò che era seria e per un istante sentì come un brivido di paura scorgendo un briciolo di pazzia in quegli occhi così scuri e profondi, ma poi non riuscì a trattenere un sorriso, che diventò poi una sincera risata.

"E adesso perchè ridi?" gli domandò la ragazza, guardandolo confusa.

"Per la naturalezza con cui hai detto una cosa del genere!"

"Mi stai prendendo in giro?" disse tornando improvvisamente seria.

"No no!" si affrettò a dire Gerard sentendo di nuovo quell'accenno di paura. C'era qualcosa che gli suggeriva di non farla arrabbiare e non riusciva a spiegarsi il perchè.
Rimasero qualche minuto in silenzio a guardare l'orizzonte, dove un leggerissimo chiarore annunciava l'avvicinarsi delle prime ore del mattino.

"Forse è ora che io torni a casa, ma son contenta comunque di averti almeno fatto sorridere!" riprese la ragazza alzandosi in piedi.
Gerard annuì, imitando l'azione di lei e trovandosi adesso faccia a faccia con quella sconosciuta.

"Mi ha fatto piacere incontrarti" disse lui "Io mi chiamo Gerard!"

"Io Erza! Se dovessimo rivederci, spero che sarai di buon umore!" gli rispose lei mentre iniziò ad allontanarsi lentamente, salutandolo con la mano.

"Lo spero..." sussurrò Gerard mentre ormai lei non poteva più sentirlo.
Una leggera folata di vento lo travolse portandosi con sè un intenso profumo. Non seppe descrivere quel profumo, riuscì solamente a definirlo "buono", uno di quegli odori che difficilmente si dimenticano e ti riportano alla testa e al cuore solo immagini e sensazioni. Gerard ricondusse immediatamente quell'intenso profumo ai capelli di Erza, che aveva appena visto muoversi nel vento come lingue indomabili di fuoco. Non stava già più pensando alla valanga di problemi che l'avevano assalito pochi minuti prima, e tornando lentamente verso casa, iniziò a domandarsi tra sè e sè quando avrebbe rivisto quella ragazza tanto misteriosa e tanto strana che gli aveva miracolosamente cambiato la serata, in un momento in cui lui stesso aveva ormai perso le speranze.



Eccomi qui! Da dove iniziare? Oh beh, sicuramente devo cominciare a scappare per via della scena del bacio :D Ehh lo so, mi piace incasinare le cose e non posso farci niente! Però spero siate felice della prima comparsa di Erza.. Avverto che vorrei sottolineare nel corso della storia la parte "folle" del suo carattere.. Perchè adoro con tutto il cuore della tranquillità che ha nel dire cose inquietanti o pessimiste, un pò tipo Nico Robin in One Piece!
Le fan della NaLu devono portar pazienza con me, come avete visto in questo capitolo non succede granchè a Lucy e Natsu..anzi, quest'ultimo fa quasi da comparsa! Però l'idea era rendere al massimo il suo profondo cambiamento dal momento in cui c'è Lisanna..
Parlando di Gray..beh, chi è che si unisce a me nel prenderlo a sberle?! Juvia mio caro non ti aspetterà per sempre! *pericolo spoiler*
Infine la scena GaLe..Allora, ringrazio Bea per questa scena, perchè ammetto di aver preso spunto da una sua idea..E ho avuto molto tempo per elaborarla e renderla come più mi piaceva, quindi vi devo confessare che amo tantissimo questa scena! A parte che mi piace da morire Gajil, mi è sembrata una cosa dolcissima l'immagine di lei che piange tra le sue forti braccia <3
Aiuto, sembra che io mi stia auto facendo una recensione! Scusate, ho il vizio di stra-parlare! Ringrazio tantissimo tutti voi che leggete (siete sempre di più, vi adoro!), ringrazio chi segue e chi mette tra i preferiti e non mi stancherò mai di decantarvi tutto il bene che vi voglio! Infine, voi che recensite mi spronate un sacco, perciò se mi fate avere i vostri indirizzi, vengo a casa vostra ad abbracciarvi di persona :'D
Ormai mi sono dilungata, quindi esagero: grazie mille a Didi che mi ha perdonata per l'avvento di Lisanna; Grazie mille a Fairy Ice che mi recensisce puntualmente dalla prima storia sdolcinata che ho scritto tempo fa; Grazie a Yuzuki-chan che scrive delle Gruvia FANTASTICHE; Grazie a Bea, mia compagna di avventure <3
P.S: Se qualcuno ama qualche pairing in particolare, mi piacerebbe sapere come sta venendo sviluppato nella mia storia! Accetto ogni tipo di consiglio :)
Un bacione,
-Dylan

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Capitolo 8
*** Scoperte e Rivelazioni ***


Odiava incredibilmente essere svegliata dalla strillante voce di sua madre che urlava il suo nome facendolo rimbombare attraverso ogni corridoio della casa. Poteva sopportarlo durante il periodo scolastico, quando faticava molto ad alzarsi, ma proprio non poteva accettare queste maniere adesso che era estate e che aveva il sacrosanto diritto di dormire più a lungo del solito. Soprattutto dopo essere andata a letto a un orario indecente a causa della festa. Oddio la festa, quei bicchieri di troppo, il bacio di Gerard e poi l'incontro con Gajil.
Ecco, avrebbe decisamente preferito dormire e non ricordare in un solo colpo tutto ciò che le era successo la sera prima.

"Levy, ti cercano!! Muoviti a scendere!" La solita gentilezza delle madri quando si apprestano a svegliare le proprie figlie!
Levy in automatico si alzò dal proprio letto avvolta ancora in uno stato di evidente sonnolenza.
Nello scendere i gradini si chiese tra sè e sè perchè Lucy dovesse venire da lei a quest'ora, anche se in realtà non sapeva bene che ore fossero per la precisione. Aspetta, ma sua madre le aveva per caso detto che era Lucy a cercarla? No, ma Levy in quelle condizioni non si preoccupò nemmeno del fatto che potesse essere qualcun altro. In realtà non si preoccupò nemmeno di andare ad aprire con indosso un paio di microscopici pantaloncini corti di cotone abbinati a una di quelle canottierine che probabilmente metteva quando aveva 15 anni. Insomma, ragionare di prima mattina non era di sicuro uno dei suoi punti forti.
Ignorò qualche parola di sua madre, riuscì solo a percepire la sua voce ma non a distinguere il significato di ciò che stava dicendo e senza nemmeno risponderle aprì la porta di casa, rimanendo per pochi secondi accecata a causa della forte luce che la colpì in quell'istante.

Si ritrovò davanti a un sorpreso e leggermente a disagio Gajil, mentre sua madre scuoteva il capo portandosi una mano sul viso, probabilmente chiedendosi da chi avesse ereditato Levy tutta quella propensione alle figuracce.

"Scusala, sta ancora dormendo!" disse sua madre rivolgendosi a Gajil mentre trascinava dentro casa Levy, che era rimasta troppo confusa da quell'immagine per poter reagire.

"Levy, ma ti sembra il caso di andare ad aprire la porta di casa vestita così? E con quella faccia poi!"

"Ma...ma...ma... Ma io cosa ne sapevo che era lui, mamma?" rispose Levy portandosi le mani sugli occhi per nascondere la faccia.

"A proposito, chi è?"

"E' una lunga storia, ma non è questo il punto! Cosa ci fa qui?!"

"Ha detto di essere un tuo amico e voleva sapere come stai stamattina! Ti è successo qualcosa ieri alla festa, a proposito?"

"No mamma, ho solo bisticciato con Gerard. Ma adesso io cosa dovrei fare? Non posso lasciarlo lì sulla porta!"

"Oh, beh! Mi ha anche chiesto se avevi già fatto colazione.. A me sembra abbastanza interessato a chiederti di uscire, non trovi?"
Levy non rispose e il panico si impossessò di lei. Innanzitutto la infastitiva incredibilmente quando sua madre iniziava a fare allusioni di quel genere, ma al momento non poteva dare troppo peso a questa cosa dato che era una situazione particolare e a dir poco assurda. Fece in un secondo mente locale e decise il da farsi.
Aprì la porta affacciandosi solo con il viso e notò con piacere che Gajil era ancora lì fermo con una mano in tasca e l'altra intenta a correre tra i folti capelli neri.

"Tra cinque minuti sono pronta. Va bene?" gli domandò tutto d'un fiato.
A pensarci bene non le aveva chiesto d'uscire, ma nemmeno lei gliel'aveva proposto. Levy sperò con tutto il cuore che Gajil capisse quella sua criptica frase. Dopotutto lei non gli avrebbe mai detto qualcosa come 'Grazie infinite per ieri sera, sono felicissima che tu sia qui e mi piacerebbe molto passare del tempo con te!', perciò lui avrebbe dovuto interpretare quella strana frase.

"Ghihi! Ma sì che ti aspetto!" le rispose.
Che ghigno fastidioso e che risatina insopportabile che aveva Gajil, Levy proprio non sopportava quei dettagli. In quel momento però non le pesarono più di tanto quei particolari, e si beò invece della risposta che aveva appena ricevuto. L'avrebbe aspettata, probabilmente aveva ben interpretato il messaggio che voleva dargli, e pensò tra sè e sè che forse avrebbe potuto seppellire l'ascia di guerra nei confronti di quel ragazzo che in effetti si stava dimostrando meglio di quanto sembrasse.

Come promesso, in cinque minuti Levy fu pronta e dopo aver abilmente evitato le domande curiose della madre, raggiunse Gajil nel giardinetto di casa sua e iniziarono ad incamminarsi verso una meta imprecisata.

"Allora, come stai?" domandò d'un tratto lui interrompendo quel lunghissimo silenzio che stava cominciando ad essere pesante.

"Bene, bene! Tutto passato! Devo solo regolare i conti con un certo idiota e poi sarò a posto!"
Levy rispose in fretta, non ci teneva particolarmente a ricordare quei momenti di terrore che aveva provato la sera prima. Improvvisamente si rese conto di star seguendo Gajil meccanicamente, senza sapere dove stessero andando. Decise comunque di non fare domande e si limitò a formare decine di ipotesi nella sua mente, mentre ogni tanto lanciava un'occhiata veloce al ragazzo accanto a sè.
Perchè mai avrebbe dovuto darsi così tanto da fare per lei? Proprio non riusciva a capirlo, e decise di interpretare l'azione di Gajil come semplice gentilezza, anche se sembrava l'ultima persona al mondo a possedere quella caratteristica.

"Siamo arrivati Piccoletta!" esordì lui interrompendo gli impegnativi pensieri di Levy.
La ragazza guardò di fronte a sè e vide il bar dove era stata con Lucy pochi giorni prima, quello stesso bar in cui aveva fatto una figuraccia tremenda con Gajil, al solo pensiero poteva ancora arrossire dalla vergogna.

"Ghihi! Non fare quella faccia e muoviti!" la schernì il ragazzo.

"Non ti permettere di parlarmi così, brutto maleducato!" lo rimproverò Levy sbuffando e fingendosi offesa, ma continuando a seguirlo mentre si andava a sedere ad un tavolo.

Parlarono del più e del meno per tutto il tempo, rendendo la conversazione meno monotona con battutine e frecciatine, cosa che ormai avevano preso come abitudine. Se qualche sconosciuto li avesse sentiti parlare avrebbe probabilmente pensato che quei due litigassero continuamente, visto il modo in cui si rimproveravano e si punzecchiavano. Quello però era il loro modo di fare, e ad entrambi piaceva che l'altro non mollasse mai la presa, ma che anzi insistesse sulle proprie convinzioni. Il più delle volte i loro battibecchi venivano affrontati con un sorrisetto in viso e venivano conclusi senza che nessuno dei due desse ragione all'altro, semplicemente sfociavano in una risata o in un qualche sguardo d'intesa tra loro.



Nel frattempo, in una casa piuttosto distante dal centro del paese, Gray si stava alzando lentamente dal proprio letto. Sentiva ancora la stanchezza addosso, e sapeva che non l'avrebbe lasciato facilmente quella mattina.

Trascinandosi per i corridoi, notò immediatamente un particolare alquanto strano: sulla porta della camera di Gerard c'era un foglio attaccato con del nastro adesivo.
"Non svegliatemi, non disturbatemi. Quando poi mi sveglio vengo in spiaggia."
Gray rimase interdetto di fronte a quel messaggio, da quando in qua Gerard si comportava così? Forse doveva essergli successo qualcosa alla festa. Stupida festa, non aveva fatto altro che incasinare la loro vacanza.
Gray sbuffò e decise di andare a svegliare Natsu, e se fosse servito avrebbe usato persino le cannonate.
Dopo qualche insulto e qualche cuscino lanciato in giro per la stanza, Natsu si rassegnò all'insistenza di Gray e si sfregò gli occhi un paio di volte per poi alzarsi in maniera svogliata e vestirsi con fare altrettanto poco entusiasta.

"Gerard non vuole essere disturbato, ti va bene se siamo solo io e te?" chiese il moro.
In un primo momento Natsu provò rabbia verso Gray, perchè cavolo l'aveva svegliato e non era rimasto a letto finchè Gerard non si fosse alzato? Stava quasi per rispondergli in malomodo, quando si rese conto della faccia strana che aveva l'amico quella mattina. Sembrava aleggiasse intorno a lui un velo di tristezza, come se avesse addirittura bisogno della sua compagnia. Ragionò velocemente sul fatto che l'avesse svegliato, dopotutto non era mai successo che Gray volesse qualcuno accanto a sè, di solito se nessuno era disponibile lui se ne andava da solo a fare una passeggiata o cose simili.
Possibile che non volesse rimanere solo stavolta?

"Va benissimo! Anzi, mi fa piacere" rispose Natsu. Sentì qualcosa che lo spingeva a offrire il proprio aiuto all'amico, e ora che ci pensava bene, anche lui avrebbe avuto bisogno di qualcuno con cui parlare.



Lucy come al solito era mattiniera, e poco le importava di essere andata a dormire ad un orario indecente. Assaporava il profumo della salsedine seduta su uno dei tanti piccoli moli che affacciavano sul mare, godendo di quella pace che si poteva trovare solo a quell'ora. Sentendo il proprio stomaco che cercava di richiamare la sua attenzione, tirò fuori dalla borsa un sacchettino di carta e già poteva sentire l'acquolina in bocca. Infatti, mentre si recava verso la spiaggia, si era fermata in un piccolo bar per prendere un cornetto e un succo, e aveva deciso di gustarseli in riva alla spiaggia, per cominciare al meglio la giornata.
Aprì con fare quasi solenne il piccolo sacchetto e vi infilò dentro la mano. Venne subito pervasa dal panico.
Dove cavolo era la sua preziossissima pasta alla nutella?!
Ravanò in lungo e in largo anche la propria borsa, con la speranza di trovarvi il cibo che stava cercando, ma niente da fare. Le tornò alla mente la faccia sorridente del barista che l'aveva servita e giurò a se stessa che non avrebbe mai dimenticato quel terribile affronto.

"Incapace di un barista!! Che fine hai fatto fare al mio cornetto?!" si sfogò rabbiosamente la bionda, cadendo poi in un pozzo di tristezza e depressione.

"Ehm... Ciao!" tentò di chiamarla una ragazza, senza ottenere molto successo.
"Se vuoi.. Ehm, se vuoi io avrei un cornetto in più!" concluse con voce gentile la ragazza, riuscendo finalmente a farsi notare da Lucy.
La bionda infatti si voltò di scatto, mostrando tutta la felicità che in quel momento stava provando.

"Tu... Davvero??" disse sorridendo a più non posso Lucy, quasi però con la paura che tutto ciò non fosse vero.

"Sì, ne avevo preso uno in più per un amico, ma mi ha avvisata che non riesce a venire! Solo che ecco, dato che l'avevo presa per un ragazzo, come puoi immaginare, è piuttosto farcito! Ti piace la nutella?"

"Da morire!! Non sai quanto mi rendi felice! Io mi chiamo Lucy, siediti pure accanto a me!"

"Grazie, molto volentieri! Io mi chiamo Lisanna comunque, non pensavo che il cibo potesse rendere così felici!"

"Beh devi sapere che una buona colazione è per me il modo migliore per cominciare la giornata! E dato che hai salvato la situazione, sappi che sono in debito con te!"
Le due ragazze scoppiarono a ridere, per poi cominciare a mangiare felici, chiacchierando del più e del meno, ignare che a legarle ci fosse molto di più che una semplice colazione condivisa.



"Senti...Devo dirti una cosa." annunciò abbassando lo sguardo Gray, mentre Natsu finiva di bere il proprio caffè bollente.

"Dimmi pure!" gli rispose l'amico, iniziando a capire che in effetti c'era davvero qualcosa che turbava Gray.
Il moro raccontò all'amico ciò che era successo la sera prima, parlando di quanto si era divertito a lasciarsi andare con Juvia mentre ballavano, e arrivando poi a quell'imbarazzante momento in cui rimasero soli. E lì si bloccò.

"..quindi?" chiese impaziente Natsu.

"Quindi niente, mi sono alzato e me ne sono andato."
Natsu sgranò gli occhi più che potè, incredulo di fronte a quell'affermazione.

"Eh?" fu l'unica cosa che riuscì a dire il rosato, con la speranza di aver capito male.

"Me ne sono andato. Prima però le ho chiesto scusa!" ribadì Gray guardando l'amico con gli occhi di un cane bastonato, come se non volesse sentirsi dire d'aver sbagliato.

"Ma sei scemo?! Cioè.. Avevi Juvia lì di fronte a te, con quei suoi due occhioni blu piantati nei tuoi, eravate da soli e sotto la luna.. E non hai fatto niente di niente? E poi, credi che chiederle scusa basti?"

"Oi, ma da quando sei l'esperto di queste situazioni?! Ti ricordo che tu per primo sei un disastro in materia!"
Natsu stava per ribattere qualcosa, ma sapeva che l'amico aveva ragione.

"Siamo due idioti io e te, vero?" domandò guardando Gray con lo sguardo di un bambino colpevole.

"Già..." confermò il moro, annuendo rassegnato all'amico.
Anche se in maniera stupida e forse un pò infantile, in quel momento Gray e Natsu si sentirono molto vicini, ed una nuova sensazione era nata in loro. Come se adesso avessero la consapevolezza di avere qualcuno al proprio fianco che a prescindere da tutto ci sarebbe sempre stato.
Si imbarazzarono entrambi nel realizzare questo fatto, perchè dopotutto non erano abituati a mostrare sentimenti e cose del genere, ma un sorriso complice tra loro fu il modo migliore per risolvere la situazione.

"Sai cosa facciamo?" disse tutto d'un tratto Natsu. "Adesso noi andiamo in spiaggia e appena vediamo Lucy e Juvia andiamo a parlare con loro!"
Gray annuì e insieme all'amico si avviò verso la spiaggia, chiedendosi tra sè e sè come facesse Natsu a essere così pieno d'entusiasmo anche in una situazione come quella.

Stavano per scendere i gradini che li avrebbero portati in spiaggia, quando notarono la piccola Levy accompagnata da Gajil, e non poterono far altro che rimanerne sorpresi.

"L-Levy?!" chiesero in coro i due amici, ancora sbigottiti da quell'immagine.

"Ciao ragazzi" rispose con voce piatta la piccola ragazza dai capelli blu "Gerard non è con voi?"

"Ehm.. No, è rimasto a letto! Ma tu cosa ci fai con lui?"

"Guardate che vi sento!" ringhiò Gajil.

"Come sta Juvia?" domandò Gray guadagnandosi le occhiate interrogative di tutti i presenti ad eccezione di Natsu.

"E' uscita presto stamattina! Perchè mi chiedi come sta?! Le hai per caso fatto qualcosa di cui potresti pentirti?!"

"Ma no, ma no.. Solo che ho bisogno di parlarle!"

"Beh.." disse Gajil spostando l'attenzione verso la spiaggia "Se devi parlarle, ti conviene darti una mossa!"
Concluse poi la frase indicando un punto vicino all'entrata del bar in cui lavorava sua sorella, e tutti volsero lo sguardo in quella direzione, rimanendo impietriti e senza parole di fronte a quell'immagine.

Juvia era in piedi in mezzo al vialetto che portava alle cucine, e di fronte a lei un alto ragazzo dai capelli d'argento le stava parlando avvicinandosi sempre più. La ragazza sorrideva imbarazzata e tentava di mantenere una certa distanza da questo ragazzo, ma sembrava non disdegnare la sua compagnia. Lui allungò poi una mano verso il viso di Juvia e le portò dietro all'orecchio una ciocca di capelli caduta dall'alta coda di cavallo che si faceva ogni volta che andava a lavorare, provocando grande imbarazzo in quel gruppetto che si era ritrovato a fare da spettatore a quella scena.
Natsu, Levy e Gajil volsero il proprio sguardo in direzione di Gray, preoccupati per come avrebbe potuto reagire. Il moro era immobile ed impassibile, gli occhi di chi lo stava osservando  potevano notare solo qualche nervo contratto ed i pugni serrati, ma mai avrebbero potuto vedere quanto in realtà dentro si stesse riempiendo di piccole ma profonde crepe l'animo di Gray.

Gajil sospirò scuotendo il capo. "Scusate, doveri di fratello maggiore!" disse poi, lasciando il gruppo e scendendo deciso le scale in direzione di sua sorella.

"Gray.. tutto bene?" domandò Levy con un filo di voce.

"Splendidamente." rispose il moro senza cambiare di un millimetro la propria espressione. Detto questo, scese quella decina di gradini di fronte a sè e andò in direzione della spiaggia, lasciandosi alle spalle quella scenetta da voltastomaco vista pochi istanti prima.

Natsu seguì Gajil con lo sguardo e vide il ragazzo coi capelli d'argento dare qualche spiegazione agitandosi vistosamente. Contemporaneamente, notò Juvia guardare proprio nella sua direzione e i loro occhi si incrociarono per un istante. Natsu non seppe leggere quello sguardo, ma dopo aver visto la reazione di Gray, Juvia girò i tacchi e se ne andò in cucina.

"Che razza di situazione!" esordì Natsu tutto d'un tratto.

"A proposito!! TU!! Razza di codardo!"
Il rosato guardò con sorpresa Levy, che ora si era messa a puntargli il dito contro avanzando sempre di più verso di lui, costringendolo ad indietreggiare. Quanto spaventosa poteva essere quella minutissima ragazza?

"Sappi che so tutto e che non ti permetterò di fare stupidaggini o cose simili! Sii uomo e prendi una decisione! E per piacere, che sia una decisione sensata!!"

"Innanzitutto.." cominciò a rispondere Natsu "Sono venuto qui con l'intenzione di parlare con Lucy per vedere di risolvere la situazione! Poi io sono liberissimo di comportarmi come mi pare, visto che lei si è già sistemata con un damerino tutto impettito! Lisanna è mia amica da sempre e semplicemente mi piace passare del tempo assieme a lei! Quindi bada bene che non sono io il problema, ma è la tua cara amica Lucy a complicare tutto quanto!"

"Ti piace molto, non è così?" chiese Levy all'amico, sorridendogli complice.
Come ci si poteva aspettare da Natsu, non rispose. Si limitò ad incrociare le braccia al petto sbuffando qualcosa come "Piccola impicciona!", mentre incominciava ad avviarsi verso la spiaggia.

Una volta raggiunto l'ombrellone, Natsu appoggiò il proprio zaino e notò che Gray si era già isolato da tutto il resto mettendosi sulla sdraio con l'iPod acceso, a quanto pare non aveva molta voglia di chiacchierare o impiegare il suo tempo in modi diversi. Il rosato decise di imitarlo e dopo essersi sdraiato comodamente infilò le cuffiette nelle orecchie, pronto a continuare quella dormita che Gray aveva interrotto poco più di un'ora prima.
Partirono le prime note di una canzone non troppo carica, aveva bisogno di rilassarsi e la musica lo aiutava molto in queste situazioni di solito. Stava già per abbandonarsi ad un sonno profondo, quando gli sembrò addirittura di intravedere Lucy passeggiare poco distante da lui.
Era in dormiveglia e quell'immagine gli sembrò solamente frutto della propria fantasia. E così, con la figura di Lucy che pian piano si faceva sempre più sfocata nella sua mente, si lasciò cullare fino ad addormentarsi completamente nel giro di pochi secondi.


"Levy!! Che bello vederti qui!" esordì Lucy andando verso l'amica, che in quel momento stava per entrare dentro al bar.

"Lucy ciao! Non sai quante cose sono successe ieri sera! Mangi con me?"

"Ho già fatto colazione, mi dipiace! A proposito, devo presentarti una ragazza che ho conosciuto prima! Guarda, è quella là fuori!"
Levy guardò nella direzione indicata da Lucy e non potè che rimanere per qualche secondo impietrita. Era quasi certa che quella ragazza fosse la stessa che era con Natsu la sera prima, e doveva assolutamente dirlo a Lucy.

"Ehi Lu, non è che per caso si chiama Lisanna?" domandò lei mentre sul suo viso nacque uno sguardo serio.

"Sì, ma come lo sai? Mi ha detto che non è di queste parti e..."

"E' qui per riconquistare Natsu. Non credo però che sappia chi sei."
Levy fu secca e diretta, quasi brutale. Lucy sentì come se la terra le stesse piano piano sparendo da sotto i piedi, e non riusciva a credere a quello che l'amica le avesse appena detto.

"Cosa vuol dire 'riconquistare Natsu' ?" disse quasi sottovoce la bionda.

"E' una ragazza della sua scuola, Natsu l'aveva piantata in asso senza darle nessuna certezza e così lei l'ha seguito fin qui."

Seguirono lunghissimi istanti di silenzio, finchè Juvia attirò la loro attenzione sbucando al bancone del bar.
"Ciao ragazze, dovete mangiare qualcosa?"

"Non per me" rispose immediatamente Lucy "Io devo andare via di qui!" Così dicendo si girò e andò verso la porta, lasciando sole le due ragazze.

"Cosa le prende, Levy?" chiese Juvia.

"Una questione complicata, cara mia!! Ma non pensiamoci, dammi pure una fetta della tua torta più buona!"

"Va bene, ma tu non sei andata a far colazione con Gajil?"

"Ehm..Sì! Non sapevo che te l'avesse detto! Comunque è che non avevo assolutamente fame un'ora fa e quindi ho solo bevuto un caffè, ma ora mangerei fino a scoppiare!" spiegò tutto d'un fiato la piccola Levy.

"Ah, capisco! Tensione da primo appuntamento!" disse Juvia stampandosi in faccia uno dei suoi migliori sorrisi.

"A-a-appuntamento?! Ma no, ma no! Che dici? E' stato solo un caso!"
Vedendo l'amica così in difficoltà, Juvia decise di non proseguire oltre con il discorso, ma ancora non conosceva Levy e non poteva sapere quanto fosse abile quest'ultima a tirarsi fuori dalle situazioni imbarazzanti.

"Ma invece parliamo un pò di te..." cominciò la piccola ragazza dai capelli blu "Ieri sera sei sparita insieme a Gray, e stamattina un altro bellissimo ragazzo ti fa gli occhi dolci all'ingresso delle cucine! C'è qualcosa che mi vuoi dire?" Nel dire queste parole Levy aveva assunto un ghigno malvagio, mentre si sporgeva sempre di più sul bancone in direzione della povera Juvia.

"Ehm.. E' una cosa complicata!" tagliò corto la barista mentre tentava di placare la curiosità di Levy.

"E perchè sarebbe una cosa complicata? Per caso non sai chi dei due scegliere?" Quando doveva partire al contrattacco, Levy sapeva sempre essere molto invadente e supponente, chi non la conosceva l'avrebbe descritta anche come insopportabile.

"No, no.. Non è così! Juvia non deve scegliere proprio niente..."
Levy corrugò la fronte a quell'affermazione, da quando Juvia parlava in terza persona e con quel tono così imbarazzato?

"Ieri Gray ha lasciato Juvia da sola, e Juvia lo può accettare! Il ragazzo che era con Juvia stamattina era solo un amico!"

"Ehm.. Juvia, stai bene?" domandò Levy guardando preoccupata la ragazza. "Parli in modo strano!"
La barista fece un gran sospiro e abbassò lo sguardo, per poi tornare a prestare attenzione a Levy.

"Scusami, è un'abitudine che avevo tanto tempo fa! Ogni tanto, soprattutto quando sono un pò imbarazzata, mi torna spontaneo parlare così, ma non preoccuparti!"
Levy sorrise spontaneamente di fronte a quell'affermazione. Non sapeva perchè, ma trovava che Juvia fosse buffa nei suoi modi di fare così particolari.
Poi ripensò però a quello che le aveva appena detto. Cos'è che aveva osato fare Gray?!



Gerard era sveglio da ormai mezz'ora ed era già pronto per uscir di casa. Pensandoci bene non aveva la minima voglia di stare in mezzo a tutti gli altri, soprattutto perchè magari Levy aveva già rivelato a mezzo mondo cos'era successo la sera precedente facendolo passare per un maniaco o qualcosa del genere. Sospirò rassegnato a dover avere addosso gli sguardi furenti dei suoi amici come minimo per tutto il giorno, ma non si diede per vinto. Quel mattino infatti si svegliò di buon umore e aveva in testa un sacco di nuove prospettive.
Dopotutto, un bacio dato da ubriaco non poteva essere un motivo abbastanza valido da rovinare un'amicizia, e niente e nessuno gli avrebbe impedito di fare pace con Levy.

Era in giro per le strade del centro, abbastanza indeciso sul da farsi. Stava giusto pagando il conto della veloce colazione fatta, quando con la coda dell'occhio vide qualcuno di ben noto. Gli corse dietro trafelato e lo raggiunse solamente quando fu entrato in un negozio a cui Gerard non aveva mai fatto caso.

"Gajil!! Aspetta!"

Il moro si voltò con aria scocciata, mentre un filo di stupore gli balenava in quegli occhi rossi.
"Che vuoi?"

"Beh...Ecco...." Gerard faticava a parlare. Un pò per la corsa fatta, un pò perchè quel ragazzo grande e grosso gli incuteva un pò di timore, e un pò perchè non sapeva bene come porre la domanda. "Per caso tu... Hai visto Levy stamattina?"

Senza perdere nemmeno un millimetro del proprio sguardo affilato, Gajil inarcò un sopracciglio e rilfettè un secondo prima di rispondere.
"Sì, l'ho vista. Qualcosa mi dice però che anzichè darti queste informazioni, farei meglio a pestarti a sangue."

In quel momento si poteva leggere il terrore più puro negli occhi del ragazzo dai capelli blu. Era stato un folle a chiedere una cosa del genere proprio a quella montagna di muscoli che si trovava di fronte! Si guardò intorno alla ricerca di qualcosa con cui difendersi visto che Gajil stava avanzando in sua direzione e non accennava a fermarsi, ma più cercava oggetti contundenti e più si rendeva conto del luogo in cui era finito. Fogli pieni di disegni, boccetti di inchiostro da tutte le parti, anellini in argento e diversi piercing esposti in vetrine perfettamente curate: quello doveva essere il negozio in cui Gajil lavorava.
D'un tratto ecco il trillìo che indicava l'ingresso di qualcuno dalla porta. Gerard sospirò sollevato: era salvo.

"Buongiorno! Sono qui per quel colloquio!"
Non ebbe bisogno di voltarsi per riconoscere la ragazza che era appena arrivata, gli bastò l'ondata di profumo che lo avvolse. Un profumo che lo portò subito in un'altra dimensione, facendogli scorrere nella mente sensazioni tanto calde e accoglienti quanto adrenaliniche e frenetiche.

"Erza!" pronunciò mentre si voltava per incontrare quegli occhi così profondi.

"Vi conoscete?" domandò Gajil ancora prima che la rossa potesse salutare Gerard.

"Beh.. Ci siamo conosciuti ieri sera alla festa e.."

"Oh, sì! Era depresso e per poco non si lanciava giù dal ponte che dà sul fiume!" esordì sorridendo Erza, interrompendo le parole del ragazzo coi capelli blu.
Ci fu un istante di silenzio, in cui Gerard pensava tra sè e sè che forse sarebbe stato meglio non contraddire la ragazza, mentre Gajil guardava entrambi con aria curiosa.

D'un tratto fu proprio il moro a interrompere quel silenzio, iniziando a ridere sguaiatamente a andando verso Gerard.
"Hai proprio ragione! Ce lo vedo questo qui mentre piagnucola in riva al fiume!" Gajil incominciò a dare forti pacche alla schiena del ragazzo dai capelli blu, mentre la sua risata aveva coinvolto anche Erza.

"Mi piaci, ragazza!" continuò il moro "Incominci questo colloquio proprio con il piede giusto! Ora vieni di là con me che ti faccio altre domande!" e così dicendo sparì dietro alle tende viola che portavano alla stanza adibita ai tatuaggi nel retro del negozio.

"E così ti serve un lavoro, eh?" domandò retorico Gerard mentre si guardava le punte dei piedi, ancora in imbarazzo per il modo in cui era stato trattato poco prima.

"Sì.. Starò qui solo qualche mese!" spiegò Erza cercando di non far pesare la situazione al ragazzo di fronte a sè.

La rossa era sulla soglia della porta che dava sul retro con in mano una delle due pesanti tende, ma con lo sguardo rivolto ancora verso quei capelli blu che coprivano del tutto il volto di Gerard.
"Sai, non devi mai andare avanti a capo chino. Hai un bel viso, fallo vedere!"

Gerard accennò un lievissimo sorriso mentre le sue guance si sfumarono appena di rosso.
Erza notò gli occhi di lui che la guardavano attraverso qualche ciuffo blu ribelle. Gerard aveva proprio degli occhi interessanti: le sembravano marroni, ma a guardarci meglio poteva notare qualche sfumatura verde. Ma poi perchè era arrossito leggermente? D'un tratto si rese conto di ciò che aveva appena detto.

"Cioè.. Ecco, non fraintendere! Non è come se avessi detto che sei bello! Ma non che tu sia brutto! Intendevo solo dire che devi andare avanti a testa alta senza farti mettere i piedi in testa! E poi sì... Uhm... Beh, devo continuare il mio colloquio adesso! Ci si vede!"

Gerard la guardò mentre agitata cercava di dare un senso al fiume di parole che stavano uscendo dalla sua bocca, e prima ancora che potesse dirle qualcosa, la vide sparire più veloce di un fulmine dietro a quel viola scuro. Uscì dal negozio sorridendo, dopotutto quella ragazza aveva qualcosa di insolitamente buffo, e inoltre se avesse iniziato a lavorare con Gajil, forse avrebbe avuto modo di rivederla.



Natsu si svegliò e notò che Gray non era più accanto a sè, ma decise di non preoccuparsi perchè anche se non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, aveva fiducia nel suo amico. Diede una veloce occhiata all'orologio e notò che l'ora di pranzo era già passata da un pezzo. Trovò curioso che non avesse per niente fame.
Si alzò dal lettino scricchiolando un pò le ossa e decise che una nuotata sarebbe stata un'ottima idea per togliersi di dosso tutto quel caldo che aveva.
Il contatto con l'acqua non fu troppo traumatico, era fresca ma gli piacque la sensazione elettrica che sentì diffondersi per tutto il corpo. I brividi non durarono altro che pochi istanti, dopodichè le goccioline d'acqua salata furono lasciate libere di correre veloci su quella pelle un poco abbronzata.



Lisanna guardava quegli occhi marroni e ci vide dentro un mare di tristezza. L'espressione seria sul viso di Lucy le fece capire che le aveva detto la pura verità.
"A te quindi.. Piace Natsu?" domandò alla bionda provocandole un piccolo sussulto.

"No! No! Non direi... Forse aveva una piccola possibilità di piacermi all'inizio, ma ora non più! Sai, dopo che abbiamo litigato..."

Silenzio.
Lucy aveva parlato a Lisanna ininterrottamente per tutto il tempo, spiegandole del litigio che aveva avuto con il ragazzo dai capelli rosa, spiegandole del modo in cui l'aveva fatta sentire e della rabbia che ora c'era tra di loro. Dopo aver finito il racconto però sentiva un grande vuoto nel petto, come se non avesse più nient'altro da aggiungere a quella storia. Si sentì triste perchè Lisanna invece conosceva Natsu da molto tempo, e sicuramente avrebbe avuto decine e decine di aneddoti di cui parlare, e ne fu addirittura invidiosa.

"A me Natsu piace. Mi è sempre piaciuto!"
Lucy non riuscì a guardare in faccia Lisanna e la sua sincerità. Queste parole le erano scivolate dentro fino al cuore, e si sentì bruciare dentro nel momento della confessione dell'altra ragazza.

"Lui però non lo capisco, sinceramente.. Mi ha sempre trattata come una sorella, non come una fidanzata."
La bionda alzò lo sguardo sorpresa, ma non disse niente. Certo, poteva aspettarselo da Natsu visto e considerato quanto fosse infantile, ma credeva che ci fosse molto di più tra lui e Lisanna.

Avevano chiacchierato camminando sul bagnasciuga e i loro sguardi, in quel momento rivolti verso il mare, si incrociarono con quelli stupiti e increduli di Natsu, il quale stava tornando a riva dopo essersi rinfrescato.
Sinceramente, sentiva una gran voglia di tornarsene in mare aperto.

"Ehm... Ciao?" tentò di iniziare il ragazzo, insicuro sul da farsi e totalmente incapace di comprendere i visi delle due ragazze.

"Tranquillo, non devi neanche fare la fatica di presentarci! Il caso, eh?! Beh, è stato un piacere, io me ne vado!" la sfuriata di Lucy non tardò molto ad arrivare, spingendo poi la bionda ad andarsene.

"Ma cosa vuoi tu da me?!" sbraitò Natsu andando di qualche passo dietro alla ragazza, sotto lo sguardo triste di Lisanna.
"Non capisco perchè tu debba ancora avercela con me dopo essertene fregata così tanto di tutto!"

"Cosa vuoi dire?" domandò Lucy confusa.

"Voglio dire" rispose il ragazzo dai capelli rosa avvicinandosi di un passo alla bionda "Che se davvero ti fosse importato del nostro litigio, ieri sera non avresti avuto il bisogno impellente di stare tra le braccia di quel viscido damerino!"

"Bada bene come parli di Loki! Lui è educato e gentile, pregi che tu non sai nemmeno cosa siano!"

I due non se ne accorsero, ma più litigavano e più si avvicinavano, come se fossero attratti l'un l'altra da qualcosa di così forte da eludere persino i loro voleri. Lucy, come al solito, gesticolava animatamente e non si fermò nemmeno quando si trovò troppo vicina al ragazzo dai capelli rosa. Natsu, riempito da rabbia e agitazione, bloccò a mezz'aria un braccio di Lucy tenendole fermo il polso con la propria mano.

Avevano i volti vicini, forse troppo.
Natsu poteva vedere distintamente le pagliuzze dorate negli occhi di lei bruciare alla calda luce di quel sole pomeridiano.
Lucy dal canto suo poteva seguire una per una le piccole goccioline di sudore e mare che in quel momento scorrevano lungo il viso arrossato di lui.
Natsu non riuscì a non pensare quanto lei fosse bella in quel momento, così calda, così passionale, così viva.
Allo stesso modo Lucy si sentì troppo debole di fronte a quei lineamenti tesi, a quella forza e a quegli occhi profondi e pieni di sentimento.
Le parole erano improvvisamente finite e la discussione era diventata una sfida di sguardi, uno scontro nato per non esser vinto da nessuno.

"Me ne vado!" disse Lucy, trovando il coraggio di riemergere da quel mare di irrazionalità in cui Natsu la trascinava ogni volta.
Il ragazzo le lasciò il polso quasi controvoglia, mentre cercava di calmarsi in un qualche modo.
"Lisanna, scusaci! Come vedi non abbiamo niente da condividere io e lui." continuò la bionda rivolgendosi all'altra ragazza, rimasta in disparte ad assistere alla scena per tutto il tempo.
Natsu guardò Lucy andarsene e poi cercò di dire qualcosa, ma non trovò niente di abbastanza appropriato per quella situazione.

"Senti... Me lo puoi dire se la mia presenza ti infastidisce..." disse Lisanna con sguardo basso.

"Ma no, scema.." rispose lui accarezzandole un pò la testa "Mi dispiace solo metterti in mezzo a queste storie!"

Natsu la tirò poi a sè, facendole appoggiare la testa nell'incavo del proprio collo e continuando a passarle la mano tra i capelli cercando di darle più conforto possibile.
Lisanna sorrise felice sentendo quel calore tutto per sè, dopotutto era ciò che aveva sempre desiderato.
Si stava quasi per accoccolare del tutto in quello spazio così accogliente, almeno fin quando ruotò i suoi due enormi occhi azzurri per incontrare quelli scuri di lui.

Fu in quel momento che la felicità lasciò spazio alla dura realtà, fu in quel momento che una piccola fiamma di rassegnazione si accese nel cuore di Lisanna e fu in quel momento che il dolce sorriso di lei diventò un'inespressiva linea di amarezza: Natsu l'aveva accolta tra le sue braccia e le stava donando il suo calore, ma il suo sguardo e i suoi occhi, come sicuramente anche i suoi pensieri, erano ancora rivolti verso il punto in cui Lucy stava piano piano sparendo all'orizzonte.




Ecco, vi prego: non uccidetemi! So che non aggiorno da febbraio e so che essendo passati così tanti mesi magari vi aspettavate un capitolo più bello e lungo e articolato e pieno di sorprese.. Il punto è che ho trovato tempo di scrivere adesso perchè sono in ferie, se no ahimè non ho mai tempo :( La storia ce l'ho ben presente e quindi non la lascio a metà, solo dovete avere la pazienza di sopportare i miei aggiornamenti occasionali :(
Sono quasi quasi disposta a implorare il vostro perdono esaudendo qualche magari vostra piccola piccola richiesta visto che sto anche progettando e scrivendo una raccoltina di Oneshot :D Fatemi sapere cosa ne pensate, dai!
Non mi dilungo tanto a parlare del capitolo perchè uffa è uno di quei capitoli che non mi piacciono molto, dove non succede niente se non qualche dialogo importante e cose così!
Ho cercato di mettere un pò di passione tra Lucy e Natsu perchè si era andata a spegnere quasi del tutto! (Didi vedi che ti penso tanto??) <3
Le fan della Gruvia verranno ad uccidermi, me lo sento.. Ci ho messo in mezzo una certa "testa argentata" e sto per ricevere valanghe di insulti, ma a me piace tanto torturare i miei personaggi!
Un'altra parte che amo di Erza comunque è il suo essere buffa e impacciata in certe situazioni, e anche se subito magari può sembrare sicura di sè, secondo me in amore è parecchio un disastro :)
Ritornando al discorso dei miei aggiornamenti, mi duole avvisarvi che sarà così per un bel pò.. Però, come ho fatto negli ultimi mesi, pubblicherò Oneshot e magari mini storielle ogni tanto, visto che ne ho già un pò pronte e altre sono già in fase di stesura..Così magari sentite meno la mia mancanza! *sgrano i miei occhi blu in cerca di alleati*
Colgo l'occasione per dare un bacio enorme e un abbraccione a Fairy Ice (per me sei una delle persone più dolci e carine del mondo), e dico ciao anche alla MIA Bea che nonostante tutto è sempre qui accanto a me a dirmi parole bellissime e a farmi sentire al settimo cielo.. Ti voglio bene, sai?
Un abbraccio anche a tutte voi che mi sopportate..Lo so, non è facile avere a che fare con me!
Un bacione,
- Dylan

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