Un anno a Fairy Oak

di xren_x
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** San Valentino ***
Capitolo 2: *** Incontri notturni ***
Capitolo 3: *** Lontananza ***
Capitolo 4: *** Nuvole come panna ***
Capitolo 5: *** Palloni e mareggiate ***
Capitolo 6: *** Baci rubati ***
Capitolo 7: *** Polvere di stelle ***
Capitolo 8: *** Gabbiani ***
Capitolo 9: *** Proposte ***
Capitolo 10: *** Ricordi ***
Capitolo 11: *** Due parole ***



Capitolo 1
*** San Valentino ***


San Valentino

Quel 14 Febbraio Tommy Corbirock camminava infagottato per le stradine deserte del villaggio, mentre una nebbiolina leggera aleggiava nell’aria.
In lontananza si scorgeva una curiosa figura che chiamava il ragazzo a gran voce : “ Ehi Tommy, dove vai in giro tutto solo?!”  ”Grisam?!  Sei tu?”.
Avvicinandosi Tommy riconobbe l’amico, portava un divertente cappotto molto più grande di lui che toccava terra e il suo berretto preferito poggiato sopra la massa di capelli biondi.
“ Dove andresti conciato in quel modo?” chiese Tommy “ Oh, era di mio padre, Primula ha provato a dargli un’accorciatina ma con scarsi risultati.” I due risero di gusto.
“Dove stai andando?” chiese ancora “Sto tornando a casa, sono appena andato a trovare la peste”.
“Wow! Hai avuto coraggio, non ti aveva detto che non voleva niente per San Valentino?!” .
“ Si ma ho voluto portarle ugualmente qualcosa. So che ama i biscotti del 14 che fa mia madre e quindi gliene ho portati un pacchetto” disse Grisam con uno sguardo furbetto stampato sul viso “ E lei come ha reagito?” chiese curioso l'amico “Beh ecco… mi ha solo sbattuto la porta in faccia e mi ha strillato da dietro di essa che mi avrebbe trasformato in un animale che striscia e tace, ma almeno si è presa i biscotti!” rispose ridendo il biondo “E tu invece dove vai con quel pacchetto a forma di cuore sotto il braccio?” Chiese Grisam allungando il collo “ Ecco vedi… da… da nessuna parte” disse Tommy balbettando e diventando color del fuoco. “Nah, non ci credo, so che stai andando da Lei Tommy, si vede da lontano un miglio che ti piace!” “ Si ma… penso di non interessargli, ora che è partito “quello lì”   pensa solo a lui…” disse il moro con aria abbattuta. Grisam per incoraggiarlo gli diede una pacca sulla spalla e gli disse “Tranquillo fidati di me andrà tutto bene” gli fece l’occhiolino, poi i due amici si divisero.
“ BUONA FORTUNA!” gli strillò Grisam quando ormai erano lontani.
Eh già, Tommy Corbirock avrebbe avuto bisogno di molta fortuna. Non sarebbero bastati dei semplici cioccolatini per conquistare il cuore della sua amata, certo lei al massimo avrebbe rifiutato gentilmente o avrebbe accettato il semplice regalo senza alcun tipo di esaltazione. L’unica cosa che lo tranquillizzava era il fatto che lei, essendo una strega della luce, non poteva trasformarlo in qualcosa che “striscia e tace”.
Arrivato davanti al numero 31 di Via degli Orchi Bassi bussò timidamente alla porta.
“ Grisam Burdock prova ancora a…” dalla porta della casa sbucò Pervinca con aria minacciosa,  una mano per aria e sulla lingua l’incantesimo tanto temuto da Tommy.
“Oh… ciao Tommy, scusami tanto pensavo fosse un’altra persona…” disse lei, poi senza nemmeno farlo parlare urlò a sua sorella “ VANIGLIAAA!! HAI VISITEE!”.
In quel momento scese dalle scale Babù, facendo un largo sorriso a Tommy che ancora si trovava sulla soglia di casa.
“Ciao Tommy! Come va? Vuoi entrare un secondo?” chiese lei premurosa “ No, no tranquilla, sono passato solo un attimo per darti questo”. Gli pose il pacchetto avvolto in una carta rosa, lei lo guardò sorridendo e lui quasi svenne, -brilla quando sorride così- pensò il ragazzo innamorato. “Oh grazie tante, scusa ma devo chiudere, ci vediamo domani a scuola Tommy, ciao e salutami tutti i tuoi fratelli!” Gli fece l’occhiolino e chiuse la porta.


Vaniglia portò il regalo in camera e si buttò a pancia in giù sul letto.
“Cosa ti ha portato Tommy?” chiese curiosa Pervinca “ Non lo so Vì, non voglio aprire il suo regalo…”
“Avresti voluto riceverlo da qualcun altro vero?!”.
Vaniglia non rispose, ma Pervinca sapeva bene a chi stava pensando la sua gemella in quel momento.


 

ANGOLO AUTRICE

Salve a tutti, queste sono le prime one-shot che scrivo in assoluto sulla magnifica saga di  Fairy Oak.
Mi sono saltate tantissime idee in testa e non vedo l'ora di scrivere e pubblicare la prossima, ma prima vi chiedo solo di recensire in almeno in due questa one-shot perchè se no penso che non pubblicherò le altre.
Grazie a tutti e spero che vi sia piaciuta,
con affetto 
-Prim

 

 

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Capitolo 2
*** Incontri notturni ***


Incontri notturni
 

 
Quella notte il cielo era limpido. La luna e le stelle brillavano come fari immersi nell’oscurità.
Pervinca dormiva beata nel suo letto.
Improvvisamente  sentì qualcosa sbattere contro il vetro della finestra. Vì avendo il sonno leggero si svegliò di soprassalto, lanciando il suo cuscino a Babù.
No, non era stata Vaniglia a destarla, lei la notte dormiva come un sasso!. Ma allora chi era stato?
Si sentì di nuovo sbattere sulla finestra. A dire il vero sembrava più qualcuno che stesse “bussando”, ma chi era quel pazzo che  veniva a svegliarle a quell’ora?
Pervinca si alzò dal letto trascinando i piedi e dirigendosi verso la finestra. Quando guardò fuori rimase con la bocca aperta.
“Grisam cosa ci fa qui  a quest’ ora?” disse sussurrando mentre apriva silenziosamente le imposte “Non riuscivo a dormire!” disse lui con un sorrisetto compiaciuto  “ E perché sei venuto a rompere le scatole proprio a me?” chiese la strega scocciata “ Beh allora… perché sei una strega del Buio e puoi volare solo di notte, perché è estate, hai 16 anni e sei la mia ragazza!” disse soddisfatto Grisam “ Giusto, dimentico sempre questo dettaglio” rispose borbottando Vì . “Allora vuoi venire si o no?” chiese impaziente il maghetto “Venire dove?” “ A fare un giro scema, quel cervello che ti ritrovi è connesso?” rispose  il biondo ridendo “Burdock prova solo di nuovo a…” “… ridirlo e ti trasformo in un animale che striscia e tace, lo so lo so, me lo ripeti sempre. Avanti vestiti!” le disse concludendo la frase e  dandogli un bacio sul nasino all’insù.
Pervinca rimase interdetta da quel gesto inaspettato, ma l’idea di volare  sopra il villaggio con il suo ragazzo non le dispiaceva affatto.
Una volta preparatasi chiamò di nuovo Grisam alla finestra “Grì se mi beccano sono fregata!” “Ei, durante la guerra sei scappata ben due volte con il Nemico che ti cercava, questo in confronto è una sciocchezza, e poi ci sono io con te!” rispose lanciandogli un’occhiatina. “Ok, ma prima dell’alba devi riportarmi a casa! Promesso?” “Promesso!” disse sicuro il ragazzo.
Pervinca salì sul davanzale della finestra. Grisam tese il braccio verso di lei, ma Vì inaspettatamente si lasciò cadere giù con le braccia aperte, come fosse stata un falco o un gufo.
Un brivido attraversò la schiena del giovane Burdock, ma dopo pochi istanti vide la sua ragazza sfrecciare via come il vento sotto di lui.
“Avanti Burdock, se rimani lì impalato non mi supererai di certo!” disse lei ridendo “ Ah si Perwinkle?! Scommetti che stavolta ti batto!?” “Ah mio caro Grisam non credo proprio!” disse Vì girandosi e rimanendo a mezz’aria, aspettando che il ragazzo si avvicinasse almeno un po’.
Passarono le ore successive a volare e a prendersi in giro, fino a quando Grisam, stanco dei giochetti di Pervinca si andò a sedere su un ramo di un albero di Bosco-Che-Canta. Vì lo seguì e si mise vicino a lui.
“Ti amo” disse il giovane Burdock alla streghetta. Lei non lo degnò di uno sguardo e facendo un piccolo sbuffo continuò a fissare il cielo. “Guarda che è inutile che fai così, so bene quello che provi per me!” disse Grisam con un sorrisetto “Tu dici Burdock?” rispose Vì guardandolo fisso negli occhi. “ Dai è inutile che fai la dura, non ci vuole mica tanto, sono solo due semplicissime paroline, TI e AMO!”
La giovane strega continuò a guardarlo e piano piano disse “ Ti… Odio!” continuò ridendo e alzandosi in volo dal ramo su cui erano seduti.
“Oh piccola Perwinkle questa volta te la sei proprio cercata!” disse Grisam con aria minacciosa.
Così si alzò anche lui e volando raggiunse la sua ragazza, la prese per i fianchi e la scaraventò a terra, cominciando a fargli il solletico.
“Aspetta… Grì… ahaha dai smettila!! Ahahah lo sai che odio il solletico… basta!” riuscì a dire Vì tra una risata e l’altra. “ Dì che mi ami!” “MAI Burdock!” continuò lei tra le risate.
“Vì forse è meglio che torniamo al villaggio, rischiamo di rimanere a piedi, il sole sta per sorgere”. Disse il mago, poi prese Pervinca per mano e senza lasciarsi ritornarono al villaggio.
Grisam lasciò Vì sul davanzale della sua finestra e, una volta che si fu allontanato la giovane strega sussurrò “Ti amo anch’io”.
 
ANGOLO AUTRICE
Grazie a tutti per aver letto la prima one-shot, spero che anche questa piaccia anche perché ADORO Grisam e Pervinca
Grazie a tutti
con affetto
-Prim
*recensiteee*

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Capitolo 3
*** Lontananza ***


Lontananza

 
Era ormai passata una settimana da quando Pervinca era scappata da villaggio per la seconda volta.
Ormai tutti pensavano ad un tradimento da parte della piccola strega del Buio ma Grisam no, Grisam credeva ancora in lei.
Conosceva bene Pervinca, sapeva tutto del suo carattere e di ogni sua piccolissima sfaccettatura e sapeva nel profondo che lei non avrebbe mai fatto una cosa del genere, lei amava il suo villaggio, amava la sua gente, amava lui.
Tante volte Grisam metteva un punto di domanda su quest’ultima frase, per il modo di comportarsi della giovane strega, ma in fondo lei era fatta così, ribelle e spensierata. Lei voleva essere libera.
Forse era anche per questo che era scappata dal villaggio, non per forza era finita tra le braccia del nemico, magari era scappata perché Vì, anima libera, era rimasta incatenata da delle colpe più grandi di lei, attribuitegli il più delle volte  dai suoi più cari amici.


Quando Grisam vide Babù vestita con gli abiti di sua sorella il cuore gli iniziò a martellargli forte nel petto, non poteva credere che la sua piccola Vì fosse tornata, gli sembrava un sogno ad occhi aperti.
Quando si avvicinò di più però capì che quella non era Pervinca. Dal berretto che Vaniglia portava in testa scendeva una ciocca di capelli di una tonalità di colore leggermente più chiara di quelli di Vì, e anche gli occhi erano notevolmente diversi da quelli della sua streghetta del Buio.
Ebbe un tuffo al cuore.
La delusione gli si leggeva negli occhi, pensava di averla ritrovata ma subito quel pensiero divenne fumo tra le sue dita, che piano piano volava via, lontano, senza lasciare nessuna traccia.
Tante volte si ritrovava con Babù e Felì sulla scogliera a vedere la mareggiata e pensava, pensava a quanto sarebbe potuto essere bello stare lì con lei, magari a fare gare di velocità sulla spiaggia o a vedere chi raccoglieva più ricci di mare fra gli scogli senza farsi male.
Gli mancava, gli mancavano tutte le cose fatte insieme.
Grisam cercava di non farlo vedere ai suoi amici ma, pur essendo un mago del Buio era un romanticone e, alla fine, tutti capivano ciò che provava in quei giorni.
Una volta prima del tramonto,  riuscì a salire sulle mura che circondavano il villaggio senza farsi vedere dagli uomini che iniziavano il loro turno di ronda.
Si mise lì, a guardare la Rocca di Arrochar, da dove in quei giorni  provenivano grida e ordini impartiti nella lingua oscura.
Sperava con tutto il cuore che Pervinca non si trovasse lì, ma il più delle volte gli usciva un sospiro dalla bocca “ Dove sei Vì?”. 


 
ANGOLO AUTRICE
Questa è una RACCOLTA di one-shot e ognuna di queste tratta di vicende, pensieri, argomenti diversi l’una dall’altra.
In questo caso abbiamo il nostro tenerissimo Grisam che pensa  a Pervinca dopo la sua fuga dal villaggio .
Spero che questa one-shot sui suoi pensieri piaccia, vorrei che recensiate per sapere cosa ne pensate.
Grazie
-Prim
 
 

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Capitolo 4
*** Nuvole come panna ***


Nuvole come panna

 
Flox e Acanti si trovavano presso una collinetta vicino a Bosco-Che-Canta.
I due ragazzi erano sdraiati sull’erbetta fresca e fissavano il cielo, puntando qualche volta il dito indice verso di esso.
“Guarda Acanti!” disse Flox entusiasta “ Quelle nuvole sembrano panna, sai non sono mai riuscita a dipingerle bene.” “ Ma che dici Flox, tu sei bvavissima a disegnave. Non ci cvedo che non viesci a dipingeve una nuvola…” “Guarda che è vero!” disse la streghetta del Buio fissando il ragazzo negli occhi “ Cambiano colore in continuazione. Guarda!” disse Flox puntando il dito verso il cielo “ Quando c’è il sole sono bianche come la neve, quando piove invece diventano plumbee, e credo di non avere mai avuto un colore così nella mia valigetta e al tramonto e al sorgere del sole si tingono di mille colori: gialle, rosa,  arancioni, azzurre, e poi cambiano forma in continuazione!” “ Già, quella sembva una vana!” “ E quella un drago sputa fuoco!”.
Andarono avanti così per minuti e minuti, ridendo e scherzando, fino a quando il timido Acanti, poggiò la sua mano su quella di Flox. Lui non si accorse nemmeno di quello che aveva appena fatto e, ritirando la mano, avvampò come non mai.
La piccola streghetta non si scompose e fece una risatina.
“Emh… Emhh… Flox ti va una mevendina?” disse Acanti prendendo dalla tasca dei suoi pantaloni un rimasuglio spappolato. “ Oh no, si è sbviciolata tutta!” “Non preoccuparti, so io cosa fare!” disse Lei sfilando dalla mano dell’amico la merendina e tirandolo su per un braccio. “Dove andiamo?” chiese Acanti mentre si sistemava gli occhiali sul naso “ A Bosco-Che-Canta!” urlò Flox iniziando a correre.
Una volta arrivati sotto il salice di Shirley, Flox aprì la merendina e iniziò a sbriciolarla in giro “ Ehi uccellinii! Venite qui!” disse con una voce che ad Acanti sembrò buffissima.
Dopo nemmeno qualche minuto iniziarono ad arrivare dozzine e dozzine di animaletti: fagiani (che a Flox piacevano tanto per i loro colori), coniglietti e uccellini di ogni tipo, attratti dalle briciole che la ragazza lanciava in giro.
Acanti intanto la guardava divertito, erano ormai molti anni che si conoscevano e lui non era mai riuscito a farsi avanti.
Lo sapeva, lui e Flox erano molto diversi ed era questo tante volte ad intimorirlo.
Lei strega del Buio, vivace e gentile, pronta sempre ad aiutare qualcuno in caso di necessità.
Lui mago della Luce, timido e impacciato.
Davvero potevano stare insieme quei due?
Flox si girò e lo guardò con un sorriso “ Acanti sbrigati, vieni ad aiutarmi, questi piccoli animaletti mi stanno assalendo!” riuscì a dire la strega tra una risata e l’altra.
Lui sorridendo andò a soccorrerla tirandola su da per terra e stringendola forte “ Sei davvevo buffa” le disse il ragazzo all’orecchio schioccandogli un bacio sulla guancia.

 
ANGOLO AUTRICE
Ahhh… l’amore!
devo dire che ho sempre amato questa coppietta, si completano come pezzi di un puzzle!
Beh che dire, grazie a tutti quelli che leggono queste one-shot, mi ci sto impegnando molto e invito anche i più silenziosi a farsi avanti a e recensire
grazie a tutti
-Prim

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Capitolo 5
*** Palloni e mareggiate ***


Palloni e mareggiate

 
Era una fresca giornata di Marzo e i ragazzi della banda giocavano a calcio palla nel campo della scuola.
Jim era tornato da pochi mesi a Fairy Oak e già aveva fatto amicizia con tutti i ragazzi del villaggio.
“Ragazzi… RAGAZZI! Potreste fermavi un attimo? Mi sono sporcata il vestito!” disse Vaniglia sgrullando il suo abitino dalla terra. “GOOOLLL!!!” Urlò Francis Corbirock mandando il pallone in rete. “Oh ma dai Francis, ero distratta!” disse sbuffando Babù. “Vaniglia, penso che il calcio palla non sia proprio fatto per te!” disse Jim ridendo “Ei, voi non mi avevate detto che avrei dovuto giocare, se no avrei mandato volentieri Vì e sarei rimasta io al museo!” disse la streghetta della luce incrociando le braccia sul petto.
Intanto un agguerrito Francis si avvicinava correndo verso la porta di Vaniglia “ Oh Babù, questa non la parerai mai!” disse il ragazzo calciando con forza il pallone.
Invece  Vaniglia parò eccome quel bolide tirato da Francis, ma  gli arrivò in  piena faccia  e lei  crollò a terra con le mani sul viso.
Corsero immediatamente ad aiutarla Jim, Grisam e Tommy, preoccupati per quello che le era successo.
“Tutto a posto Babù?” chiese Jim tirandola su da terra e cingendole la vita con le braccia “Si si, sto bene, non vi preoccupate” disse Vaniglia togliendo le mani da davanti il viso. Un rivolo di sangue le scendeva dalla narice destra e arrivava giù, fino a tingere di rosso le labbra rosee della ragazza.
“No, tu non stai affatto bene, vieni ti porto in infermeria!” disse convinto Jim.
“E noi come facciamo a giocare senza un portiere e un attaccante?” chiese Francis spazientito.
“Francis già hai atterrato Vaniglia, nonché ragazza di Jim, senza chiederle nemmeno scusa! Ti pare questo il modo?!” disse Grisam con aria di rimprovero.
Francis abbassò lo sguardo mentre suo fratello Tommy gli lanciava un’occhiataccia. Non l’avrebbe mai più perdonato.
Intanto Jim aveva portato Vaniglia in infermeria e le stava pulendo il viso con un fazzoletto umidificato.
“Fa male?” chiese premuroso lui “ No, non tanto e poi volendo potrei far sparire il dolore con una magia!” disse sorridendo la strega “ Ah… e perché non l’hai fatto subito piccola imbrogliona?” disse ridendo il ragazzo “Perché mi piace quando ti prendi cura di me!” disse Vaniglia arrossendo leggermente.
 Lui rimase spiazzato da quella rivelazione, così senza dire niente, strinse a se la ragazza.
Quando si staccarono lui aveva la giacca leggermente sporca di sangue. “Ti ho detto che posso fermare il dolore, mica il sangue!” disse ridendo Babù “ Dai passami un pezzetto di cotone” disse la ragazza indicando un armadietto.
Quando Vaniglia ebbe finito Jim le prese la mano e si diressero verso la scogliera.
C’era una bellissima mareggiata.
Le onde s’infrangevano sugli scogli della costa e creavano spruzzi e giochi d’acqua. Le goccioline salate brillavano appena il sole le catturava con i suoi raggi. Era una spettacolo incantevole.
“Sono felice che sei tornato, sai non ci speravo più” disse Vaniglia. Si sentiva in imbarazzo in quel momento! Stava camminando mano nella mano con il suo ragazzo con un pezzo di cotone infilato nella narice destra ormai tinto di rosso.
Jim la guardò negli occhi e le diede un bacio sul naso dolorante per poi passare ad uno sulle labbra morbide della streghetta della luce. Pensò a quanto fosse bella in quel momento. Lui si era perso tutti gli anni della sua infanzia e questo non se lo sarebbe mai perdonato, gli dispiaceva di non essere stato con lei, avrebbe voluto dirgli tutto, ma una voce familiare l’interruppe “Babù! Jim! Ci stavamo preoccupando, non tornavate più!” disse Pervinca  correndogli incontro con al seguito Grisam e Tommy “Si ecco, stavamo arrivando, ma non chiedetemi ancora di fare il portiere, la prossima volta giocherai tu al posto mio Vì!” disse Vaniglia puntando il dito contro sua sorella “Oh puoi contarci Babù!” dissero tutti in coro esplodendo in una fragorosa risata.
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti,
allora ho voluto inserire la partita di calcio palla all’inizio perché gioco a calcetto, ma anche perché mi sembrava un’idea carina e divertente.
Vorrei ricevere almeno una recenzione per sapere cosa ne pensate di queste one-shots
grazie
-Prim

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Capitolo 6
*** Baci rubati ***


Baci rubati

 

Quella mattina di inizio giugno Tommy Corbirock si era alzato presto. Aveva promesso ad Edgar Poppy che sarebbe andato ad aiutare Shirley con i lavori nella fattoria.
“Salve signor Poppy” disse lui arrivando “Oh, buongiorno Tommy!” rispose l’uomo distogliendosi dal suo lavoro e  stringendo la mano al ragazzo “Shirley è già al lavoro, dovrebbe essere insieme a Mr. Berry e a Barolo nella  stalla a ridipingere le porte” disse accennando un sorriso “Grazie signor Poppy!” ringraziò il ragazzo correndo via.


Delle braccia forti strinsero la vita di Shirley che, tutta sporca di colore, stava ridipingendo le ante delle porte e i recinti interni. “Ehi Tommy!” disse lei girandosi e guardandolo con i suoi occhi color liquirizia. “Ciao” rispose lui avvicinandosi e stampandogli un bacio sulla guancia. Shirley arrossì violentemente e lui  fece una risatina compiaciuta, poi si abbassò e intingendo il dito nella vernice rossa, le fece una striscia di colore sul nasino all’insù.
Shirley gli lanciò un’occhiataccia, poi facendo roteare il dito indice in aria aggiunse “Thomas Corbirock, sai vero, che sono anche una strega del Buio, o devo ricordartelo ogni volta?!” disse con un sorrisetto beffardo sul viso. Tommy ridendo si avvicinò a lei, ma Shirley ancora arrabbiata per lo scherzetto lo spinse a terra. Prima che potesse toccare definitivamente il suolo, Tommy allungò una mano e, afferrando il polso della ragazza, la trascinò con se.
Rimasero immobili per qualche istante. Shirley era caduta proprio sopra al ragazzo che, con un sorrisetto sulla bocca si stava avvicinando al volto della ragazza.
-Papà è troppo lontano, non può vederci adesso – pensò lei, ma una vocina le urlava  nella testa
–Shirley tu non puoi, lo sai! Sei l’Infinito Potere! Allontanati, e sbrigati!-
Lei, dando retta alla sua coscienza, pose il dito indice sulla bocca del ragazzo per fermarlo “No, Tommy lo sai, è inutile…” disse lei alzandosi e porgendo una mano all’amico ancora sdraiato a terra.
Tommy si tirò su da solo e, sgrullandosi gli abiti si morse un labbro, facendo roteare gli occhi al cielo. “Shirley io ti amo, io… non ce la faccio davvero…” disse riavvicinandosi alla ragazza.
“No Tommy, ti ho detto di no, basta!” disse lei spingendolo con violenza e girandosi di spalle, mentre lacrime silenziose le solcavano le candide guance.
“Scusami, non volevo” disse il ragazzo con aria dolce dietro di lei. “Non fa niente, però sbrighiamoci, la stalla dev’essere pronta per stasera!” disse girandosi verso di lui, sperando non si vedesse il rossore degli occhi.
“Ok, allora diamoci da fare!” disse Tommy sorridendo e prendendo in mano un secchio di vernice.


Si divertirono un mondo quel giorno, risero e scherzarono, mentre i pennelli lanciavano gocce di colore a destra e a manca, che alla fine andavano a finire sul viso o sugli abiti dei ragazzi.
Una volta finito il lavoro Tommy si avvicinò di nuovo “ Ti va di fare una passeggiata?” chiese alla ragazza di fronte a lui “Si, ok. Ma questa volta scelgo io dove andare!” disse  ridendo “Certo mia signora!” rise Tommy facendo la voce grossa.
Shirley lo prese per mano e iniziarono a correre.

Caddero, risero e corsero a perdifiato lungo le collinette di Bosco-Che-Canta, fino a quando arrivarono alle cascate.
Già c’erano stati insieme agli altri ragazzi della banda, quando avevano visto lo spirito del fiume cavalcare un magnifico destriero dalla criniera di schiuma.
Tommy strinse forte la mano di Shirley “ Scusa per stamattina, non pensavo ti desse così fastidio…” disse guardandola fissa negli occhi “ Già ti sei scusato e poi alla fin fine è solo colpa mia…” disse la strega abbassando lo sguardo “Però hai visto, ci siamo divertiti ugualmente oggi no?! Possiamo essere benissimo solo amici…” una lacrima traditrice le scivolò lungo la guancia. “Shirley io non voglio che noi siamo solo amici, lo capisci?!”.
Tommy era furbo, più furbo di quanto ci si potesse aspettare, così prese il viso di Shirley tra le mani e le rubò un bacio.
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti,
popolo di EFP!
Ok, ok, la smetto.
E’ stato abbastanza difficile scrivere di Shirley e Tommy non essendo una loro grandissima shippatrice (passatemi il termine) ma anche perché non avevo l’ispirazione.
Comunque spero che questo capitolo piaccia come gli altri, se non di più!
Invito anche i più silenziosi a recensire, mi fareste davvero felice.
Grazie molte,
-Prim

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Capitolo 7
*** Polvere di stelle ***


Polvere di stelle



Salvia Rose era seduta sulla morbida spiaggia della baia di Arran, chiusa  nel suo giubbotto caldo.
La luna di quella notte le illuminava il viso, gli occhi chiusi per assaporare meglio l’odore del mare, le gote leggermente colorate e il naso rosso dal freddo. I capelli chiari le ondeggiavano al vento, sotto il berretto di lana che portava in testa.
Di lì a poco sarebbero iniziati i fuochi. Quell’anno non sarebbe stato Lilium Martagon a far danzare le scintille nel cielo, ma bensì… no, in realtà non lo sapeva nemmeno lei, non che le interessasse granché,  quello che davvero le interessava era che sarebbe rimasta di nuovo sola.
Molti l’avevano invitata a guardare i fuochi, ma lei aveva sempre rifiutato, sperando che qualcun altro le avrebbe chiesto di andare con lui. Invece non fu così.
Timido? Impossibile. Orgoglioso? Probabile. Che si fosse dimenticato? MOLTO probabile.
“Rose! Cosa ci fai qui sola soletta?” L’aveva sempre chiamata così, fin dalle scuole elementari, forse era anche per questo che lei pensava di non piacergli. “Cosa c’è? Un gatto ti ha per caso morso la lingua?”.
Bevis Corbirock si sedette vicino a lei. “Ciao Bevis” disse arrossendo la ragazza “Potrei fare la stessa domanda a te, cosa ci fai qui?” chiese guardandolo fisso con i suoi occhi color nocciola “Oh beh, penso che da qui ci sia una vista nettamente migliore che da sopra le mura” Disse lui guardandola con i suoi occhi grigi e sorridendole. Bevis non si riferiva di certo ai giochi di magia o ai fuochi, Bevis si riferiva a lei, ma Salvia non afferrò bene il concetto, così tornò a guardare il mare.
“Dov’è finito quel bel sorriso che ti vedo sempre? Perché stasera siamo così malinconici?” Disse Bevis continuando a fissarla intensamente. Salvia avvampò letteralmente a quelle parole, stava a dire forse che qualche volta l’ aveva guardava?
“N-non capiresti…” disse la strega balbettando e tirandosi le gambe al petto “Perché mai?”
“Perché sei un idiota Corbirock!”
–Possibile che questo scemo non capisce? Non capisce che lo amo?- pensò Salvia furibonda.
Intanto Bevis si era tolto i guanti e aveva affondato le mani nella gelida sabbia, mentre la ragazza lo guardava con aria interrogativa. Il mago della Luce chiuse gli occhi e dopo un istante i granelli intorno a loro s’illuminarono, come tante piccole lucciole.
Salvia rimase meravigliata da quello spettacolo incantevole, così anche lei si tolse i guanti e prese una manciata di granelli. Erano caldi, come poteva essere caldo un abbraccio o un bacio, come quelle cose che ti scaldano il cuore.
“Questo è da idioti secondo te?” Chiese compiaciuto Bevis “E’- è davvero incantevole, come ci sei riuscito?” chiese Salvia che ormai pendeva dalle sue labbra “Molto studio e allenamento!” rispose il mago facendogli l’occhiolino. Con un altro gesto della mano fece alzare in aria alcuni granelli, che si erano messi a danzare intorno a loro. Salvia era davvero estasiata!
Bevis intanto la fissava dolcemente.
 Guardava quei lumini volteggiare intorno a lei, spalancando gli occhi da cerbiatto e la bocca morbida.
 –E’ davvero bella!- pensò lui con un sorriso.
La strega si voltò a guardarlo e lo sorprese a fissarla. Lei arrossì violentemente ma lui non stacco gli occhi dal volto perfetto della ragazza.
Sembrava quasi che piovesse polvere di stelle intorno a loro.
Bevis intanto si avvicinò lentamente al volto di Salvia che, quando se ne accorse incominciò ad indietreggiare un po’.
“Co-Corbirock co-cosa stai facendo?!” chiese balbettando e sperando che quel momento non finisse più “Mi sto appropriando della cosa più bella che abbia mai visto…” disse dolcemente Bevis baciandola.
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!
Con queste one-shot ci sto davvero prendendo la mano e me ne sto inventando di tutti i colori!
Allora, penso che quasi nessuno sappia chi è Bevis Corbirock. Bevis è uno dei fratelli più grandi di Tommy, Billy e Francis che sono i personaggi che la Gnone ci ha fatto conoscere meglio nei suoi libri ed ha poco più  di Grisam.
Salvia invece è la sorella di Nepeta ed è più grande di un anno delle gemelle.
Penso che sia l’unica one-shot che parli di loro su tutto il fandom, ma questo non mi dispiace!.
Beh secondo me è una di quelle meglio riuscite di questa raccolta e spero tanto di ricevere numerose recensioni anche per sapere che cosa ne pensate di questo nuovo abbinamento che a me piace davvero tanto!.
Grazie per l’attenzione!
Un bacio
-Prim.

 

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Capitolo 8
*** Gabbiani ***


Gabbiani

 
Cicero Periwinkle si era allontanato dalla sala da ballo. –Troppe streghe!- si ripeteva fra se e se mentre parlottava con gruppetti di intellettuali che nessuno guardava.


Andò in giardino e si sdraiò sull’erba fresca del prato. In quel periodo pensava soltanto alla sua stupenda vacanza con il suo caro amico Vic. Avrebbero passato il loro tempo a guardare e a studiare tutti i tipi di nuvole esistenti.
Dei passi leggeri attirarono la sua attenzione. Una bellissima ragazza dai capelli color biscotto si era seduta sul bordo di marmo della fontana che decorava il giardino circostante.
Cicero senza indugiare ancora, si diresse verso di lei “Troppo rumore?” chiese. La ragazza alzò lo sguardo, poi arrossendo leggermente rispose “Già, troppo rumore… Tu invece che ci fai qui fuori?” chiese lei incuriosita.
Cicero prima di rispondere la guardò meglio. Gli pareva di averla già vista da qualche parte.
 La ragazza aveva i capelli raccolti in un elegante acconciatura, l’abito blu con qualche ricamo impreziosito in vita, le cadeva dolcemente sulle curve sinuose. Le ombre dei rami degli alberi lì intorno le giocavano sul viso candido e aveva una strana luce negli occhi, una luce quasi “non umana”.
“Oh beh ci sono troppe streghe, ho passato tutto l’anno con venti di loro e a questa festa sono raddoppiate, se non triplicate!” disse  Cicero abbozzando un sorriso. La ragazza fece una risatina che incitò il ragazzo a continuare “Una volta in classe una di loro è riuscita a trasformare un nostro compagno in un orrendo scarafaggio, per due giorni è rimasto nell’aula di chimica sotto la cattedra, aspettando che qualcuno lo venisse a ritrasformare. Poi mi sembra che chiamarono una certa Lillà Dei Sentieri, la più potente strega della Luce mai esistita, dicevano. Spero di non doverla mai incontrare in giro per le strade del villaggio!” disse Cicero terminando  il suo monologo, mentre
lei faceva una risatina soffocata.
“Non ci siamo ancora presentati, il mio nome è Cicero Periwinkle” disse lui allungando la mano “Dalia Dei Sentieri” rispose la ragazza stringendogliela e trattenendosi dal ridergli in faccia.
“De-Dei Sentieri?” balbettò lui con gli occhi spalancati e la bocca che toccava terra. Avrebbe voluto scomparire e per una volta rimpianse il fatto di non essere nato mago del buio.
A quel punto Dalia scoppiò in una fragorosa risata “Si ma tranquillo, solo mia sorella ha ereditato i poteri, io sono una semplicissima non magica!” disse con un sorrisetto beffardo.
Cicero avrebbe voluto tirare un sospiro di sollievo, ma gli sembrava davvero brutto, così stette zitto e si mise a fissare il cielo ricamato di stelle.
“Si è fatto tardi, devo davvero andare!” disse Dalia alzandosi e prendendo tra le mani il vestito.
“Oh, anche per me. Va bene se ti riaccompagno a casa?” “Certo… grazie” disse lei abbassando la testa e arrossendo.
Lungo il tragitto non si dissero niente e, una volta arrivati davanti alla porta di casa, fu Cicero a parlare.
“E’ stato bello, mi sono divertito molto” disse quasi con un sussurro “Si, anche io…. Beh allora buonanotte” “Buonanotte” rispose lui un po’ malinconico.
Dalia aveva già poggiato una mano sulla maniglia della porta, ma Cicero l’afferrò per bloccarla, poi avvicinò il suo viso a quello della ragazza.
La strega fu più svelta di lui e, con la mano libera, fece un velocissimo gesto.
Il povero Cicero fu trasformato in un gabbiano, e volando, si andò a posare sul comignolo dei Burdock.
Dalia, contenta  di quello che aveva appena fatto, entrò silenziosamente in casa –Così impara!- pensò.
“E’ tardi, dove sei stata fino ad ora?” chiese una voce alle sue spalle “Oh, Lillà! Che spavento mi hai fatto prendere!” disse la strega arrestandosi sulle scale “Lillà dovresti farmi un piacere…” “Dimmi pure cara” rispose la sorella incuriosita “Domani… sul tetto dei Burdock… dovresti ritrasformare un gabbiano…” “Oh no Dalia! Di nuovo?” La ragazza non rispose e correndo per le scale, si diresse in camera sua, poi affacciatasi alla finestra guardò verso il comignolo dei Burdock sorridendo maliziosamente.
 
ANGOLO AUTRICE
Mi sembrava opportuno farne una anche su di loro, anche perché tutto è partito da qui!
Spero che sia piaciuta,
Grazie per chi legge questa raccolta, ma mi farebbe molto piacere riceve vostre recensioni!
Grazie,
Un bacio
-Prim

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Capitolo 9
*** Proposte ***


Proposte

 
Nepeta Rose si accingeva ad uscire velocemente dalla scuola. Aveva appena iniziato il secondo anno delle superiori ed era sommersa di compiti e di lezioni di magia.
Pochi minuti prima aveva visto Francis e Flox uscire rapidamente dal cancello, ed essendo una tipa abbastanza gelosa, decise di seguirli di nascosto.
Si erano fermati sotto i rami ormai quasi spogli di Quercia e Francis si era posizionato davanti alla strega del buio “Vuoi essere la mia ragazza?” le disse inginocchiandosi. Poi la giovane Rose vide Flox che  saltava al collo e che  schioccava un bacio sulla guancia del ragazzo.
 Una pugnalata al cuore. Gli occhi di Nepeta si annebbiarono e le lacrime iniziarono a scorrere veloci sulle sue guance mentre la mente le si riempiva di pensieri.
–Francis e Flox? No, non può essere vero! E poi lei è già fidanzata con Acanti, cosa se ne farebbe di un ragazzo più piccolo? Lei… lei sa che amo Francis, perché l’ha fatto?- .
Ormai la streghetta singhiozzava rumorosamente, così decise di scappare via… via da loro… via da Lui.
Era rimasta delusa, non si sarebbe mai aspettata una pugnalata alle spalle da una delle sue migliori amiche. Da Francis forse poteva anche essere, non era sicura di piacergli come a lei piaceva lui.
 Faceva ugualmente male.
“Beh, secondo me va bene, rimarrà a bocca aperta!” disse Flox a Francis che intanto si era alzato da terra. “Grazie Flox, senza di te non ce l’avrei mai fatta!”.
In quel momento il giovane Corbirock vide Nepeta con le lacrime agli occhi correre via attraversando la piazza. “Scusa ma adesso devo andare!” disse il mago correndo dietro alla sua streghetta “Buona fortuna!” urlò Flox con la mano in alto in segno di saluto.
Nepeta intanto correva per le strade del villaggio, non sapendo dove andare. Era una strega della luce, poteva benissimo volare lontano, ma correre la faceva sentire viva, cosa che dubitava dopo aver visto Francis fare quella stupida proposta a Flox.
Mentre sfrecciava velocemente per le stradine di Fairy Oak, andò a sbattere contro dei ragazzi.
Erano sua sorella e Bevis.
Si erano messi insieme da poco ed  erano davvero felici. Non riusciva a guardarli in faccia, e poi Bevis assomigliava terribilmente a Francis.
“Nepy tutto a posto?” chiese Salvia tirando su la sorellina da terra. La streghetta non disse niente, si limitò a fare un cenno col capo, poi continuò la sua corsa.
“Secondo te cosa le è successo?” chiese Salvia guardando Bevis “Potrebbe centrare benissimo quella testa calda di mio fratello!” disse rassegnato il più grande dei Corbirock.
Pochi istanti dopo anche Francis incontrò la coppietta. “Avete visto Nepeta?” chiese il ragazzo col fiatone piegandosi sulle ginocchia. “Si, è appena corsa via con le lacrime agli occhi!” disse con aria di rimprovero il fratello “Oh cavolo… devo davvero andare. Grazie!” disse Francis alzandosi in volo alla ricerca della streghetta.
Dopo un paio di minuti che aveva passato a cercare la chioma bruna della ragazza alla fine la vide.
Ancora correva, questa volta verso la porta Sud delle mura.
 – Devo fermarla prima che  esca dal villaggio!- pensò il ragazzo. Così volando in picchiata, raggiunse in un attimo Nepeta.
Poi correndo le si avvicinò ancora di più prendendole il polso e costringendola a girarsi.
Aveva gli occhi gonfi dal pianto e il viso completamente bagnato, mentre la bocca era contorta in una smorfia di disgusto.
“Lasciami Francis, non voglio più vederti!” urlò Nepeta in faccia al ragazzo
“Posso spiegarti..” tentò di ribadire lui “No, non c’è né bisogno, ora vattene da Flox!” disse la strega asciugandosi il viso con la manica del giubbotto “Oh… devi aver frainteso tutto!” disse Francis tenendo ancora stretta la mano intorno al polso di Nepeta. “Non ho frainteso niente stupido di un Corbirock! Ero lì, proprio lì davanti a voi, quando hai chiesto a Flox di diventare la tua ragazza, e lei tutta contenta ti è saltata al collo!” disse  ricominciando a piangere.
“Era solo un prova!...” disse lui lasciando andare il polso della strega “Una prova per cosa? Per il vostro matrimonio? Va al diavolo Corbirock!” Gli urlò ricominciando a correre.
Prima che lei potesse ripartire Francis le prese la mano. “Vuoi essere la mia ragazza?” chiese guardandola con i suoi occhi grigi.
“Co-cosa?!” ribatté Nepeta con gli occhi sgranati “Ti ho chiesto se vuoi essere la mia ragazza” ridisse Francis scandendo meglio le parole.
Passarono degli interminabili istanti immobili, a fissarsi negli occhi. Poi molto lentamente, Nepeta si avvicinò al ragazzo e cadde tra le sue braccia. Se non ci fosse stato lui a sorreggerla sarebbe crollata a terra. Forse per la stanchezza o per la delusione, forse ancora per la felicità. Forse per tutte e tre le cose messe insieme.
“Si” rispose flebilmente Nepeta mentre si faceva avvolgere dalle braccia forti di Francis.
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!
Ho sempre amato Francis e Nepeta e l’idea di scrivere anche su di loro mi frullava nella mente da un po’ di tempo.
Lo so, la parte iniziale assomiglia terribilmente alla scena in cui Grisam da l’anello a Pervinca e intanto c’è Vaniglia che li spia di nascosto, per poi scappare via delusa, come la nostra povera Nepeta.
Perdonatemi ma davvero non sapevo come iniziare questo brano e la prima idea che mi è saltata in testa l’ho buttata giù.
Vorrei ricevere almeno una recensione.
Grazie a tutti
-Prim  

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Capitolo 10
*** Ricordi ***


Ricordi



Quel pomeriggio una leggera brezza soffiava dal mare.
 Per Duff Burdock era un giorno triste, che lui si ricordasse, il giorno più triste e doloroso di tutta la sua magica esistenza.
Scomparì proprio in quel giorno, 35 anni prima.
Era in piedi in mezzo al cimitero, che si trovava nella parte più lontana del villaggio.
Davanti a lui una lapide. Un nome. Il suo nome.
Il nome della ragazza che tanto aveva amato.  Ancora la ricordava.
I capelli rossi e mossi si muovevano al ritmo del vento, quegli occhi scuri in cui lui ci si perdeva e in cui vedeva l’universo.
La bocca sempre sorridente e il viso leggermente spruzzato di lentiggini.
Oleander.
Sospirò e si inginocchiò, posando sopra la gelida pietra dei fiori dai mille colori, i fiori dell’oleandro.
E ad un tratto ricordò. Ricordò tutto di quel terribile giorno.


Il cielo era nero e il vento soffiava forte, facendo sbattere i cancelli e le imposte delle finestre.
Il mare sembrava metallo fuso.
Ormai combattevano da giorni. Molti magici e non magici erano caduti, sotto il peso della guerra, altri invece si erano alleati con il Nemico.
“Traditori!” pensava con rabbia Duff,  mentre a suon di incantesimi oscuri, distruggeva e faceva scomparire piante velenose e rampicanti che gli si allacciavano alle caviglie e ai polsi.
Al suo fianco combatteva la coraggiosa Oleander.
Le altre streghe, insieme a Lalla Tomelilla, erano andate a fermare l’attacco alla porta Nord, ma lui non aveva voluto che anche la sua amata andasse in quell’inferno.
Finché sarebbe stata sotto la sua ala protettrice non le sarebbe successo niente, glielo aveva promesso.

Fino a quando non sentì un urlo provenire da  dietro di lui.   
Oleander si alzò in volo, o meglio, qualcosa la fece alzare in volo.
Era come se il vento avesse messo delle forti braccia, che tenevano strette la povera ragazza, senza lasciarla andare.
“Duff! DUFF!” urlava disperata, mentre cercava di tendere le mani verso di lui.
“Oleander!” strillò Duff cercando di alzarsi in volo.
Non ci riuscì, perché in realtà era ancora giorno, dietro quella fitta coltre di nuvole.
E così volò via, come quel dannato vento, senza lasciare alcuna traccia.



Già, andò proprio così.
Cercarono a lungo la povera Oleander, ma di lei non si trovò nemmeno un capello, o un brandello di stoffa del suo abito.
Duff non aprì più il cuore a nessun’altra ragazza per anni e anni, fino a quando non incontrò la dolce Lillà Dei Sentieri.
In realtà non si erano mai detti di amarsi, ma tante volte piccolissimi gesti valgono più di mille parole.
Prima di andarsene Duff portò i polpastrelli della mano alla bocca, lasciando un dolce bacio sopra, che poi andò a posare sulla lastra di pietra col nome della ragazza.
“Non ti dimenticherò mai Oleander.”

 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!
Beh ho sempre preferito Oleander a Tomelilla, anche perchè il suo personaggio è sempre rimasto un po' nel mistero.
Allora, con questa one-shot la mia raccolta si dovrebbe concludere...
C'è un però...
Se volete un brano DuffxTomelilla fatemelo sapere nelle recensioni e io sarò ben felice di scriverlo.
Oppure se vi vengono in mente altre coppie di Fairy Oak di cui non ho scritto vi prego di farmelo sapere, così da accontentarvi.
Un bacio,
a presto
-Prim

*Ringrazio davvero di cuore tutti quelli che hanno recensito e che hanno messo la raccolta nelle ricordate!* 

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Capitolo 11
*** Due parole ***


Due parole

 
Lillà quel tardo pomeriggio, lavorava nella serra addossata al lato più soleggiato della casa Periwinkle.
“Ciao Duff…” disse senza girarsi, sentendo la porta sbattere e dei passi avvicinarsi a lei.
“Ancora non capisco come fai!” rispose con un amara risata l’uomo “Come faccio a fare cosa?” chiese la strega girandosi verso Duff e facendo un sorriso furbetto “Oh, lascia stare Lillà!” disse poi facendo un gesto con la mano e avvicinandosi alla strega, per scoccargli un rumoroso bacio sulla guancia.
Felì intanto era seduta su un petalo morbido di un papavero rosso, mentre li guardava con aria sognante.
“Felì, potresti uscire un attimo?” le chiese Tomelilla facendo un gesto verso la porta “Certo!” disse la fatina alzandosi e prendendo il diario che stava scrivendo, per poi uscire dalla porta accostata.
“Ti ho cercato questo pomeriggio, dov’eri?” le chiese poi la strega continuando a travasare i suoi fiori.
“Al cimitero…” rispose Duff abbassando la testa e sedendosi sulla sedia a dondolo di Lillà.
A quell’affermazione la strega non si voltò, ne fece le sue condoglianze al mago del Buio.
“35 anni” disse solo, provocando un lungo sospiro da parte dell’uomo. “Già!” disse lui alzandosi dalla sedia.
“Duff…” continuò poi la strega avvicinandosi a lui “Manca a tutti, non puoi più farla tornare indietro e questo lo sai… ma sappi che rimarrà sempre qui dentro” terminò la donna posando la sua mano sul petto del  mago, in corrispondenza del cuore.
A quelle parole, lui abbassò la testa, lasciando che lacrime salate gli bagnassero il viso.
Tomelilla non aveva mai visto il suo amato così, e ne rimase sorpresa.
Per lei era l’uomo forte e sicuro, non quel tipo che si crogiolava e che piangeva in un angolo, quando nessuno lo vedeva.
Aveva un animo appesantito e triste, Duff Burdock, ma lui non lo dava mai a vedere.
Lui non voleva essere come Martagon, ormai gli abitanti del villaggio si erano fatti un’idea ben precisa del carattere del mago del Buio; ostinato, coraggioso e forte.
Così Duff aveva accettato quella maschera senza indugiare, certo che grazie ad essa sarebbe riuscito a dimenticare quello che aveva passato.
Tomelilla lo stinse a sé con tutta la forza che aveva in corpo.
“ZIA, ZIA! Guarda cosa abbiamo… Ohhh!” sospirarono le gemelle in coro vedendo quella dolcissima scena.
Tomelilla si girò subito verso di loro, rossa in viso, mentre Duff si girò dall’altra parte, per non far vedere il volto arrossato alle due bambine.
Pervinca teneva in mano un insetto dai mille colori, che guardava affascinata. Vaniglia invece si teneva ben lontana dalla sorella e guardava la zia con aria interrogativa.
Poi arrivò anche Felì col fiatone ed una faccia che sembrava stesse a dire –mi dispiace-.
La strega non si scompose, fece un sorriso alle gemelle e gli chiese di uscire, poi chiuse la porta.
“Forse è meglio che vada!” disse Duff asciugandosi il viso con il dorso della mano. “Si forse è meglio” constatò la strega abbassando il viso e facendo un impercettibile sorriso.
“Grazie Lillà!” le disse poi il mago avvicinandosi,  stampandole un bacio sulla  tempia.
“Ti amo…” sussurrò poi chiudendosi la porta alle spalle, sperando con tutto il cuore che Lei l’avesse sentito.


 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!
Mi dispiace davvero per il ritardo, ma sto mandando avanti una long e ho lasciato un po’ in disparte questa one-shot.
E con questo brano si conclude definitivamente la mia raccolta, che mi sono davvero divertita a scrivere!
se ci avete fatto caso questa one-shot è una specie di continuo della precedente (Ricordi) e ci sono due motivazioni
1) Perché non avevo l’ispirazione giusta;
2) Stavo pensando di scrivere una long su questo fandom… ma non ne sono ancora convinta.
Comunque ci penserò e vi farò sapere, intanto spero che questo capitolo riceva delle recensioni e che mi continuate a seguire.
Ringrazio tutti per aver letto, recensito, messa tra le preferite/ricordate/seguite la mia raccolta.
Un bacio davvero grande, grazie di tutto
-Prim♥ 

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