Ging.

di mirco
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 3 ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


PROLOGO
"Perché ci hai fatto entrare nella tua vita, Ging?" Le chiese il ragazzo dopo un silenzio troppo prolungato.
"Avevo lasciato socchiusa la porta della mia vita e voi senza bussare l'avete spalancata e siete entrati." Rispose lei sorridendo.

1 ANNO PRIMA
Era il primo giorno nella nuova scuola di Sydney per Ginger. Teneva la borsa ben stretta attraversando il cortile della scuola mentre il capelli rossi le ondeggiavano sulla schiena. Aveva appena varcato la soglia dell'edificio con la testa china, quando qualcosa, o meglio qualcuno, le interruppe il cammino. 
"Scusami tanto ero distratta non volevo assolutamen-" La ragazza aveva alzato appena la testa per vedere a chi era andata incontro. 
Due occhi marroni la stavano squadrando da testa a piedi e lei non poté che fare lo stesso. Il ragazzo davanti a lei era più alto, aveva i capelli scuri, corti ai lati e lunghi al centro che ricadevano perfettamente sulla fronte e due occhi marroni da far girare la testa. Indossava una canottiera nera con alcune stampe. dei jeans stretti neri e delle vans completamente nere. 
Rimase a contemplarlo per qualche secondo e poi parló. "Scusami."
Il ragazzo aprì le labbra in un sorriso. Stava ridendo di lei? Le guance di Ginger si tinsero di rosso e i suoi occhi presero ad osservarsi le scarpe. 
"Calum Hood, ricordati questo nome. Potrà servirti in futuro." Fece l'occhiolino alla ragazza e se ne andò con le mani nelle tasche dei jeans.
Lei rimase a guardarlo mentre spariva dentro ad una classe. 'Bene' pensó lei. 'Sono arrivata da nemmeno dieci secondi e già vado a sbattere contro un ragazzo.'
La campanella interruppe i pensieri di Ginger e la portó nella classe dove avrebbe svolto la sua prima ora di lezione del suo primo giorno del suo ultimo anno di scuola a Sydney.

Calum chiuse gli occhi e con la mano cercó il pacchetto di sigarette nelle tasche. Lo trovó, ne prese una e se la accese. Era nel giardino della scuola durante la pausa pranzo, non amava andare nella mensa piena di quei cibi fatti di plastica.
"Cal, a che pensi?" Il suo migliore amico Luke si trovava seduto con la schiena appoggiata al tronco di un albero. 
"A niente, Luke. A niente."
E invece pensava a qualcuno. Pensava a quella ragazza che gli era andata a sbattere quella mattina. Aveva quel non so che di ribelle, forse i capelli rossi, sicuramente tinti, oppure quei grandi occhi verde chiaro, talmente particolari. 
"Ehi, ragazzi." Michael e Ashton arrivarono coprendo il sole che era posato su Calum. 
Loro quattro erano inseparabili. Si erano conosciuti al primo anno di liceo, quando si ritrovarono tutti nel giardino della scuola invece che stare nella mensa. Solo loro evitavano di entrare in quel miscuglio di mal odori e quindi avevano fatto amicizia. Il loro era un legame speciale, uno di quelli è non distruggi nemmeno con un lanciafiamme. 
"Oggi pomeriggio da me?" Michael intervenne per rompere il silenzio creatosi.
I ragazzi non risposero nemmeno alla domanda, era scontato che si sarebbero visti nel pomeriggio e Michael aveva gentilmente offerto la sua casa per incontrarsi.

"Eh, vaffanculo." La cerniera della borsa di Ginger si era bloccata, ma lei con la sua piccola mano riuscì a prendere una sigaretta. Peccato, però che l'accendino fosse in un angolo remoto della borsa. 
La ragazza sbuffó quando vide quattro ragazzi vicino all'albero all'entrata della scuola. Si avvicinó senza timore al gruppo notando un ragazzo con i capelli biondi ai lati con il ciuffo nero. Davvero strano. 
"Avreste per caso un accendino? Mi salvereste la vita."
Quattro paia di occhi si puntarono su di lei, ma la ragazza notó solo quelli marroni che quella stessa mattina l'avevano immobilizzata. 
"Certo, tieni." Un ragazzo dai capelli ricci e biondi trattenuti da una bandana rossa mi porse l'accendino, accompagnato da un sorriso che metteva in mostra due tenere fossette ai lati della bocca. 
Lo ringrazió ricambiando il sorriso, accese la sigaretta e glielo restituì.
"Oh, scusate. Non mi sono presentata. Io sono Ginger." Calum guardó la ragazza e fece un piccolo sorrisetto per poi ritornare sdraiato. Quel ragazzo non riusciva a capirlo, ma che voleva da lei?
"Io sono Ashton." Lei alzó lo sguardo e il ragazzo che le aveva prestato l'accendino le stava sorridendo. 
"Luke." Un ragazzo con i capelli biondi alzati in una cresta le fece un cenno con la mano. Aveva gli occhi di quell'azzurro intenso in cui ti ci puoi perdere facilmente e un piercing al labbro tremendamente sexy.
"E infine io sono Michael." Il ragazzo dai capelli bizzarri le sorrise. 
"A me mi conosci già." Detto ciò si alzó ed entró dentro all'edificio senza dire più niente e lasciando tutti  straniti, compresa Ginger delusa da quel suo comportamento. 

SPAZIO AUTRICE
Saaaaalve! questa è la mia prima ff suo 5sos, spero vi piaccia. Vi chiederete, che cazzo di nome è Ginger? Aspettate e saprete! Intanto ringrazio chi leggerà questo capitolo che mi darà il coraggio di continuare.
kisses, mati.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 1 ***


Finalmente quella giornata infernale di scuola era finita. Il sole usciva timidamente da dietro le nuvole e provocava quel leggero calore che dava piacere sulla pelle.  Ginger uscì da scuola e si diresse lentamente verso casa. Si mise le cuffiette e si accese una sigarette. Il suo passo era lento. Non voleva tornare a casa subito. Non voleva vedere sua madre distrutta sul divano con le guance scavate e gli occhi contornati di viola per le occhiaie. Sua madre era stata una donna meravigliosa fino all'anno prima. Il marito l'aveva lasciata per una sua collega ed era andato ad abitare lontano da lei e da Ginger. La ragazza non ne soffrì tanto, non aveva mai avuto un bel rapporto con il padre, mentre la donna cadde nella più profonda disperazione. Dalia, la madre, aveva i capelli castani lunghi fino alle spalle e due occhi che, quando ancora brillavano, erano di un verde acceso. Vederla così, per Ginger, era solo un pugno nello stomaco.

"Che nome strano Ginger." Pensó Calum ad alta voce.
Si trovavano nel parco vicino a casa di Michael. Era un grande giardino che si estendeva, pieno di alberi, ma spoglio di giochi per bambini.
"A qualcuno piace la rossa." Rise Ashton prendendolo in giro e ricevendo una gomitata da parte del moro.
"Ash, davvero. È un nome davvero strano. Ginger.." Tutti i ragazzi aspettarono che Calum finisse la frase, ma un'altra voce, questa volta femminile, interruppe quell'attesa
"Ho sentito il nome Ginger e sono quasi sicura che nel mondo nessun altro si chiami così." La ragazza teneva una bottiglia in mano e la sua voce era leggermente incrinata.
"Che hai in mano?" Chiese Calum facendo un cenno verso la bottiglia.
"Acqua, Calum Hood. È solo acqua."
Disse la ragazze dondolando la bottiglia davanti al proprio naso.
"Dall'odore non si direbbe." Ginger si era seduta e, dopo aver dato l'ultimo sorso, la bottiglia prese a rotolare fino ad arrivare al ginocchio di Michael che annusó la bottiglia.
"Come ho detto prima, l'odore è tutt'altro che di acqua. Questa è vodka liscia." Ginger si sedette per terra vicino a Calum con lo sguardo assente, prese una sigarette, ma rischió di bruciarsi un dito quando tentó di accendersela.
"Ragazzi, è ubriaca. L'accompagno a casa." Gli altri tre ragazzi annuirono lanciandosi sorrisetti a vicenda e dirigendosi verso le loro case.

"Cal.."
Erano le dieci di sera e i due ragazzi erano rimasti stesi sull'erba del parco. La luce ormai era sparita da tempo e la ragazza, dalla sua visuale, poté vedere il profilo perfetto del ragazzo. 
"Mmh." Mugugnó Calum.
"Scusa." La ragazza voltó lo sguardo verso il cielo chiazzato qua e là dalle nuvole, ma lei riusciva a vedere ancora le stelle. Lo faceva spesso con sua madre e suo padre. Alzavano la testa e aspettavano che una stella cadente attraversasse la loro visuale. Aspettavano finchè Ginger non si addormentava e poi la portavano a letto. 
"Per cosa?" 
"Per prima." Ora anche il ragazzo si voltó verso di lei. I loro occhi erano neri per via dell'oscurità, ma lei sapeva che quelli del ragazzo erano marroni intenso e lui sapeva che quelli della ragazza erano verde chiaro. Si persero l'uno negli occhi dell'altro ricordando solo il colore di essi, ma restarono così. Come le stelle stanno ferme, tutta la notte, aspettando che qualcuno le ammiri. 
"Non ti preoccupare. Ma, perché?"
Il silenzio invase il parco, solo un cane in lontananza abbaiava imperterrito ignaro di ciò che stava accadendo tra i due.
"Non ho voglia di parlarne." Non le andava. Voleva solo andare a dormire e risvegliarsi come un anno prima. Tutto normale. Suo padre di sotto che l'aspettava per fare colazione e su madre che dolcemente le apriva gli scuroni per farla svegliare. Le mancava. Le mancava suo padre. La mattina seguente si sarebbe svegliata e lui non ci sarebbe stato, gli scuroni sarebbero rimasti chiusi e lei non si sarebbe svegliata. 
"Okay, alzati che ti porto a casa." Calum si alzó e si pulì i pantaloni dai piccoli residui di erba, ma la ragazza non si mosse. Lui le si avvicinó e notó gli occhi chiusi. Sorrise per quell'immagine così spensierata e tranquilla. La prese in braccio e l'adagió sui sedili posteriori della sua auto. Il ragazzo guidó e, tra un risveglio e l'altro della ragazza, si fece dire dove abitava. La riportó a casa, in quel luogo dove lei non voleva più rientrare. Quel luogo che ormai le faceva paura. 


SPAZIO AUTRICE.
Ciao a tutte. Vi ringrazio per le 75 visualizzazioni, possono sembrare insignificanti, ma non per me. Questo è il primo capitolo della storia e a me personalmente mi sta prendendo molto. Mi piacerebbe ricevere qualche recensione per sapere cosa ne pensate e se vi piace. Potete darmi consigli, li accetteró tutti volentieri! 
Ora vado che domani mattina ho gli esame del sangue e sto morendo di paura. 
Mati.

 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 2 ***


 
Ginger si svegliò con il suo solito mal di testa che l’accompagnava ogni mattina. Si alzò faticosamente dal letto, prese un’aspirina e scese nella cucina per mettere qualcosa nello stomaco prima di andare a scuola.
Ieri aveva esagerato e lo sapeva bene. Ma quando era tornata a casa aveva trovato la madre addormentata sul divano con dei sonniferi sparsi sul tavolino basso di legno davanti al divano. Chissà quante ne aveva ingerite, si chiese Ginger per tutto il tragitto verso la sua segreta dispensa dove teneva tutte le bottiglie di alcolici di tutti i tipi.
Aveva sentito una forte fitta al petto e, come ogni pomeriggio, aveva preso il primo alcolico ed era uscita di casa. Di solito non finiva mai una bottiglia in un pomeriggio, per questo molte delle bottiglie nella sua dispensa contenevano non tutto il liquido che era presente all’inizio.
Quel pomeriggio si era lasciata andare. Lo sapeva che stava diventando un problema, ma lei non voleva smettere per nessuna ragione. La faceva sentire meglio la sensazione di quel liquido che le percorreva la gola come infiammata.
‘Ciao mamma!’ La salutava sempre prima di andare a scuola, ma non aveva mai ricevuto una risposta a parte qualche verso.
Uscì di casa con il vento che le scompigliava i capelli. La strada verso la scuola non era molto lunga e a Ginger piaceva percorrerla a piedi insieme alla sua sigaretta e alla sua musica.
Si ritrovò a pensare a Calum che era stato così gentile con lei la sera prima. Quel ragazzo era sorprendente. Quegli occhi ti ipnotizzavano, ma lei non poteva fare a meno di non guardarli. Poi quando le sorrideva gli si gonfiavano le guance ed era il ritratto della tenerezza. Sapeva che dietro a quella corazza da bad boy, Calum Hood era la persona più buona del mondo.
La scuola era proprio davanti a lei, tolse le cuffie dalle orecchie e le ripose nella borsa. Incominciò ad avviarsi verso l’edificio anche se la campanella non era ancora suonata.
‘Ging! Ging, qua!’ La ragazza si guardava intorno spaesata non capendo da chi potesse arrivare quella voce. Poi vide Michael Clifford, ora sapeva anche i cognomi di quei ragazzi, si era informata.
‘Ti va di saltare la scuola insieme a noi? Siamo già al secondo giorno, ma non ne possiamo già più.’ E quella sua dolce risata le diede la spinta per confermare a quella richiesta.
 
‘Ora si gioca ad ‘obbligo e verità.’’ Annunciò Ashton Irwin sedendosi a gambe incrociate sull’erba del giardino di casa sua. Abitava da solo, da quel che aveva intuito Ginger.
‘E lo sapete qual è la penitenza se qualcuno si rifiuta di fare quello che gli è stato detto.’ Rise Michael guardando i suoi amici.
La ragazza aveva una faccia davvero confusa, così Luke Hemmings le spiegò che la penitenza consisteva nel correre solo in mutande per il giardino di casa Irwin. La cosa terrorizzava un po’ Ginger, insomma conosceva quei ragazzi da solo due giorni e poi si sarebbe vergognata come non mai.
‘Ashton. Tocca a te.’
‘Luke, obbligo o verità?’ Chiese il riccio con gli occhi puntati sull’amico.
‘Verità.’ Rispose lui, più sicuro che mai.
‘Allora quella del primo anno, Sky, te la sei veramente fatto nel bagno delle femmine?’
‘Irwin, colpo basso. Si me la sono fatta nel bagno delle ragazze, quello dei ragazzi era occupato.’ Ridacchiò Luke volgendo il suo sguardo verso Michael che si sentì subito preso in causa.
‘Hood, obbligo o verità?’
‘Obbligo.’ I ragazzi si stavano sfidando con gli occhi scherzosamente.
‘Bacia Ginger.’ La ragazza sgranò subito gli occhi appena sentì il suo nome. Non arrossì, perché non lo faceva mai, ma il cuore dentro al suo petto stava per esplodere.
‘Ragazzi, ma no-.’
‘Niente ma, altrimenti ti toccherà correre in mutande e non sarebbe un gran spettacolo per nessuno.’ I ragazzi se la ridevano tra loro. Perché quell’obbligo? Perché lei?
‘Okay.’ Calum la prese per mano e la portò nel retro della casa, anche se lei era ancora in uno stato confusionale. L’avrebbe baciata? Seriamente?
Lui le prese il volto fra le mani e lei si perse per l’ennesima volta nei suoi occhi marroni.
‘Avvicinati piano, sono sicuro che ci stanno spiando. Se facciamo con cautela loro cadranno nel tranello. Non ti bacerò Harris, tranquilla.’ Le sorrise maliziosamente il ragazza. Ginger si sentì delusa, ma non sapeva il ero motivo di questa sua delusione.
Il ragazzo sfiorò dolcemente le sue labbra sopra quelle di lei e iniziò ad accarezzarle la schiena. I ragazzi ci sarebbero cascati in pieno. Quel leggero contatto con le labbra di Calum le provocò un brivido lungo la schiena.
Lei allacciò le sue braccia dietro al collo del moro e si alzò sulle punte. Il ragazzo, preso alla sprovvista, non seppe che fare se non guardare con aria interrogativa la ragazza.
‘Così sembra più reale, Hood.’ Detto questo, fece sfiorare nuovamente le loro labbra e se ne andò sorridente.
 
‘Ma non hai proprio sentito niente di niente quando l’hai baciata?’ Chiese per la trentesima volta Luke a Calum.
‘No, Luke. Niente, zero. Chiaro?’ Rispose il moro leggermente alterato.
Da quella mattinata a casa Irwin erano passati tre giorni e loro non erano più usciti con Ginger anche se si salutavano nei corridoi, nella pausa pranzo e prima e dopo di entrare a scuola. Calum era rimasto pietrificato da come la ragazza aveva reagito al suo tentativo di infastidirla. C’era qualcosa in lei che al ragazzo provocava qualcosa di strano. Pensava spesso a lei, alle sue labbra. Pensava a come sarebbe stato baciarla veramente, che avrebbe provato? Si sentì talmente stupido, a Calum Hood non piace e non piacerà mai nessuna ragazza.
Questi pensieri tormentavano la mente del ragazzo moro, ma anche la testa di Ginger non smetteva di pensare a ciò che era successo. E a lei non piaceva Calum, assolutamente. Però avrebbe voluto davvero tanto mettere le sue mani in quei capelli dannatamente perfetti e vedere quel sorriso così accecante rivolto solo verso di lei. Qualcosa nella tasca dei jeans riportò la ragazza alla realtà.

‘Stasera alle nove davanti a scuola, un NO non sarà accettato come risposta. Calum.’

Prima cosa, come faceva lui ad avere il suo numero? Secondo, perché? Terzo, COSA?!
La ragazza non riusciva davvero a capirlo quel ragazzo. L’unica cosa di cui era che quel messaggio la fece sorridere per tutto il ritorno a casa e le fece dimenticare che una bottiglia di alcol la stava aspettando.
 


http://static.spaziodonna.com/bellezza/capelli/tagli-capelli-autunno-inverno_O1.jpg questa è la nostra Ginger.



SPAZIO AUTRICE
Ciao a chi ancora segue questa storia. che ve ne pare? Vorrei davvero che qualcuno mi dicesse cosa ne pensa, mi aiuterebbe.
grazie di cuore, Mati.

 
 
 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 3 ***


Erano le nove meno dieci quando Ginger si chiuse la porta di casa alle spalle.
Non sapeva come doveva definire quell'incontro, ma era abbastanza tranquilla. Si era vestita molto semplice, un paio di jeans stretti, una canottiera nera, la sua felpa verde e le converse bianche. Per lei era un innocuo 'incontro con Calum Hood', mille ragazzine avrebbe dato oro per essere al suo posto. 
Era arrivata davanti a scuola e a pochi metri da lei Calum era seduto sul muretto con il cappuccio della felpa calato sulla testa.
'Harris.'
'Non chiamarmi per cognome, Hood.' La ragazza si avvicinó a lui e incroció le braccia al petto.
Lui fece una piccola risata che innervosì parecchio Ginger.
'Perchè mi hai fatta venire qui?' Disse la rossa accendendosi una sigaretta.
'Non riesco a capirti, Harris. Mi piacciono i tuoi capelli e mi piace il modo in cui ti ribelli ai miei tentativi di infastidirti. Sei una ragazza che sa il fatto suo.' 
'Sono io che non riesco a capire te, Hood. Che vuoi veramente da me?'
Il moro alzó la testa per osservare la ragazza con più attenzione. Era così innocua, ma allo stesso tempo così forte da poter abbattere un muro.
'Voglio conoscerti. Voglio che tu diventi mia amica. E anche dei ragazzi, ovviamente.' Ora quello imbarazzato era lui.
Dopo alcuni attimo di silenzio in cui la ragazza aveva finito la sigaretta e l'aveva buttata nel cortile della scuola sorrise debolmente.
'Ci sto.' Calum la guardó confuso.
'Diventeró vostra amica e così potrai conoscermi meglio.'
'Allora sali in macchina, andiamo dagli altri.' Salirono sulla macchina del moro e partirono verso la casa di Luke.


'Abbiamo ospiti ragazzi!' La casa di Hemmings era davvero grande. Calum la condusse giù per una scala. La stanza che si ritrovó davanti conteneva un sacco di strumenti musicali, un divano un po' vecchio e una poltrona che sembrava veramente comoda.
'Ging!' L'urlo di Michael le trapanó il timpano, poi sentì due braccia stringerla e vide che una testa verde la stava abbracciando.
'Mikey, ti sei tinto?' Chiese lei toccandogli i capelli.
'Si, non sono stupendi?' Sorrise lui rispondendosi da solo.
'Ciao Ging.' Ashton la salutó da lontano.
'Che razza di soprannome è Ging?' Chiese la rossa ridacchiando.
'Ginger è troppo lungo e poi Ging è carino.' Rispose Michael toccandosi i capelli.
Era un ragazzo così esuberante e sempre felice. Le faceva tornare il buon umore. Michael era così spensierato e la ragazza quasi lo invidiava. 
'Ti va di sentire un po' di buona musica suonata da questi quattro bei ragazzi?' Ashton era comparso da dietro alla batteria.
'Voi suonate?' Non sapeva di queste loro doti nascoste ed era molto curiosa di sentire com'erano. 
Senza darle una risposta iniziarono a suonare. Riconobbe subito la canzone, I miss you dei Blink 182.  
(I miss you miss you)
Hello there the angel from my nightmare
The shadow in the background of the morgue
The unsuspecting victim of darkness in the valley
We can live like Jack and Sally if we want
Where you can always find me
And we'll have Halloween on Christmas
And in the night we'll wish this never ends
We'll wish this never ends. 

Erano davvero bravi. Ashton avev davvero un talento pera batteria sembrava che quello strumenti fosse stato creato per essere suonato da lui. 

Don't waste your time on me you're already
The voice inside my head (I miss you miss you)
I miss you (miss you miss you)
I miss you (miss you miss you)
I miss you (miss you miss you)
I miss you (miss you miss you)
(I miss you miss you)

Ginger era rimasta davvero colpita. Soprattutto dalla voce di Caljm mentre cantava. Era qualcosa di unico e lei era incantata. 
Insieme avevano un'armonia perfetta. Erano perfetti per suonare insieme.
'Avete una fan.' I ragazzi si guardarono tra loro sorridenti.
'Dico davvero. Siete molto bravi e wow, sono senza parole.'


'Allora, divertita?' Calum e Ginger era davanti alla casa della ragazza.
'Si, siete i miei primi amici qua nella nuova scuola.' Abbassó il capo leggermente imbarazzata, si trovava davvero bene con loro e non avrebbe mai pensato di legare con quattro ragazzi.
'Ne sono felice. Domani sera noi andiamo da Luke e poi penso andremo al King, vieni?' 
Il King era un pub di Sydney popolato da molti giovani. Non ci era ancora stata ed era curiosa di vedere che genere di posto era. 
'Certo. Perché no.' Il ragazzo le sorrise mettendosi le mani nelle tasche dei jeans.
'Allora ci vediamo domani, davanti alla scuola alle nove?' La ragazza annuì e un silenzio imbarazzante caló tra loro.
'Uh, io entro. Ci vediamo domani Cal.' 
'A domani Ging.' Un sorriso e lei entró in casa. 
Salì le scale senza pensare dove potesse essere sua madre e in che stato. Non ci aveva pensato per tutta la sera. Quei ragazzi le facevano bene, la facevano sentire viva, nuova e felice.
Si stese nel letto pensando a loro, o meglio dire a Calum. Quegli occhi la rendevano così vulnerabile. C'era qualcosa di strano, ma terribilmente attraente in lui.
Dall'altra parte di Syndey il ragazzo aveva tanto pensieri per la testa. Quella ragazza gli provocava i brividi lungo la schiena anche solo quando lo guardava con quei suoi occhi particolari. Sorrise quando ripensó al modo in cui lei si era fermata ad osservarlo mentre lui cantava. Lei gli avrebbe cambiato la vita, ne era sicuro. Entrambi chiaro gli occhi e poco dopo si addormentarono. Entrambi da due parti diverse della città non vedevano l'ora che la sera successiva arrivasse per rivedersi.

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