Autumn in love

di Chrystal_93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Qualcosa di nuovo - Cambiamenti ***
Capitolo 2: *** Tutto suo nonno - Castagne ***
Capitolo 3: *** Same wishes, la magia delle stelle - Stella cadente ***
Capitolo 4: *** Morsi d'amore - Offerta di pace ***
Capitolo 5: *** Una caduta già vista - Equilibrio ***
Capitolo 6: *** Chi trova un libro, trova un tesoro - Sonno ***



Capitolo 1
*** Qualcosa di nuovo - Cambiamenti ***


Autore: Chrystal_93
Fandom: Once Upon A Time
Titolo della fanfiction: Autumn in love
Titolo del capitolo: Qualcosa di nuovo
Personaggi: Belle, Signor Gold/Rumplestiltskin
Genere: Fluff, sentimentale, slice of life
Rating: Verde.
Tabella: Autunno
Prompt: Cambiamenti
Disclaimer: “Personaggi, luoghi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Edward Kitsis e Adam Horowitz che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Once Upon A Time, appartengono solo a me.”
Note: questa fan fiction partecipa alla "Fluff Fest Challenge" indetta da Kim_92.
 
 

Autumn in love

 

Qualcosa di nuovo

 

Rumplestiltskin quella mattina non aveva impegni né accordi che lo potessero tenere occuppato.

Così, mentre Belle era indaffarata a pulire il pavimento delle cucine, lui si ritrovò con le mani in mano.

Guardò l'arcolaio ma decise di passare oltre. Quella sala sembrava così diversa da come se la ricordava. Erano passati pochi mesi dall'arrivo di Belle e tutto il castello sembrava diverso. Sembrava quasi rinato. Non in maniera eccessiva, ma nei piccoli particolari.

Ora c'era più luce, meno polvere e su tutta sembrava aleggiare un'aura meno oscura.

Rumple fece il giro del castello. L'unico posto che ancora sembrava oscuro erano i sotterranei.

Il Signore Oscuro si fermò di fronte al portone della camera di Belle. O meglio, del luogo in cui dormiva per terra.

Nonostante fosse così lontana dall'essere una camera da principessa notò che la giovane la teneva comunque pulita e in ordine. Di fianco al giaciglio c'erano tre libri impilati uno sull'altro.

Si avvicinò per guardarli meglio.

Anche le lenzuola erano in ordine e in cima al letto -se si poteva chiamarlo così- c'era il cuscino bianco e oro che gli aveva donato molto tempo prima. Lo prese in mano e notò che alcune parti erano sbiadite. Lo rigirò osservandolo.
“Oh dearie, piangi ancora?” disse lui.

Uscì dal sotterraneo portando con sé il cuscino.

“Dearie, hai dimenticato un angolo quaggiù.” Disse sulla soglia delle cucine.

Belle sbuffò e si alzò da terra prendendo il secchio pieno di acqua con una mano e il sapone con l'altra.

“Dove? Ci sono passata prima. Forse se vuoi non ci camminaste sopra non...”

La ragazza alzò lo sguardo e vide il folletto con in mano il suo cuscino

Sono nei guai, avrà visto che ho portato dei libri dalla biblioteca alla stanza. Pensò.

Lui osservò divertito lo sguardo impaurito della giovane.

“Dimmi ti piace questa stoffa?” disse indicando il cuscino che aveva in mano.

“Si, si certo. Ma perchè mi fate questa domanda? Volete che vi restituisca il cuscino?”

“Oh dearie, ma certo che no. Io non so che cosa farne dei cuscini, non dormo mai. Quasi mai.” disse lui accarezzando la stoffa. Gli sembrava quasi di poter sentire le guance lisce della ragazza e le labbra vellutate di lei. Quanto avrebbe voluto toccarle direttamente.

“Bene. Allora dovremmo fare dei cambiamenti.” Si girò e fece per uscire quando fermandosi disse: “Vieni con me, finirai dopo”. E con un gesto le fece cadere di mano secchio e sapone.

Belle si asciugò le mani sul grembiule azzurro e si affrettò a seguirlo.

“Dove mi state portando?”

“Questo non ti è dato ancora sapere” ghignò lui.

Dopo aver salito una rampa di scala e aver girato un angolo del corridoio Rumple si fermò di fronte a una porta.

Aprì il palmo di una mano e spalancò le ante.

Belle entrò insieme a lui e vide un grande spazio vuoto.

“Che posto è?”

Lui, che le era rimasto dietro, le si avvicinò e quasi il suo petto poteva sfiorare la schiena di lei.

“Chiudi gli occhi Belle” le sussurrò avvicinando le sue labbra al suo orecchio.

Belle fu assalita da un brivido ma non volle fermarsi a pensare che non era di paura, ma di piacere. Così obbedì e chiuse gli occhi.

Quando lui le toccò con una mano la schiena lei aprì gli occhi e si trovò di fronte a uno spettacolo completamente diverso rispetto al vuoto di prima.

Ora c'era un letto a baldacchino con coperte e lenzuola di sete bianche e oro soffici e delle tende dello stesso colore. Inoltre aveva aggiunta una scrivania di legno marrone e molto altri mobili.

“Mmm no, così non va bene” disse lui lanciandole il cuscino.

Belle aveva paura che l'avesse presa in giro e che stesse per far scomparire tutto.

Rumple agitò di nuovo le mani e ora, al posto della coperta bianca, fece apparire una grandissima trapunta azzurra.

“Ecco così va meglio” Belle sorrise e mosse un piede in avanti.

“Be? Che aspetti dearie? Di solito sei sempre così impicciona e ora sei così restia a curiosare nella tua nuova camera?”

“La mia nuova camera?” Rumple sorrise e allargò le braccia.

Belle si guardò intorno e la cosa più bella che vide fu una piccola libreria.

Si avvicinò e accarezzò gli scaffali vuoti.

“Ho visto che ti piace leggere anche prima di dormire. Se li riporrai lì non correrai il rischio che qualche topo si mangi le pagine.” Belle si girò e la sua espressione era piena di gioia e di stupore.

Rumple la notò e così continuò per non imbambolarsi a fissarla “E inoltre la tua stanza non è molto lontana dalla biblioteca quindi non prenderai troppo freddo se vorrai fare una delle tue solite e non così segrete scorribande notturne”.

Belle gli si avvicinò e lui trattenne il respiro.

“Grazie Rumple” e, alzandosi sulle punte, gli diede un bacio sulla guancia, prima di correre verso il letto e tuffarcisi sopra.

Lui rimase lì impietrito a fissare la ragazza e non si accorse che un sorriso gli si stava dipingendo in volto.

 

 

“Rumple! Non ho trovato il pane che cercavi ma sono riuscita a prendere i cetrioli così stasera ti faccio gli hamburger!” disse Belle poggiando le buste della spesa sul tavolo della cucina. “Però devi accendermi tu la griglia, non vorrei far prendere fuoco a tutto come stava per succedere sabato scorso!” continuò tirando fuori la spesa e cominciando a metterla nei vari scaffali.

L'unica risposta che le arrivò fu un rumore assordante.

“Ma cosa succede?” chiese lei lasciando cadere del formaggio che prima aveva in mano. Lo raccolse in fretta e corse su per le scale. Il rumore proveniva dalla loro camera da letto.

Fece per aprire la porta ma era chiusa.
“Rumple sei li dentro? Posso entrare?”

Di nuovo quel rumore. Questa volta non si fece molte remore ed entrò.

Gold aveva in mano un trapano e aveva le maniche della camicia blu arrotolate.

“Ho fatto appena in tempo a finire dearie.” disse lui facendo alcuni passi indietro e poggiando da una parte il trapano elettrico.

Belle gli fu subito a fianco e lui le cinse la vita con un braccio.

“Sei senza parole vero? Non so se mi è riuscito bene, l'ho fatto ordinare e sapevo solo un paio delle lingue che c'erano sulle istruzioni.”
Lei aveva lo sguardo fisso davanti a sé. Le aveva montato una piccola libreria di legno marrone.

“Visto che leggi sempre a letto e che la pila di libri sul tuo comodino sembra un torre non troppo solida -e se continui così tesoro una notte ci sommergerà nel sonno- te ne ho montata una qua. Così non devi scendere le scale e prendere freddo.”

Lei sorrise.

“E così posso non toglierti mai gli occhi di dosso” le sussurrò abbassando la testa in direzione del suo collo.

“Oh Rumple...” mormorò lei con la voce tremante.

“Tesoro, non piangere. Sono sicuro di averla montata bene anche senza magia e so benissimo che non volevi che la usassi. Questa camera aveva bisogno di cambiamenti. So che per me averti a letto ogni notte stretta a me è un bellissimo cambiamento ma volevo che anche tu potessi avere dei...bei cambiamenti.”

Belle non riuscì a trattenersi e una lacrima le scese a rigarle la gote.

Gold la strinse a sé e le mormorò “Ti amo”.

Lei ricambiò l'abbraccio e disse: “Sei il cambiamento più bello della mia vita Rumple”.






Note dell'Autrice
Sarò molto breve, anche perchè è il primo capitolo. Sono tornata con un'altra raccolta fluff solo che questa volta ho voluto provare, come avrete visto nell'introduzione, due coppie nuove. Che esperimento! In ogni caso, pensando a questa, spero di essere stata abbastanza...fluff (?). La diversità, rispetto alla raccolta scorsa, è che qui in questo capitolo, ho voluto introdurre una sorta di parallellismo col passato. Be...che altro dire? Spero vi piaccia e spero che, se avete avuto la bontà di leggererla e se vi è piaciuta, possiate anche farmi sapere cosa ne pensate.
E...potere a Rumbelle!

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Capitolo 2
*** Tutto suo nonno - Castagne ***


Autore: Chrystal_93
Fandom: Once Upon A Time
Titolo della fanfiction: Autumn in love
Titolo del capitolo: "Tutto suo nonno"
Personaggi: Henry, Grace (accenni a Belle, Signor Gold, Emma e Hook)
Genere: Fluff, sentimentale, slice of life
Rating: Verde.
Tabella: Autunno
Prompt: Castagne
Disclaimer: “Personaggi, luoghi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Edward Kitsis e Adam Horowitz che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Once Upon A Time, appartengono solo a me.”
Note: questa fan fiction partecipa alla "Fluff Fest Challenge" indetta da Kim_92.
 
 

Autumn in love

 

"Tutto suo nonno"

 

Henry se ne stava seduto su una panchina al parco.

Aveva appena pranzato da Granny con Regina e quando era tornato a casa aveva trovato Emma e Hook in cucina, a litigare.

Sospirò pensando che la madre ci avrebbe messo anni ad ammettere di essere presa da quello strano pirata-spara-battute.

Aveva letto qualcosa di lui e pur sapendo che non era Neal non gli dispiaceva. Era sempre simpatico con lui e si era persino offerto di salvarlo, pur senza conoscerlo.

E poi sua madre meritava un po' di felicità.

Eppure perchè si sentiva così? Dovrebbe essere felice, dovrebbe approfittare di quei momenti di tranquillità, dopo tutti i guai che gli erano piombati addosso.

Tirò fuori dallo zaino il suo libro e lo aprì, cominciando a sfogliarlo.

Si poteva dire che lo sapesse a memoria ma gli sembrava ogni volta che ci fosse qualche particolare che gli sfuggiva.

La Bella e la Bestia, gli altri suoi nonni reali, la nascita della madre, Ruby e la maledizione della luna e molti, molti altri.

Si fermò a osservare una figura, quella con sua madre in braccio ai genitori. La accarezzò con un dito.

“Non pensavo fossi un tipo romantico” disse una voce alla sue spalle.

Henry si girò e vide una graziosa ragazzina che lo stava guardando.

“Grace!” esclamò chiudendo di colpo il libro.

Lei alzò un sopracciglio e gli si sedette vicino.

“Ehi non ti devi vergognare. Anche io vorrei avere delle immagini così, magari di mia madre.”

Henry la guardò. Lui in fin dei conti era stato fortunato.

“Mi dispiace Grace” disse abbassando gli occhi.

La ragazzina scosse la testa, come per voler allontanare brutti pensieri.

“Dai, fammi un po' vedere questo libro”

Henry glielo porse e passarono insieme una buona mezz'ora a ridere degli abiti strani che gli attuali abitanti di Storybrooke portavano nel vecchio mondo.

“Non saprei davvero correre, saltare e giocare con un vestito del genere e con un bustino che non ti permette di respirare! Siete proprio fortunati voi maschi” sospirò Grace restituendo il libro a Henry.

“Si ma potresti sempre vestirti come Biancaneve o come Belle quando cercava lo Yaoguai o come Mulan...”

“Già.” fece lei e si alzò dalla panchina.

Henry avrebbe voluto dirle ciò che veramente pensava ma non ne ebbe il coraggio.

“Allora... grazie per avermi mostrato il tuo prezioso libro” sorrise lei mentre faceva per andarsene.

Quando ormai era di spalle e si stava allontanando Henry imbriglio ogni remora e urlò tutto d'un fiato: “Ti va di mangiare delle castagne?!”

Grace si girò e, sorpresa sia dal tono di voce di lui che dallo strano rossore che gli si era dipinto in volto, esitò.

“Ma certo” disse infine.

Henry prese il libro sotto braccio e balzò giù dalla panchina.

“Emma dice che a New York sono buonissime in autunno. Spero che anche queste lo siano.”

Grace ne prese una dal cartoccio che aveva in mano e, sgusciandola, se ne mise una in bocca.

“Mmm si” disse a bocca piena.

Henry sorrise felice. Continuarono a passeggiare per il parco e a scherzare. Henry, vedendo quanto le piacessero le castagne e quanto vorace fosse nel mangiarle, aspettava che lei guardasse da un'altra parte e gliene metteva qualcuna delle sue nel cartoccio.

Quando le castagne finirino -per lo più per bocca di Grace, Henry ne aveva mangiate solo un paio- si ritrovarono a camminare per i marciapiedi del centro della città.

“Si sta facendo scuro, non dovreste essere a casa?” disse una voce alle loro spalle.

I due si girarono e videro Gold a braccetto con Belle.

“Si, stavamo giusto per andare. Buona serata non...signor Gold...Rump...”

“Buona notte ragazzi” si affrettò a dire Belle per stemperare la tensione.

I due corsero via ma Henry giurò di aver sentito il signor Gold dire alla sua fidanzata “Tutto suo nonno” seguito da un “Ahia!” e da un “Ti sta bene” molto femminile.

Arrivarono davanti a casa di lei e Henry cominciò a guardarsi i piedi, non sapendo bene cosa fare.

“Allora grazie per il bel pomeriggio. Mi sono divertita” gli disse lei.

“Mi sono divertito anche io” cercò di sembrare tranquillo e a suo agio ma la sua voce uscì molto meno forte e sicura di quel che voleva.

“E grazie per le castagne. Per tutte le castagne, anche le tue.”

Henry sorrise e tossicchiò un po'.

“Allora buona notte Henry, ci vediamo a scuola.” la ragazzina trotterellò verso casa.

“Eddai Henry, forza, sei stato sull'isola che non c'è...non può essere peggiore.” sussurrò a se stesso stringendo i pugni.

“Grace!” riuscì solo a urlare. La ragazzina si girò e vedendo che Henry rimaneva fermo senza spiccicare una sola sillaba si avvicinò un po' e inclinò la testa in attesa.

“Tutto ok Henry?”

Il giovane inspirò a fondo contò fino a tre ma si accorse di non ricordare cosa ci fosse dopo l'uno.

“Oh, cavolo! Saresti bellissima anche con quei vestiti da principessa del mondo delle favole!” le urlò in faccia con gli occhi chiusi.

“Ecco l'ho detto” pensò. “Ormai il guaio è fatto.”

Aprì gli occhi e notò che la ragazzina stava venendogli incontro con un'espressione indecifrabile.

“Ecco ora mi darà sicuramente un pugno” pensò.

Quando lei gli fu a un passo di distanza chiuse gli occhi aspettandosi il colpo.

Invece non avvenne niente, anzi, Grace si mise a ridere.

“Ma...non ti ho offesa?”

Grace di tutta risposta gli arruffò i capelli e disse: “A volte sei davvero buffo, Henry Mills...Swan...Gold...Charming...o come ti chiami.”

Lui ricominciò a respirare. “Si è un po' complicato” ammise Henry.

“E cosa non lo è in questa città?” disse Grace. Poi si alzò un po' sulle punte e gli stampò un bacio sulla guancia.

Henry rimase a bocca aperta, con l'espressione sorpresa e un po' stupida.

“Allora buona notte Henry e basta.”

“Notte buona, sì notte.” bofonchiò lui.

Grace sorrise e girandosi si diresse di nuovo verso casa. Ma, giunta poco prima della porta di ingresso si girò e vide il ragazzino di spalle e gongolante che quasi saltellava.

“Ah Henry!” il ragazzino si fermò di colpo.

“No, mi ha visto anche saltellare come un bambino dell'asilo...” pensò sconsolato.

Si girò con lo sguardo di chi era stato sorpreso con le mani nel barattolo di marmellata.

“Mi piacciono anche le frittelle, con il cioccolato sopra” e con un sorriso furbetto si girò ed entrò in casa.

Henry sorrise, si morse il labbro inferiore e, quando ormai era sicuro che lei aveva chiuso la porta, fece il salto più alto che avesse mai fatto in vita sua.

 




Note dell'Autrice
Eccoci al secondo capitolo! Lo so, sono ripetitiva e noiosa con queste raccolte ma...una volta scritte mi sembrava seriamente un peccato lasciarle lì, in una cartella qualunque, inedite. 
Devo dire che avevo esaurito le idee con Belle e Rumple. No, ok, la verità è che il pensiero attorno al prompt castagne è andato subito ai miei due preferiti ma poi ha deviato su Henry. E' innegabile che sta crescendo, vedere la prima serie e poi le altre non fa che far saltare all'occhio la cosa. E così mi sono detta, perchè non variare un po'? E perchè non usare proprio Henry? E così...ecco cosa ne è venuto fuori. E' una novità avendo trattato fin'ora solo Rumbelle quindi mi farebbe un piacere ENORME sapere cosa ne pensate. 
Inoltre come avete visto ho dedicato un piccolo momento anche a Rumbelle (come potevo non farlo?).
D'accordo, mi sembra di aver detto abbastanza. Quindi passiamo ai ringraziamenti:
-vorrei ringrazie Elema per aver recensito lo scorso capitolo. Spero che anche questo ti piaccia!
-un grande grazie anche a Elema, pepper snixx heat e a Pixer per aver inserito questa raccolta tra le seguite. Spero continuate ad apprezzarla e a (sto per ripetermi, ma abbiate pazienza) alle seguite! Grazie mille!

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Capitolo 3
*** Same wishes, la magia delle stelle - Stella cadente ***


Autore: Chrystal_93
Fandom: Once Upon A Time
Titolo della fanfiction: Autumn in love
Titolo del capitolo: Same wishes. La magia delle stelle.
Personaggi: Belle, Signor Gold/Rumplestiltskin
Genere: Fluff, romantico, slice of life
Rating: Verde.
Tabella: Autunno
Prompt: Stella cadente
Disclaimer: “Personaggi, luoghi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Edward Kitsis e Adam Horowitz che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Once Upon A Time, appartengono solo a me.”
Note: questa fan fiction partecipa alla "Fluff Fest Challenge" indetta da Kim_92.
 
 

Autumn in love

 

Same wishes, la magia delle stelle.

 

Belle corse fuori dalla sua cella e, con solo una candela in mano, iniziò ad aggirarsi per il castello, con il mantello lungo un braccio.

Salì alcune scale e bussò ad ogni porta che si trovava di fronte, ma non ottenne alcuna risposta.

Andò persino nelle cucine ma anche lì regnava soltanto l'oscurità della notte. Decise allora di andare nella grande sala, sperando di trovare il suo padrone intento a filare, come era solito fare.

Quando si avvicinò con quel piccolo lume allo strumento prediletto di Rumplestiltskin lo trovò fermo. Ma dove poteva essersi cacciato?

Si guardò intorno e scorse sulla credenza un candelabro d'oro. Lo prese e vi accese le tre candele con la sua piccola la cui cera ormai si era quasi sciolta del tutto. Con quello avrebbe visto sicuramente meglio.

Salì le scale e con un sospiro si ritrovò in biblioteca. Se non poteva ottenere quello che voleva almeno si sarebbe consolata con un buon libro. Quando si ritrovò tra gli alti scaffali ricolmi di libri però si fermò sorpresa. Lui era lì, Rumple era seduto a un piccolo tavolo e stava accarezzando il libro che lei stava leggendo quel pomeriggio.

Quando il folletto si accorse della luce si girò e, vedendo la ragazza che lo fissava con la bocca aperta, sussultò e per poco non cadde, mandando all'aria il libro.

“Che ci fai qui a quest'ora?!” urlò più per lo spavento di esser stato colto in flagrante che per rabbia.

“Vi stavo cercando.” disse lei tranquilla.

Lui si alzò e le si avvicinò. Per mascherare il fiato corto le girò intorno osservandola.

“Come mai il mantello dearie? Stavi tentando di scappare vero?”

Belle sorrise e gli si parò di fronte. Lui fu sorpreso da quel sorriso.

“No. Sapete che serata è questa?”

“Certo, è la serata in cui ti punirò per aver tentato la fuga in maniera così...sciocca. Dimmi la verità, volevi portare via qualche libro” sibilò lui. Al solo pensiero che lei potesse andarsene da lui uno strana fitta lo colpiva all'altezza del petto.

“E' la notte di san Lorenzo! Cadono le stelle cadenti, non lo sapevate? A palazzo non potevo unirmi al popolo nella piazzia o nella radura ma uscivo di soppiatto sul grande terrazzo della stanza di mia madre e rimanevo lì.”

Rumple si morse le labbra. Dove aveva intenzione di andare a parare? Voleva forse impietosirlo con la storia di sua madre?

“E quindi dearie?”

“E quindi volevo uscire a vedere le stelle. Avete un giardino così bello, sarebbe un'occasione sprecata.”

“Ah! E quindi mi state chiedendo il permesso di uscire?”

“No” rispose ferma Belle, divertita “Non vi sto chiedendo il permesso. Vi sto invitando a unirvi a me.”

Rumple rimase interdetto. Nessuno l'aveva mai invitato a fare niente che non fosse un accordo, o uno scontro.

Belle aspettò la risposta del Signore Oscuro e vedendo che lui tentennava gli si avvicinò e lo prese per mano.

“Andiamo, un po' d'aria autunnale non vi farà male. E poi potrete esprimere un desiderio!”

“Un desiderio?” balbettò lui confuso dal dolce tocco di lei “Che me ne faccio se ho la magia? Non mi serve aspettare una stella, se voglio che qualcosa si avveri basta che agiti la mia mano e...”

Ma Belle non demorse e gli prese anche l'altra mano che lui stava sventolando in mano.

“E per una volta non potreste lasciare che sia qualcun altro a rendere le cose più...magiche?”

Rumple rimase fermò a fissare la giovane che aveva di fronte e che gli stava stringendo le mani.

Belle sorrise, sapendo che per quella volta, anche per quella volta, l'aveva avuto vinta.

Si incamminò verso il grande portone di ingresso quando lui, sempre tenendola per mano si fermò.

“Ma come? Non andiamo fuori?”

Lui le fece un cenno con la testa e la trascinò dalla parte opposta.

Lei pensò che Rumple avesse già cambiato idea e, delusa, si lasciò guidare. L'avrebbe di nuovo rinchiusa in quella scura e umida cella.

Arrivarono in una parte del castello che lei non ricordava e, con un gesto della mano, Rumple fece apparire una porta a vetri che dava su una terrazza molto grande.

Si staccò da lei e aprendole le porte si inchinò leggermente per farla passare.

Belle si ritrovò in una terrazza molto grande e piena di rose rampicanti ai muri del castello e ai pioli della ringhiera.

“Ma questo posto...”

“Ti prometto dearie che è l'ultima magia per questa sera. Da adesso lasceremo che ci sia solo quella delle tue magiche stelle cadenti.”

Rimasero lì e ogni volta che Belle ne vedeva una le si illuminavano gli occhi.

Verso le due di mattina, si ritrovarono seduti per terra, l'uno attaccata all'altra. Rumple non stava nemmeno più guardando il cielo. Si sentiva così strano. Il contatto con il braccio nudo di Belle gli creava un'insolita sensazione alla bocca dello stomaco e il suo cuore aveva accellerrato.

Di colpo sentì la pelle d'oca della ragazza che venne scossa un grosso brivido. Il vento autunnale si stava facendo sentire.

“Hai freddo dearie?” chiese lui guardandola.

“No, no” si affrettò lei. Ma, visto che lui la stava fissando non troppo convinto, confessò “Magari un po'.”

Rumple fece per agitare la mano così da far comparire uno scialle ma lei lo fermò.

“Avevate detto che non avreste usato la magia questa notte. Era prevista solo quella delle stelle.”

Rumple sorrise e scosse la testa.

“Allora dovrai morire di freddo. Ma bada bene dearie, non voglio perdere per assideramento la mia governante.”

“Non sarà necessario” disse lei alzandogli un braccio e mettendoselo dietro la schiena. Si strinse a lui e Rumple, dopo un attimo di immobilità, la strinse ancora più a sé.

“E poi che me ne farei di tutti quei libri?” disse lui osservando un leggero rossore sulle gote di lei.

Proprio in quel momento passò una stella cadente ma a lui non importava. Il suo desiderio si era appena avverato.


 

“Belle, amore, svegliati” Gold scosse la sua compagna a letto.

“No Rumple, ancora cinque minuti dai...” mormorò lei nel sonno.

“Amore mio, non è mattina. Alzati ti prego. È importante.”

A quelle parole Belle aprì gli occhi pensando che fosse successo qualcosa. Gold era seduto sul letto ed era vestito.

“Che succede?” chiese lei togliendosi un po' di bava dalla guancia.

“Andiamo dearie, se no ci perdiamo tutto.” disse lui prendendola per mano e trascinandola giù per le scale e fuori in pigiama.

“Rumple ma che sta suc...” non riuscì a finire la frase. Sulla loro veranda c'era una panca a dondola e lì vicino erano sistemati vari vasi di rose rosse.

“E' la notte di San Lorenzo, e potremmo 'battezzare' così la nostra veranda.”

Belle lasciò che Gold la facesse sedere accanto a sé e rimasero lì con il naso all'insù.

“Me ne ero completamente dimenticata.” mormorò lei senza staccare gli occhi dal cielo, nella speranza di vedere una piccola luce in movimento.

“Lo so, ma non fa niente. Hai avuto un sacco di lavoro questa settimana, eri esausta. Io però non potrei mai dimenticarmene.”

“E perchè?” fece lei voltandosi a guardarlo.

“Perchè quella sera ho scoperto che anche le stelle sono magiche. Il mio desiderio si era avverto.” disse lui accarezzandole la mano.

“E che desiderio era?”

Lui sorrise e alzando il braccio la strinse a sé come aveva fatto la stessa notte di molti anni prima.

Belle sorrise, capendo tutto. Avvicinò le sue labbra a quelle di lui quando di colpo vide una stella cadente in cielo. Si alzò di colpo e si sporse dalla ringhiera per vederla meglio.

Gold scosse la testa e le si avvicinò.

“Hai espresso un desiderio dearie?”

Belle sorrise guardando in basso, sul suo corpo, all'altezza del ventre.

“Si, e tu?”

Gold annuì. Le si avvicinò e le sussurrò ad un orecchio “Si, e si sta per avverare”.

La prese per la vita e la fece voltare verso di sè così da ritrovarsi faccia a faccia. La strinse a sé e senza allentare la presa, prontamente ricambiata da Belle, la baciò con tutta la passione e l'amore che gli traboccava dal cuore.





Note dell'Autrice
Sono tornata coi miei due adorati piccioncini, e l'ho fatto di nuovo con un parallellismo. Di solito non lo faccio e invece con questa raccolta mi è venuto quasi spontaneo. Devo confessare che mi è servito per far venir fuori il carattere forte di Belle, chi inviterebbe mai la Bestia, il Signore Oscuro a vedere le stelle cadenti con lui?
Forse avrei dovuto far uscire questo capitolo la notte del 10 ma prendetela comunque per buona, l'idea per allora nemmeno esisteva. E poi...meglio tardi che mai no?
Spero sia abbastanza fluff per i vostri gusti, il mio limite per il fluff ormai è molto sfumato e non so dove potrei giungere. Detto questo spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto e che non vi abbia deluso. In ogni caso vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, così da poter correggere il tiro in caso di fiasco clamoroso.
E ora passiamo ai ringraziamenti:
- un grazie a Euridice100 e a Elema per aver recensito i capitoli precedenti. Non sapete quanto sia importante per me sapere se e cosa vi è piaciuto. Grazie!
-un grazie a elly_didyme_volturi per aver inserito questa raccolta tra i preferiti, ne sono così felice che non so esprimertelo.
-un altro grazie a AthenaKB, Elema, Emyscarano
 pepper snixx heat e a Pixer per averla inserita tra le seguite. Spero che continuare a seguirla possa non deludervi mai.
-e un ultimo grazie, grande grazie, a tutti coloro che hanno letto, nella speranza che vi sia piaciuto.
E infine alla prossima, alla SwanQueen!

 

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Capitolo 4
*** Morsi d'amore - Offerta di pace ***


Autore: Chrystal_93
Fandom: Once Upon A Time
Titolo della fanfiction: Autumn in love
Titolo del capitolo: Morsi d'amore
Personaggi: Emma Swan, Regina Mills  (comparsa di Signor Gold)
Genere: Fluff, romantico, slice of life
Rating: Giallo.
Tabella: Autunno
Prompt: Offerta di pace
Disclaimer: “Personaggi, luoghi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Edward Kitsis e Adam Horowitz che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Once Upon A Time, appartengono solo a me.”
Note: questa fan fiction partecipa alla "Fluff Fest Challenge" indetta da Kim_92.
 
 

Autumn in love

 

Morsi d'amore
 

Emma era seduta alla sua scrivania, nell'ufficio dello sceriffo, e continuava a tamburellare sul tavolo con la matita. Si passava una mano fra i capelli, sbuffava, spostava fogli ma niente riusciva a distrarla.

Era il loro primo anniversario insieme e non sapeva assolutamente cosa farle per regalo.

Un maglione? Troppo scontato e probabilmente non le sarebbe piaciuto. Era innegabile che si vestiva molto diversamente da lei e sicuramente, molto meno elegantemente.

Un gioiello? Troppo banale.

Henry le aveva detto che i regali più belli sono quelli più semplici, che proprio per la loro semplicità sono inaspettati e meravigliosi.

Ma Regina non era una donna semplice, non lo era mai stata e probabilmente non lo sarebbe stata mai.

Se persino quando andavano a fare la spesa assieme, al piccolo market della città, si mettevano a discutere per mezz'ora su quale dentifricio comprare o su quante calorie avessero le patatine che lei voleva portare a casa per insudiciare e ungere tutto il divano.

Le avrebbe volentieri preparato una cena con le sue mani, ma era Regina quella brava a cucinare, tanto brava e perfezionista che non le lasciava neanche spremere due arance la mattina.

“Che donna impossibile” sbuffò ad alta voce allontanandosi con una spinta dalla scrivania.

“E' sempre dura la vita coniugale con le regine.” la sorprese una voce.

Emma alzò lo sguardo e vide di fronte a sé, in piedi, e in perfetto completo nero, il signor Gold.

“Già, si...be'” disse riavvicinandosi alla scrivania e tentando di raccogliere i fogli sparsi qua e là.

“Che cosa la porta qui signor Gold? Se non fosse felicemente sposato con Belle direi che ha minacciato pesantemente qualcuno e che questo ha deciso di dar fuoco alla sua auto. Ma vista l'influenza che sua moglie ha su di lei ne dubito.”

“Infatti, sono un uomo nuovo, migliore.” disse sorridente e sedendosi fissò la fede che portava al dito. “Non ho trovato sua madre e così tanto valeva dirglielo a lei. Belle alla fine ha deciso di mettere un piccolo stand di libri alla fiera.”

“A si, la fiera” Sua madre era l'organizzatrice di quell'evento ed era una settimana buona che trotterellava in giro per cercare di far quadrare tutto. “Glielo riferirò. Ma non sarà pesante per Belle?”

Gold fece un sorriso tirato e scosse la testa. “Potrebbe ma mia moglie è estremamente testarda. E se di mezzo ci sono le cause perse o i libri non molla la presa. E in ogni caso ci sarò anche io, lei starà seduta tutto il tempo, farò montare una tenda perchè non arrivi il sole e trasporterò tutti gli scatoloni io stesso.”

Belle sorrise. Aveva già visto parecchie litigate tra i due. Belle però, nonostante il pancione, non voleva stare a sentire il marito e non si fermava neanche un attimo.

“D'accordo, allora mia madre sarà molto felice. Se non c'è altro mi saluti Belle, e gli dica di fare un salto a casa. Henry impazzisce all'idea di poter sentire sua zia scalciare.”

Gold sorrise e si alzò. Quando ormai era sulla porta si girò: “C'è un bellissimo campo, proprio vicino a quello dove tempo fa avevate piantato i fagioli magici”.

Emma lo guardò con aria sospetta. “E con questo cosa vorrebbe dire?”

Lui mosse le mani come soleva fare quand'era il Signore Oscuro e aggiunse “Se fossi in lei andrei a darci un'occhiata".

 

Quel pomeriggio Emma chiamò Regina chiedendole di andare lei a prendere Henry a scuola.

Si stava aggirando nel luogo indicatogli da Gold e non vide niente. Si girò in direzione della macchina pronta a ripartire quando un nitrito la fermò.

Un bellissimo cavallo marrone era a pochi metri da lei, nel campo.

“E tu chi sei?” chiese avvicinandosi. Il cavallo si lasciò accarezzare abbassando il muso all'altezza della sua mano tesa.

In quel momento la donna si ricordò di ciò che c'era scritto sul libro di Henry e sorridendo disse all'animale “Sai bello, penso di aver trovato il regalo giusto.”

 

“Swan perchè sono nella tua piccola macchina gialla, la sera del nostro anniversario e siamo in mezzo al nulla?”

Emma strinse il volante. “Non siamo in mezzo al nulla.”

“Dipende dai punti di vista cara” disse acida lei.

Dopo poco arrivarono a destinazione.

Erano le cinque e mezza ed essendo l'inizio di autunno la luce cominciava a calare.

“Eccoci, scendiamo qui.”

Regina scese prendendo con fatica dal sedile posteriore il cestino da picnic che si era portata dietro, su suggerimento di Emma.

Si avvicinò alla compagna che era ferma sul ciglio della strada, dandole le spalle.

Emma avanzò nel prato e girandosi le porse una mano.

“Che cosa ti fa pensare che voglia festeggiare affondando i miei nuovi stivali in un misto di... erba, fango e insetti?”

Ad Emma cadde la mano. Possibile che ogni volta facesse così?

“Ehi ma non eri tu quella cresciuta in un mondo dove non c'erano le strade asfaltate?” la rimbeccò.

“Si ma io usavo la carrozza e camminavo nel mio castello. E nel castello di tua madre.” disse alzando il mento.

Emma sospirò “E non puoi fare un'eccezione per una volta? E poi perchè diamine ti sei messa quei dannatissimi stiv...” Non fece in tempo a finire la frase che Regina aveva spalancato la bocca e l'aveva tranquillamente superata avanzando nel campo.

Emma si girò e vide che si stava avvicinando al cavallo.

“E lui? Da dove sbuca?”

Emma le si avvicinò e abbracciandola per dietro appoggiò la sua testa sulla spalla di lei.

“Sai mi sono ricordata che ami cavalcare. Ma non è per questo che ti ho portata qui”. Regina si girò e le due si presero le mani guardandosi negli occhi.

“Ho letto sul libro di nostro figlio l'incontro tra te e mia madre.” Regina abbassò lo sguardo pensando che quell'incontro, caldamente voluto e causato da sua madre Cora, era stato l'origine di tutti i suoi mali.

Emma lo notò e avvicinandosi le diede un leggero bacio sulle labbra.

“Se tu non l'avessi salvata, se le vostre vite non si fossero incrociate io e te non saremmo qui. E io non potrei festeggiare il primo di altri meravigliosi anni con l'amore della mia vita.”

Regina sorrise, concedendole uno di quei sorrisi sinceri e pieni d'amore e di commozione che le aveva mostrato ben poche volte.

“Emma tutto questo è...”

Emma questa volta annullò le distanze tra i loro corpi e dopo averla baciata la tenne stretta a sé.

“Buon anniversario Regina. Ti amo” le sussurrò prima di baciarle un orecchio.

Regina la strinse forte e affondò le mani tra i capelli biondi di lei, perdendosi nel loro profumo.

“Ti amo anche io, sceriffo Swan” disse ridendo.

Fu Emma a porre fine al loro abbraccio, con un non così celato fastidio di Regina.

“Be' che aspetti? Vuole fare aspettare il suo destriero signor sindaco?”

Regina sorrise e in men che non si dica balzò in sella.

“Vuoi salire?”

“No, direi che preferisco guardarti”

“Non sa cosa si perde sceriffo” disse dando un leggero colpo coi talloni ai fianchi dell'animale che partì subito al galoppo.

Emma sistemò una coperta per terra, in un punto in cui l'erba era più bassa e meno incolta e mise al centro di esso un cestino. Si sedette e rimase a osservare la sua compagna che galoppava, felice come poche l'aveva vista, come se fosse tornata bambina.

Quando Regina si avvicinò e scese da cavallo cominciarono a cenare.

“Dobbiamo sbrigarci prima che tramonti il sole. E poi comincia a fare freddo, ormai l'autunno ha preso il sopravvento” fece Emma con l'intento di andarsene.

“Aspetta un secondo, ho una cosa per te.”

Tirò fuori alcuni oggetti avvolti in fazzoletti di carta.

“E questi cosa sono?”

Regina gliene porse uno. “Sono un'offerta di pace. Prima ti ho trattata male e devo dire che è da una settimana che sono nervosa, e me la sono presa con te, ingiustamente.”

Regina era stata particolarmente intrattabile a causa della fiera che sua madre stava organizzando e che le stava creando un sacco di problemi logistici e burocratici e così negli ultimi giorni avevano litigato più spesso di quanto normalmente facevano, un paio di volte persino in pubblico, senza curarsi dei cittadini che le fissavano.

“Mi stai forse chiedendo scusa?”

Regina roteò gli occhi. “Una regina non chiede mai scusa.”

Emma sospirò rumorosamente, apposta. Aprì il fazzoletto e vi trovò una tortina alle mele.

“E questa la chiami offerti di pace? Proprio con le mele”

Regina strabuzzò gli occhi e con quel gesto le fece capire di non discutere di più.

“Mmh, ok, va bene la assaggio.” Regina era rimasta a fissarla, morso dopo morso, in attesa.

“Ma perchè mi stai fissando?” disse Emma con la bocca piena “E perchè non la mangi anche... ahia!” esclamò. I suoi incisivi si erano scontrati con qualcosa di duro.

Guardò meglio il dolce e vide che, da dentro di esso, compariva un pezzo di metallo.

Lo estrasse e si ritrovò con in mano un anello. Alzò lo sguardo verso Regina, incapace di chiudere la bocca che, per la sorpresa, era rimasta aperta.

“Una regina non chiede mai perdono. Ma questa regina ti chiede di diventare sua moglie.”

Emma spalancò ancora di più la bocca.

“Emma Swan, mi vuoi sposare?”


 

Erano le due di notte ormai e nessuna delle due stava dormendo. Erano distese, l'una accanto all'altra, senza vestiti e abbracciate strette, ascoltando il ritmo dei rispettivi cuori.

Emma cominciò ad accarezzare il braccio della compagna, giungendo fino ai fianchi.

“Swan” disse Regina spezzando il dolce silenzio che sino a prima regnava. “Non è che mi sposi per il mio titolo vero?”

Emma alzò lo sguardo e vide la sua dolce metà sorridere beffarda.

“No” rispose e la baciò teneramente sulle labbra “Ti sposo per la tua incredibile umiltà.” Poi, prima di morderle giocosamente il labbro inferiore aggiunse, con un sorriso divertito “E per la tua infinita e splendida collezione di stivali griffati.”




Note dell'Autrice
Ho aspettato un po' per postare questo.  Il 95% è perchè volevo aspettare che tutti avessero la possibilità di leggere con tutta calma il capitolo precedente, o gli altri capitoli; il 5% è perchè questa è la prima SwanQueen in cui mi avvenuturo. Non essendo molto ferrata ho paura ancora adesso, che mi accingo a postarla, che sia venuta una schifezza. Dovevo farla fluff e dovevo rispettare il prompt ma non è questo il problema. Perciò spero di esser stata credibile tra le due, ma questo dovrete dirmelo voi, soprattutto chi è fan di questa stratopica (si dai, citiamo Geronimo Stilton) coppia. All'inizio non mi fermavo nemmeno a leggere ff su di loro e poi... poi quando l'ho fatto mi hanno preso. Pensavo non fossero credibili e invece una parte di me vorrebbe tanto vederle insieme nella serie. Pensate che risate ci faremo. Accetterei più volentieri i pochi momenti Rumbelle se potessi vedere meno Charmings e più loro due. Avrei i crampi allo stomaco probabilmente dalle loro battute. Ma non sucedderà quindi mi fermo a desiderare di leggerle.
Ecco, un altro papiro. Allora per sbrigarci vi esorto a dirmi cosa ne pensate, qualunque cosa, seriamente.
Ora passiamo ai ringraziamenti!
-un grazie a seasonoflove, AthenaKB, Elema, Euridice100, elly_didyme_volturi per aver recensito il capitolo (ed anche gli altri) precedente. Ehi, siete come un'oasi in mezzo al deserto!
-un grazie a elly_didyme_volturi per averla inserita tra i preferiti. Che dire? Grazie di cuore!
-un grazie anche a AthenaKB, Elema, Emyscarano, pepper snixx heat, Pixer, Rumple_bumple per aver messo questa raccolta tra le seguite. Spero che questa one shot non ve la faccia togliere xD
-e un grazie non meno importante e non meno grande a tutti coloro che sono passati e hanno letto, anche senza apprezzare. Grazie!

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Capitolo 5
*** Una caduta già vista - Equilibrio ***


Autore: Chrystal_93
Fandom: Once Upon A Time
Titolo della fanfiction: Autumn in love
Titolo del capitolo: Una caduta già vista
Personaggi: Belle, Signor Gold
Genere: Fluff, romantico, slice of life
Rating: Verde.
Tabella: Autunno
Prompt: Equilibrio
Disclaimer: “Personaggi, luoghi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Edward Kitsis e Adam Horowitz che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Once Upon A Time, appartengono solo a me.”
Note: questa fan fiction partecipa alla "Fluff Fest Challenge" indetta da Kim_92.
 
 

Autumn in love

 

Una caduta già vista

 

Era praticamente impossibile associare il termine equilibrio a Belle. E non per il fatto che era stata rinchiusa 28 anni in manicomio, piuttosto per tutte le volte in cui faceva cadere oggetti, incespicava e si impigliava coi proprio vestiti in qualche angolo.

Anche quella sera aveva qualche problema a stare in piedi sui tacchi alti che aveva voluto indossare per l'appuntamento con Rumple.

Erano appena stati a mangiare da Granny e stavano facendo una passeggiata, ma lei continuava a oscillare dovendo appigliarsi al braccio di Rumple.

“Dearie, non mi dispiace che tu mi stringa così, ma non era meglio se sceglievi altre scarpe?”

Belle sbuffò e si strinse di più nel cappotto. Il vento autunnale cominciava a farsi sentire.

“Li ho messi per te, signor brontolone.”

“Ma Belle, lo sai che mi piaci anche di prima mattina, quando sei spettinata, senza trucco e sbadigli come quegli ippopotami che mi ha fatto vedere nel documentario in televisione.”

Belle diede un pugno sulla spalla dell'uomo.

“Eppure non mi sembra che ti lamenti quando ti do il bacio del buongiorno”

“Infatti, ho detto che mi piaci anche allora” sorrise sornione lui.

“Be' sappi che li ho messi solo per essere alta quanto te così per baciarmi -cosa che molto probabilmente non farai stasera, te lo assicuro- non dovevi piegare troppo il tuo ginocchio abbassandoti verso di me.”

Gold sorrise e cinse con un braccio la vita di Belle stringendola a sé.

Continuarono a passeggiare silenziosamente fino al parco.

“Forse ci siamo spinti un po' troppo in là” fece Gold guardandosi in giro.

“Ma no Rumple, è presto.” disse togliendosi i tacchi.

“Che stai facendo dearie?”

Belle si issò su un muretto e si mise a camminare come un funambolo.

Gold le si avvicinò preoccupato.

“Ti prego Belle fai attenzione”

“Ma non è molto alto! E poi è una serata così bella. Vieni quassù con me” disse porgendogli una mano.

“Mi piacerebbe molto tesoro, ma” e indicò il suo ginocchio “sarebbe arduo per me anche solo salire”.

Belle si accucciò con una faccia dispiaciuta.

Lui le accarezzò una ricciolo di capelli ribelli. “E poi anche stare quaggiù ha i suoi vantaggi”

Belle sorrise sorpresa e si alzò di scatto avanzando.

Gold rise e si affrettò a raggiungere la ragazza.

“Guarda che luna Rumple!” disse lei alzando gli occhi al cielo scuro.

C'era una luna piena da mozzare il fiato, ma a Gold non importava. Gli bastava osservarla riflessa negli occhi azzurri della sua Belle.

Belle rimase per un minuto buono ipnotizzata a osservare la sfera bianca in cielo e quando, con la coda dell'occhio, notò che lui era fisso con gli occhi su di lei si deconcentrò e, per dissimulare l'imbarazzo  -o dovremmo dire emozione- dipinto di rosso sulle sue gote, fece un passo in avanti ma il piede destro fallì e invece che poggiarsi sul muretto finì nel vuoto.

La giovane perse l'equilibrio e cadde ma fu prontamente presa dall'uomo.

Lei si ritrovò tra le braccia di Gold e non potè fare a meno di provare una sorta di deja-vù.

Anche se al castello lui non zoppicava l'uomo col vestito elegante che ora la stringeva a sé non sembrava averla afferrata diversamente da molti anni prima.

“Grazie” mormorò lei a pochi centimetri dal volto del suo amore.

Gold non fece cenno di volerla farla scendere a terra.

“Forse potresti fare uno strappo a ciò che avevi detto prima a proposito dei baci stasera.”

Belle sorrise e prendendo con una mano il nodo della cravatta di lui lo baciò.





Note dell'Autrice
Buongiorno a tutti! Vi ho fatto aspettare un po' rispetto al solito ma spero ne valga la pena. In realtà lo direi di più sul prossimo capitolo visto che questo l'ho riscritto per due volte, impantanandomi un po' sul momento della caduta. Ma spero che comunque vi piaccia, è una rivisitazione della famosa caduta galeotta (quanto ho adorato quella caduta e soprattutto ciò che è successo immediatamento dopo...).
Non ho da aggiungere altro e passo direttamente ai ringraziamenti.
-un grazie a Elema, Euridice100 e Celian1987 per aver recensito il capitolo precedente. Devo dirvi che vi sono molto grata. Era la mia prima SwanQueen e non so cos'avrei fatto o pensato senza i vostri giudizi. 
-un grazie sempre a elly_didyme_volturi per aver tenuto la storia tra le preferite. Spero che questo capitolo ti piaccia.
-un grazie a 
AthenaKB, Elema, Emyscarano, pepper snixx heat, Pixer, Rumple_bumple per continuare a tenere "Autumn in love" tra le seguite. E un grazie a martaxx per essersi aggiunta. Grazie, spero che con questo penultimo capitolo continuerete a seguirmi!
-e infine un grazie a tutti i lettori silenziosi. Spero che questa nuova Rumbelle non vi abbia delusi.
Alla prossima!

 

 

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Capitolo 6
*** Chi trova un libro, trova un tesoro - Sonno ***


Autore: Chrystal_93
Fandom: Once Upon A Time
Titolo della fanfiction: Autumn in love
Titolo del capitolo: Chi trova un libro, trova un tesoro
Personaggi: Belle, Signor Gold/Rumplestiltskin
Genere: Fluff, romantico, slice of life
Rating: Giallo.
Tabella: Autunno
Prompt: Sonno
Disclaimer: “Personaggi, luoghi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Edward Kitsis e Adam Horowitz che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in Once Upon A Time, appartengono solo a me.”
Note: questa fan fiction partecipa alla "Fluff Fest Challenge" indetta da Kim_92.
 
 

Autumn in love

 

Chi trova un libro, trova un tesoro

 

Fuori dalle grandi finestre del castello non si vedeva la minima luce. Rumplestiltskin fermò con una mano l'arcolaio. Doveva essere tardi, ma in fin dei conti, era difficile che dormisse più di qualche ora per notte. Dormire voleva dire essere vulnerabili e lui, in quanto Signore Oscuro non poteva essere vulnerabile. Non voleva più esserlo, lo era già stato abbastanza in passato. E quella sensazione non gli piaceva affatto.

Si diresse verso la stanza dove aveva messo il vestito di suo figlio. Solo guardandolo riusciva a sentirsi ancora uomo, come se valesse la pena vivere ancora per qualcosa.

Il suo intento però cambiò radicalmente quando scorse il bagliore di una luce venire dalla scala a chiocciola che portava alla biblioteca.

Salì e quando si ritrovò di fronte il grande spazio pieno di scaffali vide che per terra, di fianco a un piccolo divano rosso, c'era un pezzettino di candela accesa.

Sul divano invece giaceva mezza seduta Belle con un libro ancora aperto in grembo.

Si avvicinò e osservò le lebbra carnose di lei leggermente schiuse e quell'espressione così beata e così da bambina che gli fece mancare alcuni battiti.

Tentò di toglierle il libro ma si fermò, pauroso del contatto con le mani di lei.

Si fece coraggio e cercò di sfilarle il libro dalle mani ma la giovane, senza svegliarsi, lo strinse ancora di più e l'impresa risultò impossibile.

“D'accordo dearie, vedo che sei testarda anche nel sonno.”

Le si sedette accanto e si sporse per vedere di che libro si trattava. “Chissà di cosa parlerà questo libro per essere tanto prezioso.”

Stava quasi per leggere il titolo quando sentì la sua guancia sfiorare quella della ragazza.

Anche lei nel sonno sembrò accorgersi di quel contatto e mugugnando qualcosa gli si strinse contro.

Rumplestiltskin rimase di sasso e sentì che la ragazza piano piano gli stava scivolando addosso.

Tentò di reggerla ma invano. Così, senza neanche sapere come e perchè, si ritrovò disteso con lei sul divanetto.

Lei gli dava ancora le spalle ma quando lui allungo un braccio per stringerla cosicché non cadesse lei allora lasciò cadere il libro a terra e si girò verso di lui. Si ritrovarono faccia a faccia e lui sentì le labbra di Belle così vicine alle sue che dovette aggrapparsi a ogni goccia del suo autocontrollo per non annullare la distanza tra loro.

“R...Rump...” la sentì mormorare nel sonno prima di affondare la testa sul suo petto e stringersi ancora di più a lui.

Per la prima volta, dopo molto tempo, sentì che il vestito del figlio non era più l'unica cosa che lo faceva sentire un uomo, un uomo normale che poteva provare qualcosa di così piacevole.

“Belle” disse soltanto abbassando il capo e perdendosi nel profumo dei riccioli rossi di lei.

Forse per una notte, avrebbe potuto dormire anche lui, di nuovo come un uomo.


 

“Belle?” sussurrò Gold avvicinando alla ragazza che era distesa sul divano del loro salotto.

Anche quella sera si era addormenta con un libro aperto sul petto. Sorrise e si sedette sul bordo del divano.

La guardò e poi fissò le scale. Non voleva dormire senza di lei ma non era sicuro di riuscire a trasportarla indenne su per le scale.

Sospirò e rimase a fissarla. Non gli serviva il sonno se poteva bearsi di una così bella e tenera vista.

Si sporse verso di lei e osservò il libro. Gli sembrava stranamente familiare, come se l'avesse già visto tra le braccia dell'amata.

Lo accarezzò con un dito, cercando qualche indizio.

Nel farlo dovette causare un po' di pressione che sveglià Belle.

“Rumple, che fai?” disse lei con gli occhi ancora semichiusi.

“Scusami dearie, non volevo svegliarti.” disse lui ritraendo subito il braccio.

“Volevi strapparmi via il libro?” chiese, sbadigliando.

“No” disse lui drizzando la schiena “Quel libro mi sembrava familiare.”

Belle abbassò lo sguardo fissando il libro ancora aperto appoggiato sul suo seno.

“Volevo scoprire che tesoro fosse.” continuò l'uomo.

Belle lo guardò con aria interrogativa, alzandosi un po' e appoggiando la testa su un braciolo.

“Tesoro?”

“Si, lo tieni così stretto che di sicuro deve essere il tuo tesoro più grande.” disse lui sorridendo.

“Mmm” fece la ragazza. “Si è un tesoro, ogni libro lo è.” Gold continuò a sorridere guardando in basso.

“Ma non è il mio tesoro più grande.” disse drizzandosi piano a sedere. Poi accarezzandogli la cravatta gli fissò le labbra. “Rumple, sei tu il mio tesoro più grande.”

Detto questo aspettò che l'uomo tornasse a guardarla negli occhi e non appena vi colse una sorta di scintilla prese il libro che gli era scivolato in grembo e, senza tanti indugi, lo gettò lontano.

Gold aprì la bocca sorpreso e, in pochissimi secondi, si ritrovò steso sul divano con Belle sopra di lui e le loro labbra strette in un bacio senza fine.





Note dell'Autrice
Questo è l'ultimo capitolo. Non so se dirlo con gioia considerarlo un traguardo o con un po' di malinconia, perchè anche questa raccolta è finita. Fortunatamente (o no, quello dipende più da voi) non è l'ultima. E si, mi ritroverete ancora  a tormentarvi, specialmente coi Rumbelle si intende.
Ora passiamo a questa one shot. In origine avevo sviluppato il prompt "sonno" non con questa coppia (immaginare con quale penso sia abbastanza semplice), però, una volta finita, mi sono accorta che più che fluff risultava più angst così ho deciso di metterla da parte. 
Ho aspettato fino alla fine per scriverla e ho ceduto, piacevolmente, a questi due simpatici teneroni. Spero chee il risultato sia di vostro gradimento. Un'altra speranza sta nel fatto che il parallelismo, che ha fatto un po' sovrano nella coppia in questa raccolta, sia riuscito. All'inizio della raccolta avevo notato che in "Un caldo inverno insieme" non avevo quasi mai fatto accenno al mondo delle favole e pensavo che fosse per difficoltà. Scoprire invece che scriverlo mi ha divertito tantissimo è stata davvero una bella sorpresa. Quindi se è stato piacevole anche per voi leggerlo non posso che esserne felice.
Quindi...direi che posso passare ai ringraziamenti ora:
-ringrazio infinitamente Elema ed Euridice100 per aver recensito il capitolo precedente. Davvero, che farei senza di voi? E ringrazio anche 5vale5 e seasonoflove per aver recensito il capitolo SwanQueen, essendo stato il primo che ho scritto su di loro non so dirvi quanto sia stato importante sapere cosa ne pensavano i lettori.
-un grazie a tutti coloro che hanno recensito i capitoli precedenti: Elema, Euridice100, Celian1987, seasonoflove, elly_didyme_volturi, AthenaKB, 5vale5. Grazie davvero, leggere i vostri commenti ha reso ancora più piacevole postare.
-un grazie molto caloroso a elly_didyme_volturi per aver inserito "Autumn in love" nei preferiti. Se potessi ti abbraccerei per cui devi accontentarti del pensiero.
-e un grazie anche a 
AthenaKB, Elema, Emyscarano, martaxx, pepper snixx heat, Pixer e Rumple_bumple per aver messo questa raccolta tra le seguite. Spero che anche questo capitolo vi piaccia.
-infine un grazie, altrettanto importante, a tutti coloro che hanno semplicemente letto, con la speranza che sia riuscita a farvi ridere, a farvi piangere, a farvi anche urlare, perchè no? 
Ora, non mi resta che dire alla prossima (perchè ci sarà una prossima, anche se suona un po' come una minaccia) e...potere a Rumbelle!

 

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