Innamorarsi

di Svazzi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo incontro ***
Capitolo 2: *** First Kiss ***
Capitolo 3: *** Don't let me go ***
Capitolo 4: *** I love you ***
Capitolo 5: *** Give me love ***
Capitolo 6: *** Home ***
Capitolo 7: *** Sick ***



Capitolo 1
*** Il primo incontro ***


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Raccolta di one shot ispirate alla Fan Fiction “30 Days”

 

«Caroline sei pronta? Se non ti muovi non riusciamo ad andare al parco» dissi a mia sorella entrando in camera sua.
Mia madre le stava allacciando le scarpine mentre lei mi guardava entrare con quegli occhi più azzurri del cielo e le guance rosse «Mi fai i codini Claire? Dopo possiamo andare» sorrisi e mi avvicinai alla mia sorellina, presi la spazzola posata sul comodino e cominciai a pettinarle i capelli biondi, le feci due codini alti per poi lasciarle un bacio sulla testa «Ecco fatto, ora sei bellissima, andiamo?» mi prese la mano, salutò mia madre e insieme uscimmo di casa.
La brezza estiva di Dover ci colpì subito facendo svolazzare i miei capelli mentre Caroline saltellava al mio fianco facendo dondolare i codini biondi.

«Mi raccomando Caroline, io mi siedo su questa panchina, fai la brava, non parlare con gli sconosciuti e non fare la prepotente con gli altri bambini ok?» la piccola annuì lasciandomi un tenero bacio sulla guancia, le sorrisi sistemandole i codini e la lasciai andare a giocare con gli altri bambini.
Tutte le panchine erano occupate da mamme che erano intente a parlare tra di loro di come i mariti fossero poco presenti a causa del lavoro o di come i figli le facessero stressare.
Mi sedetti così sull’unica panchina dove c’era un ragazzo immerso nella lettura di un libro enorme, doveva essere un libro universitario pensai. Lo guardai per qualche secondo, era strano vedere un tipo così al parco dove c’erano i bambini a giocare sugli scivoli e sulle altalene, era vestito totalmente di nero e le sue braccia erano ricoperte di tatuaggi, non riuscivo a vedergli la faccia, dato che era chinato a leggere, ma fisicamente non era per niente male.
Tirai fuori il mio fidato libro “I passi dell’amore” di Nicholas Sparks e cominciai a leggere, con la coda dell’occhio vidi il ragazzo accanto a me girarsi per osservarmi come avevo fatto io poco prima con lui, per poi tornare a concentrarsi sul suo libro.

Non seppi quantificare il tempo passato quando Caroline corse da me con i suoi occhioni blu pieni di lacrime e un ginocchio completamente sbucciato «Claire, sono caduta » mi disse cercando di controllare i singhiozzi. La guardai nel panico, non perché non sapessi cosa fare, ma odiavo vedere la mia sorellina con una ferita «Siediti qui Caroline» la sollevai e la feci sedere sulla panchina esaminando il danno, sentirla singhiozzare e vedere il ginocchio arrossato e sbucciato stava per fare piangere anche me «Fa male Claire, brucia» singhiozzava Caroline strofinandosi gli occhi con le guance rosse e le labbra imbronciate, stavo andando nel panico.
«Ecco tesoro, vedrai che adesso passa» sentii una voce roca vicino a me e vidi il ragazzo che prima era seduto sulla panchina con un fazzoletto in mano che tamponava la ferita di Caroline. Era incredibile il contrasto tra i suoi vestiti e i suoi tatuaggi con la dolcezza con la quale stava curando il ginocchio di mia sorella, mi fermai a guardarlo mentre sentivo i singhiozzi della bambina diminuire sempre di più.
Era il ragazzo più bello che avessi mai visto, gli occhi erano così verdi da fare invidia alle foglie degli alberi, aveva un piccolo sorriso sulle labbra che erano così rosee da sembrare dipinte, l’accenno di due fossette sulle guance e i capelli un po’ scompigliati dal vento.
Riportai la mia attenzione a Caroline che ora si strofinava gli occhi, ma aveva smesso di piangere «Ecco fatto, hai visto? Il tuo ginocchio tornerà più bello di prima» disse alzandosi e sorridendo mettendo in mostra una fila di denti perfetti. 
«Caroline come si dice?» dissi a mia sorella, la mia voce uscii poco più alta di un sussurro a causa delle farfalle che avevo nello stomaco «Grazie» si sentì la voce di Caroline flebile e ancora tremante a causa dei singhiozzi.
«Mi permetti di offrire un gelato alla tua sorellina? È un peccato vedere il suo viso così triste» mi disse lo sconosciuto, sapevo che era l’ultima cosa che avrei dovuto fare, permettere ad un ragazzo sconosciuto di offrire un gelato a mia sorella, in un parco, dove apparentemente lui non aveva nessuno da controllare, ma Caroline mi guardava con i suoi occhi da cucciolo che ora erano anche lucidi per via delle lacrime, mentre quel ragazzo mi guardava con quegli occhi magnetici che sembravano volessero entrarmi nell’anima, annuii incapace di far uscire qualsiasi suono dalla mia bocca.

Vidi lo sconosciuto prendere Caroline per mano e avviarsi verso il banchetto dei gelati, mi sedetti sulla panchina e osservai come quel ragazzo vestito di nero e con le braccia piene di tatuaggi, si stava prendendo cura della mia sorellina.
Tornarono qualche minuto dopo, Caroline aveva in mano un cono più grande della sua faccia, mentre lo sconosciuto le accarezzava delicatamente i capelli, sorrisi e allungai la mano per prendere quella di Caroline «Grazie mille» dissi al ragazzo che mi sorrise facendo sciogliere il mio cuore, possibile che potesse esistere un ragazzo così bello sulla faccia della terra? «Figurati! – si abbassò al livello di Caroline – Ci vediamo presto piccolina» le lasciò un bacio sulla fronte e si allontanò lasciandomi con la bocca aperta e con lo stomaco sottosopra, avrei almeno voluto sapere il suo nome, invece lo guardai allontanarsi incapace di dire qualcosa.
Mi sentii tirare dal basso «Claire, andiamo a casa? Non ho più voglia di giocare» annuii a mia sorella e insieme ci avviammo a casa.

Appena aprii la porta di casa, vidi Caroline correre in cucina dai miei genitori, la seguii lentamente e mi sedetti al bancone della cucina «Mamma, mi sono sbucciata un ginocchio, ma un ragazzo è stato gentilissimo e mi ha curato, poi mi ha anche offerto un gelato gigante» disse felice come se fosse il suo compleanno, mia madre mi guardò un po’ storta, ma non disse niente, fu mio padre a parlare per lei « Claire, hai permesso che uno sconosciuto offrisse un gelato a tua sorella?» sbuffai, perché Caroline doveva sempre raccontare tutto quello che le succedeva? Poi non le era successo niente, perché prendersela così tanto con me?
«Papà ero lì anche io, non ho lasciato che si allontanasse, e poi era un ragazzo che avrà avuto la mia età, non un vecchio maniaco, sta’ tranquillo» mio padre era eccessivamente protettivo nei confronti delle sue figlie, come se non sapessi badare a me stessa, avevo 19 anni, quasi 20, non ero una bambina e sapevo prendermi cura della mia sorellina «Sta’ più attenta la prossima volta» disse tornando con l’attenzione sul giornale che aveva in mano, alzai gli occhi al cielo «Vado in camera mia, chiamatemi quando la cena è pronta» mi alzai e corsi al piano di sopra, chiusi la porta dietro di me e andai alla mia scrivania.
Tirai fuori le mie matite e i miei fogli e cominciai a disegnare.
Non volevo assolutamente dimenticare il volto perfetto del ragazzo che avevo visto al parco, volevo disegnarlo ora che ce l’avevo in mente fresco, avrei voluto anche ricordarmi tutti i dettagli dei suoi tatuaggi, ma non ero stata abbastanza attenta.
Sperai di riuscire a disegnare alla perfezione tutti i dettagli che ero riuscita a cogliere guardandolo per quei pochi minuti, certo nemmeno Raffaello avrebbe potuto raffigurare alla perfezione un ragazzo così bello, ma avevo bisogno di disegnarlo perché con ogni probabilità non l’avrei mai più rivisto.

Finii il mio disegno quando ormai era notte fonda, interrompendomi solo per andare a mangiare, lo conservai nella mia cartelletta facendo particolare attenzione a non sgualcirlo, quel disegno era l’unico modo che avevo per guardarlo quando volevo.
Sarei tornata in quel parco, sarei tornata a cercarlo perché sentivo che era un ragazzo speciale.

 

Eccomi tornata con la prima shot, come potevo non cominciare con il primo incontro?
Le shot, con ogni probabilità, saranno tutte raccontate dal punto di vista di Claire.
Spero che non vi deludano e che vi piacciano tanto quanto vi è piaciuta la storia originale!
Molti di voi mi hanno scritto in chat privata o su Twitter e volevo farvi sapere che questa cosa mi riempie il cuore di gioia, siete gentilissimi!!
Per ora ho scritto 6 shot, non so quante saranno e non so con quanta frequenza verranno pubblicate!
Intanto vi lascio i miei contatti
Facebook:
 Sil Efp
Twitter:
 ImSil__
Ask:
 Rupert__

E faccio un po’ di pubblicità alla mia long
 “The Neighbor
e ad una shot che ho postato ieri Black Keys
Un bacio
Sil

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Capitolo 2
*** First Kiss ***


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Cosa stai facendo? –H

Lessi il messaggio e un sorriso spontaneo si formò sul mio volto senza che riuscissi a fermarlo. Trovavo veramente buffo il fatto che sentisse il bisogno di firmarsi con quella stupida H in ogni messaggio, sapevo che era lui, conoscevo il suo numero a memoria ormai

Ho appena finito di leggere un libro.

Digitai velocemente la risposta e tornai con l’attenzione al libro che avevo appena finito; Virginia Woolf era una delle mie scrittrici preferite

Che libro hai letto? –H

Il cellulare non ci mise molto a vibrare, le risposte di Harry erano sempre veloci ad arrivare

“The lighthouse” di Virginia Woolf, mi piacerebbe davvero visitare un faro.

Lasciai il telefono vicino a me e mi sdraiai sul letto. Chiusi gli occhi cercando di rilassarmi, ma tutto quello che riuscivo a vedere era il bellissimo volto di Harry e i suoi occhi che mi perforavano l’anima.
Uscivamo da un paio di settimane e io ero completamente presa da lui, lo sognavo la notte, lo disegnavo, lo associavo ad ogni protagonista maschile dei libri che leggevo; era ovunque per me.
Non mi resi conto che il tempo era passato e la risposta di Harry non era ancora arrivata, presi il cellulare preoccupata pronta a chiamarlo, ma subito questo si illuminò

Scendi –H

 Con il cuore in gola corsi giù dalle scale, fortunatamente ero sola in casa e non mi sarei dovuta inventare nessuna scusa per i miei.
«Ciao bellissima» mi disse appena lo raggiunsi in giardino «Harry, che ci fai qui?» sorrise come solo lui sapeva fare, facendomi sciogliere il cuore e facendo fare le capriole al mio stomaco.
«Ti porto al faro» alzò le spalle come se quello che aveva appena detto fosse la cosa più normale del mondo «Al faro?» chiesi stupita. Annuì con gli occhi luminosi e le fossette ben scavate sulle guance «Harry sta per piovere» guardai il cielo dove le nuvole cariche di pioggia minacciavano di scoppiare da un momento all’altro «Avanti, proviamoci, se inizierà a piovere ci bagneremo, chi ha paura di un po’ d’acqua?» disse con naturalezza.
Come si poteva dire di no a quel ragazzo più bello del sole che mi guardava come mi guardava Caroline quando voleva un cupcake «Sei completamente pazzo» scossi la testa ridendo.
«Volevi vedere un faro no? Ti porterò ovunque vorrai andare» mi prese la mano, i polmoni si bloccarono istantaneamente impedendomi di respirare, il suo tocco aveva accelerato la circolazione del sangue che ora era affluito alle guance «Forza, andiamo».

Camminavamo lungo il molo mano nella mano, la sua risata riempiva il mio cuore di gioia e illuminava i suoi occhi.
Eravamo quasi arrivati quando le gocce di pioggia cominciarono a colpirci sempre più velocemente costringendoci a correre per trovare un riparo.
La sua mano era ancora stretta nella mia mentre mi trascinava per la spiaggia e per il molo. Sentivo le gambe stanche, ma in quel momento non mi importava perché lui era lì con me e mi stringeva la mano come se avesse paura di perdermi.
Ci fermammo sotto un balcone, al riparo dalle gocce prepotenti che non cessavano di battere sull’asfalto.

Harry era davanti a me, i capelli appiccicati al viso, le guance arrossate per lo sforzo e le labbra semichiuse mentre cercava di riprendere fiato e mi guardava, mi guardava con quegli occhi magnetici e trasparenti, mi guardava facendomi sentire nuda e indifesa, mi guardava impedendomi di respirare regolarmente e impedendo al mio cuore di tornare al suo battito ideale.
In un attimo, le sue mani furono sulle mie guance e le sue labbra sulle mie.
Tutto si fermò in quel momento, c’erano solo le sue labbra, delle quali sentivo il sapore per la prima volta, e le sue mani che infiammavano le mie guance.
Non c’era niente, c’era solo Harry, con il suo tocco delicato e il suo bacio al sapore di menta.
Interruppe il bacio facendomi sentire improvvisamente vuota, come se all’improvviso mi mancasse un organo o un arto, ma appoggiò la fronte sulla mia e i nostri occhi si fusero insieme creando un bellissimo miscuglio di azzurro e verde.
Rimase a guardarmi come se avesse davanti l’oggetto più prezioso che avesse mai visto.
Mi sorrise e chiuse gli occhi per qualche istante, mi prese la mano di nuovo «Andiamo a casa» disse prima di ricominciare a correre sotto la pioggia.

Ecco la seconda shot, lo so che vi ho fatto aspettare un sacco! Ecco il primo bacio di Harry e Claire, personalmente questa shot non mi piace molto ma spero che a voi sia piaciuta!
Grazie per aver aggiunto la storia tra preferite/seguite/ricordate e grazie per le recensioni!
Non so quando posterò la terza, ma cercherò di essere veloce ve lo prometto!
Vi lascio i miei contatti, scrivetemi per qualsiasi cosa!
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Vi invito a seguire la mia long  “The Neighbor e la long di  Ladyme che si intitola  “Il me dit…

Un bacio e alla prossima
Sil

 

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Capitolo 3
*** Don't let me go ***


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Mi guardai allo specchio per l’ennesima volta, non riuscivo a trovare nulla di adatto per quella serata.
Harry mi aveva invitato a questa festa a casa di un suo amico.
Non mi aveva ancora presentato nessuno dei suoi amici, diceva che la sua compagnia non faceva per me, ma dopo che i miei avevano scoperto che uscivamo insieme si era deciso a mostrarmi al mondo intero.
Mio padre non aveva preso per niente bene la notizia, avevo persino litigato con Harry, pensavo che sarebbe finita. Papà aveva visto Harry aspettarmi in giardino ed era scoppiato il putiferio, Harry aveva insultato mio padre e io non sapevo più cosa fare, non sapevo da che parte stare.
Harry aveva offeso mio padre e non riuscivo ad accettarlo,gli avevo chiesto di andarsene e mi ero chiusa in camera.
Sapevo che mi stava osservando perché avevo lasciato le tende aperte, piangevo sul letto senza riuscire a fermarmi, il giorno dopo si presentò a casa con delle orchidee e allora capii che non potevo lasciarlo andare.

Sbuffai trovando insulso anche quel vestito a fiori, volevo essere bella, avrei conosciuto tutti gli amici di Harry, non potevo fargli fare brutta figura.
 Tornai nell’armadio decisa a trovare qualcosa di decente da mettere e, alla fine optai per un tubino rosa pallido che faceva risaltare particolarmente i miei capelli rossi.
Avrei comunque sfigurato di fianco ad Harry. Uscivamo insieme da più di un mese, ma ogni volta era come vederlo per la prima volta. Non ero ancora riuscita ad abituarmi alla profondità dei suoi occhi, alle sue fossette, al suo ridicolo modo di vestire, ma più di tutto alla sua voce roca e profonda in grado di farmi andare in confusione anche solo con un  sussurro.
Sentii il campanello suonare, mi precipitai giù dalle scale e aprii la porta in un lampo. Il bello di aver detto ai miei genitori che uscivo con Harry era che potevo non inventarmi più nessuna scusa «Ciao Harry» dissi con il fiatone, avevo rischiato di rompermi una caviglia scendendo le scale così velocemente con i tacchi, seppur non troppo alti.
«Ciao Claire» mi diede un bacio all’angolo della bocca facendo accelerare ancora di più i battiti del mio cuore, mi sarebbe venuto un infarto un giorno di questi «Prendo la borsa e andiamo».

Il viaggio in macchina non era stato particolarmente lungo, ma era stato abbastanza imbarazzante a causa del silenzio.
Sapevo che Harry era turbato, aveva le sopracciglia aggrottate e si passava in continuazione la mano fra i capelli, disordinandoli ancora di più.
Scendemmo dalla macchina dopo aver parcheggiato, gli presi la mano stringendola appena per attirare la sua attenzione e i suoi occhi trasparenti si fermarono su di me.
 «È tutto a posto?» chiesi sorridendogli, lui annuii «Si, solo che è la prima volta che presento una ragazza al gruppo, o meglio, è la prima volta che presento una ragazza come la mia ragazza al gruppo».
Mi bloccai sul posto a quelle parole, la sua ragazza? È vero, uscivamo da più di un mese, ci comportavamo come qualsiasi coppia normale, ma nessuno aveva mai specificato che eravamo insieme e, nonostante lo desiderassi con tutto il cuore, avevo paura di chiedere ad Harry cosa eravamo esattamente, perché non sapevo se per lui era una cosa seria.
«C’è qualcosa che non va?» mi chiese preoccupato del mio improvviso cambio d’umore «Hai detto che sono la tua ragazza».
Lo vidi aprire la bocca in un espressione stupita, boccheggiò per qualche secondo cercando di trovare le parole giuste da dire, si grattò la nuca imbarazzato e inizio a balbettare «Solo … solo se tu lo vuoi ecco, io non …non intendevo metterti in imbarazzo, è solo che ecco …» scossi la testa e lo zittii con un bacio, le sue labbra erano leggermente screpolate, ma avevano sempre lo stesso sapore di menta e facevano svolazzare le farfalle nello stomaco.
«Mi piace sentirtelo dire» gli sorrisi accarezzando i ricci alla base del collo, mi lasciò un tenero bacio sulla fronte e mi strinse a lui, come se potessi svanire da un momento all’altro.
«Andiamo, ci stanno aspettando dentro» disse prima di darmi un altro bacio e prendendomi di nuovo la mano.

La casa non era particolarmente affollata, mi aspettavo una festa in grande stile, invece c’erano solo una decina di persone.
Il proprietario si chiamava Niall ed era un ragazzo irlandese particolarmente socievole e rumoroso «Dove l’hai trovata Harry? Sembra uscita da un cartone animato della Disney» disse girandomi intorno e osservandomi con una birra in mano.
Ero leggermente a disagio, Harry lo guardava male mentre il biondo non faceva altro che osservarmi come se fossi una bestia allo zoo.
«Niall, hai finito?» disse scocciato il mio ragazzo, al solo pensiero di chiamarlo mio mi venne un brivido.
«Scusa amico, ma è davvero diversa da tutte le ragazze che ci hai portato, e hai detto che è la tua ragazza? – si girò verso di me – ti ha per caso pagata? Sai è da una vita che gli diciamo di trovarsi una brava ragazza e lui non fa altro che presentarci delle sgualdrine» Harry mi prese la mano spazientito e mi tirò verso di lui mettendomi poi un braccio intorno al fianco «Non ho pagato nessuno Niall, ora chiudi quella bocciaccia per favore» disse stringendomi ancora di più a sé.
Immaginavo che Harry avesse avuto parecchie ragazze, non mi stupiva, era bellissimo e sicuramente sapeva farci con le donne, ma ero rimasta comunque un po’ infastidita dal commento dell’irlandese. Quante ragazze aveva portato Harry ai suoi amici?
«Niall mi hai chiamata sgualdrina per caso?» una ragazza bionda si avvicinò e si sedette sul divano.
Era una bella ragazza, ma era eccessivamente volgare: indossava una camicetta bianca, mezza trasparente e scollata rivelando un davanzale niente male, la gonna corta metteva in evidenza le gambe magre, i capelli le ricadevano lunghi sulle spalle e aveva degli enormi occhi castani.
«Tiffany, Niall non ha tutti i torti» disse Louis, quello che Harry mi aveva presentato come suo coinquilino, sedendosi di fianco a lei.
La ragazza alzò le spalle per niente infastidita dai commenti dei ragazzi intorno a lei «Mi piace farmi guardare e farmi toccare, madre natura  mi ha dato un bel corpo, non voglio tenerlo tutto per me» rispose ammiccando ai ragazzi presenti e soffermando poi il suo sguardo su di me «Vieni Christine …»
«Claire, si chiama Claire» la interruppe Harry «Giusto, Claire, vieni con me andiamo a prendere da bere e lasciamo gli uomini alle loro chiacchiere» disse alzandosi dal divano.
Sentii la presa di Harry farsi più insistente sul mio fianco «Ci sono Jess e Amy, perché non vai da loro Tiffany? Claire non va da nessuna parte» la bionda sorrise, quel sorriso mi fece venire i brividi «Non le farò nulla Harry, stai tranquillo, le farò conoscere le altre ragazze mentre voi uomini potete parlare di calcio e tutto quello che volete».
Ci fu uno scambio di sguardi che non riuscii a capire prima che Harry mollasse la presa su di me, mi diede un bacio sulla tempia «Sta’ attenta» sussurrò prima che Tiffany mi prendesse la mano e mi trascinasse in cucina con lei.

«Come hai conosciuto Harry?»  mi chiese dopo l’ennesimo sorso di vodka, io avevo in mano una birra ancora completamente piena «Al parco, era lì a studiare mentre io badavo alla mia sorellina» annuì e bevve un altro sorso dal suo bicchiere.
Mi sembrava abbastanza innocua come ragazza, ma non riuscivo a togliermi dalla testa gli sguardi che si era scambiata con Harry e, soprattutto, mi chiedevo se quella era una delle ragazze che Harry aveva fatto conoscere al gruppo.
Quando Niall aveva dato della sgualdrina ad ogni ragazza che Harry aveva portato, lei si era sentita chiamata in causa, perché? Che rapporto c’era tra lei e Harry?
«Da quanto uscite insieme?» mi chiese risvegliandomi dai miei pensieri «Poco più di un mese» risposi sorseggiando per la prima volta quella sera la birra che avevo in mano, volevo zittire il mio cervello.
«Oh, siete già andati a letto insieme?» mi chiese con naturalezza come se mi avesse chiesto la mia età «Scusa? » sgranai gli occhi stupita dall’invadenza della domanda «Ti ho fatto una semplice domanda. Harry si stancherà di te Christine»
« Mi chiamo Claire! » alzò gli occhi al cielo «Claire, si stancherà di te, e sai chi ci sarà dopo? Ci sarò io, come sempre. Ci ha fatto conoscere tante ragazze, se l’è portate a letto, beh non tutte, qualcuna l’ha mollata prima, e poi veniva da me per soddisfare le sue voglie. Sei solo una delle tante» finì di bere dal suo bicchiere e uscì dalla cucina lasciandomi da sola con il cuore spezzato e gli occhi che pungevano.
Mi appoggiai al bancone sperando di non cadere, Harry non mi avrebbe mai fatto una cosa del genere, Harry era quel ragazzo che aveva curato il ginocchio di Caroline e le aveva comprato un gelato, non mi avrebbe usata solo per portarmi a letto.
Decisi di andare in bagno a sciacquarmi la faccia per poi tornare da lui, non avrei dovuto far entrare Tiffany nella mia testa.
Quando tornai in soggiorno per poco le gambe non cedettero, la vista cominciò ad annebbiarsi e sentii un nodo alla gola che mi impediva di respirare: Tiffany era in braccio ad Harry.
Velocemente raccattai le mie cose e scappai fuori, mio padre aveva ragione, non avrei mai dovuto fidarmi di Harry.
Mi tolsi i tacchi per camminare più velocemente, ero lontana da casa ed era tardi, ma non volevo rimanere in quella casa un minuto di più.
Quando entrambi i piedi furono liberi dalle scarpe ed io ero pronta a correre, una mano mi bloccò.
 «Claire non andare» sentii la sua voce più roca del solito, sussultai a sentirlo così vicino e mi girai, non tentai nemmeno di trattenere le lacrime «Ha detto che torni sempre da lei Harry, che dopo esserti portato a letto una ragazza torni sempre da lei, è la verità?» la voce tremava, iniziavo ad avere freddo a causa dei piedi nudi sull’erba umida e del vento; si passò la mano tra i capelli nervoso e abbassò lo sguardo, scossi la testa «Se volevi solo portarmi a letto per poi tornare da quella sgualdrina allora puoi anche lasciarmi, non cadrò nella tua rete Harry e di certo non c’è bisogno che tu mi tradisca. Lei è più bella di me, lei verrebbe a letto con te senza che tu glielo debba chiedere, io sono vergine e non ho tatuaggi, non bevo vodka come se fosse acqua e non mi metto gonne corte e magliette scollate. Va’ da lei» dissi alzando la voce.
Alzò lo sguardo e mi inchiodò con i suoi occhi smeraldini, il suo petto si alzava e si abbassava velocemente, aprì la bocca un paio di volte prima di paralare.
«Lei non è niente, vuoi la verità Claire? La verità è che io ero questo – indicò la casa dietro di lui – ero quello che andava a queste feste e portava ragazze a caso per portarsele a letto, ero quello che se una ragazza non voleva venire a letto con me finiva per andare da Tiffany. Ma poi ho conosciuto te Claire e a me non importa se sei vergine e non hai tatuaggi, se non bevi vodka come se fosse acqua e non metti gonne corte e magliette scollate. Voglio te che sei la ragazza più bella che io abbia mai visto, che non ha bisogno di tutto questo per attirare l’attenzione. Ti prego non andartene,  dammi una possibilità, lei non è niente e non sarà mai niente» disse esasperato.
Lo guardai con le lacrime ancora fresche sulle guance, i suoi occhi non si staccavano dai miei. Mi guardava in attesa di una risposta, il cuore batteva forte mentre il freddo cominciava ad essere sempre più insistente, si avvicinò e mi prese una mano cominciando ad accarezzarmi il dorso «Per favore Claire, credimi, si è buttata sulle mie ginocchia, ho cercato di levarmela di dosso. Se avessi voluto solo il sesso da te non sarei tornato in quel parco a cercarti per giorni, ti avrei già lasciata» sussurrò.
Abbassai lo sguardo incapace di sostenere il suo e mi avvicinai appoggiando la testa sul suo petto e stringendolo a me, mi mise una mano alla base della schiena mentre con l’altra mi accarezzava i capelli lasciandomi di tanto in tanto qualche bacio sulla testa.
«Non voglio lasciarti andare Harry» dissi stringendolo ancora di più, chiusi gli occhi mentre altre lacrime cominciavano a scorrere sulle mie guance, possibile che mi fossi affezionata così tanto ad un ragazzo nel giro di un mese?
«Allora non farlo, perché io non voglio andare via».


Finalmente ho aggiornato! Perdonate tutta l’attesa ma sono stata al mare e non ho avuto sinceramente molta voglia di stare al computer!
La scorsa shot era brevissima, questa è molto più lunga e spero che vi piaccia, sinceramente a me piace (mi sembra strano dirlo) quindi davvero spero vivamente che piaccia anche a voi tanto quanto piace a me!
Cercherò sicuramente di postare più velocemente le altre, ve lo prometto.
Grazie mille per le recensioni e per aver aggiunto la storia alle seguite/preferite/ricordate, siete gentilissimi!

Come al solito vi lascio i miei contatti:
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E faccio pubblicità alla mia long  “The Neighbor e a quella di   Ladyme   “Il me dit…
Un bacio e alla prossima
Sil

 

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Capitolo 4
*** I love you ***


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«Vuoi seriamente andare a vedere “Una notte da leoni” al cinema?» mi chiese Harry mentre sdraiato sul mio letto era intento a giocare lanciando in aria un peluche «Perché no? È divertente e poi adoro Bradley Cooper» scoppiò a ridere e si mise seduto.
«Mi hai trascinato a vedere “Crazy, stupid, love” la prima volta che siamo andati al cinema al posto di “Parto col folle”, che poi sono stato costretto a vedere con Niall e Louis e ti assicuro che vedere un film del genere in pubblico con quei due è davvero imbarazzante, e ora vuoi andare a vedere quel film? Che ne hai fatto della mia ragazza» scoppiai a ridere e mi alzai dalla sedia, mi sedetti sul letto di fianco a lui che mi guardava divertito.
«Usciamo insieme da solo due mesi Harry, ci sono tante cose che non sai di me. Poi Bradley Cooper è un bel ragazzo, così come Ryan Gosling, perché credi che ti trascini a vedere tutti questi film? Mi piacciono gli attori» dissi facendogli la linguaccia per poi alzarmi, ma fui trascinata indietro di nuovo «Mi hai fatto la linguaccia?» disse buttandomi sul materasso e cominciando a farmi il solletico, cominciai a ridere
«Ti prego Harry basta» scosse la testa mentre sorrideva divertito «Chiedimi scusa signorina e di’ che io sono molto meglio di Ryan Gosling» disse continuando imperterrito «Va bene, va bene perdonami, sei molto meglio di Ryan Gosling» riuscii a dire tra una risata e l’altra.
Si fermò ma rimase sopra di me a guardarmi divertito, gli occhi erano più luminosi che mai e le fossette erano ben visibili sulle sue guance «Sei un idiota» cercai di sembrare minacciosa ma la mia voce e il mio sorriso mi tradirono «E tu sei assolutamente bellissima» sussurrò facendomi improvvisamente mancare il respiro.
 Lo guardai incapace di parlare mentre le sue mani tenevano fermi i miei polsi e i suoi occhi mi tenevano inchiodata al letto. Si abbassò lasciandomi una scia di baci umidi sul collo che mi fecero completamente perdere la ragione, mi morsi il labbro sperando di non far uscire nessun rumore dalla mia bocca «Dobbiamo andare o perderemo il film» sussurrò al mio orecchio prima di darmi un bacio sulla guancia.

Ero ancora scombussolata, in macchina Harry teneva una mano sul volante e una sulla mia coscia, sfrecciavamo per le strade di Dover, guardavo fuori dal finestrino, ma la mia mente era da tutt’altra parte.
Cosa diamine era appena successo in camera mia? Mi ero improvvisamente trovata sotto Harry e quei baci, oh quei baci hanno rischiato di far uscire il cuore dalla gabbia toracica, possibile che le sue labbra potessero farmi quell’effetto?
«Tutto ok?» mi chiese portando per un secondo gli occhi su di me prima di tornare a guardare la strada, annuii con un cenno della testa temendo che parlando la mia voce mi avrebbe tradita.
Cosa provavo per Harry? Ne ero innamorata? Non ero mai stata innamorata prima d’ora, avevo avuto una stupida cotta al liceo per Chris, ma poi uscire con lui si era rivelato un disastro colossale; c’era qualche ragazzo in università che mi aveva offerto un caffè o una cioccolata qualche volta, ma non ero mai stata attratta da qualcuno così come ero attratta da Harry.
Harry mi  aveva attirato dal primo momento in cui lo avevo visto seduto su quella panchina, avevo litigato con mio padre per lui, avevo mentito ai miei genitori, aspettavo con ansia le sue chiamate e i suoi messaggi, ogni volta che lo vedevo il mio cuore batteva più forte di un tamburo, le mani mi sudavano e le gambe cominciavano a diventare molli, ero innamorata di lui?

Arrivammo al cinema appena in tempo per prendere i popcorn e sederci ai nostri posti.
Cercai di concentrarmi sul film, ma la sua mano creava disegni invisibili sulla mia coscia lasciata scoperta dal vestito che avevo indossato.
Osservai come la sua mano grande e affusolata adornata con degli anelli sembrava terribilmente scura in confronto alla mia gamba bianca come il latte. Tutto tra me e Harry era un contrasto, la sua pelle abbronzata e coperta di inchiostro e la mia candida e immacolata, i suoi occhi verdi come il prato e i miei azzurri come l’oceano, i suoi capelli scuri e i miei rossi, il suo linguaggio volgare e il mio misurato. Eravamo due pezzi di puzzle.

«Vuoi altri popcorn?» mi chiese appena si riaccesero le luci per i cinque minuti di intervallo «Sì, grazie» sorrisi timidamente, mi lasciò un bacio sulla fronte prima di alzarsi e andare a prendere altro cibo.
Tornò dopo pochi minuti con in mano un sacchetto enorme di popcorn che cominciammo a mangiare insieme.
Sentivo i suoi occhi addosso e tornai a pensare a quello che era successo in camera poco prima, cosa mi stava facendo quel ragazzo? Perché sentivo il bisogno di buttare i popcorn a terra e attaccarmi alle sue labbra senza staccarmi mai più?
Avevo lo sguardo basso per paura di incontrare il suo. Sapevo che stava continuando ad osservarmi, sentivo la pelle bruciare sotto il suo sguardo smeraldino, ero imbarazzata e lusingata allo stesso tempo, mi chiedevo come fosse possibile che una creatura bella come Harry perdesse tempo con me.
Mi sistemai una ciocca di capelli dietro l’orecchio e gli sorrisi scontrando per un momento gli occhi con i suoi.
«Ti amo» mi disse semplicemente, quasi inaudibile, quasi in un sussurro.
Mi disse quel “ti amo” come di solito mi diceva “sei bellissima” o “buonanotte”, mi disse quel “ti amo” e qualcosa nel mio corpo smise di funzionare per qualche secondo.
Lo amavo anche io, ora ne ero certa, ma la mia bocca sembrava non voler emettere nessun suono e il mio cervello era annebbiato, non c’era niente dentro se non le sue parole che rimbombavano ripetutamente nella mia testa.
Stetti in silenzio cominciando a torturarmi le mani e a guardare lo schermo, lo vidi con la coda dell’occhio grattarsi la nuca per poi cominciare a mordersi il labbro. Cercai di concentrarmi sul film invece di prendergli il viso tra le mani e baciarlo per farlo smettere di torturare le sue labbra.

Il viaggio di ritorno fu silenzioso, mi sentivo una completa idiota.
Vedevo Harry chiaramente turbato, le sue mani adesso erano entrambe sul volante, non mi aveva più sfiorata da quando mi aveva confessato il suo amore e io l’avevo guardato come un pesce lesso senza proferire parola. Perché ero stata zitta?
Arrivammo a casa mia in un baleno, mi accompagnò fino alla porta stando attento a non toccarmi, come se improvvisamente fossi diventata tossica e nociva.
Mi sorrise imbarazzato e mi lasciò un bacio sulla guancia lasciandomi sperare in qualcosa di più, si girò per andarsene ma la mia mano si mosse prima che potessi pensare e lo bloccò.
Mi guardò stupito, allacciai le braccia al suo collo e mi avvicinai al suo viso, lo baciai cercando di esprimergli con quel bacio quello che non ero riuscita a esprimere a parole.
Lo baciai e quel bacio ebbe un sapore diverso rispetto agli altri, quel bacio era un bacio di due innamorati che sapevano di amarsi a vicenda. Mi staccai controvoglia passando la lingua sulle labbra.
«Ti amo anche io» sussurrai in modo che solo lui potesse sentirmi perché non mi importava niente del resto, mi importava di lui, dei suoi occhi verdi, delle sue labbra rosse che sembravano essere fatte apposta per le mie e delle sue parole destinate solo a me.

 

Ecco finalmente la quarta shot, dove Harry e Claire si dichiarano il loro amore! Fatemi sapere cosa ne pensate perché credo che questa sia la shot più importante, dove comunque ho cercato di esprimere al meglio i sentimenti, spero di esserci riuscita!!
Grazie, come sempre, a chi ha speso un po’ di tempo per leggere e recensire e grazie a chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate!

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Un bacio
Sil

 

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Capitolo 5
*** Give me love ***


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Ero talmente agitata che non riuscivo nemmeno a disegnare, era il ventesimo disegno che buttavo nel cestino. Mi alzai dalla sedia e cominciai a fare avanti e indietro per la stanza, erano le 6.30 e nel giro di un’ora Harry sarebbe stato seduto al tavolo della sala da pranzo insieme ai miei genitori.
Dopo quattro lunghi mesi mio padre si era deciso ad invitare Harry a cena e io non avevo la più pallida idea di come comportarmi.
Mio padre detestava Harry, l’aveva visto poche volte in quei mesi, ma non poteva sopportarlo.
Sciolsi i capelli che tenevo legati in una crocchia disordinata per disegnare, mi allisciai la maglietta più volte prima di aprire la porta e andare al piano di sotto.
Mia madre era indaffarata ai fornelli mentre mio padre faceva zapping in TV, Caroline era seduta sul tappeto a giocare con le sue bambole. Quando mi sentì arrivare alzò i  suoi occhi blu si di me «Claire, vieni a giocare con me?» mi chiese con quei dannatissimi occhi  da cucciolo a cui non sapevo dire di no, forse giocare con la mia sorellina mi avrebbe aiutato a calmare i nervi.
Mi sedetti vicino a lei e presi una bambola cominciando ad accarezzarle i capelli.
«Claire, a Harry piace l’arrosto vero?» mi chiese mia madre uscendo dalla cucina, aveva le guance rosse a causa del calore dei fornelli e i capelli erano raccolti in una coda disordinata, sorrisi.
«Certo mamma, non preoccuparti» risposi, sentii mio padre grugnire dal divano «E chi se ne importa se gli piace o meno» borbottò cambiando ancora canale; perché l’aveva invitato a cena se doveva comportarsi così? Amavo Harry, e se ne doveva fare una santissima ragione.

Alle 7.30 in punto il campanello suonò, finii di apparecchiare in un batter d’occhio e andai ad aprire la porta.
Un bellissimo Harry in camicia, giacca e jeans neri si presentò davanti a me, i capelli tirati indietro dando spazio ai suoi splendidi occhi verdi e in mano uno splendido mazzo di orchidee, dei cioccolatini, un peluche e un sacchetto con dentro una bottiglia di vino, aveva delle mani eccessivamente grandi.
«Ciao piccola» disse dandomi un bacio sulle labbra.
«Ciao Harry, cosa diamine hai portato?» chiesi prendendo in mano i fiori alleggerendogli il peso
 «Ho portato dei fiori per te, dei cioccolatini per tua madre, una bottiglia di vino per tuo padre e un peluche per Caroline» disse sorridendo e mettendo in mostra le sue adorabili fossette, scossi la testa «Non dovevi» gli lasciai un bacio sulla guancia.
Non facemmo nemmeno in tempo a chiudere la porta che Caroline si era fiondata all’ingresso «Ciao Harry!» i codini biondi dondolavano da una parte e dall’altra mentre saltellava da un piedino all’altro.
«Ciao piccola, questo è per te» Caroline adorava Harry e Harry adorava Caroline, era così dolce con lei. Lo obbligava spesso a giocare con lei e con le sue bambole, lui si sedeva e, senza batter ciglio,  cominciava a giocare “all’ora del tè”.
La bimba prese il suo nuovo peluche e se lo rigirò tra le mani prima di correre in sala da pranzo e farlo vedere ai miei genitori.
Ci avviammo anche noi in sala da pranzo dove mio padre era già seduto a tavola « Ne ha già abbastanza di peluche, non c’era bisogno che gliene comprassi un altro» disse scocciato senza nemmeno salutare, alzai gli occhi al cielo, poteva almeno comportarsi meglio.
 «Mamma, hai un vaso per mettere questi fiori?» chiesi ignorando completamente il commento di mio padre.
«Oh sono bellissimi Harry, le orchidee sono difficili da trovare!» mia madre mi tolse i fiori di mano e li andò a posare in un vaso mettendolo poi al centro del tavolo.
«Questi sono per lei, spero le piaccia il cioccolato – mia madre lo guardò con gli occhi quasi lucidi, adorava il cioccolato e Harry lo sapeva perché gliel’avevo detto io – e questo è per lei signor Marshall, Claire mi ha detto che se ne intende di vino» poggiò la bottiglia di vino che aveva nel sacchetto sul tavolo, per un momento gli occhi di mio padre si illuminarono.
Harry gli aveva portato uno Chardonnay, non particolarmente pregiato, ma il suo vino preferito «Abbiamo già abbastanza vino in casa» bofonchiò senza dare nessuna soddisfazione ad Harry.
Perché si comportava così? L’aveva invitato a cena per fare cosa? Per umiliarlo? Allora avrebbe anche potuto evitare.

La cena procedeva tranquilla, più o meno, mio padre se ne stava zitto mentre Caroline riempiva Harry di domande stupide e io e mia madre ci divertivamo a sentirlo rispondere; la mia mano stringeva la sua sotto il tavolo nel tentativo di calmare sia me che lui.
«Cosa fai nella vita Harry?» chiese a un certo punto mia madre interrompendo la raffica di domande di Caroline che si erano spostate su “Qual è il tuo super eroe preferito?”.
Harry si pulì la bocca e bevve un sorso d’acqua prima di rispondere «Studio legge e lavoro in un negozio di musica, sto cercando di risparmiare per poter comprare un appartamento tutto mio, senza dover dipendere dal mio coinquilino, è stato molto gentile ad ospitarmi, ma vorrei andare a vivere da solo» rispose sorridendo a mia madre che annuì compiaciuta, le erano sempre piaciute le persone indipendenti, sentii mio padre borbottare qualcosa ma non riuscii a distinguere le parole.
«Allora papà, cosa ne pensi del vino che ti ha portato Harry?» sapevo che lo adorava, ne aveva già bevuti tre bicchieri, ma non avrebbe dato soddisfazione e io mi sarei divertita a provocarlo perché mi ero davvero stufata del suo comportamento immaturo «Oh, ce ne sono di migliori» rispose riprendendo a mangiare l’arrosto che aveva nel piatto, vidi mia madre soffocare una risata mentre Harry mi stringeva la mano sotto al tavolo intimandomi di smetterla.
 «Sei già al terzo bicchiere, vuol dire che ti piace molto» continuai ignorando i tentativi del mio ragazzo di farmi stare zitta «Beh, Claire, è un buon vino, ma ce ne sono di migliori» rispose abbastanza spazientito «Non hai ancora ringraziato Harry».
Il tavolo era completamente silenzioso, nessuno parlava, io e mio padre ci guardavamo, nessuno dei due aveva intenzione di abbassare lo sguardo «Grazie, Harry» disse senza guardarlo, i suoi occhi rimanevano su di me «Di niente signor Marshall».

«Oh, è incredibile! Ti invita a cena e poi si comporta così» dissi facendo avanti e indietro, Harry era seduto sul mio letto e mi guardava divertito «Lascia stare Claire, va bene» scossi la testa, non andava affatto bene, doveva capire che ormai avevo vent’anni e non ero una bambina «Sei stato anche fin troppo gentile ed educato Harry, non avresti dovuto portare tutte quelle cose, anzi non avresti nemmeno dovuto accettare l’invito a cena» ero furiosa, Harry era sempre così buono e gentile con me e anche con Caroline, mio padre non aveva alcun motivo di detestarlo così.
Allungò il braccio guardandomi sorridente, sorrisi di rimando e afferrai la sua mano che si strinse prontamente alla mia, mi sedetti in braccio a lui e mi lasciai cullare.
«Va bene, sai perché? Perché tuo padre può dire quello che vuole, io ti amo e prima o poi tuo padre se ne farà una ragione e se non sarà così non mi importa» sussurrò facendomi rabbrividire, gli lasciai un bacio sul collo, vicino all’orecchio «Ti amo, Harry» sussurrai a mia volta stringendomi a lui.
«Tua sorella è proprio una chiacchierona» disse poi scoppiando a ridere, risi con lui guardando le nostre mani perfettamente intrecciate «Caroline ti adora – iniziai a giocare con i suoi anelli – anche mia madre ti adora, credo che sia questo il problema di mio padre, è geloso» mi baciò la fronte mentre io continuavo a torturare le sue dita.
«Non voglio portarti via da lui» sorrisi «È quello che gli dico anche io, non sei mica Ryan Gosling» dissi scoppiando a ridere mentre lui cominciò a farmi il solletico.
Mi bloccò con la sua mano i polsi e mi tenne inchiodata al letto mentre con l’altra continuava a torturarmi «Te la sei cercata tesoro mio» diceva mentre continuava a farmi il solletico.
Si abbassò lasciandomi un bacio sul collo «Sei bellissima quando ridi – il cuore perse un battito, la presa sui miei polsi allentò mentre lui rimaneva sopra di me – sei così bella che potrei guardarti ridere per tutta la vita, con quel naso arricciato e la lingua in mezzo ai denti» detto questo mi baciò, mi baciò come non mi aveva mai baciato.
Mi stringeva delicatamente il volto con le mani mentre le nostre lingue entravano in contatto facendo contorcere il mio stomaco.
Capii cosa voleva fare solo quando sentii una sua mano sotto la maglietta che accarezzava delicatamente la mia pelle procurandomi degli improvvisi brividi di piacere.
 «Voglio fare l’amore con te Claire, voglio amarti davvero» mi sentii avvampare.
Presi ad accarezzargli la schiena tonica da sotto il la camicia «I miei sono al piano di sotto, Caroline e nell’altra stanza e… » non riuscii a continuare la frase dato che la sua bocca aveva cominciato ad assalire il mio collo e le sue mani si facevano sempre più insistenti a scoprire parti del mio corpo.
«Non ti obbligherò Claire, ma devi dirmi sinceramente che non è quello che vuoi. Ti giuro che mi fermerò, ma solo se è quello che vuoi veramente» mi morsi il labbro, era sopra di me, i capelli scompigliati, le guance arrossate e gli occhi luminosi e pieni di lussuria, lo volevo, eccome se lo volevo.
 «Non fermarti, ti voglio
» sorrise e riprese a torturare il mio collo.
Gli sbottonai velocemente la camicia lasciandolo a petto nudo davanti a me, Dio era bellissimo.
L’avevo già visto in costume, ma vederlo così, sopra di me, con i muscoli leggermente in tensione, era una visione paradisiaca.
Mi ripromisi che avrei percorso i bordi dei suoi tatuaggi e li avrei imparati a memoria, gli baciai il petto all’altezza del cuore prima di sfilargli completamente la camicia di dosso.
Poco dopo anche la mia maglietta e il mio reggiseno avevano raggiunto la camicia di Harry in un punto indefinito della stanza e ora la sua bocca era intenta a baciare e mordere ogni centimetro di pelle che prima era coperta da quei due indumenti.
«Sei così delicata – sussurrò – ti farò sentire bene, te lo prometto
» le sue parole mi accarezzavano delicatamente, il cuore batteva così forte che presto mi sarebbe uscito dal petto. Faticavo a respirare mentre le mie mani tremanti cercavano di slacciare i suoi pantaloni.
Non ero mai stata particolarmente audace, ma in quel momento volevo solo lui, volevo sentirlo a contatto con il mio corpo, volevo dargli tutto ciò che possedevo.
Ci liberammo in fretta degli ultimi indumenti rimasti, mi sfiorava con le sue dita come se fossi un oggetto prezioso, un oggetto prezioso e fragile «Ne sei sicura?
» mi chiese premuroso, gli occhi erano pieni di preoccupazione.
Strinsi leggermente le braccia intorno ai suoi fianchi «Sono tua, mi fido di te
» chiuse gli occhi lasciandomi un bacio sulla fronte «Se vuoi che mi fermi devi solo chiedere ok? Se è troppo, se ti sto facendo male, fermami amore ok?» annuii mentre le farfalle nello stomaco svolazzavano più che mai, non mi aveva mai chiamata amore.
Sentii un leggero fastidio e poi un dolore non eccessivamente forte, ma abbastanza da fare uscire delle lacrime involontarie dai miei occhi. Harry baciò entrambi gli angoli dei miei occhi per asciugarle e continuò piano sussurrandomi parole dolci all’orecchio facendo sciogliere il mio cuore.
È vero, faceva un male cane, ma il dolore non era niente in confronto alla sensazione che stavo provando in quel momento. Ero di Harry ed Harry era  mio, inequivocabilmente, lo amavo come non avevo mai amato nessuno e ora ero completamente diventata sua.

«Stai bene?
»  mi chiese mentre passava la mano tra i miei capelli, gli baciai il petto.
«Mai stata meglio, te lo assicuro
» sorrise, quelle dannate fossette dovevano renderle illegali «Credo che rivedrò la mia affermazione di prima, sei bellissima quando ridi, ma quando fai l’amore sei ancora più bella, amore mio» sentii ancora una volta il cuore balzarmi nel petto.
«Non smettere di chiamarmi così per favore
» mi strinse a lui lasciandomi un casto bacio sulle labbra «Non smetterò mai, amore» ed era perfetto, tutto quello era perfetto in quel momento, lui ed io nel mio letto dopo aver fatto l’amore a stringerci ignorando tutto il resto.

 

Ecco finalmente la quinta shot, so che non aggiorno da una vita ma, sinceramente, oltre al tempo che non ho avuto, dato che ho ricominciato l’università e il lavoro, non ho avuto molta voglia anche perché temo che queste shot non vi piacciano molto!
Sono consapevole che forse non sono al livello di 30 Days, ma spero che vi piacciano lo stesso, ho come la sensazione che non sia così!
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo e chi ha inserito la storia tra preferite/seguite/ricordate!
Ricordo che se mi volete contattare potete farlo qui
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Un bacio
Sil

 

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Capitolo 6
*** Home ***


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Ero seduta alla mia scrivania a completare un disegno quando all’improvviso sentii dei rumori alla finestra, confusa andai a scostare le tende e vidi Harry in cortile che mi sorrideva e mi salutava con la mano. Aprii la finestra con il sorriso «Ciao amore» mi fece venire il batticuore con solo due semplici parole «Ciao Harry, che ci fai qui?» chiesi divertita vedendolo con le guance arrossate per il freddo e i capelli scompigliati dal vento. Era bellissimo e ancora non mi capacitavo di come fosse possibile che esistesse una persona come lui «Devi scendere, devo farti vedere una cosa» sembrava un bambino la notte di Natale, sprizzava felicità e gioia da tutti i pori «Arrivo subito».

Quando arrivai in cortile, senza esitare, allacciai le braccia al suo collo e incollai le labbra alle sue. Non ne avevo mai abbastanza, sarei rimasta a baciare Harry per ore, forse anche per giorni, era tutto ciò di cui avevo bisogno «Ciao amore» sussurrò quando ci staccammo, mi mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio e mi accarezzò la guancia con la mano ruvida a causa del freddo invernale.
Stavamo insieme da circa sette mesi ormai ma la vicinanza di Harry mi impediva ancora di respirare, vederlo era ogni volta come la prima e quando  mi sussurrava che mi amava o mi chiamava ‘amore’ sentivo le farfalle nello stomaco e sentivo il cuore battere come un tamburo.
«Dove andiamo?» chiesi prendendogli la mano e lasciandogli un bacio sulla fossetta sinistra ben pronunciata grazie al fantastico sorriso che illuminava il suo viso «Questa è una sorpresa, ma dovrò bendarti».
Mi trascinò alla sua macchina, non appena mi sedetti sul sedile del passeggero si tirò fuori dalla tasca una di quelle bandane che usava per tenersi indietro i capelli «Odio doverti coprire gli occhi, ma non puoi vedere dove andiamo» mi lasciò un bacio sul naso prima di legare delicatamente la bandana dietro la mia testa. Il suo odore impresso in quel pezzo di stoffa invase subito le mie narici e cominciò a girarmi la testa, era il profumo più buono che avessi mai sentito, mi lasciò un altro bacio sulla guancia prima di chiudere la mia portiera e salire dalla parte del guidatore.

Ero nervosa, i miei sensi erano tutti in allerta, era orribile non riuscire a vedere nulla. La mano di Harry appoggiata alla mia gamba mi rendeva leggermente più tranquilla. Lo sentii ridacchiare «Cosa c’è da ridere?» chiesi un po’ scocciata, odiavo non capire dove fossimo né dove stessimo andando. Cosa voleva mostrarmi? «Quanto è frustrante non vedere?» mi chiese divertito scoppiando poi in una fragorosa risata, sbuffai e incrociai le braccia al petto, si permetteva anche di prendermi in giro «Abbastanza frustrante, manca molto?» la macchina si fermò, Harry prese la mia mano e mi lasciò un bacio sul palmo «Siamo arrivati piccola».
Aspettai che venisse ad aprirmi la portiera e mi aiutasse a scendere dalla macchina, mi prese una mano e mi passò un braccio attorno al fianco per aiutarmi a camminare senza cadere nei miei stessi piedi.
Sentii delle chiavi infilate in una toppa, dovevamo essere entrati in un edificio. Salimmo delle scale e sentii altre chiavi «Harry dove siamo?» chiesi quando mi fece avanzare e chiuse la porta alle nostre spalle.
Le sue dita cominciarono ad armeggiare con il nodo dietro alla mia testa, quando finalmente fui libera di guardare sbattei le palpebre un paio di volte per abituarmi all’improvvisa luce.
Mi guardai intorno, eravamo in un appartamento che io non avevo mai visto, ordinato e ben arredato «Dove siamo?» chiesi ad un Harry visibilmente eccitato con un sorriso che andava da un orecchio all’altro «Benvenuta nel mio nuovo appartamento».
Ero a bocca aperta, non mi aveva detto di aver preso un appartamento per conto suo. Mi prese le mani e mi trascinò per tutta la casa facendomi fare un piccolo tour.
Non era eccessivamente grande, ma era accogliente e ordinato, soprattutto era di Harry e c’era il suo tocco personale.
Prima viveva da Louis, ma si vedeva che quella casa non gli apparteneva, questa invece era sua: i mobili; i cd sistemati ordinatamente nella libreria; le foto, tra cui qualcuna che ritraeva me o noi due insieme; il pianoforte in un angolo del salotto e la chitarra in camera sua.
Era perfetta «Quando l’hai arredata?» chiesi continuando a guardarmi intorno incredula di come fosse possibile che avesse un appartamento tutto suo «Ho pagato la caparra da prima ancora che stessimo insieme, piano piano ho comprato i mobili e ho sistemato tutto». Si tolse il cappotto e aiutò me a togliere il mio, li mise a posto sull’appendiabiti e mi trascinò sul divano facendomi sedere in braccio a lui «Dove hai trovato tutti i soldi?» chiesi incredula, non era possibile che avesse fatto tutto da solo «Beh, è da quando mi sono trasferito a Dover che raccolgo i soldi per comprarmi una casa, ho comprato i mobili da solo e ho pagato la caparra, ma mia madre mi aiuterà con il mutuo, non è una zona troppo costosa questa per fortuna e tra un pochi anni questa casa sarà ufficialmente mia» mi spiegò. Annuii e mi appoggiai al suo petto lasciandomi cullare e stringere dalle sue braccia possenti.
Forse quella era casa di Harry, ma Harry era casa mia e ogni volta che mi stringeva mi sentivo bene e sentivo che tutto andava al posto giusto «È fantastica» sussurrai lasciandogli un bacio sul collo «Ti piace?» mi chiese tenendomi stretta al suo petto, come se potessi svanire da un momento all’altro, come se potessi andare via, ma non sarei mai andata via da lui «Si, la casa è bella, ma la cosa più bella è che hai finalmente trovato la tua indipendenza. Se me l’avessi detto ti avrei aiutato almeno ad arredarla» scosse la testa e mi diede un bacio sulla fronte «Volevo farlo da solo e poi non ti avrei mai disturbata per aiutarmi. Sai, sei la prima a cui la mostro» sorrisi, gli presi la mano e cominciai a giocare con i suoi anelli come facevo sempre. Ero stata la prima a cui aveva pensato, la prima a cui aveva mostrato la casa che aveva ottenuto con tanti sacrifici e che ora guardava con un bagliore di fierezza negli occhi.
Vederlo così felice di aver raggiunto un obiettivo mi riempiva il cuore di gioia, per qualche strano motivo era sempre insicuro di se stesso e delle sue capacità, ma lui valeva molto più di quello che credeva e magari questo nuovo appartamento avrebbe risollevato un po’ la sua autostima «Sono fiera di te» dissi guardandolo negli occhi, e lo ero davvero, ero fiera che avesse lavorato tanto per ottenere l’indipendenza da lui tanto agognata.
Mi guardò con i suoi occhi limpidi e trasparenti che con la luce bianca del cielo plumbeo che penetrava dalle finestre sembravano più chiari del solito «Questo è tutto ciò che avevo bisogno di sentire» mi baciò senza darmi il tempo di rispondere, mi adagiò sul divano e si mise sopra di me.
Le sue mani cominciarono a vagare sotto il mio maglione pesante, erano calde nonostante la temperatura fuori fosse quasi sotto lo zero, dei brividi cominciarono a salire lungo la spina dorsale quando le sue labbra si posarono delicatamente sul mio collo e mi lasciarono una scia di baci leggeri.
Sentivo il cuore scoppiare, era possibile amare così tanto una persona? Desiderare un contatto così intimo con questa e condividerci tutto?
Mi sentivo sopraffatta da tutte quelle emozioni che provavo, ero spaventata perché sapevo che se tutto questo fosse finito io ne sarei uscita distrutta, ma Harry era la cosa migliore che mi fosse mai capitata e le sue mani che toccavano parti del mio corpo che non erano mai state concesse a nessun altro sembravano al posto giusto, stavano facendo quello che dovevano fare.
Ero nata per stare con lui, ero nata per sentire le sue parole dolci sussurrate al mio orecchio e sì, più volte sono stata incerta sui suoi veri sentimenti, ma non perché lui non mi avesse dimostrato quanto ci tenesse a me, piuttosto perché era pressoché impossibile che un angelo come lui si fosse innamorato di me.
«Avrei voluto inaugurare la casa con una cenetta romantica, ma preferisco questo» mi sorrise sfilando poi definitivamente l’indumento che ricopriva la parte superiore del mio corpo. Rabbrividii al contatto con la pelle fredda del divano che si incollò subito alla mia schiena, ma sapevo che presto non avrei più sentito freddo.
Il corpo di Harry troneggiava su di me, slacciai la sua felpa che subito si tolse per lanciarla da qualche parte nel salotto e senza esitare si sfilò la maglietta.
Avevo imparato ad amare ogni singolo tatuaggio che ricopriva la sua pelle, guardai il petto tonico e gli addominali appena pronunciati e pensai che mi sarei sempre sentita al sicuro vicino a lui.
«Ti amo» sussurrai accarezzando con la punta delle dita i contorni della farfalla tatuata sull’addome, sentii i brividi sotto al mio indice e alzai lo sguardo su di lui.
Mi guardava, anzi no, mi contemplava. Sembrava che stesse ammirando una statua in un museo greco, ma quello sguardo di adorazione era riservato a me e non ad una statua. Ero lusingata e imbarazzata, quelle iridi verdi e fredde erano fisse su di me e mi facevano sentire scoperta, non dai vestiti, ma come se avessero  scavato la superficie e ora stessero studiando la mia anima «Ti amo anche io Claire».

Mi baciò l’interno del polso, come faceva sempre dopo aver fatto l’amore con me, e si adagiò sui cuscini del divano «Non c’era modo migliore di cominciare la mia vita in questa casa» disse ridacchiando, risi anche io compiaciuta di sentire un suono così bello uscire dalle sue labbra «Grazie per avermi portata qui, per averla mostrata a me prima di mostrarla agli altri» mi baciò tra i capelli «Sei l’unica con cui voglio condividere la mia vita, sei una delle ragioni per la quale ho voluto fare in fretta e finire di sistemare questa casa. Voglio che questo sia un rifugio sicuro per te, voglio che tu venga qui e ti senta a casa tua perché questa non è casa mia se non ci sei tu» sospirai sentendo improvvisamente un peso sul petto e un nodo alla gola, gli baciai il petto all’altezza del cuore «Sei tu il mio rifugio sicuro Harry» mormorai prima di chiudere gli occhi e lasciarmi cullare dalle sue carezze e dal battito del suo cuore.

 

Allora, premetto che dall’inizio di ottobre che non pubblico, ma ho una spiegazione per tutto ciò: avevo perso l’entusiasmo, mi sembrava che la raccolta non fosse apprezzata e mi dicevo “Se non piace, perché pubblicarla?” e la penso ancora così, davvero … Poi però ho pensato che avevo due shot pronte e almeno quelle potevo pubblicarle, così mi sono decisa. Pubblicherò le ultime due shot scritte (cioè questa e un’altra) e poi non so cosa farò. Sono molto legata a questi due personaggi e dopo aver scritto la shot per Natale mi è tornata la voglia di scrivere di loro due.
Non so quando verrà pubblicata l’altra, nel frattempo ringrazio già chiunque avrà avuto la voglia di leggere e lasciare una recensione per questa shot!

Vi lascio tutti i miei contatti :)
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Vi lascio anche il link di una shot che ho scritto per Natale:
Merry Christmas”
Un bacio e alla prossima
Sil

 

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Capitolo 7
*** Sick ***


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Presi le chiavi in borsa e le infilai nella toppa, aprii la porta ed entrai in casa chiudendo piano la porta.
L’ambiente era silenzioso, fino a che non sentii tossire Harry dalla sua stanza. Sorrisi, mi tolsi la giacca, che appoggiai sull’appendiabiti, e andai nella sua camera da letto.
Era sdraiato, coperto completamente dal piumone con la camera quasi buia, mi sedetti vicino a lui e gli scostai i capelli dalla fronte «Come stai, amore?» gli chiesi toccandogli la fronte.
Mi sorrise e mi prese la mano, baciandomi il polso «Adesso sto molto meglio» disse con voce nasale facendomi ridacchiare.
Mi alzai dal letto sotto il suo sguardo contrariato «Dove stai andando?» mi chiese mettendosi seduto e tirando su con il naso «A prepararti un tè caldo» risposi sorridendogli.
Incrociò le braccia al petto e fece il broncio «Ma io voglio che stai qui con me, non voglio che mi prepari un tè» alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai a lui, lasciandogli un bacio sulla fronte «Torno subito».
Andai in cucina e cercai di essere il più veloce possibile, volevo passare con Harry tutto il tempo che avevo a disposizione. Tornai in camera con una tazza fumante, lui si sedette appoggiando la schiena alla testiera e prese il tè che gli stavo porgendo.
«Che hai fatto oggi?» mi chiese guardandomi, gli occhi erano leggermente rossi e lucidi a causa della febbre e non riuscii a trattenere un sorriso «Niente di che, ho aiutato mamma con delle faccende e ho studiato» fece una strana smorfia «Sicuramente più divertente di quello che ho fatto io» ridacchiai e gli lasciai un bacio sulla fronte calda.

Eravamo sdraiati, lui con la testa sul mio seno ed io che gli accarezzavo delicatamente i capelli. Potevo stare anche ore senza fare nulla di produttivo con lui, ma comunque non mi sarei mai annoiata.
«Hey, ho un’idea!» disse all’improvviso spezzando il silenzio «Sono tutta orecchi»
«Hai mai costruito una fortezza con cuscini e piumoni?» lo guardai confusa, probabilmente la febbre lo faceva delirare «Scusa?» si alzò di scatto mettendosi seduto «Ma si, da bambina! Non ci credo che non l’hai mai fatto».
Dopo dieci minuti avevamo costruito una casa fatta di piumoni e cuscini. Ce ne stavamo seduti lì in mezzo a gambe incrociate e a guardarci negli occhi «Certo che sei proprio un bambino» dissi accarezzandogli la guancia, il suo sorriso andava da un orecchio all’altro «Siamo al riparo da tutto qui, lo facevo sempre da piccolino, mi mettevo nella mia fortezza e lasciavo perdere tutto il resto»
«Beh, io di certo non sono al riparo dai tuoi germi» fece un finto broncio incrociando le braccia al petto «Non è colpa mia! Se non vuoi stare con me puoi andare» ridacchiai baciandogli il broncio che subito fu sostituito da un bellissimo sorriso «Se mi ammalo, però, devi prenderti cura di me» annuì contento «Mi prenderò sempre cura di te! Te lo prometto».
«Bene, ora che siamo qui sotto, cosa facciamo?» mi guardai intorno e mi chiesi come era possibile che avessi assecondato Harry in questa stupidata, lui alzò le spalle «Non lo so, mi basta che sei qui con me» sorrisi e gli strinsi la mano.
Stare con Harry mi faceva sentire tremendamente bene, ero al mio posto, la terra girava nella sua orbita e tutto era normale, quando mi chiesi di nuovo cosa ci facessi sotto una casa costruita da coperte e cuscini mi risposi che vedere Harry con quel sorriso era così bello che avrei persino preso il tè con degli animaletti di peluche, se me lo avesse chiesto.
«Perché ti rifugiavi sotto il piumone, da bambino?» chiesi poi spinta dalla curiosità, sapevo che Harry si apriva con difficoltà, mi aveva raccontato poche cose della sua infanzia, ma ero così ansiosa di saperne di più. Volevo conoscere tutto di Harry, dal dettaglio più grande a quello più piccolo, volevo aiutarlo a superare tutti gli scheletri e tutte le delusioni che aveva subito nel corso della sua vita.
Harry aveva questa facciata che lo proteggeva dagli agenti esterni, come se dovesse in qualche modo fuggire dal resto del mondo, ma sapevo che con me quella facciata si stava piano piano sgretolando. Non avevo intenzione di forzare nulla, se non avesse voluto dirmi il motivo per il quale si rifugiava sotto delle coperte allora non avrei insistito.
Mi stupii quando lo sentii prendere un respiro prima di parlare «Perché speravo che prima o poi una fortezza fatta di cuscini e coperte mi avrebbe inghiottito, speravo di poter rimanere lì per sempre. Mamma e papà non facevano altro che litigare, Gemma si faceva i fatti suoi ed io ero da solo.
«Sai, Claire, avevo semplicemente bisogno di qualcuno che mi accarezzasse e mi dicesse che andava tutto bene; ero solo un bambino e mia madre non lo capiva, non capiva che io avevo bisogno del suo affetto. Poi mio padre se n’è andato e tutto è peggiorato, quel rifugio era diventato la mia casa. Era doloroso vedere  che gli altri bambini erano felici mentre io mi aggrappavo alla speranza che un giorno mio padre sarebbe tornato e che mia madre mi avrebbe voluto bene come desideravo» mi si strinse il cuore a sentire quelle parole. Harry era molto più ferito di quanto avessi immaginato, ma io sarei sempre rimasta al suo fianco per ricucire e quelle ferite che, forse, ora come ora erano ancora troppo profonde per essere rimarginate.
«Mi dispiace, Harry. Sapevo che con i tuoi non avevi un gran rapporto, ma non avrei mai immaginato tutto ciò» dissi sincera accarezzandogli una gamba. Lui sorrise, un sorriso troppo lieve per far si che le fossette comparissero sulle sue guance «Va tutto bene adesso, tu sei qui e sei con me sotto al mio rifugio. Ce n’è voluto di tempo prima che ti trovassi, ma adesso sei con me».
Mi prese il volto fra le mani e mi baciò, un bacio che sapeva di amore e gratitudine, anche se in realtà dovevo essere io grata ad Harry perché mi stava aprendo il suo cuore, un cuore ferito.
«Adesso mi ammalerò, non ci sono più dubbi» dissi quando mi staccai da lui, rise e mi baciò di nuovo «Beh, visto che ormai sei condannata, direi che posso baciarti e fare l’amore con te, giusto?» disse riprendendo a baciarmi.
Si allungò sempre di più su di me fino a farmi finire con la schiena a terra sul tappeto «Vuoi proprio che mi venga un bel febbrone non è vero?» ridacchiai sentendo le mani calde di Harry solleticarmi la pancia «Mi prenderò cura di te, te l’ho detto» prese a baciarmi il collo mentre le mani andavano ad insinuarsi sempre più su sul mio corpo, fino ad arrivare al seno coperto dal reggiseno «Non credi che la tua temperatura sia già abbastanza alta? Poi qui sotto fa caldo» si fermò e mi guardò negli  occhi «Cosa c’è, non vuoi fare l’amore con me?» chiese con quegli occhi da cucciolo bastonato che avrebbero fatto sciogliere anche il più temibile dei titani. Scossi la testa e gli accarezzai i capelli «Ma che dici? Ho solo paura che tu possa sentirti male» sorrise e mi lasciò un bacio sul naso «Sto benissimo, tranquilla».
Prese ad accarezzarmi di nuovo i fianchi mentre la sua bocca attaccava il mio collo, sentii il suo cuore accelerato battere sotto la mia mano quando la appoggiai al suo petto.
«Sei così bella» sussurrò al mio orecchio dopo avermi sfilato la maglietta. Iniziò a lasciare una lunga scia di baci che partivano dalla mia mascella e continuavano sul collo, sul seno, sulla pancia. «Dio Claire, ti prego non lasciarmi mai» soffiò sulla mia pelle facendomi venire i brividi.
Strinsi un pugno sui suoi capelli quando con la bocca si avvicinò sempre di più al punto più intimo del mio corpo e iniziava a slacciare i pantaloni «Ti assicuro che non ho intenzione di farlo».
Presto la fortezza di piumoni e cuscini crollò a causa dei nostri movimenti urgenti e repentini, ci trovammo sul tappeto della stanza nudi e coperti da quell’ammasso di coperte che ci tenevano comunque al caldo e al riparo dal resto del mondo, come se esistessimo solo noi e i nostri sospiri.
Ed in quel momento, così come ogni volta che stavo con Harry, per me era così; c’eravamo solo noi e le nostre carezze, c’era Harry con i suoi occhi verdi e lucidi che mi stringeva la mano e mi baciava ovunque la sua bocca riuscisse ad arrivare.
C’era Harry con il suo corpo caldo e febbricitante che mi teneva sotto di lui e mi faceva provare emozioni e sensazioni che mai avevo provato in vita mia, se non con lui.

«Ti amo» sussurrò lasciandomi un bacio sulla guancia, eravamo ancora sdraiati per terra. Harry era bollente e probabilmente la febbre gli era salita di qualche grado, ma era sempre bellissimo e non smetteva di sorridere un secondo «Ti amo anche io, anche se tornerò a casa malata» scherzai spostandogli qualche riccio dalla fronte.
Dopo qualche minuto decidemmo di alzarci e di rivestirci, Harry si rimise a letto e mi pregò di rimanere ancora un po’, ma era già tardi e mio padre mi avrebbe uccisa.

Quando tornai a casa, ovviamente, mi beccai una strigliata da mio padre il che mi fece completamente passare l’appetito e andai direttamente a letto.
Mi svegliai il giorno dopo con un mal di testa atroce e la gola che faceva così male che sembrava che mi avessero tagliato la testa. Maledissi la mia poca forza di volontà per non aver resistito ai baci e alle carezze di Harry, sapevo che mi sarei ammalata.
Presi il cellulare e gli mandai un messaggio

Grazie tante per avermi passato l’influenza, come farò adesso? Tu sei a casa malato, chi si prenderà cura di me?

Tempo cinque minuti e il telefono vibrò

Sto bene, vengo a casa tua. Prepara cuscini e piumone, amore.

Sorrisi e mi alzai dal letto per preparare tutto l’occorrente, forse non era poi così male essere ammalati.

 

Ecco l’altra shot che avevo scritto, che tra l’altro non era ancora conclusa quindi l’ho conclusa adesso. Che dire, come al solito questi due ci fanno vivere nel regno del fluff e probabilmente mi verrà il diabete se continuo a scrivere di loro! Non ho ancora deciso cosa ne farò di questa raccolta, se chiuderla qui o continuare, in ogni caso se continuerò vi avviso già che gli aggiornamenti saranno sporadici dato che ora sono presissima dalla sessione d’esami!
Spero che la shot vi sia piaciuta e, come sempre, vi ricordo che una bella recensione è ben gradita!

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Un bacio
Sil

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