Dobbiamo tutti sopravvivere

di Chiaramor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Concentrazione ***
Capitolo 2: *** Uno di loro ***
Capitolo 3: *** Fiducia ***
Capitolo 4: *** Desideri sbagliati ***



Capitolo 1
*** Concentrazione ***


Sono solo dei ragazzini e pensano di aver capito come funziona il mondo. Ma che ne sanno loro?
Male, bene, buono, cattivo. Non c'è differenza. Dobbiamo tutti sopravvivere. E visto che solo i più forti ci riescono io voglio tutto il potere possibile. Voglio essere l'unico Alpha.
O almeno una volta era tutto ciò che desideravo. Ora c'è qualcos'altro che occupa la mia mente...qualcun altro.

 

Peter Hale stava fissando intensamente la cassaforte ormai vuota quando suo nipote Derek entrò nella Cripta di famiglia. Peter lo guardò e sorrise.

- Sei messo sempre peggio.

- Grazie, non lo avevo notato.

- Come va con la ferita?

- Continua a non guarire... devo trovare Kate e capire cosa mi ha fatto.

- Già...peccato che si sia nascosta così bene...

Peter conosceva benissimo il nascondiglio di Kate Argent, aveva bisogno di lei per scoprire alcune cose sul suo passato e ottenere più potere. Non poteva rivelarlo a Derek però, lui avrebbe rovinato tutto.

-Ho saputo da Stiles che Malia è stata qui. Di cosa avete parlato? Non ti ci vedo a fare dei discorsi da padre.

-Infatti non li ho fatti. Lei è una ragazza intelligente, non mi ha fatto domande stupide. Ha preso tutto da me. Vuole sapere di sua madre e lo vorrei anch'io. MA qualcuno ha cancellato i miei ricordi...

-Se Talia l'ha fatto ci sarà stato un motivo.

-Certo, e io lo scoprirò.

Mentre pronunciava queste parole gli occhi di Peter per un attimo diventarono blu.

 

 

Lydia Martin si trovava nella sua casa al lago, inginocchiata in una stanza bianca e insonorizzata. Fissava il muro in cerca di risposte. Doveva salvare se stessa e i suoi amici ma non riusciva a capire come.

-Dev'essere davvero affascinante passare ore ad osservare un muro, non immagino il divertimento che mi sto perdendo.

-Peter. Cosa ci fai qui?

-Dici di essere una Banshee e non lo sai? Ho bisogno del tuo aiuto.

-Per Malia.

-Già. Allora i tuoi poteri servono davvero a qualcosa!

-In realtà non servono a niente. Quando si tratta di cose importanti non funzionano mai. La gente muore e io non riesco a salvarla.

Peter si inginocchiò accanto a lei.

-Lydia, quando ti morsi, anni fa, non lo feci a caso. Sapevo già chi eri e quale fosse il tuo potere. Dovevo solo risvegliarlo. Le cose succedono sempre per un motivo. Lascia perdere il Deadpool e aiuta ME.

Lydia guardò Peter negli occhi. Fissò a lungo quei bellissimi occhi, che per molte notti avevano abitato i suoi incubi.

-Aiutami a capire come far funzionare il mio potere, e io ti aiuterò a trovare la madre di Malia.


 

-Kate, Kate, Kate... Non ti sei ancora liberata di questi Berserker? Sono antiestetici sai?

Peter si trovava nelle fognature, nel rifugio di Kate Argent. La donna era circondata da due Berserker, e quando vide Peter sbuffò.

-Vieni qui ogni giorno solo per prendermi in giro? Noi avevamo un patto, ma tu non mi hai ancora insegnato nulla!

-Per controllare la trasformazione ci vogliono pazienza e concentrazione. Due qualità che tu, mia cara, non possiedi. Però ci vuole anche rabbia e di quella tu ne hai tanta. Quando ci sarà la prossima luna piena devi concentrarti su ciò che ti fa arrabbiare e poi pensare alla tua famiglia, a ciò che più desideri al mondo. Dovrebbe funzionare.

-Lo spero Peter, perchè mi sto davvero stancando di te.

Peter non rispose e si diresse verso l'uscita. Stava quasi per andarsene quando si girò:

-Derek, mio nipote: alto, muscoloso, moro, ti ricordi di lui?! Sta perdendo i suoi poteri. Questo interferisce con i miei piani. Dimmi cosa gli hai fatto Kate.

-Cosa ho fatto al piccolo Derek? Haha, davvero hai bisogno di lui Peter? Non volevi essere l'unico Alpha?

-Un alleato è sempre utile Kate, ricordalo.

Detto questo Peter se ne andò. Aveva un'altra ragazza fuori di testa di cui occuparsi adesso.

 

 

-Perchè tu non sei sulla lista?

Peter e Lydia erano seduti per terra, a gambe incrociate, sul pavimento del loft di Derek. Uno di fronte all'altro, si guardavano negli occhi.

-Perchè è così difficile per voi donne rimanere concentrate? Ti ho detto di spegnere la tua mente e focalizzarti sul tuo potere, non di farmi il terzo grado.

-Forse il mio potere mi sta dicendo di farti questa domanda.

-O forse è Stiles che vuole saperlo e manda te per chiederlo.

-Non stai rispondendo!

Peter si alzò in piedi e girò le spalle a Lydia. Quella ragazza era davvero in grado di esasperarlo e di...affascinarlo.

-Il benefattore mi ha privato dei miei soldi! 117 milioni non sono pochi! Penso solo che abbia avuto il buon gusto di non usare i miei stessi soldi come scambio per la mia morte.

-Su quella lista c'è anche Malia...

-Farò qualsiasi cosa perchè a lei non succeda nulla. E' facile per voi incolpare di tutto lo zio Peter vero? Ci dev'essere per forza un cattivo e quel cattivo devo essere io, no?

Anche Lydia si alzò in piedi e guardò la schiena di Peter. Stava tremando, era davvero arrabbiato.

-Allora aiutaci Peter, e dimostraci che non sei tu il Benefattore!

Peter si girò di scatto e prese Lydia per le spalle.

-Guardami negli occhi Banshee, guardami dentro. Leggi tutti i miei segreti più spaventosi.

Lydia smise di respirare e si concentrò sugli occhi di Peter. Non vedeva più la stanza attorno a loro e non sentiva più nessun rumore. Esistevano solo loro due. Iniziò a sentire caldo, un caldo terribile, come se stesse bruciando. E poi sentì della grida. Erano urla di dolore ed erano sue. Lei stava bruciando viva.
Improvvisamente tornò alla realtà, nel loft di Derek. Aveva le lacrime agli occhi. Provò a parlare, ma non riuscì a dire nulla. Peter le asciugò le lacrime con il palmo della mano, poi uscì dalla stanza.
Ora Lydia ne aveva la certezza, non era Peter il Benefattore. Nel suo cuore aveva visto odio, vendetta, desiderio di potere e avidità. Lui voleva essere l'unico Alpha a tutti i costi. Ma non aveva visto solo questo. Nel cuore di Peter Lydia aveva anche visto sincera preoccupazione per tutti loro.

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Capitolo 2
*** Uno di loro ***


Peter Hale era seduto sul divano del loft di Derek e aveva in mano i documenti dell'adozione di Malia. Continuava a guardare quei fogli e a domandarsi perché sua sorella gli avesse cancellato i ricordi. Come aveva potuto privarlo di sua figlia? Eppure... forse il gesto di Talia le aveva salvato la vita. Per Peter non era facile ripensarci, i ricordi dell'incendio di casa Hale erano ancora molto vividi nella sua mente. Ora però doveva fare i conti con tutto questo: se Malia fosse rimasta con lui sarebbe potuta morire in quell'incendio. Talia le aveva salvato la vita, anche se l'aveva privata dei suoi genitori. Peter sospirò. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per trovare la mamma di Malia, glielo doveva.
Per trovare la donna coyote aveva però bisogno di una Banshee, Lydia Martin.

 

-Riproviamoci, ma questa volta cerca di rimanere in silenzio e non distrarti. Ora siediti, chiudi gli occhi e svuota la mente. Concentrati sul silenzio e dimmi cosa senti.
Lydia provò a eseguire gli ordini di Peter. Non era così facile però mettere a tacere tutti i pensieri che aveva in testa. Allison, Aiden... ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva i loro volti e sentiva le loro voci. Era stufa di tutte queste morti, non voleva più doverle affrontare. Eppure doveva farlo. Doveva farlo per tutti i suoi amici ancora in vita. E voleva farlo anche per Peter e Malia.
Così si concentrò sul serio e con tutta la forza di volontà che possedeva spense la sua mente.
E infine accadde.
Durò meno di un attimo. Un grido. Una semplice e terribile sensazione. Un volto.
Lydia non aveva visto, ma aveva sentito un volto. Il volto di una donna bionda, un volto crudele.
Lydia fissò uno spazientito Peter negli occhi.
-Non giocare con me Banshee, DIMMI COSA HAI VISTO!
Lydia non rispose e Peter le mise una mano alla gola.
-PARLA!!!
-Non sono io quella che deve lavorare sulla pazienza Peter.... Io ho... ho sentito una donna. E... e morte. Peter, credo che la madre di Malia fosse un'assassina.

 

Dopo quasi un'ora Lydia era riuscita a riprendersi dalla sua sensazione. Era seduta di fianco a Peter, sul divano del loft di Derek. Ognuno guardava fisso difronte a sé.
-Come fai ad andare avanti così, a continuare a vivere quando le persone attorno a te, i tuoi amici e i tuoi familiari muoiono? Io..io non credo di riuscire a farcela.
Peter rispose senza guardarla.
-Non ti sei ancora accorta che sono matto? Completamente fuori di testa. Sono più di sei anni che convivo con i miei incubi e l'unico modo per non mollare, per non arrendimi è continuare a combattere nonostante tutto. Devi ricordarti perché lo fai ogni giorno. Devi dimenticarti di essere una persona razionale e agire e basta. E' dura rinunciare a quell'unica parte di umanità che ancora ti rimane, ma è necessario.
Lydia si alzò in piedi e fissò Peter negli occhi.
-E allora perché stai facendo passare tutto questo anche a me? Se tu sai cosa vuol dire soffrire, soffrire veramente, perché mi hai fatto questo??!
Anche Peter si alzò e prese le mani di Lydia. I loro visi erano a pochi centimetri di distanza.
-Perché so che tu sei una ragazza forte, che può sopportare tutto. Tu sei come me Lydia, sei una che sopravvive.
Lydia restò a bocca aperta a fissare Peter. Un uomo, un licantropo, un assassino. Era davvero tutte queste cose? Lui aveva cambiato la sua vita. Certo, ora era confusa, ma almeno conosceva la verità su se stessa, sapeva di essere una Banshee. Voleva confessargli ciò che sentiva, voleva dirgli che lo capiva e che sapeva che lui era uno di loro, uno dei buoni. Ma ancora non poteva. Non riusciva a dimenticare la sera del ballo, il morso, il terrore. La partenza di Jackson...
Così abbassò gli occhi, ritrasse le mani e se ne andò.
Peter sospirò e scosse la testa. Avrebbe potuto fermarla, chiederle di restare, dirle che aveva bisogno di lei. Era sicuro che un giorno glielo avrebbe detto, ma per il momento non aveva tempo. C'era una cosa che doveva fare.


 

-Lo senti già vero, l'influsso della luna?
Peter si trovava da solo con Kate nelle fognature. Era una bellissima notte di luna piena, la sera perfetta per insegnare alla werejaguar a controllare i suoi poteri.
Kate era legata con delle pesanti catene a delle tubature, e gli unici suoni che emetteva erano dei ringhi strozzati.
Peter parlò a voce bassa.
-Okay Kate, cerca di concentrarti sui tuoi poteri. Senti i tuoi artigli, le zanne, la tua forza. Tienili a bada. Per riuscirci devi pensare a cosa ti rende umana...
Kate aveva la testa bassa e digrignando i denti disse solo:
-Chris.
Peter sorrise.
-Okay, va bene. Pensa al caro Argent, focalizzati sui ricordi. Ricorda com'era stare con lui, essere umana con lui. E ora guardami.
Dopo un po' di tempo Kate alzò la testa e incontrò lo sguardo di Peter.
La sua faccia era quella di una normalissima donna, con uno sguardo crudele certo, ma nulla di più.
-Niente occhi luminosi e zanne assassine, direi proprio che sono un ottimo maestro! Ora sei tu a dover rispettare il nostro accordo...
-Quanta fretta Peter! Non riesco ancora a credere che tu voglia davvero aiutare Derek. Non è da te essere così gentile.
-Niente commenti Kate, parla e basta.
Kate fissò Peter e scoppiò a ridere. Una risata terribile.

 

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Capitolo 3
*** Fiducia ***


-Cosa? Per riavere i miei poteri dovrei baciare Kate? Tu come hai fatto a scoprirlo? E come mai sai dove si nasconde? Continui a tenerci nascoste informazioni importanti! Capisci poi perché nessuno si fida di te??
Derek era rimasto incredulo alle parole di Peter Hale. Il giovane licantropo ormai senza poteri fissò a lungo lo zio, che era tranquillamente seduto sul suo divano.
-Non voglio rovinare i miei piani confidando le mie conoscenze a tutti i tuoi amici teenagers... mi mettereste solo i bastoni fra le ruote. E tu caro nipote come al solito invece di ringraziarmi mi accusi!
-Ma come fai a essere sicuro che non sia una trappola di Kate, come fai a fidarti di lei dopo tutto quello che ci ha fatto?!
Peter si alzò in piedi, spazientito.
-Perché io in cambio le ho dato qualcosa. E ciò che ho fatto non ti riguarda. Ora vuoi fidarti di me e riavere indietro i tuoi poteri?
-Per questa volta posso provarci, non deludermi Peter.
-Oddio come sei melodrammatico! E' solo un bacio, ne avrai dati tanti in vita tua, o?
Peter sorrise ma Derek non rispose. Improvvisamente l'allarme di “casa” Hale si mise a suonare: Kate era arrivata.

 

-E loro cosa ci fanno qui?
Kate non era venuta da sola, aveva portato con se due Berserker.
-Tesoro, non vorrai mica che venga in casa del nemico senza scorta?! Comunque devo dire che anche senza poteri conservi il tuo fascino...
Kate fece schioccare la lingua e fissò a lungo Derek, che non riuscì a sopportare il suo sguardo. Il giovane licantropo andava avanti e indietro per il suo “soggiorno”. Lo innervosiva avere Kate in casa sua.
-Non perdiamo tempo. E' vero quello che dice Peter, che puoi ridarmi i poteri?
Kate si mise a ridere.
-Solo se il bacio sarà soddisfacente... ma da quel che ricordo passerai il test a ottimi voti...
Peter non trattenne una risata e Derek lo fulminò con lo sguardo. Poi senza dire nulla si avvicinò a Kate, le prese la testa con le mani e le diede un bacio sulla bocca.
Sì allontanò con la stessa velocità con cui si era avvicinato.
-Bene, fatto. Quando vedrò i risultati?
Kate rimase immobile.
-Veramente non so se abbia funzionato, non penso il bacio sia durato abbastanza....
Questa volta fu Peter, che si stava divertendo da morire, a parlare.
-Credo che per Derek sia sufficiente...
-QUANDO riavrò i miei poteri??
-Ah voi Hale...siete sempre impazienti. Dovrai aspettare più o meno lo stesso tempo che ci hanno messo per sparire, penso...
Improvvisamente Peter si fece serio e si avvicinò a Kate
-Non ci stai fregando, vero?
-Per quanto mi dispiaccia ammetterlo no, Derek tornerà normale. Bene, ho fatto il mio dovere, ed è stato un piacere, ma ora me ne vado...
Senza aprire bocca Derek guardò suo zio, ma Peter non fece nulla e Kate e i Berserker se ne andarono.
-Non posso credere che l'abbiamo lasciata libera!! Argent ci odierà per questo.
-Io e Kate avevamo un patto, e tu sai che sono un uomo di parola. Argent dovrà arrangiarsi da solo.

 

 

Peter poteva finalmente rilassarsi. Come aveva sempre pianificato ora Derek aveva di nuovo i suoi poteri e gli doveva un favore. Sapeva che sarebbe stato dalla sua parte, o almeno ci sperava. Non poteva fare tutto sa solo, aveva bisogno di un alleato per trovare la lupa del deserto, un alleato con i poteri.
E per riuscirci avrebbe manipulato suo nipote come aveva sempre fatto.

 

 

Derek ne era sicuro, aveva visto qualcosa nello sguardo di Peter. Aveva la certezza che suo zio presto gli avrebbe chiesto un favore e sapeva di doverglielo, visto che era stato Peter a trovare una soluzione al suo problema. Odiava davvero questa situazione.
Peter era uno dei pochi parenti che gli era rimasto ma non era certo di potersi fidare di lui, e non voleva che altre persone soffrissero per colpa di Peter.
Altre persone come Lydia.
Per questo l'aveva chiamata e le aveva chiesto di poter parlare un po' con lei. Ora Lydia si trovava davanti a lui, con il suo solito sguardo sostenuto, ma profondamente fragile.
-Stai passando molto tempo con Peter... Io voglio solo metterti in guardia, lo conosco, so che non fa mai nulla senza un motivo.
-E'... è gentile da parte tua preoccuparti, ma so benissimo come è fatto Peter. Nel caso te ne fossi dimenticato lui è stato nella mia mente, mi ha morsa! Ma... credo sinceramente che Peter stia solo cercando di aiutarmi. E io voglio aiutare lui.
-Lo aiuti dopo tutto quello che fatto?
-Le persone non sono o buone o cattive. Tutti facciamo cose orribili e tutti meritiamo un po' di fiducia. Anche tu lo aiuti...
-E' diverso. Lui è mio zio. Ma non ho mai dimenticato, e non lo farò mai, quello che Peter ha fatto a Laura. Per cui Lydia, ti prego, sta attenta. Lui è avido, è solo il potere che vuole.
-Ma perché tutti pensate che sia sempre il solito vecchio Peter?! Non vuole solo quello. E' preoccupato per il deadpool come tutti noi, è preoccupato per sua figlia e lo è anche per te!!
Mentre Lydia continuava a parlare Derek notò qualcosa in lei. Il suo volto, il suo sguardo erano davvero furiosi. Lydia tremava dalla rabbia.
Improvvisamente la Banshee smise di parlare, fissò Derek che a sua volta la stava fissando e scoppiò a piangere.
-Io non ne posso più... Tutte queste morti, i sospetti, l'odio. Sono stanca di essere una Banshee, dei licantropi e di tutte le altre creature. Non ce la faccio più.
Lydia parlava fra i singhiozzi e Derek non sapeva cosa fare. Si avvicinò a lei e le mise una mano sulla spalla per consolarla, ma appena toccò la ragazza lei si mise a urlare.
Un urlo da Banshee: morte.

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Capitolo 4
*** Desideri sbagliati ***


-Cosa le stai facendo?
Peter Hale era comodamente seduto sul divano a leggere un libro quando Derek Hale entrò nel loft con aria turbata. Senza alzare lo sguardo Peter gli rispose.
-Cosa sto facendo a chi?
-A Lydia! Non puoi approfittarti così di lei solo per il tuo tornaconto. Non ti accorgi che è completamente devastata da tutta questa storia? Lei non ne può più.
Peter si alzò dal divano.
-Come tutti noi! Anche io voglio che questa faccenda finisca...
-Sono davvero preoccupato per lei. Dovevi vedere il suo sguardo.
Improvvisamente Peter divenne cupo e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza.
-Devi fare una cosa per me. Io...starò via per un po', ma non posso partire senza mantenere la promessa che ho fatto a Malia.
-Perché cambi discorso e dove vorresti andare?!!
-Non ho tempo per questo Derek. Sono riuscito a scoprire che il lupo del deserto ha un nome: Haily, so che è una mercenaria e che due mesi fa si trovava in Canada. Non ho altro. Devi trovarla Derek, fallo per Malia e dille che mi dispiace.
Detto questo Peter Hale uscì dal loft senza dare al nipote il tempo di fare altre domande.

 

Ora Peter si trovava nella casa al mare di Lydia Martin e aspettava che la ragazza lo raggiungesse. Peter fissava il muro con una terribile sensazione dentro di sé: l'inconscio delle persone è qualcosa di fuori controllo. Come aveva fatto a non accorgersene prima? Sapeva che qualcosa era cambiato in Lydia dopo la morte di Allison ma non ci aveva fatto troppo caso. A lui bastava che i suoi poteri funzionassero lo stesso. Ora però sapeva di aver commesso un terribile errore. E forse pure questa volta, come al solito, era tutta colpa sua.
Quanto era disposto a mettere in gioco, a far soffrire gli altri pur di ottenere tutto il potere possibile? Solo ora Peter, mentre pensava a Lydia Martin, se ne rendeva conto. Le Banshee sono creature molto potenti e lui ne aveva creata una. Non aveva dato molto peso al fatto che dietro ci fosse una ragazza ferita e fragile. Lui lo sapeva bene: un potere enorme messo nelle mani sbagliate è come una bomba.

 

Era sera quando Lydia arrivò alla casa al lago. Già da lontano riusciva a distinguere il profilo di Peter illuminato dalla luna. Prima di avvicinarsi a lui fece un bel respiro.
-Allora cos'è tutta questa fretta?
Il volto di Peter era coperto dalla nebbia e Lydia faceva fatica a vedere. Chiuse gli occhi e quando li riaprì l'unica cosa che riuscì a distinguere furono due luci azzurre. Non fece in tempo a urlare che Peter Hale affondò le sue unghie nel suo collo.

Allison sanguinante tra le braccia di Scott. Jackson trasformato in Kanima che la guardava ma non la riconosceva. Peter Hale che la mordeva. Il cadavere di Meredith. Allison, la sua migliore amica, sanguinante tra le braccia di Scott.

Appena Peter ritrasse le unghie e si allontanò da lei Lydia cadde a terra. Aveva rivissuto tutto insieme a Peter: tutto l'orrore e la sofferenza. Iniziò a piangere, prima piano quasi soffocando ogni respiro, poi forte tanto da urlare. Peter si accucciò accanto a lei e l'abbracciò. Quelle visioni erano state una conferma: Lydia era il benefattore.

 

-Oddio sono stata io, sono sempre stata io! Cosa ho fatto?
Lydia continuava a fissare Peter a bocca spalancata. Sperava che lui si mettesse a ridere e le dicesse che lei non poteva essere il benefattore perché era una persona buona, e le persone buone non fanno queste cose. Per un attimo sperò che fosse Peter il benefattore. Ma la realtà era diversa.
-Tranquilla, non importa quello che hai fatto, a ME non importa.
Peter provò a calmarla ma la Benshee era ormai fuori controllo.
-Delle persone sono morte Peter!! Come posso tornare dai miei amici ora? Mi odieranno, non mi perdoneranno mai. IO non mi perdonerò mai.
-Non eri in te Lydia! Fregatene di cosa pensano gli altri! TU non hai fatto nulla, non è colpa tua se questo mondo fa schifo, se la gente muore e se tutti soffrono. Non sei tu Lydia, E' stato il tuo inconscio.
Lydia spinse via Peter.
-Ma io sono il mio inconscio!! Una parte di me ha veramente desiderato che moriste tutti, che tutto finisse. Dopo la morte di Allison ho desiderato solo questo.
-Risolveremo tutto, fidati di me. Non ti lascerò da sola.
Questa volta fu Lydia a lanciarsi tra le braccia di Peter, a farsi consolare dal suo calore.
-Non posso tornare da loro, non ancora.
Peter sospirò. Non sopportava di vedere Lydia piangere e soffrire in quel modo. Le afferrò la testa e la obbligò a guardarlo.
-Andremo via per un po', io e te. Abbiamo tutti bisogno di riprenderci da questa storia, lasceremo ad ognuno il suo tempo, okay? Lydia, lo sai che se potessi mi prenderei io la colpa di tutto? Non mi spaventa passare per lo zio cattivo, ci sono abituato.
Lydia tirò su col naso e per la prima volta dopo l'inizio di quell'incubo sorrise.
-Lo so. E non permettere più a nessuno di pensare certe cose su di te. Non sei più cattivo di quanto non lo sia io.
Peter le accarezzò una guancia.
-Non voglio scappare, ma non posso nemmeno affrontare tutti in questo momento. Mi prometti che staremo via solo per un po'?
-Torneremo quando tu sarai pronta, insieme.

 

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