Le Cronache di Londra

di Scaramouch_e
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1° capitolo ***
Capitolo 3: *** Dalla parte di Caspian ***
Capitolo 4: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Le Cronache di Londra

In un appartamentino di un quartiere periferico di Londra, due ragazzi se ne stavano, abbracciati, a coccolarsi sul divano del soggiorno; ma in realtà non erano due ragazzi normali, bensì due re del regno di Narnia.

I loro nomi erano Caspian ed Edmund.
Per tutti, Caspian non era che Caspian Ford, un normalissimo ragazzo venuto dall'America, cugino dei tre Pevensie.
Grazie ad Aslan, egli aveva potuto iniziare una nuova vita sulla terra, ed anche se gli mancava Narnia, nulla poteva essere paragonabile allo starsene abbracciati al suo Edmund; e poi, la tecnologia terrestre lo entusiasmava! C'erano talmente tante cose che poteva fare che le sue giornate erano sempre piene.
Negozi da visitare, tante nuove esperienze da provare, cose da imparare...
E poi c'era anche un altro motivo per cui adorava Londra: lui era morto a Narnia, esprimendo come ultimo desiderio quello di visitare il luogo da cui veniva il suo amore; ed Aslan lo aveva accontentato.
Ed ecco la ragione per cui ora poteva trovarsi a Londra, nell'appartamento di Edmund, con quest'ultimo che gli accarezzava i capelli e che, quando rientrava la sera, era sempre disposto a fare l'amore con lui.
Era bello poter vivere normalmente, con semplicità, potendo essere niente più che se stessi.
"Cosa facciamo stasera?"
Chiese all'improvviso la voce di Edmund, mentre continuava ad accarezzare i suoi capelli.
"L'amore." Rispose quest'ultimo, facendo ridere il suo compagno.
"Certo, ma oltre quello?"
"Potremmo vederci con i tuoi fratelli, Eustachio e Jill..."
"Sarebbe bello, ma penso che Lucy non potrà esserci per via del suo nuovo impiego."
"Chiamala comunque, forse dopo il lavoro vorrà fare un salto!"
Edmund annuì alla proposta, e prese il cellulare dalla tasca mentre Caspian lo osservava con attenzione comporre il numero, sempre molto incuriosito dall'abilità con la quale il suo compagno usava quell'aggeggio. Ovviamente anche Caspian aveva imparato come usare il cellulare, ne aveva uno tutto suo ma non era mai stato capace di usarlo con la rapidità di Edmund.
Alla fine della conversazione, Edmund riagganciò, e spiegò
"Andiamo a mangiare fuori, ci saranno Susan e Nathan, insieme a Peter, e poi anche Jill ed Eustachio."
"Ti amo." Rispose semplicemente Caspian.
"Anch'io ti amo, Cas!"
E si baciarono, le loro lingue intrecciate in lenti movimenti sensuali, finchè non senza una certa riluttanza, si staccarono, ed Edmund, con un pericoloso luccichio negli occhi, esordì con la frase
"Fatti vestire!"
Caspian ricambiò lo sguardo, e senza opporsi in nessuna maniera si fece guidare nella loro camera da letto dove, sotto consiglio di Edmund, provò svariati abiti fino ad ottenere l'approvazione di una camicia scura, aperta sul petto, e dei jeans quasi dello stesso colore. Per quanto riguarda le scarpe, optarono per un paio di Nike bianche.
"Caspian, stai benissimo! Ora sarà difficile trovare qualcosa che mi possa rendere bello come te!" Disse strizzando l'occhio al compagno, che rispose subito a tono con un "Scemo! Tu stai bene con tutto!" e baciò le labbra di Edmund che ricambiò con tutto l'amore che aveva.
"Dai Cas, fammi vestire..."
"Posso guardarti?"
Edmund annuì, svestì gli abiti da casa, e scelse per sè un pantalone marrone, una camicia bianca, e una giacca di jeans.
Poi si voltò verso Caspian, ed entrambi lasciarono scorrere i loro occhi sul corpo dell'altro.
"Possiamo andare." Disse infine Edmund, ed uscirono di casa, tenendosi la mano.

CoNtInUa....

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Capitolo 2
*** 1° capitolo ***


1 capitolo
Le Cronache Di Londra:


Quando i due ragazzi scesero dal taxi, parecchie persone voltarono la testa a guardarli per quanto erano belli.

Andarono a  raggiungere il resto del gruppo con cui avevano appuntamento, che erano Susan -sorella maggiore di Edmund-  insieme a suo fratello Peter, ed al suo ragazzo, Nathan... la ragazza aveva i capelli castani e due profondi occhi blu, mentre i capelli di suo fratello avevano una chiara tonalità biondo cenere,che mettevano in risalto i suoi magnifici occhi grigi... il ragazzo di Susan invece, era biondo scuro con gli occhi verdi;
accanto a loro vi era Lucy, sorella minore -anche se di pochi anni- di Edmund, aveva i capelli corti, biondi -come la maggior parte dei presenti- e gli occhi azzurri.
Quando raggiunsero questo gruppo, si salutarono e si misero a chiacchierare in attesa dei due ritardatari, uno aveva i capelli di un colore rossiccio e gli occhi castani, ovvero  Eustachio -cugino dei quattro fratelli Peviens-  e la sua ragazza Jill Pole, anch'essa con i capelli biondo scuro, ma gli occhi neri come la pece.
Uno dei primi ragazzi che erano scesi dal taxi si fiondò dalla biondina per abbracciarla e stamparle due caldi baci sulle guance.
“Lu, che bello vederti! Sei fantastica!”
La biondina arrossì mentre il fratello la mollava. “Anche tu stai benissimo… hei, ma guarda che muscoli! Fai palestra?”
Edmund sorrise.
“Già, sai com’è...” abbassò  il viso e le sussurrò “se tornassimo a Narnia...”
“Ed...” la biondina abbassò gli occhi, poi guardò dolcemente Edmund e sorrise. “Sì, se tornassimo a Narnia saresti preparato.”
“Lo so che è una fantasia, ma mi piacerebbe, Lu. Scommetto che anche a Caspian farebbe piacere tornare.”
“Tornare dove?” domandò la voce di una giovane donna; i due si voltarono e videro che era stata Susan a parlare.
“A New York! Sì, a Caspian farebbe piacere tornare a New York!” mentì Lu.  
Tutti e tre i fratelli sapevano che la sorella maggiore, Susan si infervorava a sentir parlare di Narnia. Per lei non era stato altro se non un bel sogno.
Un sogno molto reale, certo... ma pur sempre un sogno.
Edmund decise che era meglio tenere il gioco di Lucy, appoggiando la sua menzogna.
“Già e tu l’hai scoperto! Non dirlo a Caspian ti prego… sai, doveva essere una sorpresa.”
“Non ti preoccupare Ed, non lo dirò.” Promise la ragazza con un sorriso.
“Beh ragazzi, entriamo o stiamo qui tutta la serata?” chiese Peter.
“Entriamo!” si sbrigò a dire Lucy.
Il gruppo fece il suo ingresso nel locale dove quella sera stava suonando un complessino jazz.
Peter fece sedere suo fratello tra lui e Lucy, mentre Susan prese posto al fianco della sorellina, lasciando l'altro posto libero al suo fianco per il suo ragazzo, Nathan. Caspian sedette fra il suo ragazzo ed Eustacchio e l'ultima a prendere posto fu Jill… insomma, sedendosi in quest'ordine i ragazzi avevano involontariamente separato Caspian ed Edmund.
“Allora, adesso cosa fai, Caspian?” domandò Peter.
“Beh… pensavo che potrei iscrivermi all'università!” rispose il ragazzo.
“Per essere precisi, come mai sei qui? Sai, Susan non mi ha raccontato molto…” disse Nathan.
Gli occhi color cioccolato di Caspian saettarono, prima su Susan e poi su Edmund.
“Beh, volevo rivedere i miei cugini e...”
“Come mai vivi con Edmund?” lo interruppe Nathan.
“Non sono affari tuoi.” Fu Edmund a rispondere, in tono seccato, come se avesse sputato quella frase addosso al ragazzo.
Non sapeva perché l’aveva fatto, ma nel momento in cui aveva pronunciato quella frase, tutti coloro che credevano ancora in Narnia poterono sentire la presenza di Edmund il Giusto.
Fra i commensali si creò un momento di silenzio mentre Caspian pensava a quanto fosse stato carino Edmund a difenderlo.
Il silenzio fu interrotto dal cameriere, che prese le ordinazioni degli otto ragazzi e se ne andò verso la cucina.
“Scusate, devo andare un attimo in bagno.” fece Caspian, scattando in piedi e andando in bagno. Poco dopo fu raggiunto da Edmund.
“Ciao, piccolo... sei sexy quando mi difendi, lo sai?” gli disse Caspian, facendo sorridere il minore dei fratelli che si avvicinò al re per baciarlo.
Caspian rispose al bacio con tutta la passione che aveva, facendo aderire il corpo di Edmund alle piastrelle del bagno.
“Ti farei mio qui e adesso lo sai mio re?” domandò a un Edmund ormai paonazzo.
“Lo so, ma dobbiamo andare… non mi piace quel Nathan. Sospetta qualcosa!” disse preoccupato il più giovane.
“D’accordo, ma stasera sarai mio!”
Edmund ridacchiò per poi annuire.
Dopo questo scambio di battute, i due ritornarono nella saletta e ripresero i loro posti.
La cena passò tra chiacchiere e risate, intervallate ogni tanto dalle domande di Nathan sul passato di Caspian, ma le occhiate che Edmund gli lanciava fecero capire che era meglio abbandonare l'argomento.
“È stata una bella serata, dopotutto!” disse Lucy al fratello una volta usciti dal locale.
“Sì, anche se non mi è piaciuto il comportamento di Nathan…”
“Neanche a me… lo trovo una persona vuota. Non va bene per Susan.” la ragazzina dagli occhi azzurri abbassò il viso.
“E poi non è stato a Narnia…” mormorò Edmund più a se stesso che a Lucy.
“Già.” fra i due calò silenzio, rotto dagli altri che parlavano fra di loro.
I ragazzi si accomitarono fra loro con sorrisi e la promessa di rivedersi al più presto.
Una volta a casa Caspian si butto sul letto mezzo distrutto e guardò intensamente Edmund che gli stava affianco.
“Ti voglio.” Mormorò, prima di baciare il suo re.

CoNtInUa...
Ringrazio tantissimo la mia beta, la mitica Lexy per avermi aiutato con pazienza. E a tutti quelli che hanno commentato e messo la storia nei preferiti.

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Capitolo 3
*** Dalla parte di Caspian ***


caspian
Le Cronache di Londra

Mi sveglio e guardo di lato trovando il mio re che dorme beatamente. Sorrido ammirandolo e pensando al giorno in cui ci eravamo rivisti sul suo veliero, la Lady Alba.

Lui era lì, bello e imponente, ma zuppo da capo a piedi e per poco a Caspian non venne da ridere pensando a quant’era buffo e a quanto fosse fortunato ad avere il suo Edmund di nuovo con lui. Si era dato un contegno per non saltargli addosso ed era stata Lucy a rompere il silenzio con un affannoso: “Ca-spian”
Solo in quel momento Caspian si era accorto di un altro ragazzo assieme a Lucy e a Edmund. “Ma chi è il vostro amico?” aveva chiesto, mentre l’amico diceva frasi senza senso come: “Lasciatemi andare, lasciatemi andare!”
 “Lasciarti andare?” gli  aveva chiesto “Certo, ma dove?” poi aveva chiesto a Rinfely, suo capitano, di portare un bicchiere di vino per le Loro Maestà e ascoltando i vari improperi che l’amico dei Pievens mandava contro tutti, si era avvicinato a Edmund e gli aveva detto: “Bel peso ti sei portato dietro!“ Edmund era arrossito ed aveva ridacchiato.
 
Era stato un gran bel regalo da parte di Aslan quel viaggio nelle Isole Solitarie col suo amore, al quale si era anche dichiarato,  con il fiato del Drago Eustacchio – il loro amico che per una magia era stato trasformato in drago, a riscaldarli. Insomma, c’ erano state diverse belle avventure col suo amore, ma forse l’avventura più bella di tutte era stata la sua morte.

Come mio ordine, la fine dei miei giorni l’avevo voluta passare sul Lady Alba, la nave che mi ricordava il mio re. Era una notte buia quando sentii che me ne sarei andato. Così ero salito sul ponte ed avevo ammirato le stelle, un ruggito mi aveva fatto voltare, costringendomi a fissare gli occhi color oro di Aslan.
“Mio signore” mi ero inchinato.
“Figliolo, sai che stai per morire e so che hai percorso una retta via, ma lontano dal tuo vero amore.”
Lo guardavo mentre sentivo gli occhi stanchi inumidirsi dalle lacrime. Aslan continuò. “Ti è concesso -  per tutto ciò che hai fatto per il tuo popolo e per aver rinunciato all’amore - di tornare ad essere un ragazzo di vent’anni” sentii il suo fiato invadermi e mi sentii più giovane, più forte. “Caspian, ti è stato concesso l’onore di poter visitare il paese del tuo amore per quanto tempo vorrai. Laggiù ti chiamerai Caspian Ford, e sarai il cugino dei tre grandi re e regine di Narnia.”
Mi spiegò tutto sul mondo del mio amore e dopodichè mi alitò addosso, lo vidi farsi sempre più piccolo mentre io volavo via da Narnia, per Londra.


E’ per questo mi sono ritrovato qui, ogni notte stretto a te. Sarà così fino a che non sarò io a desiderare il contrario.
Finalmente apri quegli occhi color cioccolato e li fissi su di me. “’Giorno amore”
Ci scambiamo un bacio, poi tu sorridi e finalmente la giornata ha la grinta giusta. “Come hai dormito?”
“Dormito? Io?” mi chiede scherzando. Rido e con me ride anche lui.
Ad un certo punto il suo cellulare comincia a squillare. Lo fisso mentre risponde. Lo vedo agitato, mi avvicino e incomincio a baciarlo sul collo per tranquillizzarlo, ma lui mi allontana con un gesto della mano.
Dopo aver riattaccato, mi fissa coi suoi occhi color cioccolato preoccupati. “Era il mio ex. Dice che vuole vedermi. Oggi.”
Il mio cuore perde un battito… un suo ex. Certo come ho potuto pensare che questo essere bellissimo avesse perso l’occasione di essersi fatto amare.
“E tu?” gli domando.
“Lo voglio incontrare. Sento che ha bisogno di me.” lo fisso, mordo il labbro inferiore, lui mi bacia.
“Cas io amo solo te.”
“Lo so. Anch’io ti amo… se devi andare vai, dopotutto sei pur sempre Edmund il Giusto!” ridacchia. Dopodichè annuisce. Quindi dice che và a farsi la doccia e, in effetti, lo vedo sparire nel piccolo bagno di fronte alla camera, esce si veste con una maglia rossa, jeans chiari e una sciarpa rossa e nera. Mi bacia.
“Io vado, tu se vuoi potresti incominciare a frequentare un po’ l’università.”
Annuisco. E lui se ne và.
Adesso, dopo due mesi che sto qui, ho paura. Per lui, per il nostro amore, per tutto.

Continua...
Ringrazio la mia nuova beta Ayleen, per avermi corretto gli orrorri che ho fatto e tutti coloro che hanno letto. 

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Capitolo 4
*** Epilogo ***


epilogo i
Le cronache di Londra:


Benjamin Ben Barnes camminava con aria preoccupata lungo un marciapiede del quartiere dove viveva il suo ex ragazzo: Edmund Peviens. Aveva ventisette anni e faceva il poliziotto. La preoccupante notizia ,riguardo l’attuale ragazzo del suo ex, che aveva appena ricevuto l’aveva reso molto ansioso.

Finalmente lo vide arrivare.
“Ciao Ben, mi hai detto che mi volevi parlare.”
“Certo. Vieni.” lo prese per mano e lo guidò verso la stazione dei taxi. Ne fermò uno e ci si fiondò dentro.
“Ben, ma che hai?” domandò Edmund preoccupato.
“Sssh.” lo zittì il ragazzo.
Diede istruzioni al tassista sul luogo che desiderava raggiungere, ossia un bar vicino alla stazione di polizia.
Una volta arrivati, Benjamin pagò e scese seguito da un preoccupatissimo Edmund. Entrarono nel locale e si sedettero al primo tavolino. Si fissarono.
“Ti rendi conto che mi hai rapito?” ridacchiò Edmund, un po’ teso.
“Ed, tu sai con chi stai vero?”
“Certo che lo so. Sto con Caspian Ford, ma perché me lo chiedi?”
“Perché il tuo amato Caspian non compare da nessuna parte; non ha un passaporto, una carta d’identità e nessuno che si chiami Ford ha un parente con quel nome assurdo. Insomma non abbiamo nulla con cui possiamo identificarlo.”
“State conducendo un’indagine su di lui?” Edmund era pietrificato.
“No, un mio vecchio amico Nathan Phirelli, il fidanzato di tua sorella, e venuto da me chiedendomi se potevo indagare su un certo Caspian che gli aveva presentato la sua fidanzata. Così l’ho fatto ed è venuto fuori che non c’è nessun Caspian Ford. Né a Londra, né in America né in nessun’altra parte del mondo.”
Gli occhi di Edmund si ridussero a fessure. “Caspita; certo che sei andato a fondo.”
“E’ che ti voglio proteggere. Ed!” il ragazzo più grande prese le mani del ragazzino e le intrecciò. “Ti amo sempre.” mormorò quindi si avvicinò al viso di Edmund facendo per baciarlo.
Edmund si scostò da lui e disse:
“Sono fidanzato. E ti posso assicurare che Caspian mi ama e che non mi farebbe mai del male.”
“E allora perché piangi?”
Edmund lo guardò confuso e si toccò il viso: era bagnato. Stava piangendo sul serio.
“Scusa Ben devo andare. È stato un piacere.” si voltò e se né andò correndo fino a casa sua. Piangeva. In realtà non sopportava più quella situazione: non lo dava a vedere a Caspian perché lo amava, ma per lui era insopportabile. Vivere in quel appartamento, alla periferia di Londra quando lui era stato un re, mentire a tutti coloro che non fossero i suoi fratelli e nemmeno a tutti visto che a sua sorella non lo poteva dire. Insomma non ce la faceva più.
Entrò in casa. Caspian lo aspettava, alzò gli occhi su di lui e raggelò non appena lo vide.
“Ed, amore…”
“Ben sta indagando su di te. Dobbiamo andarcene via.”
“Ma Edmund, ti prego calmati.”
Edmund annuì, poi si sedette sulle gambe di lui e gli raccontò tutto.
“Forse l’unico modo per essere veramente noi stessi è andarcene in un altro mondo che non sia nemmeno Narnia…” rifletté Caspian.
Edmund annuì. “Ma come facciam…”
Non finì la frase. Un ruggito li fece voltare: Aslan era lì, nella loro camera, possente più che mai e li guardava con gli occhi dorati.
“Ho sentito la vostra disperazione, figli miei. Salite su di me.” i due ragazzi si scambiarono delle occhiate preoccupate, ma poi ubbidirono. Il leone fece un balzo fuori dalla finestra, e i due videro cose che mai avrebbero immaginato di poter vedere
“Dove ci porti Aslan?”
“In una Terra nuova figli miei. Nella vera Narnia, ma prima dobbiamo fare una cosa.”
Il leone si mise fra un treno e il nulla, ruggendo. Il treno sprofondò cadendo in un baratro.
“ASLAN!” urlarono i due ragazzi.
“Non vi preoccupate, lì dentro ci sono tuo fratello e le tue sorelle. Ci raggiungeranno fra breve.”
Aslan ruggì un’altra volta e nel cielo si creò uno squarcio simile ad una porta. Una passaggio che conduceva ad una collina verdeggiante.
“Questa è la Vera Narnia. Venite amici.” disse entrando dentro.
Edmund ridacchiò quando posò i piedi sul terreno e guardò Caspian con amore. Quest’ultimo si avvicinò e lo baciò teneramente, sotto gli occhi saggi di Aslan.
Entrambi erano felici adesso, consapevoli che niente avrebbe più minacciato il loro amore.

Fine
Ed eccoci qui, alla fine di un'altra fic... beh questa è finita così, quasi inconcludente è che non mi piaceva più tanto e quindi ho voluto farla finire così. cmq sepro che mi seguirete nella prox fic sulle cronache (perchè ho intenzione di scriverne un'altra.) Intanto ringrazio la mia preziossima beta, Ayleen. Grazie per i tuoi preziosi consigli e gli aggiustamenti che hai portato e grazie ha chi ha commentato gli scorsi cap, spero di non avervi deluso.
 

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