It's a jungle where we play

di _mychemicalguns
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap.1 ***
Capitolo 2: *** cap. 2 ***
Capitolo 3: *** cap. 3 ***
Capitolo 4: *** cap. 4 ***



Capitolo 1
*** cap.1 ***


|| Flashback || Novembre, 1984
"Il punto è che non può funzionare, Jane. Io mi trasferirò a New York per lavoro, non per divertirmi! Tu non hai nè esperienza nè una preparazione scolastica adeguata per sperare di trovarti un lavoro che possa mantenerti e coprire le spese che comporterebbe l'abitare in una città così grande!"
Le sue parole mi trafissero come un pugnale, mi ricordo che piansi davanti a lui come non avevo mai fatto, lo amavo e volevo restare con lui ma la sua risposta fu negativa.
"Ti amo, ma non me la sento di portarti con me, non potrei mantenerti neanche volendo e questo mi renderebbe triste" Stronzate, era così ingiusto.
"Finirò i miei studi all'università, e poi verrò a cercarti, anche se dovessi girarmi tutta New York, mi aspetterai?"

|| Agosto, 1985. || Ora che ci ripenso, Robert non mi disse più nulla, mi promise mari e monti, mi disse che mi avrebbe sposata e invece niente, mi mollò così su due piedi senza neanche avere dei ripensamenti, stronzo.
Ad ogni modo, non ho finito nessuna università ma ho messo da parte un sacco di soldi, abbastanza per trasferirmi e ricominciare da capo.
Il mio era un pidocchioso posto da segretaria in un altrettanto pidocchioso studio dentistico, prendevo appuntamenti, ordinavo il pranzo a quello schifoso che si spacciava per dentista, l'unica cosa positiva è che mostrava una strana simpatia nei miei confronti, quindi la mia busta paga era abbastanza buona, a volte era persino doppia in cambio di qualche strusciata, sì, rivoltante, ma avevo bisogno di soldi e subito.
Mi propose anche una paga maggiore in cambio di sesso occasionale, ma non volevo di certo cadere così in basso.
Comunque ho finalmente raccolto i soldi che mi servono per andarmene, indovinate dove? Esatto, a Los Angeles!
Pagai il mio biglietto e dopo i vari passaggi del caso mi ritrovai sull'aereo pieno zeppo di persone, andai avanti fino a trovare un posto apparentemente vuoto, sbagliato.
Era occupato da una grande borsa nera che conteneva chissà quale roba, apparteneva sicuramente al tipo di fianco, un ragazzo sui 20/21 anni, basso e con dei lunghi capelli biondi e ricci.
"Scusami, è occupato questo posto?"
Il riccio si voltò di scatto e mi rivolse un sorriso dolcissimo
"Come hai detto?"
Dopo aver ripetuto la frase, il ragazzo, imbarazzato, toglie la borsa dal sedile facendo un gran macello e mi lascia il posto
"Ehi ma che hai lì dentro?"
Ridiamo entrambi e poi si mette a spiegare
"Ci sono delle parti della mia batteria, tutti piatti e il resto..."
Sembrava davvero un bambino contento, con tutti quei ricci biondissimi che gli ricadevano sul viso
"Dei miei amici mi hanno chiamato per andare a suonare con loro, hanno bisogno di un batterista e, oddio, ma non mi sono nemmeno presentato! Mi chiamo Steven, Steven Adler."
[ E chi lo sapeva, che quel ragazzo biondo mi avrebbe catapultata nel suo mondo in così poco tempo?]




||Allora, come vi è sembrato questo primo capitolo?
Spero che la storia vi piaccia e che vada a svilupparsi nel migliore dei modi! Accetto ovviamente critiche e suggerimenti da tutti voi, cercherò di aggiornare la storia ogni giorno (oppure un giorno sì e uno no dipende dai miei impegni).
Avevo intenzione, almeno per ora, di pubblicare più capitoli possibili ogni giorno in modo da farvi aspettare il meno possibile, con l'avanzare della storia si deciderà poi una programmazione ben definita! Buona lettura :) ||

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Capitolo 2
*** cap. 2 ***


|| DAL PRIMO CAPITOLO ||
"Mi chiamo Steven, Steven Adler"

"Piacere, Jane Smith."
Parlammo per tutta la durata del viaggio del più e del meno, della sua nuova band, i Guns n' Roses, della mia "nuova vita a Los Angeles"
"Ma non volevi andare a New York?"
Arrossii e chinai la testa, imbarazzata.
"Non ho più intenzione di andarci, Steven."
Il biondo mi fissò con quei suoi occhioni, gli avevo parlato di Robert e a ripensarci, non so neanche cosa mi avesse spinto a farlo.
"A New York avresti molte più possibilità, chi se ne frega di quel tizio! È la tua vita, Jane!"
Le sue parole, così sincere furono come una mazzata per me, lo guardai mentre i miei occhi si riempivano di lacrime pronte per scendere
"Non piangere per favore, finirò con il farlo anche io!"
Gli occhi di Steven erano diventati lucidi e rossi mentre io ero già esplosa in singhiozzi.
Il riccio mi abbraccio affettuosamente, accarezzandomi i capelli con dolcezza per un tempo che mi parve infinito, rimasi attaccata a lui per quasi 20 minuti, avevo smesso di piangere ma non volevo lasciarlo andare, mi sentivo così bene!
"Jane, stiamo atterrando..."
Le sue parole mi riportarono sulla terra, mi rimisi seduta e solo dopo pochi secondi mi resi conto della colossale figura da stupida che avevo fatto
Presi i bagagli e dopo essermi sottoposta a tutte le procedure del caso salutai Steven che mi scrisse su un biglietto l'ora il giorno e il locale dove lui e la sua band avrebbero tenuto un piccolo concerto
"Devi venire assolutamente!"
Disse con quel suo sorriso quasi angelico
"Ti presenterò ai ragazzi, gli piacerai non ti preoccupare!"
Mi diede un bacio sulla guancia e, caricato il suo borsone sulle spalle se ne andò, lasciandomi addosso una sensazione d'imbarazzo e felicità mai provate prima.
Guardai la data del concerto e con mia sorpresa, era solo 5 giorni dopo, sarei riuscita a sistemarmi prima di allora?
Fortunatamente, Los Angeles è una città dalle mille aspettative e nei 3 giorni successivi trovai un appartamento a poco prezzo e un lavoro part-time come cameriera in un bar.
Era arrivato finalmente il giorno del concerto e io ero talmente contenta da non riuscire a pensare ad altro, Steven era constantemente nei miei pensieri e ciò mi imbarazzava parecchio.
Trovai il locale in poco tempo, era sporco e polveroso, con un palco mediamente grande e una decina di tavoli messi davanti.
Presi posto in quello più vicino al palco, volevo che Steven mi vedesse, lo desideravo con tutta me stessa.
Probabilmente mi avrebbero notata anche se mi fossi messa in quello più lontano, da quel che avevo notato i Guns n' Roses avevano uno scarso pubblico nonostante facessero buona musica.
Scrutai ogni singolo componente partendo dal cantante, alto, magro e con i capelli lunghi, lisci e di un rosso che dava sull'arancione.
I due chitarristi avevano un'aria cupa, uno dei due aveva una cascata di capelli molto più ricci di quelli di Steven che gli coprivano il volto, aveva poi due labbra molto grosse, probabilmente aveva dei genitori afroamericani, il secondo chitarrista era il più "elegante" fra tutti, giacca e cravatta e un cappello di pelle nera.
Infine, il bassista, era il più alto di tutti ed il più divertente, portava anche lui i capelli lunghi e aveva un viso bellissimo, delicato, quasi come Steven.
Alla sola visione di Steven, così concentrato sulla sua batteria, con i capelli che coprivano il suo viso grondante di sudore, il mio cuore si fermò.
Lo fissai talmente a lungo sperando che mi notasse che proprio quando pensavo che non l'avrebbe mai fatto, i nostri occhi si incrociarono, chinai subito la testa imbarazzata, guardai il pavimento fino alla fine del concerto, solo dopo trovai il coraggio di alzarmi e guardarli uscire di scena.
Finiva quindi così? Non dovevo essere presentata ai ragazzi?
Un po' delusa uscì dal locale, ormai era notte fonda, capite anche voi che quando due braccia mi presero di peso mi spaventai parecchio.
Ero con la schiena al muro quando una voce familiare mi disse
"Pensavo che non saresti mai venuta, Jane"
Il cuore batteva all'impazzata mentre Steven mi parlava e confessava che (come me) aveva pensato al nostro incontro tutti i giorni fino all'esaurimento.
"Ero davvero agitato, non pensavo che avresti accettato l'invito di un quasi sconosciuto, io..."
Il biondo mi guardò negli occhi intensamente e mi baciò, mi baciò finchè non ci mancò il fiato, e poi un altro bacio, e un altro e un altro ancora
"Jane, credo di essermi innamorato di te"
Mi diede un altro bacio, questa volta più passionale di tutti quelli precedenti, le sue mani mi accarezzavano schiena, avevo la pelle d'oca e a fatica mi reggevo in piedi
"Ho detto ai ragazzi che sarei ritornato subito ma.."
Si avvicinò di nuovo a me, probabilmente per baciarmi di nuovo, sentivo la sua erezione pulsare sulla mia gamba quando mi spostai
"Steven, non credo che sia il caso..."
"Scusami Jane"
Steven, visibilmente pentito non si diede per vinto e mi invitò a conoscere la band, accettai volentieri, dopo quell'episodio sconveniente, il riccio seppe riguadagnarsi la mia fiducia, comportandosi in un modo così dolce che alla fine me ne resi conto, mi stavo innamorando di lui.

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Capitolo 3
*** cap. 3 ***


|| RIASSUNTO DEI CAPITOLI PRECEDENTI ||
Jane Smith, una 20enne che è stata appena lasciata dal suo ragazzo decide di cambiare vita e qual miglior modo se non quello di cambiare città?
Guadagna i soldi necessari e prende l'aereo per LA dove conoscerà Steven Adler, tra i due nasce un'amicizia forte e solida, che dalla parte di Steven si trasforma in amore, Jane invece è ancora perplessa. ||

Quella sera Steven mi presentò i componenti della band che risultarono davvero simpatici, soprattutto Duff, il bassista.
Passammo la serata a chiacchierare e bere birra come se fossimo vecchi amici, quando decisi di tornare a casa erano le 03.20 di notte e Duff, molto gentilmente si offrì di accompagnarmi a casa nonostante fosse abbastanza ubriaco.
Purtroppo Steven stava dormendo assieme agli altri, sennò avrei preferito la sua compagnia, non che Duff non mi andasse a genio, ma volevo tornare a casa con Steven per chiarire le cose...
Mi piaceva, o forse no, magari era solo il suo modo gentile che mi aveva annebbiato la vista.
Accompagnata da un Duff ubriaco e questi pensieri arrivai finalmente a casa e vedendo le condizioni del bassista gli proposi di dormire lì.
Non se lo fece ripetere due volte, era stanchissimo dopo il concerto e appena messi sotto le coperte si addormentò mentre io guardavo il soffitto e pensavo a come comportarmi con Steven.
Quando Duff si svegliò il mattino dopo, io non avevo ancora preso sonno, i miei occhi erano contornati di un nero pesante ma i pensieri non mi avevano fatto dormire neanche un attimo.
"Duff, ho bisogno di parlare con Steven"
Il bassista mi propose di andare nella loro pseudo casa dove vivevano tutti insieme e provavano le nuove canzoni, accettai.
"Ti piace per caso il nostro batterista, Jane?"
Chinai la testa accennando un sorriso
"Lui va pazzo per te, lo sai? Non ha parlato d'altro fino a ieri sera, era così felice!"
"Duff io non so davvero che fare..."
Il bassista divenne cupo
"Solo una cosa; non spezzargli il cuore"
Rimasi talmente sbalordita da quella frase che non dissi più nulla fino a quando non arrivammo a "casa".
Fu in quel preciso momento che, davanti alla porta decisi che ci avrei provato.
Solo perchè non era andata bene la prima volta non significava che avrei fallito pure questa.
"Ciao ragazzi, Steven dorme?"
Il rosso, Axl, mi indicò la stanza del batterista, la prima a destra.
Entrai in silenzio, per poi infilarmi sotto le coperte con lui e farmi spazio fra le sue braccia.
Quando Steven si svegliò era passata più o meno un'ora e rimase letteralmente sconvolto nel vedermi nel suo letto.
"Che ci fai qui, Jane?"
Gli stampai un bacio affettuoso sulla fronte
"Sono venuta a svegliarti, biondino"
Rimanemmo abbracciati nel letto per quasi un'ora, a parlare, scherzare e Steven non si azzardò a baciarmi neanche una volta.
"Non sarà il caso di alzarsi, Stev?"
La sua risposta fu negativa in quanto mi mostrò fiero il suo dito medio.
"Cosa? Come ti permetti Steven fottuto Adler?"
Mi ricordo quel giorno come se fosse ieri, mi buttai su di lui e lo baciai fino allo sfinimento, le sue mani puntualmente sulla schiena, le mie intrecciate fra i suoi lunghissimi capelli.
Fu in quel momento, in quella precisa giornata che mi abbandonai più volte a ciò che avevo rifiutato la serata precedente.
Dopo decisamente tanto tempo, l'unica cosa che Steven riuscì a borbottare un
"Ti amo Jane"
Ma il mio era davvero amore? Si poteva definire tale o era soltanto attrazione?
Steven mi piaceva ma lo amavo davvero?
Quella mattina, decisi che sì, lo amavo veramente e che l'avrei amato fino alla fine.
"Ti amo anche io, Steven"



|| Terzo capitolo pubblicato! Non ho saputo resistere nel continuare questa storia e probabilmente se non crollo nel sonno (sono quasi le 2 ahahahah) pubblicherò il quarto! Buona Lettura! :)

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Capitolo 4
*** cap. 4 ***


|| DAI CAPITOLI PRECEDENTI || "Ti amo anch'io, Steven."

Dopo quel mattino, le cose con Steven andavano sempre meglio, mentre il rapporto con gli altri membri diventava sempre più forte.
I Guns avevano riscosso un modesto successo, firmando un contratto con la Geffen, infatti da lì a poco avrebbero cominciato a incidere il loro primo cd; Appetite for destruction.
Per quanto riguardava il mio lavoro come cameriera, avevo turni molto lunghi e faticavo a trovare un po' di tempo per Steven che si presentava tutte le sere davanti al mio locale perchè
"Finisci sempre tardissimo, Jane.
Non è sicuro per te girare per LA a quest'ora di notte!"
Era sempre tenero e gentile con me, per questo quando tornai a casa prima, quella sera, ci rimasi davvero male quando mi urlò in faccia.
"Che cazzo ci fai qua" mi sentivo così delusa
"Sono venuta a casa prima per stare con te, non ti piace l'idea?"
"Vai a rompere il cazzo a qualcun'altro, schifosa!" detto ciò, mi chiuse la porta in faccia lasciandomi fuori casa, certo non potevo immaginare che una persona come Steven facesse uso di droghe, tutti e 5 i componenti dei Guns n' Roses ne facevano un uso smodato sia di droghe che di alcolici, quando Izzy mi spiego che il batterista aveva iniziato a drogarsi a 11 anni, mi cadde il mondo addosso, si era sempre fatto vedere sobrio e pulito da me, perchè?
"Steven si droga appena ne ha la possibilità, abbiamo cercato di farlo ragionare" iniziò a spiegare Duff
Quella stessa sera avevo chiesto ai ragazzi di spiegarmi la situazione, avevano preso appuntamento in un bar vicino a casa
"Jane, decidi tu come procedere, Steven è rischioso come tipo, insomma, potrebbe essere pericoloso per te continuare a sentirlo"
Le parole del bassista mi fecero sussultare, non avevo intenzione di lasciare di nuovo la persona che amavo.
"Secondo me dovresti fregartene e tornare a scopare da lui"
Quella frase poteva venire solo da Axl che si prese un pugno sul naso
"Mckagan di merda! Come ti permetti"
Duff si fece rosso in viso, stringendo i pugno talmente forte che si intravedevano le nocche bianche e dure, rimasi colpita dal suo gesto quasi eroico che per fortuna non si trasformò in rissa.
"Non ti permettere mai più di dirle una cosa così, intesi?"
Il bassista si alzò in piedi di scatto e uscì dalla stanza lasciando Axl con il naso gonfio e grondante di sangue.
"Jane, usciamo di qui dai" questa fu la proposta di Saul, sapevo che Izzy era l'unico che sapeva calmare il loro cantante, noi due eravamo di troppo.
Il braccio di Slash si posò sulla mia spalla, stringendola forte.
Avevo fatto male ad allarmarmi così tanto? In fondo mi aveva solo risposto male, magari era semplicemente ubriaco.
Mi sentivo in dovere di continuare a stare assieme a Steven, anche se le parole di Duff mi avevano sballato un attimo, non avevo intenzione di mollare il colpo.
Arrivammo a casa dopo circa 20 minuti, Saul che fino ad allora era stato in silenzio, mi diede un bacio in fronte, sentivo i suoi capelli farmi il solletico.
"Se mai dovessi riuscire a far smettere Stev, sarei per sempre in debito con te, buonanotte Jane."
Non ne ero pienamente sicura, ma mi sembrava che una lacrima fosse scesa lungo la guancia del chitarrista, quella sera rimasi a dormire a casa loro, ovviamente nel letto di Steven, anche se devo ammetterlo, avevo paura di come avrebbe reagito la mattina.
|| Ed ecco il quarto capitolo! Jane viene a sapere dei grossi problemi di Steven e non sa più come comportarsi, come finirà? Ovviamente potete lasciarmi una recensione con suggerimenti o critiche, alla prossima ♥ ||

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