I can't live whithout him

di Buccia2013
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vorrei che lui fossi qui con me ***
Capitolo 2: *** La Vigilia della nostalgia ***



Capitolo 1
*** Vorrei che lui fossi qui con me ***


Dicembre 2013

Sono passati 6 mesi da quando io ed ian ci siamo lasciati o meglio, da quando io ho lasciato lui.
Dopo due anni insieme cominciavo a sentirmi come oppressa dalle sue continue richieste, dai suoi progetti per il futuro con me, eh si lui voleva un futuro con me, voleva sposarsi, avere una famiglia e forse anche dei figli e io non ero pronta a tutto questo, volevo solo godere i miei 24 anni libera, vivere la mia vita.
Adesso sono qui, a casa della mia amica julianne ad occuparmi dei regali da mettere sotto l'albero, io ed ian lo facevamo sempre, dopo due anni era la prima volta che festeggiavo il Natale senza di lui.
E ora sono qui a rimuginare sui miei errori, perché è solo colpa mia se ci siamo lasciati, se Ian adesso non è qui, accanto a me . È tornato in Luisiana per festeggiare con la sua famiglia e, da quel giorno dello scorso luglio non mi ha più rivolto la parola.

Luglio 2013 [flashback] 

Era mezzanotte passata ed io ero uscita a fare una passeggiata  perché avevo bisogno di pensare, pensare a quello che era successo. Ian mi aveva chiesto di sposarlo ed io gli avevo detto di no non perché non lo amassi più ma perché sentivo che era troppo presto, che l'unica cosa che volevo in quel momento era vivere felice e godermi la vita.
Tutte le volte che sono tesa o preoccupata, alla sera vado fuori e cammino per un ora intera cercando di porre fine all'infelicità di quel momento.
Ma sta volta quella passeggiata non mi ha aiutato affatto, anzi, ha fatto aumentare il mio senso di colpa per avere lasciato Ian solo in quella casa, subito dopo avere rifiutato quell'anello.
Adesso sono fuori dalla porta con le chiavi inserite nella serratura, titubante sull'aprire o meno quella porta, perché ho paura di affrontare ancora la rabbia di Ian, a meno che non se ne sia già andato.
Apro lentamente la porta sperando che questo mio ultimo pensiero sia vero, che lui non ci sia, ma invece lo trovo in camera da letto, con le mie valigie distese sul letto mentre sta gettando dentro alla rinfusa tutte le mie cose, lo fa con così tanta rabbia, tristezza, e amarezza, da non esserci accorto della mia presenza, del fatto che lo sto fissando appoggiata allo stipite della porta.

"Cosa stai facendo?"- gli chiedo, anche se è ovvio che sta facendo le mie valigie, che non mi vuole più in quella casa, che mi sta cacciando via-

"Rispondimi Ian."- dico quasi sussurrando perché ho paura che si arrabbi ancora di più-

"Non lo vedi da sola?! Ti sto risparmiando la fatica di fare i bagagli, dovresti ringraziarmi."- quelle parole gli escono dalla bocca con troppo disprezzo, quasi le urla, non ho mai visto Ian perdere le staffe, in genere è sempre molto calmo in ogni situazione ma questa volta sembra un'altra persona-

"Ian ascolta, lo so che sei arrabbiato ma ti prego smettila di fare così, fermati!"- lo vedo voltarsi verso di me dopo avere preso le mie ultime cose rimaste nel suo armadio, mi guarda e le lancia per terra, io sorpresa e spaventata da quel gesto le raccolto finché non mi dice: "Queste erano le tue ultime cose, prendi le valigie ed esci da questa casa, va in albergo, a casa tua, da Candice, dove ti pare, basta che te ne vada."

Non ho il coraggio di parlare, sono immobile, con lo sguardo posato sulle mie valigie, devo uscire da quella casa, ha ragione Ian, ma mi fa male pensare che mi cacci così da casa nostra, va bene quella era casa sua, ma da quando ci siamo messi insieme mi ero trasferita da lui e quella era diventata casa di entrambe.

"Hai bisogno che ti porti le valigie fuori dalla porta??" - mi dice con tono di disprezzo-
"Oppure no aspetta, meglio che io non faccia niente altrimenti correrò il rischio di risultare troppo opprimente e soffocante...., sia mai Nina, non vorrei mai che ti sentissi così per colpa mia..."- dice tutto di un fiato, adesso avverto del sarcasmo in lui, sarcasmo misto ad indifferenza, quelle parole mi arrivano dritte come una fitta al cuore-

-Quando mi ha dato quell'anello gli ho detto che era troppo presto che non me la sentivo e dopo abbiamo iniziato a litigare e gli ho detto che nell'ultimo periodo mi sentivo oppressa da lui, come se stessi soffocando, e ora lui usa le mie stesse parole contro di me.-

"Che c'è Nina, sei rimasta senza parole?! Strano e dire che un'ora fa ne avevi di cose da dire...."

"Ok ho capito, me ne vado, se è quello che vuoi vado via, ma sappi che come ora mi vedi uscire da questa casa, non mi rivedrai mai più entrarci."- gli dico tutto d'un fiato-

"Tranquilla, non ho bisogno che sia tu a ricordarmelo, è per questo che voglio che tu te ne vada, perché non ti voglio più qui. Ah quasi dimenticavo, se non ti dispiace vorrei che tu mi ridessi le chiavi, tanto non credo che ti serviranno più."

-Sono sulla soglia della porta con le valigie in mano, no non è vero, non mi ha chiesto indietro le chiavi, le chiavi di casa sua, le chiavi di casa nostra.-

"Se la tua unica preoccupazione sono queste chiavi, beh tienile, tanto come hai già detto tu, non mi serviranno più" - e con questo esco sbattendo la porta, consapevole che forse è proprio vero, che quelle chiavi non mi serviranno più a nulla, che non farò più ritorno in quella casa.-

Fine flashback 


- Erano giorni che non pensavo a quella sera, ero quasi riuscita a cancellare dalla mia mente in ricordo terribile del suo della sua voce che mi diceva di andarmene ma adesso sono qui seduta per terra vicino all'albero 
di Natale, dovrei finire di impacchettare i regali, ma le lacrime hanno preso il sopravvento, perciò ora mi ritrovo a piangere disperata, è la Vigilia ed io non sono felice, perché l'unica cosa che vorrei in questo momento è tornare indietro al Natale scorso, quando ero a casa con Ian, quando ero stretta tra le sue braccia, sul divano, con il camino acceso, con la testa sopra il suo petto, mentre lui mi accarezzava i capelli e mi sussurrava all'orecchio: " Buon Natale Neens."






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Capitolo 2
*** La Vigilia della nostalgia ***



"Buon Natale Neens"- ancora adesso mi sembra di sentire quelle parole, me le aveva sussurrate con così tanta dolcezza che mi sentivo la donna più fortunata del pianeta e in quel momento non c'era nessun altro posto in cui volevo essere se non li, a casa, abbracciata all'uomo che amo perché si, io non ho mai smesso di amarlo, di pensarlo, di sentire la sua mancanza.
Dopo la nostra litigata di luglio, quando mi aveva cacciata fuori di casa ero corsa in hotel da Candice per raccontarle tutto, in quel momento mi era stata molto vicino, mi aveva capita e mi aveva ascoltata senza giudicarmi, però  io non volevo quello, io non volevo essere consolata e capita, volevo sentirmi dire in faccia la verità, che avevo sbagliato, volevo sentirmi più in colpa di quanto non lo fossi già e volevo lasciarmi consumare dal rimorso. 
La cosa peggiore dell'aver sbagliato è sapere che non puoi fare niente per rimediare.-

-Ero ancora li, seduta sul tappeto della casa di Julianne a piangere finché il rumore di una serratura non richiama la mia attenzione, mi affaccio leggermente, senza spostarmi però dal tappeto, finché non vedo la mia amica entrare in casa,chiudendosi la porta alle spalle, con in mano due enormi buste della spesa, io allora, con gli occhi ancora rossi dalle troppe lacrime e il trucco sfatto, riprendo ad incartare i regali con disinvoltura, sperando che lei non si accorga che avevo pianto.
Julianne, dopo aver appoggiato le buste a terra, entra in salotto e dice:
 "Ehi Nina, sono tornata con la spesa e come promesso ti ho preso anche la cioccolata! Ma tu non hai ancora finito di impacchettare?Sono uscita un'ora fa e avrei giurato che fossi già a metà del lavoro."
- mi volto appena verso la mia amica, non voglio che noti il rimmel che è colato dai miei occhi arrossati e leggermente gonfi, e inizio a parlare:
"Ehi, grazie per esserti ricordata della cioccolata , per i regali non preoccuparti perché ho quasi finito, è solo che dopo che sei uscita mi sono presa una pausa e ho fatto un caffè perciò ho perso tempo."
- dico la prima cosa che mi viene  in mente per giustificare il fatto che avevo perso tempo, spero ci creda ma poi si avvicina, si siede sul tappeto vicino a me, mi guarda un attimo in silenzio finché non dice: 
"Nina ma tu hai pianto?!"
-scuoto lievemente la testa senza dire una parola-
"Non mentire si vede che hai pianto, ti è colato tutto il trucco sulle guance, Nina cos'hai?- mi chiede premurosa, no, non posso mentirle anche perché non ne ho la forza, mi sono stufata di mentire, dire che sto bene, ormai è da mesi che non riesco più a sorridere o meglio si sorrido, ma mentre lo faccio penso solo che vorrei sprofondare-

"Sto male Julianne, è questa la verità , sento che da un momento all'altro potrei crollare, io..., io..., io non riesco a smettere di pensare a lui e mi manca Julianne, mi manca!"- mi rimetto a piangere, un pianto di dolore, di sofferenza, di nostalgia, di odio, odio verso me stessa. Abbraccio forte Julianne che non esita a ricambiare stringendomi forte, il suo è un abbraccio di conforto, ma io non voglio essere confortata, non più.-

"Oh Nina, vederti così mi fa stare malissimo, lo so che in questo modo non migliorerò le cose ma da quant'è che non hai sue notizie?"

-Da quando mi ha cacciata da casa sua ho lasciato che passasse qualche giorno sperando che  fosse meno arrabbiato cosìcche ho iniziato a telefonargli tutti i giorni ma lui rifiutava sempre la chiamata, gli lasciavo messaggi in segreteria e sms, so che li leggeva, ma mai una volta mi ha risposto. Dopo quella sera di luglio ho dovuto vederlo una settimana dopo perché dovevamo finire di registrare le ultime due puntate della 5º stagione di The Vampire Diaries e poi come tradizione Julie aveva organizzato un party per festeggiare la fine della stagione a cui io sono andata, mentre Ian no e per questo non lo biasimo affatto, è plausibile che non mi abbia voluto vedere, d'altronde gli ho spezzato il cuore. Poi c'è stato il Comic-Con a San Diego dove però Ian, non potendo fare altrimenti è venuto, mi ha evitato per tutto l'evento, in genere tutti gli anni lui era seduto vicino a me durante i panel, mentre quest'anno Julie sapendo come stavano le cose tra noi l'aveva messo a sedere quattro posti più in là rispetto al mio. Ho sempre amato quell'evento, il calore dei fans, le risate, era meraviglioso e mi faceva sentire bene, ma quella volta è stato diverso, Ian era lì, a quattro poltrone di distanza da me ma era come se per lui non ci fossi, scherzava, rideva, rispondeva alle domande, tutto quello che ha sempre fatto con la differenza che questa volta lo faceva senza di me. Dopo il comic-con seguiva, come ogni anno, il party a cui nessuno di noi del cast era permesso non esserci. Ian mi ha schivato per tutta la festa, stava lì al tavolo del bar insieme a Paul, suo confidente ormai da tempo, con un drink in mano, che rideva e scherzava come se niente fosse.
Sono sempre stato molto orgogliosa e non volevo fargli vedere che mentre lui si divertiva io, poco più in là lo guardavo con il cuore in gola, oppressa dal senso di colpa per averlo fatto soffrire, così presi il mio drink, strattonai Candice perché venisse con me sulla pista e ballai tutta la notte; alla fine della serata lui andò subito a casa e io non feci a tempo nemmeno ad uscire dal locale che la sua auto non c'era già più.
Fu quella l'ultima volta che lo vidi, da quel giorno smisi persino di telefonargli, tanto sapevo che avrebbe continuato a non rispondermi.-

"È da quella sera dopo il party che non lo vedo e ho smesso di provare a contattarlo subito dopo perciò Julianne è esattamente sei mesi che non lo vedo ne sento, proprio come quando me l'hai chiesto il mese scorso"- dissi ancora singhiozzando-

"Nina non puoi andare avanti così, li vedo i tuoi occhi, non sono più gli stessi, non per via delle lacrime, ma perché sono diventati spenti, come se avessero perso vita."

"Lo so è da tanto, troppo tempo che sto male, ma questo lo sapevi già, è solo che adesso ho come perso la voglia di vivere, di andare avanti."

"Lo so, Nina, lo so,"- mi dice abbracciandomi più forte-
"Ci penso io a finire di impacchettare i regali, tu stai tranquilla, asciugati quelle lacrime e vai in camera, non devi pensare a niente, ci penso io con la cena e tutto il resto, tu pensa solo a te e riposati. So cosa significa
soffrire per amore Nina, ti distrugge, ti senti come soffocare ed è una sensazione terribile, ma anche se a volte sembra difficile crederci, dopo un po' le cose si sistemano e il dolore sparisce."

"Grazie Julianne, sei un tesoro, come farei senza di te?!" 
- la abbraccio di nuovo per poi alzarmi e fare come mi ha detto lei, vado in bagno a sciacquarmi il viso e poi mi dirigo in camera da letto, sollevo la coperta e mi distendo finché il sonno non si impossessa di me.-

- mi risveglio circa mezz'ora dopo e, ancora un po' assonnata, mi sporgo leggermente verso il comodino dove c'è il mio cellulare, per guardare l'ora; sono le 8 e 25 e i genitori di Julianne e suo fratello arriveranno fra circa cinque minuti così mi alzo, mi dò una sistemata, sfodero uno dei miei soliti sorrisi finti, quelli che ultimamente uso sempre, ed esco da quella stanza per accogliere la famiglia della mia amica. Per fortuna la cena si svolge senza imprevisti, Julianne ha preparato degli ottimi piatti e la sua famiglia è veramente molto gradevole, sono persone molto simpatiche e gentili. Finita la cena restiamo tutti a chiacchierare per un po' e guardiamo un film, uno di quelli su babbo natale che danno sempre alla vigilia e verso le 11 e 40 i genitori e il fratello di Julianne tornano a casa. Adesso sto sparecchiando la tavola mentre la mia amica mette i piatti in lavastoviglie, appoggio una pila di piatti vicino al lavandino, Julianne li prende e li mette nella lavastoviglie, accende il bottone e la aziona poi si volta verso di me e dice: 

"Mancano 5 minuti a mezzanotte, quindi vuol dire che fra 5 minuti è Natale, lo so che ci hai provato tante volte a scrivergli però lui non ti ha mai risposto perché non vuole parlarti ma credo che potresti provare a fargli gli auguri, non dico di chiamarlo, puoi provare ad inviargli un messaggio, anche se non ti risponderà di sicuro lo leggerà e sono sicura che nonostante tutto, nonostante la rabbia, l'odio che ha nei tuoi confronti gli farà piacere sapere che anche in questo giorno di festa ti ricordi di lui."

"Hai ragione, non posso nascondermi per sempre, Natale è sempre stata la nostra festa preferita e mi manca molto non festeggiarlo con lui."- dico con le lacrime agli occhi-

"Ok allora adesso mettiti il pigiama, vai sotto le coperte e prendi il telefono, mandagli gli auguri e poi mettiti a dormire."

"Grazie amica mia io ti giuro che morirei senza di te!"- l'abbraccio forte e poi mi dirigo verso la mia camera, mi cambio, mi infilo sotto le coperte, prendo il telefono e con tutto il coraggio che ho inizio a scrivere:

Messaggio, destinatario: Ian
 
So che non risponderai all'sms ma io te lo scrivo lo stesso perché so che lo leggerai, come hai letto tutti i 300 che ti ho inviato nei mesi scorsi; è mezzanotte Ian e l'unica cosa che voglio è farti gli auguri, perciò: Buon Natale Ian.

Nina 


-Premo il tasto invio e quasi quasi sono tentata di lasciare accesso il cellulare perché in fondo lo spero, spero con tutto il mio cuore che mi risponda. Sto per spegnerlo e andare a dormire quando un "tin" richiama la mia attenzione: è un messaggio, un messaggio di Ian.-


1 nuovo messaggio, mittente: Ian

Buon Natale anche a te Nina.

Ian


- Nina, non mi ha mai chiamata così, da quando lo conosco mi ha sempre e solo chiamata Neens, lui stesso mi aveva dato questo soprannome e adesso dopo tanto tempo non sono più abituata a farmi chiamare così, almeno non da lui. Nonostante ciò sono felice e sollevata che mi abbia risposto dopo sei mesi di silenzio, di migliaia di messaggi senza risposta, lui si fa sentire, è poco lo so, mi ha semplicemente fatto gli auguri, io glieli ho fatti e lui mi ha risposto a sua volta facendomeli, niente di più, ma nonostante ciò dopo tanto tempo questo per me è un piccolo traguardo. E così, prima che la nostalgia prenda il sopravvento su si me, metto il telefono sul comodino, senza spegnerlo e mi addormento.-



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