I remember...forever

di liberacomeilvento
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scatola dei ricordi ***
Capitolo 2: *** Il funerale ***
Capitolo 3: *** i miei boschi ***



Capitolo 1
*** La scatola dei ricordi ***


CAPITOLO PRIMO

LA SCATOLA DEI RICORDI

 

Sto correndo il più veloce possibile e con tutte le mie forze, ma Clove è sempre più vicina a me, continua a lanciare coltelli e ogni lancio che fa prende sempre più le misure sul mio corpo, per beccarmi nel punto giusto. Non so da quanto tempo sono in questa condizione ma comincio a sentire i muscoli irrigidirsi e poi diventare molli come gelatine, non penso di poter continuare così ancora a lungo, mi manca il fiato e comincio ad incespicare nei miei stessi piedi...Clove mi è sempre più vicina, non so come faccia a non essere stanca anche lei...ormai è a pochi passi da me, mi giro per controllare i suoi movimenti e vedo partire, con un abile movimento della mano l'ultimo coltello, non ho la forza per schivare anche questo lancio, è troppo veloce e troppo vicino, la lama è ormai a pochi centimetri dalla mia fronte quando...apro gli occhi di colpo, l'immagine della lama del coltello di Clove sparisce all'istante ma sento il sudore freddo che scende dalla mia fronte e i capelli attaccati al collo... oggi è il mio 80° compleanno e ho ancora gli incubi da quella mietitura di 64 anni fa.

L'orologio segna le 7.30 del mattino.E' ancora presto. Mio marito arriverà con gli invitati, i nostri figli e le torte non prima delle 11.00 , e io non mi sento per nulla stanca, così penso sia il momento giusto per farlo, il momento di solitudine che aspettavo ormai da tempo e che finalmente ho trovato, mi allungo per quanto me lo consente la mia schiena e porto una mano sotto al materasso,cerco un po' a tentoni e poi estraggo delicatamente una piccola scatoletta costruita da mio padre quando avevo 5 anni e portavo ancora due trecce invece che una,quando me la diede eravamo nei boschi, lui aveva appena ucciso uno scoiattolo colpendolo dritto nell'occhio, lo posò a terra con cura e si sedette su un albero caduto, mise una mano nello zaino che portava sempre con se e mi allungò la scatoletta dicendomi:" Qui, Katniss, metti tutto ciò che non vuoi che ti sia portato via...questa scatoletta proteggerà il suo contenuto, non bisogna mai dimenticare... non devi nasconderci i gioielli o le cose preziose, ma nascondici oggetti semplici della vita di tutti i giorni che ti fanno sentire bene e che ti ricordano qualcosa o qualcuno di importante, perchè il miglior ricordo che ci si può portare via è il ricordo di un giorno qualsiasi" da quel giorno ogni ricordo l'ho racchiuso in questa scatola...così ora, aprendola, ritrovo la mia vita, ogni momento passato...

Gli occhi mi luccicano a guardare al suo interno...tante cose che pensavo aver dimenticato raffiorano nella mia mente, e mi chiedo come possono tanti oggetti all'apparenza banali portare con se un significato così profondo da farmi emozionare così tanto...faccio passare la mano su ognuno di loro e ripenso a tutto ciò che ho passato, poi, ne prendo uno per volta; la perla che mi ha donato Peeta nell'arena, la spillatrice mandataci da Haymitch durante i 75° hunger games, una molletta per capelli di Effie, un dente di leone fatto seccare, la campanellina che era legata al collo di Lady, i nastrini per capelli che indossava sempre Prim, la foto di mia madre e mio padre quando erano giovani, un paio di guanti che Gale indossava quando era ragazzo e andava in miniera, una conchiglia del distretto 4, una foto di Rue datami da sua madre e infine...Lei...una piccola spilla diventata il simbolo della rivoluzione contro Capitol City...una piccola spilla che indicava ciò che ero...e, forse, sono ancora...la ghiandaia imitatrice...continuo a fissarla fino a che non sento gli occhi bruciare, così accendo la lampada che ho sul comodio, mi siedo sul letto e prendo il quadernino con la copertina di legno che mi ha regalato johanna...lo apro e dopo aver estratto la matita dal fodero in pelle, comincio a scrivere; a scrivere tutto ciò che ricordo da quel giorno in cui scoccai la mia ultima freccia destinata ad un'essere umano e in cui Capitol city si ritrovò a non avere più un presidente...

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Capitolo 2
*** Il funerale ***


Apro l'armadio e fisso i vestiti al suo interno, non ho abiti adatti ad un funerale, non è nemmeno il momento adatto per un funerale, soprattutto se si tratta del funerale della persona che ha fatto si che ne morissero centinaia e a nessuno delle quali è stato dedicato un ultimo saluto degno della loro vita. Se solo Cinna fosse stato qui...avrebbe creato un vestito adatto, magari anche questo con delle fiamme, ma Cinna non è qui....lui fa parte di quelle centinaia, se non migliaia di persone che sono state uccise ingiustamente a causa mia, se solo fossi morta nell'arena durante i primi giochi a cui ho partecipato...forse sarebbe ancora vivo....o forse no....anche Prim avrebbe potuto essere ancora con me, Rue sarebbe stata con sua madre e i suoi fratelli, Finnick con Annie e il futuro bambino...ma loro non ci sono, non ci sono più e i loro corpi non sono stati sotterrati in una bara sottoterra o sott'acqua nel proprio distretto...no...i loro corpi sono ancora da qualche parte, soli e in decomposizione, i loro cari hanno pianto sul vuoto al posto che su una bara. Tutto questo non è giusto. Non voglio andare a dare il mio ultimo saluto a Snow, il mio ultimo saluto è stato lo sguardo soddisfatto che gli ho mandato un secondo prima che si strozzasse con la sua stessa risata..non voglio vedere il suo corpo pulito in una bara decorata, è lui che deve essere lasciato mangiare dai topi...e, sicuramente, non voglio vedere quante persone piangono per lui. Forse non è che non voglio vederle, forse ho solo paura di scoprire quanta gente lo amava e venerava, quanta gente riteneva giusto ciò che faceva... Sono così immersa nei miei pensieri che non mi accorgo che stanno bussando alla porta, sussulto, prendo il vestito che ho deciso di mettere e vado a vedere chi c'è dall'altra parte della porta...Effie...immaginavo...mi aveva detto che sarebbe venuta a prendermi verso le 10...ma non mi ero accorta dell'orario...le apro.. " Eccola qui la mia vincitrice" mi dice " ciao Effie" rispondo...come sempre il suo stile è impeccabile, anche ad un funerale, ha i capelli viola scuro sormontati da un buffo cappello nero con una retina che le copre il viso pallido, il vestito che indossa le arriva fin sotto ai piedi, è tutto nero tempestato di perline luccicanti viola e una grande farfalla rigorosamente viola e sproporzionata le fa da ornamento alla cintura che porta stretta in vita. Mi giro dandole le spalle e le offro un thé mentre io finisco di prepararmi, mi guardo allo specchio, ho ancora i capelli sciolti e spettinati in ricordo della notte appena trascorsa e del sonno che forse non mi ha del tutto abbandonato, cerco un elastico sul ripiano e faccio velocemente una treccia che mi ricade sulla spalla destra, Effie mi chiama " Katniss!! Siamo in ritardo!" "arrivo Effie!!" rispondo, sto per uscire dal bagno quando mi ricordo di una cosa, mi giro e apro il primo cassetto....pensavo di averla messa qui....infatti...eccola...mi fermo un attimo a rigirarmela tra le mani, poi la attacco al vestito e corro da Effie. Sul treno c'è anche Haymitch, è starvaccato sul sedile,e, ovviamente, è ubriaco e con la bottiglia in mano, Effie cerca di portargliela via ma lui la fulmina con lo sguardo...così lascia perdere, dalla faccia che ha Haymitch si direbbe che ha la mia stessa voglia di andare ad onorare Snow. L'unica che non sembra far caso a dove siamo diretti e soprattutto a far cosa, è Effie che in questo momento è intenta a elencare ed elogiare tutto ciò che è mogano su questo treno...dai tavoli agli armadi...se Peeta fosse qui mi sembrerebbe di essere tornata nuovamente a quel viaggio diretto all'inferno...per i 74° Hunger Games...ma Peeta non è qui. Finalemente il treno si ferma e apre le porte...Haymitch prima di scendere va a sbattere contro il muro, così lo prendo per un braccio e lo aiuto a fare i gradini...lui cerca di togliere il suo braccio dalla mia presa:" riesco a camminare da solo, dolcezza" mi dice...."ok" rispondo lasciando andare il braccio, nel momento stesso che lo lascio, Haymitch cade dai gradini ritrovandosi con la faccia sull'asfalto duro di Capitol City, mi porge una mano per aiutarlo a tirarsi su, ma io la evito e seguo Effie che si sta già avviando verso il grande cimitero fatto costruire solo per i presidenti che avrebbero governato su Panem. Quando arriviamo all'entrata rimango a bocca aperta, è una struttura enorme, completamente bianca, quasi accecante, per entrare si deve passare sotto un arco decorato con il simbolo di Panem e incisa nella parte più alta vi è un'iscrizione che recita la solita frase " Panem oggi, Panem domani, Panem per sempre" come se Panem fosse rappresentata dai cadaveri degli uomini che l'anno governata.... Dietro di me sento delle urla, mi giro e vedo Haymitch che sta cercando disperatamente di stare in piedi ma ogni due passi si ritrova con il viso per terra...fa ancora un passo verso di noi e sembra stia per volare nuovamente con i piedi per aria ma una mano lo afferra, è Peeta, è arrivato, sono passati solo sei giorni da quando l'ho visto l'ultima volta ma sembra che non ci vediamo da mesi, i nostri sguardi si incrociano e per un secondo sento una fitta allo stomaco, poi distolgo lo sguardo, mi volto e ricomincio a camminare. Quando attraversiamo la via principale del cimitero intorno a noi si ergono cespugli immensi di rose bianche...comincio a sudare freddo, quei fiori, quei maledetti fiori mi portano alla mente ricordi dolorosi, nauseanti, e tristi...guardo avanti e vedo che quando la via principale finisce finiscono anche le rose, così affretto il passo superando anche Effie che mi lancia un'occhiata interrogativa ... Poco prima di uscire da quell'inferno bianco stacco una rosa e la tengo nascosta nella mano, poi mi avvio verso il piccolo templio dove si svolgerà la cerimonia e dove verrà sepolto il corpo di Snow. Non faccio in tempo a svoltare l'angolo che ai miei occhi si presenta ciò che avevo temuto, tutta Panem è presente al funerale, c'è così tanta gente...riesco facilmente a distinguere le persone che abitano a Capitol City da quelle che abitano nei distretti, la differenza è notevole, i primi sono vestiti come se ci trovassimo ad una festa in maschera solo con colori più scuri, e stanno piangendo, i capitolini piangono il loro presidente, al mio passaggio i singhiozzi cessano e sento che trattengono il respiro....poi, c'è la gente dei distretti, i miei sostenitori, i sostenitori della ghiandaia imitatrice, della rivoluzione; i loro vestiti sono poveri e semplici, e ognuno rispecchia il proprio distretto, tra la folla si alza un grido di vittoria quando mi vedono, io sorrido ma continuo con il mio passo cercando con gli occhi delle facce amiche, prima vedo la mamma di Rue, le suo sorelline e suo fratello...mi fermo a guardarli...mi stanno fissando con un misto di orgoglio e tristezza, hanno gli occhi lucidi e alla sorellina più piccola scende una lacrima sulla guancia, è il ritratto di Rue, gli stessi occhi, gli stessi capelli, la stessa espressione, la stessa dolcezza e la stessa voglia di vivere che purtroppo a Rue non è bastata nell'arena, sto per passare oltre quando, prima la madre, e uno ad uno anche i quattro figli, baciano le tre dita della mano sinistra, le portano in alto allungando il braccio e con un fischio ripetono le quattro semplici note di Rue...il respiro mi si spezza in gola, la mia mano sta tremando ma ripeto il loro stesso gesto, mi sento disorientata, come se non fossi li, il mio cuore batte all'impazzata e la mia mente torna a quel giorno con Rue nell'arena, una mano mi si posa sulla spalla e mi fa tornare alla realtà, mi giro di scatto, Peeta! Lo abbraccio e lo stringo il più forte possibile, lui ricambia, poi, come se avessi fatto una cosa terribile mi stacco da lui, lo guardo negli occhi, lui sorride "Ehi! Tutto bene?" mi chiede, "S-si, tutto bene, ". Peeta mi prende sotto braccio e proseguiamo verso il templio; profuma di pane caldo e di biscotto, come se fosse appena uscito dal suo panificio, lo osservo, sembra che non gli sia successo nulla, sembra che abbia dimenticato tutto ciò che gli ha fatto Snow, ma so che non è così, lo so perchè ogni tanto gli vengono delle crisi, nell'ultimo periodo si sono fatte più rare, ma quando lo assalgono comincia a dondolare tutto il corpo avanti e indietro, meccanicamente, e deve stringere qualcosa, che sia anche un pezzo di legno, ma deve saper di poter distruggere qualcosa senza far del male a qualcuno, questi momenti durano sempre meno, e quando gli passano è come se fosse stato via dei mesi, si sente disorientato e si guarda intorno sorpreso, poi tutto torna normale, se la normalità può contare ancora qualcosa. Ad un tratto Peeta si ferma e indica con un dito in mezzo alla folla, guardo nella direzione della sua mano e vedo Johanna, lei mi sorride e mi viene incontro, ha gli occhi stanchi ed è vestita come se dovesse andare a tagliare la legna nei boschi, ha con sè anche la scure, quando arriva vicino a noi fa uno strano sorriso a Peeta, poi si rivolge a me, mi posa una mano sulla spalla e mi dice:" fagli vedere chi sei, ragazza di fuoco" e mi strizza l'occhio, non faccio in tempo a rispondere che si è già mescolata tra la folla, a volte penso che Johanna parli così poco con le altre persone perchè ha così tante cose che nasconde da aver paura che se resta un poco più con qualcuno le escano fuori senza nemmeno volerlo. Facciamo ancora pochi passi e siamo al centro del templio, in prima fila, oltre a me, Peeta, Effie e Haymitch che sono arrivati da poco c'è anche Cesar, ha i capelli neri come corvi, la sua pelle è ancora più scura dell'ultima volta che l'ho vista, i suoi occhi si posano su di me, non capisco cosa stia pensando in questo momento, a differenza degli altri capitolini lui non piange, non sembra nemmeno triste, anzi, mi fa l'occhiolino e mima con la bocca :" ecco i miei letali amanti" si fanno spazio tra le persone i familiari di Snow con la sua nipotina, a guardarla mi ricorda tanto Prim, ha gli stessi capelli e gli stessi occhi, ma a differenza di Prim porta una sola treccia al posto che due. Al centro del templio c'è la bara aperta con il corpo di Snow, sembra che stia dormendo, le braccia distese lungo i fianchi e gli occhi chiusi, è pulito, pettinato ed elegante e sul petto gli è stata attaccata la spilla con il simbolo di Capitol City. Da dietro la bara si presenta il sacerdote che svolgerà la funzione, viene sicuramente da Capitol City, ha gli occhi lucidi e un vestito che non si addice per nulla ad un funerale. Richiama l'attenzione dei presenti e comincia a parlare, le sue parole mi scorrono addosso e mi passano sopra velocemente, lo sta elogiando e difendendo, durante il discorso mi appaiono nella testa immagini terribili, quelle di Snow che guarda gli hunger Games e vede morire tantissimi ragazzi innocenti, me lo immagino durante la morte di Rue, di faccia di volpe, di Cato, Clove, dei morfaminomani, di Glimmer, me lo immagino mentre tortura Peeta e Johanna, mentre scopre con allegria che Finnick è stato ucciso dai suoi ibridi e mentre mi vede soffrire per tutto ciò a cui tenevo e che mi ha portato via; le parole del sacerdote si fermano, e io torno alla realtà, ora si avvicinano alla bara i famigliari di Snow e cercano di fare un discorso del quale si comprende solo che lo ricorderanno per sempre poichè il resto delle parole è interrotta dai continui singhiozzi, quando questi hanno finito tornano al loro posto, il sacerdote mi guarda come si guarda un insetto che si vorrebbe calpestare, e poi mi chiama :" E ora, noi tutti, vorremmo sentire quali parole vuole dedicare la signorina Katniss Everdeen al nostro caro Presidente" io mi sento cadere da un albero, perchè vogliono che parli? E soprattutto cosa dovrei dire? Se ascoltassi il mio cuore e la mia mente probabilmente mi metterei a piangere e lo ricoprirei di insulti, ma non posso farlo, non qui... Peeta mi lascia la mano che mi aveva tenuto per tutto il tempo e io con malavoglia mi avvio verso il centro del templio, sto cercando di schiarirmi le idee ma non riesco a pensare a nulla tranne le orribili cose che ha fatto in vita, raggiungo la bara con il corpo e mi fermo, alzo gli occhi sui presenti e li osservo tutti attentamente, durante la funzione si sono aggiunti delle persone, vedo ora, dietro ad Effie, una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi, con il pancione, Annie, a vederla non riesco che ha pensare a Finnick e ha quello che ha subito dal presidente Snow per tutta una vita; poi cambio direzione e vedo degli occhi che brillano e mi gurdano con orgoglio e ammirazione, degli occhi amici che non possono essere di nessuno se non di Gale, è qui anche lui, è venuto, per sostenermi forse, non so perchè sia qui, quello che so è che il mio cuore ha saltato un battito quando lo ha visto, sono così felice che lui ci sia, dopo tutto quello che gli ho detto a causa della morte di Prim, avevo paura che non si facesse più vivo, e invece è lì, tra la folla ad osservarmi e aspetta impaziente che io faccia il discorso; ah già, il discorso, distolgo lo sguardo dal suo e cerco di pensare a qualcosa di sensato da dire, ma nella mia testa c'è il nulla. Alzo gli occhi al cielo, e vedo l'affresco che c'è sul tetto del templio, ci sono degli angeli vestiti in modo strano, tipico di Capitol City, sembrano quasi i vestiti di Cinna...Cinna!! mi guardo il vestito, ho fatto così di corsa stamattina che non mi ricordavo nemmeno che vestito avevo scelto per venire qui, i miei occhi si illuminano e ritornano sulla folla, la scorrono tutta e si posano infine su Cesar, con le labbra mimo verso di lui :" solo per te Cesar!" e poi comincio a girare su me stessa, la parte bassa del vestito comincia a prendere fuoco e le persone rimangono senza fiato, man mano che il fuoco sale il vetito bianco scompare e, come la prima volta, al suo posto si fa spazio il leggero vestito nero e blu, quando le fiamme cessano allargo le braccia e le ali della ghiandaia spuntano più grandi e più belle che mai, dalla folla parte un urlo e subito dopo il silenzio; io apro la mano dove tenevo la rosa bianca, mi volto verso una delle candele che illuminano la bara e porto i petali del fiore a contatto con il fuoco, la rosa va in fiamme, alzo lo sguardo su tutti i presenti e dico:" Il fuoco batte le rose per l'ultima volta" poi apro le dita e lascio cadere quella rosa ormai incenerita nella bara di Snow.

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Capitolo 3
*** i miei boschi ***


Respiro, apro gli occhi e mi guardo intorno, fortunatamente il funerale è finito e sono nuovamente sul treno diretta a casa, la mia vera casa, il distretto 12, i boschi del distretto 12, ho bisogno di pace, di tranquillità e questo possono darmelo solo i boschi e un arco...non voglio vedere nessuno in questo momento, Effie ha tentato di invitarmi a casa sua per pranzare insieme, Peeta ha accettato, io no. Haymitch sta dormendo nell'altra carrozza ma non penso che rifiuteà l'invito di Effie, da quando la rivoluzione è finita quei due si sono avvicinati sempre di più, e passano sempre più tempo insieme. Io invece, meno persone vedo e meglio è. Il treno percorre veloce una strada che ormai so a memoria, sono ansiosa di arrivare, aspetto questo momento da mesi, voglio respiare l'ambra dei pini e sentire gli uccelli cantare... Non riesco nemmeno ad immaginare di stare anche solo ancora un giorno in più circondata da tante persone come negli ultimi tempi... Quando finalmente il treno si ferma io non aspetto nessuno e con le mie borse in mano mi dirigo verso casa per appoggiare il tutto, i miei piedi vanno veloci e il mio cuore sta correndo con loro...è come se non potessi più aspettare, come se mi mancasse l'aria e avessi l'assoluto bisogno di riempire i polmoni, spalanco la porta di casa e butto tutto dentro, non sistemo nulla, mi basta solo prendere la giacca e poi corro fuori di nuovo, oltrepasso la recinzione con sicurezza e da lì rallento il passo, mi guardo intorno, cerco l'albero giusto e tiro fuori dal tronco ciò che mi serve...è così bello sentire tra le mani quell'arco, in legno, leggero e non perfettamente liscio...alzo gli occhi, guardo il sole che cerca di passare tra le foglie e i rami, e per un secondo sembra tutto normale, come se mi fossi alzata da poco e dopo aver dato un bacio sulla guancia di Prim mi fossi diretta qui, pronta a cacciare per portare qualcosa a casa, pronta ad incontrare Gale....ma...Prim è morta...e Gale...Gale l'ha uccisa...gli occhi mi si riempiono di lacrime che trattengo a fatica...era il mio migliore amico...era tutto ciò che avevo ed era tutto ciò che volevo...ora non lo so...ora non so più cosa pensare, non so come comportarmi...io voglio davvero credergli, credere che la bomba non era la sua, ma non ci riesco, è l'unica persona, oltre a Snow, che riesco ad accusare... Mi asciugo il viso dalle lacrime e cammino alla ricerca di qualche animale, uno scoiattolo, un cervo, una quaglia, qualsiasi cosa...faccio attenzione a muovermi piano e non fare rumore, ma non riesco a trovare nulla...sembra che il bosco sia vuoto, nessun canto, nessun odore..niente..come se mancasse qualcosa..mentre penso a queste cose continuo a camminare e poi mi siedo...e mi ritrovo lì..seduta...sulla stessa collinetta su cui, circa 3 anni emmezzo prima , Gale mi aveva offerto un pezzo di pane..e mi aveva proposto di scappare nei boschi...perchè non siamo scappati? Perchè non l'ho ascoltato? Nulla di tutto questo sarebbe successo...e invece...quel giorno ho pensato che la sua fosse un'idea folle...ma forse sarebbe stato meglio la sua idea che partecipare a quella mietitura... Sento il cuore scoppiare..così tanti ricordi...e Gale è sempre lì...io non voglio pensarci...non posso...Faccio per alzarmi e tornare a casa ma sento un movimento...preparo la freccia e scatto in piedi, mi guardo in giro ma non vedo niente..forse me lo sono solo immaginata, oppure il vento ha spostato dei rami o delle foglie secche, rimetto a posto la freccia e ritorno nel bosco, non faccio in tempo a fare due passi che sento nuovamente quel rumore..e allora mi fermo...tutto è silenzioso..il mio cuore batte all'impazzata...sono seguita? Perchè dovrebbero seguirmi? Non sono più nell'arena...i giochi sono finiti da un pezzo...il respiro mi si fa affannoso...mi sento stupida, cosa mai ci potrebbe essere in un bosco? Del distretto 12 per giunta!? E poi ancora...il rumore...è più vicino, mi giro da una parte all'altra ma non capisco da dove viene, ma poi ecco che si sente una voce un po' triste e un po' speranzosa " Hey Catnip!" "Gale!" dico e mentre lo faccio ecco che spunta da dietro un albero, sorride, ma si vede che non è felice,io lo guardo mentre lui mi si avvicina " scusa se ti ho spaventata" la sua voce è strana, quasi timorosa " che vuoi? " rispondo...era forse l'ultima persona che volevo vedere, " come stai? " mi chiede, io non rispondo e gli volto le spalle, inizio a camminare verso la fine del bosco ma lui parla ancora :" Katniss!" grida " Non andare!" allora io mi giro...e penso che dal mio sguardo lui capisca tutto perchè la sua espressione cambia, da speranzosa diventa abbattuta :" è per Prim vero? Volevo solo dirti che mi dispiace, che passo ogni giorno ad odiarmi per quello che è successo, ogni giorno mi torturo la mente per cercare il modo di capire se quella bomba l'ho costruita io oppure no...ogni giorno penso se mai fosse stata la bomba che ho costruito io, come avrei potuto fermare il suo lancio? Come avrei potuto sapere quello che la Coin avrebbe voluto fare? Come avrei potuto salvarla? Ti giuro Katniss che avrei voluto esserci io al posto di Prim...le volevo bene." Io continuo a fissarlo, poi apro la bocca per dire qualcosa...ma non esce niente, perciò, dopo aver incrociato il suo sguardo, mi giro e me ne vado, lasciando Gale in mezzo al bosco, solo.

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