Born to reveal what you repressed

di madechelon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Overture x and x Departure ***
Capitolo 2: *** Destination x and x Sensation ***



Capitolo 1
*** Overture x and x Departure ***


OVERTURE x AND x DEPARTURE









Il sole stava sorgendo. Filtrava una luce tenue dalla finestra, che si trovava di fronte alla testata del letto. Fuori il cielo si stava facendo sempre più roseo e la stanza più calda. La notte faceva sempre molto freddo. Ero già sveglia da un'ora, mi sedetti sul letto con le gambe incrociate ad ammirare quello spettacolo di luci e colori che solo in autunno si poteva vedere. Volevo osservare quella meraviglia un'ultima volta prima di partire. Un raggio più intenso mi incitò ad alzarmi e a prendere il necessario, presi i vestiti preparati da Grimo con cura la sera prima e mi infilai nel bagno.
Grimo era la ballerina del circo, e la persona più dolce che avessi mai conosciuto. Sapeva sorridere anche quando tutto intorno a lei era grigio, la stella luminosa del gruppo. Non avendo avuto una gran figura materna accanto, lei è quella che si è presa cura di me dal primo momento, nonostante la giovane età.
Mi insaponai per bene tutto il corpo: era da un po' che non mi facevo una doccia come si deve. A Heibon era difficile permettersi una buona dose di sapone, per non parlare di molte altre cose. Non eravamo poveri, solo una civiltà arretrata, e per noi certi prodotti costavano di più, non potendoceli procurare da soli.
Allora perché entrare nel circo? Come ho detto, mia madre non era molto presente, era gravemente malata e mio padre era fuggito via poco dopo la mia nascita, abbandonando entrambe. Dovevo badare io a lei e a me stessa. L'unico modo era fare soldi da circense. Continuai quella vita anche dopo la morte di mia madre, non avendo altro. Inoltre, avevo trovato delle persone meravigliose, persone che ti facevano sentire a casa ogni giorno. Il circo era la mia vita, l'unica cosa che contava, e ciò che mi dava la forza di continuare.

Entrai in cucina. Gli altri erano lì da un po'.
"Giorno, Haruko" Dissero uno ad uno. Risposi con uno sbadiglio rumoroso.
Grimo si affacciò da dietro uno sportello, facendo così scuotere la sua folta chioma rosa di capelli. Pareva zucchero filato.
"Dormito bene stanotte?"
"Meglio del solito", mi stiracchiai,in modo da vedere meglio cosa friggeva in padella.
"Frittelle??" dissi incredula.
"Credevi che non ti avrei preparato qualcosa di speciale?".
Corsi ad abbracciarla.
"Dopotutto, come farai senza le mie frittelle?"
"Eh già" risi contenta.
Mi immersi nel suo odore. Grimo sapeva sempre di rose.
"Ricordati di passare da nonna Vaiusca".
"Lo farò" annuii con la testa.

Nonna Vaiusca, o meglio Madama Vaiusca, era la miglior chiromante che si potesse trovare sul mondo conosciuto. Qualunque cosa diceva si realizzava, era strabiliante. Tutti gli artisti andavano da lei affinché portasse fortuna e tutti ricevevano la sua benedizione. Tutti eccetto uno.

Spostai leggermente un pesante telo cremisi che faceva da ingresso al suo luogo magico.
"È permesso, nonna Vaiusca?".
Una grossa ombra si innalzò da dietro un tavolo.
"Piccola Haruko! Vieni qua" spalancò le braccia. Le corsi incontro e la abbracciai forte. Per essere una donna di una certa età, sarebbe stata capace di tenere stretto a sé un elefante. Mi voleva un gran bene, e se non avesse avuto minimo di buonsenso non avrebbe staccato la presa, pur di non farmi andare via.
"Come faremo senza di te?"
"Come farò io senza di voi, invece".
Ridemmo all'unisono.
"Siediti accanto a me, cara".
Vidi un grosso pouf accanto a lei e mi ci sedetti bruscamente con un salto.
"Nonnina, hai qualche sorpresa per me?"
"Mh vediamo".
Vaiusca allungò la sua mano carnosa verso di me, "su, dammi la tua".
La appoggiai sulla sua e iniziò a passare il polpastrello dell'indice sulle linee del mio palmo. Poi, con l'altra mano, mi afferrò l'anulare sinistro, in modo da creare un legame fisico con il mio cuore.
"Bene bene..." aveva cominciato. Un'aura leggera le circondava il corpo.
"Haruko, figlia della luce del sole. Il tuo destino si fa sempre più vicino. Segui questa strada e troverai".
"Troverò...?"
"La stanza buia, la camera nascosta che illuminerai. Colui che ha deciso di dimenticare si trova sul tuo prossimo cammino".
Rimasi perplessa, "ma chi è? Chi ha deciso di dimenticare?".
Ma non feci in tempo di sapere la risposta che l'aura svanì.
"Mi dispiace, tesoro. Più in là non riesco a guardare".
"Capisco...", dissi, delusa da quella visione.
"Su su," Vaiusca mi sollevò il mento con un dito, "capirai andando avanti".
Sorrisi. 
"Mi mancherai, nonna".
"Anche tu, piccola mia". Mi diede un pizzicotto sulla guancia sinistra.
Mi alzai e scostai il telo, quando la sua voce mi giunse alle orecchie.
"So a chi stai pensando. Non so se la profezia si riferisca a lui, e anche se lo fosse, non credo sia come una volta".
Abbassai lo sguardo e uscii.

Il circo Hitode aveva delle caratteristiche e delle regole da rispettare, e la più importante è 'non abbandonare mai il circo senza un motivo valido'. Nessuno aveva osato infrangerla, fino a sette anni prima, poco dopo essere arrivata. Solo uno aveva avuto il coraggio di farlo, l'unico che ha agito con egoismo fin dall'inizio. Diceva che aveva bisogno di andare altrove, che il circo non valeva più di tanto quanto girare davvero il mondo. Così se ne andò.
Per questo decisi di partire, e per questo volevo diventare un Hunter.

Gli ultimi istanti furono i più dolorosi. Non sapevo né quando né se sarei tornata, e il solo pensiero di non rivedere per tanto tempo la mia famiglia mi faceva stare male.
Erano tutti lì, con le schiene che davano al grande capannone, uno accanto all'altro come per una foto di gruppo. Guardai un' ultima volta quel panorama: le grandi montagne bluastre in lontananza, il fondovalle boscoso, il deserto freddo e al centro, Hitode, con la sua insegna luminosa che faceva da cornice alla scena. Andai via velocemente per non sentirne troppo il peso e mi incamminai verso la città.
Poco dopo l'eccitazione del viaggio prese il sopravvento sulla tristezza e mi sentii più leggera.

Shokai, ti troverò, un giorno. E quando succederà, la pagherai molto cara.






-Angolo dell'autrice-

Saaaaaalve! Finalmente ho trovato il tempo per pubblicare questa maledettissima storia *sospira soddisfatta* Yatta!!
Comunque... se qualcuno di voi si fosse chiesto da dove ho preso tutti i nomi, vi scrivo qui i significati :)

Hitode= stella marina,
Heibon= mediocre,
Haruko vuol dire davvero 'figlia della luce del sole',
Grimo e Vaiusca sono puramente casuali,
e Shokai... Beh, io vi consiglio di aspettare ;)

e se qualcun altro si fosse invece chiesto come mai proprio l'anulare sinistro (tanto lo so che niente di tutto ciò vi interessa u.u), è lo stesso motivo per cui si mette la fede su quel dito.

Non ho la più pallida idea di quando sarà pronto il prossimo capitolo (mi spiace ma non sono come Mr. Togashi xD).
Vi anticipo solo che si chiamerà 'Destination x and x Sensation'.

Al più presto!!!

MadEchelon



 

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Capitolo 2
*** Destination x and x Sensation ***


DESTINATION x AND x SENSATION









Presi due treni diversi, uno per Kakin e uno per Zion City, con un tragitto in nave tra essi, per un totale di quattro giorni di viaggio. Heibon era particolarmente lontano dai centri, e ancora di più dal luogo dell'esame, che si trovava nel continente opposto ad Azia.
Quando scesi dall'ultimo treno, rimasi colpita dallo scenario frenetico di persone, così diverso dal mio paese. Era tarda mattinata e la stazione di Zion City era costellata da luoghi dove la gente si siedeva e mangiava qualcosa, oppure se la portavano dietro, tenendo con una mano il sacchetto del cibo, con l'altra una specie di telefono, vicino all'orecchio, e sotto il braccio un giornale arrotolato; c'erano anche altri che entravano in un posto e ne uscivano con un altro taglio di capelli. C'era una tale confusione di movimenti e di parole che cercai in tutti i modi una via di fuga. Uscii dalla stazione e trovai una piccola edicola.

"Buongiorno", dissi, spingendo la porta dell'entrata.

C'erano giornali ovunque e di tutti i tipi: riviste di moda, cucina televisione, erotici, per bambini... non ne avevo mai visti così tanti tutti insieme. Quel posto sapeva di nuovo, stampato, tutto così ordinato, come le persone all'interno; ognuno prendeva il suo con cura, senza spostare le riviste adiacenti.

"Giorno a lei" mi risposte un uomo dietro ad un bancone.

Rimasi qualche minuto ad osservare l'ambiente.

"Le serve qualcosa?"

"A dire il vero, sì" mi avvicinai all'uomo.  

"Dove si tiene l'esame Hunter?"

Un ghigno apparve sul suo volto, dopo essersi aggiustato gli occhiali tondi sul naso.

"Non si può sbagliare", mi rispose, "una volta giunta alla cima capirai di essere arrivata".

Lo guardai perplessa, "scusi, la cima di cosa?"

Mi guardai intorno per cercare qualche mappa della città, nessuna traccia di alture.
Appoggiai l'indice destro sul mento, pensante.

"Lei è il primo esaminatore, non è così?"

"Perspicace la ragazza", disse con un accenno di sorpresa.

"E Zion City è una valle," continuai io, "quindi per cima si intenderà qualcos'altro".

L'uomo incrociò le braccia, ansioso di sapere la mia risposta.
Chiusi gli occhi per riflettere meglio. Frugai nella mia memoria qualsiasi cosa che potesse essere collegata a quella parola, quando la trovai.

"Dio sa...".

Con la coda dell'occhio vidi il tizio saltare dalla sedia.

"C-Come hai fatto...?"

"Semplice," alzai l'indice verso l'alto, da saputella, "dopo aver saputo che l'esame si sarebbe svolto in questa città, ho comprato un dizionario di Igbo, essendo la seconda lingua parlata qui".

"M-Ma non puoi a-aver memorizzato t-tutte le p-parole..." balbettò lui.

"Oh beh, ho una buona memoria fotografica" feci l'occhiolino.

 

*    *    *


 
Mi guadagnai il viaggio accompagnato verso Chima, una delle chiese di Zion City. Ad occhio e croce sembrava molto più antica della città, data la struttura irregolare e i fori sul tetto pericolante. Attorno non c'era niente, né un'abitazione, né un parco, solo ghiaia ed erbacce. Era abbandonata ma, allo stesso tempo, era considerato il luogo più sacro e mistico - mi spiegò Begal, l'edicolaio.

Era appena primo pomeriggio quando arrivai. Il sole picchiava forte sulla mia diafana pelle e non potei fare a meno di passare dell'acqua che avevo con me sulle zone più rosse.

"In fondo a destra c'è una porta nascosta dietro una tenda verde. Troverai delle scale che portano nei sotterranei della chiesa. È lì che inizierà l'esame".

"Grazie Begal".

Mi guardò sorridendo.

"Hai delle ottime capacità. Non farti prendere dal panico durante le prove..."

Un attimo di silenzio.

"Vorrei togliermi una curiosità, se non ti dispiace".

"Di che si tratta?"

"Perché vuoi diventare un hunter?"

Un pugno prese forma dalla mia mano sinistra.

"Voglio ritrovare una persona".

"Bene," mi rispose Begal, "non lasciare che la vendetta prenda il sopravvento".

Annuii. Era come se mi avesse letto nel pensiero.

 

*    *    *


 
Begal mi lasciò con una frase: "solo tre su un milione superano l'esame".
Niente di promettente.

Varcai l'entrata della chiesa. Nell'istante in cui ci misi il piede dentro, una scia di adrenalina mi percorse tutta la schiena. Stava iniziando un nuovo capitolo della mia vita, totalmente nuovo e strano.

Trovai la porta - si fa per dire, era polverosa e a pezzi, come tutto il resto. Non so se tremavo per quell'ambiente così tetro o per l'eccitazione dell'esame. Mi fermai per qualche secondo lì davanti e feci un respiro profondo.
 
Tre... due... uno... ora.


 
*    *    *

 

Le scale finivano all'altezza di un tunnel lercio - più che sotterranei, sembravano delle fogne. In un primo momento era solo una la strada da percorrere, ma dopo una ventina di minuti mi trovai di fronte ad un quadrivio.  

Un'altra prova.

Le vie erano perfettamente uguali, nessuna insegna o elemento che le distingueva. Mi misi a sedere per terra di fronte e le osservai attentamente. Niente, praticamente identiche.
 
Forse è solo un tranello, magari tutte portano lì.
 
Un istante dopo sentii dei rumori: uno sfreghìo di metallo, seguito da un urlo di terrore e colpi mortali, il tutto in meno di dieci secondi. Sembrava provenire da tutti i tunnel.
 
Magari tutte portano al tranello, nessuna forse lì.
Deve pur esserci un altro modo... una strada nascosta...
 
Mi guardai attorno. Sembrava tutto liscio e uniforme.
 
...un punto mobile...?
 
Frugai nello stivale destro. Trovato.
Tirai fuori un piccolo boomerang 'omega' verde; aveva delle sfumature azzurrine ai bordi, scheggiati e consumati dal tempo, e delle decorazioni bianche e arancioni che partivano dalla linea centrale. Lo tenni per orizzontale, all'altezza del mento, contai qualche secondo per concentrarmi e lo lanciai a destra. A mano a mano che sbatteva da una parete all'altra il boomerang acquisiva maggiore velocità. Non ci volle molto a trovare la parte debole del tunnel.
Afferrai il boomerang sollevando la mano sinistra, mentre alla mia destra una serie di cubi si spostavano e si allontanavano in modo da formare un'apertura.
 
A volte per risolvere i problemi bisogna uscirne fuori.
 
Una nuova galleria si materializzò davanti ai miei occhi, e non buia come le altre. Ai lati erano appese alcune lanterne, ognuna illuminava l'ambiente per un raggio di circa tre metri. Camminai sicura per quella strada. Sentivo di essere sempre più vicina, l'aria si faceva a poco a poco più rassicurante. Non passarono neanche due minuti che sentii dei brusii provenire oltre una porta non molto distante da me.
Feci uno scatto. Ero arrivata, ne ero certa.
Afferrai la maniglia, che al minimo tocco fece uno scricchiolio, dovuto alla ruggine che legava i bordi dei vari pezzi.


La nostre strade si avvicinano, mio vecchio amico.




 

-Angolo dell'autrice-

Saaaaaalve! Chiedo scusa a tutti per non aver aggiornato prima... *gomenasai*! Mi si era fuso il pc, e rischiavo di perdere il capitolo... *grido di terrore*.
MA! Eccolo qua, vivo e vegeto! Spero che vi sia piaciuto :D

P.S.: la lingua Igbo esiste davvero ed è un dialetto africano u.u infatti 'Dio sa' si dice proprio Chima
e Zion City è una città del Sudafrica.
Il prossimo capitolo si chiamerà 'Fourth x and x Burst-Forth'. È già scritto in parte, ma non vi prometto niente :P

A risentirci!!!

MadEchelon


 

 

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