In the end

di Eevy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


ATTENZIONE: capitolo revisionato
Perché ho deciso di rivedere il capitolo: dopo una rilettura, mi sono resa conto che assumevo più punti di vista, mentre il mio scopo, in questo capitolo, era quello di assumere solo quello di Lucy. Quindi ho cancellato delle parti dove, magari, emergeva il pensiero degli altri, lasciando solo espressi i sentimenti di Lucy. Non ho aggiunto altre scene, soltanto modificato questi pezzi e sistemato gli errori. 
Buona lettura ^^


 

In The End







 



CAPITOLO I

 

Magnolia sembrava una cittadina tranquilla di notte, quando le strade erano deserte e l'unico suono udibile era il fruscio causato dal vento sui cespugli. Niente a che vedere con la frenetica vita diurna, con quell'atmosfera vivace.
Lucy Heartphilia sembrava godere di quella tranquilla serenità. Distesa sul prato del parco, osservava le innumerevoli stelle che quella sera ammantavano il cielo. Una brezza di vento freddo le sfiorava le braccia nude e le provocava dei piacevoli brividi. I lunghi capelli biondi erano sparsi sul terreno umido e fresco. Era in quei momenti che riusciva a liberare la propria mente da tutti i pensieri e osservare il mondo nelle sue sfaccettature migliori. Voleva lasciarsi andare per non ricordare tutte le sofferenze e il dolore che aveva -e avevano- sofferto . Solo quando sentì i suoi occhi farsi pesanti decise che era giunta l'ora di tornare a casa, doveva essere notte fonda ormai. Era una sera fredda, e in quel momento ammalarsi era l'ultima cosa che avrebbe voluto. Si mise seduta, reggendosi sui gomiti. Si sistemò i capelli, raccogliendoseli in una coda, prese il mantello stropicciato da terra e si rimise in piedi. Fu in quel momento che, con la coda dell'occhio, le parve di vedere qualcosa muoversi. Si voltò rapida in quella direzione, portando istintivamente le mani al portachiavi. Assottigliò gli occhi, cercando di scrutare nell'oscurità. Il silenzio era tombale, poteva udire solo il proprio respiro. Rimase all'erta. Improvvisamente un rumore di passi la costrinse a voltarsi in direzione opposta.
 Un uomo si avvicinava verso di lei. Anche nel buio del parco le era impossibile non capire di chi si trattasse: i capelli scompigliati, la sciarpa legata attorno al collo, le spalle larghe, il modo di camminare...

< Natsu > lo chiamò la ragazza, rilassandosi. Anche lei si incamminò nella sua direzione. Lui emise uno sbadiglio rumoroso.

< Lucy! Finalmente ti ho trovata, cavolo è da ore che io e Happy ti cerchiamo >.

 Lucy arrossì un poco, ma sapeva che lui non avrebbe potuto vederla, né lei poteva vedere bene il suo volto. Natsu si fermò a qualche metro da lei. Immaginando che dovesse essere arrabbiato, la ragazza sorrise.

< Scusami, non volevo farvi preoccupare. Dov'è Happy? > chiese, per cambiare discorso.

< E' tornato a casa, stava morendo dal sonno > disse, con uno sbadiglio. < In fondo sono solo le tre di notte. Che ne dici torniamo a casa anche noi? > continuò, guardandola. 

< Sì... > annuì debolmente. Vide il volto prima serio del ragazzo sciogliersi in un sorriso. 

< Domani ho una sorpresa > disse. Lucy si incuriosì.

< Sorpresa? >

<  Già, beh ma potrai sapere solo domani, quindi andiamo! > esclamò ridendo.

Chissà cosa gli passa per la testa, pensò Lucy.
Improvvisamente la prese per mano e la trascinò con sé. Quel gesto la lasciò spiazzata, ma non oppose resistenza e camminarono mano per mano per qualche minuto. Natsu continuava a parlarle, ma lei non lo sentiva. Il suo cuore  aveva iniziato a battere così forte, a quel contatto, che sperava che lui non se ne accorgesse. Si diede mentalmente della stupida. Che le stava succedendo? Natsu era stato sempre gentile e spontaneo con lei, e non era nemmeno la prima volta che la prendeva per mano. Perché allora avrebbe dovuto essere diverso? Lui continuava a sorriderle, e le sembrava di impazzire. Ma se n'era già accorta, dell'effetto che lui le faceva. Da un po' di tempo Lucy si sentiva particolarmente agitata in sua presenza. Soprattutto a seguito degli ultimi eventi, quando l'aveva abbracciata forte perché aveva temuto di perderla e si era preoccupato così tanto da finire in lacrime...
Ma probabilmente stava solo comportandosi come un qualunque fratello fa con una sorella. Natsu avrebbe dato la sua vita per lei, però il suo affetto non andava oltre il voler bene, Lucy ne era certa.
E lei? Cosa provava, invece, lei? Questa domanda le strinse lo stomaco. No, non avrebbe messo per nulla al mondo al rischio la loro amicizia per delle stupide emozioni. Teneva troppo al loro rapporto per rovinarlo. A quel pensiero sentì gli occhi pizzicarle. 
Pochi mesi prima avrebbe giurato che  fossero sangue dello stesso sangue. Ma adesso? Cosa era per lei Natsu?

< Lucy ? > 

Natsu si era fermato e la stava osservando.
Lucy divenne di mille colori. Per un momento aveva stupidamente pensato che lui fosse in grado di leggerle il pensiero, che avesse capito tutto.

< Non mi stavi ascoltando > constatò invece il ragazzo, sospirando.

Lucy scosse la testa. Natsu alzò gli occhi al cielo.

< Non fa niente, ne parliamo domani. Sei strana comunque, sicura di stare bene? Ah, devi ancora spiegarmi che ci facevi lì, da sola e a quest'ora > disse incrociando le braccia.

Ormai erano arrivati all'appartamento della bionda. Le luci dei lampioni illuminavano i loro visi.
Lucy lanciò una breve occhiata alle loro mani ancora intrecciate, poi alzò lo sguardo per incrociare quello del ragazzo. Era sereno, tranquillo, ma contornato da un paio di occhiaie grigiastre. Era stanco, eppure era ancora lì a quell'ora della notte, per lei, perché si era, ancora una volta, preoccupato. Lucy strinse la sua mano più forte. Natsu parve stupirsi, e le lanciò un'occhiata interrogativa.

< Beh.. > cominciò la biondina, lisciandosi i capelli. < Quando ho voglia di rimanere a pensare un po' per conto mio vado sempre lì. Mi corico sul prato, ed è come se tutto il dolore che ho dentro sparisse.. No Natsu, non fare quella faccia sto bene. E' solo che a volte mi sento malinconica > finì la frase rivolgendogli un falso sorriso, ma sperando che non se ne accorgesse.

Ne erano successe parecchie, in effetti, forse troppe. Suo padre era morto quando lei era mancata, per lavoro, un paio di mesi, e non aveva potuto nemmeno passare un po' di tempo insieme a lui, non era riuscita a riaggiustare il loro rapporto. E' anche vero che lei una famiglia comunque ce l'aveva: Fairy Tail. Erano passati già due anni e mezzo da quando vi era entrata a far parte, ed era diventata troppo importante per la sua vita. Anche se si sentiva terribilmente dispiaciuta. Molte volte  i suoi compagni avevano affrontato situazioni pericolose per andare a salvarla. Primo fra tutti Natsu. Aveva perso il conto di quante volte si era quasi fatto ammazzare per lei. Anche allora il suo petto era pieno di fasciature e cerotti, il braccio ingessato e una grossa cicatrice sulla spalla. L'ultima battaglia era stata terribile, contro la gilda oscura Noire. Li avevano colti alla sprovvista, mentre erano tutti separati. Sentiva ancora l'odore del sangue nell'aria, la polvere che le si appiccicava sulla pelle sudata, le urla dei compagni che quasi le rompevano i timpani. Cosa era riuscita a fare, lei? Aveva fatto in modo che Natsu venisse maciullato al posto suo, solo perché lei era troppo incapace di reagire istantaneamente. Aveva battuto la testa su una roccia, ed era svenuta, rinsanendo poi nell'infermeria quando la battaglia si era già conclusa. Si sentiva impotente e una maga inutile. Era orgogliosa dei suoi spiriti, voleva loro un gran bene, ma non si sentiva adatta al compito di controllarli. Lucy si avvicinò al ragazzo, che la guardava stupito. Gli sfiorò la cicatrice. Lui, osservando la sua espressione, sembrò capire.

< Lucy, non ci credo che tu sia triste per queste. Sai che è grazie a te se..>

< Se non fosse stato per me tu non staresti così > rispose secca lei.

< Stai scherzando? Se non fosse stato per la tua magia, e per il tuo aiuto, io non sarei nemmeno vivo! > esclamò alzando la voce, lasciandole la mano. Lei abbassò lo sguardo.

Natsu sospirò.

< Senti > disse, alzandole il mento con il pollice. < Abbiamo vissuto dei momenti difficili, HAI vissuto dei momenti terribili, quindi posso capire perché ti senti così. Però ci sono io con te, diavolo Lucy perché affrontare tutto da sola? >

Sfoggiò uno dei suoi sorrisi più smaglianti. Le riprese la mano e la fissò. Lucy si sentì avvampare.

< Comunque, credo che tu abbia bisogno di riposare.. e pure io direi > disse dopo qualche momento, ridacchiando e lasciandole la mano. < Notte, Luce. A domani > continuò agitando il palmo e voltandosi per andare via.

Non voleva lasciarlo andare, si sentiva così sola. Aveva bisogno del suo conforto, del suo abbraccio..

< Aspetta! >

Ora Lucy si sentiva una completa imbecille. Perché cavolo lo aveva fermato?!

< Che c'è? > chiese lui, assonnato.

< Ehm.. no, niente. A domani > disse, voltandosi e aprendo la porta in fretta e furia.

Salì le scale più veloce che poté, e si rinchiuse in camera appoggiandosi alla porta. Avrebbe gettato volentieri il suo cuore fuori dalla finestra se avesse potuto, dato che non smetteva di battere all'impazzata per l'insieme di emozioni che quella sera stava provando. Decise quindi di darsi una calmata. Lanciò un'occhiata all'orologio appeso alla parete: erano le tre e venti, ma il sonno era ormai quasi completamente andato via. Decise di farsi un bagno caldo. Si tolse la maglietta. Un rumore alle sue spalle la fece trasalire.

< Ehi, Lucy sai ho cambiato idea ... oh >.

Natsu era salito dalla finestra, per l'ennesima volta. Lucy non osava voltarsi, ma poté sentire lo sguardo del ragazzo sulla sua schiena.

< Natsu. Ti ho detto cento volte che se vuoi entrare devi usare la porta! >

<  Ok, hai ragione scusami > disse. Lucy prese al volo un'asciugamano, legandosela al petto, poi si voltò verso il ragazzo.

Vide Natsu con le sopracciglia aggrottate e lo sguardo concentrato sulla coperta del letto. Lucy non riuscì a non ridacchiare, a quella vista. 

< Fa come se non ci fossi, io pensavo che fosse meglio rimanere qui, non ce la faccio a proseguire a piedi sono troppo stanco > disse il rosato, togliendosi la sciarpa e il gilet.

 La nonchalance di questo ragazzo era davvero incredibile, pensava Lucy, alzando gli occhi al cielo.
 
< Mi chiedo che male abbia fatto nella mia vita..> sussurrò Lucy, con una certa irritazione e molto imbarazzata.

< Come Luce? >

La ragazza non rispose, piuttosto si chiuse in bagno, sbattendo la porta.
Quando uscì Natsu era ormai profondamente addormentato. Il suo corpo occupava tutto il letto.

"Benissimo, perfetto direi" osservò Lucy con sarcasmo.

Si sedette sul bordo del materasso, osservandolo per capire in che modo avrebbe potuto sistemarsi. Tastò leggermente il braccio del compagno, come per chiedergli di spostarsi. Lui in tutta risposta emise solo un  "uhmmm lasciami stare" che fece irritare Lucy ancora di più. Stava morendo di sonno anche lei, adesso.

"Come diavolo faccio.." disse grattandosi la testa e continuando a guardare i piccoli spazi vuoti nel letto.

"Forse dovrei comprare un letto più grande...MA CHE CAVOLO VADO A PENSARE!!" pensò, scuotendo la testa, stringendo gli occhi.

< Lucy.. > mormorò Natsu, con voce roca.

Si spostò un poco per lasciarle spazio. La bionda ringrazio il cielo, e si accoccolò accanto a lui dandogli le spalle, rendendosi il più possibile piccola e cercando di evitare il contatto con la sua pelle. Invece lui le passò un braccio attorno alla vita. Lucy avvertiva il suo respiro sul collo, e rimase pietrificata.
Dopo minuti - che a lei sembrarono ore - i suoi occhi riuscirono finalmente a chiudersi pian piano, e il sonno ebbe la meglio.

***



 
La svegliarono delle voci, provenienti dalla sua stessa camera. Il suo corpo era talmente indolenzito che non riusciva a muoversi di un centimetro.
 Notò che era coperta."Natsu", pensò, sorridendo lievemente.
Si concentrò per ascoltare, facendo finta di dormire.

< Quindi tu mi stai dicendo che hai lasciato Happy da solo, a casa tua, per andare a cercare Lucy e restare a dormire insieme a lei a casa sua?! Da quando in qua lasci Happy solo, Natsu? > chiese Gray con tono scioccato. 

< Sì beh.. ieri sera non l'avevamo vista e a casa non c'era, dopo quello che è successo mi sono preoccupato e Happy aveva sonno, non potevo costringerlo a venire con me, quindi sono andato da solo e... > rispose Natsu, tutto d'un fiato.

< Ma poi non sei tornato da lui, sei rimasto con lei > lo interruppe il moro, sottolineando la parola lei.

Lucy pensò che Gray si stasse divertendo a stuzzicare l'amico. 

< Lei ti piaaaaace > disse maliziosamente la voce di Happy.

Gray sogghignò. Cosa tramavano, quei due?

< Mi era sembrata giù di morale, dovevo lasciarla sola?!> disse Natsu con una punta di nervosismo. Gray rise.

< Cavolo ridi > sbottò Natsu.

<  Nemmeno con Lisanna tu... >

< Uo,uo,uo, frena. Cosa c'entra Lisanna ora? > chiese il ragazzo, alzando il tono della voce.

< Voglio dire, non mi sembra che tu sia stato così.. come dire.. gentile, con qualcun'altra oltre lei e... >

Lucy decise che era giunto il momento di chiudere quella discussione, prima che le sue orecchie sentissero qualcosa di troppo e cominciasse a prendere fuoco.

< Buongiorno anche a voi! > esclamò, alzandosi dal letto e precipitandosi in bagno. Chiuse la porta con un tonfo.

Ma che stava farneticando Gray?!
E che diavolo ci facevano lui e Happy in camera sua?!?
Lucy si portò una mano alla bocca. Li avevano visti dormire insieme?!?!?
Con quale faccia si sarebbe presentata dalle sue amiche adesso?!?!?!?!?!   
Osservò il suo riflesso allo specchio. Il suo viso aveva assunto una bella tonalità di fucsia. Qualcuno bussò alla porta.

< Ehi, Lucy, tutto bene? > chiese la voce di Gray.

< S-sì > disse, rivolgendosi più a se stessa che all'amico.

Inspirò ed espirò più volte. Alla fine si fece coraggio, e uscì dal bagno. I due erano seduti al tavolo, mentre Happy svolazzava sopra di loro.

< Ciao Lucy > disse Natsu, non riuscendo a celare bene il suo poco entusiasmo.

< C-ciao, Natsu. Buongiorno Gray, Happy > rispose la biondina.

< Giorno Lucy-chan! > esclamò allegro Happy.

Tutti la osservavano. Lucy iniziò a spazientirsi.

< Mi spiegate cosa ci fate qui tutti quanti? La mia casa non è un hotel! >

< Stavamo cercando Natsu, veramente > disse Gray, lanciandole un'occhiata maliziosa. Lucy arrossì.

< Mi avete trovato, quindi andiamo > disse Natsu.

Lucy aveva l'impressione che volesse.. fuggire. Happy ridacchiò, prese Natsu per le spalle e insieme volarono fuori dalla finestra.
Gray continuava a osservare Lucy con un sorrisetto che alla ragazza stava cominciando a dare sui nervi.

< Che c'è?! > chiese irritata.

< Oh nulla > rispose lui, facendo spallucce.

< Penso che sia il momento di andare alla gilda, è quasi mezzogiorno >.

Lucy guardò l'orologio. Effettivamente si era fatto tardi. Sospirò.

< Vi raggiungo, ci vediamo là >.

Gray annuì, e si avvicinò alla finestra. Si era tolto la camicia nel frattempo, notò Lucy alzando gli occhi al cielo.

< Ah, Gray? >

< Si, che c'è? >

< Una sola parola su quello che hai visto e sei morto >.

Alle volte Lucy sapeva essere temibile quasi quanto Erza. Ma in fondo era felice.
***



La gilda era, come al solito, chiassosa.
 Lucy si guardò attorno cercando le sue amiche e, quando le vide, le salutò agitando la mano e sorridendo. Si avvicinò a Levi. Quella mattina era molto carina, con un vestitino bianco che le metteva in risalto i bei capelli blu. Accanto a lei era seduto, come al solito, Gajil. 

< Giorno Lucy-chan > esclamò Levi con un sorriso smagliante.

< Giorno Levi, Gajil >.

Il ragazzo ricambiò con un cenno. Lucy cercò Natsu con lo sguardo, ma non vide né sciarpa, né fuoco, né i capelli rosa.

< Se cerchi Natsu, è in giro con Happy e Lisanna > disse Mirajane mentre sciacquava un bicchiere, attirando su di sé molti sguardi.

Lucy rimase senza parole.

< E' con.. Lisanna? > chiese Gray, stranito.

Si voltò a guardare Lucy, che nel frattempo cercava di apparire calma ed indifferente. In realtà, un groppo enorme le si era formato in gola.
Anche Levi e Cana la osservarono.

< Ho capito. Bene, che si mangia oggi? > disse la bionda lisciandosi i capelli, e sorridendo.

Cercò con tutte le sue forze di non pensare alle parole appena pronunciate da Mirajane.
Gray continuava a sgranare gli occhi. Lucy pensò che dovesse essere confuso, dato che fino a poco prima aveva visto il Dragon Slayer dormire abbracciato a lei, e adesso, invece, era insieme a Lisanna. Forse, però, stavano solo fraintendendo. Sì, sicuramente lui e Lisanna erano semplici amici. Lucy lo sperava con tutto il cuore. Vide Juvia tirare leggermente la manica del moro.

< G-Gray-sama buongiorno. Posso parlarti? >

Gray sembrò sorpreso dalla serietà con cui Juvia si era rivolta a lui. Lui annuì, e le guance della donna si colorarono di un bel rosa acceso. Camminarono verso un tavolo più appartato. Lucy era tutta orecchie. 

< Juvia ha visto Natsu > disse d'un fiato. 

< E perché stai arrossendo? >

< Perché stava baciando Lisanna >.

< Lui stava baciando chi?! >

< SHHHHHHHH!> cercò di chiudergli la bocca.

Il cuore di Lucy perse un colpo.

< Ma lui e Lisanna si erano lasciati! > esclamò Gray con particolare enfasi.

< Lui e Lisanna non avevano mai avuto tempo e modo di chiarire > decise di intervenire,  Lucy.

Sorrideva, fingendo di non essere particolarmente colpita dall'evento. I suoi capelli erano sciolti, quella mattina,  e aveva sistemato il ciuffo dietro l'orecchio. Indossava un pantaloncino  e  una canottiera azzurra, nonostante fosse autunno. Gray la guardava preoccupato: sicuramente aveva capito i suoi sentimenti. Lucy continuò a mantenere incurvate le labbra, anche se le sentiva tremare leggermente. 
Juvia si alzò, la prese per mano e uscirono dalla gilda. Con la coda dell'occhio, vide Gray guardarle andare via.
Juvia si fermò appena svoltarono l'angolo e dopo essersi accertata di essere fuori dalla portata di sguardi indiscreti.

< Juvia.. perchè..? > chiese la bionda, confusa.

< Juvia ti capisce, Lucy >.

Lucy non poteva a parlare, altrimenti sarebbe scoppiata. Gli occhi le pizzicavano e le lacrime tentavano di uscire fuori, ma stava cercando di impedirlo.

< Juvia capisce cosa prova Lucy, e per questo ti ho portata qui  > disse la donna, con un sorriso gentile.

Era proprio una ragazza dolce. Lucy le sorrise debolmente per ringraziarla e, alla fine, si lasciò andare alle lacrime.

< Io.. non so.. perché sto piangendo.. > disse, scossa dai singhiozzi. Si stropicciò gli occhi. 

< Io non dovrei piangere... non dovrei provare...questo.. io non voglio...provare questo...io dovrei..dovrei.. essere felice, per lui.. insomma,  è come un fratello.. per me, no? >
 
Juvia le accarezzò la testa. Rimasero lì per un po', fin quando Lucy riuscì a calmarsi.

< Ora ho tutti gli occhi rossi.. > sbuffò la bella biondina.

Juvia fece spallucce.

< Potremmo andare a mangiare qualcosa da qualche altra parte > propose.

Lucy annuì, e si incamminarono alla ricerca di un bar. 

< Juvia > cominciò Lucy, < come mai fai questo, per me? Insomma, non abbiamo mai avuto questo rapporto io e te.. >

< Beh, se tu stessi con Natsu, tutto sarebbe più semplice per me e Gray-sama > scherzò la ragazza dai capelli blu. Poi la guardò sorridendo.

< Penso solo che mi dispiace che tu debba soffrire.. > 

< Grazie > le sorrise di rimando Lucy. 

La bionda continuò a guardarsi attorno per tutto il tragitto. Aveva una paura tremenda. Non voleva vederli insieme, non era ancora pronta. Temeva di scoppiare a piangere  davanti a loro, se li avesse visti.
 Entrarono infine in un pub. Juvia si accertò che non ci fossero, e si sedettero in un tavolo lontano dalla finestra, giusto per essere più sicuri. Ordinarono due panini. Dalla porta entrò Gray che, appena le vide, si avviò nella loro direzione.

< Gray-sama! > esclamò Juvia, arrossendo.

Gray si sedette accanto a lei. Lucy vide Juvia guardarlo con occhi sognanti.

< Come va, fanciulle? > disse il moro, rivolgendosi soprattutto alla maga di fronte a lui. Lei sospirò.

< Bene. No, sul serio Gray, sto bene. Juvia è stata gentile >

Lui si voltò verso la sua compagna, e la osservò. Il viso di Juvia prese fuoco.

< Sono contento > disse, tornando a guardare Lucy.

< Non so cosa passi per la mente a quel cretino > proseguì.

< Tu parla per te > disse una voce maschile.

Anche Gajil e Levi li avevano raggiunti.

< Cosa vorresti dire? > chiese lui, offeso.

Gajil indicò la ragazza al suo fianco. Lucy ridacchiò quando vide l'azzurra iniziare a sudare.

< Eravamo un po' preoccupati, Lucy. Abbiamo seguito Gray ma tranquilla, non c'è nessun altro oltre noi > disse Levi, sedendosi accanto a Lucy.

< Fortunatamente Erza è in missione, altrimenti penso che avrebbe combinato l'inferno > proseguì.

Furono interrotti dal rumore di uno scoppio molto violento.

< Che succede? > urlò Gray.

Si fiondarono tutti fuori dal locale. Una nuvola di fumo proveniva dalla loro gilda. Si scambiarono delle occhiate preoccupate, e cominciarono a correre.




Okkeeeey, è il mio primo piccolo innocente tentativo, abbiate pietà! 

Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, ho troppa paura >.< 
L'idea mi è venuta tutta d'un tratto e l'ho scritto di getto. 
Comunque, mi piacerebbe ascoltare i vostri consigli e i vostri pareri. E riaggiungo che ho troppa paura >.< 
Grazie <3 


-yvichan

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


A causa della mia distrazione (-____-"), c'erano dei problemi nel testo. 
Ho modificato un paio di cose e aggiunto le parti mancanti. 
 

 
 
CAPITOLO 2



Ciò che trovarono li lasciò esterrefatti.
La parte superiore della gilda era stata quasi completamente distrutta; i resti di due delle quattro torri giacevano nel cortile attorno al castello. Si fecero strada fra le macerie, chiamando a voce alta il Master. Dei membri della gilda non c'era l'ombra.

< Lucy! >

Si voltarono a guardare Natsu che, seguito da Lisanna, correva per raggiungerli. Il cuore di Lucy mancò di un colpo, ma poi vide le loro espressioni confuse e cercò di calmarsi pensando che, evidentemente, anche loro ignoravano la ragione di quel caos. Li raggiunsero dopo pochi secondi. Natsu si fermò a pochi passi dalla maga stellare, tenendosi la pancia e respirando a fatica.

< A-abbiamo...corso...più veloce...che potevamo. Che.. diamine..è successo? > chiese, osservando prima Gray e poi Lucy.

Gli spiegarono che, quando avevano sentito il rumore dell'esplosione, erano in un locale ad una certa distanza dalla gilda. Natsu osservò i detriti. Happy giunse poco dopo, dichiarando di non aver visto nessuno nei dintorni.


< Dobbiamo scoprire dove sono finiti tutti > disse Lucy, rivolgendosi al gruppo.

Con la coda dell'occhio vide che Lisanna si stava guardando attorno, ansiosa.

< Vado a cercare Mira e Elfman > disse d'un tratto, trasformandosi con il Take Over.

Con uno  slancio felino, saltò sulla superficie di quella che, fino a pochi minuti prima, era stata una torre ma che, ora, era solo un cumulo di pietre. Da lì, iniziò a spostarsi con sicurezza fra le rocce, scattante ed elegante come un puma. Lucy la osservava, avvertendo una sorta di fastidio: i capelli della ragazza erano corti, di un bianco perlato, e dai lati del capo le spuntavano due piccole orecchie, anch'esse bianche; le belle linee del suo corpo erano messe in risalto dal costume striminzito. Nel complesso, sembrava una bambola. Come poteva, Natsu, non innamorarsi di una ragazza del genere? Era bella, energica, sensuale. Il pensiero le fece stringere lo stomaco.

Quando ormai vide che era Lisanna quasi scomparsa dalla loro visuale, decise che fosse il momento di distogliere la mente da quegli stupidi pensieri. Prese coraggio, e si rivolse a Natsu.

< Sarebbe meglio che andassimo anche noi a cercare gli altri > disse fissandolo, seria.

Natsu annuì.


< Dividiamoci > propose Levi.

Lei, Gray, Juvia e Gajil s'incamminarono insieme, decidendo di dare un'occhiata all'esterno e lasciando a Natsu, Lucy ed Happy il compito di controllare all'interno. Lucy si irrigidì. Nella sua mente, iniziava già ad imprecare.

Strinse i pugni, cercando di contenere il nervosismo che la presenza del ragazzo le suscitava. Doveva calmarsi. Dopotutto, lei e Natsu erano compagni di team. Stavano sempre da soli.

< Andiamo > disse Natsu, facendo un cenno con la testa.

La maga si limitò a seguirlo, in silenzio. Percorsero il breve tratto che, dal cancello esterno, portava alla grande porta del castello. Una volta dentro, iniziarono a cercare.


< Nonno! Luxus! > chiamava Natsu.

< Mira! Cana! Wendy! > gridava Lucy.

Happy, nel frattempo, cercava Charle e Lily.
Non rispose nessuno. La stanza era, a parte gli arredamenti, completamente vuota. I due ragazzi si guardarono un momento, confusi e con una nota di allarmismo nelle espressioni. Lucy voltò lo sguardo a destra e a sinistra. Sapeva che, a volte, i suoi compagni litigavano, rompevano oggetti, scaraventavano tavoli e sedie sui muri., ma non credeva che fossero arrivati al punto di riuscire a distruggere la propria gilda, per poi sparire nel nulla, senza lasciare proprie notizie. Improvvisamente si accorse di una cosa: fatta eccezione per il grande lampadario di vetro verde che, precipitando dal tetto, si era frantumato e alcune travi che, cedute dal piano superiore, erano sparse un po' ovunque, la sala era rimasta intatta. I tavoli e le sedie di legno erano ancora lì, al loro posto. I barili di vino erano, come al solito, vicino al bancone, su cui erano posati diversi bicchieri semivuoti che Lucy aveva visto anche prima di uscire dalla gilda, quella mattina. Tutto era rimasto uguale, con l'eccezione che nessuno era lì presente. Era come se tutti fossero scomparsi senza nemmeno accorgersene. A questo pensiero, la schiena di Lucy fu percorsa da un brivido. Nella sua mente, iniziò a crearsi un terribile sospetto. I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Gajil.
 
< Avete trovato qualcosa? > chiese.


< No, niente. Voi? > chiese Lucy, di rimando.

Decise che, per il momento, fosse meglio non metterli nel panico.


< Niente > rispose il drago di ferro, scuotendo il capo.

Lucy osservò la sua espressione. Doveva essere molto in pensiero per il suo exceed.


< Mi auguro > cominciò Gray raggiungendoli, < che sia solo un brutto scherzo >.
 
I ragazzi sedettero ad uno dei tavoli. Ciascuno, nel proprio cuore, sperava che tutti riapparissero dal nulla, magari urlando: "BU!". Dopo una decina di minuti, iniziarono a perdere definitivamente questa speranza.


< Dovremmo chiamare Erza > propose Juvia.

Lucy pensò che avesse ragione. Erza Scarlet era la maga più forte della gilda, nonostante la sua giovane età. In più,aveva molta esperienza: avrebbe saputo certamente quale fosse la prima mossa da fare, in quell'occasione.

Gray poggiò i gomiti sul tavolo, reggendosi la testa fra le mani, cercando di concentrarsi per trovare una soluzione. Juvia allungò la mano verso il suo braccio muscoloso. Indugiò qualche secondo prima di toccarlo e accarezzarlo.
Natsu sbatté un pugno sul tavolo.

< Voglio continuare a cercare > esclamò, alzandosi e avanzando velocemente verso le scale semidistrutte.

Happy lo seguì. Lucy li guardò sparire al piano superiore - quello che ne restava-.  Improvvisamente le venne un'idea. Prese una delle sue chiavi dal borsello attaccato alla cintura. Si alzò in piedi, stendendo il braccio e la mano con cui impugnava la chiave.


< Che vuole fare? > chiese Gajil, confuso.

< Apriti portale della vergine, Virgo! > esclamò la maga, compiendo ampi gesti.

L'estremità della chiave si illuminò per un attimo e, subito dopo, apparve una giovane donna dai capelli rosa scuro. Indossava abiti da cameriera e aveva i polsi cinti da un paio di manette tintinnanti.


< Ditemi, principessa > disse, rivolta a Lucy.

< Virgo, per favore, aiutaci! > cominciò la bionda, lanciando uno sguardo implorante allo Spirito Stellare. < Non riusciamo a trovare i nostri compagni, e non sappiamo perché. Potresti controllare ovunque?  Potrebbe essere stata usata la magia per nascondere i loro corpi, e solo tu sei in grado di capire se è andata così >.

Virgo annuì in segno di comprensione e, senza una parola, sprofondò nel pavimento, lasciando un buco circolare.

Quattro paia di occhi la fissavano con stupore.

< Pensi davvero che siano ancora qui? > le chiese Gray, inarcando un sopracciglio.

< Non lo so, ma sicuramente non sono scomparsi per caso > spiegò Lucy, non riuscendo a celare l'evidente nervosismo nella voce. < Spero solo che Virgo li trovi >.

Dei passi la costrinsero a voltarsi. Lisanna camminava verso di loro, con un viso spettrale e gli occhi lucidi. Si fermò accanto al loro tavolo, fissando un punto imprecisato davanti a sé.

< Non ci sono. Nemmeno un capello > sussurrò. Lucy tremò.

Natsu si affacciò, dal piano superiore. Lucy osservò il suo volto sorpreso, sperando che avesse scoperto qualcosa.

< Salite! > gridò, gesticolando con la mano e facendo loro segno di raggiungerlo.

Senza lasciarselo ripetere due volte, i sei corsero su per le scale. Natsu li guidò nella stanza del Master. Quando entrarono, Lucy capì. La stanza di Makarov era stata messa completamente messa a soqquadro, ma non per colpa dell'esplosione. Gli armadi erano stati svuotati, la scrivania rovesciata e per terra c'erano centinaia di fogli sparsi.


< Ma.. perché? > si chiese Levy, prendendo uno dei fogli da terra.

Anche Lucy era confusa.

< Principessa, ho trovato qualcosa di interessante > disse improvvisamente Virgo che, sbucando dal pavimento, fece trasalire un  po' tutti.

Lucy le annuì.
Lo Spirito le indicò il buco da cui era appena apparsa, come a invitarla ad entrare. Lucy rifiutò leggermente irritata.

Seguirono Virgo per le scale che portavano a quello che - Lucy non poteva crederci- era il sotterraneo di Fairy Tail. Non vi aveva mai messo piede, né sapeva della sua esistenza. Era consapevole che vi fosse, nel castello, un rifugio per i casi di emergenza, ma non avrebbe mai creduto si trattasse di un posto del genere. Proseguirono in fila indiana, percorrendo un passaggio stretto: prima Virgo, seguita da Lucy, Natsu, Happy e Lisanna. Gli altri erano rimasti al piano di sopra, sperando in un atteso ritorno del resto dei membri della gilda.
Procedevano da qualche minuto. Lucy iniziava a sentirsi soffocare, dato che le pareti di pietra erano prive di finestre e la sola fonte di luce proveniva da una torcia che Virgo reggeva in mano e dalle mani incandescenti di Natsu. Ad un tratto Virgo si fermò, cogliendo di sorpresa Lucy che, bloccandosi di colpo, sentì il petto di Natsu urtare contro la sua schiena con forza. La ragazza sbalzò in avanti, prese una storta e inciampò. Arrossì quando sentì la mano calda di Natsu posarsi sulla sua spalla.

< Ohi, stai bene? > disse -il cuore di Lucy perse un colpo- Natsu, aiutandola a rialzarsi. Lucy si rivolse irritata a Virgo.

< Perché ti sei fermata così?!>

< Aspettate > disse lo Spirito, alzando una mano, per intimarle di restare in silenzio.

Lucy ubbidì. La mano di Natsu stringeva la sua. Lucy pensò per un attimo che Lisanna, da dietro, la stesse trafiggendo con lo sguardo.


< Avverto una forza magica, principessa >.

I ragazzi continuarono a rimanere immobili. Lo Spirito proseguì, lasciandoli indietro. Dopo qualche passo, si fermò di nuovo. Reggeva la torcia con la mano destra mentre, con la mano libera, iniziò a tastare l'aria.

< Virgo, cosa stai...>

< Guardate > rispose lei, interrompendo Natsu.

Nel punto in cui la donna aveva appena messo la mano, era apparso un segno. Più precisamente, era un simbolo.

< Fried! > urlò Lisanna.

< Ma che diavolo ci faceva Fried, quaggiù? > chiese Natsu, confuso. Virgo fece spallucce.

< Chiamiamo Levy > propose Lucy.


***

 
Il sole stava tramontando.
Erano trascorse quasi tre ore da quando Levy era scesa nel sotterraneo. Lucy pensò all'espressione decisamente stupita dell'amica, quando le avevano detto di aver trovato una barriera di rune. Si era precipitata immediatamente al piano di sotto, insieme a Juvia ed Happy, senza dire una parola. Dopo circa mezz'ora, era risalita e aveva chiesto a Natsu di riscendere con lei, per qualche oscura ragione. Lucy avrebbe voluto seguirli, ma quando aveva sentito la voce di Lisanna esclamare  "vengo anche io!", era rimasta seduta al suo posto. Ora, tuttavia, quel ritardo iniziava ad innervosirla, e iniziò a pensare che avrebbe voluto essere lì con loro. Voleva saperne di più. Allo stesso tempo, le  palpebre cominciavano a farsi pesanti.

< Lucy > la chiamò Gray, sedendosi al suo fianco.

Lucy si voltò per guardarlo in viso.


< Mi sembri stanchissima, perché non torni a casa? > le propose il moro.

< No, grazie, preferisco rimanere qui > rispose Lucy, studiando la sua espressione altrettanto spossata.

< Piuttosto, anche tu non mi sembri in forma > constatò la bionda. < Riposati un po' > continuò.

Gray scosse la testa. Lucy sospirò, portando leggermente la testa all'indietro e socchiudendo gli occhi.

< Oh, era ora! > esclamò, improvvisamente, la voce di Gajil, con tono seccato.

Lucy riaprì gli occhi, volgendo lo sguardo verso l'entrata della saletta accanto. Levy veniva verso di loro. Indossava ancora un paio di lenti da vista, e reggeva fra le braccia un libro enorme e piuttosto antico. La sua espressione non era delle migliori. Dietro di lei uscirono anche Happy e Juvia. Lucy inarcò un sopracciglio.


< Natsu dov'è? > chiese.

< Oh, sta arrivando > rispose Levy, prendendo posto davanti a lei.

Lucy immaginò che dovesse essere con Lisanna, da qualche parte. Vide Gajil dare  uno scappellotto all'amica.


< Gamberetto, ci hai messo troppo. Mi deludi > disse il drago di ferro, con un mezzo sorriso divertito.

Levy alzò gli occhi al cielo.


< Sì, certo > si limitò a dire, aprendo il libro e leggendo in silenzio.

Gajil sbuffò, e si sedette accanto a lei. Ogni tanto lanciava delle occhiate furtive nella sua direzione. Lucy, guardandoli, sorrise.


< Grayyy! > urlò la voce di Juvia, che si precipitò verso di loro e corse ad abbracciare il mago di ghiaccio.

< Juvia, mi fai male > borbottò il moro, imbarazzato.

< Juvia chiede sc-scusa, Gray-sama! > disse la ragazza, sciogliendo subito l'abbraccio.

Dopo qualche minuto, entrarono anche Natsu e Lisanna. Sembravano arrabbiati. Lucy notò, con stupore, che non erano soli.

< Luxus! Fried! > esclamarono contemporaneamente Lucy e gli altri.

Si alzarono per andargli incontro. I due non li considerarono. Si fermarono e iniziarono a guardarsi attorno.


< Allora è così che è andata a finire.. > disse Luxus, serio.

Fried, al suo fianco, era imperscrutabile. Con la coda dell'occhio, Lucy vide Lisanna correre dietro Natsu che, nel frattempo, marciava a grande velocità, stringendo i pugni, verso il portone.


< Che è...>

< Pff.. maledizione! > esclamò subito Luxus, con voce alterata, lasciando la ragazza stupefatta.

Fu un attimo: lo vide chiudere gli occhi e stringere i denti, poi un fulmine luminoso attraversò interamente il suo corpo. Lucy dovette coprirsi gli occhi, per proteggerli dalla luce abbagliante. Quando li riaprì, il ragazzo era sparito. Fried sospirò.

< E' giusto che abbiate delle spiegazioni >.


***


 
Quella mattina, quando arrivò alla gilda, provò una strana sensazione. Era come se l'aria, tutta d'un tratto, fosse divenuta malvagia. Lanciò un'occhiata ad Evergreen ed Elfman, intenti a discutere animatamente, come al solito. Rivolse, poi, lo sguardo verso gli altri compagni. Natsu non c'era, ma per il resto non rivelava nulla di anormale.

< Fried > lo salutò Luxus, dandogli una pacca sulla spalla.

< Buongiorno > ricambiò lui, distrattamente.

Continuava a guardarsi attorno, sentiva -sapeva- che c'era qualcosa di strano. Avvertì lo sguardo dell'amico su di sé.

< C'è qualcuno? > chiese Luxus, sottovoce.

Fried annuì. Sentì che Luxus, accanto a lui, si era irrigidito.

< L'avete avvertita anche voi, la malvagità > disse una voce femminile, dalle loro spalle.

I due si voltarono, trovandosi di fronte Mavis. Il suo sguardo era serio, concentrato. Con la coda dell'occhio, Fried vide Lucy e Juvia uscire dal portone. 

< E' il caso di avvertire il nonno? > chiese Luxus, rivolto alla fata.

Lei scosse il capo.

< Non c'è tempo. Seguitemi > disse, voltandosi e percorrendo veloce la sala.

Fried e Luxus le stavano dietro. Aprì una botola di ferro, posta sul pavimento del corridoio che conduceva alla biblioteca della gilda. Con stupore, la videro scendere lungo scale a chiocciola, sotto la botola, che conducevano nei sotterranei. Continuarono a seguirla in silenzio.
Percorsero lo stretto tunnel  per qualche minuto, poi, improvvisamente, Mavis svoltò a destra attraversando la parete. Fried e Luxus rimasero allibiti.

< Dovremmo farlo anche noi..?> chiese Fried, leggermente scettico.

Luxus provò ad allungare una mano per toccare il muro, ma era solido, non c'era possibilità di poterci entrare, per un comune mortale. Passò un minuto. Poi parte delle pietre che componevano la parete si sbriciolarono, mostrando un passaggio segreto.

< Ma che diavolo... > cominciò Luxus.

Fried vi guardò dentro. Il buio era totale, ma nel fondo notò che si poteva scorgere un leggero bagliore. Pensò che Fairy Tail non avrebbe smesso mai di sorprenderlo.

< Andiamo > disse all'amico, che lo seguì.
 
Via via che camminavano, la luce si faceva sempre più intensa. Dopo una decina di metri, svoltarono sulla destra, nella direzione da cui proveniva. Percorsero qualche metro, poi si accorsero che il passaggio stava divenendo sempre meno stretto. Anche le pareti erano cambiate: le pietre, ruvide e scure, erano state sostituite dal marmo. Giunsero, infine, alla fonte della luce: una vera e propria stanza. Non c'erano finestre, ma l'aria era pulita e fresca. Sentivano quasi un vento leggero sulla loro pelle. Sulla parete di fronte ai loro occhi vi era una porta enorme, di legno scuro; gli altri muri, invece, erano spogli. Sopra le loro teste era appeso un grande lampadario di cristallo trasparente, a forma di rombo. Fried l'osservò con meraviglia. Vide che, all'interno di esso, roteava, sospesa, una palla di luce. Le facce del cristallo la riflettevano sotto forma di un bagliore argenteo e bellissimo. Luxus attraversò la sala, certo che Mavis dovesse trovarsi oltre la porta. Mise la mano sulla maniglia, cercando di aprirla.

< Questa cosa è chiusa > disse, confuso.

D'un tratto emise un gemito di dolore, e si allontanò con un salto.

< Cos'è successo? > chiese Fried, preoccupato.

< Ho preso... la scossa, credo > rispose Luxus. < Il dragon slayer del tuono che prende la scossa, da non crederci > continuò.

Poco dopo Mavis attraversò la porta, con un sorrisino colpevole.

< Ho applicato le misure di sicurezza, scusami Luxus. Ora, ascoltatemi bene > disse, tornando seria. < Qui dentro è nascosto quello che loro stanno cercando, e che non dovranno per nessuna ragione al mondo trovare. Luxus > si rivolse al mago, < ti affido questa > continuò, dandogli un foglio piegato in quattro.

Notando l'espressione confusa di Luxus, si affrettò a spiegare.

< E' una mappa, la consegno a te, so che puoi proteggerla. D'ora in poi io non uscirò più di qui, ma non posso tenerla con me, se voglio proteggere questo posto. Fried > disse la maga, rivolgendosi all'altro ragazzo, < tu dovrai creare una barriera per mettere questo passaggio al sicuro -falla prima della porta di pietra, possibilmente- , e fare in modo che nessuno eccetto Lucy Heartphilia possa entrarci prima di tre mesi >.

I due uomini si guardarono.

< E perché proprio Lucy? > chiese Fried, curioso.

< Non posso dirvelo, ma ti prego, fa' come ti ho detto > rispose lei, supplicandolo con lo sguardo.

< Ah, ho ancora un'altra cosa da dirti, Fried. Devi creare un'altra barriera, questa volta più vicina alle scale che portano al sotterraneo. Fai in modo che tu e Luxus rimaniate all'interno di essa, e che siate, dall'esterno, del tutto invisibili. Non si devono sentire neanche le vostre voci. Ah, e fai in modo che si tolga solo in presenza di Natsu, e con una determinata affermazione. Spero di non chiederti molto> disse, notando la faccia afflitta del mago.

Il terreno sopra di loro iniziò a tremare.

< Eccoli, sbrigatevi! > urlò Mavis.

< Cavolo, non ce la faremo mai a raggiungerli! > urlò Luxus, voltandosi per iniziare a correre.

< Luxus > lo chiamò la fata, con voce severa.

Lui si fermò, ma dal suo volto era evidente l'impazienza e la voglia di salire al piano superiore.

< Forse non mi sono spiegata. Non potete, e non dovete, andare di sopra >.




Luxus era furioso. Camminava avanti e indietro lungo il corridoio, sbuffando. Fried aveva già posto le barriere.

< Luxus, stai calmo..> cominciò Fried, ben sapendo che sarebbe stato del tutto inutile.

< Come faccio a stare calmo, se noi siamo qui sotto senza poter fare niente!? Non sappiamo neanche cosa sta succedendo! > urlò, preoccupato.

Non potevano sentire nessun suono provenire dal piano superiore.

< Non sappiamo neanche se qualcuno scenderà! E se fosse successo qualcosa di grave? Come diavolo possiamo saperlo?!>

Luxus continuava ad urlare, sbattendo i pugni sui muri rocciosi. Fried sospirò. Luxus aveva ragione, ma Mavis doveva aver avuto le sue buone ragioni, per agire in quel modo.

"Speriamo solo" pensò Fried, "che Levi ci raggiunga presto".

Non potevano sapere se, al di là della parete di rune, ci fosse qualcuno. Così come loro erano invisibili per gli altri, gli altri erano invisibili per loro.

Q
ualche ora dopo, la barriera iniziò a disintegrarsi.
Fried e Luxus si alzarono da terra, e aspettarono. Erano tesi.
Davanti a loro apparvero i volti di Levy, Natsu e Lisanna. Fried sospirò di sollievo. Si voltò a fissare Luxus che, nonostante fosse meno rigido, restava comunque preoccupato. Natsu rise, allegro.

< Lo sapevo! > esclamò, tuffandosi su Luxus e tirandogli un pugno affettuoso sul petto.

< Ohi, sta' calmo > disse Luxus.

< Grazie al cielo! > esclamò Lisanna, alzandosi in punta di piedi e cercando con lo sguardo, alle spalle dei due uomini, i fratelli.

< Sei stata brava, Levy. Era molto difficile da tradurre > disse Fried, sinceramente ammirato dalla piccola maga. Stava facendo dei progressi eccezionali.

< Ehi!> esclamò Lisanna, ansiosa. < Ma qui non c'è nessun altro!>

< Che stai dicendo! > esclamò Natsu, superando Luxus e percorrendo il tunnel.

Quando notò che davvero non c'era nessun altro, ammutolì. Rimase a qualche passo di distanza da loro, fissandoli. Era arrabbiato.

< Li avete lasciati soli, mentre voi stavate qui a coprirvi il culo? > fece Natsu, con un impeto d'ira.

< Abbiamo dovuto > rispose Luxus, secco.

< Ma che diamine vi salta in mente?! > continuava Natsu. Ormai era irrecuperabile.

< Ti ho detto che abbiamo dovuto > continuò Luxus, cercando di mantenersi calmo.

Fried intuì che la situazione stava iniziando a degenerare.

< Pensi sempre a te stesso! > urlò il drago del fuoco, stringendo i pugni e spingendo Luxus.

< E tu invece?! Dov'eri Natsu?! Non mi sembra che li abbia protetti molto! > gli rispose a sua volta Luxus, alzando il tono della voce e sporgendosi in avanti.

Fried si frappose fra i due, per bloccare l'imminente litigio. Lisanna corse a tenere bloccato Natsu, da dietro.

< Natsu, Luxus, calmatevi! > urlava Levi.

< Come faccio a calmarmi? > esclamarono Natsu e Luxus, insieme.

Scese il silenzio. I due continuavano a sfidarsi con lo sguardo.

< Lasciami > sbottò Natsu, rivolto a Lisanna.

< Solo se mi prometti di non fare pazzie > disse lei, piano.

< La-scia-mi >disse il ragazzo, con un tono minaccioso.

La ragazza ubbidì. Natsu lanciò un'ultima occhiata a Luxus, per poi salire al piano di sopra. Happy lo seguì. 

Luxus sbatté un pugno sulla parete, per l'ennesima volta.

< Luxus, ora sul serio, stai calmo > intimò Fried, bloccandolo per un braccio.

< Mi fa incazzare! Quel.. quel...! >

< Penso che stia provando esattamente quello che provi tu! > gli disse.

Il braccio di Luxus si fece meno rigido. Un colpetto di tosse li costrinse a voltarsi.

< Penso che dobbiate dirci qualcosa > disse Lisanna, a braccia conserte, osservandoli.
 

***
 

<....e poi siamo saliti e, appena Natsu ha visto Luxus,ha cominciato di nuovo a dare i numeri e si è allontanato > concluse Fried.

Lucy pensò che dovesse andare a parlarci, ma probabilmente -pensò con tristezza - c'era già Lisanna, con lui.

Fece il punto della situazione: i suoi compagni erano -adesso ne era certa- nelle mani di un nemico sconosciuto e, ovviamente, molto forte; Mavis, per qualche oscura ragione, le aveva assegnato un qualche compito che non si era premurata di farle conoscere; Makarov era scomparso; Erza non c'era, e non avevano idea di come poterla contattare. Come se non bastasse, tra lei e Natsu ormai si era intromessa Lisanna, dunque non potevano nemmeno parlare da soli. Si sentì in preda alla disperazione. 
Improvvisamente entrò Lisanna, furiosa.

< Se volete ci parlate voi > urlò, percorrendo la sala e dirigendosi al piano superiore.

Lucy era sorpresa. Natsu era arrabbiato a tal punto da mandare a quel paese la sua ragazza? Forse non erano riusciti a discutere in maniera civile, essendo nervosi entrambi.

< Vado io.. > si propose Gray, alzandosi. Juvia lo fermò.

< Penso che debba andare qualcun altro > disse la ragazza, volgendo lo sguardo verso Lucy. Gray fece spallucce.

< Se non ci riesce neanche Lucy, lo trascinerò qui a suon di ghiaccio > disse il ragazzo, guardando Lucy con un sorriso divertito.

< Ma credo che Lucy aggiusterà tutto > continuò, lanciandole un'occhiata maliziosa.

La bionda arrossì. Si alzò lentamente, incamminandosi verso il portone. Si sentiva agitata. Perché, se Lisanna non era riuscita a calmarlo, avrebbe dovuto riuscirci lei?

Uscì in giardino. Scrutò tra le rovine cercando, nel buio, la testa del ragazzo. Non vedendolo, camminò lungo il cortile, proseguendo fino ad uscire nel recinto di legno che circondava il castello. Poco lontano da lì c'era il parco, dove la sera prima Natsu l'aveva trovata. Possibile che fosse andato lì?
La luna era alta nel cielo, ormai era buio. Percorse velocemente il sentiero del bosco che l'avrebbe portata lì. Potevano esserci ancora nemici, nelle vicinanze. Cercò di affrettarsi, si mise quasi a correre. Voleva raggiungerlo il più in fretta possibile. Ormai era certa che fosse lì, sul prato, lo sentiva dentro.
Giunse in cima alla rampa di scale del parco. Le scese velocemente, rischiando di inciampare.

< Natsu! > lo chiamava, sperando che le rispondesse.

Si guardò attorno. Con una stretta al cuore, vide che lui non era lì, come pensava.

"Sono una stupida, che cosa credevo?", pensò, sentendosi gli occhi pizzicare. Stava già tornando indietro.


< Lucy? > sentì dire, improvvisamente.

La ragazza si voltò, felice, andando incontro al ragazzo e abbracciandolo. Si staccò immediatamente, sentendosi un'idiota.


< Sto bene, guarda > sbottò lui, imbarazzato.

Lucy sorrise, contenta di averlo trovato. Lo sguardo di lui, inizialmente severo, iniziava a sciogliersi. Lucy ne fu contenta. Si sedettero sul prato, con le gambe incrociate, l'uno di fronte all'altra. Rimasero in silenzio per un po'.


< Natsu.. >

Lucy non sapeva da che parte cominciare.


< Mmh? > fece lui.

< Riguardo a prima.. credo che tu d-debba sapere delle cose > disse lei, agitata.

Credeva che il ragazzo incominciasse ad agitarsi e che la mandasse a quel paese. Invece, con stupore, si accorse che era rimasto fermo ad ascoltarla. La fissava con i suoi grandi occhi verdi. Lucy Prese un bel respiro, e gli raccontò tutto. Man mano che parlava, vedeva lo sguardo di lui farsi sempre più comprensivo. 


< E perché non me l'hanno detto subito? > le chiese Natsu dopo averla ascoltata, inarcando un sopracciglio.

Lucy sentì la vena sulla propria fronte pulsare.


< Forse perché tu hai reagito subito male, come un imbecille?! > sbottò lei.

Lui ridacchiò. Sembrava essersi vergognato.


< Sono un caso perso.. vero? > le chiese, dispiaciuto. 

< Sei solo molto impulsivo. Comunque, penso che debba andare a scusarti, con Luxus e.. Lisanna > disse Lucy, pronunciando l'ultimo nome con una certa sofferenza. Natsu annuì.

< Sì, hai ragione > disse, alzandosi.

Allungò una mano, per aiutare anche Lucy. 
< Lo farò subito! > esclamò, forgiando il solito sorriso luminoso, e incamminandosi.

Lucy rimase poco più indietro. Quando lui se ne accorse l'aspettò, per proseguire insieme.

Giunti al portone del cortile, Natsu si bloccò, come se si fosse dimenticato di qualcosa. Iniziò a tastarsi le tasche. Lucy l'osservò.

< Qualcosa non va? > gli chiese, incuriosita.

Teneva qualcosa fra le mani. Glielo tese, senza guardarla. Lucy pensò a quanto fosse carino, quando arrossiva.


< Questo..ehm.. è per te > disse, guardandola con la coda dell'occhio. < So che forse non è il momento, ma... >

Le lanciò delle brevi occhiate. Lucy scartò subito la confezione, senza ascoltarlo.

Era un braccialetto di cuoio. C'erano incise tre lettere: L, H e N. Lucy riuscì a stento a trattenersi.

< Natsu.. è.. bellissimo >.

Sentì che il ragazzo le si avvicinò. Il cuore di Lucy iniziò a battere forte. Lo guardò negli occhi. Il suo volto era a pochi centimetri dal suo. Le posò una mano sulla guancia.

< Grazie > sussurrò.


Lucy pensò di impazzire.



Rieccomi con un'altro capitolo!
Non mi sembra niente di eccezionale, ma spero che lo abbiate trovato interessante. 
Allora, iniziamo a commentare. Anzitutto, non prendete sottomano i trip mentali di Lucy: poveretta, gliene stanno succedendo di tutti i colori, io impazzirei. 
Secondo: non so se lo avete notato, ma senza Erza la ciurma sembra un po' allo sbaraglio. 
Terzo: Natsu. Quando si comporta in quel modo con Lisanna, lo fa solo perché è troppo scemo per sapersi rapportare con le ragazze, ed è decisamente timido. Invece con Lucy si comporta in tutt'altro modo.
Ah, e per il fatto dei sotterranei e della magia, ho preso ispirazione dalla storia originale, modificando il tutto a modo mio. Non dico niente, perché se no spoilero.
Penso che, per ora, ho finito. 
Fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio 
– Yvichan

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3



 
Lucy era tornata a casa.
Sbatté la porta, rimanendo appoggiata su di essa, contemplando il braccialetto che teneva ancora nella mano: L, H, N..
Lucy, Happy, Natsu. 
Erano passati già due anni e mezzo da quando i tre avevano formato il team, e il ragazzo non smetteva mai di farle notare quanto questo fosse importante per lui. Lucy strinse l'oggetto, portando la mano al petto. Poi lo allacciò al polso. Ridacchiò, pensando a quanto fosse strano il carattere del compagno. La maggior parte del tempo era tutto preso da combattimenti, cibo e altre cose maschili di cui Lucy non voleva saperne; e poi, invece, c'erano quelle rare occasioni in cui si comportava in maniera dannatamente gentile e tenera.
Lucy sentì i battiti del proprio cuore accelerare, e iniziò ad esserne infastidita. Ormai non riusciva più a togliersi Natsu dalla mente, e ciò la innervosiva parecchio. E' vero, sarebbe stato comunque impossibile farlo, dato che passava insieme a lui la maggior parte del tempo. Ma mai, prima di allora, si era ritrovata a pensare giorno e notte al suo sorriso, al suo petto muscoloso e caldo, alle sue mani grandi e ruvide e, soprattutto, al suo sguardo. Non aveva idea di quando avesse iniziato a guardarlo in quel senso , e aveva paura di quei sentimenti. 
La prima volta che si era accorta di quanto fossero belli e intensi i suoi occhi, era rimasta piacevolmente colpita. Il ricordo di quel momento la fece sorridere.


Natsu era alle prese con il pollo che, quella sera, non voleva saperne di cuocersi. Aveva insistito molto per cucinare e Lucy, alla fine, lo aveva lasciato fare, sperando che non le incendiasse tutta la casa. La maga era accanto a lui, in piedi. Ogni tanto gli tirava un calcio, urlando che, continuando in quel modo, della loro cena non sarebbe rimasto altro che un mucchio di cenere.
Fu allora che se ne accorse. Lucy osservò il volto del ragazzo, scrutandolo con curiosità.

< Nè, Natsu, vieni un po' qua > disse Lucy, aggrottando le sopracciglia.

Si avvicinò al ragazzo che, prontamente, balzò all'indietro di circa un metro.

< Sta indietro! > urlò, reggendo il mestolo come arma.

< Asp.. Fermo! Aspetta > sbottò la bionda, irritata, afferrandolo per un polso e avvicinandolo a sé.

Il ragazzo guardava l'amica con una certa preoccupazione. Lucy spalancò gli occhi, sorridendo.

< Non me n'ero accorta! > esclamò.

< D-di che? > disse lui, ancora incerto se provare timore o tranquillizzarsi.

< Il colore dei tuoi occhi! Sono verdi! Hai davvero degli occhi splendidi, Natsu! >

Lui la guardò un po' perplesso, ma poi sorrise.



Lucy ridacchiò, un po' rossa in viso, pensando che, probabilmente, non sarebbe più riuscita a essere così disinvolta, con lui. Si sedette sul letto, sospirando. Lanciò un'occhiata al cuscino, pensierosa. Scosse la testa mentre un altro ricordo, decisamente imbarazzante, le attraversò la mente, facendola avvampare.



Lucy continuava a sventolarsi da diversi minuti, appoggiata alla finestra aperta. Imprecava, invocando il buon Dio affinché le mandasse un po' di aria. Per essere una serata di Maggio, faceva piuttosto caldo. Lanciò un'occhiata all'amico che, dal canto suo, sembrava l'immagine del relax: spaparanzato sul letto, guardava il tetto con aria pensierosa. Happy, invece, era disteso sul pavimento, tutto intento a sgranocchiare un pesce.

< Lucy? > la chiamò Natsu, continuando a fissare sopra di sé.

< Che c'è? > chiese Lucy guardandolo, grondante di sudore.

< Posso farti una domanda? > chiese lui, curioso e un po' rosso in viso.

< Sì, certo >.

< Tu hai mai amato qualcuno? > chiese Natsu, mettendosi seduto e passandosi una mano sui capelli disordinati.

Lucy tossì, affogandosi con la sua stessa saliva. Aveva sentito bene? Guardò l'amico come se fosse completamente impazzito. Era convinta che, da un momento all'altro, potesse esclamare, ridendo: " Ci sei cascata, che faccia che hai fatto! ". E invece no. Era serissimo. Lucy rimase senza parole.

< Allora? > chiese lui, alzando le sopracciglia.

< Ehm..io.. > balbettò la bionda, non sapendo cosa rispondere.

Happy rise.

< Lucy non ha mai avuto un ragazzo! > esclamò l'exceed, puntando l'indice contro la bionda.

< CHIUDI IL BECCO, stupido gatto! > urlò la maga, stizzita.

< E c-comunque non c'entra > continuò, a bassa voce.

Natsu fissava un punto davanti a sé. La bionda gli lanciò uno sguardo nervoso.

< Natsu, ma.. perché questa domanda? Forse... aspetta, tu hai una ragazza? > gli chiese.

Non capì perché le tremava la voce. Natsu arrossì.

< Ma che stai dicendo?! > esclamò, imbarazzato.

<  Avanti, chi è? > domandò la bionda, accorgendosi subito dopo di aver usato un tono un po' troppo freddo. Lui la osservò confuso.

< Chi? > chiese Natsu, inarcando un sopracciglio.

< Non fare l'idiota, sai perfettamente, di chi sto parlando > rispose Lucy, alzando gli occhi al cielo.

< Lucy è gelooooosa > esclamò Happy, guardandola maliziosamente e svolazzando attorno ai due.

Lucy gli tirò un pugno, stendendolo al suolo. Natsu la guardò sconcertato.

< Non ascoltarlo! > esclamò Lucy, imbarazzata.

Lei avrebbe dovuto essere gelosa di... quello? Mai!

< Lucy > sussurrò lui, catturando l'attenzione della donna.

Si guardarono negli occhi.

< Se tu avessi una fidanzato > continuò nervoso, < mi trascureresti? >

< Ma che diavolo vai a blaterare > sbottò, imbarazzata.

Notando l'espressione seria del compagno, però, sorrise.

< Baka > sussurrò, sedendosi sul letto, accanto a lui.

Gli sfiorò la guancia. Lo sentì irrigidirsi, al tocco.

< Nonostante tutto > continuò la bionda guardandolo, < io e te staremo sempre insieme >.

Quella frase le uscì talmente spontanea che, subito dopo, dovette voltarsi per nascondere l'imbarazzo. Sotto la sua mano, sentiva la guancia di Natsu farsi decisamente calda.




Lucy non poteva credere di averlo detto sul serio, pensò sentendosi mancare il respiro, per un attimo. 
Sospirò. Ora che Natsu stava con Lisanna, era ovvio che le cose sarebbero cambiate. Scosse la testa, alzandosi. Si chiuse in bagno, per gettarsi sotto l'acqua calda. Infilò il pigiama, poi si avviò verso il fornellino all'angolo della stanza, per cucinarsi qualcosa. Optò per il ramen. Prese lo scatolo dalla credenza, e aprì la confezione, mettendo il contenuto in una pentola. Accese il fuoco.

< Che buon odore > disse una voce maschile, alle sue spalle.

Lucy si irrigidì, sentendo l'agitazione crescere.

< N-Natsu! > esclamò.

Il ragazzo era entrato -come al solito- dalla finestra, e si era seduto su una delle quattro sedie di legno del tavolo.

< N-Non mi aspettavo che venissi > disse la maga, visibilmente a disagio. Natsu inarcò un sopracciglio.

< Ma vengo sempre, Lucy >.

< P-però, ecco....ecco.... > la bionda aveva perso la capacità di esprimersi.

Rimase boccheggiante fin quando Natsu spalancò gli occhi.

< Lucy! Il ramen! > disse, andando a salvare la cena.

Si voltò seccato verso di lei.

< Mi spieghi che diamine ti prende? Per ora sei strana > le chiese, scrutandola dubbioso.

Lucy abbassò lo sguardo. Perché era venuto da lei? Aveva detto che avrebbe controllato la zona, fiutando l'odore dei compagni per cercare di trovarli, e che poi sarebbe andato a mangiare insieme agli altri. Invece era lì.

< Hai trovato qualcosa? > gli chiese, dandogli le spalle e cambiando di scorso.

< No > sospirò lui.

< Dov'è Happy? > chiese la bionda.

< Con Lisanna > rispose lui, tranquillo.

< Con chi?! > esclamò, voltandosi di scatto per guardare il rosato che, confuso, inarcò un sopracciglio.

< Con Lisanna, perché? Che c'è di male? > chiese.

< Lisanna sa che sei qui? > chiese la maga, nervosa.

< Beh, le ho detto che sarei andato a mangiare qualcosa, ma non vedo perché...>

< Sei un idiota, Natsu! > esclamò la maga, sbattendo un piede per terra.

L'ingenuità di quel ragazzo le dava sui nervi, a volte. Natsu assunse un'espressione ancora più sorpresa. Sembrava addirittura offeso.

< Ho capito, me ne vado > disse, arrabbiato.

Gli occhi di Lucy si riempirono di lacrime e, inevitabilmente, le sfuggì una lacrima.

< A-aspetta.. > singhiozzò, dispiaciuta. Natsu era stupito.

< Lucy.. > disse il mago, avvicinandosi a lei. <  Ho..fatto qualcosa che non va? > chiese, assumendo un'espressione tenera.

Lei scosse la testa energicamente. Lui aggrottò le sopracciglia.

< Ho capito > disse, sorridendole dolcemente. < Sei triste per tutto quello che sta succedendo, non è vero? Stai tranquilla > continuò, dandole una pacca leggera sul capo, < ce la faremo anche questa volta, e li ritroveremo, te lo prometto >.

Lucy, a quel punto, si sentì terribilmente in colpa, e smise di colpo di piangere. Era vero, i suoi compagni erano chissà dove, probabilmente in pericolo. Si sentì tremendamente egoista, a piangere per scemenze.

< Mangiamo, ok? > esclamò un Natsu sorridente, facendola sedere.

Lei annuì, sfregandosi le guance bagnate, per asciugarle. Si ricordò che, quel giorno, non aveva toccato cibo. Ne erano successe fin troppe. Natsu le servì il ramen. Si divertì ad osservare il ragazzo nelle vesti di maggiordomo. Non le sfuggì, però, la tristezza che si celava dietro il suo sorriso. Doveva essere molto preoccupato. Aspettò che si sedette. Lo vide abbuffarsi, e anche lei mangiò con gusto. Appena finirono, aveva un'espressione soddisfatta. Con un po' di incertezza, gli prese una  mano e la strinse, sorridendo debolmente. Dopo un iniziale momento di stupore, Natsu distolse lo sguardo da quello di lei, ma Lucy notò che i suoi occhi si erano fatti lucidi. Ormai lo conosceva bene. Sapeva quanto fosse deluso per non essere riuscito a trovare i suoi amici, e sapeva anche quanto questo lo preoccupasse. Il ragazzo ricambiò la stretta, poi  abbassò lo sguardo sul polso della bionda.

< Lo hai messo > disse, sorridendo.

Lucy annuì, sorridendo a sua volta. Allora lui esibì il suo polso destro: indossava lo stesso bracciale. Lucy sbatté le palpebre, arrossendo.

< Ehilà, piccioncini > li salutò la voce di Gajil, facendoli trasalire.

Lucy allontanò immediatamente la mano da quella del mago. Si voltarono verso la finestra, notando la figura del drago slayer di ferro, che li guardava ghignante seduto sul letto con le braccia incrociate.

< Ferraglia, era necessario? > disse un Gray irritato,apparendo dalla finestra subito dopo.

Gajil sghignazzò. Lucy abbassò lo sguardo sul piatto, cercando di reprimere l'imbarazzo.

< Ma si può sapere perché diavolo siete entrati da lì? > chiese Natsu, irritato. Gajil fece spallucce.

< Tu lo fai sempre. Giusto, Bunny girl? > disse, con un' evidente nota di malizia.

Lucy voleva scomparire, sperava solo che Lisanna non fosse insieme a loro. Si voltò rapida, cercando lo sguardo di Gray. Spero che potesse comprendere la sua domanda silenziosa. Lui le fece l'occhialino, sorridendo e scuotendo la testa. Lucy si rilassò.

< Dove sono Juvia e Levy? > chiese la maga, per distogliere l'attenzione da sé e da Natsu.

< Le abbiamo accompagnate al dormitorio di Juvia. Gajil non voleva che Levy rimanesse da sola > rispose Gray, lanciando un'occhiata maliziosa all'amico che, nel frattempo, era arrossito.

< Salamander >  chiamò Gajil, fingendosi disinvolto. < Lisanna ti cercava > disse, cambiando argomento.

Lucy poté vedere Gray tentare di uccidere con lo sguardo il drago di ferro.

< E dov'è? > chiese Natsu, incuriosito.

< E' andata a casa, l'ha accompagnata Luxus > rispose Gray, con un tono leggermente malizioso.

Lucy gli lanciò uno sguardo interrogativo. Natsu, però, sembrava calmo.
Gajil cambiò argomento e l'atmosfera divenne, improvvisamente, tesa. I due spiegarono di non trovarsi lì per puro caso, ma avevano trovato un modo per contattare Erza e Gerard - di cui avrebbero certamente avuto bisogno, in un momento come quello-. Erza si trovava in missione in un paese di montagna a sud di Fiore, distante circa due giorni da Magnolia.
Quando tre giorni prima era partita, aveva detto che non avrebbe fatto ritorno prima di una settimana; dunque sarebbero stati loro a raggiungerla. Per quanto riguardava Gerard, la questione diventava più complicata, dato che il ragazzo non rimaneva mai più di poche ore nello stesso posto. Decisero di dividersi, per svolgere i diversi compiti.

< Serve qualcuno che vada da Erza, qualcuno che trovi Gerard e qualcuno che rimanga qui a contattare i Master delle altre gilde > disse Natsu, contando con le dita mentre parlava.

< In pratica, formeremo tre gruppi > continuò Gray.

< Penso che io possa andare a cercare Gerard > fece Gajil. < Ricordo il suo odore, e posso sentirlo fino a diversi chilometri, Salamander lo sa > disse, indicando il rosato, che annuì.

< Bene > fece Lucy, annuendo a sua volta. < Porterai Levy con te? > chiese la bionda.

Lui scosse il capo.

< No, lei ha detto di volersi occupare delle lettere da spedire alle gilde. E poi, quel gamberetto, non riuscirebbe a resistere, il tragitto è lungo > ridacchiò Gajil.

Lucy sorrise, divertita. Non aveva ancora idea di che tipo fosse Levy.

< Con me porto Luxus > disse, poi sbuffò, < anche se l'idea non mi piace. Dannato Lily, doveva proprio scomparire nel nulla.. >

< Fiammifero > fece la voce di Gray, interrompendolo. < Noi andremo a cercare Erza > disse, indicando prima se stesso, poi Natsu e poi Lucy. 

< Non chiamarmi fiammifero, ghiacciolo > sbottò il rosato, fulminandolo con lo sguardo. Lucy alzò gli occhi al cielo.

< E gli altri? > chiese Natsu, imbronciato.

< Juvia vuole andare con Gray, Lisanna con te, mentre per Fried è uguale, quindi ha deciso che resterà insieme a Levi > disse Gajil, un po' irritato.

< Ma resteranno solo loro in due qui > iniziò Natsu.

< Lo so > borbottò Gajil, guardandolo male.

< Forse potremmo convincere Lisanna a restare > propose Gray, lanciando uno sguardo furtivo in direzione del rosato. Lui arrossì.

Lucy decise di intervenire.

< No, forse è meglio che rimanga qui io > propose la bionda, sotto lo sguardo sbalordito dei tre.

< Non se ne parla > fece Natsu, guardandola come se lo stesse insultando.

Lucy ne rimase piacevolmente colpita. Sentì il sospiro di Gray.  

< Mi spiace, Gajil > disse il moro.

Il drago di ferro borbottò qualcosa, saltando giù dalla finestra.
Natsu si affacciò e, ridendo, iniziò a lanciargli gli insulti più assurdi. Gray ne approfittò per parlare a Lucy, sottovoce.

< Vai in bagno > disse, spingendola piano.

Lei si dileguò, come le aveva detto. Fece attenzione a non chiudere bene la porta.

< Ghiacciolo dov'è Lucy? > sentì dire da Natsu.

< In bagno > rispose subito Gray che, probabilmente, si era seduto da qualche parte.

Ci fu un istante di silenzio, poi sentì Natsu alzare il tono della voce.

< Che cavolo guardi, mutanda ambulante?! >

< Non esagerare, fornello! > esclamò Gray.

Lucy scosse il capo, alzando gli occhi al cielo.

< Piuttosto, mi spieghi che diamine ci fai qui? Dovresti essere con Lisanna > disse Gray.

< M-ma perché non ti fai gli affari tuoi? > borbottò Natsu.

< Perché sei irritante. E poi mi sembra strano che tu sia qui, invece di essere dalla tua ragazza a cui, oltretutto, sono scomparsi due fratelli > rispose Gray, marcando la parola due. Ci fu un attimo di silenzio.

< A-anche se tu avessi ragione, perché te la prendi tanto? > borbottò Natsu. Poi, improvvisamente, urlò.

< Aspetta, COME SAI CHE...?! >

< Idiota, Juvia ha visto che vi baciavate > rispose, semplicemente.

< M-ma quindi anche Lucy sa che.. > balbettò Natsu.

< Ora capisci quanto tu sia idiota, spero > disse il moro.

< Avrei voluto parlargliene io e.. > disse piano Natsu.

< In ogni caso > lo interruppe il moro, < credo che tu debba prendere una decisione >.

Il cuore di Lucy batteva forte.

< Cioè? > chiese il rosato. Gray emise un enorme sospiro.

< Senti, demente, a te piace stare qui insieme a Lucy, no? > disse Gray, rivolgendosi con il tono di uno che cercava di spiegare qualcosa ad un bambino di tre anni.

Lucy non riuscì a sentire la risposta di Natsu ma, probabilmente, aveva annuito
-pensò con una stretta al cuore-.

< Ma ti piace stare anche con Lisanna, giusto? >

Lucy non respirava, ascoltava con ansia.

< Ecco su cosa devi deciderti, fiaccola > sbottò Gray. < Comunque, ci vediamo domani mattina alle nove > continuò.

Lucy rimase appoggiata alla porta. Non sentì più parlare, ma non voleva uscire e rimanere da sola con Natsu.

< Lucy > disse lui, da dietro la porta.

La ragazza trasalì.

< So che hai ascoltato > disse, < vieni fuori >.

La ragazza aprì lentamente la porta, trovandoselo di fronte. La guardava con una strana espressione, che la bionda non riuscì a decifrare.

< Avrei voluto dirtelo io.. di me e Lisanna > continuò, impacciato.

Lucy sorrise. Era il sorriso più falso della sua vita, ma sperò che non lo capisse.

< Oggi mi ha trascinato nel boschetto accanto al castello > spiegò il rosato, < e mi ha baciato. H-ha.. detto che mi ama, che vorrebbe stare con me ma io.. io non so se la amo. Però lei mi piace > disse, rosso in viso.

Lucy annuì, cercando di trattenere il respiro per non tradire l'emozione.

< Mi ha chiesto di stare insieme a lei, ed io ho.. accettato > spiegò, quasi con un tono di scuse.

< Beh, auguri, allora > disse Lucy, cercando di sorridere.

< Non.. non sei arrabbiata? > chiese lui, timoroso.

< Perché dovrei esserlo? >

La bionda sentì gli occhi pizzicarle, cercò con tutte le sue forze di trattenersi. Non doveva piangere, non doveva assolutamente rivelare i suoi veri sentimenti.

< Beh.. forse perché potresti pensare che le cose cambieranno, ma ti dimostrerò che non sarà così > disse lui, sorridendo e prendendole le mani.

" Magari fosse così semplice", pensò la maga.

< Non sono affatto arrabbiata con te. Vederti felice mi... rende felice > disse sincera, ma con il cuore in gola.

Natsu le rivolse uno dei suoi sorrisi più abbaglianti.

< Per fortuna Lu, speravo che lo dicessi! > esclamò. < Andiamo a dormire adesso, domani sarà una giornata pesante e.. >

Lucy lo vide togliersi la sciarpa e appoggiarla sul tavolo, mentre stava per sdraiarsi sul suo letto.

< Natsu > lo fermò Lucy.

Lui si immobilizzò, alzando lo sguardo per incrociare i suoi occhi.

< Non voglio che tu dorma più qui > gli disse, seria.

Lui la guardò triste, poi però annuì. Prese la sciarpa dal tavolo, e saltò sul davanzale. Si fermò un momento, reggendosi alla finestra. Saltò, senza guardarsi indietro.
Il volto di Lucy era rigato dalle lacrime. 



***

Riuscì a stento a schiudere gli occhi, tanto era debole.
Dovevano essere passate delle ore da quando avevano iniziato a trascinarla, ma aveva perso, ormai, la percezione del tempo. Temeva di essersi addormentata lungo il tragitto, e la conferma le fu data dalla mancanza dei raggi del sole, che doveva essere tramontato da un pezzo.
Tentò nuovamente di liberarsi, senza successo. I polsi le dolevano troppo: erano stretti da una corda che per poco non impediva al suo sangue di scorrere. Sentiva la ghiaia, sotto di sé, graffiarle la schiena nuda, mentre continuava a strisciare per terra. Le forze l'avevano abbandonata già da un pezzo; provò a chiamare i compagni ma, dalla sua bocca, uscì solo un flebile suono. Gli occhi le si riempirono di lacrime.
Non riusciva a credere che, solo poco tempo prima, era seduta al tavolo della sua gilda, a sorseggiare del buon vino. Cercò di guardarsi attorno, terrorizzata, ma vedeva solo alberi. Non poteva sapere dove si trovasse. Sentì che, improvvisamente, qualcosa le tirò i polsi verso l'alto per farla ricadere subito dopo, in modo che la sua testa colpisse un tronco con violenza.

Buio.
Non poteva descrivere con altre parole il posto in cui si era risvegliata. Era pietrificata dalla paura, non vedeva nulla attorno a sé o davanti a sé.
Una brezza di vento proveniente dall'alto le fece venire la pelle d'oca, e solo allora capì di essere completamente nuda. Alzò lo sguardo. Sapeva che l'unica via di fuga dovesse essere quella da cui il vento era arrivato. Scorse un brevissimo tratto di cielo, e intuì che fosse stata portata in un fossato, ma non era in grado di comprendere quanto questo fosse profondo.
Si mosse leggermente, mordendosi le labbra per tentare di reprimere il dolore lancinante che la colpì all'improvviso. Le faceva male ovunque. Non riusciva a muovere le gambe, dovevano essersi rotte. Ci volle tutta la sua forza di volontà, per spostarsi di soli cinque centimetri di lato. Sentì il tintinnio delle manette con cui le avevano cinto i polsi e i piedi. Poggiò una mano per terra, tentando di reggersi su un braccio. Il terreno era fangoso.

< Ti sei svegliata, Cana > disse improvvisamente una voce maschile, facendo sobbalzare la donna.

Il cuore le batteva molto forte, sentiva l'adrenalina salire.

< C-chi sei? > chiese lei, con voce roca.

Si stupì di quanto fosse debole in quel momento: era come se avesse perso la maggior parte del suo potere magico in un solo istante.
Avvertì una presenza dietro di sé. Sentì qualcosa di umido e fresco sfiorarle una spalla, e poi scivolare giù lungo la schiena, provocandole un brivido di terrore.  

< Questa ragazza > sussurrò una voce talmente strana -insieme metallica e serpentina- che, secondo la donna, poteva appartenere a tutto tranne che ad un essere umano, < ha un ottimo sapore >.

Con orrore, Cana capì che la cosa che aveva parlato le stava leccando la schiena. Tremò.

<  Avevo detto di rimanere nella tua cella > disse nuovamente la voce maschile, con tono rigido.

La ragazza non riusciva a vedere nulla, e la cosa la rendeva parecchio nervosa. Un sospiro alle spalle, la fece irrigidire. I lunghi capelli, che le cadevano sul viso, le vennero scostati con poca delicatezza. Sulla sua guancia, sentì la lingua della cosa disegnare dei piccoli cerchi. Da quella distanza, la donna poteva sentire il fetore della saliva. Cercò di reprimere l'impulso di vomitare. Fortunatamente, si allontanò da lei, lasciandola tornare a respirare.

< C-che volete d-da me? > balbettò la donna, cercando di mettersi seduta. < D-dove sono? Lasciatemi andare, subito! > gridò, disperata.

Sentì una risatina irritante, e poi il fetore farsi di nuovo più vicino al suo viso.

< Forse dovremmo insegnarle un po' di educazione > sussurrò la voce della cosa.  

< Hilmet > esclamò l'uomo -per lo meno Cana così lo immaginava-, rivolgendosi alla creatura.

Questa si allontanò di nuovo, con grande sollievo della donna. Poté sentire qualcosa di duro e ferroso sfiorare la sua gamba.

"Una bella codina", pensò la donna con sarcasmo.

Cercava di rimanere tranquilla, per poter ragionare con lucidità. Cercava di pensare al lato buffo della situazione. Purtroppo per lei, non ne ebbe nemmeno il tempo. 

< Avrai ciò che aspetti, ma non ora > disse l'uomo, gelido.

Sentì sghignazzare.   

<  Devo fare due chiacchiere con lei, prima >.





Rieccomi!
Devo dire che questo è un capitolo abbastanza piccolo, rispetto agli altri. :S
Commento un po': anzitutto, si inizia a capire la situazione in cui si trovano quei poveretti. Inserire Cana era l'ultima cosa che avrei voluto fare ora, però mi è venuta un'ispirazione improvvisa. 
Quella specie di coso maniaco è pericoloso, come penso si sia capito. Più avanti arriverà la descrizione precisa, anche del tizio misterioso -notare che già sapeva il nome di Cana-.
Comunque, abbiamo capito anche da quando e come Natsu si è messo con Lisanna. Lucy, ovviamente, è ormai consapevole dei suoi sentimenti, anche se non vuole ammetterlo perché ha paura di farlo. 
Gray mi fa morire, perché è il cupido della situazione. Ci sarà, comunque, un momento anche per lui e Juvia. 
Spero che vi sia piaciuto. ^^ 
A presto. 

-Yvichan


 


 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


CAPITOLO 4
 


La gilda era ancora deserta quando arrivò Lucy. Si era alzata presto quella mattina, dato che non era riuscita a chiudere occhio -se non per due o tre ore-. Aveva deciso che tanto valeva sbrigarsi ed uscire di casa. Si diresse verso il bancone, sedendosi su uno degli sgabelli di pelle e, guardandosi attorno, si sentì travolgere da un'ondata di tristezza. Le mancò l'accoglienza e il solito sorriso radioso che l'amica dai lunghi capelli bianchi le riservava ogni mattina. Non ricordava un solo giorno in cui non l'avesse trovata lì, tutta affaccendata nel preparare la colazione. Mira pensava sempre a tutti. Passò una mano sulla superficie levigata del banco, accarezzandola leggermente.

< Manca tanto anche a me > fece una voce femminile, leggermente tremolante.

Lucy si voltò, stupita di trovarsi di fronte Lisanna. Si aspettò che Natsu fosse con lei, ma -con sollievo- non lo vide.

< Ho paura > continuò.

Lucy osservò lo sguardo dell'albina farsi sempre più cupo.

< Credo che siano in pericolo, e non posso fare niente, per loro > fece ancora Lisanna, lanciando delle occhiate impaurite in direzione della bionda che, dal canto suo, non aveva idea di cosa dire.

Lucy mise il moto il cervello, e si costrinse a pensare che quella di fronte a lei fosse solo una nakama, e non la fidanzata del ragazzo che le piaceva.

< Non dire così > cominciò Lucy, un po' incerta. < Sono maghi forti, non si lasciano battere facilmente. Cerca di stare tranquilla > continuò dolcemente, rivolgendole un sorriso, < e vedrai che li ritroveremo presto >.

Lisanna sembrò assumere un'espressione mista di disperazione e gratitudine, e le si sedette accanto. Rimasero in silenzio per dei minuti che, a Lucy, parvero ore. Avvertiva una certa agitazione, dentro di sé, e sperava che le nove giungessero in fretta. La presenza al suo fianco la infastidiva parecchio. Lanciò un'occhiata all'orologio da polso che, quella mattina, aveva deciso di indossare: ancora le otto e mezza! Sospirò, rassegnata.

< Volevo parlarti > disse, improvvisamente seria, l'albina.

La bionda sobbalzò d'istinto.

< Penso che tu sappia di me e Natsu > continuò.

Lucy la guardò, annuendo. Lei distolse lo sguardo, stringendo i bordi della gonna con le mani.

< L-Lucy io... lo amo... >
 
Un calore improvviso le invase il petto. Lo sapeva, ma sentirlo dire  da lei le diede.. fastidio. Sorrise, cercando di apparire più naturale possibile e incitandola a continuare. Avrebbe voluto lasciarla lì a sfogarsi con il muro, ma la bontà e la curiosità la spinsero a continuare a rimanere seduta ad ascoltarla.

<  Ho paura che lui non voglia stare con me > proseguì, arrossendo un poco.

Lucy aggrottò le sopracciglia. Non riusciva a capire per quale motivo stesse rivelando quelle cose giusto a lei. E poi, per quanto Lucy ne poteva sapere, Lisanna e Natsu erano già stati fidanzati una volta. Quando Lisanna era finita su Edolas, il rosato aveva sofferto molto, perché la credeva morta. Però poi era tornata, e Lucy aveva subito capito che entrambi fossero ancora interessati l'uno all'altra.

< Sembra che stia con me solo perché gli ho rivelato i miei sentimenti > continuò l'albina.

Lucy osservava la sua espressione dispiaciuta, ricordando come, una volta, Erza le avesse raccontato che le attenzioni di Natsu verso Lisanna, ormai, erano completamente differenti rispetto al passato. Lucy, però,  credeva che il compagno provasse qualcosa di serio per la ragazza.

< Ma che stai dicendo? Tu a lui piaci sul serio, non ti avrebbe mai illusa > esclamò la bionda, sinceramente incredula del timore dell'albina.

Le faceva male ammettere quella verità a se stessa, ma ne  era certa.

< Tu e Natsu avete un rapporto molto.. stretto > disse l'albina, ignorandola e lanciandole delle occhiate furtive. Lucy era perplessa.

< S-sì, ma siamo solo amici... > balbettò timidamente.

Alle sue orecchie, quella sembrava la risposta più falsa del mondo. Eppure era la verità.

< Ah sì? Che strano, non sembra proprio >.

L'improvviso cambiamento di tono e l'isteria nella voce dell'albina, lasciarono la maga degli spiriti stellari totalmente spiazzata. Lisanna adesso sembrava aver perso tutta la sua timidezza e il suo imbarazzo, e fronteggiava Lucy come se fosse un qualsiasi nemico.

< Che vuoi dire? > le chiese Lucy, sostenendo perfettamente lo sguardo serio dell'altra e sentendo l'irritazione crescere.

< Che mi sembrate fin troppo intimi > rispose l'albina, con evidente sarcasmo.

< Formiamo un team, è normale che ci vediamo sempre > rispose Lucy, facendo spallucce e fingendosi disinvolta.

Stava iniziando a sentire caldo, decisamente.

< Anche di notte? > chiese Lisanna, alzandosi dallo sgabello e poggiando una mano sul fianco, fissandola irata.

Lucy iniziò seriamente a pensare di voler strozzare quel bel faccino. Si riempì un bicchiere d'acqua che bevve in una sorsata, cercando di calmarsi.

< Non so di cosa tu stia parlando > rispose Lucy asprà, con un tono decisamente acido e poggiando, con eccessiva forza, il bicchiere sul banco. Si sfidarono con lo sguardo.

< Se scopro che hai intenzione di rubarmelo io.. > cominciò l'albina.

< Hai sbagliato persona > tagliò corto Lucy.

Lisanna parve rilassarsi, ma la tensione era palpabile, e Lucy si sentiva offesa. Per chi l'aveva presa, quella specie di gatto spelacchiato?

< Certo > continuò l'albina, allontanandosi verso il portone ma fermandosi un momento. < Cerca di non portartelo più a letto, Lucy. Forse lì qualche possibilità di conquistarlo ce l'avresti >.

Lucy rimase letteralmente pietrificata, a quelle parole. Lisanna riprese a camminare, e uscì dalla gilda.


***


< Lucy? > la chiamò Gray.

< Che c'è?! > esclamò stizzita la bionda.

< Si può sapere che ti prende? E' tutto il giorno che ci mandi a quel paese >.

Si fermarono per cena in un locale della città di Betulla -a metà strada dalla loro meta-, dove decisero di passare la notte. Non era una sera molto fredda, nonostante fosse fine ottobre e si trovassero abbastanza in alto rispetto al livello del mare.

< Non è vero > rispose la bionda, azzannando un grosso pezzo di bistecca, sotto lo sguardo perplesso di Gray e Juvia.

< Juvia pensa che sia successo qualcosa > disse la ragazza, cercando di non apparire invadente.

Lucy la ignorò, continuando a sfogarsi sulla povera fetta di carne, tagliandola con foga. Quanto avrebbe voluto che, al suo posto, ci fosse la faccia di una certa albina di sua conoscenza. Il moro ridacchiò, guadagnandosi un'occhiata assassina da parte della bionda, e Juvia, accanto a lui, tentava di trattenere le risate. La situazione era ridicola, e Lucy era consapevole che quel comportamento non fosse degno di lei. Eppure non poté far a meno di sentirsi furiosa col mondo.

< Come si permette quella stupida oca, sottospecie di vacca... > iniziò, insultandola in tutti i modi possibili.

< Ma stai parlando di Lis... > cominciò Gray, interrotto subito.

< LISANNA-SAN! Natsu-kun > esclamò a voce alta Juvia, per cercare di coprire quella del moro, che si guardò immediatamente attorno.

Lucy vide l'albina a braccetto col rosato, che teneva in braccio Happy. Abbassò lo sguardo, continuando a tagliare energicamente la bistecca. Con immenso piacere di Lucy, i due dichiararono di aver mangiato per conto proprio e di non voler partecipare alla cena.

< Ma che ha ? > sentì dire da Natsu.

< Avrà le sue cose > scherzò Gray, provocando le risate di Happy.

< MA CHE CAVOLO DICI! > sbraitò la bionda, scagliandosi su Gray e cercando colpirlo con il piatto, ma non riuscendoci solo perché Juvia gli si parò davanti.

Lanciò un'occhiata furtiva a Lisanna che, nel frattempo, ghignava soddisfatta.

" La uccido" pensò Lucy, cercando di darsi un contegno e di apparire più naturale possibile.

< Forse è meglio andare > propose Juvia, alzandosi e trascinando Gray e Lucy con sé.
 
I sei percorsero il viale illuminato dalla luce soffusa dei lampioni. Raggiunsero in fretta l'hotel, dove avevano prenotato le camere. Lucy si rinchiuse nella sua, sbattendo la porta e rischiando seriamente di romperla. Gettò la sua borsa da viaggio, con poca grazia, sul materasso, e iniziò a percorrere avanti e indietro la stanza. Le sfuggì un ringhio, ed Happy, che l'aveva seguita, si sedette sul pavimento guardandola con un certo timore.

< Lucy? > chiese l'exceed, fissandola con occhi sbarrati.

< Quella.. QUELLA! Come osa anche solo insinuare che io.. che io..! > sbraitò Lucy, gesticolando col dito e stringendo gli occhi.

< Yo, Lucy? > fece un'altra voce, al di là della porta.

Lucy si sedette sul letto incrociando le braccia.

< Tutto bene? >

< Benissimo > sbuffò, isterica.

<  Dai fammi entrare > fece ancora la voce.

< No > continuò, imperterrita.

< Guarda che se voglio entro lo stesso >.

Lucy alzò gli occhi al cielo, alzandosi. Aprì la porta e Natsu entrò nella stanza, soddisfatto.

< Ti ho sentito dal piano di sotto > fece lui, ridacchiando < Perché urli? >

< Chiedilo a Lisanna > sbottò Lucy, osservandolo furente e incrociando le braccia. Il ragazzo inarcò un sopracciglio.

< Lisanna? > chiese, perplesso.

La bionda continuava a fissarlo, in silenzio. Improvvisamente, lo vide sbattere più volte le palpebre, come se avesse intuito qualcosa.

< Non dirmi che si è arrabbiata per.. > iniziò il rosato.

< Non mi interessa, ma se pensa che possa rivolgersi in quel modo con me io.. > fece Lucy, irritata.

< Perché? Cosa ti ha detto? > la interruppe lui, un po' preoccupato.

Lucy arrossì. Non poteva dirglielo, non ci sarebbe riuscita. Si guardarono in silenzio, mentre le sopracciglia di lui si aggrottavano sempre di più. Si alzò, sospirando.

< Vorrà dire che le chiederò di lasciarti in pace > disse.

Lucy si allarmò, e lo bloccò tenendolo per un polso.

< No fermo, aspetta > fece la bionda. Sospirò.

< E' solo.. gelosa > continuò, un po' imbarazzata.

Il ragazzo si voltò a guardarla, perplesso.

< E perché dovrebbe esserlo? > chiese, inarcando un sopracciglio.

Lucy alzò gli occhi al cielo, imprecando mentalmente.

< Baka, è la tua ragazza. E' normale che sia gelosa, se un'altra ragazza sta sempre accanto a te > disse Lucy, evitando di guardarlo negli occhi.

Lui non disse nulla, limitandosi a fissarla. La bionda poté chiaramente immaginare il suo cervello camminare furiosamente.

< Ma non dovrebbe esserlo, insomma tu sei Lucy, siamo compagni > disse, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

< Lo so, Natsu > disse la bionda con una stretta al cuore, annuendo. Happy intervenne.

< Secondo me ce l'ha con voi perché Natsu dorme sempre da Lucy > disse l'exceed, lanciando loro uno sguardo incuriosito.

Natsu fece spallucce, tranquillo. Lucy si sentì avvampare, fulminando Happy e borbottando su come gli animali siano più scaltri di certe persone.  

< .. e perché Natsu non è andato da Lisanna, ieri sera > continuò Happy, ghignando maliziosamente e guardando Lucy divertito.

Le guance della ragazza assunsero una tonalità che faceva invidia a quella di un peperone. Sul serio Natsu era tornato a casa, la sera prima? Forse per questo motivo Lisanna credeva che avessero dormito insieme e si era arrabbiata con lei.

"I conti tornano", pensò Lucy. Ma perché Natsu non era andato da Lisanna?

< In ogni caso > cambiò discorso il rosato, alzandosi e aprendo le finestre che davano sul balconcino, < le dirò di non prendersela con te, Lucy >.

Con un balzo, passò dal balcone della camera della bionda fino a quello della stanza accanto.

< Natsu di porte non ne vuole sapere, eh? > fece Lucy, alzando gli occhi al cielo.

Sospirò, immaginando la reazione del ragazzo nel sapere cosa Lisanna sospettava che facessero. Si voltò nella direzione di Happy, che continuava a fissarla, ridacchiando sotto i baffi. Lucy gli lanciò un cuscino, costringendolo a volare via dalla sua camera, poi chiuse le finestre. Sospirò, pensando che, nonostante fosse ancora arrabbiata ed imbarazzata per le false supposizioni dell'albina, l'idea che Natsu fosse tornato a casa la feceva sentire più leggera e più felice. Si morse un labbro, consapevole che, ormai, era impossibile non ammettere a se stessa quanto il ragazzo le piacesse. Scosse la testa. Odiava la mostriciattola, ma poteva capire i suoi sentimenti. E poi, Natsu non aveva la più pallida idea di cosa volesse dire stare insieme a qualcuno in quel senso.
Era un caso irrecuperabile.

 
***

 
< ... e Juvia alla fine ha convinto Gray-sama a dormire insieme! > esclamò raggiante la ragazza, abbracciando il moro che, nel frattempo, sbuffò imbarazzato.

Camminavano da qualche oretta, sulla strada polverosa e ghiaiata che portava al paese di Ginestra.

< Non mi hai convinto, mi hai obbligato > disse Gray, in sua difesa.

< Avresti potuto rifiutare > intervenne Lucy, ridacchiando. Gray arrossì.

< Juvia avrebbe comunque trovato un modo per infilarsi nel mio letto > sospirò, mentre la ragazza rideva felice, continuando a rimanere attaccata al suo braccio.

< Andiamo ghiacciolo, non dirmi che non ti è piaciuto > ghignò Natsu, dandogli una pacca sulla spalla.

< PERCHE' TI INTROMETTI TU? > urlò Gray.

Risero, dimenticando per un momento i problemi che li avevano spinti fin lì. Nelle loro fantasie, quella parve una piacevole gita.
Attraversarono un lungo ponte di pietra, rimanendo incantati dalla bellezza del fiume sottostante e dei grandi alberi che si affacciavano sulla riva.

< E tu, fiammifero? Con chi hai passato la notte? > chiese il moro, con fare malizioso.

Natsu stava per aprire bocca, ma venne anticipato da Lisanna.

< Con me > disse, pavoneggiandosi e lanciando un'occhiata a Lucy, che distolse lo sguardo.

< Eccoci! > urlò Happy.

La cittadina era costruita in stile medievale. Era protetta da alte mura, e l'entrata era costituita da un arco alto circa una decina di metri. I ragazzi entrarono, osservando con interesse il via vai frenetico dei paesani.

< Erza-kun! > esclamò Juvia. 

La ragazza dai capelli scarlatti era di fronte a loro. Sembrava decisamente serena, mentre assaggiava con gusto una mela. Indossava anche la sua armatura preferita, quella della Heart Kreuz.
 Appena li vide, assunse un'espressione confusa.

< Ragazzi > li salutò Erza, sorridendo. < Che ci fate qui? > chiese, aggrottando le sopracciglia.

I sei si guardarono. L'allegria di quella mattina svanì, in un solo istante.  

< E-ecco.. > iniziò Lucy,voltandosi a guardare i compagni.

Le annuirono, incitandola a proseguire. La bionda le raccontò degli avvenimenti accaduti due giorni prima e, man mano che parlava, notò lo sguardo della rossa farsi sempre più cupo e serio.

< Non c'è un minuto da perdere > disse Erza nervosa, dopo aver ascoltato tutta la storia.

Si avviò verso la sua stanza d'albergo, seguita dalle ragazze. Grazie al loro aiuto, riuscì a riordinare le valigie e a sistemarle sulla carrozza in poco più di dieci minuti.
Partirono circa mezz'ora dopo. Erza, dopo una lunga serie di scuse, riuscì a concludere la discussione con le persone per cui avrebbe dovuto svolgere il lavoro.
Decisero di camminare a piedi fino alla ferrovia, seguiti dalla carrozza e dalle valigie. Per la gioia del Dragon Slayer, lì avrebbero preso uno dei treni più veloci del paese -fortunatamente Erza aveva portato con sé parecchio denaro- , che avrebbe percorso una strada diversa. In questo modo, sarebbero arrivati a Magnolia prima di mezzanotte.
 


< Natsu, se vuoi puoi usarmi come cuscino > disse Lisanna, rivolgendosi al fidanzato e accarezzandogli il volto, ridacchiando.

Natsu sembrava non avere nemmeno la forza di risponderle, e continuò a tenere la testa appoggiata all'indietro, sullo schienale del divano. Lucy era seduta di fronte a lui e, guardandolo, pensò che, a confronto, uno zombie sarebbe sembrato più in forma. Avrebbe voluto aiutarlo, in qualche modo, le dispiaceva troppo vederlo in quello stato. Ogni volta, con Natsu, prendere un treno diventava una tragedia.

< Ma voi due state insieme? > chiese Erza, inarcando un sopracciglio e lanciando uno sguardo furtivo verso Lucy.

< Sì > rispose Lisanna, prendendo Natsu per il collo del gilet e costringendolo a sdraiarsi sulle sue cosce.

Erza rimase in silenzio. Il suo sguardo, notò Lucy, era diretto verso il volto del compagno sofferente. D'un tratto il treno si bloccò, con una brusca frenata. Il povero Natsu sbalzò in avanti senza rendersene conto, finendo per terra con un tonfo. Lucy, invece, sentì la propria testa inclinarsi all'indietro di colpo, e subito dopo un forte dolore provenire dalla zona del collo.

< Che cavolo...? > fece Natsu, alzandosi e riprendendo leggermente colorito.

Il treno si era fermato. Erza scattò, uscendo dal vagone per controllare. Lucy lanciò un'occhiata fuori dal finestrino ma, oltre la distesa di grano dorato, non riuscì a scorgere altro.

< Cosa è stato? > fece Gray che, nell'agitazione, si tolse la camicia.

Rimasero all'erta, per un momento che sembrava infinito. Lucy lanciò un'occhiata a Lisanna, e notò che aveva la testa appoggiata al tavolino di fronte il divanetto su cui era seduta.

< L-Lisanna? > chiese Lucy, tastandole il braccio e attirando l'attenzione degli altri.

Non rispose e, anzi, continuò a rimanere ferma nella stessa posizione. Lucy iniziò ad allarmarsi.

< Natsu! > lo chiamò, con occhi sbarrati.

Natsu le si avvicinò immediatamente, prendendo l'albina per le spalle e scuotendola, chiamandola per nome. Probabilmente aveva sbattuto la testa, quando il treno aveva frenato. Li distrassero un urlo, seguito da un'esplosione.

< Giù! > gridò Natsu, reggendo Lisanna con un braccio e avvicinando a sé anche Lucy, per fare da scudo a entrambe.

Lucy si accoccolò sotto il petto di Natsu. Notò che il braccio, fino al giorno prima ingessato, adesso era libero da ogni fasciatura. Non riusciva a capire come fosse capace di guarire tanto rapidamente. Alzò lo sguardo, notando che il compagno stava fissando qualcosa di fronte a lui.

< Lucy > disse il mago, posando gli occhi su quelli della bionda.

Lucy non poté fare a meno di pensare, nonostante fossero in una situazione critica, di quanto fossero dannatamente belli e di come, loro due, fossero pericolosamente vicini. Poté sentire il suo respiro sul volto.

< Prendi Lisanna e nasconditi, da qualche parte. Non uscire per nessun motivo, chiaro? > le disse, serio.

< Ma Natsu, voglio aiutar.. > cominciò Lucy, impaurita.

< Fa' come ti dico > disse, portando le ragazze più lontano possibile da quel punto.

Lucy si sentiva una donzella che veniva salvata da un principe coraggioso.
Stava per tornare indietro, quando Lucy lo chiamò.

< Natsu! > 
 
Lui si voltò, sorridendole.

< Tranquilla, Lucy > esclamò, < sono tutto un fuoco >.

Natsu se ne andò, lasciandole nascoste sotto uno dei divanetti. Lucy sistemò Lisanna ala bell'e meglio, e sgattaiolo fuori da quel "rifugio", per cercare di vedere qualcosa. Abbassò lo sguardo sulle sue chiavi, tenendo una mano su di esse. Non riuscì a capire nulla e, per giunta, sul treno si sparse una nube di fumo. Si alzò, ma continuò a restare ferma. Sentì dei rumori provenire dall'alto. La polvere le entrò nelle narici, facendola tossire più volte. Poi, sentì un colpo sopra di lei e, istintivamente, scattò all'indietro, riuscendo ad evitare che il soffitto le crollasse sulla testa. Erza era letteralmente caduta dal cielo. Indossava l'armatura della ruota ancestrale, per questo Lucy intuì che stesse lottando contro qualcuno di molto forte.

< Erza, che succede? > chiese a voce alta, ma la rossa la ignorò, saltando per uscire dal buco in cui era precipitata.

Lucy la seguì, raggiungendo il tetto del treno. Vide i compagni schierati a semicerchio e concentrati su  un unico obiettivo. Era una figura alta e incappucciata, coperta da un lungo mantello blu notte.  Lucy non riuscì a distinguerne il volto, ma intuì dalla corporatura che doveva trattarsi di un uomo. Era tutto avvolto da una strana polvere simile a sabbia, ma più grossa e appuntita.

< LUCY! > si sentì chiamare da una voce preoccupata.

Natsu si precipitò sulla donna, spingendola con poca delicatezza per spostarla di lato e parandosi davanti a lei. Lucy continuò a guardare nella direzione del nemico e vide che, in quel momento, parte della materia che avvolgeva l'uomo si stava avvicinando velocemente verso di loro. Lucy tirò Natsu a sé spingendolo, con forza, verso il basso. Si ritrovarono sdraiati, lei  sopra di lui. Lo strinse in un abbraccio, cercando di coprirlo e avvertendo qualcosa di veloce passare a pochi centimetri dalla propria schiena. Poco dopo udì uno scoppio, e parte del legno del tetto, poco distante da loro, andò distrutta. Con sollievo, si rese conto di aver evitato che accadesse qualcosa di terribile. Continuò a stringerlo, mentre lui sembrava confuso.

< Ti avevo detto di rimanere lì > disse con voce roca, sorridendo.

Lucy sentì le sue mani stringerle i fianchi. Nel frattempo, Erza scattò, attaccando l'uomo con le sue innumerevoli spade. Gray e Juvia la sostenevano, con degli attacchi talvolta combinati. Incredibilmente, l'uomo riuscì ad evitare tutti i colpi, muovendosi soltanto di qualche passo.

< Chi è quello...? > chiese Lucy, spaventata e abbassando lo sguardo per guardare il rosato.

< Non lo so, ma ho un brutto presentimento > disse Natsu, con uno sguardo misto di preoccupazione e rabbia.

Lucy lo strinse ancora di più, abbassando il capo sulla sua spalla, cercando di rassicurarlo. Poté avvertire il calore di Natsu avvolgerle il corpo e farla sentire al sicuro. Anche lei sperava di trasmettergli la stessa sensazione. Quando Lucy si rese effettivamente conto della posizione in cui si trovavano, si staccò, alzandosi. Natsu non le toglieva gli occhi di dosso. Lucy gli tese la mano, sorridendo. Lui la prese, ghignando. Si alzò.

< Andiamo, Lucy! > urlò, stringendo la sua mano. Si lasciarono.

Lucy prese la chiave di Scorpio.

< Apriti, portale dello scorpione! Scorpio! > esclamò la bionda, con ampi gesti.

Happy svolazzò sopra di lei, prendendo Natsu per le spalle e portandolo in alto. Nel frattempo, gli altri continuavano ad attaccare.

< MAX SPEED! > urlò Natsu, il cui corpo iniziò a prendere fuoco mentre, trasportato dall'Exceed, si precipitava a velocità folle sull'uomo.

Questo, per la prima volta, sembro essere sorpreso della velocità di attacco ma, tuttavia, riuscì ancora una volta ad evitarlo, continuando a combattere contemporaneamente gli altri tre.

< SPOSTATEVI! > urlò Lucy, mentre un getto di sabbia fuoriusciva dalla coda dello Spirito Stellare.

L'uomo fece un salto molto alto, evitando per un pelo l'attacco di Scorpio. Lucy sobbalzò, quando vide che si era fermato a pochi centimetri di distanza da lei, ma non riuscì ad indietreggiare. Poté sentire soltanto l'eco delle urla di Natsu. Cosa diceva?  Non lo sapeva. Adesso che riusciva a vedere il volto nell'uomo, il suo sguardo si perdette in quegli occhi rosso fuoco e in quel viso perfetto. Sentiva che non avrebbe potuto fare a meno di lui, desiderava possederlo, con tutto il suo cuore. Sentiva un forte impulso che la spingeva ad andare con lui, a passare il resto della sua vita insieme a quello sconosciuto. Vide un sorriso apparire sul suo volto. La sua mano le sfiorò, delicatamente, i lunghi capelli biondi. Lucy avvicinò le sue labbra alle sue, cercando di accorciare la distanza che c'era tra loro. Improvvisamente, così com'era venuto, sparì.
Lucy si guardò attorno sbattendo le palpebre più volte, cercando di rendersi conto di cosa fosse successo. Si sentiva strana, aveva la nausea. Vide un ragazzo dai capelli rosa che l'abbracciava. Le sue gambe cedettero, poi fu tutto bianco.    




Ciao! 
Spero che questo capitolo vi piaccia ^^
Personalmente penso che sia abbastanza buono, anche se avrei potuto fare molto meglio con le descrizioni del combattimento, ma sono ancora inesperta, capitemi >.< 
Accetto suggerimenti.
Ah, e ringrazio tutti quelli che seguono questa storia, e anche chi ha deciso anche solo di leggerla fin qui <3
 Baci :*
 

-Yvichan

PS: vi lascio con questo Natsu che, personalmente, trovo bellissimo.
   

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5
 



Aprì gli occhi e si mise seduta di scatto, guardandosi attorno spaesata. Si massaggiò le tempie, presa da una fitta di dolore improvviso. I capelli, prima legati in due code laterali, le si erano sciolti in una massa scompigliata e le coprivano gli occhi.

< Lucy? > la chiamò Natsu, mentre con una mano le scostava il ciuffo dal viso.

Lei grugnì in risposta, cercando, senza successo, di mettersi in piedi. Il rosato si abbassò, facendo arrivare il volto all'altezza di quello di lei, e la fissò con espressione seria.

< Che cos'ha? > chiese Gray, in piedi dietro il ragazzo.

Lui scosse la testa, facendo spallucce. Lucy vide i compagni osservarla preoccupati, perciò inarcò un sopracciglio; poi tornò a fissare gli occhi verdi di Natsu, che le sorrise.

< Va tutto bene > disse, aiutandola ad alzarsi.

Lucy passò un  braccio attorno la vita del rosato, per non perdere l'equilibrio, e lui la resse per le spalle. La bionda chiuse gli occhi, inspirando una boccata d'aria, per evitare di svenire. La testa le vorticava e le faceva venire la nausea, faticava a reggersi in piedi e si sentiva molto debole. Delle mani le tirarono delicatamente i capelli all'indietro per legarli in una coda. Subito dopo, qualcuno le bagnò il viso con l'acqua.

< Va meglio, Lucy? > chiese affettuosamente Erza.

Lucy annuì, sorridendo debolmente. Natsu la prese in braccio, portandola al piano di sotto e facendola sdraiare su una delle panche del treno.

< G-grazie > disse la bionda, rivolgendosi al ragazzo e sentendosi decisamente meglio.

< Cos'è successo, qui? > fece una confusa voce femminile.

I ragazzi si voltarono nella direzione di Lisanna che zoppicava, stropicciandosi gli occhi. Il rosato le andò in contro, aiutando anche lei a sedersi, vicino Lucy.
Juvia spiegò brevemente quanto accaduto, mentre Lisanna spalancò la bocca, perplessa.

< E' assurdo.. > sospirò, scuotendo la testa.

Lanciò una breve occhiata a Lucy, che la ignorò.

< Credete che quell'uomo c'entri qualcosa con il rapimento degli altri? > domandò la bionda.

< Juvia spera di no > rispose la maga dai capelli blu. < Sembra molto forte, e non conosciamo nemmeno la sua magia >.

< Si è limitato a difendersi > annuì Erza, < spostandosi semplicemente >.

< Oppure a lanciare quei cosi esplosivi > continuò Natsu guardando Lucy, che arrossì.

< Comunque > concluse Erza, < sarebbe meglio se cominciassimo a procedere a piedi. Magnolia è ancora lontana >.

< Che ne dici di mangiare prima qualche boccone? > chiese, sorridendo, Lucy.

Il Dragon Slayer urlò dalla gioia. Vide Erza guardarsi attorno, e gli altri osservare la rossa con gli occhi pieni di speranza.

< E va bene > acconsentì, sorridendo.

Come se temessero che potesse cambiare idea, i ragazzi si avventarono sui panini con foga.

< Fiammifero > fece Gray con la bocca piena, < più ti guardo, più sento l'impellente necessità di vomitare > continuò, facendo ridere tutti.

Lucy lanciò un'occhiata verso il rosato, rischiando di sputare il suo pranzo e allungandosi per dargli uno scappellotto. Il ragazzo aveva il viso sporco di pomodoro, pezzi di lattuga tra i denti e una fettina di formaggio -Lucy si chiedeva come fosse possibile- appeso sulla fronte. Lisanna, accanto a lei, scosse la testa, sospirando.  

< Mi chiedo come abbia fatto ad innamorarmi di te > ridacchiò l'albina, sporgendosi sul tavolo e pulendogli il viso col tovagliolo.

Lucy sentì una fitta di gelosia e, arrossendo, abbassò lo sguardo , concentrandosi sul panino. Lanciò una breve occhiata a Natsu che, dal canto suo, sembrava parecchio imbarazzato. Sorrise.
Ad un certo punto, sbatté più volte le palpebre. Avvertì una stretta al petto che si faceva sempre più forte e che rischiava di soffocarla. Tossì, tenendo una mano sul seno, e respirando affannosamente. D'un tratto,  non vide più nulla. Era come se avesse gli occhi coperti da una benda scura.

< Lucy! > esclamarono gli altri, insieme.

Natsu saltò sul tavolo per dare all'amica dei colpi dietro la schiena. Lucy lo spinse, facendolo volare di parecchi metri. Boccheggiò, terrorizzata.

< N-Natsu, non sono stata io! > gridò, in preda al panico.

< Lucy, stai calma! > urlò Erza, mentre Lisanna cercava di trattenerla.

Sentì le proprie mani fare presa sulle spalle dell'albina, e spingerla con forza, facendola sbattere sulla panca.

< Qualcuno mi fermi! > urlò la bionda, mentre, senza volerlo, si alzò in piedi e iniziò a saltare da un tavolo all'altro.

Ogni volta che spiccava un balzo, il cuore le saliva in gola. Non solo non vedeva niente, rischiava anche di uccidere -e di uccidersi-. Sentì delle imprecazioni, e poi delle forti braccia stringerle il petto.

" Lucy " la chiamò una voce terrificante.

< Lucy! > esclamò allarmato Natsu, mentre la teneva stretta fra le sue braccia.

Il volto della bionda si rigò immediatamente di lacrime.

< CHI SEI, COSA VUOI DA ME!? > urlò la maga, piangendo.

" Vieni a scoprirlo, Lucy " fece ancora la voce mentre, allo stesso tempo, qualcosa le imponeva di dimenarsi fra le braccia del Dragon Slayer.  

" Vieni da me... Vieni da me, Lucy..."

< Lucy, che ti succede? > chiese Happy, con voce tremolante.

Lucy si sentiva mancare, ma voleva resistere.

" E' inutile che cerchi di fuggirmi, tu sarai mia, Lucy " continuò, mentre la maga perdeva definitivamente coscienza.

 
***

 
Aveva smesso di dimenarsi. Approfittò di quel momento di calma per massaggiarsi la testa che aveva sbattuto violentemente, quando Lucy lo aveva spinto. Sospirò, facendo ruotare l'amica su se stessa, per guardarla in viso, e aggrottò le sopracciglia quando vide che i suoi occhi erano chiusi.

< Lucy? > provò a chiamarla, scuotendola leggermente per le spalle.

Lei non rispose, anzi iniziò a scivolare verso il basso. Natsu dovette fare forza per sostenerla. Prese con una mano il viso della ragazza: era pallido e freddo. Iniziò ad avere seriamente paura. Tremò, mentre faceva scendere la mano sul collo liscio di lei, per tastarlo. Con sollievo, sentì dei deboli battiti. Si voltò per cercare lo sguardo di Erza, che subito rispose a quel suo bisogno silenzioso di aiuto. Prontamente si avvicinò, portando con sé una bottiglia d'acqua che rovesciò sulla testa della bionda.  

< N-Non funziona > balbettava, agitato.

Continuava a guardare l'amica, ormai completamente fradicia. Le scostò i capelli dal viso, portandoglieli dietro l'orecchio. Cercò di distenderla delicatamente sul pavimento. Le sue labbra, solitamente sorridenti, adesso si aprivano in una smorfia di dolore che gli fece stringere il cuore.

< Calmati > lo incitò Gray, dandogli una pacca sulla spalla.

Erza prese la bionda in braccio, sotto lo sguardo ansioso di Natsu. Quando si trattava di Lucy, non riusciva mai a ragionare con lucidità. Ogni volta che qualcuno le faceva del male, provava un'incontrollabile rabbia che lo rendeva capace di distruggere una città intera. Avrebbe voluto trovare quel bastardo e ridurlo in cenere, per aver osato toccarla. Mentre pensava questo, qualcosa gli tirò leggermente la giacca.

< Natsu > sentì pronunciare da una sottile voce femminile che, solitamente, trovava molto piacevole ma che, in quel momento, gli diede solo fastidio.

< Che c'è? > rispose, freddo.

Notò lo sguardo di Lisanna farsi triste e dispiaciuto.

< V-volevo solo chiederti se potresti aiutarmi con la borsa.. ma n-non preoccuparti > disse alzando le mani e sorridendo, < chiederò a Gray > continuò, indietreggiando.

Natsu si sentì un idiota totale. Fermò l'albina per il polso e l'avvicinò a sé, dolcemente.

< Scusami, ti aiuto io > disse, sorridendole e prendendo la borsa pesante dalle mani della ragazza.

Vide il suo sguardo illuminarsi di gioia. Erza li chiamò, incitandoli a darsi una mossa. Natsu lanciò un'occhiata alla biondina appoggiata sulla spalla della rossa. Sorrise, pensando a quanto fosse buffa, in quella posizione. Si voltò verso Lisanna, facendole cenno di camminare.
Percorsero un tratto di campo abbastanza lungo, attraversando le spighe di grano. Qualche ora dopo, raggiunsero un boschetto dove si inoltrarono, proseguendo lungo un sentiero artificiale segnato da staccionate di legno. Non parlavano, ognuno era immerso nei propri pensieri. Natsu sorrise, guardando Happy dormire tra le braccia dell'albina. Lisanna si accorse del suo sguardo e sorrise a sua volta, avvicinandosi e prendendolo per mano. Il rosato la osservò, incuriosito. La ragazza distolse lo sguardo, ma Natsu vide le guance rosate e gli occhi lucidi. Era questo il viso di una persona innamorata? Le sorrise, trovandola veramente carina. Tuttavia, inspiegabilmente, stringerle la mano lo infastidiva, gli dava un lieve senso di soffocamento evrebbe voluto staccarsi dalla ragazza; allo stesso tempo, temeva una sua reazione. Non voleva farla piangere né rattristarla, quindi decise di far finta di niente. 

< KYAAAAA > urlò Lisanna, facendolo trasalire.

Notò che, dietro di lui, anche Gray si era spaventato e si era tolto, per istinto, i vestiti. Natsu rise, sentendolo lanciare delle imprecazioni. Anche Erza si era fermata. Natsu vide Gray avvicinarsi. Si guardarono confusi.

< Si può sapere che vi prende? > chiesero osservando Juvia,i cui occhi, tra l'altro, stavano luccicando.

< Cascata. Fiume. Stupendo. KYAAA! > esclamarono, lanciandosi come belve affamate nella direzione del torrente.

Natsu alzò gli occhi al cielo, mentre vedeva le tre -quattro, dato che la povera Lucy ciondolava come un salame su di Erza- correre come forsennate.

< Sono tutte le stesse > commentò il rosato, ridacchiando. < Anche Lucy va sempre fuori di testa quando vede robe del genere >.

< Dici che dovremmo aspettarle qui? > chiese Gray, con fare malizioso. Natsu ridacchiò.

< Penso che almeno dovremmo prenderci Lucy, o la faranno affogare > rispose.

Gray ghignò, guardandolo sott'occhi, mentre camminavano fra gli alberi. Il rosato gli lanciò un'occhiataccia.

< Si può sapere perché diavolo hai sempre questo sguardo irritante?! > sbraitò Natsu, afferrandolo per il collo.

< Cerchi rissa per caso, fiammella? > urlò di rimando il moro.

Furono interrotti dalle risate delle ragazze, poco lontane. Per prudenza, si nascosero dietro i cespugli. Natsu non riusciva a trovare una posizione comoda, e continuava a muoversi in mezzo ai rami, facendoli scricchiolare.

< Ti stai fermo?! Vuoi morire, per caso? > disse sottovoce Gray, dandogli un pugno sulla testa.

Il rosato stava per ribattere, quando la loro vista fu distratta dai corpi seminudi delle ragazze.

< Hai capito cosa intendo, ora? > continuò Gray, rosso in viso.

Natsu annuì, avvertendo qualcosa di caldo colare dal proprio naso alla vista dei seni prosperosi delle amiche. Immaginò cosa avrebbe urlato Lucy se l'avesse visto: " sei un pervertito, Natsu!".
Ridacchiò, pensando alla sera in cui aveva trovato l'amica stretta in una tovaglia -decisamente corta, tra l'altro-, intenta ad asciugarsi i capelli. Aveva iniziato a seguirlo e a colpirlo col cuscino, cacciandolo dalla casa. La cercò con lo sguardo, sperando che le altre non li vedessero. La vide sull'erbetta, in posizione fetale.

< Obiettivo avvistato > fece, sussurrando in direzione dell'amico. < Come ci arriviamo adesso, ghiacciolo? > chiese, guardandolo.

Gray era completamente rosso, concentrato a fissare un punto davanti a sé. Natsu si voltò in quella direzione. Vide Juvia che, con un sorriso soddisfatto, si stava immergendo nell'acqua, coperta da una biancheria che lasciava davvero pochissimo spazio all'immaginazione. Sentì un pugno colpirgli la guancia.

< Ma che diamine sei impazzito?! > sbraitò, in direzione di Gray.

Il moro gli abbassò la testa, facendolo sparire completamente nel cespuglio. Natsu capì immediatamente il perché. Le ragazze avevano sentito le sue urla, e si guardavano attorno preoccupate. Aspettarono qualche minuto, trattenendo il respiro.

< Si può sapere che ti è preso? > sussurrò il rosato, fulminando l'amico.

Lui aggrottò le sopracciglia, imbarazzato.

< N-niente > rispose.

Natsu ricordò di aver visto Juvia, e sogghignò.

< Ho capito > lo guardò, malizioso. < E' perché Juvia... >

< L'hai vista?! > lo interruppe Gray, lanciandosi addosso al drago.

Lui scosse la testa, mentendo. Il moro allentò la presa, sospirando.

< Oi, Gray > lo chiamò, < ma non è che, per caso, sei geloso? > chiese, curioso.

Gray divenne di mille colori. Natsu ridacchiò, se l'aspettava.

< Oi, Natsu > lo chiamò, lanciandogli un'occhiataccia, < se tu vedessi Lucy mezza nuda in braccio a qualcuno > disse lui ghignando, < saresti geloso? >

Natsu inarcò un sopracciglio. Cosa c'entrava Lucy? Al massimo poteva chiedergli di Lisanna.

< No, non è la mia fidanzata, non vedo perché dovrebbe interessar.. > cominciò lui, con fare ovvio.

Il moro lo fissava con lo sguardo di chi la sa lunga, irritando il drago.

< Beh, guarda lì > lo interruppe, puntando il dito verso il punto in cui, poco prima, aveva visto Lucy sdraiata.

Un ragazzo muscoloso e biondo era chinato su Lucy che -al Dragon Slayer stava prendendo un infarto- era in biancheria intima. Notò che le loro labbra erano vicine, troppo vicine. Avvertì un improvviso calore all'altezza dell'addome, e gli venne voglia di affogare quel fusto senza cervello che si permetteva di avvicinarsi in quel modo all'amica.

< Guarda anche lì > lo stuzzicò Gray, facendogli voltare la testa in direzione di Lisanna -anche lei quasi nuda-.

Un uomo sulla trentina era vicino a lei, le cingeva la vita con un braccio e la adulava. Lo sguardo del Dragon Slayer, però, tornò a posarsi, preoccupato, su Lucy e quel coso   che stava provando a baciarla.

< No, io non resisto > disse, uscendo dai cespugli e provocando dei gridolini nelle ragazze. < Ehi, voi! > urlò, indicando i due ragazzi.

Gray gli si avvicinò, alzando gli occhi al cielo e sospirando.

< Lasciatele stare > continuò, infuriato.

Guardò Lisanna che gli sorrideva, compiaciuta. Si avvicinò, però, a Lucy e a quel tizio che non voleva saperne di allontanarsi. Si mise di fronte a loro, incrociando le braccia.

< Allora? > disse, scrutandolo minaccioso.

Il ragazzo alzò la testa, sorridendo e alzando le mani in segno di resa.

< Scusami, non credevo fosse la tua ragazza > gli tese la mano.

Il Dragon Slayer, però, non accennava a muoversi. Continuò a fissarlo, furioso. Lui abbassò la mano, alzandosi e allontanandosi. Si voltò verso l'altro uomo, che continuava a spalmarsi su Lisanna. Fulminò anche lui, pensando che probabilmente la ragazza dovesse esserne infastidita. Anche l'altro si allontanò, lasciando i due soli e circondati dalle donne che li osservavano.

< Natsu, perché ti sei scaldato tanto, non erano dei cattivi ragazzi > disse Erza, uscendo dall'acqua. Il rosato sbuffò.

< Erza ha ragione, Natsu-kun. E poi Juvia ama solo Gray-sama! > esclamò la ragazza, rossa per l'imbarazzo di essere stata vista mezza nuda dal suo "Gray-sama".

Lui arrossì, evitando di guardare nella sua direzione.

< Qualcosa non va, Gray-sama? > chiese la ragazza, con voce gentile.

Lui scosse energicamente la testa.

< Gray > fece Erza, < i tuoi vestiti >.
 


Avevano acceso il fuoco. Lucy non si era ancora svegliata, ma continuava a dormire tranquilla, coperta dalla giacca di Natsu. Decisero di accamparsi vicino al fiume, dove i ragazzi riuscirono a pescare qualcosa. Ora tutti dormivano, tranne il rosato, che continuava a fissare preoccupato la bionda.

< Natsu? > lo chiamò Lisanna, seria.

Si voltò incuriosito verso di lei, che gli si sedette accanto.

< Guarda che non ti obbligo > continuò, senza guardarlo. Natsu aggrottò le sopracciglia.

< A fare che? > chiese, ingenuamente. Lei alzò gli occhi al cielo.

< A stare con me, idiota > rispose, con voce tremolante.

Lui sgranò gli occhi. Che diamine le prendeva?

< Non mi sento obbligato > rispose, incredulo.

< Tu non mi ami, Natsu > disse lei, sorridendo tristemente.

Lui rimase senza parole. Magari era vero, però avrebbe potuto farlo. Le aveva promesso che le sarebbe rimasto vicino, che avrebbe imparato ad amarla e a coccolarla.

< Lisanna, ma perché..? > cominciò lui, ma lei lo zittì, poggiando un dito sulle sue labbra.

Si avvicinò al viso del ragazzo che, pietrificato, la guardava con stupore. Lei si morse un labbro, avvicinandosi ancora. Natsu vide i suoi capelli cortissimi leggermente mossi dal vento, i suoi occhi chiudersi lentamente e le sue labbra farsi sempre più vicine. Istintivamente, chiuse gli occhi. Le loro labbra si toccarono, dolcemente. Le mani dell'albina scattarono sui capelli del drago, iniziando ad accarezzarli, mentre lui continuava a restare immobile. Lei aprì leggermente la bocca, leccando il contorno delle labbra di Natsu. Lui sentì un brivido percorrergli la schiena, mentre allungò una mano e la portò dietro la testa della ragazza. Le loro lingue si incontrarono, iniziando a danzare insieme. Lo spinse sull'erba, poggiando il seno sul suo petto. Natsu non aprì gli occhi, immergendosi completamente in quel bacio. Immaginava un paio di occhi color nocciola fissarlo con amore. Mordicchiò quelle labbra morbide e dolci che sempre aveva desiderato, godendosi il sapore. Fece scorrere una mano lungo il seno prosperoso di lei, palpeggiandolo e sorridendo compiaciuto dei piccoli gemiti che provocava nella sua donna. Lisciò i capelli biondi della ragazza, chiedendosi, confuso, come mai si fossero accorciati in quel modo...  
Spalancò gli occhi. Lisanna, sopra di lui, continuava a baciarlo inarcando la schiena e avvicinando il seno al suo viso. Natsu cercò di tenerla ferma. Sperando di apparire più delicato possibile, si staccò scostando il viso, imbarazzato. Che diamine gli prendeva? Perché, mentre baciava Lisanna, pensava a Lucy?  

< Q-qualcosa non va? > chiese Lisanna, preoccupata.

Lui annuì, pensieroso. Lanciò uno sguardo in direzione della bionda, accucciata a pochi metri da lui. Spostò Lisanna, allontanandola da sé. Si mise seduto, abbassando lo sguardo.

< L-Lo sapevo > singhiozzò l'albina, coprendosi il viso con una mano.

Natsu non sapeva cosa fare, anche lui si sentiva intontito. Quel bacio era stato stupendo, eppure lui aveva dovuto rovinare tutto.

< Basta così, Natsu > disse lei, calmandosi. < Non prendiamoci in giro >.

La vide alzarsi e dirigersi verso la riva del fiume. Non se la sentì di fermarla, non aveva voglia di farle ancora del male.

< Natsu > grugnì Lucy.

Fu un suono appena appena percettibile, ma bastò per far sobbalzare il mago che, come un fulmine, si avvicinò alla ragazza. Aveva aperto gli occhi e, sorridendo, tendeva le braccia verso di lui. Lui sorrise di rimando, abbracciandola.

***
 
Lo vide avvicinarsi, come previsto. Allungò le braccia per attirarlo a sé, cercando di stringersi il più possibile: voleva stregarlo, farlo pendere dalle sue labbra.

"Ben fatto, Lucy" fece la voce, dentro di lei.

La ragazza ghignò, nascondendo il volto nell'incavo del collo del ragazzo.
Lucy chiuse gli occhi, concentrandosi. Si trovò di fronte l'uomo che aveva parlato. Lui le si avvicinò, sfiorandole le braccia e causandole un brivido di piacere.

" Il nostro piano sta funzionando " disse lei, con voce sensuale.

Lui le tastò le natiche, premendole forte.

" Ancora non è consapevole del tutto, mia cara " continuò lui, ad un soffio dal suo orecchio.

" Basta veramente poco per farlo cadere nella nostra trappola, oggi ne abbiamo avuto la prova".

" Pensi che, tolto lui di mezzo, riusciremo davvero a raggiungere il nostro obiettivo? " chiese lei, leccandogli il collo. Lui annuì.

" Certo " disse. " Lui è forte, Lucy, e solo tu puoi aiutarmi a sconfiggerlo ".

Annuì, confusa.

" Ma sai già che non è lui ad avere la mappa, vero? " chiese Lucy.

" La otterrà, se tu glielo chiederai " disse lui, accarezzandole il viso.

Osservò incantata i suoi occhi rossi.

" Lo farò, mio Signore " sorrise Lucy, malefica.

Lui passò una mano sulla sua femminilità, facendola gridare di piacere e di stupore.

" Non deludermi, Lucy " disse lui fissandola, improvvisamente serio.

Lucy annuì, rabbrividendo. Lui sorrise di nuovo.

" Ci siamo, tesoro, si sta allontanando. Ripetiamo, cosa devi fare? " le chiese, tenendole il mento fra il pollice e l'indice.

Lei sorrise, crudele.

"Uccidere Natsu Dragneel".

 

 

Ok, questo capitolo è strano.
Non so se esserne soddisfatta oppure no, vi prego lasciatemi qualche commento voglio capirlo :O
Comunque, credo che non ci sia niente da dire, vi lascio con la suspance e con questa nuova Lucy-evil-maniaca, che mette i brividi anche a me.
Ah, l'idiota Natsu finalmente sta cominciando a capire qualcosa *_*
Grazie mille a tutti, comunque <3 Spero che vi piaccia.
Un grazie particolare a Eli_chan_stupida xP <3
A presto
-Yvichan

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Attenzione: questo capitolo contiene un piccolo spoiler.
CAPITOLO 6
 


Natsu si staccò da lei, restando a guardarla per un attimo. Sorrise, notando i suoi occhi lucidi e ancora intontiti, che si stropicciò come una bambina.

< Dove siamo? > chiese, sbadigliando.

< Ci siamo fermati per la notte, non lo so di preciso > rispose Natsu, sedendosi accanto alla bionda.

< Ho dormito tanto? > fece, guardandolo con aria di scuse e mordendosi un labbro.

Lui ridacchiò, stiracchiandosi e poggiando i gomiti sull'erba. Alzò lo sguardo verso il cielo notturno. Quella sera era nuvoloso, ma almeno non rischiavano di essere travolti dalla tempesta. Sentì un fruscio e, volgendo lo sguardo verso la bionda, la vide indossare la sua giacca. Le stava enorme.

< Ne, Natsu > lo chiamò Lucy, chinando leggermente il capo.

< Mmmh? >

< Ho un po' di fame.. > continuò, toccandosi lo stomaco che, in risposa, emise un sonoro brontolio.

Notò un crescente rossore sulle gote della ragazza.

< Aspettami qui > rise, alzandosi < è avanzato del pesce >.

Lucy inarcò le sopracciglia, sorpresa.

< Stai dicendo sul serio? E' addirittura avanzato? Ne avrete presi un'infinità, se sono riusciti addirittura a sopravvivervi! > disse, sogghignando e indicando prima lui poi il piccolo exceed blu che, acciambellato accanto a Natsu, dormiva profondamente.

Il ragazzo incrociò le braccia, fingendosi offeso, per poi dirigersi verso il suo borsone. Guardò, per un attimo, il pesce nascosto all'interno, immaginandosi un Happy che, su tutte le furie, se la prendeva con lui per avergli rubato il pasto. Con qualche senso di colpa lo infilzò con lo stesso bastone con cui, qualche ora prima, si era arrostito la cena. Tornò a sedersi accanto alla maga, soffiando sul braciere per alimentare il fuoco. Tese il bastone in avanti per cuocere la trota, osservando i movimenti sinuosi delle fiamme e godendo di quel piacevole calore. Dopo qualche minuto lo ritrasse, notando con soddisfazione che il pesce era riuscito abbastanza bene. Lo passò a Lucy, che lo prese fra le mani tutta contenta.

< Grazie! > esclamò, dando il primo -gigantesco- morso.

Natsu sorrise a quella vista, avvertendo un leggero e involontario aumento della propria temperatura corporea. Lanciò un'occhiata perplessa al falò, poi di nuovo a Lucy. Sudò, constatando che quell'improvviso calore non fosse dovuto al fuoco davanti a lui. Come poteva una ragazza fargli battere così forte il cuore? Scosse la testa. Che accidenti gli prendeva? Mai una sola volta gli erano passati per la testa quei pensieri, da quando l'aveva conosciuta. E adesso, improvvisamente, eccolo là a sbavare come un'idiota per la sua migliore amica. Perché era di quello che si trattava, giusto? Non continuavano a ripetersi, dopo ogni missione, quanto fossero importanti l'uno per l'altro e come non avrebbero mai potuto fare a meno di quella loro amicizia?
Lucy gli era sempre piaciuta, ma non l'aveva mai guardata in quel senso. Che il bacio con Lisanna gli avesse concesso l'illuminazione era piuttosto ovvio, anche per un idiota come lui. Perché solo così riusciva a definirsi Natsu, in quel momento: un idiota che non si era mai accorto dell'effetto che produceva su di lui la bella maga degli Spiriti Stellari. La vide dare un morso, deglutire e poi leccarsi lentamente le labbra. Sentì lo stomaco in subbuglio e gli venne lo strano istinto di prenderla d'assalto e riempirla di baci. Dannazione, quella sera era eccessivamente sexy.

< Tutto bene? > chiese la bionda in questione, osservandolo confusa.

Natsu distolse lo sguardo e, cercando di reprimere quell'improvvisa esplosione di ormoni, si passò una mano tra i capelli, annuendo. Si impose di pensare ad altro.
Per un momento, la sua mente andò a Lisanna. Era in qualche modo grazie a lei se era riuscito a fare chiarezza dentro di sé. Non avrebbe mai voluto darle un dispiacere, ma sperava che lei potesse riuscire a comprendere le sue azioni, in qualche modo. Quando aveva acconsentito a stare con lei, non aveva neppure idea di cosa significasse desiderare, sul serio, una persona. Dopotutto non si era mai interessato, fino a quel momento, di cose così complicate e contorte come l'amore. Grugnì, borbottando fra sé e sé. Da quando era diventato così sentimentale? Si mise in piedi, facendo scricchiolare il collo. No, i cuoricini e tutte quelle terrificanti cose di coppia non gli si addicevano per niente.

< Dove vai? > si incuriosì Lucy.

Natsu fece spallucce, allontanandosi e dirigendosi verso un grosso albero. Iniziò ad arrampicarsi, sentendo l'adrenalina salire, mentre passava da un ramo all'altro e andava sempre più in alto. Quando raggiunse la cima, si tenne con una mano, stendendo l'altro braccio e avvertendo il vento freddo sbattergli con forza sulla pelle. Socchiuse gli occhi, inspirando gli odori della foresta. Rimase in quella posizione per un po', godendosi il silenzio e la solitudine.
 Aprì gli occhi di scatto, scrutando attentamente la campagna desolata e circondata da alberi, davanti a sé. Si irrigidì, mantenendo i sensi all'erta. Per un solo, piccolissimo istante, aveva fiutato qualcosa che lo fece fremere dall'agitazione. Non poteva sbagliarsi, il suo istinto di Dragon Slayer non lo avrebbe mai tradito. Scese velocemente dall'albero e, nervoso, decise di svegliare Erza.

< Fai un altro pas... Ti taglierò la testa! Vien..i qui...ti sistem...o > ringhiava nel sonno la scarlatta, agitando una spada immaginaria nell'aria, con fare minaccioso.

Natsu deglutì, lanciandole sguardi preoccupati mentre continuava a tenersi a debita distanza.

< Che succede, Natsu? > gli chiese Lucy, ancora intenta a sgranocchiare la sua cena.

< Li ho sentiti, Lucy > rispose lui, tremando.

Non si era mai sentito così agitato in tutta la sua vita. Doveva muoversi e agire immediatamente, prima di perdere la scia. Lei lo squadrò perplessa.

< Hai sentito chi? > chiese. Natsu alzò gli occhi al cielo.

< Gli altri, Lucy! Tecnicamente ho fiutato l'odore di Elfman, ma c'è anche qualcun altro con lui > rispose, grattandosi nervosamente una spalla.

Lucy sgranò gli occhi, facendo cadere il pesce sul prato, per la sorpresa.

< M-ma è impossibile > disse lei, con una nota di isteria nella voce. Il rosato inarcò un sopracciglio.

< Non ti fidi di me? > chiese, irritato.

Lei scosse energicamente la testa, per smentire.

< Certo che mi fido! E'..E' solo che.. come fai ad esserne sicuro? > gli chiese, sbattendo più volte le palpebre, ancora incredula. Lui fece spallucce.

< L'odore di Elfman è quasi impossibile da non riconoscere. E' piuttosto forte, e se devo essere sincero non mi piace, sa un po' di puzzo e di terriccio. Però questa volta è un po' diverso, c'è qualcosa di leggermente agre.. oltre ad un altro profumo, decisamente più gradevole. Non ricordo a chi appartenga, però > spiegò il drago, spostandosi avanti e indietro, sovrappensiero.

La bionda seguiva con gli occhi ogni suo movimento.

< E-Elfman? > fece una voce da dietro un cespuglio.

Natsu si voltò in quella direzione, notando una piccola figura nascosta lì in mezzo. Lisanna gli corse contro, afferrandogli la sciarpa.

< Dove? Dov'è Elfman? Mira è con lui? > chiese, con la voce che le tremava.

Si gettò tra le sue braccia, piangendo. Il ragazzo, leggermente stupito, le passò una mano dietro la schiena, per darle delle piccole pacche. Allontanò, dolcemente, la ragazza da sé.

< Vado a cercarli > fece Natsu, iniziando a sentire la scia farsi sempre più debole.

< Sempre il solito, aspettami fiaccola > fece un Gray che, assonnato, era già con lo zaino in spalla. Raggiunse Salamander, ghignando.

< Dovrei venire anche io > fece Lucy, seria. Natsu scosse la testa, fissandola.

< Potrebbe essere pericoloso, Lucy. E' meglio se voi ragazze aspettiate qui > rispose, al posto suo, Gray.

Il rosato gli lanciò un'occhiata di intesa, ringraziandolo mentalmente. Lei sbuffò.

< Pensate che sia troppo debole o che abbia paura? Pensate che vi sia d'intralcio? Guardate che faccio anche io parte di Fairy Tail > sbottò alzando la voce, irritata.

Natsu le lanciò un'occhiata interrogativa, profondamente perplesso. Stava usando un tono che le era del tutto estraneo, non era da lei arrabbiarsi per qualcosa del genere.

< Lucy, non fare la bambina > la rimproverò, a mo' di genitore.

Le diede un buffetto sulle guance. Si allontanò, dandole le spalle. Ebbe una brutta sensazione che gli fece salire un brivido lungo la schiena. Voltò lo sguardo di scatto verso dietro, preoccupato. Lucy lo guardava, con un'espressione indecifrabile, ma non avvertiva nessuna altra presenza nei paragi. Si rilassò, allontanandosi insieme a Gray.

< Natsu, senti ancora la scia? > chiese il moro.

< Non ci credo, nessun "fiaccola", "fiammifero", "fiammella"... Che ti succede? Hai la febbre? Mi sembri un po' deboluccio, forse faresti meglio a restare con le ragazze > scherzò Natsu, schivando un pugno congelato del moro, che imprecò.

< Da questa parte > indicò il drago, iniziando a correre con l'amico alle calcagna.

L'odore era molto debole ma c'era ancora. Sperò con tutto il cuore che i suoi compagni stessero bene. Si fecero strada fra i tronchi e le erbacce, schivando rovi spinosi e mandando all'aria qualche serpente di troppo. Giunsero, infine, ai margini della foresta, segnati da un crepaccio. Si affacciarono, ma il buio impedì loro di vedere in profondità.

< Eccoli! > squittì una voce femminile, alle loro spalle.

Natsu alzò gli occhi al cielo, sbuffando.

< Si può sapere perché non ci ascoltate mai?! > si arrabbiò, guardando prima Lisanna e poi Lucy. Le due si accigliarono.

< Beh, scusate se sono preoccupata per i miei fratelli! > ruggì l'albina, poggiando una mano sul fianco.

Lucy, invece, restò incredibilmente in silenzio.

< Voi due > sibilò una voce spaventosa, che li fece trasalire < dove credevate di andare, senza di me? >

Erza afferrò i due ragazzi per le orecchie, facendo scattare lo sguardo furioso da uno all'altro.

< Aspettate! > esclamò Juvia, sbucando dal nulla. < Juvia pensa che qui ci sia qualcuno >  continuò, guardandosi attorno preoccupata.

Si nascosero dietro i tronchi, aspettando. Natsu si irrigidì, pronto ad agire nel caso in cui una qualsiasi minaccia si fosse mostrata davanti ai loro occhi. I palmi delle mani gli fumavano. Fremeva dalla voglia di rilasciare le fiamme. Si impose, però, di rimanere immobile, in attesa.
Sentirono un gemito, seguito da un tonfo. Natsu lanciò uno sguardo a Erza, che annuì. Si mossero dalle loro posizioni, uscendo allo scoperto.

< Elfman!! > urlò Lisanna, correndo a tutta velocità  verso l'uomo che, dopo un iniziale stupore, la accolse fra le sue braccia.

Natsu poté notare dei lunghi capelli scuri nascosti sotto di lui. Capì immediatamente di chi fosse il profumo percepito insieme a quello dell'amico.

< Evergreen? > chiese Erza, stupita.

Elfman, pallido e sciupato, si staccò dalla sorella con delicatezza, asciugandole le lacrime con il dito sporco di fango. Sorrise, inarcando il petto verso l'alto e mostrando la donna che, svenuta, continuava a rimanere aggrappata a quel grosso e muscoloso corpo. Il rosato gli si avvicinò stendendo una mano per aiutarlo ad alzarsi, e sentendosi decisamente più tranquillo. Lui sorrise, gemendo dolorante mentre tentava di mettersi in piedi. Natsu arricciò il naso, avvertendo un odore particolarmente pungente. Abbassò lo sguardo sul fianco del nakama. Era cosparso di sangue, e attraversato da una lunga e brutta ferita. Gli passò un braccio attorno le spalle, per sostenerlo. Erza, dal canto suo, si occupò della fata, prendendola in braccio. Gray aiutò Natsu, dopo aver notato le difficoltà incontrate dal compagno nel cercare di trascinare il pesante albino semi-svenuto.

< Ma quanto cavolo pesa? > ridacchiò nervosamente Gray, non riuscendo a celare la sua preoccupazione.

Tornarono al loro accampamento improvvisato, trovandovi un Happy decisamente assonnato ed arrabbiato.

< Ehi! Stavo giusto pensando a voi, ci sono due cosette che vi dovrei di... > fece, dirigendosi in volo verso il Dragon Slayer del fuoco, ma bloccandosi alla vista dell'uomo che si stava faticosamente trascinando dietro.

Natsu sudava, imprecando e pensando di dover far prescrivere una bella dieta per l'amico. Lui e Gray lo fecero distendere su uno dei sacchi a pelo dispiegati per terra. Lisanna corse avanti e indietro, prendendo l'occorrente che gli serviva per aiutare il fratello. Gli pulì la ferita, passandoci sopra un liquido verdastro e maleodorante con il cotone. Quando finì, tamponò il tutto con un pezzo di stoffa preso chissà dove, e prese a medicarlo con le bende. Lucy, Juvia ed Erza, invece, si occuparono della castana, che, se possibile, era conciata anche peggio. Uno squarciò profondo le occupava metà coscia. Natsu vide le mani di Lucy tremare leggermente mentre, concentrata, fasciava la gamba ferita. Elfman ringraziò la sorella con una smorfia di dolore. Natsu notò che aveva voltato lo sguardo verso Evergreen, distesa al suo fianco.

< Cosa è successo, Nee-chan? Chi vi ha ridotti così? > chiese Lisanna, preoccupata.

Elfman continuava a fissare il volto della fata.

< Dobbiamo andarcene di qui, il prima possibile > fece, con voce roca.

< Cosa stai dicendo? Dobbiamo prima recuperare gli altri! > si agitò Natsu.

Elfman si incupì, mentre i suoi occhi diventavano sempre più lucidi.

< Non ho idea di dove li abbiano portati, Natsu > ammise, con tono sommesso.

Il corpo di Salamander fu percosso da un brivido, mentre Elfman, chiudendo gli occhi, iniziò a raccontare.

< Quella mattina, quando fummo rapiti, non riuscii nemmeno a rendermene conto. Udii solo un'esplosione e poi un uomo incappucciato in mezzo a noi. Non so perché, ma per istinto afferrai Evergreen per un polso e la costrinsi a pararsi dietro di me, e probabilmente fu per questo che ci risvegliammo insieme > si fermò un attimo, per riprendere fiato.

< Non riuscivamo a capire dove fossimo, fummo portati in una cella buia e legati insieme con delle catene > arrossì, < completamente nudi. E' stata l'esperienza più terrificante della mia vita, dopo quella della tua scomparsa, Lisanna > sorrise debolmente, lanciando un'occhiata furtiva in direzione della sorella.

Solo in quel momento, Natsu, si accorse che, effettivamente, l'amico non aveva nulla addosso e che la compagna, invece, era coperta da una sorta di lenzuolo sporco. 

< Evergreen ha dato di matto > ridacchiò, per poi farsi di nuovo serio. < C'è stato anche un momento in cui pensai che fosse impazzita. Si era praticamente arrampicata su di me, tremando >.

Elfman diventava sempre più rosso. Natsu immaginava quanto dovesse essere stato imbarazzante, per lui, vivere quei momenti.

< Inizialmente non capii perché, ma poi vidi una strana creatura poco distante da noi. Cercai di mettermi in piedi davanti a lei, per proteggerla in qualche modo. Ma fu abbastanza inutile, dato che quel coso aveva la lingua simile ad una spada affilata. E' così che mi sono procurato questi > disse, indicando dei brutti tagli sulle braccia e sulle guance. < Dopo tre giorni passati nel buio, senza cibo né acqua, non ce la facevo più. Evergreen cercava di tranquillizzarmi, mi ha addirittura bacia..ba. > balbettò, strizzando gli occhi.

Natsu sgranò gli occhi.

Elfman scosse il capo < Ehm, non importa, fatto sta che non sono riuscito a trattenermi, e ho usato il Take Over completo. Ci misi un po' di tempo per rompere le catene di Ever e, quando ormai avevo finito, spuntò di nuovo fuori quella cosa schifosa - solo a ripensarci mi viene il ribrezzo-. Ho cercato di proteggerla, tutto il tempo > fissò tristemente la donna, ancora dormiente. 
< Ma non ci sono riuscito > ringhiò, sbattendo un pugno sull'erba, < perché come un idiota mi sono lasciato colpire > indicò il lungo taglio sul fianco, ormai bendato dalla sorella. < Non so come, ma ho perso tutto il mio potere magico in quel momento. Però lei > fece, sorridendo debolmente < lei mi ha salvato, si è fatta spuntare le ali ed è riuscita a trasportarmi e a farci uscire di lì. Mi ha anche detto: " sei un vero uomo, Elfman!" > sospirò, mentre gli sfuggì una lacrima.
< Atterrammo in quella collina laggiù > disse, indicando con il dito, < mentre il sole stava sorgendo. Non so come, ma quel coso riuscì a raggiungerci. Forse si è arrampicato sulla parete. Quando è venuto alla luce > schioccò la lingua, rabbrividendo, < ci terrorizzò. Non so spiegare con precisione cosa fosse. Forse, se dovessi paragonarlo a qualcosa, potrebbe assomigliare vagamente ad un verme gigante con la coda di lucertola, la lingua di un camaleonte e le mani di un uomo, solo più ruvide e dure  > osservando le espressioni confuse e disgustate degli amici, continuò.
< Può sembrare assurdo, ma è così. Non ho capito molto di quello che è successo dopo, credo che Ever ci abbia combattuto. Lui, però, non è riuscito a resistere alla luce del sole, e questo ci ha salvati. Però poi Ever si è distesa sopra di me, e mi sono preoccupato perché respirava in modo strano. Ho visto quello > disse, voltando lo sguardo verso la gamba dell'amica, < e ho creduto seriamente di poterla perdere. C'era troppo sangue, troppo > scosse la testa, non riuscendo più a trattenere le lacrime.

Natsu sentì un groppo in gola.

< Spero che si svegli, ho paura... > singhiozzò, rivolgendosi ai ragazzi < se sono arrivato fin qua è solo grazie a lei. Lei mi ha dato la forza di camminare e fuggire più in fretta possibile da quel posto, se non ce la dovesse fare io... >

< E-Elfman > sussurrò una voce sottile.

Lui si alzò di scatto, allungandosi verso Evergreen. Lei sorrideva, con gli occhi ancora socchiusi. Lui si abbassò, travolgendola in un abbraccio. Natsu vide Erza alzarsi e fargli cenno di allontanarsi, per lasciarli soli.

***


Aprì il portone della gilda con un calcio.

< Siamo tornati > urlò. Si guardò attorno.

Vide tante facce, di gilde diverse, salutarlo. Tutti si davano da fare per cercare di sistemare il castello. Natsu sorrise, sedendosi ad uno dei tavoli e reggendosi la testa fra le mani, stanco. Il viaggio di ritorno era stato estenuante. Dopo il racconto di Elfman, avevano preso in considerazione l'idea di cercare immediatamente gli altri nel luogo indicatogli dall'albino. Idea che era stata respinta dai due feriti, che provarono più volte a spiegare di non aver visto nessun altro nascosto lì, insieme a loro. Secondo le descrizioni di Evergreen, il posto in cui erano stati portati era simile ad una grotta scavata, molto in profondità, nel terreno; la cella in cui si trovavano aveva una forma più o meno circolare, ma non era molto grande. La fata, il secondo giorno, era riuscita ad illuminare la stanza con la magia, ma non aveva visto nessuna porta o foro di alcun genere, sulle pareti. Erano fuggiti solo grazie ad un piccolo varco in superficie, da cui filtravano anche i raggi del sole e l'aria. Ciò che Natsu non riusciva a capire era il motivo per cui fossero stati rapiti. Quando glielo chiese, i due fecero spallucce. Ricordavano di stati interrogati da un uomo con un mantello - nell'oscurità non erano riusciti a vederlo in viso - che aveva provveduto a cancellare loro la memoria. Natsu, a questo punto, li aveva guardati perplesso. Se l'uomo di cui Elfman ed Evergreen stavano parlando era lo stesso con cui si erano scontrati sul treno, che accidenti di potere possedeva?

< Natsu-san > lo chiamò qualcuno, poco distante da lui.

Sting si avvicinò nella sua direzione.

< Yo, sono contento di vederti > lo salutò Natsu, sinceramente sorpreso.

Il biondo sorrideva, reggendo una grossa e pesante trave di legno sulla spalla.

< Quando abbiamo saputo, ci siamo precipitati qui immediatamente. Non riuscivamo a crederci. Come stanno Lucy e gli altri? > gli chiese.

Natsu fece spallucce.

< Bene, siamo appena tornati. Siamo andati a cercare Erza, ma fortunatamente abbiamo recuperato anche altri due > disse, facendo un cenno col capo per indicare Elfman ed Evergreen, che entrarono in quel momento zoppicando.

< Voi da quanto tempo siete qui? > gli chiese Natsu.

Sting posò la trave per terra, e si sedette di fronte a lui.

< Da circa sei giorni. Lo stesso giorno in cui voi siete partiti, siamo arrivati noi, credo > rispose.

< Yo, Natsu > lo salutarono i nakama della gilda Blue Pegasus mentre passavano di lì, a passo svelto, con addosso dei caschetti da muratore.

In lontananza, il rosato sentì Levi e Yukino parlare a voce alta con Lucy e chiederle del viaggio. Erza chiacchierava con Bob, il master della Blue Pegasus, mentre Gray e Juvia discutevano con Leon di Lamia Scale. C'erano proprio tutti, constatò compiaciuto Natsu. Happy, Lector, e Frosh svolazzavano accanto a Rogue, e gli si avvicinarono.

< Ciao Natsu-san > lo salutò quest'ultimo, sorridendo e poggiando sul tavolo un mazzo di fogli e pergamene.

Vedendo l'occhiata perplessa del rosato, Rogue si affrettò a spiegare.

< Non ho idea di cosa siano, ma Levi-kun mi ha chiesto di aiutarla a portarli qui. Gajil-san non è con voi? > chiese allungando il collo in cerca della lunga chioma nera.

Natsu scosse la testa.

< E' andato insieme a Luxus a cercare delle persone. Ne avrà per un bel po', immagino > disse.

In quel momento il portone si aprì, mostrando un Luxus che, imprecando, reggeva qualcuno sulle spalle. Gajil, dietro di lui, procedeva con passo tranquillo, accompagnato da Gerard e Meldy.

< Pff, parli del diavolo... > sbuffò Natsu, alzandosi per aiutare Luxus.

< MIRA! > urlò qualcuno alle sue spalle.

I due ragazzi appoggiarono con delicatezza la ragazza dai lunghi capelli bianchi su una panca. Elfman e Lisanna li avevano raggiunti in un baleno. La diavolessa non sembrava in cattivo stato, tutto sommato, ma era svenuta. Natsu e Luxus si scambiarono un'occhiata, per poi voltarsi in direzioni opposte.

< Ga-Gajil! > strillò una vocina, poco più lontano.

Levy si precipitò verso il Dragon Slayer di ferro.

< Sto bene, piccoletta. Non c'è bisogno che.. > sbuffò.

< No, invece mi fai vedere > disse lei, con fare minaccioso, mentre si alzava sulle punte per controllare la spalla ferita del ragazzo.

Uno piccolo strillo fece voltare Natsu verso Erza. Notò i suoi occhi spalancati, le sue guance tinte di un leggero rossore.

< Ge-Gerard > sussurrò, fissando il ragazzo dai capelli blu che, di rimando, le sorrise.

< NATSUUUU! > lo chiamò una vocina allegra.

Il rosato sgranò gli occhi, mostrando alla piccola un sorriso a trentadue denti.

< Asuka! > urlò, prendendola fra le braccia e facendola volteggiare in aria, ridendo.

Alzack e Bisca gli si avvicinarono, sorridendo.

< Sono contento che non vi abbiano presi > disse Natsu, con la bimba ancora in braccio.

< Fortunatamente eravamo in missione, insieme ad Asuka > dissero i due, riprendendosi la bambina.

Natsu si allontanò da loro, raggiungendo Lucy, che si era seduta su una botte, accanto il bancone del bar. Erza raccontò a voce alta tutti gli eventi accaduti durante quella settimana. Chi era in ascolto, faceva passare lo sguardo da lei a Gerard che, nel frattempo, si mostrava impassibile.

< Capisco > disse, quando la maga finì di parlare.

< Noi l'abbiamo trovata > fece Gajil, indicando con il pollice Mirajane, sdraiata dietro di lui, < sulla riva di un fiume. All'inizio ci sembrava morta, e non abbiamo idea di cosa ci facesse lì. Però respira, anche se non si è ancora risvegliata. E' strano, dato che sono passati già due giorni >.

< E' stato più difficile del previsto, invece, trovare Gerard > fece Luxus, incrociando le braccia. < Fortunatamente ha percepito la nostra magia, e dopo qualche giorno ci è venuto incontro. Gli abbiamo spiegato la situazione e ci ha seguiti, insieme alla ragazza > disse, indicando Meldy, < poi, invece, abbiamo trovato Mirajane >.

< Siamo arrivati insieme, almeno > disse Erza.

< Levy, tu che notizie ci dai? > continuò la rossa, rivolgendosi alla compagna.

Lei, seduta accanto a Gajil, prese un grosso tomo.

< Sono riuscita a trovare questo > disse, sfogliando le pagine e creando una nuvola di polvere che face tossire un po' tutti.

< Il Lumen Histoire
1> continuò, fermando il dito su un paragrafetto.

Natsu allungò il collo, per guardare meglio. Non se ne sarebbe mai accorto, se fosse stato per lui. Era scritto in basso, c'erano solo poche righe.

< Che cos'è? > chiesero tutti, curiosi.

< E' un tipo di magia segreta che solo i Master della nostra gilda possono conoscere. E' nascosta in una stanza, qui a Fairy Tail > continuò, mentre tutti iniziarono a bisbigliare stupefatti, < ma non c'è scritto in cosa consista. Ho provato a cercare un po' ovunque, e credo che abbia a che fare con l'immortalità. Secondo me > disse infine, chiudendo il libro con un tonfo, < è quello, il loro obiettivo >.

Ci fu un momento di silenzio.

< Levy, sei un mostro, per caso? > le chiese, inaspettatamente, Luxus.

Natsu vide Gajil lanciargli un'occhiata incuriosita, con un sopracciglio incurvato.

< Come ho fatto a non arrivarci? Io so dove si trova, questo Lumen Histoire > continuò Luxus.

Le bocche di tutti si spalancarono.

< Come fai a saperlo? > chiese Lucy, curiosa.

< Beh, il nonno me lo ha mostrato, una volta > sbuffò lui, < ma neanche io so di cosa si tratti >.

< Facci vedere dov'è, allora. Così potremmo scoprirlo insieme > continuò Lucy, facendo spallucce.

Lui scosse il capo.

< Non esiste, oltretutto è tutto coperto da rune piazzate da Fried > rispose.

< Fried? > chiesero in coro gli altri, guardando il ragazzo in questione.

< Ve lo abbiamo detto, ce lo ha ordinato Mavis > rispose Luxus, per lui.

Natsu guardò Lucy, la cui bocca era leggermente socchiusa.

< O-Ora che ci penso > fece lei, < non ti aveva dato anche una...una...> il suo sguardo di illuminò, < una mappa! > esclamò.

Natsu le lanciò uno sguardo interrogativo. Chissà cosa aveva scoperto, l'amica, per essere così felice. Luxus inclinò il capo.

< Sì, ma non c'entra con quella magia > spiegò, confuso.

Lucy aggrottò le sopracciglia.

< E con che cosa, allora? > chiese.

Luxus fece spallucce.

< Non vedo perché dovrei dirtelo > disse, guardandola con una certa diffidenza.

Natsu inarcò un sopracciglio. Tutti , ormai, erano confusi.

< Ma ce l'hai qui? > continuò Lucy, alzandosi ed avvicinandosi al biondo, che arretrò.

Continuava a fissarla in un modo che fece innervosire Natsu.

< No, non ce l'ho qui > rispose.

Lucy si bloccò sul posto, ma non disse più nulla. Natsu lo osservava scettico. Cosa stava insinuando, quell'idiota?

< P-penso che dovremmo andare a darci una lavata > si inserì Juvia, allentando la tensione che si era creata.

Natsu squadrò Luxus, ancora intento ad osservare la maga degli Spiriti Stellari che, nel frattempo, stava andando a prendere il suo zaino.

< Che problemi hai? > sbottò il rosato, fulminandolo, ma con un tono abbastanza basso.

Non voleva farsi sentire da Lucy. Luxus lo fissò, serio.

< E' strana > rispose lui, tornando a seguire con lo sguardo la bionda.

Natsu iniziò ad irritarsi.

< Cosa stai cercando di dire? > chiese, irrigidendosi.

< Dico solo che dovresti starci attento, Natsu > rispose lui, serio.

Il mago del fuoco lo guardò sconcertato. Avrebbe dovuto stare attento a Lucy?

< E perché mai dovrei stare attento a...>

< Per me quella sta tramando qualcosa > disse rivolto a se stesso, il biondo.

Natsu si allontanò, con passo svelto. Cercò con tutte le sue forze di reprimere l'impulso di sferrargli un pugno fra i denti. Come poteva anche solo pensare che la sua Lucy avrebbe potuto far loro qualcosa di male? Digrignò i denti, seguendo Lucy.

< Aspettami > le disse, prendendole lo zaino dalle mani e portandoselo sulle spalle.

***

 
Lucy sbuffò, cercando di togliersi quel peso fastidioso che la opprimeva. Natsu dormiva schiacciato su di lei. Con un ghigno, pensò di aver fatto un ottimo lavoro. Il ragazzo si era agitato parecchio quando aveva visto la scollatura della maglietta che, quella notte, la bionda aveva indossato per andare a letto. Prima dell'arrivo di Natsu, lei aveva frugato nei cassetti, trovando una canottiera nera aderente, e una culotte dello stesso colore. Entrambi gli indumenti erano semi-trasparenti. Quando era uscita dal bagno indossando quel completino, il Dragon Slayer, seduto sul letto, era impallidito di colpo. Lucy aveva spento la luce, per poi adagiarsi sul letto a pancia in giù accanto a lui, inarcando leggermente la schiena.

< Resta qui, stanotte > gli aveva sussurrato.

Lui si era tolto la giacca con un po' di riluttanza, stendendosi sul materasso. Lucy, allora, aveva allungato un braccio, per avvolgergli la vita e accarezzargli la pelle, a quel punto quasi scottante. A quel contatto lui si era irrigidito, con soddisfazione della bionda che, lentamente, aveva continuato ad avvicinarsi a lui per stringerlo al suo petto, sentendo il cuore di lui battere all'impazzata. Lo aveva visto deglutire per poi, allungare la mano e accarezzarle i capelli, come se si fosse preso di coraggio. Lucy aveva, allora, passato una gamba sotto quella del drago sdraiato sul fianco. A quel punto, aveva fatto finta di addormentarsi, riuscendo ad avvertire lo sguardo del ragazzo su di sé e rimanendo comunque ferma in quella posizione. Quando aveva udito il suo respiro farsi più profondo e regolare, aveva messo fine a quella sceneggiata.
 La bionda, decisamente sudata, chiuse gli occhi, con una smorfia. Era di nuovo nella saletta buia e priva di ogni ornamento.

" Che bisogno c'è di fare questo, se sappiamo benissimo chi ha la mappa? " sbuffò, rivolgendosi al mago che, in quel momento, apparve dal nulla.

" Luxus non te la lascerebbe prendere " disse lui, serio. Lucy alzò gli occhi al cielo.

" Così come ho fregato Natsu, posso fregare anche lui.." cominciò.

" No, Luxus è più intelligente, e non è innamorato " rispose, interrompendola.

Lucy sentì qualcosa smuoversi dentro di sé.

" Signore " sussurrò lei con una smorfia di dolore, reggendosi la pancia. " La ragazza reagisce, è veramente difficile resistere ".

Lui la fissò, alzando una mano verso di lei. Una strana polvere grigiastra uscì lentamente dalle sue dita, andando a porsi sul petto della bionda. Lei sospirò, rilassandosi.

" Devi sbrigarti " ordinò lui, " o riuscirà a riprendere il controllo di se stessa ".

" Lo so " rispose la bionda, incrociando le braccia " ha un gran bel potere magico, ed è difficile controllare gli Spiriti Stellari. Sto cercando in tutti i modi di impedire loro di uscire dai portali. Alla fine di questa storia potrei anche pensare di rimanere definitivamente in questo corpo, comunque ".

Il mago le si avvicinò, sfiorandole il seno con una mano.

" L'idea mi piace, Lucy " disse, sogghignando.

La ragazza fece un passo indietro, guardandolo furente.

" Quando mi chiamerai col mio nome? Sempre Lucy di qua, Lucy di là.. Apprezzi più il suo corpo rispetto al mio, vero Traver? " fece, tristemente.

Lui la strinse a sé, accarezzandole una coscia. Lei socchiuse gli occhi, sospirando.

" Non ti agitare con me, Frenia " disse, guardandola minaccioso.

La ragazza deglutì, abbassando lo sguardo.

" Scusi, Signore ".

" E' che odio questa sensazione " continuò, cambiando discorso.

" Che intendi? " chiese il mago, perplesso.

" Siamo rinchiusi nella sua testa, posso toccarti solo nell'immaginazione " rispose lei, senza guardarlo.

" E poi.." continuò, lanciandogli occhiate furtive,  " sento una sensazione disgustosa, me la trasmette la ragazza. Penso sia amore " disse con una smorfia, " mischiato a.. rabbia, credo. Lei vede, sente e percepisce tutto; ma non può reagire " sogghignò.

" Pensa a quando ucciderai il suo amato " ridacchiò lui.

" Sarà divertente ".

" Comunque " disse staccandosi da lei, " devo sistemare delle cose. Ora che sappiamo che Gildarts non ha la mappa, è inutile tenere in ostaggio sua figlia. La porterò da un'altra parte, prima che lui ci raggiunga".

" Oggi hanno trovato quei tre" constatò Frenia, seria "come avevi previsto".

Lui la fissò per un momento con i suoi occhi rossi. Ghignò.

" Buonanotte, Frenia ".

" Buonanotte, Signore ".

   



Ok, questo capitolo è pieno di cose :O
E' stato difficile scriverlo, lo ammetto. Allora, iniziamo a commentare qualcosa. Anzitutto, nella prima parte c'è un Natsu molto più consapevole dei propri sentimenti. Spero di aver fatto intendere che, comunque, a lui non importa poi così tanto essere fidanzato. Spero anche di aver fatto emergere il suo lato mascolino e combattivo, non sono molto brava >.< . Lucy, invece, in  questo capitolo non appare più di tanto. Più che altro emerge il suo lato strano, di cui solo Luxus sembra avere qualche dubbio. Luxus, ricordiamocelo, dovrebbe essere il successore di Makarov, per cui è normale che sia più sveglio. Lisanna (che tutte tanto adoriamo :3) in questo capitolo se ne sta buona buonina a farsi gli affaracci suoi. Poi.. il ritrovamento di Elfman, Evergreen e Mira. Ho deciso, questa volta, di non usare il flashback, ma di far parlare il personaggio, per poter mantenere il più possibile il punto di vista di Natsu. A proposito, penso che avrete capito che verranno espressi solo i pensieri di Natsu o di Lucy.
Altra cosa importante: (*) il Lumen Histoire. Non è ancora uscito fuori cosa sia, nel manga, quindi inventerò qualcosa e farò a modo mio. E' un piccolo spoiler, ma ho cercato di mantenermi sul vago, per evitare la vostra ira ^^ anche perché, nel manga non si è ancora capito cosa sia, questo tipo di magia. 
Nella parte finale, invece, capiamo chi sono i nemici: Traver e Frenia (perdonatemi se i nomi fanno un po' schifo ), che si incontrano nella "testa" di Lucy, ogni volta che chiude gli occhi. Quella specie di animale strano descritto da Elfman, invece, è Hilmet (il tizio che appare già nel terzo capitolo). Un altro mistero da risolvere è la magia usata da Traver.
Spero che questo capitolo vi piaccia, sono curiosa dei vostri pareri >.< Se avete qualche consiglio, notate qualsiasi tipo di errore/orrore, vi prego di dirmelo.
Baci,
-Yvichan
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Premetto che sono uscita pazza per caricare quella benedetta "mappa". 
Buona lettura ^^
 

CAPITOLO 7
 



Lucy capì di essere tornata in sé perché riuscì a mettersi seduta di scatto. Un po' confusa, lanciò un'occhiata a Natsu, che dormiva profondamente al suo fianco. Tirò un sospirò di sollievo, e sorrise guardando il suo volto tanto tranquillo e rilassato. Si alzò dal  letto, facendo attenzione a non svegliarlo. Le sfuggì un gemito di dolore, e si premette una mano sullo stomaco, sentendosi come se qualcuno la stesse prendendo a pugni da dentro. Avvertì una fitta al ginocchio, e riuscì solo per miracolo a non cadere sfinita sul pavimento freddo. Si aggrappò ad un angolo del tavolo di legno collocato al centro della stanza, per riuscire a mantenere l'equilibrio. Arrancando, raggiunse il piccolo bagno del suo appartamento, e lasciò la porta socchiusa. Affannata, appoggiò una mano al petto, come se in quel modo potesse riuscire a rallentare i battiti accelerati del suo cuore.

< Quando > ansimò, < mi lascerai in pace? >

Lanciò un'occhiata allo specchio, osservando l'immagine riflessa: una giovane donna con il viso sciupato, occhi scuri e cupi, e una piccola ruga sulla fronte ad indicare un'espressione decisamente sofferente. I capelli biondi, solitamente ben curati e sistemati, potevano essere paragonati ad un cumulo di paglia secca. In quel momento, Lucy Heartphilia si riconobbe a stento.
Vide apparire un ghigno su quel volto sfigurato, poi sentì la bocca aprirsi involontariamente.

< Quando avrò ottenuto ciò che voglio >.

Lucy deglutì, avvertendo una nota minacciosa nelle parole che lei stessa aveva appena pronunciato. Quella che uscì fuori dalle sue labbra, però, era una voce che non le apparteneva: era molto più profonda, dura, crudele. La Lucy originale non riuscì a reprimere un brivido di paura e sperò, inconsciamente, di essere semplicemente vittima di qualche brutto incubo. Troppo presto si riscosse da quella speranza, certa che quella non potesse essere altro che la realtà dei fatti. Le sfuggì un singhiozzo, consapevole di essere stata travolta in una situazione molto più grande di lei. Inevitabilmente, pensò che non fosse in grado, anche in quel caso, di fare nulla: il nemico era molto forte e, come se non bastasse, aveva preso possesso del suo corpo senza alcuna intenzione di uscirne. Distolse lo sguardo dallo specchio, per evitare le occhiate agghiaccianti e compiaciute che le rivolgeva il volto maligno che aveva di fronte. Inspirò ed espirò più volte, finché non smise di piangere. Una volta calma, si impose di ragionare con lucidità, per trovare una soluzione, e rimase sorpresa di sentirsi decisamente meno rigida rispetto a qualche momento prima. Provò a muovere le dita nella mano, riuscendo facilmente a piegarle a pugno. Un calore le invase il petto, quando la sua mente arrivò a comprendere che fosse molto più facile riprendere il controllo di sé stessa la notte, perché chi l'aveva posseduta era più debole e, probabilmente, a corto di potere magico. Lanciò un'occhiata furtiva al proprio -falso- riflesso. Durante quella settimana Lucy non si era mai arresa, e aveva provato, continuamente, a cercare di sbattere fuori dal proprio corpo chiunque ci fosse entrato. Era una lotta senza fine fra la vera Lucy e la falsa Lucy, l'intrusa che ammaliava il suo compagno, cercando di ucciderlo. Strinse i pugni, pensando che no, questa volta lei non sarebbe rimasta a guardare nell'attesa che qualcuno avesse scoperto cosa le fosse successo. Questa volta avrebbe preso in mano la situazione, sarebbe riuscita a sconfiggere quel male che la stava logorando dall'interno. Più importante: avrebbe salvato Natsu. Non voleva nemmeno immaginare l'eventualità in cui la falsa Lucy potesse riuscire a raggiungere il suo obiettivo. Non lo avrebbe permesso per nessuna ragione al mondo. Natsu era una di quelle persone che amavano, veramente, la vita; e lo ammirava molto per questo, non gli avrebbe mai tolto ciò che per lui era più caro, perché il desiderio più grande di Lucy era vederlo felice. In quel momento, fece un giuramento con se stessa: "Se dovessi provare ad ucciderlo" pensò, fissando intensamente la schiena del Dragon Slayer e sentendosi gli occhi pizzicare, "mi toglierò la vita".
Mosse un piede, poi un altro. Uscì a stento dal bagno, ma alla fine le raggiunse: le sue adorate chiavi erano lì, sulla sua scrivania, raccolte nella custodia di pelle accanto ad una risma di carta. Scintillavano alla luce della luna, quasi la stessero invitando ad invocare gli Spiriti e farli uscire dai portali. Allungò la mano verso la chiave di Leo, desiderando con tutto il cuore che Loki la raggiungesse.

< Tu non lo farai! > urlò la voce terrificante nella sua mente.

Lucy cercò di usare tutta la sua forza per muovere quel dannato e stramaledetto braccio. Le bastavano solo pochi centimetri, dopo di che avrebbe potuto chiamare l'amico. Continuò a lottare contro se stessa, non riuscendo a trattenere un sorrisetto: aveva definitivamente lanciato la sfida, e sapeva di stare dando del filo da torcere a chiunque ci fosse dentro il suo corpo.  

< Perché lui? > fece, trattenendo una smorfia di dolore, mentre il sudore le bagnava il viso e il braccio in tensione le tremava leggermente.

Dopo aver tenuto duro per diversi minuti, si allarmò perché sentì che le forze cominciavano a venirle meno.

< Chi diavolo siete? Cosa volete?! > sbraitò, in preda alla disperazione.

Lanciò uno sguardo al braccialetto di cuoio legato al polso, e poi al ragazzo sdraiato sul letto, ancora dormiente. Se c'era una cosa che aveva capito, era che il nemico non poteva ancora sbarazzarsi di lui; le restava del tempo in cui avrebbe provato la qualunque, per riuscire a batterlo.
Prima di poter anche solo pensare di svegliare Natsu, rimase pietrificata: una risata crudele, senza alcuna traccia di allegria, echeggiò nella sua testa. Si tappò le orecchie per istinto, strizzando gli occhi. In quel momento una sensazione conosciuta e spiacevole le invase il corpo e l'anima, e una consapevolezza nacque dentro di lei, colpendola come una secchiata d'acqua gelida in pieno inverno: aveva fallito, per l'ennesima volta.
La stanza sparì, e tutto attorno a lei divenne buio.

< Perdonami, Natsu. Io... ti salverò, lo prometto > sussurrò prima di crollare sul pavimento, svenuta.

***

Quella mattina si svegliò con il cuore leggermente palpitante. Sbatté più volte le palpebre, ancora confuso dal sonno, poi sbadigliò e voltò il capo sul cuscino, cercando la testa bionda di Lucy. Non si stupì quando non la trovò accanto a sé. Conosceva bene le abitudini giornaliere dell'amica, e sapeva che adorava alzarsi presto per potersi dedicare al suo romanzo "segreto"; gli parve strano, però, quando invece di trovarla accovacciata sulla scrivania, la vide affaccendata sui fornelli. Un profumo di uova fresche  raggiunse le narici di Natsu, il cui stomaco, di riflesso, emise un sonoro brontolio. Il ragazzo imprecò mentalmente, maledicendo il proprio appetito di drago. Sapeva che quel rumore imbarazzante era giunto alle orecchie di Lucy, e la conferma gli venne data da lei stessa che, con una risatina, si voltò nella sua direzione.

< Buongiorno! > esclamò, sorridente.

Natsu sbuffò, mettendosi seduto e stiracchiandosi.

< Buongiorno, cuoca > rispose di rimando, alzandosi.

Grattandosi la schiena si chiuse in bagno, per farsi una doccia veloce. Sotto il getto d'acqua calda, ripensò alla sera prima, a come Lucy lo avesse invitato a letto e a come poi si fosse accucciata a lui. Dovette raffreddare l'acqua, perché rischiò di andare in ebollizione. Scosse la testa, chiuse gli occhi e si massaggiò i capelli, passandosi lo shampoo. Cercò di scacciare i pensieri più.. scottanti. Quando uscì, a petto nudo e con i capelli ancora bagnati, strabuzzò gli occhi alla vista del tavolo pieno di cibo. Lanciò un'occhiata piena di gratitudine alla bionda, chiedendosi come mai, per la prima volta, avesse fatto una cosa del genere per lui. Lei ridacchiò, togliendosi il grembiule color porpora che la proprietaria della casa le aveva gentilmente prestato. Senza pensarci due volte, Natsu si fiondò sulle crepes dolci riempite di cioccolato, bevve avidamente un bicchiere di latte freddo, si leccò i baffi alla vista del bacon e delle omelette. Con la coda dell'occhio, osservò Lucy lanciargli un'occhiata mista di disgusto e divertimento. Quando ormai la pancia rischiava seriamente di esplodergli, decise di fermarsi. Appoggiò la schiena sulla sedia, beandosi della sensazione piacevole di un'abbuffata mattutina. Voltò leggermente in capo verso la ragazza.

< Mangi davvero troppo > lo rimproverò Lucy, alzando gli occhi al cielo.

La vide pulirsi le labbra con un tovagliolo.

< Come mai siamo così magnanimi, oggi? > le chiese, divertito.

Lei fece spallucce, sorridendo e iniziando a sparecchiare.

< Beh.. dovrei essere arrabbiata con te? > gli chiese, voltandogli le spalle per posare i piatti nel lavabo.

Natsu incurvò le sopracciglia, decisamente meravigliato. Sembrava abbastanza sincera, e se non avesse sentito con le sue orecchie non ci avrebbe mai creduto. Avrebbe voluto ribattere che ogni mattina lo sbatteva fuori dalla finestra a calci e urlando, ma decise di gustarsi quel prezioso e unico momento. Immaginò la faccia di Happy quando glielo avrebbe raccontato.

< Natsu? > chiese Lucy, distogliendolo dai suoi pensieri.

< Sì? >

< Mi aiuteresti con le stoviglie? Sai, hai un debito da ripagare >.

Il rosato sbuffò, pensando a quanto fosse subdola e contorta la mente delle donne.  
Arrivarono alla gilda circa un'ora dopo. Con le mani in tasca, Natsu entrò nel castello, diretto verso il tavolo dove erano raggruppati gli exceed.

< Happy! > lo chiamò, con voce allegra.

Il piccolo gatto blu gli saltò fra le braccia, sfregando il muso sul suo petto.

< Hai dormito bene? > gli chiese Natsu, sorridendo e guardando Frosh e Lector intenti a discutere sull'importanza dei tonni. Happy annuì energicamente, sbadigliando.

< Sì, quei due sono molto simpatici, siamo rimasti svegli fino a tardi! > esclamò, con tono solenne. < Ma sono miei rivali > continuò, fulminandoli con gli occhi.

Natsu aggrottò le sopracciglia.

< E perché? > chiese, incuriosito.

Happy sbuffò, abbassando lo sguardo.

< Perché anche a loro piace Charle > brontolò.

Natsu cercò di trattenere una risata ma, quando notò l'espressione corrucciata dell'amico, si fece serio.

< Ti manca, vero Happy? > gli chiese, stringendolo leggermente a sé.

Lui annuì, con gli occhioni lucidi.

< Tanto, Natsu > rispose, con la vocina tremolante.

< Vedrai che la troveremo > lo incoraggiò il rosato, accarezzandogli il pelo.

Inconsciamente, il suo pensiero andò a Lucy. Chissà cosa avrebbe provato se anche lei fosse stata rapita quella mattina insieme agli altri. Anche solo pensare di poterla perdere lo faceva stare male e, nel suo cuore, sapeva che gli sarebbe mancata da morire.

< Ti capisco, comunque. Anche io sarei triste se... >

< Ehi, fiaccola! > urlò la voce di Gray, interrompendolo.

Natsu si voltò nella sua direzione. Gli fece segno di raggiungerlo. Natsu adagiò Happy sul tavolo, e andò verso di lui.

< Che c'è, ghiacciolo? > gli chiese, tranquillo.

Lui fece spallucce, mentre beveva un bicchiere d'acqua.

< Come sta Lucy? > chiese, studiandolo.

< Perché non lo chiedi a lei? E' proprio là > gli rispose Natsu perplesso, indicandola.

Gray continuava a fissarlo, serio. Il rosato incurvò un sopracciglio.

< Che succede? > gli chiese, notando la sua espressione.

< Hai notato qualcosa di strano ultimamente, Natsu? > domandò il moro, con tono grave.

Natsu scosse la testa. Gray lanciò uno sguardo alla bionda, tornando poi a fissare il mago di fuoco.

< Senti > cominciò il moro, nervoso. < C'è una cosa che devo dirti e a cui, probabilmente, non crederai. Riguarda Lucy >.

 A Natsu sfuggì uno sbuffo.

< Perché ce l'avete tutti con lei? Prima Luxus, poi tu... > si spazientì il rosato.

< Natsu, tu non capisci. Lei è.. diversa. Guardala! > disse, indicando con un cenno del capo la ragazza che, seduta al tavolo insieme agli altri, si limitava a sorridere.

< Non vedi come è chiusa in se stessa, non discute e non è allegra come al solito? Non mi rivolge la parola da giorni! Non so che diamine le succede > continuò agitato, < ma di certo non è da lei >.

< Cosa ne puoi sapere tu? Ha vissuto dei momenti difficili, come pretendi che resti calma e indifferente? > soffiò Natsu, sentendosi fremere.

Gray non aveva idea di cosa passasse nella mente della ragazza, e sputava ugualmente sentenze. Lo vide alzare gli occhi al cielo.

< Andiamo Natsu, non essere cieco e non dirmi che non lo hai notato anche tu > lo rimproverò il moro.

Natsu si bloccò un momento, perché la sua mente fu attraversata dalle immagini di tutte le stranezze che aveva rilevato nell'amica in quei giorni: lei  che lo accoglieva nel suo letto, lei che gli preparava la colazione senza fare storie, lei che usava un tono diverso rispetto al solito...

"Coincidenze" pensò irritato. "Sono solo coincidenze, lei sta male ed è per questo che reagisce così" si auto-convinse.

< Sei senza speranza > sbuffò Gray, scuotendo il capo. < Sei così innamorato da non accorgerti che.. >

< Cosa hai detto? > lo interruppe scioccato, sentendo un calore anormale invadergli il viso. Il moro incurvò le sopracciglia.

< Non te ne sei ancora accorto? Eppure pensavo che avessi già fatto la tua scelta > gli disse, tornando a bere la sua acqua.

Natsu fece per aprire bocca, ma non riuscì a dir nulla perché un ricordo lo colpì, spiazzandolo.




< In ogni caso > lo interruppe il moro, < credo che tu debba prendere una decisione >.

< Cioè? > chiese il rosato. Gray emise un enorme sospiro.

< Senti, idiota, a te piace stare qui insieme a Lucy, no? > disse Gray, rivolgendosi con il tono di uno che cercava di spiegare qualcosa ad un bambino di tre anni.

Natsu annuì.

< Ma ti piace stare anche con Lisanna, giusto? >

Natsu annuì, di nuovo.

< Ecco su cosa devi deciderti, stupido > sbottò Gray. 





< Dovremmo organizzare le ricerche >.

La voce di Erza interruppe i suoi pensieri. Natsu ringraziò il cielo per il suo tempismo, non osava neppure prendere in considerazione l'eventualità di essersi innamora...

< Voi due > li indicò la rossa, fulminandoli.

A Natsu prese un colpo e sobbalzò d'istinto, finendo in braccio a Gray.

< Seguitemi > ordinò, dando loro le spalle.

< Sissignora >.

Camminava a gambe larghe, imprecando e massaggiandosi il di dietro. Gray lo aveva lasciato cadere per terra e si era giustificato con un solo, inutile: "ops".

< Se vuoi un po' di ghiaccio, basta dirlo > sghignazzò il moro.

Natsu lo fulminò.  Avrebbe ucciso volentieri quel fastidioso gelataio ambulante, ma poi si ricordò della presenza di Erza e si limitò -saggiamente- a mandarlo a quel paese. Salirono per le scale che portavano al secondo piano, entrando nello studio del Master. L'ultima volta che aveva visto la stanza, era travolta dal caos. Rimase sorpreso di trovarla, invece, riordinata; ogni cosa era al suo posto, come se Makarov fosse tornato.

< Chi ha..? > chiese Gray, che stava pensando la stessa cosa.

< Fried > lo interruppe Erza, senza guardarlo. < Era l'unico a cui Makarov si rivolgeva, quando si trattava di mettere in ordine fogli e libri. Fortunatamente ha anche una buona memoria, perciò riordinando si è reso conto di cosa manca >.

< E cosa manca? > chiese Natsu, curioso.

Erza assunse un'espressione dubbiosa, poi scosse il capo.

< Non manca niente, non hanno trovato quello che cercavano, qualunque cosa fosse > rispose, sedendosi su una poltroncina e accavallando le gambe.

Natsu aggrottò le sopracciglia, certo che ci fosse qualcosa che gli stesse sfuggendo.

< A cosa pensi? > gli chiese Erza, seria. Lui fece spallucce.

< Niente, sono solo confuso > rispose, un po' incerto.

Pensò che, per mettere sottosopra la stanza del Master, dovesse esserci un motivo valido. Ma cosa aveva spinto il nemico a cercare qualcosa lì? E perché era stato necessario far scomparire tutti? La testa gli vorticò furiosamente. Mancavano ancora troppi tasselli, per poter giungere alle conclusioni.

< Tutti questi misteri stanno cominciando a darmi sui nervi > sbottò Gray, guardandosi attorno e dando voce ai pensieri del rosato.

Scesero nel salone, e si diressero verso il tavolo dove tutti gli altri avevano già preso posto. Natsu rimase alzato alle spalle di Lucy, affiancato da Gray. Erza si sedette accanto Meldy. Con la coda dell'occhio Natsu vide il moro scrutare la sala come se stesse cercando qualcuno.

< Vi ho fatti riunire perché è arrivato il momento di riportare tutti qui > annunciò Erza, socchiudendo gli occhi e riaprendoli, subito dopo, di scatto, senza far soffermare lo sguardo su nessuno in particolare. < Perciò adesso procederò con l'assegnazione dei compiti e delle squadre. Domande? > chiese con fare autorevole, osservandoli.

Nessuno parlò, perciò proseguì con il suo discorso.

< Propongo di dividere le squadre equamente, dato che nessuno di noi può sapere quale sarà il pericolo a cui dovrà andare in contro. Loro > disse indicando i ragazzi delle altre Gilde, < ci aiuteranno. A proposito, non finirò mai di ringraziarvi abbastanza > sorrise loro Erza, ricevendo una strizzatina d'occhio da parte di Hibiki.

< Per Fairy Tail questo è altro > disse qualcuno.

< Lo facciamo per il tuo parfum, Erza > scherzò il master di Blue Pegasus, facendo rabbrividire la scarlatta. Il gruppo ridacchiò.

< V-va bene. Comunque, prima di tutto.. Levy, Lucy > le chiamò, mentre porgeva loro un foglio di pergamena, una piuma ed un barattolo di inchiostro.

Natsu guardò gli oggetti con una certa curiosità.

< Ho bisogno di voi: serve che mi scriviate i nomi di tutti i membri di Fairy Tail. Qui con me > continuò, prendendo un sacco da terra e posandolo sul tavolo con un tonfo, < ho dei frammenti di Lacrima, che assegnerò ad  ogni gruppo. Grazie a queste > disse, raccogliendo una lacrima, < ci manterremo in contatto >.

Natsu guardò meravigliato il brandello di cristallo azzurro che l'amica teneva in mano. Conosceva già quell'oggetto, aveva visto il Master usarlo in precedenza, ma ricordava che si trattasse di una sfera. Questa volta, invece, aveva una forma decisamente diversa, un po' storta. Come sarebbero riusciti a rimanere in contatto tramite un pezzo di lacrima grande quanto il suo pollice, e per giunta irregolare?  Fece per alzare la mano e chiederlo, ma fu preceduto da Gajil.

< Sul serio riusciremo a parlarci con questo cosino? > domandò, aggrottando le sopracciglia e rigirandosi un cristallo fra le mani.

< Su Edolas esistevano delle lacrime di questo tipo > rispose Lisanna, facendo spallucce. < Sono usate per la comunicazione vocale, e non è possibile vedersi. Però sono comode e veloci >.

Gajil sembrava ancora scettico.

< Ecco a te, Erza > disse Lucy con gentilezza dopo qualche minuto, porgendo la pergamena con i nomi alla rossa.

Lei la prese, fece dei segni con la piuma ancora intrisa di inchiostro, e la posò sul tavolo, in modo che tutti potessero vederla. Natsu allungò il collo, scrutando la lista1:
 

Gildarts Clive
 Luxus Dreyar
 Erza Scarlett
Mirajane Strauss
Natsu Dragneel
Lucy Heartfilia
Gray Fullbuster
Levy McGarden
Sarusuke (Jet)
Droy
Fried Justine
Bixlow
Evergreen
Cana Alberona
Elfman Strauss
Lisanna Strauss
Alzack Cornell
 Bisca Moulin e Asuka
Warren Rackow
Max Alose
 Nab Lazaro
Visitor Echo
Laki Olietta
Romeo Convault
 Kinana
Macao Convault
 Wakaba Mine
Reedus Johnner
Juvia Loxar
 Gajil Redfox
Wendy Marvell
 Happy
Charle
Panther Lily

 
< Ho cancellato i nomi di chi è presente qui. Gli scomparsi sono diciannove > contò Erza, facendo scorrere l'indice lungo la lista.

< Erza, scusami ma.. veramente sono diciotto > la corresse Levy, timidamente.

La rossa sorrise, scuotendo il capo.

< Avete dimenticato il pezzo grosso > disse, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Tutti si guardarono un momento, sconcertati. Natsu era confuso: nella lista c'erano i nomi di tutti, insomma Levy e Lucy erano troppo intelligenti per poter dimenticare...

< Il nonno! > esclamò Luxus, sbattendosi una mano sulla fronte.

Il rosato si sentì terribilmente stupido, in quel momento. Come aveva potuto scordarsi di lui?
Seguì un coro di "Aaaah, giusto!", e la risata scioccata di Erza che, alzando gli occhi al cielo, lanciò un'occhiata rassegnata al gruppo. Prese la piuma e aggiunse il nome "Makarov".

< Allora > si intromise Gerard, divertito dall'espressione della ragazza, < hai qualche idea, per i team da formare? >.

Il rosato vide Erza incantarsi un momento e poi annuire.

< Sì, ma credo sia meglio discuterne in privato. Scusatemi > fece, alzandosi dalla panca. < Gerard, Luxus, Gray, Natsu, Gajil.. potete venire con me, per favore? > chiese.

I cinque la seguirono, senza obiettare. Giunti in biblioteca, si sedettero a cerchio sul tappeto.

< Perché solo noi? > chiese Natsu, confuso.

Erza lo guardò.

< Perché c'è qualcuno di cui non mi fido là dentro, ma > disse alzando la mano, prima che potesse farle domande, < non chiedermi chi è. Abbiamo un'altra questione di cui discutere, prima >.

Erano un po' stretti in quel posto ma, effettivamente, sarebbero stati al riparo da occhi indiscreti. Il rosato incrociò le braccia al petto, sbuffando. Con la coda dell'occhio la vide sorridere, per poi rivolgersi nuovamente seria a Luxus, che annuì. Dalla tasca interna della giacca, il biondo estrasse un foglio piegato in quattro. Lo aprì e lo appoggiò sul pavimento in mezzo a loro. Natsu si abbassò sul foglio, vedendo una sorta di disegno rappresentato sopra.





                                                            
 



< Ma quella è... > cominciò Gajil, meravigliato.

Natsu vide la rossa annuire al drago di ferro.

< E' la mappa di Mavis > spiegò Luxus, serio.

< Ma cosa significano tutti questi segni e cerchi? > chiese Gray.

< Sono i luoghi in cui sono nascosti gli altri, probabilmente. Guardate meglio > disse Gerard.

< Ma non si capisce niente! > sbottarono Gajil e Natsu, insieme. Il ragazzo dai capelli blu sospirò.

< E' vero, probabilmente è poco accurata perché Mavis non ha avuto il tempo di prepararne una migliore. Comunque, se fate più attenzione > indicò dei segni con il dito, < ci sono diversi cerchi piccoli collegati ad uno più grande. Abbiamo ragione di pensare > continuò grave, < che si trattino dei luoghi in cui tengono rinchiusi i prigionieri >.

< Mavis doveva già aver scoperto da tempo che qualcosa non quadrava > si inserì Luxus, < e probabilmente ha fatto un giro per controllare, poi ha disegnato la mappa >.

Con la coda dell'occhio, Natsu vide Gray alzare le spalle.

< E' una spiegazione plausibile, ma cosa significa: "lui è qui"? Parla di quel tipo mascherato? Lo aveva già incontrato prima? > chiese, guardandoli.

< Probabile > annuì Erza, scrutando la mappa con interesse. < Guardate > disse, assottigliando gli occhi e indicando il cerchio più grande, < non ha tracciato alcuna linea, attorno a questa zona. Deve trovarsi nel fondale dell'oceano >.

< Nel fondale dell'oceano?! > esclamarono gli altri, increduli. Lei annuì, convinta.

< Sì perché, se notate, le altre aree sono segnate da linee tratteggiate >.

< Ma come diavolo facciamo a raggiungere questo pezzo, allora? > chiese Natsu sbigottito, indicando le due circonferenze disegnate nella zona "oceano".

Erza fece spallucce.

< Juvia ci riuscirebbe facilmente > rispose Gray al suo posto, con gli occhi che gli brillavano leggermente.

< Esatto > sorrise la rossa.

< Ma che cosa sarebbero questi cerchi? > chiese il rosato, grattandosi la testa.

< Se quello che ci hanno raccontato Elfman ed Ever vale anche per gli altri nascondigli, probabilmente delle grotte sotterranee, o cose del genere > rispose Luxus.

Natsu osservò meglio il bozzetto, mentre il cervello gli camminava furiosamente. Se quei cerchi indicavano i luoghi in cui si trovavano gli altri, ciò significava che diciannove persone erano state portate in sei posti diversi. E questo significava che..

< ..nella grotta di Elfman ce n'erano altri > sussurrò, stringendo un pugno.

Gli altri lo fissarono sconcertati.

< Come puoi esserne certo? > chiese Gray.

< Beh, non lo sono, però è possibile > disse, nervoso. < Dopotutto i membri di Fairy Tail sono tanti, ed è strano nascondere solo due persone in una grotta  > rispose, facendo spallucce.

< Non male come ragionamento > fece Gerard, dandogli una pacca sulla spalla, < potremmo mandare qualcuno a controllare. Che ne dici Erza? > le chiese, fissandola.

Lei rimase imbambolata per qualche secondo, con le guance rosee. Natsu le lanciò un'occhiata interrogativa, ma lei si riscosse.

< P-penso sia un'ottima idea > balbettò, ancora persa in chissà quali pensieri. < C-comunque, credo che la questione della mappa debba rimanere segreta. Non dovrà saperlo nessun altro oltre noi sei, d'accordo? > ordinò, riacquistando contegno e lanciando un'occhiata ammonitrice verso Natsu. Lui deglutì, annuendo energicamente.

< Bene. Siccome siamo in sei, direi che ognuno di noi sceglierà un team da portare con sé. Gray > lo chiamò, < tu che dici? >

Lui parve rifletterci un momento, poi si decise.

< Credo che Juvia e Lucy vadano bene > rispose.

Natsu strabuzzò gli occhi.

< Lucy è nel mio team! > obiettò, alzando la voce.

< Sono d'accordo con lui, Natsu > disse Luxus.

Natsu lanciò loro un'occhiata esasperata. Ma che avevano contro Lucy?

< Io non sono d'accordo per niente! > sbuffò di rimando il rosato.

< E va bene, Natsu. Lucy verrà con te, insieme a Happy > lo accontentò Erza, alzando gli occhi al cielo esasperata.

< Gray, penso che sia meglio se con te venga Elfman > continuò la ragazza, interrompendo con un pugno il borbottare del Dragon Slayer di fuoco.

< Io mi portò il gamberetto > propose Gajil, facendo spallucce.

< Perché a lui non dice niente nessuno? > brontolò Natsu, con la guancia pulsante per il dolore.

< E poi pensavo anche l'albina, Lisanna > continuò, ignorandolo.

Erza annuì, soddisfatta.

< Tu, Luxus? > chiese, mentre prendeva nota sul retro della pergamena.

< Pensavo a Mirajane, ma non si è ancora svegliata quindi resterò con il mio team originale > disse.

Erza appuntò i nomi di Evergreen e Fried accanto quello di Luxus.

< Credo che Alzack, Bisca e la piccoletta rimangano qui > fece Natsu, passandosi una mano fra i capelli. Erza annuì, comprensiva.

< Bene, rimaniamo io e te Erza > disse Gerard, fissandola. < Penso sia meglio che noi due andiamo insieme. Porteremo Meldy, con noi. Va bene? > le propose.

Natsu la vide sbiancare e poi annuire debolmente. Con la mano tremante segnò, accanto il suo nome, quello di Gerard e Meldy.

< Ok, ricordate cosa sto per dirvi: il team uno è quello di Gray > disse la rossa, facendo un cenno al ragazzo che annuì, < il team due è quello di Natsu, il tre è quello di Gajil, il quattro è quello di Luxus, e il cinque -l'ultimo- è il nostro, Gerard >.

< Di quali punti ci occuperemo? > chiese Gray, interessato.

< Perché non andiamo insieme fino a qui? > propose Natsu, indicando la foresta delle margherite. < E' lì che abbiamo trovato Elf ed Ever, così possiamo dare un'occhiata insieme. Poi da lì ci dividiamo >.

< E' una delle cose più sensate che tu abbia mai detto, fiammella > constatò Gajil, guardandolo stralunato.

Natsu gli tirò un pugno sul braccio, ma la rissa fu interrotta sul nascere dalla voce severa di Erza.

< Faremo come dice Natsu, per il resto ne parleremo dopo > annunciò la ragazza, alzandosi e scrollandosi la polvere dalla gonna.

Si allontanò da loro, lasciandoli soli in biblioteca.

< Ma ha sempre queste manie di controllo? > la voce divertita di Gerard fece rabbrividire il rosato.

< Oh, sì > rispose semplicemente Gray, senza staccare gli occhi dalla porta.

< Donne > fece Luxus, alzando gli occhi al cielo, < possono essere terrificanti >.

< Ma mai quanto Erza > disse convinto il mago del fuoco, deglutendo.

< Assolutamente. Lei è Titania > aggiunse Gajil, sghignazzando.





1 La lista l'ho presa da Wikipedia. 

QUESTO CAPITOLO E' STATO UN PARTO, ufficialmente.
Ci ho messo impegno per riuscire a pubblicarlo prima del previsto, e ho rischiato di uscire pazza :O
Comunque, spero che vi piaccia. Io non ne sono convinta per niente -.-".
Vi ho promesso che avrei fatto prima possibile per postarlo, ed eccomi qui con due giorni di anticipo, solo per voi che mi sostenete sempre <3
Non finirò mai di dirvi grazie. Non avrei mai creduto che una mia storia riuscisse a piacervi così tanto! Ringrazio quindi tutti quelli che l'hanno messa fra le seguite, o meglio ancora fra le preferite (17 *-*). Ringrazio anche i lettori silenziosi, e voi che commentate sempre. Sì, sto parlando proprio di voi:
Eli  *passa salutando*
Ga-chan *saltella allegramente*
Fra *dice: ciao sensei ^^*
Un saluto anche alle altre :D.
Ok, direi che basta così. Però vi giuro, sono veramente commossa. Lo scorso capitolo 5 recensioni. 5!!! T_T Non posso crederci!
Spero sul serio che vi piaccia questo, anche se non c'è niente di interessante, a parte la questione della mappa (finalmente si capisce cosa sia). A proposito.... PUAHAHAHHAHHAHA, che schifoso tentativo di disegnare qualcosa di decente camuffato con un: Mavis non ha avuto il tempo di prepararne una migliore 
Se ci penso rido come una scema. Spero che ci capiate qualche cosa! A presto con il prossimo aggiornamento, fatemi sapere che ne pensate!
Un bacio, Yvichan.
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


CAPITOLO 8


< Dove mi stai portando? > chiese guardandosi attorno, curiosa.

< Voglio sapere chi è cerca di prenderci in giro > rispose aspro, trascinandosela nei sotterranei della Gilda.

La bionda cercò di scrutarlo in viso, ma la sua espressione era indecifrabile. Che ormai sospettasse di lei era chiaro come il sole, ma non capiva cosa volesse farle; forse aveva trovato un modo attraverso cui era possibile smascherarla. Cercò di confonderlo: aveva ancora una carta da poter giocare a suo favore.

< Ancora con questa storia? Ma si può sapere quando la smetterai? Sono sempre io! > fece con tono offeso, bloccandosi sul posto e costringendolo a fare lo stesso. Luxus ruotò lentamente il capo, squadrandola con palese disprezzo. Il braccio con cui reggeva la torcia gli tremò percettibilmente.

< Non costringermi a far del male al corpo di Lucy > minacciò, gelido.

La ragazza sentì la presa sul braccio farsi più forte.

< Per favore Luxus, sii ragionevole > provò a difendersi, sbattendo più volte le palpebre e fissandolo scioccata.

Frenia sperava ancora di poterlo ingannare ma, con suo stupore, una grande mano le serrò la gola e la spinse contro il muro con forza sovrannaturale. Il rimbombo del colpo echeggiò per tutto il sotterraneo, e per un attimo pensò seriamente che la schiena le si fosse staccata dal corpo. Si dovette ricredere quando provò uno spasimo in quella zona che per poco non la fece contorcere. Piegò un bracciò verso l'alto, allungandolo verso il collo del mago e tendendo la mano in un tentativo di graffiarglielo. Fu difficile ma, quando riuscì ad afferrarlo, affondò le unghie nella sua carne facendolo sanguinare copiosamente. Sperava di fargli provare la sua stessa atroce sofferenza: la stretta quasi la soffocava e, al tempo stesso, avvertì un'improvvisa e acuta fitta al fianco. Strinse i denti, cercando di reprimere l'impulso di urlare dal dolore. Non voleva -e non poteva- dargliela vinta, e lo sfidò con lo sguardo, notando che anche lui la stava studiando con interesse e stizza. Sapeva che non si sarebbe fatto scrupoli con lei -si era anche preso la premura di mostrarglielo-, poco importava la sua incertezza su quale fosse la vera realtà dei fatti. Non si sarebbe lasciato raggirare e, anche se lei avesse lasciato il corpo di Lucy, era sicura che avrebbe continuato a torturare quella ragazza fino a mandarla, con ogni probabilità, in fin di vita. Era molto determinato e sicuro di sé, si era messo in testa una cosa e avrebbe fatto di tutto per dimostrare di avere ragione. Represse un ringhio, continuando a lottare silenziosamente contro Luxus.

< T-ti sbagli > disse a fatica, sentendo che le forze cominciavano a venirle meno.

Decise di continuare a mentire, ma dentro di sé provava una sempre più crescente agitazione. Non andava bene, quella ragazzina avrebbe certamente riprovato a sbatterla fuori e magari ci sarebbe anche riuscita, dato lo stato in cui era conciata. Frenia non riusciva a capire per quale assurda ragione non potesse ancora controllare del tutto quel corpo, né perché fosse così debole. Pure una carezza riusciva a metterla fuori gioco -se n'era accorta stando insieme al ragazzo dai capelli rosa-, e ciò era qualcosa a cui doveva assolutamente rimediare. Se avesse continuato a mostrarsi incapace e delicata, Traver non avrebbe perso tempo a cercare un sostituto; e non voleva che ciò accadesse, doveva essere l'unica a servirlo. Solo lei aveva il diritto di accarezzare la sua pelle chiara, assaggiare le sue labbra carnose, farlo suo. Non poteva permettere di essere eliminata dal suo Signore, doveva continuare ad agire come lui aveva deciso e le aveva ordinato.

< Nonostante tu sia in questo stato pietoso, continui a prendermi in giro? > ghignò Luxus, fissandola con l'aria di uno che la sa lunga.

Frenia resse il suo sguardo, senza tradire la minima emozione. Non gli rispose, si impose invece di resistere alle sue provocazioni perché, quando sarebbe arrivato il momento, avrebbe ucciso anche lui e si sarebbe vendicata di quella situazione parecchio umiliante.

< Forse perché non è come dici tu > lo punzecchiò, fulminandolo.

Quando il biondo allentò di poco la presa, per un attimo ebbe la speranza che il suo piano potesse ancora avere qualche possibilità di riuscita.

< Potrai mentire a Natsu > disse invece lui, serio, accorciando la distanza tra i loro volti, < ma non a me >.

Luxus mollò la presa dalla sua gola e riprese a tirarla per il braccio. Percorsero a grandi passi lo stretto e buio corridoio di pietra, e improvvisamente si fermò, lasciandola libera. Poggiò la mano, con cui l'aveva stretta fino a poco prima, sulla parete alla sua destra. La ritrasse un istante dopo, lasciandola ciondolare lungo un fianco.

< Dove siamo? > provò a chiedergli guardandosi attorno, innervosita.

Dalla flebile luce emessa dalla torcia, Frenia intuì di trovarsi in un vero e proprio labirinto dove i corridoi erano tutti uguali. Si stupì, però, quando notò che parte del muro toccato dal Dragon Slayer cominciò a sgretolarsi. Granello per granello, gran parte delle pietre appartenenti a quella superficie scivolarono giù sul pavimento polveroso, formando un grande cumulo di detriti oltre il quale vi era un arco che dava su un altro corridoio, al termine del quale si poteva scorgere una luce argentea.

< Entra e vai fino in fondo, poi gira a destra > ordinò Luxus, con tono grave.

Lei annuì, pronta a scoprire cosa si celasse nelle profondità di quel castello.

< Tu non vieni? > gli chiese, perplessa.

Lo vide scuotere il capo.

< Puoi proseguire solo tu, da qui > spiegò, allungando una mano davanti a sé per fare mostra di una runa che si era formata sotto il suo palmo.

Doveva esserci una barriera invisibile che lo bloccava, e solo in quel momento Frenia pensò a quando, frugando tra i ricordi di Lucy, aveva notato quello in cui Fried le spiegava che Mavis gli aveva ordinato di scriverne diverse. Prima di oltrepassare quella di fronte a lei, allungò un braccio per fare una verifica. Quando constatò che riusciva a superarla senza problemi, fece alcuni passi e si allontanò arrancando dal biondo che ancora la fissava, indeciso. Frenia sorrise tra sé e sé, comprendendo che, nonostante la sua apparente fermezza, fosse ancora troppo insicuro per dimostrare agli altri le sue teorie.

< C'è nessuno qui? > provò a chiamare alzando la voce, quando si trovò a pochi passi da una stanza completamente vuota e deserta.

Di fronte a lei si ergeva imponente una grande porta di legno scuro e, anche se l'istinto le urlava di voltarsi e correre via di lì il più in fretta possibile, decise di avvicinarsi. Notò sopra di sé un fluttuante, grosso lampadario di cristallo all'interno del quale sembrava galleggiare una palla di luce. Tese il collo verso l'alto, aggrottando le sopracciglia e lasciandosi incantare dal lento roteare di quella sfera luminosa.

< Ti piace? > un'inquietante voce armoniosa la fece trasalire.

Voltò il capo di scatto e una bambina dai lunghi capelli biondo chiaro e uno svolazzante vestito bianco a balze le apparve davanti agli occhi dal nulla. S'irrigidì, ricordandosi che Luxus le aveva esplicitamente detto che nessun altro potesse entrare in quel posto.

< Io la adoro! Penso che ne farò altre! > esclamò la sconosciuta, annuendo con convinzione e lanciando un enorme sorriso in direzione del cristallo.

Frenia non sapeva cosa pensare, quella ragazzina le incuteva un timore che non riusciva a spiegarsi. Era tutta attorniata da una leggera aura candida che agli occhi di un qualsiasi comune mortale sarebbe stata invisibile, ma che per lei che era un demone era fin troppo evidente.

< Sai, la luce contenuta lì dentro > indicò la sfera volteggiante, < riesce a rilevare se nei paragi circola magia oscura > continuò con tono vago, senza rivolgerle uno sguardo.

La bionda, invece, non le tolse gli occhi di dosso, sentendo il nervosismo montarle in corpo.

< Ad esempio, guardala adesso > le lanciò una breve occhiata per catturare la sua attenzione. < Fa così perché rileva qualcosa > spiegò.

Frenia alzò gli occhi verso la luce, e si stupì quando la vide scattare, come se fosse impazzita, da una faccia all'altra del cristallo in cui era contenuta. Deglutì, comprendendo immediatamente il guaio in cui si era cacciata. Tornò a guardare preoccupata la bambina che, sempre sorridente, non distoglieva lo sguardo dal lampadario. Una scintilla di comprensione le passò per la mente subito dopo aver notato le piccole ali che le ornavano i morbidi e lunghi capelli.

< Tu sei Mavis? > chiese, cercando di usare un tono il più possibile neutrale.

< Dovresti saperlo, ci siamo già incontrate, Lucy > le rispose in tono canzonatorio Mavis, avvicinandosi nella sua direzione.

Quasi fosse un riflesso involontario, Frenia indietreggiò, percependo un forte potere provenire da quella piccola persona di fronte a sé.

< O forse dovrei dire.. Frenia? > il suo sguardo si fece severo, cupo e assolutamente differente rispetto a quello allegro di poco prima.

La ragazza tentò di cercare una soluzione che le consentisse di fuggire di lì subito ed illesa, ma più il cervello le camminava più non riusciva a trovar nulla.

< Come fai a sapere chi sono? > prese tempo, lanciando occhiate veloci attorno a sé.

La stanza era priva di ogni ornamento, le pareti pallide rilucevano per il bagliore emesso dal lampadario. Il pavimento era liscio e marmoreo, non vide alcuna fessura su di esso.

< E' inutile, non potrai uscire di qui fin quando non te lo consentirò > spiegò la bambina, seria, cancellando ogni sua misera possibilità di fuga.

< Cosa vuoi? > si inasprì Frenia, osservandola furente.

Un sorriso si dipinse sul volto di Mavis.

< Sei venuta tu da me dovresti.. > cominciò alzando le spalle, quasi divertita.

< Mi ha portata Luxus > tagliò corto, scuotendo il capo.

Non riusciva a capire cosa la maga di fronte a sé ci trovasse di tanto buffo in quella situazione: perché i suoi occhi brillavano come gemme? Le veniva voglia di strapparglieli e darli in pasto agli homo-serpis1. Cercò di contenere la sua impulsività, ma sapeva che le bastava ben poco per farle perdere la pazienza. Sentì la schiena scricchiolare minacciosamente, e represse a fatica un gemito, abbassando una mano sul fianco e stringendolo per  cercare di diminuire il dolore ancora forte. 

< Non deve essere stata una bella esperienza, mio caro demone >.

Frenia ridusse gli occhi a due fessure, e cercò di creare un collegamento con Traver. Sperava che lui avesse potuto raggiungerla, così quella piccola insolente avrebbe smesso di ridere. Strinse gli occhi, aggrottando la fronte e trattenendo il respiro. Da sveglia era difficile, ma ci avrebbe provato comunque. Dopo vari tentativi, capì che qualcuno stava interferendo con la sua magia telepatica.

< Che diamine stai facendo? > ruggì Frenia inferocita, perdendo definitivamente quel briciolo di calma che l'aveva fatta contenere fino a quel momento.

Lo sguardo di Mavis parve congelarsi, e tese una mano verso di lei. Una bolla di energia le partì dai polpastrelli diretta nella sua direzione, e Frenia non ebbe nemmeno il tempo di pensare di spostarsi che fu sbalzata qualche metro più in là. Cercò di mettersi seduta dopo qualche secondo e, quando notò che i muscoli non le rispondevano ai comandi, per prima cosa pensò di essersi giocata la colonna vertebrale. Subito dopo, però, vide le sue gambe che si piegavano e si mettevano incrociate contro il proprio volere: era come se avessero preso vita propria; anzi, era come se il corpo fosse tornato agli ordini della legittima proprietaria.

< Sei tornata in te, Lucy > sospirò contenta,  Mavis. < Spero di non averti fatto troppo male > si scusò, scrutandola preoccupata.

< Ti ringrazio infinitamente! > sentì la propria bocca incurvarsi e aprirsi involontariamente per emettere suoni. < Ma tu sapevi che sarebbe successo? > domandò, mentre sentiva le proprie mani alzarsi e legare i capelli sciolti in una coda alta.

< Non lo sapevo, le mie intenzioni erano altre > ammise Mavis, sincera. < Ma sarebbe meglio se ancora non sapessi niente. Frenia è dentro di te, dovete trovare un modo per farla uscire completamente. Il mio incantesimo non durerà ancora a lungo, e ti consiglio di sbrigarti >.

< Certo, tenterò di tutto > annuì energicamente. Poi sentì una rabbia non sua invaderle il cuore.

< Anche perché il suo obiettivo principale è Natsu. Vuole farlo fuori tramite me >.

Mavis assunse un'espressione mista di sorpresa e perplessità, ma si limitò ad annuire.

< Aspetta un attimo > la vide attraversare -letteralmente- la parete, come se fosse un fantasma.

Lucy si alzò da terra, scrollandosi la polvere dalla gonna corta.

< Se mi stai sentendo > sussurrò, rivolgendosi al demone intrappolato al suo interno, < sappi che non l'avrai vinta con me. Ti renderò, anzi, ti renderemo  le cose parecchio difficili > la minacciò, stringendo i pugni.

Frenia non riuscì a fare o dire alcunché, poté solo pensare: " Vedremo Lucy Heartphilia, vedremo".
Mavis tornò poco dopo con in mano un pezzo di pergamena e una piuma magica. Scrisse qualcosa sul foglio e lo porse a Lucy, ordinando con voce gentile di consegnarlo a Luxus. Lucy la salutò, e si mise quasi a correre per raggiungere il mago.

< Ma che... > fece lui quando la vide fermarsi e fissarlo ansante.

Inarcò un sopracciglio.

< Luxus, sono io. Mavis ha detto di darti questo > disse, mentre il biondo leggeva le poche righe scritte dal loro primo Master.

Il viso gli si rilassò, mentre con voce serena le disse:

< Andiamo sopra, Lucy >.
***

< Ti prego non dire nulla agli altri > lo pregò per l'ennesima volta.

Lo vide alzare gli occhi al cielo.


< Spiegami perché. Anche loro hanno il diritto di sapere cosa sta succedendo > sbuffò senza guardarla, continuando a camminare.

Lucy soffiò, gonfiando le guance. Anche se sapeva di avere torto, doveva tentare di convincerlo. Si vergognava di essere stata catturata da Frenia così, senza nemmeno aver avuto la possibilità di reagire; era stanca di essere reputata "fragile".


< Lucy > la zittì Luxus, < non è corretto nasconderglielo. Almeno dillo ad Erza, Gray, Natsu.. soprattutto lui. E no, non mi guardare con quella faccia, sai benissimo che è giusto così >.

< Sì, ma... >

< Niente ma, Lucy > la zittì Luxus, di nuovo.

Lucy grugnì qualcosa in risposta, incrociando le braccia. Non aveva la minima intenzione di far del male a Natsu, ma non era nemmeno colpa sua se quello zuccone le stava appiccicato. Proseguirono in silenzio, poi si arrampicarono su per le scale che conducevano alla biblioteca della Gilda. Appena fuori, si stiracchiò e respirò una boccata d'aria pulita e fresca, socchiudendo leggermente le palpebre. Riuscire ad avere il pieno controllo di ogni più piccola parte del proprio corpo era una delle sensazioni più belle che avesse mai provato.
Si guardò attorno, notando due teste far capolino da dietro una delle librerie. Lucy lanciò un'occhiataccia a Luxus che, dal canto suo, si limitò a fischiettare e ad uscire dalla stanza.

< Venite fuori > sospirò la bionda, con un mezzo sorriso.

< Lucy, sei tu? > chiese Gray, titubante.

La bionda annuì, mordendosi un labbro. Ora che li aveva rivisti, raccontare tutto ai suoi migliori amici le parve la cosa migliore, e si sentì una stupida ad aver anche solo pensato di nascondere loro l'accaduto. Erza le venne incontro e la tirò a sé, soffocandola in un abbraccio stritolatore.

< E-Erza, così mi ucciderai! > provò a dire la povera maga degli Spiriti Stellari, senza riuscire ad essere ascoltata dalla rossa che, imperterrita, continuava a tenerla spiaccicata sulla sua armatura.

< Siamo contenti di riaverti fra noi! > disse, sinceramente commossa.

Lucy non riuscì a trattenere un sorriso gioioso.

< Devi raccontarci tutto > continuò a mo' di ordine Erza, dopo averla allontanata dolcemente da sé.

< Beh.. credo che l'abbiate capito già, sono stata posseduta. E lo sono ancora > sospirò Lucy, sedendosi su una poltroncina e accavallando le gambe.

< Che vuoi dire lo sei ancora? > chiese Gray, confuso.

< Mavis ha lanciato un incantesimo per tenere buono il demone che ha preso il controllo del mio corpo, ma è solo temporaneo > spiegò la bionda, guardando l'amico.

< E quanto dovrebbe durare l'effetto? > chiese Erza, dispiaciuta.

Lucy scosse la testa, abbassando lo sguardo.

< Non lo so > ammise, con tono sommesso.

< Dovremmo chiedere a Polyushka. Magari ne sa qualcosa, dopo tutti questi anni passati nel mondo magico insieme a Makarov > propose Gray, facendo spallucce e aggrottando le sopracciglia per concentrarsi.

< Sarebbe un'idea > annuì Erza. < Mavis non ti ha consigliato nessuno? >

Lucy scosse la testa.

< No. Ha solo detto che, una volta espulsa Frenia dal mio corpo, sarei dovuta riscendere da lei nel sotterraneo >.

< Chi è Frenia? >

< Quella che mi ha posseduta > spiegò Lucy, seria.

Gray ed Erza assunsero espressioni confuse, ma si limitarono ad annuire.

< Potremmo chiedere a Levy di fare qualche ricerca > propose la rossa.

Lucy si allarmò, non voleva che altri sapessero della condizione in cui si trovava.

< No, per favore Erza! Non voglio che gli altri si accorgano di quello che mi è successo! > la pregò, lanciandole occhiate supplichevoli. La rossa le rivolse un sorriso gentile.

< Lucy.. guarda che se ne sono accorti tutti ormai > le disse, con tono dolce.

Lucy aggrottò la fronte, poi sospirò. C'era da aspettarselo: i suoi amici avrebbero sicuramente notato dei profondi cambiamenti in lei, infatti si erano insospettiti. Fortunatamente, pensò Lucy. 

< Era così evidente? > chiese la bionda, inclinando la testa.

< Ti conosciamo bene > rispose Gray facendo spallucce, < ma qualcuno, qui dentro, sembra non aver ancora capito niente > aggiunse, lanciando un'occhiata esasperata in un punto alle sue spalle.

Lucy si alzò sulle punte. Un ciuffo rosa e una codina blu sbucavano da dietro la scrivania sistemata accanto all'entrata.

< Natsu, Happy > li chiamò, divertita < non siete invisibili >.

< Te lo avevo detto... Ahia! >

Natsu saltò fuori dal nascondiglio grattandosi la testa, accompagnato da un Happy con il muso gonfio per il colpo appena ricevuto.

< Non avevamo alcuna intenzione di origliare, ci eravamo solo appisolati > spiegò il rosato, fulminando il gattino.

Lucy rise notando l'espressione imbronciata di Natsu. Si bloccò solo per osservarlo, cercando di non tralasciare nessuna parte del suo corpo e memorizzandolo il meglio possibile. Il mondo attorno a lei scomparve quando i loro occhi si incrociarono, sentiva solo il suono soffuso della voce di Erza. Rivederlo dopo una settimana passata a viverlo in terza persona era una sensazione strana e piacevole insieme.
Frenia le aveva impedito di guardarlo, di sentire il suo tocco sulla pelle. Era riuscita solo a percepire la sua vicinanza. Lo stomaco le si strinse in una morsa addolorata che le fece istintivamente posare la mano sulla pancia.

< Oh, hai fame? > le chiese il rosato, sbattendo le palpebre e alzando le sopracciglia.

Lucy annuì, lieta di poter camuffare quei pensieri per semplice bisogno di cibo.

< Allora che ne dite di s... > iniziò Erza, lisciandosi i lunghi capelli rossi.

< ...separarci, così voi andate a mangiare? > la interruppe il moro, lanciandole un'occhiataccia.

Rivolse poi un falsissimo, smagliante e disinvolto sorriso a Lucy e Natsu, che nel frattempo lo guardavano perplessi.

< Ah, e ricordatevi che Mira non si è ancora svegliata! Dovrete accontentarvi di pranzare altrove > continuò, con fare serio.

Lucy notò un'espressione confusa sul viso di Erza che, dopo poco, si illuminò.

< Ooooh. Hai ragione, Gray. Beh, Kagura mi chiama quindi io.. > si dileguò la rossa, con un breve inchino di scuse.

< Io cerco Juvia > disse Gray, sventolando una mano e  separandosi da loro a grandi passi. < Non vederla nei paragi per più di dieci minuti mi fa stare con l'ansia > farfugliò, probabilmente sperando di non essere sentito.

Lucy e Natsu rimasero imbambolati per qualche istante, lanciandosi occhiate confuse di tanto in tanto. Quando anche Happy fuggì da loro, servendosi di un "ho bisogno di pesce" come scusa, rinunciarono definitivamente a capire cosa stesse succedendo e si limitarono ad uscire dalla Gilda.

< Dove vuoi andare? > chiese distrattamente il rosato, aggiustandosi la sciarpa di Igneel.

< E' uguale, potremmo andare anche a casa mia e... >

< No! > la interruppe lui guardandola e fermandosi sul posto, improvvisamente rosso in viso.

Lucy si fermò a sua volta e lo fissò sconcertata, alzando le sopracciglia con stupore.

< Voglio dire, ti offro qualcosa > brontolò impacciato, riprendendo a camminare e distogliendo gli occhi da lei.

La bionda sbatté più volte le palpebre, mentre un sorriso timido e felice le si disegnò sul viso. Non poté far a meno di sentirsi lusingata da quel gesto, che forse per qualcun altro sarebbe parso pure normale, ma che per lei significava davvero molto. Quella settimana di buio le era servita, da una parte, per far chiarezza dentro di sé, e allora lo aveva capito: l'affetto che provava nei confronti del drago andava oltre il semplice voler bene. Non sapeva per quale motivo ora lui si stesse comportando in maniera decisamente dolce e gentile, e probabilmente non doveva farsi illusioni; in cuor suo, tuttavia, sperò che anche il rosato provasse qualcosa nei suoi confronti. A quanto ne poteva sapere da quelle brevi volte in cui era riuscita a riprendere il controllo di sé, Lisanna si era allontanata da lui, ma doveva ancora scoprire il perché. Si rabbuiò, ricordandosi che l'incantesimo di Mavis non avrebbe retto a lungo. Come avrebbe potuto proteggerlo da quell'arpia di Frenia? Forse doveva metterlo al sicuro facendo quello che era più giusto: allontanarlo da lei.
Scelsero un locale un po' all'antica ma molto elegante. Le pareti all'interno erano verniciate di un rosa pallido e decorate con quadri di varie dimensioni che ritraevano giovani donne in pomposi abiti da sera. Due invitanti poltroncine verdi in stile capitonné con accanto un comodino bianco perla, e sopra un tappeto un po' smunto, erano sistemate nell'atrio e accoglievano gli ospiti. Quel bel salotto era illuminato dalla luce di una curiosa lampada metallica alta quasi quanto Lucy, che Natsu osservò con curiosità.

< Benvenuti > li ricevette un uomo sulla quarantina, vestito di tutto punto, che alla bionda parve uno dei servitori di villa Heartphilia.

Quando viveva lì, Lucy si divertiva ad osservarli mentre correvano  in mille direzioni diverse.

< Salve > dissero Natsu e Lucy, insieme.

Il cameriere chinò leggermente il capo in segno di saluto, e lì invitò ad entrare in una saletta dove diversi tavoli erano già apparecchiati. Lucy si guardò attorno meravigliata, e si sentì un po' a disagio quando notò altre donne, decisamente meglio vestite di lei, osservarla con fare critico.     

< Avresti potuto dirlo, avrei indossato qualcosa di più appropriato > mormorò, rivolgendosi al rosato che ridacchiò in risposta.

Scelsero un tavolino vicino alla finestra che dava sul viale affollato di Magnolia. Da lì Lucy riusciva a vedere i grandi cipressi del parco poco lontano, e quella vista le infondeva una sensazione di calma e di pace.

< Ehm.. allora... >

La bionda si voltò in direzione di Natsu che, probabilmente, stava cercando il modo migliore con cui iniziare ad affrontare l'argomento. Non la guardava, ma le sembrò piuttosto imbarazzato. Lucy decise di introdurre un discorso per sciogliere il ghiaccio e farlo parlare spontaneamente.

< Come mai siamo venuti qui? > gli chiese, lanciando furtive occhiate al piccolo bouquet di margherite posto come centro tavola.

< Mi sembrava un bel posto.. > rispose, alzando le spalle.

< Ma ti costerà un occhio della testa! > sussurrò avvicinandosi a lui, cercando di non farsi sentire dalle pettegole signore a qualche tavolo di distanza.

< Non fa niente, recupererò > ridacchiò, prendendo fra le mani il menù.

Lucy lo vide sbiancare, e capì che aveva letto i prezzi.

< Te lo avevo detto > alzò gli occhi al cielo la bionda, trattenendo una risata.

Fece per alzarsi, ma Natsu la bloccò per un polso.

< E io ho detto che non fa niente > disse, osservandola con determinazione.

Lucy deglutì, annuendo e sentendosi le guance decisamente calde. Si risedette, nascondendo il viso arrossato tra le pagine del menù.

< I signori vogliono ordinare? > chiese la voce gentile di una donna, accanto a loro.

La bionda ringraziò il cielo per il suo tempismo. 

< Io prendo il risotto con i gamberi, tu Lucy? > rispose Natsu, guardando prima la cameriera e poi Lucy.

< Anche io > annuì la bionda, porgendo il menù alla donna senza aver nemmeno letto cos'altro ci fosse.

< Da bere cosa gradite? > chiese ancora la cameriera, appuntando le ordinazioni su un taccuino.

< Acqua > risposero in coro i due ragazzi.

La donna fece un cenno del capo per congedarsi e lasciarli soli. Lucy pensò che fosse molto simile a Virgo, con i capelli corti sulle spalle e il viso dolce e carino. Aggrottò la fronte, pensando che ci fosse qualcosa di importante di cui doveva ancora occuparsi..

< Gli Spiriti! > esclamò spalancando gli occhi.

Natsu la guardò sconcertato, e notò che non era il solo.

< Ho dimenticato > abbassò la voce, sporgendosi in avanti verso il compagno, < di richiamare gli Spiriti. Potrebbero fare qualcosa > spiegò, con una punta di speranza.

Natsu parve capire, e sorrise contento.

< Hai ragione! >

< Appena finiamo qui invoco Crux, così riesco anche a facilitare il lavoro a Levy-chan > fece spallucce Lucy, poggiando un gomito sul tavolo e reggendosi la testa con la mano.

Natsu  non rispose, ma si rinchiuse nuovamente in un silenzio timido e decisamente fastidioso.

<  Ma che ti prende? > sbuffò la bionda, guardando l'espressione vacua e persa del compagno. Lui parve riscuotersi, e scosse la testa.

< Scusa, è che mi sembra tutto così strano >.

< Che vuoi dire? > chiese lei, curiosa.

< Ho parlato per una settimana con una persona che credevo fossi tu > spiegò il rosato, senza guardarla. < Mi sento in colpa, Lucy. Non so come abbia fatto a non capirlo >.

< Baka, sta' tranquillo. Nemmeno io credo che me ne sarei accorta, se fosse successo a te > mentì Lucy, avvertendo una fitta al petto di dispiacere.

Se Natsu non se n'era accorto, ciò voleva dire che doveva poi importargli così tanto di lei.

< Ma è assurdo! Insomma io... tu... Ah, non lo so, so solo che mi dispiace > balbettò, fissandola intensamente. Sul viso di Lucy si aprì un sorriso.

< Non ti preoccupare, ora lo sai. E... Natsu c'è anche un'altra cosa che dovrei dirti > fece, improvvisamente nervosa.

Come faceva a spiegargli che il suo alter ego avrebbe cercato di ucciderlo? Lo vide irrigidirsi e le sue guance si coloravano di un bel rosa acceso. Inarcò un sopracciglio stupita, ma scelse di ignorare quelle reazioni.

< Frenia.. il demone che alberga dentro me.. Beh, lei ha un obiettivo. E sei tu > spiegò Lucy. Il rosato aggrottò la fronte, perplesso.

< Io? > chiese, incredulo. Lucy annuì.

< Vuole ucciderti, Natsu >.

< Che cosa? > strabuzzò gli occhi, boccheggiando.

La bionda sospirò, spiegando le discussioni decisamente poco amichevoli che aveva avuto con Frenia.

< Ma è assurdo, perché dovrebbe uccidere me? E poi perché usa te? > chiese scioccato ed arrabbiato, con uno sguardo di vago timore.

< Non ne ho idea, Natsu > scosse la testa la bionda.

Si immersero in un silenzio che fu interrotto solo dall'arrivo delle portate ordinate poco prima. Lucy si versò l'acqua nel bicchiere di vetro, sorseggiando con calma e godendo della frescura della bibita. Posò il bicchiere, alzando lentamente gli occhi verso il compagno.

< Dobbiamo stare lontani per un po' > disse, trovando finalmente il coraggio.

Natsu la guardava come se fosse qualcosa di alieno, paralizzandosi.

< Che hai detto? > chiese, come se non avesse sentito.

< Ho detto che dobbiamo allontanarci, Natsu >.

< Ma per favore! > sbuffò il rosato, prendendo una forchettata di riso e portandoselo alla bocca.

Lucy alzò gli occhi al cielo, chiedendosi perché fosse tanto cocciuto.

< Non capisci? Potrei ucciderti! > si esasperò, posando entrambe le mani sul tavolo e sentendosi gli occhi pizzicare. Lo vide fare spallucce.

< Ti fermerei > disse con semplicità, fissandola.

< E' troppo rischioso >.

Lucy era decisamente preoccupata. Sapeva quanto Frenia fosse forte, e aveva paura che potesse ferirlo seriamente.

< Il rischio è il mio mestiere, e anche il tuo > le ricordò saggiamente Natsu, puntandole un indice contro e continuando a divorare il suo pasto come se niente fosse.

Lucy non sapeva cosa ribattere, perché non poteva dargli torto.

< Non voglio che ti faccia male > ammise la bionda, abbassando lo sguardo e giocando con un gambero.

Sentì la mano di Natsu posarsi sulla sua, e alzò gli occhi. Aveva uno strano ghigno dipinto sul viso, quasi fosse divertito da quella strana situazione. Immaginò cosa stesse pensando: " Sono tutto un fuoco!".

< Non sono d'accordo > soffiò Lucy, contrariata.

< Andiamo, Lu! Quante volte devo ripetertelo? Io sono con te, non ti lascerò sola. Lo hai detto anche tu: io e te sempre insieme >.

Lucy percepì la propria temperatura corporea aumentare pericolosamente. Una lacrima le sfuggì, e strinse gli occhi per evitare che anche le altre venissero fuori. Sentì una risatina, e la sua mano fu stretta da quella di Natsu. Era calda, molto calda, quasi bollente. Pensò che se avessero fatto una gara di calore in quel momento, probabilmente sarebbe finita in parità.

< Ehi Lu? >

< Che c'è? >

< Sorridi un po'. Sei.. più bella, quando sorridi >.

Lucy arrossì, ritirando la mano dalla sua senza il coraggio di guardarlo negli occhi. Bevve un altro bicchiere d'acqua, gettandosi con foga sul piatto di fronte a lei, cercando di calmare il suo nervosismo.

< E io che cercavo di controllarmi! > rise il rosato.

Si ingozzarono fino a scoppiare, incuranti delle occhiate disgustate che le signore lanciavano loro.
Lucy non riusciva a smettere di ridere in compagnia di Natsu, soprattutto al momento del conto quando finse un mezzo svenimento per evitare di pagare.



< Mi sono divertita > sorrise la maga, mentre passeggiava al fianco del compagno per il parco.

< Dopo questo mi devi ospitare per almeno cinque mesi > brontolò lui.

< MA SE HAI INSISTITO TU  A PORTARMI IN QUEL POSTO! > sbraitò, dandogli un pugno sul braccio.

Si distesero sul prato, all'ombra di un alberello. Lucy cercò di pensare a tutto, fuorché alla presenza del rosato accanto a sé. Chiuse gli occhi, beandosi del sole caldo di quel pomeriggio. Quando li riaprì dopo qualche minuto, quasi non volò dallo spavento. Il viso di Natsu era a pochi centimetri dal suo, e la fissava con un'aria decisamente strana.

< Hai intenzione di farmi prendere un colpo, per caso? > lo rimproverò, sentendo il cuore battere all'impazzata.

Lui si allontanò, distogliendo lo sguardo e passandosi una mano fra i capelli. Era seduto a gambe incrociate, sostenuto dalle braccia poggiate sul prato. Le sue dita erano a pochi centimetri dalla guancia di Lucy che, per impulso, prese a soffiare sul suo braccio tanto per stuzzicarlo un po'.

< Mi fai il solletico > mormorò Natsu, lanciandole un'occhiataccia.

Lucy continuò a soffiare, chiedendosi come potesse soffrire il solletico in un posto così improbabile.

< Smettila! > rise il ragazzo, allontanandosi un po'.

La maga strisciò verso di lui, continuando a soffiare per dispetto. Lo vide mettersi in ginocchio, mentre le sue mani scattarono sulla pancia della bionda iniziando a muoversi su e giù e causando nella povera vittima delle risa incontrollabili.

< Dai.. Basta!.. Ahah, Natsu! > lo spinse, rotolando sopra di lui.

< Ho vinto! > rise, bloccandogli le braccia e ignara della posizione in cui si trovavano in quel momento.

< Non credo proprio! > fece lui, ribaltando le posizioni e continuando a farle il solletico.

Solo quando Lucy urlò pietà il rosato decise di fermarsi, sdraiandosi accanto a lei.

< Baka, ti batterò prima o poi > lo fulminò ancora affannata, dandogli un pizzicotto.

< Vinco sempre io > rise lui, allontanandosi di poco per evitare la furia della compagna che invece si paralizzò, fissandolo.

Quel giorno si era divertita come non faceva da tanto, troppo tempo.

"Vinco sempre io"...

Come desiderava che potesse vincere anche contro Frenia. Sperava con tutto il cuore che ce la facesse, contro di lei.

< Ohi > lo chiamò, sorridendo.

Lui la fissò, con i suoi grandi e bellissimi occhi color smeraldo. Lucy sentì lo stomaco stringersi in una morsa.

< Ti prego > sentì le lacrime scenderle sul viso irrefrenabili, < non morire. Ti prego... >

Natsu la strinse a sé, e lei si beò di quel calore di cui non avrebbe potuto fare a meno e di cui, di lì a poco, sarebbe tornata a sentire la mancanza. 




NOTE DELL'AUTRICE.

1: Gli homo-serpis sono quelle creature strane che Elfman ha descritto. Hilmet è una di loro. Dalla frase di Frenia, si deduce che ce ne siano tanti. 


Non sono morta, sono ancora qui! ^^ 
So che sono in ritardo, scusatemi ma per ora non riesco a trovare il tempo di scrivere! 
Questo capitolo non mi sembra niente di che, alla fine tutta questa attesa per niente -.- Sono imperdonabile. 
Ringrazio le sei recensioni dello scorso capitolo, mi avete resa felice *-* 
Spero di trovarvi ancora a seguirmi, e spero di trovare anche qualche commentino per questo... coso.
Un bacione! 
Yvichan

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


CAPITOLO 9




Natsu fiutava l'aria concentrandosi sull'odore dei suoi compagni e sperando di avvertirne qualcuno nei paragi. Quando erano -finalmente- partiti per iniziare le ricerche, nei pressi della Foresta delle Margherite lui e gli altri Dragon Slayer -più Gray- si erano distaccati dal gruppo per cercare indizi.

< Trovato qualcosa? > chiese la voce di Gajil, ad un centinaio di metri da lui.

< Niente > rispose Natsu, sbuffando.

< Negativo > fece Sting, altrettanto abbattuto.

Quella scenetta andava avanti da giorni ormai. I draghi avevano controllato ogni centimetro della regione, segnata con scarsa precisione sulla mappa di Mavis, ma dei membri scomparsi di Fairy Tail nemmeno un capello. La preoccupazione e l'agitazione tra quelli rimasti era sempre più palpabile, dato che la mancanza di Makarov iniziava a farsi seriamente sentire, e anche Erza tendeva a perdere le staffe sempre più facilmente -del tutto inutili i tentativi di Gerard e Luxus di placare le sue ire-. 
I rami scricchiolarono sotto i passi pesanti di Natsu, che procedeva lentamente e guardando tutto ciò che lo circondava con attenzione quasi maniacale.
Sentì qualcosa di piccolo picchiettargli sul braccio, e alzò lo sguardo. In quel posto gli alberi si ergevano circa ogni due metri, e lo spesso strato di foglie in alto creava una sorta di riparo dalle gocce che scendevano pesanti giù dal cielo. Non riuscì a trattenere una smorfia, pensando che a quel punto fosse meglio interrompere la ricerca: la pioggia lo metteva in difficoltà, dato che generava una nuova serie di odori che contribuivano a confondere i profumi già presenti. Mise una mano dentro la tasca, cercando il frammento di Lacrima che lo avrebbe messo in contatto con i suoi compagni di team.

< Yo Lucy, ci sei? > chiese, avvicinando il cristallo alle labbra.

Non udendo alcuna risposta, decise che fosse il caso di urlare.

< LUUUUUCY!!!! >

< Natsu! Che succede? >

La voce melodiosa ma decisamente preoccupata della ragazza lo divertì.

< Dovevo farmi sentire in qualche modo > spiegò il rosato, abbassando di nuovo il tono e appoggiandosi con la schiena su un tronco. < Qui non ho trovato niente, e credo che tra poco scoppierà un bel temporale. Dì agli altri di tornare indietro, ci vediamo al capannone >.

Il capannone era il loro accampamento provvisorio, una casetta abbandonata trovata per caso da Levy mentre i ragazzi erano impegnati nel sopralluogo della Foresta.

< D'accordo. Stai attento >.

< Sì, certo mammina.. > brontolò Natsu con un mezzo sorriso, alzando gli occhi al cielo.

Se da un lato l'apprensione della compagna lo irritava, dall'altro lato la adorava. Pensò a quando si era ritrovato sopra l'erba del prato del parco sdraiato al suo fianco. Aver visto il suo volto rigato di lacrime lo aveva convinto che Lucy, stupida per com'era, dovesse sentirsi in qualche modo responsabile per una sua eventuale e prossima morte. Avrebbe voluto dirle che non c'entrava nulla, che era tutta colpa dei due demoni che avevano colpito non solo lei ma tutta la Gilda, ma non ne era stato capace. Si era limitato ad abbracciarla in silenzio, cullandola fra le proprie braccia e godendo del calore piacevole che la sua pelle morbida e candida gli trasmetteva.
Si incupì, pensando a tutto quello che doveva aver passato e che aveva affrontato da sola. Perlomeno da quando Mavis aveva lanciato l'incantesimo su Lucy, Frenia non era più riuscita a prenderle il corpo e perfino Polyushka aveva dichiarato che, a parer suo,  il demone era del tutto scomparso. Dopo aver fatto risvegliare Mira, poi, avevano avuto la conferma definitiva: Lucy era libera, e il suo solito naturale atteggiamento un po' civettuolo ma solare e gentile, tranquillizzava tutti e serviva un po' da "tisana" per i momenti più grigi. L'esperienza di Lucy era la prova che dimostrava la non-onnipotenza del nemico e tutti osservavano lei per capire che sì, potevano farcela.
La maga degli Spiriti aveva ammesso di aver provato in quei giorni qualche piccola fitta, indice di un nuovo possibile tentativo di possessione da parte di Frenia, ma non si spiegava il motivo per cui quegli attacchi non riuscissero ad andare a buon fine. Natsu invece conosceva la verità, e sapeva che Loki l'aveva aiutata molto: durante quella settimana la notte era rimasto nel loro mondo a vegliare su di lei, e una volta lo aveva visto abbracciare la dormiente Lucy per avvolgerla con una luce dorata e brillante che era sicuro si trattasse di una magia in grado di allontanare il male e l'oscurità. Anche se l'idea di saperla tra le braccia di Loki gli creava un curioso e fastidioso senso di pressione alla bocca dello stomaco, doveva ammettere che senza lo Spirito probabilmente l'amica sarebbe ricaduta vittima del demone; e Natsu arrivava ad odiare se stesso, perché sapeva che non poteva far niente per proteggerla.
L'idea era stata di Polyushka, che sapeva dell'esistenza della luce purificatrice degli Spiriti Stellari e ne aveva parlato con Natsu. Il rosato era riuscito a mettersi in contatto -anche se non sapeva come- con Loki, e insieme avevano deciso che, per non far precipitare ulteriormente la già fin troppo bassa autostima di Lucy, fosse meglio non parlare a nessuno della loro operazione segreta. Lucy per prima non ne era a conoscenza, e probabilmente credeva che fosse lei stessa a respingere Frenia. Ovviamente Natsu non aveva alcuna intenzione di far crollare questa sua piccola soddisfazione.
Per non creare sospetti all'alba lui e Loki si davano il cambio, e allora veniva il suo turno di badare alla bionda. Si sdraiava accanto a lei senza però riuscire a prendere sonno, non poteva far a meno di restare all'erta ed era sempre pronto a richiamare lo Spirito Stellare in caso di necessità.
Fino a quel momento non ne aveva avuto mai bisogno, e molte volte passava il suo tempo osservando incantato i capelli dorati e lisci della compagna sparsi sul cuscino come fossero un ventaglio.
La mattina poi puntualmente  veniva rimproverato -Lucy sapeva raggiungere acuti da far invidia ai migliori tenori- di aver abusato deliberatamente del letto e di "russare come un cinghiale asmatico" (Nda: non so da dove mi escano certe genialate). Quando lo lanciava delicatamente dalla finestra per scacciarlo, era pure così gentile da lasciargli una bella impronta rossastra sulle chiappe -che poi, dove la prendesse tutta quella forza non l'aveva mai capito-. Il rosato accettava di buon grado i toni soavi e le prodezze mattutine della maga e, anche se l'altra Lucy lo coccolava ed era molto più dolce, non avrebbe cambiato la sua Lucy, quella vera, per nulla al mondo.
La pioggia si faceva sempre più intensa, sentì i capelli afflosciarsi sulla fronte e tastando la sciarpa si accorse che era inzuppata. Imprecò mentalmente accelerando il passo, sperando di non arrivare al rifugio completamente fradicio.
Vide in lontananza un piccolo locale semi-distrutto, formato da un mucchio di travi di legno assemblate insieme e con il tetto composto da una serie di tegole arrugginite e cigolanti.

< Natsu! > lo chiamò Happy, sventolando una zampetta.

Il gattino svolazzava sull'uscio della baracca accanto a Juvia che, vedendolo arrivare, sorrise.

< Yo, Juvia > la salutò non appena riuscì a ripararsi.

Strizzò la sciarpa facendo colare una cascata d'acqua.

< Non puoi fare niente per quella?! > sbottò irritato, indicando con il pollice il diluvio alle sue spalle. La maga della pioggia scosse la testa.

< Juvia non può controllare i fenomeni meteorologici > ammise, dispiaciuta.

Il rosato rimase un po' perplesso, ma cercò di non pensarci e varcò a grandi passi l'atrio, asciugandosi i vestiti con le fiamme che faceva fuoriuscire dal proprio corpo. In quelle situazioni ringraziava Igneel di avergli insegnato quel tipo di magia.
Si guardò attorno, notando che le ragazze avevano messo in ordine. L'interno era molto semplice, comprendeva due stanze -di cui una era il bagno- più un mini corridoio con un piccolo spazio adatto per cucinare. Un tavolino a tre gambe stava in bilico al centro della camera principale, mentre in un lato giacevano i resti di due sedie inutilizzabili, accanto ad una pila interminabile di libri; i sacchi a pelo erano stati tutti raccolti e messi da un'altra parte, in modo da lasciare libera una porzione di  pavimento che consentisse loro di passare da una stanza all'altra; un'unica finestra mezza rotta illuminava la dimora con la luce naturale, anche se Mira aveva provveduto a riempire con delle candele le mensole di legno che qua e là erano appese alle pareti prive di vernice.
Tutto sommato non era un bello spettacolo -anzi sembrava abbastanza agghiacciante, per dire la verità- e la notte dovevano dormire tutti appiccicati. Però quella catapecchia era stata loro molto utile, dato che altrimenti avrebbero dovuto stare distesi sul terreno poltiglioso della foresta. Dopotutto non poteva lamentarsi più di tanto di quel luogo. 

< Gli altri non sono ancora arrivati >.

La voce di Lucy lo riscosse dai pensieri. La maga degli Spiriti Stellari era appoggiata accanto la finestrella appannata che dava sul fitto bosco da cui il rosato aveva appena fatto ritorno.

< Tra poco arriveranno, è difficile che abbiano continuato le ricerche con questo tempaccio > disse avvicinandosi a lei e guardando fuori attraverso il vetro.

< Sì, hai ragione > sospirò la ragazza.

Gli occhi del rosato puntarono la maga, che quella mattina indossava un grazioso e svolazzante abito verde scuro con la scollatura a fascia, lungo fino alle ginocchia. Ai piedi portava dei semplici e comodi stivaletti di cuoio. Aveva raccolto i capelli in due codine basse che le davano un'aria sbarazzina e tenera.

< Stai bene > disse il rosato senza pensarci, indicando con l'indice il vestito di Lucy, le cui guance assunsero una bella tonalità di rosso.

< G-Grazie. Regalo di Virgo. Io... ehm... bagno! > la bionda fuggì dalla stanza senza dar il tempo a Natsu di aggiungere alcunché.

Rimase impalato a fissare il punto in cui la sua compagna era appena scomparsa, e aggrottò leggermente la fronte senza capire perché fosse scappata in quel modo. Insomma, quando non le faceva i complimenti si arrabbiava, quando glieli faceva se ne andava...
Donne. Non le capirò mai, si ritrovò a pensare gettandosi con uno sbuffo su una vecchia poltrona polverosa posta nell'angolo opposto della stanza. Sentì delle imprecazioni e con la coda dell'occhio si accorse che Sting e Rogue erano tornati.

< Dannata pioggia >.

< Cosa c'è, non mi dirai che sei preoccupato per i capelli > sghignazzò Sting. Rogue lo fulminò, portandosi il lungo ciuffo all'indietro con una mano.

< Come sono andate le ricerche? >

Una testolina dai capelli blu sbucò da dietro la poltrona su cui era seduto Natsu, il quale ovviamente rischiò un arresto cardiaco.

< Levy, cosa ci facevi là dietro? > sbraitò il rosato, in preda alle palpitazioni.

< Perché urli contro il gamberetto? > chiese Gajil divertito, entrando nella stanza e avvicinandosi al rosato.

< Stavo leggendo > spiegò Levy ignorando il drago di ferro, facendo spallucce.

< Ma perché lì dietro?! > sospirò il Dragon Slayer di fuoco alzando gli occhi al cielo e beccandosi un'occhiataccia da parte della ragazza.

< Comunque, in questo postaccio non c'è niente > cambiò argomento Natsu, sprofondando nel divanetto e alzando gli occhi per rivolgersi ai ragazzi di fronte a lui.

< Io qualcosa l'avevo sentita, ma poi > cominciò Rogue, guardando male Sting e marcando la parola "poi", < qualcuno si è distratto, e ha fatto distrarre anche me >.

< Andiamo! Quel bruco era enorme, gigantesco, immenso! >

< Avevamo una missione >.

< Però quando te l'ho fatto notare anche tu hai passato cinque minuti buoni a chiederti cosa accidenti fosse > commentò Sting, sghignazzando.

Natsu inarcò un sopracciglio.

< Bruco gigante? > domandò Gajil incredulo, fissandoli come se fossero usciti di senno.

< Esatto > annuì Rogue, esasperato.

Levy sembrò illuminarsi in viso, e iniziò a correre da un lato all'altro della stanza.

< Che accidenti stai facendo? > chiese Gajil, sorpreso quanto gli altri tre.

< Forse so cos'è > rispose senza guardarlo, continuando a far scattare lo sguardo a destra e sinistra e girando attorno a loro come una trottola impazzita.

Si fermò davanti la pila di libri, alzandosi sulle punte e stendendo le braccia all'insù. Abbracciò gli innumerevoli libri, mentre gli uomini la fissavano senza parole.
 Natsu iniziò a chiedersi se non fosse caduta vittima di qualche strambo maleficio.

< Levy? > chiese Lucy, uscendo dal bagno e raggiungendo la sua amica con evidente curiosità.

< Ciao Lucy-san! > la salutò Sting, sorridendo e passandosi una mano fra i bei capelli biondi.

< Lucy-chan, mi aiuteresti a cercare il grosso tomo con la copertina verde di questa mattina? Ricordi, quello che ha fatto ridere Yukino-chan >.

Natsu vide Lucy aggrottare le sopracciglia per poi annuire. Le due cercarono per diversi minuti di... spostare tutti i libri, e quando ci riuscirono ne tirarono fuori uno dalle dimensioni di un quadro imperiale.

< Potreste aiutarci, per favore? > borbottò Levy in difficoltà, mentre iniziava a trascinarlo insieme ad un'affaticata Lucy.

I ragazzi lasciarono passare qualche secondo, per godersi quell'immagine assolutamente epica, poi presero quel.. coso dalle mani delle ragazze e lo posarono con poca delicatezza per terra, facendo scricchiolare pericolosamente le mattonelle e rischiando, dunque, di far crollare l'intera casa.

< Dove lo avete trovato? > ridacchiò Gajil, incurvando le sopracciglia.

Natsu lanciò un'occhiata interrogativa a Lucy, che fece spallucce.

< Era insieme ad altri libri, credo che questo > Levy indicò la stanza con un ampio gesto del braccio, < fosse una sorta di ripostiglio di qualche stregone >.

I ragazzi ammutolirono. 

< E cosa avete trovato in questo libro? > chiese Rogue, con una faccia che faceva benissimo intendere quanto poco si fidasse della scripter in quel momento.

La piccola maga dovette usare entrambe le mani per aprire la prima pagina.

< Deve essere qui da qualche parte... > sussurrò, facendo scorrere lo sguardo sull'indice della pagina.

Natsu alzò la testa, notando la lista infinita di parole elencate l'una dopo l'altra.

< Trovato! > esclamò la piccola maga, facendo trasalire gli altri.

Con un po' di sforzo lei e Lucy riuscirono a sfogliare le pagine fino a raggiungere quella giusta.

< Homo-serpis > Levy indicò la figura di un mostro sul foglio ingiallito.

Natsu si avvicinò alla ragazza, incuriosito.

< Gli homo-serpis sono delle creature leggendarie > iniziò a leggere Lucy. < La loro forma è simile a quella di un verme di dimensione anomala -guardate qui, c'è scritto altezza due metri, diametro cinquanta centimetri... Natsu smettila di commentare!-. Possiedono mani umane, una lingua lunga e biforcuta, e una lunga coda a scaglie che utilizzano come arma. Da piccoli sono facilmente riconoscibili sotto forma di grandi bruchi >.

I ragazzi continuarono per qualche momento a guardare schifati il disegno rappresentato accanto la definizione. Natsu pensò di aver già sentito parlare di quello strano essere.

< E' il mostro descritto da Elfman >.

La voce seria di Lucy gli diede la risposta, mentre una scintilla di comprensione gli attraversò la mente.

< E se quel grosso bruco è quello che pensiamo che sia... > cominciò Sting, aggrottando le sopracciglia e reggendosi il mento fra il pollice e l'indice.

< Vuol dire che qui attorno ci sono altri homo-serpis > proseguì Levy, comprensiva.

Il cervello del Dragon Slayer di fuoco iniziò a camminare furiosamente, e quando riuscì a giungere ad una conclusione una scarica di adrenalina e di speranza galopparono in lui causando un aumento drastico della velocità dei suoi battiti cardiaci.

< Io esco > annunciò Natsu, alzandosi di scatto e trascinando Lucy per un polso.

C'era una buona possibilità di trovare i suoi compagni in quel luogo. Anzitutto Mavis era conosciuta per essere una grande stratega che raramente commetteva errori di calcolo, e se aveva dato loro la mappa c'era un buon motivo. In secondo luogo la presenza degli homo-serpis non poteva essere causale, se quei mostri si trovavano lì stavano certamente proteggendo qualcosa. Lucy aveva chiaramente detto che si trattassero di creature leggendarie, per cui un'altra domanda che nasceva nella mente del rosato era: chi le aveva invocate, e come?
Che fosse sempre il tipo sospetto con quella sua strana magia?
Che fosse Frenia?

< A-aspetta... > cercò di dire Lucy, senza successo.

Il rosato frugò velocemente nel borsone della bionda, prendendo un mantello impermeabile scuro e  mettendoglielo addosso senza troppe cerimonie. Sotto gli sguardi confusi degli altri poi afferrò Happy, stringendolo con il braccio libero, e uscì dal capannone.
La pioggia batteva pesante sui loro capi, rendendo difficoltosa la visuale. Accelerò il passo, passando per i sentieri fangosi in mezzo agli alberi e continuando a portarsi dietro Lucy.

< Potevamo almeno aspettare che finisse di piovere, baka! > urlò lei alle sue spalle.

Non le rispose, continuando a procedere e ad impegnare tutti i suoi sensi nel tentativo di percepire anche un minimo odore, un singolo suono...

Aiuto...

< Lucy, hai sentit...>

Si voltò facendo scattare gli occhi verso Lucy, che era bagnata dalla testa ai piedi. Appena la vide il mondo attorno a lui sparì.
Come poteva definirla? Dire "bella" equivaleva ad insultarla.
Il mantello era corto, perciò il vestito si era completamente inzuppato d'acqua, e le si era attaccato addosso aderendole perfettamente al corpo. Ebbe l'improvviso impulso di strappare quell'ormai inutile indumento dalla maga e coprirla con le sue braccia. Senza rendersene conto, continuò a fissare la nakama come se lo avesse ipnotizzato.

< Na-Natsu..? >

Allungò un braccio, prendendola per la vita e avvicinandola a sé. Notò nei suoi occhi castani una leggera confusione mista a stupore.

< Natsu... >

Il suo sussurro gli generò un piacevole brivido lungo la schiena. Poggiò una mano sulla guancia di Lucy, bagnata dalla pioggia, e prese ad accarezzarla continuando a mantenere lo sguardo fisso su di lei. Si avvicinò leggermente, ancora incantato da quello sguardo tanto dolce.

Aiuto...

Si fermò, dandosi del deficiente. Le labbra di Lucy erano a pochi centimetri dalle sue. Se ne allontanò dolcemente ma con decisione, sperando che lei non lo mandasse a quel paese per ciò che aveva appena tentato di fare. Che diamine gli era preso? In un momento come quello, poi!
Scosse la testa, distogliendo lo sguardo dalla ragazza per tornare con i piedi per terra.
Ripensò a quello che aveva udito: aiuto?.
Era davvero possibile, o era stata solo la sua immaginazione?

Aiuto!...

< Si piaaaaaaaaaaacci... > sghignazzò Happy, ancora fra le braccia di Natsu.

< Aspetta > lo zittì, mettendogli una mano sul muso.

L'aveva sentita chiaramente questa volta, una voce femminile che invocava aiuto. Non poteva sbagliarsi.

< Lucy > sussurrò, guardandosi attorno.

Fece per camminare, ma si sentì bloccato per un braccio. Natsu le lanciò uno sguardo interrogativo, chiedendosi perché lo avesse fermato. La vide reggere la Lacrima tra le dita, rossa in viso.

< Non andare da solo, fai venire gli altri con te >.

Il tono speranzoso e un po' impaurito con cui glielo chiese rischiarono di fargli sciogliere il cuore. Natsu annuì, prendendo il suo cristallo dalla tasca.

< Ghiacciolo, ci sei? Ferraglia? Sting? Oooohi, qualcuno mi risponde?! > iniziò ad urlare il rosato dopo diversi tentativi, fremendo d'impazienza.

Maledisse il potere persuasivo delle donne. Sarebbe dovuto andare da solo e subito, se fosse rimasto ad aspettare ancora a lungo di quel passo avrebbe perso la traccia che riusciva già a fiutare a stento. Lanciò un'occhiata avvilita verso Lucy, che lo fissava mordendosi il labbro, in un evidente stato di indecisione.

< Lucy non possiamo aspettarli, altrimenti... >

< D'accordo, Natsu. Ci penso io a chiamarli, tu vai avanti con Happy > disse la bionda, facendo un cenno col capo per incitarlo ad avviarsi.

Natsu rise, e di istinto le fiamme gli vennero fuori dai pugni. Lucy ridacchiò, rivolgendogli il solito sorriso gentile che gli riservava prima di una missione particolarmente difficile e con cui cercava -inutilmente- di celare l'ansia che provava.

< Sono tutto un fuoco Lu! Sta' tranquilla, torno presto! > esclamò Natsu salutandola con la mano, mentre si allontanava dandole le spalle.

Sarebbe davvero tornato presto, non aveva alcuna intenzione di lasciarla da sola in balia di un demone. Quel che meglio, era sicuro che sarebbe tornato in compagnia di qualcuno.
Era rigido, tutti i suoi sensi pronti, il fuoco non aspettava altro che uscirgli dai muscoli: era il momento di entrare in azione e combattere. Era eccitato, e sperava anche di trovare degli homo-serpis di passaggio per testare la loro effettiva forza.

< Andiamo Happy? > chiese, con un ghigno.

< AYE! >
***

< C'è qualcuno? Rispondete cavolo! >

Da circa quaranta minuti Lucy parlava e chiamava i compagni a gran voce, ma dalla sua Lacrima non giungevano risposte. Cominciò a sentirsi matta e aveva perso decisamente la calma, mentre la pancia le faceva un gran male per la paura. Si guardò attorno disperata, facendo scattare il viso a destra e sinistra e osservando il fitto insieme di alberi tutti uguali. La pioggia era cessata e gli unici rumori ormai erano il fruscio dei rami mossi dal vento e il picchiettare delle poche gocce rimanenti sul terreno. Gettò la Lacrima a terra per rabbia, poi iniziò a camminare senza una meta ben precisa, lamentandosi ed imprecando. Nonostante fosse una ragazza di buone maniere e cresciuta in un ambiente nobile, alle volte era necessario che sfogasse il suo lato "represso", quello che nascondeva a tutti e che usciva solo nelle rare occasioni di solitudine. Natsu era a conoscenza di quella sua parte di carattere, e più di una volta lui stesso era rimasto vittima delle sue sfuriate.
Quando Lucy era arrabbiata non restava altro da fare se non di lasciarla da sola a meditare, fin quando non fosse riuscita a rilassarsi. Anche in quel momento, in mezzo alla natura e circondata da tronchi e foglie, ebbe bisogno di inspirare ed espirare più volte. Non comprendeva la ragione per la quale non dovesse risponderle nessuno. Insomma, Erza aveva assegnato a ciascuno di loro un cristallo per la comunicazione, e allora perché ignorarlo? Se fossero stati in pericolo, nessuno se ne sarebbe accorto!
La ragazza si bloccò, incrociando le braccia e mettendo su il broncio. Si voltò all'indietro, rimanendo pietrificata: quanta strada aveva percorso senza accorgersene?
Deglutì, sperando che lui fosse ancora nei paragi per sentirla.

< Na-Natsu? >

Fece qualche passo nella direzione da cui sperava di essere venuta.

< Natsu? > provò a richiamare il nakama, sapendo però che doveva essere già troppo lontano da lei per poterla sentire.

Procedette, maledicendo l'impulsività che l'aveva indotta a lanciare il suo preziosissimo cristallo. Come avrebbe fatto se si fosse persa?

Un momento...

Dannazione!, pensò mordendosi il labbro inferiore e sentendosi gli occhi pizzicare. Si era persa, e nessuno l'avrebbe potuta trovare. Doveva vedersela da sola questa volta, sarebbe stata una lotta fra lei e la foresta. Strinse i pugni, si tolse il mantello gettandolo da un lato e scrollò il vestito dal proprio corpo alzandoselo fino alla vita, per legarselo con una cintura.

< A noi due! > esclamò, iniziando a marciare con convinzione.

Inciampò subito e cadde in una pozzanghera di melma, finendo per urlare dal nervosismo. Si rialzò completamente sporca e puzzolente, riuscendo a fatica a reprimere una smorfia di disgusto. Cercò di pulirsi e togliersi il fango dagli occhi, ma aveva la visuale totalmente offuscata. Imprecando, decise di continuare a procedere per tornare al capannone il più in fretta possibile, senza curarsi di guardare dove metteva i piedi e finendo per scivolare su uno strato di foglie secche e per ruzzolare giù per un dirupo non molto profondo. Gridando a squarciagola atterrò qualche metro più sotto; il suo corpo colpì l'erba bagnata con violenza, e non poté evitare di sbattere la testa su una grossa radice emersa dal terreno. Quando alzò lo sguardo fu colpita da una forte nausea: tutto girava, le immagini attorno a lei erano confuse e sovrapposte, mentre un dolore molto forte alla fronte la costrinse ad abbassare il capo e chiudere gli occhi.

 
***

 
Camminarono a lungo.
Natsu iniziava a sentirsi le gambe pesanti, nonostante il suo fisico fosse abbastanza resistente. Quella foresta si era dimostrata più ampia del previsto, e pensare di doverne affrontare altre quattro dello stesso tipo e dimensione lo innervosiva.
Il sole era calato da un pezzo, e a stento il mago del fuoco riusciva a vedere qualcosa davanti a sé. Happy si era addormentato fra le sue braccia, sfinito delle giornate stancanti che avevano passato.

Chissà cosa sta facendo Lucy... 

Si bloccò sul posto, fissando un punto poco lontano da lui. C'era una spaccatura nel terreno. Poco visibile, ma c'era.
Il rosato sistemò l'exceed su uno strato di erba fresca, dietro ad un cespuglio che poteva nasconderlo bene. Si guardo attorno assottigliando gli occhi, allontanandosi lentamente da Happy.
Il silenzio lo avvolgeva completamente, creando un'atmosfera inquietante.
Una scintilla infuocata e rossa uscì dalle sue dita, illuminando lo spazio circostante e vuoto.
Uno scricchiolio.
Si voltò di scatto pronto ad attaccare, ma non vide nulla attorno a sé. Riusciva comunque a percepire una presenza, e continuò a restare in allarme.

< Chi c'è? > domandò, secco e rigido.

Nessuno rispose, nulla si mosse, tutto taceva.

< Aiuto! >

Sentì una voce familiare e decisamente vicina. Era leggermente echeggiante, come se provenisse da una grotta. Natsu si avvicinò alla crepa, scrutandola con curiosità.

E se lì sotto ci fosse qualcosa?

< Ehi! C'è qualcuno qui? > gridò, speranzoso. Gli sembrò di aver atteso per un momento infinito, prima di udire la risposta.

< Natsu! Sono quaggiù! >

Il rosato non se lo fece ripetere due volte, e cercò un modo per tirar fuori di lì la ragazza. Pensò che probabilmente fosse meglio scalare la roccia, lo spazio per scendere c'era ma avrebbe dovuto stare molto attento. Si sfilò il gilet per muoversi meglio, e si affacciò per capire quanto fosse profondo.

< Resisti! > le disse, cercando di incoraggiarla. < Devo capire come andare giù... >

< Eccoti servito > fece una voce profonda, metallica, serpentina che non gli diede nemmeno il tempo di voltarsi.

Un colpo troppo forte alla schiena rischiò di farlo soffocare e lo fece avanzare verso avanti di parecchio. Frenò giusto in tempo, pochi centimentri e sarebbe precipitato nel vuoto. Si accasciò, sorpreso di essere stato messo fuori gioco con così poco.
Il mostro lo tirò dai capelli, trascinandolo con sé nell'oscurità.
 




NOTE DELL'AUTRICE.
Sono imperdonabile.
Scusate l'immenso ritardo :O
E' che non sto mai a casa, ho sempre qualche cosa da fare tra allenamenti, esibizioni, di nuovo allenamenti, un fidanzato pretenzioso, uscite di qua e di là, mare, vacanze, studio...
ALTRO CHE RELAX, QUA IO MI STRESSO xD
Scherzi a parte, eccovi il capitolo. So che non è per niente degno delle vostre aspettative (siete autorizzate a darmi fuoco T_T ) probabilmente molte di voi cancelleranno la storia anche dalla lista dalle seguite... non so, mi sembro un po'.. come dire, monotona? Noiosa? Non so trovare l'aggettivo giusto.
C'è suspance, questo sì, e vi prometto che il prossimo capitolo arriverà prima che possano rapirmi di casa un'altra volta.
Per chi ancora è rimasto, grazie *-*
Il vostro supporto mi spinge a continuare, e vedere quante visualizzazioni ha la mia storia (più di 200 ogni capitolo, roba da matti!), quanti la seguono o l'hanno inserita fra le preferite... io... io mi commuovo ç_ç
Cercherò di fare del mio meglio sempre, promesso.
A prestissimo!
Baci,

Yvichan 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


C'è una sorpresa per le amanti della Gale. Capitolo dedicato completamente a Levy x Gajil! 
Spero apprezzerete. 
Buona lettura!

CAPITOLO 10
 


Natsu era scomparso oltre la soglia seguito da Lucy ed Happy già da qualche minuto, lasciandoli spiazzati.
Possibile che non avesse pensato all'eventualità di doversi scontrare con un Homo-serpis?
Si corresse mentalmente: possibile che non avesse pensato all'eventualità di doversi scontrare con parecchi homo-serpis?
Forse ci aveva pensato eccome, ed era partito a tutta velocità eccitato dall'idea di potersi rimettere in gioco -cosa che, conoscendolo, sembrava una opzione assai plausibile-.
Sospirò, lasciandosi abbandonare sulla poltrona dove poco prima era seduto il rosato. Sperava solo che non facessero stupidaggini e che Lucy non si facesse male. Ultimamente solo di rado aveva avuto occasione di stare insieme alla sua amica, presa com'era da tutta quella assurda situazione e dalle numerose ricerche di cui si era presa la responsabilità.
Lucy era stata posseduta e lei lo aveva capito solo all'ultimo, il giorno in cui Luxus aveva insistito per farla incontrare con Mavis nei sotterranei. Si era dispiaciuta da impazzire, perché avrebbe voluto lei stessa cercare una soluzione per aiutare la sua amica.
Fortunatamente avevano risolto quel problema in maniera più semplice del previsto, e dato che il demone si era allontanato da solo non era stato necessario compiere alcuno sforzo. Però Levy sapeva che la sua amica le nascondeva qualcos'altro, lo aveva intuito qualche giorno prima.

~
« Lucy-chan? » chiese perplessa, alzando gli occhi dagli appunti che aveva appena finito di ricopiare e osservando confusa la bionda che era appena sbucata fuori dalla botola.

La bionda sorrise, facendole segno con il dito di fare silenzio, per non rivelare la sua presenza ad altri. La blu aveva annuito, invitandola a sedersi al suo fianco, e con la voglia di farsi raccontare cosa cavolo facesse giù da Mavis alle undici e mezza di sera.

« Purtroppo sono obbligata a non poter dire nulla » le disse, stringendosi nelle spalle dispiaciuta.

Levy le lanciò un'occhiata scrutatrice, cercando di capire in che stato fosse.

« Però mi è stato assegnato un compito, e lo porterò a termine » aggiunse con lo sguardo fisso nel vuoto, probabilmente più rivolta a se stessa che alla scripter.

« E' qualcosa di pericoloso? » chiese Levy, con un certo timore che le attanagliava il cuore.

Lucy non annuì, né scosse il capo. Semplicemente sorrise.

« Non fare sciocchezza Lucy, stai attenta » la pregò ansiosa la blu, poggiando una mano su quella dell'amica.
~

 « Che grandissima testa d'uovo ».

Lo sbuffo di Gajil ridestò Levy dai suoi pensieri e la ritrascinò nel presente.  Lo vide avvicinarsi e abbassarsi sulle ginocchia, per portare i loro visi alla stessa altezza. Levy irrimediabilmente arrossì, spostando lo sguardo sul pavimento sporco.
Quando poi ebbe il coraggio di puntare per un millisecondo i suoi occhi su quelli rosso fuoco del mago di fronte a lei, sentì come un masso che le scendeva giù dal petto fino allo stomaco e che poi risaliva.
Gajil la stava -letteralmente- ispezionando. Era come se stesse cercando di studiare ogni particolare della sua espressione per poterla ritrarre, e questo la fece accaldare ancora di più.

« Gamberetto hai notizie degli altri? » le chiese, serio.

Levy fu inizialmente stupita da quella sua domanda, ma scosse il capo, ritrovando un po' di calma.

« No. Non capisco il motivo per cui stiano usando le Lacrime, nonostante Erza ne abbia dato una a ciascuno di noi » sbottò irritata, prendendo il cristallo dalla tasca del vestito e guardandolo con nervosismo crescente.

« A proposito » fece Sting, grattandosi il mento e aggrottando la fronte,  « ma dov'è andata a finire? Erza, intendo. Non doveva cercare semplicemente del cibo per questa sera? »

« Pensi che si sia cacciata nei guai? » chiese Rogue, guardandolo. Il biondo scosse la testa.

« No, ma ho un brutto presentimento » spiegò, guardandosi attorno evidentemente agitato.

« Sting, cerca di stare tranquillo » intervenne Levy rivolgendogli un lieve sorriso, « non credo sia in pericolo,  tutto considerato è sempre Er-chan. E poi ricordate che Gerard-san è con lei. I vostri Exceed sono al sicuro insieme a loro » sorrise, intuendo quale fosse la preoccupazione dei due amici, «ne sono certa».

Si alzò per andare a scegliersi un libro. Ne prese uno dalla copertina scura e logora, poi tornò a sedersi. Lo aprì fissando le pagine senza realmente leggere, perdendosi nuovamente nel proprio mare di pensieri. Ragionò che se nessuno si faceva sentire non doveva per forza allarmarsi, magari non era successo nulla di particolarmente importante. Certo erano passate un paio d'ore, ormai era pomeriggio inoltrato, ma Levy continuò a ripetersi che doveva mantenere la calma ed avere fiducia nei suoi compagni. Dopotutto erano maghi forti, avevano affrontato situazioni di tutti i tipi e avversari molto potenti.  
Vide con la coda dell'occhio Sting e Rogue lasciare il capannone e dirigersi chissà dove.
Aveva paura, tremendamente paura. Ne aveva viste fin troppe, il sangue versato in totale da lei stessa e dai suoi compagni non poteva essere raccolto neanche in cento barili.

«Stai tremando » disse Gajil, appoggiandosi sul bracciolo della poltrona di Levy.

Levy lo guardò un attimo un po' incerta, poi annuì. Il moro le scompigliò i capelli, sghignazzando.  La maga sorrise fra sé e sé, fingendo di essere infastidita da quei gesti soffiando e gonfiando le guance.

« Baka » brontolò, sotto lo sguardo divertito del ragazzo.

« Non fare finta di essere forte » fece lui, improvvisamente serio.

Levy aggrottò le sopracciglia, guardandolo incuriosita.

« Che intendi? » chiese di rimando, sbattendo le palpebre.

Gajil sbuffò, allontanandosi un poco da lei.

« Cerchi sempre di far stare meglio gli altri, ma a te? Chi ci pensa? » rispose.

Levy arrossì, non riuscendo a trattenere un piccolo sorriso.

« Beh... tu, ad esempio... tu ci stai pensando... » sussurrò, lanciandogli un'occhiata furtiva e continuando a sorridere con le gote arrossate.

Il Dragon Slayer di ferro grugnì qualcosa in risposta, lasciando la stanza e chiudendosi in bagno.  Levy alzò gli occhi al cielo, pensando a quanto ambiguo fosse il comportamento di quel benedetto ragazzo: un momento prima si preoccupava, un momento dopo se ne andava tornando a rinchiudersi nel proprio guscio.
Era sempre così enigmatico, soprattutto con lei. Non riusciva a capire quali fossero i suoi reali pensieri e sentimenti.
Sorrise pensando ai progressi che stava facendo: in poco tempo era diventato decisamente più gentile. Era anche certa che attraverso quelle parolea aveva voluto chiederle, in modo indiretto, come stava.
Levy sapeva che dietro il suo aspetto da duro, il suo fare grezzo e un apparente cuore di ferro dovesse celarsi qualcosa di molto più profondo. Ciò che la rendeva felice era il fatto che Gajil mostrasse il suo lato "buono" esclusivamente a lei. Cosa questo volesse dire, Levy non lo sapeva, né voleva provare ad immaginarselo per poi farsi delle strane illusioni.
Quel che era certo per la maga erano soltanto i propri sentimenti: si era lasciata inevitabilmente condizionare dal carattere burbero, rozzo, un po' pestifero ma assolutamente adorabile e divertente di quel mago tanto grosso da cui desiderava ormai da troppo tempo ricevere un abbraccio confortante.
Levy si era innamorata di Gajil, e sperava che anche lui, prima o poi, si accorgesse della sua miserabile presenza. Dopotutto si erano anche baciati.
A quel pensiero la temperatura corporea della maga aumentò drasticamente.  
Era accaduto qualche settimana prima, durante uno scontro in cui Gajil aveva seriamente rischiato di rimetterci le penne: stava per affogare a causa dell'incantesimo proibito di uno dei maghi della Gilda Noirequando Levy era intervenuta e, attraverso la respirazione bocca a bocca, aveva evitato il peggio.
Anche se tecnicamente quello non poteva essere considerato un bacio vero e proprio, nel momento in cui le loro labbra si erano incontrate Levy aveva capito di non poter più far a meno di Gajil.
Il mago, dal canto suo, sapeva che era stata lei a salvarlo.
Ma ovviamente di quel piccolo, imbarazzante e romantico particolare non ricordava assolutamente nulla.
La maga degli script sospirò, scuotendo leggermente il capo per poi tornare al suo libro.
Era uno di quelli scritti per far addormentare i bambini, parlava di una principessa che era stata rapita da un drago...

***


Il bosco incantato pullulava di piccole creature alate che danzavano, creando una scia luminosa.
La principessa osservava la scena incantata, dall'alto della sua torre, sospirando in attesa di essere salvata dal suo principe.


"Principessa"

Ecco che apparve dietro di lei, vestito di nero e con qualche piercing qua e là.

" Gajil, e tu che ci fai nel mio sogno?" domandò la principessa Levy, incrociando le braccia.

Gajil sbuffò, tirando fuori dalla tasca un enorme cappello piumato che si poggiò sulla testa.

"Sono il principe venuto a salvarla, vostra altezza" disse, inchinandosi in maniera composta.

Dopo un iniziale stupore, Levy appurò che comunque si trovavano in un sogno e che poteva approfittare di quella stramba situazione per star vicina all'uomo che amava. Lui la prese in braccio, arrampicandosi sul davanzale della finestra e osservando i dintorni. Saltò giù con un balzo, e poi la lasciò andare con estrema delicatezza.

" Grazie per avermi salvata, mio principe".

" Non c'è di che " fece lui, tornando ad usare il solito tono da musone, " però abbiamo compagnia!"

Un enorme drago scarlatto comparve davanti ai loro occhi. Sulla sua groppa era seduta una donna bionda, bella e vestita elegantemente che reggeva in mano uno strano scettro.

"Sarò io la regina di questo regno! Natsu, attaccali!" esclamò.

" Sono un drago! Sono un drago! Guardami Lucy! Uuuuuh, che bello!" il dragò si agitò, facendo quasi cadere la donna sul suo dorso. 

Levy e Gajil osservarono la scena sconcertati. A quel punto un'altra donna, dai lineamenti più sfocati, apparve accanto a loro, sbraitando come una forsennata.

"Gray-sama"

"Cosa ci fa Juvia nel mio sogno?" chiese Levy a Gajil, che fece spallucce.

"Gray-sama!!"

Il grido si faceva sempre più forte ed inquietante.

"Gray-sama, Gray-sama!"

"Levy" la chiamava Gajil, anche lui più sfocato in viso. "Levy!"

"Ma che sta succedendo?" domandò la maga degli script, guardandosi attorno spaesata per la confusione di immagini che si fondevano fra loro.

"Levy!"

"Ma chi mi chiama?"

"Gray-sama!"
 
***

« GRAY-SAMA!! »

Un urlo straziante colpì le orecchie di Levy, che si alzò di scatto come se il divano l'avesse scottata. La testa le vorticò furiosamente, e le sfuggì uno sbadiglio rumoroso. Ci volle qualche secondo per farle mettere a fuoco la stanza.

« Finalmente ti sei svegliata! » ringhiò la voce di Gajil.

Levy lo guardò perplessa aggrottando le sopracciglia, ancora assonnata.

« No, Gray-sama, ti prego! Gray! Ti prego! »

Le sembrò di precipitare da un'altezza vertiginosa, ed impallidì.
Che stava succedendo?
Ad un'occhiata allarmata e tesa di Gajil, si precipitò sull'uscio del capannone. Vide Juvia accasciata per terra in una pozza di sangue qualche metro più avanti.

« Juvia! »

Levy corse in direzione dell'amica, che singhiozzava con la testa appoggiata sopra un insieme di stracci. Man mano che si avvicinava, la paura della maga degli Script cresceva.
Il cuore le batteva forte, ed era ancora confusa dal sogno. Lì era tutto allegro, tutto meraviglioso...
C'era qualcosa dentro di lei che la spingeva a voltare le spalle di fronte quell'immagine terrificante e scappare il più possibile lontano, magari poteva dirigersi di nuovo verso la polverosa poltrona di pelle dove si sarebbe appisolata un'altra volta.
Resistette, stringendo i denti e reprimendo quell'impulso di mero egoismo.

« Come sta? » gridò a Gajil che, essendo più veloce di lei, era riuscito a raggiungere per primo la maga della pioggia.

Juvia  non smetteva di piangere e di lasciare il corpo inerte di Gray, che era disteso sul terreno fangoso e umido. Levy giunse qualche momento dopo, affiancandosi all'amica e passandole un braccio dietro la schiena in un tentativo di consolarla.
Riuscì a stento a reprimere un coniato alla vista del petto di Gray completamente squarciato.
Perdeva sangue, troppo sangue.
Sentì i passi pesanti e i respiri affannati di Sting e Rogue alle sue spalle.
Levy restò esitante un momento, incerta su quale fosse la mossa giusta da fare. Juvia aveva gli occhi sbarrati dallo shock.

« Juvia, vieni dentro » la tirò su, notando che fosse veramente difficile sorreggerla.

Era come se si fosse spenta, non si reggeva nemmeno sulle gambe.  Riusciva solo a continuare a spingere innumerevoli lacrime fuori dagli occhioni grandi e blu. Levy ci mise tutta la forza che poté per trascinarla fino all'entrata del capannone e sdraiarla sul pavimento. Si sedette al suo fianco, accarezzandole i morbidi capelli azzurri.

« Gray-sama... Gray è... è... » balbettava in preda ai singulti.

Levy non sapeva cosa fare, come poterla consolare. Si sentiva continuamente percossa da profondi brividi, e non riusciva a togliersi l'immagine di Gray semi-mutilato dalla mente. Fece un enorme sforzo per contenersi dallo scoppiare in lacrime.

« Juvia... Juvia, ascoltami! E' Gray, lui è forte, lui starà bene! » tentò di  consolarla, sorprendendosi di come la sua voce risultasse stranamente calma.

« Gray-sama non respira più, Gray-sama è... »

« No, non lo dire! Gray non... non può essere » non osò nemmeno dire la parola "morto", « l-lui  s-si riprenderà, capito? Capito? » urlò, prendendole il volto umido e arrossato con le mani.

Levy non riuscì più a trattenersi.
Era dannatamente preoccupata, perché stava succedendo loro tutto questo? Cosa avevano fatto di male per meritarselo? Gray ce l'avrebbe fatta davvero?
Abbracciò l'amica, stringendola forte a sé. Sfogò attraverso le lacrime tutto ciò che le premeva il cuore e che, fino a quel momento, aveva cercato di comprimere.
Quando si calmò, osservò Gajil lavorare furiosamente con bende e fasce, cercando di bloccare il flusso di sangue dal corpo del mago del ghiaccio. Poi spostò lo sguardo su Juvia, che sembrava essersi addormentata ad occhi aperti: la solita luce che la animava e la faceva apparire sempre allegra e spensierata non c'era più, il suo sole si stava spegnendo.
Un enorme nuvola grigia giunse sopra di loro, probabilmente come effetto -Levy ebbe un tuffo al cuore- del dolore che la maga stava provando. Levy si allontanò dolcemente da lei, che stava ancora seduta sul muro del corridoio. Da un lato credeva che Juvia potesse esplodere in qualsiasi momento, facendo precipitare ulteriormente la situazione, ma dall'altro lato -quello più razionale- sapeva che l'amica non si sarebbe mossa di un millimetro, non avendone le energie.
Con qualche riluttanza, uscì dal capannone lasciandola da sola. Si tastò le tasche affannata. Afferrò la Lacrima, e gridò a pieni polmoni.

« Se qualcuno mi sente, vi prego! Tornate! Vi prego! E' un'emergenza, Gray sta... »

Il cristallo si fece improvvisamente bollente, facendo sfuggire un urletto involontario dalle labbra della scripter. Lo gettò per terra di riflesso, e lo vide illuminarsi sempre di più.

« Ga-Gajil! » riuscì a dire, con voce strozzata.

Sperava che la raggiungesse il prima possibile, per potergli spiegare quello strano fenomeno che nemmeno lei era in grado di comprendere.
La Lacrima si stava fondendo, sciogliendosi lentamente come una barretta di cioccolata sul fuoco.

« Ma che cavolo? » mormorò il mago di ferro agitato, affiancandola.

Levy si guardò attorno, con il cuore che le batteva forte.
Ormai lo aveva capito, la spiegazione di ciò che stava accadendo era davanti ai loro occhi.
Cercò di fare dei passi impercettibili per avvicinarsi di più a Gajil.

« Gajil » sussurrò, deglutendo.

Li avevano circondati, Levy ne era certa anche senza poterli vedere. Lanciò una breve occhiata a Gray, pallido e immobile sul fango, ricoperto da fasciature.

« Respira » fece Gajil, sbrigativo.

Levy tirò un sospiro di sollievo, poi vide il mago di ferro pararsi davanti a lei. Sapeva -ovviamente- che lì c'era qualcuno, grazie ai suoi sensi di drago.

« Quanti? » chiese la maga, sentendosi la gola asciutta e cercando di scrutare attraverso l'oscurità formata dall'insieme fitto di alberi.

« Dieci »

Levy annuì, dandogli le spalle e appoggiandosi alla sua schiena. Non avrebbe combattuto da solo, nel limite delle sue possibilità lei lo avrebbe aiutato.

« Levy »

Il suo nome pronunciato da Gajil pareva un suono così dolce.

« Non ti allontanare da me »

« Ti copro da questo lato » gli disse, nervosa.

« Stai attenta ».

Levy allungò una mano verso dietro, toccandogli il braccio e scendendo fino a trovare la sua mano.
La strinse un momento, poi si mise in posizione di attacco.

« Venite fuori! » ruggì il Drago di ferro.

Sentì come una scossa che le percorreva la schiena e le indicava che era pronta per lo scontro.
Levy assottigliò lo sguardo, e alla fine li vide: cinque homo-serpis la fronteggiavano. Intuì che ce ne fossero altrettanti dalla parte di Gajil.
Avevano un aspetto orrendo, erano alti almeno il doppio di lei e facevano ribrezzo, con il loro corpo viscido e verdognolo, e la lunga coda squamosa che ogni tanto battevano sul terreno come una frusta, lasciando dei piccoli varchi.
Con terrore, Levy capì cosa avesse quasi tagliato a metà Gray.

« Gajil, fa attenzione alla coda » lo mise in allarme, senza perdere la concentrazione.

Fu un attimo.
Uno di loro scattò avanti verso di lei, e con una mossa Levy lo respinse attraverso lo script della roccia.
Subito dopo venne il momento degli altri quattro.
Era dura combatterne cinque, pensò soltanto a difendersi dalle code mentre cercava il loro punto debole. Venne sfiorata, e guardandosi il braccio vide una poco profonda ma lunga ferita che le bruciava parecchio. Si morse il labbro, continuando a formare nuovi script.
Vide qualcosa allungarsi sopra di lei e spedire un homo-serpis qualche metro più lontano. Ringraziò con la mente Gajil.
Un gemito di dolore seguito ad un tonfo la fecero sussultare.

« Gajil! » urlò, voltandosi nella sua direzione.

Non riuscì nemmeno a vederlo, e la sua distrazione le costò un colpo che le procurò un grosso taglio sulla coscia. Ululò dal dolore, accasciandosi per terra. L'homo-serpis che l'aveva attaccata le si avvicinava sempre di più. Gli occhi le si riempirono di lacrime, ma il dolore che si aspettava non arrivò. Qualcuno si era interposto tra lei e il mostro.
 Gajil era davanti a lei e sanguinava copiosamente. Reggendosi una mano sul fianco continuava a rimanere alzato. Per colpa della sua stupidità, adesso doveva  combattere contro dieci creature mostruose. Levy tentò di rimettersi in piedi, senza riuscirci. La gamba le doleva troppo, e le girava la testa. Tutto si stava facendo confuso, e inaspettatamente buio.

« Maledizione Levy! Non addormentarti! »

L'imprecazione le giunse alle orecchie come un sussurro sfocato. Cercò di tenere gli occhi aperti, mentre il dolore si faceva sempre più flebile.
L'ultima cosa che vide fu uno di quei mostri che si abbassava e allungava la mano sul suo viso.

***


Gajil era in difficoltà.
Quei cosi erano molto più abili e veloci del previsto, e appuntò mentalmente di chiedere a Salamander cosa ne pensasse.
Con la coda dell'occhio continuava a guardare Levy, che sembrava cavarsela piuttosto bene. Si stava limitando ad usare la magia per difendersi, e questo lo preoccupava perché prima o poi si sarebbe indebolita e non sarebbe riuscita ad abbatterne nemmeno uno. Sentì qualcosa di duro e affilato sul ventre, e non poté far a meno di gemere. Le gambe gli cedettero, e si ritrovò con le ginocchia per terra.

« Gajil! »

Lo colpì un dolore lancinante, stava per accasciarsi al suolo.

« Ga... AAAHHHH! » un lamento straziante lo fece ridestare.

Voltò leggermente la testa in direzione della maga degli script, realizzando che era accaduto ciò che temeva di più: era per terra, coperta di sangue. Quei cosi l'avevano colpita e lui non era riuscito a proteggerla per l'ennesima volta.
Si rimise in piedi, reggendosi il fianco sanguinante con la mano e reprimendo un gemito di dolore. Cercò di proteggerla facendole da scudo, prendendo decine di colpi. Era incredibile come quelle dannate code riuscissero a ferire la sua pelle metallica.
Usò più volte il pugno di ferro, non era abbastanza in forze per riuscire ad attuare la tecnica del drago d'ombra. Con quella li avrebbe distrutti, ma se ci avesse provato in quel momento sarebbe morto. Aveva bisogno di energie, si sentiva mancare e non poteva prenderli a pugni tutto il giorno.
Oltretutto quei cosi sembravano completamente illesi, nonostante i suoi numerosi attacchi.
Se solo avesse avuto un po' di ferro con sé...

Levy.

« Levy... » sussurrò, lanciandole occhiate preoccupate tra un colpo e l'altro.

Aveva gli occhi semi-chiusi, stava perdendo conoscenza.

« Maledizione Levy! Non addormentarti! »

Con un altro pugno spedì un homo-serpis ad una ventina di metri di distanza, scagliandolo su un albero il cui troncò si spezzò.

"Così non va bene, non riuscirò a reggere ancora per molto..."

Ricevette un altro colpo. Le ginocchia gli cedettero di nuovo. Ringhiò, stringendo i pugni e pensando che aveva subito una sconfitta miserabile. Si avvicinò strisciando a Levy.

"Cosa diresti tu, Lily? Se solo fossi stato insieme a me, li avremmo fatti fuori tutti, di sicuro..."

Si distese sopra di lei stringendola in un abbraccio per cercare di proteggerla. Inspirò il profumo fresco che emanavano i suoi capelli, socchiudendo gli occhi.

" Gamberetto, se solo avessi avuto più tempo"

I passi degli homo-serpis si facevano sempre più vicini.

" Ti avrei detto tutto quello che aspettavi che ti dicessi"

Udì un sibilo e il rumore metallico della coda che si alzava.

"Le tue labbra sono morbide, sai? "

Era pronto a ricevere il colpo.

" Ti ho amata veramente ".

Sentì un rumore, lo stridere di lame che, tuttavia, non si erano abbattute sopra di lui. Alzò leggermente la testa, allontanandosi dai capelli di Levy, e la vide: Titania era arrivata.
Si fece scivolare sul corpo della piccola maga, continuandola a stringere.
Udiva i versi striduli e i lamenti delle creature schifose che li avevano ridotti in quello stato.
Avevano vinto.
 

 
1 Nel manga è successo diversamente. Io all'inizio della storia ho nominato la Gilda Noire, ricordate? Ecco, immaginate che il baciuzzo ci sia stato in quell'episodio.
 
DITEMELO CHE VI HO FATTO MORIRE, DITEMELO!
Ok, basta. Penso che arriverete in 200 coi forconi a casa mia se non la smetto xD
Scherzi a parte, sono abbastanza orgogliosa di questo capitolo. Oddio, la prima parte non mi piace, ma l'ultima sì. Ci ho messo impegno, ore e sudore, spero che vi piaccia!
Non è il solito capitolo, di Lucy e Natsu non si sa ancora niente, però dovevo per forza farne uno da dedicare alla new Gale. Insomma, il capitolo 396 è stato fantastico, meraviglioso, stupendo! *^*
Spero di avervi reso contente, dato che molte erano rimaste insoddisfatte dalla mia ultima one-shot dove ho lasciato nell'aria una certa questione... beh, questo è per voi.
Vi ringrazio, perché senza il vostro sostegno non avrei continuato questa storia, invece siamo al decimo capitolo T_T Mi commuovo!
Ancora ce ne vorrà un po' prima che tutto finisca: ricordiamoci che sono solo alla prima tappa!
Gray... mio dio quanto sono crudele.
Non volevo conciarlo così e... ok, sono cattiva.
Ho un avviso, la prossima settimana purtroppo non potrò aggiornare dato che domenica parto e torno giorno 2.
Mi piacerebbe che lasciasta una recensioncina <3
Un bacione
Yvi-chan

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