What about love?

di LilyAlice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Settembre 1973 ***
Capitolo 2: *** Finalmente ad Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Tra feste, prugne... ***



Capitolo 1
*** 1° Settembre 1973 ***




What about love?
1° Settembre 1973

CASA EVANS:
H:6.53
«Mamma!»
Lily si era appena svegliata. Dopo qualche minuto in cui era rimasta sdraiata sul letto, senza capire ancora bene dove fosse, si ricordò che giorno era. Il primo settembre, il giorno in cui sarebbe tornata ad Hogwarts, il giorno che aveva aspettato per tutta l'estate!
«Cosa c'è cara?»
«Hai lavato la nuova uniforme di quest'anno? Quella che abbiamo comprato l'altro giorno a Diagon Alley?»
«Sì, sì, tesoro. non ti preoccupare.» rispose sorridendo Julie Evans.
Lily scese dal letto, si infilò le ciabatte e scese in cucina per fare colazione. La scena che le si presentò davanti fu più o meno quella che aveva visto durante tutti i tre mesi di vacanza: sua madre davanti ai fornelli che cucinava frittelle, suo padre seduto a tavola con il giornale in mano e sua sorella Petunia che come al solito non la degnò di uno sguardo e, anzi, appena la vide, prese il suo piatto e se ne andò in camera sua sbattendo la porta.
Che bello avere tutta la famiglia riunita a colazione pensò sarcastica, prima di sedersi sulla sedia che un momento prima aveva occupato Petunia.
I suoi genitori assunsero come al solito un'aria rassegnata, e sua madre disse, tentando un timido sorriso: «Lily, tesoro, quando hai finito vai a prendere il baule in camera tua che oggi non voglio arrivare in ritardo.»
«Si, va bene mamma»
Quando Lily ebbe finito anche l'ultima frittella di mele che si era messa nel piatto, percorse il corridoio, e, passando davanti alla porta della camera di sua sorella, sentì tutta la rabbia accumulata che provava da quando Petunia aveva incominciato a respingerla.
Perchè doveva trattarla così? Non era mica colpa sua se era stata ammessa ad Hogwarts! In quel momento, il sorriso e il buon umore che l'aveva accompagnata per tutta la mattina svanì di colpo. Salì le scale stancamente e, arrivata in camera sua si lasciò andare sul letto chiudendo gli occhi. Voleva solamente che tutto tornasse come prima. Voleva che sua sorella la chiamasse ancora Lils, invece che quel freddo 'Lily' quando non poteva evitare di parlarle. Voleva che, la sera, andasse ancora in camera sua per raccontarle la giornata e che alla fine ridessero a crepapelle insieme anche solo per una cavolata. Voleva anche che potessero parlare di ragazzi come avevano sempre fatto senza vergognarsi l'una dell'altra. A Lily era sempre piaciuto confidarsi con sua sorella maggiore, perchè riuciva sempre a consolarla e a consigliarle la cosa più giusta da fare. Ora era come se tutto quello non fosse mai esistito. Come se non si fossero mai parlate con affetto o non si fossero mai addormentate insieme abbracciate, troppo stanche per andare a dormire ognuna nella propria camera.
Quando salì in macchina, constatò che, come da copione, Petunia aveva deciso di non accompagnarla e non si era neanche presa le briga di alzare il sedere per venire a salutarla
Non mi vedrà fino a Natale. Ormai non le importa più niente di me.
Man mano che si avvicinavano a Londra, Lily si sentì sempre più eccitata all'idea che tra poche ore avrebbe rivisto Elizabeth e le altre!
Quando scese dalla macchina davanti alla stazione di King's Cross, incurante degli sguardi interdetti di tutti i babbani che la vedevano passare con il carrello pieno di valigie, si diresse davanti al muro di divisione tra il binario nove e dieci. Fece passare attraverso la barriera prima suoi genitori i quali, nonostante tutti gli anni in cui avevano accompagnato Lily alla stazione, si meravigliavano ancora dello strano modo in cui si doveva raggiungere il binario.
Poi, approfittando di un gruppo di signori che passarono davanti a lei coprendola, si appoggiò al muro e passò attraverso la barriera.
Davanti a lei si materializzò il vecchio espresso di Hogwarts, che sbuffava fiotti di vapore.
Raggiunse i suoi genitori all'interno del treno, cercando con gli occhi i visi familiari delle sue amiche.
Raggiunse il primo scompartimento vuoto che trovò e sistemò il baule sulla retina in alto, aiutata da suo padre.
«Buon viaggio tesoro» la salutò quest'ultimo dandole un bacio sulla fronte, prima di scendere dal treno lasciando Lily e sua madre da sole.
Julie assunse un'aria triste e disse: «Tesoro, sono sicura che tua sorella è dispiaciuta che tu non resti a casa...»
«Mamma, me lo dici tutti gli anni. Lo so che non vedeva l'ora che io mi levassi dalle scatole.»
«Non dire così! É pur sempre tua sorella!»
In quel momento una voce familiare le fece voltare:
«Heilà bellezze! Come va la vita?»
Elizabeth aveva fatto capolino dal vagone sorridente come una bambina con un sacchetto di caramelle in mano, seguita da sua madre che trascinava dietro di se un enorme baule.
«Posso unirmi a voi?»
***
CASA BENNET
Ore 7.02
«Elizabeth! Alzati che è tardi!»
Come praticamente ogni mattina, Elizabeth si sentiva svegliare in quel modo. Ormai era diventata una routine, e non si spaventava più quando sua madre iniziava a strillare il suo nome cercando di svegliarla.
«Lasciami stare, mà!» rispose quindi agli insistenti richiami.
«Oh santo cielo Elizabeth, ma lo sai che giorno è oggi?!»
«È lunedì. E allora?» rispose lei insonnolita.
A quel punto sua sorella Charlotte entrò come un fulmine nella sua camera e iniziò ad urlarle contro: «Razza di idiota oggi è il primo giorno di scuola! Ti vuoi alzare? Non voglio mai più sentire la mamma strillare così! Mi fa venire l'esaurimento nervoso!»
«Lottie! L'esaurimento nervoso lo farai venire tu a me se non porti subito quel culone enorme fuori dalla mia stanza!» Elizabeth, ora sveglissima, iniziò a sbraitare contro sua sorella la quale, già vestita e truccata di tutto punto alzò di scatto le serrande della sua camera permettendo alla luce di entrare a fiotti dentro la stanza.
«E non azzardarti mai più ad entrare in camera mia ed alzare le mie tapparelle, intesi?» disse allora Elizabeth, furente.
La madre, che aveva assistito a tutto quel fracasso senza dire nulla, iniziò a sgolarsi per farsi sentire dalle sue figlie che non avevano la minima intenzione di smettere di litigare:
«Ragazze! La volete finire una volta per tutte? Adesso andate tutte e due giù in cucina a fare colazione e non voglio sentire più una sola parola da nessuna di voi due!»
Questo era praticamente quello che succedeva ogni mattina in casa Bennet.
Le due sorelle non fecero altro che brontolare tutto il tempo fino a quando non si sedettero a tavola.
Charlotte prese il beauty, lo posò sul tavolo e iniziò a ripassarsi il trucco già perfetto.
Elizabeth sospirò e disse a mezza voce rivolta a sua sorella: «Maniaca...»
Lei, con molta naturalezza rispose: «Fanculo.»
Elizabeth sospirò di nuovo e si girò verso la finestra guardando il paesaggio. Non vedeva l'ora di andare a Hogwarts e di rivedere tutti i suoi amici. Soprattutto Lily.
Era convinta che quest'anno sarebbe stato memorabile, e aveva già alcune idee per farlo diventare tale.
Quando finalmente arrivarono alla stazione di King's Cross, Christine si allontanò insieme ad una folla di amici che la stavano aspettando.
Quando Elizabeth e sua madre salirono in treno, girarono un po' di scompartimenti, fino a quando  non individuarono una folta chioma rossa dentro un vagone, e ci si precipitarono dietro.
***
«Insomma Eliza, me lo vuoi dire sì o no cosa sta macchinando la tua mente malata?»
«Lils, tesoro bello, prima di tutto è un segreto, e poi, prova a dire ancora qualcosa sulla mia mente geniale e ti butto fuori dal finestrino del treno!»
Lily ed Elizabeth stavano battibeccando da più di un'ora sedute nel loro scompartimento, aspettando speranzose che arrivasse il carrello dei dolci.
«Dai, me lo dici quali sono i tuoi progetti per quest'anno?»
«Mh... Ti do un indizio, riguardano noi, e soprattutto te...»
«Se non me lo dici entro due secondi giuro che...»
«Ok, ok va bene! Allora... rullo di tamburi, prego...»
Lily iniziò a battere le mani sul suo sedile sempre più velocemente.
«Quest'anno ti troveremo il fidanzato!»
Lily rimase a bocca aperta a fissare Elizabeth che aveva un'aria molto compiaciuta.
«Punto primo: noi? Non mi verrai a dire che hai coinvolto altra gente in questa emerita cagata!»
«Io, Alice, Molly, Susan e Claire. Non dire niente perché è un'idea geniale. Abbiamo già preparato una lista di possibili pretendenti. Aspetta, te la faccio vedere.»
«Ferma! Punto secondo: chi vi ha detto che io abbia intenzione di fidanzarmi?»
In quel momento si accorsero che era entrata nel vagone una ragazza, che disse:
«Ma fammi il piacere, Lils. Lo sappiamo che tu muori dalla voglia di trovarti qualcuno! A noi non puoi far bere tutte 'ste balle!»
«Ehilà Claire, mi mancava la tua solita finezza. Veramente!» rispose Lily, utilizzando una dose abbondante di ironia.
«Vero? Me lo dicono in molti.»
Elizabeth sospirò, stanca dei loro continui battibecchi e disse: «E Susan? Dove è finita? »
«Dovrebbe arrivare da un momento all'altro. L'ho incontrata in stazione e... Indovinate chi la stava aspettando davanti al treno?»
«Chi?!» chiesero Elizabeth e Lily contemporaneamente.
«Brian Baston! Ve lo ricordate? Uno dei battitori della squadra di Quidditch di Grifondoro!»
Lily rimase a bocca aperta mentre Elizabeth lanciò uno strilletto eccitata.
«Chissà che cosa voleva... Ha passato tutti questi anni ad ignorarla e solo adesso si fa vivo!? Razza di ipocrita...»
«Lily, non essere così dura. Vedrai che quest'anno si mettono insieme! Mi ci gioco la bacchetta!»
«Scusa, chi è che si metterà insieme a chi?»
Un'altra ragazza si era appena aggiunta al gruppetto.
«Per vostra informazione Baston mi ha chiesto solo se quest'anno avrei partecipato ai provini per entrare nella squadra di Quidditch come portiere. Niente di più!» disse Susan.
Sul volto delle tre ragazze si era dipinta un'espressione profondamente delusa, soprattutto su quello di Elizabeth, che molto probabilmente si era già immaginata al loro matrimonio come damigella.
«Allora, che mi raccontate di bello?» disse quindi Lily per cambiare discorso.
«Alice dovrebbe arrivare a momenti, è andata ad accompagnare Molly nello scompartimento dei caposcuola.» disse Claire (nessuno era ancora riuscito a capire come facesse a sapere sempre tutto).
Le ragazze, solo in quel momento si ricordarono che Molly era stata nominata caposcuola e rabbrividirono all'idea di sentirla parlare per tutto l'anno di quanto prestigiosa e importante fosse la sua carica per la società di Hogwarts e bla bla bla...
Passarono un quarto d'ora a parlare delle loro vacanze e dei buoni propositi per il loro sesto anno e ad un certo punto sentirono un fracasso provenire dal corridoio.
Come tutti i ragazzi di quel vagone anche loro si sporsero dal proprio scompartimento per capire chi diavolo fosse la causa di quel frastuono assordante.
Non tardarono molto a scoprirlo perché videro Alice e Molly spiaccicate per terra una sopra l'altra che ridevano a crepapelle.
Tutti i ragazzi affacciati ai loro scompartimenti le guardavano come se fossero due troll dentro una mongolfiera e trattenevano a stento le risate.
Quando Molly riuscì a rialzarsi tra una risata convulsa e l'altra, si accorse che lei e la sua amica stavano dando spettacolo, e assunse un'aria severa: «Che cosa avete da guardare? Sono un caposcuola! Smammare!»
Tutti i ragazzi, intimoriti si ritirarono nei propri scompartimenti e nel corridoio rimasero solo loro due più le quattro ragazze che le guardavano interdette.
«Ma che diavolo vi siete fumate, si può sapere? » sbottò Susan.
Molly non diede neanche tempo ad Alice di rispondere, strillò eccitata: «Sono caposcuola!»
Tutte le ragazze alzarono gli occhi al cielo, insofferenti e si accomodarono sui sedili del treno.
«E sapete la cosa più bella?» continuò lei imperterrita«Indovinate chi sarà insieme a me il caposcuola di Grifondoro? Il mio Arthur! Farò sicuramente colpo su di lui, me lo sento!»
Alice Haley (ormai praticamente in Paciock) e Molly Prewett frequentavano il settimo anno ad Hogwarts, al contrario di tutte le altre ragazze.
Dopo che Molly ebbe fantasticato per una buona mezz'ora su quanto lei e Arthur sarebbero stati bene insieme, e quanto sarebbero stati felici con tutti gli innumerevoli bambini con i capelli rossi come il suo “Artie”, Alice si ricordò che non aveva ancora salutato a dovere tutte le sue amiche, come era solita fare ogni inizio anno.
Quando ebbe finito di abbracciare e baciare fino allo sfinimento ogni componente dello scompartimento, si rivolse a Lily dicendo con aria maliziosa: «Lils, tesoro, stavo andando a trovare il mio Frank e indovina chi ho incontrato?»
Quando Alice utilizzava quel tono di voce, Lily sapeva benissimo a chi si riferiva e quindi alzò gli occhi al cielo scocciata.
«Senti Alice, finiscila! Non voglio più sentir parlare di lui!»
«Ma... James si è fatto così bello! Secondo me stareste proprio bene insieme.» così dicendo, Alice lanciò un'occhiata alle altre ragazze che le fecero l'occhiolino, divertite.
Lily sbuffò. Ogni anno era sempre la stessa storia. Le sue amiche impazzivano per James e pensavano che tra loro due ci fosse un'intesa particolare. Non lo capivano proprio che lei lo odiava a morte e che molto probabilmente il suo sentimento era reciproco?
«Ragazze, vi ringrazio molto per il vostro interessamento, ma non ho bisogno di un'agenzia matrimoniale!»
Le cinque ragazze assunsero subito un'aria offesa ed Elizabeth disse, ferita:
«Noi stiamo solo cercando di aiutarti. se stiamo ad aspettare te, rimarrai zitella per sempre.»
Lily alzò gli occhi al cielo e assunse un'aria scocciata, voltandosi verso il finestrino ad ammirare il paesaggio.
Stavano attraversando la campagna e il cielo era di un azzurro intenso, senza una nuvola.
Sentì dietro le sue spalle la porta dello scompartimento che si apriva e una voce familiare, troppo familiare che disse: «Buongiorno ragazze!»
Si girò di scatto appena in tempo per vedere una capigliatura spettinata e un paio di occhiali rotondi perennemente storti sbucare da dietro la porta.
Era appena entrata la persona meno gradita in assoluto a Lily, accompagnata, come sempre, dai suoi tre amici. Tutte le ragazze tranne Lily andarono incontro ai nuovi arrivati salutandoli e abbracciandoli.
Lei invece disse: «Ma guarda chi si vede! Parli del diavolo e spuntano le corna! Che volete?» 
«Oh parlavate di me? Dillo che ti sono mancato Evans!» rispose James sorridendo beffardo.
«Comunque eravamo venuti qui solamente per informarvi che siamo quasi arrivati e che sarebbe meglio indossare la divisa al più presto.» tagliò corto il ragazzo moro vicino a James, Sirius.
Lily rivolse ai malandrini con il sorriso più falso che possedeva nel suo repertorio e disse:«Grazie ragazzi per il vostro prezioso aiuto. Non avremmo potuto farne a meno.»
Senza neanche rendersene conto si soffermò a guardare James.
Non era nemmeno lontanamente simile al ragazzo stupido dell'anno prima. Aveva il volto molto più cresciuto e si era alzato di statura almeno di una decina di centimetri.
Magari, pensò, è cresciuto anche mentalmente durante quest'estate... E sarebbe anche ora!
Si odiò nel pensare che era molto più bello. Perché su questo le sue amiche avevano ragione. James fisicamente era cresciuto molto bene.
La prima persona che catturò l' attenzione di Elizabeth fu Remus Lupin. Aveva notato anche l' anno precedente che Lupin ai suoi occhi, era senza dubbio un ragazzo perfetto sotto tutti i punti di vista. Aveva un carattere dolce e, ogni volta che le parlava, lei non poteva fare a meno di arrossire.
Quindi si era ritrovata a fissare il suo volto imbambolata, e, lui accorgendosene le rivolse un timido sorriso, prima di chiudersi la porta dello scompartimento alle spalle.
***
I quattro malandrini percorsero il corridoio del treno per arrivare al loro scompartimento.
«James, hai notato Lily? È diventata veramente bella, vero?» disse Peter, timidamente.
James annuì distrattamente e continuò a camminare.
«Secondo me dovresti provarci con lei...» non riuscì a finire la frase che James, Sirius e Remus scoppiarono a ridere sguaiatamente.
«Secondo me non riuscirebbe a stare con lei neanche se la pagasse cento galeoni a bacio! La conosco fin troppo bene.» disse quest'ultimo in preda alle risate.
«Ramoso, scommetto quindici galeoni che tu non riusciresti a stare con Lily anche solo per sette giorni!» gli fece eco Sirius.
In quel momento passò accanto a loro una ragazza bassa con i capelli biondi e gli occhiali così grandi, che la facevano sembrare una enorme mosca.
Appena vide il volto di Sirius arrossì violentemente e sussurrò un timido: «Ehm... Ciao Sirius...» per poi  scappare via.
I quattro ragazzi si guardarono divertiti e James, con un'espressione maliziosa dipinta sul volto, disse: «Accetto la sfida, Felpato. Ma anche tu devi riuscire a stare per sette giorni con nientemeno che... La bellissima Sibilla Cooman!».

Angolino Autrici:
Ciao a tutti! E grazie per aver avuto il coraggio di finire questo capitolo. Siamo due sorelle, Lily e Alice, alle prese con la loro prima long quindi se avete consigli o critiche costruttive, saremmo felici di accettarle e di migliorarci.
In questa storia abbiamo voluto parlare della Prima Guerra Magica (anche se noi non la tratteremo più di tanto) e dei Malandrini e le loro ragazze. Come avrete già capito ci sono dei personaggi nuovi: Elizabeth Bennet, Charlotte Bennet, Susan Mills e Clarissa Stevens (in breve Claire o Clary) che sono dello stesso anno di Lily (infatti alcune sono le sue compagne di dormitorio).
Abbiamo scelto Bennet come cognome per Elizabeth e Charlotte per ricordare Jane Austen, una delle nostre autrici preferite.
Bando alle ciance, speriamo che vi possa piacere e appassionare la nostra storia.
Anche se al primo capitolo praticamente nessuno recensisce mai, vi preghiamo di farlo per comunicarci se la nostra idea vi piace.
Un bacio a tutti!
Lily e Alice

P.S.: Alice a giugno ha un esame e quindi non riuscirà a scrivere più di tanto. Quindi non sappiamo quando riusciremo ad aggiornare. Qui mettiamo il link per l'account facebook e di Efp di Lily
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Capitolo 2
*** Finalmente ad Hogwarts ***




What about Love?

2. Finalmente ad Hogwarts

 

 

 

 

 

Finalmente il castello di Hogwarts si intravvedeva dal finestrino del treno. Sull'Espresso tutti i ragazzi, da quelli del primo anno a quelli che avrebbero frequentato il loro ultimo anno nella scuola, si affacciavano dal finestrino, felici di rivedere il loro castello. Tutti tranne loro.
Chiunque avrebbe potuto riconoscere il loro scompartimento fra mille. A partire dai bauli rigorosamente per terra ricoperti da un mucchio di carte di Cioccorane e caramelle e tutto il loro contenuto sparso sui sedili.
I Malandrini, infatti avevano l'abitudine, appena salivano sul treno, di cercare di personalizzare il più possibile il loro scompartimento, creando un luogo, secondo loro, confortevole.
Per Malandrini, in questo caso, si intendevano Sirius, James e Peter.
Remus era l' unico a non accettare ancora la loro tradizione ormai consolidata negli anni, ed era l'unico che si ritrovava costantemente a pulire lo scompartimento da solo, quando tutti gli alunni erano usciti dal treno e si stavano già pregustando l'imminente banchetto.
In quel momento nello scompartimento dei malandrini si respirava un'aria non proprio tranquilla.
Peter si era appisolato sopra ad un mucchio di vestiti, incurante del fatto che Sirius e James si erano ripromessi di non lasciarlo dormire in santa pace, meditando a bassa voce di farlo svegliare nel peggiore dei modi, magari facendolo ritrovare appeso a testa in giù per una caviglia.
La voce maliziosa con cui stavano confabulando, insospettì non poco Remus, che, ormai poteva vantarsi di conoscere fin troppo bene i suoi migliori amici per non intervenire.
«Ragazzi, non voglio sapere cosa state pensando di fare, ma vi conviene mettere un po' a posto qui perché dobbiamo scendere tra cinque minuti.»
«Lunastorta, lasciamo a te questo compito. Non siamo mica bravi come te a pulire gli scompartimenti. Non è la tua specializzazione?» disse Sirius con un ghigno.
Remus fece un respiro rassegnato, e disse: «Invece vi conviene farlo anche voi prima che utilizzi una maledizione senza perdono per convincervi!»
James scoppiò a ridere, seguito a ruota da Sirus.
«Noi abbiamo un'altra cosa da fare...»
Così dicendo James tirò fuori la bacchetta dalla divisa e lanciò un incantesimo al malcapitato Peter, che si svegliò di scatto e si alzò iniziando a ballare il tip tap senza riuscire a smettere.
La sua faccia era talmente sconvolta che Sirius e James scoppiarono a ridere sguaiatamente senza riuscire a fermarsi, neanche quando il treno si fermò di scatto e sentirono la folla di studenti eccitati andare precipitarsi nei corridoi spingendo per uscire. Quando finalmente Remus riuscì a bloccare l'incantesimo, anche lui in preda a risate irrefrenabili, Peter aveva la faccia tutta rossa e grondava di sudore da tutte le parti.
«Direi che te la cavi bene con il tip tap, amico.» disse James che ancora non riusciva a smettere di ridere.
Il poveretto non ebbe neanche la forza di rispondergli con un bell'insulto che si accasciò a terra svenuto.
Sirius smise di ridere, e il suo volto assunse un'espressione cupa e seria.

«Non sarà mica morto, vero?» disse allarmato, chinandosi verso il suo amico ancora privo di sensi.
Gli altri due lo guardarono preoccupati, principalmente per la sua sanità mentale che per le reali condizioni di Codaliscia.
Sirius era fatto così. Quando si trattava dei suoi migliori amici si preoccupava per niente.
I quattro ragazzi ci misero un po' a far rinvenire il loro amico e per di più James e Sirius si dovettero sorbire una delle famose ramanzine di Remus, che non avrebbero mai e poi mai augurato a nessuno.
Lasciarono il treno quando tutti i ragazzi ormai erano già al banchetto di inizio anno, perché Remus, come punizione gli fece pulire da soli lo scompartimento mentre lui e Peter andavano a mangiare.

 

***


 

Le quattro ragazze erano sedute nel lungo tavolo di Grifondoro e stavano aspettando che il preside, Albus Silente, facesse il suo solito breve discorso prima di mangiare. Avrebbe fatto il discorso vero e proprio solo dopo che tutti ebbero mangiato a sazietà. Era anche questa una delle ragioni per cui tutti i ragazzi lo adoravano.
Quando anche l' ultima ragazzina del primo anno venne smistata (Mary Tucker... Corvonero!)
Il Preside si alzo in piedi e tutti si zittirono.
«Buona sera a tutti quanti. Prima di iniziare a gustare il nostro splendido banchetto, volevo dare il benvenuto a tutti gli studenti del primo anno, e spero che i vostri sette anni in questa scuola siano non solo costruttivi ma anche felici e spensierati. Adesso basta, perché mi sembra di aver già parlato troppo e penso che nessuno di voi mi abbia ascoltato con attenzione. In effetti anche io faccio fatica a pensare ad altro che al meraviglioso cibo che ci aspetta. Quindi bando alle ciance... Si mangia! Buon appetito a tutti!»
Con un cenno, il Preside fece apparire su tutti e quattro i tavoli un sacco di pietanze e gli studenti ci si fiondarono sopra.
Anche le ragazze, che non avevano aspettato altro fino a quel momento, iniziarono a riempirsi il piatto e per un po' non si sentì altro che le loro bocche che masticavano il cibo avidamente.
« Allora, ragazze...» disse Lily ad un certo punto, «Che mi dite dell'amore?»
Le tre ragazze si zittirono all'istante, e per un momento ripensarono ai cinque anni che avevano passato in quella scuola.
La prima persona che venne in mente a Lily fu James, James Potter. Non sapeva il perché, ma ripensò a quando, il primo anno, le aveva rubato il cappello e lo aveva lanciato fuori dalla finestra. Si ricordava benissimo quel giorno, perché aveva passato tutto il fine settimana a cercarlo al freddo, in mezzo ai cumuli di neve nel parco, meditando le vendette più atroci. Oppure quando, solo un anno prima, con l'aiuto di Pix, le aveva fatto esplodere un palloncino pieno d'acqua in testa, facendole fare una figuraccia davanti a tutti. Quasi senza pensarci cercò i suoi occhi fra la folla di ragazzi nel tavolo di Grifondoro, ma appena individuati Peter e Remus scoprì che né James e nè Sirius erano con loro.
Elizabeth, pensò all'unica volta, due anni prima, in cui lei e sua sorella gemella Charlotte,si erano parlate civilmente senza urlarsi addosso. Avevano scoperto di avere un sacco di cose in comune, e di soffrire terribilmente tutte e due a causa della loro situazione familiare, diciamo, complicata.
E poi ripensò a quando, proprio quel giorno aveva visto Remus Lupin farle un timido accenno di sorriso. Quel Lupin, non riusciva proprio a toglierselo dalla testa.
Susan ripensò a quando, il quarto anno si era dichiarata a Brian Baston, il battitore Grifondoro del quale era follemente innamorata fin dal primo anno. Sorrise quando ripensò alla faccia che aveva fatto lui, quando glielo aveva detto.
Infine Claire ripensò a tutti i ragazzi che aveva avuto, troppi per contarli sulle dita di una mano. Iniziò a guardare nel vuoto pensando alle sue precedenti relazioni. Si ricordò di Ben Audley, quel ragazzo era veramente un idiota. Solo l'anno prima, Claire aveva scoperto che ogni sera, invece di essere in punizione come le diceva, si vedeva con quell'oca di Alba Buxton che andava come lui nelle casa di Corvonero.
Poi c'era David Pitman, il cacciatore di Tassorosso. Lei lo aveva lasciato dopo nemmeno due giorni che ci stava insieme. Era troppo assillante e protettivo e lei si era accorta che non le piaceva veramente...
L'unico ragazzo che davvero le era interessato si chiamava Jason Morris. Lo aveva notato fin dal primo anno. Apparteneva alla sua stessa casa, Grifondoro, e aveva un anno in più di lei. Era molto bello e probabilmente era nei sogni di una sacco di ragazze ad Hogwarts. Claire aveva passato buona parte del terzo anno ad andargli dietro, senza che nessuno lo sapesse.
Jason, però, fin da quando se lo ricordava, era fidanzato con Emmeline Vance, una ragazza del suo stesso anno che era una delle migliori amiche di Alice e Molly.
Formavano una bella coppia, loro due, anche se Claire aveva sempre sostenuto che da un giorno all'altro si sarebbero lasciati, a suo parere erano così diversi...
Comunque Claire se ne era presto fatta una ragione della situazione sentimentale di Jason, e si era data come obbiettivo quello di diventare grandi amici, e ci era riuscita.
Claire e Jason passavano molto tempo insieme, e tutti e due si fidavano ciecamente l'uno dell'altra.
Per Claire questa era solo un'amicizia, perché ormai, la scintilla di amore che l'aveva accompagnata per tanti lunghi anni si era spenta già da un pezzo e aveva lasciato il posto ad una bellissima relazione basata sulla fiducia e il rispetto reciproco.

Così, Claire si ritrovava single.

Era quasi un record per i suoi standard, ma era così.
Ad un certo punto le ragazze sentirono che la Sala era diventata silenziosa. Tutti avevano smesso di parlare e guardavano verso la porta in fondo al salone. Anche le ragazze si girarono da quella parte e videro Sirus e James entrare tranquillamente e guardarsi attorno, salutando tutti i loro amici come se fossero delle star su una passerella.
Appena si sedettero iniziarono a riempirsi il piatto di cibo ormai freddo, incuranti degli sguardi allibiti di tutti.
Sirius non fece neanche in tempo a prendere la forchetta pregustando la scorpacciata, che il suo piatto diventò subito pulito e sul tavolo comparvero montagne di dolci. La stessa cosa accadde anche a James che fece una faccia così delusa che tutta la sala scoppiò in un boato di risate.
«Ragazze, è un miracolo! In cinque anni non è mai successo che Sirius abbia saltato un pasto!» disse Molly alle sue amiche in preda alle risate.
La situazione parve divertire ancora di più Remus e Peter, che si ritennero profondamente soddisfatti della loro punizione.
Quando anche l'ultimo dolce fu spazzolato dai piatti, i tavoli si sparecchiarono in un secondo e ridiventarono puliti alla perfezione come sempre.
Silente, in quel momento si alzò in piedi e tutti gli studenti smisero di chiacchiere all'istante.
«Spero che questo banchetto sia stato di vostro gradimento! Devo ammettere che gli elfi quest'anno hanno superato veramente se stessi per augurarci un ben tornato a scuola. Devo dire che il pasticcio di rognone era veramente delizioso... Credo di aver fatto indigestione. Comunque passiamo alle cose pratiche! Vorrei innanzitutto presentarvi il nuovo professore di difesa contro le arti oscure, il professor Henry Barnes.» Si alzò dal tavolo dei professori un signore alto e magro, con una folta capigliatura biondo miele e occhi marrone scuro. Il viso segnato dalle rughe, appariva gioviale e simpatico, e un tempo doveva essere stato anche molto bello.
Aveva una cinquantina di anni e, appena si alzò dal tavolo, rivolse un sorriso aperto e gentile a tutti gli studenti.
«Volevo anche informarvi» continuò il preside «Che il professor Powell, di Cura delle Creature Magiche, è stato ricoverato all'ospedale S. Mungo per malattie e ferite magiche, e quindi attualmente non è in grado di insegnare. Sono lieto di presentarvi il professor Idorrkplatork, che ha accettato gentilmente di sostituirlo per quest'anno.»
Tutti i ragazzi si voltarono verso la figura che stava entrando nella Sala. Rimasero tutti interdetti quando lo videro. Era decisamente basso per essere un uomo normale: arrivava più o meno al torace di un umano. Aveva dei lunghi e ingarbugliati capelli rossi strati di bianco che, come la barba, erano raggruppati in piccole treccine. I piccoli occhi incavati scrutarono la sala da sotto le sopracciglia cespugliose e rossicce. Il professore avanzò verso il tavolo degli insegnanti con andatura decisa e quando arrivò davanti a Silente fece un gran sorriso e gli strinse la mano. Poi si andò a sedere.
«Ma... ma è un nano!» disse Elizabeth allarmata.
«Che bello! É la prima volta che uno di loro ha accettato di lavorare per Silente!» disse Susan eccitata. «I nani sono degli esseri simili all'uomo, ma di piccola taglia. Secondo alcune tradizioni hanno dei poteri magici, che possono essere manifestati senza l'uso di bacchette magiche, ma è da anni che ormai nessuno ci crede più. Sono generalmente caratterizzati dalla predilezione per i luoghi sotterranei o protetti, infatti vivono molto spesso in...»
«Si, si, si abbiamo capito... adesso piantala.» Disse Elizabeth infastidita agitando la mano per zittirla.

Clary scoppiò in una risatina sommessa e disse sottovoce ad Alice: «Pensi che qualcuno riuscirà mai a ricordare il suo nome?»

«Volevo ricordarvi, inoltre» continuò il preside «Che all'inizio dell'anno si terranno i provini per entrare nelle squadre di Quidditch di ognuna delle case. Per chi volesse partecipare è pregato di chiedere al capitano di ciascuna squadra. Infine, come ogni anno il custode Argus Gazza, vuole rammentare le regole della scuola. Lascio a lui la parola.»
«Ragazzi, mi sa che anche quest'anno Gazza si è sbizzarrito durante l'estate... ci sono almeno cinquanta regole in più dell'anno scorso!» disse Sirius con un ghigno.
«Almeno cinquanta regole in più da infrangere, amico!» rispose James con la stessa espressione dipinta sul volto.
Si votarono tutti e tre verso Remus, per vedere la sua reazione alle parole di James e Sirius. Ma scoprirono che lui non le aveva sentite. Remus era immerso nei suoi pensieri e aveva lo sguardo fisso verso un punto abbastanza distante nel tavolo. I tre Malandrini seguirono il suo sguardo e videro che stava osservando attentamente una certa ragazza di loro conoscenza.
Elizabeth, che stava chiacchierando con Alice, non sentì il suo sguardo fisso su di lei.
«Amico, non si fissano così le ragazze! La stai mangiando con gli occhi!» disse Sirius ridendo.

Remus si girò di scatto verso i suoi amici e arrossì.»
«Non so proprio di che cosa state parlando, veramente
«Lunastorta, te proprio non ce la racconti giusta!» disse James facendogli l'occhiolino.
In quel momento tutti gli studenti si stavano alzando dalle sedie per raggiungere i dormitori delle proprie case e Sirius, passando vicino al tavolo di Corvonero, notò con un ghigno che Sibilla Cooman era ancora seduta. Quando notò la ragazza diede una gomitata a Peter e disse con un ghigno: «Guarda qua, che classe» per poi dirigersi verso la giovane Corvonero, sfoggiando il suo sorriso terribilmente attraente.
«Buona sera cara Sibilla, non ho fatto che guardarti durante il pranzo...» disse a voce bassa e sensuale, sedendosi nella sedia a fianco. «D-davvero...?» disse le arrossendo parecchio.
Sirius si fece più vicino e annuì impercettibilmente. «Ci vediamo domani» disse, per poi andare velocemente a raggiungere i suoi compagni che guardavano prima lui ammirati e poi lei, trattenendo a stento le risate. Sibilla restò seduta a guardare Sirius con un'espressione ebete sul volto.
«Amico, certo che ci sai proprio fare» disse Peter ammirato.


 

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Capitolo 3
*** Tra feste, prugne... ***




What about Love?

3. Tra feste, prugne...



«Ragazze, qualcuna di voi mi sa dire dove è finita Claire?»

«Non saprei, Susie... Hai provato a vedere in camera? Magari sta prendendo un libro che si è dimenticata.»

«Si, sono andata in camera e anche alla voliera dei gufi. Lo sai bene quanto le piace quel posto. Ma niente!»

« Allora non so proprio come aiutarti. Ti serviva qualcosa?»

«Dovevo solo restituirle un libro che mi ha prestato da leggere durante l'estate. Me lo hanno appena mandato i miei perché lo avevo dimenticato.»

«Salve ragazze! Avete visto Claire da qualche parte?» chiese un ragazzo moro.

«Ciao Jason! La stavamo cercando anche Eliza ed io proprio adesso! Hai idea di dove si sia cacciata?»

«Non saprei... Se la vedete, ditele che l'ho cercata. Adesso devo scappare che sono in ritardo per Trasfigurazione.»

***

Elizabeth e Susan erano nella sala comune dei Grifondoro.

«Secondo te perché il professor Barnes non c'è? Insomma, è la sua prima lezione con noi e non si presenta!»

«Non saprei, Eliza. Comunque è molto meglio così perché ne approfitto per fare un po' di compiti. Il professor Lumacorno stamattina ci ha riempiti.» disse Susan sconsolata, prendendo dalla sua borsa il libro di Pozioni e iniziando a sfogliarlo febbrilmente.

«Ti rendi conto? Due ore di Pozioni e Trasfigurazione tutte nella stessa mattina! È solo il secondo giorno di scuola e sono già stressata!» disse Elizabeth che non imitò affatto Susan ma, anzi, rimase perfettamente immobile seduta dov'era, con lo sguardo assente puntato verso l'amica che studiava.

«Susie, la prossima settimana ci saranno i provini per il Quiddich.» disse dopo qualche minuto.

«Lo so» rispose lei, scegliendo accuratamente di non guardarla negli occhi.

«E non sei... Felice?»

«Perché dovrei esserlo?»

«Oh ma smettila! Lo sai meglio di me il perché!» disse Elizabeth spazientita «È da anni che sogni di essere nella squadra di Quidditch con il tuo bel Brian! Ora che finalmente ti proporrai come portiere e che lui si è finalmente accorto di te, potrete finalmente coronare il vostro sogno di amo...» ma Eliza non riuscì a finire la frase, che Susan aveva preso un cuscino dalla sedia e glielo aveva tirato in faccia, rischiando di farla soffocare.

«Stai zitta, tu! Mi è giunta voce che anche tu hai delle pene d'amore!» disse l'amica guardandola torva.

«Sentiamo... chi sarebbe il mio amore segreto?» replicò Elizabeth con una risata di scherno.

«Remus!»

«Remus!?» disse Elizabeth arrossendo di botto solo sentendo pronunciare il suo nome.

«Si. Remus. Remus Lupin!» confermò Susan solennemente.

«Ma cosa diavolo stai dicendo? Voglio dire... Remus è un mio amico! È carino, certo. Ma di sicuro non è il mio tipo! Sai cosa non mi piace di lui? Gli occhi! Sono troppo grandi, e di quello strano color nocciola con delle pagliuzze gialle che... Cioè...Voglio dire...» Elizabeth, se possibile era diventata ancora più rossa e tentava in tutti i modi di non guardare Susan negli occhi.

Quest'ultima si addolcì nel vedere la sua amica così nel panico e tentò di aiutarla, per evitare di metterla ulteriormente in imbarazzo: «Si, infatti. Se dici che non ti piace, non ho motivo di non crederlo. La prossima volta che Claire mi da qualche informazione, le chiederò di verificare meglio le sue fonti» disse quindi, senza riuscire a nascondere un sorrisetto.

Elizabeth la guardò stupita, ma riprese subito il controllo e disse, decisa: «Claire a volte sbaglia su queste cose. Non capisco come abbia potuto pensare una cosa simile!»

In quel momento entrò nella Sala Comune una stanchissima Lily, che si buttò sulla poltrona vicino al caminetto, esausta e bagnata fradicia.

Le due ragazze si girarono a guardarla preoccupate, chiedendosi come mai si fosse ridotta in quello stato.

«Lily... Tutto bene? Disse Susan preoccupata

«Ragazze, vi giuro che Gazza e la sua gatta faranno una fine molto dolorosa!» disse lei furibonda

«Cos'è successo?»

«Lo sapete anche voi che, approfittando dell'ora buca, volevo andare a chiedere al professore di Cura delle Creature Magiche (non mi ricordo come si chiama) delle informazioni in più sulle sirene. L'ho cercato per tutto il parco sotto la pioggia, e finalmente l'ho trovato vicino alla Foresta Proibita che stava aspettando i suoi alunni per fare lezione. Quando sono tornata al castello ero bagnata fradicia e con le scarpe piene di fango e ovviamente ho incontrato Mrs Purr davanti alle scale. Tre secondi dopo è arrivato Gazza, arrabbiatissimo, che mi ha accusata di aver sporcato il castello volontariamente. Per punizione ho dovuto pulire con lui tutta la Sala Grande dal fango!»

Le ragazze la guardarono, impietosite.

In effetti il tempo era veramente brutto e probabilmente stava per arrivare un temporale.

Lily salì le scale del dormitorio per andare a cambiarsi, mentre le altre due ragazze iniziarono ad avviarsi verso l'aula di Storia della Magia.

Davanti alla porta incontrarono Claire che probabilmente le stava aspettando già da un bel pezzo, perché, per ingannare l'attesa, era immersa nella lettura di un libro.

«Si può sapere dove eri finita??» sbottò Elizabeth vedendola.

«Sai, ho pensato di fare una bella sorpresa ad Hagrid e sono andata a trovarlo» disse questa tranquillamente. «Mi ha detto che il professor Barnes ha avuto un imprevisto ed è dovuto andare a Londra per una settimana» continuò.

«Secondo te cos'è successo?» chiese Susan preoccupata.

«Non saprei... Hagrid ha detto che probabilmente è qualcosa che riguarda sua madre. È molto anziana e abita a Londra. Magari avrà qualche problema.»

In quel momento la porta della classe si aprì e i ragazzi poterono entrare e sedersi ai propri banchi. Lily arrivò trafelata appena in tempo per prendere posto vicino a Claire.

 

***

 

I primi giorni di scuola passarono lenti e monotoni per tutti.

La sera del giovedì, nel loro dormitorio i Malandrini si stavano preparando per andare a dormire, lamentandosi, come ogni sera, dei troppi compiti che gli erano stati assegnati.

«Preferirei passare la notte con Madama Pince, piuttosto che mettermi a studiare a memoria tutte le guerre che hanno fatto i folletti nel 1800» disse James, stancamente.

«Sembra che i folletti si siano divertiti a fare rivolte a caso ogni tre per due, solo per dare la pena a noi poveri studenti di studiarle» disse Sirius uscendo dal bagno e buttandosi sul letto.

«Come se voi doveste studiarle.» intervenne Remus ironico.

«Felpato ce l'hai fatta ad uscire da quel dannato bagno! Pensavamo che fossi caduto nel gabinetto!» disse James ignorando Remus e affrettandosi ad entrarci a sua volta prima che qualcuno gli rubasse il posto.

«Guarda che io ci tengo alla pulizia! Secondo te come potrei mai fare colpo sulla bella Cooman se non mi lavo?»

Si sentì la risata soffocata di James da sotto la doccia a cui si unirono quelle di Remus e Peter che erano sdraiati sui rispettivi letti.

«Povera ragazza» disse Remus dopo un po' «È veramente innamorata di te.»

«E chi non lo è? Scommetto che almeno metà delle ragazze della scuola mi viene dietro» disse Sirius con un ghigno

«Ma fammi il piacere! Alle ragazze piacciono di più i ragazzi come me! Muscolosi, e giocatori di Quidditch! Mi dispiace dirtelo ma sono più popolare di te, amico» disse James uscendo dal bagno con un asciugamano allacciato in vita.

«E cosa mi dici del bel tenebroso? Io sono molto più affascinante di te!»

«Ragazzi finitela con queste dimostrazioni di autocompiacimento e, James, per favore mettiti almeno le mutande!» sbottò Remus mentre Peter andava in bagno.

«Lunastorta, guarda che è un privilegio di pochi vedermi in tutta la mia bellezza appena uscito dalla doccia! Dovreste esserne contenti!» ribatté James facendogli l'occhiolino provocante.

«Amico, non ci provare con Remus! Lui è mio!» disse Sirius lanciandogli un cuscino senza centrarlo.

«Black hai una mira da schifo» rise James tirandogli una gomitata.

«James Potter, non mi parlare con quel tono!» urlò a sua volta Sirius imitando perfettamente la voce della signora Potter quando sgridava suo figlio.

I tre ragazzi scoppiarono in una fragorosa risata.

In quel momento Peter uscì dal bagno con indosso il suo famoso pigiama a fiorellini. I Malandrini l'avevano sempre trovato divertente e, ogni volta che lo metteva, non mancavano mai di fargli notare quanto era ridicolo.

Peter, però, aveva sempre sostenuto che quel pigiama era un ricordo molto caro e che non aveva intenzione di cedere alle loro prese in giro.

«Sai, mia nonna, per quanto mi ricordi, aveva dei vecchi mutandoni con lo stesso motivo del tuo pigiama.» disse Sirius con un ghigno.

Peter fece una smorfia di sdegno, senza neanche darsi la pena di rispondergli a tono e si infilò nel letto.

«Felpato! Ma cosa mi combini! Non devi prendere in giro il nostro amico!» disse James tirandogli una gomitata. «Sai Peter, ti sembrerà strano ma durante le vacanze ho pensato molto al tuo pigiama. Secondo me potresti venderlo ad una di quelle mostre dell'antiquariato babbane e se ti va bene potresti anche ricavarci un bel po' di soldi! Scommetto che le vecchiette non baderanno a spese pur di averlo!»

«Amico, per una volta hai detto una cosa intelligente e ti do ragione!» disse Sirius in preda alle risate mentre Peter, per sottolineare ancora di più la sua disapprovazione chiudeva attorno a se le tende del baldacchino, imbronciato.

Come ogni sera, dopo una mezz'ora passata a parlare e a progettare scherzi, i Malandrini si addormentavano di botto, uno dopo l'altro, anche se qualche volta era Remus che, stanco delle loro chiacchiere li spediva ognuno nei propri letti senza fiatare, ricordandogli che la mattina dopo si sarebbero dovuti svegliare presto.

 

***

 

Il venerdì a colazione Lily si trovò davanti al piatto una busta chiusa con ceralacca viola e un fiocco dello stesso colore con sopra scritto “Alla carissima Lily Evans” in una scrittura tutta svolazzi.

Capì subito di cosa si trattava, e con un sospiro la aprì e iniziò a leggere.

 

“Carissima Lily,

questo sabato sera alle otto ci sarà una cenetta a tema per pochi intimi, vorrai farmi l'onore di venire a festeggiare con noi l'inizio di questo nuovo anno scolastico? Per partecipare dovrai essere vestita possibilmente di viola. Puoi portare un accompagnatore se ti fa piacere.

            Cordiali saluti

il professore Horace Lumacorno

 

Elizabeth, sbirciando da sopra la spalla dell'amica sogghignò: «Per quest'anno ha scelto il viola. Che c'è?» disse guardando la faccia di Lily «È meglio dell'anno scorso, no? Aveva scelto il giallo, ti ricordi? La sera della festa andavano tutti in giro vestiti come canarini!»

«Non ci voglio andare.» mugugnò Lily.

«Su, dai! Non iniziare a rompere come tutti gli anni! Ci vengo io con te. Tanto c'è scritto che puoi portare un accompagnatore, no?»

«Ma non è quello...»

«E allora che c'è?»

«È che non ho voglia di vedere Severus.»

«Ma se l'hai già visto ieri!»

«Sì lo so... Ma domani sera non ci saranno gli altri del suo gruppo e di sicuro vorrà parlare con me di quello che mi ha detto l'anno scorso ai G.U.F.O.»

«Te lo tengo lontano io.»

«Ne sei sicura?»

«E secondo te un povero verme di Serpeverde mi ferma?»

«Sì è vero hai ragione» disse Lily ridendo.

«Ehi, Evans» disse una voce dalla parte opposta del tavolo.

Lily si girò e disse stancamente: «Che vuoi Potter?»

«Vieni alla cena di Lumacorno con me? Vedi, mi ha invitato.» e sventolò il suo invito, urtando con il gomito una caraffa di Succo di Zucca e rovesciandola addosso ad un bambino del primo anno.

«No. Lei viene con me. Non ti permetterò di fregarmi la dama!» rispose Eliza ridendo.

James fece una faccia offesa e si mise a borbottare qualcosa sulle donne e sulle dame, senza ascoltare minimamente la lavata di capo che Remus gli stava facendo sul il disastro che aveva combinato con il Succo di Zucca.

 

***

 

Il sabato sera arrivò fin troppo presto per Lily che, dopo aver fatto i compiti di Trasfigurazione, iniziò a chiedersi che cosa mettere per la serata.

Aprì sconsolata il suo armadio e vide che non possedeva nessun indumento viola.

Si diresse quindi verso il guardaroba di Claire, che in genere era quello più ben fornito, e iniziò a rovistare febbrilmente alla ricerca di una qualsiasi cosa da mettere.

Trovò finalmente qualcosa che poteva fare al caso suo: un maglione informe color melanzana.

Lo indossò velocemente, si guardò allo specchio e pensò sconsolata: Sembro una vecchia prugna con una parrucca rossa, guardando come il colore del maglione facesse a pugni con i suoi capelli.

In quel momento entrò Susan nella camera dicendo: «Sei pronta? Eliza ti sta aspettando in sala comune.»

«Sì» rispose Lily mentre si avviava verso la porta, dandosi una veloce sistemata ai capelli arruffati.

«Ma davvero ci vai così?» Chiese Susie non potendo fare a meno di scoppiare a ridere.

Lily la fulminò con lo sguardo e disse: «Non ho altro da mettere, il viola mi sta malissimo, e sinceramente non mi interessa molto vestirmi bene per andare ad una stupida festa!»

«Tesoro, le tue motivazioni sono più che valide, ma con questo maglione sei davvero inguardabile! Ti vedrei bene con qualcosa di più scuro...» così dicendo si avviò verso il suo armadio, prendendo un vestito corto blu scuro decorato con dei complicati ghirigori lilla.

Dopo averlo mostrato a Lily, senza neanche aspettare una risposta la spinse in bagno a provarlo, prendendo dall'armadio di Elizabeth un paio di tacchi dello stesso colore.

Lily stava per uscire dal bagno e dirle che non aveva proprio bisogno della sua intromissione, ma si soffermò a guardare l'abito. Era veramente bello e magari le sarebbe stato anche bene. Provò un moto di affetto per l'amica, che in fondo voleva solo il suo bene e probabilmente stava anche pensando che avrebbe potuto attirare qualche bel ragazzo vestita in quel modo. A Lily scappò da ridere e indossò velocemente il vestito, per poi guardarsi allo specchio e vedere la terribile condizione dei suoi capelli.

Le lunghe ciocche rosso scuro cadevano spettinate sopra le spalle e quando tentò di pettinarle, constatò che erano anche molto annodate.

Quando riuscì a sciogliere tutti i nodi iniziò a truccarsi lievemente ma con molta cura e, quando uscì dal bagno, si sentiva davvero affascinante.

Salutò Susie, che nel frattempo era riuscita a trovare la borsa abbinata al vestito, e scese le scale per andare da Elizabeth.

Quest'ultima la stava aspettando da più di mezz'ora in Sala Comune e quando la vide, dopo averle fatto un sacco di complimenti per il vestito, la informò che erano di qualche minuto in ritardo.

Lily non poté fare a meno di notare quanto Elizabeth stesse bene nel suo vestito color glicine con dei ricami neri che riprendevano il colore dei suoi capelli.

Quando arrivarono davanti all'ufficio di Lumacorno, trovarono alcuni ragazzi che aspettavano vicino alla porta. Tra questi c'erano Sibilla Cooman, Severus Piton, Regulus Black, quella pettegola di Bertha Jorkins e Charlotte Bennet.

«Non sapevo che ci fosse tua sorella!» sussurrò Lily a Elizabeth.

«Neanche io! Se l'avessi saputo non sarei venuta!» rispose lei, sorpresa.

«Beh ormai sei qui, no? Non vorrai tornare indietro, vero?»

«Non lo so...» ma fu interrotta da James e Sirius che stavano correndo verso di loro, procurandosi una serie di occhiatacce dai ragazzi che aspettavano davanti alla porta.

Quando si fermarono James chiese: «Siamo in ritardo, gente?»

«No, miei cari, carissimi ragazzi.» disse un sorridente Lumacorno che era appena uscito dal suo ufficio, avvolto in una stretta veste da camera viola ricamata, che minacciava di strapparsi da un momento all'altro.

«Entrate, entrate pure!» esclamò tenendo la porta aperta per lasciar passare i suoi allievi preferiti.

«Oh signorina Bennet! È da un po' che non la vedo alle mie feste!» disse rivolto a Eliza mentre lei stava entrando, e rivolgendole un gran sorriso.

All'interno lo studio era tutto decorato in viola, a Elizabeth sembrava di essere dentro ad una enorme melanzana. Perfino le luci erano viola! L'immenso buffet era come tutti gli anni in tema: da mangiare c'era un intero maialino arrosto ripieno di prugne, uno sformato con una salsa di mirtilli, costolette di vitello in agrodolce condite con marmellata di prugne, un'insalata di melanzane, e infine il dolce: una enorme ciotola di macedonia di prugne con tanto di gelato di uno strano color uva fragola, e panna. Da bere c'era vino elfico rosso, succo di prugne, succo di mirtilli e Acquaviola.

«Bene, adesso che siamo tutti dentro vi voglio presentare gli ospiti di questa sera.» disse Lumacorno. «Donald Moore, il battitore dei Tornados; Stella Morrison, la famosa cantante e Newt Scamandro, il poco famoso autore (per adesso, ne sono sicuro) del libro appena uscito “Creature Magiche dove trovarle”» disse indicando, prima un uomo corpulento sulla trentina, una donna bionda di mezz'età e poi un uomo con i capelli ingrigiti e dei penetranti occhi azzurri.

«Che il buffet abbia inizio!» disse quindi a gran voce.

Gli studenti si avviarono verso il cibo ma Lumacorno fermò Lily prima che potesse prendere il suo piatto.

«Cara Lily, hai passato una bella estate?» disse lui, e prima che potesse rispondere continuò: «Beh cara, questo è Newt Scamandro, che, oltre che a essere un famoso ricercatore di Creature Magiche, è un pozionista eccelso.»

«Troppo buono!» rispose questi, arrossendo «Faccio solo il mio lavoro mettendoci tanta passione.»

Lily non aveva mai sentito parlare di lui, e non poté fare a meno di chiedersi che altre sorprese potesse celare quel viso tranquillo e quei grandi occhi azzurri.

«Lui ha scoperto tutti i quaranta modi con cui utilizzare il corno di bicorno, Lily. È stata una scoperta importantissima ed è stato lui a completare la cura contro il Vaiolo di Drago.» aggiunse il professore.

«Beh...» rispose lui «Da giovane ho condotto varie ricerche e devo dire che questa è una di quelle più riuscite e utili. Bisogna solo avere tanto tempo e passione per le pozioni.»

«La nostra Lily Evans è la prima della classe del sesto anno di pozioni. Spero che presto diventi una pozionista vera e propria. Sarebbe utilissima per la comunità magica, ma purtroppo non vuole.» disse allora Lumacorno sospirando teatralmente.

«Allora che cosa vorresti fare una volta uscita da Hogwarts?»

«Vorrei diventare un Auror.» replicò Lily.

«Beh allora pozioni servirà! Non ti voglio trattenere ancora oltre con queste chiacchiere da vecchi, vai pure a mangiare.»

Lily gli sorrise grata e si avviò verso il buffet.

Elizabeth non si era accorta che Lily non era con lei, troppo occupata a cercare di mettere qualcosa nel piatto prima che gli altri ragazzi spazzolassero via tutto.

Si guardò intorno e a suo malgrado vide sua sorella, vestita in indaco, che guardava il buffet con disgusto, come faceva generalmente con qualsiasi cosa.

Si ricordò solo in quel momento che Charlotte era allergica alle prugne e che, dato che il menù era prevalentemente composto da questo frutto, non poteva mangiare quasi niente.

Sorrise fra sé e sé, mentre si serviva una porzione abbondante di sformato.

«Grazie per avermi aspettata! Che razza di cavaliere sei? Almeno se non potevi attendere cinque minuti potevi prendermi qualcosa e mettermelo in un piatto!» disse Lily che le era arrivata alle spalle.

«Ma dov'eri? Non ti ho più vista!» rispose l'amica.

«Lumacorno voleva presentarmi quel Newt Scamandro. A quanto pare è un pozionista e ha fatto delle importanti scoperte per la cura del Vaiolo di Drago.»

«Molto interessante.» mugugnò distratta lei. «Il maiale è buonissimo. È stato cotto con le prugne secche e ti conviene prenderne un pezzo subito. qQuel giocatore di Quidditch, Donald Moore, se lo sta mangiando tutto.»

«Ma è buonissimo!» disse Lily addentandone un pezzo «gli Elfi Domestici hanno fatto proprio un buon lavoro, non trovi?»

«Già.» rispose l'amica distrattamente.

 

I due Malandrini intanto stavano confabulando in un angolo.

«Felpato, là c'è la tua dama. Vai e seducila.» disse James alludendo a Sibilla Cooman che si stava riempiendo il bicchiere di succo.

«Senti chi parla! Non c'è la Evans proprio lì? Dovresti andare a parlarle.» replicò Sirius.

«Ma lei non mi vuole!» disse in tono lagnoso «Non è stregata dal mio fascino e prima, quando le ho chiesto di venire alla festa con me mi ha rifiutato con la complicità di quella Bennet!» continuò guardando torvo Elizabeth.

«Ma è perché con il tuo piccolo cervellino da renna non riesci a pensare! Mangi troppa erba che ti obnubila la mente.»

«Primo: sono un cervo, non una stupida renna! Secondo: pensa al tuo di cervello, canide idiota! Terzo: l'erba che mangio io mi obnubila meno la mente di quella che ti fumi tu quando dici queste stronzate. Quarto: sei certo di sapere che cosa vuol dire obnubilare?»

«Senti, stupido cervo, renna, alce o qualunque altro animale che ti pare, quella che ho fumato l'altro ieri sera era una innocua sigaretta Babbana rollata da me e me stesso e...»

«Smettila che se restiamo qui a litigare non la finiamo più. Che cosa mi volevi dire, o mio carissimo amico?» disse James con tono carezzevole.

«Se me lo dici così, come da presa per il culo, non ti aiuto mica!»

«Oh andiamo! Non far l'idiota!»

«E va bene! Volevo dirti solo che devi farle capire che non vuoi più prenderla in giro, ma che vuoi rapportarti con lei in maniera civile. Non devi più farle scherzi e neanche farla arrabbiare. Non devi più torturare Piton e chiamarlo Mocciosus perché sai che la fa andare in bestia.»

«Non posso fare scherzi a Mocciosus?» chiese lui in tono piagnucoloso.

«No se vuoi conquistarla. Perché tu vuoi conquistarla, vero?»

«Certo che voglio!»

«E allora vai là e comportati in modo diverso! Seducila!»

«Lo farò!» disse James elettrizzato. Finalmente poteva dire di avere una chance con Lily e tutto gli sembrava più roseo.

 

Piton era in un angolo e da sopra il suo naso aquilino scrutava tutta la stanza. A volte i suoi occhi si soffermavano su qualcuno per poi distogliersi quasi subito e concentrarsi su qualcos'altro. In quel momento stava fissando Potter e Black.

Come mai stanno così appartati?, pensò, sospettoso, Di solito vogliono stare sempre al centro dell'attenzione. Che cosa avranno da bisbigliare?

Poi come sempre la sua attenzione si spostò verso la persona che guardava sempre più spesso: Lily. Com'era bella! Cosa doveva fare? Doveva andarle a parlare? E se poi non avesse voluto? E soprattutto quando? Quella Bennet le stava attaccata come un cane da guardia. Che glielo avesse chiesto lei? Che non volesse persone che la disturbassero?

Forse non vuole che io la disturbi.

Scrollò il capo.

Non posso continuare così.

«Sei sempre lì che ti struggi per la Evans?» disse Regulus Black, che, con un bicchiere in mano, lo stava osservando da un po'.

«Non stavo guardando la Mezzosangue.» rispose lui gelido.

«No, certo. Tu stavi fissando quella Purosangue della Bennet.» replicò Regulus ironico.

Piton preferì non rispondergli e si avviò verso il buffet.

«Stai scappando, Piton» gli urlò dietro il Serpeverde, beffardo.

Severus lo ignorò e prese un pezzo di sformato. Possibile che tutto quello che facesse veniva preso in giro e deriso? Sia dai suoi compagni di Casa, sia dai Malandrini. Per un motivo o per l'altro era sempre quello di cui i prepotenti si prendevano gioco e lui si sfogava con gli allievi più piccoli. Essere diventato un prefetto l'anno prima, non aveva fatto altro che facilitare le cose. Faceva il bullo con quelli del primo e del secondo anno, esattamente come quelli del suo anno facevano con lui. Aveva iniziato quando Lily aveva smesso di parlargli e ora non riusciva più a smettere. Più gli altri erano crudeli con lui, più lui lo era con i più piccoli. Prima la sua valvola di sfogo era parlare di tutte le ingiustizie che subiva con Lily, ma ora che se ne era andata...

In quel momento i suoi pensieri furono interrotti bruscamente alla vista di Potter che si avvicinava a Lily.

Avrebbe dovuto aspettarselo, quella era l'occasione giusta per lui per avvicinarla.

Intanto i due stavano iniziando a parlare e lui andò furtivo vicino a loro per ascoltare.

 

Lily in quel momento era sola: Elizabeth era andata a prendere un drink per entrambe da circa dieci minuti.

Che diavolo starà facendo? Aveva detto che prendeva due Acquaviole e che tornava subito! pensò, Mah sarà meglio che me le prenda da sola! Oh no! pensò quando vide che Piton da una parte, e James dall'altra, si stavano avvicinando, tutti e due contemporaneamente non li posso reggere! Meno male che ci doveva essere Lizzy a controllare che non mi dessero fastidio! Ma che cavolo di guardia del corpo è?

«Buonasera» disse James con disinvoltura appena la raggiunse.

«Buonasera.» rispose Lily, secca.

Lui sfoggiò un sorriso a trentacinque denti e iniziò a riempirla di complimenti: «Non ho fatto a meno di notare quanto stia bene con quel vestito! Lo trovo davvero bello e penso che il colore stia molto bene con i tuoi capelli e...»

In quel momento, Sirius che era stato per tutto il tempo lì vicino per sentire che cosa dicevano, lo prese per un braccio e lo spinse al fondo della sala, sotto gli occhi perplessi di Lily.

«Che cosa ho fatto?» disse James togliendosi dalla presa dell'amico.

«No, la domanda te la faccio io: che diavolo stavi cercando di fare?» rispose Sirius

«Stavo cercando di far colpo su di lei! Insomma io non sono bravo in queste cose! Normalmente non mi serve fare tutte queste smancerie per far colpo su una ragazza! Basta solo il mio fisico perfetto e la faccia da macho che mi ritrovo!» rispose lui mostrando fiero i muscoli all'amico.

«Ma non hai ancora capito che Lily è diversa? Insomma, a lei non gliene frega niente del tuo aspetto e dei tuoi muscoli! Ed è per questo che la sfida è più difficile!»

«E allora cosa devo fare?»

«Mostrarle la parte dolce che c'è in te, falle capire che ci tieni a lei. Ma non esagerare.» rispose Sirius con un ghigno, per poi avviarsi verso il tavolo degli alcolici.

 

Approfittando dell'assenza di James, Piton era entrato in azione.

«Lily.» disse Piton

«Che vuoi?» rispose Lily in tono sgarbato.

«Parlare con te.»

«Non sembrava che volessi parlare con me quando hai detto... Oh com'è che hai detto? Ah già ora mi ricordo. Piccola schifosa Mezzosangue.» disse sarcastica.

Piton restò in silenzio.

«E sai che cosa mi ha fatto più male?» continuò «Che fossi stato tu, qualcuno di cui mi fidavo e qualcuno a cui volevo bene, e non un altro dei tuoi stupidi amichetti Serpeverde a dirmelo. E adesso pretendi pure di parlarmi? Mi disgusti! Sei un sudicio piccolo verme che ha paura pure della propria ombra! Non provare neanche più a parlarmi, non osare neanche ad avvicinarti a me e ai miei amici.» ora Lily stava urlando e tutti stavano osservandoli ammutoliti. Vedere Lily così arrabbiata era uno spettacolo terribile, era come vedere un uragano o un vulcano in azione.

«Lasciami in pace!» gridò e con i suoi capelli rossi ondeggianti dietro alla schiena, varcò la porta sbattendosela alle spalle. Subito un brusio si sparse in tutta la stanza e Piton si affrettò a seguirla fuori. Non dovette cercare molto: era nel bagno delle femmine che piangeva con Mirtilla Malcontenta che sogghignava dietro di lei.

 

James vide Piton che la seguiva di fretta e senza alcun indugio, li andò a cercare.

 

«Lily, io...» disse supplicante Piton. Lei alzò la testa di scatto, lo fulminò con i suoi occhi verde chiaro e gli sibilò contro: «Vattene via!»

«Ma... Lils...» Il nomignolo affettuoso con cui la chiamava tanto tempo fa, invece di addolcirla ebbe l'effetto contrario e la fece infuriare ancora di più.

«Come osi chiamarmi ancora così? Come osi guardarmi ancora in faccia dopo avermi detto quelle cose? Pensi che dopo tutto quello che è successo ti possa chiamare di nuovo Sev e che ti possa addirittura perdonare? Sei un illuso! Vattene via!»

Altre risatine in sottofondo da parte del fantasma.

«Hai sentito Evans? Togliti dai piedi!» intervenne una terza voce. James era sulla porta e guardava con disprezzo Piton.

«Potter.» il disgusto nella voce di Severus era quasi pari a quello che deformava il viso del giovane Grifondoro.

«Potter!» esclamò sorpresa Lily. «Che ci fai qui?»

Ignorando la sua domanda, James tornò all'attacco: «Non hai ancora capito, Mocciosus? Fuori. Dai. Piedi.» disse scandendo le parole. «Forse con quel piccolo cervellino da pozionista non lo riesci a capire.»

«Stanne fuori.» replicò Piton «O forse vuoi, come sempre, essere al centro dell'attenzione.» continuò scimmiottandolo.

«Fuori da qui!»

«Ho detto: stanne fuori.»

«E io ti ho detto di andartene.»

Si guardarono in cagnesco per qualche secondo. Lily non piangeva neanche più: li guardava ad occhi sgranati e a bocca aperta, voltando la testa come se stesse seguendo una partita di tennis. Mirtilla ora stava ridendo a crepapelle, volando sopra le loro teste.

«Questa è una discussione tra me e Lily. O almeno era dato che ci sei venuto a disturbare.»

«Non mi sembrava tanto una discussione. Io ho soltanto sentito Evans che ti urlava contro e tu, da bravo pavido Serpeverde, che cercavi debolmente di difenderti.»

«Hai origliato?» sibilò.

«La vostra scenata si sentiva fin dallo studio del professore, non era così difficile ascoltare. Eccolo che se ne va. Striscia via come il verme che è.» disse James sprezzante, vedendo che Piton si stava dirigendo verso la porta. Severus, dopo aver sentito questo si girò di scatto e tirò fuori la bacchetta. James, che aveva già la mano serrata attorno alla sua, prontamente la sfoderò.

«No!» disse Lily, con voce resa roca dal pianto e dalle urla. Mirtilla spalancò gli occhi e volò via attraverso un muro, infastidita dal fatto che tutti la ignorassero.

«Che cosa sta succedendo qui?» chiese una voce allarmata. Remus Lupin era davanti alla porta e guardava tutti preoccupato. Quella sera i Grifondoro erano di turno per la ronda, ma anche se Lily (prefetto anche lei) era alla festa, Remus aveva declinato un qualsiasi aiuto per controllare i corridoi del castello e ci era andato da solo. Stava passando nel corridoio del terzo piano quando aveva sentito delle grida dal bagno delle ragazze. Quindi era entrato subito ma non avrebbe mai immaginato una scena del genere.

I due litiganti si girarono sorpresi. Piton allora, rimise la bacchetta in tasca e, lanciando sguardi torvi a tutti, se ne andò.

«Che cosa è successo?» ripeté Remus allibito.

«Niente.» rispose James fingendosi calmo. «Stai bene?» disse poi in tono gentile a Lily. Lei annuì con lo sguardo vacuo.

«Sembra sotto shock.» constatò Remus. «La porti tu alla sala comune?»

«Certo.»

Lupin lo guardò sospettoso.

«Cerca di non fare nessuna stupidaggine, va bene?»

«Va bene.»

E dopo avergli lanciato l'ultimo sguardo di avvertimento se ne andò.

 

 

 

 

Angolino Autrici:

Ciao a tutte!

Siamo finalmente riuscite a finire questo capitolo!!

Questa però è solo una parte del capitolo intero: nel prossimo faremo la continuazione.

Lo abbiamo dovuto dividere a metà perché se no veniva chilometrico e vi sareste annoiate a leggerlo.

Abbiamo inserito numerosi momenti Piton/Lily e James/Lily per farvi inquadrare bene la situazione.

Come promesso abbiamo un po' approfondito i Serpeverde, per il momento solo Piton, ma nel prossimo parleremo anche di Regulus Black.

Grazie a tutte per le recensioni degli scorsi capitoli e a chi ha messo la nostra storia tra le seguite. Speriamo che questo capitolo vi sia piaciuto e aspettiamo taaante recensioni :3

Siamo giunte alla conclusione che riusciremo ad aggiornare una volta al mese, soprattutto adesso che inizierà la scuola e avremo numerosi impegni. Speriamo solo di essere costanti :)

Un bacio a tutte voi che avete avuto il coraggio di leggere questo terzo capitolo!

Lily e Alice

P.S.: Tanti auguri ad Alice che il 25 agosto ha compiuto gli anni! <3

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