Se scappi!?..bè con il tuo allenamento ti lascio andare, però poi, poi ti vengo a prendere e ti sposo!

di guard_the_project
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** parte uno: Volere più di ogni altra cosa al mondo... ***
Capitolo 2: *** parte due:...il ricordo ***
Capitolo 3: *** parte tre:...di quell'accordo ***
Capitolo 4: *** parte quattro:...che mi ha reso pazzo ***
Capitolo 5: *** parte cinque:...d'amore per te. ***



Capitolo 1
*** parte uno: Volere più di ogni altra cosa al mondo... ***


se scappi 1

Premessa: Questa è una storia semplice, semplice, senza troppe pretese. E' arrivata l'idea e ho iniziato a scrivere prima di rendermene conto e invece di cestinarla ho pensato che prima avrei potuto pubblicarla qua per sentire se a qualcuno potesse piacere o meno. L'ho divisa in cinque parti,non capitoli perchè come ho scritto sopra è una breve storiella, andrebbe tutta assieme ma per comodità ho preferito dividerla, però pubblicherò assieme o molto velocemente. (la prima parte è corta e molto narrativa, abbiate fede è funzionale alla storia).

Premessina:Sono una fissata con i nomi, prevalentemente italiani, vado a cercare il loro significato in modo che concordi con il carattere del personaggio. Quando ho iniziato a scrivere questa storia però stavo leggendo i libri di una scrittrice che adoro così ho deciso di usare i nomi dei suoi personaggi (principali e non), quali sono i libri e chi è la scrittrice lo rivelerò in fondo, così se la lettura è noiosa almeno potete divertirvi nel risolvere il giallo (oppure potete leggere le prime righe e andare direttamente in fondo, non mi offendo farei anch'io così).




Se scappi...bè, con il tuo allenamento ti lascio andare, però poi, poi ti vengo a prendere e ti sposo!


Parte uno: Volere più di ogni altra cosa al mondo


Ariadne salì le scale con la solita calma che la caratterizzava dopo essere andata a correre. Guardò l'orologio, erano le sette e undici, molto probabilmente erano tutti svegli.

Arrivata davanti alla porta del suo appartamento, si piegò per prendere le chiavi da sotto lo zerbino e le inserì nella toppa aprendola.

Will era seduto al tavolo, in mano aveva una brioche che avrebbe dovuto mangiare mentre leggeva il giornale, ma come al solito rimaneva lì, fra le sue dita, perchè lui era troppo preso dalla lettura per ricordarsi di dover fare colazione. Alla fine l'avrebbe mangiata di corsa mentre usciva dalla porta.

Ariadne si slegò i capelli neri raccolti in una coda alta e andò diretta verso il bancone della cucina afferrando una mela. Si appoggiò alla colonnina che determinava la fine della cucina e allungò lo sguardo sul giornale aperto di Will, da quella posizione poteva leggere anche lei le notizie.

I suoi occhi però saettarono inconsciamente nella stanza. Qualcosa non quadrava e quel qualcosa corrispondeva alla mancanza di piagnucoli e borbotti di sua figlia di un anno.

“Hattie?” domandò tentando di avere un tono distaccato. Will continuava a ripeterle che era leggermente paranoica nei confronti della figlia, non era vero, peccava semplicemente di troppa fantasia. Così, razionalmente, sapeva che nell'ora in cui era stata fuori a correre, Hattie aveva semplicemente continuato a dormire e che c'era stato Will con lei e lui non avrebbe mai permesso che le accadesse nulla di male, ma nella sua mente continuava a vedere l'immagine di un losco figuro che svegliava la sua piccola bambina e la rapiva portandola via da lei. Rabbrividì.

“tua madre..”disse semplicemente lui, confermando così la teoria del losco figuro

“stai scherzando spero?” chiese strozzandosi con un pezzo di mela “come e ripeto, come hai potuto permetterlo?” lo accuso raggiungendolo e sbattendo la mano sull'articolo di giornale che stava leggendo. Will alzò lo sguardo su di lei infastidito

“parlava di comprarle vestitini e di aver bisogno di lei..” fece agitando la mano con noncuranza

“e tu perchè lo hai permesso?” scandì

“è sua nonna! Ha più diritti lei di prenderla che io di impedirglielo”

“questo non è vero e tu lo sai!” si accasciò sulla sedia affianco a lui portandosi una mano a massaggiarsi la fronte “oh cielo!e adesso? Cosa le farà?”

“niente” rispose alla domanda retorica

“niente?”ringhiò “eppure mi sembra che tu la conosca mia madre, è grazie a lei che siamo in questo casino!” urlò indicando l'appartamento

“niente perchè Hattie non è sola con tua madre” replicò pacato lui

“co, cosa?”

“ho detto solo che tua madre è stata qui per prendere Hattie e portarla a fare compere, ma io le ho fatto notare che visto che voleva portarla via prima che tu tornassi dalla corsa, avrebbe dovuto cambiarla e vestirla, è sbiancata completamente” l'espressione era seria ma era chiaro che si stava trattenendo dal ridere al ricordo di quell'immagine “così ha chiamato tua sorella, che è arrivata subito e ha preso in mano le redini della situazione”

“in breve mi stai dicendo che di Hattie si occuperà Amy e che mia madre oggi si limiterà solo a spendere soldi in vestitini?”

“esattamente” confermò “non potevo impedirle di prenderla, ma potevo assicurarmi che ci fosse qualcuno di cui ti fidi ad occuparsi di lei”

“okay,devo però chiamare..”

“il nido?” la precedette “già fatto, non preoccuparti”

“grazie” fece dolcemente ritornando alla calma post- corsa “scusa, ma non potevi dirmelo subito invece che iniziare la frase con -tua madre..-?”

“avrei potuto, ma così è stato più divertente” rispose senza nemmeno alzare gli occhi dal giornale “se non fossi così paranoica e non mi interrompessi di continuo tutta questa conversazione non sarebbe mai avvenuta” aggiunse

“fanculo” borbottò alzandosi per andare a recuperare la sua mela che aveva abbandonato sul bancone. Non era paranoica e se anche lo fosse stata con una madre come la sua era giustificata.

Fissò Will che aveva ripreso a leggere con calma. Non aveva idea di come lui facesse ad essere sempre così tranquillo. Si trovavano in una situazione al limite del surreale, eppure lui riusciva a rimanere impassibile in mezzo a tutta quella pazzia.

“a proposito” interruppe i suoi pensieri “tua madre a parlato di qualcosa come preparare gli inviti”

“scusa, scusa, scusa” Will si voltò verso di lei

“non ti preoccupare, non è colpa tua” la rassicurò

“si lo è invece” borbottò “mi mancano solo gli ultimi capitoli e tutta questa storia sarà conclusa” Will annui e tornò a leggere. Ecco un'altra situazione in cui una qualsiasi persona normale avrebbe urlato o almeno imprecato. Persino i fidanzati normali provano un briciolo di terrore quando la suocera gli parlava per la prima volta degli inviti per il matrimonio, se poi il fidanzato in questione lo è diventato basandosi su un accordo avrebbe tutto il diritto di mettere sottosopra la casa. Will invece leggeva il giornale tranquillo.

Non sarebbero mai arrivati al matrimonio, questo era l'accordo, lui era un fidanzato di copertura, per prendere tempo in modo che lei potesse finire il suo secondo libro, farlo pubblicare e diventare autosufficiente con i soldi della vendita.

Will, in ogni caso, per il momento, era a tutti gli effetti il suo fidanzato. Ed era strano pensarlo perchè era l'opposto di quello che aveva sempre cercato in un uomo. Eppure in quell'anno di convivenza aveva scoperto che era bello. Sì, lo aveva scoperto.

Will era una di quelle persone che incontrata una volta, ti dimentichi i lineamenti del volto subito dopo, una di quelle che se rincontri ti chiedi all'infinito nella mente dove la hai già vista. Una persona qualunque in breve, ma era proprio su questa convinzione che Will spiazzava sempre le persone. Perchè lui non era una persona qualunque.

Faceva di tutto per passare inosservato, non si fermava a parlare con le persone che non gli andavano a genio e non si preoccupava minimamente dell'opinione che gli altri avevano di lui. Essenzialmente non era proprio quel che si definisce una persona socievole. Infatti, in mezzo alla gente era un disastro. Ariadne era più che convinta che ciò fosse uno dei motivi per cui aveva scelto di diventare archeologo, con i resti di un romano vecchio di tremila anni non avrebbe mai dovuto alzare gli occhi al cielo perchè doveva ascoltarlo mentre si lamentava del suo compagno di terme che sospettava barare al gioco dei dadi.

Era incapace di trattare con le persone; schivo e diretto nelle opinioni, non filtrava i suoi pensieri, ciò che pensava lo diceva, senza badare troppo alle conseguenze, inoltre quando era nervoso balbettava leggermente. Nonostante tutto ciò, quando parlava di qualcosa che riteneva importante, quando decideva che valeva la pena discutere con qualcun altro, era magnetico. A quel punto era difficile dimenticarsi del suo volto. Non era un caso che fosse il più ricercato fra gli assistenti dagli studenti che volevano delle spiegazioni o chiarimenti riguardo le lezioni.

No, Will non era una persona qualunque.

Ecco perchè Ariadne aveva dovuto scoprirlo che fosse bello, perchè lui era di per sé sfuggente, era stata lei a doversi soffermare sui dettagli del suo volto, sui suoi modi. Non come il padre di Hattie. George, era bello, sapeva di esserlo e non lo nascondeva. E per quanto non amasse ammetterlo, a lei erano sempre piaciuti i tipi così. Esattamente tutto l'opposto di Will.

George era alto, con il fisico asciutto e scolpito, anche Will era alto, certo non vantava un metro e novanta d'altezza, ma il suo metro e settantacinque andava più che bene per lei che era solo un metro e sessantatré. Per quanto riguardava il fisico, doveva essere ben messo anche lui, solo che a differenza di George che lo metteva in risalto con camice firmate, Will lo copriva con t-shirt monocolore e maglioncini (con la coabitazione con lei, erano spariti tutti quelli con fantasie improponibili, lasciando solo quelli giudicati guardabili).

George in mezzo alla gente era spettacolare; affabile, affascinante, era in grado di annuire e ascoltare per ore le conversazioni noiose e vagamente classiste degli amici di sua madre ai the che organizzava, mentre lei puntualmente desiderava solo sbattere la testa contro un muro. Will la prima e l'ultima volta che era stato ad uno di questi the, era stato all'annuncio di fidanzamento. Tempo che arrivasse il the, aveva già messo in imbarazzo un amico di sua madre correggendolo in continuazione sulla teoria che stava esponendo e per la prima volta era riuscita a discutere con un'arcigna amica di sua madre che fin quando era piccola mascherava battutine a suo carico con complimenti. Solitamente George la strattonava per un braccio e con una scusa la portava via, Will invece si era goduto lo spettacolo di lei che urlava contro alla signora, di sua madre in preda al panico e di sua sorella che rideva come mai prima di allora.

Geroge aveva una mascella ben disegnata e dei mossi capelli neri che quando si metteva in giacca e cravatta, cosa che accadeva spesso, gli donavano l'eleganza degli uomini degli anni venti. Will aveva dei lisci capelli castano chiaro e se pure avesse i lineamenti del viso ben marcati il suo atteggiamento sfuggente e chiuso, in qualche modo gli sminuiva, donandogli un' aria perennemente assorta più che da uomo d'affari.

Su due cose però George non reggeva il paragone con Will. La sicurezza.

Will poteva sembrare distratto, poteva balbettare su brevi frasi quando era nervoso, ma quando lei gli aveva chiesto di darle una mano, le aveva risposto affermativamente senza mai provare a tirarsi indietro. Geroge invece nonostante tutta la sicurezza che trasudava in pubblico quando gli aveva rivelato di essere incinta di Harriet, era entrato nel panico dicendo che era troppo giovane per diventare padre. Era giovane sì, ma non quanto lei. Quando aveva scoperto di essere incinta, lei aveva appena iniziato il secondo anno di università, lui invece aveva già 28 anni.

La seconda cosa su cui lo surclassava era invece più superficiale. Gli occhi. A Ariadne le erano sempre piaciuti gli uomini con gli occhi scuri, Geroge ne era la conferma. Eppure quando aveva incontrato gli occhi azzurri di Will non aveva saputo non trovarli splendidi. Non erano un azzurro normale, era più intenso e totalmente imperscrutabile.

Inoltre era convinta che mutassero; le sembravano fossero più chiari quando parlava giocherellava con Hattie, che tendessero al blu quando discuteva con qualcuno ed infine che fossero di un celeste intenso quando lo infastidiva come quando leggeva il giornale da sopra la sua spalla.

Ariadne sorrise fra sé, era un vizio che non avrebbe perso, nonostante tutte le lamentele di Will.

“lo hai già letto” scandì il giovane interrompendo i suoi pensieri

“di cosa stai parlando?” domandò, gli occhi celesti furono su di lei e subito ebbe la sensazione che potesse leggere i suoi stessi pensieri

“del giornale, lo leggi prima di andare a correre, non vedo perchè ogni volta devi rileggerlo mentre lo faccio io”

“chi è il paranoico qua?” domando sorridendo

“solo perchè sei appoggiata alla colonnina e non sbuchi direttamente sopra la mia spalla, non significa che non mi sia accorto che stai leggendo il mio” cadenzò il pronome “giornale”, incatenò gli occhi azzurri a quelli neri di lei, alzò un sopracciglio “chiaro?” Ariadne annui e rimase ad osservalo mentre tornava a leggere.

Era bello d'avvero, eppure era strano perchè fino a che non ti soffermavi a guardarlo davvero non te ne accorgevi. In testa le balenò un'idea.

Iniziò a camminare avanti e indietro, guardandosi attorno come una pazza, doveva trovare quei dannati post-it o se ne sarebbe dimenticata, ne era certa.

“sul tavolino davanti al divano” le indicò pacato Will mentre richiudeva il giornale, ormai aveva imparato a riconoscere i segni da crisi da post-it meglio di chiunque altro. Ariadne si fiondò sul tavolino, prese il blocchetto e andò alla scrivania dove afferrò una penna per scrivere sul foglietto rosa fluo -Tania vede davvero la bellezza di Dorian? O è solo affascinata?, lavorare su-, stacco il post-it e lo attaccò alla scrivania in un angolo del soggiorno già ricoperta da foglietti simili. Senza di quelli non avrebbe potuto pubblicare mai niente, erano la sua salvezza.

Ricordava ancora quando aveva passato una settimana al mare con George e il servizio del hotel aveva buttato via tutti i post-it. Aveva avuto quasi una crisi isterica, seguita da una di panico, seguita da una litigata furiosa con Gerge perchè lui le aveva detto di calmarsi e che quelli erano solo dei foglietti, la prossima volta avrebbe dovuto essere semplicemente più ordinata. Se ne era andata e non gli aveva rivolto più la parola per tutta la settimana seguente.

“cosa attanaglia Tania e Dorian questa volta?” domandò Will alle sue spalle, parlando dei protagonisti del suo nuovo libro

“credo di aver descritto Tania come semplicemente affascinata da Dorian e non davvero colpita dalla sua bellezza in generale..insomma lo vede o lo guarda davvero?”

“e questo a te non basta?” ecco lo sguardo penetrante di Will, ad una domanda già abbastanza complicata lui riusciva a scombinarla ancora di più, lo odiava quando faceva così “in ogni caso io vedo che sei in ritardo per le lezioni, ciao” si mise in bocca la brioche che, come previsto non aveva mangiato, e uscì dall'appartamento. Ariadne abbassò lo sguardo sulla sua tenuta da corsa e si maledisse mentalmente. Era dannatamente in ritardo.

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Capitolo 2
*** parte due:...il ricordo ***


se scappi..

Parte due : ...il ricordo


Quando Ariadne arrivò in facoltà mancavano solo una decina di minuti prima della fine della prima lezione. Decise di non entrare aspettando l'inizio della prossima. Era riuscita a fatica, per via della nascita di Hattie, a prendere la laurea breve in tempo, ora era al primo anno del biennio di magistrale di letteratura.

Dato che era riuscita a pubblicare un libro, in molti le avevano consigliato di fermarsi, ma non li aveva dato ascolto. Un libro con un discreto successo e una laurea breve in uno fra gli indirizzi più sottovalutati non avrebbero assicurato ad Harriet e lei un futuro.

Certo, lo doveva ammettere, quel primo libro nonostante tutto le aveva salvate. Quel libro che sua madre aveva etichettato come una sciocca perdita di tempo le aveva permesso di prendere l'appartamento in affitto in cui vivevano e di fare un corredino di tutto rispetto ad Hattie.

Ovviamente sua madre, dopo la pubblicazione della sciocca perdita di tempo, era passata a chiamarla sciocca perdita di tempo che ha avuto la fortuna di trovare qualche altro sciocco disposto a comprarla. Un notevole miglioramento tutto sommato.

Iniziò a camminare nervosamente, anche il solo pensiero di sua madre le faceva quell'effetto. Prese il cellulare e mandò l'ennesima richiesta di conferma che Hattie stesse bene a sua sorella. Si fidava di Frika, erano sempre state molto legate far di loro, sapeva come comportarsi con sua nipote, era di sua madre che aveva paura.

L'aula dove avrebbe avuto lezione era al piano terra, vicino all'atrio, esattamente dove aveva incontrato Will per la prima volta.

Lo ricordava ancora perfettamente..

Era al primo anno di università, era appena uscita dall'ultima lezione della giornata, ultima in tutti i sensi dato che era terminata alle sette e stavano chiudendo. Stava parlando con i suoi nuovi compagni di corso quando aveva ricevuto una chiamata di George. Sua madre voleva conoscerla, sarebbe passato a casa sua a prenderla fra un'ora per portarla a cena e presentarla. Quell'informazione dell'ultimo minuto aveva dato il via ad una discussione che era terminata quando ormai tutti se ne erano andati via. A quel punto a Ariadne la soluzione migliore era sembrata quella di sdraiarsi sul pavimento e contemplare la sua incommensurabile sfiga. Era stato in quel momento che aveva incontrato Will.

Era rimasto a discutere fino a tardi con un professore la sua tesi per la laurea breve in storia e riguardo gli esami per accedere alla magistrale di archeologia.

Will l'aveva vista a terra e si era avvicinato.

“tutto bene?sei svenuta o qualcosa di simile?”

“magari, sto per incontrare la madre del mio ragazzo, una donna perfettamente perfetta, con il solo preavviso di una mezzora, non sono pronta capisci? Ho bisogno di tempo io! Devo concentrarmi, devo ripetermi gli argomenti da evitare, devo allenarmi nel sembrare una ragazza di classe, ma modesta nei gesti” Will aveva lasciato cadere la borsa di pelle logora a terra e si era sdraiato al suo fianco

“modesta nei gesti? Sua madre è per caso un personaggio della Austen?” Ariadne si era voltata verso di lui incontrando i suoi occhi celesti e aveva capito, capito che quel ragazzo in un modo o in un altro avrebbe fatto parte della sua vita (quando tempo dopo lo aveva raccontato a Will, lui le aveva dato della pazza paranoica), ed era scoppiata a ridere

“pensi che sto esagerando?”

“giusto un pochino” l'aveva canzonata lui “Eleonora Duse era molto meno melodrammatica in confronto”

“melodrammatica io?!” aveva chiesto tirandosi su a sedere “tu non hai idea di come sono fatta! Sono incapace di trattenermi dal commentare ogni singola cosa, quando sono nervosa tendo a parlare dei gossip delle ultime star di Hollywood, a proposito la Lohan è uscita dalla riabilitazione, inoltre n..oh no!” spalancando gli occhi si era voltata verso Will che era rimasto sdraiato a terra con le mani dietro la nuca “George non lo sa!”

“cosa?”

“che io sono così! Sono una bugiarda ragazzo sconosciuto!”

“mi chiamo William”

“piacere Ariadne” strinse la mano che gli aveva teso “capisci? Ho sempre tentato di essere carina e adorabile davanti a George, si insomma, un po' sbadata, ma niente di che...sono una schifosissima bugiarda, dannazione!” ed era tornata a sdraiarsi a terra con le mani a coprire il volto

“bè, si immagino che le ragazze adorabili non si stendano a terra in paranoia totale” aveva borbottato Will

“e urlano contro le persone che ti danno dentro per passare prima sul marciapiede?”

“è una cosa che detesto anch'io, perchè non possono spostarsi anche loro di qualche centimetro!?”

“e si mettono a ballare ovunque non appena sentono una musica orecchiabile?”

“una mia amica per il stupire il suo ragazzo aveva fatto un corso di burlesque, gli aveva consegnato l'invito dello spettacolo del corso senza dargli spiegazioni per rendere il tutto più piccante, lui pensando che fosse uno spettacolo teatrale aveva portato con sé sua madre che si dilettava come regista, non ti dico le risate che mi sono fatto quando me lo ha raccontato”

“e..aspetta hai detto burlesque?”

“ho detto burlesque” aveva confermato con un sorrisetto, Ariadne era scoppiata a ridere

“sono ancora assieme?”

“per un po' lei non si è fatta vedere a casa sua, ma sì, l'hanno superata”

“se ce l'ha fatta lei, direi che posso farcela anch'io” si era alzata a sedere e aveva afferrato la borsa dalla quale aveva tirato fuori uno specchietto e il mascara, ma non appena si era specchiata aveva lanciato un urlo “non con questi capelli e questa faccia!” stava per tornare a sdraiarsi a terra quando una mano di Will sulla sua schiena le lo aveva impedito

“il tempo di durata della tua sanità mentale in mezzo alla paranoia totale oscilla dai dieci ai trenta secondi, non credi sia un po' poco?”

“oh mio..” l'esclamazione venne bloccata prontamente da l'altra mano

“come volevasi dimostrare”borbottò, poi la squadrò “sì, i tuoi capelli fanno schifo, ma se hai tempo puoi farti una doccia, mentre se non ce l'hai esiste uno strumento usato già nel neolitico chiamato pettine inoltre..”lasciò sia la mano sulla sua bocca che quella sulla sua schiena “s-sei carina di tuo, qui-qui” diede un colpo di tosse “quindi smettila di preoccuparti e va a questo stupido incontro” aveva ordinato per poi alzarsi e afferrare la borsa da terra. Ariadne aveva seguito il suo esempio incantata da quel ragazzo che si stava avviando verso l'uscita

“ehi Will” lo aveva richiamato “hai un cellulare?”

“si perchè?” e lo aveva tirato fuori dalla tasca dei jeans, Ariadne lo aveva afferrato al volo ignorando le proteste di lui e aveva premuto una serie di tasti, pochi attimi dopo le note di un saxofono avevano vibrato nell'aria e lei gli aveva ridato il cellulare

“Louis Armstrong?” aveva domandato indicando il telefono, Ariadne aveva annuito

“Jazz lips, complimenti per l'orecchio” aveva detto stupita “comunque, ora hai il mio numero e io il tuo” aveva esclamato

“perchè?”

“perchè?” aveva ripetuto lei “perchè così possiamo diventare amici” Will l'aveva guardata perplesso

“a me non interessa diventare amici”

“e a me non interessa la tua opinione a riguardo”

“bene” aveva approvato lui sarcastico

“bene” aveva ribattuto lei sorridente.


Persa nei ricordi Ariadne si accorse della fine della lezione solo quando si ritrovò in mezzo ai studenti che uscivano. Sentì chiamare il suo nome più volte,si voltò e si ritrovò a braccetto con Maggie, una sua compagna di università e amica, che la trascinò verso il gruppetto di studenti con cui si sedeva solitamente a lezione.


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Capitolo 3
*** parte tre:...di quell'accordo ***


se scappi 2


Parte tre:...di quell' accordo

Merda, merda, merda! Fu ciò che Ariadne si ripeté interrottamente nella mente, mentre affrettava il passo e bloccava e sbloccava il telefono in continuazione come se quello potesse cambiare le cose.

Sua madre e sua sorella con Hattie stavano tornando adesso al suo appartamento e lei si era attardata a chiacchierare dopo pranzo con i suoi compagni di università.

Guardò lo schermo sul quale comparì l'icona di un altro messaggio di Amy che le diceva di non preoccuparsi, che rimaneva volentieri con la sua nipotina un altro po'.

Stava facendo aspettare la sua bambina, senza contare che sua madre avrebbe avuto una buona occasione per ricordarle quanto lei fosse troppo incapace per occuparsi di una bambina e quanto avesse ragione a spingerla a sposarsi. Come diamine poteva non preoccuparsi?! Imprecò ad alta voce contro dei passanti che le bloccavano il passaggio. Lo schermo si illuminò nuovamente, era Amy che le diceva di non preoccuparsi, c'era Will a casa, avrebbe lasciato a lui la bambina.

Il “no” che urlò attirò l'attenzione di tutte le persone nel raggio di un paio di chilometri. Non ci pensò due volte, si strinse la borsa al petto e si mise a correre. E pensare che Amy lo sapeva, Will non doveva occuparsi di Harriet. Era stata più che esauriente su questo argomento. Non poteva chiedergli anche questo. Doveva già fingere di essere fidanzato con lei, occuparsi della bambina non era nell'accordo, quello era un compito solo suo.

Ogni tanto giocava con lei; Hattie era forse l'unica persona con cui si fermava volentieri a conversare, lui le parlava di archeologia, lei batteva le manine e commentava con dei “ghia-ba” molto convincenti, più di una volta Will si era ritrovato a dover ammettere che aveva ragione, quella determinata data non era corretta o in quel determinato luogo non avrebbero mai trovato nulla. Questi momenti a parte però era lei ad occuparsene senza eccezioni.

L'accordo con Will era stato pattuito quando era al settimo mese di gravidanza di Harriet, esattamente il giorno stesso in cui aveva dato la lieta notizia a Deirdre Henderson in Oliver, meglio nota come “quella strega di mia madre”.

Era riuscita a tenerlo nascosto fino a quel momento, ma l'inverno dai larghi maglioni era finito e la sua pancia incominciava a non passare inosservata, specialmente su di lei che da sempre andava a correre.

Tutt'ora poteva sentire la voce di sua madre in quel giorno che le chiedeva a ripetizione perchè non tornasse con George e lei aveva risposto ogni volta che lui non voleva saperne di lei e della bambina. Ogni volta che lo aveva ripetuto era stato come se qualcuno avesse preso il suo cuore in mano e lo stringesse ogni volta un poco di più.

Sua madre alla fine aveva smesso di farle domande, si era alzata dalla poltrona su cui si trovava e aveva iniziato a camminare per la stanza sospirando e massaggiandosi le tempie mentre parlava di trasferirsi per evitare lo scandalo. Mai le unghie di Ariadne si era impiantate nei palmi delle mani tanto da ferirsi prima di allora. Sua madre si era poi riseduta, aveva accavallato le gambe come solo lei sapeva fare e aveva aperto bocca, segnando così l'inizio del personale incubo di Ariadne.

Le aveva annunciato che doveva ritornare con George, non sapeva come, non sapeva quando, ma quella bambina non poteva venire alla luce senza che lei non avesse un anello al dito.

Ariadne era stata costretta a ripeterle ancora una volta che lui non ne voleva sapere nulla di loro due. La risposta di sua madre era stata cristallina nel chiarirle che avrebbe dovuto semplicemente smetterla di comportarsi come una ragazzina, cosa che ovviamente avrebbe allontanato qualsiasi uomo, e tornare con il padre di sua figlia. Ariadne era tornata a parlare a ripetizione, solo che questa volta non era un frase intera che a quanto pareva sua madre non aveva compreso, ma una semplice parola formata da due lettere:no!

Sua madre era rimasta impassibile ed aveva aspettato che finisse di ripetere quella parola, poi si era allungata verso la lettera che Ariadne aveva appoggiato sul tavolino quando era entrata nella stanza e le aveva ricordato che se avesse seguito il consiglio anche quel problema si sarebbe risolto.

La lettera. Ovvero quello che lei chiamava “capitolo due di -Come rendere la vita di Ariadne Oliver un inferno e vivere felici-” (il capitolo uno, era completamente dedicato a sua madre ovviamente). La lettera non era altro che la citazione in giudizio da parte della famiglia di George in tribunale.

Ad George non importava nulla di loro, si era anche fatto trasferire in un ufficio di Londra, ma ai suoi genitori interessava la piccola nipotina che avrebbe potuto reclamare parte dell'eredità. Così erano passati dal darle della poco di buono obbligandola a fare il test del dna anche se Ariadne aveva dichiarato che non gli importava che la riconoscessero. Appurato che Hattie era davvero una Stubbs, era arrivata quella lettera. Richiesta di affidamento esclusivo, dato che la bambina era davvero loro nipote, volevano crescerla a loro modo, con i loro ideali.

Era principalmente per quella lettera che si trovava lì. Aveva appena firmato il contratto con la casa editrice che le avrebbe pubblicato il primo libro quindi un po' di soldi li aveva, senza contare che aveva sempre lavoricchiato come commessa in un negozio e quando aveva scoperto di essere incinta aveva aumentato le ore di lavoro. Aveva i soldi per occuparsi di lei e Hattie e anche se non le avessero pubblicato il libro, come poi era successo, avrebbe potuto lasciare l'università e lavorare a tempo pieno, ma lo stipendio da commessa non le avrebbe permesso di pagare degli avvocati in grado di tenere testa a quelli assoldati dai Stubbs. Diamine, sarebbero stati in grado di far incriminare Gandhi per crimini contro l'umanità e Martin Luther King per razzismo. Aveva bisogno dell'aiuto dei suoi, non poteva farcela da sola.

Quando sua madre aveva preso tra le mani quella lettera, Ariadne aveva sussultato e poi implorato, non potevano portarle via la sua bambina. Deirdre l'aveva guardata negli occhi e aveva iniziato a parlare del matrimonio con suo padre. Lui più vecchio di lei di una decina di anni, al suo fianco era diventato l'uomo che era adesso; amministratore delegato di un importante società, ora in pensione e futuro candidato alle elezioni come sindaco. Il discorso doveva servire ad incoraggiarla a sposarsi, ma il fatto che suo padre avesse vissuto per anni con un'altra donna tornando a casa solo per farsi vedere al fianco della moglie negli eventi importanti non giovava alla causa.

Ariadne su questo punto aveva un vuoto di memoria su cosa le avesse risposto sua madre, forse a causa della sberla che aveva ricevuto quando aveva fatto notare quel piccolo dettaglio sul suo matrimonio o forse semplicemente perchè era stanca per via della gravidanza. Se non aveva un buon rapporto con sua madre, con suo padre era peggio, un uomo d'affari che in casa si limitava a dare ragione alla moglie incondizionatamente. Non approvava le idee di sua madre, ma almeno lei si esponeva, parlava con lei. Lui si limitava a dire “fa come dice tua madre”, era strano perchè non ricordava di averlo sentito dire qualcosa di diverso.

Deirdre aveva ritratto la mano con cui aveva colpito la figlia ed era tornata ad accomodarsi, lapidaria le aveva annunciato che se non avesse avuto al suo fianco il padre di sua figlia intenzionato a sposarla, forse era il caso che i Stubbs si occupassero della bambina. La mano che aveva stretto il suo cuore mentre ripeteva che George non la voleva, non era nulla in confronto alla pugnalata che infilzato in quel momento girava su se stesso aumentando il dolore.

A denti stretti le aveva chiesto se quello che voleva per il suo aiuto in pratica fosse che si sposasse con qualcuno. Deirdre aveva risposto di sì. Era un'idea antiquata e antifemminista, ma Ariadne sapeva che sua madre era fatta così, era rimasta con un uomo che la tradiva ufficialmente pur di mantenere la facciata della famiglia perfetta, non avrebbe permesso a sua figlia di partorire senza un un anello all'anulare, specialmente con suo marito che aspirava a diventare sindaco. Ariadne a quella risposta si era alzata e se ne era andata sibilando un “bene”.

Ariadne sbatté contro qualcuno mentre rallentava la sua corsa sotto il palazzo dove si trovava il suo appartamento. Guardò lo schermo del cellulare, ma non c'era nessun messaggio da parte di Amy.

Fu assalita dal panico. Iniziò a fare gli scalini due a due, fino a che non arrivò al pianerottolo dove si trovava l'appartamento, si slanciò verso la porta, infilò il piede sotto il tappetino di benvenuto e perse l'equilibrio sbattendo la testa contro la porta e accasciandosi a terra.

Iniziò a massaggiarsi la fronte lamentandosi per il dolore quando la porta si apri, alzò lo sguardo trovando Will che con in braccio Hattie la stava guardando a sua volta con un sorrisetto divertito in volto

“un'altra donna caduta ai miei piedi” scosse la testa fintamente preoccupato “mi domando come farò a gestire tanto fascino”

“sì, siamo tutte affascinate dalla tua incredibile gentilezza” replicò Ariadne premendo la mano sulla fronte, sicura che le sarebbe venuto fuori un bernoccolo gigantesco

“vedi Harriet, quella è la tua mamma” disse indicando Ariadne a terra “fortunatamente sembra che gli unici neuroni buoni che avesse li abbia utilizzati per fare te, quindi tu non ti ritroverai mai in quella situazione non ti preoccupare” la bambina rise e afferrò un dito della mano libera di Will, Ariadne assottigliò lo sguardo e si alzò da terra

“non traviare la mia povera bambina”

“è la verità” disse, Ariadne allungò le mani per prendere Hattie “Ari, vedi..”iniziò Will trattenendo la bambina, ma lei lo ignorò afferrandola e stringendosela al petto, lasciò scivolare la borsa a terra e si diresse verso il soggiorno “comunque prima di..”

“mi dispiace per il ritardo..”lo interruppe

“Ariadne” la richiamò Will, ma era troppo tardi, ormai si trovava in soggiorno dove sedute sul divano si trovavano sua madre e sua sorella che le stava mimando della scuse. Will le fu subito al fianco

“quante volte ti ho detto di non interrompermi!?” sussurrò all'orecchio “c'è tua madre” annunciò poi ad alta voce, la giovane annui

“si lo vedo” deglutì “ciao, mamma” poi si girò verso Amy “tu non dovevi andare a lezione questo pomeriggio?”

“si ma vista la decisione all'ultimo momento, di cui io non sapevo nulla” rimarcò quelle parole “..della mamma di rimanere a parlare del matrimonio, ho deciso di rimanere a darti una mano..” fece un sorriso forzato verso Deirdre che la stava guardando torva “so che eri tanto indecisa sulle bomboniere così...”si affrettò ad aggiungere

“oh, merda” scappò dalle labbra di Ariadne

“cosa hai detto?” chiese secca Deirdre

“nulla, solo che sì, sono preoccupata per le bomboniere”

“passami Hattie” le sussurrò Will all'orecchio

“no, io n..”

“Ari, sai anche tu come sono le chiacchierate con tua madre, vorrei che Hattie non venisse sbranata per colpa vostra” riluttante gli passò la bambina “bene” gli posò una mano sulla schiena e la spinse un po' avanti “ora respira e parla con tua madre”

“mamma volevi dirmi qualcosa?”

“sì, sei in ritardo” fece “non ricordo di averti mai lasciato incustodita quando eri piccola”

“certo che no, hai sempre assunto tate fantastiche, grazie mamma” replicò, Deirdre arricciò le labbra vermiglie e i suoi zigomi alti risaltarono

“dobbiamo parlare del matrimonio, anche in quello sei in ritardo” lo sguardo di Ariadne saettò immediatamente verso la finestra. No, erano al terzo piano, saltare giù era fuori discussione. Sentì Hattie gorgogliare felice alle sue spalle, le sarebbe bastato voltarsi per afferrarla e poi correre giù dalle scale, però prima avrebbe dovuto superare Will e lui non era facile da scansare, tuttavia con una ginocchiata ben assestata magari...sì, l'unica soluzione era scappare all'estero con Harriet. I Stubbs le avrebbero cercate, ma con una identità nuova e in uno stato dove non era permesso l'espatrio se la sarebbero cavata, oppure poteva chiedere rifugio politico, tempo che avessero conosciuto le famiglie con cui aveva a che fare nessuno avrebbe avuto da obiettare, anzi avrebbe semplicemente dovuto dire di essere figlia di Deirdre Oliver e qualsiasi ambasciata le avrebbe accolte. Avrebbero cambiato nome, ne avrebbe scelto uno francese come Genevieve o Victorie.

Un colpetto sulla schiena la riscosse dai suoi pensieri, si voltò verso Will che la guardava con un espressione seria, ma i suoi occhi erano divertiti, poteva ingannare chiunque,ma non lei

“smettila di pensare a come scappare” fece aggiungendo un colpo di tosse per evitare che si sentisse , Ariadne si voltò verso di lui e scosse la testa, odiava quando lo faceva, quando pensava di sapere a cosa pensasse. Certo, nove volte su dieci indovinava perfettamente i suoi pensieri, ma rimaneva una cosa fastidiosa

“stavo dicendo” alzò la voce sua madre “che ormai Harriet si è stabilizzata, William è ormai al dottorato e tu sei più o meno in forma, è il caso di iniziare con i preparativi” temporeggiare, ecco quale era stata la parola mantra di Ariadne nell'ultimo anno. Temporeggiare.

Il suo era un finto fidanzamento per darle il tempo di finire il secondo libro come da contratto con la casa editrice e sbloccare così il compenso per la vendita in modo da diventare finalmente autosufficiente. Si erano fidanzati ufficialmente immediatamente, ma avevano usato ogni scusa possibile per rimandare il vero matrimonio.

Quindi, per prima c'era stata la nascita di Hattie, poi la laurea breve di Ariadne poi la laurea di Will, ma sopratutto mesi e mesi di corsa e palestra per perdere i chili in più della gravidanza, ed era stata quella la scusa migliore. Incredibilmente, sua madre avrebbe potuto sopportare una figlia non laureata, ma una figlia che percorreva la navata con qualche chilo di troppo non era accettabile.

“me ne sto occupando, ma sai con l'università e il libro..” l'occhiataccia che gli rivolse la raggelò

“perdi ancora tempo con quella sciocchezza?”

“non è una sciocchezza mamma!” sbottò Amy “è stata pubblicata, sai cosa significa?”

“sì, che ci sono un sacco di sciocchi a cui piace perdere tempo” replicò pacata, Ariadne rivolse lo sguardo verso la sorella e scosse appena la testa, non era importante, non avrebbe mai cambiato idea. Sentì un tocco leggero sulla schiena e sussultò. Will fece scivolare la sua mano fino a posarla sul fianco e stringerla a sé

“Ariadne è una scrittrice e come tale ha bisogno del suo tempo” Ariadne si voltò verso di lui, aveva la mascella contratta e gli occhi celesti ora tendevano verso il blu. Era arrabbiato e non poteva biasimarlo, l'aveva incastrato in quella situazione e lui voleva uscirne al più presto.

Dopo la discussione con sua madre più di un anno fa era andata da Frika, più che un' amica una sorella, che allora condivideva l'appartamento con Will. Era stata proprio Ariadne a trovargli quella sistemazione, Will aveva bisogno di un coinquilino, Frika di una stanza in affitto così li aveva fatti conoscere, senza contare che era molto comodo anche per lei che i suoi due migliori amici si trovassero nello stesso posto.

Ariadne aveva spiegato a Frika la situazione ed avevano passato ore a cercare una soluzione, poi era tornato Will dalla lezione e Frika aveva avuto l'illuminazione. Si sarebbe dovuta fidanzare con lui, tanto erano amici già da un po' e non avrebbero avuto problemi a fingere di andare d'accordo. In cambio Ariadne doveva solo dargli una stanza senza affitto nell' appartamento che stava per prendere con i soldi della pubblicazione del primo libro. Il piano originale era che Frika si trasferisse con lei, ma lei stava per andare in Canada per l'erasmus, Will sarebbe rimasto nuovamente senza un coinquilino e a Ariadne sarebbe rimasta una camera vuota.

Will aveva borbottato, imprecato, discusso, ma alla fine dopo aver ascoltato le ragioni di quel gesto aveva detto sì e da lì era incominciato tutto.

La vita di Will con lei non era stata di privazioni, meno qualche notte in cui si era svegliato per i pianti di Hattie, non aveva dovuto rinunciare a nulla, per qualche mese aveva avuto anche un ragazza. Ariadne però sapeva che quella non era una vita normale, era giusto che volesse finalmente uscirne.

“Mi occuperò io di tutto” annunciò sua madre “visto che siete tutti e due molto impegnati, non dovrebbe essere un problema se organizzo io le nozze” a Ariadne mancò il respiro, questa era decisamente un'offerta che non potevano rifiutare

“questa soluzione è perfetta” ecco ora aveva accettato, Ariadne spalancò gli occhi, no, il suo tono non sarebbe mai stato così pacato in una situazione simile e certo la sua voce non era così profonda, si voltò verso Will “la ringrazio a nome di tutti e due per essersi offerta” aggiunse lui con un sorriso. In quel istante gli ricordò George, non era da lui fingere per ottenere qualcosa, tutta quella situazione lo stata trasformando in qualcuno che non era, ed era sbagliato perchè lui era fantastico così come era

“no,non si può..”

“ovviamente Aridne vorrà decide qualche particolare, non c'è dubbio..”la interruppe Will “bene, se abbiamo chiarito tutto, scusate ma io avrei una relazione da stilare..” persino Deirdre sembrava scioccata, però si alzò e abbozzò un sorriso

“certamente, e io ho un sacco di commissioni da fare” disse “Amy torni a casa o ti fermi in centro?”

“no,no” balbettò continuando a tenere gli occhi fissi su Will “torno a casa” Ariadne andò ad aprire la porta ed entrambe uscirono.

Non aveva nemmeno balbettato mentre parlava con sua madre, non un cenno di nervosismo quando le aveva dato il permesso di organizzare le nozze. Doveva aver ispirato troppa polvere durante i suoi scavi per essersi ammattito in quel modo.

Ariadne si voltò verso Will che tranquillo stava parlottando con Hattie mentre la metteva nel box. Prese un bel respiro e ricordò a se stessa di mantenere la calma e parlare come una persona matura, non doveva dargli la possibilità di darle della psicopatica

“Will, sai vero di aver appena accettato di sposarmi? Per davvero questa volta, Deirdre organizzerà tutto in un paio di mesi, non credere che non abbia già prenotato qualche stupido posto con un laghetto con i cigni da molto prima del nostro fidanzamento!” era un discorso maturo no?! Meno per gli stupidi cigni certo, bè non erano proprio stupidi, le piacevano i cigni “sai che i fiori del matrimonio di Kim Kardashian sono costati due milioni?” non aveva appena citato Kim Kardashian, non poteva averlo fatto, lei era una persona matura e pacata, con la coda dell'occhio vide Hattie giocare nel box, si morse un labbro,con lei come madre in futuro avrebbe avuto bisogno di un'analista, ne era certa

“deve aver preso molti fiori, certo di recente c'è stato un aumento dei prezzi per via..”

“cazzo, ti rendi conto che stai per sposarmi?” lo interruppe urlandogli contro. Un attimo di silenzio prego, per la perdita della maturità e pacatezza in Ariadne Oliver.

“ti mancano solo due capitoli alla fine del libro e per quanto tua madre sia un mostro dell'organizzazione non può metterci meno di due mesi, che non è molto, ma non è nemmeno poco”

“ma come fai a essere così tranquillo? Si è vero, sono solo due capitoli, ma se..”

“Ari”

“e se non li finisco?sono bloccata e lo sai..”

“Ari” riprovò a richiamarla

“...e poi potrebbero rifiutare il libro, insomma è nel contratto, ma magari..”

“Ari dannazione! La smetti di interrompermi?” aveva appena urlato, Will aveva appena perso le staffe, Ariadne sapeva che era sbagliato, ma una parte di lei stava ghignando compiaciuta di essere riuscita in un impresa che sembrava impossibile “so che ce la farai punto” scandì

“perchè?”

“perchè so quello che sai fare..sei un disastro come persona, parecchio irritante aggiungerei, il modo in cui sono diventato tuo amico potrebbe essere chiamato coercizione di incapace, ma..”abbassò il tono della voce “sei una br-brava mamma e scrivi bene, quindi finirai quel libro”

“e se ti sbagliassi?” chiese

“quando mai mi sbaglio?” disse alleggerendo l'atmosfera “ma se così fosse, anche se ne dubito, ci sposeremo”

“cosa?”

“è solo una firma Arii..”fece allargando le braccia esasperato

“tu mi sposeresti davvero?”

“no, io sposerei la madre della bambina che finirà con dei nonni che le impediranno di vederla se non lo faccio”

“lo faresti per Harriet allora..”

“per lei e perchè sto bene in smoking” Ariadne ridacchiò

“tu odi vestirti elegante” gli fece notare poi

“vero” approvò “quindi muoviti a finire quel libro” lei sbuffò, con due falcate Will la raggiunse mettendosi di fronte a lei “guardami” le ordinò, Ariadne alzò il volto, ma evitò di guardarlo negli occhi, non ci sarebbe riuscita “tu ce la puoi fare” scandì “se non ci credi tu, ci crederò io per te” appoggiò la fronte sulla sua posandole una mano sulla nuca, la mano salì fra i capelli poi si scostò dalla testa e ritornò sotto forma di uno scappellotto “idiota” borbottò e si allontanò

“auo” si lamentò Ariadne “mi hai fatto male”

“te lo meritavi” disse tranquillo mentre si piegava sulla sua borsa per tirarne fuori i libri, lei alzò gli occhi al cielo e si diresse al computer. Doveva finire quel libro.

Sapeva che Will credeva in lei, lo sapeva da quando gli aveva fatto leggere il primo libro.

Il suo commento era stato il più bello che aveva ricevuto. No, era il errato il più bello era stato da parte di Geroge, l'aveva riempita di complimenti, le aveva fatto fatto recapitare 31 rose, una per ogni capitolo che aveva amato e i capitoli del libro erano esattamente 31. Sorrideva sempre a quel ricordo, solo un mese dopo aveva scoperto di essere incinta e George l'aveva lasciata. Trovava così ironico il fatto che nel giro di un mese fosse passato dall'amore assoluto all'odio da non provare nemmeno dolore. Non più almeno. Non così tanto.

Il commento di Will era stata invece una frase scritta a matita sull'ultima pagina del manoscritto, quindi realisticamente non era stato il più bel commento, ma quello che più l'aveva colpita. Le aveva scritto “In ogni pagina di questo libro, in ogni frase, anche nelle parole più semplici c'è così tanto di te, del tuo entusiasmo da entrare nella pelle e lasciarne la sensazione. Impossibile da ignorare, impossibile da non adorare.”.

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Capitolo 4
*** parte quattro:...che mi ha reso pazzo ***


se scappi 3


Parte quattro:...che mi ha reso pazzo


Ariadne portò una penna alle labbra e iniziò a mordicchiarla mentre guardava lo schermo del computer. Era dannatamente bloccata, non su una parte centrale, no, proprio sul finale.

Non aveva idea di dove sarebbero finiti i suoi protagonisti, eppure ci pensava, pensava a loro continuamente. Camminava per strada e pensava a cosa avrebbe detto Tania, chiacchierava con altre persone e si domandava dove sarebbe potuto andare Dorian. Ci pensava, ma ancora non capiva come sarebbe finita.

“va a farti un giro, prendi un po' d'aria” le consigliò Will, Ariadne alzò lo sguardo sull'orologio

“non è ancora ora”

“lo so, ma stai per andare a prendere un the con tua madre e parlare del matrimonio, perditi un po' nella selva oscura prima di varcare le soglie dell'inferno, perchè a differenza di Dante tu non avrai Virgilio a consigliarti..”

“viene anche Amy” fece notare Ariadne alzandosi dalla sedia della scrivania

“..e ti sarà d'aiuto, ma lei non è morta come lo era Virgilio, soffrirà pene umane come te”

“piantala con la divina commedia”ringhiò “ho capito il concetto, mia madre è una fiera infernale, ne sono cosciente”

“la figuravo più come una delle Erinni* ma..si anche qualcosa come Cerbero potrebbe funzionare”

Erano passate solo due settimane da quando avevano dato carta bianca a Deirdre e quel giorno Ariadne avrebbe avuto il primo incontro con lei per parlare dei progressi fatti. Sperava in nulla di troppo eccessivo, era un genio dell'organizzazione, ma in due settimane non poteva aver fatto molti danni.

“vuoi per caso andare tu all'incontro?” lo minacciò lei mentre andava a prendere Harriet dal box, Will le fu accanto e le abbassò il braccio

“lasciala e a me, non voglio che venga usata come scudo contro tua madre” disse poi, Ariadne si voltò verso di lui ritrovandosi i suoi occhi fissi su di lei

“non è un tuo compito occuparsi di lei Will”

“lo so, ma devo consegnare una relazione e Hattie è un ottima ascoltatrice”

“sei proprio sicuro?”

“assolutamente” confermò con un sorriso, non sorrideva spesso, ma quando lo faceva le riusciva a trasmettere una strana sensazione di calore e serenità, Ariadne indietreggio imbarazzata da quel pensiero ed andò a sbattere contro la gamba del box

“auo” si lamentò, Will la guardò perplesso

“che succede?”

“niente, solo che sai, Depp ha de..”la mano di Will andò a premere sulla sua bocca impedendole di concludere la frase

“non mi va di sentire te che straparli di gossip perchè sei nervosa...pensavo fossi riuscita a calmarti per l'incontro con tua madre” piegò la testa di lato “a meno che..sono io a renderti nervosa?” Ariadne sbarrò gli occhi “hai paura per Hattie? Cielo Ari è già stata con me e saranno solo poche ore” la giovane bofonchiò da dietro la mano “sai che non è male come tecnica?..il tapparti la bocca intendo” assottigliò lo sguardo “suonava un po' male ah? Chiedo scusa non era mia intenzione” spostò lo sguardo sul soggiorno “che dici potremmo potremmo comprare un lampadario migliore, sai per avere più luce” Ariadne sbuffò seccata sul palmo della sua mano per quella perdita di tempo, alzò la gamba e gli pesto il piede, Will si scansò

“auo!bastava dirlo se volevi che mi scostassi” Ariadne scosse la testa, prese Hattie e le scoccò un bacio sulla guancia, la rimise giù e si avviò verso la porta camminando all'indietro

“ti avverto, farò inserire una clausola nell'accordo pre-matrimoniale, con il divorzio mi dovrai un bonus per ogni idiozia come questa” disse indicandolo con l'indice, Will sospirò

“pensi già al nostro divorzio? Cara non è questo il modo di iniziare un matrimonio felice”

“no hai ragione..il modo migliore sarebbe con un the con l'adorabile suocera” Will alzò le mani in segno di resa

“touche, torno a scrivere delle terme romane”

“ottima idea” disse lei annuendo e uscì di casa.

Quando Ariadne arrivò nel elegante bar-pasticceria dove Deirdre le aveva dato appuntamento, la prima cosa che vide era lo sguardo di sua sorella Amy. I suoi già grandi occhi erano spalancati e con le mani stava tormentando il tovagliolo. Ariadne salutò entrambe e si sedette rivolgendosi immediatamente a lei

“Amy tutto bene?”

“Ari devi stare calma..”biascicò

“Amy, cosa stai dicendo?” la riprese Deirdre “sarà calmissima ora che saprà che è quasi tutto pronto”

“cos'è pronto?” domandò ingenuamente

“il tuo matrimonio ovviamente” rispose “certo, ci sono ancora dei dettagli da definire, per questo sei qui” era tutto pronto, Ariadne ripetè nella sua testa la frase più volte, aveva una laurea in letteratura, eppure le sfuggiva il senso di quelle parole, avrebbe dovuto malandare una lettera al rettore per fargli sapere l'inadeguatezza degli insegnamenti della sua università “sono indecisa sui centrotavola, Amy sembra non voler collaborare, così lascerò a te la scelta”

“come tutto pronto?” prima di parlare di fiori, doveva proprio capire che voleva dire quella frase, magari Wikipedia sarebbe stata d'aiuto, ma se avesse tirato fuori il cellulare per controllare in internet sua madre l'avrebbe rimproverata. Senti la mano di Amy posarsi sul suo braccio

“Ariadne” sospirò Deirdre “il tuo matrimonio è pronto, organizzato, compiuto, allestito” disse fermandosi per rigirare il cucchiaino nella tazza “pensavo che i tuoi studi fossero sufficienti a comprendere un termine tanto semplice” mentre rifletteva, Ariadne dovette ammettere che sì, capiva cosa le stava dicendo, ma non aveva alcun senso

“sono solo passate due settimane, è impossibile” sorrise, non perchè fosse realmente divertita, ma per l'assurdità di sua madre, aveva da sempre teso all'esagerazione

“basta avere i contatti giusti”

“sì certo, ma per farcela i due settimane dovresti avere una divinità fra i tuoi contatti”

“non essere blasfema Ariadne!” ecco una frase che pensava non avrebbe mai sentito dire in vita sua “ho solo una buona wedding planner”

“aveva iniziato già da un po' a organizzare le nozze, giuro che l'ho scoperto anch'io solo oggi” si intromise Amy

“mi stai dicendo che..” passò lo sguardo da sua sorella a sua madre “hai iniziato ad organizzare tutto senza di me alle mie spalle? Sono almeno invitata al matrimonio?”

“non essere sciocca”aprì l'agenda noncurante “ti ho fissato un appuntamento per scegliere il vestito lunedì, non avrai molta scelta, ma hanno già le tue misure e ho già fermato degli abiti, mercoledì sei dal parrucchiere per la prova, giovedì invece..”Ariadne alzò la mano per farla smettere

“hai già programmato tutta la mia settimana?”

“fra due sabati ti sposi, è il caso che inizi ad organizzare il tempo”

“fra due, fra due..”balbettò, ma non riuscì a completare la frase, le mancava il respiro, si alzò e si avviò verso l'uscita del bar, ignorando le lamentele di sua madre e le suppliche di sua sorella.

Non poteva averlo fatto, non poteva davvero aver organizzato un intero matrimonio alle sue spalle dove si supponeva che fosse lei la sposa. Will sarebbe scappato e avrebbe avuto ragione. Lo avrebbe fatto anche lei. Il suo respiro iniziò a farsi affannoso e un senso di nausea le attanaglio lo stomaco. Non poteva rimanere senza Will, lo sapeva da quando si erano incontrati per la prima volta, lui doveva fare parte della sua vita, non sapeva il motivo, ma doveva essere così. Arrivò davanti alla porta dell'appartamento reggendosi alla ringhiera, le gambe le tremavano e la sensazione di nausea era sempre più forte, si sedette sull'ultimo gradino e portò la testa fra le ginocchia respirando lentamente. Per Hattie, Will avrebbe firmato il pezzo di carta che li avrebbe dichiarati marito e moglie, almeno per quello non doveva preoccuparsi, non le avrebbero portato via la sua bambina. Respirò a fondo, iniziando a sentirsi meglio; situazione schifosa, avvocati migliori.

Si alzò e mise la chiavi nella toppa entrando in casa lentamente, doveva affrontare Will subito, ma nulla le vietava di gustarsi quei pochi attimi di pace prima della tempesta.

Entrò in soggiorno non trovando nessuno. Il box era vuoto, sul tavolo erano accumulati fogli, qualche libro e il portatile di Will. Aggrottò la fronte, impedendosi di entrare nel panico, quando sentì delle voci provenire dal corridoio delle camere da letto, si avviò in quella direzione.

Will era nella sua camera dove si trovavano anche tutte le cose di Hattie. La bambina si trovava nel lettino e guardava ipnotizzata l'apetta di peluche che Will stava facendo muovere sopra di lei mentre le parlava con voce calma. Ariadne poggiò le mani al muro del corridoio e lo avrebbe colpito con la testa se non fosse che le serviva per finire quel dannato libro e uscire da quella situazione.

Will che era dolce con Hattie, doveva proprio assistere a quella scena? Era davvero necessario? Perchè non poteva comportarsi come uno stronzo schivo come con tutte le persone?

“non vuoi addormentarti eh?” la voce di Will calma e controllata sembrava anche leggermente divertita “non mi metterò a cantare a ninne nanne ti avverto” disse iniziando a fare roteare su se stessa l'apetta “sai conosco studenti universitari che si sarebbero addormentati a metà della spiegazione sull'analisi dei colori delle decorazioni nelle terme romane..” si soffermò a guardare il peluche “ma tu no, sei rimasta sveglia, è già chiaro cosa farai da grande” la bambina rise e si afferrò un piedino, Will sospirò “non hai proprio sonno?” si portò la mano libera dal peluche a scompigliare i capelli “devi aver proprio preso da tua madre per farmi spazientire in questo modo” Ariadne questa volta poggiò davvero la testa alla parete, sì, aveva detto che lo voleva schivo e stronzo, ma serviva che la prendesse alla lettera, insomma non la ascoltava mai, non era il caso di iniziare proprio adesso a seguire i suoi pensieri impulsivi “cielo quella mi fa proprio impazzire” rincarò Will “non le sto dietro sai?!”sibilò “posso prevedere la sua pazzia?sì” domandò retoricamente spostando l'apetta a destra “posso forse evitare di esserne travolto?no” sbottò riportando l'apetta a sinistra, sospirò “però è divertente lo ammetto, ma tu non dirglielo” sussurrò, Ariadne sorrise, tornò in soggiorno e posò la borsa e fece cadere le chiavi a terra, Will comparve immediatamente

“diamine, Ari sto tentando di far addormentare Hattie! Potresti anche non essere così casinista” imprecò tenendo un tono basso

“scusa, non ti facevo tipo da peluche” disse indicando con la testa l'apetta che Will teneva ancora in mano, il giovane abbassò lo sguardo sulla sua mano, scosse la testa e gli lanciò il peluche che Ariadne lasciò cadere a terra

“imbranata” borbottò prima di girarsi per tornare in camera di Harriet, ma Ariadne lo afferrò per il polso e lo trattene

“ti devo parlare”

“che ha combinato tua madre?” domandò rassegnato

“ha fissato la data” Will alzò gli occhi al cielo

“quanto tempo abbiamo? Immagino che in tre mesi pensa di vederci all'altare”

“due settimane”

“c-cos..”

“ha iniziato a organizzare già da tempo alle mie spalle, in pratica è già tutto pronto”

“stai scherzando?”

“certo, pensavo lo avresti trovato esilarante” disse stizzita incrociando le braccia

“è già tutto pronto?” Ariadne annui abbassando lo sguardo

“senti se ti vuoi tirare indietro io lo capisco, so che manca un solo capitolo e che in teoria potrei finirlo anche oggi stesso,ma la verità è che non posso assicurartelo, Will davvero, non sei obbligato, potrai rimanere qua a vivere e saremo comunque amici..”Will la stava guadando con un sopracciglio inarcato

“hai finito?come ho già detto Ari è solo una stupida firma” disse “sinceramente non pensavo e non volevo per niente arrivare a questo punto, ma se è l'unica soluzione per impedire che Hattie ti venga portata via, va bene, ci sposeremo”

“non voglio che tu ti senta obbligato o fregato da me”

“Ari mi sono rassegnato all'idea che ti avrei sempre avuto intorno già dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti quando hai deciso che saremmo diventi amici, con te non ho mai avuto scelta...”

“ce l'hai ora” disse a denti stretti “troverò un altro modo, non ti preoccupare” si diresse verso la sua camera, prese Hattie, odiandosi per averlo fatto proprio mentre si stava per addormentare, e tornò in soggiorno dove Will la stava guardando con gli occhi confuso “potrai scegliere anche se essermi ancora amico, capisco di averti reso tutto più difficile” si piegò, tentando di non perdere l'equilibrio, a prendere la borsa “io e Hattie abbiamo delle commissioni da fare, ciao”

“no,no ehi aspetta” la fermò Will frapponendosi fra lei e la porta “non hai capito, non era quello che intendevo...”

“Will, tranquillo, è vero non hai mai avuto scelta, mi dispiace” lui serrò la mascella

“non puoi davvero pensare..”

“tranquillo” gli sorrise “ci vediamo dopo” gli girò attorno ed uscì.

Non aveva nessuna commissione da fare. Avrebbe avuto un appuntamento dal fioraio con sua madre, Deirdre si era premurata di mandargli via messaggio tutti i suoi impegni, ma ovviamente non ci sarebbe andata. Era solo ferita dalle parole di Will. Non gli aveva dato scelto e lo aveva trascinato nella sua vita. Aveva sempre sostenuto che fosse destino, in verità era solo colpa sua.

Andò al parco giochi vicino e si sedette su una panchina dondolando automaticamente il passeggino di Hattie. Non gli aveva però mai impedito di avere una vita privata, i primi mesi di convivenza lui aveva avuto una ragazza.

L'aveva lasciata lui, ma non ricordava il motivo, ricordava di averne parlato con lui e di aver concordato sulla rottura. Era cosciente che fosse squallido approvare una rottura, ma era cresciuta in una famiglia dove le relazioni si valutavano prima economicamente poi sentimentalmente e qualcosa di questa concezione le era rimasto. Will valeva troppo per una ragazza qualsiasi, quindi era stato un bene che avesse mollato quella tizia. Certo, ai suoi occhi rimaneva un cretino, ma citando sua madre, “se fosse stato un paio di scarpe sarebbe stato un paio di Manolo”, quindi non si sarebbe messa a saltellare, battendogli le mani per incoraggiarlo a riprovarci con una che non aveva fatto di tutto per tenerselo stretto. Nessuna frase della serie -voglio che tu sia felice- o -lei sarà quella giusta-. Era egoista, consapevole e fiera di esserlo.

Magari in quel momento, dopo la discussione con Will, ne era meno fiera. Qualcuno, non conoscendola, avrebbe potuto pensare che lei fosse un po' gelosa, si sbagliavano, lei non lo era un poco, lei era totalmente gelosa. Lei aveva scoperto Will, non lo avrebbe concesso alla prima che passava, che non coglieva nemmeno la metà di tutte le sue sfumature. Sapeva di non poter giudicare quelle ragazze come Ariadne, non si sentiva all'altezza e in ogni caso non si sarebbe mai permessa , ma per quanto riguardava Will si prendeva il permesso di commentare se andassero bene o meno.

Era strano pensare alle relazioni, era da così tanto che non pensava all'amore, dopo George il suo cuore aveva battuto solo per quel mostriciattolo che ora stava dormendo nel passeggino. Sorrise guardando Harriet.

Si mordicchiò un labbro. Ora ricordava il motivo per cui Will aveva lasciato quella tizia. Aveva detto di non esserne innamorato. Semplice, lineare, diretto come era lui. Era da tempo che stavano assieme, ma i suoi sentimenti non erano mutati in qualcosa di più di un' infatuazione. Ariadne ricordava, pur concordando segretamente con lui sulla rottura, giusto per infastidirlo, di avergli dato dell'intransigente. Lui aveva replicato che si sbagliava, perchè quando avrebbe trovato una donna in grado di smuoverlo, di farlo impazzire completamente, allora avrebbe capito che valeva la pena rimanere assieme a lei.

Il diretto, schietto Will voleva qualcuno che lo facesse impazzire, mentre lei al contrario in amore aveva sempre cercato la sicurezza, la suffragetta che era in lei odiava ammetterlo, ma era così. Geroge le aveva dato sicurezza, ma nient'altro. Hattie le aveva insegnato che poteva crearlo lei stessa un luogo sicuro, ora dall'amore avrebbe potuto chiedere altro.

Sbattè più volte le palpebre in preda ad una rivelazione. Will voleva una donna che lo facesse impazzire. Non poteva sposarlo.

Scattò in piedi e prese il telefonino controllando la lista di appuntamenti che le aveva dato sua madre, era ancora in tempo per il fioraio.

In dieci minuti aveva raggiunto il negozio di composizioni, Deirdre, avvertita con una rapida telefonata, l'aspettava davanti alla porta con un espressione sconcertata, Hattie non riuscì a trattenere un sorrisetto compiaciuto. Non se lo aspettava proprio.

“ciao, mamma”

“una bambina in un negozio di fiori non è l'ideale”

“non è una bambina qualsiasi, ma tua nipote mamma” rimarcò “e non c'è nessuna teoria pedagogica che sia del tuo stesso parere” Deirdre arricciò le labbra ed entrò nel negozio, una donna con i capelli raccolti in una crocchia ordinata andò loro incontro e fece strada verso il retro del negozio

“mamma in verità non sono qua per scegliere le composizioni” iniziò cauta “mi fido del tuo buon gusto” Deridre la guardò torva, forse insospettita dal complimento

“cosa vuoi dirmi?”

“ci serve più tempo, non molto, magari solo altre due, tre settimane..”

“sono già stati mandati gli inviti Ariadne” ribattè secca

“se magari non avessi deciso di fare tutto alle mie spalle non ci sarebbe stato questo problema..” disse a denti stretti, sperando di non risultare troppo acida “potremmo dire che è stato un errore del tipografo...”

“queste sono le composizione selezionate per lei” la interruppe la donna mostrandole un tavolo su cui si trovano tre composizioni floreali

“non diremo proprio nulla, ti sposerai fra due settimane” affermò Deirdre riprendendo il discorso, ma Ariadne la stava ignorando e si era avvicinata al tavolo

“mi prendi in giro?” domandò ignorando la sua risposta“davvero mamma?” continuò tendendo l'indice verso il tavolo

“qual è il problema? Sono delle composizioni eleganti..”

“ortensie!” esclamò

“quindi?”

“io odio le ortensie!” urlò, Hattie nel suo passeggino smise di ridacchiare e la donna del negozio indietreggio “è il mio matrimonio” sibilò “e sarò circondata da uno dei fiori che più detesto?”

“stai facendo una tragedia per un nonnulla” replicò pacata olive

“un nonnulla dici?” chiese tranquilla “e allora sposati tu in mezzo a questi cazzo di fiori!” esplose e Hattie scoppiò a piangere, la prese in braccio e con l'altra mano afferrò il passeggino

“spero che al matrimonio eviterai queste sciocche scenate” Ariadne che aveva quasi già oltrepassato la porta d'uscita del negozio si fermò e si voltò verso sua madre che l'aveva seguita

“no, tu devi sperare che ci sia la sposa al matrimonio” e così dicendo si diresse verso casa.


Quando aprì la porta dell'appartamento andò subito nella sua stanza a posare Hattie ignorando Will seduto sul divano del soggiorno, aveva i gomiti appoggiati sulle ginocchia e fra le mani teneva il telefono di casa. Ariadne rimase a fissarlo per qualche istante poi andò a sedersi sul tavolino in legno nero davanti al divano, si sporse in avanti togliendo dalle sue mani il telefono e posandolo dietro di sé.

“non vorrei nemmeno parlare con te” sputò Will appoggiandosi meglio allo schienale del divano “sono arrabbiato con te in una maniera tale che non credevo possibile” incrociò le braccia “come hai anche solo potuto pensare che intendessi dire che fossi tuo amico solo perchè non mi aveva lasciato possibilità?!”

“io non ho pensato..”borbottò

“oh si che lo hai pensato” la interruppe, Ariadne non replicò, era inutile negare Will la capiva anche meglio di quanto facesse lei stessa “mi conosci Ari, se avessi voluto andarmene me ne sarei andato, se non l' ho fatto è perchè ci tengo a te e ad Hattie, quello che intendevo con il fatto di non aver mai avuto scelta era..”

“che sei innamorato di me” disse serafica Ariadne, Will spalancò gli occhi

“cosa?”domandò “no!” esclamò “io intendevo dire...”lasciò la frase in sospesa riflettendo sulla giusta conclusione, ma le parole di Ariadne continuavano a vorticare nella mente e terminare quella frase

“questo pomeriggio sono rientrata prima, ti ho sentito dire a Hattie che ti faccio impazzire e tempo fa mi hai detto che con una donna ne sarebbe valsa la pena solo se ti avrebbe fatto impazzire..” non appena lo disse a voce alta Ariadne capì di non aver poi tanti elementi a sostegno della sua tesi, si morse la lingua, maledicendosi

“fammi capire..” iniziò flemmatico Will “questa mattina sei rientrata tre volte in casa; la prima perchè avevi dimenticato le chiavi, la seconda perchè ti eri dimenticata un libro, la terza perchè alla seconda volta ti sei dimenticata di riportare fuori il passeggino con Hattie..” Ariadne fece una smorfia, aveva chiuso la porta e l'aveva riaperta subito dopo, ammetteva che non erano stati i suoi migliori attimi come mamma, ma non occorreva rivangare il tutto in questo modo “...ti dimentichi di cose del genere, ma ti ricordi di un discorso fatto chissà quando e da lì trai una conclusione assurda!?” e adesso era ufficiale la sua deduzione era completamente campata in aria “se sono innamorato di te non è certo perchè mi fai impazzire, idiota” Ariadne boccheggiò, questa volta non poteva essersi sbagliata, lo aveva detto lui stesso

“sei innamorato di me davvero quindi..da quanto?” Will serrò gli occhi e iniziò a massaggiarsi la fronte

“che ne sono consapevole, direi una decina di secondi, ma immagino che questa cosa vada avanti da un bel po'..” fece “cielo, sei peggio di un virus latente” mugugnò

“dobbiamo annullare il matrimonio”

“perchè io sono innamorato di te? Non dovrebbe essere una motivazione in più?” tentò di ironizzare lui continuando però ad evitare di guardare Ariadne

“non posso farti questo, non è giusto, tu sei..”

“questo è un problema mio” disse alzando di scatto la testa “mio, chiaro?non tuo” ripetè, fu allora che lo vide, Ariadne stava piangendo, forse non se ne stava accorgendo nemmeno lei, ma delle lacrime le stavano rigando le guance

“perchè lo chiami problema?” fece, posandosi le mani sulle guance e cancellando i segni delle lacrime, aveva promesso a se stessa che non avrebbe più pianto in vita sua, avrebbe mantenuto la promessa

“perchè tu non hai ancora detto niente” Ariadne spalancò gli occhi sorpresa, gli aveva sbattuto in faccia che era innamorato di lei, ma non aveva pensato a quello che lei provava

“non ora” disse di getto e realizzò che per una volta era la risposta giusta, non poteva pensare a cosa voleva lei, prima doveva sistemare il casino in cui si trovava

“lo so” la rassicurò Will, tornando a appoggiarsi completamente allo schienale del divano

“rimane il fatto che non possiamo più sposarci”

“sì, sembra che sia a rischio a causa di una tua scenata dal fioraio” Ariadne scosse la testa confusa “mi ha chiamato tua madre” spiegò allora il giovane

“ah, già, ha scelto le ortensie come fiore..” Will ridacchiò

“adoro quella donna, anche nei dettagli riesce a farti saltare i nervi, scegliere l'unico fiore che odi..”sospirò “che classe!” Ariadne gli diede un calcio negli stinchi

“intendevo che non possiamo visto che..”

“so cosa intendevi” la interruppe rimarcando le parole “ma come ti ho già detto è un problema mio”

“questa storia ti potrebbe fare male, meriti di più Will!” sbottò

“ma sta zitta” esclamò “l'unica cosa che potrebbe farmi male è l'annuncio di un altro crollo a Pompei” scosse la testa “tempo che avrò preso il dottorato e non ci sarà più uno scavo archeologico, ma solo il posto per un concerto di Lady Gaga presentato dal principe Filiberto**”

“sicuro?” chiese Ariadne

“no” sospirò “magari ci sarà qualcun altro a cantare, spero in un ritorno dei Pink Floyd laggiù, ma sono abbastanza certo sulla presenza come presentatore del testimonial reale” Ariadne alzò gli occhi al cielo divertita

“ho capito, la devo smettere di chiederti se va tutto bene” disse alzandosi imitata da Will che l'afferrò per un polso trascinandola a sé

“ce la faremo d'accordo?”le sussurrò all'orecchio

“come regalo di nozze ti procuro uno di quei biglietti per il concerto sui resti di Pompei” Will gemette “oppure una bella bomboletta spray per scrivere A+W su qualche colonna”

“questo è volermi fare del male” disse sorridendole.


*Le Erinni sono, nella religione e nella mitologia greca, le personificazioni femminili della vendetta. Nella Divina, Dante le incontra nel sesto cerchio, al nono canto. Cerbero mostro alla guardia dell'ingresso dell'ade. (non so se questa nota esplicativa sia utile ma ormai l'ho scritta:)).

**Emanuele Filiberto dal 21/11/2013 è stato nominato “ambasciatore della Città di Pompei nel mondo”.

Piccola nota: se avete letto la mia premessina e vi ricordate che sono una fissata dei nomi, capireste il perchè Ariadne sarà circondata da Ortensie il giorno del matrimonio.

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Capitolo 5
*** parte cinque:...d'amore per te. ***


se scappi4

Parte cinque:...d'amore per te.


Il campanello di casa suonò e Ariadne sussultò. Mancavano ormai solo due giorni al matrimonio ed era ad un livello tale di nervosismo da sobbalzare per qualsiasi cosa. Per essere precisi non solo sobbalzava, ma urlava contro qualsiasi cosa e aveva anche rotto qualche bicchiere. Un incidente ovviamente, magari non proprio un incidente, ma li aveva in mano e sua mamma era comparsa a casa sua per annunciarle che il suo abito era pronto, era plausibile che le cadessero a terra.

“vai ad aprire” le urlò Will, Ariadne si alzò svogliatamente dal tavolo dove stava studiando, raggiunse la porta e l'aprì, non ebbe nemmeno il tempo di aprire la bocca che Frika le saltò al collo

“non ci si sposa senza addio al nubilato” annunciò entrando

“tu sei qui?” domandò sconvolta

“secondo te mi perdo il tuo matrimonio?” Ariadne sospirò

“non è..”

“non mi vedi da quasi un anno e vuoi discutere di questa cosa?” la interruppe “Ari mi sei mancata” e si abbracciarono

“Toronto ti ha fatto bene” constatò Ariadne

“e a te lasciare che tua madre organizzi il matrimonio ti ha reso radiosa” la canzonò Frika

“ciao, Frika” disse Will passando diretto verso la cucina

“ciao Frika?” ripeté Ariadne “non sei sconvolto? Aveva detto che non poteva venire nemmeno per il matrimonio e invece è qui” disse indicandola con entrambe le mani “è veramente qua!” le passò un braccio attorno alle spalle

“si lo vedo” disse lui tranquillamente

“mi ha chiamato lui” spiegò Frika “dove la mia nipotina?” chiese poi dirigendosi verso il box dove si trovava Harriet

“tu cosa?” domandò Ariadne, lui si strinse nelle spalle

“forza andiamo le altre ci aspettano per l'addio al nubilato” annunciò Frika prendendola sotto braccio

“le altre?” domandò “ma Hattie? E tu sei appena arrivata e..”

“si le altre, il tuo addio al nubilato è stato organizzato da due continenti differenti assieme a tua sorella, di Hattie si occupa Will e per quanto riguarda me, ho già dormito un paio d'ore dai miei..” Ariadne inarcò un sopracciglio

“i tuoi vivono a due ore e più di macchina da qui, potevi dirmelo ti avrei ospitata”

“e poi che sorpresa sarebbe stata? Inoltre i miei mi volevano a casa, cielo non ritornavo nella mia cameretta da anni” Ariadne aggrottò la fronte spostando lo sguardo da Hattie nel box a Will

“Will?”

“non è problema tenere Hattie, devo solo metterla a dormire, inoltre io l'ho festeggiato il mio addio al celibato, è giusto che lo faccia anche tu”

“non hai idea di cosa darei per avere le foto di Will al suo addio” disse Frika fischiando

“oh, anch'io per questo ho corrotto Jim per ottenerle” approvò Ariadne

“cosa hai fatto?” domandò Will

“bè dobbiamo andare no?!” chiese Ariadne

“si e anche velocemente” rispose sorridente Frika e la trascinò fuori.

Ariadne non credeva fosse una buona idea festeggiare il suo addio al nubilato, non stavano nemmeno celebrando un vero matrimonio, non c'era nulla da festeggiare. Inoltre i personaggi del suo libro erano ancora bloccati. Invischiati fra le pagine di word senza un vero finale. Aveva pensato a Tania e Dorian anche mentre si cambiava con un vestito nuovo sui sedili posteriori della macchina di Frika, poi, quando si era ritrovata intenta ad indossare le decoltè che gli aveva lanciato l'amica mentre stavano chiacchierando come sempre, i suoi pensieri erano inevitabilmente finiti alla discussione che aveva avuto con Will.

Si era imposta di non pensarci, ma Will che ammetteva di essere innamorato di lei non era esattamente una piccolezza facilmente ignorabile. Ancora una volta era stata Frika a venirle in soccorso, si sentivano spesso in video chiamata, ma non gli aveva ancora parlato di quella piccola rivelazione. Frika appoggiata alla sua macchina pensierosa davanti al club dove le altre le aspettavano, aveva trovato la soluzione ai suoi problemi. La tequila.

D'accordo, non era esattamente la soluzione del problema, ma dopo che furono entrate nel club, ebbe salutato le sue compagne di università con cui spesso usciva e stretto in un abbraccio sua sorella, il piano di Frika iniziò ad attuarsi sotto forma di shot e Ariadne dovette ammettere che c'era una vena geniale in lei. Dopo il terzo shot non ricordava più i suoi problemi, dopo il quinto non ricordava nemmeno di aver mai pensato, dopo l'ottavo non ricordava nemmeno chi fosse.

Frika che come autista ufficiale era rimasta sobria, l'aveva accompagnata fino al suo appartamento e l'aveva aiutata ad inserire le chiavi nella toppa, il tutto prendendola in giro con la cadenza di una battutina ogni cinque secondi. Ariadne alla fine della serata non era ancora tornata sobria, ma lo era abbastanza per ritirare di aver sostenuto che la sua amica avesse una vena geniale. L'aveva saluta facendole promettere di chiamarla il giorno dopo per potersi vendicare di tutte le prese in giro di quel momento.

Ariadne camminò, anzi si trascinò verso la sua camera, ma si bloccò, c'era Hattie che dormiva. Le aveva già causato troppi traumi infantili, non poteva rischiare che la vedesse in quello stato, certo non se lo sarebbe mai ricordato e la mattina non sarebbe stata in quello stato, ma non voleva rischiare.

Scese dai tacchi e si sedette sul divano scivolando poi di lato, se avesse alzato le gambe avrebbe potuto dormire lì, ma sembrava un impresa troppo complessa.

Un rumore di passi proveniente dal corridoio delle camere le impedì di addormentarsi in quella scomoda posizione, Will comparve in soggiorno. Anche al buio, con un mal di testa martellante e stanchissima avrebbe potuto notare il sorrisetto divertito che il giovane aveva tentato di nascondere.

Passò e si diresse verso la cucina

“non dici niente?” biascicò Ariadne, Will prese due bicchieri, una bottiglia d'acqua e tornò in soggiorno sedendosi sul tavolino davanti al divano

“dormi qui, se entri in camera tua e svegli Hattie ti distruggo con le mie stesse mani” posò uno dei due bicchieri sul tavolino e lo riempi d'acqua poi si alzò per tornare in camera sua

“Will” lo richiamò Ariadne tirandosi su a sedere per bere “secondo te visto che siamo amici da tanto funzioneremo insieme?” Will si voltò corrucciato, tornò indietro e si sedette sul tavolino, le prese il bicchiere dalle mani e lo poggiò di lato

“alcool e ora tarda, sarà un cliché, ma fidati è una combinazione che ti porta a dire o chiedere cose imbarazzanti, va a dormire”

“dico sempre cose imbarazzanti per te” replicò puntandogli il dito contro

“ecco perchè dovresti stare zitta”

“no, invece, rispondi!” sbottò mettendo il broncio

“non ho la sfera magica Ari” rispose rassegnato “non so se funzioneremo come coppia”

“non intendevo quello” cantilenò con una smorfia “intendevo il sess..”la mano di Will fu prontamente sulla sua bocca

“visto?ora tarda e alcool pessima combinazione”esclamò poi mentre Ariadne mugugnava sulla sua bocca “auo!” urlò di colpo “mi hai morso?” domandò guardandosi il palmo della mano

“ti trasformerai in un vampiro o in uno zombie” pausa “o in uno zombie- vampiro anche se secondo me morso di zombie batte quello vampiro” disse

“si” fece Will ancora impegnato a guardare la mano

“e non ti dispiace diventare uno zombie?”

“rispondevo alla tua domanda” disse alzandosi “idiota” aggiunse

“oh” esclamò Ariadne, poi però iniziò a scuotere la testa “no, no, no ti sbagli, siamo amici da troppo, sarebbe una cosa tranquilla e amichevole, neutro come la svizzera” Will alzò gli occhi al cielo

“alzati” le disse facendole cenno con la mano di raggiungerlo, Ariadne perplessa si alzò leggermente ondeggiante e si mise di fronte a lui

“cosa c'è capitano?” chiese imitando un saluto militaresco, Will le prese il mento fra le dita e appoggiò la sua fronte alla sua, lei ridacchiò “non stai per farlo vero?”

“ogni volta che mi interrompevi, ogni volta che discutevamo, ogni volta che ti vedevo parlare con Hattie e tante, tante altre volte volevo solo fare questa cosa, ma solitamente tu uccidevi i miei istinti inciampando o dicendo qualcosa di stupido..”

“ehi” sbottò stizzita Ariadne, ma non riusci a dire nient'altro, le labbra di Will sfiorarono le sue, le sentì mordere leggermente, poi fu come con l'ottavo shot di tequila, non si ricordo più chi fosse. Will non aspetto oltre e approfondi il bacio, Ariadne rispose automaticamente sentendo solo il suo corpo che si schiacciava su quello del ragazzo, le sue mani finirono a stringere i suoi capelli, mentre tentava di reggersi, le sue gambe non sembravano in grado di farlo adeguatamente, Will le passò un braccio sulla schiena e la strinse a sé più di quanto fosse possibile, la fece camminare indietro fino a che non trovò il muro, solo allora mollò leggermente la presa su di lei. Era fame. Non c'era altro modo per definire quel bacio. Nulla era più importante in quel momento, di avvicinarsi di più fra di loro, di mordere le labbra del l'altro, di perdersi completamente in quel bacio. Era come se inconsciamente, tutti quegli anni, avessero solo aspettato quel preciso momento. Una mano di Will era dietro la sua nuca mentre l'altra stava salendo lungo la coscia di Ariadne, lei fece scivolare la mano sotto la maglietta di Will, quando lui si allontanò con un gemito

“sai di alcool e fa schifo” disse mentre Ariadne lo guardava scioccata

“m-ma” balbettò, da quando era lei che balbettava?!

“ora non metterai più in discussione la nostra possibile complicità”

“ma..”

“non fare rumore, buonanotte” e si avviò verso la sua camera, Ariadne si schiaffò una mano sul volto, non era successo, non poteva essere successo, non proprio a due giorni dal matrimonio, o meglio un giorno, vista l'ora. Sospirò,ancora una volta aveva ragione Will, alcool e ora tarda non erano una buona combinazione. Si trascinò verso il divano e vi si gettò sopra crollando in un sonno profondo pochi secondi dopo.


Mentre si guardava allo specchio, continuava a credere che ad un certo punto qualcuno fosse saltato fuori urlando che era tutto uno scherzo, che tutta la sua vita era uno scherzo. Si trovava in una piccola anticamera di uno degli alberghi più in vista della città, in un vestito che odiava e circondata da ortensie che odiava.

“Deirdre esca, qui è tutto apposto” ripetè per l'ennesima volta Frika, la donna questa volta però annui e usci non prima però di aver lanciato un' occhiata di rimprovero alla figlia, così, giusto perchè alla fine la figlia la meritava sempre un' occhiata del genere a prescinder

“odio questo velo” si lagnò Ariadne, Frika posò la mani sulle sue spalle girandola verso di sé e con un gesto veloce tolse il fermaglio del velo

“problema risolto” annunciò girandosi poi a prendere Hattie dalle mani di Amy che si avvicinò alla sorella per toglierle il collier

“e senza questo va ancora meglio”disse ottenendo l'approvazione di Frika che annuì convinta. Ariadne gemette e si lasciò cadere a terra, ignorando le sedie imbottite presenti, ignorando che il pavimento potesse non essere del tutto pulito, ignorando di indossare un vestito bianco.

Non andava meglio, non poteva andare meglio. Stava per sposare un uomo per far sì che sua madre continuasse a pagare gli avvocati che le impedivano che le portassero via sua figlia. Nulla avrebbe potuto migliorare la situazione, meno che non fosse stata innamorata di quell'uomo come lo era lui di lei.

Il giorno dopo del suo addio al nubilato, lui si era comportato normalmente, lei si era rintanata a scrivere, non aveva idea di quante volte avesse iniziato un frase per poi cancellarla subito dopo. Quello era l'amore di cui si era occupata negli ultimi anni, quella fra Tania e Dorian, un amore fittizio, controllato, sicuro, perchè anche se si dividevano, soffrivano, alla fine si ritrovavano sempre. Dopo George, Ariadne aveva completamente escluso quel sentimento da sé, se ne era accorta solo dopo la rivelazione di Will, non voleva più soffrire, così nell'allontanare il dolore aveva allontanato anche la causa ovvero i sentimenti.

“tesoro, se non lo vuoi fare possiamo trovare un altra soluzione, non ti preoccupare” le disse Frika sedendosi al suo fianco con Hattie che si allungò verso la madre, Ariadne la prese e la strinse a sé

“posso prendere tempo con la mamma, adesso ho accesso al mio conto, posso prelevare il più possibile prima che me lo blocchi” intervenne Amy

“mi dispiace dirtelo, ma mamma ha imposto la sua firma per prelievi superiori ai mille euro, perchè credi che quando ho iniziato a lavorare ho aperto un conto a parte?” Amy sussultò “bè, anche perchè il mio conto di famiglia era già stato bloccato da tempo”

“troveremo qualche avvocato che vuole lavorare per la causa, esisteranno ancora gli idealisti in questo mondo?!” esclamò Frika

“già cercato, nessun idealista vuole mettersi contro lo studio che cura gli affari dei Stubbs, senza contare che non ne serve uno, ma una squadra per fronteggiarli” disse Ariadne poggiando la fronte sulla testolina di Hattie “devo sposarmi” dichiarò “rischiando che un giorno in futuro Will mi odi per avergli fatto questo”

“Will ti ama” sussurrò Amy

“già e io?”domandò, prese la manina di Harriet e la posò sul suo petto all'altezza del cuore “cosa dici Hattie, il cuore della mamma batte ancora? Batte perchè è innamorato di Will?” la bambina rise

“ci-ci” borbottò

“bambina intelligente per essere figlia tua” ironizzò Frika

“deve aver preso tutto dalla zia” approvò Amy

“voi pensate che sia innamorata di Will?” domandò confusa Ariadne

“dalla nascita di Hattie secondo me” disse Amy

“secondo me da prima” ribattè Frika

“prima c'era George” ringhiò Ariadne

“sì e ti piaceva d'avvero, ma ne eri innamorata? Ne era affascinata, ti piaceva il modo in cui ti trattava, ma con Will hai sempre avuto una complicità che andava al di là di tutto ciò, vi siete sempre girati attorno come due poli opposti” spiegò Frika mimando con le mani quello che dovevano essere i due poli

“e quando pensavi di dirmi questa cosa?” Frika alzò gli occhi al cielo e Amy la colpi sul braccio

“non si dice alla gente che è innamorata! Solitamente lo capiscono da sole” esclamò indignata, Ariadne aprì la bocca per replicare, ma bloccò

“sono davvero così messa male”

“si” risposero all'unisono scoppiando a ridere subito dopo

“hai imparato in meno di un anno tutte la basi del russo per poter iniziare a studiare alcuni autori in lingua originale, ma non avevi capito una cosa così basilare, complimenti sorellina” aggiunse Amy facendo ridere anche lei

“allora che si fa?” domandò Frika

“vado a sposarmi” annunciò Ariadne alzandosi “credo” aggiunse con una smorfia “magari con calma” concluse tornando a sedere per terra

“Ariadne!”la voce di un tono udibile solo ai cani la fece rialzare di scattò facendo sobbalzare Hattie ancora stretta fra le sue braccia “è ora, dai la bambina a Amy e vieni” ordinò Deirdre con la mano stretta sulla maniglia della porta che aveva appena spalancato

“scordatelo” e strinse la bambina al petto “lei viene con me”

“non iniziare a fare sceneggiate”

“Deirdre ci pensiamo noi, vada a sedersi, la prendiamo noi la bambina” la tranquillizzò Frika gesticolando però in modo da farla arretrare

“va bene” e uscì, subito seguita dalle tra ragazze, attraversarono la hall e si fermarono davanti alla porta della sala riservata ai ricevimenti

“non mollerò Hattie” disse Ariadne

“certo che no, era solo per far sparire tua madre” fece Frika sbirciando dalla porta “allora sei pronta?” le domandò voltandosi verso di lei “Will in smoking sta davvero bene” aggiunse facendole l'occhiolino, Ariadne sentì il respirò mancarle, iniziò a respirare velocemente, mentre Amy le passava una mano sulla schiena, si focalizzò su Hattie che giocherellava con una decorazione del suo vestito

“pronta” annunciò, Amy annui, superò Frika e aprì le porte, una quartetto d'archi iniziò a suonare, se fosse stato il matrimonio suo e di Will, avrebbero scelto un saxofonista, per entrambi niente era meglio del vecchio jazz, socchiuse gli occhi a quel pensiero. Quello era il matrimonio suo e di Will, strano che continuasse a dimenticarlo.

“Ari, in qualsiasi secondo, qualsiasi sia il motivo, ci giriamo e mandiamo tutto all'aria, non sei felice e questo non va bene” fece Frika “starai dai miei, troveremo una soluzione per Hattie, falsifichiamo documenti, non importa”

“grazie” fu l'unica cosa che riusci a dire, l'amica la strinse in un abbraccio attenta ad Hattie e si girò, seguendo Amy lungo il tappeto bianco che portava davanti all'officiante. Ariadne non avrebbe voluto delle damigelle, ma almeno così aveva avuto la scusa di avere Frika e Amy attorno a sé fino all'ultimo. Suo padre non l'avrebbe accompagnata, non lo aveva voluto e lui non aveva protestato. Prese un profondo respiro e iniziò a camminare.

Passo, passo, inspira, passo, passo, espira.

Hattie si strinse a lei impaurita da tutte quelle persone

“non ti preoccupare, non ti mangia nessuno, bè forse la nonna, ma ti proteggo io” le sussurrò e una risata risuonò, alzò lo sguardo notando che su madre la stava guardando furiosa, forse il suo tono non era stato così basso come credeva, davanti a lei Frika stava nascondendo le risate dietro quello che doveva essere il suo bouquet ma al quale aveva rinunciato per tenere Hattie, Amy più avanti, già al fianco dell'officiante si stava mordendo un labbro sorridente, fece scivolare lo sguardo più in là, da dove proveniva la risata. Will.

Will in smoking che aveva smesso di ridere dopo una gomitata del suo testimone, un ragazzone, simpaticissimo e gentile,suo amico di sempre. Will che adesso la guardava con quei occhi azzurri che Ariadne non aveva mai trovato attraenti su un ragazzo, ma che su di lui avevano un che di magnetico. Will che sorrideva a labbra strette con la testa leggermente piegata. Will che aveva scoperto essere molto bello. Will che aveva capito di amare.

Era come se ogni mattina della sua vita, si fosse allenata solo per quello, perchè le sue gambe scattarono prima di aver elaborato il pensiero in sé. Quello che tutti gli invitati videro, fu Ariadne che si fermava, si girava e si metteva a correre, nonostante Hattie stretta fra le braccia, nonostante il vestito e le scarpe, si era messa a correre.

Quello che vedeva Ariadne invece era Tania che decideva di prendere l'aereo per raggiungere Dorian a Vienna, la vedeva scendere, prendere un taxi e raggiungere il loro caffè, dove sapeva che lo avrebbe trovato. Si sedeva ora, mentre osserva lo sguardo di Dorian spalancarsi sorpreso, lei dalla sua borsa tirava fuori il suo rossetto borgogna, se lo metteva, si avvicinava e lo baciava. Dorian sorrideva, si sporgeva un'altra volta verso di lei, ma lei lo rifiutava, si toglieva l'anello di fidanzamento dall' anulare, lo poggiava sul tavolo assieme al rossetto ormai finito e bisbigliava al suo orecchio che erano finiti i baci a loro disposizione. Tania si allontanava dal caffè ignorando i richiami di Dorian, si accendeva una sigaretta e proseguiva il suo cammino, decisa a portare a termine la ricerca affidatele da sua nonna da sola.

Ariadne aveva visto tutto questo mentre le sue gambe sicure correvano fuori dal hotel e si dirigevano verso casa, doveva andare a scrivere il finale prima di dimenticarlo.

Il fiato si fece corto e si rese conto di stare correndo con Hattie in braccio e su un paio di tacchi. Rallentò, era appena scappata dal matrimonio, questa volta sua madre l'avrebbe maledetta, magari con una qualche bambola voodoo.

Will. Il nome le passò nella mente veloce. Aveva lasciato anche lui. Lei però lo amava, anche questo aveva capito. Spostò Hattie su un braccio, piegandosi di lato per alzare la gonna, con difficoltà riuscì a prendere il cellulare legato alla giarrettiera. Sul display comparve l'icona di un messaggio da parte di Frika, lo aprì e lesse: Ho già chiamato i miei, sono contenti di ospitarti per tutto il tempo che vuoi, sai che per loro sei come una figlia, quindi non farti problemi, cambiati, passo a prenderti tra mezzora a casa tua. ps: sei stata meglio di Julia Roberts, ti voglio bene.

Ariadne sorrise, le bastano un paio di giorni, il tempo di scrivere il finale e di portarlo alla casa editrice.

Il telefono iniziò a vibrare e All of me di Sidney Bechet risuonò nell'aria, premette sul tasto verde e si portò il cellulare all'orecchio

“state bene?” la voce di Will era secca, il tono basso, Ariadne rabbrividì scoprendosi a sorridere inconsciamente solo al suono della sua voce

“so come finisce” esclamò, ci furono un paio di istanti di silenzio, poi sentì il suono della conversazione terminata. Ariadne guardò lo schermo, Will le aveva chiesto se lei e Hattie stavano bene anche se era arrabbiato. Era così dannatamente da lui e lei amava quel suo modo di fare e adesso che lo sapeva doveva dirglielo. Iniziò a richiamarlo, ma continuava a metterle giù. Non si sarebbe arresa, doveva dirglielo. Gli mandò un messaggio con scritto che era urgente, era sleale, ma sapeva che Will le avrebbe risposto in quel modo. Riprovò a chiamarlo e questa volta non senti il tipico suono della chiamata rifiutata

“si?” rispose Will con un ringhio

“ti amo” fu ciò che disse semplicemente Ariadne, subito dopo entrò nel panico, c'era silenzio dall'altro capo del telefono. Lo aveva appena lasciato sull'altare, forse finalmente aveva capito che era un disastro, non abbastanza per lui e che era il caso di lasciarla perdere

“bene” disse finalmente Will, una sola parola, diretta e schietta, ma il tono era addolcito

“bene” replicò Ariadne sorridente.


Will si alzò al suono del campanello e andò ad aprire. Era passata una settimana dal giorno delle nozze e dopo quella telefonata non aveva più sentito Ariadne se non per un messaggio che le aveva inviato per dirgli che sarebbe stata a casa dei genitori di Frika.

Aprì la porta non vedendo nessuno, scrollò la testa, voleva lasciarle del tempo, ma iniziava a stufarsi di alzarsi pensando che quel giorno sarebbe tornata a casa rimanendone puntualmente deluso.

Era scappata dal loro semi-falso matrimonio, gli aveva detto di amarlo e poi era sparita assieme ad Harriet. Sì, aveva detto che si sarebbe innamorato di una donna che lo avrebbe fatto impazzire, ma in quel momento erano altri gli aspetti di Ariadne che amava. Si scompigliò i capelli, lui innamorato di Ariadne era la cosa più assurda e giusta al contempo che avesse mai sentito. Stava per richiudere la porta quando lo sguardo ricadé sullo zerbino, c'era un pacco, si piegò e lo prese.

Non c'era mittente constatò mentre chiudeva la porta, andò a sedersi sul divano e poggiò il pacco sul tavolino davanti a sé. Incrociò le braccia continuando ad osservarlo, poi si decise, aprì il pacco e lo scrollò facendo scivolare il contenuto. Era un libro, non c'era copertina e la rilegatura era grezza, ma a chiare lettere si poteva leggere il titolo sotto il quale si trovava il nome dell'autrice, Ariadne Oliver.

La sua mascella si irrigidì, scompariva dalla faccia della terra, ma gli spediva il suo libro. Strinse le mani attorno alla copertina, non era da Ariadne, la conosceva, ci doveva essere una spiegazione. Sollevò la copertina, sulla prima pagina, una freccia in matita indicava le righe usate per le dediche, lesse “alla mia piccola Hattie e a Will di cui amo il suo modo di dire bene”, Will sorrise scuotendo la testa, c'era un'altra freccia vicino alla quale era riportata la frase che lui le aveva scritto in fondo al primo libro come commento. Girò il libro e aprì l'ultima pagina, scoppiò a ridere quando vide la scritta “Mi vuoi sposare? Ps:..magari non subito però, mia madre non troverebbe opportuno fare due cerimonie a così breve distanza l'una dall'altra.”

Will si alzò dal divano diretto al cellulare, quando realizzò che non c'era mittente, ma nemmeno destinatario sul pacco, si fiondò alla porta aprendola di scatto. Ariadne si trovava seduta sulle scale, al rumore della porta che si apriva si voltò, aveva un'espressione tesa

“ce ne hai messo di tempo” disse stirando un sorriso “mi aspettavo che lo capissi più velocemente”

“si” disse lui raggiungendola e sedendosi al suo fianco

“ammetti di essere stato lento nel capire che ero qua fuori nascosta?”domandò perplessa “che ne è stato del tuo ego?”

“o mi interrompi o non mi ascolti” sospirò Will “ci ritroviamo sempre nelle stesse situazioni dove tu non capisci nulla e io devo spiegarti tutto” la canzonò

“non è vero! Sei tu che rispondi troppo lentamente per i miei pensieri, devi tenere il passo con questa” disse tamburellando l'indice sulla tempia

“sarà difficile...” constatò “scusa tanto per la lentezza, il mio sì, era la risposta all'ultima domanda che mi hai fatto o meglio scritto” Ariadne scosse la testa

“qual..oh!”esclamò e sorrise “mi vuoi sposare?”

“così sembrerebbe” disse avvicinandosi e sfiorando le labbra con le sue

“anche se siamo in due?” domandò allungandosi per baciarlo a stampo

“Hattie è tornata all'asilo?” chiese e Ariadne annui “bene, avevo chiamato per sapere se stesse bene, ma mi avevano detto che avevi deciso di tenerla con te per un pò” lei sorrise intenerita da quel gesto “con Hattie non ho problemi, è con te che avrò vita dura” disse baciandola a sua volta, si staccò da lei e alzò il polso per guardare l'orologio “l'asilo chiude fra tre ore, quindi abbiamo tutto il tempo che vogliamo prima di andarla a prendere” prese la mano di Ariadne e l'aiutò ad alzarsi assieme a lui “vieni”

“qualcosa mi dice che ti sei fatto una chiara idea di come occuperemo queste ore..” Will la trascinò nell'appartamento chiudendo la porta dietro di sé

“una settimana fa mi hai chiesto se avremmo funzionato in un determinata circostanza..”iniziò Will attirandola a sé

“..e tu mi hai dimostrato che era così” Will scosse la testa

“non del tutto; l'ora, ciò che avevi ingerito e un improvviso attacco di coscienza mi avevano fermato..”

“oh” esclamò Ariadne “allora dovremmo assolutamente rimediare” ribatté seria

“bene” approvò lui sorridente

“bene” sussurrò lei sulle sue labbra.


4 anni dopo...(ovvero, che storia sarebbe senza un super happy ending?!)


“sei in ritardo” la rimproverò Will, urlando da fuori del piccolo gazebo in cui Ariadne si era rintanata per prepararsi

“ho dovuto preparare Hattie” si giustificò

“no, io ho dovuto preparare Hattie, tu le hai solo messo il vestito”

“ha ragione Ari, è stato lui a trascinarla fuori di casa, non so come faccia ma riesce ad incantare quella bambina” disse Frika mentre poggiava la bottiglietta d'acqua, da cui stava bevendo, su una sedia

“lo sai che ogni tanto lo chiama pater?” le domandò divertita Amy mentre allacciava i bottoni del abito bianco corto fino al ginocchio della sorella

“no, non l'avevo mai sentita” rispose Frika

“sì, significa padre in latino, a forza di sentirlo blaterare di scavi e storia varia ha deciso di chiamarlo così” spiegò Amy mentre Ariadne alzava gli occhi al cielo, Frika ridacchiò

“e a lui va bene?” domandò dopo

“lui è divertito dalla cosa” scandì Ariadne “lui è divertito” ripetè “ho provato a parlargli, tentare di capire se la cosa lo turbasse, ma niente, lui adora Hattie, lei adora lui ed è contento che lo chiami pater” sbottò “ giuro che mi fa saltare i nervi, mi da dell'idiota per le più piccole cose e poi come niente fosse si fa chiamare pater”

“tesoro, so di avertelo già detto ma tu hai dei seri problemi” esclamò Frika

“in verità la vorrebbe adottare ufficialmente” borbottò Amy

“cosa?” domandò Ariadne “e perchè io non lo sapevo?”

“è venuto da me per chiedermi di procurami tutte le vecchie carte della battaglia legale contro gli Stubbs per assicurasi che fosse tutto apposto prima di chiedertelo, sai voleva controllare che magari non ci fosse qualche stupida clausola che potesse impedirlo, sono stati una spina nel fianco per un bel pò” spiegò Amy

“già, ma ora non sono più un problema”troncò il discorso secca Ariadne “così vuole adottarla?” sorrise “non so se voglio condividere la mia piccola” Frika scoccò la lingua sul palato mentre Amy scuoteva la testa rassegnata

“abbassati” le ordinò posandole un cerchietto con veletta fra i capelli “ora sei pronta” le annunciò

“andiamo?” domandò sorridente Frika, avviandosi verso l'uscita del gazebo, Amy e Ariadne la seguirono. La chiesetta dove si sarebbero sposati lei e Will si trovava in una radura di un bosco ad un paio di chilometri da un piccolo paese. Sua madre aveva provato ad obbiettare che non era il luogo giusto ma Will aveva ribattuto mettendo sul piatto il suo essere anglicano e una descrizione dettagliata della costruzione di quella chiesa, dei personaggi passati e degli affreschi ancora intatti. Deirdre Oliver non aveva saputo più replicare.

“ehi” la richiamò una voce prima di essere afferrata per un braccio e trascinata lontano dall'uscita del gazebo che era stato montato ad una decina di metri della chiesetta sul prato

“che ci fai qui?” domandò ritrovandosi tra le braccia di Will, l'uomo indicò con la testa Hattie che teneva la mano stretta attorno ai suoi pantaloni, Ariadne si piegò sulle ginocchia, per guardare la bambina negli occhi “hai finito di giocare e voi venire con me?” domandò dolcemente, a differenza di quando aveva un anno, ora che ne aveva cinque era stato difficile convincere Hattie a rimanere con lei mentre si vestiva per il matrimonio, Will si era allora offerto di controllarla mentre si divertiva a correre dietro qualsiasi insetto o animaletto vedesse nel prato

“si” aveva risposto Hattie sporgendosi in avanti per farsi prendere in braccio, Ariadne si alzò con la bambina in braccio e si voltò verso Will che aveva fissi su di lei quei dannati occhi celesti, attento alla bambina si sporse per baciarla

“porta sfortuna vedere la sposa prima” obiettò Ariadne, Will sorrise

“certo”sussurrò posandole un altro bacio sulle labbra

“e se scappo?”

“se scappi...bè con il tuo allenamento ti lascio andare” Ariadne maledì se stessa, era proprio necessario fare quella stupida battuta?!

“ma poi, poi ti vengo a prendere e ti sposo!” terminò Will.


***

E questa è la fine, non avevo mai pensato, né tanto meno scritto un finale così zuccheroso, ma ci stava quindi questo è quanto!..;)

I nomi dei personaggi sono stati presi da: Dieci piccoli indiani (William Blore), La sagra del delitto (Hattie e George Stubbs, Amy Folliat), Il pericolo senza nome (Frika Rice, -Jim Lazarus, -Maggie Buckley), Fermate il boia (Deirdre Henderson) e Adriane Oliver è un personaggio ricorrente in più libri (se qualcuno li ha letti spero avrà apprezzato il fatto che all'inizio della storia per colazione lei mangia una mela) tutti libri di Agatha Christie.

Vi è piaciuta? La odiate? Ci terrei tanto a sentire i vostri commenti ( fate finta che abbia scritto qualcosa di acuto e ironico che vi abbia appena spinto a recensire) (okay, sono imbarazzata dalla parentesi precedente, ma davvero ci terrei tanto a sentire delle opinioni anche negative (va bene, se sono positive sinceramente le preferisco ma credo davvero nella storia delle critiche costruttive quindi dateci pure dentro, non mi vedrete piangere (scherzo:) (sto facendo parentesi su parentesi forse è il caso di fermarmi))) un bacio.

ps: ho controllato il testo molto velocemente, se ci sono errori vi prego di perdonarmi in anticipo.

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