Imaginaerum ~ Turn Loose the Mermaids di RoloChan105 (/viewuser.php?uid=29574)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Brano 1 ***
Capitolo 2: *** Brano 2 ***
Capitolo 3: *** Brano 3 ***
Capitolo 4: *** Brano 4 ***
Capitolo 5: *** Brano 5 ***
Capitolo 6: *** Brano 6 ***
Capitolo 7: *** Brano 7 ***
Capitolo 8: *** Brano 8 ***
Capitolo 9: *** Brano 9 ***
Capitolo 1 *** Brano 1 ***
Durante
l'anno passato e questo attuale, ho riscoperto un gruppo che immagino
tutti quanti, conosciate:
I
Nightwish.
Per
molti saranno scaduti dato che la precedente cantante è uscita
dal gruppo un po' di anni fa.
La
cantante di adesso Annette, a me piace molto ( attende i pomodori).
Ha una voce più delicata e più “capibile”.
Ad ogni modo, ho deciso dopo essermi sentita più e più
volte il cd Imaginaeurum, di crearci delle storie.
Ne
avevo iniziata una, ma penso che la inizierò da capo.
La
storia di adesso quindi, farà parte di una specie di raccolta,
dove ogni storia quindi, prenderà spunto dai temi delle
canzoni. In questo caso, ispirandomi anche ai pirati dei Caraibi, mi
è venuta in mente questa.
Vi
chiederò di pazientare per il seguito, oggi mi sono venute le
parole a raffica, ma non so se sarò ancora così
fortunata.
Invece
che in capitoli, saranno in brani, quindi non spaventatevi.
Vi
lascio il link della canzone e del testo( traduzione compresa), nel
caso volesse ascoltarlo.
Ne
vale la pena, a me ispira un senso di calma.
http://www.nightwish-italy.com/sito/index.php/traduzioni/86-imaginaerum/428-storytime-lora-delle-favole
http://www.youtube.com/watch?v=ZOmJD_Kw5yg
( mettete alta qualità)
Buona
lettura!
Turn
Loose the Mermaids
Brano
1
L'alba
stava illuminando il cielo che ancora a tinte scure, contornava i
paesaggi portuali.
Una
nave, pronta a salpare, era in preda all'agitazione. Un duro viaggio,
attendeva quegli uomini, attirati nei bar, dalle parole melliflue e
deliziose del capitano. La ciurma che era stata reclutata era per lo
più composta da giovani marinai e pochi erano gli esperti già
veterani di quelle acque che nel profondo, nascondevano insidie.
Il
capitano, un uomo grosso e con la barba nera, rideva emozionato,
guardando i suoi uomini dall'alto.
-Ciurma-Urlò
in modo che tutti potessero sentirlo.-Questo è un giorno
propizio. In pochi, sono a conoscenza di queste coordinate e in pochi
sono mai tornati da questo viaggio.- Tutti si fermarono alle sue
parole intimoriti.-è una missione rischiosa-Ammise-Ma il
guadagno è alto-Sorrise mostrando tutti i suoi denti-Molto
alto.-Portò le mani dietro la schiena e iniziò a vagare
con passo deciso tra i suoi uomini.-Non ho bisogno di
vigliacchi-Volse un occhiata ostile ai più giovani che stavano
mostrando dubbi.-Per cui, se tenete cara la pelle, potete andare.-
I
marinai si guardarono tra di loro intimoriti; una leggera paura
cominciò a contornare i loro giovani volti.
-Che...che
tipo di viaggio?-Domandò un ragazzo tremante spiccando dal
gruppo.
Il
capitano si avvicinò e lo fissò sorridente.
-Oh,
ma è un segreto...prendere o lasciare: tesori e ricchezze o la
vostra fortuna sulla bilancia della morte-Rise in modo sguaiato
osservando farsela nei pantaloni.-Cosa scegli mozzo?-
Il
ragazzo non se lo fece ripetere due volte: lo superò e corse
verso la passerella diretto nuovamente per il porto. Lo imitarono
anche altri marinai, alcuni anziani anche, coi pensieri, prima dei
loro sogni di ricchezza, diretti alle loro famiglie.
Inspirando
a pieno l'aria di mare, il capitano fissò orgoglioso i suoi
pochi uomini rimasti.
-Bene-Asserì
non appena i primi timidi raggi di sole, iniziarono ad illuminare le
vele bianche e splendenti.-Salpiamo.-
I
pochi uomini rimasti a bordo, non erano altri che giovani senza un
lavoro e senza famiglia.
A
differenza di quei pochi che si erano subito pentiti della scelta
fatta, loro non avevano pensieri. La vita con loro non era stata
giusta, costretti per sopravvivere a rubare o a razzolare tra i
rifiuti in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.
Uno
di loro però, anche se scarso di soldi, si era unito per un
semplice e spigliato desiderio: l'avventura.
-Capitano
Barbanera-Il primo ufficiale, un uomo con uno strano colorito pallido
e un cappello lungo e a cilindro, si avvicinò al timone. -Le
coordinate- In segreto, avvicinò all'uomo la cartina. Non
appena con gli occhi, seguì le voluttuose e sinuose linee che
percorrevano la rotta, il capitano e Teach rise soddisfatto.
-Molto
bene-Annuì ordinando ad un altro suo collaboratore, di
raggiungere il timone.-Quanto impiegheremo per arrivare a
destinazione?-Mormorò al nuovo arrivato che con aria del tutto
assente, fissò la cartina.
-Arriveremo,
se il vento ci è a favore, tra un paio di giorni-
-Così
tanti?-Domandò non felice l'uomo che nervoso, iniziò a
prendersi tra le dita, qualche ricciolo della folta barba.
-Il
premio però è molto, mio capitano-Sorrise nella sua
direzione.-Ci ripagherà dell'attesa.-
-Oh-Sorrise
compiaciuto nel pensare già alla vittoria.-Si. Hai ragione,
verremo ripagati profumatamente.-
All'odore
di salsedine, dei mormorii sommessi da parte della ciurma e della
nave che oscillava, Zoro ci era abituato sin da quando era un
bambino.
Sua
madre era morta di peste e suo padre, non volendosi caricare della
responsabilità di badare ad un moccioso, lo aveva abbandonato
per dedicarsi alla pirateria.
Con
enorme fatica, aveva imparato ad adattarsi, senza soldi ne casa.
Fin
dall'età di otto anni, aveva trovato lavoro sopra le
imbarcazioni mercantili, dando loro una mano e guadagnandosi gli
scarti dei loro pranzi. Con il passare degli anni, era maturato e il
suo fisico, cresciuto e irrobustito.
Lavorando
notte e giorno, aveva iniziato a guadagnare qualcosa, ma tutto quello
che guadagnava, lo spendeva in alcolici.
Attirato
come gli altri uomini dalle parole del capitano, aveva deciso di
partire verso quella strana avventura. Con addosso una logora
maglietta bianca e dei pantaloni neri ormai consunti, l'unica cosa di
valore che possedeva, era una katana bianca ereditata dalla madre.
Per tenerla sempre con se, in vita aveva una fusciacca rossa. Era
incredibilmente bravo a maneggiarla e sapeva difendersi alla
perfezione. Molte volte, era stato reclutato per difendere i carichi
importanti, dai pirati delle zone. Non aveva mai incontrato però,
suo padre. Aveva un enorme fama ed era vivo.
Drakul
Mihawk, detto l'uomo dagli occhi di falco.
Il
solo sentire quel nome, lo metteva in agitazione. Negli anni, aveva
covato un enorme rabbia nei suoi confronti, ma anche la coscienza che
la via del mare, era splendida.
Rororoa,
il cognome che possedeva, l'aveva ereditato dalla madre. Non voleva
avere niente a che fare con quel figlio di un cane di suo padre.
Se
un giorno lo avesse incontrato, avrebbe infilzato con piacere la
lucida lama della Wado Ichimonji, nelle sue carni.
-Roronoa-La
voce del capitano lo riportò alla realtà.-Vieni qui
figliolo!-
-Arrivo-Svelto,
depositò a terra l'ultima cassa contenente le vivande e corse
al suo cospetto. Il capitano gli aveva promesso un enorme somma di
denaro, più degli altri uomini.
Aveva
detto: “ho un incarico per te, figliolo. Sei il tipo giusto.”
Non aveva però idea di cosa volesse da lui però.
-Dobbiamo
parlare-Gli annunciò una volta che i due uomini al timone, si
congedarono.-Sai, ti ho parlato di un enorme tesoro-Gli ricordò
le sue parole-E di un lavoro che solo tu, puoi fare- Zoro annuì,
lo ricordava bene.
-Ditemi,
cosa dovrei fare?-Il capitano sorrise mostrando i denti mancanti.
-Seguimi-Con
passi decisi, lo invitò a entrare dentro la sua cabina.
Quello
era un accesso vietato ai mozzi semplici come lui. Se evidentemente,
l'aveva invitato ad entrare, il livello di segretezza, era molto
alto.
-Dimmi-Gli
voltò le spalle andando a prendere posto alla poltrona
dinnanzi a lui.-Hai mai sentito parlare delle sirene?-
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Capitolo 2 *** Brano 2 ***
Turn
Loose the Mermaids
Brano
2
Gli
occhi di Zoro si spalancarono per la sorpresa.
In
tutti i suoi anni in cui aveva viaggiato per mare, non aveva mai e
poi mai, pensato che tali creature potessero esistere. Che il
capitano stesse scherzando o parlando metaforicamente?
Decise
di dire comunque, la verità.
-Ne
ho sentito parlare certo-Mosse la testa in un cenno d'assenso.-Ma
solo nelle leggende...-
-Ah,
ma non sono leggende-Con una mossa spiccia, afferrò un
bicchiere dalla credenza. Varie bottiglie di liquido ambrato
riempivano la stanza. Le papille gustative di Zoro fremettero. Aveva
decisamente bisogno di una bella bevuta.
-Sono
vere-Annuì per l'ennesima volta l'uomo alzando gli occhi verso
la bottiglia fino al bicchiere, vedendo il liquido cadere
dentro.-Dannatamente vere.-
-Le
hai mai viste?- Teach si trovò a ridere di nuovo. Oh, se le
aveva viste...
-Si-Si
portò il bicchiere alle labbra mandando giù tutto.-Anni
fa- Emise un rutto potente e tornò a concentrarsi sul
ragazzo.-Ho dannato come un cane nel cercare il luogo in cui sono ben
nascoste.-Ringhiò sonoramente e con un gesto, fece cenno a
Zoro di mettersi a sedere.
-E
come sono?- Le sopracciglia del capitano scattarono immediatamente
verso l'alto. Osservò Zoro, i suoi occhi viaggiare nella
stanza, cercando in tutti i modi di trovare un qualche aggettivo che
riuscisse a descrivere quelle leggendarie creature.
-Magnifiche-Mormorò
riempiendosi nuovamente il bicchiere-Splendide donne, dai lunghi
capelli e dal carnato chiaro, come le statue di alabastro...- Si
avvicinl il bicchiere alle labbra secche, rimanendo in attesa.-Sono
scaltre, hanno una voce meravigliosa e sono dei mostri- Si concesse
di bere un goccio.
-Mostri?-Ripetè
il verde sconcertato. Non aveva appena detto che erano meravigliose?
Perchè adesso li definiva così?
-Oh,
ragazzo mio, sono delle vere cagne quelle.-Prese un bicchiere e lo
adagiò davanti a Zoro.- Sembrano donne splendide che solo
nella fantasia si è in grado di trovarle, ma le ho viste con i
miei occhi.-Strizzò i bulbi oculari riempiendo il bicchiere al
mozzo.- Le ho viste distruggere una nave...-
-Sono
così potenti?- Afferrò il bicchiere e lo ringraziò
unendosi a lui nella bevuta.
-Altrochè,
ma la cosa migliore è che, sono rare.-Ridacchiò
sbattendo il bicchiere sul tavolo.-Quelle maledette valgono un sacco!
Non sai quanti collezionisti ricchi sfondati, vorrebbero nel loro
acquario una sirena.- Cercò di ricomporsi.-Sai, una sola
sirena, vale almeno 20 sacchi d'oro.- Zoro rimase allibito. Il prezzo
era certamente alto. Una cifra che nemmeno in sette anni di lavoro
ininterrotto avrebbe guadagnato.
-è
molto-
-Già-Il
capitano sorrise-Quello che voglio da te, mio caro Roronoa, è
che tu mi catturi una sirena.-Si tolse dalla cintura una sacca piena
di oro.-Questo è quanto sarà il tuo compenso...-Fissò
fiducioso l'uomo-Allora, che cosa ne dici?-
Per
tutto il giorno, non aveva fatto altro che riflettere su quel
compito. Teach, gli aveva svelato inoltre, che catturarle, erano una
passeggiata, se divise dal gruppo. Una sola sirena, non poteva niente
contro la forza di un uomo della sua stazza.
Era
stato molto chiaro però: voleva la sirena viva. Nella sua
cabina inoltre, aveva intravisto un piccolo acquario, grande giusto
le dimensioni di una donna.
Lo
aveva informato inoltre, che erano delle gran bugiarde e che in tutti
i modi, l'avrebbero ingannato. Non doveva far altro che arrivare al
punto del loro covo e prenderne una. Avrebbe morso, scalciato, fatto
resistenza. Pianto, pregato e anche cantato, ma lui, doveva
ignorarla.
Con
un enorme sospiro, alzò gli occhi verso la luna.
Era
alta nel cielo e splendente. Illuminava egregiamente il mare e in
disparte, mangiando il proprio pasto, era quasi ipnotizzato ad
ammirarlo.
-Tutto
bene Roronoa?-Alzò gli occhi dal mare e fissò il
ragazzo alle sue spalle. Rilassò i muscoli.
-Tutto
bene si.-Rispose quando ricevette una pacca sulla spalla.
-Sei
pensieroso-Ammise fissandolo in volto.
-Un
pò- Si portò alle labbra la bottiglia che aveva
ricevuto.-Il capitano ha parlato con me-
-Vi
ho visto- Ridacchiò il rosso strappandogli di mano la
bottiglia.
-Hey-Protestò
Zoro digrignando i denti.-Dammela Eustass.-
-Ho
bisogno anche io di bere, che credi-Sghignazzò rubandogli un
generoso sorso.-Allora-Fissò il verde curioso e bramoso di
notizie.-Di cosa avete parlato? Sei riuscito a capire in cosa ci
imbatteremo?- Non appena lo vide annuire, provò ad indovinare
contro quali pericoli si sarebbero imbattuti.-Fammi indovinare, il
Kraken?-Ghignò-O quei mostri giganteschi e strani provenienti
da quel grande oceano chiamato Grande blu?- Zoro sorrise e scosse il
volto. Come sempre, Kidd riusciva a risollevare il suo umore.
-No-Gli
tolse di mano la bottiglia, riappropriandosene.
-Ah-
Sbuffò addossandosi al parapetto-Bhe, cazzo, di cosa si tratta
allora?- Zoro scoccò la lingua contro il palato. Osservò
attentamente se fossero osservati o ascoltati da qualcuno. Non
sentendo nessuna presenza, si avvicinò all'orecchio del rosso.
-Abbiamo
a che fare con le sirene-Rivelò lasciandolo di stucco.
-Stai
scherzando?-Mormorò sconcertato.
-Affatto.-Ammise
bevendo nuovamente.
-Umh...sirene.-Ripetè
l'informazione-Non è l'avventura che mi aspettavo.- Borbottò
passandosi una mano tra i capelli.
-Cosa
ti aspettavi Eustass?-Ghignò divertito. Ogni volta che
entrambi si imbarcavano in avventure fantastiche, l'adrenalina man
mano che l'obbiettivo si avvicinava, scemava. Non era quella
l'avventura che entrambi cercavano.
Desideravano
il pericolo.
Erano
entrambi, due teste calde.
-Sicuramente
non una donna pesce-Sbottò indicandosi il cavallo dei
pantaloni. -è da tanto che non sto con una donna...ma con una
mezza pesce che potrei farci?-Iniziò a ridere in modo sguaiato
tanto da attirare l'attenzione di altri marinai.-Ti immagini come
puzza?-
-Il
solito idiota-Tuonò Zoro schiacciandosi una mano sul volto.
Quel
deficiente, per quanto fosse il suo migliore amico, non sarebbe mai
cambiato.
-E
quanto ti hanno offerto?-Domandò dandogli una leggera
gomitata.
-Parecchio-Rispose
evasivo.
-Più
di un due monete d'oro?-Solitamente, quella era la loro paga.
-Oh
si- Con quella somma, sarebbe stato sistemato a vita e finalmente,
avrebbe potuto comprarsi una nave tutta sua. Avrebbe finalmente
solcato i mari e vissuto avventure magnifiche.
-Dimmi-Lanciò
un occhiata al rosso gonfiando il petto.-Che ne pensi di “Capitano
Roronoa”?- Eustass espresse subito il proprio parere con una
sonora risata mal celata.
-Cazzo
amico-Esclamò piegandosi in due-Fa veramente cagare!-
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Capitolo 3 *** Brano 3 ***
Turn
Loose the Mermaids
Brano
3
I giorni a seguire trascorsero
relativamente lenti. Molte volte, non soffiava il vento e il veliero,
restava ancorato fino a tarda sera. Il mare agitato e le improvvise
tempeste, coglievano impreparati i nuovi arrivati.
Il navigatore nel compenso, ce la stava
mettendo tutta per far arrivare a destinazione la nave. Il capitano,
giorno per giorno, diventava più intrattabile e meno propenso
a contenere la collera. Il destino della sua vita e dei suoi sogni di
ricchezza, erano racchiuse in quelle coordinate.
Quasi ogni notte, Zoro lo sentiva
imprecare, chiedendo conferma alla sua élite di uomini, se
erano vicini al traguardo. Questi, cercavano invano di rassicurarlo,
ma il suo temperamento era troppo tormentato.
-Il capitano è strano-Notò
Kidd brandendo il coltello.
-Dici?-Fece finta di niente Zoro.
-Ogni giorno sembra sempre sull'urlo di
collassale-Scosse le spalle e fissò la cassa piene di
patate.-Perchè tocca pelarle a noi?- Si lamentò.
-Perchè ci è stato
ordinato-Zoro sbuffò. Non era un compito adatto a lui. Quasi
quanto il capitano, desiderava arrivare alla metà. Durante il
giorno, si perdeva in fantasticherie sulla sua futura vita.
Si immaginava con un cappello elegante,
degli abiti puliti e freschi, eleganti ma non troppo. Una nave enorme
e un equipaggio forte e degno di fiducia.
Kidd sarebbe stato il suo vice. Sin da
quando erano giovani, entrambi si erano guardati le spalle a vicenda.
-Riguardo alla donna pesce...-Mormorò
richiamandolo dai propri pensieri.-Come te la immagini?-Zoro sbattè
gli occhi.
Bhe, era difficile immaginarsela.
-Io me la immagino con delle belle
labbra carnose e delle tette da urlo-Sbraitò ghignando il
rosso, lasciando cadere per un secondo il tubero.-Inoltre, dato che è
un pesce, avrà le pinne...o la coda.-Socchiuse gli occhi-Mi
piacerebbe avere una sirena...-Quel commento finale lo lasciò
di stucco.
-Ti piacerebbe averla?-
-Cazzo amico, si!- Esclamò
prendendo la patata che gli era scivolata di mano.-Sarebbe un utile
risorsa no?-Si strinse nelle spalle.-Potrebbe condurci a non so
quanti tesori...-
-Ah-A questo non aveva decisamente
pensato.-Hai ragione- Ammise.
-E la tua sirena?-Quella domanda lo
fece sobbalzare-Come te la immagini?-
Non sapeva come rispondere a quella
domanda. Si era sempre detto, di non affezionarsi troppo ad agli
oggetti o alle persone. Entrambe molte volte, venivano negate o
perdute.
-Una vale l'altra-Esattamente così.
Non importava se era bella o brutta, aveva capelli lunghi o corti,
tette da urlo e un bel viso. Lui, qualsiasi fosse il suo aspetto,
l'avrebbe consegnata a Barbanera.
-Ammirate-Il capitano indicò un
lembo di terra in mezzo alle acque cristalline.-La meta prefissata-
Tutti gli uomini, nessuno escluso, si sporsero dalla balaustra per
poter ammirare quell'isolotto.
Non c'era niente che potesse da
lontano, attirare un marinaio in quel posto.
Cosa poteva celare dunque?
-Finalmente-Richiamò
l'attenzione dell'equipaggio-Posso rivelarvi il segreto che
quell'isola nasconde.-Un sorriso malvagio increspò i
lineamenti del volto.
-Di che cosa si tratta capitano-Domandò
un uomo dalla stazza possente e dalla pelle cotta dal sole.
-Calma mozzo-Con uno schiocco di dita,
quattro uomini uscirono dalla sua cabina trasportando una cassa di
vetro. L'equipaggio, tranne Zoro, iniziarono a chiedersi che cosa
fosse.
-Signori-Parlò salendo le
scalette verso il timone-Avete mai sentito parlare delle sirene?-
Il lungo e meraviglioso discorso del
capitano, sorbì il medesimo effetto che aveva creato nelle
taverne dove aveva reclutato il suo equipaggio. Erano tutti
entusiasti e curiosi di vedere quella che poteva essere, un essere
leggendario.
Zoro, assieme ad un altro gruppo di
uomini, era sopra una piccola scialuppa diretto verso l'isola. Teach
aveva spiegato che quell'isola, era un luogo perfetto per catturarle.
Reti e arpioni, erano a bordo della piccola imbarcazione. L'ordine
era di catturarne una viva, ma se la caccia fosse giunta a buon fine,
qualche sirena in più non poteva far altro che bene.
-Roronoa, tu sei abile con la spada
vero?-Domandò un ragazzo mingherlino e con dei buffi capelli
rosa.
-Si-Rispose agitando i remi a tempo con
gli altri.-è così-
-Hai mai visto una sirena?-Domandò
pieno di speranze il giovane.
-No. È la prima volta-
Apprendendo la sua risposta, annuì preoccupato.
-Sai, io...ho sentito avevo gia sentito
parlare delle sirene-Iniziò a raccontargli assestandosi con un
dito, gli occhiali che troppo grossi per il suo volto, gli
conferivano un aria buffa.
-Racconti?-Si fece attento.
-Ho sentito che sono creature nobili,
aggraziate e che hanno una voce veramente bellissima.-Più o
meno, era la stessa informazione che anche il capitano, gli aveva
rivelato.-Ce ne sono poche e sono rare, perchè vengono
catturate e il più delle volte, uccise.-Alzò il volto
verso Zoro.-Sai che non rivelano il proprio nome?- Bhe, questo gli
era nuovo.
-Come non rivelano il proprio nome?-
-è una sorta di intimità
per loro-Ridacchiò-è come se ti offrissero una parte di
se-Il giovane fissò l'isola avvicinarsi.-Non sono creature
cattive, anzi, sono molto dolci. Ma se vengono minacciate o comunque
si sentono in pericolo, mostrano gli artigli.-Strinse le mani
nervoso.-Non pensavo che questa missione portasse a questo.-
-Sembra quasi che tu non voglia...-
-Infatti non voglio-Fissò con
severità Zoro.-Tutto quello che so sulle sirene poi, l'ho
appreso dal diario di mio nonno.-Si avvicinò al verde.-Sai,
lui è stato salvato da una sirena.-
-Salvato?-Zoro rimase sbigottito. Da
come le aveva descritte Teach, quegli esseri erano orripilanti
mostri. Il fatto che mostrassero tenerezza o comunque il salvare una
vita ad un uomo, gli era quasi impossibile da concepire.
-Stava affogando in mare.-Gli
sorrise.-La nave aveva preso fuoco e c'era una violenta tempesta.
L'equipaggio era disperso e lui cercava un appiglio per tenersi a
galla. Quando il mare lo risucchiò verso il fondale, sentiva
che era giunto il suo momento. Ma poi, sentì una voce e vide
un enorme ammasso di colori non distinti. Quando riprese conoscenza,
si ritrovò al porto della città più vicina.-
-Non ha detto però che è
una sirena-Gli fece notare continuando a remare.
-Oh, ma l'ha vista dopo qualche
giorno-Sospirò chinando il volto.-Sul pontile, di notte,
cantava ed era meravigliosa. Nel diario l'aveva descritta come una
dea. I capelli color dell'oro, le labbra rosse come il corallo e
degli occhi cristallini come il mare. La lunga coda poi, era un
ammasso di colori e lucentezza che nemmeno era riuscito a
descriverlo.- Tremò per l'emozione-Sapeva solo che era lei che
l'aveva salvato.- Il verde rimase senza parole. Quella descrizione
sembrava veramente insolita, ma affascinante. Era stato con molte
donne e durante i suoi viaggi, aveva potuto scorgere i volti più
stupendi che un uomo potesse immaginare. Quel racconto però,
sembrava eclissare tutte le sue esperienze.
-Dici sul serio Kobi?-Chiese conferma
al giovane mozzo. Appena lo vide annuire, il suo cuore prese a
tamburellare forte.
-Si-Annuì energico, nel diario
poi, ci sono molti schizzi che la riguardano ed è...-Cercò
le parole adatte-...Ultraterrena...-Chiuse gli occhi.-Zoro,
catturerai dunque una sirena?- Fissò le reti e gli arpioni che
il capitano, aveva ordinato di usare contro di loro.
-Devo-Rispose con voce solenne. Doveva
catturarne una, anche ammesso che fosse bellissima...il suo sogno,
era più importante no?
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Capitolo 4 *** Brano 4 ***
Turn
Loose the Mermaids
Brano
4
Nel pomeriggio, tutti i marinai avevano
sistemato lungo il lato nord della spiaggia, una lunga distesa di
rete e arpioni ben pronti per trafiggere le loro prede.
Sotto consiglio del capitano, avrebbero
agito con il favore dell'oscurità. Con il volto scuro e senza
proferire parola, Kobi era rimasto per svolgere i compiti
assegnatogli, dando una mano agli uomini coinvolti in quella cattura.
-Si andrà a caccia
stasera-Proferì Kidd dando una forte pacca sulla spalla a
Zoro. Anche lui, dopo il racconto del mozzo dalla zazzera rosa, era
rimasto parecchio silenzioso. Nella mente, si immaginava come potesse
essere la sirena; il corpo aggraziato, i capelli fluenti e dei colori
maestosi.
-Ho detto-Eustass alzò il tono
della voce per attirare la sua attenzione-Stasera andremo a caccia.-
Finalmente, Zoro tornò a fissarlo.
-Oh, si giusto-Annuì finendo di
legare tra di loro le reti.
-Che ti prende?-Il rosso fissò
perplesso l'amico: aveva sicuramente qualcosa che non andava.
-Niente-Sospirò alzandosi da
terra e spolverandosi i pantaloni dalla sabbia.
-Qualcosa non va.-Da quando lo
conosceva, aveva ben compreso il suo carattere e sopratutto, quando
mentiva. Zoro non era un bravo bugiardo, ma non tutti riuscivano a
cogliere alla perfezione il suo stato d'animo.
-Non ho niente Kidd-Per l'ennesima
volta sospirò.-Sul serio.-
-See...-Il rosso assottigliò gli
occhi-Vai a raccontarla a qualcun'altro compare.-Un ghigno si dipinse
sul volto del verde.
-Ti preoccupi per me?-Domandò
incrociando le braccia al petto-Molto carino da parte tua-
-Scemo!-Si infuriò
bonariamente-Vai al diavolo! Che questa caccia ti faccia tornare un
po' di sale in zucca.-
-Avete compreso?-Barbanera al calar del
sole, passò lento e letale tra i suoi uomini. Elencava a gran
voce il suo piano ambizioso, ricordando a tutti, il grande guadagno
in caso di vittoria.
-Roronoa farà da esca.-Si
avvicinò al ragazzo e gli posò una mano sulla
spalla.-Mi raccomando-Gli sussurrò all'orecchio-Non farti
impietosire.-Fissò i suoi occhi color pece.-Quelle sono
nient'altro che mostri.-
Una piccola bagnarola galleggiava
leggera sulla superficie del mare.
Il vento era a favore e tutto, sembrava
procedere per il verso giusto. Si era spinto nel punto esatto che il
capitano gli aveva raccomandato e con un ultimo sforzo, gettò
la piccola ancora in mare.
Afferrò la lampada ad olio e
l'accese creando un po' di luce tra l'oscurità.
Non si vedeva niente.
La nave era avvolta nel buio, in modo
da non farsi scovare. Gli uomini a riva, attendevano il segnale per
sparare gli arpioni e le reti, in modo da catturarle e combattere.
Ma c'era realmente bisogno di tutto
questo?
Inoltre, era proprio vero che le sirene
esistevano?
Con stanchezza, Zoro si portò
una mano alla fronte e iniziò a cantare. Era stonato e le
uniche canzoni sui pirati che conosceva, erano rozze e da taverna. Il
capitano gli aveva consigliato di cantare perchè attiravano le
sirene, ma lui, poco ci credeva.
-Che scemenza-Borbottò
stringendosi nelle spalle. Il freddo iniziò ad entrargli nelle
ossa. Non si era portato dietro una coperta o altro, sarebbe stato
troppo l'impiccio nel caso avesse combattuto o fosse caduto in acqua.
Sbarrò gli occhi per quel
pensiero.
E se non sarebbe stato in grado di
catturarle? Sarebbe morto?
Addio ai suoi sogni da pirata quindi.
-Che cavolo di capelli sono
quelli?-Mormorò qualcosa alle sue spalle. Gli si rizzarono i
peli dietro la nuca e velocemente, si voltò. Non c'era niente.
Sbattè varie volte le palpebre
incredulo. Che se lo fosse immaginato? Sembrava...una voce da
donna....
-A me sembra un marimo-Borbottò
un altra voce e allora, comprese che non era solo.
Era arrivato il momento che attendeva.
Deciso, si voltò e trovò
addossate alla barca un gruppo di ragazze.
Al solo vederle illuminate dalla
lanterna, spalancò gli occhi incredulo.
Belle, bellissime, inimmaginabili
donne.
-Un marimo dici?-Ridacchiò una
del gruppo portandosi una mano a coprirsi le labbra.
-è vero-Annuì
energicamente l'altra additandolo.-Ha i capelli verdi...- Zoro si
battè varie volte le mani al volto per riscuotersi da quella
visione. Stava sognando? Erano davvero sirene quelle?
-Siete sirene?-Domandò
afferrando silenzioso la katana che aveva alla cintola.
-No siamo sardine-Gli rispose a tono la
più graziosa del gruppo-Cosa diavolo ti sembriamo idiota?-
Nuovamente, rimase a bocca aperta lasciando la presa sulla spada.
Altro che grazie e compostezza.
-Io lo trovo carino-Sospirò la
ragazza a destra con i capelli lunghi di un rosa acceso. Le labbra
erano rosse e i seni tondi e pieni: esattamente come la desiderava
Kidd.
-Ho visto certi umani...umh!-Scosse il
volto un altra dai capelli rosa e dagli occhi grandi e immensi.-Lui è
bello-Rise in modo malefico-Posso portarlo da me e trasformarlo nel
mio Kumachi?- Domandò alle ragazze del gruppo abbrancandosi
all'imbarcazione.
-Non essere scema!-Gracchiò di
nuovo la rosetta.-L'ho visto prima io!-
-Eh?-Gridò l'altra con le
codine-Stai scherzando!?-
-Ragazze...-Una sirena mora e degli
occhi azzurri quanto il mare, sbucò alle loro spalle.-Non
litigate.-
-Non...-Entrambe si fissarono
interdette-Ha cominciato lei!-Urlarono all'unisono lasciando Zoro
sempre più sconcertato.
Era terribile.
Si comportavano come ragazze come umane
e non come creature leggendarie.
Cosa doveva fare?
-Come ti chiami?-Una sirenetta dai
capelli blu si avvicinò all'imbarcazione poggiando le mani sul
legno.
-Io?-Si indicò Zoro preso alla
sprovvista.
-Si, tu scimunito!- Il verde si voltò
nuovamente verso quella che sicuramente, aveva attirato la sua
attenzione. Occhi color nocciola, capelli rossi come il sole al
tramonto e un faccino da non dimenticare. Era bella, tanto che si
dimenticò della missione. Il cuore prese a battere
all'impazzata, rimanendo imbambolato sulla nave. Al solo sentire i
suoi occhi addosso, la sirena si voltò verso di lui.
-Che hai da fissare?-Arrossì nel
vederlo attonito.
-Eh? Ah...beh-Si portò
impacciato una mano dietro la testa-Sei...sei molto bella...- Al
sentire le sue parole d'elogio, le altre sirene imprecarono deluse.
-NON è GIUSTO!-Si sgolarono le
due dai capelli rosa.-Tutte lei le fortune!-
-Io non voglio proprio niente!-Replicò
stizzita la rossa. Con un movimento elegante, si immerse lasciandoli
soli. Zoro spalancò gli occhi.
No.
Era lei.
Voleva lei come sirena.
Quella era la sua sirena.
-F-ferma!-Si avvicinò scattante
al bordo della barca.-Non andare via!-
-è sempre così
scorbutica, non ti preoccupare-Lo rincuorò la sirena dai
grandi occhi scuri.
-Merda-Digrignò i denti il verde
cercando di vedere attraverso il velo d'acqua, dove fosse finita.
Non era un sogno, non era finzione e
non era un racconto. Era reale, tutto reale.
Le parole di Kidd gli tornarono alla
mente.
Come desiderava la sua sirena?
Ora lo sapeva.
La voleva esattamente così.
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Capitolo 5 *** Brano 5 ***
Turn
Loose the Mermaids
Brano
5
Confuso, imprecante e infreddolito,
fissò le scure acque sotto di se inghiottire l'oggetto dei
suoi desideri. Non aveva mai visto niente di così bello, ne
bramato così tanto una donna.
Dischiuse le labbra indeciso se
tuffarsi o meno.
Era un ottimo nuotatore e sicuramente,
in poche bracciate, sarebbe riuscito ad afferrarla e a riportarla in
superficie. Deciso, si tolse dalla cintola la lunga Katana bianca che
con cautela, depositò sulla barca. Si sfilò frettoloso
la misera maglietta bianca e con decisione, si avvicinò al
pelo d'acqua, prendendo un grosso respiro.
“Attenzione figliolo”, la
voce del suo capitano gli rimbombò nella mente “ Le
sirene sono delle vere cagne...non devi fidarti”.
Immediatamente, frenò le sue azioni. Ammirò il mare
sotto di se e rabbrividì dal terrore: cosa stava per fare?
Con il respiro mozzato, si portò
entrambe le mani a tenersi la testa.
Diavolo, stava per cadere nella loro
trappola. Con tremore, si voltò verso le sirene, ancora
aggrappate all'imbarcazione. Ingoiò a vuoto e decise, seppur a
malincuore, di lasciare perdere quella rossa da sogno. Cercò
qualche minuto per comprendere la situazione e con delusione, arrivò
alla conclusione che il capitano aveva ragione.
Quelle donne erano capaci di far
perdere la testa ad un uomo. Un uomo forte di spirito. Uno come lui.
Indurendo lo sguardo, esaminò le donne tutt'attorno cercando
la sirena giusta da portare in pegno al capitano. Erano tutte
bellissime, ma su una, aveva decisamente fatto colpo. Si avvicinò
a lei e con decisione, si accucciò inginocchiato.
-Mi piaci-Mormorò senza alcuna
nota di sentimento, quelle parole.-Mi piaci da matti, sei bellissima-
Non aveva mai lusingato una donna e con il gentil sesso, era sempre
stato un po' impacciato. Quella sicurezza era spuntata in lui come
una reazione alla gravità della missione.
Doveva sedurla, affascinarla,
prometterle posti lontani, cose mai viste e poi, i suoi sogni si
sarebbero avverati. Non poteva cedere adesso, non quando la meta era
così vicina.
Arrossendo per quelle parole, la sirena
dai lunghi capelli rosa e dalle labbra rosse corallo, si sporse verso
di lui speranzosa.
-Sul serio?-Borbottò arpionando
maggiormente la nave.
-è così-Sorrise posando
delicato, una mano sulla sua guancia. Non era, come aveva pensato,
scivolosa o squamosa, ma deliziosamente liscia e calda. Un contatto
che poteva benissimo trovare e provare con altri umani.-Sei
stupenda-Continuò cercando di scacciare quei pensieri.
Erano sirene, dei pesci insomma, perchè
continuava a sentirsi una merda allora?
-Marinaio...-Scostandosi, la giovane
sirena si portò entrambe le mani al volto-Voi mi lusingate...-
-Non fare la svergognata
adesso!-Biascicò indiavolata l'altra ragazza con le code.
-Chiudi il becco faccia da triglia!-Si
infervorò la sirena digrignando i denti.-Andatevene!-Ordinò
loro con un gesto veloce della mano-Desidero restare con il mio
marinaio!- Un coro di sbuffi si elevò nell'aria e tra
imprecazioni e bestemmie, tutte le sirene sparirono in un batter
d'occhio.
-Allora...-Sussurrò la rosa
aggrappandosi beata alla barca-Ditemi ancora qualcosa...- Non c'era
dubbi che quella, fosse una sirena davvero vanitosa.
Più confortato dalla sola
presenza della donna, Zoro si scrocchiò mentalmente le nocche.
Doveva dare sfogo a tutta la sua arte
di attore anche se, in effetti, era ben facilmente scopribile data la
sua inesperienza. La sirena però, non dava l'idea di
comprendere il losco piano che si celava dietro a quelle assurde e
inadeguate lusinghe.
-Le tue labbra sono così
rosse...-Le sussurrò a pochi centimetri dal suo viso-Viene
voglia di baciarle...- Con fare stanco, chiuse gli occhi. Ok, tutte
quelle scenate, non erano decisamente farina del suo sacco. Le aveva
imparate e sentite fino allo svenimento alla locanda Barattie. Un
caro amico di nome Sanji, lavorava a tempo pieno come cuoco e sempre,
si perdeva a fare il cascamorto con ogni donna presente nel locale.
Per una volta, anche se non
volutamente, ringraziò tutte quelle scene disgustose e
struggenti che negli anni aveva sorbito dalla sua gracchiante voce.
-Marinaio...-Chiamò nuovamente
il suo nome la sirena, ancora più lusingata da questo suo
approccio.-Che ne dite se io e lei ... in un posticino...-Mormorò
allusiva indicando con gli occhi la spiaggia-Non so se mi spiego...-
Oh, non importava che capisse. A lui andava più che bene.
Quella stupida stava cadendo tra le braccia di Barbanera senza
complicargli la vita.
-Oh-Esclamò comunque
perplesso-Lo potete fare voi sirene?-
-Ma che domande-Si allontanò lei
iniziando a nuotare verso la spiaggia-Ma certo! Appena tocchiamo
terra, la nostra coda si divide e abbiamo le gambe...- Zoro la fissò
sconcertato. Cosa cosa cosa? Potevano avere le gambe?-Perchè
quella faccia?-Domandò lei inarcando le sopracciglia.
-Io...pensavo che manteneste la vostra
forma...-
-E farlo con la coda?-Ci pensò
su portandosi distratta un dito al volto.
-Solitamente come fate?-Iniziò a
remare cercando di intrattenerla con quel discorso.
-Oh, avete presente i delfini? Alla
stessa maniera...-Lo fissò lussuriosa-Ma se intende farlo in
quella maniera...-Arrossì nuovamente-Per me non c'è
nessun problema...-
Zoro asserì in maniera
distratta. Farlo o non farlo, non era un suo problema. Sinceramente,
il sesso non era una sua priorità. Quando scendeva a terra, si
concedeva solo bevute. L'alcool era la soluzione migliore per i suoi
problemi, peccato che richiedessero un alto compenso.
Riprendendo a remare, pensò al
suo futuro; sognava spesso come sarebbe stato se avesse raggiunto la
quota necessaria per comprarsi una nave.
Cosa sognava di fare oltre alle
avventure e alla navigazione, era un mistero.
Sarebbe diventato un pirata? O un ricco
commerciante? Magari un uomo della marina.
Osservò la sirena nuotare
spedita verso il macello e il respiro gli si mozzò in gola:
raggiungere il suo scopo...sacrificando lei?
Era un pesce, un essere a detta di
Barbanera mostruoso...ma sempre un essere...vivo.
Poteva fare sogni tranquilli sapendo di
aver sfruttato quella sirena? Anche se non avrebbe partecipato
attivamente alla cattura, lo sporco di quell'azione, sarebbe ricaduta
anche su di se. Diventare capitano e avere fama, sacrificando un
altra persona...
Smise di remare e assorto nei suoi
pensieri, abbassò il volto. La sirena dai capelli rosa, lo
vide immobile e perplessa, nuotò verso di lui.
-Che succede?-Afferrò i bordi
della barca cercando di issarsi su ed osservare Zoro.-Marinaio?-
Immediatamente, due mani l'afferrarono per le spalle. Sussultò
appena vide il volto di Zoro nuovamente vicino al suo.
-Scappa-Mormorò contro il suo
orecchio facendola rabbrividire. Basita, rimase immobile contro di
lui: scappare? Da cosa?
-Ma che...?-
-Ci sono degli uomini a terra che ti
vogliono catturare e rivedere a caro prezzo...-Al solo sentire quelle
parole, la sirena sgranò terrificata gli occhi. Il respiro
divenne incostante e immediatamente, la voglia di immergersi assieme
alle sue sorelle, non era mai stata così forte.
-Mi dispiace...-Allentò la presa
e la fissò dispiaciuto.-Non posso farlo...-Lentamente, la
lasciò andare e con un tonfo sordo, tornò a sedere. La
ragazza rimase fortemente sconcertata da quel comportamento: aveva
compreso che quell'uomo non era marinaio ma un pirata e adesso?
Piuttosto che ricevere un compenso, preferiva lasciarla andare?
-Perchè?-Domandò
portandosi diffidente le mani al petto.-Sarai punito per aver
disobbedito agli ordini del tuo capitano?- Zoro sospirò
pesantemente e ciondolò la testa in avanti.
-Si-Le diede conferma.-Ma non posso
fare questo a te-Alzò il volto verso di lei.-Fuggi, prima che
ti prendano...-Si alzò in piedi-Avverti le tue amiche, di non
uscire per niente al mondo in superficie...-
Un sorriso illuminò il volto
della sirena. Al solo vederlo, Zoro rimase turbato ed immobile.
-Lo sapevo...-Lo fissò con occhi
dolci-Non sei come gli altri uomini...-Si sporse verso di lui e con
dolcezza, gli baciò la guancia.-Grazie marinaio...-
La gola era secca e la pelle, sporca e
tumefatta. Non riusciva più a sentire i polsi e la schiena,
bruciava da impazzire. Con dolore, mandò giù la saliva
che acida, gli si era formata in gola.
Era da giorni ormai che pativa la fame
e la sete in catene nelle prigioni della nave. Il capitano, ogni
dannato giorno, faceva venire degli uomini a frustrarlo, come scotto
da pagare per quell'ammutinamento. A denti stretti, Zoro non urlava o
piangeva; subiva ogni sferzata contro la pelle in completo silenzio,
conscio dello sbaglio che aveva commesso. Sbaglio, così lo
definiva Barbanera. Per lui però, quello non era stato uno
sbaglio, ma la dannatissima cosa giusta da fare.
Ogni santo giorno, gli tornava alla
mente quella bellissima sirena dai capelli rossi...Con stanchezza,
chiuse gli occhi e lasciò ricadere il volto su una spalla.
Diavolo, sarebbe mai riuscito a rivederla?
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Capitolo 6 *** Brano 6 ***
Turn
Loose the Mermaids
Brano
6
L'umida aria del mattino riempì
i suoi polmoni ormai stanchi e provati. Con difficoltà, aprì
un occhio, solo per accorgersi che il sole aveva riempito buona parte
della prigione. Dolorante, smosse le spalle intorpidite e un mugugno
dolorante, uscì dalle sue labbra. La schiena bruciava, così
come la gola e gli arti. Quei bastardi non si erano fatti scrupoli a
punirlo. Ma cosa pretendeva da uomini senza morale come quelli?
Più volte, nel corso dei giorni,
aveva sentito la voce di Kidd che gli parlava. Lo faceva però,
solo ad orari in cui era completamente solo e sicuro di non essere
osservato. Mangiava isolato dagli altri e quando poteva, dalla
stretta feritoia cercava di passargli del cibo e da bere.
La sua presenza lo confortava ed era
l'unico a bordo, goloso di informazioni su quello che gli era
capitato. Parlando della sirena dai capelli rosa, più volte si
era come interessato, quasi affezionato e geloso di quel fugace
bacio.
Ma il rosso non aveva di che
preoccuparsi: i pensieri di Zoro, erano tutti rivolti a quella sirena
dalla chioma rossa. Non sapeva il suo nome, non sapeva niente di lei
se non i tratti del volto che fin dal primo momento, si era stampato
a fuoco nella mente.
Era ossessionato dalla sua bellezza,
dai crini rossastri, dalle labbra piene e dagli occhi color
cioccolato.
Voleva rivederla.
Che Dio l'aiutasse, ma voleva rivederla
sul serio.
Con dolore, digrignò i denti,
cercando come nei giorni precedenti, la forza per andare avanti.
Era passata quasi una settimana da
quando era stato catturato e ancora, la nave non si era smossa da
quel piccolo isolotto. Il capitano Teach era senza dubbio caparbio,
ma nessuna sirena, dopo il suo avvertimento, sarebbe mai uscita allo
scoperto. Sorrise amaramente chiudendo debolmente gli occhi.
Sarebbe marcito per sempre in quella
prigione? Sarebbe caduto per mano delle fruste? Che accadesse quel
che accadesse; lui però, voleva rivedere quella sirena prima
di morire.
Aveva perso la nozione del tempo.
Non ricordava esattamente quante volte
quel giorno fosse svenuto. Per mano dello stesso Teach, aveva subito
una doppia scarica di frustrate.
Non ci era andato leggero come i suoi
uomini, ma pesante e lesto. Le cento frustrate, si erano tramutate in
duecento per volta e la schiena era un mare di sangue.
L'unica cosa che doveva ringraziare,
era il suo corpo. Solo all'inizio il dolore si faceva sentire e dopo,
come spesso gli accadeva, si lasciava scivolare in quella nuvola di
tepore e intorpidimento che sentiva ogni qual volta perdeva
conoscenza.
L'unica spiegazione per quel
trattamento poteva attribuirsi alle speranze di Teach ormai in
frantumi.
Non nutriva in verità speranze
di sopravvivenza, al contrario.
Più volte si era domandato che
cosa ne sarebbe stato di lui una volta terminato il viaggio e dopo
molto tempo passato con se stesso, era giunto alla conclusione che
l'impiccagione sarebbe stata la sua fine.
Una fine miserevole, dolorosa e
sfibrante.
Nessuno si sarebbe ricordato di lui se
non per essere il figlio di un mascalzone.
Nessuno avrebbe gridato all'innocente
con lui e nessuno avrebbe mai osannato le sue imprese.
Forse Kidd avrebbe pianto per lui, come
Kobi, gli unici a sapere la sua triste verità.
Con immenso dolore, alzò gli
occhi alla grata del soffitto, trovando la luce della luna quella
sera, semplicemente stupenda. Non si sentiva nessun rumore e nessun
bisbiglio a bordo e chissà forse erano usciti per attuare
l'ultima bravata di Teach.
Poco gli importava del resto.
Sarebbe morto ma almeno avrebbe vinto e
trionfato su di lui.
Non si sarebbe arricchito nello smercio
delle sirene e quelle creature così dolci e fantastiche
sarebbero state salve.
Lento, lasciò cadere il volto
verso il basso mentre lo stomaco protestava per la fame.
La gola sembrava bruciare da quanto era
il bisogno di bere. Kidd non poteva soddisfare nessuno dei suoi
bisogni.
Emise un doloroso gemito provando a
smuovere le spalle e subito se ne pentì.
Le ferite bruciavano tanto che non
osava immaginare la sua schiena.
Sentiva solo caldo, un infernale
calore.
Diavolo, forse aveva la febbre e
chissà, magari non avrebbe raggiunto il patibolo in quelle
condizioni.
Immediatamente, fermò il flusso
dei suoi pensieri non appena il silenzio che poco prima riempiva la
nave terminò.
Una voce, melodiosa e dolce aleggiava
nell'aria.
Non era una voce comune tanto era bella
e per un momento, la scambiò per una stupida invenzione della
sua mente. Iniziava a giocargli brutti scherzi? Stava già
perdendo il senno?
Con uno scossone del volto, cercò
di captarla meglio e rabbrividì nel sentire i meravigliosi
toni alti di quella melodia.
Chi era che cantava? E perchè
alle sue orecchie il tono sembrava così triste?
Le note durarono ancora pochi secondi
per poi terminare.
Non appena il silenzio riempì le
pareti della nave, per poco non impazzì. Doveva sentirla di
nuovo, doveva ancora una volta ascoltare quella dolce canzone.
Con tutte le sue forze, tentò di
non scivolare ancora una volta nel sonno causato dalle sue precarie
condizioni, ma senza energia, si abbandonò ad esso.
Il giorno seguente, nessuno venne a
frustrarlo.
Forse si erano stancati di lui o molto
probabilmente, dimenticati di quell'appuntamento quotidiano.
Kidd non arrivò in suo aiuto
nemmeno quella sera e di nuovo, il silenzio assordante lo rintronò.
La leggiadra voce, come atteso, tornò
a cantare quella canzone, rendendo la sua agonia più
sopportabile del previsto. Troppo presto però la canzone
arrivò alla fine, ma si sentì contento di essere
riuscito ad ascoltarne le parole.
Era la sua lingua, una canzone che tra
l'altro, aveva già udito nelle peggiori bettole di città.
Una canzone sporca, piena di speranza e di amori corrotti, di vani
sogni e di aspettative.
Come poteva una voce così
meravigliosa essere conosciuta e cantata tranquillamente?
Era una canzone da marinai ma più
probabilmente da pirati, inventata da vecchi uomini che avevano
sperato nella ricchezza e che avevano perso di vista i veri valori.
Ma la questione passò in secondo
piano non appena, come la sera passata, la melodia si interruppe.
Con dolore, chiuse gli occhi e
nuovamente, lasciò che un altro giorno morisse per dare il
benvenuto a quello nuovo.
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Capitolo 7 *** Brano 7 ***
Turn
Loose the Mermaids
Brano
7
La realtà di quella nuova
scoperta lo colpì peggio di un pugno nello stomaco.
Non se lo sarebbe mai aspettato e
sopratutto, non aveva idea di come potesse essersi ritrovato in quel
luogo. Era sicuro però, che quello non era un sogno: le ferite
sulla schiena dolevano terribilmente e avrebbero spezzato anche il
più profondo dei sogni.
Debolmente, fece leva sulle braccia,
sporcandosi gli abiti ormai a brandelli della fine sabbia di
quell'isolotto.
L'acqua del mare accarezzava con le sue
onde i suoi piedi in quell'andirivieni lento e calmo.
Difficilmente da credere, era solo.
Non era più a bordo del vascello
di Teach e la nave nera ed imponente che giorni addietro si era
arrenata in cerca di fortuna, sembrava sparita.
Lasciandosi scappare delle sonore
imprecazioni, cercò di mettersi a sedere per riuscire a
comprendere meglio la situazione.
Il silenzio era rotto solo dal rumore
delle onde e dallo stridio dei gabbiani. Non sentiva la voce di
nessun uomo e questo, poteva essere un fattore positivo quanto
negativo.
Poteva definirsi libero?
No.
Era fottuto.
Nessun arma con se, neppure la sua fida
spada bianca.
Nessun albero abbastanza grosso o
robusto da poter essere usato per costruire una barca e nessun
dannatissimo kit di soccorso.
Se non avesse curato al più
presto quella ferita, si sarebbe infettata. La febbre che già
aveva l'avrebbe divorato, rendendolo ogni giorno sempre più
debole. Gli squali avrebbero sentito l'inconfondibile odore di sangue
e sarebbero giunti a trovarlo molto presto.
Con dolore, scosse il volto e tossendo,
si rese conto di quanto avesse veramente bisogno di un po' d'acqua
fresca. Stremato e in quelle condizioni però, si sarebbe
accontentato di un sorso d'acqua di mare. Tremante, si avvicinò
al liquido e mettendo le mani a coppa, iniziò a berne delle
generose sorsate.
La gola però, sembrava bruciare
ancor di più e con dolore, ne vomitò immediatamente la
maggior parte di essa.
Stanco, si accasciò su un lato
stando però ben attento che la ferita non entrasse in contatto
con la sabbia. Come poteva anche solo pensare di riuscire a
sopravvivere in quelle condizioni?
Sentiva le membra stanche, troppo a
lungo costrette in quella posa scomoda e gli occhi, ingannatori,
pregavano per chiudersi.
Che gli prendesse un colpo poi,
iniziava anche ad avere le allucinazioni.
Con un ultimo sospiro, si lasciò
cadere tra le braccia di Morfeo che ancora una volta, riusciva a
salvarlo da quell'agonia.
Fin da quando aveva memoria, aveva
sempre avuto un buon udito.
Adorava ascoltare, scoprire nuove cose
a lei sconosciute e reperire informazioni.
Che si trovasse sott'acqua o sulla
terra ferma, con ingordigia origliava i discorsi degli umani.
Molti erano frivoli, altri erano così
strani che non riusciva a comprenderne il significato.
Altri ancora erano sensazionali, pieni
di avventura e di fantasia. Molte persone cantavano.
Anche lei aveva imparato a farlo, ma da
sempre quei suoni meravigliosi poteva solo esternarli in superficie.
In acqua, le parole erano attutite, rendendo le sue dolci dote canore
un miscuglio di bolle e risatine stralunate e imbarazzate da parte
delle sue amiche e sorelle.
Loro non capivano.
In molti non riuscivano a comprenderla
e a lei, andava benissimo così.
Non le piaceva il suo mondo, era la
classica bolla di sapone che le faceva da guscio. Lei era spericolata
invece, amante delle avventure, dei racconti e del mondo umano. Si,
quel mondo orribile che tutti i suoi compaesani odiavano.
Sapeva delle storie terribile e della
cupidigia dell'uomo e molti di essi lo erano, ma come per ogni cosa
esistevano delle eccezioni.
Come potevano tutti gli umani essere
così crudeli e immondi?
Sua cugina Bonney, non appena una
settimana prima era stata incantata da un umano. Impaurita, era corsa
alle loro abitazioni gridando al pericolo. Il re del suo popolo aveva
ordinato una restrizione assoluta per tutti e nessuno, doveva
disubbidire a quell'ordine.
Nessuno era salvo in superficie, tutti
dovevano tenersi ai ripari nelle profondità marine.
Ma come poteva lei non uscire per
ammirare la nascita di un nuovo giorno o la luna che splendida e di
un colore perlato, si stagnava in alto nel cielo.
Tutto sott'acqua era così poco
nitido e inoltre, non poteva ignorare il suo bisogno di cantare.
Aveva una canzone nell'anima che aveva
ascoltato da bambina lungo le sponde di un peschereccio.
Aveva sentito gli uomini cantarla,
osannando le sirene, sperando in quelle deliziose chimere tutto l'oro
del mondo.
E come facilmente succedeva ai bambini,
ne era rimasta affascinata.
Quel pomeriggio, l'oscura barca dei
pirati aveva preso il largo, forse stremati nel corpo e nell'anima da
quell'infruttuosa caccia.
Deliziata da quella magnifica notizia,
era uscita in tutta fretta in superficie, respirando la buonissima
aria salmastra e udendo nuovamente tutti i suoni che la circondavano.
Come precedentemente detto, aveva un
buon udito, ma con difficoltà riuscì a distinguere un
suono diverso da tutti gli altri.
Non era un verso di un uccello o il
fruscio delle fronde degli alberi. Non era il guizzo di un pesce o il
rumore di un onda troppo grossa.
Quello che aveva udito, sembrava un
debole gemito.
Con poche bracciate, si avvicinò
alla spiaggia e sbarrò gli occhi quando con immenso stupore,
delineò la figura di quello che sembrava un uomo.
Mantenendosi a distanza e con il volto
coperto per metà dal mare, cercò di assimilare più
particolari possibili da quella stupefacente scoperta.
Era senza dubbio un uomo, ferito
considerando la schiena ricoperta di sangue e abrasioni e si stupì
considerevolmente che fosse ancora vivo.
Per sua sfortuna, non poteva vederne il
volto, ma dalle ampie spalle e dal fisico robusto, doveva senza alcun
ombra di dubbio essere solo un ragazzo.
Per la prima volta in vita sua, si
trovava di fronte ad ardua scelta: cosa fare?
Doveva scappare come il suo re aveva
ordinato o esaminare, come le diceva la sua innata curiosità,
quell'umano?
Mia madre che mi chiede:
-Gioia, vieni ad apparecchiare!?
Io le rispondo un sonoro:
-NO! Ho da aggiornare!
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Capitolo 8 *** Brano 8 ***
Turn
Loose the Mermaids
Brano
8
La sua scelta era stata semplice.
Non aveva faticato più del
dovuto a decidere cosa seguire: se il buon senso o la sua innata
curiosità.
Con decisione, si era spinta vicina a
quell'umano restando meravigliata man mano che ne scopriva le
fattezze.
La pelle, a differenza della sua, era
più scura e il fisico certamente più grosso. Quelli
della sua specie avevano grosse spalle ottenute per mezzo del nuoto,
mentre lui sembrava più slanciato ma non meno imponente.
La schiena era un completo disastro
però.
La sabbia attorno a lui era rossa
formando una piccola pozza di sangue. Non era un buon segno.
I capelli verdi posati sulla sabbia, le
facevano tornare in mente quelle piccole alghe di nome Marimo
depositate sui fondali del mare.
Con un enorme sospiro, si lasciò
andare ad una sonora imprecazione.
Quell'umano era lì, a pochi
metri da lei e per sua sfortuna, non poteva abbandonare il mare.
Farlo equivaleva a troppi rischi.
Con un imprecazione, posò le
mani sulla sabbia grezza della riva cercando di scorgere qualcosa di
più di quell'uomo.
Chissà come era il suo volto...
Un leggero rossore le imporporò
le guance immaginandosi un volto bello come quello dei principi della
reggia. Nuovamente, osservò il profilo dell'uomo e sospirante,
si maledì per l'ennesima volta.
Non avrebbe dovuto essere così
scontrosa con quell'umano, un uomo che poi si era dimostrato
esattamente come aveva immaginato.
Li aveva avvertiti del pericoli, tutti,
mettendo così a repentaglio la sua vita.
E pensare che l'aveva definita anche
bella...
Caldo.
Troppo caldo.
Non ne poteva più.
A complicare il tutto, c'era quella
fame tremenda che sentiva e pativa da giorni.
Il suo stomaco non sembrava dargli
pace, strappandolo dal suo sonno ristoratore. Aveva sperato che
dormire un poco avrebbe giovato alla sua salute, ma appena smosse le
braccia, il dolore sembrò triplicarsi.
Nuovamente il suo stomaco brontolò
e digrignando forte i denti, cacciò fuori una sonora
imprecazione.
Stupido stomaco.
Stupido Teach.
E stupido se stesso.
Con un grugnito, cercò di
sollevarsi a sedere e quell'azione, gli provocò un forte mal
di testa. Oltre alla febbre, alla fame e alla debolezza, mancava solo
quello.
Con dolore, chiuse gli occhi non
accorgendosi della graziosa di sirena davanti a se, rimuginando un
ulteriore volta sul proprio destino.
Per quanto ancora sarebbe
sopravvissuto?
Ore? Giorni?
Sicuramente poco.
Il rumore del mare però, con il
suo sciabordare lento e costante, bagnava i suoi vestiti rinfrescando
la sua pelle bruciante. Sarebbe stato quello il suo unico sollievo?
Stanco, posò una mano sulla
sabbia e imprecò sonoramente non appena sprofondò nella
pozza di sangue da lui creata. Appena ritirò la mano
trovandola completamente rossa, socchiuse pericolosamente gli occhi,
osservandola stizzito. La sfortuna nelle sfortune.
Impegnato a rimuginare su quanto fosse
insensato e controproducente sciacquarsi la mano in mare, un verso
strozzato giunse alle sue orecchie.
Preoccupato che potesse essere un
membro della ciurma di Teach, sollevò prontamente lo sguardo e
rimase senza parole nel vedere davanti a se la magnifica sirena che
giorni prima aveva sognato.
Che Dio l'aiutasse...era meravigliosa.
Alla luce del sole era ancora più
bella.
I suoi folti capelli rossi le
ricadevano leggiadri sulle spalle e le labbra, esattamente come si
era più volte immaginato, erano rosso ciliegia.
Nel dischiudere le labbra, si ricordò
di respirare e lentamente, iniziò a chiedersi se fosse reale o
meno.
Era decisamente troppo bello per essere
vero, che lei fosse vera.
Adagio, scivolò con lo sguardo
verso la sua coda e gli si mozzò per l'ennesima volta il
respiro nell'osservare le magnifiche sfumature rosse che possedeva.
Non era solo bella, ma era incantevole.
I racconti descritti nel diario di
Koby, poca cosa gli sembrarono in confronto alla realtà.
Quella visione era senza dubbio
migliore e mai avrebbe potuto descriverla o raffigurarla.
-No...-La sentì mormorare
agitata. Con sguardo basso, cercò di tornare verso il mare ma
fulmineo, le afferrò il braccio.
Non poteva andarsene.
Non ora. Non ora che l'aveva finalmente
ritrovata.
Aveva fatto qualcosa di sbagliato?
Osservarla con quella faccia da ebete era da considerarsi un offesa?
-No. Ti prego!-La scongiurò
cercando di rendere la presa al polso più consistente.-Non
andare via...-
Una supplica, non una richiesta e
nemmeno un ordine.
La sua voce era stanca, sofferta
ovviamente per le ferite lancinanti che provava, ma vederla andare
via le procurava dolore.
Per quanto fosse affascinata dagli
umani, non poteva rimanere. Le sue sorelle, così come le sue
amiche, erano state rimproverate severamente per la bravata commessa
quella notte e lei, sarebbe stata giustamente punita se si fosse
saputo che aveva disobbedito agli ordini di Re Nettuno.
-Resta...-La pregò con la sua
voce roca.-Non...non ti farò niente.-
Sorpresa, spalancò gli occhi per
quell'ammissione.
Sinceramente, non aveva pensato che lui
potesse farle del male e non aveva provato in quella vicinanza
sensazioni sgradevoli.
Poco.
Non poteva rimanere così tanto.
Altri cinque minuti e poi gli avrebbe detto addio.
-Va bene...-Liberò la voce
concedendo a quell'uomo quella strana richiesta. Esattamente come si
era immaginata, il suo volto era bello, forse anche più dei
principi. Le piaceva il taglio dei suoi occhi, il naso dritto e fiero
e quelle labbra così piene e seducenti.
Il colore dei suoi occhi poi, erano
proprio strani. Non aveva mai visto quella spettacolare sfumatura di
nero ed esattamente come lui, si concesse il tempo per osservarlo e
di perdersi in quei tratti così familiari.
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Capitolo 9 *** Brano 9 ***
Turn
Loose the Mermaids
Brano
9
Si chiese se stesse sognando, perchè
una creatura così magnifica e di tale portata, non poteva
assolutamente essere accanto a lui.
Osservava il suo sguardo curioso,
analizzatore, come se mai nella vita i suoi occhi si fossero posati
su un corpo così estraneo dal suo. Sorrise mentalmente nel
pensare che per lui era la medesima cosa. Così simili ma così
diversi.
Capiva finalmente quella tratta
selvaggia di sirene e comprendeva appieno le meravigliose canzoni e
leggende che le circondavano. Nessuno doveva vederle o rischiava di
diventare matto, perdere la testa per loro e avere la vita
sottosopra.
Zoro in quel momento, aveva tutto
questo.
Con un sospiro, dischiuse le labbra,
cercando nella testa anche solo uno spunto per una conversazione. Non
voleva sembrarle un idiota conciato così: aveva anche lui una
dignità.
Prima che potesse anche solo
pronunciare una sillaba, la sirena pose la sua domanda.
-Voi umani...la fate la cacca?-
Al suono di quel quesito, Zoro sgranò
gli occhi.
COSA!?
Tra tutte le domande possibili gli
chiedeva proprio quella?
-Emh...immagino di si...-Borbottò
sottovoce per lo sforzo.
-è che...-Con una mossa della
mano indicò entrambe le gambe- Sei diviso a metà e mi
chiedevo da dove uscisse...-
-Penso dallo stesso luogo dove esce a
te...- No. Non era una conversazione razionale quella.
Non poteva parlare di ani e di cacca
con...con una sirena!
-Io...-Si voltò verso di
lei-...Mi chiamo Zoro.-
-Zoro...-Ripetè incantata quel
nome rigirandoselo sulle labbra. Mai nel suo mondo aveva udito un
suono tanto bizzarro.
-E tu...?-Chiese tornando ad incrociare
i suoi deliziosi occhi castani. Con una mossa, quasi scottata o
ferita dalle sue parole, fece un passo indietro, il volto, una
maschera di dolore.
-Noi sirene non pronunciamo il nostro
nome!-
Era la regola.
Mai e poi mai, rivelare il proprio nome
agli essere umani.
Rivelarlo voleva dire vincolarsi a
loro, creare un legame forte e succubi del loro potere.
Non pensava sul serio che quell'umano
di nome Zoro aspirasse a tanto, il suo tono era stato sincero e puro,
nessuna malizia o tornaconto.
Era stata una semplice presentazione.
Gli era grata per averle rivelato il
suo nome, ma lei non poteva fare altrettanto.
Con tristezza, fissò i suoi
occhi accesi di preoccupazione.
-Non possiamo-Continuò in modo
da rassicurarlo-Sono...le nostre leggi.-
Al suono di quella spiegazione, Zoro si
rilassò.
-è un bel problema
allora...-Ammise abbozzando un ulteriore sorriso stanco.
-E perchè dovrebbe?- In fondo,
si sarebbero detti addio entro pochi minuti...
-Perchè quando sarò
vecchio e ripenserò a questo incredibile incontro, non saprò
mai il tuo nome...-Ridacchiò stendendosi supino.-Lo
rimpiangerò tutta la vita.-
Con imbarazzo, distolse lo sguardo da
lui e fissò il mare sotto di se, stringendo quasi con dolore
la sabbia tra le mani.
Che cosa gli prendeva? Perchè
doveva essere così...sincero? Poteva leggere il suo cuore e
quello che diceva corrispondeva a verità.
-Perchè sei solo? Dove sono
tutti?-
-Andati...-Gemette nel sentire tutte le
ferite bruciare.-Mi hanno lasciato qua come un maledetto
appestato...- Il sangue riprese a scorrere e la sabbia a tingersi di
rosso.
-Sono stati loro a ridurti così?-
-Mi hanno punito-Chiuse gli occhi.
-E perchè?- Che sirena
curiosa...chissà quante domande aveva in serbo per lui.
Decisamente, non parlava molto spesso con gli umani. Poteva
considerarsi fortunato...
-Perchè ho disubbidito agli
ordini...-
-Che ordini?-Si sporse quanto potè
verso di lui.
-Quello...di catturare voi sirene.-
Il cuore le prese a battere
all'impazzata.
No. Non poteva essere lui. Non poteva
essere quell'umano di qualche giorno prima.
Non quello che l'aveva considerata
bella, non quello con lo sguardo talmente stupito da sembrare un
completo cretino.
Non quell'umano che l'aveva in segreto
fatta arrossire e compiacere del suo interesse.
Non poteva essere quell'umano che aveva
salvato tutte loro.
E adesso, era ridotto in quello stato
solo...per colpa del suo popolo. Che cosa ci aveva guadagnato
disobbedendo agli ordini del suo capitano? Poteva essere ricco a
quell'ora, avere successo, tante cose e invece, era in quello stato
pietoso!
Il loro salvatore...Il suo salvatore.
-Tu sei...quell'uomo-Mormorò
sorpresa sgranando gli occhi.
-Vuoi dire che non mi avevi
riconosciuto?-Ghignò con un tono canzonatorio.
-Io...non ti avevo riconosciuto...-Si
sistemò una ciocca dietro le orecchie.-Era...così
buio.- Zoro non poteva certo darle torto. Ma lui, a differenza sua,
non aveva potuto dimenticare il suo volto e il suo meraviglioso gioco
di colori.
Era stato solo grazie a lei se alla
fine, aveva rifiutato di ubbidire agli ordini.
Grazie a lei aveva gettato tutti i suoi
presupposti di una vita felice e agiata. Tutte le sue difese e
pensieri si erano dissolti come neve al sole dopo quell'incontro.
Un incontro voluto dal destino.
E la voleva...la desiderava. Ma non
come una sirena, ma come un uomo che desidera una donna.
-Non fa niente...-Scosse il volto
tenendo gli occhi chiusi che da prima, non accennavano a smettere di
bruciare. La febbre doveva essere davvero alta...
-State bene vero...?-Domandò
preoccupato-Nessuna di voi è stata catturata?-Con decisione,
la sirena scosse il volto.
-No. Siamo...tutte salve.- Un senso di
sollievo si impossessò di lui. Non avrebbe saputo con certezza
come si sarebbe sentito sentendo il contrario.
-Io...sono contento.-Ammise al limite
delle forze.-Non voglio rubarti altro tempo...so che sei
impaurita.-Lo sentiva dalla sua presenza: forse non proprio da lui,
ma dalle sue leggi. Con dolore si costrinse ad aprire gli occhi e a
sbirciare attraverso le ciglia il suo bel volto.
-è stato...bello.- “Adesso”,
si disse tra sè e sè, “ non ho nessun rimpianto”.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Scusate l'enorme ritardo per questa
fic!
Eh si! Era da un po' che non
l'aggiornavo, ma non picchiatemi, non ho quasi più tempo ( e
voglia) di scrivere qualcosa.
Approfitto di questo spazietto per
pubblicizzare il forum:
MIDORI
MIKAN!
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primo forum di Zoro e Nami unico nel web!
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tranquillamente come mangi?
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noi siamo peggio degli 007!
Insomma,
vieni a farti un giro e poi, adesso che abbiamo una nuova grafica e
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