I'can't live without you -Ho bisogno di te 2- di Ryta Holmes (/viewuser.php?uid=107)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto è cambiato ***
Capitolo 2: *** Dolci ricordi ***
Capitolo 3: *** Quello che faccio per lei ***
Capitolo 4: *** Basta poco ***
Capitolo 5: *** Io, senza di lei ***
Capitolo 6: *** Io, senza di lui ***
Capitolo 1 *** Tutto è cambiato ***
CAPITOLO
1
TUTTO
E’ CAMBIATO
Lou
era tornato. Kanata e Miyu non credevano ai loro occhi, eppure lui era
lì
davanti a loro; era cresciuto davvero tanto: per essere un ragazzo di
15 anni
era piuttosto alto, ma il suo viso, anche se più sfilato non
era cambiato, e
aveva conservato quell’espressione dolcissima a cui Miyu non
poteva resistere.
-
Siete voi?… mamma… papà?-
-
Certo che sono loro, signorino Lou, non li riconosce più?-
Baumiau era sbucato
dalle spalle di Lou. Per Miyu e Kanata non c’erano
più dubbi.
-
Lou, piccolo mio!!!- Miyu, permettendo alle lacrime di rigarle il
volto, accolse
il ragazzo che correva verso di lei per abbracciarla e darle un bacio,
che aveva
atteso con impazienza e sognato durante tutto il tragitto. Poi si
rivolse a
Kanata:- Ciao papà!-, e abbracciò anche lui.
Mentre si compiaceva
dell’abbraccio forte del padre, non notò che una
bambina, confusa per quello
che accadeva, gli tirava i pantaloni, per attirare
l’attenzione. Quando se ne
rese conto, esclamò:- Ma… questa chi
è?-
Miyu
si asciugò le lacrime, e con soddisfazione
presentò la piccola a Lou.
-
Questa… è Mai, tua sorella!-
-
M-ma allora siete diventati davvero dei genitori.- Miyu e Kanata
arrossirono
imbarazzati: dopotutto anche se il loro aspetto fisico era cambiato, i
loro
caratteri erano rimasti sempre gli stessi!!!
Lou
continuò:- Baumiau mi ha raccontato quello che non
ricordavo, praticamente
tutto… perciò adesso conosco l’intera
storia, e… vi voglio
ringraziare, perché siete stati degli ottimi genitori
nonostante foste
solo dei ragazzi. Voi per me rimarrete per sempre i miei secondi
genitori… è
anche per questo che ho affrontato questo viaggio per rivedervi, e
poi…-
Kanata e Miyu erano molto contenti delle parole di loro
figlio…- ecco io
vorrei…restare a vivere un po’ qui sulla terra!!-
-
Eh? Ma Lou, dici sul serio? E i tuoi genitori cosa ne pensano in
proposito?e…
e non ti mancherà il pianeta Otto?-
-
No mamma, non mi mancherà. Comunque ho il permesso dei miei
genitori, che sono
stati ben contenti che io vi venissi a trovare! Non dimenticheranno mai
quello
che avete fatto per me! E poi qui ci siete voi, e io avevo
così tanta voglia di
rivedervi… il nostro addio non è stato dei
migliori a quanto pare!- Miyu
abbassò lo sguardo: ricordava ancora con dolore gli strilli
di Lou e lei che
non lo aveva neanche degnato di uno sguardo. Il ragazzo si rese conto
della
reazione della madre, e tentò di tirarle su il morale.
Intanto Kanata,
stranamente, fremeva.
-
Non ti preoccupare mamma, oramai sono qui, e potremo vivere di nuovo
insieme!!!-
Un
sorriso illuminò il volto di Miyu, dopo di che
abbracciò Lou.
-
Avanti, rientriamo in casa, davanti ad una tazza di the ci racconterete
tutto…
a proposito, Baumiau tu come mai lo hai seguito? Mi sembra che Lou sia
abbastanza grande per avere ancora un alien-sitter!!!-
-
Beh, ecco… la Terra mi mancava tanto, e poi…
avevo una voglia matta di dango,
così…-
-
Lo immaginavo, sei sempre il solito Baumiau!!!-
L’alien-sitter
era arrossito, e Miyu era esplosa in una risata, che fece quasi
spaventare la
piccola Mai, la quale non aveva mai visto la madre ridere
così… peccato che
se non rideva più tanto spesso c’era un
motivo…
-
Miyu, Lou… scusate ma io devo proprio scappare. Ho un
appuntamento di lavoro,
ciao!- Kanata corse via salutandoli a stento con la mano. Miyu
s’incupì, e
Lou se ne accorse: qualcosa non andava.
Miyu
si voltò di scatto e disse con voce grave:- Entriamo in casa
-.
Mentre
sorseggiavano il the, Lou chiese a Miyu il motivo del comportamento di
suo
padre.
-
Vedi Lou… Kanata ora lavora… fa il traduttore,
pensa! Il suo lavoro consiste
nel tradurre in inglese incontri di lavoro e non, ed è molto
importante; lo
tiene molto occupato come vedi…-
-
Questo non è un buon motivo per andarsene senza neanche
salutarti!- Baumiau era
rimasto molto sorpreso dal comportamento di Kanata, e non si spiegava
un tale
cambiamento da parte sua. Miyu, a quella affermazione
sospirò, e ciò
significava solo che lei già da tempo era angustiata per
questo motivo.
Tanto
per cambiare discorso, Baumiau propose a Lou di andare a fare un bel
bagno, così
Miyu si ritrovò da sola. Seduta in camera da pranzo, con Mai
sulle gambe che
giocava, ripensò al suo passato, e ai giorni felici che
aveva trascorso con suo
marito.
Continua |
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Capitolo 2 *** Dolci ricordi ***
CAPITOLO
2
DOLCI
RICORDI
Quando
finalmente si erano dichiarati, tutto era cambiato. Kanata si era rivelato più
dolce con lei, e questo li aveva portati anche ad accettare la partenza di Lou.
Questo perché in ogni momento di tristezza, si facevano forza l’un l’altro,
e con il passare degli anni, il dolore si era a tal punto affievolito, da non
consistere più un peso nelle loro vite.
Ovviamente
la loro dichiarazione aveva portato non poco scompiglio nel loro gruppo.
All’inizio non lo avevano rivelato a nessuno, per timore di una reazione
troppo violenta di Chris, ma il cambiamento che ricevettero, insospettì non
poco i loro amici, che, andando più a fondo nella faccenda, scoprirono la verità.
Ovviamente tentarono in tutti i modi di nascondere la faccenda a Chris,
inventando scuse quando essi mancavano, o quando li sorprendevano più vicini.
Ma come ogni segreto, alla fine anche questo uscì allo scoperto. Successe tutto
un giorno d’estate. Stavano per iniziare le vacanze estive, e l’ultimo
giorno a scuola c’era un’aria di festa e di allegria. Nessuno aveva voglia
di studiare, e persino i professori, avevano deciso di anticipare la fine delle
lezioni. Nella loro classe, tutti erano intenti a chiacchierare, e il prof.
Kinku, si avvicinò a Miyu.
-
Allora Kozuki, perché non hai portato tuo fratello, si sarebbe sicuramente
divertito oggi che non stiamo facendo lezione!!!-
Miyu,
che ancora soffriva per la sua recente partenza, sentì le lacrime che stavano
salendo agli occhi. Con voce grave, e con
fare sbrigativo, disse che era tornato in America dai suoi genitori, e dopo un
po’ chiese di uscire. Non resistette più, e appena chiusa la porta scappò in
giardino per piangere. Non si era accorta che Kanata l’aveva seguita. Quando
lui la chiamò, lei si gettò tra le sue braccia e gli disse:- Amore mio, ti
prego, aiutami tu…-
Kanata
la strinse più forte a sé. Proprio in quel momento, per il corridoio che si
affacciava sul giardino, Chris stava camminando, e vide tutta la scena. La
reazione che tutti si aspettavano non avvenne. Infatti, invece di urlare e di
cercare di uccidere Miyu, incominciò a piangere, e scappò via, non facendosi
più rivedere per l’estate intera.
Quando
finalmente ricominciò la scuola, tutti la trovarono cambiata, anzi, non appena
rivide Miyu, le saltò al collo e … l’abbracciò.
La
felicità di Miyu e Kanata, fu messa alla prova 5 anni più tardi.
Lei
aveva deciso di diventare una pediatra, e i suoi genitori le consigliarono di
andare in America per laurearsi. Miyu era combattuta tra il restare con Kanata e
il suo futuro, ma alla fine fu proprio lui a spronarla a partire. Passarono
quindi sei interminabili anni senza vedersi, e comunicando per lettera o
attraverso telefonate lunghe ore; fu molto dura per i due ragazzi, ma ciò servì
anche ad avvicinarli ancora di più. Miyu ricordava perfettamente il giorno in
cui si ritrovò all’aeroporto di Tokyo. Finalmente avrebbe potuto rivederlo
dopo tanto tempo… niente più lettere, niente più telefonate… solo loro
due… Ed ecco che voltandosi se lo ritrovò davanti, ma rimase a bocca aperta,
non appena lo vide: in sei anni il suo aspetto era cambiato notevolmente, ed era
bello come non mai. Anche il suo viso, sebbene avesse conservato le stesse
espressioni, era quello di un uomo. Dal canto suo, anche Kanata rimase senza
fiato, appena vide davanti a lui una donna. Quel tanto sbeffeggiato corpo
infantile, aveva ceduto il posto ad un corpo slanciato e provocante, e il suo
viso era molto più maturo e affascinante. In un attimo furono uno davanti
all’altra, e si unirono in un abbraccio così tenero e passionale allo stesso
tempo, che avrebbe commosso chiunque.
Quando
si staccarono i loro volti erano vicinissimi. Ma prima che le loro labbra si
sfiorassero, Kanata, con un’audacia esercitata per ben due giorni, tentò di
dire quello che non era mai stato capace di dirle.
-
Io… ecco, io… ti amo…- Miyu non credeva alle proprie orecchie. C’era
riuscito! Non era mai stato capace di dirle chiaramente quello che provava per
lei, ma Miyu non si era mai lamentata di questo, perché lo esprimeva
diversamente; eppure dopo che era riuscito a trovare il coraggio di dire quelle
paroline così semplici, e così difficili, la ragazza si sentì al colmo della
gioia. Accarezzò prima la testa del ragazzo, spostandogli la folta frangetta, e
poi la guancia calda per il rossore. Poterlo toccare era quasi un sogno dopo
tanti anni, e Miyu provò una sensazione piacevolissima con quel contatto. Ormai
non servivano più parole. Quelle di Kanata erano già abbastanza, perciò dopo
avergli rivolto uno sguardo dolcissimo, accolse il bacio che lui le rivolse, un
bacio dolce e tenero, che sembrò cancellare il ricordo di quel lungo distacco.
Da allora non si separarono più.
Da
quando Miyu era tornata, sembrava che Kanata avesse sempre qualcosa da dirle,
ma, o per un modo, o per un altro, non ci era mai riuscito. Gli ci vollero tre
settimane per decidersi a parlare, e in quell’occasione, mentre passeggiavano
nel parco dopo una cena romantica, Kanata si inginocchiò, tanto da sorprendere
perfino lui, e con titubanza chiese a Miyu se voleva sposarlo. Kanata fu quasi
preso da un infarto, quando ebbe la risposta dalla donna.
-
No, non lo voglio – disse - … lo desidero!!!-
La
cerimonia era stata molto semplice, con rito buddista. Però Miyu in
quell’occasione indossò l’abito bianco, e a Kanata mancò il fiato, quando,
aspettando davanti all’altare, la vide arrivare splendida come non mai. Al
tempi Saionji, quel giorno fu uno dei più felici: tra i pianti di gioia
continui del sig. Kozuki, e quelli di disperazione di Kurita e delle fans di
Kanata, e le improvvise crisi di gelosia, anche se si definirebbero meglio
“esplosioni” di gelosia, di Chris, non del tutto guarita dalla cotta per
Kanata, quello fu anche un giorno molto movimentato. Quell’agitazione, era da
tempo che non accadeva a casa Saionji, e ciò rese gli sposi molto più felici
di quanto non lo fossero già.
In
seguito avevano continuato a vivere nel tempio, anche perché, negli ultimi
tempi, i viaggi del padre erano diventati più frequenti, e il santuario era
sempre trascurato. Due anni più tardi, nacque la piccola Mai, rallegrando
completamente la loro vita. Il pensiero di Lou, era sempre vivo nei loro cuori,
ma poter avere di nuovo un bambino nella loro casa, era meraviglioso. Mai poi,
era molto vivace e sveglia, e il suo carattere era molto simile a quello di Lou.
La loro felicità durò però, solo fino per pochi mesi, cioè quando Kanata
riuscì a trovare un lavoro fisso. Si era molto appassionato all’inglese, era
sempre stato molto bravo, ma trovare un impiego fisso, era molto difficile; poi,
finalmente era stato ingaggiato da una compagnia. Miyu si sentì molto più
sollevata, perché non le piaceva il fatto che fosse solo lei a lavorare. Ma ben
presto, non appena il suo capo vide in lui tutte quelle buone qualità che lo
distinguevano, lo spronò a fare carriera. In soli due mesi, sembrava che Kanata
si fosse scordato di avere una moglie ed una figlia! A casa tornava raramente, e
sempre stanco, e non riempiva più di attenzioni la sua famiglia, anzi, quasi
non la calcolava più. Miyu, era perennemente in conflitto tra il rimproverargli
il suo comportamento, e tacere, per amor suo: sapeva quanto lui ci tenesse, e
sapeva anche che lui, pur essendo impegnato continuava ad amarla con la stessa
intensità del passato. Eppure quell’allontanamento, la faceva soffrire sempre
di più, e il suo unico conforto era rappresentato dalla sua bambina.
Ora
però c’era anche Lou, non si sarebbe sentita più così sola, avrebbe
reagito, e, soprattutto, aspettato che Kanata raggiungesse il suo scopo, e
tornasse quello che era un tempo.
Quando
si riprese dai suoi pensieri, Miyu sorrideva, ma una telefonata, le portò una
nuova ondata di depressione.
Non
appena sentì squillare il telefono, andò a rispondere, con la speranza che
fosse Kanata.
-
Pronto, qui casa Saionji, chi parla?-
-
Buongiorno, sono la signorina Smith, sto cercando il signor Saionji, Kanata
Saionji. Sono una sua cliente, e gli dovrei parlare.- non appena sentì il
cognome di quella donna, una fitta di gelosia si impadronì di lei. Miyu non
sopportava quella donna: era una cliente si Kanata, ma era più appiccicosa
della carta moschicida! Adesso era persino arrivata a cercarlo a casa!!! Miyu
rispose con un tono mooolto freddo, diciamo pure raggelante!
-
Mi dispiace, ma Kanata in questo momento non è in casa, ma io sono la moglie,
se vuole può dire a me quello che…- dall’altro capo del telefono, ebbe una
risposta piuttosto maleducata.
-
No, va be’, non mi interessa lei, io voglio Kanata, non saprebbe dirmi quando
torna?- ora Miyu aveva perso il controllo di se stessa.
-
NO, NON LO SO QUANDO TORNA, E SE HA BISOGNO DI LUI, SE LO CERCHI DA UN’ALTRA
PARTE!!!- dopodiché, abbassò la cornetta con forza, e se ne andò sbraitando
in cucina. Baumiau, incuriosito dalle urla di Miyu, si affacciò, e assistette
alla scena, alquanto preoccupato. Quando rientrò nella stanza, trovò Lou, che
si asciugava i capelli, anch’egli preoccupato.
-
Baumiau, cosa sta succedendo tra mamma e papà? La mamma non è felice come
vuole far credere… me ne sono accorto prima quando eravamo in cucina, sembra
così triste…-
-
Non lo so, signorino Lou, ma credo che sia colpa del signorino Kanata, che
stupido, lo chiamo ancora signorino, eppure è un uomo ormai!-
-
Allora proprio perché è un uomo non dovrebbe far soffrire così la mamma!!! Mi
sembra che sia abbastanza grande per capirle certe cose! Da quello che mi hai
raccontato tu, quei due hanno sempre litigato, ma alla fine, tutto si concludeva
con una tregua. Adesso, invece, in questa casa si respira un’aria così tesa e
pesante, che mi sento soffocare. E’ strano, ma non mi sembra di aver mai
provato in questa casa una sensazione così brutta. Mi sbaglio?-
-
No signorino Lou, non si sbaglia… ma… adesso che ci siamo noi, potremo
aiutarli, che ne dice signorino?-
-
Dico che è un’ottima idea, quei due hanno davvero bisogno di aiuto!!!-
Continua…
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Capitolo 3 *** Quello che faccio per lei ***
CAPITOLO
3
QUELLO
CHE FACCIO PER LEI
Un’auto,
percorreva la via deserta, che portava verso la collina dove si trovava il
tempio. Kanata, che era alla guida, guardava con occhi stanchi la strada, e
pensava ai fatti successi in quel giorno. Credeva di aver lavorato abbastanza
per tutta la mattinata, ma, evidentemente, non era così; infatti, nelle prime
ore del pomeriggio, era stato chiamato per un impegno di lavoro. Miyu l’aveva
pregato così tanto di rimanere ancora per qualche minuto al tempio, perché
vedesse la piccola Mai che muoveva i primi passi. Quando lo aveva fatto per la
prima volta se li era persi, e quel pomeriggio stava per accadere di nuovo. Era
stata una fortuna che non lo avevano rimproverato, quando era arrivato tardi!
E
poi… era ancora incredibile, solo a pensarlo, ma Lou era finalmente tornato.
Poterlo rivedere era stata una gioia immensa, e il solo pensiero che si sarebbe
fermato per un po’ di tempo, ridava a Kanata tutte le forze. D’altronde era
partito così improvvisamente, e il vuoto che si era venuto a creare era stato
colmato solo dall’amore per Miyu, ma nonostante tutto il ricordo di quel
piccolo alieno non si era per niente affievolito. I pensieri di Kanata, si
spostarono su Miyu. Negli ultimi tempi era apparsa piuttosto strana; sembrava
triste e depressa, e Kanata sapeva bene che la causa della sua depressione era
proprio lui. Il lavoro lo impegnava più del necessario, e così spesso era
costretto ad estraniarsi dalla vita di lei e di sua figlia, ma non era certo
questo quello che voleva: avrebbe preferito assistere alla crescita della
propria bambina piuttosto che star dietro ai suoi clienti, ma il lavoro era
indispensabile, e lui non voleva che la sua famiglia dovesse soffrire per
mancanza di denaro o di lavoro. Da quando Miyu si era ritirata per un po’ dal
suo lavoro, dopo la nascita di Mai, era lui che doveva mandare avanti la
situazione economica familiare, e non voleva essere da meno. Per la loro felicità
aveva rinunciato a vivere egli stesso un vita serena. E poi, comunque il lavoro
gli piaceva: fin da ragazzo l’inglese era sempre stata la sua materia
preferita, e poter utilizzare quelle sue capacità, lo faceva sentire completo.
L’auto
si fermò davanti alla scalinata. Dopo aver chiuso lo sportello, iniziò a
salire speditamente, non vedendo l’ora di godersi la tranquillità familiare
che tanto amava, e per poter chiacchierare con Lou. Quando arrivò in cima, però,
si rese conto che tutte le luci erano spente. Quando entrò, sembrava che la
casa fosse vuota. Si diresse in cucina, ma non c’era nessuno, poi nella stanza
di Mai, e la vide che dormiva. Dopo averle rimboccato le coperte, e averle dato
un bacio in fronte, si diresse nella sua stanza, sperando che Miyu fosse ancora
sveglia. Quando entrò, però, trovò la luce spenta, e Miyu che dormiva. Deluso
da quell’accoglienza, in silenzio, si preparò per la notte.
-
Era ora che tu tornassi…- la voce fredda di Miyu si percepì anche da sotto le
coperte.
-
N-non mi sembra tanto tardi… sono appena le nove!- Miyu si mise a sedere sul
letto, e Kanata dalla poca luce che proveniva dalla finestra, si accorse che la
sua espressione era grave.
-
Credevo che mi avessi aspettata alzata… almeno tu…-
-
Io invece credevo che fossi in giro ancora con quella Smith!- Miyu accese la
luce della lampada per vedere meglio la reazione di Kanata.
-
Eh!?! E per quale motivo io dovrei essere in giro con Jinny?… non avrà
telefonato!?!-
-
Bene vedo che adesso la chiami anche per nome… e dimmi, che altro fate di così
intimo voi due?- la voce di Miyu era piuttosto irritata, e Kanata, sentendosi
così attaccato, non potè non stizzirsi anche lui.
-
M-ma Miyu, ti ha dato di volta il cervello!?! E poi non hai ancora risposto alla
mia domanda. Lei ha chiamato qui?-
-
Certo che ha chiamato qui!!! Per quale motivo le hai dato il nostro numero di
telefono, non voglio che rompa anche in casa nostra, non basta che ti vuole
tutto per sé!-
-
Miyu il numero di telefono deve esserselo preso da qualche altra parte, perché
io non gliel’ho dato! E poi non capisco perché ti scaldi tanto. E’ la
figlia del mio datore di lavoro, che presto gli succederà, ed è normale che mi
cerchi se ha bisogno di me!-
-
E chissà perché ti cerca sempre quando non sei al lavoro, o hai chiesto un
permesso!!! E poi si è comportata anche da maleducata… mi ha fatto saltare i
nervi!!!- Kanata si fece più preoccupato, cosa che fece mandare in collera
ancora di più Miyu.
-
E… e che cosa le hai fatto?-
-
E’ semplice, le ho risposto per le rime, le ho fatto capire che non doveva più
impicciarsi a chiamare qui, e le ho chiuso il telefono in faccia!!!-
-
Ma… ma io dico sei impazzita!?! Quella mi può licenziare se solo lo
volesse!!!- Miyu si alzò in piedi, perché Kanata gli stava dando fin troppo
sui nervi, e non capiva perché non le dava ragione, e difendeva invece quella
donna.
-
Appunto, non lo vuole, perché ti sta sempre attaccata, e non vede l’ora di
levarmi tra i piedi, così ti avrà tutto per sé!!!-
-
Miyu stai davvero esagerando, parli come una vecchia moglie gelosa!!!-
-
Beh, mi sembra di avere tutto il diritto di esserlo!!! Kanata adesso basta, io
sono stufa di quella maleducata, perciò
non voglio più che chiami in casa mia!!!-
-
BEH, SE E' PER QUESTO, NON MI SEMBRA CHE QUESTA SIA CASA TUA!!!- Miyu
si fermò di colpo, e intanto si sentì la piccola che piangeva nell’altra
stanza: le urla dovevano averla svegliata, e Miyu ne approfittò per uscire
dalla stanza, prima che Kanata vedesse le sue lacrime che scendevano sul viso.
Kanata tentò di fermarla mentre scappava via, ma non ci riuscì, e la vide
uscire e correre verso la camera di Mai, dove si chiuse sbattendo la porta.
Kanata non voleva dirle quelle cose, non voleva ferirla in quel modo, ma
l’aveva fatto, e ancora scosso attese invano che lei tornasse in camera fino
al mattino.
Continua…
E’
inutile che fate quelle facce (anche se non le vedo, me le immagino!), Kanata si
è comportato veramente da stupido, non doveva dirle quelle cose!!! Ma tanto è
inutile che mi scaldo tanto, dopotutto l’ho scritto io così!!! Lo so che
questi capitoli sono tristissimi, ma se non si crea un po’ di suspance, che
storia è? Abbiate pazienza, e vedrete che alla fine tutto si aggiusterà, solo
che non vi immaginate proprio come, perché ho deciso che Lou ci metterà il suo
zampino, perciò aspettatevi di tutto, in perfetto stile Ufo Baby!!! Ciaooo
Ryta
Holmes |
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Capitolo 4 *** Basta poco ***
CAPITOLO
4
BASTA
POCO
La
mattina seguente, Kanata fu svegliato dal suono della sveglia. Mentre aspettava
che Miyu tornasse, si era addormentato, e al suo risveglio, si rese conto che
lei ancora non c’era. Si preparò per andare al lavoro, e si diresse in
cucina. Quando entrò, vide che Lou era intento a fare colazione e Baumiau che
aiutava Miyu davanti ai fornelli. Come lei si accorse di Kanata, lasciò tutto
quello che stava facendo, affidò la piccola Mai all’alien-sitter, e uscì
dalla stanza. Kanata rimase molto colpito da quell’atteggiamento, ma invece di
chiedere spiegazioni, preferì non rinunciare al suo orgoglio e sembrare
indifferente.
-
Allora, la mia colazione?- peccato che non riuscì a prevedere la reazione di
Miyu.
-
Mi dispiace, ma non è pronta. Sei vuoi preparatela da solo. Io adesso devo
andare a pulire la tua casa!- e si allontanò con aria indifferente, lasciando
Kanata senza parole.
Baumiau
cercò di salvare la situazione, per evitare che i due esplodessero in una
discussione già di primo mattino.
-
Signor Kanata… se vuole gliela preparo io la colazione…- Kanata gli rivolse
uno sguardo tetro.
-
No Baumiau, grazie. Non ho fame. Io devo andare adesso, ci vediamo più tardi. Ciao!-
Kanata si voltò, ma dovette
fermarsi nuovamente a causa di
Lou.
-
Ehm, papà…- Kanata si voltò, e con titubanza Lou continuò - questo
pomeriggio mamma mi ha promesso che saremmo andati a trovare i vostri amici,
perciò… ti volevo chiedere se volevi venire anche tu…- Kanata sorrise.
-
Va bene, allora aspettatemi, così dopo pranzo vi accompagnerò. Ciao!- Lou si
sentì molto più sollevato dopo aver visto Kanata sorridere, perciò continuò
a fare colazione tranquillamente.
Kanata
uscì di casa, e si diresse nel suo ufficio. In pochi minuti arrivò a
destinazione, e velocemente fece il resoconto degli impegni della giornata.
-
Bene, per l’ora di pranzo mi potrò liberare…- senza perdere tempo, si
immerse nel lavoro.
Era
quasi ora di pranzo, quando Jinny Smith si avvicinò a lui.
-
Complimenti Kanata, l’incontro di ieri è andato proprio come desideravo!!!
Grazie al tuo inglese la compagnia di Londra accetterà volentieri le nostre
richieste!!!-
-
La ringrazio…- Kanata cercò di essere il più cordiale possibile, ma le
parole di Miyu della sera precedente, lo portarono ad essere più distante, e
Jinny se ne rese conto.
-
C’è qualcosa che non va, Kanata?-
-
No… no, niente…- Jinny fece un sorriso smielato.
-
Benissimo!!! Allora se non c’è niente che non va, accompagnami a pranzo!!!-
-
Ma veramente…-
-
No, niente “ma veramente”. Dobbiamo discutere riguardo l’appuntamento di
domani con quella ditta americana, e più importante dei tuoi impegni!!!- era
molto difficile combattere contro l’insistenza di quella donna, e l’impresa
era ardua persino per uno come Kanata.
-
Va bene, ma lasci almeno che avvisi a casa che non rien…-
-
Su avanti, non credo che ce ne sarà bisogno!!! Se non ti vedranno tornare,
capiranno che stai ancora lavorando, no? E poi non c’è tempo, dobbiamo
andare!!!- Jinny trascinò con forza Kanata fuori dall’ufficio, verso la sua
auto.
Mentre
guidava, con la coda dell’occhio osservava l’uomo, che guardava fuori dal
finestrino, il quale evitava di
intavolare una discussione, e di incrociare il suo sguardo. Ma Jinny non si
preoccupava per questo: presto sarebbe stato solo suo, e allora sì che non
avrebbe potuto più scollarle gli occhi di dosso!
Jinny
Smith era una donna molto affascinante. Era figlia di un noto imprenditore
inglese, e di una donna di buona famiglia, giapponese. Il padre aveva trovato la
sua miniera d’oro nel commercio giapponese, e da diversi anni, risiedeva a
Tokyo assieme alla famiglia. Molti avevano chiesto la mano della sua bellissima
figlia, ma era sempre lei stessa a rifiutare ogni possibile candidato, perché
era convinta che nessuno fosse alla sua altezza. Alta e magra, con la
capigliatura corvina, gli occhi da gatto di un azzurro intenso, e cultrice del
senso estetico, amava circondarsi di ogni cosa splendida esistente. Ed era
proprio per questo motivo che come compagno aveva scelto Kanata. Fin dalla prima
volta che suo padre glielo aveva presentato, indicandolo come un ragazzo pieno
di buone qualità, aveva deciso che sarebbe stato suo. Ovviamente avrebbe dovuto
togliere di mezzo sua moglie, quella Mayu, o Miyu, se ne ricordava bene il nome,
e la cosa non sarebbe stata difficile, perché fino a quel momento, ancora non
si era fatta avanti, perciò ipotizzò che non dovessero essere molto
combattiva. Immaginava già che i due sposi litigassero da un po’ e sperava
che continuando ad allontanare Kanata dalla sua famiglia, con la scusa del
lavoro, potesse portare ad un litigio più grave, per dividerli definitivamente.
Poi avrebbe pensato lei a consolare il “povero marito abbandonato”.
Per
il momento avrebbe fatto in modo che perdesse tutta la giornata con lei… chissà
se avrebbe funzionato…
Kanata
rientrò a casa verso sera, stanco della presenza e delle chiacchiere inutili di
quella donna. Quando entrò in casa, capì subito che tutti dovevano essere
ancora fuori con i loro amici, perché non vide nessuno. Ma si sbagliava…
-
Vedo che alla fine è tornato, signor Kanata.- Kanata trasalì quando sentì la
voce fredda di Baumiau alle sue spalle.
-
Ah, Baumiau… credevo che fossi fuori con gli altri…- l’alien-sitter
continuava ad essere piuttosto freddo con Kanata.
-
Infatti lo ero, ma sono dovuto tornare a casa per dare alcune comunicazioni sul
diario di bordo. A quest’ora le comunicazioni fino al pianta Otto viaggiano più
in fretta, e così…-
-
Ah, ho capito…- Kanata non sapeva cosa dire: Baumiau era molto strano, e il
suo sguardo esprimeva severità. Infatti poco dopo, la sua voce si fece dura e
irritata.
-
Si vergogni signor Kanata, lo sa che il signorino Lou è rimasto molto male? Non
si è nemmeno scomodato ad avvisare!!! La signora Miyu e noi altri l’abbiamo
aspettata per due ore, e alla fine visto che eravamo in un ritardo tremendo
siamo dovuti andare da soli, a piedi!!! Questo da lei non me lo sarei proprio
aspettato, mi ha veramente deluso!!!-
-
Non è colpa mia, Baumiau!!! Sono dovuto andare ad un pranzo di lavoro per
discutere…-
-
E mi dica… quanti eravate?-
-
Eh? Io e Jinny, ma questo che cosa centra?-
-
Ma mi scusi, ma lei lo fa apposta per ferire la signora Miyu, oppure è così
impegnato da non rendersene conto?-
-
Guarda Baumiau che io non so proprio dove vuoi arrivare…-
-
Ma non capisce che la signora Miyu soffre per quella donna!?! Se lei continua a
frequentarla così assiduamente, non migliorerà certo la sua situazione!!!-
-
Baumiau io non ci posso fare niente, se lei mi obbliga. Devo sottostare, perché
sono un suo dipendente!!! Non credere che me ne importi molto di lei, e poi
dovresti saperlo che sono molto legato a Miyu, non dovresti nemmeno alzare
queste polemiche!!!-
-
Ma allora perché queste cose non le dice anche a sua moglie!?! Da quando io e
il signorino Lou siamo qui vi abbiamo sentito solo litigare, e mi creda, di
certo non come 14 anni fa! Adesso la sento solo ferire la signora Miyu!!! Non se
ne rende conto!?!- Kanata rimase stupito. Baumiau gli aveva parlato con una
severità e una rabbia che non gli aveva mai visto. Ma adesso che ci rifletteva
era vero. Lui non aveva fatto altro che ferire Miyu, e non aveva deposto il suo
orgoglio una sola volta! Possibile che era stato così stupido, da comportarsi a
quel modo? Ma ormai come poteva rimediare?
-
Mi… mi dispiace, io non volevo arrivare a questo…- con lo sguardo basso, si
voltò e uscì di casa, per poter schiarire le sue idee e la confusione che
aveva in testa. Baumiau lo lasciò andare, comprendendo il disordine che aveva
in testa, e quando Miyu tornò le riferì la discussione avuta con Kanata. Miyu,
dal canto suo, fu ben felice che suo marito avesse compreso il suo sbaglio, ma
ancora irritata, decise di non andarlo a cercare e di lasciarlo a se stesso
almeno per una notte. Baumiau, un po’ scoraggiato dalla poca collaborazione
avuta anche da Miyu, si rassegnò, e decise di aspettare la mattina seguente per
convincerla a cambiare idea. Poi, accompagnò Lou a dormire, e lo rassicurò
dicendogli che suo padre avrebbe voluto accompagnarlo, ma era stato costretto
contro la sua volontà, così il ragazzo recuperò il suo buonumore e si
addormentò più tranquillo, pensando ad escogitare qualcosa per far
riavvicinare i genitori.
La
mattina seguente, Miyu faceva colazione in silenzio. Erano appena le sette del
mattino, e tutti ancora dormivano. Durante la notte non aveva chiuso occhio per
via della discussione avuta con Baumiau la sera precedente. Lei gli aveva detto
che non sarebbe andata a cercare Kanata almeno per quella notte, ma fino a che
non si era alzata dal letto, non aveva fatto altro che pensare a lui. Immaginava
che fosse andato a passare la notte nel suo ufficio, ma comunque non potè fare
a meno di non pensarlo solo e confuso. Miyu voleva che tutto si sistemasse, ma
era ancora troppo in collera con lui. Adesso si stava godendo la tranquillità e
il silenzio del mattino, prima di prepararsi ad affrontare una nuova giornata,
con tutti i suoi problemi. Baumiau, ruppe quel silenzio all’improvviso.
-
Si è già svegliata, signora Miyu - la donna sorrise, e verso un po’ di caffè
in un'altra tazza, per l’alien-sitter.
-
Buongiorno Baumiau… vieni, fammi un po’ di compagnia!- Baumiau si sedette di
fronte a lei, pronto a riprendere il discorso lasciato a metà la sera
precedente.
-
Allora, adesso che è mattina, perché non cerca di chiarire ogni cosa?-
-
Mi piacerebbe Baumiau, ma sono ancora arrabbiata per quello che è successo, e
sono convinta che anche lui sia nervoso. Se parliamo finiremo per discutere
un’altra volta!-
-
Ne è davvero convinta?- Miyu guardò Baumiau con aria interessata. Non capiva
dove voleva arrivare, ma voleva farlo. Baumiau continuò.
-
Secondo me, se deponete tutta la rabbia e il vostro orgoglio, e magari parlaste
con calma, forse che tutto si risolverebbe! Dopo tutto non ci vuole molto per
fare pace. Basta chiedersi scusa a vicenda e tutto si sistema. Qualche semplice
parola, non è poi difficile da dirsi, mi sbaglio? Voi esseri umani siete
davvero strani! Basta così poco per essere felici, ma lo evitate finché è
possibile!!!- Miyu sorrise, Baumiau aveva centrato perfettamente il problema.
-
Allora signora Miyu, perché adesso non lo raggiunge? Penserò io alla piccola
Mai, non si deve preoccupare!-
-
D’accordo, adesso mi vesto e corro subito da lui! Grazie Baumiau!!!- Miyu
dette un bacio sulla guancia a Baumiau, che arrossì vistosamente, e poi corse
in camera senza perdere tempo. Quando uscì di casa, Lou chiamò l’alien-sitter.
-
Baumiau, io la seguo, voglio vedere se andrà tutto bene. Non mi fido di quei
due!-
-
Va bene signorino Lou, ma veda di non farsi scoprire, mi raccomando!- Lou lo
guardò con aria decisa.
-
Solo se non ce ne sarà bisogno!!!- rivolgendo un sorriso d’intesa, uscì di
casa in silenzio pronto a pedinare sua madre.
Kanata
si era finalmente alzato dal divano del suo studio che aveva usato come letto.
In realtà non era riuscito a dormire per tutta la notte, e adesso, anche se era
più stanco della sera precedente, e aveva un doloroso mal di schiena, era
pronto a chiarire la questione con Miyu. Mentre cercava le chiavi di casa che
aveva distrattamente lanciato sulla scrivania, si sentì chiamare di spalle.
-
Buongiorno Kanata… come mai sei qui?- Kanata si voltò.
-
Oh, salve Jinny!- la donna si rese conto che Kanata aveva trascorso la notte in
ufficio, perciò mostrandosi stupita e piuttosto comprensiva, si avvicinò a
lui.
-
Ma che ti è successo… non avrai passato la notte la notte qui, spero…-
Kanata annuì, per niente felice di discutere con lei. Jinny le mise una mano
sulla spalla, e lo avvicinò a sé.
-
Se… se ci sono problemi, sappi che ci sono sempre io che ti posso dare una
mano… ti puoi anche confidare se ti va…- la sua voce era molto sensuale, e
questo a Kanata dette molto fastidio. Quella donna ne stava approfittando della
situazione per provarci spudoratamente con lui. D’un tratto le ritornarono
alla mente le parole di Miyu e si convinse sempre di più che doveva chiarirsi
con lei. Prese la mano di Jinny, e la staccò violentemente dalla sua spalla.
-
Mi dispiace, ma no ho bisogno della sua compassione. E poi non c’è nessun
problema. Ho solo dimenticato la chiave di casa e non sono potuto entrare questa
notte, e dato che mia moglie non c’era…-
-
Non dire stupidaggini Kanata, si capisce benissimo che tu e quella stupida di
tua moglie siete in rotta!!!- Kanata si seccò molto di più, ma quella donna
non si arrendeva molto facilmente.
-
Non le permetto di insultare in questo modo mia moglie! La smetta per favore!
Io…- rimase impietrito quando Jinny, con fare molto possessivo, lo tirò a sé
e lo baciò, ma subito dopo la spinse in avanti perché si staccasse. Non ebbe
il tempo di parlare che sentì una voce dietro di sé.
-
Che stupida che sono stata… mi ero proprio illusa…- la voce era familiare, e
a Kanata gelò il sangue. Quando si voltò vide Miyu davanti alla porta che era
rimasta aperta, sconvolta e si vedeva che tratteneva a forza le lacrime. Jinny,
con tranquillità e con un sorriso a trentadue denti, uscì dalla stanza, quasi
saltellando dalla gioia.
-
Oh, come mi dispiace… adesso vi lascio soli, ci vediamo dopo caro!- mandò un
bacio con la mano a Kanata e se ne andò guardando trionfante Miyu, la quale,
mentre si avvicinava a Kanata, “distrattamente” dette un calcio sullo stinco
di Jinny, e la guardò dispiaciuta.
-
Oh, come mi dispiace…- dopodiché si girò con aria minacciosa verso suo
marito. In quel momento Jinny si rese conto che si era sbagliata sul conto di
Miyu: quella donna doveva essere molto più combattiva di quanto dava vedere. Ma
non disperò e uscì dall’ufficio pregustando la sua vittoria. D’un tratto,
però si sentì la terra mancare sotto i piedi, e poi non vide più nulla…
-
Bene, ti devo fare proprio i complimenti. Eri quasi riuscito a convincermi, ma
sai, ti facevo più sveglio!!! L’unica cosa che più mi dà fastidio è che
hai preso in giro il povero Baumiau, si era impegnato tanto!!!-
-
Miyu non è come credi…-
-
Non c’è bisogno che usi la classica frase del marito infedele, ormai ho
capito tutto. La colpa non è tua, ma di quella donna che ti ha circuito, fino a
farti cadere nella sua trappola…-
-
Ma si può sapere come parli!?! Cosa credi che io sia uno scemo!?!-
-
Adesso più di prima!!!- la discussione stava diventando pesante, e le voci si
alterarono parecchio.
-
IO MI SONO ILLUSA CHE TU MI AMASSI, CHE NIENTE AVREBBE MAI FATTO VACILLARE IL
NOSTRO LEGAME, MA EVIDENTEMENTE MI SBAGLIAVO, perché
E’ BASTATA UNA SCIACQUETTA DA QUATTRO SOLDI PER METTERE IN
CRISI TUTTO…-
-
Bada a come parli che potrebbe sentirti…-
-
E CHE MI SENTA, INVECE, perché
E’ LA VERITA’, ED E’ ORA CHE SE NE RENDA CONTO!!!… IO MI SONO STUFATA,
ADESSO ANCHE LA DIFENDI, KANATA IO NON SOPPORTO più
QUESTA SITUAZIONE, E NON SOPPORTO più
NEMMENO TE!!!-
-
SE E’ PER QUESTO LA COSA E’ RECIPROCA!!! ANZI, A DIRE LA VERITA’ IO NON HO
MAI AVUTO BISOGNO DI TE!!!- Miyu si fermò un secondo, provando una terribile
fitta al cuore, quando Kanata le rivolse quelle parole, ma per non essere da
meno, continuò subito dopo.
-
HAI RAGIONE, FORSE ERA MEGLIO SE NON TI AVESSI MAI INCONTRATO, LA MIA VITA
SAREBBE STATA MOLTO più
FELICE!!!-
-
PER UNA VOLTA SIAMO D’ACCORDO ENTRAMBI!!! ANCH’IO SAREI STATO MEGLIO SENZA
DI TE!!!-
Non
appena Kanata concluse la frase, ci fu un grosso bagliore, e la confusione
s’impadronì delle loro menti; continuarono a vedere milioni di immagini in
pochi secondi, e poi più nulla… l’oscurità li avvolse…
Continua…
Che
cosa è accaduto ai nostri amici? Possibile che entrambi siano dovuti arrivare a
tanto? E adesso come si evolverà la situazione? Continuate a seguire questa
storia (e vi prego, recensitela anche!), e arrivederci al prossimo capitolo!
Attendo con ansia il vostro giudizio e i vostri commenti!!!!
Ciaoooo
Ryta
Holmes
|
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Capitolo 5 *** Io, senza di lei ***
CAPITOLO
5
IO,
SENZA DI LEI
Quando
Miyu aprì gli occhi, non capì più dove si trovava. Aveva la testa in una tale
confusione che non si era nemmeno resa conto di essere stesa a terra. Si rialzò
cercando di connettere quello che era successo, tutte quelle immagini che si
erano susseguite così velocemente, e poi quella strana sensazione di nausea che
ancora la accompagnava. Meccanicamente cercò Kanata, ma non lo trovò. Solo
allora si rese conto che si trovava davanti all’entrata del tempio.
-
Ma… ma come ho fatto ad arrivare sin qui!!!- C’era qualcosa di strano
nella sua voce, ma non se ne rese conto, perché in quel momento era troppo
impegnata a spiegarsi come mai era ritornata sino a casa, perciò entrò
sperando di poterci capire qualcosa.
-
Baumiau!!! Lou!!! Dove
siete?- nessuno rispondeva.
Miyu entrò nella cucina e vide il signor Hosho che trafficava ai fornelli, e
rimase molto colpita di vederlo lì. Il padre di Kanata era in viaggio in quel
momento, e per un attimo pensò ad un’improvvisata, infatti conosceva molto
bene il carattere un po’ matto del suocero. Pensò, quindi, di accoglierlo e
di salutarlo.
-
Bentornato Hosho!!!- Miyu rimase ferma per qualche secondo alle sue
spalle, ma lui non si muoveva.
-
Ehm… Hosho? Mi senti?- niente, l’uomo continuava a cucinare
tranquillamente. Poi, d’un tratto si voltò, e come se niente fosse camminò
dritto verso Miyu e la trapassò. Lei si spaventò parecchio, e si mise ad
urlare. Non riusciva capire per quale motivo il signor Hosho l’avesse
trapassata come un fantasma.
-
M-m-ma non è p-possibile!!! S-s-sono un f-fantasma!?!- era ancora
confusa e impaurita, quando l’occhio le cadde sul calendario. Rimase a bocca
aperta, quando si rese conto che era di 14 anni prima!!!
-
M-ma è incredibile!!! Questo vuol dire che… che sono ritornata nel
passato… ma allora oggi… ma certo, questo è il giorno in cui sono arrivata
a casa Saionji!!!- Miyu ancora non riusciva a capire come mai fosse tornata
nel passato, ma la cosa la rallegrava parecchio.
-
Vediamo… se non mi sbaglio tra poco arriverà Kanata, e aprirà la porta
del bagno!!! Andiamo a vedere!!!- con una corsa raggiunse il bagno e attese
molto divertita. Dopo qualche minuto sentì la porta di casa che sbatteva e i
passi e la voce di Kanata.
-
Ciao!!!- Miyu attese con un sorrisino pungente, che aprisse la porta del bagno,
e quando avvenne rimase di stucco. Il giovane Kanata, senza fermarsi, entrò nel
bagno vuoto e richiuse la porta. Ancora con la bocca aperta, a Miyu ritornarono
alla mente le parole della discussione che prima aveva fatto con Kanata.
-
Era meglio se non ti avessi mai incontrato… allora…-
Miyu
guardò tristemente, Kanata e suo padre cenare in silenzio, da soli. La quiete
venne rotta solo dallo squillo del telefono.
-
Questa è la chiamata che ricevette per andare in pellegrinaggio…-
difatti, dopo aver chiuso la comunicazione, questa volta tranquillamente, il
signor Hosho salutò il figlio e partì, lasciando Kanata da solo. La cosa che
colpì molto Miyu, fu lo sguardo triste del ragazzo. Questi, però scrollò
velocemente le spalle e andò nella sua stanza.
-
Ora… ora lui è solo…- Miyu
si sedette sul divano, e cominciò a riflettere. I suoi pensieri furono
interrotti bruscamente, quando sentì un forte rumore provenire dalla porta
d’ingresso.
-
Questo… deve essere Lou!!!- Miyu accorse, e vide che anche il giovane
Kanata era arrivato davanti alla porta.
-
Ma che cavolo sta succedendo!!!- l’ufo, volò ancora e si portò nel tempio.
Kanata lo seguì, e cercò di capire di cosa si trattava.
-
E’ ovvio che abbia combinato tutto quel macello!!! Quella volta io me ne
volevo andare, e aprimmo la porta… e adesso come farà?- Lou uscì
dall’ufo, e volò verso Kanata.
-
E.. e tu chi sei!?!- per lui era incredibile, solo che adesso non sapeva come
fare, perché non c’era Miyu che gli avrebbe fatto notare che aveva bisogno di
mangiare, e poi non appena il piccolo si era reso conto che c’era soltanto
lui, incominciò a piangere, chiedendo di sua madre. Miyu cercava in tutti i
modi di richiamare l’attenzione del piccolo e di Kanata, ma non ci riusciva.
Lei non esisteva, e non poteva fare niente. Vide Kanata disperato e ne soffrì
parecchio. Poi, per fortuna, Baumiau, sentendo le urla del piccolo, si svegliò
prima del previsto, e uscì allo scoperto. Dopo le presentazioni, finalmente la
situazione migliorò, anche se spesso Lou scoppiava a piangere perché chiedeva
disperatamente la madre. Ormai aveva riconosciuto Kanata come suo padre, ma
mancava qualcosa, e quel qualcosa era proprio Miyu.
-
Se solo ci fossi io… le cose sarebbero diverse…-
La
vita dei tre trascorreva tranquillamente. Miyu assisteva con una punta di
malinconia alle loro vicende. Non riusciva a spiegarsi il perché, ma riusciva a
vedere solo le tappe più importanti, le situazioni più particolari; in pratica
il tempo si fermava solo in quelle occasioni, diversamente si muoveva molto
velocemente, e Miyu passava da uno stato di tristezza, ad uno di nausea, per lo
spostamento del tempo. Ogni volta notava che le loro avventure erano molto
diverse da quelle trascorse insieme, e che Kanata si era affezionato parecchio
al piccolo Lou, molto più di quando c’era anche lei. Forse era dovuto al
fatto che fosse completamente solo, e l’unico conforto era rappresentato da
quel bambino così piccolo. Naturalmente, senza di lei, né Chris, né Kurita, e
nemmeno sua sorella Momoka, fecero mai la conoscenza di Lou. Perciò la vita di
Kanata si divise completamente tra quella scolastica, dove doveva sopravvivere
ogni giorno alle sue fans, e quella di casa, dove trovava il calore e
l’affetto di Lou e di Baumiau.
Anche
molte delle loro avventure, non furono mai vissute dai tre: a cominciare dal
pericolo rappresentato da Seya Yaboshi, e poi il mondo delle favole, la festa a
casa di Chris, l’esplosione del carburante della navicella, i tentativi di
conquista di Hikarigaoka, e tante altre ancora. La loro vita senza Miyu era
molto più tranquilla, ma lei sentenziò che fosse anche troppo monotona. Anche
se, infatti, spesso avevano corso dei pericoli, e avevano avuto dei grandi
timori, alla fine quell’anno con Lou lo avevano conservato sempre nei loro
cuori, come qualcosa di speciale.
Miyu
capì di essere ormai arrivata alla fine, quando si rese conto che presto i
genitori di Lou sarebbero arrivati. Nessuno aveva festeggiato il suo compleanno,
perciò la presenza di Lou rimase segreta fino alla fine. Quando i suoi veri
genitori lo portarono via, Miyu vide Kanata farsi forza, e salutarlo con il
sorriso sulle labbra, ma quando la loro navicella volò via, credeva che se ne
sarebbe entrato in casa, con le mani in tasca, sospirando e dicendo che
finalmente, era tutto finito, invece lo vide solo e abbattuto. Lo vide sedersi
sul portico del tempio, mettersi le mani sul viso e cominciare a piangere. Miyu
rimase di stucco. Non era vero che lui avrebbe vissuto meglio da solo, era una
bugia dettata dalla rabbia!!! Miyu piangeva assieme al giovane Kanata, seduta di
fianco a lui, e sperava che in qualche modo, sentisse la sua vicinanza; poi,
come le era già capitato più di una volta, le immagini si offuscarono e si
susseguirono velocemente. Questa volta, però sparirono all’improvviso,
lasciando l’oscurità. Miyu si alzò in piedi, e iniziò a preoccuparsi per
quel buio così opprimente. In quel momento, l’unica cosa che le venne in
mente, era che voleva a tutti i costi poter abbracciare il suo Kanata. D’un
tratto sentì una voce provenire verso una direzione imprecisata. Provò a
seguire quella voce, e intanto sperava ardentemente che appartenesse alla
persona di cui in quel momento aveva più bisogno…
Continua…
E
adesso che farà Miyu? Riuscirà a ritrovare Kanata? E lui, dove sarà finito?
Questo ed altro, lo saprete nel prossimo ed ultimo capitolo di questa fanfic,
intitolato “IO, SENZA DI LUI”. Mi raccomando, mandatemi i vostri commenti, e
fatemi sapere cosa ne pensate!!! Ciaooooo
Ryta
Holmes
|
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Capitolo 6 *** Io, senza di lui ***
CAPITOLO
6
IO,
SENZA DI LUI
Kanata aprì gli occhi intontito.
Da quando aveva avvertito quella forte sensazione di nausea, non aveva capito più
niente. La terra gli era mancata sotto i piedi, e in preda alla confusione aveva
visto milioni di immagini scorrergli davanti agli occhi, come impazzite. Ora,
cercava di coprirgli, perché un sole accecante gli annebbiava la vista. Quando,
finalmente, riuscì a distinguere le forme e i colori, si rese conto di trovarsi
nel viale di un’abitazione.
- Ma… ma cosa ci faccio
qui!?! Che strano… la mia voce sembra anormale, è come se… rimbombasse!!!-
Kanata non capiva nulla di quello che gli era successo, e, rialzatosi, si era
messo a vagare sbandando per il viale. Giunto fino alla porta, era in procinto
di suonare, quando sentì una voce familiare, provenire dall’interno
dell’abitazione.
- Che? A…America!?!… Un
momento! Volete traslocare in America e lasciarmi qui?-
- Esatto… non c’è altra
soluzione, Miyu. Ieri tua madre…- la conversazione continuò, proprio come
Kanata se la ricordava. Miyu gli aveva raccontato mille volte quella famosa
discussione, e lui la conosceva molto bene.
- Ma… ma… non è
possibile!!! Sono tornato indietro nel tempo!!!- si accostò alla porta per
sentire meglio, ma quando vi si appoggiò, la trapassò cadendo a terra ed
entrando in casa Kozuki.
- Ahio!!! Ma come cavolo ho
fatto a trapassare la porta!!!- Kanata si massaggiò la guancia che aveva
toccato terra, poi si rialzò e si diresse dove provenivano quelle voci. Si rese
conto di essere invisibile, perciò si avvicinò di più alla famiglia che
discuteva, e attese che Miyu si rassegnasse all’idea di dover andare a vivere
nella sua casa. Ma con sua grande sorpresa, Miyu non demorse.
- No mamma, io a casa di questo
vostro amico non ci vado!!! Sono sempre stata sola, anche qui, perciò perché
non potrei esserlo anche in America!!! Per lo meno lì saprei di trovarvi sempre
a casa la sera, no? Ve lo chiedo per favore, portatemi con voi!!!-
l’espressione di Miki si fece più seria.
- Ma Miyu, se vieni in America,
dovrai cambiare ambiente, scuola e amici, te la senti?-
- Lo dovrei fare anche se rimango
in Giappone, se non mi sbaglio. Io sono pronta, e sento che non me ne pentirò!!!-
i signori Kozuki sospirarono.
- E va bene, è deciso. Verrai
con noi!-
- Ma non doveva andare così!!!-
Kanata era in preda all’agitazione.- In questo modo io non la incontrerò
mai!!!- queste ultime parole, rimbombarono come un martello. Nella sua
mente, riaffiorò il ricordo delle ultime parole che aveva scambiato con Miyu, e
capì.
- Allora è così che
sarebbero andate le cose, se lei non mi avesse mai conosciuto!!! Dice che non se
ne pentirà!!! Lo spero per lei!!!- la rabbia lo colse, ma ad un tratto non
capì più nulla, perché di nuovo le immagini iniziarono a correre velocemente.
Si trovò in una villa, che lui
aveva già visto.
- Ma certo, questa è la loro
casa in America!!!-
Kanata assistette, imperturbabile
alla diversa vita di Miyu, ma ogni giorno, ogni momento, ogni anno che passava,
in cui lui si trovava, vedeva Miyu ogni giorno più triste, sempre più sola.
I suoi genitori, spesso non
tornavano a casa per giorni, e lei viveva lottando contro il silenzio opprimente
della sua casa vuota, e la solitudine. In America si era fatta qualche amico, ma
nessuno era stato in grado di renderla felice, perché dopo la scuola, o in
estate, quando tutti andavano in vacanza, lei rimaneva sola, senza un amico, o
qualcuno che le stesse vicino. Col tempo, la rabbia di Kanata si era tramutata
in tristezza, e perfino in compassione, per quella povera ragazza, spesso
abbandonata da tutti. Vide ogni giorno Miyu chiudersi sempre più in se stessa,
e perdere quel suo carattere allegro, e questo lo fece soffrire sempre di più.
Arrivò a non poterne più,
quando assistette impotente a ciò che accadde a Miyu due anni dopo la sua
partenza dal Giappone.
Come al solito era rientrata a
casa, dopo la scuola, e si era messa a preparare la sua cena. Credeva di essere
sola, come sempre, ma si sbagliava. Un ladro si era intrufolato nella casa,
approfittando del buio, ed era rimasto bloccato quando era entrata Miyu.
Cercando di scappare, si era trovato costretto a colpire la ragazza alle spalle.
Kanata aveva tentato in tutti i modi richiamare la sua attenzione, ma lui non
esisteva, perciò rimase impotente a vedere Miyu che, colpita alla testa, con le
poche forze che le rimanevano, cercava di chiamare un’ambulanza, prima di
svenire a terra.
Ancora una volta, le immagini si
velocizzarono, e Kanata si trovò in un ospedale. Vide i genitori di Miyu che si
disperavano, in preda ai sensi di colpa, per averla lasciata da sola, e lei in
un letto, in coma. Si avvicinò al suo capezzale soffrendo terribilmente,
vedendola in quello stato, e maledicendo le sue parole. Non era vero che lei
avrebbe vissuto meglio senza di lui, e che non ne aveva avuto bisogno. Se loro
non si fossero mai conosciuti, le loro vite sarebbero state un totale
fallimento.
- E adesso che cosa posso
fare? VOGLIO ANDARE VIA DI QUI!!!- Quasi come se le sue parole fossero state
esaudite, l’oscurità lo avvolse, e il silenziò piombò sulla sua testa.
Iniziò a camminare, non sapendo dove andava, ma in quel momento sperava in
tutti i modi che potesse rivedere la sua Miyu. Senza rendersene conto, iniziò a
chiamarla. Urlò il suo nome, sperando che anche lei fosse rimasta vittima di
quella situazione. Proprio quando stava per arrendersi, sentì la sua voce che
proveniva da un punto nel buio…
- KANATA!!! DOVE SEI!!!!-
Kanata sentiva la voce di Miyu sempre più vicina, ma non sapeva dove stava
andando, e correva come un ossesso.
- Miyu non so dove sei!!! MIYU!!!!!-
nell’oscurità scorse una luce. Si diresse dritto quella fonte, e man mano che
si avvicinava, si rese conto che in realtà era una chioma bionda e lucente,
quella di Miyu.
- Miyu sono qui!!! Miyu!!!-
e finalmente lei lo vide. Si corsero incontro, e senza pensare all’affanno per
la lunga corsa, si unirono in uno strettissimo abbraccio. Era una liberazione
poter essere di nuovo uniti!
- Kanata mi dispiace, io non
volevo…-
- Shhhh…- Kanata la zittì
con la mano, e la guardò dolcemente negli occhi.
- Ti chiedo scusa anch’io,
però adesso basta! Quello che abbiamo passato serve a spiegare tutto… ti
chiedo solo una cosa… io ho un terribile bisogno della tua presenza, non posso
stare senza di te! Tu, mi vuoi restare sempre accanto? Non mi abbandonare, ti
prego!- Kanata era molto serio, e aveva paura che lei potesse rifiutare.
Miyu, invece sorrise, e abbracciandolo, gli sussurrò nell’orecchio:- E
come potrei non volerlo. Io non vivo senza di te!- Kanata non sperava che
dicesse altro. La baciò appassionatamente, e in quel momento avrebbero potuto
rimanere in quell’oscurità per sempre, perché ormai erano insieme, e niente,
nemmeno una donna come Jinny, avrebbe potuto più dividerli.
Quando si staccarono per
riprendere fiato, e aprirono gli occhi, erano ritornati nell’ufficio di
Kanata, però si resero conto di non essere soli.
- Se non ci fossi stato io chissà
cosa avreste combinato!!!- Miyu e Kanata si voltarono continuando a rimanere
stretti l’uno all’altra.
- Lou!!! Era impossibile che non
ci fosse il tuo zampino in questa faccenda!!! Lo sai che…- Kanata si avvicinò
a Lou con un’espressione severa, ma non appena fu davanti a lui, lo prese per
una spalla, e gli sorrise dolcemente.
- Grazie!- Miyu lo abbracciò, e
insieme uscirono dall’ufficio, scavalcando Jinny, che si trovava stesa a
terra, svenuta. Kanata, però, prima di andare via, le poggiò una lettera sul
grembo.
- Che cos’è?- Miyu lo guardò
con aria preoccupata.
- E’ semplice!!! La mia lettera
di dimissioni!!!- Miyu fece uno dei suoi più bei sorrisi, abbracciò Kanata, e
insieme a lui, tornò nella sua casa, dove Baumiau e la piccola Mai, attendevano
il loro ritorno.
*
* *
- Mi dispiace, ma è ora di
andare…-
- Lo so, Lou… fatti abbracciare
ancora!- Miyu strinse forte a sé Lou. Erano trascorsi due anni, e il ragazzo si
era trattenuto più del previsto. Adesso doveva fare ritorno sul suo pianeta.
Quei due anni erano stati meravigliosi. Avevano vissuto insieme come una
famiglia, e solo il pensiero dei suoi veri genitori, fece decidere Lou a tornare
a casa. Dopo il licenziamento di Kanata, tutti si erano prodigati per trovargli
un nuovo lavoro, e in pochissimo tempo, era riuscito ad entrare ad insegnare in
una scuola privata. Poter insegnare ai bambini era una cosa che lo rendeva
veramente felice, e in più adesso poteva stare molto più tempo con la sua
famiglia. Col tempo la piccola Mai si era affezionata di più a suo padre, che
l’accudiva, quando Miyu era impegnata con il suo lavoro, lasciando anche a
Baumiau, più tempo libero. Mai adorava Lou, e lo considerava a tutti gli
effetti come un fratello. Adesso che doveva andare via, piangeva aggrappandosi a
suo padre.
- Forza Mai, Lou deve tornare dai
suoi genitori! E te non mancherebbero mamma e papà se non li vedi da due anni?-
la piccola mostrò il visino che nascondeva dietro la spalla di Kanata.
- Sì… però…- Lou si avvicinò
a Mai e l’accarezzò.
- Ascoltami Mai, ti prometto che
tornerò. Adesso starò un po’ con i miei genitori, ma ti prometto che fra
qualche anno tornerò! Tu però mi devi dare la tua parola che non piangerai più
finché non tornerò! Allora, me lo prometti?- Mai annuì, e dette una bacio
sulla guancia al ragazzo.
- Va bene, ma torna presto!!!
Ciao!!!- Lou salutò Kanata e abbracciò ancora Miyu, che a fatica tratteneva le
lacrime.
- Ti ringrazio Lou, senza di te
ora non saremmo così uniti!!!-
- Era solo mio dovere. Addio,
anzi, arrivederci!!!- Lou entrò nella sua astronave, seguito da Baumiau, che
piangeva disperato.
- Buaaaaa!!!… arrivederci….
Buaaaaaa!!!!-
La famiglia Saionji continuò a
scrutare il cielo, finché l’astronave non sparì all’orizzonte. Lou era
arrivato nel momento più difficile, e aveva portato la serenità nella loro
famiglia, e di questo Miyu e Kanata, e in seguito, anche Mai gliene furono
grati.
Adesso vi potrei dire che Lou
anni dopo è tornato sulla Terra, ma questa è un’altra storia…
FINE
Allora, vi è piaciuta? Per tutti
coloro che stanno pensando che scriverò “HO BISOGNO DI TE3”
se lo scordi!!! Oramai la loro storia si conclude così. Però adesso che
ho letto il numero 9… ho deciso che scriverò un probabile NUOVO UFO BABY!!!
Io già me lo immagino, e voi?
Ciaooooo
Ryta Holmes
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