Bigliettini

di Thalia
(/viewuser.php?uid=46412)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un bacio sulle tue parti rosa ***
Capitolo 2: *** Veramente le tue labbra sono così morbide? ***
Capitolo 3: *** Grazie ***
Capitolo 4: *** Ti aspetto alle serre, fai in fretta ***
Capitolo 5: *** Perchè mi hai mentito? ***
Capitolo 6: *** Hai delle ginocchia molto belle ***
Capitolo 7: *** 7. Non sto molto bene, mi vieni a trovare? ***
Capitolo 8: *** La tua se la fa con altre ragazze ***
Capitolo 9: *** Digli che ieri sera Lavanda non mi baciava con così tanto entusiasmo ***
Capitolo 10: *** Se c’è ancora qualcos’altro che vuoi dirmi, sono dietro le serre ***
Capitolo 11: *** Vorrei che tu mi baciassi ***



Capitolo 1
*** Un bacio sulle tue parti rosa ***


Avvertimenti:
I personaggi appartengono tutti a J. K. Rowling, chiamata amichevolmente nonna Row da chi, come me, l’ha amata al punto di volerla prendere a ciabattate per alcune scelte a dir poco discutibili.
Anzi no, non tutti sono suoi: uno è di Amaranta che mi ha prestato la sua bambina per farne la degna sorella di Pansy... grazie cara.
Amo smentire me stessa e questa è una PG15 molto soft: un po’ di linguaggio colorito e qualche scena erotica. Ehm, ovviamente tratta di amore tra persone dello stesso sesso e quindi se l’argomento vi disturba e inorridisce credo sia ora di chiedervi cosa diavolo ci facciate qui!
Dedica:
A chi non ha capito, o l’ha fatto, ma fa ancora finta di niente.


1. Un bacio su tutte le tue parti rosa

Il primo bigliettino le arriva con la posta del mattino, tra la Gazzetta del Profeta che si ostina a leggere e un pacco della signora Weasley che porta scompiglio e dolci sulla tavola Grifondoro.
Un bacio su tutte le tue parti rosa
Non una firma, non un’indicazione di chi potrebbe averle mandato qualcosa di così intimo ed erotico. Perché una ragazza ha molte parti rosa: le guance, e qui potrebbe essere chiunque, persino Ron che intrattiene una sicura e facile relazione sessuale con Lavanda; le labbra, ed Harry potrebbe essere il candidato giusto visto che, da quando ha ammesso di essere attratto dai maschi (soprattutto biondi e con un carattere da istrice affetto da sindrome premestruale), la bacia sulla bocca con una naturalezza scandalosa. Ma una ragazza ha parti rosa che non si farebbe baciare con tanta facilità da uno dei suoi amici.... i capezzoli, su un paio di tette dignitose, benché quella vacca totale di Pansy Parkinson le abbia definite “a cipolla” per essere così miseramente piccole da far piangere. E poi... beh, c’è un altro tipo di labbra, a cui pensare la mattina a colazione, attorniata da giovani maghi maschi, alcuni dei quali ferrati in Legilimanzia, le fa venire un’imbarazzante mal di testa.
“Cos’hai lì, Herm?” La voce di Ron la distrae dai suoi pensieri e lei fa un cenno con la mano per fingere noncuranza.
“Niente... un appunto per le lezioni di Aritmanzia,” butta lì, cercando di svicolare.
E per fortuna arriva Lavanda ad abbracciare Ron da dietro e, mio dio, a infilargli la lingua in gola e le mani nei pantaloni, prima che, con un ghigno e un’occhiata sorniona, lui le faccia notare che gli appunti non arrivano con la posta del mattino.
Con uno sguardo di disapprovazione (dopotutto è quello che si aspettano da lei) si volta verso Harry, che sta cercando in tutti i modi di attirare l’attenzione di una certa persona seduta al tavolo Serpeverde, e gli chiede seccata:
“Andiamo? Quando questi due danno spettacolo in Sala Grande, si sa quando cominciano ma non si sa quale professore verrà a farli smettere!”
Harry sorride e poi la segue verso l’uscita. Come faccia Ron a salutarli con una mano mentre Lavanda gli esplora le tonsille a colpi di lingua, Hermione se lo chiede ogni volta.
Non è gelosa. Lei e Ron hanno provato a stare assieme, ma è stato solo il desiderio di veder realizzata la bella favoletta degli amici per la pelle che poi si innamorano, a farli finire uno tra le braccia dell’altra. Niente di cui lamentarsi, anzi, fonte di interessanti esperienze, ma forse mancava la vera passione.
“Harry, per favore. Piantala di saltellare e sorridere come se fossi un dannato coniglietto di Pasqua. Sì, Draco è bellissimo anche la mattina presto e con delle occhiaie da far paura... e, sicuramente, appena sarai uscito ti correrà dietro e ti trascinerà per un polso dietro qualche statua per augurarti un ottimo risveglio. Io non so come facciate a desiderare baciarvi ogni volta che vi vedete, persino appena usciti dal letto...”
Harry le dà un buffetto divertito e poi le mormora:
“Sa di caffè e cioccolato appena dopo colazione, di inchiostro e Asfodelo dopo Pozioni e, appena uscito dal mio letto, di sesso e appagamento... sei contenta adesso?” conclude poco prima che una mano lo afferri e delle gambe lunghe ed eleganti lo trascinino in un anfratto.
Ogni mattina la stessa storia: Ron e Lavanda che limonano come se non ci fosse un domani, Harry e Draco che si imboscano subito fuori dalla Sala Grande ed Hermione... beh, lei che si avvia annoiata e sola alla prima lezione.
Si ferma solo un attimo dietro una tenda per sistemarsi la gonna e non è sua intenzione origliare, ma la voce che implora le arriva chiara:
“Milly... per favore. Non ti arrabbiare! Lo sai che non intendevo certo mandarti quel biglietto. Mi piaci e non so cosa sia successo. Milly, no.. non andare via!”
Passi che si allontanano e un singhiozzo appena trattenuto.
La voce è quella della Parkinson: dopo averla sentita intonare tutti gli insulti che dei maghi possono scambiarsi, non poteva certo sbagliare. Interessante come il Golden Trio (uno dei tanti nomi idioti che si erano sentiti affibbiare) offrisse una così varietà di etichette: Harry è un mezzosangue, Ron un purosangue traditore e lei... beh, lei -nata Babbana, sangue sporco- aveva il più razzista degli epiteti. Per essere onesti, non c’era più nessuno che osasse usare uno di questi termini in pubblico dopo la fine della guerra. Infatti anche i Serpeverde si erano dati una calmata, soprattutto da quando Draco aveva messo in chiaro, in modo assolutamente informale, di aver negoziato una tregua con i Grifondoro (eufemismo per dire ad Harry: se io faccio il bravo con la tua Casa, tu farai il bravo con il mio... chiaro, no?). Sesso e arte del governo effettivamente hanno una connessione profonda. Presa da queste riflessioni decisamente non politicamente corrette raggiunge l’aula, dopo aver controllato che il corridoio fosse vuoto. Non le interessa proprio beccare una Serpeverde singhiozzante per essere stata mollata... Cielo, una Serpeverde mollata e lesbica.
Poco dopo entra anche la Parkinson, asciugandosi gli occhi sulla manica della divisa.
Solo a metà della lezione di Storia della Magia si rende conto di chi potrebbe averle mandato, per sbaglio, quel biglietto. Un’illuminazione inattesa e disturbante proprio nel momento esatto in cui cerca di rincorrere un aggettivo per definire la sanguinaria guerra dei Goblin dal punto di vista dei Vampiri. Conclude con calma la sua annotazione (per essere così secchiona avrebbe dovuto finire a Corvonero) e poi ripesca il bigliettino dalla tasca in cui l’aveva riposto con cura.
La scrittura è piccola e graffiante, ma nota una certa dolcezza nella curva delle vocali. Non la riconosce e non sa dire se sia maschile o femminile, però, in un modo strano, le piace.
Si fa leggere, ma dopo un certo impegno di decifrazione.
A dire il vero, potrebbe farsi gli affari suoi e non rischiare di sbagliare. Però quel singhiozzo trattenuto le ha fatto tenerezza e vorrebbe fare il possibile per consolare chi soffre. Dannato Godric che ci instilla questo istinto da eroe sul cavallo bianco! Questa è la tipica vendetta del karma per tutte le volte che ho rinfacciato ad Harry di non pensare prima di agire. Questi sono i pensieri di Hermione alla fine della lezione quando, invece di uscire di corsa e raggiungere i suoi amici in sala comune, si attarda un attimo accanto al banco di Pansy.
“Granger?” Stupita di trovare la Grifondoro in piedi di fianco a sé, tutte le possibili cattiverie sembrano morirle in gola.
“Pansy... credo che questo sia tuo.” Hermione le allunga il biglietto con un sorriso che vorrebbe essere rassicurante e invece quella maledetta... serpe, lo afferra rudemente, gli dedica uno sguardo rapido, dà un’occhiata intensa e velenosa a Hermione, se lo infila in tasca e poi se ne va senza una parola.
“Brutta pu...”
“Herm, vieni, dai... Ron ci aspetta per pranzo!” e richiamata da Harry, lei non termina quello che voleva strillarle dietro.

Il secondo biglietto arriva a cena. Esattamente quando ad Hermione è passato il malumore per aver fatto una buona azione e aver ottenuto solo un’occhiata malevola, un primino verde e argento le mette in mano un foglietto.
Grazie
P.
Solo questo, solo una parola e l’iniziale del nome. Hermione si gira di scatto per cercarla, ma lei sembra coinvolta in un’appassionante discussione con Draco... eppure poco prima di voltarsi, richiamata da una battuta di Ginny, la vede sorridere.

________

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Veramente le tue labbra sono così morbide? ***


2. Veramente le tue labbra sono così morbide?

Il giorno dopo il bigliettino le arriva in biblioteca, dopo essere stata vittima di un siparietto comico che ha divertito tutti tranne lei. Immersa in una traduzione di Antiche Rune vede arrivare Harry e Draco solo con la coda dell’occhio. Trova affascinante la naturale eleganza con cui, un minuto prima, si tengono per mano nel corridoio vuoto fuori dalla biblioteca e, un minuto dopo, entrano come se si fossero a malapena incontrati per caso. Non vogliono mettere in piazza la loro relazione. Harry dice che Draco preferisce andarci piano per non rovinare l’idea eccitante di essere una coppia clandestina, ma Hermione pensa che il Serpeverde sia semplicemente troppo furbo e un po’ vigliacco e non voglia far sapere niente al caro Lucius finché non potrà avere libero accesso al proprio fondo fiduciario. Qualunque sia il motivo, solo pochi e fidati amici sanno di loro.
Il saluto di Harry le fa scattare il riflesso condizionato di alzare il volto, chiudere gli occhi e offrire le labbra. Ormai non ci fa neanche più caso, è semplicemente il modo in cui sua madre, le sue adorate zie e... il suo amico finocchio, la salutano. Il problema è che questa volta sembra diverso: le labbra più sottili ma meno screpolate le fanno venire un dubbio; il profumo sicuramente maschile ma meno intenso le pone un dilemma; ma è il balenare delle ciocche bionde quando socchiude gli occhi, a darle la certezza di aver appena baciato... “Malfoy, cosa stai facendo?” strilla turbata pulendosi automaticamente la bocca con una mano. Lui le sorride malizioso e poi si china a sussurrarle nell’orecchio: “La dolcezza che abbiamo in comune dice che hai delle labbra veramente morbide. Ed è questo l’unico motivo per cui ti bacia... oltre a quel sentimento sopravalutato che lui chiama affetto. Volevo avere una conferma”.
La risata di Harry dietro le sue spalle sottolinea le parole del Serpeverde. Così lei piega il collo indietro per guardare Harry e lui le mette le mani sotto il mento e le dà un rapido bacio sulle labbra al contrario. “Scusalo, ma mi stava massacrando a forza di battute velenose se non gli davo la prova che la mia non è passione, ma solo tenerezza.”
Lei non sa se ridere o piangere. Tenerezza? Quella che ispira un cucciolo o un bimbo piccolo? Ma qualcuno che mi veda come una donna, no?
“Ehi, avete finito di consumarla? Voglio salutare anch’io Herm” ci mancava solo il suo unico ex!
“Ron, se mi baci, rischi che Lavanda te lo strappi e te lo infili giù per la gola!”
Spera che un po’ di cruda volgarità le possa evitare di essere ancora usata come parcheggio per le labbra di chiunque. Infatti lo sguardo di Ron passa dal divertito al turbato quando l’immagine della furia del suo attuale e geloso giocattolo da letto si fa strada nella sua mente. Allora lui appoggia l’indice sulla propria bocca, mima un bacio e poi lo appoggia delicatamente sulle labbra di Hermione.
Lei lo fissa un paio di secondi negli occhi e poi arriccia la bocca per restituire il bacio.
Alcune risate e sorrisi dopo, spariscono tutti a caccia di un angolino dove studiare, spettegolare o aggrovigliarsi in santa pace.
A Hermione non resta che sbuffare e consolarsi andando alla ricerca del pezzetto di cioccolato di Mielandia che si è promessa come ricompensa per lo studio. Quando riesce a trovarlo tra i libri e i quaderni con cui si spacca la schiena, vede che sul suo blocco per appunti è apparso un altro biglietto.
Veramente le tue labbra sono così morbide?
Con un gesto inconscio si accarezza piano la bocca con le dita. Ma poi si risveglia e si mette ad osservare il foglietto. Non è firmato ma la scrittura le strappa un gemito di frustrazione. Ovviamente chi, se non la Parkinson, potrebbe trovare divertente aggiungere umiliazione a umiliazione?
Se ne starebbe anche buona buonina a finire la sua traduzione, se non sentisse la risata cristallina della Serpeverde e il suo bisbigliare eccitato. Eh no! Non voglio essere il pettegolezzo di oggi. Non sono una che si fa baciare da chiunque! Allora scatta in piedi, afferra il biglietto e si precipita tra gli scaffali, finché la trova nella sezione di Magia Accidentale.
“Parkinson, cos’è questo, uno scherzo?” la affronta rabbiosa e si rende conto che non è sola quando lei fa un cenno elegante e le sue compagne si allontanano in silenzio.
“No, pura curiosità. Ti ha baciato Draco, Potter e il tuo Weasley... e mi chiedevo...” le risponde lei con tono tranquillo e un sorriso noncurante, prima di essere interrotta bruscamente.
“Il mio Weasley? Ma ce li hai gli occhi per guardare? Ron e Lavanda danno spettacolo ogni santo minuto in ogni santo angolo!” replica infuriata Hermione.
“E tu, Hermione, sei gelosa?”
“Io, cosa? Ehi, ma mi hai chiamato per nome!”
“Esatto. Ha un suono così dolce e offre così tante possibilità di pronuncia...”
“Anche il tuo è un bel nome...” risponde confusa.
“Solo il nome di un fiore...” taglia corto con un gesto annoiato ”... ma tu rispondi alla domanda”
“Io, gelosa?” Ci pensa un po’ su e poi, all’ultima persona con cui pensava di confidarsi, dopo che orde di amici avevano offerto abbracci e compatimento, dolcetti e biasimo per quell’insensibile di Ron che lei aveva sempre sottoscritto senza esserne convinta (perché, dopotutto, era quello che si aspettavano da lei), risponde:
“No, per niente. Lui è più felice così e io mi sono tolta il disturbo di essere carina con lui. Hai presente?”
Stranamente la Serpeverde non fa battute sarcastiche, invece le prende delicatamente una mano tra le sue e dice:
“Sì, ho capito. Perfettamente.” E il suo sguardo, solo per un attimo, si stacca dagli occhi per attardarsi sulle sue labbra, per poi tornare nel nocciola della Grifondoro. Solamente questione di un paio di secondi, ma che fanno contrarre qualcosa in fondo allo stomaco di Hermione.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Grazie ***


3. Grazie

Per quanto prima le sembrasse impossibile, non trova la compagnia della Serpeverde così spiacevole. Niente di organizzato, solo qualche parola scambiata fuori dall’aula di Pozioni in attesa che cominci la lezione, qualche sorriso incrociandosi in corridoio e un gentile scambio di cortesie davanti ad uno scaffale in biblioteca. Ma Hermione sa che c’è qualcuno che la osserva da lontano in Sala Grande quando mangia con i suoi compagni di Casa e ha notato che, se la vede arrivare da lontano, Pansy rallenta il passo per potersi godere l’avvicinamento, il sorriso e il cenno di saluto che si scambiano.
Così adesso non le sembra poi tanto strano cercarla insistentemente perché sente il bisogno di parlare con qualcuno e non sa con chi confidarsi senza sembrare un’idiota totale.
Dopo un discreto girovagare la trova in uno dei chiostri coperti disseminati ad arte nel castello. È sola e si sta divertendo a far volteggiare alcune foglie con la bacchetta. Così concentrata da avere un’espressione di dolcezza disarmante, non sembra la solita Serpeverde arguta e graffiante con cui ha avuto a che fare in tutti questi anni. Non vorrebbe disturbarla, ma vederla così rilassata la incoraggia.
“Pansy?” la chiama, in un sussurro interrogativo da dietro una colonna. La Serpeverde fa un gesto con la bacchetta e tutte le foglie cadono a terra con un fruscio. Si volta di scatto e osserva con occhi sospettosi le ombre del colonnato, finché Hermione non si mostra e un sorriso sereno torna ad accendere il suo sguardo.
“Hermione.” Con un cenno la invita ad accomodarsi sulla panchina di pietra al centro del chiostro, quella proprio di fronte ad un roseto che sta sfiorendo nelle prime avvisaglie dell’inverno.
Si accomoda a disagio, sul bordo della panchina, cercando di mantenere una certa distanza da Pansy. Adesso che l’ha trovata, la sua lucida determinazione e l’assoluta certezza che lei fosse proprio la persona giusta con cui parlare l’hanno abbandonata.
“Mi cercavi per un motivo particolare?” le chiede lei con tono rilassato, sistemandosi elegantemente la gonna attorno alle gambe.
“Volevo... avevo bisogno di parlare con qualcuno.” risponde timorosa, osservandosi insistentemente le unghie delle mani.
“E non potevi farlo con una delle tue compagne Grifondoro o con Potter o Weasley?” replica la Serpeverde con un accenno di sorriso. Hermione nota l’accuratezza della scelta di parole: ha deliberatamente preferito chiederle di anonime ragazze compagne di Casa e poi dei suoi migliori amici. Come se sapesse già che l’argomento non è uno di quelli che si condividono facilmente con amici maschi.
Hermione si concede un sospiro e poi mormora con una vocetta poco sicura: “Harry tende a essere un po’ troppo in confidenza con la sua ultima dolcezza e quindi temo che lo saprebbe tutta la scuola prima dell’ora di cena.” “Ragazza pettegola?” la interrompe Pansy. Herm risponde con un cenno noncurante, cercando di non visualizzare Malfoy come una femmina e interrogandosi un secondo sul perché Draco non abbia confidato la relazione con Harry a Pansy.
“Le mie compagne di stanza erano tutte lì quando... è successo quello che è successo...” Al rossore di Hermione, Pansy non accenna a commentare, così lei conclude in un soffio:
“E... beh.... è Ron il problema!”
A questa uscita, incredibilmente, gli occhi di Pansy si assottigliano e ringhia con un tono sconosciuto:
“Quel bastardo ti ha fatto del male?”
Allo sguardo scioccato di Hermione, Pansy si ricompone in un lampo e quando le dice: “No... cavoli, no! Lui è l’argomento della discussione imbarazzante!” sembra rilassarsi visibilmente.
Ha ripreso talmente il controllo di sé da replicare con un mezzo sorriso di scherno:
“Allora, l’attesa mi sta uccidendo. Mi racconti cosa è successo di tanto grave da far fuggire una Grifondoro modello come te e costringerla a cercare una Serpe come me?”
Come fa a sapere quello che è successo? Ma ci sono domande a cui non c’è risposta, e per quanto lei si accanisca sui libri, è una verità che conosce da tempo. Non le resta che raccontarle tutto e sperare di non essere umiliata ulteriormente.
“Stavo leggendo tranquillamente sul mio letto...” comincia lei e subito viene interrotta: “Storia della Magia? O qualcosa di più leggero, magari?” Beh, diciamo solo che la copertina era quella di Storia della Magia... pensa Hermione trattenendo una risatina. “Dai, non mi interrompere. È già difficile così!”
Alzando i palmi in segno di resa, Pansy non commenta e la lascia parlare.
“Stavo leggendo per i fatti miei, quando ad un certo punto Lavanda... dai, la Brown, capelli scuri e lunghi... del nostro anno...”
“Quella che dà spettacolo con Weasley e ha un modo molto particolare di baciare?”
Al cenno stupefatto e affermativo di Hermione, Pansy china la testa e la invita a continuare.
“Insomma, lei si siede sul mio letto e mi chiede con un tono demoralizzato: Hermione... voi l’avete fatto? Credo che sarei potuta morire strozzata dalla Ape Frizzola che mi è andata di traverso. Ma ti rendi conto di cosa mi è toccato sentire?” Hermione si è tanto infervorata, adesso, che non fa più caso al suo uditorio e deve sottolineare la sua indignazione.
“Tesoro... non ho la più pallida idea di cosa tu stia dicendo.” le risponde Pansy tenendo graziosamente le mani in grembo quasi a voler rimarcare la differenza con quelle in perpetuo movimento di Hermione.
Smette un attimo di gesticolare e la guarda sospettosa: “Intendo dire che è venuta da me a chiedermi se io e Ron avessimo... insomma, hai capito!”
“Credo di avere un vago quadro, ora, ma potresti continuare così da farmi intuire il motivo del tuo turbamento?”
“Beh, io non le ho risposto, ma le ho chiesto scandalizzata: Perché, voi non ancora? E quando mi ha guardato sconsolata e ha fatto cenno di no e ha tentato di chiedere consiglio a me, credo di essere caduta dalle nuvole. Ma dai... è la ragazza più disinvolta di tutta la torre Grifondoro e a Ron... beh, a lui piace veramente farlo. Non ci credo!”
“Ma cosa ha a che fare tutto questo con il fatto di venire a cercare me?” E non riesce a resistere al tono di compiacimento con cui sottolinea quel me.
A questa domanda Hermione torna ad abbassare lo sguardo sulle pieghe della sua gonna e risponde con un mormorio: “Ero così turbata da non lasciarle il tempo dire nulla prima di fuggire travolta dall’imbarazzo!”
La risata piena di Pansy spaventa le colombe che cercavano un rifugio per la notte. Quando l’eco si spegne, lei appoggia una mano su quella che Hermione ha mollemente abbandonato sulla panchina e le dice dolcemente: “Non ti è venuto il dubbio che potrebbe solo sembrare la ragazza più disinvolta della tua torre? Le hai appiccicato un’etichetta, mentre lei sperava di avere un aiuto su qualcosa che la imbarazza e le sta a cuore. Cattiva Grifondoro, i pregiudizi e il sarcasmo li dovete lasciare ai Serpeverde... sennò con cosa ci divertiamo noi?”
Lei replica mortificata: “Allora... cosa mi suggerisci di fare?”
“Uff, come Serpeverde ti direi di lasciare che si arrangi! Ma tu sei una dolce Grifondoro che si rode nei sensi di colpa... e allora credo che l’unica soluzione sia andare da lei e parlarne.”
“Dici?”
“Dico! E di andare a farlo immediatamente, prima che questa povera ragazza si butti sconsolata sotto gli zoccoli di un Thestral.” Sorride mentre lo dice. Adesso sono entrambe in piedi, una di fronte all’altra, e Pansy non resiste alla tentazione di appoggiare un bacio leggero sulla guancia di Hermione e sussurrarle in un orecchio: “Mi ha fatto molto piacere che tu sia venuta a cercare proprio me.” prima di allontanarsi canticchiando.

Hermione torna alla torre ancora trasognata e con una mano a sfiorarsi la guancia baciata dalla Serpeverde. Quando entra nella sala comune vede Lavanda stranamente tranquilla e senza l’immancabile compagnia di Calì. Raccoglie tutto il suo coraggio Grifondoro e si avvicina.
“Lavanda, posso parlarti?” Ad un suo cenno, Herm le dice: “La prima volta che noi... beh, abbiamo fatto l’amore, lui... lui è stato dolce. Eravamo entrambi imbranati, ma non è stato crudele. Però, se tu non l’hai mai... se tu, insomma... glielo devi dire! I ragazzi tendono a non accorgersene finché non è troppo tardi.”
Poco più tardi Ron le trova mentre ridono e si scambiano pettegolezzi piccanti sui loro compagni di Casa.

Il primo biglietto che Hermione scrive lo fa recapitare da una spavalda ragazzina del secondo anno. Ha scritto con cura e un po’ intimorita:
Grazie.
H.
P.S. Come fai a sapere come bacia Lavanda?
L’unica risposta di Pansy è stato un dolcissimo sorriso attraverso tutta la Sala e diretto a colpire il cuore di Hermione.

_______________

Approfitto di questo piccolo spazio per ringraziare chi è stato così gentile da lasciare un commento. Un grazie a:
HermyKitty XDD sono decisamente una fan dello slash. Grazie di essere passata di qui ^_^
Alessandra grazie per aver apprezzato l'ironia, spero di continuare a divertire.
freddymercury grazie dei complimenti e per avermi ricordato quanto sia carino ringraziare chi lascia traccia del proprio passaggio. ^__^

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Ti aspetto alle serre, fai in fretta ***


4. Ti aspetto alle serre, fai in fretta.

L’ennesimo incontro non ha bisogno di scuse o urgenti chiacchierate rivelatrici. Semplicemente Hermione sta studiando in riva al lago e Pansy le si siede vicino senza una parola. Quando, sbuffando, chiude il libro e si mette a osservare la Serpeverde, Pansy sorride un po’ di più e si appoggia indietro sulle braccia per mettersi comoda.
“Allora?” chiede Hermione con un sospiro.
“Allora, cosa?” le risponde quietamente.
“Allora, di cosa hai bisogno? Perché sei qui?”
“Niente di speciale, mi annoiavo.”
“E non potevi stare con le tue amiche nei sotterranei? O molestare Malfoy?”
Un leggero irrigidimento da parte di Pansy che non è sfuggito a Hermione. Non sa più cosa pensare, dopo anni di cattiverie, adesso era bastato un biglietto mandato alla persona sbagliata e un cortese scambio di opinioni a farle vedere la Serpeverde sotto un’ottica diversa. Forse perché prima di Ron e Harry, la secchiona con i denti da castoro non aveva avuto molti amici, o forse perché non aveva mai avuto amiche femmine, solo conoscenti e compagne di dormitorio, ma la vicinanza di Pansy, i suoi sorrisi, il suo cercarla con lo sguardo in mezzo alla folla in modo così naturale... beh, tutto questo fa riflettere Hermione e le accende una strana ma calda sensazione in fondo allo stomaco.
La voce risuona metallica ed esitante quando le risponde:
“Le compagne di dormitorio sanno essere così noiose alle volte. Sempre a parlare di maschi... e Draco, beh lui... lui è in giro con la sua ultima conquista.” Uno sguardo curioso da parte di Hermione la costringe a continuare guardando fisso l’orizzonte: “Una Corvonero... mi sa pure più piccola di noi...”
Hermione sa benissimo che questa è una bugia colossale. Draco si sta intrattenendo dietro le serre con UN Grifondoro del loro anno, che casualmente risponde al nome di Harry Potter. L’unica domanda è: per quale motivo quel bastardissimo furetto non solo mente sull’identità delle sue compagnie, ma nasconde persino i suoi gusti a quelli che credeva fossero suoi amici? La Casa di Serpeverde è famosa per la tolleranza in campo sessuale e quindi le ragioni del silenzio di Draco possono essere legate solo al fatto che... quello stramaledettissimo approfittatore porco si vergogna di provare attrazione per Harry! L’avrebbe pagata... certo... veramente cara!
Per uno strano caso del destino Hermione riesce trattenere tutto il suo oltraggio e anzi si rilassa, quando Pansy le sfiora i capelli per attirare la sua attenzione.
“Hermione? va tutto bene? Hai accartocciato quel povero foglio...” osserva con tono preoccupato; al silenzio della Grifondoro, Pansy prosegue con un tono divertito, ma un po’ forzato: “Ehi, non sarai gelosa? Non dirmi che ti piace Draco...” La risata di Hermione ha fatto girare molte coppiette che stavano passeggiando in riva al lago.
“Gelosa, io? Ma non dire scemenze... non credo proprio di essere del genere che interessa a Malfoy!” e se non fosse prerogativa Serpeverde, si sarebbe sentita una tonnellata di sarcasmo in questa battuta.
Un sorrisino di Pansy e poi un’altra lieve carezza sui capelli. Hermione è seduta leggermente più avanti e può vedere la sua compagna di chiacchiere solo con la coda dell’occhio. Si sono parlate fino adesso senza vedersi realmente, ma così, forse, è più facile essere spontanee. Un’altra carezza e poi Hermione si sente tirare leggermente le ciocche. Non è fastidioso, semplicemente attira l’attenzione sulle dita delicate che le stanno sciogliendo i nodi dei capelli un po’ arruffati.
“Hermione?” Un puro sussurro che le solletica un orecchio, a cui risponde con un sospiro estasiato per le attenzioni. Lei ha sempre amato che le accarezzassero, pettinassero, sistemassero i capelli, perché non era mai stata molto brava a farlo da sola.
Quando prosegue, il tono di Pansy è dolcemente esitante:
“Posso... posso pettinarti?”
Hermione si lascia sfuggire un altro sospiro e acconsente con un cenno del capo. Dopo qualche attimo e un mormorio indistinto si sente addosso il dolce peso di una spazzola e il delicato respiro di Pansy. Si riscuote solo un attimo per sussurrare un divertito: “Ma giri sempre con spazzole e pettini nel mantello?” e la Serpeverde le risponde con un sospiro divertito: “No, conosco solo un interessante incantesimo di trasfigurazione... non si sa mai quando una signora ha bisogno di rendersi più che presentabile!” La risatina di Hermione è subito smorzata dal piacere tenero con cui Pansy sospira ogni volta che una spazzolata decisa liscia i suoi capelli indomati.
Ogni tocco la spinge sempre più verso l’abbandono trasognato e quando Pansy le percorre decisa la testa con le dita per dividere in due code la sua capigliatura, lei reprime a stento un brivido.
“Che fai?” mormora.
“Volevo farti due trecce, credo ti stiano bene.”
“Ma le trecce mi fanno sembrare una bambina!”
“Ma tu sei la mia bambina!”
“Cosa?”
“Ho detto che non sei una bambina... e poi ti tiri sempre su i capelli con quelle mollette. Una pettinatura un po’ meno rigida non ti fa certo male!”
Prova a resistere con uno sbuffo, ma quando comincia a districarle i capelli come faceva sua madre poco prima che partisse per Hogwarts, lei si abbandona ancor di più e la lascia fare. Si risveglia dall’intorpidimento rilassato solo quando si sente tirare un po’ le trecce mentre Pansy le mette gli elastici. Quando entrambe sono legate, la Serpeverde le accarezza con un dito la nuca e il collo e poi le lascia un bacio leggermente umido alla base della testa per avvertirla di aver concluso. Percepisce il peso dei suoi capelli acconciati sulle spalle e, curiosamente, la nuca scoperta la fa sentire nuda. Sensazione amplificata dalla traccia umida del bacio di Pansy continuamente solleticata dalla leggera brezza che si è alzata. Un brivido la scuote e la voce preoccupata e dolcemente arrochita di Pansy la richiama dal suo rilassamento:
“Tutto bene? Hai freddo?”
“Un po’...” e poi, quasi tra sé e sé, “... sarà meglio che io vada a studiare in Biblioteca.”
Non fa in tempo a finire la frase che sente Pansy alzarsi e buttare lì un “Ciao... ” annoiato e rigido prima di avviarsi da sola verso il castello.
Lei rimane un po’ turbata dalla velocità nel dileguarsi della Serpeverde. Se n’è andata prima che lei potesse salutarla... ringraziarla... stringerla a sé... insomma, fare qualcosa.

Sistemando i libri nella borsa con un sospiro, si trova tra le dita il biglietto che Harry le ha affidato prima di fuggire rapidamente.
Ti aspetto alle serre, fai in fretta.
D.

Se avesse avuto un po’ di fortuna, li avrebbe trovati ancora lì... e questa volta si sarebbe fatta sentire!

____________

freddymercury ancora grazie per la recensione accurata... diciamo solo che alcune delle domande che ti fai avranno risposta, mentre altre no ^__^. Ti ringrazio anche per i complimenti per lo stile, fa sempre molto piacere. Se hai voglia di commentare piercing mi faresti veramente felice. Un abbraccio

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Perchè mi hai mentito? ***


5. Perché mi hai mentito?

Dietro le serre si estende un aggrovigliato e selvatico giardino all’inglese con molti cespugli folti e molte panchine. Paradiso per le coppiette in cerca di un po’ di intimità. Un patto non scritto tra i prefetti di tutte le case riguarda il non mettere il naso lì dentro in veste ufficiale, ma solo in compagnia e per cercare un rifugio sicuro per scambiarsi qualche tenerezza.
Per questo il passaggio dell’infuriato prefetto Grifondoro ha fatto suscitato qualche occhiata turbata e ha fatto togliere in tutta fretta molte mani da molti posti decisamente caldi.
Puah, quella è una Tassorosso del quarto anno... sempre più giovani e sempre più sfacciate!
Pensa Hermione, dimenticando quello che faceva lei con un certo giocatore di Quidditch proprio al quarto anno e proprio tra questi cespugli.
Assolutamente noncurante delle combinazioni etero e di quelle con lo stesso colore di capelli, finalmente trova il suo obiettivo avvinto su una panchina in una delle parti più romantiche di tutto il parco.
Draco è seduto e tiene Harry a cavalcioni su di lui mentre si scambiano un bacio molto infuocato. Hermione è dietro il suo compagno di Casa a qualche passo di distanza e può vedere come le mani di Malfoy siano infilate sotto la maglia di Harry e lo stringano e lo accarezzino possessivamente. Quando il bacio si fa meno selvatico, restano a fissarsi un po’ negli occhi finché l’orrida Serpe si accorge di lei e strilla, con una vocetta molto poco virile:
“Granger... cosa ci fai qui?”
A queste parole anche Harry si volta, senza scendere dalle ginocchia di Malfoy, e la guarda pensieroso.
“Herm... cos’è successo?”
“Il dannato furetto qui, ha un grosso problema!” gli risponde additando minacciosamente il Serpeverde.
Intanto entrambi si sono alzati e, mentre Harry cerca di darsi una sistemata, Draco fa un passo verso Hermione con i segni inequivocabili di un’erezione tesa nei pantaloni morbidi della divisa. Prima che Harry possa in qualche modo rassicurarla, Draco le risponde rabbioso:
“Sì Granger... ho un grosso problema esattamente tra le gambe. E questo affettuoso Grifondoro me lo stava per risolvere!”
Lei arrossisce appena di rabbia e poi replica:
“Ehi, bellezza, non pensare di intimidirmi con la tua... voglia insoddisfatta! Ti stai prendendo gioco di Harry e questo non mi sta per niente bene.”
Con uno sbuffo Draco torna a sedersi e lascia che Harry si avvicini alla sua amica e le chieda dolcemente:
“Hermione, ti ho chiesto cosa ti è capitato di così tanto grave da scavalcare la tua riservatezza naturale e farti piombare qui, in mezzo a tutte queste coppiette.”
Ehi, il suo migliore amico era preoccupato non tanto di quello che lei aveva da dirgli, ma del fatto che quella gelida secchiona della Granger fosse così sconvolta da precipitarsi nell’antro del peccato alla ricerca del suo migliore amico, salvatore del mondo magico e di pudiche fanciulle turbate. Ma perché nessuno credeva che anche lei potesse avere una vita sessuale?
Balbettando dalla rabbia repressa, tira fuori tutto in un unico ragionamento confuso:
“La Parkinson mi ha detto che questo bastardo va in giro a dire di stare con una ragazza di Corvonero invece che con te... perché si vergogna di te e di essere un maledetto fin...”
“Hermione!” la richiama imperioso Harry. Ha usato poche volte il suo carisma con i suoi migliori amici, però è indubitabile che sia un mago e un ragazzo con un certo potere.
Se Hermione si è zittita appena in tempo, Draco si fa prendere da uno scatto di nervi:
“Cosa stai dicendo, brutta putt...”
“Draco, ti prego, non ti ci mettere anche tu!”
Vedere il suo ragazzo e la sua migliore amica litigare per qualcosa che ancora non ha capito fa incurvare le labbra di Harry in un sorriso triste. Ma sa che se non mantiene la calma, difficilmente riuscirà a cogliere quello che sta succedendo.
“Herm, calmati e pensa a quello che mi vuoi dire.”
La Grifondoro si è già pentita di essersi lasciata prendere dall’ira. E fa un cenno che vorrebbe essere di scuse nei confronti del Serpeverde. “Oggi stavo chiacchierando con la Parkinson e lei mi ha fatto intendere che Draco stia con una ragazza e non con te ... che quindi sia etero e non interessato al salvatore del mondo magico.”
In un brontolio Malfoy mugugna: “Ma a me non interessa essere il fidanzato del salvatore del mondo magico...” e prima che Hermione intervenga con un’occhiata decisa da te l’avevo detto! Draco abbraccia da dietro Harry, gli appoggia teneramente il mento su una spalla e mormora: “... io voglio stare con Harry, solo con Harry!” Adesso il sorriso del Grifondoro è molto più intenerito e appoggia le sue mani su quelle che Draco ha sul suo addome e gli dà un delizioso bacio sull’angolo della bocca.
Ma ad Hermione è rimasto il dubbio che la casa Serpeverde non sappia nulla delle inclinazioni e dell’amore di Malfoy.
“Ma se ti vuole così tanto bene, perché non ha detto niente ai suoi amici della sua sessualità e della vostra relazione?” si lamenta in un pigolio.
Cercando in qualche modo di fare il gentiluomo e scusarsi per lo scatto di prima, è Draco a risponderle dolcemente:
“Non capisco di cosa tu stia parlando... Pansy sa che mi piacciono i maschi. Ci siamo lasciati appunto perché... beh, perché avevamo gusti differenti.” E poi aggiunge qualcosa di assolutamente senza senso per Hermione:
“Lei... beh, lei ti ha detto qualcosa di sé?”
“Riguardo cosa?” risponde dubbiosa lei.
Ma Draco non fa in tempo a parlare che Harry si gira, lo fissa intensamente e fa cenno di no con la testa. Quando torna a voltarsi verso la sua migliore amica, la guarda pensieroso e poi le dice: “Hermione, Pansy sa che Draco è gay e... beh, è stata lei a venirmi a dire che lui era interessato a me. Ha pure aggiunto la sua benedizione alla cosa.” La risatina dei loro primi imbarazzati approcci li scuote un po’.
Harry si scioglie dall’abbraccio possessivo di Draco, si avvicina a Hermione e mette una mano sulle sue, prima di guardarla negli occhi e dirle: “Vai a parlare con lei... forse c’è qualcosa che dovete chiarire.”
Lei fa solo cenno di aver compreso. Ma, mentre si allontana sconsolata, sente la voce di Draco urlarle dietro: “Ti stanno bene le trecce, Granger. Fattele più spesso.”

Il biglietto che scrive quella sera a cena e che affida a un Tassorosso molto educato, non è né accurato né gentile.
Perché mi hai mentito?

___________________

freddymercury mi piace molto l'idea di Pansy che flirta sottilmente, e' proprio l'immagine che volevo dare. ^__^ Grazie per la definizione di Sfregiato supersexy XDD Harry ringrazia! Grazie per aver notato il cambio di registro,questo capitolo voleva essere un po' più serio, più maliconico, appunto. Ma visto che non riesco a stare serio a lungo spero che gli scambi di questo nuovo capitolo ti abbiano fatto sorridere almeno un po'. Spero di continuare a divertirti e appassionarti.
Per la recensione a Piercing... sono shockata! O_O Non ho parole per ringraziarti per la cura con cui la commenti e per tutti i complimenti. Sei l'unica che ha colto quel sorriso segreto di Draco. Il mio voleva essere un piccolo vezzo, volevo provare a mettere lì un indizio sulle motivazioni che spingono il delizioso furetto... dopo tutto Draco sa che Harry ha il piercing perchè ha baciato Blaise e forse sa anche che le voci degli interessi particolari del Salvatore del Mondo Magico, non sono solo pettegolezzi. Il nostro Serpeverde s'è fatto i suoi conti e ha capito che poteva giocare con Harry. Hai avuto una parola per ogni situazione piacevolmente giocata sul limite dell'erotico, tutto dovendo ricordare che hai dichiarato di non amare lo slash... e questo è un gigantesco complimento per me, se riesco ad appassionarti anche se il genere non è il tuo preferito. Spero veramente di meritare ancora i tuoi complimenti così articolati e coivolgenti. Un abbraccio
Dark Heart grazie dei complimenti e spero che contnuerai a seguire questa piccola storia ^__^

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Hai delle ginocchia molto belle ***


6. Hai delle ginocchia molto belle.

Deve passare un’intera settimana prima che Hermione riesca a trovare Pansy quasi sola e in un luogo non troppo esposto, e, se non fosse una cosa stupida, l’attesa ha il sapore di una dolorosa gioia. La scorge seduta sul davanzale di una finestra in un corridoio deserto assieme ad una ragazza che le sembra familiare. Ha imparato la lezione, non vuole fare un’altra scenata. Ma quando Pansy alza gli occhi dal disegno dell’Asticello che sta completando per la sua compagna e la guarda innocente e beffarda, lei non resiste a ringhiarle contro.
“Parkinson... è l’ultima volta che mi faccio prendere in giro da te.”
La calma noncurante con cui la Serpeverde sistema i colori e, soprattutto, la delicata accuratezza con cui bacia sulle labbra l’altra ragazza e le dice: “Ci vediamo dopo, Amaryllis,” stranamente non aiutano Hermione a tenere sotto controllo la furia.
“Scusa se ti ho disturbato con quella lì...”
“Mia sorella.”
“Cosa, scusa?”
Quella lì è mia sorella. Siamo due gocce d’acqua, e non hai notato che anche lei si chiama come un fiore? La nonna aveva fisse da giardiniere... o forse era fissata con il giardiniere.”
A questa battuta le labbra di Hermione si incurvano in un rapido sorriso, subito soffocato da un travaso di bile.
“Perché mi hai mentito? Perché mi hai fatto credere che Draco fosse etero? Lo sappiamo tutt’e due con chi sta!” le strilla contro senza trattenersi.
Pansy fa un respiro profondo prima di rispondere, forse cercando di mantenere la calma.
“Veramente? L’hanno detto anche a te? Credevo fossi contraria alle relazioni omosessuali, sembri così... rigida sull’argomento. E sul sesso in generale, se è per quello!”
Hermione è letteralmente sotto shock. Anche Pansy ritiene che lei sia una secchiona freddina e indifferente all’amore. Ma quando la sua riservatezza si era trasformata in gelida disapprovazione?
“Se non ne parlo, non è detto che non mi piaccia o che io sia una... bigotta!” esclama, accalorandosi.
“No?” arriva rapida la provocazione e il ghigno troppo Serpeverde.
“No.” Ed Hermione vorrebbe mangiarsi la lingua per esserci cascata. Perché sa che adesso le toccherà sottoporsi ad un serrato e divertito interrogatorio.
Pansy le fa un po’ di spazio sul davanzale, largo abbastanza da farle sedere comodamente una di fronte all’altra a godersi il panorama mozzafiato delle montagne attorno al castello nella luce dorata del tramonto.
Hermione si sistema la gonna sotto il sedere per non sentire il freddo della pietra, ma tra l’orlo e i calzettoni le ginocchia rimangono scoperte. Le sue ginocchia non le sono mai sembrate interessanti, troppo ossute e con troppe cicatrici a segnare i molti giochi agitati fatti nel cortile della sua scuola Babbana... un’intera vita fa. Ma quando Pansy appoggia noncurante una mano sopra il suo ginocchio sinistro, questo sembra prendere vita e cominciare a pulsare ed attrarre l’attenzione della Grifondoro. Si accorge appena che la Serpeverde le ha fatto una domanda, così è costretta a chiederle di ripetere.
“Ho chiesto se pensi di essere una donna vissuta.”
Hermione scrolla le spalle. È una domanda così sciocca, certo ha avuto le sue esperienze.
“Diciamo che non sono una sprovveduta!”
La risata di Pansy è calda e sembra scavarle qualcosa dentro.
“Che tenera... non avrei scelto miglior definizione. Ma sei così innocente nell’uso delle parole. Mai una parolaccia, mai uno scatto volgare.”
“Uff, una questione di buona educazione... non di pudicizia virginale.”
“Ecco, parliamo proprio di questo.” Ma i Serpeverde fanno un corso apposta per sfoderare quel ghigno?
“Cosa vorresti sapere?” Non ha intenzione di renderle le cose più facili.
“Beh, mi sembra ovvio. Rispondi alla domanda che ti ha fatto Lavanda!”
“Ma l’ho fatto... implicitamente.”
“Dai, se sei una vera Grifondoro spavalda... dillo.”
Con uno sbuffo e in un mormorio replica: “Certo che l’ho fatto!”
“Cosa, Hermione? Il compito di Pozioni?” I Serpeverde hanno un modo sadico di divertirsi.
“No, intendevo dire che non sono più vergine... sei contenta?”
Non riesce a guardarla, però una stretta sul ginocchio e un sorriso caldo visto di sottecchi la rassicurano che non sarà troppo crudele con lei, ma che approfitterà dell’occasione per ridere solo un poco.
“E il fortunato è stato?”
Cielo, la saga dell’ovvietà! “Ron...” detto in un sussurro.
“E il piacere dato in altri modi?” il mormorio carico di tensione rimbomba nel corridoio deserto.
Hermione interrompe di scatto lo studio dell’orlo della gonna che stava tormentando, per guardare Pansy.
“Cosa?”
“Il piacere dato con le mani...” e pone un paio di dita sulla mano di Hermione a sottolineare il concetto “... e con la bocca.” Sposta le dita, le appoggia delicatamente sulle labbra di Hermione e la guarda intensamente. Lo sguardo le cade, un'altra volta, sulla sua bocca ma poi, con un sospiro, torna a fissarla negli occhi.
La Grifondoro parla con le dita della Serpeverde ancora sulle sue labbra:
“Chi?”
“Tu a lui...”
“Sì...” e prende la mano di Pansy “... e sì” e si accarezza piano la bocca con un dito. Vede la Serpeverde sospirare ed agitarsi leggermente sotto la sua stretta. Abbassa per un istante le palpebre e poi torna a fissare il nocciola di quelli di Hermione.
“E lui a te?”
“Di nuovo sì...” e sta volta intreccia le sue dita con quelle di Pansy “... e sì.” e le appoggia un dito sulle labbra. Quando Pansy chiude un’altra volta gli occhi e con un sospiro socchiude la bocca, Hermione sente il cuore rimbombarle cupo nelle orecchie e la salivazione azzerata. Nel preciso istante in cui l’altra le succhia il polpastrello con un bacio umido, non riesce a trattenere un gemito.
La tensione che le blocca il respiro sembra riverberare dalla Serpeverde e manca così poco al momento in cui Hermione si lascerà andare, chiuderà gli occhi e sostituirà la bocca al dito sulle labbra di Pansy.
Ma l’incantesimo viene rotto da una voce sadicamente divertita.
“Granger... Pansy. Vi ho trovato! La tua povera sorellina chiede quando finirai di aiutarla.”
“Draco.” “Malfoy,” lo salutano con un mormorio nervoso.
Quando il ragazzo le raggiunge e nota malignamente che hanno entrambe le guance arrossate e il respiro accelerato, con un tono fintamente angelico esclama: “Ho disturbato qualcosa?”
La prima a reagire è Pansy:
“Potresti dire ad Amaryllis che finiremo dopo cena? E adesso ti spiace sparire?”
Draco accenna un saluto con la mano e se ne va, ma non prima di aver mormorato in direzione di Hermione: “Scusa. Piccola vendetta...”
Pansy balza giù dal davanzale e si sistema la gonna, poi allunga una mano verso Hermione e l’aiuta a scendere. Poco prima di andarsene alla Grifondoro sfugge spontanea una domanda:
“Ma la baci sempre così, tua sorella?”
Un sorriso lieve di Pansy che poi risponde ridendo:
“Ehi, almeno io non bacio l’uomo di un altro!”
“Cosa a che fare Harry con questo... è come un fratello per me.” dice Hermione pensierosa.
Al sopracciglio alzato della Serpeverde, dopo poco ci arriva:
“Ah, ho capito.”
Un sorriso sornione e poi la stilettata:
“Prima di sapere che era mia sorella... gelosa?”
“Io? no!”
“Non è che vuoi essere baciata anche tu così?” Sì, ti prego.
“No! Ovvio che no!” nega in modo un po’ troppo precipitoso.

Il biglietto, assolutamente inaspettato, se lo trova accanto alle posate poco prima di cena, mentre Harry le assicura che Draco si scusa, che non lo farà più e che si porterà il pettegolezzo nella tomba.
Hai delle ginocchia molto belle.

__________________
freddymercury i tuoi commenti sono molto soddisfacenti, anche quando esprimono critiche o perplessità. Hai espresso il tuo punto di vista con garbo e attenzione e mi ha fatto veramente piacere leggere una riflessione così accurata. Beh, la mia storia vuole essere un divertimento leggero, quindi Harry si comporta così solo perchè vuole che sia Pansy a dire quello che vuole, quando preferisce. Hai dipinto Draco come il Serpeverde che effettivamente è... forse sono io che lo vedo molto più romantico quando è innamorato ^__^. Spero che questo capitolo abbia risposto molto meglio ai tuoi dubbi,più di quanto riesca a fare io... tento a incartarmi ancor di più quando cerco di spiegare i pensieri dei miei personaggi, forse perchè tendono sempre a fare di testa loro ^__-
mononoke: eccomi qui con il nuovo aggiornameto, spero ti sia piaciuto

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7. Non sto molto bene, mi vieni a trovare? ***


7. Non sto molto bene, mi vieni a trovare?


L’unico motivo per cui sta sopportando stoicamente questo siparietto al limite del surreale è il biglietto che Madama Chips le ha fatto avere alla fine delle lezioni pomeridiane.
Non sto molto bene, mi vieni a trovare?
Presa da un attacco di panico era riuscita solo a incastrare Draco ed Harry in un corridoio (stavolta prima che cominciassero ad amoreggiare, grazie tante!) e chiedere loro cosa fosse successo a Pansy.
Per questo motivo adesso era finita in una comica Ai Confini della Realtà.
Draco si scosta un po’ dall’abbraccio di Harry, si mette un dito sul mento per fingere concentrazione e poi dice con tono pensieroso:
“Cos’è che mi hai insegnato l’altro giorno? Ah sì! Pansy sta male perché deve arrivare il conte!”
Ed Harry risponde sbuffando divertito:
“Ma no. Il marchese.”
“Uff... allora Ganimede.”
“Ma no, la Luna!”
“Allora le sue favole...”
“Storie!”
“Attrezzi?”
“Cose... ma insomma Draco, le ragazze streghe sono come quelle Babbane. Come lo chiamate voi?”
“SPM... Sindrome premestruale. Harry, questa vostra mania pudica di nascondervi dietro sciocche metafore sarebbe divertente se non fosse ridicola.” Harry gli fa una linguaccia scioccato e poi gli dice:
“Ok, hai riso abbastanza di me... non volevo metterti in imbarazzo e pensavo che a voi rampolli di famiglie purosangue centenarie non facessero corsi di educazione sessuale.”
La risata di Draco fa sorridere di rimando Harry ed Hermione, che ha deciso di stare al gioco per scoprire dov’è Pansy.
“Tesoro, se a noi rampolli di famiglie purosangue non insegnassero nulla di sessuale, difficilmente urleresti di piacere come fai, quando, decisamente in modo non casuale, mi diletto con anilingus, fellatio o pratiche sodomite...” e conclude la sua lezioncina di sesso con un ghigno particolarmente soddisfatto e una provocazione: “... va bene così o preferisci la versione volgare?”
Harry non risponde e arrossisce. Sarebbe anche tenero, se non impedisse a Hermione di sapere dove diamine si sia cacciata una Serpeverde talmente depressa da aver bisogno di essere coccolata.
“Bene, Malfoy. Abbiamo tutti capito che sei un esperto in materia. Vogliamo trascurare per un momento la vostra ricca vita sessuale e pensare un po’ alla mia...” cosa avranno da sorridere così questi due? “... alla mia richiesta! Ve lo chiederò una volta sola e lentamente: dov’è Pansy?”
Harry sorride e dà un buffetto a Draco perché si decida una buona volta a rispondere e lui, che farebbe qualsiasi cosa per il suo amore, si degna di alleviare la preoccupazione palese di Hermione:
“Subito dopo pranzo Pansy è svenuta in sala comune. Ma non ti agitare, a volte le capita. Un po’ di riposo in infermeria e domani mattina è di nuovo fresca come una rosa.”
Quando allarga la gonna per fare un inchino di ringraziamento, il gesto è così carico di sarcasmo da mutare per un attimo i colori del suo stemma da rosso-oro a verde-argento. Ma non lo nota nessuno perché si è girata e con uno scatto sta percorrendo di corsa i corridoi per raggiungere il suo obiettivo.
Dopo essersi districata dalle braccia di Madama Chips che voleva impedirle l’accesso, non per un motivo particolare, ma perché in vena di dare fastidio a povere studentesse preoccupate, riesce ad accostarsi al letto di Pansy.
Sembra ancora più minuta, raggomitolata com’è, in mezzo al bianco accecante delle lenzuola ed Hermione le si avvicina il più silenziosamente possibile. Ha gli occhi chiusi e il volto rilassato di chi si riposa. Ma quando la Grifondoro si siede sulla sedia accanto al letto una mano sbuca dalle coperte e sembra cercarla. Hermione l’afferra delicatamente e mormora:
“Ciao, sono qui!”
“Lo vedo.”
“Ehi, se sei sarcastica vuol dire che stai meglio.”
Il sorriso affaticato di Pansy tranquillizza Hermione e mentre si accomoda meglio sulla sedia per avvicinarsi a lei, le sente dire con tono scocciato:
“Stupidi maschi... ho avuto un capogiro in sala comune, Theo si è fatto prendere dal panico e ha chiamato l’infermiera. A proposito...” continua con un tono da cospiratore “... non ti sembra più sadica del solito?” Hermione si gira per seguire lo sguardo che Pansy sta puntando verso l’ufficio e non si accorge che la Serpeverde ha preso la bacchetta. Solo quando si sente pungolare una spalla, si volta e nota di essere decisamente sotto tiro.
“Ehi, mettila via... non sono qui per bisticciare.”
Il tono è leggermente più acuto di quanto la coraggiosa Grifondoro intendesse, ma il ghignetto malizioso di Pansy la fa tornare a respirare.
“Cielo, Granger... temi per la tua incolumità, ma ti precipiti da me come se niente fosse? Poteva essere una trappola!”
“Pansy Parkinson... non sei per niente divertente!”
Hermione mette su un broncio che farebbe invidia a Draco quando Harry gli rifiuta un bacio, ma non nega di essersi precipitata da lei.
“Uff... io che pensavo di partecipare a Miss Simpatia! Volevo solo dirti che oggi i tuoi capelli sono più a posto del solito...” Mentre lo dice si sistema appoggiata ai cuscini e le sposta piano una ciocca con la bacchetta.
“Me li sono fatti pettinare da Lavanda... ma non ha il tuo stesso tocco, me li ha tirati quasi sempre.”
Il sorriso di Pansy ha qualcosa di ambiguo e di deliziosamente segreto, come se lei sapesse qualcosa che la Grifondoro intuisce appena. Per togliersi dall’imbarazzo Hermione chiede gentilmente:
“Come stai adesso?”
“Così così. Ho sonno e ho freddo.”
“Vuoi un’altra coperta?” Hermione si sta già alzando per andare dall’infermiera quando si sente afferrare un polso. Abbassa lo sguardo sulla mano che la trattiene e poi cerca di guardare in viso Pansy che sta, stranamente, tenendo gli occhi bassi. Quando parla, la voce della Serpeverde è un tenue mormorio:
“No... però potresti, se vuoi, venire qui con me.”
Solo quando le lascia andare la mano e dà un colpetto suggestivo al letto, Hermione coglie cosa intende per qui.
Senza minimamente chiedersi da dove venga tutta questa naturalezza, appoggia il mantello sulla sedia, si sfila le scarpe, si arrampica sul letto e si sistema sopra le coperte mentre Pansy le fa spazio.
Si dimena un po’ ma l’unica posizione in cui si sente comoda è su un fianco, voltando la schiena alla Serpeverde.
“Mi giro?”
“No, stai così... mi tieni al caldo.”
Pansy le poggia una mano sul fianco ed Hermione, con un sospiro, chiude gli occhi.

Si sveglia dall’intorpidimento mentre una mano le accarezza la schiena e poi sale a districare dolcemente i suoi capelli. Con un mugolio manifesta la sua soddisfazione e si accomoda meglio addosso al corpo caldo che la sta coccolando.
“Dormi?” la voce roca le sussurra direttamente all’orecchio e il respiro caldo le solletica il collo.
“Avresti preferito?” le risponde con un sorriso.
“Forse sì, adesso sono obbligata a smettere di giocare con i tuoi capelli.” La sensazione di intimo calore fa sospirare Hermione che non vorrebbe rinunciare a crogiolarsi nelle attenzioni. Ma quest’ultima frase l’ha colpita e l’ha lasciata perplessa, così si volta per guardare Pansy negli occhi:
“Perché sei obbligata a smettere?” le chiede mentre i loro visi sono a pochissima distanza e i nasi si sfiorano e i respiri si confondono.
“Perché mi piace molto.” Bastano pochi sussurri perché in quel letto tutto è ovattato e familiare.
“Se ti piace non ci trovo niente di male.” E quasi non si accorge del lampo di dolore e desiderio represso che attraversa gli occhi della Serpeverde.
“Hermione... devo dirti una cosa importante.” Sembra quasi che si stia strappando le parole a forza fuori dalla bocca.
“Dimmi...” le risponde lei in un respiro leggero.
“Hermione... a me, piacciono le ragazze.” E dopo questa dolorosa confessione si morde un labbro e chiude gli occhi.
“Lo so...” le risponde tranquilla la Grifondoro “... ti ho sentito parlare con la Bulstrode.”
“Millicent? Storia vecchia!” ribatte Pansy con un sorrisino e tornando a fissarla.
“Non mi importa se ti piacciono le ragazze... io voglio veramente esserti amica!” le risponde Hermione contagiata dal sorriso.
“Amica?” Per un attimo un’ombra scura sembra passare negli occhi della Serpeverde.
“Sì, Pansy.” dice Hermione con tono convinto.
Invece Pansy trattiene il respiro e poi soffia fuori:
“Non... non credo mi basti.”
“Cosa intendi?” e il suo sguardo è così innocente che la Serpeverde esita un attimo prima di chiudere gli occhi e avvicinare le sue labbra alla bocca invitante di Hermione. Il contatto è breve ma dolce e, un attimo prima si staccarsi, Pansy succhia dolcemente le labbra della compagna. Senza aprire gli occhi e solo con un filo di voce, le sussurra:
“Questo, Hermione. Intendevo questo.”
Non riapre gli occhi finché non sente la porta dell’infermeria chiudersi dietro alla Grifondoro in fuga.

__________________

alexluna: grazie, il divertimento dei miei lettori è proprio lo scopo che mi prefiggo con questa storia leggera.
freddymercury: eccoci ancora qui... ogni volta che vedo una delle tue recensioni faccio un saltello di anticipazione. La tua lettura attenta mi ripaga del tempo speso a litigare con i vari tag che non mi danno tregua... mi sa che sono un po' lenta di comprendonio. XDD
Momento chiarimenti (che pessimo l'autore che lascia i propri lettori con così tanti dubbi XDD): ehm... l'altra scenata avrebbe dovuto essere quella che le ha fatto in biblioteca per il bigliettino sulle labbra morbide. Hermione non piccia la Serpeverde impicciona solo perchè in fondo in fondo è curiosa di conoscerla e di capire perchè Pansy è così interessata a starle dietro. Alla fine di questo nuovo capitolo mi sa che Hermione s'è fatta un'idea ^___^. Sul fatto di baciare l'uomo di un altro... beh, Hermione e Harry si scambiano baci sulle labbra in segno di amicizia e Pansy vuol fare notare questa cosa alla Grifondoro.
Da quel che sembra i Serpeverde non sono proprio i tuoi preferiti... ma sono così dannatamente bravi a fare i cattivelli della situazione, sembrano nati per farlo ^__-
Grazie ancora per i complimenti, mi arruffo tutta per il piacere XDDD

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** La tua se la fa con altre ragazze ***


8. La tua se la fa con altre ragazze

“Si può sapere cos’è successo ad Hermione? Non ci stressa più per i compiti, non mi guarda più male quando mi attardo a, ehm, parlare con Lavanda. Ha litigato con qualcuno?”
“Non lo so, Ron. Non vuole fiatare, dice che non ha nulla e non vuole neanche più darmi un bacetto quando ci incontriamo.”
Forse Ron ed Harry dovrebbero controllare meglio di chi parlano appoggiati al retro di un divano in sala comune. Infatti dallo stesso divano sbuca una testa crespa particolarmente su di giri:
“Ehi, vi ho sentito. Tu...” e con un minacciosissimo dito fa indietreggiare l’ultimo maschio di casa Weasley “se hai bisogno di aiuto con i compiti, puoi venire a chiedere, e non me n’è mai fregato un beneamato ca... cavolo di quanti metri di lingua infili nella gola di chi vuoi. E tu...” le volte che il bimbo-sopravvissuto ha incontrato noi-tutti-sappiamo-chi adesso sembrano passeggiate di salute al cospetto della furia negli occhi di Hermione: “... tu sei l’uomo di un altro e io non bacio gli uomini degli altri!”
“Ok, Herm. D’accordo, va tutto bene.” I mormori dei suoi migliori amici sembrano calmarla e così Harry prova a parlarle di nuovo come se fosse una persona normale e non una belva in gabbia:
“Vieni alla festa Serpeverde, stasera? Draco ha invitato anche voi. Mi ha suggerito di riferirti che Pansy sarebbe molto felice se ci fossi.” A queste parole lo sguardo di Hermione prende una piega strana e lo fissa così intensamente da far male: “Veramente Pansy ha detto che sarebbe contenta di vedermi?”
“Draco mi ha detto che ti avrebbe invitato lei stessa se ti avesse beccato in giro. Ma sembri scomparsa.”
Lei risponde solo con una scrollata di spalle e un: “Ci penserò...” prima di rimettersi a leggere.

Ma alla fine c’è anche lei quando la brigata rosso-oro si dirige verso i sotterranei, con in mano un po’ di burrobirre e sulle labbra un sorrisetto malandrino.

Eccoci qua! Pensa Hermione, ad un solo passo di distanza dall’entrata della sala comune Serpeverde. La presenza di molti corpi adolescenti in uno spazio relativamente stretto ha fatto alzare la temperatura e così toglie il maglione che si era messa. Una rapida lisciatina ad una piega immaginaria sulla sua maglietta nera aderente e una sistemata ai pantaloni di velluto arancioni che Calì ha così tanto insistito per farle mettere. Vedrai che tutti si volteranno a guardarti, ti stanno benissimo, le ha detto, ed Hermione ha rinunciato a ribattere che sono troppo a vita bassa per lei. Spera solo di non sentirsi troppo a disagio mostrando l’ombelico e quelle quattro dita di pelle chiara.
I suoi amici l’hanno lasciata a cavarsela da sola: Ron si è già lanciato in una discussione sul Quidditch con il capitano di Corvonero, stringendo a sé Lavanda con quel fare possessivo che Hermione aveva sempre detestato e che la ragazza sembra invece apprezzare; Harry si sta dando ad un avvicinamento furtivo ma deciso al suo fidanzato, ed Hermione può giurare che Draco segue le mosse di Harry con un interesse particolare e un sorriso delizioso anche mentre fa ridere alcune sue compagne di casa con qualche battuta spiritosa e un paio di occhiolini ben assestati; Calì e Dean stanno già ballando nello spazio adibito a pista, sono così carini e nervosi perché da un paio di mesi si fanno gli occhi dolci senza che nessuno dei due abbia il coraggio di fare la prima mossa. Quanto vorrei che qualcuno mi guardasse con lo stesso desiderio con cui Dean guarda Calì. Peccato che non si accorga dell’intensa occhiata che la sta seguendo da quando è entrata.
Hermione sente già il panico da serata solitaria che sale. Anche in mezzo alla gente ogni tanto le prende questa fitta di assoluta inadeguatezza e solitudine, come se non fosse in grado di relazionarsi con le persone, ma solo con i suoi amati libri. Vorrebbe avere tanto lo sconsiderato coraggio di Harry nel buttarsi nelle relazioni (sta con Draco Malfoy! La più inavvicinabile e stizzosa creatura che abbia mai messo piede sulla terra) o la gioiosa inconsapevolezza di Ron nel porsi (sembra sempre pensare, da dietro quella cortina di capelli rossi: se ti vado bene così, ottimo! Altrimenti uno dei miei fratelli ti andrà meglio) o, almeno, la spudorata faccia tosta di Ginny che, in questo momento, sta strusciando la schiena sul petto di un compiaciuto Blaise mentre si fa spiegare un incantesimo che lei padroneggia alla perfezione dal terzo anno. Le andrebbe bene anche un fantasioso hobby, come quello di Seamus che sta facendo una sfacciata corte alla ragazza Serpeverde che si dovrebbe occupare del bar, facendo volteggiare le bottiglie di superalcolici come un barman provetto. Non ho neanche la passione per preparare cocktail... credo che ci sia una sola soluzione per far passare questa serata disastrosa. E, sedendosi su uno sgabello accanto all’improvvisato bar, allunga una mano verso il suo compagno di casa e dice in un sospiro:
“Sam, fammi qualcosa di molto, ma molto alcolico!”
Il primo sorso di qualcosa di dannatamente carico, lo manda giù fissando una minuta e glaciale Serpeverde che sta parlando con sua sorella, che si rivela essere un po’ più alta di lei, ma senza l’attraente sfumatura blu nei capelli corvini.

Le immagini cominciano a farsi sfocate e i pensieri confusi, quando i “Fanne un altro, Sam” di Hermione iniziano a essere numerosi.
Gli avvenimenti arrivano sotto forma di flash slegati uno dall’altro.
Dean e Calì che parlano su uno dei divani neri di pelle.
Nott che balla con Hannah Abbott, ma questo se lo deve essere sognato... un Serpeverde con una Tassorosso, inimmaginabile!
Zabini che sorride a Ginny mentre le mostra la via per i dormitori maschili.
Ad un certo punto è sicura di aver chiesto a Seamus della sua nomea come amante versatile e che lui le abbia risposto, dopo una risata contagiosa:
“Non capisco cosa intendi, Herm. Già parli in modo complicato quando sei sobria, adesso... diciamo che tendi a mangiarti qualche sillaba.”
E lei, con uno sforzo inaudito di volontà, riesce a mettere insieme un paio di parole di senso compiuto:
“Sesso, Sam. Maschi o femmine è lo stesso!”
Un’altra risata piena e una scrollata di spalle fanno venire un principio di mal di mare ad Hermione e la convincono che Seamus ami infilarsi proprio in qualunque letto.
Per un attimo ha la tentazione di chiedergli (implorarlo) di infilarsi nel suo, per cacciare questa strana attrazione per il bel paio di gambe che la nuova cercatrice di Corvonero mette in mostra indossando una minigonna al limite del legale... ma poi un altro spettacolo svia la sua attenzione.
Lavanda e Ron stanno litigando. Più precisamente Ron sventola un bigliettino e Lavanda ha smesso di urlare per incrociare le braccia e tenergli il muso. Arrivano pochi cenni alle orecchie (stranamente ronzanti) di Hermione e lei fatica a mettere insieme i motivi della sceneggiata.
“Che cazzo vuol dire questo biglietto? La tua se la fa con altre ragazze.” La voce di Ron arriva ad Hermione forte e chiara e le scuote quel po’ di capacità intellettiva che le è rimasta.
“Cielo, Ron. Sei così bigotto che ti scandalizzeresti se mi piacessero anche le ragazze?” Herm ritira quello che ha detto sulla voce di Ron. Il trillo acuto e scandalizzato di Lavanda ha ucciso qualsiasi possibilità lei avesse di poter affrontare i M.A.G.O. con dignità e competenza.
“Ma è mai possibile che in questa scuola non ci sia nessuno di normale?” La battuta vorrebbe essere innocente e solo un po’ scocciata, ma è bastata un’occhiata di Draco perché Harry capisse che comincia già a tirare una brutta aria. Infatti si allontana dal gruppo di Tassorosso con cui stava giocando a scacchi e raggiunge Ron, appoggiandogli una mano sulla spalla. Ron non è mai stato uno rapido nel capire le situazioni, ma quando sente il peso familiare della mano del suo migliore amico si gira con uno sguardo inorridito e dice:
“Cazzo Harry... lo sai che non intendo offendere nessuno. Volevo solo dirle che se va con altri ragazzi, ragazze o, Santa Morgana, ippogrifi in calore, me lo deve dire. Giusto per non fare la figura del coglione che sto facendo adesso.” Un sorrisetto di scuse e gli occhioni pentiti di Ron valgono di più di un discorso accorato. Harry gli rivolge un cenno di comprensione e poi fa per andarsene. L’apparizione di Draco alle sue spalle lo fa sussultare e il suo sorriso è così aperto e innamorato da imbarazzare le candele per essere state superate in luminosità.
“Weasley, cos’hai lì?” Con un po’ di incoraggiamento da parte di Harry, Ron consegna al Serpeverde l’oggetto della contesa. Draco lo prende, lo legge e poi tutta la sala può vedere il sopracciglio inarcato quando richiama con voce imperiosa una delle sue compagne:
“Millicent!”
La Serpeverde comincia a giustificarsi appena arriva dalle parti del suo Prefetto.
“Pansy mi ha mandato un biglietto un po’ di tempo fa con scritto che la Brown ha baciato lei in modo molto più entusiasta di quanto lo faccia con lui e di ricordarmi di dirlo a questo qua! Io ho solo fatto quello che lei mi ha chiesto.” Come riesca a spremere parole comprensibili fuori dal broncio che ha scolpito in faccia è un mistero.
“Ecco perché vi siete lasciate.” Il tono è pensieroso e quasi intimo. Il problema è che l’hanno potuto sentire tutti nel silenzio innaturale dell’attesa.
La reazione di Pansy arriva immediata:
“Fottiti Malfoy... perché non ti fai un po’ gli affari tuoi invece di sputtanare gli altri?”
E Draco sbianca... più di quanto fosse concepibile per la sua carnagione già lattea. Si rende conto di aver appena dichiarato davanti a tutti i ragazzi più anziani di Hogwarts che la sua migliore amica è lesbica e che stava assieme ad una compagna di Casa.
E Draco si vergogna... come se questo fosse possibile agli alteri e sempre perfetti Malfoy.
Non sapendo come migliorare la situazione, sceglie l’unica soluzione onorevole.
Restituisce bruscamente il biglietto incriminato a Ron, si volta verso Harry, lo guarda intensamente e poi, in mezzo alla sala gremita di studenti, gli fa scivolare una mano sulla nuca e una alla base della schiena e lo attira a sé per uno dei baci più intensi e più bollenti che si ricordi si siano scambiati due etero, gay o ragazzi confusi nel dormitorio Serpeverde dalla fondazione di Hogwarts ad oggi.
Solo quando i fischi di approvazione e gli urletti di scioccato interesse (da parte di molte ragazze ed alcuni ragazzi) si spengono, Draco dichiara ad alta voce, in modo che tutti lo sentano:
“Harry James Potter, io ti amo.”
E al Grifondoro non resta che tornare a sorridere, stringersi al suo compagno e mormoragli in un orecchio: “Anch’io ti amo, Draco.”

Hermione dà una rimescolata decisa al suo ennesimo cocktail con l’ombrellino azzurro che Seamus le ha procurato e poi si gira verso l’improvvisato barman per dire:
“Sam, Draco ha appena limonato Harry in mezzo a tutti?”
E Seamus, particolarmente turbato: “Sembra proprio di sì, Herm.”
Allora lei conclude con tono saputo: “Beh, diciamo addio al fondo fiduciario Malfoy...” Tono che avrebbe avuto un effetto più incisivo se lei riuscisse a rimanere seduta sullo sgabello con un po’ più di convinzione ed equilibrio.

____________

Eccoci qui con un altro capitolo... che vergogna, sono secoli che non aggiorno! ^#___#^
Così ringrazio per le acute osservazioni freddymercury (sarà mio punto d'onore fare in modo che questi Serpeverde comincino a starti un po' più simpatici... anche se in questo capitolo li avrai trovati ancora più fastidiosi XDD) e HermyKitty per aver lasciato traccia del suo passaggio e corro a pubblicare anche il prossimo capitolo, per farmi perdonare almeno un pochino, spero!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Digli che ieri sera Lavanda non mi baciava con così tanto entusiasmo ***


9. Digli che ieri sera Lavanda non mi baciava con così tanto entusiasmo

Con uno sbuffo di Ron per le scenette zuccherose di Harry e Draco e una Lavanda particolarmente affettuosa nel dichiarato tentativo di farsi perdonare, il siparietto si può dire concluso al meglio per tutti. Beh, soprattutto per l’ala chiacchierona dei Corvonero, quella che pensa che i pettegolezzi siano informazioni e le informazioni, potere.
Hermione è totalmente ubriaca. È riuscita nell’intento di affogare a forza di alcolici la stretta dolorosa che sentiva in fondo allo stomaco. Infatti adesso la sua mente vaga felice in un palloncino ovattato e tiepido e le capacità motorie e linguistiche si sono trasformate in quelle di un bimbo di due anni con un grave caso di stordimento da giostra rotante.
“Com’è che si chiamano quei giochi che girano?”
Seamus ormai non bada nemmeno più alle domande senza senso di Hermione, visto soprattutto che Cleo, la ragazza Serpeverde, ha cominciato a manifestare un certo interesse per l’accento irlandese.

Solo quando si sente afferrata con una stretta decisa nella carne morbida sopra il gomito e una voce conosciuta le dice sbrigativa: “Sei ubriaca, vieni un po’ di sopra a fartela passare, prima di dare spettacolo”, Hermione smette di tormentare un povero ombrellino da bicchiere.
Viene tirata su di peso e trascinata per le scale dei dormitori Serpeverde. Per un solo secondo le si agita dentro un guizzo di paura perché sa di non avere il pieno controllo di sé. Ma la stretta si fa meno dolorosa e la voce di Pansy attraversa l’annebbiamento alcolico: “Dai, Hermione... ancora qualche passo e poi potrai riposare.”
La promessa della Serpeverde si manifesta in un morbido letto verde-argento del dormitorio femminile. Hermione ci crolla sopra con poca eleganza, mentre Pansy scosta una sedia e si siede accanto a lei.
Con il viso affondato nei cuscini le sembra di percepire un profumo familiare... quello che sente quando è felice.
La testa le gira, allora allunga una mano alla cieca e borbotta in mezzo alle coperte:
“Paaansy... vieni qui... la stanza non sta ferma e mi servi tu per rimanere ancorata alla terra!”
La Serpeverde nasconde il sorrisino intenerito in uno sbuffo scocciato, ma si arrampica sul letto e si appoggia alla testiera del letto. Hermione alza gli occhi verso di lei, le rivolge un sorriso sgembo, poi affonda il viso nel suo seno e appoggia una mano sul suo fianco con un sospiro soddisfatto. Pansy la stringe un po’ e le accarezza i capelli.
“Hai fatto le trecce...” le mormora mentre le scosta i ciuffi fuggiti dagli elastici e percorre la testa e la nuca nuda.
“Le ho fatte per te.” le risponde l’altra ragazza, accomodandosi meglio tra le braccia della Serpeverde. Quando ha finito di sistemarsi, Pansy le dà un bacio leggero sulla fronte per ringraziarla silenziosamente.
“Stavi cominciando a farti sentire di sotto... hai bevuto troppo.” Adesso le carezze si sono spostate su una spalla e sul braccio ed Hermione rabbrividisce. Pansy smette di sfiorarla e le appoggia una mano poco sopra il gomito, con una presa leggera ma possessiva.
“Nooo...” Hermione sembra una bambina, mentre cerca di negare di aver esagerato, e poi continua:
“Tu mi hai fatto male... dove hai imparato questa cavolo di versione modificata della presa Vulcan?” dice, massaggiandosi in gomito e poi tornando ad accarezzare il fianco dell’altra.
Pansy la guarda stupefatta e sembra pensare che questi Babbani non li capirà mai. “Cosa stai dicendo, Hermione?”
Herm sembra ricordarsi con chi sta parlando e alza lo sguardo verso gli occhi attenti dell’altra ragazza: “Che noia, con voi purosangue... anche con Ron non si può mai fare una battuta che subito ti guarda come se venissi da un altro mondo.”
La Serpeverde le sfiora piano la guancia con il pollice e poi mormora:
“Ma tu sei venuta da un altro mondo... a sconvolgere il mio.”
Hermione sorride, ma il tasso alcolico sembra averla resa ancor più impermeabile ai tentativi di seduzione. Infatti non coglie e, seguendo il suo personale filo logico, toglie la mano dal fianco della compagna e si mette una mano su un seno:
“Tu sei cattiva! Hai detto che ho le tette così piccole da far piangere...”
Il broncio della Grifondoro è la cosa più deliziosa che Pansy abbia mai visto e il sorriso tenero con cui le risponde manifesta il suo sentimento:
“Dai, Herm. Eravamo al quinto anno... nel pieno di una stupida guerra. Eravamo ragazzini spaventati e per questo crudeli. Potrai mai perdonarmi?”
La boccuccia pensierosa che fa sta per infrangere i buoni propositi di Pansy. Prima che le sfiori le labbra con un dito per farle passare quella piega di rimprovero, Hermione si lascia sfuggire un sospiro e poi dichiara:
“Va bene. Ti perdono. Però non sono così piccole...” e dicendolo si dà una leggera stretta. Pansy deve mordersi un labbro per tenere le mani a posto, ma poi riesce a mantenere il controllo.
Continuando come se nulla fosse, Hermione sposta la mano e si copre la bocca sbadigliando.
“Hermione, sei stanca. Vuoi che ti lasci riposare?”
“No. Resta qui con me, ho voglia di parlare... è stato carino Draco a sviare l’attenzione da te, esponendosi così. È stato leale.”
La risatina di Pansy fa sobbalzare Herm. “La lealtà è cosa da Grifondoro... noi siamo Serpeverde, ricordalo. Si è semplicemente esibito. Harry cominciava a soffrire di tutta questa segretezza e allora Draco, vigliacco com’è, si è spaventato per la possibilità di perderlo e ha deciso di imbastire quella sceneggiata per fare un gesto galante per il suo fidanzato e prendersi il piacere di essere il pettegolezzo più piccante del prossimo semestre. Tutto qui.”
“Ma... la sua eredità?” le chiede curiosa. Domande del genere non le sarebbero neanche venute in mente se non fosse ad un passo da una sbronza colossale.
“Oddei! Hai creduto anche tu alla storiella sulle minacce del padre di Draco se non avesse smesso di darsi a pratiche contro natura?”
Gli occhioni innocenti di Hermione continuano ad essere una tentazione per lei, a cui però ha deciso di resistere. L’ha deciso proprio fuori dall’infermeria, l’altro giorno, strappandosi a forza dal cuore il desiderio e l’attrazione per questa Grifondoro.
“E non è vero?”
Con uno sbuffo, Pansy si concede il gusto di un’indiscrezione: “La storia dell’eredità negata è una bufala, Draco avrà quello che gli spetta quando compirà 21 anni... e riguardo l’orrore per le pratiche contro natura... diciamo solo che i segretari personali del caro Lucius sono stati uno più attraente e disponibile dell’altro.” Lo sguardo turbato di Hermione fa ridere Pansy che le accarezza il viso per calmarla.
“Dai, non ho detto niente di così scandaloso. Draco da qualcuno avrà pur preso...”
La risata piena di Hermione la prende alla sprovvista e le strappa un’occhiata perplessa.
Solo quando la Grifondoro si mette una mano sulla bocca per cercare di calmare gli ultimi scoppi di risatine, lei le chiede:
“Cosa ho detto di così tanto divertente?”
“Certo che Draco deve aver preso qualcosa da qualcuno... da quel che racconta Harry, non gli si è mica infilato nei pantaloni ancora vergine!”
“Hermione Granger! Da quando spettegoli sulle esperienze sessuali dei tuoi amici?” Il tono fintamente scandalizzato fa sorridere Hermione di rimando e la fa rispondere con una voce maliziosa:
“Da quando una Serpeverde doc come te si scandalizza per così poco? Pensavo che in questa Casa fosse tutto permesso e accettato!”
“Ehi, abbiamo una morale anche noi...”
“Sarà...” Hermione sembra dubbiosa, ma Pansy non ha la forza di litigare perché la Grifondoro le si è stretta ancor più addosso e le sta accarezzando pigramente una coscia.
Sa che dovrebbe farla smettere, Hermione è ubriaca e questa è tutta disinvoltura alcolica, ma non riesce a resistere alle carezze esplorative con cui la ragazza sembra prendere confidenza con un altro corpo femminile. Quando la mano di Hermione supera l’orlo del vestito nero e verde di Pansy e si accomoda sulla carne nuda poco sopra il ginocchio, questa butta fuori il fiato che aveva trattenuto in un ansimo stupefatto.
“Mi piace la sensazione del velluto sotto i polpastrelli. Ma il calore della tua pelle è meglio.” Il tono è assorto ed Hermione non sembra fare caso all’accelerare dei battiti del cuore di Pansy.
Ma poi, inseguendo di nuovo l’erratico filo dei propri pensieri, dice, togliendo la mano:
“Cos’era tutta quella storia dei biglietti a Millicent e tu che baci Lavanda e vuoi farlo sapere a Ron?” Decisamente le capacità espositive della secchiona Grifondoro sono già andate a dormire, perché Pansy ci mette un po’ a capire dove voglia andare a parare.
“Ok, ti meriti una buona volta la verità.” Pansy sente già la nostalgia di quelle carezze timide e sconvolgenti, ma preferisce concentrarsi nel discorso piuttosto che rischiare di approfittare delle debolezze di una ragazza indifesa.
“Oddio, sono diventata una Grifondoro!” mormora tra sé e sé.
“Ehi, non c’è niente di male ad essere Grifondoro... ma effettivamente, una Serpeverde che dice la verità senza guadagnarci qualcosa non s’è mai vista!” le risponde Hermione un po’ scocciata.
“Infatti io ci guadagno di liberarmi la coscienza, senza che tu te ne possa ricordare domani... viste le condizioni in cui sei.”
Il lampo di comprensione che attraversa gli occhi di Hermione non viene colto da Pansy, che si avventura nella spiegazione:
“Allora, ti ricordi il primo biglietto che ti è arrivato?”
Hermione fa un cenno di assenso.
“Beh, non era per te, ovviamente. Però non so quanto avrei pagato per vedere la tua faccia quando l’hai letto. Un giorno mi dirai a chi hai pensato, vero? I tuoi amici, senza dubbio. Certo non ti sarà venuto in mente che era un tentativo di seduzione, innocente come sei.”
La sberla leggera sulla coscia interrompe le risatine di Pansy.
“Cosa ne sai di cos’ho pensato? Le ragazze hanno un sacco di parti rosa interessanti.”
Pansy si concede solo un sospiro e poi mormora: “Lo so, tesoro. Lo so!”
Hermione interrompe le riflessioni della Serpeverde: “Cosa diceva il biglietto per me?”
Digli che ieri sera Lavanda non mi baciava con così tanto entusiasmo.”
“Non è quello che ha detto la Bulstrode!” interviene la Grifondoro con tono accigliato.
“No, ovviamente lei l’ha cambiato per fare più male. Noi Serpeverde siamo fatti così. Se ci umiliano ci vendichiamo tre volte tanto, magari coinvolgendo qualche innocente per puro divertimento sadico.”
“Ma perché questo biglietto per me?” Hermione lo chiede accomodandosi un po’ meglio tra le braccia di una Pansy che trattiene il fiato ogni volta che la mano dell’altra ragazza giocherella con i bottoncini del suo vestito.
“Perché volevo vedere se riuscivo a sconvolgerti in qualche modo. Sei così spenta, da un po’ di tempo. Niente crociate per la liberazione di entità sconosciute ma svantaggiate socialmente, nessun progetto di rivoluzione del metodo di studio dell’intera Casa di Godric, neanche uno sguardo interessato a qualche esemplare maschile piacente.” confessa la Serpeverde, cercando di concentrarsi sul discorso, piuttosto che sulle carezze curiose sulla schiena, sul fianco, sul braccio fin sulla spalla, sfiorando un seno nel passaggio.
“Ehi, mi hai osservato un bel po’.”
“Già, è un po’ che ti guardo da lontano, Hermione.” sospira, lasciando che l’esplorazione quasi inconsapevole continui.
“Comunque il bacio avrebbe dovuto andare a Milly. Era un modo per fare pace dopo un bel po’ di litigate... e invece, per colpa di quella stupida di Harmony –la mia gufa svampita, non mi guardare così- che ha sbagliato a consegnare, tu ti sei trovata in mano un tentativo di seduzione e Milly invece le prove di un mio ipotetico tradimento.”
“Solo ipotetico?” La Grifondoro ferma la mano e la fissa con un’intensità che Pansy non aveva mai visto nei suoi occhi.
“Vuoi sapere veramente se ho baciato la Brown? Non sarai mica gelosa?”
“No... solo curiosa di capire come fa una donna ad essere attratta da un’altra donna.” Lo dice con un tono di pura innocenza mentre con un dito segue svogliatamente la linea della scollatura del vestito di Pansy.
“No, Hermione, non me lo fare. Non fare la santarellina dopo che...”
“Dopo cosa?”
“Non provocarmi. Sono una Serpeverde, non puoi umiliarmi e poi sperare che dimentichi tutto. Sono già passata sopra a troppi fraintendimenti imbarazzanti solo per poterti rimanere amica.”
Lo sguardo di Hermione si fa più provocante e il primo bacio tiepido sulla gola della Serpeverde arriva così inaspettato da strapparle uno strillo. Si lascia scappare solo un sospiro quando la Grifondoro, molto prudentemente, si avventura con baci lievi sul collo e poi sotto l’orecchio. La lascia fare senza muovere un muscolo, totalmente irrigidita tra il desiderio di non spaventarla, in modo che non smetta, e l’imperativo morale di non approfittarsi dello stato alterato della ragazza.
La scia umida della lingua sul collo le fa serrare spasmodicamente gli occhi e i pugni.
Il primo succhiotto delicato la fa gemere di tortura e desiderio.
Il morso deciso la fa inarcare contro il corpo della sua compagna e le strappa un paio di lacrime di frustrazione.
“Herm, per favore... basta!” La preghiera nella voce di Pansy è di puro desiderio.
“Non ti piaccio? Non mi vuoi?”
Persino il tono da bimba delusa la fa sembrare ancora più sexy. Pansy apre gli occhi e la guarda. Con una carezza per consolarla le dice:
“Sei stupenda.”
Il sorriso di Hermione illumina la stanza e quello che dice dopo fa cedere ogni morale di Pansy:
“Non sono mai stata con una ragazza, non vuoi essere tu la prima per me?”
Un cenno, solo un cenno di assenso e Hermione si avventa in un bacio scoordinato e confuso. Non c’è modo per Pansy di dare un senso a questo bacio, Hermione vuol fare troppe cose tutte insieme: baciarla, succhiarla, leccarla, infilarle mani dappertutto. Quando si stacca, le lascia un senso di stordimento che ha più a che fare con il malessere dell’agitazione che con il leggero accendersi della passione.
Hermione è rimasta con gli occhi chiusi e accoccolata. Pansy invece si sta dando della stupida nelle tre lingue che le hanno fatto studiare da bambina. Se le interessasse solo l’avventura di una sera, avrebbe superato molto più agilmente qualsiasi remora morale e si sarebbe lasciata andare. Invece, lei tiene a questa ragazza... e se non fosse troppo presto e troppo sdolcinato, potrebbe dire che, beh, è innamorata di Hermione Granger, Grifondoro e Babbana.
E quindi non può assolutamente approfittare di lei da ubriaca.
Resta un’unica cosa da fare.
“Herm, piccola? Scendo solo un attimo.”
Ma lei nemmeno l’ha sentita, visto che sembra già essersi addormentata.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Se c’è ancora qualcos’altro che vuoi dirmi, sono dietro le serre ***


10. Se c’è ancora qualcos’altro che vuoi dirmi, sono dietro le serre

Quando Hermione si risveglia la testa sembra volerle esplodere da un momento all’altro e il rosso-oro delle cortine del letto la acceca.
Vorrebbe solo rintanarsi nell’angolo più buio e silenzioso del castello e morire lì in santa pace.
Ha una sete indicibile e il sapore in fondo alla gola è uguale a quello che avrebbe avuto se avesse leccato tutti i calderoni degli studenti peggiori di Pozioni.
Il mal di testa le pulsa dietro gli occhi e, per questo, e per essersi svegliata con addosso la camicia da notte più frivola che si sia mai vista sul pianeta dei pigiami frivoli, si fa la promessa che tutti, dopo una notte particolarmente brava, si sono fatti al risveglio: mai più bere così tanto! Beh... fino alla prossima volta.

Quando scende in una sala comune quasi deserta, per sua fortuna, con i capelli tutti arruffati, stropicciandosi gli occhietti minuscoli con un pugnetto e sbadigliando nella peggiore interpretazione della sua versione scarmigliata, Harry non riesce a trattenere un sorriso intenerito e le dice, porgendole un bicchiere d’acqua per aiutarla a riprendersi:
“Buongiorno, ben svegliata!”
Lei si copre le orecchie con le mani con la faccia di una che ha appena addentato un limone molto verde.
“Ti prego, parla piano... credo che uno stormo di Folletti della Cornovaglia abbia deciso di fare un nido nella mia testa!”
Trattenendo una risata e facendole posto sul divano, le sussurra:
“Buongiorno, bella addormentata! Ci siamo date ai bagordi ieri sera?”
La risposta è un gestaccio che vorrebbe essere stizzito, ma è solo stanco.
La vena sadica di Harry si manifesta in tutto il suo splendore in questi cinque minuti e, mentre Hermione cerca di ritornare ad essere un entità senziente e non un Inferius con gravi problemi caratteriali, lui affonda la stilettata:
“Hermione, ti ricordi cos’è successo ieri sera?”
Il terrore negli occhi di Hermione è pari allo stesso che ha provato quando vedeva i suoi migliori amici divincolarsi nel Tranello del Diavolo che stringeva sempre più. Il senso di soffocamento  e di aver fatto un’idiozia è lo stesso.
“No?”
“Pansy è venuta a chiamarmi, sono salito... lo sapevi che il castello non reagisce trasformando le scale, se sei gay?”
“Sì, Harry, c’è scritto su Storia di Hogwarts...”
“Veramente?”
“No, stupido...”
Una risata e una carezza da parte di Harry ed Hermione si sente uno straccio un po’ meno strizzato:
“... sono venuto a prenderti e, con Ron, ti ho portato alla torre.”
Il panico si accende negli occhi della Grifondoro:
“Ma se Ron non può salire nei dormitori femminili... non mi avrai mica spogliato tu?”
“Certo...”
La faccia inorridita e la mano sulla bocca per nascondere l’imbarazzo fanno capitolare Harry:
“Ma no, sciocca! Ci ha pensato Lavanda... tanto comunque aveva seguito Ron.”
“Ecco perché mi sono trovata addosso una delle sue camicie da notte tutta pizzi!”
“Cavoli, saresti stata uno spettacolo da vedere!”
La mezza occhiata gelida – mezza perché di più non ha la forza- spegne le risate di Harry che, con tono molto più serio, le dice:
“Hermione, cos’è successo in camera con Pansy? Hai litigato con lei? Quando è scesa aveva le lacrime agli occhi...”
Lei distoglie lo sguardo e poi mormora:
“Non lo so, Harry. Ma so che devo andare a scusarmi con lei e prometterle che non succederà più.” Non è solita dire bugie al suo migliore amico, ma proprio non se la sente di affrontare quello che ha fatto a Pansy e, soprattutto, i sentimenti contrastanti che le agitano lo stomaco e la mente.

Decide di attuare il suo piano di scuse subito dopo pranzo... prima deve concentrare ogni suo sforzo mentale e fisico nel non sobbalzare ad ogni rumore un po’ troppo violento e a non farsi lacrimare gli occhi più del dovuto per la luce soffusa delle candele.

Pansy non si fa vedere a pranzo, né è con gli altri Serpeverde a godersi un po’ di aria aperta in riva al lago più tardi.
Hermione ha deciso che l’animaletto schifoso e vermiforme che si sente dentro è frutto della sua serata brava. Non avendo la più pallida idea dei suoi sentimenti per Pansy, ha approfittato di lei per alleviare quell’insulso bisogno fisico di contatto con un altro corpo caldo. Le sarebbe andato bene chiunque, per smettere di essere, per qualche minuto, la vergine di ghiaccio che tutti credono che sia. Allora non solo i maschi sfogano gli istinti sessuali con la scusa dell’amore.
“Mi sento un verme!” mugola sulla spalla di Harry che, per stare con lei, ha rinunciato alla passeggiata mano nella mano con Draco attorno al lago... beh, ci ha rinunciato anche perché gli sarebbe sembrato un po’ troppo adesso che tutti lo sanno, mettiamo un po’ in mostra il gran pezzo di figliolo che è il mio fidanzato! Questi Serpeverde esibizionisti!
“Ehi, mia dolce! Ti senti male? Non dovevi bere così tanto ieri sera... hai lasciato che Seamus preparasse i suoi Special per te? Lo dovresti sapere che sono Bombe Molotov con un po’ di granatina al limone...”
Persino il tono attento e preoccupato di Harry la sta facendo sentire un escremento di qualche bestiolina minuscola ma potenzialmente spregevole.
“No. Ma Pansy non mi vorrà più parlare...” piagnucola sempre sulla spalla di Harry.
“... non che mi ricordi cosa posso aver fatto per farla arrabbiare.” si giustifica in modo rapido. E il verme in cui lentamente si sta trasformando aumenta le sue dimensioni.

Mentre se ne sta comodamente tra le braccia di Harry pensando a quanto abbiano fatto bene a lui e a Ron gli allenamenti massacranti di Quidditch... cielo, sono una pervertita! Adesso mi metto a fare apprezzamenti sessuali sulle braccia, i pettorali e... ehm, gli addominali tonici... dei miei migliori amici! Insomma, mentre se ne sta abbracciata a Harry, scorge con la coda dell’occhio il balenare di una chioma corvina. Se mi vede tra le braccia di un altro, mi uccide! Questo è il suo primo pensiero. Il secondo ha più a che fare con lo strano desiderio di appartenere a quella chioma e perciò non farla soffrire. Quando però si avvicina, ed Hermione si è prontamente allontanata  da Harry, nota con un certo dispiacere che non è Pansy. Stessi capelli neri, stessi occhi profondi, stessa smorfietta infastidita che sottolinea l’occhiata saputa con cui guarda prima Hermione e poi Harry... ma non è lei.
“Ciao Amaryllis...” la saluta con tono spento la ragazza.
“Mia sorella mi ha detto di darti questo...” e le porge un bigliettino. Poi, poco prima di allontanarsi, squadra con un’altra occhiata Harry e con un sorriso inquietante, ma di apprezzamento, gli sussurra: “Bello spettacolo con Draco, ieri sera. Peccato, per noi fanciulle,  aver perso l’occasione con due bei ragazzi come voi...”.
Harry rimane basito. Non è abituato agli commenti diretti e decisamente sessuali... beh, tranne quelli che gli fa Draco, almeno. Sarà un’abitudine Serpeverde metterti tremendamente in imbarazzo volendoti fare un complimento?
Hermione sembra ancor più abbattuta quando gli passa il bigliettino della Serpeverde.
Se c’è ancora qualcos’altro che vuoi dirmi, sono dietro le serre.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Vorrei che tu mi baciassi ***


11. Vorrei che tu mi baciassi

Hermione lo sa che deve affrontare la situazione. Ma c’è voluta un’altra chiacchierata con Harry perché andasse finalmente a scusarsi.
Il sole sta scendendo dietro le montagne e all’ombra il freddo comincia a farsi sentire. Hermione cammina piano cercando in tutti i modi di prolungare questa lenta agonia. Ma poi, purtroppo per lei, arriva a destinazione.
Vede Pansy seduta su una delle panchine più esposte di tutto il giardino. Quella che difficilmente una coppietta in vena di tenerezze sceglierebbe. Forse vuol stare in un posto molto visibile perché non ci provi ancora con lei.
Non ha cambiato idea, si scuserà, ma continuerà  a sostenere che quello che ha fatto, e che non si ricorda, è stato un errore che non si ripeterà più. Perché lei non è lesbica. A lei piacciono i ragazzi e quello di stanotte è stato solo lo sfogo di un bisogno fisico.
“Ciao, Pansy.” le dice, sedendosi il più lontana possibile.
La Serpeverde non la saluta e non la guarda. Fa solo un cenno con la mano.
Dopo un po’ alza lo sguardo su di lei, e quello che Hermione riesce a leggere in quegli occhi ha a che fare con il dolore, il riserbo e, forse, la speranza.
“Mi hanno detto che mi cercavi...”
“Sì...” le risponde con un sussurro.
“E allora? Qualcosa che riguarda stanotte?" Il tono è rigido, ma lascia trasparire un leggero tremito nella voce.
“Non ricordo cos’è successo stanotte, ma credo di averti fatto arrabbiare e volevo scusarmi.” così... buttato fuori tutto d’un botto. Senza ripensamenti.
“Mi hai baciato e hai cercato di mettermi le mani sotto il vestito.” le risponde Pansy freddamente, come se stessero discutendo del tempo.
“Mi spiace... non succederà più. Non so cosa mi è preso. Io non sono fatta così.” Hermione non ha il coraggio di alzare lo sguardo per incrociare gli occhi della Serpeverde.
“Ah, no? Non vuoi più che succeda?”
“No, Pansy. Mi spiace di tutto.”
“D’accordo. Ciao.” E se ne va. Ma il gelo attorno ad Hermione si fa più intenso.

Ha, senza dubbio, fatto una sciocchezza a precipitarsi in Sala Grande a raccontare tutto a Ron. Perché la sua reazione l’hanno sentita tutti quelli riuniti a studiare.
“Tu le hai detto cosa?!”    
“Che mi dispiace e che non succederà più...” prova a rispondere con tono esitante.
“Ma cazzo, Herm... me ne sono accorto pure io che Pansy ti piace.”
“Certo. E’ una cara amica!”
Quando Hermione se ne esce con questa trovata geniale, Ron non può far altro che seppellire la faccia tra le mani per resistere alla tentazione di prendere la sua amica per le spalle e scuoterla finché non le torna un po’ di sale in zucca.
“Merda, Hermione Granger! Anche noi eravamo cari amici e poi siamo finiti a letto assieme. Per quanto mi disturbi il pensiero, tu ti sei presa una cotta per quella ragazza!”
Colgono appena un’ombra in avvicinamento e poi una voce calda li sovrasta.
“Complimenti per la diplomazia, Weasley... ma non posso che concordare con te! Hermione...” e questa confidenza così poco tipica di Draco le fa alzare gli occhi e fissarli negli occhi grigi del compagno di Harry: “Pansy è innamorata di te...” Un singhiozzo stupito accoglie questa verità incontestabile “... e tu sei innamorata di lei.”

Harry la trova così, ancora seduta in Sala Grande con la testa tra le mani e la schiena curva.
“Ehi, piccola, cos’è successo?” Harry le si siede accanto e le passa un braccio attorno alle spalle per farla sentire protetta.
“Ron e Draco dicono che sono innamorata di Pansy... ti sembra possibile?”
“Ehm, sì?”
“Harry?!” il tono scandalizzato in dotazione alla Grifondoro esce in automatico.
Harry, cosa? Ti accendi quando solo la nominiamo... prova a pensare cosa senti quando pensi a lei. Quello che senti in fondo al cuore e... beh, dalle parti dove si scatenano gli ormoni a voi ragazze!”
Arriva sempre un punto nelle relazioni in cui si deve decidere se si desidera osare di più o no. La percezione dell’altro muta lentamente ed è difficile cogliere l’attimo in cui i sentimenti cambiano. Beh, adesso era arrivato il momento di scoprire le carte e provare a rivelare, almeno a se stessi, quello che si prova realmente per l’altra persona.
La voce di Hermione è titubante, ma via via che si confida con il suo migliore amico le lacrime di frustrazione scompaiono e si accende una luce decisa nei suoi occhi. Restano a parlare in Sala Grande per un bel po’, finché Hermione riesce a raccontare ad Harry del maldestro tentativo di seduzione in dormitorio, nato per il desiderio di sentire vicino un corpo caldo, ma anche dai suoi sentimenti contrastanti per Pansy... non solo amicizia, ma un animato nucleo di desiderio di sfiorarla, di accarezzarla, di sentirla sua. E come tutto questo la sconvolga e la turbi, lei che ha sempre pensato di amare ed essere attratta dai ragazzi, adesso si trova con un dubbio grande come un macigno in testa e con la paura di scoprirsi diversa da quello che ha sempre creduto di essere.
“Hermione... non si comanda al desiderio e all’amore. Se ti piace Pansy non c’è niente di male.”
La voce di Harry è calda e rassicurante e lei non può far altro che fidarsi. Ma poi replica:
“Ma ho fatto l’amore con Ron... e l’ho voluto e l’ho desiderato... e...” arrossendo fino alla punta dei capelli “... e mi è piaciuto proprio tanto.”
Harry non riesce a trattenere una risatina e poi commentare malizioso: “Tesoro, lo so che vi piaceva tanto... cielo, ho dovuto impedire a Neville di precipitarsi nel nostro dormitorio perché temeva che una Banshee stesse aggredendo Ron!”
“Non.. non è vero!” Gli occhioni imbarazzati di Hermione sono uno spettacolo imperdibile. E il Serpeverde che sonnecchia dentro Harry lo fa replicare:
“Vuoi che andiamo a chiederlo a Neville? Vuoi che gli ricordi la faccia che ha fatto quanto ti ha visto scendere dalle nostre scale con la divisa in disordine, dietro un Ron particolarmente accaldato e con un sorriso idiota ma soddisfatto in faccia?”
“Harry?!” tono scioccato di Herm.
“Dimmi, mia dolce!” tono divertito di Harry.
Le risate soddisfatte sono di entrambi.
L’assoluta tranquillità con cui Harry sta affrontando la questione della sua sessualità contorta  rassicura e tranquillizza Hermione. Dopo gli scherzi, a lei è comunque rimasto un dubbio:
“Perchè lo disturba la mia ipotetica attrazione per Pansy?”
“Hermione Granger... sei un genio quando si tratta dei sentimenti degli altri, ma se tocca a te sei peggio di me e Ron messi insieme.”
“Ehi! Per una volta tocca a te essere il-so-tutto-io! Spiega e non prendermi in giro!”
“È confuso. Al suo migliore amico piacciono i maschi e la sua ex-ragazza è rimasta così tanto disgustata da lui da farsi piacere le femmine!”
“Ma non è vero!”
“Ehi, lo so che non ti fa per niente schifo. Lo vedo, sai, come lo occhieggi quando mette la maglietta azzurra, quella che gli illumina gli occhi e gli fascia i muscoli...”
“Harry James Potter, tu mi turbi!”
“Perché? Ho anch’io gli occhi per guardare e se non fossi già impegnato, direi che Ron sta diventando sempre di più un bel bocconcino!”
“Harry!?”
Harry, cosa? Hai finito di scandalizzarti? Dovrei essere io a essere scandalizzato... speravo di essere quello strano del Magico Trio e invece mi batti facendoti piacere i maschi e anche le femmine... sai che così hai il doppio delle possibilità di trovare l’anima gemella?” A quest’uscita Hermione si intenerisce e le sfugge in un sussurro: “Ma io voglio accanto una persona sola, adesso!”
Tenerezza subito ammutolita dalle successive parole di Harry: ”... beh, anche il doppio delle possibilità di farti una scopata memorabile!” All’occhiata decisamente turbata, lui risponde:
“E non cominciare con i tuoi Harry!? visto che adesso mi toccherà spiegare al povero ego di Ron che lui è un maschio con tutti gli attributi - e che attributi! Benedette le docce in comune... ok, scusa - e non è stata colpa sua se ti sei buttata sull’altra sponda... beh, quelli come voi che stanno lì a metà, come si possono definire? State nuotando in mezzo? Non siete né di qua né di là? Vi piace la carne e il pesce?”
Per fortuna la voce di Draco mette fine allo sproloquio di Harry:
“Bisessuali, Harry. Ma doveva capitare a me un fidanzato che preferisce arrampicarsi su scoscese metafore pur di non chiamare le cose come stanno?”
Hermione se ne va con un sorriso prima che la discussione sulle scoscese metafore degeneri in un litigio con inquietanti risvolti sessuali. Ma prima:
“Grazie di tutto, Harry.”
E appoggia un veloce bacio sulle sue labbra per poi andarsene a scrivere un bigliettino.

L’ha invitata in riva al lago, in modo che sia libera di andarsene quando vuole, ma anche in un posto romantico e lontano da occhi indiscreti, se decidesse, per pura fortuna, di restare.
Hermione sa di non meritarsi un’altra possibilità, eppure Pansy è lì davanti a lei, di nuovo.
Si stropiccia l’orlo della gonna alla ricerca delle parole giuste per penetrare la corazza della Serpeverde, la quale rompe il silenzio con un tono secco e deciso:
“Cosa vuoi ancora da me, Granger?” e il suo cognome non è mai stato così tanto carico di disprezzo e... dolore.
“C’è scritto sul biglietto,” le risponde quietamente senza alzare gli occhi su di lei.
“E cosa ci sarebbe scritto su questo biglietto?”
Vorrei che tu mi baciassi.” sussurra Hermione, sapendo di giocarsi qualsiasi possibilità con Pansy proprio in questo momento.
“E perché dovrei farlo?”
“Non... non lo so! Ma ci tengo a te.” Hermione è sincera, ma lo scatto infastidito della Serpeverde la intimorisce un po’ e vorrebbe ritirare quello che ha detto.
“Non basta dirmi un paio di parole dolci per farmi sentire meno ferita. Hai giocato con i miei sentimenti, con il bisogno fisico che ho di te, con la mia sofferta scelta sessuale. Mi hai detto che non sei fatta così... vuol dire che non sei attratta da me, non sei lesbica, non sei interessata ad una relazione con una Serpeverde, non sei desiderosa di sentire il peso delle mie labbra sulle tue da sobria, non sei disposta a rischiare la tua deliziosa reputazione da brava ragazza con me... se non fossi una signora, ti direi io cosa sei!”
Pansy finisce la sua tirata e finalmente si abbandona al pianto, nascondendo il viso tra le mani. Non le interessa più mantenere il controllo e non mostrare nessuna emozione, è disperatamente innamorata di questa ragazza che ha deciso di sperimentare con lei l’amore saffico e poi si è resa conto che il gioco non le interessa.
Dopo qualche momento di silenzio, intervallato dai singhiozzi di Pansy, il sussurro di Hermione accarezza l’orecchio della ragazza turbata:
 “Posso dirtelo io cosa sono. Sono una stupida che non sa affrontare i propri sentimenti e sono innamorata di te, Pansy, e, finalmente, sono in grado di accettarlo.”
Quando toglie le mani dal viso e incontra gli occhi nocciola della Grifondoro, il suo sguardo brilla di una tenue speranza. Quando mormora un: “Davvero?” e si avvicina a lei con un cauto passettino, lo sguardo le accarezza le labbra e si fissa nello scintillio delle iridi di Hermione, ma poi si ferma e attende. Hermione ha capito che è arrivato il momento di rinunciare all’orgoglio e alle paure per avere in premio questa piccola e splendidamente terrorizzata Serpeverde.
Accorcia la distanza tra loro, con una carezza appoggia una mano sulla nuca di Pansy e la attira contro le sue labbra.
“Io ti desidero...” un leggero sfiorarsi per sentire le morbidezze dell’altra.
“Ti voglio...” con l’altra mano le afferra il fianco per stringerla a sé per assaggiarla con un leggero succhiotto e un morso delicato.
“Voglio essere tua...” e la lingua di Hermione si fa strada tra le labbra dell’altra e si fa accogliere nella sua bocca.
Questo bacio accende un caldo desiderio in fondo al cuore delle ragazze.
Questo bacio sa di lento esplorarsi, di dolcezza, di passione e di promesse per il domani.
Questo bacio fa accelerare i battiti del cuore, fa scoppiare le stelle dietro gli occhi e gemere di bisogno il nome dell’altra.
Quando il respiro le manca, Herm si scosta appena dalla sua ragazza per mormorarle:
“Ti amo, Pansy Parkinson. Serpeverde impossibile.”
Pansy sospira, si asciuga una lacrima dalle ciglia e poi le risponde:
“Ti amo anch’io, Hermione Granger. Stupida Grifondoro.”
E il tramonto le sorprende così, abbracciate in riva al lago.



_______________________________

Eccoci qui alla fine di questa storia ^____^ ringrazio chi si è fermato a leggere e commentare, soprattutto freddymercury che l'ha seguita con grande attenzione e cura.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=245967