L'APPARENZA INGANNA ... MA NON E'IL TUO CASO.. di joker666 (/viewuser.php?uid=36460)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le verità nascoste ***
Capitolo 2: *** FIDATI DI UNO CHE NE HA PROVATE TANTE ***
Capitolo 3: *** LUI CHI è? ***
Capitolo 4: *** CALAMITE ***
Capitolo 5: *** MILLEPIEDI BULLSTRODE ***
Capitolo 6: *** LA NONNA, L'EROE E LA BORSA DI STUDIO ***
Capitolo 7: *** Lo Strano caso di Blaise Zabini ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Voldy capretto espiatorio ***
Capitolo 10: *** NON SEMPRE LA VERITA'VIENE PREMIATA ***
Capitolo 11: *** INSEGNANTI A TURNO ***
Capitolo 12: *** La legge del più forte ***
Capitolo 13: *** IL RICHIAMO ***
Capitolo 14: *** INCONTRI E... ***
Capitolo 15: *** ... e Scontri! ***
Capitolo 16: *** ETERNE DIATRIBE... ***
Capitolo 17: *** FIESTA (parte prima) ***
Capitolo 18: *** Fiesta Parte 2 ***
Capitolo 19: *** Ferite, Bugie, Paure... ***
Capitolo 1 *** Le verità nascoste ***
LE
VERITA' NASCOSTE... MICA TANTO...
"Sono
una persona importante ora… sono prefetto, sono la migliore
della classe e sono l’amica di Harry Potter.
Devo
essere d’esempio.
Non
devo essere impulsiva.
I
miei collant non si devono mai smagliare.
Ho
fatto l’anticrespo e ho messo lo smalto rinforzante, con un
po’ di fortuna nessuno si accorgerà che fino a
ieri mi mangiavo le unghie.
Ora
ho anche un ragazzo…
Beh…
Ron
non è proprio il fidanzato modello ma se mi applico lo
diventerà.
Coraggio."
Con i libri stretti sul petto Hermione Granger, decisa, uscì
dalla sala comune per andare in mensa.
Era sola quella
mattina, visto che i suoi amici, avendo saputo che a colazione vi erano
i bon-bon ripieni e il soufflè al cioccolato, si erano
fiondati giù, a gara con le altre casate, per fare quanti
più bis possibili.
Con passo sicuro
attraversò il lungo corridoio che divideva la zona delle
aule dall’atrio.
Camminava canticchiando
"Life" di Dees’Ree, quando intravide le nubi
all’orizzonte.
Draco Malfoy, la
persona più infida di tutta Hogwarts era lì,
davanti alla finestra, con il suo compare. Parlavano.
"Di donne sicuramente".
E fumavano una sigaretta.
Discorso tra Blaise e
Draco:
Draco :- Queste mutande
mi stringono troppo…. Ho i co…..ni pressati-
Blasie :-
t’ho detto di comprarti i boxer in microfibra, sono
più comodi e poi…. Ti cacciano un bel
culo…-
Draco :- Cosa? IO
mettere quella vile fibra sintetica, tra l’altro di
invenzione babbana, sulla mia nobile pelle delicata? Mai! E poi non ho
bisogno di un intimo particolare per avere un bel culo….
Aspetta un attimo… hai cambiato marca di sigarette?-
Blasie :- si, sto
fumando le Davidoff…. Fa fico! E sappi che anche le tue
Cartier sono babbane…-
Draco :- ah…
ma questa è l’unica cosa buona che hanno inventato
quei ridicoli esseri!-
Si….
Sicuramente stavano parlando di donne.
Il biondo non ci mise
molto ad accorgersi che la ragazza si stava avvicinando e che
sicuramente avrebbe fatto di tutto per evitarli. La sua espressione
cambiò: da tranquilla e serena divenne sarcastica e maligna.
Quello era il segnale.
Hermione mise gli auricolari.
Quale soluzione migliore per non cedere alle provocazioni? Non sentirle.
Draco esordì
:- Toh, parli di esseri inutili alla società e chi spunta?
Un valido esempio!-
Zabini rideva alla prospettiva di un ennesimo scontro.
Hermione
rigò dritta con passo convinto.
Le aspettative di
Zabini stavano per morire sul nascere.
Ma sapeva come fare :- Draco, che fa? La mezzosangue ti ignora?-
Il biondo invece era
incline ha considerare tutto una grande sfida.
La seguì e
le sfilò un libro.
La ragazza si
girò verso di lui, arrestando all’istante la sua
marcia e cercò di riprendersi il libro.
Ma Malfoy, che già era alto, lo sollevò per aria.
L’obbiettivo era gettarlo fuori dalla finestra.
-Lo rivuoi? Lo rivuoi
ah? Sei ridicola! I mezzosangue come te dovrebbero baciare il suolo
calpestato da noi nobili anziché ignorarci…. Vi
hanno dato troppa libertà!- le disse con tono sprezzante.
Non faceva nessuno sforzo ad impedirle di riprendersi il libro.
Hermione invece aveva
preso a saltellare per riuscire a raggiungerlo.
Zabini continuava a
fumare e si gustava la scena divertito.
Come era facole manovrare la mente umana.
Draco poi…. Era un risultato vivente di tutte le stronzate
inculcategli dal padre.
Ma perché schierarsi con i buoni? In fondo era molto
più divertente tutto questo.
Per sbaglio Hermione
perse l’equilibrio e poggiò la mano sul torace di
Draco.
Giacchè fece leva su questo per raggiungere il libro.
Quindi si dovette sporgere. E nel farlo i loro corpi si sfiorarono
frontalmente.
Draco non ebbe neanche
il tempo di schifarsi per il contatto avuto con la mezzosangue, che
comunque non era riuscita a raggiungerlo.
Mollò la
presa sul libro che scivolò dalle sue mani e finì
sulla sua testa. Malfoy cadde a terra.
Hermione raccolse il
tomo di Storia della magia e corse via.
Zabini si sedette
accanto al suo compare.
Stava ridendo a crepapelle.
Draco invece non diceva niente.
Fissava il punto in cui aveva visto sparire la mezzosangue.
- Che caratterino? Eh?
Beh avresti dovuto gustarti la scena da spettatore!!!-
Nessuna risposta.
- ehi, Draco ci sei?-
Zabini non se l’aspettava quella reazione.
Ma il biondo aveva
appena fatto la più grande scoperta di tutti i tempi! E non
riusciva a capacitarsi di questo:
LA GRANGER HA LE TETTE
Morbide e abbastanza grandi…….
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Capitolo 2 *** FIDATI DI UNO CHE NE HA PROVATE TANTE ***
FIDATI
DI UNO CHE NE HA PROVATE TANTE...
Lezioni, lezioni.
Perché parlare delle lezioni se non accade niente di
importante?
Hermione si godeva la
sua stanza singola (da buon prefetto quale era) e girava in scalza, in
mutande e maglietta.
D’estate lo
faceva sempre, quando era alla casa al mare con i suoi.
Solo che ad Hogwarts
doveva prendersi la briga di depilarsi.
Stava guardandosi allo
specchio.
Poi si girò sul fianco sempre rimirandosi.
Aveva un po’ di pancetta alcolica.
Sorrise.
Quello era il trofeo
della sua estate passata in spiaggia con degli amici conosciuti per
caso.
Per caso poi…
Era andata
così:
Ogni giorno scendeva in spiaggia. Borsa, paglietta e sandaletti dello
stesso colore: blu. Occhiali da sole giganteschi. Costume intero,
olimpionico azzurro. Capelli raccolti in una treccia. Libro da leggere:
"Memorie delle mie puttane tristi" di Gabriel Garcia Marquez. Crema
solare: protezione 2500.
A metà della
giornata veniva puntualmente disturbata da un allegra comitiva di
ragazzi e ragazze che arrivavano in spiaggia ridendo e scherzando
rumorosamente.
Per 3 giorni di seguito
la stessa storia.
Il quarto giorno
Hermione si decise ad andare a parlargli perché non
facessero tutto quel baccano.
Ma mentre camminava
verso di loro si rese conto di una cosa: che forse era giusto
divertirsi in spiaggia…
Forse anche lei avrebbe dovuto essere così…
D'altronde Hermione aveva solo 17 anni.
Se ne tornò al suo posto e prese ad osservarli.
Osservò per
4 giorni.
Il quinto giorno
Hermione arrivò in spiaggia con un triangolino lilla, pareo
color oro annodato alla Jane di Tarzan. Capelli sciolti (ravviva ricci
ti adoro), sandaletti dorati. Collana lunghissima con pietre color
sabbia. Occhiali a goccia con lenti a specchio. Olio solare: protezione
–2500.
A metà
giornata stessa scena. L’allegra comitiva scese in spiaggia.
Verso l’ora
di pranzo Hermione aveva già preso confidenza con tre
ragazze e un ragazzo.
Diede così il via all’estate più
spassosa della sua vita.
E Ron non lo sapeva.
Insomma cambiare stile di vita per avere un po’ di conoscenze
non era giusto, ma neanche fare di tutto per diventare invisibile lo
era.
Ora Hermione era la
signorina so-tutto-io.
Aveva un ragazzo.
Sapeva divertirsi.
Sapeva valorizzarsi….
"Bwah ah ah…
E chi m’ammazza a me?".
Si vestì e
uscì dalla sua stanza.
Nella sala comune Ginny
e Ron discutevano animatamente su quale era il ruolo delle donne nel
quidditch.
Ed Harry, sfinito dalla
discussione, sedeva stravaccato su di una poltroncina.
Appena la vide, Ron
chiese rinforzi :- Hermione dille tu qualcosa!-
Hermione :- Ron non
dire cose stupide, Ginny non sei obbiettiva perché sei una
femminista sfegatata e Harry…. Tu non fare il sufficiente.-
li liquidò in tre secondi.
I tre la fissarono
mentre si sedeva sul divano accanto ad Harry.
Senza fare caso alla
discussione che animava i ragazzi prima del suo arrivo disse :-
quest’anno proporrò una festa di Hallowen, una
gita a Dewell, la città d’arte del mondo magico
nonché patria di tutti i più bei locali e vetrine
e una diminuzione delle ore scolastiche da sessanta minuti a 50.
Lo stupore si
trasformò in gioia.
I tre si fiondarono sulla ragazza abbracciandola contemporaneamente.
Harry :- puoi farlo sul
serio? Fantastica!- " mh.. dimmelo ancora"
Ginny :- Herm sei
grande!- "si ... si …adulatemi"
Ron :- la mia ragazza
è un fenomeno- " ehi… non
c’è bisogno che lo gridi così"
Dormitorio serpeverde.
Draco si era appisolato
nella sala comune con un libro sulla faccia : "Poesie" di Raquel
Dempsey, poeta morto giovanissimo per uso indiscriminato di pozioni
stupefacenti. Insomma l’idolo del giovane Malfoy. Nella
stanza regnava il silenzio pur essendo abbastanza affollata.
Perché se Draco non voleva essere disturbato tutti dovevano
fare in modo che fosse così.
Due matricole di
serpeverde erano in adorazione del biondo da circa due ore (
cioè da quando si era addormentato) e siccome aveva il volto
coperto come punto di riferimento prendevano altre parti del corpo che
non avevano niente da invidiare al bel faccino del ragazzo.
Un ragazzetto del
secondo anno fece cadere distrattamente il suo block notes per terra.
Terrore. In quel
momento il malcapitato cominciò a sudare freddo.
Malfoy, lentamente si
tolse il libro dalla faccia e, con la coda dell’occhio fisso
malamente la fonte del suo risveglio.
Per fortuna in quel
momento entrò Pansy in sala comune e Draco sembrò
lasciar perdere per catalizzare l’attenzione su di lei.
La chiamò.
Pansy :- Ah ciao Draco.
Cosa c’è?- la ragazza si sedette di fianco.
Draco :- senti Pansy-
la guardò per bene dalla testa ai piedi.
Lei non era per niente
a disagio, era abituata agli sguardi dei ragazzi.
Lui continuò
un po’ titubante :- mi… mi fai toccare le tette?-
Lei lo
guardò sconcertata.
Poi ritornò normale :- ok…-
Draco le
poggiò le mani sulla camicetta e palpò,
palpò.
Ma sul suo viso si dipinse un espressione insoddisfatta.
Smise di palpare. Si massaggiò il mento.
"Non è la
stessa cosa" pensò.
Pansy :- che
c’è? Non sono di tuo gradimento?-
Draco :- no, no,
gradisco. Non è quello-
Si alzò e
fece per andare nella sua stanza.
Poi tornò
indietro, picchiò il ragazzo del secondo anno che aveva
fatto cadere il block notes e andò in camera di Zabini.
Pansy :-
boh… chi lo capisce! Pensavo volesse fare sesso…-
Zabini,
nella sua stanza, guardava la televisione e innaffiava la sua piantina
di marijuana.
Draco :-
ciao…-
Zabini :- oh ciao
caro…. Che hai? mi sembri perplesso…-
Draco guardò
biecamente il manufatto babbano che trasmetteva scempiaggini, poi si
rivolse di nuovo all'amico - no, niente, pensavo all'amchevole di
quidditch…-.
Blaise si
avvicinò alla televisione :- toh, guarda. Il mio spot
preferito.-
Draco si sedette sul
letto.
Alla televisione
c’era uno strano tizio circondato di donne e con un pacco di
patatine in mano.
"roba babbana"
pensò Draco.
- Ti credo che ti
piace, è pieno di donne- disse il biondo.
Blasie lo
squadrò incredulo: - come? tu non sai chi è
quello?-
- no,
perché?- Draco guardò il moro con un espressione
ingenua che non gli si addiceva.
In quel momento Zabini
realizzò:
Draco Malfoy, figlio di nobili,
educato e raffinato.
Non poteva certo sapere.
Allora gli disse :- beh Draco, quello è un grande uomo-
Ma lui
decretò:- è un babbano come tanti!-
Allora Blasie decise
che doveva fare qualcosa per salvare quell'animella di Malfoy:prese da
sotto il letto una ventiquattro ore. Punto la sua bacchetta e sciolse
la combinazione.
Dentro vi erano molti Dvd. Ne prese uno.
– guarda e impara- disse all’amico.
Mise il dvd nel lettore
e iniziarono a guardare tutt’e due.
Alla fine del film
Draco riuscì solo a dire :-si… è un
grande uomo-
Nella sala comune dei
serpeverde Pansy leggeva un’articolo su "giovani streghe" con
fare annoiato.
Draco attraverso la
sala e la prese per un braccio velocemente.
– vieni con me- le disse.
La trascinò
in camera sua.
Rimasero chiusi per un
bel po’ .
Spazio autrice:
L'inizio
di una storia è sempre la parte più complicata, a
mio parere. Ho scritto questi due capitoli iniziali allo scopo di
descrivere più o meno lo spirito che avranno i personaggi in
questa fan fiction.
Spero che avrete la pazienza o la costanza di seguirmi in questa lenta,
ma divertente, ascesa di Draco ed Hermione. Non ho voluto saltare il
passaggio della relazione fra lei e Ron perchè per me
è molto importante evidenziare il tipo di legame che lega
ognuno dei personaggi.
E le eventuali rotture, con quello che comportano.
E' un piacere scrivere per voi.
Joker
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Capitolo 3 *** LUI CHI è? ***
LUI
CHI E'?
Ottobre.
Quella mattina Draco si
svegliò per primo.
Era pensieroso già dalla sera prima e questo non gli aveva
permesso di dormire sonni tranquilli.
Difatti quella stessa mattina avrebbero presentato il nuovo professore
di Pozioni.
"ed
ora? Con Piton tutto era facile, io mischiavo, e anche quando facevo
delle gran cagate lui mi promuoveva sempre… Che cosa ne
sarà della mia media?"
Piton, come tutti
sappiamo, non insegnava più ad Hogwarts perché
aveva assassinato Silente.
Draco, suo complice, si era giustificato dicendo che era sotto la
maledizione Imperius.
Era molto preoccupato
del suo rendimento scolastico…
Era riuscito ogni anno a servire Voldemort, a tentare di uccidere
Potter ("ci provano
tutti, perché io no?") e adesso? Non poteva
rischiare di essere cacciato per una semplice bocciatura.
Si alzò dal
letto e si accese una sigaretta.
Si svegliò
anche Zabini.
Draco lo guardò : "ma
non ha la sua camera?Perchè continua a dormire nella mia?"
- Draco, ti ho detto
mille volte di non fumare appena mi sveglio! Mi sta sulle palle la
mattina!-
Se a Zabini la mattina
presto non piaceva sentire la puzza della sigaretta, a Malfoy non
piaceva interagire con nessun essere vivente.
Così per tutta risposta grugnì.
Zabini :- Ah si? E
perché sei preoccupato?-
Draco :- Mhhgrr -
Zabini :- ah, ma dai!
Andra tutto bene! E anche se fosse un bastardo, ‘sto nuovo
professore, non c’è niente che i soldi non possano
comprare!-
Draco :- ummmfhgh!
–
Zabini :- Certo, certo!
Mia madre mi ha dato dei soldi per le corruzioni
d’emergenza…. Che donna saggia!-
Draco :- mmh- era un
grugnito di conferma quello.
Nella sala comune c’era Pansy felice come una pasqua che
raccontava a Candy Williams le prodezze della sera prima. Appena il
biondo uscì dalla sua camera si sentì addosso lo
sguardo di tutte le donne serpeverde.
Blasie :- la tua
amichetta ha raccontato di nuovo a tutte quello che fate a
letto…-
In quel momento una
ragazza passò di fianco ai due e, con fare ammiccante disse
:- ciao, Malfoy-
Draco rispose con lo
stesso tono alla ragazza :- Ciao Reneè-
Poi si rivolse a Zabini
:- La povera Pansy non sa che metà delle scopate che mi
faccio sono grazie alla sua pubblicità….-
A mensa.
Tavolo Grifondoro.
Hermione, carica fin
dal mattino, cercava di trasmettere il suo entusiasmo agli altri :-
Ragazzi! Oggi finalmente conosceremo il nostro nuovo insegnante di
Pozioni! Niente più ingiustizie, niente punti in meno senza
una ragione, niente più Piton!- ma quasi nessuno la
ascoltò.
Non
sentendosì calcolata da nessuno si rivolse a Ron che
però era molto triste.
Notandolo, Hermione si
avvicinò al rosso.
Hermione :- Ron,
cos’hai?-
Ron :- oggi mi
è accaduta una cosa spiacevole!-
Hermione, dispiaciuta
:-dai, racconta Ron!-
Ron :- beh, ho mandato
a chiamare questa collezione di foto delle città storiche
più importanti del mondo magico….-
Hermione :- Oh, Ron che
bella cosa.. – "lo
sapevo che insistendo, questo ragazzo avrebbe cominciato ad acculturarsi"
Ron :- mi sono
arrivate…-
Hermione :- beh? Cosa
c’è? Sono rovinate?-
Ron :- no, sono tutte
buone…. Solo che allegato doveva esserci un pacco sorpresa.
Sai, è per questo che avevo fatto
l’ordine…. Ma dentro il pacco non c’era
niente! Ed ora cosa me ne faccio di tutte queste foto di merda?-
Hermione lo
fissò con sguardo assassino. "Deficiente!!! Ed io che mi
illudo pure…"
Harry si intromise nel
discorso :- È per questo che li chiamano pacchi sorpresa!
Quando vedi che non c’è niente rimani sorpreso,
no? Ah ah ah!-
La sua risata fu
accompagnata solo da quella di Neville(colui che non capiva le battute
a meno che non fosserò così sceme) e Ginny(la
ragazza di Harry).
Hermione e Ron non
avevano parole.
Ron :- Da quando Harry
ha questo spirito di patata? Non era depresso perché
è il bambino più sfigato del mondo? –
Hermione :-
Mah… Proprio non saprei…- " da quando si tromba tua sorella
ogni notte, imbecille!!!"
Finalmente il fatidico
momento.
Ancora una volta
Serpeverde e Grifondoro avevano compresenza nell’ora di
pozioni.
Come di consueto
all’entrata dell’aula il solito diverbio:
Draco :- toh, Blasie,
lo sfregiato, lenticchia e la sporca mezzosangue….-
Harry :- Ah, Draco, ora
non piangi più? Sulla torre di astronomia sembravi un
agnellino quella volta…-
Zabini intervenne per
fermare Draco che si stava gia lanciando su Potter.
Blasie :- ti diverti a
prendere in giro Draco quando tu, "il grande mago adolescente" come ti
definiscono quei giornali che ti piace tanto leggere, non hai saputo
sciogliere un incantesimo di bassissimo livello e aiutare
Silente…. Ma come siamo bravi Potter!-
Harry rimase
pietrificato mentre Zabini batteva le mani. Poi tutti gli altri
serpeverde lo seguirono.
Ron :- tu non
l’avresti salvato neanche se fossi stato libero….
Saresti stato impegnato a specchiarti nella superficie riflettente
più vicina!-
Tutti i grifondoro
risero.
"probabilmente ha ragione"
pensò Zabini.
Pansy :- almeno, noi
non ci portiamo dietro quella feccia!- la ragazza indicò
Hermione.
Hermione :- Meglio
feccia che zoccola come te!-
Ancora risate dei
grifondoro.
Entrarono in classe.
Gli ultimi ad entrare furono proprio Hermione e Draco.
Quest’ultimo
ad un certo punto si era dissociato dal battibecco perché
era rimasto a fissare quella cosa che da un po gli dava il tormento. Le
tette della Granger.
Erano lì.
Impertinenti.
Hermione :-
…. Che cacchio c’hai da fissare, idiota?-
Draco si
ridestò. -idiota a chi?-
Hermione fece per
entrare ma lui la afferrò per un braccio :- Pagherai per
questa tua affermazione , schifosa!- e la spinse dentro.
La persona di spalle vicino alla cattedra sembrava proprio Piton.
Stessa stazza.
Stessi capelli.
Stesso tunicone nero.
Cominciarono e temere
che fosse davvero lui.
Ma quando si
voltò tutti capirono quanto si sbagliavano.
La tunica dalla parte
anteriore era tempestata di paillettes viola e dorate.
I capelli non erano unti ma puliti e curati.
Il volto leggermente truccato e un paio di occhiali a mascherina,
paillettati anche quelli.
Il tutto contornato da un boa di piume rosso.
Immaginate la
scena… A chi potrebbe assomigliare un Piton conciato
così?
No…. Non alla nonna di Neville…
- Salve a tutti, miei
cari sorcini. Io sono il vostro nuovo insegnante di
pozioni…. Zero Renato.-
Draco :- Ma che
cazzo…-
Prof. Zero :- oh no no,
mio caro sorcino, con il tuo bel faccino non dovresti dire queste cose!
Non ti punisco perché sei così carino!-
Blasie si mise a ridere.
Prof. Zero :- e tu?
Fatti un po’ vedere… ma che adorabile che sei.-
rivolgendosi a Zabini.
Draco aveva un
espressione a dir poco schifata.
Il nuovo professore
fece una panoramica della classe :- ma che classe di adoni- poi si
soffermò su Tiger e Goyle :- Tranne voi due…
Prevedo che avrete voti molto bassi nella mia materia-.
I due cominciarono a
sbattere la testa contro il banco.
Intanto Malfoy si era
voltato verso Hermione. Catturò la sua attenzione e le fece
il dito medio. In tutta risposta lei con un gesto del braccio
altrettanto chiaro lo mandò a quel paese.
Il professore li
beccò :- oh…… ma vedo che
c’è dell’attrito in
quest’aula. È chiaro! Questo è un
ambiente opprimente che fomenta sentimenti riprovevoli e stimola le
ostilità… Bisogna uscire!-
Il prof. Renato Zero
non stava scherzando. Portò tutti fuori, sulla distesa
vicino la casetta di Hagrid.
Prof. Zero :-guardate
sorcini miei, che bella giornata. Ora se avete domande da farmi,
fatele. Questa bella giornata aiuterà i nostri cuori a
essere più disponibili verso il prossimo cossichè
potremo conoscerci meglio-
Ovviamente fioccarono
un sacco di domande.
Le prime furono Calì Patil e Lavanda Brown che chiesero al
nuovo docente se quest’anno avrebbero imparato a preparare
filtri d’amore o veleni mortali.
Hermione e gli altri,
per niente interessati si misero in disparte a godersi quel sole
autunnale.
Non era stata una cattiva idea uscire.
Blasie e Draco fecero
lo stesso.
Blasie :- Amico mio,
continui ad essere pensieroso… ora che il problema di
Pozioni è risolto mi vuoi dire cos’è
che ti tormenta?-
Draco ci
pensò un po’su.
Poi si decise rispondergli :- La Granger...-
Blasie, incredulo:-
Cosa?-
Draco :- No! Non
fraintendermi! Intendo dire che bisogna rimetterla al suo
posto….-
Blasie si stese.
Più che tranquillizzato sembrava deluso dalla sua risposta
:- Ma se la perseguiti dal primo anno insieme ai suoi amici!-
Draco :- Ho deciso di
concentrarmi su di lei! Potrebbe darmi molti problemi in
seguito….-
Blasie :-
Beh…. Diciamo che ha un futuro glorioso di strega! Che cosa
intendi fare?-
Draco :- Schiacciarla!-
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Capitolo 4 *** CALAMITE ***
CALAMITE
- Blasie qual è l’evento che tutte le oche come Pansy aspettano tanto, in
questo periodo?- Draco esordì in questo modo, irrompendo nella sua singola dove
ovviamente parassitava Zabini. Il bel moro gli rispose continuando a leggere
la sua rivista di Playboy: -La festa di Hallowen, ovvio…- - Risposta
esatta!!!- poi strofinandosi le mani l’una contro l’altra con fare losco –quindi
lo è anche per la Granger!!! Rovinarle quel giorno è il mio obbiettivo
principale da oggi! Ho solo un mese per preparare il tutto!- - Ma non puoi
aspettarti che la Granger e la Parkinson abbiano gli stessi gusti… Dato il
carico di materie di quest’anno, che è anche l’ultimo, la signorina so tutto io
potrebbe convenire che è meglio rimanere in camera a studiare piuttosto che
dedicarsi a inutili trastullamenti…- ribattè cinico l’amico. - Ma io l’ho
beccata in corridoio che parlava con la Weasley del suo vestito, quindi… Le
donne son tutte uguali ricorda!- e così dicendo uscì dalla stanza… - Non sai
quanto ti sbagli, Draco- pensò Blasie. Draco si diresse verso l’aula di
pozioni. Prima di entrare si specchio nello scudo di un armatura che stava in
corridoio. Poi entrò nell’aula. Lì trovo il prof. Zero. Con un insolita aria
da angioletto si avvicinò al docente che stava correggendo dei compiti. -
Professore? Posso?- L’altro lo guardò e sorrise, si alzò in piedi e lo
accolse con fare benevolo. - Ma certo, io sono sempre a vostra disposizione.
Dimmi sorcino, qual buon vento?- - Veramente sono qui per chiederle un
consiglio. Ho un problema. Draco accentuò la sua espressione corrucciata.
- Una mia emh… cugina ha avuto uno spiacevole incidente. - Oh, stella, mi
dispiace….- - Si, degli amici si sono presi gioco di lei preparando una
pozione maleodorante che nel tempo peggiora e non riesce, per quanto si lavi a
far sparire quel brutto odore, è disperata. - Che brutta cosa, perché non la
porti qui da me? Sicuramente potrei risolvere il suo problema.- - Infatti io
sapevo che lei avrebbe potuto aiutarmi. solo che lei è in Nuova Zelanda, ma per
le vacanze riusciremo a vederci. Se potessi studiare un antidoto con lei prof.
Glielo farei avere in quell’occasione. Ah , ovviamente le spetterebbe un
adeguato riconoscimento…- - Oh no, non voglio niente in cambio…. Solo sapere
che c’è un infelice in meno su questa valle di lacrime- Draco fece una
smorfia di disgusto senza farsi vedere. - lavoreremo duramente insieme ed
alla fine tua cugina sarà salva dal fetore. Malfoy era al settimo cielo…
- per preparare un antidoto bisogna conoscere le componenti della pozione
maleodorante, e siccome noi non abbiamo idea di quale sia la sua composizione
dovremmo provare a comporre una pozione che abbia gli stessi effetti che ha
avuto su tua cugina- aggiunse pacatamente il professore.- allora potremmo
vederci quotidianamente dopo le lezioni…- Bingo! Draco si congedò
educatamente. Aveva appena raggiunto il suo obbiettivo! Avrebbe composto una
pozione talmente maleodorante che nessuno si sarebbe avvicinato a quella lurida
mezzosangue per tutta la durata della festa. E per di più non si doveva neanche
sforzare tanto visto che il professore si era offerto di aiutarlo! - sono un
genio!!! Un genio!!! E sono anche bellissimo!!!wawawawawawa- rise
sguaiatamente…. Le sue urla divertite si propagarono in tutto il
corridoio.
In quel momento Hermione, che era in biblioteca, sentì un
brivido attraversargli la schiena.
Mentre Blasie scendeva lentamente le
scale dell’ingresso laterale (di solito deserto) , due ragazze rimasero a
fissarlo. Lui , con il suo fare elegante, si girò verso di loro, sorrise,
suscitando scompiglio, rossori e risatine isteriche da parte delle due. Poi
un’altra ragazza, alta, bellissima, dalla pelle ambrata e i capelli color bronzo
andò incontro al ragazzo. Lo baciò sulla guancia e gli sussurrò qualcosa
nell’orecchio che non lo scompose per niente. Zabini le rispose
semplicemente:- Ok, solita ora…- Cos’erano le donne per lui? Sicuramente
erano indispensabili… Rendevano la vita di un uomo più piacevole. Per Blasie
le donne erano come le giostre per un bambino: un felice passatempo che ti
permette di distrarti dalle cose importanti. D'altronde fondamentale era, per
prima cosa, amare se stessi, altrimenti nella vita si rischia di essere
sottomessi. Il moro si innamorava, ma la cosa non doveva interferire con i
suoi progetti. Prima di tutto veniva lui. E questo sicuramente è un bene.
Da che mondo e mondo le persone più interessanti sono proprio quelle che
hanno questo tipo di sicurezza. E la sua prossima preda stava per pararsi
dinanzi, di li a pochi minuti. Nel desertico chiostro dell’atrio laterale una
deliziosa ragazzina, capelli biondo miele e occhi castani,guardava verso l’alto.
Il ragazzo la notò subito e andò verso di lei. L’altra dal canto suo
continuava a guardare di fronte a se, all’altezza de secondo piano dove vi era
la balconata. Come mai quella ragazza non si girava ad ammirare il suo
splendore? Allora notò il suo sguardo di preoccupazione. - accidenti a te,
vuoi scendere?- gridò in direzione della balconata. Blasie volse lo sguardo
anche lui verso i piani alti dell’edificio. Scorse un minuto ragazzo dai
capelli verdi(stranissimo colore) e corti che si divertiva a rimanere in
equilibrio sul cornicione di pietra del balcone. "E’scemo o cosa?" - dai
Ju! Smettila!! Non mi diverte affatto!!!- la piccola ragazza era seriamente
preoccupato ma l’acrobata in questione non intendeva darle ascolto. Continuava a
saltellare sul balcone e a scimmiottare pericolosamente. Allora Zabini decise
di darle man forte. - Ehi tu! Sono un prefetto! Ti conviene scendere se non
vuoi farmi incazzare!!- allora la tipa di fianco si accorse del bel moro e
arrossì vistosamente. In tutta risposta Ju, il ragazzo sul cornicione dedicò
a Zabini un bel dito medio e sparì rientrando nell’edificio. - non te la
prendere, Ju è di cattivo umore sta mattina e ha bevuto un po’…- esordì la
ragazza. - Beh, io non sono un prefetto, ma non ho mai visto una persona così
convinta di volerli mandare a quel paese!!! Se lo fa anche al prefetto Nott ha
tutto il mio rispetto- disse il ragazzo sfoggiando uno dei suoi più bei sorrisi.
La ragazza non fu indifferente a quel gesto, ma disinvolta disse: - Tu
devi essere Zabini, Blasie, giusto?- - Vedo che già mi conosci…- rispose
pavoneggiandosi. - Mi pare ovvio.- fece maliziosamente la ragazza. Lui
inarcò il sopracciglio… quanta sfrontatezza. - Ovvio?- domandò. - Ma
certo, ora però non fare il finto tonto solo per sentirti elencare i motivi del
perché tu e Malfoy siete così famosi…- mentre lo diceva la ragazza arrosiva.
"forse sono stata un po’ troppo sfrontata".Pensò. Ma lui in tutta risposta
rise di gusto. - Ah, ah, ah, e tu chi sei?- - Io mi chiamo Marie…. Sono al
terzo anno di corvonero…- la ragazza così dicendo ritornò al tono timido ed
educato di prima. Era carina, veramente. Faceva proprio al caso di
Blasie. Ma per oggi bastava. - Bene, Marie, ci si vede in giro.- si voltò
e fece per andarsene. Poi le lanciò un ultima occhiata. Lei era ancora lì che lo
guardava. – Dì al tuo ragazzo, quel Ju, che è pericoloso fare la scimmiasopra
una struttura fatiscente come questa- - Oh, ma Ju non è il mio ragazzo, in
realtà…- si apprestò a ribattere lei, allarmata. Blasie la interruppe. Aveva
già sentito quello che gli interessava. - ok, ok…- e se ne andò. In realtà
Blasie doveva andare dalla parte opposta ma non poteva rovinare quell’uscita
così da figo. Tornò in camera.
Hermione intanto aveva sviluppato
un’insana passione per gli album di fotografie… forse perché quello che aveva
appena finito di sistemare, con le foto della già citata estate da sballo erano
le uniche che valeva la pena di conservare, oltre alle solite fotografie del
trio miracoli. Ron entrò in camera senza bussare. Lei nascose subito
l’album. - Ron, ma come ti permetti! Entrare così senza bussare!- le gridò
lei. - Emh, scusa, mi sono dimenticato…- fece lui imbarazzato. " speriamo
che qualche giorno non si dimentichi di respirare" pensò la ragazza. -
piuttosto tu, cos’è che nascondi là dietro?- domandò il rosso. - Niente!-
rispose prontamente lei. - Oh, andiamo Hermione! Ti ho vista che nascondevi
qualcosa!- insistette lui. - Sono fatti miei, ok- "se mi chiede di vedere
l’album sono nella merda". - Per caso ha a che fare con la festa per
Hallowen?- rincarò lui pensando di aver avuto un lampo di genio. Hermione non
si fece scappare quell’occasione :- ma certo, e siccome è una sorpresa, non
voglio che tu lo veda… Ti prego!!!!- - ok, però sbrigati, stiamo scendendo a
cena.- fece il rosso con un sorriso compiaciuto di colui al quale non si può
nascondere niente. E uscì dalla stanza. Li avrebbe raggiunti dopo. "certo
che Ron è proprio un fesso, si fa prendere in giro così facilmente. Posso
nascondergli un sacco di cose". Pensò.
"ecco uno a cui invece non si può
nascondere niente" pensò ancora Hermione scorgendo Draco Malfoy dall’altra parte
del corridoio che tornava dall’aula di pozioni e si apprestava a raggiungere a
cena la sua casata. Ovviamente lui la notò subito e il suo ghigno cominciò ad
allargarsi sul suo viso angelico. - Granger…- apostrofò mellifluo,
guardandola dall’alto. - Malfoy…- lei usò il suo stesso tono, a testa alta,
guardandolo negli occhi. L’uno di fronte all’altra. Continuavano ad
avvicinarsi. Come due calamite. Positivo e Negativo. Si osservarono a
lungo. Senza mai abbassare lo sguardo. - Piano, Granger, mi sgualcisci con lo
sguardo.- disse malizioso lui. - Se posso farti del male senza doverti
toccare allora continuerò per ore…- rispose altrettanto maliziosa. - Ih ih
ih…- rise malignamente. - Cos’è che ridi serpentello?- chiese
incuriosita. - Vedrai, Granger… La mia vendetta ti farà rimangiare tutto
quello che stai osando dire…- sibilò avvicinandosi al suo orecchio. E la
lasciò lì, in quel corridoio. Si sentiva eccitato, non tanto per la minaccia o
l’avvertimento appena rivolto alla mezzosangue. Quanto il fatto che era sicuro
che tutto ciò che le aveva detto non la spaventava affatto. Ma soprattutto,
anche lei aveva sentito scorrere per un attimo su tutto il suo corpo una
tensione che ancora non aveva mi provato. Disarmante e piacevole al tempo
stesso. Nel momento stesso in cui Malfoy si era piegato su di lei
per sussurrarle quella frase, quella vipera l’aveva addentata. Ed ora il suo
veleno stava entrando in circolo.
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Capitolo 5 *** MILLEPIEDI BULLSTRODE ***
le lacrime del drago
MILLEPIEDI BULLSTRODE
Quella sera tutto sembrava perfetto. Finalmente il giorno della
festa di Hallowen era giunto.
Draco Malfoy, mascherato da Dracula, era al settimo cielo. Fra
poco il sogno di umiliare davanti a tutta la scuola la signorina-so-tutto-io si
sarebbe avverato.
A questo proposito davanti all’ingresso principale aveva
posizionato Tiger e Goyle mascherati da Troll che avevano il compito di tirare
la fune che avrebbe innescato il meccanismo in grado di rovesciare la pozione
maleodorante sulla mezzosangue.
Avrebbe potuto elaborare un incantesimo per fare tutto questo ma
non poteva negarsi il piacere di vedere quei due deficienti che rinunciavano al
divertimento per eseguire degli stupidi ordini.
Sarebbe stata proprio un entrata trionfale per la
Granger.
Intanto un Blasie Zabini travestito da Casanova si dava da fare
a riempire di galanterie le innumerevoli ragazze che quella sera volevano fare
coppia con lui.
A tutte rivolgeva un sorriso accecante, promettendo che presto
avrebbero potuto stare al suo fianco.
In lontananza scorse la ragazza che aveva conosciuto quel giorno
nel cortile, Marie.
Si congedò dal gruppo di ammiratrici e la raggiunse.
Marie o anche Maria Antoniette fissava un punto dinanzi a
lei.
"Sicuramente è sovrappensiero" pensò subito Zabini appena
realizzò che il suo sguardo era rivolto verso uno sgraziato Paciok vestito da
Frankestein.
Difatti quando le posò uno mano sulla spalla, la ragazza
sussultò.
- Oh ciao…- le sorrise contenta.
- Marie… sotto lo stesso tetto ci si incontra pochissimo, non
trovi?- constatò lui.
- Oh... a volte ci incrociamo ma si è così impegnati a fare
altro.- continuò a sorridergli lei.
- Si, può darsi. Il tuo amico?- chiese preventivamente
Zabini.
- Quale mio amico? Ah… ti riferisci a Ju- scoppio a ridere –
quel "mio amico", come dici tu, ci osserva dall’alto- Marie indicò un punto
preciso sopra la sua testa.
Blasie si girò a guardare.
Ed in effetti Ju era lì, affacciato alla sala grande dal secondo
piano che fumava noncurante degli sguardi degli altri. Appena vide Marie
indicare nella sua direzione, distolse lo sguardo.
- allora se mi fai da dama si ingelosirà?- domandò il ragazzo
tornando a guardarla.
- Non credo proprio, sai?- rispose lei divertita.
- Sei così sicura?- si assicurò lui.
- Sicurissima – confermò la ragazza.
- Allora vieni, balliamo- e così dicendo Blasie trascinò Marie
sulla pista da ballo.
Ju al piano di sopra continuò ad osservare la coppia danzante e
non potè fare a meno di sorridere al pensiero di Maria Antonietta che balla con
Casanova. Si accese un'altra sigaretta.
Aveva deciso di non mascherarsi.
Non era nello stato d’animo giusto per festeggiare.
Non lo era mai.
Ma si accontentava di vedere la sua amica Marie sorridere
felice.
Fece per ritornare al dormitorio quando le si pararono davanti
tre energumeni del quinto anno di tassorosso che sembrava non avessero delle
buone intenzioni. E questo Ju lo sapeva.
Sorridendo plasticamente disse :-salve ragazzi, bella serata,
vero?-
Poi sferrò un calcio potentissimo nei testicoli del malcapitato
più vicino e sfrecciò via. Ovviamente gli altri diedero inizio ad un vero e
proprio inseguimento….
Finito il primo ballo Zabini si avvicino con la sua dama
all’amico platinato che era un po’ spazientito dall’attesa.
Batteva con il piede sul suolo per scaricare il
nervosismo.
- Draco, questa è Marie…- tentò di distrarlo Zabini.
- Dov’è?- non si voltò neanche a guardarlo.
- Cosa?- chiese l’amico poi guardò Marie e fece spallucce –
scusalo, oggi è un po’ alterato, mi prendi un drink, gentilmente?- la ragazza
annuì comprendendo la situazione.
- Quella maledetta… Mi sta facendo aspettare…- poi guardò
allarmato l’amico - e questo che rimanga fra me e te.. parlo di una serpe che
aspetta un grifone…-
- La tua è un ossessione Draco… Ma perché non ti diverti come
tutti gli altri? – lo invitò il bel moro.
- Deve obbligatoriamente passare di là… mi hanno detto fonti
sicure che si è travestita da Pochaontas..- aveva gli occhi da allucinato che da
grigi erano diventati color tempesta.
" oh oh" Blasie pensò preoccupato tra sé e sé .
- senti, ubriacati, sfotti Potter e Weasley e poi portati due o
tre ragazze a letto come al tuo solito… Perché questa presa di posizione? Perché
non ti comporti come tutti gli altri adolescenti?- Zabini tentò ancora di
riportarlo con i piedi per terra.
Draco si voltò a guardare l’amico per la prima volta da quando
era iniziata quella discussione e lo fulminò con i suoi famigerati occhi
Malfoy.
- perché è questo quello che fa un’adolescente! Pratica sport,
fuma le sue prime sigarette come se fosse chissà cosa! Va alle feste, si
diverte, prende in giro le ragazze della sua età e fa loro dei dispetti!!!-
quegli occhi mutarono ancora espressione. Ora erano quasi disperati.
- Be, effettivamente…- Zabini si allontanò con cautela… Malfoy
era diventato una mina vagante.
Improvvisamente Draco si trasformò nella felicità in
persona.
- Eccola- sibilò.
L’amico si voltò a guardare.
Pochaontas era lì, stava per varcare la soglia dell’ingresso
principale.
Tiger e Goyle erano pronti.
!!!SPLASH!!!
Una puzza immonda si diffuse rapidamente in tutta la
sala.
Un liquido verdognolo grondava da tutto il vestito della povera
malcapitata.
Che, per capire meglio la situazione, si tolse la
maschera.
Era Millicent Bulstrode.
Draco non riusciva a capacitarsi: aveva sbagliato.
- No!!!- gridò fortissimo ma nessuno riuscì ad udirlo dato il
trambusto che si era creata nella sala.
Si tuffò nella folla cercando quella che doveva essere la vera
vittima. Non la trovava.
Ad un certo punto sentì vicino a lui una voce tanto familiare
quanto odiata.
- Dov’è Herm?- chiedeva Harry-Batman ad un Ron-Robin.
- È rimasta in camera sua, lo sai! Quand’è così non ce la fa a
reggere le feste- rispose il fidato compare.
- Peccato, ci teneva tanto, ed il suo vestito?- chiese ancora il
bambino prodigio.
- Lo ha dato alla Chang che ha provveduto a venderlo- intervenne
una Ginny-Jessica Rabbit – ed avreste dovuto farlo pure voi… siete ridicoli!!!-
aggiunse seccata.
La Mezzosangue non si era presentata alla festa.
Un altro affronto.
Cominciò a correre in direzione dei dormitori.
Furente.
Blasie sentiva odore di guai… Ci pensò su un po’ poi si congedo
da Marie e decise di seguire l’amico per impedirgli di fare
sciocchezze.
Ju proseguiva la sua fuga dagli energumeni di Tassorosso e nella
sua corsa incrociò un serpeverde travestito da Dracula con gli occhi da
assassino. Fece appena in tempo a scansarlo.
"che culo…" pensò "l’ultima cosa di cui ho bisogno è che Draco
Malfoy se la prenda con me perché gli ho pestato i piedi".
I suoi occhi diventarono neri come quelli degli squali… Cercò di
ignorare quella sensazione.
Guadagnò un po’ di tempo visto che i suoi inseguitori non
avevano certo voglia di intralciare il cammino del biondino.
Presto però arrivò ad un vicolo cieco.
La scala dinanzi a lei si spostò improvvisamente e non fece in
tempo a salirci. Era in trappola.
I tre Tassorosso sbarrarono ogni via d’uscita.
Cercò di non farsi mettere le mani addosso.
Ma erano in maggioranza.
Intanto la McGranitt stava sbraitando contro tutti nella sala
grande cercando il colpevole della doccia fetida ai danni della
Bullstrode.
Sospese la festa.
Tra la folla si fece strada il prof.Zero.
Minerva mutò la sua faccia da iena incazzata a gattina
triste.
- prof.Zero, mi dispiace farla assistere a questi atti vandalici
a così poco tempo dalla sua venuta.-piagnucolò
l’insegnante.
Ron ed Harry si guardarono con una faccia disgustata notando la
McGranitt così in calore.
- Tesò, non ti devi preoccupare. Purtroppo questa è una delle
pozioni più maleodoranti che abbia mai visto- disse corrucciato il neo docente
"purtroppo so anche chi l’ha preparata" pensò tristemente. –Mi ci vorrà un po’
per l’antidoto-.
Draco entrò dalla finestra.
Non aveva mai fatto una cosa del genere perché le ragazze lo
facevano entrare dalla porta ed anche perchè si corre un gran rischio: la parete
esterna pende su di un burrone e le folate di vento che arrivano dal basso sono
capaci di mettere in difficoltà qualsiasi bravo scalatore.
Ma lui era accecato dall’odio e tutto ciò gli sembrò una
passeggiata.
La sua bacchetta non ci mise niente a mettere fuori uso la
serratura ed in men che non si dica era in camera della mezzosangue.
"che schifo" pensò.
La ragazza non c’era.
Draco prese ad osservare la sua camera: molto ordinata, anche se
il letto era disfatto. Al muro era appesa una copia del quadro Giuditta II di
Gustav Klimt. Sopra il letto a baldacchino un'altra copia dello stesso pittore,
Le tre età.
" Pezzente! Io invece potrei avere gli originali se solo lo
volessi" .
Oltre a tutte le cose che avrebbe potuto commentare
negativamente in quella singola da prefetto, si soffermò su un album di foto
poggiato sulla specchiera.
Ebbe l’impulso irrefrenabile di aprirlo.
"solo un occhiata alla schifosa vita di una mezza
babbana".
Sfogliando l’album vide i diversi volti della Granger: piccola
ed indifesa tra le braccia di sua madre, irrequieta quando suo padre cercava di
tenerle ferme le braccine sporche di panna perché le aveva affondate nella
gigantesca torta del suo secondo compleanno, tenera nel fienile del nonno che
accudiva i coniglietti appena nati, in lacrime davanti al treno di Hogwarts.
"ma come, non era felice di poter sfoggiare la sua mente
brillante qui, in mezzo ai migliori maghi del mondo?".
Passò avanti.
Fiera, con i suoi due fedeli cagnolini Potter e Weasley. Non
c’era più traccia della bambina che aveva osservato fino a poco
prima.
Poi eccola di nuovo: foto di un estate passata con persone che
lui non conosceva.
" insulsi come lei"pensò ancora.
Però lei rideva spensierata in quelle foto.
Ce n’era una che ancora non aveva attaccato.
Lei, abbronzantissima, con un paio di pantaloncini di jeans a
vita bassa, una blusa fiorita e i sandali con tacco abbastanza alto,seduta sulle
gambe di un bel ragazzo dagli occhi e capelli castani. Carnagione scura e
abbronzata anche lui. E tutti e due che bevevano dallo stesso bicchiere di
sangria gigante.
"Questa però non me l’aspettavo… in braccio a questo tipo la
Granger non sembra la solita sfigata".
Prese la foto in mano per osservarla meglio.
Sentì dei rumori provenire dal bagno.
Qualcuno piangeva sommessamente e singhiozzava.
- Maledizione!! Che dolore!- esclamò la Granger uscendo dal
bagno.
Malfoy si mise istintivamente in tasca la foto.
Hermione non si accorse subito di lui.
Aveva addosso una vestina da notte molto femminile, tutta lino e
pizzo bianco. Si strinse le braccia sul ventre e gridò. Poi si scaraventò sul
letto con il fiatone.
"che diavolo le prende?".
La ragazza riapri gli occhi e si accorse della sua presenza ma
non riuscì neanche ad arrivare alla bacchetta che il dolore la
bloccò.
- non sono capace di reagire Malfoy!!! Se vuoi la tua vendetta
prenditela ora- disse la ragazza con occhi carichi di odio.
Lui rimase impassibile.
- non nego che vederti così mi provoca un certo piacere!- disse
il biondo senza scomporsi.
- Si, vero? Siete davvero perversi voi purosangue!- sorrise
malignamente la ragazza.
- Sono arrivato fin qui con l’intenzione di distruggerti, ma ora
che ti vedo così conciata ho perso la motivazione- spiegò con lo sguardo vitreo
lui.
- Cosa? Guarda che è più facile per te colpirmi ora!- disse
Hermione con tono sbalordito.
- Ehi! Essere inferiore! Io non scendo così in basso! Dovrai
essere tu ad alzarti al mio livello! O quasi! Quando sarai in grado di
affrontarmi, io avrò più piacere a schiacciarti.- rispose indignato
lui.
Lei non riusciva ancora a capacitarsi.
- ora me ne vado da questo schifo di stanza!- ed uscì dalla
stessa finestra.
Lei fisso il punto in cui lui era scomparso ancora
incredula.
Per un attimo dimenticò tutti i dolori mestruali.
Blasie aveva perso le tracce del suo amico.
"ma dove sarà andato a finire, maledizione!! Nel nostro
dormitorio non c’è, la signora grassa non l’ha visto passare neanche da lì"
ripensò rabbrividendo alla cicciona del quadro che continuava a fare pesanti
avances.
Poco distante da lui notò un gruppetto appartato che
sghignazzava.
"Vuoi vedere che lo devo tirare fuori da qualche casino". Il bel
moretto si avvicinò cautamente per inquadrare la situazione.
Un gruppetto di tassorosso stava molestando qualcuno.
"Impossibile che si tratti di quel dandy malefico" si
rispose.
- lasciatemi bastardi!!- urlava il malcapitato della
situazione.
Zabini guardò con più attenzione e vide spuntare una chioma
verde.
"toh, l’amichetto di Marie…" osservò con indifferenza. "Che se
la sbrighi da solo…".
Stava per andarsene quando sentì urlare di nuovo Ju:
- Vergogna, in tre contro una donna!!!-
Blasie si bloccò incredulo e piuttosto confuso.
Questo cambiava tutto.
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
A poche ore dalla publicazione dei primi 4
capitoli, ho trovato delle recensioni.
Non sto qua a spiegarvi la gioia che
provo.
non so come rispondere tramite fermo posta
così ringrazio star_95 per la tempestività, sei davvero
adorabile,
e a Tarabe rispondo ... secondo
te?non avrò mica scritto un ff diversa dalla trama originale per
poi lasciarla con Ron, no? W Draco Malfoy.
grazie tante anche a te.
baci, Bigmeow
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Capitolo 6 *** LA NONNA, L'EROE E LA BORSA DI STUDIO ***
le lacrime del drago
LA NONNA, L'EROE E LA BORSA DI
STUDIO
COLAZIONE.
TAVOLO DEI SERPEVERDE.
-Buon giorno- esordì al tavolo dei serpeverde un Blaise Zabini dall’aria
stanca e assonnata.
-‘giorno il cazzo- esclamò in tutta risposta Draco Malfoy impegnato a
massacrare il suo croissant con la forchetta.
- il mattino ha il sole in bocca, eh Draco?- ribattè una Daphne Greengrass
indignata per l’espressione.
- Torna a parlare di quanto eri figa ieri sera con la tua amica Parkinson, lì
in fondo al tavolo, altrimenti nella mia stanza non ci metti più piede!!!- le
ringhiò contro il principe delle buone maniere.
Goyle si fece scappare una risatina, mentre Tiger, segretamente innamorato
della Greengrass, per la prima volta desiderò ammazzare con le proprie mani il
biondo. Ma durò un attimo. Poi se ne dimenticò.
- Siamo allegri sta’ mattina eh, prince?- buttò lì Blasie.
- Mfh…- mugugnò Draco.
- Neanche io ho chiuso occhio… mi è successa una cosa davvero particolare.
Non vedevo l’ora di raccontartela.- fece il bel moro prendendo posto accanto
all’amico.
- Mhh?- che nella lingua "mi chiamo Draco Malfoy e sono talmente viziato da
non aver neanche voglia di parlare se sono di pessimo umore" significa
"Spara".
- Si ma poi mi devi dire come è andata a finire ieri che ti ho perso di
vista!!!- gli raccomandò Zabini prima di cominciare a
raccontare.
Draco si limitò ad alzare un sopracciglio… Ma davvero sperava di venire a
sapere quale assurdità aveva commesso la sera prima?
Intanto
TAVOLO DEI GRIFONDORO
Harry Potter leggeva la sua rivista sportiva con Ron appiccicato che gli
impediva di voltare pagina perché lui non aveva ancora finito di leggere.
- Ron, ho detto che dopo te la faccio leggere … non mi stare così
appiccicato, lo sai che mi da fastidio e poi mi stai di nuovo riempiendo di
briciole… o leggi o mangi!!!- esclamò il prescelto spazientito.
- No! Così è più emozionante. Almeno possiamo esultare contemporaneamente!!!-
rispose tutto contento il rosso.
Dall’altra parte del tavolo Ginny osservava la scena disgustata.
- li trovo penosi, non credi anche tu, Hermione?- si rivolse all’amica che
però non la stava neanche ascoltando perché era troppo impegnata a leggere il
labiale di un serpeverde in particolare che però non stava aprendo bocca perché
il suo amico seduto accanto stava raccontandogli qualcosa.
"chissà che cosa racconterà ai suoi compari quello stronzo!!!" pensò la
Granger seriamente preoccupata del fatto che la sera prima si era ritrovata
inspiegabilmente la persona che più di tutte odiava nella sua camera.
TAVOLO DEI CORVONERO.
Marie prese posto, come di consuetudine, di fianco a Ju.
- dove sei sparita ieri sera? Mi hai fatto preoccupare!- chiese la prima
all’amica.
- Perché mai avresti dovuto preoccuparti?- fece Ju aggrottando la fronte.
- I cugini Sinclair di Tassorosso!! Mi hanno detto che ieri sera ti stavano
nuovamente importunando.- rispose Marie con lo sguardo severo.
Ju le sorrise e le pizzicò leggermente la guancia con fare affettuoso. -È
vero, ma il tuo amichetto Casanova non mi ha fatto neanche scomodare per
difendermi-
- in che senso?- chiese ancora la compagna.
- Che mi ha difeso… Non c’è neanche stato bisogno di sfoderare i canini… per
fortuna! Succhiare il vile sangue di un Sinclair non mi diverte affatto.- spiegò
maliziosamente la ragazza dai capelli verdi.
- Ju… non fare la stupida. Potevi di nuovo sentirti male e non essere in
grado di proteggerti. Se non ci fosse stato Blasie…- e abbracciò con espressione
preoccupata l’amica.
Ju volse istintivamente lo sguardo verso il tavolo dei serpeverde. Blasie
Zabini alzò la mano per salutarla e Draco Malfoy aguzzò lo sguardo per vederla
meglio.
TAVOLO DEI TASSOROSSO.
…………………………………………………………………………………………………………
I cugini Sinclair hanno preferito non scendere per la colazione.
………………………………………………………………………………………………………....
TAVOLO DEI PROFESSORI
Il prof. Zero tenta di spiegare ad Hagrid come le paillettes possono essere
strategiche per migliorare l’immagine di una persona.
- vedi Hagrid, con un po’ di paillittes infilate un po’ qua e un pò là, anche
nella barba se vuoi, ti sentirai una persona migliore…-
- ma io non so come una cosa così piccola e stupida può modificare l’opinione
della gente…- ribatteva giustamente il mezzo gigante.
- Sto perdendo le speranze con te Hagrid, sei quasi peggio della Cooman-
sbottò il prof. Zero.
TAVOLO DEI SERPEVERDE.
- capelli smeraldini, mi ricorda qualcosa.- disse Malfoy osservando la
ragazza di Corvonero che Blasie stava salutando.
- Insomma Draco, era una donna… Come ho potuto sbagliarmi?- Zabini non si
dava pace. Che fine aveva fatto il suo gnocca detector?
- Non l’hai mai vista da vicino e poi si veste con la divisa maschile. Certo
però che è troppo bella per passare per un ragazzo. E così quei deficienti dei
Sinclair la volevano aggredire. Come mai?- chiese curioso il biondo
- Non lo so, non me l’ha detto. Forse erano solo un po’ arrapati, visto che,
brutti come sono, non gliela da nessuna.- ipotizzò il bel moro.
I loro discorsi furono interrotti da un falchetto che si posò sul tavolo
dinanzi a Malfoy. Alla zampa aveva legate due piccole pergamene.
- Come mai il falco di mio padre è qui?- si chiese ad alta voce il
principe.
- Ma tuo padre non è ad Azkabam?- chiese Zabini incuriosito.
- Si, e con ciò? Figurati se un Malfoy non può avere il privilegio di
comunicare con l’esterno in qualche modo.
TAVOLO DEI GRIFONDORO
"Chi diavolo sta salutando quell’idiota del suo amico" pensò Hermione vedendo
Blaise agitare la mano in direzione del Tavolo dei Corvonero. Si girò verso le
persone in questione e notò una bella ragazza dall’aria aggraziata "ah, la nuova
proveniente da beaux batons, figurati se un avvoltoio come Zabini se la faceva
scappare". Poi automaticamente il suo sguardo si posò sulla persona al suo
fianco. "Ma cos’è? Un essere androgino? Capelli smeraldini, mi ricorda qualcosa"
e mentre si sforzava di ricordare il suo flusso di pensieri fu bloccato dalla
voce del suo ragazzo.
- Senti Herm… che ne dici se alla fine della lezione facciamo … due… passi
insieme – Ron prendeva l’iniziativa. Data storica.E mentre pronunciava quellu
parole la sua convinzione andava scemando e il colorito del suo viso si
uniformava a quello dei capelli.
- Ah.. si, come no… io sono ad aritmanzia perciò ci troviamo davanti
all’ingresso della sala Est, ok – rispose la ragazza imbarazzata ma anche
entusiasta di quell’inaspettata proposta.
Ginny e Harry si guardarono compiaciuti.
La prima pensò "Ah finalmente mio fratello si scolla un po’ dal mio
ragazzo".
Mentre il bambino sopravvissuto compiaciuto, diceva a se stesso "Ah
finalmente si scopa!!!"
TAVOLO DEI CORVONERO.
"che cavolo saluta quell’idiota! Quanta confidenza!" pensò Ju fintamente
infastidita. Si girò di scatto dall’altra parte senza ricambiare il saluto.
Marie dal canto suo sfoggio uno dei suoi sorrisi più belli rivolti verso il bel
serpe verde moro e il leader dei serpeverde bastardi.
-non essere così scostante Ju… Zabini ti ha aiutata ieri- si rivolse in tono
supplichevole Marie all’amica.
- Non mi piace! Però se piace a te… Vedrò di sopportarlo.- disse
scocciata.
TAVOLO DEI TASSOROSSO.
…………………………………………………………………………………………………………
TAVOLO DEI PROFESSORI.
La McGranitt si alzò in piedi e con fare solenne disse rivolta agli
studenti:
- Il prof. Zero ha da leggervi un comunicato.
- Grazie Minerva.- il professore sorrise delicatamente all’anziana donna che
arrossì visibilmente e cerco con tutte le forze di recuperare la sua
compostezza. Intanto la Cooman, la Sprite, Madama Bumb e tutto il resto del
corpo docenti femminile di Hogwarts ribolliva di invidia.
- Andrò subito al punto. Io provengo da una piccola scuola italiana,
precisamente dal sud. Ma più che alle scuole medie di primo e secondo livello ci
siamo concentrati sul proseguimento degli studi come specializzazioni e Master.
Ovviamente essendo una scuola di livello Premiere abbiamo pensato di organizzare
un concorso per le borse di studio, quindi potrete tranquillamente accedere per
merito. Uscendo dalla sala grande troverete i depliant esplicativi con tutti i
tipi di materie che potrete frequentare e nella bacheca vi saranno tutti i
candidati per la borsa di studio. Grazie per l’attenzione- e si mise a sedere
nuovamente-
Nella Sala grande era sceso il silenzio. Poi dopo cinque minuti tutti riprese
a parlare più animatamente di prima.
TAVOLO DEI SERPEVERDE.
" Figlio mio, la vita qui ad Azkabam è peggio di quanto pensassi. Pensa che
ho il bagno, il letto a baldacchino, la sala da pranzo, la credenza con i the
orientali, ed i miei libri tutti nella stessa stanza. Mi sento male solo a
guardarla. Non ho neanche le forze per pulirla, per fortuna un dissennatore si è
offerto di farmi le pulizie, sai con la mia allergia alla polvere, poi un
brav’uomo della cella accanto si è offerto di lavarmi la biancheria. Possiede,
nella sua cella, un manufatto di natura babbana che pulisce gli indumenti con
una sostanza schiumosa. Boh, forse è per questo che si chiama bavatrice, o
qualcosa del genere.
Ma non ti ho scritto per assillarti con i miei innumerevoli problemi. Ti
volevo ricordare che questo fine settimana è il compleanni di tua nonna Dora. Mi
raccomando, vai a trovarla. Lo so che è pazza e fa un po’ paura per la sua aria
di superiorità ma è sempre mia madre e almeno con suo nipote vrrei che avesse un
buon rapporto. Assecondala in quello che dice. Grazie ancora ora devo andare a
giocare a quidditch con i galeotti del terzo piano. Che vita fatta di stenti.
Tuo padre Lucius."
- Oh cazzo!!!- esclamò il biondo.
- Cosa? - chiese Blaise.
- La nonna … il quidditch …- mormorò sconnessamente Draco.
- In che senso Draco? Tua nonna gioca a Quidditch?- provò ad ipotizzare
Zabini.
- No! Quest’anno sono io il capitano … Devo organizzare la squadra di
Quidditch! Me ne sono ricordato solo ora! Porca puttana!- cominciò ad imprecare
il bel Malfoy.
- E tua nonna cosa c’entra?-
- Ho quest’altra gatta da pelare questo fine settimana, è il compleanno di
quella pazza di Dora!!! E non posso occuparmi delle selezioni!!-
- Ma se tu ora sei il capitano… chi sarà il cercatore?- chiese ancora
l’amico.
- Ci sto pensando Blasie, credimi.- rispose mentre apriva la seconda
pergamena.
" signor Malfoy, è superfluo dire che con il suo comportamento mi ha
veramente deluso. Le ho risparmiato l’espulsione mantenendo il segreto con la
prof. McGranitt ma la devo ugualmente punire per ciò che ha fatto. Zero
Renato"
- Maledizione, ci mancava pure questa!!!!- esclamò Draco.
Zabini, sta volta senza chiedere, lesse il biglietto e lo guardò
preoccupato.
- Questa volta non me la posso svignare. Mi prenderò le mie responsabilità.-
abbattuto si accasciò sulla sedia.
Zabini con fare consolatorio cominciò a dargli pacche sulla schiena.
TAVOLO DEI GRIFONDORO.
Gli occhi di Hermione si illuminarono di un sinistro bagliore. In un attimo
tutti diventarono dei possibili nemici, rivali, tutto perché il prof. Zero aveva
pronunciato le parole chiave "specializzazioni e Master, scuola italiana,
Premiere, borse di studio".
Ron, vedendola fremere, azzardò:- Hermione, sicuramente anche tu…-
Lei si girò di scatto verso il rosso: - Ma certo! È ovvio Ronald! Ora vado a
vedere la bacheca, poi a lezione. Dopo Aritmanzia ci vediamo per la passeggiata.
E che sia una cosa veloce!!- si alzò e di corsa si diresse verso l’uscita: non
stava nella pelle ma era scontato che il suo nome fosse in quella lista.
Ron sconfortato guardò l’amico e poi la sorella:- Mi va tutto storto ragazzi!
Ora con questa storia della borsa di studio diventerà insopportabile-
Harry e Ginny si guardarono dispiaciuti quanto lui.
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Capitolo 7 *** Lo Strano caso di Blaise Zabini ***
L'apparenza inganna ma non è il tuo caso
Capitolo 7
Lo strano caso
di Blaise Zabini
Quella settimana cominciava proprio
male. Anzitutto l’attentato alla Granger era andato a farsi benedire,
ritorcendo questa cattiva sorte sui serpeverde stessi che ormai non potevano
fare a meno di percepire ad un miglio di distanza la presenza di Millepiedi
Bullstrode, figurarsi avercela in sala comune. E adesso Draco doveva
risolvere questa situazione. Difatti la punizione del professor Zero
consisteva proprio nell’elaborare quel difficilissimo antidoto che proprio il
docente aveva inventato per la fantomatica cugina di Draco. Aveva davanti a
se una miriade di ampolle di diverso colore e un calderone che attendeva
fumante. Sfilò una sigaretta dal pacchetto e la accese con la punta della
bacchetta.
-Non è una punizione vera e propria, signor Malfoy .. Lo
consideri come un opportunità di passare un po’ di tempo con se stesso-.
L’espressione del professore era insolitamente seria. -Conoscere se stessi è
importante, perché a volte le scelte della nostra vita sono vincolate da scelte
che altri fanno per noi e crediamo che sia giusto così, finchè un giorno non ti
ritrovi a pensare che non era ciò che volevi-. Draco lo guardava come se quel
discorso non gli riguardasse: -mphf-.
Però ora ci ripensava a quelle
parole… Era proprio vero. L’aula deserta di Pozioni facilitava il flusso di
pensiero. Estrasse dalla tasca la foto di Hermione con quel ragazzo. Chiuse
gli occhi e per un attimo provò ad immaginarsi nei suoi panni. Cioè non in
braccio al bell’imbusto, ma sulla spiaggia a fare baccano con una bella
bottiglia di quella bevanda tedesca che chiamano birra. Nei locali a ballare con
gli amici e fare i cretini con le ragazze senza poi doversele per forza portare
a letto. A non pensare. A divertirsi semplicemente. Maledetto Zabini. Troppe
volte parlava con lui delle usanze babbane. Vergogna. Essere un purosangue
era il più grande prestigio nel mondo della magia. Maledetta mezzosangue. Mai
avrebbe pensato di volersi sentire come lei.
Lupus in fabula.
-emh
emh- Hermione decise di palesare con un finto tossire la sua presenza nella
stanza. Draco riaprì lentamente gli occhi e li puntò su di lei, per niente
sorpreso. Ripose nella tasca la foto. -ho avvertito la tua inutile presenza
da subito Mezzosangue- disse con il suo solito tono. -ah ah …- fece lei
snobbando le sue parole. -Cercavo il prof. Zero ma al suo posto vedo solo un
damerino-. -fuori dalle palle Mezzosangue, ho da fare- cercò di
liquidarla. -Volevo solo i moduli per la richiesta di borsa di studio, visto
che IO sono una dei candidati- fece lei pavoneggiandosi. -Ti prego
mezzosangue, cosa vuoi che mi importi delle tue conquiste scolastiche, sono le
uniche che fai ..-strinse la sigaretta nel pugno. Quando lo riaprì non c’era più
niente. "bel trucco" pensò la ragazza ignorando un'altra volta
l’apprezzamento del biondo "devo impararlo anche io, come mai non lo so?". Il
ragazzo era troppo indaffarato con la pozione per cimentarsi come al suo solito
con insulti vari. Incuriosita dal gran da fare del biondino si accostò piano
al suo tavolo da lavoro. - Quale parte del mio invito a dissolverti non era
chiara?- fece lui indignato per il fatto che lei avesse ignorato il suo
ordine. Dopo una breve pausa la bella grifondoro chiese:- Cosa ci facevi in
camera mia ieri sera, Malferret?- - Non sono cose che ti riguardano!- rispose
con noncuranza. - Che faccia tosta! È la mia camera!- sbottò lei. - Posso
fare quello che voglio io!- esclamò prepotente. - Non credere! Non ti puoi
introdurre furtivamente nella camera personale degli altri studenti! Se lo
sapessero..- cominciò a predicare lei. - Smettila! Volevo capire perché non
eri alla festa, dannata! E nessuno deve sapere!- il biondo si innervosì ma non
smise di armeggiare con le ampolle. - E per quale ragione, di grazia?- chiese
sorpresa. - Volevo umiliarti davanti a tutti! Stupida femmina!- Hermione
sgranò gli occhi incredula. – Sei uno stronzo Malfoy!- - Mai quanto te,
mezzosangue!- - Idiota, tu non puoi fare il quello che ti pare sai?- - Mi
stai fracassando le palle!- - Tu .. tu ... essere spregevole!- - Ah Ah Ah-
- Spocchioso figlio di papà…- ciò che più la stava innervosendo era la
noncuranza con cui la stava trattando.- E guardami quando ti parlo- dicendo
questo lo strattonò e tre ampolle caddero per terra, mescolando i
contenuti. - Guarda cosa hai combinato razza di…- si piegò per
raccogliere i vetri ma non finì di parlare che inspirando i fumi del liquido
sconosciuto si accasciò per terra. Hermione, vedendo la scena, non reagì
subito. Poi toccò con il piede il corpo esanime. - Malfoy? Ti senti
bene?- non che si aspettasse una risposta, data la situazione.
Zabini
passeggiava tranquillamente per il lungo corridoio che portava alla biblioteca.
Girando l’angolo si trovò faccia a faccia con Ju, poggiata con le spalle al
muro. Lo aspettava. - Non fare mai più il cavaliere con me! non ne ho
bisogno!- disse lei senza scomporsi troppo. - Non mi sembravi di questo
parere ieri sera! Mi spieghi perché quegli idioti di tassorosso ce l’avevano con
te?- ghignò. - Senti, l’unico motivo per cui non ti ho messo k.o. è…- una
strana ma conosciuta sensazione pervase il suo corpo, i suoi occhi si
dilatarono, iniettandosi di sangue. Si nascose il volto con una mano. - … tu
piaci a Marie, mi è parso di capire.- Lui osservò questo suo atteggiamento: -
Cosa ti prende?- ma subito l’attenzione del ragazzo venne catalizzata da una
goffa figura femminile che si trascinava con aria furtiva, cercando di
trasportare una sagoma molto familiare. - Che cazzo … - e scattò in avanti
superando Ju. – Ehi Granger, cosa diavolo succede?- dicendo così l’aiutò a
sostenere l’amico. Draco alzò la testa, lo guardò con gli occhi strabici,
fece un sorriso da ebete e disse: - tu.. tu sei il migliore qua dentro, amico,
il migliore …- poi ritornò con la testa a ciondoloni. Ju si fermò ad
osservare tutta la scena - Cosa gli hai fatto?- ringhiò contro la spaventata
grifondoro. - Niente.. ti prego aiutami, giuro che ti racconto tutto!!!-
rispose la ragazza che si lasciò scappare due innocenti lacrime, dispiaciuta.
- Seguitemi, conosco un posto tranquillo- si intromise la ragazza dai
capelli smeraldini. Guidò i tre ragazzi in un ala della scuola sconosciuta,
attraverso un’attenta combinazione di scale. Ogni tanto Draco alzava la testa
per dire qualche stranezza, tipo che gli piacevano i campi di grano assolati e
il profumo dei boschi dopo la pioggia. Arrivati in una grande sala polverosa,
ammobiliata ma abbandonata a se stessa, Hermione raccontò l’accaduto a Blasie e
non ci volle il veritaserun per capire che non stava mentendo. Piangeva
sinceramente crucciata. Zabini le diede une tenera pacca sul capo: - ok, ok,
Granger, smettila di piangere e vediamo di risolvere questo problemaccio … Non
sarà molto contento quando si riprenderà!- Hermione si asciugò le lacrime
piacevolmente sorpresa dall’atteggiamento di Blaise. Ju si sedette per terra,
distante e cominciò a guardare annoiata. - Ho portato il libro di pozioni con
il tomo specifico per gli antidoti.-cominciò Hermione. - Non guardare me… io
non ci capisco niente- rispose lui. Improvvisarono una brandina con un divano
impolverato dove posarono Draco che non faceva resistenza. - Senti Blasie,
qui dice che bisogna conoscere il contenuto delle fiale utilizzate per questo
veleno …- disse Hermione cominciando a leggere. - Embè?- - Io.. non ho
idea... – balbettò timidamente la giovane strega. - Cosa? Andiamo Granger..
tu sei la migliore di tutta la scuola..- rinfacciò Balsie. - Io non so cosa
stava preparando... quelle ampolle… solo lui sa..- - Peccato che lui sia in
questo stato Granger!- - Io davvero non so, Zabini- Il biondo riaprì di
nuovo gli occhi e guardò la grifondoro:- tu … tu sei la femmina che più ammiro
qui dentro. Hermione sgranò gli occhi. - Non lo posso vedere in questo
stato! È chiaro che sta MOOOLTO male!!!- apostrofò Blasie
disperato.
Silenzio.
- Coff coff - Ju tossì per la
polvere.
Serviva una soluzione veloce e Hermione si stava spremendo le
meningi. Dopo una lunga pausa di riflessione la ragazza azzardò: - conosco
un’incantesimo di trasferimento. Se io trasferisco tutti questi effetti
collaterali su di un altro soggetto allora Draco potrebbe aiutarci- - Buona
idea Granger, allora prestati per questo trasferimento!- fece tutto contento il
bel serpe verde. Hermione deglutì con forza. - Però non sono sicuro che
una volta rinvenuto poi ti darebbe una mano per riportarti alla normalità-
continuò. La grifondoro lo guardò terrorizzata. Blasie si rivolse a Ju:-
potresti prestarti tu, no?- La corvonero si limitò a mostrargli il dito
medio. - A quanto vedo non ho altra scelta.- e dicendo questo si stese vicino
all’amico. Evidentemente sollevata ,Hermione si mise tra i due e cercò di
concentrarsi al massimo. - Allora, Granger!- esortò Zabini. - Mi stò
concentrando!-
Passarono alcuni minuti.
- Ma insomma, lo conosci o
non lo conosci quest’inc…- Zabini non fece in tempo a finire che strabuzzò gli
occhi e perse i sensi. Hermione era riuscita nel suo intento e osservava
compiaciuta come le sorti dei due si stavano invertendo. Malfoy aprì gli
occhi di scatto e mettendosi a sedere si guardò intorno. Una sala troppo
trascurata per i suoi gusti, la corvonero "salvata" da Blasie, la Granger e il
suo amico steso per terra. - Che diavolo è successo?-
<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<
-
Micadmia, loreno e baccilla. Tre estratti che mescolati formano un potente
veleno. Non sarà facile risolvere questa situazione, anche perché se passa molto
tempo entra in circolo nel sangue- pensò a voce alta. – Granger fammi da
assistente-. La ragazza obbedì. Mai avrebbe voluto sottostare agli ordini di
Malfoy ma si riteneva responsabile dell’accaduto e avrebbe fatto di tutto pur di
riscattarsi. Assistette Malfoy nella preparazione dell’antidoto. Zabini
peggiorava. Dalla bocca fuoriuscì della schiuma. - Accidenti!- gridò Draco
che perdeva via via la calma.
L’antidoto era riuscito. Draco,
visibilmente preoccupato, lo fece bere all’amico. Purtroppo non causò nessun
effetto positivo. - Maledizione!- urlò di nuovo, tirò un pugno su di una
colonna e si ferì la mano. Hermione era nel panico più assoluto ed anche Ju
cominciava a preoccuparsi. Malfoy si voltò di scatto verso la grifondoro –
Perché hai usato l’invertum su di noi? Perché non hai lasciato che questa sorte
toccasse a me?- le gridò contro il ragazzo. La ragazza non sapeva cosa
rispondere. Era a metà fra il senso di colpa e lo stupore nello scoprire che
Draco tenesse all’amico più di se stesso.
Poi il ragazzo venne folgorato
da un’idea e rivolse le sue attenzioni a Ju. - Tu! Tu dovresti essere una
Espinoza vero?- le chiese senza la sua proverbiale calma. La ragazza si alzò
e si diresse lentamente verso di lui. –Si!- disse spiccia, sapendo dove il
ragazzo stava andando a parare. - L’ho capito poco dopo aver ascoltato il
racconto di Blaise- disse guardandola dritta negli occhi. Hermione non ci
capiva più nulla. Aveva letto qualcosa sul libro di Storia della magia riguardo
la stirpe spagnola degli Espinoza, ma ormai era stata considerata estinta. -
Fa in modo che il sangue avvelenato venga via, ti prego!- la implorò
Malfoy. - Ci sono degli effetti collaterali, sai?- disse seria. - Non
importa, fa in fretta!- disse lui risoluto. - Bene, allora porgetemi i vostri
polsi.- cominciò Ju. - Perché?- Squittì nervosamente Hermione. - Per
suggellare il patto!- rispose Ju. - In che senso?- continuò a domandare la
mora. - Nel caso dovessi approfittare della situazione voi sareste gli unici
a potermi fermare!- spiegò la corvonero. - Continuo a non capire- - Ti
prego mezzosangue! Non c’è tempo!- così dicendo Malfoy si scoprì il polso e
subito il marchio nero sulla pelle diafana del ragazzo saltò agli
occhi. Hermione non lo aveva mai visto. Questo la fece rimanere
scioccata. Anche Ju rimase un attimo perplessa. Poi si rivolse alla
ragazza: - Porgimi il polso- La riccia era ancora titubante. - Ti posso
assicurare che non ti accadrà niente di irreparabile- la rassicuro Ju.
Allora anche la Granger si scoprì il polso. La corvonero ci fece un
piccolo taglio, sia all’una che all’altro, recitò qualcosa e fece combaciare le
due ferite. Poi si avvicinò la bocca alle due ferite e leccò il sangue. Lui,
stranamente, non si lamentò per niente ed Hermione si chiese mentalmente come
mai. Ju cominciò a recitare qualcosa in una strana lingua. Poi, con tono
solenne si rivolse ai due ragazzi: -questo è un patto stretto con un vampiro. I
due testimoni hanno il compito di frenare il sangue.- Hermione non credeva
alle sue orecchie. Aveva appena stretto un patto di sangue con un vampiro, razza
infida e perversa, alleati di Voldemort, ed aveva mischiato il suo sangue con
Malferret. Lentamente volse lo sguardo verso Draco. Il ragazzo era serio. La
mascella contratta e lo sguardo deciso. Ju si chinò verso Zabini: - non
lasciate che i miei capelli cambino completamente colore.- disse prima di
avvicinarsi al collo del ragazzo. I suoi occhi si iniettarono di sangue, gli
incisivi diventarono aguzzi ma in quel momento sembrava infinitamente
sensuale. Morse il collo di Zabini, proprio all’altezza della giugulare e
cominciò a succhiare. Hermione non poteva fare a meno di pensare che il tutto
era veramente raccapricciante ma in lei cresceva una sorta di malsana
eccitazione. - È il sangue- disse piano Malfoy. Hermione lo guardò
intensamente. – il rito dei vampiri è profondamente legato al sangue, alla carne
e a tutto ciò che è istinto. Quindi implica anche le pulsioni sessuali-. La
Grifondoro abbassò lo sguardo, scandalizzata. Perché tutto ciò che aveva a che
fare con Draco Lucius Malfoy era profondamente oscuro e perverso? Intanto i
capelli di Ju cominciavano a diventare color cremisi. - Appena ti do il via
poggia la mano sulla sua spalla, Granger- disse posizionandosi dietro a
Ju. Hermione annuì. Zabini ogni tanto faceva smorfie di dolore e i capelli
di Ju continuavano a tingersi. - Ora, Granger.- così dicendo Draco impose la
mano sulla spalla della vampira e l’altra fece lo stesso. Ju si stacco dal
corpo del moro serpe verde gridando di dolore. Poi si allontanò dal gruppo e si
rannicchiò in un angolino tenendosi la testa tra le mani. Hermione seguì
tutti qusti suoi movimenti mentre Draco si precipitò sull’amico che intanto
aveva riaperto gli occhi. - Stai bene amico mio?- disse il biondo
controllando la ferita sul collo che andava rimarginandosi. - Cosa è
successo, Draco. Mi sento a pezzi e … non so come spiegare ma avverto una
stranissima sensazione …- rispose l’amico frastornato. - Ora ti porto a letto
così ti riposi- Draco si caricò l’amico sulle spalle. - Devi stargli
vicino per un po’ di giorni … ora è sotto la mia malia.- lo avvertì Ju. -
Si….- si diresse verso la porta e prima di uscire dalla sala disse un ultima
cosa rivolta alla vampira :-Grazie- Hermione, quando si rese conto di essere
rimasta sola con Ju, sgattaiolò veloce fuori dalla sala. La ragazza, i cui
capelli erano tornati perfettamente color smeraldo, si mise a
ridere.
<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<
Care ragazze vi ringrazio degli apprezzamenti (star_95
sopratutto). Questo capitolo è meno divertente degli altri, anzi diciamo che
non lo è per niente. Comunque volevo far capire che una persona quando ha
paura di perdere qualcuno a cui tiene cambia completamente
atteggiamento.
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
L'apparenza inganna ma non è il tuo caso
Quando Hermione rientrò in sala comune trovò Ron
addormentato sul divano con una rivista sportiva in mano.
- Ron… Ron… - sussurrò
la ragazza cercando di scuoterlo.- Ron… La nostra
passeggiata.-
Dal canto suo, il ragazzo non amava particolarmente essere
svegliato mentre sognava di giocare nella nazionale inglese di Quidditch,
rispose impastando un :- Vacci da sola-.
E questo era per Hermione proprio il momento giusto per
scaricare la tensione accumulata.
- Cooooosa?- la giovane
strega si alzò in piedi sovrastando minacciosamente il ragazzo che si era appena
reso conto dell’errore commesso.
Qualche minuto dopo davanti alla signora grassa vi erano
Harry e Ginny:
- Dieci a uno per
Hermione! Ragazzi, ce la farà questa volta il rosso a difendere il suo onore di
uomo? Puntate, puntate e sappiate che non tutto è sempre come sembra!! Forse il
nostro amico questa volta ha degli assi nella manica. Chi lo
sa?-
Intanto tutti i grifondoro puntavano sulla ragazza.
L’incontro si concluse qualche minuto dopo con un Ron
schiantato e una Hermione finalmente tranquilla che accarezzava il suo gatto
Grattastinchi di fronte al caminetto della sala comune.
Colin Canon aveva preso il posto di Harry e Ginny davanti
all’ingresso e vendeva le foto con la cronostoria dell’ultimo Hermione vs
Ron.
La rossa e il bambino sopravvissuto presero posto di fianco
della vincitrice.
- Un bel mucchio di
soldini, eh?- fece la ragazza tendendo la mano verso i
due.
Harry, sbuffando, consegnò il ricavato delle scommesse
all’amica.
- Pensavate di
arricchirvi alle mie spalle? Questi soldi sicuramente saranno devoluti ad una
causa più benefica che a comprare una montagna di
preservativi.-
Ginny ringraziò il cielo che il fratello fosse ancora privo
di sensi.
- Ginny, a proposito, ci
conviene approfittarne ora che tuo fratello è fuori uso, sennò chissà quanto
dovremmo ancora aspettare per togliercelo dalle scatole.- disse Harry rivolto
alla sua ragazza.
- Hai ragione, amò.
Andiamo. Buona notte Herm.- fece la ragazza tutta
contenta.
Hermione rimase là, sospirando e chiedendosi quando sarebbe
accaduta a lei una cosa del genere. Si girò a guardare Ron riverso per terra ed
ad un tratto ebbe una visione di lei e Ron a letto.
Ron:- allora vado!-
Hermione:- è la quarta volta che lo dici ,
vai!-
Ron:-… stò andando bene?-
Hermione:- Io non sento niente-
Ron:-Ops, infatti non era entrato! Allora
vado!
Hermione:- Ti prego, Ronald!-
Ron:-… va un po’ forte!-
Hermione:- Mica è il cambio di un auto!-
Ron:-Spostati più a destra-
Hermione:- ……….-
Ron:-…. A sinistra…-
Hermione:- ………..-
Ron:-Forse ci sono-
Che disastrooooooooooo.
Non riusciva proprio a vedersi… magari non era ancora
entrata nell’ottica di concedere il suo corpo. D'altronde era passato davvero
poco tempo dal suo primo bacio, ovviamente con Ron. E non era stata quella
grande esperienza che tutti le avevano raccontato. Poi le volte successive erano
andate meglio.
Comunque le cose graduali erano proprio nel suo stile.
Hermione Jane Granger non era per le botte di testa. Valutare per bene e
decidere.
Ma…
Quante cose aveva scoperto durante quella
giornata.
Malfoy che sapeva preparare una pozione di cui lei ignorava
l’esistenza, conosceva l’incantesimo Invertum e non era da tutti.
Sapeva benissimo che Blaise adorava Draco, ma non pensava
che la cosa fosse reciproca.
Poi c’era quell’ala del castello che lei non conosceva.
Invece quella Ju, arrivata da poco, aveva nozione anche delle combinazioni delle
scale.
Ed ancora, fatto più sorprendente di tutti, era un vampiro.
E tutto ciò che le aveva no detto dei vampiri era tremendo. Ma la sua sete di
conoscenza non riusciva a darsi pace. Voleva sapere. Voleva
conoscere.
Ed aveva paura.
Anche perché ancora una volta aveva avuto a che fare con
Malfoy. Chissà con quale assurda imputazione avrebbe di nuovo giustificato
qualche brutto tiro nei suoi confronti.
Bè, d'altronde aveva attentato alla sua vita. Però non
l’aveva fatta di proposito.
Decise di dormirci sopra. Come diceva Rossella O’Hara "ci
penserò domani".
<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<
SALA COMUNE DEGLI SLYTHERIN
Blasie e Draco discutevano a bassa voce sul da farsi
riguardo ciò che era accaduto.
- Ricapitoliamo, Draco.
Io sono stato morso da un soggetto che pensavo fosse un uomo, invece era una
donna e non una normale… un vampiro! Sono stato preso per culo due volte.-
Zabini cercava in tutti i modi di mantenere basso il tono della
voce.
- Blaise evita di alzare
la voce. Abbiamo lasciato che ti mordesse per salvarti la vita. Il veleno era
entrato in circolo e l’unico modo per salvarti era quello di tirare fuori il
veleno in qualche modo. E quella Ju era l’unica a poter fare questo.- spiegò
pacatamente il biondo.
- Ma questo vuol dire
che sono sotto il suo comando ora… sono l’umile servo di un vampiro! Ed io
diventerò un vampiro a mia volta … si, lo sento. Il mio cuore sta già diminuendo
i suoi battiti ed infatti anche la mia bellissima carnagione ha perso il suo
naturale colorito roseo … no, non voglio morire. Ho troppe donne da conquistare
… il mondo ha bisogno di me. un momento, ma se io divento un vampiro sarò anche
un mortale. Beh, non potrò più accompagnare mia madre in chiesa la domenica ma
tutto sommato…- Blaise aveva iniziato il suo soliloquio che prometteva bene in
quanto a durata ma l’amico lo interruppe sbalordito.
- Accompagni tua madre
in chiesa? Ma che bel signorino che sei… - apostrofò
ridendo.
- Io .. Io lo faccio
ogni tanto.. Non sempre- Zabini avvampò.
- Senti.. te lo spiego
una volta sola. E non mi interrompere. Dopodiché potrai avanzare tutte le
domande che vuoi su i punti poco chiari.- dicendo ciò Draco ritornò serio
.
- Ok- rispose
semplicemente l’amico.
- Allora,
anzitutto togliti dalla testa tutto quello che hai visto in tv sui vampiri. Gli
Espinoza poi … sono un’antica famiglia di stregoni imparentati con i vampiri
veri e propri. Diciamo che sono degli umani che hanno gli straordinari poteri
dei non morti, vivono più a lungo di noi e hanno una sfrenata passione per il
sangue. Soprattutto se è sangue buono. Ho dovuto stringere un patto di sangue
con la Granger e la sanguisuga perché il tuo stato di vittima dalla malia del
morso fosse reversibile. E Dio solo sa quanto mi è costato mischiare il mio
sangue con quello della zannuta grifondoro.- alzò gli occhi al
cielo.
- Ma non
potevi farlo tu da solo?- chiese l’altro.
- No. I
patti dei vampiri sono fortemente legati alla tradizione cristiana. Bisogna
essere sempre in tre, come la santa trinità. Non avevo scelta, ti pare?- spiegò
il biondo.
- Effettivamete. Grazie amico, capisco quanto ti è costato, ti devo la
vita. Quindi non diventerò un vampiro. Ora, in cosa consiste la malia di un
vampiro?- chiese ancora Blaise.
- Questa è
davvero una gatta da pelare. Per i prossimi sette giorni dovrai cercare di stare
lontano da quella tipa.- lo ammonì Malfoy.
- È un po’
difficile visto che è l’amica del cuore della ragazza che mi piace. Ma perché
poi?- il bel moro iniziava a non capirci molto.
- Ascoltami. Io non ne so molto ma .. più sarai vicino a lei e più il
richiamo del sangue sarà forte. Potresti trovarti a fare cose che non vorresti.
E proprio davanti alla ragazza che ti piace.- continuò serio
Draco.
- Oh no.
Cosa posso fare? E se me la ritrovo davanti?- Zabini sembrava visibilmente
disperato ma non riusciva a nascondere un mezzo sorriso
canzonatorio.
- Ridi, ridi, stronzetto. Sarò costretto a starti alle costole visto
che io ho stipulato il patto ed io ho il potere di tenervi a freno.- rispose
sbuffando l’altro.- ma dopo le lezioni ti chiudi in dormitorio che io devo
ancora scontare la punizione con il prof.Zero e non posso pensare a te.-
<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<
Non preoccupatevi, il peggio deve ancora
venire.
Tornando a noi, questo è un capitolo esplicativo. Non potevo
non chiarire la situazione. Ci sono molti punti su cui devo ancora tornare ma
per il resto ho delineato tutto abbastanza bene nel mio
cervello.
Dubbi? Perplessità? Domande? Consigli?
Molte cose le scrivo di getto e poi le posto. Non ho il
tempo di vergognarmene.
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Capitolo 9 *** Voldy capretto espiatorio ***
L'apparenza inganna ma non è il tuo caso
Capitolo 9
VOLDY CAPRETTO
ESPIATORIO
Hermione si svegliò di buona lena e, come ormai faceva ogni mattina, si
appostò davanti allo specchio per il discorso sull’autostima.
- Allora Hermione, il mio sesto senso di strega mi dice che oggi sarà
una giornata particolarmente impegnativa. Punto primo: tenere il muso a Ron, anche
se so che cercherà di farmi ridere in tutti i modi. Punto secondo: dopo le
lezioni andare dal prof. Zero per la borsa di studio. Punto terzo: passare dalla
biblioteca al più presto, c’è una cosa che voglio controllare. Punto quarto:
domani sera c’è la riunione del comitato studentesco. Chissà quante cazzate
fioccheranno. Ma tu, Hermione, mantieniti calma. Sei al top!!!- Lo specchio
rifletteva esattamente ciò che Hermione voleva far vedere ma la realtà era
un’altra: più andava avanti e più le sue sicurezze vacillavano. Quale futuro si
prospettava per lei? Con Harry e Ron si era ripromessa di diventare un Auror ma
questo era dipeso dal suo istinto di protezione verso Harry. Se Voldemort non
fosse esistito quali sarebbero state le sue decisioni? E la borsa di studio per
il master in Italia le sembrava un ottima pausa di riflessione. Ma chi
voleva prendere in giro? Tutte queste motivazioni erano reali ma rappresentavano
solo uno spicchio di 360 gradi. La personalità di Hermione Jane Granger, genio
di natura, era così ricca di sfumature che un futuro così limitato non sanava la
sua sete di ambizione. Magia bianca, magia nera, alchimia… lei voleva conoscere
tutto. Sospirò sonoramente. - Eh dai Herm, mio fratello è solo un po’
stronzo e poco pratico per quanto riguarda l’universo femminile ma sono sicura
che ti vuole veramente bene.- la voce gioviale di Ginny la fece destare dal
turbine di pensieri in cui era sprofondata. - Ah, si. Ne sono sicura. Sono
ancora un po’ incazzata- fece lei sorridendo di circostanza e non riuscendo a
confessare che non ci stava neanche pensando a quello stupido di Ron. - Dai,
andiamo a fare colazione. – la rossa la prese sottobraccio e Hermione si lasciò
trasportare. Come aveva previsto Ron fece lo scemo per tutta la mattinata. Ma
lei fu ferma sulle sue posizioni e tenne saldo il suo broncio. Ormai aveva anche
dimenticato il perché della sua sfuriata ma, come ogni ragazza della sua età, si
era intestardita sulle sue posizioni. Durante la lezione di pozioni Ron
decise che era inutile fare il buffone e si appartò con Harry per parlare dei
nuovi schemi di gioco che avrebbero dovuto adottare durante le prossime
partite. Come previsto la lezione si svolse all’esterno e il prof.Zero quel
giorno introdusse i ragazzi allo studio delle pozioni che modificano gli agenti
atmosferici e le cose esistenti in natura. Hagrid gli faceva da assistente. -
Allora miei adorati sorcini- fece in direzione dei ragazzi e dando le spalle al
lago – la pozione che ho preparato oggi interagisce con l’H2o, ovvero l’acqua.-
ed estrasse dalla manica a pipistrello paillettata della sua tunica una boccetta
con del liquido trasparente – ovviamente sono stato cauto nel minimizzare la
potenza di questa pozione per non dare fastidio alle creature del lago, per cui,
versando il contenuto di quest’ampolla sulla parte interessata, potrò
padroneggiare senza problemi questo elemento naturale. Allora, prima di darvi
una dimostrazione pratica, vi spiegherò la sua composizione. Prendete appunti.
– Tutti, o quasi, estrassero le pergamene per scrivere. Uno di questi era
Draco Malfoy, che era appena riuscito a trovare un punto abbastanza distante da
Millepiedi Bullstrode ed abbastanza appartato per evitare le lagne della
Parkinson e la vista del trio miracoli. Zabini lo raggiunse e si lasciò andare
mollemente sul prato, vicino all’amico che prendeva appunti come un forsennato.
Il moro non proferì parola finchè il professore non smise di dettare e si dedicò
alla dimostrazione pratica. Sapeva quanto Draco ci tenesse alle lezioni di
pozioni. Dopo un minuto di silenzio surreale, in cui Draco si dedicò alla
ricerca di un puntò in cui lo sguardo del docente non riusciva a raggiungerlo
per fumarsi una sigaretta, finalmente disse : - Ed ora come faccio ad
avvicinarmi a Marie? Io voglio parlarle, voglio farle capire quanto
infinitamente stupendo sono nel più breve tempo possibile, voglio portarmela a
letto.- - Rabbrividisco alla velocità con cui sei passato dal rapporto
verbale a quello fisico- commentò il biondo inspirando del fumo. - Eh dai,
Draco, mi sento gambizzato. So che non ci posso fare niente ma accogli il mio
sfogo da buon amico.- si lagnò il bel moretto. Malfoy lo fissò per un attimo,
poi si rese conto che non era il caso di fare battutine taglienti sulla sua
condizione. Sapeva quanto era dura per Zabini stare lontano dall’obbiettivo che
si era prefissato. Gli diede una pacca amichevole sulla schiena,
comprensivo. Intanto il prof. Zero aveva versato la pozione nelle acque del
lago. Poi iniziò ad agitare la bacchetta e subito si sollevarono delle bolle
liquide che seguivano i movimenti dettati dal docente. Era uno spettacolo
esaltante e ben presto anche Corvonero e Tassorosso interruppero le lezioni per
raggiungere il cortile e gustarsi lo spettacolo. Blaise notò subito Marie e
fu colto dall’impulso irrefrenabile di raggiungerla. - Draco, posso?- fece
all’amico con tono supplichevole. - Mica mi devi chiedere il permesso,
idiota!- lo rimproverò. Si guardò per bene intorno. Della tipa dai capelli verdi
nemmeno l’ombra. – La sanguisuga non c’è, quindi dovresti essere ok. Bada bene,
però che se dovesse arrivare verrò prelevarti con la forza.- Tutto contento,
il moro si diresse verso la ragazza. Draco lo osservava e non potè fare a
meno di invidiarlo. Non riusciva più ad essere sereno da quando Lucius gli aveva
scritto quella lettera. Il bagno, il letto a baldacchino, la sala da pranzo,
la credenza con i the orientali tutti nella stessa stanza… non sarebbe riuscito
a vivere così. Che grande forza d’animo possedeva suo padre! Non
voleva fare la stessa fine! Ne tantomeno voleva morire! Perché non poteva
decidere serenamente del suo futuro? -le scelte… quest’anno sembra
l’argomento preferito di voi ragazzetti - la sua voce arrivò come un sussurro al
suo orecchio. Draco si voltò di scatto. Aveva esattamente espresso ciò a cui
lui stava pensando. - Sei un abile legilimens, vedo- sviò il discorso. -
Ti sbagli Draco – disse Ju ammiccante – io non ho bisogno di leggere nel
pensiero-. Stava lì, dinanzi a lui con la solita divisa maschile e degli
occhialetti alla Janis Joplin, perché il sole le dava un po’ fastidio. -
Come, scusa?- Draco scosse la testa deridendola incredulo. - È il tuo sangue
che me lo dice … - la ragazza estrasse un pacchetto di sigarette che lui non
conosceva e ne prese una. La accese.
Odore di vaniglia.
Fece cenno a
Draco di servirsene. Il ragazzo era disorientato da quell’ultima rivelazione
ma, con fare disinvolto prese una sigaretta e cercò di nascondere il suo
sgomento.
Black Devil, era questa la marca delle sigarette ed erano
incartate con una cartina completamente nera. Ju rise di gusto: – Quando
assaporo il sangue di qualcuno io riesco a percepirne le sensazioni, emozioni,
il suo codice genetico e … - fissò intensamente il ragazzo negli occhi : –… i
ricordi-. La sigaretta cadde dalla bocca di Draco. Era completamente
paralizzato. I suoi ricordi… I suoi ricordi erano qualcosa di veramente
pericoloso se era qualcun altro ad esserne in possesso. Ju inspirò
profondamente, gustandosi l’espressione sbigottita del biondino. - Ti ho
lasciato senza parole, Draco?- lo chiamava per nome. Ora avrebbe dovuto
scagliarli un avada Kedavra e nascondere il suo corpo ma… Non ci riuscì.
Quello sguardo l’aveva completamente immobilizzato. Hermione, che proprio
in quel momento si era spostata per osservare meglio lo spettacolo del lago,
notò in lontananza i due e l’espressione del ragazzo la incuriosì talmente tanto
che decise di avvicinarsi e nascondersi per ascoltare la loro
conversazione. Draco riuscì solo a recuperare la sua espressione strafottente
caratteristica: - Non dovresti essere così audace nel confessarmi queste cose,
Espinoza.- - Ammetto che Lucius mi ha dato qualche noia in passato, tipo con
la persecuzione a mia madre, assecondando quella fottutissima stronza di mia
nonna ma … Il suo sangue mi ha detto che non è lui che ha dato inizio a tutto
questo e non è con lui che finirà- fece lei, sempre con molta nonchalance. -
Cosa c’entra il sangue di Lucius? Non mi dirai che… - dicendo ciò il ragazzo
perse visibilmente la calma. Lei ancora più divertita rispose – sai, prima
che fosse rinchiuso ad Azkabam, Voldemort gli aveva giocato un brutto
scherzetto… Se non fosse stato per Dora e Narcissa oggi starebbe a riempire le
fosse comuni create da quello squilibrato che voi adorate.- - Tu conosci mia
madre e mia nonna?- fece lui ancora più spaventato da quella situazione.
- Beh, Sabato è il compleanno della vecchia, perché non chiedi a lei?- fece
avvicinandosi al ragazzo e sputandogli del fumo in viso. Lui ghignò.
Era
inutile.
Tutto quello a cui riusciva a pensare era sdraiarla per terra e
strapparle i vestiti. - Lo so quale effetto ti faccio, ma è solo un
illusione. È il sangue... Per lo meno, però, ho catturato la tua attenzione. Sappi
solo che quel marchio non deve necessariamente condannarti. Ora vi devo lasciare
altrimenti rischio che mi saltiate addosso.- disse la vampira guardando dietro
le spalle di Draco. Il ragazzo seguì il suo sguardo e voltandosi trovo
la mezzosangue. Aveva ascoltato tutto e, presa dalla malia di Ju, aveva
dimenticato di nascondersi. La vampira fece per andarsene e le passò di fianco.
Alzò lo sguardo verso la grifondoro e stranamente le sorrise docilmente,
sussurrandole: - ti devo molte spiegazioni, Hermione. Perdonami ma cercherò di
chiarirti le idee il più presto possibile.- La ragazza annuì, un po’
spaventata. E seguì Ju con lo sguardo mentre rientrava nel castello. Poi si
voltò verso Malfoy. Il ragazzo si era portato la mano sul viso e lentamente
si sedette per terra, raccogliendo la sigaretta e accendendosela. -
Mezzosangue, in questi giorni mi porti sfiga. Dimentica ciò che hai sentito e
sparisci.- mormorò lui in tono piatto. Non era il caso di rispondergli per le
rime. Ma rimase lì a fissarlo. Lui se ne accorse ma fece finta di
niente. Poi, dopo alcuni minuti la grifoncina ritornò dai suoi
amici. Draco la osservò mentre se ne andava. Quel phatos che si era creato
fu interrotto da Blasie, che tornò dall’amico per parlare di quanto era stato
fascinoso con Marie.
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Harry Potter trovò molto strano che la sua amica del cuore le
avesse comunicato che doveva parlare con lui e Ron in segreto. Primo perché voleva
dire che c’era qualcosa di più importante che tenere il muso a Ron e questo era
segno di grossi guai in arrivo, secondo perché la cicatrice sulla sua fronte non
aveva dato in escandescenza perciò non riguardava Voldemort e lui non sapeva che
pesci prendere. Insomma, ogni anno si era salvato le sante chiappe dicendo
sempre che, per ogni cosa era colpa di quel mattacchione di Voldy. Come quando
Gazza e la McGranitt l’avevano trovato sbronzo a vagare per i corridoi della
scuola. Potter, nel panico più assoluto, aveva vomitato tutto quanto su MrsPurr
e la gatta del custode era andata in coma etilico. "è stato Voldemort". O
quando l’avevano beccato ammanettato al letto di Cho Chang, nel dormitorio
femminile di Corvonero. "è stato Voldemort". Oppure quando aveva scassinato
il frigorifero personale di Silente, facendo indigestione di sorbetti al limone.
"è stato Voldemort". Comodo avere il cattivone di fiducia a portata di
mano. Infatti da un po’ di giorni aveva una strana sensazione. Lui era il
protagonista, quindi era molto strano che ancora non fosse stato chiamato in
causa. Entrò nel bagno del piano terra ed aprì la camera dei segreti. Scese
le scale dell’ex covo del basilisco e notò che Hermione si stava già servendo
all’angolo bar personale del trio miracoli. - A me fallo doppio, tesoro.
Sento che avrò bisogno di un bel po’ di whisky per ascoltare quello che hai da
dirmi.- disse il bambino sopravvissuto alla ragazza, mentre si accomodava sullo
sgabello di fronte al bancone. - Già- si limitò ad affermare lei. Cosa che
gettò nello sconforto il moretto. Poco dopo li raggiunse Ron. Si guardò
intorno, poi chiese ai due: - mia sorella non c’è?- - Hermione ha detto che
era una cosa segreta e … sai com’è … tua sorella va d’accordo con i segreti come
Sandro Mayer con il gossip- confidò Harry. - Bene – Ron si rilassò estraendo
un pacchetto di Malboro Lights dalla tasca. Offrì anche all’amico. - Dunque
Hermione, di cosa ci vuoi parlare?- cominciò Harry pulendosi le lenti. -
Allora ragazzi- fece lei mettendo da parte l’astio verso il suo ragazzo. – Di
tutte le creature di cui siamo venuti a conoscenza quale ci mancava?- Ron,
pensieroso, cominciò a contare sulle dita di una mano. Harry, conoscendo la
passione dell’amica per gli indovinelli, invece, si mise ad elencare: - beh…
Draghi, mollicci, nani, troll, giganti, dissennatori- disse rabbrividendo - elfi
domestici, signori oscuri, goblin, animagus, piovre giganti, sirene, cani a tre
teste, basilischi, licantropi, ragni enormi – (questa volta fu Ron a
rabbrividire) – ippogrifi, centauri, Piton, Lavanda Brown, Calì Patil e la nonna
di Neville …-. - Bene, ovviamente ci sono molte cose che non sappiamo ancora
del mondo magico … Ma di quale essere abbiamo sempre sentito parlare ma non
abbiamo mai incontrato?- fece la bella grifondoro. - Gli alieni!- esclamò
deciso Ron. - Le pornostar!- sbottò altrettanto deciso lo
sfregiato. Hermione sbiancò di fronte a tanta stupidità: - I vampiri,
idioti!!!- - Beh, incontrare un vampiro è assai raro, ma un vampiro idiota lo
è ancor di più!- mormorò Ron pensieroso. - È vero, senza contare che
dovrebbero essere molto astuti per natura …- fece l’altro riflettendo su
quell’ultima considerazione. Hermione non credeva alle sue orecchie. Il
trio miracoli… O meglio "ho sconfitto Voldemort per sei anni di seguito perchè
ho culo". - Sentite, sapevate che esiste una stirpe di maghi vampiri?- domandò
la ragazza lasciando perdere le loro considerazioni. - Ah, non chiedere a me
… io stento ancora a credere che i Dursley siano umani.- Harry rabbrividì
pensando a suo cugino che fagocitava un intero tacchino. - Mah, io ho sentito
qualcosa del genere prima che iniziasse l’anno scolastico …- Ron stava
sforzandosi di ricordare. - Del tipo?- Hermione assotigliò lo sguardo verso
il rosso. - Mio padre diceva che al ministero c’era parecchio scompiglio per
il fatto che Colui-che-non-deve-essere-nominato aveva dalla sua parte questi
vampiri che sono anche dei potenti maghi, ma non ricordo altro.- Ron era quasi
intimorito dall’attenzione che la ragazza riservava alle sue parole. - Bingo!
Gli Espinoza sono gli unici che hanno queste caratteristiche: degli esseri che
sono per metà maghi e per metà creature oscure.- fece lei che finalmente era
venuta a capo della nuova minaccia per Harry. - Di cosa mi devo preoccupare?-
il ragazzo sorrise tristemente. - A scuola c’è una Espinoza! È una corvonero
– lei lo guardò preoccupata. - Perfetto! Non bastava quella sadica di
Bellatrix! Ora c’è un’altra donna che vuole la mia pelle!- fece Harry. - In
realtà non so se è una vera e propria minaccia per te …- aggiunse la ragazza
passandogli un altro bicchiere di whisky. - Magari è venuta per studiare …-
Ron cercò di minimizzare conoscendo quanto paranoico potesse divenire
l’amico. - Ed io non credo nelle coincidenze! Sono sicuro che quello
sfigatone di Voldemort vuole combinarne un’altra delle sue! Me lo vedo già che
sta preparando gli inviti per il party post-morte di Harry!- fece il bambino
sopravvissuto scocciato.
In quello stesso momento. Casa Riddle. -
Minus, tesoro, continuano a fischiarmi le orecchie e a cadermi gli oggetti dalle
mani. Non riesco a preparare lo sformato di patate come si deve in queste
condizioni!- si lamentò il signore oscuro tutto preso a preparare la cena con il
suo grembiulino decorato con tanti serpentelli colorati. - Si vede che
qualcuno sta parlando di te!- spiegò l’altro. - Spero solo che non stiano
dicendo sempre le solite cattiverie … solo perché ho commesso qualche piccola
strage, giusto per movimentare la situazione.- Voldy si imbronciò pensando
all’ultima volta che era stato fotografato all'uscita di un locale babbano di
spogliarelliste, accompagnato dai buttafuori, perchè si era messo in testa che
quello doveva diventare il suo quartier generale.
Ringrazio Star_95, Jud_91 e lulu. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento.
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Capitolo 10 *** NON SEMPRE LA VERITA'VIENE PREMIATA ***
NON
SEMPRE LA SINCERITA' VIENE PREMIATA
Come da programma
Hermione passò dal Prof.Zero a farsi consegnare gli opuscoli
e il bando di concorso per la borsa di studio e si guardò
bene dall’evitare lo stesso orario che il giorno prima
l’aveva portata a scontrarsi con la bionda serpe.
- Ma che piacere vederti , Signorina Granger.- il professore le sorrise
sornione.
- Si , anzitutto volevo farle i complimenti per la bellissima lezione.-
la ragazza era sinceramente contenta del pomeriggio passato (parentesi
Malfoyana a parte) – e poi volevo ringraziarla
dell’opportunità che ci sta offrendo, con questa
borsa di studio.-
- Devi sapere che c’è una cosa che ho tralasciato.
Per questa borsa di studio concorreranno anche tre altri istituti:
Beauxbatons (Francia), Spinaroff (Mosca) e San Pedro (Spagna).-
squadrò la sua studentessa aspettandosi una reazione, ma la
ragazza fu impassibile a questa sua ultima affermazione, cosa che fra
l’altro gli fece piacere.- allora, vediamo di metterci in
regola con le carte, tesò. Ho bisogno del tuo curriculum
vitae, di registrare gli incantesimi della tua bacchetta e di qualche
documento … -
- Non c’è problema.- la ragazza non perse la sua
compostezza di fronte a tutta la burocrazia che richiedevano quelle
pratiche.
Stettero a parlare per una buona ora. Poi strinse la mano al professore
che la congedò con un “a domani”.
Ma proprio quando stava per varcare l’uscio
dell’aula il prof. aggiunse:
- A dire la verità, signorina Granger, ti aspettavo
già da ieri, pensavo che saresti accorsa da me dopo il
comunicato … -
- Ho avuto uno spiacevole contrattempo. – si scusò
la ragazza.
- Cos’è stata ieri, la giornata nazionale degli
imprevisti?- Chiese ironico.
- In che senso professore?-
- Draco malfoy mi ha detto la stessa cosa, lui era qui in punizione e
al mio ritorno era sparito. Però non mi ha voluto spiegare
il motivo. Dovrò aggravargli la pena.- spiegò lui.
Si sentì morire.
Era colpa sua.
E per quanto le facesse piacere sapere Malferret in punizione, Hermione
Granger odiava le ingiustizie.
- È stata colpa mia. – ammise dopo un minuto di
silenzio.
L’uomo sgranò gli occhi.
- Cosa mi vuoi dire con questo?- il modo di parlare diretto e senza
convenevoli del professore mise a suo agio la ragazza, tanto da
raccontargli l’accaduto del giorno prima, eclissando sulla
parentesi di Ju e fermandosi all’antidoto preparato da
Malfoy, sperando che il docente non fiutasse la presa in giro.
Dopo una lunga pausa di riflessione in cui Hermione potè
osservare innumerevoli cambi di espressione dell’uomo,
finalmente arrivò il responso: - non mi sembra il caso di
appesantire la punizione del sig. Malfoy.-
Hermione sorrise.
- Ma … - continuò – hai tolto un giorno
di lavoro per l’antidoto della signorina Bullstrode.-
Il sorriso morì sulle labbra della bella grifondoro.
- D’ora in poi farai da assistente al signor Malfoy.- disse
sorridendo furbescamente.
- No, professore, non mi faccia questo. Io devo studiare. Devo
partecipare alle selezioni per la borsa di studio, sia comprensivo, la
prego.- lo stava supplicando. Buffo vedere una Grifondoro supplicare ma
il tutto era giustificato dal fatto che avrebbe dovuto fare coppia con
Malfoy.
- Signorina Granger, sebbene non sono tenuto a dare delle spiegazioni,
devi sapere che non è mia abitudine assegnare punizioni
gratuitamente come faceva il mio predecessore. Posso solo dire che il
livello che si richiede per partecipare alla selezione è
più alto di quanto si pensi. Per ovvi motivi sia nel settore
della pozionistica che nella difesa contro le arti oscure siete un
tantino arretrati. L’unico che saprebbe affrontare ad occhi
chiusi una prova d’esame come quella che ti proporranno
è il signor Draco Malfoy. Potrebbe esserle molto utile.-
- Non ci penso nemmeno!- urlò Draco.
- Mi dispiace ma dovrai sopportarmi.- Hermione, davanti a quei
categorici e continui rifiuti si stava indispettendo ancora di
più.
- Toglietemela davanti per favore! Non voglio avere niente a che fare
con una sporca mezzosangue, porta jella, amica del fulminato in testa e
del finto straccione babbanofilo- disse teatralmente mentre fingeva un
mancamento.
A tutto questo come al solito assisteva solo il fidato Zabini, che
però era troppo preso ad osservare una ciocca dei suoi
ondulati capelli neri, con il terrore di trovarvi delle doppie punte.
- Senti Malfuretto ricchioncello e leccato da una mandria di buoi,
credi che a me faccia piacere dividere l’ossigeno con il tuo
alito di anidride carbonica puzzolente di muffa?- Blasie si
girò di scatto verso di lei con un’espressione
sorpresa ma anche compiaciuta, come a voler dire “originale, di tutti gli insulti
che ho sentito, questo mi è nuovo”.
- Però ecco a cosa si va incontro a salvare il culo ad una
serpe!!!- continuò la ragazza.
- Ed in che modo mi avresti salvato il culo, di grazia?-
l’insolenza del ragazzo era una cosa che mal sopportava.
- Ho raccontato a Zero del guaio che ho combinato!- sbottò.
Lui sgranò gli occhi.
- E per quale cazzo di motivo lo hai fatto, mezzosangue impedita?-
- Voleva aggravarti la punizione, testa di cazzo albina!!- rispose la
mora, senza ritegno.
Il biondo per un attimo rimase spiazzato da ciò che gli
aveva appena riferito la grifondoro. Poi pian piano sul suo bel viso si
dipinse il famigerato ghigno.
- Ma come siamo onesti, noi di grifondoro, vero Blasie?- la
canzonò facendole un lentissimo applauso.
L’altro sorrise alzando le spalle. Non era un sorriso di
scherno ma ad Hermione sembrò fosse un segno di assenso nei
suoi confronti. D'altronde Zabini non le aveva mai mostrato
ostilità, solo fazionismo. E quando c’era da
insultare Harry e Ron lui lo faceva in difesa del suo adorato Draco,
quando invece il bel moro riceveva degli insulti era capace anche di
scherzarci sopra con stile. “Ma perché non
è grifondoro?” si chiese la ragazza.
- E sentiamo come hai giustificato la mia assenza dall’aula?-
chiese insidioso.
- Beh, ho raccontato quello che è successo: il tuo
svenimento, quello di Zabini, l’antidoto che hai preparato.-
rispose la ragazza senza darci troppo peso.
- Cosa?- fecero in coro guardando Hermione come se fosse uno di quegli
strani esseri accuditi da Hagrid.
- Adesso si saprà in giro che ho mischiato il mio sangue con
il tuo!- Draco sembrava sull’orlo di una criso di nervi.
- … tutte le donne avranno paura di me perché
sono stato vampirizzato!- Zabini era altrettanto terrorizzato.
Hermione li osservava seccata: due donnicciole isteriche avrebbero
fatto meno scenate.
- Non gli ho detto di Ju! Ho riferito che la tua pozione ha fatto
effetto!- mormorò malvolentieri.
Draco recuperò la calma.
La fissò incuriosito.
- Mezzosangue … Tutta questa gentilezza?- lui sorrise
malignamente.
La ragazza distolse lo sguardo e si imbronciò arrossendo.
Come poteva spiegare che tutta la sua premura nel salvare Zabini
l’aveva sconvolta tanto da doversi ricredere (ma giusto un
po’) sulla serpe bastarda?
Notando il suo silenzio, Malfoy ne approfittò: - non
è che ti sei invaghita di me? perché se
così fosse è una causa persa, sai? Io non mi
mischierò mai con gentaglia come voi…-
Grosso errore.
Appena finito di pronunciare quelle parole, Hermione, paonazza, gli
mollò un ceffone talmente forte che per un po’ il
ragazzo perse il senso dell’orientamento.
- Come puoi anche solo alludere ad una cosa del genere, stronzetto!
L’altra sera mi sono quasi commossa nel vedere quanto ti
premeva salvare la vita di Zabini che ho pensato di essermi sbagliata
tante volte sul tuo conto e che forse una persona che ha tanto rispetto
per la vita di un amico non dovrebbe essere etichettato solo
perché porta quel cognome!- gridò furente.
Poi uscì di corsa dalla stanza.
- Ma brutta … - Draco fece per inseguirla ma Blasie lo
bloccò.
- Draco …- fece pacatamente.
- Che c’è?-
- Mi fa piacere che qualcun altro, oltre me, cominci a vederti per
quello che sei.- Blaise lo disse così dolcemente che il
biondo non potè fare a meno di lasciar perdere.
Pansy Parkinson e Candy William sparlavano delle solite cattiverie
quando si imbatterono nel malcapitato Ron Weasley che tornava dalla
camera dei segreti dove si era trattenuto con Harry a bere e a parlare
di quidditch.
- Toh, parli di squallidume ed ecco chi mi ritrovo davanti: la donnola.
Che tempismo Weasley!- ghignò sarcasticamente la mora.
- Uff, Parkinson, ma non ti sei stancata della solita tiritera? Non
vedi che per me non sei una minaccia?- apostrofò annoiato il
ragazzo.
- Piccolo verme infame e traditore del proprio sangue, cerca di portare
rispetto, altrimenti …- disse velenosa.
- Altrimenti cosa? Lo riferisci ai tuoi amichetti Mangiamorte?- la
sovrastò avvicinandosi pericolosamente.
Candy si intromise: -non essere insolente Weasley, oppure la tua
famiglia sarà la prima a fare una brutta fine.-
Ron, che aveva assunto un’aria alquanto minacciosa, rispose
senza staccare gli occhi da Pansy: - a te non ti prendo neanche in
considerazione. Il tuo quoziente intellettivo è pari ai tuoi
standard valutativi nello scegliere le amicizie.-
Candy si zittì. Più che altro cominciò
ad arrovellarsi per capire il significato di quella frase
così articolata.
- Ma bravo, Weasley! Cos’è? La tua ragazza ti sta
dando ripetizioni di grammatica per non doversi vergognare di te quando
ti porta al guinzaglio?- lei ridusse ancora di più la
distanza, determinata a vincere quella sfida.
Lui sorrise beffardo.- umpfh … Pansy … Io sono
convinto che tu abbia un cervello come tutti, solo che sei troppo
viziata per pensare di doverlo usare. Altrimenti, visto che sei
così brava nello studio,potresti essere una strega
brillante. Peccato per le tue ristrettezze mentali, non andrai moto
avanti. Io mi ritirerei da Hogwarts, fossi in te.- e la
superò, con un isolita aria di superiorità.
Lei gli gridò dietro: - Stronzo, pensa ai cazzi tuoi.-
La risata di Ronald Weasley risuonò per tutto il corridoio.
Era cresciuto. E non solo di statura.
“ che figo” pensò Candy, mentre lo
guardava allontanarsi.
Peccato che nessuno si era accorto di quanto il tasso alcolico nel suo
sangue fosse elevato.
Il coraggio e quell’atteggiamento alla Mel Gibson erano
dovuti a tutto il Whisky tracannato con quel demente del suo amico.
Care
ragazze,
innanzitutto
mi scuso per l'enorme ritardo.
Questo
capitolo è volutamente corto.
Ho
deciso di impegnarmi a postare almeno una volta a settimana.
Così non vi perdo.
Però
questo va a discapito della lunghezza dei capitoli.
Inutile
dire che se potessi scriverei ogni giorno, ma a volte torno a casa dal
lavoro e tutto quello che vorrei è morire per un giorno.
Passo
ai ringraziamenti.
recensioni
poche ma buone, anzi ottime!
Grazie
a:
Star_95
- Il tuo entusiasmo mi riempie sempre di gioia. La storia, iniziata in
maniera comica, diventerà un po più avventurosa,
mantenendo sempre il suo tono e non mancheranno i momenti di
riflessione, ma non potevo fare a meno di renderla un po più
seria... è nella mia natura complicare sempre le cose..
Spero che ti piacerà comunque.
Un
bacio forte forte. E studia, mi raccomando.
Nausicaa212-
hai un nick che mi piace molto, io ho visto il film di Miyazaki,
Nausicaa nella valle del vento, quindi quando vedrò il tuo
nome scritto penserò sempre a qualcosa a cui sono
profondamente affezzionata. Grazie per i commenti, ho scritto questa ff
per ridere su alcuni aspetti del libro, poi non ho saputo trascurare la
parte narrativa, quindi ciò che hai detto mi da una conferma
in cui speravo. Il titolo originale del libro di Marquez è
"Memorias de mi putas tristes" e lo so perchè è
sul mio comodino, in lingua originale, insieme ad un sacco di altri
libri spagnoli e sud americani. Ora, io l'ho letto in lingua originale,
che abbiano sbagliato la traduzione in Italia?
lulu-
non so se ti ho già risposto ma comunque penso che
ciò che ho detto sopra risponda alla tua domanda. Bacioni.
Grazie
ancora a tutti.
|
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Capitolo 11 *** INSEGNANTI A TURNO ***
Capitolo
11:
Insegnanti a turno
L’indomani Pansy si svegliò con un diavolo per
capello grazie anche alla discussione del giorno prima con Weasley. E
vedere la sua camera trasformata in una specie di cantiere
aggravò il suo stato d’animo. Si guardò
intorno: c’erano bagagli dappertutto, per non
parlare del chiasso infernale.
La porta si spalancò ed entrò nella stanza una
persona, che però era sommersa da scatoloni tanto da
occultarne la visibilità.
- Porca di quella troia
bastarda ed infame!- esordì il personaggio scaraventando gli
scatoloni per terra.
“Una ragazza .. e da
come parla deve essere di bassa estrazione sociale”.
Sentenziò fra se la mora.
-
Poteva almeno darmi una mano, quello stronzo! uff !- si diede delle
pacche per scuotere la polvere sui Jeans strappati
volutamente. Poi passò alla giacca di pelle nera.
Osservò la stanza con aria soddisfatta, i lunghi capelli
lisci,color del bronzo le ricadevano sul viso, sulle spalle e si
attorcigliavano alle braccia in modo scomposto dandole
un’aria selvaggia ma non trascurata. Aveva la carnagione
dorata, la bocca larga e sottile e gli occhi color cioccolato.
Finalmente parve accorgersi della presenza della ragazza. Questa
prontamente si mise la vestaglia di seta nera e verde, prese la
bacchetta dal comodino e fece per andarle incontro con fare minaccioso.
La sconosciuta che dimostrava poco più di una ventina
d’anni, stava per aprire bocca per scusarsi ma Pansy la
precedette.
-
Chi sei e cosa ci fai nella mia stanza?- chiese acida –
Rispondimi in fretta e poi vattene prime che ti cacci io a calci nel di
dietro!-
-
Guarda che questa non è una singola e poi io vado dove cazzo
mi pare- data la cortesia con cui era stata accolta
pensò bene di adeguarsi.
-
È una singola perché ci dormo io e non
tollero questo tipo di intrusioni! Liberami subito della tua presenza.-
fece ancora più nervosa.
- Non ci penso nemmeno! Questa
è la mia stanza, lo è stata per tanto tempo e lo
sarà di nuovo. Sei tu che devi scasare!- la sconosciuta si
stese sul materasso del letto che le spettava incrociando le mani
dietro la testa.
Ma
la Parkinson era famosa per la sua poca pazienza e diplomazia.
Alzò la bacchetta.
-
Vedi di andartene o ti dovrò schiantare e far lievitare
fuori tutte le tue cose. - le disse minacciosa.
L’altra lentamente si mise a sedere. Poi, con un tono
più che provocatorio, sibilò: - Provaci-
-
St..- Pansy non fece neanche in tempo a pronunciare la terza lettera
che subito si ritrovò senza bacchetta.
La ragazza dai lunghi capelli in un attimo, l’aveva disarmata
senza fare uso di magia alcuna, poi con un gesto talmente rapido,
difficile da percepire, impose il palmo della mano sullo sterno della
Parkinson che un secondo dopo si trovava scaraventata contro il muro,
con tutta le ossa indolenzite.
-
Ragazzina.. – la schernì.
Pansy urlò di dolore e subito nella sua stanza accorsero le
amiche tutte munite di bacchetta. Alla vista della compagna
così malconcia e della sconosciuta che ghignava, volarono
innumerevoli incantesimi.
Nonostante fosse in minoranza, la sconosciuta aveva sempre la meglio.
Giunsero anche i ragazzi che , a differenza dei dormitori
Grifondoro, potevano tranquillamente entrare negli alloggi femminili.
Difatti gli stessi Nott, Tiger e Goyle vennero atterrati e malmenati
prima che potessero anche solo alzare le bacchette.
La rissa cessò quando si sentì la voce di Zabini
sovrastare tutto quel caos.
-
Shera! -
Tutti
si fecero da parte per fare spazio al bel Blasie.
Draco non si era neanche scomodato e seguiva tutta la scena dalla
poltrona più vicina.
La ragazza, per niente affaticata, si girò di scatto verso
il punto da cui proveniva la voce. Sul suo viso si
allargò un sorriso benevolo. E scavalcando tutti i corpi dei
malmenati andò incontro al suo adorato cugino.
-
Brutto decficiente!- e lo abbracciò con slancio.
Lui,
piuttosto a suo agio, la sollevò e le fece fare un giro
completo.
-
Mi hai fatto prendere un colpo! Che ci fai quì,
decerebrata?- chiese l’atro una volta staccatosi.
-
Sono con la Violet, Semiria e quel rincoglionito di Felix –
fece tirandogli un pizzicotto sulla guancia.
-
Sono così contento! Ma ... come mai?- Zabini
inarcò un sopracciglio. Effettivamente Shera era
più grande di lui e gli risultava fosse iscritta al corso
avanzato di alta stregoneria.
-
Lo vedrai oggi a colazione. Ops, sono in ritardo. Devo andare. Mi
aspettano!- così dicendo si congedò.
Solo allora si accorse di tutti quei malridotti che lo guardavano in
cagnesco.
-
È una brava ragazza. Scommetto che qualcuno l’ha
provocata.- e tornò di fianco al suo fidato amico che
cominciò a fargli svariate domande sulla provenienza di
questa new entry.
-
Sei piuttosto giù di corda, Herm .- constatò
Harry mentre andavano a fare colazione.
-
Beh si, ieri sono andata da Zero per la borsa di studio. –
fece la ragazza affranta.
-
E cosa ti ha detto? Ieri sera ti sei chiusa in camera e non ce ne hai
parlato.- il bambino sopravvissuto prese posto al tavolo.
-
Si, scusate. Avevo gli esercizi di aritmanzia e poi volevo riposare un
bel po’.- Hermione si passò una mano sulla fronte.
– comunque mi ha
spiegato le modalità di partecipazione al concorso.-
Harry
sembrava quasi interessato, cosa che incentivò la ragazza a
parlare di quell’argomento. Poi, con calma, sarebbe arrivata
alla sua punizione.
-
Sai che partecipano anche Spinaroff, Beauxbatons e San Pedro?-
continuò sedendosi accanto al suo migliore amico.
-
Spinaroff? Chi ha parlato di Spinaroff? –
s’intromise Ron prendendo posto di fianco alla sua ragazza.
-
Io, perché? – la grifoncina lo guardava in malo
modo per aver interrotto il suo discorso.
-
Spinaroff possiede due battitori che sono stati reclutati nei
Thunderyork, una delle più importanti squadre di
quidditch… - rispose eccitato il rosso.
-
Ma non sapete parlare d’altro voi due? – fece Ginny
raggiungendoli e passando un croissant a Harry che in risposta le fece
l’occhiolino.
-
E che cosa dicevate a proposito di Spinaroff?- continuò il
giovane Weasley.
-
C’è la probabilità che debba andare a
sostenere alcune delle prove lì, a Mosca.- rispose
orgogliosa Hermione.
-
Ah, che fortuna Herm! – esultò ancora Ron.
-
E sei preoccupata per questo? –domandò Harry.
-
Nh … - non era questo che la turbava. – Vedi
quando ho parlato con Zero ho dovuto… -
La
voce della McGrannit che sovrastava tutto il chiacchierio
all’interno della sala, interruppe anche Hermione.
- Un attimo di silenzio, ragazzi. Ho un
annuncio da farvi.- e con portamento solenne si diresse al centro del
pulpito da dove ogni giorno i professori scrutavano tutti i propri
alunni.
Al tavolo di tassorosso Tyler Lazard bofonchiò : - Che cosa
vorrà dirci ancora la vecchia?- trovando assenso fra i
compagni che ne avevano abbastanza di comunicazioni straordinarie.
-
Dopo un’accurata selezione che ci ha portato a saltare per un
mesetto buono le lezioni di una materia che, ora più che
mai, è indispensabile per voi, giovani stregoni e streghe,
sono lieta di presentarvi i il nuovo docente di Difesa contro le arti
Oscure: Terencia Paona Violet.- detto questo si fece da parte
lasciando il posto ad una donna alta, dai lunghi capelli viola raccolti
in una serie di anelli dorati e gli occhi talmente verdi da sembrare
fosforescenti. Queste caratteristiche erano nettamente contrastanti con
quella che sembrava la sua provenienza: difatti i tratti somatici della
Violet parevano, senza ombra di dubbio, africani anche se la carnagione
non era poi così scura. La donna era di sangue misto.
-
Dunque, alle presentazioni ci ha pensato Minerva quindi non indugio
oltre.- la sua voce arrivò decisa alle orecchie di tutti gli
studenti. – non ho mai insegnato a degli allievi
così piccoli, non sono abituata a trattare con i ragazzini,
perciò vi comunico che non ho intenzione di cambiare i miei
metodi. Vedete, l’istituto presso cui insegno è
un’accademia di alta scolarizzazione per chiunque voglia
intraprendere le carriere di ricercatore, chirurgia magica, alchimia,
esperto di arti oscure – e qui tutti i serpeverde furono
destati dal solito torpore mattutino – ed altre
facoltà di cui ancora non siete a conoscenza. Dati gli
ultimi avvenimenti e considerato anche che la carica di docente di
difesa contro le arti oscure, di anno in anno, non è stata
rivestita, per motivi di cui tutti siamo a conoscenza, dalla medesima
persona, si è pensato di affidare questo ruolo a
specialisti. Per questo vi dico che quest’anno
sarà più impegnativo dei precedenti. La vostra
formazione, uscendo da questa scuola, sarà talmente alta,
che ognuno di voi – ed il suo sguardo cominciò a
vagare tra gli studenti – trovandosi faccia a faccia con un
dissennatore, un licantropo, un gargoyle, un drago, un non morto
– suoi occhi si soffermarono su Ju, poi ripresero a cercare
– un mangia morte o un signore oscuro…
– questa volta fissò intensamente Harry
-… sia in grado di cavarsela.-
- Ma ha guardato me! Ragazzi, si riferiva
a me. – disse il bambino sopravvissuto evidentemente eccitato.
-
Sai che novità.- Ginny smorzò
l’entusiasmo del suo ragazzo, evidentemente seccata.
“si riferiva a lui, ma ha guardato anche la
Espinoza…” pensò Hermione.
-
Mi scuso in anticipo per la pesantezza delle lezioni, ma penso che le
troverete alquanto interessanti ed istruttive.- la nuova insegnante
sorrise furbescamente, conoscendo la curiosità e la voglia
di conquista che caratterizzano l’adolescenza.
-
In questa mia “impresa” sarò affiancata
da tre miei allievi.-
Tre
ragazzi poco più che ventenni si portarono dinanzi alla
platea.
Shera Spyron faceva parte del gruppo. Sorrise vanitosa verso Zabini.
L’altra, Semiria Grace Douglas, si presentava come una
tipetta innocua, abbastanza bassa ma molto carina e con degli
occhialetti tondi, gli occhi verdoni e i capelli lisci appena sopra le
spalle, color caffè. Il terzo membro, Felix Claymoth, invece
era un ragazzo di media statura, dai ridenti occhi nocciola e i corti
capelli color miele dal taglio irregolare che faceva ricadere un
ciuffetto scomposto sulla fronte.
-
Ognuno di loro è specializzato in un settore differente: la
signorina Douglas è un abile incantatrice, il signor
Claymoth è un ricercatore, studioso di antichi riti, e la
signorina Spyron è specializzata nella difesa estrema,
ovvero come contrastare gli attacchi magici se non potete
servirvi delle vostre bacchette.-
Appena
la rivide sul pulpito, Pansy strabuzzò gli occhi.
-
I miei insegnamenti si alterneranno con quelli dei miei ragazzi, a
seconda delle quattro case.-continuò la Violet.
Dalla
tavolata di serpeverde una moretta con i capelli a caschetto e la voce
stridula starnazzò :- è lei che mi ha aggredito
questa mattina.- ed indicò Shera.
Quest’ultima arrossì visibilmente e si
portò una mano sulla fronte cercando di evitare lo sguardo
di chiunque, visto che l’attenzione era catalizzata su di lei
e si sentiva già addosso gli occhi infuocati d’ira
della propria insegnante.
“cominciamo bene” disse fra se e se.
Veniamo a noi (spazio
dell'autrice):
No,
non sono impazzita! Tutti questi personaggi sono frutto della mia
fantasia ma non assomigliano ne a me, ne ai miei amici. Gli ho
inventati perchè mi servivano nella storia.. Non so se vi
piaceranno ma posso solo dirvi che ci tengo molto a loro, anche a
quelli negativi, perchè hanno tutti una storia e...
Sbagliano... Sbaglieranno, non li ho inventati perchè al
momento giusto dovessero risolvere la situazione, ma piuttosto servono
ad approfondire aspetti dei personaggi a cui la Row ha dato poco
spazio. Non ho utilizzato (in alcuni casi) quelli già
descritti dall'autrice di Harry Potter perchè non c'erano
personaggi che facessero al caso mio, oppure finivo per affibbiare loro
un ruolo non adatto. Sono ben caratterizzati. Comunque ce ne saranno
altri.
Ringrazio:
Eny
per aver commentato, fa sempre piacere vedere tanto entusiasmo.
Un ringraziamento anche a tutti quelli che comunque seguono la ff e che
l'hanno inserita tra le storie preferite.
Grossi Besos
|
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Capitolo 12 *** La legge del più forte ***
la legge del più forte
LA LEGGE DEL PIU'
FORTE
-
Cos’è questa storia?- la voce di
Terencia Paona Violet risuonò per tutta la stanza
facendo vibrare i vetri.
I presidi nei quadri si
coprivano le orecchie.
Dinanzi a lei
vi era, in prima fila, una Shera dall’aria fintamente
pentita, più indietro, come sull’attenti, Semiria
Grace Douglas e Felix Claymoth aspettavano che l’insegnante
finisse la sua ramanzina per poter intervenire.
-
Questa mattina sono andata nei dormitori serpeverde per
portare la mia roba nella stanza assegnatami…-
cominciò la ragazza come se avesse dovuto rivelare di aver
rubato delle caramelle. La McGranitt era seduta alla scrivania e con
aria severa scrutava tutta la scena.
-
La stanza che tu ti sei fatta assegnare dalla professoressa
McGranitt promettendo che non avresti creato confusione!! Ma ti rendi
conto? Cos’hai da dire altro? Perché immagino che
non sia finita qui!- sbraitò ancora l’insegnante
dai capelli viola.
-
Stavo tranquillamente sistemando le cose in camera quando
qualcuno alle spalle mi ha minacciato con una bacchetta! Ho fatto in
tempo a schivare uno stupeficium e il resto è stato tutto
dovuto ad un riflesso istintivo….- Shera cercò di
rincarare la dose cercando di essere più convincente.
-
La signorina Parkinson sostiene che si è ritrovata
una sconosciuta di fronte che ha turbato la quiete del suo sonno
già abbastanza leggero. Quando si è alzata dal
letto per capire ciò che stava succedendo qualcuno
l’ha malmenata senza motivo. E con lei tutti quelli che sono
giunti in suo soccorso.- soffiò l’altra cercando
di trattenere la collera.
Shera la guardava con
la bocca spalancata: certo, lei ne aveva dette di fesserie ma anche
quell’altra ci aveva ricamato sopra.
-
Ma non è vero! Non è andata
così, lo giuro!- si permise di alzare la voce.
Semiria voleva
esplodere in una sonora risata ma dovette trattenersi. Sapeva che
quando Shera diceva “lo giuro” significava che
stava mentendo. Come quando esordiva con
“onestamente”.
-
Emh emh…- Felix si fece avanti.
La Violet
alzò gli occhi iridescenti su di lui.
-
Prego signor Claymoth!- si aspettava un suo intervento.
-
Vogliate scusarmi ma, come lei, professoressa Tess, ha tenuto
a ricordare, siamo stati noi a pregare la signora McGranitt
perché ci assegnasse le stanze che in cui alloggiammo ai
tempi della nostra frequenza presso questo istituto. Quindi,
quale interesse può avere uno di noi a creare un trambusto
simile? E proprio durante il suo primo giorno di lavoro?-
così dicendo mise le braccia conserte, in atteggiamento
convincente.
-
Non lo so! Dimmelo tu! Forse siete dei sadici!-
ipotizzò spazientita.
-
Per quanto sia difficile ammetterlo, perché
conosciamo bene la signorina Spyron, lei non attacca mai per prima. La
sua è una tecnica di difesa che la magia blocca se
così non fosse…- continuò il ragazzo.
-
Senza contare che la difesa deve per forza essere equiparata
all’offesa, no?- questa volta a parlare fu Semiria.
Terencia Paona Violet,
per gli amici Tess, era disperata. Il loro anno era stato praticamente
il più turbolento. Per non parlare di quei tre in
particolare.
-
È stata legittima difesa!- aggiunse Shera.
La McGranitt
scrutò con fare indagatorio per alcuni minuti. Poi disse:
-
Non hanno tutti i torti, la signorina Parkinson,
poi… quella è un caso a parte. Il problema
è che ha minacciato di avvertire la famiglia. E sappiamo di
che tipo di famiglia stiamo parlando…- fissò
Shera facendo intendere più di quanto voleva dire.
-
I Parkinson non sono un problema, prof. La mia famiglia
è più potente di quegli sporchi mangia morte, se
solo volessi pronunciare il cognome di mia madr..- La ragazza non fece
in tempo a finire che Tess si mise di nuovo a gridare.
-
SHERA!!!! ORA BASTA!! Basta faide familiari. Basta
parlare di mangiamorte e lord sanguinari. Ne ho piene le tasche! Siamo
qui per far superare a questi ragazzi i soliti clichè e
separatismi.-
-
Mi scusi prof.-si rese conto troppo tardi che non avrebbe
dovuto tirare fuori quell’argomento
Quello era un tasto
dolente.
Una ferita aperta anni
prima nel cuore della Violet.
Minerva
pensò bene di dirottare il discorso.
-
La Espinoza è qui dall’inizio
dell’anno e sembra che nessuno le abbia fatto molte domande
sul suo trasferimento.- disse di punto in bianco.
-
Li avrà tenuti a bada con i suoi poteri.-
azzardò Felix che aveva tutta l’aria di uno che ne
sapeva abbastanza a riguardo.
-
Probabilmente. Ha subito un agguato a Beauxbatons e la
ragazza che l’ha aiutata in quell’occasione si
è trasferita anche lei a Hogwarts.- continuò
l’anziana docente.
-
Come si chiama?- chiese Tess sospettosa.
-
Guerlain, Marie Guerlain. Sono state smistate tutte e due a
corvonero.-
-
Non conosco nessun Guerlain. Spero sia un buon segno!-
affermare che la Violet fosse sospettosa era dire poco.
Intanto Shera e Semiria
si erano accomodate sul divanetto laterale. La prima stravaccata come
al solito, la seconda composta e ed in perfetto ordine.
La Douglas prese la
mano dell’amica.
-
Stai bene?- Le chiese preoccupata.
-
Ma si… era solo una ragazzina deficiente che
voleva schiantarmi.- le rispose la Spyron senza dare troppo peso
all’accaduto.
-
Sai… mi chiedo se questa cosa di riprenderci le
nostre stanze non sia stata una cattiva idea..- azzardò la
piccoletta.
-
Oh.. Semiria, non cominciare. È stata
un’idea carina. E poi non dobbiamo sempre stare attaccati noi
tre. Che c’è… qualcuno ti ha dato
fastidio a grifondoro?-
-
No, no. Ancora devo salire alla torre. Però io
volevo stare con te.- disse ancora Semiria con tono affranto.
-
Staremo insieme ogni qual volta lo desidererai.-
-
Allora, mezzosangue… - esordì Draco
entrando nell’aula di pozioni con la borsa contenente i libri
e la bacchetta in mano. – Per evitare che la sfiga che ti
porti appresso grazie al tuo amico sfregiato contagi pure me, da oggi
finchè non finiremo questa dannata pozione, questa
è la tua parte di stanza e questa è la mia.-
sentenziò tracciando una linea viola fosforescente per terra.
La ragazza che,
puntualissima stava aspettando l’arrivo dell’odiato
collega, sollevò lo sguardo dal libro di “storia
delle arti magiche” e lo fissò con un
sopraccigliò alzato.
-
La vuoi finire con queste bambinate, Malfoy? Non credi di
essere un po’ troppo grandicello?- soffiò lei,
provocatoria.
-
Sarà … Ma da oggi in poi, visto che
devo per forza passare del tempo con te, preferisco non essere
malmenato, maledetto o avvelenato. Dio solo sa cosa ti frulla in quella
mente perversa. Potresti anche saltarmi addosso da un momento
all’altro.- Malfoy sembrava più divertito e
rilassato.
Da non crederci,
Hermione credeva che gliel’avrebbe fatta pagare per lo
schiaffo del giorno prima e invece.. C’era qualcosa sotto.
Sicuramente.
-
Allora- esordì tirando fuori i suoi libri dalla
borsa con lo stemma dei Malfoy (che tanto per cambiare era una M con
delle rose e due serpenti che si attorcigliavano) – questi
sono i miei personalissimi libri di pozioni che metto a tua
disposizione in via del tutto speciale.- li mise sul banco di fronte a
lei.
Hermione li
osservò con curiosità. Non aveva mai visto quei
libri. Sembravano, anzi no, erano antichissimi. Uno strano sentimento
di bramosia la pervase.
Assottigliò
gli occhi e tornò con lo sguardo sul suo nemico di sempre
che intanto si era steso su di una fila di banchi con un libricino in
mano.
-
A cosa devo questo onore?- la grifondoro lo guardava con un
espressione indecifrabile. Un espressione da serpeverde.
Lui, portandosi sul
fianco, lo notò e la cosa gli piacque non poco. Riprese
fiato ghignando e rispose:
-
Perché sarai tu a fare il lavoro al posto mio
… Ovvio no?-
-
COSA? Non se ne parla proprio!- ritornò in un
attimo la ragazza bacchettona di sempre.
-
E perché no?- il biondo corrugò la
fronte senza però sorprendersi molto.
-
Ti ricordo che questo casino è successo a causa
tua. Tu hai preparato quella pozione per rovinarmi la festa!! Il fatto
che tu abbia sbagliato persona questo non vuol dire che la punizione
non ti sarebbe stata comunque assegnata!- argomentò la
ragazza a pugni stretti.
-
Si, però sai che soddisfazione!- rise di gusto.
– comunque sta di fatto che per colpa tua sia io che Blaise
abbiamo rischiato la vita senza contare che, sempre per colpa tua, per
qualche tempo siamo vincolati da un patto di sangue e ieri mi hai
perfino tirato un ceffone.- sul viso di Hermione lentamente si stava
letteralmente dipingendo il senso di rassegnazione.
La serpe se ne accorse
e proseguì sempre più divertito. – Ora,
tu mi hai detto di comportarmi come una persona matura. Detto fatto!
Credimi mezzosangue, a quest’ora mi sarei vendicato nel
più bieco dei modi . -
La ragazza
sgranò gli occhi per un secondo.
Era vero. Ma non si
sarebbe arresa a quel ricatto morale. MAI!
-
Ti sto anche facendo il favore di consultare dei libri che tu
puoi solo sognare di possedere!-
“Ok.
Mi arrendo”.
Pensando
ciò, Hermione prese posto dalla sua parte di aula.
-
Se arriva qualcuno avvisami.- le disse il bel serpeverde
prima di immergersi nella lettura del suo libro di poesie.
La grifoncina
badò poco alle sue ultime parole.
Prima di
aprire uno dei libri ne sfiorò la superfice in pelle di
drago con la punta dei polpastrelli.
Era una sensazione
meravigliosa.
E l’odore che
emanava… simile a quello dei libri della sezione proibita
della biblioteca ..
Antico, vissuto
…
Era l’odore
della sapienza.
Sebbene non si potesse
associare a nessun odore a lei piaceva pensarla così.
L’odore di
sua nonna.
La donna che
l’aveva iniziata alla magia e che non vedeva da molto, troppo
tempo.
I suoi occhi si
illuminarono.
E Draco che la stava
osservando con la coda dell’occhio rise divertito tra se.
“ Che grande serpeverde che saresti stata mezzosangue.
Peccato che tu sia per metà babbana.”
Veniamo a noi (spazio
dell'autrice):
Ringrazio
Star95
per il commento.. Sei sempre molto carina tu, e la prima a commentare
sempre tutto! Mi fa un enorme piacere che ti interessi la storia.. Tra
un pò la trama diventerà un tantino
più intricata.
un ringraziamento a
chi, comunque, legge.
Alla prossima e ...
Caghiamo Minerva
McGranitt.........
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Capitolo 13 *** IL RICHIAMO ***
la legge del più forte
Il Richiamo
-
Ho una cosa bella per te!- esordì prima di trascinarlo via
dalla sala comune.
Shera entrò nella “sua
stanza” portandosi dietro Blasie.
In quel mentre tutti la
squadrarono dalla testa ai piedi chiedendosi che razza di insegnante
sarebbe potuta essere una che picchia tutti i suoi studenti il primo
giorno di presenza.
- Non mi piace quella tipa!-
esclamò Candy Williams appena vide i due.
-
Sai, non mi stupisce la cosa! Mi dici chi è che ti va a
genio? Hai sempre la puzza sotto il naso.- le rispose Daphne Greengrass
che invece era segratamente contenta del fatto che la nuova arrivata
avesse malmenato l’amica Pansy. “Era ora che
qualcuno la rimettesse al suo posto, quell’oca
altezzosa”.
Questi erano gli elementi che caratterizzavano quella cosa che i
serpeverde chiamavano, a convenienza, amicizia. I rapporti tra la
Greengrass e la Parkinson erano poi deteriorati dopo
un’estate passata ad ignorarsi completamente. E a dirla tutta
non era neanche colpa di Daphne. Pansy aveva incominciato a snobbarla,
a rifiutare tutti i suoi inviti nella villa dei genitori e a rispondere
in maniera sprezzante a tutti i suoi discorsi.
Torniamo a Shera e Blasie. Appena in camera la ragazza salto sul letto
mentre lui si accomodò civilmente sulla poltrona di fronte.
-
Ah Blasie! Non è cambiato niente!- detto questo, Shera scese
dal letto e comincio a tastare la parete della camera.
-
Cugina, hanno intenzione di prendere provvedimenti per ciò
che è accaduto questa mattina?- chiese preoccupato Zabini.
-
No, alla fine sono riusciti a convincere la ragazza del fatto che
avessi avuto paura di un agguato, in quanto lei, per una sciocchezza,
mi stava attaccando con un incantesimo.- rispose continuando a tastare
il muro.
-
Si, vabbè … Però anche tu …
Potresti evitare qualche volta di fare a botte, specialmente con le
presone più deboli!- osservò sfilando una
sigaretta dal pacchetto.
-
Secondo me, bisogna far subito capire agli altri chi è il
più forte, specialmente se sei un serpeverde!- dicendo
questi si rigirò verso il muro avendo trovato quello che
cercava. Sfilò un mattone che si rivelò essere
concavo e custodire una scatolina di latta. La prese e senza dire una
parola mostrò il contenuto al cugino che capì
subito di cosa si trattava e sorrise.
Shera si mise comoda sul suo
letto non prima di aver fregato la sigaretta dalle labbra del bel
moretto che non replicò. La leccò su un lato e la
aprì delicatamente, versando il tabacco sulla copertina di
un giornale che teneva fra le gambe.
-
L’ultimo anno, io, Felix e Sem, così, per scherzo,
lasciammo qualcosa di nostro qui a scuola, in un posto che
conoscevamo solo noi. poi abbiamo scommesso: se un giorno, per qualche
motivo, avremmo fatto ritorno ad Hogwarts, chi di noi avesse ritrovato
le cose nascoste avrebbe vinto. Io non solo vinco, ma ora mi fumo pure
un bel cannone con il mio adorato cugino!- sorrise cominciando a
rullare.
-
Che strani che siete voi tre … due Grifondoro e una
serpeverde. Che razza di rapporto avete?- chiese il ragazzo andando a
stendersi vicino a lei.
-
Beh … È molto stano. Ma tu sai bene che non ho
passato periodi molto felici da quando mia madre se
n’è andata. Molte cose mi sono sfuggite di mano,
sinceramente era l'ultima cosa a cui pensavo.. L’eterna e
onorata ostilità fra serpeverde e grifondoro.
Così una volta fuori di quì mi sono resa conto
che ero solo Shera Spyron, senza nessuna etichetta … Beh
sai, per quanto riguarda me e Felix ho dovuto farmene una
ragione … Mio padre ha sposato sua madre..-
spiegò con espressione intenerita ma si bloccò
quando sentì la porta della camera aprirsi.
Pansy entrò senza
neanche guardarla, aveva la testa e il braccio fasciato. Con fare
stizzito sbattè la borsa sul letto e fece per uscire di
nuovo quando Shera afferrando veloce la bacchetta bloccò la
porta.
-
Allora? Che storia è questa?- gridò la ragazza
dai capelli corvini.
-
Vieni quì ragazzina!- impose l’altra.
-
Non darmi ordini, razza di energumena!- esclamò ancora
più irritata. Blasie si mise una mano in viso, pregando che
alla cugina non venisse di nuovo in mente di menarla.
Shera invece, a sentirsi
chiamare così, rise sguaiatamente.
-
Come scusa?- chiese con le lacrime agli occhi per le risate.
-
Hai.. Hai sentito bene! Non prendo ordini da nessuno!- rimarco
però con minore convinzione.
A quel punto la cugina di
Blasie le puntò di nuovo la bacchetta contro e
pronunciò: -Relascio!-
Le bende si sciolsero e un capo
di queste andò a finire in mano all’ex serpeverde
che prontamente le tirò non troppo forte, trascinando verso
di lei anche Pansy.
-
Vecchio trucco, quello delle bende … Non ti ho ferita.-
disse, questa volta sorridendo. – Ti ho solo stordita.-
-
Non lo puoi sapere!- incalzò ancora la Parkinson, cercando
di non far capire che cominciava ad avere un po’ di paura.
-
Certo che lo so! Dai, siediti e fuma con noi il Kalumè della
pace!- Shera cercò di trattenere la risata ma Blasie proprio
non ce la fece.
-
Dai Pan! Perdonala! È veramente una cafona!- Zabini si
teneva la pancia per le risate.
-
Cretino, non sono cafona, sono natural !- fece, tirando tre sberle in
testa al cugino che continuò a ridere.
Pansy si sedette sul letto
ancora un po’ titubante, osservando quello strano teatrino.
Un ora dopo Blasie raccontava a
Pansy del viaggio in Irlanda.
-
Allora, Pan, eravamo con una comitiva di babbani. Ovviamente nessuno
sapeva della nostra natura quindi io e Shera ce ne siamo dovuti stare
buoni buoni con le nostre bacchette. Passiamo il pomeriggio a
gironzolare con un furgoncino, un Vanette, per le campagne di
una località vicino a Dublino a scattare foto ai greggi di
pecore colorate!- le parole erano un tutt’uno con le risa del
ragazzo.
-
Per distinguere i greggi, i pastori colorano le pecore!-
precisò Shera con la testa poggiata sul cuscino.
-
Io invece, siccome eravamo appena usciti da Temple Bar, pensavo fosse
tutto un mio trip mentale.- continuò il ragazzo. –
ad un certo punto, siccome le strade di campagna fanno schifo, il
furgoncino si rompe e ci avventuriamo a piedi a chiedere
assistenza.- risata.
Pansy cominciò a
ridere anche lei pensando alle pecore colorate e al Vanette guasto in
mezzo alle campagne.
-
Cominciamo a camminare con una cartina in mano. La comitiva la guidava
un coglione che pensava di sapere tutto. Al calar della sera arriviamo
all’entrata di un bosco. Devi sapere che in quel periodo
girava per le sale cinematografiche e per internet uno strano film che
narrava di una gruppo di tre ragazzi che si erano persi in un bosco e
poi erano stati uccisi da una strega di quel luogo. Ci decidiamo ad
entrare e lì…- non riuscì a continuare
per le risate.
-
Beh, la tentazione è stata troppo forte!-
continuò la ragazza. – Abbiamo incominciato a fare
scherzi con le nostre bacchette approfittando del buio!- e cominciarono
a descrivere tutte le diavolerie che per poco non fecero collassare per
il terrore i compagni di viaggio.
Pansy sorrise, non riuscendo ad
essere completamente partecipe di quell’entusiasmo. Che
strana situazione che si era andata a creare. Prima
dell’inizio delle lezioni pensava di far espellere quella
pazza che aveva di fronte, ora le risultava quasi simpatica. E
Blasie… Allora non passava il suo tempo a insidiare le
ragazze, a fare scommesse e a mettere strane idee in testa a
Draco… Sapeva anche divertirsi.
Poi pensò alla sua estate indimenticabile, passata chiusa a
casa di sua nonna. Doveva dire però che gli era andata
meglio di tutti gli altri anni. Non aveva dovuto sorbirsi il fratello
Vlady, il cocco di mamma. Aveva preferito evitarlo, lui e la sua
ignoranza. Non sopportava il suo essere così ruffiano con la
gente.
Dai coniugi Parkinson, Vlady era considerato il primogenito maschio di
belle speranze, erede universale in quanto uomo e iscritto a
Durmstrang. Ma lo studio non era mai stato il suo
forte… Ricordava ancora come i suoi si disperavano
quando arrivavano brutte notizie sulla sua condotta. Era capace di
trasformare l’umore dei Parkinson con una sua sola parola.
Poi però si riscattò quando decise di diventare
un mangiamorte… E questa scelta Pansy se
l’aspettava: uno come lui, un violento, carnefice con i
più deboli e lecchino con i più forti, bugiardo,
razzista e maschilista, non poteva che accettare con entusiasmo quella
dottrina.
Pansy credeva nel fatto che la
magia dovesse essere una prerogativa dei purosangue ma la sua idea non
si spingeva fino a limiti estremi.
Ecco perché preferì starsene tutta
l’estate da nonna Irene per non dover ascoltare tutte quelle
assurde riunioni fra mangia morte e, per lo stesso motivo,
cercò di evitare di partecipare ai festini dei Greengrass.
- Ehi Pan, mi ascolti?- la voce di Zabini
la riportò al tempo presente.
-
Scusami, dicevi?- fece lei riprendendosi.
-
Vado a dire a Draco di sbrigarsi a raggiungerci così ci
divertiamo di più con quello che non sa neanche che cosa sia
una dormita in tenda. Mi raccomando non vi picchiate…- fece
ridendo.
-
Scemo, giuro che non la tocco! Abbiamo fatto pace, vero?- chiese Shera
con fare bambinesco.
-
Se lo dici tu…- rispose Pansy ghignando.
“c’è
addirittura una pozione su come allontanare e richiamare
l’anima dal corpo.. Ma... è
complicatissima… Ed è magia nera di quelle a
cinque stelle. Si vede che è un libro dei Malfoy…
Però che fortuna! Possedere questi libri vuol dire avere
praticamente tutta la conoscenza alchemica tra le mani… Se
io conoscessi anche solo la metà di queste pozioni non
dovrei neanche preoccuparmi del concorso”. Così
pensando Hermione chiuse il libro e guardò tristemente gli
ingredienti per la pozione anti-puzza e il calderone in cui bollivano
delle lingue di lombricorno.
Si tolse la cravatta e si sbottonò la camicetta a causa del
calore della fiamma.
Ci sarebbe voluto del tempo prima che quel dannato antidoto potesse
essere ultimato.
Osservò la fonte di tutti i suoi guai. Stava lì,
sdraiato sui tavolini a sonnecchiare.
“ma perché devo stare qui con questo cretino, per
di più novello mangia morte, quando avrei tanto da fare?
Devo passare dalla biblioteca, senza contare che sta sera
c’è quella cavolo di riunione fra i rappresentanti
del comitato studentesco… Forse
quest’anno ho esagerato con gli impegni. A volte mi sembra di
impazzire.”
Si avvicinò al bell’addormentato e si sedette su
un tavolino.
-
Conosci tutte quelle pozioni, Malfoy?- chiese curiosa.
-
Mmh?- il biondo si destò piano dal suo torpore.
-
Mi chiedevo se avessi mai provato a fare una di quelle
complicate pozioni dei tuoi libri.- chiese ancora lei .
-
Mi hai svegliato per questa cazzata, mezzosangue? Fortuna che domani
è sabato e non devo vedere di nuovo la tua brutta faccia.-
sibilò infastidito.
-
Uff, come sei però! Sempre con questi insulti! oK, io non
piaccio a te, la cosa e reciproca e fin qui almeno siamo
d’accordo, no? Siccome devo fare il lavoro al posto tuo,
possiamo anche evitare di perdere ogni volta mezz’ora ad
insultarci, tanto io sono convinta di NON essere una sporca mezzosangue
zannuta come tu sei sicuro di NON essere un spocchioso figlio di
papà, raccomandato e ossigenato! Non è che se ce
lo ripetiamo più spesso del solito ci convinciamo
reciprocamente.- risolse con nonchalance la ragazza.
Un minuto di silenzio.
-
Minchia, quanto parli mezzosangue! Sei la regina della polemica!-
esclamò Draco fintamente sorpreso . si mise composto a
sedere non poco distante da Hermione.
-
Non temere non mi aspetto mica che noi due intavoliamo una civile
discussione sulla parità di diritti in Sala Grande.-
cercò di spiegarsi la grifoncina.
-
Sai che figuraccia che farei se mi facessi vedere con te in giro!-
attaccò di nuovo.
Lei sbuffò,
scocciata.
-
Potrei farti di peggio se non la smetti!- minacciò allora
Hermione.
-
Tsè! Tipo?- provocò il biondo.
Lei ci pensò un
po’ poi si avvicinò leggermente: - potrei baciarti
su una guancia affettuosamente davanti a tutti!- lo canzonò,
conoscendo il disprezzo nei suoi confronti .
Ma Draco rimase veramente
sorpreso. Arrossì violentemente. Si coprì il viso
con una mano ma purtroppo l’occhio era già caduto
“Lì”, nella scollatura.
-
Maledetta.. Non ci provare mai più! Hai oltrepassato la
linea che avevo tracciato! Non lo fare più!- le
gridò.
-
Ehi, stavo solo scherzando…- fece sorpresa.
Di colpo qualcuno bussò alla porta.
June Espinoza fece il suo ingresso nella stanza con un
espressione alquanto stupita.
-
Cosa avete da gridare, ragazzi? Vi si sente dall’inizio del
corridoio! Se passa la vecchia vi sotterra!- sbottò la nuova
arrivata.
-
Ah bene! È arrivata pure la sanguisuga!- Draco
cominciò a raccogliere i libri dal tavolo.
Lei, in risposta lo
fissò intensamente.
Draco si bloccò e
sentì dei brividi percorrergli tutto il corpo.
Allora June rise perfidamente.
-
Non usare le tue malie con me!- esclamò il ragazzo.
-
Ok, ok! In fondo mi sei simpatico … Granger, volevo parlare
con te.- si rivolse con disinvoltura alla ragazza che sgranò
gli occhi.
-
Come, scusa? Come fa a starti simpatico questo qui?- domandò
sconcertata la grifoncina.
-
Beh, sai, il suo sangue non era male. Era … Buono.- gli
lanciò uno sguardo eloquente. – E per lo stesso
motivo so che posso fidarmi di te..- continuò rivolgendosi
di nuovo alla ragazza.
Hermione non riuscì a fare nessun tipo di domanda.
Possibile che dal sangue di una persona si potessero capire
così tante cose?
Allora il sangue era davvero così importante?
Decise di rivolgerle quelle domande in separata sede.
-
Di cosa vuoi parlarmi?- chiese, raccogliendo anche lei la sua roba.
-
Mah… Non vuoi sapere che ci faccio qui? Non hai paura che
possa nuocere al tuo amico Potter? Non temi che sia uno di quei vampiri
al servizio di Voldemort?- disse senza preoccuparsi della presenza di
Draco.
-
Ehi, io sono un mangia morte. Non dovresti parlare davanti a me di
queste cose, con tanta leggerezza.- soffiò Draco.
-
Se tu sei un mangia morte allora io sono un essere umano qualunque!-
ribattè la Espinoza seria, facendo squillare il suo accento
spagnolo.
-
E quindi? Sei al servizio di tu-sai-chi? Vuoi il nostro Harry?- irruppe
la ragazza preoccupata.
-
Io credo che se ti dicessi un semplice “no” non ti
basterebbe, vero? Sei diffidente per natura.-
Lei annuì.
Incredibile quante cose sapeva già quella mezza vampira,
senza che lei dovesse dimostrare un bel niente.
-
Ti vorrei spiegare tutto con calma. Anche perché ti
dovrei parlare di una persona…- fece uscendo
dall’aula seguita dalla grifoncina.
Poco dopo anche Draco seguì le ragazze nel corridoio, un
po’ incuriosito da quel discorso.
Fu un attimo.
Blasie stava arrivando dall’altra parte del corridoio. Vide
l’amico e sorrise, lo stesso fece con la Granger.
Ma quando il suo sguardo si posò su Ju, le sue
labbra si piegarono in una smorfia maligna.
Corse verso di lei, colto da un impulso irrefrenabile.
June non fece in tempo a scappare che se lo ritrovò addosso.
Zabini le strappò la camicia con una ferocia innaturale.
Hermione prese a strillare, prima di capacitarsi della situazione.
Draco invece non perse tempo a impressionarsi.
-
Granger non urlare! Mano sulla spalla! Come abbiamo fatto con lei quel
giorno!- spiegò impaziente.
-
Cosa?- le gridò lei in preda ad una crisi di nervi.
-
Dannazione mezzosangue! Fa quello che ti dico!- imprecò
arrivando di corsa alle spalle di Blasie che, non curante degli
spettatori, stava continuando a lacerare i vestiti della Espinoza che
era rimasta bloccata sotto il suo peso.
Hermione stava assistendo per la prima volta al fenomeno del
richiamo…
Veniamo a noi (spazio
dell'autrice):
Ringrazio
ancora Star95 .
Sempre puntuale e ligia! Mi fa piacere avere una lettrice
così assidua... Il tuo affetto è ampiamente
ricambiato.
continua la
campagna di solidarietà per la professoressa di
trasfigurazione più sfigata di tutti i tempi.
Ancora un volta:
Caghiamo Minerva
McGranitt.........
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Capitolo 14 *** INCONTRI E... ***
la legge del più forte
Incontri e...
Quella non era certo risultata
una giornata rilassante.
Hermione(come tutti gli altri studenti, del resto) era stata messa a
conoscenza dell’arrivo di una nuova insegnante che si portava
appresso tre strani apprendisti che picchiavano gli studenti,
poi aveva dovuto fronteggiare per due ore Malfoy, una vampira
sconosciuta le voleva parlare pur non avendo niente in comune con lei
ed ora doveva frenare l’inspiegabile furia di un Blasie
Zabini ridotto al pari di una bestia.
Difatti Hermione e Draco ebbero davvero un gran da fare quel tardo
pomeriggio.
Cercarono in tutti i modi di impedire a Zabini di aggredire di nuovo la
povera Espinoza.
- Dannazione! Ma che gli prende?- chiese agitata la
grifondoro.
- Mi dispiace, è una reazione al morso...- rispose
ancora spaventata.
- Che cosa vuol dire , Espinoza!- Malfoy con l’aiuto di
Hermione tentava in tutti i modi di tenere fermo l’amico che
sembrava posseduto.
- Quando vieni morso il sangue ribolle ad ogni istinto...
ciò che senti si amplifica al punto da diventare tutto
totalmente istintivo. E quando si è profondamente arrabbiati
si reagisce così. Sangue chiama sangue... E si da il caso
che nel mio corpo scorra ancora il suo...-
Blasie ora cominciava ad aquietarsi.
- tu mi hai maledetto.- cominciò a dirle piano Blaise.
- No io ho solo...- cercò di spiegarle la ragazza con un
po’ di vergogna.
- Io non ho mai avuto nessun vincolo, odio averli!- la interruppe
alzando un po’ di più la voce.
- Senti, io cercavo...- cercò ancora di giustificarsi. Ma il
ragazzo non la lasciò finire.
- Tu mi hai legato a te!!! Io non voglio!!! MOSTRO! - Fissò
la vampira con odio e gridò: - Guarda! Guardami! Che cosa mi
hai fatto? Come mi hai ridotto? Io non riesco a controllarmi!-
June non si aspettava tutto questo e guardò sconcertata il
ragazzo. Le sue guance presero ad arrossire violentemente mentre
continuava a tenere gli occhi sgranati per l’accaduto. Poi
prese a tremare. Hermione guardò Malfoy.
-Portala via.- le fece il biondino avendo ritrovato un bel
po’ del suo sangue freddo.
Lei annuì al ragazzo, per la prima volta senza protestare.
Trascinò via June che era rimasta immobile, interdetta.
Intanto, nella sala comune del dormitorio Grifondoro, i due nuovi
tirocinanti della prof.Violet cercavano di organizzare i loro bagagli
come meglio potevano.
- Semiria… Dovevamo portarci
lo stretto indispensabile.- disse Felix, visibilmente affaticato dal
trasporto delle valigie, ma sempre rimanendo calmo.
- Io non so…- le rispose lei,
che intanto cercava di capire quale stanza doveva ospitarla.
- e se poi ho bisogno di qualcosa?-
Il ragazzo posò a terra le valigie.
- Capisco, vuoi compensare le tue
insicurezze per quanto riguarda questo lavoro circondandoti di cose
familiari, per sentirti, come dire, a casa. –
sentenziò il giovane portando un ciuffo ribelle di capelli
dietro l’orecchio.
Lavanda, Calì e Padma osservavano la scenetta, cercando di
capire se i due fossero fidanzati o meno.
Ginny si avvicinò di soppiatto facendole poi sobbalzare.
- Che succede?- chiese.
- Santo cielo, Ginny!- Esclamò
la Brown. –… stiamo cercando di capire che tipi
sono.-
- Da quanto vedo, state cercando di
fargli le radiografie!- osservò la rossina.
- Ma insomma! Tu sei come tuo fratello!
Una persona ha tutte le buone intenzioni e invece viene fraintesa!-
Fece l’altra fintamente offesa.
- See see- la schernì
l’ultimogenita de Weasley.
Semiria si sedette sulla poltroncina di velluto rosso.
- Sarà. Comunque ti ho detto
mille volte che non sta bene esaminare così spudoratamente
l’atteggiamento altrui!!! Smettila Felix.- intimò.
- Dunque.. quello dovrebbe essere il tuo
alloggio.- cambiando abilmente discorso, il ragazzo indicò
la porta sulle scale che portava alle stanze delle studentesse
dell’ultimo anno.
La ragazza si voltò a guardare nella direzione indicata.
- Oh no, scale!- esclamò.
- Dai, ti aiuto io. – fece
l’amico.
Ginny squadrò le tre pettegole: - ma non vedete che hanno
bisogno di una mano?-
E senza aspettare risposta si fiondò in soccorso dei nuovi
arrivati.
- Scusate, volete una mano?- si rivolse
ai due senza inibizioni.
Ginny Weasley, la persona che più somigliava a Molly.
Schietta, senza preamboli.
- Umh…- Felix la
osservò un po’ stranito. Quei capelli, quegli
occhi…
Semiria invece spalancò la bocca in un sorriso di sorpresa.
- Ma tu sei la sorellina di Charlie,
vero?- fece mal contenendosi dalla sorpresa.
- Si. – rispose Ginny che
invece non aveva mai sentito nominare i due.
Felix non si scompose, come al suo solito, mentre l’amica le
prese subito le mani.
- Charlie ci ha parlato tanto di te! Lui
era il nostro insegnante di creature magiche! Abbiamo fatto un master
con lui in Scozia!- annunciò la Douglas.
“master?” pensò la rossina, ma era
meglio non rivolgere quella domanda, per ora.
In quel momento Ron, Harry ed il resto della squadra di
Grifondoro, fresca di reclutamento, apparirono sulla soglia della sala
comune.
- Ginny, hai dimenticato i parastinchi
nello spogliatoio.- le comunicò il fratello porgendole il
capo in questione.
- Oh, ma questo è
senz’altro Ronald!- fece la tirocinante ancora più
elettrizzata, se possibile.
Ron strinse la mano della ragazza.
- Lei lavora con la prof. di difesa,se
non mi sbaglio.- fece un po’ intimorito il ragazzo.
- La prof.ssa Semiria Douglas ha seguito
un … uh… “master” di
Charlie…- si intromise la sorella, cercando di spiegare
l’euforia con cui era stato accolto.
Intanto Felix avanzò verso Harry.
Il ragazzo lo scrutò serio, preparandosi a mettersi sulla
difensiva.
“un altro che vuole vedere la mia cicatrice! Se mi faccio
pagare per questa cosa divento straricco!”
Difatti Felix tuonò : - Potter!-
“Ci risiamo”
- Ho sentito parlare molto di te!-
continuò.
“la cosa non è reciproca!”
- La tua fama da cercatore è
conosciuta persino negli istituti di grado superiore!-
Il ragazzo evidentemente spiazzato, fece un debole sorriso.
- Io ero cercatore come te, quando
frequentavo questo istituto!- rise senza scomporsi. – lo sai
che sarò il vostro supervisore in campo? Insieme a quelli di
corvonero, si intende.- lo informò il neo docente.
- Io non ne sapevo niente… -
rivelò Harry.
- Beh… quest’anno vi
hanno affidato a me perché… Diciamo che
gareggeremo ad un livello molto più alto di quello degli
anni passati.- Felix lo fissò fiducioso.
- Prof.Claymouth, che cosa intende?-
domandò curioso.
Il ragazzo si chinò verso di lui e parlando sottovoce, in
modo che lo potesse sentire solo lui, disse : - Ancora non posso
dirtelo, ma saprai tutto dalla signorina Granger, al suo ritorno dal
consiglio studentesco. Fidati.-
Potter lo fissò confuso.
Felix intanto ritornò ad affaccendarsi con le valigie.
- Harry, diamo una mano.-
suggerì Ginny.
Lui non protestò.
Il quidditch ad un livello competitivamente più
alto… Era quello che sognava da tempo.
Passando dinanzi a Ron, lo strinse amichevolmente per la gioia.
Difatti da lì a poche ore si sarebbe tenuta la riunione del
consiglio studentesco e Hermione era in fibrillazione, se possibile,
più delle altre volte.
Questo perché si trovava bloccata in un corridoio deserto
con una tipa di cui non sapeva se fidarsi, ma, peggio ancora,
questo rischiava di farle fare tardi. E lei non lo sopportava.
Ju sembrava visibilmente provata.
Stava seduta per terra, con la testa china, che continuava a fissare un
punto imprecisato dinanzi a lei.
- Come ti senti?- chiese Hermione
educatamente.
Nessuna risposta.
Domanda stupida.
La Espinoza sembrava quasi in trance.
“bene, ci mancava solo questa! E io ho una gran
fretta!”
- Io …- accennò la
ragazza di corvonero. Poi una grande pausa.
Un attimo per pensare. Per studiare ciò che avrebbe potuto
dire… Per non sembrare debole.
Sentiva i pensieri fracassarle il cranio: quelli di tutte le persone
lontane come echi, quelli di Zabini e Malfoy ormai distanti e quelli
della ragazza che le stava di fronte, Hermione.
“ho fretta… Fretta… FRETTA”
Si alzò di scatto. Voleva scappare.
Fece per andarsene ma Hermione la fermò.
- Hey! – la ammonì
infastidita da quell’atteggiamento.
- Va! Va dove devi andare!- le rispose
lei irritata.
La grifondoro ebbe un sussultò. Poi capì.
La ragazza dai capelli smeraldini poteva sentire il suo stato
d’animo.
- No. Scusami… io non faccio
altro che preoccuparmi dei miei impegni scolastici.- Hemione era
sinceramente mortificata.
Ci fu un attimo di silenzio.
Poi June le sorrise inaspettatamente.
- Sei come lei…- nella sua
voce c’era dolcezza.
- Come chi, scusa?- fece Hermione
perplessa.
- No, niente. Una persona che conosco.-
Ju la guardò malinconica. – vai, Hermione. Devi
fare il tuo dovere. Stò meglio.-
La riccia le lasciò il braccio.
Ora non voleva abbandonarla lì, però.
- Sai cosa facciamo? Vieni con me.-
- No, devo proprio rifiutare il tuo
invito.- fece la Espinoza con una punta di sarcasmo. Stare in mezzo a
troppa gente la innervosiva.
- Dai, sbrigo queste cose e poi parliamo
un po’.. che ne dici?- insistette Hermione.
- No davvero. Io non sono per queste
cose. – spiegò l’altra.
- Me lo devi! Io devo sapere.- la Granger
rincarò la dose.
E questa volta Ju non poté rifiutare.
Veniamo a noi (spazio
dell'autrice):
Grazie Kucciolaflea
, hai un nick dolcissimo. Beh, anche se all'inizio può
sembrare un po'demenziale, in realtà è un
racconto d'avventura e d'amore.. Forse quando l'ho cominciata stavo
ancora persa dietro a Pirati dei caraibi e sopratutto sbavavo per
Jhonny. No, non ti preoccupare Draco non s'ingelosisce, siamo una
coppia aperta noi (scherzavo, scherzavo, non mi menate o maledicete,
voi che state leggendo..). Berle a parte sono contenta, str-contenta
che ti piaccia. Ma.. Ti fa ridere almeno un po'?
Besos, Joker
sigh.. Solo un
commento.. Di questo passo non diventerò mai famosa! Non
sposerò mai Axl Rose! Non sarò mai miliardaria e
non potrò conquistare il mondo!!
Perchèèèèèèèèèèèèèèèèèèè
continua la
campagna di solidarietà per la professoressa di
trasfigurazione più sfigata di tutti i tempi.
Ancora un volta:
Caghiamo Minerva
McGranitt.........
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Capitolo 15 *** ... e Scontri! ***
la legge del più forte
...E scontri!
La
riunione del consiglio studentesco poteva contare due rappresentanti
per ogni casa, due docenti portavoce per il corpo
insegnante ed
il preside.
Ma Albus Silente non avrebbe
più presieduto quelle riunioni, per
questo la gatta da pelare passava alla prof.ssa Minerva McGranitt, vice
preside.
Gli insegnanti, per
l’occasione, sarebbero stati il prof.Zero e la
prof.ssa Violet che, essendo i nuovi arrivati avrebbero
così
potuto familiarizzare con gli studenti.
Per quanto riguardava gli studenti, a rappresentare tassorosso vi era
Tyler Lazard, un tipo nervosetto, con gli occhiali
rotondi, i capelli castani, magro pallido e con l’aria da
studioso. Al suo fianco vi era
Tameria Hook, una ragazzina bassa, con
lunghi capelli neri e lisci, gli occhi scuri coperti dalla frangia e
anch’essa dalla carnagione pallida.
Per corvonero, i rappresentanti erano Cho Chang, vecchia conoscenza e
fresca di bocciatura, e Lidia Sand, la sua neo amica, una ragazza
dall’aspetto vispo e ordinato. Portava una lunga treccia
bionda,
le unghie laccate di dorato, gli occhi azzurri e un bel colorito roseo.
Per serpeverde, erano presenti Candy Williams e Theodore Nott.
Quest'ultimo
avrebbe volentieri fatto a meno di prendere parte a quella che definiva
“roba per mezzosangue e checche”, se non fosse che
la
Williams lo aveva persuaso facendo uso delle sue grazie.
Ron guardava con impazienza l’orologio. Hermione avrebbe
già dovuto essere lì. Non era da lei arrivare in
ritardo.
Si sentiva osservato. Ma appena alzava lo sguardo ognuno sembrava farsi
gli affari suoi.
Poi, finalmente, la porta si aprì e Hermione fece il suo
ingresso.
Il rossino ringraziò Merlino, poi notò dietro di
lei un'altra persona.
Capì subito di chi si trattava e questo lo turbò.
- Poi ti spiego.- fece Hermione
sedendogli accanto e riservando un altro posto alla Espinoza.
Il ragazzo non fece neanche in tempo a controbattere che
l’imponente voce della McGranitt tuonò: -ora che
ci siamo
tutti si può iniziare!-
Mezz’ora dopo, nell’aula regnava il caos totale a
causa delle dichiarazioni fatte dalla McGranitt.
- Cosa significa che siamo sotto stretta
sorveglianza?- chiese agitata la Sand.
- Ragazzi, è una situazione
complicata!
Silente è morto e questo istituto non è
più sicuro
come prima.- rispose calma la vice-preside.
- Se la scuola non è sicura,
che ci veniamo a
fare?- Candy Williams non era certo una che le mandava a dire le cose,
sembrava la versione serpeverde di Ginny Weasley.
- Silenzio!- tuonò
inaspettatamente Ron.
Tutti
si voltarono a guardarlo, rimasti esterrefatti da
quell’uscita.
Poi più timidamente aggiunse: -
Sicuramente la professoressa
avrà preso dei provvedimenti per fronteggiare la
situazione…-
- Per piacere pel di carota, non ti sarai
messo a fare anche il ruffiano!- lo schernì Nott.
E prima che il rossino reagisse la McGranitt riprese: - grazie signor
Weasley per aver evidenziato questo punto. Qui al mio fianco vi sono
due rappresentanti del corpo docente che abbiamo reclutato da poco non
solo in virtù del fatto che sono delle persone altamente
qualificate, ma anche perché la loro presenza in questa
scuola
vuol dire maggiore sicurezza.-
- Si spieghi, professoressa.- fece Tyler
Lazard pulendosi gli occhiali.
Il professor Zero si fece avanti e sfiorando la mano
dell’anziana insegnante disse: - Minerva, cara, permetti?-
La McGranitt arrossì vistosamente e annui senza fiatare.
- Ragazzi miei. Dovete sapere che io e la
prof.ssa
Violet, siamo prima di tutto, due rappresentanti dell’Ordine
di
Cagliostro.- esordì lo stravagante professore.
Tutti i purosangue presenti, Theodore, Candy, Lidia, Tyler e Ron,
sbiancarono letteralmente.
A Hermione brillarono gli occhi, aveva già sentito parlare
di
loro: se l’Ordine della Fenice era il gruppo di streghe e
maghi
più segreti e coraggiosi, l’Ordine di Cagliostro
era la
più pericolosa squadra esistita, di cui un tempo facevano
parte
anche le Streghe Nere. Sua Nonna era una di loro.. Ma non ne sapeva poi
tanto.
June rimase impassibile.
Solo Cho e Tameria non avevano idea di cosa stessero parlando.
- Senza contare che presto Hogwarts
potrà
ospitare delle squadre di Auror che veglieranno su
quest’edificio
giorno e notte.- aggiunse la Violet.
Per Ron questo voleva dire una sola cosa: niente più festini
nella camera dei segreti!
- Mi scusi.- fece June con aria
supponente. –
Ma come mai sono dovuti intervenire addirittura due esponenti
dell’Ordine di Cagliostro che, è risaputo, di
solito si
occupano di faccende riguardanti il regno magico e le creature che lo
popolano? Mi chiedo se non ci sia qualcosa sotto!-
La Violet riservò a June un occhiata omicida. Lei la
ricambiò con un sorriso beffardo.
- essendo un gruppo che non dipende dal
ministero,
noi possiamo interessarci a chi ci pare e piace, mia cara, e questo va
sicuramente a nostro, ma soprattutto, a vostro vantaggio. Ed ora, se
non
vi dispiace, Minerva ha altro da aggiungere.- il prof.Zero
riuscì a sviare facilmente la discussione.
- Grazie, Renato.- fece lei, civettuola.
Nott
simulò un coniato di vomitò. – prima di
passare
all’altra novità volevo esaminare il primo punto
all’ordine del giorno: le proposte studentesche. Iniziamo dal
signor Lazard e dalla signorina Hook di Tassorosso.-
Tyler si posizionò diligentemente gli occhiali sul naso e
cominciò: - anzitutto, in qualità di candidato
alla borsa
di studio, chiedo che la biblioteca possa rimanere aperta anche nelle
ore notturne per chi volesse usufruirne.-
- Sempre il solito secchione di merda..
ecco
perché non rimorchi!- commentò Nott. La Williams
diede
adito con una risatina fastidiosa.
- Tu quale qualità possiedi,
bisonte?- lo provocò Ron.
- Quella di mandarti aff..-
minacciò il serpeverde.
- Ragazzi!- apostrofò
l’anziana docente.
- Ma a chi vuoi che interessino orari
extra nella biblioteca?- chiese irrisoriamente Nott.
- A me!- rispose decisa Hermione.
- Ti pareva! –
soffiò la Williams.
- Silenziò!- li
ammonì di nuovo Minerva. – Prego continui signor
Lazard!-
Ma Tyler non riusciva più a parlare. Aveva le mani sudate e
sicuramente avrebbe iniziato a balbettare.
Tameria prese la parola: - vorremmo poter uscire il fine settimana per
recarci a Hogsmeade o nei paesi limitrofi. Almeno per chi
frequenta gli ultimi anni.-
- Prenderò in considerazione
le vostre
proposte. Ma di ciò discuteremo quando avrò a
disposizione alcune unità di Auror.- rispose pragmaticamente
la
McGranitt.
Tameria annuì e tornò al suo posto.
- Signorine Sand e Chang, cosa proponete?-
- Noi vorremmo poter formare il primo
Comitato feste.
A questo proposito le abbiamo portato il prospetto riguardante la festa
di Natale. È solo una proposta, giusto per farle capire
quanto
seriamente vogliamo impegnarci.- enunciò tutta
d’un fiato
Lidia.
- Interessante, le daremo un occhiata.-
si intromise Zero, afferrando il prospetto. Difatti il professore aveva
un'insana passione per tutto ciò che riguardava gli ambienti
festaioli o mondani.
Era il turno degli Slytherin.
- Io propongo una gara di bellezza!-
esclamò la Williams.
Theodore si passò una mano sulla fronte. Si chiedeva se una
scopata valesse tutta quell’umiliazione.
- Questo è assurdo!-
commentò Tyler.
- È assurdo per gli sfigati
come te!- rispose acida la serpeverde.
- Non ci si poteva aspettare di meglio da
una
serpeverde!- aggiunse Hermione mentre Lazard ricominciava a sudare.
Candy si rivolse di nuovo alla docente.
- Io credo che sia importante in un
momento di grande
tensione, come questo, far distrarre i ragazzi. Anche con cose
così frivole.- era ovvio che la Williams sentiva che la
vittoria
sarebbe stata sua se fosse avvenuta la suddetta gara, così
aveva
studiato un piano, basato tutto sulla diplomazia.
Ed era altrettanto ovvio che per quanto diplomatica fosse stata, la
McGranitt non si sarebbe fatta abbindolare.
- Che cosa carina!- commentò
con aria sognante
il prof.Zero che già immaginava la reginetta del ballo (lui
stesso) piena di paillettes.
Allora la McGranitt cambiò idea.
- Mi sembra un’ottima cosa!
Appena si
costituirà il comitato feste si potrà rivolgere a
loro.-
La Violet la guardò perplessa.
Hermione era esterrefatta.
June rise di gusto.
Nott che prima d'ora non l'aveva mai notata, rimase folgorato. Se a
primo impatto la Espinoza poteva sembrare un ragazzo, con quella divisa
e quell'aria selvaggia, guardandola da vicino aveva qualcosa che lo
affascinava terribilmente. Le si avvicinò. Le
toccò il braccio lascivamente.
- Ehi.. non mi sembra di averti
incontrata fino ad ora. Chi saresti tu?- le domandò.
La Espinoza si voltò lentamente puntando i suoi
occhi diabolici in quelli del ragazzo.
- Qualcuno che potrebbe forarti la
carotide senza che tu possa riuscire anche solo a dire "Ahi".- rispose
senza mezzi termini.
Nott sentì una forza su di lui che lo costrinse a non dire e
fare più niente.
- Prego signorina Granger. Signor
Weasley.- Minerva li invitò a farsi avanti.
- Adesso senti quante cazzate.- la
Williams si rivolse al compagno, che però non
l’ascoltava.
Hermione la fulminò con lo sguardo.
- Noi di Grifondoro siamo tutti
d’accordo per
proporre un viaggio di istruzione a Dewell, una delle più
belle
città d’arte del mondo magico. Mi pare un ottima
proposta
visto che, a differenza degli altri istituti, noi non abbiamo mai
potuto avere questo privilegio.- sentenziò convinta.
- È anche una
proposta alquanto azzardata, dato il periodo.- osservò
l’anziana.
- A questo proposito avrei ideato un
criterio
selettivo che ci permetterà di tenere sotto controllo la
situazione.- aggiunse la riccia.
- Sentiamo.- disse Minerva curiosa.
- E' un viaggio riservato agli studenti
che frequentano gli ultimi anni e che hanno conseguito ottimi risultati
in difesa contro le arti oscure- cominciò ad elencare Ron
Weasley – il
nostro accompagnatore lo potrà scegliere lei, per maggiore
sicurezza. Infine tale privilegio sarà riservato solo alle
case con la migliore condotta.- “quindi noi abbiano
già
vinto”.
- Interessante. Ma ci devo pensare.-
- Inoltre diminuzione delle ore
scolastiche da sessanta minuti a 50.- aggiunse ancora Hermione.
- No!- e la risposta della vicepreside fu
secca.
I due grifondoro se lo aspettavano, ma almeno ci avevano
provato.
- Ora che abbiamo concluso con le
proposte, avrei un importantissimo annuncio da farvi.-
- Speriamo non siano altre brutte
notizie.- disse sottovoce Cho.
- Quest’anno il torneo di
quidditch si
svolgerà in due giornate. Nelle prime settimane di
dicembre.-
spiegò la McGranitt.
- Che cosa? Ma che razza di idea
è questa?- fece Nott a gran voce.
- E per quale motivo si dovrebbe compiere
tale scempiaggine?- aggiunse Ron.
I due erano i più interessati all’argomento, in
quanto entrambi giocavano nelle squadre delle rispettive case.
- Ciò è stato
deciso in seguito alla
candidatura dei nostri migliori alunni alla borsa di studio offerta
dall’istituto del prof.Zero. – rispose tranquilla.
- Sono stati previsti spostamenti e
gemellaggi con
altre scuole. Per questo, e per l’alto rendimento sportivo,
è stata data l’opportunità ad Hogwarts
di
partecipare al torneo scolastico internazionale di quidditch.- aggiunse
la Violet.
Ron non credeva alle sue orecchie. Strinse la mano ad Hermione e le
sorrise. Aveva il volto della felicità. La
abbracciò preso dall'emozione, poi arrossì
vistosamente.
Nott fece un salto di quasi due metri da terra e gridò: -
questo è un sogno! UN SOGNO!-
- Gli elementi che costituiranno la
squadra che
dovrà rappresentare la nostra scuola verranno selezionati
durante allenamenti e partite.- concluse la Violet.
- Lenticchia, non hai speranze!- disse
malignamente Theodore.
- Questo dovrei dirlo io a te!-
controbatté il rossino.
Detto questo i tre docenti si congedarono augurando in bocca al lupo a
tutti.
Terencia Paona Violet aspettò fuori dall’aula
June. Appena
la ragazza mise piede nel corridoio, la prof.ssa se la portò
via
tirandole un orecchio. Hermione non fece neanche in tempo a protestare
che erano già sparite. Si chiese il perchè
dell'atteggiamento della nuova insegnante nei confronti di June.
- Vieni Hermione! Harry e Ginny
devono sapere subito.- disse Ron prendendola per mano.
- Si.- rispose ridendo e lasciando ai
posteri domande e riflessioni.
Ron la trascinò via, al massimo dell'entusiasmo..
Hermione stava assistendo per la prima volta al fenomeno del
richiamo…
Veniamo a noi (spazio
dell'autrice):
Cara Nicla
, anzitutto ti ringrazio per il commento. La mia intenzione era quella
di lasciare tutto avvolto in un alone di mistero, ma essendo questa una
storia che si legge di capitolo in capitolo e anche a distanza di
tempo, qualche particolare può sfuggire al lettore. Quindi
credo che qualche spiegazione sia doverosa:
- La reazione di Blaise: spropositata, sicuramente, per uno che riesce
sempre a mantenere la calma. L'ho fatto volutamente, difatti, per la
prima volta, Blaise tira fuori quello che in quel momento gli passa per
la mente, senza controllo e senza la sua proverbiale diplomazia, questo
perchè il legame di sangue stabilito fra i due (June e
Zabini) lo fa agire istintivamente. Dal canto suo, il bel moretto, come
vedremo anche la madre in seguito, non sopporta di essere vincolato da
qualcosa o qualcuno e questo lo fa infuriare.
- Il legame di sangue instaurato in questo caso è un
contratto a tempo determinato, quindi si dissipa con il tempo. Questo
perchè gli Espinoza sono per metà vampiri e per
metà umani. Ma credo che riuscirò a chiarire
meglio la situazione con l'evolversi della storia (che è
già tutta nel mio cervello).
- June è un personaggio molto ambiguo. E'buona ma si ritrova
a dover assecondare la sua natura, quindi può sembrare
contradditoria. Rileggendo il capitolo anche io (che l'ho scritto,
pensa un po'tu), mi aspettavo che lo picchiasse, ma questa è
una reazione che appartiene più ai modi di Hermione. In
realtà June è rimasta molto colpita dallo sfogo
di Zabini perchè in fondo anche lei pensa di essere
così come lui l'ha definita, E'piena di sensi di colpa e di
insicurezze, nonostante possa sembrare forte. Non mi rivedo in questo
personaggio, quindi se ti stai chiedendo se è autobiografica
come descrizione questa è la mia risposta.
Ogni personaggio che ho inventato ha una propria
personalità, che può essere compresa o fraintesa,
ma comunque unica nel suo genere, seguendo una logica per il quale
ciò che è giusto o sbagliato dipende dai putni di
vista.
Grazie ancora e spero di esserti stata utile, di non averti annoiata e
di essermi guadagnata un pò della tua simpatia.
Besos,
Joker
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Capitolo 16 *** ETERNE DIATRIBE... ***
Eterne diatribe...
Eterne
Diatribe
Ronald
Weasley
La
carrozza arrivò
puntuale dinanzi i cancelli di Hogwarts, cosicchè verso le
dieci
di quel sabato mattina Draco Malfoy e Blasie Zabini erano
quasi
arrivati a destinazione.
Draco decise di fare
una pennichella
durante il viaggio. Quando si svegliò,seduto di
fronte,
Blasie manifestava tutto il suo disappunto con la sua espressione
corrucciata.
-
Ora che il
nostro Prince si è destato, potrei sapere, di
grazia,
perché devo venire anche io da tua nonna Dora?- chiese
indispettito.
-
Mmhf… - bofonchiò Draco.
-
Si ,
vabbè, ho capito che dopo ciò che è
successo ieri
non vuoi perdermi di vista, ma ti avevo promesso che non sarei uscito
dalla mia camera!- solo Blasie poteva capire il linguaggio di Draco
appena sveglio.
-
Mrgh… - ribattè l’altro.
-
Il pranzo me lo
sarei fatto portare da qualcuna! Magari da Marie stessa! Avrei avuto
l’opportunità di rimanere un po’ con
lei! Cazzo!- si
alterò il bel moro dagli occhi color del cielo.
Draco sbuffò.
-
E le selezioni?
Ci pensi? Avrei potuto sostituirti io! Proprio in questo momento
delicato! Ma non lo hai sentito Theodore? Ha detto che il torneo
è esteso alle altre scuole! Quindi se serpeverde perde, ci
andrà la squadra di grifondoro a giocare fuori!!!- ora
Blaise
sembrava una mogliettina isterica.
Draco, mooolto
lentamente (per
creare phatos), chiuse gli occhi, li riaprì, si mise a
sedere e
poi disse: - Forse ho fatto la cazzata!-
-
Allora convieni con me?- finalmente, per una volta, Draco gli
avrebbe dato ragione.
-
No… Sai,
ieri quando ti sei addormentato è entrata tua cugina in
camera.-
cominciò a raccontare il biondo.
-
Era preoccupata?
Diamine, non l’ho neanche salutata. Ma ora cosa
c’entra
lei?- fece Blaise perplesso – per caso si ha provato? Guarda
che
è normale, quella ragazza assomiglia a un maschio predatore.-
-
No, cioè
si… - fece un po’ imbarazzato. – mi ha
guardato, mi
ha riconosciuto, tu le hai parlato molto di me, mi ha detto. Mi ha
chiesto se volevo fumare o scopare…-
L’amico
scoppiò a
ridere. – quello è il test psicologico
che fa ai
ragazzi, che cosa hai risposto?-
-
Ho detto che volevo fumare, visto che scopo spesso.- rispose
Draco, come se fosse una cosa ovvia.
-
Bravo, hai superato il test.- si complimentò
Zabini.
-
Poi siamo andati
da Pansy .. e parlando le ho detto che ero preoccupato
perché
non potevo sbrigare le selezioni questo fine settimana. Lei si
è
offerta di farlo al posto mio, visto che è stata il capitano
della squadra di serpeverde ai suoi tempi. Ma ora che sono
lucido.. – difatti era la prima volta che Draco non aveva
ponderato per bene una possibilità.
Si chiese
cosa aveva fatto per diventare così avventato.
-
Sai
Blaise… Ieri non è stata proprio una bellissima
giornata
… - disse massaggiandosi il collo.
-
Ah, guarda.. Non me lo dire… Non ci voglio
pensare.. – fece l’altro.
-
Senza parlare
che c’è questa spina nel fianco della punizione
con la
mezzosangue..- rincarò il biondo – sono parecchio
indaffarato e confuso..-
-
Eh si.. Anche a
me manderebbe in confusione stare tutte quelle ore chiuso in una stanza
con una ragazza che ho promesso di odiare per tutta la vita, ma che
effettivamente è diventata un bocconcino prelibato..-
enunciò l’amico tutto d’un fiato..
-
Ma chi? La
Granger?- Draco spalancò gli occhi.. Più che
altro non
credeva che oltre a lui ci fosse qualcun altro che se ne fosse
accorto… O forse lo sperava..
-
Ah.. Tu vedila come vuoi.. Ma io ci ho fatto più
di un pensierino!- affermò Zabini.
-
Che schifo! Se
continui così ti disconosco come amico!- Malfoy
cercò di
redimere l’amico.
-
Sappi che io non
mi pongo degli stupidi limiti come fai tu, caro! Per me non
c’è sangue o razza che tenga .. Io non vedo
colori.. Solo
conquiste..- gli occhi blu del ragazzo furono attraversati da un
particolare scintillio.
Draco sapeva che
l’amico
poteva fare lo schizzinoso sul vestiario ma sulle donne.. Non
c’era estrazione sociale che tenesse.. Quando voleva qualcosa
non
si faceva scrupoli.
Sorrise difronte a
Blaise
l’implacabile e rivolse un ultimo pensiero alla Granger, che
non
avrebbe visot per tutta la durata del week-end.
Poi riprese: - per
quanto riguarda Shera…-
-
Ah, beh.. Sei caduto nella sua trappola.- disse Blasie con
sicurezza.
-
In che senso, scusa?- il biondo cominciò ad
agitarsi.
-
Stai calmo, niente di grave.- fece l’altro con
nonchalance.
-
Questa è
bella! È della mia squadra che stiamo parlando! E lo sai che
per
me conta molto, lo sai cosa vuol dire!- Malfoy si alterò non
poco.
-
Ascoltami, amico
mio. Puoi stare tranquillo. Sai chi sarà
l’allenatore di
grifondoro? Il nuovo professore, Felix Claymoth. Quei due si sono
sempre sfidati, dai tempi di Hogwarts e Durmstrang. È questa
le
è sembrata l’occasione giusta per riprendersi la
rivincita.- spiegò pacato Zabini.
-
Perché
cosa successe? Persero contro grifondoro ? Guarda che non è
consolatoria la cosa. – a questo punto Draco era ancora
più preoccupato.
-
No, ascolta, la
finale non si svolse mai. Un gruppo di mannari invase Hogwarts e
aggredì molti ragazzi… Intervennero quelli
dell’ordine di Cagliostro a placare la rivolta.- il racconto
di
Zabini si fece interessante.
-
Mannari a Hogwarts? Non sapevo che ce ne fossero stati altri
prima di Lupin.- chiese incuriosito.
-
No, venivano
dalla foresta. Pareva che cercassero qualcuno. Qualcosa. Ma non so
dirti di più. Comunque, con Shera sei in mani sicure.
Farà di tutto per battere Felix. - lo
rinfrancò
Blaise.
-
Che rapporto c’è tra i due?- chiese
ancora il biondo.
-
Beh… durante i cinque anni di frequenza
di Hogwarts
si sono sempre odiati, come di consuetudine tra serpeverde e
grifondoro. Poi il padre di Shera sposò la madre di Felix.
Lei
non la prese molto bene. Per questioni di affari, gli ultimi due anni
si dovettero trasferire, ed per questo che il sesto e il settimo anno
lo frequentarono a Durmstrang (ragion per cui al primo anno non ti
è capitato di vederli), ricordi? Anche io mi sono trasferito
qui
da Durmstrang, la mia famiglia ha diversi traffici in Bulgaria. Dopo
quei due anni, in cu incontrai Shera solo d’estate, il loro
rapporto sembrò cambiare. Ma ogni volta che è
possibile
lei cerca sempre di dimostrare la sua superiorità, da buona
serpeverde.- concluse Blaise.
-
Tutto sommato
tua cugina mi sta simpatica. È una bella gnocca ma purtroppo
non
ha niente di femminile, comunque una botta gliela
darei.-confessò il biondo.
-
Hey, Draco.- lo ammonì Zabini.
Blaise era geloso. E si
comportava
così con pochissime persone: la madre, che caratterialmente
era
la sua copia (una… diciamo… donna di mondo), sua
cugina e
Draco.
A Durmstrang, Blaise
aveva seri problemi di comunicazione.
In più, a
causa del suo
aspetto incantevole, molti erano invidiosi di lui. Quindi ripiegarono
sul fatto che, a differenza degli altri, lui non aveva un fisico
robusto, possente, anzi il bel serpeverde era alto, magro e la sua
carnagione era olivastra ma chiarissima.
Così, spesso
e volentieri, era preso di mira da prepotenti, giocatori e fidanzati
gelosi.
Non è facile
la vita quando sei bello da matti.
Con Draco, aveva
trovato finalmente il suo compagno naturale. E questo lo sapevano
entrambi.
-
Speriamo solo che faccia un buon lavoro.- sospirò
Draco, ansioso.
Cinque ore prima, ad
Hogwarts.
Sembrava che ancora la
natura non avesse aperto i suoi dolci occhi sul mondo.
La nebbia infestava i
prati ed il campo di quidditch, la rugiada colava pigramente dalla
graminia selvatica.
-
Allora,
stronzetti! Ci avete messo un più tempo del previsto per
portare
le vostre flaccide chiappe sul campo di gioco!- Shera Spyron era nel
pieno delle sue energie e osservava, ghignando, i ragazzini
partecipanti alle selezioni, che non avevano neanche avuto il tempo di
lavarsi la faccia.
-
E il capitano dov’è?- chiese con aria
spavalda Russel Portrait.
-
Il vostro
capitano è momentaneamente assente, la sottoscritta
è
stata delegata per selezionare la nuova squadra. Se volete potete
lasciare un messaggio dopo il segnale acustico… - e
così
dicendo ruttò in faccia a colui che aveva formulato la
domanda.
-
Ma insomma! Qui
stiamo scherzando! Noi quest’anno dobbiamo vincere a tutti i
costi! E sono proprio le selezioni che creano il presupposto per un
buon esito.- Theodore Nott sembrava in preda ad una crisi di nervi.
-
So che siete una
squadra forte… - iniziò a spiegare – ma
so anche
che non avete mai battuto grifondoro.- tutti fecero una smorfia di
insofferenza.
-
Quest’anno
non solo li batteremo, ma vi assicuro che sarete ricordati come la
squadra più forte che abbia mai partecipato ai tornei delle
scuole!- tutti presero ad osservarla interessati.
-
Ma questo
avverrà solo se qui ci sarò io! E sappiate che
sarò il vostro allenatore per tutta la durata del torneo!-
gridò Shera, esaltandosi. – E se qualcuno non
è
d’accordo se la vedrà con me! E non ci metto
niente a
pestarvi tutti a sangue!-
Questo era il
più strano discorso d’esordio di un allenatore.
Rimasero tutti
spiazzati e allibiti.
Poco dopo Shera
improvvisò
due squadre mescolando i vecchi membri della squadra con i nuovi
candidati. Decise di far giocare le due squadre l’una contro
l’altra.
Ebbero così
inizio le selezioni per la nuova squadra di quidditch di serpeverde.
-
Ragazzi, non so cosa ci aspetta il futuro.. ma questa
potrebbe essere la nostra ultima occasione.-
Harry Potter era in
sala comune e
parlava sottovoce ad un gruppetto di ragazzi che si toccavano in
maniera scaramantica… Perché quando si parla di
Harry
Potter, il grande eroe dei Grifoni, si parla anche di grande sfiga.
In silenzio, Seamus,
Neville, Dean,
Ron, Colin, Ginny, Lavanda, Calì, e altri di cui non conosco
il
nome e penso non lo conoscesse neanche Harry, ascoltavano in silenzio
il verbo dell’eletto.
-
Ora o mai
più! È il momento propizio. Ron e Hermione sono
di ronda
fino alle 12:30 e dopo scatta la sorveglianza di Gazza e dei docenti.
Cosa ne dite?- osservò la piccola folla cercando consensi.
-
Direi che il
piano è abbastanza regolare, come le altre volte. Il
problema
viene dall’interno. Se Claymoth e la Douglas si accorgono che
tutti quelli del sesto e settimo anno sono usciti?-domandò
perplesso Finnigan.
-
A questo ci ha pensato il nostro stratega Ron!- rispose
Harry, fiero dell’amico campione a scacchi.
Ron srotolò
una pergamena sul tavolino, in modo tale da rendere visibile a tutti il
contenuto.
Illustrò
rapidamente come
muoversi senza essere pescati dai nuovi docenti, indicando i luoghi
chiave per la buona riuscita del piano.
-
A questo punto, davanti alla camera dei segreti ci
sarò io ad aspettarvi.- concluse Harry.
In quel momento
Hermione fece il suo ingresso in sala comune.
-
Ecco la nostra regina. Come vanno le cose?- chiese il
fulminato alla ragazza.
-
Ragazzi, la
McGranitt mi ha dato il permesso di recarmi ad Hogsmeade, quindi per i
rifornimenti di Burrobirra e Firewisky non ci dovrebbero essere
problemi. Verrò accompagnata da Hagrid e
trasfigurerò le
bevande per poterle introdurre a scuola.- risolse la ragazza che, vista
la situazione si era concessa uno svago extra.
-
Allora, ragazzi, cacciate i soldi!- ordinò Ron.
-
Sarà una
festa bellissima.- commentò Harry vedendo Hermione intascare
le
gentili donazioni dei compagni par l’imminente party
distruttivo.
Appena furono solo in
tre Hermione si rivolse ai suoi due fedeli amici.
-
Ragazzi, vi devo parlare.- annunciò.
-
Spara.- Harry era convinto che niente potesse turbare la sua
euforia.
-
Devo farvi conoscere una persona.- Hermione
corrugò la fronte.
-
Non mi dire che si tratta della tipa di ieri… -
ipotizzò il rossino.
La ragazza
annuì.
-
E chi sarebbe?- Harry cominciava a preoccuparsi.
-
Beh…
è quella specie di vampira di cui vi ho parlato
l’altro
giorno.- disse timidamente la ragazza.
-
Hermione, se hai
quest’insano bisogno di amicizie pericolose, buon per te. Ma
io
non ci voglio entrare. Ho già i miei problemi.-
esplicò
secco Harry.
-
Ha ragione Harry!- Ron rincarò la dose.
-
Uffa ragazzi!
Non fate i cagasotto razzisti! Mi piace. Voglio conoscerla meglio e non
me ne frega niente se appartiene ad un'altra razza. Non è
pericolosa! Ma ho bisogno di sapere cosa ne pensate voi!- Hermione e la
sua malsana idea di difendere e integrare le minoranze.
-
Penso che è una pessima idea!- rispose deciso il
bambino sopravvissuto.
-
Già!- rimarcò Ron.
-
E tu non
ripetere tutto ciò che dice lui!- Hermione
rimproverò il
suo Boyfriend. - Dai Harry, io credo di meritare questo sforzo da parte
tua… - la Granger lo guardava supplichevole.
Effettivamente la
ragazza sarebbe stata l’unica a poterlo aiutare durante le
prove scritte di fine anno.
Non ci mise molto a
convincersi.
-
Ok, ci vediamo fra un ora nel bagno di Mirtilla.- fece allora
Harry.
-
Grazie!- Hermione lo abbracciò e corse via.
-
Ehy , io però non sono d’accordo!- Le
gridò dietro Ron.
-
È meglio
così, credimi Ron, almeno se la mia cicatrice comincia a
pizzicare potremmo avvertire la nostra reginetta di stare lontano dai
guai. Anche se non sono riuscito ad impedirle di mettersi con te.-
disse ridendo Harry.
-
Forse l’unico ad essere nei guai è il
sottoscritto … - pensò ad alta voce Ron.
Harry lo
guardò perplesso: - cosa vuoi dire?-
Ron si
guardò attorno, poi si
avvicinò di più al suo capitano e
bisbigliò: -
Sai, Harry, la nostra Hermione è diventata.. Come dire..
Più audace nei miei confronti.-
Harry
scoppiò a ridere e Ron arrossì.
-
Si, insomma, tra
tutti e due è sempre stata lei quella più
sveglia.. Ma
dopo quest’estate ha preso il volo, forse perché
le sono
mancato. Ma non è questo il punto. È molto
più
affettuosa di prima, più nervosa.. Insomma ha ecceduto in
tutte
le sue caratteristiche.- continuò il piccolo uomo di casa
Weasley.
-
È tu non
sai che pesci prendere.. Oh, Ron.. Se non si fosse data una mossa
lei..- gli ricordò l’amico.
-
Non è questo il punto. Lo sai, io con Lavanda ho
già..- Ronald arrossì ulteriormente.
-
Allora? Qual
è il problema? Cazzo Ron, non mi far parlare di queste
cose.. E
come se io ti venissi a raccontare di me e Ginny! Hermione è
come una sorella!- dicendo questo fece uno smorfia di disgusto.
-
È questo il problema!-apostrofò
l’altro.
Il bambino
sopravvissuto inarcò un sopracciglio.
-
Insomma, non
proprio. Ma è da poco che io ed Hermione ci siamo messi
insieme.
A me piace tantissimo. Soprattutto come persona. Ma.. Vorrei abituarmi
a tutto questo.- spiegò sospirando.
-
Capisco.
Vorresti che le cose fossero più graduali. Non riesci a
vederlo
sotto il punto di vista sessuale.- ipotizzò Harry.
-
Per me lei è.. sacra.- disse teneramente Ron.
-
Vedrai Ron che
tutto verrà da se. Ora non ci pensare. Sta sera ci
divertiremo.
Prima però abbiamo quest’altra gatta da pelare con
quest’Espinoza.- concluse Harry riportando alla
normalità
il tono di voce.
-
State parlando di June?- chiese una voce femminile alle loro
spalle.
Semiria aveva gli occhi
che le brillavano.
-
Emh.. si.- fece Ron impacciato. – Hermione ci ha
fatto amicizia, voi la conoscete?-
-
Sua sorella è una nostra carissima amica.- rispose
la Douglas.
-
È come
mai? Voglio dire, è un vampiro.. I vampiri hanno famiglia?-
Harry era piuttosto incuriosito. Aveva una visione alquanto arcaica dei
vampiri. Come tutti del resto.
-
Anche io la
pensavo come te- si intromise Felix. - poi, con l’esperienza
e lo
studio, ho maturato altre conoscenze. Ragazzi, ma storia della magia
non la studiate?-
-
Guarda che stai parlando con noi, non con Hermione.-
spiegò sarcasticamente Ron.
Semiria e Felix
raccontarono
brevemente della dinastia spagnola degli Espinoza, maghi dai grandi
poteri, che per vivere più a lungo stipularono un patto di
sangue con i Nosferatu, altra dinastia millenaria di vampiri, ormai
estinti. Il bisogno degli Espinoza di poter vivere a lungo era dovuto
al fatto che il loro primo discendente, un medimago potentissimo, aveva
bisogno di più tempo per portare a termine una
pozione che
avrebbe guarito le persone dal bacio dei dissennatori, così
diventò un vampiro. Me nel corso delle sue ricerche, che non
portò mai a termine, trovò il modo di rimanere
umano.
Questo perché si innamorò di una donna e decise
di
sposarla e mettere su famiglia, cosa che i vampiri non possono fare.
Per questo, i Nosferatu
rinnegarono gli Espinoza e mossero guerra contro di loro.
In realtà
erano solo
invidiosi dei loro poteri: avevano sia i privilegi
dell’essere
dei vampiri, sia quelli dell’essere umano.
E questa in breve era
la storia della dinastia di June.
-
Gli Espinoza,
per difendersi, si allearono con i maghi, gli elfi e l’ordine
ecumenico.- spiegò Semiria.
-
Ordine ecumenico?- chiese ancora Harry.
-
Si, i maghi
religiosi. Sono una vera e propria casta. E come nel mondo dei babbani,
sono molto potenti.- mentre Semiria parlava, mimava ogni singola cosa,
e questo rendeva più appetibile le sue parole.
Harry cominciò a pensare che forse quest’anno
avrebbero
imparato molte cose. Ed anche che il mondo magico era più
vasto
di quanto avesse finora immaginato.
veniamo a noi:
ringrazio tutti quelli che
hanno letto e inserito la mia demenziale ff nei preferiti. Ma
più di tutti ringrazio Nicla (se questo è il tuo
vero nome è troppo bello) per la recensione. Che dire? I
nuovi personaggi servono per la trama ma la storia non si
incentrerà su di loro. I protagonisti sono sempre e
anzitutto Draco, Hermione, poi ci sono Blaise, Harry, Pansy e Ron... E
tutti gli altri, ovviamente.
Rilevante è la presenza di June, anzi, fondamentale direi.
Ho comunque deciso di mantenere i personaggi
simili a dei ragazzi della loro età e non trasformarli
in personaggi navigati...
ed ho deciso di dare a tutti una famiglia: ben presto vedremo la madre
di Blaise,
la nonna di Draco,
la cara Narcy,
il fratello di Pansy e altri ancora.
Ci stiamo avvicinando ai capitoli inediti..
la mia lentezza è dovuta al fatto che per ogni capitolo
stò allegando un disegno...
Non so se ce la farò sempre.
Tantissimi Baci, Joker
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Capitolo 17 *** FIESTA (parte prima) ***
fiesta parte 1
Fiesta
(parte Prima)
Dora (Dorothea)
Hudson in Malfoy
Intanto a Burnington Manor, Zabini e Malfoy non se la passavano proprio
bene: il biondo venne accolta da una Narcissa Malfoy in evidente stato
di gravidanza.
Una gravidanza di cui non era al corrente.
Cosa che, peraltro, non gli fece piacere.
Aveva mille domande da fare alla madre a quel proposito. Ma la donna
fece cenno di rimandare la cosa a più tardi.
Narcissa non gradì la presenza di Zabini ma Draco non ci
fece caso.
Il ragazzo non portava mai amici alle riunioni familiari
perché
si finiva sempre col parlare degli affari di casa, quindi le intrusioni
non erano prese di buon grado.
Ma data l'assenza del padre difficilmente le conversazioni avrebbero
preso quella piega, inoltre Dora non gradiva discussioni politiche
nella sua dimora.
Dora fece il suo trionfale ingresso all’ora di pranzo, quando
tutti si erano già accomodati in tavola.
La donna indossava un abito di velluto verde, lungo e meticolosamente
rifinito da pizzo nero. I capelli, che orami avevano perso la
caratteristica tonalità platinata dei Malfoy, erano
lunghissimi,
grigi, raccolti in una complicata treccia. Scendeva le scale e con una
mano si reggeva su un bastone su cui era attorcigliato un serpente
interamente d’oro bianco. Sul pomello vi era la testa del
rettile. Con l’altro braccio si faceva sostenere da una donna
altissima, con i capelli color rubino che contrastavano con la
carnagione cirulea e lo sguardo vacuo, assente. Dietro di lei, due
paggetti sui dieci anni, sostenevano il lungo mantello. Erano un
maschio ed una femmina, probabilmente gemelli. Ma non avevano niente di
umano: gli occhi, uno celeste e l’altro castano, i capelli
bianchi, corti quelli del bambino e raccolti con due nastri rossi
quelli della bambina, facevano pensare a due creature del mondo magico.
La donna si sedette a tavola, insieme al suo corteo e non
proferì parola.
Le pietanze vennero immediatamente servite.
Zabini moriva dalla voglia di fare qualche battutaccia, ma la sua
diplomazia glielo impediva.
Tutto si svolse nel più assoluto silenzio.
Quando la tavola fu magistralmente sparecchiata dai servitori ,
l’anziana si mise comoda sulla sua sedia (che pareva quasi un
trono), e finalmente disse:
- Allora, che combina quel rincoglionito
di mio figlio?-
Intanto ad Hogwarts, nel bagno di Mirtilla Malcontenta, Ron, Ginny ed
Harry, che intratteneva il fantasma rompiscatole, attendevano
l’arrivo di Hermione con la nuova amica.
Harry sembrava più tranquillo dopo il discorso con Felix e
Semiria. Ron invece era ancora un po’ titubante.
Ginny, dal canto suo, non aveva nessun motivo per sentirsi tesa.
Ad un certo punto videro l’amica fare il suo ingresso mentre
cercava di trascinare con la forza qualcuno, aiutata da una bella
ragazza di corvonero.
- Dai, non fare tante storie!- incalzava
Hermione.
- Insomma Ju! Ti fa bene conoscere gente
nuova!-incoraggiò Marie, visibilmente affaticata.
- Smettetela! Decido io cosa voglio o non
voglio
fare!- June opponeva ancora resistenza, quando notò i tre
spettatori. – ok, ok, lasciatemi!- smise di tirarsi indietro.
Marie ed Hemione mollarono la presa. La Espinoza si sistemò
i
capelli, la camicia ed il gilet, prese una sigaretta dalla tasca dei
pantaloni e la accese. Subito nell’aria si diffuse
l’aroma
di vaniglia.
- Che sia una cosa rapida! Non sono brava
ne la
publica relacion!- disse facendo squillare il suo accento spagnolo.
Andò a sedersi vicino ai tre. E così fecero anche
Hermione e Marie.
- Ahora, tu devi essere Harry, tu Ronald
e tu Genevra, giusto?- esordì la vampira.
- Incredibile, ci ha riconosciuto! Ma i
vampiri hanno questo tipo di poteri?- fece Ron, sconcertato.
- Ron, le ho semplicemente parlato di
voi!- spiegò Hermione stizzita.
Ginny si batté una mano sulla fronte. – che figura
di merda, cominciamo bene!-
Harry non poté fare a meno di mettersi a ridere,
così
fece anche June e Marie. Inutile descrivere il grado di
rossore
raggiunto dal povero Weasley.
Però aveva
subito rotto il
ghiaccio.
Marie colse l’occasione per presentarsi. – Marie
Guerlain, vengo da Beauxbatons, come Ju del resto.-
“e si vede” pensò
Harry.
- Yo soy.. Vamos, lo sapete,
evitiamo esti
convenevoli! Avete qualcosa da bere?- chiese la vampira seccata.
-
No, vi prego.
Non le date niente, altrimenti
comincia a camminare sulle ringhiere dei balconi!E parla bene! Quando
è nervosa comincia a mescolare l'inglese con ..- intervenne
Marie.
I quattro grifoni fecero uno sguardo interrogativo.
- Marie, sei venuta per sputtanarmi? Te
ne puoi
andare allora.- la interruppe la Espinoza, l’altra non parve
per niente offesa.
- Cos’è sta storia
delle ringhiere?- chiese Ginny ridendo.
- Non mantiene molto l’alcool..
– confidò la Guerlain.
- Non dire cazzate!- la interruppe June.
- Ho sete! Siento odore di alcool! O mi date da bere o mi bevo voi!-
Ora Ron era veramente terrorizzato. Ma nessun altro, a parte lui,
l’aveva presa sul serio.
Ginny le passò una bottiglia di vodka. Lei spense la
sigaretta e cominciò a bere.
- Esto me servirà a sciogliere
la lingua,
visto che la qui presente Hermione Granger se siente più
tranquilla se ha il vostro benestare!- spiegò appena
finì
di bere. Poi si rivolse alla suddetta aggiungendo :- Non è
che
dobbiamo per forza fare amicizia, nosotros!-
- E smettila!- la sgridò Marie.
- Ci tengo veramente!- disse un
pò stizzita Hermione.
June la fissò. E dio solo sa cosa le passò per la
testa in quel breve lasso di tempo.
Perchè decise di collaborare.
Quel pomeriggio Harry,
Ron, Ginny ed Hermione cominciarono a socializzare con un vampiro.
Quello fu l’inizio di una lunga e forte amicizia.
Harry parlò dei suoi trascorsi con Voldemort (e ti pareva!),
della sua condizione di vittima ed eroe, amato e odiato dalle folle.
Si
aspettava di fare la fine di Jhon Lennon.
Ron raccontò di Fleur e del fratello rimasto ferito dai
licantropi, cosa che sembrò interessare molto la ragazza. Ed
anche a Marie.
Si trovarono maggiormente in sintonia quando June rivelò di
essere il nuovo cercatore di corvonero.
- Ma dai! È fantastico!
Così giochi a
quidditch! Lo sai che quest’anno sfideremo le altre
scuole?-domandò Ginny.
- Era con noi al consiglio,
l’altro giorno.- spiegò Ron.
- Come mai?- le chiese Marie.
- Passavo per caso. –
mentì prontamente la Espinoza.
Hermione
capì che non aveva
raccontato niente di ciò che era accaduto con Zabini. Decise
di
rispettare questa sua riservatezza.
- Quest’anno la nostra squadra
la
allenerà il prof.Claymoth. Vi conoscete, vero? È
bravo o
mi devo preoccupare?- chiese Harry.
- Felix era il capitano di grifondoro al
suo quinto
anno. Uno dei migliori devo dire. Molte major se lo contendevano dopo
il settimo anno, che frequentò a Durmstrang. Ma lui non
volle mai
dedicarsi al professionismo.- raccontò la corvonero.
- E perché ha deciso di
allenarci?- domandò allora Ron.
- Ha una sfida in sospeso con Shera, che
allenerà serpeverde. Anche lei era capitano al suo quinto
anno,
però la finale non ebbe mai una conclusione.-
continuò a
spiegare.
- E perché?- questa volta era
Hermione che domandava.
- Degli schifosi licantropi irruppero sul
campo di quidditch!- rispose con rabbia.
- Maledetti!- aggiunse Ron. –
che ragione c’era?-
June alzò le spalle. Ma in quel gesto fintamente
indifferente c'era molto di più.
- Semiria ha detto che tu hai una
sorella. Dov’è ora?- domandò ancora
Ginny.
- E chi lo sa? Avril studia con Felix,
Shera e
Semiria. Ogni tanto viene, me rompe le palle e poi sparisce.
L’estate abbiamo più tempo per stare insieme.-
All’ora di pranzo Hermione si congedò per
assolvere al suo compito di comprare gli alcolici per la serata.
Marie fece lo stesso, voleva tornare in dormitorio.
Lasciarono quei quattro che continuavano a parlare di quidditch.
Le due fecero un po’ di strada assieme.
Poi prima di lasciarsi Hermione disse :- mi ha fatto veramente piacere.-
- Anche a me!- la corvonero sorrise
spontanea.
- Sei una a posto ed anche June
è tranquilla.- sentenziò la Granger.
- Non l’hai vista nelle notti
di luna piena.- fece l’altra sarcasticamente.
- Perché, cosa succede?-
domandò Hermione, presa alla sprovvista.
- Ah… non te l’ha
detto? Allora fa come
se non t’avessi detto niente… Ciao!- e
fuggì via,
evidentemente in imbarazzo.
Hermione cercò di richiamarla ma ormai era sparita.
Lasciandola
a mezz’aria, con qualcosa che secondo lei avrebbe dovuto
sapere.
Shera, esausta, entrò in sala insegnanti, dove vi era la
prof.Violet intenta a guardare l’orizzonte dalla finestra.
- Credo di aver messo su una bella
squadra, prof…- fece la ragazza stravaccandosi su di una
poltrona.
- Lo sai che non me
n’è mai importato tanto del vostro stupido sport!-
le fece notare la donna.
- Si, si, lo so. È solo che
sono così
eccitata.- fece l’altra. -Malfoy ci rimarrà di
stucco.-
Terencia si girò di scatto a guardarla.
- Il figlio di Narcissa?
L’hai.. L’hai
già incontrato?- chiese la donna, visibilmente emozionata.
Shera annuì.
- Come è?- chiese ancora.
- Bello come il peccato, sfrontato,
impulsivo.
È un Black. Ma è albino come il padre.- le
spiegò
la ragazza, accendendosi una sigaretta.
Tess si mise una mano davanti alla bocca, commossa. Velocemente si
strofinò gli occhi.
Poi, decisa, avanzò verso Shera e le strappò
dalle mani la sigaretta, che disintegrò in un pugno.
- Non si fuma qui.- la Violet
tornò a fissare
il panorama dalla finestra. – Piuttosto.. Domani
c’è
la luna piena, lo sai?-
- Oh cazzo.. Scusi.. Volevo dire
“acciderbolina”..- fece sarcastica. –
Semiria e Felix
lo sanno?-
- Si. Sicuramente June uscirà
per la sua ronda. Posso contare su di te?- le propose.
La Spyron sbuffò, inclinò la testa
all’indietro.
- Ok, prof. ora posso andare a fumare?-
- Siete a conoscenza del fatto che mio
padre si trova
ad Azkaban, vero?- Draco si era un po’alterato dopo
l’affermazione di sua nonna.
- Ovvio! Se avesse avuto almeno un
po’ di buon
senso ora non si troverebbe in questa situazione!- affermò
la
vecchia donna. Poi tirando fuori una pipetta si rivolse a Blasie: -
Ragazzo, hai da accendere?-
“forte la
vecchia”
pensò Blaise osservando il
contenuto della pipa. Il ragazzo le lanciò lo zippo
d’argento che raffigurava un aspide.
Dora lo prese al volo senza neanche alzarsi dalla sedia.
Narcissa, che fino ad allora aveva tenuto il capo chino, disse con un
filo di voce: - Dora, fa male al bambino!-
- Puoi accomodarti fuori, Narcissa.- la
invitò la vecchia.
- Grazie.- Narcissa ne
approfittò per evitare la discussione.
Draco la seguì con lo sguardo. Non aveva mai visto la madre
così remissiva…
- Lucius è suo figlio
dopotutto! Perché
ne parla così?- Malfoy alzò la voce sbattendo un
pugno
sul tavolo.
Dora lo fissò con occhi glaciali.
E quello sguardo non
prometteva niente di buono.
Ad un tratto Draco si
accorse di sentire come un peso sul petto.
L’aria cominciava a mancargli. Non riusciva più a
respirare.
Blaise lo guardava preoccupato ma non capiva cosa stesse accadendo.
- Non usare quel tono quando ti rivolgi a
me, ragazzino!-
disse la donna con una voce alquanto spettrale.
Poi
ritornò all’espressione strafottente di prima.
Draco riprese a respirare.
Si accasciò
sulla sua sedia, ancora incredulo riguardo l'accaduto.
“Questa
donna è terribile” pensò .
Il fatto
che Dora fosse in grado capace di procurare malessere fisico senza
alzare un dito lo terrorizzò non poco…
e veniamo a noi...
inizio subito nel rispondere a Clausk:
grazie per
l'osservazione, mi
hai fornito il pretesto per chiarire alcune cose: anzitutto non credo
che tu sia stato l'unico a pensare questa cosa, però come
puoi
ben vedere di commenti ce nesono pochissimi, quindi non tutti si
prendono la briga di farmi sapere cosa ne pensano.
Credo che un
dubbio sia legittimo per
tutti ... Moltissime persone hanno letto i racconti di Kisa e Axia e
altrettanta gente li erige come modelli della perfetta Dramione. Tutti
i fan writers amanti di questa coppia sognano di scrivere una storia
altrettanto bella e che riscuota innumerevoli assensi.
Però ho delle argomentazioni a mio favore e se possono
servire a
rendere la mia storia meno fastidiosa ai tuoi occhi ti prego di leggere:
- allora...
Comincio dicendoti
che ho iniziato a scrivere questa storia prima di leggere la ff di
Kisa. Allora non ero molto pratica di questi siti quindi scrivevo e non
leggevo poi molto. La ff di Kisa era comunque già stata
publicata da tempo. Mi è stata consigliata da un'amico e
quando
l'ho letta ho semplicemente commentato : - Oh.. Porca...-, ma di questo
posso esserne sicura solo io, quindi come alibi non vale molto...
In realtà posso solo raccontarti da cosa ho tratto
ispirazione
per farti capire le mie buone intenzioni, quindi vado avanti:
- le strane mattonelle mi sono venute in mente rivedendo un film a cui
sono molto affezzionata e cioè "Labirinth".
- l'erbetta "magica" è presente nella mia
quotidianità come in quella di molti adolescenti;
- il professore di difesa è l'unico posto regolarmente
vacante e
i tirocinanti mi sono venuti in mente pensando a me e ai miei amici che
facevamo il tirocinio per diventare insegnanti (non ne avevamo nemmeno
la parvenza e non ce l'abbiamo tutt'ora);
- aspettiamo per parlare di auror nella scuola perchè
accadranno delle strane cose;
Per quanto riguarda i vampiri ... Beh io credo che chi è
appassionato di fantasy legge e vede più o meno le stesse
cose
quindi è probabile che ci sia qualcun altro come me che ha
amato
i racconti su Lestat o Dracula..
Ma confido in una tua risposta se vorrai contestare quanto ho detto.
Grazie tante dell'attenta recensione.
Grazie alla dolce Kucciolaflea
(senza i tuoi commenti pieni di ottimismo sarei persa): inizio col dire
che Shera Spyron non è una donna! è qualcosa di
indefinibile che però ha gli attributi femminili e quando la
metto su carta si muove da sola! Non ce la faccio neanche io a
trattenerla, è serpeverde fino al midollo, sarebbe un
personaggio negativo che però si ritrova dalla parte
sbagliata... Comunque non parliamo di lei che già
è troppo egocentrica...
Draco inizia a pensare a Hermione come ad una donna, anche se non lo
dichiarerà mai e Blaise è il solito dissoluto..
Herm, dopo l'estate che ha passato, lontana da problemi come salvare il
mondo e anche da quel guscio dorato in cui la tengono i due amici, si
è resa conto che un'adolescente normale vive anche di
divertimenti. Quindi un po' s'è svegliata anche se ci tiene
a mantenere quella parvenza di perfezione. Ed il povero Ron.. Si, anche
io lo odiavo, meditavo di farlo schiattare da un momento all'altro, ma
ho deciso che può servirmi... Per quanto strana
può sembrare la cosa. E quindi darò una
dignità anche a questo personaggio (spero di riuscirci). Ti
piace lo schizzo su Dora? Vediamo se indovini a chi mi sono
ispirata.... Bacerrimi,
Joker
|
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Capitolo 18 *** Fiesta Parte 2 ***
“........Questa donna è il
diavolo in persona, oppure la figlia di Anakin Skywalkwer passata al
lato oscuro”pensò Blaise Zabini
osservando la scena. Come al solito i suoi pensieri erano assurdi e
totalmente alienati da ciò che in realtà stava
accadendo.
Draco sudava freddo. Si tastò la gola e si mise a sedere
lentamente. Un deja vù, qualcosa di molto spiacevole si fece
spazio nella sua memoria…
Senzazione di soffocamento.
Avrebbe preferito
morire, quel giorno.
E per ogni giorno a
seguire…
Dora si
alzò, la sua dama di compagnia e i paggetti al suo fianco
questa volta non la seguirono. L’austera anziana si dirigeva
lentamente verso di lui.
Zabini deglutì sforzandosi.
Prima di ritornare a fissare la madre di Lucius ( che non si dica mai
che un Malfoy distoglie lo sguardo per primo), osservò oltre
la vetrata, sulla veranda, sua madre che guardava con espressione
malinconica l’orizzonte, mentre si stringeva lo scialle sulle
spalle e si accarezzava il pancione.
“Chissà di chi
è il bambino…”continuava a
domandarsi.
-
Lei è amico di mio nipote?- Dora si rivolse a
Zabini, restituendo lo zippo.
- Suo nipote le ha presentato molti
compagni, ultimamente?- fece il moro ironico.
- Non si risponde ad un quesito con
un’altra domanda. Che caduta di stile!- lo
rimproverò l’anziana.
Zabini rimase profondamente ferito: nessuno aveva mai attaccato lo
stile del Conte (così soprannominava se stesso quando
parlava da solo).
- Lui è l’unica
persona degna di fiducia in tutto il mio istituto.- fece Draco glaciale.
Dora abozzò un sorriso. Poi si rabbuiò.
- Non ha fatto niente per fermarti,
costui, quando hai fatto la cosa più stupida che il figlio
di un perdente come Lucius potesse fare?- chiese provocatoriamente lei.
Draco si sentiva ribollire il sangue. Suo padre non era lì,
non poteva difendersi! Perché attaccarlo alle spalle in
questo modo?
Ma lo avrebbe
fatto?
Si sarebbe
difeso?
Nel ragazzo
cominciò a farsi strada i pensiero che forse, tutte quelle
accuse, non erano infondate…
L’imponenza
di Dora faceva si che, per quanto anziana, incutesse il doppio del
timore di Lucius.
-
Signor Zabini.. Cosa pensa lei delle discutibili decisioni di
Draco?- fece rivolgendosi con tono velenoso a Blaise.
- Io non capisco, milady..- fece il moro
scrutandola per bene.
- Lasciatelo fuori da questa storia. Lui
non..- fece Draco, ma ormai lo sguardo di Zabini si era fatto
febbrilmente curioso.
- Le sue decisioni sono sempre
discutibili agli occhi della gente comune, madame.- rispose Blaise
senza perdere la calma.
Dora sorrise di nuovo in maniera fulminea.
- Mi riferisco a questo! E a
nient’altro!- i suoi movimenti furono quasi impercettibili a
occhio umano. Draco si ritrovò con il braccio disteso sul
tavolo, tenuto fermo dal bastone della donna, e il tatuaggio
in bella mostra.
Zabini lo aveva
capito da tempo.
Sapeva che
Draco, per qualche motivo, era diventato un mangia morte ed aveva fatto
uno sforzo immane per sorvolare la cosa.
Draco non gliene
avrebbe parlato.
Tanto valeva non
chiederlo.
Ma non pensava
che l’amico potesse seriamente diventare un assassino.
Aveva dei gusti
troppo raffinati, secondo lui..
Però
quando si trovò quella testimonianza
dell’appartenenza di Draco alle schiere di Voldemort, non
poté che inorridire ugualmente.
Draco
fissò con astio la nonna. – cosa crede di fare,
con questo?-
Dora alla vista
del tatuaggio mutò atteggiamento.
La sua ancella
le si avvicinò, comprendendo che l’anziana stava
per avere un mancamento. Le porse una sedia su cui accasciarsi.
-
L’ha fatto davvero!- la donna si coprì
il viso. La sua voce tremava di pianto. – quello scellerato
di mio figlio ha venduto l’anima del suo piccolo al diavolo
in persona! -
Draco non
capiva.
Suo nonno
Abraxas Malfoy era un sostenitore della purezza del sangue e,
conseguentemente di Voldemort.
Perché
sua nonna diceva queste cose?
Perché
non era dello stesso parere di Lucius?
Draco non aveva
mai conosciuto suo nonno. E di Dora sapeva ben poco.
Si vedevano solo
il giorno del compleanno di lei. Pranzavano in silenzio e poi se ne
ritornavano a Malfoy Manor, la tenuta lasciatagli in eredità
da Abraxas.
Dora riprese a
parlare, ma con fatica, trattenendo ira e pianto:-E così hai
davvero fatto sì che Silente venisse ucciso? Non erano solo
dicerie?-
- Che cosa sta dicendo, Draco?- Blaise,
sconvolto, rivolse quella domanda all’amico.
Domanda che ebbe
solo una tacita risposta.
Blaise
sgranò gli occhi.
-
Tu hai permesso ai Mangiamorte di intrufolarsi a
Hogwarts… Hai dissacrato l’unico posto che poteva
fornirti un riscatto sociale e hai aiutato gli assassini
dell’unico uomo che ti poteva aiutare.- continuò
l’anziana, aggravando il tono della voce sempre di
più.
Blaise non
poteva credere alle sue orecchie.
Possibile che il
suo migliore amico fosse la causa dell’assalto
dell’anno prima alla scuola ?
Si
sentì come una pugnalata al cuore.
Draco non
abbassò lo sguardo, ma le parole di Dora lo avevano colpito
in pieno!
Non
parlò!
Non poteva dire
niente in sua discolpa e non avrebbe mai ammesso che, per la prima
volta, pensò che sarebbe stato meglio non essere mai nato.
Blaise era il
volto della delusione.
Draco non aveva
il coraggio di spostare lo sguardo su di lui.
Il moro questo
lo capì.
Allora
era tutto vero!
Lentamente
crollò sulla spalliera della sedia.
Tradito. Ancora
una volta.
Ormai erano quasi le dieci e Hogwarts cominciava a sonnecchiare, per
cui le candele dei corridoi iniziarono a spegnersi consequenzialmente.
Al calare delle
tenebre iniziò l’andirivieni di ombre furtive che
cercavano di raggiungere il bagno di Mirtilla Malcontenta.
Come da
programma Harry diede libero accesso alla camera dei segreti.
Alle faccia del biscione che ho
impalato al secondo anno! Vorrei proprio vedere la faccia di quel
coglionazzo di Tom Riddle adesso! Ripensò
compiaciuto.
Intanto, in casa
Voldie....
- Oh no, Sevi,
mi è caduto tutto lo sformato di zucca sulla
moquette pitonata di Cavalli!- disse sbuffando Voldemort a Piton, che
guardava una replica di soprav-Vivere che davano sul quinto canale di
Magiset (emittente televisiva del mondo magico).
- Qualcuno ti
sta pensando, Voldie...- risolse l'ex prof. di pozioni.
- E il mio
sformato? Sicuramente è stato Potter! Lo ha fatto apposta!
Deve sempre rovinare le cose che mi entusiasmano! - disse
istericamente. strofinandosi le mani sul grembiulino decorato a
serpentelli verdi e rossi.
Ma torniamo ad
Hogwarts.
La serata
procedeva bene e senza intoppi.
Tra tutta la
gente presente nella sala, uno studente di tasso rosso in particolare
si aggirava guardingo, con la sua aria cinica e nervosa.
Tyler.
Tyler Lazard.
Il tipico
studente complessato, un po’invidioso.
Ne bello ne brutto. Ne buono ne cattivo.
Lui era sempre
“quasi”.
E questa, per
lui, era una tragedia.
Tyler Lazard
voleva essere apprezzato.
Ma tutto quello che faceva, da quando era bambino, era come se fosse
normale.
Anche quando i
suoi genitori, magonò, scoprirono che invece lui poteva
essere uno stregone a tutti gli effetti, non rimasero
particolarmente colpiti.
Era molto intelligente.
Ma Tyler
desiderava era essere guardato con ammirazione, non per
vanità fine a se stessa ma perché voleva sentirsi
speciale.
Speciale per
qualcuno.
Alla fine Tyler
Lazard non si sentiva amato, come tanti altri studenti di Hogwarts, e
lo manifestava nel suo specialissimo modo: era goffo, perdeva la
prontezza di spirito quando qualcuno faceva crollare le sue sicurezze,
si puliva continuamente gli occhiali per farsi coraggio e, nelle
situazioni che lui reputava difficili, le sue mani cominciavano a
sudare freddo.
Forse Tyler
aveva puntato sulle doti sbagliate. Essere intelligente e studioso non
voleva dire necessariamente essere apprezzati … Non
nell’età dell’adolescenza. Anzi, spesso
e volentieri veniva preso di mira da Nott, Tiger, Goyle e ….
Malfoy, anche se ultimamente era più interessato alle donne
che ad altro. Da quando aveva stretto amicizia con quel Blaise Zabini
non si dedicava più a torturare ripetutamente gli altri
ragazzi. Riservava questo privilegio al trio miracoli, in particolar
modo a Hermione Granger.
Ma se Draco Malfoy, che era un figlio di mangia morte, velenoso, infido
e vigliacco, come mai riscuoteva tanto successo?
E se Hermione Granger, che era la secchiona per eccellenza, la
so-tutto-io (ribattezzata da serpeverde), la mezzosangue zannuta
(sempre by serpeverde), perché era così popolare
e ammirata?
Seguendo questa logica, perché anche Tyler Lazard non
raccoglieva così tanti consensi?
Non lo sapeva.
In
realtà non lo sa ancora nessuno, come lavora il nostro
cervello nel periodo dell’adolescenza.
Però,
almeno una volta, Tyler avrebbe voluto essere guardato con occhi
adoranti dalle ragazzine.
Avrebbe voluto poter far parte del trio degli eletti, il trio della
salvezza.
Forse per tutti
questi motivi, quella sera, Tyler Lazard decise di dare una svolta alla
sua vita e di imbucarsi alla festa di griffindor, avendo scoperto la
cosa da due primini che parlavano a bassa voce in bagno.
Non fu molto difficile, per lui, approfittare di alcuni momenti di
confusione e di fretta per entrare nella camera dei segreti.
Non l’aveva mai vista.
Certo, in questo
momento assomigliava più ad una discoteca.
Anzi era diventata esattamente una discoteca, con tanto di angolo bar e
dj’s console.
Si
fermò ad esaminare più attentamente la
situazione: i nuovi griffindor, quelli di terzo, se ne stavano tutti in
un angolino, impauriti… un tipetto dai capelli azzurri
cercava di atteggiarsi a “quello che certe feste ne ha viste
a bizzeffe” e da’un ora teneva in mano un bicchiere
pieno di vodka, che però cercava di non consumare,
altrimenti avrebbe dovuto riempirlo di nuovo e lui, due bicchieri, non
li reggeva.
Sorrise. Ricordava benissimo come ci si sentiva nei primi anni.
Le tipette di quarto invece cercavano di stare simpatiche a
tutti, portavano da bere, distribuivano gli stuzzichini, cercavano
insomma di avere un “ruolo” in tutta quella
baraonda.
Quelli di quinto credevano di aver capito tutto della vita. I maschi ci
provavano con quelle più piccole di loro (solo con le
più piccole, quindi quelle di terzo che, spaventatissime,
scappavano e quelle di quarto che ci stavano, per avere un
“ruolo”) e le ragazze erano ridicole: vestite come
delle porno star e truccate malissimo, non avevano ancora la
maturità fisica per indossare certe cose e sembravano delle
lolite venute male. Molto anni ’80.
Gli studenti di sesto erano quelli più vicini al podio,
quindi si dovevano comportare con dignità! Ballare con
compostezza e non fare assolutamente figuracce!!!! Ginny Weasley, poi,
era la più famosa in assoluto tra gli studenti del sesto
anno di tutte le case: lei era la donna di Potter. Poi era anche bella,
seducente con quella chioma fulva, quegli occhi verdi di cerbiatta e
quello spirito sportivo che tutti gli uomini vorrebbero vedere in ogni
donna (perché farebbe comodo, diciamocelo).
E poi quelli dell’ultimo anno: la corte.
Tutti coloro che avevano frequentato Harry Potter erano improvvisamente
diventati fighissimi.
Anche Neville Longbottom…
E stavano là, nel loro personalissimo boudoir, tutti, o
quasi, a fumare e bere, ad accertarsi che la festa stesse
procedendo nel migliore dei modi e che tutti avessero il bicchiere
pieno.
E sul trono Harry Potter e la sua compagna. Alla sua destra vi era
Ronald Weasley ed Hermione Granger, la neo-coppia vip di Hogwarts.
Altro fenomeno da studiare, il più piccolo dei Weasley
maschi.
Insomma, a quanto si diceva Bill e Charlie erano stati due studenti che
avevano fatto tanto parlare per la loro buona dose di bellezza,
sfrontatezza e abilità nel quidditch e nello studio. Percy
era famoso perché era stato proclamato studente
più stronzo di Hogwarts. Fred e George, i gemelli, avevano
movimentato la grigia vita di tutti, specialmente durante la dittatura
della Umbridge. Soprattutto la loro uscita di scena avvenne in grande
stile. E Ron?
A parte qualche piccolo merito come portiere e l’essere stato
la spalla di Harry in tutte le sue avventate iniziative,
qual’era il suo merito personale se non quello di essere
stato per sei anni consecutivi l’ombra del ragazzo che aveva
attentato seriamente alla rinascita di tu-sai-chi ed alla vita di tutti
gli studenti?
Lui era più simile a Tyler di qualsiasi altra persona!
Qual’era
stato il suo merito?
Quello di
scegliersi le compagnie giuste al primo anno.
Questo lo
irritava molto.
Distolse lo
sguardo..
Tra le persone
invitate c’era qualche corvonero: Padma Patil, Michael
Corner, Anthoni Goldstein, le due nuove di Beauxbatons (June
e Marie), Terry Steval e Marcus Belby, Cho Chang ,Lidia Sand e quasi
tutti gli studenti che avevano preso parte all’Es, quindi
anche qualche tasso rosso.
Dall’altra
parte dell’ampio atrio una serpeverde, abilmente camuffata da
tasso rosso, aguzzava la vista per poter vedere la sua nuova fiamma.
Candy Williams, difatti, questa volta aveva messo gli occhi su niente
poco di meno che Ronald Billius Weasley. E il momentoin cui
riuscì ad individuarlo coincise con la nascita della sua
nuova, spietata, antipatia per Hermione Granger.
Dal canto suo,
la regina dei griffindor osservava dal suo trono improvvisato sulle
gambe di Ron, la buona riuscita della festa. Era euforica, aveva bevuto
un po’ e provato l’ebbrezza di fare qualcosa che
andava contro le regole.. Ancora una volta.
Cominciò a baciare con trasporto il suo ragazzo, che non
sembrava disdegnare. Ad un certo punto i due decisero di appartarsi e
scelsero proprio il momento in cui tutti erano rapiti dal comizio
improvvisato da Harry Potter.
Candy Williams seguì i due con lo sguardo.
Uno sguardo carico d’odio.
Doveva fare qualcosa!
Non poteva sopportare che quella sottospecie di secchiona possedesse
ciò che lei bramava!
-
Signori!- Esordì Harry - Questa potrebbe
essere la nostra ultima festa in questa sala! Come tutti ben sappiamo
la scuola, fra non molto, comincerà il programma di
sorveglianza, per cui non so quante altre occasioni ci saranno per
vederci qui riuniti!- fece a gran voce l’ex bambino
sopravvissuto.
- Potrebbe essere l’ultima
volta che frequentate questo istituto!- aggiunse una voce beffarda
proveniente dall’uscio.
Tutti si
zittirono.
L’aria
si fece pesante.
La folla si
voltò verso il punto da cui giungeva la voce.
Solo Hermione e
Ron continuavano a farsi i fatti loro,appartati e ignari di
ciò che accadeva.
Shera Spyron,
con la sigaretta che penzolava dalle labbra, stava assaporando
l’odore del terrore, poggiata con una mano alla cornice in
pietra dell’ingresso.
- Oh cazzo- Ginny non riuscì a
dire altro.
Harry cominciò a sudare freddo.
-
Hey, ragazzi , sto scherzando, rilassatevi,nessuno mi offre
da bere?- sminuì la neo insegnante.
Due tipette del quarto anno, tremanti, si
apprestarono a porgerle un bicchiere con del Fire whiskey. Lei
ringraziò cordialmente e si tuffo tra la folla.
Ginny tirò un sospiro di sollievo. Dopotutto Shera era stata
allieva di Charlie. E suo fratello si guardava bene dall'
“addomesticare” piantagrane e spioni.
La musica
ripartì.
Ma Harry non si
sentiva ancora tranquillo. Aveva una brutta sensazione. Che peggiorava
osservando avanzare Shera, come una pantera, verso di lui.
- Terrò la bocca chiusa solo
ad una condizione!- disse la neo-insegnante appena furono abbastanza
vicini, in modo che solo lui sentisse.
- Sarebbe?- chiese Harry, in tono di
sfida. Al ragazzo non piaceva essere minacciato o ricattato.
- Tu, i Weasley e la Granger dovete
iscrivervi al mio corso facoltativo!- disse poco prima di mandare
giù, tutto d’un fiato, il drink.
- Ma.. – Harry era rimasto
spiazzato dalla richiesta poco pretenziosa, in quanto avrebbe voluto
iscriversi comunque – lei è un insegnante, non
dovrebbe ricattarci!-
- Anzitutto sono quasi un insegnante!!! E
poi, dopo Piton, di cosa cazzo ti stupisci? Potter!- fece lei
accendendosi un’altra sigaretta ed offrendo
all’interlocutore, che accettò.
“Effettivamente” pensò lo sfregiato.
- Come hai fatto ad entrare?-
chiese ancora.
- Sono rettilofona, come te.. –
rispose semplicemente.
Harry rimase un po’ perplesso, ma non poteva
stupirsi di ciò, visto che quelli come lui erano rari, ma
non unici.
- Non lo sono di nascita. Ho imparato!-
rispose automaticamente. – Felix studia come ricercatore. Ha
dovuto imparare le lingue di alcune creature magiche.. Rettili, felini,
rapaci. Io ne ho approfittato per imparare un po’ di
serpentese. Io e Claymoth siamo fratellastri, non so se avete avuto
modo di parlare..- specificò Shera.
- Non tanto.. Allora perché ci
vuoi nel tuo corso?-.
- Sinceramente?- fece lei, aggrottando le
sopracciglia. – Felix è convinto che la mia
materia non avrà successo, perché ad insegnarla
sono io. Ma gliela farò vedere. E poi è per
Charlie, gli devo un favore… e Visto che lui è
così preoccupato per i suoi fratelli cercherò di
fare del mio meglio per proteggerli, insegnando loro come ci si
difende. Bada bene, se lo dici in giro ti spezzo le gambe, Potty-
Harry aveva ancora l’aria perplessa. – non credi di
avere troppa fiducia in te stessa?-
- Sarà.. Dopotutto sono una
slytherin!- fece spallucce. Poi continuò :-..Senza contare
che la preparazione fisica che vi darò vi tornerà
utile per il quidditch..- e dicendo ciò si
allontanò lasciando Harry assorto in mille pensieri
contrastanti.
Shera si diresse poi verso Neville e, circondandolo con un braccio,
suscitando lo stupore generale, lo prese in disparte.
Il ragazzo, paonazzo per l’imbarazzo, non sapeva cosa dire.
- Neville Longbottom.. Tua nonna mi ha
detto che te la cavi abbastanza bene con le piantine..- disse
la ragazza con un tono che non presagiva niente di buono.
- S… S.. Si.- rispose
semplicemente.
- Bene.. Perché io e il mio
amico Lee Jordan avremmo inventato dei semini.. Ma ho bisogno di
qualcuno che possa curarli. Sai io sono così
impegnata…- fece con una voce fintamente corrucciata.
Decisamente non era la giornata fortunata di Neville.
Tutto quel
trambusto fece sì che la gente presente in sala non potesse
accorgersi di un Hermione infuriata che, spuntata da chissà
dove insieme a Ron e visibilmente in disordine, continuava a camminare
verso l’uscita. Ogni tanto si arrestava, si voltava verso il
ragazzo (che cercava di fermarla) e lo additava con aggettivi poco
carini, ultimo, ma non per importanza, “Finocchio”.
Se ne andò, diretta al dormitorio, incavolata come una iena.
Ron era rimasto pietrificato.
- Ron cosa è successo?- ecco
l’eroe dei sandaletti di sughero che subito accorreva al
fianco del suo fido compare.
- Harry.. Io..- non riusciva ancora a
parlarne tranquillamente.
- Ron, dai, che cosa hai combinato sta
volta? Parlami adesso, tua sorella sta ballando con le sue amiche,
approfittane.. – lo incitò lui che sapeva quanto
fosse impicciona Ginny.
- Credo di aver respinto
Hermione…- fece lui abbassando lo sguardo.
- Che cosa? Che cosa vuol dire che credi
di averlo fatto?- Harry lo guardò incredulo.
- Io.. Stava accadendo tutto troppo in
fretta.. Ci eravamo appartati..- Ron faceva fatica a parlare di cose
così intime. Come poterlo biasimare. Divenne paonazzo in
viso.
- Quindi?- incalzò ancora
l’amico.
- Le ho detto che .. Non mi sentivo
pronto. E lei si è incavolata. Mi ha anche tirato una
ginocchiata.. Non capisco..- confessò il rossino sconfortato.
- Ron.. Ascolta.. Fatti passare sta cosa!
Raggiungi Hermione e … e.. Fate quello che dovete fare!
Dannazione! Hai idea di come si sente in questo momento?-
domandò Potter, leggermente alterato.
- Ma io non ho detto niente di male. E
poi l’ho fatto perché preferisco fare certe cose
in un posto che sia adatto a noi due! Non in un luogo qualsiasi, senza
neanche un letto!- insistette lui.
- Se una ragazza, sul più
bello, ti venisse a dire che non si sente pronta? Cosa sentiresti?-
Harry provò a fargli capire.
- Ma non si sta parlando di me!- Ron
tentò di tergiversare.
- Rispondi Ronald!- insistette sgranando
gli occhioni verdi.
- Ok.. Mi sentirei umiliato! Rifiutato!-
rispose finalmente Ron.
- Ecco! Moltiplica queste sensazioni per
cinque, perché è di Hermione che stiamo parlando!
Senza contare che è una gran bella ragazza e se non fossimo
così amici io non ci penserai due volte..- Harry stava
parlando troppo. Ron sollevò un sopracciglio.
- Oh, insomma Ron! Hai capito! Sei
fortunato! Va da lei!-
Questa volta non replicò. Annui decisamente con la testa e
se ne andò.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Questo capitolo mi
ha portato via troppo tempo. Ho deciso che ne farò di
più corti.
Sono troppo lenta e
la mia scrivania pullula di fogliettini dove ho scritto tutta la
storia, con tutti gli schemi e i collegamenti.
Poi fra lavoro,
palestra e chitarra, ogni tanto la mia testa si svita automaticamente e
se ne va a rilassarsi in qualche centro benessere.
Quindi io, senza
testa non posso aggiornare.
Scusate il ritardo
ma è colpa della mia testa girovaga … BASTARDA…
Dunque, cosa dire
della storia? Diciamo che non ho resistito all’impulso di
metterci un po’ di avventura quindi ci sono dei capitoli che
sono più seri.
Ma la storia,
fondamentalmente non vi deve deprimere. Quindi è
principalmente una commedia avventurosa.
Per le fan di
Draco-Hermione, pazientate. Lei è un osso duro e non si
piegherà facilmente….
Passiamo ai
ringraziamenti....
Kucciolaflea: Le
coppie che si formeranno... eh ehe eh.. Un po' di pazienza cara... E
vedrai... Hai mai notato come nel corso della nostra vita ci
allontaniamo e avviciniamo alle persone con estrema
facilità? Succede che una persona che l'anno scorso reputavi
di vitale importanza magari in questo momento non lo è
più... E quando ci ripensi ti chiedi: "ma come
può essere accaduta una cosa del genere?" il destino fa
strani scherzi.. è quello che ho imparato.. June .. Beh
si... Molto forte e fragile allo stesso tempo.. Ha un bisogno di
affezzionarsi alle persone ma poi le respinge per paura di fare loro
del male... Molto combattuto come personaggio.. Per quanto riguarda
Dora... Davvero assomiglia a tua nonna?Bellissimo! Allora è
deciso! Per il suo personaggio mi consulterò con te! ti
va?
poi,In cosa consiste
il settimo senso? Lo voglio pure io...
Grazie per i
complimenti sui disegni e con la somiglianza non c'hai azzeccato, mi
dispiace! Hai perso il peluche di Malfoy versione furetto... (ih ih
ih.. sono crudele?)
Sarò
più veloce ad aggiornare, ok?
!Hasta Luego!
(sempre per rimanere in tema)
Besos, Jo
Clausk: che cosa
posso dirti altro? Chi vivrà vedra... Baci
Sly_monica: e me lo
chiedi pure? In pratica leggevo fumetti pure nel pancione... Dipingo e
disegno a manetta ma non ho mai partecipato a nessun concorso... Non so
perchè... Forse ho dato sempre più importanza
alla musica.. Ero convinta che il mio destino era quello... Ora non
sono più così covinta... Per quanto riguarda la
commissione mi farebbe molto piacere! Spero di fare al caso
tuo...Grazie per i complimenti... La storia dell'ordine di Cagliostro
si chiarirà quando finalmente si scoprirà
qualcosa di più sulle streghe nere e sulla nonna di
Hermione. Ti basti sapere che è un gruppo di maghi che
rappresenta il centro-avanti-sfondamento delle truppe d'assalto
costituite indipandentemente dal ministero. L'ordine della Fenice era
stato fondato da Silente e faceva capo ai suoi principi. L'ordine di
Cagliostro invece è stato fondato da una creatura del regno
magico, un uomo-gatto .. Ma vedrai più in là...
Grazie ancora Monica
e... ascolta sempre il richiamo...
JoKer
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Capitolo 19 *** Ferite, Bugie, Paure... ***
capitolo 19
capitolo
19
Ferite,
Bugie, Paure...
Pansy Isabel Parkinson
Hermione
era furiosa. Corse a rinchiudersi in camera, tenendo sempre in
conto di non dover svegliare i due nuovi professori che alloggiavano da
grifondoro.
Quello che non sapeva
era che Semiria e Felix non erano affatto sotto
le coperte, bensì in perlustrazione ai confini della foresta
proibita.
Felix tastò
il terreno umido, nel punto in cui credeva di aver
rilevato un impronta di creatura magica. La luce della luna crescente
conferiva allo scenario un aspetto meno tetro.
Ma la luna, si sa,
è bugiarda, ed anche quando sembra che voglia
tranquillizzarti in realtà trama silenziosamente.
-
C’è da preoccuparsi?- chiese cauta
Semiria, scostando appena il copricapo del mantello.
-
No.. In questo periodo i centauri sono in calore,
quindi è normale che si spingano un po’
oltre la
foresta. Il problema è domani notte.- fece Felix
risollevandosi.
-
Domani è Shera di guardia.- tentò di
rassicurarlo l’amica.
-
È questo che mi preoccupa..- ribatté
lui.
-
Oh, andiamo, Felix! Fra noi è quella che si
sa difendere meglio! Io ho molta fiducia in lei!- protestò
la
Douglas.
-
Non è questo.. Domani c’è la
luna piena. L’ultimo attacco di licantropi è
avvenuto a
Luxtown, non lontano da qui. C’è la
probabilità che
si spingano fino alla foresta! Il richiamo della perla nera
è
forte! June e Shera potrebbero scontrarsi con loro! Ju ne
sentirà la presenza e non saprà resistere alla
tentazione
di fare fuori qualche mannaro.. Accidenti!- spiegò
apprensivo il
ragazzo.
-
Capisco. June non permetterà a Shera di
scontrarsi con un licantropo, per quell’assurda idea che la
sua
è una vendetta personale. Avril si incazzerà a
morte
appena saprà di June. E se la prenderà con te.-
Ora anche
Semiria aveva l’aria preoccupata.
Felix
sospirò profondamente.
-
Andiamo a vedere se Hagrid ha scoperto qualcosa.-
suggerì lui dopo aver riflettuto per un po’.
-
Ok.- rispose la Douglas, ma non abbandonò quella
sua aria preoccupata.
Quella notte
più di un grifondoro perse il sonno.
Difatti neanche Ronald
Weasley riuscì a raggiunger il suo dormitorio.
Uscito dalla camera dei
segreti, Ron percorse cautamente il tragitto
che lo separava dalla scala secondaria che portava ai piani superiori.
Ogni minimo rumore riecheggiava nei corridoi deserti, conferendo alla
scuola un aspetto ancora più spettrale se possibile.
Stava per imboccare il
corridoio che lo portava allo smistamento delle
scalinate quando un rumore sospetto attirò la sua
attenzione.
All’inizio rimase immobile, temendo il peggio ( Gazza o Pix).
Si
mise ad ascoltare più attentamente. Dei suoni discontinui
difatti provenivano dalla parte opposta del corridoio che,
ahimè, non era illuminata per niente.
Ron non era esattamente
quel gran cuor di leone (come invece le
riviste raccontavano da quando era diventato il fidato braccio destro
di Potter).
I suoi battiti cardiaci
aumentarono.
Poi i rumori si fecero
più distinti: sentì gorgogliare e
singhiozzare sommessamente. Qualcosa di più simile ad un
pianto.
D’un tratto
un orribile presentimento balenò nella sua
mente: Hermione era uscita poco prima. Forse si trattava di lei!
Non ci pensò
due volte a piombare nel punto da dove provenivano gli strani suoni.
La scena che gli si
parò davanti fu raccapricciante.
Un corpo, riverso su se
stesso, in preda a delle piccole convulsioni
sincronizzate ai singhiozzi. Ron cominciò a sudare freddo.
Si preparò
al peggio.
Lentamente si
chinò sulla figura e con una mano cercò voltarla
per poterla vedere in faccia.
Rosso. Fu
ciò che percepì immediatamente.
Il rosso del sangue che
dipingeva quella maschera di sofferenza. Dal naso continuavano a
zampillare fiotti di sangue.
Non curante dello
spettatore, la ragazza cercava di portarsi una mano
sul naso. Ma non ci riuscì.. Aveva le braccia completamente
peste e tagliuzzate. I capelli erano stati recisi e sparsi
tutt’intorno.
Allarmato Ron le si
avvicinò e la prese fra le braccia.
Finalmente la riconobbe.
-
Parkinson!- esclamò sorpreso.
La ragazza continuava a
singhiozzare e le lacrime sgorgavano copiose
dai suoi occhi. Ciononostante non bastavano a lavare via il sangue
presente.
-
Mio Dio! Chi ti ha fatto questo?- chiese inorridito il
ragazzo.
Ma Pansy non aveva la
forza di rispondere. Ci provava, ma produceva degli strani gorgoglii.
Ron frugò
nella sua tasca per cercare un fazzoletto ma al suo
posto trovò solo un bandana della nazionale inglese di
Quidditch
(autografata tra l’altro), ma non esitò un attimo
a
tamponarle il sangue.
-
Ti porto in infermeria!- disse risoluto.
Lei cominciò
a scalciare (per quanto le fu possibile) e fra i
vari grugniti, Ron riuscì a distinguere un
“no”.
-
Hai bisogno di cure!- rincarò.
La ragazza
sgranò gli occhi pesti e prese a piangere più
forte.
-
Ti prego..- riuscì a sibilare faticosamente.
Pansy Parkinson che lo
pregava.
Pansy Parkinson pestata
in mezzo ad un corridoio.
Una purosangue a cui
hanno tentato di rasare la testa, pestata e buttata in mezzo ad un
corridoio.
Ron era molto confuso.
Ci pensò su, ma non aveva molto tempo, Pansy stava male.
La prese fra le braccia
per portarla in un luogo sicuro e subito sentì il corpo
della ragazza afflosciarsi. Era svenuta.
Candy Williams, che
aveva seguito Ron fuori dalla camera dei segreti,
non poteva credere ai suoi occhi. Chi aveva potuto fare una cosa del
genere alla Parkinson? I Grifondoro erano tutti nella camera.. Tranne
la Granger.
Era risaputo
l’odio che scorreva fra le due casate, ma arrivare a tanto le
sembrava veramente assurdo.
Continuò a
seguire il rossino, voleva capirci di più …
Perché la
Granger avrebbe dovuto accanirsi così sulla povera Pansy?
Beh.. I motivi
c’erano.. Ma Candy, da buona serpeverde riconosceva solo i
torti subiti, non quelli inflitti.
La torre di astronomia
sarebbe stata troppo fredda per la ragazza.. Ma
magari, l’aula della Cooman sarebbe risultata ideale. Con
tutti
quei cuscini, la luce fioca, la temperatura gradevole.
L’indomani
sarebbe stata domenica quindi nessuno sarebbe andato a lezione.
Si diresse verso
l’aula di divinazione.
Pansy cominciava a
pesare ma poteva farcela.
Arrivato a destinazione
si premurò di adagiarla su una serie di
cuscini. La osservò meglio: il naso rotto, il labbro
spaccato, i
capelli tagliati a sfregio.
Sentì
scricchiolare il pavimento e istintivamente portò la mano
alla bacchetta.
-
Chi è là?- domandò a voce
alta, spaventato.
-
S.. Sono Candy Williams di serpeverde.- la ragazza si
avvicinò verso Ron per farsi vedere meglio.
-
Io.. Non è come pensi.. Non sono stato io..
Lei poi non ha voluto essere portata in infermeria.-cercò di
giustificarsi.
-
Si , lo so.. Ho visto tutto.. Sono uscita dopo di te dalla
camera.- spiegò la bionda.
Ci fu un lungo silenzio
imbarazzante in cui Ron tentava di riflettere
sul da farsi. Ma era difficile pensare.. Quella era una situazione
abbastanza ingarbugliata e Ron aveva dei tempi di reazione abbastanza
lenti.
Poi fu la ragazza a
prendere l’iniziativa: - Senti, vado a
cercare qualcosa per medicarla. Ci conviene non parlare con nessuno di
questa storia. Al suo risveglio chiederemo a lei. Se non ha voluto
essere portata in infermeria, fidati, un motivo ci sarà.-
diagnosticò pragmatica.
Uno slytherin sa sempre
come comportarsi in certe situazioni.
-
Io.. Rimango con lei.- propose Ron.
Candy annuì
e si avviò verso la porta.
-
Ma i serpeverde non erano invitati alla
festa… - Ron ricordò questo particolare prima che
la
ragazza uscisse di scena (giusto per dare conferma alla teoria dei
tempi di reazione di Ronald Weasley).
-
Ecco.. Io volevo tanto venire ad una festa grifondoro..- la
ragazza arrossì.
-
E perché mai una slytherin dovrebbe desiderare una
cosa del genere?- domandò curioso.
-
Io.. È per te.. Volevo vederti –
confessò la ragazza facendo finta di vergognarsi ancora di
più. – Ma ho anche notato che eri in dolce
compagnia
… Quindi non ti preoccupare.-
Ron divenne paonazzo.
Candy si chiuse la
porta dietro le spalle.
Alcuni raggi di luna
filtravano dalle finestre per metà oscurate dalle pesanti e
vetuste tende di fustagno bordeaux.
Ron si sedette accanto
alla malcapitata e fece comparire un po’
d’acqua ed un panno, incantesimo imparato osservando i gesti
di
Molly ogni volta che uno di loro si macchiava vestito, scarpe, viso o
quant’altro..
Le pulì il
viso, prima che il sangue, che ora aveva smesso di zampillare dal setto
rotto, si incrostasse.
La Parkinson era una di
quelle ragazze che lui continuava a ripetere di
odiare, ma in quel momento, la luna millantatrice, la dipingeva come
una ragazza fragile e.. spezzata.
Sapeva che una volta
sveglia, lei sarebbe stata sempre l’altera Pansy di
serpeverde.
Ma Ron non
l’avrebbe mai lasciata in quel corridoio.
Ron era buono. Onesto.
Aveva paura, ma
comunque agiva.
Era imbranato ma
tentava.
Diceva cose cattive ma
non le pensava.
E si affezionava agli
oggetti. Era geloso delle sue cose.
Ma non aveva esitato a
usare la sua bandana portafortuna per Pansy.
Ron credeva di non
essere poi un gran ché come persona. E la sua
umiltà era un altro dei suoi pregi.
Invece…
Essere a slytherin era
come fare il militare.
Così Tiger e
Goyle giustificavano le loro angherie verso gli
ultimi arrivati della loro casa. Perché con quelli delle
altre
case, che subivano i loro maltrattamenti, non avevano bisogno di
giustificarsi.
Così, la
mattina dopo, la presenza di Millepiedi Bullstrode, seduta a tavola fra
quelli del primo anno, aveva un senso.
-
È una prova di coraggio!- sosteneva
Vincent.
-
Se riuscirete a resistere alla nausea allora sarete dei veri
serpeverde!- Gregory dava man forte al compare.
In realtà
volevano solo sbarazzarsi del tanfo micidiale che ogni
mattina guastava loro la colazione. E il pranzo. E la merenda. E la
cena. E lo spuntino di mezzanotte. E il capriccio delle tre e un
quarto.
Insomma ormai, in
quanto a cattiverie, erano degli esperti.
Nelle loro fantasie
più recondite immaginavano Draco Malfoy che
dava loro una pacca sulla schiena, sospirava e poi sorrideva
bonariamente, dicendo: “i miei cuccioli.. Solo ieri dovevo
tracciare loro il sentiero. Mentre ora che li guardo.. che splendidi
cigni che sono diventati”.
Al tavolo di
grifondoro, Harry Potter e la sua ragazza tentavano di
tenere gli occhi aperti. Avevano appena lasciato a fatica il letto, o
meglio il comodo giaciglio improvvisato nella camera dei segreti dove,
ad una certa ora, tutti i presenti alla festa collassarono
vergognosamente.
Fecero colazione anche
se il loro stomaco fermentava di acidi gastrici.
Dovevano mettere qualcosa sotto i denti, altrimenti, con
quell’alito da asfalto non sarebbero riusciti a darsi il
bacio
del buongiorno.
Che grandi problema che
ha Harry Potter.
- Ma tu hai visto mio
fratello per caso?- fu la prima cosa che Ginny chiese ad Harry.
- Ah, non ti
preoccupare per lui, Gin..- la rassicurò il suo ragazzo.
- In che senso, scusa?-
insistette la piccola Weasley.
- Mah, semplicemente
credo che tuo fratello abbia passato la notte in
dolce compagnia… Nella camera di Hermione.- Mentre diceva
ciò, Harry vide nascere e crescere un ampio sorriso sul
volto
della rossina.
Appena entrata in sala
grande, Hermione individuò subito i
suoi due amici e si diresse a passo spedito verso di loro, non senza
rimanere basita di fronte a degli alunni del primo anno di Slytherin,
che fuggivano a causa di improvvisi coniati di vomito.
-
Harry, Gin!- chiamo la ragazza come a volersi annunciare,
prima di raggiungerli completamente.
Harry sorrise e disse
qualcosa nell’orecchio a Ginevra.
Hermione invece non era
per niente contenta della situazione.
Quella mattina,
svegliandosi, notò che il dormitorio di
grifondoro era praticamente deserto. Ed ora se li trovava tutti
lì, a colazione, formato zombie.
-
Cosa avete da ridere? Dovevate rientrare sta notte!
Pensa se qualcuno si fosse accorto della vostra assenza!-
bacchettò la regina dei grifoni.
-
Tranquilla Hermy! È andato tutto bene! Piuttosto
tu?- fece curiosa la rossina.
Intanto Harry la
osservava sorridente, alzando ritmicamente le sopracciglia, in cerca di
intesa con l’amica.
Ma che gli prende a
‘sti due? Sta mattina sono strani!
-
Siete sempre così allegri voi due? Io mi
sono svegliata con le palle girate!- disse irritata la riccia.
-
Oh.. – mormorò Harry, tornando serio.
– succede, sai? Non tutti la prendono bene!-
Hermione lo
guardò come se fosse un marziano.
Ma che cosa sta dicendo?
-
Ha ragione Harry.. L’importante è non
farne una tragedia.. La seconda volta, comunque è meglio!-
fece
la piccola Weasley, in tono di incoraggiamento.
La riccia prese a
massaggiarsi le tempie, cercando di trattenere il nervoso.
-
Ragazzi, non so se sono i postumi di una sbronza a
farvi quest’effetto ma… Mi spiegate di cosa state
parlando?- chiese Hermione cautamente.
Harry e Ginny la
fissarono confusi, poi si guardarono fra loro.
Ci rinuncio.
-
Avete visto Ron?- fece spazientita.
-
Ma.. ma … Non era con te?- balbettarono
all’unisono.
-
Veramente l’ultima volta che l’ho visto
era alla festa!- rispose la riccia.
I due si guardarono di
nuovo sconcertati.
-
Sentite, andate al diavolo!- risolse. Prese una
brioche e decise di andarsene in biblioteca, lontano da sguardi ebeti.
Ginny tirò
una gomitata a Harry: - ma non avevi detto che avevano passato la
nottata insieme? Che l’avevano fatto?-
-
Ma infatti! Ron era di queste intenzioni!
L’ho visto lasciare la festa!- poi si fece serio. –
che gli
sia accaduto qualcosa?-
Domanda vana.. In
quello stesso momento Ronald Weasley li raggiunse al
tavolo, li salutò, fece scorta di ciambelle e si
congedò
velocemente.
Harry e Ginny seguirono
tutto con lo sguardo, senza avere il tempo di porre domande.
È meno
complicato stare dietro Voldemort che a ‘sti due,
pensò l’ex bambino sopravvissuto.
A Burnington Manor, le
ore che precedettero il ritorno ad Hogwarts, furono piene di tensione
per Draco Malfoy.
La notte prima aveva
fatto uno strano sogno.
Era a letto con una
donna di cui non riusciva a vedere il volto.
Solo gli occhi. Li
vedeva luccicare in maniera fulminea.
Però non
ricordava la loro forma, il colore…
Ricordava solo quel
bagliore.
Si risvegliò
di soprassalto e con la bacchetta tra le mani. Nel
dormiveglia aveva avvertito dei rumori e quando aprì gli
occhi
vide di fronte a se, sulla porta della stanza da letto, i due paggetti
albini di Dora.
-
La signora dice che la colazione è pronta.
Ci ha detto di riferirle anche che, terminato il pasto, la aspetta in
biblioteca.- annunciarono all’unisono. Poi se ne andarono
senza
scomporsi troppo del fatto che Draco aveva continuato a tenere la
bacchetta puntata su di loro.
Blaise aveva dormito in
una stanza non molto distante dalla sua.
Di solito era proprio
lui a violare l’intimità del suo risveglio
mattutino.
Ripensandoci,
anche la sera prima il suo amico non volle
proferire parola con nessuno ma si chiuse in un mutismo fatto di
profondi sospiri alternati da pause più o meno brevi.
Neanche Draco
però ebbe il coraggio di rivolgere la parola a Zabini..
Sapeva che
ciò che aveva fatto era profondamente sbagliato: in
realtà non capiva bene il perché.. Draco non
avrebbe
dovuto dare spiegazioni a nessuno.. Soprattutto dopo che al Wizengamot
fu decretata la sua innocenza e le accuse contro di lui vennero
contestate tramite alibi inattaccabili, ultimi strascichi del potere di
suo padre.
Ed allora
perché si sentiva così in colpa per non aver
raccontato la verità al suo amico? Certo sarebbe stato meno
gravoso quel fardello se solo avesse potuto condividerlo. Ma non lo
fece per diversi motivi che comportavano la sicurezza e
l’incolumità dell’amico.
Dal canto suo Zabini,
che aveva dormito pochissimo, si ritrovò a
vagare disorientato dinanzi al laghetto di Burnington Manor.
E in questi momenti di
sconforto, dove sentiva di non potersi fidare di
nessuno, Zabini prendeva a parlare con se stesso come se fosse due
persone distinte.. Il Blaise insicuro e fragile emotivamente e il
Conte…
“non
capisco.. Dove ho sbagliato?”
“come fai a
domandarti dove TU hai sbagliato? Tu non hai sbagliato proprio un bel
niente”
“Ed allora
perché Draco non mi ha detto la verità?”
“Non essere
stupido.. Chi vuoi che ti venga a confessare un
crimine del genere prima ancora di commetterlo? Nessuno voleva la morte
di Silente, tantomeno tu! Avresti cercato di dissuaderlo!”
“Ed allora
quel’è la mia funzione se non posso
consigliarlo ne migliore dei modi, per evitare che possa commettere
degli stupidi errori?”
“Blaise, sei una creature pulita e ingenua.. Come puoi
ancora credere di avere il potere di cambiare il corso degli eventi?
Quella era la sua missione, il suo destino! Per quanto riguarda la
storia dell’amicizia lascia che ti dica una cosa …
Le
persone non sempre cambiano, non dobbiamo stare loro vicino
perché ci aspettiamo qualcosa .. Semplicemente vanno prese
così come sono .. Anche con i loro sbagli, perché
caratterizzano la loro specialissima persona..”
“Come siete
saggio, Conte!”
“E tu, mio
piccolo Blaise, sei l’essere più bello del
creato..”
“Ecco
perché mi fido di lei.. Dice sempre la
verità”
“Andrai a
parlare con Draco?”
“no.. Sta
volta non la passerà liscia”
“Cosa avresti
intenzione di fare?”
“Ancora non
lo so.. Mi verrà un idea”
Era molto inusuale
vedere un ragazzo, a quell’ora del mattino,
che parlava con la propria immagine riflessa nelle acque del lago..
Nella sala da pranzo di
Burnington Manor la tavola imbandita
accuratamente dagli elfi, aspettava solo che Draco consumasse
ciò che di meglio aveva da offrire.
Il biondo, sulla soglia
della sala, osservava quanto vuota potesse
essere l’esistenza di una persona che diceva di avere tutto.
Era già
capitato molte volte di dover consumare un pasto in
completa solitudine, su di tavolo troppo grande per un'unica persona.
Ma questa volta la desolazione era dentro di lui.
Cercò di
accomodarsi per poter consumare la colazione.
Ma non
riuscì neanche a sistemarsi il fazzoletto sulle gambe che
sentì l’impulso irrefrenabile di alzarsi ed uscire
dalla
sala.
Corse nel giardino.
Inaspettatamente vi
trovò sua madre.
La osservò
curare le rose di Dora.
Narcissa aveva una vera
e propria passione per il giardinaggio. Le rose
di Malfoy Manor erano il suo vanto maggiore, durante i Brunch che si
organizzavano quando ancora l’infamia non aveva colpito la
sua
famiglia.
L’ammirava
per questo suo dono: prendersi cura delle cose per farle diventare
belle e forti.
Ma ora
quell’immagine sprigionava in lui la più profonda
delle amarezze: se si fosse curata di lui o delle sua famiglia come
faceva con quelle rose magari le cose sarebbero state diverse.
Non che un donnino come
Narcissa avrebbe avuto la minima speranza contro quel caprone di Lucius.
Ma il cuore ferito del
ragazzo aveva bisogno di imputare la colpa a
qualcuno, e la presunta infedeltà di Narcissa, il suo stato
interessante lo testimoniava, faceva di lei il capro espiatorio per
eccellenza.
Non volle rivolgerle la
parola.
Non si fece neanche
notare e si diresse, a passo spedito, dentro casa, verso lo studio di
Dora.
Trovo la donna intenta
a guardare fuori dalla grande vetrata, fumando la sua solita pipetta.
-
Siediti pure, Draco, so che hai molte domande da farmi.-
Il ragazzo
silenziosamente, entrò nella stanza e si richiuse la porta
alle sue spalle.
Ad
onore del vero avevo questo capitolo pronto da un bel po... Ma si sa,
l'estate porta altri mille pensieri, come ad esempio organizzare
unafesta di paese, un estemporanea di pittura, gestirne lepubbliche
relazioni , montare dei video-documentari sulle tradizioni contadine..
Così per fare un esempio generico...
Poi ci sono le sbronze, gli amici di vecchia data che si ritrovano, il
mare, la pressione bassa che ti fa venire voglia di sbatteri a terra, i
falò sulla spiaggia, la notte della taranta... Insomma un
bel po di cose che mi hanno tirato scema.
Spero che pochi abbiano sentito la mia mancanza, anche se questo vuol
dire che la mia ff non piace... Ma so chealle volte quando ci si
appassiona è difficile sopportare i ritardi di persone come
me.
Ringrazio la mia analista Kucciolaflea:
Hai centrato in pieno l'entrata in scena di Shera.. Decisamente non
sarei voluta essere per niente al mondo di fianco allo sfregiato in
quel momento sennò sai che puzza di m****a... Comunque,
passando in rassegna i personaggi, Ron non ha tutti i torti...
Effettivamente nonera il luogo per consumare la prima volta di
Hermione, anche se lui è veramente un salamone, e l'unica
cosa che può fare di buono per l'umanità
è schiattare in silenzio... Ufff (mi sono contenuta).
Il nostro Draco è sempre bello e problematico, e
più scrivo di lui più riesco a sentirlo reale,
molto di più dei virtuosi della Rowling... Ahhh..
Tua nonna è il punto focale della storia, la svolta
nascosta... Ma ora che te l'ho detto non lo è
più..
.....Dhouch'....
Joker
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