L'APPARENZA INGANNA ... MA NON E'IL TUO CASO..

di joker666
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le verità nascoste ***
Capitolo 2: *** FIDATI DI UNO CHE NE HA PROVATE TANTE ***
Capitolo 3: *** LUI CHI è? ***
Capitolo 4: *** CALAMITE ***
Capitolo 5: *** MILLEPIEDI BULLSTRODE ***
Capitolo 6: *** LA NONNA, L'EROE E LA BORSA DI STUDIO ***
Capitolo 7: *** Lo Strano caso di Blaise Zabini ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Voldy capretto espiatorio ***
Capitolo 10: *** NON SEMPRE LA VERITA'VIENE PREMIATA ***
Capitolo 11: *** INSEGNANTI A TURNO ***
Capitolo 12: *** La legge del più forte ***
Capitolo 13: *** IL RICHIAMO ***
Capitolo 14: *** INCONTRI E... ***
Capitolo 15: *** ... e Scontri! ***
Capitolo 16: *** ETERNE DIATRIBE... ***
Capitolo 17: *** FIESTA (parte prima) ***
Capitolo 18: *** Fiesta Parte 2 ***
Capitolo 19: *** Ferite, Bugie, Paure... ***



Capitolo 1
*** Le verità nascoste ***


LE VERITA' NASCOSTE... MICA TANTO...


"Sono una persona importante ora… sono prefetto, sono la migliore della classe e sono l’amica di Harry Potter.
Devo essere d’esempio.
Non devo essere impulsiva.
I miei collant non si devono mai smagliare.
Ho fatto l’anticrespo e ho messo lo smalto rinforzante, con un po’ di fortuna nessuno si accorgerà che fino a ieri mi mangiavo le unghie.
Ora ho anche un ragazzo…
Beh…
Ron non è proprio il fidanzato modello ma se mi applico lo diventerà.
Coraggio."

Con i libri stretti sul petto Hermione Granger, decisa, uscì dalla sala comune per andare in mensa.

Era sola quella mattina, visto che i suoi amici, avendo saputo che a colazione vi erano i bon-bon ripieni e il soufflè al cioccolato, si erano fiondati giù, a gara con le altre casate, per fare quanti più bis possibili.
Con passo sicuro attraversò il lungo corridoio che divideva la zona delle aule dall’atrio.
Camminava canticchiando "Life" di Dees’Ree, quando intravide le nubi all’orizzonte.
Draco Malfoy, la persona più infida di tutta Hogwarts era lì, davanti alla finestra, con il suo compare. Parlavano.
"Di donne sicuramente"
.
E fumavano una sigaretta.


Discorso tra Blaise e Draco:
Draco :- Queste mutande mi stringono troppo…. Ho i co…..ni pressati-
Blasie :- t’ho detto di comprarti i boxer in microfibra, sono più comodi e poi…. Ti cacciano un bel culo…-
Draco :- Cosa? IO mettere quella vile fibra sintetica, tra l’altro di invenzione babbana, sulla mia nobile pelle delicata? Mai! E poi non ho bisogno di un intimo particolare per avere un bel culo…. Aspetta un attimo… hai cambiato marca di sigarette?-
Blasie :- si, sto fumando le Davidoff…. Fa fico! E sappi che anche le tue Cartier sono babbane…-
Draco :- ah… ma questa è l’unica cosa buona che hanno inventato quei ridicoli esseri!-

Si…. Sicuramente stavano parlando di donne.

Il biondo non ci mise molto ad accorgersi che la ragazza si stava avvicinando e che sicuramente avrebbe fatto di tutto per evitarli. La sua espressione cambiò: da tranquilla e serena divenne sarcastica e maligna.
Quello era il segnale.
Hermione mise gli auricolari.
Quale soluzione migliore per non cedere alle provocazioni? Non sentirle.

Draco esordì :- Toh, parli di esseri inutili alla società e chi spunta? Un valido esempio!-
Zabini rideva alla prospettiva di un ennesimo scontro.

Hermione rigò dritta con passo convinto.
Le aspettative di Zabini stavano per morire sul nascere.
Ma sapeva come fare :- Draco, che fa? La mezzosangue ti ignora?-

Il biondo invece era incline ha considerare tutto una grande sfida.
La seguì e le sfilò un libro.
La ragazza si girò verso di lui, arrestando all’istante la sua marcia e cercò di riprendersi il libro.
Ma Malfoy, che già era alto, lo sollevò per aria. L’obbiettivo era gettarlo fuori dalla finestra.

-Lo rivuoi? Lo rivuoi ah? Sei ridicola! I mezzosangue come te dovrebbero baciare il suolo calpestato da noi nobili anziché ignorarci…. Vi hanno dato troppa libertà!- le disse con tono sprezzante.
Non faceva nessuno sforzo ad impedirle di riprendersi il libro.

Hermione invece aveva preso a saltellare per riuscire a raggiungerlo.
Zabini continuava a fumare e si gustava la scena divertito.
Come era facole manovrare la mente umana.
Draco poi…. Era un risultato vivente di tutte le stronzate inculcategli dal padre.
Ma perché schierarsi con i buoni? In fondo era molto più divertente tutto questo.

Per sbaglio Hermione perse l’equilibrio e poggiò la mano sul torace di Draco.
Giacchè fece leva su questo per raggiungere il libro.
Quindi si dovette sporgere. E nel farlo i loro corpi si sfiorarono frontalmente.

Draco non ebbe neanche il tempo di schifarsi per il contatto avuto con la mezzosangue, che comunque non era riuscita a raggiungerlo.
Mollò la presa sul libro che scivolò dalle sue mani e finì sulla sua testa. Malfoy cadde a terra.
Hermione raccolse il tomo di Storia della magia e corse via.
Zabini si sedette accanto al suo compare.
Stava ridendo a crepapelle.
Draco invece non diceva niente.
Fissava il punto in cui aveva visto sparire la mezzosangue.

- Che caratterino? Eh? Beh avresti dovuto gustarti la scena da spettatore!!!-
Nessuna risposta.
- ehi, Draco ci sei?- Zabini non se l’aspettava quella reazione.
Ma il biondo aveva appena fatto la più grande scoperta di tutti i tempi! E non riusciva a capacitarsi di questo:

LA GRANGER HA LE TETTE


Morbide e abbastanza grandi…
….

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Capitolo 2
*** FIDATI DI UNO CHE NE HA PROVATE TANTE ***


FIDATI DI UNO CHE NE HA PROVATE TANTE...


Lezioni, lezioni.
Perché parlare delle lezioni se non accade niente di importante?

Hermione si godeva la sua stanza singola (da buon prefetto quale era) e girava in scalza, in mutande e maglietta.
D’estate lo faceva sempre, quando era alla casa al mare con i suoi.
Solo che ad Hogwarts doveva prendersi la briga di depilarsi.
Stava guardandosi allo specchio.
Poi si girò sul fianco sempre rimirandosi.
Aveva un po’ di pancetta alcolica.

Sorrise.
Quello era il trofeo della sua estate passata in spiaggia con degli amici conosciuti per caso.
Per caso poi…
Era andata così:
Ogni giorno scendeva in spiaggia. Borsa, paglietta e sandaletti dello stesso colore: blu. Occhiali da sole giganteschi. Costume intero, olimpionico azzurro. Capelli raccolti in una treccia. Libro da leggere: "Memorie delle mie puttane tristi" di Gabriel Garcia Marquez. Crema solare: protezione 2500.

A metà della giornata veniva puntualmente disturbata da un allegra comitiva di ragazzi e ragazze che arrivavano in spiaggia ridendo e scherzando rumorosamente.
Per 3 giorni di seguito la stessa storia.
Il quarto giorno Hermione si decise ad andare a parlargli perché non facessero tutto quel baccano.
Ma mentre camminava verso di loro si rese conto di una cosa: che forse era giusto divertirsi in spiaggia…
Forse anche lei avrebbe dovuto essere così…
D'altronde Hermione aveva solo 17 anni.
Se ne tornò al suo posto e prese ad osservarli.

Osservò per 4 giorni.
Il quinto giorno Hermione arrivò in spiaggia con un triangolino lilla, pareo color oro annodato alla Jane di Tarzan. Capelli sciolti (ravviva ricci ti adoro), sandaletti dorati. Collana lunghissima con pietre color sabbia. Occhiali a goccia con lenti a specchio. Olio solare: protezione –2500.
A metà giornata stessa scena. L’allegra comitiva scese in spiaggia.
Verso l’ora di pranzo Hermione aveva già preso confidenza con tre ragazze e un ragazzo.
Diede così il via all’estate più spassosa della sua vita.


E Ron non lo sapeva.


Insomma cambiare stile di vita per avere un po’ di conoscenze non era giusto, ma neanche fare di tutto per diventare invisibile lo era.

Ora Hermione era la signorina so-tutto-io.
Aveva un ragazzo.
Sapeva divertirsi.
Sapeva valorizzarsi….

"Bwah ah ah… E chi m’ammazza a me?".
Si vestì e uscì dalla sua stanza.
Nella sala comune Ginny e Ron discutevano animatamente su quale era il ruolo delle donne nel quidditch.
Ed Harry, sfinito dalla discussione, sedeva stravaccato su di una poltroncina.
Appena la vide, Ron chiese rinforzi :- Hermione dille tu qualcosa!-
Hermione :- Ron non dire cose stupide, Ginny non sei obbiettiva perché sei una femminista sfegatata e Harry…. Tu non fare il sufficiente.- li liquidò in tre secondi.
I tre la fissarono mentre si sedeva sul divano accanto ad Harry.
Senza fare caso alla discussione che animava i ragazzi prima del suo arrivo disse :- quest’anno proporrò una festa di Hallowen, una gita a Dewell, la città d’arte del mondo magico nonché patria di tutti i più bei locali e vetrine e una diminuzione delle ore scolastiche da sessanta minuti a 50.
Lo stupore si trasformò in gioia.
I tre si fiondarono sulla ragazza abbracciandola contemporaneamente.

Harry :- puoi farlo sul serio? Fantastica!- " mh.. dimmelo ancora"
Ginny :- Herm sei grande!- "si ... si …adulatemi"
Ron :- la mia ragazza è un fenomeno- " ehi… non c’è bisogno che lo gridi così"

Dormitorio serpeverde.
Draco si era appisolato nella sala comune con un libro sulla faccia : "Poesie" di Raquel Dempsey, poeta morto giovanissimo per uso indiscriminato di pozioni stupefacenti. Insomma l’idolo del giovane Malfoy. Nella stanza regnava il silenzio pur essendo abbastanza affollata.
Perché se Draco non voleva essere disturbato tutti dovevano fare in modo che fosse così.

Due matricole di serpeverde erano in adorazione del biondo da circa due ore ( cioè da quando si era addormentato) e siccome aveva il volto coperto come punto di riferimento prendevano altre parti del corpo che non avevano niente da invidiare al bel faccino del ragazzo.
Un ragazzetto del secondo anno fece cadere distrattamente il suo block notes per terra.
Terrore. In quel momento il malcapitato cominciò a sudare freddo.
Malfoy, lentamente si tolse il libro dalla faccia e, con la coda dell’occhio fisso malamente la fonte del suo risveglio.
Per fortuna in quel momento entrò Pansy in sala comune e Draco sembrò lasciar perdere per catalizzare l’attenzione su di lei.
La chiamò.
Pansy :- Ah ciao Draco. Cosa c’è?- la ragazza si sedette di fianco.
Draco :- senti Pansy- la guardò per bene dalla testa ai piedi.
Lei non era per niente a disagio, era abituata agli sguardi dei ragazzi.
Lui continuò un po’ titubante :- mi… mi fai toccare le tette?-
Lei lo guardò sconcertata.
Poi ritornò normale :- ok…-

Draco le poggiò le mani sulla camicetta e palpò, palpò.
Ma sul suo viso si dipinse un espressione insoddisfatta.
Smise di palpare. Si massaggiò il mento.
"Non è la stessa cosa" pensò.

Pansy :- che c’è? Non sono di tuo gradimento?-
Draco :- no, no, gradisco. Non è quello-
Si alzò e fece per andare nella sua stanza.
Poi tornò indietro, picchiò il ragazzo del secondo anno che aveva fatto cadere il block notes e andò in camera di Zabini.
Pansy :- boh… chi lo capisce! Pensavo volesse fare sesso…-

Zabini, nella sua stanza, guardava la televisione e innaffiava la sua piantina di marijuana.
Draco :- ciao…-
Zabini :- oh ciao caro…. Che hai? mi sembri perplesso…-
Draco guardò biecamente il manufatto babbano che trasmetteva scempiaggini, poi si rivolse di nuovo all'amico - no, niente, pensavo all'amchevole di quidditch…-.
Blaise si avvicinò alla televisione :- toh, guarda. Il mio spot preferito.-
Draco si sedette sul letto.
Alla televisione c’era uno strano tizio circondato di donne e con un pacco di patatine in mano.
"roba babbana" pensò Draco.

- Ti credo che ti piace, è pieno di donne- disse il biondo.
Blasie lo squadrò incredulo: - come? tu non sai chi è quello?-
- no, perché?- Draco guardò il moro con un espressione ingenua che non gli si addiceva.
In quel momento Zabini realizzò:
Draco Malfoy, figlio di nobili, educato e raffinato.
Non poteva certo sapere.


Allora gli disse :- beh Draco, quello è un grande uomo-

Ma lui decretò:- è un babbano come tanti!-
Allora Blasie decise che doveva fare qualcosa per salvare quell'animella di Malfoy:prese da sotto il letto una ventiquattro ore. Punto la sua bacchetta e sciolse la combinazione.
Dentro vi erano molti Dvd. Ne prese uno.
– guarda e impara- disse all’amico.

Mise il dvd nel lettore e iniziarono a guardare tutt’e due.

Alla fine del film Draco riuscì solo a dire :-si… è un grande uomo-

Nella sala comune dei serpeverde Pansy leggeva un’articolo su "giovani streghe" con fare annoiato.
Draco attraverso la sala e la prese per un braccio velocemente.
– vieni con me- le disse.

La trascinò in camera sua.
Rimasero chiusi per un bel po’ .


Spazio autrice:
L'inizio di una storia è sempre la parte più complicata, a mio parere. Ho scritto questi due capitoli iniziali allo scopo di descrivere più o meno lo spirito che avranno i personaggi in questa fan fiction.
Spero che avrete la pazienza o la costanza di seguirmi in questa lenta, ma divertente, ascesa di Draco ed Hermione. Non ho voluto saltare il passaggio della relazione fra lei e Ron perchè per me è molto importante evidenziare il tipo di legame che lega ognuno dei personaggi.
E le eventuali rotture, con quello che comportano.
E' un piacere scrivere per voi.
Joker

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Capitolo 3
*** LUI CHI è? ***


LUI CHI E'?


Ottobre.
Quella mattina Draco si svegliò per primo.
Era pensieroso già dalla sera prima e questo non gli aveva permesso di dormire sonni tranquilli.
Difatti quella stessa mattina avrebbero presentato il nuovo professore di Pozioni.

"ed ora? Con Piton tutto era facile, io mischiavo, e anche quando facevo delle gran cagate lui mi promuoveva sempre… Che cosa ne sarà della mia media?"
Piton, come tutti sappiamo, non insegnava più ad Hogwarts perché aveva assassinato Silente.
Draco, suo complice, si era giustificato dicendo che era sotto la maledizione Imperius.

Era molto preoccupato del suo rendimento scolastico…
Era riuscito ogni anno a servire Voldemort, a tentare di uccidere Potter ("ci provano tutti, perché io no?") e adesso? Non poteva rischiare di essere cacciato per una semplice bocciatura.

Si alzò dal letto e si accese una sigaretta.
Si svegliò anche Zabini.
Draco lo guardò : "ma non ha la sua camera?Perchè continua a dormire nella mia?
"
- Draco, ti ho detto mille volte di non fumare appena mi sveglio! Mi sta sulle palle la mattina!-
Se a Zabini la mattina presto non piaceva sentire la puzza della sigaretta, a Malfoy non piaceva interagire con nessun essere vivente.
Così per tutta risposta grugnì.

Zabini :- Ah si? E perché sei preoccupato?-
Draco :- Mhhgrr -
Zabini :- ah, ma dai! Andra tutto bene! E anche se fosse un bastardo, ‘sto nuovo professore, non c’è niente che i soldi non possano comprare!-
Draco :- ummmfhgh! –
Zabini :- Certo, certo! Mia madre mi ha dato dei soldi per le corruzioni d’emergenza…. Che donna saggia!-
Draco :- mmh- era un grugnito di conferma quello.

Nella sala comune c’era Pansy felice come una pasqua che raccontava a Candy Williams le prodezze della sera prima. Appena il biondo uscì dalla sua camera si sentì addosso lo sguardo di tutte le donne serpeverde.

Blasie :- la tua amichetta ha raccontato di nuovo a tutte quello che fate a letto…-
In quel momento una ragazza passò di fianco ai due e, con fare ammiccante disse :- ciao, Malfoy-
Draco rispose con lo stesso tono alla ragazza :- Ciao Reneè-
Poi si rivolse a Zabini :- La povera Pansy non sa che metà delle scopate che mi faccio sono grazie alla sua pubblicità….-

A mensa.
Tavolo Grifondoro.
Hermione, carica fin dal mattino, cercava di trasmettere il suo entusiasmo agli altri :- Ragazzi! Oggi finalmente conosceremo il nostro nuovo insegnante di Pozioni! Niente più ingiustizie, niente punti in meno senza una ragione, niente più Piton!- ma quasi nessuno la ascoltò.
Non sentendosì calcolata da nessuno si rivolse a Ron che però era molto triste.
Notandolo, Hermione si avvicinò al rosso.
Hermione :- Ron, cos’hai?-
Ron :- oggi mi è accaduta una cosa spiacevole!-
Hermione, dispiaciuta :-dai, racconta Ron!-
Ron :- beh, ho mandato a chiamare questa collezione di foto delle città storiche più importanti del mondo magico….-
Hermione :- Oh, Ron che bella cosa.. – "lo sapevo che insistendo, questo ragazzo avrebbe cominciato ad acculturarsi"
Ron :- mi sono arrivate…-
Hermione :- beh? Cosa c’è? Sono rovinate?-
Ron :- no, sono tutte buone…. Solo che allegato doveva esserci un pacco sorpresa. Sai, è per questo che avevo fatto l’ordine…. Ma dentro il pacco non c’era niente! Ed ora cosa me ne faccio di tutte queste foto di merda?-
Hermione lo fissò con sguardo assassino. "Deficiente!!! Ed io che mi illudo pure…"
Harry si intromise nel discorso :- È per questo che li chiamano pacchi sorpresa! Quando vedi che non c’è niente rimani sorpreso, no? Ah ah ah!-
La sua risata fu accompagnata solo da quella di Neville(colui che non capiva le battute a meno che non fosserò così sceme) e Ginny(la ragazza di Harry).
Hermione e Ron non avevano parole.
Ron :- Da quando Harry ha questo spirito di patata? Non era depresso perché è il bambino più sfigato del mondo? –
Hermione :- Mah… Proprio non saprei…- " da quando si tromba tua sorella ogni notte, imbecille!!!"


Finalmente il fatidico momento.
Ancora una volta Serpeverde e Grifondoro avevano compresenza nell’ora di pozioni.
Come di consueto all’entrata dell’aula il solito diverbio:
Draco :- toh, Blasie, lo sfregiato, lenticchia e la sporca mezzosangue….-
Harry :- Ah, Draco, ora non piangi più? Sulla torre di astronomia sembravi un agnellino quella volta…-
Zabini intervenne per fermare Draco che si stava gia lanciando su Potter.
Blasie :- ti diverti a prendere in giro Draco quando tu, "il grande mago adolescente" come ti definiscono quei giornali che ti piace tanto leggere, non hai saputo sciogliere un incantesimo di bassissimo livello e aiutare Silente…. Ma come siamo bravi Potter!-
Harry rimase pietrificato mentre Zabini batteva le mani. Poi tutti gli altri serpeverde lo seguirono.
Ron :- tu non l’avresti salvato neanche se fossi stato libero…. Saresti stato impegnato a specchiarti nella superficie riflettente più vicina!-
Tutti i grifondoro risero.
"probabilmente ha ragione" pensò Zabini.
Pansy :- almeno, noi non ci portiamo dietro quella feccia!- la ragazza indicò Hermione.
Hermione :- Meglio feccia che zoccola come te!-
Ancora risate dei grifondoro.
Entrarono in classe.
Gli ultimi ad entrare furono proprio Hermione e Draco.

Quest’ultimo ad un certo punto si era dissociato dal battibecco perché era rimasto a fissare quella cosa che da un po gli dava il tormento. Le tette della Granger.
Erano lì.
Impertinenti.

Hermione :- …. Che cacchio c’hai da fissare, idiota?-
Draco si ridestò. -idiota a chi?-
Hermione fece per entrare ma lui la afferrò per un braccio :- Pagherai per questa tua affermazione , schifosa!- e la spinse dentro.

La persona di spalle vicino alla cattedra sembrava proprio Piton.

Stessa stazza.
Stessi capelli.
Stesso tunicone nero.
Cominciarono e temere che fosse davvero lui.
Ma quando si voltò tutti capirono quanto si sbagliavano.
La tunica dalla parte anteriore era tempestata di paillettes viola e dorate.
I capelli non erano unti ma puliti e curati.
Il volto leggermente truccato e un paio di occhiali a mascherina, paillettati anche quelli.
Il tutto contornato da un boa di piume rosso.

Immaginate la scena… A chi potrebbe assomigliare un Piton conciato così?
No…. Non alla nonna di Neville…

- Salve a tutti, miei cari sorcini. Io sono il vostro nuovo insegnante di pozioni…. Zero Renato.-
Draco :- Ma che cazzo…-
Prof. Zero :- oh no no, mio caro sorcino, con il tuo bel faccino non dovresti dire queste cose! Non ti punisco perché sei così carino!-
Blasie si mise a ridere.
Prof. Zero :- e tu? Fatti un po’ vedere… ma che adorabile che sei.- rivolgendosi a Zabini.
Draco aveva un espressione a dir poco schifata.
Il nuovo professore fece una panoramica della classe :- ma che classe di adoni- poi si soffermò su Tiger e Goyle :- Tranne voi due… Prevedo che avrete voti molto bassi nella mia materia-.
I due cominciarono a sbattere la testa contro il banco.
Intanto Malfoy si era voltato verso Hermione. Catturò la sua attenzione e le fece il dito medio. In tutta risposta lei con un gesto del braccio altrettanto chiaro lo mandò a quel paese.
Il professore li beccò :- oh…… ma vedo che c’è dell’attrito in quest’aula. È chiaro! Questo è un ambiente opprimente che fomenta sentimenti riprovevoli e stimola le ostilità… Bisogna uscire!-
Il prof. Renato Zero non stava scherzando. Portò tutti fuori, sulla distesa vicino la casetta di Hagrid.
Prof. Zero :-guardate sorcini miei, che bella giornata. Ora se avete domande da farmi, fatele. Questa bella giornata aiuterà i nostri cuori a essere più disponibili verso il prossimo cossichè potremo conoscerci meglio-
Ovviamente fioccarono un sacco di domande.
Le prime furono Calì Patil e Lavanda Brown che chiesero al nuovo docente se quest’anno avrebbero imparato a preparare filtri d’amore o veleni mortali.

Hermione e gli altri, per niente interessati si misero in disparte a godersi quel sole autunnale.
Non era stata una cattiva idea uscire.

Blasie e Draco fecero lo stesso.
Blasie :- Amico mio, continui ad essere pensieroso… ora che il problema di Pozioni è risolto mi vuoi dire cos’è che ti tormenta?-
Draco ci pensò un po’su.
Poi si decise rispondergli :- La Granger...-

Blasie, incredulo:- Cosa?-
Draco :- No! Non fraintendermi! Intendo dire che bisogna rimetterla al suo posto….-
Blasie si stese.
Più che tranquillizzato sembrava deluso dalla sua risposta :- Ma se la perseguiti dal primo anno insieme ai suoi amici!-

Draco :- Ho deciso di concentrarmi su di lei! Potrebbe darmi molti problemi in seguito….-
Blasie :- Beh…. Diciamo che ha un futuro glorioso di strega! Che cosa intendi fare?-
Draco :- Schiacciarla!-

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Capitolo 4
*** CALAMITE ***


CALAMITE

 

- Blasie qual è l’evento che tutte le oche come Pansy aspettano tanto, in questo periodo?- Draco esordì in questo modo, irrompendo nella sua singola dove ovviamente parassitava Zabini.
Il bel moro gli rispose continuando a leggere la sua rivista di Playboy: -La festa di Hallowen, ovvio…-
- Risposta esatta!!!- poi strofinandosi le mani l’una contro l’altra con fare losco –quindi lo è anche per la Granger!!! Rovinarle quel giorno è il mio obbiettivo principale da oggi! Ho solo un mese per preparare il tutto!-
- Ma non puoi aspettarti che la Granger e la Parkinson abbiano gli stessi gusti… Dato il carico di materie di quest’anno, che è anche l’ultimo, la signorina so tutto io potrebbe convenire che è meglio rimanere in camera a studiare piuttosto che dedicarsi a inutili trastullamenti…- ribattè cinico l’amico.
- Ma io l’ho beccata in corridoio che parlava con la Weasley del suo vestito, quindi… Le donne son tutte uguali ricorda!- e così dicendo uscì dalla stanza…
- Non sai quanto ti sbagli, Draco- pensò Blasie.
Draco si diresse verso l’aula di pozioni. Prima di entrare si specchio nello scudo di un armatura che stava in corridoio. Poi entrò nell’aula. Lì trovo il prof. Zero.
Con un insolita aria da angioletto si avvicinò al docente che stava correggendo dei compiti.
- Professore? Posso?-
L’altro lo guardò e sorrise, si alzò in piedi e lo accolse con fare benevolo.
- Ma certo, io sono sempre a vostra disposizione. Dimmi sorcino, qual buon vento?-
- Veramente sono qui per chiederle un consiglio. Ho un problema.
Draco accentuò la sua espressione corrucciata.
- Una mia emh… cugina ha avuto uno spiacevole incidente.
- Oh, stella, mi dispiace….-
- Si, degli amici si sono presi gioco di lei preparando una pozione maleodorante che nel tempo peggiora e non riesce, per quanto si lavi a far sparire quel brutto odore, è disperata.
- Che brutta cosa, perché non la porti qui da me? Sicuramente potrei risolvere il suo problema.-
- Infatti io sapevo che lei avrebbe potuto aiutarmi. solo che lei è in Nuova Zelanda, ma per le vacanze riusciremo a vederci. Se potessi studiare un antidoto con lei prof. Glielo farei avere in quell’occasione. Ah , ovviamente le spetterebbe un adeguato riconoscimento…-
- Oh no, non voglio niente in cambio…. Solo sapere che c’è un infelice in meno su questa valle di lacrime-
Draco fece una smorfia di disgusto senza farsi vedere.
- lavoreremo duramente insieme ed alla fine tua cugina sarà salva dal fetore.
Malfoy era al settimo cielo…
- per preparare un antidoto bisogna conoscere le componenti della pozione maleodorante, e siccome noi non abbiamo idea di quale sia la sua composizione dovremmo provare a comporre una pozione che abbia gli stessi effetti che ha avuto su tua cugina- aggiunse pacatamente il professore.- allora potremmo vederci quotidianamente dopo le lezioni…-
Bingo!
Draco si congedò educatamente.
Aveva appena raggiunto il suo obbiettivo! Avrebbe composto una pozione talmente maleodorante che nessuno si sarebbe avvicinato a quella lurida mezzosangue per tutta la durata della festa. E per di più non si doveva neanche sforzare tanto visto che il professore si era offerto di aiutarlo!
- sono un genio!!! Un genio!!! E sono anche bellissimo!!!wawawawawawa- rise sguaiatamente…. Le sue urla divertite si propagarono in tutto il corridoio.

In quel momento Hermione, che era in biblioteca, sentì un brivido attraversargli la schiena.

Mentre Blasie scendeva lentamente le scale dell’ingresso laterale (di solito deserto) , due ragazze rimasero a fissarlo.
Lui , con il suo fare elegante, si girò verso di loro, sorrise, suscitando scompiglio, rossori e risatine isteriche da parte delle due.
Poi un’altra ragazza, alta, bellissima, dalla pelle ambrata e i capelli color bronzo andò incontro al ragazzo. Lo baciò sulla guancia e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio che non lo scompose per niente.
Zabini le rispose semplicemente:- Ok, solita ora…-
Cos’erano le donne per lui?
Sicuramente erano indispensabili… Rendevano la vita di un uomo più piacevole.
Per Blasie le donne erano come le giostre per un bambino: un felice passatempo che ti permette di distrarti dalle cose importanti.
D'altronde fondamentale era, per prima cosa, amare se stessi, altrimenti nella vita si rischia di essere sottomessi.
Il moro si innamorava, ma la cosa non doveva interferire con i suoi progetti. Prima di tutto veniva lui.
E questo sicuramente è un bene.
Da che mondo e mondo le persone più interessanti sono proprio quelle che hanno questo tipo di sicurezza.
E la sua prossima preda stava per pararsi dinanzi, di li a pochi minuti.
Nel desertico chiostro dell’atrio laterale una deliziosa ragazzina, capelli biondo miele e occhi castani,guardava verso l’alto. Il ragazzo la notò subito e andò verso di lei.
L’altra dal canto suo continuava a guardare di fronte a se, all’altezza de secondo piano dove vi era la balconata.
Come mai quella ragazza non si girava ad ammirare il suo splendore?
Allora notò il suo sguardo di preoccupazione.
- accidenti a te, vuoi scendere?- gridò in direzione della balconata.
Blasie volse lo sguardo anche lui verso i piani alti dell’edificio.
Scorse un minuto ragazzo dai capelli verdi(stranissimo colore) e corti che si divertiva a rimanere in equilibrio sul cornicione di pietra del balcone.
"E’scemo o cosa?"
- dai Ju! Smettila!! Non mi diverte affatto!!!- la piccola ragazza era seriamente preoccupato ma l’acrobata in questione non intendeva darle ascolto. Continuava a saltellare sul balcone e a scimmiottare pericolosamente.
Allora Zabini decise di darle man forte.
- Ehi tu! Sono un prefetto! Ti conviene scendere se non vuoi farmi incazzare!!-
allora la tipa di fianco si accorse del bel moro e arrossì vistosamente.
In tutta risposta Ju, il ragazzo sul cornicione dedicò a Zabini un bel dito medio e sparì rientrando nell’edificio.
- non te la prendere, Ju è di cattivo umore sta mattina e ha bevuto un po’…- esordì la ragazza.
- Beh, io non sono un prefetto, ma non ho mai visto una persona così convinta di volerli mandare a quel paese!!! Se lo fa anche al prefetto Nott ha tutto il mio rispetto- disse il ragazzo sfoggiando uno dei suoi più bei sorrisi.
La ragazza non fu indifferente a quel gesto, ma disinvolta disse:
- Tu devi essere Zabini, Blasie, giusto?-
- Vedo che già mi conosci…- rispose pavoneggiandosi.
- Mi pare ovvio.- fece maliziosamente la ragazza.
Lui inarcò il sopracciglio… quanta sfrontatezza.
- Ovvio?- domandò.
- Ma certo, ora però non fare il finto tonto solo per sentirti elencare i motivi del perché tu e Malfoy siete così famosi…- mentre lo diceva la ragazza arrosiva. "forse sono stata un po’ troppo sfrontata".Pensò.
Ma lui in tutta risposta rise di gusto.
- Ah, ah, ah, e tu chi sei?-
- Io mi chiamo Marie…. Sono al terzo anno di corvonero…- la ragazza così dicendo ritornò al tono timido ed educato di prima.
Era carina, veramente. Faceva proprio al caso di Blasie.
Ma per oggi bastava.
- Bene, Marie, ci si vede in giro.- si voltò e fece per andarsene. Poi le lanciò un ultima occhiata. Lei era ancora lì che lo guardava. – Dì al tuo ragazzo, quel Ju, che è pericoloso fare la scimmiasopra una struttura fatiscente come questa-
- Oh, ma Ju non è il mio ragazzo, in realtà…- si apprestò a ribattere lei, allarmata.
Blasie la interruppe. Aveva già sentito quello che gli interessava.
- ok, ok…- e se ne andò.
In realtà Blasie doveva andare dalla parte opposta ma non poteva rovinare quell’uscita così da figo.
Tornò in camera.

Hermione intanto aveva sviluppato un’insana passione per gli album di fotografie… forse perché quello che aveva appena finito di sistemare, con le foto della già citata estate da sballo erano le uniche che valeva la pena di conservare, oltre alle solite fotografie del trio miracoli.
Ron entrò in camera senza bussare.
Lei nascose subito l’album.
- Ron, ma come ti permetti! Entrare così senza bussare!- le gridò lei.
- Emh, scusa, mi sono dimenticato…- fece lui imbarazzato.
" speriamo che qualche giorno non si dimentichi di respirare" pensò la ragazza.
- piuttosto tu, cos’è che nascondi là dietro?- domandò il rosso.
- Niente!- rispose prontamente lei.
- Oh, andiamo Hermione! Ti ho vista che nascondevi qualcosa!- insistette lui.
- Sono fatti miei, ok- "se mi chiede di vedere l’album sono nella merda".
- Per caso ha a che fare con la festa per Hallowen?- rincarò lui pensando di aver avuto un lampo di genio.
Hermione non si fece scappare quell’occasione :- ma certo, e siccome è una sorpresa, non voglio che tu lo veda… Ti prego!!!!-
- ok, però sbrigati, stiamo scendendo a cena.- fece il rosso con un sorriso compiaciuto di colui al quale non si può nascondere niente. E uscì dalla stanza.
Li avrebbe raggiunti dopo.
"certo che Ron è proprio un fesso, si fa prendere in giro così facilmente. Posso nascondergli un sacco di cose". Pensò.

"ecco uno a cui invece non si può nascondere niente" pensò ancora Hermione scorgendo Draco Malfoy dall’altra parte del corridoio che tornava dall’aula di pozioni e si apprestava a raggiungere a cena la sua casata.
Ovviamente lui la notò subito e il suo ghigno cominciò ad allargarsi sul suo viso angelico.
- Granger…- apostrofò mellifluo, guardandola dall’alto.
- Malfoy…- lei usò il suo stesso tono, a testa alta, guardandolo negli occhi.
L’uno di fronte all’altra. Continuavano ad avvicinarsi. Come due calamite.
Positivo e Negativo.
Si osservarono a lungo. Senza mai abbassare lo sguardo.
- Piano, Granger, mi sgualcisci con lo sguardo.- disse malizioso lui.
- Se posso farti del male senza doverti toccare allora continuerò per ore…- rispose altrettanto maliziosa.
- Ih ih ih…- rise malignamente.
- Cos’è che ridi serpentello?- chiese incuriosita.
- Vedrai, Granger… La mia vendetta ti farà rimangiare tutto quello che stai osando dire…- sibilò avvicinandosi al suo orecchio.
E la lasciò lì, in quel corridoio. Si sentiva eccitato, non tanto per la minaccia o l’avvertimento appena rivolto alla mezzosangue. Quanto il fatto che era sicuro che tutto ciò che le aveva detto non la spaventava affatto.
Ma soprattutto, anche lei aveva sentito scorrere per un attimo su tutto il suo corpo una tensione che ancora non aveva mi provato.
Disarmante e piacevole al tempo stesso.
Nel momento stesso in cui Malfoy si era piegato su di lei per sussurrarle quella frase, quella vipera l’aveva addentata. Ed ora il suo veleno stava entrando in circolo.

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Capitolo 5
*** MILLEPIEDI BULLSTRODE ***


le lacrime del drago

MILLEPIEDI BULLSTRODE

Quella sera tutto sembrava perfetto. Finalmente il giorno della festa di Hallowen era giunto.

Draco Malfoy, mascherato da Dracula, era al settimo cielo. Fra poco il sogno di umiliare davanti a tutta la scuola la signorina-so-tutto-io si sarebbe avverato.

A questo proposito davanti all’ingresso principale aveva posizionato Tiger e Goyle mascherati da Troll che avevano il compito di tirare la fune che avrebbe innescato il meccanismo in grado di rovesciare la pozione maleodorante sulla mezzosangue.

Avrebbe potuto elaborare un incantesimo per fare tutto questo ma non poteva negarsi il piacere di vedere quei due deficienti che rinunciavano al divertimento per eseguire degli stupidi ordini.

Sarebbe stata proprio un entrata trionfale per la Granger.

Intanto un Blasie Zabini travestito da Casanova si dava da fare a riempire di galanterie le innumerevoli ragazze che quella sera volevano fare coppia con lui.

A tutte rivolgeva un sorriso accecante, promettendo che presto avrebbero potuto stare al suo fianco.

In lontananza scorse la ragazza che aveva conosciuto quel giorno nel cortile, Marie.

Si congedò dal gruppo di ammiratrici e la raggiunse.

Marie o anche Maria Antoniette fissava un punto dinanzi a lei.

"Sicuramente è sovrappensiero" pensò subito Zabini appena realizzò che il suo sguardo era rivolto verso uno sgraziato Paciok vestito da Frankestein.

Difatti quando le posò uno mano sulla spalla, la ragazza sussultò.

- Oh ciao…- le sorrise contenta.

- Marie… sotto lo stesso tetto ci si incontra pochissimo, non trovi?- constatò lui.

- Oh... a volte ci incrociamo ma si è così impegnati a fare altro.- continuò a sorridergli lei.

- Si, può darsi. Il tuo amico?- chiese preventivamente Zabini.

- Quale mio amico? Ah… ti riferisci a Ju- scoppio a ridere – quel "mio amico", come dici tu, ci osserva dall’alto- Marie indicò un punto preciso sopra la sua testa.

Blasie si girò a guardare.

Ed in effetti Ju era lì, affacciato alla sala grande dal secondo piano che fumava noncurante degli sguardi degli altri. Appena vide Marie indicare nella sua direzione, distolse lo sguardo.

- allora se mi fai da dama si ingelosirà?- domandò il ragazzo tornando a guardarla.

- Non credo proprio, sai?- rispose lei divertita.

- Sei così sicura?- si assicurò lui.

- Sicurissima – confermò la ragazza.

- Allora vieni, balliamo- e così dicendo Blasie trascinò Marie sulla pista da ballo.

Ju al piano di sopra continuò ad osservare la coppia danzante e non potè fare a meno di sorridere al pensiero di Maria Antonietta che balla con Casanova. Si accese un'altra sigaretta.

Aveva deciso di non mascherarsi.

Non era nello stato d’animo giusto per festeggiare.

Non lo era mai.

Ma si accontentava di vedere la sua amica Marie sorridere felice.

Fece per ritornare al dormitorio quando le si pararono davanti tre energumeni del quinto anno di tassorosso che sembrava non avessero delle buone intenzioni. E questo Ju lo sapeva.

Sorridendo plasticamente disse :-salve ragazzi, bella serata, vero?-

Poi sferrò un calcio potentissimo nei testicoli del malcapitato più vicino e sfrecciò via. Ovviamente gli altri diedero inizio ad un vero e proprio inseguimento….

Finito il primo ballo Zabini si avvicino con la sua dama all’amico platinato che era un po’ spazientito dall’attesa.

Batteva con il piede sul suolo per scaricare il nervosismo.

- Draco, questa è Marie…- tentò di distrarlo Zabini.

- Dov’è?- non si voltò neanche a guardarlo.

- Cosa?- chiese l’amico poi guardò Marie e fece spallucce – scusalo, oggi è un po’ alterato, mi prendi un drink, gentilmente?- la ragazza annuì comprendendo la situazione.

- Quella maledetta… Mi sta facendo aspettare…- poi guardò allarmato l’amico - e questo che rimanga fra me e te.. parlo di una serpe che aspetta un grifone…-

- La tua è un ossessione Draco… Ma perché non ti diverti come tutti gli altri? – lo invitò il bel moro.

- Deve obbligatoriamente passare di là… mi hanno detto fonti sicure che si è travestita da Pochaontas..- aveva gli occhi da allucinato che da grigi erano diventati color tempesta.

" oh oh" Blasie pensò preoccupato tra sé e sé .

- senti, ubriacati, sfotti Potter e Weasley e poi portati due o tre ragazze a letto come al tuo solito… Perché questa presa di posizione? Perché non ti comporti come tutti gli altri adolescenti?- Zabini tentò ancora di riportarlo con i piedi per terra.

Draco si voltò a guardare l’amico per la prima volta da quando era iniziata quella discussione e lo fulminò con i suoi famigerati occhi Malfoy.

- perché è questo quello che fa un’adolescente! Pratica sport, fuma le sue prime sigarette come se fosse chissà cosa! Va alle feste, si diverte, prende in giro le ragazze della sua età e fa loro dei dispetti!!!- quegli occhi mutarono ancora espressione. Ora erano quasi disperati.

- Be, effettivamente…- Zabini si allontanò con cautela… Malfoy era diventato una mina vagante.

Improvvisamente Draco si trasformò nella felicità in persona.

- Eccola- sibilò.

L’amico si voltò a guardare.

Pochaontas era lì, stava per varcare la soglia dell’ingresso principale.

Tiger e Goyle erano pronti.

!!!SPLASH!!!

Una puzza immonda si diffuse rapidamente in tutta la sala.

Un liquido verdognolo grondava da tutto il vestito della povera malcapitata.

Che, per capire meglio la situazione, si tolse la maschera.

Era Millicent Bulstrode.

Draco non riusciva a capacitarsi: aveva sbagliato.

- No!!!- gridò fortissimo ma nessuno riuscì ad udirlo dato il trambusto che si era creata nella sala.

Si tuffò nella folla cercando quella che doveva essere la vera vittima. Non la trovava.

Ad un certo punto sentì vicino a lui una voce tanto familiare quanto odiata.

- Dov’è Herm?- chiedeva Harry-Batman ad un Ron-Robin.

- È rimasta in camera sua, lo sai! Quand’è così non ce la fa a reggere le feste- rispose il fidato compare.

- Peccato, ci teneva tanto, ed il suo vestito?- chiese ancora il bambino prodigio.

- Lo ha dato alla Chang che ha provveduto a venderlo- intervenne una Ginny-Jessica Rabbit – ed avreste dovuto farlo pure voi… siete ridicoli!!!- aggiunse seccata.

La Mezzosangue non si era presentata alla festa.

Un altro affronto.

Cominciò a correre in direzione dei dormitori.

Furente.

Blasie sentiva odore di guai… Ci pensò su un po’ poi si congedo da Marie e decise di seguire l’amico per impedirgli di fare sciocchezze.

Ju proseguiva la sua fuga dagli energumeni di Tassorosso e nella sua corsa incrociò un serpeverde travestito da Dracula con gli occhi da assassino. Fece appena in tempo a scansarlo.

"che culo…" pensò "l’ultima cosa di cui ho bisogno è che Draco Malfoy se la prenda con me perché gli ho pestato i piedi".

I suoi occhi diventarono neri come quelli degli squali… Cercò di ignorare quella sensazione.

Guadagnò un po’ di tempo visto che i suoi inseguitori non avevano certo voglia di intralciare il cammino del biondino.

Presto però arrivò ad un vicolo cieco.

La scala dinanzi a lei si spostò improvvisamente e non fece in tempo a salirci. Era in trappola.

I tre Tassorosso sbarrarono ogni via d’uscita.

Cercò di non farsi mettere le mani addosso.

Ma erano in maggioranza.

Intanto la McGranitt stava sbraitando contro tutti nella sala grande cercando il colpevole della doccia fetida ai danni della Bullstrode.

Sospese la festa.

Tra la folla si fece strada il prof.Zero.

Minerva mutò la sua faccia da iena incazzata a gattina triste.

- prof.Zero, mi dispiace farla assistere a questi atti vandalici a così poco tempo dalla sua venuta.-piagnucolò l’insegnante.

Ron ed Harry si guardarono con una faccia disgustata notando la McGranitt così in calore.

- Tesò, non ti devi preoccupare. Purtroppo questa è una delle pozioni più maleodoranti che abbia mai visto- disse corrucciato il neo docente "purtroppo so anche chi l’ha preparata" pensò tristemente. –Mi ci vorrà un po’ per l’antidoto-.

Draco entrò dalla finestra.

Non aveva mai fatto una cosa del genere perché le ragazze lo facevano entrare dalla porta ed anche perchè si corre un gran rischio: la parete esterna pende su di un burrone e le folate di vento che arrivano dal basso sono capaci di mettere in difficoltà qualsiasi bravo scalatore.

Ma lui era accecato dall’odio e tutto ciò gli sembrò una passeggiata.

La sua bacchetta non ci mise niente a mettere fuori uso la serratura ed in men che non si dica era in camera della mezzosangue.

"che schifo" pensò.

La ragazza non c’era.

Draco prese ad osservare la sua camera: molto ordinata, anche se il letto era disfatto. Al muro era appesa una copia del quadro Giuditta II di Gustav Klimt. Sopra il letto a baldacchino un'altra copia dello stesso pittore, Le tre età.

" Pezzente! Io invece potrei avere gli originali se solo lo volessi" .

Oltre a tutte le cose che avrebbe potuto commentare negativamente in quella singola da prefetto, si soffermò su un album di foto poggiato sulla specchiera.

Ebbe l’impulso irrefrenabile di aprirlo.

"solo un occhiata alla schifosa vita di una mezza babbana".

Sfogliando l’album vide i diversi volti della Granger: piccola ed indifesa tra le braccia di sua madre, irrequieta quando suo padre cercava di tenerle ferme le braccine sporche di panna perché le aveva affondate nella gigantesca torta del suo secondo compleanno, tenera nel fienile del nonno che accudiva i coniglietti appena nati, in lacrime davanti al treno di Hogwarts.

"ma come, non era felice di poter sfoggiare la sua mente brillante qui, in mezzo ai migliori maghi del mondo?".

Passò avanti.

Fiera, con i suoi due fedeli cagnolini Potter e Weasley. Non c’era più traccia della bambina che aveva osservato fino a poco prima.

Poi eccola di nuovo: foto di un estate passata con persone che lui non conosceva.

" insulsi come lei"pensò ancora.

Però lei rideva spensierata in quelle foto.

Ce n’era una che ancora non aveva attaccato.

Lei, abbronzantissima, con un paio di pantaloncini di jeans a vita bassa, una blusa fiorita e i sandali con tacco abbastanza alto,seduta sulle gambe di un bel ragazzo dagli occhi e capelli castani. Carnagione scura e abbronzata anche lui. E tutti e due che bevevano dallo stesso bicchiere di sangria gigante.

"Questa però non me l’aspettavo… in braccio a questo tipo la Granger non sembra la solita sfigata".

Prese la foto in mano per osservarla meglio.

Sentì dei rumori provenire dal bagno.

Qualcuno piangeva sommessamente e singhiozzava.

- Maledizione!! Che dolore!- esclamò la Granger uscendo dal bagno.

Malfoy si mise istintivamente in tasca la foto.

Hermione non si accorse subito di lui.

Aveva addosso una vestina da notte molto femminile, tutta lino e pizzo bianco. Si strinse le braccia sul ventre e gridò. Poi si scaraventò sul letto con il fiatone.

"che diavolo le prende?".

La ragazza riapri gli occhi e si accorse della sua presenza ma non riuscì neanche ad arrivare alla bacchetta che il dolore la bloccò.

- non sono capace di reagire Malfoy!!! Se vuoi la tua vendetta prenditela ora- disse la ragazza con occhi carichi di odio.

Lui rimase impassibile.

- non nego che vederti così mi provoca un certo piacere!- disse il biondo senza scomporsi.

- Si, vero? Siete davvero perversi voi purosangue!- sorrise malignamente la ragazza.

- Sono arrivato fin qui con l’intenzione di distruggerti, ma ora che ti vedo così conciata ho perso la motivazione- spiegò con lo sguardo vitreo lui.

- Cosa? Guarda che è più facile per te colpirmi ora!- disse Hermione con tono sbalordito.

- Ehi! Essere inferiore! Io non scendo così in basso! Dovrai essere tu ad alzarti al mio livello! O quasi! Quando sarai in grado di affrontarmi, io avrò più piacere a schiacciarti.- rispose indignato lui.

Lei non riusciva ancora a capacitarsi.

- ora me ne vado da questo schifo di stanza!- ed uscì dalla stessa finestra.

Lei fisso il punto in cui lui era scomparso ancora incredula.

Per un attimo dimenticò tutti i dolori mestruali.

Blasie aveva perso le tracce del suo amico.

"ma dove sarà andato a finire, maledizione!! Nel nostro dormitorio non c’è, la signora grassa non l’ha visto passare neanche da lì" ripensò rabbrividendo alla cicciona del quadro che continuava a fare pesanti avances.

Poco distante da lui notò un gruppetto appartato che sghignazzava.

"Vuoi vedere che lo devo tirare fuori da qualche casino". Il bel moretto si avvicinò cautamente per inquadrare la situazione.

Un gruppetto di tassorosso stava molestando qualcuno.

"Impossibile che si tratti di quel dandy malefico" si rispose.

- lasciatemi bastardi!!- urlava il malcapitato della situazione.

Zabini guardò con più attenzione e vide spuntare una chioma verde.

"toh, l’amichetto di Marie…" osservò con indifferenza. "Che se la sbrighi da solo…".

Stava per andarsene quando sentì urlare di nuovo Ju:

- Vergogna, in tre contro una donna!!!-

Blasie si bloccò incredulo e piuttosto confuso.

Questo cambiava tutto.

 

 

+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++

A poche ore dalla publicazione dei primi 4 capitoli, ho trovato delle recensioni.

Non sto qua a spiegarvi la gioia che provo.

non so come rispondere tramite fermo posta così ringrazio star_95 per la tempestività, sei davvero adorabile, 

e a Tarabe rispondo ... secondo te?non avrò mica scritto un ff diversa dalla trama originale per poi lasciarla con Ron, no? W Draco Malfoy.

 grazie tante anche a te.

baci, Bigmeow

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** LA NONNA, L'EROE E LA BORSA DI STUDIO ***


le lacrime del drago

LA NONNA, L'EROE E LA BORSA DI STUDIO

 

COLAZIONE.

TAVOLO DEI SERPEVERDE.

-Buon giorno- esordì al tavolo dei serpeverde un Blaise Zabini dall’aria stanca e assonnata.

-‘giorno il cazzo- esclamò in tutta risposta Draco Malfoy impegnato a massacrare il suo croissant con la forchetta.

- il mattino ha il sole in bocca, eh Draco?- ribattè una Daphne Greengrass indignata per l’espressione.

- Torna a parlare di quanto eri figa ieri sera con la tua amica Parkinson, lì in fondo al tavolo, altrimenti nella mia stanza non ci metti più piede!!!- le ringhiò contro il principe delle buone maniere.

Goyle si fece scappare una risatina, mentre Tiger, segretamente innamorato della Greengrass, per la prima volta desiderò ammazzare con le proprie mani il biondo. Ma durò un attimo. Poi se ne dimenticò.

- Siamo allegri sta’ mattina eh, prince?- buttò lì Blasie.

- Mfh…- mugugnò Draco.

- Neanche io ho chiuso occhio… mi è successa una cosa davvero particolare. Non vedevo l’ora di raccontartela.- fece il bel moro prendendo posto accanto all’amico.

- Mhh?- che nella lingua "mi chiamo Draco Malfoy e sono talmente viziato da non aver neanche voglia di parlare se sono di pessimo umore" significa "Spara".

- Si ma poi mi devi dire come è andata a finire ieri che ti ho perso di vista!!!- gli raccomandò Zabini prima di cominciare a raccontare.

Draco si limitò ad alzare un sopracciglio… Ma davvero sperava di venire a sapere quale assurdità aveva commesso la sera prima?

Intanto

TAVOLO DEI GRIFONDORO

Harry Potter leggeva la sua rivista sportiva con Ron appiccicato che gli impediva di voltare pagina perché lui non aveva ancora finito di leggere.

- Ron, ho detto che dopo te la faccio leggere … non mi stare così appiccicato, lo sai che mi da fastidio e poi mi stai di nuovo riempiendo di briciole… o leggi o mangi!!!- esclamò il prescelto spazientito.

- No! Così è più emozionante. Almeno possiamo esultare contemporaneamente!!!- rispose tutto contento il rosso.

Dall’altra parte del tavolo Ginny osservava la scena disgustata.

- li trovo penosi, non credi anche tu, Hermione?- si rivolse all’amica che però non la stava neanche ascoltando perché era troppo impegnata a leggere il labiale di un serpeverde in particolare che però non stava aprendo bocca perché il suo amico seduto accanto stava raccontandogli qualcosa.

"chissà che cosa racconterà ai suoi compari quello stronzo!!!" pensò la Granger seriamente preoccupata del fatto che la sera prima si era ritrovata inspiegabilmente la persona che più di tutte odiava nella sua camera.

TAVOLO DEI CORVONERO.

Marie prese posto, come di consuetudine, di fianco a Ju.

- dove sei sparita ieri sera? Mi hai fatto preoccupare!- chiese la prima all’amica.

- Perché mai avresti dovuto preoccuparti?- fece Ju aggrottando la fronte.

- I cugini Sinclair di Tassorosso!! Mi hanno detto che ieri sera ti stavano nuovamente importunando.- rispose Marie con lo sguardo severo.

Ju le sorrise e le pizzicò leggermente la guancia con fare affettuoso. -È vero, ma il tuo amichetto Casanova non mi ha fatto neanche scomodare per difendermi-

- in che senso?- chiese ancora la compagna.

- Che mi ha difeso… Non c’è neanche stato bisogno di sfoderare i canini… per fortuna! Succhiare il vile sangue di un Sinclair non mi diverte affatto.- spiegò maliziosamente la ragazza dai capelli verdi.

- Ju… non fare la stupida. Potevi di nuovo sentirti male e non essere in grado di proteggerti. Se non ci fosse stato Blasie…- e abbracciò con espressione preoccupata l’amica.

Ju volse istintivamente lo sguardo verso il tavolo dei serpeverde. Blasie Zabini alzò la mano per salutarla e Draco Malfoy aguzzò lo sguardo per vederla meglio.

 

TAVOLO DEI TASSOROSSO.

…………………………………………………………………………………………………………

I cugini Sinclair hanno preferito non scendere per la colazione.

………………………………………………………………………………………………………....

TAVOLO DEI PROFESSORI

Il prof. Zero tenta di spiegare ad Hagrid come le paillettes possono essere strategiche per migliorare l’immagine di una persona.

- vedi Hagrid, con un po’ di paillittes infilate un po’ qua e un pò là, anche nella barba se vuoi, ti sentirai una persona migliore…-

- ma io non so come una cosa così piccola e stupida può modificare l’opinione della gente…- ribatteva giustamente il mezzo gigante.

- Sto perdendo le speranze con te Hagrid, sei quasi peggio della Cooman- sbottò il prof. Zero.

TAVOLO DEI SERPEVERDE.

- capelli smeraldini, mi ricorda qualcosa.- disse Malfoy osservando la ragazza di Corvonero che Blasie stava salutando.

- Insomma Draco, era una donna… Come ho potuto sbagliarmi?- Zabini non si dava pace. Che fine aveva fatto il suo gnocca detector?

- Non l’hai mai vista da vicino e poi si veste con la divisa maschile. Certo però che è troppo bella per passare per un ragazzo. E così quei deficienti dei Sinclair la volevano aggredire. Come mai?- chiese curioso il biondo

- Non lo so, non me l’ha detto. Forse erano solo un po’ arrapati, visto che, brutti come sono, non gliela da nessuna.- ipotizzò il bel moro.

I loro discorsi furono interrotti da un falchetto che si posò sul tavolo dinanzi a Malfoy. Alla zampa aveva legate due piccole pergamene.

- Come mai il falco di mio padre è qui?- si chiese ad alta voce il principe.

- Ma tuo padre non è ad Azkabam?- chiese Zabini incuriosito.

- Si, e con ciò? Figurati se un Malfoy non può avere il privilegio di comunicare con l’esterno in qualche modo.

TAVOLO DEI GRIFONDORO

"Chi diavolo sta salutando quell’idiota del suo amico" pensò Hermione vedendo Blaise agitare la mano in direzione del Tavolo dei Corvonero. Si girò verso le persone in questione e notò una bella ragazza dall’aria aggraziata "ah, la nuova proveniente da beaux batons, figurati se un avvoltoio come Zabini se la faceva scappare". Poi automaticamente il suo sguardo si posò sulla persona al suo fianco. "Ma cos’è? Un essere androgino? Capelli smeraldini, mi ricorda qualcosa" e mentre si sforzava di ricordare il suo flusso di pensieri fu bloccato dalla voce del suo ragazzo.

- Senti Herm… che ne dici se alla fine della lezione facciamo … due… passi insieme – Ron prendeva l’iniziativa. Data storica.E mentre pronunciava quellu parole la sua convinzione andava scemando e il colorito del suo viso si uniformava a quello dei capelli.

- Ah.. si, come no… io sono ad aritmanzia perciò ci troviamo davanti all’ingresso della sala Est, ok – rispose la ragazza imbarazzata ma anche entusiasta di quell’inaspettata proposta.

Ginny e Harry si guardarono compiaciuti.

La prima pensò "Ah finalmente mio fratello si scolla un po’ dal mio ragazzo".

Mentre il bambino sopravvissuto compiaciuto, diceva a se stesso "Ah finalmente si scopa!!!"

TAVOLO DEI CORVONERO.

"che cavolo saluta quell’idiota! Quanta confidenza!" pensò Ju fintamente infastidita. Si girò di scatto dall’altra parte senza ricambiare il saluto. Marie dal canto suo sfoggio uno dei suoi sorrisi più belli rivolti verso il bel serpe verde moro e il leader dei serpeverde bastardi.

-non essere così scostante Ju… Zabini ti ha aiutata ieri- si rivolse in tono supplichevole Marie all’amica.

- Non mi piace! Però se piace a te… Vedrò di sopportarlo.- disse scocciata.

TAVOLO DEI TASSOROSSO.

…………………………………………………………………………………………………………

 

TAVOLO DEI PROFESSORI.

La McGranitt si alzò in piedi e con fare solenne disse rivolta agli studenti:

- Il prof. Zero ha da leggervi un comunicato.

- Grazie Minerva.- il professore sorrise delicatamente all’anziana donna che arrossì visibilmente e cerco con tutte le forze di recuperare la sua compostezza. Intanto la Cooman, la Sprite, Madama Bumb e tutto il resto del corpo docenti femminile di Hogwarts ribolliva di invidia.

- Andrò subito al punto. Io provengo da una piccola scuola italiana, precisamente dal sud. Ma più che alle scuole medie di primo e secondo livello ci siamo concentrati sul proseguimento degli studi come specializzazioni e Master. Ovviamente essendo una scuola di livello Premiere abbiamo pensato di organizzare un concorso per le borse di studio, quindi potrete tranquillamente accedere per merito. Uscendo dalla sala grande troverete i depliant esplicativi con tutti i tipi di materie che potrete frequentare e nella bacheca vi saranno tutti i candidati per la borsa di studio. Grazie per l’attenzione- e si mise a sedere nuovamente-

Nella Sala grande era sceso il silenzio. Poi dopo cinque minuti tutti riprese a parlare più animatamente di prima.

TAVOLO DEI SERPEVERDE.

" Figlio mio, la vita qui ad Azkabam è peggio di quanto pensassi. Pensa che ho il bagno, il letto a baldacchino, la sala da pranzo, la credenza con i the orientali, ed i miei libri tutti nella stessa stanza. Mi sento male solo a guardarla. Non ho neanche le forze per pulirla, per fortuna un dissennatore si è offerto di farmi le pulizie, sai con la mia allergia alla polvere, poi un brav’uomo della cella accanto si è offerto di lavarmi la biancheria. Possiede, nella sua cella, un manufatto di natura babbana che pulisce gli indumenti con una sostanza schiumosa. Boh, forse è per questo che si chiama bavatrice, o qualcosa del genere.

Ma non ti ho scritto per assillarti con i miei innumerevoli problemi. Ti volevo ricordare che questo fine settimana è il compleanni di tua nonna Dora. Mi raccomando, vai a trovarla. Lo so che è pazza e fa un po’ paura per la sua aria di superiorità ma è sempre mia madre e almeno con suo nipote vrrei che avesse un buon rapporto. Assecondala in quello che dice. Grazie ancora ora devo andare a giocare a quidditch con i galeotti del terzo piano. Che vita fatta di stenti. Tuo padre Lucius."

- Oh cazzo!!!- esclamò il biondo.

- Cosa? - chiese Blaise.

- La nonna … il quidditch …- mormorò sconnessamente Draco.

- In che senso Draco? Tua nonna gioca a Quidditch?- provò ad ipotizzare Zabini.

- No! Quest’anno sono io il capitano … Devo organizzare la squadra di Quidditch! Me ne sono ricordato solo ora! Porca puttana!- cominciò ad imprecare il bel Malfoy.

- E tua nonna cosa c’entra?-

- Ho quest’altra gatta da pelare questo fine settimana, è il compleanno di quella pazza di Dora!!! E non posso occuparmi delle selezioni!!-

- Ma se tu ora sei il capitano… chi sarà il cercatore?- chiese ancora l’amico.

- Ci sto pensando Blasie, credimi.- rispose mentre apriva la seconda pergamena.

" signor Malfoy, è superfluo dire che con il suo comportamento mi ha veramente deluso. Le ho risparmiato l’espulsione mantenendo il segreto con la prof. McGranitt ma la devo ugualmente punire per ciò che ha fatto. Zero Renato"

- Maledizione, ci mancava pure questa!!!!- esclamò Draco.

Zabini, sta volta senza chiedere, lesse il biglietto e lo guardò preoccupato.

- Questa volta non me la posso svignare. Mi prenderò le mie responsabilità.- abbattuto si accasciò sulla sedia.

Zabini con fare consolatorio cominciò a dargli pacche sulla schiena.

TAVOLO DEI GRIFONDORO.

Gli occhi di Hermione si illuminarono di un sinistro bagliore. In un attimo tutti diventarono dei possibili nemici, rivali, tutto perché il prof. Zero aveva pronunciato le parole chiave "specializzazioni e Master, scuola italiana, Premiere, borse di studio".

Ron, vedendola fremere, azzardò:- Hermione, sicuramente anche tu…-

Lei si girò di scatto verso il rosso: - Ma certo! È ovvio Ronald! Ora vado a vedere la bacheca, poi a lezione. Dopo Aritmanzia ci vediamo per la passeggiata. E che sia una cosa veloce!!- si alzò e di corsa si diresse verso l’uscita: non stava nella pelle ma era scontato che il suo nome fosse in quella lista.

Ron sconfortato guardò l’amico e poi la sorella:- Mi va tutto storto ragazzi! Ora con questa storia della borsa di studio diventerà insopportabile-

Harry e Ginny si guardarono dispiaciuti quanto lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Lo Strano caso di Blaise Zabini ***


L'apparenza inganna ma non è il tuo caso

Capitolo 7

 

Lo strano caso di Blaise Zabini



Quella settimana cominciava proprio male.
Anzitutto l’attentato alla Granger era andato a farsi benedire, ritorcendo questa cattiva sorte sui serpeverde stessi che ormai non potevano fare a meno di percepire ad un miglio di distanza la presenza di Millepiedi Bullstrode, figurarsi avercela in sala comune.
E adesso Draco doveva risolvere questa situazione.
Difatti la punizione del professor Zero consisteva proprio nell’elaborare quel difficilissimo antidoto che proprio il docente aveva inventato per la fantomatica cugina di Draco.
Aveva davanti a se una miriade di ampolle di diverso colore e un calderone che attendeva fumante.
Sfilò una sigaretta dal pacchetto e la accese con la punta della bacchetta.

-Non è una punizione vera e propria, signor Malfoy .. Lo consideri come un opportunità di passare un po’ di tempo con se stesso-. L’espressione del professore era insolitamente seria. -Conoscere se stessi è importante, perché a volte le scelte della nostra vita sono vincolate da scelte che altri fanno per noi e crediamo che sia giusto così, finchè un giorno non ti ritrovi a pensare che non era ciò che volevi-.
Draco lo guardava come se quel discorso non gli riguardasse: -mphf-.

Però ora ci ripensava a quelle parole…
Era proprio vero. L’aula deserta di Pozioni facilitava il flusso di pensiero.
Estrasse dalla tasca la foto di Hermione con quel ragazzo. Chiuse gli occhi e per un attimo provò ad immaginarsi nei suoi panni.
Cioè non in braccio al bell’imbusto, ma sulla spiaggia a fare baccano con una bella bottiglia di quella bevanda tedesca che chiamano birra. Nei locali a ballare con gli amici e fare i cretini con le ragazze senza poi doversele per forza portare a letto. A non pensare. A divertirsi semplicemente.
Maledetto Zabini. Troppe volte parlava con lui delle usanze babbane.
Vergogna. Essere un purosangue era il più grande prestigio nel mondo della magia.
Maledetta mezzosangue. Mai avrebbe pensato di volersi sentire come lei.

Lupus in fabula.

-emh emh- Hermione decise di palesare con un finto tossire la sua presenza nella stanza.
Draco riaprì lentamente gli occhi e li puntò su di lei, per niente sorpreso. Ripose nella tasca la foto.
-ho avvertito la tua inutile presenza da subito Mezzosangue- disse con il suo solito tono.
-ah ah …- fece lei snobbando le sue parole. -Cercavo il prof. Zero ma al suo posto vedo solo un damerino-.
-fuori dalle palle Mezzosangue, ho da fare- cercò di liquidarla.
-Volevo solo i moduli per la richiesta di borsa di studio, visto che IO sono una dei candidati- fece lei pavoneggiandosi.
-Ti prego mezzosangue, cosa vuoi che mi importi delle tue conquiste scolastiche, sono le uniche che fai ..-strinse la sigaretta nel pugno. Quando lo riaprì non c’era più niente.
"bel trucco" pensò la ragazza ignorando un'altra volta l’apprezzamento del biondo "devo impararlo anche io, come mai non lo so?".
Il ragazzo era troppo indaffarato con la pozione per cimentarsi come al suo solito con insulti vari.
Incuriosita dal gran da fare del biondino si accostò piano al suo tavolo da lavoro.
- Quale parte del mio invito a dissolverti non era chiara?- fece lui indignato per il fatto che lei avesse ignorato il suo ordine.
Dopo una breve pausa la bella grifondoro chiese:- Cosa ci facevi in camera mia ieri sera, Malferret?-
- Non sono cose che ti riguardano!- rispose con noncuranza.
- Che faccia tosta! È la mia camera!- sbottò lei.
- Posso fare quello che voglio io!- esclamò prepotente.
- Non credere! Non ti puoi introdurre furtivamente nella camera personale degli altri studenti! Se lo sapessero..- cominciò a predicare lei.
- Smettila! Volevo capire perché non eri alla festa, dannata! E nessuno deve sapere!- il biondo si innervosì ma non smise di armeggiare con le ampolle.
- E per quale ragione, di grazia?- chiese sorpresa.
- Volevo umiliarti davanti a tutti! Stupida femmina!-
Hermione sgranò gli occhi incredula. – Sei uno stronzo Malfoy!-
- Mai quanto te, mezzosangue!-
- Idiota, tu non puoi fare il quello che ti pare sai?-
- Mi stai fracassando le palle!-
- Tu .. tu ... essere spregevole!-
- Ah Ah Ah-
- Spocchioso figlio di papà…- ciò che più la stava innervosendo era la noncuranza con cui la stava trattando.- E guardami quando ti parlo- dicendo questo lo strattonò e tre ampolle caddero per terra, mescolando i contenuti.
- Guarda cosa hai combinato razza di…- si piegò per raccogliere i vetri ma non finì di parlare che inspirando i fumi del liquido sconosciuto si accasciò per terra.
Hermione, vedendo la scena, non reagì subito.
Poi toccò con il piede il corpo esanime.
- Malfoy? Ti senti bene?- non che si aspettasse una risposta, data la situazione.

Zabini passeggiava tranquillamente per il lungo corridoio che portava alla biblioteca. Girando l’angolo si trovò faccia a faccia con Ju, poggiata con le spalle al muro. Lo aspettava.
- Non fare mai più il cavaliere con me! non ne ho bisogno!- disse lei senza scomporsi troppo.
- Non mi sembravi di questo parere ieri sera! Mi spieghi perché quegli idioti di tassorosso ce l’avevano con te?- ghignò.
- Senti, l’unico motivo per cui non ti ho messo k.o. è…- una strana ma conosciuta sensazione pervase il suo corpo, i suoi occhi si dilatarono, iniettandosi di sangue. Si nascose il volto con una mano. - … tu piaci a Marie, mi è parso di capire.-
Lui osservò questo suo atteggiamento: - Cosa ti prende?- ma subito l’attenzione del ragazzo venne catalizzata da una goffa figura femminile che si trascinava con aria furtiva, cercando di trasportare una sagoma molto familiare.
- Che cazzo … - e scattò in avanti superando Ju. – Ehi Granger, cosa diavolo succede?- dicendo così l’aiutò a sostenere l’amico.
Draco alzò la testa, lo guardò con gli occhi strabici, fece un sorriso da ebete e disse: - tu.. tu sei il migliore qua dentro, amico, il migliore …- poi ritornò con la testa a ciondoloni.
Ju si fermò ad osservare tutta la scena
- Cosa gli hai fatto?- ringhiò contro la spaventata grifondoro.
- Niente.. ti prego aiutami, giuro che ti racconto tutto!!!- rispose la ragazza che si lasciò scappare due innocenti lacrime, dispiaciuta.
- Seguitemi, conosco un posto tranquillo- si intromise la ragazza dai capelli smeraldini.
Guidò i tre ragazzi in un ala della scuola sconosciuta, attraverso un’attenta combinazione di scale.
Ogni tanto Draco alzava la testa per dire qualche stranezza, tipo che gli piacevano i campi di grano assolati e il profumo dei boschi dopo la pioggia.
Arrivati in una grande sala polverosa, ammobiliata ma abbandonata a se stessa, Hermione raccontò l’accaduto a Blasie e non ci volle il veritaserun per capire che non stava mentendo. Piangeva sinceramente crucciata.
Zabini le diede une tenera pacca sul capo: - ok, ok, Granger, smettila di piangere e vediamo di risolvere questo problemaccio … Non sarà molto contento quando si riprenderà!-
Hermione si asciugò le lacrime piacevolmente sorpresa dall’atteggiamento di Blaise.
Ju si sedette per terra, distante e cominciò a guardare annoiata.
- Ho portato il libro di pozioni con il tomo specifico per gli antidoti.-cominciò Hermione.
- Non guardare me… io non ci capisco niente- rispose lui.
Improvvisarono una brandina con un divano impolverato dove posarono Draco che non faceva resistenza.
- Senti Blasie, qui dice che bisogna conoscere il contenuto delle fiale utilizzate per questo veleno …- disse Hermione cominciando a leggere.
- Embè?-
- Io.. non ho idea... – balbettò timidamente la giovane strega.
- Cosa? Andiamo Granger.. tu sei la migliore di tutta la scuola..- rinfacciò Balsie.
- Io non so cosa stava preparando... quelle ampolle… solo lui sa..-
- Peccato che lui sia in questo stato Granger!-
- Io davvero non so, Zabini-
Il biondo riaprì di nuovo gli occhi e guardò la grifondoro:- tu … tu sei la femmina che più ammiro qui dentro.
Hermione sgranò gli occhi.
- Non lo posso vedere in questo stato! È chiaro che sta MOOOLTO male!!!- apostrofò Blasie disperato.

Silenzio.

- Coff coff - Ju tossì per la polvere.

Serviva una soluzione veloce e Hermione si stava spremendo le meningi.
Dopo una lunga pausa di riflessione la ragazza azzardò: - conosco un’incantesimo di trasferimento. Se io trasferisco tutti questi effetti collaterali su di un altro soggetto allora Draco potrebbe aiutarci-
- Buona idea Granger, allora prestati per questo trasferimento!- fece tutto contento il bel serpe verde.
Hermione deglutì con forza.
- Però non sono sicuro che una volta rinvenuto poi ti darebbe una mano per riportarti alla normalità- continuò.
La grifondoro lo guardò terrorizzata.
Blasie si rivolse a Ju:- potresti prestarti tu, no?-
La corvonero si limitò a mostrargli il dito medio.
- A quanto vedo non ho altra scelta.- e dicendo questo si stese vicino all’amico.
Evidentemente sollevata ,Hermione si mise tra i due e cercò di concentrarsi al massimo.
- Allora, Granger!- esortò Zabini.
- Mi stò concentrando!-

Passarono alcuni minuti.

- Ma insomma, lo conosci o non lo conosci quest’inc…- Zabini non fece in tempo a finire che strabuzzò gli occhi e perse i sensi.
Hermione era riuscita nel suo intento e osservava compiaciuta come le sorti dei due si stavano invertendo.
Malfoy aprì gli occhi di scatto e mettendosi a sedere si guardò intorno.
Una sala troppo trascurata per i suoi gusti, la corvonero "salvata" da Blasie, la Granger e il suo amico steso per terra.
- Che diavolo è successo?-

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- Micadmia, loreno e baccilla. Tre estratti che mescolati formano un potente veleno. Non sarà facile risolvere questa situazione, anche perché se passa molto tempo entra in circolo nel sangue- pensò a voce alta. – Granger fammi da assistente-.
La ragazza obbedì. Mai avrebbe voluto sottostare agli ordini di Malfoy ma si riteneva responsabile dell’accaduto e avrebbe fatto di tutto pur di riscattarsi.
Assistette Malfoy nella preparazione dell’antidoto.
Zabini peggiorava. Dalla bocca fuoriuscì della schiuma.
- Accidenti!- gridò Draco che perdeva via via la calma.

L’antidoto era riuscito. Draco, visibilmente preoccupato, lo fece bere all’amico.
Purtroppo non causò nessun effetto positivo.
- Maledizione!- urlò di nuovo, tirò un pugno su di una colonna e si ferì la mano.
Hermione era nel panico più assoluto ed anche Ju cominciava a preoccuparsi.
Malfoy si voltò di scatto verso la grifondoro – Perché hai usato l’invertum su di noi? Perché non hai lasciato che questa sorte toccasse a me?- le gridò contro il ragazzo.
La ragazza non sapeva cosa rispondere. Era a metà fra il senso di colpa e lo stupore nello scoprire che Draco tenesse all’amico più di se stesso.

Poi il ragazzo venne folgorato da un’idea e rivolse le sue attenzioni a Ju.
- Tu! Tu dovresti essere una Espinoza vero?- le chiese senza la sua proverbiale calma.
La ragazza si alzò e si diresse lentamente verso di lui. –Si!- disse spiccia, sapendo dove il ragazzo stava andando a parare.
- L’ho capito poco dopo aver ascoltato il racconto di Blaise- disse guardandola dritta negli occhi.
Hermione non ci capiva più nulla. Aveva letto qualcosa sul libro di Storia della magia riguardo la stirpe spagnola degli Espinoza, ma ormai era stata considerata estinta.
- Fa in modo che il sangue avvelenato venga via, ti prego!- la implorò Malfoy.
- Ci sono degli effetti collaterali, sai?- disse seria.
- Non importa, fa in fretta!- disse lui risoluto.
- Bene, allora porgetemi i vostri polsi.- cominciò Ju.
- Perché?- Squittì nervosamente Hermione.
- Per suggellare il patto!- rispose Ju.
- In che senso?- continuò a domandare la mora.
- Nel caso dovessi approfittare della situazione voi sareste gli unici a potermi fermare!- spiegò la corvonero.
- Continuo a non capire-
- Ti prego mezzosangue! Non c’è tempo!- così dicendo Malfoy si scoprì il polso e subito il marchio nero sulla pelle diafana del ragazzo saltò agli occhi.
Hermione non lo aveva mai visto. Questo la fece rimanere scioccata.
Anche Ju rimase un attimo perplessa.
Poi si rivolse alla ragazza: - Porgimi il polso-
La riccia era ancora titubante.
- Ti posso assicurare che non ti accadrà niente di irreparabile- la rassicuro Ju.
Allora anche la Granger si scoprì il polso.
La corvonero ci fece un piccolo taglio, sia all’una che all’altro, recitò qualcosa e fece combaciare le due ferite. Poi si avvicinò la bocca alle due ferite e leccò il sangue.
Lui, stranamente, non si lamentò per niente ed Hermione si chiese mentalmente come mai.
Ju cominciò a recitare qualcosa in una strana lingua. Poi, con tono solenne si rivolse ai due ragazzi: -questo è un patto stretto con un vampiro. I due testimoni hanno il compito di frenare il sangue.-
Hermione non credeva alle sue orecchie. Aveva appena stretto un patto di sangue con un vampiro, razza infida e perversa, alleati di Voldemort, ed aveva mischiato il suo sangue con Malferret. Lentamente volse lo sguardo verso Draco.
Il ragazzo era serio. La mascella contratta e lo sguardo deciso.
Ju si chinò verso Zabini: - non lasciate che i miei capelli cambino completamente colore.- disse prima di avvicinarsi al collo del ragazzo.
I suoi occhi si iniettarono di sangue, gli incisivi diventarono aguzzi ma in quel momento sembrava infinitamente sensuale.
Morse il collo di Zabini, proprio all’altezza della giugulare e cominciò a succhiare.
Hermione non poteva fare a meno di pensare che il tutto era veramente raccapricciante ma in lei cresceva una sorta di malsana eccitazione.
- È il sangue- disse piano Malfoy. Hermione lo guardò intensamente. – il rito dei vampiri è profondamente legato al sangue, alla carne e a tutto ciò che è istinto. Quindi implica anche le pulsioni sessuali-.
La Grifondoro abbassò lo sguardo, scandalizzata. Perché tutto ciò che aveva a che fare con Draco Lucius Malfoy era profondamente oscuro e perverso?
Intanto i capelli di Ju cominciavano a diventare color cremisi.
- Appena ti do il via poggia la mano sulla sua spalla, Granger- disse posizionandosi dietro a Ju.
Hermione annuì.
Zabini ogni tanto faceva smorfie di dolore e i capelli di Ju continuavano a tingersi.
- Ora, Granger.- così dicendo Draco impose la mano sulla spalla della vampira e l’altra fece lo stesso.
Ju si stacco dal corpo del moro serpe verde gridando di dolore. Poi si allontanò dal gruppo e si rannicchiò in un angolino tenendosi la testa tra le mani.
Hermione seguì tutti qusti suoi movimenti mentre Draco si precipitò sull’amico che intanto aveva riaperto gli occhi.
- Stai bene amico mio?- disse il biondo controllando la ferita sul collo che andava rimarginandosi.
- Cosa è successo, Draco. Mi sento a pezzi e … non so come spiegare ma avverto una stranissima sensazione …- rispose l’amico frastornato.
- Ora ti porto a letto così ti riposi-
Draco si caricò l’amico sulle spalle.
- Devi stargli vicino per un po’ di giorni … ora è sotto la mia malia.- lo avvertì Ju.
- Si….- si diresse verso la porta e prima di uscire dalla sala disse un ultima cosa rivolta alla vampira :-Grazie-
Hermione, quando si rese conto di essere rimasta sola con Ju, sgattaiolò veloce fuori dalla sala.
La ragazza, i cui capelli erano tornati perfettamente color smeraldo, si mise a ridere.

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Care ragazze vi ringrazio degli apprezzamenti (star_95 sopratutto).
Questo capitolo è meno divertente degli altri, anzi diciamo che non lo è per niente.
Comunque volevo far capire che una persona quando ha paura di perdere qualcuno a cui tiene cambia completamente atteggiamento.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


L'apparenza inganna ma non è il tuo caso

Quando Hermione rientrò in sala comune trovò Ron addormentato sul divano con una rivista sportiva in mano.

- Ron… Ron… - sussurrò la ragazza cercando di scuoterlo.- Ron… La nostra passeggiata.-

Dal canto suo, il ragazzo non amava particolarmente essere svegliato mentre sognava di giocare nella nazionale inglese di Quidditch, rispose impastando un :- Vacci da sola-.

E questo era per Hermione proprio il momento giusto per scaricare la tensione accumulata.

- Cooooosa?- la giovane strega si alzò in piedi sovrastando minacciosamente il ragazzo che si era appena reso conto dell’errore commesso.

Qualche minuto dopo davanti alla signora grassa vi erano Harry e Ginny:

- Dieci a uno per Hermione! Ragazzi, ce la farà questa volta il rosso a difendere il suo onore di uomo? Puntate, puntate e sappiate che non tutto è sempre come sembra!! Forse il nostro amico questa volta ha degli assi nella manica. Chi lo sa?-

Intanto tutti i grifondoro puntavano sulla ragazza.

L’incontro si concluse qualche minuto dopo con un Ron schiantato e una Hermione finalmente tranquilla che accarezzava il suo gatto Grattastinchi di fronte al caminetto della sala comune.

Colin Canon aveva preso il posto di Harry e Ginny davanti all’ingresso e vendeva le foto con la cronostoria dell’ultimo Hermione vs Ron.

La rossa e il bambino sopravvissuto presero posto di fianco della vincitrice.

- Un bel mucchio di soldini, eh?- fece la ragazza tendendo la mano verso i due.

Harry, sbuffando, consegnò il ricavato delle scommesse all’amica.

- Pensavate di arricchirvi alle mie spalle? Questi soldi sicuramente saranno devoluti ad una causa più benefica che a comprare una montagna di preservativi.-

Ginny ringraziò il cielo che il fratello fosse ancora privo di sensi.

- Ginny, a proposito, ci conviene approfittarne ora che tuo fratello è fuori uso, sennò chissà quanto dovremmo ancora aspettare per togliercelo dalle scatole.- disse Harry rivolto alla sua ragazza.

- Hai ragione, amò. Andiamo. Buona notte Herm.- fece la ragazza tutta contenta.

Hermione rimase là, sospirando e chiedendosi quando sarebbe accaduta a lei una cosa del genere. Si girò a guardare Ron riverso per terra ed ad un tratto ebbe una visione di lei e Ron a letto.

Ron:- allora vado!-

Hermione:- è la quarta volta che lo dici , vai!-

Ron:-… stò andando bene?-

Hermione:- Io non sento niente-

Ron:-Ops, infatti non era entrato! Allora vado!

Hermione:- Ti prego, Ronald!-

Ron:-… va un po’ forte!-

Hermione:- Mica è il cambio di un auto!-

Ron:-Spostati più a destra-

Hermione:- ……….-

Ron:-…. A sinistra…-

Hermione:- ………..-

Ron:-Forse ci sono-

Che disastrooooooooooo.

Non riusciva proprio a vedersi… magari non era ancora entrata nell’ottica di concedere il suo corpo. D'altronde era passato davvero poco tempo dal suo primo bacio, ovviamente con Ron. E non era stata quella grande esperienza che tutti le avevano raccontato. Poi le volte successive erano andate meglio.

Comunque le cose graduali erano proprio nel suo stile. Hermione Jane Granger non era per le botte di testa. Valutare per bene e decidere.

Ma…

Quante cose aveva scoperto durante quella giornata.

Malfoy che sapeva preparare una pozione di cui lei ignorava l’esistenza, conosceva l’incantesimo Invertum e non era da tutti.

Sapeva benissimo che Blaise adorava Draco, ma non pensava che la cosa fosse reciproca.

Poi c’era quell’ala del castello che lei non conosceva. Invece quella Ju, arrivata da poco, aveva nozione anche delle combinazioni delle scale.

Ed ancora, fatto più sorprendente di tutti, era un vampiro. E tutto ciò che le aveva no detto dei vampiri era tremendo. Ma la sua sete di conoscenza non riusciva a darsi pace. Voleva sapere. Voleva conoscere.

Ed aveva paura.

Anche perché ancora una volta aveva avuto a che fare con Malfoy. Chissà con quale assurda imputazione avrebbe di nuovo giustificato qualche brutto tiro nei suoi confronti.

Bè, d'altronde aveva attentato alla sua vita. Però non l’aveva fatta di proposito.

Decise di dormirci sopra. Come diceva Rossella O’Hara "ci penserò domani".

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SALA COMUNE DEGLI SLYTHERIN

Blasie e Draco discutevano a bassa voce sul da farsi riguardo ciò che era accaduto.

- Ricapitoliamo, Draco. Io sono stato morso da un soggetto che pensavo fosse un uomo, invece era una donna e non una normale… un vampiro! Sono stato preso per culo due volte.- Zabini cercava in tutti i modi di mantenere basso il tono della voce.

- Blaise evita di alzare la voce. Abbiamo lasciato che ti mordesse per salvarti la vita. Il veleno era entrato in circolo e l’unico modo per salvarti era quello di tirare fuori il veleno in qualche modo. E quella Ju era l’unica a poter fare questo.- spiegò pacatamente il biondo.

- Ma questo vuol dire che sono sotto il suo comando ora… sono l’umile servo di un vampiro! Ed io diventerò un vampiro a mia volta … si, lo sento. Il mio cuore sta già diminuendo i suoi battiti ed infatti anche la mia bellissima carnagione ha perso il suo naturale colorito roseo … no, non voglio morire. Ho troppe donne da conquistare … il mondo ha bisogno di me. un momento, ma se io divento un vampiro sarò anche un mortale. Beh, non potrò più accompagnare mia madre in chiesa la domenica ma tutto sommato…- Blaise aveva iniziato il suo soliloquio che prometteva bene in quanto a durata ma l’amico lo interruppe sbalordito.

- Accompagni tua madre in chiesa? Ma che bel signorino che sei… - apostrofò ridendo.

- Io .. Io lo faccio ogni tanto.. Non sempre- Zabini avvampò.

- Senti.. te lo spiego una volta sola. E non mi interrompere. Dopodiché potrai avanzare tutte le domande che vuoi su i punti poco chiari.- dicendo ciò Draco ritornò serio .

- Ok- rispose semplicemente l’amico.

- Allora, anzitutto togliti dalla testa tutto quello che hai visto in tv sui vampiri. Gli Espinoza poi … sono un’antica famiglia di stregoni imparentati con i vampiri veri e propri. Diciamo che sono degli umani che hanno gli straordinari poteri dei non morti, vivono più a lungo di noi e hanno una sfrenata passione per il sangue. Soprattutto se è sangue buono. Ho dovuto stringere un patto di sangue con la Granger e la sanguisuga perché il tuo stato di vittima dalla malia del morso fosse reversibile. E Dio solo sa quanto mi è costato mischiare il mio sangue con quello della zannuta grifondoro.- alzò gli occhi al cielo.

- Ma non potevi farlo tu da solo?- chiese l’altro.

- No. I patti dei vampiri sono fortemente legati alla tradizione cristiana. Bisogna essere sempre in tre, come la santa trinità. Non avevo scelta, ti pare?- spiegò il biondo.

- Effettivamete. Grazie amico, capisco quanto ti è costato, ti devo la vita. Quindi non diventerò un vampiro. Ora, in cosa consiste la malia di un vampiro?- chiese ancora Blaise.

- Questa è davvero una gatta da pelare. Per i prossimi sette giorni dovrai cercare di stare lontano da quella tipa.- lo ammonì Malfoy.

- È un po’ difficile visto che è l’amica del cuore della ragazza che mi piace. Ma perché poi?- il bel moro iniziava a non capirci molto.

- Ascoltami. Io non ne so molto ma .. più sarai vicino a lei e più il richiamo del sangue sarà forte. Potresti trovarti a fare cose che non vorresti. E proprio davanti alla ragazza che ti piace.- continuò serio Draco.

- Oh no. Cosa posso fare? E se me la ritrovo davanti?- Zabini sembrava visibilmente disperato ma non riusciva a nascondere un mezzo sorriso canzonatorio.

- Ridi, ridi, stronzetto. Sarò costretto a starti alle costole visto che io ho stipulato il patto ed io ho il potere di tenervi a freno.- rispose sbuffando l’altro.- ma dopo le lezioni ti chiudi in dormitorio che io devo ancora scontare la punizione con il prof.Zero e non posso pensare a te.-

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Non preoccupatevi, il peggio deve ancora venire.

Tornando a noi, questo è un capitolo esplicativo. Non potevo non chiarire la situazione. Ci sono molti punti su cui devo ancora tornare ma per il resto ho delineato tutto abbastanza bene nel mio cervello.

Dubbi? Perplessità? Domande? Consigli?

Molte cose le scrivo di getto e poi le posto. Non ho il tempo di vergognarmene.

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Capitolo 9
*** Voldy capretto espiatorio ***


L'apparenza inganna ma non è il tuo caso

Capitolo 9

 

VOLDY CAPRETTO ESPIATORIO

Hermione si svegliò di buona lena e, come ormai faceva ogni mattina, si appostò davanti allo specchio per il discorso sull’autostima.
- Allora Hermione, il mio sesto senso di strega mi dice che oggi sarà una giornata particolarmente impegnativa. Punto primo: tenere il muso a Ron, anche se so che cercherà di farmi ridere in tutti i modi. Punto secondo: dopo le lezioni andare dal prof. Zero per la borsa di studio. Punto terzo: passare dalla biblioteca al più presto, c’è una cosa che voglio controllare. Punto quarto: domani sera c’è la riunione del comitato studentesco. Chissà quante cazzate fioccheranno. Ma tu, Hermione, mantieniti calma. Sei al top!!!-
Lo specchio rifletteva esattamente ciò che Hermione voleva far vedere ma la realtà era un’altra: più andava avanti e più le sue sicurezze vacillavano. Quale futuro si prospettava per lei? Con Harry e Ron si era ripromessa di diventare un Auror ma questo era dipeso dal suo istinto di protezione verso Harry. Se Voldemort non fosse esistito quali sarebbero state le sue decisioni? E la borsa di studio per il master in Italia le sembrava un ottima pausa di riflessione.
Ma chi voleva prendere in giro? Tutte queste motivazioni erano reali ma rappresentavano solo uno spicchio di 360 gradi. La personalità di Hermione Jane Granger, genio di natura, era così ricca di sfumature che un futuro così limitato non sanava la sua sete di ambizione. Magia bianca, magia nera, alchimia… lei voleva conoscere tutto.
Sospirò sonoramente.
- Eh dai Herm, mio fratello è solo un po’ stronzo e poco pratico per quanto riguarda l’universo femminile ma sono sicura che ti vuole veramente bene.- la voce gioviale di Ginny la fece destare dal turbine di pensieri in cui era sprofondata.
- Ah, si. Ne sono sicura. Sono ancora un po’ incazzata- fece lei sorridendo di circostanza e non riuscendo a confessare che non ci stava neanche pensando a quello stupido di Ron.
- Dai, andiamo a fare colazione. – la rossa la prese sottobraccio e Hermione si lasciò trasportare.
Come aveva previsto Ron fece lo scemo per tutta la mattinata. Ma lei fu ferma sulle sue posizioni e tenne saldo il suo broncio. Ormai aveva anche dimenticato il perché della sua sfuriata ma, come ogni ragazza della sua età, si era intestardita sulle sue posizioni.
Durante la lezione di pozioni Ron decise che era inutile fare il buffone e si appartò con Harry per parlare dei nuovi schemi di gioco che avrebbero dovuto adottare durante le prossime partite.
Come previsto la lezione si svolse all’esterno e il prof.Zero quel giorno introdusse i ragazzi allo studio delle pozioni che modificano gli agenti atmosferici e le cose esistenti in natura. Hagrid gli faceva da assistente.
- Allora miei adorati sorcini- fece in direzione dei ragazzi e dando le spalle al lago – la pozione che ho preparato oggi interagisce con l’H2o, ovvero l’acqua.- ed estrasse dalla manica a pipistrello paillettata della sua tunica una boccetta con del liquido trasparente – ovviamente sono stato cauto nel minimizzare la potenza di questa pozione per non dare fastidio alle creature del lago, per cui, versando il contenuto di quest’ampolla sulla parte interessata, potrò padroneggiare senza problemi questo elemento naturale. Allora, prima di darvi una dimostrazione pratica, vi spiegherò la sua composizione. Prendete appunti. –
Tutti, o quasi, estrassero le pergamene per scrivere. Uno di questi era Draco Malfoy, che era appena riuscito a trovare un punto abbastanza distante da Millepiedi Bullstrode ed abbastanza appartato per evitare le lagne della Parkinson e la vista del trio miracoli. Zabini lo raggiunse e si lasciò andare mollemente sul prato, vicino all’amico che prendeva appunti come un forsennato. Il moro non proferì parola finchè il professore non smise di dettare e si dedicò alla dimostrazione pratica. Sapeva quanto Draco ci tenesse alle lezioni di pozioni.
Dopo un minuto di silenzio surreale, in cui Draco si dedicò alla ricerca di un puntò in cui lo sguardo del docente non riusciva a raggiungerlo per fumarsi una sigaretta, finalmente disse : - Ed ora come faccio ad avvicinarmi a Marie? Io voglio parlarle, voglio farle capire quanto infinitamente stupendo sono nel più breve tempo possibile, voglio portarmela a letto.-
- Rabbrividisco alla velocità con cui sei passato dal rapporto verbale a quello fisico- commentò il biondo inspirando del fumo.
- Eh dai, Draco, mi sento gambizzato. So che non ci posso fare niente ma accogli il mio sfogo da buon amico.- si lagnò il bel moretto.
Malfoy lo fissò per un attimo, poi si rese conto che non era il caso di fare battutine taglienti sulla sua condizione. Sapeva quanto era dura per Zabini stare lontano dall’obbiettivo che si era prefissato. Gli diede una pacca amichevole sulla schiena, comprensivo.
Intanto il prof. Zero aveva versato la pozione nelle acque del lago. Poi iniziò ad agitare la bacchetta e subito si sollevarono delle bolle liquide che seguivano i movimenti dettati dal docente.
Era uno spettacolo esaltante e ben presto anche Corvonero e Tassorosso interruppero le lezioni per raggiungere il cortile e gustarsi lo spettacolo.
Blaise notò subito Marie e fu colto dall’impulso irrefrenabile di raggiungerla.
- Draco, posso?- fece all’amico con tono supplichevole.
- Mica mi devi chiedere il permesso, idiota!- lo rimproverò. Si guardò per bene intorno. Della tipa dai capelli verdi nemmeno l’ombra. – La sanguisuga non c’è, quindi dovresti essere ok. Bada bene, però che se dovesse arrivare verrò prelevarti con la forza.-
Tutto contento, il moro si diresse verso la ragazza.
Draco lo osservava e non potè fare a meno di invidiarlo.
Non riusciva più ad essere sereno da quando Lucius gli aveva scritto quella lettera. Il bagno, il letto a baldacchino, la sala da pranzo, la credenza con i the orientali tutti nella stessa stanza… non sarebbe riuscito a vivere così. Che grande forza d’animo possedeva suo padre!
Non voleva fare la stessa fine! Ne tantomeno voleva morire!
Perché non poteva decidere serenamente del suo futuro?
-le scelte… quest’anno sembra l’argomento preferito di voi ragazzetti - la sua voce arrivò come un sussurro al suo orecchio.
Draco si voltò di scatto. Aveva esattamente espresso ciò a cui lui stava pensando.
- Sei un abile legilimens, vedo- sviò il discorso.
- Ti sbagli Draco – disse Ju ammiccante – io non ho bisogno di leggere nel pensiero-. Stava lì, dinanzi a lui con la solita divisa maschile e degli occhialetti alla Janis Joplin, perché il sole le dava un po’ fastidio.
- Come, scusa?- Draco scosse la testa deridendola incredulo.
- È il tuo sangue che me lo dice … - la ragazza estrasse un pacchetto di sigarette che lui non conosceva e ne prese una.
La accese.

Odore di vaniglia.

Fece cenno a Draco di servirsene.
Il ragazzo era disorientato da quell’ultima rivelazione ma, con fare disinvolto prese una sigaretta e cercò di nascondere il suo sgomento.

Black Devil, era questa la marca delle sigarette ed erano incartate con una cartina completamente nera.
Ju rise di gusto: – Quando assaporo il sangue di qualcuno io riesco a percepirne le sensazioni, emozioni, il suo codice genetico e … - fissò intensamente il ragazzo negli occhi : –… i ricordi-.
La sigaretta cadde dalla bocca di Draco.
Era completamente paralizzato.
I suoi ricordi…
I suoi ricordi erano qualcosa di veramente pericoloso se era qualcun altro ad esserne in possesso.
Ju inspirò profondamente, gustandosi l’espressione sbigottita del biondino.
- Ti ho lasciato senza parole, Draco?- lo chiamava per nome.
Ora avrebbe dovuto scagliarli un avada Kedavra e nascondere il suo corpo ma… Non ci riuscì.
Quello sguardo l’aveva completamente immobilizzato.
Hermione, che proprio in quel momento si era spostata per osservare meglio lo spettacolo del lago, notò in lontananza i due e l’espressione del ragazzo la incuriosì talmente tanto che decise di avvicinarsi e nascondersi per ascoltare la loro conversazione.
Draco riuscì solo a recuperare la sua espressione strafottente caratteristica: - Non dovresti essere così audace nel confessarmi queste cose, Espinoza.-
- Ammetto che Lucius mi ha dato qualche noia in passato, tipo con la persecuzione a mia madre, assecondando quella fottutissima stronza di mia nonna ma … Il suo sangue mi ha detto che non è lui che ha dato inizio a tutto questo e non è con lui che finirà- fece lei, sempre con molta nonchalance.
- Cosa c’entra il sangue di Lucius? Non mi dirai che… - dicendo ciò il ragazzo perse visibilmente la calma.
Lei ancora più divertita rispose – sai, prima che fosse rinchiuso ad Azkabam, Voldemort gli aveva giocato un brutto scherzetto… Se non fosse stato per Dora e Narcissa oggi starebbe a riempire le fosse comuni create da quello squilibrato che voi adorate.-
- Tu conosci mia madre e mia nonna?- fece lui ancora più spaventato da quella situazione.
- Beh, Sabato è il compleanno della vecchia, perché non chiedi a lei?- fece avvicinandosi al ragazzo e sputandogli del fumo in viso.
Lui ghignò.


Era inutile.


Tutto quello a cui riusciva a pensare era sdraiarla per terra e strapparle i vestiti.
- Lo so quale effetto ti faccio, ma è solo un illusione. È il sangue... Per lo meno, però, ho catturato la tua attenzione. Sappi solo che quel marchio non deve necessariamente condannarti. Ora vi devo lasciare altrimenti rischio che mi saltiate addosso.- disse la vampira guardando dietro le spalle di Draco.
Il ragazzo seguì il suo sguardo e voltandosi trovo la mezzosangue. Aveva ascoltato tutto e, presa dalla malia di Ju, aveva dimenticato di nascondersi. La vampira fece per andarsene e le passò di fianco. Alzò lo sguardo verso la grifondoro e stranamente le sorrise docilmente, sussurrandole: - ti devo molte spiegazioni, Hermione. Perdonami ma cercherò di chiarirti le idee il più presto possibile.-
La ragazza annuì, un po’ spaventata. E seguì Ju con lo sguardo mentre rientrava nel castello. Poi si voltò verso Malfoy.
Il ragazzo si era portato la mano sul viso e lentamente si sedette per terra, raccogliendo la sigaretta e accendendosela.
- Mezzosangue, in questi giorni mi porti sfiga. Dimentica ciò che hai sentito e sparisci.- mormorò lui in tono piatto.
Non era il caso di rispondergli per le rime.
Ma rimase lì a fissarlo.
Lui se ne accorse ma fece finta di niente.
Poi, dopo alcuni minuti la grifoncina ritornò dai suoi amici.
Draco la osservò mentre se ne andava.
Quel phatos che si era creato fu interrotto da Blasie, che tornò dall’amico per parlare di quanto era stato fascinoso con Marie.

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Harry Potter trovò molto strano che la sua amica del cuore le avesse comunicato che doveva parlare con lui e Ron in segreto. Primo perché voleva dire che c’era qualcosa di più importante che tenere il muso a Ron e questo era segno di grossi guai in arrivo, secondo perché la cicatrice sulla sua fronte non aveva dato in escandescenza perciò non riguardava Voldemort e lui non sapeva che pesci prendere. Insomma, ogni anno si era salvato le sante chiappe dicendo sempre che, per ogni cosa era colpa di quel mattacchione di Voldy. Come quando Gazza e la McGranitt l’avevano trovato sbronzo a vagare per i corridoi della scuola. Potter, nel panico più assoluto, aveva vomitato tutto quanto su MrsPurr e la gatta del custode era andata in coma etilico. "è stato Voldemort".
O quando l’avevano beccato ammanettato al letto di Cho Chang, nel dormitorio femminile di Corvonero. "è stato Voldemort".
Oppure quando aveva scassinato il frigorifero personale di Silente, facendo indigestione di sorbetti al limone. "è stato Voldemort".
Comodo avere il cattivone di fiducia a portata di mano.
Infatti da un po’ di giorni aveva una strana sensazione.
Lui era il protagonista, quindi era molto strano che ancora non fosse stato chiamato in causa.
Entrò nel bagno del piano terra ed aprì la camera dei segreti. Scese le scale dell’ex covo del basilisco e notò che Hermione si stava già servendo all’angolo bar personale del trio miracoli.
- A me fallo doppio, tesoro. Sento che avrò bisogno di un bel po’ di whisky per ascoltare quello che hai da dirmi.- disse il bambino sopravvissuto alla ragazza, mentre si accomodava sullo sgabello di fronte al bancone.
- Già- si limitò ad affermare lei. Cosa che gettò nello sconforto il moretto.
Poco dopo li raggiunse Ron. Si guardò intorno, poi chiese ai due: - mia sorella non c’è?-
- Hermione ha detto che era una cosa segreta e … sai com’è … tua sorella va d’accordo con i segreti come Sandro Mayer con il gossip- confidò Harry.
- Bene – Ron si rilassò estraendo un pacchetto di Malboro Lights dalla tasca. Offrì anche all’amico.
- Dunque Hermione, di cosa ci vuoi parlare?- cominciò Harry pulendosi le lenti.
- Allora ragazzi- fece lei mettendo da parte l’astio verso il suo ragazzo. – Di tutte le creature di cui siamo venuti a conoscenza quale ci mancava?-
Ron, pensieroso, cominciò a contare sulle dita di una mano.
Harry, conoscendo la passione dell’amica per gli indovinelli, invece, si mise ad elencare: - beh… Draghi, mollicci, nani, troll, giganti, dissennatori- disse rabbrividendo - elfi domestici, signori oscuri, goblin, animagus, piovre giganti, sirene, cani a tre teste, basilischi, licantropi, ragni enormi – (questa volta fu Ron a rabbrividire) – ippogrifi, centauri, Piton, Lavanda Brown, Calì Patil e la nonna di Neville …-.
- Bene, ovviamente ci sono molte cose che non sappiamo ancora del mondo magico … Ma di quale essere abbiamo sempre sentito parlare ma non abbiamo mai incontrato?- fece la bella grifondoro.
- Gli alieni!- esclamò deciso Ron.
- Le pornostar!- sbottò altrettanto deciso lo sfregiato.
Hermione sbiancò di fronte a tanta stupidità: - I vampiri, idioti!!!-
- Beh, incontrare un vampiro è assai raro, ma un vampiro idiota lo è ancor di più!- mormorò Ron pensieroso.
- È vero, senza contare che dovrebbero essere molto astuti per natura …- fece l’altro riflettendo su quell’ultima considerazione.
Hermione non credeva alle sue orecchie.
Il trio miracoli…
O meglio "ho sconfitto Voldemort per sei anni di seguito perchè ho culo".
- Sentite, sapevate che esiste una stirpe di maghi vampiri?- domandò la ragazza lasciando perdere le loro considerazioni.
- Ah, non chiedere a me … io stento ancora a credere che i Dursley siano umani.- Harry rabbrividì pensando a suo cugino che fagocitava un intero tacchino.
- Mah, io ho sentito qualcosa del genere prima che iniziasse l’anno scolastico …- Ron stava sforzandosi di ricordare.
- Del tipo?- Hermione assotigliò lo sguardo verso il rosso.
- Mio padre diceva che al ministero c’era parecchio scompiglio per il fatto che Colui-che-non-deve-essere-nominato aveva dalla sua parte questi vampiri che sono anche dei potenti maghi, ma non ricordo altro.- Ron era quasi intimorito dall’attenzione che la ragazza riservava alle sue parole.
- Bingo! Gli Espinoza sono gli unici che hanno queste caratteristiche: degli esseri che sono per metà maghi e per metà creature oscure.- fece lei che finalmente era venuta a capo della nuova minaccia per Harry.
- Di cosa mi devo preoccupare?- il ragazzo sorrise tristemente.
- A scuola c’è una Espinoza! È una corvonero – lei lo guardò preoccupata.
- Perfetto! Non bastava quella sadica di Bellatrix! Ora c’è un’altra donna che vuole la mia pelle!- fece Harry.
- In realtà non so se è una vera e propria minaccia per te …- aggiunse la ragazza passandogli un altro bicchiere di whisky.
- Magari è venuta per studiare …- Ron cercò di minimizzare conoscendo quanto paranoico potesse divenire l’amico.
- Ed io non credo nelle coincidenze! Sono sicuro che quello sfigatone di Voldemort vuole combinarne un’altra delle sue! Me lo vedo già che sta preparando gli inviti per il party post-morte di Harry!- fece il bambino sopravvissuto scocciato.

In quello stesso momento.
Casa Riddle.
- Minus, tesoro, continuano a fischiarmi le orecchie e a cadermi gli oggetti dalle mani. Non riesco a preparare lo sformato di patate come si deve in queste condizioni!- si lamentò il signore oscuro tutto preso a preparare la cena con il suo grembiulino decorato con tanti serpentelli colorati.
- Si vede che qualcuno sta parlando di te!- spiegò l’altro.
- Spero solo che non stiano dicendo sempre le solite cattiverie … solo perché ho commesso qualche piccola strage, giusto per movimentare la situazione.- Voldy si imbronciò pensando all’ultima volta che era stato fotografato all'uscita di un locale babbano di spogliarelliste, accompagnato dai buttafuori, perchè si era messo in testa che quello doveva diventare il suo quartier generale.

 

Ringrazio Star_95, Jud_91 e lulu. Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento.

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Capitolo 10
*** NON SEMPRE LA VERITA'VIENE PREMIATA ***


NON SEMPRE LA SINCERITA' VIENE PREMIATA


Come da programma Hermione passò dal Prof.Zero a farsi consegnare gli opuscoli e il bando di concorso per la borsa di studio e si guardò bene dall’evitare lo stesso orario che il giorno prima l’aveva portata a scontrarsi con la bionda serpe.
- Ma che piacere vederti , Signorina Granger.- il professore le sorrise sornione.
- Si , anzitutto volevo farle i complimenti per la bellissima lezione.- la ragazza era sinceramente contenta del pomeriggio passato (parentesi Malfoyana a parte) – e poi volevo ringraziarla dell’opportunità che ci sta offrendo, con questa borsa di studio.-
- Devi sapere che c’è una cosa che ho tralasciato. Per questa borsa di studio concorreranno anche tre altri istituti: Beauxbatons (Francia), Spinaroff (Mosca) e San Pedro (Spagna).- squadrò la sua studentessa aspettandosi una reazione, ma la ragazza fu impassibile a questa sua ultima affermazione, cosa che fra l’altro gli fece piacere.- allora, vediamo di metterci in regola con le carte, tesò. Ho bisogno del tuo curriculum vitae, di registrare gli incantesimi della tua bacchetta e di qualche documento … -
- Non c’è problema.- la ragazza non perse la sua compostezza di fronte a tutta la burocrazia che richiedevano quelle pratiche.
Stettero a parlare per una buona ora. Poi strinse la mano al professore che la congedò con un “a domani”.
Ma proprio quando stava per varcare l’uscio dell’aula il prof. aggiunse:
- A dire la verità, signorina Granger, ti aspettavo già da ieri, pensavo che saresti accorsa da me dopo il comunicato … -
- Ho avuto uno spiacevole contrattempo. – si scusò la ragazza.
- Cos’è stata ieri, la giornata nazionale degli imprevisti?- Chiese ironico.
- In che senso professore?-
- Draco malfoy mi ha detto la stessa cosa, lui era qui in punizione e al mio ritorno era sparito. Però non mi ha voluto spiegare il motivo. Dovrò aggravargli la pena.- spiegò lui.
Si sentì morire.
Era colpa sua.
E per quanto le facesse piacere sapere Malferret in punizione, Hermione Granger odiava le ingiustizie.
- È stata colpa mia. – ammise dopo un minuto di silenzio.
L’uomo sgranò gli occhi.
- Cosa mi vuoi dire con questo?- il modo di parlare diretto e senza convenevoli del professore mise a suo agio la ragazza, tanto da raccontargli l’accaduto del giorno prima, eclissando sulla parentesi di Ju e fermandosi all’antidoto preparato da Malfoy, sperando che il docente non fiutasse la presa in giro.
Dopo una lunga pausa di riflessione in cui Hermione potè osservare innumerevoli cambi di espressione dell’uomo, finalmente arrivò il responso: - non mi sembra il caso di appesantire la punizione del sig. Malfoy.-
Hermione sorrise.
- Ma … - continuò – hai tolto un giorno di lavoro per l’antidoto della signorina Bullstrode.-
Il sorriso morì sulle labbra della bella grifondoro.
- D’ora in poi farai da assistente al signor Malfoy.- disse sorridendo furbescamente.
- No, professore, non mi faccia questo. Io devo studiare. Devo partecipare alle selezioni per la borsa di studio, sia comprensivo, la prego.- lo stava supplicando. Buffo vedere una Grifondoro supplicare ma il tutto era giustificato dal fatto che avrebbe dovuto fare coppia con Malfoy.
- Signorina Granger, sebbene non sono tenuto a dare delle spiegazioni, devi sapere che non è mia abitudine assegnare punizioni gratuitamente come faceva il mio predecessore. Posso solo dire che il livello che si richiede per partecipare alla selezione è più alto di quanto si pensi. Per ovvi motivi sia nel settore della pozionistica che nella difesa contro le arti oscure siete un tantino arretrati. L’unico che saprebbe affrontare ad occhi chiusi una prova d’esame come quella che ti proporranno è il signor Draco Malfoy. Potrebbe esserle molto utile.-


- Non ci penso nemmeno!- urlò Draco.
- Mi dispiace ma dovrai sopportarmi.- Hermione, davanti a quei categorici e continui rifiuti si stava indispettendo ancora di più.
- Toglietemela davanti per favore! Non voglio avere niente a che fare con una sporca mezzosangue, porta jella, amica del fulminato in testa e del finto straccione babbanofilo- disse teatralmente mentre fingeva un mancamento.
A tutto questo come al solito assisteva solo il fidato Zabini, che però era troppo preso ad osservare una ciocca dei suoi ondulati capelli neri, con il terrore di trovarvi delle doppie punte.
- Senti Malfuretto ricchioncello e leccato da una mandria di buoi, credi che a me faccia piacere dividere l’ossigeno con il tuo alito di anidride carbonica puzzolente di muffa?- Blasie si girò di scatto verso di lei con un’espressione sorpresa ma anche compiaciuta, come a voler dire “originale, di tutti gli insulti che ho sentito, questo mi è nuovo”.
- Però ecco a cosa si va incontro a salvare il culo ad una serpe!!!- continuò la ragazza.
- Ed in che modo mi avresti salvato il culo, di grazia?- l’insolenza del ragazzo era una cosa che mal sopportava.
- Ho raccontato a Zero del guaio che ho combinato!- sbottò.
Lui sgranò gli occhi.
- E per quale cazzo di motivo lo hai fatto, mezzosangue impedita?-
- Voleva aggravarti la punizione, testa di cazzo albina!!- rispose la mora, senza ritegno.
Il biondo per un attimo rimase spiazzato da ciò che gli aveva appena riferito la grifondoro. Poi pian piano sul suo bel viso si dipinse il famigerato ghigno.
- Ma come siamo onesti, noi di grifondoro, vero Blasie?- la canzonò facendole un lentissimo applauso.
L’altro sorrise alzando le spalle. Non era un sorriso di scherno ma ad Hermione sembrò fosse un segno di assenso nei suoi confronti. D'altronde Zabini non le aveva mai mostrato ostilità, solo fazionismo. E quando c’era da insultare Harry e Ron lui lo faceva in difesa del suo adorato Draco, quando invece il bel moro riceveva degli insulti era capace anche di scherzarci sopra con stile. “Ma perché non è grifondoro?” si chiese la ragazza.
- E sentiamo come hai giustificato la mia assenza dall’aula?- chiese insidioso.
- Beh, ho raccontato quello che è successo: il tuo svenimento, quello di Zabini, l’antidoto che hai preparato.- rispose la ragazza senza darci troppo peso.
- Cosa?- fecero in coro guardando Hermione come se fosse uno di quegli strani esseri accuditi da Hagrid.
- Adesso si saprà in giro che ho mischiato il mio sangue con il tuo!- Draco sembrava sull’orlo di una criso di nervi.
- … tutte le donne avranno paura di me perché sono stato vampirizzato!- Zabini era altrettanto terrorizzato.
Hermione li osservava seccata: due donnicciole isteriche avrebbero fatto meno scenate.
- Non gli ho detto di Ju! Ho riferito che la tua pozione ha fatto effetto!- mormorò malvolentieri.
Draco recuperò la calma.
La fissò incuriosito.
- Mezzosangue … Tutta questa gentilezza?- lui sorrise malignamente.
La ragazza distolse lo sguardo e si imbronciò arrossendo. Come poteva spiegare che tutta la sua premura nel salvare Zabini l’aveva sconvolta tanto da doversi ricredere (ma giusto un po’) sulla serpe bastarda?
Notando il suo silenzio, Malfoy ne approfittò: - non è che ti sei invaghita di me? perché se così fosse è una causa persa, sai? Io non mi mischierò mai con gentaglia come voi…-
Grosso errore.
Appena finito di pronunciare quelle parole, Hermione, paonazza, gli mollò un ceffone talmente forte che per un po’ il ragazzo perse il senso dell’orientamento.
- Come puoi anche solo alludere ad una cosa del genere, stronzetto! L’altra sera mi sono quasi commossa nel vedere quanto ti premeva salvare la vita di Zabini che ho pensato di essermi sbagliata tante volte sul tuo conto e che forse una persona che ha tanto rispetto per la vita di un amico non dovrebbe essere etichettato solo perché porta quel cognome!- gridò furente.
Poi uscì di corsa dalla stanza.
- Ma brutta … - Draco fece per inseguirla ma Blasie lo bloccò.
- Draco …- fece pacatamente.
- Che c’è?-
- Mi fa piacere che qualcun altro, oltre me, cominci a vederti per quello che sei.- Blaise lo disse così dolcemente che il biondo non potè fare a meno di lasciar perdere.


Pansy Parkinson e Candy William sparlavano delle solite cattiverie quando si imbatterono nel malcapitato Ron Weasley che tornava dalla camera dei segreti dove si era trattenuto con Harry a bere e a parlare di quidditch.
- Toh, parli di squallidume ed ecco chi mi ritrovo davanti: la donnola. Che tempismo Weasley!- ghignò sarcasticamente la mora.
- Uff, Parkinson, ma non ti sei stancata della solita tiritera? Non vedi che per me non sei una minaccia?- apostrofò annoiato il ragazzo.
- Piccolo verme infame e traditore del proprio sangue, cerca di portare rispetto, altrimenti …- disse velenosa.
- Altrimenti cosa? Lo riferisci ai tuoi amichetti Mangiamorte?- la sovrastò avvicinandosi pericolosamente.
Candy si intromise: -non essere insolente Weasley, oppure la tua famiglia sarà la prima a fare una brutta fine.-
Ron, che aveva assunto un’aria alquanto minacciosa, rispose senza staccare gli occhi da Pansy: - a te non ti prendo neanche in considerazione. Il tuo quoziente intellettivo è pari ai tuoi standard valutativi nello scegliere le amicizie.-
Candy si zittì. Più che altro cominciò ad arrovellarsi per capire il significato di quella frase così articolata.
- Ma bravo, Weasley! Cos’è? La tua ragazza ti sta dando ripetizioni di grammatica per non doversi vergognare di te quando ti porta al guinzaglio?- lei ridusse ancora di più la distanza, determinata a vincere quella sfida.
Lui sorrise beffardo.- umpfh … Pansy … Io sono convinto che tu abbia un cervello come tutti, solo che sei troppo viziata per pensare di doverlo usare. Altrimenti, visto che sei così brava nello studio,potresti essere una strega brillante. Peccato per le tue ristrettezze mentali, non andrai moto avanti. Io mi ritirerei da Hogwarts, fossi in te.- e la superò, con un isolita aria di superiorità.
Lei gli gridò dietro: - Stronzo, pensa ai cazzi tuoi.-
La risata di Ronald Weasley risuonò per tutto il corridoio.
Era cresciuto. E non solo di statura.
“ che figo” pensò Candy, mentre lo guardava allontanarsi.
Peccato che nessuno si era accorto di quanto il tasso alcolico nel suo sangue fosse elevato.
Il coraggio e quell’atteggiamento alla Mel Gibson erano dovuti a tutto il Whisky tracannato con quel demente del suo amico.



Care ragazze,
innanzitutto mi scuso per l'enorme ritardo.
Questo capitolo è volutamente corto.
Ho deciso di impegnarmi a postare almeno una volta a settimana. Così non vi perdo.
Però questo va a discapito della lunghezza dei capitoli.
Inutile dire che se potessi scriverei ogni giorno, ma a volte torno a casa dal lavoro e tutto quello che vorrei è morire per un giorno.
Passo ai ringraziamenti.
recensioni poche ma buone, anzi ottime!
Grazie a:
Star_95 - Il tuo entusiasmo mi riempie sempre di gioia. La storia, iniziata in maniera comica, diventerà un po più avventurosa, mantenendo sempre il suo tono e non mancheranno i momenti di riflessione, ma non potevo fare a meno di renderla un po più seria... è nella mia natura complicare sempre le cose.. Spero che ti piacerà comunque.
Un bacio forte forte. E studia, mi raccomando.
Nausicaa212- hai un nick che mi piace molto, io ho visto il film di Miyazaki, Nausicaa nella valle del vento, quindi quando vedrò il tuo nome scritto penserò sempre a qualcosa a cui sono profondamente affezzionata. Grazie per i commenti, ho scritto questa ff per ridere su alcuni aspetti del libro, poi non ho saputo trascurare la parte narrativa, quindi ciò che hai detto mi da una conferma in cui speravo. Il titolo originale del libro di Marquez è "Memorias de mi putas tristes" e lo so perchè è sul mio comodino, in lingua originale, insieme ad un sacco di altri libri spagnoli e sud americani. Ora, io l'ho letto in lingua originale, che abbiano sbagliato la traduzione in Italia?
lulu- non so se ti ho già risposto ma comunque penso che ciò che ho detto sopra risponda alla tua domanda. Bacioni.
Grazie ancora a tutti.

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Capitolo 11
*** INSEGNANTI A TURNO ***


Capitolo 11:

Insegnanti a turno

L’indomani Pansy si svegliò con un diavolo per capello grazie anche alla discussione del giorno prima con Weasley. E vedere la sua camera trasformata in una specie di cantiere aggravò il suo stato d’animo. Si guardò intorno: c’erano bagagli dappertutto, per non parlare del chiasso infernale.
La porta si spalancò ed entrò nella stanza una persona, che però era sommersa da scatoloni tanto da occultarne la visibilità.

- Porca di quella troia bastarda ed infame!- esordì il personaggio scaraventando gli scatoloni per terra.

“Una ragazza .. e da come parla deve essere di bassa estrazione sociale”. Sentenziò fra se la mora.

- Poteva almeno darmi una mano, quello stronzo! uff !- si diede delle pacche per scuotere la polvere sui Jeans strappati volutamente. Poi passò alla giacca di pelle nera.
Osservò la stanza con aria soddisfatta, i lunghi capelli lisci,color del bronzo le ricadevano sul viso, sulle spalle e si attorcigliavano alle braccia in modo scomposto dandole un’aria selvaggia ma non trascurata. Aveva la carnagione dorata, la bocca larga e sottile e gli occhi color cioccolato. Finalmente parve accorgersi della presenza della ragazza. Questa prontamente si mise la vestaglia di seta nera e verde, prese la bacchetta dal comodino e fece per andarle incontro con fare minaccioso.
La sconosciuta che dimostrava poco più di una ventina d’anni, stava per aprire bocca per scusarsi ma Pansy la precedette.

- Chi sei e cosa ci fai nella mia stanza?- chiese acida – Rispondimi in fretta e poi vattene prime che ti cacci io a calci nel di dietro!-

- Guarda che questa non è una singola e poi io vado dove cazzo mi pare- data la cortesia con cui era stata accolta pensò bene di adeguarsi.

- È una singola perché ci dormo io e non tollero questo tipo di intrusioni! Liberami subito della tua presenza.- fece ancora più nervosa.


- Non ci penso nemmeno! Questa è la mia stanza, lo è stata per tanto tempo e lo sarà di nuovo. Sei tu che devi scasare!- la sconosciuta si stese sul materasso del letto che le spettava incrociando le mani dietro la testa.

Ma la Parkinson era famosa per la sua poca pazienza e diplomazia. Alzò la bacchetta.

- Vedi di andartene o ti dovrò schiantare e far lievitare fuori tutte le tue cose. - le disse minacciosa.
L’altra lentamente si mise a sedere. Poi, con un tono più che provocatorio, sibilò: - Provaci-

- St..- Pansy non fece neanche in tempo a pronunciare la terza lettera che subito si ritrovò senza bacchetta.
La ragazza dai lunghi capelli in un attimo, l’aveva disarmata senza fare uso di magia alcuna, poi con un gesto talmente rapido, difficile da percepire, impose il palmo della mano sullo sterno della Parkinson che un secondo dopo si trovava scaraventata contro il muro, con tutta le ossa indolenzite.

- Ragazzina.. – la schernì.
Pansy urlò di dolore e subito nella sua stanza accorsero le amiche tutte munite di bacchetta. Alla vista della compagna così malconcia e della sconosciuta che ghignava, volarono innumerevoli incantesimi.
Nonostante fosse in minoranza, la sconosciuta aveva sempre la meglio. Giunsero anche i ragazzi che , a differenza dei dormitori Grifondoro, potevano tranquillamente entrare negli alloggi femminili.
Difatti gli stessi Nott, Tiger e Goyle vennero atterrati e malmenati prima che potessero anche solo alzare le bacchette.
La rissa cessò quando si sentì la voce di Zabini sovrastare tutto quel caos.

- Shera! -

Tutti si fecero da parte per fare spazio al bel Blasie.
Draco non si era neanche scomodato e seguiva tutta la scena dalla poltrona più vicina.
La ragazza, per niente affaticata, si girò di scatto verso il punto da cui proveniva la voce. Sul suo viso si allargò un sorriso benevolo. E scavalcando tutti i corpi dei malmenati andò incontro al suo adorato cugino.

- Brutto decficiente!- e lo abbracciò con slancio.

Lui, piuttosto a suo agio, la sollevò e le fece fare un giro completo.

- Mi hai fatto prendere un colpo! Che ci fai quì, decerebrata?- chiese l’atro una volta staccatosi.

- Sono con la Violet, Semiria e quel rincoglionito di Felix – fece tirandogli un pizzicotto sulla guancia.

- Sono così contento! Ma ... come mai?- Zabini inarcò un sopracciglio. Effettivamente Shera era più grande di lui e gli risultava fosse iscritta al corso avanzato di alta stregoneria.

- Lo vedrai oggi a colazione. Ops, sono in ritardo. Devo andare. Mi aspettano!- così dicendo si congedò.
Solo allora si accorse di tutti quei malridotti che lo guardavano in cagnesco.

- È una brava ragazza. Scommetto che qualcuno l’ha provocata.- e tornò di fianco al suo fidato amico che cominciò a fargli svariate domande sulla provenienza di questa new entry.

- Sei piuttosto giù di corda, Herm .- constatò Harry mentre andavano a fare colazione.

- Beh si, ieri sono andata da Zero per la borsa di studio. – fece la ragazza affranta.

- E cosa ti ha detto? Ieri sera ti sei chiusa in camera e non ce ne hai parlato.- il bambino sopravvissuto prese posto al tavolo.

- Si, scusate. Avevo gli esercizi di aritmanzia e poi volevo riposare un bel po’.- Hermione si passò una mano sulla fronte. – comunque mi ha
spiegato le modalità di partecipazione al concorso.-

Harry sembrava quasi interessato, cosa che incentivò la ragazza a parlare di quell’argomento. Poi, con calma, sarebbe arrivata alla sua punizione.

- Sai che partecipano anche Spinaroff, Beauxbatons e San Pedro?- continuò sedendosi accanto al suo migliore amico.

- Spinaroff? Chi ha parlato di Spinaroff? – s’intromise Ron prendendo posto di fianco alla sua ragazza.

- Io, perché? – la grifoncina lo guardava in malo modo per aver interrotto il suo discorso.

- Spinaroff possiede due battitori che sono stati reclutati nei Thunderyork, una delle più importanti squadre di quidditch… - rispose eccitato il rosso.

- Ma non sapete parlare d’altro voi due? – fece Ginny raggiungendoli e passando un croissant a Harry che in risposta le fece l’occhiolino.

- E che cosa dicevate a proposito di Spinaroff?- continuò il giovane Weasley.

- C’è la probabilità che debba andare a sostenere alcune delle prove lì, a Mosca.- rispose orgogliosa Hermione.

- Ah, che fortuna Herm! – esultò ancora Ron.

- E sei preoccupata per questo? –domandò Harry.

- Nh … - non era questo che la turbava. – Vedi quando ho parlato con Zero ho dovuto… -

La voce della McGrannit che sovrastava tutto il chiacchierio all’interno della sala, interruppe anche Hermione.
- Un attimo di silenzio, ragazzi. Ho un annuncio da farvi.- e con portamento solenne si diresse al centro del pulpito da dove ogni giorno i professori scrutavano tutti i propri alunni.
Al tavolo di tassorosso Tyler Lazard bofonchiò : - Che cosa vorrà dirci ancora la vecchia?- trovando assenso fra i compagni che ne avevano abbastanza di comunicazioni straordinarie.

- Dopo un’accurata selezione che ci ha portato a saltare per un mesetto buono le lezioni di una materia che, ora più che mai, è indispensabile per voi, giovani stregoni e streghe, sono lieta di presentarvi i il nuovo docente di Difesa contro le arti Oscure: Terencia Paona Violet.- detto questo si fece da parte lasciando il posto ad una donna alta, dai lunghi capelli viola raccolti in una serie di anelli dorati e gli occhi talmente verdi da sembrare fosforescenti. Queste caratteristiche erano nettamente contrastanti con quella che sembrava la sua provenienza: difatti i tratti somatici della Violet parevano, senza ombra di dubbio, africani anche se la carnagione non era poi così scura. La donna era di sangue misto.

- Dunque, alle presentazioni ci ha pensato Minerva quindi non indugio oltre.- la sua voce arrivò decisa alle orecchie di tutti gli studenti. – non ho mai insegnato a degli allievi così piccoli, non sono abituata a trattare con i ragazzini, perciò vi comunico che non ho intenzione di cambiare i miei metodi. Vedete, l’istituto presso cui insegno è un’accademia di alta scolarizzazione per chiunque voglia intraprendere le carriere di ricercatore, chirurgia magica, alchimia, esperto di arti oscure – e qui tutti i serpeverde furono destati dal solito torpore mattutino – ed altre facoltà di cui ancora non siete a conoscenza. Dati gli ultimi avvenimenti e considerato anche che la carica di docente di difesa contro le arti oscure, di anno in anno, non è stata rivestita, per motivi di cui tutti siamo a conoscenza, dalla medesima persona, si è pensato di affidare questo ruolo a specialisti. Per questo vi dico che quest’anno sarà più impegnativo dei precedenti. La vostra formazione, uscendo da questa scuola, sarà talmente alta, che ognuno di voi – ed il suo sguardo cominciò a vagare tra gli studenti – trovandosi faccia a faccia con un dissennatore, un licantropo, un gargoyle, un drago, un non morto – suoi occhi si soffermarono su Ju, poi ripresero a cercare – un mangia morte o un signore oscuro… – questa volta fissò intensamente Harry -… sia in grado di cavarsela.-

- Ma ha guardato me! Ragazzi, si riferiva a me. – disse il bambino sopravvissuto evidentemente eccitato.

- Sai che novità.- Ginny smorzò l’entusiasmo del suo ragazzo, evidentemente seccata.
“si riferiva a lui, ma ha guardato anche la Espinoza…” pensò Hermione.

- Mi scuso in anticipo per la pesantezza delle lezioni, ma penso che le troverete alquanto interessanti ed istruttive.- la nuova insegnante sorrise furbescamente, conoscendo la curiosità e la voglia di conquista che caratterizzano l’adolescenza.

- In questa mia “impresa” sarò affiancata da tre miei allievi.-

Tre ragazzi poco più che ventenni si portarono dinanzi alla platea.
Shera Spyron faceva parte del gruppo. Sorrise vanitosa verso Zabini. L’altra, Semiria Grace Douglas, si presentava come una tipetta innocua, abbastanza bassa ma molto carina e con degli occhialetti tondi, gli occhi verdoni e i capelli lisci appena sopra le spalle, color caffè. Il terzo membro, Felix Claymoth, invece era un ragazzo di media statura, dai ridenti occhi nocciola e i corti capelli color miele dal taglio irregolare che faceva ricadere un ciuffetto scomposto sulla fronte.

- Ognuno di loro è specializzato in un settore differente: la signorina Douglas è un abile incantatrice, il signor Claymoth è un ricercatore, studioso di antichi riti, e la signorina Spyron è specializzata nella difesa estrema, ovvero come contrastare gli attacchi magici se non potete servirvi delle vostre bacchette.-

Appena la rivide sul pulpito, Pansy strabuzzò gli occhi.

- I miei insegnamenti si alterneranno con quelli dei miei ragazzi, a seconda delle quattro case.-continuò la Violet.

Dalla tavolata di serpeverde una moretta con i capelli a caschetto e la voce stridula starnazzò :- è lei che mi ha aggredito questa mattina.- ed indicò Shera.
Quest’ultima arrossì visibilmente e si portò una mano sulla fronte cercando di evitare lo sguardo di chiunque, visto che l’attenzione era catalizzata su di lei e si sentiva già addosso gli occhi infuocati d’ira della propria insegnante.
“cominciamo bene” disse fra se e se.






Veniamo a noi (spazio dell'autrice):
No, non sono impazzita! Tutti questi personaggi sono frutto della mia fantasia ma non assomigliano ne a me, ne ai miei amici. Gli ho inventati perchè mi servivano nella storia.. Non so se vi piaceranno ma posso solo dirvi che ci tengo molto a loro, anche a quelli negativi, perchè hanno tutti una storia e... Sbagliano... Sbaglieranno, non li ho inventati perchè al momento giusto dovessero risolvere la situazione, ma piuttosto servono ad approfondire aspetti dei personaggi a cui la Row ha dato poco spazio. Non ho utilizzato (in alcuni casi) quelli già descritti dall'autrice di Harry Potter perchè non c'erano personaggi che facessero al caso mio, oppure finivo per affibbiare loro un ruolo non adatto. Sono ben caratterizzati. Comunque ce ne saranno altri.

Ringrazio:
Eny per aver commentato, fa sempre piacere vedere tanto entusiasmo.
Un ringraziamento anche a tutti quelli che comunque seguono la ff e che l'hanno inserita tra le storie preferite.
Grossi Besos



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Capitolo 12
*** La legge del più forte ***


la legge del più forte
LA LEGGE DEL PIU' FORTE




-    Cos’è questa storia?- la voce di Terencia  Paona Violet risuonò per tutta la stanza facendo vibrare i vetri.
I presidi nei quadri si coprivano le orecchie.
Dinanzi a lei  vi era, in prima fila, una Shera dall’aria fintamente pentita, più indietro, come sull’attenti, Semiria Grace Douglas e Felix Claymoth aspettavano che l’insegnante finisse la sua ramanzina per poter intervenire.
-    Questa mattina sono andata nei dormitori serpeverde per portare la mia roba nella stanza assegnatami…- cominciò la ragazza come se avesse dovuto rivelare di aver rubato delle caramelle. La McGranitt era seduta alla scrivania e con aria severa scrutava tutta la scena.
-    La stanza che tu ti sei fatta assegnare dalla professoressa McGranitt promettendo che non avresti creato confusione!! Ma ti rendi conto? Cos’hai da dire altro? Perché immagino che non sia finita qui!- sbraitò ancora l’insegnante dai capelli viola.
-    Stavo tranquillamente sistemando le cose in camera quando qualcuno alle spalle mi ha minacciato con una bacchetta! Ho fatto in tempo a schivare uno stupeficium e il resto è stato tutto dovuto ad un riflesso istintivo….- Shera cercò di rincarare la dose cercando di essere più convincente.
-    La signorina Parkinson sostiene che si è ritrovata una sconosciuta di fronte che ha turbato la quiete del suo sonno già abbastanza leggero. Quando si è alzata dal letto per capire ciò che stava succedendo qualcuno l’ha malmenata senza motivo. E con lei tutti quelli che sono giunti in suo soccorso.- soffiò l’altra cercando di trattenere la collera.
Shera la guardava con la bocca spalancata: certo, lei ne aveva dette di fesserie ma anche quell’altra ci aveva ricamato sopra.
-    Ma non è vero! Non è andata così, lo giuro!- si permise di alzare la voce.
Semiria voleva esplodere in una sonora risata ma dovette trattenersi. Sapeva che quando Shera diceva “lo giuro” significava che stava mentendo. Come quando esordiva con “onestamente”.
-    Emh emh…- Felix si fece avanti.
La Violet alzò gli occhi iridescenti su di lui.
-    Prego signor Claymoth!- si aspettava un suo intervento.
-    Vogliate scusarmi ma, come lei, professoressa Tess, ha tenuto a ricordare, siamo stati noi  a pregare la signora McGranitt perché ci assegnasse le stanze che in cui alloggiammo ai tempi  della nostra frequenza presso questo istituto. Quindi, quale interesse può avere uno di noi a creare un trambusto simile? E proprio durante il suo primo giorno di lavoro?- così dicendo mise le braccia conserte, in atteggiamento convincente.
-    Non lo so! Dimmelo tu! Forse siete dei sadici!- ipotizzò spazientita.
-    Per quanto sia difficile ammetterlo, perché conosciamo bene la signorina Spyron, lei non attacca mai per prima. La sua è una tecnica di difesa che la magia blocca se così non fosse…- continuò il ragazzo.
-    Senza contare che la difesa deve per forza essere equiparata all’offesa, no?- questa volta a parlare fu Semiria.
Terencia Paona Violet, per gli amici Tess, era disperata. Il loro anno era stato praticamente il più turbolento. Per non parlare di quei tre in particolare.
-    È stata legittima difesa!- aggiunse Shera.
La McGranitt scrutò con fare indagatorio per alcuni minuti. Poi disse:
-    Non hanno tutti i torti, la signorina Parkinson, poi… quella è un caso a parte. Il problema è che ha minacciato di avvertire la famiglia. E sappiamo di che tipo di famiglia stiamo parlando…- fissò Shera facendo intendere più di quanto voleva dire.
-    I Parkinson non sono un problema, prof. La mia famiglia è più potente di quegli sporchi mangia morte, se solo volessi pronunciare il cognome di mia madr..- La ragazza non fece in tempo a finire che Tess si mise di nuovo a gridare.
-    SHERA!!!! ORA BASTA!!  Basta faide familiari. Basta parlare di mangiamorte e lord sanguinari. Ne ho piene le tasche! Siamo qui per far superare a questi ragazzi i soliti clichè e separatismi.-
-    Mi scusi prof.-si rese conto troppo tardi che non avrebbe dovuto tirare fuori quell’argomento
Quello era un tasto dolente.
Una ferita aperta anni prima nel cuore della Violet.
Minerva pensò bene di dirottare il discorso.
-    La Espinoza è qui dall’inizio dell’anno e sembra che nessuno le abbia fatto molte domande sul suo trasferimento.- disse di punto in bianco.
-    Li avrà tenuti a bada con i suoi poteri.- azzardò Felix che aveva tutta l’aria di uno che ne sapeva abbastanza a riguardo.
-    Probabilmente. Ha subito un agguato a Beauxbatons e la ragazza che l’ha aiutata in quell’occasione si è trasferita anche lei a Hogwarts.- continuò l’anziana docente.
-    Come si chiama?- chiese Tess sospettosa.
-    Guerlain, Marie Guerlain. Sono state smistate tutte e due a corvonero.-
-    Non conosco nessun Guerlain. Spero sia un buon segno!- affermare che la Violet fosse sospettosa era dire poco.
Intanto Shera e Semiria si erano accomodate sul divanetto laterale. La prima stravaccata come al solito, la seconda composta e ed in perfetto ordine.
La Douglas prese la mano dell’amica.
-    Stai bene?- Le chiese preoccupata.
-    Ma si… era solo una ragazzina deficiente che voleva schiantarmi.- le rispose la Spyron senza dare troppo peso all’accaduto.
-    Sai… mi chiedo se questa cosa di riprenderci le nostre stanze non sia stata una cattiva idea..- azzardò la piccoletta.
-    Oh.. Semiria, non cominciare. È stata un’idea carina. E poi non dobbiamo sempre stare attaccati noi tre. Che c’è… qualcuno ti ha dato fastidio a grifondoro?-
-    No, no. Ancora devo salire alla torre. Però io volevo stare con te.- disse ancora Semiria con tono affranto.
-    Staremo insieme ogni qual volta lo desidererai.-




-    Allora, mezzosangue… - esordì Draco entrando nell’aula di pozioni con la borsa contenente i libri e la bacchetta in mano. – Per evitare che la sfiga che ti porti appresso grazie al tuo amico sfregiato contagi pure me, da oggi finchè non finiremo questa dannata pozione, questa è la tua parte di stanza e questa è la mia.- sentenziò tracciando una linea viola fosforescente per terra.
La ragazza che, puntualissima stava aspettando l’arrivo dell’odiato collega, sollevò lo sguardo dal libro di “storia delle arti magiche” e lo fissò con un sopraccigliò alzato.
-    La vuoi finire con queste bambinate, Malfoy? Non credi di essere un po’ troppo grandicello?- soffiò lei, provocatoria.
-    Sarà … Ma da oggi in poi, visto che devo per forza passare del tempo con te, preferisco non essere malmenato, maledetto o avvelenato. Dio solo sa cosa ti frulla in quella mente perversa. Potresti anche saltarmi addosso da un momento all’altro.- Malfoy sembrava più divertito e rilassato.
Da non crederci, Hermione credeva che gliel’avrebbe fatta pagare per lo schiaffo del giorno prima e invece.. C’era qualcosa sotto. Sicuramente.
-    Allora- esordì tirando fuori i suoi libri dalla borsa con lo stemma dei Malfoy (che tanto per cambiare era una M con delle rose e due serpenti che si attorcigliavano) – questi sono i miei personalissimi libri di pozioni che metto a tua disposizione in via del tutto speciale.- li mise sul banco di fronte a lei.
Hermione li osservò con curiosità. Non aveva mai visto quei libri. Sembravano, anzi no, erano antichissimi. Uno strano sentimento di bramosia la pervase.
Assottigliò gli occhi e tornò con lo sguardo sul suo nemico di sempre che intanto si era steso su di una fila di banchi con un libricino in mano.
-    A cosa devo questo onore?- la grifondoro lo guardava con un espressione indecifrabile. Un espressione da serpeverde.
Lui, portandosi sul fianco, lo notò e la cosa gli piacque non poco. Riprese fiato ghignando e rispose:
-    Perché sarai tu a fare il lavoro al posto mio … Ovvio no?-
-    COSA? Non se ne parla proprio!- ritornò in un attimo la ragazza bacchettona di sempre.
-    E perché no?- il biondo corrugò la fronte senza però sorprendersi molto.
-    Ti ricordo che questo casino è successo a causa tua. Tu hai preparato quella pozione per rovinarmi la festa!! Il fatto che tu abbia sbagliato persona questo non vuol dire che la punizione non ti sarebbe stata comunque assegnata!- argomentò la ragazza a pugni stretti.
-    Si, però sai che soddisfazione!- rise di gusto. – comunque sta di fatto che per colpa tua sia io che Blaise abbiamo rischiato la vita senza contare che, sempre per colpa tua, per qualche tempo siamo vincolati da un patto di sangue e ieri mi hai perfino tirato un ceffone.- sul viso di Hermione lentamente si stava letteralmente dipingendo il senso di rassegnazione.
La serpe se ne accorse e proseguì sempre più divertito. – Ora, tu mi hai detto di comportarmi come una persona matura. Detto fatto! Credimi mezzosangue, a quest’ora mi sarei vendicato nel più bieco dei modi . -
La ragazza sgranò gli occhi per un secondo.
Era vero. Ma non si sarebbe arresa a quel ricatto morale. MAI!
-    Ti sto anche facendo il favore di consultare dei libri che tu puoi solo sognare di possedere!-

“Ok. Mi arrendo”.

Pensando ciò, Hermione prese posto dalla sua parte di aula.
-    Se arriva qualcuno avvisami.- le disse il bel serpeverde prima di immergersi nella lettura del suo libro di poesie.
La grifoncina badò poco alle sue ultime parole.
 Prima di aprire uno dei libri ne sfiorò la superfice in pelle di drago con la punta dei polpastrelli.
Era una sensazione meravigliosa.
E l’odore che emanava… simile a quello dei libri della sezione proibita della biblioteca ..
Antico, vissuto …
Era l’odore della sapienza.
Sebbene non si potesse associare a nessun odore a lei piaceva pensarla così.
L’odore di sua nonna.
La donna che l’aveva iniziata alla magia e che non vedeva da molto, troppo tempo.
I suoi occhi si illuminarono.

E Draco che la stava osservando con la coda dell’occhio rise divertito tra se. “ Che grande serpeverde che saresti stata mezzosangue. Peccato che tu sia per metà babbana.”


Veniamo a noi (spazio dell'autrice):
Ringrazio Star95 per il commento.. Sei sempre molto carina tu, e la prima a commentare sempre tutto! Mi fa un enorme piacere che ti interessi la storia.. Tra un pò la trama diventerà un tantino più intricata.

un ringraziamento a chi, comunque, legge.
Alla prossima e ...
Caghiamo Minerva McGranitt.........

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Capitolo 13
*** IL RICHIAMO ***


la legge del più forte
Il Richiamo


-    Ho una cosa bella per te!- esordì prima di trascinarlo via dalla sala comune.
Shera entrò nella “sua stanza” portandosi dietro Blasie.

In quel mentre tutti la squadrarono dalla testa ai piedi chiedendosi che razza di insegnante sarebbe potuta essere una che picchia tutti i suoi studenti il primo giorno di presenza.

-    Non mi piace quella tipa!- esclamò Candy Williams appena vide i due.

-    Sai, non mi stupisce la cosa! Mi dici chi è che ti va a genio? Hai sempre la puzza sotto il naso.- le rispose Daphne Greengrass che invece era segratamente contenta del fatto che la nuova arrivata avesse malmenato l’amica Pansy. “Era ora che qualcuno la rimettesse al suo posto, quell’oca altezzosa”.

Questi erano gli elementi che caratterizzavano quella cosa che i serpeverde chiamavano, a convenienza, amicizia. I rapporti tra la Greengrass e la Parkinson erano poi deteriorati dopo un’estate passata ad ignorarsi completamente. E a dirla tutta non era neanche colpa di Daphne. Pansy aveva incominciato a snobbarla, a rifiutare tutti i suoi inviti nella villa dei genitori e a rispondere in maniera sprezzante a tutti i suoi discorsi.


Torniamo a Shera e Blasie. Appena in camera la ragazza salto sul letto mentre lui si accomodò civilmente sulla poltrona di fronte.

-    Ah Blasie! Non è cambiato niente!- detto questo, Shera scese dal letto e comincio a tastare la parete della camera.
-    Cugina, hanno intenzione di prendere provvedimenti per ciò che è accaduto questa mattina?- chiese preoccupato Zabini.
-    No, alla fine sono riusciti a convincere la ragazza del fatto che avessi avuto paura di un agguato, in quanto lei, per una sciocchezza, mi stava attaccando con un incantesimo.- rispose continuando a tastare il muro.
-    Si, vabbè … Però anche tu … Potresti evitare qualche volta di fare a botte, specialmente con le presone più deboli!- osservò sfilando una sigaretta dal pacchetto.
-    Secondo me, bisogna far subito capire agli altri chi è il più forte, specialmente se sei un serpeverde!- dicendo questi si rigirò verso il muro avendo trovato quello che cercava. Sfilò un mattone che si rivelò essere concavo e custodire una scatolina di latta. La prese e senza dire una parola mostrò il contenuto al cugino che capì subito di cosa si trattava e sorrise.
Shera si mise comoda sul suo letto non prima di aver fregato la sigaretta dalle labbra del bel moretto che non replicò. La leccò su un lato e la aprì delicatamente, versando il tabacco sulla copertina di un giornale che teneva fra le gambe.
-    L’ultimo anno, io, Felix e Sem, così, per scherzo, lasciammo  qualcosa di nostro qui a scuola, in un posto che conoscevamo solo noi. poi abbiamo scommesso: se un giorno, per qualche motivo, avremmo fatto ritorno ad Hogwarts, chi di noi avesse ritrovato le cose nascoste avrebbe vinto. Io non solo vinco, ma ora mi fumo pure un bel cannone con il mio adorato cugino!- sorrise cominciando a rullare.
-    Che strani che siete voi tre … due Grifondoro e una serpeverde. Che razza di rapporto avete?- chiese il ragazzo andando a stendersi vicino a lei.
-    Beh … È molto stano. Ma tu sai bene che non ho passato periodi molto felici da quando mia madre se n’è andata. Molte cose mi sono sfuggite di mano, sinceramente era l'ultima cosa a cui pensavo.. L’eterna e onorata ostilità fra serpeverde e grifondoro. Così una volta fuori di quì mi sono resa conto che ero solo Shera Spyron, senza nessuna etichetta … Beh sai, per quanto riguarda  me e Felix ho dovuto farmene una ragione … Mio padre ha sposato sua madre..- spiegò con espressione intenerita ma si bloccò quando sentì la porta della camera aprirsi.
Pansy entrò senza neanche guardarla, aveva la testa e il braccio fasciato. Con fare stizzito sbattè la borsa sul letto e fece per uscire di nuovo quando Shera afferrando veloce la bacchetta bloccò la porta.
-    Allora? Che storia è questa?- gridò la ragazza dai capelli corvini.
-    Vieni quì ragazzina!- impose l’altra.
-    Non darmi ordini, razza di energumena!- esclamò ancora più irritata. Blasie si mise una mano in viso, pregando che alla cugina non venisse di nuovo in mente di menarla.
Shera invece, a sentirsi chiamare così, rise sguaiatamente.
-    Come scusa?- chiese con le lacrime agli occhi per le risate.
-    Hai.. Hai sentito bene! Non prendo ordini da nessuno!- rimarco però con minore convinzione.
A quel punto la cugina di Blasie le puntò di nuovo la bacchetta contro e pronunciò: -Relascio!-
Le bende si sciolsero e un capo di queste andò a finire in mano all’ex serpeverde che prontamente le tirò non troppo forte, trascinando verso di lei anche Pansy.
-    Vecchio trucco, quello delle bende … Non ti ho ferita.- disse, questa volta sorridendo. – Ti ho solo stordita.-
-    Non lo puoi sapere!- incalzò ancora la Parkinson, cercando di non far capire che cominciava ad avere un po’ di paura.
-    Certo che lo so! Dai, siediti e fuma con noi il Kalumè della pace!- Shera cercò di trattenere la risata ma Blasie proprio non ce la fece.
-    Dai Pan! Perdonala! È veramente una cafona!- Zabini si teneva la pancia per le risate.
-    Cretino, non sono cafona, sono natural !- fece, tirando tre sberle in testa al cugino che continuò a ridere.
Pansy si sedette sul letto ancora un po’ titubante, osservando quello strano teatrino.
Un ora dopo Blasie raccontava a Pansy del viaggio in Irlanda.
-    Allora, Pan, eravamo con una comitiva di babbani. Ovviamente nessuno sapeva della nostra natura quindi io e Shera ce ne siamo dovuti stare buoni buoni con le nostre bacchette. Passiamo il pomeriggio a gironzolare con un furgoncino, un Vanette,  per le campagne di una località vicino a Dublino a scattare foto ai greggi di pecore colorate!- le parole erano un tutt’uno con le risa del ragazzo.
-    Per distinguere i greggi, i pastori colorano le pecore!- precisò Shera con la testa poggiata sul cuscino.
-    Io invece, siccome eravamo appena usciti da Temple Bar, pensavo fosse tutto un mio trip mentale.- continuò il ragazzo. – ad un certo punto, siccome le strade di campagna fanno schifo, il furgoncino  si rompe e ci avventuriamo a piedi a chiedere assistenza.- risata.
Pansy cominciò a ridere anche lei pensando alle pecore colorate e al Vanette guasto in mezzo alle campagne.
-    Cominciamo a camminare con una cartina in mano. La comitiva la guidava un coglione che pensava di sapere tutto. Al calar della sera arriviamo all’entrata di un bosco. Devi sapere che in quel periodo girava per le sale cinematografiche e per internet uno strano film che narrava di una gruppo di tre ragazzi che si erano persi in un bosco e poi erano stati uccisi da una strega di quel luogo. Ci decidiamo ad entrare e lì…- non riuscì a continuare per le risate.
-    Beh, la tentazione è stata troppo forte!- continuò la ragazza. – Abbiamo incominciato a fare scherzi con le nostre bacchette approfittando del buio!- e cominciarono a descrivere tutte le diavolerie che per poco non fecero collassare per il terrore  i compagni di viaggio.

Pansy sorrise, non riuscendo ad essere completamente partecipe di quell’entusiasmo. Che strana situazione che si era andata a creare. Prima dell’inizio delle lezioni pensava di far espellere quella pazza che aveva di fronte, ora le risultava quasi simpatica. E Blasie… Allora non passava il suo tempo a insidiare le ragazze, a fare scommesse e a mettere strane idee in testa a Draco… Sapeva anche divertirsi.


Poi pensò alla sua estate indimenticabile, passata chiusa a casa di sua nonna. Doveva dire però che gli era andata meglio di tutti gli altri anni. Non aveva dovuto sorbirsi il fratello Vlady, il cocco di mamma. Aveva preferito evitarlo, lui e la sua ignoranza. Non sopportava il suo essere così ruffiano con la gente.


Dai coniugi Parkinson, Vlady era considerato il primogenito maschio di belle speranze,  erede universale in quanto uomo e iscritto a Durmstrang. Ma lo studio non era mai stato il suo forte…  Ricordava ancora come i suoi si disperavano quando arrivavano brutte notizie sulla sua condotta. Era capace di trasformare l’umore dei Parkinson con una sua sola parola. Poi però si riscattò quando decise di diventare un mangiamorte… E questa scelta Pansy se l’aspettava: uno come lui, un violento, carnefice con i più deboli e lecchino con i più forti, bugiardo, razzista e maschilista, non poteva che accettare con entusiasmo quella dottrina.

Pansy credeva nel fatto che la magia dovesse essere una prerogativa dei purosangue ma la sua idea non si spingeva fino a limiti estremi.

Ecco perché preferì starsene tutta l’estate da nonna Irene per non dover ascoltare tutte quelle assurde riunioni fra mangia morte e, per lo stesso motivo, cercò di evitare di partecipare ai festini dei Greengrass.


-    Ehi Pan, mi ascolti?- la voce di Zabini la riportò al tempo presente.

-    Scusami, dicevi?- fece lei riprendendosi.
-    Vado a dire a Draco di sbrigarsi a raggiungerci così ci divertiamo di più con quello che non sa neanche che cosa sia una dormita in tenda. Mi raccomando non vi picchiate…- fece ridendo.
-    Scemo, giuro che non la tocco! Abbiamo fatto pace, vero?- chiese Shera con fare bambinesco.
-    Se lo dici tu…- rispose Pansy ghignando.



“c’è addirittura una pozione su come allontanare e richiamare l’anima dal corpo.. Ma... è complicatissima… Ed è magia nera di quelle a cinque stelle. Si vede che è un libro dei Malfoy… Però che fortuna! Possedere questi libri vuol dire avere praticamente tutta la conoscenza alchemica tra le mani… Se io conoscessi anche solo la metà di queste pozioni non dovrei neanche preoccuparmi del concorso”. Così pensando Hermione chiuse il libro e guardò tristemente gli ingredienti per la pozione anti-puzza e il calderone in cui bollivano delle lingue di lombricorno.

Si tolse la cravatta e si sbottonò la camicetta a causa del calore della fiamma.


Ci sarebbe voluto del tempo prima che quel dannato antidoto potesse essere ultimato.


Osservò la fonte di tutti i suoi guai. Stava lì, sdraiato sui tavolini a sonnecchiare.


“ma perché devo stare qui con questo cretino, per di più novello mangia morte, quando avrei tanto da fare? Devo passare dalla biblioteca, senza contare che sta sera c’è quella cavolo di riunione fra i rappresentanti del comitato studentesco…  Forse quest’anno ho esagerato con gli impegni. A volte mi sembra di impazzire.”


Si avvicinò al bell’addormentato e si sedette su un tavolino.

-    Conosci tutte quelle pozioni, Malfoy?- chiese curiosa.
-    Mmh?- il biondo si destò piano dal suo torpore.
-    Mi  chiedevo se avessi mai provato a fare una di quelle complicate pozioni dei tuoi libri.- chiese ancora lei .
-    Mi hai svegliato per questa cazzata, mezzosangue? Fortuna che domani è sabato e non devo vedere di nuovo la tua brutta faccia.- sibilò infastidito.
-    Uff, come sei però! Sempre con questi insulti! oK, io non piaccio a te, la cosa e reciproca e fin qui almeno siamo d’accordo, no? Siccome devo fare il lavoro al posto tuo, possiamo anche evitare di perdere ogni volta mezz’ora ad insultarci, tanto io sono convinta di NON essere una sporca mezzosangue zannuta come tu sei sicuro di NON essere un spocchioso figlio di papà, raccomandato e ossigenato! Non è che se ce lo ripetiamo più spesso del solito ci convinciamo reciprocamente.- risolse con nonchalance la ragazza.
Un minuto di silenzio.
-    Minchia, quanto parli mezzosangue! Sei la regina della polemica!- esclamò Draco fintamente sorpreso . si mise composto a sedere non poco distante da Hermione.
-    Non temere non mi aspetto mica che noi due intavoliamo una civile discussione sulla parità di diritti in Sala Grande.- cercò di spiegarsi la grifoncina.
-    Sai che figuraccia che farei se mi facessi vedere con te in giro!- attaccò di nuovo.
Lei sbuffò, scocciata.
-    Potrei farti di peggio se non la smetti!- minacciò allora Hermione.
-    Tsè! Tipo?- provocò il biondo.
Lei ci pensò un po’ poi si avvicinò leggermente: - potrei baciarti su una guancia affettuosamente davanti a tutti!- lo canzonò, conoscendo il disprezzo nei suoi confronti .
Ma Draco rimase veramente sorpreso. Arrossì violentemente. Si coprì il viso con una mano ma purtroppo l’occhio era già caduto “Lì”, nella scollatura.
-    Maledetta.. Non ci provare mai più! Hai oltrepassato la linea che avevo tracciato! Non lo fare più!- le gridò.
-    Ehi, stavo solo scherzando…- fece sorpresa.

Di colpo qualcuno bussò alla porta.


 June Espinoza fece il suo ingresso nella stanza con un espressione alquanto stupita.
-    Cosa avete da gridare, ragazzi? Vi si sente dall’inizio del corridoio! Se passa la vecchia vi sotterra!- sbottò la nuova arrivata.

-    Ah bene! È arrivata pure la sanguisuga!- Draco cominciò a raccogliere i libri dal tavolo.
Lei, in risposta lo fissò intensamente.
Draco si bloccò e sentì dei brividi percorrergli tutto il corpo.
Allora June rise perfidamente.
-    Non usare le tue malie con me!- esclamò il ragazzo.
-    Ok, ok! In fondo mi sei simpatico … Granger, volevo parlare con te.- si rivolse con disinvoltura alla ragazza che sgranò gli occhi.
-    Come, scusa? Come fa a starti simpatico questo qui?- domandò sconcertata la grifoncina.
-    Beh, sai, il suo sangue non era male. Era … Buono.- gli lanciò uno sguardo eloquente. – E per lo stesso motivo so che posso fidarmi di te..- continuò rivolgendosi di nuovo alla ragazza.

Hermione non riuscì a fare nessun tipo di domanda.


Possibile che dal sangue di una persona si potessero capire così tante cose?


Allora il sangue era davvero così importante?


Decise di rivolgerle quelle domande in separata sede.

-    Di cosa vuoi parlarmi?- chiese, raccogliendo anche lei la sua roba.
-    Mah… Non vuoi sapere che ci faccio qui? Non hai paura che possa nuocere al tuo amico Potter? Non temi che sia uno di quei vampiri al servizio di Voldemort?- disse senza preoccuparsi della presenza di Draco.
-    Ehi, io sono un mangia morte. Non dovresti parlare davanti a me di queste cose, con tanta leggerezza.- soffiò Draco.
-    Se tu sei un mangia morte allora io sono un essere umano qualunque!- ribattè la Espinoza seria, facendo squillare il suo accento spagnolo.
-    E quindi? Sei al servizio di tu-sai-chi? Vuoi il nostro Harry?- irruppe la ragazza preoccupata.
-    Io credo che se ti dicessi un semplice “no” non ti basterebbe, vero? Sei diffidente per natura.-
Lei annuì. Incredibile quante cose sapeva già quella mezza vampira, senza che lei dovesse dimostrare un bel niente.
-    Ti vorrei spiegare tutto con calma. Anche perché ti dovrei  parlare di una persona…- fece uscendo dall’aula seguita dalla grifoncina.

Poco dopo anche Draco seguì le ragazze nel corridoio, un po’ incuriosito da quel discorso.


Fu un attimo.


Blasie stava arrivando dall’altra parte del corridoio. Vide l’amico e sorrise, lo stesso fece con la Granger.


Ma quando il suo sguardo si posò su Ju, le sue  labbra si piegarono in una smorfia maligna.


Corse verso di lei, colto da un impulso irrefrenabile.


June non fece in tempo a scappare che se lo ritrovò addosso.


Zabini le strappò la camicia con una ferocia innaturale.


Hermione prese a strillare, prima di capacitarsi della situazione. Draco invece non perse tempo a impressionarsi.

-    Granger non urlare! Mano sulla spalla! Come abbiamo fatto con lei quel giorno!- spiegò impaziente.
-    Cosa?- le gridò lei in preda ad una crisi di nervi.
-    Dannazione mezzosangue! Fa quello che ti dico!- imprecò arrivando di corsa alle spalle di Blasie che, non curante degli spettatori, stava continuando a lacerare i vestiti della Espinoza che era rimasta bloccata sotto il suo peso.

Hermione stava assistendo per la prima volta al fenomeno del richiamo…






Veniamo a noi (spazio dell'autrice):
Ringrazio ancora Star95 . Sempre puntuale e ligia! Mi fa piacere avere una lettrice così assidua... Il tuo affetto è ampiamente ricambiato.

continua la campagna di solidarietà per la professoressa di trasfigurazione più sfigata di tutti i tempi.
Ancora un volta:
Caghiamo Minerva McGranitt.........

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Capitolo 14
*** INCONTRI E... ***


la legge del più forte
Incontri e...


Quella non era certo risultata una giornata rilassante.
Hermione(come tutti gli altri studenti, del resto) era stata messa a conoscenza dell’arrivo di una nuova insegnante che si portava appresso tre strani apprendisti che picchiavano gli studenti,  poi aveva dovuto fronteggiare per due ore Malfoy,  una vampira sconosciuta le voleva parlare pur non avendo niente in comune con lei ed ora doveva frenare l’inspiegabile furia di un Blasie Zabini ridotto al pari di una bestia.
Difatti Hermione e Draco ebbero davvero un gran da fare quel tardo pomeriggio.
Cercarono in tutti i modi di impedire a Zabini di aggredire di nuovo la povera Espinoza.
 
- Dannazione! Ma che gli prende?- chiese agitata  la grifondoro.
- Mi dispiace, è una reazione al morso...- rispose  ancora spaventata.
- Che cosa vuol dire , Espinoza!- Malfoy con l’aiuto di Hermione tentava in tutti i modi di tenere fermo l’amico che sembrava posseduto.
- Quando vieni morso il sangue ribolle ad ogni istinto... ciò che senti si amplifica al punto da diventare tutto totalmente istintivo. E quando si è profondamente arrabbiati si reagisce così. Sangue chiama sangue... E si da il caso che nel mio corpo scorra ancora il suo...-
Blasie ora cominciava ad aquietarsi.
- tu mi hai maledetto.- cominciò a dirle piano Blaise.
- No io ho solo...- cercò di spiegarle la ragazza con un po’ di vergogna.
- Io non ho mai avuto nessun vincolo, odio averli!- la interruppe alzando un po’ di più la voce.
- Senti, io cercavo...- cercò ancora di giustificarsi. Ma il ragazzo non la lasciò finire.
- Tu mi hai legato a te!!! Io non voglio!!! MOSTRO! - Fissò la vampira con odio e gridò: - Guarda! Guardami! Che cosa mi hai fatto? Come mi hai ridotto? Io non riesco a controllarmi!-
June non si aspettava tutto questo e guardò sconcertata il ragazzo. Le sue guance presero ad arrossire violentemente mentre continuava a tenere gli occhi sgranati per l’accaduto. Poi prese a tremare. Hermione  guardò Malfoy.
-Portala via.- le fece il biondino avendo ritrovato un bel po’ del suo sangue freddo.
Lei annuì al ragazzo, per la prima volta senza protestare.
Trascinò via June che era rimasta immobile, interdetta.

Intanto, nella sala comune del dormitorio Grifondoro, i due nuovi tirocinanti della prof.Violet cercavano di organizzare i loro bagagli come meglio potevano.
-    Semiria… Dovevamo portarci lo stretto indispensabile.- disse Felix, visibilmente affaticato dal trasporto delle valigie, ma sempre rimanendo calmo.
-    Io non so…- le rispose lei, che intanto cercava di capire quale stanza doveva ospitarla. -  e se poi ho bisogno di qualcosa?-
Il ragazzo posò a terra le valigie.
-    Capisco, vuoi compensare le tue insicurezze per quanto riguarda questo lavoro circondandoti di cose familiari, per sentirti, come dire, a casa. – sentenziò il giovane portando un ciuffo ribelle di capelli dietro l’orecchio.
Lavanda, Calì e Padma osservavano la scenetta, cercando di capire se i due fossero fidanzati o meno.
Ginny si avvicinò di soppiatto facendole poi sobbalzare.
-    Che succede?- chiese.
-    Santo cielo, Ginny!- Esclamò la Brown. –… stiamo cercando di capire che tipi sono.-
-    Da quanto vedo, state cercando di fargli le radiografie!- osservò la rossina.
-    Ma insomma! Tu sei come tuo fratello! Una persona ha tutte le buone intenzioni e invece viene fraintesa!- Fece l’altra fintamente offesa.
-    See see- la schernì l’ultimogenita de Weasley.
Semiria si sedette sulla poltroncina di velluto rosso.
-    Sarà. Comunque ti ho detto mille volte che non sta bene esaminare così spudoratamente l’atteggiamento altrui!!! Smettila Felix.- intimò.
-    Dunque.. quello dovrebbe essere il tuo alloggio.- cambiando abilmente discorso, il ragazzo indicò la porta sulle scale che portava alle stanze delle studentesse dell’ultimo anno.
La ragazza si voltò a guardare nella direzione indicata.
-    Oh no, scale!- esclamò.
-    Dai, ti aiuto io. – fece l’amico.
Ginny squadrò le tre pettegole: - ma non vedete che hanno bisogno di una mano?-
E senza aspettare risposta si fiondò in soccorso dei nuovi arrivati.
-    Scusate, volete una mano?- si rivolse ai due senza inibizioni.
Ginny Weasley, la persona che più somigliava a Molly. Schietta, senza preamboli.
-    Umh…- Felix la osservò un po’ stranito. Quei capelli, quegli occhi…
Semiria invece spalancò la bocca in un sorriso di sorpresa.
-    Ma tu sei la sorellina di Charlie, vero?- fece mal contenendosi dalla sorpresa.
-    Si. – rispose Ginny che invece non aveva mai sentito nominare i due.
Felix non si scompose, come al suo solito, mentre l’amica le prese subito le mani.
-    Charlie ci ha parlato tanto di te! Lui era il nostro insegnante di creature magiche! Abbiamo fatto un master con lui in Scozia!- annunciò la Douglas.
“master?” pensò la rossina, ma era meglio non rivolgere quella domanda, per ora.
In quel  momento Ron, Harry ed il resto della squadra di Grifondoro, fresca di reclutamento, apparirono sulla soglia della sala comune.
-    Ginny, hai dimenticato i parastinchi nello spogliatoio.- le comunicò il fratello porgendole il capo in questione.
-    Oh, ma questo è senz’altro Ronald!- fece la tirocinante ancora più elettrizzata, se possibile.
Ron strinse la mano della ragazza.
-    Lei lavora con la prof. di difesa,se non  mi sbaglio.- fece un po’ intimorito il ragazzo.
-    La prof.ssa Semiria Douglas ha seguito un … uh… “master” di Charlie…- si intromise la sorella, cercando di spiegare l’euforia con cui era stato accolto.
Intanto Felix avanzò verso Harry.
Il ragazzo lo scrutò serio, preparandosi a mettersi sulla difensiva.
“un altro che vuole vedere la mia cicatrice! Se mi faccio pagare per questa cosa divento straricco!”
Difatti Felix tuonò : - Potter!-
“Ci risiamo”
-    Ho sentito parlare molto di te!- continuò.
“la cosa non è reciproca!”
-    La tua fama da cercatore è conosciuta persino negli istituti di grado superiore!-
Il ragazzo evidentemente spiazzato, fece un debole sorriso.
-    Io ero cercatore come te, quando frequentavo questo istituto!- rise senza scomporsi. – lo sai che sarò il vostro supervisore in campo? Insieme a quelli di corvonero, si intende.- lo informò il neo docente.
-    Io non ne sapevo niente… - rivelò Harry.
-    Beh… quest’anno vi hanno affidato a me perché… Diciamo che gareggeremo ad un livello molto più alto di quello degli anni passati.- Felix lo fissò fiducioso.
-    Prof.Claymouth, che cosa intende?- domandò curioso.
Il ragazzo si chinò verso di lui e parlando sottovoce, in modo che lo potesse sentire solo lui, disse : - Ancora non posso dirtelo, ma saprai tutto dalla signorina Granger, al suo ritorno dal consiglio studentesco. Fidati.-
Potter lo fissò confuso.
Felix intanto ritornò ad affaccendarsi con le valigie.
-    Harry, diamo una mano.- suggerì Ginny.
Lui non protestò.
Il quidditch ad un livello competitivamente più alto… Era quello che sognava da tempo.
Passando dinanzi a Ron, lo strinse amichevolmente per la gioia.

Difatti da lì a poche ore si sarebbe tenuta la riunione del consiglio studentesco e Hermione era in fibrillazione, se possibile, più delle altre volte.
Questo perché si trovava bloccata in un corridoio deserto con una tipa di cui non sapeva se fidarsi, ma, peggio ancora,  questo rischiava di farle fare tardi. E lei non lo sopportava.
Ju sembrava visibilmente provata.
Stava seduta per terra, con la testa china, che continuava a fissare un punto imprecisato dinanzi a lei.
-    Come ti senti?- chiese Hermione educatamente.
Nessuna risposta.
Domanda stupida.
La Espinoza sembrava quasi in trance.
“bene, ci mancava solo questa! E io ho una gran fretta!”
-    Io …- accennò la ragazza di corvonero. Poi una grande pausa.
Un attimo per pensare. Per studiare ciò che avrebbe potuto dire… Per non sembrare debole.
Sentiva i pensieri fracassarle il cranio: quelli di tutte le persone lontane come echi, quelli di Zabini e Malfoy ormai distanti e quelli della ragazza che le stava di fronte, Hermione.
“ho fretta… Fretta… FRETTA”
Si alzò di scatto. Voleva scappare.
Fece per andarsene ma Hermione la fermò.
-    Hey! – la ammonì infastidita da quell’atteggiamento.
-    Va! Va dove devi andare!- le rispose lei irritata.
La grifondoro ebbe un sussultò. Poi capì.
La ragazza dai capelli smeraldini poteva sentire il suo stato d’animo.
-    No. Scusami… io non faccio altro che preoccuparmi dei miei impegni scolastici.- Hemione era sinceramente mortificata.
Ci fu un attimo di silenzio.
Poi  June le sorrise inaspettatamente.
-    Sei come lei…- nella sua voce c’era dolcezza.
-    Come chi, scusa?- fece Hermione perplessa.
-    No, niente. Una persona che conosco.- Ju la guardò malinconica. – vai, Hermione. Devi fare il tuo dovere. Stò meglio.-
La riccia le lasciò il braccio.
Ora non voleva abbandonarla lì, però.
-    Sai cosa facciamo? Vieni con me.-
-    No, devo proprio rifiutare il tuo invito.- fece la Espinoza con una punta di sarcasmo. Stare in mezzo a troppa gente la innervosiva.
-    Dai, sbrigo queste cose e poi parliamo un po’.. che ne dici?- insistette Hermione.
-    No davvero. Io non sono per queste cose. – spiegò l’altra.
-    Me lo devi! Io devo sapere.- la Granger rincarò la dose.
E questa volta Ju non poté rifiutare.






Veniamo a noi (spazio dell'autrice):
Grazie Kucciolaflea , hai un nick dolcissimo. Beh, anche se all'inizio può sembrare un po'demenziale, in realtà è un racconto d'avventura e d'amore.. Forse quando l'ho cominciata stavo ancora persa dietro a Pirati dei caraibi e sopratutto sbavavo per Jhonny. No, non ti preoccupare Draco non s'ingelosisce, siamo una coppia aperta noi (scherzavo, scherzavo, non mi menate o maledicete, voi che state leggendo..). Berle a parte sono contenta, str-contenta che ti piaccia. Ma.. Ti fa ridere almeno un po'?
Besos, Joker

sigh.. Solo un commento.. Di questo passo non diventerò mai famosa! Non sposerò mai Axl Rose! Non sarò mai miliardaria e non potrò conquistare il mondo!! Perchèèèèèèèèèèèèèèèèèèè

continua la campagna di solidarietà per la professoressa di trasfigurazione più sfigata di tutti i tempi.
Ancora un volta:
Caghiamo Minerva McGranitt.........

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Capitolo 15
*** ... e Scontri! ***


la legge del più forte
...E scontri!

La riunione del consiglio studentesco poteva contare due rappresentanti per ogni casa, due docenti portavoce per il corpo insegnante ed il preside.
Ma Albus Silente non avrebbe più presieduto quelle riunioni, per questo la gatta da pelare passava alla prof.ssa Minerva McGranitt, vice preside.
Gli insegnanti, per l’occasione, sarebbero stati il prof.Zero e la prof.ssa Violet che, essendo i nuovi arrivati avrebbero così potuto familiarizzare con gli studenti.
Per quanto riguardava gli studenti, a rappresentare tassorosso vi era Tyler Lazard, un tipo nervosetto, con gli occhiali rotondi, i capelli castani, magro pallido e con l’aria da studio
so. Al suo fianco vi era Tameria Hook, una ragazzina bassa, con lunghi capelli neri e lisci, gli occhi scuri coperti dalla frangia e anch’essa dalla carnagione pallida.


Per corvonero, i rappresentanti erano Cho Chang, vecchia conoscenza e fresca di bocciatura, e Lidia Sand, la sua neo amica, una ragazza dall’aspetto vispo e ordinato. Portava una lunga treccia bionda, le unghie laccate di dorato, gli occhi azzurri e un bel colorito roseo.
Per serpeverde, erano presenti Candy Williams e Theodore Nott. Quest'ultimo avrebbe volentieri fatto a meno di prendere parte a quella che definiva “roba per mezzosangue e checche”, se non fosse che la Williams lo aveva persuaso facendo uso delle sue grazie.
Ron guardava con impazienza l’orologio. Hermione avrebbe già dovuto essere lì. Non era da lei arrivare in ritardo.
Si sentiva osservato. Ma appena alzava lo sguardo ognuno sembrava farsi gli affari suoi.
Poi, finalmente, la porta si aprì e Hermione fece il suo ingresso.
Il rossino ringraziò Merlino, poi notò dietro di lei un'altra persona.
Capì subito di chi si trattava e questo lo turbò.
-    Poi ti spiego.- fece Hermione sedendogli accanto e riservando un altro posto alla Espinoza.
Il ragazzo non fece neanche in tempo a controbattere che l’imponente voce della McGranitt tuonò: -ora che ci siamo tutti si può iniziare!- 

Mezz’ora dopo, nell’aula regnava il caos totale a causa delle dichiarazioni fatte dalla McGranitt.
-    Cosa significa che siamo sotto stretta sorveglianza?- chiese agitata la Sand.
-    Ragazzi, è una situazione complicata! Silente è morto e questo istituto non è più sicuro come prima.- rispose calma la vice-preside.
-    Se la scuola non è sicura, che ci veniamo a fare?- Candy Williams non era certo una che le mandava a dire le cose, sembrava la versione serpeverde di Ginny Weasley.
-    Silenzio!- tuonò inaspettatamente Ron.
Tutti si voltarono a guardarlo, rimasti esterrefatti da quell’uscita. Poi più timidamente aggiunse: -    Sicuramente la professoressa avrà preso dei provvedimenti per fronteggiare la situazione…-
-    Per piacere pel di carota, non ti sarai messo a fare anche il ruffiano!- lo schernì Nott.
E prima che il rossino reagisse la McGranitt riprese: - grazie signor Weasley per aver evidenziato questo punto. Qui al mio fianco vi sono due rappresentanti del corpo docente che abbiamo reclutato da poco non solo in virtù del fatto che sono delle persone altamente qualificate, ma anche perché la loro presenza in questa scuola vuol dire maggiore sicurezza.-
-    Si spieghi, professoressa.- fece Tyler Lazard pulendosi gli occhiali.
Il professor Zero si fece avanti e sfiorando la mano dell’anziana insegnante disse: - Minerva, cara, permetti?-
La McGranitt arrossì vistosamente e annui senza fiatare.
-    Ragazzi miei. Dovete sapere che io e la prof.ssa Violet, siamo prima di tutto, due rappresentanti dell’Ordine di Cagliostro.- esordì lo stravagante professore.
Tutti i purosangue presenti, Theodore, Candy, Lidia, Tyler e Ron, sbiancarono letteralmente.
A Hermione brillarono gli occhi, aveva già sentito parlare di loro: se l’Ordine della Fenice era il gruppo di streghe e maghi più segreti e coraggiosi, l’Ordine di Cagliostro era la più pericolosa squadra esistita, di cui un tempo facevano parte anche le Streghe Nere. Sua Nonna era una di loro.. Ma non ne sapeva poi tanto.
June rimase impassibile.
Solo Cho e Tameria non avevano idea di cosa stessero parlando.
-    Senza contare che presto Hogwarts potrà ospitare delle squadre di Auror che veglieranno su quest’edificio giorno e notte.- aggiunse la Violet.
Per Ron questo voleva dire una sola cosa: niente più festini nella camera dei segreti!
-    Mi scusi.- fece June con aria supponente. – Ma come mai sono dovuti intervenire addirittura due esponenti dell’Ordine di Cagliostro che, è risaputo, di solito si occupano di faccende riguardanti il regno magico e le creature che lo popolano? Mi chiedo se non ci sia qualcosa sotto!-
La Violet riservò a June un occhiata omicida. Lei la ricambiò con un sorriso beffardo.
-    essendo un gruppo che non dipende dal ministero, noi possiamo interessarci a chi ci pare e piace, mia cara, e questo va sicuramente a nostro, ma soprattutto, a vostro vantaggio. Ed ora, se non vi dispiace, Minerva ha altro da aggiungere.- il prof.Zero riuscì a sviare facilmente la discussione.
-    Grazie, Renato.- fece lei, civettuola. Nott simulò un coniato di vomitò. – prima di passare all’altra novità volevo esaminare il primo punto all’ordine del giorno: le proposte studentesche. Iniziamo dal signor Lazard e dalla signorina Hook di Tassorosso.-
Tyler si posizionò diligentemente gli occhiali sul naso e cominciò: - anzitutto, in qualità di candidato alla borsa di studio, chiedo che la biblioteca possa rimanere aperta anche nelle ore notturne per chi volesse usufruirne.-
-    Sempre il solito secchione di merda.. ecco perché non rimorchi!- commentò Nott. La Williams diede adito con una risatina fastidiosa.
-    Tu quale qualità possiedi, bisonte?- lo provocò Ron.
-    Quella di mandarti aff..- minacciò il serpeverde.
-    Ragazzi!- apostrofò l’anziana docente.  
-    Ma a chi vuoi che interessino orari extra nella biblioteca?- chiese irrisoriamente Nott.
-    A me!- rispose decisa Hermione.
-    Ti pareva! – soffiò la Williams.
-    Silenziò!- li ammonì di nuovo Minerva. – Prego continui signor Lazard!-
Ma Tyler non riusciva più a parlare. Aveva le mani sudate e sicuramente avrebbe iniziato a balbettare.
Tameria prese la parola: - vorremmo poter uscire il fine settimana per recarci a Hogsmeade  o nei paesi limitrofi. Almeno per chi frequenta gli ultimi anni.-
-    Prenderò in considerazione le vostre proposte. Ma di ciò discuteremo quando avrò a disposizione alcune unità di Auror.- rispose pragmaticamente la McGranitt.
Tameria annuì e tornò al suo posto.
-    Signorine Sand e Chang, cosa proponete?-
-    Noi vorremmo poter formare il primo Comitato feste. A questo proposito le abbiamo portato il prospetto riguardante la festa di Natale. È solo una proposta, giusto per farle capire quanto seriamente vogliamo impegnarci.- enunciò tutta d’un fiato Lidia.
-    Interessante, le daremo un occhiata.- si intromise Zero, afferrando il prospetto. Difatti il professore aveva un'insana passione per tutto ciò che riguardava gli ambienti festaioli o mondani.
Era il turno degli Slytherin.
-    Io propongo una gara di bellezza!- esclamò la Williams.
Theodore si passò una mano sulla fronte. Si chiedeva se una scopata valesse tutta quell’umiliazione.
-    Questo è assurdo!- commentò Tyler.
-    È assurdo per gli sfigati come te!- rispose acida la serpeverde.
-    Non ci si poteva aspettare di meglio da una serpeverde!- aggiunse Hermione mentre Lazard ricominciava a sudare.
Candy si rivolse di nuovo alla docente.
-    Io credo che sia importante in un momento di grande tensione, come questo, far distrarre i ragazzi. Anche con cose così frivole.- era ovvio che la Williams sentiva che la vittoria sarebbe stata sua se fosse avvenuta la suddetta gara, così aveva studiato un piano, basato tutto sulla diplomazia.
Ed era altrettanto ovvio che per quanto diplomatica fosse stata, la McGranitt non si sarebbe fatta abbindolare.
-    Che cosa carina!- commentò con aria sognante il prof.Zero che già immaginava la reginetta del ballo (lui stesso) piena di paillettes.
Allora la McGranitt cambiò idea.
-    Mi sembra un’ottima cosa! Appena si costituirà il comitato feste si potrà rivolgere a loro.-
La Violet la guardò perplessa.
Hermione era esterrefatta.
June rise di gusto.
Nott che prima d'ora non l'aveva mai notata, rimase folgorato. Se a primo impatto la Espinoza poteva sembrare un ragazzo, con quella divisa e quell'aria selvaggia, guardandola da vicino aveva qualcosa che lo affascinava terribilmente. Le si avvicinò. Le toccò il braccio lascivamente.
-    Ehi.. non mi sembra di averti incontrata fino ad ora. Chi saresti tu?- le domandò.
La Espinoza si voltò lentamente puntando i suoi occhi diabolici in quelli del ragazzo.
-    Qualcuno che potrebbe forarti la carotide senza che tu possa riuscire anche solo a dire "Ahi".- rispose senza mezzi termini.
Nott sentì una forza su di lui che lo costrinse a non dire e fare più niente.
-    Prego signorina Granger. Signor Weasley.- Minerva li invitò a farsi avanti.
-    Adesso senti quante cazzate.- la Williams si rivolse al compagno, che però non l’ascoltava.
Hermione la fulminò con lo sguardo.
-    Noi di Grifondoro siamo tutti d’accordo per proporre un viaggio di istruzione a Dewell, una delle più belle città d’arte del mondo magico. Mi pare un ottima proposta visto che, a differenza degli altri istituti, noi non abbiamo mai potuto avere questo privilegio.- sentenziò convinta.
-     È anche una proposta alquanto azzardata, dato il periodo.- osservò l’anziana.
-    A questo proposito avrei ideato un criterio selettivo che ci permetterà di tenere sotto controllo la situazione.- aggiunse la riccia.
-    Sentiamo.- disse Minerva curiosa.
-    E' un viaggio riservato agli studenti che frequentano gli ultimi anni e che hanno conseguito ottimi risultati in difesa contro le arti oscure- cominciò ad elencare Ron Weasley – il nostro accompagnatore lo potrà scegliere lei, per maggiore sicurezza. Infine tale privilegio sarà riservato solo alle case con la migliore condotta.- “quindi noi abbiano già vinto”.
-    Interessante. Ma ci devo pensare.-
-    Inoltre diminuzione delle ore scolastiche da sessanta minuti a 50.- aggiunse ancora Hermione.
-    No!- e la risposta della vicepreside fu secca.
 I due grifondoro se lo aspettavano, ma almeno ci avevano provato.
-    Ora che abbiamo concluso con le proposte, avrei un importantissimo annuncio da farvi.-
-    Speriamo non siano altre brutte notizie.- disse sottovoce Cho.
-    Quest’anno il torneo di quidditch si svolgerà in due giornate. Nelle prime settimane di dicembre.- spiegò la McGranitt.
-    Che cosa? Ma che razza di idea è questa?- fece Nott a gran voce.
-    E per quale motivo si dovrebbe compiere tale scempiaggine?- aggiunse Ron.
I due erano i più interessati all’argomento, in quanto entrambi giocavano nelle squadre delle rispettive case.
-    Ciò è stato deciso in seguito alla candidatura dei nostri migliori alunni alla borsa di studio offerta dall’istituto del prof.Zero. – rispose tranquilla.
-    Sono stati previsti spostamenti e gemellaggi con altre scuole. Per questo, e per l’alto rendimento sportivo, è stata data l’opportunità ad Hogwarts di partecipare al torneo scolastico internazionale di quidditch.- aggiunse la Violet.
Ron non credeva alle sue orecchie. Strinse la mano ad Hermione e le sorrise. Aveva il volto della felicità. La abbracciò preso dall'emozione, poi arrossì vistosamente.
Nott fece un salto di quasi due metri da terra e gridò: - questo è un sogno! UN SOGNO!-
-    Gli elementi che costituiranno la squadra che dovrà rappresentare la nostra scuola verranno selezionati durante allenamenti e partite.- concluse la Violet.
-    Lenticchia, non hai speranze!- disse malignamente Theodore.
-    Questo dovrei dirlo io a te!- controbatté il rossino.
Detto questo i tre docenti si congedarono augurando in bocca al lupo a tutti.
Terencia Paona Violet aspettò fuori dall’aula June. Appena la ragazza mise piede nel corridoio, la prof.ssa se la portò via tirandole un orecchio. Hermione non fece neanche in tempo a protestare che erano già sparite. Si chiese il perchè dell'atteggiamento della nuova insegnante nei confronti di June.
-    Vieni  Hermione! Harry e Ginny devono sapere subito.- disse Ron prendendola per mano.
-    Si.- rispose ridendo e lasciando ai posteri domande e riflessioni.
Ron la trascinò via, al massimo dell'entusiasmo..


Hermione stava assistendo per la prima volta al fenomeno del richiamo…






Veniamo a noi (spazio dell'autrice):
Cara Nicla , anzitutto ti ringrazio per il commento. La mia intenzione era quella di lasciare tutto avvolto in un alone di mistero, ma essendo questa una storia che si legge di capitolo in capitolo e anche a distanza di tempo, qualche particolare può sfuggire al lettore. Quindi credo che qualche spiegazione sia doverosa:
- La reazione di Blaise: spropositata, sicuramente, per uno che riesce sempre a mantenere la calma. L'ho fatto volutamente, difatti, per la prima volta, Blaise tira fuori quello che in quel momento gli passa per la mente, senza controllo e senza la sua proverbiale diplomazia, questo perchè il legame di sangue stabilito fra i due (June e Zabini) lo fa agire istintivamente. Dal canto suo, il bel moretto, come vedremo anche la madre in seguito, non sopporta di essere vincolato da qualcosa o qualcuno e questo lo fa infuriare.
- Il legame di sangue instaurato in questo caso è un contratto a tempo determinato, quindi si dissipa con il tempo. Questo perchè gli Espinoza sono per metà vampiri e per metà umani. Ma credo che riuscirò a chiarire meglio la situazione con l'evolversi della storia (che è già tutta nel mio cervello).
- June è un personaggio molto ambiguo. E'buona ma si ritrova a dover assecondare la sua natura, quindi può sembrare contradditoria. Rileggendo il capitolo anche io (che l'ho scritto, pensa un po'tu), mi aspettavo che lo picchiasse, ma questa è una reazione che appartiene più ai modi di Hermione. In realtà June è rimasta molto colpita dallo sfogo di Zabini perchè in fondo anche lei pensa di essere così come lui l'ha definita, E'piena di sensi di colpa e di insicurezze, nonostante possa sembrare forte. Non mi rivedo in questo personaggio, quindi se ti stai chiedendo se è autobiografica come descrizione questa è la mia risposta.
Ogni personaggio che ho inventato ha una propria personalità, che può essere compresa o fraintesa, ma comunque unica nel suo genere, seguendo una logica per il quale ciò che è giusto o sbagliato dipende dai putni di vista.
Grazie ancora e spero di esserti stata utile, di non averti annoiata e di essermi guadagnata un pò della tua simpatia.
Besos, Joker

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Capitolo 16
*** ETERNE DIATRIBE... ***


Eterne diatribe...
Eterne Diatribe

Ronald Weasley                                                                          

La carrozza arrivò puntuale dinanzi i cancelli di Hogwarts, cosicchè verso le dieci di quel sabato mattina Draco Malfoy  e Blasie Zabini erano quasi arrivati a destinazione.
Draco decise di fare una pennichella durante il viaggio. Quando si svegliò,seduto  di fronte, Blasie manifestava tutto il suo disappunto con la sua espressione corrucciata.
-    Ora che il nostro Prince si è destato,  potrei sapere, di grazia, perché devo venire anche io da tua nonna Dora?- chiese indispettito.
-    Mmhf… - bofonchiò Draco.
-    Si , vabbè, ho capito che dopo ciò che è successo ieri non vuoi perdermi di vista, ma ti avevo promesso che non sarei uscito dalla mia camera!- solo Blasie poteva capire il linguaggio di Draco appena sveglio.
-    Mrgh… - ribattè l’altro.
-    Il pranzo me lo sarei fatto portare da qualcuna! Magari da Marie stessa! Avrei avuto l’opportunità di rimanere un po’ con lei! Cazzo!- si alterò il bel moro dagli occhi color del cielo.
Draco sbuffò.
-    E le selezioni? Ci pensi? Avrei potuto sostituirti io! Proprio in questo momento delicato! Ma non lo hai sentito Theodore? Ha detto che il torneo è esteso alle altre scuole! Quindi se serpeverde perde, ci andrà la squadra di grifondoro a giocare fuori!!!- ora Blaise sembrava una mogliettina isterica.
Draco, mooolto lentamente (per creare phatos), chiuse gli occhi, li riaprì, si mise a sedere e poi disse: - Forse ho fatto la cazzata!-
-    Allora convieni con me?- finalmente, per una volta, Draco gli avrebbe dato ragione.
-    No… Sai, ieri quando ti sei addormentato è entrata tua cugina in camera.- cominciò a raccontare il biondo.
-    Era preoccupata? Diamine, non l’ho neanche salutata. Ma ora cosa c’entra lei?- fece Blaise perplesso – per caso si ha provato? Guarda che è normale, quella ragazza assomiglia a un maschio predatore.-
-    No, cioè si… - fece un po’ imbarazzato. – mi ha guardato, mi ha riconosciuto, tu le hai parlato molto di me, mi ha detto. Mi ha chiesto se volevo fumare o scopare…-
L’amico scoppiò a ridere.  – quello è il test psicologico che fa ai ragazzi, che cosa hai risposto?-
-    Ho detto che volevo fumare, visto che scopo spesso.- rispose Draco, come se fosse una cosa ovvia.
-    Bravo, hai superato il test.- si complimentò Zabini.
-    Poi siamo andati da Pansy .. e parlando le ho detto che ero preoccupato perché non potevo sbrigare le selezioni questo fine settimana. Lei si è offerta di farlo al posto mio, visto che è stata il capitano della squadra di serpeverde  ai suoi tempi. Ma ora che sono lucido.. – difatti era la prima volta che Draco non aveva ponderato per bene una possibilità.
 Si chiese cosa aveva fatto per diventare così avventato.
-    Sai Blaise… Ieri non è stata proprio una bellissima giornata … - disse massaggiandosi il collo.
-    Ah, guarda.. Non me lo dire… Non ci voglio pensare.. – fece l’altro.
-    Senza parlare che c’è questa spina nel fianco della punizione con la mezzosangue..- rincarò il biondo – sono parecchio indaffarato e confuso..-
-    Eh si.. Anche a me manderebbe in confusione stare tutte quelle ore chiuso in una stanza con una ragazza che ho promesso di odiare per tutta la vita, ma che effettivamente è diventata un bocconcino prelibato..- enunciò l’amico tutto d’un fiato..
-    Ma chi? La Granger?- Draco spalancò gli occhi.. Più che altro non credeva che oltre a lui ci fosse qualcun altro che se ne fosse accorto… O forse lo sperava..
-    Ah.. Tu vedila come vuoi.. Ma io ci ho fatto più di un pensierino!- affermò Zabini.
-    Che schifo! Se continui così ti disconosco come amico!- Malfoy cercò di redimere l’amico.
-    Sappi che io non mi pongo degli stupidi limiti come fai tu, caro! Per me non c’è sangue o razza che tenga .. Io non vedo colori.. Solo conquiste..- gli occhi blu del ragazzo furono attraversati da un particolare scintillio.
Draco sapeva che l’amico poteva fare lo schizzinoso sul vestiario ma sulle donne.. Non c’era estrazione sociale che tenesse.. Quando voleva qualcosa non si faceva scrupoli.
Sorrise difronte a Blaise l’implacabile e rivolse un ultimo pensiero alla Granger, che non avrebbe visot per tutta la durata del week-end.
Poi riprese: - per quanto riguarda Shera…-
-    Ah, beh.. Sei caduto nella sua trappola.- disse Blasie con sicurezza.
-    In che senso, scusa?- il biondo cominciò ad agitarsi.
-    Stai calmo, niente di grave.- fece l’altro con nonchalance.
-    Questa è bella! È della mia squadra che stiamo parlando! E lo sai che per me conta molto, lo sai cosa vuol dire!- Malfoy si alterò non poco.
-    Ascoltami, amico mio. Puoi stare tranquillo. Sai chi sarà l’allenatore di grifondoro? Il nuovo professore, Felix Claymoth. Quei due si sono sempre sfidati, dai tempi di Hogwarts e Durmstrang. È questa le è sembrata l’occasione giusta per riprendersi la rivincita.- spiegò pacato Zabini.
-    Perché cosa successe? Persero contro grifondoro ? Guarda che non è consolatoria la cosa. – a questo punto Draco era ancora più preoccupato.
-    No, ascolta, la finale non si svolse mai. Un gruppo di mannari invase Hogwarts e aggredì molti ragazzi… Intervennero quelli dell’ordine di Cagliostro a placare la rivolta.- il racconto di Zabini si fece interessante.
-    Mannari a Hogwarts? Non sapevo che ce ne fossero stati altri prima di Lupin.- chiese incuriosito.
-    No, venivano dalla foresta. Pareva che cercassero qualcuno. Qualcosa. Ma non so dirti di più. Comunque, con Shera sei in mani sicure. Farà di tutto per battere Felix. - lo rinfrancò  Blaise.
-    Che rapporto c’è tra i due?- chiese ancora il biondo.
-    Beh…  durante i cinque anni di frequenza di Hogwarts si sono sempre odiati, come di consuetudine tra serpeverde e grifondoro. Poi il padre di Shera sposò la madre di Felix. Lei non la prese molto bene. Per questioni di affari, gli ultimi due anni si dovettero trasferire, ed per questo che il sesto e il settimo anno lo frequentarono a Durmstrang (ragion per cui al primo anno non ti è capitato di vederli), ricordi? Anche io mi sono trasferito qui da Durmstrang, la mia famiglia ha diversi traffici in Bulgaria. Dopo quei due anni, in cu incontrai Shera solo d’estate, il loro rapporto sembrò cambiare. Ma ogni volta che è possibile lei cerca sempre di dimostrare la sua superiorità, da buona serpeverde.- concluse Blaise.
-    Tutto sommato tua cugina mi sta simpatica. È una bella gnocca ma purtroppo non ha niente di femminile, comunque una botta gliela darei.-confessò il biondo.
-    Hey, Draco.- lo ammonì Zabini.
Blaise era geloso. E si comportava così con pochissime persone: la madre, che caratterialmente era la sua copia (una… diciamo… donna di mondo), sua cugina e Draco.
A Durmstrang, Blaise aveva seri problemi di comunicazione.
In più, a causa del suo aspetto incantevole, molti erano invidiosi di lui. Quindi ripiegarono sul fatto che, a differenza degli altri, lui non aveva un fisico robusto, possente, anzi il bel serpeverde era alto, magro e la sua carnagione era olivastra ma chiarissima.
Così, spesso e volentieri, era preso di mira da prepotenti, giocatori e fidanzati gelosi.
Non è facile la vita quando sei bello da matti.
Con Draco, aveva trovato finalmente il suo compagno naturale. E questo lo sapevano entrambi.
-    Speriamo solo che faccia un buon lavoro.- sospirò Draco, ansioso.


Cinque ore prima, ad Hogwarts.
Sembrava che ancora la natura non avesse aperto i suoi dolci occhi sul mondo.
La nebbia infestava i prati ed il campo di quidditch, la rugiada colava pigramente dalla graminia selvatica.
-    Allora, stronzetti! Ci avete messo un più tempo del previsto per portare le vostre flaccide chiappe sul campo di gioco!- Shera Spyron era nel pieno delle sue energie e osservava, ghignando, i ragazzini partecipanti alle selezioni, che non avevano neanche avuto il tempo di lavarsi la faccia.
-    E il capitano dov’è?- chiese con aria spavalda Russel Portrait.
-    Il vostro capitano è momentaneamente assente, la sottoscritta è stata delegata per selezionare la nuova squadra. Se volete potete lasciare un messaggio dopo il segnale acustico… - e così dicendo ruttò in faccia a colui che aveva formulato la domanda.
-    Ma insomma! Qui stiamo scherzando! Noi quest’anno dobbiamo vincere a tutti i costi! E sono proprio le selezioni che creano il presupposto per un buon esito.- Theodore Nott sembrava in preda ad una crisi di nervi.
-    So che siete una squadra forte… - iniziò a spiegare – ma so anche che non avete mai battuto grifondoro.- tutti fecero una smorfia di insofferenza.
-    Quest’anno non solo li batteremo, ma vi assicuro che sarete ricordati come la squadra più forte che abbia mai partecipato ai tornei delle scuole!- tutti presero ad osservarla interessati.
-    Ma questo avverrà solo se qui ci sarò io! E sappiate che sarò il vostro allenatore per tutta la durata del torneo!- gridò Shera, esaltandosi. – E se qualcuno non è d’accordo se la vedrà con me! E non ci metto niente a pestarvi tutti a sangue!-
Questo era il più strano discorso d’esordio di un allenatore.
Rimasero tutti spiazzati e allibiti.
Poco dopo Shera improvvisò due squadre mescolando i vecchi membri della squadra con i nuovi candidati. Decise di far giocare le due squadre l’una contro l’altra.
Ebbero così inizio le selezioni per la nuova squadra di quidditch di serpeverde.

-    Ragazzi, non so cosa ci aspetta il futuro.. ma questa potrebbe essere la nostra ultima occasione.-
Harry Potter era in sala comune e parlava sottovoce ad un gruppetto di ragazzi che si toccavano in maniera scaramantica… Perché quando si parla di Harry Potter, il grande eroe dei Grifoni, si parla anche di grande sfiga.
In silenzio, Seamus, Neville, Dean, Ron, Colin, Ginny, Lavanda, Calì, e altri di cui non conosco il nome e penso non lo conoscesse neanche Harry, ascoltavano in silenzio il verbo dell’eletto.
-    Ora o mai più! È il momento propizio. Ron e Hermione sono di ronda fino alle 12:30 e dopo scatta la sorveglianza di Gazza e dei docenti. Cosa ne dite?- osservò la piccola folla cercando consensi.
-    Direi che il piano è abbastanza regolare, come le altre volte. Il problema viene dall’interno. Se Claymoth e la Douglas si accorgono che tutti quelli del sesto e settimo anno sono usciti?-domandò perplesso Finnigan.
-    A questo ci ha pensato il nostro stratega Ron!- rispose Harry, fiero dell’amico campione a scacchi.
Ron srotolò una pergamena sul tavolino, in modo tale da rendere visibile a tutti il contenuto.
Illustrò rapidamente come muoversi senza essere pescati dai nuovi docenti, indicando i luoghi chiave per la buona riuscita del piano.
-    A questo punto, davanti alla camera dei segreti ci sarò io ad aspettarvi.- concluse Harry.
In quel momento Hermione fece il suo ingresso in sala comune.
-    Ecco la nostra regina. Come vanno le cose?- chiese il fulminato alla ragazza.
-    Ragazzi, la McGranitt mi ha dato il permesso di recarmi ad Hogsmeade, quindi per i rifornimenti di Burrobirra e Firewisky non ci dovrebbero essere problemi. Verrò accompagnata da Hagrid e trasfigurerò le bevande per poterle introdurre a scuola.- risolse la ragazza che, vista la situazione si era concessa uno svago extra.
-    Allora, ragazzi, cacciate i soldi!- ordinò Ron.
-    Sarà una festa bellissima.- commentò Harry vedendo Hermione intascare le gentili donazioni dei compagni par l’imminente party distruttivo.
Appena furono solo in tre Hermione si rivolse ai suoi due fedeli amici.
-    Ragazzi, vi devo parlare.- annunciò.
-    Spara.- Harry era convinto che niente potesse turbare la sua euforia.
-    Devo farvi conoscere una persona.- Hermione corrugò la fronte.
-    Non mi dire che si tratta della tipa di ieri… - ipotizzò il rossino.
La ragazza annuì.
-    E chi sarebbe?- Harry cominciava a preoccuparsi.
-    Beh… è quella specie di vampira di cui vi ho parlato l’altro giorno.- disse timidamente la ragazza.
-    Hermione, se hai quest’insano bisogno di amicizie pericolose, buon per te. Ma io non ci voglio entrare. Ho già i miei problemi.- esplicò secco Harry.
-    Ha ragione Harry!- Ron rincarò la dose.
-    Uffa ragazzi! Non fate i cagasotto razzisti! Mi piace. Voglio conoscerla meglio e non me ne frega niente se appartiene ad un'altra razza. Non è pericolosa! Ma ho bisogno di sapere cosa ne pensate voi!- Hermione e la sua malsana idea di difendere e integrare le minoranze.
-    Penso che è una pessima idea!- rispose deciso il bambino sopravvissuto.
-    Già!- rimarcò Ron.
-    E tu non ripetere tutto ciò che dice lui!- Hermione rimproverò il suo Boyfriend. - Dai Harry, io credo di meritare questo sforzo da parte tua… - la Granger lo guardava supplichevole.
Effettivamente la ragazza sarebbe stata l’unica a poterlo aiutare durante le prove scritte di fine anno.
Non ci mise molto a convincersi.
-    Ok, ci vediamo fra un ora nel bagno di Mirtilla.- fece allora Harry.
-    Grazie!- Hermione lo abbracciò e corse via.
-    Ehy , io però non sono d’accordo!- Le gridò dietro Ron.
-    È meglio così, credimi Ron, almeno se la mia cicatrice comincia a pizzicare potremmo avvertire la nostra reginetta di stare lontano dai guai. Anche se non sono riuscito ad impedirle di mettersi con te.- disse ridendo Harry.
-    Forse l’unico ad essere nei guai è il sottoscritto … - pensò ad alta voce Ron.
Harry lo guardò perplesso: - cosa vuoi dire?-
Ron si guardò attorno, poi si avvicinò di più al suo capitano e bisbigliò: - Sai, Harry, la nostra Hermione è diventata.. Come dire.. Più audace nei miei confronti.-
Harry scoppiò a ridere e Ron arrossì.
-    Si, insomma, tra tutti e due è sempre stata lei quella più sveglia.. Ma dopo quest’estate ha preso il volo, forse perché le sono mancato. Ma non è questo il punto. È molto più affettuosa di prima, più nervosa.. Insomma ha ecceduto in tutte le sue caratteristiche.- continuò il piccolo uomo di casa Weasley.
-    È tu non sai che pesci prendere.. Oh, Ron.. Se non si fosse data una mossa lei..- gli ricordò l’amico.
-    Non è questo il punto. Lo sai, io con Lavanda ho già..- Ronald arrossì ulteriormente.
-    Allora? Qual è il problema? Cazzo Ron, non mi far parlare di queste cose.. E come se io ti venissi a raccontare di me e Ginny! Hermione è come una sorella!- dicendo questo fece uno smorfia di disgusto.
-    È questo il problema!-apostrofò l’altro.
Il bambino sopravvissuto inarcò un sopracciglio.
-    Insomma, non proprio. Ma è da poco che io ed Hermione ci siamo messi insieme. A me piace tantissimo. Soprattutto come persona. Ma.. Vorrei abituarmi a tutto questo.- spiegò sospirando.
-    Capisco. Vorresti che le cose fossero più graduali. Non riesci a vederlo sotto il punto di vista sessuale.- ipotizzò Harry.
-    Per me lei è.. sacra.- disse teneramente Ron.
-    Vedrai Ron che tutto verrà da se. Ora non ci pensare. Sta sera ci divertiremo. Prima però abbiamo quest’altra gatta da pelare con quest’Espinoza.- concluse Harry riportando alla normalità il tono di voce.
-    State parlando di June?- chiese una voce femminile alle loro spalle.
Semiria aveva gli occhi che le brillavano.
-    Emh.. si.- fece Ron impacciato. – Hermione ci ha fatto amicizia, voi la conoscete?-
-    Sua sorella è una nostra carissima amica.- rispose la Douglas.
-    È come mai? Voglio dire, è un vampiro.. I vampiri hanno famiglia?- Harry era piuttosto incuriosito. Aveva una visione alquanto arcaica dei vampiri. Come tutti del resto.
-    Anche io la pensavo come te- si intromise Felix. - poi, con l’esperienza e lo studio, ho maturato altre conoscenze. Ragazzi, ma storia della magia non la studiate?-
-    Guarda che stai parlando con noi, non con Hermione.- spiegò sarcasticamente Ron.
Semiria e Felix raccontarono brevemente della dinastia spagnola degli Espinoza, maghi dai grandi poteri, che per vivere più a lungo stipularono un patto di sangue con i Nosferatu, altra dinastia millenaria di vampiri, ormai estinti. Il bisogno degli Espinoza di poter vivere a lungo era dovuto al fatto che il loro primo discendente, un medimago potentissimo, aveva bisogno di più tempo per portare a termine  una pozione che avrebbe guarito le persone dal bacio dei dissennatori, così diventò un vampiro. Me nel corso delle sue ricerche, che non portò mai a termine, trovò il modo di rimanere umano. Questo perché si innamorò di una donna e decise di sposarla e mettere su famiglia, cosa che i vampiri non possono fare.
Per questo, i Nosferatu rinnegarono gli Espinoza e mossero guerra contro di loro.
In realtà erano solo invidiosi dei loro poteri: avevano sia i privilegi dell’essere dei vampiri, sia quelli dell’essere umano.
E questa in breve era la storia della dinastia di June.
-    Gli Espinoza, per difendersi, si allearono con i maghi, gli elfi e l’ordine ecumenico.- spiegò Semiria.
-    Ordine ecumenico?- chiese ancora Harry.
-    Si, i maghi religiosi. Sono una vera e propria casta. E come nel mondo dei babbani, sono molto potenti.- mentre Semiria parlava, mimava ogni singola cosa, e questo rendeva più appetibile le sue parole.

Harry cominciò a pensare che forse quest’anno avrebbero imparato molte cose. Ed anche che il mondo magico era più vasto di quanto avesse finora immaginato.

veniamo a noi:
ringrazio tutti quelli che hanno letto e inserito la mia demenziale ff nei preferiti. Ma più di tutti ringrazio Nicla (se questo è il tuo vero nome è troppo bello) per la recensione. Che dire? I nuovi personaggi servono per la trama ma la storia non si incentrerà su di loro. I protagonisti sono sempre e anzitutto Draco, Hermione, poi ci sono Blaise, Harry, Pansy e Ron... E tutti gli altri, ovviamente.
Rilevante è la presenza di June, anzi, fondamentale direi.
Ho comunque deciso di mantenere i personaggi
simili a dei ragazzi della loro età e non trasformarli
in personaggi navigati...
ed ho deciso di dare a tutti una famiglia: ben presto vedremo la madre di Blaise,
la nonna di Draco,
la cara Narcy,
il fratello di Pansy e altri ancora.
Ci stiamo avvicinando ai capitoli inediti..
la mia lentezza è dovuta al fatto che per ogni capitolo stò allegando un disegno...
Non so se ce la farò sempre.
Tantissimi Baci, Joker

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Capitolo 17
*** FIESTA (parte prima) ***


fiesta parte 1
Fiesta
(parte Prima)

                  Dora (Dorothea) Hudson in Malfoy


Intanto a Burnington Manor, Zabini e Malfoy non se la passavano proprio bene: il biondo venne accolta da una Narcissa Malfoy in evidente stato di gravidanza.

Una gravidanza di cui non era al corrente.
Cosa che, peraltro, non gli fece piacere.
Aveva mille domande da fare alla madre a quel proposito. Ma la donna fece cenno di rimandare la cosa a più tardi.
Narcissa non gradì la presenza di Zabini ma Draco non ci fece caso.
Il ragazzo non portava mai amici alle riunioni familiari perché si finiva sempre col parlare degli affari di casa, quindi le intrusioni non erano prese di buon grado.
Ma data l'assenza del padre difficilmente le conversazioni avrebbero preso quella piega, inoltre Dora non gradiva discussioni politiche nella sua dimora.

Dora fece il suo trionfale ingresso all’ora di pranzo, quando tutti si erano già accomodati in tavola.
La donna indossava un abito di velluto verde, lungo e meticolosamente rifinito da pizzo nero. I capelli, che orami avevano perso la caratteristica tonalità platinata dei Malfoy, erano lunghissimi, grigi, raccolti in una complicata treccia. Scendeva le scale e con una mano si reggeva su un bastone su cui era attorcigliato un serpente interamente d’oro bianco. Sul pomello vi era la testa del rettile. Con l’altro braccio si faceva sostenere da una donna altissima, con i capelli color rubino che contrastavano con la carnagione cirulea e lo sguardo vacuo, assente. Dietro di lei, due paggetti sui dieci anni, sostenevano il lungo mantello. Erano un maschio ed una femmina, probabilmente gemelli. Ma non avevano niente di umano: gli occhi, uno celeste e l’altro castano, i capelli bianchi, corti quelli del bambino e raccolti con due nastri rossi quelli della bambina, facevano pensare a due creature del mondo magico.
La donna si sedette a tavola, insieme al suo corteo e non proferì parola.
Le pietanze vennero immediatamente servite.
Zabini moriva dalla voglia di fare qualche battutaccia, ma la sua diplomazia glielo impediva.
Tutto si svolse nel più assoluto silenzio.
Quando la tavola fu magistralmente sparecchiata dai servitori , l’anziana si mise comoda sulla sua sedia (che pareva quasi un trono), e finalmente disse:
-    Allora, che combina quel rincoglionito di mio figlio?-

Intanto ad Hogwarts, nel bagno di Mirtilla Malcontenta, Ron, Ginny ed Harry, che intratteneva il fantasma rompiscatole, attendevano l’arrivo di Hermione con la nuova amica.
Harry sembrava più tranquillo dopo il discorso con Felix e Semiria. Ron invece era ancora un po’ titubante.
Ginny, dal canto suo, non aveva nessun motivo per sentirsi tesa.
Ad un certo punto videro l’amica fare il suo ingresso mentre cercava di trascinare con la forza qualcuno, aiutata da una bella ragazza di corvonero.
-    Dai, non fare tante storie!- incalzava Hermione.
-    Insomma Ju! Ti fa bene conoscere gente nuova!-incoraggiò Marie, visibilmente affaticata.
-    Smettetela! Decido io cosa voglio o non voglio fare!- June opponeva ancora resistenza, quando notò i tre spettatori. – ok, ok, lasciatemi!- smise di tirarsi indietro.
Marie ed Hemione mollarono la presa. La Espinoza si sistemò i capelli, la camicia ed il gilet, prese una sigaretta dalla tasca dei pantaloni e la accese. Subito nell’aria si diffuse l’aroma di vaniglia.
-    Che sia una cosa rapida! Non sono brava ne la publica relacion!- disse facendo squillare il suo accento spagnolo.
Andò a sedersi vicino ai tre. E così fecero anche Hermione e Marie.
-    Ahora, tu devi essere Harry, tu Ronald e tu Genevra, giusto?- esordì la vampira.
-    Incredibile, ci ha riconosciuto! Ma i vampiri hanno questo tipo di poteri?- fece Ron, sconcertato.
-    Ron, le ho semplicemente parlato di voi!- spiegò Hermione stizzita.
Ginny si batté una mano sulla fronte. – che figura di merda, cominciamo bene!-
Harry non poté fare a meno di mettersi a ridere, così fece anche June e Marie. Inutile descrivere il grado di rossore  raggiunto dal povero Weasley.
Però aveva subito rotto il ghiaccio.
Marie colse l’occasione per presentarsi. – Marie Guerlain, vengo da Beauxbatons, come Ju del resto.-
e si vede” pensò Harry.
-    Yo soy.. Vamos, lo sapete, evitiamo esti convenevoli! Avete qualcosa da bere?- chiese la vampira seccata.
-    No, vi prego. Non le date niente, altrimenti comincia a camminare sulle ringhiere dei balconi!E parla bene! Quando è nervosa comincia a mescolare l'inglese con ..- intervenne Marie.
I quattro grifoni fecero uno sguardo interrogativo.
-    Marie, sei venuta per sputtanarmi? Te ne puoi andare allora.- la interruppe la Espinoza, l’altra non parve per niente offesa.
-    Cos’è sta storia delle ringhiere?- chiese Ginny ridendo.
-    Non mantiene molto l’alcool.. – confidò la Guerlain.
-    Non dire cazzate!- la interruppe June. - Ho sete! Siento odore di alcool! O mi date da bere o mi bevo voi!-
Ora Ron era veramente terrorizzato. Ma nessun altro, a parte lui, l’aveva presa sul serio.
Ginny le passò una bottiglia di vodka. Lei spense la sigaretta e cominciò a bere.
-    Esto me servirà a sciogliere la lingua, visto che la qui presente Hermione Granger se siente più tranquilla se ha il vostro benestare!- spiegò appena finì di bere. Poi si rivolse alla suddetta aggiungendo :- Non è che dobbiamo per forza fare amicizia, nosotros!-
-    E smettila!- la sgridò Marie.
-    Ci tengo veramente!- disse un pò stizzita Hermione.
June la fissò. E dio solo sa cosa le passò per la testa in quel breve lasso di tempo.
Perchè decise di collaborare.

Quel pomeriggio Harry, Ron, Ginny ed Hermione cominciarono a socializzare con un vampiro.
Quello fu l’inizio di una lunga e forte amicizia.
Harry parlò dei suoi trascorsi con Voldemort (e ti pareva!), della sua condizione di vittima ed eroe, amato e odiato dalle folle.
Si aspettava di fare la fine di Jhon Lennon.
Ron raccontò di Fleur e del fratello rimasto ferito dai licantropi, cosa che sembrò interessare molto la ragazza. Ed anche a Marie.
Si trovarono maggiormente in sintonia quando June rivelò di essere il nuovo cercatore di corvonero.
-    Ma dai! È fantastico! Così giochi a quidditch! Lo sai che quest’anno sfideremo le altre scuole?-domandò Ginny.
-    Era con noi al consiglio, l’altro giorno.- spiegò Ron.
-    Come mai?- le chiese Marie.
-    Passavo per caso. – mentì prontamente la Espinoza.
Hermione capì che non aveva raccontato niente di ciò che era accaduto con Zabini. Decise di rispettare questa sua riservatezza.
-    Quest’anno la nostra squadra la allenerà il prof.Claymoth. Vi conoscete, vero? È bravo o mi devo preoccupare?- chiese Harry.
-    Felix era il capitano di grifondoro al suo quinto anno. Uno dei migliori devo dire. Molte major se lo contendevano dopo il settimo anno, che frequentò a Durmstrang. Ma lui non volle mai dedicarsi al professionismo.- raccontò la corvonero.
-    E perché ha deciso di allenarci?- domandò allora Ron.
-    Ha una sfida in sospeso con Shera, che allenerà serpeverde. Anche lei era capitano al suo quinto anno, però la finale non ebbe mai una conclusione.- continuò a spiegare.
-    E perché?- questa volta era Hermione che domandava.
-    Degli schifosi licantropi irruppero sul campo di quidditch!- rispose con rabbia.
-    Maledetti!- aggiunse Ron. – che ragione c’era?-
June alzò le spalle. Ma in quel gesto fintamente indifferente c'era molto di più.
-    Semiria ha detto che tu hai una sorella. Dov’è ora?- domandò ancora Ginny.
-    E chi lo sa? Avril studia con Felix, Shera e Semiria. Ogni tanto viene, me rompe le palle e poi sparisce. L’estate abbiamo più tempo per stare insieme.-

All’ora di pranzo Hermione si congedò per assolvere al suo compito di comprare gli alcolici per la serata.
Marie fece lo stesso, voleva tornare in dormitorio.
Lasciarono quei quattro che continuavano a parlare di quidditch.
Le due fecero un po’ di strada assieme.
Poi prima di lasciarsi Hermione disse :- mi ha fatto veramente piacere.-
-    Anche a me!- la corvonero sorrise spontanea.
-    Sei una a posto ed anche June è tranquilla.- sentenziò la Granger.
-    Non l’hai vista nelle notti di luna piena.- fece l’altra sarcasticamente.
-    Perché, cosa succede?- domandò Hermione, presa alla sprovvista.
-    Ah… non te l’ha detto? Allora fa come se non t’avessi detto niente… Ciao!- e fuggì via, evidentemente in imbarazzo.
Hermione cercò di richiamarla ma ormai era sparita. Lasciandola a mezz’aria, con qualcosa che secondo lei avrebbe dovuto sapere.

Shera, esausta, entrò in sala insegnanti, dove vi era la prof.Violet intenta a guardare l’orizzonte dalla finestra.
-    Credo di aver messo su una bella squadra, prof…- fece la ragazza stravaccandosi su di una poltrona.
-    Lo sai che non me n’è mai importato tanto del vostro stupido sport!- le fece notare la donna.
-    Si, si, lo so. È solo che sono così eccitata.- fece l’altra. -Malfoy ci rimarrà di stucco.-
Terencia si girò di scatto a guardarla.
-    Il figlio di Narcissa? L’hai.. L’hai già incontrato?- chiese la donna, visibilmente emozionata.
Shera annuì.
-    Come è?- chiese ancora.
-    Bello come il peccato, sfrontato, impulsivo.  È un Black. Ma è albino come il padre.- le spiegò la ragazza, accendendosi una sigaretta.
Tess si mise una mano davanti alla bocca, commossa. Velocemente si strofinò gli occhi.
Poi, decisa, avanzò verso Shera e le strappò dalle mani la sigaretta, che disintegrò in un pugno.
-    Non si fuma qui.- la Violet tornò a fissare il panorama dalla finestra. – Piuttosto.. Domani c’è la luna piena, lo sai?-
-    Oh cazzo.. Scusi.. Volevo dire “acciderbolina”..- fece sarcastica. – Semiria e Felix lo sanno?-
-    Si. Sicuramente June uscirà per la sua ronda. Posso contare su di te?- le propose.
La Spyron sbuffò, inclinò la testa all’indietro.
-    Ok, prof. ora posso andare a fumare?-

-    Siete a conoscenza del fatto che mio padre si trova ad Azkaban, vero?- Draco si era un po’alterato dopo l’affermazione di sua nonna.
-     Ovvio! Se avesse avuto almeno un po’ di buon senso ora non si troverebbe in questa situazione!- affermò la vecchia donna. Poi tirando fuori una pipetta si rivolse a Blasie: - Ragazzo, hai da accendere?-
forte la vecchia” pensò Blaise osservando il contenuto della pipa. Il ragazzo le lanciò lo zippo d’argento che raffigurava un aspide.
Dora lo prese al volo senza neanche alzarsi dalla sedia.
Narcissa, che fino ad allora aveva tenuto il capo chino, disse con un filo di voce: - Dora, fa male al bambino!-
-    Puoi accomodarti fuori, Narcissa.- la invitò la vecchia.
-    Grazie.- Narcissa ne approfittò per evitare la discussione.
Draco la seguì con lo sguardo. Non aveva mai visto la madre così remissiva…
-    Lucius è suo figlio dopotutto! Perché ne parla così?- Malfoy alzò la voce sbattendo un pugno sul tavolo.
Dora lo fissò con occhi glaciali.
E quello sguardo non prometteva niente di buono.
Ad un tratto Draco si accorse di sentire come un peso sul petto.
L’aria cominciava a mancargli. Non riusciva più a respirare.
Blaise lo guardava preoccupato ma non capiva cosa stesse accadendo.
-    Non usare quel tono quando ti rivolgi a me, ragazzino!- disse la donna con una voce alquanto spettrale.
Poi ritornò all’espressione strafottente di prima.
Draco riprese a respirare.
Si accasciò sulla sua sedia, ancora incredulo riguardo l'accaduto.
Questa donna è terribile” pensò .

Il fatto che Dora fosse in grado capace di procurare malessere fisico senza alzare un dito lo terrorizzò non poco…



e veniamo a noi...

inizio subito nel rispondere a Clausk:
grazie per l'osservazione, mi hai fornito il pretesto per chiarire alcune cose: anzitutto non credo che tu sia stato l'unico a pensare questa cosa, però come puoi ben vedere di commenti ce nesono pochissimi, quindi non tutti si prendono la briga di farmi sapere cosa ne pensano.
Credo che un dubbio sia legittimo per tutti ... Moltissime persone hanno letto i racconti di Kisa e Axia e altrettanta gente li erige come modelli della perfetta Dramione. Tutti i fan writers amanti di questa coppia sognano di scrivere una storia altrettanto bella e che riscuota innumerevoli assensi.
Però ho delle argomentazioni a mio favore e se possono servire a rendere la mia storia meno fastidiosa ai tuoi occhi ti prego di leggere:
- allora... Comincio dicendoti che ho iniziato a scrivere questa storia prima di leggere la ff di Kisa. Allora non ero molto pratica di questi siti quindi scrivevo e non leggevo poi molto. La ff di Kisa era comunque già stata publicata da tempo. Mi è stata consigliata da un'amico e quando l'ho letta ho semplicemente commentato : - Oh.. Porca...-, ma di questo posso esserne sicura solo io, quindi come alibi non vale molto...
In realtà posso solo raccontarti da cosa ho tratto ispirazione per farti capire le mie buone intenzioni, quindi vado avanti:
- le strane mattonelle mi sono venute in mente rivedendo un film a cui sono molto affezzionata e cioè "Labirinth".
- l'erbetta "magica" è presente nella mia quotidianità come in quella di molti adolescenti;
- il professore di difesa è l'unico posto regolarmente vacante e i tirocinanti mi sono venuti in mente pensando a me e ai miei amici che facevamo il tirocinio per diventare insegnanti (non ne avevamo nemmeno la parvenza e non ce l'abbiamo tutt'ora);
- aspettiamo per parlare di auror nella scuola perchè accadranno delle strane cose;
Per quanto riguarda i vampiri ... Beh io credo che chi è appassionato di fantasy legge e vede più o meno le stesse cose quindi è probabile che ci sia qualcun altro come me che ha amato i racconti su Lestat o Dracula..
Ma confido in una tua risposta se vorrai contestare quanto ho detto.
Grazie tante dell'attenta recensione.
 

Grazie alla dolce Kucciolaflea (senza i tuoi commenti pieni di ottimismo sarei persa): inizio col dire che Shera Spyron non è una donna! è qualcosa di indefinibile che però ha gli attributi femminili e quando la metto su carta si muove da sola! Non ce la faccio neanche io a trattenerla, è serpeverde fino al midollo, sarebbe un personaggio negativo che però si ritrova dalla parte sbagliata... Comunque non parliamo di lei che già è troppo egocentrica...
Draco inizia a pensare a Hermione come ad una donna, anche se non lo dichiarerà mai e Blaise è il solito dissoluto.. Herm, dopo l'estate che ha passato, lontana da problemi come salvare il mondo e anche da quel guscio dorato in cui la tengono i due amici, si è resa conto che un'adolescente normale vive anche di divertimenti. Quindi un po' s'è svegliata anche se ci tiene a mantenere quella parvenza di perfezione. Ed il povero Ron.. Si, anche io lo odiavo, meditavo di farlo schiattare da un momento all'altro, ma ho deciso che può servirmi... Per quanto strana può sembrare la cosa. E quindi darò una dignità anche a questo personaggio (spero di riuscirci). Ti piace lo schizzo su Dora? Vediamo se indovini a chi mi sono ispirata.... Bacerrimi,
Joker

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Capitolo 18
*** Fiesta Parte 2 ***


........Questa donna è il diavolo in persona, oppure la figlia di Anakin Skywalkwer passata al lato oscuro”pensò Blaise Zabini osservando la scena. Come al solito i suoi pensieri erano assurdi e totalmente alienati da ciò che in realtà stava accadendo.


Draco sudava freddo. Si tastò la gola e si mise a sedere lentamente. Un deja vù, qualcosa di molto spiacevole si fece spazio nella sua memoria…

Senzazione di soffocamento.
Avrebbe preferito morire, quel giorno.
E per ogni giorno a seguire…

Dora si alzò, la sua dama di compagnia e i paggetti al suo fianco questa volta non la seguirono. L’austera anziana si dirigeva lentamente verso di lui.
Zabini deglutì sforzandosi.
Prima di ritornare a fissare la madre di Lucius ( che non si dica mai che un Malfoy distoglie lo sguardo per primo), osservò oltre la vetrata, sulla veranda, sua madre che guardava con espressione malinconica l’orizzonte, mentre si stringeva lo scialle sulle spalle e si accarezzava il pancione.

Chissà di chi è il bambino…”continuava a domandarsi.

- Lei è amico di mio nipote?- Dora si rivolse a Zabini, restituendo lo zippo.
- Suo nipote le ha presentato molti compagni, ultimamente?- fece il moro ironico.
- Non si risponde ad un quesito con un’altra domanda. Che caduta di stile!- lo rimproverò l’anziana.
Zabini rimase profondamente ferito: nessuno aveva mai attaccato lo stile del Conte (così soprannominava se stesso quando parlava da solo).
- Lui è l’unica persona degna di fiducia in tutto il mio istituto.- fece Draco glaciale.
Dora abozzò un sorriso. Poi si rabbuiò.
- Non ha fatto niente per fermarti, costui, quando hai fatto la cosa più stupida che il figlio di un perdente come Lucius potesse fare?- chiese provocatoriamente lei.
Draco si sentiva ribollire il sangue. Suo padre non era lì, non poteva difendersi! Perché attaccarlo alle spalle in questo modo?

Ma lo avrebbe fatto?

Si sarebbe difeso?

Nel ragazzo cominciò a farsi strada i pensiero che forse, tutte quelle accuse, non erano infondate…

L’imponenza di Dora faceva si che, per quanto anziana, incutesse il doppio del timore di Lucius.

- Signor Zabini.. Cosa pensa lei delle discutibili decisioni di Draco?- fece rivolgendosi con tono velenoso a Blaise.
- Io non capisco, milady..- fece il moro scrutandola per bene.
- Lasciatelo fuori da questa storia. Lui non..- fece Draco, ma ormai lo sguardo di Zabini si era fatto febbrilmente curioso.
- Le sue decisioni sono sempre discutibili agli occhi della gente comune, madame.- rispose Blaise senza perdere la calma.
Dora sorrise di nuovo in maniera fulminea.
- Mi riferisco a questo! E a nient’altro!- i suoi movimenti furono quasi impercettibili a occhio umano. Draco si ritrovò con il braccio disteso sul tavolo, tenuto fermo dal bastone della donna, e il tatuaggio in bella mostra.

Zabini lo aveva capito da tempo.

Sapeva che Draco, per qualche motivo, era diventato un mangia morte ed aveva fatto uno sforzo immane per sorvolare la cosa.

Draco non gliene avrebbe parlato.

Tanto valeva non chiederlo.

Ma non pensava che l’amico potesse seriamente diventare un assassino.

Aveva dei gusti troppo raffinati, secondo lui..

Però quando si trovò quella testimonianza dell’appartenenza di Draco alle schiere di Voldemort, non poté che inorridire ugualmente.

Draco fissò con astio la nonna. – cosa crede di fare, con questo?-

Dora alla vista del tatuaggio mutò atteggiamento.

La sua ancella le si avvicinò, comprendendo che l’anziana stava per avere un mancamento. Le porse una sedia su cui accasciarsi.

- L’ha fatto davvero!- la donna si coprì il viso. La sua voce tremava di pianto. – quello scellerato di mio figlio ha venduto l’anima del suo piccolo al diavolo in persona! -

Draco non capiva.

Suo nonno Abraxas Malfoy era un sostenitore della purezza del sangue e, conseguentemente di Voldemort.

Perché sua nonna diceva queste cose?

Perché non era dello stesso parere di Lucius?

Draco non aveva mai conosciuto suo nonno. E di Dora sapeva ben poco.

Si vedevano solo il giorno del compleanno di lei. Pranzavano in silenzio e poi se ne ritornavano a Malfoy Manor, la tenuta lasciatagli in eredità da Abraxas.

Dora riprese a parlare, ma con fatica, trattenendo ira e pianto:-E così hai davvero fatto sì che Silente venisse ucciso? Non erano solo dicerie?-
- Che cosa sta dicendo, Draco?- Blaise, sconvolto, rivolse quella domanda all’amico.

Domanda che ebbe solo una tacita risposta.

Blaise sgranò gli occhi.

- Tu hai permesso ai Mangiamorte di intrufolarsi a Hogwarts… Hai dissacrato l’unico posto che poteva fornirti un riscatto sociale e hai aiutato gli assassini dell’unico uomo che ti poteva aiutare.- continuò l’anziana, aggravando il tono della voce sempre di più.

Blaise non poteva credere alle sue orecchie.

Possibile che il suo migliore amico fosse la causa dell’assalto dell’anno prima alla scuola ?

Si sentì come una pugnalata al cuore.

Draco non abbassò lo sguardo, ma le parole di Dora lo avevano colpito in pieno!

Non parlò!

Non poteva dire niente in sua discolpa e non avrebbe mai ammesso che, per la prima volta, pensò che sarebbe stato meglio non essere mai nato.

Blaise era il volto della delusione.

Draco non aveva il coraggio di spostare lo sguardo su di lui.

Il moro questo lo capì.

Allora era tutto vero!

Lentamente crollò sulla spalliera della sedia.

Tradito. Ancora una volta.


Ormai erano quasi le dieci e Hogwarts cominciava a sonnecchiare, per cui le candele dei corridoi iniziarono a spegnersi consequenzialmente.

Al calare delle tenebre iniziò l’andirivieni di ombre furtive che cercavano di raggiungere il bagno di Mirtilla Malcontenta.

Come da programma Harry diede libero accesso alla camera dei segreti.

Alle faccia del biscione che ho impalato al secondo anno! Vorrei proprio vedere la faccia di quel coglionazzo di Tom Riddle adesso! Ripensò compiaciuto.

Intanto, in casa Voldie....

- Oh no, Sevi, mi è caduto tutto lo sformato di zucca sulla moquette pitonata di Cavalli!- disse sbuffando Voldemort a Piton, che guardava una replica di soprav-Vivere che davano sul quinto canale di Magiset (emittente televisiva del mondo magico).

- Qualcuno ti sta pensando, Voldie...- risolse l'ex prof. di pozioni.

- E il mio sformato? Sicuramente è stato Potter! Lo ha fatto apposta! Deve sempre rovinare le cose che mi entusiasmano! - disse istericamente. strofinandosi le mani sul grembiulino decorato a serpentelli verdi e rossi.

Ma torniamo ad Hogwarts.

La serata procedeva bene e senza intoppi.

Tra tutta la gente presente nella sala, uno studente di tasso rosso in particolare si aggirava guardingo, con la sua aria cinica e nervosa.

Tyler.

Tyler Lazard.

Il tipico studente complessato, un po’invidioso.
Ne bello ne brutto. Ne buono ne cattivo.

Lui era sempre “quasi”.

E questa, per lui, era una tragedia.

Tyler Lazard voleva essere apprezzato.
Ma tutto quello che faceva, da quando era bambino, era come se fosse normale.

Anche quando i suoi genitori, magonò, scoprirono che invece lui poteva essere uno stregone a tutti gli effetti, non rimasero particolarmente colpiti.
Era molto intelligente.

Ma Tyler desiderava era essere guardato con ammirazione, non per vanità fine a se stessa ma perché voleva sentirsi speciale.

Speciale per qualcuno.

Alla fine Tyler Lazard non si sentiva amato, come tanti altri studenti di Hogwarts, e lo manifestava nel suo specialissimo modo: era goffo, perdeva la prontezza di spirito quando qualcuno faceva crollare le sue sicurezze, si puliva continuamente gli occhiali per farsi coraggio e, nelle situazioni che lui reputava difficili, le sue mani cominciavano a sudare freddo.

Forse Tyler aveva puntato sulle doti sbagliate. Essere intelligente e studioso non voleva dire necessariamente essere apprezzati … Non nell’età dell’adolescenza. Anzi, spesso e volentieri veniva preso di mira da Nott, Tiger, Goyle e …. Malfoy, anche se ultimamente era più interessato alle donne che ad altro. Da quando aveva stretto amicizia con quel Blaise Zabini non si dedicava più a torturare ripetutamente gli altri ragazzi. Riservava questo privilegio al trio miracoli, in particolar modo a Hermione Granger.
Ma se Draco Malfoy, che era un figlio di mangia morte, velenoso, infido e vigliacco, come mai riscuoteva tanto successo?
E se Hermione Granger, che era la secchiona per eccellenza, la so-tutto-io (ribattezzata da serpeverde), la mezzosangue zannuta (sempre by serpeverde), perché era così popolare e ammirata?
Seguendo questa logica, perché anche Tyler Lazard non raccoglieva così tanti consensi?
Non lo sapeva.

In realtà non lo sa ancora nessuno, come lavora il nostro cervello nel periodo dell’adolescenza.

Però, almeno una volta, Tyler avrebbe voluto essere guardato con occhi adoranti dalle ragazzine.
Avrebbe voluto poter far parte del trio degli eletti, il trio della salvezza.

Forse per tutti questi motivi, quella sera, Tyler Lazard decise di dare una svolta alla sua vita e di imbucarsi alla festa di griffindor, avendo scoperto la cosa da due primini che parlavano a bassa voce in bagno.
Non fu molto difficile, per lui, approfittare di alcuni momenti di confusione e di fretta per entrare nella camera dei segreti.
Non l’aveva mai vista.

Certo, in questo momento assomigliava più ad una discoteca.
Anzi era diventata esattamente una discoteca, con tanto di angolo bar e dj’s console.

Si fermò ad esaminare più attentamente la situazione: i nuovi griffindor, quelli di terzo, se ne stavano tutti in un angolino, impauriti… un tipetto dai capelli azzurri cercava di atteggiarsi a “quello che certe feste ne ha viste a bizzeffe” e da’un ora teneva in mano un bicchiere pieno di vodka, che però cercava di non consumare, altrimenti avrebbe dovuto riempirlo di nuovo e lui, due bicchieri, non li reggeva.
Sorrise. Ricordava benissimo come ci si sentiva nei primi anni.
Le tipette di quarto invece cercavano di stare simpatiche a tutti, portavano da bere, distribuivano gli stuzzichini, cercavano insomma di avere un “ruolo” in tutta quella baraonda.
Quelli di quinto credevano di aver capito tutto della vita. I maschi ci provavano con quelle più piccole di loro (solo con le più piccole, quindi quelle di terzo che, spaventatissime, scappavano e quelle di quarto che ci stavano, per avere un “ruolo”) e le ragazze erano ridicole: vestite come delle porno star e truccate malissimo, non avevano ancora la maturità fisica per indossare certe cose e sembravano delle lolite venute male. Molto anni ’80.
Gli studenti di sesto erano quelli più vicini al podio, quindi si dovevano comportare con dignità! Ballare con compostezza e non fare assolutamente figuracce!!!! Ginny Weasley, poi, era la più famosa in assoluto tra gli studenti del sesto anno di tutte le case: lei era la donna di Potter. Poi era anche bella, seducente con quella chioma fulva, quegli occhi verdi di cerbiatta e quello spirito sportivo che tutti gli uomini vorrebbero vedere in ogni donna (perché farebbe comodo, diciamocelo).
E poi quelli dell’ultimo anno: la corte.
Tutti coloro che avevano frequentato Harry Potter erano improvvisamente diventati fighissimi.
Anche Neville Longbottom…
E stavano là, nel loro personalissimo boudoir, tutti, o quasi, a fumare e bere, ad accertarsi che la festa stesse procedendo nel migliore dei modi e che tutti avessero il bicchiere pieno.
E sul trono Harry Potter e la sua compagna. Alla sua destra vi era Ronald Weasley ed Hermione Granger, la neo-coppia vip di Hogwarts.
Altro fenomeno da studiare, il più piccolo dei Weasley maschi.
Insomma, a quanto si diceva Bill e Charlie erano stati due studenti che avevano fatto tanto parlare per la loro buona dose di bellezza, sfrontatezza e abilità nel quidditch e nello studio. Percy era famoso perché era stato proclamato studente più stronzo di Hogwarts. Fred e George, i gemelli, avevano movimentato la grigia vita di tutti, specialmente durante la dittatura della Umbridge. Soprattutto la loro uscita di scena avvenne in grande stile. E Ron?
A parte qualche piccolo merito come portiere e l’essere stato la spalla di Harry in tutte le sue avventate iniziative, qual’era il suo merito personale se non quello di essere stato per sei anni consecutivi l’ombra del ragazzo che aveva attentato seriamente alla rinascita di tu-sai-chi ed alla vita di tutti gli studenti?
Lui era più simile a Tyler di qualsiasi altra persona!

Qual’era stato il suo merito?

Quello di scegliersi le compagnie giuste al primo anno.

Questo lo irritava molto.

Distolse lo sguardo..

Tra le persone invitate c’era qualche corvonero: Padma Patil, Michael Corner, Anthoni Goldstein, le due nuove di Beauxbatons (June e Marie), Terry Steval e Marcus Belby, Cho Chang ,Lidia Sand e quasi tutti gli studenti che avevano preso parte all’Es, quindi anche qualche tasso rosso.

Dall’altra parte dell’ampio atrio una serpeverde, abilmente camuffata da tasso rosso, aguzzava la vista per poter vedere la sua nuova fiamma.
Candy Williams, difatti, questa volta aveva messo gli occhi su niente poco di meno che Ronald Billius Weasley. E il momentoin cui riuscì ad individuarlo coincise con la nascita della sua nuova, spietata, antipatia per Hermione Granger.

Dal canto suo, la regina dei griffindor osservava dal suo trono improvvisato sulle gambe di Ron, la buona riuscita della festa. Era euforica, aveva bevuto un po’ e provato l’ebbrezza di fare qualcosa che andava contro le regole.. Ancora una volta.
Cominciò a baciare con trasporto il suo ragazzo, che non sembrava disdegnare. Ad un certo punto i due decisero di appartarsi e scelsero proprio il momento in cui tutti erano rapiti dal comizio improvvisato da Harry Potter.
Candy Williams seguì i due con lo sguardo.
Uno sguardo carico d’odio.
Doveva fare qualcosa!
Non poteva sopportare che quella sottospecie di secchiona possedesse ciò che lei bramava!

- Signori!- Esordì Harry - Questa potrebbe essere la nostra ultima festa in questa sala! Come tutti ben sappiamo la scuola, fra non molto, comincerà il programma di sorveglianza, per cui non so quante altre occasioni ci saranno per vederci qui riuniti!- fece a gran voce l’ex bambino sopravvissuto.
- Potrebbe essere l’ultima volta che frequentate questo istituto!- aggiunse una voce beffarda proveniente dall’uscio.

Tutti si zittirono.

L’aria si fece pesante.

La folla si voltò verso il punto da cui giungeva la voce.

Solo Hermione e Ron continuavano a farsi i fatti loro,appartati e ignari di ciò che accadeva.

Shera Spyron, con la sigaretta che penzolava dalle labbra, stava assaporando l’odore del terrore, poggiata con una mano alla cornice in pietra dell’ingresso.
- Oh cazzo- Ginny non riuscì a dire altro.
Harry cominciò a sudare freddo.

- Hey, ragazzi , sto scherzando, rilassatevi,nessuno mi offre da bere?- sminuì la neo insegnante.

Due tipette del quarto anno, tremanti, si apprestarono a porgerle un bicchiere con del Fire whiskey. Lei ringraziò cordialmente e si tuffo tra la folla.
Ginny tirò un sospiro di sollievo. Dopotutto Shera era stata allieva di Charlie. E suo fratello si guardava bene dall' “addomesticare” piantagrane e spioni.

La musica ripartì.

Ma Harry non si sentiva ancora tranquillo. Aveva una brutta sensazione. Che peggiorava osservando avanzare Shera, come una pantera, verso di lui.
- Terrò la bocca chiusa solo ad una condizione!- disse la neo-insegnante appena furono abbastanza vicini, in modo che solo lui sentisse.
- Sarebbe?- chiese Harry, in tono di sfida. Al ragazzo non piaceva essere minacciato o ricattato.
- Tu, i Weasley e la Granger dovete iscrivervi al mio corso facoltativo!- disse poco prima di mandare giù, tutto d’un fiato, il drink.
- Ma.. – Harry era rimasto spiazzato dalla richiesta poco pretenziosa, in quanto avrebbe voluto iscriversi comunque – lei è un insegnante, non dovrebbe ricattarci!-
- Anzitutto sono quasi un insegnante!!! E poi, dopo Piton, di cosa cazzo ti stupisci? Potter!- fece lei accendendosi un’altra sigaretta ed offrendo all’interlocutore, che accettò.
“Effettivamente” pensò lo sfregiato.
- Come hai fatto ad entrare?- chiese ancora.
- Sono rettilofona, come te.. – rispose semplicemente.
Harry rimase un po’ perplesso, ma non poteva stupirsi di ciò, visto che quelli come lui erano rari, ma non unici.
- Non lo sono di nascita. Ho imparato!- rispose automaticamente. – Felix studia come ricercatore. Ha dovuto imparare le lingue di alcune creature magiche.. Rettili, felini, rapaci. Io ne ho approfittato per imparare un po’ di serpentese. Io e Claymoth siamo fratellastri, non so se avete avuto modo di parlare..- specificò Shera.
- Non tanto.. Allora perché ci vuoi nel tuo corso?-.
- Sinceramente?- fece lei, aggrottando le sopracciglia. – Felix è convinto che la mia materia non avrà successo, perché ad insegnarla sono io. Ma gliela farò vedere. E poi è per Charlie, gli devo un favore… e Visto che lui è così preoccupato per i suoi fratelli cercherò di fare del mio meglio per proteggerli, insegnando loro come ci si difende. Bada bene, se lo dici in giro ti spezzo le gambe, Potty-
Harry aveva ancora l’aria perplessa. – non credi di avere troppa fiducia in te stessa?-
- Sarà.. Dopotutto sono una slytherin!- fece spallucce. Poi continuò :-..Senza contare che la preparazione fisica che vi darò vi tornerà utile per il quidditch..- e dicendo ciò si allontanò lasciando Harry assorto in mille pensieri contrastanti.
Shera si diresse poi verso Neville e, circondandolo con un braccio, suscitando lo stupore generale, lo prese in disparte.
Il ragazzo, paonazzo per l’imbarazzo, non sapeva cosa dire.
- Neville Longbottom.. Tua nonna mi ha detto che te la cavi abbastanza bene con le piantine..- disse la ragazza con un tono che non presagiva niente di buono.
- S… S.. Si.- rispose semplicemente.
- Bene.. Perché io e il mio amico Lee Jordan avremmo inventato dei semini.. Ma ho bisogno di qualcuno che possa curarli. Sai io sono così impegnata…- fece con una voce fintamente corrucciata.
Decisamente non era la giornata fortunata di Neville.

Tutto quel trambusto fece sì che la gente presente in sala non potesse accorgersi di un Hermione infuriata che, spuntata da chissà dove insieme a Ron e visibilmente in disordine, continuava a camminare verso l’uscita. Ogni tanto si arrestava, si voltava verso il ragazzo (che cercava di fermarla) e lo additava con aggettivi poco carini, ultimo, ma non per importanza, “Finocchio”. Se ne andò, diretta al dormitorio, incavolata come una iena.
Ron era rimasto pietrificato.
- Ron cosa è successo?- ecco l’eroe dei sandaletti di sughero che subito accorreva al fianco del suo fido compare.
- Harry.. Io..- non riusciva ancora a parlarne tranquillamente.
- Ron, dai, che cosa hai combinato sta volta? Parlami adesso, tua sorella sta ballando con le sue amiche, approfittane.. – lo incitò lui che sapeva quanto fosse impicciona Ginny.
- Credo di aver respinto Hermione…- fece lui abbassando lo sguardo.
- Che cosa? Che cosa vuol dire che credi di averlo fatto?- Harry lo guardò incredulo.
- Io.. Stava accadendo tutto troppo in fretta.. Ci eravamo appartati..- Ron faceva fatica a parlare di cose così intime. Come poterlo biasimare. Divenne paonazzo in viso.
- Quindi?- incalzò ancora l’amico.
- Le ho detto che .. Non mi sentivo pronto. E lei si è incavolata. Mi ha anche tirato una ginocchiata.. Non capisco..- confessò il rossino sconfortato.
- Ron.. Ascolta.. Fatti passare sta cosa! Raggiungi Hermione e … e.. Fate quello che dovete fare! Dannazione! Hai idea di come si sente in questo momento?- domandò Potter, leggermente alterato.
- Ma io non ho detto niente di male. E poi l’ho fatto perché preferisco fare certe cose in un posto che sia adatto a noi due! Non in un luogo qualsiasi, senza neanche un letto!- insistette lui.
- Se una ragazza, sul più bello, ti venisse a dire che non si sente pronta? Cosa sentiresti?- Harry provò a fargli capire.
- Ma non si sta parlando di me!- Ron tentò di tergiversare.
- Rispondi Ronald!- insistette sgranando gli occhioni verdi.
- Ok.. Mi sentirei umiliato! Rifiutato!- rispose finalmente Ron.
- Ecco! Moltiplica queste sensazioni per cinque, perché è di Hermione che stiamo parlando! Senza contare che è una gran bella ragazza e se non fossimo così amici io non ci penserai due volte..- Harry stava parlando troppo. Ron sollevò un sopracciglio.
- Oh, insomma Ron! Hai capito! Sei fortunato! Va da lei!-
Questa volta non replicò. Annui decisamente con la testa e se ne andò.

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Questo capitolo mi ha portato via troppo tempo. Ho deciso che ne farò di più corti.

Sono troppo lenta e la mia scrivania pullula di fogliettini dove ho scritto tutta la storia, con tutti gli schemi e i collegamenti.

Poi fra lavoro, palestra e chitarra, ogni tanto la mia testa si svita automaticamente e se ne va a rilassarsi in qualche centro benessere.

Quindi io, senza testa non posso aggiornare.

Scusate il ritardo ma è colpa della mia testa girovaga … BASTARDA…

Dunque, cosa dire della storia? Diciamo che non ho resistito all’impulso di metterci un po’ di avventura quindi ci sono dei capitoli che sono più seri.

Ma la storia, fondamentalmente non vi deve deprimere. Quindi è principalmente una commedia avventurosa.

Per le fan di Draco-Hermione, pazientate. Lei è un osso duro e non si piegherà facilmente….

Passiamo ai ringraziamenti....

Kucciolaflea: Le coppie che si formeranno... eh ehe eh.. Un po' di pazienza cara... E vedrai... Hai mai notato come nel corso della nostra vita ci allontaniamo e avviciniamo alle persone con estrema facilità? Succede che una persona che l'anno scorso reputavi di vitale importanza magari in questo momento non lo è più... E quando ci ripensi ti chiedi: "ma come può essere accaduta una cosa del genere?" il destino fa strani scherzi.. è quello che ho imparato.. June .. Beh si... Molto forte e fragile allo stesso tempo.. Ha un bisogno di affezzionarsi alle persone ma poi le respinge per paura di fare loro del male... Molto combattuto come personaggio.. Per quanto riguarda Dora... Davvero assomiglia a tua nonna?Bellissimo! Allora è deciso! Per il suo personaggio mi consulterò con te! ti va?

poi,In cosa consiste il settimo senso? Lo voglio pure io...

Grazie per i complimenti sui disegni e con la somiglianza non c'hai azzeccato, mi dispiace! Hai perso il peluche di Malfoy versione furetto... (ih ih ih.. sono crudele?)

Sarò più veloce ad aggiornare, ok?

!Hasta Luego! (sempre per rimanere in tema)

Besos, Jo

Clausk: che cosa posso dirti altro? Chi vivrà vedra... Baci

Sly_monica: e me lo chiedi pure? In pratica leggevo fumetti pure nel pancione... Dipingo e disegno a manetta ma non ho mai partecipato a nessun concorso... Non so perchè... Forse ho dato sempre più importanza alla musica.. Ero convinta che il mio destino era quello... Ora non sono più così covinta... Per quanto riguarda la commissione mi farebbe molto piacere! Spero di fare al caso tuo...Grazie per i complimenti... La storia dell'ordine di Cagliostro si chiarirà quando finalmente si scoprirà qualcosa di più sulle streghe nere e sulla nonna di Hermione. Ti basti sapere che è un gruppo di maghi che rappresenta il centro-avanti-sfondamento delle truppe d'assalto costituite indipandentemente dal ministero. L'ordine della Fenice era stato fondato da Silente e faceva capo ai suoi principi. L'ordine di Cagliostro invece è stato fondato da una creatura del regno magico, un uomo-gatto .. Ma vedrai più in là...

Grazie ancora Monica e... ascolta sempre il richiamo...

JoKer

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Capitolo 19
*** Ferite, Bugie, Paure... ***


capitolo 19
capitolo 19
Ferite, Bugie, Paure...




Pansy Isabel Parkinson



Hermione era furiosa. Corse a rinchiudersi in camera, tenendo sempre in conto di non dover svegliare i due nuovi professori che alloggiavano da grifondoro.

Quello che non sapeva era che Semiria e Felix non erano affatto sotto le coperte, bensì in perlustrazione ai confini della foresta proibita.
Felix tastò il terreno umido, nel punto in cui credeva di aver rilevato un impronta di creatura magica. La luce della luna crescente conferiva allo scenario un aspetto meno tetro.
Ma la luna, si sa, è bugiarda, ed anche quando sembra che voglia tranquillizzarti in realtà trama silenziosamente.
- C’è da preoccuparsi?- chiese cauta Semiria, scostando appena il copricapo del mantello.
- No.. In questo periodo i centauri sono in calore, quindi è normale che si spingano un po’ oltre la foresta. Il problema è domani notte.- fece Felix risollevandosi.
- Domani è Shera di guardia.- tentò di rassicurarlo l’amica.
- È questo che mi preoccupa..- ribatté lui.
- Oh, andiamo, Felix! Fra noi è quella che si sa difendere meglio! Io ho molta fiducia in lei!- protestò la Douglas.
- Non è questo.. Domani c’è la luna piena. L’ultimo attacco di licantropi è avvenuto a Luxtown, non lontano da qui. C’è la probabilità che si spingano fino alla foresta! Il richiamo della perla nera è forte! June e Shera potrebbero scontrarsi con loro! Ju ne sentirà la presenza e non saprà resistere alla tentazione di fare fuori qualche mannaro.. Accidenti!- spiegò apprensivo il ragazzo.
- Capisco. June non permetterà a Shera di scontrarsi con un licantropo, per quell’assurda idea che la sua è una vendetta personale. Avril si incazzerà a morte appena saprà di June. E se la prenderà con te.- Ora anche Semiria aveva l’aria preoccupata.
Felix sospirò profondamente.
- Andiamo a vedere se Hagrid ha scoperto qualcosa.- suggerì lui dopo aver riflettuto per un po’.
- Ok.- rispose la Douglas, ma non abbandonò quella sua aria preoccupata.

Quella notte più di un grifondoro perse il sonno.
Difatti neanche Ronald Weasley riuscì a raggiunger il suo dormitorio.
Uscito dalla camera dei segreti, Ron percorse cautamente il tragitto che lo separava dalla scala secondaria che portava ai piani superiori. Ogni minimo rumore riecheggiava nei corridoi deserti, conferendo alla scuola un aspetto ancora più spettrale se possibile.
Stava per imboccare il corridoio che lo portava allo smistamento delle scalinate quando un rumore sospetto attirò la sua attenzione. All’inizio rimase immobile, temendo il peggio ( Gazza o Pix). Si mise ad ascoltare più attentamente. Dei suoni discontinui difatti provenivano dalla parte opposta del corridoio che, ahimè, non era illuminata per niente.
Ron non era esattamente quel gran cuor di leone (come invece le riviste raccontavano da quando era diventato il fidato braccio destro di Potter).
I suoi battiti cardiaci aumentarono.
Poi i rumori si fecero più distinti: sentì gorgogliare e singhiozzare sommessamente. Qualcosa di più simile ad un pianto.
D’un tratto un orribile presentimento balenò nella sua mente: Hermione era uscita poco prima. Forse si trattava di lei!
Non ci pensò due volte a piombare nel punto da dove provenivano gli strani suoni.
La scena che gli si parò davanti fu raccapricciante.
Un corpo, riverso su se stesso, in preda a delle piccole convulsioni sincronizzate ai singhiozzi. Ron cominciò a sudare freddo.
Si preparò al peggio.
Lentamente si chinò sulla figura e con una mano cercò voltarla per poterla vedere in faccia.
Rosso. Fu ciò che percepì immediatamente.
Il rosso del sangue che dipingeva quella maschera di sofferenza. Dal naso continuavano a zampillare fiotti di sangue.
Non curante dello spettatore, la ragazza cercava di portarsi una mano sul naso. Ma non ci riuscì.. Aveva le braccia completamente peste e tagliuzzate. I capelli erano stati recisi e sparsi tutt’intorno.
Allarmato Ron le si avvicinò e la prese fra le braccia.
Finalmente la riconobbe.
- Parkinson!- esclamò sorpreso.
La ragazza continuava a singhiozzare e le lacrime sgorgavano copiose dai suoi occhi. Ciononostante non bastavano a lavare via il sangue presente.
- Mio Dio! Chi ti ha fatto questo?- chiese inorridito il ragazzo.
Ma Pansy non aveva la forza di rispondere. Ci provava, ma produceva degli strani gorgoglii.
Ron frugò nella sua tasca per cercare un fazzoletto ma al suo posto trovò solo un bandana della nazionale inglese di Quidditch (autografata tra l’altro), ma non esitò un attimo a tamponarle il sangue.
- Ti porto in infermeria!- disse risoluto.
Lei cominciò a scalciare (per quanto le fu possibile) e fra i vari grugniti, Ron riuscì a distinguere un “no”.
- Hai bisogno di cure!- rincarò.
La ragazza sgranò gli occhi pesti e prese a piangere più forte.
- Ti prego..- riuscì a sibilare faticosamente.
Pansy Parkinson che lo pregava.
Pansy Parkinson pestata in mezzo ad un corridoio.
Una purosangue a cui hanno tentato di rasare la testa, pestata e buttata in mezzo ad un corridoio.
Ron era molto confuso. Ci pensò su, ma non aveva molto tempo, Pansy stava male.
La prese fra le braccia per portarla in un luogo sicuro e subito sentì il corpo della ragazza afflosciarsi. Era svenuta.
Candy Williams, che aveva seguito Ron fuori dalla camera dei segreti, non poteva credere ai suoi occhi. Chi aveva potuto fare una cosa del genere alla Parkinson? I Grifondoro erano tutti nella camera.. Tranne la Granger.
Era risaputo l’odio che scorreva fra le due casate, ma arrivare a tanto le sembrava veramente assurdo.
Continuò a seguire il rossino, voleva capirci di più …
Perché la Granger avrebbe dovuto accanirsi così sulla povera Pansy?
Beh.. I motivi c’erano.. Ma Candy, da buona serpeverde riconosceva solo i torti subiti, non quelli inflitti.

La torre di astronomia sarebbe stata troppo fredda per la ragazza.. Ma magari, l’aula della Cooman sarebbe risultata ideale. Con tutti quei cuscini, la luce fioca, la temperatura gradevole. L’indomani sarebbe stata domenica quindi nessuno sarebbe andato a lezione.
Si diresse verso l’aula di divinazione.
Pansy cominciava a pesare ma poteva farcela.
Arrivato a destinazione si premurò di adagiarla su una serie di cuscini. La osservò meglio: il naso rotto, il labbro spaccato, i capelli tagliati a sfregio.
Sentì scricchiolare il pavimento e istintivamente portò la mano alla bacchetta.
- Chi è là?- domandò a voce alta, spaventato.
- S.. Sono Candy Williams di serpeverde.- la ragazza si avvicinò verso Ron per farsi vedere meglio.
- Io.. Non è come pensi.. Non sono stato io.. Lei poi non ha voluto essere portata in infermeria.-cercò di giustificarsi.
- Si , lo so.. Ho visto tutto.. Sono uscita dopo di te dalla camera.- spiegò la bionda.
Ci fu un lungo silenzio imbarazzante in cui Ron tentava di riflettere sul da farsi. Ma era difficile pensare.. Quella era una situazione abbastanza ingarbugliata e Ron aveva dei tempi di reazione abbastanza lenti.
Poi fu la ragazza a prendere l’iniziativa: - Senti, vado a cercare qualcosa per medicarla. Ci conviene non parlare con nessuno di questa storia. Al suo risveglio chiederemo a lei. Se non ha voluto essere portata in infermeria, fidati, un motivo ci sarà.- diagnosticò pragmatica.
Uno slytherin sa sempre come comportarsi in certe situazioni.
- Io.. Rimango con lei.- propose Ron.
Candy annuì e si avviò verso la porta.
- Ma i serpeverde non erano invitati alla festa… - Ron ricordò questo particolare prima che la ragazza uscisse di scena (giusto per dare conferma alla teoria dei tempi di reazione di Ronald Weasley).
- Ecco.. Io volevo tanto venire ad una festa grifondoro..- la ragazza arrossì.
- E perché mai una slytherin dovrebbe desiderare una cosa del genere?- domandò curioso.
- Io.. È per te.. Volevo vederti – confessò la ragazza facendo finta di vergognarsi ancora di più. – Ma ho anche notato che eri in dolce compagnia … Quindi non ti preoccupare.-
Ron divenne paonazzo.
Candy si chiuse la porta dietro le spalle.

Alcuni raggi di luna filtravano dalle finestre per metà oscurate dalle pesanti e vetuste tende di fustagno bordeaux.
Ron si sedette accanto alla malcapitata e fece comparire un po’ d’acqua ed un panno, incantesimo imparato osservando i gesti di Molly ogni volta che uno di loro si macchiava vestito, scarpe, viso o quant’altro..
Le pulì il viso, prima che il sangue, che ora aveva smesso di zampillare dal setto rotto, si incrostasse.
La Parkinson era una di quelle ragazze che lui continuava a ripetere di odiare, ma in quel momento, la luna millantatrice, la dipingeva come una ragazza fragile e.. spezzata.
Sapeva che una volta sveglia, lei sarebbe stata sempre l’altera Pansy di serpeverde.
Ma Ron non l’avrebbe mai lasciata in quel corridoio.
Ron era buono. Onesto.
Aveva paura, ma comunque agiva.
Era imbranato ma tentava.
Diceva cose cattive ma non le pensava.
E si affezionava agli oggetti. Era geloso delle sue cose.
Ma non aveva esitato a usare la sua bandana portafortuna per Pansy.
Ron credeva di non essere poi un gran ché come persona. E la sua umiltà era un altro dei suoi pregi.

Invece…
Essere a slytherin era come fare il militare.
Così Tiger e Goyle giustificavano le loro angherie verso gli ultimi arrivati della loro casa. Perché con quelli delle altre case, che subivano i loro maltrattamenti, non avevano bisogno di giustificarsi.
Così, la mattina dopo, la presenza di Millepiedi Bullstrode, seduta a tavola fra quelli del primo anno, aveva un senso.
- È una prova di coraggio!- sosteneva Vincent.
- Se riuscirete a resistere alla nausea allora sarete dei veri serpeverde!- Gregory dava man forte al compare.
In realtà volevano solo sbarazzarsi del tanfo micidiale che ogni mattina guastava loro la colazione. E il pranzo. E la merenda. E la cena. E lo spuntino di mezzanotte. E il capriccio delle tre e un quarto.
Insomma ormai, in quanto a cattiverie, erano degli esperti.
Nelle loro fantasie più recondite immaginavano Draco Malfoy che dava loro una pacca sulla schiena, sospirava e poi sorrideva bonariamente, dicendo: “i miei cuccioli.. Solo ieri dovevo tracciare loro il sentiero. Mentre ora che li guardo.. che splendidi cigni che sono diventati”.

Al tavolo di grifondoro, Harry Potter e la sua ragazza tentavano di tenere gli occhi aperti. Avevano appena lasciato a fatica il letto, o meglio il comodo giaciglio improvvisato nella camera dei segreti dove, ad una certa ora, tutti i presenti alla festa collassarono vergognosamente.
Fecero colazione anche se il loro stomaco fermentava di acidi gastrici. Dovevano mettere qualcosa sotto i denti, altrimenti, con quell’alito da asfalto non sarebbero riusciti a darsi il bacio del buongiorno.
Che grandi problema che ha Harry Potter.
- Ma tu hai visto mio fratello per caso?- fu la prima cosa che Ginny chiese ad Harry.
- Ah, non ti preoccupare per lui, Gin..- la rassicurò il suo ragazzo.
- In che senso, scusa?- insistette la piccola Weasley.
- Mah, semplicemente credo che tuo fratello abbia passato la notte in dolce compagnia… Nella camera di Hermione.- Mentre diceva ciò, Harry vide nascere e crescere un ampio sorriso sul volto della rossina.

Appena entrata in sala grande, Hermione individuò subito i suoi due amici e si diresse a passo spedito verso di loro, non senza rimanere basita di fronte a degli alunni del primo anno di Slytherin, che fuggivano a causa di improvvisi coniati di vomito.
- Harry, Gin!- chiamo la ragazza come a volersi annunciare, prima di raggiungerli completamente.
Harry sorrise e disse qualcosa nell’orecchio a Ginevra.
Hermione invece non era per niente contenta della situazione.
Quella mattina, svegliandosi, notò che il dormitorio di grifondoro era praticamente deserto. Ed ora se li trovava tutti lì, a colazione, formato zombie.
- Cosa avete da ridere? Dovevate rientrare sta notte! Pensa se qualcuno si fosse accorto della vostra assenza!- bacchettò la regina dei grifoni.
- Tranquilla Hermy! È andato tutto bene! Piuttosto tu?- fece curiosa la rossina.
Intanto Harry la osservava sorridente, alzando ritmicamente le sopracciglia, in cerca di intesa con l’amica.
Ma che gli prende a ‘sti due? Sta mattina sono strani!
- Siete sempre così allegri voi due? Io mi sono svegliata con le palle girate!- disse irritata la riccia.
- Oh.. – mormorò Harry, tornando serio. – succede, sai? Non tutti la prendono bene!-
Hermione lo guardò come se fosse un marziano.
Ma che cosa sta dicendo?
- Ha ragione Harry.. L’importante è non farne una tragedia.. La seconda volta, comunque è meglio!- fece la piccola Weasley, in tono di incoraggiamento.
La riccia prese a massaggiarsi le tempie, cercando di trattenere il nervoso.
- Ragazzi, non so se sono i postumi di una sbronza a farvi quest’effetto ma… Mi spiegate di cosa state parlando?- chiese Hermione cautamente.
Harry e Ginny la fissarono confusi, poi si guardarono fra loro.
Ci rinuncio.
- Avete visto Ron?- fece spazientita.
- Ma.. ma … Non era con te?- balbettarono all’unisono.
- Veramente l’ultima volta che l’ho visto era alla festa!- rispose la riccia.
I due si guardarono di nuovo sconcertati.
- Sentite, andate al diavolo!- risolse. Prese una brioche e decise di andarsene in biblioteca, lontano da sguardi ebeti.
Ginny tirò una gomitata a Harry: - ma non avevi detto che avevano passato la nottata insieme? Che l’avevano fatto?-
- Ma infatti! Ron era di queste intenzioni! L’ho visto lasciare la festa!- poi si fece serio. – che gli sia accaduto qualcosa?-
Domanda vana.. In quello stesso momento Ronald Weasley li raggiunse al tavolo, li salutò, fece scorta di ciambelle e si congedò velocemente.
Harry e Ginny seguirono tutto con lo sguardo, senza avere il tempo di porre domande.
È meno complicato stare dietro Voldemort che a ‘sti due, pensò l’ex bambino sopravvissuto.

A Burnington Manor, le ore che precedettero il ritorno ad Hogwarts, furono piene di tensione per Draco Malfoy.
La notte prima aveva fatto uno strano sogno.
Era a letto con una donna di cui non riusciva a vedere il volto.
Solo gli occhi. Li vedeva luccicare in maniera fulminea.
Però non ricordava la loro forma, il colore…
Ricordava solo quel bagliore.
Si risvegliò di soprassalto e con la bacchetta tra le mani. Nel dormiveglia aveva avvertito dei rumori e quando aprì gli occhi vide di fronte a se, sulla porta della stanza da letto, i due paggetti albini di Dora.
- La signora dice che la colazione è pronta. Ci ha detto di riferirle anche che, terminato il pasto, la aspetta in biblioteca.- annunciarono all’unisono. Poi se ne andarono senza scomporsi troppo del fatto che Draco aveva continuato a tenere la bacchetta puntata su di loro.
Blaise aveva dormito in una stanza non molto distante dalla sua.
Di solito era proprio lui a violare l’intimità del suo risveglio mattutino.
Ripensandoci, anche la sera prima il suo amico non volle proferire parola con nessuno ma si chiuse in un mutismo fatto di profondi sospiri alternati da pause più o meno brevi.
Neanche Draco però ebbe il coraggio di rivolgere la parola a Zabini..
Sapeva che ciò che aveva fatto era profondamente sbagliato: in realtà non capiva bene il perché.. Draco non avrebbe dovuto dare spiegazioni a nessuno.. Soprattutto dopo che al Wizengamot fu decretata la sua innocenza e le accuse contro di lui vennero contestate tramite alibi inattaccabili, ultimi strascichi del potere di suo padre.
Ed allora perché si sentiva così in colpa per non aver raccontato la verità al suo amico? Certo sarebbe stato meno gravoso quel fardello se solo avesse potuto condividerlo. Ma non lo fece per diversi motivi che comportavano la sicurezza e l’incolumità dell’amico.
Dal canto suo Zabini, che aveva dormito pochissimo, si ritrovò a vagare disorientato dinanzi al laghetto di Burnington Manor.
E in questi momenti di sconforto, dove sentiva di non potersi fidare di nessuno, Zabini prendeva a parlare con se stesso come se fosse due persone distinte.. Il Blaise insicuro e fragile emotivamente e il Conte…
“non capisco.. Dove ho sbagliato?”
“come fai a domandarti dove TU hai sbagliato? Tu non hai sbagliato proprio un bel niente”
“Ed allora perché Draco non mi ha detto la verità?”
“Non essere stupido.. Chi vuoi che ti venga a confessare un crimine del genere prima ancora di commetterlo? Nessuno voleva la morte di Silente, tantomeno tu! Avresti cercato di dissuaderlo!”
“Ed allora quel’è la mia funzione se non posso consigliarlo ne migliore dei modi, per evitare che possa commettere degli stupidi errori?”
“Blaise, sei una creature pulita e ingenua.. Come puoi ancora credere di avere il potere di cambiare il corso degli eventi? Quella era la sua missione, il suo destino! Per quanto riguarda la storia dell’amicizia lascia che ti dica una cosa … Le persone non sempre cambiano, non dobbiamo stare loro vicino perché ci aspettiamo qualcosa .. Semplicemente vanno prese così come sono .. Anche con i loro sbagli, perché caratterizzano la loro specialissima persona..”
“Come siete saggio, Conte!”
“E tu, mio piccolo Blaise, sei l’essere più bello del creato..”
“Ecco perché mi fido di lei.. Dice sempre la verità”
“Andrai a parlare con Draco?”
“no.. Sta volta non la passerà liscia”
“Cosa avresti intenzione di fare?”
“Ancora non lo so.. Mi verrà un idea”
Era molto inusuale vedere un ragazzo, a quell’ora del mattino, che parlava con la propria immagine riflessa nelle acque del lago..

Nella sala da pranzo di Burnington Manor la tavola imbandita accuratamente dagli elfi, aspettava solo che Draco consumasse ciò che di meglio aveva da offrire.
Il biondo, sulla soglia della sala, osservava quanto vuota potesse essere l’esistenza di una persona che diceva di avere tutto.
Era già capitato molte volte di dover consumare un pasto in completa solitudine, su di tavolo troppo grande per un'unica persona. Ma questa volta la desolazione era dentro di lui.
Cercò di accomodarsi per poter consumare la colazione.
Ma non riuscì neanche a sistemarsi il fazzoletto sulle gambe che sentì l’impulso irrefrenabile di alzarsi ed uscire dalla sala.
Corse nel giardino.
Inaspettatamente vi trovò sua madre.
La osservò curare le rose di Dora.
Narcissa aveva una vera e propria passione per il giardinaggio. Le rose di Malfoy Manor erano il suo vanto maggiore, durante i Brunch che si organizzavano quando ancora l’infamia non aveva colpito la sua famiglia.
L’ammirava per questo suo dono: prendersi cura delle cose per farle diventare belle e forti.
Ma ora quell’immagine sprigionava in lui la più profonda delle amarezze: se si fosse curata di lui o delle sua famiglia come faceva con quelle rose magari le cose sarebbero state diverse.
Non che un donnino come Narcissa avrebbe avuto la minima speranza contro quel caprone di Lucius.
Ma il cuore ferito del ragazzo aveva bisogno di imputare la colpa a qualcuno, e la presunta infedeltà di Narcissa, il suo stato interessante lo testimoniava, faceva di lei il capro espiatorio per eccellenza.
Non volle rivolgerle la parola.
Non si fece neanche notare e si diresse, a passo spedito, dentro casa, verso lo studio di Dora.
Trovo la donna intenta a guardare fuori dalla grande vetrata, fumando la sua solita pipetta.
- Siediti pure, Draco, so che hai molte domande da farmi.-
Il ragazzo silenziosamente, entrò nella stanza e si richiuse la porta alle sue spalle.




Ad onore del vero avevo questo capitolo pronto da un bel po... Ma si sa, l'estate porta altri mille pensieri, come ad esempio organizzare unafesta di paese, un estemporanea di pittura, gestirne lepubbliche relazioni , montare dei video-documentari sulle tradizioni contadine.. Così per fare un esempio generico...
Poi ci sono le sbronze, gli amici di vecchia data che si ritrovano, il mare, la pressione bassa che ti fa venire voglia di sbatteri a terra, i falò sulla spiaggia, la notte della taranta... Insomma un bel po di cose che mi hanno tirato scema.
Spero che pochi abbiano sentito la mia mancanza, anche se questo vuol dire che la mia ff non piace... Ma so chealle volte quando ci si appassiona è difficile sopportare i ritardi di persone come me.
Ringrazio la mia analista Kucciolaflea:
Hai centrato in pieno l'entrata in scena di Shera.. Decisamente non sarei voluta essere per niente al mondo di fianco allo sfregiato in quel momento sennò sai che puzza di m****a... Comunque, passando in rassegna i personaggi, Ron non ha tutti i torti... Effettivamente nonera il luogo per consumare la prima volta di Hermione, anche se lui è veramente un salamone, e l'unica cosa che può fare di buono per l'umanità è schiattare in silenzio... Ufff (mi sono contenuta).
Il nostro Draco è sempre bello e problematico, e più scrivo di lui più riesco a sentirlo reale, molto di più dei virtuosi della Rowling... Ahhh..
Tua nonna è il punto focale della storia, la svolta nascosta... Ma ora che te l'ho detto non lo è più..
.....Dhouch'....
Joker



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