nuovo amore a palazzo del popolo

di 50shadesofLOTS_Always
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** come lui ***
Capitolo 2: *** noah ***
Capitolo 3: *** la mamma è sempre la mamma ***
Capitolo 4: *** l'amore arriverà ***
Capitolo 5: *** una piccola ed accesa discussione ***
Capitolo 6: *** vecchi nemici ***
Capitolo 7: *** il tempio mord-sith ***
Capitolo 8: *** salvataggio ***
Capitolo 9: *** Con'Dar ***
Capitolo 10: *** un canto ammaliante ***
Capitolo 11: *** da uomo a uomo ***
Capitolo 12: *** il dovere non è sempre qualcosa di negativo ***
Capitolo 13: *** Tutto ha una fine ***
Capitolo 14: *** Vecchi ricordi ***



Capitolo 1
*** come lui ***


Angolo Autore: Salve miei seguaci! Ho deciso di non aspettare e pubblicare la nuova Ff. Premetto a tutti che sarò MOLTO lenta ad aggiornare la storia (neanche d'estate mi lasciano in pace :O ). Ricordo ai "nuovi" che mi seguono che prima di leggere questa storia,consiglio di guardare le precedenti 'Finalmente una nuova vita' seguita poi da 'Una dura guerra';giusto per capire chi sono i personaggi. Per chi invece mi segue già da tanto,auguro una buona lettura! Baci ^^
Ps: recensite se vi va! Anche le altre Ff che trovate nella mia pagina.


Erano passati quindici anni dalla guerra contro Jagang e Kahlan era rimasta di nuovo incinta. Nove mesi ed era nato un maschietto. Robert. Depositario e con la Magia Aggiuntiva. Ora Erin era appena sedic'enne e trascorreva la mattinata a studiare con un astrologo. Era stato Richard a volerlo come insegnante di palazzo. A parere di suo padre era il migliore,ma per Erin era solo uno squinternato che parlava di stelle e tante altre cose noiose. Avrebbe preferito essere suo fratello:lui se la spassava insieme ai suoi amici dopo un allenamento militare. Già,Robert sarebbe diventato un cadetto. E data la discendenza,un futuro generale. Mentre lei sarebbe diventata la futura erede di D'Hara e come se non le mancassero delle responsabilità,alla morte di sua madre,sarebbe diventata anche la Madre Depositaria. Sospirò mentre guardava fuori dalla finestra,contando le margherite nel prato. Guardò un secondo l'uomo che continuava a parlare da due ore. Lentamente,di soppiatto,si alzò dalla sedia ed indietreggiò verso la porta. Appena girò la maniglia,l'uomo si fermò ma senza voltarsi << Mi state ascoltando,principessa? >> << Sì... >> rispose lei cercando di sembrare interessata mentre pregava che non si voltasse. Quello sorrise << Bene... >>. E riprese a parlare. Erin uscì dalla stanza e si diresse fuori dall'edificio.

Kahlan passeggiava tranquillamente per il palazzo,dopo aver visto Robert all'allenamento. Uscì nel giardino. Il luogo preferito di Richard. Era costituito da un prato immenso,punteggiato da papaveri e margherite. Degli alberi da frutto gli facevano da cornice quasi a formare un boschetto. Là in mezzo al verde,vide la figlia stesa. Accanto il suo inseparabile amico a quattro zampe,Biscotto. Sorrise. Aveva gli occhi,i capelli e il carattere del marito,oltre che l'amore per la natura. Ma da lei aveva preso la sensibilità,il viso e la determinazione. Camminò e si sdraiò accanto a lei << Non dovresti essere a lezione? >> chiese in finto tono di rimprovero. Biscotto la salutò con un abbaio << Mi annoiavo... >> rispose Erin guardando il cielo << C'è qualcosa che ti turba,piccola mia? >> << No.. E' solo che preferisco stare all'aperto anziché sentire le chiacchiere di un tizio a dir poco strampalato... >>. Kahlan rise lievemente << Esattamente come tuo padre... Stessa irriverenza,stesso voglia di stare fra la natura... >> << Non sono uguale a papà... >> borbottò la ragazza << Oh,sì... Più di quanto tu pensi... >> ribattè Kahlan.

Stettero insieme tutto il pomeriggio,parlando come se fossero sorelle. La loro risata venne interrotta dalla figura di Richard. Si era fermato in mezzo al corridoio con le braccia conserte e lo sguardo poco felice << Venite nel mio ufficio... >>. Kahlan si chiese cosa la figlia avesse combinato,dato che era sbiancata in volto. Entrarono nell'ufficio mentre Richard si sedeva dietro l'enorme scrivania sommersa di fogli. Su un lato,spiccava una boccetta d'inchiostro ed una piuma per scrivere. Guardò Kahlan << Siediti pure,tesoro... >>. Il suo tono risultò quasi gentile. Erin rimase i piedi,con le mani unite davanti al grembo << Dunque... Il professor Albus è venuto da me oggi pomeriggio e mi ha detto che sono settimane che a metà lezione,sgattaioli via... -lei fece per parlare- Sono due mesi che salti le lezioni,Erin. Due mesi! >>. Erin cercò aiuto in Kahlan,che dopo averle lanciato un'occhiata in tralice si rivolse a Richard << Richard... >> << No,Kahlan... -la interruppe lui- E' sempre così. Chiede aiuto a te e io faccio la solita figura del padre cattivo e despota... >>. Lei non rispose. Sapeva che il marito aveva ragione << Perchè Erin? Perchè non fai mai quello che dico? -chiese sull'orlo di una crisi- Pensi che io mi diverta a fare Lord Rahl? >> << Prova tu ad ascoltare un vecchio per ore! >> << Credimi,tuo nonno Zedd è peggio... -disse lui- E questo non è un valido motivo per saltare le lezioni! >> << Beh... Io mi annoio! E poi se non volessi salire al trono?! Non puoi decidere la mia vita! >> cercò di difendersi lei << Finchè sono in vita sì... >> disse Richard serio. Erin si voltò verso Kahlan << Io non sono come lui... >> ringhiò. Guardò di nuovo il padre poi uscì sbattendo la porta. Il silenzio avvolse la stanza interrotto solo per un attimo dal sospiro di Richard.

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Capitolo 2
*** noah ***


Richard si alzò dalla sedia,sconsolato mentre si passava le mani fra i capelli. Aprì la porta che collegava gli appartamenti all'ufficio,attraversò l'anticamera per dirigersi verso il letto con passo lento e stanco. Kahlan lo seguì in silenzio e chiuse la porta mentre lui le dava le spalle << Perchè fa così? Sono così severo,Kahlan? >>. Lei sorrise paziente << No... E' solo che siete così simili che vi scontrate spesso... >> si spiegò mentre poggiava le mani sulle sue spalle per massaggiarle. Richard si crogiolò nel tocco della moglie << Com'è andata la giornata? >> chiese lei prima di baciarlo su una guancia << Una vera e propria confusione. L'hai vista la scrivania? >> << Sì... Se vuoi domani ti do una mano... >>. Richard si voltò a guardarla << Te ne sarei grato... >> rispose passandole una mano fra i capelli << Cosa posso fare per te? >> chiese Kahlan tenendo il viso vicino a quello del marito,che sorrise mentre la traeva a sé con decisione e delicatezza allo stesso tempo. Avvicinò piano le labbra a quelle di Kahlan,che gli passava le mani sul petto. Si lasciarono cadere sul letto mentre continuavano a baciarsi.

 

Il giorno dopo Erin aveva il suo primo incarico da guaritrice. In quanto futura Madre Depositaria, era uno dei suoi doveri curare le persone. O quanto meno portar loro speranza. Così le aveva detto sua madre. Era ancora arrabbiata con suo padre e preferiva stare con Biscotto,ma a lui non era concesso entrare nell'infermeria. Sapeva di avere il Dono,di entrambe le parti Aggiuntiva e Detrattiva,ma suo nonno Zedd le aveva detto che solo col tempo si sarebbe manifestato. Altra bisaccia da portare,si disse. Seguì il guaritore fino ad una stanza. Le pareti bianche si confondevano alle lenzuola che ricoprivano il corpo << Ti prenderai cura di questo cadetto... >> disse l'uomo fermandosi ai piedi di una branda. Là,su quel piccolo letto,c'era un ragazzo. Ne rimase incantata. << I.. Io...? >> balbettò Erin << Sì. Ti porterò le medicine e ti spiegherò le dosi e tutto il resto. Qui c'è scritto tutto ciò che devi sapere su di lui... >>. Le porse un foglio e si allontanò. Erin prese il foglio ed iniziò a leggere: Noah Carter - 20 anni - altezza 1,80 – peso 80 kg – capelli castani – occhi azzurri - ferito gravemente al petto e all'addome a causa di un incidente sul campo di allenamento. Erin rimase stupita leggendo tutto ciò mentre alzava gli occhi verso il ragazzo. Il guaritore tornò con una fiala ed un ago << Dovrai iniettargli questo antidolorifico al braccio - disse mentre tirava indietro la pipetta per far entrare il liquido- 0,5 millilitri bastano... Attenta alle bolle d'aria >>. Posò la siringa sul tavolo metallico per poi tirar fuori una marea di medicine,molte naturali e le disse che più tardi una domestica avrebbe portato la zuppa per il ragazzo. Quando la lasciò da sola,Erin entrò nel panico. Sapeva solo in teoria come si curava una persona da delle ferite. Mise via il foglio ed attese che Noah si svegliasse. Aprì gli occhi e si voltò,guardandola stanco << E tu... Chi sei? >> chiese strascicando le parole << Sono Erin. Mi prenderò cura io di te >> rispose lei tranquilla mentre si preparava per fargli l'iniezione << Quanti anni hai? >> domandò lui senza esitare << Non te l'hanno insegnate le buone maniere? Sedici comunque.. >> << Perfetto... Adesso vengo curato anche da una bambina. Oltre al danno anche la beffa... >>. Erin lo guardò storto << Ci pensa già mio padre a trattarmi da bambina,perciò mi spiace per te ma sarò io a darti le medicine >> sbottò << E chi è tuo padre? Un falegname? >> << Più o meno. E' solo quello che ti dice cosa fare in guerra. >> << Il generale Zammer? Hai preso da tua madre,perchè non gli assomigli per nulla... - disse Noah guardando altrove – E che mestiere fa' tua madre? >> << E' la Madre Depositaria... >> tagliò Erin. Noah la fissò di scatto << T... Tu sei... La figlia di Lord Rahl..? >> << Sì,carissimo Noah Carter. Benvenuto a D'Hara... >>. Senza altre parole,trovò la vena ed iniettò l'antidolorifico. Noah strinse i denti << Per essere... La figlia di Lord Rahl,sei piuttosto arrogante... >> commentò << Beh... Spero di esserti simpatica... E comunque tu sei un vero maleducato... >> rispose lei sarcastica << Lo prenderò come un complimento... >>.

 

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Capitolo 3
*** la mamma è sempre la mamma ***


Erin si avvicinò a lui con delle pastiglie ed una coppa d'acqua. << Cosa sono? >> chiese Noah quasi preoccupato << Veleno... -rispose lei sarcastica per poi tornare seria- Secondo te? Dai,buttale giù... >>. Gli mise le due pastiglie nella mano e lo aiutò a bere tenendogli la testa. Noah mandò giù le pastiglie una ad una,poi diede di nuovo il bicchiere ad Erin. La osservò preparare le bende << Perchè dici che tuo padre ti tratta da bambina? Nessuno sta meglio di te... >> << Mio padre non comprende e mia madre lo difende,dicendo che è stressato perchè lo ama >> rispose lei prima di sedersi su uno sgabello accanto alla branda di Noah,che era piuttosto confuso dalla sua risposta <<< Per questo mi hai conficcato gentilmente una siringa nel braccio? >> << Sì... >> sorrise in modo finto per poi tornare guardarsi le mani << Beh... Dovresti portarmi rispetto sono più grande di te. Potrei perfino metterti in castigo... >>. Erin scoppiò a ridere fragorosamente << E io posso farti tagliare la testa con un solo cenno... >> disse improvvisamente con voce pericolosa << Va bene... Hai vinto tu... -le porse la mano- Tregua? >>. Lei lo studiò per poi stringergli una mano << Tregua... >>.

I giorni trascorsero tranquilli e regolari. Erin ogni giorno tornava da Noah per le solite medicine. E le solite chiacchierate. Gli teneva compagnia tutto il giorno. Neanche i suoi amici lo andavano a trovare e la sua famiglia abitava lontano. Quel giorno tirò fuori una piccola scatola di cartone,che si era fatto portare da una domestica e la aprì. Estrasse alcuni piccoli ritratti dipinti. Erano un po' sgualciti,ma Erin riuscì comunque a vedere in modo distinto le figure. Ne prese una e la osservò. C'era una ragazza dai capelli bruni e piuttosto carina << E' la tua ragazza? >> chiese Erin senza guardarlo. Noah la scrutò << No... E' mia sorella Elisabeth... -alzò un sopracciglio e sorrise con fare divertito- Sei gelosa? >>. Erin alzò il viso ed assunse l'espressione da Depositaria della madre << Tantissimo... >> in tono pungente << Lo sospettavo... >> rispose lui riprendendosi il ritratto mentre ridevano lievemente. Grazie per i tuoi insegnamenti mamma,si disse Erin mentre attorcigliava le dita. Noah lo notò << Tutto bene? >> chiese con un cipiglio di preoccupazione << Sì... >> lo rassicurò abbozzando un sorriso. Nonostante le risposte irriverenti e sarcastiche,fra Noah ed Erin stava nascendo qualcosa. Erin andava meglio nello studio,poichè ogni tanto Noah le faceva da ''insegnante''. Richard se ne accorse e quando scoprì che Erin frequentava un ragazzo più grande,le tolse l'incarico. E lei perse il sorriso.

Dopo alcuni giorni,Kahlan entrò nella stanza con un piatto di torta in mano << Piccola mia... Ti ho portato una fetta di torta... >> << Non ho fame... >> sbottò la ragazza. Kahlan poggiò il piatto sul comodino. Si sedette sul letto e la osservò mentre carezzava stringendo gentilmente il pelo di Biscotto che alzò la testa scodinzolando mentre guardava Kahlan,che per risposta lo grattò dietro l'orecchio << Che è successo? >> << Tanto lo sai... Non farmi queste domande stupide... >>. Kahlan la guardò << Erin... >> la riprese << Papà. Ho conosciuto un ragazzo. Avevo l'incarico di occuparmi di lui e... >> << E? >> chiese Kahlan attendendo il resto << E lui ci ha impedito di rivederci di nuovo... Svolgevo il mio compito e i miei voti erano anche migliorati. Adesso non gli va bene neanche questo... >> finì Erin scoppiando in lacrime. Kahlan sospirò e cominciò a carezzarle i capelli << Ti piace tanto? >> riferendosi al ragazzo << Sì... >> rispose Erin fra i singhiozzi. Kahlan sorrise mentre si alzava di nuovo,dopo averla baciata sulla nuca << Bene. Mia figlia dorme e non ho alcun motivo di chiudere la porta. Potrebbe rimanere aria pesante,meglio lasciare la porta socchiusa -disse in tono innocente mentre usciva dalla stanza- Tanto Erin dorme nel suo letto e non andrà mai a far visita a quel ragazzo... >>. Erin la guardò << Ti voglio bene,mamma... Davvero... >>. Si asciugò le lacrime << Anch'io,tesoro... >> rispose Kahlan sorridendole,poi tornò in camera sua.

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Capitolo 4
*** l'amore arriverà ***


Erin scese piano le scale a piedi nudi per far meno rumore possibile. Corse in infermeria quasi trattenendo il fiato per timore di essere scoperta. Ma quando entrò,il letto di Noah era occupato da una ragazza. Era un'allieva Mord-Sith. Quella la sentì ed alzò lo sguardo verso di lei. Erin rimase impressionata. Era quasi un bambina << Principessa,che ci fate qua? >> chiese << Sai dov'è il ragazzo che era in questa stanza? Si chiama Noah Carter >> disse Erin senza perder tempo << L'hanno dimesso ieri. Sta meglio >> << Ti prego di non dire a nessuno che abbiamo parlato >> la supplicò << Sarà fatto >> la rassicurò l'altra. Sorrise poi corse verso i dormitori dei cadetti. Sapeva dove dormiva suo fratello. Entrò di soppiatto e lo svegliò << Rob... Rob... Svegliati.. -quello mugolò irritato voltandosi verso il muro per dormire- Perchè sei così idiota?! >> borbottò Erin sottovoce. Lo scoprì dalle coperte e prima che quello potesse lamentarsi gli tappò la bocca con una mano << Dov'è la stanza di Noah Carter? >>. Robert scansò la mano della sorella,lanciandole un'occhiata furiosa mentre si riprendeva la coperta << Corridoio nord,ultima porta a sinistra >>. Erin sorrise << Grazie,fratellino... >> lo baciò sulla guancia e sgattaiolò di nuovo via. Robert la fissò andarsene << Donne... >. Poi tornò a dormire.

Erin rimase attaccata alla colonna di pietra appena aveva sentito dei passi. Notò che era Noah con una torcia e stava uscendo dalla sua stanza. Si sporse dalla colonna e lo afferrò per la divisa tirandolo verso di sé << Erin? Ma che ci fai qua? >> chiese lui con un cipiglio irritato << Sono venuta a trovarti... >> rispose lei felice di ritrovarselo a due centimetri dalla faccia << Potevi pensarci in questi ultimi giorni... >>. Il sorriso di Erin svanì quando vide l'indignazione negli occhi di Noah << Mio padre mi ha sollevato dall'incarico appena ha saputo che curavo un ragazzo più grande... >> << E ti aspetti che io ti creda? Sei solo una bambina viziata... >> rispose Noah. Erin lo guardò ferita mentre gli occhi le si riempirono di lacrime. Le parve di sentire una stilettata al cuore. Lui vide gli occhi grigi di lei lucidi sotto il fioco bagliore della torcia << Che ti aspettavi di sentirti? >> << Di certo non questo... -rispose Erin asciugandosi le lacrime col dorso di una mano- Non sono venuta qua per farmi giudicare da te... Ero venuta pensando di farti una visita. Sai che ti dico? Va' all'inferno! >>. Gli mollò uno schiaffo ed uscì da quello spazio angusto per tornare in camera. Noah rimase là con lo sguardo fisso sulla torcia. Sentiva ancora la guancia pizzicare. Poi si sporse per vedere la figura di Erin,appoggiata appena fuori dalla porta che collegava il corridoio nord ad uno spiazzo,attraverso il quale si raggiungevano le altre zone dei dormitori. Era appoggiata allo stipite e le spalle le sobbalzavano per il pianto. Un essere a quattro zampe la raggiunse e quando fece per intervenire,si accorse che era il suo cane. Osservò Biscotto avvicinarsi ad Erin con le orecchie basse mentre spingeva il muso sotto la mano della padrona. Tremava,nonostante il caldo soffocante dell'ambiente. Noah pensò che stesse per cadere,ma non fu così. Si drizzò e proseguì lungo la strada col cane che la seguiva come se fosse la sua ombra. Si era alzato per andare a bere,ma decise di tornare a letto.
Kahlan passeggiava stretta nella sua vestaglia. Non riusciva a dormire e così si era fatta una passeggiata. Stava tornando a letto,quando incrociò la figlia. Capì subito che qualcosa non andava << Allora...? Com'è andata? >> chiese avvicinandosi. Biscotto scodinzolò appena vedendo Kahlan,che accolse Erin fra le braccia lasciando che piangesse contro il suo corpo. Le passò una mano fra i capelli mentre sospirava frustrata << L'amore arriverà,tesoro... >> disse cercando di consolarla.
 

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Capitolo 5
*** una piccola ed accesa discussione ***


Richard si svegliò stirandosi pigramente. Si voltò verso Kahlan e sorrise. La osservò che le dava le spalle e si girò verso di lei. Si sporse per baciarla su una guancia e vide Erin rannicchiata con le ginocchia al petto mentre si stringeva al ventre della madre. Allungò la mano per carezzarle i capelli,ma la moglie lo fermò stringendo il polso in una presa ferrea,ma senza fargli male. Richard aggrottò la fronte confuso mentre la guardava negli occhi,dove il verde dell'iride si era fatto intenso. Sembrava arrabbiata << Che c'è? >> sussurrò per non svegliare Erin << Dobbiamo parlare... >>. Il suo tono era freddo,quasi distaccato. Si alzarono piano e andarono a parlare nello studio. Kahlan accostò la porta << Perchè lo hai fatto? >> << Fatto cosa? >> chiese Richard perplesso << Perchè le hai tolto l'incarico di curare quel cadetto? >> ripetè Kahlan mentre la sua voce tendeva sempre verso più la rabbia << E' più grande di lei ed è un ragazzo... >> rispose il marito un po' insicuro << Quel ragazzo le piace... Per venti anni ho vissuto nella paura di rimanere sola. Mi sentivo un mostro con i miei poteri e mia madre non mi aiutò dicendomi che non avrei mai conosciuto l'amore... E tu adesso impedisci a tua figlia di vedere un ragazzo... Hai idea di che significhi questo per me? >> disse a denti stretti << I... Io... Non credevo che le piacesse... -le lacrime gli rigarono il volto mentre la sua voce s'incrinava. Si sentiva come se l'avesse tradita- Ti prego,Kahlan... >>. I loro sguardi s'incrociarono e lui potè vedere solo la profonda indignazione della moglie. Comprese e estrasse la Spada della Verità dal fodero,poggiato alla sedia. Kahlan sgranò gli occhi << Richard... Che stai facendo? >> chiese preoccupata << Metto fine a tutto. Ti ho tradita e io non voglio vivere in un mondo dove mia moglie e mia figlia mi odiano. Non voglio vivere in un mondo dove io e te non stiamo più insieme... >> singhiozzò lui mentre puntava la spada verso il suo addome << Ma che stai dicendo?! Io non voglio lasciarti... E non ti odio...-si avvicinò a lui con cautela- Ti prego,non fare sciocchezze... >>. Richard la fissò con le lacrime che gli scorrevano sulle guance << D...Davvero? Tu mi ami ancora? Dopo quello che ti ho fatto,dopo quello che ho fatto ad Erin? >>. Un rivolo di sangue imbrattò la maglia di lui e Kahlan si sentì svenire << Certo che ti amo... Più della mia vita,razza di idiota... >>. Quell'aggettivo non suonò come un offesa,ma come una supplica. Fu allora che Richard seppe che la moglie non stava mentendo. Abbassò la spada lasciando che cadesse a terra emettendo un suono metallico,che fece sobbalzare Erin. Aveva assistito tremante alla scena,scrutando dallo spioncino della serratura. Kahlan prese Richard fra le braccia,che scoppiò in lacrime << Scusami... >>. Non riusciva a reggersi in piedi. Lei continuò a stringerlo a sé mentre s'inginocchiava a terra con lui << Non farlo mai più... Non provare ad ucciderti mai più.... Ti prego... >>. Gli sussurrò tenendogli il viso fra le mani. Richard annuì incapace di parlare mentre chiuse gli occhi per liberare la miriade di lacrime che gli gonfiavano gli occhi. Lo baciò teneramente prima di crollare con la schiena alla porta mentre Richard,appoggiato a lei,stringeva la sua vestaglia fra le dita. Erin rimasse scioccata. Suo padre le voleva bene. Prese un foglio e scrisse,lasciandolo sul letto disfatto. Poi uscì silenziosamente dalla stanza,seguita da Biscotto che aveva dormito con lei ai piedi del letto dei suoi genitori.

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Capitolo 6
*** vecchi nemici ***


Erin camminava tranquilla verso la sua stanza non molto distante da quella dei suoi. Si sentiva male al pensiero che sua padre si sarebbe potuto suicidare. Sospirò,senza accorgersi che Biscotto attratto da un altro odore l'aveva lasciata sola. Quando poi si rese conto di non sentire il ticchettio degli artigli del cane sul marmo,si guardò attorno fischiando << Biscotto? Dove sei? >>. Continuò a cercarlo con la preoccupazione che le saliva minuto dopo minuto. Lo trovò in una stretta nicchia,steso in terra apparentemente morto << Biscotto! Che cos'hai? >>. Delle lacrime le rigarono le guance mentre lo scuoteva gentilmente tentando invano di svegliarlo. Fece per gridare aiuto,ma qualcuno la prese alle spalle,mettendole un fazzoletto sulla bocca coprendole anche il naso. La stretta era troppo ferrea per lei e in pochi secondo,roteò gli occhi prima di addormentarsi.
 

La testa di Erin girava vorticosamente. Emise un lamento e quando la sua vista tornò nitida vide essere in piedi,attaccata al muro con delle manette ai polsi. Cercò di divincolarsi,ma inutilmente. La stanza era semi buia tranne per due torce ai lati della stanza. L'odore di olio per lampade rendeva pesante ogni respiro << Non disturbarti a dimenarti... Non servirà a niente >>. La voce profonda risuonò sulle pareti rimbombando nel petto di Erin,che si guardò attorno in cerca dell'uomo che aveva parlato << Chi sei? >> chiese. Era terrorizzata al solo pensiero che qualcuno potesse metterle le mani addosso << Un vecchio amico dei tuoi genitori. Soprattutto di tua madre... >>. La figura emerse fuori dal buio e la ragazza,strizzò in un primo momento gli occhi per vedere. La fioca luce delle lampade illuminò una testa pelata attraversata da una grossa cicatrice,che arrivava fino all'occhio destro,ora chiuso malamente con un filo. Era alto e grosso. La pelle sembrava ricoperta di olio,degli anelli erano infilati nella narice sinistra e collegati all'orecchio con delle catenelle. Un taglio piuttosto profondo divideva la testa dal collo. Ma la cosa che la spaventò,erano gli occhi totalmente neri e privi di iride. Le parole della madre emersero dai suoi ricordi “Sembrava di ritrovarsi di fronte ad un pessimo incrocio fra uomo e animale. Gli occhi neri più di un baratro di montagna e la testa calva. Una vista spaventosa. Solo l'arco argentato della Spada della Verità lo ferì a morte,staccandogli la testa dal corpo. Jagang,un tiranno dei sogni,ucciso dal Vero Cercatore di Verità e dalla sua Depositaria”. Mentre quelle parole le risuonava fastidiosamente il testa,sgranò gli occhi per la comprensione << Tu sei... Jagang >> disse Erin tremante << Esatto,zuccherino... >>. Sorrise malignamente lasciando intravedere due denti mancanti. Probabilmente per i pugni lasciati da suo padre. Jagang le si avvicinò ed Erin potè sentire l'alito pesante sul suo viso << Sei proprio uguale a tua madre. Stesso viso,stesse forme... -mormorò mentre guardò il corpo della giovane in modo lascivo- Ma hai gli occhi e i capelli di tuo padre. Un incrocio straordinario. Sei una ragazzina potente e potrei anche divertirmi con te -disse passandole un dito sulla guancia ed Erin si ritrasse schifata- Ma non è te che voglio. Io aspetto un pesce più grande. Per quanto l'idea di vederti senza abiti indosso mi alletti,io voglio vedere la donna che ti ha generato... >>. Erin lo fissò sprezzante << Mia madre non sarà mai tua. Preferirebbe morire,anzichè tradire mio padre... >> ringhiò << Uh,ma che bel caratterino... Sei proprio figlia di quell'idiota di Richard Rahl. Mi spiace distruggere le tue vane speranze,ma temo che stavolta preferirà tradire il suo caro maritino per salvare la sua adorata figlia. Tu sei molto importante per lei. Sono quasi vent'anni che non ci sono Depositarie,a parte tua madre. Lei si che è una bella donna. Il tuo paparino si è sistemato proprio bene,ma stavolta gli rovinerò i piani... >>. Rise come uno psicopatico,facendo accapponare la pelle di Erin.
 

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Capitolo 7
*** il tempio mord-sith ***


Kahlan stava firmando le carte al posto di Richard,che si riposava sul letto. Dopo quello che era successo aveva deciso di dargli una tregua. Le scartoffie,le delegazioni e i vari impegni da Lord Rahl lo stavano sfiancando,lasciando solo rabbia e frustrazione. Kahlan stava ponderando l'idea di andare in vacanza. Magari ad Hartland,dov'era cresciuto Richard. Oppure ad Aydindirl. Le mancava tanto quel palazzo bianco. Il Palazzo delle Depositarie. Sarebbero potuti andare prima ad Aydindril e poi ad Hartland. Sorrise. Sì,avrebbero fatto così. Giusto il tempo di riposarsi un po',non potevano sfuggire ai loro doveri. Ma dopotutto anche loro meritavano un po' di vacanze. Chiuse una lettera col sigillo in ceralacca e la lasciò ad asciugare sulla scrivania per raggiungere Richard. Si avvicinò a lui e lo baciò sulla fronte.

 

Noah si rigirava nella sua branda. Era passata un'intera giornata dal litigio con Erin. Si sentiva male al pensiero di come l'aveva trattata. Si alzò di scatto e prendendo una torcia,uscì dal dormitorio. Ad un tratto,vide Biscotto venirgli incontro << Ehy,bello... Che ci fai qua da solo? Dov'è la tua padrona? >>. Notò che il cane stava uggiolando e così,seppur ne avesse paura,lo seguì. Lo portò in una specie di nicchia e vide un fazzoletto bianco. Lo raccolse e vide che c'era una polvere gialla << Un sonnifero >> mormorò fra sé. Fece annusare il fazzoletto a Biscotto,dal lato pulito e lo seguì mentre fiutava col naso appiccicato al terreno.
Noah si ritrovò di fronte ad un'antico tempio delle Mord-Sith. Era in disuso da quando Richard Rahl è salito al trono. Il cane si fermò là a guardarlo. Noah ricambiò lo sguardo << Tu aspettami qua. Nasconditi. Capito? >>. Biscotto si allontanò di poco e schiacciandosi sul terreno s'infilò sotto ad un cespuglio. Il ragazzo si guardò addosso e prese due pugnali. Con forza ne conficcò uno nella roccia nel muro,poi lentamente cominciò a scalare. I templi delle Mord-Sith si sviluppavano più in altezza che in larghezza,doveva arrivare al tetto dove vi era l'unica finestra e da lì entrare. Dopo quasi due ore balzò sul tetto,si accertò che non vi fossero guardie ed entrò nella finestra,posizionata a mò di botola. Scese le scale a chiocciola,armato di una spada corta,con passi cadenzati. Un soldato era davanti alla porta a fine scala. Lanciò un pugnale e lo prese in mezzo alla fronte. Il corpo scivolò a terra silenziosamente nonostante il peso. Seppur riluttante,Noah prese l'armatura del soldato e se la mise. Sarebbe passato inosservato. Camminò sicuro pensando a dove potesse essere Erin. Vide una Sorella dell'Oscurità e la fermò << Devo portare un messaggio al padrone da D'Hara. Dove posso trovarlo? >>. La donna lo squadrò << Secondo corridoio a destra,prima porta sulla sinistra >>. Annuì e proseguì nella direzione indicata. Sperò che la Sorella non avesse sospetti. Arrivò davanti alla porta senza problemi e trovò strano l'assenza di guardie. Bussò e la porta si aprì cigolando. Era buio e a stento vide il corpo di una ragazza. Riconobbe all'istante quei capelli biondi << Erin... >>. Lei alzò lo sguardo,sollevata nel vedere un volto familiare e Noah potè constatare che era stanca. Chissà che le avevano fatto. Si avvicinò con cautela e notò che non aveva alcun tipo di protezione magica. Estrasse un pugnale e cercò di scassinare le manette << Vattene... >> gli sussurrò Erin << Mi dispiace per quei discorsi... >> << Non è questo. Devi andartene e avvertire mio padre. Se resti morirai >> ripetè lei << Ma... >> rispose lui << Ti consiglio di darle retta >> tuonò qualcuno nella parte buia della stanza << Noah,va' via... >> biascicò Erin << Non ti lascio qua... >> rispose Noah deciso mentre estraeva la spada << Oh... Abbiamo il coraggioso della situazione >>. Jagang uscì dalle tenebre rivelando il suo corpo martoriato dalle vecchie cicatrici << Tu sei quello che chiamano Jagang,vero? >> << Perspicace... -mormorò quello fermandosi al centro della stanza- Come lo sai? >> << Tutti a D'Hara sanno come Lord Rahl ti ha staccato la testa. Un solo colpo di spada. Unito ai pugni della Madre Depositaria >> spiegò lui in tono assorto << Eh,sì... Devo ammettere che la Madre Depositaria è una donna di gran classe. E sua figlia non è da meno >> << Lascia la principessa Erin e forse ti risparmierò la vita >> ringhiò Noah,ma quando fece per saltargli addosso si ritrovò come in un cilindro invisibile.

 

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Capitolo 8
*** salvataggio ***


Richard era impegnato a coccolare Kahlan,che ridacchiava sentendo il principio di barba del marito solleticarle la guancia << Grazie per le scartoffie... >> le sussurrò prima di baciarla sul collo. Lei sorrise << Di niente... -si staccò un secondo per poterlo guardare negli occhi- Richard... Ti va di andare un po' in vacanza? >> << E dove? >> chiese curioso mentre giocherellava con una ciocca dei capelli della moglie. Gli erano sempre piaciuti i capelli di Kahlan. Una chioma ondulata color mogano,lunga fino al fianchi formosi di lei. << Beh... Avevo pensato ad Aydindril e poi spostarci ad Hartland... Potrebbe venire anche Zedd.. >>. Lui sorrise dolcemente << Mi piace... >>. Si chinò nuovamente su di lei per poterla stringere a sé,mentre la baciava. Gli sovvenne un pensiero << Erin dov'è? >> << Ha lasciato un biglietto con scritto che tornava in camera sua. Delle Mord-Sith l'hanno vista andare in quella direzione... >>. Improvvisamente sentirono grattare alla porta. Richard si alzò dal letto ed aprì la porta. Biscotto uggiolava e abbaiava allo stesso temo mentre saltellava avviandosi per il corridoio per poi tornare da lui. Richard si voltò verso Kahlan << Vuole che lo seguiamo >>.

 

Noah abbattè un affondo con la spada,ma quella scivolò sulla superficie invisibile. Jagang si avvicinò ad Erin raccogliendo il pugnale del ragazzo e lo guardò << Vediamo... Cosa vorresti farmi? -Noah lo fissò furioso- Dunque... Io penso che vorresti fare questo... >>. Col pugnale tagliò i laccetti dell'abito verde chiaro che vestiva Erin,che tremava come una foglia. Noah cominciò a prendere a pugni il cilindro << Non la toccare! >>. Erin piangeva silenziosamente mentre sentiva la lama del pugnale sfiorarle l'addome. In quel preciso istante un esplosione provocò un enorme buco nel muro. Jagang venne sbalzato a terra per l'onda d'urto. Richard entrò,stringendo l'elsa della Spada, seguito da Kahlan che portava i suoi pugnali. Non l'avevano mai tradita << Erin! >>. Si precipitò dalla figlia e fece scivolare dalla manica,un pugnale. Con la punta tentò di scassinare le manette che irritavano i polsi della figlia << Stai bene? >> chiese mentre sganciava la prima manetta. Biscotto le si avvicinò scodinzolando << Sì,sto bene... -rispose Erin,poi guardò il suo fedele amico che scodinzolava- Biscotto...Allora stai bene >> esclamò sollevata.
Richard incombeva su Jagang. L'ira della spada gli infiammava i muscoli. Lo afferrò per la gola attaccandolo al muro << Ancora una volta,ti permetti di far del male alla mia famiglia >> ringhiò. Era così preso dalla rabbia che quasi non si rese conto del calcio di Jagang. Venne spinto furiosamente a terra e sentì che almeno una costola era rotta. I polmoni gli si sgonfiarono d'improvviso appena impattò col suolo. Il dolore e la sofferenza presero il posto della furia. Era vulnerabile e Jagang si era rimesso in piedi. Lo stava raggiungendo. Estrasse una spada corta e la alzò sul corpo esanime di Richard,che riusciva a stento a respirare. Nessuno poteva salvarlo stavolta. Si voltò verso la figlia che provava a liberare Noah. Ma un'ombra ostacolò l'attacco di Jagang. Vide l'abito bianco e una chioma che avrebbe riconosciuto fra mille. Il corpo slanciato e formoso della moglie adesso era una vera e propria arma da guerra,con muscoli scattanti e una precisione aggraziata. Kahlan incrociò lo sguardo nero di Jagang che ghignò nel rivederla << E' un piacere rivederti,dolcezza... >>. Era furiosa. Oh,se lo era << Hai sempre il solito brutto muso >>. Spinse i pugnali,prima incrociati che impedivano qualsiasi movimento alla spada del nemico,per allontanare Jagang da Richard,che mosse faticosamente la mano. Il muro che circondava Noah,svanì << Noah Carter,porta mia figlia fuori di qua! >>. Erin lo fissò << Papà... >>. Non potè dire altro,quando Noah se la caricò sulle spalle. Biscotto li seguì. << Mettimi giù! >> gli gridò mentre batteva i pugni sulla schiena del ragazzo. L'addome poggiava sulla spalla metallica dell'armatura in modo doloroso. Noah corse con una spada in mano,ignorando la ragazza che continuava a dimenarsi,falciando chiunque cercasse di ostacolarlo. Una volta fuori dal tempio mise Erin a terra.

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Capitolo 9
*** Con'Dar ***


Kahlan si mise di fronte a Richard per fargli da scudo. Non avrebbe potuto aiutarla e stavolta doveva cavarsela da sola. Dopotutto l'aveva sempre fatto. Jagang la guardò sorridendo lascivo << Sei come il vino: invecchiando migliori... >> << Non posso dire lo stesso di te >> rispose lei facendo del sarcasmo << Perchè rendere tutto così difficile? -disse lui mentre cercava di girarle intorno,ma lei non glielo permise- Facciamo un patto: io lascio Richard,ma tu vieni con me >>. Kahlan si mise quasi a ridere << E perchè mai dovrei accettare? >> << Perchè se non lo fai,le mie Sorelle dell'Oscurità metteranno fine alle sue sofferenze... >>. Una decina di Sorelle li accerchiò. La Depositaria doveva scegliere. Si ricordò della promessa che aveva fatto ai cinque maghi prima che attraversasse il confine per trovare il Cercatore: proteggerlo a costo della vita. Abbassò i pugni coi quali stringeva i pugnali << Va bene,ma lascerai in pace la mia famiglia. Lasceremo il D'Hara >> << Questo ed altro per te... >>. Lei si chinò dando le spalle a Jagang << Kahlan... Ti prego,non farlo... >> biascicò Richard mentre la moglie si chinava con le labbra vicine al suo orecchio << Ricordi quando ci siamo sposati? Nella buona e nella cattiva sorte,in salute e in malattia,ora e per l'eternità... Io non ti lascerò mai... >> sussurrò in tono gentile. Lui girò la testa per guardarla negli occhi. Quegli occhi verdi che lasciavano trasparire l'intelligenza,adesso si tingevano di rosso. Rosso sangue. C'era solo rabbia. Dei fulmini gemelli si dipinsero come per magia sul viso di Kahlan. Il candore del viso angelico unito all'abito squadrato faceva risaltare i fulmini gemelli che zigzagavano sulle guance della Depositaria,che lentamente si alzò in piedi. Il terreno cominciò a tremare cogliendo Jagang e le Sorelle dell'Oscurità di sorpresa.

Intanto...
Erin rimase seduta sull'erba nascosta dai cespugli mentre si teneva l'abito contro il petto. Noah la fissava preoccupato << Scusa... -mormorò interrompendo il silenzio,poi sospirò mentre si toglieva il mantello per darlo a lei- Tieni.. >>. Erin si voltò a fissarlo. Le lacrime calde le rigavano il viso << Di che me ne faccio? >> chiese tremante << Hai il vestito in pessimo stato... >>. Lasciò il mantello vicino a lei per poi alzarsi e cominciare a togliersi l'armatura << Che stai facendo? >>. Deglutì appena osservando la schiena nuda di Noah che le dava le spalle << Ti sto dando la mia cotta di maglia. Potrai metterla sopra al vestito,così sarai coperta di sopra tenendo la gonna dell'abito per sotto. Io non ho la gonna,ma non posso darti i miei pantaloni... >> commentò lui imbarazzato. Che scema,si disse Erin mentre prendeva la maglia formata da anelli metallici. Se la mise rimanendo in silenzio. Non poteva impedirsi delle occhiate al corpo del cadetto mentre si lisciava distrattamente la gonna. La pelle calda che ricopriva i muscoli della schiena di Noah non faceva altro che attirare l'attenzione della ragazza. Le braccia muscolose sollevavano la pesante armatura sopra la testa,facendole posare quasi in modo leggero sulle spalle poderose. Noah tirò il cinturino per fissare la corazza,poi si voltò verso Erin che improvvisamente diventò rossa << Stai bene? >> << S... Sì... >> balbettò lei. Passarono diversi minuti,durante i quali Erin si soffermò a osservare Noah che cercava di rendere comoda l'attesa. Si sedette con la schiena contro l'albero lasciando il giaciglio di foglie ed erba secca per lei << Dai,stenditi... Voglio aspettare che Lord Rahl e la Madre Depositaria ci raggiungano.. >>. Lei aveva paura che ciò non accadesse. Si stese senza tante storie mentre Noah la guardava ipnotizzato. I lineamenti erano molto simili a quelli della Madre Depositaria,ma aveva preso le classiche caratteristiche dei Rahl: capelli biondi e occhi penetranti. Le labbra rosee e leggermente carnose erano socchiuse e lo invitavano ad assalirle. In quel momento,il terreno cominciò a tremare attirando l'attenzione dei due giovani.

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Capitolo 10
*** un canto ammaliante ***


L'indomani...

Kahlan aprì lentamente gli occhi e si voltò verso Richard,che si mise seduto. La sentì muoversi e la guardò << Ehy... Aspettavo proprio te... >>. Lei sorrise << Zedd,ti ha già guarito? >> chiese mentre osservò il marito tornarle vicino << Sì... Tu come stai? >> << Meglio... -rispose Kahlan perdendosi negli occhi grigi di lui- Ti amo tanto... >> << Anch'io... >> rispose Richard prima di baciarla. Qualcuno bussò alla loro porta. Richard si alzò per andare ad aprire. Erin si fiondò su di lui e lo abbracciò forte mentre Biscotto li guardava scodinzolando. Richard la strinse a sé << Mi dispiace tanto,papà... >> singhiozzò lei << Sssh... Non importa... -le accarezzò i capelli- Ti voglio bene... >> disse prima di baciarla sulla nuca << Ti voglio bene anch'io... >> rispose Erin. Kahlan sorrise mentre li osservava. Tutto stava tornando come prima.

 

Erin camminava per il palazzo. Le guardie la salutavano con un lieve sorriso mentre Biscotto la seguiva silenziosamente. Di notte,il Palazzo del Popolo assumeva delle colorazioni violacee e bluastre. Quasi sul nero,dando un'aria lugubre e misteriosa a qualsiasi oggetto. Le colonne marmoree parevano alberi giganti e i ghirigori sul soffitto assumevano le sembianze di rami contorti con foglie ricciolute. I cordoni delle tende sembravano serpenti mentre tutte le sale erano imbiancate dalla tenue luce lunare. Il suo posto preferito era la biblioteca. Migliaia di libri su scaffali che arrivavano sino al soffitto,alto almeno cinque metri. Si sentiva bene lì,nonostante adesso ci fossero più mord-sith e guardie del normale. Dopo ciò che era successo,suo padre aveva aumentato la sicurezza. Soprattutto la sua,quella del suo fiorellino. Si chiese come avrebbe reagito suo padre al suo matrimonio. Matrimonio?,si chiese la giovane. Non ci aveva mai pensato eppure qualcosa attirava la sua attenzione a quell'ipotesi. Poi capì,una delle guardie era Noah. Io e lui sposati?! No,non esiste!,si disse Erin mentre si sedeva di fronte alla finestra.
Era là,in piedi vicino ad una delle venti colonne che sorreggevano il pesante soffitto in travi di mogano. Osservò la figura di Erin sedersi vicina alla finestra. I capelli biondi,che le cadevano morbidamente sulle spalle,rilucevano per le torce. Senza rendersene conto,stava avanzando verso di lei. Era una cosa strana. Sapeva che non poteva stare con lei. Lei era la principessa,la figlia di Lord Rahl mentre lui era solo Noah Carter,uno dei tanti cadetti. Si fermò e chiese il cambiò ad un suo commilitone. Camminò a passo sostenuto lungo il corridoio che portava ai dormitori,quando si fermò avvertendo una presenza dietro di sé << Perchè hai chiesto il cambio? >>. Era la voce più bella e cristallina che avesse mai sentito. L'aveva sentita per tante volte quando era rimasto ferito da quell'incidente con le armi al campo,ma per lui era come il canto delle megattere. Uno spettacolo ammaliante. Erin si avvicinò a Noah con passi lenti e tranquilli. Quando gli fu dietro,lo vide voltarsi ed incrociò i suoi occhi con i due diamanti incastonati sul viso da ragazzino << Erin... Io credo di doverti delle scuse -disse abbassando lo sguardo per poi rialzarlo subito dopo- Non ti ho trattato come meriti. Io non pensav... >>. Si interruppe. Fu un attimo. Erin lo afferrò per il colletto della maglia e lo tirò a sé,un attimo prima che le loro labbra si incontrarono. Un bacio lungo e adorante. Un solo bacio per assaporare il profumo l'uno dell'altra. I muscoli di Noah,prima rigidi,adesso si sciolsero improvvisamente. Erin si staccò lievemente per riprendere fiato,ma rimase abbastanza vicina per sentire il respiro di lui sul suo viso << Stavi dicendo? >> chiese sarcastica,prima di mordicchiarsi il labbro inferiore,mentre Noah sorrise guardandola imbambolato << Per essere la figlia di Lord Rahl,siete davvero impertinente... >> rispose lui prima di baciarla di nuovo. Posò con delicatezza la mano sulla guancia di Erin,per poi farla scivolare fra i capelli di lei. Si staccarono nuovamente rimanendo con la fronte l'una contro l'altra << Adesso devo andare... >> esordì lei dopo un attimo di silenzio << Dormi bene,principessa... >> le sussurrò Noah all'orecchio. Vide Biscotto in fondo al corridoio dietro di lei,che la attendeva pazientemente << E' arrivata la tua guardia del corpo... >>. Erin si voltò un attimo per sorridere a Biscotto,poi tornò a guardare Noah << Ti vengo a vedere domani all'allenamento... >>. Lui annuì in risposta poi baciò il dorso della mano di Erin,che lo osservò allontanarsi verso i dormitori.

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Capitolo 11
*** da uomo a uomo ***


Noah era impegnato a stringere la corazza per l'allenamento,quando alzò lo sguardo verso i suoi commilitoni. Erano altri due ragazzi,un anno più piccoli rispetto a lui. Uno era Jonathan e l'altro era Benjamin. Un trio di amici fin da piccoli ed erano cresciuti a pane ed armi. Discutevano su come avrebbero conquistato una ragazza << No,amico. Una ragazza va' corteggiata a dovere. Mazzi di fiori,cioccolatini... >> disse Jonathan mentre Benjamin gongolava con la testa fra le nuvole. Noah sorrise << Chi è la sfortunata? >> chiese. Jonathan e Benjamin gli lanciarono un occhiata in tralice. Lo afferrarono per la testa e fecero in modo che si voltasse verso gli spalti << Questa è un'occasione che capita una volta nella vita... >> disse l'uno << E' stupenda >> gli fece eco l'altro. Gli occhi di Noah si posarono sulla figura di Erin seduta sugli spalti,che appena lo vide scese le gradinate diretta verso di lui << Cavolo,sta' venendo qua... Come sto? >>. Mentre i due poveretti cercavano di agghindarsi,Noah sorrise furbamente ed avanzò verso Erin che ricambiò il sorriso. Lei gli si avvicinò e lui la strinse gentilmente a sé,poi posò le labbra sulle sua. Jonathan e Benjamin guardarono il loro compagno,poi fra loro per tornare di nuovo a Noah << Tu lo sapevi? >> balbettò Benjamin << Certo che no,amico... >> rispose l'altro. Erin rispose al bacio mentre gli metteva le braccia attorno al collo taurino << Sei venuta... >> commentò Noah che pendeva dalle labbra di lei mentre riprendevano fiato << Non mi sarei mai persa un tuo allenamento... >> rispose lei. Lui si scostò per poterla osservare da capo a piedi << Stai benissimo >>. Le accarezzò i capelli mentre Erin si nascose nella sua mano arrossendo. La voce tuonante del generale Zammer li interruppe << Devo andare. Ci vediamo dopo,va bene? >>. Lei annuì,ma prima di andarsene lo baciò di nuovo. Noah la osservò per un attimo risalire le gradinate,poi si voltò verso i due commilitoni rimasti stizziti << Ah,prima che me ne dimentichi: provate a corteggiarla e vi spezzerò l'osso del collo... >> disse lui per poi iniziare l'allenamento. Jonathan e Benjamin si guardarono sconsolati,poi lo seguirono.

Qualche giorno dopo...
Erin si era svegliata presto per preparare le sue cose. Fra pochi minuti sarebbero partiti per Aydindril. Era eccitata,poichè sarebbe venuto anche Noah. Sua madre le aveva detto che forse ad Aydindril avrebbe potuto condividere la stanza col cadetto,ma a patto che non sarebbero andati oltre il bacio. Sospirò quando improvvisamente suo padre entrò << Ehy,piccola... -la bacio su una guancia- Sei pronta? >>. Lei sorrise nel vederlo più rilassato << Sì... >>. Si mise lo zaino in spalla e lo seguì alla carrozza. Noah era seduto alla guida e le sorrise. Fece per avvicinarsi,ma Richard la fece salire dentro << Stai dentro con tua madre e tuo fratello... >>. Si sedette osservando le occhiatine che si davano i suoi genitori. Poi lanciò un'occhiata a Robert che alzò le spalle. Richard chiuse lo sportello,si accertò di aver fissato i bagagli,poi si sedette alla guida col ragazzo << Puoi partire... >>.
La carrozza iniziò a muoversi ed Erin sbuffò irritata,mentre Robert si mise a dormire << Che c'è? >> chiese Kahlan mentre la guardava << E me lo chiedi? Io volevo stare davanti con Noah >> si lamentò << Sai che tuo padre non sopporta la sola idea che ci possa accadere qualcosa. Credi che io sia felice di stare qua? Anch'io preferirei stare alla guida >> << Mamma,papà ha sempre un secondo fine...>>.
In effetti,Erin non aveva tutti i torti: Richard aveva approfittato della situazione per parlare con Noah. Una chiacchierata da uomo a uomo. Noah rimase seduto tranquillo mentre dirigeva i cavalli

<< E così... -esordì Richard imbarazzato- Tu stai con mia figlia... >>. Il cadetto lo guardò di sottecchi << C'è qualcosa che dovete dirmi,Lord Rahl? >>. Richard rimase sorpreso. Sospirò << Vedi... Per anni a mia figlia non è successo niente e non voglio che le accada qualcosa... >>. Noah tornò a guardare i cavalli << Non le accadrà niente. E' la prima cosa che mi sono promesso quando l'ho conosciuta. Ma se ritenete che io non sia... Adatto a vostra figlia,vi capisco... >> disse sconsolato << Non è questo,ragazzo. E' che mia figlia vorrebbe il classico amore da fiaba,ma non capisce che è una Depositaria e non può permettersi di... >>. La voce si mozzò in gola e divenne rosso di vergogna << Di lasciarsi andare? -continuò Noah sapendo dove Lord Rahl volesse arrivare – Beh... Su questo non vi dovete preoccupare: fino a che Erin non avrà la mia età,mi limiterò al bacio >>. Anche il cadetto si sentì avvampare. Non poteva certo dire che aveva il metabolismo in subbuglio quando la vedeva << Sono felice che la pensi così... -commentò Richard sollevato- Quando avevo più o meno la tua età,ventiquattro circa,avevo anch'io le braghe in subbuglio... E' normale... >> disse poggiandogli una mano sulla spalla. Noah lo guardò e sorrise per ringraziarlo.

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Capitolo 12
*** il dovere non è sempre qualcosa di negativo ***


Dopo una settimana...
Si erano fermati di nuovo per accamparsi per la notte. Consumarono una cena a base di coniglio e radici scovate nella terra attorno. Erin era seduta sulla sua coperta ed osservava i suoi genitori avvinghiati l'uno all'altra. Ridacchiavano fra loro scambiandosi dei baci mentre le loro dita si intrecciavano. Sorrise. Voleva avere un rapporto con Noah,uguale al loro.

Richard era steso su un fianco,vicino a Kahlan che rideva alle sue battute. Le prese una mano osservandola minuziosamente. Lei smise di ridere per poterlo guardare << Che c'è? >> chiese << Pensavo ad una cosa... >> rispose Richard mentre accarezzava le dita della moglie con le sua << A cosa? >> domandò Kahlan sempre più curiosa << A quando siamo sotto le coperte... Quando diventiamo una cosa sola... >> rispose in tono assorto mentre la guardava negli occhi. Lei arrossì << Ripensavo al calore profumato della tua pelle,dei tuoi capelli... I tuoi occhi verdi che incontrano i miei e le tue labbra che accarezzano il mio collo... >>. Kahlan rise lievemente per l'imbarazzo mentre Richard la guardava con lo sguardo da rapace,tipico dei Rahl. Si chinò su di lei e la baciò mentre sentiva la mano di Kahlan arruffargli i capelli dietro la nuca. Sentì il possente braccio del marito avvolgerle gentilmente la vita e trarla a sé. Kahlan si lasciò stringere mentre posava una mano sul petto di Richard,che la guardò per poi baciarla sulla guancia << Riposa... Faremo noi uomini la guardia.. >>. Lei chiuse piano gli occhi e si addormentò sentendo il marito carezzarle i capelli. Richard resistette un paio d'ore,ma alla fine si addormentò.
Erin li guardò addormentarsi come due gatti che si fanno le fusa,anche mentre sonnecchiano. Si voltò verso Noah che rimase seduto,ravvivando il fuoco di tanto in tanto,Robert era crollato nel sonno. Si disse che quello era il momento perfetto. La luna,le stelle e il fuoco da campo. Notò che il cadetto le si avvicinava sempre di più e dopo pochi minuti erano l'una vicina all'altro << Dovresti dormire... >> le consigliò lui in tono timido << Non ho sonno... >> rispose lei mentre lo guardava. Noah si sentì osservato,così si voltò verso di lei ad incontrò un paio di occhi grigi. Potevano sentire sul viso l'uno il respiro dell'altra. Il cadetto le stampò un baciò leggero sulle labbra. Erin sorrise e poggiò la testa sulla sua spalla per poi addormentarsi.

 

Quando furono ad Aydindril,tutto divenne più sereno. Erin e Noah si stavano avvicinando sempre più mentre Richard abbandonò lo stress da Lord Rahl.

Kahln ed Erin camminavano per il palazzo nel silenzio delle mura in marmo bianco. La ragazza si guardò attorno con orgoglio e meraviglia fino a rivolgere lo sguardo alla propria madre << Mamma... -lei si voltò a guardarla e sorrise- Quand'è stata la prima volta... Con papà? >> chiese imbarazzata. Kahlan deglutì sonoramente mentre si sentiva avvampare. I ricordi le riaffiorarono alla mente << Mi era stato riferito che non ero l'ultima Depositaria... Annabelle,fu lei a confessare tuo padre... Il mondo mi crollò addosso... >>. Erin notò con orrore lo sguardo vuoto della madre,che sospirò mentre gli occhi parvero riempirsi di lacrime << Quando decisi di non nascondere i miei sentimenti a me stessa,giurai di proteggere tuo padre dalla confessione... E invece ho tradito quella promessa. Tuo nonno Zedd disse che per me e tuo padre era l'occasione... >>. Erin finì per lei << Per stare insieme... >>. La madre la guardò ed abbozzò un sorriso << Sì... Ma ero così bramosa di sentire il calore di tuo padre,che non mi ero resa conto di una cosa: gli stavo impedendo di scegliere. Era come se lo costringessi e nonostante lo desiderassi così tanto,dopo venti lunghi anni di solitudine,mi fermai... Lo guardai negli occhi e compresi il mio errore... >> << Quindi hai rinunciato a papà solo per... >>. Kahlan sospirò << Alla tua età,studiavo qua ad Aydindril e spesso andavo anche al Mastio. Mia madre mi aveva detto una cosa che mi ha condizionato per metà della mia vita: “Per le Depositarie non esiste l'amore,ma solo il dovere”... >>. Erin quasi ne rimase scioccata << Ma è orribile... >> << No,ti sbagli... -la interruppe- E' una cosa che io all'inizio non ho compreso: il dovere non è sempre qualcosa di negativo. Può essere anche qualcosa che puoi condividere con affetto,ma devo ammettere che quando ho incontrato tuo padre... -sorrise- Ho perso totalmente la testa per lui... Era testardo e spesso irritante eppure... L'ho sposato e ho dei figli stupendi... >>. Erin sorrise mentre sentì la mano della madre scompigliarle i capelli.

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Capitolo 13
*** Tutto ha una fine ***


I giorni,i mesi passarono. Erin crebbe e all'età di ventidue anni,Noah le chiese di sposarlo. Fu un momento condiviso da tutti e nessuno era più contento di Kahlan e Richard. In poche settimane,organizzarono un matrimonio festoso e pieno di gente. Richard accompagnò sua figlia all'altare e Kahlan fece addirittura da celebrante. Dopotutto Erin sarebbe diventata la futura Madre Depositaria. E così avvenne. Infatti all'età di venticinque anni,Kahlan abbandonò la carica e la cedette a sua figlia. Anche per Robert arrivò l'amore e la conobbe proprio in occasione del matrimonio della sorella: era un'incantatrice,anche lei di estrema bellezza e dolcezza,Saphyra. I due si innamorarono e qualche anno dopo,si unirono in matrimonio. Ovviamente,arrivarono anche dei nipoti. Erin e Noah ebbero tre figli: il primogenito mago che decisero di chiamare come il nonno,Richard e due gemelle depositarie,Elsa e Jenna. Robert e Saphyra ebbero invece una primogenita incantatrice che chiamarono come la nonna,Kahlan e un maschietto anche lui mago che chiamarono Zeddicus. La vita era immersa nella serenità,ma ben presto anche Kahlan e Richard iniziarono ad invecchiare. Soprattutto dopo che Zedd fu il primo ad andarsene. Aveva raggiunto la veneranda età di 130 anni. Ma dopo quel lutto,Richardcadde in depressione. Accettava solo la compagnia della sua famiglia e le premure di Kahlan,che a vederlo a quel modo le si strinse il cuore ogni giorno di più. Alla fine,Richard si ammalò. Kahlan fece chiamare guaritori da tutto l'Impero,ma nessuno riusciva a capire che cosa avesse. Perfino Robert e Saphyra avevano provato,ma i tentativi si sfumarono. L'unica persona che allievava quei dolori era Kahlan. Le era stata vicino e non l'aveva mai abbandonato. Quella sera,Kahlan era stesa vicina a Richard che la guardava negli occhi. Così passavano le intere giornate. Purtroppo Richard non riusciva più ad alzarsi ed era costretto a restare a letto << Kahlan..? >>. Lei sorrise << Dimmi,caro... >>. Gli prese gentilmente la mano << Mi ami ancora? >> chiese quasi trascicando le parole << Più della mia vita... >> rispose lei rivolgendogli quel sorriso speviale che riservava solo a lui,lo teneva solo per l'amore della sua vita. Ogni giorno le faceva quella domanda e lei era sempre felice di rispondergli << Ti amo anch'io,Kahlan... >>. Era così che le rispondeva sempre. Quel discorso era diventato un ritornello agrodolce. Kahlan lo baciò sulle labbra. Seppur gli anni si facevano vedere e sentire sui loro corpi stanchi,trovavano sempre la forza per una carezza o un bacio. Si staccò lievemente per guardarlo negli occhi << Vuoi che tu prepari una tazza di tè? >> gli chiese poco dopo << Sì,grazie... >>. Le sorrise anche se debolmente. Lei si alzò piano piano e si allontanò per preparargli la sua tazza di tè abituale. Guardò i movimenti della moglie un'ultima volta e stampò nella sua mente i suoi occhi verdi. Per questo la guardava sempre negli occhi. Sentì la energie e la vita scivolargli via attraverso la punta delle dita. Chiuse gli occhi lentamente,solo un istante dopo che Kahlan si era allontanata. Era il suo momento. L'avrebbe aspettata nel Mondo Sotterraneo. Sì,lo avrebbe fatto. Lord Richard Rahl esalò l'ultimo respiro sprecandolo per la devozione << Kahlan,guidami. Kahlan,insegnami. Kahlan,proteggimi. Nella tua luce io prospero,nella tua pietà trovo riparo ed amore,sono umile di fronte alla tua saggezza,vivo solo per renderti felice. La mia vita é tua... >>. Poi si spense per sempre. Kahlan tornò in camera col vassoio << Il té al limone era finito. Te l'ho preso ai frutti di bosco,va bene lo stesso? -alzò lo sguardo verso Richard- Amore... >>. Quando non le rispose il vassoio cadde per terra. La tazza di tè si infranse in mille pezzi rovesciando il liquido,come il cuore di Kahlan che si spezzò lasciando spazio al dolore disciolto nelle lacrime che le rigarono le guance candide. Comprese il significato di quel ritornello: sapeva che stava giungendo la sua ora e così ogni giorno si faceva ripetere di essere amato e lui lo ripeteva a lei. Quel fatto le fece cedere le ginocchia,pianse. Erano lacrime amare e le urla strazianti di Lady Rahl vennero udite dalle guardie che aperta la porta,non poterono far altro che chiamare i figli di Lord Rahl. Kahlan rimase a terra,in ginocchio di fronte al letto che aveva condiviso per tanto tempo con Richard,che adesso si era spento come una candela al vento. Erin fu la prima ad arrivare insieme a Noah,che la strinse fra le braccia appena la sentì piangere. Trovò poi la forza di avvicinarsi a sua madre ed abbracciarla con tutta la forza che aveva. A loro si unì Robert pochi minuti dopo. il giorno dopo venne celebrato il funerale. Kahlan era a pezzi: non aveva mangiato né dormito. Da quel momento smise di portare i capelli sciolti. Era di fronte alla bara,totalmente vestita di nero col volto amareggiato e rigato dalle lacrime. Erin celebrò il rito,poiché la madre non era in grado di parlare. Fu una cerimonia sentita. Al termine del rito,Kahlan mosse un passo verso la bara di Richard che vestito da Lord Rahl,era come se fosse avvolto da un sonno eterno. Estrasse il pugnale e tutti si fermarono. Erin comprese cosa voleva fare ed impedì alle guardia di intervenire. Kahlan prese i suoi capelli. Il bel color mogano si era spento per via del tempo. Sapeva cosa stava facendo. Con un colpo netto si tagliò i capelli. Una scarica di dolore la fece tremare. Tutti credettero che sarebbe caduta ed invece lei rimase in piedi. Erin e Robert si resero contodella forza della loro madre,che legò le ciocche di capelli con un nastro blu. Il colore preferito di Richard. Fece un fiocco e posò i capelli sul petto del marito,sul cuore. Si chinò per baciarlo sulla fronte senza totimore della pelle gelida e pallida di lui. In silenzio e stretta nelle sue spalle,si allontanò nelle sue stanze. Dopo altri venti lunghi anni,anche Kahlan si spense. Erin e Robert organizzarono un funerale per poi riporre la bara di Kahlan vicina a quella di Richard,con la consapevolezza che adesso sarebbero stati insieme. Per sempre.

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Capitolo 14
*** Vecchi ricordi ***


Erin era sdraiata sul letto e guardava nel vuoto. I suoi genitori se n'erano andati. Iniziò a piangere. Ricordava i venti anni che seguirono la morte di suo padre. Venti anni. Venti lunghi anni in cui Kahlan si stava auto distruggendo. Più di una volta,lei e suo fratello l'avevano trovata sul punto del suicidio: tentò col veleno,con l'impiccagione,mentre faceva il bagno nella vasca e più di una volta tentò di colpirsi col pugnale. La dissuadevano dicendole che le volevano bene e che avevano bisogno di lei. Ed era così. Ma sapevano che non avrebbe sopportato a lungo l'assenza di Richard. Per lei era il suo rifugio,la sua spalla. La sua vita. Ed una volta che se ne andò per Kahlan la vita non era più niente. Ogni giorno,andava sulla tomba del marito e gli parlava. Non riusciva ad accettare che non ci fosse più. Era quasi impazzita per la disperazione. Alle volte sorrideva,ma bastava un minimo accenno a Richard che il suo umore tornava di nuovo a terra. Sorrideva solo se c'erano i nipoti e si sforzava anche con i suoi figli,ma vederli le provocava una stilettata al cuore e una gioia immensa allo stesso tempo. Ma nessuno l'aveva mai vista di notte. Erin spesso si fermava nella stanza della madre anche per aiutarla a dormire. Non poteva dimenticarsi del modo in cui abbracciava il cuscino e chiamava il nome di suo padre. Quando lo chiamava,la voce di Kahlan era debole e stanca. A volte tremava e scoppiava in lacrime. Ed era quello che succedeva per la gran parte del giorno. Restava in camera in preda al dolore e alle lacrime. Ma cinque anni prima che morisse,smise di piangere. Pareva che avesse finito le lacrime,ma Erin era consapevole che la madre si teneva tutto dentro. All'ultino mese di vita,sembrò riprendersi. Ma forse voleva trascorrere dei bei momenti prima di raggiungere Richard nell'al di là. E ci riuscì. Non poteva dimenticare. Non ci riusciva. Noah uscì dal bagno e guardò Erin che teneva le braccia attorno alle ginocchia tirate vicine al petto. Si avvicinò e si sedette sul bordo del letto posandole una mano sul braccio << Tesoro... Non ti fa bene ripensarci... >>. Lei non rispose,ma l'unica cosa che ece fu gettarsi fra le sue braccia << Non ci riesco... >> singhiozzò dopo pochi minuti << Devi provarci... Sono sicuro che quei due staranno meglio dove sono adesso...>> rispose Noah carezzandole la schiena prima di baciarla sulla nuca. Erin sorrise a quel pensiero. << Può dirlo forte... >> disse Richard tenendo per mano Kahlan mentre osservavano Erin e Noah. Erano spiriti,ma erano comunque là a vegliare su di loro. Lui si voltò a guardare la moglie che come suo solito gli rispose con un sorriso << Abbiamo finito il nostro giro di controllo... >> << Sì... Ma torneremo domani... >> concordò Kahlan. Si strinsero dopo essersi dati un bacio.

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