fight in the shadow.

di xxniallsgirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** primo capitolo. ***
Capitolo 2: *** secondo capitolo. ***
Capitolo 3: *** terzo capitolo. ***



Capitolo 1
*** primo capitolo. ***


Ecco,un nuovo giorno.
Un nuovo giorno da vivere,un nuovo giorno da riempire; un nuovo giorno che  iniziava  con i  raggi  del sole che trasparivano dalle finestre,e la neve che cominciava a sciogliere;
erano le dieci del mattino  di una fredda soleggiata giornata di Londra,gettai uno sguardo fuori,strizzai gli occhi..
dopo di che spostai le calde coperte e misi ai piedi le ciabatte,mi alzai e andai in bagno a fare una doccia,mi vestii.
Scesi sotto,la casa era ancora tutta al buio,mi guardai intorno,andai verso l’ingresso,presi la borsa e uscii di casa.
Diedi un’occhiata in giro,tenevo stretto un libro tra le braccia,presi a camminare con il capo rivolto verso terra. Poca gente stranamente si trovava tra le strade di quella popolata città,mi diressi da starbucks per la colazione.
Aprii la porta e entrai,presi la colazione andando poi a sedermi ad un tavolo e mentre mangiai aprii quel libro che tenevo stretto a me e iniziai a leggere. Il mio sguardo era assorto su quell’addolorante romanzo che mi distraeva dal contesto che mi delimitava in quell’attimo.  Subito quando terminai il pasto più importante della giornata,chiusi il mio amato libro,e lo ripresi in mano,misi la tracolla della mia borsa sulla mia spalla,e proprio mentre mi alzai.. il mio corpo urtò contro un altro.
.Il mio capo rivolto verso il basso mi permise solo di vedere il suo cappotto marrone. “hei,sta atten….” non riuscii a dire altro quando alzai il viso verso il suo,e i miei occhi incrociarono i suoi color verde smeraldo nel quale mi persi in un’istante;
non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo,avrà pensato io fossi matta,iniziai a farfugliare qualcosa impacciatamente, “scus…” continuai a guardarlo,maldestramente mi allontanai e uscii dal negozio,chi sa cos’avrà pensato quel ragazzo.
Svelta,prima che a casa le luci si accendessero,misi piede dentro e andai a preparare la colazione per mio fratello.
Lui scese,mi vide alla presa con i fornelli,subito si avvicinò “buongiorno principessaaa” disse con quel suo solito sorriso che mi faceva andare avanti, “buongiorno zay” risposi io stringendolo in un’abbraccio.
“cosa stai facendo di buono?” chiese lui andando verso il frigo..
“sto cucinando i pancake,so che ti piacciono tanto” li misi nel piatto,e mi sedetti vicino a lui lo guardai mangiare.
Ero molto grata a mio fratello,lui mi era sempre stato  vicino.
Si erano fatte le  11:30,salii di sopra e iniziai a mettere tutto a posto costretta da mia madre,poi mi chiusi in camera mia e aprii i libri per studiare qualcosa.. io vivevo in quella città da quando praticamente ero una bambina,ma non conoscevo nessuno..avevo pochi amici,due a dire il vero. Louis,si Louis era il mio migliore amico da quando praticamente urlavo nel pannolino,era come un secondo fratello per me,frequentavamo lo stesso liceo,e lui era l’unico che mi difendeva quando la gente mi derideva..e la mia migliore amica era Dafne,si..ma i suoi genitori per motivi di lavoro si sono dovuti trasferire perciò mi avevano portato via una delle poche gioie della mia vita. Non la vedevo più da tipo tre anni,ma anche se non era la stessa cosa la sentivo sempre al telefono..certe volte avrei voluto davvero abbracciarla un’altra volta. Frequentavo l’ultimo anno del liceo,e secondo mia madre avrei dovuto  scegliere un college che mi avrebbe aperto tante porte per molte professioni importi,voleva io facessi la dottoressa,o l’avvocato; ma non era tanto la mia strada quella,io sin da piccola sognavo di fare la cantante,la ballerina,anche se infondo è un po’ la diffusa risposta alla fatidica domanda ‘cosa vuoi fare da grande?’ ma io,lo desideravo davvero,con tutta me stessa. Io sognavo dall’inizio del liceo di frequentare la Julliard University,ma non potevo permetterlo,e poi secondo mia madre la musica e il teatro erano solo una perdita di tempo. Io e Zayn ci eravamo promessi che prima o poi,saremmo riusciti a frequentare una scuola come quella.
Sentivo questo forte desiderio di camminare per i corridoi di quell’università che iniziai a lavorare e risparmiare a finchè questo diventasse realtà.
Avevo iniziato a lavorare in una ferramenta,lo so..non è un lavoro adatto ad una ragazza,ma comunque non si può dire che io sia una ragazza femminile. Avevo sempre i soliti jeans,le solite felpe larghe per nascondere il mio corpo e le mie cicatrici,quelle vissute converse confortevoli,i capotti presi dal guardaroba di mio fratello,quei capelli sempre disfatti o legati in una coda di cavallo malfatta. Non mi importava molto del mio aspetto esteriore,in ogni caso nessuno avrebbe mai potuto notare me.
Era un po’ di tempo che avevo preso incarico in quel locale,era come una famiglia ormai per me..consideravo Greg,il proprietario,come il papà che da tempo ormai non avevo più,e trascorrevo felice il mio tempo lì insieme a loro. Credevo che il vero inferno fosse a casa mia,quindi non vedevo l’ora di uscirci.
Finii i miei compiti come ogni giorno,il tempo sui libri passò  più o meno veloce,così misi quelle mie abituali pratiche scarpe,un paio di jeans non molto intatti,e una maglietta che poi coprii con la calda ferma che teneva il logo della locanda su un lato.
Presi il mio piccolo zaino,passai dalla cucina dove zayn era seduto davanti al computer,mentre mi dirigevo verso l’ingresso diedi un bacio sulla guancia a mio fratello e uscii. Misi le cuffie e aspettai che un autobus venisse di la,appena arrivò ne presi uno,che mi lascio a metà strada,così iniziai a incamminarmi verso la ferramenta.
Camminavo per la strada,con le cuffie nelle orecchie,mi guardavo  intorno con quasi un sorriso sulle labbra,canticchiavo a bassa voce ogni tanto. Arrivai davanti alla porta,la aprii e entrai.
“hei Greg!” dissi con un grande sorriso.
“hei piccola” risposte lui ricambiando il sorriso. Svoltò lo sguardo verso l’orologio “in orario come sempre” continuò lui.
“si,sai che mi piace essere puntuale.”  Dissi  io mentre posavo la mia borsa e davo un’occhiata alle cartacce che stavano sulla scrivania. “caffè?”  chiesi io dirigendomi verso la macchinetta con ancora la testa che ragionava su uno di quei fogli trovati li.
“oh,si grazie” rispose lui distratto lì quanto me.
Posai quelle carte sul tavolo e preparai il caffè che poi missi in due tazze,ne diedi una a lui,e l’altra la bevetti io. Mi sedetti dietro la scrivania,sorseggiando il mio caffè; eravamo entrambi molto prese da quelle scartoffie.
“oggi,arriverà un nuovo ragazzo qui in negozio” disse lui alzando in viso verso di me così da rompere quel buffo silenzio.
“oh,davvero?”  dissi io facendo un piccolo sorriso come se non me ne importasse più di tanto.
“si,e sarai tu ad aiutarlo in ciò che lui non sa fare”  a quelle parole lo guardai.. “ma..greg,io?c’è gente molto più esperta di me qui!”  dissi io guardandolo un po’ insicura.  “tranquilla per qualsiasi cosa chiedi aiuto” disse con un piccolo sorriso,e dopo un piccolo occhiolino spostò la tenda per passare nell’altra stanza.
Ripresi a guardare quelle carte,intenta nei miei calcoli e nelle mie letture,un ragazzo entrò.
Aveva si e no 19 anni,i capelli pieni di riccioli,e quel sorriso sulle labbra,pareva molto sicuro di se. Si avvicinò al bancone,non ci feci caso,stavo ancora con il viso basso; “ehm..” disse lui quasi tossendo per farsi notare… “oh,scusi,mi dica..ha bisogno di qualcosa?” dissi io ancora tra i miei pensieri, “del tuo numero magari.” Alzai subito lo guardo,ed ebbi uno scontro con i suoi occhi..gli occhi color verde smeraldo,era una cosa buffa…credevo di aver già visto quegli occhi da qualche altra parte prima di quel momento…



SPAZIO AUTRICE:
volevo che questo primo capitolo fosse di spiegazione più o meno,spero vi sia piaciuto.

Faith,la protagonista che è 'interpretata' dalla bellissima Selena Gomez,è una ragazza un po' diversa dalle altre,che magari sembra molto strafottente ma molto debole,che poi in realtà è molto dolce e vabbè,anche un po' stronza perché no. Di certo i problemi nella sua vita non mancano,e l'arrivo di un nuovo ragazzo così prepotente potrebbe  scombussolare ancora di più le cose.
Mi auguro di non essere stata noiosa,se è così fatemi sapere magari nelle recensioni,lo apprezzerei molto:)
Mi scuso se ho deluso le vostre aspettative,e se non è come ve lo aspettavate,e gradirei sentire vostri consigli.
Mi piacerebbe che continuaste a leggere se vi è piaciuto. A breve scriverò il secondo!

vi ringrazio per avermi dedicato un po' di tempo,ciauu:)
 

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Capitolo 2
*** secondo capitolo. ***


 “scusa?”  dissi io guardandolo  quasi scossa,lui prese una matita in mano dal portapenne che c’era sul bancone e iniziò a giocarci poco,”sono qui per il lavoro” presi la matita dalle sue mani “sei il ragazzo nuovo quindi?!” chiesi mentre posavo la matita che lui prima aveva in mano, “come siamo intuitive” face un sorrisino.
“gnee” dissi io facendo una smorfia di disprezzo,”sei carina quando fai le smorfie lo sai?” disse lui appoggiandosi al bancone “sei fastidioso quando parli,lo sai?” lo guardai e “me l’hanno detto altre volte” fu la sua risposta mentre alzava le spalle quasi seccato. “Allora,quand’è che inizio?” chiese lui,guardai l’orologio ”sei in ritardo il tuo primo giorno.” dissi io alzando le spalle e poi gettai un urlo a Greg,e lui si precipitò da me. “Hei piccola,dimmi!” disse lui con forse ancora concentrato su ciò che stava facendo “c’è il tipo nuovo…” dissi io quasi seccata “ah,spero sia stato accolto bene!” mi sorrise “comunque,digli cosa deve fare e assicurati faccia un buon lavoro!" continuò lui sorridente,io guardai l’ora “vabbene,ma il mio turno è finito,quindi possiamo dire che lui inizia domani?” lo guardai e lui annuì,mi avvicinai e più sotto voce dissi “non mi sembra un tipo molto simpatico.” Lui fece una risatina “sii gentile,abbiamo bisogno di personale” mi disse guardandomi,era vero che io non lavoravo li da molto tempo...però quel posto in pochi giorni era diventato come casa mia,e Greg il padre che non avevo mai avuto,tante volte era lui che si occupava di me,mi prestava soldi e mi aiutava a scuola,ero una vera e propria figlia per lui,così mi diceva sempre;tra l'altro in quel posto ci lavorava anche suo figlio Louis,il mio migliore amico sin dall'infanzia...“perché?non bastiamo noi?io e te,tu ed io?non ci sono molti soldi,puoi davvero permetterti un nuovo impiegato?” chiesi poco preoccupata “sta tranquilla,a queste cose ci penso io!” mi rassicurò “come vuoi,ehm…chiudi tu?” lo guardai,lui annuì,io mi avvicinai al bancone e sistemai le mie cose,quel ragazzo continuava a stare li e ogni tanto dava un’occhiatina in giro “più tardi torno a casa,meglio è!” affermai sorridendo poco,il ragazzo alzò gli occhi e subito disse sorridendo “se vuoi resto io con te!” io rifiutai ringraziandolo comunque,presi il mio zaino e lo misi su una spalla,presi il mio telefono e le mie cuffie,mi avvicinai a Greg e lo salutai,lui mi diede un bacio sulla fronte e mi disse “a domani” con quel suo solito sorriso,salutai tutti e uscii.
“Abbassa la cresta con lei ragazzo!” disse Greg a quel ragazzo del quale ancora non sapevo il nome,lui lo guardò incuriosito “perché?” chiese alzando le spalle,Greg ricambiò l’alzata di spalle “è un consiglio,non darle fastidio” fece una specie di sorrisetto e tornò in magazzino.
Quel ragazzo mi guardò da dentro,mentre io mi avviavo per la strada con quel piccolo sorriso donatomi dalla musica.
Erano le 20.20
 Mentre tornavo a casa mi fermai in un locale,presi delle patatine fritte e due pezzi di pizza e andai a sedermi. Anche quel ragazzo entrò,e si sedette al bancone,ordinò da bere,io girata guardavo le persone passare assorta nei miei pensieri. Un cameriere si avvicinò con un piattino in mano: “non ho preso il dolce” dissi io incuriosita al cameriere “le è stato offerto da quel ragazzo seduto lì” indicò il bancone,e io vidi lui mentre sorseggiava la bevanda ordinata “oh grazie,ma non posso accettare,gli dica di mangiarlo lui” dissi io sorridendo “mi ha detto di insistere” disse quel poveretto alzando le spalle “e lei gli dica che l’ha fatto” sorrisi poco,lui sospirò e tornò indietro. Finii il pasto,mi alzai e andai a pagare dopo aver pulito il tavolo dove sedevo io,quel ragazzo si avvicinò a me “i tuoi genitori non ti hanno detto che di solito non si rifiuta quando qualcuno offre qualcosa” disse quasi con un sorriso ironico “io non accetto cose dagli sconosciuti” presi il resto e proseguii per la mia strada. Arrivai fuori casa,e tirai un lungo sospiro entrando; non ebbi il tempo di mettere piede dentro,nell’immediato mia madre iniziò a gridarmi contro:
“dove sei stata?è da stamattina che sei fuori casa!” mi sgridò lei,
“ero a lavoro,al contrario tuo; dovresti essere tu a mancare a casa per il troppo lavoro,dovresti essere tu a preoccuparti e a mandare avanti questa famiglia,tu…dovresti cercare di aiutarmi a realizzare qualcosa.” Ribattei io.
Lei sbuffò. “pff,quei tuoi ‘sogni’ dei quali parli sempre?perdite di tempo. Tu non sei brava a fare niente,solo a piangere. Piangi su,fammi vedere come piangi.”  trattenevo le lacrime a stento,non volevo darle quella soddisfazione,avevo lo sguardo rivolto verso terra mentre lei si sbizzarriva a gran voce,decisi di non ascoltarla più,appena salì le scale le mie lacrime iniziarono a rigare il mio viso. Mio fratello mi vide,subito si avvicinò a me e mi abbracciò,lo strinsi forte,mi sentivo così al sicuro tra le sue braccia,lui mi accarezzò i capelli “dai,stanotte vieni a dormire in camera mia” mi diede un bacio sulla fronte,io annuii con il viso ancora appoggiato al suo petto “vorrei morire” dissi quasi senza forze “ma io non voglio,ci sono io,salverò il tuo cuore stanotte,sempre” continuai ad abbracciarlo,andammo in camera sua,e mi sdraiai di lato a lui “non pensare a ciò che è successo oggi,ma a ciò che potrebbe succedere domani” continuò a rassicurarmi passando la sua mano sui miei capelli “potrebbe essere che io mi svegliassi,e che tutto sarebbe come oggi,che tutto ricominciasse da capo come sempre” dissi fissando un punto nel vuoto “o che magari andasse meglio,prova a immaginare che domani sarà migliore” continuò a rassicurarmi “lo faccio ogni sera,ma la cosa si fa più o meno discreta quando esco di casa” ancora le mie lacrime scendevano bagnandomi il viso “allora sogna come sarà bello quando lascerai questa casa,come ad esempio quando andrai al college e pensa che giorno dopo giorno manca sempre meno” mi strinse forte a lui “sopravvivo solo perché ci sei tu” affermai tremando “e sarò sempre con te,puoi chiamarmi e abbracciarmi in qualsiasi momento tu voglia” continuava a rassicurarmi e asciugò le mie lacrime “piangere vuol dire vivere piccola mia” mi diede un bacio sulla fronte “e vomitare?” chiesi io per sdrammatizzare un po’ “che hai mangiato troppe schifezze credo!” disse lui ridendo poco e io risi poco dietro lui “ti serve un fazzolettino?” chiese guardandosi intorno cercandolo “no,c’è la tua maglietta!” scherzai io “usala pure quando ne hai bisogno” mi disse con quel suo bel sorriso. Non riuscivo a capacitarmi,lui mi faceva stare così bene,mi sentivo protetta quando ero con lui,ero felice. “domani ci svegliamo presto,facciamo colazione e usciamo io e te,ti va bene?” mi chiese,io annuii,ovvio..come poteva non andarmi bene?pff. “hai sonno?vuoi andare a dormire?” mi chiese prima di fare uno sbadiglio “si,ho tanto sonno” affermai con una vocina quasi da bambina,e quasi subito crollai addormentata appoggiata a lui. Ero così grata a mio fratello,era l’unico al mondo che sapeva aiutarmi,l’unica cosa bella in quel mondo di merda,l’unico per cui valeva la pena vivere ancora. Cosi la notte passò,io stretta a lui,e lui stretto a me. Una notte che quasi completamente passai sveglia al pensiero di quel viso,di quegl’occhi così familiari che avrei giurato di aver già visto in precedenza.



SPAZIO AUTRICE:
benvenuti in questo secondo capitolo(?)
beh,prima di tutto volevo scusarmi per il ritardo nel continuare la storia,vi chiedo davvero di perdonarmi.
in questo capitolo diciamo si vede l'incontro di questi due ragazzi che inconsapevoltente si ricordavano l'uno dell'altra,lui è quel tipico ragazzo che ci prova con tutte,che ha sempre la meglio in queste 'storie' chiamiamole,che in un certo senso ci prova anche con lei,ma rimane sbalordito dal fatto che lei non lo consideri nemmeno un pochino,e che lo tratti così.
c'è anche da notare quel piccolo dialogo tra Faith e la mamma,e l'aiuto di suo fratello nei suoi confronti.
Credo di aver detto tutto,bene...sono curiosa di sentire le vostre considerazioni belle o brutte che siano.

Ci vediamo presto con il prossimo capitolo,arrivederci e graziee:D
.
 

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Capitolo 3
*** terzo capitolo. ***


Spesso la notte rimanevo sveglia perché i troppi pensieri scacciavano via il sonno,e anche quella notte fu così. Dormii solo qualche ora,quando il sole cominciava a far fuggire via il buio sentii i raggi quasi toccarmi e aprii gli occhi,gettai uno sguardo fuori e accennai un sorriso. Rimasi così a guardare il soffitto fino a quando ore dopo Zayn mi strinse a lui aprendo gli occhi.
“Buongiorno principessa” mi disse sorridendo.
Gli diedi un bacio sulla guancia poi ci alzammo e dopo esserci vestiti uscimmo come lui mi aveva promesso. Entrammo in un locale e ci sedemmo al tavolo.
Iniziammo a parlare e scherzare come facevamo di solito.

Harry.
Londra.
Boyle Street.
11:30.

Ero in giro per la città,mi annoiava stare a casa tutta la mattina senza far niente e così decisi di uscire per fare due passi.
Le strade erano piene gente,quel via vai quasi mi confondeva.
Mi diedi un’occhiata intorno,mi fermai parecchie volte a cercare di far colpo su alcune ragazze che passavano di li.
Molte volte alla gente sembro un ragazzo troppo sicuro di se stesso,tutti i miei amici dicevano che ero un rubacuori,beh soltanto mi divertivo a uscire,vedere gente,e fare tutte le cose che i normali ragazzi di diciannove anni fanno.
In realtà però,tutto quel ‘essere sicuri di se’ era come una piccola maschera.
Una maschera che indossavo ogni giorno.
Sembravo sempre il duro della situazione,lo stronzo,quello a cui non fregava niente di nessuno.
In verità era tutta una specie di ‘reputazione’. Semplicemente non volevo più stare male,e così avrei evitato di farmi mettere i piedi in testa.
Non mi ero mai innamorato di una ragazza,nonostante ne avessi avute un sacco.

18.20
Ero in ferramenta,lavoravo da diverse ore.
Quella ragazza stava li,alla cassa,sempre in silenzio senza dire nulla.
Oltre quando apriva bocca  per dirmi che sbagliavo o prendermi in giro.
Entrò una signora,e mi avvicinai a lei chiedendole se potevo esserle d’aiuto e ogni tanto le facevo qualche complimento.
La ragazza mi osservava,notai un suo sguardo quasi disgustato nei miei confronti.
La signora poi si diresse verso la cassa e io mi occupai degli altri clienti.

-Faith.-

Continuavo a guardalo,non potevo credere che ci provasse con tutte le ragazze che varcassero la porta di quel negozio.
Era davvero squallido.
Non c’era cosa che mi infastidiva di più di quel suo atteggiamento cosi… arrogante.
Quella signora che era con lui  minuti prima venne alla casa,notò il mio sguardo sempre su di lui.
“È il tuo fidanzato?” sorrise poggiando ciò che aveva comprato li sul bancone.
“Cosa?No! Non potrei mai stare con un tipo come lui.” Risposi io.
“Mi sembra un ragazzo molto carino.” Continuò.
“Si,ed anche molto fastidioso.” Feci un sorrisino un po’ finto.
“Ricordati ragazza,sai come si dice,chi disprezza vuol comprare.” Prese la busta dopo aver pagato,mi fece un sorriso.
“Arrivederci.” Disse uscendo.
Chi disprezza vuol comprare?No. Non volevo comprare assolutamente niente,tanto meno lui.
Louis mi aveva parlato di lui,e da ciò che raccontava non sembrava il ragazzo che tutti vorrebbero.
Ogni istante che eravamo assieme litigavamo.
Presi un secchio pieno di sapone e una spugna,mi diressi verso la vetrina,e iniziai a pulirla.
Lui puliva per terra,mentre una ragazza che secondi prima era con lui usciva dalla ferramenta.
 “Ma vuoi smetterla di fare di così?” dissi io disgustata.
“Di fare come?” mi guardò.
“Di provarci con ogni tipo di essere umano con geni femminili che metta piede qui dentro. Sei un verme.” Continuai a pulire.
“Disse la principessa sul pisello.” Ribatté.
“Vorrei tu affogassi nell’acido muriatico.” Mi alzai guardandolo.
“Sarebbe meglio che stare qui insieme a te senza dubbio.” Continuò lui con quel suo sorriso malizioso.
Gli tirai la spugna piena di sapone in faccia e lui poi mi bagno con l’acqua nel secchio.
“Lo sapete che non tollero queste cose,non qui nel mio negozio.” Arrivò arrabbiato Greg.
“S…scusa Greg.” Abbassai il viso.
“Non voglio più sentirvi ne vedervi litigare qui dentro. Adesso andate a darvi una ripulita e fate due passi insieme,cercate di conoscervi al posto di odiarmi sapendo a malapena i vostri nomi.” Continuò con un tono che da lui non avevo mai sentito prima.
Con il viso basso presi lo zaino e andai verso il bagno,avevo dei vestiti li dentro e mi cambiai mettendo quelli.


-20:30-

Eravamo sulla spiaggia,passeggiavamo con le scarpe in mano,e ogni tanto gettavo uno sguardo al mare,con quelle piccole onde che si infrangevano sui sassolini in riva,però non si dava mai per vinta e continuava a provarci.
Lui mi era vicino,era al mio fianco,riuscivo a sentire il suo calore,la sua presenza,come di nessuno l'avevo mai sentita.
 Mi portò su degli scogli che l'acqua quasi riusciva a bagnare,e ci sedemmo li sopra. Io guardai il mare,e dopo poco anche lui alzò il viso.
 Il tramonto era ormai passato,la luce del giorno stava per andare via quasi completamente,sembrava quasi di vedere un quadro...
o forse eravamo noi i protagonisti di quel quadro che nello stesso tempo stavamo dipingendo.
Lui si mise le mani in tasca.
 Io le avevo appoggiate alla roccia dove eravamo seduti come per reggermi meglio.
 Girò il viso verso il mio,ed io feci lo stesso. Accennai un sorriso,e lui fece lo stesso.
Cavolo,il suo sorriso sembrava quello di un'angelo.
Volevo provare a rompere quel silenzio,e continuavo a pensare cosa potessi dire.
Presi un piccolo sospiro. “Perché non mi racconti qualcosa?” dissi io.
 “Si,quale favola ti piace?” 
risi. “No,intendevo..qualcosa di te.”
 “Oh,okkei!” accennò una piccola risata anche lui.
“Non c'è molto da dire,beh..che sono un bel ragazzo lo sappiamo tutti.” continuò.
“Ma smettila.” con poca forza lo spinsi e girai lo sguardo verso il mare.
 “Cos'è?non ti piaccio?” disse lui continuando ad accennare risatine.
 “Non mi piacciono le persone troppo sicure di se,e troppo arroganti.” lo guardai.
lui annuì.
 “È buono se sei sicuro di te,ma non ti montare la testa.” accennai una risata.
 “Non mi monto la testa io.” ribatté con un tono quasi scontroso.
“Riesci a parlarmi di te senza accennare il fatto di essere bellissimo e tutto il resto?” chiesi guardandolo negli occhi.
“Da dove inizio?”  mi guardò e poi abbassò il viso pensando. “I...miei genitori hanno divorziato quando avevo circa sette anni,fu un periodo molto brutto,mi ricordo di aver pianto molto. Non capivo bene cosa stesse succedendo,ero solo triste perché i miei genitori non stavano più insieme. Non è facile a sette anni accettare il fatto di vivere solo con un genitore,e di non sentire più la loro presenza come prima.  Senti che le cose in casa sono cambiate. Le feste non sono più la stessa cosa,i pranzi e le cene lasciano quel posto a tavola che ogni tanto ti fa pensare a quella mancanza.» ogni tanto faceva delle pause e cercava di trattenere le lacrime.
 “N..non devi per forza raccontare se non ti va.” lo guardai sperando stesse bene.
“Fa bene parlarne ogni tanto..” accennò un piccolo sorriso con gli occhietti rossi.
“Si,me lo diceva sempre la psicologa.” annuii.
 Lui mi guardò
“La psicologa?”
Io sospirai e poi annuii.
“Perché non mi parti un po' tu ora..visto che fa bene parlarne.” continuò lui.
 Annuii ancora una volta.
“Ma promettimi che poi non scapperai.” lo guardai.
 Lui mi guardò “Per nessun motivo.”
Io sorrisi. «Partendo dai genitori..beh,mio padre è scappato con un'altra ragazza quando io ero molto piccola lasciandoci come nel mezzo del nulla.
 Mia madre...lei non sta bene.
È  tossicodipendente.
 Ho chiuso ogni rapporto che avevo con lei perché...continuava a buttarmi fango addosso insieme a tutte le colpe che in realtà erano sue. Lei,non ha mai creduto in me. Mi ha sempre detto che sono una fallita.  Lei non c'è mai. Così faccio io ciò che dovrebbe fare lei. L'unico che mi ha sempre sostenuto è mio fratello,per quale provo un amore indescrivibile. Mi dice che sono la sua principessa. Non so se hai presente quel sentimento che si prova nei confronti della persona che ti ha salvato la vita,perché è questo quello che ha fatto. Ho...” feci una pausa e abbassai il viso per asciugarmi quelle poche lacrime nonostante avessi un sorriso sul mio viso “...Tentato parecchie volte di suicidarmi. Già da quando ero alla scuola materna i bambini mi prendevano in giro e mi picchiavano,e hanno continuato per anni. ‘fai schifo,non meriti di vivere.’ mi dicevano,non so cosa gli avessi fatto di tanto brutto. Ogni giorno piangevo,tornavo a casa piena di lividi e poi iniziavo a farmi del male. Continuavano a paragonarmi a mia madre,e dirmi che diventerò come lei… E questo non potevo sopportare. Quando mio fratello seppe tutto questo decide di aiutarmi,in qualunque modo,non importa quanto gli sarebbe costato. Così mi portava dalla psicologa ogni settimana a spese sue,e di soldi noi no ne avevamo.  Mi sento così in colpa per questo.
Ancora oggi,non sto bene.
Sono sola,vedi?
Mi hanno portato via tutti,tutto.
 Ma infatti,chi sceglierebbe mai una ragazza come me? Con tutti i miei problemi,i miei drammi,le paure,le mie ossessioni?
Sai come si dice,chi sceglierebbe mai una margherita in un campo di rose?
 Posso sembrare a tutti una stronza,menefreghista,o cattiva… Ma sono solo stanca di essere continuamente distrutta dalle persone.” continuai io con le lacrime che iniziavano piano a levigarmi in viso,e io con le mani le cacciavo via.
 lui subito mi abbracciò,mi strinse forte a se. in quel momento ho sentito come un qualcosa dentro che quasi esplodeva.
Mi sentivo come protetta,come se in quel momento nessuno più potesse farmi del più del male,come se la guerra che mi circondava si fosse sospesa.
Lui rivolse il suo viso verso il mio,e io feci lo stesso.
I nostri sguardi si incrociarono ancora una volta,e i nostri visi si avvicinarono sempre di più.
Ci baciammo.
Io sorrisi,lui mi prese la mano.
“vieni con me.” Disse.
Strinsi la sua mano. Trovammo una specie di stanza li vicino al mare,e vi entrammo.
Ci sedemmo sul pavimento.
“Scusa se ti ho trattato così male fino ad ora.” Lo guardai.
“Scusami tu,non si trattano male le ragazze.” Mi guardo,e quel punto mi baciò ancora una volta.
Mi sdraiai,e lui delicatamente si sdraiò sopra di me mentre mi baciava ancora.
Le mie mani sul suo viso.
Le sue sui miei fianchi.
I nostri respiri uniti.
I nostri corpi che si spogliavano piano,
e diventavano un’unica cosa.

Al mattino dopo,eravamo abbracciati.
Le sue mani passavo tra i miei capelli,le mie disegnavano sul suo petto.
“Io.” Disse lui guardandomi.
“Cosa tu?” lo guardai.
“Io sceglierò la margherita in un campo di rose.”
Mi scappò un sorriso,di quelli però,diversi da tutti i sorrisi che ho regalato in tutta la mia vita.




SPAZIO AUTRICE:
salve a tutti ragazzi,per prima cosa vorrei davvero scusarmi con voi
per il ritardo nel pubblicare questo capitolo.
spero riuscirete a perdonarmi.
lasciatemi i vostri pensieri su questo capitolo,per me è davvero molto important
sapere cosa ne pensate perciò...mi piacerebbe leggerle vostre opinioni
e magari i vistri consigli.
mi scuso ancora tanto.
spero davvero vi piaccia.
vostra
Giù <3.
 

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