Forza e potere - La stella cadente

di dany2810
(/viewuser.php?uid=743358)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La curiosità di sapere ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo
Le uniche urla che si sentiva nella stanza erano quelle della vicina di casa, che ricordava a suo marito di prendere i figli da scuola quando sarebbe tornato dal lavoro. Sembra che la loro conversazione fosse fatta solo di urla e grugniti senza alcun significato. Ma d’altro canto Tom ci era abituato. Aveva vissuto con quelle grida per 17 anni ed era talmente abituato a quella confusione che ormai non la sentiva più. L’unica cosa a cui Tom non poteva fare a meno di pensare, era sua madre. L’unica donna che lo avesse mai considerato. L’unica persona che gli era rimasta accanto da quando era venuto al mondo. Ma ormai anche lei, come molte persone, aveva perso la voglia di vivere e sembrava ogni giorno più abbattuta. Ogni tanto Tom cercava di tirarla su, facendogli vedere i sui buoni voti e che aveva cucinato il suo piatto preferito. All’inizio queste cose la facevano sempre sorridere e sembrava che tutta la stanchezza e la frustrazione fossero sparite; ma ora neanche più quello sembrava ridargli un po’ di felicità. Era come se sua madre si svuotasse giorno dopo giorno. Tom però non si dava pace, non voleva assolutamente vedere sua madre così. Quindi ogni giorno, dopo essere andato a scuola e dopo aver lavorato due ore in biblioteca, tornava a casa e si metteva a dare una pulita allo scantinato. Portava le cose inutili al mercatino dell’usato e i ricordi e gli oggetti di famiglia, li spolverava e li metteva in bella mostra su mensole, comodini e sul caminetto in sala. Naturalmente sua madre quando li vide gli spuntò un piccolo sorriso, che poi si trasformò in una smorfia di stanchezza. Ormai Tom stava per perdere le speranze.
Quando, un giorno, nel bel mezzo delle sue pulizie trovò una cassetta quadrata di metallo. Era tutta impolverata e ricoperta di ruggine sui quattro angoli. Era interamente circondata da spirali in rilievo, sulle quali erano adagiate delle piccole foglioline ed esattamente 5 fiori di giglio corrispondenti a ciascuna delle facce, tranne a una sulla quale apparentemente non c’era niente. Ogni fiore era dello stesso colore, un color rame come il resto della cassetta. Sembra molto leggera, ma quando Tom cercò di alzarla gli risultò pesante quasi quanto un macigno. Tento di aprirla, ma non ci riuscì. Allora cercò la serrature, ma l’impresa risultò un po’ difficile perché era circondata dalle decorazione. Alla fine la trovò e notò subito che non era una serratura qualsiasi; questa serratura era molto particolare. Si trovava esattamente sulla faccia dove non c’era il fiore. Per un attimo pensò che fosse una freccia; poi, però la guardò con più attenzione, si spostò per guardarla meglio, dato che la cassetta pesava, e notò che era un uccello. Tom era talmente curiose di sapere di cosa si trattasse, che prese un piede di porco per aprirla. Arrivò davanti alla cassetta, ma non vide fessure dove potere infilare il piede di porco e forzare l’apertura. Era sconcertante, non aveva mai visto una cassetta strana come quella. Allora decise che avrebbe trovato il modo per aprirla, ma ormai si era fatto tardi e doveva preparare la cena e fare i compiti. Così decise di portarla in camera con lui e pensare al modo di aprirla l’indomani.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La curiosità di sapere ***


Capitolo 1

La curiosità di sapere


“Drin…Drin…Drin”
La sveglia di Tom aveva iniziato a suonare, ma sembrava che lui non volesse alzarsi. D’altronde aveva fatto l’una sui libri per completare in tempo il tema che gli aveva chiesto il suo professore di letteratura. Ma come al solito si riuscì ad alzare.
Proprio nel frangente che Tom si stava cambiando, suonò il citofono. Sua madre andò a rispondere e dopo pochi secondi grido a Tom.
“È James!!!”
” Digli che scendo!” Urlò di rigetto Tom. Quindi si sbrigò, perché sapeva che James non sopportava fare ritardo a scuola, non per il fatto perché gli piacesse entrare, ma perché gli piaceva mettersi accanto a un albero con Tom e guardare tutte le ragazze della scuola entrare. James era il migliore amico di Tom dall’asilo, praticamente erano come fratelli. Non c’era posto dove non andassero insieme. Erano inseparabili. Sembrava che niente e nessuno potesse mettersi in mezzo fra loro. E come amici inseparabili, erano inseparabili anche nella scuola; infatti avevano sempre frequentato la stessa scuola. Ed era proprio a scuola che si divertivano di più.
Quel giorno mentre erano in sala mensa, a Tom gli passò per la mente della cassetta che aveva trovata il giorno prima. Allora come primo impulso lo disse a James.
“ Ehi James, lo sai che mi è successo…”Tom si era bloccato, forse era meglio non parlare di quello strano oggetto, forse sarebbe stato meglio scoprire il suo contenuto e poi dirglielo; perché James era solito esaltarsi e irromper in casa di Tom e disturbare sua madre. Ma quello non era proprio un bel periodo per far preoccupare mamma, la quale si agitava se per caso qualcuno entrava in casa senza che lei non avesse saputo almeno da una settimana. Quindi decise di non dire niente al suo amico.
“Allora, cosa ti è successo?”
“Niente, lascia stare è una stupidaggine.” rispose Tom dissimulando il groviglio di pensieri che lo avevano appena travolto.
“Ok, se lo dici tu amico!”
Come tutte le volte, dopo la fine della scuola, Tom e James tornavano a casa in bici, proprio come erano andati. Facevano un tratto di strada insieme, poi si dividevano per fare gli ultimi due isolati da soli. Quel giorno mentre Tom percorreva quegli ultimi isolati, di nuovo gli venne in mente la cassetta. Ogni volta che era vicino a un’idea come aprirla, questa gli sfuggiva, come acqua tra le mani.
Era passata quasi una settimana da quando aveva scoperto la cassetta e non ne era ancora venuto a capo. Sembrava che fosse impossibili; allora come ultima speranza si era rivolta a James. Il quale non era del tutto sconcertato, anzi sembrava che aveva anche lui una cosa che gli era successa. Circa un mese fa aveva trovato tra le sue cose, una chiave strana; era di rame, proprio come la cassetta. Sembrava proprio una chiave qualsiasi, ma nel momento che toccavi la piccola luna che era posta sul manico, questa scattava e la lame della chiave sembra fondersi per un attimo per poi ricomporsi e trasformarsi in una sagoma di uccello. Così James appena venuto a sapere la notizia da James, scattò e lo guardò fisso.
“Ma è incredibile!! Anche la serratura della scatola è a forma di uccello.”
“Ma allora… pensi quello che penso io?”
“Ci puoi scommettere! Abbiamo trovato come aprire la cassette. Ci vediamo a casa mia alle 6 di oggi pomeriggio. Però, sai come è fatta mia madre, quindi entra dalla finestra di camera mia.2 Tom sembrava veramente contento, come se le preoccupazione su sua madre fossero svanite insieme alla soluzione.
“A dopo Tom”
E così, qualche ora dopo i due si ritrovarono tutti e due in camera di Tom e si guardavano con sguardi pieni di emozione di chi non vede l’ora di svelare il più grande segreto della sua vita. Ormai era tutto pronto, Tom aveva portato al centro della stanza la cassetta; mentre James teneva in mano come un trofeo.
“James, al mio tre… Uno…due…tre” Così James fece scattare la chiave, si apprestava a mettere la chiave nella serratura, quando “Tom e se dovesse esplodere, come una bomba?”
“Non succederà” rispose tome con aria sbrigativa.
Dopo la rassicurazione di Tom, James sembrava essere di nuovo tranquillo. Riprese bene la stretta dell’impugnatura e si avvicinò alla serratura; ormai era a due millimetri dal toccarla, quando James ancora si ritrasse e sussurrò a Tom. 
“E se poi esce qualcosa che mi vuole mordere?”
“Non ti preoccupare, ci sono io. Su forza aprila, non sto più nella pelle!!!”
Così James per la terza volta si apprestava ad aprire la casetta e a svelare il segreto celato al suo interno, quando ancora con voce roca sibilò a Tom.
“No, no, no. Non ce la faccio! Fallo tu Tom.”
“Ok. Dai qua, se no ci mettiamo altri tre anni per aprirla!!”    Sembrava un po’ spazientito dal comportamento di James, che di solito, davanti alle ragazze, si faceva tanto spavaldo e coraggioso. Ma dopo poco si riprese e continuò a concentrarsi sulla cassetta con talmente tanta intensità che, se fosse stato possibile, l’avrebbe incenerita. Così, prendendo un respiro, inserì la chiave nella serratura, la girò e restò in attesa che qualcosa succedesse. Ma niente. Non accadeva niente, sembrava che la cassetta si rifiutasse di aprirsi o come se fosse bloccata da qualcosa. Tom aspetto ancora un po’, ma come era successo 5 minuti prima, non accadeva nulla. Allora afferrò la cassetta con tutta la forza che aveva in corpo, ma la riuscì a sollevare solo di pochi centimetri, dato il suo peso. Dopo poco la lasciò cadere sul pavimento e provocò un botto che fece risuonare le fondamenta. E addirittura per una volta le grida dei vicini cessarono; sembrava, realmente, che il rumore della caduta si fosse propagato in tutta la strada e oltre. Ad un certo momento dei colpi alla porta della stanza di Tom, lo fecero saltare.
“Tom tutto bene lì dentro” chiese la mamma di Tom in tono preoccupato.
“Si mamma, mi è caduta solo la lampada.” Dissimulando il tutto.
“Sicuro, di star bene? Se vuoi ti aiuto a mettere apposto.”
“No, no. Non serve ce la faccio da solo!” Appena data la risposta, sussurrò all’amico di andarsene. Non poteva permettersi di far preoccupare sua madre ancora di più del solito. Quindi mandò via James e chiuse la finestra più veloce che poté.
Ormai i sogni di sapere che cosa c’era dentro quella cassetta erano svaniti. Ma comunque Tom non riusciva a togliersi dalla testa un pensiero. “E se quella cassetta contenesse qualcosa di suo padre? E se lì dentro ci fosse scritto perché era scomparso? E se l’avesse lasciata a lui perché sapeva che solo lui poteva riuscire ad aprirla? “  Tutte queste domande continuavano a fluttuare nella sua mente, come nuvole grigie cariche di pioggia, pronte a travolgerlo da un momento a l’altro. Iniziò a fare ricerche su come aprire delle cassette del genere, prima fece delle ricerche su internet, ma non trovò nulla. Allora cominciò a farle in biblioteca, quando aveva delle ore di pausa, tra un turno e un altro. Trovò ancora di meno di quello che aveva ricavato da internet. Allora giunse a una conclusione. Quella cassetta era un pezzo unico e se lo era veramente, non si poteva affidare ai manuali di scassinamento. Un giorno per disperazione iniziò a consultare, anche libri sulla magia, sul mantra, sull’energia cosmica e altre cose del genere. Ma trovava sempre la stessa risposta:” Lo scrigno si apre solo con la fede”. Naturalmente Tome sapeva che quella frase si riferiva a delle cose spirituali e della mente; ma anche essendone consapevole voleva provarci, avrebbe provato tutte le strade per sapere, se veramente quella cassetta apparteneva a suo padre.
Quindi il giorno seguente, chiamò James e gli disse che voleva provare l’ultima volta ad aprire la cassetta. E James rispose come faceva da settimane a questa parte.
“E va bene, ma questa è l’ultima.” anche se in realtà aveva detto questa frase molte volte durante la settimana, questa volta era molto serio.
“Ok, te lo prometto!!” Sta volta però non l’avrebbero aperta a casa di Tom, ma sarebbero andati nel garage di James. Ormai, da quando la madre di Tom aveva sentito il botto in camere del figlio, ogni ora passava in camera per assicurarsi che tutto fosse apposto. Quindi il posto migliore era il garage di James, dato che i suoi genitori non ci entravano mai.
Si diedero appuntamento alle 10 di sera. Non volevano assolutamente che qualcuno li scoprisse; perché pensavano che quella cassetta fosse una cosa strana, da strampalati. Quindi appena Tom arrivò con la cassetta, con venti minuti di ritardo come al solito; poterono iniziare. Ma stavolta la chiave la mise Tom.
“Adesso dobbiamo mettere le mani sulla cassetta- disse Tom- e dobbiamo pensare che la cassetta si sia aperta, mentre teniamo in mente questa frase: Lo scrigno si apre solo con la fede. “
“Capito.” ma James continuava a guardare scettico Tom, come fosse pazzo.
E così iniziò quella strana sotto specie di seduta spiritica. Tesero le mani verso l’oggetto e iniziarono a pensare intensamente all’apertura di quella cassetta, come se fosse l’unica cosa importante al mondo. Ad un certo punto una luce fortissima iniziò a sprigionarsi dalla cassetta. Era una luce di un’intensità dirompente, aveva un color blu cielo. Sembrava una luce divina, una luce che non avrebbe mai potuto fare del male. La luce colpì in pieno i volti dei due ragazzi e come un serpente iniziò ad avvolgersi intorno a loro; non sembrava più una luce comune, sembrava non seguire le leggi della fisica. Dopo qualche minuto che la luce li avvolse completamente, si sentì una parola che sembrò uscire proprio dalla luce.
“Raftar e Moter” Erano delle parole che non avevano mai sentiti prima, eppure gli sembrarono stranamente familiari, come se le conoscessero da tempo ma il loro ricordo si fosse perso nel tempo. Esattamente dopo le parole dette con voce fioca ma solenne, si sentì un ronzio di api e un battito di ali e la cassetta si aprì come un fiore appena sbocciato.
Ma prima che Tom e James potessero guardare dentro e capire cosa conteneva. Sentiro dei passi venire verso la porta e un attimo dopo la porta si spalancò. Sulla soglia cera una figura avvolta nel buio, ma si poteva bene vedere che era un uomo di mezz’età con degli addominali scolpiti e con indosso una vestaglia. Entrambi capirono chi era.
“Cosa diavolo sta succedendo? Voglio una spiegazione James!” disse Mark il padre di James.
“Niente papà, stavamo solo…” e prima che James potesse finire di parlare, suo padre era immobile e fissava la cassetta come una persona che si trova faccia a faccia con il suo passato.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2784605