Anima Oscura

di Mars_16
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Log In ***
Capitolo 2: *** Healt Point ***



Capitolo 1
*** Log In ***


La velocità di quella spada era impressionante. La lama saettava a destra e a sinistra come se fosse sospinta dal vento. Neanche una mossa era fuori posto, tutto era calcolato al millimetro, calibrato per gravare quel singolo attimo per poi ritornare ad essere una semplice linea confusa davanti al suo sguardo. Il rumore era impressionante, una cacofonia di stridii e colpi secchi che si alternavano. Eppure si trovava a suo agio in quella situazione, circondato da mortali fendenti e pressato da tutti i lati come se fosse un cane braccato.
Il suo corpo scivolò a destra, il freddo metallo a pochissimi centimetri dal volto. Piccole pagliuzze nere gli solcarono lo sguardo, sovrapponendosi alla figura longilinea che aveva davanti. La stizza lo invase, era stato incauto, aveva lasciato una minuscola finestrella nella sua schivata e l’altro ne aveva approfittato con precisione, anche se ancora una volta i suoi riflessi lo avevano salvato.
Non c’era però tempo per pensarci, un piccolo errore poteva essere più che fatale e, finché poteva, doveva mettercela tutta. Respirò a fondo, i polmoni che si riempirono un’ultima volta prima che la mano si decidesse a scattare. La lama la accompagnò fedele, vibrando un letale colpo laterale, mirato a quel costato frastagliato.

Un baluginio rosso. Sangue.

Seppe di aver portato a termine il colpo, aveva assegnato un punto vincente. Ne sarebbero bastato un altro, ben pensato, e la vittoria sarebbe stata sua. Scartò di lato, portandosi alle spalle del suo nemico. La lama si sollevò sul suo capo, il filo che pendeva sopra la schiena in attesa di ghermirla con potenza. Doveva solo calare e avrebbe vinto, di sicuro.
Il piede si mosse, la pianta che saettò letteralmente verso la colonna vertebrale altrui. Voleva sbilanciarlo, solo così il suo colpo avrebbe potuto sortire l’effetto sperato. Eppure non fu così.
Quando il tallone sfiorò la pelle altrui questa andò a mancare, sostituita dalla visione di quel corpo che si torceva, quasi al limite dell’umano, girandosi, fronteggiandolo con le difese del tutto abbassate. < Cazzo… > è l’unica cosa che riuscì a mormorare prima di sentire la spada trafiggerlo, penetrare in profondità, sbucare dall’altra parte. La bocca si schiuse, in un urlo muto, poi più nulla, tutto si fece grigio.
Impotente si vide spingere via, rimuovere dalla spada come un sacco vuoto. Il tonfo con il suolo neanche lo sentì mentre il buio lo inghiottiva, lasciando che tutto venisse sostituito dalla morte e il suo oblio.

 

GAME OVER


 

Quante volte aveva visto quella scritta? Quante volte si è visto costretto a ricominciare? Debilitato, vuoto e senza possibilità di ribellarsi. Un ringhio sordo si propagò per la stanza, le pareti rimbombarono con violenza mentre si sollevava in piedi, calciando via pezzi di muratura ceduti. Un’intera mezz’ora spesa in quel combattimento bruciata alle ortiche! Il sapore della sconfitta era amaro, ma ancora di più lo era la consapevolezza che non era finita. Perché dopo una sconfitta vi era molto di più, vi era solo la possibilità di riprovare, probabilmente in modo vano, per il solo gusto di provare a schivare di più, o di meno, parare o colpire.
Le aveva provate tutte: dal semplice attacco alle spalle al più complicato contrattacco, ma nulla sembrava funzionare, solamente danni normali, senza senso di esistere. Anche provare a sbilanciarlo sembrava inutile, quasi le sue difese fossero impenetrabili!
Sbuffò, stropicciandosi gli occhi. Incominciava a sentirsi stanco e, probabilmente, era ora di andare a dormire. Sbuffò di nuovo, pronunciando il comando di spegnimento e lasciando che la stanza venisse sostituita da un vetrino un poco appannato che ancora recitava la scritta “Riproduzione in corso”.
Scrollò le spalle, sollevandosi dal letto con fatica e togliendosi il casco. Sbatte le palpebre, girandosi verso la fonte di luce più vicina: la sveglia.
Segnava le undici di sera, relativamente presto, ma il giorno dopo avrebbe dovuto ritornare a giocare, questa volta in compagnia, quindi era meglio smettere e sperare che il giorno successivo sarebbe andata meglio. Sbadigliò, grattandosi il petto nudo e tornando a sdraiarsi sul letto. Il caldo estivo rendeva ogni sessione di gioco un agonia, ma ne valeva la pena per un divertimento simile.
La realtà virtuale era un sogno quasi irrealizzabile fino a pochi anni addietro ed ora bastava semplicemente potersi permettere un Nerve Gear, quasi dotazione standard di ogni computer da puro Gaming.
Pian piano il sonno lo colse, accogliendolo in una scura coperta senza sogni e che lo trasferì direttamente al giorno seguente, una singola immagine delineata nella mente.
La sveglia trillò, il mondo tornò ad avere una consistenza reale in men che non si dica. Le palpebre si sollevarono, a fatica, il corpo si stava pian piano abituando al torpore mattutino. Respirò a fondo, si sollevò dal suo giaciglio. Grattandosi la nuca non poté fare altro che mettersi a sedere sul letto morbido, osservando con vuotezza le ante dell'armadio.
Aperte, sicuramente sua madre era passata a prelevare qualche capo di poco conto. Sbadigliò con forza prima di sollevarsi completamente. Dirigersi verso il bagno è sempre stata una faticaccia immane, ma si sà, quando il corpo chiama è difficile non rispondere. Sorvolando su questa parte, ci mise ben poco a liberarsi degli “impellenti doveri”. Aveva ancora qualche minuto prima di doversi incontrare, probabilmente avrebbe fatto bene a concedersi qualche minuto in più di sonno.
Non credete, erano le undici e mezza, ma lui aveva ancora sonno, da bravo studente delle superiori. Certo, giocare di prima mattina non era poi il miglior progetto per l'estate, ma su, per una volta non è che sarebbe morto qualcuno! Comunque, decise di spendere del tempo andandosi a sedere sul divano del soggiorno. E' inutile dire che la tv spazzatura si alzava prima di lui, quindi non ci volle molto prima che si stancasse di quello zapping insensato.
Sbuffò, grattandosi una guancia, dirigendo lo sguardo verso l'uscita della stanza. Il corridoio vuoto ospitava la porta per la sua, di camera e da lì si sarebbe potuto ben incontrare con i suoi compagni. Ma prima, perchè non concedersi qualche momento di gioco solitario, in fondo avrebbe dovuto fare spesa e, chissà, magari qualcuno avrà anche accettato la sua offerta!
La decisione fu presa, si sollevò con uno scatto e di gran lena andò a chiudersi la porta del suo rifugio alle spalle. Neanche c'era bisogno di accenderlo, il computer, sarebbe bastato inserire il comando vocale direttamente nel Nerve Gear e il gioco sarebbe iniziato.
Si sdraiò sul letto, ben comodo per evitare spiacevoli dolori al collo. Sorrise mentre lo sguardo saettava sulle impostazioni olografiche del casco: Grafica, Suono, Anti-Aliasing,Occlusione ambientale, tutto settato al massimo per un realismo senza pari! Un sorriso furbo gli incurvò le labbra.

< Link...Start! >


Una marea di luce gli inondò la vista, colori di una vividezza impressionante si alternarono davanti al suo sguardo. L'account di Steam si aprì davanti ai suoi occhi. Giochi, giochi ovunque! La scelta era vastissima, ma lui ne voleva uno in particolare.
Camminò per quel corridoio lucente, le mani in tasca e lo sguardo che vagava fra tutte quelle porte, ognuna rappresentante un mondo a sé stante, fatto di avventure, sogni e colori. Passò un paio di volte qualche titolo di Assassin's Creed, stupendi nella realizzazione, ma fin troppo difficili da interpretare. Di solito era una sfida al cazzeggio per le città antiche.
Si interessò anche a qualche portone che l'avrebbe trasportato a massacrare Dei con God of War, ma la sua attenzione calò presto su un'altra di queste fantomatiche porte: era una porta di una cella, arruginita, buia e austera, molto più simile a qualche surrogato di accesso secondario, qualcosa di facilmente ignorabile, se non fosse stato per il meraviglioso gioco che dietro si celava.
Si fermò, osservando con attenzione il buio che si poteva intravedere oltre le sbarre. Facile pensare a cosa lo avrebbe condotto e, senza indugiare, si diresse proprio da quella parte. Le dita spinsero con forza, ma al semplice tocco questa si aprì e, facendo un singolo passo, cadé nell'oblio.


Nome Utente: Kami

ID USER: 194464534400

Caricamento Zona di scelta del personaggio.

Prego, attendere.


 

 

Il mondo si ridusse ad una semplice stanza: mattoni ovunque e delle torce ad illuminare tristemente l'area. Non vi era nulla, se non qualche allocazione nella linea dritta della parete. Palesemente un luogo antico, fatto di pietra, costellato di armature, o meglio, Stand, che aspettavano di essere osservate.
Di tutti i posti presenti, però, solo uno era occupato, un enorme e pesante ammasso di metallo che sembrava guardarlo. Sorrise nuovamente, dirigendosi proprio verso di essa, stupendosi sempre come sembrasse scintillante, con le sue decorazioni e come lui ne andasse fiero, nonostante non fosse altro che un ammasso di dati.
Allungò il braccio, la sfiorò, istantaneamente si ritrovò la vista occupata dal freddo metallo, con delle piccole e semplici feritoie a fare da campo visivo. Strinse i pugni, osservandosi nella sua nuova e maestosa figura: un'armatura grande, in acciaio, costellata da simboli leggendari, come il leone, o il drago. La classica armatura delle favole, se si vuole fare un paragone, una completa protezione metallica che lasciava spazio solo ad un piccolo gonnellino, raffigurante la casata di chi prima di lui ha indossato quelle spoglie.
Era bella, stupenda e, soprattutto, completa di un set di armi piuttosto ben calibrato. Al braccio sinistro pendeva un grande scudo, la forma tonda, perfettamente concentrica, decorato con simboli di guerra e virtuali escoriazioni del tempo. Nella destra, invece, una lunga spada, semplice nella fattura, ma che nascondeva nella sua tempra un materiale leggero e resistente, ottimo per attacchi rapidi e precisi.
Si mosse, fortunatamente non era difficile portare tutto quel peso, vista la simulazione, quindi non si preoccupò più di tanto prima di dirigersi verso quella nuova fonte di luce che, pian piano, andava formandosi.
Delle braci, circondati da un ammasso di rocce di fiume, sorgevano sopra un cumulo di bianchissime ossa, trafitte nel loro centro da un'unica ed antica spada. Un falò, qualcosa di mistico, potente, oltre ogni immaginazione.
Ancora una volta allungò la mano, il fuoco che crepitò al suo tocco. < Accendi il falò! > verbiò a gran voce e, di tutta risposta, la fiamma emise un ultimo e potente boato che precedette l'ascesa di una fiammata senza pari. L'intera stanza da cui era circondato crollò, rimaneva solo lui, in piedi, davanti a quel piccolo fuocherello oramai estinto.
Si costrinse ad aspettare, come al solito, ci voleva qualche secondo prima che il gioco si decidesse a trasportarlo fino all'ultimo punto di salvataggio. Ed infatti poco ci volle prima che dal nulla andasse a comparire un enorme corvo, gigantesco, feroce, gli artigli che già erano in procinto di ghermirlo.
Si lasciò catturare, come da routine e, allo stesso tempo, vide lo sfondo cambiare, sostituirsi ad una terra sempre in movimento, costellata da città in rovina, borghi pieni di vita e foreste senza fine. L'intro è sempre stata un punto forte del gioco, soprattutto quando al suo clou si veniva trasportati in alto, talmente in alto che lo sguardo cadeva inevitabilmente sull'enorme città degli Dei, illuminata alla luce del tramonto.
Anor Londo era sempre bellissima. Peccato, però, che non fosse esplorabile.
Dopo il caricamento un po' lungo, mascherato naturalmente da quel viaggio fittizio, ecco che venne lasciato andare, atterrando come se nulla fosse davanti all'ultimo falò visitato. Era da solo, come l'ultima volta, ma erano pochi quelli che, solitamente, si fermavano da quelle parti, visto che al suo livello vi erano pochi che tentavano quella via.
Comunque, finalmente poté spolverarsi un po' e, con suo grande stupore, vere particelle di polvere superarono il suo sguardo. Cavolo, la realtà virtuale era una figata.
< Ok, ok, sarà meglio andare ora... > mormorò e, approcciandosi nuovamente alle braci, decise la propria destinazione. Questa volta non ci fu nessun uccellaccio a rapirlo, solo un'esplosione di calore e, al termine della stessa, eccolo comparire nel luogo desiderato.
Una grande piazza contornava i suoi movimenti, un luogo pieno di vita, persone, giocatori che si dilettavano negli acquisti basilari o solamente a chiacchierare. Il bello di questo gioco era proprio il traduttore universale che dava in dotazione. Tutti capivano tutti, non c'era proprio nulla di cui pentirsi. Comunque, questo luogo era circondato da alte mura di palazzi, tutti medioevali, o almeno quello era lo stile. Vie grandi e piccole percorrevano la zona, tutte facente parti di quella che era una vera e propria città. Ve ne erano tante nell'enorme mappa messa a disposizione, in fondo il mondo era talemente vasto che, se non fosse stato per questi Check Point, sarebbe stata una rottura dover sempre tornare indietro per poter fare compere.
Comunque, la cosa che più attirava lo sguardo, nel luogo, era l'enorme struttura arborea alla quale ogni giocatore appariva una volta teletrasportato. L'albero che sorgeva al centro della piazza era un costrutto assai particolare, i quali rami davano sostegno ad un enorme ciotola in oro puro, contenente una fiamma a dir poco sorprendente.
Naturalmente non aveva problemi, lui, a girare nel luogo, dopo pochi giorni aveva perfettamente imparato a giostrarsi l'intera schiera di mercanti, NPC e simili che potevano nascondersi in ogni anfratto della città. E infatti non era qui per quello, bensì per aspettare i propri amici, i quali purtroppo ancora non avevano scoperto questa porzione di mondo e, probabilmente, in questo momento erano in viaggio per riuscire a raggiungerlo.
< Vediamo un po', magari qualcuno ha accettato il mio scambio. > mormorò, aprendo il menù del gioco dall'apposito pulsante, una semplice incisione che capeggiava sul guanto dell'armatura. < Uhm, questo qui me ne offre cinquemila, un po' pochine...questo dieci mila, già meglio...uff, possibile che sia così difficile piazzare una spada? > si domandò, grattandosi il capo metallico, sbuffando dall'interno dello stesso.
Alla fine decise di rinunciare, chiuse il tutto e si dedicò al proprio menù equipaggiamento. Non si soffermò su molto, se non sul fatto di rimuovere l'elmo, così da poter essere facilmente riconoscibile agl'altri.
Una meccanica interessante del gioco era proprio il fatto di poter tenere nascosta la propria identità, bastava solamente tenere un elmo e non pronunciare mai il proprio nome in pubblico. Solo in quel caso sarebbe comparso, vicino alla sua barra della vita.
Ma tecnicismi a parte, dopo essersi rimosso la protezione della testa non gli rimase altro da fare se non aspettare. Il dove però poteva essere un problema, forse c'era qualche locanda, in qualche luogo sperduto della città, che poteva accoglierlo come si deve, ma era più probabile che così non si sarebbero ritrovati. Optò quindi per la cosa più ovvia, ovvero aspettarli esattamente al centro della piazza, poggiandosi senza ritegno all'albero/falò.
Si posizionò seduto, nonostante non sentisse stanchezza nelle gambe, incrociando le braccia dietro la testa, sbadigliando sonoramente, in attesa dei suoi compari.
Durò poco però, quella calma, forse per un caso fortuito, oppure proprio perchè il destino volle fargli uno scherzo. Davanti al suo viso, sotto forma di notifica In-Game, un piccolo logo segnalava l'inizio di una “invasione”. Questo, per quanto spiacevole possa essere, significava un completo black out del trasporto dei falò, nonché della loro capacità rigeneratrice, cosa che naturalmente durava solamente per tutta la durata dell'attacco. Tutti i presenti, quindi, erano isolati dal mondo circostante, ma nessuno sembrava troppo preoccupato, in fondo quelle occasioni erano un bel modo per accumulare tanti bei tesori da rivedere o, ancora meglio...

 

...anime!

 

 

Fine del primo Capitolo

 

ANGOLO DELL'AUTORE:

 

Salve a tutti, spero vi sia piaciuto questo primo capitolo. Non succede una sega, me ne rendo conto, ma per ora volevo solo esporre un progetto che mi è venuto in mente. In questo periodo sto rigiocando, anche se saltuariamente, un titolo parecchio bello ed emozionante, noto a tutti come Dark Souls (spero ci sia qualche amante della saga) e in un lapsus omicida (?) mi è venuto in mente di provare a mischiare alcuni concetti di SAO con quelli del titolo in questione. Nella mia mente sto ancora riadattando alcune meccaniche, ma tutto al suo tempo.

 

Naturalmente non è tutto qui! Già in questo fandom vi è qualcuno che cerca interattività scrittore/lettore provando ad inserire personaggi inventati da altri nelle proprie storie (non faccio nomi per evitare pubblicità di sorta u.u ) quindi copiarlo mi sembrerebbe eccessivo, o almeno copiarlo in toto. Dico la verità, non ho lo sbatti di accettare capitolo per capitolo nuovi personaggi e cercare un ruolo di rilievo per ognuno di essi :v Quindi diciamo che la mia idea è questa:

 

Prendendo a piene mani quello che Dark Souls ci regala al meglio, ovvero l'ambientazione, la storia, in tutte le sue forme, mi è venuto in mente questo: far creare a voi alcuni dei Boss affrontabili all'interno di questa storia e, perchè no, anche i personaggi che potrebbero unirsi :D

Non sarà però un “ok, potete entrare tutti”, non mi va di farla facile, quindi voglio proporvi una cosa: se la storia e l'idea vi piace provate a scrivere qualcosa su questi “personaggi” ed inviatemela sotto forma di messaggio privato. Ne raccoglierò il più possibile e inserirò quelli che mi piacciono di più :D Naturalmente potete partecipare più volte, così potrebbe essere più interessante u.u

 

Regole:

 

-Non vi è permesso utilizzare personaggi provenienti dal mondo di DS

-Potete utilizzare pezzi o intere armature presenti nel gioco (per esempio il protagonista, anche se non si capisce, me ne rendo conto, ne ha una molto simile a quella del cavaliere d'elite)

-Se ve le inventate (è possibile anche questo) create una descrizione per l'intero set e, se volete, di ogni pezzo (descrizione intesa come “storia”: chi l'ha forgiata, se è stato di qualche guerriero famoso, se ha qualche Bonus)

-Sono possibili armature che donino Bonus, ma nulla di offensivo, solo Buff o Nerf alle caratteristiche fisiche del pg

-Le armi seguono lo stesso regolamento delle armature

-Si potranno inserire degli anelli ( per un massimo di due a PG) che avranno caratteristiche anche diversi da semplici buff (è possibile un anello che, per esempio, permetta di vedere al buio o che assorba danni per un tot prima di rompersi), ma che non potranno avere effetti offensivi.

-Sarà possibile scegliere anelli già esistenti e, non preoccupatevi, non sono oggetti “unici” come nel gioco, ma potranno essere anche ripetuti vista la vastità di Player.

-Naturalmente ogni PG deve avere una propria storia all'interno del gioco.

 

Grazie dell'attenzione :D

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Capitolo 2
*** Healt Point ***


 

Il clangore era a dir poco impressionante. Non ci si poteva realmente credere! Erano tanti, troppi forse, ma comunque una costante fonte di sfida e di divertimento. Erano passati si e no dieci minuti da quando l'intera orda si era riversata nelle strade. Da prima erano semplicemente qualche piccolo non-morto che strusciava i piedi a terra, poi, man mano, sono incominciati ad arrivare le vere minacce.
Elmi arrugginiti, mozziconi di spade, armature per metà logorate dal tempo, questi erano gli equipaggiamenti dei vecchi soldati, creature deboli, mangiate dalla vuotezza, il cui unico scopo era colpire qualsiasi cosa non fosse come loro.
Se ne contavano a centinaia, tutte riversate nella piazza centrale, battendo con forza le loro armi contro i poveri giocatori. Era una scena comune per chi ne masticava nel gioco: orde di personaggi spawnavano ai confini cittadini, insinuandosi nella fitta rete di strade per convergere fino al centro. Questo poteva portare a due soluzioni: o i giocatori riuscivano a respingere l'ondata, liberando la città e quindi scacciandoli, o si veniva sopraffatti, quindi uccisi, con la città che si ripopolava della sua popolazione ostile e che quindi doveva essere liberata dai coraggiosi che si decidevano a provare l'impresa.

In questo momento, Kami, si stava destreggiando al centro di un piccolo scontro, una scaramuccia di poco conto, la quale era ben lontana dal grosso della battaglia. Non che avesse paura, ma si era precipitato a dar manforte ad un gruppo di nuovi presi alla sprovvista.
L'avversario che stava fronteggiando altro non era che un ammasso di carne putrida, coperta da un semplice cencio muffoso, in mano quel che pareva essere un pugnale scheggiato e poco resistente.
Sbuffò, portando un colpo con la mano libera, ovvero la mancina, andando a colpire il polso altrui, già pronto a calare un colpo sulla sua armatura.La creatura indietreggiò, sbilanciata, lasciando giusto lo spazio nel quale la spada poté ben conficcarsi, trapassandolo e infliggendo un colpo mortale.
Il sangue zampillò, ma lui non ci fece caso, troppo impegnato a dar contro ad altri quattro avversari.

Con la coda dell'occhio notò una spada in arrivo, mirata al suo collo. Scartò di lato, lasciandosi cadere a terra e rotolando, riuscendo solo più tardi a rialzarsi, anche se un po' a fatica. Davanti a lui c'erano tutte e quattro le mostruosità, esseri deformi e animati dalla voglia di sangue. Il primo di essi si avvento su di lui, solo per incontrare il potente scudo che andò a frapporsi.
L'urto fu impressionante, ma il guerriero poco ci mise a disimpegnarsi e fare un balzo indietro. Caricò la spada, il braccio proteso all'indietro con l'arma tenuta parallela al terreno.

Sta volta ben due avventori si fiondarono sulla sua figura, solamente per vedersi colpire entrambi da un affondo ben calibrato. La prima andò a terra, la seconda dovette subire un successivo tondo per ritrovarsi tranciata a metà, le gambe ancora in piedi mentre il corpo arrancava per scappare via.
Si rimise in posizione, ma non vide più nessuno. Che avessero perso l'aggro nei suoi confronti? Oppure qualcuno li aveva ingaggiati? Non lo sapeva, però, appena girato, poté ben vedere i due che poco prima aveva salvato da morte certa mentre, beh, venivano massacrati da due non-morti provvisti di scudo e lancia. Si batté una mano sulla fronte, godendosi il momento di respiro, osservando la nuvola bianca che si addensava sul suo corpo. Poche anime, a quanto poteva notare, con altrettanti pochi drop.
< Almeno non sono escrementi > si disse, accontentandosi di un elmo logoro e di alcuni schinieri.

 

Fece spallucce, incominciando a muoversi verso il centro dello scontro. Lì il rumore era molto più forte e i giocatori si mischiavano confusamente agli aggressori, sempre più devoti alla loro causa.
Aumentò il passo, incurante di come la cosa potesse ripercuotersi sulla Fatica che provava, passando abilmente un gruppo di combattenti e affiancandosi ad una figura piuttosto minuta, dai lunghi capelli mori e vestita di una lunga tunica grigiastra. Era palesemente un uomo, che non conosceva e che, a quanto pare, si dedicava a tirar fuori dardi magici dal suo catalizzatore dalle sembianze di un semplice ramo.

< Attento con quelle, finiscono in fretta. > gli suggerì, dando però più importanza al fendente che gli fu diretto. Si disimpegnò e colpì di nuovo a fondo, liberandosi del nuovo avversario.Ora non aveva tempo per parlare e neanche l'altro ce le aveva, visto il gran numero di nemici che dovevano affrontare. Eppure giurò di riuscire a scorgere un sorriso furbo, giusto un attimo prima che il mago si decise a smuovere il catalizzatore, brandendolo a mo' di spada.

Kami stava per replicare, forse volendogli far notare l'inutilità di un bastone così fragile, ma, con suo grande stupore, l'uomo menò un colpo orizzontale piuttosto blando, privo di tecnica alcuna, ma che si tramutò ben presto in un devastante incantesimo. Là dove infatti vi era la punta dell'oggetto magico, si creò un getto di pura energia bluastra, lungo almeno due metri, che falciò quelli che potevano corrispondere a sei o sette nemici.
Una zona franca si aprì davanti al caster, abbastanza grande da dargli il tempo di portarsi alla bocca un ciuffo di erba giallognola, il quale venne masticato avidamente.
< Non preoccuparti, so come evitare che accada > si decisa finalmente a rispondere, indicandogli con un colpo del mento un punto alle sue spalle.

Il giovane poté solamente girarsi, giusto in tempo per notare una figura parecchio magra che gli saltava addosso. Non cadde a terra, ma per qualche istante si sentì scalare senza possibilità di appello, arrivando infine alla conclusione che qualcuno stesse sedendo sulle sue spalle.
< Brutto Figlio di... > mormorò, cercando di vibrare un colpo verso l'alto, a vuoto, il quale ghermì l'aria giusto in tempo ad evitare che il braccio avverso andasse a serrarsi sulla sua gola con un bel pugnale stretto in mano.

< Ah, peccato. Va beh, mi rifarò alla prossima. > sghignazzò quello che si rivelò un vero e proprio giocatore, incrociando le gambe sul collo del cavaliere e prendendo a due mani la piccola lama. Cercò di calarla sulla sua testa, ma, purtroppo per lui, si ritrovò ben prima con un buco al posto del petto e l'anima che gli sgorgava fuori dal corpo. Cadde a terra come una mela matura, liberando Kami dal suo peso. Quest'ultimo si girò e notò lo stesso tizio di prima che teneva ben alto il catalizzatore. < Grazie > mormorò, assicurandosi che nessuno cercasse di fare lo stesso < Odio quando gli altri giocatori cercano di ucciderti durante un assalto. Sopratutto quando questi sono Ladri, dannati loro e i critici che si portano dietro. > ci scherzò su, alzando lo scudo come segno di saluto all'uomo, il quale rise, prima di rigettarsi nella mischia.

L'obbiettivo del Nostro era semplice: cercare di portare a casa tante più anime e oggetti che poteva. Sicuramente se avesse ucciso quel ladruncolo, a quest'ora, avrebbe avuto un gruzzoletto abbastanza alto da poter aspirare ad un level up. Ma seppe accontentarsi. Strinse più forte la sua arma, battendo il piede in terra e caricando il prossimo nemico. Un non morto alto, largo e oramai consumato che teneva nella man dritta una spada dalla notevole lama, talmente grossa da poter far invidia a molte di quelle che aveva avuto modo di vedere.

Si incuriosì, ma rimase concentrato sul da farsi, caricando a perdifiato e fendendo l'aria dal basso verso l'alto, trasversalmente. Il colpo non arrivò a destinazioni, grazie forse ad una maggiore destrezza del suo avversario, ma non si impensierì molto. In fondo era una bella sfida.

< Su, non scappare, quella spada potrebbe fruttarmi qualche buona anima. > ghignò, prendendo l'arma con entrambe le mani, non prima però di aver lasciato sulla sua schiena l'ingombrante scudo circolare. Si preparò mentalmente a quello scontro che si presentava violento, ma, proprio mentre stava per tornare all'assalto, beh, un grido destò la sua attenzione.

Qualcuno, fra la pressante folla, aveva urlato qualcosa a gran voce. Sembrava un avvertimento, piuttosto allarmato, come tanti in mezzo a quello scontro, ma, per un attimo, fu sicuro di aver udito qualcosa di preoccupante. Purtroppo per lui questa distrazione gli costò caro: virando con il volto, infatti, ha dato modo ad un non morto semplice di approfittare della sua bassa guardia, calando la spada su di lui.

Una schivata parziale riuscì a non farlo finire male, ma un lungo graffio si mostrò sulla sua armatura, con un conseguente decurtamento dei punti vita. < Merda... > sibilò, sbilanciato, cosa che gli impedì di reagire al colpo del Bestione di poco prima, che calò con violenza la sua arma proprio sopra la sua testa. Fu un urto violentissimo, che lo piegò in terra, il volto premuto sul terreno polveroso. La vista si annebbiò, tutto divenne grigio, la barra rossa tocco l'ultima delle dieci tacche di cui era composta.

Non riusciva a muoversi, avevano azzerato il suo equilibrio, ci avrebbe messo parecchio per rialzarsi, troppo! Poté solo fare in tempo a notare la punta della lama che gli sfiorava la guancia, poi chiuse gli occhi, in attesa di morte certa. Eppure passò un solo momento, poi un esplosione lo assordò.

Sentì distintamente il corpo muoversi di qualche metro, sospinto dall'onda d'urto, poi di nuovo il terreno e il rumore della battaglia. Un enorme numero di anime si spostò, a quanto sembrava ed infine riuscì a riaprire gli occhi, facendo leva sulle braccia per rimettersi in piedi.

Vedeva ancora grigio, ma sicuramente ora più al sicuro di prima. L'unico problema era scoprire chi potesse essere il misterioso salvatore. Di nuovo quel mago? Improbabile, avrebbe sentito il rumore del Cast prima dell'impatto. Si guardò intorno e, facile immaginarlo, sgranò gli occhi davanti al guerriero. La massiccia armatura di nera pietra vibrava ad ogni passo, mentre l'enorme spada veniva trasportata contro il prossimo malcapitato.

Le forme rotondeggianti e l'enorme corporatura minacciavano un giocatore esperto, anche se da sempre l'armatura di Havel traeva in inganno coloro che la osservano. Sorrise, notando il piccolo talismano che stringeva fra le mani: un chierico, ovviamente. Ma non aveva tempo da perdere, cercò subito nella sua cintura, liberando una fiaschetta ancora piena e lucente. Se la portò alle labbra, bevendo un paio di sorso del suo contenuto.

La vista tornò normale, la barra quasi completamente piena. Gridò, rimettendosi a correre per aiutare il suo salvatore. Vibrò colpi, falciando non morti a destra e a
manca, infliggendo una grande quantità di danni. La persona davanti a se era altrettanto brava, seppur lenta, approfittava della sua difesa per poter infliggere enormi quantità di ferite ai nemici. La Zhewinander che si portava dietro svolgeva egregiamente il suo lavoro di mieti-morte, fracassando crani e distruggendo anche i nemici più corazzati.

Passarono una ventina di minuti, poi la zona si liberò completamente, libera dalla presenza di non-morti vari ed eventuali. Ora che erano solo giocatori, Kami poté notare come più o meno tutti sembrassero provati, nonostante la realtà virtuale che li circondava. C'era anche quell'uomo di prima, oltre ad un'altra decina di cavalieri, maghi o altre classi specifiche. Gli inviò un segno di saluto, poi si rivolse al suo secondo aiuto della giornata, battendo una mano sulla sua armatura.

Nonostante l'aria massiccia, il suo internò risuonò, mostrando quindi la parziale vuotezza della stessa. Anche la sua altezza rivelò una persona più bassa di quanto si fosse aspettato. Nulla di preoccupante però, sicuramente si trovava davanti ad una persona piuttosto forte visto che poteva sollevare, oltre all'intera armatura, anche il massiccio scudo a torre che portava sulle spalle.

< Ehi, grazie amico, adesso sarei ancora in attesa di rientrare se non fosse stato per te. > gli fece, ma come risposta ottenne solo un voltarsi dell'elmo, piuttosto blando. Le feritoie dello stesso sembravano suggerire uno sguardo curioso, ma, oltre questo, non ottenne risposta. Per un momento pensò di essere stato inopportuno, ma, in un attimo, dalla figura altrui si levò una fragorosa risata, cristallina e fine, dal tono inconfondibilmente femminile.

Le mani guantate di pietra si afferrarono l'elmo, sollevandolo e liberando una massa di capelli castani e lunghi. < Sei sempre il solito nabbo...Kami > lo prese bonariamente in giro, notando come via via l'espressione sul suo volto mutasse in stupore puro.

Ci mise pochissimo a riconoscerla, in fondo questa mattina si è connesso sopratuttto per aspettare lei e gli altri. < Crystal? Da quando hai l'armatura di Havel...? > piccola pausa < e dove sono gli altri? > quasi preoccupato, visto che in fondo vi era solo lei nei dintorni. Fortunatamente come risposta ottenne solo un movimento rapido delle spalle, leggero e spensierato < Ci siamo divisi: Tomo, Carl e Wendy sono rimasti nei vicoli per aiutare un gruppo troppo piccolo, mentre io sono corsa a vedere se ti trovavo per vedere come te la cavavi. > gli raccontò, sorridendo allegra.

Si rabbuiò però un attimo, osservando più in là, dove gli scontri si erano spostati: i vicoli cittadini erano ancora gremiti di creature e ce ne sarebbero state altre, svoltando l'angolo. < Lo hai sentito quel grido, prima? > domandò e Kami si costrinse ad annuire, anche se dovette ammettere di non credere troppo alla cosa.
< Invece è così, l'ho visto mentre mi stavo muovendo verso di te. Kami, da qualche parte, per queste strade, c'è un Cavaliere Nero. > entrambi stirarono le labbra. Un cavaliere nero era fuori la portata del novanta percento dei giocatori della città.

Un mostro in potenza, velocità e difese, probabilmente con un solo colpo potrebbe far fuori decine di giocatori e aver ancora Stamina per poter portarne altri due o tre. Impressionante, davvero.
< E allora l'assalto è perso...che palle, di solito non compaiono mai! Devono aver patchato la cosa con l'ultimo aggiornamento. Ma perchè qui? Non ci sono giocatori così forti... > sbuffò, ma non ottenne risposta, naturalmente. < Direi di ritrovare gli altri e andarcene, a questo punto, poi domani ritorneremo qui per la Quest, tanto non ci vorrà molto prima che si decidano a riprendersi questo posto. > concluse, un po' infastidito. Crystal sembrò essere d'accordo con lui, ma, non appena incominciarono a camminare, una voce li colse alla sprovvista.

Kami si girò e, con sorpresa, si ritrovò a fissare il mago di poco prima. < Scusate il disturbo... > iniziò, grattandosi la guancia barbuta. < Avete parlato di un Cavaliere nero? > domandò, veramente curioso.

< Si, come mai ti interessa? > gli fece invece il guerriero, non capendo da cosa potesse derivare tutta questa curiosità da parte dell'altro. Ci mise qualche attimo, poi rispose. < Allora vengo con voi, voglio proprio vedere se è così terribile come si racconta. Mal ce vada dovrò buttar via qualche umanità, ma non è un problema insormontabile > sorrise, caricandosi in spalla un piccolo scudo tondo e sollevando il proprio bastone. Una polverina giallastra calò sui tre e, istantaneamente, il graffio sull'armatura di Kami scomparve. < Bene, questo è un ringraziamento anticipato. > commentò il tipo.

< Per me va bene... > incominciò quindi il guerriero, passando lo sguardo sull'amica, aspettando una sua risposta. < Beh, si, perch... > un esplosione li zittì entrambi: un enorme colonna di fuoco aveva inghiottito un paio di giocatori, eliminandoli con un colpo. < Ma che cazz... > una sfera di fuoco puntò su di lui, ma lo scudo alzato lo difese dal colpo, anche se le fiamme lambirono lui e i suoi HP.

Il tempo di abbassare la difesa ed ecco una figura incappucciata farsi strada fra i cadaveri bruciati, le mani piene di fiamme e il volto consumato completamente dalla maledizione: un piromante li aveva presi come bersaglio.  

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