Una mattina come le altre: la storia continua

di YanginRuya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima parte ***
Capitolo 2: *** Seconda parte ***



Capitolo 1
*** Prima parte ***


Dedico questo capitolo alla mia cara rompipalle migliore amica Marye, che ieri sera mi ha insultato dicendo che non finisco di scrivere le one-shot che inizio (in parte a ragione).
Così per farle dispetto, stamani le ho mandato questo ( qualunque cosa sia, non ci ho quasi chiuso occhio ), per farla contenta.
Perché di amici ce ne sono tanti, ma di migliore amica ce né una sola.

 
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Dal giorno in cui avevano cenato al Mc, Gabriella ed Edoardo non avevano più avuto occasione per uscire insieme, se non verso la fine delle vacanze natalizie.
Certo, si vedevano a scuola e passavano abbastanza tempo insieme, ma gli mancava quell'intimità necessaria a una coppia.
Tutto perché era arrivato il pezzo per BabyKitsune e Gabriella era partita per la sua competizione, che era durata più del previsto.
Quando riuscirono a uscire di nuovo da soli era già il 6 Gennaio, quindi avevano deciso di rimediare al tempo perduto con un festeggiamento random, solo loro due.
 
Edoardo aveva cominciato un corteggiamento con i fiocchi, arrivando a regalarle un mazzo di rose rosse per il giorno del suo diciannovesimo compleanno, affermando che:
- Non importa se tra poco è San Valentino, io ti faccio onore il giorno che sei nata ringraziando che tu sia qui davanti a me.
Si era guadagnato un applauso da parte della classe è un dolce bacio a stampo da parte della ragazza.
 
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Erano passati un paio di giorni dalla festa degli innamorati, e Edoardo era intento a scarabocchiare su un pezzo di carta, ignorando come al suo solito la lezione, quando una bidella entrò in classe con una circolare, disturbando i suoi pensieri
"Come posso fare in modo che s'innamori di me?" non faceva altro che ripetersi.
Uno gomitata nelle costole lo distrasse del tutto.
- Che vuoi? - chiese adirato al vicino di banco.
- La prossima settimana si fa la settimana bianca - lo informò quello - potresti portare la tua "ragazza" da qualche parte - gli propose facendo il segno delle virgolette sulla parola ragazza.
Una lampadina gli si accese sulla testa e il suo sguardo corse veloce sulla schiena di Gabriella, intenta a messaggiare con il cel.
Finita la lezione, il ragazzo si avvicinò alla compagna chiedendo un po' di privacy.
- Hai in mente qualcosa per le vacanze? - chiese sperando in una sua negazione.
Gabriella parve pensarci un po' prima di assumere una faccia dispiaciuta per rispondere
- Non esattamente...la prossima settimana ho una competizione vicino a Goiânia .
Sentendo quella risposta, il volto di Edoardo si rattristò visibilmente, per illuminarsi a festa quando Gabriella divenne rossa e gli chiese
- Il mio manager, Jack, ha detto che posso portare qualcuno che mi accompagni durante la competizione, le spese sono tutte pagate, quindi ho pensato che se vuoi potresti - ma non finì la sua proposta perché due labbra morbide si posarono sulle sue.
- Certo che vengo con te in Brasile - gli rispose lui sorridendo.
A quel punto, la professoressa entrò in classe e dovettero separarsi.
 
Seduto al suo banco, Edoardo cominciò a pensare a tutti i momenti intimi che avevano avuto: non erano mai andati oltre il semplice limonare e lui cominciava ad essere frustrato.
Non poteva neanche lamentarsi, perché diversamente da quello che pensavano in molti, lui e Gabriella non stavano ancora insieme.
 
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Anche quella settimana era passata e ora, Edoardo e Gabriella, si trovano nella sala d'attesa dell'aeroporto di Genova ad aspettare il team della ragazza.
Il ragazzo non aveva avuto problemi a convincere i suoi genitori a mandarlo in Brasile, considerando le spese già pagate.
- GABRY!
Un urlo riecheggiò nella sala, facendo voltare i due giovani giusto in tempo per vedere una testa rossa saltare addosso alla ragazza, seguita a ruota da un altra testa bionda.
- JOHN! JOSH! - chiamò lei abbracciando i due ragazzi - Che bello sapere che ci siete anche voi - affermò abbracciando a sua volta i due ragazzi.
Edoardo si accigliò notevolmente vedendo quei due ragazzi, gemelli identici constatò in seguito, che sembravano avere la sua età, abbracciare la sua "ragazza" con tutto quell'entusiasmo.
- Certo che ci siamo anche noi! - esclamò il biondo.
- Non potevamo di certo mancare a una competizione come questa! - continuò il rosso.
- E ho sentito che parteciperà anche quel francese spocchioso dell'anno scorso - aggiunse il biondo.
- John non dovresti dire queste cose - lo riprese la ragazza.
Un raschiamento della gola interruppe la loro conversazione e voltandosi, videro Edoardo che aspettava di essere presentato.
- Oh scusate la maleducazione - disse avvicinandosi di più al ragazzo - Josh John questo è Edoardo un... - e fece un gesto vago con la mano - Edoardo questi sono John il biondo e Josh il rosso - continuò mentre i tre si stringevano a vicenda la mano - Sono i figli del mio manager - e indicò l'uomo che finalmente li aveva raggiunti - Jack Edoardo, Edoardo Jack.
Il ragazzo strinse la mano anche all'uomo che gli sorrise gioviale.
Edoardo poté constatare che i gemelli avevano la stessa espressione e il sorriso del padre: se Jack non avesse avuto i capelli brizzolati e le piccole rughe per l'età, ma soprattutto vent’anni di meno, sarebbero passati per tre gemelli.
- Sono contento tu abbia accettato di venire con noi - lo salutò l'uomo sorridente - Fa sempre piacere avere gente nuova intorno - ammise avviandosi al gate d’imbarco.
 
- Piccolo come team - si azzardò a commentare Edoardo mentre aspettavano presso il check in.
- Jack si occupa di tutte le faccende burocratiche e legali, io penso alla parte meccanica e i gemelli raccolgono informazioni sugli altri piloti e i pezzi che mi servono, aiutandomi nella preparazione - gli spiegò allora la ragazza - Di solito non partono con noi, spuntano sempre all'improvviso - gli rispose passando il suo biglietto all'addetta.
- Faccia buon volo - li salutò la donna cordiale.
Quando salirono a bordo, Edoardo scoprì con dispiacere che il posto assegnatogli era vicino a Jack, lontano dalla ragazza che si trovava invece tra i due gemelli.
L'uomo, notando il disappunto del ragazzo, lo afferrò per una spalla, spingendolo ad accomodarsi al suo posto.
Il castano non era per niente contento di quel comportamento e fece per ribattere, ma Jack lo predette.
- Se sei qui suppongo tu sapia che Gabry e Xander sono la stessa persona - chiese calmo allacciandosi la cintura di sicurezza.
Edoardo, mise da parte il suo nervosismo per vedere dove l'uomo volesse arrivare a parare, annuendo curioso.
- Sono contento per lei...a parte i miei figli, suppongo non parli con nessuno della sua seconda vita.
Il ragazzo annuì convito, facendo capire all'altro che aveva capito cosa voleva dire.
- Io sono un imprenditore laureato in giurisprudenza - continuò poi - e di conseguenza non capisco niente di valvole, spinterogeni ecc; invece i miei figli sono degli appassionati. Hanno venticinque anni e si comportano come dei bambini - rise divertito.
A quell'affermazione, Edoardo rischiò di strozzarsi.
- Venticinque anni?! - ripeté allibito - Pensavo ne avessero massimo diciassette!! - era esterrefatto e offeso, perché Jack lo guardava divertito.
- Non so se hai mai volato, per cui ti consiglio di dormire. Quei tre parleranno della competizione e di moto fino a quando non cadranno dal sonno - gli consigliò accomodandosi meglio.
Il ragazzo fece per ribattere, ma un sonoro russare lo interruppe; lanciò uno sguardo ai tre ragazzi che stavano discutendo su dei fogli e decise di mettersi a dormire.
 
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Il viaggio in aereo era letteralmente volato.
Dopo aver ritirato i bagagli, avevano preso, insieme ad altri team, un pullman fuori dall'aeroporto, che li aveva condotti al loro albergo.
Si erano sistemati in due stanze matrimoniali e una tripla: Jack, i gemelli con Edoardo e Gabriella da sola.
Il primo giorno si erano limitati a riposarsi e fare un giro in città.
Il secondo giorno erano iniziate le prove generali del percorso, per dare la possibilità ai piloti di organizzarsi al meglio per le competizioni vere e proprie.
Anche il terzo giorno era passato senza avvenimenti particolari: Gabriella si era piazzata tra i primi quattro e nessuno aveva dato troppa importanza al fatto che fosse evidente che il pilota di BabyKitsune fosse una ragazza.
 
Tra una pausa e l'altra, il team era riuscito a visitare una parte della città e a cenare fuori, in qualche ristorante tipico.
Tutto senza la costante presenza di paparazzi ficcanaso.
I ragazzi amavano il Brasile per quello.
 
Una svolta nella "vacanza", ci fu durante il quarto giorno, nel mezzo di una gara, quando Gabriella si era ritrovata nella stessa partita del famoso francese, Filippe.
Durante le varie prove generali e gare, Edoardo aveva appreso dai gemelli che tra la ragazza e il francese non corresse buon sangue, per più di una ragione.
 
La maggior parte dei piloti avevano superato metà percorso e Gabry si stava avvicinando a una duna parecchio alta: a seconda di come lo avrebbe saltato, avrebbe potuto guadagnare parecchi punti.
Purtroppo il francese era alle sue spalle, troppo vicino per un salto articolato; decise quindi di sacrificare un po' di punti per evitare un incidente, ma l'altro pilota non era della stessa opinione.
La ragazza accelerò abbastanza da saltare il dosso con un minimo di prestazione, ma Filippe diede più gas del dovuto, saltando più in alto.
Nel fare il suo numero, il ragazzo colpì il casco di Gabriella, facendole perdere l'equilibrio che le avrebbe dato la possibilità di atterrare tranquilla.
Il francese atterrò senza problemi, ma la ragazza non riuscì ad arrivare bene a terra, perdendo il controllo della moto e cadendo.
Subito i soccorsi si adoperarono per soccorre il pilota colpito, preoccupati di più per il colpo alla testa che per la caduta.
In quel frangente, si venne a conoscenza dell'identità di Xander, il pilota di BabyKitsune, notizia che fece il giro del globo in pochi secondi.
 
La gara venne interrotta, Filippe squalificato e messo sotto inchiesta per il suo comportamento scorretto: non era la prima volta che il pilota francese causava incidenti per il proprio tornaconto personale.
Gabriella rimase incosciente per qualche minuto, giusto fino all'arrivo dell'ambulanza.
In ospedale non riscontrarono danni di nessun tipo, ma la tenerono in osservazione per la notte.
Il giorno dopo era di nuovo in pista: l'attrezzatura aveva fatto il suo dovere.
Durante la notte, coloro che seguivano il campionato e non solo, cominciarono a fare domande su domande, bramosi di sapere la vera identità di Xander.
 
Edoardo dove era durante tutto questo?
Ovviamente era stato con la ragazza per tutto il tempo, in apprensione per la sua salute fisica, come il resto del team.
Aveva rischiato una denuncia di aggressione, quando aveva tirato un pugno sul naso del francese, appena era riuscito ad avvicinarsi abbastanza: con quel gesto si era guadagnato la stima e il rispetto dei gemelli.
 
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Gli amministratori della Federazione Motocross avevano rilasciato a Gabriella un attestato speciale, che le permetteva di continuare a gareggiare nella sezione maschile.
In seguito ammisero che fosse ovvio che sapessero chi fosse in realtà Xander, infondo erano l'oro che facevano i controlli sui vari piloti.
 
La competizione era continuata senza altri intoppi; senza contare i vari giornalisti che volevano ottenere più informazioni possibile sulla vera identità di Xander.
Quando chiedevano perché aveva nascosto la sua identità lei rispondeva: - Perché potevo permettermelo! - o quando chiedevano perché avesse finto di essere un maschio anche se non era l'unica femmina che gareggiava nel campionato affermava: - Ovvio! Perché la sezione maschile è più eccitante!
Le domande erano di tutti i tipi, tanto che qualcuno aveva chiesto se avesse una relazione con entrambi i gemelli.
Gabriella aveva aggredito il giornalista che le aveva posto la domanda riuscendo a buttarlo a terra, prima di rispondere: - Non ti permetto di offendere i miei amici! E per la cronaca...io ho un solo ragazzo! - e aveva tirato un ultimo calcio all'uomo, per poi allontanarsi nera di rabbia.
 
Quella stessa sera Gabry aveva beccato Edoardo filtrare con una brasiliana tutta sorrisi e guance rosse.
La ragazza sentì qualcosa dentro rompersi.
"Ma cosa è la nostra relazione?" si chiese prima di scappare via piangendo: Edoardo aveva baciato la straniera.

 
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Angolo per me
Ecco il primo capitolo di una mini-long di un paio di capitoli scritta solo ed esclusivamente per far rodere una mia amica che ha avuto il coraggio di dirmi che ( l’ho già detto questo, scusate).
Comunque, in questa storia ho modificato parecchio quello che è il Campionato Mondiale istituito dalla FIM e mi scuso con coloro che lo seguono.
Spero di non aver scritto troppe cavolate e che il capitolo vi piaccia.
 

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Capitolo 2
*** Seconda parte ***


Angolo per me
Ed eccoci con un nuovo capitolo di questa mini-long mini scritta di getto in un momento di pulizie generali.
Devo avvertirvi che in questo capitolo saranno presenti riferimenti a una relazione omosessuale, quindi se non gradite il genere, lo sapete, non leggete.
E visto che è solo un accenno, non metterò tra le coppie Yaoi.
Avevo programmato di fare una storia completamente etero, ma a causa di una battuta della mia cara amica Marye, alla fine, in questa storia c'è finito qualcosa di "non etero".
Spero vi piaccia.
Note: i dialoghi in corsivo nella prima parte, saranno chiaramente in inglese. Il resto del corsivo saranno i pensieri dei personaggi come al solito.
 
 
 
 
 
Edoardo stava aspettando con Jack che Gabry e i gemelli li raggiungessero.
Erano da poco tornati dall’ultima competizione della giornata e li stavano aspettando per andare tutti insieme a cena.
Il giorno seguente ci sarebbero state le finali e la premiazione finale: i ragazzi avevano deciso di dare le ultime aggiustatine a BabyKitsune per avere la serata libera e ci stavano mettendo più del previsto.
 
Edoardo era appoggiato a una colonna con le mani nelle tasche dei jeans e si stava annoiano a morte: l'uomo stava filtrando con la donna della reception e non lo cagava di striscio.
Preso da uno sbalzo di adrenalina, si diede una spinta con le spalle per staccarsi dal suo sostegno, finendo addosso a qualcuno.
- Sorry! - - Sorry! -
Una ragazza brasiliana, che sembrava avere la sua età, gli era andata contro, facendo cadere il plico di volantini che aveva in mano.
Il ragazzo la riconobbe subito: era una volontaria nello staff che dirigeva la competizione.
- Scusa, non ti avevo visto! - si scusò lui subito, abbassandosi per aiutarla.
- Oh non ti preoccupare, sono stata io a non guardare dove andavo! - gli sorrise amabile raccogliendo dei volantini.
Mentre raggruppavano il maggior numero di fogli, le loro mani si scontrarono più volte, come i loro sguardi.
"Questa ci sta provando con me!" si disse Edoardo notando lo strano comportamento della ragazza.
Per fortuna, grazie alla competizione, il suo inglese era notevolmente migliorato, ma non si aspettava che avrebbe dovuto usarlo per conversare con una brasiliana tutta curve che ci provava con lui.
- Io mi chiamo Samsha - si presentò lei porgendogli la mano, dopo aver riunito tutti i volantini.
- Io sono Edoardo! - si presentò lui stringendole la mano.
- Non ci siamo già visti qui in giro? - chiese lei civettuola non mollando la presa.
- Penso di si - ammise il ragazzo imbarazzato - Durante le competizioni - continuò riuscendo a liberarsi dalla presa della ragazza.
- Giusto giusto - esclamò lei contenta - Sei nel team di Kurama - continuò saltellando.
- A dire il vero ho accompa - ma non finì la frase, perché la ragazza, gli era saltata al collo baciandolo.
Edoardo la allontanò velocemente, rimanendo pietrificato sul posto.
Gli vennero in mente tutti quei film che si rispettano, dove a quel punto della pellicola, il ragazzo si gira e si trova davanti alla sua fidanzata.
Come volevasi dimostrare, quando Edoardo si girò, riuscì a vedere la schiena di Gabriella, correre via e i gemelli fissarlo con sguardo omicida.
 
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Edoardo era seduto contro la parete davanti alla porta della camera di Gabriella, indeciso se alzarsi e bussare, o aspettare che la ragazza si decidesse a uscire.
Il problema era che la ragazza era chiusa in camera da due ore senza aver dato segni di vita e lui aveva fame.
In un attimo di sconforto, ripensò a quello che gli aveva detto Jack un paio di ore prima.
 
Gabriella stava correndo via da lui, andando probabilmente verso la sua camera e lui aveva abbandonato la ragazza brasiliana per correrle dietro.
Arrivato in mezzo ai gemelli, quelli lo avevano bloccato, sbattendolo per terra con un veloce movimento combinato.
Pensava che lo stessero per prendere a pugni ma la voce di Jack li aveva fermati.
- Ragazzi! Vedete di non fare danni! Ho già un problema da risolvere! - affermò non curante.
- Che cosa è successo? - chiese John alzandosi da terra, seguito dal fratello; Edoardo rimase sdraiato: non gli sembrava una buona idea alzarsi.
- Oggi pomeriggio Gabry ha picchiato un giornalista perché ha insinuato che se la facesse con-tem-po-ra-ne-a-men-te con voi due - rispose indicando alternativamente i due figli.
- E lei cosa ha risposto? - chiese Josh divertito.
- Che sta con lui! - affermò allora l'uomo indicando il ragazzo ancora steso a terra.
A quelle parole, Edoardo si alzò di colpo, correndo verso l'ascensore, sfuggendo alle grinfie dei gemelli.
 
Ora era lì seduto da un pezzo.
Non si sentina più il sedere, le gambe erano intorpidite e non aveva la più pallida idea di come chiedere scusa a Gabriella.
Era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse di una testa rossa sedersi vicino a lui.
Edoardo, vedendo Josh al suo fianco, fece un salto indietro, con la paura che il ragazzo più grande volesse fargli qualcosa.
- Quando ero alle superiori, avevo una relazione di letto con un ragazzo più piccolo di due anni - rivelò tranquillo, senza particolari espressioni sul viso.
Il castano era stupito, non perché il rosso gli avesse detto di aver avuto una relazione omosessuale, ma perché glielo stesse rivelando in quel momento.
- Poi lui ha conosciuto un altro ragazzo e hanno cominciato a uscire insieme - continuò inespressivo.
Edoardo guardava il più grande con occhi sbarrati.
In quella settimana aveva avuto modo di conoscere abbastanza bene i due fratelli: nonostante la loro età, si comportavano ancora come dei ragazzini sempre sorridenti, ma se John era un tipo aperto che esternava i suoi sentimenti e le sue emozioni, Josh era l'esatto contrario, con i suoi mezzi sorrisi e l'orgoglio ai minimi massimi che influenzava perennemente il suo modo di agire, guadagnandosi egregiamente il soprannome di Malpelo.
E con quell'ultima rivelazione, il più piccolo arrivò alla conclusione che l'amica di letto del rosso, lo avesse lasciato perché fosse troppo orgoglioso.
- E cosa è successo tra voi due? - chiese per avere conferma della sua tesi.
- Io ero innamorato di lui da qualche tempo e non avevo mai avuto il coraggio di dirglielo, ma io stupido, pensavo che lo avesse capito dopo tutto quel tempo passato sotto le coperte a
- Ho capito ho capito, non mi servono i dettagli - lo interruppe l'altro, il rosso annuì.
- Pensavo di averlo perso per sempre, così smettemmo di vederci e di salutarci a scuola - continuò il ragazzo, cercando di nascondere una nota di malinconia nella voce - e mi accorsi che senza il suo sorriso non potevo stare.
- Che fine ha fatto quel ragazzo? - chiese Edoardo con una nota di angoscia nella voce.
Josh si voltò verso di lui e con un enorme sorriso a trentadue denti e gli occhi brillanti rivelò
- Stiamo insieme da otto anni - il più piccolo era abbaglio dalla felicità che leggeva nello sguardo - Non ho resistito una settimana senza di lui. Appena l’ho visto insieme a quell’altro, l’ho allontanato di peso da quel tizio, gli ho urlato di amarlo e l’ho baciato davanti a tutti - affermò con un luccichio negli occhi che il più piccolo non aveva mai visto, neanche quando il rosso era intento a smontare e rimontare pezzi di BabyKitsune.
- E lui cosa ti ha risposto? - chiese il castano fremendo di curiosità.
- Ha detto che aspettava solo che io buttassi via il mio orgoglio e mi decidessi a rivelargli i miei sentimenti, che anche lui mi amava da qualche tempo, che l’ho fatto soffrire un mucchio e che sono un emerito idiota bastardo. - ammise tutto d’un fiato per poi riprendere la sua solita espressione in viso - Quindi ora sai quello che devi fare.
Edoardo, spronato da quelle parole, si alzò in piedi come mosso dai dei fili invisibili, bussò alla porta della ragazza ed entrò dentro.
Josh guardò la scena con il suo solito mezzo sorriso, divertito dalla scena, poi, una cosapevolezza acchiacciante lo colpì come un fulmine a ciel sereno, prese velocemente il suo i-phone e compose velocemente un numero che ormai sapeva a memoria da anni.
- Tuuu...tuuu...tuuu...pronto? - rispose una voce assonnata.
- Come sta il mio biondo moldavo preferito? - chiese il rosso un po’ angosciato.
- Josh sei tu? - domandò la voce impastata dal sonno - Brutto infame, ma sai che ore sono qui? - gli urlò incazzato.
- Sono le due di notte? - provò a chiedere sempre più preoccupato.
- Esatto brutto stronzo! Sono le due di notte e tu non mi chiami da una settimana! - continuò a urlare il ragazzo dall’altra parte della cornetta.
- Dai Max non ti arrabbiare! Lo sai che sono stato impegnato e come vedi quando sono libero, tu dormi - provò a calmarlo il più grande.
- Quando mi sono svegliato, te ne eri già andato senza lasciarmi un biglietto né niente! - la voce un po’ tremolante - Ho saputo che eri in Brasile da Studio Sport ti rendi conto!? Pensavo mi avessi lasciato! - la voce strozzata dal pianto, Josh sospirò dispiaciuto.
- Maxim - provò a chiamarlo con la sua voce dolce che usava quando facevano l’amore - Scusa! Lo sai che non ti lascerei mai neanche per
- Per tutto l’oro del mondo, lo so - lo interruppe il biondo - Però lo hai fatto per una competizione dall’altra parte dell’oceano - la sua voce era molto triste e afflitta.
- Scusa Max, lo sai che
- Quando torni, starai lontano dal mio culo per una settimana - lo interruppe di nuovo il più piccolo.
- Lo sai che non riuscirai a starmi lontano - lo sfidò il rosso.
- Lo so! Ma mi piace sfidarti - gli rispose divertito il più piccolo.
- Mi manchi - ammise l’altro, stupendo il fidanzato.
- Anche tu scemo - gli rivelò sbadigliando - Ia tebia liubliu* bastardo… - sussurrò addormentandosi, sapendo che comunque l’altro lo avrebbe sentito.
- Ia roje*, notte - gli rispose infatti il più grande - Ia roje - ripetè buttando giù la chiamata.
 
Josh si alzò dal suo giaciglio facendo scricchiolare le ossa: era stanco morto e non vedeva l’ora di andare a letto.
Durante il tragitto verso la sua stanza, ripensò a quando alle superiori era solito cambiare parter ogni settimana, non gli importava se erano maschi o femmine, a lui serviva solo un corpo su cui sfogare la sua frustrazione? rabbia? Non lo sapeva con sicurezza.
Era il solito casinista che tutti cercavano di evitare ma da cui nessuno riusciva a stare alla larga, e come aveva affermato una volta Edoardo, lo chiamavano veramente Malpelo per la sua indole aggressiva e scontrosa.
Aveva scoperto che gli piacevano anche i maschi in seconda media, lo aveva detto al fratello e quello gli aveva promesso che avrebbe mantenuto il suo segreto fino nella tomba.
Adorava il suo fratellino.
Poi un giorno, passeggiando in cortile per fumarsi una sigaretta, aveva visto due bulli minacciare un biondino pelle e ossa, che non superava il metro e sessanta.
La cosa che attirò l’attenzione di Josh furono i suoi occhi verdi, brillanti come un prato ricoperto di rugiada all’alba, pieni di determinazione, senza paura.
Il rosso decise di aiutarlo, atterrando i due bulli e prendendo come ricompensa del suo gesto un bacio per niente casto dal più piccolo; il passo successivo era stato quello di portarlo a letto.
Con il passare dei mesi si era accorto che non era solo attrazione fisica quella che provava per Maxim, tutto di lui lo attraeva: il suo accento russo, il modo in cui arricciava le labbra quando non riusciva a dire una parola che non conosceva, il suo sorriso quando s’imbronciava…
Non era solo attrazione fisica, per niente e quando arrivò quel ragazzo di cui non volle mai sapere il nome, si rese conto di essere innamorato del SUO moldavo biondino sin da quando aveva visto quei brillanti occhi verdi.
Era grazie a lui se ora sorrideva di più ed era più spensierato.
Josh si butto sul letto dopo essersi messo comodo nei suoi boxer blu e come ultimo pensiero due occhi verdi si addormentò.
- Ia tebia liubliu Maxim - ripetè prima di cadere definitivamente nelle braccia di Morfeo.





Angolo per me (di nuovo)
Ia tebia liubliu = Ti amo
Ia roje = Anche io
Ringrazio il mio amico Max che si è "prestato" per questo capitolo e che mi ha fornito le parole nella sua lingua. (Non ho bene capito se parla rumeno, russo o moldavo, o tutte e tre insieme!)
Per chi volesse, ho in mente di scrivere uno spin-off solo per Josh e Max, quindi chiedete pure.
Al prossimo capitolo. Quando avrò un idea per cosa succede tra Gabry ed Edo. XD

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