The truth of what I feel

di ABaker44
(/viewuser.php?uid=725013)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ecco il primo capitolo della mia prima Ff, spero che vi piaccia, non esitate a lasciare recensioni, fatemi sapere come trovate la storia ;) grazie e buona lettura!
Angele

A Nicole che ha dovuto cominciare a guardare The Mentalist anche lei, che ha riletto e corretto questa storia, e che è la migliore amica che si possa avere.

A tutte le fan di The Mentalist.



*la ff è la continuazione dell'episodio 6x22*



1.
Mentre le labbra di Jane e di Lisbon erano ancora vicine e l'agente della TSA stava bussando al vetro per la seconda volta un telefono squillò nella stanza.
"Ehm.. È mio" disse Lisbon con un'aria dispiaciuta.
Si alzò dalla sedia prendendo il cellulare in mano e si allontanò da Jane.
"Pronto?" disse rispondendo.
"Teresa! Dove sei? Ero preoccupato! Che succede?" rispose la voce dall'altra parte.
"Oh! Marcus.." Disse Lisbon molto imbarazzata "Stavo giustamente per chiamarti"disse.
"Jane, esco, arrivo subito" sussurrò all'uomo che aveva sempre amato coprendo il microfono del cellulare con la mano. 
"Ecco.. Si..." Disse riprendendo la chiamata e uscendo dalla stanza.
Quando la porta si richiuse alle sue spalle, Jane non sentì più nulla della conversazione, ma poteva vedere Lisbon dalla finestra che c'era sulla porta parlare molto imbarazzata e muoversi in continuazione.
L'espressione di Teresa fu imbarazzata dall'inizio della conversazione fino a quando tornò nella stanza poco dopo. Cercò di sorridere quando vide Jane ma era un sorriso finto che rifece spazio in fretta all'imbarazzo.
"Allora?" Chiese Patrick.
"Ehm... Ha capito molto bene, anche se ho cercato di non entrare nei particolari, ma non ha apprezzato molto credo..."Rispose Lisbon felice di aver finito con la chiamata.
"Chiaro." Disse Jane "Cosa farà lui ora?" Chiese in seguito.
"Ehm.. Non lo so, era arrabbiato, giustamente, ma ormai..." rispose Teresa riavvicinandosi a Jane.
"Ormai sei mia" concluse lui con un sorriso divertito.
Lei si avvicinò a lui sorridente, dimenticando totalmente Pike, e si sedette su di lui con lo stesso sorriso di una bambina che si siede su sua madre per ascoltare una storia, e lo baciò dolcemente. Questa volta l'agente della TSA uscì dalla stanza da parte infuriato.
"Basta!" disse "Non è possibile! Smettetela!" Continuò con un tono minaccioso. 
"Certo." Disse Jane, fingendo di essere spaventato dall'aggressività dell'agente, dopo essersi staccato dalla sua amata.
Proprio in quel momento entrò Abbott che fece fare a Jane e a Lisbon un sospiro di soglievo. 
Abbott notò subito le tensioni.
"cosa succede qui?" Chiese con un espressione incuriosita.
Si sedettero tutti intorno al tavolo per discutere.
"Cosa succede? Glielo spiego io cosa succede!" Disse l'agente infuriato. "Come se non avessi abbastanza lavoro così e in piu i suoi due agenti passano il loro tempo a baciarsi davanti ai miei occhi!" Spiegò infuriato. 
Lisbon distolse lo sguardo da Abbott e rise nervosamente. Abbott guardò Jane con uno sguardo quasi divertito. 
"Senta, sono venuto qui per far liberare Patrick Jane, firmo i documenti per rilasciarlo e finiamo qui" disse Abbott.
"È inaccettabile! Due agenti del FBI..." Cominciò l'agente. 
"non sono un agente" lo interruppe Jane.
"Agenti o non, è inaccettabile, vedrete che non sarà così facile per voi!" Finì l'agente. 
"Non c'è una legge che vieta il comportamento dell'agente Lisbon e di Patrick Jane" disse Abbott.
L'agente perse l'orgoglio e la sua bocca si storse verso il basso. Senza dire altre parole l'agente prese i documenti li firmò e li porse a Abbott. 
"Arrivederci" disse freddamente. "Grazie" disse Abbott con un sorriso vittorioso.
Uscirono dalla stanza liberi e mentre Jane stava per uscire si voltò.
"Ah, spero veramente che i problemi con sua moglie si risolvano" disse all'agente prima di correre fuori.

Una volta nel corridoio regnava il silenzio e i tre camminavano senza guardarsi. 
"Allora?" chiese infine Abbott.
Lisbon alzò la mano verso di lui come per dirgli di finirla qui.
Per tutta risposta Abbott rise compiaciuto.
Arrivarono al parcheggio dove li aspettava un'auto che Abbott aveva noleggiato.
"Prego" disse aprendo la macchina.
Abbott si sedette al posto del conducente.
"Vai davanti per favore" sussurrò Teresa a Patrick.
Jane rise e aprì la portiera dell'auto.
Una volta in macchina Lisbon realizzò che essere dietro era ancora peggio perché Abbott continuava a guardarla nello specchietto sorridendo.
Quando invece si girava verso Jane e gli sorrideva, lui rispondeva semplicemente con un sorriso. Teresa amava la sua personalità, aveva alcuni difetti ma anche molte qualità e tante volte avrebbe voluto essere come lui, indifferente alle critiche e a tutto quello che non apprezzava.
"Come vanno gli altri?" Chiese Jane dopo un po'.
"Bene, erano un po' preoccupati quando hanno saputo che ti avevano arrestato e quando Pike ha chiamato..." Rispose Abbott.
"Ha chiamato?" Chiese Lisbon rizzandosi sul suo sedile.
"Si, ha chiamato al FBI dicendo che non eri arrivata a Washington..." Rispose Abbott con un sorriso.
"Ah ehm.. Chiaro" disse lei imbarazzata.
"Ha chiamato anche il tuo superiore a Washington, dovevi presentarsi questa mattina" aggiunse.
"Oh... È vero" disse Lisbon che aveva totalmente dimenticato questo. 
"Ho detto che finalmente restavi al FBI.. Ovviamente sono stati difficili da convincere ma ci sono riuscito, ho chiesto di annullare il trasferimento. È quello che vuoi vero? Restare qui?" Disse Abbott.
"Oh! Grazie mille! Si, certo." Disse sorridente.
Quando tornò il silenzio Abbott rise.
"Cosa?" Chiese Lisbon che non capiva cosa c'era di divertente.
"Sto pensando a Cho, sarà l'unico sorpreso di tutta la storia" disse prendendo in giro il collega "sicuramente non si aspetta di vedervi... Ehm.. Assieme" aggiunse. 
"Ah, Teresa, i bagagli torneranno tra questa sera e domani" disse Dennis.
"Bene, grazie" disse felice.
"E per quello che è già a Washington.. Riguarda te e Pike" aggiunse.
Aveva dimenticato che gran parte delle sue cose erano già da Marcus e questo la mise in imbarazzo, avrebbe dovuto richiamarlo.
***
"Ecco... Si..." Aveva cominciato uscendo dalla stanza nella quale sedeva Jane. Non riusciva a parlare, le faceva male, non osava dire come stavano le cose veramente a Pike. Si fermò un attimo e respirò prima di riprendere più decisa. "Marcus, devi capire, non può funzionare tra di noi. Certo, ero felice, ma non lo ero veramente, non era la felicità che volevo e soprattutto non riuscivo a stare bene con un uomo che non è Patrick." Marcus tentava di ribattere ma Teresa non lo lasciava.
"Fa male, mi dispiace ma è finito." Finì Lisbon riattaccando senza lasciare a Pike la possibilità di dirle un'ultima cosa, o semplicemente di dirle addio.
***
"Teresa? Teresa?" Disse una voce che riportò Lisbon alla realtà.
La Voce era Abbott che a giudicare dal tono di voce l'aveva già chiamata più volte. 
"Si?" Chiese lei.
"Volevo solo sapere se Pike era.. Al corrente" disse guardandola nello specchietto dell'auto.
Viaggiavano rapidamente verso l'aeroporto che li avrebbe riportati a Austin, alla vita "normale", anche se per la coppia la vita sarà diversa, bella o brutta che sia, non sarà più come prima.
Vedendo l'espressione triste e imbarazzata di Lisbon, Abbott parlò prima che lei possa dire qualcosa.
"Tranquilla, non hai bisogno di raccontarmelo" disse sorridendole. 
Aveva capito tutto, era una brava persona, non per niente era già sposato, capiva le donne meglio della maggior parte degli altri uomini.
Per tutta risposta Lisbon gli sorrise come aveva fatto lui appena prima. 
«Un sorrise vale più di mille parole» pensò.
Dopo tutti gli avvenimenti, Teresa era molto stanca, e con il silenzio che era ripiombato, si addormentò. Il suo sonno durò appena una decina di minuti, dopodiché Patrick la svegliò.
"Ehi" disse dolcemente osservandola dormire. 
"Teresa, siamo arrivati" aggiunse. Avrebbe voluto raggiungerà dietro e svegliare la sua amata accarezzandole i capelli o baciandola ma Abbott era vicino a loro. Moriva dalla voglia di vedere i suoi magnifici occhi verdi schiudersi e brillare e quando questo accadde lasciò sfuggire un sorriso che Teresa accolse sorridendo anche lei.
"È apposto?" Chiese Abbott "Venite, l'aereo parte tra poco" disse.
Dennis era già fuori dall'auto e aveva osservato Jane svegliare Teresa con tenerezza, dolcezza e amore. Abbott aveva sorriso tutto il tempo, osservando il frutto che in parte era del suo lavoro.
Jane e Lisbon uscirono dalla macchina, Jane sorridente e in piena forma malgrado la caviglia che gli impediva di camminare normalmente e Lisbon aveva un'espressione distrutta dalla stanchezza ma era sorridente anche lei.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ecco il secondo capitolo, grazie mille per le vostre recensioni sul primo capitolo, spero che la continuazione vi piaccia ;)

2.

Dopo poco più di un'ora Abbott, Jane e Lisbon salirono sull'aereo. Quando Patrick scoprì che Dennis era da parte a lui e che Teresa era seduta sola in un altro posto, non nascose la sua delusione. Abbott lo notò, perché non si sedette vicino a Jane ma andò da Lisbon e le fece segno di accomodarsi vicino al suo uomo. 
"Grazie" disse lei sorpresa.
"Mi fa piacere" rispose Abbott sorridente.
Quanta gioia conteneva, quant'era buona questa persona, aveva fatto tutto per metterli assieme e ora che il suo lavoro era finito continuava a far loro favori.
Quando Teresa raggiunse Patrick e si sedette da parte a lui, il biondo sorrise felice e le mise un braccio attorno alla sua vita. Lisbon appoggiò la sua testa sopra alla spalla di Jane e chiuse gli occhi. In questa posizione si addormentò ben presto e Patrick rimase ad osservarla dormire con un sorriso. Sentiva il suo odore di cannella che lo circondava ogni volta che Lisbon si avvicinava a lui. Osservava i capelli scuri leggermente spettinati di Teresa e non resistette alla tentazione di passarci una mano attraverso. Era stupenda. 
«Grace ed io abbiamo sempre pensato che tu e Lisbon vi sareste... Sai... Messi assieme.» aveva detto Rigsby pochi mesi fa durante un'uscita tra uomini. Jane ricordò queste parole mentre osservava la sua amata e si rese conto che Wayne e Grace gli mancavano, il CBI gli mancava, la squadra composta da Cho, Van Pelt, Rigsby, Lisbon e lui stesso. L'importante però, era la magnifica donna che dormiva appoggiata a lui, era così importante per lui, così preziosa. Osservandola si sentì sempre più tranquillo e poco a poco cominciò ad addormentarsi fino a quando lo fu totalmente.
Erano carini da guardare, appoggiati l'uno contro l'altro, erano una coppia da poco ma si amavano da anni, era strano abituarsi a questa situazione, e ogni volta che Jane la baciava, Teresa si sentiva come in un sogno. Aveva aspettato questo bacio per anni, l'aveva immaginato molte volte, ma questo era il meglio che poteva succedere. Aveva spezzato il cuore a Pike, Jane l'aveva fatta soffrire, aveva dovuto scendere dall'aereo che l'avrebbe portata a Washington, aveva pianto e pianto e si erano baciati in un luogo che non aveva niente di romantico, davanti a una agente della TSA, ma era il bacio più bello della sua vita, perché era con Patrick.
L'atterraggio svegliò Lisbon che dovette guardarsi intorno e guardare Jane da parte a lei per ricordarsi che tutto era realmente accaduto. Erano arrivati, tra poco avrebbero ritrovato tutti i loro colleghi, probabilmente già dopo essere scesi dall'aereo. Questo pensiero mise un po' Teresa in imbarazzo, il fatto di essere con Jane la imbarazzava, che tutti lo sapevano o lo avrebbero saputo, dopo che tutti avevano visto per anni Un Jane e Una Lisbon essere solo amici. Amici che scherzavano, che fingevano di essere arrabbiati l'uno con l'altro, che fingevano di litigare, che si rimproveravano. Teresa aveva spesso criticato Jane, lo aveva fatto probabilmente per nascondere quello che provava veramente, ma ora si vergognava all'idea di dover raccontare le novità ai suoi amici. Certo, amava Jane più di tutto, ma c'era comunque imbarazzo anche in confronto a lui, baciarlo, tenergli la mano, tutte piccole cose che sarebbero capitate spesso ma che la mettevano in imbarazzo, siccome fino a poco fa passavano il loro tempo a stuzzicarsi. Da una parte voleva che questa relazione sia una relazione seria, e per tutta la vita, ma da una parte la faceva quasi ridere. Amava Jane più di tutto ed era capitato tutto in un attimo che non riusciva più a distinguere la realtà dai suoi sogni che aveva sempre fatto e che riguardavano Jane.

A parte Abbott, nessuno sapeva che Lisbon era rimasta a Austin e nessuno sapeva quello che era successo. Teresa svegliò Jane gentilmente e assieme a Dennis scesero dall'aereo.
Non avevano bagagli da recuperare quindi uscirono subito dall'aeroporto. Lisbon si mise dietro a Jane e Abbott, voleva essere l'ultima a essere vista uscire, anzi, non voleva essere vista da nessuno. Quello che era successo tra lei e Jane riguardava solo loro due, e temeva la reazione e i commenti degli altri.
Ad aspettarli fuori c'erano Fischer e Cho, andavano molto d'accordo e parlavano dell'ultimo caso. Due buoni agenti, seri e che lavoravano duro. Abbott fu il primo a uscire dalla porta dell'aeroporto, e di conseguenza il primo ad essere visto da Cho e Fischer. I due gli sorrisero e mentre si avvicinavano a lui uscì Jane, con un sorriso.
"Ehi! Ciao!" Disse Kim che era arrivata vicino a loro. 
Aveva un sorriso che durò fino a quando uscì Teresa, quando uscì, Lisbon vide Cho e Fischer guardarla con un'espressione interrogativa, non capivano. Quando Teresa li vide così si chiese perché doveva vergognarsi, perché temeva la loro reazione? Era stupido! La verità era che era pazza di Jane, e non c'era niente di cui vergognarsi. Così, quando vide le loro facce che non capivano, lei gli sorrise, a tutti e due.
"C'è stato... Un cambiamento di programma." Disse guardando Jane ridendo. 
L'espressione di Fischer cambiò, sorrise.
"Ah?" Disse guardando i due con un sorriso. 
Cho invece sembrava non capire.
"perché?" Chiese.
Tutti risero.
"Ah Cho!" Cominciò Jane "Non cambierai mai!" 
E tutti ricominciarono a ridere.
"Iceman" suggerì Lisbon alzando le spalle e ridendo.
Cho sembrava ancora non capire, e questo provocava ancora più risate tra gli altri.
"Ho provato a spiegargli" disse Abbott, "non ha capito."
"Non sono stupido, ho capito da quando abbiamo cominciato a lavorare al FBI se non prima." disse Cho con un sorriso come per dire «vi ho fregati tutti, coglioni.»
Tutti lo guardarono impressionati finché Cho scoppiò a ridere. 
"Mi avete veramente preso per un cretino" disse "Sembrava che non parlavo nemmeno la vostra lingua"
Gli altri lo guardarono divertiti.
Nessuno l'aveva mai visto ridere così, faceva piacere.
Quando tutti ebbero finito di ridere, si avviarono felici verso l'auto di Cho e Fischer.
Fischer e Cho avevano di nuovo fatto la "battaglia degli sguardi" per sapere chi guidava. Era una cosa tra di loro, cercavano di intimidirsi a vicenda guardandosi negli occhi e il primo che cedeva lasciava guidare l'altro. Quel giorno non era durato a lungo, e quando Kim si girò verso Cho guardandolo, lui gli porse le chiavi.
"tieni, oggi vinci tu subito." Aveva detto.
"Oh, grazie." Disse lei con un'aria per metà di sfida e per metà sorpresa.
Salirono in macchina: Fischer al volante, Kimball da parte e i tre dietro.
Per tutto il tragitto fino alla sede del FBI, i cinque risero, scherzarono e parlarono principalmente di Jane e Lisbon.
Cho rideva ripensando a come lo avevano preso per uno stupido e gli altri ridevano anche loro.
Patrick e Teresa erano seduti vicini e spesso si guardavano sorridendo felici, gli altri erano felici per loro e a un certo punto Cho, Fischer e Abbott cominciarono a dire come dei ragazzini:
"Bacio, Bacio, Bacio,..." 
Jane e Lisbon risero, era imbarazzante, ovviamente, ma dopo tutto perché nascondersi? Lei e Pike si erano baciati diverse volte negli uffici del FBI davanti a chi era li. Non toccava a Jane questa volta di avvicinarsi per primo, toccava a lei. Senza pensarci si voltò verso di lui e appoggiò le sue labbra contro le sue. Gli altri applaudirono come dei ragazzini esaltati, era divertente. Patrick e Teresa dimenticarono tutto quello che c'era intorno a loro e si baciarono di nuovo. Quando finalmente le loro labbra si staccarono notarono le espressioni sorridenti e divertite degli altri. Sorrisero anch'essi e ricominciarono a parlare.
Nessuno pensò a cosa sarebbe successo a Austin, quando la vita sarebbe ricominciata normalmente, o quasi.
Quando arrivarono a Austin, si fermarono davanti all'ufficio del FBI e scesero dal veicolo. 
Il silenzio era calato, la vita vera ricominciava, era ora di ritornare sulla terra e guardare in faccia la realtà, quello che aveva fatto Jane era giudicato grave. Varcarono la porta dell'edificio e Lisbon rabbrividì per via dell'aria condizionata all'interno dell'edificio. Fuori cominciava a fare più buio e all'interno del palazzo l'atmosfera era tranquilla. 
Arrivarono nella stanza dove lavoravano gli altri agenti di Abbott.
"Teresa!" Disse Wylie sorpreso di vederla.
Lisbon alzò le spalle come per dire 
"Sono ancora qui!" E i due risero.
Wylie si avvicinò e la abbracciò gentilmente, la apprezzava molto.
Era stata lei a insegnarli molte cose quando era appena arrivato.
"Lisbon e Jane venite nel mio ufficio" disse Abbott quando furono tutti nella stanza.
I due seguirono Dennis, entrarono nel suo ufficio e si sedettero di fronte a loro.
"Jane," cominciò Abbott "Il direttore ha trovato molto grave quello che hai fatto, la lettera, e tutto. Vuole sospenderti" disse.
Jane non fu sorpreso e continuò a fissare Abbott.
"Abbiamo risolto un omicidio, nessuno e stato gravemente ferito e non ci sono stati problemi." Disse Dennis. "Ne ho parlato con il capo, è d'accordo di lasciar perdere la storia della lettera. È la sola e unica volta che lo farà." Terminò sorridente.
"Jane puoi ricominciare domani, Lisbon dopodomani, per via del trasferimento annullato." Disse infine prima di farli uscire.
"Bene, se non avete domande potete uscire." Terminò.
Jane e Lisbon uscirono contenti e una volta fuori nel corridoio ne parlarono. 
"Per fortuna." Disse Lisbon.
"Possiamo ricominciare, tutto come prima" aggiunse felice.
"TUTTO come prima?" Chiese Jane con un sorriso insistendo sul 'tutto'.
Era chiaro che non tutto era come prima, c'era la loro storia ora.
Jane le prese un braccio dolcemente e camminando in fretta la portò in una di quelle stanze che si usano per gli interrogatori. Entrò, chiuse la porta dietro di lui e appoggiò Teresa contro il muro prima di appoggiare le sue labbra contro quelle della sua amata. La baciò con passione per un attimo che durò un eternità per Teresa e quando finalmente Jane si tirò in dietro lentamente e la guardò dritta negli occhi, lei sorrise felice, non voleva uscire da quella stanza. Così lo riavvicinò a lei appoggiandoli una mano dietro alla testa e lo baciò di nuovo, ancora e ancora, erano momenti che dovevano recuperare dopo tutti questi anni passati assieme senza essere niente altro che amici. A interromperli fu la maniglia della porta che si abbassò e un agente che entrò.
Si staccarono subito, imbarazzati, e fecero finta di discutere di un certo caso.
"Oh. Scusate, mi avevano detto che era libero." Disse l'agente che sembrava non aver visto niente dei baci.
"Oh, si certo, ora usciamo, dovevo  discutere con Jane" disse Lisbon seriamente.
Detto questo uscirono di fretta dalla stanza.
"Sei terribilmente sexy quando fai la seria." Disse Jane una volta fuori nel corridoio.
Lisbon gli tirò una leggera gomitata sui fianchi e accelerò il passo.
"Era un complimento" disse Patrick.
Teresa si voltò, rise e si diresse verso la stanza dove gli altri stavano ancora lavorando.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Grazie per le vostre recensioni, spero che anche questo capitolo vi piaccia.
Buona lettura,
Angele 



3.
"Oh, Teresa, è arrivato questo per te." Disse Kim mostrando una valigia. 
Era la sua valigia. Le uniche cose che erano ancora a Austin.
"Grazie." Rispose sorridente.
"Io vado, ricomincio solo dopodomani." Aggiunse Teresa.
"Ci vediamo, ciao" rispose Fischer sorridente.
Teresa uscì e aspettò davanti all'ascensore.
Nella stanza entrò Jane.
"A domani."disse rivolto a quelli che erano ancora li, e si avviò anche lui verso l'ascensore.
Le porte si aprirono ed entrò con Lisbon.
"Non faccio la seria, sono seria" disse Teresa una volta che le porte si erano chiuse.
"È la stessa cosa" disse Jane ridendo.
"No!" Insistette Teresa.
Jane la strinse a se.
"Come vuoi" disse ridendo.
La baciò di nuovo, teneramente, fino a quando le porte si aprirono e uscirono assieme.
L'auto di Lisbon era stata riportata a Austin, come pure il veicolo federale che Jane aveva usato per raggiungere Lisbon all'aeroporto.
Lisbon stava per raggiungere la sua auto lasciando Patrick solo dietro di lei. 
"Patrick? Hai veramente voglia di dormire solo nel tuo camper?" Disse Teresa girandosi verso di lui.
Jane restò fermo con i suoi occhi che avevano quasi la forma di cuori.
"perché no?" Rispose lui stando al gioco.
"Come vuoi..." Disse lei voltandosi e aprendo la sua macchina.
Aprì la portiera da parte al sedile del conducente girandosi verso Jane come per invitarlo a venire e in seguito andò dall'altra parte della macchina, aprì la portiera e si sedette al volante.
Patrick si avviò verso la macchina di Teresa ed entrò.
"Hai fatto bene." Disse lei una volta che tutti e due erano dentro, si avvicinò a lui e lo baciò, brevemente, ma Patrick non sapeva più resistere a quei baci che aveva aspettato da molto. La baciò anche lui, più a lungo, più teneramente, era sua. 
Teresa accese la macchina e uscirono dal parcheggio del FBI.
"Dove andiamo?" Chiese Jane.
"A casa mia" rispose lei.
"Ce l'hai ancora? Non l'avevi messa in vendita?" Chiese lui.
"Si ma non l'ha comprata nessuno per ora quindi l'ho recuperata." Rispose senza distogliere lo sguardo dalla strada.
Jane la guardò ridendo.
"Cosa? è vero!" Disse Lisbon sulla difesa.
"Ok, ok." Rispose Patrick che rideva ancora.
Teresa accelerò per arrivare più in fretta a casa.
"Cibo? Mobili?" Chiese Jane.
"I mobili ci sono ancora in parte. Marcus ne aveva comprati nuovi. Per il cibo vediamo, possiamo ordinare qualcosa." Rispose Teresa sempre concentrata sulla strada.
Arrivarono a casa di Lisbon dopo circa 4 minuti.
Lisbon scese dalla macchina e ritrovò il suo atteggiamento misterioso e 'terribilmente sexy', come lo avrebbe definito Jane.
Ora però Jane voleva parlare, scese anche lui dalla macchina e seguì la sua amata.
Entrarono in casa. 
"E ancora tutta... Voglio dire, tutti i mobili sono ancora qui!" Disse Patrick sorridendo.
"Te l'ho detto, l'avevo messa in vendita con i mobili, Pike non li voleva per la nostra futura casa." Rispose lei senza guardarlo.
"Una casa così è il paradiso! Non dirmi che nessuno era interessato!" Continuò Jane sempre più divertito "Oh! Mi fa piacere, sono veramente felice Teresa." Disse lui sincero.
"Cosa?" Disse lei fingendo di arrabbiarsi. 
Per tutta risposta lui la baciò teneramente.
"Non hai mai messo in vendita la casa vero? L'hai sempre tenuta!" Disse una volta staccato da lei. 
"Vorrei però sapere perché..." Disse sempre più contento.
"Pff... Quante cose inventi? Non riesci più a 'leggere in me come in un libro aperto', sono cambiata." Rispose lei voltandosi.
Poi però si rigirò e si avvicinò a lui.
"Senti... Se non avevi fatto niente sarei tornata io comunque Patrick, sarei tornata qui, da te, per il semplice fatto che sono pazza di te. Aspettavo che tu facessi il primo passo, se non l'avresti fatto, l'avrei fatto io..." Disse finendo la frase vicinissima a lui.
Le loro labbra erano vicinissime e Jane avvicinò ancora di più le sue finché non si toccarono. La baciò di nuovo, con passione. Voleva stringerla più forte ce poteva, voleva dirle quanto era importante per lui. 
Voleva dirle che ci sarebbe sempre stato per lei, che non l'avrebbe mai abbandonata, che sarebbe stato sincero e che era la cosa più importante al mondo per lui, ma non sapeva come dirlo. 
"Io..." Cominciò Jane. "Ho fatto il primo passo all'ultimo momento, lo so, mi dispiace. Avevo paura che non mi volevi, paura di essere rifiutato." 
Lisbon non disse niente, non voleva sentire quello, aspettava altro.
"E difficile per me parlare dei miei sentimenti..." Continuò Patrick. "Ma ti amo, veramente, ti amo." Con questo terminò, lasciando Lisbon un po' delusa di aver sentito solo questo.
Lo baciò comunque, a lungo, volevo sentire le sue labbra contro le sue, e niente di più per ora.
Teresa si staccò infine. "Cosa vuoi mangiare?" Chiese a Jane. 
"Sai cosa? Non voglio mangiare qui." Rispose Patrick. "Ti porto in un ristorante." Terminò felice.
"Mi porti? E con cosa?" Disse sorridendogli e avvicinandosi.
"La donna più bella del mondo vorrà sicuramente prestarmi la su auto." Rispose sorridendo ancora più di lei e baciandola.
"Prova a chiederglielo." Continuò Teresa.
"Teresa mi presteresti la tua auto per portarti in un luogo stupendo?" Chiese lui con un'aria seduttiva.
Teresa rise e gli porse le chiavi della sua auto che aveva ancora in mano.
"Se è chiesto così." Disse lei ridendo prima di baciarlo di nuovo.
"Ho solo questi vestiti Patrick!" Disse Teresa. "E vorrei anche fare una doccia." 
"Certo." Disse Jane. "Abbiamo il tempo".
La casa di Lisbon era molto grande e c'erano due doccie, così che i due potessero essere pronti più in fretta.
Jane fu pronto per primo e mentre aspettava la sua amata, si preparò un tè. 
Aspettò ancora pochi minuti finché Teresa scese dalle scale nel magnifico vestito verde che Patrick le aveva appena offerto.
"Wow." Fece Jane vedendola. "Sei... stupenda!" Disse felice.
Era veramente stupenda, il vestito le stava benissimo e i suoi capelli sciolti ricadevano in leggeri boccoli sopra alle sue spalle. 
"Grazie." Rispose lei sorridendo a sua volta.
Patrick andò a riportare la tazza di tè che aveva in mano in cucina e tornò da Lisbon.
"Vieni, andiamo." Disse lui prendendole la mano.
La portò fino nella macchina, dove la fece sedere accanto a lui.
"Guida bene." Disse Teresa seriamente.
"Come sempre." Rispose Patrick ridendo.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Grazie mille per tutte le vostre recensioni, mi hanno fatto molto piacere.
Questo capitolo lo dedico soprattutto alle fan della coppia Jisbon, contiene scene dolci, spero che vi piaccia.



4.
Jane guidò per circa un'ora e arrivato alla sua destinazione, parcheggiò l'auto.
Erano arrivati in riva all'oceano, sulla spiaggia, una spiaggia tranquilla e silenziosa.
"Andiamo prima al ristorante." Disse Jane cominciando a camminare sulla spiaggia.
Poco più in la si situava un magnifico ristorante di lusso in riva all'oceano, l'edificio era moderno e la terrazza avanzava al di sopra del mare.
"Wow." fece Lisbon una volta visto il ristorante.
Faceva buio sulla spiaggia e il ristorante era completamente illuminato, come pure la spiaggia che lo circondava.
"È stupendo Jane, grazie" disse sorridendo al suo uomo. 
"Non hai ancora visto tutto." Rispose Jane con un leggero sorriso.
Teresa sorrise a suo turno e i due si avviarono verso il ristorante. 
Una volta arrivati davanti all'entrata, Lisbon notò quanto era grande il ristorante e lasciò sfuggire un sospiro,
impressionata.
L'interno era molto moderno e lussuoso, i tavoli erano decorati molto bene e i piatti che venivano portati dalla cucina ai tavoli era impressionanti.
"Abbiamo riservato." Disse Jane a un cameriere che di avvicinò a loro. "Jane" aggiunse.
"Ah si, Jane: due persone, sulla terrazza, giusto?" Chiese senza aspettarsi una risposta.
"Seguitemi." Disse incamminandosi verso il tavolo della coppia.
I due lo seguirono e il cameriere li portò ad un tavolo tranquillo sulla terrazza.
La vista era impressionate, il tavolo era un po' isolato ed era quello più in fondo alla terrazza, con la vista sull'oceano stupenda. 
"Vi lascio accomodare." Disse il cameriere con un sorriso.
"Jane grazie! È troppo!" Disse Lisbon una volta essersi seduta.
"Averti qui con me non ha prezzo." Rispose Jane sorridente.
Lisbon arrossì leggermente, anche per lei non aveva prezzo avere Jane con lei, però non glielo disse e si limitò a sorridere.
Patrick la fissò intensamente a lungo, avrebbe voluto allungarsi fino a poter baciare la sua amata, ma le candele in mezzo al tavolo glielo impedivano.
"Mi scusi." Li interruppe un cameriere. "Avete scelto?" Chiese riferendosi al menù.
"Allora, si." Cominciò Jane. "Io prendo il menù del giorno." Disse. 
"E per la signora?" Chiese il cameriere.
"Lo stesso." Rispose Lisbon con un sorriso.
"Avete un vino tipico di qui?" Chiese poi Jane.
"Certo," rispose il cameriere "posso portarvi una bottiglia di rosso tipica." Aggiunse partendo dal tavolo.
Una volta il cameriere via Jane sorrise a Lisbon, moriva dalla voglia di baciarla.
Avrebbe potuto alzarsi e andare a baciarla, ma si sarebbe sentito un po' stupido.
Quello che non sapeva è che anche Teresa, guardandolo da dietro i suoi magnifici occhi verdi moriva dalla voglia di sentire le sue labbra appoggiate su quelle di Patrick.
Si guardarono negli occhi a lungo.
Era qualcosa di stupendo, poter finalmente essere l'uno con l'altro, mano nella mano, baciarsi e vivere come una coppia normale.
Teresa distolse il suo guardo da Jane per poter guardare l'oceano da parte a loro, sembrava infinito, con il sole che era quasi scomparso del tutto dietro ad esso.
"È.. Stupendo!" Sussurrò Lisbon con gli occhi sempre fissi sull'oceano.
Patrick sorrise, rendere felice Teresa, portarla a cena come una persona "normale", farle piacere, erano tutte sensazioni che lo facevano sentire meglio, più "umano".
Ora voleva parlare, voleva dirle che era cambiato, che non le avrebbe mai più mentito.
"Teresa..." Cominciò, ma venne interrotto dal cameriere che portò i piatti sul tavolo.
Era l'entrata, ma i piatti erano enormi e sembravano più opere d'arte che piatti, erano decorati accuratamente e il cibo sembrava buonissimo. 
"Ecco la bottiglia" disse il cameriere aprendo una bottiglia di rosso.
"Fatemi sapere cosa ne pensate." Disse riempendo i bicchieri dei due amanti per un terzo.
Lo assaggiarono, era squisito.
"Buonissimo, perfetto." Disse Jane con un sorriso al cameriere.
"Bene, buon appetito." rispose riempendo di nuovo il bicchiere di Jane.
Dopodiché se me andò, ma Jane aveva perso la sua ispirazione.
"Buon appetito amore" disse solamente.
Amore, Lisbon arrossì leggermente a questa parola, non era troppo? Detto da Jane in più le sembrava quasi divertente.
"Salute" disse Teresa alzando il suo bicchiere.
"Salute" rispose Jane facendo esattamente lo stesso movimento e facendo fare ai due bicchieri un tintinnio.
I due mangiarono l'entrata e tutti i piatti che vennero portati in seguito, ed erano tutti squisiti.
Finirono la cena verso le dieci di sera e i due decisero di lasciare il ristorante per andare a fare una passeggiata lungo l'oceano.
"Era buonissimo, grazie mille." Disse pagando l'addizione al cameriere.
Una volta pagato il conto i due uscirono dal ristorante e ritrovarono la magnifica spiaggia illuminata.
Camminarono mano nella mano sulla spiaggia e mentre camminavano, Teresa spinse Patrick che perse l'equilibrio e arrivò vicinissimo all'acqua.
"Mancato!" Disse guardando Lisbon con un sorriso.
Si rialzò e sollevò Teresa da terra, spingendola verso l'acqua.
"No!" Gridò lei ridendo, ma era troppo tardi, Lisbon ebbe appena il tempo di gridare "no", e si ritrovò in acqua, bagnata dalla testa ai piedi.
Guardò Patrick con un'aria di sfida.
Jane era accovacciato vicino all'acqua e rideva.
"L'acqua non è troppo fredda?" Disse ridendo.
"Scoprilo tu!" Disse trascinandolo dalla cravatta con forza e facendolo cadere in acqua sopra di lei. 
Gli prese la testa con una mano e senza esitare lo baciò, le sue labbra erano umide e salate a causa dell'acqua e Teresa lo baciò a lungo senza rendersi conto di essere ancora totalmente in acqua.
Il calore del corpo di Jane a contatto con il suo, le bastava a farle dimenticare la bassa temperatura dell'acqua dell'oceano, e doveva essere anche così per Jane visto che appena si staccò da lui, Patrick la riportò contro di lui per baciarla di nuovo.
Se fosse passata altra gente su quel pezzo di spiaggia avrebbero subito notato Jane e Lisbon e li avrebbero presi per dei pazzi, ma non era importante, l'importante per Lisbon era essere amata da Jane e per Jane era essere amato da Lisbon. 
Dopo un'infinità di baci immersi nell'acqua, i due decisero finalmente di uscire dall'oceano, e si sedettero sulla spiaggia, malgrado tutta la sabbia che restava appiccicata ai loro corpi bagnati.
Teresa appoggiò la testa sulla spalla di mano e sorrise guardando l'orizzonte mentre Jane prese la sua mano.
Restarono appoggiati l'uno contro l'altro, mano nella mano, a lungo finché Jane si decise a parlare. 
"Teresa..." Cominciò.
Lisbon non disse niente, aspettando qualcos'altro.
"Non ho mai saputo come dirtelo, ma sei la cosa più importante che ho, ci sarò sempre per te, non ti abbandonerò mai..." Si fermò un attimo per riflettere. 
"Voglio che tu sappi che potrai sempre fidarti di me, che non ti mentirò più, e sarò sempre sincero." Continuò sicuro di se.
Teresa sorrise e una lacrima scivolò lungo la sua guancia.
"So quello che pensi, ma veramente, oggi se mia moglie tornasse in vita sceglierei te, ero un uomo diverso, tu mi hai cambiato, e ti ringrazio, mi hai fatto migliorare. Per nessun motivo ti cambierei, sei l'unica donna che amo. Mia moglie è un ricordo per me, era la donna che amava il Patrick di prima. Quando se n'è andata lei, se n'è andata anche una parte di me, ora sono diverso, la parte di me che lei amava non c'è più, e la parte di me che la amava non c'è più." Terminò convinto.
Lisbon tremava leggermente dall'emozione, Jane lo sentiva, ovviamente ed era proprio per questo che non ebbe bisogno di dire niente.
Fissava solamente l'anulare sinistro di Jane, attorno al quale scintillava un anello d'oro. 
Jane capì che quella era l'unica cosa che ora disturbava Lisbon, non voleva chiedergli di toglierlo, ma avrebbe voluto. 
Patrick fissò anche lui il suo anello, era indeciso su cosa fare, un'idea ce l'aveva ma non osava farlo. 
"Grazie Patrick..." Disse Teresa commossa dal discorso di Jane.
Tutto quello che voleva sentire l'aveva sentito e ora si sentiva più che pronta a vivere con Jane, si sentiva pronta al vero amore, pronta a tutto.
Patrick continuava a fissare l'anello che stava attorno al suo quarto foto da anni e senza riflettere troppo lo afferrò con due dita e lo fece scivolare fuori dall'anulare. Tolse l'anello senza difficoltà e sorrise, aveva già provato alcune volte a ritirarlo, senza successo, come la volta con Kristina Frye.
Lo osservò brevemente e se lo infilò in tasca, per poi ritornare ad accarezzare la mano della sua amata.
"Sai, veramente, non sei obbligato a farlo..." Gli disse gentilmente.
"Tranquilla." Le rispose sicuro lui.
Si avvicinò a lei e appoggiò le sue labbra su quelle di Teresa.
"Ora ci sei solo tu." Disse rivolgendole uno dei suoi sorrisi che uccidono.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Il capitolo è corto, ma spero che vi piaccia comunque.
A presto
Angele


5.
Teresa rise e si avvicinò a lui per baciarlo teneramente.
"Grazie, veramente." Disse lei.
Jane sorrise e la baciò di nuovo.
Aveva parlato e detto tutto quello che provava veramente alla donna che amava, che aveva sempre amato, non poteva non essere felice.
Teresa appoggiò la sua testa contro la sua, sulla sua spalla e rimase ad ascoltare il rumore delle onde.
Guardavano l'oceano, tutti e due, un contro l'altro, era un momento magico, che però non durò a lungo.
"Forse è meglio se torniamo a casa ora." Disse Teresa guardando il suo orologio.
Erano le ventitré, sarebbero arrivati circa a mezzanotte e ci sarebbe stato tutto il resto della notte per approfittare del suo letto assieme a Jane.
Patrick si alzò in piedi e alzò Teresa tirandola per le mani.
Quando fu in piedi anche lei, la portò a se stringendole la vita e la baciò con passione. 
Dopo quel bacio si avviarono mano nella mano verso l'auto di Lisbon, felici.
Guidò Patrick, rapidamente, come se fosse in fretta di arrivare in casa, e probabilmente lo era, come lo era Teresa.
Arrivarono a casa poco prima di mezzanotte, parcheggiarono e si avviarono verso la casa.
Jane appoggiò Lisbon contro la porta d'entrata e la baciò a lungo, con passione, mentre girava le chiavi di casa all'interno della serratura.
Una volta la porta aperta, Patrick portò la donna dentro senza però staccarsi dalle sue labbra e richiuse la porta dietro di loro.
Si muoveva come se fosse a casa sua, Teresa voleva la stessa cosa che voleva lui quindi la prese gentilmente per un braccio e la portò nella camera da letto di Lisbon, dove la appoggiò contro un muro e la baciò, prima di trascinarla fino sul letto. Letto nel quale Teresa si svegliò la mattina dopo, contro il corpo nudo di Jane, tra le sue braccia, con un sorriso.
Guardò la sveglia, le 8.30, Patrick doveva andare a lavorare.
"Patrick... Svegliati..." Disse sfiorandogli il petto con una mano.
Jane aprì gli occhi e guardò in direzione di Lisbon.
"Buongiorno amore." Disse con un sorriso
"Buongiorno!" Disse lei appoggiando delicatamente le sue labbra contro quelle di Patrick.
"Alzati, devi andare a lavorare tu oggi." Disse Teresa.
"Mmh..." Fece Jane con poca voglia.
"Non voglio andarci, voglio stare qui con te." Disse sorridendole.
Jane prese il suo cellulare e digitò un numero.
"Pronto?" Rispose la voce.
"Ciao Dennis.." Disse con una voce bassa e tremolante.
"Jane?" Chiese Abbott.
"Ho la febbre, non posso venire questa mattina..." Disse sempre con la sua voce da finto malato.
"Mmh... Non saresti piuttosto con Teresa?" Chiese Abbott.
"No, sono nell'airstream, ammalato." Rispose Jane.
Teresa lo guardò malamente cercando di fare segni come per dirgli di smettere.
"L'airstream lo vedo qui parcheggiato davanti alla sede..." Disse Dennis.
Jane rise.
"Ok, va bene, ho poca voglia di uscire dal letto." Disse sorridendo a Teresa.
"Smettila e vieni." Avrebbe dovuto dire Abbott, invece sorrise.
"Come vuoi, a domani." Disse, e riattaccò.
Patrick rimase a fissare il suo cellulare sorridendo.
"Grazie..." Disse anche se Abbott aveva riattaccato da un po'.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


A tutti i fan di The Mentalist, il 30 novembre ricomincia *~*

6.
Teresa rise e gli accarezzò il viso con dolcezza.
"Saggia scelta." Gli disse con un sorriso attirandolo a se.
Lo baciò a lungo, in quella casa in cui rimanevano pochi mobili e quasi nessun vestito o oggetto che potesse ricordare la presenza di una persona in quella casa.
Teresa sorrise e si sdraiò appoggiando la sua testa sul petto nudo di Jane.
"Ce ne hai messo di tempo!" Disse la donna ridendo.
"Cosa?" Chiese Jane che non aveva capito.
"Tutti questi anni passati assieme, a guardarci, a sorriderci, senza che non accada mai niente..." Rispose la donna ripensando al loro passato.
"E ce ne sono state di opportunità per far accadere qualcosa!" Aggiunse.
L'uomo rise, ripensando al loro passato.
"Già..." Disse "c'è stato un momento dove pensavi che sarebbe.. Successo qualcosa?" Chiese lui.
"Ehm... In realtà ce ne sono stati tanti.." Cominciò Teresa. "C'è stata la volta in cui eri annegato e dicevi cose... Strane. Ho veramente pensato di parlartene, forse sarebbe potuto succedere qualcosa." Disse ridendo. "Poi c'è stata la volta in cui mi hai sparato dicendomi 'ti amo', ho veramente pensato che era vero, ma quando te ne ho parlato hai cambiato argomento dicendomi che non ti ricordavi niente.." aggiunse con un lieve sorriso. "La volta in cui Lorelei ti aveva detto che mi amavi e quando il tuo parente mentalista aveva raccontato cosa stavo facendo la sera prima..." Continuò imbarazzata. "Però in ogni occasione avrei voluto sentire le tue labbra contro le mie.." Disse sorridendo.
Jane la baciò e le sorrise.
"Se vuoi sapere quando ho cominciato a innamorarmi di te, non so risponderti precisamente..." Cominciò lui. "In realtà, mi attraevi già dalla prima volta in cui ti ho vista..." Disse ridendo.
"Questa donna attraente e sexy però, pensavo di non meritarmela e così ho provato a nascondere i miei sentimenti per paura di tradire mia moglie, ma quando sentivo la tua voce, Teresa, dimenticavo tutte le promesse che mi ero fatto e poco a poco dimenticai totalmente il muro che avevo costruito per separarci..." Disse l'uomo. "Avevo paura però, molta paura. Paura di rovinare tutto dicendo qualcosa di sbagliato, e quella volta in cui ho dovuto spararti mi sono sfuggite due parole, che dovevo dirti: 'ti amo'" concluse lui con un sorriso e stringendola a se per baciarla di nuovo.
"Ci sono state due volte in cui ho cominciato a capire veramente quanto ero innamorato di te: la prima volta è stata quando Red John ha ucciso Partridge, e ti aveva disegnato lo smile sul tuo viso. Ho veramente avuto paura di perderti, una faccia così perfetta, coperta da sangue, mi aveva fatto veramente del male..." Disse l'uomo.
"E la seconda?" Chiede Teresa.
"Quando ti sei messa con Pike, più precisamente quando ho saputo che saresti partita con lui, solo qui ho avuto il coraggio di agire e di dirti tutto quello che provo.." Rispose sorridendo.
"Io invece ho sempre saputo di essere innamorata di te..." Disse la donna con un'espressione leggermente imbarazzata.
"Ero il tuo 'capo', mi vergognavo, quando mi 'arrabbiavo' con te era solamente per farti capire quanta importanza avevi nella mia misera vita, e quando fingevo di non apprezzare le tue battute o i tuoi scherzi, era solo per nascondere quello che volevo fare in realtà: ridere e baciarti." Disse lei sorridendo al suo amato.
Lui le sorrise e la baciò di nuovo, a lungo e con tutto l'amore che poteva darle.
Quando le labbra di Teresa lasciarono quelle di Jane, rimasero vicine, e gli sorrisero.
"Questo sorriso che mi ha affascinato per tutti questi anni... Queste labbra che sognavo di baciare..." Sussurrò Jane felice.
Teresa gli sorrise guardandolo con i suoi occhi luminosi e pieni di amore.
"Ora sono tue." Disse ridendo.
Patrick la baciò, approfittando di quel bacio come fosse la cosa più preziosa al mondo.
"Ti amo." Gli disse lui con un sorriso con il quale avrebbe potuto conquistare il mondo.
Lei gli sorrise, come per rispondere "grazie" o "anch'io".
Non glielo aveva mai detto, non aveva mai detto "ti amo" a Patrick, certo, gli aveva detto che anche lei lo amava, ma non aveva mai pronunciato quelle due parole. C'era come qualcosa che la bloccava, che le impediva di dirgli quelle parole.
Forse perché per lei era qualcosa di surrealistico questa relazione che aveva sognato per anni e forse non riusciva a dirgli quanto realmente lo amava.
Jane normalmente notava tutto, ma questo sembrava non notarlo, o forse semplicemente fingeva di non accorgersene.
Passarono la mattinata a casa, baciandosi e discutendo, senza nessuna preoccupazione, e il pomeriggio decisero di andare a fare la spesa per poi tornare a casa in fine pomeriggio e addormentarsi la sera presto.
Gli aspettava una dura giornata di lavoro.
Lo sgradevole suono della sveglia, fece aprire gli occhi ai due, che persero la loro espressione disturbata appena i loro sguardi si incrociarono.
Si scambiarono un dolce bacio e Teresa si alzò in direzione della sala da bagno.
Patrick seguì ogni suo movimento con un sorriso felice fino a quando la sua amata sparì dietro alla porta. 
Si sdraiò di nuovo nel letto, ma questa volta, si sdraiò dove la sua amata era sdraiata poco prima, sentendo il calore che era rimasto impregnato nelle coperte e nel materasso.
Chiuse gli occhi e sorrise per riaddormentarsi di nuovo.
"Patrick! Puoi venire tu a prepararti!" Gridò Teresa dal corridoio.
Siccome non ricevette alcuna risposta e siccome Jane non uscì dalla stanza, Lisbon entrò senza far rumore nella camera, dove trovò Patrick rannicchiato dove dormiva normalmente lei, con un sorriso stampato sulla faccia. 
Vedendo questa scena, a Lisbon sfuggì un grande sorriso e con delicatezza andò a sedersi sul letto accanto a lui.
"Patrick..." Gli sussurrò dolcemente.
Si avvicinò a lui.
"Svegliati amore." Disse sorridendo.
Jane aprì gli occhi sorridendo e la avvicinò a se per baciarla dolcemente.
"Scendo a preparare la colazione, preparati in fretta." Disse la donna teneramente.
Lo baciò di nuovo prima di staccarsi da lui e scomparire di nuovo nel corridoio.
Jane sentì i suoi passi leggeri mentre scendeva dalle scale e la sentì arrivare in cucina, dove aprì lo scaffale delle tazze e sentì le due che aveva tirato fare un leggero rumore quando Teresa le appoggiò sul tavolo. 
Jane sorrise pensando alla sua amata che le stava senza dubbi preparando un te.
Li sapeva fare buoni quasi quanto lui, forse si era allenata a preparare tè, aspettando il giorno in cui avrebbe potuto prepararne uno per Jane, nella sua casa, nella loro casa.
Patrick si decise finalmente a scendere dal letto e si avviò verso la sala da bagno, dove si preparò in fretta e scese per raggiungere la sua donna, che come Jane aveva previsto, aveva preparato due tè.
Teresa non ne era mai stata una grande fan, del tè, ma da quando conviveva con Jane si era abituata a berne anche lei.
Erano seduti uno di fronte all'altro, e Patrick allungò la sua mano per andare a prendere quella di Teresa, che accarezzò con dolcezza. 
"Ehi..." Disse vedendola leggermente pensierosa.
"Andrà tutto bene!" Le disse cercando il suo sguardo.
Teresa si limitò a sorridergli, ma c'era qualcosa che la turbava.
"Teresa... Puoi parlarmi se vuoi..." Disse l'uomo alla donna che stava di fronte a lui.
"No... Cioè, non è niente..." Rispose lei fingendo di stare bene.
"È solo che mi sento in colpa..." Aggiunse la donna.
"Quello che ho fatto a Pike... Gli ho spezzato il cuore, sono stata la peggior fidanzata che si possa avere..." Aggiunse lei con un espressione triste.
"Ehi... La colpa è anche mia! Sono stato io a convincerti di restare! Ok.. Per Pike non è stato bello, certo, ma pensi che tu saresti felice a Washington con lui ora?" Chiese l'uomo.
"Hai ragione, grazie..." Disse la donna sorridente.
Non era convinta, ma per oggi quella risposta la convinceva.
Finirono di fare colazione e uscirono di casa.
"Oh! Ho dimenticato le chiavi della macchina!" Disse Teresa cercando nelle sue tasche.
"Però le avevo prese... Ne sono sicur..." Non ebbe il tempo di terminare la frase perché realizzò quello che era successo e guardo Jane ridendo.
"Ok, ridammi le chiavi per favore!" Gli disse.
Patrick le prese e entrò in auto.
"Guido io!" Disse felice.
Teresa alzò gli occhi al cielo ridendo.
"Jane..." Sussurrò sorridendo.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2787519