Let me be your last first kiss.

di ximarenegade_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Go Back Home. ***
Capitolo 3: *** Wedding. ***
Capitolo 4: *** Alive. ***
Capitolo 5: *** Same Mistakes. ***
Capitolo 6: *** Lies. ***
Capitolo 7: *** Clarity. ***
Capitolo 8: *** Alone. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


ATTENZIONE QUESTO È IL CONTINUO DELLA STORIA 'Please, stay with me' CONSIGLIO DI LEGGERLA PRIMA DI LEGGERE QUESTA


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Harry's pov.
 
Mi svegliai con un forte mal di testa, uno dei tanti che ormai mi accompagnavano da qualche anno ogni domenica mattina, provocato dai numerosi alcolici che mi scolavo ogni sabato sera prima di andare a letto con una delle tante ragazze che incontravo per pub o discoteche.
Mi tirai su lentamente e dolorante, con una mano appoggiata sulla fronte, e mi voltai alla mia sinistra, una ragazza dai lunghi capelli biondi dormiva profondamente. Alzai lo sguardo e presi a guardarmi intorno: un'altra delle solite case che non conoscevo e non ricordavo minimamente.
Tentai di alzarmi dal letto cercando di non fare alcun rumore, ma per quanto mi sforzai la ragazza si svegliò e si voltò verso di me.
"Già te ne vai?" disse con voce impastata dal sonno e dispiaciuta.
"È tardi." risposi freddamente afferrando i pantaloni dalla sedia.
Lei si voltò a guardare l'ora. "Sono le otto del mattino, vieni qui a coccolarmi." mi supplicò.
Era strana, l'avevo conosciuta la sera prima e non ricordavo nemmeno il suo nome, e lei si rivolgeva a me come se ci conoscessimo da sempre.
"Non posso" risposi infilando le scarpe.
"Almeno mi prometti che mi chiamerai?" disse alzandosi e venendo verso di me ancora nuda. "Non mi dimenticherai non appena varcherai la porta, vero?" aggiunse afferrandomi la mano e portandola sul suo seno, che io prontamente ritrassi.
"Kat-" mi bloccai. Aggrottai la fronte e mi maledissi mentalmente per aver chiamato, per la milionesima volta, qualcuno con il suo nome.
"Kate? Ancora? È tutta la notte che mi chiami così, sono Sarah..." abbassò lo sguardo. 
"Io sono Harry" dissi con indifferenza. "Comunque, non ho intenzione di avere alcuna relazione seria" dissi prendendo infine il cellulare e voltandomi verso l'uscita.
"Chi ti dice che io invece la voglia?" mi sussurrò all'orecchio guardandomi successivamente con sguardo malizioso ed iniziando a sbottonarmi al camicia.
"Sarah, non so se sia il caso." cercai di allontanarmi, ma lei iniziò a baciarmi il collo scendendo sempre più verso il basso, non provavo nulla per lei, ma mi faceva provare un'immenso piacere, ed ormai era l'unica cosa che per me contava trattandosi di ragazze. "Al diavolo." gettai il cellulare sul tavolo, presi Sarah in braccio, e mi fiondai sul letto, ritrovandomi sopra di lei.


Kate's pov.

"Insomma amore, perché non vuoi tornare dove vivevi prima? Sono due anni e mezzo che stiamo assieme, mi piacerebbe conoscere meglio la tua famiglia, i tuoi amici.. e visitare il posto in cui sei cresciuta." disse Mike accarezzandomi una guancia.
"Ne abbiamo parlato mille volte," sbuffai "Hai conosciuto mia madre e mio fratello quando sono venuti qui.."
"In realtà questa è la seconda volta che ne parliamo... la prima volta hai cambiato argomento.." trasse un sospiro profondo e si sedette sul divano accanto a me. "Kate sai che puoi dirmi tutto, c'è un motivo per cui non vuoi tornarci.. vorrei saperlo, se non ti dispiace ovviamente"
Cosa dovevo dirgli? "Sai, quattro anni fa stavo con un ragazzo, per cui provo tutt'ora qualcosa, ed io sono partita promettendogli di tornare dopo qualche mese da lui, ed invece non mi sono più fatta sentire"? 
Assolutamente no. Stavo già troppo male con me stessa, non potevo dare anche questo peso a lui.
Rimasi in silenzio, senza rispondere, e ricominciando a pensare ad Harry, a come mi ero comportata, allo sbaglio che avevo commesso. Non che rimpangessi del tutto la scelta che avevo fatto, probabilmente avevo migliorato la vita di Harry andandomene via, anzi, ne ero praticamente sicura al cento per cento, e poi questo viaggio mi aveva permesso di conoscere Mike, il mio attuale ragazzo.
Era dolce e premuroso, e in molti dei suoi atteggiamenti rivedevo Harry, forse per questo avevo iniziato a provare interesse in lui all'inizio, ma in due anni si è sempre dimostrato una persona fantastica, e non avrei potuto desiderare di meglio
Mike mi fece tornare alla realtà richiamandomi. 
"Kate..-" fu interrotto dal citofono. "Vado io, aspetta" 
"È il postino, scendo e arrivo subito." disse mostrando un dolce sorriso, al quale io risposi allo stesso modo.
Poco dopo tornò con in mano una lettera, lo guardai stranita. "A Quanto pare qualcuno si sposa dalle tue parti" rispose "una buona occasione per andarci" aggiunse ammiccando.
"Idiota" dissi scuotendo la testa e ridendo, e avvicinandomi a lui incuriosita.
Lessi il nome dei due sposi e rimasi scioccata. "COSA?" esclamai.

Harry's pov.

Era mezzogiorno e finalmente ero tornato a casa. 
Quella ragazza mi aveva sfinito, sia fisicamente che mentalmente, tanto che le lasciai addirittura un numero falso.
Non ero soddisfatto di ciò che facevo, ma non avevo ragioni per comportarmi meglio. Tutte le ragazze sono uguali, tutte approfittatrici, e pure quando mi ero convinto di aver trovato quella giusta, lei mi aveva dato una delle peggiori delusioni. Diamine, dovevo smetterla di pensare a lei, ma mi era impossibile. Tutto mi ricordava lei, o anche se nulla ma la ricordava, cominciavo a pensarla comunque. 
Sapevo che provavo ancora qualcosa per lei, ma assolutamente non volevo.
Entrai nella hall del palazzo in cui ero andato a vivere, controllai la posta e notai una busta. Sfilai le chiavi dalla tasca dei jeans ed aprii: un invito ad un matrimonio.
"Non andrò" pensai indifferente, ma curioso decisi di aprire comunque la busta.
Chiamai l'ascensore, e quando vi entrai aprii la busta e cominciai a leggere. 

I sottoscritti Cory Collins e Lea Michele 
ti invitano a celebrare il loro matrimonio
il giorno 24 gennaio..

Smisi di leggere la lettera, e mi concetrai sui due nomi.
Ma questo significa che... Kate!

 
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Sono tornata! yee
Non fateci l'abitudine, non ho molto tempo da dedicare a efp come avrete notato, mi dispiace molto, ma quest'anno sono in terza, ciò significa materie di indirizzo e nuove materie di studio in più.. un suicidio!
Mi dispiace se impiegherò tantissimo ad aggiornare, ma non posso fare altrimenti :c

Tornando a noi... questo è una specie di prologo, difatti non è chissà che quanto lungo.. era per far capire come erano andate le cose, e come stavano andando avanti le vite di Harry e Kate..

Non sono mai stata una dalle tante parole, quindi non so cos'altro dire..
fatemi sapere cosa ne pensate :)
Cercherò di aggiornare il prima possibile! baci ♥

 










 

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Capitolo 2
*** Go Back Home. ***


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Go Back Home.
Pov. Kate

Eccolo. Il tanto atteso giorno della partenza era arrivato, ed io non ero mai stata così nervosa in tutta la mia vita. Migliaia di domande mi vagavano per la testa, ma il pensiero fisso era uno solo, ed aveva un nome: Harry Styles.
Ci eravamo appena imbarcati sull'aereo, ed avevamo raggiunto i nostri rispettivi posti.
Mike mi parlava, ma io non lo sentivo, i miei pensieri in quel momenti erano più forti di qualsiasi altra cosa al di fuori della mia mente.
Mi ritrovai, con lo sguardo perso al di fuori del finestrino, a sospirare in continuazione, facendo indubbiamente insospettire il mio ragazzo. 
"Kate, è tutto a posto?" chiese con tono preoccupato.
Nessuna risposta. "Amore, cosa succede?" insistette, portando una mano sui miei capelli e prendendo ad accarezzarli. Quel gesto mi riportò alla realtà. "Ehm, scusa, hai detto qualcosa?" mi sforzai di sorridere, ma quel che uscì fu solo una smorfia. "Kate, tu mi stai nascondendo qualcosa, e credo anche di sapere di cosa si tratta" disse voltandosi verso di me, voleva affrontare l'argomento, e quella volta non avrei avuto scampo. "Cosa intendi?" feci finta di nulla. "Vorrei che mi spiegassi il motivo per cui non vuoi tornare dove vivevi, c'è qualcosa che ti blocca" affermò. "Ma figurati, cosa dici?" mi feci scappare una piccola risata isterica, che cercai di camuffare con qualche finto colpo di tosse. "Sei sicura?" lo chiese con il tono di chi non voleva più insistere, ovviamente non avevo un futuro come attrice e quindi aveva capito che qualcosa non andava, ma avevo apprezzato il fatto che non avesse insistito.
Le dieci ore di aereo sembravano interminabili, non parlammo quasi per niente, Mike riuscì a dormire, mentre io rimasi sveglia tutto il tempo.
Avevo l'immagine del volto di Harry fissa nella mente, ne ricordavo ogni minimo particolare, dagli occhi del colore del mare, al suo splendido sorriso che spesso e volentieri diventava la ragione del mio, a quelle dolci fossette a cui anni prima non riuscivo a resistere.
Mi chiedevo come in quattro anni potesse essere cambiato, sia fisicamente che caratterialmente.
Quando parlavo con Cleo e Zayn rispettavano sempre la mia volontà ed evitavano di parlarmi di lui.
Mi domandavo anche come fosse la sua nuova vita, e perché no, la sua nuova ragazza.
Ero certa che dopo essere andata via gli avessi reso la vita migliore, ero certo che ovunque fosse, era felice.

Le dieci ore terminarono, e finalmente l'aereo atterrò nell'aeroporto di Chicago. Non sapevo chi sarebbe venuto a prenderci all'aeroporto, ma una piccola parte di me sperava in tutta la vecchia compagnia, compreso Harry. 
Svoltammo l'angolo, e arrivati all'uscita vidi finalmente un volto conosciuto: Zayn.
Lasciai scivolare a terra le valige e gli corsi in contro per abbracciarlo. "Mio dio quanto mi sei mancato!" lo strinsi, erano almeno due anni che non lo vedevo, era venuto a trovarmi in Italia insieme a Cleo, due volte, ma a causa del lavoro non erano più riusciti a venire. "Principessa!" sciolse l'abbraccio e mi squadrò dalla testa ai piedi e aggiunse "Certo che skype non ti rende giustizia, sei sempre più bella." mi lasciai scappare una risata imbarazzata, dopodiché dietro di lui vidi comparire il resto della vecchia compagnia, e li raggiunsi, mentre Zayn si diresse verso Mike. C'erano Cleo, Perrie, Liam, Louis, Niall e perfino Lyssa, ma di Harry nessuna traccia, lo cercai con lo sguardo, ma nulla. Salutai tutti, e raccontai velocemente come era stata la mia vita in quei quattro anni, poi salii in macchina con le ragazze, mentre Mike andò con Zayn e Liam.
La strada fino ad Elmwood Park era lunga, ed io e le mie vecchie amiche avevamo molto da raccontarci, anche se, per qualche strana ragione, il primo argomento fu Harry.
"In questi quattro anni non lo hai più sentito?" chiese Lyssa. "No. Non ho avuto il coraggio.." dissi lasciandomi scappare un profondo sospiro. "Sarò diretta.. cosa provi quando pensi a lui?" domandò invece Perrie. "La stessa cosa che provavo quattro anni fa.." dissi abbassando lo sguardo, ma sentendomi finalmente meglio per averlo detto a qualcuno. "Perché sei andata via allora?" questa volta la domanda la fece Cleo, che era stata zitta quasi tutto il tempo. "Per scappare." risposi. "All'inizio doveva essere per pochi mesi, lo sapevate anche voi. Ma più pensavo a come sarebbe stato il mio ritorno qui, più pensavo a come avrei dovuto affrontare Harry, e gli altri problemi che c'erano qui, più avevo paura. Lontana da tutto e da tutti mi sentivo tranquilla. Poi ho conosciuto Mike.." cercai di giustificarmi, ma dette ad alta voce queste giustificazioni sembravano terribilmente stupide, ma la verità era quella, e per quanto mi fossi pentita, non potevo cambiare le cose. "A proposito, con lui come va?" continuò Perrie. "Molto bene, è un bravo ragazzo" sorrisi debolmente, mi sentivo in colpa a pensare così tanto ad Harry, e così poco a lui. "Lo ami?" "Credo di si. Lui mi ama davvero, fa tanto per me" risposi, non convinta. "La domanda non era questa... a proposito cosa ne pensa del fatto che tu possa incontrare Harry da un momento all'altro?" Perrie continuava a fare domande a raffica, ma la capivo, erano anni che non parlavamo, anche se quando parlavo con loro mi sembrava di non essermene mai andata. Non risposi, e cercai di cambiare argomento, quando tutte e tre si girarono verso di me ed insieme esclamarono "Non glielo hai detto?!" 
"Perrie per favore guarda la strada!" dissi allarmata. "Non ce la faccio. I ricordi fanno male, cercavo di andare avanti, ma non ce l'ho fatta." continuai. Cleo mi sorrise cercando di rassicurarmi.
Nel frattempo l'auto si fermò davanti a casa di mia madre e del suo compagno Chris, dopo qualche mese dalla mia partenza si misero ufficialmente insieme e si sposarono, non fecero alcuna cerimonia, quindi io rimasi in Italia sommersa negli studi.
Mi accompagnarono fino a davanti al portone, aiutandomi con le valigie, e prima di salutarmi Cleo mi disse "Contando che sono le nove di mattina direi che hai dodici ore per riposarti e prepararti" la guardai confusa.
"...Per cosa?" domandai non capendo a cosa si riferisse. "Sta sera si esce! E niente storie, noi ragazze abbiamo bisogno di stare un po' insieme, il matrimonio è dopo domani, e tu stai pochi giorni.. dobbiamo approfittarne" stavo per obbiettare quando la mia amica aggiunse "Non era una domanda, era un ordine. Rilassati con i tuoi, ci vediamo più tardi!" mi abbracciarono tutte e mi salutarono, non riuscii a dirle di no.



Pov. Harry

Il giorno del matrimonio si stava avvicinando, ed io non riuscivo a togliermi Kate dalla testa. Non ero più uscito nemmeno per i pub, e non ero più stato con alcuna ragazza. Non mi riconoscevo quasi più e non capivo il perché. Non avevo mai amato nessun'altra ragazza come avevo amato lei, ma nessuna, allo stesso tempo, mi aveva distrutto in tal modo.
Ci provavo davvero ad odiarla, ma non ci riuscivo. Tutto l'odio che provavo verso quello che mi aveva fatto, lo sfogavo sugli altri. Mi ero costruito di nuovo delle mura intorno. Avevo allontanato amici, e perfino la mia famiglia. Lavoravo controvoglia in un bar sotto casa mia, dove guadagnavo abbastanza bene, in centro di Chicago, avevo tutte le ragazze che volevo, ma niente di ciò mi bastava.
Niente riusciva a colmare il vuoto che lei mi aveva lasciato.
Mi sentivo patetico a pensare in questo modo, ma non potevo farne a meno, non dopo aver saputo del matrimonio, non dopo aver saputo che forse l'avrei rivista. Dovevo parlarle. Dovevo sapere perché. Perché mi aveva abbandonato?
"Harry, il tuo turno è finito da un pezzo, e stai pulendo lo stesso tavolo da mezz'ora, non dovresti tornare a casa?" Sophia, la anziana proprietaria del bar, mi riportò alla realtà. La guardai e feci cenno di sì con il capo. Dopo aver preso tutta la mia roba, la salutai e uscii dal locale.
Erano le sette di sera, ed era stata una giornata stressante, così tornai a casa. Appena varcata la porta il cellulare prese a squillare, guardai il display e non riconobbi il numero, così risposi.
"Pronto?"
"Hei bello, hai visto? Non ti libererai così facilmente di me" disse una voce femminile che non riuscivo a riconoscere.
"Tu saresti...?" risposi confuso.
"Sono Sarah! Ma come, già ti sei dimenticato della nostra avventura di pochi giorni fa?" subito ricordai la ragazza bionda con cui ero stato alcune notti prima, e a cui avevo dato un numero falso.
"Come fai ad avere il mio numero?" chiesi subito.
"Ho chiesto in giro" rispose in modo vago. "Senti, sta sera hai voglia di uscire a bere qualcosa?"
Avrei voluto dire no, ma non ne potevo più di passare le giornate, e specialmente le nottate, chiuso in casa, così accettai. "Bene, alle nove al solito pub, ciao tesoro" quella ragazza un po' mi metteva ansia, ma decisi di non pensarci troppo. 
Mi feci una lunga doccia, mi preparai e poi uscii di casa.

La serata stava procedendo normalmente, tra vodka, sigarette, e flirt. Ancora pochi minuti e ci saremmo diretti verso casa sua. Come previsto, mi prese per mano ed iniziò a farmi strada verso l'uscita, quando qualcosa di imprevisto accadde, lasciai andare la mano di Sarah,  lei continuò ad avanzare senza accorgersi che non le stavo più andando dietro.
Mi bloccai.
Anche lei si bloccò.
"Harry" mormorò incredula.
"Kate" risposi con quel filo di voce che riuscii a far uscire.

 
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Oh gosh, non ci credo! I'M BAAAACK
Kate torna a casa ed io torno su efp :')
Btw, sono ultramegasuperarci DISPIACIUTA per questo assurdo ritardo!
Spero di riuscire a continuare a scrivere, anchee perché ho un po' di idee finalmente :D
Ok, la smetto passiamo alla trama!

KATE DOPO QUATTRO ANNI È TORNATA A CASA SUA, WOHO 
E' stata abbastanza costretta, ma alla fine è cosa buona e giusta, chissà cosa succederààà!


GENTE. CALMIAMOCI UN ATTIMO.
MANCANO SEI GIORNIIIIIIIIIIIIIIIII AL 28! CHI CI SARA'? :D
Non vedo l'ora, aiuto ahah 
AH E ANCHE MENO QUATTORDICIIIIIIIIII AL 6 LUGLIO :3
Andrò anche a Torino! :D
Voi andrete in una delle tre tappe? Spero di si :)



Ora vi lascio! Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo :)
un bacio :*




 

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Capitolo 3
*** Wedding. ***


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Wedding.
 
Kate's Pov.

Era arrivato il giorno del matrimonio, ed io ero completamente devastata. Sia mentalmente che fisicamente. Dopo la sbronza di due sere prima, avevo passato il giorno dopo a vomitare, e a continuare a bere per non pensare ad Harry, a quella sera.

 
Stavo entrando nel pub, con l'intento di passare una bella serata in compagnia delle mie amiche, quando, lui era lì, era davanti a me. Harry Styles era immobile in mezzo alla folla che mi guardava, pietrificato, con un espressione mista tra sorpresa e amarezza.
"Harry." mormorai incredula.
"Kate." gli vidi pronunciare debolmente.
Rimanemmo alcuni secondi a fissarci, con nemmeno l'accenno di un sorriso, di un saluto o di nessun'altra parola. Solo il suo sguardo spento puntato nel mio, che invece non riusciva più a sostenerlo. Abbassai lo sguardo, e in qui pochi millesimi di secondo vidi lui, con la coda dell'occhio, fare un passo incerto verso di me e bloccarsi subito. Quel piccolo gesto mi diede abbastanza coraggio per continuare la mossa che lui aveva fatto, abbastanza coraggio per cercare di distruggere la barriera che c'era tra di noi.
Mancavano pochi passi. Quattro.. tre.. due.. Un solo passo ci separava ormai, quando di colpo lui abbassò lo sguardo, scosse lentamente il capo, si girò e andò via. Lasciandomi lì immobile ad osservare la scena.

Me lo meritavo, eccome se me lo meritavo. In qualsiasi caso, cosa mi aspettavo? Che sarebbe venuto a braccia aperte a dirmi 'Bentornata!'
'Sei un'idiota' continuavo a ripetermi. 
Continuavo a ripensare al suo sguardo, così freddo, così spento, così perso. Quegli occhi verdi pieni di dolore, causato dalla sottoscritta.
Eppure ero convinta di aver fatto bene ad andarmene, dandogli la possibilità di ricominciare la sua vita per il meglio, senza di me a creargli alcun tipo di problema.

Ad un certo punto sentii lo sbattere della porta di quella che una volta era camera mia, accompagnato da un "Kate! Dove sei?" da parte di Mike. La cosa mi spaventò, non gli avevo mai sentito usare quel tono.
Spaventata, uscii con cautela dal bagno, ancora in accappatoio. "Che succede?" chiesi evitando il suo sguardo, per non far notare i miei occhi gonfi dalle lacrime. 
"So tutto." mormorò sedendosi sulla poltrona, e prima che io potessi chiedere spiegazioni aggiunse "So di Harry. So del motivo per cui non sei mai voluta tornare qui. So del motivo per cui tu ti sia ridotta in questo stato negli ultimi due giorni. Insomma, come ti ho detto, so tutto." disse non più con tono arrabbiato, ma quasi rassegnato.
Rimasi a bocca aperta, non sapendo cosa rispondere, e sedendomi sul letto, di fronte a lui, cercai qualcosa da dire che non potesse peggiorare la situazione. "O almeno, so i fatti, non so nulla di come tu ti senta, e di quel che tu provi e io vorrei sentirmelo dire da te" riprese lui, notando il mio silenzio. "Michael... io.. io non so cosa dire" risposi infine, o almeno, farfugliai. "Kate, cosa provi per lui? Voglio solo sapere questo." sospirò, quasi non ne potesse più del mio silenzio, del mio essere così riservata. 
"Io.." iniziai a parlare, quando mia madre bussò alla porta e di conseguenza entrò. 
"Kate, sei pronta? tra mezz'ora dovremmo..... ah" si bloccò. " Ho interrotto qualcosa di serio?" chiese prontamente. Mike rispose subito "Veramen-" "No, nulla di cui si possa discutere dopo il matrimonio. Dammi venti minuti, il tempo di truccarmi leggermente e indossare il vestito, i capelli ho deciso di lasciarli mossi al naturale" dissi interrompendolo, e sorridendo debolmente a mia madre che ricambiò e tornò in camera di Cory ad aiutarlo con l'abito, lasciandoci soli. "Senti, ne possiamo parlare domani? È il matrimonio di mio fratello, merita il meglio, voglio passare una giornata felice." lo implorai, e lui acconsentì.
Lo ringraziai stampandogli un bacio, non molto convinto, sulle labbra, in modo da farlo rasserenare. Uscì dalla stanza ed io finii di prepararmi.

Harry's Pov.

Non ero mai stato bravo a fare i nodi alle cravatte. Forse perché non ne avevo mai avuto bisogno. Forse perché l'unica volta che la indossai fu ad una delle tante feste dove andavo con Kate, e a farmelo era stata lei. Ero nella mia vecchia camera, a casa di mia madre e del suo compagno Greg, e un mucchio di ricordi mi pervadevano la mente. Mi stavo preparando per il fatidico giorno di cui sinceramente non me ne fregava un cazzo. Non so perché stessi andando, forse mia madre aveva insistito così tanto che era riuscita a farmi cambiare idea, o forse, semplicemente ero io che volevo rivedere Kate.
Anche se due sere prima, dopo averla vista, scappai, letteralmente. Forse per paura di affrontarla, per paura delle risposte che poteva dare, o non, alle mie infinite domande. Ma io avevo bisogno di fare chiarezza, quel comportamento da finto duro stava stancando anche me.
"Harry, dobbiamo andare, sei pronto?" disse mia madre spalancando la porta di camera mia. "Wow! Non mi aspettavo che saresti stato così elegante, conoscendoti. Ma.. la cravatta.. vuoi una mano?" disse, ed io con imbarazzo dovetti accettare. "Harry.."
"Sì, mamma?" chiesi. "Stai per rivedere Kate.. come ti senti?" domandò cercando di essere il più discreta possibile.
Con indifferenza guardai l'orologio, e dissi "È tardi, dovremmo andare, tra poco dovrebbe arrivare pure Sarah, anzi, vado a chiamarla." dopodiché uscii dalla stanza e mi diressi all'auto.
Non volevo affrontare l'argomento,  non perché fosse mia madre, probabilmente era l'unica persona di cui mi fidassi ciecamente, ma semplicemente per il fatto che nemmeno io lo sapevo. O almeno, non lo avrei saputo finché non l'avessi avuta davanti. 
Chiamai Sarah, che si era gentilmente offerta di accompagnarmi al matrimonio, per vedere dove fosse. Stava arrivando. Non sapevo perché avessi accettato, e non sapevo neanche se le cose tra di noi si stessero facendo serie, sapevo solo che si stava rivelando una persona completamente diversa a quel che mi era sembrata, era una brava ragazza.

Partimmo con qualche minuto di ritardo, e quando arrivammo davanti alla maestosa chiesa, difatti, quasi tutti si erano già diretti all'interno di essa. Facemmo la stessa cosa. Entrai e la prima cosa che feci fu cercarla con lo sguardo, guardai tra le prima file, ma non c'era, stessa cosa in fondo, o al centro. Sembrava stranamente non essere presente. Dubbioso, e ancora alla ricerca del suo volto, della sua figura, andai a sedermi al mio posto, accompagnato da Sara, Greg e mia madre. 
Mi voltai alla mia sinistra e vidi Zayn e Cleo, che appena notarono la mia presenza mi salutarono un po' dubbiosi, ma sorridenti, ed io semplicemente ricambiai. Anche se la cosa mi metteva piuttosto in imbarazzo. Erano almeno tre anni che non li vedevo, così come il resto dei miei vecchi amici. A parte Louis, ovviamente. Louis era sempre rimasto al mio fianco, e spesso, quando passavo davvero il limite, lui riusciva a farmi tornare con i piedi a terra. In quel momento, il mio comportamento mi stava sembrando la stronzata più grossa che io avessi mai fatto, in alcuni periodi avevo davvero toccato il fondo, e non mi spiegavo il motivo, davvero.
Improvvisamente l'organo iniziò a suonare, ed essendo dalla parte del lungo corridoio, mi voltai nuovamente per vedere arrivare la sposa.
Nello stesso momento in cui mi voltai, passò lei, con le labbra aperte in un flebile sorriso imbarazzo, e che appena incatenò il suo sguardo al mio, e mise a fuoco il mio volto, fece spegnere.
Eccolo. Ecco il motivo del mio "aver toccato il fondo". Ecco il motivo della mia sofferenza, del nuovo muro che mi ero costruito intorno. L'amore, ma anche la delusione, più grande della mia vita. 
Ma per quanto mi avesse ferito, continuavo a provare la stessa cosa di quattro anni prima, ed il mio dubbio più grande era se per lei fosse la stessa cosa.

Kate's Pov.

Diamine, sapevo che tornando qui lo avrei rincontrato, ma non nel  giro di due giorni, e non al matrimonio di mio fratello! "Voglio passare una giornata felice" avevo detto, ecco Kate, sei stata accontentata.
Ma a quel punto la domanda che più ronzava in testa era: chi è la bionda accanto a lui? Era davvero fidanzato allora?
Ero la damigella d'onore di Lea, quindi il mio posto era accanto all'altare, con il volto rivolto verso gli invitati. Con il volto rivolto verso Harry, verso Mike. 
La cerimonia fu lunga, ma non mi persi alcun particolare, Lea era bellissima, e devo dirlo a malincuore, ma anche mio fratello, Cory, era davvero bellissimo. I loro sguardi, le loro promesse, il loro amore, tanto era perfetta quella scena, tanto mi sembrava la scena di uno di quei film d'amore, di quelli di cui esisteva solo il lieto fine.
Iniziai ad immaginarmi nei panni di Lea, magari un giorno anche io avrei giurato amore eterno alla persona che amavo, magari un giorno avrei avuto anche io il mio lieto fine. 
Iniziai ad immaginare la persona che sarebbe stata accanto a me su quell'enorme altare, la persona che mi sarebbe stata accanto fino alla fine della mia vita. Inutile dire che la persona a cui pensai non fu Michael, e la cosa mi faceva davvero sentire male, ma Harry. 
A quel punto mi voltai furtivamente verso il diretto interessato, che a quanto pare, mi stava fissando già da un po'.
La cosa mi mise in imbarazzo, così mi voltai velocemente e arrossii visibilmente, e sperai vivamente che nessuno se ne fosse accorto, specialmente.... Mike.
..Mike, che a quanto pare si era gustato tutta la scena, e dal suo sguardo non ne sembrava tanto entusiasta. Cercai di rimediare sorridendogli dolcemente, e tentando di trasmettergli quella sicurezza che nemmeno io avevo, ed effettivamente diventò visibilmente più sereno e mi rispose con un occhiolino. 
Dentro di me però, continuavo a chiedermi se Harry provasse le stesse cose che io, ancora, provavo per lui.

 
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Hei ragazze :)
Scusate il ritardo, ma come vedete sono tornata! YAAAAY
Anywaaay, a quanto pare questa è la prima parte del matrimonio, ma tranquilli, sta volta non dovrete aspettare molto per sapere cosa succederà dopo la cerimonia :)
Ho già un paio di idee, e anche abbastanza tempo a disposizione, per sbizzarrirmi un po!




RAGA, SO CHE è PASSATO QUASI UN MESE. MA I CONCERTI SONO STATI BELLISSIMI!
il primo non me lo sono goduta quasi per nulla, ero nel secondo anello e non ho visto nulla.
mentre il secondo... PORCA PUTTANA. È stato uno dei concerti migliori a cui sia stata. Ero in terza fila, avevo Harry davanti!  
Mi sono divertita un sacco, nonostante l'esser stata un po' male, e nonostante il diluvio!

I VOSTRI CONCERTI COME SONO STATI? :D

a presto, bacioni!

ps. fatemi sapere cosa ne pensate <3

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Capitolo 4
*** Alive. ***


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Alive.
 
Harry's Pov.

Durante tutta la cerimonia avevo tenuto lo sguardo puntato su di lei, cercando nei suoi movimenti, nei suoi sguardi, qualcosa che mi facesse capire cosa provasse. 
Ma nulla, era rimasta immobile con lo sguardo fisso sugli sposi, quasi impassibile. 
Ad un certo punto, però, la vidi voltarsi, con cautela, quasi per non farsi notare, verso il sottoscritto. Aspettavo solo un segno, un sorriso, uno di quei suoi sguardi che ti permettevano di leggerle dentro, ma si voltò subito, facendo finta di nulla, e giurai di averla vista arrossire.
Solo allora notai che un dolce sorriso le si aprì in volto, ma ovviamente, non destinato a me.
Cercai con lo sguardo la persona a cui stesse sorridendo, seguendo il punto su cui era poggiato il suo sguardo, e vidi un ragazzo farle l'occhiolino. Un ragazzo alto, in forma, con occhi e capelli scuri, che osservava Kate in modo amorevole, protettivo. A vederlo sembrava un ragazzo perfetto. Un ragazzo perfetto, che dopo aver distolto lo sguardo dalla ragazza, lo rivolse verso di me, lanciandomi alcune delle non migliori occhiate.

I festeggiamenti del matrimonio continuarono nell'enorme sala di un hotel che si trovava quasi al centro di Chicago, a poco più di un chilometro dal mio appartamento, difatti, probabilmente sarei tornato a casa a piedi. Il mio tavolo non era tanto lontano da quello di Kate, ma quel che continuavo a vedere di lei erano le sue spalle, ed i lunghi capelli mossi che poggiavano su di esse. Al contrario del ragazzo che non aveva smesso lanciarmi occhiatacce, e che era seduto di fronte a lei.
"Harry!" Sarah mi chiamò riportandomi alla realtà. "Che c'è?" risposi ancora distratto.
"I tuoi stanno andando a fare gli auguri agli sposi, dovremmo andare con loro." 
Allora mi voltai, e notai che il tavolo degli sposi era rivolto verso tutti gli invitati della sala, e alla sua destra c'era il tavolo del resto della famiglia di Kate. 
"Non mi sembra una buona idea." risposi rimanendo al mio posto.
"Quindi lei è la famosa Kate, eh?" domandò con il tono di una che la sapeva lunga e tornando a sedersi accanto a me. 
"Di cosa stai parlando?" feci finta di non capire, più che altro, come diavolo faceva a saperlo?
"La famosa Kate di cui parli mentre dormi, la famosa persona per cui mi scambi spesso." disse facendomi rimanere spiazzato. "Ho visto come l'hai fissata tutto il tempo, e come stai continuando a fare adesso." continuò, schioccandomi le dita davanti agli occhi, per farmi voltare verso di lei, cosa che fui costretto a fare. 
"Senti, non è il caso che tu ti metta a fare la gelosa adesso." risposi infastidito. Ci mancava solo quello. 
"Gelosa?" scoppiò in una piccola risata. "Non siamo impegnati seriamente, no? Stavo osservando la situazione, e nulla, ho solo collegato le cose." aggiunse, ed io continuai a non rispondere. Era davvero così evidente? "Sai, sono una donna, ho capito dall'inizio che nella tua vita ce n'era già un'altra, e la cosa mi sta bene." fece una pausa e poi riprese a parlare. "Io e te non siamo così tanto diversi, abbiamo più o meno lo stesso carattere, e più o meno la stessa storia" concluse.
Non ci vidi più, cosa voleva saperne lei di me? Tutte quelle inutili parole mi stavano dando sui nervi. "Non sai nulla né di me, né della mia 'storia'." risposi freddamente e alzando leggermente il tono di voce.
"Siamo entrambi stati abbandonati dalla persona che più amiamo, e per questa ragione ci siamo buttati giù, qualcosa in comune la abbiamo." mi rispose con calma, e ammiccando.
Quelle parole mi colpirono, ed improvvisamente volli sapere di più su cosa le fosse successo. "Cos'è succ-" 
"Sai qual è la cosa buffa?" domandò retoricamente lei, interrompendomi, come se non volesse parlarne. "Mi sono accorta di aver fatto tante di quelle stronzate, nell'ultimo anno, guardando te." disse infine. 
"Grazie." risposi abbastanza confuso e probabilmente offeso, insomma non mi sembrava uno dei migliori complimenti.
Lei sorrise e scosse la testa "Intendo dire.. finché si è in prima persona non ci si rende conto degli errori che si stanno commettendo, pensi solo a te stesso, non riesci a vedere oltre, e non capisci nemmeno più cosa ti stia succedendo intorno. In fondo siamo sempre bravi a dare consigli ad altri, ma mai a noi stessi. Quello che sto facendo io, invece, è dare un consiglio ad entrambi, sia a me che a te. Harry, non devi scappare, non devi stare qui in disparte ad osservarli, mentre la loro vita va avanti e la tua resta ferma. Devi ritrovare te stesso, e per farlo devi andare avanti. E per andare avanti..." "Devo andare da lei e affrontarla. Devo chiarire tutto questo casino che ho in testa" risposi, e lei sorrise.

Avevo capito cosa volesse dire Sarah, e fui colpito dal fatto che una persona, quasi sconosciuta, fosse riuscita a farmi capire in pochi minuti, quello che non ero riuscito a capire in quattro anni. E mi sentii stupido, perché anche un bambino della scuola elementare sarebbe arrivato facilmente a questa conclusione, mentre io, a causa del dolore che provavo, non riuscivo a vedere oltre le mura che mi ero costruito intorno. 
"Ora, l'unico problema è quello che sembra essere il suo presunto ragazzo." disse guardandolo e aggrottando la fronte, come per sforzarsi a trovare una soluzione.
Mi voltai verso Kate, ed era lì, con lui, tra le sue braccia, lui la stava invitanto a ballare mentre lei sembrava essere dubbiosa. Ricordai che non amava ballare, ricordai quanto ballare la mettesse a disagio e.. quello non era decisamente il momento per perdersi in vecchi ricordi. Dovevo parlare con Kate. 
Mi voltai verso Sarah, che a quanto pareva era già impegnata a fare altro: origliare la conversazione di due ragazzi dietro di lei.
Ad un certo punto vidi il suo sguardo illuminarsi. "Harry, ho un'idea. Tu ora esci, e per qualche minuto non farti vedere, poi, appena torni in sala, posso assicurarti che troverai Kate da sola." disse il tutto tirandomi su per un braccio e facendomi alzare.
"Calmati, spiegami meglio, perché diavolo devo uscire?" chiesi spiegazioni confuso.
"Ho notato anche io il modo in cui ti ha guardato fino ad adesso, quindi una cosa su di lui la sappiamo: sa chi sei. E col cazzo che ti fa avvicinare alla sua ragazza. Ho appena origliato la conversazione dei ragazzi qui dietro, a quanto pare lui è Michael York, e si da il caso che da pochi mesi lui abbia scritto un libro. Un libro che casualmente io ho letto!" mi spiegava emozionata. "Mi basterà portarlo in giro per la sala con la scusa di voler parlare del libro, e tu avrai via libera!" finì di spiegarmi, mentre io collegavo tutto il suo ragionamente.
"Sarah, sei un genio! E non posso credere che tu stia facendo tutto questo per me!" le dissi schioccandole un bacio sulla guancia. 
"Non lo faccio solo per te, lo faccio anche per me." confessò. "Bene, ora basta fare inutili parole, io vado da lui. Buona fortuna, e qualunque sia il motivo, non tirarti mai indietro. Vai fino in fondo." poggiò le sue mani sulle mie spalle e mi guardò fissa negli occhi. 
Non so perché, ma quel gesto mi trasmise più tranquillità, e più sicurezza. 
Annuii, e mi diressi fuori dalla sala, seguendo il cosiddetto piano di Sarah.

Kate's Pov.

La serata procedeva tranquillamente, avevamo mangiato, chiacchierato, scherzato, e a quel punto della serata Mike cercava di farmi ballare. Ma io odiavo ballare! Non ero capace, e mi metteva imbarazzo farlo davanti a così tanta gente. Odiavo pensare quel genere di cose, ma Mike quel giorno era stato più appiccicoso del solito, non ero quasi riuscita a parlare con Zayn e Cleo, e sinceramente avevo bisogno di staccare da lui quei pochi minuti, il giusto tempo di riprendere fiato.
Per quanto riguardasse Harry, lo avevo perso di vista, raramente lo guardavo con la coda dell'occhio e l'unica cosa che notavo era che non si staccava un secondo da quella biondina.
Quella biondina che in mezzo secondo mi ritrovai davanti, o almeno, era davanti a Mike. 
Cosa voleva? 
"Hey Michael. Piacere sono Sarah, non mi conosci ma.. ho da poco letto il tuo libro e ne sono rimasta affascinata, l'ho divorato in una giornata. Ti ammiro davvero molto" disse lei rivolgendo un sorriso sia a al mio ragazzo che a me. 
Mi sorprese un po il fatto che avesse lasciato Harry per parlare con lui, ma mi sorprese più il fatto che Harry sembrasse scoparso. Mi lasciai sovrastare dai miei pensieri, distraendomi, e dovetti farmi richiamare un paio di volte da quella "Sarah" che, a quanto pareva, sembrava volesse passare un po' di tempo con Michael per discutere del libro, e mi stava chiedendo il permesso di "rubarmelo" per un po' di tempo. 
"Tranquilli, non c'è alcun problema" acconsentii sorridendo. Perlomeno avrei avuto un po' di tempo per riprendere fiato da Mike, da tutto. 

Mentre le due figure che pochi secondi prima erano di fianco a me si allontanavano, sentii davvero il bisogno di respirare un po', il bisogno di aria fresca, così decisi di uscire. 
A fumare una sigaretta, perché no. Avevo purtroppo preso quel vizio negli ultimi anni, in qualche modo mi calmava, mi rilassava, e mi faceva distrarre da tutto, e per questo, il momento in cui fumavo, doveva essere sacro, solo io, la sigaretta ed il silenzio, nient'altro.
Presi la giacca, ed uscii. Cercai un luogo abbastanza appartato, e mi sedetti sul primo muretto che trovai. Sfilai la sigaretta dal pacchetto, la portai alle labbra e a quel punto cercai invano l'accendino, che sembrò avessi dimenticato all'interno. "Merda." imprecai a bassa voce.
"Devi accendere?" una voce profonda e familiare disse alle mie spalle. 
"Sì, graz-" dissi voltandomi ma bloccandomi subito. Era lì davanti a me, con il suo sguardo, non più spento, puntato del mio, con un sorriso sbarazzino stampato sulle labbra, contornato da quelle fossette che non ero mai riuscita a dimenticare, e con la mano rivolta verso di me che custodiva l'accendino. Sorrisi debolmente, e allungai la mano per afferrarlo "Ah-ah. Te lo do se me ne offri una" disse, ammiccando, o così mi era sembrato di vedere. Sbuffai, ma accettai.
Nel momento in cui ci scambiammo i due oggetti venni a contatto con la sua mano, e la cosa mi mise a disagio, ma mi piacque così tanto, allo stesso tempo. Era come se con quel tocco, le distanze, le barriere, e il dolore di quei quattro anni furono spariti.
"Quindi fumi..." disse sedendosi accanto a me, facendo aumentare i battiti del mio cuore. 
Annuii. "È strano vedertelo fare, sai?" disse facendo riferimento ai vecchi ricordi, e sorridendo.
"Potrei dire la stessa cosa, sai?" sembravano davvero i vecchi tempi, e a quel pensiero sorrisi anche io.
Ci fu qualche minuto di silenzio, che passammo consumando tiri dalle nostre rispettive sigarette. Poi lui riprese a parlare "Perché?" A quella domanda mi bloccai, pensando a cosa avesse potuto chiedermi. "Perché cosa?" pregai vivamente che non toccasse quell'argomento, non in quel momento, non con tutte quelle persone lontane poche metri da noi. "Perché hai cominciato a fumare?" domandò facendo uscire tutto il fumo dalla bocca. 
Cosa avrei dovuto rispondere? 'Stavo una merda per quello che ti avevo fatto, e non riuscivo a sopportare lo stress'? No, ovvio che no. "Probabilmente a causa degli studi, fumare mi rilassa parecchio, e il primo anno di studi è stato abbastanza stressante." affermai cercando di convincere più me stessa che lui, che annuii, con lo sguardo fisso sulla sigaretta che aveva quasi terminato e che poco dopo gettò a terra.

Mi sentii chiamare in lontananza, era Mike, e subito nei miei occhi comparve il panico, cosa che Harry non si fece sfuggire, e che con tutta calma si alzò calpestando il filtro ancora fumante dicendomi. "Ti va di fare due passi?" la sua espressione era serena, non sembrava turbato da quella situazione, non sembrava turbato da me. Non volevo tornare da Mike, né tanto meno volevo che Mike mi vedesse con Harry, quindi accettai, e seguii Harry a ruota. 
In pochi minuti ci ritrovammo in uno dei marciapiedi delle tante vie di quell'enorme città.
"Allora, cos'altro c'è di te che non so? Cos'altro è successo in questi anni?" domandò un po' dubbioso, con la fronte un po' aggrottata mentre continuava a guardare in basso. Quelle parole mi facevano male, mi faceva male sapere che era stato a causa mia se quasi eravamo diventati due estranei, e mi faceva male il fatto che lui ne parlasse così 'tranquillamente', mentre probabilmente dentro soffriva allo stesso modo.
"Non saprei.." risposi incerta.
"Quindi quel Michael è il tuo fidanzato?" non perse tempo e me lo chiese direttamente.
"No! Cioè sì.. ma non è niente di ufficiale." tentai di giustificarmi, non ruscivo a guardarlo negli occhi.
"Sembra un bravo ragazzo." Ok, quella situazione mi stava mettendo ancora più a disagio, se fosse stato possibile.
"Sì, e lo è." sorrisi, ma credo che quel che uscì fu una specie di smorfia. "Per quanto ne so io invece, tu stai con Sarah, giusto?" chiesi seriamente interessata, e sperai non lo notasse, dato che quella domani mi ronzava in testa da tutta la giornata.
"No, assolutamente. Chi te l'ha detto?" domandò confuso.
"Nessuno, ho tirato ad indovinare, vi ho visti così vicini."  scrollai le spalle, e dentro di me fui felice di quella risposta.
"È un'amica, nulla di più." tenne a sottolineare lui. Parlammo ancora del più e del meno, del suo lavoro, del mio, dei nostri amici, il quale scoprii non vedesse più da almeno tre anni, fatta a eccezione di Louis, e di Zayn e Cleo che aveva visto di sfuggita quel giorno. Quando qualcosa interruppe il nostro discorso: il mio telefono che non smetteva di suonare. All'inizio cercai di ignorare la situazione, ma le chiamate e i messaggi aumentarono, ed io, cercando l'approvazione nello sguardo di Harry, risposi a malincuore e mi allontanai di qualche metro. Non dovevano interrompere quel momento. 

"Kate, dove sei?" disse la voce al di là del telefono.
"Mamma, sei tu. Meno male" sospirai.
"Cosa sta succedendo? Gli invitati stanno iniziando ad andare, dovresti essere qui a salutare tutti, e specialmente qui con il tuo ragazzo, che sta quasi diventando matto." Dovevo dire la verità a mia madre, e più di tutto, dovevo fare sì che mi coprisse con Mike.
"Mamma, ascolta. Cleo è ancora lì?" 
"No.. è andata via da un po'. Mi spieghi cosa succede?"
"Mamma... sono con Harry." abbassai la voce.
"Ah.. Oh.. Quindi..." nel frattempo sentii la voce di Mike che chiedeva di me. "Ah, quindi sei con Cleo? Ok, fatti sentire più tardi mi raccomando." cercò di coprirmi mia madre, non potete capire quanto avessi amato quella donna in quell'istante. 
"Sei un angelo, grazie mamma, bacio." dopodiché attaccai, e serenamente tornai alla mia chiacchierata con Harry.

Camminammo per un'altra decina di minuti, tra silenzi imbarazzanti, risate, e occhiate scambiate furtivamente, fino a che non ci fermammo davanti ad un grande portone.
"Bene, sono arrivato." sorrise. 
"Non ci credo! Mi hai usata per essere accompagnato a casa?" dissi incredula, ma scoppiando a ridere.
"Credevo fosse chiaro non appena ti ho detto che abitavo qui vicino!" si giustificò, continuando a ridere. In quel momento, però, realizzai che avremmo dovuto salutarci.
"Quindi.. è arrivato il momento di tornare a casa anche per me." dissi morsicandomi l'interno del labbro inferiore.
"Già.." mormorò lui. 
"Ciao Harry." riuscii solo a dire, prima di voltarmi definitivamente per andare alla ricerca di un taxi che mi ripostasse a casa.

Harry's Pov.

Si voltò, ed iniziò a camminare lentamente, non sapevo bene dove, ma sapevo che era diretta in qualsiasi altro posto lontana da me. Ed io non potevo assistere a quella scena, non un'altra volta. 
"Kate!" urlai, quando ancora era abbastanza vicina da potermi sentire. La vidi fermarsi, ma non voltarsi, forse in attesa di qualche mio gesto, o parola.
"Perché?" urlai ancora più forte, con il magone alla gola che iniziava a farsi più pesante. "Perché mi hai abbandonato? Io credevo in te, in noi." feci una pausa, e dato il suo silenzio ricominciai a parlare, a urlare. "Non ne posso più di questo silenzio, non ne posso più di vedere solo le tue spalle, guardami, parlami!" la scongiurai, con la voce che diveniva sempre più tremolante. La vidi stringersi nel suo lungo cappotto nero, e con passo insicuro, voltarsi e dirigersi verso di me. 
E più si avvicinava e più potrvo notare il dolore sul suo volto. 
"Avevi promesso di tornare, avevi detto di amarmi." una lacrima rigò il mio volto, e mi odiai così tanto per essermi mostrato così debole.
"Harry, quella sera hai quasi rischiato di perdere la vita." la guardai in volto, il trucco sbavato continuava a colarle, insieme alle alle lacrime che non smettevano di uscire dai suoi occhi, lungo il candido viso. "Per causa mia. Capisci? Non potevo accettare accadesse di nuovo, non potevo accettare che fosse accaduto e basta." diceva tra un singhiozzo e l'altro. "Io avevo davvero intenzione di tornare, ma la paura è stata più forte. Non sarei riuscita a tornare sapendo che ti avrei perso di nuovo, tutti i litigi, tutte le interferenze, tutto." non riusciva quasi più a parlare. Ma a me quelle scuse non bastavano. Strinsi i pugni. "Insieme ce l'avremmo fatta" dissi, non troppo convinto di ciò che stessi dicendo.
"Harry, non credi nemmeno tu in quello che stai dicendo." disse cercando, malgrado il dolore, di sorridere.
"Harry, perché dopo tutto questo tempo? Perché non mi hai cercata in tutti questi quattro anni?" domandò, non riuscendo più a sostenere il mio sguardo, con quella che quasi sembrava un'accusa.
"Non toccava a me, io ti ho rispettata, ti ho aspettata, ti ho aspettata per quattro lunghi anni. Tu invece no, non mi hai rispettato, mi hai abbandonato, e ti sei dimenticata di me. In un battito di ciglia per te è finito tutto." Ma era possibile? Era possibile che anche riportando tutto quel dolore a galla, che niente riusciva a soffocare i sentimenti che provavo per lei? Era possibile amarla ancora, dopo tutto?

A quel punto alzò lo sguardo lentamente, ma con sicurezza e disse "Non mi sono mai dimenticata di te, di noi. Non ho mai smesso di pensarci da quando sono partita a quando sono tornata. Non è mai finito niente per me, e mai finirà." pronunciò quelle parole con tutto il dolore e la sincerità del mondo, e chiuse gli occhi, stringendoli per far uscire tutte quelle lacrime, tutta quella sofferenza che probabilmente si teneva dentro da molto, forse troppo. 
Le lacrime scendevano a dirotto anche sul mio volto, i ricordi di quei quattro anni, l'amarezza, la disperazione, di quei quattro anni stavano uscendo di nuovo fuori, ma l'unica cura sembrava ancora lei.
Era stata il mio veleno, ma allo stesso tempo era l'antidoto.
"Non è mai finito niente per me, e mai finirà." 
Aveva detto. Questo voleva dire che...

Non ci vidi più, mi fiondai sulle sue labbra, e con foga, e tutto l'amore che ancora provavo per lei, la baciai. Lei ricambiò, e poco dopo schiuse le labbra, dove, a quel punto, le nostre lingue presero a strusciarsi l'una con l'altra, a rincorrersi, così come i nostri corpi, che con continui tocchi si cercavano a vicenda. Non c'era nulla di perverso in quel bacio, in quel toccarsi, era solo amore. L'amore di due persone che non potevano vivere l'una senza l'altra.
Entrammo nel palazzo, senza staccarci un secondo, ed arrivati sul pianerottolo di casa mia, la presi in braccio, e la portai all'interno dell'abitazione spogliandola, dai vestiti, dai dubbi, e da tutto quel male con cui ormai eravamo abituati a sopravvivere. 
Ma lì, in quel momento, entrambi eravamo vivi, come mai lo eravamo stati prima.


 
______________________________________________________________________________________


Salve bella gente! :')
Non posso credere di aver aggiornato, tanto meno posso credere di averto fatto due volte nel giro di tre giorni :'D

Dopo quattro anni hanno finalmente parlatoooo wooohoo ahahah
Ed hanno scoperto entrambi che quello che provavano un tempo, non è mai passato, nonostante tutto.

Fatemi sapere cosa ne pensate, accetto qualsiasi critica, purché sia costruttiva :)

Grazie ancora per tutto, un bacio xx



















 
 

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Capitolo 5
*** Same Mistakes. ***


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Same Mistakes.

 
Lo avevo fatto di nuovo. Ero di nuovo scappata, mentre Harry ancora dormiva, per via dei troppi sensi di colpa che mi impedivano di rimanere con lui.
Era quello che volevo, ma era la scelta sbagliata. Erano passati quattro anni, non potevamo far finta di nulla e riprendere da dove eravamo rimasti, soprattutto non potevo fare questo a Mike, non se lo meritava.
Ormai, però, il danno lo avevo fatto. Avevo passato la notte -la migliore- con Harry, e per quanto fosse stato sbagliato, non riuscivo a pensare ad altro.
Avevo immaginato tante volte come sarebbe potuto essere quel momento, ma nessuno dei miei pensieri poteva essere comparato a cosa era realmente accaduto. 

Arrivata a casa mi lasciai cadere a peso morto sul letto e chiusi gli occhi per qualche secondo, in fondo avevo passato la notte in bianco ed ero sfinita.
Sussultai, quando Michael aprì di scatto la porta entrando in camera mia ed esclamò. "Amore, allora sei tornata!"  un dolce sorriso gli si aprì in volto e mi raggiunse sul letto per poi stamparmi un bacio sulle labbra, che di casto non aveva nulla. "Mi sei mancata." aggiunse fiondandosi nuovamente sulle mie labbra, per passare successivamente al collo, dove prese a succhiarne la pelle e a mordicchiarla.
All'inizio mi lasciai andare, lasciandolo fare, ma fu quando si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò un "Ti voglio." che mi bloccai.
Le immagini, le sensazioni, i ricordi e le parole che mi sussurrava Harry mi tornarono in mente. 
I suoi "Ti amo" o "Sei bellissima", i suoi baci, il suo tocco, i suoi respiri affannati, i suoi urli di piacere, erano tutti lì, nella mia mente, e sembrava non volessero andare via.
Cercai di scacciare i pensieri per la paura che, in qualche modo, il mio ragazzo potesse sentirli.
"Ho detto qualcosa di sbagliato?" disse preoccupato, notando che mi ero di colpo irrigidita. 
"No." mentii. "Continua." aggiunsi azzerando nuovamente la distanza tra le nostre labbra.

Passarono pochi minuti, Mike stava per togliermi la maglietta, quando il cellulare iniziò a squillare. Da una parte fui grata a chiunque avesse interrotto il tutto, non ero pronta ad andare a letto con Mike, non dopo quello che avevo appena fatto. Dall'altra parte avevo paura che potesse essere Harry, non avevo ancora pensato a come affrontarlo, e la cosa mi spaventava parecchio.
"Devo rispondere" dissi allontanandolo da me.
"Potresti farlo dopo" insistette.
"Potrebbe essere importante." dissi definitivamente alzandomi e raggiungendo il cellulare.
Lessi "Cleo", tirai un sospiro di sollievo e risposi. "Pronto?"
"Kate.." disse con voce rotta.
"Cleo cosa succede, perché stai piangendo?" le chiesi prima che potesse dire qualcos'altro.
"Vieni da me ti prego." mi supplicò, parlava a stento. 
"Arrivo immediatamente." dissi preoccupata ed affrettandomi a chiudere il telefono e a prendere le chiavi della macchina, il tutto mentre Mike continuava a guardarmi con aria interrogativa e scocciata. "Che succede?" domandò.
"Devo andare da Cleo, stava piangendo e mi ha chiesto di andare da lei." risposi aprendo la porta senza nemmeno guardarlo in faccia, ma mi sentii bloccare dal polso. 
"Ferma. Sei tornata da un quarto d'ora, hai passato la notte da lei, e devi tornarci?" chiese confuso. 
"Ma se non-" mi bloccai, stavo per dirgli che non la vedevo dal giorno prima, complimenti Kate. "Non stava bene, era disperata, deve essere successo qualcosa, lasciami andare." ritrassi il braccio.
"Kate, siamo qui da da quattro giorni, e non sono stato per più di mezz'ora solo con te, sono solo in mezzo a persone che quasi nemmeno conosco. In più tra tre giorni partiamo per New York e non staremo tanto insieme-" giusto, dovevamo fare il giro di qualche città per la pubblicazione del suo libro. "-questa non mi sembra una vacanza con la mia ragazza. Credevo che venendo qui ti avrei conosciuta meglio-" continuava a parlare, e l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era a quanto avrei desiderato non essere con lui in quel momento. 
"Recupereremo il tempo perso appena tornerò, la mia amica ha bisogno di me" gli dissi interrompendolo, non tanto per rassicurarlo, ma più per farlo smettere di parlare, e me ne andai.

Suonai il campanello di casa di Cleo, e non appena aprì la porta la mia amica mi saltò al collo e mi strinse continuando a disperarsi. 
Non accettavo di vederla così, qualunque cosa fosse successa, non potevo vedere la mia amica ridotta in quello stato.
"Cleo, calmati, respira profondamente e poi spiegami tutto." dissi facendola entrare in casa, ed asciugandole le lacrime per rassicurarla. "Ci sono io ora, stai tranquilla" aggiunsi.  Lei annuì  e mi fece strada fino al salotto, dove si lasciò cadere sul divano.
Mi sedetti sulla poltrona di fronte a lei, ed aspettai che iniziasse a parlare, cosa che non fece. 
Se ne stava lì ad osservare una busta di carta di fronte a lei, con un'aria mista tra malinconia e disperazione.
"Cosa c'è lì dentro?" chiesi infine.
"Perché non guardi tu?" rispose con voce tremolante e porgendomi la busta in questione.
Curiosa guardai all'interno e rimasi a bocca spalancata quando capii tutto.
"Cleo... sei sicura?" dissi continuando a guardarlo.
"È il terzo test che faccio, e a meno che non siano in qualche modo rotti tutti, o che ne so, sì, ne sono sicura ." abbassò lo sguardo, e mi sentii impotente. Non sapevo cosa dire, cosa fare, come consolarla. E prima che potessi dire qualcosa, iniziò a parlare lei.
"C'è probabilmente qualcosa che non ti ho raccontato.." disse, provocando la mia curiosità. "Si tratta di Niall." continuò. 
Niall? Sapevo che erano stati insieme ancora un anno dopo la mia partenza, poi si erano lasciati, perché le cose tra di loro non andavano più bene, di rado andavano d'accordo su qualcosa, e la cosa fu strana, perché a vederli sembravano perfetti l'uno per l'altra.
"Non mi dire che lui è il..." dissi portando la mano davanti alla mia bocca, che era rimasta spalancata da quell'inaspettata notizia. "Come? E Quando?!" esclamai.
"Ricordi che circa un mese fa ti ho mandato un'email dove ti dicevo che la compagnia si riuniva per passare una serata come i vecchi tempi?" disse non più singhiozzando, in qualche modo la mia presenza la stava facendo calmare e la cosa mi rendeva felice. Annuii. "Non so come sia successo.. ma io ero un po' brilla.. lui era totalmente ubriaco... eravamo in spiaggia appartati vicino ad un falò.. e i vecchi ricordi in quel momento hanno avuto la meglio." spiegò, e cercai di capire a che vecchi ricordi si stesse riferendo: la sera in cui si erano conosciuti, il mio diciottesimo compleanno.
"Cleo.. lui come l'ha presa?" ebbi paura a chiederlo, non sapevo perché.
Lei non mi guardò, e ci fu qualche secondo di silenzio imbarazzante, nella quale io capii tutto.
"Non gliel'hai detto?!" quasi strillai.
"Kate..  dopo quella sera non mi ha più richiamata. In questi anni ci siamo sentiti raramente. Io provo ancora qualcosa per lui, lui mi ha rimossa totalmente. Non voglio dirglielo, non voglio che mi lasci sola, non voglio provare quella sensazione di nuovo." Le lacrime ripresero a scendere lungo il viso. Quella situazione mi fece venire in un certo senso in mente me ed Harry.
"Non voglio peggiorare la situazione, ma magari lui non ricorda nemmeno di aver fatto sesso con te, quindi non l'ha fatto per evitarti." speravo davvero di non peggiorare il suo stato d'animo. "Dovresti parlargli." aggiunsi infine.
"Non saprei come dirglielo, sono spaventata a morte." parlava tenendo la mani sul volto, coprendolo totalmente.
"Ma tu.. cosa hai intenzione di farlo? Vuoi tenerlo? Ti senti pronta?" domandai confusa.
"Kate, non so rispondere a  nessuna di queste domande. Non credevo sarebbe successo così presto, insomma.. ho quasi ventitré anni, ho sempre pensato che sarebbe successo molto più avanti. L'idea non mi dispiace, ho sempre desiderato una famiglia.. ma non in questo modo. Mio figlio deve crescere con un padre accanto."
"E come fa se il padre nemmeno lo sa?" chiesi ovvia. "È una cosa che devi fare, sia per te, che per Niall, che per il bambino." Sembrò meditare molto su quelle parole.
"Hai ragione." La vidi dire con sicurezza e la cosa sinceramente mi sorprese. Era stato così facile convincerla? "Non appena te ne andrai lo chiamerò."
"Allora vado via immediatamente." le sorrisi e feci per alzarmi.
"Dove credi di andare?" si alzò di fretta e mi fece tornare a sedere, la guardai confusa. "Tua madre mi ha detto tutto di ieri sera, ed io aspetto le mie dovute spiegazioni" merda. Ed ora cosa avrei dovuto dire? Mi sentivo uno schifo per quello che avevo fatto. Avevo addirittura paura di dirlo alla mia migliore amica, avevo paura che mi giudicasse. Come biasimarla, avrebbe dovuto, mi ero comportata da schifo. Rimasi in silenzio a meditare su cosa dire, ma il mio silenzio fu così lungo da fare in modo che Cleo riuscisse a capire alla perfezione cosa fosse successo. 
"Oh, merda. Merda. Merda." fu la cosa prima che disse. "Kate, e con Michael come fai?!" In quel momento sembrava più in panico di me.
"Non preoccuparti per me, pensa piuttosto a quel che devi dire a Niall." Avevo risposto così perché ancora non avevo pensato a nulla.
A quel punto il mio telefono squillò di nuovo, mi era arrivato un messaggio.

Da: Louis
Non credevo che il tuo ragazzo fosse un tipo così manesco.


Rimasi confusa, e feci legge il messaggio a Cleo che ebbe la mia stessa reazione. Cosa diavolo era successo?

Da: Kate
Cosa intendi?


Da: Louis
Forse dovresti chiederlo all'occhio nero di Harry.


Ok, calma.. Cosa cazzo stava succedendo? Harry e Michael si erano incontrati? Michael era stato davvero capace di alzargli le mani? Stavo andando nel panico, non ci capivo più nulla.

Da: Kate
Sto arrivando.
________________________________________________________________

 
Cucù, eccomi di nuovo!
Non volevo farvi aspettare tanto, quindi ecco un capitolo di passaggio! 

La nostra cara Kate è scappata di nuovo, non ha ancora capito come affrontare i problemi, e continua a commettere errori.
Passiamo a voi, grazie a tutte davvero! 
A chi ha iniziato a leggere la storia, a chi la segue da un anno, a chi la segue da poco, e a chi magari inizierà a seguirla da adesso! :>
Come state passando le vacanze? Siete andate da qualche parte/dovete partire? :)
Io purtroppo sto quasi sempre a casa, mi sto annoiando tantissimo :(

Un bacione, fatemi sapere cosa ne pensate :)


















 

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Capitolo 6
*** Lies. ***


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Lies.
 
Kate's Pov.

Ero appena arrivata davanti casa mia, accompagnata da Cleo che non mi aveva voluta lasciare andare da sola, e quello che vidi fu Harry, seduto su un muretto davanti casa circondato da Louis e Niall, che si teneva del ghiaccio sull'occhio.
Pochi metri dietro, sugli scalini di casa, c'era invece Mike, seduto e con la testa fra le mani.
Scesi dall'auto, e gli sguardi di tutti i presenti si posarono subito su di me.
La prima cosa che feci, senza pensarci troppo, fu correre verso Harry, preoccupata.
"Cosa caspita è successo?" chiesi incrociando il suo sguardo, e finendo in un imbarazzo mai avuto prima. Mi ero precipitata da lui senza pensarci mezzo secondo, e non avevo realizzato quanto sarebbe stato imbarazzante parlargli, o anche solo guardarlo negli occhi.
Lui stava lì, a fissarmi, con un espressione dolorante, senza dire nulla. Un dolore non solo fisico, ma anche emotivo, tutto a causa mia.
"Chiedilo al tuo bel fidanzato! Harry non ha fatto nulla, ti stava solo cercando, e lo ha subito aggredito" spiegò Louis, puntando il dito verso Mike, che nel frattempo, lentamente, si era avvicinato a noi. Harry era venuto a cercarmi?
"Puoi per favore spiegarmi cosa significa tutto questo?" domandai furiosa e portandomi una mano sulla fronte. Ero incredula, ma soprattutto confusa.
"Ho fatto una cazzata, scusa." disse avvicinandosi a me. 
Fu così vicino che sentii il suo alito: alcol. Aveva bevuto.
"Alcol? Sei serio? Da quando bevi e ti ubriachi in pieno giorno?!" Lo allontanai, e corrugai la fronte. Cosa stava succedendo al Michael che conoscevo? 
Lui abbassò lo sguardo rimanendo in silenzio per qualche secondo, ma poi scoppiò.
"Kate, mi sembra che da quando siamo tornati qui io non ti basti più! Non siamo stati da soli per più di mezz'ora! Ogni scusa è buona per stare lontana da me. Credi che l'altra sera al matrimonio non ti abbia vista fuori con Harry? Credi che non abbia visto come continuate a guardarvi?" Spostai lo sguardo su Harry. "Diamine! Anche adesso!" Stava strillando in mezzo alla strada, e stava facendo una delle peggiori scenate a cui avevo mai assistito. Non me lo aspettavo, non da lui. Sapevo di star facendo la cosa sbagliata, ma non credevo avrebbe mai avuto delle conseguenze del genere su di lui, non lo riconoscevo. "Poi oggi, sei andata via, lasciando la borsa in camera tua e dentro c'erano foto tue e di Harry in una busta, te le porti pure appresso?" Busta? Foto? di cosa stava parlando? Capii che probabilmente ce le aveva messe Harry. "Kate, se non me ne avesse parlato per sbaglio Liam, mi avresti mai detto di lui?" domandò infine, ed io rimasi in silenzio, con lo sguardo di tutti puntato addosso, e con nemmeno la minima idea di cosa rispondere.
"Immagino di no" disse lasciandosi un sorriso ironico e scosse la testa.
Aveva ragione. Non lo avevo fatto per quattro anni, e se ne avessi avuto la possibilità, non lo avrei fatto mai. Parlarne mi avrebbe fatto male, specialmente parlarne con Mike.
Tutti continuavano a guardarmi, aspettando una risposta, ma io semplicemente rimanevo immobile, non sapendo cosa dire, cosa fare. Non sopportavo vedere Mike stare così, e lo avevo pure tradito. Come avevo potuto? E come riuscivo a guardarlo ancora negli occhi, come se nulla fosse?
Allo stesso tempo avevo lasciato Harry, l'avevo illuso, e poi l'avevo lasciato di nuovo.
 Io non meritavo nulla. Non meritavo nemmeno di essere insultata da loro per quanto facessi schifo, tanto meno non meritavo l'affetto di due persone del genere.
Mi stavo seriamente odiando, e l'unica cosa che volevo fare in quel momento era piangere.
Ma non ero io la vittima in quel momento, Michael ed Harry lo erano, ed era tutta colpa mia.
"Kate, io ho solo una semplice domanda." riprese a parlare Michael riportandomi alla realtà.
Annuii in segno di approvazione, non riuscivo a parlare, sarei crollata. "Tu vuoi stare con me?" domandò. "Insomma, mi ami?"
Alzai lo sguardo, puntandolo verso il suo, solo allora notai i suoi occhi lucidi. Solo allora capii davvero quanto tenesse a me, e quanto io avessi sopravvalutato la cosa. Passarono alcuni secondi, non sapevo cosa rispondere. Non lo sapevo.
"Si." risposi  infine con voce tremolante e non molto convinta. Mi sembrava semplicemente la risposta giusta. Lanciai subito uno sguardo di scusa verso Harry, che era letteralmente rimasto a bocca aperta. La sua espressione tornò la stessa di quando lo rividi per la prima volta: era vuota, non esprimeva nulla. Nulla, oltre il dolore che gli avevo nuovamente provocato.


Harry's Pov.

Io lo sapevo, sapevo che lei non mi amava più, ormai si era innamorata di Michael, ed io non potevo più farci nulla. Mi ero solamente illuso, di nuovo. Dio, ero un fottutissimo idiota masochista. Non sarei dovuto andare a cercarla a casa. Non sarei dovuto andare a letto con lei. Non avrei dovuto rivederla. Mi aveva riaperto una vecchia ferita, rendendola ancora più profonda. Per di più avevo un occhio nero per colpa di quell'idiota del suo ragazzo, perché sì, era un idiota, e lo aveva appena dimostrato.
Era finita, e questa volta per davvero.
Eppure, quella notte, mi era sembrato che lei provasse le stesse cose che provavo io. 
Era il momento di andare avanti, in fondo le mie risposte le avevo avute, era solo questione di tempo.
"Sapete? Ero venuto per parlare con Kate, ma mi sono dimenticato cosa volevo dirle, quindi tolgo il disturbo." dissi senza pensarci due volte, alzandomi e andando via, senza dare a nessuno il tempo di contestare.
Ma chi volevo prendere in giro? Non c'ero riuscito per quattro anni a dimenticarla, e non ci sarei riuscito mai.

Cleo's Pov.

Avevo assistito alla scena in silenzio, di certo non potevo mettermi in mezzo, ma sapevo quanto in quel momento la mia amica stesse soffrendo. E sapevo per certo meglio di lei cosa volesse davvero, e quel qualcosa non era Michael. I suoi occhi si spensero non appena vide la figura di Harry scomparire dentro l'auto di Louis e partire.
"Perfetto, sono pure rimasto a piedi." disse Louis spezzando quell'imbarazzante silenzio.
"Tranquillo, Cleo vi accompagnerà con la mia macchina." rispose Kate, sforzandosi di sorridermi e farmi un occhiolino mimando con la bocca un "Parla con Niall".
Merda, era arrivato il momento. Non c'erano già stati abbastanza problemi quel giorno, dovevo anche parlare a Niall. Non ero pronta, era troppo presto.
"Cleo!" mi richiamarono per quella che doveva essere la terza o quarta volta. 
"Oh, giusto, si vi accompagno." risposi. "Tu  starai bene?" sussurrai poi a Kate, e lei annuii.
Salimmo in macchina, e misi in moto. Durante tutta la scenata io e Niall ci eravamo scambiati qualche timido sguardo, ed ora che eravamo seduti accanto in macchina la cosa si fece più imbarazzante.
"Non posso crederci." disse di punto in bianco Louis, ripensando alla scenata di pochi minuti prima. "Quel ragazzo non mi convince affatto." aggiunse.
"A me non convince la scelta di Kate, non ci credo minimamente che voglia stare con quel Mike" rifletté Niall guardandomi, aspettando un mio parere.
"Ragazzi, conosco Kate meglio di chiunque altro, tanto da sapere addirittura meglio di lei cosa vuole.." iniziai a parlare.
"E...?" chiese Louis roteando la mano facendo segno di continuare a parlare.
"È Harry ciò che vuole, ciò che ha sempre voluto." sospirai.
"Lo sapevo!"  esclamò Niall sorridendo e portando su il braccio in segno di vittoria. Si beccò solo una mia occhiataccia che lo fece tornare serio e imbarazzato. 
"C'è bisogno di farla ragionare, sono stati quattro anni davvero duri per Harry, spesso ha toccato il fondo, e da suo migliore amico non voglio rivederlo così." continuò Louis.
A quel punto mi venne in mente un'idea. C'era solo una persona che riusciva a far ragionare Kate, l'unica persona a cui dava realmente ascolto.
"Zayn!" esclamai.
"Cosa c'entra scusa?" domandarono abbastanza confusi.
"Zayn può aiutarla, sappiamo che è l'unica persona che riesce a farla ragionare razionalmente. La tiene con i piedi per terra. Potrebbe dirgli le stesse cose che gli direi io, ma a lui da ascolto, a me no." dissi infine, sorpresa da me stessa per non averci pensato prima.
"Perché non ci abbiamo pensato prima?" risposero in coro e guardandosi soddisfatti.
In pochi minuti arrivammo sotto casa di Louis, e non con sorpresa ci trovammo Harry, sugli scalini con il volto coperto dalle mani. Provai una pena assurda, capivo perfettamente come si sentisse. Primadi dire qualcosa rimanemmo tutti e tre qualche secondo a guardarlo, e probabilmente a  pensare le stesse cose.
"Ok ragazzi, vi dispiace se vado a parlargli solo io?" disse poi Louis, e noi fummo d'accordo.
Aspettammo che scendesse dalla macchina quando Niall disse "Beh, allora io vado a casa."
No, quello era il momento giusto. Dovevo dirglielo, dovevamo affrontare il problema.
Fece per aprire la portiera, quando lo bloccai per un braccio. "Devo parlarti." dissi già con il magone alla gola e gli occhi lucidi.
La richiuse immediatamente alle sue spalle e mi guardò preoccupato. 
"Va tutto bene?" chiese.
"Niall.." Non sapevo cosa dire, non sapevo come dirglielo. "Tu ricordi cosa è successo in spiaggia un mese fa?" chiesi, cercando disperatamente di evitare il suo sguardo.
Esitò un po' prima di rispondere. "Anche se ero ubriaco.. Sì, lo ricordo." mormorò.
"Devo immaginare che per te non sia significato nulla." La prima lacrima scese lungo la mia guancia.
"Non dire stronzate" rispose asciugandomi il volto con il dito.
"E allora perché sei scomparso?" parlavo a bassa voce, quasi non volessi sapere la risposta, immaginavo mi avrebbe fatta soffrire.
"Potrei chiederti la stessa cosa"
"Avevo paura di un altro rifiuto."
non riuscivo a parlare, non riuscivo a dirglielo, avevo paura. Sarebbe scappato e non volevo. Mi veniva da piangere.
"Vieni qui" disse stringendomi a se. Rimasi sorpresa da quel gesto. 
Che provasse anche lui le stesse cose? Quel gesto mi diede forse quel poco coraggio che forse mi bastava per dirglielo. Mi allontanai, presi un respiro profondo e provai ad iniziare un discorso, cosa che non mi riuscii.
"Devo dirtelo.." dissi provocando la sua curiosità. "Niall io.." No, Cleo, così non va bene, riprova.  "cioè, noi.." Noi? non va bene nemmeno così. "No, ok io.." le parole non mi venivano, e vidi che, lentamente, la sua espressione tramutarsi da sorpresa a spaventata.
"Cleo.. sei incinta?" chiese quasi scongiurandomi con lo sguardo di non confermare quella sua ipotesi. Lo avevo capito, lui non voleva un bambino, non adesso, e probabilmente non da me.
"No, che hai capito!" Perché stavo mentendo? Stavo peggiorando la situazione, ma non mi sarei mai perdonata di stravolgergli la vita con una notizia del genere. 
"Che spavento!" Lo vidi tirare un sospiro di sollievo e sorridermi. Erano un gesto e delle parole come altre, ma mi stavano uccidendo dentro. Trattenevo le lacrime a stento.
"Sai una cosa? Alla fine non è nulla di importante.. volevo solo chiarire ... quella questione" dissi mettendo in moto la macchina. "Vai a casa, tranquillo, io vado a riportare la macchina a Kate, e vedo come sta." ricevetti uno sguardo confuso ed esitante, ma annuì, mi stampò un bacio sulla guancia e scese dall'auto, continuando a guardarmi finché non partii definitivamente.
Probabilmente non avevo fatto altro che peggiorare la situazione, in quel momento sarei davvero voluta scomparire.

Kate's Pov.

Mike era crollato sul divano, per fortuna i miei non erano in casa quella mattina, e non avevano assistito a nulla di quello che era successo.
Io mi diressi in camera mia per riposarmi, e per riprendermi da quel che era appena successo. 
Quello era stato forse l'addio definitivo ad Harry? Non potevo accettarlo, ma non potevo fare altrimenti. Dopo due giorni sarei partita, non avrei comunque avuto il tempo di chiarire nulla.
Non riuscivo più a trattenere il magone che mi si era formato in gola, e le lacrime che tentavano di uscire dai miei occhi, dovevo mostrarmi forte, dovevo essere forte.
Arrivata in camera, cercai la busta di cui parlava Mike e cercai di aprirla, ma alla fine non ebbi il coraggio, e la nascosi in un cassetto. 
Il telefono squillò.
"Pronto, mamma?" risposi con voce sfinita.
"Hey amore, tutto bene?" chiese preoccupata. 'Oh si tutto apposto.' pensai.
"Si, tranquilla, ne parliamo quando arrivi a casa." Non nascondevo nulla a mia mamma, e avevo un assoluto bisogno di sfogarmi con la persona di cui più mi fidavo. "Piuttosto, come mai mi chiami?" continuai.
"Ascolta, non è un accusa, posso immaginare cosa sia successo sta notte.."
"Mamma!" esclamai imbarazzata.
"Non sono nessuno per giudicarti, ognuno fa i suoi errori e come io ho fatto i miei, tu hai fatto i tuoi, ma questo è un discorso a parte e ne parleremo appena ci rivedremo magari, o in un'altra occasione." disse facendomi, in un certo senso, sentirmi meglio.
"Mamma parli come se non ci dovessimo rivedere" dissi confusa.
"Abbiamo appena accompagnato Cory e Lea all'aeroporto, stanno andando in Spagna per la luna di miele.."
"Porca miseria! Mi sono dimenticata, non li ho salutati!"
fantastico, chissà quando li avrei visti di nuovo. 
"Tranquilla non se la sono presa.. ti salutano. Piuttosto.. Chris aveva già prenotato un Hotel a cinque stelle qui a Chicago, per rilassarci un po' e ci dovremmo rimanere un paio di giorni, quindi non torniamo a casa.." 
"Stai dicendo che non dovrei rivedere pure voi?" Odiavo il fatto di poter rimanere così poco a casa mia, con la mia famiglia, ma dovevo partire con Michael per il suo libro.
"Chris stava pensando ad una cosa..." iniziò a dire mia madre. 
"Ovvero?"
"Perché non ti fermi di più? Tanto Michael resta negli stati uniti per presentare il libro  per altre due settimane, tu queste due settimane potresti passarle con la tua famiglia.." spiegò, e mi sembrò un'idea fantastica, perché era quello che mi ci voleva. Stavo per accettare, quando ripensai allo sfogo di Mike di poco prima.
"Non saprei.. non credo che a Michael starà bene.." dissi sbuffando.

"Stare bene cosa?" disse una voce alle mie spalle, Mike aveva origliato la conversazione, perfetto. 

"Kate, passami Michael, glielo dirò io, sarò convincente, promesso." disse mia mamma, e feci come da lei richiesto. Osservavo l'espressione di Michael che era concentrato nell'ascoltare mia madre al telefono, lo vidi prima corrugare la fronte, e subito dopo sorridere e dire un "Va bene, mi rendo conto che Kate non passa del tempo con la sua famiglia da un po', e ne ha bisogno" dopodiché salutò ed attaccò il telefono.
Rimasi a bocca aperta, prima faceva una scenata assurda e poi mi lasciava rimanere così, come se niente fosse?
"Va bene davvero?" chiesi sbalordita.
"Certo, perché non dovrebbe? In fondo dovresti seguirmi avanti e indietro per i miei incontri, e beh.. non so quanto sarebbe divertente per te" si lasciò scappare una risata.
Si comportava come se non fosse successo nulla, e da una parte la cosa mi faceva sentire meglio. 
"Sì, ma così starai da solo...."
"Non sarò sola, ci saranno Robert e Lola." Erano le persone con cui lavorava e che lo avevano aiutato con il libro. Sapevo di quanto Mike li odiasse da come me ne parlava ogni volta.
"Bella compagnia eh..." dissi ironicamente e lo feci sorridere.
Si sedette sul letto accanto a me e mi fece sedere sulle sue ginocchia.
"Mi dispiace per prima.." disse lasciandomi un flebile bacio sulle labbra ed accarezzandomi i capelli.
"Shh, non importa, dimentichiamocelo" ricambiai.

Rimanemmo tutta la giornata insieme, in fondo glielo dovevo, gli avevo promesso che avremmo recuperato il tempo perso, e lui due giorni dopo sarebbe partito.
Mi raccontò di come gli ultimi giorni li avesse passati con Zayn e Liam, e che andavano molto d'accordo e la cosa mi fece piacere, in un certo senso. Erano gli unici due che lo avevano davvero 'accettato' come mio ragazzo, e avendo qualcuno dalla mia parte mi sentivo più sicura della scelta che avevo fatto. Io, invece, mi confidai e gli raccontai di Cleo, sapevo di potermi fidare lui. 
"Vedrai che andrà tutto bene con Niall, se tu mi dessi una notizia del genere probabilmente farei i salti di gioia. Specilmente impazzirei all'idea di passare il resto della mia vita con te. Ti amo, e spero che prima o poi accada." disse lasciandomi senza parole.
Lo baciai, e lo strinsi il più possibile a me. Mi amava, e non meritava tutto il dolore che gli avevo provocato.
Ma la vera domanda era: io desideravo la stessa cosa?

 
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Hey ragazzee!
Ho pubblicato questo capitolo di passaggio perché parto e fino alla settimana prossima non ci sono, mi dispiaceva lasciarvi senza un capitolo per così tanto tempo. 
Passiamo alla trama, in questo capitolo Kate scopre una parte di Mike che non aveva mai conosciuto, e si da la colpa per questo. E in base a questo ha fatto la sua scelta: Mike. 
Sarà una cosa che durerà? Abbiamo capito tutti che non è quello che vuole.
Ma cos'è che vuole veramente, secondo voi?

Spero di non avervi annoiate, e specialmente di non avervi deluse.


Un bacione.

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Capitolo 7
*** Clarity. ***


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Clarity.
Harry's Pov.

Il risveglio non era stato uno dei migliori, contando anche che quella notte avevo dormito si e no un'ora, dato i lavori che si stavano svolgendo nell'edificio di fronte al mio.
Continuai a rimanere a letto, sperando di riuscire a prendere sonno, a riposare ancora un po' e soprattutto a non pensare al giorno precedente, ma fallii.
Decisi, allora, di alzarmi. Mi alzai e mi diressi verso la cucina, dove mi preparai un caffè o non sarei sopravvissuto alla giornata.
Guardai l'orologio, erano le sette del mattino: era tardi. Dovevo andare a lavoro.
Mi vestii di corsa, presi il minimo indispensabile e mi diressi nel bar sotto casa mia.
Il telefono squillò, chi diavolo mi cercava a quell'ora del mattino? 'Sarah' lessi sullo schermo.
"Pronto?" risposi stranito e con la voce ancora impastata dal sonno.
"Non ti ho svegliato, vero?" chiese preoccupata.
"No, sto andando a lavoro, che succede?" 
"Nulla, a che ora finisci di lavorare?"
"Ho la pausa a mezzogiorno, poi riprendo alle due a lavorare."
"Ok, allora vengo a prenderti e pranziamo insieme, non accetto un no come risposta"
disse infine, ed io dovetti per forza accettare.

Io davvero ci provavo a non pensarci, ma nonostante tutto non ci riuscivo.
Non riuscivo a non pensare al fatto che mi avesse abbandonato, per la seconda volta oltretutto. Ma non volevo toccare di nuovo il fondo, non dovevo tornare nelle condizioni in cui ero stato in quei quattro anni. 
La droga, l'alcol ed il fumo non facevano per me, non capivo come potessi aver pensato che fossero quelle le uniche vie d'uscita. Il fatto era che mi bastò solo il ritorno di Kate per uscire da tutto quello, mi bastava solo lei per stare bene, ma per lei non era lo stesso. Quattro anni erano tanti, era ovvio che avrebbe trovato qualcun altro, era ovvio che avrebbe smesso di amarmi. Ma la colpa era stata solamente mia, non avrei mai dovuto lasciarla andare via, non era quella la soluzione. 
Molte volte avrei voluto scriverle, per dirle che io non l'avevo dimenticata, che io l'avevo sempre amata e che ancora l'amavo, ma poi mi ricordavo che in passato avevo eliminato ogni mezzo che ci avesse potuto mettere in contatto, per far sì che non accadesse mai, per ricordarmi di quanto male mi avesse fatto, per cercare di dimenticarla. Ma nonostante tutto non c'ero riuscito, non l'avevo dimenticata, e per qualche strana ragione non ci sarei mai riuscito.

La mattinata passò in fretta, presto fu mezzogiorno e la pausa pranzo arrivò, salutai Sophia e mi diressi all'uscita ad aspettare Sarah, che a quanto pareva era già lì da un po'.
Appena mi vide mi abbracciò e mi schioccò un bacio sulla guancia ed io ricambiai. Quella ragazza si era dimostrata incredibile in quell'ultimo periodo, ed io fui felice di avere qualcuno dalla mia parte, al di fuori di Louis, ovviamente. Mi trascinò in un parco lì vicino, dove pranzammo con hot dog e patatine fritte seduti sul prato.
"Harry, avanti racconta tutto, com'è andata dopo che siete rimasti soli?" domandò di punto in bianco, facendomi tornare in mente quello che, per qualche minuto, ero riuscito a dimenticare. Non ne avevo ancora parlato con lei, in realtà non ne avevo parlato con nessuno, Louis c'era arrivato da solo, come per ogni cosa. Era difficile nascondergli qualcosa.
Esitai un po' prima di rispondere, non parlavo mai a nessuno di questo argomento, non mi ero mai aperto, ma sentivo che con lei potevo farlo.
Così iniziai a raccontargli tutto, per filo e per segno, dalla sera del matrimonio al giorno dopo a casa di Kate.
"Mi stai prendendo in giro?" chiese sconcertata aggrottando la fronte. Scossi la testa. "Quanto è stupida quella ragazza?" disse beccandosi una mia occhiataccia.
"Harry, ascoltami, quella ragazza prova ancora qualcosa per te, e ne hai la prova certa da quel che ti ha detto e da quel che avete fatto quella sera. È semplicemente combattuta con se stessa, perché sicuramente tiene anche a Michael e non vuole farlo soffrire. Ma non capisce che stai soffrendo anche tu, e che avendo scelto quel tipo sta facendo soffrire tutti e tre." disse quelle parole con una tale convinzione da convincere anche me.
"Ed io cosa dovrei fare?" domandai speranzoso, i suoi consigli mi erano sempre stati utili.
"Innanzitutto non gettare la spugna, perché poche persone hanno il legame che avete voi due. Dopo quattro, e sottolineo quattro, anni di separazione non avete mai smesso di provare qualcosa, sono bastati pochi minuti per farvi riprendere da dove quattro anni fa avevate interrotto." continuava a parlare, ed aveva ragione. Io dovevo riprendermela, non avrei dovuto perdere contro quel ragazzo. Avrei fatto di tutto. "Credimi quando ti dico che il vostro è vero amore, nemmeno il tempo e la distanza è riuscito a spezzarlo, né tanto meno nuovi affetti." le si aprì in volto un sorriso misto tra dolcezza e allo stesso tempo tanta tristezza.
"Parli così per esperienza personale?" chiesi curiosamente, e la vidi abbassare lo sguardo. "Giusto, tu invece hai cercato quel ragazzo?" dissi ricordandomi del discorso che mi fece al matrimonio di Cory e Lea. Ma subito la vidi incupirsi in volto.
"Non posso." disse con voce tremolante, e mi sorprese quella sua reazione. Fino a pochi minuti prima era felice e sorridente.
"Perché no? Sarah, ce l'ho fatta io, e puoi star certa di riuscirci anche tu" mi sforzai di sorridere e le appoggiai una mano sulla spalla.
"Ho detto che non posso" disse alzandosi di scatto. "Mi accompagneresti a casa? Si è fatto tardi, e tra poco ricomincia il tuo turno." chiese poi. Non riuscii a capire quella sua reazione.
"Va bene" decisi di non indagare più e di non fare domande. Anche se non la capivo e la cosa forse mi faceva un po' arrabbiare, mi faceva tanti di quei discorsi di incoraggiamento e poi lei si comportava in quella maniera.

La accompagnai fin sotto casa, e durante tutto il tragitto ci fu un silenzio, non imbarazzante, ma piuttosto fastidioso a parer mio. Accostai la macchina, e prima che potesse uscire dissi abbastanza scocciato "Non so cosa sia successo con quel tipo, ma non puoi prima fare la predica a me e poi comportarti in questo modo, abbi il coraggio anche tu di affrontarlo e non fare più la bambina"
Scese dalla macchina in silenzio.
"'Quel tipo' si chiamava Alex, ed è esattamente passato un anno da quando si è suicidato." disse senza nemmeno voltarsi, chiudendosi la porta alle spalle e dirigendosi verso il portone di casa sua, lasciandomi lì, come un idiota, a maledirmi in tutti i modi possibili.

Kate's Pov.

Era l'una ed io stranamente ero ancora a letto, beh, tanto strano non era dato che avevo passato la notte in bianco, a girarmi e rigirarmi nel letto. Non avevo pensato ad altro che al giorno precedente, alla mia scelta, a Michael, ad Harry...
Mi voltai nella direzione di Mike, ma non c'era, la sua parte di letto era in ordine, ed un biglietto era poggiato sopra il cuscino.

Stavi dormendo così bene e ho deciso di non svegliarti.
Oggi ho delle cose importanti da fare, mi dispiace doverti lasciare sola tutta la giornata, era l'ultimo giorno per poter stare insieme. 
Mi farò perdonare, promesso.


No, ma davvero quali erano i suoi problemi? La scenata del giorno prima a cosa era servita allora? Perché non riuscivo più a capire quel ragazzo? 
Fui riportata alla realtà dalla suoneria del cellulare.
"Pron-" non mi fece nemmeno finire di rispondere.
"Cambiati immediatamente, sto venendo a prenderti." disse Zayn dall'altra parte del telefono.
"Mi sono appena svegliata, devo prepararmi, cosa succede?" mugugnai.
"Dobbiamo parlare, arrivo tra meno di dieci minuti." disse attaccando.
Sbuffai ma alla fine feci come da Zayn richiesto, mi alzai e mi preparai il più veloce possibile, in fondo non avevo programmi quel giorno. Scesi al piano inferiore e mi diressi in cucina, afferrai una mela e la addentai, guardando fuori in attesa dell'arrivo dell'auto di Zayn nel vialetto.
Rimasi confusa nel vedere, al posto di Zayn, la figura di Niall fare avanti e indietro davanti all'entrata come se fosse indeciso sul fatto di suonare o no, per poi scuotere il capo ed andare via. 
Seriamente, cosa prendeva a tutti quel giorno? 
Non ebbi nemmeno il tempo di elaborare qualche teoria del perché Niall fosse davanti casa mia che Zayn arrivò puntale sul vialetto dove lo raggiunsi immediatamente.
Salii in macchina, ci salutammo e mi disse che saremmo andati in un bar di Chicago. 

Durante il viaggio in macchina parlammo più che altro della relazione tra lui a Perrie, che in quegli anni tra alti e bassi era finalmente riuscita a stabilizzarsi. 
Poi mi disse che avrebbe voluto chiederle di sposarlo, e che si era deciso definitivamente dopo il matrimonio di mio fratello.
"Oh mio dio Zayn, sei serio? Che bello!" dissi felice portandomi le mani sulla bocca, sorpresa.
"Sì, ma ho paura della sua reazione, magari pensa sia troppo presto.." ammise.
"Non le chiedi mica di sposarti domani, potreste farlo tra qualche mese come tra qualche anno!" cercai di rassicurarlo, insomma, si meritava un po' di felicità. Come tutti aveva fatto i suoi errori, ma questo non cambiava il fatto che fosse una brava persona e meritasse il meglio.
"Forse hai ragione, ci penserò ancora un po' però..." 
"Ma certo, non hai alcuna fretta"
dissi non riuscendo a contenere il mio entusiasmo, non riuscivo nemmeno a smettere di sorridere.
Tenevo davvero a quei due ragazzi, e vederli felici rendeva felice pure me.
Ci fu qualche minuto di silenzio, ed io presi a guardare fuori dal finestrino.
Conoscevo quella zona.. ma non riuscivo a collegarla a nulla. Successivamente passammo davanti ad un enorme palazzo, di cui riconobbi l'entrata: casa di Harry! Dopodiché accostammo definitivamente e parcheggiammo la macchina poco più avanti. 
Che fosse una coincidenza?
Zayn mi fece strada fino ad un bar esattamente dietro l'angolo dell'enorme edificio. Entrammo e ci sedemmo in un tavolo abbastanza appartato, dove ordinammo due cappuccini e due brioches.
"Quindi di cosa volevi parlarmi? Di te e Perrie?" domandai curiosa.
"Kate, Cleo mi ha raccontato quello che è successo ieri" disse guardandomi con l'espressione di uno che pretendeva spiegazioni.
"Non dovete preoccuparvi per me!" sbuffai.
"Sinceramente non so per chi devo preoccuparmi di più delle due al momento, diciamo che entrambe non siete nelle migliori situazioni. Ma non sono qui per parlare di Cleo." disse con voce ferma.
"Zayn, davvero sto benissimo, ho fatto la mia scelta, e ti giuro che non sono mai stata più convinta" perché mentivo così spudoratamente? Non sapevo nascondere le cose, specialmente a Zayn.
"Ma fammi il piacere, nemmeno tu credi più in quello che dici." scosse la testa sorridendo ironicamente. "Kate, voglio una motivazione" disse infine.
"A cosa?" domandai confusa.
"Una motivazione alla tua scelta" era serio, e mi spaventava un po'. Mi spaventava specialmente il fatto che non sapessi cosa dire, e lui lo sapeva, mi conosceva troppo bene.
"È la scelta giusta" abbassai lo sguardo.
"Smettila di scappare da tutto, non scegliere la via più facile!" alzò la voce e tirò un piccolo pugno sul tavolo facendomi sussultare. "Scusa" mormorò subito dopo.
"Non c'è una via più facile! Qualsiasi cosa io scelga qualcuno soffrirà, quindi tanto vale lasciare le cose come stanno! È stato così per quattro anni, quindi non vedo che differenza faccia" gli occhi mi pizzicavano e lo sguardo piano piano mi si stava appannando.
"Non puoi dire di voler lasciare le cose come sono state in questi quattro anni, non dopo esserci andata a letto! Non sarà come prima, le cose sono ovviamente più complicate per tutti e tre" Touche. Perché continuavo a sbagliare? Cosa c'era di sbagliato in me?
"Kate, ascoltami bene. Tu non credi che Harry abbia sofferto abbastanza in questi anni? Tu non c'eri, io sì, Louis soprattutto, e non sai quello che Harry ha passato." face una pausa. "È arrivato a fare uso di droghe, è arrivato a bere ogni santissima sera passando da una ragazza all'altra, è arrivato a piangere ogni notte per te. Si è allontanato da tutti. Ed ora che sei tornata sembra essere tornato in sé. E la stessa cosa vale per te, non ti vedevo così di buon umore, così viva, da tantissimo tempo. Io non metto in dubbio i tuoi sentimenti per Mike, ma non usarlo come via di scampo, perché entrambi, tutti, sappiamo cosa provi davvero." rimasi sconcertata. Non avevo immaginato minimamente che Harry potesse aver reagito così. Se prima stavo male, in quel momento sarei davvero voluta sparire dalla faccia della terra.
"Mi merito il peggio" avevo gli occhi spalancati, e le lacrime non la smettevano di scendere. Le braccia di Zayn mi circondarono immediatamente, e accarezzandomi cercava di farmi calmare.
"Hai avuto paura, e posso capirlo. Ma prima di prendere una decisione di cui ti pentirai per tutta la vita, ti prego pensaci attentamente." mi asciugò le lacrime e tentò di sorridermi per consolarmi. 
"Ma Mike mi ama! È pure venuto fino a qui per me, come posso abbandonare anche lui? Non posso permettere che stia allo stesso modo in cui è stato Harry, e solo per un mio capriccio. Perché ce l'avete così tanto con lui?" perché nessuno riusciva a capirlo? Non avevo scelto per egoismo, ma Michael non se lo meritava, era principalmente quello il motivo. Non sopportavo di spezzare un altro cuore.
"Nessuno ce l'ha con lui, principessa" cercava in tutti i modi di calmarmi. "È un bravo ragazzo, ma è la scelta sbagliata. Scegliendo lui Harry ne soffrirà, tu ne soffrirai, e presto ne soffrirà anche lui. Perché ci puoi giurare, prima o poi la cosa salterà fuori" mi strinse la mano. Ero triste, confusa ma soprattutto arrabbiata, perché Zayn aveva ragione.
"Io non ho il coraggio di dirgli che non lo amo, capisci? Io devo restare con lui" mi asciugai le lacrime.
"Sei una bambina, ecco cosa sei" mi lasciò la mano e tornò serio, deluso. "Questo è un comportamento patetico, e dovresti cambiarlo prima di ferire altre persone." Mi faceva male vederlo così. Aveva ragione, non mi ero mai presa le mie responsabilità, ero sempre scappata, avevo sempre scelto la via più ovvia. Ma questo non era nocivo solo per me, ma anche per le persone che mi circondavano. Rimase in silenzio, in attesa di una mia risposta.
Non sapevo cosa dire, mi aveva spiazzata, rimasi in silenzio. 
"Sai cosa c'è? Me ne vado, è come parlare ad un muro" si alzò e si diresse verso l'uscita.
Io non sapevo come ci fosse riuscito, non sapevo come fosse riuscito a farlo così in fretta ma stava riuscendo a convincermi. Non volevo far soffrire nessuno, ed invece stavo facendo stare tutti peggio. Harry era ancora l'unico per me, e per quanto fingessi, non potevo continuare a negarlo a lungo. Piano piano stavo iniziando a far chiarezza nella mia mente, ma avevo ancora bisogno di Zayn, avevo ancora bisogno di qualcuno in quel momento.
"Zayn!" mi alzai di scatto qualche secondo dopo, ancora con gli occhi gonfi dalle lacrime, sperando che non fosse ancora uscito dalla porta. Ma come mi voltai andai a sbattere contro un cameriere, facendolo cadere e rovesciare il vassoio a terra.
"Mio dio, mi scusi!" mi abbassai per aiutarlo, quando incrociai il suo sguardo.
"Cosa ci fai qui?" domandai sconcertata. "E da quanto sei qui dietro?"
"Ci lavoro.." rispose dolorante Harry, tirandosi su. Possibile che Zayn lo sapesse? Possibile che Zayn lo avesse visto?
Che avesse sentito qualcosa della discussione con il mio amico? Sperai vivamente di no.
Senza dire altro feci finta di nulla, lasciai la mancia sul tavolo e mi diressi di corsa verso l'uscita per cercare Zayn.

Harry's Pov.

Dato lo sguardo che mi rivolse Zayn prima di uscire, capii che l'aveva portata lì per farla sfogare, e per far sapere a me la verità. Mi avvicinai solo verso la fine della conversazione, ma fui abbastanza in tempo per sentire una frase che non avrei mai scordato.
"Io non ho il coraggio di dirgli che non lo amo, capisci? Io devo restare con lui"
Lei non lo amava. Io avevo ancora possibilità, e non me le sarei fatte sfuggire.
Ero riuscito a farla innamorare una volta e sarei riuscito a farlo di nuovo.

 
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Capitolo 8
*** Alone. ***


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Alone.

Kate's Pov

Erano passati un paio di giorni dall'incontro con Zayn e da quello con Harry, ed io non avevo fatto altro che pensare alle parole del mio amico. Ero arrivata alla conclusione che Zayn avesse ragione, ma non riuscivo a trovare il coraggio per affrontare la situazione. Volevo stare con Harry, ma allo stesso tempo tenevo tantissimo a Michael e non volevo ferirlo, non volevo far soffrire nuovamente una persona per la mia dannatissima confusione.
Ma Zayn aveva ragione, lo avrei ferito di più, avrei continuato a far del male ad Harry e soprattutto a me stessa. Avrei dovuto risolvere tutto in poco più di una settimana, quel poco tempo che mi restava prima di dover tornare in Italia. 
Il telefono vibrò, sussultai e spostai lo sguardo sullo schermo che si era illuminato, mostrandomi il mittente del messaggio appena ricevuto: Louis.

Da: Louis
Hey Kate, indovina che giorno è domani?

Aggrottai la fronte, e mi sforzai di capire cosa intendesse. Che giorno sarebbe stato l'indomani?
"Il primo febbraio" pensai ovvia. Sì, ma cosa succedeva il primo febbraio? Rimasi qualche secondo a pensarci su, quando mi venne in mente lui.

Da: Kate
Il compleanno di Harry..?

Mi ero completamente dimenticata che Harry compisse gli anni in quel periodo. Ma perché Louis me lo stava dicendo? Il telefono vibrò nuovamente.

Da: Louis
Brava! Ed io da buon migliore amico gli sto organizzando una festa a sorpresa a casa sua, domani. E tu sei pregata di venire :)

Non dovevo essere codarda, dovevo mettere fine a quella brutta parte di me stessa, avevo qualcosa da risolvere e, piano piano, avrei accolto ogni minima possibilità per riuscirci. Forse il suo compleanno non sarebbe stato il momento giusto per parlare ma almeno lo avrei visto, avrei potuto capire meglio come comportarmi, cosa fare.

Da: Kate
Ci sarò!

Qualche istante dopo realizzai di non aver mai festeggiato il compleanno di Harry, ero andata a vivere a casa sua verso marzo, ed ero partita per l'Italia qualche mese prima che compisse vent'anni. La cosa forse un po' mi agitava, ma non mi spiegavo il perché.

In quel freddo pomeriggio di gennaio ero seduta sul divano, avvolta nelle coperte, a guardare la tv e mangiando patatine. Ad un certo punto sentii il rumore delle chiavi inserite nella serratura e successivamente il rumore della porta che si apriva.
Poco dopo sbucarono mia madre e Chris che mi raggiunsero per salutarmi.
"Cosa ci fai ancora in pigiama a quest'ora?! Sono le due del pomeriggio!" brontolò mia madre.
"Ciao mamma, anche io sono felice di vederti...." risposi alzando un sopracciglio, dovevo farmi riprendere da mia madre anche all'età di ventidue anni?
Rise e si fiondò tra le mie braccia stringendomi. "Quanto è bello averti a casa non puoi nemmeno immaginarlo" mi disse nell'orecchio.
"Non è bello quanto poter essere di nuovo qui con voi" risposi sorridendo.
Non che l'Italia non mi piacesse, l'adoravo, specialmente Firenze, dove vivevo, ma ritornare a Elmwood Park era tutt'altra storia. Era il posto in cui ero cresciuta, lì c'era la mia famiglia, i miei amici, lì c'era Harry. Mi accorgevo ogni giorno di più quanto volessi indietro la mia vecchia vita.
Chris invece mi salutò scompigliandomi i capelli e schioccandomi un bacio sulla guancia e dopodiché portò su le valigie lasciando sole me e mia madre, che lo seguì con lo sguardo, assicurandosi che se ne fosse davvero andato, prima di iniziare a parlare.
"Io e te dobbiamo parlare" disse con lo sguardo di una che la sapeva lunga.
"Riguardo che?" dissi vaga fingendo di non capire.
"Harry e Mike, cosa intendi fare?" disse diretta, ed io non ebbi paura di rispondere allo stesso modo, in fondo ero sempre stata così, mi ero sempre confidata con mia madre allo stesso modo in cui mi confidavo con le mie amiche.
"Mamma, io tengo tantissimo a Michael, ma tornare qui.. rivedere Harry.. mi ha fatto rendere conto del fatto che io sia ancora innamorata di lui.. Non riesco a capire nemmeno io cosa stia succedendo, non so nemmeno io cosa fare" confessai, mia madre continuava a scrutarmi e a studiare ogni minima parola che dicevo.
"Kate, sono convinta che tu sappia cosa fare, sai cosa vuoi, lo hai sempre saputo, ma devi trovare il giusto coraggio" disse sorridendomi.
"Sì ma come posso dirlo a Mike? Ci starà malissimo, in questi tre anni siamo stati davvero bene insieme" quello era il mio unico blocco.
"Mike è un bravo ragazzo, sai che capirà" cercò di consolarmi.
Ma no, non sarebbe stato così. Chiunque avrebbe sofferto per una situazione del genere, che poi non lo avesse dato a vedere era un'altra storia, ma l'amore era una fregatura, faceva soffrire chiunque, non risparmiava nessuno.

La nostra conversazione fu interrotta dal campanello. Mi alzai, andai ad aprire, e rimasi sorpresa quando davanti mi ritrovai Niall. Ricordai di averlo visto qualche giorno prima davanti casa fare avanti indietro incerto e poi andarsene. Che dovesse dirmi qualcosa di importante?
"Niall? Che ci fai qui?" chiesi facendolo entrare il casa.
"Io.. devo dirti una cosa" lo vidi dubbioso. Probabilmente voleva parlarmi di Cleo.
Non sentivo Cleo dal giorno che l'avevo fatta andare in macchina con Niall, le mandai solo un messaggio e lei rispose che era tutto apposto, quindi immaginai che glielo avesse detto.
Annuii e gli feci strada fino a camera mia, dove si sedette subito sulla poltrona.
"Quindi..?" dissi sedendomi di fronte a lui.
"Kate, ascolta, sappi che non te lo sto dicendo perché Harry è un mio amico e ho un qualche piano, ma non voglio che tu faccia scelte sbagliate e non voglio che tu soffra.." iniziò a spiegare. Ma.. un attimo..
"Aspetta.. cosa c'entra Harry?" spalancai gli occhi.
"No, niente.. Kate è difficile dirtelo..."
"Non girarci intorno, vai dritto al punto"
dissi con tono fermo, lui sospirò aspettò qualche secondo e poi cominciò a spiegare.
"Qualche sera prima del matrimonio, esattamente la sera che sei uscita con le ragazze, sono andato in un pub fuori da Chicago, non so dirti nemmeno dove, mi ci portano a volte i miei amici, e ho visto una scena che mi ha lasciato a bocca aperta.. insomma credevo di aver visto male ma.."
"Dritto al punto" dissi questa volta calcando le parole.
"C'era Mike attaccato ad una mora, insomma.. si stavano strusciando e baciando, e poi si sono diretti verso i bagni.." confessò lasciandomi sconcertata. Com'era possibile? 
No, non poteva essere Michael, lui mi amava non avrebbe avuto il coraggio.
"No, non ci credo, hai visto male" risposi stringendo i pugni.
"Lo pensavo anche io.. infatti qualche giorno fa ero venuto per dirtelo ma alla fine ho cambiato idea" mi tornò in mente il giorno in cui lo avevo visto. Ma io non ci credevo, stava mentendo, Michael non era il tipo. "Ma ieri sono tornato in quel pub, lui era di nuovo lì e la scena si è ripetuta, quindi mi sono convinto" continuò.
Non era possibile, Michael era a New York, aveva sicuramente visto male.
"Michael è a New York, ti sei confuso per forza" Perché Niall mi stava facendo quello? Voleva farmi soffrire ancora di più di quanto stessi già facendo? Era davvero un modo per farmi scegliere più facilmente Harry? Non stava funzionando.
"So solo che la ragazza si chiama Lola.. credimi Kate, non sto mentendo, sei sempre stata una delle mie migliori amiche, non ti farei mai una cosa simile" Non riuscii ad ascoltare il resto della frase, la mia mente si era fermata ad analizzare quel nome: Lola. 
Lola era la collega di Michael, e sì, era mora. Ma Niall come lo sapeva? Forse non stava mentendo. Gli occhi iniziarono a pizzicarmi ed un magone mi si stava formando nella gola.
"Kate.." mi mise una mano sulla spalla.
"Puoi lasciarmi da sola per favore?" chiesi con un filo di voce.
"Non in queste condizioni" Fece un passo verso di me.
"Te lo chiedo per favore" risposi decisa e guardandolo negli occhi, sperando non insistesse più.
"Sono solo preoccupato per te.."
"Forse dovresti preoccuparti per te, Cleo e il bambino!"
gli gridai contro.
"Bambino..?" lo vidi perplesso e poi vidi la sua espressione cambiare drasticamente, trasformandosi in un misto tra sconcerto, rabbia e tristezza. "Mi ha mentito"
Realizzai solo ad allora che Cleo non glielo avesse detto, e mi sentii terribilmente in colpa.
"Niall io.."
"Sono stato un idiota, devo andare da lei, scusa"
mi congedò con un veloce e freddo bacio sulla guancia e si diresse il più velocemente possibile fuori dalla porta.

Cleo's Pov.

Ero appena arrivata a casa dopo essere appena stata dai miei genitori. Avevo finalmente trovato il coraggio di confessare tutto, e per mia fortuna, al contrario di quel che credevo, erano stati comprensivi e non mi erano venuti contro.
Però io la mia decisione ormai l'avevo presa. I miei non erano stati molto d'accordo, ma la cosa non mi importava, non dopo aver visto la reazione di Niall. 
Non potevo tenere il bambino, ero giovane ed ero sola. Era probabilmente la scelta più dolorosa che avessi mai fatto, ma non potevo fare altrimenti, dovevo abortire.
Le lacrime continuavano a scendermi ininterrottamente lungo il volto, quando sentii il rumore di una macchina entrare nel vialetto di casa mia e successivamente il suono del campanello che suonava incessante. 
Mi domandai chi avesse tutta questa fretta di vedermi. Per un attimo pensai che potesse essere qualcuno per Hannah, la mia coinquilina, ma ricordai subito che lei fosse in vacanza, quindi non sarebbe stato possibile.
Aprii la porta, asciugandomi i residui delle lacrime e del trucco sbavato dal viso, e mi ritrovai Niall davanti. Aveva uno sguardo confuso, malinconico e allo stesso tempo arrabbiato.
"Perché non me l'hai detto?" disse intrufolandosi furiosamente in casa.
Non capii, o almeno, non volli capire. Una domanda mi sorse spontanea: come faceva a saperlo? Non poteva averlo scoperto a meno che non avesse parlato con...
Il telefono vibrò.

Da: Kate
Credevo glielo avessi detto! Non so come farmi perdonare

Kate.
Avrei dovuto dirglielo, ma come al solito avevo fatto una delle solite stronzate, mentendo alla anche alla mia migliore amica.
"Rispondimi, perché?" la voce furiosa di Niall mi riportò alla realtà.
"Non capisco di cosa tu stia parlando" Chiusi la porta alle mie spalle e mi diressi verso il soggiorno.
"Cleo, non fare la bambina" esitò sull'ultima parola ed io lo guardai incerta, il suo sguardo non era più arrabbiato, era triste ed era in cerca di risposte.
"Credimi non la sto facendo" mormorai.
"Me lo avresti detto se non fosse così! È una cosa importante!" quasi urlò. Poi tirò un sospiro per calmarsi e si sedette sul divano accanto a me.
"Niall, io ci ho provato.." confessai. Ed era vero, non mi stavo comportando in modo infantile, avevo provato a dirglielo ma la sua reazione, il suo sospiro di sollievo, le sue parole, la sua felicità nel sapere che non era vero mi avevano fatto cambiare idea.
"L'altro giorno in macchina.." meditò. "Stavi cercando di dirmi quello, vero? Avevo indovinato" aggiunse.
Aspettai qualche secondo prima di rispondere.
"La tua reazione.." mormorai con il magone in gola e gli occhi lucidi. "Non ho potuto dirtelo, io non voglio rovinarti la vita, ho visto il modo in cui ti sei sentito subito sollevato dopo che ho negato tutto" aggiunsi portando su lo sguardo ed incastrandolo al suo, che ormai vedevo sfocato per le lacrime che scendevano e che non avevano intenzione di fermarsi.
Lui se ne stava lì in silenzio senza dire nulla, con lo sguardo nel mio, ma perso nei suoi pensieri.
Ripresi a parlare. "Non ti dovrai più preoccupare comunque, ho preso la mia decisione, ho deciso di non tenerlo, sarà più facile per tutti" cercavo di mantenere la calma ma non ci riuscivo.
"Vuoi davvero abortire?" chiese incredulo riprendendosi.
"Non sono in grado di crescere un bambino, non così giovane, non da sola" spiegai facendo cadere nuovamente il mio sguardo sul pavimento.
"Non sei sola"
"Niall io non voglio rovinare nemmeno la vita a te con un bambino che non vuoi" spiegai. "con un bambino che non vuoi da me" aggiunsi facendomi scappare un singhiozzo causato dal pianto.
"Sono stanco di sentire queste stronzate" disse seccato.
Subito dopo sentii le sue mani sul mio viso che mi fecero voltare verso di lui e accorciarono le distanze  tra me e Niall, che presto mi baciò
Ed inspiegabilmente mi sembrò l'unica cosa di cui avessi bisogno in quel momento.
Quando si staccò rimasi a bocca aperta, senza avere la minima idea di cosa dire, di come reagire.
"Siamo giovani, sì, ed è solo questo il motivo per cui mi sono sentito sollevato" iniziò a spiegare alzandosi e sedendosi sul tavolino, per essere faccia a faccia con me. "Ma credi che ricevendo una notizia del genere io non sia felice e non mi prenda le mie responsabilità?"
"Io non voglio che tu stia con me solo per il bambino, non saresti felice" ero confusa dal suo comportamento.
"Diamine Cleo, ti ho appena baciata! Tu credi che io non voglia stare con te? Non ho smesso di amarti nemmeno un secondo, sai benissimo il motivo per cui abbiamo deciso di allontanarci, e non è stato perché uno dei due ha smesso di amare l'altro. O almeno, non nel mio caso."
Lui cosa? Lui mi amava ancora? Eravamo ancora innamorati l'una dell'altro ed entrambi eravamo rimasti in silenzio per due lunghi anni.
"Nemmeno nel mio" mi limitai a rispondere. "Ma questo cosa significa?" chiesi, poi, avendo abbastanza paura della risposta.
"Questo significa che andrà tutto bene, che questo bambino nascerà e crescerà con due genitori che lo ameranno, e che si ameranno a loro volta. Solo se tu lo vorrai, ovviamente" mi sorrise dolcemente, e mi fece commuovere per la dolcezza di quelle parole.
"Non potrei volere di meglio" risposi, lui si avvicinò e mi strinse, io ricambiai e rimasi immobile, a godermi il calore di quell'abbraccio.
Era tutto ciò di cui avevo bisogno, e per l'ennesima volta ne avevo avuto la prova.

Kate's Pov.

Non volevo crederci, non potevo credere che Mike fosse quel genere di persona, in tre anni non mi aveva mai fatto nulla di male.
Decisi allora di controllare il computer, che aveva deciso di non portarsi dietro, e controllare i suoi impegni. Nei giorni passati lo avevo sentito ogni sera, e mi raccontava delle sue giornate a New York e della sua pubblicazione del libro, libreria per libreria.
Accesi il pc, e controllai infine gli impegni. 
Mi sentii il vuoto nello stomaco quando notai che l'agenda era vuota fino al 5 febbraio.
Controllai meglio in tutto il pc, non volevo accettare il fatto e quindi continuavo a trovare scuse per giustificarlo, fino a che non arrivai nel suo account di posta elettronica ed arrivò la notifica di una nuova email.
Lessi una via ed un nome di quello che doveva essere un pub, poco fuori di Chicago, ed infine una data corrispondente al 2 febbraio. Poco dopo la risposta dall'account di Mike, probabilmente inviata dal cellulare, che diceva "Non mancherò".
Il mondo mi stava crollando addosso, tutte le certezze di quegli ultimi anni erano scomparse in un battito di ciglia, ed io non riuscivo a smettere di darmi la colpa per tutto.
Tutto improvvisamente si fece più chiaro nella mia mente, e tutte le risposte che da anni cercavo in quel momento le avevo tutte.
La più importante era: cosa volevo?
Io volevo Harry, e avrei trovato il modo di tornare da lui, niente più dubbi, niente più paure, solo sicurezze.
Mi vestii il più velocemente possibile, presi le chiavi dell'auto e mi diressi verso il bar in cui lavorava Harry, da quel che avevo capito quando c'ero stata aveva quel turno.
Avevo bisogno di parlargli, avevo bisogno di spiegarli, avevo bisogno di dirgli che lo amavo ancora, che era sempre stato così, e avevo bisogno di sapere se mi avrebbe mai perdonata.

Parcheggiai l'auto e mi diressi al locale. 
Mi fermai davanti alla vetrina e mi misi ad osservare l'interno, alla ricerca di Harry.
Vagai un po' con lo sguardo, quando lo vidi.
Feci per entrare ma mi bloccai quando dietro i ricci del ragazzo vidi sbucare la testa di una bionda, che ri conobbi come Sarah. Erano stretti in un abbraccio piuttosto intimo, lui le accarezzò i capelli, le schioccò un bacio sulla guancia e infine la seguii con un dolcissimo sorriso fino a che lei non uscì dal bar. Fu lì che vide me, ferma davanti all'entrata ad osservare la scena da lontano. Scappai prima che lui potesse avere una qualsiasi reazione, e tornai nella mia auto.
Quindi era davvero la sua ragazza?
Forse era troppo tardi per una seconda occasione, forse avevo impiegato troppo tempo a fare la mia scelta.
Ero rimasta sola, e molto probabilmente era quello che mi meritavo.

 
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Mamma mia, che incredibile ritardo, scusatemi!

Passando alla trama:
Abbiamo scoperto cosa come mai Niall si trovava a casa i Kate qualche giorno prima, quel Mike alla fine non si è rivelato la persona che Kate si aspettava e questo l'ha distrutta.
Per quanto amasse ancora Harry, voleva molto bene anche a quel ragazzo, e sapere di essere tradita in questo modo non è alquanto piacevole.
Cleo ha finalmente detto la verità, non di sua volontà, a Niall, e per fortuna lui l'ha presa bene, chissà se loro riusciranno ad avere un lieto fine!
Kate infine prende il coraggio, e crede che parlare il prima possibile ad Harry sia la soluzione giusta, ma appena arriva trova Sarah ed Harry abbracciati, e come sempre arriva a conclusioni affrettate, e scappa, tanto per cambiare.

Se avete critiche le accetto, non abbiate paura!
Cercherò di pubblicare il prossimo capitolo al più presto! 
Purtroppo ho l'esame tra qualche giorno e quindi devo studiare, quindi non so dirvi con certezza quando riuscirò a farlo.
Un bacione a tutte.

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