I misteri di londra

di Sherlocked98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nicholas jonas ***
Capitolo 2: *** a new case... ***
Capitolo 3: *** the rose in the middle ***
Capitolo 4: *** what is happening? ***
Capitolo 5: *** when the past returns... ***
Capitolo 6: *** the things you don't know ***
Capitolo 7: *** news and something else... ***
Capitolo 8: *** Tha black diary ***
Capitolo 9: *** You know me,Nicholas ***
Capitolo 10: *** Edward Foley ***
Capitolo 11: *** Do you remember me,Nicholas? ***
Capitolo 12: *** Are you Joking? ***
Capitolo 13: *** Don't leave me ***
Capitolo 14: *** Black Rose:a mistery ***



Capitolo 1
*** Nicholas jonas ***


I MISTERI DI LONDRA

1. Nicholas Jonas

Borough high street era una delle principali vie della meravigliosa città di Londra,sulla sponda destra del Tamigi.
Era tarda notte,ormai.
Le macchine si facevano più rare e le strade erano deserte,a eccezione di qualche ubriaco traballante e qualche rara auto che sfrecciava a tutta velocità,interrompendo la quiete notturna.

La luce soffusa del suo appartamento spiccava tra le finestre buie dell'imponente palazzo bianco dove abitava:cinque piani in tutta la loro maestosità e  bellezza,con tanto di vista sul fiume e London Eye riflessa.

Nick scosse la testa,sfogliando il libro rilegato in pelle, illuminato dalla tenue luce della abat-jour .
Non aveva trovato ancora niente. Nessun tipo di indizio per risolvere il caso.
Non era giunto a nessuna conclusione.
Sbuffò, passandosi una mano tra i ricci,fino al viso pallido e solcato da due profonde occhiaie dovute alla stanchezza.
Guardò l'orologio: 2.16 a.m.
Chissà dov'era Joseph.
Proprio in quel momento,sentì una serie di rumori provenire dalla porta d'ingresso:era un tintinnio metallico seguito da un continuo graffiare sul legno.
-wow,deve essere proprio ubriaco per non riuscire a centrare la serratura.- pensò il ventenne ,alzandosi e dirigendosi verso la porta d'ingresso,preparandosi psicologicamente alla solita scena che di solito si trovava davanti in quelle occasioni.


salve a tutti!:)
premetto che questo primo capitolo è moooolto corto:i prossimi  saranno più lunghi.
spero che vi sia piaciuto.
a presto!

il ventenne 

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Capitolo 2
*** a new case... ***


 

 I MISTERI DI LONDRA

2.

Si alzò e si diresse alla porta d'ingresso.

Quando arrivò,la porta si aprì e un joe decisamente brillo fece la sua comparsa.

-Joseph- asserì il minore.

Quello non lo badò più di tanto e,anzi, la sua bocca si allargò in un gran sorriso:

-Nicholas! Il mio caro fratellino...-esclamò fiondandosi su di lui ed abbracciandolo,cosa che faceva molto raramente.

-spostati,joe! Puzzi di alcol.- disse il riccio,facendo una smorfia infastidita e sciogliendosi dall'abbraccio.

 

Il maggiore ,allora, si diresse in soggiorno e fece per sedersi sul divano ,ma, non accorgendosi di non essere nella posizione giusta, finì a terra.

Scoppiò nuovamente in una risata isterica..

 

Nicholas scosse la testa,abituato a quelle scene.

Prese il fratello per un braccio e lo tirò su,sostenendolo fino alla camera più vicina:la sua.

-uh...che bello passeggiare..-cinguettò il maggiore.

 

Nicholas lo fece sedere a letto:

-dormi ora.

 

Joseph lo ignorò.

-sai una cosa? Domani ballerò la samba!-esclamò entusiasta il jonas maggiore.

-certo.- sospirò l'altro.-balleremo tutti la samba con te. Ora,per favore ,dormi!-

nicholas fece stendere il fratello e quello,in pochi secondi, si addormentò.

 

Lo coprì.

Osservò sconsolato il fratello dormire completamente spaparanzato sul suo letto.

Avrebbe dovuto dormire sul divano. Di nuovo.

 

 

 

La mattina dopo, joe si svegliò con un forte mal di testa: ovviamente sintomo della sbronza della sera precedente.

Si mise a sedere ma,improvvisamente ,la stanza prese a girare .

Aspettò qualche minuto per poi alzarsi e dirigersi in cucina.

Aprì il frigorifero e recuperò il cartone del latte,versandone un pò in una ciotola.

Solo in quel momento, notò un biglietto appoggiato sulla penisola della cucina.lo prese.

Era scritto con l'elegante calligrafia di nicholas:

sono fuori. Quando ti svegli chiamami.

N.J.

 

Sorrise. Era sempre stato lui,era sempre stato compito suo badare al fratello minore di quattro anni.

Era sempre stato Nick il più bravo a scuola,quello sempre chino sui libri e più serio dei due.

Che Nicholas fosse un ragazzo molto più maturo per la sua età,si sapeva.

 

Senza perdere tempo, chiamò il fratello, come scritto sul biglietto.

Uno squillo. Niente.

Due squilli. Niente.

Tre squilli:- ciao joseph.- rispose la voce vellutata di nicholas, dall'altro capo del telefono.

L'aveva chiamato joseph: brutto segno.

-nicky!! come va?- chiese innocentemente il maggiore, nel vano tentativo di capire di che umore fosse il fratello.

-bene bene..- lo liquidò l'altro.- senti, abbiamo un nuovo caso. Ci troviamo da Starbucks fra una mezz'ora?-

il moro annuì.

-ciao,joseph.-

lo salutò il ricciolino chiudendo la chiamata.

 

 

Nicholas mise il cellulare in tasca, infastidito.

Come poteva usare quel tono così dannatamente “innocente” con lui, come se non fosse successo niente?

Come poteva essersi dimenticato delle cose che gli aveva sputato in faccia la sera prima?

 

Sbuffò ed uscì dal grande edificio a vetri che era la centrale di Scotland Yard.

Proseguì verso Abbey street finchè non arrivò davanti a un grande edificio.

La UCL,University College of London,l'università che stava finendo di frequentare .

Il ragazzo ,infatti,nonostante la sua giovane età , era il più miglior studente dell'intero istituto ed era riuscito a velocizzare il tempo di studi.

 

Entrò dall'ingresso principale e,mostrata la tessera studenti alla segreteria sulla destra, percorse una serie di corridoi fino ad arrivare alla biblioteca dell' università.

 

-buongioro, professore.- salutò nicholas un uomo seduto ad una scrivania ,a destra dell'entrata.

Era un uomo sulla sessantina ,dai capelli bianchi e degli occhialetti dalla motatura fina, stile Harry Potter.

 

-buongiorno a te,Nicholas. - ricambiò l'uomo.

-cerchi qualcosa?-

 

-si..in realtà mi servono alcuni libri sulla città e il quartiere di Southwark.-

l'uomo annuì,poco convinto.tamburellò sulla scrivania un paio di volte con la penna, per poi decidersi ad alzarsi e ad accompagnare il ragazzo tra i polverosi scaffali della biblioteca.

 

-posso chiedcerti a cosa ti servono?-

nicholas tentennò :non poteva certo sbandierare a tutti che caso stava seguendo.

 

-mi serve per una ricerca su...alcune sparizioni in città.-

il professor Blackwood annuì,per poi dare alcuni libri al ragazzo che,ringraziando,uscì.

 

Nicholas si diresse da Starbucks dove aveva appuntamento col fratello.

Quella notte aveva nevicato e le strade erano completamente bianche.

Mise le mani in tasca del lungo cappoto scruo,per proteggerle dal freddo pungente.

I negozi della città erao già addobbati per natale e ,come di consuetudine, folle di turisti e cittadini affollavano Harrods e le strade per le solite spese natalizire.

Appena vide l'insegna del bar,vi si infilò dentro velocemente.

Assaporò il caldo tepore che lo caratterizzava e respirò il dolce profumo del caffè che lo invadeva.

 

Cercò il fratello con uno sguardo e lo vide seduto al tavolo vicino la vetrata,che sventolava una mano per attirare la sua attenzione.

 

-allora,come mai tutta questa fretta?- chiese joseph, una volta che il fratello si fu seduto ed ebbero ordinato due caffè.

Il ventenne tirò fuori una cartellina cartacea gialla dalla sua borsa a tracolla:

-un omicidio a Southwark. Un uomo di mezza età,impiegto in banca.

Un certo Tom Sheldon.

 

 

 

 

questo è solo un capitolo di passaggio. Spero vi sa piaciuto e mi facciate sapere cosa ne pensate.

Ringrazio come sempre justme97!

A presto :) 

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Capitolo 3
*** the rose in the middle ***


Image and video hosting by TinyPic  CAPITOLO 3.  the rose in the middle

-la porta era chiusa dall'interno e non ci sono segni di scasso-

-un suicidio?-ipotizzò Joe,sorseggiando il suo caffè.

Nicholas alzò le spalle,scuotendo la testa. -non lo so.meglio andare a controllare di persona....dove vai?-

il ventenne si interruppe,vedendo il fratello alzarsi ed allontanarsi.

Joseph non rispose e si diresse verso l'uscita,così nicholas lasciò 5£ sul tavolo e lo seguì.

-che hai?- chiese ,raggiungendolo.

-e me lo chiedi pure?-

il riccio lo guardò confuso.

-continuo a non capire. Che ti ho fatto stavolta?-

Joseph sospirò,infastidito.

-non sopporto quando mi dai ordini,okay? Non sopporto quando ti vanti della tua maturità...come se volessi farmi vedere che sei migliore di me!- sbottò il moro,gesticolando freneticamete con le mani.

Nicholas lo fissò,sconvolto.

-cosa?..ma ti rendi conto di quello che dici? Ti arrabbi per delle cretinate!-

--non sei in posizione per criticare e darmi del cretino...-

-no? Ieri sera mi hai detto di essere la causa della morte della mamma!-esclamò Nicholas,attirando qualche sguardo curioso.

Joseph ormai era rosso di collera,mentre le mani stringevano il bordo del cappotto.

-ero arrabbiato,Nick.Non puo basarti su quello che ho detto ieri sera..-

-scommetto che daresti qualsiasi cosa purchè al posto mio ci fosse la mamma.-lo interruppe Nicholas,prima di trovarsi tra il muro e il fratello,che lo teneva per il bavero del cappotto.

Joe gli si avvicinò pericolosamente,scrutandolo con occhi insolitamente gelidi e duri ,per lui.

-non.dirlo.mai.più.-disse ,scandendo bene le parole.

Osservò di nuovo il fratello,per poi lasciarlo malamente e dirigersi verso la strada per chiamare un taxi.

Nick deglutì,risistemando il tessuto del trench ,per poi dirigersi verso il fratello.

-ci vediamo sul luogo del delitto.-disse ,chiudendo la portiera.

-ah,se vuoi vieni a piedi o chiami un altro taxi.- aggiunse alzando il finestrino precedentemente abbassato.

Il ventenne guardò il taxi del fratello sgommare e sparire per le trafficate vie della City.

Sospirò,quando una goccia di pioggia gli arrivò sulla punta del naso.

Alzò gli occhi al cielo minaccioso,per poi posarli sulla strada alla ricerca di un taxi libero.

Per sua fortuna, uno accostò vicino a lui evitandogli dieci minuti di camminata sotto la pioggia.

 

-Southwark, Queen's gate 245.- ordinò Nicholas,sedendosi nei sedili posteriori.

Vide il cappellino dell'autista alzarsi e abbassarsi,segno che aveva annuito. Ma nient'altro.

Non riusciva a vedere il tassista in volto dato che lo specchietto era girato.

Lo scrutò come sua abitudine,quando fu interrotto da una fitta:era dalla mattina che aveva un forte mal di testa.

Non c'aveva fatto troppo caso:dato il periodo e il tempo poteva aver preso solo un po' di freddo.

Eppure si sentiva strano...

si portò una mano alla fronte,infastidito.

La litigata con joe e il brutto tempo non aiutavano per niente.

 

-siamo arrivati.- la voce dell'autista lo riscosse dai suoi pensieri.

-quanto?-

-25 £.-

il ventenne frugò nelle tasche del cappotto,estraendo i soldi richiesti e li porse all'uomo che non lo aveva ancora guardato negli occhi.

Teneva la testa bassa,il frontino del vecchio cappellino blu degli yankees a coprirgli gli occhi.

Portò la mano in avanti e Nicholas gli diedi i soldi.

Nel farlo,notò nel polso dell'uomo un tatuaggio quasi del tuto scoperto dalla manica della maglia: era una rosa all'interno di un cerchio.

Non gli era nuovo quel simbolo.

L'uomo li prese,alzando lo sguardo verso di lui,fino ad incontrare per un attimo gli occhi scuri di Nick che fece in tempo a notare solo due occhi piccoli e neri, ed una vistosa cicatrice vicino a quello destro.

-ci si rivede,nicholas.-

il taxi si allontanò ,scomparendo presto dalla vista del ragazzo che rimase sul marciapiede,confuso.

Come faceva quel tizio a sapere il suo nome? Ma ,soprattutto, chi era?

Scosse la testa: questa storia non gli piaceva. No, proprio per niente.

 

Si diresse sul luogo del delitto. Salì le scale del palazzo ritrovandosi al quarto piano.

Il plesso era molto bello e ben tenuto,niente da dire.

L'appartamento all'intero era di tonalità chiare e interamente composto da arredi semplici moderni,per lo più bianchi.

A destra dell'entrata c'era il salotto,composto da un divano color panna ad elle, con una vetrata dalla quale si vedeva la città.

Dietro c'era una moderna seppur piccola cucina e la zona notte,dove era stato trovato il cadavere.

-detective Jonas! - un poliziotto lo chiamò,facendogli segno di seguirlo. -suo fratello è già arrivato.-

 

su di un letto matrimoniale e completamente fatto e ordinato giaceva una figura a pancia in su.

L'uomo,sulla cinquantina, era ancora in tenuta da lavoro, solo con una camicia candida e i pantaloni del vestito blu.

Gli occhi sbarrati, erano come pietrificati in un'espressione terrorizzata mentre le braccia erano lungo i fianchi.

 

Nella trempia destra del sangue. La ferita evidente di un arma da fuoco.

 

-oh,sei arrivato. -joe rivolse un'occhiata al fratello ,avvicinandoglisi.

-è un suicidio. Che ti avevo detto?- gli sussurrò ad un orecchio .

 

Nicholas sospirò,cercando di trattenersi dal tirargli un pugno. Sia chiaro,voleva bene a suo fratello e avrebbe dato la vita per lui, ma c'erano momenti in cui proprio non lo sopportava e a nche la sua pazienza aveva un limite.

 

-no Joe,non lo è.- disse con tono più calmo possibile,mettendo le mani in tasca del giubbotto.

-come,scusa?-

 

-hai sentito.-

-mi illustri,allora.- lo mise alla prova joseph.

 

-non vedo l'ora: ho due ragioni che provano il contrario.

Prima di tutto, questo pover'uomo era evidentemete mancino.-

-come fai a dirlo?-

 

-guarda il tavoino a sinsitra del divano,per sempio. Il blocco con la penna e il telefono che vi sono sopra.

Il telefono è alla destra,il blocco e penna a sinistra: ciò singnifica che rispondeva alle chiamate con la mano destra e prendeva appunti con la sinistra.

Il tagliere con il pane e il coltello.- nick indicò la penisola della cucina sulla quale giacevano i suddetti oggetti.

 

-il coltello è posizionato a sinistra.- continuò.

 

-Ok,ok. Abbiamo capito che era mancino: e allora?- chiese joseph confuso,con il consenso di un piao di poliziotti .

 

-se avete notato,la ferita è sulla tempia destra. È difficile puntarsi una pistola con la mano sinistra sulla tempia destra,non avrebbe avuto motivo per farlo con l'altra mano.-

il ricciolino provò a portarsi la mano sinistra sulla tempia dalla parte opposta,con scarsi risultati evidenziandone la difficoltà

 

-e quale sarebbe il secondo motivo?-

il moro sorrise,compiaciuto.

Si avvicinò al cadavere ed estrasse dal taschino della camicia un foglietto nero di circa 2cm x 4 cm.

Al centro spiccava una scritta in bianco: Death.

 

-questo .- disse il ragazzo tenendo il foglietto tra l'indice e il dito medio.

 

All'angolo del fogio c'era stampato un simbolo:una rosa all'interno di un cerchio.


saaaalve! come vedete sono ancora viva! mi scuso per il ritardo, ma la scuola mi sta uccidendo!
la storia sta iniziando a prendere forma...beh,che dire?
spero vi sia piaciuto!
riguardo l'immagine all'inizio del capitolo, non l'ho fatta io,ma justme97 che ringrazio tantissimo! grazie=)
quindi,i complimenti tutti a lei!!
ringrazio tutti e a presto.
nicole jonas

 

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Capitolo 4
*** what is happening? ***


 4. WHAT IS HAPPENING?

Un'aspirina. Ciò di cui aveva bisogno Nick era un'aspirina. Il mal di testa era peggiorato molto nell'ultima ora,trasformandosi in una forte emicrania.

Si portò le mani alle tempie,massaggiandole, e si appoggiò al muro esterno dell'edificio a queen's gate.

-tutto a posto,Nicholas?-gli chiese l'ispettore Jeremy Cleanwell,avvicinandoglisi per entrare in macchina.

Il ragazzo annuì e,sforzandosi di sembrare convincente,gli sorrise.

L'uomo gli riservò un'ultima occhiata stranita,ma poi,convinto, salutò il giovane detective e salì in auto per tornare in centrale.

 

Senza cotrollare dove fosse Joe,Nicholas si diresse verso casa prendendo il primo bus per Borough High street.

 

Appena varcata la soglia di casa,la prima cosa che fece fu dirigersi verso la cucina e prendere la sua tanto agognata aspirina con un bichirere d'acqua.

Un fitta fortissima ,però,lo fece gemere e cadere il bicchiere pieno per terra. Il ragazzo si accucciò a terra,contro la parete,tenendosi la testa con le mani e un'espressione di puro dolore dipinta sul viso.

 

Una serie di immagini,intervallate da forti e abbaglianti flash luminosi,si susseguivano nella sua mente.

Dapprima vide un edificio abbandonato,che ,anche se visto per poco tempo,incuteva un certo timore.

Dopo un flash abbagliante,seguì un'altra immagine

C'era una figura,molto probabilmente una donna,che correva e guardava continuamente dietro di se,come se fosse inseguita da qualcosa.

Poi un latrato. Basta.

-nick!!-una voce e uno strattone lo scossero,e il mal di testa diminuì improvvisamente,diventando più sopportabile.

Nicholas si guardò intorno spaesato,quando si accorse di essere seduto a terra appoggiato al muro e della presenza di Joseph nell'appartamento.

Il ventitreenne stava,infatti, di fronte il fratello,accucciato per essere alla sua altezza ed uno sguardo preoccupato in viso.

-nick? Stai...stai bene?-

-...io ..credo...non lo so. -rispose il riccio,passandosi una mano tra i capelli.

Il respiro era veloce,come se avesse appena corso per tutta la città.

Joseph tese una mano al fratello per aiutarlo ad alzarsi.

Il jonas minore aveva un'aria assente,ancora confuso e sconvolto da ciò che era appena successo.

 

 

 

-sei sicuro di stare bene?-chiese joseph per l'ennesima volta a Nicholas che,per l'ennesima volta, annuì, bevendo un sorso del the preparatogli dal fratello.

 

joseph si lasciò cadere sul divano,passandosi una mano tra i capelli.

-riusciresti a riconoscere il posto che hai visto?-chiese ,osservando il fratello giocherellare con il manico della tazza.

-...non penso di averlo mai visto...a tentativi potrei capire che zona è,ma non so niente.-ammise il riccio.

-joe...secondo te queste”visioni” centrano in qualche modo con il caso o mi sono semplicemente ...immaginato tutto,forse?- continuò ,poi,Nicholas,timoroso e molto confuso.

-io non....non ho mai creduto alle visioni ,Nick.-rispose Joe.-ma forse dovrei farci un pensierino. Insomma,questocaso è diverso dagli altri,è una mia sensazione e ,se come hai detto tu,quel tassista sapeva il tuo nome,bisogna agire con molta attenzione e aspettarsi qualsiasi cosa. Questi con cui abbiamo a che fare sono dei pazzi,Nick. È chiaro che non è un solo individuo ad organizzare tutto.-

per una volta,dopo tanto tempo,Nicholas si trovò d'accordo con il fratello.

 

Erano ormai le dieci di sera e Nicholas era esausto: seduto alla scrivania, aveva cercato di ricollegare gli avvenimenti e gli indizi sul caso ma,dopo la seconda volta che Joe lo aveva svegliato,dopo essersi assopito sui libri,decise di coricarsi.

 

Tra le mani aveva un uomo ,impiegato,ucciso nel suo appartamento, un foglietto con scritto “death”,delle visioni decisamete anormali e,per di più,non si sa come l'assassino sia entrato nell'appartamento della vittima.

Immerso in questi pensieri,il riccio chiuse gli occhi,la luce dei lampioni della città ad illuminargli il volto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Buonaseraaa! sono tornata,visto? mi scuso( come sempre) per il ritardo ma non avevo più molta ispirazione e la scuola mi sta uccidendo...ora però sono bloccata a casa e ho trovato un briciolo di tempo!
questo capitolo non è molto lungo,lo so...ma in compenso nel prossimo succederanno molte cose... :)
ringrazio chi recensisce e chi legge solamente:siete tutte fantastiche!! XD

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** when the past returns... ***


 

Era una giornata nuvolosa a Londra.

Il Tamigi era di un colore grigiastro e i vetri degli edifici più alti riflettevano il cielo,coperto da una densa coltre di nubi scure dalle quali,però,penetrava un timido e pallido raggio di sole.

L'oroglogio da polso sul comodino di legno scuro affianco a Nicholas segnava le dieci passate.

Il ragazzo mugugnò qualcosa di incomprensibile,come se fosse in qualche modo infastidito.

 

-mamma!mamma!- esclamò un piccolo Nicholas di 8 anni,tirando la manica del cappotto della madre.

-cosa c'è,tesoro?-

-guarda!-il bambino indicò una vetrina egozio di giocattoli,il Banny's Toy's,uno dei più famosi della città.

-Nick,sono quasi le otto: dobbiamo tornare a casa.-disse Denise,capendo le intenzioni del figlio.

-ma mamma! Forse c'è il giocattolo per Joe...-replicò Nicholas.

-Nick...-

-perfavoree!-riprovò.

La madre si intenerì:era da giorni che nick cercava quel giocattolo per regalarlo al fratello per natale.

La donna sistemò la sciarpa al bimbo e gli sorrise.

-va bene.- acconsentì.- ma non più di dieci minuti.-

il bambino annuì,sorridente e,mano nella mano con la madre,entrò nel negozio.

 

 

-no...no...-disse Nicholas,girandosi dall'altra parte del letto.

 

 

-mani in alto!-

quella semplice frase fece voltare Denise, che guardava i giocattoli con il figlio,mentre Nicholas ,confuso,strinse più forte la mano della madre.

 

Una lacrima rigò la guancia del ragazzo.

 

L'uomo reggeva una pistola,mentre i suoi compagni le puntavano sugli altri clienti impauriti.

Denise sussultò,non appena , dietro alla maschera dell'uomo vide quegli occhi.

Strinse a sé Nicholas,a mo' di protezione,prima che un rumore sordo rompesse il silenzio.

 

-nooo!- gridò il diciassettenne,mettendosi a sedere sul letto,il respiro veloce e le lacrime agli occhi.

Si passò una mano sul viso,nel tentativo di calmarsi.

Si ridistese a letto,passandosi una mano tra i capelli,quando si accorse di un leggero ma fastidioso pizicore al collo.

Notò,sorpreso,che sul suo cuscino c'era una piccola rosa di carta nera,dalla punte ben rifinite.

Affianco ad essa vi era un cartoncino,nero anch'esso,ma scritto in bianco,con una scrittura elegante.

C'era scritto.death street

le lettere della parola “death” ,però,presero a ruotare ,mentre nicholas le fissava,incredulo.

Si mischiarono,fino a formare un'altra parola:thade street.

 

In quel momento la porta si aprì ,rivelando un Joe sorridente.

-già sveglio?- chiese.

Il ragazzo nascose velocemente il tutto tra le pieghe delle coperte,per poi rivolgere un leggero sorriso al fratello.

-si..mi sono svegliato..poco fa...-passandosi nuovamente una mano tra i capelli,per sistemarli un po'.

Prese il blackberry:-cosa?! sono già le undici meno venti?-

-ti ho lasciato dormire e ho chiesto un permesso di mezza giornata :eri stanco e ne avevi bisogno.-replicò joseph per poi chiudere la porta,non prima di aver raccomandato al fratello di sbrigarsi.

Era così tra loro:alla fine si riappacificavano sempre,con un piccolo gesto.

Dopo la morte della madre ,joe aveva solo dodici anni,ancora un bambino ,ma toccò a lui,in qualche maniera,prendersi cura di Nicholas,decisamente troppo piccolo per dover sopportare tutto quello.

Paul,il padre,si era dato all'alcol dopo poco più di un anno,distrutto dal dolore .

 

Il ragazzo si vestì velocemente con una camicia e un elegante maglione,prendendo il suo immancabile cappotto nero.

Mise il biglietto e la rosa in tasca:li avrebbe controllati più tardi.

 

-hai mica detto niente a Cleanwell?-chiese nicholas a joe,entrando in centrale.

Il Jonas maggiore scosse la testa:-meglio aspettare:se succede di nuovo vedremo cosa fare.-

 

arrivarono al quarto piano,all'ufficio dell'ispettore George Cleanwell che li stava aspettando.

 

-buongiorno ragazzi.-esordì l'ispettore,appena i due detective entrarono in ufficio.

Ricambiarono.

-novita?- chiese Joseph,sedendosi,mentre il minore stava in piedi.

-abbiamo solo trovato Diana Harper,l'ex ragazza della nostra vittima.-

l'uomo porse a Joe una cartellina con delle indicazioni.

-vi dispiace occuparvene voi?- chiese.

-perfetto. C'è altro?- chiese Nicholas.

-l'uomo non aveva precedenti penali,ne altro che potesse costituire un fastidio o una causa per la sua morte.la signorina Shaw si sta occupando del cadavere.- disse,prima di congedare i due fratelli.

 

 

 

 

-era sempre via,tornava tardi...io non contavo più niente per lui. -disse la donna ,asciugandosi una lacrima con un elegante fazzolettino rosa.

Nicholas prese una sedia e si sedette davanti Diana Harper.

Quell'interrogatorio si stava rivelando parecchio interessante.

-ha notato altro di diverso?-le chiese.

La donna prese a giocherellare con il braccialetto al polso.

-sì,aveva un tatuaggio.-

-che tatuaggio?-

-una rosa.- Diana harper alzò lo sguardo verso Nicholas.

 

 

Salveee!!!sono ancora viva!:)

non è un granchè come capitolo,ma si scoprono parecchie cose importanti e non volevo farlo troppo lungo,giusto per non crare confusione.

Spero vi piaccia!

Buone “vacanze” a tutti!:) 

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Capitolo 6
*** the things you don't know ***


 CAPITOLO 6

the things you don't know


-aveva un tatuaggio.-disse la donna.

Nicholas deglutì.

-riesce a ricordarlo?-

La donna annuì,prendendo un blocchetto e una penna che il detective le porgeva.

Ne tracciò velocemente uno schizzo,rappresentando ciò che Nick non voleva vedere:una rosa all’interno di un cerchio.

-la ringrazio,signora Harper.-disse Joseph,tendendo la mano alla donna che,prontamente,strinse.

Lo stesso fece Nicholas e uscirono,dopo essere stati accompagnati alla porta.

 

“cosa diamine significa questa rosa?”pensò Nick,mettendo le mani in tasca. “era sul braccio del tassista,sul foglio mio e della vittima…che sia un qualche avviso?”

“e thade street? Cosa significa?perchè mai dovrei andare lì?

Ma,soprattutto,devo dire Joe cosa sta succedendo o rischio di metterlo in qualche modo nei guai?”

 

-Nick !tutto bene?-lo richiamò il fratello maggiore,un paio di metri davanti a lui.

Il Jonas minore si accorse di essersi fermato in mezzo al marciapiede.

Si limitò ad annuire e raggiunse Joseph,che gli riservò un’occhiata indagatrice.

-fermati un attimo.-disse il maggiore.

Nicholas si voltò,stringendosi nelle spalle per il freddo e domandandosi perché non aveva messo un cappotto più pesante e non uno che “facesse finta di tenere caldo”.

-è tutto okay? C’è qualcosa che devi dirmi, Nicholas Jerry?-

Il detective scosse la testa.

-niente. E non usare il mio secondo nome,sai che mi dà fastidio.-

 

 

La metro a mezzogiorno era,come al solito,affollatissima.

I due fratelli aspettavano ,in piedi,quella che li avrebbe portati in centrale.

Joseph guardava di sottecchi il fratello scrivere al telefono.

Il ventitreenne era preoccupato:era da anni-molti- che non vedeva più quel simbolo.

Quel simbolo che aveva sempre odiato.

E lui sapeva anche la causa della morte dell’uomo. Ne era convinto al 100%.

 

Nicholas ,ad un certo punto,alzò la testa,sentendosi osservato.

Volse lo sguardo dall’altra parte dei binari e sussultò:un uomo sulla trentina,malvestito e dalla barba maltagliata,lo fissava senza battere ciglio.

Gli occhi scuri erano circondati di rosso. Erano occhi da maniaco,da pazzo e facevano paura.

Il ventenne sostenne il suo sguardo,quasi ipnotizzato,incapace di fare altro finchè l’uomo scomparve dietro alla metropolitana appena arrivata.

Subito una massa enorme di gente si accalcò per entrarvi,mentre Nick cercava di scorgere attraverso i finestrini l’uomo.

Una mano lo tirò dentro la vettura,un secondo prima che le porte si chiudessero.

-Nich...-

-sto bene.- il detective interruppe il fratello,mentre cercava di vedere nuovamente il tizio di prima.

Ma niente,era sparito.

 

 

 

Thade street era una via in periferia di Londra,quasi disabitata e di certo non uno dei migliori posti dove vivere o passeggiare la sera.

Alcune stradine piccole e sporche si incrociavano,lasciando spazio a qualche raro barbone negli angoli.

Tra i tanti palazzi abbandonati,c’è n’era uno circondato da un parchetto ,una volta ben tenuto,vicino a dei grandi alberi che segnavano l’inizio di un piccolo boschetto.

“un quartiere decisamente strano” ,pensò Nicholas,scendendo dal Ranger Rover nero:non avrebbe di sicuro trovato taxi in quella zona,per tornare indietro.

Il ragazzo si sistemò la sciarpa al collo che aveva previdentemente portato via,vista la neve e le basse temperature della giornata.

 

Thade street era una laterale di Crownfield road e,all’incrocio tra le due,si trovava l’edificio vicino al bosco che Nicholas aveva visto la sera prima nella sua visione.

 

Il detective si diresse all’entrata ,verso una grande porta ,o meglio buco,circondata da pezzi di pietra e di cemento.

Le erbacce avevano preso il sopravvento del posto e l’edera ricopriva la maggior parte dei muri.

 

C’era il silenzio più assoluto,con un leggero sottofondo delle macchine che passano,più lontano.

Era abbastanza inquietante.

La luna piena faceva da sfondo al tutto ed il ragazzo,dentro di sé,si chiedeva perché diamine avesse preso in considerazione l’idea di andare lì.

Senza avvertire Joseph,per di più.

Poteva essere solo una specie di scherzo,o un qualche strano piano di malviventi…eppure,qualcosa gli aveva detto di andare comunque,di tentare.

Una vocina insistente,quella stessa vocina che gli aveva detto di entrare in quel negozio a natale,con la madre. E lui l’aveva ascolta. “complimenti,Nicholas.”pensò.

 

Il ventenne entrò nell’edificio,mettendo le mani in tasca per il freddo, e fece due passi silenziosi,stando attento a dove metteva i piedi.

Quando i suoi occhi si abituarono al buio ,il ragazzo scorse qualcosa in mezzo alla stanza ,a non più di una decina di metri da lui.

Sembrava -il ragazzo deglutì,sperando di sbagliarsi- una sagoma umana.

Il detective ridusse gli occhi a due fessure,cercando di distinguere più particolari.

Senza nemmeno pensarci,si ritrovò a camminare verso quella che sembrava una donna.

Essa giaceva sul pavimento freddo a pancia in giù ,le mani in avanti e la testa piegata di lato,come se fosse stata spinta e,successivamente ,caduta.

Il completo rosa fasciava un corpo di quella che doveva essere una quarantenne.

Le scarpe eleganti con il tacco,gli orecchini e i braccialetti preziosi indicavano un abbigliamento da sera,probabilmente per uscire a cena.

“ma allora cosa ci fa qui?” . il ragazzo non riusciva a capacitarsene.

Poteva essere stata portata lì con l’inganno? Probabile.

 

 

 

Le luci blu e rosse delle auto della polizia si proiettavano sui muri,lampeggiando.

L’ispettore Jeremy Cleanwell impartiva ordini a destra e a manca ,sbattendo ogni pochi minuti i piedi per terra,cercando di riscaldarsi.

Nicholas era affianco a lui.

-ehi tu! Cosa ci fai lì sopra? Rovini tutte le prove..via,sciò!-disse l’uomo,sventolando una mano in aria mentre un poliziotto si spostava dalla zona.

-razza di incompetenti…-bofonchiò subito dopo,scoccando un’occhiata divertita al ventenne.

Quando Nick vide la figura imbacuccata del fratello venirgli incontro,capì di essere veramente nei guai.

 

 

Nicholas sorseggiava il suo tè bollente seduto sul divano di pelle, vicino al termosifone.

La felpa blu dell’università,decisamente troppo grande,a riscaldarlo dopo tutto il freddo preso quella notte.

Lui e joseph erano arrivati a casa da più di un’ora e da altrettanto tempo,Joe continuava a imprecare contro di lui.

-dannazione !ti rendi conto di che spavento mi hai fatto prendere? Tu…tu non hai idea di cosa sarebbe potuto succederti,lì,di notte..con chissà chi,poi! E perché non mi hai detto nulla? Devo venire a sapere da Cleanwell che ti sei ritrovato un biglietto e una rosa stamattina? Ma che problema hai? Sono tuo fratello,dannazione! Avrei dovuto saperle io queste cos..-

-etciù!-

Joseph venne interrotto da uno starnuto del fratello.

Il maggiore gli lanciò un’occhiataccia.

-avanti,dillo.-lo incitò Nick.

-te lo avevo detto!-lo accontentò il Jonas maggiore.

Nicholas sospirò.-scusa Joseph,ho sbagliato. Mi dispiace,okay? Però,se permetti,non credi di esagerare? Cosa mi sarebbe potuto succedere?-

Il Jonas maggiore si sedette sul divano affianco a lui.

-ci sono molte cose che non sai,Nicholas.-disse.

 

 

Ma salveee!!!=)

Allora,5 secondi di euforiaaa! Kevin diventerà papà! Devo ancora realizzare il tutto :’)

Altri 5 secondi di euforia per le nuove canzoni di quei tre! Quanto belle sono? What do I mean to you,poi….awwww*-*

Già mi immagino Joe che fa video al/la bambino/a e Nick che gli insegna a suonare il pianoforte…

Dunque,tornando alla storia, vi anticipo che nel prossimo capitolo si verranno a sapere mooooolte cose che sono un po’ il fulcro della ff.

Purtroppo,domani non riesco a pubblicare e vado via per due settimane,così vi toccherà portare pazienza ancora un po’.

Un’altra cosa e poi,promesso,me ne vado:non sono una che guarda il numero di recensioni,ma mi farebbe piacere solo sapere cosa ne pensate…giusto per capire se questo è un genere aprezzato o no. Tutto qui.possono essere anche 5 parole,sul serio

Bbbene! Mi dileguo! Buonanotte a tutti!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

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Capitolo 7
*** news and something else... ***


CAPITOLO 7.


-ci sono molte cose che non sai,Nicholas.- disse il Jonas maggiore,sedendosi affianco al fratello.
Quello,come risposta,lo guardò confuso e lo incitò,con un segno del capo, ad andare avanti.
-quale pensi sia la causa della morte di mamma e papà?-chiese Joe.
Nick rabbrividì,e non solo per il freddo:era da anni che il maggiore non tirava fuori quell’argomento. Escludendo i litigi,ovvio.
-vai al punto.-
Joseph si sedette meglio.
-vedi…dopo la morte di papà,a casa,ho trovato una lettera e-
-che lettera?-intervenne Nicholas.
-fammi finire. Dicevo:la lettera l’aveva scritta papà e l’aveva lasciata a me,scrivendo di tirare fuori quest’argomento solo se necessario e poi,di bruciarla.-
A quel punto,Joseph si voltò a guardare Nick,che gli fece segno di continuare.
-in questa lettera c’erano scritte molte cose,soprattutto riguardo alla black rose.
Nel 1455 fino al 1485 ci fu la guerra delle due rose:quella rossa dei Lancaster e quella bianca degli York ,conclusasi con l’ascesa al trono di Enrico VII.
Ovviamente,questa cosa alle due rose non andava a genio e nacque una specie di coalizione,unità tra le due,chiamata black rose.
Quello che vogliono è vendicarsi e comandare,facendo salire al trono uno di loro.-
Joseph si fermò.
-tu…tu ti riferisci ai tatuaggi delle vittime? Loro avevano a che fare con questa black rose?-chiese il ventenne.
Joe annuì.
-la black rose è composta dai discendenti di entrambe le famiglie,seguaci e anche persone che non sono della stessa idea,ma che possono essere utili per i loro piani. Come papà.
Essendo il capo della sicurezza della regina poteva essere davvero molto utile. Poteva ricavare informazioni,spiare ,sapere i suoi spostamenti e fare in modo che tutto filasse liscio.-
-perché papà avrebbe dovuto farne parte ?-
-lo avevano minacciato. Se non avesse collaborato,io,te e la mamma,saremmo stati  nei guai.-
 
Nicholas chiuse gli occhi:improvvisamente era tutto chiaro. La morte di Denise era  dovuta al padre,e alla black rose.
 
-così papà non ha ubbidito ed…ed è successo quello che è successo. Non è vero?-chiese il detective.
Joe annuì.
-successivamente,papà ha cercato di vendicarsi ma la black rose si era stufata e..-
-lo hanno ucciso.- disse il ventenne,con la voce leggermente incrinata e gli occhi lucidi.
Joseph gli passò prontamente un braccio sulle spalle,annuendo appena.
Il minore appoggiò la testa sul suo petto e chiuse gli occhi.
Dire che Nicholas  era confuso era quasi un eufemismo:erano successe troppe cose insieme,doveva ancora rendersi conto della verità che non aveva mai saputo sui suoi genitori.
 
 
 
Quel 18 dicembre fu qualcosa di indimenticabile:a Londra c’erano meno di zero gradi e la neve non smetteva di cadere dal giorno prima.
Joseph entrò nella sede di Scotland Yard e si scrollò la neve rimasta sul suo cappotto scuro.
Si tolse i guanti e salutò,con un cenno del capo e un sorrisetto ,la segretaria all’entrata,che arrossì.
 
Al terzo  piano dell’edificio,dove c’era l’ufficio suo e di Nicholas,c’era il caos ,quel giorno:un via vai di persone e poliziotti andavano su e giù ,zigzagando tra le scrivanie ,portando fascicoli in giro e rispondendo all’insistente squillare dei telefoni.
-Joseph! Aspetta un secondo…- disse la signorina Emma Tyler,una sua collega, avvicinandoglisi con qualcosa in mano.
Il ventiquattrenne si voltò.
-tieni:è stato trovato in casa della prima vittima,il bancario,sono dei progetti. Forse vi possono essere utili.-disse,porgendo il diario al ragazzo che la ringraziò con un’altro dei suoi sorrisi che,generalmente, faceva girare la testa alle ragazze.
-non attacca con me,Jonas.-rispose Emma,prima di andare via.
Joe scrollò le spalle e si rigirò il libretto tra le mani:non era molto grande,ma tascabile e molto leggero. Era nero e c’erano diversi segnalibri.
Lo aprì.
In ogni pagina c’era disegnato qualcosa,a partire da strani disegni e progetti di attrezzi a quelli che,a vista d’occhio,sembravano marchingegni esplosivi.
 
 
Nick scarabocchiava distrattamente sul blocco a quadri che portava a lezione.
Aveva cercato,quella mattina,di stare attento alla spiegazione e di prendere appunti, ma gli era risultato abbastanza difficile tanto che,alla fine,ci aveva rinunciato ed aveva iniziato ad ascoltare si e no ciò che il professor Blackwood diceva.
Il ventenne,seduto in una delle ultime file dei lunghi banchi dell’aula dell’università,  si tolse gli occhiali da vista e si passò una mano sul viso, quando lo sguardo gli cadde su ciò che inconsciamente aveva disegnato prima :un qualcosa che,seppur stilizzata,sembrava una rosa.
Sbuffò:non ne poteva più! Quella stava diventando un’ossessione.
-bene,per oggi è tutto ragazzi.-quella frase scosse Nicholas dai suoi pensieri e,con una velocità impressionante,rimise i libri nella tracolla scura ed uscì dall’aula della UCL.
Appena fuori,il vento freddo di quella mattina lo investì completamente,stordendolo.
Il ragazzo mise le mani in tasca e si diresse allo Starbucks più vicino,con l’intenzione di una pausa e un caffè caldo.
Un’idea allettante che venne,però,interrotta dallo squillare del suo Blackberry.
Non appena vide il nome “JOE” sul display,capì di dover rinunciare alla sua tanto agognata pausa e rispose.
-Nicholas! Dove sei?-il tono di Joseph,senza nemmeno salutarlo,lo preoccupò.
-sono appena uscito dall’università:che succede?-
-ci troviamo a Buckingham Palace:c’è stato un altro attacco alla regina.-
Il detective annuì e prese il primo taxi a disposizione.
 
-il secondo attentato quest’anno,qui, a Buckingham  Palace alle ore dodici e trentanove. L’obiettivo sembra essere la Regina Elisabetta che,fortunatamente,è rimasta illesa in quanto l’esplosione è avvenuta in una stanza lontana.
Scotland Yard sta ispezionando la scena del crimine alla ricerca di prove.-
Il cronista televisivo fece segno al cameraman di riprendere il palazzo reale e i vari poliziotti sul posto.
Nicholas scese dal taxi che si era fermato poco più distante,non potendo andare oltre e raggiunse l’ispettore Cleanwell, appena sceso dalla volante.
I due si diressero da Joseph mentre Nicholas  chiedeva spiegazioni sull’accaduto all’ispettore.
-ispettore!può dirci qualcosa? –  -cosa è successo?-  -detective Jonas,ha qualche sospetto riguardo all’organizzatore di tutto questo?-
I giornalisti non mancavano mai in quelle occasioni.
Una miriade di flash e microfoni erano puntati su di loro e altri colleghi ,mentre alcuni volontari tenevano a bada la stampa.
-non sappiamo ancora molto:siamo appena arrivati. Per favore…-disse Cleanwell,facendosi spazio tra la folla.
 
 
Se Nicholas pensava che Buckingham Palace fosse grande,si sbagliava:era un qualcosa di enorme,di talmente immenso e  pieno di stanze e corridoi che era impossibile non perdersi.
 Si trovavano tutti nella stanza dell’esplosione :la bomba era stata posizionata sotto il tavolo e gran parte della zona era rovinata.
-è impossibile trovare impronte,qui.- constatò un poliziotto,girovagando per la stanza annerita dal fumo e rovinata dall’acqua.
Joseph sospirò,decisamente in difficoltà.
-Nicholas,vieni qua un attimo.-disse,senza girarsi.
Non ricevendo risposta,però fu costretto a voltarsi e notò che il fratello non c’era.
Si battè una mano sulla fronte:suo fratello e i suoi vizi di sparire così.
 
Nick si era perso almeno tre volte in quel labirinto e se ne era reso conto dopo essere sbucato tre volte consecutive nella stessa stanza.
Forse non era stata una grande idea non avvisare nessuno e girare da solo là dentro ma,d'altronde,se lo avesse fatto,non sarebbe stato lo stesso.
Lui aveva bisogno di pensare. Da solo.
Per sua fortuna,vicino ad un estintore ,vide una mappa dell’intero edificio in caso di incendio.
L’esplosione era avvenuta nella Royal room.
La individuò sulla mappa e constatò che la frase “YOU ARE HERE” era molto vicina ad essa.
C’era un’uscita poco distante da lì:probabilmente quella usata dall’organizzatore del tutto.
Si diresse all’uscita e spinse il maniglione della pesante porta d’emergenza.
Dava sul retro del palazzo nella zona accessibile solo al personale autorizzato.
Sull’asfalto c’era una macchia d’olio e il ragazzo si chinò,per poi passarvi sopra un dito:era fresca. Non doveva avere più di due ore.
Perché avrebbe dovuto esserci una vettura due ore prima in quella zona? Non era vicina a nessun tipo di servizio o stanza speciale,nessuna cucina o sala riunioni.
-cosa ci fa lei qui? Questa è una zona inaccessibile,torni in dietro per favore.-
Una voce maschile rauca lo fece alzare.
Il ventenne si sistemò i pantaloni e si voltò,prendendo dalla tasca il distintivo di Scotland Yard.
Lo mostrò all’uomo di fronte a lui,decisamente sulla sessantina e con la divisa da inserviente.
-mi scusi detective,pensavo fosse un qualche turista curioso. Sa…capita spesso. –disse l’uomo.
-si figuri. Piuttosto,posso farle qualche domanda?-chiese Nick ,infilando il distintivo nella tasca interna del trench scuro.
L’uomo annuì.
-è normale che ci siano vetture qui? viene scaricato materiale da questa porta?-
Il sessantenne scosse la testa.-no no,è piuttosto scomodo. Questa è solo un’uscita di emergenza e al massimo ,come vede,viene buttata via la spazzatura. Niente auto qui.-
Il ventenne volse lo sguardo ai cassonetti dell’immondizia lontani dalla macchia d’olio:dunque il camion addetto al raccoglimento dei rifiuti era un’ipotesi poco probabile.
-in quali giorni passa il camion dei rifiuti?-
-lunedì,mercoledì e venerdì. Una domenica sì e una no.-
Oggi è giovedì . pensò Nick.
-la ringrazio,signore. Un ultima cosa:la Royal room,dove è avvenuta l’esplosione, è una delle tante sale riunioni del palazzo. Giusto?-
L’uomo annuì.
-chi vi entra, oltre alla regina durante le riunioni?-
L’uomo sospirò.-molta gente: a partire dalle guardie del corpo della Regina,ai camerieri di turno in caso di necessità fino agli altri componenti delle riunioni. Ah sì,anche le signore delle pulizie.passano ogni martedì e venerdì se non sbaglio.-
Nicholas sorrise .-la ringrazio di nuovo,signor…-
-Hollen.-
-signor Hollen.-
 
Detto questo,i due rientrarono:Nicholas proseguì per il corridoio,mentre il signor Hollen entrava in una delle tante stanze lì vicino.
Dunque aveva scoperto che il presunto “assassino” aveva parcheggiato lì due ore prima,dunque verso le 10.30 e poi aveva raggiunto la sala della riunione che,fortunatamente,era stata spostata.
Aveva posizionato la bomba ed era andato via.
 
Nathan ritornò alla Royal room ,dopo aver seguito scrupolosamente le indicazione delle mappe vicino agli estintori(cosa di cui era molto grato).
-toh,chi si rivede.- esclamò l’ispettore sorridendo.-giretto turistico per il palazzo?- continuò.
-già,ammirevole.-scherzò il detective.
- ad ogni modo,ci sono alte probabilità che il nostro uomo abbia parcheggiato qui circa due ore fa.-disse Nick ,indicando l’uscita più vicina su una delle mappe-salvezza.
-l’hai tolta dall’estintore?-notò joseph,avvicinandoglisi.
Il ventenne fece un cenno di noncuranza con la mano:-ce ne sono talmente tante!non si accorge nessuno.-
 
-abbiamo delle telecamere?-chiese il detective.
Joseph  scosse la testa-è da questa mattina che non vanno. Chissà come mai.-disse ,sarcastico.
Nick non parve sorpreso e si diresse sotto il tavolo della stanza,dove era posizionata la bomba.
Erano visibili alcuni pezzi davvero originali e particolarmente efficaci. A partire da ingranaggi incastrati in strani modi a pezzi di forme strane.
-Tom ,fotografa un po’ qua.- disse il ventenne al fotografo di Scotland Yard,indicando dei piccoli pezzi di ferro a terra.
Il ragazzo obbedì.
 
 
Tornati in centrale,Nicholas e Joseph si diressero nei loro rispettivi uffici,ognuno con un compito ben preciso.
 
 
 
 
Ebbene sì,sono ancora viva!
Sono imperdonabile,lo so…ma vi ho fatto un capitoletto bello lungo!:)
I prossimi capitoli dovrei riuscire a postarli molto più regolarmente.
Bene,ora mi dileguo,ma fatemi sapere cosa ne penate!!!:)
Ciauuuuuuu
Nicole Jonas


 

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Capitolo 8
*** Tha black diary ***


CAPITOLO 8.

Joseph si sedette alla scrivania,seguito dal fratello. 
-tieni. -disse,prendendo dal tavolo il diario nero che gli aveva dato Emma qualche ora prima. 
Nicholas lo prese e rivolse uno sguardo interrogativo al fratello. 
-era nell'appartamento della prima vittima. -

Il moro annuì, aprendolo. 
Sfogliò attentamente le pagine,finché alla quinta si fermò. 
Il detective osservò attentamente il disegno: tracciati a matita,ma molto precisi,c'erano dei meccanismi davvero singolari,incastrati tra loro. 
-lo sapevo!-esclamò ad un certo punto il ventenne. 
-Nick,ti dispiacerebbe spiegarmi?-intervenne Joseph,abbastanza confuso. 
-se non sbaglio,in questo disegno ci sono dei pezzi simili se non uguali a quelli che c'erano a Buckingham Palace. Dunque,la vittima aveva sicuramente a che fare con l'attentato.-spiegò il Jonas minore,cercando di ricordarsi mentalmente dove fosse Tom,il fotografo. 
-non possiamo sapere se era suo. Potrebbe averlo solo avuto per un periodo,senza scrivere o disegnarci nulla.-
Nicholas annuì,per poi riprendere il libretto e porgerlo al fratello. 
-cosa ti ricordi del signor Sheldon?-
-banchiere,mezza età,ordinato...-
- e che altro?-chiese Nick. 
-...era mancino. Giusto!-
Joseph aprì velocemente il diario,guardando la prima pagina. 
-il foglio è leggermente più scuro,sporco di matita a sinistra. La sbavatura è indicativa. -
Spiegò Joseph,mentre Nicholas annuiva soddisfatto. 
-ora ho solo bisogno di confrontare le immagini con questi progetti. -disse il minore,scomparendo dalla vista del fratello con il libro in mano. 

L'ispettore Jeremy Cleanwell aprì la porta a vetri che portava al laboratorio di Scotland Yard. 
-signorina tyler,eccola qui.-disse ,porgendo alla ragazza davanti a lui,in camice bianco,un sacchettino di plastica. 
-ho bisogno delle impronte di tutti quelli che hanno toccato il maniglione del palazzo reale dalle dieci e mezza in poi. Qui ci sono tutte le impronte disponibili.-disse,indicando il sacchettino.  
Emma Si mise una ciocca dei capelli scuri dietro l'orecchio,mentre con l'altra mano prendeva il sacchetto delle impronte. 
-buon lavoro.-
Detto questo,l'ispettore sorrise gentilmente alla ragazza e uscì. 


Due ore dopo ,Nicholas era seduto alla sua scrivania mordicchiando la stanghetta degli occhiali. 
Aveva confrontato le immagini con gli schizzi del libretto ed era giunto alla conclusione che fossero entrambi simili. 
Molto,molto simili. 
Per di più,una pagina era stata strappata ed era subito dopo l'ultimo progetto. 
Aveva notato che c'erano dei cambiamenti di schizzo in schizzo: il secondo era migliore e più "evoluto" del primo, il terzo del secondo e così fino al quinto. Dato che quello era l'ultimo ed era simile alla bomba del Buckingham Palace ,molto probabilmente quello che doveva esserci disegnato nella pagina strappata era il progetto uguale alla bomba. 
-Nicholas!-
Emma si avvicinò al ragazzo,che alzò lo sguardo dal libro. 
-ho analizzato le impronte del maniglione delle ultime due ore dall'attentato. Solo tre persone sono risultate:tu,verso le dodici e mezza,un certo Peter Hollen alla medesima ora e un certo Harry Stoles,verso le dieci e quaranta.-
Il detective annuì. 
-per quanto riguarda me e il signor Hollen ,eravamo lì alla stessa ora io,per controllare la porta sul retro,lui per mandarmi via pensando che fossi un turista. Se non risulta nemmeno nelle ore prima direi di escluderlo dalle indagini. -disse il ventenne,unendo le mani sopra la scrivania
-per quanto riguarda il signor Harry Stoles,penso sia il caso di farlo venire qui.-concluse. 

Un uomo dai capelli scuri entrò nella centrale di Scotland Yard in manette,tenuto da due poliziotti per sicurezza. 
-l'abbiamo beccato quasi a Liverpool. Ne ha fatta di strada!-disse l'ispettore Cleanwell da dietro. 
-portatelo  nella sala interrogatori e vediamo cosa ha da dirci.-continuò. 
I poliziotti che tenevano Harry Stoles annuirono ed eseguirono gli ordini. 
Jeremy Cleanwell si avvicinò a Nicholas,che nel frattempo si era appoggiato alla scrivania. 
-potete occuparvene tu e joseph,per favore?io ho già mandato una squadra a casa sua.-
Il ventenne scosse la testa e insieme al fratello si diressero nella sala 14 dello stesso piano. 

-signor Stoles ,per la seconda volta, dove era oggi tra le dieci e le dodici di mattina?-chiese Joseph,visibilmente irritato dal mutismo dell'uomo di fronte a lui. 
L'uomo non rispose e non alzò nemmeno lo sguardo dalle manette ai polsi. 
Nick sbuffò: odiava gli interrogatori con tutto se stesso. Il dover capire se la persona di fronte a lui mentiva,se non distoglieva lo sguardo da un punto preciso e i neon orrendi che arredavano ogni stanza del genere,per lui,era incredibilmente fastidioso. 
-senta,signor Stoles,le cose stanno così.-disse Nicholas,che fino a quel momento era stato appoggiato al muro con le braccia conserte e non aveva aperto bocca. 
-noi sappiamo che tra le dieci e le dodici di oggi era a Buckingham Palace,ci sono le sue impronte,ma dobbiamo sapere cosa ci faceva là. 
Se non risponde,posso tranquillamente spedirla in prigione per essere entrato a palazzo. Lo sa che è vietato,vero? A Buckingham palace,poi! A lei la scelta: o parla o fra nemmeno mezz'ora sarà in cella. -
L'uomo si mosse sulla sedia,nervoso. 
-non ho paura di te,ragazzino. -
-oh,dovresti.- 
Nick prese posto sulla sedia di fronte a lui. 
-davanti a me ho un uomo che ha a che fare con meccanismi e,più precisamente,orologi a giudicare dall'assenza di tremolio nelle sue mani e la leggera miopia,dovuta al lavoro con simili marchingegni. 
Sua moglie e suo figlio per lei non esistono quasi più,infatti,la sua camicia è stropicciata,chissà quando è stata l'ultima volta che ha visto un ferro da stiro. La cravatta,inoltre,ha il nodo fatto in modo sbagliato e il che indica un'assenza femminile. So che ha un figlio a giudicare dall'inchiostro sulla sua camicia.  Carattere impetuoso e ribelle. Quanti anni ha?otto?-
-mark ha sette anni. -lo correse l'uomo. 
-è alto per la sua età.  
a causa di qualche problema ,trova rifugio nell'alcool:ha dei graffi nella manovella dell'orologio che indica che lei ,quando ubriaco,non riesce quasi mai a trovarla e girarla subito. 
Il suo furgoncino che si era fermato oggi a palazzo tra le 10 e le  12 era piuttosto vecchio,munito di ruote non a norma perchè troppo lisce ma di una tipologia rara e quasi in disuso ,oramai,trovabile solo da Danny's,il meccanico a Bold Street. Il carburante era di scarsa qualità,gasolio agricolo,il che mi fa pensare che lei abbia preso quello meno caro e che dunque abbia problemi economici. L'odore era quello. Mi corregga se sbaglio. -finì Nicholas,mentre l'uomo lo guardava con un'espressione sbalordita,mal camuffata da un'aria di superiorità. 
Il detective guardò l'orologio. 
-direi basta così,per oggi,ci vediamo domani,signor Stoles. -Disse Joseph,facendo segno ai due poliziotti sulla porta di portarlo via. 
Nick e il fratello uscirono dalla stanza e tornarono ai loro uffici. 
-nicholas! Qua ci sono tutte le informazioni su Harry stoles.-disse Emma,affiancando il ragazzo e mostrandogli un fascicolo. 
-fidati,non gli servono.-disse Joseph,indossando il cappotto e sorridendo al fratello,che ricambiò divertito. 

Nick camminava a north embankment,sulla sponda del Tamigi. 
Lui amava passeggiare lì,la sera:lo aiutava a pensare. 
Amava la tranquillità della zona ad una certa ora ,le luci della London Eye e della città dalla parte opposta del fiume.
Aveva avvisato Joseph che si sarebbe trattenuto fuori casa per una passeggiata. 
Il ragazzo si strinse nel cappotto scuro per il freddo e rivolse uno sguardo incerto al cielo scuro e senza stelle sopra di lui: aveva smesso di nevicare da un paio d'ore e sicuramente avrebbe ripreso da un momento all'altro. 
Il ragazzo osservò le nuvole di vapore che si formavano ad ogni suo respiro ,finchè ogni rumore cessò :niente più macchine,risate di ubriachi o altro. 
Il ragazzo si voltò,allarmato,quando una macchina scura sgommò vicino a lui. 
Fece appena in tempo a vedere un paio di uomini scendere dall'auto e dirigersi verso di lui.  
Poi il nulla. 




























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Capitolo 9
*** You know me,Nicholas ***


CAPITOLO 9.

-...il portafoglio, cellulare, occhiali, dei libri...-
-ha nient'altro nella borsa?-
-...sì!una cartellina con dei fogli:ci sono tre date. -
-dammela!riguarda palesemente i due omicidi e l'attentato di stamattina. -
 
Nicholas socchiuse gli occhi cercando di capire dove fosse,ma era inutile:era tutto buio. 
La testa gli girava e gli faceva tremendamente male. 
I suoni,per di più,gli arrivavano ovattati ,ma era comunque riuscito a seguire quasi tutta la conversazione tra i due sconosciuti. 
Si accorse di essere disteso su qualcosa di duro e freddo,un pavimento, e di un liquido caldo bagnargli la tempia sinistra. 
Il ragazzo aspettò un paio di minuti e,dopo non aver più sentito rumori,puntò il gomito a terra e ,con un grande sforzo,si alzò,appoggiandosi ad una fredda e grezza parete vicino a lui. 
Portò le dita alla tempia e poi le ritrasse,dopo aver constatato di stare sanguinando. 
-il detective Nicholas Jerry Jonas,un vero piacere. Ben svegliato. -
Disse una voce maschile leggermente roca. 
Nick non rispose,troppo intento a cercare di capire da che parte venisse la voce. 
Avete presente quando vi siete appena svegliati di colpo dopo una lunga dormita ,durante la quale,magari, avevate fatto un incubo che non vi ricordate più ma che vi mette paura lo stesso? Sembra una cosa stupida ,avere paura di qualcosa che non si ricorda,di qualcosa di,in qualche modo,sconosciuto a noi. 
Eppure era così che Nick si sentiva. 
Strano,rimbecillito e confuso. Ah,e tremava anche. Appunto,terrorizzato da chissà cosa. 

-dove sono?- disse il ventenne,accorgendosi del tono basso della sua voce. 
Una risata tirata e strafottente fu la sua risposta. 
-sul serio? Il famoso e giovane detective di Scotland Yard non riesce a intuire dov'è?-
Il ventenne prese due grandi respiri,sentendo improvvisamente mancargli l'aria. 
"Chissà cosa mi hanno dato per ridurmi così..." ,pensò. 
-smettila.cosa vuoi da me?-rispose a tono il detective,decidendo di non stare al gioco. 
- poca roba,a dire il vero. -
Nick sentì dei passi avvicinarsi a lui,ma ,anche quando gli sembrava di avere davanti l'uomo,non video nulla. 
-chi sei?-
-tu sai chi sono, Nicholas. -
Il ragazzo scosse la testa, confuso. 
-oh,ti verrà in mente:non temere. Ora,ascoltami bene. Ho bisogno che tu faccia in modo di lasciare in sospeso il caso Buckingham Palace. È chiaro? Non mi interessa come:brucia le prove,nascondi quelle future,non dare nessun tipo di aiuto...come vuoi. Ma se vengo a sapere che stai ancora indagando sul caso,o peggio,Scotland Yard lo sta facendo,ci rivedremo sicuramente. -
Il detective si appoggiò ulteriormente al muro,sentendo il terreno mancargli sotto i piedi e un improvviso senso di opprimento. 
-cosa...- il ragazzo si fermò per riprendere fiato. -cosa ti fa pensare che io...che io lo faccia...?-
-per il semplice motivo che tu sai cosa ti succederà. Speriamo di non rivederci,Nicholas. Non deludermi anche tu. -
A quel punto,il ragazzo cadde sulle ginocchia,annaspando in cerca d'aria,finchè cadde inerme a terra. 

Quando Nick riprese coscienza ,una fioca ma fastidiosa luce inondava la struttura,che si rivelò essere una vecchia fabbrica abbandonata. 
Il ragazzo aprì gli occhi,vedendo solo sagome confuse e sdoppiate. Aspettò un paio di minuti che l'effetto  diminuisse e si alzò. 
Era in una stanza piena di tubature e pezzi di vecchi macchinari industriali. 
recuperò la borsa tirata in malo modo in mezzo alla stanza,con la maggior parte del contenuto rovesciato sul pavimento. 
-potevano anche mettere a posto,eh.-,pensò il detective,barcollando un po'. 
Uscito dalla stanza ,non gli fu difficile trovare l'uscita. 

Joseph,dopo due ore di tentativi nel chiamare il fratello,si alzò dal divano dove era stato seduto nemmeno due minuti e prese le chiavi della macchina. 
Se non rispondeva,sarebbe andato a cercarlo. 
Il ventiquattrenne scese in strada e accese il motore del Range Rover,pronto per la ricerca. 
Joseph decise di iniziare a costeggiare "the South Bank" ,per poi passare in rassegna i locali della zona e fare così anche dall'altra parte del fiume.  

Dopo poco più di mezz'ora,il cellulare iniziò a squillare. 
Il ragazzo lo prese velocemente e,non  appena lesse il nome del fratello sul display,rispose.
-Nicholas Jerry!!! Sono due ore che provo a chiamarti! Che fine hai fatto?!?-sbottò joseph,arrabbiato,senza lasciare tempo a Nick di dire nulla. 
Nicholas,dal canto suo,si aspettava una reazione simile dal fratello e non fu sorpreso. 
Sapeva che non era arrabbiato,bensì preoccupato. 
-...è una storia lunga...-disse il ventenne ,cercando di capire dove fosse. 
-...mi fai preoccupare. Stai bene?dove sei?-
-appena fuori Londra,vicino alla vecchia fabbrica di auto. -
Joseph annuì e raccomandò al fratello di rimanere lì. Girò la macchina e partì. 



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Capitolo 10
*** Edward Foley ***


CAPITOLO  10.
C'erano tre cose che Nicholas Jonas odiava: le meduse,le imitazioni della pizza italiana e Joseph quando era preoccupato. 
Con quel suo continuo tempestarlo di domande,poi,diventava davvero insopportabile. 
-fammi fare. -
-ho detto che sto bene. -
-invece no. -
-per l'amor di Dio,Joe,è solo un taglietto!-
-taglietto un corno! Zitto e lasciami lavorare.-
Joseph bagnò del cotone con un po'  di disinfettante e lo appoggiò delicatamente sulla tempia di Nick,che soffocò un gemito. 
-cinque centimetri di roba e ti ostini a chiamarlo "taglietto"? È anche abbastanza profondo.-
Il minore grugnì come risposta,mentre Joe finiva di disinfettare il tutto. 
Alla fine applicò un cerotto tale da coprire il taglio,con la disapprovazione del detective. 
-non era necess...-
Joe lo fulminò con un'occhiataccia e lo zittì. 
-va' a dormire: domani ne parliamo. -

-Stoles ha parlato?-chiese Joseph,speranzoso. 
-non ha detto una parola.-rispose l'ispettore Cleanwell. 
-abbiamo però scoperto avere precedenti penali per traffico di droga. Niente più. Che hai fatto lì?- chiese l'uomo,alludendo al cerotto di Nicholas. 
-sono scivolato:il pavimento era ghiacciato...sai com'è...-
Joe gli scoccò un'occhiata perplessa. 
Cleanwell annuì. 
-capisco:con questo tempaccio...-disse,alludendo alla neve che non smetteva di cadere da giorni. 

I due fratelli tornarono dal signor Stoles,chiedendo di vederlo. 
-spero abbia passato una buona nottata.-lo salutò il Jonas maggiore. 
-lo sa? Abbiamo già fissato la data per farla apparire in tribunale. Sarà domani sera. 
Si fidi,cinque anni dentro li avrà di sicuro  ,se non parla. -
L'uomo parve pensarci su,mantenendo comunque un'espressione impassibile in volto. 
-cosa potete fare per me?-
-possiamo diminuirle la pena,signore. -intervenne Nick. 
-deve solo dirci chi l'ha mandata a posizionare quella bomba.-
Harry Stoles sospirò.
-si chiama Foley. Edward Foley.-

-Edward Foley. 63 anni.  Nato il 19 dicembre 1950. Proprietario della UescoCredit. Nessun precedente penale. In pensione da due anni. -
Lesse Cleanwell. 
Joseph ,invece di ascoltare attentamente la descrizione dell'uomo,osservò il fratello minore:
Nicholas era appoggiato alla scrivania,le mani in tasca dei pantaloni scuri e uno sguardo attento. 
Si stava infilando in una brutta faccenda,questo Joe lo sapeva per certo. 
-Nick,vieni con me un secondo. -disse,prendendolo  per un braccio .

Nicholas seguì il fratello maggiore fino ai bagni. 
-Cosa hai intenzione di fare?-chiese Joseph,incrociando le braccia e un'espressione incriminatoria sul viso. 
-andare da Foley e arrestarlo. -
-sei impazzito...-
-no! Ascolta: lo so cosa pensi. Dovrei fare ciò che mi hanno detto ieri notte,giusto? Eliminare le prove.-
Joe annuì. 
-ma non posso. Non ora che siamo così vicini alla cattura del fulcro della Black Rose. Foley è il capo. Preso lui,possiamo catturare tutti gli altri. -
-non è così facile,Nicky. Sono in tanti. Troppi. Sii prudente:tu meglio di chiunque altro sai di cosa sono capaci.-
Nick annuì. 
-Joe,per favore. Sarebbe comunque impossibile ,oramai,cancellare le prove. Devo farlo,anche a costo di girare con dei bodyguard tutto il giorno.-
-è quello che farai,Jonas.-disse l'ispettore Cleanwell,facendo sussultare il minore dei fratelli. 
- sa tutto,Nick. -lo tranquillizzò Joseph. 

In una Ford focus,Nicholas,Joe,Cleanwell   e Jeanjacque lautier, lo stilista di Edward Foley,ricapitolavano il piano per la serata. 
-è ora,signor lautier. Chiami Foley.-disse Cleanwell. 
L'uomo annuì. 
Prese il telefono e avvisò l'uomo che,a causa di un malore,non sarebbe potuto venire. 

Essendo ,quel giorno,il compleanno di Foley,il suo yacht privato a tre piani di 67 metri era ormeggiato a North embankment,attirando folle di turisti giapponesi armati di macchine fotografiche. 

-Nick,il piano è questo:entri nello yacht e lo porti nella stanza al secondo piano. Noi siamo lì per non attirare l'attenzione dei suoi "colleghi". Tutto chiaro? Da lì è tutto molto semplice.-
Nicholas annuì ed uscì dall'auto. 
-Nicky!-lo richiamò Joseph. 
Il ragazzo si voltò. 
-buona fortuna. -





Okaaaay,non uccidetemi per aver concluso il capitolo così!!:)
Ad ogni modo,spero che vi sia piaciuto!:)
Un bacione,
Nicole jonas




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Capitolo 11
*** Do you remember me,Nicholas? ***


CAPITOLO 11.

Nick sistemò la pistola dietro la schiena e si diresse all'entrata dello yacht "Joy 3" ,sistemandosi il completo elegante abbinato ad una cravatta ed un cappellino bordeaux,con tanto di sciarpa nera. 
I capelli ricci erano tirati indietro e fissati con del gel.  
Emma Tyler,la collega che lo aveva conciato così ,sosteneva che sembrava un vero e proprio stilista. 
Il ragazzo scosse la testa e fece per salire la scaletta dello yacht ,quando un uomo grande quanto un armadio lo fermò. 
-piccoletto,dove credi di andare? Invito,prego.-disse,tendendo una manona in avanti. 
-ehm ...mi scusi,l'invito non ce l'ho. Sono Laurent Dujardin,lo stilista del signov Foley.-disse Nicholas con un accento perfetto e fiero delle sue origini francesi,porgendo la falsa carta di identità all'uomo. 
Quest'ultimo confrontò la foto con il ragazzo e ,sapendo del suo arrivo,lo fece passare. 
Nicholas sospirò:questa è fatta. 
-lei deve essere il sostituito del mio stilista. È un vero piacere,signor Dujardin. -
Un'uomo dai capelli grigi,abbastanza magro e alto,lo accolse all'entrata,lasciando in sospeso la discussione con una donna vicino a lui. 
-il piacere è tutto mio. Le porgo i miei più cari auguri.-disse Nick. 
-la ringrazio. Allora,ho bisogno di alcuni veloci ritocchi sul mio abito per questa sera.la porto di sopra. Prego,mi segua.-
Nicholas lo seguì,sbirciando da un oblò la focus di Joe e Cleanwell,vuota. 
-sto per entrare. -sussurrò alla trasmittente attaccata all'orecchio. 
I due salirono le scale ed entrarono nella quarta porta a sinistra del corridoio,passando almeno cinque uomini armati. 
-non si preoccupi di loro,signor Dujardin.-lo tranquillizzò Foley. 
Entrati nella cabina,Nick si affrettò a chiudere la porta. 
-che sta facendo?-chiese Edward Foley. 
-il mio lavoro.-replicò il ventenne,con il suo normale accento inglese. 
-e lei è in arresto.-
Joseph,assieme a Cleanwell ed altri tre poliziotti,sbucò da una cabina comunicante ,con la pistola fra le mani e il giubbotto antiproiettile addosso. 
L'ispettore Cleanwell non perse tempo e ammanettò l'uomo. 
-Nicholas!Joseph! Ecco perchè avevi un viso familiare...-disse il sessantenne a Nick. 
Il ragazzo inclinò la testa,confuso. 
-mi deludi:pensavo ti ricordassi di me.-
Nick lo guardò bene,finchè non vide quegli occhi. 

Le luci delle auto della polizia mandavano riflessi blu e rossi sul muro del negozio. 
Nicholas piangeva e cercava di correre dalla madre,ma due poliziotti lo fermarono prontamente. 
-lasciatemi!- esclamò,strattonando i due uomini che,però,aumentarono la presa sulle sue braccia. 
La vista del bambino si offuscò dal pianto quando non gli fu più possibile vedere Denise,accerchiata dai paramedici. 
Il bambino non si dibatteva più e si era lasciato in un pianto liberatorio,facendo scorrere le lacrime sulle guance rosee dal freddo e non curandosene. 
Ad un certo punto,due mani calde lo avvolsero in una coperta,tenendolo stretto. 
-il papà sta arrivando,Nicholas. Stai tranquillo. -
Era Cleanwell,all'epoca poco più che cinquantenne,che il bambino conosceva bene. 
Nick si lasciò stringere dall'ispettore,con la testa appoggiata sulla sua spalla,a guardare la strada. 
Dovevano essere passati cinque minuti dall'irruzione nel negozio e ,dopo un grosso furto alla cassa,gli uomini se ne erano andati. 
Nick guardava le macchine correre,quando una mercedes grigia attirò la sua attenzione:un uomo in completo grigio gli sorrise e ,affianco,riconobbe uno dei ladri. 
Il bambino tremò,prendendola come una raccomandazione, e questo non lo venne mai a sapere nessuno. 


-tu...sei stato tu bastardo!..-il ragazzo prese la pistola da dietro la schiena e fece per sparare,ma venne prontamente fermato da Joe. 
-fermo...fermo Nick!Calmati...-gli disse,prendendogli la pistola dalle mani per sicurezza. 
-lasciami!-
-non risolvi niente,così...cerca di calmarti .-
Foley rise guardando la scena. 
-non avevo altra scelta: tuo padre era una testa dura,come te,e non collaborava a dovere. A quanto pare ,neanche tu. -
In quel preciso momento,la porta si spalancò e cadde a terra,mostrando almeno una decina di uomini armati pronti a sparare. Un poliziotto e Cleanwell portarono Foley nell'altra stanza,uscendo poi da una porta secondaria. 
Nel frattempo,era scoppiato il finimondo:Nicholas,Joseph e due poliziotti contro dieci uomini armati. 
La stanza dove si trovavano era una sala riunioni,comunicante con altre due cabine. 
Nick si accasciò dietro una sedia,per ricaricare la pistola,quando due uomini gli piombarono davanti. 
Svelto,li disarmò entrambi con un calcio e ne uccise uno con la propria pistola. L'altro uomo,invece,ricevette un calcio in faccia che lo fece svenire addosso al muro. 
In quel momento,il tavolo di cristallo al centro della sala si ruppe a causa del peso di due uomini feriti da Joe. 
Quattro erano fuori. Anzi,sei,si corresse,osservando il lavoro dei due poliziotti. 
Uno puntò la pistola a Joe da dietro ,mirando alla testa. 
-Joe!!-esclamò Nick,facendo cadere il fratello a terra un secondo prima di essere colpito. 
Nicholas si rialzò ma venne sbattuto a terra dallo stesso uomo che aveva tentato di uccidere Joseph. 
Assestò un pugno allo stomaco del ventenne,che però incassò, e la situazione si ribaltò,vedendo Nick sopra l'uomo,entrambi disarmati. 
Fu lì che il detective alzò lo sguardo al soffitto e notò il lampadario in cristallo.  
-joe! Il lampadario!-esclamò,cercando di tenere fermo l'uomo sotto di lui. 
In meno di tre secondi,il lampadario si staccò dal soffitto e Nicholas,svelto,si spostò.
I due uomini restanti erano spariti. 
-tutto bene?-chiese Joseph al fratello,che annuì. 
-dobbiamo raggiungere cleanwell e Foley prima che lo facciano gli altri!andiamo!-ordinò Nicholas,uscendo dalla stanza seguito da Joe e i due poliziotti. 

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Capitolo 12
*** Are you Joking? ***


I MISTERI DI LONDRA

CAPITOLO 12

Jeremy Cleanwell non aveva più l'età per correre in quel modo. 
A sessant'anni suonati, dopo una brillante carriera,era giunto alla tanto agognata pensione che,con grande sorpresa di tutti, aveva respinto. 

L'uomo trascinava nella corsa Foley,che veniva tenuto anche da un poliziotto per sicurezza. 
Stranamente,non opponeva resistenza. 
-per di qua,veloci!-
Joseph fece entrare i tre in una stanza,chiudendo successivamente la porta. 
-Nicholas?-
-prende gli uomini di questo qui più avanti,verso l'entrata.venite,andiamo di qua.-

Nicholas aprì l'unica porta che si ritrovò davanti:dannazione! Dove erano finiti? Il suo orientamento era uno dei suoi difetti:faceva proprio pena. 
Improvvisamente,sentì dei passi pesanti nelle vicinanze. Erano loro. Tornò indietro e,dopo aver aperto altre porte alla sua destra,sbucò nel ponte numero due. Gioì dentro di se,vedendo arrivare i due uomini che cercava. 
Prese bene la mira.
Il cuore batteva velocissimo. 
Premette il grilletto e un uomo cadde a terra. 
Quello affianco iniziò a sparare ,ma Nick si riparò prontamente dietro una sporgenza. 
Dopo due secondi,si sporse e colpì anche l'ultimo nemico.  
Era sempre andato orgoglioso della sua infallibile mira. 

-portatelo in sala interrogatori.- ordinò l'ispettore Cleanwell ai due poliziotti che tenevano l'uomo. 
Nick e Joseph gli erano dietro. 
Gli occhi di tutti erano puntati su di loro e sull'arrestato:Edward Foley era un uomo ricco e potente,conosciuto in tutta Londra. 
-ragazziii! Potete venire un attimo?- la voce squillante di Emma Tyler chiamò i due detective che,senza farselo ripetere due volte,la raggiunsero. 
Quando la ragazza ebbe la loro attenzione,parlò:- vi ricordate che avevo esaminato le impronte sul foglietto della prima vittima?-
I ragazzi annuirono. 
-perfetto. Oggi sono arrivati i risultati. Indovinate chi aveva toccato quel foglio?-
-Foley.-disse Nicholas,mentre Emma annuiva. 
-grazie Emma,sei un tesoro. -disse Nick,dando un bacio sulla guancia alla ragazza e allontanandosi con un sorriso in volto. 
Finalmente poteva incastrare quel mostro. 
Fece per dirigersi in sala interrogatori,quando all'entrata del quarto piano,la zona uffici dove erano loro, vide Cleanwell parlare animatamente con un altro uomo. 
L'ispettore si grattava il naso in continuazione,cosa che faceva solo se nervoso o infastidito. 
Brutta faccenda,pensò il detective. 
Si avvicinò e Cleanwell parve ringraziarlo con uno sguardo. 
Solo in quel momento,notò che il trentenne affianco all'ispettore aveva un tesserino. 
-lei deve essere Nicholas Jonas. Piacere,Christian Enfiew,agente dell'MI5. -disse il biondo,porgendo una mano al ventenne. 
"L'MI5? Non si può stare un attimo tranquilli",pensò. 
-piacere mio. Lei è qui per...cosa?-
-vengo a prendere il signor Foley.-
"Oh,no. Non può averlo detto."
-come scusi?-
-ho un permesso:mi manda il mio capo. Stavamo indagando su di lui già da due anni. Spero che almeno lei capisca le mie ragioni.-concluse l'agente,con un sorriso. 
Nick lo squadrò dall'alto al basso,iniziando a provare un odio mooolto profondo per quello lì e tutto l'MI5. 
Subito dopo,il biondo gli mise un foglio di carta sotto il naso,in cui il ventenne lesse che si permetteva di trasferire Foley all'MI5. 
-sta scherzando,vero? Cioè,abbiamo rischiato di farci ammazzare in una sparatoria e,per di più,ho dovuto fingermi un fottutissimo stilista francese per niente? Non se ne parla proprio. -concluse il ventenne,arrabbiato. 
-mi dispiace,ma non può fare niente. Se i suoi colleghi sono così gentili da portarmi l'uomo...-insistette Christian. 
Nicholas si voltò verso l'ispettore:-non possiamo fare nulla?-
Il sessantenne scosse la testa. 

-qua c'è qualcosa di strano. Punto numero uno:quel tipo non aveva l'aria da agente segreto. Aveva pelo di cane,barboncini ,sui pantaloni e nessuna fede nuziale. Quale agente segreto ha dei barboncini? Forse se è un padre di famiglia,ma non ha ,appunto,nessuna fede. Per farla breve,aveva troppo l'aria da pallone gonfiato. -disse il detective Nicholas,andando su e giù per la zona uffici,sicuro di aver percorso almeno qualche miglia di moquette.  
-punto numero due:abbiamo avuto contatti con l'MI5 due giorni fa e,sapendo l'evolversi del nostro caso,non ci hanno detto nulla riguardo al fatto che stanno seguendo Foley da un pezzo. 
Dunque ,in conclusione, o sono degli scansafatiche del cavolo che lasciano lavorare noi per poi prendersi il trofeo,oppure sono degli emeriti cretini che tramano qualcosa.-
-grazie del concreto quadro della situazione,Nicholas. -disse Cleanwell,seduto alla scrivania di Joseph. 
-domani vado a parlare con il capo.-continuò l'ispettore. -andate a casa:si è fatto tardi.-
I due annuirono,constatando di essere gli unici rimasti in centrale. 

Oxford circus,quella sera,era a dir poco piena di gente. 
I due fratelli camminavano fianco a fianco, Nick con le mani nelle tasche del cappotto ,preso dal freddo, e Joseph imbacuccato con la sciarpa fino al mento. 
Essendo il 19 dicembre, i più grandi negozi erano aperti fino a tardi e grandi masse di gente si riversavano sulle strade. 
-tutto bene,Joe?- chiese di punto in bianco il Jonas minore, che aveva osservato il fratello per tutto il tempo. 
L'altro,preso alla sprovvista annuì.  
-ho solo... Un brutto presentimento. Andiamo a casa. -disse. 
Solo in quel momento,si girò a guardare il fratello e vide un puntino rosso sul suo cappotto scuro.
-sta' giù!-esclamò. 
Un secondo dopo, ci fu un colpo sordo. E un altro. 
Il tessuto del trench di Nick si ruppe ed il ragazzo cadde a terra,inerme. 
Joseph si accucciò immediatamente vicino al fratello,mentre alcune persone scappavano,impaurite. 
-Nick!! Nicholas! Mi senti? Nick...-
Il ventiquattrenne scosse il fratello,ma sbiancò quando vide la camicia bianca del detective insanguinata. 
Prese la sciarpa, cercando di fermare la fuoriuscita del sangue che,però ,non sembrava voler smettere. 
-Nicholas...ti prego..-gemette il maggiore,con gli occhi lucidi. 



Eccomi gente!:) come vedete,sono ancora viva! Un applauso per meeee! *grilli*.
Va ben,allora,vi chiedo di non uccidermi per la fine di questo capitolo...sì,sono molto cattiva. 
Vi prometto che posterò presto il seguito!:)
Buona serata a tutti!!!!









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Capitolo 13
*** Don't leave me ***


CAPITOLO 13.

Joseph camminava nervosamente su e giù per la sala d'attesa. 
Jeremy Cleanwell giocherellava con un filo della giacca,seduto su una scomoda sedia di plastica. 
-per l'amor di Dio,Joseph,ti vuoi sedere?- sbottò ad un certo punto,più preoccupato che arrabbiato. 
Il ragazzo si fermò,sospirò silenziosamente e si sedette,passandosi una mano sul viso. 
L'ispettore gli appoggiò una mano su un ginocchio, in segno di conforto. 
-stai tranquillo: Nicholas è forte.-
-...ho solo paura...non posso perdere anche lui! Per colpa di quei fottuti bast..-
-fermo! non è il momento.-lo interruppe Cleanwell. 

Dopo tre giri della lancetta corta dell'orologio appeso alla parete, un medico in camice bianco si avvicinò ai due. 
-i parenti del signor Jonas?-
Joseph si alzò di scatto -si,sono il fratello! Allora dottore?-chiese,agitatissimo. 
L'uomo lo tranquillizzò con un sorriso. 
-il ragazzo è fuori pericolo. -
-oh mio Dio,meno male ...-borbottò joseph ,passandosi una mano tra i capelli scuri. 
-la rimozione dei proiettili è riuscita,anche se con qualche complicazione. Suo fratello aveva,infatti,perso molto sangue. 
Ha riportato una frattura alla clavicola e una leggerissima lesione ad un'arteria. Mi permetta di dire che è stato molto fortunato.
Ora è ancora sotto anestesia ma dovrebbe risvegliarsi in massimo una mezz'ora. La stanza è la 326.-concluse il medico,sfogliando la cartella clinica di Nicholas. 
-grazie mille,dottore. Grazie mille. -

Joseph era appena arrivato davanti alla porta bianca su cui era scritto 326. 
Se prima voleva vedere suo fratello,ora aveva paura di entrare in quella stanza. 
Il ventiquattrenne si fece forza ed abbassò cautamente la maniglia. 
Eccolo lì,Nick,su un letto d'ospedale,che lo rendeva ancora più magro di quel che era. 
Joe misurò la distanza a piccoli passi,prese la sedia di plastica vicina al letto e vi si sedette. 
Il ragazzo era pallidissimo. Alcuni tubicini erano infilati nella mano e nel braccio destro,collegati a dei macchinari affianco che emettevano dei suoni alquanto fastidiosi. 
Uno era attaccato al naso del detective,per permettergli di respirare meglio. 
Il braccio sinistro era in un semplice tutore blu. 
-sei un deficiente,Nick. Non hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere...io...non lo so. Razza di ingrato!...-blaterò joseph,prendendo la mano del fratello tra le sue. 
-...vedrai:quando prenderemo questi imbecilli,li ammazzo tutti. Tu sei intoccabile,ricordatelo! ...-
-mmm...-
Nicholas Si stava svegliando. 
Il ragazzo,dopo un paio di secondi,aprì gli occhi,confuso. 
Distinse la figura del Jonas maggiore. 
-joe...-mormorò,con voce debole. 
-sono qua,Nicky. Come ti senti?-chiese joe,stringendo più forte la mano del fratello. 
-io...mi stavi insultando?-
Joseph rise. 
-assolutamente no!-esclamò,mentre il fratello gli riservava un'occhiata perplessa e accusatrice. 
-cosa è succ..ahi...-gemette il ventenne,che nel frattempo aveva cercato di sedersi. 
-fermo lì!-ordinò il maggiore,aiutando il minore a ridistendersi. 
Riassunse brevemente al fratello ciò che era successo e quali erano le sue condizioni,finchè il ventenne crollò addormentato a causa della miriade di sonniferi e antidolorifici che gli erano stati somministrati. 
Joe osservò il fratello minore per qualche minuto e poi,accertatosi che si fosse addormentato,si alzò e si diresse alla finestra. 
Aveva sempre odiato gli ospedali e,nonostante quello fosse uno dei migliori,restava pur sempre bianco e triste. 
Ma la vista era spettacolare. 
La Neve  che cadeva faceva da sfondo alla città di Londra,a S.Paul in lontananza e il Big Ben illuminato. 

La mattina dopo, Nicholas,appoggiato ad almeno tre cuscini,smanettava con il portatile che gli aveva portato Joe. 
Aveva rivisto le foto della seconda vittima,la donna in rosa. 
La causa della morte sembrava essere una ferita alla testa,probabilmente con una spranga di ferro trovata nelle vicinanze. 
Se il primo uomo ,secondo lui,era un collaboratore della Black Rose,la donna poteva essere lo stesso. 
Lavorava all'anagrafe. 



3,2,1...BUON NATALEEEE!!:)
Allora,come vedete non vi ho fatto morire Nickyyy...come potrei??!?
Questo è un capitolo abbastanza insignificante,lo so,ma la storia è nata proprio da questa scena...dovevo metterla!:)
Fatemi sapere cosa ne pensate!:)
Ciao a tutti!!!

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Capitolo 14
*** Black Rose:a mistery ***


CAPITOLO 14
~ Black Rose: a mistery ~

La porta si aprì,mostrando un Joe sorridente. 
-buongiorno!-esclamò,appoggiando alcuni documenti sul letto del fratello,che lo guardò stranito,alzando un sopracciglio. 
-cosa sono?-
-il resto dei documenti della seconda vittima e su Foley. -disse. 
-so che inizierai ad annoiarti presto.-
Nicholas lo ringraziò e prese dai documenti un fascicolo contenente le informazioni e le foto dell'appartamento della vittima di Thade Street.  
-sono state trovate carte d'identità false...-borbottò Nick,stranito ma contento. Questo aiutava molto. 
-già.In un paio c'era la foto di Harry Stoles ma con un altro nome. -spiegò Joseph,sedendosi sul letto del fratello. 
"Ecco un'altra collaboratrice della Black Rose. Forse l'hanno uccisa perchè a loro non serviva più...", pensò il ventenne,scribacchiando su un blocco. 
Ad un certo punto,Joseph sbadigliò. 
- vai a casa.-gli suggerì il minore,notando le sue occhiaie. 
Ma il Jonas maggiore scosse immediatamente la testa. 
Nick non insistette,conoscendo la testardaggine del fratello. 
-resto qua.-sentenzió.

Un paio d'ore dopo,Nick chiuse il portatile,sentendosi improvvisamente troppo stanco. 
Alla sua destra,Joseph dormiva con le braccia a mo' di cuscino e la bocca semiaperta. 
Nick lo guardò con tenerezza,sentendosi un po' in colpa per la stanchezza e la scomodità del fratello. Però,in fin dei conti,era stato lui a non voler staccarsi da lì. 
Il ragazzo spostò alcuni fogli e si ridistese,soffocando una serie di gemiti per il dolore. 

Jeremy Cleanwell, quel giorno era a dir poco isterico:aveva mandato a quel paese almeno metà Scotland Yard. Quella era decisamente una giornata no. 
La mattina l'aveva passata a cercare informazioni su Christian Enfiew,ma sembrava un tipo pulito. 
Nessun tipo di informazione strana su di lui. 
Eppure,continuava a sospettare che centrasse qualcosa con Foley. 
Per seconda cosa,era reduce da una nottata in ospedale,per aver fatto compagnia a Joseph ed attendere notizie di Nicholas. Quel ragazzo! Che spavento aveva preso!
Oltre la stanchezza, ci si metteva anche la preoccupazione e l'ansia del giorno prima. 
L'uomo si passò le mani sugli occhi,stanco,e mise da parte l'ennesima cartellina inutile. 
Volse lo sguardo alla finestra alla sua destra,giusto quando un lampo squarciò il cielo già scuro,accompagnato da una fitta pioggia e,poco dopo,da un tuono. 
Gli venne in mente quando,almeno quindici anni prima,prima di tornare a casa,si incontrava al pub con Paul,il padre di Nick e Joseph. 
Erano stati compagni di scuola per molto tempo e il loro rapporto era ottimo. 
Si ricordava quando andava a trovare la famiglia Jonas e portava sempre qualcosa a Nicholas,che fosse un cappello di un poliziotto andato in pensione o un proiettile usato. 
Nick era sempre stato affascinato da queste cose. 
Joseph era meno interessato,ma ,Jeremy lo poteva giurare,quel bambino era una peste. 
Era sempre attivo,saltellante per la casa e curioso come nessun altro. 
In quel momento,un poliziotto bussó alla porta del suo ufficio. 
-avanti.-,grugnì l'uomo. 
-ispettore,il capo può riceverla.-
Cleanwell si alzó e si diresse all'ascensore che lo avrebbe portato all'ultimo piano. 



ANGOLO AUTRICE:

Chiedo umilmente perdono! *si inginocchia davanti a voi*
Mi si era cancellato il capitolo,e dunque ho dovuto riscriverlo:per questo è un po' più corto. 
Inoltre,non ho postato perchè non ero sicura di voler portare a termine questa ff,nonostante abbia molti capitoli pronti. 
L'ho presa davvero a cuore,ma si sta sviluppando un po' diversamente da come l'avevo pensata originalmente. 
Comunque,la pubblicherò lo stesso e cercherò di concluderla :)
Questo capitolo è di passaggio e in fin dei conti non succede nulla di esilarante. Se vi fa piacere,domani potrei postare il capitolo successivo!
Fatemi sapere che ne pensate. 
Buonanotte popolo!:)
Nicole

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