Un altro mondo

di RDeutch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 3: *** Inghilterra ***
Capitolo 4: *** Inghilterra parte 2° ***
Capitolo 5: *** L'arrivo alla San Vladimir Academy ***
Capitolo 6: *** "Rose credo che sei cotta di Dimitri. - dissi io tra me e me." ***
Capitolo 7: *** Il potere che c'è in me ***
Capitolo 8: *** Rosemarie Dragomir ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** L'inizio del cambiamento ***
Capitolo 11: *** La scelta ***
Capitolo 12: *** Nessuno mi può fermare ***
Capitolo 13: *** Io? Innamorata? ***
Capitolo 14: *** I problemi del passato emergono... ***
Capitolo 15: *** Si,io innamorata. ***
Capitolo 16: *** Per adesso va tutto bene... ***
Capitolo 17: *** Tasha ***
Capitolo 18: *** Broken Heart ***
Capitolo 19: *** Because all of me loves all of you ***
Capitolo 20: *** Per sempre con te ***
Capitolo 21: *** Never without you ***
Capitolo 22: *** Paura di perderti ***
Capitolo 23: *** My power ***
Capitolo 24: *** Adrian's secret ***
Capitolo 25: *** The monsters are back ***
Capitolo 26: *** Go away or not? ***
Capitolo 27: *** Nuove conoscenze ***
Capitolo 28: *** Plus que ma propre vie ***
Capitolo 29: *** Damon Salvatore ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


E' strano come la vita può cambiare così,all'improvviso. Un giorno perdi tutto, famiglia, casa e amici,sei costretta a cambiare tutto della tua vita ed entrare in un mondo che anche se è tuo ti è del tutto estraneo. Io ho vissuto tutto questo e ho promesso a me stessa che quelle creature avrebbero pagato per avermi distrutto la vita. Nel bel mezzo della notte sono stata pressa e portata in Inghilterra per poi andare in Montana, alla San Vladimir Academy. Ho dovuto lasciare il mio amato Los Angeles per poi scoprire che ero una vampira, moroi per l'esattezza. Vi domanderete che cos'è un moroi? Beh, ve lo dirò più tardi se vorrete ascoltare la mia storia che di certo non è banale per niente. Io mi chiamo Rosalie(Rose) Johnson, ho 17 anni e non sono per niente un carattere facile da gestire. Ancora una cosa su di me, una volta arrivata alla Saint Vladimir Academy ho scoperto che in realtà mi chiamo...

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Capitolo 2
*** L'inizio di tutto ***


Cap 1 A volte penso che essere una semplice ragazza di 17 anni sia un lusso! Ve lo dico perché: Non sei costretta a lavorare, quindi a mantenerti, non devi pagare le bollette, non devi assumerti nessuna responsabilità,il più grande dei tuoi problemi può essere soffrire per amore, la mamma ti cucinerà ogni cosa che tu voglia, tuo padre ti darà quei 20 euro per uscire fuori con le amiche, i pomeriggi passati in famiglia, queste cose ti sembrano così belle ma presto te ne accorgerai che non potrai più andare avanti così perché hai una tua vita ti accorgerai che tutte le difficoltà che hai incontrato non sono niente in confronto alla vita vera e dovrai assumerti la responsabilità di ogni singola cosa che fai. In questi anni si possono fare sbagli su sbagli, tanto (come dico io sempre) qualcuno li risolverà per te ma questo vale solo per gli adolescenti, una volta diventato adulto non puoi permetterti più di sbagliare, perché quei sbagli non si possono più correggere e nessuno sarà lì per riparare quello che tu hai fatto. Per fortuna ho ancora i miei 17 anni.

Oddio! Oggi è il compleanno di Liz!  Liz è la mia migliore amica, ci conosciamo da una vita perché i nostri genitori erano anche loro, (e lo sono ancora),amici inseparabili. Lei è così gentile con tutti, paziente  mentre io sono il suo esatto contrario! Liz è una bellissima ragazza con quei lunghi capelli marroni e gli occhi coloro nocciola, quel fisico così bello, non da modella ma bello perché naturale. Amo i suoi capelli (si, sono gelosa dei capelli della mia migliore amica) e non mi faccio mancare l’occasione di dirglielo!
-Oh santo cielo mamma … che ore sono?! -  dissi io mentre facevo i salti mortali per arrivare al piano di sotto.
-Rose, vai piano, se no abbraccerai di nuovo le scale. - disse mia madre, ormai rassegnata che sua figlia fosse tanto maldestra da inciampare sui propri pantaloni del pigiama (che mi stanno un po’ grandi a dire il vero) e “abbracciare” le scale, per fortuna me la sono cavata solo con il piede ingessato per 3 settimane però la parte migliore è che saltavo ginnastica! Eh si, oddio ginnastica!
-Mamma, per favore, io e le scale abbiamo avuto una storia dolorosa, loro credevano che io provassi qualcosa per loro ma mi hanno fatto soffrire molto, non voglio parlare di questa delusione “d’amore” così grande - dissi io con un’aria da regina del dramma (e mi riusciva tanto bene che mia madre scoppio in una risata).
-Rose, sei incurabile. - disse lei scuotendo la testa con un sorrisetto sulle labbra.
-Mamma … che ore sono?
-Sono le nove del mattino. Perché?
-Oggi dobbiamo andare a prendere il vestito e il regalo per la festa di Liz, ti ricordi?
-Certo che me lo ricordo Rose. Dobbiamo andare a mezzogiorno.
-Papà e Ronald non si sono ancora svegliati?
-Hanno lavorato di notte quindi penso che dormiranno a lungo.
-Mamma, abbiamo ancora i cereali con il cioccolato?
-Sono nel solito posto Rose - e andò verso il frigorifero a prendere il latte prima che io glielo chieda, amo mia madre perché sa sempre la cosa giusta da dire o fare.
-Ok - e gli  diedi un bacio sulla guancia.
Mia madre, Melinda, è la donna più meravigliosa che esista sulla Terra, oltre a Liz è lei la mia migliore amica, mi sta sempre vicina in tutto quello che mi propongo di fare; anche persino quando volevo fare karate mi appoggio nonostante lei voleva che io facessi danza classica.
-Mamma io salgo in camera mia.
-Ok ma non riaddormentarti come fai sempre, Rose.
-No. - dissi io come se non fosse mai successo.
-Dai, facciamo che ti creda questa volta.- disse mia madre mentre andavo in camera mia.  
Mezzogiorno arrivò subito ed io non vedevo l’ora di andare a prendere il mio vestito e il regalo per Liz. Liz fa 17 anni ma non ho mai capito perché fare una festa di compleanno per i 17 anni, io farò solo quella dei 18 e basta.
Io e mia madre arrivate al negozio entrammo subito e altrettanto subito uscimmo perché il mio stomaco si faceva sentire alla grande.
-Finalmente a casa! Non ne posso più di tutto questo caldo. Los Angeles ti amo però in momenti come questi ti odio! - e mentre lo dicevo mi buttai sul divano.
-Dai Rose, non ti lamentare, è estate, è normale che sia così caldo.
-Allora, la festa di Liz inizia alle 21 e adesso è l’una di pomeriggio, ho un sacco di tempo per preparami quindi vado a fare un sonnellino, però tu svegliami!
-Si Rose.
-Mamma, tu e papà mi potete accompagnare alla festa?
-Ma non ti doveva portare Ronald?
-Si ma voglio che veniate tutti.
-E perché dobbiamo venire tutti?
-Non lo so. - e dopo quella replica andai dritta nella mia stanza con una strana sensazione addosso che non riuscivo a spiegarmi: era paura … avevo paura ma non sapevo di che cosa e questa cosa mi spaventava ancor di più. Basta stupidi pensieri, per una volta in cui vado ad una festa io ho una stupida paura di cui non capisco nemmeno il motivo, tipico da me.
Girai per la casa per ammazzare il tempo e il top era stato parlare di calcio con mio fratello … la gente fa strane cose per la noia.
-Rose, sono le 20, dovresti andare a preparati.
-Va bene mamma.
Ma che cavolo!? Non riesco a togliermi questa paura di doso, come se questa notte dovesse succedere qualcosa, quasi quasi non ci vado più alla festa di Liz ma non lo farò perché non voglio deluderla.
Ed eccomi pronta.
-Com’è bella la mia bambina. - disse mio padre come se fossi ancora quella ragazzina a cui piaceva vestirsi tutta di rosa facendo finta di essere una principessa.
-Papà, non sono più una bambina!
-Non hai ancora 18 anni Rosalie, quindi mi godo ancora questo tuo ultimo anno da non-adulta.
-Papà io pretendo che tu mi tratti come  adulta che sono! - dissi io con un modo altezzoso e con un sorrisetto sulle labbra per far capire a mio padre che scherzavo … avrei sempre voluto essere la sua bambina e lo sarò sempre ma più matura.
-Ciao mostriciattolo. - disse mio fratello mentre mi dava un bacio sulla fronte. Adoro mio fratello, lui è il miglior fratello che si possa desiderare. Si prende sempre cura di me e mi da ottimi consigli anche sulle più stupide cose, basta che la sua sorellina sia felice.
-Ciao riccio. - quanto mi piaceva scompigliarli i capelli esageratamente ricci e neri.
-Dai Rose, togli quelle mani dai miei capelli, lo so che ti piacciono ma io devo fare un patto col diavolo poi per metterli a posto.
-Va bene Ron. - e gli feci la linguaccia.
-Rose, andiamo, è quasi l’ora di andare.
-Vengo mamma.
Durante la strada abbiamo scherzato insieme come una felice famiglia e per un secondo mi domandai cosa avrei fatto se un giorno gli avrei persi; non trovai la risposta alla mia stessa domanda.
-Eccoci arrivati principessa.
-Grazie papà. Stai attento mentre guidi e abbiate cura di voi. Vi voglio bene e vi amo tantissimo, non scordatevelo. - rimassero tutti senza parole quando avevano sentito quello che avevo detto, non era una cosa normale, non in quel caso, ma quello che avevo detto sembrava un addio. Chiusi la porta della macchina e mi diressi dentro al ristorante.
-Liz! -  e la mia amica si voltò subito verso di me e subito dopo correndo non fregandosi dei tacchi alti che portava.
-Liz, vai piano se no ti spezzerai le gambe un giorno. - dissi io mentre la abbracciavo.
-Ecco, il mio regalo per te, spero ti piaccia. - la vidi aprire il regalo e rimase a bocca aperta.
-Rose … non dovevi … sarà costata parecchio.
-Zitta, è il tuo compleanno e sai anche tu che la volevi, ogni volta ti fermavi davanti a quella vetrina e fissavi questa collana per un’ora.
-Oddio, non so come ringraziarti.
-Non c’è bisogno. Oddio…è venuta pure tua sorella Charlotte?! - dissi io mentre guardai la copia più matura di Liz parlando con alcune persone qualche metro più in là.
-Si, mi ha fatto una bella sorpresa, mi era mancata tantissimo.-
-Vado a salutarla e dopo balliamo babe!
-Va bene.
Charlotte è una persona meravigliosa, quando io e Liz eravamo piccole , lei giocava con noi e ci difendeva sempre davanti alle nostri madri quando facevamo qualche cavolata.
-Cherry!
-Roseee! - mi diede un abbraccio e mi guadò perplessa.
-Ma guardati! Come sei bella e sei cresciuta tantissimo!
-E tu sei più bella dell’ultima volta in cui ti ho vista. - dissi io.
-Hey ragazze, andiamo a ballare. - disse Liz mentre cominciava già a ballare. La festa durò fino a tarda notte e fu semplicemente grandiosa!
-Liz ti amo ma io devo andare a casa perché sto crollando.
-Ti capisco benissimo.- quasi quasi si addormentava sul tavolo se non stesse parlato con me.
-Rose, vuoi che ti portiamo noi a casa? E’ tardi e i tuoi staranno dormendo.
-Va bene.
-Dico a Charlotte di prendere la macchina e andiamo.
-Ti ho superata sorellina, già ho messo in motto la macchina.- disse lei mentre girava le chiavi sull’indice.
-Ed ecco perché ti amiamo noi. - dissi io mezza addormentata.
Il tragitto mi sembrava infinitamente lungo, la paura aveva presso la meglio su di me ma per fortuna Liz e Charlotte credevano che fossi stanca e per questo non avevo parlato per tutta la strada, avrei spaventato anche loro con le mie paure infondate.  
-Eccoci qua Rose. Salutami i tuoi!
-Va bene Cherry. Ciao Liz. -  chiusi la portiera ed entrai in casa. Come chiusi la porta qualcuno mi bloccava da dietro e di certo era un uomo, ed era anche molto forte dato che non mi potevo muovere. Cercai subito di divincolarmi dalla sua pressa e vederlo in faccia ma tutto fu in vano.
-Stai ferma, non ti voglio fare niente di male! -  disse lui mentre mi aveva fatta girare in modo che lo guardassi in faccia. Per uno sconosciuto era bellissimo  ,capelli neri fino sopra le spalle, occhi marroni, era alto circa due metri ed era anche molto muscoloso, ma non come  gli atleti dipendenti da steroidi, quei muscoli sono sicura che se gli era guadagnati. Per un attimo rimasi a guardarlo perplessa e poi risposi :
-E perché dovrei crederti! Basta che gridi e mio padre ti farà fuori all’istante. Vattene adesso se non vuoi guai.
-Siediti. - me lo disse con tanta calma e delicatezza che mi fece dimenticare del fatto che fosse un ladro.
-Tu sei strano.
-Ascolta, la cosa che devo dirti non è per niente bella e cercherò di dirtela come meglio posso. La tua vita sta per cambiare, tuo padre tua madre e tuo fratello non ci sono più.- ecco,avevo ragione, ecco cos’era quella paura, perché!? Perché sono dovuta andare a quella maledetta festa, dovevo restare a casa ; mentre pensavo a tutto ciò ero scoppiata a piangere perché mi ero resa conto che i miei genitori e mio fratello erano morti.
-Chi gli ha uccisi e in primis, chi sei tu?
-Strigoi. - disse lui.
-Strigoi?
-Vampiri cattivi che la luce del sole e un paletto d’argento nel cuore uccide.
-Ma ti sei bevuto il cervello per caso?! - dissi io mentre scattai in piedi davanti a lui sgridandolo.
-Non ti sto mentendo.
-Va bene, facciamo che ti credo ma ancora non mi hai detto chi sei.
-Mi chiamo Dimitri Belikov, sono un dhampir, un guardiano e sono stato assegnato a proteggere te. Ci sono un mucchio di cose che non sai e sei anche in pericolo, prendi tutto quello che vuoi da questa casa e andiamo. - disse lui mentre si era alzato in piedi davanti a me.
-Dove andiamo?
-In Inghilterra per qualche giorno e poi in Montana.
-I miei genitori e mio fratello … voglio dire, i loro corpi dove sono?
-Gli abbiamo sepolti come si deve.
-Quindi siete più guardiani?
-Si. -  disse lui calmo.
-Che ne sarà di me? - dissi io mentre mi sedetti di nuovo sul divano e le lacrime scendevano ancora sul mio viso pieno di odio,paura,ansia, preoccupazione …
-Niente di male, te lo assicuro e adesso vai e prendi tutto quello che vuoi.
Senza pensarci andai in camera mia e pressi tutti i miei vestiti e le mie cose con cui avevo riempito borse e valigie , presi anche alcune cose dei miei genitori e di mio fratello e i colleghi di Dimitri portarono tutti i miei bagagli dentro a delle macchine molto grandi che come per magia erano apparse davanti casa mia. Avevo ringraziato Dio che nessuno fosse sveglio a quell’ora.
Per un istante avevo avuto l’intenzione di chiedere a Dimitri di dirmi dov’è sepolta la mia famiglia ma evitai, il dolore sarebbe stato ancora più grande se avessi visto le loro tombe, un giorno sarei venuta a vederle ma non adesso.
Salii in una della macchine insieme a Dimitri e ci dirigemmo verso l’aeroporto dove avremmo presso l’aereo che avrebbe fatto diverse fermate fino a quando saremmo arrivati in Inghilterra.
Lungo il tragitto ascoltai la canzone preferita dei miei genitori: Christina Perri - A Thousand Years, era una canzone così bella e tranquilla.
Dimitri aveva un’aria così misteriosa ma che riusciva a dare sicurezza e mi sentivo una cretina ad essermi fidata di uno sconosciuto.
Diverse volte mi aveva chiesto se avevo bisogno di qualcosa ma la mia unico risposta fu sempre no.
Non so contro a che cosa andavo ma volevo solo andare via e cominciare qualcosa che neanche sapevo cos’era, ma di certo avrebbe occupato il mio tempo. Quando mi svegliai eravamo già arrivati all’aeroporto Hilton. -Eccoci. - dissi io.


Ed eccomi qua con il primo capitolo modificato ancora con l'aiuto di VampireAddicted! Spero di imparare presto come esprimere meglio le mie idee e riuscire a scrivere un capitolo senza l'aiuto di nessuno. PS:VampireAddicted, diventarai matta per colpa mia XD

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Capitolo 3
*** Inghilterra ***


Capitolo 2 Dimitri scese per primo e mi aprii la portiera tenendo la mano tessa verso di me per aiutarmi a scendere. In altri casi avrei risposto a qualunque ragazzo che ce l’avrei fatta da sola a scendere ma non in quel caso, ero troppo distrutta per fare l’adolescente scorbutica e maleducata che sono,lasciai da parte il mio brutto carattere e afferrai lentamente la sua mano.
-Grazie. - risposi io con un leggero tono di voce.
Mi diressi verso il portabagaglio per aiutare gli altri guardiani a prendere la roba, avevo perso i miei genitori ma non sarei stata  così maleducata da lasciar portare agli altri la mia roba.
-Non si preoccupi principessa, non c’è bisogno che lei lo faccia,  ci occupiamo noi dei bagagli. - mi rispose un altro guardiano, era alto e muscoloso come Dimitri, con capelli biondi e occhi azzurri.
-E’ la mia roba, almeno lasciami prendere una borsa. - a malincuore il guardiano me la lasciò prendere. Era strano essere chiamata principessa, solo adesso avevo fatto caso che tutti mi chiamavano così.
-Qual’ è il tuo nome? - domandai io al guardiano biondo.
-Johnathan. - rispose lui senza lasciar tradire nessuna emozione.
-Sei inglese?
-Si nota così tanto? - chiese lui con un leggere sorriso.
-Capelli biondi, certo che si nota. - scherzai io. Camminammo tranquillamente quando cinque guardiani si misero intorno a me perché un venditore ambulante si avvicino a me per vendermi non so cosa. Povero uomo, si spaventò e se ne andò immediatamente.
-Non c’era bisogno di tutto questo, avete spaventato  quel pover’ uomo.
-Era per la tua sicurezza. - rispose Dimitri da dietro di me.
-Si ho capito, sono una principessa e bla bla bla ma non terrorizzate la gente. - dissi agitando le mani per aria. Johnathan aveva preso il posto di Dimitri dietro di me e Dimitri si mise accanto a me con lo sguardo pronto a sorprendere ogni pericolo futuro.
Per un momento mi guardai intorno e mi ressi conto che c’erano una marea di guardiani,  alcuni che portavano i miei bagagli e altri che erano addetti alla sorveglianza della zona. Non fu bisogno di presentare i documenti perché era ovvio che tutto era già programmato e fuori ci attendeva un aereo privato che per me era troppo lussuoso ma mi accontentai e non dissi niente.
Mi avvicinai al posto dove era seduto Dimitri che leggeva beatamente un libro Western.
-Western? - domandai io.
-Si. -  rispose lui vagamente. Gli feci segno di farmi posto così mi sarei potuta sedere accanto a lui. Anche sedermi accanto a lui mi dava una sensazione di sicurezza e di conforto che mi piaceva tantissimo.
-Scommetto che la musica che ascolti e anch’essa dello stesso tipo?
-Non sempre. -  e mentre lo diceva mi accenna un leggero sorriso, era bellissimo vederlo sorridere. Rosalie Johnson, togliti questi pensieri di testa, devi pensare a come uccidere gli  Strigoi  non a mangiarti con gli occhi un figo russo.
-Come hai detto che si chiama il posto dove andiamo? Lo so che hai detto Inghilterra ma mi riferisco a qualcosa di più preciso.
-San Vladimir Academy, è una scuola.
-In questo caso riportami a Los Angeles. - dissi lasciano cadere la testa all’indietro.
-Non è una scuola come quelle a cui tu sei abituata, e poi quella è solo la seconda sede della scuola, la principale e in Montana. -  pose il libro sulle sue gambe ed era decisamente interessato a spiegarmi tutto quello che gli avrei chiesto.
-E’ perché non adiamo direttamente in Montana?
-Perché la regina è attualmente lì e vuole conoscerti e parlarti al più presto.
-La regina?! - dissi io spalancando gli occhi.
-Si, la regina. - disse lui molto tranquillo.
-E’ come’è lei e perché vuole conoscermi? - disse io ovviamente interessata a questa persona.
-Princip… - lo fermai e dissi. - Chiamami Rose.
-Allora, Rose, tuo padre faceva parte della cassata più importante del rango dei Moroi, Dragomir, mentre tua madre era una normale Moroi, non aveva nessun titolo nobiliare; quando tuo padre la sposò tutto i Moroi regali rimasero sotto shock, tutti si aspettavano che lui sposasse una Moroi regale. Nel loro primo anno di matrimonio tua madre rimasse incinta di tuo fratello, e quella fu la goccia che riempì il bicchiere : i genitori di tuo padre lo rinnegarono e gli fu tolto il titolo di principe, ma a lui non importava del suo titolo nobiliare, amava troppo tua madre. Gli fu assegnato un lavoro umile alla corte imperiale e lui e tua madre vivevano, per quello che si può dire, felici; ma non fu del tutto così: tutti gli evitavano, ai loro amici fu vietato dai rispettivi genitori di  vederli, quando la gente passava vicino a loro parlavano sotto voce di loro, in modo brutto ovviamente. Tuo fratello non aveva amici e studiava a casa con tua madre dato che non gli fu permesso di entrare alla scuola per vari motivi, al quanto stupidi secondo me.
Rimassi stupita di tutto quello che diceva ma non lo fermai, ero troppo curiosa di sapere cosa era successo in seguito.
-Dopo sette anni sei nata tu, e lì la cosa si fece molto dura per i tuoi genitori, nessuno voleva dare lavoro a tuo padre e fu così che dopo un mese che sei nata tu sparirono e nessuno ebbe più loro notizie.
-E’ decisamente qualcosa di impressionante ma come sai tutto questo e come mi hai trovata?
-Alla San Vladimir che sta in Montana, venne fatto un attacco da parte di Strigoi e quando stavo per ucciderne uno questo mi disse che non avrei potuto fermare gli Strigoi dal distruggere la casata più importante dei Moroi e in quel momento avevo pensato ai Dragomir. I tuoi nonni erano morti quindi la tua famiglia era ancora viva. Quando i tuoi genitori erano spariti si pensava che fossero morti ma ovviamente non era così. I guardiani misero quello Strigoi sotto interrogatorio e dato che era molto giovane fu facile farci dire dov’era la tua famiglia, ma quando siamo arrivai lì fu troppo tardi, per la tua famiglia fu troppo tardi. Per fortuna tu non c’eri, il fatto che tu sia andata a quella festa ti ha salvata. E riguardo al fatto di come ti ho trovata c‘entra un diario di tua madre che spiegava tutto fino alla vostra sparizione.
Tutto quello che Dimitri aveva appena raccontato mi sembrava qualcosa fuori dal normale ma per il momento era quella l’unica verità.
-Rose stai bene? - domandò lui preoccupato.
-Si, sto bene è solo che non è facile sentirsi dire tutte queste cose.
-Principessa Rosemarie, dobbiamo scendere per fare l’ultima scalata. - disse un altro guardiano.
-E chi è Rosemarie? -  dissi io.
-Sei tu, Rose. - disse Dimitri invitandomi a scendere dall’aereo.
-Dovrai raccontarmi anche questa parte. - dissi io mentre indicai il guardiano che mia aveva chiamato e poi Dimitri.
-Senza dubbio Rose.
Scendemmo dall’aereo e subito dopo mi fecero salire in un’altro, quella sarebbe stata l’ultima tappa, poi sarei arrivata in Inghilterra. Dimitri si mise a sedere in fondo e senza che io dica qualcosa invitò a sedermi accanto a lui.
-Allora, dove siamo rimasti?
-Mi avevi detto che il fatto che io fossi andata a quella festa mi ha salvata. Ma vorrei sapere, perché quel guardiano mi ha chiamata Rosemarie?
-Quando i tuoi sono scappati i tuoi nonni paterni gli cercarono perché in fondo era il loro figlio ma niente da fare. I tuoi genitori avevano cambiato nome per non farsi trovare.
-Quindi per questo quel guardiano mi ha chiamata Rosemarie. E quali sono i veri nomi di mio fratello e dei miei genitori? - ero ovviamente pressa da questo racconto e Dimitri non faceva una piega nel raccontarmi tutto e avrei sfruttato questa cosa.
-Tuo padre si chiamava Alaric Dragomir, tua madre Moira Taska e tuo fratello Andre Dragomir.
-In teoria io non sono una principessa dato che a mio padre è stato tolto il titolo di principe.
-Dopo che la regina ha saputo che la tua famiglia era ancora viva ha ridato il titolo a tuo padre, a te, a tuo fratello e anche a tua madre dato che era sposata con un principe.
-E’ tutto così strano, non saprei cosa dire.
-Rose, vorrei domandarti una cosa, ti sembrerà strana ma è di vitale importanza.
-Dimmi. - dissi io sorpresa.
-Tu di che cosa ti nutri?
-Di cibo ovviamente.
-Che genere di cibo?
-Pane, pizza, formaggio…insomma, queste cose qui, ma scusa la mia ignoranza,perché mi hai domandato questa cosa? - adesso la cosa si faceva più strana di prima.
-Sai, i Moroi bevono sangue e mangiano poco il cibo normale.
-Cosa?! -  e in quel momento scattai dalla sedia.
-Che succede? - dissero il resto dei guardiani.
-Tutto a posto, non preoccupatevi. - e ritornarono al loro post; come mi sentivo importante in quel momento, ma era naturale, ero una principessa.
-Siediti. - disse lui. - Riprendiamo il discorso. I Moroi non uccidono per mangiare, ci sono dei donatori umani che si offrono di dare piccole quantità di sangue ai Moroi.
-E’ perché lo fanno?
-I Moroi lasciano una specie di droga non letale che offre uno stato mentale di felicità.
-Tutto quello che posso dirti è che i miei genitori non hanno mai dato a mio fratello o a me da bere sangue e neanche loro lo hanno mai fatto.
-Strano. Posso farti un’altra domanda?
-Spara.
-Ti da fastidio il sole?
-No, non mi da fastidio il sole, mi piace o non lo hai capito, vivevo a Los Angeles, mi sembra una cosa normale.
-Anche questo è strano. - disse lui come se fossi un fenomeno extraterrestre.
-Il sole indebolisce i Moroi. I tuoi ti davano qualcosa particolare da mangiare o da bere o ti facevano indossare qualcosa di particolare?
-Per quanto ne so io no. - e in quel momento qualcosa scattò nella mia mente. - Se ci penso si, mia madre mi diceva sempre che avevo una malattia ereditaria che mi abbassava il sistemo immunitario e ogni mese mi dava una medicina per farmi fare una vita normale. Anche lei e mio padre la prendevano e anche mio fratello. Forse è per questo.
-Penso di si. Di solito i Moroi sono pallidi di carnagione ed anche molto alti. - disse lui.
-E vuoi dire che io sono bassa? - misi le mani ai fianchi decisamente offesa dal suo commento.
-Per un Moroi si.
-Allora va bene.
-C’è qualcos’altro che devi dirmi?
-Si. I Moroi hanno dei poteri, controllano l’acqua,la terra, l’aria e il fuoco, ovviamente la medicina che prendevi bloccava anche questi.
-E se tutti i miei geni da Moroi sono stati cancellati del tutto?
-Se fossero stati cancellati non ci sarebbe bisogno che tu prenda la medicina ogni mese.
-Ho presso tutte le boccette con quella medicina nella borsa che ho portato con me in aereo. - scattò con lo sguardo verso di me come per dire ‘Perché non me l’hai detto prima?’
-Portami la borsa. - andai e pressi la borsa e gliela porsi sulla sedia. Gli altri guardiani erano decisamente sorpresi e alcuni si avvicinarono. Dimitri aprii una boccetta e l’annusò.
-Verbena mischiata ai quattro elementi.
-Mia madre coltivava la verbena nel suo giardino ma da dove prendeva Moroi che praticavano tutti gli elementi? Loro erano solo due.
I genitori di Liz! I miei genitori mi dicevano sempre che si conoscevano da una vita.
-Per caso, quando i miei sono scappati, sono spariti altri Moroi?
-Non sono spariti, sono morti.
-Hai delle loro foto? - fece un cenno a Johnathan che gli diede un fascicolo. Guardai dentro e vidi la foto dei genitori di Liz, di sua sorella e di una bambina di appena qualche giorno che ovviamente era lei.
-Non sono morti. - questa cosa fece cambiare l’umore di Dimitri decisamente sorpreso dal mio tono rassicurante mentre dicevo che quella famiglia di Moroi non era morta.
-Ne sei sicura?
-Si. Conosco questa famiglia da una vita. La bambina di appena un mese è la mia migliore amica.
-Devi dirmi dov’è, anche loro potrebbero essere in pericolo. - gli diedi l’indirizzo e andò subito a parlare con gli altri guardiani e fece diverse chiamate.
-Mi puoi far vedere qualche foto? - disse lui. Presi il mio telefono che mi ero anche scordata di avere e cercai una foto con tutta la famiglia di Liz.
-Ecco, questa è la famiglia al completo.
-Sono loro. - disse un guardiano più vecchio degli altri.
Dimitri fece una chiamata ma non si allontanò e di conseguenza sentì tutto quello che diceva:
-Regina Tatiana, è tutto vero. Maya Badica, Vladimir Ozera, Katerina Ozera ed Elizaveta Ozera sono vivi.
-Bene, manda qualcuno a prenderli e portali in salvo in Inghilterra.
Dimitri concluse la chiamata ed io ero ritornata al mio stato di paura, volevo che Liz stesse bene.
Finalmente scendemmo dall’ aereo e fui indirizzata verso una macchina molto grossa con i vetri oscurati.
-Siamo arrivati in Inghilterra, ora dove andiamo?
-All’Hampton Court. - rispose Dimitri.
-Ma non avevi detto San Vladimir?
-Hampton Court è solo il nome di copertura.
-Vedrai, ti piacerà! - disse Johnathan, si vedeva che non ritornava da molto tempo in Inghilterra e questa piccola passata di qui lo rendeva felice.
-Raccontami com’è.- mi rivolsi io a Johnathan.
-Ha un giardino meraviglioso e l’edificio è grandissimo e molto elegante.
-Promette bene. - dissi io sorridendogli.
Per il breve tragitto che facemmo, Johnathan mi raccontò tutto del Hampton Court. Ed aveva ragione quando diceva che era meraviglioso. Scesi dalla macchina e con grande meraviglia osservai il magnifico edificio in cui sarei vissuta per qualche tempo -Porca paletta!
-Che succede Rose? mi domando Dimitri preoccupato.  
-Il mio vestito, sono ancora vestita come alla festa di Liz. - non avevo fatto caso ma non mi ero cambiata.
-Non posso andare dalla regina così.
-Non ha importanza, lei vuole solo conoscerti, per adesso l’abbigliamento non ha importanza.
-Ok. Andiamo.
Dimitri mi condusse per i corridoi finché non mi trovai davanti ad una grande porta.
-Eccoci. - disse lui. - Entra.
-Da sola?
-Si, da sola.
Avevo paura ma lo dovevo fare, volevo sapere se Liz era salva.
-Avanti Rosemarie, entra. - mi feci coraggio e mia avvicinai alla vecchia bionda con occhi azzurri.
-E’ incredibile quanto assomigli a tua madre. Il guardiano Belikov mi ha raccontato tutto, inclusa la medicina che prendevi, la vorrei vedere e mandarla ad analizzarla.
-Certamente. - dissi io.
-Quanto tempo fa hai presso la medicina? - domandò lei.
-Circa un mese fa, oggi la dovrei prendere.
-Credo che non ci sia più bisogno che tu la prenda.
-Lo credo anche io. Vorrei farglile una domanda.
-Dimmi cara.
-La mia amica Liz sta bene?
-I guardiano che sono andati a prenderla mi hanno riferito che sta bene. Tutta la sua famiglia sta bene. - era un sollievo sentire quelle parola.
-Immagino che sei stanca cara, ti ho fatto preparare la miglior stanza del castello per poterti riposare.
-Grazie.
-Il guardiano Belikov starà con te.
-Già mi ha spiegato più o meno come stanno le cose.
-Allora tutto a posto, fra due giorni ritornerai in America.
Finita la conversazione feci per andare via ma mi voltai verso la regina Tatiana e gli dissi - Quando Liz arriverà posso vederla per prima?
-Certo, avrà bisogno di una persona che conosce.
-La ringrazio.
Uscii dalla stanza e Dimitri chiese:
-Com’è andata?
-Se devo parlare ancora da persona educata meglio farmi impiccare!
-Si vede che non è nel tuo carattere. - disse lui scuotendo la testa leggermente, divertito. Quel gesto mi ricordava tanto mia madre, anche lei faceva così, mi scesero le lacrime e mi misi le mani davanti agli occhi.
-Ehi Rose, che ti succede? - disse lui con un tono di voce preoccupato.
-Tranquillo, niente, voglio solo riposarmi.
-Allora andiamo.
Mi guido insieme a Johnathan verso la mia stanza … era meravigliosa, sembrava veramente la stanza di una principessa ma mi mancava la mia vecchia stanza.
-I mie bagagli?
-Sono rimasti nelle macchine.
-Portami tutte le valigie nere, il resto lascialo lì.
-Ok. - e fece una breve telefonata dicendo alla persona con cui parlava le mie indicazioni. Mi portarono i bagagli e io mi missi i miei vestiti a posto, le mie creme e tutto il materiale cosmetico nel bagno, incluso shampoo e bagnoschiuma.
-Grazie mille Dimitri.
-Di niente. Ora vado, ci vediamo dopo.
-Arrivederci.
Mi feci un rapido bagno e mi misi a dormire. Fu un sonno che mi diede indietro tutte le forze.
-Rose. - sentì una voce famigliare che mi chiamava, era Dimitri. -Che c’è? - dissi io ancora mezza addormentata.
-E’ arrivata Liz.
-Andiamo subito! - dissi mentre mi alzai in fretta e furia. Mi condusse verso la stessa stanza nella quale avevo parlato con la regina lo scorso giorno. Entrai con molta ansia e paura. Aprii la porta e vidi tutta la famiglia di Liz…Liz stava vicino a sua sorella e i suoi genitori parlavano con Tatiana.
-Liz. - dissi io e al suono della mia voce e Liz si girò di immediatamente.
-Rose! - disse lei mentre correva verso di me e mi diede un abbraccio.
-Stai bene? - dissi io con le lacrime negli occhi
-Si, sto bene. - anche lei piangeva ma non ne sapevo il perché, forse tutta questa situazione l’aveva spaventata, Liz era sempre stata quella più paurosa e timida e ancora non mi ero spiegata come aveva fatto ad essere la ragazza più popolare della scuola.



Ciao ragazzi, ho modificato questo capitolo (con l'aiuto di VampireAddicted) perché non mi piaceva neanche a me com'era venuto. Vorrei darvi dei chiarimenti sul cpaitolo: come avete notato finisce con una specie di pausa, quella pausa serve a farvi capire che fino a quel momento la vita di Rose era, per quanto si può dire, ancora "normale" ma dal capitolo successivo questo suo legame con la vita "normale" si rompe.

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Capitolo 4
*** Inghilterra parte 2° ***


Capitolo 3 -Rose mi dispiace tanto per quello che ti è successo.
Le parole di Liz mi ricordarono che tutte le persone a me più care al mondo sono morte.
Era destino che succedesse Liz.
-Rose. - disse la madre di Liz - Ti ringraziamo tantissimo per aver contribuito alla nostra salvezza, senza di te forse anche noi saremmo morti adesso. L’idea di tornare alla mia vita passata non mi piace ma almeno stiamo al sicuro.
-Di niente, Jessica. -  risposi io
-Adesso che abbiamo chiarito tutto potete andare nelle vostre stanze,  tra poco faremmo la colazione tutti insieme per metterci d’accordo su alcune cose. - disse la regina Tatiana.
Sapevo che con ‘metterci d’accordo su alcune cose’ voleva dire che ci avrebbe detto quello che dovevamo fare, ed io andavo in bestia quando qualcuno cercava di darmi ordini.
I guardiani ci condussero alle nostre stanze e nessuno aveva parlato durante il tragitto. Per fortuna la stanza di Liz era accanto alla mia ed io la accompagnai dentro;  
-Wow! -  disse lei alla vista di quel lusso. -E’ magnifico!  
-Lo so. - risposi io.
-Rose, mi dispiace,per un momento sono stata distratta da tutto questo e mi sono dimenticata della tua situazione. - Amavo la premura di Liz nei miei confronti e mi dimostrava ancora una volta che teneva a me ma capivo che fosse  meravigliata da tutto quello che la circondava, anche io avrei reagito allo stesso modo se non  fossi occupata a pensare a come vendicare la mia famiglia.
-Te l’ho detto Liz, era destino che tutto questo accadesse, non puoi farci niente e neanche io.
-Adesso vorrei farmi una doccia e suppongo che quella porta lì mi condurrà al bagno -  cercò lei di distrarmi
-Penso di si. Adesso ti lascio e ci vediamo dopo.
Come previsto, la regina Tatiana ci fece chiamare ma prima mandò qualcuno dei suoi servi con dei vestiti ‘adatti’. Devo dire che la regina ha bei gusti; il mio vestito era color pesca stretto alla vita da una piccola cinturina color marroncino chiaro.Mi stava semplicemente a meraviglia quel vestito e i miei capelli mossi lasciati cadere all’indietro completavano il mio look.  
Da quando mi aveva svegliata per portarmi da Liz, Dimitri non si è fatto più vedere, speravo che a questo ‘incontro’ con la regina ci fosse stato; la sua presenza mi dava molta sicurezza e non riuscivo a spiegarmi del perché uno sconosciuto(anche se in qualche modo mi aveva salvato la vita) mi dava quella sensazione.
Avanzammo lentamente verso il salotto dove si sarebbe tenuta la colazione insieme alla regina. L’interno di quell’edificio era bellissimo, non mi era mai piaciuta l’arte o qualcosa che sia legata ad essa, ma quel castello era qualcosa di meraviglioso.
-Entrate prego.-  ci invitò Tatiana.
La regina invitò i genitori di Liz a sedersi vicino a lei ed io e Liz ci sedemmo vicino a suo padre mentre Charlotte si sedette vicino a Jessica.
-Allora, partirete per il Montana domani. -  a quelle parole mi stavo quasi per strozzare con la fetta biscottata, sì, sul tavolo ci stavano cibi che non avevo mai visto, ma io mi sono limitata ad una fetta biscottata insieme a Liz mentre sua sorella e i suoi genitori avevano preferito qualcosa di più raffinato.
-Così presto? - domandai io
-Là seguirete le lezioni previste per i giovani Moroi e verrete presentati a tutta la scuola. - l’idea di essere osservata da chissà quanta gente mi piaceva ma non in quel caso. A scuola tutti i ragazzi mi guardavano e a me non dispiaceva affatto o quando il pubblico mi guardava mentre vincevo i concorsi di karate, ecco, in quei casi mi piaceva essere osservata.
-Capisco. -  mi limitai a rispondere.
Liz e la sua famiglia non dissero una parola durante la colazione e non ne capivo il motivo ma non mi tormentai con questo pensiero ma mi limitai solo a mangiare.
Dopo aver finito, la regina c’invitò a fare il giro del castello e della corte, ovviamente solo io,Liz e Charlotte andammo poiché i genitori di Liz già conoscevano quel posto.
-E’ incantevole questo luogo. - disse finalmente Charlotte
-Sono allegra che ti piaccia, cara. - rispose la regina con un sincero sorriso. Charlotte sembrava molto a suo agio, parlava così tranquillamente con la regina mentre io e Liz spalancavamo la bocca ad ogni cosa che vedevamo. Dopo qualche ora il giro finì ma era ancora presto per pranzare così io e Liz siamo andate di nuovo a vedere il magnifico giardino,  accompagnate dai guardiani che non ci perdevano mai di vista,non fu pesante averli vicini, : non parlavano e la loro presenza non si notava nemmeno.
-Vorrei rimanere qui per sempre! - esclama Liz.
-Dai Liz, forse alla nostra nuova scuola sarà uguale.  
-Rose, stiamo andando a scuola, non è mai bello.
-Uh , Liz che fa la cattiva, questo ruolo appartiene a me. - dissi io dandogli una leggera gomitata ed erano quelli i momenti che ancora mi permettevano di rimanere attaccata alla normalità. Si fece ora di pranzare ma questa volta la regina Tatiana non si unì a noi, ed era meglio, :quella vecchia mi dava sui nervi.
-Ragazze come vi sentite? - chiese il padre di Liz.
-Stiamo bene signor Donovan -  risposi io sorpresa dalla sua domanda.
-Intendo la medicina, dovevate prenderla ieri tutte e due. Di solito se non la prendete nel giorno stesso i geni Moroi si fanno sentire.
-Per adesso niente. E tu Liz?
-A me fanno male le gengive.
-E’ normale, i canini devono uscire ma non ti preoccupare, non resteranno fuori, potrai farli  ritrarre come dei denti normali e solo al momento del nutrimento li userai. Quando i Moroi sono nel loro ambiente li lasciano in bella vista. - ci spiegò il signor Donovan.
-Ma non possiamo usare un bicchiere o una cannuccia? - dissi io -No Rose, i Moroi non hanno mai fatto così. - disse divertita la madre di Liz.
-C‘è sempre una prima volta. - aggiunsi io.
Finito il pranzo, Liz voleva girare ancora per la corte del castello. Ci accodammo sotto un albero quando dietro di me sentì una voce:
-Rose. - balzai in piedi, era Dimitri  
-Ciao Dimitri. Dove eri sparito?
-Ero a sbrigare delle faccende per il vostro viaggio. - quando disse vostro era ovvio che non c’era bisogno di presentargli Liz già sapeva chi è.
-Liz ti anticipo prima che tu mi chieda chi è  lui.  Ti presento Dimitri, un guardiano come quelli che vedi qui intorno a noi.
-Rose, mi fai sembrare una cretina. - disse lei dandomi una gomitata e sorridendo
-I vostri bagagli sono stati preparati.
-Già? - dissi io.
-Sì. - rispose lui e se ne andò.
-E’ tutto così folle.
-Lo so Liz ma questo è il nostro vero mondo.
Io e Liz eravamo ansiose di partire anche se era troppo presto. Giravamo ancora per la corte quando ci imbattemmo in un cespuglio di rose rosse, odiavo quei fiori ed era strano perché il mio nome dava alla memoria quei fiori ma Liz le adorava e di conseguenza ne raccolse uno.
-Lo porterò con me.
-Ma si seccherà Liz.
-Non fa niente, mi ricorderà questo posto.
-Avremmo altre occasioni di tornare qui. Liz prese comunque quel fiore e lo mise dentro ad un libro. Ci siamo recate nella mia stanza per attendere che qualcuno ci chiamasse per la cena ed una donna sui quarant’anni ci portò dei vestiti che avremmo dovuto portare per la cena incluse le scarpe. A me danno un paio di jeans attillati ed una camicia bianca molto elegante e delle scarpe con tacco 12 nere. Liz aveva ricevuto un vestitino bianco abbinato a delle scarpe nere.
-Ragazze, tra un’ora dobbiamo cenare, cominciate a prepararvi. - ci disse Charlotte.
-Ok. Io e Liz ci preparammo per bene e con mio grande piacere Dimitri venne e ci accompagnò alla sala dove si sarebbe svolta la cena.
- Siete magnifiche ragazze! - esclamò Tatiana
-Grazie. - si limitò a rispondere Liz.
Dimitri rimase in piedi vicino a me, con lo sguardo che sembrava cogliere ogni cosa intorno a lui e questo mi rassicurava. La cena fu noiosa perché Tatiana ci parlò dell’etichetta dei Moroi e allora capì perché i genitori di Liz erano scappati da quel mondo. Io e Liz ci siamo salutate ed ognuna andò nella sua stanza.  
-Arrivederci Dimitri. - dissi io rivolgendomi a Dimitri
-Ci vediamo domani Rose. - e se ne andò.
Crollai immediatamente e feci il sogno più bello della mia vita: io e la mia famiglia ci trovavamo nel salotto della mia vecchia casa a Los Angeles.
-Rose, come stai? - domandò mia madre.
-Male mamma, mi mancate.
-Noi saremmo sempre qui con te principessa.- disse mio padre,odiavo quando mi chiamavano così ma sapevo che quel nomignolo che mio padre mi aveva dato era un segno d’affetto,
-Mostriciattolo vieni qua e dammi un abbraccio. - disse Ron
-Riccio! -  e corsi verso di lui.
-Scusa di non averti portato il pettine per i capelli.
-Tranquilla, non c’è ne bisogno.- e mi fece un sorriso
-Rappresenta con orgoglio il nome dei Dragomir, rappresenta il drago figlia mia. -disse mio padre.
-Ti renderò fiero papà! - e lo abbracciai tra singhiozzi e lacrime. Il sogno finì subito e fui costretta a svegliarmi dopo che Liz era balzata nel mio letto saltellando come una bambina.
-Liz ti stacco la testa se lo fai ancora! - e mi tirò le coperte sapendo che scherzavo ovviamente.
-Sai che una lotta con i cuscini è inevitabile? - presi il cuscino intenta a lanciarglielo quando Dimitri apre la porta e il cuscino finì dritto nella sua faccia.
-Scusami, non era rivolto a te quel cuscino. -dissi e dopo lanciai una veloce occhiataccia a Liz.
-Non fa niente. - disse lui e raccolse il cuscino posandolo sul letto
 -Tra un’ora c’è la colazione e subito dopo partiamo. - e dopo averci detto questo chiuse la porta e se ne andò.
-Hai sentito il tizio, ci dobbiamo preparare. - fece lei segno verso la porta chiusa e subito dopo se ne andò anche lei.
-Ok.

-Mi sa che questa qua pensa che io sia una poveraccia che non ha vestiti. -  dissi tra me e me pensando che il secondo lavoro di Tatiana è quello di fare la stilista per me e Liz, infatti ci ha mandato altri vestiti da indossare. M’infilai il vestito attillato bianco e i sandali, che erano molto eleganti per essere dei semplici sandali.
 -Rose sei bellissima!- disse Liz alla mia vista.
-Andiamo a mangiare che non c’è la faccio più!
-Rose… - e sentì il tono notevolmente cambiato di Liz.
-Dimmi Liz, è successo qualcosa?
- Ieri sera, prima di andare a dormire mi sono apparsi i canini.
-E‘ quindi? Perché sei così preoccupata? - domandai io incuriosita.
-Visto che tu sei preoccupata del fatto che ancora non hai subito nessun cambiamento non volevo parlarti di questa cosa. - disse lei ovviamente a disagio.
-Io non sono preoccupata, Liz.
-Rose, non mentire, ti conosco troppo bene.
-Va bene, si è vero sono preoccupata però non fa niente, non ti devi sentire a disagio di parlarne con me di questa cosa che è super figa!
-Ok Rose.
I guardiani ci hanno accompagnate alla sala colazione e mi domandavo  perché io non avevo ancora avuto nessun segno della mia trasformazione, forse quella medicina mi aveva veramente annullato i geni Moroi. Fortunatamente Dimitri si unì a noi.
-Ciao Dimitri.
-Ciao Rose.
-Dimitri poso farti una domanda?
-Dimmi.
-E’ possibile parlare con la regina?
-Certo, sarà contenta che tu voglia parlarle.
-Posso parlarle prima della colazione?
-Certo. Il suo ufficio e su questo corridoio - e mi indico una porta alta.
-Liz io devo fare una fermata prima della colazione, ci vediamo dopo - e lasciai la mia amica dirigendomi insieme a Dimitri  verso l’ufficio di Tatiana. Bussai e da dietro si sentì la sua voce.
-Chi è?
-Sono Rosemarie vostra altezza - mi rivolsi a lei così solo perché me lo aveva consigliato Dimitri, se no sarei entrata senza bussare e dandole del tu.
-Entra cara - e andai verso la sedia libera davanti alla sua scrivania.
-Cosa ti porta così presto da me?
- Li…Elizaveta, la mia amica ha già subito parte del cambiamento, ma io no.
-Forse lo subirai più tardi.Ti faremo visitare immediatamente quando arriverai alla San Vladimir.
Dimitri mi accompagnò alla sala colazione ma nessuno di noi disse qualcosa. Mi accomodai vicino a Liz e prendo non so cosa dal tavolo cominciando a mangiare.
-Rose, diventerai obesa! - esclamò Liz.
-Mi sacrifico, il cibo è oro! - e presi una fetta con una crema di cioccolata simile alla Nutella ma cento volte più buona.-Vorrei sapere come si chiama questa qua? - e indicai la mia fetta di pane piena di quella cioccolata.
-Si chiama Finetti - rispose Charlotte, non me ne ero accorta ma Charlotte parlava pochissimo e capì il perché solo adesso, lei era una modella famosissima in tutto il mondo e gli piaceva il suo lavoro ma dopo quello che era successo non avrebbe potuto svolgere più il suo lavoro. La polizia o qualcuno altro avrebbe notato la loro sparizione e lei non potrebbe apparire in pubblico senza che qualcuno gli domandasse dov’è sparita la sua famiglia.
Come aveva detto Dimitri, fummo accompagnati subito all’aereo che ci avrebbe riportati indietro in America. Come le altre volte abbiamo fatto diverse ‘fermate’ per cambiare gli aerei. Il viaggio l’ho passato dormendo, forse l’ansia mi sarebbe passata.
Dopo ore di viaggio siamo finalmente arrivati alla San Vladimir.



Ringrazio infinitamente VampireAddicted per l'aiuto alla realizzazione di questo capitolo. Buona lettura!



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Capitolo 5
*** L'arrivo alla San Vladimir Academy ***


Cap4

Non ho tenuto conto di quante ore di viaggio avevamo fatto ma al nostro arrivo era notte.

La San Vladimir era enorme: un campus in cui potevi tranquillamente perderti, intorno c’era un bosco che contemplava l'atmosfera misteriosa (e perché no, anche paurosa) di quell’edificio alto che aveva l’aria di essere vecchio migliaia d’anni, si capiva dal primo sguardo che là il divertimento non era sempre presente. I lampioni illuminavano il silenzioso paesaggio che era completato dal caldo e dalle stelle che illuminavano il cielo. Mi piaceva in un certo senso quell’ambiente ma qualcosa mi diceva che anche qui ci stavano le stronzette di turno o il figo senza cervello.

-Rose, ci sei? - mi chiese Liz

-Si, ci sono.

-Sembravi ipnotizzata.

-Stavo solo guardando.

-E adesso? - chiesi io a Dimitri.

-Andrete a conoscere la preside Kirova. Vi mostrerà il programma delle lezioni e le regole della scuola.

-Ma è estate! Volete farci andare a scuola quando l’abbiamo appena finita?

-Non seguirete quel genere di lezioni che pensi tu, Rose.

-E allora quali?

-Ti ho parlato dei poteri dei Moroi, ti ricordi? Quattro insegnanti, uno per ogni elemento cercheranno di scoprire per quale elemento siete più portate.

-Questo si che è figo! Quando iniziamo?

-Vi spiegherà tutto la preside Kirova.

Dimitri e altri guardiani ci condussero all’ufficio della preside e durante il nostro tragitto rimassi delusa dall’aspetto interno della scuola, dentro sembrava solo una normale scuola.

-Preside Kirova, possiamo entrare? - chiese Dimitri cordialmente.

-Entrate, prego.

La preside era una donna molto bella, snella, alta, pelle pallida, capelli neri, occhi scuri e il suo rossetto rosso completava perfettamente il suo look da femme fatale insieme allo chignon elegante in cui erano raccolti i suoi capelli che sembrano mossi.

-Rosemarie Dragomir, Elizaveta Ozera, Maya Badica, Vladimir Ozera, Katerina Ozera lieta di conoscervi. - disse lei con un sorriso che mise in mostra i suoi canini che la rendevano ancora più bella.

-Passiamo dritti al punto. Rosemarie ed Elizaveta seguiranno delle lezioni con quattro professori che si occuperanno di scoprire per quale elemento siete portate in modo che all’inizio dell’anno scolastico sapremmo che lezioni dovrete seguire. - per la prima volta nella mia vita non vedevo l’ora che la scuola iniziasse.

-Quando inizieranno le lezioni? - chiese la madre di Liz.

-Anche stasera se vogliono.

-Io ci sto! - dissi io entusiasta.

-Elizaveta? - chiese la preside a Liz.

-Ah si, per me può andar bene.

-Ancora una cosa ragazze. So che vuoi a scuola andavate di giorno ma per i Moroi è diverso, le lezioni si fanno di notte. - eh no, io a scuola di notte non ci vado.

La preside fece una chiamata dicendo - Le ragazze sono pronte, ve le portiamo tra poco.

-Ok, ragazze, potette andare.

I guardiani ci condussero indietro al campus. In mezzo al campus ci aspettavano due donne e due uomini.

-Rosemarie Dragomir, Elizaveta Ozera io sono l’insegnante dell’elemento fuoco. - disse una donna dai capelli rossi che sicuramente era straniera perché non riuscì a riconoscere il suo accento alquanto strano.

-Mi chiamo Ayla Kaya. - disse la donna.

-Potrei farle una domanda? - chiese io alla donna.

-Dimmi Rosemarie.

-Che tinta usa per i capelli? - veramente, io non potevo credere che quei bellissimi capelli rossi erano naturali.

Rimase un po’ sorpresa dalla mia domanda ma alla fine disse: -Nessuna, sono naturali.

-Ok, scusi per l’interruzione. - a dire la verità non mi dispiaceva aver interrotto la presentazione, quei capelli erano troppo rossi per essere veri.

-Io sono Vassil Preslav. Vinsegnerò l’elemento terra. - Vassil era un uomo sui quaranta anni di corporatura normale e sembrava uno che prendeva sul serio il suo ruolo nell'insegnare a me e a Liz il suo elemento. Vassil aveva anche lui un accento strano, sembrava europeo.

-Io sono Anna Farkas, insegno l’elemento acqua. - Anna era una donna sui 34 anni ed aveva un viso molto dolce quindi credo che mi sarà difficile prenderla sul serio. Anna aveva capelli castani mossi e occhi marroni, era molto bella.

-Io sono Eleazar Katàev, insegno l’elemento aria. - Eleazar aveva lo stesso accento di Dimitri quindi era russo. Non riuscì ad identificare bene la sua personalità e questa cosa mi mise un po’ d’ansia.

-Allora Rose, Elizaveta con che cosa volete iniziare? - ci chiese Dimitri.

-Io vorrei iniziare con l’aria. - disse Liz.

-Tu Rose? - mi chiese Dimitri.

-Io preferisco iniziare dopo che Liz ha finito.

-Bene. Eleazar vieni. - Dimitri invitò l’insegnate ad avvicinarsi a Liz.

-Allora, Elizaveta, ti devi concentrare, ti farò fare una cosa semplicissima, vedi queste foglie? - disse lui mentre coglieva tre foglie da una pianta vicino a lui.

-Si, le vedo.

-Guardami attentamente. - Eleazar fece alzare piano piano le foglie e le fece girare lentamente intorno a Liz. Rimasi a bocca aperta ma non dissi una parola. Posò le foglie per terra e disse: -Adesso prova tu. - invitò Liz a fare la stessa cosa che aveva fatto lui. Liz si concentrò e voleva veramente riuscirci ma il massimo che ottenne era quello di fare alzare una foglia cinque centimetri dal suolo. Ci riprovò diverse volte ma niente da fare.

-Credo che sia ovvio che non faccia per me l’aria.

-Con chi vuoi proseguire? - le chiese Dimitri.

-Terra. -rispose lei.

-Vassil, avvicinati. - disse Dimitri.

-Elizaveta, stai attenta perché è una cosa molto facile. - avvicinò la mano al terreno e ne distaccò un pezzettino.

-Adesso prova tu. - Liz ci mise tutta la sua buona volontà ma niente.

-Fuoco. - disse lei direttamente.

Dimitri fecce segno ad Ayla di avvicinarsi.

-Vedi questo pezzettino di carta, fallo bruciare. - disse lei mentre gli mostrava come doveva fare. Anche questa volta Liz fallì.

-Anna, vieni. - disse Dimitri.

Anna porse una bottiglia d’acqua davanti, l’aprì e senza spiegare niente a Liz, fece uscire una piccola scia d’acqua che poi si trasformò in una bolla. Liz senza dire niente esitò per un attimo e provò a fare la stessa cosa e con sua grande meraviglia gli riuscì.

-Finalmente! - disse lei saltellando per la gioia.

-Rose, tocca a te. - mi disse Dimitri.

Segui tutti i test che avevano posto a Liz e tutti mi riuscirono alla grande.

Persino Dimitri fu sorpreso dalla mia ‘perfomance‘.

-E adesso? - chiesi io.

-Potresti imparare un elemento in particolare o tutti.

-Voglio vedere se c'è la faccio con tutti gli elementi. - dissi io. -Ma prima dovremmo parlare con la Kirova. - disse Eleazar.

-Sono d’accordo con te. - disse Dimitri.

Seguimmo lo stesso percorso e persino la preside ne rimase molto sorpresa da quello che ero riuscita a fare.

-Qualcosa dovrai pur scegliere e magari potresti imparare anche qualcosa dagli altri elementi ma di meno.

-No, io voglio provarli tutti, voglio vedere se sono capace di gestirli tutti insieme.

-Insieme ai professori deciderò i vostri orari di lezione. Potete andare adesso.

Uscimmo dall’ufficio della preside e mi rivolsi a Dimitri:

-Dove andiamo?

-Vi porto nelle vostre stanze.

-E tu?

-Andrò nella mia.

-Posso chiederti un favore se non ti pesa tanto?

-Dimmi.

-Potresti rimanere cinque minuti a parlare con me?.

-Di che cosa?

-Non conta. Credo di impazzire con tutte queste novità e con Liz non ne posso parlare, si preoccuperebbe troppo.

-Allora va bene.

Salutai velocemente Liz e Dimitri mi portò nella mia stanza dove stranamente tutte le mie cose erano state messe a posto.

-Allora da che cosa vuoi cominciare? - disse lui mentre si sedette su una sedia e invitò me a penderne un’altra davanti a lui.

-Per primo voglio che non mi tratti come una principessa o come una viziata perché io non lo sono e non sopporto la gente che è così.

-Sono il tuo guardiano, io ti proteggo soltanto.

-Tutto questo non mi piace, neanche so perché ho accettato tutto questo. Odio il lusso, oddio ubbidire.

-E che cosa vorresti fare?

-Voglio essere tratta da persona normale, cominciando da te.

-Cioè?

-Sei il mio guardiano, hai detto che mi devi proteggere ma voglio che tu mi tratti come una persona normale non come il tuo capo perché in teoria tu lavori per me. Sii mio amico.

-Se è questo che ti fa sentire sicura allora pure per me va bene.

-Buonanotte Rose, ci vediamo domani. - disse lui con un piccolo sorriso che forse pensava che non avrei notato.

-Спокойной ночи (Spokojnoj nochi), Дмитрий (Dimitri). - Dimitri si girò molto sorpreso, gli avevo detto buonanotte in russo.

-Sai parlare il russo? - chiese lui molto sorpreso.

-Si, mio padre me lo ha fatto imparare, anche il rumeno e non ho mai capito il perché.

-Devo dire che l'hai detto molto bene, complimenti. - era un complimento sincero e al suono di quelle parole non fece a meno di rubarmi un sorriso.

-Ci vediamo domani Rose. - disse lui con un leggere sorriso sulle labbra.

Mi feci la doccia, mi filai il pigiama addosso e mi missi a dormire.




Grazie per aver corretto i miei erroi per l'ennesima volta VampireAddicted! XD

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Capitolo 6
*** "Rose credo che sei cotta di Dimitri. - dissi io tra me e me." ***


Cap 5 Quella notte sognai di nuovo la mia famiglia, nello stesso posto: la mia vecchia casa.
-Mamma,papà, Ron! - e cercai il più possibile di abbracciarli tutti insieme.
-Sono fiero di te! - disse mio padre con un sorriso a trentadue denti.
-Sei stata bravissima con gli elementi!
-Mi sentivo così bene mentre riuscivo a fare tutto quello che gli insegnanti mi chiedevano. Sentivo dentro di me una forza mai sentita prima e mi piaceva.
-Vacci piano Rose. Non tutti i Moroi hanno questo talento e alcuni di quelli che riescono a controllare tutti gli elementi oltrepassano il limite e distruggono se stessi, devi imparare a controllare il potere che è dentro di te. - mio padre aveva un tono serio e mi fece capire che non dovevo scherzare con gli elementi.
-Ho capito papà.
-Mamma tu come stai? - chiesi io a mia madre.
-Io sto bene, non preoccuparti. - e mi diede uno dei suoi tanti baci affettuosi sulla fronte.
-Mostriciattolo! - esclamò mio fratello.
-Riccio!
-No, Rose neanche  ci provare a toccarmi i capelli.
-Come sei noioso. - dissi io con un sorriso allegro.
L’immagine dei miei familiari si fece sempre più vaga ed io mi svegliai, era giorno, guardai l’ora ed era l’una di pomeriggio ma non mi preoccupavo,tanto le lezioni sarebbero cominciate alle nove di sera.
Gironzolavo per la stanza ma alla fine decisi di vestirmi e andare a farmi un giro ma mi ritrovai fuori dalla porta non sapendo dove andare ed anche senza chiave.
-Perfetto Rose, sei una cretina! - dissi io tra me e me.
-Rose, che ci fai qui fuori? - disse Dimitri.
-Penso di essere stata abbastanza a letto e volevo farmi un giro ma mi sono ritrovata fuori senza chiava e non sapendo dove andare. Per caso sai qualche posto carino?
-Il campus, l’edificio della scuola, la biblioteca, la chiesa.
-Non sono una religiosa, quindi zero chiesa. Il campus non mi sembra un granché, la scuola neanche se ne parla, poi la biblioteca per me è un altro universo.
Dimitri ci pensò qualche secondo e disse:
-Seguimi.
Mi porto ai cancelli della scuola, lo stesso cancello da dove eravamo entrati e rimasi meravigliata dal panorama, di giorno tutto era più bello.
-Grazie. - mi limitai io a rispondere
-Prego. - rispose lui.
-Adesso voglio vedere qualcos’altro, immagino che ci sia una città qui vicino.
-Si c’è.
-Allora accompagnami.
-Prima dobbiamo chiederlo alla Kirova.
-Cosa?
-Non possiamo uscire senza che qualcuno lo sappia e senza l’approvazione di qualcuno.
-Ma voi siete matti. Quindi io dovrei chiedere a qualcuno il permesso di andare a fare shopping? Aspettate voi che impari qualche trucchetto con gli elementi e poi sono cavoli vostri. - dissi io infastidita da tanta severità.
-E lascia perdere, meglio giro da sola il campus. Questo posso farlo, no?
-Si, lo puoi fare.
-E poi come entro nella mia stanza?
-La Kirova ha tutte le copie delle chiavi, dovrai chiederlo a lei ma adesso sta dormendo.
-Allora significa che la sveglieremo!
-Non è necessario, ho anche io una copia.
-Perché hai una copia della chiave della mia stanza?
-Sono il tuo guardiano.
-E’ questa sarebbe una risposta valida?
-Si, avevo pensato che forse ti sarebbe venuta l’idea di uscire fuori per una passeggiata, a l’una di pomeriggio e ti scordassi la chiave.
-Ecco, dovevi dire così.
-E allora, questa passeggiata per il campus?
-Me la faccio da sola. - dissi io con un tono arrabbiato perché mi aveva ricordato che dovevo chiedere a qualcuno se potevo andare a comprarmi delle scarpe!
Andai senza guardare indietro e mi sfiorò la mente l’idea di provare da sola ad esercitarmi. Camminando vidi un bastone e lo pressi in mano.
-Accenditi. - e la punta del bastone si accese.
-Sei grande Rose!
-Adesso acqua! - ed una forte pioggia cominciò.
-Oh merda, spero di non averlo fatto io.
Corsi velocemente indietro a andai verso la mia stanza ma mi ricordai che non avevo la chiave ma per fortuna Dimitri era davanti alla porta.
-Che brutta pioggia …
-Si, arrivata così all’improvviso. - disse lui con i tono di chi sospettava qualcosa.
-Adesso la chiave per favore. - e tesi la mia mano verso di lui.
Senza dire niente mi aprii la porta.
-Attenta a non rimanere fuori di nuovo. - disse lui con un leggero sorriso,  Madonna quanto era sexy!
-Non preoccuparti, non succederà di nuovo.
-Ancora una domanda. - gli dissi io.
-Dimmi.
-A che ora dovrei mangiare? Il mio stomaco ha cominciato a fare rumore.
-La sala dei donatori, puoi andare quando vuoi ma devi prenotare.
-Intendi che dovrei infilzare i miei canini nel collo di qualcuno. Scordatelo!
-Allora ti faccio preparare qualcosa?
-Si.
-Che preferisci?
-Qualunque cosa, ma non schifezze e per schifezze intendo cibo raffinato.
-Ho capito, ritorno subito. - se ne andò con quella sua camminata da uomo sicuro di se e persino quella trovavo sexy.
Aspettai circa una mezz’ora e per fortuna la pioggia, che forse io avevo causato, si era fermata.
-Eccoti! - dissi io alla vista di Dimitri con i piatti in mano, era un gesto carino da parte sua e mi sentivo in colpa per aver fatto la viziata.
-Scusa di averti fatto portare la mia “merenda”. - e per merenda intendevo tre pizze.
-Non preoccuparti.
-Guarda che puoi mangiare anche tu, non è tutto per me. - dissi io mentre lo invitai a prendere qualche fetta.
-Se vuoi essere imboccato non c’è problema. - dissi io con il mio solito sorriso divertito.
Sorrise alle mie parole e senza aggiungere qualche battuta si mangio una pizza intera.
Durante la nostra “merenda” gli feci un paio di domande.
-Da che parte della Russia vieni?
-Siberia.
-Puoi essere più esatto?
-Baia.
-Nord, Sud, Ovest,Est?
-Sud.
-Famiglia?
-Ho tre sorelle.
-Qualche nome per caso?
-Karolina la più grande poi Sonya e Viktoria.
-Immagino che sia noioso essere l’unico maschio. E tua madre?
-Olena.
-Tuo padre?
-Non l’ho visto da molto tempo.
-Che gli è successo? - subito dopo mi pentì della mia domanda ma non potevo più fare niente.
-Veniva solo una volta all’anno in Russia e gli piaceva picchiare mia madre così un giorno picchiai io lui e da quel momento non ci fece più visita.
-Quanti anni avevi?
-13.
-Tosto il ragazzo. - dissi io contenta della sua performance.
Al suono di quelle parole mi regalò un leggero sorriso; cominciavo a pensare che solo le mie battute lo facevano ridere.
-E’ finito tutto, vado a buttare i resti. - dissi io dopo che mi  accorsi che la pizza era finita.
-Li butto io non preoccuparti. - disse lui già pronto a prendere i resti.
-Tu ti siedi buono buono ed io vado a buttare i resti, è già tanto che mi hai portato da mangiare a letto. - disse io con un finto tono serio.
-Ok. - si limitò lui a rispondere e di nuovo quel sorriso compare sul suo bel viso.
-Che ore sono?- domandò lui.
-Le 15, come passa il tempo.
-Adesso devo andare. - disse lui riprendendo il suo atteggiamento serio e duro.
-Ciao e grazie per la chiacchierata.
-Di niente,ci vediamo alle nove.
Lo guardai mentre lasciava la mia stanza:
-Rose credo che sei cotta di Dimitri. - dissi io tra me e me.


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Capitolo 7
*** Il potere che c'è in me ***


cAP 6 Liz mi sveglio alle 19 e come ringraziamento ricevete il mio cuscino dritto in faccia.
-Svegliati pigra e vestiti. - mi diede dei leggins neri e una t-shirt nera
-E questi? - chiesi io a Liz riferendomi ai vestiti.
-Servono per le lezioni di stasera. I professori hanno detto che staremo più comode così.
Provai i vestiti e mi stavano davvero bene, mettevano in mostra le mie forme e questo mi piaceva.
-Sono uno schianto anche con un paio di pantacollant e una t-shirt. - dissi io.
-Ma quanto amo la tua modestia. - disse Liz ridendo di me.
-Ma mancano due ore all’inizio delle lezioni. Perché mi hai svegliata adesso?
-La preside vuole farci visitare la sala dei donatori…
-Vengo, però io non infilzo i miei canini nel collo di nessuno. - dissi io mentre mi preparavo ad uscire dalla stanza.
Una volta uscita andai a sbattere contro Dimitri o meglio dire, contro il suo petto.
-Ahia, il mio naso.
-Devi stare più attenta. - disse lui.
-Ciao Rose. - disse Johnathan.
-Johnathan! Ciao! Quanto tempo. - dissi io in modo scherzoso come se fossimo amici di vecchia data.
-Andiamo, la preside ci aspetta già alla sala donatori. - disse Dimitri.
-Dimitri e Johnathan ci accompagnarono e lungo il nostro tragitto scoprì che Jonathan è stato assegnato come guardiano di Liz il che mi rallegrò perché era una persona davvero simpatica per quel poco che lo avevo conosciuto.
-Elizaveta, Rosemarie benvenute, vi presento Victor Daskov e sua figlia Natalie. Il principe Dashkov è uno dei finanziatori della nostra scuola.
-Felice di conoscervi signorine. - disse lui con un tono di voce molto elegante.
-Tu devi essere Elizaveta. - disse lui rivolgendosi a Liz.
-E tu sei Rosemarie. - disse lui galantemente.
Victor era un uomo sulla cinquantina, educato, penso che mi piacerà, per la prima volta quando qualcuno parla in modo educato non mi da sui nervi.
-Questa è mia figlia Natalie.
Natalie era una ragazza con i capelli ricci-mossi fin sopra le spalle e vestita in modo semplice e per semplice voglio dire assolutamente fuori moda, non è che io me ne intenda tanto  ma lei era vestita male ma per il resto sembrava una brava ragazza.
-Io sono Elizaveta ma mi puoi chiamare Liz. - disse la mia amica mentre tese la sua mano verso quella di Natalie per salutarla e ad anche Natalie fece lo stesso.
-Natalie Dashkov. - si limitò a rispondere la ragazza.
-Io sono Rosemarie, chiamami Rose. - dissi io mentre allungai la mia mano verso quella di Natalie e aspettai un po' di secondi prima che anche lei faccia lo stesso. Liz mi fece un occhiataccia come per farmi capire che ero stata un po’ brusca con la ragazza che ovviamente avevo messo un po’ in imbarazzo.
-Adesso ragazze vi mostrerò la sala dei donatori. - disse la Kirova.
-La sala dei donatori, come credo che anche voi avete notato, si trova all’interno di un ospedale. Se per caso vi sentirete male non esitate  a venire qui.
Dopo altre informazioni che non mi andava di ascoltare finalmente raggiungemmo la sala dei donatori.
Non era spaventosa. C’erano delle mini stanzette tipo camerino nelle quali c’era una persona seduta su una sedia in attesa del moroi che si sarebbe nutrito di lei.
-Se avete altre domande potete chiedere tranquillamente. - disse la Kirova.
-Siccome non c’è nessuno posso andare io? - disse Liz.
-Meglio che ti eserciti con le sacche di sangue, potresti non controllarti ed in quel caso andrebbe molto male sia per te che per il donatore. - disse la Kirova.
-Ma i moroi non si devono nutrire direttamente dal donatore? - dissi io.
-Si, ma voi non lo avete mai fatto prima quindi è meglio che per un po’ vi esercitate con le sacche di sangue.
-Ho capito. - disse Liz.
La Kirova dette una sacca di sangue a Liz che si allontanò a berla nel cortile.
-Liz manca un’ora all’inizio delle lezioni. Che proponi di fare?
Come risposta Liz mi passò la sacca di sangue mezza vuota.
-No per favore. - dissi disgustata.
-Liz è per imparare a controllarti, forse in futuro lo dovrai fare.
Accettai e comincio a bere, devo dire che era davvero buono.
-Buono! - esclamai io.
Liz mi passò un fazzoletto per pulirmi.
Ci sedemmo allo stesso luogo della scorsa notte in attesa dei nostri insegnanti.
Dimitri e Johnathan stavano vicino a noi senza parlare o intervenire in qualche modo nelle nostre conversazioni.
Ogni tanto guardavo Dimitri e ogni volta mi usciva la bava dalla bocca.
Un’ora passò in fretta ed i nostri insegnanti arrivarono.
-Ragazze, siamo contenti che siete arrivate in anticipo e per iniziare vorremo dirvi alcune cose.
Elizaveta inizierà con Anna mentre tu, Rosemarie, farai un’ora con ogni insegnate così che alla fine Anna potrà farti lezione.
Oggi inizieremmo con teoria poi alla fine della spiegazione metteremo in atto quello che spiegheremo. - disse Vassil.
Gli insegnati ci dicevano che il controllo degli elementi dipende da diversi fattori e i principali sarebbero: i sentimenti e l’autocontrollo di essi e della nostra mente.
Anna si allontanò insieme a Liz più in là mentre Vassil, Eleazar e Ayla rimangono con me.
-Allora Rosemarie…
-Scusate l’interruzione ma chiamatemi Rose. - dissi io a Eleazar.
-Ok, Rose, prima abbiamo detto che i sentimenti hanno un ruolo molto importante nel controllo degli elementi. Ora prova a pensare a qualcosa di bello, chiudi gli occhi e prova a muovere le foglie di quel albero leggermente. - disse Eleazar.
Chiusi gli occhi e pensai a quella volta, in terza elementare, quando andai in campeggio con la scuola ed io e Liz ci siamo infangate e tutti i nostri vestiti erano sporchi.
Senti dentro di me una leggera forza che mi faceva sentire euforica e felice, era come una droga ma che non faceva male lo speravo. Cominciai a concentrarmi e sentì il leggero fruscio delle foglie. Aprì gli occhi e vidi Eleazar sorridente il che era un buon segno.
-Adesso le cose si complicano un po’, prova a pensare a qualcosa di brutto ma quando ti dico di fermarti, tu fermati.
Chiusi gli occhi e pensai al giorno quando arrivai a casa mia, dopo la festa di Liz, e seppi che la mia famiglia era morta.
Sentì dentro di me ancora quella euforia e mi sentivo benissimo, tutto il dolore e la tristezza che avevo accumulato sembravano andare via  e ad un tratto sentì un rumore fortissimo, come un tornado, non sentì la voce di Eleazar e decisi di aprire gli occhi ma vidi davanti a me solo i miei genitori e mio fratello.
-Fermati Rose! - gridarono tutti insieme.
Mi risvegliai da quella specie di trans e avevo spogliato tutti gli alberi delle loro foglie. Dimitri, gli insegnanti e Liz mi guardavano spaventati.
-Che è successo? -chiesi io.
-Hai creato un tornado Rose, per fortuna Eleazar ha potuto limitare i danni e far si che il tornado non si avvicinasse alla scuola.
-Oh Madonna santa, sono un disastro. - dissi io sedendomi per terra mettendomi le mani nei capelli e abbassando la testa.
-Non fa niente Rose. - disse Eleazar nel tentativo di calmarmi.
-Adesso è il mio turno ma non devi lasciarti andare così tanto questa volta. - disse Ayla.
-Adesso ti farò fare un esercizio simile a quello di Eleazar.
Ayla mi diede un foglio e mi disse di pensare a qualcosa di bello.
-Brucia solo a metà questo foglio.
Mi concentrai e feci bruciare solo a metà il foglio.
Mi ero sentita così bene quando dissi ‘Fermati’ e il foglio smise di bruciare.
-Adesso pensa a qualcosa di brutto e fai bruciare queste foglie verdi. - disse lei indicandomi il mucchio di foglie verdi che Vassil aveva raccolto.
Mi concentrai e feci bruciare tutte quelle foglie verdi e solo la cenere ne rimase ma per sbaglio avevo bruciato anche gli stivali di Dimitri, per fortuna Ayla spense il fuoco in tempo.
-Prometto che te ne comprerò delle altre. - dissi io a Dimitri.
-Dimitri vai a cambiare scarpe, non ti preoccupare, Rose starà bene, c’è anche Johnathan.
Dimitri si diresse con gli stivali in mano e camminando solo in calzini verso l’area dove si trovava la sua stanza.
-Rose adesso per favore stai più attenta. - disse Vassil.
Mi disse di far crescere da un seme che aveva piantato nel terreno. Mi concentrai e ne uscì un bel tulipano rosso, adoravo quei fiori.
-Bene, adesso stai attenta e non far partire un terremoto.
-Ok. - dissi io e per la mia gran gioia Dimitri era ritornato.
-Adesso stacca quel fiore dal terreno.
Questa volta mi concentrai ed estrassi con violenza ed insieme al fiore estrassi un bel pezzetto di terreno che Vassil mise a posto.
Anna e Liz si avvicinarono a noi.
-Adesso tocca a te Anna. - disse Vassil.
-Voglio che tu faccia una bolla d’acqua dal nulla.
Mi concentrai e feci apparire in aria una bollicina d’acqua.
-Bene, adesso fai partire una leggera pioggia.
Stetti un po’ a pensare ed il risultato fu molto soddisfacente.
-Non ci credo, sono riuscita a fare bene. - dissi io estasiata e saltellando come una bambina.
-Adesso fermati. - dissi io nell’intento di far smettere quella  pioggerella  e la mia contentezza salì al massimo,ero riuscita a far smettere di piovere.
La lezioni durò ancora per un po’ ed i professori passarono a teoria a cui io ovviamente non prestai attenzione.
Dopo aver finito Dimitri e Johnathan accompagnarono me e Liz a mangiare.
-Ciao ragazze, com’è andata? - chiese la madre di Liz.
-Volete dire che non avete visto il tornado? - dissi in modo ironico.
La madre di Liz rimase paralizzata al suono delle mie parole e Charlotte ed il padre di Liz scattarono dalle loro sedie.
-Tranquilli, non ho distrutto niente d’importante.
Ci sedemmo tutti a tavola tranne Jonathan, Dimitri e altri guardiani che penso erano i guardiani dei genitori di Liz e di Charlotte.
Raccontammo ai genitori di Liz e a Charlotte della lezione e sicuramente le risate non sono mancate.
La cena o non so cos’era quella, fini con rissate e con un buon umore da parte di tutti quanti.
Per la prima volta dal giorno della morte della mia famiglia mi ero concessa di ridere e scherzare beatamente.


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Capitolo 8
*** Rosemarie Dragomir ***


Cap 7 La giornata finì bene e dopo aver chiacchierato con Liz fino alle sei del mattino ognuna di noi è andata nella sua stanza.
-Buonanotte Liz. - dissi io in modo ironico dato che era giorno.
-Ma come sei simpatica. - disse lei facendomi la linguaccia.
Finalmente concessi al mio cervello un riposo di ben dieci ore!
Alle quattro del pomeriggio avevo stabilito che volevo assolutamente andare a fare shopping e mi ero decisa di andare a trovare Dimitri, anche se non sapevo dov’era.
Mi feci un bel giro e finalmente lo trovai mentre si allenava fuori sul prato. Devo dire che anche in quel momento era sexy.
-Hey, Dimitri? - si voltò immediatamente un po’ sorpreso e con lieve cenno di preoccupazione sul viso.
-Si Rose? C’è qualche problema?
-Hai detto che se voglio uscire devo riferirlo alla Kirova. Andiamo allora!
-Sei fortunata, è sveglia adesso.
Dimitri ed io andammo nell’ufficio della preside che stranamente non aveva quel trucco pesante e nemmeno il suo rossetto rosso o quello chignon che adoravo.
Aveva i capelli sciolti e mossi, senza trucco e vestita in modo leggermente elegante, sembrava un piccolo angelo così e non più la femme fatale.
Bussai alla porta e ricevetti subito una risposta.
-Entra.
Entrai e fu un po’ sorpresa di vedermi lì.
-Rosemarie, c’è qualche problema? - disse lei mentre si alzava e m’invitava a sedermi.
-Vorrei andare in città con Liz se è possibile.
-Oh, certo, aspettate che vi faccio preparare la macchina e avviso i guardiani.
-Grazie. - dissi io.
Dimitri mi accompagnò alla stanza di Liz e davanti alla porta trovammo Johnathan che aveva fatto cambio di turno con un altro guardiano.
-Ciao. - disse lui con un sorriso.
-Che ci fatte qui?
-Volevo andare in città e pensavo di dirlo anche a Liz,forse vuole venire.
-Entra, si sta cambiando.
-Liz, sono io Rose, posso entrare?
-Entra.
-Senti, io vado in città,vuoi venire?
-E me lo chiedi pure?!
-Hahaha, dovevo sapere che non avresti rifiutato.
Io e Liz passammo mezz’ora a prepararci.
-Ragazze, è tutto pronto. - disse Dimitri facendo sbucare la testa nella stanza.
-Quando ci dirigevamo  verso la macchina, vidi quella ragazza, Natalie e suo padre.
-Oh, che piacere rivedervi signorine. - disse Victor.
-Ciao Rosemarie, ciao Elizaveta. - disse timidamente Natalie.
-Hey Natalie, vuoi venire con noi in città? - dissi io all’improvviso.
Natalie guardò suo padre per un segno di approvazione.
-Vai Natalie, ti devi svagare un po’. - disse il padre.
-Ok.
Natalie salì nella macchina ed io comincia subito a parlargli.
-Quindi, quanti anni hai Natalie?
-17.
-Ti avverto da subito che non sono un tipo calmo quindi se ti metto in imbarazzo, sappi che non lo faccio apposta.
-Io te lo confermo, questa qua è una pazza. - disse Liz, ridendo.
Natalie fecce un sorriso in segno di risposta e durante il tragitto in macchina si aprì con noi e comincio a parlare molto tranquilla.
Scoprimmo che aveva altre due sorelle più grandi, Anastasia e Yuliya che questa sera sarebbero venute alla San Vladimir per tutta l’estate.
-Evvai, quindi ne saremmo di più, è così monotono qui.
-Aspetta l’inizio della scuola, rimpiangerai questa tranquillità. -disse Natalie.
-Quindi ci sono anche elementi che, come dire in modo carino, rompono alla grande?
-Esatto! - disse lei.
-Ragazze siamo arrivati. - disse Dimitri dal posto della guida.
-Andiamo ragazze! - dissi io entusiasta.
I guardiani ci fecero entrare dalla porta posteriore del mall per non so quale ragione.
La giornata fu a dir poco mitica!
Liz rinnovò completamente il guardaroba di Natalie ed io mi comprai non so quanti completi intimi (ovviamente tutto pizzo e push-up).
Salimmo in macchina e verso la scuola chiesi a Natalie se ci poteva mostrare qualche alunno che sarebbe stato in classe con noi poiché Natalie sarebbe stata in classe con me e Liz, conosceva tutti e si rivelò ad essere una vera raccoglitrice di pettegolezzi.
-Cominciammo dai peggio. -dissi io.
Natalie tirò fuori il telefono e ci vede vedere una ragazza dai capelli molto corti che si chiamava Mia Rinaldi.
-Lei è quella che va con tutti i ragazzi della scuola.
-Ed è pure stronza se non sbaglio? - chiesi io a Natalie.
-Si. Poi c’è Vasilisa Badica.
Vasilisa era una ragazza dai capelli biondi e molto carina, non sembrava cattiva.
-Immagino che lei sia una di quelli bravi?
-Si ma data la sua relazione con Christian Ozera è stata emarginata da quasi tutta la scuola.
-Ozera? - disse sorpresa Liz.
-In pratica sarebbe una tua specie di cugino. I suoi genitori si sono trasformati volontariamente in strigoi e quando era piccolo, erano venuti per prenderlo con loro ma i guardiani gli hanno uccisi.
-Brutta storia. - dissi io.
-Siamo arrivati. - ci annunciò Johnathan.
-Andiamo a mettere le buste a posto poi più in là le metteremmo a posto.
-Andiamo, vi presento le mie sorelle. - ci disse Natalie molto entusiasta.
Alla fine abbiamo lasciato perdere le buste e abbiamo incaricato i guardiani di metterle a posto.
Natalie ci guidò verso gli alloggi degli ospiti e si fermò davanti alla porta in fondo al corridoio.
-Anastasia, Yuliya? - chiese Natalie mentre bussava alla porta.
-Da dietro la porta uscì una ragazza che assomigliava moltissimo a Natalie, avrei detto che sono addirittura gemelle.
-Naty! Piccola, vieni qua! - e abbracciò forte Natalie.
Poi subito dopo uscì un’altra ragazza che assomigliava meno a Natalie.
-Natalia! Come sei bella! - disse lei mentre abbracciava Natalie.
-Come sono felice che siate ritornate!
-Chi sono le tue amiche?
-Sono Rosemarie Dragomir ed Elizaveta Ozera.
-Oddio, ma siete proprio voi. - dissero le ragazze come se io e Liz fossimo un fenomeno da baraccone.
-Si, siamo noi. - dissi io e Liz ridendo divertite.
-Io sono Yuliya. - disse la ragazza che assomigliava di più a Natalie.
-Ed io sono Anastasia. - disse l’altra.
-Entrate. - disse Natalie.
Ci sedemmo su delle sedie e devo dire che la stanza delle sorelle di Natalie era molto grande e ben arredata.
Le sorelle parlarono con Natalie del più e del meno e a me e a Liz fecero delle domande molto banali,come per esempio:che musica ci piace,se facciamo qualche sport e così via.
Erano molto simpatiche.
Dimitri ci annunciò che tra un’ora avremmo mangiato e poi avremmo avuto lezione.
Andai nella mia stanza e mi preparai.
-Sei pronta Rose? - chiese Dimitri.
-Si eccomi.  
Dimitri mi accompagnò alla sala in cui si sarebbe tenuta quella specie di cena.
Lì c’era tutta la famiglia di Natalie che parlava con i genitori di Liz e con Charlotte.
La cena si svolse molto bene ed inevitabilmente io e Liz avevamo ritardato alle lezioni.
-Eccovi finalmente! - disse Vassil.
-Scusateci. - disse Liz.
-Oggi che si fa? - chiesi io.
-Oggi decidete voi. - disse Ayla.
-Come? - chiese Liz.
All’improvviso mi venne un’idea nella mente.
-E se usassimo la musica per controllare i nostri poteri. La musica tranquillizza o fa arrabbiare.
-Molto bene Rose. - disse Eleazar.
-Liz. - disse Anna.
-Comincia tu.
-Io non so cosa fare. - disse lei.
Presi il suo telefono e misi la sua canzone preferita, Eiza - Te acordaràs de mi.
Una volta aveva ballato sotto la pioggia con sottofondo quella canzone.
 Appena sente quella canzone seppe subito cosa fare.
Si mise a ballare e fece partire una pioggerella che alternava con lampi, tuoni e a volte diventava un temporale.
Era così bello, la musica riusciva veramente ad aiutarci a controllare i nostri poteri.
Era il mio turno e Liz sapeva già che canzone avrei scelto: Chris Trousdale - Not Too Young.
Quella canzone mi piaceva follemente.
Chiusi gli occhi, e mi concentrai solo sulla canzone e cominciai a ballare perché era più facile per me.
Alla fine aprì gli occhi intorno a me c’erano foglie bruciate che ovviamente erano state spente e la cenere era sparsa intorno a me e c’era qualche fiorellino spuntato di qua e di là.
Non capivo bene come funzionavano questi poteri, ma di sicuro non volevo limitarmi quei trucchetti da due soldi.
-Quindi questi sono dei poteri, come le streghe, quindi ci sono anche incantesimi.
-Si, certo che ci sono. - disse Vassil.
-Allora mostrateceli! - dissi io.
-Sono complicati Rose, voi siete troppo giovani per imparargli. Siete alle prime armi, ancora non sapete controllarvi  bene.
-Questi incantesimi si trovano nei libri, no? - dissi io.
-Si. - rispose Vassil.
-Allora faccio da sola.
-Rose non essere testarda. - disse Liz.
-Ok, ma non ho intenzione di giocare ancora.
Per il resto della lezione continuammo con la musica.
La lezione finì ed io mi diressi verso la mia stanza.
Mi ero decisa che avrei fatto sul serio. Anche se era passato poco tempo sapevo che ero capace di controllarmi.
La mia famiglia mi apparve di nuovo nel sogno ma in un posto diverso, il campus di San Vladimir.
-Rose. - disse mio padre.
-Già lo so papà che mi vuoi fare la predica per la cosa di prima.
-Rose devi andarci piano.
-Ok ma mi annoio. Insegnami tu come fare.
-Ok. - disse mio padre.
-Ciao mamma, ciao Ron. - dissi io abbracciandoli.
Mio padre, insieme a mia madre mi mostrarono come controllarmi.
-Rose come avrai già sentito, i sentimenti definiscono il tuo controllo che hai sui poteri. L’amore e l’odio sono quelli più potenti.
-Adesso prova a far partire un temporale ma fermalo solo quando lo deciderai tu.
Segui il consiglio di mio padre e all’inizio non riuscì a farlo smettere ma ripetei a me stessa che ce la dovevo fare e fu così.
-Ecco, adesso sei pronta, ti serve solo la buona volontà.
-Rose, tra poco dovremmo andare via ma ti visiteremo altre volte. Ecco, ti voglio dare questo. - e mi diede un bracciale a forma di drago.
-Questo è l’emblema della nostra famiglia. Portalo fiera.
E mi svegliai subito. Controllai se avevo veramente il bracciale ed era lì, nella mia mano, la cosa mi aveva sconvolta, com‘era possibile che io avessi veramente quel bracciale, lasciai da parte tutte queste domande e me lo infilai sulla mano e mi sentivo cosi fiera di me in quel momento.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Cap 8 POV Charlotte
Va tutto così male, questa nuova vita non mi piace per niente, io non ho scelto di vivere così.
Mi manca il mio lavoro ma sono obbligata a non praticarlo più. Se ritornassi indietro tutti mi chiederebbero dov’è la mia famiglia e non posso certamente dire che si sono trasferiti in Montana perché sono una razza di vampiri reali.
-Charlotte so che è difficile, neanche a me piace ma dobbiamo adattarci. - disse mia sorella Liz.
-Lo so Liz ma non mi sento più me stessa con tutto quello che è successo
-Ho un’idea che forse ti solleverà un po’ il morale! - disse lei euforica.
-Spara! - dissi io.
-Qui all’Accademia c’è una ragazza che si chiama Natalie, tu ovviamente non l’hai conosciuta dato che stai sempre rinchiusa nella tua camera, e da poco sono arrivate le sue sorelle più grandi.
-E con questo dove vuoi arrivare?
-Visto che  oggi è domenica, la loro famiglia ci ha invitati tutti a cena in un ristorante molto costoso e raffinato in città e pensavo ti avrebbe fatto piacere parlare con qualcuno della tua età e ti ho riservato un’altra sopresa che ti farà fare i salti di gioia!
-Ovviamente non mi dirai cos’è questa sorpresa se te lo chiedessi quindi ti faccio un’altra domanda: verra pure Rose?
-Ha fatto mille storie come per esempio “Io neanche morta ci vengo!”. - disse lei imitando Rose.
-Però alla fine ha accettato.
-Va bene, ci verrò. A che ora si parte?
-Alle otto.
-Quindi bene o male adesso è pomeriggio,ho abbastanza tempo per prepararmi.
-Così ti voglio sorellina! - disse lei saltandomi in braccio.
Mi piaceva vedere la mia piccola Liz felice ed avevo accettato quell’invito alla cena solo per lei.
-Come stanno le nostre ragazze? - dissero i nostri genitori al unisono dandoci un bacio sulla fronte.
-Buone notizie papà, Charlotte verrà alla cena! - disse mia sorella saltellando e canticchiando per la stanza.
Sul viso dei miei genitori apparve un grande sorriso e mia madre comincio a piangere.
-Scusami Charlotte, so che sei triste e che vuoi tornare alla tua vecchia vita, lo so perché anch'io lo vorrei. Vorrei fare qualcosa per te.
-Mamma, stai tranquilla, non è colpa tua, vedrai che le cose si aggiusteranno.
Mia madre si asciugò le lacrime e insieme a mio padre lasciò la stanza.
Sentì qualcuno bussare alla mia porta.
-Chi è?
-Sono Johnathan Turow, principessa Katerina. Sua sorella Elizaveta è con lei?
-Entra John. - disse mia sorella.
-Ciao Liz. - disse lui.
-Che succede John?
-Volevo dirti che ti accompagnerò io stasera alla cena.
-Ok. Oh scusami, che sbadata che sono! Lei e mia sorella Charlotte o Katerina, come la vuoi chiamare tu.
-Lieto di conoscerla principessa Katerina.
-Anche io, Johnathan, giusto?
-Si,Johnathan. - il ragazzo era molto carino,occhi azzurri e capelli biondi.
-Charlotte,nel frattempo vuoi venire a conoscere Natalie e la sua famiglia,così alla cena sarà più facile parlare con loro?
-Ok,andiamo.
-Allora ci vediamo stasera. - disse Johnathan.
-Ciao Johnathan. - dissi io insieme a mia sorella.
Liz mi accompagnò ad una stanza un po’ più lontana dalla mia.
-Si può? - disse Liz bussando alla porta.
-Certo. - rispose una voce dall’interno della stanza.
Una ragazza ci aprì e rimase di stucco quando mi vide.
-Yuliya,stai bene? - disse mia sorella.
-Ma tu sei Charlotte Donovan, sei la famosa modella.
-Lo ero.
-Nel mondo della moda moroi sei famosissima!
-Yuliya,falle entrare e poi ci parli. - disse un’altra voce.
-Piacere io sono Anastasia Dashkov.
-E ovviamente io sono Yuliya Dashkov. - disse la ragazza che ci aveva aperto la porta.
-Cherry! - disse Rose saltandomi in braccio.
-Sei finalmente uscita!
-Rose. - dissi io abbracciandola come se non la vedessi da anni.
-Ciao Rose. - disse mia sorella con un sorriso affettuoso verso Rose.
-Ciao ragazze. - dissero Yuliya e Anastasia.
Non me ne accorsi ma dietro di Rose c’era un’altra ragazza che sembrava la gemella di Yuliya.
Rimasi un po’ titubante, pensavo veramente che fossero gemelle ma comunque la differenza di età si notava.
-Cherry, lei è Natalie,la sorella di Yuliya e Anastasia.
-Piacere, io sono Charlotte o Katerina,dipende come vuoi chiamarmi tu. - disse io sorridendo sinceramente.
-Piacere, Natalie Dashkov.
-Che belle donzelle. - disse un uomo che era appena entrato nella stanza.
-Papà! - dissero le tre sorelle saltando in braccio al vecchio uomo.
-Tu devi essere Katerina. Piacere,io sono Victor Dashkov. - disse lui.
-Il piacere è mio. - risposi io.
-Ho sentito che hai accettato il mio invitò,mi rallegra tanto.
-Era ora che uscisse da quella stanza. - disse Rose roteando gli occhi.
-Rose! - disse Liz, dandogli una gomitata.
Tutti risposero con un sorriso a quella piccola scena.
-Allora io vi lascio ai vostri affari da donne e ci vediamo stasera. - e uscì dalla stanza
-Non hai idea di quanto sei famosa in tutto il mondo della moda moroi.
-Quindi, “un’umana” è famosa nel mondo della moda dei vampiri?
-Preferiamo il termine moroi. - disse Anastasia.
-Si!
-Quindi anche voi avete modelle,designer e tutto quanto.
-Certo.
Per un attimo il mondo mi si illuminò,potevo continuare a fare il mio lavoro.
-Ci farebbe molto piacere se ti unirsi a noi. La tua fama ci aiuterebbe molto.
-Accetto! - dissi io sorridendo.
-Evvai!. - disse Liz abbracciandomi.
-Chiamerò il mio manager domani e gli parlerò.
-Perché non lo fai adesso? - disse Anastasia.
-Sei un genio Anastasia!
Subito dopo presse il telefono.
-Pronto? Ciao Karol, ho buone notizie, conosci la modella Charlotte Donovan, cioè Katerina Ozera. Bene, siccome conosci la sua situazione e tra gli umani non può più praticare il suo lavoro le ho proposto che lavorasse con noi e ha accettato. Perfetto, glielo dirò.
-Allora, il mio manager verrà a conoscerti all’inizio della scuola ed è molto entusiasmato!
-Che dire, mi avete rallegrato la giornata. - dissi io sorridendo.
Yuliya ci ha fatto portare qualcosa da mangiare in camera e abbiamo passato il tempo a parlare insieme, tutte quante e quando mancava un’ora sono corsa subito nella mia stanza a prepararmi.
-Oh, Charlotte, da oggi in poi tu sei Katerina. - dissi io guardandomi fiera del mio aspetto.
-Pronta? - dissero Rose,Liz,Anastasia,Yuliya e Natalie facendo sbucare le loro teste dalla porta.
-Si andiamo.
Sembrava che andavamo ad un evento esclusivo. Tutti erano vestiti elegantemente e le limousine completavano perfettamente tutto quanto, ci mancava solo il red carpet.
Il ristorante era davvero meraviglioso e si vedeva che era davvero costoso.
-Buona sera signor Dashkov.
-Buona sera Harry, tua moglie sta meglio?
-Si,grazie a lei.
-Ci puoi portare ai nostri tavoli?
-Certo signor Dashkov.
Il cameriere ci portò in un’area riservata, per quanto ho capito io, solo ai moroi e infatti c’erano un sacco di moroi che vennero a conoscerci.
La cena andò meravigliosamente e i miei genitori furono molto contenti del fatto che avrei lavorato insieme a Yuliya.
Finalmente le cose si sono aggiustate.




POV Rose
Sono contentissima che la mia Cherry è felice e per di più lavorerà insieme alla sorella di Natalie.


Le mie lezioni e quelle di Liz stanno procedendo alla grande e abbiamo imparato anche una cosa nuova,la compulsione. In pratica, è un potere dei moroi che permette di controllare la mente di qualcuno. Ci sono moroi che lo riescono a fare bene altri per niente.
E’ inutile dirvi che la bava mi casca ogni volta che vedo Dimitri..
-E’ una tortura Natalie, ho una cotta per il mio guardiano e per colpa della età e di varie regole sociali di voi, moroi, non posso saltargli addosso! E’ come se fosse una specie di zio sexy con cui non puoi stare perché fa parte della famiglia.
-Non credo di essere in grado di darti consigli amorosi. - disse Natalie ridendo.
Vi domanderete perché non parlo con Liz di questa cosa. Lei non riuscirebbe a mantenere questo segreto per niente, non è che non mi fido di lei ma è nel suo carattere,non ce la farebbe a tenere un segreto così “grande“.
Natalie mi raccontava un po’ dei nostri compagni di classe ma nessuno mi colpì particolarmente a parte Mia Rinaldi. Quella ragazza era la ragazza pettegola e la “facile” che si faceva tutti.
-Non ti preoccupare Natalie,la metterò io a posto. - disse io come se mi preparassi per una battaglia.
L’estate passò in fretta ed io e Liz completammo in tempo le nostre lezioni e imparammo in fretta tutto.
La mia curiosità mi aveva spinta a cercare tra i libri della biblioteca incantesimi e ne trovai parecchi molto facili da fare. I professori,alle mie insistenze e quelle di Liz, ce li fecero imparare.
-Allora ragazze, le nostre strade si separano per ora, è stato un piacere essere i vostri insegnanti. Siete delle brave alunne. - disse Vassil e quasi quasi gli scendevano le lacrime.
-Oh vecchio, non piangere. - dissi io abbracciandolo.
Al mio commento tutti hanno cominciato a ridere.
-Ayla, mi dovrai dire che trucco usi per avere i capelli cosi rossi!
Per tutta l’estate avevo tormentato la mia professoressa con questa cosa.
-Rose sei impossibile. - disse lei abbracciandomi.
Tutti i nostri quattro professori ci abbracciarono e ci promisero che sarebbero tornati a farci visita.
Mi ero affezionata a loro e vederli andare via era difficile.
Da quando mio padre mi aveva regalato quel bracciale, non li sognai più e cominciavo a preoccuparmi.
-Dai Rose andiamo! - disse Liz facendosi coraggio e andando verso le aule.
-Cominciamo quest’avventura amica mia!
-Rose,Liz! - disse Natalie sorridendo.
-Natalie! - dissi io e Liz all’unisono.
-Andiamo,vi faccio vedere la classe.
Eccomi, iniziando un nuovo anno delle superiori.




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Capitolo 10
*** L'inizio del cambiamento ***


Capitolo 9 -Oh,che sbadata che sono! Prima dobbiamo andare a mangiare. - disse Natalie. -Mi accompagnate alla sala dei donatori?
-Certo. - rispondemmo io e Liz.
Lungo la strada verso la sala dei donatori c’erano ragazzi e ragazze che guardavano me e Liz e parecchi ragazzi ci facevano l’occhiolino, non posso dire che non mi piaceva essere guardata ma nessuno di loro mi sembrò abbastanza interessante.
-Aspettatemi qui.
Natalie fecce in fretta e ad un tratto si sentì una strana musica.
-Oh! - esclamò Natalie.
-Che succede? - domandammo io e Liz curiose.
-E’ la regina,adiamo! - disse Natalie mentre ci faceva strada.
Natalie ci portò in una grande sala dove, credo, erano presenti tutti gli alunni della scuola. Le sedie erano messe come nelle aule universitarie affinché anche quelli che stavano seduti in fondo potessero vedere.
-Miei cari,che gioia vedervi. - disse Tatiana.
-Ho una grande sorpresa per voi, due nuove alunne si sono unite a noi.
-Elizaveta Ozera,vieni. - disse Tatiana guardando Liz.
-Perché io? - disse Liz sotto voce.
Liz si incamminò verso il palco dov’era anche Tatiana.
-Vi presento Elizaveta Ozera! - si sentirono applausi ed anche qualche fischio da parte dei ragazzi e sguardi odiosi da parte delle ragazze, la bellezza di Liz aveva fatto colpo.
-Adesso,l’ultima ma non la meno importante, l’ultima Dragomir. - Tatiana fece una pausa e nella sala ci fu un silenzio di tomba.
-Rosemarie Dragomir!
M’incamminai verso il palco e potevo sentire gli sguardi che mi seguivano, o in certi casi, sguardi che seguivano il mio lato B.
Di nuovo applausi. Io e Liz non potemmo trattenere i sorrisi divertiti e Tatiana invitò tutti ad andare nelle proprie aule.
-Siamo delle dive! - esclamai io.
-Adesso ci guarderanno tutti,Rose.
-E non ti lamentare Liz! - esclamai io alzando le mani in aria.
-Natalie! - disse una ragazza bionda mentre la abbracciava e mi accorsi subito che era la ragazza della foto,Vasilisa Badica.
-Liz,Rose lei è Lissa.
-Lieta di conoscervi. - disse lei tenendo la mano tesa verso Liz.
-Io sono Liz. - disse la mia amica con un sorriso.
-Io sono Rose. - dissi io. Guardai Lissa negli occhi e per un momento rimasi bloccata…era come se avessi davanti a me uno specchio, lei era uguale a me. La guardai incredula.
-Rose,stai bene. - disse Liz.
Le parole di Liz mi riportarono alla normalità. Guardai di nuovo Lissa e la vedevo di nuovo bionda,con la pelle pallida e alta.
-Sbrighiamoci. - disse Natalie.
Entrammo nell’aula e mi accorsi che con noi c’era anche un ragazzo, Christian Ozera, era abbastanza inquietante per colpa dei vestiti,tutti di colore nero e della combinazione degli occhi azzurri e capelli neri.
Ci sedemmo tutti vicini.
La prima lezione fu di letteratura,poi matematica,inglese,diritto ed infine l’ora dove gli alunni moroi si esercitavano con la magia. Fui sorpresa dal fatto che quasi metà classe andava in una direzione opposta.
-Ma gli altri dove vanno? - chiesi io a Natalie.
-Quelli sono i dhampir, loro fanno allenamento adesso e noi ci esercitiamo con la magia.
L’ora finì subito per me per il fatto che avevo scelto tutti gli elementi e quindi andavo un po’ in ogni aula ed i professori mi pressero come la loro assistente dato che ero la più brava.
Una cosa strana che notai era che anche Lissa,come me,non stava in una sola aula. Ma non gli chiesi il perchè, avevo ancora quella strana sensazione quando mi avvicinavo a lei.
Finiti i miei pochi minuti di lezione,i professori mi diedero il permesso di andare via prima.
All’inizio la mia intenzione era quella di andare verso la mia stanza ma mi diressi verso il cortile.
La c’erano apparecchiature per l’allenamento ed avevo appena scoperta una delle “aule” dei dhampir.
Avevo capito che si allenavano nel combattimento e mi travolse la nostalgia delle mie lezioni di karate, eh si odio fare ginnastica ma karate no. Se vi domandate il perché sappiate che neanche io lo so perchè oddio ginnastica ma amo il karate,che alla fine è una disciplina sportiva.
Rimassi lì a guardare come i loro professori gridavano come se fossero nell’esercito.
-Rose? - sussultai sentendo il mio nome e mi girai velocemente.
-Dimitri! - risposi io con un sorriso che non riuscì a trattenere.
-Che ci fai qui, non dovresti essere a lezione. Liz?
-I professori mi hanno fatto uscire prima perché avevo fatto tutto quello che mi avevano chiesto e mi hanno dato il compito anche di aiutare quelli che non riuscivano. Liz è ancora in classe.
-Brava. - disse lui con un’espressione soddisfatta.
-Questi sono i dhampir? - chiesi io.
-Si.
-Mi ricordano me quando facevo karate.
-Facevi karate?
-Si,prima di…
-Ok. - aveva capito tutto.
Una luce si accese dentro la mia testa.
-Potrei fare le ore dei dhampir e non quelle dei moroi?
Dimitri sussultò al suono di queste parole.
-Non lo so,nessun moroi aveva mai chiesto una cosa così.
-Potremmo provarci,no? La regina è ancora qui suppongo?
-Si, è ancora qui, parte tra una settimana.
-Potremmo parlare con lei e la Kirova.
-Andiamo.
Il nostro rapporto si era evoluto molto ultimamente, avevamo instaurato un bel rapporto di amicizia  e più di una volta mi aveva ascoltata mentre parlavo dei miei genitori. A volte ne parlavo con Liz ma con lui riuscivo ad aprirmi di più.Arrivammo davanti all’ufficio della preside.
-La regina è qui? - chiese Dimitri ad un altro guardiano che stava davanti alla porta.
-Si.
-Possiamo entrare? - chiese Dimitri di nuovo.
Il guardiano bussa alla porta.
-Regina Tatiana, preside Kirova, qualcuno desidera vedervi.
-Chi è? - chiesero le due donne all’unisuono.
-La principessa Rosemarie e il guardiano Belikov. - disse il guardiano.
-Oh! - esclamò Tatiana.
-Falli entrare. - disse la preside.
-Rosemarie cosa ti porta qui? - chiese curiosa Tatiana.
-Regina, prima di scoprire di essere una moroi facevo karate ed ero molto appassionata, nonché la più brava del mio corso.
Prima ho visto le lezioni dei dhampir e…vorrei cambiare,non voglio fare l’ora di esercitazione ma voglie seguire i corsi dei dhampir. - per poco la Kirova e Tatiana non caddero dalla sedia per lo stupore.
-E’ una richiesta che nessuno ha mai fatto. - disse la regina.
-Sono molto brava con tutti gli elementi.
-Non lo so Rosemarie, è da decidere. - disse Tatiana.
-Me lo potete far sapere al più presto?
-Vedremo. - rispose lei di nuovo.
Lasciai la stanza insieme a Dimitri.
-Vieni. - disse lui.
E mi portò nella palestra.
-Prendi questi e vai a cambiarti.
Mi diede dei vestiti come quelli che portavo alle lezioni che avevo fatto con Vassil, Ayla, Anna e Eleazar.
Mi cambiai e ritornai in palestra. Trovai Dimitri che si allenava e la visione di lui in canottiera  con i muscoli in bella vista mi fecero sciogliere le gambe.
-Vieni.
-Cosa devo fare?
-Inizieremo con la teoria.
Mi pareva strano che lui volesse farmi lezione sul combattimento dei dhampir se la regina non aveva ancora dato la sua risposta. Da quel che sapevo di  Dimitri,lui era ubbidiente agli ordini della regina e questo comportamento mi aveva un po’ sorpresa ma non mi dava fastidio passare del tempo con lui e non era nel mio carattere aspettare che qualcuno mi dia l’approvazione per fare qualcosa.
-Se vuoi seguire l’addestramento dei dhampir devi sapere che sarà duro, non sarà come le tue normali lezioni di karate, devi prendere sul serio quello che vuoi fare, sappi che non è un gioco. Il ruolo dei dhampir per i moroi è molto importante. I dhampir sono i guardiani, loro proteggono i moroi.
-E perché i moroi non possono proteggersi da soli? Hanno i loro poteri no? - chiesi io.
-I moroi non usano i loro poteri per combattere o cose del genere, li usano in rari casi.
-Per esempio?
-Tutti le abitazioni dei moroi sono protette dai confini magici.
-Cioè?
-I strigoi sono molto attratti dal sangue moroi quindi questi si proteggono ponendo un incantesimo ai confini delle abitazioni che gli strigoi non possono oltrepassare.
-E perché?
-Loro sono esseri morti, senza vita, in teoria. I confini sono realizzati dai quattro elementi, che rappresentano la vita.
-Quindi un essere morto non può oltrepassarli.
-Esatto.
-Allora, ritorniamo ai dhampir. I dhampir sono più forti dei moroi.
-Nel mio caso no e neanche Liz.
-Dalle analisi risulta che siete forti come i dhampir.
Rose,la domanda che sto per farti è seria, perciò rispondi sinceramente.Vuoi solo seguire i corsi dei dhampir per imparare a combattere o per essere una guardiana? La maggior parte dei dhampir che seguono questi corsi,diventano guardiani per proteggere i moroi. Quindi un moroi non diventa mai guardiano.
-Ancora non lo so, da quello che ho sentito, visto e da quello che mi hai detto tu, i dhampir proteggono i moroi e non si è mai visto mai un moroi guardiano. Ancora devo decidere cosa devo fare.
-Ok. Per oggi la lezione è finita.
-Si può sapere perché mi hai fatta cambiare? - gli chiesi io mentre lui si allontanava verso l’uscita.
-Sei in una palestra e ti serve un abbigliamento adeguato, sia che ti alleni o no.
-Capito.
Dimitri mi portò alla mia stanza e mi salutò prima di andarsene. Mio Dio, aveva un sorriso che avrebbe fatto colpo su ogni ragazza ed i suoi muscoli avrebbe completato il lavoro.
Mi addormentai e per la mia gran gioia la mia famiglia mi apparve in sogno.
-Oddio, dove siete spariti! - esclamai io abbracciandoli.
-Rose! - dissero loro all’unisuono.
-Riguardo alla tua richiesta sul cambiamento delle lezioni… - disse mio padre.
-Papà io lo farò sia che qualcuno mi dica di si o di no. Non voglio essere una povera reale moroi lagnosa che passa il suo tempo bevendo thè con le altre reali mocciose che non hanno altro da fare che spettegolare. Lo dico perché durante l’estate ho capito che genere di persone sono i moroi reali. Sono dei poveri lagnosi e figli di papà! Certamente non mi riferisco a te papà.
-Rose, sono fiero della tua decisione. Nessun moroi, a parte me, aveva mai provato a seguire gli allenamenti dei dhampir,solo che io l’ho fatto dopo che sono fuggito.
-Papà! - e gli saltai in braccio.
-Mamma,Ron! - esclamai io.
-Quanto mi manchi sorellina.
-Come sei bella. - disse mia madre mentre piangeva.
-Mamma… - e comincia anche io a piangere. Tutta la rabbia,la tristezza e tutte le emozioni negative che mi ero tenuta dentro erano fuoriuscite.
Qualcuno mi aveva svegliata di colpo,era Liz.
-Rose!
-Che c’è?
-Perché stai piangendo? - mi passai le mani sopra gli occhi e mi accorsi che avevo pianto nel sono.
-Niente,solo un brutto sogno.
-Niente da fare, stanotte dormo con te. - e si accoccolò vicino a me e mi prese in braccio.
Il mattino seguente Dimitri mi chiamò dicendomi che la regina voleva vedermi, e sapevo benissimo il perché.
-Dimitri.
-Si?
-Ho deciso cosa voglio fare.
-Ti ascolto.
-Voglio veramente seguire i corsi dei moroi ma diventare guardiana non credo.
-Hai pensato bene Rose? E’ una decisione importante e la devi prendere sul serio.
-Si,ne sono sicura.

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Capitolo 11
*** La scelta ***


Capitolo 10

Mi vestii piano per non svegliare Liz visto che lei non sapeva ancora della mia decisione, glielo avrei detto quando la cosa si sarebbe chiarita.

Dimitri mi portò verso una sala in cui, oltre a Tatiana e alla Kirova, c’erano altre persone.

-Oh, lei è Rosemarie Dragomir, che incanto. - disse un uomo a cui non diedi tanta importanza.

-Rosemarie, siediti. - m’invitò Tatiana.

-Loro sono il consiglio della Romania, vengono convocati solo in casi particolari e la tua decisione di non seguire più le lezioni dei moroi e seguire quelle dei dhampir, ha suscitato molto interesse e quindi volevano conoscerti di persona e sentire le tue ragioni sul perché vuoi cambiare.

-Direi di iniziare subito con le domande. - disse una donna.

-In che momento hai preso questa decisione? - mi chiese lei.

-Il primo giorno di scuola, dopo le esercitazioni dei moroi. Ho visto le loro lezioni fuori e mi hanno incuriosita molto e hanno risvegliato una forte nostalgia in me.

-Che genere di nostalgia? - mi chiese un’altra donna.

-Io praticavo karate prima ed ero la più brava del mio corso, ho vinto tutti i concorsi a cui ho partecipato e vinto numerosi trofei e medaglie.

-Davvero interessante … - disse l’uomo che mi aveva subito complimentata quando ero entrata nella sala.

-Ma vuoi solo imparare le tecniche di combattimento o diventare guardiano? - mi chiese lui. La sua domanda attirò tutti i sguardi su di lui,tranne quello di Dimitri,che già sapeva le mie intenzioni.

-Voglio imparare a difendermi meglio,voglio essere il mio proprio guardiano.

-Quindi? - chiese lui ancora.

Ci stetti un po’ a pensare, io potevo proteggere me stessa,essere moroi e guardiana allo stesso tempo.

-Sarò una guardiana…ma solo per me stessa.

-Il fatto di diventare guardiana t’impone delle regole, non puoi decidere chi proteggere, se accetti che il marchio della promessa ti sia tatuato, sarai una guardiana, anche se un moroi non ha mai fatto questo, e diverse procedure decideranno chi proteggerai.

-Non ho bisogno di un marchio e del vostro consenso per difendermi da sola.

-Forse dovremmo sospendere questa seduta per domani. - disse di nuovo quell’uomo.

-Siete tutti d’accordo. - tutti accennarono un si,compresa me.

Io e Dimitri uscimmo dalla sala:

-Vieni con me. - disse lui.

-Se andiamo di nuovo in palestra io non vengo.

-No. - rispose lui con un sorriso.

Mi portò in chiesa.

-E’ un bel posto ma non sono una di quelle che prega per avere una risposta.

-Guardati intorno. - disse lui.

Infatti non avevo notato gli affreschi sulle pareti ed erano belli ma non mi suscitavano nulla.

-Sono belli. - mi limitai a rispondere.

La chiesa era molto alta e grande,piena di affreschi che ritraevano santi e scene, suppongo della Bibbia. C’erano sedie sui due lati e in fondo c’era l’altare e dietro di lui una stanzetta in cui, come mi aveva detto Dimitri, solo il prete poteva entrare perché era dove veniva benedetta l’acqua santa,  il vino,il pane e altre cose che non mi ricordo.

Dopo avermi fatto il “tour” mi disse che potevamo andare ma una voce chiamò Dimitri:

-Dimitri!

-Padre Andrew. - Padre Andrew era un uomo con una lunga barba nera grigia, capelli altrettanto, era alto ma non troppo, non avrebbe mai raggiunto l’altezza di Dimitri.

-Oh, questa signorina dev’essere la principessa Rosemarie. Lieto di conoscerti. - quell’uomo parlava con tanta calma e il suo sorriso ti dava una tranquillità inimmaginabile.

-Si,sono io ma preferisco essere chiamata Rose. - gli risposi io con un sorriso gentile.

-Cosa vi porta qui ragazzi? - chiese lui.

-Beh,io non lo so. Lui mi ci ha portata. - dissi io indicando Dimitri.

-Padre, Rose ha deciso che non vuole seguire le lezioni dei moroi ma quelle dei dhampir.

-Oh,una moroi guardiana che protegge altri moroi, interessante.

-No. Io non proteggerò nessuno, tranne me, sarò la guardiana di me stessa.

-Penso che Tatiana ne è già al corrente. Ho visto i membri del consiglio della Romania, arrivare qui stamattina presto.

-Si ma la seduta è stata sospesa, si continua domani.

-E’ la signorina cosa ha deciso?

-Non lo so. Da quanto ho capito, se voglio essere guardiana non posso scegliere chi proteggere, loro scelgono per me e quindi non so cosa fare.

-E’ davvero una cosa che nessun moroi aveva mai fatto,quindi la decisione da prendere è importante. - disse Padre Andrew.

-Lo so ma sinceramente non so cosa fare.

-Tranquilla, penso che tutto andrà bene.

Dopo quella frase salutammo Padre Andrew e ce ne andammo non prima di promettergli che gli avrei fatto visita: quell’uomo mi aveva fatto venir voglia di andare in chiesa.

-E’ simpatico Padre Andrew. - dissi io a Dimitri.

-Si, è una persona davvero molto gentile e sa aiutarti quando ne hai bisogno. Sai, fu lui a sposare i tuoi genitori proprio in quella chiesa nonostante tuo nonno glielo avesse proibito. Lui è tuo nonno erano molto amici prima del matrimonio dei tuoi genitori.

-Ma tu da dove ricacci tutte queste cose? - gli chiesi io curiosa e lui sorrise.

-Sai Rose, quando si cerca qualcuno si deve sapere tutto di quella persona.

-Una risposta davvero soddisfacente Belikov. - mi divertivo a chiamarlo per cognome e lui qualche volta accennava dei sorrisi quando lo chiamavo così perché sapeva che avevo voglia di fare battute sarcastiche su di lui come per esempio quella volta in cui avevo definito la Siberia “il regno di ghiaccio” e lui mi rispose che non fa così freddo come pensavo io.

Io e Dimitri riprendemmo il discorso sul fatto che volevo essere la guardiana di me stessa ma senza nessuna novità.

Lo salutai e entrai in camera mia.

-Ma dove diamine ti eri cacciata?! - quasi mi urlò  in faccia Liz.

La feci sedere e le raccontai tutto.

-Non so che dire Rose, tu lo devi decidere.

-Lo so Liz ma non è facile.

-Io propongo di tornare a dormire poi quando ti risveglierai vedrai che starai meglio.

Mi addormentai non facilmente quella volta e le mie ansie e preoccupazioni non aiutavano. So che sembra sciocco ma per me quella cosa era molto importante e il desiderio di diventare guardiana era molto acceso in me ma non volevo che mi capitasse un reale moccioso che avrei dovuto sopportare per tutta la mia vita.

Pregai, per la prima volta che i miei mi facessero visita nel sonno. Non mi ero mai chiesta come mai potessero visitarmi in sogno ma non me ne importava, mi basta vederli.

A quanto pare le mie preghiere erano state accolte, i miei mi comparsero nel sogno.

-Oddio,meno male che siete qui. Non so cosa fare.

-Rose ti spiegherò il meglio possibile il ruolo dei guardiani.

Mio padre mi spiegò per filo e per segno cosa comprendeva il ruolo dei guardiani e che loro seguivano un solo moto “Loro vengono prima”, la parola “loro” si riferiva ai moroi. I dhampir, se i moroi erano in pericolo dovevano rischiare la loro vita per proteggere i moroi con il rischio di perdere la propria vita.

-Ma è da pazzi! Come possono fare questo, mi vergogno di essere una moroi!

-Lo so Rose, io non sono mai stato d’accordo con questa cosa e ho cercato in vano di cambiarla ma a quanto pare non ci sono riuscito.

-Farò la guardiana papà. Non lo so perché ma sento che devo farlo, io devo proteggere qualcuno anche se non so chi è e cambierò questa cosa assurda contro i dhampir.

Quando Liz mi svegliò mancavano due ore prima che le lezioni iniziassero ed io non sapevo ancora dove dovevo andare e alla fine decisi che per oggi avrei fatto i salti da un’aula all’altra.

Per far passare il tempo decisi di accompagnare Liz alla sala dei donatori anche se quel posto mi faceva venire la nausea.

-Oh, che piacere vedervi di nuovo ragazze. - disse Victor Dashkov.

-Ciao signor Dashkov, ciao Natalie. - Natalie sbuccò da dietro suo padre.

Sicuramente vi starete domandando se Charlotte era partita,beh non proprio. Il manager di Yuliya la venne a conoscere proprio il primo giorno di scuola e andarono nelle città vicine per presentarle alcuni personaggi importanti del mondo della moda dei moroi.

-Io vado a prenotare. - disse Liz. Liz ci aveva preso davvero bene la mano con i donatori. Se volevi nutrirti dovevi prima prenotare perché c’erano altre persone prima di te e in certi casi, quando la fortuna era dalla sua parte, come dice Liz, si nutriva immediatamente senza dover aspettare il suo turno.

Liz fecce in fretta perché non c’era nessuno e quindi, per la mia grande gioia, uscimmo subito da quel posto.

Liz invitò Natalie e me nella sua stanza e dal nostro chiacchierare Natalie confessò che aveva una cotta per un certo Jesse Zeklos, anche lui un moroi reale. Ce lo descriveva come il ragazzo più bello della scuola e lei scappava ogni volta che lui era nelle vicinanze.

-Natalie, non devi vergognarti, ci devi parlare. - le dissi io.

-Magari cerca di iniziare con un semplice “ciao”. - disse Liz.

-Non lo so ragazze. Cioè, guardatemi, sono orribile.

-Se ti azzardi ancora a dire che sei orribile ti faccio volare dalla finestra. E sai che posso farlo veramente!

-Quello che Rose vuole dire è che devi avere più fiducia in te stessa. - disse Liz con più calma.

-Va bene, mettiamo che riesco a parlargli ma comunque non mi guarderebbe mai. Lui ha tutte le ragazze ai suoi piedi,perché dovrebbe guardare proprio me?

-Natalie,tu sei bella,devi solo saper mettere in evidenza questo e non intendo con minigonne e mezzo seno di fuori. Devi solo saper trovare lo stile che ti si addice ma adesso non abbiamo tempo per fare shopping.

-Aspetta un attimo, ma i vestiti che abbiamo comprato tempo fa per te? Non ti ho mai visto  indossarli. - disse Liz.

-Io non so come abbinarli.

-Lascia perdere, ne compreremo degli altri. - dissi io.

Ognuna di noi andò in camera sua e si preparò.

-Per la Madonna Liz! - esclamai io, Liz aveva optato per i capelli mossi e un Smoky eyes che Charlotte le aveva insegnato a fare alla perfezione.

-Dalla tua reazione deduco che ti piace.

-E puoi dirlo forte!

Ci incamminammo verso la sala dove si faceva la “colazione”.

Al tavolo dov’era seduta Natalie, notai che c’erano anche Lissa ed il suo ragazzo. Ancora quella sensazione.

-Ciao. - dissi io e Liz.

-Ciao anche a voi. Non ho avuto il piacere di presentarmi, sono Christian Ozera.

Christian diede la mano a me e a Liz.

-Quindi siamo parenti. - disse Liz.

-Si ma lontani, comunque, felice d’incontrarti cugina. - Christian aveva ancora quell’aria inquietante ma non gli davo così tanto peso, dopo aver perlato con lui per un po’ lo trovai molto simpatico.

Decisi finalmente di degnare Lissa di una parola, non volevo che credesse che ce l’avevo con lei.

-Quindi Lissa, da quanto tempo state insieme?

-Da circa un anno. - disse lei guardando amorevolmente Christian e poi rivolse anche a me un sorriso, quella ragazza era davvero simpatica.

La guardai direttamente negli occhi ed ancora vedevo lei come se fosse la mia esatta coppia. Ma  quell’immagine sparì subito e cercai di capire meglio la sensazione che avevo quando lei era nei paraggi.

Comincia a parlare del più e del meno e mi accorsi che quella sensazione trasmetteva familiarità, simpatia, amicizia, fedeltà e tante altre cose che non erano per niente paurose.

Le lezioni iniziarono e ci sedemmo tutti vicini. Le lezioni passarono in un lampo e mentre io e Lissa facevamo avanti ed indietro per le aule mi disse perché non praticava un elemento preciso:

-Ancora non so per cosa sono portata, spero di scoprirlo.

-Ciao ragazza dello strigoi. - disse una ragazza bionda dai capelli molto corti che avevo subito riconosciuto, Mai Rinaldi.

-Mia,  quante volte te lo devo dire che Christian non è uno strigoi.

-Però i suoi genitori lo sono stati. Che ne sai che non lo è anche lui?

-Sai benissimo che strigoi ci si diventa e non ci si nasce.

Mia se ne andò senza aggiungere altro e aveva una faccia soddisfatta, suppongo perché aveva colpito Lissa nel suo punto più debole, Christian.

-Senti Lissa, stai tranquilla, non darle retta.

-Mi fa molto male che abbiano questi pregiudizi verso di lui. - Lissa teneva tanto al suo ragazzo e si vedeva, tanto che si misse a piangere ed io cercai di calmarla Lissa e nel frattempo ci raggiunse anche Christian nel corridoio con la scusa che doveva andare al bagno.

-Lissa, non te la prendere per niente, lasciali parlare, tanto sai che non è vero niente.

Si sbaciucchiarono per qualche minuto fino a quando io e le mie battute li facciamo staccare:

-Fate venire il diabete!

Alla mia battuta tutte e due cominciano a ridere e Christian tornò in classe.

Alla fine delle lezioni invitai Lissa, Liz e Natalie a dormire nella mia stanza dato che era molto grande; a quanto sembra avevo la stanza più grande.

Fu un pigiama party divertente e avevamo deciso che l’indomani saremmo andate a fare shopping. Per fortuna la scuola era all’inizio e i professori, per facilitare le cose a me e a Liz, non diedero compiti subito. Gli argomenti erano gli stessi che io e Liz facevamo alla nostra vecchia scuola ma loro volevano comunque farci abituare un po’ con la scuola prima di tartassarci di compiti e a me sicuramente non dispiaceva.






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Capitolo 12
*** Nessuno mi può fermare ***


Cap 11 -Sveglia pigrone, oggi si fa shopping, dai su su! - dissi io.
-Ragazze, fenomeno da baraccone, Rose si è svegliata da sola.
-Zitta! - dissi io buttando un cuscino verso Liz.
-Credo che io mi sia dimenticata un particolare importante,non ho detto a nessuno che vogliamo andare a fare shopping. Quanto odio questa scuola!
-Tranquilla,risolvo io. - disse Natalie.
Natalie presse il telefono e parlò con suo padre.
-Tra un’ora partiamo.
-Natalie sei la migliore! - dissi io.
Ci preparammo e fu davvero divertente, amavo quegli attimi da normale adolescente.
-Ragazze, siete pronte? - chiese il padre di Natalie dall’altra parte della porta.
-Si papà. - rispose Natalie.
Usciamo tutte e il signor Dashkov non poté trattenere un “Wow” quando vide Natalie vestita in modo diverso e truccata.
-Andiamo ragazze, le macchine sono pronte. - disse Victor.
Vicino alle macchine c’erano Dimitri e Johnathan che non vedevo da un po’.
-Ciao! - dissi io a Johnathan.
-Principessa Rosemarie. - disse lui sorridendo.
Io gli risposi alzando semplicemente il sopraciglio.
-Ciao Dimitri.
-Ciao Rose. - disse lui impassibile.
Salimmo in macchina e per fortuna io ero capitata solo con Dimitri nella macchina poiché nell’altra dov’erano le ragazze, non rimase più posto.
-Qualche novità? - dissi io.
-La regina ha detto che vuole vederti dopo che ritorniamo dalla città.
-Comunque, senza o con il suo consenso farò quello che voglio.
Dimitri non rispose e per tutta la strada gli feci delle domande sugli strigoi: erano creature orribili.
Una volta arrivate al centro commerciale, rimasi con Dimitri mentre le ragazze svuotavano tutti i negozi di vestiti per sapere qualche informazione in più sulla decisione della regina.
-Non posso capire la ragione per cui le persone vogliono diventare dei mostri solo per vivere in eterno.
-Neanche io lo capisco. - rispose lui.
-Tu lo faresti? - gli domandai io.
-No,non lo farei mai. Piuttosto preferirei morire.
-Lo stesso anch’io. - fui sorpresa dalle sue parole, non aveva mai parlato così apertamente con me.
Fu a dir poco imbarazzante quando portammo Natalie nel negozio di biancheria. Lei si vergognava a entrare lì con suo padre nei paraggi.
-Signor Dashkov, se non gli da fastidio potrebbe lasciarci da sole per un po’. - dissi io.
-Ho capito tutto. - disse lui capendo quello che volevo dire.
All’inizio Natalie si vergognò a provare reggi seni e mutande che, diciamo, non erano il suo tipo.
Alla fine si era sciolta e riuscimmo a trovare qualcosa per lei.
-Ragazze,questa cosa dobbiamo rifarla. - dissi io mentre eravamo al tavolino della gelateria.
-Certo! - rispose Liz.
-Hey, Lissa, raccontaci un po’ di te, voglio dire a me e a Liz poiché non ti conosciamo bene.
-Beh, ho un sacco di sorelle.
-Quante?
-Tre, e sono tutte più grandi di me.
-Ma loro dove vivono?
-Un po’ dappertutto. Jacqueline, la più grande vive in Francia, Giselle in Gran Bretagna e Diana in Russia.
-E non le vedi mai?
-Ogni tanto vengono alla San Vladimir per farmi visita.
-Non vedo l’ora di conoscere le altre biondine! - dissi io entusiasta. Ad un tratto vidi di nuovo Lissa con la mia faccia.
Questa volta mi spaventai e la testa mi comincio a girare e stavo per cadere dalla sedia se Dimitri non mi prendeva.
-Rose, stai bene? Ritorniamo subito all’Accademia! - Dimitri non accettò repliche e chiamò subito all’Accademia per farmi preparare la visita.
Per tutto il tragitto mi domandava se stavo bene ed io mi sentivo bene ma lui non voleva sentirne ragione e arrivati alla San Vladimir, mi portò dal dottore.
Dopo un po’, la regina e la preside arrivarono.
-Pare che non sia niente di grave. - rispose una donna.
-Quindi la seduta si terrà. -disse Tatiana.
Andammo subito nella sala dove si era tenuta la precedente seduta.
-Sputate il rospo, non facciamo giri di parole. - dissi io.
-Abbiamo deciso che non lo puoi fare, nessun moroi lo può fare. -  al suono di quelle parole feci volare la sedia e si spaccò contro il muro. I guardiani erano preparati a bloccarmi ma la regina fece loro segno di stare fermi.
-Ho provato a seguire le vostre stupide regole, a comportarmi bene, cose che io non faccio. Se pensato che un vostro semplice “No” fermerà Rosalie Johnson o Rosemarie Dragomir, chiamatemi come volete, vi sbagliate di grosso. - dissi io urlando e dopo aver finito mi precipitai in camera mia per vedere se avevo ancora la divisa che Dimitri mi diede.
Eccola, era ancora lì, per fortuna non puzzava.
-Ok,se voi dite di no allora io farò il contrario-. Dissi io tra me e me.
La indossai e andai in un angolo un po’ sperduto del campus e cominciai a provare come facevo alle lezioni di karate.
-Wow, molto brava. - mi voltai e vidi un ragazzo dai capelli rossi.
-E tu saresti?
-Mason Ashford.
-Rose. - mi limitai a rispondere.
-Tu sei la principessa Dragomir, vero?
-In carne e ossa.
-E perché una moroi come te si allena?
-Non lo so se hai sentito ma io sono da pochi mesi entrata nel vostro mondo, io facevo karate, ed ero la migliore. Volevo cambiare, fare le lezioni dei dhampir ma mi è stato detto di no.
-Coraggioso da parte tua. Se vuoi ti posso allenare io.
-Non mi rifiuto di certo.
Mason mi fece vedere alcune mosse e dopo un po’ mi sfidò ad un combattimento, mi piaceva che non aveva paura di lottare contro una ragazza.
Alla fine vinsi io con qualche livido ma niente di che.
-Brava, molto brava. - disse lui sorridendo.
Tornai in camera mia e sulla strada incontrai Dimitri che fu sorpreso di vedermi in tuta e con i  lividi.
-Non sono affari tuoi cosa è successo e poi io l’ho detto che nessuno mi comanda.
-Stai attenta Rose. - disse lui.
Andai in camera mia, feci un bagno e subito mi addormentai. Quando mi risvegliai andai nella sala dove si faceva la colazione notturna e cercai con lo sguardo Mason che stava a tavola con un ragazzo.
-Hey. - dissi.
-Uuu, Mason si è messo subito al lavoro, già ha messo la mano sulla principessa.
-Zitto Eddie. -disse Mason.
-Chiamatemi Rose.
-Eddie, lei è una moroi ribelle, vuole seguire i nostri allenamenti ma la nostra simpaticissima regina glielo ha vietato quindi io sono il suo professore.
-Si, una moroi che combatte. - disse Eddie.
Mason gli fece vedere i suoi lividi:
-Questi me li ha fatti lei, è tosta, è brava.
Dopo un quarto d’ora le ragazze entrarono nella sala.
-Brava amica che mi aspetta. - disse Liz.
-Ciao anche a te. - dissi io dandogli un bacio sulla guancia.
-Ciao Lissa,ciao Natalie. - disse Mason.
-Ciao Mason. - dissero loro.
Presentai Liz a Mason e a Eddie e poco dopo ci raggiunse anche Christian.
Raccontai alle ragazze di quello che volevo fare.
-Tu sei fuori. - disse Liz
-Ti farai male. - disse lei di nuovo.
E dopo che le feci vedere i lividi fece un salto dalla sedia.
-Ma sei andata a farti vedere, magari al cervello!
-E non esagerare. - risposi io.
Purtroppo le lezioni cominciarono ed io dovevo fare avanti e indietro ed è inutile dire che quando guardavo Lissa vedevo me.
Le mie lezioni clandestine con Mason continuarono e Dimitri s’insospettiva sempre di più.
Ero molto contenta dalle doti del mio nuovo amico nell’infiltrarsi nella palestra ogni volta che voleva farmi fare gli allenamenti dei dhampir che a dire il vero non erano così facili da eseguire.
-Sicura di voler continuare? - mi domandò lui.
-Credo che per oggi possa bastare. - dissi io.
All’uscita della palestra, una guardiana ci beccò.
Non ammesse nessuna replica e ci portò dalla Kirova dove immediatamente ci raggiunse anche la regina.
-Rosemarie, credo  di averti detto espressamente di non farlo.
-Ed io me ne infischio. - alla mia battuta Mason sbottò in una risata ma la guardiana lo zittì subito.
-E lei, signor Ashford? - chiese la Kirova.
-Io stavo solo aiutando una donzella che aveva bisogno di me.
-Provocandole lividi e ferite. - rispose la Kirova.
-Mah, sapeste quante volte al giorno me ne procuro io di queste.
-Dovremmo punirlo. - disse di nuovo la preside.
-Fermi tutti, a lui non lo punisce nessuno, mi ha solo aiutata.
-Rosemarie, non te lo ripeterò un’altra volta. - disse la regina.
-Si si, come no.
Era inutile, tanto io continuavo i miei allenamenti con Mason ed anche Eddie si unì a noi.
-Rosemarie Dragomir, subito nel mio ufficio. - disse la Kirova che ci beccò nella palestra.
-Ed anche voi! - disse lei a Mason ed Eddie.
-Siete fortunati che la regina non c’è più.
-Che dovrei farne di voi?
Dopo qualche momento di silenzio la Kirova dice:
-Rosemarie, non so in che modo potrei spiegarti che la regina ha deciso che non lo puoi fare, non cambierà tradizioni vecchi da secoli solo per i tuoi capricci.
-Ah, si, capricci?! Voi non potete capire. - a dire il vero neanche io capivo perchè volevo fare la guardiana.
-Come punizione, tutti e tre, aiuterete negli uffici a partire da adesso. Guardiana Petrov, accompagni questi ragazzi negli uffici e fai vedere loro cosa devono fare.
La guardiana ci accompagnò negli uffici dove ci era stato detto che dovevamo mettere dei fogli in ordine alfabetico.
-Tranquilla,quella donnaccia non mi spaventa, proseguiremo. - disse Mason.
-E neanche io mi tiro indietro. - disse Eddie.
-Va bene ragazzi,sarò felice di cacciarmi in altri guai insieme a voi.
Verso le sei del pomeriggio finimmo e salutai i ragazzi.
-Speriamo la cantina sia aperta.
Purtroppo era chiusa ed io avevo una fame tremenda.
-No Rose, non andrai dai donatori. - invece il mio stomaco diede una risposta ben diversa.
Alla fine non sapendo cosa fare andai nel ospedale ed era tutto libero. Mi capitò una donna sulla quarantina.
-Ok, spero di ricordarmi come far uscire le zane.
Dopo aver finito il mio pasto, mi resi conto che non era così disgustoso.
Per la strada verso la mia stanza incontrai Dimitri:
-Non ti era stato detto che non lo potevi fare?
-Ed io avevo detto che me ne infischio delle vostre regole.
-Ho una soluzione. - disse lui.
-Spara!
-Ti allenerò io ma smetterai di fare gli allenamenti di testa tua con quei novizi.
-D’accordo.
-Fatti trovare domani alle due di pomeriggio nella palestra.

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Capitolo 13
*** Io? Innamorata? ***


Cap 12

Mi svegliai un'ora prima ed ero molto impaziente di cominciare i miei allenamenti e soprattutto vedere Dimitri.


Entrai nella palestra a passo lento.  Non avevo proprio idea di cosa aspettarmi da questa prima prova. Cosa avrei imparato!? Sarei stata brava?

Ma d’improvviso tutti i miei pensieri furono sostituiti dalla visione che mi si presentò davanti:  Dimitri che faceva delle flessioni a terra a torso nudo. Diventai rossa all istante ma non riuscii a staccare lo sguardo dai suoi muscoli forti e possenti.

-Rose, sei qui, cominciamo subito. - con mio grande dispiacere si mise la canottiera.-Vacci piano, non sono allenata come te. -  lo avvisai io lasciando la mia borsa per terra.


-Ok inizia con dei giri intorno alla palestra. - fortunatamente mio padre mi faceva allenare sempre, a quei tempi non capivo a cosa servisse ma adesso gli vorrei ringraziare.

-Ho visto che i dhampir lottano.

-Si ma tu mi hai detto di andarci piano perché non sei allenata.

-Beh, voglio imparare a combattere. Insegnami come si fa a combattere.

-Come vuoi. - disse lui sorridendo

Dimitri mi mostrò alcune cose di base.

Mentre "combattevo" con lui gli dissi:

-Ma quanto può essere difficile?

E lui continuava a rispondere con dei colpi e mi faceva notare che dovevo starmi zitta e concentrarmi.

Alla fine della lezione:

-Credo che ho tanta strada da fare prima di batterti. - e lui rispose con un cenno di testa in segno di approvazione.

Dimitri era distratto, chinato sul pavimento per aggiustarsi una scarpa.  Colsi l’occasione per tentare un attacco a sorpresa. Scattai a correre e dalla gola mi uscì un grido di battaglia degno di una guerriera ma lui era troppo veloce e troppo forte. Mi prese e mi mise a terra sotto di se. Mi persi nei suoi occhi. Lui sorrise divertito e io giurai a me stessa di non aver visto cosa più bella in vita mia.

-Se fai rumore i nemici ti sentiranno. - disse, senza staccarmi gli occhi di dosso.  Il mondo intorno a me smise di girare e il mio cuore smise di battere.

Mi aiutò ad alzarmi ed io dissi:

-Ты знаешь что ты дебил?(ti znaesh shto ti dibil?/Lo sai che sei un idiota?)

E lui cominciò a ridere. Lo avevo appena insultato in russo.

-Dovremmo parlare in russo,sei molto brava.

-Grazie. Potremmo esercitarci. Di solito offendevo solo mio fratello in russo.

E riuscì per l'ennesima volta a strappargli un sorriso, oddio mi mandava in tilt quel sorriso perfetto. Mi stavo innamorando o ero già innamorata?

Dimitri mi accompagnò fino alla mia stanza e per tutto il tragitto chiacchierammo del più e del meno ed il mio cuore non la smetteva di battere all'impazzata ogni volta che lui parlava, sorrideva o mi guardava.

Volevo fargli quel favore e parlammo in russo ed era veramente sorpreso di come parlavo bene.

-Ci vediamo domani alla stesa ora, Rose.

Feci un bagno e mi addormentai subito.

-Rose, svegliati. - disse Liz.

-Già dobbiamo andare a scuola?

-No scema,Charlotte deve partire.

Mi vestii subito e Liz mi portò al portone dove stavano i genitori di Liz, il signor Dashkov, le sue figlie eJohnathan.

-Rose! Mi mancherai piccola peste.

-Anche tu mi mancherai Cherry. Vieni a trovarci spesso.

Charlotte abbracciò i suoi genitori e Liz ed io ero molto felice perchè lei non era più triste, aveva riacquistato il lavoro che tanto le piaceva.

Dopo seppi che Johnathan era diventato il suo guardiano e notai gli sguardi che si lanciavano. Credo che al più presto avrei avuto notizie della coppia che avrebbero formato.

Dopo questo tornai a dormire non prima di stare un po' con Liz.

-Vedrai Liz, tornerà a visitarti e vi scriverete e poi parlerete al telefono.

-Si ma non è lo stesso.

-Dai mettiti a dormire. - rimasi con lei e ci addormentammo subito.

La giornata fu normale e fui felice di vedere Mason.

-Hey, piccola ribelle, non sei più venuta ai miei allenamenti. Perché? - ed in quel momento Dimitri passò di lì e sentì la frase che pronunciò e mi fece segno di non dire nulla.

-Meglio che ci stiamo buoni se no finiremo nei guai.

-Ma non mi priverai della tua magnifica presenza, no?

-No, non sopraviveresti senza. - tutti e due cominciamo a ridere.

-Ti andrebbe di uscire con me? - quasi mi strozzai con la saliva e guardai Mason un po' sorpresa. Era chiaro che con il mio super sexy guardiano/allenatore russo non poteva esserci niente, tanto valeva provarci con qualcun altro.

-Certo. Facciamo Sabato?

-Ok, Sabato per le 19 devi essere pronta. - e mi fece l'occhiolino. Mason era un ragazzo davvero carino e credo che ogni ragazza sarebbe stata invidiosa di me.

-Sabato ho un appuntamento. - dissi io sedendomi a tavola con le ragazze.

-Già? E con chi? - chiese Liz.

-Mason. - risposi io soddisfatta.

-E' un ragazzo davvero delizioso, sei fortunata. - disse Lissa.

-E per quando è l'appuntamento? - chiese Liz.

-Sabato alle 19 viene a prendermi.

-Ci vediamo Sabato alle 19 dolcezza. - disse Mason che passò di lì insieme a Eddie.

-Non chiamarmi dolcezza se no uscirai con il tuo amico.

E lui rispose con un sorriso.

Il giorno seguente andai ai miei allenamenti e Dimitri fu silenzioso per tutta la lezione.

-Perché oggi stai zitto?

-Niente d’importante. - e non disse più niente.

Quel giorno mi fece fare riscaldamento,corsa e teoria.

Così fu fino a Sabato.

-Eccomi. Sei uno schianto Rose. - dissi io tra me e me.

-Rose, sono Mason. Sei pronta?

-Si.

Mason rimase come d'incanto quando mi vide.

-Sono il più fortunato dhampir, esco con l'unica Dragomir.

Mason mi ricordò che infatti era così, non avevo più una famiglia.

-Scusami, mi sono scordato.

-Non fa niente, non è colpa tua.

-Visto che sei sempre andata con le limousine stavolta ti porterò con una semplice macchina.

-Come faremo ad uscire?

-Tranquilla.

A quanto pare si era preparato bene: Mason mi condusse da un’altra uscita segreta senza che i guardiani ci vedessero.

Più in là c’era una macchina, semplice come aveva detto lui e ringraziai il cielo che era così, basta limousine!

-Ma tu sai guidare?

-Fidati. - disse lui ridendo.

Mason mi portò in un piccolo ristorante a cena e mi divertì tantissimo.

Il ritorno a casa fu pieno di risate e promisi a Mason che avremmo fatto un'altra uscita.

-Ci vediamo Rose. - disse Mason dandomi un bacio sulla guancia.

Mason se ne andò e io quando stavo per aprire la porta sentì una mano che si poggiò sulla mia spalla: era Dimitri.

-Dimitri? - dissi io impaurita, speravo che non avesse visto Mason.

-Volevo dirti che domani non ci sarò.

-Perché? - il mio primo pensiero fu che avevo un appuntamento.

-Faccende da guardiani.

-Allora a Lunedì.

-Si. - e sulla sua faccia comparve un sorriso un po' triste,chissà perché.

Quella domenica fu molto noiosa e neanche le ragazze riuscirono a farmi divertire.

-Ragazze, a Dicembre ci sarà un ballo qui a scuola. - disse Natalie.

-Questo vuole dire più vestiti. - dissi io mentre il mio viso si illuminava.

Ovviamente Mason era al corrente di questo ballo e Lunedì m'invitò anche se mancava ancora un mese ed io accettai immediatamente. Mason era davvero carino ma non provavo niente per lui. Se sarebbe stato possibile ci sarei andata con Dimitri ma avevo saputo che lui facceva parte dello staff del ballo ed era impossibile che un moroi si facesse vedere in giro con il suo guardiano,questo capì io durante questi mesi. Io e Dimitri avremmo fatto una bella coppia ma non era possibile,Dimitri è molto rispettoso quando si tratta delle regole ed è molto devoto nel suo lavoro.

Non gli ho mai chiesto di uscire con me ma avevo capito da sola com'è fatto.

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Capitolo 14
*** I problemi del passato emergono... ***


Cap 13

I miei allenamenti con Dimitri andavano alla grande ed ero diventata molto brava,potevo sperare addirittura di batterlo ma ci sarebbe voluto molta pratica e anche teoria.

Non mi accorsi di come il tempo scorreva e mi ritrovai il giorno del ballo senza vestito ma per fortuna Liz aveva programmato una seduta shopping per me, Natalie, Lissa e ovviamente anche lei.

-Se no ci sarei io saresti andata in pigiama... - mi disse Liz .

-Molto simpatica amica. - dissi io.

-Ragazze, siete pronte? - chiese la madre di Liz entrando nella stanza.

-Si. - rispondemmo noi.

-Ok ma prima di andare voglio presentarvi qualcuno. - disse Jessica entusiasta.

Jessica ci condusse verso un'altra area della scuola che era riservata agli ospiti.

-Evangeline! - disse lei abbracciando una donna bionda.

-Maya... - disse la donna indecisa se essere sbalordita o impaurita.

-Ragazze lei è mia cugina Evangeline, nonchè madre della vostra amica Lissa.

-Quindi io e Lissa siamo cugine? - chiese Liz.

-Si.

-Possiamo entrare? - chiesero tre ragazze.

-Certo. - rispose Evangeline.

Le tre ragazze entrarono nella stanza, seguite da Lissa.

-Ciao Lissa. - la salutammo io e Liz.

-Ciao ragazze. - disse lei.

-Presupongo che queste sono le tue figlie? - chiese Jessica.

-Si. Jacqueline, Giselle, Diana e Lissa.

-Ragazze, lieta di conoscervi, io sono la cugina di vostra madre. Lei è mia figlia Elizaveta.

-E' lei la più grande? - chiese Evangeline.

-No. Katerina è la più grande ma al momento è fuori per lavoro.

-Noi andiamo a comprare i vestiti per le ragazze. Voi venite con noi? - chiese Jessica ad Evangeline.

-No, vorrei solo risposarmi.

-Ok. Dopo non vedo l'ora di fare qualche chiaccherata con te come ai vecchi tempi. - disse Jessica.

Durante il tragitto parlammo dei vestiti, del trucco e dei capelli ma Natalie sembrava un po' agitata:

-Hey Nat, tranquilla, sarai uno schianto. - dissi io.

-Credi che Jesse vorrà ballare con me? Neanche mi ha invitata al ballo...

-Ma perchè ti preoccupi, hai noi come accompagnatrici, in più do il permesso a Mason ti ballare con te.

-Grazie. - disse lei sorridendo.

Arrivate al negozio ci demmo alla pazza gioia.

-Fermi tutti! - dissi io fermandomi davanti ad una vetrina di gioielli.

-Che succede? - chiese Liz.

-Guarda questa collana, è bellissima.

-C'è solo un piccolo problema...costa troppo...

-Eh va bene,mi rassegno. - mi piaceva davvero quella collana ma purtroppo non la potevo prendere al momento.

Tornate alla San Vladimir ci preparammo e il risultato fu davvero eccezionale soprattutto Natalie che sembrava un angelo.

-Jesse non sa che si perde... - dissi io mettendola davanti allo specchio.

-Ragazze posso entrare? - chiese Jessica.

-Certo. - dissi io.

-Rose,questo è per te. - disse lei porgendomi una scatoletta.

-Jessica, ma non dovevi, costava una fortuna...

-Rose te lo meriti. - disse lei abbraciandomi.

-La mia "ragazza" è pronta? - disse Mason aprendo la porta e facendo sbucare la testa.

-Sei impossibile Ashford.

Mason prese me e Natalie sotto braccio e ci condusse verso la sala del ballo.

Tutta la scuola era piena di ragazze in vestiti eleganti e ragazzi in smoking, sembrava una scuola normale se non si contava il fatto che qui si studiavano elementi come acqua,fuoco,aria e terra e che li allievi erano creature magiche con sensi molto più forti rispetto agli umani.

Dopo un paio di canzoni movimentate fu il tempo di quelle lente. Mason era un bravo ballerino e a metà canzone cercò di baciarmi,io lo rifiutai anche se a malincuore...

-Mason, sei davvero un ragazzo eccezionale ma per me  sei solo un amico.

-Capisco, non avrei dovuto cercare di baciarti. - disse lui abbatutto, sedendosi su una panchina.

-Hey, sono sicura che un sacco di ragazze ti vanno dietro. Guardati, sei uno schianto!

-Grazie Rose. - e mi baciò la guancia.

Mason si alzò e andò al tavolo delle bevande. Mi alzai e vidi Dimitri: in quel momento qualcosa successe, lo volevo più del solito ed era come se percepivo le stesse cose anche da parte sua perché mi guardava anche lui dritto negli occhi.

Si allontanò ed io volevo seguirlo.

-Hey Lissa, dov'è il tuo ragazzo strigoi? - la prese in giro Mia.

-Mia, quante volte ti devo dire che Christian non è uno strigoi. - disse Lissa.

Mai continuava e Lissa si arrabbiava sempre di più.

Nel frattempo arrivò anche Christian che cercava di calmare Mia e i suoi seguaci.

-Mia, sei patetica, dovresti smetterla. - dissi io.

-Se no cosa?

-Sai una cosa, io non voglio perdere tempo con esseri infantili come te.

E la piantai lì,nel mezzo della pista da ballo.

Non me ne accorsi ma Christian aveva portato fuori Lissa perché si era sentita un po' male.

Andai fuori a cercarli e trovai Christian ferito alla testa.

-Christian, svegliati! - dissi dandogli uno schiaffo.

-Oddio, Lissa! - disse Christian agitato.

-Calmati. Che è successo?

-Io e Lissa eravamo usciti fuori poi qualcuno mi ha colpito in testa e non ricordo più niente.

-Avverti i guardiani poi vai dal dottore, arrivo anche io.

Andai in fretta e furia nella stanza di Dimitri.

Quasi ruppi la porta cercando di entrare nella sua stanza perché lui non apriva.

Dimitri sobbalzò quando mi vide facendo irruzione nella sua stanza.

-Rose, che è successo?

-Dimitri, Lissa è...O santo cielo...

-Rose? - chiese lui sorridendo maliziosamente.

-Mmm... - la visione che avevo davanti era magnifica, lui in pantaloncini corti e canotiera.

Non resistetti e lo baciai e le mie labbra incontrarono le sue, solo Dio sapeva quanto erano morbide le sue labra. Quando toccarono le mie elettrizzarono tutto il mio corpo, era come volare. Mentre mi baciava, le sue mani mi accarezzavano la schiena piano piano, ed ero totalmente presa da lui.

Continuando a baciarmi, mi tolse il vestito e lo buttò per terra per poi prendermi in braccio e mi portò sul letto. Mi baciò il collo e la sua mano cominciò ad accarezzarmi la coscia. Io pian piano gli tolsi la canottiera e i pantaloncini.

Con una mossa mi tolse il reggiseno ed il mio seno venne a contatto con i suoi pettorali.

Dimitri mi guardò negli occhi e stava per togliermi anche l'ultimo "indumento" che mi era rimasto addosso ma improvisamente mi strappò la collana e scese in fretta e furia dal letto.

-CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO?! - chiesi io coprendomi con le lenzuola.

-Un incantesimo, era nella tua collana. - disse lui tenendo in mano la mia collana.

-Lissa è in pericolo.

-Che è successo?

Raccontai velocemente a Dimitri quello che è successo.

-Hai fatto bene a dire a Christian di chiamare i guardiani.

-Ma come la troviamo?

-Non lo so ma dobbiamo agire in fretta.

-Passami il vestito.

Feci girare Dimitri e mi vestì subito.

Usciti dalla stanza sentivo una strana sensazione, erano come dei magneti, un polo attrae l'altro.

-Non sono sicura ma forse so come trovare Lissa.

Io, Dimitri ed altri guardiani andammo verso dove la mia intuizione mi guidava anche se i guardiani erano un po' incerti.

-Ecco, fermatevi, è in questo bosco.

I guardiani scesero subito dalle auto e si sparsero per il bosco.

Anche io andai a cercare Lissa, insieme a Dimitri e ad altri due guardiani.

-E' in quella casa lì. - dissi io a Dimitri.

-Entrammo lì e ci trovammo di fronte alcuni dhampir.

Dimitri e gli altri due guardiani dell'Accademia li batterono senza problemi ed io mi affrettai verso la stanza dove credevo fosse Lissa.

Aprì la porta e vidi Lissa legata per i polsi, vicino ad una parete.

-Lis...e sentì che qualcuno mi pugnalò alle spalle.

Non so se ero morta o svenuta ma mi ritrovai nel campus dell'Accademia con davanti i miei genitori e davanti a loro c'era...la madre di Liz.

-Mamma, papà, Ronald! - io gridavo ma loro non mi sentivano.

-Perché l'hai fatto! - gridò mia madre mentre piangeva.

-Oh, cara amica, forse il tuo caro marito lo sa.

-Ma di che cosa stai parlando? - disse mio padre piangendo  insieme a mio fratello, cercando di sostenere in piedi mia madre che piangeva a dirotto.

-Avevamo 17 anni, io ti confessai che ero innamorata di te ma tu mi riufiutasti.

-Ti ho detto che non provavo niente per te, ti ho detto che potevamo rimanere amici.

-Tu hai cominciato ad uscire con questa plebea buona a nulla, avevi scelto una poveraccia al posto mio. Ero una Badica! Ma tu nonostante tutto,hai scelto lei ed anche dopo, hai passato tutte quelle pene solo per stare con lei. - seguivo sbalordita il loro discorso.

-Così ho pensato di vendicarmi. Quando siete fuggiti, vi ho seguiti anche io.

-Avevi detto che il mondo moroi non faceva per te.

-Era solo per vendetta. Così, quando sei rimasta incinta la seconda volta, ho fatto in modo che tu credessi che avevi solo una femmina ma ce n’erano due. - io avevo una sorella....

-Che ne hai fatto dell'altra?! Dillo mostro! - disse esasperato mio fratello.

-Sta nella scuola di vostra figlia, alla San Vladimir. E' stata cresciuta da mia cugina. Vasilisa Rhea Sabina Badica è il nome della bambina. - colpo al cuore...Lissa era mia sorella...gemella...ma era impossibile.

-Ho nascosto il suo vero aspetto a tutti e ho obbligato mia cugina a crescerla e la vostra morte è stata provocata da me, io vi ho fatti attaccare da quegli strigoi.

-Sei orribile! - dissi io,ma sapevo che non poteva sentirmi.

Mi svegliai...ero di nuovo nella stanza di quella casa.

Vedevo Jessica che con un coltellino facceva diversi tagli sul corpo di Lissa e lei gridava per il dolore.

-Ho ucciso voi, vostro figlio, vostra figlia e sto per uccidere anche l'ultima. - disse Jessica tenendo gli occhi chiusi.

Vidi Lissa che soffriva e in quel momento la rabbia presse il sopravento su di me:

-Mostro! - e feci sbattere Jessica contro il muro.

-Pagherai per tutto! - e mentre la tenevo contro il muro con l'aiuto dei miei poteri, provai a soffocarla con l'acqua e le provocai ferite con l'aiuto del fuoco e di alcune rocce create dal nulla.

-Rose,fermati!

-Stai indietro se non vuoi finire male.

-Rose! - e riconobbi la voce che mandava in tilt il mio cuore...era Dimitri.

Cominciai a piangere e caddi nelle sue braccia.

-Porta Lissa all'ospedale, subito! - dissi io.

Per tutto il tragitto tenni Lissa nelle mie braccia e piangevo.

Non ero più sola, avevo mia sorella e non volevo perdere anche lei.

Portarono sia me che lei nell'ospedale ed io ero apposto ma lei doveva rimanere nell'ospedale per un periodo.

La preside Kirova mi chiamò nel suo ufficio per sentire la mia versione su quella che era successo e quando seppe che io e Lissa eravamo sorelle voleva assolutamente rassicurarsi e dopo che Lissa sarebbe stata meglio avrebbero fatto il test DNA. Anche la “madre” di Lissa fu sentita e aveva detto che lei non vera d’accordo con quello che la cugina voleva fare e che Jessica l’aveva costretta attraverso un incantesimo sigillato sul tattuaggio che le era stato fatto con la forza sul polso:era un piccolo cuore dorato.

Mentre camminavamo per il corridoio sentii qualcuno con una mano toccarmi la spalla che però ritirò immediatamente: era Dimitri, mi fece segno di seguirlo.

Camminando per il corridoio che emanava un silenzio di tomba sentì una leggera voce che mi chiamava.

-Rose, che succede? - chiese Dimitri.

-C'è qualcuno che mi chiama, una voce familiare ma non riesco a distinguerla.

Finché non capii.

-E' Lissa ... mi sta chiamando. Devo andare subito da lei.

Feci a malapena due passi che Dimitri mi fermo subito dicendomi:

-Rose, non ti faranno entrare lì dentro, Lissa sta troppo male per potter ricevere visite. Dovrai aspettare parecchio prima di andarla a trovare.

-Hai ragione.

Arrivammo alla sua stanza e lo sentì dire “Buonanotte” ma non gli risposi perché avevo gli occhi pieni di lacrime e lui lo notò.

Mi abbracciò.Uno di quegli abbracci simili a quelli di poco prima che iniziasse il finimondo, ma più profondo.

A sotto voce dissi:

-Ti prego, non lasciarmi da sola.

-Io non ti lascerò mai sola Roza. Mai.

Entrammo nella sua stanza, mi diede una maglia e mi appoggiò sul letto.

Gli feci segno di venire accanto a me, non me ne fregava delle loro stupide regole, in quel momento volevo solo lui accanto.

Per mia grande felicità non se lo fece ripetere due volte e venne vicino a me e mi prese subito in braccio: il calore che emanava il suo corpo mi scaldò in un attimo e il suono del suo cuore che batteva mi fecero addormentare subito.

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Capitolo 15
*** Si,io innamorata. ***


Cap 14 Mi svegliai nella stanza di Dimitri ma lui non era più vicino a me ma dopo qualche secondo lo vidi che metteva qualche pezzo di legna nel cammino.
-Hey. - dissi io assonata.
Lui si girò immediatamente e venne vicino a me.
-Come stai? - chiese lui preoccupato.
-Dal punto di vista fisico sto bene.
-Mi hanno detto che Lissa ti vuole vedere,puoi andare a visitarla.
-Sul serio?! Andiamo allora!
Andai in fretta e furia verso l'ospedale e mi ricordai alla perfezione dov'era la stanza di Lissa.
Entrai piano e la vidi distesa sul letto mentre un'infermiera l'aiutava a mangiare,le aveva portato un donatore nella sua stanza perchè ovviamente non poteva muoversi da lì.
-Hey Lissa... - dissi io con voce tremante.
-Rose... - e corsi subito ad abbracciarla e lei ricambiò il mio abbraccio.
Sciolsi l'abbraccio e l'infermiera l'aiutò a salire di nuovo nel letto.
- Credo che dovremmo parlare. - disse lei.
-Certo,abbiamo tante cose da dirci.
-Allora vi lascio da sole. - disse Dimitri e con lui se ne andò anche l'infermiera portandosi anche il donatore.
-Lissa, volevo dirti che siamo...
-Sorelle. - disse lei. Ho sentito tutto quello che diceva la madre di Liz,è orribile quello che ha fatto.
-Hey,Lissa. - era la "madre" di Lissa.
-Mamma...
-Rose... - disse Evangeline abbassando li occhi.
-Evangeline,non è colpa tua,tua cugina ti ha costretta. - dissi io.
-Vorrei riparare quello che lei ha fatto ma è troppo tardi. - disse lei.
-Quello che è fatto è fatto e non puoi cambiare nulla. Ma come possiamo essere io è Lissa sorelle,non ci assomigliamo per niente?
-Bhe,Maya aveva un'amica strega che l'aveva aiutata con il suo piano e così la strega fece una pozione che cambiava l'aspetto e attraverso il tatuaggio che ho sul polso,mi obbligava a darlo a Lissa ogni mese.
-Che succede se non la prende più?
-Penso che acquisterà il suo aspetto normale.
-Bhe,un'altra Rose,cosa peggiore non poteva capitare. - dissi io sorridendo e Lissa rispose anche lei con un sorriso.
-Sarà strano. - disse Lissa.
Per qualche secondo restammo in silenzio a guardarci ma il silenzio fu interrotto dalla preside Kirova.
-Rose puoi venire un momento?
Mi diressi verso il corridoi dopo di che la preside chiuse la porta della stanza.
-Che succede?
-Maya non risponde a tutte le nostre domande e ha detto che solo con te parlerà.
-Quindi dovrei andare da lei?
-Si.
-Non esiste! - disse Dimitri che fino a quel momento rimasse silenzioso.
-Guardiano Belikov,andrà anche lei con Rosemarie,in più ci sono anche altri guardiani lì,non correrà nessun pericolo. Ah,un'ultima cosa,abbiamo fatto diversi controlli e siamo sicuri che Maya Badica soffre di gravi problemi mentali quindi non avvicinatevi troppo a lei,non vogliamo rischiare niente anche se ci sono i guardiani.
Dopo queste parole,Dimitri ed io ci siamo diretti verso l'area dove c'erano le celle.
Camminando,mi ricordai della vicenda nella stanza di Dimitri e volevo parlarne con lui ma mi vergognavo a parlare con lui e in più avrei potuto ricevere una risposta che non volevo
Eravamo arrivati davanti la cella di Jessica e la vidi già aspettarmi.
-Rose,sei venuta. - disse lei.
-Dimmi subito che vuoi. - dissi io.
-Vorrei dirti un paio di cose molto interessanti.
-Parla.
-Sappi che a te non volevo fare nulla e neanche a Lissa ma tu cominciavi ad avere quelle sensazioni. -Credo che sei curiosa di sapere il perchè di quello che ho fatto. Io ero innamorata di tuo padre e lo sono tutt'ora. Avevamo entrambi 17 anni e gli dissi che lo amavo ma lui mi rifiutò. Lui sposò tua madre ma io non mi arresi e alla fine feci in modo che il tuo adorato papà tradisse tua madre e iniziasse una relazione con me. Però il rimorso ha presso il sopravento su tuo padre e ha deciso di lasciarmi,la scelta peggiore che poteva fare. Quando tua madre rimasse incinta le seconda volta mi sentì così tradita da tuo padre; rapì una delle bambine e li feci scordare che aveva partorito due gemelle. Avrei fatto fatto riapparire Lissa per vendicarmi di tuo padre e così lui avrebbe perso la sua famiglia ma tua madre aveva scoperto le lettere che io e tuo padre ci scambiavamo e ovviamente lo avrebbe lasciato e lui,per vendicarsi di me lui avrebbe raccontato tutto alla mia famiglia e non potevo permetterlo, così ho fatto uccidere i tuoi familiari dai Strigoi.
-Non ho parole,sei la persona più orribile che io abbia mai conosciuto.
-Ma una cosa non capisco,come hai fatto a tornare viva,ti ho pugnalata e dopo ti sei risvegliata come se niente fosse. - disse lei veramente curiosa.
Le sue parole fecero riflettere anche a me ma mi ricordai di un'altra cosa importante:
-Oh mio Dio,Liz! - e iniziai a correre verso la sua stanza.
Aprì la porta e la vidi piangendo nelle braccia di suo padre.
-Liz... - e lei mi si buttò nelle braccia.
-Rose,mi dispiace,non so perchè l'ha fatto. - disse lei piangendo.
-Signor Johnathan,lei lo sa?
-Io non so niente Rose,non so cosa l'abbia spinta a fare quello che ha fatto.
-Sono andata da lei e mi ha raccontato.
-Dici tutto. - disse Liz seria.
-Sicura?
-Si. - e raccontai per filo quello che Jessica mi aveva raccontato.
-Quella donna per me è morta. - disse Liz con il viso pieno di dolore.
Liz inizia subito a tirare fuori i suoi vestiti e le valigie.
-Liz,che fai?
-Voglio andarmene e non provate a dirmi di no.
-Signor Donovan,gli dica qualcosa!
-Veramente Rose,credo che è meglio. Dobbiamo allontanarci da tutto questo.
A malincuore accettai la loro decisione e subito dopo il padre di Liz chiamò Charlotte e gli raccontò tutto.
-Charlotte ha detto che ci manderà un aereo che arriverà tra poche ore. - disse il padre di Liz.
-Quindi non ci vedremmo per un bel po'. - dissi io.
-Ti scriverò,ti telefonerò e ci vedremmo sempre in video chat. - disse lei sorridendo.
Rimassi con Liz finché l'aereo non arrivò.
-Ciao Liz. - dissi io piangendo.
-Ehy,basta. - disse lei abbracciandomi.
Rimassi nel campus finché l'aereo non sparì.
-Hey,Rose. - era Dimitri.
-Se ne andata...
-L'ho saputo anche io solo qualche momento fa.
-Dimitri,c'era una cosa di cui ti volevo parlare.
-Dimmi.
-Di quello che è successo nella tua stanza.
-Rose, è inutile parlarne,per me non ha significato nulla.
-Allora possiamo parlarne se per te è indifferente.
-Ho detto no e no rimane.
Andai da lui e lo baciai e lui per un momento esitò ma si lasciò andare e mi strinse dentro le sue braccia grandi e quel bacio mi dimostrò che provava davvero qualcosa forte per me...amore e credo che anche da parte mia era così. Fino a quel momento avevo avuto solo cotte ma con Dimitri era tutta un'altra cosa.
-Bugiardo. - dissi io guardandolo in modo accusatorio.
-Non possiamo stare insieme. - disse lui guardandomi negli occhi.
-Perché?
-L'età,il fatto che tu sei una Dragomir ed io solo un guardiano.La regina non lo permetterà mai.
- E chi se ne frega. - e lo feci ridere e lui mi baciò di nuovo, quel bacio mi fece scordare tutto,in quel momento mi ero scordata tutte le disgrazie che mi erano capitate,con lui ero felice e non avrei permesso a nessuno di togliermi quella felicità.
-Allora? - dissi io.
-Non lo so Rose,non lo so che ne sarà di noi.
-Non essere negativo,dopo che finirò la scuola sarò libera di fare quello che voglio,la regina non potrà più dirmi quello che devo fare.  -Sappi che per me sei importante,non sei solo una stupida cotta. Quando mi hai baciato prima,tutte questi dannati problemi sono spariti,c'eri solo tu ed io,tu mi rendi felice e non permetterò che tu vada via solo perchè delle regole ti dicono chi puoi amare e chi no.
Mi guardò negli occhi e mi rispose con un sorriso...mi aveva detto si...

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Capitolo 16
*** Per adesso va tutto bene... ***


Cap 15

Dimitri mi condusse verso la mia stanza dicendomi: -Stasera hai scuola e devi andare a dormire se no non potrai stare sveglia alle lezioni.

-Ho anni di allenamento, credimi.

-Non ti farebbe male qualche ora di sonno.

-Va bene - dissi io prendendo la sua mano e poi intrecciando le mie dita alle sue. Quel mio gesto lo aveva colto di sorpresa e lui per ricambiare, mi prese in braccio e mi guardò come nessun altro aveva mai fatto. Il suo sguardo così profondo, quegli occhi marroni dannatamente belli  mi ressero incapace di di smettere di guardarli. Mi guardava, faceva solo questo, ma fu abbastanza per farmi scendere una lacrima, ma era di felicità. Lui la asciugò e mi bacio dolcemente. Le sue mani intorno alla mia vita che poi mi accarezzavano pian piano la schiena, le mie braccia intorno al suo collo, tutto il quadro era perfetto e lui, da gentiluomo, visto che ero più bassa di lui, mi alzò per far si che potessi arrivare alle sue labbra. Mano nella mano andammo verso la mia stanza ma lui doveva lasciarmi perchè doveva fare il suo turno di controllo all'Accademia. Mi svegliai e mi vestì...quanto mi mancava Liz,lei sarebbe stata lì per assicurarsi che ero impeccabile. Gli mandai un messaggio per domandarli in che città era andata e come stava. Qualcuno bussò alla mia porta. -Chi è? - chiesi io. -Sono Natalie.

-Oh,entra.

-Ehi, come va? - chiese lei sedendosi sul letto vicino a me.

-Eh,va.

-Sono andata da Lissa prima e stava un po' meglio.

-Si,sembra che la sua situazione si risolverà prima di Natale. Pensavo che fosse peggio ma sta guarendo a vista d'occhio. -Liz? - chiese lei.

-E' partita oggi ma non so la città.

-Bhe, mia sorella abita a Toronto,in Canada quindi è lì sicuramente.

-Le ho mandato un messaggio,spero che mi risponda.

-Dai andiamo a lezione. Per la nostra strada incontrammo Mason ed Eddie che ci salutarono. Per tutte le ore non stetti attenta. Avevo troppe cose per la testa. Le mie ore finirono e andai subito a vedere come stava Lissa ma ad un tratto sentì delle voci provenienti dal fondo del campus. La mia curiosità mi spinse ad andare verso lì e sotto un'albero vidi due figure. -Avvicinati. - dissero due voci di donne.

-Chi siete? - chiesi io minnacciosa.

-Veniamo con buone intenzioni. Siamo le figlie delle strega che ha aiutato quella donna a fare del male a te e alla tua famiglia. - dissero loro uscendo dall'ombra dell'albero e mostrando la loro faccia alla luce della luna. Le due donne erano giovani, alte, con la pelle scura ed erano gemelle. -Siamo dispiaciute per quello che nostra madre ha fatto, abbiamo cercato di avvisarti in vari modi del pericolo che si avvicinava. Alla fine siamo riuscite a rinchiudere nostra madre così non avrebbe più potuto fare del male. Ti chiediamo scusa ancora per il male che ha fatto, se mai avrai bisogno di qualcosa chiamaci. -Io sono Vana. - disse la donna con i capelli ricci. -Ed io sono Ada. - disse quella con i capelli lisci. E dopo sparirono. Una mano mi toccò la spalla ma non mi spaventai, conoscevo il profumo.

-Dimitri. - dissi io baciandolo e mettendogli la mano intorno al collo e lui ovviamente ricambiò il mio bacio.

-Rose,dovremmo stare attenti,qualcuno avrebbe potuto vederci. - disse accarezzandomi dolcemente il viso.

-Non credo che qualcuno vada a quest'ora qua.

-Sapessi quanti ne abbiamo beccati qua. Ma perché eri qui?

-Volevo andare da Lissa e ad un tratto ho sentito delle voci e volevo sapere da dove provenivano e mi sono ritrovata qua. Sotto questo albero c'erano due donne che mi avevano detto che erano le figlie della strega che ha aiutato Jessica.

-E poi? - chiese lui curioso.

-Mi hanno detto che hanno rinchiuso la madre per il male fatto e che chiedono scusa per quello che ha fatto la madre. Ma ho capito perché avevo quella strana sensazione quando ero vicino a Lissa,e prima che la mia famiglia fosse uccisa avevo una strana sensazione,erano state loro a provocarmela,per avvertirmi del pericolo. Poi hanno detto che se ho bisogno di loro le posso chiamare e poi hanno fatto poof,sono sparite.

-Non voglio che tu venga mai più da sola qui. Hai capito? - disse lui guardandomi preoccupato negli occhi.

-Ok.

-Dai,ti accompagno da Lissa.

-Sai,anche tu dovresti dormire.

-Tranquilla,ho tempo.

-Aspetta. - e lo tirai sotto l'albero e lo baciai.

- Hai detto che dovremmo avere cura quindi non potrò baciarti sempre,quindi me ne approfitto adesso. Verso l'ospedale restammo un po' distanti per non far capire agli altri nulla e parlammo del più e del meno per far credere in continuazione che eravamo solo guardiano e moroi.

-Liss?

-Rose, entra.

-Come stai? - chiesi io prendendole la mano.

-Un po' meglio ogni giorno. Dovresti andare a dormire,sarai stanca. E sentì Dimitri ridere,una cosa simile me l’aveva detta anche lui.

-Credo che dovrei proprio andare. - il vero motivo era che volevo incontrare i miei e soprattuto parlare con i miei.

-Io vado. Ci vediamo domani. - dissi io sorridendole. Dimitri,questa volta,entrò nella mia stanza: -Ti vedo preoccupata? Che succede?

-No,niente. - ero arrabbiata con mio padre ed era solo colpa sua se tutti questi disastri sono capitati.

-Rose,in questi mesi ho imparato a conoscerti meglio di quanto tu lo possa fare.

-Te lo dirò domani.

-Ok. - e mi diede l'ennesimo bacio,con la sua grande mano appoggiata sul mio viso e con l'altra mi attirò a se. Avrei voluto restare per sempre in quelle braccia dove mi sentivo protetta. -Спокойной ночи. (Spokoynoy nochi/Buonanotte). - disse lui.

-Спокойной ночи. (Spokoynoy nochi/Buonanotte). - dissi anche io e non riuscì a resistere e lo baciai di nuovo.

-Ты самая лучшая штука которая случилось в моеи жизни, Роза. (Ti samaia luciaia shtuka kotoraia slucilas v moei jizni ,Roza./Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata,Roza.) - disse lui guardandomi negli occhi. Quando parlava russo,il suo accento si sentiva benissimo e lo rendeva ancora più sexy da venir voglia di saltargli addosso ma non volevo che succedesse in una stanza per i studenti. E come speravo vidi la mia famiglia nel sogno.

-Lei sta bene? - chiese mia madre impaurita.

-Si sta bene.

-E' com'è? Somiglia perfettamente a te?

-Per ora no. E' bionda con occhi azzurri e totalmente diversa da me. Riacquisterà il suo aspetto,se lo vorrà entro poco tempo. Penso che papà ti abbia raccontato tutto dato che ti ricordi che hai un'altra figlia.

-Si. - rispose lei fredda.

-Papà...mi vergogno di te, tu sei il colpevole di tutto. Non voglio più vederti. - e mi svegliai. Andai subito a vedere Lissa e trovai nella stanza la preside Kirova e tutta la "famiglia" di Lissa. Quando entrai tutti mi guardarono un po' con pietà.

-Che succede? - chiesi io. Ed Evangeline si spostò per farmi vedere Lissa...era...era...uguale spiccicata a me,era successo prima di quanto lo avevo pensato.

-Wow! - dissi io.

-Abbiamo fatto delle analisi e questo cambiamento non ha cambiato niente del suo stato di salute ed è una buona notizia. - disse la Kirova.

-Credo che dovremmo lasciarle da sole. - disse Evangeline. Tutti se ne andarono ed io e Lissa restammo da sole a guardarci stupite.

-Christian ti ha vista? - le chiesi io.

-Si ed è rimasto scioccato come me e te.

-Ma questo sicuramente non peserà sulla vostra relazione,no?

-Ha detto che per lui sono sempre io,non conta l'aspetto. -Per fortuna che sei più alta di me,così ci potranno distinguere. - e lei cominciò a sorridere.

-Rose?

-Dimitri,entra.

-Volevo solo sapere se ti serviva qualcosa.

-No,non preoccuparti. E uscì dalla stanza dopo aver salutato Lissa.

-Ti lascio,hai bisogno di tanto riposo. Quando ti rimetterai,avremo tutto il tempo per parlare. Uscì dalla stanza e andai a cercare Dimitri dappertutto e l'ultimo posto rimasto era la palestra ed infatti lo trovai lì.

-Mi sono completamente dimenticata degli allenamenti.

-Con tutto quello che è successo è da capire. -Vado a cambiarmi e torno subito. - e feci esattamente così. Dimitri mi insegnò nuove tecniche e a differenza mia non si faceva distrarre. Io ero occupata a guardarlo e lui non perdeva un'attimo per punirmi e farmi notare che devo stare attenta. Aveva ragione,dovevo concentrarmi. Le lezioni andavano avanti e così anche la mia relazione con lui. Lissa guarì e le parlai dei nostri genitori,di nostro fratello e del piano diabolico messo in atto da Jessica. Parlai a Dimitri,come gli avevo detto,di cosa mi turbava quel giorno e gli dissi che io avevo parlato diverse volte con i miei nel sogno ma lui era in dubbio riguardo alla cosa perchè lui non credeva in queste cose. Le vacanze di Natale si avvicinavano e saremmo andati tutti in vacanza ma seppi che tutti gli alunni sarebbero andati con le loro famiglie ma io sarei rimasta lì. La famiglia di Lissa si offrì di ospitarmi da loro ma rifiutai. Fortunatamente,la famiglia Ivashkov,ci invitò tutti in un villaggio di lusso in montagna che si trovava in Romania. Ero felice di andare in vacanza e rilassarmi un po' e la montagna era il posto perfetto: neve,Natale,regali e tante altre cose che io amavo.

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Capitolo 17
*** Tasha ***


cap 16 Ero molto impaziente per la vacanza e non vedevo l'ora di partire, avrei passato il Natale con le persone che amo e non avrei potuto chiedere di più.
-Non ci credo, mancano pochi giorni alla partenza! - dissi io a Christian e a Lissa.
-Ti vedo molto felice. - disse Lissa sorridendo. Era strano guardarla, era come guardarmi allo specchio.
-Conoscerai anche la zia di Christian, arriva domani.
-Dopo quello che è successo ai miei, lei mi ha cresciuto. - disse lui un po' triste. Lo capisco, era brutto perdere i propri genitori.
Io già stavo preparando le valigie e finalmente ricevetti un messaggio da Liz: "Ciao, sapessi quanto mi manchi. Toronto è fantastica e dopo le vacanze inizio di nuovo la scuola ma momentaneamente sono stata a casa e pian piano comincio a riprendermi. Ti chiedo scusa ancora una volta per quello che ha fatto mia madre. Buon Natale e baci dalla tua amica."
Quanti mi manchi Liz...
-Era Liz, vero? Come sta?
-E' a Toronto e ha detto che sta meglio.
-Magari dopo le vacanze andiamo a farle una visita. - disse Lissa per alzarmi il morale.
Dopo aver parlato ancora per un bel po' con Lissa e Christian andai ai miei allenamenti con Dimitri ma durarono di meno perchè doveva organizzare alcune cose per la vacanza.
Mi guardai intorno per assicurarmi che non c'era nessuno e lo baciai. Quelle labbra, quelle mani, quei occhi, LUI, tutto questo mi faceva sentire meglio e per la prima volta ero certa che Dio esiste, mi aveva mandato la cosa migliore che avessi mai potuto desiderare.
Lo baciai e baciai ancora, non potevo farne a meno e neanche lui.
-Dopo che finisco vengo a trovarti. - disse lui abbracciandomi.
Tornai nella mia stanza sorridendo come una cretina.
In quei pochi giorni, a scuola avevamo parlato solo della vacanza e avevamo aiutato ai preparativi per la partenza.
Come promesso, Dimitri mi venne a salutare e approfittai per baciarlo e stringerlo nelle mie braccia.
Amavo guardarlo e disegnare i tratti del suo viso mentre mi stringeva tra le braccia e mi guardava come il dono più prezioso che la vita gli ha mai dato.
Dimitri rimase a dormire con me quella notte e io chiusi con attenzione la porta e le finestre per non rischiare nulla.
Non era successo niente di particolare tra di noi quella notte, mi aveva solo tenuta tra le sue braccia, sotto la coperta, baciandomi e parlandomi fino a tarda notte.
Al mattino seguente fu bellissimo trovarlo ancora vicino a me che dormiva beatamente. Lo baciai mentre dormiva ma lui mi aveva sentita e si svegliò ricambiando il bacio.
-Oggi ho qualcosa da fare, vuoi venire con me? - mi chiese lui.
-Certo. - dissi io guardandolo negli occhi come facevo sempre e sorridevo come una ragazzina alla prima cotta.
Ve lo giuro, non smettevo un'attimo di baciarlo e a lui certamente non dispiaceva perchè ricambiava ogni volta.
Dimitri mi portò all'entrata all'Accademia dove stavano anche Lissa e Christian.
-Ciao Rose. - disse Lissa.
-La zia di Christian sta per arrivare. - disse lei con tono impaziente.
Dopo pochi minuti arrivò una macchina dalla cui scese...
-Tisha?! - dissi io sorpresa, era la mia vecchia professoressa di karate.
-Rose?! Oh mio Dio, che ti è successo? Dove eri sparita? - disse lei scioccata di vedermi lì.
-Voi vi conoscete? - chiese Christian stupito.
-Si. Io le insegnavo karate. Ma non capisco come sei arrivata qui?
-Prima ti sistemi e poi te lo spiego.- dissi io.
-Christian ma la tua ragazza? - chiese lei.
-E' lei. - e indicò Lissa che stava vicino a lui.
-Ma che...?
- Anche questo ti devo spiegare.
-Aspettate un attimo, non ho salutato il mio bel nipotino. - disse lei mentre strinse le guance di Christian come ai bambini piccoli.
-Zia! - disse lui.
-E come potevo dimenticarmi del mio Dimka! - disse lei mentre abbracciava Dimitri e lui ricambiò sorridendo.
-Come va Tasha? - chiese lui sorridendo.
-Bene. Io ancora non ho comprato nessun regalo e quindi mi dovete accompagnare.
-Certo! - dissi io entusiasta.
-Quanto mi sei mancata piccola peste. - disse lei abbracciandomi.
Tisha, o come aveva scoperto che si chiamava realmente, cioè Tasha, era una donna meravigliosa e molto bella: capelli lunghi, neri e mossi, pelle pallida, alta e un corpo da modella.
Avevo saputo che Tasha e Dimitri erano buoni amici da tantissimo tempo e questo spiegava perchè parlavano così tranquillamente e ridevano in continuazione. Mentirei se non dicessi che un po' gelosa lo ero.
La stanza di Tasha era molto semplice ma a detta sua l'avrebbe modificata.
Ci spostammo nella mia stanza e cominciai a raccontarle per filo e per segno(o quasi;avevo evitato la parte che parlava di me e Dimitri) quello che era successo.
-Oh povero tesoro, è orribile. - disse lei abbracciandomi.
-Mi accompagnate in città a prendere le cose per la mia stanza? - chiese lei.
-Si, certo! - dissi io entusiasta.
In macchina tutti scherzavamo ma la gelosia che sentivo era davvero grande ma dall’ altro lato sapevo che ero una stupida ad essere gelosa della mia ex professoressa di karate, che tra l'altro era anche una mia cara amica, io ero la sua beniamina.
Dimitri e Tasha scherzavano e ridevano sempre e mi sentivo in colpa per la mia assurda gelosia, non mi lasciavano mai fuori dalle loro conversazioni e Tasha mi comprò tantissime cose.
-Ti...Tasha, qualcuno ha parlato della nostra sparizione in città?
-Tutti gli abitanti di Los Angeles vi stanno ancora cercando. Anche io ti ho cercata per tanto tempo e non ho mai smesso, ma adesso che so che sei qui non mi preoccupo più. - disse lei con affetto. Volevo tanto bene a Tasha, era come una seconda madre per me.
-Verrai anche tu con noi in vacanza? - le chiesi io.
-Certo. Voglio passare del tempo con Christian ed anche viziarti un po' piccola peste. - disse lei abbracciandomi.
Alla fine tutto andò bene ed anche io comprai i regali per tutti tranne che per Dimitri ma sapevo cosa gli avrei regalato...un disegno. Ero molto brava a disegnare ma non lo facevo da molto tempo e speravo di essere ancora brava.
Arrivati all'Accademia, lasciai a malincuore gli altri e Dimitri mi aiutò a portare tutte le mie buste nella stanza.
-Il tuo regalo non è là dentro quindi è inutile se provi a guardare.
Lo sentì ridere, che suono meraviglioso.
Come ogni volta mi dette un bacio e tutta quella brutta gelosia sparì.
Cominciai subito il disegno e dopo tre ore era pronto. Lo avevo rivestito in plastica così non si sarebbe rovinato e avevo messo pure il fioco rosso e dopo di che l’ho infilato con cura in una busta per i regali.
-Spero gli piacerà. - dissi io tra me e me.
Quei pochi giorni prima della partenza, Dimitri passò molto tempo con Tasha e la mia gelosia cresceva ma dicevo a me stessa che sono amici e che non dovevo preoccuparmi.
Ma in questa “assenza” di Dimitri, ho avuto modo di passare del tempo con Lissa e conoscerla meglio.
Avevo scoperto che avevo tante cose in comune con Christian: essere sarcastici, antipatici e ribelli.
Mancavano due giorni a Natale e tutti erano entusiasmati per la partenza.
Dimitri mi mancava perché non lo avevo visto spesso in quest giorni ma in vacanza avremmo potuto passare più tempo insieme.
Beh, non fu una bella sorpresa quando avevo saputo che Tasha sarebbe stata nella stessa macchina con me e Dimitri.
Per tutta la strada ero stata arrabbiata ma mi sono stata zitta e guardavo sempre fuori dalla finestra con le cuffie. Di nuovo quella canzone...Christina Perry - A thousand years
Chiusi gli occhi e vidi i miei… mi mancavano tanto, il primo Natale senza di loro. Una lacrima mi scivolò sulla guancia ma la asciugai immediatamente.
Quella tristezza fu cancellata dal paesaggio che mi si presentava davanti:tutto era bianco.

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Capitolo 18
*** Broken Heart ***


cap 17

-Benvenuti nella nostra umile dimora. - disse un uomo sulla cinquantina.

-Tutt'altro che umile. - dissi io sottovoce a Lissa.

-Io sono Nathan Ivashkov ed insieme a mia moglie Daniella e a mio figlio Adrian speriamo che vi piacerà la vacanza.

Guardavo insistentemente Dimitri e Tasha che sembravano una di quelle coppiette che sono dolci da far schifo.

Ero su tutte le furie e come risultatò una "piccola" bufera iniziò.

I guardiani ci condussero nelle nostre stanze.

Una volta arrivata nella stanza la bufera si calmò e andai a prendere i miei bagagli. Aspettai un po' perchè c'era parecchia gente così decisi che sarei andata più tardi.

Dopo circa un'ora e mezza volevo uscire ma mi ritrovai Dimitri davanti con i miei bagagli.

-Ciao. Te li ho portati io i bagagli nel caso arrivasse un'altra bufera.

-Penso che saranno tante. - dissi io dandogli le spalle e facendo finta di fare qualcos'altro.

Si avvicinò e mi abbracciò da dietro,un brivido mi atraversò tutto il corpo ed io mi sciolsi come il ghiaccio sotto il sole.

Rimanemmo così per un po' e intrecciai le mie dita alle sue; quei gesti mi facevano diventare un agnellino indifeso.

-Adesso devo andare ma ci vediamo più tardi a cena. - disse lui girandomi e dandomi un bacio e usò la sua mossa più crudele: mi guardò negli occhi e lo baciai di nuovo.

Mezz'ora dopo Lissa,Christian e Natalie mi vennero a trovare.

-Un'ora siamo stati a cercare la tua stanza! Un'ora! - disse esasperato Christian.

-Con tutte queste capanne non si capisce niente!

L'espressione di Christian faceva più ridere che spaventare.

Immediatamente dopo arrivò anche Tasha. Quando non era vicino a Dimitri era la persona che più mi stava simpatica tra tutti.

-Ciao ragazzi. Pronti per una cena sofisticata? - disse lei con eleganza ma ovviamente anche a lei stavano antipatiche quelle maniere.

La cena si svolse in una sala enorme. Il mio posto e quello di Lissa era vicino alla famiglia che ci ospitava e alle insistenza di Lissa, Christian fu messo vicino a noi ma a Tasha non fu permesso, trovavo la cosa molto ingiusta. Cercai di convincerli a lasciarla stare al tavolo delle “celebrità” ma nulla da fare. Mi arrabiai e andai da lei.

-E’ ingiusto! Come possono essere così maleducati con te!

-Rose, dai, vai a sederti, non è nulla. - disse lei con gentilezza.

-Ok.

Ritornai al mio posto e notai che era appena arrivato un ragazzo.

-Tu devi essere Rosemarie, giusto? Solo l’altezza mi permette di riconoscere te da tua sorella.

-Si, sono io. Quella più bassa.

Era un ragazzo molto bello e carismatico ma non mi sentivo attratta da lui.

Ben presto arrivò anche Dimitri che doveva per forza sedersi vicino a me e a me non dispiaceva.

Mi strinse la mano sotto il tavolo e siamo stati così per tutta la serata.

Andammo nelle nostre stanze e volevo farmi un giro fuori.

La neve era bellissima e quell’aria fredda completava il tema “inverno”.

-Una ragazza come te non dovrebbe stare da sola qui fuori. - disse Adrian, penso così si chiamasse.

-Adrian, giusto?

-L’unico e solo. - disse lui facendo un giro su se stesso.

Adrian aveva capelli neri e splendidi occhi azzuri, ogni ragazza avrebbe potuto cascare ai suoi piedi ma non io.

-Potresti spegnere quella sigaretta. - dissi infastidita dal fumo mischiato al profumo di garofani e alcool.

-Neah.

-Ti fa male. Lo sai?

-Tranquilla, so badare a me stesso. Ti va di fare un giro?

-Certo.

Adrian mi fece un giro del posto ed era davvero magnifico.

-Sai sciare?

-Si.

Accese le luci della pista di sci e fu magnifico averla tutta per noi.

-Scommetto che non puoi battermi. - disse lui.

-Ah, si? Staremo a vedere!

Alla fine vinsi io.

-Complimenti alla principessa. - disse lui inchinandosi.

-Oh,smettila. - dissi io ridendo.

-Domani ti faccio vedere il resto e scenderemo nel villaggio. - disse lui.

Mi accompagnò fino alla mia capanna/stanza.

Dentro trovai Dimitri.

-Dove sei stata?

-In giro.

-Tre ore mi sembra tanto.

-Non me ne sono accorta di com’è passato il tempo. Adrian è davvero simpatico.

-Avresti potuto farti male, stai attenta. Non è come a Los Angeles o all’Accademia, qui siamo in montagna e avresti potuto scivolare e romperti qualcosa.

-Sono qui sana e salva. Senti, vado a farmi la doccia. Se vuoi aspettarmi ancora…

-Certo.

-E non sbirciare nelle borse dei regali. - dissi io.


Finì subito di fare la doccia e di certo la visione di me in canottiera e slip non aiutava Dimitri ma non era il tipo che lasciava andare facilmente.

Per fortuna la sua stanza era nella stessa capanna mia perchè avevano il piano terra e il primo piano e così poteva venire e andare quando voleva.

Il letto era molto grande e appoggiai la testa sul suo petto e parlammo fino a tarda notte baciandoci come una normale coppia.

Al risveglio lo ritrovai sempre lì, vicino a me, che dormiva beatamente e volevo parlare con lui della mia gelosia verso Tasha ma non mi sembrava il momento giusto.

Oggi è la vigilia di Natale ed è stato organizzato un tour per tutti noi sulla pista e giù nel villaggio.

Avevo saputo da Adrian che si chiamava Vatra Dornei.

-E ti piace qui da noi? - chiese lui.

-Si! E’ magnifico! Tutta questa neve….ah! - dissi entusiasta.

-Più tardi ti faccio vedere il mio posto segreto. Tranquilla non ho brutte intenzioni.

Parlai tanto con Adrian e feci subito amicizia con lui.

Abbiamo fatto pranzo in un ristorante molto bello e semplice; il cibo era squisito e l’atmosfera profumava di Natale.

”Non vedo l’ora di dargli il mio regalo.”  pensai io.

La cena si svolse nella stessa sala dove l’avevamo fatta anche quando siamo venuti e tutto era magnifico.

Andai subito a farmi la doccia e salì subito da Dimitri che stava nel suo letto con le cuffie a leggere qualcosa.

Si accorse subito della mia presenza e chiuse il libro e si levò le cuffie. Mi avvolse in un abbraccio e mi fece girare su me stessa e alla fine mi baciò...quelle labbra,lui...erano ovviamente la creazione di Dio stesso.

-Tu che mi regalerai? - gli chiesi io mentre mi stendevo vicino a lui nel letto.

-E’ un segreto. - disse lui sorridendo.

Ci addormentammo insieme, l’uno nelle braccia dell’altra ma prima ci concedemmo qualche minuto per guardare i fiocchi di neve che cadevano dal cielo come in una fabula.

Al mio risveglio non lo trovai vicino a me. Lo cercai per tutta la capanna ma niente.

-Sarà chi sa dove. - dissi io tra me e me.

Avevo preso il regalo da dare a Tasha: una collana semplice ma che su di lei sarebbe stata magnifica.

Andai verso la sua stanza ma sentivo che stava parlando con qualcuno: era Dimitri.

La visione che mi si presentava davanti mi aveva spezzato il cuore in mille pezzi, ero distrutta e stavo per piangere, ed io non piango facilmente.

Le loro mani intrecciate, loro vicino che si guardavano negli occhi e Tasha che diceva:

Dimitri, TI AMO. - colpo al cuore ma decisi di rimanere ancora per vedere cosa succedeva.

-Vieni con me a Los Angeles, formiamo una famiglia.

Ascoltavo sbalordita la loro conversazione e vidi Tasha avvicinarsi alle labbra di Dimitri...non sarei stata lì a vedere il loro bacio.

Dimitri non aveva avuto il coraggio di dirmi che era innamorato di Tasha.

Andai via furiosa e decisa di non mostrarmi ferita dal fatto che mi avrebbe lasciata da lì a poco,sarei stata io la prima a lasciarlo.

Andai nella mia stanza e posai il regalo poi andai direttamente sulla pista da sci per scaricare la rabbia.

Non funzionò.

-Maledizione! - esclamai io.

-Hey,bambolina. Che succede? - chiese Adrian.

-Non sono affari tuoi. - dissi io sgarbatamente.

-Ignorerò il tuo tono maleducato e ti porterò in un posto che forse ti calmerà.

Adrian mi portò attraverso il bosco e ci fermammo.

-Vedi quel albero lì? - chiese lui.

-Quello grande, giusto?

-Si. Noi saliremmo lì.

Non dissi niente e andammo verso quel albero.

La visione era magnifica da lì. Si vedevano le montagne,le valli piene di neve… dava una pace incredibile quel paesaggio.

-Grazie per averci provato.

-L’intenzione conta. - disse lui sorridendo.

-Stasera vieni con me ad una festa? E’ per noi, quelli più giovani. Invece i vecchietti staranno qui.

Non ci pensai due volte e accettai.

-Sai, canterò io. - disse lui.

-Sul serio?

-Si.


La colona sonora del capitolo è Mariah Carey - My all

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Capitolo 19
*** Because all of me loves all of you ***


cap18

Andai nella mia stanza per preparare i miei vestiti per la serata ma non prima di dire anche agli altri della festa.

Ero impeccabile.

Alla fine diedi i regali agli altri ma quelli di Dimitri e Tasha sarebbero rimasti ai loro posti.

-Pronta? - disse Adrian entrando nella mia stanza senza chiedere permesso.

-Sarebbe educato da parte tua bussare.

Adrian uscì dalla stanza senza dire nulla e chiuse la porta alle sue spalle. Dopo qualche secondo sentì bussare qualcuno:

-Adesso posso entrare? - disse lui.

-Si. - dissi io ridendo.

-Sei un incanto. - disse lui guardandomi dalla testa ai piedi.

Con la macchina andammo in una città vicino in un locale o ristorante, non so bene cos'era e Adrian iniziò a spiegarmi come sarebbe andata la serata.

-Allora ti piace?

-E' stupendo! - dissi entusiasta.

-La serata sarà stupenda. - disse lui guardando in giro soddisfatto.

-Avremo una serata multietnica.

-Cioè? - chiesi io.

-Bhe, i moroi e i dhampir sono di diverse etnie. Ucraini, russi, rumeni, americani... E quindi avremo cibo da tutti questi paesi, balli...

La serata si prevedeva essere molto bella ma mi ricordai subito di Dimitri e Tasha e tutto quell’entusiasmo andò via.

-Vieni, ti presento i miei amici.

Adrian mi condusse verso un gruppo di un paio di ragazzi.

-Ciao fratello! - disse un ragazzo che sembrava un modello.

-Jacek! - disse Adrian abbracciando fraternamente il ragazzo.

-Quanto tempo! Ah, questa è la tua nuova ragazza? Bel bocconcino che ti sei trovato. - disse lui facendomi l'occhiolino.

-Si, magari. - disse Adrian guardando verso di me e sorridendo.

-Ho l'onore di presentarti Rosemarie Dragomir!

-Quella Rosemarie Dragomir? - disse sorpreso il ragazzo.

-Si, sono quella Rosemarie. Chiamami Rose. - dissi io.

-Bene bene, Rose... - disse lui mentre mi mangiava con li occhi.

-Oh, Adrian, sei finalmente arrivato. - disse una ragazza che era arrivata.

-Ciao Priscila. - disse Adrian.

-Come sta il mio ragazzo?

-Priscila, scordatelo che io sia il tuo ragazzo.

-Perchè tesoruccio mio? - disse lei mettendo il broncio.

-Priscila, vai a fare qualcosa altro. Mangia, balla, bevi ma lasciami stare. - e la ragazza se ne andò guardandomi male.

-Sei stato cattivo con la ragazza. - dissi io.

-Non conosci Priscila. Si è fatta tutti.

-Si fa ogni cosa, basta che respiri. - disse Jacek suscitando le rissate del gruppo.

Mi girai e vidi Lissa, Christian, Mason,Eddie e Natalie in una angolo e feci loro segno di avvicinarsi.

-Un'altra Rose?! - disse Jacek tra il sorpreso e il soddisfatto.

-Dimmi che è libera e non sta con Christian Ozera.

-Oh, si, è il suo ragazzo.

-Eh, che posso fare, la sfiga. Io non rubo le ragazze agli altri.

-Ciao ragazzi. - dissi io.

Presentai i ragazzi agli amici di Adrian e Jacek guardava sempre me e Lissa.

-Tutti i tuoi amici sono come Jacek? - chiesi io a Adrian.

-No. - disse lui ridendo.

Adrian si diresse verso il centro della sala dove c’era il microfono:

-Bene gente, sono uno schifo con le parole quindi ballate così non mi fate sprecare i soldi per il cibo.

E partì subito la musica, devo dire che Adrian aveva buon gusto in fatto di musica e mi portò subito a ballare ed era davvero bravo.

Ballai con lui per un po’ e la musica cambiò con una più lenta e Adrian si diresse verso il microfono.

-Bene ragazzi, adesso ci diamo alla bella vita, mangiamo!

Ci sedemmo tutti a tavola e ebbi modo di conoscere gli altri amici di Adrian che erano davvero simpatici.

Ad un tratto vidi entrare Dimitri e Tasha nella sala e lo sguardo di Dimitri si posò direttamente su di me ma io iniziai subito ad ignorarlo.

-Oh, guarda! Dimitri e Tasha! - disse Lissa andando verso di loro.

“Ti prego Lissa, non farli venire qua.” pensai io ma Dio era contro di me in quel momento.

-Ciao ragazzi. - disse sorridente Tasha.

-Ciao Tasha. - dissero gli altri.

Per fortuna Dimitri e Tasha si sedettero più in là ed io non lo degnai di un solo sguardo.

Dopo aver finito di mangiare Adrian si diresse subito al microfono.

-Credo che molti di voi aspettavano questo momento. Un gruppo verrà qui e ci presenterà un ballo tradizionale del loro paese.

Credevo che non fosse in Adrian organizzare queste cose ma i balli erano fantastici.

-Adesso ragazzi, senza offendere nessuno, arriva la mia parte preferita! I balli russi! Russia, spacchi! - il commento di Adrian fece ridere gli invitati.

Questa volta, il ballo coinvolgeva un po’ tutti e Dimitri, alle insistenze di tutti, partecipò al ballo ed era davvero bravo.

-Il tizio è forte! - esclamò Adrian.

-Si. - risposi io secca.

-Lo conosci? - chiese Adrian.

-E’ il mio guardiano.

Prima che la serata si concludesse, Adrian cantò come mi aveva detto: aveva una voce a dir poco stupenda.

La serata continuo ed io non degnai Dimitri di uno sguardo.

Alla fine se ne sono andati tutti e rimanemmo solo io e Adrian.

Mi condusse gentilmente fuori.

-Grazie, è stata una bella serata. - dissi io.

-Di niente. - disse lui sorridendo.

Per un istante ci fu un silenzio imbarazzante tra di noi e Adrian si avvicinava sempre di più alle mie labbra...stavo quasi per baciarlo quando:

-Rose, dobbiamo andare. - disse una voce: era Dimitri.

-Ciao Adrian, ci vediamo presto.

-Certo Rose.

Salì in macchina e vidi sparire Adrian nel locale.

Dimitri salì nella macchina sbattendo la porta così forte che avrebbe potuto romperla.

-Puoi dirmi che diamine ti è preso? - chiese lui su tutte le furie.

-Buffo che tu lo chieda. - dissi io sbuffando guardando lui e poi guardando dalla finestra.

-Non hai nessun diritto a chiedermi cosa faccio! - dissi io.

-Non vorrei litigare in macchina. Parliamo quando arriviamo nella tua stanza. - disse lui ancora più furioso.

La strada fu accompagnata da un silenzio di tomba e la tensione era palpabile nell’aria.

Dimitri scese dalla macchina ed anche io.

-Allora, puoi spiegarmi cosa facevi prima con Adrian Ivashkov? - disse lui cercando in vano di mantenere la calma.

-Mi stavo divertendo. E poi non sono affari tuoi, tu devi solo fare il tuo lavoro da guardiano e basta.

-Rose, ti conosco fin troppo bene. Dimmi perchè questo comportamento. - disse lui con una voce più calma ma la rabbia si leggeva ancora fortemente sul suo viso.

-Sei un bugiardo! Ti permetti pure di chiedermi spiegazioni quando tu sei quello che ha meno diritto di tutti quanti a chiedermi queste cose. - dissi urlandogli in faccia e sicuramente avevo gli occhi umidi.

Prima che Dimitri potesse  replicare, fuggì nella mia stanza e andai subito nel bagno a farmi una doccia ma non feci in tempo perchè Dimitri entrò nella mia stanza.

-Rose, dove sei? Vuoi uscire fuori e dirmi che è successo? - disse Dimitri.

Ero su tutte le furie e aprì con violenza la porta del bagno.

-Non hai capito che per me non vali niente?! Ah, certo, non sei così stupido da dirmi la verità, vuoi tenerti sia me che lei. No?

-Lei chi? - chiese Dimitri che non sembrava capire quello che stavo dicendo.

-Stamattina non ti trovavo così ho preso il regalo per Tasha e sono andata a darglielo. Vi ho visto vicini, mani intrecciate e stavate quasi per baciarvi e sicuramente l’hai baciata ma non sono stata lì a vedere come mi tradivi. - dissi ancora furiosa e nella mia voce si sentiva una nota di stanchezza.

-Tra me è Tasha non è successo mai niente. Io non l’ho baciata e non ti ho mai tradita. - disse Dimitri prendendomi il viso tra le mani e accarezzandomi la guancia.

-Vuoi dire che...mi sono sbagliata? - dissi io.

Lui sorrise e rispose:

-Da quando ho incrociato i tuoi occhi, il fatto di proteggerti è diventato un fatto personale e non più professionale. Alla fine mi sono innamorato perso di te ma non mi passava nemmeno per la testa di iniziare una storia con te a causa dei troppi rischi che avrei corso. Quando mi hai baciato quella prima volta ho deciso che vale la pena di infrangere le regole e permettere al mio cuore di amarti.

Dimitri mi parlava con così tanto amore e dolcezza che fui avvolta da un senso di colpa grandissimo.

-Sono una persona orribile, ti ho accusato di qualcosa che non hai mai fatto e stavo per tradirti con una persona che conosco da pochi giorni. - dissi io sedendomi sul letto.

Lui sorrise di nuovo e mi disse:

-Anche se in un modo strano, hai dimostrato di provare per me quello che io provo per te. - disse mettendosi in ginocchio davanti a me.

Lo guardai per qualche secondo e nei suoi occhi vidi chiaramente che era totalmente e incondizionatamente innamorato di me.

Feci alzare Dimitri e lo baciai con ancora quel senso di colpa addosso.

Lui se ne accorse e intensificò il bacio e qualcosa cambio in quel momento: avevo più voglia di lui e ad ogni bacio volevo sempre di più.

Mentre baciavo Dimitri senza interruzione, cominciai ad attirarlo verso di me e gli sbottonai pian piano la camicia.

Lui esitò per qualche momento ma si lasciò andare anche lui.

Buttai la sua camicia sul pavimento e accarezzai i suoi addominali mentre lui tolse uno dei due pezzi da cui era composto il mio vestito.

Feci in fretta a togliergli anche i pantaloni e distendendoci sul letto, la sua mano tolse anche l’ultimo pezzo del mio vestito.

Io solo in intimo e lui con suoi boxer.

Con ambedue le mani mi slacciò il reggiseno e cominciò a baciarmi dolcemente sul collo.

Io con una gamba tolsi i suoi boxer e lui delicatamente tolse l’ultimo “indumento” che indossavo.

Si fermò un’attimo e mi guardò negli occhi come per dirmi: “Sei sicura di quello che stiamo per fare?”

Io cominciai a baciarlo di nuovo in senso di consenso.

Lui si abbassò lentamente sul mio collo e lo baciò delicatamente, scendendo piano piano sul mio seno. Le sue mani mi accarezzavano lentamente le gambe e le cosce verso l’alto, andando ad accarezzarmi la vita. Le sue labbra oltrepassarono lo spazio tra i seni per poter poi arrivare alla mia pancia piatta e magra. Ero tutto un fuoco e mi stavo sciogliendo sotto il piacere che le su labbra mi davano.

Non me ne resi conto quando diventammo un tutt’uno.

Dimitri si muoveva lentamente e le mie mani accarezzavano la sua schiena mentre mi baciava.

Faceva male ma io mi ripetevo che ben presto il dolore sarebbe sparito. In una frazione di secondo il dolore arrivò al punto massimo e una lacrima mi scese sulla guancia insieme ad un gemito di dolore. Dimitri lo notò e mi asciugò la lacrima con un baciò per poi sussurrarmi al orecchio:

-Roza, scusami se ti faccio male. Ti prometto che passerà. - ed infatti fu così, il dolore andò via immediatamente e fu sostituito da un piacere che invase i corpi di entrambi e Dimitri aumentò il ritmo.

Dimitri mi voleva e mi amava.

Ogni suo tocco mandava il mio corpo e il mio cuore in fiamme e i nostri respiri diventavano sempre più stanchi.

Cominciai a muovermi anche io al suo stesso ritmo, ormai superata la preoccupazione di non essere alla sua altezza. Entrambi eravamo sull'orlo dell estasi totale ed io ero sempre più consapevole di avergli fatto dono di qualcosa che lui custodirà gelosamente.

Restammo così, in silenzio, a guardarci, a baciarci e a sorriderci e promettendoci con gli sguardi di lottare per quel “noi”.

Mi alzai dal letto, incurante del fatto che fossi nuda e presi il disegno che avevo fatto per Dimitri e glielo porsi. Lui lo guardò e mi baciò in segno di ringraziamento.

-Aspetta, anche io ho una cosa per te. - disse lui sorridendo.

Con le lenzuola si coprì e salì nella sua stanza e ritornò dopo pochi secondi con una scatoletta ed io mi alzai, coprendomi anche io con le lenzuola. Aprì la scatoletta e tirò fuori una collana d’argento con una lacrima. Non dissi niente, il mio sguardo era già abbastanza per fargli capire quanto mi piaceva. Mi aiutò a mettermi la collana e ci andammo a sedere davanti al cammino, avvolti nelle lenzuola.

Non resistetti più e dalla bocca mi uscirono le parole che non avrei mai sognato di dire ad un ragazzo:

-Ti amo, Dimitri. - dissi io girandomi verso di lui.

-Ti amo anche io, Roza. - disse lui baciandomi la fronte.


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Capitolo 20
*** Per sempre con te ***


cap19

Il mattino seguente aprì gli occhi con il corpo che mi faceva male ma sentivo che sarei esplosa da un momento all’altro dalla felicità.

Accarezzai la collana con tanto amore e mi girai ma Dimitri non c’era.

-Buongiorno, ti sei svegliata. - disse lui con un mega sorriso mentre veniva verso di me con la colazione. Si mette vicino a me posando i piatti per poi baciarmi. Mi sentivo totalmente sua, non potevo immaginarmi con qualcun’altro.

Volevo dirgli tante cose ma non sapevo da dove iniziare.

Mi accorsi che ero ancora nuda e lui vestito ma mi fece capire che non gli dispiaceva quel mio stato.

-Devo andare da Tasha a darle il regalo. - dissi con un senso di colpa nella voce.

-Io ti aspetto qui. - dice lui stringendomi nelle braccia.

Mi alzai senza nessuna vergogna di essere nuda, tanto lui era il mio ragazzo.

Andai da Tasha e la trovai con un’aria abbattuta.

-Hey… - dissi io.

-Ciao Rose. - disse lei.

-Ieri non ti ho dato il regalo così te l’ho portato oggi.

-Grazie. - disse lei.

-Volevo dirti arrivederci.

-Perché? Già vai via?

-Non mi piace molto stare tra i moroi.

-Ok, allora spero che ci rivedremo presto.

-Spero per te di no. - disse lei triste.

-Cosa? - dissi scioccata.

Non mi rispose e si limitò a darmi un bacio sulla fronte e prendersi le valigie e uscire dalla stanza.

La seguì anche io e vidi una macchina fuori; salì e mi salutò con la mano.

-Ciao, Rose. - disse Adrian.

-Oh, ciao Adrian.

-Ti è piaciuta la serata?

-Si, mi sono divertita.

-Più tardi vieni a farti una sciata con me?

-Possono venire anche i miei amici?

-Certo. Più siamo meglio è.

-Allora ti faccio sapere quando veniamo.

-Domani Jacek ha invitato te e i tuoi amici ad una festa.

-M’immagino che genere di festa sarà. - dissi io ridendo.

-Rose, non è un depravato..anche se… a volta da quest’impressione. - disse lui ridendo.

-Ok, allora ciao, io ritorno nella mia stanza.

Ritornai nella mia stanza ancora pensierosa per le parole di Tasha.

-Che ti ha detto Adrian Ivashkov?

-Ha invitato me e gli altri a sciare  e per domani, un suo amico ci ha invitati ad una festa.

-Ah, ok.

Dimitri notò la mia espressione preoccupata.

-Rose che è successo? - dissi Dimitri avvicinandosi a me.

-Tasha è andata via e mi ha detto qualcosa di strano.

-Cosa?

-Quando mi aveva detto che andava via io le ho detto che spero che la rivedrò presto e lei mi ha risposto che per il mio bene è meglio che non c’incontrassimo presto ed era abbastanza triste mentre lo diceva.

-Ho cercato di convincerla a non andare via ma lei era convinta che doveva partire. - disse Dimitri

-Non è facile quando la persona che ami ti dice di no.

-Non essere abbattuta, non è colpa tua, lei ha deciso di andare via.

Il telefono mi squilla:

-Pronto, Liz!

-Ciao scema!

-Chi parla… dissi io ridendo.

-Come va?

-Benissimo. - dissi io guardando Dimitri e lui in cambio mi sorrise.

-Quando torni a farmi visita? - le chiesi io.

-Non lo so, forse nella prossima vacanza forse.

-Niente di nuovo? - chiesi io.

-No, niente.

-Salutami tuo padre e tua sorella e pure Jonhathan!

-Ok.

E finimmo la chiamata.

La mia colazione e quella di Dimitri fu fatta più di baci, carezze e sguardi che di cibo.

-Sono diventata troppo sdolcinata per colpa tua. - dissi puntandogli il dito contro.

Senza dire niente mi prese e mi baciò e finimmo a terra.

Le sue ciocche mi caddero sul viso mentre lo bacio appassionatamente.

La sua mano si fece strada sotto la mia maglietta ed io accarezzavo la sua schiena ma un rumore mise fino al nostro bacio:

-Rose, posso entrare? - disse Lissa.

-Aspetta. - e feci segno a Dimitri di salire nella sua stanza, non se lo fece ripetere due volte ed io buttai il suo piatto della colazione così non ci sarebbero stati due piatti.

-Entra.

-Oh, ciao.

-Ciao. Che succede?

-Volevo...dirti che Adrian Ivashkov ci ha invitati ad una sciata e un suo amico ci ha invitati ad una festa domani. Vieni?

-Si, penso di poter venire. Per quando è la sciata? - chiesi io.

-Oggi dopo pranzo.

-Ok, allora ci vediamo dopo pranzo.

Lissa uscì e avevo la vaga sensazione che non era quello che voleva dirmi.

-Puoi scendere. - dico io a Dimitri.

Lui scese le scale in tutto il suo splendore e a momenti mi cascava la bava.

-Quindi Adrian Ivashkov ti ha invitata a sciare e ad una festa? - chiese lui serio.

-CI ha invitati. Non sarò da sola se è questo che ti preoccupa. Hey, d'ora in poi, se avrò qualche dubbio te lo dirò, così non si ripeterà la storia. - dissi io avvicinandomi a lui e guardandolo negli occhi.

Lui mi guardò e mi accarezzò la guancia dicendo:

-Ты не можешь себе представить как я тебя люблю (Ti ne mojesh sebe predstavit kak ya liubliu tebia. / Non puoi immaginare quanto ti amo.) - e mi baciò avvolgendomi nelle sue braccia.

-Sarà una tortura ritornare all’Accademia. - dissi io.

-Le vacanze piacciono a tutti, ti capisco.

-No, non mi riferisco a questo. - dissi io prendendogli le mani.

Lui mi strinse nelle braccia capendo  dove voglio arrivare.

Restammo abbracciati a guardare la Tv fino all’ora di pranzo, purtroppo dovevamo lasciare le nostre mani intrecciate fuori dalla stanza ma non smettevamo un attimo di guardarci.

Nella sala c’erano quasi tutti ed io e Dimitri ci andammo a sedere vicino a Lissa dove c’era anche Adrian.

-Hey, Rose, venite qua! - gridò Adrian.

-Così il tuo guardiano ti starà sempre dietro solo perchè ho provato a baciarti? - mi chiese Adrian sottovoce.

-Purtroppo si. - dissi io apparentemente infastidita dalla presenza di Dimitri.

-Tua sorella ti ha detto dell’invito a sciare e della festa? - era strano sentirsi dire ‘tua sorella’.

-Si.

-E il tuo guardiano ti da il permesso di venire?

-E’ il mio guardiano non mio padre.

-Ciao ragazzi. - disse Jacek accompagnato da una ragazza, penso fosse sua sorella minore.

-Oh, hai portato pure Ania? - disse Adrian.

Ania sembrava una ragazza molto timida e semplice. Aveva capelli mossi castano scuro e occhi marroni.

-Si, all’inizio non voleva venire ma l’ho convinta. - disse Jacek stringendola in braccio e poi guardandola.

-Non le somiglia per niente la ragazza. - disi io a Adrian.

-E’ la sua ragazza non sua sorella. - disse Adrian.

-Cosa?! - dissi io quasi strozzandomi con il cibo.

-So che a volte sembra un puttaniere ma ama Ania, non la tradirebbe mai. - disse lui serio.

Ania non parlava molto ma alla fine Jacek la fece disperare tanto che cominciò a parlare.

Subito dopo pranzo andammo a sciare e quello sport dava una carica pazzesca.

Dopo aver finito la sessione di sci, decidemmo di andare a comprare i vestiti per la festa.

La giornata era trascorsa molto velocemente e decisi di saltare cena.

-Sicura di non avere fame? - mi chiese Dimitri entrando nella stanza portando una parte delle mie buste.

Lo guardai e cominciai a ridere, sembravamo una di quelle copie normali.

Lui mi guardò confuso ed io gli dissi:

-Se nessuno di noi due sarebbe una creatura strana e se entrambi vivessimo a Los Angeles, sarebbe stato tutto più semplice. Sarebbe bello se fossimo normali, tu, il ragazzo affascinante più grande, che m’invita ad uscire. Insomma, cosa normali per una ragazza di 17 anni. Non avrei ma immaginato di voler tutte queste banalità.

-Un giorno faremo insieme tutte queste cose. - disse lui baciandomi la fronte.

Dopo aver messo tutto a posto, dico a Dimitri:

-Io vado a farmi la doccia. - poi ripensandoci gli chiesi:

-Desideri farmi compagnia? - gli chiesi io con un sguardo malizioso.

Lui non dicendo nulla, scosse piano la testa sorridendo.

Però avevo un piano per fargli cambiare idea. Andai in bagno, mi tolsi i vestiti  e accessi la doccia. Dopo un po’ dissi a voce alta:

-Porca miseria, gli asciugamani!

-Aspetta un momento, te li porto io. - disse Dimitri.

Dimitri entro nel bagno ed io dissi:

-Passamene uno, sono piena di shampoo e schiuma e non posso aprire gli occhi.

Dimitri spostò la tenda che ricopriva la vasca da bagno e vide che non era vero che ero piena di sapone.

Per qualche momento mi guardò dalla testa ai piedi ma poi si girò per andare ma lo tirai per la mano per poi baciarlo con passione. Avrei approfittatto di ogni singolo momento con lui.

Lui si lasciò andare e si tolse i vestiti per poi raggiungermi nella vasca. Il contatto della mia pelle contro la sua mi riscaldò tutto il corpo in un secondo e le sue labbra che baciavano il mio corpo mi fecero uscire un gemito di piacere. Ritornò con le labbra sulle mie e le sue mani andarono ad accarezzare il mio seno per poi scendere alla mia vita andandosi a posare in seguito sul mio sedere. Io cominciai a baciarlo sul collo facendolo ansimare.

L’acqua calda scaldava ancora di più l’atmosfera bollente che si era creata tra me e lui.

Dimitri mi appoggiò con la schiena contro il muro per poi andare con le mani sotto il mio sedere facendomi alzare.

Al contatto delle nostre intimità cercai di non emettere quel grido di piacere ma fu inevitabile e questo fece aumentare ancora il piacere tanto che anche Dimitri emise un gridò di piacere.

Questa volta aveva più via libera di andare e aumentando il ritmo aumentava anche il piacere e alla fine entrambi emettemmo un gemito di piacere.

Eravamo stanchi e finiti entrambi e dopo esserci vestiti ci andammo a mettere a letto.

-Ciao Rose. - disse una voce alquanto familiare.

Era Adrian e ci trovavamo su un prato fiorito.

-Adrian...ma come? - dissi io sbalordita.

-Rose, la tua aura è un po strana, non è come quelle degli altri.

-Che vuoi dire? E che è l’aura?

-Però adesso risplende come il sole ma ci sono delle ombre.

Mi risvegliai ancora nella mia stanza, con vicino Dimitri che dormiva beatamente. Pensai allo strano sogno che ho fatto e ci pensai su un po’ ma alla fine mi convinsi che era solo un sogno.

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Capitolo 21
*** Never without you ***


cap 20

Mi svegliai ancora pensierosa per quel sogno e decisi di uscire fuori per tranquillizzarmi. Una volta uscita dalla capanna vidi Lissa e Adrian più in là a parlare di una cosa che pareva molto seria. Per fortuna riuscivo a sentirli bene:

-Non ci posso credere. Pensavo che non c’era nessuno come me. - disse Adrian.

-E’ difficile trovare gente come noi. - disse Lissa.

-Tua sorella lo sa? - chiese Adrian.

-Ancora no. Questa cosa potrebbe influire su entrambe ed io non so bene spiegarle di cosa si tratta esattamente. Glielo dirò quando ritorneremo all’Accademia. - disse Lissa.

Lissa e Adrian si allontanarono ma non li segui, alla fine Lissa mi avrebbe detto di cosa si tratta.

Entrai dentro e Dimitri dormiva ancora.

Mi tolsi i vestiti e mi rimisi a dormire ancora vicino a lui. Quando entrambi ci svegliammo, era ora di pranzo ma alzarci dal letto non era nelle nostre priorità.

Fu un risveglio così bello: io che lo guardavo e lui che mi guardava.

In quegli sguardi, in quelle carezze, in quei battiti, ci dicevamo tutto.

La vacanza finì in fretta e seppi che Adrian aveva deciso di trasferirsi all’Accademia.

-Il vostro incubo peggiore vi seguirà dovunque! - ci disse Adrian che ormai era diventato amico di tutti.

Arrivammo all’Academia di giorno e purtroppo avremmo ricominciato quello stesso giorno.

-E si ricomincia! - dissi esasperata.

-Ciao. - disse Dimitri entrando nella stanza e baciandomi di fretta.

-Oggi ho tanto da fare quindi non ci vedremmo. - disse lui già uscendo dalla stanza.

Andai nella sala donatori dove avrei trovato le ragazze...mi ricordava tanto Liz quella sala…

-Hey Rose! - dissero Lissa e Natalie uscendo da dietro due tende e pulendosi la bocca con un fazzoletto.

-Noi abbiamo finito, possiamo andare.

Andammo alla cantina e vicino a noi passarono due ragazze,gemelle moroi. Una aveva l’aria della ribelle ed aveva i capelli corti e biondi e l’altra era un po’ timida e aveva capelli lunghi, castano scuro e mossi-ricci.

Le due ragazze posarono lo sguardo su me e Lissa per poi cominciare a parlare a bassa voce tra di loro.

-Rose, dopo le lezioni potresti raggiungermi in Biblioteca? - chiese Lissa ad un tratto.

-Si, certo.

Durante le mie lezioni l’unico pensiero fu quello di preoccupparmi per cosa Lissa dovesse dirmi.

Appena suonò la campanella dell’ultima ora corsi subito in Biblioteca e vi trovai sia Christian che Lissa guardando vari fogli e libri.

-Ciao ragazzi. - dissi io.

-Ciao Rose. -dissero loro.

-Che volevi dirmi? - chiesi io.

-Ciao Rose. - disse Adrian sbbucando da dietro uno scaffale di libri.

-Le spiego io o lo fai tu? - chiese Adrian a Lissa.

-Diglielo tu. - disse Lissa.

-Allora, io e tua sorella siamo un po’ speciali. Abbiamo un potere che pochissimi moroi possiedono. Però non sappiamo come funziona per i gemelli.

-Potete spiegarvi meglio? - chiesi io.

-Il santo da cui prende nome la nostra scuola aveva questo potere, lo Spirito. Con questo potere poteva riportare in vita le persone, usare meglio la compulsione e altre cose.

-Figo! - dissi io.

-Ma ci sono delle conseguenze per chi usa questo potere e non sono per niente piacevoli. - disse Christian.

-Io e Christian non ne sappiamo molto e speriamo che tu possa aiutarci a capire meglio. - disse Lissa.

-Non so come posso aiutarvi. Che devo fare? - chiesi io.

-Rose volevo parlarti… - disse Adrian.

-Di che cosa? - gli chiesi io.

-La tua aura… è strana, ho visto poche volte nella mia vita aure del genere.

-Cosa? - gli chiesi io sorpresa.

-Tutti hanno colori nelle loro aure che definiscono l’umore. Quando qualcuno è arrabbiato la sua aura è fatta di colori scuri ma il nero non l’ho mai visto tranne che per le persone morte...

-Non mi sembra di essere morta… Questa cosa già mi da mal di testa… - dissi io.

-Direi che possiamo continuare domani. - disse Christian interrompendo la nostra conversazione.

-Dai Rose, ti accompagno io nella tua stanza. - disse Christian.

-Quanto vorrei ritornare alla mia vita di prima… - dissi io a Christian.

-E com’era? - chiese Christian.

-Potevi uscire con gli amici quando volevi senza essere accompagnato dai bodyguard. Facebook, cellulari, smartphone… Scuole che non sembrano carceri, senza poteri e cavolate varie…

-Sembra bello…- disse Christian pensieroso. Dove nessuno ti giudica perchè i tuoi genitori si sono trasformati in Strigoi…

-Un giorno vi porterò fuori da qui, sono sicura che vi piacerà! - dissi io.

Dopo aver salutato Christian vado a dormire troppo triste per fare qualsiasi altra cosa.

Il mattino dopo vengo svegliata da Dimitri che entra con la colazione.

-Come mai questo buongiorno?- chiedo avvicinandomi  a lui per baciarlo.

-Non scendevi a colazione perciò ho pensato che stavi ancora dormendo, non mi sbagliavo. - mi risponde lui sorridente.

-Oddio, che ore sono?  Ho già perso lezioni vero?- chiedo mentre un idea inizia a frullarmi in mente.

-Solo la prima ora, se ti sbrighi a vestirti puoi ancora arrivarci-.

-E se invece andassimo ad allenarci? Tra le vacanze e tutto quello che è successo sono fuori allenamento. - propongo iniziando a mangiare qualcosa, affamata.

-Si potrebbe fare, ma poi devo andare a lezione perché dalla quarta ora in poi ho lezione con i dhampir.

-Perfetto - dico facendo quasi rovesciare il vassoio per il mio entusiasmo e facendo ridere Dimitri.

Finisco quindi di mangiare  e mi affretto a cambiarmi per poi andare al nostro solito campo di allenamento con Dimitri.

Ci alleniamo per diverse ore e fortunatamente  non ho perso troppo la mano anche se Dimitri è comunque più forte di me.

Sento un rumore dietro di me e mi giro non vedendo però niente, siamo circondati da alberi per non farci scoprire e la possibilità che ci sia qualcuno qui è molto bassa perciò penso di essermelo immaginato.

-Che succede?- mi chiede Dimitri lasciando la sua posizione di difesa.

-Niente mi era sembrato di sentire qualcosa- dico per poi avere un illuminazione: approfittando della distrazione di Dimitri mi ci fiondo addosso atterrandolo per la prima volta.

Entrambi siamo stupiti, lui non si aspettava di certo un mio attacco e io non mi aspettavo di riuscirci. Mi abbasso per baciarlo, al momento sono così piena di adrenalina che potrei stare così per ore.

Dopo il bacio ci stacchiamo e lo aiuto ad alzarsi e purtroppo mi comunica che deve andare o farà tardi alla lezione. Sospirando mi avvio quindi nella direzione opposta intenzionata ad aspettare Lissa fuori dalla sua lezione per poi andare a mangiare.

Mentre supero lo spiazzale dove ci siamo allenati fino ad ora vedo di sfuggita due figure allontanarsi, non ne sono sicura ma sembrano molto le gemelle che avevo visto ieri.

Ricordandomi improvvisamente del rumore che avevo sentito mi viene un dubbio, e se erano state loro ad averlo provocato? Ma non aveva senso, perché avrebbero dovuto spiarmi?

Impallidisco appena realizzo le conseguenze, se veramente mi stavano spiando avranno visto non solo che mi alleno contro l’ordine della Kirova ma del nostro bacio. Se lo raccontassero a qualcuno Dimitri passerebbe dei seri guai per colpa mia ed è l’ultima cosa che voglio.

Cosa posso fare? Se le confronto nel caso che mi stia sbagliando gli metterò la pulce nell’orecchio e se non lo faccio non saprò mai le loro intenzioni. L’unica cosa che potevo fare era quella di parlare con Dimitri e decidere su che cosa avremmo dovuto fare ma lui era occupato e non potevo dirglielo.

Mi aggirai nei dintorni per vedere se le due ragazze erano ancora lì ma non riuscì a vedere niente e neanche dentro c’era ombra di loro.

Decisi di andare al campo di addestramento e aspettare che Dimitri finisca così avrei parlato con lui immediatamente.

Mi accostai in un angolo dove nessuno potesse vedermi e vidi Dimitri più in là insieme ad un gruppo di novizi. Guardai incantata come Dimitri dirigeva gli allenamenti e sembrava un dio. La sua voce forte e la sua corporatura possente completavano la sua aria da insegnante duro e preciso.

Dimitri si fermò un’attimo mentre i suoi alunni si esercitavano.

Si girò con la coda dell’occhio e mi vide. Avendo questo contatto visivo con lui gli feci segno di raggiungermi.

-Perchè non sei a lezione? E’ successo qualcosa? - chiese lui.

-Dobbiamo parlare. - dissi io seria.

L’espressione sul volto di Dimitri si fece preoccupata e m’invitò ad andare nella sua stanza per parlare.

-Dimmi. - disse lui.

-Ti ricordi che durante i nostri allenamenti ti avevo detto di aver sentito un rumore?

-Si.

-Dopo che abbiamo finito e dopo che tu ne sei andato ho visto due figure che sembravano due ragazze che già ho visto a scuola. E se hanno visto i nostri allenamenti e ancora peggio il nostro bacio? Possono dirlo a qualcuno, non voglio che tu abbia problemi per colpa mia… - dissi preoccupata.

Al suono di quelle parole Dimitri diventò bianco e potevo giurare che neanche respirava per la paura.

-Sai descrivermi le due ragazze? - chiese lui.

-Una ha i capelli corti e biondi e l’altra ha i capelli lunghi fino alla vita, mossi e castano scuri. Credo siano nuove, non le ho mai viste prima d’ora.

-Per quanto ne so io le uniche nuove sono Queen e Amelié Szelsky.

-E adesso che facciamo? - chiesi io a Dimitri preoccupata.

Avevo paura di perdere Dimitri ma una cosa la sapevo sicuramente: non avrei permesso a nessuno di separarci.

-Se la regina lo saprà e cercherà di allontanarci, scappiamo! - dissi io.

-Ancora non è il momento di pensarci , aspettiamo un po’ e vediamo come vanno le cose. - disse lui serio.

In risposta alla sua frase lo abbracciai forte e lui ricambiò per poi darmi un bacio sulla fronte.

-Non permetterò a nessuno di separarci, Roza. - disse lui tenendomi ancora nelle sue braccia.

Non volevo lasciarlo andare per paura che non sarebbe più potuto tornare da me.

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Capitolo 22
*** Paura di perderti ***


cap 21

Continuavo a stringere Dimitri nelle mie braccia ma alla fine lo lasciai andare.

-Io devo andare e vedo se in giro c’è qualcosa di nuovo, tu stai tranquilla che tornerò. - e mi diede un bacio.

Rimasi da sola nella stanza ma non era da me aspettare e non fare niente. Uscì dalla stanza non sapendo cosa fare e dove andare; ad un tratto vidi un’altro posto e sentivo delle voci, era come se guardava attraverso qualcun’altro.

Mi ci è voluto poco per rendermi conto attraverso gli occhi di chi stavo guardando,era Lissa. Sarà questa una stranezza dei gemelli? Qualcuno mi chiamò ed io ritornai alla normalità.

-Rose, che ci fai qui fuori? - chiese Adrian.

-Tu non dovresti essere nella tua stanza? - gli chiesi io.

-Volevo farti una visitina. - disse lui sorridendo maliziosamente e avvicinandosi sempre di più ma lo fermai.

-Che c’è? Neanche ti posso baciare? Il tuo guardiano rompi scatole non è qui. - disse lui.

-No, non mi puoi baciare. - dissi io facendogli la linguaccia in modo scherzoso.

-Almeno esci con me? - chiese lui.

-Non lo so, ci devo pensare. - gli dissi io per non sembrare troppo scorbutica ma non sarei mai uscita con lui. Se Dimitri non fosse apparso nella mia vita forse avrei dato una possibilità ad Adrian, in fondo è molto carino.

-Ok piccola ribelle, fammi sapere ed io ti porterò all’appuntamento più fantastico che hai mai avuto. - disse lui dandomi un bacio sulla guancia.

-Ok Ivashkov.

Entrai nella mia stanza e poco dopo rientrò anche Dimitri.

-Non ho notato né sentito niente di nuovo.

Non prestai troppa attenzione alle parole di Dimitri, non perchè non fossi interessata ma pensavo all’episodio di prima, dovevo parlare assolutamente con Lissa.

-Devo parlare con Lissa. - dissi io.

-Ma starà dormendo a quest’ora. - disse Dimitri.

-No, non dorme. - e uscì dalla stanza andando direttamente da Lissa.

-Lissa. - dissi io entrando nella stanza di Lissa senza bussare.

-Rose, che succede? - chiese lei preoccupata.

Le raccontai l’episodio di prima e sulla sua faccia c’era un’espressione che non riuscivo ad identificare ma guardandola meglio riuscì a sentire qualcosa ma lei non parlava: “E’ possibile?”

-Cosa è possibile? - le chiesi io.

-Ma come…

-Non dirmi che ti ho appena letto nella mente? - le chiesi io alzandomi dal letto confusa.

-E’ strano. Meglio aspettare domani e parlare con Adrian e Christian.

Malgrado la mia preoccupazione, accettai la proposta di Lissa e ritornai nella mia stanza dove Dimitri mi aspettava e gli raccontai tutto.

-Non sono sicuro ma credo che si tratti del legame. - disse lui.

-Legame? - chiesi io confusa.

-E’ una cosa complicata e come ha detto Lissa, è meglio che parliate domani.

Non dissi più niente e lo baciai, lasciai da parte il fatto che da un momento all’altro potevamo essere scoperti ed essere separati e dal fatto che tra me e la mia gemella ci fosse questo “legame” di cui non capivo una mazza.

Finimmo col toglierci i vestiti e fare l’amore. Lui che mi appoggiava lentamente sul letto e le sue mani che esploravano tutto il mio corpo, le su labbra che baciavano il mio seno ed in quel momento eravamo solo noi, al diavolo tutti i problemi, io lo amavo e lui mi amava e nessuno avrebbe mai potuto separarci!

Cercai di trattenere i gemiti ma non riuscì,e Dimitri mi zittiva ogni volta con un bacio. Per far si che i nostri baci diventassero ancora più passionali, lasciai spazio affinché la sua lingua si facesse strada nella mia bocca ed infine accarezzasse la mia.

Quella volta fu più intensa delle precedenti, forse per la paura che qualcuno già sapesse di noi e che forse l’indomani lo avrebbero mandato via dall’Accademia ed io non lo avrei rivisto per un bel po’.

Alla fine Dimitri era ancora sopra di me che mi baciava.

-Se fosse per me urlerei al mondo intero che ti amo. - dissi io.

-Anche io, Roza. - disse lui accarezzandomi i capelli.

-Questa può essere l’ultima volta che facciamo l’amore… - dissi io.

-Non lo sarà Roza. Ormai sei diventata parte di me, non ti lascerò andare.

Mi addormentai con il suono del battito del cuore di Dimitri e del suo respiro. I suoi addominali scolpiti facevano da cuscino perfettamente.

Restammo nel letto fino all’ora in cui le mie lezioni cominciavano.

Mi aiutò a vestirmi e dentro di me c’era un misto di paura e felicità che si alternavano.

Uscì dalla stanza e andai direttamente alla mensa per fare colazione e circa 10 minuti dopo vidi Lissa, Natalie e… le gemelle Szelsky scherzare e parlare beatamente.

-Rose! - disse Lissa venendomi incontro e abbracciandomi. Quell’abbraccio era così caloroso, mi faceva sentire bene. La abbracciai anche io come se non la vedessi da anni, in fondo era mia sorella e mi ero molto affezionata a lei.

-Rose, loro sono Queen e Amelié Szelsky.

-Felice di conoscervi. - dissi io sfoggiando un falso sorriso.

-Come mai oggi non sei venuta insieme a noi? - chiese Lissa.

-Avevo da fare e poi stavo pensando a quella cosa che ti avevo detto.

-Ah, si… dopo ne parliamo.

Dimitri passò dietro di lei per parlare con una guardiana e si bloccò quando mi vide al tavolo insieme a Queen e Amelié.

Parlammo un po’ con le due ragazze e mi veniva difficile credere che avevano qualche intenzione nascosta verso me…

Per tutta la durata delle lezioni fissai le ragazze che seguivano attentamente la lezione e da quando le avevo conosciute alla mensa mi avevano dato l’impressione che erano molto legate e mi fecero pensare a come ero io con mio fratello…

Alla fine delle lezioni uscimmo dalla classe ma io andai a vedere gli allenamenti dei dhampir.

Dimitri era lì come sempre e guardandolo pensavo che il mio cuore non sarebbe stato capace di amare qualcun’altro. Avevo avuto dei ragazzi in precedenza, dato tanti baci, tanti appuntamenti ma il cuore non lo avevo mai dato a nessuno ed il fatto di perdere la verginità con un ragazzo qualunque mi sembrava una cosa improbabile dato che i ragazzi vogliono fare solo sesso e poi dopo neanche ti cercano e se ti becchi pure la gravidanza addio, non lo senti più; ma Dimitri era diverso, mi rispettava, mi amava e quella prima volta, nella capanna, sapeva che per me era lui il primo e aveva avuto cura di non farmi dimenticare la mia prima volta. Ogni volta che i nostri corpi si univano, sapeva farmi rivivere le sensazioni della nostra prima volta. Lo amo così tanto da non poterlo spiegare a parole e ringrazio Dio per ogni secondo in cui posso guardarlo.

Distolsi lo sguardo da lui per poi posarlo più in là dove Natalie piangeva…

-Naty, che succede? - le chiesi io.

-Ho visto Jesse e Mia mentre lo facevano nella stanza di lei…

-Natalie, ascoltami bene, tu sei una ragazza straordinaria, intelligente, simpatica e altre cose belle, tu meriti qualcuno che ti ami davvero, qualcuno che ti meriti.

-Ma io amo Jesse…

-Quello è un puttaniere Naty. - dissi io. -Adesso andiamo nella tua stanza, ti fai una bella doccia e stasera dormo da te, se vuoi chiamo anche Lissa.

-Ok-. Andiamo da Lissa e lo diciamo anche a lei se vuole venire.

Andammo da Lissa e fu subito d’accordo di venire.

-Natalie, devo fare una cosa ma tu aspettami qui.

A quanto pareva Dimitri aveva finito le sue lezioni e gli feci segno di deguirmi; lo portai nel luogo dove ci allenavamo noi.

-E’ successo qualcosa? - chiese lui.

-Stasera dormo da Natalie, quindi se vieni a trovarmi non ci sono.

-Ok. - e gli schiocchai un bacio che ben presto divenne molto passionale.

Io e Dimitri prendemmo strade diverse per non dare nel sospetto e ritornai da Natalie.

-Natalie, passiamo prima da me così prendo anche io le mie cose?

-Ok. - rispose lei.

Presi subito le mie cose e uscimmo.

Lissa era già davanti alla porta e abbracciò Natalie poiché ancora piangeva. Una volta entrate nella stanza di Natalie, Lissa si fece raccontare del perché piangeva e le disse anche lei di lasciar perdere Jesse. Alla fine Natalie andò a farsi la doccia ed io volevo far qualche domanda a Lissa riguardo a Queen e Amelié.

-Conosci da molto tempo quelle ragazze, Queen e Amelié?

-No, le ho conosciuto oggi. Sono davvero simpaticissime!

-Ehy, posso entrare? - chiese Adrian.

-Si, entra. - dissi io.

-Come va? - chiese lui.

-Bene. Tu che cosa ci fai qui? - chiesi io.

-Ero annoiato e Christian mi ha detto che stavate qui.

Mentre parlavamo, Natalie esce dal bagno nel suo pigiama rosa a pois e dovevo dire che ricalcava davvero bene le sue forme.

-Ciao Natalie. - disse Adrian accennando con la mano.

-Se non ti dispiace Adrian, questa sera è tra ragazze. - dissi io.

-Se Natalie mi permette di rimanere ancora un po’ io vorrei restare. - disse lui.

-Certo, puoi rimanere. - disse lei ancora con quel tono di tristezza nella voce.

-Qualcosa non va? - chiese Adrian a Natalie.

-Ha sorpreso il tipo che le piaceva farsela con un’altra…  - dissi io.

-E chi questo individuo? - chiese lui ancora.

-Jesse Zeklos. - rispose Natalie.

-Brutta famiglia. - disse Adrian suscitando le nostre rissate. Hai mai provato a parlarci con lui? - chiese Adrian a Natalie.

-No. Non mi degna nemmeno di uno sguardo. - disse lei abbassando la testa.

-Ho un’idea. Perché non esci con me e fai vedere a quel Zeklos che ragazza bella sei?

Natalie rimasse scioccata da quello che Adrian le aveva chiesto.

-O..ok. - rispose lei.

-Domani ti voglio pronta alle 20 e molto elegante. - disse lui dandole un bacio sulla guancia e uscendo dalla stanza.

Natalie era entusiasta per l’appuntamento e l’indomani saremo andate a comprarle il vestito.

-Mamma! - dissi io correndo verso mia madre.

-Rose! - disse lei stringendomi tra le braccia.

-Quanto tempo bambina mia. - disse lei accarezzandomi le guance.

-Ronald e… papà?

-E’ un po’ difficile da spiegare. Tu li puoi vedere nel sogno se o vuoi veramente ma a quanto pare questa volta devi dire qualcosa a me.

-Sinceramente non lo so neanche io.

-Lei è con te… lo posso sentire… - disse mia madre.

-Lei chi? - chiesi io.

-Tua sorella.

-Si, siamo nella stessa stanza.

Mia madre mi toccò le mani e chiuse gli occhi… e dopo sorrise.

-E’ proprio uguale a te.

-Ma come hai fatto…?

-Qui si imparano tante cose, Rose.

Ci stetti un po’ a pensare e alla fine dissi:

-Ci sarebbe una cosa di cui vorrei parlarti…

-Fammi indovinare… un ragazzo? - disse lei sorridendo.

-Si.

Mi toccò ancora le mani e chiuse gli occhi:

-Questo ragazzo è più grande di te, giusto?

-Si.

-E tu ne sei innamorata, follemente direi. Lo ami tanto ma temi che te lo possano portare via.

-Mamma, vorrei parlare con te di lui…

Mia madre mi lasciò le mani e si sedette sull’erba… non avevo fatto caso ma ci trovavamo vicino ad una spiaggia.

-Dimmi.

-Mi ricordo quando mi facevi tutti quei discorsi sulla mia prima volta, quando siamo state ore a parlare del mio primo bacio, del primo ragazzo che mi è piaciuto…

-E con Dimitri com’è?

-Credo che ormai è inutile domandarti come mai sai il suo nome. - dissi io sorridendo. -Per Dimitri ho subito provato qualcosa, era attrazione, dopo mi sono innamorata e anche lui lo stesso.

Mamma, lo amo veramente, avrei voluto portarlo a cena da noi, così lo avresticonosciuto, ma non si può… - dissi io affondando la mia testa nel suo abbraccio e piangendo.

-Rose, l’ho visto nella tua testa, è davvero un uomo incantevole.

-Si, uno schianto. - dissi io fieramente.

-Adesso devo andare Rose, ci vediamo la prossima volta e ricordati di usare sempre la protezione se fate…

-Mamma! - dissi io zittendola.

Mi rispose con un sorriso ed io mi svegliai. Accessi il cellulare ed era molto presto. Mi vestii e uscì dalla stanza per andare da Dimitri.

Aprì piano la porta e lui stava ancora dormendo. Mi avvicinai piano e mi misi a guardarlo mentre dormiva.

Si svegliò, forse sentendo la mia presenza:

-Ehy… - disse ancora assonato e sorridendo.

-Buongiorno. - dissi io baciandolo.

Si spostò e mi fece spazio vicino a lui per poi prendermi in braccio.

Il cuore mi batteva forte mentre lo guardavo ed il suo sorriso e i suoi baci non aiutavano un granché a tranquillizzarlo.

-Adesso vado, se no le ragazze noteranno che non ci sono. - dissi baciandolo.

Non me ne andai subito ma dopo una buona mezz’ora di baci.

Rientrai nella stanza di Natalie per poi mettermi a dormire di nuovo.

Verso le due di pomeriggio ci siamo svegliate e subito dopo partite a comprare il vestito per Natalie.

Dopo un bel giro avevamo trovato l’abito perfetto per Natalie.

-Natalie, che ne dici di una visita dal parrucchiere? - chiesi io.

Non le diedi il tempo di rispondere e andammo subito dal parrucchiere che fece di Natalie un capolavoro.

-Non avrei mai detto che il biondo ti si addice. - dissi io.

Ritornammo subito all’Accademia e Adrian non tardò a fare i complimenti a Natalie per il nuovo look.

-E tutto questo sarebbe per me? - chiese lui.

-Quando avremo finito rimarrai ancora più sorpreso. - dissi io facendogli l’occhiolino.

Nel frattempo anche Jesse passò di lì e guardo malizioso Natalie…

-Che idiota… - dissi io.




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Capitolo 23
*** My power ***


Cap22

Preparammo Natalie ed il risultato fu meraviglioso tanto che Adrian rimasse a bocca aperta.
-Riportaci sana e salva la ragazza! - gli dissi io minacciosa.

-Tranquilla. - disse lui sorridendo.

Adrian condusse Natalie alla macchina ed io e Lissa ritornammo alle nostre stanze.

-Guarda Rose, la settimana prossima si fa un campeggio. Andiamo? - disse Lissa entusiasta indicando un annuncio appesso sul pannello dei studenti.

-Certo! - dissi io.

Restammo ancora un po’ fino a quando Christian non ci raggiunse e si fermò anche lui un po’ con noi per poi andare via insieme a Lissa.

Andai nella mia stanza e feci una lunga doccia.

-L’acqua calda, la miglior invenzione… - dissi io dopo che uscì dal bagno. Mi stavo asciugando i capelli quando all’improvviso venni catapultata nella mente di Lissa: sembrava che aveva i suoi momenti… bollenti con Christian; volevo uscire dalla sua testa ma non riuscivo; una mano mi toccò la spalla e ritornai subito alla realtà: Dimitri.

-Ehilà. - dissi io girandomi e baciandolo. Ormai quando lo vedevo era diventata un’abitudine salutarlo con un bacio.

Mi perdevo nelle sue carezze e nelle su labbra morbide.

Mi toccò i capelli ancora bagnati e mi baciò ancora.

-Come potrei fare a meno di te? - la sua era più un’affermazione che una domanda.

-E’ brutto essere noi stessi solo nella mia stanza o nella tua… - dissi io.

-Siamo ancora a Gennaio, mancano solo 5 mesi e la scuola finirà. - disse lui.

-5 mesi… è tanto tempo. - dissi io.

-Si, ma così è più sicuro. - disse lui tenendomi in braccio.

-Non te lo dico spesso, ma Ti amo. - gli dissi io guardandolo negli occhi.

-Anche io Roza. - disse lui.

Si tolse la lunga giacca che gli arrivava fino alle caviglie e si sedette stanco sul mio letto.

-Se vuoi puoi farti una doccia. - tanto aveva alcuni vestiti da me che lasciava ogni volta in caso venisse.

Si alzò e andò dritto al bagno; fece abbastanza in fretta e devo dire che era dannatamente sexi con i capelli ancora bagnati.

Presi l’asciugamano dalle sue mani e mi alzai in punta di piedi per asciugarglieli io; questo mio gesto lo fece sorridere e mi fece fare. Poi lo feci sedere e glieli asciugai anche con il phon.

-La settimana prossima vado in campeggio. - gli dissi io.

-Con chi e dove? - chiese lui in modalità guardiano.

-Con la scuola ovviamente.

-Ah si, lo so dove.

Mi avvicinai e posai le mie labbra sulle sue ed ogni volta un brivido di felicità mi passava per tutto il corpo. I miei capelli che ormai erano diventati ricci dopo la doccia, coprivano la sua faccia.


Dimitri Pov.

La amavo anche se per il lavoro che facevo era sbagliato, ma io la amavo e non mi sono pentito mai di nessun bacio, di nessuna carezza, di nessun abbraccio e soprattutto di nessuna delle volte in cui avevamo fatto l’amore.

Adoravo quando le sue labbra si posavano sulle mie, quando le sue mani passavano per i miei capelli. Amavo quei sorrisi luminosi che mi regalava ogni volta che mi vedeva, amavo tenerla in braccio, sapevo che così si sentiva sicura, amavo ogni suo tocco e ormai non potevo fare a meno di lei.

Amavo quando mi parlavo in russo e sopratutto quando mi diceva “Ti amo”, perdevo il controllo quando ero con lei, diventavo semplicemente un uomo innamorato follemente della sua donna, si, perchè lei era una donna e non una ragazzina.

Rimasi con lei quella notte e alla fine finì per fare l’amore con lei, ci capitava spesso di farlo ma non era un bisogno del corpo ma bensì del cuore.

Feci scorrere le mie mani sul suo corpo perfetto e le mie labbra altrettanto, sapevo che queste cose le piacevano e aumentavano la passione tra di noi.

Ritornai con le labbra sulle sue e mi unì a lei; immediatamente diventati tutt’uno ad entrambi fuoriuscì un gemito che diede via all’atto. Dopo un po’ anche lei cominciò ad aumentare la velocità cosa  che ci fece sprofondare nel piacere. Continuammo a fare l’amore fino a quando la stanchezza prese il sopravvento su di noi.

Avevo avuto altre ragazze prima di lei ma ogni volta che facevo l’amore con lei era diverso da tutte le mie volte precedenti con altre ragazze; lei sapeva darmi quelle emozioni mai avute in precedenza.

Era Sabato mattina, lei ancora dormiva: adoravo guardarla mentre dormiva, mi svegliavo sempre prima di lei per guardare quell’ angelo, per ascoltare il suo respiro e il battito del suo cuore, per toccare quei capelli, per sentire il profumo della sua pelle dopo una notte insieme e per baciare quelle labbra soffici.

-Ehi, buongiorno. - disse assonata strofinandosi gli occhi con le mani.

-Buongiorno Roza. - ormai la chiamavo con il suo nomignolo in russo e a lei piaceva tanto.

Fece come era suo solito: mise le sue mani intorno al mio collo, mi attirò a se e mi baciò, non aveva idea di quanto mi piacevano quei suoi piccoli gesti.

Mi guardò con così tanto amore che mi fece uscire una lacrima per la felicità. Lei asciugò quella lacrima per puoi dirmi:

-Non ho la minima intenzione di alzarmi.

-Ma devi pur mangiare. - dissi io.

-Tranquillo, ho cosa “mangiare”. - e mi baciò mordendomi lievemente il labbro, una mossa che sapeva che sicuramente mi avrebbe fatto impazzire e fu esattamente così.

Cominciai a baciarla con tanta passione che per poco non ci consumava; avevo paura che qualcuno ci avrebbe scoperti prima che lei finisse la scuola e per me le cose non andrebbero per niente bene.

Fece scorrere le sue mani sulla mia schiena andandosi a posarsi sul mio sedere.

-Devo dire che hai il sedere più sexi che abbia mai visto. - disse lei facendomi ridere.

-Oddio, devo andare a chiedere a Natalie com’è andato il suo appuntamento con Adrian.

-Natalie Dashkov ad un appuntamento con Adrian Ivashkov? Non ci avrei mai pensato. - dissi io.

-Ma può aspettare. - disse lei facendo posare la mia mano sulla sua gamba. Fino alle due di pomeriggio siamo stati nel letto abbracciati e baciandoci


POV Rose

Mi alzo mal volentieri da vicino a lui per andare da Natalie.

-Torno subito. - gli dissi io.

Pensavo al nostro amore che era così bello da non sembrare reale e a quanto ero fortunata che lui aveva scelto proprio me.

-Natalie, posso entrare? - dissi bussando.

Natalie mi aprì con una faccia assonata e ancora in pigiama.

-Hey, Rose. - disse lei sbadigliando.

-Devi dirmi com’è andato l’appuntamento, poi ti lascio dormire.- dissi io entusiasta.

Subito il suo viso si illuminò e la stanchezza sparì:

-E’ stato bellissimo e Adrian è davvero gentile.

-Ti sei levata Jesse? - le chiesi io.

-Ho capito che Jesse non fa per me anche se mi piace ancora.

-Alelujaaa! - dissi io alzando le mani al cielo. - Adesso ti lascio dormire e più tardi mi racconti i dettagli.

Uscì dalla stanza e m’imbattei nelle gemelle Szelsky.

-Ciao,Rose! -dissero loro.

-Fate davvero impressione quando parlate allo stesso tempo. - dissi io ridendo. - Comunque, ciao anche a voi. Cosa fatte a quest’ora fuori?

-Volevamo allenarci con gli elementi.

-Per quanto ne so io è vietato farlo fuori dalla classe. - dissi io.

-Non siamo il tipo che da tanta importanza alle regole.

-Allora andremo d’accordo. - dissi io ridendo.

-Ci vediamo in giro Rose. - dissero loro sorridendo.

Entro nella mia stanza dove non trovo Dimitri ma noto un bigliettino sul letto: “Sono andato in chiesa. Puoi venire lì.”

Lo raggiunsi lì e vidi padre Andrew che dava una leggera pacca sulla spalla di Dimitri.

-Rosemarie, vieni. - disse padre Andrew gentilmente.

Mi avvicinai a Dimitri e lui mi prese la mano e poi mi guarda.

-Ragazzi, voi avete tutto il mio appoggio. Rosemarie, sei una ragazza in gamba e coraggiosa, abbi cura di questo giovanotto, ti ama tanto. - rimasi molto sorpresa dal fatto che padre Andrew sapesse di me e di Dimitri ma significava che da ora in poi esisterà un nuovo posto dove non dobbiamo fare finta di niente.

-Dimitri è venuto diverse volte a parlare con me, all’inizio si sentiva in colpa per quello che provava ma alla fine vedo che tutto è andato per il verso giusto. Ricordatevi, il Signore non vi giudicherà mai per l’amore che provate l’uno per l’altra.

Abbracciai Dimitri e feci scorrere tutta l’ansia che avevo addosso.

Rimanemmo ancora un po’ con padre Andrew ad aiutarlo a mettere alcune cose a posto poi ci disse ancora qualche parola di incoraggiamento.

-Direi che è ora di riprendere gli allenamenti. - dissi io seria.

-Vai a prepararti che arrivo anche io. Solito posto. - disse lui.

Andai verso la mia stanza e vidi Lissa davanti alla porta.

-Ehi Rose! - disse lei agitando la mano per aria.

-Ehi Lis. - dissi io dandole un leggere abbraccio.

-Che ne dici di riprendere i nostri allenamenti?

-C’è una cosa che dovrei dirti.... oggi sono stata catapultata nella tua mente e ho visto… mmm… insomma, facevi delle cose con Christian. - il viso di Lissa si fece rosso e subito dopo aggiunsi: - Tranquilla, non ho visto molto.

-E’ un po’ imbarazzante… - disse lei.

-Che ne dici se facciamo più tardi?

-Ok…

Mi andai in fretta a cambiare e raggiunsi Dimitri.

-Oggi ci dobbiamo sbrigare, dopo devo allenarmi anche con Lissa.

-Ancora non avete parlato del fatto che puoi entrare nella sua mente?

-Prima gli ho detto che stamattina ho visto che faceva cose poco caste con Christian… non pensavo che la mia sorellina avevacominciato a fare queste cose. Era a dir poco imbarazzata quando ha saputo che ero entrata nella sua testa proprio in quei momenti.

Non disse niente e presse la sua posizione ed anche io la mia.

Lanciai un’occhiata verso la sua borsa e vidi due paletti.

-Quando mi farai usare il paletto… quello vero intendo?

-Non presto sicuramente. - disse lui.

-Dai!

-Concentrati! - disse lui.

La lezione finì e non riuscii a convincerlo a farmi usare il paletto.

Rimasi ancora un po’ con lui.

-Supponiamo che io abbia già finito la scuola e finalmente potremo uscire allo scoperto. Cosa faremm e dove andremo?

-All’Accademia sicuramente non potremo più starci. - disse lui.

-E a Los Angeles non possiamo andare… Magari andiamo a Toronto, da Liz, sicuramente sarà contenta di ospitarci. O magari possiamo andare a vivere nel tuo paese, a Baia.

-Abbiamo ancora cinque mesi per pensarci, Roza.

-Va bene, io vado. - dissi io baciandolo. Feci per andare via ma mi tirò di nuovo a se per darmi un altro bacio.

Andai verso la Biblioteca e ritrovai Lissa che spiegava qualcosa ad Adrian.

-Ciao ragazzi.

-Chi si rivede! - disse Adrian esaltando.

-Natalie ha detto che si è divertita all’appuntamento con te. Complimenti, le hai fatto capire che genere di persona è Jesse.

-Lo so. - disse lui sorridendo. -Io ancora aspetto la tua conferma. - disse lui piano.

-Dai Adrian, riprovaci. - disse Lissa.

-Mi dispiace piantina ma rimarrai morta. - disse Adrian.

-Un’ultima volta, per favore. - disse Lissa pregando Adrian.

-Solo per te. - disse Adrian ottenendo un’occhiataccia da Christian.

-Si può sapere cosa fanno? - chiesi io a Christian.

-Lissa cerca di far imparare ad Adrian come si portano in vita le persone e le cose… ma per ora niente.

-Ed io che devo fare qui? - chiesi io.

-Vedrai. - si limitò a rispondere lui.

-Ok, io ci rinuncio. - disse Adrian esasperato.

-Rose, vorremo vedere come controlli tu gli elementi. - disse Christian.

Chiusi gli occhi e pensai al vento. Continuai per circa 5 minuti e poi aprì gli occhi.

-Sei fantastica! Non ho visto nessun moroi poter usare così bene questo elemento! - disse Lissa.

-Ma cosa ho fatto? - chiesi io.

-Far volare per aria tavoli, sedie e scaffali ti pare poco? - chiese Adrian.

-E questo non è niente… - gli dissi io sapendo cosa potevo fare realmente.

Continuammo così fino a quando arrivai all’elemento terra. Di quest’ultimo persi il controllo .

-Rose, fermati! - gridarono tutti.

-Non posso! - esclamai io spaventata.

Qualcuno spalancò la porta e sentì dire qualcosa ma non capì cosa.

Tutto smesse e vidi le gemelle Szelsky.

-Avete avuto fortuna che eravamo qui. Dai venite tutti qua, tra poco i guardiani saranno qui.

Ci avvicinammo tutti a loro e dopo due minuti entrarono anche i guardiano tra cui Dimitri.

-Il rumore proveniva da qui ma non c’è nessuno. - disse Alberta dopo che avevano cercato per tutta la stanza. Mi domandavo come mai non ci vedevano anche se eravamo in bella vista.

Alla fine i guardiani lasciarono la stanza.

-Devi controllarti se no finirai col distruggere la scuola. - disse la gemella coi capelli corti e biondi.

-Non potevo saperlo. - dissi io arrabbiata.

-Un consiglio, la prossima volta provateci fuori. - disse l’altra gemella.

-Come mai i guardiani non ci hanno visto? - chiesi io.

-Questo è il risultato di tanti anni di allenamento con gli elementi. Eravamo tutti invisibili.

-Cosa? Puoi spiegarti meglio? - chiese Christian.

Non risposero e fecero per andare via ma Lissa prese le loro mani e disse loro:

-Per favore, potreste aiutarci, sembra che voi ne sappiate qualcosa in più rispetto a noi.

-Più di quanto potresti pensarlo… - disse la gemella bionda.

-Se tua sorella è d’accordo potremmo pure provarci. - dissero loro guardando me.

-Non credo che ci sia qualcun’altro che potrebbe aiutarci a capire meglio questa follia degli elementi, quindi ok.

-Domani ci metteremo d’accordo con il programma. - dissero loro per poi uscire dalla stanza.

Salutai tutti e uscì con cautela dalla stanza per non essere notata da nessuno ma la sfortuna era dalla mia parte.

Dei guardiani giravano ancora da quelle parti e tra loro c’era anche Dimitri.

Cercai di attirare la sua attenzione dato che era molto vicino a me e fece in modo di mandare via gli altri guardiani.

-Stai bene? - disse lui accarezzandomi il viso.

-Si si, tranquillo. Sono stata io a creare tutto quel casino.

-Pensavo che ti eri fatta male, non ti trovavo.

Gli raccontai dell’accaduto per tranquillizzarlo pienamente.

-Quelle ragazze sembrano sempre più sospette. - disse lui. -Poi l’invisibilità, non ho mai sentito di nessun moroi che potesse fare cose del genere.

-Lo so, neanche io, ma sembra che sono le uniche che se ne intendono di più.

-Stai attenta amore mio. - disse lui baciandomi la fronte e stringendomi in un abbraccio.

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Capitolo 24
*** Adrian's secret ***


CAP 23

-Adrian, Lissa e Christian sono ancora nella Biblioteca, dovremmo andare via da qui, tra poco usciranno anche loro. - dissi io a Dimitri.
Dimitri mi guidò con cautela fuori dall’edificio, c’erano ancora guardiani che giravano per l’Accademia e da quanto mi aveva detto Dimitri, gli studenti non potevano uscire dalle loro stanze.
Alla fine Dimitri riuscì a riportarmi nella mia stanza.
-Devo andare, Roza. - disse lui con l’intenzione di aprire la porta.
Lo fermai prima che toccasse la maniglia della porta e lo sbattei contro il muro. Mi avvicinavo sempre di più a lui:
-Rose, devo andare, seriamente. - disse lui in vano.
Alzai la mia gamba affinché aderisse alla sua vita e cominciai a baciarlo con molta passione, avevo intenzione di lasciarlo andare ma volevo vedere fino a dove resistiva.
Mi feci strada con la lingua nella sua bocca per aumentare la passione del nostro bacio; la situazione si faceva decisamente bollente. Mise la sua mano sulla mia gamba e cominciò ad accarezzarmi andando verso il mio sedere. Dopo poco tempo entrambe le sue mani si andarono a posare sul mio sedere. Dopo un po’ mi alzò ed io mi sorreggevo con tutte e due le gambe intorno alla sua vita, lui mi condusse verso il letto non smettendo un attimo di baciarmi.
-Adoro stare con te ma il dovere mi chiama. - disse lui dandomi un bacio.
-Ci è voluto poco per farti perdere l’autocontrollo. - dissi io maliziosa.
Lui si avvicinò di nuovo a me e mi attirò a se, tenendo la sua mano intorno alla mia vita:
-Roza, io te lo avrei fatto perdere molto più velocemente. - disse lui con voce sexy e maliziosa. Non volevo ammetterlo ma era così.
Mi tolsi la giacca a dalla tasca mi cascò un bigliettino. “300. Vieni a trovarmi quando vuoi. Adrian.” Ero curiosa di vedere la stanza di Adrian e di parlare un po’ di più con lui, magari mi potrebbe spiegare meglio la faccenda dello Spirito.
Uscì furtivamente dalla mia stanza e mi diressi verso la sua.
-Adrian, ci sei? - domandai io ma nessuno rispose.
Cominciai a guardare per la sua stanza e notai una sua foto con una ragazza...incinta e in abito bianco.
-Ciao Rose. - disse Adrian facendomi trasalire.
-Non ti avevo sentito arrivare. - dissi io mettendo la foto al suo posto.
-Bella foto, vero? - disse lui con voce triste e indicando la foto che avevo prima presso in mano.
-Si.
-Allora, cosa ti porta nella mia umile stanza? - chiese lui.
-Niente di particolare ma mi annoiavo.
-Desideri qualcosa da bere?
-No grazie, non bevo alcool.
-Peccato. Una sigaretta. - disse lui tenendo il pacchetto teso verso di me.
-Neanche. Senti, potresti spiegarmi qualcosa in più sullo Spirito?
-Con calma. Prima vorrei parlare della tua aura particolare, mi incuriosisce molto.
-Ok… - dissi guardandolo in modo strano.
Si avvicino a me e disegnava linee e punti immaginari intorno a me.
-Non riesco a capire che cosa hai di diverso…
-Ti arrabbi se ti dico che sei pazzo?
-Nah, me lo hanno detto in tanti.
Gli risposi con un sorriso. Si avvicinò a me e disegnò il contorno della mia bocca e del mio viso.
-Hai i lineamenti simili ai suoi… - disse con un sorriso malinconico.
-Eh? - chiesi io confusa.
-Niente. - disse lui mettendosi della vodka in un bicchiere.
-Ok, io vado, ci vediamo. - dissi io avendo l’intenzione di uscire; avevo la vaga idea di aver detto qualcosa di sbagliato che lo aveva reso triste.
-Puoi rimanere ancora un po’? Vorrei chiedere il tuo parere su una cosa.
-Certo.
Si allontanò e prese un quaderno che teneva sul tavolo.
-Se proprio devi odiarmi
fallo ora,
ora che il mondo è intento
a contrastare ciò che faccio,
unisciti all'ostilità della fortuna,
piegami
non essere l'ultimo colpo
che arriva all'improvviso
Ah quando il mio cuore
avrà superato questa tristezza.
Non essere la retroguardia
di un dolore ormai vinto
non far seguire ad una notte ventosa
un piovoso mattino
non far indugiare un rigetto già deciso.
Se vuoi lasciarmi
non lasciarmi per ultimo
quando altri dolori meschini
avran fatto il loro danno
ma vieni per primo
così che io assaggi fin dall'inizio
il peggio della forza del destino
e le altri dolenti note
che ora sembrano dolenti
smetteranno di esserlo
di fronte la tua perdita.
-Che ne pensi? - chiese lui.
-E’ stupenda! Non sapevo scrivessi poesie.
-Ho molti talenti nascosti. - disse lui avvicinandosi pericolosamente vicino a me.
-Prendi il quaderno, se vuoi leggi anche le altre.
-Ok.
Andai verso la mia stanza e per fortuna in quell’area c’erano pochi guardiani e riuscì a rientrare.

Dopo una lunga doccia presi il quaderno che mi aveva dato Adrian e lessi le poesie che aveva scritto… erano un capolavoro, non sono un’appassionata di poesie o di lettura ma lui aveva un talento fuori dal comune.

Il mio pensiero si diresse improvvisamente verso la foto che avevo visto nella sua stanza, chi poteva essere quella ragazza..?Magari sua cugina o un’amica…

Quella notte sicuramente Dimitri non sarebbe venuto così mi misi a dormire e sfiorai la collana che mi aveva regalato per Natale, non l’avevo mai tolta.

Era abbastanza strano non averlo vicino quando mi addormentavo ma in fondo faceva un lavoro che non gli permetteva di stare sempre con me e mi sentivo egoista perché volevo stesse sempre con me, mi dovevo abituare a non averlo sempre vicino.

Mi svegliai il giorno seguente molto carica e decisa di passare un po’ di tempo con i miei amici.

Andai prima da Lissa e accettò subito e disse anche che lo avrebbe detto anche a Christian e a Natalie, poi passai da Adrian che era ancora addormentato e da Mason ed Eddie con i quali mi scusai perchè ultimamente li avevo a malapena salutati.

Lasciai un biglietto in camera mia per Dimitri nel caso non mi trovasse lì.

-Quindi, voi venite nel campeggio? - chiesi io.

-Io rimango all’Accademia, ne ho abbastanza di boschi e campeggi. - disse Adrian.

-Noi si! - risposero Natalie, Christian, Eddie e Mason.

In città c’era un parco di divertimenti molto grande ma dovemmo stare molto all’ombra perchè Natalie, Lissa e Adrian non potevano esporsi al sole per lungo tempo; a parte questo ci divertimmo molto e sembrava che Natalie nutrisse una certa simpatia per Adrian e lui altrettanto per lei.

Ritornai all’Accademia con i capelli pieni di zucchero filato grazie ai tre “cavalieri” alias Adrian, Mason e Eddie.

-Fatti sentire più spesso Ribelle! Pensavo ce l’avessi con noi. - dissero Mason e Eddie.

-Prometto! - dissi io abbracciando i ragazzi.

Torno in camera mia e trovo Dimitri che mi schiocca subito un bacio sulle labbra.

-Ciao. - dissi io con la voce piena d’amore e lo sguardo altrettanto.

-Ti sei divertita? Sono contento che sei uscita, non ti fa bene stare sempre qui. - disse lui.

-Si si, mi sono divertita. Mi sentivo in colpa del fatto che volevo stessi sempre con me e mi dimenticavo il lavoro che fai. Ho pensato di farti riposare e vedere com’è una giornata senza di te… fa schifo. - dissi io incrociando le mie dita alle sue.

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Capitolo 25
*** The monsters are back ***


cap 24

Dimitri rispose al mio gesto con un largo sorriso e mi diede un leggero bacio che fu come una ricarica di energia, mi era mancato.

Ci andammo a sedere sul letto e mi strinsi a lui, lo abbracciavo sempre ma quasi dopo una giornata intera che non lo vedevo mi pareva strano ma più bello. Presi il cellulare da dove lo avevo nascosto perchè all’Accademia non era permesso tenere oggetti del genere, e mandai un messaggio a Liz, mi mancava davvero tanto. “Ogni tanto non farebbe male che tu ti facessi sentire.” dopo un po’ lei risponde “Non hai idea di quanto mi manchi ma al momento credimi che non posso venire. Spero che un giorno potrò venire a vederti.”

-Mi sta davvero preoccupando… - dissi io a Dimitri.

-Quando arriveranno le vacanze di Pasqua potrai andare a trovarla, amore…

Mi aveva appena chiamato amore ed io mi sciolsi completamente.

Tutti erano entusiasti per il campeggio e si stavano svolgendo gli ultimi preparativi.

Finalmente arrivò anche il grande giorno. Lasciammo l’Accademia verso “il pomeriggio umano”.

Il luogo del campeggio era meraviglioso e verde.

-Ragazzi, state vicini a noi e non rompete, bruciate o chissà quant’altro. - disse un professore.

-Hai sentito fiammetta. - dissi io a Christian.

-Guarda chi parla… - disse lui.

-E’ così bello! - disse Lissa roteando su se stessa.

I professori ci fecero qualche lezione su come orientarsi, io non prestai attenzione perchè mio padre mi aveva insegnato tutto quello che si poteva sapere sull’orientamento e la sopravvivenza.

Fu davvero bello vedere Mia cadere nell’acqua e arrabbiarsi. Ed io feci in modo che Jesse scivolasse sul fango e rovinarli la sua acconciatura con una bella brezza di vento…

Le ore passavano e la sera si avvicinava.

-Ragazzi dobbiamo andare, sbrigatevi! - gridarono i professori mentre ci guidavano indietro ai pullman.

-Peccato che sia finito, è stato bello. - dissi io ai ragazzi.

-Ragazzi, pare che ci sia qualche guasto e per ora non possiamo partire. Nessuno di voi si muova dal proprio posto per qualsiasi ragione. - c’era una nota di terrore nella voce del professore che mise in allarme tutti.

I minuti parevano ore e vedevo i professori sempre più preoccupati perchè neanche i cellulari avevano segnale.

Si fece notte ed uno dei professori disse:

-Io vado a cercare un meccanico, voi rimanete qua con gli altri professori, l’Accademia dovrebbe aver già mandato dei guardiani visto che dovremmo essere già lì.

Il professore si allontanò e stringevo Lissa che a quanto pareva stava per andare in panico.

Era passata circa mezz’ora ma nessuna orma dei guardiani o del professore. Improvvisamente un rumore ci fece saltare tutti in aria...

-Che cos’è stato? - chiese Christian.

Non feci in tempo a girarmi che vidi una faccia alquanto mostruosa, occhi rossi, canini lunghi…

-Rose, gli Strigoi, sono gli Strigo! - disse Lissa terrorizzata.

Passarono circa cinque secondi e i pullman furono circondati da queste creature, bruscamente mi ricordai che Dimitri mi aveva detto che degli Strigoi avevano ucciso la mia famiglia e un misto di paura e rabbia si fece spazio dentro di me.

Cercai di bruciare gli Strigoi ma diventavano sempre troppi e avevo paura che se avessi esagerato avrei bruciato tutti, compresi i miei amici.

Guardavo con orrore mentre i professori cercavano di lottare contro di loro ma erano troppo pochi e gli alunni non potevano fare niente con quello che avevano imparato a scuola.

Riuscì a far uscire i miei amici dalle finestre e volevo scappare nel bosco e andare verso l’Accademia.

Tenevo terrorizzata Lissa e le dicevo di correre perché alcuni Strigoi erano dietro di noi e facevo del mio meglio per tenerli a distanza ma si avvicinavano ad una velocità impressionante.

-Ragazza, corrette e non fermatevi, cercheremmo di fermarli. - dissero Eddie e Mason.

-No! - dissi io.

-Stai zitta e corri! - disse Lissa dandomi uno schiaffo così forte che mi fece cadere a terra.

-Rose, prendi questo paletto e conficcalo  nel cuore di qualunque Strigoi si avvicini a voi, tu hai la forza perfetta per farlo. - disse Mason.

Prima di andare via, Mason mi diede un bacio.

-Nel caso non ritornassi.

Mi si rompeva il cuore lasciarli lì ma non avevo scelta, saremmo morti tutti se sarei rimasta con loro.

Continuavamo a correre ma un rumore ci fece fermare e subito dopo, un Strigoi ci si presentò davanti: ero terrorizzata e la paura mi aveva bloccata ma mi ero ricordata del paletto.

Presi il paletto e mi avventai verso lo Strigoi ma mi scaraventò a terra e si dirigeva verso di me; cercai di lottare con lui e a quanto pareva gli tenevo petto. Lissa e Natalie cercarono di allontanarlo da me ma lo Strigoi si arrabbio e presse Natalie e la morse lasciandola senza vita a terra. Non sapevo cosa fare e cercai di bruciarlo ma presse Lissa e voleva morderla, allora senza esitare, mi avvicinai con tutta la velocità e conficcai il paletto nel petto dello Strigoi.

-Stai bene Lissa? - le chiesi io.

-Si… Natalie!

-Andiamo Lissa! - gridai io.

Lissa ed continuammo a correre e pareva che ci stavamo avvicinando all’Accademia. Non so per quanto tempo avevamo corso ma arrivammo ai portoni dell’Accademia senza forze.

-Aprite! - gridammo noi.

-Principesse Dragomir, che è successo?

-Sono in pericolo, i Strigoi! - dissi io.

I guardiani andarono subito nell’ufficio della Kirova.

-Avevamo mandato dei guardiani, adesso stavamo per mandarne altri dato che non tornavate.

-Dovette mandarne molti di più! I nostri amici e tutti gli altri sono in percolo!

-Rose tranquilla, cercheremmo di fare tutto quello che possiamo. - disse la Kirova.

Lissa cercò di calmarmi perchè ero molto agitata e spaventata.

-Non capisci Liss, non posso calmarli, queste creature hanno ucciso la mia famiglia e adesso uccideranno anche i miei amici.

-Anche io sono spaventata Rose, i Strigoi hanno ucciso anche la mia famiglia che non ho mai conosciuto…

-Liss… - dissi io abbracciandola.

-Lissa, Rose… dov’è la mia Natalie… - chiese terrorizzato il signor Dashkov.

-Signor Dashkov… - dissi io.

Non gli servivano parole in più, aveva capito quello che volevo dire. Fu bisogno dei medici per calmarlo e cominciai anche io a piangere sapendo quanto era grande il suo dolore.

Alla fine, anche a furono somministrate delle medicine per calmarli e mi mandarono nella mia camera.

Mi accasciai nel mio letto e il cuore mi batteva ancora forte per la paura, pensavo a Natalie, a Mason che aveva fatto quel gesto che aveva fatto ancora più difficile lasciarlo lì, a Eddie e persino a Mia.

La porta fu spalancata e Dimitri bombò nella stanza con il viso invaso di lacrime e paura.

-Roza, la mia Roza, sei viva. - disse lui baciandomi come non lo aveva mai fatto.

-Basta piangere, sono qui. - dissi anche io con gli occhi umidi mentre cancellavo le sue lacrime.

-Non andrai mai da nessuna parte senza di me, mi hai sentito? - disse lui abbracciandomi.

Continuo ad abbracciarmi e a baciarmi senza interruzione.

-Al solo pensiero di averti persa sono rimasto terrorizzato. - disse lui.

-Dimitri, sono rimasti tutto lì, saranno morti adesso.

-I guardiani già devono essere partiti ma non ti garantisco niente, Rose. - disse lui continuando a baciarmi.

Le sue labbra, il suo profumo e i suoi abbracci mi calmarono…

-Rose, volev… - io e Dimitri subito interrompemmo il nostro bacio… erano Lissa e Christian.

-Credo che tu stia bene, ritorneremmo più tardi. Diremmo alla Kirova che stavi dormendo... - disse Christian molto imbarazzato.

Io e Lissa ci guardammo per un secondo e nonostante il casino che era in corso, cominciammo a ridere a crepapelle.

-Oddio, basta Liss, mi fa male la pancia e le guance dal ridere.

Io e Lissa ci sedemmo sul letto:

- Scherzi a parte, stai bene? - chiese lei.

-Ovvio che no Liss, sono tutti là fuori.

-Hanno mandato una marea di guardiani. - disse Christian.

-Ragazzi, vi devo chiedere un’enorme favore, non parlate con nessuno di me e Dimitri.

-Sei pazza? Certo che non diremmo nulla, passereste tutte e due dei guai enormi. - dissero loro.

-Tranquilla, avete tutto il nostro appoggio. Vero, Christian?

-Certo Rose. State tranquilli anche se era meglio che ce lo dicevate prima.

-Meglio tardi che mai. - dissi io.

-Per fortuna che eravamo noi. - disse Lissa.

Lissa e Christian rimassero con noi a parlare ma poi arrivò l’alba e andarono nelle loro stanze.

Aspettavo con ansia notizie ma niente.

Dopo circa un’ora si sentì un’improvvisa agitazione: feci un salto alla porta e uscì fuori: gente che correva per soccorrere i feriti e guardiani che aiutavano a trasportare i feriti all’ospedale. Purtroppo vidi anche un sacco di cadaveri.

Corsi subito per cercare Mason e le mie paure erano state confermate: vidi il suo cadavere e cominciai a piangere, avevo perso un amico per colpa di quei mostri, loro avevano colpito ancora.

Vidi il signor Dashkov disperato a cercare il cadavere di Natalie.

-Dov’è la mia bambina? Rose, sai dov’è? La voglio vedere anche se è morta? - disse lui con sguardo disperato e triste.

-Si calmi signor Dashkvov. Andiamo a domandare.

Domandai a tutti i guardiani ma tutti dissero che il corpo di Natalie non fu trovato.

-E’ impossibile, l’ho vista morire! - esclamai io.

-Spero per lei signor Dashkov che sia stata sbranata dagli animali e non trasformata… - ci disse un guardiano.

Fu di nuovo necessario portare il signor Dashkov in ospedale.

Andai all’ospedale per cercare Eddie ma la mia attenzione fu attirata dalla lite fra Jesse e Mia.

-Sei un vigliacco buon a nulla!

-Non hai capito che non m’interessa?! - disse lui stringendole il polso e si vedeva chiaramente che le faceva male. Non stetti un secondo di più a guardare come Jesse si comportava male con una ragazza, anche se era Mia e non mi stava proprio a cuore.

-Puoi smetterla Jesse? Se avete qualcosa da discutere potette farlo in tranquillità e non facendole male, è una ragazza.

-Fatti gli affari tuoi. - disse lui spingendo Mia che cadde a terra e cominciò a piangere. Mi ero talmente infuriata che lo trascinai fuori dall’ospedale e avevo avuto cura che ricevesse una bella lezione.

-Se tocchi ancora una ragazza in quel modo, ti giuro che non ti alzi più.

Ritornai indietro e Mia stava su un letto per i pazienti.

-Stai bene? - le chiesi io.

-Si, grazie. Se lo meritava proprio.

Per la mia gioia, vidi Eddie in un letto più lontano e andai subito da lui.

-Eddie! - dissi io abbracciandolo.

-Rose, sono felice che ti sei salvata. Lissa?

-Sta bene anche lei.

-Mason… non l’ho potuto salvare… - e comincio a piangere e lo consolai con un abbraccio.

-Non è colpa tua, Eddie. - io ero quella che si sentiva in colpa, Mason era rimasto lì per mettere me in salvo.


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Capitolo 26
*** Go away or not? ***


Cap 25

Parlai ancora un po’ con Eddie e poi andai a cercare il signor Dashkov che sembrava stesse meglio.

-Signor Dashkov, sta meglio?

-No, Rose… la mia bambina forse è una Strigoi… Puoi farmi un favore? Chiama Yuliya e Anastasia e di loro di quello che è successo. - disse lui con voce stanca e triste.

-Non si preoccupi, lo farò.

Mi diressi verso la mia stanza e improvvisamente mi ricordai che avevo piazzato Dimitri lì; quando rientrai non lo trovai ma sicuramente era da qualche parte ad aiutare.

Ero così arrabbiata per tutto quello che era successo, il senso di colpa mi tormentava ma cercai di calmarmi per evitare che i miei super poteri causassero seri danni.

Composi con tanta ansia il numero di Yuliya e chiamai.

-Pronto Rose? Che succede? - rispose lei.

All’inizio feci un giro di parole ma alla fine le dissi tutto; è inutile dire che cominciò a piangere come una fontana e promise che lei e Anastasia sarebbero arrivate domani.

Mi misi a sedere sul letto e presi la mia testa fra le mani pensando che dopo tutti questi mesi, questo mondo mi era ancora estraneo, non mi sentivo me stessa vivendo questa vita.

All’improvviso fui catapultata nella testa di Lissa, ed era molto arrabbiata perchè non poteva aiutare.

-Liss, non puoi curare tanti feriti, sai che cosa ti succede e potrebbe aver effetto anche su Rose. - le disse Christian.

Questa volta fu più corta la mia intromissione non voluta nella sua testa.


I'm coming home

I'm coming home

tell the World I'm coming home

Let the rain wash away all the pain of yesterday

I know my kingdom awaits and they've forgiven my mistakes

I'm coming home, I'm coming home

tell the World I'm coming…

Avevo una voglia improvvisa di tornare a casa mia ma io non avevo più una casa… l’unico posto in cui posso stare è questa dannata scuola che non sopporto. Anche se volessi non potrei andare via, lascerei Lissa da sola e Dimitri non potrebbe venire mai con me… ero disposta a lasciarli qui e andarmene? A dire il vero, quest’idea mi era passata per la testa tante volte ma non ci avevo mai pensato seriamente come adesso… Guardavo il mio armadio con insistenza e senza pensarci, mi alzai e lo aprii, tesi la mano verso una maglietta… aspetta, no, non potevo andare via e lasciare Lissa e Dimitri.

Mi sentivo agitata per un motivo a me sconosciuto e mi sentivo così impotente ma cercai di calmarmi malgrado i tentativi furono vani; era la prima volta in cui ero consapevole che i miei poteri si sarebbero scatenati, era come un’energia che stava dentro di me pronta per esplodere; corsi al posto dove io e Dimitri ci allenavamo e mi sedetti, per fortuna quella sensazione era sparita ma adesso mi sentivo come vuota… era impressionante come potevo cambiare stato d’animo.

Ero abituata a correre quando ero agitata o non potevo calmarmi ma di certo non potevo mettermi a correre per il campus, così decisi di usare l’uscita segreta che Mason mi aveva fatto vedere, iniziai a correre per il bosco senza paura dato che era giorno e la cosa funzionò… mi sentivo così bene e libera.

Corsi tanto, credo per ore e mi ero ormai allontanata dall’Accademia ma mi procurai dell’acqua da un fiume e ripresi le forze per tornare indietro.

Entrai con cautela nella mia stanza.

-Rose! - disse Christian. -Dove sei sparita? Lissa era molto preoccupata… per non parlare di Dimitri che è andato fuori di testa…

-Sono stata a correre, non mi sentivo bene.

-Dimitri è alla chiesa ad aiutare padre Andrew, io vado da Lissa per tranquillizzarla.

Quando uscivo per correre a Los Angeles, i miei genitori sapevano che potevo badare a me stessa e non davano di matto a tal punto da chiamare anche l’FBI per trovarmi, mi sentivo come una piccola fragile che ha bisogno di protezione costantemente.

-Ciao padre Andrew. - dissi io salutando il vecchio uomo che puliva la chiesa.

-Oh, Rose, eccoti! Io avevo detto a Dimitri che non ti era successo niente ma lui era troppo preoccupato per ascoltarmi. - disse lui.

-Sono uscita per fare una corsa nei boschi, ne avevo bisogno…

-Ti capisco, ti capisco. Con tutto quello che hai passato, dovevi scaricarti in qualche modo.

-Rose! - disse Dimitri correndomi incontro e baciandomi. -Stai bene?

-Si, tranquillo, ero uscita per una corsa nei boschi.

-La prossima volta devi dirmelo. - disse lui in quel tono da guardiano che con me usava molto raramente. -Ricordati che dopotutto sono anche il tuo guardiano.

-Tranquillo, era una semplice corsa. Non devi prendertela per così poco. - dissi con un tono non tanto amorevole. Non sapevo cosa mi prendeva ma ce l’avevo con lui per il semplice fatto che mi abbia contrastata, cosa per cui io non mi arrabbiavo.

Girai i tacchi e uscì dalla chiesa.

I miei piedi mi condussero verso la stanza di Adrian.

Bussai e lui mi aprì subito.

-Ciao, Rose. - disse lui abbattuto.

-Come va? - gli chiesi io.

-Male, Natalie non se lo meritava…

-Quindi hai saputo?

-Si.

-Io mi sento in colpa, l’avevo vista cadere a terra senza vita ma non potevo portare il suo corpo con me…

-Rose, Dio è dannatamente crudele, ecco perchè io sono ateo! - disse lui.

-Io ho smesso di credere che Dio esista da molto tempo… - dissi io.

-E fai bene! - disse lui. -Vuoi? - mi chiese lui porgendomi un bicchiere con una bevanda che sicuramente conteneva alcool.

-No grazie…

-Ti vedo abbattuta. Dai, racconta tutto a zio Adrian. - disse lui facendo la vocina da bambino.

-Vorrei andare via da questa scuola.

-Amore mio, basta che tu me lo chieda ed io ti porto via da qui. - disse lui lanciandomi uno sguardo sexy.

-Non lo so, qui c’è Lissa, lei è l’unica famiglia che mi è rimasta.

-Rose, Lissa starà bene, vi potrete vedere quante volte tu desideri. Si vede che l’ambiente che c’è qui ti fa male. I miei genitori possono assumere degli insegnanti privati per te così finirai l’anno.

-Grazie mille Adrian, ci penserò… - disse io dandogli un bacio sulla guancia.

-Non usare questa mossa, non mi piace quando sono debole davanti ad una ragazza. - disse lui.

Io gli risposi con una leggera risata.

-Se ti fa sentire meglio, puoi rimanere qui. - disse lui.

Ci pensai un attimo e qualcosa mi diceva che volevo veramente restare nella sua stanza.

Adrian fu molto gentile con me e la sua presenza era davvero piacevole e mi dava tranquillità.

Parlai con lui e scoprì tante cose carine su di lui, come per esempio: era uno che studiava tanto, era timido, tutte le ragazze fuggivano e lo rifiutavano.

-Non ci credo, questo sei tu! - dissi ridendo mentre mi faceva vedere una sua foto da quando aveva 15 anni.

-I miei anni più bui. - disse lui.

Alla fine finì per addormentarmi mentre guardavamo un film: “Half Light”.

-Merda! Arriverò in ritardo! - dissi io vedendo l’ora quando mi sveglio.

-Calmati, non si fa lezione oggi, tutta la scuola è in lutto. - disse lui.

-Grazie per l’ospitalità, ora devo andare. - dissi io.

-Ti accompagno.

-Mi sono appena ricordata che dovevamo iniziare da un pezzo quelle esercitazioni con le gemelle Szelsky.

-Le faremo un’altra volta.

Camminando verso la mia stanza, vidi un sacco di gente nuova, mentre piangevano, erano sicuramente le famiglie di quelli che sono morti…

La mia attenzione fu attratta da una persona in particolare.

-Eleazar! - era uno dei professori che avevano aiutato me e Liz con i nostri poteri all’inizio.

-Rose! Come va? - disse lui abbracciandomi.

-Insomma… Tu che ci fai qui?

-Mio fratello è morto… - disse lui.

-Non sapevo avessi un fratello?

-Si chiamava Mason, Mason Ashford.

Rimasi scioccata… non avrei mai pensato che Mason e Eleazar fossero fratelli.

-E’ complicata la cosa, io e Mason non abbiamo lo stesso padre.

-Mason ha dato la sua vita per salvare la mia, era mio amico.

-Tipico Mason, lotterebbe contro un esercito di Strigoi. - disse lui con leggero sorriso.

-Si, lo avevo intuito anche io. - dissi io altrettanto con un sorriso.

-Vai, devi essere stanca. Ci vediamo domani ai funerali…

Mi diressi verso la mia stanza e pensai al modo in cui avevo parlato a Dimitri e ripensandoci, non credevo alle mie stesse parole. Non era da me rispondergli così.

Andai a cercarlo e uscì immediatamente, quasi fuggendo.

A quanto pare la porta era chiusa, bussai.

-Si?

-Sono Rose. - si udì subito dopo la chiave che girava nella serratura e la porta che si apre.

-Entra. - disse lui.

-Finito per oggi? - mi sentivo come se non fosse il mio ragazzo, forse anche lui era rimasto male per il tono che avevo usato con lui prima.

-Si.

-Fino a quando sei libero?

-Fino a domani sera. - disse lui asciugandosi i capelli con l’asciugamano.

Mi alzai con una voglia matta di abbracciarlo e baciarlo.

Andai e lo abbracciai da dietro. Smise di fare quello che stava facendo e si girò, ricambiando il mio abbraccio. Avvicinai le mie labbra alle sue e la loro morbidezza e dolcezza mi sconvolsero ancora una volta. Quanto mi era mancato intrecciare le mie dita alle sue, sembrava un’eternità da quando non lo facevamo.

-Non so cosa mi sia presa prima, sembrava che non fossi io.

-Sarà stato lo stress. - disse lui guardandomi con dolcezza.

-Tu mi sopporti fin troppo. - gli dissi io.

-Non è il fatto di sopportarti, ognuno di noi ha i suoi momenti di debolezza.

Misi le mie braccia intorno al suo collo e lo guardai: a volte mi sembrava di non meritarlo, mi amava così tanto ed io avevo l’impressione di non dargli neanche la metà di quello che lui dava a me.

Mi regalò un sorriso così beato e di un uomo che chiaramente mi amava.

Mi domando dove andremo una volta che io avrò finito la scuola. Compreremo una casa tutta nostra? Andremo nel suo villaggio? Per ora non potevo saperlo, mi rimaneva solo godermi la sua presenza al massimo.

Cominciai a ricoprire le sue labbra di baci e lui fece lo stesso mentre mi stringeva nelle sue braccia forti e protettive.


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Capitolo 27
*** Nuove conoscenze ***


Cap 26 Mi svegliai, dopo una lunga notte nelle braccia del mio Dimitri, che, in vano, cercò di farmi addormentare, il senso di colpa era troppo grande e pesava sempre di più.

M’infilai silenziosa i vestiti con l’aiuto di Dimitri perchè avevo l’impressione di non poter neanche stare in piedi.

Tutti si dirigevano verso la grande sala dove erano posizionate  decine di bare con sopra le foto delle rispettive persone decedute, fiori e qualche frase incisa.

Cercai con lo sguardo Eleazar e lo vidi a poca distanza da me, in lacrime e sfinito dal dolore.

-Rose, guardiano Belikov, sono felice di rivedervi. - disse lui abbracciandomi e poi stringendo la mano di Dimitri.

-Anche noi siamo felici di vederti. - risposi io per entrambi.

Subito mi ricordai del signor Dashkov e delle sorelle di Natalie. Cercai i tre membri della famiglia di Natalie e li vidi vicino al grande palco dove fece la sua entrata la regina seguita da un ragazzo di circa 20 anni e una ragazza di circa 15- 16 anni.

Nella sala si parlava molto piano o addirittura per niente ma quest’atmosfera fu interrotta dalla voce della regina.

-Miei cari, mi rivolgo a tutti quelli che hanno perso un’amico, un figlio, un fratello, una sorella… so che il vostro dolore e grandissimo, ho provato anche io il dolore a seguito della scomparsa di una persona amata e sono vicina a tutti voi.

La regina continuo con il discorso per ancora un po’, dopo di che le bare vennero spostate verso il cimitero dell’Accademia dove padre Andrew aspettava. Seguii la cerimonia religiosa e dopo le bare vennero seppellite. Dire che il mio viso era coperto da un velo di dolore era poco. Lissa mi venne accanto ma non ascoltai quello che mi diceva, mi ero bloccata e non sentivo più niente; stavo in silenzio e guardavo nel vuoto; mi sentivo come se fossi vuota e volevo solo addormentarmi per molto tempo, magari avessi avuto la possibilità di non provare nessun’emozione, sarebbe stato tutto più semplice.

Camminavo, con lo sguardo assente e pieno di dolore, quei funerali mi avevano anche ricordato della morte della mia famiglia, o meglio dire, una parte di essa.

Si sarebbe tenuto una specie di buffet ma io non mi sentivo di partecipare anche a questa cavolata.

-Rose. - disse Eleazar appoggiando la sua mano sulla mia spalla.

-Scusami se ti sembrerò scortese ma non voglio vedere né sentire nessuno.

-Ti capisco Rose, ma devi ascoltarmi.

-Basta. Ne ho abbastanza di gente che mi dice cosa devo fare, tutto quello di cui ho bisogno è dormire! - avevo gli occhi umidi, il dolore era fuoriuscito e avevo capito cosa voleva dirmi Eleazer...un terremoto fortissimo scosse la scuola e si sentiva anche da fuori… un vento che tirava gli alberi con le radici, un temporale che avrebbe fatto paura a chiunque… il fuoco delle candele che erano state accese cominciò ad espandersi.

-Rose, fermati. - disse Eleazar.

-Non posso Eleazar. - dissi io. Vedo con i miei occhi il disastro ma mi sentivo libera, il dolore andava via.

-Ok, guardami, concentrati su una cosa che ami o che ti piace. - ed in quel momento vidi Dimitri che correva verso di me.

-Rose, che ci fai fuori?! Entra dentro! - disse Dimitri.

-Ha ragione, Rose, entriamo. - disse Eleazar.

-Come ti ho detto prima, concentrati su una cosa che ami.

-Non lo dire a nessuno, Eleazar… - e mi girai verso Dimitri e lo baciai sempre con quell’amore profondo che ci legava. Il rumore cessò ma i danni erano evidenti.

-Adesso che sai cosa ti aiuta a controllare i tuoi poteri, usalo o magari esercitati insieme a lui.

-Mi aspettavo dicessi tutto tranne che di passare del tempo con Dimitri.

-Rose, non tutti i moroi hanno un parere negativo sulle relazioni tra dhampir e moroi. Ah, e prima di andare via, ti consiglio una vacanza, ne hai bisogno.

-Sicuro di non poter rimanere ancora? Ho ancora bisogno di te con  i miei poteri.

-Rose, hai vicino a te tutto quello che ti serve, non hai bisogno di me. - disse lui indicando Dimitri dopo di che se ne andò.

-Ti aiuterò e starò accanto come sempre. - disse Dimitri prendendomi il viso tra le sue mani. Non dissi niente e mi abbandonai nelle su braccia che mi diedero tranquillità.

Era incredibile come mi faceva stare bene. Alzai lo sguardo e gli sorrisi e lui non potette resistere e mi regalò uno dei quei sorrisi a trentadue denti che automaticamente mi indussero a baciarlo. Questa volta il bacio fu lento, volevo assaporare tutte le emozioni al meglio, gustare le sue labbra di più e mi accorsi che il mio cuore stava quasi per uscire dal petto per le troppe emozioni che lui mi regalava. Mi avvicino di più a lui e potei sentire come anche il suo cuore reagiva allo stesso modo. Potevo sentire che lo stesso brivido di felicità attraversava il suo corpo.




Dimitri POV

E’ strano come l’amore ti trova nelle situazioni più strane. Non avrei mai iniziato una relazione con una moroi reale, ne tantomeno con la moroi che sto proteggendo, ma è successo ed è la cosa migliore che mi sia mai successa. Amo Rose e l’amerò per sempre.

Cercavo di avere sempre cura che la nostra relazione non sia scoperta fino al momento opportuno ma troppe persone lo avevano saputo e anche se la cosa mi pesava, dovevo passare meno tempo con Rose.

Questa volta non potei staccarmi da lei e le mie mani andarono a sbottonare piano la sua maglietta, poi i suoi jeans… Alla fine mi trovai a guardarla negli occhi mentre il desiderio di me si leggeva nei suoi occhi da angelo, anche io la volevo.

Questa volta prese lei l’iniziativa e iniziò a muovere le sue mani sulla mia schiena seguiti da lenti movimenti che mi fecero impazzire. All’apice del piacere lei mi rigirò ed era sopra di me: la guardavo in tutta la sua bellezza, era meravigliosa.

Cominciò con baci lenti dalle mie labbra verso la pancia e si fermò lì, poi cominciò di nuovo, aveva un modo di fare che mi eccitava e lei sapeva benissimo come farmi impazzire in questi momenti. Il mio respiro diventava sempre più stanco ed anche il suo: finimmo con un grido che cercammo di limitare per non farci sentire.

Si accasciò vicino a me, stanca, ma finalmente sembrava più sollevata.

-Sei un dio in tutto. - mi sussurrò lei. Le sue parole mi misero lievemente in imbarazzo.

-Ci serve veramente una vacanza, e so chi potrebbe aiutarci. - disse lei.

-Chi? - chiesi io baciandola.

-Adrian.

-Adrian Ivashkov? - chiesi io.

-Si. Mi aveva proposto di lasciare l’Accademia per un po’ e andare in vacanza ma momentaneamente avevo rifiutato.

Lasciarla da sola con Adrian Ivashkov non mi andava tanto a genio ma era il meglio per lei e come suo guardiano e fidanzato dovevo pensare al suo bene.

-Dove vorresti andare? - le chiesi io.

-Dimitri, non sono stupida, so che non vuoi che rimanga da sola con Adrian, verrai con me. - disse lei.

Ormai mi leggeva dentro, ero come un libro aperto davanti a lei.

-Dove vorresti andare? - le chiesi io.

-Non lo so, in un bel posto. - era così bella. Mi sembrava quasi che eravamo una normale coppia.

-Dovresti andare da Adrian domani, così organizza tutto ed anche io mi metterò d’accordo sul da fare con gli altri guardiani. - le dissi io.

-C’è tempo. - disse lei baciandomi. Adoravo i suoi baci, mi baciava in un modo che diceva “Ho paura di perderti” e “Ti amo alla follia”, anche io provavo lo stesso.

-E quando te l’ha chiesto? - le chiesi io, curioso di sapere di più.

-Qualche giorno fa. - rispose lei.

-Volevo farti una domanda. - disse lei.

-Dimmi. - dissi io accarezzandole le spalle nude.

-Quei due ragazzi che erano sul palco vicino alla regina, chi erano?

-I suoi figli. Ivan e Jillian Ivashkov.

-Lei ha dei figli… non l’avrei mai creduto.

-E perchè ti viene così difficile credere che lei abbia dei figli? - le chiesi io.

-E’ così insopportabile. Chi la potrebbe mai sposare, figurati avere dei figli con lei.

-Forse perchè non hai mai incontrato una regina prima d’ora, forse per questo ti sembra così ma in fondo è una brava persona. - le dissi io.

-E tu come lo sai? - mi chiese lei.

-E’ solo intuizione. - le dissi io.



Rose POV

Senza nessuna voglia mi alzai e mi vestii quando sentì il cellulare: “So che sono una persona orribile, non mi sono fatta più sentire. Ho una buona notizia: TORNO ALL’ACCADEMIA!” era Liz, tornava… cominciai a piangere per la felicità.

-Rose, che succede?! - chiese Dimitri spaventato.

-Liz torna! - dissi io saltellando per la gioia.

La chiamai immediatamente per chiederle i dettagli: “Dimmi subito quando arrivi così preparo tutto!” le dissi io neanche dandole il tempo di dire ‘Pronto’. “Mi uccideresti se ti dicessi che già sono qui, nella mia vecchia stanza…?” “Brutta stronza!” e schioccai un bacio veloce a Dimitri dopodiché corsi subito nella stanza di Liz.

Aprii la porta e la trovai che già mi aspettava; come mi vide cominciò a piangere e ad abbracciarmi.

-Spero siano lacrime di felicità. - le dissi io sorridendole.

La tranquillizzai e finalmente potemmo cominciare a parlare.

-Raccontami tutto! - le dissi io entusiasta.

-Non hai idea quante cose sono successe. - disse lei.

-Significa che avremmo parecchio di cui parlare. - dissi io.

-Da quando sono l’addetto alle valigie? - chiese un ragazzo che entrò nella stanza di Liz.

-Gentile come sempre. - disse Liz.

-Rose lui è Damon. - disse Liz.

-Lieto di conoscerti. - disse lui baciandomi la mano e guardandomi in modo troppo sexy… aveva degli occhi azzurri stupendi che s’intonavano perfettamente con i suoi capelli neri.

Subito entrò nella stanza un’altro ragazzo.

-Stefan. - disse Liz al secondo ragazzo che entrò nella stanza.

-Siamo decisamente troppi qua dentro. - disse Damon. -Fratello, perché non esci?

-Simpatico. - disse Stefan.

-Ehm, Liz, non mi avevi detto che ti sei portata pure degli amici. - dissi io.

-Scusa, staranno qui per un po’. - disse lei.

-Sto cominciando a pensare che questo sia un hotel non una scuola. - dissi io.

-Simpatica la tua amica. - disse Damon.

-L’unica e innegalabile. - disse Liz abbracciandomi.

-Ciao, io sono Stefan. - aveva degli occhi verdi ed era molto bello, ma non come il fratello, una bellezza… adorabile direi.

-Ed io Damon, Damon Salvatore. - disse lui prendendomi la mano e baciandola.

-Italiani quindi? - chiesi io.

-Abbiamo origini italiane. - disse Stefan.

-Se pensate che resterò con voi qui, vi sbagliate. - disse Damon.

-Damon… hai promesso… - dissero Liz e Stefan.

-Io ho detto, non ho promesso niente. Posso almeno andarmene in città? - Liz e Stefan lo guardarono in un modo accusatorio.

-Non “mangerò” nessuno… beh, non totalmente… - disse lui.

-Ok, la cosa si fa strana e a me non interessa cosa intendete. - dissi io.

-Elizaveta Ozera? - disse una voce fuori dalla porta.

-Chi è? - chiese Liz.

-La regina la vuole vedere lei e la principessa Rosemarie.

-Arriviamo. - risposi io.

-Quindi, abbiamo una principessa. - disse Damon.

-Il tuo amico già non mi piace. - dissi io a Liz.

-Dai, muoviti. Finiamo presto ed io me ne vado a dormire. - disse Liz.

Una donna guardiano ci condusse dalla regina e osservai che Stefan e Damon si guardavano in giro peggio di un guardiano, Liz cominciava a preoccuparmi.

All porta vidi Dimitri e ripensai a come pochi minuti fa stavo con lui nel letto,nudi…

Passai per ultima vicino a lui e ci sfiorammo le mani per poi sorriderci furtivamente.

-Elizaveta, Rosemarie! Quanto siete cresciute. - disse Tatiana abbracciandoci. Nella stanza c’erano ancora quel ragazzo e quella ragazza che stavano con lei sul palco.

-Questi sono gli amici di cui mi avevi parlato? - chiese lei.

-Si, siamo Stefan e Damon Salvatore. - disse Stefan.

-I guardiani vi condurranno alle vostre stanze.

-Ah, signor Damon, potrebbe passare prima nell’ufficio della preside Kirova, lei gli dirà quando comincerà le lezioni e il programma. - disse Tatiana.

-Ok. - rispose lui. Fu una risposta tanto banale ma detta da lui sembrava tremendamente sexy.

-Accompagnate il signor Stefan nella sua stanza. - disse lei.

Stefan si allontanò insieme a suo fratello e ai guardiani ed io e Liz stavamo per seguirli ma Tatiana ci fermò.

-Aspettate ragazze.

-Ci dica? - rispose Liz.

-Se non vi da peso, vorrei che tu, Rosemarie insieme a Elizaveta mostrasse la scuola ai miei figli. Jillian e Ivan.

-Chiamatemi Jill. - rispose la ragazza con un sorriso gentile e tenendo la mano tesa verso di noi. Aveva i capelli biondi e meravigliosi occhi azzurri che facevano perfettamente copia con il suo viso da angelo, somigliava tanto a Tatiana.

-Ivan. - rispose il ragazzo con un sorriso educato. Lui aveva occhi color cioccolato e capelli castani.

-Certo. - risposi io.

Uscimmo dalla stanza insieme a Jill e a Ivan seguiti da Dimitri. Gli lanciai un sorriso ma lui mantenne il suo attegiamento da guardiano.

Volevo parlare con Liz, farmi raccontare quello che aveva fatto mentre era via ma dovevo fare il giro turistico di questa specie di carcere…

-E quindi… frequenterete questa scuola?

-Solo Jill, io sono qui come insegnante. - rispose Ivan.

-Già insegni? Quanti anni hai?

-20. - rispose lui.

-Ne dimostri di più. - dissi io.

-Rose! - mi rimprovera Liz.

-Tranquilla, me lo dicono sempre. - disse lui.

-E tu, Jill, quanti anni hai? - le chiese Liz.

-15. -rispose lei gentilmente.

-Allora, questo è il campus. - dissi io.

-E’ enorme! - esultò Jill.

Fecimo un giro del campus e non mancò la domanda tanto non voluta da me:

-Perché c’è così tanto disordine qui, la mamma mi aveva detto che è sempre ordinata questa scuola.

-Beh, ad un’alunna sono sono sfugiti un po’ i poteri dalla mano e questo è il risultato. - Liz mi lanciò un’occhiata come se sapeva che sono stata io.

-Da quella parte del campus che c’è? - chiese lei.

-Lì è dove si allenano i dhampir.

-Possiamo andare a vedere? - chiese lei.

-Visto che è un giro turistico perché no.

Ci dirigemo verso il campo di allenamento dei dhampir e Dimitri gentilmente le spiegò come funzionavano le cose.

Feci vedere a Ivan e a Jill il resto della scuola poi li accompagnai alle loro stanza perchè le lezioni iniziavano tra due ore.

Tirai con la forza Liz nella mia stanza.

-Dai, voglio sapere tutto e non devono mancare i dettagli. - le dissi io.

-Bhe, all’inizio fu dura ma poi con l’inizio della scuola è diventata più lieve la cosa. - disse lei.

-Allora perché non hai chiamata più spesso’ - le chiesi io.

-Non volevo darti fastidio, immagino che per te sia ancora dura. Lissa?

-Lissa sta bene, se la vedessi, è uguale a me solo più alta…

-Ma non era bionda l’ultima volta e totalmente diversa da te? O mio Dio, un’altra Rose… - disse lei scherzando.

-No, io sono unica. - dissi io pavoneggiando per la stanza. No, è rimasta la solita Lissa ma solo con un aspetto diverso. E quindi, niente di particolare da raccontarmi… come per esempio quali di quei due fighi è il tuo ragazzo?... E non dirmi quello con gli occhi azzurri, già mi sta antipatico…

-Damon? Un rompi…

-Oh, vedo che parlate bene di me. - disse lui aprendo la porta.

-Potresti bussare. - dissi io.

-Posso entrare, devo parlare con Liz? - chiese lui.

-No, verrò io fuori e parliamo. - disse Liz un po’ allarmata.

-Dobbiamo finire la chiaccherata, Liz. - dissi io.

-Senza dubbio. - disse lei abbracciandomi.

Aspettai che si allontanassero e vidi che andarono verso la stanza di Liz. Andai piano verso la sua stanza e avvicinai l’orecchio alla porta, Liz mi nascondeva qualcosa e volevo saperlo, non ero una che s’immischiava negli affari degli altri ma Liz mi stava davvero preoccupando.

-Qui sarai al sicuro per un po’. - disse Stefan.

-E per quanto? E Elena? - chiese Liz. Ma chi era Elena?

-Lei sta bene. - disse Damon. -Ho parlato con lei prima.

Mi spostai per sentire meglio ma feci un po’ di rumore e non sentì più niente.

Mi senti prendere da dietro:

-Non dire niente. - sentì la voce di Amelié Szelsky. Sentivo che ci stavamo sollevando da terra velocemente e cominciai a panicarmi. Amelié mi portò nella chiesa dove cominciò a dirmi:

-Ti piace proprio metterti dei guai, eh?

-Ho un talento naturale per questo. E come hai fatto quella cosa?

-Il volo intendi? L’elemento aria. Se venissi a fare pratica con me e con mia sorella anche tu potresti imparare queste cose e controllarti invece di distruggere quasi mezza scuola.

-D’accordo. - dissi io.

-Ti consiglio di stare alla larga dai nuovi “amici” della tua amica. E non ti preoccupare, tu non la potresti aiutare con il suo problema. - e se ne andò lasciandomi lì con ancora più dubbi di quanti non ne avessi già.

Chi era Elena? Chi erano Damon e Stefan veramente? Che cosa era successo alla mia amica Liz mentre era via? Avevo tanti dubbi ma anche delle certezze: dovevo riprendere i miei allenamenti con Dimitri e tenere a bada i miei poteri.

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Capitolo 28
*** Plus que ma propre vie ***


cap 27
Oggi decisi di portare l’uniforme della scuola dato che non la portavo mai:
-Perfetto. Adesso sembro più seria. - dissi io. Raccolsi i capelli in una coda e optai per la naturalezza oggi. Andai da Liz ma quando bussai alla sua porta non rispose nessuno:
-Sarà andata già a mangiare. - dissi io. Andai verso l’ospedale e non la vidi nemmeno lì ma la mia attenzione fu attratta da qualcosa’altro, Mia parlava con una dottoressa più in là.
-Mia, pensaci bene, poi me lo fai sapere. - disse lei a Mia che sembrava con il morale a terra. Aspettai che la dottoressa se ne andasse e mi diressi verso Mia, neanche sapevo da dove tutto questo interesse per come stava lei…
-Ciao, Mia. Hai per caso visto Liz? - le chiesi per rompere il ghiaccio.
-No, neanche sapevo che era tornata. - disse lei. -Scusa ma devo andare. - continuò lei. Uscì dall’ospedale e mi diressi verso la mensa dove trovai Liz e Stefan seduti al tavolo con Lissa, Christian e Eddie.
-Ciao. - dissi io.
-Mi chiedevo quando saresti arrivata. - mi disse Lissa.
-Sono andata da Liz ma nessuno mi ha risposto quando ho bussato. - dissi io guardando Liz.
-Scusami, stavo facendo vedere la scuola a Stefan. - disse lei.
-Avete sentito che avremo dei nuovi professori? - chiese Eddie all’improvviso.
-Uno è mio fratello. - disse Stefan.
-E uno è il figlio della regina. - dissi io dando un morso al toast che Lissa mi aveva messo da parte insieme ad altre cose, era molto gentile e premurosa con me, io non l’avevo mai fatto con lei.
-E tu come lo sai? - chiese Lissa.
-Io e Liz abbiamo fatto fare il giro della scuola ai figli della regina.
-Non avrei mai pensato che la regina portasse qui i suoi figli. Hanno fatto scuola a casa. - disse Lissa.
-E cosa ci insegneranno? - chiese Eddie.
-Mio fratello sostituirà un professore dhampir che si è trasferito. - disse Stefan.
-E il figlio della regina? - mi chiese Eddie.
-Non ne ho la minima idea. - risposi io.
-Ciao ragazzi. - dissero le gemelle Szelsky.
-Oh, ciao. - rispose Lissa sorridente. Lissa fece le presentazioni per Liz e Stefan.
-Stefan Salvatore. Felice si conoscervi.
-Altrettanto anche io. - rispose Liz sorridente.
-Anche noi. - risposero all’unisuono.
-Dovremmo anche noi imparare a parlare contemporaneamente, Lissa. - dissi io.
-Ok. - disse lei sorridendo. Le lezioni iniziano subito e con grande stupore trovai il figlio della regina dietro la cattedra. Aspettò silenziosamente che tutti si siedano e cominciò a parlare:
-Ok, adesso che tutti si sono seduti vorrei presentarmi. - disse lui.
-Ma noi già sappiamo chi sei. - disse un ragazzo.
-Scusa? Mi dai del tu? - chiese Ivan al ragazzo. -Da adesso in poi sono professor Ivan Ivashkov per voi. - disse lui sorridente ottenendo l’ammirazione delle ragazze. Guardai Liz e Stefan che parlavano due file più avanti ed elaborai un’idea: ‘Liz mi nasconde qualcosa ma questo non vuol dire che non posso voler sapere di più sui fratelli Salvatore’ - pensai. Come sempre finì prima degli altri la lezione di esercitazione della magia e andai al campo di allenamento dei dhampir con la speranza di vedere Damon Salvatore. Mi nascosi con cautela dietro ad un muretto e scorsi con sguardo finché non vidi Damon: le poche dhampir facevano tutt’altro che esercitarsi, bhe, non potevo biasimarle, Damon non passava inosservato davanti al sesso femminile...e c’era anche qualche ragazzo che lo guardava, piaceva persino ai maschi. Più in là vidi il mio sexy ragazzo che spiegava ad alcuni dhampir delle tecniche di lotta.
-Non dovresti essere qui. Piuttosto saresti dovuta venire da noi, è da un pezzo che devi iniziare le esercitazioni. - dissero due voci che mi fecero sobbalzare.
-Potete finirla con queste apparizioni fantomatiche? - dissi io.
-Bhe sorellina, non la puoi biasimare, guarda il nuovo professeur. - disse Amelié con un accento francese sulla parola “professeur”.
-Oh mon dieu, pensi sempre ai ragazzi. - disse Queen.
-Non fatevi strane idee, lo faccio per una buona causa. - dissi io.
-Fai quello che vuoi, ma non metterti nei guai, ti ho detto di stare alla larga dalle nuove conoscenze della tua amica. - disse Amelié.
-Liz si è cacciata nei guai ed io l’ho sempre tirata fuori, lo farò anche questa volta. - risposi io. Amelié imprecò in francese e sua sorella la guardò tra la sorpresa e la disgustata.
-Riuscirò mai a farti imparare le buone maniere? - chiese Queen. Dall’aspetto si direbbe che Queen è quella più ‘libera’ nel linguaggio e Amelié quella più educata, loro due erano la prova che l’abito non fa il monaco.
-Se volete stare a guardare state zitte, non lo faccio per guardare il nuovo professore, che se ci penso bene non è niente male… - dissi io. Amavo Dimitri ed era senza dubbio sexy, ma neanche Damon non scherzava…
-Cominci a piacermi. - disse Amelié con un sorrisetto compiaciuto.
-Io rimango. Queen? - disse Amelié. Queen si mise vicino a sua sorella senza dire niente. Per una decina di minuti non notai niente di strano ma ad un tratto si fermò e disse ad un’altro professore di prendere il suo posto. Si allontanò un po’ per rispondere al telefono ma riuscivo comunque a sentirlo.
-Elena. Dimmi? - chiese Damon.
“Come va da voi?” - sentì una voce femminile chiedere. Raggelai all’udito di quella voce...era uguale a quella di Liz.
-Per ora tutto bene. - rispose lui.
”Katherine”…
-Ti ha fatto qualcosa? - chiese lui preoccupato.
”Ero da Bonnie, non è riuscita ad arrivare a me. Bonnie l’ha tenuta fuori.” - rispose la ragazza.
-Stai da Bonnie. - disse lui.
“Non posso stare sempre da lei, Katherine riuscirà in qualche modo ad arrivare a me e mi userà per prendersi anche Liz.”
-Tu solo stai lì. - disse Damon.
“Ok. Ciao.” - rispose lei chiudendo la chiamata.
-Sentito abbastanza? - chiese Queen.
-E’ sempre così? - chiese io a Amelié.
-Pallosa? Si. - rispose lei.
-Oh! Scusate se voglio tenervi fuori dai guai. - rispose lei offesa. Ero decisa a scoprire cosa mi nascondeva Liz e avrei fatto quello che facevo sempre: le avrei domandato cos’era che non andava o se c’era qualcosa che doveva dirmi.
-Cos’hai intenzione di fare adesso? - chiesero le due ragazze.
-Semplice, le chiederò se mi nasconde qualcosa. - risposi io dirigendomi verso la stanza di Liz. Volevo bussare ma Liz arrivò prima che io toccassi la porta.
-Rose! - disse lei abbracciandomi.
-Vorrei parlarti se posso. - dissi io.
-Certo, entriamo. - disse lei raggiante.
-Se vuoi chiedermi chi è il mio ragazzo penso che già lo hai capito. - disse lei lanciando lo zaino sul letto e sedendosi davanti a me con un sorriso a trentadue denti.
-Non sono né stupida o qualunque cosa tu voglia farmi diventare. - dissi io senza fare nessun giro di parole.
-Di che cosa stai parlando? - chiese lei.
-Non lo so neanche io. Sei per caso rimasta incinta? Hai commesso un omicidio? Qualcosa è successo mentre sei andata via Liz, e tu non me lo vuoi dire perchè pensi che io non meriti di saperlo o non sia preparata per quello che mi dirai. Liz, niente mi può più sorprendere, quindi, sputa il rospo! - dissi io.
-Insisti ancora?! Per una volta puoi smetterla di preoccuparti per me, di rimediare i miei errori? - disse lei improvvisamente con un tono furioso. La guardai incredula, non pensavo che il semplice fatto di volerla aiutare l’aveva fatta infuriare in quel modo.
-Liz voglio solo aiutarti, niente di più. - dissi io abbracciandola per farla smettere di piangere. Ci mettemmo sotto le coperte come i vecchi tempi quando la consolavo per una storia finita male e lei consumava pacchi di fazzoletti dopo di che scoppiavamo entrambe a ridere fino a tardi. Dopo qualche ora Stefan entrò nella stanza e si bloccò quando mi vide lì.
-Cos’è successo? - chiese lui avvicinandosi a lei e accarezzandole il viso.
-Qualunque cosa sia successa mentre lei era via, tu proteggila e abbi cura di lei. Io mi sono sempre presa cura di lei ma adesso sembra che sia il tuo turno e ti ridurrò in cenere se le succede qualcosa. - dissi io con un tono minaccioso. Stefan mi guardò e vidi nel suo sguardo che avrebbe fatto di tutto per protegge Liz, la guardava come...come Dimitri guarda me, la amava, avrebbe fatto di tutto per lei. Stefan la prese con cura nelle sue braccia affinché io potessi alzarmi. Mi diressi verso la mia stanza ma ripensai a quello che mi aveva chiesto Dimitri di fare: andare da Adrian e parlare con lui della vacanza. Bussai per un buon quarto d’ora e finalmente mi aprì… aveva addosso solo un asciugamano.
-Dopo tanto tempo vieni a farmi visita. Cosa ti porta da me? - chiese lui malizioso leccandosi le labbra in modo troppo sexy…
-Vestiti e poi ne parliamo. - gli dissi io.
-Entra. Aspettami qui. - disse lui mentre si spostava per farmi passare. Senza pensarci guardai verso il comodino e vidi di nuovo quella foto, la ragazza bionda che lui abbracciava, beh, una sua versione più giovane. Sembrava felice in quella foto, mentre toccava la pancia enorme della ragazza, forse era incinta. Andai verso il comodino e preso la foto, la girai e sul retro c’era scritto qualcosa: “Plus que ma propre vie”. Girai di nuovo la foto e guardai meglio la ragazza, era semplicemente bellissima, aveva capelli biondi e occhi azzurri ed un sorriso che toglieva il fiato. Posai subito la foto e mi sedetti di nuovo dove ero prima.
-Allora, cosa c’è? - disse lui asciugandosi i capelli.
-Sai di quella vacanza che mi avevi proposto di fare? Bhe, ci ho pensato e mi piacerebbe partire per un po’. - dissi io.
-Perfetto! Prenoto domani! - disse lui raggiante.
-Hai già deciso la destinazione? - chiesi io.
-L’avevo decisa da un po’. - rispose lui.
-Quindi? - chiesi io curiosa.
-Sarà una sorpresa. - disse lui facendomi l’occhiolino.

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Capitolo 29
*** Damon Salvatore ***


Cap 28

Dopo aver pregato Adrian per più di un’ora di dirmi che destinazione aveva scelto, lasciai perdere.


-Almeno dimmi cosa devo mettere nella valigia. - gli dissi io.

-Te lo dirò quando sarà il momento, e poi non ti devi preoccupare per i vestiti, te li comprerò io se c’è ne sarà bisogno. - disse lui versandosi qualcosa nel bicchiere.

Ero sul punto di andare nella mia stanza ma mi sfiorò un pensiero per la testa.

-Pensi che possono venire anche Lissa e Christian? - gli chiesi io.

-Certo! Mi farebbe piacere. - rispose lui con un sorriso. -Aspetta, ti ho comprato qualcosa. - disse lui porgendomi una scatoletta.

La presi e dentro c’era una collana… era molto bella.

-Ti piace? - chiese lui con uno sguardo da bambino.

-Si ma non posso accettarla. - dissi io porgendogli la scatoletta.

-Tienila, considerala come un regalo in anticipo per il tuo compleanno. - disse lui con voce delusa.

-Grazie per il regalo in anticipo di compleanno. - dissi io.     

Lasciai la stanza dopo averlo salutato e    

improvvisamente sentì un forte bisogno di mangiare. Tirai dallo zaino il panino che mi era rimasto e lo divorai, ma niente. Non lontano da lì c’era l’ospedale della scuola; sentivo un profumo invitante che subito identificai come l’odore del sangue, stranamente non mi faceva venire la nausea come sempre ma mi rifiutai comunque di andare in quel posto a bere sangue.  

Mi diressi verso la mia stanza ma sembrava che quel posto mi attirasse sempre di più. Mi accasciai contro la porta mentre la voglia si faceva sempre più forte, non volevo avere ancora un legame con questo mondo di pazzi vampiri o come cavolo si fanno chiamare, bere sangue questa volta avrebbe significato che non sarei più riuscita a smettere e sarebbe diventato il mio unico pasto o, ancora peggio,  avrei potuto non fermarmi e trasformarmi in uno strigoi…

Cercai di fare respiri più rari sperando così di poter concentrarmi e mandare via la mia improvvisa voglia di bere sangue… solo pensare a quella cosa mi faceva venire i brividi, ma allo stesso tempo bramavo così tanto quel liquido rosso che alla fine cedetti.

-Merda! Dai, non credo sarà così male dopo tutto… - dissi io a me stessa mentre cambiavo strada e mi dirigevo verso l’ospedale.

“Dovrei fare in fretta. Dimitri potrebbe venire a farmi visita e darà di matto se non ci sono a quest’ora.” pensai.

Entrai nell’edificio e non c’era anima viva.

“Penso di poter fare da sola.”

Mi diressi verso una delle mini stanze sperando che ci sia dentro ancora qualche donatore.

Non feci nemmeno un passo che vengo interrotta da un rumore nella stanzetta in fondo, per curiosità andai a vedere dato che la tenda non era tirata. L’immagine che mi si presentò davanti era a dir poco spaventosa: Damon che beveva con avidità da un donatore.

Terrorizzata cercai di allontanarmi da quel posto ma la paura mi aveva bloccata e ben presto, la mia paura si trasformò in stupore: Damon quindi non era un dhampir, ma un moroi e questo significa che si sarebbe trasformato presto in strigoi dato che aveva lasciato a terra morto il povero uomo. Guardai l’uomo disteso sul pavimento, con gli occhi spalancati a guardare verso il vuoto. Per quanto cercai di sentirmi dispiaciuta per quel poveretto non riuscivo a provare altro che stupore intrecciato con paura perchè da un momento all’altro Damon si sarebbe trasformato in un orribile creatura.

Non fu così, Damon si pulì la bocca con un fazzoletto e si diresse verso la porta, feci un passo indietro per cominciare ad uscire da lì ma feci cascare delle scatole di medicinali che era su una specie di carello, mi aveva sicuramente sentita ma non feci in tempo di scappare che mi ritrovai sbattuta contro il muro da Damon.

-Curiosa, eh? - disse lui con una voce che mi fece attraversare il corpo da brividi di paura. I suoi occhi erano rossi e intorno ad essi la pelle si era… spaccata se si può dire così. Non riuscivo a  pensare a nessun modo per scappare. -Potrei farti fare la stessa fine di quello là. - disse lui indicandomi l’uomo disteso a terra senza vita. -Ma Liz mi sta simpatica e quindi ti lascerò vivere la tua misera vita. - disse lui.

Lasciò la presa ed io mi massaggiai il collo dolorante. Come avevo fatto a non pensarci prima: i miei poteri! Cercai di bruciarlo ma in quel momento ero troppo terrorizzata per fare qualcosa. E se Liz non sapeva di tutto questo? Forse era in pericolo o sapeva benissimo chi erano i fratelli Salvatore.

-Cosa sei tu? - dissi io riprendendo un po’ di forza.

-Un vampiro. - rispose lui.

-Non può essere, non puoi essere un moroi, ti saresti trasformato in strigoi per quello che ne so io. - dissi io.

-Non sprecherò più il mio tempo con te. - e mi bloccò di nuovo al muro e mi guardò direttamente negli occhi. -Ti scorderai tutto quello che hai appena visto.

Lascio la presa e non esitai dando fuoco al suo braccio come se fosse una candela. Scappai a gambe levate mentre sentivo il suo grido in lontananza.

Arrivai alla stanza di Liz e bussai con tutte le mie forze.

Liz aprì la porta ed io entrai subito dentro chiudendo la porta alle mie spalle.

-Ma che ti è successo? Sembri terrorizzata. - disse lei guardandomi sorpresa.

-Oh si, questa è la parola giusta. Se in due secondi non mi dici che minchiata hai combinato passerai i guai. - disse io furiosa.

-Di che stai parlando? - chiese lei ancora più stupita.

-Cominciamo con il fatto che il tuo amico Damon non è un dhampir e neanche un moroi! - dissi io.

-Tu… come lo sai? - disse lei sedendosi sul letto guardando intorno senza mai posare lo sguardo su qualcosa.

-Avevo bisogno di uno spuntino notturno e sono andata alla sala dei donatori dove ho visto il tuo amico bere tutto il sangue di un poveretto e poi lo ha lasciato morire per terra! - dissi io furiosa. -Poi mi ha detto di scordarmi tutti come se lo facessi… - dissi io sbuffando.

-Ti ha guardata negli occhi? - chiese lei.

-Si. Perché lo chiedi? - chiesi io.

-Niente, lascia perdere e faresti bene a scordarti tutto. - disse lei.

-Vuoi davvero tenermi fuori da questa faccenda? - chiesi io offesa.

-Neanche io volevo essere coinvolta ma a quanto pare, il destino non ha solo deciso di farmi avere una madre assassina ma altri guai a cui pensare. - disse lei diventando improvvisamente seria. -Per favore, non lo dire a nessuno. - mi chiese lei con uno sguardo ferito.

-Ormai non sono più affari miei, a quanto pare non è più un mio diritto preoccuparmi che la mia amica stia bene. Vedo che te la cavi da sola. - dissi io facendo per uscire quando Damon entrò nella stanza e mi sbatte contro il muro.

-Mi dispiace porre fine a questo bel collo ma te la sei cercata. - disse lui su tutte le furie.

-Damon, lasciala! - gridò Liz spaventata.

In quel momento entrò Stefan nelle stanza e vedendo la scena, tirò suo fratello fuori dalla stanza ed in un nano secondo sparendo entrambi.

-Che cosa gli hai fatto per farlo incavolare così. Il fatto che tu lo abbia beccato a bere sangue non mi pare abbastanza. - chiese Liz.

-Il suo braccio è diventato una bella candela. - dissi io fiera di me.

-Stai lontana da lui. - disse lei più seria che mai. -Siamo fortunate se non uccide Stefan e poi verrà a cercare te.

-E di Elena che mi dici? - chiesi io.

-Sei peggio dell’FBI! - disse lei con un mezzo sorriso.

-E Katherine? - chiesi io ancora.

-Mi sono promessa di tenerti fuori da questa cosa se mai ne saresti venuta a conoscenza. - disse lei.

-Io non ho più parole. - dissi io lasciando la stanza.

Andai in fretta e furia verso la mia stanza e una volta arrivata buttai lo zaino chissà dove ed entrai nella doccia. Ero talmente nervosa e arrabbiata con Liz che non mi accorsi che l’acqua era troppo bollente.

-Direi che ora sono pulita. - dissi io tra me e me.

Mi misi sotto le coperte ma ero troppo agitata e arrabbiata con Liz: arrabbiata perchè non mi aveva detto niente, perchè non si è degnata di cercarmi per più di due volte, per avermi completamente lasciata fuori dalla sua vita.

Pensai che ero rimasta troppo a lungo senza Dimitri così decisi di fare un piccolo viaggio fino alla sua stanza, avevo proprio bisogno di una distrazione.

Cercai di aprire lentamente la porta e per mia fortuna era aperta.

Trovai Dimitri con accesa la lampadina mentre leggeva e con le cuffie, penso stava ascoltando musica.

Feci solo un passo ma lui alzò lo sguardo e disse:

-Pensavo già dormissi. - disse Dimitri e si levò le cuffie, posando il libro sul comodino.

Si avvicinò a me e con una dolce carezza mi spostò un capello che mi stava solleticando la fronte.

-Vieni, ti devo far vedere una cosa. - disse lui con un leggero sorriso, prendendomi la mano e invitandomi a seguirlo.

Da una busta tirò fuori quella che sembrava una foto incorniciata ma quando la guardai meglio vidi che era il disegno che gli avevo regalato per Natale.

-Che te ne pare? - chiese lui sorridendo.

-Mi piace. - risposi io girandomi verso di lui con un sorriso e posando la foto.

-Posso rimanere da te? - chiesi io a lui.

-Certo. - disse lui.

S’infilò prima lui sotto le coperte dopo di che gli feci pure io compagnia, sprofondando nel suo caldo e amorevole abbraccio.

Fui pervasa da un’enorme sollievo mentre sentivo il suo profumo ed il suo respiro che mi avvolgevano in una beatitudine raramente provata.

Restammo a parlare fino a tardi e più volte mi domandava cosa c’era che non andava  ma io gli rispondevo sempre nello stesso modo: la scuola, Lissa e altre cose a cui speravo credesse.

Quella notte sognai di nuovo mia madre.

-Mamma! - dissi correndole in contro.

-Stai attenta piccola mia. - disse lei per poi svegliarmi con il sole che penetrava attraverso le finestre.

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