Sherlock

di giady_guz_piumamagica99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 
Gli anfibi neri e lucidi allacciati stretti lasciavano le impronte sul fango al ritmo di “The Phoenix” dei Fall Out Boy, mentre la mano destra che teneva la sigaretta sbatteva sulle catenelle dei pantaloni. La camicia nera col colletto di pelle e i bottoni color acciaio era rigorosamente infilata dentro agli skinny jeans grigio cenere, e gli occhi marroni scuro come il cioccolato amaro erano contornati da una sottile linea nera. Portò la sigaretta tra le labbra rosso scuro e soffiò fuori il fumo, sistemandosi poi i capelli castano chiaro con la mano. Si scostò dal muro di quella squallida stradina e gettò la sigaretta a terra, la spense col piede e si avviò verso la nuova scuola. Era stata espulsa, con un certo rammarico da parte dei club scientifici, per aver fumato nei bagni. Ma poco le importava. Si fermò davanti al cancello, dove due armadi le bloccavano il passaggio. Tolse gli auricolari con un gesto secco e chiese con voce irritata
<< Vi dispiace togliervi di mezzo? >>
<< Si ci dispiace. >> rispose l’armadio numero 1.
<< Credo di averti dato un’idea sbagliata riguardo il mio interessamento... >> ironizzò lei.
<< Vedi dolcezza, dato che sei nuova, dobbiamo farti capire chi comanda qui... >> disse numero 2.
<< Voi? Se siete voi deve esserci una crisi di stato pazzesca! >> rispose lei.
<< Vedi dolcezza, qui devi portare rispetto ad Harry Styles, e ci ha mandato a fartelo capire. >> continuò lui ignorandola.
<< Si, si! Certo! Lunga vita e cento mogli che non spendono un centesimo ad Harry Styles. Ho capito posso pure passare ora >> si fece spazio per passare ma numero 2 le prese il polso.
<< Con me non funziona, dolcezza! >> ringhiò.
<< Per prima cosa >> iniziò lei << io credo proprio che si, funziona. >> detto ciò girò la mano, prese il polso dell’armadio, lo spinse verso il basso e lo colpì allo stomaco con un calcio circolare. Si girò verso l’altro e parò giusto in tempo un pugno facendo leva sulla gamba e lo butto per terra di faccia.
<< Per seconda cosa, non chiamarmi dolcezza! >> concluse sistemandosi la camicia ed entrando con un paio di sguardi increduli puntati addosso.
 
Giusto il tempo che i suoi anfibi toccassero il lucido pavimento della scuola che gridò
<< Chi diavolo è Harry Styles?! >>.
Tutti si bloccarono muti come pesci.
<< Chi non sa che sono Harry Styles? >> chiese un ragazzo con dei ricci castani e gli occhi verdi piuttosto alto. << An, tu devi essere la nuova. >> sorrise.
Lei si fece spazio tra gli studenti finché non gli arrivò davanti.
<< Senti sfigatello, la prossima volta che mi devi minacciare, tira fuori gli attributi e vieni tu a farlo. I due idioti che hai pagato tra poco dovrebbero essere in infermeria, uno con un ematoma all’altezza dello stomaco e l’altro col naso sanguinante. >> gli sputò in faccia.
Tutti trattennero il fiato. Quella “ragazzina” aveva appena osato dare dello sfigatello ad Harry  Styles, il ragazzo più temuto della scuola.
Harry sbarrò gli occhi << Prego? Sfigatello? >> chiese incredulo.
<< Senti, tutti hanno paura di te qui, nevvero? Sono rimasti tutti zitti quando ho detto il tuo nome. Inoltre sei schifosamente ricco, i tuoi vestiti sono di marca e vedo la forma dell’Iphone nella tua tasca. Non rubi, le mani non hanno neanche un graffio. Il tuo anello è graffiato, ma è stato perché hai colpito i suoi occhiali rotti – si girò ad indicare un ragazzo che aveva notato a testa bassa – perché non ti voleva far copiare i compiti, tzè, pure pigro! Inoltre – gli prese il braccio facendoli fare una violenta giravolta e infilò la mano dentro la tasca dei pantaloni posteriori – vediamo un po’ – tirò fuori delle bustine di plastica – sei sessualmente attivo, come dimostra il fatto che ti porti ovunque i preservativi. Bene Harry Styles, non me ne frega assolutamente nulla. Quindi vedi di lasciarmi in pace e non rompermi organi vitali che non possiedo, e io non romperò i tuoi. >> gli rimise in tasca i preservativi e si girò come per andarsene, ma poi si voltò. << Si, ci entro volentieri sia nel club di scacchi che in quello di matematica avanzata, e si sono la vincitrice delle ultime quattro olimpiadi matematiche. >> disse ad un ragazzo castano con gli occhi azzurri vicino a Styles.
Quando ormai era lontana Harry gridò
<< Ma tu chi sei? >>
<< Io mi chiamo Jade, ma tutti mi chiamano Sherlock, sfigatello! >>  

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


<< Ti rendi conto?! Abbiamo Sherlock! Con lei in squadra sarà tutto così incredibilmente fantastico!!! Devo ammettere che me la immaginavo con stampe a fiori e codini, così è molto più forte, inoltre... >>
<< Piantala di parlare di quella tizia! >> sbraitò Harry fermando il monologo di Louis.
Quella ragazzina non gli stava affatto simpatica. Anzi, gli aveva fatto fare la figura del rimbecillito davanti a tutta la scuola.
<< Si Louis, piantala! Tu ne sei follemente innamorato, ma Harry la detesta! >> disse Zayn ridacchiando sotto i baffi.
<< Non si può dire che non abbia le palle! >> commentò Niall.
<< Ed ha un cervello splendido, fantastico!!! È la campionessa indiscussa delle olimpiadi matematiche da quando ha iniziato a giocare, nessuno l’ha mai battuta a scacchi, ha vinto una montagna infinita di concorsi letterari, insomma è un genio! >> continuò Louis.
<< Scommetto che non è realmente così intelligente! >> sputò Harry << Scommetto che potrei batterla a scacchi! >>
<< Scommessa accettata sfigatello, all’ora della ricreazione, chi perde deve 10£ al vincitore. >> Jade, che sembrava comparsa dal nulla, gli sbarrò la strada tendendoli la mano.
<< Ciao Sherlock! Come va? Ti sei ambientata bene? Io sono... >>
<< Louis. >> completò la ragazza per lui, girandosi verso la sua direzione. Davanti alla sua faccia confusa spiegò:
<< Le lettere sono sbiadite, ma le capisco, inoltre è sicuramente il tuo nome. Il braccialetto è distrutto, non gli dai troppa importanza, ma non l’hai buttato, non ha il nome di nessuno che tu voglia dimenticare. >> disse lei indicando il braccialetto rosso che Louis portava al polso << Questo dimostra la presenza di una sorella, o più sorelle, ma non di un fratello. È un tocco troppo femminile, tuo fratello ti avrebbe sfottuto per tutta la tua vita! Inoltre sei una persona che ci tiene agli affetti degli amici e della famiglia, si capisce dai tuoi gesti possessivi ma dolci. 2+ 2=4. Comunque se non mi sbaglio tu sei il presidente dei club scientifici. Perfetto! Mi presento oggi stesso! Dobbiamo metterci sotto per le olimpiadi! >> Louis fece un piccola smorfia << Sei anche responsabile! Si, l’ho detto apposta! Sai qual è il tuo lavoro e t’infastidisce che qualcuno te lo faccia notare. Ed è meglio che mi fermo. Non credo sia molto carino da parte mia rivelare i tuoi fatti personali. Mi dispiace, succede sempre. >> concluse Sherlock scusandosi.
<< Io ve l’avevo detto! >> bisbigliò Louis ammirato.
<< Allora sfigatello? >> Jade riportò l’attenzione su Harry che le strinse la mano. Girò sui tacchi e se ne andò rimettendosi la cuffia destra nell’orecchio e dando un morso alla mela verde che aveva in mano.
Perché non riusciva mai ad evitare gli identikit personali di chiunque conoscesse? Maledizione!
<< Sei spacciato! >> decretò Liam.
<< Ma almeno sai giocare a scacchi? >> gli chiese Zayn entrando in classe.
 
 
Tutta la scuola era radunata attorno a quel tavolino. La maggior parte degli studenti non vedeva nulla e chiedeva ai compagni informazioni. C’era addirittura chi faceva filmati. Le 20£ erano appoggiate vicino alla scacchiera di plastica, con i pezzi mezzi distrutti. Era l’unica che erano riusciti a trovare a scuola. Il timer scorreva veloce e preciso. Harry era chinato sul quadrato bianco e nero concentrato come non mai. Doveva vincere! Spostò velocemente l’alfiere e sbatté violentemente la mano sul timer.
<< Scacco matto! >> il grido risuonò per tutto l’atrio.
Tutti trattennero il fiato. Harry Styles, quel ragazzo considerato pericoloso, certo, ma anche molto stupido, aveva appena fatto “scacco matto” alla famosa Sherlock.
<< A quanto pare quelle su di te sono solo voci, Sherlock. >> disse il riccio marcando bene sul suo soprannome e fissandola intensamente negli occhi. Quella ragazza era lì da soli due giorni e tutti già parlavano di lei. Punto primo: aveva mandato in infermeria due ragazzi della squadra di football americano, punto secondo: l’aveva fatto sembrare un’idiota. E ora aveva finalmente in pugno la sua rivincita.
<< Dimmi un po’ >> disse lei curvando le labbra rosso scuro in un sorrisetto malefico << avrai pace solo quando mi batterai, nevvero? >>
<< Esatto Sherlock. E la mia pace è raggiunta, quindi... >> iniziò lui alzandosi dalla sedia.
<< Hai calcolato male. Hai lasciato uno spazio vuoto, dove o posso salvare il mio re, o mettere la mia torre in modo da salvarlo e farti scacco matto, quindi.... >> Jade spostò la torre << puoi pure aspettare seduto, sfigatello. >> si alzò dalla sedia, prese le 20£ che c’erano sul tavolino e si aggiustò il papillon uscendo di scena tra gli applausi del club di scacchi.
<< Maledizione! >> gridò Harry battendo il pugno sul tavolo.
Quella ragazzina l’avrebbe fatto dannare.


Angolo di quel geniaccio che dice premessa dopo aver già scritto la storia, comunemente chiamata autrice.

Salve. La premessa è:non cascateci! Non sono così veloce con i capitoli, ma mi faceva tristezza vedere un solo capitolo :( la promessa è sempre uguale. I PROTAGONISTI NON SI INNAMORERANNO TRA DI LORO!!!! se vi và di andare quì sotto e scrivere un " hey, la tua storia mi sembra _____ " 
a) forte, carina e originale
b) niente di nuovo, e non mi fido della tua promessa -.-
c) come il minestrone il lunedì sera dopo l'allenamento di judo
Ci terrei veramente tanto!!! Grazie anche solo se siete arrivati fino a qui, e spero che continuiate ad essere quei magnifici 33!
Ringrazio Ely_MM_elisa che ha recensito e mi ha messo tra le storie seguite, preferite e fantascintillanti per prima.
E anche Luxij_ che mi fà sempre sorridere come un ebete! 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Vendetta! Tutto quello a cui Harry pensava era vendetta. Si era portato dietro un contrariato Niall. Sapeva che la 3D aveva ginnastica a quell’ora, e questo significava docce obbligatorie. Il suo piano era semplice ma efficace. Entrò nello spogliatoio femminile, come se fosse a casa sua.
<< Ciao Harry!!! >> salutarono in coro un paio di ragazze civettuole, mentre altre sbuffarono mostrandogli il dito medio. Le intrusioni di mister “sono Harry Styles e faccio quel cavolo che mi viene in mente, perché si sciocchi plebei, io penso!”, erano abituali. Si avvicinò subito ad una brunetta che si stava vestendo con l’uniforme delle cheerleader.
<< Senti Kim, la nuova è per caso nelle docce? >> chiese sbrigativo.
<< Si ciao Harry, io sto splendidamente, grazie! Comunque Sherlock è ancora di là. Il tuo peggior incubo non è solo intelligente, è pure una forza della natura! Ha dei riflessi spaventosi! Sicuro che sia umana? Harry? HARRY! >>.
Il soggetto in questione aveva smesso di ascoltare sua cugina dopo il “è ancora di là”. Fece cenno a Niall e si avvicinò all’unica doccia occupata.
 
 
Jade stava tranquillamente cantando “Black Betty” dei Ram Jam, quando notò il suo asciugamano sparire. Spense l’acqua e scostò leggermente la tenda bianca sporgendo fuori il viso.
<< Cerchi qualcosa? >>
<< Cos’è? Una specie di presa di potere rubarmi l’asciugamano, sfigatello? >> sospirò lei.
<< E ora cosa farà la grande Sherlock? >> fece lui pensieroso.
<< Ridammi l’asciugamano. >> s’impose lei ferma.
<< Ti facevo più intelligente... >> commentò lui.
<< Anch’io, ma come vedi non si può avere tutto dalla vita. >> ribatté lei.
<< Forza vieni a prenderlo. >> la canzonò Harry.
<< Si, e visto che ci siamo firmo anche i diritti di vendita esclusiva per il tuo amichetto che cerca di riprendere tutto. >> continuò Jade calma.
Il ragazzo spalancò gli occhi. Acciderbocaspiterbolina (N.d.A. ho messo rating verde, è l’insulto più pesante che posso inserire) l’aveva scoperto! Ma come faceva a notare sempre tutto quella ragazzina?!
<< È difficile, nevvero, cercare di prendere per i fondelli una più intelligente di te. >> ridacchiò lei.
“Pensa Harry, Pensa Maledizione!!!!”
<< Beh, mica puoi stare lì per sempre! >> disse lui, vittorioso.
Jade con un forte strattone staccò la tenda bianca, coprendosi senza lasciare che cadesse, rivelando la sua figura nuda.
<< Come dicevo, è difficile... >>commentò passando accanto ad uno Styles sbalordito ed incazzato.
<< Tranquillo irlandese, non è colpa tua! Chiunque altro ci sarebbe cascato. >> rassicurò Niall battendoli un pacca amichevole sulla spalla.
L’aveva lasciato lì come un’idiota. Un’altra volta.


Angolo di colei che possiede un computer lento come una lumaca, comunemente chiamata autrice.
Scusate se ci ho messo tipo 30 minuti per pubblicare un maledetto capitolo. Il mio computer è più lento della mia professoressa d'inglese!! Vi amo! Grazie per le recensioni e per avermi seguito!!!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Jade era piacevolmente sorpresa di trovare la porta del club scientifico ancora in piedi e completamente intera. Nella sua vecchia scuola usavano uno stanzino puzzolente pieno di muffa, che il bidello aveva liberato sbuffando, e la porta era piena di buchi. Molti erano causati dagli scherzi poco divertenti dei ragazzi della squadra di football americano e di cricket. Però quello più grosso l’aveva fatto lei. Un giorno era arrivata ed aveva trovato tutti fuori bloccati e Jennifer, una sua compagna, che cercava di aprire invano l’entrata. Quindi aveva fatto spostare tutti, ed aveva dato un calcio alla porta, ma il materiale della suddetta era talmente scadente che al posto di aprirla aveva creato un enorme buco, dal quale poi era passata ed aveva sbloccato quello che rimaneva dell’ingresso. Ovvero i cardini e due tavole di legno.
Non si poteva dire che quella scuola non la sorprendeva giorno dopo giorno. 
Punto primo: uno sfigatello le aveva dichiarato guerra. Solo al pensiero rideva. Era talmente tanto ricco che aveva pagato un investigatore privato, quell’Harry, per farla seguire ovunque, pretendendo che lei non se ne accorgesse. Quindi l’ordine delle cose era stato il seguente: si era fatta seguire per un po’, si era infilata in un vicoletto ed aveva iniziato a gridare come un’ossessa. L’investigatore era andato verso di lei, per vedere se stava bene, l’aveva afferrato per i polsi e aveva gridato ancora più forte, e quando era arrivata della gente aveva strillato che la voleva stuprare. Si era complimentata con se stessa. Era riuscita a far pagare una multa pazzesca al poveretto, che naturalmente avrebbe ricorso a quell’idiota di Harry, e se l’era tolto di torno. Ancora non aveva capito come mai tutti quanti in quella scuola avessero paura di lui. Insomma, degli stupidi bisogna preoccuparsi, non temerli.  Quel ragazzo la stava assillando. Manco fosse stata in possesso del Sacro Graal.
 Punto secondo: la scuola era tenuta benissimo e l’istruzione aveva livelli eccellenti, per non parlare delle strutture nuove di zecca.
 Punto terzo: il presidente dei club scientifici. Louis. Quel genio! Intelligente come pochi, e con un’ammirazione insana per lei. Sembrava l’adorasse. Era  lì da una settimana ormai, e conosceva già tutti i sistemi della scuola, le sue parti e tutto quello che doveva sapere grazie a lui. La ricopriva di attenzioni, e lei, scostante e solitaria di carattere, lo lasciava fare. Era così divertente, così simpatico e così intelligente, che gli risultava semplicissimo passare del tempo con lui. L’aveva pure sentito fare la ramanzina a quel benemerito idiota, e non è necessario menzionare il soggetto, per aver cercato di mandare in porto lo scherzo delle docce. Quel giorno aveva trattenuto talmente tanto il respiro cercando di non ridere, che avrebbe tranquillamente potuto visitare tutta Tokio senza mascherina.
 Si ricosse dai suoi pensieri, e ripassò mentalmente il discorso di presentazione che si era preparata.
<< Tipregotipregotipregoooo!!! Devi farlo per me!!! >> le aveva implorato Louis.
<< E cosa si suppone che debba dire? Ciao sono Jade, mi conoscete già tutti perché l’amico instabile del nostro presidente mi ha gridato dietro per tutto il corridoio?? >> aveva risposto lei. Ed era vero. Harry dopo lo scherzo mancato delle docce il giovedì, si era parato davanti a lei venerdì, cercando addirittura di non farla passare. Dopo le sue varie raccomandazioni/minacce, gli aveva mollato una ginocchiata tra le gambe ed era passata. Non l’avesse mai fatto! Il soggetto ferito, tenendosi ancora saldamente ( e di forma piuttosto imbarazzante) l’area del corpo lesionata, le era corso dietro gridando:
<< Sei un’assassina! Dovrebbero espellerti dalla scuola!!! La legge dovrebbe prendere misure drastiche per la gente come te!! >> al che lei aveva risposto
<< Se non l’hanno fatto con quelli come te, non credo che ci siano speranze anche minime che vengano presi provvedimenti per me, signor Styles. >>.
E quei pochi rimasti ancora all’oscuro della sua esistenza, erano stati resi partecipi del suo respirare sul pianeta Terra, e del suo osare rubare l’ossigeno a mister “sono Harry Styles e mi stupisco che nessuno abbia compiuto un assassinio, facendo fuori la tua stupida esistenza!”.
Ma si era sforzata ed era riuscita a prepararsi un discorso più o meno decente. Si sistemò la giacca a coda di rondine nera, e sbottonò un altro bottone della camicia bordò che portava in figura. Indossava un paio di pantaloni di stoffa stretti e scarpe a punta in pelle. I capelli erano lasciati come sempre liberi sulle spalle, in modo che il suo taglio un po’ irregolare che le arrivava alla base del collo, svolazzasse leggero col vento di settembre. Si era truccata più pesante del solito come faceva quando era nervosa, ed aveva messo al polso il suo bracciale porta fortuna. Ci teneva a fare bella figura davanti a Louis. Diede un altro morso alla mela verde e alzò un po’ il volume, in modo che “Black Night” dei Deep Purple portasse il suo timpano al limite della sopportazione. Abbassò la maniglia lucida della porta ed entrò. Nell’aula c’era solamente un ragazzo intento a spalmare della colla sulla base delle sedie. Non si era nemmeno accorto della sua presenza e continuava tranquillamente la sua operazione, con al suo fianco un tubo verde e nero di colla super resistente. Si tolse le cuffiette e si appoggiò alla parete. Il ragazzo si girò dopo una decina di minuti e rimase pietrificato davanti al sorriso sbieco che Jade aveva stampato in faccia, facendo cadere a terra il tubo di colla.
<< Sorpreso, nevvero? >> chiese lei.
<< Tu sei quella scervellata che ha mollato una ginocchiata ad Harry Styles il venerdì. Sherlock, giusto? >> si riprese lui.
<< Mentre tu sei quello che verrà attaccato con la colla super resistente all’armadietto dell’entrata. >> 
<< So molte cose su di te, cara mia >> fece lui ignorandola, sempre più gente ignorava i suoi commenti ultimamente, notò Jade << anche se nessuno dei miei contatti mi ha detto con esattezza perché sei stata espulsa. Dicono che è meglio aver paura di te Jade Foster. Tutti conoscono il tuo nome. Prima andavi alla Smith, giusto? Non è un college così rigido. Chissà cos’avrai combinato. >>.
Jade studiò il ragazzo. Era alto come lei, con un ciuffo di capelli rossi ritto in testa, gli occhi color nocciola e una miriade di lentiggini sul volto. Si sarebbe veramente complimentato con lui, nonostante il colore dei suoi capelli non fosse così consueto non sembrava una fiammella anzi, era piuttosto carino. Jeans neri e una camicia rossa a quadri aperta su una maglia nera dei AC/DC. Lei adorava gli AC/DC. Portava un unico braccialetto al polso composto da tre palline di legno unite da un cordino nero. 
Repentinamente il ragazzo si scostò dalla sua vista. Jade alzò il capo, per la prima volta in vita sua confusa. 
<< So che giochetti fai. Guardi una persona e in due minuti hai capito di più tu sulla sua esistenza, che lei stessa. Non ci sto cara mia. Sei intelligente, per ciò non posso farti capire come sono fatto. >> spiegò lui serio.
<< Scusami, non sapevo che tu fossi confidenziale! Da quanto lavori per la CIA? >> chiese con una falsa serietà la ragazza.
<< Sei sempre così ironica? >> domandò il ragazzo.
<< Ficchi sempre il naso in fatti che non ti riguardano? >> continuò a tono lei.
<< Sai che non si risponde ad una domanda con un’altra domanda? >> 
<< Sai che quando la gente mi irrita rispondo sempre con un pugno nel naso? >>
<< Sei interessante Jade Foster. >> disse lui.
<< Anche te... >> vacillò lei.
<< Luke >> la aiutò il rosso.
<< Luke Monroe! Dannato idiota! Cosa ti è saltato in mente! >> strillò un ragazzo castano sulla porta << Avevi detto che potevo fidarmi di te! >>
<< Denaro compra! >> spiegò il ragazzo alzando le sopracciglia << ci si vede in giro Foster. >>
<< Sherlock. >> lo corresse lei << Tutto un piacere CIA >>. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 
<< AH! >> un grido di frustrazione uscì dalla bocca di Jade.
Se qualcuno l’avesse osservata per i 10 minuti che avevano seguito la sua trionfale entrata in casa, bagnata fradicia e con l’umore sotto ai piedi, l’avrebbe di sicuro spedita al manicomio. I suoi non erano ancora presenti all’appello, ma era tutto normale. Jade finiva scuola alle 4:40, e loro tornavano a casa per le 8:00 di sera, giusto in tempo per lamentarsi della cena che aveva preparato. Ma era tutto nella norma. Amava molto i suoi genitori. Nonostante il casino che aveva combinato alla Smith, l’avevano capita e aiutata, ma soprattutto, si erano fidati di nuovo di lei.
Sbatté i palmi delle mani sulla finestra, lentamente, dove mille di piccole gocce rigavano il vetro, cercando di contenere la rabbia. Doveva assolutamente calmarsi.
<< Luke Monroe! Esci dalla mia maledettissima testa!!! >> urlò arrabbiata.
Quel dannato ragazzino drogato di zucchero!!! Ci mancava solo lui! Ed ecco che in due settimane la sua lista di casi disperati era notevolmente aumentata di un 30%, se si considera ancora valida la statistica 1 su 100.
Si sedette alla scrivania e aprì il suo quadernetto. Sfogliò con gesti secchi le pagine fino ad arrivare alla sezione intitolata: gente che mi dà il tormento. Lo psicologo gli aveva detto che era un esercizio veramente utile, scrivere rispetto alla gente che non sopportava.
<< Non conosco mica il nome di tutti quelli che salgono sulla metro con zaini giganti spiaccicandoti sul vetro, o quelli che lasciano che il diavolo s’impossessi tranquillamente dei loro urlanti figlioletti, o quelli che tagliano la siepe di domenica mattina! Avrei bisogno di un elenco dettagliato della popolazione mondiale! >> aveva logicamente esposto le sue ragioni. Ma comunque, era notevolmente migliorata. La pagina riportava quanto di seguito:
 
GENTE CHE MI DÀ IL TORMENTO.
 
Caso numero 1, Harry Styles: questo sfigatello figlio di papà, deve avere preso qualche master in “alto fracassamento di parti sensibili”, visto che ci riesce persino quando è fisiologicamente impossibile! Mi piacerebbe sapere che diavolo li passa per la testa. Il primo giorno di scuola ha mandato due armadi a spaventarmi... niente m’impedisce di dichiarare alla corte suprema che gli ho riempiti di botte, insomma, era legittima difesa! Poi ha addirittura assoldato un investigatore privato! Insomma un pochina di pena me la fa... cerca sempre di mandare in porto piani assurdi per ridicolizzarmi che puntualmente falliscono miseramente. Ma sono convinta che sia colpa della sfiga che mi perseguita!
 
Caso numero 2, Anderson: Anderson è un povero rammollito paranoico. Non so veramente scegliere se è peggio lui o Styles. La prima volta che l’ho conosciuto, è stato mentre Luke organizzava uno scherzo ridicolo, ovvero, applicare della colla super resistente alle sedie del club scientifico. Considerando il fatto che siamo tutti dei piccoli geni lì dentro, abbiamo tardato esattamente due secondi a trovare una soluzione che potesse reagire con la struttura della colla e scioglierla. Anderson, invece che prendersela tranquillamente si è arrabbiato talmente tanto che ha rischiato un attacco d’asma. Ci ha riferito che aveva pagato Luke per non subire alcun tipo di scherzo da parte sua. Se fosse stato leggermente più furbo, non ce l’avrebbe raccontato, ridicolizzandosi in maniera così evidente. Mancava solo una freccia luminosa con la scritta “pirla” ad indicarlo. Appena mi ha visto, dato il mio modo eccentrico di vestire, ha subito pensato che avessi assunto io Luke. Io e Louis ci abbiamo impiegato 20 minuti a spiegarli che faccio parte del club scientifico e  non di un circolo di streghe devote a satana! È insopportabile! Continua a chiedermi se gli ho mandato una maledizione per non fargli passare l’esame di francese. C’è poco da dire, non sa na mazza di francese.
 
Prese la prima penna tra la montagna disordinata che aveva sul tavolo e scrisse furiosamente
 
Caso numero 3, Luke Monroe: NON LO SOPPORTO! Il fatto è semplice: non riesco a togliermelo dalla testa! Il che mi stupisce alquanto. Potrei trovare miriadi di motivi per il quale dovrei detestarlo. Uno è che mangia quantità disumane di caramelle strapiene di zucchero. IO ODIO LO ZUCCHERO! Un altro è che è dannatamente curioso, il che non sarebbe un problema, se non fosso che sono i miei di affari che gli importano. IO ODIO CHI FICCA IL NASO NEI MIEI AFFARI! Eppure non riesco a togliermelo dalla testa. E come se non fosse abbastanza, io gli piaccio. E questo si che è un vero disastro! Si approccia a me con un curioso metodo, paragonabile a quello dell’orso bruno. Mi gironzola in torno per un po’, e poi sparisce. Quando torna, però, è ancora più motivato di prima. Ma tutti sappiamo che è l’orsa la più aggressiva tra i due. Soprattutto se l’orso in questione, avanza proposte di accoppiamento con indirette alquanto ridicole, e spegne le sigarette che l’orsa si fuma in santissima pace, solo perché gli dà fastidio il fumo. Probabilmente l’ultima volta che si è avvicinato ad una delle mie adorate portatrici di nicotina, ci deve aver aggiunto qualche estratto estremamente pericoloso di derivazione botanica. Perché il fatto che io abbia acconsentito di uscire con lui questo sabato, non è scientificamente possibile, se non che con l’intervento di sostanze nocive ai neuroni. E qui ritroviamo somiglianze con l’orso bruno nel suo ridicolo balletto di vittoria.
 
Jade chiuse il diario con forza, rischiando di buttarlo per terra. Se fosse stata come qualsiasi altra ragazza presente sulla faccia della terra, avrebbe aperto il suo armadio, con le mani trai capelli, e si sarebbe messa a strillare che non aveva nulla di abbastanza decente per uscire con Luke. Ma Jade non era decisamente una qualsiasi ragazza normale presente sulla faccia della terra. Si avvicinò alle ante della sua libreria ed estrasse un grosso tomo. Aprì le pagine ingiallite e fragili, riempite con una scrittura fitta e minuscola che sicuramente non ne facilitava la lettura. Tirò fuori i suoi occhiali dal cassetto, e appoggiò il libro sulla scrivania rimanendo in piedi. Se Anderson l’avesse vista in quel preciso istante, con un vecchissimo libro riguardante i funghi velenosi e un sorriso sadico sul volto; decisamente avrebbe esultato vittoria, per poi fuggire terrorizzato.
<< Perfetto! >> l’esclamazione di Jade, non era altro che il risultato di mezz’ora di ricerca. Scese le scale come una furia e infilò alla bene e meglio gli stivaletti da pioggia, poi afferrò il suo impermeabile nero e si diresse fuori di casa. Guardò l’ora sul grande orologio attaccato alla parete, vicino alla porta. Le 7:30. Prese la penna incastrata sul calendario e un tovagliolo.
“Sono andata all’orto botanico per una ricerca scolastica. Non so quando torno. Baci, Jade.”

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


<< Tu dovresti essere in carcere! Non potevi semplicemente rifiutare la mia offerta? Bastava dire: “Non ho voglia di uscire con te, Luke”, non era neccessario avvelenarmi! >>
Jade si massaggiò per la milionesima volta le tempie mentre Louis ridacchiava.
<< Ma chi se ne frega di te! Io cosa centravo? >> gridò Harry.
<< Senti CIA, non ti ho avvelenato. Ti ho solamente intossicato, non è nulla di grave. E te, sfigatello, te lo meritavi per aver fatto la spia! >>.
Jade si chiese cosa avesse fatto di male per ritrovarsi in quella situazione.
“Forse il fatto che hai avvelenato Luke” le suggerì una vocina dentro di lei.
“Non l’ho avvelenato, l’ho solo intossicato!” Jade percepì lo sguardo di ovvietà che le stava rifilando la sua coscienza.
Era a casa di Harry. O per meglio dire, nella gigantesca, suntuosa, pacchiana e superflua villa di Harry. Se fosse stata di propietà di qualcun altro probabilmente le sarebbe piaciuta, ma il solo fatto che lo sfigatello abitasse lì le dava un irrefrenabile impulso di vomitare sul pavimento.
<< E se fossi stato allergico? Sarei potuto morire! >> gridò Luke.
<< Smettila di lagnarti! Avevo controllato la tua cartellina scolastica. C’è scritto tutto, sai… per il cibo e nel caso succeda qualcosa di grave relativo alle tue idiosincrasie >>.
 << Che per tua informazione, Harry, significa allergie >> aggiunse poi con un sorrisetto divertito.
<< Ed io? Come sapevi che non ero allergico? >> domandò il preso in causa con una nota isterica nella voce.
<< Non lo sapevo. >> rispose lei tranquillamente alzando le spalle.
<< Io ti uccido! Ti odio, sei insopportabile! >>
<< Bene, Sherlock ed io andiamo in cucina a vedere cosa combinano gli altri. >> intervenne Louis trascinando Jade nella stanza adiacente << Prima che qualcuno provochi gravi lesioni a qualcun altro… >>.
Appena la porta si chiuse dietro di loro, Louis la incenerì con lo sguardo.
<< è inutile che mi guardi così, sei tu che mi hai trascinato qui! >>.
La ragazza era riuscita a far scivolare una piccola quantità del fungo velenoso che aveva rubato all’orto botanico nel piatto di Luke. Appena il ragazzo aveva iniziato a vomitare senza sosta Harry, che aveva visto tutto, aveva fatto la spia. Jade, tanto per essere originale, gli aveva rifilato un pugno nel bel mezzo della mensa.
<< Scusami tanto, carina, ma dato il fatto che per colpa tua non la smettono più di vomitare, come minimo dovresti aiutarmi a pulire! >> ribattè Louis.
<< Fatti aiutare dalla scorta! >> disse Jade indicando i ragazzi seduti attorno al tavolo che seguivano la conversazione.
<< Se i tuoi amici sono deficenti e hanno bisogno di messaggi chiari e concisi, è mio compito fargli afferare il semplice concetto di “ NON ROMPERMI LE PALLE” che sono tanto restii ad assimilare! Il vomito sono fatti tuoi, non è colpa mia se i tuoi conoscenti rispondono al nome di cretini patentati! >>.
Liam diede un colpo di finta tosse.
<< Si, si! Certo! Mi ero quasi dimenticata il “senza offesa” e il “non mi riferisco a voi”! Contenti?! >> sbuffò Sherlock << E ora lasciami andare a casa, o ti denuncio per sequestro di persona! >> gridò rivolta a Louis.
<< Prova anche solo a metter piede fuori da questa casa, e io ti denuncio per furto all’orto botanico, avvelenamento, ovvero tentato omicidio e omicidio premeditato e furto di documenti scolastici privati, ovvero mancato rispetto della privacy degli studenti. >>
Jade incrociò le braccia e aprì la bocca, ma Louis la bloccò sul nascere. << Come prove, porto la testimonianza dei tuoi che sanno che sei stata fuori ieri sera, la testimonianza di Harry e Luke e la tua, perché ti converrà ammetere che hai letto la cartellina di Monroe se non vuoi essere accusata di tentato omicidio. >>
<< Vai al diavolo! >> sbottò Jade lasciandosi cadere su una delle sedie vuote.
Un rumore spiacevole proveniente dal salotto fece fare una smorfia disgustata a tutti i presenti.
<< Louis!!! >> il ragazzo sbuffò ed uscì dalla cucina.
<< Piacere, sono Zayn. Tu sei Jade, giusto? Loro sono Niall e Liam. >>
Jade alzò gli occhi al cielo.
<< Conosco i vostri nomi, Louis non fa che ripetermi “Dovresti conoscerli, sono simpatici!”. Si, sono Jade, ma penso che questo punto sia stato chiarito quando entrando in casa il vostro caro amico Harry ha strillato “Dolore a te e a tutti i tuoi eredi Jade Foster!” >>
<< Ma cosa avresti fatto di preciso scusa? >> domandò Niall.
<< Luke Monroe, quel parassita appicicoso, mi ha torturato chiedendomi di uscire con lui tutta la scorsa settimana e quella prima. Alla fine, per pura esasperazione ho accettato. Come soluzione sono andata all’orto botanico e ho, diciamo… preso in prestito un paio di Boletus satanas, comunemente conosciuto come Porcino del Diavolo. Questo particolare fungo provoca vomito frequente per un paio di ore, ma sarebbero state sufficenti per dire a Luke di riposarsi e spostare al prossimo millenio il nostro appuntamento. Quel lurido spione che non è altro, per chi non ci fosse arrivato sto’ parlando di Styles, è corso a dire a Luke che l’avevo intossicato, così per dispetto gli ho messo quel che mi rimaneva del Boletus satanas nel pacchetto di gomme che si porta sempre dietro. Ora, voi potreste obbiettare: “Ma come poteva ingerire la polvere del Porcino del Diavolo? Non l’avevi mica mescolato alla pasta dei chewing gum!”. Vero, però avevo notato che il pachetto era quasi finito, questo implica che lui avrebbe ruotato la scatolina di diciamo 40-45 gradi, per tanto la polverina sarebbe caduta sul palmo della mano e lui l’avrebbe ingerita portandosi la gomma alla bocca. Harry l’ha spifferato a Louis che mi ha costretto a venire qui per pulire il vomito. Come potete notare, Louis ha nelle sue mani il potere di tenermi qui, ma non quello di farmi lavare i rigurgiti di quei due. In conclusione, se la sono cercata. >>
Un silenzio attonito regnò per un paio di secondi.
<< Porca miseria ragazza! Tu sei un pericolo pubblico! >> decretò Niall.
Jade lo guardò con sufficienza << Se avessi voluto fare del male a Luke, non avrei certo ricorso ad uno stupido porcino. >>
<< Ma mi spieghi perché non gli hai semplicemente detto di no? >> chiese Zayn sconcertato.
<< Ti ho appena fatto brillante esempio della mia intelligenza, secondo te non ci ho provato? >> chiese lei ovvia.
<< Ma allora potevi uscire con lui! Nessuno è mai morto per un appuntamento! >> continuò il ragazzo.
<< Mi permetto di dissentire. Varie coppie sono morte durante un’uscita. >> spiegò la ragazza << E inoltre, se tu analizzassi la situazione, potresti capire perché non sono uscita con lui. Raccogli gli indizzi. Analizza tutto ciò che sai di me. Su avanti, prova! >> lo incitò Jade.
<< Em.. ok, vediamo… >> inziò Zayn << Tu sei molto intelligente. Potresti aver capito qualcosa di Luke che ti ha sconcertato. Forse si droga, o esce con qualche gang. Per tanto tu per evitare qualsiasi rischio di involucrarti in situazioni compromettenti con la polizia, hai architatteto un brillante piano al fine di non uscire con lui! >> concluse entusiasta.
<< Ehi, è vero! Potrebbe essere andata così! >> esultò Liam.
<< Oppure, dato che sei a conoscenza del fatto che Luke sa sempre tutto di tutti, non volevi fargli scoprire qualcosa. Tutti sappiamo che per un po’ di soldi venderebbe qualsiasi segreto imbarazzante. >> s’inserì Niall.
<< Giusto, potrebbe essere andata anche così… >> commentò Liam << Oppure… entrambi siete al servizio di due grandi trafficanti di droga e i vostri capi vi hanno chiesto di fare fuori l’avversario e siccome tu lo ami, hai architettato un brillante piano per non farlo fuori. >>
I ragazzi si guardarono eccitati tra loro, convinti di aver elaborato delle risposte geniali.
<< Affascinante >> disse Sherlock con tono piatto.
<< Quindi chi di noi ha ragione? >> domandò Niall.
<< Chiunque di voi sia convinto di guardare troppi film. >> rispose Jade storcendo la bocca << Non sono uscita con lui perché mi fa schifo il contatto fisico. >> chiarì.
<< E secondo te come facevamo ad arrivarci? >> si lamentò Liam.
<< Stai scherzando spero? Hai tratto come conclusione che lavoriamo per due trafficanti e non hai notato che non mi faccio mai toccare da nessuno, stò più lontano possibile da chiunque e frequento solo ed esclusivamente quelle poche persone che possono apportarmi del sapere? Santo cielo! >> ribadì la ragazza sorpresa.
I tre ragazzi rimasero zitti per un po’.
<< Sherlock, porta il tuo schifoso culo di qua! Harry mi stà torturando l’anima! Dice che vuole parlare con te! >> urlò Louis dalla stanza adiacente.
<< Nemmeno se parlare con lui fosse l’unica opzione oltre alla morte! >> gridò di rimando.
<< Ma lo sai che sei una stronza di dimensioni colossali? >> chiese Louis.
Jade si alzò dalla sedia, fece cenno di stare zitti ai tre ragazzi ed aprì la finestra.
<< Ne sono consapevole! >> rispose. Poi si affacciò e trascinò la sedia fino al bordo della sua via d’uscita.
<< Non vorrai mica saltare vero? Siamo al terzo piano! >> gridò Niall.
<< Si, certo, sono sicura che piangerete tutti. >> fece Jade sbtigativa.
Stava per metter piede fuori, quando Louis entrò nella cucina splancando la porta.
<< Vieni immediatamente di là… Ma cosa stai facendo? Oh, non ci provare nemmeno bastarda che non sei altro! Stanno vomitando il doppio di prima! >> le gridò.
<< Già, di solito succede. Dagli da bere acqua con lime e un po’ di succo di cipolla e passa tutto. Ci vediamo domani a scuola. >> salutò e si buttò giù dal terzo piano tra le urla dei tre e il “Vaffanculo” di Louis.

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