Odio e amore

di joe_stronger93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mia vita da sfigata ***
Capitolo 2: *** La quiete prima della tempesta ***
Capitolo 3: *** Il primo giorno delle superiori: l'inizio della tempesta ***
Capitolo 4: *** Un'odiosa tentazione ***
Capitolo 5: *** Una brutta perdita ***
Capitolo 6: *** Sospetti ***
Capitolo 7: *** Delusioni e amicizie ***
Capitolo 8: *** La mia buki ***
Capitolo 9: *** Un ragazzo premuroso ***
Capitolo 10: *** Una festa a casa di Kid ***
Capitolo 11: *** Dannazione! ***
Capitolo 12: *** Rivelazione ***



Capitolo 1
*** La mia vita da sfigata ***


I primi 16 anni della mia vita non sono stati un gran che; appena nata, mi trovarono una malformazione all'altezza dell'osso sacro; ma, mi dissero che ero troppo piccola per operarmi; così trascorse del tempo, precisamente, sei anni, prima di entrare, per la prima volta, nella mia vita, in sala operatoria.
Tutto sembrava andare bene, finchè, i bambini iniziarono a prendermi in giro, per via della cicatrice che l'operazione mi aveva lasciato; come se non bastasse, avevo dovuto mettere gli occhiali, per questo mi prendevano ancora più in giro.

Per fortuna, alle medie, conobbi dei ragazzi, che erano nella mia classe, a cui non importava, anzi, si preoccupavano per me e mi difendevano sempre: Death The Kid, Elizabeth e Patricia Thompson, dette Liz e Patty, Tsubaki Nakatsukasa e Black Star. Erano i miei migliori amici e non facevano caso al mio aspetto; per loro ero carina così com'ero. Spesso ci riunivamo a per uscire e divertirci.
Purtroppo, il terzo giorno di  scuola del secondo anno, tornando a casa, ebbi un incidente, che mi costrinse un mese in ospedale e tre mesi di riabilitazione; l'incidente era stato abbastanza grave; stetti in come dieci giorni e, inoltre, mi causò diverse ferite e cicatrici e, anche dei problemi alla bocca; per questo, dovetti mettere l'apparecchio ai denti.

In questo modo, i ragazzi delle mia scuola presero a deridermi ancora di più; soprattutto, c'era un ragazzo, un albino dagli occhi rossi, i capelli ribelli e che, quando sorrideva, si vedevano chiaramente i suoi denti a punta, che aveva la mia età, ma non frequentavamo la stessa classe; mi insultava più degli altri, insieme ad un gruppo di ragazzi e ragazze, se ne andavano in giro per la scuola, definendosi belli e impossibili; non conoscevo il suo nome ma, era terribilmente irritante.
Per il resto delle medie, dovetti subirmi i suoi insulti; non gli facevo notare che mi importava ma, in realtà, ero triste; per fortuna, a tirarmi su, c'erano i miei amici e poi, fortunatamente, le medie terminarono ed io, credetti di essermi sbarazzata di lui; ma, era quello che pensavo.

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Capitolo 2
*** La quiete prima della tempesta ***


Alle superiori, tutti insieme, io e i miei amici, decidemmo di frequentare l'Accademia per armi e maestri d'armi, Shibusen, che, io non sapevo, era presieduta dal padre di Death the Kid, il Grande Shinigami. Se devo essere sincera, lo avevo sempre considerato un tipo speciale, e, tra noi c'era stato immediatamente un feeling particolare, diverso da quello che avevo con gli altri, nonostante a loro, comunque volessi bene; a dire il vero, lui mi piaceva, e molto, ma, essendo una tipa timida e chiusa e, non conoscendo i suoi reali sentimenti, non avevo il coraggio di parlargli.

Un giorno. poco prima dell'inizio delle superiori, Kid mi chiese di incontrarci, perchè aveva qualcosa di importante da dirmi; così, tutta contenta, mi preparai e andai sul luogo dell'appuntamento. Quando arrivai, era là, bello come il sole; indossava una camicia nera, accoppiata ai suoi capelli mori e in contrasto con le linee bianche che aveva nei capelli e con i suoi occhi color ambra, jeans chiari e scarpe nere. Quando mi vide, mi parve di vederlo imbarazzato, infatti, distolse lo sguardo, perchè faceva fatica a guardarmi negli occhi (in effetti, ero piuttosto carina, anche perchè, qualche giorno prima, avevo tolto l'apparecchio e gli occhiali, sostituiti con le lenti a contatto).

Mi avvicinai a lui, timidamente, e lo salutai e poi dissi:-Allora, Kid, cosa volevi dirmi di tanto importante!?-
lui:-Ecco....vedi, è da molto tempo che...c'è una ragazza che mi piace; l'ho conosciuta alle medie e, a me non importa di quello che pensino gli altri, mi piace e basta....-
io:-E, la conosco questa ragazza?- dissi, un po' dispiaciuta
lui:-Si, la conosci benissimo! Lei.....ha i capelli castani e gli occhi color nocciola-mi sorrise, arrossendo
io sbarrai gli occhi e poi arrossiì, per poi chiedergli:-Ma, parli di me?-
lui:-Ehm...si...- diventai di tutti i colori e abbassai lo sguardo
lui:-Beh...io...se non ti piaccio puoi dirlo...-
io:- Anche tu mi piaci; da sempre...- arrossiì, mentre lui sbarrò gli occhi.
Ci avvicinammo e ci unimmo in un caloroso abbraccio.

Per tutto il tempo, prima dell'inizio della scuola, ci frequentammo e, naturalmente, anche gli altri lo seppero e ne furono contenti, specie Black Star, che mi considerava come una sorella, quella che non aveva mai avuto e che, sarebbe stato disposto a qualsiasi cosa, per me.
L'inizio delle superiori si stava avvicinando ed io, non vedevo l'ora di cominciare; ma, quando avrei iniziato, non sarei stata più tanto contenta

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Capitolo 3
*** Il primo giorno delle superiori: l'inizio della tempesta ***


Il 15 Marzo, primo giorno delle superiori, mi alzai alle 7:00, mi preparai, indossando l'uniforme scolastica, con minigonna con fantasia scozzese, rossa, una camicia bianca, con jilet da sopra e le scarpe color cuoio. Mi truccai leggermente e lasciai i capelli sciolti.
Andai in cucina, dove, mia madre, mi aveva preparato la colazione e ci sedemmo e mangiammo, insieme. 
Dopo aver lavato i denti e aver preso la mia cartella, salutai la mamma e mi avviai verso la mia nuova scuola.

Quando arrivai nei pressi dell'istituto, senti delle urla femminili provenire dal suo interno; attraversai il cancello e vidi che Black Star e Death the Kid erano circondati da molte ragazze; come dargli torto? Erano molto carini e, soprattutto, il mio ragazzo era molto elegante; doveva fare bella figura, dato che, era il figlio del preside.
Le cose, però, cambiarono, quando, videro che, mi avvicinai al moro e gli diedi un romantico bacio sulle labbra; questo le fece rimanere basite.
Si ripresero subito quando, poi, videro entrare dal cancello, qualcuno che, ahimè, conoscevo molto bene e che, era stato il mio tormento per tre anni.
L'albino indossava pantaloni neri a scacchi e una camicia bianca, cioè, la divisa scolastica maschile, mancante di jilet; inoltre, portava il cavallo dei pantaloni leggermente abbassato e nei suoi capelli ribelli portava una fascia con diverse spille, per personalizzare la divisa. Inoltre, era accompagnato da due ragazze che gli tenevano le braccia, una a destra e una a sinistra. Certo! Avevo dimenticato di dire che era un perfetto Don Giovanni.
Anche noi lo guardammo, io, seria, Black Star con sguardo di sfida e Kid mi strinse ancora di più a sé, per fargli capire che ero proprietà privata.

Appena i nostri sguardi s'incontrarono, notai stupore nei suoi occhi. Che c'è, non mi riconosci? Non riconosci la quattrocchi delle medie?
Gli rivolsi un ghigno beffardo, per poi girarmi e baciare, questa volta con molta passione, Kid, tanto da sorprenderlo; poi, prima di andare, mi girai un ultima volta, per vedere i suoi occhi sbarrati e i denti da fuori, stretti, e, mi parve anche di vedere  i suoi pugni stringersi.

Tutti e tre entrammo in classe, dove, Liz, Patty e Tsubaki erano, e che, corsero a salutarci; e iniziammo a parlare del più e del meno; ci sorprendemmo, quando vedemmo l'albino entrare, sempre accompagnato dalle due sgualdrine di turno; ma, la nostra espressione, non fu niente, in confronto a quella delle nostre compagne di classe, che, lo guardarono con gli occhi a cuoricino e urlavano, eccitate.
Ci accomodammo nei banchi, io mi sedetti tra Kid e Tsubaki, mentre, dietro di me, c'era l'albino che mi guardava passo passo, ma che io ignoravo completamente.

Ad un tratto, entrò in classe un uomo pieno di cicatrici, con gli occhiali e una vite in testa, che si presentò come il professor Stein, e, insieme a lui, la sua arma, la professoressa Marie, una bella donna, bionda con occhi castani e una benda sull'occhio destro.
Il professore cominciò a fare l'appello e a chiederci che legame avevamo con quel mondo; quando disse:-Tsuyoi Tamashi!- il mio nome, gli spiegai che la mia era una generazione di maestri d'armi, a cominciare dal mio avo, fino ad arrivare a mia madre.
Fu quando pronunciò il nome del tizio dietro di me, che mi feci più attenta:-Soul Evans!-; la sua, più che una famiglia di  maestri d'armi, era una famiglia di musicisti; mi stupiì nell'apprendere che lui era la prima arma, dopo decenni in cui, la sua famiglia, aveva vantato comunque bravi maestri d'armi.

Alla fine dell'appello, cominciò la lezione; il professore ci spiegò che, alla fine dell'anno, avremmo dovuto avere un'arma o un maestro d'armi, di qualsiasi tipo [...].
Terminata la lezione, dissi ai miei amici  di avviarsi e, quindi, io rimasi sola, con Soul; misi a posto la mia cartella e cominciai ad avviarmi verso la porta, seguita dall'albino, quando, ad un tratto, mi sentiì male ed ebbi un giramento di testa; stavo per cadere all'indietro, ma, alle mie spalle Soul mi prese e disse:-Tutto bene?
mi rialzai e, scansandolo risposi:-Si, sto bene...- e usciì dalla classe.

In corridoio, i miei amici mi stavano aspettando; quando vide che ero un po' pallida, Kid si avvicinò a me e, stringendomi, chiese:-Tsu-chan, tutto bene?-
io:-Si, non preoccuparti, Kid-kun; ho solo mal di pancia, tutto qui...-
lui:-Oh! Va bene...- rispose, imbarazzato; le ragazze mi guardarono comprensive.
Dietro di noi, l'albino camminava in disparte e io, con la coda dell'occhio, lo guardavo.

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Capitolo 4
*** Un'odiosa tentazione ***


Tutti i giorni io stavo con i miei amici, mentre Soul, era troppo impegnato a flirtare con le ragazze, sia della mia che di altre classi, anche più grandi; e  queste sembrava ci cascassero in pieno [....] .

Sei mesi dopo l'inizio della scuola, una mattina, come sempre, mi alzai alle 7:00, mi preparai e mi avviai verso l'istituto.
Per strada, mi piaceva ascoltare le voci degli altri ragazzi, annusare il profumo dei fiori e ascoltare le urla dei bambini che giocavano.
Ad un tratto, sentiì dei passi dietro di me, due braccia stringermi e due labbra sfiorarmi il collo e dire:- Che buon profumo che hai, come sempre, amore mio...-
io sorrisi e arrossiì; avrei riconosciuto fra mille, la voce di Kid, infatti, dissi:-Buongiorno, mio Shinigami...- lui mi sorrise e mi baciò teneramente.

Poco dopo, un urlo inconfondibile attirò la nostra attenzione:-Ehi, piccioncini!? C'è qui il vostro Dio, Black Star! Date attenzione anche a lui!- ci girammo, per scorgere la capigliatura azzurra e ribelle di BlackStar, con accanto le gemelle, Liz e Patty, bionde con gli occhi azzurri, e Tsubaki, mora con gli occhi color ametista.
Tutti, alla frase di Black Star, scoppiammo a ridere e ci avviamo a scuola.
Arrivati, entrammo nel cortile e iniziammo a parlare del più e del meno, in attesa del suono della campanella. Poco dopo, le urla delle ragazze, ci fecero capire, che era arrivato proprio LUI; infatti, dopo qualche secondo, una macchina metallizzata si fermò davanti a scuola; l'autista aprì la portiera posteriore facendo scendere Soul, che aveva alle braccia due ragazze, una bionda e una mora, che dovevano essere i suoi "trofei" di quella notte.

Io:-Questa poi! E' proprio da lui!- esclamai
Tsubaki:-Beh, dopo tutto è ricco! L'ho sentito da alcune ragazze, l'altro giorno, mentre parlavano delle sue "prestazioni"- a tutti comparve una goccia sulla testa.
Non c'importava della sua disponibilità economica, né delle sue capacità a letto; lo ignorammo, come sempre e andammo in classe, dove, fino all'arrivo del professore, parlammo del più e del meno.
Ad un tratto, entrò una specie di zombie, il professor Sid, con la sua arma, la professoressa Nygus.
Sid:-Bene! Vedo che abbiamo già iniziato a dare fastidio, e la lezione non è nemmeno iniziata, vero Tamashi?-
io:- Mi scusi professore...- 
dietro di me, sentiì che l'albino ridacchiava, e, questo mi irritò, quindi, gli chiesi:-Che cos'hai da ridere, Evans?-
lui:-Io? Assolutamente niente, Tamashi...-
Sid:-Evans! Tamashi! Volete smetterla? Per  punizione, dopo le lezioni, rimarrete a pulire la classe e riordinare il registro!-
noi:-Si...- dicemmo, dispiaciuti.
Soul pensò "Mi divertirò molto..." [...].

Come da copione, dopo le lezioni, tutti uscirono; Kid, preoccupato, mi sussurrò:- Stai attenta...-
io:-Non preoccuparti. Ci vediamo domani...- gli dissi, baciandolo davanti all'albino.
Dopo che tutti se ne furono andati, presi il cancellino e iniziai a pulire la lavagna, con le spiegazioni del professore dell'ultima ora; mi girai e vidi che, quello che doveva essere il mio aiutante, stava comodamente stravaccato sulla sedia, a, non fare assolutamente niente.
Io:-Scusami!?-
lui:- Che c'è?- mi chiese
io:-Visto che il professore ha punito anche te, non dovresti aiutarmi?- dissi
lui:-Io non faccio queste cose; io domino e basta!- 

Lo guardai allibita e gli dissi, urlando:- Ascoltami bene, sbruffoncello da quattro soldi! Io non sono più la ragazza timida delle medie. Se non muovi subito il culo da quella sedia e vieni qui ad aiutarmi, lo dirò al professore e ti farò sospendere!- mi guardò, sbalordito, ma senza neanche un po' di timore.
Vidi che si alzò sul serio dalla sedia e lo vidi avvicinarsi a me, ma, in maniera pericolosa, guardandomi negli occhi, maliziosamente, fino ad arrivare a pochi centimetri dalle mie labbra; i nostri respiri si mescolarono e mi bloccò tra lui e il muro, e disse:- Ne sei sicura? Lo faresti?- probabilmente la sua intenzione era quella di sedurmi, così da saltare il lavoro, ma io non ero facilmente corruttibile.
Infatti, gli mollai un ceffone e poi mi girai, dicendo:-E' inutile che fai il fighetto! Con me non attacca! Io ho già Kid, e non lo tradirei mai! Quindi, come ho detto, muovi il culo o ti farò sospendere!- lui, capendo che la tattica non funzionava, sbuffò e fu costretto a prendere il cancellino e a pulire la lavagna insieme a me; ma, in realtà, non si accorse che ero leggermente arrossita; dopo aver pulito la lavagna, ci sedemmo e sistemammo il registro di classe.

Alle 18:00 avevamo finito e, quindi, potemmo tornare a casa; ovviamente, quando uscimmo da scuola, trovammo alcune ragazze che, sicuramente, si erano preoccupate, non vedendo uscire Soul ad orario normale, e, quindi, lo avevano aspettato.
Io mi incamminai per tornare a casa, ma, con la coda dell'occhio, lo guardavo, mentre se ne andava con quelle quattro galline; quando mi girai, fu lui a guardarmi e a ghignare, beffardo.

Ovviamente, al mio ritorno a casa, non c'era nessuno; dovetti preparare la cena, per me e mia madre, che tornò poco dopo da lavoro e mangiammo insieme, discutendo di quello che avevo fatto io a scuola e del suo lavoro. 
La verità era, che non avevo mai conosciuto mio padre, che, dopo aver messo incinta mia madre, se ne andò, senza lasciare traccia di sé.
Dopo mangiato, ringraziai per la cena e andai nella mia stanza, per prendere i vestiti puliti e per farmi il bagno.
Mi immersi nella vasca e chiusi gli occhi; subito, il mio pensiero, andò a Kid, infatti, pensai "Dopo devo chiamarlo..." ma poi, all'immagine del mio ragazzo, se ne sovrappose un'altra, che odiavo profondamente: quella di Soul Eater Evans.
Apriì gli occhi e scossi la testa, dicendo:- Ma che mi prende? Perchè, adesso, penso a quel cretino? Non sarà mica per quello che è successo oggi?- mi immersi completamente nella vasca e stetti sommersa per circa un minuto; poi, ne usciì e cominciai ad insaponarmi i capelli e il corpo [...].

Quando fui pulita, usciì dalla vasca, mi asciugai per bene e indossai il pigiama, poi andai nella mia stanza, dove, presi il cordless e composi il numero del moro.
Uno squillo. Due squilli.:-Pronto!?-
io:-Kid!? Sono io...-
lui:-Oh! Ciao, Tsu-chan! Allora, com'è andata a scuola?-
io:-Ehh...abbastanza bene! Però praticamente, ho fatto tutto da sola; lui mi ha aiutata poco...-
lui:-Mmh...importante che non ti sia successo niente...Ah...senti; domani non verrò a scuola...-
io:-Come mai? Ti senti poco bene?- gli  chiesi, preoccupata
lui:- Eh...ho un po' di mal di testa; sento che mi sta per salire la febbre....-
io:-Oh! Poverino! Mi raccomando, non uscire e non sforzarti troppo, chiaro!?- dissi
lui:-Come sei dolce! Non preoccuparti, piccola - disse, facendomi arrossire a dismisura

Dopo un po' di silenzio, lui:-Ti amo-
io:-Cosa? Puoi...puoi ripetere?-
lui:- Ho detto che ti amo!- il mio cuore perse svariati battiti e non parlai più, tanto che lui si preoccupò.
Infatti, disse:-Tsu-chan!? Ehi,Tsu-chan!? Stai bene!?-
io:-S-si...Ehm...anche io ti amo....-
lui:-Non è vero...-
io:-Cosa?-
lui:-Non è vero...-
io:-Perchè no?-
lui:-Non devi dirmelo, solo perchè te l'ho detto io...-
io:-Oooh! Mmh...va bene...Buona...buona notte!-
lui:- Notte..-

Chiusi il telefono e mi misi sotto le coperte, addormentandomi così, continuando a pensare alle sue parole.

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Capitolo 5
*** Una brutta perdita ***


Il primo anno delle superiori era andato; nella mia classe, avevano praticamente tutti, un partner; Black Star faceva coppia con Tsubaki, che era una lama oscura, e Death the Kid aveva le "gemelle", che erano due pistole; gli unici che non avevano un partner eravamo io e Soul; lui, continuava a spassarsela, trascorrendo con ragazze diverse una notte dopo l'altra, io a disperarmi. Ma, comunque, per me, le cose importanti erano gli amici e la famiglia.

A scuola, avevo conosciuto due ragazzi, Maka Albarn e Chrona, che frequentavano una classe diversa dalla mia, ma che, spesso, incrociavo in corridoio.
Maka, scopriì, era la figlia di Spirit Albarn, la Falce della Morte di Shinigami-sama; i due non avevano un buon rapporto, perchè, nonostante fosse sposato, l'uomo  era sempre circondato da donne e continuava a frequentare locali non proprio adatti ai minori.
Chrona era un ragazzo timido, mi ricordava la me delle medie; ma, nonostante ciò, era un tipo simpatico.
I miei amici li accettarono subito nel gruppo.

Un pomeriggio, mentre ero nella mia stanza a leggere, bussarono alla porta, così, mi alzai e andai a vedere chi era; guardai dall'occhiolino e riconobbi due donne che lavoravano con mia madre, così, le apriì.
Loro:-Tsuyoi, forse è meglio se ti siedi...--
io:-C'è qualche problema? La mamma sta bene?-
loro:- Ecco...lei...ha avuto un incidente, a lavoro....non ce l'ha fatta...-
Sbarrai gli occhi e, siccome non volevo credere a quelle parole, dissi:-Non credo di aver capito bene..Potreste ripetere?-
loro:- Tua madre...è morta...- sbarrai gli occhi e mi accasciai sul pavimento, portandomi le ginocchia al petto e iniziando a piangere, ripetendo:-Non è possibile! Non ci credo! E' uno scherzo!- un pianto sempre più convulso, che, alla fine, mi causò una crisi respiratoria; così, le donne chiamarono un'ambulanza e mi portarono di corsa in ospedale.

Più tardi, quando, ormai, mi avevano portata in una stanza, affinchè riposassi, arrivarono Black Star, Tsubaki e Patty e chiesero ai dottori.- Che cosa le è successo? Sta bene?-
dottori:-Beh, a quanto ne sappiamo, sua madre è morta sul lavoro; ha avuto una crisi respiratoria, mentre piangeva...- tutti e tre rimasero sbalorditi e angosciati
i miei amici:- Possiamo vederla?- chiesero
dottore:-Si, ma potete entrare solo uno alla volta...-
Tsubaki:- Forse è meglio che entri tu, Black Star..Io, intanto, avverto Kid e Maka...-
Patty:-Io cercherò di rintracciare Liz e Chrona...-
Così, l'azzurro seguì i dottori, che lo condussero nella stanza in cui mi avevano portata.

Quando entrò nella stanza, vide che avevo gli occhi lucidi, poichè non avevo mai smesso di piangere, ed il viso affaticato; si avvicinò e mi fece una carezza sui capelli, per poi dirmi:-Mi dispiace...- quelle parole, suonavano così brutte alle mie orecchie e ricominciai a piangere, fiondandomi tra le sue braccia, mettendoci tutta la mia forza, per non avere un'altra crisi. Durante la mia convalescenza, i miei amici mi chiamarono tutti i giorni e Tsubaki e Blackstar venivano tutti i giorni a trovarmi[...].
Alcuni giorni dopo, quando, almeno il mio fisico stava bene, tornai a scuola; davanti al cancello, trovai Death the Kid e un impulso irrefrenabile di piangere, seguito da una voglia pazzesca di un suo abbraccio, si impossessarono di me; quindi, senza aspettare oltre, mi fiondai tra le sue braccia, mentre piccole lacrime rigavano il mio volto sofferente e lui non ci mise molto a rispondere all'abbraccio e a stringermi a sé, baciandomi i capelli.

A scuola, sia i miei compagni, eccetto qualcuno, che i professori, mi diedero le proprie condoglianze, ma io, oltre un grazie, non avevo la forza di aggiungere altro.
Anche Soul era al corrente della morte di mia madre, e, nonostante sembrasse indifferente, in realtà, soffriva dentro.
Quel periodo, prima dell'inizio del secondo anno, trascorse così, senza che io pensassi minimamente alla scuola e imprigionata nel mio dolore.
Anche se, i miei amici mi proposero di andare con loro, io avevo rifiutato ed ero rimasta a casa, perchè avevo quasi 17 anni ed ero responsabile di me stessa.

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Capitolo 6
*** Sospetti ***


Il primo giorno del secondo anno , ancora un po' triste e affaticata per le notti passate tra pianti e incubi, indossai l'uniforme e andai a scuola.
Come sempre, qui ci fu la cerimonia di inizio anno di Shinigami-sama; notai che, davanti a me c'era Soul Evans, che, era circondato dalle due sgualdrine di turno.
Dopo il discorso, ognuno andò vicino ai tabelloni, per scoprire la propria classe e, purtroppo, scopriì che l'albino era ancora nella mia; ma, in quel momento, imprecare era l'ultima mia preoccupazione.
Entrammo nella nostra classe e, siccome tutti sedevano accanto alla propria arma, io e Soul, che non avevamo un partner, fummo costretti a sederci vicini, sbuffando [...].

Alla fine delle lezioni avevamo il prof Stein; mentre tentavamo di uscire dalla classe, il suddetto ci chiamò e disse:-Ragazzi, ma, non avete ancora un partner?-
io:-Mi scusi, professore, ma con tutto quello che è successo, io...- cominciai a dire
lui:-Tamashi, ti giustifico...-
io:- E poi, ho provato, prima dell'accaduto, diverse armi, ma nessuna riesce a stare tra le mie mani per più di dieci secondi...-
lui:- E tu, Evans!?-
Soul, mentre pensava a quello che avevo detto, bisbigliò ad una voce talmente bassa che, né io né Stein riuscimmo a sentirlo:- Saprei io cosa farti fare con quelle manine...-
Stein:- Evans!? Mi stai ascoltando?-
Soul:-Oh, si; mi scusi, professore. Ne ho provate tante.... - "Si, a letto" pensai io; lui:-...ma nessuna riesce a dominarmi....-.

Dopo averci pensato un po', il professore disse:- Beh, visto che siete entrambi senza partner, vorrà dire che nell'esercitazione della settimana prossima, voi due farete coppia....-
Soul, non disse niente, io, sbarrando gli occhi, dissi:- Cosa!?-
Stein:- Non si discute...-
io:- Uff....- sbuffai e continuai così, continuando ad uscire dalla classe, dove, in corridoio, mi aspettavano i miei amici di sempre, ed il mio ragazzo, che, quando mi vide, mi mise un braccio intorno alla vita e mi schioccò un bacio sulla guancia, dicendo:-Tutto bene, amore?-
io:- Indovina? All'esercitazione della settimana prossima dovrò fare coppia con chi!? Quell'albino del cavolo!-
Kid:-Cosa? Ma non è possibile!! Se fossi stato io un'arma...avremo fatto coppia...accidenti...-
io:-Uff...fa niente...-

Tutti , dopo esserci salutati, ci avviammo in direzioni diverse; Death the Kid, mentre mi accompagnava a casa, disse:- Ascolta, piccola; mi dispiace ma, oggi non posso uscire; mio padre mi ha dato una commissione importante da fare...-
io:-Cosa!? Ma oggi è sabato!-
Kid:- Lo so; non sai quanto mi dispiace...Ma ci rifaremo...-
io:-Mmh...Va bene; allora, ci vediamo lunedì a scuola...-
Kid:- Certo! E ricorda che ti amo...- la sua frase mi fece arrossire; ma, in quel momento, non so perchè, non sentivo di ricambiarlo e, per un inspiegabile motivo, mi venne in mente quell'odioso albino; ma, feci finta di niente e, gli sorrisi e lo baciai e poi, arrivati a casa, ognuno andò per la sua strada.

Erano le 13:30, dato che, il sabato uscivamo prima; così, misi qualcosa sotto i denti, mi feci  una doccia e mi andai a stendere sul letto, con il mio mp3 nelle orecchie; poco dopo, vidi lo schermo del mio cellulare illuminarsi e qualcuno che mi chiamava: Tsubaki.
Risposi subito:- Pronto!?-
lei:- Ciao Tsu-chan! Che fate di bello?-
io:-Veramente, sono a casa, sul mio letto, ad ascoltare la musica...-
lei:-Cosa? Credevo dovessi uscire con Kid!-
io:- Dovevo; ma mi ha detto che aveva da fare un lavoro che gli aveva assegnato suo padre...-
lei:-Mmh...Non ti sembra che, ultimamente sia un po' troppo evasivo!?-
io:-Hai ragione ma,...cosa posso farci se aveva da fare?-
lei:- Non vorrei spaventarti ma, non hai paura?-
io:- Di cosa?-
lei:-Che possa tradirti!?-
io:-Ma dai! Non può essere! Ci conosciamo da troppo tempo!-
lei:- Non hai pensato che, magari, proprio per questo, si sia stufato di te?-
io:-Mmh...-
lei:-Bada bene, io sono felice che voi stiate insieme; voglio solo metterti in guardia. Insomma...mi hai capita, no!?-
io:- Si, hai ragione...-

Dopo un po' di silenzio, Tsubaki mi disse:- Beh, allora, che ne dici se stasera, usciamo? Io, te e Patty, con Hiro e Black Star?-
io:- Chi è Hiro?-
lei:- E' un ragazzo che abbiamo conosciuto nella classe in cui siamo capitati; sembra che lui e Patty si piacciano!-
io:- Davvero? Mi fa piacere per lei...-
lei:- Anche a me!
io:- E Liz non verrà?
lei:-No! Ha detto che deve farsi la manicure...-
io:-Mmh...Va bene, allora, a che ora ci vediamo?-
lei:- Alle 20:00 sotto casa di Black Star!-
io:- Va bene. A dopo. Ti voglio bene!-
lei:- Anche io te ne voglio! Ciao!-

Chiusa la telefonata, e mentre continuavo a pensare a quello che Tsubaki mi aveva detto, un pensiero mi balenò in testa; ma, non volevo pensare che fosse vero; perciò, non ci diedi troppo peso., e continuai ad ascoltare la musica, finchè, poco dopo, mi addormentai.
 

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Capitolo 7
*** Delusioni e amicizie ***


Alle 16:00, quando mi svegliai, mi resi conto che ero sudata, quindi, andai a farmi un'altra doccia, sotto la quale stetti per quasi un'ora; mi asciugai e andai nella mia stanza, per decidere cosa indossare; in poco tempo, divenne una baraonda, mentre continuavo ad urlare:-Questo no! Questo no! Questo neanche a parlarne!-.
Dopo un po' di tempo (circa tre ore xD), urlai:- Trovato!- decisi di indossare un vestito bianco, con fiorellini azzurri, da sopra una giacca blu e ai piedi stivali neri; mi truccai leggermente e lasciai i capelli sciolti e portai con me una borsa. Dopo aver chiuso tutto, scesi, per raggiungere la casa di Black Star.

Arrivata, vidi lui e Tsubaki chiacchierare; quando si accorsero di me, si avvicinarono e la camelia disse:-Sei molto carina con quel vestito...-
Black Star, con voce profonda e roca, disse, accarezzandomi:-A te, sta bene tutto...- 
io:-Ho messo la prima cosa che ho trovato...- dissi, arrossendo e mentendo.
Poco dopo, ci raggiunsero Hiro e Patty; il ragazzo era un biondino dagli occhi azzurri, un po' punk; ci presentammo e poi, tutti insieme, ci avviammo verso il centro.

Dopo circa due ore che stavamo camminando e chiacchierando, Hiro:-Ragazzi, che ne dite se andassimo a bere qualcosa? Conosco un bar molto carino; è quì vicino...-
tutti:-Va bene...- così, seguiamo il biondino, che ci porta in un bar poco distante.
Entrammo nel locale, che era molto carino, e ci sedemmo; poco dopo arrivò un cameriere, per prendere le ordinazioni.
Patty:-Mi dispiace che Kid e Liz non siano potuti venire...-
Tsubaki:- Avevano da fare, hanno detto...- guardandomi
Black Star:- Altro che da fare, guardate là!?-  ci girammo verso la direzione indicata dall'azzurro e vedemmo il MIO ragazzo e la MIA amica, seduti ad un tavolo, mentre si scambiavano tenerezze e poi, addirittura, si baciarono appassionatamente.

Tutti si girarono verso di me, che, con occhi sbarrati, sussurrai:- Vi prego, ditemi che sto sognando...-
Siamo stati in silenzio per un po'.
Hiro, dispiaciuto, disse:- Mi dispiace di avervi portati in questo bar...-
Black Star:- E a me dispiace di averteli fatti vedere, Tsu-chan...-
io:-Non vi preoccupate, io avevo già dei sospetti, non è colpa vostra. Ora, se non vi  dispiace, vorrei rimanere da sola. Ciao, amici...- lasciai la parte dei miei soldi sul tavolo e usciì dal bar; sentivo che dai miei occhi cominciarono ad uscire delle lacrime, che diventavano sempre più copiose.

Non so per quanto tempo corsi, ma, fu il mio incontro/scontro con qualcuno a fermarmi; alzai lo sguardo, e, incontrai due occhi cremisi che conoscevo MOLTO bene; infatti dissi:-Oh, no! Non ora!- sbuffai
Soul, che, stranamente era da solo, chiese, sorridendo beffardo, come sempre:- Che ti prende? Non sei contenta di vedermi? Sei tutta sola? E dove sono i tuoi amichetti e quello Shinigami da strapazzo?-
io:-Non t'interessa...- dissi, con uno sguardo tra l'arrabbiato e il triste, mentre i miei occhi divennero di nuovo lucidi
lui se ne accorse, infatti avevo il trucco mezzo sciolto, e mi chiese:- Che hai?-
io:-Che intendi dire?-
lui:-Perchè stai piangendo?-
io:-Non sono affari tuoi, né quando piango, né quanto, né perchè...-
lui:- Andiamo, vieni. Ti accompagno a casa; in una notte come questa, non ti conviene camminare da sola...-
io:-Aah, certo! E tu saresti la persona più affidabile del mondo, vero!?-
lui:- Certo! Io sono MOLTO affidabile!- scoppiai a ridere
poi feci una cosa di cui mi sorpresi anche io; gli dissi:- Grazie...-
lui, sorpreso, chiese:-Di cosa?-
io:- Di avermi fatta ridere....-
lui ghignò, come sempre, ma, pensò "Quant'è carina quando sorride...".

Dopo un po' di silenzio, lui:-Allora, andiamo?-
io:-Dove?-
lui:-Te l'ho detto; ti accompagno a casa! Senza quello Shinigami, sei in pericolo...-
io, sorpresa pensai "Si sta preoccupando per me..." poi dissi:- Va bene..- e ci incamminammo verso casa mia.

Mentre camminavamo, mi chiese:- Allora, vuoi dirmi perchè piangevi?.
io:- Mi ha tradita..-
lui:-Cosa?-
io:-Sei sordo? Mi ha tradita!-
lui:- Che bastardo...E scommetto che lo ha fatto con una delle sue armi, magari la più alta...-
io:-Il suo nome è Elizabeth e...hai indovinato....- abbassai lo sguardo
lui:-Oh! Scu-scusami! Non volevo farti intristire...-
io:-Tranquillo..Piuttosto, che ne pensi dell'idea di Stein?-
lui:-Quella di farci collaborare? Beh, a me sta bene...forse, potrò cominciare a divertirmi sul serio...-  lo guardai, sbalordita.
Dopo un po' di silenzio, gli chiesi:- Posso farti una domanda?
lui:-Dimmi...
io:-Puoi abbracciarmi?-
lui:- Eh!?-
io:- Solo per un po'...- così, l'albino mi sovrastò, dal suo metro e settantacinque, mentre io sono dieci centimetri in meno.

Il calore dell'abbraccio di Soul, mi infondeva un coraggio e una sicurezza immensi, che neanche con Kid avevo mai provato; lui emanava un profumo così buono; mi sentivo protetta tra le sue braccia.
Soul, invece, non poteva fare a meno di cominciare a pensare alla sua volontà di proteggermi.
Sciolto l'abbraccio, continuammo a camminare e, dopo un po', arrivammo a casa mia; prima di andare, gli chiesi:- Come facevi a sapere dove abitavo?-
lui:- Segreto... -mi disse, facendomi un occhiolino
io:- Forse non è così male, l'idea di Stein...-
lui:- Cosa hai detto?-
io:-Ah, niente, lascia perdere. Allora...ciao
lui:-Ciao-
Mentre io entrai a casa, lui percorse la sua strada per tornare a casa, mentre, sul suo viso, comparve un sorriso, un vero sorriso, non il suo ghigno.
 

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Capitolo 8
*** La mia buki ***


La domenica, trascorse, come se niente fosse. senza che io chiamassi Kid e senza che lui chiamasse me; ricevetti solo una chiamata da parte di Tsubaki e una da parte di Black Star, che volevano consolarmi.
Intanto, continuavo a pensare all'incontro della sera prima, con Soul; è vero, mi aveva accompagnata a casa, ma io continuavo a non fidarmi di lui.

Poi, il giorno dopo, che era lunedì, come sempre, mi preparai e andai a scuola e, come sempre, per strada, incontrai i miei amici, anche Kid e Liz, e con noi vennero anche Hiro, Maka e Chrona.
Arrivata a scuola, come sempre, in cortile, c'era Soul con le due spasimanti del giorno (e della notte), ma, non so perchè, quando lo vidi, ridacchiai, sorprendendo i miei amici, che mi chiesero spiegazioni, ma io, non gliene diedi; piuttosto, dissi:-Kid...all'intervallo...incontriamoci sul tetto, dovrei parlarti...-
lui, deglutendo, disse:-Va bene...- voleva farmi una carezza, ma io lo evitai e mi diressi in classe e, a sorpresa, l'albino mi seguì, lasciando lì le due oche, che, questa volta, erano una rossa e una bionda.

Arrivammo in classe e ci sedemmo in banchi vicini, come sempre, dall'inizio dell'anno; ma, mentre lui stava normalmente e, qualche volta, mi spiava con la coda dell'occhio, ridacchiando, io sbuffavo, scocciata, perchè sapevo che, durante la giornata, ci sarebbe stata l'esercitazione con Stein e quindi, questo voleva dire che dovevamo collaborare.
Infatti, alla quinta ora, il pazzoide, maniaco della vivisezione, ci portò nel bosco, per evitare di danneggiare la scuola e disse:-Bene ragazzi, cominciamo l'esercitazione...Io inizierei da....Evans e...Tamashi...- tutti sbalorditi ci guardarono mentre lui, ghignando come il suo solito e con le mani nelle tasche, avanzava, ed io, seria, facevo lo stesso.
Stein:-Bene, Evans, puoi trasformarti....- così, l'albino si illuminò e, in poco tempo, assunse la forma di una falce, sbalordendo anche me. Aveva il manico in metallo e la falce era di due colori, nero e rosso e, sul bordo, spiccava un occhio rosso, il suo, che si muoveva, ogni volta che Soul cambiava umore; era stupendo!

Io, senza indugiare,  presi la falce tra le mani e iniziai a  rotearla, sbalordendo sia i miei compagni, che Stein, ma anche Soul stesso.
Quando mi fermai, sentiì un'immensa energia pervadere il mio corpo; pensai "Che potenza! E' questa la famosa risonanza? Ma, perchè proprio con lui?....."
Dal canto suo, Soul pensò" Che forza incredibile! Che risonanza! Sento...di non potermi separare più da lei..."
I nostri corpi furono avvolti da un alone, io blu e Soul rosso e, spontaneamente, urlammo, insieme:-ECO DELL'ANIMA!- sollevai Soul con una facilità tale da sbalordire anche i nostri compagni e persino il professore stesso e cominciai a falciare l'aria, con sicurezza.

Alla fine dell'allenamento, Soul si ritrasformò e si posizionò accanto a me; un applauso si levò da tutti i nostri compagni di classe, mentre il professor Stein sorrideva beffardo e disse:-Ben fatto, ragazzi! Mi sembra non ci sia bisogno di dire altro. Se non avete niente in contrario, diventate partners, no!?- io e Soul ci guardammo ed io, risposi, con finta voce seccata:- Va bene, ma ricorda, la maestra sono io, quindi...- 
non mi fece nemmeno finire la frase, che disse:- Agli ordini...- con una mano nella tasca e con aria strafottente.
Detto questo, continuammo la lezione.

Alla fine della quinta ora, insieme, camminammo verso la mensa, in silenzio. Quì, i miei amici, si stupirono nel vedermi assieme a lui; io dissi:- Ragazzi, Stein ha deciso che Soul sarà la mia arma...Io, all'inizio ero contraria; ma poi, oggi ci siamo esercitati e, tra noi c'era un feeling perfetto, perciò, ho accettato; quindi, da oggi, lui farà parte della nostra compagnia...- tutti mi guardarono, sorpresi
Black Star, all'inizio lo guardò, in cagnesco, ma poi si alzò e si avvicinò a lui, dicendo:-Bene, sarà un piacere sfidarti....Ma, attento, se farai qualcosa che la farà soffrire, ti uccido...-
Soul:-Sta' tranquillo; non ho alcuna intenzione di farle del male...Piuttosto....pensate al vostro gruppo, perchè, non tutto è come sembra...- disse l'albino, guardando in malo modo Kid e Liz
io gli dissi:- Soul, è una faccenda che non ti riguarda!-
lui:-Certo che mi riguarda! Ora sei la mia Meister e ciò che riguarda te, riguarda anche me...- "Si sta preoccupando ancora per me..." pensai, sotto lo sguardo sbalordito di tutti i miei amici
Black Star:- Ben detto, amico...-
Kid:-Tsu-chan, ma di cosa sta parlando!?-
io, dopo aver sospirato profondamente, dissi:-Kid, andiamo sul tetto, non mi va di parlarne qui e dare spettacolo...-
lui:- Va bene...- così, io mi avviai e lui mi seguì.

Arrivati sul tetto, io guardavo l'orizzonte, e Kid era dietro di me.
Io:-Kid, da quanto tempo...ti vedi con Liz!?- 
a quella domanda, il moro sbarrò gli occhi e chiese:-Come....come lo hai scoperto?-
io:-Sabato, per caso, vi ho visti, mentre vi baciavate; vi abbiamo visti tutti...-
lui:-Più...più o meno dopo un po' che siamo diventati partners; circa tre o quattro mesi fa...-
io:-Lo sapevo. Avevo dei sospetti, ma, quello che ho visto, me lo ha confermato...-
lui:- E tu, allora? Che, oggi, te ne esci col risolino, quando hai visto "Soul" e che non hai urlato, quando Stein vi ha proposto di diventare partners? Da quando in qua lo chiami così confidenzialmente?-
io:-  Io faccio quello che mi pare, quando mi pare e con chi mi pare, chiaro? Se devo essere sincera, credo di non averti mai amato, veramente; infatti, non sono mai riuscita a dirtelo in faccia. Ti voglio bene, si, ma non più di questo-
lui:- Cosa? Tu...tu, dopo tutto quello che ti ho fatto...mi vuoi ancora bene?-
io:-Ma certo...dopotutto, ci conosciamo, praticamente, da sempre. Però, ora, sono arrabbiata. Perciò...per un po', stammi alla larga...- detto questo, tornai in mensa, dove, salutai i miei amici e usciì da scuola, seguita da Soul.

Prima di andare, gli dissi che, il giorno seguente, siccome uscivamo prima, dopo scuola, ci saremmo organizzati, per il suo trasferimento a casa mia, anche se, la cosa mi rendeva un po' nervosa, e lui annuì; ci salutammo e poi, ognuno prese la sua strada.

 

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Capitolo 9
*** Un ragazzo premuroso ***


Il giorno dopo, come ogni giorno, mi preparai e andai a fare colazione; ad un tratto, il mio cellulare squillò, segno che mi era arrivato un messaggio; lo apriì e vidi che arrivava da un numero sconosciuto che mi scrisse "Passo a prenderti tra quindici minuti. Un bacio. S.E.".
Ci pensai su e, intanto, mangiavo; dissi:-Ma chi potrà mai essere? Qualcuno che sa dove abito e che, ovviamente, conosce il mio numero...e che...Un attimo..Non è possibile che sia...Soul!? Ma lui non conosce il mio numero! Come lo ha avuto!?-
 Tra un pensiero e l'altro, terminai di mangiare, e andai a lavarmi i denti; poi, presi la mia cartella e usciì, cinque minuti prima.

Dopo, precisamente, quindici minuti dall'arrivo del messaggio, il rombo di una moto in avvicinamento attirò la mia attenzione; poco dopo, un'Harley Davidson arancione parcheggiò davanti casa mia; alla guida della moto, c'era, niente di meno che....Soul Evans! Sbarrai gli occhi per la sorpresa, mentre lui si accingeva a scendere; dissi:- Come diav...ehm...come caspiterina hai avuto il mio numero? E che cosa ci fai a bordo di un'Harley Davidson?-
lui:- Eh...come ho avuto il tuo numero...è un segreto...La mia moto...beh...non sapevo t'intendessi di motori...-
io:- Beh...giusto qualcosina...-
lui:-Ti piace?-
io:-Ma è una forza! Ci posso davvero salire?-
lui:-No, cammini a piedi fino a scuola. Certo che puoi salire! Perchè sarei venuto con lei, sennò...-
io:-Ah, è femmina!?- dissi scherzando
lui:-Naturalmente...- disse, malizioso - Andiamo sali!- disse, ridacchiando.

Salì prima lui e poi, mi diede la mano, per aiutarmi a salire; sentire il mio sen...il mio petto, a contatto con la sua schiena...mi fece rabbrividire (in senso positivo) e, così in poco tempo, arrivammo a scuola, dieci minuti prima dell'entrata.
Quando, a scuola, videro che ero arrivata in sella ad una moto, le ragazze mi guardarono invidiose, per il proprietario, i miei amici mi guardarono sbalorditi, mentre io ridacchiai nervosamente.
Dato che, ormai, tutti sapevamo che Kid e Liz si frequentavano, i due stavano mano nella mano.
Vidi che Black Star guardava sempre nella direzione di Tsubaki e, quando lo sorpresi, si girò dalla parte opposta, imbarazzato.
Inoltre, mi sembrò di vedere un certo feeling tra Hiro e Patty che ridacchiavano tra loro e mi guardavano di sottecchi, con sguardo malizioso, facendomi leggermente arrossire.

Naturalmente, anche se Soul ora aveva una partner, non significava che non flirtava con le ragazze, che si stupirono e gli fecero un sacco di domande sul rapporto che c'era tra noi due; ma, credo che lui inventasse delle balle colossali [...].

Alla fine delle lezioni, che terminarono prima, io e i miei amici ci salutammo e mi misi d'accordo con Soul, che per le 17:00 sarebbe dovuto essere a casa, con valigia e tutto quello di cui aveva bisogno, dopo di che ci salutammo.
Andai a casa, mangiai qualcosa e mi feci una doccia, per poi indossare i vestiti puliti e stendermi sul letto, dove mi addormentai poco dopo.

Verso le 16:00 mi svegliai e preparai quella che, d'allora, sarebbe stata la stanza di Soul, misi gli asciugamani puliti, passai l'aspirapolvere e mi diedi una controllatina allo specchio. Non sapevo perchè mi preoccupavo tanto; infondo, era un semplice ragazzo; forse, perchè, dopo la morte della mamma, mai nessuno era venuto in casa, a parte i miei amici, che, però, erano stati presenti non più di qualche ora. O forse perchè...forse perchè si trattava proprio di lui!? 
Al pensiero della morte di mia madre, divenni triste e i miei occhi divennero lucidi; ma, poco dopo, qualcuno suonò il campanello, così, asciugai in fretta le lacrime e andai ad aprire: naturalmente, era Soul, che, non indossava la divisa scolastica, bensì, una felpa gialla e nera, pantaloni rossi, scarpe gialle e la fascia con le spille nei capelli; con sé portava una valigia e vidi che, si era preso la libertà di parcheggiare la sua moto nel cortile di casa.

Appena mi vide, ghignò e disse:- Ciao!- ma poi, mi guardò:-Perchè stavi piangendo?- chiese; dallo sguardo, sembrava preoccupato
io:-Fatti miei...-
lui:-Oh! Dato che non c'è stata l'opportunità di dirtelo, mi dispiace per la morte di tua madre...- disse, serio
io:- Grazie...Sono abituata alla sfiga. E' da quando sono nata che sono sfortunata- tirando su col naso e con gli occhi lucidi.
Gli mostrai la casa e gli feci vedere la sua stanza, poi, nel salone, gli chiesi:- Ti va di mangiare qualcosa in particolare?-
lui:-No! Fai tu...- lo vidi ghignare e poi, andare nella sua stanza e chiudere la porta, pensando "Ci sarà da divertirsi..." [...].

Pronta la cena, verso le 18:30, stavo per andare a chiamarlo; nemmeno il tempo di girarmi che entrò in cucina, con l'accappatoio semi aperto, che mostrava il suo torace liscio e tonico, i capelli bagnati e le guance leggermente arrossate; notai che si stava pericolosamente avvicinando e chiese, con espressione furbetta:-Cosa hai preparato di buono?-
io, sentendo che mi stava per uscire il sangue dal naso, scappai in bagno, urlando:- MA TI SEMBRA QUESTO IL MODO DI VENIRE A TAVOLA?- mentre  lui sorrideva beffardo.
Chiusi la porta del bagno a chiave e andai davanti allo specchio; vidi che il mio naso sanguinava e stavo sudando; apriì la fontana e mi sciacquai la faccia con l'acqua tiepida, pensando "Cavolo! E' proprio sexy....Mmh!? Ma cosa vado a pensare? Lui...lui...Oh, al diavolo! Lui è tremendamente bello e sensuale! Ma è proprio questo che si aspetta! Che io cada ai suoi piedi! Quindi, non gliela darò vinta! Soffrirò ma non lo farò...".

Quando usciì, dopo circa venti minuti, mi accorsi che Soul indossava una maglietta a maniche corte nera, con un'anima gialla davanti e pantaloni neri, con scarpe gialle e nei capelli niente; era seduto su una sedia, a tavola, mentre mi aspettava.
Io, dopo essermi calmata, andai in cucina e lui si alzo, dicendo:- Stai bene?- mi toccò la fronte
io annuiì e dissi:- Andiamo a mangiare. Ti piace il riso?- lui annuiì.
Così, insieme, ci mettemmo a tavola a cenare, seduti vicini; mentre mangiavamo, lui mi chiese:- In che senso, sei sfigata?-
io presi un respiro profondo e gli raccontai tutta la storia della mia vita, mentre lui mi ascoltava, in silenzio.
Alla fine, lui disse:- Cavolo, che sfiga...senza offesa...-
io:-Già...- i miei occhi cominciarono ad inumidirsi; allora lui fece una cosa che mi sorprese molto: mi abbracciò, sussurrandomi:-Non piangere, adesso ci sono io a proteggerti; per questo, non devi più preoccuparti di nulla...- mi sorpresi, ma mi lasciai cullare da lui; piansi talmente, che, alla fine, mi addormentai dalla stanchezza, tra le sue braccia, sul divano.
Infatti, Soul dovette portarmi di peso a letto, lasciandomi un tenero bacio sulla fronte e uscendo, per andare nella sua stanza, quando, ormai, erano le 23:00.

 

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Capitolo 10
*** Una festa a casa di Kid ***


Il giorno dopo, mi alzai presto, feci la doccia e preparai la colazione; dalla cucina gridavo:-Soul! Soul svegliati! E' ora di colazione!-.
Poco dopo mi raggiunse, tutto assonnato e mi disse:-Buongioron, piagnucolona...- gonfiai le guance e lui scoppiò a ridere
dissi, imbarazzata:-Grazie...-
-Di niente...- mi rispose lui, facendo un sorriso.
Ci sedemmo e facemmo colazione, poi finimmo di prepararci e andammo a scuola con al sua moto [...].

Il tempo passava e io, come anche i miei amici, ma soprattutto io, facemmo più amicizia con l'albino che, comunque, continuava ad essere un donnaiolo.
Io, ero costretta a stare a casa, da sola, alcune sere, perchè lui se la spassava chissà dove, in qualche locale "a luci rosse" o con qualche oca conosciuta chissà dove; mi sedevo sul divano e mi portavo le gambe vicino allo stomaco, prendendole con le braccia, e appoggiando il mio viso sulle ginocchia, triste; ma, di questo, lui non ne sapeva niente, perchè, quando tornava, la maggior parte delle volte dormivo, o, ero nel letto, facendo finta di niente.

Se devo essere sincera, all'inizio, più che triste, ero preoccupata per lui, non che la cosa mi importasse; poi, le cose cambiarono, attraverso quei piccoli gesti, che ci avvicinarono sempre di più; quindi, mi resi conto di essermi innamorata di lui [...].

Ormai, tre mesi erano passati, ed erano arrivate le vacanze estive; Death the Kid, ci invitò tutti a casa sua, per una settimana, poco prima che ricominciasse la scuola; lui era ricco, e disponeva di numerose stanze e domestici; inoltre, aveva una piscina e un giardino stupendo, dove organizzare feste.
Una sera, appunto,  Kid organizzò una festa a bordo piscina ma, oltre noi, furono invitati altri ragazzi, anche alcune ragazze.

Io, indossai un abito nero, con il bustino rigido e la gonna a balze, "lunga" fino a metà coscia, i capelli mossi e il trucco nero; insomma, un po' punk.
Quando mi videro, i ragazzi, sia Black Star e Hiro (che ancora non stava ufficialmente con Patty), che gli altri invitati, rimasero a bocca aperta; ma, proprio di "quella persona", di cui volevo attirare l'attenzione, non gliene fregava niente, almeno così credevo, e continuava a ridere, mentre era seduto, circondato da tre ragazze, una bionda, una castana e una rossa.

Io lo avevo guardato bene, invece, e pensai che fosse bellissimo: indossava pantaloni neri, una camicia bianca mezza aperta e una cravatta nera allentata.
Ma, vedendolo, sentiì un dolore nel petto e nascosi i miei occhi lucidi sotto i capelli; per tutta la sera, stetti in silenzio,  ripensando a mia madre; questo pensiero mi faceva stare ancora più male e i miei occhi iniziarono a diventare lucidi, mentre, quel cretino continuava a spassarsela, circondato dalle ragazze.
Decisi di allontanarmi, per non avere ancora quella vista disgustosa sotto gli occhi e mi misi in disparte, continuando a guardare la luna, che era, ormai, sorta in quel cielo estivo, senza nubi e, dove, le stelle, erano gli unici occhi, testimoni di quello che, di lì a poco, sarebbe accaduto.

Cominciai a piangere, in silenzio; credevo che nessuno si accorgesse di me, dato che tutti, apparentemente, si stavano divertendo, quando, sentiì una voce, che conoscevo da anni ormai, chiedere:-Tutto bene, Tsu-chan?- mi girai, mostrando i miei occhi rossi a Black Star.
Il ragazzo dai capelli azzurri, guardandomi, preoccupato, disse:-Che cos'è successo, piccola Tsuyoi!?- intanto, mi mise una mano sulla guancia, guardandomi con occhi teneri, che non erano proprio da lui, ma che, in quel momento, aveva rivolto a me; infatti, era solo con me che toglieva quella maschera da duro; con Soul e Kid, la teneva, perchè li riteneva i suoi rivali, nonostante gli volesse bene, e, con Tsubaki, la teneva, per farle credere di essere un vero uomo, dato che, lo avevo capito da tempo, a lui la mora piaceva, ma, non aveva il coraggio di dirglielo.

Senza volerlo, guardai Soul, allora, Black Star disse:- Diglielo...-
io:-Cosa?-
lui:-Non fare la finta tonta; ormai, tutti abbiamo capito che ti piace...-
arrossiì e dissi:-Lui non mi prenderebbe nemmeno in considerazione o, se lo facesse, sarei come le altre, una da una notte e via...-
lui:-Hai ragione, ma, tentare non nuoce...-
io:-Mmh...-
lui:-Pensaci, ok?-
io:-Tu, piuttosto, quando ti deciderai a dichiararti a Tsubaki?-
l'azzurro arrossì e rispose:-Pensavo di farlo stasera...-
io:-Beh...allora vai! Cosa aspetti? Io starò bene...-
lui:-Sicura?-
io:-Si...- così, mi baciò la guancia e andò dalla sua bella.
Lo vidi avvicinarsi a lei e dirle qualcosa, imbarazzato e, subito dopo, vidi lei sorpresa e poi, con un sorriso, annuì, per poi stringersi a lui e baciarlo.
Ero felice per loro e, sembrava che, anche gli altri si stessero divertendo, mentre Soul continuava a fare il Don Giovanni con quelle sgallettate.

 

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Capitolo 11
*** Dannazione! ***


Alla fine, la serata terminò tardi e noi andammo nelle nostre stanze, anche se, qualcuno (sapete a chi mi riferisco) non era solo; l'indomani avremmo dovuto studiare per quando saremmo tornati a scuola.

Il giorno dopo, mi svegliai e mi preparai mentalmente a studiare tutto il giorno, ma, almeno, lo avrei fatto in compagnia; quindi, quando tutti si svegliarono, ci sedemmo ad un tavolo e cominciammo a studiare, o, almeno, cercammo, mentre Soul non faceva che decantare la sua impresa titantica di quella notte.
Soul:-Io mi sono messo così, e lei si è posizionata sopra di me e...- disse, il tutto, mimato dalle manine dell'albino, mentre gli altri lo guardavano, a bocca aperta
-...E alla fine abbiamo...- mentre continuava a gesticolare, io tentavo di studiare e mi uscivano sempre di più, vene pulsanti sulla fronte.

Ad un tratto, stufa, sbattei i pugni sul tavolo e urlai:- Non interessa a nessuno cosa hai fatto o no, stanotte! L'obbiettivo per cui siamo riuniti qui è STUDIARE! Ti ricordo che, fra pochi giorni ricominceranno le lezioni e non mi va di essere sgridata per colpa tua! tutti mi guardarono sbalorditi, mentre vidi Maka e Tsubaki annuire.
l'albino mi guardava con sorriso beffardo e disse:-Tzè....qui, l'unica che vuole studiare sei tu; l'unica che prende la scuola sul serio. Calmati e vivi la vita!- lo guardai con occhi arrabbiati, per poi alzarmi, dopo aver preso i miei libri e chiudermi nella stanza.
L'unica cosa che riusciì a fare, però, fu piangere; cominciai a infilare le mie cose nella valigia e, in mezz'ora, ero pronta a tornare a casa.

Parlai con Kid, dicendogli:- Mi dispiace, ma, questa situazione non la reggo, quindi, me ne torno a casa. Ci si vede in giro, amici...- sorpassai l'albino, senza neanche guardarlo in faccia e mi fermai alle sue spalle, dicendo:-E' meglio che ti trovi un posto dove stare, perchè, da me non ti ci voglio...-
lui:-Ma...-prima che potesse parlare, me ne ero già andata, mentre Maka e Chrona mi accompagnarono.
C'era un grande silenzio tra noi, rotto dalla biondina, che chiese:-Davvero non lo vuoi più in casa tua?- mi fermai e cominciai di nuovo a piangere
dissi:-Non sopporto il suo comportamento; voglio farlo spaventare un po', poi deciderò. Hai visto la sua faccia, no!?-
Chrona:-Altroche, ma, tu...tu starai bene...da sola!?-
io:-Non preoccupatevi ragazzi, ce la farò...-.
Eravamo arrivati a casa mia e loro, prima di andarsene, mi sorrisero e mi abbracciarono, per poi salutarmi.

Passai i quattro giorni prima del secondo trimestre quasi sempre a studiare, ma, mi vidi anche con i miei amici, tra loro c'era anche Soul, ma io non lo calcolavo; tornammo ai tempi delle medie.

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Capitolo 12
*** Rivelazione ***


La scuola ricominciò, e fui costretta a vedere Soul, e, dopotutto, eravamo partner; stranamente, non faceva più il galletto, e questo mi sorprese.
Passarono alcuni giorni e, durante le esercitazioni, non essendo le nostre anime in risonanza, non riuscimmo a soddisfare il professore.
Perciò, decisi che, la punizione poteva bastare.

Quindi, un giorno, mentre eravamo in corridoio, dissi:-Soul!?- lui si fermò, senza fiatare
io:-Puoi tornare a casa...-
lui:- Dici sul serio?- chiese, girandosi
io:- Sei sordo, per caso? Ho Detto di si...- lui mi guardò e sorrise, un sorriso vero, diverso dal ghigno beffardo che conoscevo.
Avevo comunque, una morsa al cuore, perchè, volevo che fossimo ancora più vicini; cominciai a spaventarmi, quando restavo sola; capiì che la sua presenza era diventata indispensabile, per me, e, forse, questo ci sarebbe servito.

La goccia che fece traboccare il vaso, fu, un pomeriggio, quando era ormai Dicembre; anche se erano le quattro del pomeriggio, era già tutto buio, quindi, le luci erano accese. Io ero sul divano, a leggere un libro, e lui a guardare la tv. Ad un tratto, la corrente saltò, causando il buio totale; fuori pioveva e tirava vento.
Soul disse:-Vado a controllare il contatore...- si alzò e fece qualche passo verso la porta, ma, io lo bloccai, prendendolo per la schiena, abbracciandolo da dietro 
dissi:-Ti prego, non lasciarmi sola. Ho paura!
lui mi guardò con occhi teneri e bisbigliò:- Fifona...- non so come ma, riusciva a vedere al buio; si girò e mi strinse a sé, accarezzandomi e baciandomi i capelli; poi, mi prese per mano e, insieme, andammo verso il contatore della luce, dove, l'albino controllò ciò che era successo e riattivò l'interruttore, facendo tornare la luce.
Io e Soul ci trovammo mano nella mano; arrossimmo e ci staccammo, per poi tornare sul divano, a fare quello che stavamo facendo prima.

Dopo un po', l'albino si stese sulle mie ginocchia, sorprendendomi e continuando a guardarmi; anche io lo guardavo, pensierosa e chiusi il libro.
Continuammo a guardarci per alcuni minuti, finchè, Soul si alzò, continuando a guardarmi, serio, mentre indietreggiavo; alla fine mi trovai tra lui e il bracciolo del divano, mentre continuava ad avvicinarsi; mi sussurrò, a pochi centimetri dalle mie labbra:- Sei in trappola...-sorridendo, malizioso e, subito dopo, azzerando la distanza tra le nostre labbra. 
Il suo bacio mi stupì non poco e, all'inizio, m'irrigidiì, ma, poi, risposi; le sue labbra erano calde e morbide ed era bellissimo possederle; intanto, lui, mi fece praticamente stendere, mettendosi su di me e continuando a baciarmi.

Ci staccammo solo per prendere fiato e continuammo a guardarci, con gli occhi che ardevano di passione.
Soul disse, col fiatone:-Non immagini da quanto tempo...desideravo farlo...-
sbarrai gli occhi e chiesi:-Ma, allora, perchè continuavi a prendermi in giro e ad andare a letto con tutte?-
Soul:-Il mio era uno sfogo, semplicemente perchè...non potevo avere chi m'interessava veramente....-
io:-E...perchè mi odiavi?-
lui:-Ti odiavo, ma solo perchè ti desideravo troppo...-
sbarrai gli occhi e poi sorrisi, facendo sorridere anche lui.

Soul disse:-Beh...dobbiamo recuperare, non credi?-  guardandomi, malizioso
io:-Aspetta! Prima che sia troppo tardi, anche io ho alcune cose da dirti..-
lui:-Sentiamo..-
io:-TI AMO...- Soul sbarrò gli occhi
io:-Scusa per quello che ti ho detto; non lo pensavo davvero...- lui mi accarezzò
io:-Sono...vergine...- lui sbarrò gli occhi
poi disse:-Ma come; con Kid non...-
io:-No...mai...-
lui:-Beh...non preoccuparti...Per me sarà un onore...essere il primo dell'inarrivabile Tsuyoi Tamashi, la ragazza che tutti vogliono, il sogno erotico di mezza Shibusen, cioè, della parte maschile...la principessa delle fate, l'angelo del Paradiso, il mio angelo...- arrossiì e mi commossi.

Soul mi portò in braccio, nella sua stanza, dove, mi stese sul letto e cominciammo a baciarci; i nostri baci, divennero sempre più passionali, vogliosi.
L'albino infilò le sue mani sotto la mia maglietta, per togliermela, poi giocò con il gancetto del mio reggiseno, fino a toglierlo completamente; prese a baciarmi il collo e a lasciarmi segni rossi su di esso, continuando a scendere. Mi stuzzicò i seni con i denti e la lingua e palpando un seno, mentre succhiava l'altro.
Io, intanto, tenevo i suoi capelli tra le mie mani e gemevo, facendolo eccitare, cominciai a togliergli la maglia, facendolo rimanere a torso nudo; poi, gli baci sul torace e sul petto e cominciai a leccarlo.

Soul mi abbassò piano i pantaloni ed io, facevo lo stesso con lui; gli ultimi indumenti li seguirono; eravamo completamente nudi!
Mi girò di spalle e cominciò a baciarmi e leccarmi la schiena, a partire dal collo, fino ad arrivare alla mia cicatrice, dove si soffermò maggiormente; poi mi rigirò davanti. L'albino s'infilò la "protezione" (sapete di cosa parlo, no!?) e poi mi sussurrò:-Sarà bellissimo, vedrai. All'inizio fa un po' male; ma, è questione di attimi...- annuiì e lasciai che mi allargasse le gambe, e gli diedi il permesso di cominciare.
Per un attimo, avevo visto la sua natura e pensai "Cavolo!E' proprio MOLTO dotato!"; iniziò a muoversi su di me e a spingere, per permettere alla sua virilità di entrare nella mia femminilità; lo sentiì agitarsi e continuare a gemere, quando il suo "amichetto" andava più a fondo; poi, per alcuni secondi, sentiì un acuto dolore, all'altezza del basso ventre, segno che era entrato in me, e che, avevo ufficialmente perso la verginità.

Non mi lamentai, anche se, alcune lacrime scesero dai miei occhi, ma, come mi aveva detto, fu questione di attimi; cominciai a muovermi e a gemere con lui, mentre ci stringevamo in un caldo abbraccio e mentre continuavamo a baciarci.
Ormai, arrivati al culmine del piacere, venimmo insieme e ci accasciammo sul letto, di schiena, mentre continuavamo ad ansimare.

Soul:-C-cavolo! Non credo..anf... ci sia stata una volta migliore di questa...anf...anf...- ansimò, poi mi chiese:-Ti ho fatto...anf...male?-
io, altrettanto ansimante:-Solo..anf...un po'...Ma è...anf...normale, la prima volta...anf....e poi, come hai detto tu,...anf...è durato solo alcuni secondi...anf...anf....- ci guardammo, con occhi luccicanti e ci baciammo. Fortuna che, il giorno dopo, era domenica, e non c'era lezione..

Il primo a svegliarsi, la mattina dopo, verso le 8:00, fu Soul, che mi guardò e pensò "Com'è bella..." ero addormentata sul cuscino, nuda, coperta solo da un lenzuolo, accanto a lui, che,  invece, aveva il torso nudo ed il resto, coperto dal lenzuolo.

Si avvicinò e mi sussurrò all'orecchio:-Ti amo...-
io, apriì gli occhi e dissi:-Anche io, e sul serio, non lo dico per scherzare...- lui mi sorrise e mi fece una carezza e mi baciò leggermente le labbra, per poi alzarsi e andare in bagno a farsi una doccia.
Il pensiero che, ormai, ero sua, lo rendeva felice; ricordava il mio profumo sotto il suo naso, la mia pelle sotto le sue dita e tutto gli era sembrato magico; pensò che non mi avrebbe mai più lasciata, e, infatti, così è stato.
 

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