Disguise.

di beattrie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue. ***
Capitolo 2: *** I. ***
Capitolo 3: *** II. ***
Capitolo 4: *** III. ***
Capitolo 5: *** IV. ***
Capitolo 6: *** V. ***



Capitolo 1
*** Prologue. ***




S
ono la peggiore cretina che esista sulla faccia della Terra.

La mia mente si era completamente dimenticata che, per ragioni equatoriali,

in Australia ora è estate.

E ora, furba, ad dicembre inoltrato, io possiedo la mia felpa più pesante, nonché la mia preferita, i miei adorati jeans che non lavo da due settimane e le mie Converse nere di quattro anni. Inoltre, i miei spessi occhiali da vista e la mia coda di cavallo disfatta non danno propriamente l'immagine di una ragazza pulita e ordinata, ma pressoché quella di una barbona che si sia permessa un biglietto aereo per Sidney.

Ebbene sì, la ma vita “cazzuta” a Londra era finita: ero arrivata a spendere tutti i miei soldi in concerti, tavolini con i migliori alcolici nelle discoteche e cene a base di cibo cinese e thailandese nei migliori locali di SoHo, non pagando l'affitto e l'Università che i miei parenti amavano tanto, ma che io detestavo.

In sintesi: sfrattata dall'appartamento e cacciata dall'Inghilterra, una situazione “paradisiaca e celestiale” che più che mandata da quello che tutti chiamano Dio sembrava spedita da un demone.

I miei genitori, benestanti fino al collo, non hanno mai accettato il fatto di avere una figlia “anticonformista”. Ero quella ragazza che metteva gonnelle davanti a loro, per poi rinchiudersi in una cabina telefonica con i vetri oscurati e infilarsi i jeans che una mia ex-amica mi aveva regalato. Quelle bluse piene di sbuffi, sostituite da enormi felpe e t-shirt con stampe delle mie band preferite: Nirvana, Guns N' Roses, Pearl Jam, Led Zeppelin, ovviamente la musica considerata satanica dentro le mura di casa Hudson, che prediligeva Mozart, Beethoven e Bach.

Così, decisi di fare l'Università lontana da Manchester, ma appena i miei seppero di questa scelta, mi spedirono a Londra, facendomi fare la facoltà di Medicina, solo perché è una tradizione che si tramanda dal mio bisnonno Harold, che è giunta a mio nonno e infine a mio padre, che desiderava a tutti i costi che io diventassi una neuro-chirurga come diceva l'albero genealogico.

Ma a me di curare le persone non me ne fregava niente. Io volevo diventare manager, una che segue le band più importanti, girovagando per il mondo: era il mio sogno sin da quando decisi per la prima volta, a quindici anni, di non andare più in chiesa. E lì i miei si arrabbiarono: minacciarono di farmi rinchiudere in un collegio di suore, di abbandonarmi, ma forse era il sogno più grande che avevo.

Il controllore dei biglietti decise di staccarmi dai miei pensieri sospirando, infuriato, un “signorina, sta bloccando tutta la fila, si decide a darmi il biglietto?

Per fortuna evitai le mie risposte scortesi, anzi, non dissi nulla, porgendo solamente a quell'uomo con tanto di “cappello austero” che di austero non aveva proprio nulla, il pezzo di carta che mi avrebbe fatto ricominciare una nuova vita lontano dalla mia famiglia, lontano dalla mia odiata Inghilterra e lontano dalla compostezza caratteristica dell'isola Britannica.

E quale posto meglio dell'Australia?

***
Beaniest's Corner


Buongiorno, buon pomeriggio, buona sera o buonanotte, dipende a che ora leggete! 
OMG ma voi sapete da quanto tempo non aggiornavo qui? Secoli, millenni forse!
Ed eccomi tornata, più "fresha" che mai!
La storia questa volta si concentra sulla mia celebrity crush, Ashton dei 5 Seconds Of Summer *iperventilazione, grida, svenimento.*
E niente, che dire! 
Mi piacerebbe ricevere recensioni, voti, commenti, anche negativi, basta che mi facciate un po' di compagnia in questa nuova avventura!
Io sono contenta di avere ripreso a scrivere, e spero di fare contenti anche voi!
B.

Ps. Ho già sfornato 10 capitoli, non so in quanto tempo aggiornerò!

 

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Capitolo 2
*** I. ***




I.

 

Dopo le solite tappe che si svolgono prima di un viaggio aereo, finalmente sono sulla pista su cui è presente il mio velivolo.

Riesco a scorgere gli scalini che mi porteranno all'interno di esso, quando un ragazzo travolge completamente la mia persona e, soprattutto, la mia valigia.

Pirla, stai attento, dico!” gli urlo contro, e lui sembra davvero dispiaciuto.

Mi scusi signorina, pensavo che il volo stesse per partire. Comunque le conviene darsi una calmata, non mi sembra il caso di trattare uno sconosciuto così.

Ah, dispiaciuto un par di palle. Bravissimo attore, devo dire. E soprattutto, rompicoglioni.

E a me non sembra il caso di catapultare le persone a terra, in questo modo. Mi hai fatto male, è l'unico modo in cui io ti posso trattare.

Pensavo che oltre a una culata si fosse anche morsa la lingua, carissima” ribatté nel modo più acido possibile il giovane; “e comunque, agli sconosciuti si da del voi.

Ma se abbiamo la stessa età!” risi. “Ora, egregio signore, potrebbe lasciarmi passare e prendere il mio volo diretto per Sidney?” domandai, schernendolo.

Oh Cristo, pure lo stesso volo. Va bene, dolce creatura, passi prima lei” concluse con un sorrisetto sarcastico e il braccio rivolto verso i gradini del jet.

Stronzo” sussurrai fra i denti, e salii sull'aereo, dove una hostess mi accolse con un sorriso falso come una moneta da tre euro, indicandomi il posto.

Come se avessi due anni, mi sembrava di potermela cavare da sola.

Attesi altri cinque, dieci minuti, e io cercai di appisolarmi. Ma, esattamente due minuti dopo, sentii una mano scuotermi violentemente il braccio.

Ma cazzo, ce l'avete tutti con me oggi?” chiesi, piuttosto irata, a chi aveva interrotto il mio sonnellino.

No, a quanto pare solo io” rispose una voce piuttosto familiare. Il coglione di prima.

Ma cosa vuoi esattamente da me? Mi lasci in pace?” continuai con il tono più basso che potei, per non disturbare gli altri passeggeri.

Si da il caso che tu stia occupando il mio posto, quello del finestrino” disse in modo abbastanza insolente il ragazzo, mostrandomi il suo biglietto.

Cazzo, e ora che mi invento?

E allora? Sono arrivata prima io.

Non fa una grinza questa risposta, ma spero se la beva; lui rise, ma mi disse: “Okay Storm. Tienilo tu il posto vicino all'oblò”.

Storm. Direi un nomignolo affascinante. O forse no.

Come mi avresti chiamata, scusa?” chiesi, con la voce più stridula che le mie corde vocali avessero mai prodotto.

Il ragazzo alzò le spalle: “Storm”. E poi spiegò: “Sei come una tempesta. Io ti ho travolto e le risposte non sono state delle migliori

Cercai di trattenere una risatina, senza successo.

Dai, che forse, in fondo, questo ragazzo è simpatico.

Dai, che in fondo queste trentatré ore di volo dureranno come cinque minuti.

Ma ecco che una voce interrompe i miei pensieri: “Lo sai che in Australia è estate, vero?

Fanculo, straniero. Ci mancavi solo tu a ricordarmelo.

***
Beaniest's Corner

Allooooora, ecco finalmente l'incontro tanto atteso! *solo da me credo, sigh.*
Dovete aiutarmi con le lunghezze del capitolo... Vi sembra troppo corto o più o meno va bene come lunghezza?
Scusate, è la prima ff che pubblico ;___;
Coooomunque, se avete Wattpad, vi linko questa stessa storia di cui avrete tra l'altro gli aggiornamenti in tempo reale (*---*)
Non so cos'altro dire, oltre a dirvi di leggere, recensire, commentare, votare, insomma, farmi sapere la vostra opinione... Insomma, non lasciate da sola questa povera ragazza :(


- B.

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Capitolo 3
*** II. ***


 



II.

No grazie,non voglio niente” dissi per forse la centesima volta alla hostess con il carrellino, nel modo più acido possibile.

Un Twix, grazie” rispose invece quel coglione ragazzo conosciuto poche ore prima.

Nonostante l'approccio iniziale, parlare era stata un'occasione molto rara.

Tieni” continuò quella voce, come la posso definire, melodiosa.

Ma se ho detto che non voglio niente” risposi, con un tono abbastanza canzonatorio.

Bella felpa” esclamò, cambiando totalmente discorso e, infine, posandomi la barretta di cioccolato sul tavolino, mi rivolse un leggero accenno di sorriso.

Ora tenti di fare il gentile, eh?” gli chiesi, tenendogli corda.

Non fece altro che far uscire dalla sua bocca una lieve risata, e aggiunse: “Ashton. Ashton Irwin.

Ti chiami Ashton? Scherzi?”. Stavo morendo dalle risate, Ashton è un nome da vecchio.

Si” ribatte, piccato. “E tu, Storm? Come ti chiami?” concluse, dando un morso alla barretta ripiena di gustoso caramello.

Uhm” meditai una ribattuta adeguata. “Storm” risi “Non voglio che tu sappia il mio nome, Pikachu

Non poté fare altro se non ridere a crepapelle: “Ah, e poi sono io quello che dà soprannomi di merda” gridò, quasi soffocato dalle lacrime gioiose.

Si, in effetti come battuta “Ash = Pikachu” lasciava a desiderare, ma il riccio continuava a dimenarsi, quasi piegato in due.

Non capivo cosa ci fosse di così tanto divertente nella mia battuta, ma lasciai correre.

E così hai la felpa dei Ramones, uhm?

La specialità di questo mio coetaneo è sicuramente saltare di palo in frasca.

Assolutamente!” sussultai. “Li adoro! Poi, oltre a Blitzkrieg Bop, anche Pet Semetary e I Wanna Be Your Boyfriend penso che spacchino davvero tanto!

Ashton alzò le labbra: “Hai trovato la persona sbagliata con cui parlare di Johnny, DeeDee, Joey e Tommy” fece un sospiro. “Odio i Ramones.

ERESIA!” urlai, spaventandolo. “COME FANNO A NON PIACERTI I RAMONES?

Troppo comuni” motivò Pika (ormai era diventato così), con nonchalance. “Io sono hipster: ascolto i gruppi che non conosce nessuno ma che presto diventeranno famosi.

Feci una risatina. “Allora fammi un esempio. Chi ascolti? Gli Arctic Monkeys? I Kodaline? I Foster The People?” curiosai, e vidi che gli si illuminarono le iridi color caramello di Twix.


Subito dopo, attaccò: “All the other kids with the pumped up kicks you'd better run, better run, faster than my bullet!


Daddy works a long day, he be coming home late, yeah he's coming home late, and he's bringing me a surprise...” terminai io, scatenando diverse occhiate minacciose e divertenti, come quelle di Ashton.

Prese l'ultimo boccone ricco di sapore e buttò la carta nel cestino del sedile anteriore.


Ma che simpatico” mormorai, ridacchiando.


Pika mi imitò, ma purtroppo, anche se erano le quattro del pomeriggio (o almeno, il mio orologio segnava così), crollai in un sonno profondo, come se fossi stata protetta da un grande e morbido cuscino.
 


 

Avevo dormito. Forse quattro o cinque ore? Speravo con tutta l'anima, ma purtroppo il mio Swatch segnava le cinque e mezza.

Buongiorno dormigliona” disse premuroso Ashton.

Cos..” ebbi solo il tempo di balbettare, che mi resi conto del magnifico disastro che avevo appena combinato.

Mi ero addormentata sull'accogliente petto del mio vicino di volo.

Oddio, scusami! Perdonami!” scattai, con gli occhi sbarrati dall'imbarazzo, accolti da una grassa risata da parte del castano: “Ma stai tranquilla... ora, però, devo andare a pisciare. Sai com'è, è da mezz'ora che la mia vescica implora un cesso, ma non potevo svegliarti, perchè sei bella quando dormi

E detto questo, con un occhiolino in allegato, si alzò, avviandosi verso i servizi igienici.

Piccolo riassunto: un ragazzo che conoscevo da quasi due ore mi avevo detto che ero bella. Quando dormivo, per giunta, dove assumo le peggiori smorfie e sembro sempre in una fase post-sbronza.

Ottimo modo per attaccare bottone, Irwin.

Quando tornò indietro, non potei fare a meno di fissare la sua canottiera dei Joy Division dove avevo comodamente poggiato la testa fino a qualche minuto fa.

Provai anche a ricordarmi il suo profumo. Limone, arancia, lime, miele, menta e tabacco. Si, doveva essere proprio il mix giusto. Un mix delizioso e adorabile, che messo in confronto con il mio lerciume forse non era proprio il massimo.

Storm, tutto okay?” chiese, sventolandomi la mano sinistra davanti alla faccia.

Le mie iridi nere incontrarono, per la prima volta in un contesto quasi serio, le sue color nocciola.

Love, love will tear us apart, again...

Merda. Ora mi sono messa a cantare i Joy Division e capirà che stavo fissando la sua maglietta. Un applauso mentale, Hudson. Congratulazioni.

Ma invece mi graziò: “Che donna banale. This is the hour when the mysteries emerge, a strangeness so hard to reflect...

Il mio cuore fece un sobbalzo quando risentì il suo timbro cantare per la seconda volta. Per di più, ora stava imitando la voce metallica di Ian Curtis, nonché uno dei miei cantanti preferiti.

Ah, infatti so continuare... guarda che lo so che questa è Komakino!” e successivamente intonai “A moment so moving, goes straight to your heart, the vision has never been met...

The attraction is held like a weight deep inside, something I'll never forget!

Con la mano chiusa a pugno, gli occhi strizzati e la bocca contratta in una smorfia, Ashton risultava quasi... tenero.

Feci che guardarlo e ridacchiare. Ancora.

Dopo almeno due minuti di imitazione dell'organico strumentale di Komakino, il ragazzo azzardò: “Okay straniera. Tu sai che mi chiamo Ashton Fletcher Irwin, magari Fletcher non lo sapevi, ma pazienza. Sai che sono hipster, che odio i Ramones e amo i Joy Division, i Kodaline e i Foster The People... ma io di te non so nulla. Siccome rimani Storm visto che vuoi fare la misteriosa, dimmi altro di te.

E ora che mi invento?

Storm, ragazza ribelle e fagnana dal 19 ottobre del '95. Davanti ai genitori ordinata, con gonnelle, bluse, ballerine e fermaglini; dietro le quinte con i capelli cotonati, Converse” mostrai le mie scarpe preferite, ormai distrutte “felpe e jeans larghi e bevitrice di birra incallita. Davanti ai genitori sostenitrice di campagne contro il fumo, mentre nel cassetto non nascondevo soltanto sigarette. Occhiali rotondi in casa, squadrati fuori. Insomma, un piccolo riassunto della mia sciocca e inutile vita.

Ah-ah” replicò Fletcher “saresti pregata di dirmi che musica ascolti. Non dirmi Tchaikovsky in casa e i Poison all'esterno” soffocò l'ilarità della situazione mordendosi il labbro, e stranamente mi ritrovai a fissarglielo.

Beh” iniziai, quasi disorientata dal pensiero del suo gesto precedentein effetti era così, già. Andai di nascosto al concerto dei Rolling Stones, e quando mi beccarono, mi segregarono in casa per due mesi interi.” Rimasi sconcertata al pensiero di quel periodo con collant, occhiali rotondi e camicette, infatti Ashton deve averlo notato.

Scusami... a volte sono davvero acido” e detto ciò, mi avvolse nelle sue braccia possenti.

Fu tutto così veloce e confusionario. Tre ore fa avevamo appena finito di litigare, e ora eravamo petto contro petto, cuore contro cuore, scapola sua contro testa mia.

Ed eccolo, di nuovo. Limone, arancia, lime, miele, menta e tabacco. Avrei dovuto chiedergli che marca di sigarette fumasse, che shampoo utilizzasse e che chewing-gum masticava, anche se io non ero in grado di prendere confidenza così come aveva fatto lui con me.

L'abbraccio non voleva finire. Ma io ero contenta così. Avevo scoperto che gli arti di Ashton erano molto meglio di tutto ciò che quei ricconi dei miei genitori mi avevano dato in questi 19 anni della mia intera esistenza.

E mi sentivo così bene, così protetta, così accudita, sicura e tranquilla, che forse le braccia del mio vicino di volo erano quella “casa” di cui tutti parlavano e dove io non mi sono mai sentita, in quella villa gigante, marmorea e fredda.

Ebbene sì, conoscevo Ashton Fletcher Irwin da più o meno tre ore e mi aveva fatta sentire male, poi bene: insomma, un misto di emozioni che dovrebbero costituire la parola “famiglia”e, forse, anche la parola “amore”.

E una ragazza così trascurata che arriva a farsi queste profonde riflessioni sulla vita... roba da matti.

***
Beaniest's Corner

Ecco il secondo capitolo! Come vedete è un po' più lungo degli altri, dovete gioire con me. *stappa champagne*
Lo so, lo so, li volete ancora più lunghi. Ma, come ho scritto nelle risposte delle recensioni (grazie alle mie due lettrici, che care che siete ;____;), i capitoli dall'1 al 10 hanno questa lunghezza, più o meno. Ma dall'11, in fase di preparazione, proverò a farli un peliiiiino più lunghi (ma non aspettatevi 15 pagine di Word di capitolo... andrò gradualmente, lol.)
La stessa storia è presente su Wattpad, ecco il link! Il vantaggio sono gli aggiornamenti in tempo reale, che i adoro :')
Leggete, recensite, commentate, votate, fatemi sapere la vostra opinione... Ci tengo!
Baci a tutti :*


B.

Ps.
Da questo capitolo metterò le canzoni, citate o non, riferite a questo pezzo di storia.

On A Plain, Nirvana.
Blitzkrieg Bop, Pet Semetary, I Wanna Be Your Boyfriend - Ramones.
Pumped Up Kicks, Foster The People.
Love Will Tear Us Apart, Komakino - Joy Division.
She's Like A Rainbow, Rolling Stones.

 

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Capitolo 4
*** III. ***




III.

A che pensi?” mi chiese Ashton.

Oh, nulla, solo a te che forse sei stata la prima persona che mi ha Abbracciato con la A maiuscola.

Devo rifarmi lo smalto” borbottai. La prima scusa che mi venne in mente, tra l'altro una scusa da ragazza vanitosa. Ma vaffanculo Bea.

Il ragazzo sorrise, e disse: “A me non piacciono le ragazze troppo curate. Insomma, cosa c'è di meglio di un eyeliner sbavato, i capelli in disordine e le unghie mangiucchiate?

Okay che sembro una grunger del Bronx, Irwin, ma non puoi assolutamente dire ciò” constatai.

Rimanemmo molto in silenzio. Ormai eravamo sopra Singapore, avevo sentito un papà che diceva al figlio questa affermazione e pensai al mio rapporto genitore-piccola. Papà sarebbe stato al computer tutto il tempo, non mi avrebbe mai illustrato le città da un finestrino. Non avrebbe mai indossato una semplice t-shirt, non avrebbe mai preso da terra il mio orsacchiotto, e neanche avrebbe rilegato il nastro delle mie trecce se si fossero sciolte.

Neanche me ne accorsi, che delle calde e soprattutto salate lacrime mi rigarono le guance. Fortunatamente non mi ero truccata quella mattina: i pochi trucchi che rimanevano erano nella grossa valigia che da qualche parte stava raggiungendo l'Oceania con me.

Ashton dormiva. La bocca socchiusa, la bandana sudata e la maglietta stropicciata lo riducevano come un bambino. Sorrisi alla vista di quella scena, e non potei fare altro che scattare una foto con il mio iPhone e impostarla come blocco schermo e sfondo della Home.

Mi sembrava la cosa più stupida e cretina da fare, ma purtroppo era così... banale, semplice.

Frugai nelle tasche di Ashton, in cerca del suo telefono. Appena premetti il tasto per sbloccarlo, come sfondo vidi... me.

Esattamente un mia foto, scattata proprio mentre pisolavo tranquilla sul suo petto, con la mia felpa granata con la bella scritta Ramones in vista, senza occhiali perchè me li aveva tolti, e con i capelli mori a ventaglio sparsi sulla sua canottiera.

Non me lo sarei mai aspettato.

Ma soprattutto, non mi sarei mai aspettata che lui avesse fatto la mia stessa cosa.

Decisi di non indagare a fondo, e di posare il cellulare del giovane sul tavolino di fronte a lui.

Controllai le note del mio telefono, e ne vidi una nuova, risalente a qualche ora fa. Iniziava con un numero di cellulare, e concludeva così:

Non mi deludere, Storm. Ash xx

Buongiorno” sussurrò il mio vicino: no cazzo, la voce roca no Fletcher, rischio di saltarti addosso.

Buongiorno” dissi sorridendogli. Intanto per la cinquecentesima volta stava passando un'assistente di volo con cibo e bibite, e Ashton non si smentì neanche stavolta, continuando con la sua voce impastata dal sonno: “Un Kit Kat e un caffè, grazie”.

Dalle occhiate ammiccanti che rivolgeva a quella pompata della hostess, potevo dire che il giovane era un vero e proprio sciupa-femmine. E il bello era che, nonostante la ragazza fosse molto più grande, sorrideva con occhiatine melense e sbattimenti di ciglia più odiosi di una merda di uccello sulla tua t-shirt preferita.

Per fortuna il destino pensò a me, almeno per una volta; l'altoparlante annunciò l'atterraggio su Singapore, per lo scalo.


Non ci mettemmo troppo a scendere, ma avevo davvero bisogno di sgranchirmi le gambe.

Avevamo un'ora e mezza di puro svago e io l'avrei impiegata mangiando e bevendo caffè e birra, andando alla toilette, ma, soprattutto, avevo bisogno di quel caldo nettare chiamato nicotina che solo le Marlboro rosse sapevano darmi: era da più di venti ore che non toccavo una sigaretta e non pensavo assolutamente di smettere.

Non ti lascio, Storm” urlò una voce dietro di me al bar, mentre facevo rifornimento di un tramezzino alla capricciosa e una Beck's.

Mi hai spaventato.” sussultai, prendendo un sorso del liquido spumeggiante nella bottiglia verde.

Ne vuoi una?” mi chiese, offrendomi una Merit.

Gli risi in faccia. “No, fumo solo Marlboro.

Hai capito la ragazza? Provare non ti uccide.” mi propose, ma gli dissi che le Merit mi facevano totalmente schifo.

Finito il pranzo, uscimmo verso una balconata del grande edificio dell'aeroporto di Singapore. Presi il mio pacchetto dalla tasca, da cui estrassi il sottile cilindro di tabacco insieme all'accendino. Portai il primo alle labbra, e mentre stavo per accendere Ashton mi interruppe, si girò verso di me e, portandomi più vicino a lui, con una sola fiamma accese sia la mia che la sua sigaretta.

Mi guardò, alzando leggermente il labbro per un sorriso.

Socchiusi gli occhi, scuotendo la testa, per negare qualcosa di cui non sapevo bene la provenienza.

Lo stavo fissando, mentre guardava gli aerei decollare, tirando dalla sua sigaretta per poi rilasciare il fumo poco dopo. Sembrava proprio gustarsela, la nicotina: entrava dentro i suoi polmoni, forse a fargli caldo, e non gli importava se gli faceva male, lui fumava e basta.

O forse, questo era lo specchio di me stessa visto da un altro punto di vista.

Da quant'è che fumi?” mi chiese, a metà della sua nostra sigaretta.

Da quando avevo sedici anni. I miei ovviamente non ne sapevano nulla, loro sono per le campagne anti-fumo e merdate del genere.” risposi, ridendo al pensiero di come io li assecondassi e poi andavo in giro con la sigaretta in mezzo alle labbra.

Ashton però non rise. Io gli rivolsi la sua stessa domanda, e la risposta fu: “Io anche... ma per puro divertimento, che ora si è tramutato in sfogo. Ti farò conoscere gli amici con cui ho provato la prima volta, sappilo.” disse, aggiungendo un teatrale tiro alla fine della frase.

E chi ti ha detto che ti voglio frequentare, Irwin?” chiesi scherzosamente, ma lui non colse.

Sarei l'unica persona che avresti, a Sidney. A meno che tu non abbia parenti.” rise, sbuffando il fumo mentre lo faceva.

Oltre a mia zia ho solo te, hai ragione” canzonai, sconfitta dalla sua vittoria.

“Beh, domanda facoltativa. Perchè fumi?” mi domandò il riccio, e per l'ennesima volta pensai che sapeva facilmente attaccare bottone.

Ribellione.” fu la mia unica risposta. “Spero ti basti, anche perchè non voglio parlarne a un mezzo sconosciuto.

Guarda che ho visto che hai la mia foto come blocca schermo.” ribattè, e io sgranai gli occhi.

Potrei dire lo stesso di te” lo sfidai, quasi al termine della sigaretta.

Oh beh, io fumo per sfogarmi, ricordi?” chiese sarcastico. “Ma non ti racconterò bene perchè, Storm. In fondo, sei una mezza sconosciuta.” concluse, quasi offeso.

Più che altro non voglio inventarmi balle, Ashton” confessai. “Non saprei che dirti.

E allora facevi prima a non rispondermi.” continuò, il tono ancora infastidito.

Ashton, ora tocca a me farti una domanda.” sbottai, di colpo, buttando la sigaretta nel posacenere, cosa che Ashton aveva fatto già da qualche minuto.

Perchè ti interessa così tanto di me?” gli domandai, senza attendere una sua risposta. Il mio tono era quasi da bambina piccola stupida, ma lui fece che prendermi i polsi e strofinare le sue grandi mani da essi fino alle mie spalle fermandosi su esse, attraverso le mie esili e minute braccia.

Dopo un minuto di silenzio, il ragazzo passò il suo pollice destro sulla mia guancia, accarezzandomi. Sentii le sue mani fredde contrastarsi contro il caldo di Singapore, e sentivo ancora le mie lacrime di qualche oretta fa sulle mie gote, ancora appiccicose e umide.

Voglio salvarti, Storm” mormorò, mentre i brividi sulla mia schiena aumentavano a dismisura. “Non sono riuscito a salvare Meredith, ma voglio provarci con te.

E detto ciò, strinse il mio viso nei suoi imponenti organi prensili, guardandomi nei miei occhi. Lui, quegli occhi caramello ricchi di particolari, io quegli occhi neri troppo scuri per far trasparire qualsiasi tipo di emozione, quegli occhi insignificanti.

Dopo diversi istanti, depositò un leggero bacio sulla mia fronte fredda. Le sue labbra calde crearono un fuoco proprio al centro della mia faccia.

Ci vediamo dopo, Storm” si congedò, e io non risposi.

Ero troppo scossa dagli avvenimenti appena conclusi, e troppe domande affollavano la mia mente: chi era Meredith? E che storia nascondeva Ashton?


Beaniest's Corner
Siamo già al terzo, piango. Non è molto lungo, me ne rendo conto, chiedo perdono, ma è un, cosidetto, capitolo di passaggio.
Se può rallegrarvi, ho finito il capitolo 11, ed è lungo esattamente tre pagine di Writer (raga, per me è un record, capitEMI)
Mi rendo conto di aver finito in modo cattivo MUAHAHAH. Ma posso dirvi che saprete in modo migliore chi è Meredith più avanti in diverse versioni ;)
Ora basta spoiler, giuro.
Ecco la storia su Wattpad! Aggiornamenti in tempo reale aka la mia vita.
Leggete, recensite, commentate, votate, fatemi sapere la vostra opinione... Ci tengo!
((Piccolo momento di fangirleggiamento. Ashton che dorme.
RIPETO, ASHTON CHE DORME
MA COS'E' NON CREDO DI FARCELA AIUTO ASDFGHJKL
Okay, chiusa parentesi.))

Baci a tutti :*

B.

Ps.  
Do I Wanna Know, Arctic Monkeys.
Pyro, Kings Of Leon.
Safe and Sound, Taylor Swift.
Serve The Servants, Nirvana.

 

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Capitolo 5
*** IV. ***




IV.

Meredith.

Quel nome rimbombava nella mia testa da circa mezz'ora, e fra dieci minuti avrei dovuto risalire sull'aereo e riaccomodarmi accanto ad Ashton.

Ero troppo curiosa di sapere qualcosa, ma allo stesso tempo mi sentivo anche invadente.

Fanculo, era stato quello stupido ragazzo a istigarmi a sapere di più.

Decisi di arrivare in modo soft al punto, magari parlando d'altro.

Ad esempio, del fatto che si era cambiato la maglietta e la bandana era stata sostituita da un cappello con una visiera rotonda, che gli circondava la testa.

Dovrei aver capito che il ragazzo prediligeva il nero. Infatti, con la sua maglia degli Iron Maiden, con la mascotte in pieno petto, adottava per la seconda volta nella giornata un look total black.

Scorse che lo stavo fissando, ancora. I suoi occhi nocciola fissarono i miei. La distanza si faceva sempre più minima ogni secondo che passava. Ashton continuava ad avvicinarsi, senza timore, mentre io rimanevo immobile. Tanta bellezza non faceva altro che stordirmi. Maledette farfalle nello stomaco, maledetta tachicardia.

Avevo paura del seguito, ma sentii la sua voce canticchiare: “You tell me we can start the rain, you tell me that we all can change, you tell me we can find something to wash the tears away...

Rainmaker, una delle mie canzoni preferite.

Continuai. “And I know of the pain that you feel the same as me, and I dream of the rain as it falls upon the leaves, and the cracks in the ground like the cracks are in our lives, they are sealed and now far away...

Sorrise, e insieme sussurrammo: “La adoro.

Momenti di silenzio imbarazzanti seguirono. Il ragazzo guardava da altre parti, io ero indecisa se fumarmi un'altra sigaretta o lasciare stare.

Dopo minuti di ardua scelta, decisi di lasciar perdere, e proprio in quell'istante qualcuno mi strinse il polso.

Dobbiamo andare, Storm” sussurrò la voce, ormai inconfondibile, e senza lasciarmi un secondo proseguimmo verso il nostro velivolo.


Ci accomodammo, ma stavolta fu Ashton a mettersi accanto al finestrino. Gli avevo concesso questo privilegio per le ultime ore di volo, e lui sembrò essermene grato.

Notai come i suoi magnifici occhi erano impegnati a guardare il panorama sottostante. Scrutava con interesse ogni isola, ogni spazio di terra adagiato sulla lunga distesa della Barriera Corallina.

In fondo, non sembrava volersi aggrappare ad altro.

Dopo venti minuti, mi ricordai del mio iPod, che avevo dimenticato nelle tasche dei jeans.

Lo accesi, infilandomi le cuffie e cercando di sprofondare sullo scomodo sedile.

Ecco la prima canzone: Would?, degli Alice In Chains.

La voce calda e parimenti roca di Layne Staley mi sprofondò nelle orecchie, ma in quel momento il mio vicino di volo, senza staccare gli occhi dal finestrino, mi prelevò un auricolare e se lo posizionò nel padiglione.

Stranamente non diedi di matto. Odiavo quando qualcuno faceva così, ma forse il fatto che lo avesse fatto Ashton mi fece addirittura piacere.

Anzi, un brivido mi percosse quando sentii provenire dalla sua bocca “Into the flood again, same old trip it was back then...”, e pensai, oltre al fatto che con quella voce roca era in grado di riuscire a sciogliermi, che era dannatamente bravo.

Purtroppo la canzone si concluse troppo in fretta, e la riproduzione del mio iPod fece la bastarda, inviandomi Wind Of Change degli Scorpions. Ashton si mise a fischiettare, e io non potei fare a meno di pensare alla sua bellezza fusa con quella della canzone.

Alla terza canzone, forse era Come As You Are dei Nirvana, vidi il giovane smanettare con il suo iPhone. Tolse i miei auricolari dal jack del mio dispositivo, per poi attaccarlo al suo.

Mi porse gentilmente una cuffia, e dopo averla ficcata nell'orecchio, alcune note partirono.

Mr. Brightside, The Killers.” gli dissi, con fare saputello.

La sua risposta fu “Jealousy, turning saints into the sea, swimming through sick lullabies, choking on your alibis..” mi aggiunsi, e cantammo: “but it's just the price I pay, destiny is calling me, open up my eager eyes, cause I'm mr. Brightside!

Una testa grassa e pelata si girò verso di noi e ci urlò, con fare arrabbiato: “Starei cercando di dormire!

Io e Ashton ci guardammo e ridemmo.

Niente da fare, nessuna canzone sarebbe stata la prima della mia top ten, se non la sua risata cristallina e contagiosa.

Guarda Storm, vedo Sidney!” mi urlò, prendendomi la mano e stringendomela, mentre con quella destra indicava la sua città, fiero.

Appena si accorse del nostro contatto arrossì, e io con lui.

Ashton.” lo chiamai, seria. “Chi è Meredith?

Il sorriso smagliante di pochi istanti fa si rabbuiò, facendo diventare il viso del ragazzo triste e cupo.

Meredith è mia sorella. O era, forse. Non lo so. È da cinque anni che non la vedo.” mi disse, quasi indifferente.

E comunque, non ti importa. Non dovrebbe importarti. A me non frega un cazzo di lei, a lei non frega un cazzo di me e della sua famiglia. È stata lei a cercarsela, è stata lei a voler fare la puttana in tangenziale. Come se noi non avessimo soldi.” mi rivelò, con fare incazzato.

Ma non..” iniziai, ma Irwin mi interruppe: “Si è voluta mantenere la sua vita da sola perchè si vergognava della sua famiglia? E ora noi non vogliamo sapere nulla di lei. E a te non dovrebbe importarti. Meno confidenza, Storm.” mi disse, scontrando il suo naso contro il mio, e guardandomi con occhi scuriti.

Sei tu che l'hai messa in gioco, Fletcher. Ricordi? Secondo me le vuoi ancora bene.” proposi, ma ricevetti una secca negazione con la testa, e per la prima volta vidi Ashton Irwin piangere. Sulla mia maglietta.

Non potei fare altro che abbracciarlo e appoggiargli la testa sulla sua spalla.

Lo accarezzai, tracciando dei lenti cerchi immaginari sulla sua testa di capelli informi e ribelli.

Senza cappello e senza bandana possedeva dei semi-ricci incolti e non curati, ma per me rimaneva sempre un dio greco.

Lo sentii bearsi delle mie leggere coccole, e quando si addormentò sulle mie gambe, capii che la vita era difficile pure per lui.


Attenzione, si avvisano i gentili passeggeri che stiamo svolgendo l'atterraggio a Sidney. Allacciare bene le cinture.

Durante l'assordante avviso dell'altoparlante, Ashton si svegliò, mormorando parole a caso e stropicciandosi gli occhi. I capelli ancora più disordinati e gli occhi piccoli a causa delle lacrime e della stanchezza lo rendevano molto adorabile, tanto da sorridergli a trentadue denti.

Buongiorno.” mi disse in un orecchio; io contraccambiai.

Fece per raccogliere gli ultimi oggetti che aveva lasciato sul sedile, e per infilarsi il cappello, in uno dei suoi soliti gesti teatrali. Mi ridiede le cuffie, e mi sorrise.

In effetti, speravo di viverci vicino, a Sidney. Svegliarsi così tutte le mattine sarebbe una favola.


Beaniest's Corner
E finalmente, dopo tanto tempo, ce l'ho fatta. Io lo giuro, lo giuro, lo giuro, LI FARO' PIU' LUNGHI.
A una notizia cattiva (capitolo corto e di merda), ne segue una nuova: oggi sono andata in ambulatorio con mia sorella (fa la veterinaria e so che non ve ne frega una minchia ma ero con lei) e ho scritto TUTTO IL CAPITOLO 12 - lungo quasi tre pagine, dai che sto migliorando, yay! - E INIZIATO IL CAPITOLO 13. GRIDO, MUOIO, DECEDO. 
Tornando a noi, che capitolo fluffoso, lacrimo conigli ;_____; la ragazza della foto di questo capitolo è Meredith, interpretata da Hannah Murray. Nonostante io non segua Skins e nessun telefilm mi piaceva la figura della famosissima Cassie Ainsworth per dare vita alla sorella di Ash di cui scoprirete molte cose. Sarà un personaggio importante!
STOP SPOILER.
 Vi metto come al solito la storia su Wattpad, di cui come sapete ADORO gli aggiornamenti in tempo reale in una maniera smisurata ;____;
Leggete, recensite, commentate, votate, fatemi sapere la vostra opinione... Ci tengo!

Baci a tutti :*

B.

Ps. Rainmaker, Iron Maiden.
Would?, Alice In Chains (una mia lettrice che tra l'altro amo come il pane ama la Nutella e che verrà inserita nella storia a partire dal capitolo 13 sa quanto io ami questa canzone... quasi quanto amo lei)
Wind Of Change, Scorpions.
Come As You Are, Nirvana.
Mr Brightside, The Killers.
Mr Bright Eyes, Rebecca Ferguson. (EHI, E' UN FOTTUTO SCIOGLILINGUA!)


PPS. Domani inizio scuola, piango lacrime amare. ANSIA PREOCCUPAZIONE VOMITO.

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Capitolo 6
*** V. ***




V.

Due cazzo di ore e mezza!” piagnucolai, arrivata al nastro che trasportava le valigie.

Ashton non aveva smesso di seguirmi e di stiracchiarsi e sbagliare.

Sei fottutamente irritante.” gli dissi, suscitandogli un mezzo sorriso.

E pensare che non ti libererai facilmente di questo “coglione”, Storm” ribattè, piegando le dita alla parolaccia con cui lo avevo insultato praticamente trentatrè ore fa.

Necessito di una fottuta sigaretta.” mi lamentai.

E poi sono io quello irritante” sbuffò il ragazzo, sistemandosi il cappello.

Presi il portafoglio dalla mia tasca e lo porsi ad Ashton.

Comprati, e comprami una birra.” ordinai, ma il giovane fece che ridarmi indietro il wallet e prendere il suo dalla tasca.

Devi imparare, anche se io ti starò sempre dietro, che non tutti si possono comportare come me e stare ai tuoi piedi, riccona di una Hudson

Cazzo, il mio cognome.

Arrossii violentemente. Il modo in cui pronunciava il mio “nome di riconoscimento” era così sublime. Le labbra che si aprivano, il sibilo della lettera esse, la sillaba finale a bocca semi-chiusa.

Lo fissavo, Fletcher. E fottesega delle valigie, la mia sarà l'ultima.

Beh, eccomi tornato” sussurrò il ragazzo.

Lo vidi posare le birre su un tavolino del bar e avvicinarsi pericolosamente a me. Brividi, brividi imperforabili che scaldavano il mio derma in modo rapido e tutt'altro che indolore.

La distanza ormai si poteva misurare in monete da cinque centesimi. Lo sentivo, così vicino ma lontano.

Ma mi sorprese, Ashton. Schivò il mio viso e mirò direttamente al mio lobo e alla zona sottostante, lasciando qualche languido e umido bacio sulla mia pelle diafana.

Diventerai mia, presto” mi disse, tra un bacio e l'altro.


 

OHI? E' DA DIECI MINUTI CHE TI STO CHIAMANDO!

Cazzo! Era solo... una visione. Un sogno ad occhi aperti. Roba da perdenti, insomma.

Ehm... Irwin, scusa, ero... uhm... sovrappensiero.” blaterai, balbettando qualche sillaba che tradiva assolutamente la mia stabilità.

Avevo appena fantasticato su di te, ma non preoccuparti, mi baciavi solo il collo in uno degli aeroporti più affollati del mondo.

Ci credo” sorrise “stavi fissando, ehm... il mio cavallo dei pantaloni.” concluse, imbarazzato.

COSA?” sbottai. “Cioè, ehm, scusami... non lo avevo neanche notato.

Figura – di- merda: ecco le tre parole che potevano riassumere l'episodio appena successo.

Mi cinse un fianco, forse per superare l'accaduto.

Molte parole riempivano la mia mente in quel momento, ma le uniche che ricordo lucidamente erano Ashton, sesso, ninfomania, musica, Sidney, casa di zia.

CASA DI ZIA!

Imprecai, afferrando poi il mio iPhone, cercando di non soffermarmi sulla bellezza del mio blocco schermo.

Giunta al dialer, digitai il nome di zia Rebecca, detta Becks.

Pronto Becks in linea!” rispose una voce squillante e giovane. Iniziamo bene.

Oh, ehm.. ciao zia” iniziai, con Ashton che mi fissava mentre parlavo italiano con una delle mie zie di lì.

Beaaaaaa! Finalmente sei giunta a Sidney! Purtroppo sono a Perth e torno domani.. ti ho lasciato dei soldi nella cassetta delle lettere... la mia mente perde colpi, è già la quarta volta che mi faccio una nota mentale sulla duplicazione delle chiavi! In sintesi: cercati un hotel e non c'è bisogno che tu mi ridia alcun dollaro! Ciao, devo attaccare tesoro! A stasera, ti chiamo di sicuro!

Minchia, non me la ricordavo così ciarliera e asfissiante.

Saranno le ore di volo, la chiacchierata in cui ha parlato solo mia zia, ma a me iniziò a girare la testa in un modo strano.

Alle valigie per fortuna ci pensò Ashton. E dico per fortuna perchè, proprio in quel momento, il mio corpo esile e fragile ebbe il bisogno di sbiancare più del solito e di svenire, accasciandosi sullo sporco pavimento.


Sempre a causa della buona volontà del destino, il risveglio fu molto più comodo.

Non mi trovavo sullo strano materiale di cui sono composti i marciapiedi degli aeroporti, ma su un divano color Borgogna. Addosso avevo un plaid e ovviamente il sudore era evidente sul mio felpone pesante, con ben 25 gradi all'ombra.

In pochi secondi passai da sdraiata a seduta; la testa era ancora dolorante.

Mi sfilai la felpa, cercando la mia valigia.

Mi misi a setacciare tutta la casa, finchè non vidi una sporgenza blu elettrica spuntare da un letto matrimoniale moderno.

Era sicuramente lei.

Feci per avvicinarmi, ma la porta bianca con su scritto “Keep out” mi teneva bloccata sul da farsi.

Sopra, una scritta ritagliata dal giornale diceva “Ashton xx”, così tutto tornò più chiaro.

Lui aveva il mio bagaglio sotto il suo fottuto letto e io dovevo riaccaparrarmelo.

Entrai. La camera era molto sobria, sul bianco, il nero e qualche dettaglio rosso, come le lenzuola e i cuscini del letto. Devo ammettere che queste ultime cose danno un tocco di... passione, a questa casa così moderna.

E dove vorresti andare?

Un Ashton con i ricci bagnati e il torso nudo poggiò il gomito allo stipite della porta ormai spalancata.

Volevo la mia valigia.” dissi seccata.

Chi ti ha detto che ti farò fare una doccia?” mi chiese. “Bella come sei, non posso accettare l'idea di vederti in reggiseno e mutande, Hudson.

Tralasciando i complimenti e il mio cognome (facendo 2+2 lo aveva letto sulla tessera sanitaria italiana), non lo ascoltai. Scelsi l'intimo e le prime cose estive che vidi.

Con coraggio sconosciuto mi avvicinai ad Irwin. Con la sua altezza mi sovrastava, io gli arrivavo a malapena al naso.

E chi lo ha detto che tu non mi fai fare una doccia? Bella come sono, sarà meglio non mettere troppa carne in vendita.

Colpito e affondato, caro.

Come in segno di sconfitta, scostò il suo braccio dalla porta e mi lasciò dirigermi verso il bagno.

Chiusi a chiave e mi separai dai miei indumenti. Accesi la doccia, che mi investì con la sua acqua tiepida.

Rimasi basita, ecco finalmente lo shampoo e il bagnoschiuma di Ashton Irwin.

Limone, lime, arancia, menta. Il mio mix preferito.

Ne misi una buona dose sulle mie mani e, dopo essermi lavata con cura, presi il mio pinzone e i miei occhiali.

Infilai i pantaloncini di jeans e la mia canotta degli Aerosmith, e dopo aver caricato la lavatrice, uscii dalla toilette.

Entrai in camera, e Ashton stava mettendo una canzone al computer, che poi ho riconosciuto come You're Beautiful di James Blunt.

Spalancai gli occhi. L'atmosfera era pressoché misteriosa.

Le serrande erano abbassate, delle candele accese emanavano un lieve profumo di fragola, e la canzone riempiva la stanza. Ashton si alzò dalla sedia e, nell'esatto istante delle parole mi chiese: “Mi concede questo ballo, tempesta?

Ero impresentabile, ma non potei che rispondere: “Ma certo, uragano.

Si avvicinò a me, sempre di più. I nostri respiri, i nostri battiti cardiaci si sovrapponevano, veloci.

You're beautiful, it's true” canticchiò, talmente vicino che potei sentire il suo aroma di menta dalla sua bocca.

Non risposi, quella volta. Chiusi gli occhi, e mi lasciai cullare dai movimenti lenti, dalla canzone e dal mormorare del riccio.

Sei tempesta, già” mi sussurrò “e voglio essere quello capace a calmarla.

Mi strinsi ancora di più al suo petto, che mandava il suo caratteristico odore, ancora più forte. Mi beai di quei momenti, di quella calma di cui necessitavo.

La canzone finì, ma Ashton aveva proprio messo I Don't Wanna Miss A Thing.

Stavolta, però, ci sdraiammo sul suo letto matrimoniale.

Io ero accoccolata sul suo petto, sulla sua canottiera rossa della Converse.

Disegnavo dei cerchi immaginari sul suo torace, e lui mi guardava mentre ero “concentrata” sul mio lavoro.

Ripartì, con la sua voce roca: “Cause even when I dream of you, the sweetest dream I'll never do, I still miss you babe, and I don't wanna miss a thing” e ogni tanto, tra una strofa e l'altra, depositava dei baci sulla mia fronte, come per cercare davvero di tranquillizzare il mio tsunami interiore.

A metà canzone, socchiusi gli occhi: il viaggio era stato esaustivo.

Buonanotte, piccola Storm” mi sussurrò, spegnendo il PC e dandomi un ultimo bacio sulla fronte. “Dormi bene, che Sidney è una città da vivere.

Stava per girarsi, ma io aprii leggermente gli occhi, realizzando che tutto ciò non era una visione.

Premetti le mie labbra sulla sua morbida guancia per dei secondi interminabili, e dopo essermi passata la lingua sulle labbra mormorai:“Beatrice, Ashtone chiarii, dopo la sua faccia interrogativa:Mi chiamo Beatrice.


Beaniest's Corner
SI CHIAMA BEATRICE ASDFGHJKL *sclera*
Finalmente la nostra protagonista si è decisa di dire il suo nome, yay!
Scusate l'immenso ritardo, ma HEY mercoledì ho iniziato la scuola e sono stata OBERATA DI COMPITI SOPRATTUTTO TRE PAGINE DI GLOSSARIO DI TEDESCO SCRITTE FITTISSIME E MI VIENE DA PIANGERE CHE IL 25 FACCIO LA VERIFICA
Tra l'altro, da quel famoso giorno in ambulatorio non ho più scritto una parola, che bello yay
Meno male che mi sono portata avanti col lavoro a sto punto, no? *sorride nervosamente*
Rimango ancora per un po' sui capitoli fluffosi, se non l'avete capito [insert pervert face here]
Ma quanto è bella questa Demi Moore aka zia Becks? Io muoio, voglio essere bella come lei, piango
Oggi niente spoiler, yay.
 Solito link Wattpad, che adesso aggiornerò, quindi ATTENTE ALLE NOTIFICHE YAY
Leggete, recensite, commentate, votate, fatemi sapere la vostra opinione... Ci tengo!

Baci a tutti :*

B.

Ps. You're Beautiful, James Blunt.
I Don't Wanna Miss a Thing, Aerosmith.
Keep Me, The Black Keys.

Oggi sono poche, ew.

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