Diciottesimo

di Fossy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Prima parte ***
Capitolo 3: *** Seconda parte ***
Capitolo 4: *** Terza parte ***
Capitolo 5: *** Quarta parte ***
Capitolo 6: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Liam aprì gli occhi sull'immenso soffitto di camera sua. Stava facendo un sogno bellissimo, ma non gli dispiacque interromperlo, perchè la realtà nella quale si stava svegliando era molto meglio. Tanto per cominciare lui era Liam Payne, e già esserlo era una cosa per la quale ringraziava ogni giorno una qualche divinità a lui sconosciuta. Era bello, i suoi genitori lo amavano e stava con una ragazza che tutti invidiavano. E poi era il suo compleanno. Il compleanno di Liam Payne non era un evento che poteva passare sotto silenzio, e quello era il suo diciottesimo.

Si stiracchiò per bene per tutta la lunghezza del letto matrimoniale e sorrise al pensiero dei due giorni che lo aspettavano.
« Tanti auguri a me...tanti auguri a me!» cominciò a cantarsi, certo di essere solo. I suoi gli avevano fatto il regalo migliore che potessero fargli: un intero weekend libero, la villa tutta per sé. La villa e...la spiaggia. Quella era una cosa senza precedenti. Per quanto avessero sempre garantito al figlio delle feste di compleanno dignitose, i signori Payne non avevano mai lasciato entrare gente in casa, né avevano acconsentito a rinunciare ad un singolo giorno di introiti dello stabilimento balneare, dato che la data di nascita di Liam cadeva in pieno luglio. Invece il giorno prima gli avevano consegnato un'infinità di mazzi di chiavi, fatto altrettante raccomandazioni ed erano schizzati via per un weekend in montagna, tanto per cambiare un po'. Doveva essere così avere diciotto anni, si disse Liam. Adulti e responsabili. "Potenti" era l'altra parola che gli veniva in mente.

Scese dal letto, attraversò la stanza e spalancò le finestre. Fuori c'era uno spettacolo che avrebbe mozzato il fiato a chiunque: il mare. Liam non riusciva a smettere di sorridere. Era il suo compleanno e sarebbe stato tutto perfetto.

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Capitolo 2
*** Prima parte ***


Il mare era un'immacolata distesa cobalto. Zayn si disse che era valsa la pena di uscire di casa solo per quello, e per ascoltare il suono dei gabbiani e farsi accarezzare il volto dalla brezza salmastra. Partecipare al compleanno di suo cugino non rientrava nei suoi passatempi preferiti, ma ormai era abituato a cercare sempre un buon motivo per fare le cose, anche se voleva dire ritrovarsi circondato da ragazzi più o meno sconosciuti e in buona parte più piccoli -invitati della ragazza di Liam, che naturalmente aveva voluto avere voce in capitolo-. Più piccoli di un anno al massimo, certo, ma per Zayn era già una differenza abissale considerato quanto vecchio si sentiva. "Vecchio dentro", come gli ricordavano sempre gli altri. Descrizione accurata. Non metteva piede fuori da tempo e se la sua carnagione non fosse già stata scura per natura si sarebbe visto. Si era comunque cosparso di crema, per precauzione. Solo l'aspetto un po' malaticcio lo tradiva. Di certo il paragone con suo cugino era inevitabile. Liam, al suo fianco, era il ritratto della salute, i suoi capelli castani avevano dei riflessi biondi al sole e sopra i suoi addominali c'era perfino uno strato di pancetta, come se fosse più che ben nutrito.
« Ehi, allegria! Stai ascoltando? Mi sembra che ti sto facendo addormentare»
« Che ti devo dire, cuginetto, parli troppo! Infatti mi chiedevo come fate tu e Perrie, siete così primedonne tutt'e due...»
Zayn ghignò e in risposta si beccò un pugno sulla spalla.
« Si, però devi seriamente andare a più compleanni! Sei un po' giù di corda o sbaglio? Come mai non festeggi più i tuoi? L'ultima volta...quand'è stata? Al tuo diciassettesimo, ci eravamo divertiti, no?»
« Era in pizzeria, Liam»
Passeggiavano sul bagnasciuga con le onde che lambivano i loro piedi, entrambi in costume da bagno: quello di Liam mostrava una donna sdraiata su una tavola da surf, quello di Zayn era bianco con motivi floreali blu. Alle loro spalle Villa Payne si stagliava su un picco e una stradina privata, che scendeva per trecento metri, la collegava direttamente alla costa. 
« Ma ci credi? Insomma, mi ci vedi maggiorenne? Secondo me sono anche un po' cresciuto la scorsa notte» scherzò Liam, sollevandosi sulla punta dei piedi. « Visto? Ti batto!» 
« Perchè invece non ti fai vedere un po' più maturo dai tuoi amici, tanto per cominciare?» ribbattè sarcastico Zayn.
« Sarei poco credibile, lo sai. Ehi, e poi sono anche amici tuoi! Ci sono Louis e Harry no?»
Zayn alzò le spalle. Definirli amici era un po' esagerato. Tutti e quattro erano stati compagni dalle elementari fino alla fine delle medie, ma a quel punto Zayn aveva preso una strada diversa, scegliendo il liceo artistico-musicale. Li vedeva soltanto più in quelle occasioni.
« Insomma, secondo te andrà bene?»  Liam per un attimo parve sinceramente ansioso di sapere il parere del cugino. Almeno questo aspetto del loro rapporto non era stato intaccato.
« Guarda, secondo me hai deluso tutte le aspettative»
Zayn fece del suo meglio per mantenere uno sguardo impassibile, ma non riuscì a trattenere una faccia esasperata. 
« Siamo su una spiaggia privata, avremo casa tua tutta per noi, vuoi scherzare? Veramente pensi che non sarà abbastanza?»
« Beh, intanto non avremo TUTTA la spiaggia, come mi han fatto credere i miei, ma solo il lato nord sulla scogliera» Fece un cenno con la mano. In lontananza si vedevano i puntini che erano gli altri bagnanti dello stabilimento, aldilà di una schiera di cabine che formava una specie di confine. Zayn non rispose, era abituato a quei discorsi. Era solo un altro di quei momenti in cui Liam non si rendeva conto di quanto fosse benestante rispetto ai suoi coetanei. Lo spazio che rimaneva a loro disposizione era comunque molto più che sufficiente, visto che gli invitati in tutto non superavano la ventina di persone. Non era mai stato un numero eccessivo, visto che a luglio la maggior parte dei compagni di Liam andavano in vacanza.
« E poi non saremo da soli, avremo Justin tra i piedi, anche se dubito che rimarrà a controllarci tutta la sera, si annoierebbe a morte» 
Alludeva al bagnino che li sovrastava dal trespolo; oltre a lavorare per i genitori di Liam era anche un caro amico di famiglia e li aveva visti entrambi crescere.
« Chi è che si annoierebbe a morte? A parte Louis, se non gli date un po' di alcol» li interruppe una voce divertita. Veniva dalla sdraio alla quale stavano passando accanto; da sotto l'ombrellone spuntavano due gambe abbronzatissime.
« Danielle!»
« Ciao, straniero!»
La ragazza si alzò scuotendo i capelli ricci e abbracciò Zayn brevemente. Liam fece un sorriso tirato.
« Ehi, io vado a vedere che combinano gli altri, va bene?» e girò i tacchi. Lo guardarono allontanarsi e dopo qualche istante Danielle esordì lugubre: « Beh, in ogni caso mi ha invitata, io questi li chiamo progressi. Dai, andiamo al chiosco che c'è un freezer pieno di gelati»
Gli mise un braccio intorno alle spalle e lui fece lo stesso.
« Che mi racconti di bello?» 
« Che mi racconti tu di bello» ribattè Zayn accennando a Liam. Danielle sbuffò: « L'hai vista anche tu com'è la situazione, riesce a malapena a guardarmi. Eppure aveva chiesto lui di essere amici, se ti ricordi. Valli a capire gli uomini.»
« Si, ma c'è lei, non penso che voglia farsi vedere troppo con te...»
« Sinceramente non m'importa niente di Perrie, Zayn. Io voglio essere libera di fare quello che voglio. C'è anche mia sorella sai? Non vedeva l'ora di vederla, naturalmente...penso che passeremo il pomeriggio a sparlare, conoscendola. Sei calorosamente invitato a darmi il cambio ogni tanto»
« Accidenti, non vedo l'ora proprio!» 
L'amicizia tra Zayn e Danielle era qualcosa di veramente bizzarro. Lei e Liam erano stati una coppia per più di un anno. Un amore tra vicini di banco, giovane, romantico, immaturo, una di quelle coppie i cui amici finiscono  per venire trascurati, e Zayn era diventato il confidente di Danielle, la persona che ascoltava con pazienza tutti i particolari della loro relazione. Nessun altro avrebbe potuto darle quel conforto che le veniva a mancare in certi momenti, perchè solo lui conosceva suo cugino come le sue tasche e sapeva che cosa voleva dire averci a che fare. Così, tra la fitta corrispondenza via chat e le uscite insieme i due avevano scoperto di avere una certa affinità. Poi era arrivata la bionda, volgare Perrie, con il suo tacco dodici e il suo trucco elaborato, e aveva aperto gli occhi a Liam su  cosa poteva veramente ottenere. Lei in lui vedeva una barcata di soldi, lui dal suo canto si era fatto ammaliare dalla quarta di seno. L'idillio si era rotto, ma il rapporto tra Danielle e Zayn era continuato, più forte di prima.
Superarono un gruppetto di ragazzi che giocava a "schiaccia sette" sulla riva con un pallone da spiaggia. Zayn riconobbe Louis e Harry, uno mingherlino, con il viso appuntito, l'altro muscoloso e tatuato, i capelli ricci tenuti su con una bandana. Diversi nell'aspetto ma simili nello spirito, i due erano a dir poco inseparabili e avevano sempre goduto della reputazione di combina-guai della scuola. Entrambi si erano portati le rispettive ragazze, Eleanor e Taylor (Zayn si ricordava che erano nella classe di Perrie). Quest'ultima sembrava avere qualche difficoltà con la palla. Dopo averla colpita in modo improbabile Louis la derise: « Brava, ma il corso di karate è nell'altra spiaggia!». Mentre s'incamminavano, Danielle e Zayn sentirono la risata di Harry per la battuta.

*

Perrie Edwards fissò il suo riflesso perfetto nello specchio della cabina. La luce filtrava a strisce dalla porta chiusa, colpendole la schiena. Aveva caldo,  avrebbe dovuto immergersi nell'acqua al più presto se non voleva cominciare a sudare. Per precauzione si passò il deodorante stick sotto le ascelle. Detestava l'estate per questo motivo: la gente sudava e puzzava. Aveva perso mezz'ora a farsi i capelli quella mattina, li avrebbe già rovinati tutti con l'acqua di mare? « Ma si, chissene frega» mormorò allo specchio sistemandosi il bikini. « Sei uno schianto lo stesso». Inforcò gli occhiali da sole, uscì dalla cabina e puntò verso la cosiddetta "area giochi", che consisteva in uno spazio coperto da una tettoia, alle spalle degli ombrelloni, dove c'erano cose come scivoli, altalene e casette gonfiabili. Lì trovò Liam e un altro ragazzo dall'aria tonta -Josh, le pareva che si chiamasse- addossati a un calciobalilla che imprecavano e ridevano ad alta voce, rullando i manubri con quanta forza avevano in corpo. Se non altro non stava bazzicando attorno alla sua patetica ex.  Non sapeva perchè si sentiva in dovere di annunciargli che andava in acqua. « Ok baby, ti raggiungo più tardi» fu il responso di Liam. Non aveva staccato gli occhi dalla partita. Riuscì a fare un goal solo perchè Josh si era incantato a fissare Perrie in maniera molto eloquente. Lei non lo degnò di un occhiata. Ma dov'erano le sue amiche? Stavano ancora giocando a palla?
« Raga!» chiamò quando raggiunse la riva « Andiamo a farci un bagno, mi sto squagliando»
« Anch'io, quanti gradi ci sono, quaranta?» fece Eleanor, con la sua voce lamentosa.
« Siii, io voglio fare surf!» esclamò Harry.
« Ma quale surf, idiota. Il mare è piatto come una tavola» gli rispose Louis.
« Una tavola, appunto». Gli fece l'occhiolino.
« Dio santo, Harry. Adesso ti butto a terra così faccio io surf su di te!»
Gli si gettò addosso, ma Harry riuscì facilmente a fermarlo e buttarlo in acqua, facendolo gridare. Taylor propose di nuotare fino alla boa.*
« Non ci sono le meduse vero? Ho sentito che si raggruppano proprio lì intorno»
« Kendall, con tutto il veleno che hai in corpo sono le meduse ad avere paura di te» 
« Grazie Perrie» rispose la ragazza con falso risentimento, poi sorrise complice. « Io lo so perchè sei nervosa» cantilenò. «  È perchè c'è Danielle, vero?»
« A te non scoccerebe al mio posto? Lo sanno tutti che lei gli muore ancora dietro. "Solo amici", tsk»
« La sorella è una cicciona, l'hai vista? Ha un anno in meno di noi...poverina però, essere parente di quella svitata! Comunque devo dire che è bello vedere TE gelosa di tanto in tanto!» e fece per schizzare l'amica con l'acqua fredda.
Qualche goccia colpì Taylor che strillò: « Prova a bagnarmi e ti strappo i capelli uno a uno!»
Ma Harry, che si era già immerso, fu più veloce e l'abbracciò da dietro facendola trasalire. Tra vari gridolini e maledizioni anche Eleanor fu presa in braccio da Louis e buttata in acqua. A Perrie non rimase che immergersi pure lei, prima che ci pensasse qualcuno al suo posto. Dopo pochi metri non toccava già più il fondo. Eleanour sguazzava davanti a lei, in perfetto stile dorso, mentre Taylor si faceva strada a rana, cercando di sfuggire ai tentativi di Harry di salirle sulle spalle. Louis riemerse, sputando una fontanella d'acqua dalla bocca, i capelli attaccati alla fronte.
« Non viene il principino?»
« Liam? No, è troppo impegnato a giocare a calcetto»
Perrie non si stava divertendo, proprio per niente. Alle parole "festa in spiaggia" si era immaginata un dj, musica a palla, tanta gente, birra a fiumi...pensava che sarebbe stata finalmente l'occasione di mostrare a tutti quanto poteva permettersi Liam. Che figura voleva farle fare? Poteva solo sperare che avesse in mente qualche cosa per la serata.
« Almeno un bagnino figo non ce lo potevano dare? Quello sembra un manichino, bah. Guardate sta pure ascoltando la musica, neanche il suo lavoro sa fare»
« Non critichiarlo, Kendall, che potresti averne bisogno se arrivano le meduse» la rimbeccò Eleanor. 
« Personalmente lo chiamerei anche se non stessi affogando, non è affatto male» commentò Perrie con malizia.
« Ma che te ne fai di lui? Tu hai già Liam!»
« Esatto, quindi levati quell'aria sognante, stronzetta. E comunque...bisogna sempre avere un piano di riserva»
E con un paio di bracciate raggiunse la scaletta della boa. Quando salì, però, scoprì che era già occupata: c'era un ragazzo disteso a pancia in su, come una stella marina. Era biondo e pallido; appena la vide si rizzò a sedere, forse per farle posto. Perrie non sapeva chi fosse e non le interessava. 
« Scusa, te ne potresti andare?» chiese gelida. « Vorremmo stare un po' in pace»
Il biondino sembrava aver preso una frustata. Si accigliò un attimo e poi rispose: « Non mi sembra ci sia il tuo nome sopra» 
Il tono era basso ma tagliente. Perrie rimase un attimo a bocca aperta; stava per ribattere, ma Taylor la precedette: « Eddai Perrie, non c'è bisogno di essere sempre così scortesi». Provò a fare un sorriso al ragazzo. « Sei in classe con Liam?»
Prima che potesse avere risposta la boa traballò, annunciando l'arrivo dei ragazzi.
« Ehi, ma è il piccolo Niall! Ehi, Harry guarda! Dov'eri finito? Non volevi fare una partita a schiaccia sette con noi?» 
Il tono voleva essere amichevole, ma Louis lo guardava come si guarda una preda. Perrie capì che nonostante l'impressione che voleva dare, Niall doveva essere un bersaglio facile per loro.
« Volevo fare una nuotata...e adesso stavo prendendo il sole»
«  È arrivato quest'anno» spiegò Harry alle ragazze.
« Ah si?»  Perrie spostò gli occhi di ghiaccio su di lui « Mi ha appena dato una rispostaccia, sai?»
« Niall? Ma che dici, lui non farebbe male a una mosca, non è così?»
La tensione era palpabile. Niall non si era ancora mosso e fissava i due ragazzi cauto, Eleanor stava dicendo qualcosa nell'orecchio a Kendall, che rideva, Taylor fissava la scena con gli occhi sbarrati.
« Beh, il sole lo può andare a prendere altrove» sbottò Perrie, ostinata ad averla vinta. 
« Non c'è problema» 
Niall si alzò in piedi e cercò per un attimo l'equilibrio sulla piattaforma instabile. Se Perrie non avesse saputo che era coetaneo di Louis e Harry gli avrebbe dato almeno due anni in meno: c'era una certa infantilità nel suo volto, e non era solo l'assenza di peli facciali. Louis intanto si era frapposto tra lui e la scaletta.
« Ti sarai asciugato in tutto questo tempo, ti serve una mano a scendere in acqua?»
« Non c'è problema» ripeté Niall. Aveva il volto a chiazze. « Faccio da solo» e con uno salto laterale si tuffò a bomba.

*

Liam aveva perso la partita a calcetto. C'era poco da stupirsi, distratto com'era. Continuava a rivedere nella sua mente il momento in cui si era ritrovato insieme a Danielle e Zayn. Scrollò le spalle, come per togliersi di dosso quella strana sensazione che provava...nostalgia? Per un attimo era sembrato tutto come un tempo.
« Amico, non ti piace proprio perdere eh?». Josh ammiccava.
« Potevi non farmi il culo visto che è il mio compleanno!» scherzò Liam. 
Voleva trovare Danielle al più presto, guardarla in faccia e capire che non stava diventando pazzo. Come poteva rimpiangere quei momenti quando stava con la tipa più figa che avesse mai conosciuto?
Come se l'avesse chiamata con il pensiero, Liam sentì la voce di Danielle in lontananza.
« Demi, seriamente? Tra poco è ora di pranzo»
Proveniva dalla casetta di legno che fungeva da bar, dove c'era il frigo contenente i tramezzini che avrebbero mangiato per pranzo. Rise, perchè era sicuramente  un posto dove si poteva trovare la sorella di Danielle.
« Tanto che senso ha continuare la dieta se in giro ci sono quelle anoressiche delle amiche di Li...oh, ciao Liam»
Sorriso a trentadue denti. La sfacciataggine doveva essere un tratto di famiglia. Per il resto Demi assomigliava poco alla sorella, era decisamente più paffuta e portava i capelli corti; tra il nero corvino spuntava una ciocca azzurra. 
« Dovete sapere che io mangio anche per Zayn, perchè altrimenti scompare» 
Il chiamato in causa le fece una smorfia. 
« Sai Demi, uno non ha bisogno di molte calorie se non fa attività fisica»
« Ma a cantare si brucia un sacco, così almeno mi hai detto»
« E ti ho detto anche che non canto più»
« Eddai, sei così bravo!»
Liam drizzò le orecchie. 
« Ah, a te ti ha fatto sentire? Sono anni che glielo chiedo, ma si rifiuta»
« Più tardi ti canto tanti auguri, sei contento? Solo se non ti commuovi però» 
Danielle rise sguaiatamente. Liam si sorprese di quanto lo stupiva la sua spontaneità. Perrie non si lasciava mai andare, doveva sempre avere il controllo sulle sue azioni. Si riscosse in fretta.
« Ehi Demi, abbiamo un tavolo da ping pong, hai voglia di fare due tiri dopo pranzo?»
« Accetto, capo. È da quella volta al bowling che non mi sfidi a qualcosa»
Danielle si schiarì la gola. Il bowling di cui stava parlando era stato in occasione dell'anniversario dei loro otto mesi insieme. Ma Demi, insensibile a quei tipi di imbarazzo, roteò gli occhi. 
Zayn interruppe il silenzio: « Perchè non coinvolgiamo tutti e facciamo un'americana?»
La proposta fu accolta con eccessivo entusiasmo.
« Allora forse prima facciamo la partita e poi mangiamo, così magari non vomitiamo tutto»
« Oh, no!» gemette Demi, con la testa fra le mani.

*

Perrie avrebbe voluto annegare Taylor. I suoi schiamazzi probabilmente si sentivano fino a riva. Si erano messi a giocare a chi riusciva a far cadere tutti dalla boa, rimanendo l'ultimo in piedi, ma poi Harry aveva slacciato il pezzo di sopra del costume di Taylor e glielo aveva sfilato mentre lei cadeva in acqua. Non sembrava accennare a ridarglielo, finché lei sembrò alterarsi veramente e lo minacciò di lasciarlo seduta stante. A quel punto Harry mise su il muso, le diede della permalosa e si allontanò a nuoto seguito da Louis. Dopo un po' anche Kendall e Eleanor annunciarono che andavano stendersi sul bagnasciuga. Finalmente un po' di silenzio. Taylor si sedette sul bordo della boa, mise le gambe a mollo e prese a strizzarsi stizzita i lunghi capelli che Perrie invidiava moltissimo, biondi, ma di una tonalità decisamente più naturale del suo platino; se Perrie era una specie di Barbie, Taylor era Riccioli d'Oro.
« Non ne posso più» sospirò sconsolata « È tutto la mattina che mi punzecchia. Invece di difendermi ha riso quando Louis mi ha pesa in giro e poi  mi sta costantemente addosso, non capisco che cos'ha»
Perrie si girò a guardarla lentamente. Una parte di lei voleva scegliere le parole con cura, ma poi...« Tesoro, devi DARGLIELA, ecco che cos'ha! Ti sta addosso perchè i ragazzi a quell'età sono come degli animali in calore! Probabilmente oggi ha visto più parti del corpo di te di quante ne abbia viste mai. E se non hai capito le sue intenzioni quando ti si strusciava contro...beh, scusami, ma hai un problema» 
Taylor sembrò scioccata da quel monologo. La sua voce suonò tremolante quando rispose: « Se non mi sento pronta a fare questo passo, nessuno mi obbliga e lui deve rispettare i miei tempi»
« Ma ti ascolti? Sei una diciassettenne e ne parli come se fosse tutta questa grande questione, quando in realtà non è che un'emerita cavolata. Guarda El, pensi che lei e Louis passino il weekend a guardare "Le Pagine Della Nostra Vita"?» 
Taylor non raccolse la provocazione. Sembrava pentita di non essere andata a riva con gli altri. A Perrie non importava di essere diretta: chi la amava la seguiva e imparava a stare al suo passo.
« Lo sai che Liam ha piantato Danielle anche per quello? Perchè era una frigida, come te. Lei sarà anche la regina di cuori, ma io sono la regina delle sue parti del corpo, come dice Rihanna in quella canzone.**»
« Senti Perrie, basta! Non mi sarei dovuta lamentare, ho capito. Ti assicuro che Harry non è quel tipo lì. E noi non dobbiamo essere per forza tutte come te»
"Come te". Quelle parole sembravano riecheggiare insieme al rumore delle onde. Perrie decise di lasciar cadere il discorso. 

*

Il getto scrosciò sulle spalle di Niall, lavando via la salsedine. Il ragazzo chiuse gli occhi. Non era proprio come essere nel bagno di casa sua, ma aveva sperato che la doccia della spiaggia lo aiutasse a pensare. "Smettila di comportarti come un disadattato sociale, sei a una festa per l'amor di Dio" si ripeteva mentalmente. Era stato piacevolmente sorpreso di essere sulla lista degli invitati. Fosse trattatosi di un qualunque altro compagno di classe avrebbe pensato che si trattava di un gesto di pietà, o per aumentare il numero delle persone, ma Niall era convinto di piacere a Liam. Non era stupido come i suoi amici e nella classe era stato forse l'unico ad averlo accolto come uno di loro, nonostante le sue stranezze. Almeno tra i ragazzi, con le ragazze non aveva mai problemi a risultare simpatico. Nonostante questo c'era voluto un po' perchè Niall si fidasse; aveva imparato da tempo a guardarsi dai tipi come lui. 
Cominciava ad avvertire una certa fame quando Josh comparve per dirlgi che stavano per cominciare una partita americana di ping pong. Niall accettò di buon grado: era l'occasione per rifarsi dell'aver passato la mattinata per i cavoli suoi, invece di provare a divertirsi, e poi Josh era un'altro di quelli che gli stavano simpatici. Peccato non fosse proprio una cima.
Seguì il compagno nell'area dei giochi, attraverso una gimkana di sedie a sdraio; quando vide che c'era un gonfiabile gli si illuminarono gli occhi. Doveva assolutamente trovare il modo di salirci sopra! Possibilmente senza farsi vedere da tutti.
La voce di Josh lo riportò alla realtà: « Perrie e Taylor stanno ancora in mare e le altre non vogliono venire»
« Ah, ok, fa niente, siamo già in tanti»
Liam posò un borsone sul tavolo da ping pong e cominciò a distribuire racchette.
« Alcune sono un po' usurate. Sapete...i bambini le trattano male»
Niall prese automaticamente una racchetta malconcia, guadagnandosi un'occhiata stranita da Liam. Subito dopo si rese conto che forse aveva dato l'impressione di essere un giocatore talmente bravo da voler partire svantaggiato. Avrebbe voluto colpirsi da solo. Tutti gli altri si erano gettati sul borsone per accaparrarsi le racchette migliori.
« Ahia! Demi, mi hai pestato un piede!»
Fu lì che Niall si accorse che c'era qualcuno che non conosceva. Focalizzò la sua attenzione sulle persone intorno al tavolo, cercando il volto nuovo. Josh, Louis e Harry, ancora gocciolanti per il recente bagno, Liam, l'ex con la sorella...e lui chi era? C'era un ragazzo allampanato, con i capelli neri, leggermente rasati intorno alle orecchie. Le sopracciglia folte davano l'impressione che avesse un'espressione corrucciata, o forse gli dava fastidio il sole, visto che non portava gli occhiali. E gli occhi...in quel momento si posarono su di lui. Niall girò la testa con troppa foga. "Complimenti. Idiota".
Si sentì arrossire. Aspettà che passassero dieci secondi e poi azzardò una seconda occhiata. Era sicuro di non averlo incontrato quella mattina quando era arrivato in spiaggia, doveva essere arrivato dopo perchè...insomma, uno così se lo sarebbe ricordato. Le parole "GRAN FIGO" lampeggiarono nella sua testa a ripetizione. Cercò di scacciarle. Si era di nuovo distratto, qualcuno gli stava urlando di muoversi, Liam aveva lanciato la pallina sul tavolo e tutti erano scattati. Per poco non ruzzolò, sollevando una gran quantità di sabbia. Per fortuna si fermarono subito perchè Demi era corsa nella direzione sbagliata, andando a sbattere contro Harry -tra le risate generali- e venendo eliminata. Liam ributtò la pallina. Toc. Danielle la rimandò dall'altra parte e tutti corsero in cerchio. Un momento, non avrebbe dovuto presentarsi allo sconosciuto? Toc. Josh colpì di striscio. No, era troppo tardi ormai. "Concentrati, tra poco tocca a te". Non aveva colto lo sguardo d'intesa tra Louis e Harry. Toc. Un passaggio decisamente troppo semplice, la pallina era rimbalzata altissima. Niall si preparò a ricevere da Louis. TAC. Una schiacciata imprendibile, doveva immaginarselo. 
« Weilaaaa, questo qui vuole andare ai campionati!» 
Si andò a sedere vicino a Demi, che gli fece il segno del pollice, mentre Josh batteva il cinque a Louis. Poco male, si sarebbe goduto la partita dalla panca. Decise che avrebbe parlato con il ragazzo misterioso non appena avesse perso, sperando che si sedesse vicino a lui. Poco a poco furono mandati a sedere Josh, Danielle, Louis e finalmente anche il moro, ma Niall non trovò il coraggio. Nello scontro finale ci fu un Liam contro Harry, che perse, e dopo tutti si rialzarono per mettersi in posizione. 
« Comunque io sono Zayn»
Cosa, come? Il ragazzo sconosciuto gli stava porgendo la mano, l'aveva preceduto.
Niall si schiarì la gola e disse: « Oh! Certo!» Cosa stava blaterando? « Io sono Niall» gli fece un sorriso sghembo. Zayn. Bel nome. Sapeva di esotico. Perchè lo guardava in quel modo? "Concentrati sulla partita". 
Il girone successivo andò più o meno allo stesso modo. Era chiaro che Harry e Louis si erano coalizzati per far perdere Niall il più velocemente possibile. Liam andò di nuovo in finale, con Danielle. Fu uno scontro abbastanza lungo, tutti e due sembravano ferrati sul ping pong, ma era come se Liam si stesse trattenendo. Danielle aveva la lingua di fuori per lo sforzo.
« Non cercare di farmi vincere, sai? Posso batterti, volendo»
« Ne sei sicura?» rispose l'altro ghignando. Aveva l'aria di essersi dimenticato che stava giocando un'americana.
« Dai, fatela finita!» urlò qualcuno.
Liam si voltò e non vide la pallina che sfrecciava sotto il suo braccio. Danielle esultò, le mani per aria.
« Grande sister!» Demi le diede il pugno.
Oh, no, si ricominciava, un'altra umiliazione. Per fortuna toccava a lui lanciare la prima volta, perciò sarebbe rimasto in gara almeno per un giro completo. Doveva lanciarla a Zayn. Cercò di fare un tiro difficile per impressionarlo, ma il ragazzo allungò una delle sue lunghe braccia e rispose egregiamente. Niall si spostò, lasciando spazio a Josh. Poi Liam. Poi Demi. Doveva prenderla, doveva colpire la pallina questa volta. Ancora pochi secondi...
La schiacciata di Harry fu più poderosa del normale e Niall vide la sfera bianca avvicinarsi con la velocità di un proiettile. Provò un dolore indicibile al petto, proprio sopra il capezzolo sinistro, e arretrò con un gemito, mentre Louis partiva con un coro da stadio. 
« L'hai fatto apposta!» sbraitò Danielle.
« Ehi, amico, vacci piano» Liam sembrava preoccupato.
« Oh, ma volete lasciarlo in pace?»
Era Zayn. Si stava avvicinando, gli stava mettendo una mano sulla spalla.
« Guarda che bollo gli hai fatto, Harry!»
« Oops!»
Si potevano quasi vedere le corna spuntare tra i ricci di Harry. Niall si guardò il petto: sulla belle bianca spiccava un cerchio rossastro.
« Scusa, bello»
Ma Zayn lo liquidò con un gesto: « Si, va beh. Niall, vatti a bagnare ok?»
Aveva delle ciglia lunghissime, che incorniciavano le iridi color cioccolato. Niall deglutì e annuì, lieto di avere una scusa per stare di nuovo un po' sa solo.
« Boh, io direi che possiamo concluderla qui» sentì dire mentre si allontanava.

*

Il mare era come un balsamo sulla pelle. Perrie guardò i controrni deformati di Taylor che cercava conchiglie sul fondale.
« Torniamo a riva, ho le dita cotte» le disse quando riemerse.
Mentre nuotava, Perrie pensò a quanto fosse sciocca la sua amica a fare la preziosa con un ragazzo, quando avrebbe potuto averne cento, bella com'era. Proprio come faceva lei prima di Liam: se li teneva per qualche tempo e poi li gettava nella pila dei giocattoli usati. Non riusciva a stare con uno troppo a lungo. Si sentiva annoiata.
Quando arrivò di nuovo a toccare la sabbia con i piedi, Perrie si sentì chiamare.
« Tesoro, eccoti!»
Liam ciabattava nella sua direzione, con con Danielle e il resto della compagnia  al seguito. Gli mise le braccia al collo e gli stampò un bacio umido sulla bocca, curandosi di essere ben visibile. Alle loro spalle Demi fece un sonoro sbuffo.
« Amore, vero che verrà un po' più di gente stasera?»
Liam sbattè le palpebre, perplesso.
« Ehm, veramente no, siamo già tutti quanti qui. Anzi, dovremmo vedere se si fermano tutti a dormire, qualcuno non mi ha confermato ancora»
Perrie abbassò la voce a un sussurro perfettamente udibile.
« Ma quello sfigato, Neil...»
« Niall»
« Che ci fa qui?»
« Come che ci fa qui, è un nostro compagno e l'ho invitato. A proposito, lui è uno di quelli che non mi ha confermato, ma lo convincerò. Ho chiesto a Harry di aiutarmi a organizzare dei giochi divertenti per il dopocena»
Perrie strabuzzò gli occhi.
« Dei giochi?»
A volte non riusciva a capacitarsi di quanto Liam potesse essere bambino. Attribuiva la colpa a Danielle, quella miserabile scusa di ragazza. Stare con una senza un briciolo di carattere doveva averlo rimbambito. Era convinta di aver trovato la gallina dalle uova d'oro, invece si stava dimostrando un mollacchione.
No, non poteva continuare in quel modo, era ora di dare una scossa alla sua estate, e l'avrebbe fatto in quelle prossime ore. Passò in rassegna con lo sguardo i possibili candidati schierati lì davanti a lei. Il suo sguardo si posò sul cugino di Liam, Zayn. Alto, moro, carnagione scura, sguardo da duro. Non era muscoloso come Liam, ma aveva una bella tartaruga sul ventre piatto. "Si, oh si, mio caro Zayn" pensò. "Preparati, entro domani sarai mio".



*Non sono sicuro che sia una parola universale, ma dalle mie parti per "boa" s'intende anche la piattaforma galleggiante che hanno a volte le spiagge, a poca distanza dalla riva.
**"She may be the queen of hearts, but Imma be the queen of your body parts", Cockiness, Rihanna

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Capitolo 3
*** Seconda parte ***


Il sole picchiava forte sulla testa di Niall. Quasi tutti erano andati a sdraiarsi sotto gli ombrelloni, mentre lui era rimasto seduto a un tavolino bianco di plastica, con un té alla pesca davanti e un mezzo tramezzino in mano. Era il quinto che mangiava e non aveva rimpianti. Ogni tanto guardava di sguincio alla sua destra, dove Zayn, Danielle e Liam stavano facendo una partita a carte. Rubamazzetto, sembrava. Fece sparire l'utlimo boccone del tramezzino.

« Ed io che credevo di essere l'unica che stesse ancora mangiando!»

La figura di Demi gli si piantò davanti, intralciandogli la visuale. La sua ciocca di capelli azzurri era un pugno in un occhio.

« Sembrerebbe allora che io e te andremo molto d'accordo» le rispose, facendola ridere. Le stava sempre più simpatica quella ragazza.

« Altroché, tu sei il mio compagno di panchina!» Si sedette senza tanti complimenti sulla sedia di fronte a lui.

« Ah, già...non esattamente una bella performance, se vogliamo usare un eufemismo»

Gettò un'altra occhiata al tavolo affianco.

« Sai, mi stavo rendendo conto di quanto la fame mi avesse reso nervoso» le disse.

« Non abbastanza nervoso, se vuoi il mio parere. Al tuo posto li avrei ammazzati di botte quei bulletti. Ci sono andati giù pesante, eh? Ma si può sapere che gli hai fatto di male?»

Niall avrebbe voluto che abbassasse la voce, ma non sapeva come dirglielo in modo educato. Abbassò la sua, sperando che cogliesse l'antifona.

« Ma non è niente, lo sai, alcuni ragazzi sono un po' stupidi, tutto qui». Cercò di liquidare la faccenda. « Un po' è colpa mia, diciamo, sono un loro compagno solo da quest'anno e non è che mi sia inserito proprio bene nella classe»

« Non che voglia dirti cosa fare...ma secondo me non dovresti farti mettere i piedi in testa!»

Normalmente Niall avrebbe trovato imbarazzante che una ragazza di sedici anni appena conosciuta gli dicesse che non doveva farsi mettere i piedi in testa, ma il suo modo di fare pratico gli faceva capire che non lo stava giudicando in alcun modo.

« Meno male che c'era il nostro Zaynie a salvarti il culo» concluse Demi con semplicità.

« Già, è stato molto...protettivo nei miei confronti»

Automaticamente si era girato di nuovo a guardare il tavolo affianco.

« Lui è molto maturo per la sua età» disse Demi. Lo stava osservando attentamente.

« Lo so...cioè, lo immagino»

Avrebbe voluto sentire cosa stava dicendo Zayn a Danielle, mentre pescava una carta dal mazzo posato al centro.

« Ti piace un sacco vero?»

Naill si voltò così in fretta da farsi male al collo.

« In c-che senso, scusa?»

Non c'era traccia di malizia sul volto di Demi, i suoi occhi brillavano di arguzia.

« Si vede lontano un miglio»

Niall arrossì violentemente. Che cosa aveva fatto di male?

« Che ti piace intendo, non che sei gay»

Demi aveva le sopracciglia aggrottate, come se non capisse il motivo di quella reazione. Niall pregò perchè non si vedessero le gocciline di sudore che si erano formate sulla sua fronte. Dopo aver bevuto un gran sorso di té riuscì a rispondere: « Beh...magra consolazione, non credi?» e risero tutt'e due.

« Ma quindi dici che lui se n'è accorto?»

Demi scosse la testa. « Nah. È troppo ingenuo, non riconoscerebbe un gay nemmeno se se lo stesse inchiappettando»

Niall si strozzò con il té. Con le lacrime agli occhi cercò di riprendere fiato e ansimò: « E quindi tu come hai fatto a capirlo?»

« Beh, a parte che bastava notare che quello non è il tuo vero colore di capelli. E non raccontarmi che ti si schiariscono al sole, perchè hai tanto così di ricrescita castana. Comunque...diciamo che anch'io gioco per la tua squadra»

« OH. Sei...sei...»

« Sette. Otto. Dai che ce la possiamo fare. Sono lesbica, si» esclamò in tono pratico.

Niall si voltò per controllare, ma Danielle e gli altri erano ancora persi nelle loro fitte chiacchere.

« Mia sorella lo sa. È l'unica a saperlo in realtà e mi sta bene così per il momento»

« Capisco, io preferirei invece che non lo scoprisse nessuno. Mi sto impegnando a fondo per non darlo a vedere. Non è che io non mi accetti o roba simile, ma...» abbassò lo sguardo. « È un po' il motivo per cui ho cambiato scuola, diciamo»

Demi annuì seria. « Ho capito, non vuoi ripetere l'esperienza immagino. Secondo me sbagli però, quando dici che non è vero che non ti accetti. Secondo me accettarsi vuol dire anche fregarsene di quello che pensano gli altri»

« Lo pensavo anch'io, ma tu non sai che inferno era la mia vita. A volte vale la pena di restare nascosti e tenersi tutto dentro»

Improvvisamente Demi ridacchiò.

« Che hai?» le chiese Niall, incredulo.

« Niente, è che ti sto immaginando come la regina Elsa, presente? "Conceal, don't feel, don't let them see..."» recitò.*

« Oddio. Siamo anche tutti e due biondi» rise Niall.

« Dovresti vedere nella mia testa come stai bene con la coroncina! No, dai, scherzi a parte. Comunque penso di conoscere una persona a cui dovrai dirlo» e indicò l'altro tavolo.

« Zayn?» Niall la guardò con tanto d'occhi.

« Per forza! Vorrai pur fare un tentativo no?»

« Ma tu sei pazza. E non è mica gay lui, o si?» chiese, visto che non voleva più sottovalutare il potere del radar di quella ragazza.

« Da quando lo conosco non ha mai avuto una fidanzata, che io sappia. Né l'ho mai sentito parlare di qualcuna che gli piacesse»

« Ok, ma questo non è abbastanza! E poi no, santo cielo, non ci proverò con lui. Primo perchè oramai sono stato etichettato come lo sfigato e secondo perchè non saprei nemmeno come muovermi»

« Oh, per quello non c'è problema, ti aiuto io!»

Ecco, aveva creato un mostro. Provò a mettere le mani avanti, ma era troppo tardi, poteva già vedere gli ingranaggi ruotare nella mente di Demi, mentre si sfregava le mani soddisfatta.

« Uniamoci a loro, dai! Sai giocare a carte? Potremmo giocare a Topo, così avrai la scusa per fargli l'occhiolino»**

Niall non si curò nemmeno di risponderle.

« E va bene, mi calmo, del resto non sono neanche affari miei. Facciamo allora che penserò a un modo per alleviare le tue pene d'amore»

Niente, era più forte di lei a quanto pareva.

« Che ne dici di un bel gelato?»

« Ne ho già mangiato uno prima di pranzo»

« Anch'io»

Si guardarono in silenzio per qualche secondo.

« Andiamo» disse Niall.

« Andiamo» rispose Demi.

 

*

 

Taylor sentì la lingua di Harry penetrarle in bocca, cercando la sua. Una mano scorse giù per il corpo suo e andò ad afferrarle una coscia. Erano un avvinghiarsi unico, nel buio della stretta cabina nella quale si erano chiusi. Dall'esterno si sarebbero pututi sentire i suoni umidi delle loro bocche e i colpi contro la parete di legno quando Taylor si apoggiava per non cadere all'indietro.

Harry le scostò i capelli intorno all'orecchio e avvicino le labbra: « Ti voglio». Il sussurro roco la fece rabbrividire. Lei lo voleva? Il riccio le lasciò una scia di baci sulla spalla, la mano che scendeva lentamente a palparle un seno. Fu quando Taylor notò il rigonfiamento nel costume del suo ragazzo che comprese quello che stava per succedere.

« Una cabina, Harry? È questo che vale per te la mia prima volta?»

Si scostò da lui e aprì la porta, sfuggendo da quello spazio angusto e bollente. Non si sarebbe adeguata alle aspettative di Perrie. Non si sarebbe adeguata alle aspettative di nessuno. Da quel momento in poi avrebbe giocato con le sue regole, o non avrebbe giocato affatto.

 

*

 

Zayn corse verso l'ombra più vicina. La sabbia alle tre del pomeriggio scottava cone l'inferno. Perfino appoggiarsi al tavolino era diventato impossibile, quindi in un certo senso era contento che Perrie fosse venuta a interrompere la loro partita a carte per costringere Liam ad accompagnare lei e Kendall in centro a vedere due vetrine. Liam si era un po' accigliato (« Ti pare che possa andarmene dalla mia stessa festa?»), ma Perrie, affatto dispiaciuta, si era voltata verso Zayn con uno sguardo accattivante.

« Ti andrebbe di accompagnarci Zayn? Potremmo trovare qualcosa anche per te»

Lui aveva rifiutato gentilmente, un po' perplesso. Mai, ricordava, gli aveva dato tanta considerazione. Forse avrebbe fatto di tutto per rimanere al centro dell'attenzione.

Superò il campo da beach volley e si avvicinò al lavabo per sciacquarsi via il sudore dalla fronte. D'un tratto, da dietro una fila di cabine, sbucò corricchiando Niall. I due per poco non si scontrarono.

« Oh, ciao!» esclamò subito lui, accompagnando il saluto con la mano. « Non ti avevo visto»

Aveva il naso e la bocca interamente sporchi di quello che sembrava gelato. Sembrava un bambino tutto sbrodolato.

« Prego» gli disse Zayn, un po' impacciato, facendogli cenno di avvicinarsi al lavabo.

« No, no, c'eri prima tu» rispose Niall.

« Ne hai più bisogno tu, mi sa»

Niall sembrò non capire, poi spalancò gli occhioni azzurri e si portò una mano alla faccia. Stava veramente arrossendo?

« Oh! Si, ehm, è solo gelato, lo stavo mangiando prima...»

"È troppo tenero" pensò Zayn. "Come fa ad avere la mia età?"

« Si, si, tranquillo, l'avevo capito» lo rassicurò.

Calò il silenzio. Zayn riusciva a sentire lo stridio delle cicale in lontananza.

« Ehm, però se nessuno di noi va possiamo rimanere qui per tutto il giorno» gli disse con un sorriso e Niall si affrettò a pulirsi.

Zayn pensò ad un modo per rendere meno imbarazzante la situazione. « Allora, ti stai divertendo?»

Pessima domanda. Ma a sua sorpresa l'altro s'illuminò e annuì vigorosamente.

« Di certo non è il tipico compleanno!»

« Eh già, mio cugino è un po' esagerato...»

« Liam è tuo cugino?!?»

A Zayn venne quasi da giustificarsi: « Si...figlio del fratello di mia madre, abbiamo cognomi diversi» poi rise perchè la sorpresa aveva fatto assumere a Niall un'aria quasi caricaturale.

Improvvisamente ci fu un rumore vicino a loro, come di ghiaia che veniva scagliata contro una parete. Veniva da dietro le cabine. Zayn guardò con aria interrogativa Niall, che alzò le spalle: « Non c'era nessuno quando sono passato»

Svoltato l'angolo trovarono un bambino minuscolo intento a spalare la sabbia con una paletta verde.

« E tu da dove spunti fuori?»

Il bambino guardò Zayn atterrito e sembrò sul punto di scappare.

« Zayn, così lo spaventi! Ehi, tu, vieni qui! Lascia perdere quel brutto cattivone...scusa Zayn, è per conquistarsi la sua fiducia»

Niall aveva aggiunto l'ultima frase a bassa voce, ma in modo da farsi comunque sentire. Il bambino sembrò trovare divertente la scenetta e si avvicinò. Niall si accovacciò alla sua altezza, rassicurante, Zayn alzò le mani in segno di resa.

« Vuoi dirci come ti chiami?»

« Matthew» rispose lui, con un filo di voce. Portava un cappellino con la visiera che continuava a calargli sugli occhi e un costumino blu con Nemo sopra.

« E quanti anni hai?»

Matthew sollevò una manina a mostrare cinque dita.

« Alla faccia! Sei già un ometto allora!» esclamò Niall, fingendosi impressionato. Lui mostrò le fossette e aggiunse inorgoglito: « Sono il più alto della mia classe»

Come accade spesso nei bambini, l'iniziale timidezza era del tutto sparita. Zayn guardava Niall con ammirazione. Anche tra loro due il ghiaccio sembrava rotto.

« Sei venuto dall'altra spiaggia?»

Matthew annuì: « Qui c'è un sacco di spazio! Papà dice che disturbo le persone con i miei giochi»

Alla parola "papà", Zayn tirò una gomitata a Niall.

« Non dovremmo riportarlo dai suoi prima che pensino che l'abbiamo rapito?» poi si rivolse direttamente al bambino. « Mamma e papà non ti staranno cercando?»

Aveva provato, con scarso successo, a imitare il tono affettato usato da Niall, che ridacchiò. Matthew si dondolò sui piedi.

« Gli ho detto che andavo a giocare!»

Non suonava molto convincente, ma Zayn decise di scendere a un compromesso.

« Ok, facciamo così: adesso vieni a fare un giretto veloce con noi e poi ti riportiamo di là, va bene?»

Niall si alzò in piedi di scatto.

« So io dove andare. Vieni, Matthew!»

 

*

 

Taylor era seduta sulla stessa poltroncina di pelle dello stesso negozio da più di mezz'ora. All'ultimo secondo si era unita al gruppetto dello shopping, pur di sfuggire all'inevitabile conversazione con Harry, che comunque presto o tardi sarebbe avvenuta. Ora stava osservando Perrie e Kendall provare ogni copricostume e ogni scarpa sulla quale riuscivano a mettere le mani. Lei non se la sentiva proprio di partecipare a quella sfilata, e non solo perché odiava lo shopping. L'unica persona che stava peggio di lei in quella stanza era Liam, che, appoggiato a una colonna, sorreggeva per inerzia attaccapanni e borse, scuro in volto.

«Vuoi sederti un po' qui?» gli domandò per pietà.

«È tutto a posto» mormorò lui, più a sé stesso che a lei. «Cioè, ovviamente non è tutto a posto. Dovrebbe essere il MIO compleanno. Non dovrei essere qui a comprare cose a lei»

"Ha ragione. È tutto sbagliato".

Liam sbuffò: «Forse l'ho trascurata nell'ultimo periodo...non lo so»

«Trascurata? Liam, sei il suo cagnolino!» Taylor non credeva alle proprie orecchie. «Non fare l'errore di farti manipolare anche tu. Non può imporre la sua persona su tutti. Lei fa così perchè è convinta che l'egoismo regni sovrano, che bisogna essere i primi a tenere il pugno di ferro prima di venire attaccati. Non crede che le persone possano agire per il bene altrui»

Liam strinse gli occhi, come se cercasse un significato più profondo nelle sue parole.

«Io...voglio solo darle il meglio. Credevo che lei fosse la cosa migliore che mi fosse capitata»

«E sono davvero i soldi il tuo meglio?»

Liam rimase spiazzato. Una commessa gli passò davanti e aggiunse una canottiera alla pila di roba che avrebbe dovuto pagare.

 

*

 

« Che domanda sarebbe "Secondo te può provare attrazione per i ragazzi"?!?»

« Esattamente quello che ho chiesto, tu lo conosci meglio di tutti»

« Non è che abbiamo mai parlato di ste cose...»

« Sto solo chiedendo un parere, bellezza»

La discussione stava andando avanti da qualche minuto. Mentre sua sorella vagava alla ricerca di Zayn, Demi le aveva esposto la sua teoria del complotto riguardo a i due piccioncini. Lì per lì voleva mantenere un profilo basso, ma poi si era fatta travolgere dalle emozioni e da lì era esplosa come un fiume in piena.

« No Danielle, tu non capisci, non hai visto come si guardavano, come ne parlava Niall, come...oh, insomma! Sarebbero semplicemente perfetti insieme! Non vuoi vedere due persone felici insieme?»

« Demi stai delirando, lo capisci, vero? Tutti quei manga che ti sei letta ti hanno dato al cervello, finalmente ne ho la prova!»

« Però ammetti che Zayn non parla mai di ragazze e ha la mentalità molto aperta!»

Danielle rimuginò un attimo, probabilmente pensando alle conseguenze della sua risposta, mentre Demi trottava per star dietro alle sue falcate.

« Effettivamente è vero, non conosco altri ragazzi come lui. Potrebbe magari essere bisessuale...CIò NON TOGLIE» aggiunse alzando la voce, perchè Demi stava già esultando « Che non puoi semplicemente dare per scontato che tra di loro ci sarà feeling»

Demi la guardò in cagnesco. Stava per ribattere con una battuta acida sul suo pessimismo, ma lo spettacolo che vide le fece accendere la speranza nel cuore.

« Ricrediti, sister» sentenziò solenne, mentre Danielle si fermava, allucinata.

Zayn, Niall e un bambinetto erano dentro la casetta gonfiabile. Niall e il bambino saltellavano rimbalzando sul posto e facendo pernacchie a Zayn, che gridava « Adesso vi prendo!» e correva -palesemente piano- con le braccia tese verso di loro. Era tutto quasi troppo dolce per essere vero. Demi voleva chiedere a sua sorella di darle un pizzicotto, ma la solita guastafeste era già partita in quarta.

« Zaynie, ti ho cercato dappertutto! Quello chi è?»

Niall rimbalzò schiena a terra, aveva riso fino alle lacrime.

« Lui è il nostro piccolo batmaaaan» ululò.

Zayn, che aveva tutti i capelli sparati, sembrò colto alla sprovvista dalla comparsa delle sue amiche e parve in dovere di provare a giustificarsi, ma il "piccolo batman" gli saltò sul collo, gridando « L'ho preso, l'ho preso, Robiiiin!» e facendogli perdere l'equilibrio in modo clamoroso.

Demi non aspettò altro, saltò su anche lei (« Dai, muovi il culo Danielle!») e si gettò su Niall.

« Allora, casanova? Come. Sta. Andando?» chiese, pungolandolo sui fianchi a ogni parola.

« Non so di che cosa parli» ribattè lui, sollevando le sopracciglia eloquentemente, anche se Zayn stava ingaggiando un incontro di wrestling con Matthew e non poteva sentirla. Poi si accorse di Danielle e si ammutolì.

Demi lo tranquillizzò: « Lei sa»

Niall la guardò storta per un secondo, poi sospirò rassegnato: « Ormai è la custode dei segreti, lei»

« Non immagini neanche Niall» sentenziò Danielle, sedendosi vicino a loro. « Quante cose si vengono a sapere con una sorella ficcanaso»

"Ha parlato la stalker numero uno di Ken e Barbie" pensò Demi, ma si trattenne dal dirlo. Di colpo Danielle le afferrò il braccio e si portò un indice sulla bocca.

« Ma che...?»

Poi sentì: Zayn stava cantando. Una canzoncina stupida, di un cartone animato. Matthew lo stava incitando battendo le mani. Erano poche note, ma la voce di Zayn era come velluto, melodiosa, leggermente più acuta di come parlava di solito. Demi diede una gomitata a Danielle e indicò Niall, che era rimasto come imbambolato. "Si riescono quasi a vedere i cuoricini al posto delle pupille".

« Zayn...» fece Danielle.

Il moro si voltò a guardarla.

« Si, lo so che il gonfiabile è per i bambini, gliel'ho detto a Niall, ma lui mi ha risposto "E allora?", e così...»

« No Zayn» lo interruppe Danielle. « Stavi cantando. Benissimo, aggiungerei»

« Ancora! Ancora!» strillava Matthew, sbatacchiando il braccio di Zayn, che era quasi mortificato di essersi fatto sentire.

« Ti servirebbe un accompagnamento» aggiunse Demi.

« Io suono la chitarra» dichiarò Niall, alzando il braccio.

« Davvero? Ma è magnifico! Dovete fare un pezzo insieme»

Era riuscita di nuovo a mettere tutti in imbarazzo. Quella facoltà si chiedeva spesso da chi l'avesse ereditata.

« Si, e dove la prediamo adesso una chitarra?» borbottò Zayn, infastidito da tutta quell'attenzione. Poi Demi lo vide voltarsi verso Danielle e scuotere la testa, come se sapesse già che cosa stava per dire la ragazza.

« Liam ce l'ha!» annunciò infatti lei, trionfante.

« Liam non suona da una vita» ribattè lui.

« Ma tiene ancora la chitarra in camera sua»

« Tanto non possiamo chiedergliela, è andato via con Perrie a fare shopping»

Danielle parve arrendersi, ma poi a Demi venne in mente una cosa.

« Ha lasciato le chiavi di casa appese ai gancetti affianco alla Direzione, le ho viste quando cercavo il bagno» buttò lì.

« Non starai suggerendo...?»

« Oh, si!» esclamò Demi, tutta eccitata. « Non facciamo mica nulla di male, vero Danielle?»

« Ehm, io passerò, credo. L'idea d'intrufolarmi in casa sua non mi piace per niente, anche se in realtà è dove dovremo andare tra qualche ora. E poi vi state dimenticando del piccoletto qui» indicò Matthew.

Zayn si colpì la testa con la mano.

« Dobbiamo riaccompagnarlo subito all'altra spiaggia! Chissà come saranno preoccupati! Speriamo che non abbiano già chiamato i carabinieri o cose del genere»

Demi alzò gli occhi al cielo.

« Positività, Zayn»

« Ha ragione» intervenne Danielle. « Lo riporterò io. Voi andate pure»

Matthew cominciò a fare i capricci, ma Niall riuscì a calmarlo.

« Possiamo rivederci domani, ti va? Noi saremo sempre qui. Andiamo anche a fare il bagno alla boa, che ne dici?» e gli fece ciao con la mano mentre Danielle lo trascianava via tenendolo per un braccio.

 

 

 

 

*Da "Frozen: il regno di ghiaccio". La battuta riusciva solo in lingua originale.

**Topo è un gioco di carte a coppie che consiste nel fare dei segnali al proprio partner (generalmente, appunto, occhiolini) senza farsi notare dall'altra squadra.

 

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Capitolo 4
*** Terza parte ***


Le chiavi erano effettivamente dove Demi si ricordava. Ora lei, Zayn e Niall, ancora in costume da bagno, ansimavano su per la salita che conduceva alla villa. Demi era internamente combattuta tra la sensazione di essere la terza incomoda e la curiosità di starsene semplicemente a osservare quei due. Nel mentre, camminava dietro di loro senza smettere di sorridere, come un Cupido inquietante in incognito. Più si avvicinavano, più l'effettiva grandezza della casa di Liam si rivelava ai loro occhi. Era circondata da un giardino con delle siepi ben potate e un piccola piscina.

« Quanti piani sono?» domandò Demi a Zayn.

« Due, più cantina e solaio»

« Wow...certo che è...wow» fu tutto quello che riuscì a dire Niall.

Sotto un colonnato bianco c'era una porta finestra che fungeva da ingresso. Demi inserì le chiavi con cautela, pur sapendo che non ci sarebbe stato nessuno dentro.

Varcata la soglia si presero un mezzo infarto alla vista di tre figure davanti a loro, rendendosi conto solo dopo che si stavano guardando in uno specchio gigante appeso alla parete di fronte. L'interno della casa era tutto giocato su un connubio tra marmo, legno e pietra, non certo il tipico stile delle case al mare.

« Che se ne fanno di un caminetto?» chiese Niall.

« Immagino che sia solo di figura» mormorò Zayn. « Per di qua, credo» e imboccò un corridoietto alla loro sinistra.

« Come credi? Sarai venuto qui un sacco di volte» gli fece osservare Demi.

« Non di recente»

Sembrava infastidito. Salirono una rampa di scale, arrivando così al piano superiore, dove c'era la zona notte. Passarono alcune porte prima di giungere alla camera di Liam. Dentro c'era desamente troppo spazio per l'arredamento relativamente semplice, che consisteva in un letto matrimoniale, una cassettiera, un armadio e una scrivania. Il letto era ancora sfatto e diversi vestiti vi erano sparsi sopra, come se Liam avesse passato molto tempo a decidere cosa si sarebbe messo.

« Ricco, ma non ordinato» commentò Demi.

« Ok, decisamente molte cose sono cambiate da come me la ricordavo io. Qui non vedo nessuna chitarra e voi?» domandò Zayn mentre passeggiava per la stanza come un peripatetico, schivando un paio di mutande di Liam sul pavimento.

« Nada» rispose Niall spalancando l'armadio. « Non c'è un altro posto dove potrebbe tenerla? Che so, magari un ripostiglio» suggerì.

« Sentite, non lo so. E se ce ne andassimo? È stata un'idea stupida venire qua, possiamo chiedere a Liam sta sera»

Demi non disse niente. Aveva visto una cosa nell'armadio che aveva attirato la sua attenzione quando Niall l'aveva aperto.

« Voi due cominciate ad andare, vi raggiungo subito, devo controllare una cosa»

« Uh, ok. Ti aspettiamo sotto, allora» e uscirono dalla stanza.

Demi superò la distanza tra lei e l'armadio e aprì un'anta.

« Non può essere...»

Una striscia di carta era stata appesa con una puntina da disegno. Era una di quelle serie di fotografie che fanno le cabine automatiche, quattro diversi scatti a distanza di pochi secondi l'uno dall'altro, e ritraevano tutti Liam e Danielle insieme. Demi si sentì invadere dalla tenerezza. "Allora Liam non è completamente andato come credevamo, possiamo ancora recuperarlo" pensò. Passò una mano su quei volti, a volte ridenti, a volte seriosi, a volte presi in qualche smorfia, ma sempre e comunque felici. "E forse io posso riavere mia sorella". Non poteva rubare le foto, così a sua volta estrasse il cellulare e ne scattò una all'anta dell'armadio. La inserì come allegato in un nuovo messaggio; dalla lista dei destinatari selezionò Danielle e lo spedì con il testo "C'è una speranza <3". Rimase ferma un attimo a contemplare il suo operato, soddisfatta. Forse avrebbe fatto mettere insieme più di una coppia quel weekend.

 

*

 

« Perchè da quando siamo entrati qui sei così nervoso?»

Zayn smise di colpo di scendere le scale. Evitò lo sguardo di Niall, che lo fissava curioso qualche gradino più in basso.

« È successo qualcosa tra te e Liam?»

« No, è solo...il fatto che me la ricordassi così poco questa casa...»

« Le vostre famiglie non sono unite?»

Finalmente Zayn sollevò lo sguardo. Gli occhi marroni incontrarono quelli azzurri, così pieni d'innocenza, ma anche di incredibile intuito.

« Il fatto è» disse, ricominciando a scendere. « Che non è sempre stato così. Mia madre e mio zio erano molto uniti. Avevano progettato insieme l'idea dello stabilimento balneare. Tu lo sapevi che su questo tratto della costa non c'era niente prima? Era un terreno di proprietà del comune ritenuto inagibile. Ci finiva lo scarico di una fogna e c'erano scogli ovunque e altre cose non a norma. Ci andavano giusto i pescatori di tanto in tanto»

Si sedettero sull'ultimo gradino. Niall pendeva dalle sue labbra.

« Quindi tua madre e suo fratello hanno fatto fare la bonifica di tutta questa zona?»

« Sarebbe dovuta andare così. Senonché mia madre era già incinta di me e non se l'è sentita di fare un simile investimento in un momento in cui le serviva tutto il denaro possibile. Così mio zio si è sobbracato il progetto da solo e ha costruito i bagni più gettonati della costa, facendo l'affare della sua vita»

Zayn fece una pausa e sospirò a lungo.

« Sai quant'è scomodo avere dei parenti ricchi quando appartieni a malapena alla classe media? Essere invitati a ristoranti sontuosi, ricevere dei regali pazzeschi e sapere di non essere mai in grado di ricambiare appieno?»

« Ma per queste cose dovrebbe contare il pensiero» lo interuppe Niall.

« Lo so, ma i miei genitori sono orgogliosi» spiegò Zayn con amarezza. « E così con l'andare degli anni ci siamo visti sempre meno, anche perché i nostri stili di vita non coincidono. Era diventato impossibile fare una vacanza assieme...Ma Liam non è come i suoi, non è snob. Io e lui andiamo molto d'accordo. O almeno andavamo. Quando stava con Danielle era tutto fantastico, poi Perrie ha tirato fuori la parte peggiore di lui»

Si accorse che Niall lo stava fissando con una tale intensità che gli venne da trattenere il fiato. Provò una curiosa stretta allo stomaco.

« Spero...spero davvero che le cose si mettano a posto tra di voi» disse Niall con sincerità.

Zayn annuì in risposta. Rivangare tra i suoi ricordi gli aveva fatto uno strano effetto rilassante. O forse era la presenza di un attento ascoltatore come Niall.

« Sai» gli disse. « Sei davvero incredibile»

Vide distintamente il biondo deglutire.

« Cosa vuoi dire?»

Zayn ci pensò un attimo.

« Che tu...riesci a farmi aprire. Avevo parlato di ste cose solo con Danielle. Però mi è venuto spontaneo farlo con te. E sei riuscito a farmi giocare con un bambino di cinque anni, per l'amor del cielo! È un bel curriculum, per uno che ho conosciuto questa mattina, di solito non do tutta sta confidenza»

Niall sorrise senza dire nulla, ma c'era un velo di tristezza nella sua espressione che Zayn non riusciva a spiegarsi.

Uno sricchiolio alle loro spalle li fece girare. Demi era sulle scale sopra di loro, le chiavi di casa in mano.

« Allora? Andiamo?»

Aveva tutta l'aria di essersi avvicinata di soppiatto; da quanto tempo era rimasta in ascolto?

« Niall, che cos'hai sulla schiena? Sei viola!»

Zayn si sporse per guardare.

« È vero, sei tutto rosso qui» sfiorò le spalle del suo amico, che si lasciò sfuggire un gemito di dolore.

« Ti sei scottato. Non hai messo la crema?»

« Ehm, no» ammise Niall.

« Bravo furbo» lo shernì Demi. « Spero che a te non piaccia dormire a pancia in su!»

« Devi metterti qualcosa, subito» continuò Zayn, ostinato. « Prima di prendere altro sole»

« Ma si, che sarà mai? Non c'è bisogno che mi fai da mamma»

« Cosa? Io non...»

« Sentite» s'intromise Demi. « Io adesso torno in spiaggia, devo parlare urgentemente con Danielle. Perchè voi due non provate a cercare se c'è qualche crema nel bagno?»

Senza aspettare una risposta saltò a pié pari gli ultimi gradini, lanciò le chiavi a Zayn e sparì dalla vista. Prima che Niall potesse protestare, Zayn lo afferrò per un braccio e lo trascinò con sé nella direzione opposta. Attraversarono un salottino con dei batik* appesi al muro.

« Qui dovrebbe esserci uno dei due bagni» disse Zayn aprendo una porta. Pensava all'affermazione di Niall. Gli stava davvero facendo da mamma? Si rivide mentre lo difendeva da Harry e Louis. Lì per lì gli era sembrato un ragazzino vulnerabile, bisognoso di protezione, ma dopo che avevano passato del tempo assieme avrebbe detto che era altro a mancargli...affetto?

Il bagno era piastrellato sui colori del bianco e dell'azzurro. Una parete era quasi interamente coperta da uno specchio e un' altra da un mobile con una vera e propria esposizione di prodotti. In un angolo, una vasca da bagno con idromassaggio aveva un aspetto molto invitante.

Zayn rovistò per un po' tra i cassetti e gli scaffali, attento a rimettere tutto come l'aveva trovato, e infine trovò quello che cercava: « Protezione 50» dichiarò soddisfatto consegnandola a Niall. Poi si rese conto che il ragazzo avrebbe fatto una fatica inutile a contorcersi per arrivare a cospargersela nel punto in cui c'era la scottatura.

« Aspetta, forse è meglio se te la metto io»

Lo fece girare di schiena. Ora tutti e due erano rivolti verso lo specchio. Zayn vide il proprio corpo, più longilineo, superare i confini di quello di Niall, le loro carnagioni che formavano un piacevole contrasto. Si spremette un po' di crema sulle mani e le appoggiò in mezzo alle scapole dell'altro, che inizialmente rabbrividì e poi si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. Zayn iniziò a massaggiare la pelle di Niall, liscia, morbidissima. A mano a mano che la crema si assorbiva ne perceviva il calore; era una sensazione piacevole e gli venne da rallentare i movimenti concentrici. Poi si accorse dell'espressione del ragazzo riflessa sullo specchio.

« Niall...perché hai gli occhi lucidi?»

Lui li chiuse istintivamente.

« No» rispose. « Non è niente»

Ma stava tremando, quasi impercettibilmente.

« È solo che» si schiarì la gola. « Stavo pensando che se gli altri avessero assistito a una scena del genere ci avrebbero preso sicuramente in giro»

Zayn si bloccò e si ritrasse.

« Ti sto mettendo in imbarazzo?»

Niall si voltò a fronteggiarlo con un' espressione dura sul viso.

« Zayn, sono gay. Smettiamola di prenderci in giro»

Zayn rimase colpito da tanta durezza. Era gay: lo sapeva? Si, certo, se n'era accorto, almeno a livello di subconscio. Lo riguardava? In un certo senso non si era posto il problema. "Rispetta chi ti rispetta" era l'unica cosa che gli avevano insegnato i genitori.

« È evidente che provo attrazione per te» proseguì Niall. « E se a te non piacciono i maschi direi che abbiamo un problema e possiamo anche evitarci queste scenette»

Ogni traccia di puerilità era sparita. Per la prima volta sembrava come lui, un ragazzo di diciotto anni stanco di avere a che fare con le persone sbagliate.

Zayn cercò di buttarla sul ridere: « Niall, la verità è che io odio tutti»

ma vide che lui era serissimo. « Ok, senti, a parte gli scherzi. Non mi sembra il caso di parlare di queste cose, no?»

« Queste cose vanno messe in chiaro, fin da subito»

Il tono pungente di Niall gli fece riecheggiare in testa le mille voci che nella sua vita gli avevano detto di trovarsi una ragazza. E come sarebbe dovuta essere questa ragazza. E perché non l'aveva ancora trovata questa ragazza. Nessuno che capiva che non avrebbe mai permesso loro di limitare i suoi criteri di scelta di un partner. Non si era mai posto molti dubbi sulla sua sessualità durante la crescita, consapevole di avere un comportamento atipico anche in quello. Aveva semplicemente smesso di preoccuparsene, visto che ci pensavano già le persone al posto suo. Alla gente piace parlare? Lasciamola parlare.

« Non possiamo continuare a essere noi come se niente fosse? Mi piace passare il tempo con te. Facciamo che non è successo niente. È troppo...presto» Zayn lasciò cadere la frase.

Niall scosse la testa piano.

« Alla nosta età» disse, avviandosi verso l'uscio. « Non è mai troppo presto, è sempre troppo tardi» e scomparve dietro la porta.

 

*

 

Quando rimise piede in spiaggia, Liam si sentì un po' più sollevato. Sembrava tutto come l'aveva lasciato: Louis e Eleanor si stavano baciando sotto un ombrellone, Harry sembrava cercasse di telefonare a qualcuno, mentre Josh era stato evidentemente insabbiato, dato che gli spuntava solo la testa da terra.

Urlò loro: « Raga, andate a farvi la doccia se dovete, che tra un po' andiamo»

Per tutto il tragitto dal negozio fino a lì si era perso in una nube di pensieri foschi. Non si capacitava della piega che stava prendendo la giornata. Fino al giorno prima il piano era tutto disegnato perfettamente nella sua mente: riunire in un unico posto le persone che più contavano nella sua vita per festeggiarlo. Però a quanto pareva non aveva preso in considerazione dei fattori. Che ci fossero degli attriti interni, per esempio. D'accordo, invitare la sua ex forse era stato troppo, ma erano in buoni rapporti, no? Non potevano sforzarsi un po' tutti di andare d'accordo?!?

Guardò l'orologio: erano le sei e mezza. C'era un'altra questione da sistemare, prima che si spostassero tutti a casa sua. Adocchiò da lontano Justin e lo chiamò a scendere dal trespolo. Il bagnino balzò giù con un salto atletico. Era un uomo sulla trentina d'anni, molto affascinante.

« Ehi, senti Jus, so che hai ricevuto ordini contrari riguardo a stasera, ma non è che potresti...»

Il bagnino alzò una mano abbronzata per interromperlo: « Non preoccuparti, immaginavo. Passerò giusto a controllare se vi serve qualcosa. Diremo a tua madre che sono stato tutto il tempo nell'altra stanza a guardare la tele»

Il viso di Liam s'illuminò.

« Non so come ringraziarti»

« Nah, non c'è problema. Hai diciotto anni o no?» Gli fece uno sgurado complice. Liam sospirò di sollievo. Se aveva ottenuto la sua fiducia poteva ottenere anche quella dei suoi. Bastava dimostrare che invitare gente a casa non singificava demolirla. Aveva messo via tutte le cose preziose? Aveva chiuso a chiave le stanze off limits? Cominciò a venirgli il dubbio. Forse doveva salire un attimo a controllare, non era il caso di farlo davanti a tutti. Si tastò la tasca in cerca delle chiavi. Orrore: "Dove sono le chiavi?". Fece mente locale e si ricordò di averle lasciate agganciate al portachiavi dell'entrata. Si mise a correre; ci mancava solo che Louis gli facesse qualche brutto scherzo, meglio prenderle subito. Curiosamente trovò Zayn e Niall davanti alla Direzione, affannati come se avessero corso.

« Liam!» dissero in coro quando lo videro.

« Tutto bene raga?» li guardò confuso. « Niall, alla fine ti fermi a dormire sta sera?»

Niall spostò lo sguardo da lui a Zayn.

« Io? Ehm, sì. Sì, sì, mi fermo»

« Bene!» gli fece un gran sorriso. « Immagino che non avrai il sacco a pelo, per cui starai sopra il letto. Abbiamo due camere degli ospiti, faremo femmine in una e maschi nell'altra. Andate a cambiarvi, che si va. Io vado a avvertire gli altri»

 

*

 

Perrie si sciacquò lo shampoo dai capelli, in uno dei bagni di Villa Payne. La superficie della vasca era piena di grosse bolle di sapone. Si era trovata sabbia in posti che neanche immaginava ed era un gran sollievo potersi lavavare lì invece che in spiaggia come gli altri. Una piccola rivincita personale su Danielle. Qualcuno bussò alla porta.

« Posso entrare?»

Era Zayn. A Perrie venne un'idea diabolica.

« Certo, entra pure»

« C'è Taylor che vuole sapere che piz....oddio, scusa!» esclamò coprendosi gli occhi, quando vide che di lei spuntavano solo la testa e le ginocchia dal bordo della vasca.

« Non scusarti sciocchino, se ti ho fatto entrare vuol dire che non c'è problema»

Ma lui continuò a tenere lo sguardo fisso sullo stipite.

« Stavi dicendo?»

« S-stiamo per ordinare le pizze e non sappiamo quale vuoi»

Perrie si mise teatralmente la mano sul mento, come se dovesse pensarci a lungo.

« Mmm, non saprei. Tu quale mi consiglieresti?»

Godeva nel metterlo in difficoltà.

« Ehm...io prendo la Quattro Stagioni. Se per te va bene...»

Spostò il peso da una gamba all'altra.

« Mm-mm, ok. Mi passeresti un asciugamano, per piacere?»

Finalmente Zayn la guardò direttamente.

« Devo prenderti un asciugamano?»

« Sì, quella cosa per asciugarsi, hai presente? A meno che non vuoi che mi asciughi su di te, naturalmente»

Zayn gettò uno sguardo al corridoio, poi entrò nel bagno e chiuse la porta. Attraverso in fretta la cortina di vapore che si era formata fino a una pila di asciugamani, ne prese due e glieli allungò, sempre senza guardare. Perrie emerse dalla vasca con deliberata lentezza. Se ne arrotolò uno intorno ai capelli e uno intornò alla vita.

« Grazie, Zayn, sei un tesoro»

Lui mormorò un "prego" mentre usciva. Colpito e affondato.

 

*

 

« ...Una ai quattro formaggi, quattro margherite, di cui una con la mozzarella di bufala, e una pugliese»

Taylor stava cercando di farsi sentire al di sopra del vociare dei suoi amici, premedo forte la cornetta del telefono sulla bocca. Dal'altro capo un signore poco paziente attendeva le sue ordinazioni. La maggior parte di loro erano stravaccati sui divanetti di Liam, tutti vestiti e con gli stomaci brontolanti. C'era anche un altro rombo che si udiva, quello del cielo che si stava scurendo velocemente, al punto che erano stati costretti ad accendere le luci, nonostante fosse ancora relativamente presto.

« No, DUE coi würstel e le patatine...»

Demi passava in quel momento di lì, con il suo passo poco aggraziato.

« Aspetta, chi altri ha preso würstel e patatine?» chiese, come al solito urlando. « Vai così, fratello!» gridò quando Niall alzò il dito.

Taylor riuscì finalmente a chiudere quella telefonata improbabile.

« Bene, non so quante pizze arriveranno, ma qualcosa mangeremo» asserì, ma nessuno la stava ascoltando. Liam pareva decisamente agitato, come se non avesse mai visto tante persone nel suo salotto. Continuava a spostarsi da un angolo all'altro spostando oggetti.

« Louis, togli i piedi dal tavolino!» ordinò.

Louis stava, per usare un eufemismo, facendo come se fosse a casa sua.

« Sei una noia. A proposito, quand'è che tiriamo fuori gli alcolici?» chiese speranzoso.

« Ti ho già spiegato: niente alcol, i miei sono stati molto chiari. E poi so già che ti ritroveresti a vomitare sul pavimento!» rispose Liam esasperato.

« Tay, ti prego, possiamo parlare un secondo?»

Harry le si era avvicinato da dietro. Lei annuì e si spinsero verso la cucina, che era all'americana, con il ripiano in centro.

Taylor cominciò a parlare per prima: « Ho esagerato con la mia reazione, lo so, ti chiedo scusa. Solo che non ero...»

« Taylor. Taylor! Ascolta» la interuppe lui. « Va tutto bene. Semplicemente credevo che non aspettassi altro»

« Che cosa te l'ha fatto credere?»

Harry rispose in maniera titubante: « In verità...me l'ha detto Perrie»

« Che COSA?»

« Mi ha messo in mano un preservativo e mi ha detto "Fallo per il suo bene, prima che impazzisca. Non chiede di meglio". Evidentemente c'è stato un malinteso»

Taylor era senza parole. Harry le afferrò le spalle con le mani grandi.

« Ma ehi, non c'è problema. Il nostro rapporto è bello così»

« Sicuro? Guarda che lo so che vorresti che fossimo come Lou e El. So che tra voi maschi c'è sempre competizione» lo accusò Taylor.

« Una volta lo pensavo» ammise Harry. « Ma sinceramente non voglio essere come Lou. Noi siamo unici e ci comporteremo a nostro modo»

Taylor gli stampò un grosso bacio.

« Grazie, ti avevo sottovalutato»

Lui sfoderò il migliore dei suoi ghigni.

« Però non potrai impedirmi di stuzzicarti di tanto in tanto»

Taylor lo colpì al braccio con uno schiaffo.

 

*

 

Con la pizza e la torta di compleanno nello stomaco, Niall colmò parzialmente il vuoto che si sentiva. Gli sembrava che tutto in quella stanza, i suoni, i colori, i ragazzi intorno a lui, fosse sfocato, ad eccezione di Zayn.

« Spiegatemi perchè dobbiamo guardare un horror» si stava lamentando Eleanor, strascicando ogni parola.

« Mi sembra evidente, no?» le disse Harry, mentre rovistava tra la collezione di DVD di Liam. « Sta sera ci sarà un bel temporale, atmosfera perfetta!»

« Che culo» commentò Perrie.

Niall la osservò. Si era messa il rossetto, che risaltava ancora di più le labbra sporgenti. Si era accorto di come la ragazza si muoveva intorno a Zayn. E anche lui se n'era accorto. Si diede, per la centesima volta quel giorno, dello sciocco. Sciocco per averci sperato, per essersi esposto in questo modo. Era quasi morto quando Zayn gli aveva messo la crema sulla schiena, ma poteva interiorizzare come aveva sempre fatto in vita sua. Non sentire, far finta di niente, ignorare i suoi stessi sentimenti. Però c'erano quei maledetti segnali contrastanti. Percepiva di avere una possibilità. Restava da vedere se il moro avrebbbe fatto la scelta più semplice, o quella più azzardata.

Si sistemarono alla bell'e meglio intorno alla tv al plasma, chi per terra, chi sul divano e sulle poltroncine. Niall si trovò un posto in mezzo alle gambe di Josh.

« È occupato questo?»

Zayn gli si era avvicinato e indicava il pezzo di pavimento vicino a lui.

« Scemo» gli rispose facendogli posto.

Il film fu scelto in base alle reazioni delle ragazze a udirne il titolo e all'entusiasmo dei ragazzi: "Il Collezionista d'Occhi". Niall rabbrividì solo a guardarne la copertina. Danielle spense le luci, cosicché il salotto rimase illuminato solo dai primi fotogrammi del film. Poi, di colpo, un lampo rischiarò le finestre, segito a breve da un tuono in lontananza.

« Sta incominciando a piovere» commentò Eleanor.

« Ce ne siamo accorti, grazie» ribatté Kendall.

« Shhh»

« Oh, "shhh" tua sorella...»

« SHHH»

Niall si sentiva come in trappola. Da un lato cercava di non pensare a Zayn e di concentrarsi solo sul film, dall'altra...beh, detestava i film horror. La trama era, ovviamente, banale: un gruppo di detenuti costretti ai lavori socialmente utili dovevano ristrutturare un edificio in disuso, nel quale naturalmente venivano poi ammazzati uno a uno da uno squilibrato con un trauma infantile alle spalle. Niall avvertì una certa nausea quando alla prima vittima, la classica bionda oca, vennero staccati di netto gli occhi e si pentì di aver scelto una pizza così pesante. Cercò di guardare un punto che non fosse lo schermo. Il testone di Perrie davanti a lui poteva andare bene, se solo la ragazza avesse smesso di commentare ogni secondo le azioni dei protagonisti. Per fortuna c'era gente che se la faceva addosso più di lui: Kendall ogni due per tre lanciava urletti ingiustificati, scatenando le ire omicide di Taylor. Eleanour si era tuffata dall'inizio del film nella maglietta di Louis, costringendolo a chiamarla quando le scene brutte fossero finite. Josh, da parte sua, trasaliva a ogni cambio di angolazione e poi si guardava intorno ridacchiando nervosamente, per controllare se qualcuno ci aveva fatto caso. Solo Danielle non sembrava impressionata e ogni tanto si esprimeva in commenti sprezzanti tipo: « Ma dai, è talmente palese che è ketchup che ci si potrebbero intingere le patatine» oppure « AH! No, questo è troppo. Gli hanno strappato due gambe, non può essere ancora vivo!»

Liam la guardava divertito dall'altro capo del divano.

« Questo forse è peggio di quello giapponese, quello dello spirito intrappolato nella telecamera...»

« Ah, no!» rise lei. « Niente è peggio di quel film. Che risate ci siamo fatti...»

« Vi spiace?» blaterò Demi, che era verde in faccia e teneva le mani davanti agli occhi.

« Quanto fa cagare sto film» se ne uscì Louis. Tra tutti i presenti ci fu un tacito assenso.

In quel momento ci fu un lampo accecante e la televisione si spense. Seguì un tuono così forte che Niall fece un salto per lo spavento e afferrò il braccio di Zayn. Molti si portarono le mani alle orecchie. Kendall urlò, se possibile, ancora più forte.

« È saltata la corrente. State fermi» ordinò Liam, muovendosì nel buio. Inciampò su qualcuno e si udì un gemito. « Scusa...Fatemi solo uscire...Vado a riattaccarla, non vi muovete»

Tra i presenti aleggiava quel misto di eccitazione e paura. Niall si accorse che stava ancora stringendo il braccio di Zayn; per fortuna era troppo buio perché si vedesse qualcosa. Poi la corrente tornò, e poco dopo anche Liam.

« Bene» esordì Perrie. « Direi che questo è stato un segno divino. È un buon momento per cambiare attività»

Il salotto esplose in una raffica di proposte.

« Non dovevamo fare la tombola?» chiese Danielle, sovrastando il vociare.

« Ti prego, posso anche tagliarmi a quel punto» ribatté Eleanour.

« No, no, aspettate, ne ho io uno» annunciò Harry. « Il gioco dell'Assassino»

Zayn fece un verso a metà fra uno sbuffo e una risata.

« Ecco, non bastava il Collezionista d'Occhi, adesso anche l'Assassino»

« Ah, lo conosco» disse Demi con approvazione.

« Ma non ci vanno le carte?» chiese Niall.

« No, quello senza carte intendevo» chiarì Harry. « Vuoi spiegarlo tu, Demi, che io non sono bravo?»

« Si, allora, è un po' complicato. Ci serve un foglio e una penna. E anche qualcosa per fare un segnale, qualcosa che si senta a distanza»

Liam aprì il cassetto di un tavolino e tirò fuori un fischietto rosso.

« È uno di quelli di Justin, può andare bene?»

« È perfetto! Allora: si inizia facendo tanti bigliettini quanti sono i giocatori. Su uno si scrive una "A", che vuol dire "assassino", su un altro si scrive "P", che vuol dire "poliziotto", gli altri si lasciano in bianco. Dopo si distribuiscono: chi ha la "P" deve subito dirlo, chi ha la "A", ovviamente, deve starsene zitto. Mi raccomando»

« Perché guardi me?» domandò Kendall, sospettosa. Demi ignorò la domanda.

« Poi tutti si nascondono, tranne il poliziotto che rimarrà fermo per tuttta la partita e sarà quello che terrà il fischietto. Visto che la casa è grande ci serviranno almeno tre minuti a sistemarci tutti»

« Possiamo fare solo su questo piano?» chiese Liam.

« Neanche per idea! Scusa, hai una casa enorme, sfruttiamola tutta» disse Harry.

« Ok, non vale negli armadi però, eh! E nemmeno in soffitta perchè c'è da farsi male. E non rompete niente!»

Demi proseguì con il regolamento: « Passati quei tre minuti, il poliziotto fa un fischio. A quel punto l'assassino potrà muoversi -gli altri rimangono fermi-, andare da un giocatore a sua scelta e toccarlo; questi dovrà urlare "Sono morto/a", in modo da farsi sentire da tutti. Si dà un altro minuto all'assassino per nascondersi di nuovo e poi si fischia la fine. Il compito del poliziotto è scprire chi è l'assassino interrogando gli altri giocatori. Non si possono accendere le luci per tutta la durata, sennò è troppo facile.»

« Una vera figata» concluse Harry. « Ci ho giocato solo una volta»

« Ma non ho capito» disse Taylor. « Interrogare i giocatori in che senso?»

« Fare delle domande su dove si trovavano, che cosa hanno sentito o visto. Naturalmente il bello del gioco sta anche nel bluffare un pochino per incastrarsi a vicenda. Ah, sia chiaro che la vittima non può in nessun modo aiutare, visto che è morta»

« Mi piace» decise Josh.

Cominciarono a fare i bigliettini. Demi si occupò di scrivere le lettere e di metterli piegati dentro una ciotola.

« Non vale uscire fuori» si raccomandò Liam.

« Piove a dirotto, secondo te siamo così scemi da uscire fuori?» lo prese in giro Zayn.

« Ok, prendetene uno!»

Dodici mani pescarono dalla ciotola un pezzettino di carta. Per un attimo piombò il silenzio, infranto solo dallo spiegare dei bigliettini. Niall inrociò le dita: essere l'assassino sarebbe stato troppo imbarazzante e non aveva neanche intenzione di fare il poliziotto e starsene lì al buio mentre tutti scappavano. Sospirò di sollievo nel constatare che il biglietto era vuoto.

« Grandioso...sono la poliziotta!» annunciò Taylor mostrando la sua "P" colorata. « Posso avere le manette?»

« Accidenti, così mi fai venire voglia di comportarmi male» scherzò Harry.

Per tutta risposta lei si fece allungare il fischietto, se lo mise al collo e ci soffiò dentro.

« Si comincia!»

Tutti si misero a correre verso le uscite, qualcuno spense la luce al suo passaggio e rimase soltanto il trambusto dei loro movimenti. Niall rallentò di colpo per non inciampare e aspettò di abituarsi alla penombra. Qualcuno gli andò a sbattere contro con un grugnito. Poteva essere Louis o Josh. Cercò di riflettere su dove andare a nascondersi. Dal rumore dei passi sembrava che in tanti avessero salito le scale. Pensò che aveva un piccolo vantaggio rispetto ad alcuni di loro, in quanto aveva visto più o meno com'era fatta la villa qualche ora prima, ma la verità è che di notte tutto appare diversamente. Decise di seguire dei passi più leggeri, sicuramente quelli di una ragazza, lungo il corridoio a destra della cucina. Se non fosse stato per qualche lampo sporadico che rischiarava l'ambiente, dentro quella casa sarebbe stato buio pesto. La suggestione del film cominciava a farsi sentire: ogni ramo che sbatteva contro una finestra per via del vento feroce era un braccio pronto a calare un pugnale, ogni ombra proiettata sul pavimento era quella di un mostro pronto a balzare, ogni tenda sembrava celare il Collezionista d'Occhi. La tenda. Sembrava una buona soluzione. Ci si mise dietro accovacciandosi, poi cambiò idea e si alzò in piedi, per dare meno nell'occhio. Rimase in attesa che Taylor fischiasse i tre minuti, cercando di fare meno rumore possibile. "Chissà dov'è Zayn" si chiese.

 

*

 

"Sono troppo vecchio per queste cose" pensò Zayn, mentre saliva a tentoni le scale. Aveva optato per salire al piano superiore, dove c'era sicuramente più possibilità di nascondersi. Sentì delle risatine in lontananza e dei respiri affannosi. Qualcuno gli passò accanto sfiorandolo e si prese un colpo; aveva l'adrenalina a mille. "Fanculo sto cavolo di film" pensò. Avrebbe preferito vedere un cartone, qualcosa di tranquillo. Passò davanti al bagno e intravide una sagoma calarsi nella vasca. "Pessimo nascondiglio". Provò con la camera dei genitori di Liam, ma era chiusa a chiave. Si accorse che tutti i rumori umani erano cessati, rimaneva solo l'ululato del vento e la pioggia che batteva sui vetri. Poi, dal nulla, il fischio. Voleva dire che i tre minuti erano passati, l'assassino stava uscendo allo scoperto. Si infilò in fretta nella prima stanza a sinistra e si chiuse la porta alle spalle. Lì le tapparelle erano abbassate e il temporale si sentiva appena. In compenso non filtrava neanche un po' di luce, per cui Zayn si concesse di accendere l'abat-jour sul comodino. Era finito in una delle camere degli ospiti, molto simile a quella di Liam. D'improvviso udì uno scricchilio e si voltò di scatto, per vedere Perrie che scivolava all'interno, un dito premuto contro la bocca sorridente.

« Oh-oh, qualcuno sta barando» bisbigliò, accennando alla lampada accesa. « Neanche a me piace seguire le regole»

« Sei l'assassino?» tagliò corto Zayn.

Lei allargò il suo sorriso e giocò con una ciocca dei suoi capelli.

« No, abbiamo solo scelto lo stesso posto per nasconderci, non pensi che sia destino?»

« Allora uno di noi deve uscire, non possiamo stare nello stesso posto! Pensa se l'assassino vuole venire a prendere uno di noi»

Perrie si voltò e girò la chiave nella toppa.

« Problema risolto»

Si avvicinò passo dopo passo. Zayn si perse per un attimo nella scollatura della sua camicetta. Doveva ammettere che era veramente sensuale.

« Coraggio Zayn, è solo uno stupido gioco. Siamo grandi, non credi che dovremmo fare le cose da grandi?»

Altro passo in avanti.

« Di che cosa hai paura?» domandò. « Non dirmi che non ti piaccio»

"E quindi io piacerei a te?" rifletté Zayn. La super top model Perrie Edwards aveva scelto lui? Zayn aveva avuto qualche flirt qua e là con qualche ragazza in passato, ma nulla che lo avesse entusiasmato, tanto fumo e niente arrosto. Per un certo periodo aveva creduto di essere troppo esigente. Poi di essere asessuato. Ora decisamente sentiva che Perrie gli scuoteva qualcosa dentro. Ma poi la fissò dritta negli occhi freddi, azzurro ghiaccio, e gli venne in mente un altro paio di occhi, sempre azzurri, ma come il cielo. Due pezzi di cielo sconfinato in un volto angelico. Niall. Da solo, al buio, spaventato. Zayn si risvegliò dalla trance. Perrie gli stava poggiando le mani addosso con l'intento di farlo sdraiare sul letto, ma lui si divincolò con uno strattone. La ragazza spalancò la bocca e gli lanciò un occhiata velenosa.

« Ma che cosa sei, gay?!?» gli soffiò contro.

Zayn si erse in tutta la sua statura.

« Meglio essere gay che andare con una zoccola come te!»

Perrie non sembrò turbata dall'insulto.

« Si, sei un frocetto» concluse. Gli rivose un'occhiata sprezzante, girò sui tacchi e uscì a testa alta, proprio mentre una voce, dal pian terreno, gridava: « Sono morto!»

La partita era finita. Zayn si preparò ad uscire, quandò udì dei fruscii alle sue spalle. Allora non erano soli in quella stanza! Si ritrasse spaventato contro la parete, realizzando che chiunque fosse aveva appena assistito a una scena che sarebbe stata difficile da spiegare. Un secondo dopo i bordi delle lenzuola si sollevarono e la testa di Liam sbucò da sotto il letto.

 

 

 

*I batik sono dei tessuti colorati in stile etnico che si appendono ai muri a mo' di arazzi.

 

 

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Capitolo 5
*** Quarta parte ***


Demi trasalì quando le parole "sono morto" riempirono la casa. La voce di Niall era vicinissima a lei. Contò un minuto nella sua testa, poi uscì dal ripostiglio nella quale si era messa e accese la luce in corridoio. Rise alla vista di Niall sdraiato a terra, con le gambe ancora avvolte in una tenda.

«Sei poco credibile come morto!»

Lui fece per rispondergli ma si trattenne, ricordandosi che effettivamente non poteva. Pian piano tutti si radunarono intorno al "cadavere".

«Bene bene. Quanti sospettati» commentò Taylor, completamente calata nella parte. «Vediamo quanti di voi hanno un alibi»

«Apsettate» la interruppe Perrie. «Manca ancora El»

«Mancano anche Liam, Zayn...»

«Ci sono» disse Liam, arrivando con Zayn. Avevano un'espressione seria, ma quella di Zayn si addolcì alla vista di Niall.

«Non dirmi che hanno ucciso te!»

Niall azò le spalle: «Che ci vuoi fare?»

«Zitto, cretino! Sei morto»

Louis si guardò intorno, preoccupato.

«Ma dov'è El, qualcuno l'ha vista?»

«Forse non ha sentito» suggerì Demi. Prese quanto più fiato poté e urlo: «ELEANOUR, ESCI FUORI, ABBIAMO FINITO!»

L'unica risposta fu un fulmine che fece sussultare tutti.

Harry liquidò la faccenda: «Laciamola perdere, sarà in bagno a truccarsi» Taylor batté le mani per richiamare l'attenzione.

«Allora, possiamo cominciare quest'interrogatorio? Chi ha trovato il cadavere?»

Demi alzò la mano e Taylor le puntò il dito contro.

«Dov'eri nascosta?»

«In quello sgabuzzino» rispose Demi, capendo un attimo dopo di trovarsi in una posizione scomoda.

«Quindi molto vicino a Niall...»

«Ma dai, non ammazzerei mai Niall» cercò di scherzare. Niall sussurrò un "grazie" in risposta, mostrandole il pollice.

«Voglio dire, perchè dovrei?»

«Forse perché gli vai dietro e chiaramente è un amore che non può essere corrisposto» suggerì Kendall con aria di sfida e Harry rise.

Demi fece un verso di scherno.

«Già, peccato che io sia lesbica»

Silenzio totale. Danielle stava guardando sua sorella con preoccupazione mista ad ammirazione. Josh fece un fischio sordo.

«Ragazze, calma. Stiamo solo giocando...»

Perrie sbuffò: «È lei l'assassino. Ha ucciso Niall e poi si è messa nel posto più vicino, dato che aveva solo un minuto. È ovvio»

«Sembra che tu abbia fretta di incolpare qualcuno» ribatté Demi.

«No, ho solo fretta di finire»

«Ehi, sono io la poliziotta qui!»

«Io ero nella vasca di sopra. Gaurdate, ho i pantaloni bagnati perché c'era ancora dell'acqua» squittì Kendall, anche se nessuno gliel'aveva chiesto.

Taylor spostò la sua attenzione su Perrie.

«Perché non ci dici tu dov'eri?»

Perrie la guardò malissimo. Al suo fianco Zayn si mosse impercettibilmente.

«Di sopra. Ero in una stanza di sopra»

«C'è qualcuno che può provarlo?»

«Sì, io»

Zayn e Perrie guardarono scioccati Liam farsi avanti.

«Era in camera con me» Fronteggiò la sua ragazza con sguardo duro. «Io ero sotto il letto»

Lei si morse il labbro e non disse niente. Demi non capiva che cosa stava succedendo, ma doveva essere qualcosa di grosso. L'espressione interrogativa di sua sorella, invece, si tramutò in una di consapevolezza.

Taylor sospirò, annoiata: «D'accordo. Demi, hai sentito qualcuno muoversi nelle vicinanze?»

Demi cercò di ricordare: aveva sentito dei passi seguirla, ma ovviamente erano quelli di Niall, dopodiché era stato impossibile sentire altro da dentro lo sgabuzzino. Scosse la testa e Taylor passò a Josh.

«Josh, te ne sei stato zitto tutto il tempo, hai qualcosa da nascondere?»

Ma lui rispose pronto: «Io mi sono nasconsto nell'ultima camera in fondo al corridoio di sopra, ci ho messo quasi tutti e tre i minuti»

«È impossibile» gli disse Zayn. «Ho provato anch'io a andare lì, ma è chiusa a chiave»

Josh esitò. Aveva la parola "colpevole" scritta in faccia.

«...Sì, perché mi sono chiuso dentro, non volevo essere io la vittima...»

«No» lo fermò Liam. «È la camera dei miei genitori, l'ho chiusa a chiave io questa mattina»

Tutti guardarono Josh. Taylor soffiò nel fischietto.

«Sembra che abbiamo il nostro colpevole»

Niall si tolse la polvere dai vestiti e si stiracchiò.

«Posso alzarmi ora? È faticoso fare la vittima»

«Ma quindi non ti sei neanche nascosto?» domandò Zayn a Josh.

«Era troppo buio! Non volevo perderlo di vista, così ho semplicemente aspettato fermo in piedi che Taylor fischiasse» si giustificò lui.

«Ragazzi, Eleanour non è ancora tornata. Ma dove cazzo si è ficcata? Non mi piace che gironzoli così»

«Ci starà facendo uno scherzo, Liam, smettila di preoccuparti. Adesso le faccio squillare il cellulare, così la sgamiamo» disse Taylor tirando fuori il suo blackberry e cercando il numero in rubrica. Aspettarono qualche secondo e per poi sentire una vibrazione provenire dal salotto.

«Ma dove...?»

Trovarono il cellulare per terra, sotto un davanzale. Kendall lo raccolse, accigliata.

«Ok, questo è strano. Magari le è caduto quando siamo andati a nasconderci»

Zayn si avvicinò alla finestra. Non si vedeva quasi niente e quel poco che si vedeva era abbastanza spaventoso.

«Non sarà andata in giardino, vero?»

Louis si passava le mani sulle gambe, agitato.

«Ti prego, dimmi di no...È abbastanza coraggiosa per farlo. Oddio, e se fosse scivolata e avesse battuto la testa?»

«Non è scema, Louis. Sa che è pericoloso uscire di notte» intervenne Perrie. «E poi dubito che si bagnerebbe volontariamente»

«No, infatti, è sicuramente dentro» lo tranquillizzò Liam. Poi si avvicino alla porta finestra, inserì le chiavi e diede una mandata.

«E se invece è fuori, adesso sarà costretta a suonare per entrare»

Harry guardò la porta titubante.

«Ti sembra il caso di chiuderla fuori? Voglio dire, magari c'è qualche pazzo che si apposta davanti alle ville a rapire ragazzine»

Louis sbarrò gli occhi. Harry non scherzava, per una volta era veramente preoccupato.

«Si, magari il Collezionista d'Occhi. È dentro, ti dico. Adesso ci dividiamo e la cerchiamo»

«Sentite, continuiamo senza di lei» propose Danielle, porgendo la ciotola ai suoi compagni. «Se ci sparpagliamo per la casa prima o poi qualcuno la troverà»

Tutti vi rimisero i loro bigliettini spiegazzati dentro e lei diede una bella scossa per mischiarli.

«Comunque farebbe bene a smetterla!» sbraitò Taylor. «Se voleva farci prendere uno spavento ci è riuscita»

Proprio mentre Demi allungava di nuovo la mano per pescarne uno mancò di nuovo la corrente. Harry imprecò, poi disse: «Beh, immagino che sia uguale, prima o dopo. Non stare a rimetterla, Liam»

«Poteva aspettare un secondo...ehi non sbirciare!»

«Ma se non riesco nemmeno a leggere il mio!»

Demi strizzò gli occhi, ma sembrava che non ci fosse di nuovo scritto niente sul pezzettino di carta. Harry teneva il suo a un centimetro dal naso e non sembrava per niente contento.

«Poliziotto» mormorò, poi guardò nervoso la finestra quando un altro lampo illuminò l'ambiente. E improvvisamente Demi capì che c'era qualcosa che non tornava. Non c'era stato nessun fulmine a giustificare il fatto che fosse saltata la luce, a differenza della prima volta. In quel momento capì dove si trovava la ragazza di Louis.

 

*

 

A Liam la scomparsa di Eleanour non importava come avrebbe dovuto. Era ancora in una specie di trance mentre si spostava nel buio come un fantasma, stringendo in pungo un bigliettino con una "A" scritta sopra. "Ironico", si disse, "perché dovrei avere voglia di ammazzare qualcuno, eppure non sento niente". Si appostò contro una colonna, ascoltando i movimenti dei suoi compagni intorno a lui, coperti in parte dalla pioggia. Aveva appena assistito a un tentativo di corna da parte della sua ragazza ("ex ragazza", si corresse) con nientemeno che suo cugino. L'aveva ringraziato dopo, Zayn. Per averla insultata al posto suo. E semplicemente per essere lì, per esserci stato il giorno del suo compleanno. Ora però si chiedeva da dove veniva questa pace dei sensi. Sentì il fischietto e si rimise in piedi. C'era qualcos' altro, oltre la pace dei sensi. Una vibrazione, un istinto che l'aveva guidato per tutto il giorno e ora nell'oscurità si acuiva. Era come un odore che stava seguendo. Circumnavigò il tavolo della sala da pranzo, attento a nonfare rumore, ed entrò in cucina. Vide la sua espressione determinata riflessa nella credenza, poi vide lei, Danielle, in piedi dietro al ripiano. Lo fissava, sbattendo gli occhi, forse aspettandolo. Passo dopo passo Liam colmò lo spazio che li separava, stringedola a sé.

«Sei morta» le sussurrò, avvicinandosi per lasciarle un lieve bacio sulle labbra.

Danielle si lasciò sfuggire un sospiro. Si allungò per baciarlo di nuovo, ma in quell'istante ci fu un trambusto nella stanza accanto. Qualcuno stava correndo e aveva rovesciato una delle sedie.

«Liam, Liam!»

«Sono qui, che c'è?»

Sentirono i passi cambiare direzione e il secondo dopo arrivò Harry, trafelato.

«C'è qualcuno che cerca di entrare»

A Liam si gelò il sangue nelle vene.

«Cosa?!?»

«Non è Eleanour?» chese Danielle.

Harry era visibilmente terrorizzato.

«No, è un uomo! Ho sentito qualcuno che armeggiava e ho visto la sagoma dietro la porta. Sta provando a forzare la maniglia!»

Danielle urlò quando sentirono dei colpi provenire dall'ingresso.

«Dobbiamo chiamare la polizia»

Liam stava per prendere un coltello dal cassetto della cucina quando il suo cellulare prese a squillare.

«Spegnilo!»

Liam guardò il display: "Justin cell chiamata" lesse. Un sospetto lo attraversò.

«Pronto?»

«Liam, ma che diavolo fate? Mi volete aprire o no?»

Il sollievo lo invase ad ondate.

«È Justin! Oh mio Dio, è solo Justin» ansimò tenendosì il petto. «Arriviamo»

«Decisamente troppe emozioni per una serata sola» commentò Danielle. Non aveva neanche finito di dirlo che ci fu un forte "TAC" e qualcun altro stillò in lontananza.

«E adesso che succede?!?»

Liam notò la luce che filtrava dal corridoio.

«È tornatata la corrente»

Corse all'ingresso e aprì la porta a Justin, che reggeva un ombrello nero ed era alquanto costernato.

«Se lasci la chiave nella toppa non posso infilare la mia, genio» lo sgridò. «Si può sapere perchè il campanello non funziona?»

«Scusami, non mi ricordavo più che dovevi passare...stavamo facendo un gioco e il temporale ha fatto saltare la corrente»

Niall, Perrie, Louis e Josh fecero capolino da dietro un muro.

«Ma non si gioca più?»

«Chi è l'assassino?»

Zayn, Kendall e Taylor arrivarono di corsa.

«Che succede? Oh, ciao, Justin. Chi ha gridato?»

«Io»

Demi stava salendo dalla cantina insieme a un'imbronciata Eleanour.

«Perchè questa furbastra mi ha fatto venire un accidente quando ho rimesso la luce. Sapevo dov'era il contatore perché ho sentito che scendevi le scale, Liam, quando è scattata per via del fulmine» spiegò.

Liam sentì montare la rabbia.

«El, porco cane! Hai idea dello spavento che ci hai fatto venire?»

Lei alzò gli occhi al cielo.

«Era solo uno scherzo, Liam»

«Già, e lei ha rovinato tutto» aggiunse Louis, indicando Demi.

Liam lo fissò sconcertato.

«Cioè tu eri in combutta?!?»

Louis si prese gioco del suo sconcerto.

«In realtà è stata un'idea sua. Non molto brillante, in effetti» spiegò Eleanour. «Eddai, rilassati, non è successo niente»

«No, certo che no, tranne un mezzo infarto. E il fatto che stavamo davvero per andare a cercarti là fuori»

«Come potevo sapere che sarebbe arrivato lui?» ribatté Louis.

Liam si era quasi scordato di Justin, che osservava la scena dietro di lui.

«Ero venuto a controllare che non faceste cazzate, per l'appunto»

Liam cercò di tagliare corto.

«Scusa, Jus, sei arrivato in un brutto momento. Comunque va tutto bene, non ci serve niente»

Il bagnino guardò i suoi amici poco convinto, poi scosse la testa, rassegnato.

«Ci vediamo domani in spiaggia, va bene?»

«Va bene. Ciao»

Liam quasi lo spinse verso la porta. Appena si fu chiusa Louis esplose: «Seriamente? Abbiamo pure la tata che ci viene a controllare?»

«Senti, qual è il tuo problema? Te ne puoi anche andare se vuoi»

«Il mio problema sei tu e questo compleanno patetico. Guardati, sei ricco sfondato e ti preoccupi che sporchiamo in giro o che ti righiamo il portaombrelli quando potresti comprartene mille. Non c'è neanche da bere, della musica, QUALCOSA! Dovresti ringraziare che abbiamo dato un po' la scossa a sta serata, perchè una roba così non si era mai vista»

«Bene, mi fa molto piacere sentire queste cose, e meno male che siamo amici»

Louis rise sprezzante.

«Perché, pensi che siamo tutti qui perché siamo contenti che compi diciott'anni?»

Era come un fiume in pena che straripava, incapace di fermarsi, mentre gli altri si guardavano intorno imbarazzati.

«Questa qui» e indicò Perrie «Non vedeva l'ora di mettere un po' in mostra il suo fidanzato ricco, a Harry serviva un posto per scoparsi Taylor, Niall probabilmente è la prima festa a cui è invitato...»

«Basta, STA ZITTO!»

Louis interruppe il suo elenco di cattiverie. Non l'aveva mai sentito alzare la voce. Harry guardava stranito il suo amico, come se non potesse credere che aveva veramente detto quelle cose.

«Sei proprio un idiota, Louis» disse Danielle. «Tu non provi neanche a metterti nei suoi panni eh? Non sai cosa vuol dire essere figlio unico, essere super controllati. Con dei genitori così poi, che spesso tengono più al denaro che alla felicità del figlio» Guardò Liam come per chiedere scusa. Zayn si fece avanti.

«Forse non siamo tutti superficiali come credi Louis. Qualcuno qui è veramente amico di Liam, e non per profitto. Io lo vedevo già dalle medie che tipo eri»

Liam ebbe dei flashback in rapida successione: lui e suo cugino da piccoli, il loro gruppetto a scuola, Zayn che lo aiutava a fare la mossa giusta con Danielle, Danielle che rimaneva nonostante tutto...

«E se lo vuoi sapere» aggiunse Niall «Questa è l'unica festa alla quale sarei venuto volentieri»

Liam si ricordava della sorpresa di Niall le prime volte che si comportava amichevolmente con lui. Pian piano si stava calmando; prima si era sentito trafiggere e ora la pelle si stava ricucendo. Qualcuno ci teneva davvero a essere lì con lui. Gli altri potevano andare a farsi fottere.

Qualche minuto più tardi il padre di Eleanour venne a raccattare lei e Louis. Quest'ultimo guardò interrogativo Harry che però scosse la testa e accennò a Taylor. Fu invece Perrie ad aggregarsi. Non era servito parlare, gli eventi di quella giornata si spiegavano da soli. Probabilmente non aveva neanche notato che Liam e Danielle si tenevano per mano. Non aveva importanza, non c'era più spazio per lei.

 

*

 

Aveva smesso di piovere, il che accentuava la tranquillità che regnava nella villa. Niall si rigirò dall'altra parte, incapace di dormire. Aveva troppa adrenalina in corpo per prendere sonno. Josh accanto a lui, russava come se non ci fosse un domani, tre quarti della coperta nella sua metà del letto. Sul tappeto, nei rispettivi sacchi a pelo, stavano sdraiati Harry e Zayn. Niall si rassegnò a passare quel poco che restava della notte in bianco e si mise seduto a fissare la luna attraverso la finestra.

«Non dormi?»

Il sussurro proveniva da Zayn. Niall sentì il battito accelerargli e scosse la testa.

«Nemmeno io...andiamo a farci un giro?»

«Ma dove pensi di andare a quest'ora?» bisbigliò Niall in risposta, ma lui si era già liberato dal sacco a pelo e gli stava porgendo la mano per invitarlo a scnedere dal letto.

«Dai, dai, vieni! Ho voglia di andare in spiaggia»

«Ma sei pazzo?!?»

Dopo un minuto erano fuori dalla camera, vestiti.

«Dobbiamo per forza passare davanti alla camera di tuo cugino? Non vorrei sentire cose che mi traumatizzino» mormorò Niall.

Prima di andare a coricarsi Zayn gli aveva detto -con un sorriso da un orecchio all'altro- di aver visto Danielle sgusciare nella stanza di Liam.

Scesero le scale senza fare il più piccolo rumore e in un attimo erano fuori. L'aria era più fredda di quanto Niall si aspettasse e sentì i peli delle bracia rizzarsi, ma non potè fare a meno di sentire un senso di libertà ed eccitazione crescente nell'essere avvolti dalla notte. E Zayn, dal canto suo, sembrava più felice che mai, come se questa piccola pazzia l'avesse fatto ringiovanire nell'animo.

Si misero a correre a perdifiato con le braccia spalancate, giù per la discesa. La spiaggia aveva un che di spettrale, illuminata solo dalla luce lunare. La tempesta aveva buttato giù diversi ombrelloni e lettini, cossicché pareva di essere in un bizzarro campo di battaglia. Niall si sfregò con forza le braccia.

«Hai freddo?» chiese Zayn.

Lo abbracciò da dietro e lo strinse contro di sé e Niall si sentì pervadere da un calore che aveva ben poco di fisico. Nonostante ciò non riuscì a trattenersi da commentare: «Quanta espansività tutt'a un tratto».

Zayn gli poggiò il mento sulla spalla, parlandogli a un centimetro dall'orecchio.

«Sai, ci ho pensato. A me piacciono...le persone. Quelle gentili, con il senso dell'umorismo, con cui si può parlare, e tu hai tutte queste qualità. E hai ragione, Alla nostra età va tutto troppo in fretta ed è meglio non perdere le occasioni»

Niall si girò a guardarlo. Stava veramente succedendo? Zayn gli sfiorò il viso e si avvicinò lentamente.

«Occasioni come questa, per esempio» disse, prima di baciarlo. Le sue labbra ruvide s'impressero su quelle morbide di Niall. Zayn aveva chiuso gli occhi, ma lui li tenne ben aperti, per scolpirsi ogni fotogramma di quell'istante nella memoria. Si staccarono e per un attimo furono imbarazzati, come se fosse la loro prima volta. Poi Zayn lo condusse per mano verso il mare.

«Sai, se vuoi scaldarti, dicono che l'acqua sia calda di notte»

«Ma non abbiamo preso il cost...oh» s'interruppe alla visione di Zayn che abbandonava tutti i vestiti sulla sabbia e camminava come mamma l'aveva fatto verso la riva.

«Che c'è?» fece lui, con finto sguardo innocente, contento di averlo sorpreso.

Niall controllò che nessuno li stesse osservando, anche se era impossibile vederli. "Ma si, al diavolo" pensò, prima di togliersi tutto di dosso. Cercò di resistere all'impulso di coprirsi le parti basse, sicuro di avere lo sguardo di Zayn puntato, ma quandò guardò vide che il ragazzo stava prendendo il largo nuotando a dorso. E stava cantando:

When I met you in the summer

to my hearbeat's sound

we fell in love

as the leaves turned brown*

"Dev'essere così il paradiso" pensò Niall immergendosi. "Un mare immenso e un canto celestiale"

«Ehi, è davvero calda!» disse sorpreso.

Zayn gli sorrise.

«Certo non sarà piacevole quando dovremo uscire»

«E chi vuole uscire?» ribattè Niall avvinghiandosi al suo collo.

Dietro di loro cominciava a spuntare l'alba, ma erano troppo occupati per accorgersene.

 

 

 

*Summer, Calvin Harris

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Capitolo 6
*** Epilogo ***


«Pronto, Liam?»

«Ehi, papà»

«Ho mantenuto la promessa, non ho chiamato fino a oggi, hai visto?»

«Ho visto»

«Allora? È stato tutto perfetto come volevi?»

Liam ci pensò un attimo. Accanto a lui Danielle, ancora dormiente, mugolava qualcosa mentre si rigirava nel letto.

«Si» decise Liam. «È stato tutto perfetto»

 

*

 

Zayn fu svegliato da due cose: l'onda fredda che gli bagnò il piede e la voce squillante di un bambino.

«Sei morto?»

Matthew stava squotendo la gamba di Niall che aprì gli occhi, confuso.

«Eh? No, stavo solo...» corrucciò la fronte.

«Hai detto che andavamo alla boa! Voglio andare alla boa!»

Zayn scattò a sedere.

«Niall, ci siamo addormentati sulla spiaggia!»

Controllò il cellulare ma non aveva nessuna chiamata persa. Non li stavano cercando? Magari no, in fondo dove altro potevano essere se non erano in casa? Si rilassò e accarezzò la testa spettinata di Niall.

«Ma vi tenevate per mano, siete fidanzati?» chiese Matthew di punto in bianco.

Zayn rimase sbalordito e poi scoppiò a ridere, sotto lo sguardo incerto di Niall.

«Tu che dici» chiese al biondo. «Siamo fidanzati?»

E prima che potesse rispondere gli fu addosso, atterrandolo con una raffica di baci.

 

 

 

Volevo ringraziare Pipia, per aver creduto in me, per avermi dato la forza di volontà necessaria a imbarcarmi in questa faccenda delle fanfiction e per aver recensito con pazienza una storiella mediocre. La sua "Born This Way" -che consiglio vivamente di leggere- mi ha fatto tra l'altro riconsiderare Zayn e Niall, facendomi cambiare idea sul pairing, che inizialmente doveva essere Larry.

Alla prossima ff!

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