Ritorno al passato

di Lord Gyber
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La macchina del tempo ***
Capitolo 2: *** Passato caotico ***
Capitolo 3: *** Vecchi amici ***
Capitolo 4: *** Verità ***



Capitolo 1
*** La macchina del tempo ***


Quella giornata avevo deciso di fare una passeggiata per il parco. Il cielo era limpido e c'era solo qualche nuvola, il tempo ideale di fare attività all'aria aperta. Infatti vidi molti bambini giocare fra di loro e molti che portavano a spasso i loro animali.

In tutta quella allegria però sentivo che qualcosa non andava, infatti, seduto su una panchina, vi era il mio amico Spike parecchio amareggiato che continuava a fissare il terreno. Decisi di andare più a fondo e mi sedetti vicino a lui.

- Ciao Spike. -

- Ciao Gyber. - disse sempre tenendo lo sguardo fisso sul terreno.

- C'è qualcosa che non va? -

- Si, ecco...secondo te, io ce l'ho una mamma? -

La sua domanda mi lasciò confuso.

- Certo, tutti abbiamo una mamma. Tu ad esempio hai Twilight e...-

- Non intendo questo. -

Mi fissò con due occhi ricolmi di disperazione.

- Io intendo la mia vera mamma. Colei che mi ha dato alla luce. -

- Perché? Tu non ne sai niente a riguardo? -

- No, purtroppo. Princess Celestia mi ha detto che mi hanno trovato degli esploratori durante una spedizione di ricerca e che non hanno trovato nessun altro drago nei dintorni. -

- Forse....ehm, forse...-

Non sapevo che rispondere. Mi aveva completamente spiazzato. Quindi cercai di tirarlo su di morale.

- Cosa importa? Ora hai una vita stupenda, stai sempre con i tuoi amici, non ci annoia mai e puoi sempre contare su ognuno di noi. -

- E di questo io ve ne sono grato, ma mi piacerebbe, almeno per una volta, vedere mia madre e chiederli: Perché? -

Saltò giù dalla panchina e si diresse a casa, lasciandomi riflettere su ciò che aveva detto.

- Forse....ho trovato! -

E ritornai a casa mia.

 

Bussai ripetutamente la porta della biblioteca, impaziente di vedere il piccolo drago. Finalmente la porta si aprì e me lo ritrovai davanti che si stava stropicciando gli occhi.

- Gyber? Sono le 6 del mattino, cosa vuoi? -

- Non lo sai che il mattino ha l'oro in bocca. - lo afferrai per il braccio. - Seguimi e capirai tutto. -

E corsi a casa mia trascinandolo con forza. Lo fermai proprio vicino all'entrata dove vi era un oggetto coperto da un telo bianco.

- Si può sapere qual'è la tua intenzione? -

Mi avvicinai all'oggetto e tolsi il telo.

- Ammirala in tutta la sua bellezza! -

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Gli occhi del draghetto si illuminarono di meraviglia davanti a quel veicolo.

- Che cos'è? - disse passando la zampa sulla carrozzeria.

- Macchina del tempo, dotata di comodi sedili, radio e porta bibite. -

- Una macchina del tempo? - chiese perplesso.

- Esatto. -

- E cosa ce ne facciamo? -

Aprì lo sportello dal lato del passeggero, presi Spike e lo buttai dentro.

- Andiamo ad incontrare tua madre! -

Salì a bordo della macchina e l'attivai. Partì a tutta velocità sulla strada raggiungendo gli 88 miglia orarie necessarie, dato che non c'era nessuno ad ostacolarci.

- Reggiti forte! -

Venimmo circondati da scariche elettriche e finimmo nel tunnel spazio-temporale.

Spike rimase aggrappato al sedile con gli artigli per non rischiare di fare qualche brutto volo, ma quando riprendemmo una velocità stabile si rese conto di ciò che stava accadendo.

- Aspetta, fammi capire, tu mi hai portato a fare un viaggio nel tempo per farmi incontrare mia madre? -

- Si. -

- Lo sai che potremmo provocare ogni genere di paradosso nel passato. Potremmo cancellare la realtà così come la conosciamo. -

- Sta tranquillo, non interferiremo con lo scorrere degli eventi, daremo solo una sbirciatina e poi torneremo indietro. -

- Secondo me è una cosa da pazzi! -

- Mangiati una gemma e sta zitto. -

Gli misi in bocca uno zaffiro che lui mandò giù in un sol boccone.

 

Ci mettemmo qualche minuto ma alla fine arrivammo a destinazione. Scendemmo giù dall'auto e ciò che vedemmo fu bellissimo: una primordiale foresta tropicale. Anche se lo scenario era stupendo c'era qualcosa che non quadrava. Spike vide un particolare albero e mise la zampa sulla corteccia.

- Un momento, quest'albero dovrebbe essere estinto che ci fa qui. -

Mi venne un tremendo sospetto ed andai a controllare il quadrante temporale.

- Spike, mi sai dire come mai la macchina non è regolata su 9 anni ma su 70 milioni? -

Lui si grattò la testa.

- Ecco vedi, mi stavo annoiando, poi ho visto dei bottoni colorati....-

- ACCIDENTI!!! Sali su...-

Non potei finire la frase perché sentimmo dei passi provenire dalla vegetazione. Il rumore si fece sempre più forte finché dalla foresta non uscì questo http://img4.wikia.nocookie.net/__cb20130212224026/dino/images/b/b4/T_Rex_JP.jpg

Lui ci guardò come io guardo una barretta di cioccolato per poi ruggire con tutta la sua forza, Spike indietreggiò lentamente seguito dallo sguardo del T-rex che lo vedeva come la preda più facile. All'improvviso fece la sua mossa. Cercò di prendere con un morso il mio amico, ma io mi misi davanti a lui mollai un gancio nel mento del mio avversario facendolo cadere a terra.

- Non hai detto che non dobbiamo interferire con il passato? -

- Tanto si estingueranno lo stesso. Monta in macchina ed andiamocene. -

Salimmo sulla vettura, impostai la data e facemmo un altro viaggio nel tunnel.

 

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 2
*** Passato caotico ***


Durante il viaggio nel tunnel faccio una ramanzina a Spike.

- Vedi di non toccare più i sistemi della macchina altrimenti qui succede un casino. -

- Parla colui che ha steso un T-rex senza pensare alle conseguenze. -

- Scusa, la prossima volta lascerò che tu venga mangiato. -

Rimaniamo qualche secondo in silenzio.

- Ho portato qualcosa da mangiare. E' dietro. -

Spike allunga la mano dietro al sedile e tira fuori uno zaino. Ne ispeziona l'interno e trova un frullato che comincia a bere velocemente.

- Non dovresti berlo così in fretta, rischi che ti vada...-

Il drago ha un colpo di tosse e sputa il frullato misto alla sua saliva sui comandi dell'auto che cominciano a fulminarsi.

- ...di traverso. -

La macchina viene avvolta dall'elettricità e veniamo sbalzati in un epoca sconosciuta.

 

Quando rinveniamo siamo un po' storditi ma interi. Scesi dall'auto notiamo subito che c'è qualcosa di strano: il terreno è quadrettato, le case sono sospese a mezz'aria a testa in giù e per poco non vengo investito da una comitiva di conigli dalla zampe abnormemente lunghe. Spike sembra riconoscere questo luogo.

- Sembra Ponyville quando è stata conquistata da Discord. -

- Non credo che sia esattamente quel tempo. -

- Come fai a dirlo? -

Lo afferro per il cranio e gli mostro ciò che ho visto: un enorme statua di Discord fatta di...marzapane con sotto inciso “Re di Equestria”.

- Qui è prima che lui venisse tramutato in pietra. -

- Quindi vuol dire che lui è ancora malvagio. -

- Preferisco definirmi caotico. -

Nell'aria si diffuseuna nebbiolina marrone, che si condensò formando lo spirito del caos con indosso una corona di gemme.

- Ma guarda un po', degli ospiti. Non ne ricevo da....diciamo che non li ho mai ricevuti. -

Fece apparire una delle sue nuvole rosa.

- Pioggia al cioccolato? -

- Ehm, no grazie. Siamo qui di passaggio ce ne andiamo. -

Dovevamo muoverci, avevamo già interferito abbastanza. Avanzai verso la macchina ma venni bloccato da un muro di mattoni.

- Mi sa che voi non avete capito. Voi sarete mie graditi ospiti per molto tempo. -

- Va bene, lasciaci prendere le cose nella nostra macchina e poi...-

Con uno schiocco delle dita, Discord la trasforma in un modellino e la prende in mano.

- Pensi che io sia stupido, ehm...coso? -

- Mi chiamo Gyber, e lui è Spike. -

Discord si avvicinò al mio amico e lo osservò con una lente di ingrandimento gigante.

- Non avevo mai visto un drago così piccolo in tutta la mia vita. Ora siete pregarmi di seguirmi. -

Così ci incamminammo al seguito del signore del caos verso una meta indefinita. Spike mi picchiettò sulla gamba.

- Gyber, fa qualcosa. Tu sei l'essere dalle mille abilità, inventati un piano. -

- Ho già un piano, per ora assecondiamolo e basta. -

- Perché? -

- Perché sono curioso di sapere cosa faceva prima della sua rieducazione. -

 

Arrivammo al luogo nel quale ci aveva condotto, una collinetta con un trono sulla cima che dava sul paesaggio caotico creato da Discord.

- Non è bellissima la vista? -

- Certo, meravigliosa. - dissi anche se pensavo il contrario.

- Bene ora giochiamo alla...-

Fece apparire due sedie sulle quali ci fece sedere. Fece anche spuntare un palco dotato di luci, effetti speciali e quant'altro per poi apparirvi sopra con vestito da presentatore televisivo con un microfono in mano.

- RUOTA...DEL...CAOS!!! -

Da dietro un sipario fece apparire una ruota dotata di mille colori con sopra scritte delle frasi.

- Il gioco è semplice, a turno girate la ruota e quando questa si fermerà vi capiteranno le cose scritte sulla sezione centrata. Pronti a giocare? -

- No. -

- Benone. Facciamo un applauso al primo concorrente...SPIKE!!! -

Con la magia fece apparire il draghetto sul palco e fece partire degli applausi.

- Allora mio caro, dimmi, quali sono le tue aspirazioni nella vita? - disse puntandogli il microfono in faccia.

- Possiamo giocare e basta? -

- Va bene, guastafeste. Gira la ruota. -

Prese la ruota e li diede una spinta facendola girare.

- Su cosa si fermerà? -

La ruota girò per qualche secondo per poi fermarsi su una casella grigia.

- Trasformazione in un mobile. -

- Cosa!?! -

La parte inferiore del suo corpo si trasformò in un tavolo, impedendo al piccolo di camminare.

- Ma c'è una buona notizia – tirò fuori una busta e ne estrasse fuori un foglio – Dato il coraggio dimostrato hai vinto una vaganza tutta pagata nella bellissima....ARABIA SELLATA!!! - disse facendo piovere dei coriandoli colorati.

- E come ci vado se sono un tavolo? -

- Questi non sono affari miei. E ora accogliamo il prossimo sfidante....GYBER!!! -

Mi trasportò sul palco.

- Pronto a farla girare? -

- Ho altre scelte? -

- No. -

- Allora si. -

Così feci girare la ruota che dopo un po' si fermò su una casella nera.

- Oh-oh, hai ottenuto una sfida a scelta. -

- E cioè? -

- Mi potrai sfidare in qualsiasi materia e sarai tu a decidere il premio. -

- Mi sembra giusto. -

Ci riflettei su qualche minuto ed alla fine mi venne un illuminazione.

- Trovato! Discord, se riuscirò a dire una cosa che solamente tu conosci, tu ci ridarai la macchina alla stato normale e farai ritornare il mio amico come era prima. -

- Sfida molto coraggiosa. Accetto. -

Mi misi davanti a lui e cominciai a fissarlo dritto negli occhi. Mi guardava pensando che non potessi fregarlo.

- Tu.....SEI INNAMORATO DI PRINCESS CELESTIA!!! -

La bocca del draconiques cadde al terreno mentre venivo sommerso da una pioggia di coriandoli.

- Maledizione, come fai a saperlo? -

- Ho i miei metodi. Ora mantieni la tua parola. -

Parecchio irritato ci ridiede la macchina e fece tornare Spike normale. Ci avviammo al nostro veicolo ma il signore del caos cercò di fermarci.

- Pensate davvero che vi lascerò andare così facilmente? -

- Si, dato che noi non ci siamo mai visti. -

- Ma che cosa stai dicendo? -

Feci apparire degli occhiali da Sole a me ed a Spike, poi tirai fuori questo strumento con il quale colpì Discord, che rimase intontito. http://www.rassegnastagna.com/wp-content/uploads/2012/10/MIB3-MIIIB-Men-in-Black-3-6.jpg

- Noi non ci siamo mai incontrati, hai passato tutta la giornata ad osservare il paesaggio e ci hai regalato una torta al cioccolato. -

Ancora confuso usò la sua magia per far apparire ciò che avevo chiesto, poi saltammo sull'auto e partimmo, lasciando Discord solo.

- Cosa è successo? -

 

Durante il viaggio vidi che la strumentazione aveva ancora dei problemi.

- Come facciamo a ripararla? - mi chiese Spike.

- Con la tecnica suprema della riparazione, colei che è in grado di aggiustare tutto. -

Diedi un pugno sul cruscotto e le macchine ripresero a funzionare e ad illuminarsi. Il mio amico mi guardò con perplessità.

- Con la lavatrice funziona. Ora dobbiamo solo provare e sperare che funzioni. -

Attivai i macchinari e fummo teletrasportati.

 

 

TO BE CONTINUED...

 

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Capitolo 3
*** Vecchi amici ***


Attraversato il tunnel ci ritrovammo in una estesa pianura erbosa circondata da un bosco. Scendemmo dall'auto. Eravamo stanchi, ma avevamo una missione. Prima di scendere però mi accertai delle condizioni del veicolo.

- Spike, vuoi per prima la buona o la cattiva notizia? -

- Ehm...la buona? -

- La buona notizia è che siamo nell'anno giusto. -

Vidi i suoi occhi illuminarsi di speranza.

- La cattiva è che non è esattamente il luogo giusto. -

Il suo viso ritornò cupo.

- Cosa vorresti dire? -

- Vedi, all'inizio la macchina poteva solo viaggiare attraverso il tempo, ma con alcune modifiche sono riuscito a fare in modo che attraversasse anche lo spazio. -

- E con ciò? -

- In parole povere, il tempo è giusto ma lo spazio è sbagliato. In pratica, ci troviamo in un'altra dimensione. -

- Fantastico! Ci mancava anche questa! -

- Non ti preoccupare, con la magia dovrei metterci solamente qualche minuto. Ma non ti allontanare, potrebbe...-

Ma ormai lui se ne era andato a spasso.

 

Passarono 5 minuti ed io avevo finito di riparare la vettura. Dato che ormai il peggio era fatto decisi di andare alla ricerca si Spike.

- Speriamo non si sia allontanato troppo. -

All'improvviso sentì un forte rumore di passi. Aguzzai la vista e vidi uscire dalla boscaglia il drago che correva come un ossesso.

- Spike, si può sapere dove...-

Non potei finire la frase che al seguito di Spike apparirono due esseri mostruosi enormi. http://i.ytimg.com/vi/iDxvFyP7Y_o/maxresdefault.jpg

- SANTISSIMO DIO!!! -

Salì sulla macchina e mi diressi nella direzione del mio amico. Arrivatogli vicino aprì lo sportello.

- Avanti!Avanti!Avanti!Avanti!Avanti! -

Lui salì su e partimmo alla velocità della luce. I giganti non persero la grinta e cominciarono a rincorrerci. Dovevamo aspettare che l'auto prendesse la velocità necessaria.

- Spike, che diavolo hai fatto!?! -

- Stavo facendo un giro, poi ho visto degli strani tipi armati in modo strano, sono apparsi quei cosi, se li sono mangiati, mi hanno visto e ho cominciato a scappare! -

Vidi nello specchietto retrovisore che quello corazzato ci aveva quasi raggiunti.

- Prendi il volante! -

- Cosa!?! -

Lui fece come gli avevo detto, anche se con qualche difficoltà. Aprì lo sportello, sporsi al testa e presi un profondo respiro.

- SUPER ATTACCO DEI FANTASMI KAMIKAZE!!! -

Dalla mia bocca uscirono una decina di fantasmini con la mia faccia.

- All'attacco! -

Questi andarono incontro al gigante e quando lo toccarono cominciarono ad esplodere facendogli perdere il terreno.

Richiusi lo sportello e ripresi il volante. Vidi che avevamo raggiunto la velocità giusta.

- Partiamo! -

Attivai il dispositivo e finimmo ancora una volta nel tunnel.

 

Una volta al sicuro tirammo un sospiro di sollievo. Fortunatamente eravamo riusciti a farcela.

- Ma che diavolo erano quei cosi? -

- Giganti. - risposi mentre riprendevo fiato – Esseri che non hanno bisogno di mangiare ma che uccidono lo stesso la gente. -

- Mi sembra ingiusto. -

- Ci puoi scommettere che è ingiusto. -

- Spero che se la cavino. -

- Se la caveranno...o almeno lo spero. Dipende, non ho ancora finito di leggerlo. -

- Cosa? -

- Lasciamo stare. Piuttosto, ti andrebbe di fare una pausa? Io sono mezzo morto. -

- Molto volentieri. Dove ci fermiamo? -

- In un luogo che tu di certo conosci. -

 

Ci mettemmo qualche minuto ma alla fine arrivammo a destinazione. Quando scese dall'auto Spike notò qualcosa di strano.

- Ehi, aspetta. Sono diventato un cane? Questo significa che...-

Alzò lo sguardo e vide dinanzi a se una scuola.

- Esatto. Questo è il mondo dove tu e Twilight siete finiti quando avete attraversato lo specchio. -

Il mio corpo, già da umano, non era cambiato ma si era adattato alla forma normale di quell'universo.

Sentimmo il suono di una campanella e tutti gli studenti della scuola cominciarono ad uscire.

- Ti andrebbe di andare ad incontrare le altre? -

- Certo, era da molto che volevo farlo. -

Spike si diresse in quel putiferio di ragazzi felici di andarsene, mentre io rimasi ad aspettarlo vicino alla macchina.

Lo rividi riapparire insieme a sei ragazze, le prime 5 erano le controparti delle mie amiche, mentre l'altra doveva essere la famosa Sunset. Lui si avvicinò a me e mi presentò.

- Ragazze, lui è Lord Gyber. E' stato lui che mi ha portato fino a qui. -

Le 6 mi salutarono con allegria, soprattutto da Pinkie che lanciò addosso dei coriandoli che aveva nella criniera.

- E dimmi, anche tu sei un pony? - mi chiese Applejack.

- No, diciamo che sono una sorta di essere in grado di fare alcune cose che vanno oltre la comprensione umana. -

- Ad esempio? - chiese un po' scettica Rainbow.

- Posso fare questo. -

Mi afferrai la testa con entrambe le mani, tirai con forza e me la staccai senza però far uscire sangue. Purtroppo dovetti riattaccarmela perché davanti a quello spettacolo la povera Fluttershy cadde a terra svenuta. Una volta ripresa ci portarono in un bar dove io e Spike ci abbuffammo di dolci. Inoltre raccontai loro del nostro viaggio.

- Quindi state cercando di scoprire qual'è la madre naturale di Spike? - chiese Sunset.

- Più che altro sono stato costretto. - rispose il cane guardandomi storto.

- Dimmi, cosa si prova a viaggiare nel tempo? Ci si sente bene? O male? E' divertente? Se si, quanto divertente? Potrei fare un viaggio con la tua macchina?...-

Pinkie cominciò a lanciare domande a raffica tanto che mi venne la nausea, fortunatamente le sue amiche le tapparono la bocca mettendogli un cupcake in gola.

 

Passammo una piacevole giornata, ci conoscemmo meglio, gli parlai di alcune mie avventure, mentre loro spiegarono cosa era successo dall'ultima volta che Spike era stato li, mangiammo, ci divertimmo, in poche parole, facemmo sera. Spike salutò le sue amiche e salì in macchina, non prima di aver promesso che sarebbe ritornato. Anch'io ero sul punto di salire ma venni bloccato dalle mie nuove amiche.

- Senti Gyber. - fece Fluttershy – E' molto nobile che tu voglia aiutare un amico ma penso che forse non sia la cosa giusta. -

Ma sua frase mi aveva mandato in confusione.

- Cosa vorresti dire? -

- Vedi – continuò Rarity – E se scopriste che la madre di Spike lo abbia abbandonato perché non lo voleva? Perché forse non gli voleva bene? Questo sarebbe un trauma per lui. -

Non ci avevo pensato. C'era una probabilità molto alta che ciò che aveva detto fosse vero. Accidenti, che stupido.

- Lui è nostro amico e non vogliamo che soffra. - finì Pinkie.

Mi ero cacciato in una situazione terribile, neanch'io volevo che lui soffrisse. Mi venne in mente un'idea.

- Sentite, io lo porterò nel passato, ma prima di poter fare qualcosa gli parlerò di questo. Poi sarà lui a decidere se andare avanti o tornare indietro, in quel caso sarà come se non fosse successo niente, ma almeno avremmo passato una bella avventura. -

Ciò che dissi sembrò rincuorarle perché mi sorrisero fiduciose. Salì in macchina e le salutai.

- Alla prossima. -

Partì salutandole con la mano, per poi sparire di nuovo.

 

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 4
*** Verità ***


Finalmente arrivammo a destinazione. Il tempo era giusto ed anche lo spazio era quello esatto. Finalmente avremmo messo la parola fine a quell'avventura. Scendemmo dal veicolo e fummo circondati da una fitta foresta.

- Sei sicuro che sia questa la foresta dove ti hanno trovato Spike? -

- E' quello che mi ha detto la principessa. -

- Bene cominciamo a cercare. -

Andammo insieme a perlustrare, per evitare i guai della volta scorsa. Setacciamo buona parte della foresta ma l'unica cosa che incontrammo furono animali selvaggi, varie piante e molti insetti.

- Allora – dissi mentre con la mano allontanavo una zanzara – hai trovato qualcosa? -

Ma non ottenni risposta.

- Spike? -

Vidi che stava osservando qualcosa da dietro dei cespugli, allora mi avvicinai e misi a guardare nella sua stessa direzione. Fu allora che lo vidi: al centro di un piccolo nido costruito con delle foglie si trovava un piccolo uovo viola. L'uovo di un drago. L'uovo di Spike.

L'avevamo trovato, per l'emozione mi scappò un grosso sorriso. Poi mi ricordai della promessa che avevo fatto alle ragazze.

- Bene, ora dobbiamo solo aspettare e...-

Quando mi voltai verso il mio amico notai che se ne era andato. Ripercorsi la strada al contrario e lo ritrovai vicino alla macchina. Lui mi guardò in faccia e mi disse con fermezza.

- Voglio tornare a casa. -

Mi aveva lasciato di stucco.

- Cosa? E perché? Siamo così vicini alla meta. -

- Lo so ma...è difficile da spiegare. -

- Allora provaci. -

Lui prese fiato e cominciò a spiegare.

- Nell'altra dimensione ti ho sentito quando hai parlato con le ragazze riguardo a mia madre, e ho pensato che forse era vero che lei mi avesse abbandonato perché non mi volesse bene. Se scoprissi che ciò è vero potrei restarci malissimo. -

- Ma potrebbe anche essere il contrario. Magari non voleva abbandonarti ma è stata costretta e...- mi bloccò mettendomi la zampa sulla bocca.

- Gyber, forse quello che dici è vero o forse no, ma se andiamo di la e scopriamo che lei ha proprio voluto lasciarmi al mio destino, beh io.....insomma preferisco vivere nel dubbio per sempre ma con la speranza che ciò che dici tu sia vero, piuttosto che vivere sapendo di non essere stato voluto da colei che mi ha dato alla luce. -

Le sue parole mi toccarono il cuore. Non doveva soffrire perché io l'avevo spinto in questa avventura con la forza. Gli misi una mano sulla spalla.

- D'accordo, torniamo a casa. -

Mi sorrise, poi salimmo in macchina.

 

Tornammo nella nostra dimensione qualche minuto dopo l'ora in cui avevo preso Spike. Lui ritornò alla biblioteca per farsi una pennichella, mentre io tornai alla mia. Una volta entrato salutai il mio serpente Eracle che stava già mangiando. Fatto questo andai in salotto e mi sedetti sulla mia poltrona per rilassarmi. Il fatto di essermene andato mi aveva lasciato l'amaro in bocca. Provai a dormire, ma il fatto di non sapere la verità mi teneva sveglio. La mia curiosità mi stava divorando piano piano le viscere. Presi la mia decisione.

- No, io non ci sto! -

Spike forse non voleva sapere la verità, ma io si, mi sarebbe bastato non dirgli niente. Arrivai alla macchina del tempo e partii.

 

Arrivai qualche secondo dopo che ce ne eravamo andati. Ritornai nei pressi del nido e mi acquattai per osservare la situazione. Aspettai qualche minuto, fino a quando non sentì dei rumori provenire dalla foresta. Una figura uscì dagli alberi ed io potei vederla chiaramente: una draghessa dalle scaglie nere e la pancia gialla. Aveva qualcosa di strano, sembrava debole e molto stanca, tanto che non riuscì nemmeno ad avvicinarsi al nido, ma si accasciò a terra poco distante da esso. Sputò del sangue e cominciò a parlare all'uovo.

- Piccolo mio...anf..il nido è abbastanza caldo per riuscire a farti schiudere...anf...mi dispiace che non potrò starti a fianco...sia io che tuo padre abbiamo contratto una brutta malattia...anf...forse, quando sarai cresciuto, ci odierai per averti abbandonato...però ricorda, ti vorrò sempre bene...-

A quelle parole, delle lacrime mi uscirono dagli occhi. Avevamo fatto bene ad andarcene, per Spike vedere la propria madre morire sarebbe stato più traumatico di scoprire che l'aveva abbandonato.

- Dovrei farlo ma.....oh, al diavolo! -

Uscì fuori dal mio nascondiglio e mi diressi verso la draghessa. Lei mi guardò come un potenziale nemico che voleva fare del male a lei e a suo figlio. Provò ad alzarsi ma fu inutile.

- E tu chi sei? - mi chiese con un filo di voce.

- Un amico. -

- Un..amico? -

Mi accovacciai vicino al suo muso e gli misi una mano sulla testa.

- Forse non posso salvarti, ma posso renderti felice. -

Utilizzando la magia feci vedere nella sua mente tutta la vita di Spike: la sua nascita, le sue amicizie, i suoi amori, le disavventure, i momenti da eroe e molto altro.

Quando ritrassi la mano vidi che si era messa a piangere.

- Sono contenta...Spike è un nome delizioso...avrà tanti amici...- alzò lo sguardo verso di me – Grazie...-

Un ultimo respiro e si accasciò a terra, morta.

 

Passai la giornata a scavare la tomba per poi riporvi il corpo di quella draghessa. Feci una preghiera ed andai a constatare che l'uovo stesse bene. Quando ritornai sul luogo vidi la squadra di ricercatori di cui Spike mi aveva parlato che riponeva con cura l'uovo dentro un'incubatrice.

Ritornai alla macchina e mi diressi a casa. Decisi di non raccontare la storia al mio amico, ne avrebbe sofferto molto.

Quello sarebbe stato un mio piccolo e molto importante segreto.

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