Nascita di un Musical

di RomeoGiulietta98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** CAP.2 ***
Capitolo 3: *** Cap.3 ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


~~                                        CAP. 1
Ciao a tutti, prima di leggere questo delirio/sogno irrealizzabile qualche piccola precisazione:
1) Abbiate pietà di me per le cavolate che scriverò (e saranno tante)!
2) Le informazioni riguardanti la creazione e  la messa in scena del musical si basseranno su interviste, racconti e sulle mie scarsissime esperienze personali perciò mi scuso in anticipo per gli errori.
3) I personaggi saranno completamente diversi dal cast originale ( loro sono meravigliosi ma ho immaginato così la storia perciò non uccidetemi), prenderò qualche nome e qualche caratteristica, ma saranno diversi.
4) Continuerò questa storia in ogni caso anche se dovesse fare schifo tentando di migliorarmi  perciò non vi libererete di me tanto facilmente whaahhah.
Bene, ho finito di rompere, buona lettura.

Me ne stavo lì, su quel piccolo palco nero che era uno dei miei posti preferiti, sotto le luci caldissime dei fari che ci illuminavano e illuminavano in parte la platea, una platea piccola come il palco, 200 posti al massimo se tutta riempita e con solo un corridoio di circa 3 metri in mezzo per permettere agli spettatori e agli attori del minuscolo teatro San Giorgio, o come lo chiamavano tutti teatro prova, di muoversi.
Lo spettacolo, Molto rumore per nulla di Shakespeare, era appena terminato e io mi trovavo su quel minuscolo palco ad accogliere gli applausi che quel pubblico un po’ di parte fatto di familiari e amici ci tributava.
Il mio nome era Chiara Merolli e avevo quasi 17 anni (in realtà li compio i primi di luglio però dai chi non gonfia la sua età quando marca circa un mesetto al suo compleanno?) e venivo da Albano Sant’Alessandro, un minuscolo paesino in provincia di Bergamo con decisamente troppe chiese o altarini in relazione al numero di abitanti.
Ero su quel meraviglioso palco perché una delle poche cose che la mia scuola, il liceo delle scienze umane Secco Suardo, faceva era proprio questa, un corso di teatro che io, sfidando il mio carattere assurdamente timido e introverso, facevo fin dalla prima perché recitare era la cosa più bella del mondo e il teatro era sempre un emozione sia che ti trovassi sopra sia sotto il palcoscenico.
Dopo le parole di ringraziamento di Lory, la nostra insegnante, e i successivi applausi io e i miei compagni, ragazzi ma soprattutto ragazze di tutte le età che si potevano trovare in un liceo ci dirigemmo chiacchierando nella stanza dietro il palco che fungeva da camerino, ci stavamo cambiando e chiacchierando dello spettacolo quando arrivò Lory dicendomi di andare con lei e che doveva parlarmi, così per metà vestita normale per metà con il “costume di scena” seguiì fuori la mia insegnante.
L’adrenalina ancora mi pulsava nelle vene tenendomi sveglia ma iniziava velocemente a diminuire e la stanchezza a farsi sentire. Perché Lory doveva parlarmi proprio a ques’ora, non poteva aspettare domani? Raggiungemmo il piccolo ufficetto e dentro c’erano i miei genitori con mio fratello Andrea, da me soprannominato Il Nano, i miei nonni, le mie amiche Caterina e Francesca e due uomini che non conoscevo, uno sull’ottantina con i capelli ormai grigi che mi sembrava di aver già visto e uno sui 40 con i capelli scuri.
Quando entrai tutti mi guardarono in modo strano, ma che stava succedendo? L’uomo più anziano si fece avanti.
“Ciao Chiara, piacere di conoscerti sono David Zard, forse hai sentito parlare di me”. Certo che avevo sentito parlare di lui, quell’uomo aveva prodotto Notre Dame de Paris e aveva portato in Italia alcuni dei più grandi artisti internazionali della storia, era una specie di leggenda!
“Ehm, piacere” fu la cosa più intelligente che riusciì a tirare fuori. Aspettate perché un uomo così influente nel mondo dello spettacolo si trovava al prova e soprattutto, perché stava parlando con me?
Fu lui a rispondere prontamente alle mie domande silenziose.
“ Ero qui per vedere mia nipote Violante e vedendoti ho pensato di avere un occasione da proporti, sto producendo un musical, Romeo e Giulietta Ama e Cambia il Mondo e stavo pensando che tu saresti perfetta per il ruolo di Giulietta, ti andrebbe di provare a partecipare ai casting? Naturalmente sei molto giovane e non hai esperienza perciò non posso garantirti niente però anche se non ti dovessimo prendere sarebbe comunque una bellissima esperienza che ti farebbe crescere tanto sia artisticamente che personalmente e avremmo i tuoi dati per contattarti tra qualche anno.”
Il mio cervello aveva ufficialmente smesso di funzionare, era una cosa completamente folle!!
Mi girai verso i miei che annuirono incoraggianti, ma si dai, sarebbe stata una figata e al diavolo la timidezza.
“ Va bene, ci proverò”
“Perfetto! Domani mio figlio Clemente ti manderà una mail con maggiori informazioni” e mi sorrise incoraggiante mentre mi indicava l’uomo accanto a se.
Dopo questo strano episodio andai a finire di cambiarmi in stato praticamente comatoso e allo stesso modo affrontai il viaggio di ritorno con Cate e Fra che parlavano eccitate.
L’adrenalina aveva ripreso a scorrere, quella notte sarebbe stata una gran bella impresa riuscire a dormire.

Ritorno a rompere anche qui.
Grazie se avete avuto il coraggio di leggere fin qui e se volete farmi sapere cosa ne pensate le recensioni sono sempre ben accette, sia positive che negative.
Baci e a presto
RG98

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Capitolo 2
*** CAP.2 ***


CAP.2 Come previsto quella notte non chiusi occhio. La mia mente si rifiutava di riposare troppo presa a esplorare molti possibili futuri, anche se con la tendenza al pessimismo. Durante il viaggio di ritorno le mie amiche avevano chiesto lumi sul grande Zard visto che non condividevano la mia passione per i musical e il teatro e una volta scoperto chi fosse, iniziarono a immaginarsi per me chissà quale grande futuro da attrice a Brodway o nei più grandi teatri del mondo mentre io mi rendevo conto che era stata una pura follia accettare, che non avevo il talento necessario per un musical del genere. Questa consapevolezza mi travolse come un fiume in piena mentre mia madre, che mi conosceva come nessun altro, mi rassicurava e mi diceva che comunque ormai ero in ballo. Il giorno dopo raccontai alle mie amiche dello strano avvenimento e in breve io, che cercavo sempre di evitare di stare al centro dell’attenzione, mi ritrovai sommersa dai miei compagni di classe compresi quelli con cui non avevo mai parlato davvero che si congratulavano con me. Le due repliche mattutine si svolsero tranquillamente ma la mia testa era altrove, nell’attesa di poter andare a casa a controllare le mail. La fatidica mail era effettivamente arrivata e conteneva molte informazioni interessanti: la data del casting per il ruolo della giovane Capuleti, 5-6 luglio, alcune informazioni di base su come raggiungere il luogo, per la precisione un centro sportivo naturalmente nella bella Verona, il nome del regista, un tale Costantino Valsecchi e della coreografa, Valentina Valsecchi e poi un allegato che conteneva i testi e gli spartiti di due canzoni, il veleno e ama e cambia il mondo, e di due scene recitate, una un monologo e una in coppia con Romeo, entrambe chiaramente inventate ma molto belle. Il mese di preparazione passo velocemente, forse troppo velocemente. Mia madre come al solito mi obbligò a fare l’animatrice al CRE, anche se per fortuna solo per due settimane, e nel resto del tempo fingevo di fare i compiti e studiavo spartiti e copioni e luglio arrivò. Io e mia madre partimmo per Verona il 4 in modo da essere già sistemate e pronte per il giorno seguente, e nel viaggio da Bergamo a Verona grazie a mia madre e alla sua inaspettata loquacità riuscii perfino a dimenticare l’ansia per il casting, il senso di inadeguatezza e di sfiducia in me stessa. Verona era sempre una città meravigliosa. Essere lì, sentirsi parte della storia di amore, dolore, talento e follia che aleggiava sulla città mi diede un senso di sicurezza che non avevo mai avuto, per la prima volta da più di mese mi resi conto che forse potevo farcela. La mattina del 5, davanti al cancello su cui campeggiava il logo del musical, la vista era scoraggiante, ad entrare erano quasi tutte donne bellissime e sicure di se, donne che guardavano me e le poche altre adolescenti che avevano osato presentarsi con evidente disgusto. Presi un respiro profondo ed entrai. All’interno era pieno di persone di entrambi i sessi perché quel giorno si tenevano i provini anche per Romeo. Subito all’entrata c’era un banco a cui bisognava registrarsi, dopo averlo fatto una donna corpulenta sui 60 venne da me e da mia madre. “Piacere sono Paola Neri, la vocal coach di questo musical.” Si presentò sorridendo. “Piacere sono Paola” rispose mia madre “e questa è mia figlia Chiara”. Io ero troppo nervosa per parlare. “Oh so benissimo chi lei sia” disse accennando a me “ David mi ha parlato molto del suo talento. Ora dovete sapere che il giorno dopo averti vista al prova, David e Clemente sono andati ad assistere allo spettacolo della gemella di Violante che va al liceo Sarpi e lì hanno avuto modo di conoscere un ragazzo della tua età perfetto per il ruolo di Romeo. Allora David ha pensato di andare in giro per i corsi sia di teatro che di danza moderna non professionistici e ha creato una sorta di cast d non professionisti a cui proposto di partrecipare ai casting naturalmente senza garanzie come per te. David mi ha detto di far conoscere te e il ragazzo che ha scoperto credo per vedere la vostra chimica.” Era una pura follia, creare un cast privo di esperienza!!! Qualcosa mi diceva che era molto nello stile di Zard. Dopo aver schivato un buon numero di persone raggiungemmo un punto relativamente calmo dove alcune persone stavano ripassando i copioni. Ci dirigemmo a un tavolino dove erano seduti una donna più o meno dell’età di mia madre con i capelli castano chiaro tagliati corti e un ragazzo più o meno della mia età che sfogliava febbrilmente delle pagine. Vedendoci arrivare la donna si alzò e picchiò leggermente nel ragazzo che si alzò a sua volta. Era decisamenta carino ma non uno di quei tizi che si credono dei grandi fighi e vanno in giro pieni di gel e pircing, aveva gli stessi capelli chiari della madre tagliati a spazzola e occhi verde-azzurro. Era alto ma non uno spilungone e di corporatura normale. Ma soprattutto il suo sguardo non era quello di quasi tutti i nostri coetanei, lui aveva uno sguardo simpatico e intelligente, non stupido e idiota. “Scusate ma devo andare” disse la Neri prima di ritornare al banco di registrazione. “Piacere, sono Paola Bianchi” si fece avanti mia madre. “Jane Anderson, piacere” rispose la donna con un delicato accento inglese. “Chiara Merolli” sorissi stringendo la mano della donna inglese che precedentemente aveva stretto quella di mia madre. “Tristano Colleoni” si presentò a sua volta il ragazzo sorridendo. Ci sedemmo insieme a loro e mente le madri iniziavano a chiacchierare io e Tristano ricominciammò a ripassare. Verso le 8 una voce chiese il silenzio. “Benvenuti a tutti, io sono Costantino Valsecchi e sono il regista. Adesso vi chiameremo uno alla volta alternando femmine e maschi in ordine alfabetico. Ci farete sentire le canzoni soliste cioè il veleno per le ragazze e io tremo per i ragazzi e in seguito il monologo, a fine giornata vi diremo chi vogliamo risentire domani. Grazie a tutti”. Subito dopo iniziarono a chiamare la prima aspirante Giulietta. Più l’alfabeto andava avanti più l’ansia cresceva. Verso le 9:30 chiamarono Tristano, che con passo lento si diresse verso il luogo dove si teneva il casting vero e proprio. Dopo circa venti minuti ritornò sorridendo e dicendo che gli sembrava andata bene e che era una sensazione fantastica dimostrare di valere qualcosa. E poi alle 12:30 chiamarono “Chiara Merolli”. Toccava a me dovevo dimostrare quanto valevo. Mio angolo: Grazie a tutti quelli che perderanno tempo a leggere, spero di avervi dato qualcosa per cui vale la pena. Vi prego recensite per dirmi dove posso migliorare. Piccola nota: il corso di teatro al Sarpi me lo sono inventata, non credo che esista ma mi serviva per lla storia. Grazie ancora e a presto R&G98

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Capitolo 3
*** Cap.3 ***


Mi sono guardata un po’ in giro per vedere se oltre a me qualcun altro rispondeva a quel nome ma niente. Era il mio turno. Mamma mi strinse leggermente la spalla prima di darmi una lievissima spintarella in avanti. Era il momento, non potevo più tirarmi indietro. Un respiro profondo e poi il primo passo. Andai incontro al mio sogno! Più le porte grigie si avvicinavano più l’ansia cresceva e più mi rendevo conto di quanto tutto fosse un gigantesca follia. Come potevo io una sedicenne cronicamente timida pensare di avere una qualche possibilità. Avevo passione certo e secondo alcuni anche talento ma per un lavoro simile serviva fiducia in se e io di quella mancavo tragicamente. Persa in quei pensieri di tempesta e depressione ero ormai inesorabilmente giunta davanti alle porte. Un altro respiro. Entrai. La stanza in cui mi trovavo era un’aula di danza, simile a quella che frequentavo da bambina. Davanti alla parete ricoperta di specchi c’era un lungo tavolo al quale erano seduti Zard, suo figlio, il regista, Paola Neri e numerosi altri volti sconosciuti che a logica dovevano essere gli atri produttori. Al centro della sala un leggio. Con passo più sicuro possibile mi avviai verso il tanto minaccioso leggio e mi presentai. Dopo poco Costantino mi disse di iniziare col monologo. Il monologo era un immaginario soliloquio in cui Giulietta rifletteva sul suo amore e sulle ripercussioni di questo sulla sua famiglia. Era molto bello e l’autore si era impegnato al massimo per ricreare lo stile shakespeariano ma purtroppo non era eterno e presto si arrivò alla parte che temevo di più, il canto. Ho sempre cantato perché mi piaceva farlo ma da sola, con le cuffie nelle orecchie e quanto provavo a farlo con altri la mia voce era talmente bassa che era impossibile capire e stonassi oppure no ma comunque adesso era troppo tardi per tirarsi indietro. Un tasto premuto da chissà chi e la musica ebbe inizio. La canzone era meravigliosa e per mia fortuna non troppo lunga. Alla prima nota mi stupii di sentire la mia voce, forte come non mai prendere la nota alla perfezione. Quella nota spazzò via le mie insicurezze almeno per il tempo della canzone e quando l’ultima nota si esaurì nell’aria mi ritrovai a sorridere. “Molto bene signorina Merolli. Attenda di sapere se è passata nel tardo pomeriggio.” disse cordialmente il regista. Detto questo uscii dalla stanza e raggiunsi mia madre e i nostri nuovi conoscenti. Raccontai del provino e Tristano mi raccontò del suo quando il cellulare si mise a squillare. Era mio padre. Parlai con lui e con altri parenti e amici e quando finalmente riattaccai erano le due e la fame iniziava a farsi sentire così andammo a mangiare e in un modo o nell’altro tirammo le 6:30. Ritornammo al centro sportivo e poco dopo i nostri esaminatori uscirono. “Questa è stata una scelta davvero complicata perché in Italia c’è un vivaio artistico enorme. Dopo attenta decisione abbiamo concordato su dieci aspiranti Romeo e dieci aspiranti Giulietta che domani avremo l’immenso onore di risentire in coppia. Domani per coloro che passeranno bisognerà farsi trovare qui alle 9 puntuali. Grazie comunque a tutti voi.” Dopo questo breve discorso il regista lesse i dieci nomi maschili che erano passati. Tristano Colleoni era tra questi. Al sentire il suo nome un sorriso gioioso gli illuminò il volto. In seguito dissero i nomi femminili. E il quinto nome fu: Chiara Merolli. C’è l’avevo fatta. Nonostante i pronostici sfavorevoli ero passata alla seconda fase dei casting. Il mio sogno era sempre più vicino. ANGOLINO MIO. Ho finalmente trovato il tempo per scrivere un altro capitolo di questa piccola follia. Ringrazio i miei lettori (se ce ne sono) che hanno perso tempo a leggermi. Se volete lasciarmi una recensione è sempre ben accetta. Baci R&G98

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