Non ho mai smesso di amare te

di Elisa_Pintusiana_Snape
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La cena ***
Capitolo 3: *** Una visita improvvisa ***
Capitolo 4: *** Dichiarazioni ***
Capitolo 5: *** Litigi ***
Capitolo 6: *** La sorpresa ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Non ho mai smesso di amare te

Prologo

“Amore ti è arrivata una lettera” dissi controllando le lettere di quella mattina, poco dopo mio marito sbucò da una stanza e si diresse verso di me.
Io e Ben Stiller eravamo sposati da oltre due anni e la nostra vita proseguiva fra red carpet e vita
normale e a noi andava bene così.
“Indovina chi mi scrive” disse lui mentre con una mano teneva la lettera e con l’ altra teneva una tazza di caffè fumante
“Non lo so” dissi io sedendomi sul divano leggermente disinteressata “Chi?”
“Un mio collega e sono sicuro che a te farà piacere rivederlo.. So che avete studiato recitazione insieme ai tempi che furono”
“Vuoi dire che sono vecchia?!” dissi scoppiando a ridere
“Bè.. Un po’ lo sei” disse lui avvicinandosi e regalandomi un bacio a fior di labbra
“Non mi hai ancora detto chi è questa persona che ti ha scritto”
“Ci ha invitati a casa sua per una festa” proseguì Ben senza ascoltare la mia domanda “A quanto pare sarà molto intima”
“Ma chi ci ha invitati?”
“Leonardo DiCaprio”
Il mio sorriso si spense. Quel nome.. Non poteva essere lui ad averci invitato.
Non poteva veramente essere lui.
“Che c’è amore?!” mi chiese un po’ preoccupato Ben “Non.. Non sei felice?”
“Oh sì che lo sono” risposi trasformando la mia espressione frastornata in un ampio sorriso.
“Se lo dici tu..” rispose mio marito poco convinto e se ne tornò nel suo studio a ripassare il copione.
Leonardo ci aveva invitati a una festa intima. Per quale ragione poi? Lui e Ben avevano lavorato insieme, ma molto tempo fa e io e lui.. Beh il nostro incontro ormai è praticamente storia. Abbiamo studiato recitazione insieme parecchi anni fa. Un corso che non durò nemmeno molto e dopo persi i contatti con lui. Sapevo della sua vita solo grazie alle riviste e alle interviste che teneva in tv. Il punto è che quello che successe in quei pochi mesi io non l’ ho mai dimenticato, mai.

Angolo autrice: Questo è l' inizio della storia che sto cercando di creare nata da una semplice chiacchierata con la mia amica Cecilia (fan di Leonardo DiCaprio). Spero vi piaccia e a breve aggiornerò. Un bacione :)

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Capitolo 2
*** La cena ***


Capitolo 1 La cena La fatidica sera era arrivata, la festa non era niente popò di meno che una cena intima fra pochi amici: Leonardo, io e Ben e Kate. Io andavo in giro per la casa preparandomi con un ansia che mi invadeva “Oh cazzo dov’è finito l’ altro orecchino” borbottai fra me e me cercando l’ altro pendente che i intonava perfettamente con la cintola di brillanti argentati sul vestito rosso e lungo “Calma” disse Ben prendendomi le mani e costringendomi a guardare i suoi occhi blu “Sì hai ragione in fondo è solo una cena… E poi saremo in quattro. Non è altro che una rimpatriata” Cercavo conferme nello sguardo di mio marito. “Sì, quindi non agitarti” Poi si chinò sul tappetto e raccolse l’ orecchino mancante infilandomelo con infinita delicatezza. “Grazie” sussurrai “Di niente” rispose lui baciandomi Io sistemai gli ultimi dettagli del trucco mentre Ben si allacciava la camicia e si faceva il nodo della cravatta. Lui aveva un’ aria molto serena e tranquilla. Come diavolo faceva?! Pensai un attimo che per lui era una cena con un paio di amici di vecchia data, ma per me no.. Leonardo DiCaprio non era che un mio storico ex. E perché se era storico non lo avevo ancora dimenticato?! Con questi quesiti nella testa mi accorsi che Ben era pronto e mi stava chiamando “Arrivo” mi affrettai a rispondere. Salimmo in macchina e dopo poco arrivammo davanti alla villa di Leonardo. Non era molto diversa da altre ville in cui ero stata per varie feste e non era nemmeno tanto diversa dalla nostra se ci pensavo bene, forse era un po’ più grande anche se ero talmente tesa che non mi soffermai molto mentre mio marito sì “Guarda che bella vista che ha da qui Leonardo” disse più a se che a me. Io, che ero più tesa di una corda di violino a causa dell’ agitazione me ne fregavo altamente della vista. Ero indecisa se inventare un malore e andarmene oppure entrare subito e levarmi il peso. Fatto sta che restare lì a guardare il panorama non mi interessava e mi rendeva ancora più agitata. “Amore entriamo?” chiesi “Certo” rispose lui sorridendo. Non appena entrammo fummo colti dal calore e dall’ buon odorino di cibo che, nonostante ci trovassimo in un salone enorme, si sentiva chiaramente come fossimo stati in cucina. “Buonasera” non mi voltai, sapevo che la voce dietro di me ad aver pronunciato quella parola era la sua. E di chi altri poteva essere? “Buonasera Leonardo” rispose Ben stringendogli la mano Mi girai e mi ritrovai davanti lui. “Buonasera Leonardo” risposi io a ruota “Grazie per l’ invito” “E di cosa?” rispose lui sorridendo “E’ stato un onore, grazie a voi per aver accettato” “Ma.. Kate dov’è?” “E’ in sala da pranzo che ci attende” rispose con tono pacato Leonardo Il suo sorriso, la sua voce.. Mi confondevano come la prima volta che lo vidi parecchi anni fa. Lui ci fece strada verso una luminosa e lussuosa sala da pranzo. Il tavolo era grande, ma era apparecchiato solo ai primi posti mentre il resto rimaneva coperto da una candida tovaglia bianca vuota. Quei posti vuoti mi mettevano ansia (come se non ne avessi anche troppa addosso). “Oh buonasera ragazzi” disse Kate non appena ci vide e dopo diversi convenevoli ci mettemmo sa sedere. Leonardo capotavola, Ben alla sua sinistra, Kate alla sua destra e io accanto a Ben. Cominciammo a chiacchierare della cosa più ovvia di cui quattro attori riuniti potrebbero parlare: lavoro. L’ argomento film e lavoro infatti fu quello principale quasi per tutta la cena con qualche sfumatura di altri argomenti. Finito di cenare ci alzammo e Leonardo ci portò fuori nel suo ampio giardino tagliato con cura per fare quattro passi e noi tre acconsentimmo . Leonardo era molto diverso da quindici anni fa e non solo perché, come tutti noi, era invecchiato, ma perché aveva un modo di comportarsi totalmente diverso molti anni fa. Beh era un ragazzo poco più che adulto quando lo avevo frequentato, ma c’ era qualcosa in quest’aria da lord inglese che non mi convinceva. Non era lui, di sicuro voleva tenere una specie di personaggio, in fondo è un attore. Ma perché fingere? Perché fingere con noi tre, specie con Kate? Ma magari non era una finzione, lui col passare degli anni si era un po’ trasformato e la sua fresca giovinezza aveva lasciato spazio a un uomo di quarant’ anni com’è giusto che sia. In fondo Ben è una rara eccezione di bambino perenne, il genere di uomo che non si vanta dei suoi successi e resta sempre se stesso. Comunque il nuovo Leonardo mi intrigava e mi piaceva, oltretutto nascondeva la stessa ombra di quel ventenne che conobbi anni fa. Gli occhi avevano la loro stessa luce magnetica e il sorriso.. Come viene detto in uno dei suoi film, il Grande Gatsby “uno di quei sorrisi che ti capita di vedere quattro o cinque volte nella vita” “Vi lascio soli a parlare dei vecchi tempi, vi va?” chiese Ben allontanandosi con Kate senza lasciami tempo di replicare. Non ero preoccupata per mio marito che si allontanava con un’ altra donna perché sapevo che non avrebbe alzato nemmeno un dito su una donna felicemente sposata come Kate. Non potevo però sapere se questo valeva anche per Leonardo perché una delle sue qualità era l’ essere un vero play boy, ma evidentemente era cambiato. O almeno lo speravo. Camminavamo fianco a fianco nel suo splendido giardino sovrastato da un cielo stellato e lui cominciò a rivangare i vecchi tempi con un episodio buffissimo di quel corso. “Ti ricordi quante risate?” concluse lui con lo sguardo perso verso l’ orizzonte “Sì” risposi sorridendo Continuammo a parlare di quel corso, di quei mesi con naturalezza e tranquillità. Lui teneva le mani nelle tasche dei pantaloni e se ne stava a debita distanza probabilmente ricordando che ero sposata. Era diventato un vero signore. Volevo chiederglielo se si ricordava ancora della nostra relazione anche se al solo pensiero tremavo. Cosa si ricordava lui? Era ancora coinvolto emotivamente come me o aveva già dimenticato e avrebbe solo sorriso? Mi decisi e chiesi “T.. Ti ricordi quella volta che mi hai invitato a uscire?” chiesi timidamente Lui di colpo si fermò e alzò lo sguardo verso il cielo riempiendo i suoi occhi di milioni di stelle e rimase in silenzio, poi tornò a guardare me con un sorriso abbastanza teso e l’ espressione di chi non sa cosa diamine rispondere. Dopo un attimo di smarrimento il suo sorriso tornò più naturale “Sì, mi ricordo benissimo” Sorrisi. “Poi dopo tu hai conosciuto Ben” mi disse alzando nuovamente lo sguardo al cielo stellato. Quelle parole, quell’ espressione tesa dicevano tutto. Anche lui ogni tanto pensava a questa relazione che ormai non era altro che un ricordo. E la ricordava con l’ amarezza di qualcosa di perduto. “Sì è vero..” proferii “Possiamo tornare dentro.. Ho un po’ freddo” Non era una bugie, avevo davvero freddo e quelle parole mi avevano davvero gelato il sangue nelle vene. “Certo come desideri” rispose lui sorridendo Tornammo in casa “Andiamo Ben?” chiese a mio marito “Certo” disse. Salutammo tutti e io e Ben salimmo in macchina “Com’è andata?” mi chiese “Beh abbiamo ricordato assieme vecchie cose” “Divertita?” “Sì anche se ora sono molto stanca” “Dai tra poco arriviamo e andiamo a dormire” “Già” risposi io guardando fuori dal finestrino: si vedeva ancorala villa di Leonardo ed era bellissima. Angolo autrice: Spero vi sia piaciuta la storia. Recensite se vi va, un bacio.

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Capitolo 3
*** Una visita improvvisa ***


La mattina seguente mi svegliai con un tremendo mal di testa e appena svegliata mi accorsi che mio marito non era a fianco a me. Scesi le scale con ancora il pigiama indosso e lo trovai nel suo studio assorto nella lettura del copione che doveva imparare. “Già alzato?” domandai avvicinandomi a lui che non alzò nemmeno lo sguardo da tanto che era concentrato “Beh sono le dieci e mezzo e io devo ripassare questo copione!” “E’ così difficile?” domandai sbadigliando “Non è difficile il copione, ma il mio personaggio.. Non riesco a farmelo entrare dentro, capisci?” “Sì capisco” risposi e mi misi in braccio a lui che sorrise divertito “Stai cercando di distrarmi?” chiese sorridendo “No, di aiutarti. Dà qua” e con un rapido gesto gli rubai il malloppo di fogli che teneva appoggiato sulla scrivania. Lessi attentamente qualche cosa e man mano che leggevo Ben aggiungeva i dettagli del personaggio “E’ una bella sfida, Ben” conclusi io dopo un paio di pagine “Questo lo so” rispose lui “Vedrò che posso fare” “Se vuoi una mano dimmi” “Tu hai già da fare..” “Il mio film è quasi finito” dissi alzandomi “E non ho più problemi di personaggio dopo mesi che lo interpreto” e mi diressi fuori dal suo studio per andarmi a preparare del caffè. “Vuoi del caffè?” domandai “Ne ho già bevute due tazze, grazie” rispose lui Mi diressi in cucina e cominciai a preparare il caffè che invadeva con il suo odore tutta la stanza. Con la mia tazza di caffè andai in salotto e guardai fuori dalla grande porta a vetri che mi mostrava un cielo sereno e limpido, un grande prato ben tagliato e un sacco di sole. Era una giornata veramente perfetta che intendevo passare stesa su una sdraio in giardino a prendere il sole con un buon libro e della buona musica nell’ MP3. Mentre sorseggiavo caffè già mi pregustavo la serenità della giornata che mi aspettava quando sentii suonare il campanello. Indossavo un pigiama coperto solo da una vestaglia e i miei capelli neri erano completamente arruffati, ma andai comunque ad aprire pur di non disturbare Ben. Non sapevo però che a suonare era stato Leonardo. Cosa accidenti ci facesse non lo sapevo, sapevo soltanto che ero in pigiama, con i capelli sfatti e le occhiaie e.. Ero davanti a Leonardo! E’ un amico di vecchia data, ma dopo la chiacchierata di ieri.. Io sento che non lo posso vedere tale. Resta il mio ex, mettendola come voglio, resta comunque l’ uomo con cui sono stata quasi un anno, prima di conoscere quello che è diventato mio marito. Il mio ultimo fidanzato praticamente, anche se sono passati quindici anni tra cui due soli di matrimonio. Rimasi lì impalata a fissare i suoi occhi azzurri e la sua espressione divertita, indecisa se tirargli una sberla o sbattergli la porta in faccia per andarmi a cambiare e allora farlo entrare. “Entra” bisbigliai e lo lasciai passare Lui andò in salotto “Non sapevo che stessi ancora dormendo.. Ben mi aveva assicurato che a quest’ ora era sveglio.. Perdonami” “No figurati, ero già alzata” risposi “E’ che.. Trovo che il pigiama sia comodo e lo tenevo perché non aspettavo visite” “Ah Ben non te ne ha parlato?” Io lo guardai fisso negli occhi con espressione indecifrabile “Evidentemente no” proferì lui guardando da un’ altra parte “Sai dirmi dov’è?” “Di là nel suo studio se vuoi ti accompagno..” Ma mio marito saltò fuori dal suo studio sentendosi chiamato in causa “Ehi Leo!” “Ben! Scusa se sono passato così presto è che mi sono svegliato presto e non sapevo che fare” “Figurati” “Vado a cambiarmi” comunicai ai due salendo le scale a grandi falcate e pensando a cosa mettermi. Niente di pretenzioso, niente di provocante, ma anche niente di sciatto, niente di troppo semplice e niente di troppo elaborato. Qualcosa di comodo, ma raffinato e…Oh cielo tutto per una visita! Mi infilai un paio di jeans e una canotta bianca molto elaborata e piuttosto larga e ai piedi un paio di ballerine raccattate nel fondo della cabina armadio. Scesi le scale e notai che Leonardo e Ben erano andati in salotto a chiacchierare sul divano. Non appena mi avvicinai i due si girarono di scatto guardandomi e sorridendo. Ben sorrideva normalmente, uno di quei sorrisi che pare un complimento dolcissimo. Leonardo sorrideva in modo strano, nel suo modo di sorridere, unico. Cercai di levarmi questi strani pensieri dalla testa e chiesi a Leonardo se volesse qualcosa “Oh no ho già mangiato” “Comincio a fare pranzo allora” dissi e con quella scusa potevo chiudermi in cucina per almeno un’ oretta. “Ma non avevate un maggiordomo? Come si chiamava.. Fred?” “Sì” disse Ben “Ma in questo periodo, col nuovo copione meno gente ho per casa meglio è” “Una volta l’ ho licenziato anche io il personale, per una sola settimana. Non sai che disastro” disse lui ridendo “Beh tu stai da solo, io e lei ci aiutiamo” continuò Ben lanciandomi uno sguardo dolce che io contraccambiai, poi corsi in cucina per evitare altri sguardi sia da parte di mio marito che da parte di Leonardo. Cominciai a mettere su l’ acqua per la pasta e a preparare altre cose origliando i loro discorsi che riguardavano un po’ la politica, un po’ il basket, un po’ i viaggi. Dopo un’ oretta misi in tavola tutto e cominciammo a servirci. “Davvero buonissimo Cecilia” commentò Leonardo dopo aver mangiato una forchettata di spaghetti “Grazie” risposi timidamente abbassando lo sguardo. Accidenti! Come mai tutta questa soggezione! “Adoro la cucina italiana” continuò lui con il bicchiere pieno di vino Dopo il pranzo cominciai a sparecchiare “Amore io devo tornare di là per il copione” mi comunicò Ben “Vuoi una mano?” “No tranquillo accendo la lavastoviglie, non preoccuparti” Ben guardò Leonardo “Anche a me non dispiace.. Avrai sicuramente tanto lavoro da fare” “Bene allora vado di là, a dopo” Leonardo prese la bottiglia semi finita di vino e i bicchieri e li appoggiò nella lavastoviglie “Non è necessario che.. Che ti occupi di questo” “Lo faccio volentieri” rispose lui aiutandomi a finire.

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Capitolo 4
*** Dichiarazioni ***


Dopo aver fatto partire la lavastoviglie ci mettemmo a sedere sul divano e cominciammo a parlare di tutto, ogni argomento tirava l’ altro come un domino solo che io cercavo con tutta me stessa di non parlare di relazioni, fidanzamenti e cose simili, perché l’ argomento sarebbe finito a noi due e non mi sembrava il caso dato che di là c’ era mio marito. Mio marito, l’ uomo che amavo, che avevo sposato. Avevo scelto Ben, nessun altro solo Ben e la fede d’ oro che portavo al dito lo dimostrava insieme a mille altre cose. Ma quando davanti avevo Leonardo tutte queste cose sembravano svanire, non c’ era più la fede, non c’ era più niente solo il mio rimorso di guardare così una vecchia fiamma. Ma poi come mi saltava in mente di soffermarmi così sul sorriso di un mio ex. E perché era tornato a cercarmi con la scusa di essere amico di Ben? Forse stavo correndo troppo con la fantasia, in fondo erano passati così tanti anni. Quindici anni fa si presentò nella mia vita ed entrò a farne parte lentamente, in punta di piedi sconvolgendola e allo stesso modo ne uscì. Adesso invece è entrato nella mia quotidianità in modo prepotente pur non avendo fatto nulla. Avrei preferito che mio marito mi vietasse di vederlo piuttosto che esserne amico, perché avere Leonardo così vicino mi metteva a disagio. “Mi sei mancata” sussurrò lui dal nulla. Stava parlando di un suo viaggio a Parigi quando si era interrotto e non c’ entrava nulla! Mezz’ ora passata a evitare un argomento e lui lo inserisce in una conversazione forzatamente rovinando tutto. Non sapevo che diavolo rispondere! Non potevo dire che anche lui mi fosse mancato contando che dopo la nostra rottura mi ero persa dietro ad altre cose (Ben compreso) e non ne sentivo la mancanza. Ma non è neanche vero che io non lo pensassi di tanto in tanto, specie in questi ultimi giorni. “Mancata?” “Sì, mi sei mancata” “Come mai? Non sono mai stata poi così lontana” il che tecnicamente era vero dato che abitavamo poco lontani. “Ma no.. Mi è mancato.. Il nostro.. Il nostro essere noi” Noi. E’ vero, una volta io e Leonardo eravamo “noi”. Ma solo una volta tanto tempo fa e dovevo dimenticare quella semplice parola. “Leonardo..” dissi piano “Siamo stati insieme meno di un anno e.. Oh diamine! Si tratta di quindici anni fa Leonardo!” Mi alzai e mi girai verso la porta a vetri e ora ho capito perché anche nei film che recito le persone si alzano e vanno a guardare qualche altra cosa lasciando l’ altra persona alle spalle. Per il semplice motivo che nascondi, per quanto tu possa fare, le emozioni che provi e nessuno può vedere cosa senti negli occhi o nei movimenti. Sempre che l’ altra persona non venga vicino a te... Esattamente come Leonardo. Mi posò la mano sulla spalla “Lo so Cecilia, hai perfettamente ragione, ma..” “Basta” risposi voltandomi di scatto “Non c’è nessun –ma- Leonardo. Sono sposata” mostrai la fede che avevo all’ anulare “E’ passato tanto, troppo tempo. Io ti voglio bene, ma ti scongiuro smettila con questo argomento. Mi stai uccidendo” “Anche tu mi hai ucciso, due anni fa” Lo guardai con lo sguardo perso e interrogativo. “Due anni fa, quando ti sei sposata con Ben” “Tu...” “Io. Sì, io.” “Leonardo.. Mi dispiace tantissimo, ma non puoi usare Ben come scusa per.. Tutto.” “Per vederti Cecilia, solo per vederti e stare un po’ con te. Non lo sto usando come credi tu.” Lo guardavo e capivo sempre meno. Cosa voleva da me Leonardo? Perché tornava dopo quindici anni? Come pretendeva che io mollassi tutto per lui? Che arroganza! Eppure il suo comportamento era tutt’ altro che arrogante, anzi era di una tale modestia… Starmi vicino per vedermi, semplicemente. Non capivo come mai avesse fatto una cosa così dopo quindici lunghi anni, ma lo aveva fatto. Mi avvicinai ancora di più a lui e poggiai la testa sulla sua spalla mentre lui mi cinse la vita con le braccia. “Ehm.. Ero venuto per chiedervi se.. Vi andava di andare tutti e tre in terrazza..” Era Ben e ci aveva visti abbracciati! Dal tono della sua voce non aveva gradito la cosa o per lo meno lo aveva un po’ sorpreso. Mi staccai subito da Leonardo “Ehm.. Sì dai andiamo” Ben guardò me, poi Leonardo e poi di nuovo me con aria un po’ delusa e un po’ imbronciata. Non lo potevo vedere così anche se in fondo vedermi abbracciata la mio ex a quella maniera deve averlo fatto un po’ arrabbiare. Arrivati in terrazza però riprese il suo solito atteggiamento festoso e allegro, ma io sapevo che dopo mi sarebbe toccate delle lunghe e faticose spiegazioni.

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Capitolo 5
*** Litigi ***


Leonardo se ne andò presto e io rimasi in terrazza sola con Ben. Guardavo il bicchiere pieno di succo d’ arancia mentre il vento mi scompigliava i capelli. “Posso farti una domanda?” mi chiese Ben “Sì, certo” risposi guardandolo in viso. “Cosa c’è fra te e Leonardo?” Rimasi stupita deglutendo rumorosamente saliva “Ma.. Niente Ben, niente” risposi con tono concitato, ma questo non lo convinse nemmeno un po’. “Dalla cena.. Sei cambiata” “Non è vero!” gridai Lui sorrise beffardo, ma nel suo sorriso lessi un’ aria di arrendevolezza. L’ aria di una persona con la consapevolezza di una verità in grado di cambiare la sua vita. “Sì che è vero” continuò lui con lo sguardo basso e ancora quel maledetto sorriso. “Ben..” mi avvicinai e sfiorai il suo braccio. Lui con uno scatto violento si alzò con lo sguardo ancora rivolto verso il basso, forse per non mostrarmi che stava piangendo. Mi sentii un mostro, pur non avendo fatto niente mi sentii una persona orribile, profondamente orribile. Mio marito era lì davanti a me, in lacrime. “Credevo che tu mi amassi” continuò lui mentre lacrime ardenti invadevano il suo viso “Ben..” “Ora capisco.. Capisco cosa provano tanti dei miei personaggi quando perdono la donna che amano..” Lo guardai desolata da quella scena. In tanti anni insieme non avevo mai visto piangere Ben se non per copione, mai. E adesso piangeva a causa mia. “Solo che qua non siamo in un film” continuò Ben “Non ci sarà nessun lieto fine” e detto questo si voltò e se ne andò dentro. Mi precipitai dietro di lui “Ben ascoltami” gli dissi mettendogli la mano sulla spalla “Non toccarmi” gridò lui spingendomi via. Caddi per terra a causa della forte spinta e lui si girò visibilmente preoccupato. I suoi occhi azzurri, così simili eppure così diversi da quelli di Leonardo erano arrossati e pieni di lacrime. Erano vuoti, tristi, spenti. Non era quell’ azzurro che conoscevo. Mi accorsi che a causa della botta il mio naso aveva cominciato a sanguinare appena, ma io non mi ero fatta molto male. Mio marito mi guardava sconvolta. “Cosa ho fatto?!” gridò lui inginocchiandosi a terra guardandosi incredulo le mani “Sono un mostro” L’ unico mostro ero io, ero io. “No Ben non lo sei. Non mi fa male, lo sai che il mio naso sanguina spesso..” Lui appoggiò la sua testa sul mio petto “Cecilia, io ti amo” “Anche io” “No..” riprese Ben tra le lacrime “Tu ami Leonardo. Lo so, lo so che lo ami!” “Non è vero, Ben” risposi accarezzando i suoi capelli e sentendo il suo respiro e le sue lacrime calde sul mio petto “Altrimenti non avrei sposato te” Lui alzò lo sguardo mostrandomi nei suoi occhi un barlume di speranza “Non lasciarmi, ti prego” sussurrò “Non ho intenzione di farlo” risposi a mia volta baciandolo leggermente. Non potevo andare avanti così. Ci voleva chiarezza, nella mia testa e nel mio cuore. ANGOLO AUTRICE: Spero che vi sia piaciuto questo capitolo e vi ringrazio di essere arrivati fin qui :) Qui c'è un lato un po' nascosto di Ben che ha paura di perdere sua moglie. Se vi va recensite :)

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Capitolo 6
*** La sorpresa ***


Andammo a dormire, anzi lui andò a dormire mentre io passai la notte insonne in terrazza a sorseggiare the caldo schiacciando solo qualche pisolino. Mi sentivo pessima, una persona orribile. Non stavo facendo nulla di male se non comportarmi da indecisa. Che dovevo fare? Io amavo Ben, ne ero sicura e con lui avevo delle certezze. Ben era mio marito, l’ uomo che io avevo sposato dopo anni di fidanzamento. L’ uomo con cui sto da poco meno di quindici anni. Una vita praticamente! E mandavo tutto a quel paese per un uomo che nella mia vita non rappresentava che un’ effimera figura di desiderio. Rischiavo di gettare tutto via per un uomo che era scomparso e avrebbe potuto rifarlo, chi glielo impediva? Non potevo! Ricordo solo l’ odore del thè caldo, il venticello estivo che si insinuava sotto la camicetta da notte e la luna piena che rischiarava il giardino curato prima di svegliarmi con davanti lo sguardo divertito di mio marito e il sole della mattina “Come mai sei venuta qua a dormire?” mi chiese prendendo la tazza e portandola dentro, mentre io come un automa lo seguii dentro casa “Ero venuta per stare un po’ sulla terrazza a rilassarmi, ma mi sono addormentata” risposi sorridendo. Ben mi abbracciò e poi mi guardò negli occhi “Stasera ti porto in un bel posto” disse con il sorriso stampato in faccia “Dove?” chiesi “Lo vedrai stasera” rispose per poi uscire dalla cucina lasciandomi lì impalata come un perfetta scema. Passai il pomeriggio leggendo e recuperando le ore di sonno perdute e verso le sette di sera Ben uscì dal suo studio raggiungendomi in camera “Amore preparati.. Ti avevo promesso una sorpresa” Io avevo dormito cinque ore scarse in tutto e non avevo la minima voglia di uscire “Ben ti prego non mi va di uscire!” “No” continuò lui avvicinandosi e facendomi alzare dal comodissimo letto “Ti avevo detto che avevo una sorpresa e ho intenzione di tener fede alla mia parola” Rassegnata mi alzai e mi misi un vestito lungo e blu “Sei splendida” disse Ben sorridendo e porgendomi il braccio “Adesso andiamo” Mi portò in un bellissimo ristorante lussuoso ed elegante. Mi ricordava qualcosa, come facesse parte di un sogno molto lontano. Sorrisi notando la bellissima cornice: la breve strada che portava al ristorante era affiancata da alti alberi dalle sfavillanti foglie verdi. Pochi metri più in là si ergeva un edificio di modesta grandezza completamente illuminato e risuonavano fievoli le note di un brano soft. Guardai il cielo che aveva un colore tra l’ azzurro e il blu e si stava riempiendo di piccole stelle. Entrammo nel locale e fummo accolti da un cameriere che ci guidò al nostro tavolo. Passammo attraverso una sala piena di tavoli a cui stavano sedute persone completamente ingioiellate. La sala era grande e accogliente la moquette rossa era intonata alle tende e le tovaglie erano bianche e candide. Nell’ aria si levavano rumori di piatti e posate e vociare di gente. Il cameriere passò e ci condusse in attraverso altre sale che offrivano più o meno la stessa visione della sala precedente fino ad arrivare ad una piccolissima, quasi un salotto con un solo tavolo nel mezzo apparecchiato per due. “Prego” disse il cameriere porgendoci il menù per poi sparire da una porticina a destra. Eravamo molto vicini alla cucina, praticamente accanto e lo capivo dai rumori che provenivano oltre alla porta dalla quale il cameriere era uscito. “Wow Ben è tutto fantastico!” esclamai guardandomi intorno. Era un sala piccola dall’ arredamento modesto, ma c’ era un enorme porta a vetri che dava sul giardino del ristorante ed il panorama era assolutamente fantastico. “Ti piace?” disse lui servendomi del vino rosso “Ovvio. E poi la sala solo per noi.. Wow!” Ben allargò le labbra in un dolce sorriso “Sono felice che ti sia piaciuta la sorpresa” Io continuavo a guardare il meraviglioso giardino rischiarato da poche luci. “Ti va un brindisi?” domandò Ben “Certo” Presi il mio bicchiere e lo feci tintinnare appena contro il suo per poi gustare il vino. Un rigagnolo rosso mi percorse il mento e prima che riuscissi a prendere il tovagliolo Ben con un gesto delicato della mano lo fece sparire dal mio viso. Io arrossii appena e sorrisi timidamente. Era veramente dolcissimo. Passammo la cena normalmente scambiandoci battute e sorrisi. Lui pareva a suo agio, come in fondo era normale che fosse, io invece mi sentivo una ragazzina al primo appuntamento. Era come se tutti gli anni passati con Ben si fossero smaterializzati e fosse il nostro primo appuntamento, forse per via del mio avvicinamento a Leonardo e di tutte quelle emozioni contrastanti. Finita la cena uscimmo dal ristorante e l’ aria fresca della sera mi accarezzava il viso e i capelli e si insinuava sulla mia pelle morbida. Lui mi porse la sua giacca e lo posò leggermente sulle mie spalle “Va un po’ meglio?” “Sì” risposi sorridendo “Molto” Lui mi abbracciò e mentre percorrevamo il grazioso giardino per raggiungere la macchina cominciò a parlare “Ti ricordi il nostro primo appuntamento?” “Sì” risposi “Eravamo sul set..” “Esatto e io ti avevo lasciato nel camerino..” non poté finire la frase che io lo interruppi “Un mazzo di rose rosse con un biglietto, dove mi invitavi a uscire” “Sì, e ti ricordi dove ti ho portato?” Mi fermai un attimo guardai lui e poi guardai di nuovo l’ edificio dietro di noi portandomi una mano davanti alla bocca in un’ espressione stupita: era quello il ristorante. “Ma..” provai a dire “E’.. Insomma è cambiato moltissimo” Mi sentivo quasi in colpa a non averlo riconosciuto subito. “Visto?” disse Ben posandomi un braccio intorno alle spalle “E’ proprio quello di quindici anni fa” Sorrisi e ci mancò poco che non cominciassi a piangere. Quel posto, pur senza che me ne fossi resa conto, era pieno di ricordi. “Bè questo ristorante ha fatto da Cupido” continuò lui “Se non fosse stato per quella cena.. Forse non saremmo qui di nuovo, insieme” E’ vero. Ricordo che quando Ben mi invitò, le riprese erano praticamente terminate e dopo io sarei partita per un lavoro a Londra per qualche mese, le possibilità di rivederci sarebbero state poche. Aveva avuto occhio, non c’è che dire. Sorridemmo e poi salimmo in macchina. Appena arrivati a casa andammo di sopra e chiacchierammo a lungo stesi sotto le coperte ad abbracciarci come quello che eravamo: marito e moglie. E’ questo che fa una coppia sposata, va a cena fuori, si scambia baci coccole e carezze e fa l’ amore. Sì, quella notte facemmo l’ amore anche se io ero molto distaccata mentalmente e, forse, anche emotivamente. Mi riempì di attenzione, facendomi sorridere e star bene quella sera e anche per la durata di tutta notte. Si era sempre preoccupato che io stessi bene e cercava di essere la causa dei miei sorrisi. E’ forse grazie a lui, al suo amore, alla sua pazienza e al suo esserci sempre che io sono felice di nuovo. Questo è l’ amore vero, quello con la A maiuscola, ma non sentivo che il vuoto dentro di me mentre posava sulla mia pelle baci di fuoco. Innegabile e inevitabile: pensavo a lui, a Leonardo e alle sue parole.

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