Unconditionally 2 - Dawn of the Ragnarok

di Sherlokette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Grande Mela ***
Capitolo 2: *** Festa in grande ***
Capitolo 3: *** S.H.I.E.L.D. ***
Capitolo 4: *** Gli eroi più forti della Terra ***
Capitolo 5: *** Matricola ***
Capitolo 6: *** Sintomi ***
Capitolo 7: *** Il gelo cresce ***
Capitolo 8: *** Ragnarok ***
Capitolo 9: *** Battesimo del Fuoco ***
Capitolo 10: *** Everything Burns ***
Capitolo 11: *** Lupo Cattivo ***
Capitolo 12: *** Diplomazia e maniere estreme ***
Capitolo 13: *** Decisioni ***
Capitolo 14: *** Asgard ***
Capitolo 15: *** Il saggio Mìmir ***
Capitolo 16: *** L'esercito infuocato ***
Capitolo 17: *** Un salvataggio, una scoperta ***
Capitolo 18: *** Fuochi d'artificio ***
Capitolo 19: *** Lieto fine?... ***
Capitolo 20: *** ... O nuovo inizio? ***



Capitolo 1
*** La Grande Mela ***


- New York! Ma ti rendi conto? Siamo in una delle città più' grandi e belle del mondo! -

Questo era solo un assaggio del mio entusiasmo, mentre il mio compagno di viaggio si guardava attorno con aria di sufficienza.

- Non esagerare, Mystery, e' solo una metropoli. -

- Oh, che umore da funerale che hai! - Osservando i dintorni, mi resi conto di quanti grattacieli ci fossero, della gente che correva per la strada e del traffico che produceva un rumore assordante.

Nemmeno a Londra avevo mai visto un'umanità' cosi' variegata.

- Hey!!! Da questa parte!!! - Una voce attiro' la nostra attenzione, e un largo sorriso mi si disegno' in volto nel riconoscere l'uomo che ci stava venendo incontro.

- Thor!!! - Gli andai incontro e lo abbracciai, e mi sentii sollevare goffamente da terra come un fuscello.

- Avete fatto un buon viaggio? - mi domando' il dio del tuono, di ottimo umore.

- Se per buono intendi che ci siamo sorbiti per tutto il tempo film senza senso e hostess incompetenti, si'... - borbotto' Loki.

- Finiscila! - gli intimai, - Sei stato di malumore per ore! Dovresti essere felice! -

- Felice di una libertà' apparente? -

- Loki, ringrazia piuttosto che nostro padre ti abbia concesso una seconda occasione - intervenne l'altro.

- Ah, certo, la bontà' di Odino e' infinita! -

- Ragazzi, per favore, non cominciate. Voglio andare subito alla Stark Tower se permettete - li fermai.

Questo sembro' placare i loro animi, e Thor ci condusse verso una macchina nera di fronte alla quale stava in piedi un uomo che sembrava un Man in Black, con tanto di occhiali da sole, coi capelli castani un po' radi e l'aria professionale.

- Signorina Lysle? - Mi tese una mano: - Agente Phil Coulson, dello S.H.I.E.L.D.. Siamo stati informati del suo arrivo e abbiamo provveduto a fornire un alloggio a lei e al suo... coinquilino. -

Gli strinsi la mano, ignorando il tono da lui utilizzato per sottolineare l'ultima parola: - Molto piacere. -

- Salite, prego, vi condurrò' a destinazione. -

La città' scorreva fuori dal finestrino dal quale la stavo osservando con rapidità', in un turbinio di luci e forme tutte nuove. Ma all'interno della vettura regnava un imbarazzante silenzio, cosi' mi rivolsi al dio del tuono: - Dimmi un po': come sono i tuoi amici? -

- In che senso? -

- Sono... simpatici? -

- Abbastanza. E sono tutti molto forti e valorosi. -

- Ancora non riesco a credere di aver accettato di unirmi a te e ai tuoi fenomeni da baraccone... - mormoro' Loki, ostile, rivolto all'altro ma con lo sguardo verso l'esterno.

- Non potevi rifiutarti, gioia, era la tua unica chance di sfuggire al servizio di sorveglianza di tuo padre - sottolineai.

- Gioia a me? -

- E comunque e' sempre meglio che finire di nuovo in prigione. -

Il dio degli inganni si volto' verso di me: - Mi consolo del fatto che tu abbia deciso di venire con me, altrimenti sarebbe stata una situazione intollerabile. -

Sogghignai: - Oh, che carino, e cosi' non puoi più' fare a meno di me! -

Thor si lascio' scappare una risata soffocata, e il fratello sembro' volerlo uccidere con lo sguardo.

Passammo il resto del tragitto in silenzio, e quando giungemmo alla Stark Tower rimasi a bocca aperta: era una torre altissima, in stile moderno, con una grande insegna che si riusciva a vedere anche dal piano terra e che riportava il cognome del miliardario dei quali saremmo presto stati ospiti.

- Seguitemi, prego - disse l'agente Coulson, che ci porto' all'ingresso con passo militare.

Attraversate le porte scorrevoli di fronte a noi, ci ritrovammo nell'ampio ingresso degli uffici delle Stark Industries. Luminoso, accoglieva varie zone d'attesa, con due segretarie che rispondevano alle telefonate alle proprie postazioni e vari impiegati che si muovevano da un ascensore all'altro (ne contai tre in tutto).

Noi prendemmo l'ascensore a sinistra, e rimasi mano a mano sorpresa, mentre ci portava ai piani superiori, di come la città' sembrasse sempre più' piccola.

Contai circa 90 piani.

- Caspita, al signor Stark piace fare le cose in grande! - esclamai.

- In realtà' l'intero edificio e' stato progettato dalla signorina Potts, assistente del signor Stark - mi spiego' Coulson.

- Oh. Beh, e' fantastico! -

Una volta giunti all'ultimo piano, mi resi conto che non si trattava di un ufficio qualunque, ma di un vero e proprio loft sopra New York. La stanza era circolare, arredata in modo confortevole. Di fronte a noi c'era una vetrata che dava su una terrazza esterna e illuminava ogni angolo. Alla nostra destra notai un bancone con dietro scaffali pieni di bevande alcoliche, mentre alla parete opposta era stato concesso posto ad una scrivania che mi resi conto aveva la superficie touch screen. Incuriosita, provai a sfiorarla, e subito una voce maschile mi suggeri': - La pregherei di non toccare niente, signorina Lysle. Al signor Stark non piace che qualcuno maneggi le sue proprietà' senza permesso. -

Sobbalzai, guardandomi attorno: - E tu chi sei? -

- Mi chiami pure Jarvis. -

- Jarvis? -

Notai delle telecamere dallo schermo blu negli angoli. Sorrisi e azzardai un'ipotesi: - Sei un'intelligenza artificiale? -

- Esattamente. Ho il compito di badare al signor Stark e alle sue esigenze. -

- Un maggiordomo, dunque. -

- Se cosi' si può' dire... -

- E' strano parlare all'aria - commento' Loki.

- Ma molto interessante! - esclamai, - E' un piacere, Jarvis. -

- Altrettanto, signorina Lysle. -

Li' mi resi conto di un particolare: - Aspetta, come sai il mio nome? -

- Il vostro nome e quello del signor Loki sono già' stati inseriti nel mio database dal signor Stak. -

- Ah, certo... Ovvio... -

- A proposito... Dov'è' il signor Stark, Jarvis? - domando' cortesemente Coulson.

- Attualmente sta radunando gli altri Vendicatori, signore. Ci sono stati dei problemi nel rintracciare il dottor Banner. -

- Lo immaginavo. Bene, direi che per il momento e' tutto. - L'agente tese poi la mano al dio del tuono: - Buona fortuna, Thor, e se per caso ci fossero problemi non esitare a chiamare. -

L'altro ricambio' energicamente il saluto: - Grazie mille, agente Coulson. -

Quest'ultimo poi si rivolse a Loki: - Mi raccomando, cerca di non farci intervenire. Abbiamo un fascicolo molto ricco su di te. -

Per tutta risposta il dio si inchino' lievemente con fare cortese, ma lessi il fastidio nei suoi occhi.

- Signorina Lysle, posso solo dirle benvenuta a New York, e che il suo soggiorno sia dei migliori. -

Sorrisi: - Grazie, agente Coulson, spero di rivederla presto! -

- E speriamo in circostanze piacevoli come questa. - Congedatosi il nostro accompagnatore, Jarvis si fece di nuovo sentire: - Suggerisco di mettervi comodi durante l'attesa, signori: secondo i miei calcoli i Vendicatori saranno tutti qui riuniti entro un'ora, dieci minuti e quarantatré' secondi, con un margine d'errore dello 0,00001 per cento. -

Mi sedetti su uno dei divanetti in pelle nera: - Questa si' che si chiama efficienza! - Mi rivolsi allora a Loki, invitandolo a sedersi accanto a me: - Che ne pensi? -

- Che sto cominciando ad accusare il jet lag... - borbotto', scontroso.

Sbuffai: - Cosa ti prende? Sei particolarmente antipatico, oggi! -

- Vedrai, fratellino, presto ti abituerai a questa nuova vita! - esclamo' Thor, sedendosi a sua volta sul divanetto di fronte a noi.

Ignorandolo, il dio degli inganni borbotto' qualcosa che non capii.

Decisi di porre a Thor altre domande: - Prima Jarvis ha accennato ad un certo dottor Banner. Fa parte dei Vendicatori? -

- Si'. Bruce Banner, la massima autorità' in fatto di... come si chiamano... ah si': radiazioni gamma. Uno scienziato davvero in gamba, ma non e' famoso solo per quello. -

- Ah no? -

- Lo vedrai. -

- E gli altri? -

Lui rise: - Non essere impaziente! Vuoi rovinarti la sorpresa adesso? -

Feci una faccetta imbronciata, ma mi misi a ridere anch'io.

 

 

Passata un'ora, trascorsa in futili tentativi di far sfuggire qualche dettaglio a Thor, fu un rumore metallico all'esterno della vetrata a interrompere l'attesa. Andai a vedere di corsa: qualcuno, con indosso un'armatura rossa e oro, era atterrato sulla terrazza. Venne prontamente circondato da bracci metallici che gli tolsero l'involucro esterno, e dal vetro scorrevole entro' un uomo, un po' basso, dagli arruffati capelli neri e una barba ben disegnata. Indosso aveva dei jeans e una maglietta degli AC/DC, e squadro' ognuno di noi con due brillanti occhi marroni, insolitamente grandi per un uomo.

- Thor! Sei arrivato, finalmente! - saluto' cosi' il dio del tuono, dandogli una pacca sulla spalla.

- Potrei dire lo stesso, amico mio! Mystery, Loki, vi presento Tony Stark, conosciuto anche come Iron Man. -

- Piacere... - borbotto' Loki, annoiato.

- Salve! - salutai invece io, allegra.

Prima che Stark potesse rispondere, dalla porta entro' una donna, dai capelli rossi e mossi, gli occhi verdi, formosa e dall'aria sensuale e pericolosa, che indossava una canotta rossa sotto una giacca color crema, dei jeans chiari e stivaletti neri col tacco largo.

- Cara Natasha! - la accolse Tony, - Temevo che non avessi ricevuto il mio messaggio! -

Lei sogghigno': - Mi hai lasciato lo stesso messaggio cinque volte, difficile ignorarlo. - Si rivolse poi a noi: - Agente Natasha Romanoff, dello S.H.I.E.L.D., ma potete chiamarmi Vedova Nera. -

- Piacere - mormorai, mentre Loki rimase in silenzio.

Dietro di lei giunse un altro uomo, dai corti capelli biondi e gli occhi nascosti dietro un paio di occhiali scuri, di quelli con le lenti a specchio, vestito di nero e che brontolo': - Insomma, Nat! Potevi aspettarmi prima di salire! Lo sai quanto e' difficile trovare parcheggio in questa zona. -

- Sei stato tu a volerti infilare nel parcheggio sotterraneo della Stark Tower, Clint. - Lei torno' a rivolgersi a me e al dio degli inganni: - Clint Barton, anche lui e' un agente. Conosciuto come Occhio di Falco. Cecchino infallibile, arciere eccezionale, e mio partner a tempo perso. -

- Tempo pieno, vorrai dire! - obietto' l'interessato, - Molto piacere. -

- Mystery - mi presentai rivolta ad entrambi, sorridendo, - e lui e' Loki. -

- Il fratellino di Thor... Ci ha parlato di te. Un vero combina guai, da quel che ho capito - borbotto' Clint.

- Non credo ti piacerebbe scoprire quali guai potrei portare... - La freddezza del dio mi costrinse a dargli una gomitata in un fianco: - Comportati bene, per favore! Siamo ospiti, qui. -

Un altro uomo entro' dietro Occhio di Falco. Era un giovanotto alto, muscoloso, coi capelli di un bel biondo scuro e vivaci occhi azzurri, dal passo un po' militare, vestito con camicia, jeans e una giacca di pelle marrone: - Scusate il ritardo, ero rimasto senza benzina nella motocicletta. -

- Quando ti deciderai a cambiare quel pezzo d'antiquariato? - borbotto' Tony, per poi ridere e posargli un braccio sulle spalle, per quanto possibile vista la differenza evidente d'altezza e prestanza: - Mystery, ti presento Steve Rogers, alias Capitan America! Avrai sentito parlare di lui, no? -

Mi battei un pugno sul palmo dell'altra mano: - Ma certo! Lessi un articolo tempo fa, sul ritrovamento di un uomo al Polo Nord; me lo ricordo perché' la cosa che mi colpi' fu il fatto che fosse ancora vivo! -

- Era lui! - confermo' Stark, che venne allontanato dall'altro evidentemente infastidito dalla sua invadenza.

- Manca soltanto Bruce all'appello - fece notare Natasha.

- Sta arrivando, tranquilli. Stava terminando un progetto, giù' in India. Dovrebbe essere sull'auto che ho mandato all'aeroporto ed essere qui fra tre... due... uno... - Stark controllo' l'orologio sul suo polso mentre un uomo, dai ricci capelli neri, gli occhi scuri e vestito in modo formale ma ordinato, entrava nella stanza aggiustandosi gli occhiali da vista sul naso, reggendo con un braccio alcuni fogli pieni, da quel che potevo vedere, di cifre e appunti.

- Dottor Banner, bentornato! - lo accolse Steve, e l'altro rispose allegro: - Salve a tutti! - Poso' i fogli su un tavolo e mi tese una mano: - Bruce Banner, molto lieto! -

Ricambiai la stretta: - Mystery Endless Sky, piacere! -

Quando offri' il medesimo saluto a Loki, questi si limito' a dire: - Ci siamo tutti? Non manca più' nessuno al teatrino? -

- Ora basta Loki! Sei davvero indisponente! - gli rimproverai. Mi rivolsi agli altri presenti, un po' in imbarazzo: - Scusatelo, e' solo che questo viaggio lo ha un po' scombussolato, fa cosi' perché' e' stanco... - Cambiai prontamente argomento: - Dunque... Uhm... Che dire: e' fantastico essere qui... -

- Parla per te... - si intromise nuovamente Loki. Lo guardai male: - Spero che il carattere del mio caro coinquilino migliori col tempo e... Caspita, mi ero preparata un discorso ma adesso non mi viene in mente la conclusione. -

- Non essere timida, Mystery - mi incoraggio' Thor.

- Non e' timidezza, e' il viaggio che si fa sentire... -

- Comunque - intervenne Tony, - ora che le presentazioni sono state fatte come si deve, direi di passare agli affari! - Si sfrego' energicamente le mani, per poi dirigersi al tavolo sul quale curiosavo prima: - Uno di voi due ha i suoi piccoli precedenti, inutile dire chi, e Thor ha chiesto il nostro aiuto per tenerlo sotto controllo. Dato che ci ha spiegato tutto in precedenza non perdiamoci in chiacchiere e passiamo al sodo. - Armeggio' per un po' con lo schermo, per poi accigliarsi: - Jarvis? Dove sono i file dello S.H.I.E.L.D. riguardanti la casa? -

- Nel cestino dei messaggi indesiderati, signore. -

- Mh. Il sistema deve averli scambiati per i soliti messaggi urlanti di Fury. Va bene, recuperali e mostrali sugli schermi, per favore. -

Subito vari pannelli a proiezione olografica salirono dal touch screen, mostrando varie immagini di una deliziosa villetta di quelle che potresti trovare a schiera nelle piccole cittadine.

- E come dicono i francesi, voilà'! La vostra nuova dimora! - annuncio' Stark, - Gentilmente offerta dallo S.H.I.E.L.D., ha tutti i comfort, una bella posizione poco lontana dalla città', un giardino sia di fronte che sul retro, e cosa più' importante non dovrete sborsare un centesimo di affitto. -

- Sul serio? - esclamai, soffermandomi sulle immagini di fronte a me che riprendevano la casa da ogni angolazione.

- E' una struttura del Governo. Pensano loro alle eventuali spese - mi informo' Natasha.

- Dov'è' la fregatura? - domando' Loki.

- Sapevo l'avresti chiesto... - continuo' il miliardario, - non c'è' la cantina. -

Mi scappo' da ridere.

- Tony... Seriamente. - L'ammonimento di Steve non suonava serio, ma servi' a far dire la verità' all'altro: - E va bene. La casa ha un sistema di sorveglianza interno ed esterno che va dalle classiche telecamere ai più' sofisticati sensori di movimento e anche altro. Ma questo non deve scoraggiarvi, non sono dappertutto. Al bagno ad esempio. -

- Altrimenti non sarebbe servizio di sorveglianza ma stalking - si inserì' Clint.

- A parte questo piccolo dettaglio potete stare tranquilli: e' solo una misura di sicurezza minima, non dovete sentirvi a disagio. -

- Dunque potremo gestirla come più' ci pare e piace? - domandai.

- Proprio cosi'. -

- Visto, Loki? - Mi voltai con un sorriso verso quest'ultimo: - Non mi sembra poi cosi' male. -

- C'è' un ultimo particolare. Tony? -

- Ah, giusto... Grazie, Bruce. - Stark prese da un altro tavolo poco distante due tessere magnetiche con sopra uno spazio vuoto: - Queste sono per voi. L'unica condizione imposta dallo S.H.I.E.L.D.: dovrete venire qui, ogni giorno alla stessa ora, e passare queste tessere nel sistema di riconoscimento di Jarvis prima di entrare in questa stanza. Cosi' facendo segnalerete la vostra presenza. -

Presi la tessera con la mia foto sopra. - Sono colpita. Siamo qui da nemmeno qualche ora e già' abbiamo una casa e degli impegni. -

- E' l'America! - scherzo' il dottor Banner. Loki commento', acido: - Spero che siate bravi anche in altre cose oltre a gestire i trasferimenti come un'agenzia immobiliare. -

- Whoah, hai per caso bevuto latte andato a male, spilungone? - rispose Tony, - Questa e' solo la parte burocratica e, lo ammetto, un po' noiosa. Aspetta di vederci in azione. -

- A proposito - intervenni io, - Thor e' stato molto povero di particolari sulle vostre attività'. Esattamente, cosa fanno i Vendicatori? -

- Ci battiamo per difendere la Terra da ogni minaccia immaginabile - disse Steve, - Ci sono persone malvagie a questo mondo che tentano di distruggere gli ideali di milioni di persone e ambiscono al potere incuranti delle conseguenze dei loro atti criminali. Ultimamente, pero', ci sono stati tentativi di invasione anche dall'esterno. -

- Cosa? - Rimasi sbigottita: - Cioè' intendi... Alieni? -

- Qualcosa del genere. -

- In sostanza, prendete a calci i cattivi. -

Lui sorrise: - In parole povere, e' proprio cosi'. -

- Scusalo, e' abituato a fare discorsi incoraggianti e complicati alle truppe - si intromise nuovamente Tony, mettendomi una mano su una spalla, - E' un soldato della Seconda Guerra Mondiale, dopotutto. -

Gli tolsi la mano da dove l'aveva appoggiata con tutto il garbo che potevo, sibilando: - Giù' le zampe, signor Stark. -

Sentii Loki sghignazzare alle mie spalle.

- L'idea di farla pagare a dei cattivi mi intriga; quando cominciamo? - domandai, decisa, ma Natasha esclamo': - Oh, no no no, mia cara, tu sei una civile. E' troppo pericoloso. -

- E Loki? -

- Non ci penso neanche a fare l'eroe - disse lui, scontroso.

- Ma allora che ci siamo venuti a fare a New York? - Andai alla finestra, per guardare la città', più' per fare una scena teatrale che per reale interesse: - Immaginavo già' un po' d'azione, una scossa dai ritmi della mia vita che andava a rilento nell'umida pioggia di Londra, e di partire all'avventura con Loki! E invece niente? -

- Quello che sta cercando di dire Mystery - intervenne quest'ultimo, - e' che non siamo venuti qui per annoiarci. -

- Che tipo! - commento' Clint.

- Ora che ci penso... Non hanno ancora conosciuto Fury. -

L'intervento di Thor mi fece voltare indietro: - Come? -

- Nick Fury. Il direttore dello S.H.I.E.L.D.. -

- Ottima idea, saetta!! - si inserì' ancora Stark, - Non vuoi annoiarti? Forse il vecchio Nick potrà' trovarti qualcosa da fare, anima inquieta! Ma per ora, pensate a sistemarvi nella vostra casetta, piccioncini. Domani Natasha vi porterà' da lui. Vero? -

- Certo, non vedo il problema. -

- Aspetta, perché' piccioncini? -

Il miliardario mi guardo' sorpreso: - Tu e Mister Simpatia non state insieme? -

Passarono tre secondi di silenzio, nei quali io e Loki ci guardammo e poi guardammo Thor, che subito si difese: - Ho solo accennato al fatto che siete molto uniti! -

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Capitolo 2
*** Festa in grande ***


La casetta messa a disposizione dallo S.H.I.E.L.D. era situata in una bella zona, un tranquillo quartiere pieno di famiglie. Quando Tony si offrì di accompagnarci non immaginavo certo che ci avrebbe offerto un passaggio su una bella auto sportiva, senza cappotta e dall'aria super costosa.

-Quanto hai speso per questo bolide? - domandai, ammirando la carrozzeria rossa cromata.

-Non chiederglielo, ti verrebbe il capogiro! - scherzò Steve, dietro di noi. - Io vi scorterò a bordo della motocicletta. -

-Non è necessario, Cap, li posso gestire anche sa solo. -

-Tony, per favore, è solo una misura di sicurezza. -

-A me non dispiace avere due bodyguard - intervenni, accomodandomi sui sedili posteriori dell'auto con Loki, poi mi rivolsi a quest'ultimo: - E a te? -

Lui sogghignò: - Così tante attenzioni rallegrano il mio ego, in un certo senso. -

Mi misi a ridere: - E va bene, non fare la diva! Signor Stark? Quando vuole. -

-Tony. Signor Stark mi fa sentire vecchio. -

-Ricevuto. Orsù, facciamo ruggire il motore! -

-Mi aspettavo un altro incitamento, ma va bene. -

-Prego? - Guardai perplessa il miliardario, che agitando una mano in aria come per scacciare una mosca rispose: - No, no, lascia perdere. Ah, ecco Steve. -

Il capitano si affiancò alla nostra vettura a cavallo di una motocicletta dall'aria antiquata ma molto ben tenuta, dal rombo potente anche se un po' scoppiettante.

-Io mi porto avanti. Tony? Sei pronto? -

In risposta quest'ultimo girò la chiave nel cruscotto e fece partire l'auto, che ruggì prepotentemente: - Dopo di te, amico. -

Alla partenza, la spinta mi portò indietro, e poco dopo il vento iniziò a scompigliarmi i capelli.

Il percorso non era propriamente sgombro, ma si viaggiava bene. Ad un certo punto domandai a Tony: - Cosa intendevi con “un altro incitamento”? -

-Cosa? -

Ripetei la domanda, cercando di sovrastare gli altri rumori attorno a noi, compreso il sibilo del vento. Dovetti sporgermi oltre il sedile.

-Ah, quello. Lascia stare, era una sciocchezza. -

-Dilla comunque, non lasciarmi in sospeso! -

-E va bene. Tu sei inglese, giusto? -

-Giusto. -

-E io ho molto tempo libero, ultimamente. Sicuramente avrai visto quella serie televisiva con quel tizio che viaggia nel tempo a bordo di una cabina blu. -*

-Certamente, e mi piace anche molto, ma che c'entra? -

Arrivati di fronte ad un semaforo, ci fermammo dietro a Steve.

-C'è un grido d'incitamento, come faceva? -

-Quale, Tony? Ce ne sono due famosi in quella serie. -

-E' francese... Dammi una mano! -

Aspettai che scattasse il verde prima di sorridere ed esclamare: - Intendi... Allons-y!! -

Il miliardario premette sull'acceleratore e ripartimmo a tutta birra lungo la strada, ora sgombra, sorpassando Steve. Ridendo, mi lasciai cadere di nuovo indietro, tornando al mio posto, e guardai Loki, che mi stava osservando a sua volta perplesso e severo, come se avesse di fronte una bambina.

Feci spallucce: - Che c'è? E' divertente! -

-Cosa ci trovi di divertente nel gridare parole assurde? -

-E' francese. Imparalo. E poi stavo solo cercando di fare amicizia con qualcuno tramite una medesima passione, che male c'è? -

Lui scosse il capo: - Fai troppo presto a fare amicizia, tu... -

Sogghignai: - Geloso? -

-Finiscila. -

Gli posai una mano sul braccio: - Hey... Solo perchè mi diverto anche con altri non significa che mi sono dimenticata di te. -

Il suo sguardo si addolcì, per quanto possibile: - A volte rimango sorpreso della tua energia e del tuo entusiasmo. Hai un carattere così sfaccettato che ti porta a fare amicizia praticamente subito e con chiunque. Mentre il mio... beh, lo sai. -

Lasciai che la mia mano scendesse giù fino ad incontrare la sua, che strinsi in gesto comprensivo.

-Sicuri di non stare insieme, voi due? -si intromise inopportunamente Tony.

Sospirai: - Sicuri. -

-Chiedevo soltanto. A proposito, sono lieto di comunicarvi che siamo arrivati. -

Procedendo più lentamente, con Steve nuovamente di fianco a noi, giungemmo nel quartiere residenziale dove saremmo andati a vivere. C'erano giardini fioriti un po' ovunque, e bambini che giocavano allegramente. Ogni casa aveva il suo piccolo steccato bianco di legno attorno alla proprietà e si respirava un'atmosfera tranquilla e piacevole, in contrasto con la nostra presenza un po' chiassosa.

-Sembrano gli anni Cinquanta! - esclamai, cercando di non farmi sfuggire niente di quel nuovo ambiente.

-Il posto non mi sembra male, no? - si aggiunse Stark, - E quella è la vostra casetta dei sogni! -

Ci fermammo in un punto dove la strada curvava in direzione di una piccola rotonda, e accostando l'auto vicino al marciapiede Tony annunciò ch dovevamo “scendere alla nostra fermata”.

-Ma che ti è preso al semaforo, me lo spieghi? - Steve, parcheggiando a sua volta e scendendo dalla moto, sembrava arrabbiato col miliardario.

-Che c'è? Che ho fatto adesso? - cercò di difendersi quest'ultimo.

-Potevi provocare un incidente; perchè hai accelerato in quel modo? -

-Colpa mia! - intervenni prontamente, alzando una mano, - L'ho distratto alla guida. Chiedo scusa. -

Capitan America sembrò calmarsi: - Mai disturbare il conducente. Ma ciò non toglie che debba stare attento. - Guardò storto Tony per poi tornare a rivolgersi a noi: - L'agente Coulson ha provveduto anche ai vostri bagagli. Ha detto che li ha fatti lasciare all'ingresso. -

-Grazie dell'informazione, capitano! - risposi, allegra, - Bene, direi che allora possiamo... -

Con un cenno della testa, indicai la porta, e Tony frugò in una tasca della giacca per trrne fuori un mazzo composto da tre chiavi: - Questa è per la porta d'ingresso, questa per la porta sul retro, e l'ultima... mh. Credo dobbiate scoprirlo voi. Ma azzardo l'ipotesi che sia per la caldaia. -

-La caldaia? - ripetei, prendendo le chiavi.

-Sul retro. Nelle foto non si vedeva molto bene. -

Notai che Loki stava osservando la facciata della casa, così domandai: - C'è qualcosa che non va? -

-E' disadorna. Troppo neutra. Avrebbe bisogno di colore. -

Sorrisi: - Compreremo delle piante rampicanti, allora. -

-Ma ci metteranno troppo a crescere, non pensi? -

Muovendo appena le mani, il dio fece nascere dal terreno due arbusti, dai quai poi crebbero rami che andarono a snodarsi sulla parete esterna. Subito nacquero le foglie su di essi, di un bel verde brillante, e in breve il tappeto vegetale vene costellato di fiori rossi dai petali grandi.

-Che mi venga un colpo... - sentii mormorare il miliardario, dietro di me.

Rimasi anch'io sbalordita: - Ma... E' un'illusione o sono reali? -

-Prova a toccare le foglie e dimmelo tu. -

Obbedii, carezzando la superficie naturale col palmo della mano e la punta delle dita. Sembrava proprio vera.

-Evita di usare i tuoi poteri qui fuori, per favore! - sibilò Steve, - Qui sono tutti civili, e si scatenerebbe il panico se... -

-Quanto la fai lunga! - esclamò Tony, - Non ci ha visti nessuno! Ha appena creato una meraviglia dal nulla e tutto ciò che sai fare è dargli addosso. Vuoi rilassarti? -

-Io sono rilassato. Ma penso prima alle conseguenze di un'azione. E la sua magia potrebbe portare le persone... -

-Scusa, io sono ancora qui - borbottò Loki, ostile, - e vorrei dire una cosa: devi ricordarti che sono un dio. Non del tutto, forse, ma lo sono. E ho dei poteri. Quindi, mortale, ti conviene non tentare di dirmi quando e come posso utilizzarli. -

I loro sguardi preannunciavano una litigata piuttosto burrascosa. Decisi di intervenire: - Va bene, basta. In riga tutti e due. -

Mettendomi in mezzo a loro, e notando lo sguardo perplesso di Steve, aggiunsi: - Sentite, avete entrambi ragione. Ma datevi una calmata, ok? Perchè sembra che Loki non sia il solo ad aver bevuto latte avariato... - e incrociai lo sguardo con quello del capitano, che replicò:

-Io gli ho solo dato un suggerimento. -

-Dal tono sembrava più un ordine, capitano. - Diedi una pacca sulla spalla ad entrambi ed esclamai: - Che ne dite di entrare, adesso? Non vedo l'ora di esplorare la casa! -

 

 

 

L'interno era molto confortevole. Arredato con cura e provvisto addirittura di una stanza per gli hobby (che secondo Tony era davvero un tocco di personalità), una volta data una prima occhiata non potei non mormorare: - E' davvero... Fantastica! -

-Sì, davvero... Una bella gabbia dorata, senza dubbio... - mi rispose Loki.

Sbuffai: - Se fosse una gabbia dorata, come dici tu, o una prigione, non saremmo qui insieme, ti pare? -

-Pensaci, potremmo essere compagni di cella! - replicò lui ironico.

Sogghignai: - Sei divertente come pestare un riccio di mare, oggi, sai? -

Per tutta risposta, il dio si sedette sul divano del grazioso salotto vicino all'ingresso e aggiunse: - Io mi fermo qui. Tu continua pure il giro. -

Roteando gli occhi, chiesi a Steve il favore di tenere compagnia all'altro. Così, mentre Tony continuava ad illustrarmi le varie zone della casa, feci mentalmente una mappa: dopo il salottino, che rimaneva sulla destra, lungo il corridoio si trovavano sulla sinistra gli ingressi per la cucina (con la quale pensai subito di sbizzarrirmi al più presto) e la saletta da pranzo, in comunicazione fra loro tramite un ingresso interno costituito da una porta che si apriva a spinta, senza maniglia ma dotata tuttavia di una serratura. In fondo al corridoio c'era un armadio a muro molto spazioso, con i pannelli esterni scorrevoli, e vicino sulla destra lo sgabuzzino per le scope e la già citata stanza degli hobby. Salendo al piano di sopra, ti trovavi di fronte due camere da letto e sulla destra una stanza in più per eventuali ospiti, mentre a sinistra si trovavano il bagno e un altro stanzino, più piccolo del precedente e che vidi contenere uno scaffale vuoto e un panello di controllo per luce, gas e acqua.

Tornati di sotto, trovammo il capitano seduto su una poltrona di fronte a Loki. I due si stavano guardando male a vicenda.

-Mi aspettavo di trovarli nel pieno di una lotta all'ultimo sangue... - commentò Stark, - Bene, Mystery. Ora vi lasciamo ad ambientarvi. Vi chiamerò più tardi per ulteriori aggiornamenti. Cap? Possiamo andare. -

Salutandoci con cortesia (che nei confronti del dio mi sembrò forzata), Steve seguì Tony all'esterno. Quest'ultimo inforcò gli occhiali da sole e sfidò l'altro ad una gara su chi arrivava prima alla Stark Tower.

Mi voltai verso Loki: - Ma bravo. Cosa hai detto a Steve? -

-Niente. - La sua faccetta innocente ma finta mi spinse ad insistere.

-Avanti. Sputa il rospo. So che gli hai detto qualcosa. -

-Ha cominciato lui. -

-Lokiii... -

Per dargli fastidio, mi buttai giù e posai la testa sulle sue gambe, trovandomi a guardarlo dal basso: - Dimmelo. O non ti darò tregua. -

Lui allora sospirò: - Mi ha chiesto come fa una ragazza come te a stare con uno come me. Gli ho solo risposto gentilmente di farsi i fatti suoi. Punto. -

-Non essere così antipatico... - Per tutta risposta, lui si spostò più in là sul divano, facendo ricadere la mia testa sui cuscini: - Non potevamo restarcene a Londra? Perchè mi sono lasciato convincere? -

Mi spinsi più in su per riconquistare la mia posizione: - Tu sei un gatto. -

-Un gatto? -

-Sei abitudinario. Territoriale. Diffidente. Per non dire altezzoso e indipendente. -

Loki sogghignò, guardandomi divertito: - Dalle mie parti i gatti sono anche creature considerate simbolo di lascivia, mia cara. Pensa a Freyja. Lei ha un carro trainato da due di questi animali. -

-Dove vuoi andare a parare? - domandai, guardandolo storto.

-Come se non sapessi... - Mi posò una mano sugli occhi, per farmi dispetto: - Che la sera ti chiudi in camera a chiave! Attenta a non distrarti con questo gatto in casa! -

-E piantala!! - risposi, ridendo e recuperando la visuale. Poi ripresi: - Un momento: non stavi mica flirtando con me, vero? -

-Non mi permetterai mai! - Si posò una mano sul cuore e alzò l'altra, sottolineando il suo finto scandalo. DI nuovo mi misi a ridere, per poi fissare il soffitto e iniziare a ragionare:

-Cosa pensi ci faranno fare? -

-Mh? -

-Voglio dire... L'agente Romanoff ha ragione. Siamo civili. O meglio, io sono la civile e t il sorvegliato speciale. Come ci renderemo utili? -

-Vedremo. Lasciamo che le cose si sviluppino da sole. - Prese a giocherellare con una ciocca dei miei capelli: - Sai, ero serio quando ho detto che averti qui renderà tutto più sopportabile. -

-Perchè sono la tua migliore amica? -

Mi arruffò i capelli: - E' meglio disfare i bagagli. -

 

 

 

Scelta ognuno la nostra camera, mi misi a rifare il letto. Le lenzuola, fresche di bucato, erano impilate in perfetto ordine nell'armadio all'interno della stanza. Mi resi conto però che erano tutte ugualmente bianche.

Mi annotai mentalmente di rifornire il mobile con qualcosa di più personale e colorato.

Terminai in poco tempo, così andai a controllare come se la stesse cavando il mio coinquilino.

Feci capolino sulla sua porta: - Tutto bene? -

Lo trovai ancora alle prese con la federa del cuscino, che proprio non ne voleva sapere di calzare.

Lui sbuffò: - Che ne pensi? -

-Vuoi una mano? -

-No, posso riuscirci. -

-Sicuro? -

-Sì, non mi serve la badante, grazie. -

-E la magia no? -

-Perchè sprecare la magia così? Sii seria! -

Ridacchiai: il suo orgoglio era divertente.

Sentii squillare il cellulare in lontananza. Alla vista di un numero sconosciuto fui titubante a rispondere (dato quello che era successo l'ultima volta che mi ero fidata), ma poi decisi di accettare la chiamata: - Pronto? -

-Ho i tuoi aggiornamenti, Mysty. -

Sbattei le palpebre, realizzando: - Tony? -

-Il solo e unico! -

-Come fai ad avere il mio numero? -

-Dettagli, dettagli... Ho una proposta interessante per te e per il tuo amichetto del cuore. -

-Cioè? -

-Una piccola festa. Stasera. Una cosetta fra amici, niente di che, per darvi degnamente il benvenuto in città. -

-In realtà credo che Loki sia stanco del viaggio, e pure io non sono un fiore al momento - risposi, sincera.

-Sicura? Guarda che potrebbe essere la tua sola occasione di assaporare un po' di vita notturna in stile New York, se poi dovrai restare col Piccolo Principe e fargli da baby sitter. -

Trovai la sua argomentazione piuttosto valida.

Dopo un attimo replicai: - Sento cosa ne pensa sua signoria. Dammi un secondo. -

-Anche tre. -

Chiamai Loki e gli riferii dell'invito di Stark. Lui fece spallucce: - Basta poter dormire abbastanza per il nostro appuntamento di domani e ci sto. -

Ripresi il telefono: - Sentito? -

-Forte e chiaro. Dì pure a Cenerentola che tornerà puntuale, anche se non garantisco a mezzanotte. -

-Eri in viva voce. Ha sentito. -

-Meglio. Passerà un'auto a prendervi alle venti. -

Prima che potessi aggiungere altro, lui buttò giù.

Sbuffai: - E' un po' maleducato. Ma forse è solo una brutta abitudine. -

-Mezzanotte? Cenerentola? Cosa voleva dire? -

-Non ti leggevano le favole da piccolo? -

-Sì, ma... Non conosco Cenerentola. -

-Ricordami di raccontartela prima o poi. Finiamo di insediarci e prepariamoci per stasera, dai. -

 

 

La “festicciola fra amici” si rivelò non solo tenuta in un locale dall'aria esclusiva e che gridava ricchezza da ogni angolo, ma era composta da almeno duecento persone.

Accanto a Loki, guardavo esterrefatta l'ambiente attorno a noi, e cercando di sovrastare la musica alta e la confusione mi rivolsi al dio: - Riesci a vedere Tony o qualcun altro? -

-Vedo l'agente Barton! Andiamo! -

Tenendomi per mano, lui mi condusse in mezzo alla folla che ballava in pista, e con qualche spintone riuscimmo finalmente a raggiungere il bar. Ci accomodammo, già stufi, accanto a Clint.

-Salve, ragazzi! Ce ne avete messo di tempo! - ci accolse l'agente.

-Non scherzare... - borbottai io, - Che razza di festa fra amici è questa? -

-E' Tony. Gli piace fare le feste in grande stile. E non solo quelle. -

-Come? -

-E' un egomaniaco al quale piace apparire. Ma è un genio, indubbiamente. - Sorseggiò dal bicchiere che prese di fronte a sé quella che sembrava limonata.

-Thor è qui? - domandò Loki, un po' acido.

-Sta arrivando. Per ora siamo io, voi, Natasha, Tony e Pepper. -

-Pepper? -

-La signorina Potts. -

-Ah, l'assistente di Tony! - esclamai.

-E ragazza. -

-Ragazza? -

-Sì, beh, stanno insieme. Eccola là. - Con un cenno del capo Clint ci indicò una donna dai capelli di un rosso molto più acceso di quelli di Natasha, raccolti in una crocchia, che al fianco di Stark stava cercando di togliergli di mano un drink, mentre lui con l'altra ne arraffava un secondo dal bancone del bar. Era una scenetta buffissima.

-E lo sopporta? - si pronunciò ancora Loki.

L'agente Barton ridacchiò: - Lo sopporta da un bel pezzo, ormai c'è abituata! A proposito, se volete da bere servitevi pure, offre tutto il nostro miliardario. - Allungò lo sguardo verso l'ingresso: - Ecco anche Steve. Strano, di solito è il più puntuale di noi. -

-E Bruce? - domandai.

-A fare il topo da laboratorio alla torre. Non abbiamo insistito perchè lo conosciamo, e certi ambienti lo agitano un po'. -

Aggrottai le sopracciglia: - Soffre di attacchi di panico? -

-Una specie. Hey, Steve! Vieni, c'è un posto qui!! -

 

 

 

La festa andò avanti per tutta la notte. Ad un certo punto mi separai da Loki per nadare a chiacchierare con Natasha e Pepper Potts (anche se, come scoprii poco dopo, si chiamava Patricia). Parlando del più e del meno scoprii così che la prima non era così imperturbabile come poteva apparire a prima vista, e che la seconda era molto simpatica e allegra.

Mi accorsi di uno strano trambusto, e andando a vedere assieme alle altre due scoprimmo che Tony aveva sfidato gli altri nostri amici presenti ad una gara di bevute. Chiese a Pepper di fare da arbitro, nonostante le proteste di quest'ultima, mentre io rimasi meravigliata di veder partecipare anche Loki; lo presi da parte e gli domandai cosa stesse combinando.

-Non volevi che provassi a socializzare? - mi rispose lui.

-Ma se partecipi e a te l'alcol non fa niente... -

Il dio sogghignò: - Già, ma chi di loro lo sa a parte Thor? -

Non potei far altro che assistere assieme all'agente Romanoff alla “competizione”.

Il primo a crollare fu con mia sorpresa Clint, che venne portato lontano dal bancone da alcuni camerieri. Poi fu la volta di Steve, che si addormentò sul piano. Il più coriaceo si rivelò Tony, che andò avanti ad oltranza arrabbiandosi ad ogni bicchiere in più che i due dei riuscivano a mandare giù. Quando cominciò a parlare a vanvera, Pepper lo costrinse a smettere, e solo Loki e Thor rimasero in gara. Sapevo già che sarebbe andata avanti all'infinito e oltre, e fingendo di essere stanca dissi al dio degli inganni che volevo tornare a casa.

Ma non era proprio una finta: erano le tre del mattino.

Però lui, orgoglioso, replicò che anche gli dei avevano un limite, e non si sarebbe arreso finché non avesse fatto raggiungere all'altro quel limite.

A quel punto mi vidi costretta ad afferrarlo per un braccio e trascinarlo fuori, dove Pepper aveva portato Tony, rischiando di fargli rovesciare addosso il drink che aveva appena preso.

Si lamentò, ma non capii niente a causa della confusione, e francamente non mi importava. Una volta all'esterno, trovammo i due sopra citati che cercavano di arrivare alla loro auto, ma l'assistente, che sosteneva un barcollante miliardario in preda ad un attacco di euforia incontrollabile, mi sembrava in difficoltà. Così mi avvicinai a loro, senza mollare Loki, e domandai a Pepper se voleva una mano.

-Te ne sarei grata! - esclamò, impedendo al suo capo di cadere dopo essere sceso dal marciapiede con passo malfermo.

Passandomi un braccio di Tony sulle spalle, cercammo di condurlo alla vettura, ma i suoi attacchi di risa completi di gesti esuberanti rendevano l'impresa abbastanza ardua. Fortunatamente riuscimmo a buttarlo sul sedile posteriore e a chiuderlo nell'auto, ed espirando esauste ci guardammo un attimo per poi ridere. Loki si avvicinò a noi a cose fatte: - Mi sembrava molto allegro. -

-Questo è niente... - rispose Pepper, - Ma non temete: si riprende molto in fretta. -

-Mi astengo dal commentare. Ti aspetto in macchina, Mystery. -

Nel frattempo vidi uscire anche Thor, che portava caricato su una spalla Steve, ancora incosciente, e Natasha, che aveva fatto riprendere Clint e lo stava portando a casa. Mi avvicinai a loro e domandai se fosse tutto a posto.

-Sono stato meglio... - borbottò Occhio di Falco, massaggiandosi una tempia. Vedova Nera pensò di dovermi una spiegazione: - Non credere che lui sia una femminuccia. E' solo che non beve quasi mai. -

-Mi hai dato della femminuccia, Nat? - Il tono contrariato dell'arciere mi fece ridere.

Un clacson suonò alle mie spalle: il nostro autista mi chiamava, evidentemente su ordine di Loki.

-Ci vediamo domani... no, mi correggo, fra qualche ora a casa mia, va bene? - domandai, rivolta ai due agenti.

-Va bene - fu la semplice risposta di Natasha. Sorrisi, salutai loro e Thor e corsi verso l'auto. Una volta all'interno, Loki mi accolse con tono divertito: - Hai salutato i grandi eroi? -

-Non mi piace come l'hai detto. -

-Sto solo pensando che con questi prodi a difendere Midgard mi sorprende che questa non sia già caduta in qualche guerra. -

Fui tentata di dargli un pugno sul braccio, ma strinsi i denti e replicai: - Sono esseri umani. Più tuo fratello. Divertirsi nel tempo libero è normale. -

-Il mio concetto di divertimento è molto diverso dal tuo o dal loro. -

Sospirai: - Però hai accettato di fare a gara, con loro. Vedo che stai imparando a fare il bravo con gli altri bambini. -

La mia ultima frecciatina sembrò non essere arrivata, ma mi sbagliavo: - Ho accettato solo perchè ero rimasto da solo mentre tu spettegolavi con l'agente Romanoff e la signorina Potts. -

Mi trovai di nuovo a sogghignare: - Quando ti deciderai ad ammettere che sei geloso? -

Loki mise il broncio, chiudendo il discorso.

 

 

 

 

*Credo che qui vi sia un punto da chiarire: nel fumetto edito dalla Marvel appositamente per celebrare l'uscita del secondo film di Thor vengono ripercorse e re-interpretate le due pellicole precedenti, dove Tony Stark domanda a Thor se ha visto le serie di “Game of Thrones” e “Madman”. Volevo solo porre una citazione personale di serie che possibilmente sono passate anche sugli schermi del miliardario preferito ;)

E ne approfitto per scusarmi dell'attesa, ma gli esami universitari uccidono la fantasia ^^”

 

Sherlokette

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Capitolo 3
*** S.H.I.E.L.D. ***


Il mattino seguente, assonnata e con un lieve mal di testa, mi ritrovai a fissare la sveglia sul comodino.

Segnava le nove in punto.

Mi costrinsi ad uscire da sotto le coperte e ad avviarmi al piano di sotto per fare colazione, ma non trovai Loki come mi aspettavo.

Mi sfuggì un grugnito e tornai sui miei passi, diretta stavolta verso la stanza del mio coinquilino. Bussai: - Loki? Sei sveglio? -

Non ottenendo risposta, aprii la porta. Lo trovai avvolto nelle lenzuola, e quasi non scoppiai a ridere nel sentirlo russare leggermente. Mai sentito un dio che russava! Mi avvicinai: dormiva così profondamente che sembrava quasi adorabile.

Ho detto quasi.

Mi chinai a fianco del letto: - Loki? -

Lo pungolai su un braccio. Lui mormorò qualcosa di indistinto, ma non si svegliò.

-Lokino? Svegliati... -

-Chiamami di nuovo così e ti butto fuori dalla finestra... - borbottò, per poi tirarsi su e stropicciarsi gli occhi.

-Buongiorno anche a te... Come stai? -

-Male... Ho lo stomaco che grida pietà... Ma che c'era in quei drink? -

-Non lo so. Per questo non bevo praticamente niente di alcolico che non abbia una bella etichetta sopra. - Gli poggiai una mano sulla fronte, premurosa: - Hai la nausea? -

-No. -

-A parte lo stomaco ti fa male qualcos'altro? -

-No, mammina. -

-Piantala. Sono solo preoccupata; è strano che tu... -

-Sto bene. Vedrai, durante la giornata mi passerà. -

Suonò il campanello. Immaginando chi potesse essere, scesi ad aprire, trovandomi di fronte Occhio di Falco, vestito in modo informale e con gli occhi celati dietro un paio di occhiali da sole dalle lenti nere.

-Buongiorno, Clint! -

-Buongiorno, sì... Sei ancora in pigiama? Credevo fossi pronta per uscire. -

-Loki non si sentiva bene. Non ho avuto il tempo. - Non avrei mai ammesso di aver dormito troppo. - Tu piuttosto: come mai gli occhiali? -

-Perchè è in condizioni da far spavento! - si inserì Natasha comparendo alle spalle dell'altro, - Vai pure a cambiarti, prenderemo qualcosa per fare colazione lungo la strada. -

 

 

 

Osservavo divertita come interagissero fra loro i due agenti, seduti entrambi nei posti anteriori dell'auto. Era nata una piccola discussione a causa, a quanto pareva, di alcuni rapporti non consegnati né dall'uno né dall'altra.

Sbocconcellando la mia colazione (un bretzel) mi rivolsi a Loki: Scommetto che rimarremo contenti di questa gita. Come va lo stomaco? -

-Meglio. - Sorseggiò dal suo bicchiere di carta un po' di cappuccino, prima di aggiungere:

-Doveva per forza esserci qualcosa nei drink. L'alcol, almeno quello su Midgard, non mi ha mai dato fastidio. -

-Può capitare di trovare qualcosa al quale si è intolleranti. Hai mai sofferto di allergie? -

-No. Di che si tratta? -

Cercando di non ridere del suo sguardo perplesso, provai a spiegare: - Un'allergia... è un disturbo causato da un alimento o da una sostanza che provoca reazioni diverse a seconda della persona. Ad esempio, se sei allergico al polline degli alberi, ti viene una specie di raffreddore, ma peggiore. Oppure... c'è chi non può bere latte; ce ne sono tanti di casi. -

-Voi umani... Siete così fragili, con le vostre malattie. -

-Perchè, gli dei non si ammalano? - domandò Natasha, voltandosi indietro sul sedile.

-Raramente. E solo se la malattia è causata da un fattore esterno, come un veleno. -

-Capisco. E se per ipotesi dovessimo sedare un dio? -

-Prego? -

-Addormentarlo con un sonnifero. Funzionerebbe? -

Clint ridacchiò: - Thor non te l'ha raccontato, vero? -

-Che cosa? -

-Il dio del tuono si era ribellato ad alcuni dottori che volevano visitarlo, e zacchete! Si è preso una bella iniezione nel... -

Il nostro sguardo lo bloccò sull'ultima parola.

-Che c'è? L'ha raccontato a tutti! E comunque, per risponderti Nat, sì, funzionerebbe. -

Scoppiai a ridere: - Guarda la strada, piuttosto! -

-Non serve. Siamo arrivati. -

Un elicottero ci aspettava a terra presso un hangar vicino al porto. Recava un simbolo bianco sulla fiancata, un'aquila stilizzata in un cerchio. Occhio di Falco vi batté una mano sopra: - Lo S.H.I.E.L.D.. Ricorda bene questo marchio, Mystery. Dovunque esso sia, i criminali non hanno scampo. -

-Davvero? -

-Notevole... - fu il commento neutro di Loki.

-Aspetta di vedere la base! - esclamò Natasha in risposta, prendendo posto ai comandi del velivolo.

 

 

 

Sorvolammo l'oceano per un po', prima di giungere a quella che aveva tutta l'aria di una gigantesca portaerei. Con una manovra perfetta dell'agente Romanoff atterrammo dolcemente in un'area riservata della pista.

Venimmo accolti dall'agente Coulson, che salutai allegramente: - Che piacere rivederla! -

-E prima di quanto pensassi... - borbottò Loki, ironico.

-Ah, che spiritoso! - lo rimproverai.

Ignorando il dio, l'agente rispose: - Altrettanto, signorina Lysle, e benvenuti sull'Elivelivolo S.H.I.E.L.D.! -

-Eli... che cosa? -

-Seguitemi, prego. - Sorpassando aerei e agenti, incrociammo la strada con Steve Rogers e Bruce Banner. Sorrisi, andando loro incontro: - Ragazzi! Anche voi qui? -

-Sempre, Mystery. È da qui che riceviamo gli ordini - rispose, gentile, il capitano.

-Quanto zelo! - lo apostrofò Loki con sarcasmo. Bruce intervenì prima che l'altro potesse replicare: - Dove li porta, agente Coulson? -

-Voglio solo mostrare ai nostri ospiti perchè la nostra base porta il suo nome attuale. - Il sorrisetto divertito di quei due più quello di Steve mi lasciò perplessa. Il capitano passò vicino a noi: - Ci vediamo più tardi allora. - Si rivolse poi a me a voce bassa: - Rimarrai stupita. La prima volta persino io non ero preparato. Persi dieci dollari scommettendo il contrario. -

Sorrisi e salutai lui e il dottor Banner.

Notai i lampi di odio che Loki lanciava a Capitan America: - Che c'è? -

-Niente. -

-Loki, avanti. -

-Il suo atteggiamento non mi piace, tutto qui. -

Mi venne da ridere: - Oh, Loki, ancora con questa gelosia? -

-Non sono geloso. -

-Se lo ammetti... - Stavo per proseguire la frase, e volevo poggiargli la mano sul braccio, ma lui si scansò con uno scatto repentino: - Non sono geloso, finiscila!! -

Rimasi sorpresa. Sembrava davvero arrabbiato, e per un attimo vidi qualcosa nei suoi occhi che mi spaventò un po'. Ma fu solo un secondo.

Loki si ricompose in fretta: - Perdonami. Me la sono presa per niente. -

Sbattei le palpebre, confusa: - Uh... No, tranquillo... Ammetto che a volte sono troppo insistente... -

Un sorriso stentato comparve sul suo volto in segno di risposta, ma prima che potessi domandargli se era sicuro di stare bene Coulson ci richiamò: - Forza, da questa parte! Stiamo per partire! -

Raggiungemmo lui e la nostra scorta a bordo pista, da dove potevamo vedere l'oceano.

-Cosa voleva mostrarci, agente Coulson? - domandò il dio degli inganni.

-Lo vedrete fra... - L'agente controllò l'orologio da polso: - Quattro... Tre... -

Io tornai a fissare l'acqua, e intravidi qualcosa sotto la superficie.

-Due... Uno... -

Un rumore sordo attraversò l'aria, una specie di rombo.

-... Via. -

Un vortice si formò prima piano, poi sempre più velocemente, nel punto che stavamo fissando. Delle enormi strutture emersero dall'acqua con un rumore sempre più assordante, e quando l'acqua scorse via mi accorsi che quelle erano eliche, enormi eliche. Il terreno mi tremò sotto i piedi, e capii che NON era una portaerei.

E che ci stavamo sollevando in volo.

-Andiamo all'interno, adesso - si pronunciò nuovamente Coulson. Ma io ero rimasta a guardare a bocca letteralmente aperta anche gli altri motori (quattro in tutto) emergere per entrare in funzione. Fu Natasha a riportarmi indietro chiudendomi la bocca con gesto eloquente: - Attenta, così ti cade la mascella! -

 

 

 

L'interno era ancora meglio. La sala di controllo era ampia, gremita di agenti impegnati chi a parlare tramite auricolari, chi ad osservare schermi di computer e radar e chi semplicemente faceva avanti e indietro con dei tablet in mano.

Trattenendomi dal gridare come una fan girl isterica, guardandomi attorno pensavo fra me e me: “Cheficocheficochefico!!! Sembra di essere i un film d'azione!!!”

Mi raggiunse il pensiero di Loki: “Frena l'entusiasmo, per favore. Ti sento quando urli nella tua mente, e vorrei evitare il mal di testa.”

“Esci dai miei pensieri, allora, furbacchione! Ora non ho neanche la libertà di sfogarmi nella mia mente?”

Una donna, dai capelli neri raccolti in una coda semplice, ci venne incontro: - Agente Coulson! -

-Buongiorno, Maria. Signori, lei è Maria Hill, la nostra vice-direttrice. -

Lei mi tese la mano; dopo le dovute presentazioni ci informò che il direttore Fury sarebbe stato da noi al più presto, il tempo di sistemare una faccenda col dottor Banner.

-Nel frattempo potete dare un'occhiata in giro - continuò lei, - ma non toccate niente. Questi sono strumenti preziosissimi, e l'ultimo che ha avuto la bella idea di danneggiarli si è fatto un volo fuori dal finestrino per mano del direttore in persona. -

Loki sghignazzò: - Chi può essere tanto sciocco? -

-Fu colpa mia! - ci raggiunse la voce di Tony Stark, che stava entrando in quel momento da una porta laterale, - E per fortuna avevo ancora l'armatura addosso. -

-Che hai combinato? - domandai, soffocando una risata.

-Ma niente, discutevo con Cap e... La cosa ci sfuggì di mano. -

-Sottolineo il fatto che aveva ancora l'armatura - aggiunse Natasha.

-Hai per caso fatto saltare in aria qualcosa? -

-No!... Sì. -

-Hey, Mystery! Vieni a vedere. -

Loki stava guardando giù dalla finestra di fronte a noi, che poi mi resi conto essere circolare e composta da più pannelli. Con un po' di vertigine, vidi New York all'orizzonte, l'oceano sotto di noi.

Avvertivo un qual certo senso di potenza.

-E' magnifico, vero? -

Una voce rimbombò nella stanza, attirando la nostra attenzione: un uomo di colore, vestito di nero e con una benda sull'occhio sinistro che lasciava intravedere una cicatrice, guardava me e Loki con aria autoritaria.

-Nick Fury, direttore dello S.H.I.E.L.D.. E voi dovete essere il fratello di Thor e la sua compagna. -

-Compagna? - ripetei. Io e il dio ci guardammo un attimo; provai a spiegare: - C'è un malinteso, noi... -

-Sapete perchè siete qui, vero? -

Sbuffai per l'interruzione, prima di rispondere: - Sì. -

-Thor ci ha dato parecchi dettagli su di te, Loki. - Il direttore si portò faccia a faccia col dio: - E ci ha descritto ogni aspetto della tua personalità ingannevole. -

-Davvero? - Loki non si fece intimorire.

-Sì, davvero. Suppongo tu sappia già cosa devi fare se vuoi evitare problemi con noi. -

Ai loro sguardi ostili, intervenii: - A proposito di questo, direttore... Ehm... - Agitai una mano per attirare la sua attenzione, e quando lui portò il suo sguardo su di me cercai di sostenere un sorriso che però dovette risultare parecchio nervoso.

-Mi stavo domandando... Ci sarebbe qualcosa da fare per me e Loki? Giusto per non stare con le mani in mano, ecco... -

-Sai usare qualche arma? -

-Uh... no. -

-Pilotare un aereo? Un jet? -

-Nnnoo... -

-Sai almeno combattere? -

Sconsolata, dovetti ripetermi: - No... -

-E allora cosa vorresti fare? -

Mi impettii: - Rendermi utile, direttore, Fury. E volendo posso imparare qualcosa, se me ne darà occasione. -

Lui mi fissò a lungo, e cercai come il mio amico di mantenere un'espressione irremovibile, finchè non incrociò le braccia e disse: - Vuoi renderti utile? Va bene. Ma non qui. -

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Capitolo 4
*** Gli eroi più forti della Terra ***


In giornata fummo riaccompagnati a terra. Ma invece che a casa nostra, io e Loki venimmo condotti dall'agente Coulson alla Stark Tower, dove ci accolse Pepper nel loft/ufficio che avevamo già visitato.

-Buongiorno, Mystery! -

-Ciao, Pepper! -

-Buongiorno mica tanto... - borbottò il dio degli inganni, che vidi massaggiarsi una tempis con la punta delle dita.

Preoccupata, domandai: - Ti senti di nuovo male? -

-Mi gira la testa. -

-Puoi sdraiarti su uno dei divanetti, se vuoi... - si inserì l'assistente, cortese.

Coulson si accigliò: - Cosa può far stare male in questo modo un dio? -

Una volta fatto sedere il mio amico, risposi: - Forse il cambiamento d'altitudine? -

-Mystery, ti prego... Ho solo bisogno di starmene tranquillo... -

Il suo tono non lasciava spazio ad ulteriori repliche, e decisi di lasciarlo riposare lì per un po'. Tornai allora a rivolgermi a Pepper: - Il direttore Fury ha detto che posso rendermi utile lavorando con te per i Vendicatori. Ma non ha detto molto altro. -

-Ti spiego tutto io, allora! - rispose lei allegramente, - Phil, potresti rimanere con Loki? Nel caso avesse bisogno di qualcosa, così posso tranquillamente “istruire” Mystery. -

-Nessun problema. -

-Grazie! Andiamo, allora. -

Ringraziai a mia volta e seguii Pepper fino alla scrivania touch screen, per poi sussurrarle:

-Phil? -

-Chiamo tutti per nome. Vecchia abitudine. -

Lei attivò un programma e mi passò un auricolare: - Ti servirà per comunicare con i Vendicatori. -

Sistemai l'oggetto sull'orecchio destro e vidi l'altra digitare nuovamente qualcosa sulla tastiera del tavolo. Subito apparve uno schermo che ci mostrava una visuale di New York presa dall'alto, in movimento e che seguiva la strada. Insieme alle immagini sullo schermo c'erano alcuni valori in percentuali, numeri e un mirino che si muoveva in ogni direzione.

-Tony, mi ricevi? - disse l'assistente.

-Forte e chiaro, mia cara. -

La risposta del miliardario arrivò anche nel mio auricolare, ed esclamai: - Tony! Ma non eri sull'Elicoso, prima? -

-Mi hanno mandato in pattuglia. Ci sono stati movimenti sospetti a Chinatown. E si chiama Elivelivolo, vedi di impararlo o Fury se la prenderà con noi! -

-Lascia che ti spieghi, Mystery - ricominciò Pepper, - noi adesso stiamo guardando atraverso gli occhi dell'armatura di Iron Man. Il nostro compito è monitorare le missioni, registrarle e analizzare le immagini. -

-Perchè? -

-I dettagli sono importanti. Se ai nostri occhi è sfuggito qualcosa, la registrazione e l'analisi dei dati possono fornirci ciò che manca - si inserì Coulson, - Non solo: abbiamo dei programmi speciali che isolano un determinato oggetto, come un'arma, e ci permettono di analizzarlo fino in fondo, per scoprirne forze, debolezze e quant'altro. -

-Quindi... Mentre Tony combatte, noi riprendiamo il combattimento per immagazzinare dati utili, in sostanza. -

-Hai afferrato. - Iron Man arrivò a destinazione, trovando tutto tranquillo.

-Molto strano. A quest'ora dovrebbe esserci più attività; dove sono tutti? -

Lui atterrò, e nel suo campo visivo comparvero i negozi del quartiere, tutti chiusi.

-Iron Man ai Vendicatori. Mi sentite? -

-Qui Capitan America. Cosa c'è, Tony? - Anche noi udimmo la voce di Steve.

-Il quartiere è deserto. E non mi piace. Dobbiamo- -

Un lampo di luce bianca partì da lontano e colpì in pieno Tony, facendolo cadere a terra e scivolare indietro sulla schiena. Sobbalzai istintivamente ed esclamai: - Tutto bene?!? -

-Sono ancora intero... - bofonchiò l'altro, riacquistando la posizione eretta. Guardò la strada: - Ma che... -

Degli uomini, vestiti in tute e caschi gialli che sembravano un incrocio fra quelle protettive degli apicoltori e quelle contro le radiazioni, stavano avanzando con in braccio armi che non somigliavano a niente di normale.

-Hey, Natasha, ci sono quei simpaticoni dell'A.I.M.. Vieni a fargli un salutino? -

-Più che volentieri. - La risposta dell'agente Romanoff fu seguita da un nuovo tentativo di attacco da parte dei nemici, ma il nostro miliardario fu pronto a risalire in volo per poi appollaiarsi su un edificio ad osservarli, evitando i colpi.

-A.I.M.? - domandai.

Pepper digitò nuovamente sul touch screen e aprì un secondo schermo accanto al primo:

-L'A.I.M. è un'organizzazione criminale strutturata come un'azienda ed opera in parte sotto la copertura di una serie di industrie e laboratori di ricerca avanzata, tanto che alcune delle tecnologie che impiega sono protette da brevetto. I loro membri, presi in gruppi isolati come adesso, sono mediamente pericolosi, ma il loro capo, M.O.D.O.K., è un essere micidiale, che possiede poteri psichici straordinari e mortali. -

-Ma... Perchè Chinatown? -

-Probabilmente una delle loro sedi era situata lì. Hanno laboratori ovunque - mi rispose Clint nell'auricolare. Tony spostò lo sguardo verso l'alto; un jet dello S.H.I.E.L.D. si stava avvicinando sul luogo dello scontro.

Anche Loki e l'agente Coulson, evidentemente curiosi, ci raggiunsero alla scrivania per seguire gli avvenimenti.

Dal portello sul retro del jet scesero sul tetto di un palazzo tre figure indistinte, poi Iron Man cambiò di nuovo visuale, portandoci a guardare verso l'orizzonte, dove una nuvola scura si stava profilando accompagnata da rombi di tuono continui.

-Ecco anche Thor... Bene. Ci servirà il suo aiuto, credo - commentò Tony, re-inquadrando i nemici, ora più numerosi, con uno zoom.

-Signori, temo che il gruppetto sia diventato una squadra d'assalto, e... O cavoli. -

-Che succede? - domandò Natasha.

-Hanno portato l'armamento pesante. -

Con un'ulteriore zoom, potemmo vedere le retrovie degli scienziati dell'A.I.M., ancora più equipaggiati.

-Dobbiamo evitare vittime fra gli abitanti - considerò il miliardario, - ma qui non rivelo nulla, neanche con i satelliti. E' una zona abbandonata, ottima per nascondere i tuoi affari sporchi. Allora, Vendicatori: siete pronti a buttarvi nella mischia? -

-C'è bisogno di chiederlo? - replicò Thor, che entrò in scena atterrando in mezzo alla strada, brandendo il martello e bardato nella sua armatura dallo svolazzante mantello rosso.

Udii il pensiero di Loki: “Oh, è arrivato il grande guerriero...”

“Finiscila!” lo ripresi io.

Capitan America, con indosso un costume azzurro e armato di uno scudo circolare, decorato come la bandiera americana e con una grande stella bianca al centro, uscì da un vicolo a grande velocità e si affiancò al dio. Tony poi si spostò ancora, per raggiungerli, inquadrando Vedova Nera e Occhio di Falco, entrambi vestiti di nero e con la prima che stava caricando degli strani bracciali ai polsi, e il secondo nell'atto di armare un arco con una freccia dalla punta arrotondata.

Loki rubò l'auricolare dall'orecchio di Pepper con una mossa rapida e sibilò, ironico: - Spero che la vostra missione non venga influenzata negativamente da tutto l'alcol che avete bevuto ieri sera, signori. -

-Thor, sono autorizzato a spaccare il naso a tuo fratello quando torniamo alla torre, vero? - domandò Iron Man.

-Hey, Clint, perchè non gli dai una piccola dimostrazione? - Vidi l'agente Romanoff sorridere complice all'arciere, che si fece avanti nel gruppo per fronteggiare i primi nemici che sopraggiungevano. Con dei movimenti velocissimi scagliò loro contro tre frecce, che si piantarono a terra con una parabola impeccabile.

Queste poi, al passaggio degli scienziati, esplosero con fragore, scaraventando in aria i membri dell'A.I.M. assieme a qualche malcapitata bancarella abbandonata.

Niente di eccezionale, direte voi.

Ma aveva scoccato le frecce ad almeno 500 metri di distanza e con la strada che curvava leggermente, bloccando in parte la visuale.

Io rimasi basita, mentre Pepper si procurò un altro auricolare.

-Frecce esplosive con sensore di movimento. Ti basta, amico? - ironizzò Clint rivolto a Loki.

Il dio degli inganni non si scompose: - Sì, belli i fuochi d'artificio. C'è altro? -

-Ha gusti difficili, il principino! - tornò a pronunciarsi Stark, - Cap? A te l'onore. Fagli vedere le tue doti strategiche. -

-Non è una gara a chi fa bella figura con Loki... - borbottò il super soldato, - Va bene, squadra: dobbiamo fermarli qui, circondandoli, in modo da impedire loro la fuga verso il resto del quartiere. Thor, vai alle loro spalle, e se vedi qualcosa più grande di un fucile, brucialo con i fulmini. Sorprendili e spingili verso di noi. -

Il dio del tuono roteò il martello per poi librarsi in volo verso una stradina laterale.

-Occhio di Falco, vai sul tetto di quell'edificio - e Steve indicò un palazzo un po' malridotto alla sua sinistra, - e controlla che nessuno tenti la fuga dai vicoli; Stark? Vai dalla parte opposta, stesse disposizioni. -

-Vuoi un passaggio, Legolas? - si offrì Iron Man.

-Piantala con questo soprannome, e sì, sai che un passaggio mi serve. -

Soffocai una risata: - Legolas? Hey, Pepper, per caso Tony ha una predilezione per fantasy e fantascienza? -

-Oh, sì, e ti lascio immaginare le maratone di film e telefilm! Quando lo prende un filone non si ferma più! -

-Signore, vi sento! - si pronunciò il miliardario.

Io e l'assistente ci mettemmo a ridere.

Udimmo il suono delle saette di Thor che si abbattevano sugli scienziati. Come previsto da Capitan America, essi si spinsero più vicini a lui e Natasha. Tony ci diede uno zoom sulla strada, controllando se qualcuno tentava di distaccarsi dal gruppo.

-Li ho sotto tiro, Steve. -

-Benissimo. Clint? -

-Sono pronto. -

Stark continuò a seguire gli scienziati: - Stanno correndo proprio verso di voi. -

-Fate attenzione... - dissi io, tesa.

-Non preoccuparti, Mystery. Questa è ordinaria amministrazione! - mi rassicurò scherzando il miliardario.

In gruppo compatto, gli uomini dell'A.I.M. si avvicinavano sempre di più. In testa a tutti, qualcuno che sembrava il capo incitò gli altri con un gesto deciso del braccio, e tutti sollevarono le armi.

Iron Man inquadrò Capitan America e Vedova Nera, pronti a riceverli.

Da quel momento in poi la situazione si fece più confusa; gli avversari non esitarono un attimo a sparare sugli eroi di fronte a loro, ma quando Tony inquadrò questi ultimi vidi Steve ripararsi prontamente dietro lo scudo, che non subì neanche un graffio, e Natasha che li schivò rapidamente, tirando fuori dai foderi sulla sua cintura un paio di pistole, cominciando a sparare e ferendo alcuni scienziati. Cap poi, terminato il fuoco nemico, scagliò loro contro lo scudo, che come un micidiale frisbee andò a rimbalzare in mezzo alle fila nemiche. Chi sfuggì a questo colpo venne prontamente intercettato da Thor, Clint e Iron Man, il primo che sferrava colpi di martello, il secondo scagliando una freccia dietro l'altra, e l'ultimo girando intorno al gruppo, più ridotto, e colpendo chi tentava la fuga sparando raggi energetici dai guanti dell'armatura. Vedova Nera entrò in campo sfoggiando delle mosse da combattimento corpo a corpo che personalmente mi colpirono; anche lei ra davvero forte!! Non solo: i bracciali sui suoi polsi, mi spiegò Coulson, mandavano una scarica elettrica ad alto voltaggio, perciò chi veniva toccato crollava stordito all'istante.

Thor recuperò lo scudo di Capitan America e glielo rilanciò, giusto in tempo per parare un nuovo colpo, ma a quel punto la visuale cambiò bruscamente: Tony dovette bloccare alcuni nemici che stavano tornando indietro, lontani dallo scontro.

-Coraggio, ci siete quasi!! - esclamai, trovandomi a fare il tifo.

-Frena l'entusiasmo, Mystery... - borbottò Loki, nonostante neanche lui riuscisse a sua volta a staccare gli occhi dallo schermo.

-Tony, alle tue ore due!! gridai ancora, notando un membro dell'A.I.M. che gli stava puntando il fucile contro; il miliardario lo neutralizzò prontamente, colpendolo e scaraventandolo a terra. - Grazie, Mysty. -

-Non c'è di che! -

La battaglia proseguì con l'evidente superiorità dei nostri. Tramite Iron Man potevo vedere le tecniche (ai miei occhi inesperti) perfette nel combattimento di Capitan America, la potenza delle armi dello stesso Tony Stark, l'abilità e la precisione di Occhio di Falco, ora nella mischia assieme agli altri a scagliare frecce che eseguivano le più svariate azioni oltre ad esplodere; rimasi ancora ad ammirare le arti marziali di Vedova Nera e, ciliegina sulla torta, mi entusiasmai quando Thor abbatté il martello Mjöllnir sul terreno, generando un piccolo terremoto con tanto di onda d'urto, facendo finire gli ultimi nemici a gambe all'aria.

Prendendosi un attimo di respiro, vidi Stark scansionare la zona: - Non c'è più nessuno. O meglio, nessuno ancora in piedi. Coulson, puoi mandare i tuoi ragazzi a ripulire e a fare le loro indagini. -

-Ricevuto. Ottimo lavoro, signori, saranno lì tra poco. Scusatemi un secondo... - L'agente si allontanò prendendo in mano il cellulare. Io esclamai: - E' stato fantastico!!! -

Loki, al contrario, non disse niente, si limitò a togliersi l'auricolare e tornare al suo posto.

-Bene, Mystery - riprese Pepper, - ora Jarvis elaborerà il filmato preso dall'armatura, così noi... Mi stai ascoltando? -

Ero rimasta incantata per un attimo ad assaporare l'epicità che avvolgeva gli eroi inquadrati da Iron Man: - Sì? Che c'è? -

 

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Capitolo 5
*** Matricola ***


-Va bene, Mystery. Proviamo di nuovo. -

Erano passati tre giorni dall'inizio del mio lavoro assieme a Pepper.

In questo lasso di tempo avevo avuto modo di studiare un po' i Vendicatori, leggendo i file che li riguardavano grazie al mio nuovo “capo” Tony Stark, e mi ero organizzata in modo tale che di giorno seguivo i miei impegni alla torre, e la sera, tornata a casa assieme a Loki, recuperavo con gli allenamenti di magia.

Seduta a gambe incrociate sul pavimento, dove era stato disegnato un cerchio magico, io e il dio degli inganni, che camminava intorno a me dandomi spiegazioni, avevamo fatto l'una di notte. Lui voleva insegnami qualche incantesimo d'attacco, ma per quanto ci provassi, invece che dei colpi precisi come i suoi, riuscivo solo a creare dei pallidi fuochi fatui.

All'ennesimo fallimento, sbottai: - Che pizza! Ma non è possibile! -

-Non ti stai impegnando abbastanza! -

-Ma se sono ore che siamo qui! - Mi alzai, massaggiandomi le gambe: - Mi si sono addormentate, uffa... -

Loki sbuffò: - Senti, devi concentrarti un po' di più, va bene? -

-Se continuo a concentrarmi ancora mi esploderà la testa... Sono stanca! -

-Stanca? Tu volevi imparare la magia! -

-Lo so... Non ti arrabbiare e cerca di capire... -

Lui voleva dire qualcosa, ma si fermò. Così riprese la sua calma abituale e disse semplicemente: - Forse stiamo usando un approccio sbagliato. -

-In che senso? -

-Nel senso che forse gli incantesimi offensivi non sono il tuo forte. Agli inizi, durante i nostri primi allenamenti, qualcosa riuscivi a fare, ma adesso... Non ho dubbi che tu abbia un potere. Lo hai dimostrato, a Londra. - Il suo tono si fece più gentile: - Vai a dormire. Riprenderemo il discorso domani. -

Guardai in basso: - Loki? -

-Mh? -

-Non volevo farti arrabbiare. -

-Ah, smettila. E' evidente che dobbiamo cambiare tecnica. -

-Quali altri modi ci sono di utilizzare la magia? -

-Tanti. Per curare, ad esempio. Eh, chi lo sa, magari sei portata per le illusioni, come me! -

Si lasciò andare ad una breve risata.

Sorrisi. Era strano vederlo così.

Sembrava quasi umano.

Ma l'incanto si ruppe quando riprese il suo solito atteggiamento: - Datti una mossa, domani devi lavorare! -

 

 

 

Meditando, lungo la strada in taxi verso la Stark Tower, sulla mia vulnerabilità in fato di forza d'attacco, me ne uscii fuori con un'idea che sorprese anche me, talmente folle che poteva funzionare, e la esposi al dio degli inganni: - Loki? -

-Che c'è? -

-Ho avuto un'illuminazione. -

-In che senso? -

-Posso allenarmi sull'esempio dei Vendicatori! -

-Cosa?!? -

-Pensaci: dove non funziona la magia, funziona la buona vecchia forza fisica; ci sarà pure qualcosa che posso imparare da loro! -

-Whoa, whoa, calma, frena un attimo: ti rendi conto che quelli sono super eroi professionisti più quell'ammasso di muscoli del mio fratellastro? -

-Sì, e allora? -

-Hai una vaga idea degli allenamenti ai quali si sottopongono? -

-Sicuramente massacranti, per un comune essere umano. Ma l'idea mi stuzzica troppo! -

Lui scosse la testa: - Tu sei tutta matta. E poi chi ti dice che ti diranno di sì? Di sicuro hanno di meglio da fare che dare retta a te! -

Feci spallucce: - Chiedere con gentilezza non costa nulla. Ma conosci le mie doti diplomatiche e la mia forza di volontà. Non pretendo chissà che, solo un modo per non essere del tutto inutile. E se mi diranno di sì, sono sicura che mi divertirò! -

 

 

 

Dato che mi trovavo già sul mio posto di lavoro, affidai per un po' Loki a Pepper e mi avviai verso i laboratori di Ricerca e Sviluppo qualche piano sotto il loft. Lì, una volta entrata ed essermi aggirata fra scrivanie colme di apparecchi elettronici e scansando scienziati in camice bianco, trovai Bruce Banner, chino su un apparecchio.

-Hey, Mystery! Come va? -

-Ciao, Bruce! Bene, direi, anche perchè Loki non si lamenta più. -

-Traslocare non è facile per nessuno. -

-Basta prenderla come un'avventura. - Presi da un tavolo lì vicino una piccola lente, di quelle che servono per ingrandire oggetti microscopici, e vi guardai attraverso: - Bisogna sempre vedere il lato positivo delle cose. -

-Il lato positivo? -

-Sì. Ad esempio, quando il caro dio mi è comparso in casa non è stato facile, ma così i miei genitori hanno capito che mio nonno non era pazzo, che gli dei in cui credo esistono e che si può trovare un amico nella persona più inaspettata. E spero di poter dire lo stesso di te e dei Vendicatori. -

Il dottore sorrise, guardandomi per un attimo: -Amici? Certo. -

Inquadrai lo scienziato con la lente: - Che mi dici di te? Dei tuoi lati positivi? -

-Beh... Quello che vedi è il lato positivo. E il negativo è meglio che tu non lo veda mai. -

-Cioè? -

-Ho... Qualche piccolo problema nel gestire la rabbia, a volte. -

Abbassai la lente: - Di che tipo? -

-Te ne parlerò, prima o poi. -

-Glielo dico io, Bruce! - Tony Stark entrò in scena alle mie spalle: - Tanto, che tu lo voglia o no, lo vedrà comunque. -

-Oh, Tony, no... -

Il miliardario prese il cellulare e mi portò lo schermo davanti: - Questo è Hulk. -

Un gigante verde tutto muscoli, che indossava solo un paio di pantaloni strappati, con urla di rabbia feroce scaraventava a destra e a manca enormi lamiere di metallo contro nemici che avevano tutta l'aria di essere alieni.

Il video durava molto poco, così una volta terminato tornai subito a rivolgermi a Bruce, sbalordita: - Tu... Così? -

-Forse è meglio, che tu l'abbia visto in video. -

-Wow. Roba da Jekyll e Hyde. Come...? -

-Incidente con i raggi gamma. Ci fu una violenta esplosione; sono sopravvissuto, ma in questo modo è nato... l'altro. Devo stare attento ai fattori di stress. -

-E' per questo che non sei venuto alla festa? -

-Non posso rischiare. -

Non potevo credere che sotto le spoglie di quell'uomo così tranquillo si nascondesse la furia che avevo appena visto.

-Ma riesci a gestirlo; voglio dire, se fosse pericoloso... -

-Sarei in una prigione, già... - aggiunse lui, amaro.

-Non volevo dire questo. Se fosse pericoloso avrebbe già avuto la meglio su di te, no? -

-Hulk non è cattivo - si inserì Tony, - ma la sua forza può tranquillamente opporsi a quella di un esercito. Mai farlo incazzare. Dico sul serio. -

-Finché si tratta di una buona causa... Mi piacerebbe vederlo in azione. -

-A distanza di sicurezza, spero. Scusate... - Bruce venne richiamato da un altro scienziato, e mi lasciò sola con Stark.

-Allora... Avevi bisogno di qualcosa, Mysty? - mi domandò quest'ultimo.

-Ah, sì... E' solo un'idea... -

Lui rimase ad ascoltarmi attentamente fino alla fine, per poi ridacchiare: - Dunque... Vuoi imparare dai migliori come badare a te stessa. Lo sai, vero, che hai uno status da civile sulla lista dello S.H.I.E.L.D.? -

-Sì, lo so. -

-E che Fury non ha un'alta considerazione di te? -

-Non mi dire. -

-Eppure eccoti qui. -

-Io non ci vedo niente di male nel desiderio di migliorarsi. -

Lui si fermò un attimo a riflettere prima di invitarmi a seguirlo: - Vieni con me... -

Mi portò in una zona del laboratorio dove su una parete erano esposte pistole di ogni forma e dimensione.

-Io sono bravo con le armi super tecnologiche. Tutto ciò che posso fare è trovare qualcosa di adatto ad una novellina come te. Ah-ha! -

Mi porse quella che sembrava una comune pistola: - Prova con questa: i proiettili sono modificati in modo da rilasciare una scarica elettrica stordente all'impatto. In ogni caricatore ci sono quindici colpi, ma sto lavorandoci su per farli arrivare a venti. -

Soppesai l'arma: - Sai... E' difficile che mi piacciano certe cose, sono piuttosto pacifista, ma questa mi va a genio, dato che non uccide. -

-L'idea è stata di Clint. A proposito, a lui potresti chiedere di insegnarti ad usarla. -

-Grande suggerimento! Lo chiamerò appena torno da Pepper! -

Il miliardario mi passò la fondina: - E Natasha potrebbe essere disposta a mostrarti le sue arti marziali. -

-Sarebbe fantastico. Grazie mille, Tony, giuro che la terrò come un tesoro! -

Stavo per andarmene, quando lui mi richiamò indietro: - Hey. -

-Cosa? -

-I caricatori. -

-Oh, sì, giusto... - Ma mentre tornavo indietro, mi scontrai con uno scienziato, comparso all'improvviso, facendogli cadere un contenitore metallico a terra, e delle piccole sfere del medesimo materiale presero a rotolare ovunque sul pavimento. Io finii a terra.

-Jarvis? Allarme. - Tony mi fece rialzare e mi disse di correre.

-Perchè? - In quel momento il maggiordomo virtuale suonò una sirena con tanto di luci rosse nella stanza.

-Perchè quello che hai buttato a terra è esplosivo altamente concentrato, che entro un minuto, se non ha ricevuto il dovuto trattamento, farà esplodere l'intera stanza. Usciamo, adesso? -

Non mi servì sapere altro.

All'esterno, assieme agli altri scienziati, compreso il dottor Banner, Stark si rivolse al poveretto con il quale avevo avuto l'incidente: - Quante sfere c'erano nel contenitore? -

-Uh... Quattro, signore. -

-Va bene, ascoltatemi: se entro o dopo un minuto non sentiremo esplosioni, allora il pericolo sarà scampato. E io non dovrò chiamare l'assicurazione. -

-Scusa, Tony... - dissi subito.

-Tranquilla, gli incidenti capitano. - Mi passò senza guardarmi le mie munizioni: - Usala solo per difenderti, chiaro? Se Fury scopre che ti ho fatto un “regalino”... -

-Ti spedisce a Timbuctu. -

-Stavo per dire a Pasadena a calci, ma anche Timbuctu suona bene. Consideralo un sofisticato taser, adatto alle signore che vogliono proteggersi con stile. -

Mi venne da ridere per il suo tono da imbonitore.

Il minuto trascorse; aspettammo un po' prima di sentire un'unica esplosione, come un botto di Capodanno troppo grande e troppo vicino, con contorno di vetri rotti in sottofondo. Dopo un altro minuto Jarvis diede il via libera per il rientro.

-Poteva andare peggio... - borbottò il miliardario dando una prima occhiata all'interno, - I progetti importanti si sono salvati. Ma tutta la parte vicina alla finestra è andata. Jarvis, chiama il vetraio. -

-Sì, signore. -

Mi assalì un tremendo imbarazzo; era stata colpa mia in fondo! Iniziai a defilarmi: - Bene, uhm... Credo che andrò a cercare Clint e Natasha adesso; grazie ancora Tony e scusa di nuovo!! - Mi infilai nell'ascensore col passo del giaguaro senza aspettare una risposta, diretta di nuovo da Loki e Pepper.

 

 

 

-E così Tony ti ha, come dire, equipaggiata, eh? - scherzò Occhio di Falco, che ero riuscito a rintracciare grazie a Pepper. Eravamo in video conferenza, io lui e Natasha, loro a bordo di un jet, e avevo riepilogato loro i fatti precedenti (tralasciando il pasticcio che avevo combinato).

-Sì, ma io non ho mai usato un'arma in vita mia. Non è che tu o Natasha, che so... Se avete del tempo libero... E solo se vi va, eh... - Rimasi appositamente sul vago.

Vedova Nera sogghignò: - Non ci starai mica chiedendo di insegnarti? O addirittura di addestrarti? -

-Ecco... -

-Questa è bella! - esclamò l'arciere, divertito.

-Il fatto è che non mi piace sentirmi così inutile. Non fraintendetemi, mi piace stare qui, ma mettiamo caso che venga attaccata proprio la torre: mi nascondo? Non sono il tipo. E' una questione di previdenza. -

I due si guardarono un attimo, poi Clint si pronunciò, a quanto pare convinto: - Sei un tipo strano, lo sai? E va bene, vieni pure al centro di addestramento dell'Elivelivolo domani mattina. -

-C'è un centro di addestramento? -

-Certo, è una base a tutti gli effetti, solo sospesa nel cielo - disse Natasha, - Però ti avverto che la gentilezza non è di casa lì. -

Sorrisi: - Come deve essere. -

-Oh oh, ci siamo. Ci vediamo domani, allora. Passo e chiudo. -

Le due spie guardavano oltre i vetri del jet.

-A domani, e scusate ancora il disturbo. -

-Ma ti pare? Una telefonata non costa niente! - disse l'arciere prima di imbracciare l'arco. Lì si chiuse la comunicazione.

Mi lasciai andare ad un “evvai” alquanto espansivo, attirando così l'attenzione di Loki che stava leggendo su un divanetto: - Hanno detto di sì? -

-Già!! Oh, non sto nella pelle!! -

Lui continuò a squadrarmi con sufficienza, così gli domandai: - Qual'è il problema? -

-No, niente... Stavo solo considerando e pregustando il momento, quando arriverà, in cui ti renderai conto che in realtà non puoi farti addestrare dagli agenti Romanoff e Barton. -

-Perchè no, scusa? -

-Non hai neanche le basi, Mystery. Finirai col farti male, e loro lo sanno. Faranno di tutto per scoraggiarti. -

Incrocia le braccia sul petto: - Non capisco se sei preoccupato per me, se mi stai prendendo in giro o se stai cercando di sfiduciarmi. -

-Affronta l'evidenza, mia cara: in confronto a questi giganti, tu sei la bambina. -

Gli andai incontro, e facci a faccia con lui sibilai: - Una bambina che ti ha già salvato una volta, da sola contro sei dei!!! -

-E ti sei montata la testa, vero? Ti senti forte... -

-Non è vero. -

Al suo sogghigno divertito, lo lasciai lì per tornare la mio lavoro.

Dopo qualche minuto, però, mentre stavo dando un'occhiata ad alcuni filmati da riordinare, avvertii la presenza di qualcuno alle spalle: - Non pensare che che voglia prenderti in giro. O che non abbia fiducia in te e nelle tue capacità. Sai che sono un po' realista. Ma voglio spronarti, così facendo. -

-Cosa? - Mi voltai, guardandolo con aria seria, mettendo su una incerta faccia inespressiva.

-Voglio che tu mi dimostri che mi sbaglio. -

-Davvero? - Mi sfuggì un sorriso, voltandomi di nuovo verso gli schermi: - Carino, e un po' strano, da parte tua. -

-Strano? - Lo sentii mugugnare, e quando lo guardai ancora lui si stava tenendo una mano sullo stomaco con espressione sofferente.

-Di nuovo? - mormorai, preoccupata.

-Sto bene. Sono solo... -

-Non stai bene. Io passo in erboristeria a prenderti qualcosa, non sento storie. -

 

 

 

Il centro d'addestramento era costituito da un ampio spazio rettangolare all'interno dell'Elivelivolo. C'erano manichini con bersagli disegnati sopra e disposti su una fila ordinata a sinistra, un ingresso secondario che dava accesso ad una palestra di fronte a noi e a destra una fila di pannelli metallici.

-Andiamo prima alla palestra, devi fare un po' di riscaldamento - disse Natasha, che mi guardò come si guarda un cucciolo impacciato, - e togliti almeno la giacca della tuta. Così conciata sembri gridare “recluta” da tutti i pori. -

Obbedii, rimanendo in canottiera e pantaloni da ginnastica. Entrati in palestra notai tanti agenti dediti ai più svariati allenamenti, come il sollevamento pesi e il tapis roulant, finché non incrociammo Steve Rogers, intento a prendere a pugni un sacco da boxe.

-Proprio l'uomo che fa per noi! - esclamò Clint.

-Buongiorno, ragazzi! Mystery? Cosa ci fai qui? - domandò il capitano, fermando il sacco.

-Allenamento speciale; sono qui per farmi addestrare! - risposi, allegra.

-Cosa? Ma Mystery, l'addestramento dello S.H.I.E.L.D. è... -

-Pesante? Sfiancante? Me lo aspetto. Perchè non sono venuta a fare la bella statuina assieme a Loki. -

-Fury non ti aveva dato un compito alla Stark Tower? -

-Non posso farci niente. Sento di poter fare molto di più; io voglio fare di più. Ma senza una minima esperienza non andrò da nessuna parte. Non mi spaventa un po' di duro insegnamento da parte di veri eroi. -

-Quanto entusiasmo... - commentò Natasha.

Steve mi guardò un modo strano per un attimo: - Sai... C'era un ragazzo, tempo fa, che desiderava ardentemente servire il suo Paese entrando nell'esercito, ma era troppo debole e malaticcio per gli standard dell'epoca. -

-E allora cosa fece? -

-Non solo continuò a provarci, ma ottenne un'occasione grazie ad un brillante scienziato... E ad un siero sperimentale. -

Sorrisi, ricordandomi dei file nei quali avevo curiosato.

-Vuoi tentare? Perchè no. -

-Allora te la affidiamo, Steve - disse Clint, - noi dobbiamo prepararci. Non farla strapazzare prima del tempo! -

-So come gestire una recluta. Ci vediamo dopo. -

Salutai i due agenti e tornai a rivolgermi al capitano: - Sono pronta! -

-Avvolgi queste sulle mani e sui polsi, ti serviranno - rispose lui, passandomi delle fasce bianche.

-Da dove cominciamo? -

-Qualche flessione e un po' di corsa dovrebbero bastare. Poi passeremo a qualcosa di più impegnativo. -

Iniziai ad avvolgere le strisce attorno alle nocche, cercando di non bloccarmi del tutto la circolazione.

 

 

 

Flessioni e tapis roulant non furono così terribili, nonostante il sudore che cominciava a colarmi dalla fronte, ma quando Steve mi invitò a prendere a pugni un sacco da boxe con tutta la forza che avevo riuscii solo a farmi male ad una mano.

-Devi stare attenta alla posizione delle gambe quando colpisci un bersaglio immobile - mi spiegò Cap, - tieniti ben piantata sui piedi. -

-Va bene. -

-Aspetta... - Mi aiutò a mettermi in posizione con le braccia: - Ora colpiscilo di nuovo. Immagina la persona che odi di più al mondo, sarà più facile. -

-Mica tanto. Non mi riesce odiare davvero qualcuno. -

-Allora... Pensa a qualcosa che ti faccia arrabbiare, in passato o di recente. -

-Per te funziona? -

-Certo. Ogni volta che ho uno scontro con un nemico la lista si allunga: Teschio Rosso, A.I.M., scegli tu. -

-Io... Non sopporto i bulli. Sono l'unica cosa che mi faccia arrabbiare a questo mondo. Al mio liceo ce n'era uno terribile; dovetti dargli un pugno e rompergli il naso per farlo smettere d molestare me e una mia amica. -

-Può andare. Ripensa a quei momenti e colpisci a ripetizione. -

Tentai ancora, stavolta con un discreto successo.

-Buono. Di nuovo; alterna i pugni. -

Cominciai a colpire a ritmo sempre più serrato, finché non mi prese un doloroso e fastidioso crampo al polpaccio.

Mi sedetti su una panca, ansimando per la fatica e per il dolore, e massaggiai il muscolo.

-Tutto bene? - domandò Steve.

-Sì, ora mi passa... Accidenti, che figura... -

-Succede facendo tanta attività fisica in una volta sola. Riposati un po'. -

-Eh no! - Presi un sorso dalla bottiglietta d'acqua ce mi ero portata dietro: - Se mi faccio fermare da un crampo allora sì che mi considereranno una pappamolle. Io ci riprovo. -

Un po' zoppicante mi riavvicinai al sacco.

-Mystery... Non devi dimostrare nulla a nessuno. -

Poggiai le mani sui fianchi: - Steve... Ad essere sincera non lo faccio solo per me. -

-Loki? -

-Lui dice che non ce la farò. Non per cattiveria, ma per spronarmi invece a darmi da fare. Credo si chiami psicologia inversa. Voglio essere forte per me, per lui, e impegnarmi a dare il meglio. -

-Ci tieni molto a lui, vero? -

Avvertii una nota intenerita nella sua voce.

Sorrisi: - Non so spiegarlo, ma... Nonostante abbia parecchi lati oscuri, lo considero il mio migliore amico. Mi ha salvata da dei ragazzi che volevano farmi del male, sai? Ha fatto l'eroe, anche se non lo ammetterà mai. -

-Tutta questa dolcezza scalda il cuore - commentò Natasha, comparendo di fronte a me.

-Bene, mia cara, è tutto pronto per la seconda fase: il combattimento. Seguimi. -

Accompagnate da Steve, raggiungemmo un'altra zona della palestra, dove era stato allestito un piccolo ring di materassini.

-Non mi piace malmenare le reclute il primo giorno - disse la spia, togliendosi la giacca e le scarpe, - ma non si impara niente senza ritrovarsi qualche livido. -

-Certo. - Entrammo nel ring sotto l'occhio vigile del capitano e di Clint.

-Mystery... Proverò ad insegnarti le basi dell'autodifesa, tanto per cominciare. Una dimostrazione vale più di cento parole. Ora, questa è una delle mosse più semplici. Prova a corrermi incontro. -

-Come? -

-Avanti, coraggio, fingi di volermi aggredire. -

Presi una breve rincorsa, ma come le arrivai quasi addosso lei mi schivò, mi puntò il braccio nello stomaco come se volesse abbracciarmi e mi spinse giù, mandandomi a gambe all'aria, e sbattei con schiena e fondoschiena sui materassini. Un “Ow” mi raggiunse da parte dei nostri due spettatori.

-Sei ancora viva? -mi domandò Natasha, aspettando che mi rialzassi.

-Mi si è mozzato un po' il fiato... - ammisi, - ma è stato grande! Rifacciamolo! -

Non l'avessi mai detto.

L'agente Romanoff mi rigirò per bene per più di un'ora, ma non volli arrendermi. Lei mi mostrava delle mosse e io provavo a ripeterle, ma in entrambi i casi il risultato era sempre lo stesso: spalmata come marmellata a terra.

-Direi che può bastare, Nat - intervenne Clint, - ora tocca a me. Riprendi fiato, Mystery, e poi vieni con me. Devi imparare ad usare la tua pistola, no? -

-Cominciamo subito, non sono stanca! - esclamai, rialzandomi per l'ennesima volta a passo traballante.

-Vacci piano, tigre! - commentò Steve, scuotendo la testa e ridendo.

Ripresi una posizione il più possibile eretta e provai a darmi un'aria tranquilla: - Ce la faccio, davvero. -

-Sei adorabile, davvero! - fu la risposta altrettanto divertita dell'arciere, che con un cenno della mano mi invitò a seguirlo.

Tornati nella stanza più grande, notai che i manichini erano stati spostati più avanti.

Clint mi allungò una pistola, molto simile alla mia: - E' caricata a salve. Mettiti anche questi... - aggiunse, dandomi anche un paio di occhiali di protezione trasparenti.

-Nel caso il bossolo rimbalzi? - domandai.

-Sì, come lo sai? -

-Ho visto abbastanza polizieschi da imparare qualcosa. -

-Questo non è un poliziesco. -

-Lo so. Qui è tutto più fico! -

Infilai gli occhiali, ricevendo una pacca sulla spalla dall'agente Barton. -Bene, ora ti mostro come impugnare la pistola. -

Guidò le mie mani a sorreggere come si doveva l'arma: - Ora, osserva bene quel manichino. Vedi il bersaglio? Siamo a 150 metri di distanza. -

-Lo vedo. -

-Mira al centro, tieni la pistola un po' più in alto, così... Ora la mio via, premi il grilletto. -

Attesi il segnale, e quando arrivò volevo sparare solo un colpo, ma mi scivolò il dito e ne partirono tre. Clint allora controllò assieme a me il manichino: solo un proiettile aveva effettivamente colpito la zona del bersaglio, gli altri due avevano colpito al testa e una spalla.

-Può andare meglio. Riprova. -

 

 

 

Venni richiamata da Pepper verso l'ora di pranzo, lamentandosi con me della scarsa compagnia di Loki.

Non vi dico lo stato in cui mi videro arrivare: a passo strascicato, tutta dolorante e stanca.

Entrata nell'ufficio, il dio domandò, divertito: - Come è andata? -

Cercando di non dargli soddisfazione, mi rizzai sulla schiena: - Bene. Sono ancora tutta intera, come puoi vedere. E muoio di fame. -

-Racconta, io intanto termino di mandare queste mail e andiamo a mangiare qualcosa assieme, vi va? - propose l'assistente.

Descrissi così i vari allenamenti con i tre Vendicatori, ma Loki si rabbuiò nel solo sentir nominare Steve.

-Oh, c'era anche il soldatino. Grande. -

-Non essere velenoso, è stato il più gentile. -

-Certo, ma solo perchè gli conviene. -

-Prego? -

-Oh, andiamo! Si vede lontano un miglio che ti sta puntando! -

Spalancai la bocca dallo shock: - Ma... Sei impazzito, per caso?!? -

Non riuscivo a capacitarmi del suo comportamento esagerato e quanto mai bizzarro.

Loki scattò in piedi dal divanetto sul quale era seduto: - E' colpa tua! Sei di un magnetismo incredibile, piaci a tutti, e questo...!!! -

Si bloccò.

Inorridii nel vederlo sbarrare gli occhi all'improvviso, prendersi con le mani all'altezza dello stomaco, pallido e tremante, e crollare giù, a terra, rannicchiato su un fianco e sofferente.

-Loki! Che cos'hai?!? LOKI!!!! -

Gridai a Pepper di chiamare un'ambulanza.

 

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Capitolo 6
*** Sintomi ***


-Fisicamente non ha niente che non va - mi riferì il dottor Banner (che era venuto con noi su richiesta di Pepper) dopo che aveva parlato coi medici che avevano visitato Loki, - Che tu sappia, domandano, ha mangiato o bevuto qualcosa di strano? -

Scossi la testa: - E' stato male da dopo la festa organizzata da Tony. Ma credevo fosse una cosa passeggera, e con i rimedi naturali stava meglio. Non aveva... Io... - Mi morsi un labbro.

Pepper, seduta accanto a me, mi poggiò una mano su una spalla, comprensiva.

-Non avevo mai avuto così tanta paura da quando mio padre cadde giù dalle scale e si ruppe una gamba; avevo sei o sette anni - continuai, - Quando ho visto Loki crollare così mi sono sentita morire. -

-Andrà tutto bene, vedrai - cercò di rassicurarmi Bruce.

-Allora? Cos'è successo? - La voce del direttore Fury, per quanto bassa dato che ci trovavamo in un ospedale, ci raggiunse comunque con tutta la sua autorità.

Sorvolando su chi potesse averlo chiamato fra i miei due accompagnatori, mi alzai e gli detti una breve spiegazione, a capo chino.

-Spero non sia nulla di grave - fu la sua risposta, più per forma che per reale apprensione,

-perchè, strano a dirsi, abbiamo bisogno di aiuto da parte tua e del tuo amico. -

-Aiuto? - Alzai la testa per guardarlo, incuriosita.

-In una cittadina africana, e nel pieno dell'estate, si è verificata una bufera di neve. Abbiamo già consultato vari esperti, ma non sono riusciti a venirne a capo. Thor è andato a dare un'occhiata. -

-Un inverno inspiegabile, eh? - disse Loki, uscendo dalla stanza dove lo stavano ancora visitando.

Gli andai incontro: - Come stai? -

-Meglio, Mystery. - Di nuovo un sorriso strano e in più stanco si delineò sul suo volto.

Gli carezzai una guancia col dorso della mano: - Mi hai spaventata. Che hanno detto i dottori, in definitiva? -

-Non ho niente di strano. Ma vogliono comunque rivedermi in settimana per degli esami più mirati. -

D'istinto, lo abbracciai: - Non farlo mai più. Giuralo. -

-Come quando ti ho promesso di non sparire di nuovo? - domandò, allontanandomi con garbo.

-Sì, e ora devi promettere di non farmi venire di nuovo un infarto come oggi, okay? -

Prima che lui potesse rispondere, Fury ricominciò: - Quando avete finito, amichetti del cuore, vorrei parlare a tutti e due. -

Lo guardai con ostilità, ma il dio degli inganni intervenne per primo impedendomi di dire qualcosa del quale poi mi sarei potuta pentire: - Dove si trova la cittadina? -

 

 

 

Tornati sull'Elivelivolo, Fury ci fornì tutti i dettagli: - Non è un caso isolato: altri luoghi, sparsi in tutto il mondo, si sono ritrovati sotto la neve senza una spiegazione apparente. -

Nel centro di comando, Maria Hill, al nostro ingresso, digitò prontamente sulla tastiera del computer, dandoci su un enorme schermo vari filmati.

-Istanbul, Parigi, il regno di Wakanda e ora questo, nel cuore dell'Africa del sud. Non si tratta di qualcosa di tecnologico, visto che i nostri satelliti non rilevano niente, perciò che sta succedendo, Loki? E' magia asgardiana? -

Il dio osservò attentamente i filmati: - Intrigante... Neve in estate... -

-Esiste qualcosa del genere fra i tuoi incantesimi? - domandai.

-Dovremmo consultare la biblioteca di Asgard, ma oh! Aspetta: io non poso tornare là. -

Sospirai: - E chiedere a tuo padre? O a Thor? -

-Non diamo ulteriori preoccupazioni al Padre degli Dei, e mio fratello farebbe bene a stare lontano dalla biblioteca. -

-Perchè? -

-L'ultima volta fece “effetto domino” con gli scaffali. -

-Ow. -

-Già. Tutta la notte a raccogliere libri. Se l'era cercata. Ma torniamo a noi... -

Loki allargò le immagini con un touch screen per studiarne ogni dettaglio. Mise su la sua solita espressione impassibile e concentrata, così mi feci da parte per non disturbarlo.

Il direttore Fury mi domandò: - Allora... Come ti sembra il nostro addestramento? -

Sobbalzai, per poi ricordarmi che in fondo lui era il capo, quindi sapeva sempre tutto.

-Io... A parte qualche livido non posso lamentarmi. -

Mentivo, ovviamente. Sentivo male dappertutto.

-Solo “qualche livido”? Non credevo che Natasha sarebbe stata così gentile. O che acconsentisse addirittura ad addestrarti. -

-Davvero? -

-Non è il tipo che ti appoggia fin da subito. Per questo mi sembra strano. -

Loki ridacchiò: - Mystery è speciale. Ha un tale entusiasmo e una tale energia che risulta irresistibile per chiunque, almeno è quello che è successo a me. -

-Oh, davvero? Quanto sei carino! - scherzai.

-Qualunque cosa sia ad aver convinto i Vendicatori a darti corda, spero non influisca negativamente sul loro rendimento. La squadra non può permettersi di lasciarsi distrarre dall'ultima arrivata. -

-Hey! - Mi impettii: - Se non avessero voluto darmi qualche lezione avrebbero potuto semplicemente dire “no”, le pare? -

Lui stava per replicare, ma il dio degli inganni mi prese per le spalle ed intervenì: - Signori, se non vi dispiace vorrei continuare ad indagare da casa mia e di Mystery. Sono appena uscito dall'ospedale, dopotutto, e non vorrei strapazzarmi troppo. -

Sapevo che era solo una scusa per farmi allontanare dal direttore, ma decisi comunque di reggergli il gioco: - In effetti non hai una bella cera. Ed è anche l'ora di cena, secondo me devi mangiare e riposarti un po'. -

-Prendete questa allora. - Fury ci consegnò una chiavetta usb on su il simbolo dello S.H.I.E.L.D.: - Ci sono tutti i dati su queste nevicate misteriose. Ve la affido come materiale di basso livello, ma non perdetela e non diffondete in nessun modo alcuna notizia al riguardo. Ci siamo capiti? -

-Perfettamente - risposi, prendendo la chiavetta e mettendola nella tasca interna della mia giacca, che chiusi con la cerniera.

-Mi aspetto delle risposte al più presto. Buona notte, signori. -

 

 

 

-Secondo me un po' ci odia - borbottai, masticando una foglia di insalata.

-Chi ci odia? - replicò Loki, seduto di fronte a me.

-Fury. Penso che ci consideri una seccatura capitatagli fra capo e collo. -

-Non saprei. Per me è solo un po' rude, come tutti i veterani. -

-E con un gran caratteraccio autoritario. Ma forse la mia è un'impressione sbagliata. -

-Devi ammettere però che ha ragione. I Vendicatori sono combattenti, non baby sitters. -

-Mi alleno con loro nel loro tempo libero. Non ci vedo nulla di male. E poi sono esseri umani, cavolo, lo sai anche tu!

Azzannai con rabbia il mio pezzo di pane, prima di aggiungere: - Se non ci voleva tra i piedi poteva lasciarci a Londra. -

-Non parlare a bocca piena. E in effetti, su questo punto non posso darti torto. -

Rigirai la chiavetta usb posata sul tavol con l'indice, facendola girare si se stessa: - Però... se ci odiasse non ci avrebbe affidato questo compito. Che ne pensi? -

-Neve, in tre, anzi quattro luoghi diversi e fuori stagione. Non somiglia a niente che io conosca.

-Dobbiamo preoccuparci? Perchè se tu non sai qualcosa allora è grave! - scherzai.

Lui non sembrò cogliere la battuta: - Io... Continuerò a cercare. Ne verremo a capo, vedrai. -

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Capitolo 7
*** Il gelo cresce ***


La prima cosa della quale mi accorsi svegliandomi il mattino seguente era il gelo che avvolgeva la mia stanza.

Tremando di freddo, mi strinsi spaesata e confusa nelle braccia, strofinandole nel tentativo di riscaldarmi. Guardai fuori dalla finestra: grossi fiocchi di neve stavano cadendo copiosi all'esterno, e i vetri avevano il tipico alone bianco che correva lungo l'intelaiatura a decorarli.

-Oh, no... - Infilai le pantofole e cercai la mia vestaglia a passo tremolante. Mi affacciai poi all'esterno, prendendo coraggio. Una coltre spessa e bianca ricopriva il quartiere, ancora addormentato.

-Loki... - mormorai, per poi gridare: - Loki!! Vieni a vedere!! -

Corsi verso la camera del dio, e bussai energicamente: - Svegliati! Guarda fuori! -

Provai a muovere la maniglia. Chiuso a chiave.

-Ma che- Loki!! Aprimi!! - Bussai ancora più forte, usando i pugni, ma niente.

Sentii squillare il mio cellulare in lontananza, e quando corsi a rispondere vidi che si trattava di Tony.

-Mystery! Va tutto bene? -

-Sì... Hai visto cosa sta succedendo? -

-Sì, e ancora non riesco a spiegarmelo. Odio non sapere. -

-C'è di più: Loki non mi apre la porta della sua stanza, si è chiuso dentro e non mi risponde neanche! E se stesse di nuovo male? -

-Niente panico, ho già mandato qualcuno a casa vostra, arriveranno presto. -

In attesa dei soccorsi, ritentai: - Loki! Andiamo, mi stai facendo spazientire e preoccupare insieme, apri questa porta o giuro che... -

La porta di ingresso si aprì con un rumore deciso. Affacciandomi alle scale, mi trovai di fronte all'agente Coulson accompagnato da altri due uomini.

Questo mi domandò se stessi bene.

-Io sì, ma... Loki... -

-Dov'è? -

-Credo nella sua stanza, e spero che stia bene. -

Anche l'agente prese a bussare e chiamare il dio, ma con esito sempre negativo.

-Va bene, signori, sapete cosa fare. -

Gli altri due posizionarono una specie di piccola scatola nera sulla serratura e mi suggerirono di allontanarmi. In meno di dieci secondi l'oggetto saltò in aria, aprendo la porta.

Mi precipitai all'interno: - Loki, stai... - Non terminai la frase.

Quella non era una stanza, era un campo di battaglia. I mobili, le lenzuola, persino il letto erano stati fatti a pezzi e sparpagliati in giro confusamente. Sulle pareti segni netti di scure bruciature facevano mostra di sé.

Ma quello che mi atterrì di più fu la totale assenza del dio degli inganni e il vedere la finestra aperta con il vento gelido che muoveva le tende in modo spettrale.

-Coulson ai Vendicatori. Loki è fuggito. Fate partire le ricerche all'istante. -

Mi sentivo male.

Dov'era andato?

E perchè?

-Vado a mettermi qualcosa di più pesante... - mormorai, assente.

 

 

 

Ben imbacuccata e con aria mogia me ne stavo in un angolo dell'ufficio di Tony. Lui e gli altri eroi, tranne Thor, ancora in viaggio, stavano cercando Loki tramite i satelliti.

Phil Coulson si sedette accanto a me: - Non hai proprio idea di dove possa essere andato? -

Scossi lentamente la testa, senza guardarlo.

Sentivo un peso enorme sul mio capo.

-Mystery, so che forse non è il momento, ma... Hai notato qualcosa di strano, in lui? A parte il fatto, come mi ha detto Pepper, che non è stato bene ultimamente. -

-Aveva... - Deglutii e mi schiarii la voce: - Aveva avuto degli sbalzi d'umore. Si arrabbiava per poco. Ma credevo fosse una conseguenza del suo malessere. -

-E quei segni nella sua stanza... Non li avevi mai visti? -

-No. Non entro in camera sua da almeno una settimana o giù di lì, e sono sicura che non c'erano l'ultima volta. -

-Va bene. - L'agente sospirò: - Quello che non mi spiego è come abbia fatto ad eludere la sorveglianza della casa. -

-Non lo so, ma una ripresa l'ha beccato in pieno! - esclamò Stark soddisfatto.

Corsi subito a guardare anch'io sullo schermo centrale del tavolo.

-Il filmato proviene da una telecamera di sicurezza dell'aeroporto centrale. A quanto pare ha preso un volo internazionale, dobbiamo solo capire quale. -

-Perchè non ha cambiato aspetto per fuggire? - domandai a me stessa.

-Quando lo troveremo, e ci riusciremo - sottolineò Steve, potrai chiederglielo di persona. -

Jarvis annunciò una chiamata dal direttore Fury, che subito ci diede altre brutte notizie:

-Vendicatori, si è scatenato il panico in città! La gente si è lasciata andare ad episodi di violenza gratuita e... Che sta succedendo?!? -

La luce esterna calò gradualmente ma velocemente. Andammo tutti sulla terrazza innevata, e osservammo il verificarsi di un'eclissi totale, che non durò pochi istanti, anzi, arrivò alla sua fase anulare e lì si arrestò.

-Non guardiamola più, o possiamo dire addio alle nostre cornee... - si pronunciò Bruce, - voi andate a prepararvi. Fury parlava di violenza nelle strade. -

-Voglio venire anch'io! - mi offrii, ma subito Natasha mi fermò: - Scordatelo, piccola, tu rimani qui. E' troppo pericoloso. -

-Ma... -

-Ha ragione, è meglio se resti - si inserì Pepper, - così ci darai una mano a rintracciare il volo che ha preso Loki. -

Sospirai: - Sì, è vero... Scusatemi ragazzi, è solo che... -

-Cosa? -

Mi poggiai una mano sul cuore: - Ho una brutta sensazione che non accenna a passare. Il mio istinto mi dice che non è che l'inizio. Fate attenzione. -

-Di più di questa neve e di una guerriglia urbana? Allora dobbiamo preoccuparci - disse serio Occhio di Falco.

-L'istinto di una strega non va mai sottovalutato. - La voce di Thor giunse dall'ingresso della stanza, e il dio del tuono entrò a grandi falcate, il mantello rosso zuppo a causa della neve che ricadeva pesante sulle sue spalle.

-Thor! - esclamai, - Mi dispiace, Loki è... -

-Me l'ha detto Fury. - Non aveva un tono severo, ma mi domandò comunque una spiegazione, prima di partire con gli altri verso il centro di New York.

 

 

 

Attraverso Iron Man, come sempre, seguimmo gli eventi passo per passo: i cittadini si erano lasciati andare al saccheggio, alle risse e ad altre attività più o meno vandaliche.

Non sembravano umani, ma belve scatenate.

Fury intanto ci aggiornava sulla situazione meteorologica: l'inverno aveva colpito tutta la parte al di sopra dell'Equatore, avvolgendola nel suo gelido abbraccio e raggiungendo anche alcune zone australi, come la già citata cittadina africana.

I Vendicatori cercavano di arginare il problema delle violenze senza ferire nessuno, ma l'esplosione di panico era ormai diffusa ovunque.

Chiamai allora i miei genitori: - Mamma, stai bene? -

-Mystery!! Tesoro, grazie al cielo! Sì, stiamo bene, e tu? -

La sua voce era incerta, spaventata.

-Sono al sicuro, voi dove siete? -

-Chiusi in casa. -

-E il nonno? -

Tuo padre è andato a prenderlo ieri. Scusami, era morto il telefono a causa del freddo e non ho potuto avvisarti; qui sta andando tutto a rotoli!! -

-Lo so, è ovunque purtroppo. -

Fury chiamò ancora, ordinando di riunirsi tutti sull'Elivelivolo al più presto.

-Mamma, ascolta: non uscite se non è strettamente necessario, chiaro? Rimanete in casa; ripeto, non uscite! Rimanete lontani dalle strade principali. -

-Ho capito, tesoro, ma tu... -

-Starò bene. Devo andare ora, ci sentiamo presto. -

Buttai giù, forse un po' troppo bruscamente, e dissi all'agente Coulson che ero pronta ad andare.

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Capitolo 8
*** Ragnarok ***


-Qualcuno può farmi la cortesia di spiegarmi... cosa diavolo sta succedendo in questa città?!? -

Riuniti nella sala conferenze dell'Elivelivolo, io e i Vendicatori ci stavamo sorbendo la sfuriata del direttore Fury.

Quest'ultimo sbatté con rabbia le mani sul tavolo, facendo impazzire per un attimo il touch screen che ne costituiva la superficie: - Prima la tempesta di neve, poi abbiamo rischiato una guerra civile, e adesso un'eclissi che dura da ore! Qualcuno mi dia una teoria, qualche dato!!! -

-I radar dei satelliti sono al lavoro... - cercò di inserirsi l'agente Coulson, nel tentativo di calmare il suo capo.

Io non prestai loro più attenzione dopo un minuto. Guardavo il mondo esterno, avvolto in un sempre più burrascoso inverno che violento sferzava con vento e neve tutto ciò al di sotto del nostro imponente mezzo.

Thor notò il mio stato d'animo: - Tutto bene? -

-Non abbiamo trovato Loki. Sono preoccupata da morire. -

Lui cercò di sorridere in modo rassicurante: - Mio fratello è più astuto di una volpe. Vedrai che starà attento. -

-Perchè fuggire? Io... Non capisco. E non risponde ai miei messaggi telepatici. Se gli accadesse qualcosa di brutto... -

-Andrà tutto bene. - Ma non sembrava convinto.

Anzi, sembrava stesse mentendo.

Lo guardai: - Thor, che c'è? -

-Mystery... -

Un allarme ci fece scattare tutti sull'attenti. Nick Fury si precipitò a controllare dalla sua vice: - Hill! Che succede? -

La voce della donna mi giunse con una nota a dir poco scioccata: - Signore, si sta verificando un terremoto terribile a livello mondiale!! -

Tutti accorremmo allora alla finestra principale che dava sul basso: i palazzi e i grattacieli di New York oscillavano pericolosamente come canne al vento, le luci lampeggiavano e qua e là qualcosa cedette e crollò al suolo in una nuvola di polvere. Durò qualche minuto.

-Mio Dio... - mormorò Steve, - ma è la fine del mondo! -

Lì mi scossi: - Ripetilo? -

-Cosa? -

-Cosa hai detto che è? -

-La... la fine del mondo... -

Stupida.

Ero stata stupida.

Terrorizzata, raggiunsi il borsone che mi ero preparata prima di salire a bordo, abbandonato vicino alla mia sedia, e dopo avervi frugato dentro per un po' trovai il mio inseparabile libro sui miti nordici.

-Ti pare il momento di leggere? - sbottò Clint.

Ignorandolo, iniziai a sfogliare le pagine finché non giunsi al capitolo che cercavo: - Eccolo qua, “Il crepuscolo degli dei”!! -

-Cosa? - tuonò il direttore.

-E' tutto scritto qui: l'inverno, le guerre fra gli uomini, tutto. Ascoltatemi: “Segni potentisi manifesteranno nel cielo e sulla terra: il lupo Skoll ingoierà il sole; Hati divorerà la luna. Le stelle splendenti saranno cancellate dal firmamento”. -

-In effetti il cielo è scuro, non solo per il maltempo... - commentò Vedova Nera.

- “Tutta la terra si scuoterà, e così Jotunheimm, paese dei giganti”. -

-Scuoterà... Il terremoto - constatò il dottor Banner, preoccupato.

-Non capite? Sta succedendo... - continuai, col cuore gonfio d'ansia, - si sta avverando... la profezia... del Ragnarok... -

Tutti mi guardarono a occhi sbarrati, senza proferire parola, e Thor sospirò pesantemente.

-I segni sono evidenti. Forse è per questo che Loki... -

-Cosa ha a che fare lui con tutto questo? - domandò Tony.

Dopo una breve spiegazione sul ruolo del dio nella leggenda, Fury fu preso da un nuovo scatto d'ira: - Dobbiamo trovarlo, e in fretta! -

-Non posso posso crederci... - Affranta, abbassai lo sguardo: - Non lui... Non Loki... -

-Che ti aspettavi dal dio degli inganni? - Il cattivo commento di Stark mi fece arrabbiare:

-No, sono sicura che gli sia successo qualcosa! Deve essere così! -

-Io ti appoggio in pieno! - si inserì il dio del tuono, - Altrimenti perchè fuggire in quel modo? -

-Ci faremo dare i dettagli non appena lo avremo catturato - riprese il direttore, - signor Stark? I satelliti? -

-Solo un secondo... - Il miliardario armeggiò sul touch screen, per poi portare in grafica 3D un'immagine: era l'inquadratura di una telecamera di sicurezza, e con gioia e apprensione riconobbi Loki, più pallido del solito, con profonde occhiaie sotto i begli occhi chiari e in volto un'espressione atterrita, vestito di nero.

-Dov'è...? - domandai, con un filo di voce.

-Stoccarda. -

-Chi non vola prenda un jet; dottor Banner lei rimanga qui per supporto tecnico, e... Ceh stai facendo? -

Avevo ingrandito l'immagine di Loki, osservandola atentamente.

-Non sembra un guerriero pronto all'azione. Anzi, mi sembra terrorizzato. -

Mi voltai verso Capitan America: - Ora non potete impedirmi di venire con voi! -

-E' fuori discussione, Mystery, devi restare al sicuro! - fu la sua risposta.

-No, io voglio, devo vedere Loki, e capire cosa sta succedendo, devo parlare con lui! -

-E se ti facesse del male? -

-Non lo farebbe mai. E' il mio migliore amico e gli voglio un mondo di bene, Steve. Ti prego. Prometto che farò attenzione. -

Sostenni il suo sguardo; lui sospirò: - Stai lontana dai guai, intesi? Rimani sempre vicina a noi. -

 

 

 

A bordo del jet, io, Steve, Natasha e Clint (questi ultimi due a pilotare) stavamo sorvolando l'Oceano Pacifico, affiancati all'esterno da Thor, che volava guidato da Mjollnir, e da Iron Man nella sua armatura.

-Fa un freddo cane... - si lamentò quest'ultimo dall'interfono.

-Non è un inverno normale - risposi, - cerca di resistere fino a Stoccarda. -

-Thor non si lamenta, però - osservò l'arciere.

-Ho viaggiato in regni dove la temperatura era molto più rigida, tutto qui - comunicò il dio del tuono tramite l'auricolare.

-Mystery - cominciò Steve, - cos'altro dice il tuo libro? Come prosegue questa profezia? -

Fui sorpresa: - Davvero? -

-E' tutto ciò che abbiamo per farci un'idea della situazione. Thor non ha detto granché. -

Presi il volume dal mio borsone e continuai a leggere: - Dunque... “Gli uomini percorreranno il sentiero di Hel, l'aquila emetterà il suo grido divorando i cadaveri, s'accasceranno le streghe, gemeranno i nani davanti alle dimore di pietra”. -

-Che significa? -

-In modo molto approssimativo? Moriremo tutti, e anche gli altri regni risentiranno degli effetti del Ragnarok. -

-Mio padre... - Thor aggiunse qualcosa che non udii a causa di improvvisa folata di vento che disturbò la comunicazione.

-Non solo: “I monti crolleranno, gli alberi saranno sradicati; allora ogni legame sarà spezzato, e i mostri cosmici saranno liberi”. -

-Mostri cosmici? - ripeté Vedova Nera. -

-Sì. Un lupo e un serpente, figli di Loki. -

-Come sarebbe? - Capitan America sembrava confuso.

-E' difficile da spiegare... Ti basti sapere che Loki ha avuto per la maggior parte dei mostri per figli. -

-Che orrore! - commentò Clint.

-Siamo arrivati. - L'annuncio di Stark i fece scattare sull'attenti.

Qualcosa però non andava: alte colonne di fuoco serpeggiavano verso il cielo, in contrasto con la gelida tormenta che avvolgeva col suo candore ogni dove. Trovato un posto dove farci scendere, il jet rimase a mezz'aria. A terra, mi guardai attorno: solo la devastazione regnava sovrana.

-Che disastro... - commentai, sentendomi letteralmente a pezzi.

Steve mi posò una mano sulla spalla: - Riusciremo a fermare tutto questo, vedrai. Ora cerchiamo Loki. -

Delle grida giunsero alle nostre spalle. Thor atterrò vicino a noi, sollevando la neve all'impatto tutta attorno a sé, mentre Tony proseguì, sorvolando la folla urlante che si stava avvicinando a noi correndo.

La sua voce nell'auricolare mi fece sussultare: - L'ho trovato. -

Non aspettai nessuno. Andando controcorrente alle persone in fuga, mi precipitai a vedere. Poi, di fronte a me, si pararono le figure di Iron Man e di qualcuno che, avvolto in abiti neri come il carbone, stava rannicchiato su se stesso, a terra, in mezzo ad una piazza.

Volevo avvicinarmi, ma Tony mi fermò afferrandomi per un braccio, in modo incredibilmente delicato considerando che stava indossando l'armatura: - Non andare. -

-Lasciami subito. -

-Non sappiamo come potrebbe reagire. -

-Di sicuro non sta bene! - Strattonai e mi liberai dalla sua presa. Mi avvicinai alla figura in nero e inginocchiandomi sussurrai: - Loki? -

Il volto che lentamente si alzò verso di me avrebbe fatto pietà a chiunque: due grandi e stanchi occhi chiari mi fissarono, lucidi; il volto pallido era contratto in una smorfia sofferente e lunghe ciocche dei capelli corvini vi ricadevano sopra scomposte.

-M-Mystery...? - domandò, la voce un po' lamentosa.

-Loki, cosa ti è successo? - dissi, apprensiva.

-Non... Ho perso il controllo, Mystery... Ha preso il sopravvento, io non volevo... -

-Cosa? -

-Speravo non si manifestasse mai... Il potere del Ragnarok... Sta aumentando...! - L'urlo agghiacciante che lanciò mi fece morire dentro, e caddi all'indietro quando un raggio di luce rossa sfuggì dalle sue mani tese in avanti con uno spasimo, distruggendo con una grande esplosione una malcapitata auto lì parcheggiata.

Ansimante, tornò a guardarmi: - Scappa... Non voglio farti del male, ti prego... Vattene... -

Venni aiutata a rialzarmi dalle mani ferme di Steve, mentre Thor si avvicinò al fratello: - Tu ora devi venire con noi. -

-No, non posso! Non capite, voi... -

Un dardo dalle piume rosse sulla coda lo colpì sul collo. Loki stramazzò a terra, e io guardai in alto. Occhio di Falco era appostato su un tetto, e fra le mani teneva un fucile.

-Dormirà per tutto il viaggio - disse Tony. Il dio del tuono caricò l'altro in spalla e mi guardò triste: - Mystery... Non sai quanto mi dispiace. Ma sai come andrà a finire. E trattandosi di una profezia come questa... -

-Non me ne frega niente - risposi, velenosa, - troveremo una soluzione. -

 

 

 

Tornati dopo qualche ora all'Elivelivolo, vidi Loki portato in una cella di massima sicurezza dalle guardie e da Nick Fury in persona. Con mia sorpresa, nella sala conferenze ci attendeva Odino.

-Padre, cosa ci fate qui? Dovreste... - cominciò Thor, ma venne interrotto dal re: - Non potevo restare fermo a guardare ciò che stava succedendo qui. - Il suo occhio buono si posò allora su di me, e rabbrividii: - Vuoi dire qualcosa, Mystery? -

Deglutii: - Loki ha detto... di non riuscire più a controllare il potere del Ragnarok... Che significa, maestà? -

Odino divenne serio e insieme triste: - E' un potere che possiedono coloro che si uniranno alle forze del Male nel giorno del crepuscolo degli dei. Loki doveva scatenarlo il giorno stesso della sua liberazione, ma non lo ha fatto. Purtroppo, questo potere distruttivo è stato represso per troppo tempo, e ora lo sta distruggendo. -

Scossi al testa, sconvolta: - No... non può succedere... -

-Invece sì. E la profezia deve compiersi. -

-No, no, non può! - esclamai, mettendomi le mani nei capelli e avvertendo quel groppoin gola di quando vorresti piangere ma non ci riesci.

-Cosa succederà se la profezia dovesse avverarsi? - domandò il direttore Fury, entrando nella stanza.

Lo guardai, atterrita: - Sarà la fine. I mostri cosmici devasteranno la Terra, giungerà un dio chiamato Surtr col suo esercito e brucerà ogni cosa. Gli dei combatteranno, ma Odino, Thor, Heimdall... e lo stesso Loki... cadranno. -

Tutti si voltarono allora verso i due asgardiani. Thor abbassò la testa con aria grave.

-Tutto morirà, per poi rinascere dalle proprie ceneri - continuai, - ma il mondo così come lo conosciamo sarà annientato. -

-Deve pur esserci un modo per cambiare la profezia! - esclamò Steve battendo un pugno nel palmo dell'altra mano.

-Il destino è sempre stato un concetto immutabile per i popoli antichi - aggiunsi, sentendo gli occhi farsi lucidi, - e raramente esistono scappatoie. -

Mi misi a piangere in silenzio. Andai alla finestra che dava su New York, sentendo lo sguardo degli altri su di me, e commentai: - Tutte quelle vite innocenti saranno spezzate. E Loki... Non posso pensarci. -

Mi voltai di scatto, rivolgendomi nuovamente a Odino: - Una profezia tanto antica non può non subire qualche alterazione nel corso del tempo! Nemmeno Loki vuole tutto questo, io lo so! Mi dica che abbiamo una possibilità! -

Restammo tutti in attesa della risposta del saggio re, che si fece un po' attendere.

Alla fine, con un sospiro, mi guardò comprensivo: - Forse, ed è l'idea più folle che abbia mai avuto, c'è ancora una speranza. -

 

 

 

Ottenni il permesso di vedere Loki. Scortata dall'agente Coulson, vidi il dio raggomitolato sul pavimento della sua cella a cilindro in vetro molto spesso, con la testa appoggiata sulle ginocchia e le braccia avvolte attorno alle gambe.

-Voglio entrare lì dentro. -

-Non puoi. E' troppo pericoloso. -

-Fammi entrare. Per favore. -

Coulson dovette cedere alla mia ferma volontà. Sospirò, toccò dei bottoni su un pannello e aprì la porta della cella, che si richiuse subito dietro di me una volta che fui all'interno.

Loki sollevò piano il capo, e si stupì nel vedermi: - Tu? -

Veloce, mi avvicinai a lui: - Come stai? -

Si scostò non appena provai a toccarlo: - Vattene via, Mystery. Lo dico per te. -

Invece riuscii a prendergli il viso fra le mie mani e con delicatezza lo portai a guardarmi: era stanco, distrutto, sembrava non dormire da troppo tempo nonostante l'avessero narcotizzato.

-Dimmi una cosa: perchè Stoccarda? Perchè andare tanto lontano? -

-C'era... Un passaggio segreto. Per un altro regno. Uno dei tanti che conosco e di cui Heimdall non sa niente. Ma non ho potuto raggiungerlo per via... beh, lo hai visto. -

-Ho capito che ti sta succedendo. E capisco che tu sia voluto fuggire. -

Da accigliata la sua espressione divenne triste: - Perchè adesso? La mia vita stava trovando un po' di pace, finalmente. -

-Odino è stato qui. Ci ha spiegato in parole povere in che cosa consiste questo potere alimentato dall'odio che le creature malvagie, come i tuoi figli, portano dentro di sé, assieme al rancore e alla rabbia. Esso farà da segnale a Surtr per cominciare a combattere. Però è qualcosa di tangibile e soprattutto magico. E forse ci è venuta un'idea che salverà tutti noi. -

-Ti ascolto. - Nel suo sguardo, smeraldino alla luce delle lampade, vidi riaccendersi una luce.

Gli sorrisi: - Priveremo i mostri cosmici del loro potere. E' da loro che il tuo trae maggior forza, perchè si tratta di sangue del tuo sangue. Impediremo loro di uccidere Thor e Odino. Ed essendo un potere magico, esso potrà essere rinchiuso da qualche altra parte, al sicuro. Tuo padre è andato a chiedere consiglio ai Nani proprio per questo. -

-E poi? -

-Come aveva detto... Ah sì: trovato un “contenitore” adatto, questo verrà portato in una terra disabitata, e lì il potere sarà rilasciato per attirare l'esercito di Muspellheimm. A quel punto non rimarrà altro da fare che combattere, ma l'esito sarà diverso, ne sono sicura. -

-Mi sembra rischioso. -

-Ma potrebbe funzionare. Midgard non sarebbe neanche toccata dalla guerra. E tu... -

-Oh, Mystery... - Loki si alzò, appoggiandosi alla parete circolare con la schiena: - Tu sai meglio di me che il destino non si può cambiare. -

-Invece sì. Tu non vuoi che tutto questo accada, ed è già un elemento che differisce dalla profezia. - Mi alzai a mia volta per stargli di fronte: - So bene cosa è stato detto e scritto, ma se abbiamo anche solo la minima speranza allora non dobbiamo abbandonarla. -

Lui scosse tristemente la testa: - Non vale per me. -

-Certo che sì. -

-I fili del destino sono intrecciati da secoli per questo giorno. -

-Ma morirai! -

-E' la profezia. -

-Loki Laufeyson! - gridai, - Non ti azzardare a fare quell'aria rassegnata con me, o ti prendo a schiaffi! Tu sei un dio, forte e deciso, e non puoi lasciarti andare così agli eventi del fato! -

Sentivo che l'agente Coulson era pronto ad intervenire. Solo non capivo se per impedire a me di strozzare Loki o se per la mia sicurezza.

Il dio si soffermò a guardarmi: - Tu... Sei proprio assurda. Vuoi opporti ad un destino già scritto secoli prima della tua nascita? -

-Sì. -

-Perchè? -

-In ordine non di importanza? Il mio mondo, la mia famiglia... - Mi avvicinai a lui con un sorriso: - E il mio più caro amico. Non voglio che tu muoia, Loki. Nessuno deve morire, chiaro? -

-Sei... davvero... -

Un forte scossone fece tremare la cella e tutto ciò che avevamo intorno. Spaventata, domandai al mio accompagnatore cosa fosse accaduto, ma non rispose: aprì la porta della cella e mi ordinò di uscire.

-Voglio sapere che succede! -

-Non c'è tempo, dobbiamo andarcene! -

-Non senza Loki! -

Un nuovo scossone, più violento, ci raggiunse assieme al suono di un'esplosione lontana.

-E va bene, portalo fuori! Muovetevi! -

Presi per mano il dio, che però sembrava titubante: - Non so se è il caso... -

-Non rimarrai qui a farti ammazzare, qualunque cosa stia... - Non terminai la frase a causa di una nuova esplosione, più vicina, che ci allarmò.

Chiamai Natasha con l'auricolare: - Tasha!! Che succede?!? -

 

 

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Capitolo 9
*** Battesimo del Fuoco ***


La comunicazione era disturbata: - Mystery! ...zzz... ono dei ...zzz... i! Ci stanno- -

Ma non riuscii a sentire altro.

Proprio dietro di me e l'agente Coulson, mentre attraversavamo i corridoi il più in fretta possibile, Loki ebbe nuovamente un malore, che ci rallentò.

-Stanno arrivando... - mormorò il dio, - E vi uccideranno pur di raggiungere il loro scopo... -

-Chi sta arrivando, Loki? -

-L'esercito di Muspellheim. -

Circondati dagli uomini dello S.H.I.E.L.D., che imbracciata l'artiglieria stavano correndo avanti e indietro, io e l'agente ci guardammo un attimo, preoccupati.

-Intendi... Anche... -

-No. Questa è solo l'avanguardia. Ma presto marceranno al completo su Midgard mettendola a fuoco e fiamme; non avranno alcuna pietà! -

Un nuovo scossone e un'esplosione lontana ci fecero sussultare.

-E uccideranno anche voi... - continuò Loki, - se non mi consegnerete a loro. -

-Cosa?!? - esclamai.

-E' me che vogliono. Un loro alleato. Un ufficiale, insomma, per guidare le truppe. Così deve essere. -

-No, se lo scordano! Non ti porteranno via! -

-Mystery, non esiteranno un istante a farvi fuori, sono migliaia di demoni di fuoco dai poteri spaventosi! -

-Abbiamo affrontato un gigante verde con la forza di mille uomini, in passato: li sfido a fare di peggio! - intervenne Coulson.

Una nuova esplosione, proprio dietro di noi, ci costrinse a muoverci ancora.

Ma vedevo chiaramente che Loki stava cedendo fisicamente.

Sorreggendolo con tutte le mie forze, stavo dietro all'agente, che mi urlò per sovrastare il frastuono generale: - Dobbiamo arrivare all'armeria! E' l'unica speranza che... -

Il pavimento oscillò pericolosamente, e cominciammo ad inclinarci verso sinistra, poi a destra e all'indietro.

-Che succede?!? -urlai.

-Devono aver colpito i motori! Rischiamo di precipitare!! -

Loki allora, senza che potessi fermarlo, superò me e Coulson e corse via.

Inutile dire che partii al suo inseguimento, chiamandolo a gran voce.

 

 

 

Mi persi nei meandri di quella che sembrava una sala motori. Fili elettrici sparsi qua e là mandavano scintille dai punti nei quali erano stati scollegati dai macchinari.

A passo lento e felpato, cercavo il dio degli inganni, mentre i rumori della battaglia si erano fatti più attutiti e le oscillazioni proseguivano a ritmo incostante.

Sperai che l'Elivelivolo non precipitasse prima che avessi ritrovato il mio amico.

-Loki? - osai sussurrare.

Un rumore attirò la mia attenzione. Mi bloccai. Proveniva da destra.

Sempre cercando di muovermi il più silenziosamente possibile, andai in quella direzione.

Il rumore si fece più nitido. Qualcuno stava frugando nel metallo.

Altri due passi.

La prima cosa che vidi fu una specie di coda rossa di brace, intervallata da zone più scure.

Tre passi piccoli.

Questa coda era collegata ad un corpo informe di lava incandescente, che aveva anche due scure ali da pipistrello.

Ultimi due passi.

Finalmente potei vedere per intero la creatura. Due lunghe corna nere sormontavano il suo capo, piccolo e dalle fattezze ghignanti, come quelle dei gargoyle delle cattedrali gotiche.

Sì, un gargoyle. Purtroppo per me però vivo e ancor più orribile.

Stava buttando all'aria tutto ciò che aveva di elettronico davanti a sé e sembrava non essersi accorto della mia presenza.

Un brivido di terrore mi corse lungo la spina dorsale.

Il mio corpo attendeva, paralizzato, che il cervello si decidesse sul da farsi.

Correre?

Defilarsi in silenzio?

La seconda opzione mi sembrò la più logica e meno rischiosa.

Tornia sui miei passi, procedendo all'indietro e senza perdere d'occhio il mostro.

Fu così che non mi accorsi della chiave inglese accanto al mio piede.

E ovviamente la urtai. Sbarrai gli occhi.

Al “ting” dell'oggetto seguì un momento di silenzio teso e terribile. La creatura si voltò lentamente verso di me, mentre con i denti scioglieva una sbarra metallica.

Il mio istinto a fuggire non arrivava alle gambe.

L'essere mandò un brontolio sommesso.

Mi aspettavo un attacco da un momento all'altro, ma poi un gran fragore giunse non molto distante da noi. Qualcosa sfondò la parete, scaraventando via il mostro, che mandò un urlo di rabbia e sorpresa. Io mi ritrovai a gambe all'aria.

Mi tirai su, in tempo per vedere nella confusione una massa verde urlante, che si voltò di scatto verso di me.

-Bruce... Hulk...? - mormorai.

Con voce profonda e potente, disse solo: - Scappa. -

Tornò poi a fronteggiare il mostro con tutta la sua furia.

Mi rialzai, correndo lontano, per ritrovarmi nell'hangar interno del mezzo. Finalmente lì ritrovai Loki, che mi dava le spalle.

-Fermo dove sei!! - urlai, più come una supplica che come un ordine, facendomi strada fra i jet.

-Mystery, basta. Se non andrò con loro distruggeranno questo posto ed elimineranno chiunque oserà ostacolarli. -

-Per favore, Loki... - Mi avvicinai ulteriormente a lui: - Insieme possiamo trovare un'altra strada. Non lascerò che tu vada con loro, è un suicidio! -

Il dio si voltò verso di me: - Basta, Mystery, davvero. -

-No, io non mi arrendo. E ti avverto: se vai con loro, farò di tutto per salvarti. Combatterò se necessario. -

-Basta!! - urlò improvvisamente, mettendomi paura, - Vuoi affrontare la realtà?!? Vuoi vedermi per quello che sono veramente?!? -

-E cosa sei, veramente?!? - replicai, nel medesimo tono.

-Questo!!! - Con un gesto repentino del braccio, scagliò un lampo rosso contro un jet alla sua destra, facendolo esplodere in migliaia di pezzi. Istintivamente mi coprii il volto per proteggermi e arretrai. Lo guardai, scossa.

Da feroce la sua espressione divenne quasi contrita: - E' stato divertente finché è durato. Ma ora non c'è via di scampo, il mio destino è questo: portare morte e distruzione. Devi prendere la tua famiglia e portarla via da Midgard; parla con Odino, lui vi offrirà aiuto, ne sono sicuro. -

-Non sarà necessario, se il piano funzionerà. -

-Ma guardati: una fanciulla mortale, che parla quasi con onnipotenza. Quale potere hai tu per fermare la fine del mondo? O per salvare me? Nessuno, devi ammetterlo. -

Sentirlo parlare così mi fece male, ma provai a ribattere: - Non da sola, certamente. Ma lavorando tutti insieme forse... -

-Mystery!!! - L'agente Coulson comparve alle mie spalle, reggendo fra le braccia un grosso fucile: - Va tutto bene? -

-Sì... -

-La porti via, la prego - disse ancora il dio rivolto all'uomo, - Deve rimanere al sicuro. -

-E tu con noi! - riprovai.

-No, Mystery, perchè io stesso sono un pericolo, una bomba che può esplodere in qualunque momento. Devi stare lontana da me. -

Sentii crescermi un groppo in gola, ma prima che potessi aggiungere altro qualcosa cominciò a colpire con forza e a ripetizione il portellone.

-Arrivano. Quando mi avranno preso, lasceranno stare l'Elivelivolo. -

-Loki, è un piano stupido, il più stupido che tu abbia mai elaborato! -

-Mystery ha ragione. Torniamo indietro insieme e... -

-No. Andate via di qui. -

-Mai! - urlai, - Morirai se andrai con loro! -

-No. Morirò in battaglia, è quello il mio destino. -

-Basta col destino!!! Non ti permetto... -

Il portellone venne sfondato dall'esterno. Una delle creature fece capolino con la sua orrenda faccia dal foro d'entrata, allargò con le mani di lava l'apertura, fondendola, e si fece largo all'interno.

-Ah, no, non ci provare! Stai indietro, Mystery!! - Coulson mi fece indietreggiare alle sue spalle e sparò alla creatura con la sua arma, che con mia sorpresa lanciò un colpo di energia arancione.

Loki si spostò lontano da noi, e quando l'intruso venne colpito in pieno il passaggio fu libero. Ma le grida dei suoi compagni, ancora fuori, ci raggiunsero.

E poi ci raggiunsero loro.

Altri iniziarono a sfondare il portellone per entrare, e Coulson non riusciva a tener loro testa.

Guardai Loki: stava lì, in piedi, ad osservarli.

-Loki!!! - Mi gettai di corsa verso di lui, ma prima che potessi raggiungerlo un'altra creatura sbucò da sotto il pavimento, scaraventandomi indietro. Arrancando sulle mani e spingendomi coi piedi provai ad allontanarmi, mentre l'essere mi puntava gridando con voce stridula.

Un lampo di luce rossa disintegrò la creatura.

Di nuovo portai lo sguardo su Loki, ancora a mano tesa: - Lei no. Adesso ce ne andiamo. -

Ansante per la paura, udii un rumore strozzato alle mie spalle. Voltandomi di scatto, vidi con orrore l'agente Coulson, in piedi, con una macchia scura e ancora fumante sula camicia, vicina al cuore.

Loki aveva colpito anche lui.

-NOO!! - Corsi ad aiutarlo; l'agente crollò sulle ginocchia mentre una macchia di sangue scuro cominciò a scorrere dalla ferita lungo la trama del tessuto. Riuscii a sorreggerlo e a farlo sdraiare a terra, e nel panico la prima cosa che mi venne in mente fu premere con le mani il punto colpito per fermare l'emorragia, o almeno speravo che funzionasse.

-Resta con me, ti prego, resisti... - mormoravo, come un mantra. In quel momento il dio ricominciò a parlare: - Capisci adesso? La morte è tutto ciò che posso portare con me, ormai. -

Tornai a guardarlo, in preda alle lacrime: circondato dai demoni di fuoco, era come se avesse un'aria diversa, minacciosa e inquietante.

Per la prima volta da quando lo conoscevo avvertii paura.

Paura non per lui, ma di lui.

Il portellone venne distrutto completamente. Un destriero di fuoco atterrò all'interno, in attesa del suo cavaliere, una creatura grottesca che ricordava una salamandra con le ali, fornita di una sella di pietra.

-Questo è un addio, Mystery Endless Sky. Il Ragnarok giungerà, e spero che tu sia abbastanza lontana da Midgard, per allora. - Lui mi voltò le spalle.

Non riuscivo a dire niente, avevo come perso la parola.

-Chi c'è?!? - Il direttore Fury irruppe nell'hangar giusto in tempo per vedere Loki salire sulla bestia di fuoco e andarsene con gli altri mostri al seguito.

Quando si accorse di noi, il suo sguardo mutò in sincera preoccupazione: - Coulson... -

Si chinò, passando lo sguardo da me all'agente, e ordinò che venisse mandata una squadra medica, poi si rivolse a me: - Mystery, guardami. Guardami. -

Atterrita, obbedii.

-Che cosa è successo? -

Non riuscivo a rispondere. Era come tutto ovattato.

In quel momento arrivò la squadra medica, e avvertii un lieve sollievo.

Coulson rantolò qualcosa, ma non capii. Non riuscivo a togliere la mani dalla sua ferita.

-Lei è sotto shock, aiutatela. - La voce del direttore mi giunse lontana.

Mi separarono dall'agente con la forza e lo caricarono prontamente in barella.

-Notizie da Iron Man? -

-Ha fatto ripartire il motore, signore. Stiamo tornando in quota. -

Guardai le mie mani. Erano rosse di sangue.

-Mystery...? - Il direttore mi prese con gentilezza e insieme fermezza per i polsi: - Riesci a sentirmi? -

Allora, finalmente, iniziai ad urlare. E a piangere, disperata.

Era troppo da sopportare.

Troppo.

In quell'attimo di crollo emotivo sentii tutto il vuoto che la cruda realtà mi aveva lasciato.

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Capitolo 10
*** Everything Burns ***


Rannicchiata in un angolo della sala comando, che era stata adibita a centro medico d'emergenza, con la fronte appoggiata sulle ginocchia, meditavo sull'accaduto.

Loki portato via.

Coulson ferito gravemente.

L'Elivelivolo mezzo distrutto.

E come se non bastasse, Hulk era andato disperso nella battaglia.

Presa dallo sgomento, tutto ciò che mi venne in mente di fare era... cantare fra me e me, a bassa voce, nel tentativo di farmi coraggio.

Non pensate male, il testo era piuttosto triste.

 

She sits in her corner

Singing herself to sleep...

Wrapped in all of the promises

That no one seems to keep...

 

Mi raggomitolai ancora di più.

 

She no longer cries to herself

No tears left to wash away...

Just diaries of empty pages

Feelings gone ashtray...

 

-Tieni. Ne hai decisamente bisogno. -

Alzai lo sguardo. Era Natasha, con un taglio appena medicato sulla fronte, che mi porgeva una tazza fumante di caffè.

-Dove te lo sei procurato? -

-Incredibilmente una delle cucine è rimasta intatta. - Presi la tazza e lei si sedette accanto a me: - E anche tu, per fortuna. -

-Non tutte le ferite sono fisiche... - mormorai, fissando il liquido scuro.

-Cosa è successo? -

-Ho solo capito. La verità mi è stata sbattuta in faccia nel peggiore dei modi. -

-Quale verità, Mystery? -

La guardai: - Sono venuta qui solo per seguire Loki. E mi sono illusa di poter migliorare la sua e la mia vita dandomi da fare assieme a voi. - Ri-abbassai lo sguardo: - E invece sono solo riuscita a farmi quasi ammazzare e a far ferire l'agente Coulson. Se non fosse stato per me, lui... -

Strinsi la tazza di porcellana fra le mani cercando di non piangere di nuovo.

-I nostri medici si prenderanno cura di lui, vedrai - tentò di consolarmi la spia.

-Mi sento in colpa da morire. E ora che Loki si è unito ai cattivi... -

Ripensai al momento in cui lo avevo visto con terrore e paura. Da una parte cercavo di dirmi che non era quello il dio che conoscevo, ma dall'altra la ragione insinuava che quella fosse la sua vera natura, e che mi avesse preso in giro fin dall'inizio.

Ma allora perchè mi aveva salvata da quel demone di fuoco?

-Sbaglio o Odino aveva un piano? - riprese Natasha.

-Sì... - confermai, distratta.

-Hey... - Mi diede una pacca sul braccio: - Vedrai che tutto si aggiusterà. -

Sorrisi in modo stentato: - Gli altri come stanno? -

-Tony è un po' malconcio dopo il bel giro nella turbina che si è fatto, ma sta bene. E gli altri hanno qualche graffio, un paio di ustioni, niente di irreparabile insomma. -

Annuii, un po' più sollevata.

-Agente Romanoff? - Il direttore Fury si parò davanti a noi e ordinò alla spia di andare da Maria Hill.

Rimanemmo da soli in un silenzio imbarazzante, poiché io avevo paura ad aprire bocca.

Poi lui mi porse un apparecchio, che riconobbi essere un telefono.

-Chiama la tua famiglia. Fa' sapere loro che stai bene e assicurati lo stesso da parte loro. -

-... Grazie. -

Se ne andò senza aggiungere altro.

Sorrisi: mi ero proprio sbagliata su di lui.

Digitai il numero dei miei genitori. Mi preoccupai non poco quando non risposero dopo tre squilli, ma la voce di mio padre dall'altra parte fugò i miei timori: - Pronto? -

-Papà? -

-Mildred!!! Grazie a Dio, stai bene? Qui fuori è un inferno! -

-Io sto bene, e voi? -

-Barricati in casa. -

-E il nonno? -

-E' qui. -

-Ho bisogno di parlare con lui, devo dirgli una cosa. -

-Puoi dirla anche a me. -

-Ti prego, papà, è importante che parli con lui. -

Lo sentii sospirare: - Solo un momento... -

Dopo un attimo di silenzio, udii la voce di mio nonno: - Milly? -

-Nonno... -

Disperata, gli raccontai ogni cosa, di Loki, dell'attacco, del Ragnarok...

-Avevo torto su di lui. Pensavo fosse migliore, e invece... -

-Tesoro... Lui è migliore. -

-Come lo sai? -

-Ti ha salvata, tanto per cominciare. -

-Ma per colpa mia... -

-Si è trattato di una fatalità. Loki voleva salvarti da quel mostro perchè gli importa di te, ma evidentemente non controlla quella forza come vorrebbe. -

-Però... -

-So quanti dubbi assillino la tua mente in questo momento. Che hai paura e temi di non poter fare niente. Ma io mi ricordo di una bambina decisa e testarda, che preferiva andare ad esplorare le colline fino a notte fonda sbucciandosi le ginocchia e portando a casa animaletti di ogni sorta piuttosto che giocare con le bambole. -

-Dove vuoi arrivare? -

-Al semplice fatto che la tua forza e la tua indipendenza erano già chiare allora. Seguivi il tuo istinto, in barba a tutto il resto; sapevi sempre cosa fare. Devi starlo a sentire anche stavolta, far sì che ti dia animo contro tutte queste difficoltà, e sono certo ritroverai il tuo coraggio. Perchè se come mi hai detto c'è un piano... -

-... Devo avere fiducia in esso? -

-Normalmente, da nonno responsabile ti direi di tornare a casa, al sicuro, ma ormai nessun luogo può definirsi tale. -

Mi morsi il labbro inferiore: - Non so che fare... -

-Non sforzarti di pensarci. Saprai cosa fare al momento opportuno. Riordina le idee e fatti forza, noi ti siamo vicini. -

 

 

Girovagai per i corridoi devastati, cercando di fare come mi aveva suggerito il nonno.

Ma non era facile.

Non riuscivo a non pensare di essere stata completamente inutile.

Loki aveva ragione: quale potere avevo io?

Vagabondai fino all'hangar devastato dai mostri. Una macchia scura per terra segnava il punto in cui l'agente Coulson...

Qualcuno mi poggiò una mano sulla spalla: era Steve.

-Non ti chiederò come stai. Posso immaginarlo. Dovresti dormire un po'. -

-Che ci fai qui? Voglio dire, perchè non sei a fare piani con gli altri? -

-Ora non è il momento di parlare. È il momento di rimboccarsi le maniche e riprendersi per sferrare il contrattacco. -

-Contrattacco? Mph. Prima di aver quasi fatto uccidere Coulson ti avrei seguito, Cap, ma ora non sono più sicura di niente. Potrei essere solo un peso, ormai. -

-Che fine ha fatto la ragazza che nonostante le botte di Natasha si rialzava e non accennava ad arrendersi? -

-Era diverso. E sembra così lontano, invece si tratta di quasi due giorni fa. -

-Già. Purtroppo la serenità di un momento può essere turbata da qualsiasi cosa. Ma basta pensare che tutto possa tornare a posto, in un modo o nell'altro. -

Mi lasciò lì, anche lui dandomi una pacca sulla spalla: - Coraggio, Mystery. Fury vorrà vedere anche te. -

-Vai avanti tu, ti raggiungo fra un attimo. -

Rimasta sola, mi chinai sulla macchia scura. Ripensando a quei momenti, mi venne soltanto da dire: - Mi dispiace... -

Chinai il capo, chiudendo gli occhi, e rividi nuovamente Loki, avvertii di nuovo quella paura che avevo provato.

Scossi il capo, amareggiata. Possibile che avessi davvero preso un abbaglio? Che lui fosse malvagio?

Solo allora ricordai il suo sguardo, e sobbalzai.

Aveva paura quanta ne avevo io.

E mentre nella mia mente ripeteva il suo discorso di commiato, notai per la prima volta la sfumatura di terrore nel suo sguardo.

-Aveva paura... Aveva paura! - esclamai, fra me e me.

Come avevo potuto non accorgermene prima?

Realizzai, allora, cosa dovevo fare, mi rialzai e feci un respiro profondo: - Per Loki... Per Coulson... Per tutti color a me cari... non posso arrendermi ora. -

 

 

 

Trovai tutti in sala riunioni. Dicevano qualcosa a proposito del recupero di Bruce, ma si zittirono al mio ingresso. Calò un grande silenzio imbarazzante.

Mi feci coraggio e iniziai a parlare: - Se qualcuno vuole dirmi qualcosa, sfogarsi per la faccenda dell'agente Coulson... Lo faccia adesso. Avanti. -

Natasha si limitò a guardarmi, Clint abbassò lo sguardo e Fury incrociò le braccia sul petto, ma in generale gli altri non si mossero.

-Mystery... - Tony pronunciò il mio nome in modo cauto: - Come ti senti? -

-Arrabbiata. Furibonda a dire il vero. E stanca di piangermi addosso senza reagire. -

Guardai il direttore: - Coulson è stato colpito a causa mia. Loki voleva difendermi e ha preso anche lui. Ora lo so. Il senso di colpa non se ne andrà mai. Ma se mi lascio abbattere dallo sconforto, sarà peggio. Voglio procedere assieme a voi al piano di Odino. -

-Sei sicura? - mi domandò lui.

-Come ha detto Cap: bisogna rimboccarsi le maniche e rimettersi in sesto. -

Fury annuì: - Per te i miti sono pane quotidiano. Cosa ci aspetta? -

-Fenrir, il lupo gigantesco che secondo le leggende divorerà Odino, e Midgardsömr, il serpente che con le sue spire circonda il mondo fin quasi a mordersi la coda. -

-Una bella biscia... - commentò Stark.

-E dove si trovano? -

-Il serpente, tanto per cominciare, è stato gettato nelle acque più profonde della Terra, e questo potrebbe suggerire luoghi come... -

-La Fossa delle Marianne? - suggerì Clint.

-Magari è il famigerato mostro di Lochness! - buttò lì di nuovo Tony.

-No, sbagliate entrambi amici miei! -

Odino ci sorprese alle spalle, e reggeva fra le mani una grande scatola rettangolare intarsiata di complicatissimi disegni in un metallo scuro e lucido.

Non ero mai stata così felice di vederlo.

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Capitolo 11
*** Lupo Cattivo ***


-Questo scrigno è stato forgiato dai nani - iniziò a spiegare Odino, - e tenuto ben custodito in attesa di poter essere utilizzato contro una minaccia potente come quella che si presenta oggi. Il suo metallo è incantato, lavorato in modo tale che possa raccogliere la magia e contenerla. -

-Ma è splendido!! - esclamai, - Proprio quello di cui abbiamo bisogno! - Venni però assalita da un dubbio: - Ma è un solo scrigno. I mostri sono due. Come faremo a raccogliere il potere di entrambi? -

Odino sospirò: - Purtroppo dovremo fare una scelta. Non abbiamo tempo per affrontarli uno alla volta, ma solo contemporaneamente. Suggerisco di prendere il potere del Ragnarok dal fratello maggiore, Fenrir. Egli ha molto odio nel suo cuore. -

-Quanto tempo abbiamo? -

-Per il momento i galli che dimorano in Yggdrasil non hanno ancora cantato. Ma non molto, temo. -

-Galli? - domandò Fury.

-Nei rami di Yggdrasil dimorano diversi animali, fra i quali tre galli, che canteranno solo il giorno della battaglia finale del Ragnarok. Finché tengono il becco chiuso siamo tranquilli. -

-Giusto - riprese il padre degli dei, - ma torniamo a noi. Se sceglieremo Fenrir, allora il potere di suo fratello andrà disperso, per raggiungere il suo più vicino consanguineo. -

-Quindi... O Loki, o Hel. -

-Se arrivasse a Loki, potrebbe essere ancora più dura per te aiutarlo. Diventerebbe incontrollabile. -

Deglutii: - Dobbiamo correre il rischio. Se al direttore va bene, ovviamente. -

-I rischi sono all'ordine del giorno - fu la sua risposta.

-Una domanda: dobbiamo... Uccidere il lupo? -

-Temo di sì, mia cara. -

-Lo sapevo. Odio questa parte. -

-Prego? -

-Non mi piace privare della vita. Non sono un'assassina. E fare del male fino ad uccidere non fa per me. -

-Anche se si tratta di creature del male? - mi domandò il dio, serio.

Meditai un po' sulla risposta: - Io... Ho pietà per loro. Per il destino orribile che avranno. Certo, se ne avessi modo prenderei volentieri a calci l'esercito di Surtr, ma un conto sono i demoni di fuoco, nati da questo per servire il male, mentre Fenrir e Midgardsömr... Sono esseri viventi. Mi fa più male il pensiero di eliminarli. -

-Hai un grande rispetto della vita, e ciò può farmi solo piacere, ma in questo caso non abbiamo scelta. -

-E se ragionassimo, con Fenrir? È intelligente, dopotutto, e mi ricordo che sa parlare. -

-La diplomazia non ci salverà stavolta - intervenne ancora il direttore, - vorresti metterti a chiacchierare con una belva feroce? -

-Scommetto che il cucciolone non cederà il suo potere per una scatola di biscotti... - scherzò Tony.

Lo guardai male: - Dimmi che non hai appena detto... -

-Dove possiamo trovarli? - domandò Cap, rivolto ad Odino.

-Fenrir è incatenato su di un'isola di nome Lyngvi, mentre Midgardsömr è nelle acque dell'oceano che voi chiamate Pacifico, ad una latitudine molto vicina al Polo Nord. -

-Dividetevi in due squadre - ordinò Fury, - e scegliete bene il vostro bersaglio, siamo di fronte a qualcosa di estremamente pericoloso. -

-Devo dirvi una cosa - intervenni, - il serpe è velenoso, infatti la profezia dice che Thor lo ucciderà, ma non farà più di nove passi che crollerà a terra, morto dopo essere stato contaminato dal veleno soffiatogli addosso. -

-Allora ci vuole qualcosa che lo assorba! - esclamò Stark, - Lasciate fare a me, mi inventerò qualcosa prima della partenza. -

-Vengo anch'io - si offrì Occhio di Falco, - un animale del genere deve essere tenuto a distanza. -

-Ottima idea. Qualcun altro? -

-Io - rispose semplicemente Vedova Nera, - Posso pilotare il jet e sparare al serpente da lì. -

-Allora io andrò con Odino e Steve - conclusi.

-Contate anche me. -

Al suono della voce di Bruce ci voltammo tutti: Maria Hill lo stava accompagnando in sala, e d'istinto gli andai incontro per dargli un abbraccio.

-Come stai? -

-Ho demolito un edificio abbandonato atterrandoci sopra, ma nel complesso sto bene. Tu piuttosto: Maria mi ha detto di Coulson; come ti senti? -

-Determinata a porre fine a questa storia. -

-E' bello sentirtelo dire. E poi sono curioso, un lupo gigante non è una cosa che vedi tutti i giorni. -

-Cercherà di mangiarsi Odino. E noi come contorno. - Sogghignai: - Cerchiamo di rimanergli indigesti. -

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Capitolo 12
*** Diplomazia e maniere estreme ***


L'isola dove era imprigionato Fenrir si trovava al centro di un lago di nome Amsvartnir, sperduto fra le montagne svedesi. Il freddo micidiale che ci accompagnava rendeva difficile la nostra scalata, e dovevamo fare attenzione a dove mettevamo i piedi a causa della neve. Per maggior sicurezza Odino, che stava in testa al gruppo come guida, aveva fatto giungere da Asgard quattro dei suoi soldati, per offrire maggior supporto nello scontro che di lì a poco sarebbe cominciato.

Intanto stavamo mantenendo il contatto con l'altra metà del gruppo, partito alla ricerca del serpente.

Avvolta in abiti pesanti, con scarponi da montagna e un cappello di lana ben calcato in testa, procedevo dietro al padre degli dei ascoltando i nostri amici via radio: - Polo Nord... Ah, più freddo di così non si può! - si lamentò Tony.

-Tu sei in armatura, genio, non hai un termostato lì dentro? - scherzò Clint.

-Spiritoso. -

-Non litigate, bambini, su! - si inserì Natasha, e dal suo tono mi sembrava più divertita che infastidita.

Ma poi giungemmo all'imboccatura di una piccola grotta, e dovetti avvisarli che molto probabilmente avremmo perso il segnale per un po'.

Entrando in fila indiana nello stretto passaggio di fronte a noi, avvertivo l'umidità pesante che ne bagnava le pareti, e rischiai di scivolare un paio di volte.

-Non ti sei opposto stavolta, Steve, al mio coinvolgimento in missione - commentai rivolta al capitano.

-Siamo tutti sulla stessa barca, ormai. Ci serve più aiuto possibile, e... Aspetta. -

Sbucammo sulla riva di un grande lago interno alla montagna. Il cielo scuro sopra di noi era attraversato dalla tempesta, ma le rocce fornivano protezione a quel luogo che potevo sentire intriso di pericolo.

In mezzo al lago c'era un'isoletta, e su questa giacevano abbandonati dei legami che riconobbi come catene e un nastro, coperti in parte dalla neve.

-No... Quello è Gleipnir... - mormorai.

-Cos'è? - domandò Bruce.

-E' il legame magico con cui è stato immobilizzato Fenrir. Ma se è lì vuol dire... -

-Che siamo arrivati tardi - mormorò a sua volta Odino, serio, - e che è libero. -

Tutti cominciammo a guardarci attorno. Un ringhio prima sommesso, poi sempre più forte, ci spinse a fare cerchio attorno al re.

-Lassù!!! - gridò una guardia.

Mi voltai: su una rupe interna alla montagna, un gigantesco lupo, dal pelo grigio sul dorso e sul muso e bianco sulle zampe, con occhi azzurro ghiaccio carichi di odio e ferocia ci stava puntando, pronto all'attacco.

-Bruce, è il momento giusto per arrabbiarsi! - disse Capitan America, portandosi con lo scudo di fronte al gruppo.

Il dottore non se lo fece ripetere due volte; la sua massa corporea aumentò velocemente, stracciando i vestiti e colorandosi di verde. Il lupo balzò agilmente di fronte a noi, e tutti erano pronti ad attaccarlo.

Poi, l'animale iniziò a parlare, con voce profonda e un po' roca: - Odino... L'ignobile signore degli Asi è venuto di sua spontanea volontà ad accettare la morte? -

-Non morirà nessuno, oggi! - mi espressi io, facendomi avanti.

-Mystery, no, che stai facendo? - mi sibilò Steve, allarmato.

-Fenrir... Figlio di Loki e Angrböda - continuai, cercando di mantenere un tono fermo, - parlo a nome di questo gruppo di coraggiosi: non siamo venuti qui con l'intento di farti del male, solo se vi saremo costretti ci difenderemo da te. Fermati un attimo e ascoltami per favore. -

Il lupo rimase in posizione d'attacco, indeciso, ma smise di ringhiare: - Parla. -

-Come ben sai, il Ragnarok è cominciato. I tuoi legami si sono spezzati e tu dovresti portare a termine un compito, ma esiste un'altra strada che eviterebbe una morte inutile a te e al padre degli dei. Siamo qui solo per prendere il tuo potere. -

-Il potere del Ragnarok? -

-Sì. Se acconsentirai, non ti faremo del male, ma tu in cambio non dovrai fare del male a nessuno di noi. Pensaci: non morirai in questa assurda guerra, e c'è la possibilità che tu non debba essere mai più rinchiuso. -

-Perchè volete il mio potere? -

-Per salvare tuo padre e Midgard da una fine certa. -

-Mio padre? - Fenrir sembrava sorpreso.

-Io lo conosco. E non voglio vederlo morire così. Aiutaci a salvarlo; sii libero dl male che porti con te, e ti prometto che andrà tutto bene. -

-Tu ami mio padre? -

-Come? - La domanda mi colse impreparata.

-Ti ho chiesto una cosa semplice, rispondimi. -

-Io... so solo che per lui farei qualsiasi cosa. -

-Anche venire fin qui, facendo un discorso inutile? -

-Inutile? - ripetei, con voce flebile.

-Io non posso dimenticare. Mi hanno separato da mio fratello e da mia sorella, non ho mai più rivisto i miei genitori, e sono stato abbandonato in questo luogo dimenticato da tutti per secoli. -

In quel momento udii nella mia trasmittente la voce di Clint: - Abbiamo trovato il serpente. Ci apprestiamo a... Attenta, Nat!! -

-Clint? Clint! - chiamai.

-Tutto a posto. Ci ha attaccati, ma lo abbiamo... Ritorna!! -

-Mio fratello Midgardsömr...? - Fenrir tornò a ringhiare: - Lo sapevo... Volete ucciderci!! -

-No, Fenrir, noi-- tentai di difendermi, ma invano, poiché l'animale avanzò di un passo, minaccioso: -Volete il mio potere? Non finché il mio sangue non imbratterà il suolo!!! -

Steve mi tirò indietro; il lupo balzò per ghermire nelle sue fauci chiunque gli capitasse a tiro, ma si ritrovò intercettato da Hulk.

Iniziò così uno scontro titanico: più la bestia si avventava sull'avversario, tanti più i pugni il gigante verde gli assestava, ma sembrava che nessuno prevalesse sull'altro.

Riparati dietro una roccia assieme agli altri, Steve commentò: - Non riuscirà mai ad ucciderlo. Dobbiamo intervenire. -

-No, dobbiamo ritentare con... - cominciai, per poi essere interrotta: - I discorsi non servono più, Mystery. Non abbiamo scelta. -

Capitan America si rivolse a Odino: - Come possiamo eliminarlo? -

-Ci vorrebbe qualcuno a tenerlo fermo. Così i miei uomini potrebbero colpirlo. È in parte asgardiano anche Fenrir, per cui le armi normali non possono fargli niente, ma le spade dei miei guerrieri lo feriranno sicuramente. -

-Ho capito. Hulk!! -

Il gigante si arrestò, richiamato dalla voce del capitano.

-Devi fermarlo! Bloccalo in qualche modo! -

Con un cenno del capo, Hulk lasciò intendere di aver capito.

-Vi prego, no, non possiamo ucciderlo!! - provai ad insistere, ma venni ignorata.

Dopo un ulteriore scontro, Fenrir venne placcato a terra, tenuto fermo dalle mani possenti del nostro alleato. Odino ordinò allora ai suoi di andare.

-No, aspettate, no!! - Provai ad andare loro dietro, ma venni bloccata da Steve e dal dio.

-Lasciatemi!! No! Non fatelo!! -

-Non guardare, Mystery!! - Capitan America mi coprì gli occhi con una mano.

Udii un ululato di dolore di fronte a me.

A quel punto riuscii a divincolarmi e a correre, per poi farmi strada fra i soldati spingendoli via: segni di profonde ferite correvano lungo il corpo del lupo, che agonizzante era stato lasciato a terra, il bel manto sporco di sangue.

-Almeno potevate fare in fretta... Questo è un massacro!! - gridai, rabbiosa, ai soldati, con lacrime di furia che cominciavano a scorrermi sulle guance.

-Ah... -

Il rantolo di Fenrir mi riportò a rivolgermi a lui: - Mi dispiace tanto... Davvero... - Lo carezzai sul capo, il pelo ispido per l'incuria.

-Era da tanto tempo... che non ricevevo un gesto gentile... da parte di qualcuno... -

Ora alla rabbia si stava sostituendo la tristezza: vedere una creatura tanto magnifica ridotta in quelle condizioni mi faceva stare malissimo.

-Hai usato... parole sagge, prima - continuò, a stento, - e io non le ho ascoltate. La sete di vendetta... -

-Shh, non parlare, ti sforzi troppo... -

-Non lasciare che il male... e la guerra... si portino via mio padre... Prendi il mio potere... Usalo per salvarlo... -

-Fenrir... -

-Lo sai... Non mi saresti dispiaciuta... Come matrigna... -

Quella frase fu il colpo di grazia. Mi lasciai andare ad un pianto incontrollabile.

Il lupo chiuse gli occhi per sempre.

Continuai ad accarezzare il suo manto per un po', finché un alone rosso non gli comparv intorno.

-E' il momento - disse neutro Odino, che aprì lo scrigno e iniziò a raccogliervi il potere.

Nel frattempo, Bruce era tornato normale, e mentre si rivestiva con degli abiti di ricambio mi disse solo: - Mi dispiace tanto, Mystery. -

Non gli risposi. Guardando il corpo ormai privo di vita dell'animale, dissi solo: - Merita u funerale come si deve. -

 

 

 

Gli altri ci comunicarono la morte di Midgardsömr, e che i filtri anti-veleno ideati da Stark avevano funzionato. Stavano tutti bene, anche Thor, con nostro sollievo.

Noi, nel frattempo, avevamo allestito una pira funeraria per Fenrir, il suo corpo in cima alla legna avvolto in un telo ricavato da un paracadute preso dal jet.

Iniziai: - Diamo l'addio a Fenrir, figlio di Loki e Angrböda, fratello di Midgardsömr ed Hel. Possa il suo spirito essere finalmente libero dopo i secoli di prigionia in questa montagna; che il vento porti le sue ceneri con sé e... - Mi venne un groppo in gola, ma mi ripresi e continuai: - E che sia, per volontà divina, l'ultima vittima di questa guerra che si profila all'orizzonte. -

Odino mi passò una torcia accesa. Ero stata scelta per dare fuoco alla pira, cosa che feci con lentezza ed estremo rispetto, finché la legna non cominciò a bruciare, scoppiettando.

-Hai un cuore così grande, mia cara, da avere pietà anche per un mostro - mi disse il padre degli dei, - E' una qualità rara e preziosa, e mi dispiace di non averla presa in considerazione prima di dare l'ordine ai miei uomini, ferendo il tuo animo. -

-In parte temevo che Fenrir non mi avrebbe ascoltata. Ma ora è troppo tardi. - Fissai il movimento ipnotico delle fiamme: - Non per Loki, almeno. Lui è ancora vivo, e io lo riporterò a casa con me, costi quel che costi! -

Mi rivolsi poi a Bruce e Steve: - Torniamo all'Elivelivolo. Ci serve un piano per la guerra, adesso. -

 

 

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Capitolo 13
*** Decisioni ***


-Ci serve un luogo lontano dalla Terra. -

-Che ne dite di una luna di Giove? -

-Provaci tu a combattere in tuta spaziale! -

-Allora un luogo disabitato con atmosfera respirabile! -

-Dove c'è atmosfera c'è vita! -

-E allora? -

-Rischiamo di distruggere un pianeta, l'hai dimenticato?!? -

Non ne potevo più dei loro discorsi.

I Vendicatori, Fury, Thor e Odino non trovavano un accordo sul luogo dove recarsi per portare l'esercito di Surtr e combatterlo.

Dato che gli eroi volevano partecipare in tutti i modi alla battaglia, si discuteva di trovare un posto non proibitivo per un essere umano.

Ma non era facile. DI tutte le opzioni proposte nessuna era valida, ed erano state tutte scartate. Io me ne stavo lì, con la testa appoggiata sul tavolo, finché esasperata dall'ennesima negazione gridai: - Basta!!! - battendo le mani sul ripiano.

Tutti si fermarono a guardarmi.

-Ragioniamo per un istante - ripresi, più calma, - la profezia dice che la battaglia si svolgerà in una piana di nome Vigridr. Dove si trova? -

-Nel regno di Asgard - rispose Odino, - Ma dobbiamo evitare che la battaglia abbia luogo lì, o sarà una catastrofe di proporzioni inimmaginabili. Il mio popolo resterà coinvolto! -

-Va bene, va bene. Prendiamo in considerazione i regni che rimangono, solo per ipotesi. Escludiamo a priori la terra dei giganti, loro ci sono nemici... -

-E i nostri alleati non ci metterebbero piede nemmeno per il più prezioso dei tesori... - mormorò Thor, che poi esclamò: - Padre, perchè non Niflheimr? -

-L'oltretomba ghiacciato? Sei uscito di senno? -

-Pensavo... -

-Sentite, non abbiamo scelta - intervenni, - dobbiamo andare in quella piana. -

-Il Bifröst verrà distrutto! - insisté il padre degli dei.

-E' un rischio che dobbiamo correre. Ma possiamo evacuare Asgard, se temete peril vostro popolo. -

-E come, di grazia? -

-Noi abbiamo i mezzi - si inserì Fury, - l'unico problema sarà portare tutti via prima della battaglia. -

-A quello penseremo noi - disse Steve, - sarà un'evacuazione da manuale. -

-Così se dovesse verificarsi la distruzione di Asgard, sperando che invece non accada, non ci sarebbero vittime civili, e potremo sistemare a dovere l'esercito di Muspell! - conclusi.

Odino ragionò un attimo: - Allora vi condurrò nel nostro regno. E che la buona sorte ci assista. -

 

 

 

-Asgard!! Se non fosse una situazione d'emergenza, sarei al settimo cielo! - esclamai, rivolta a Natasha, mentre ci cambiavamo negli spogliatoi.

-Davvero? -

-Loki mi ha raccontato un sacco di cose, e confesso che ho sempre desiderato visitare il regno degli dei. Speravo che un giorno ci saremmo andati insieme, magari una volta ottenuto il permesso di tornare da suo padre, ma... -

Mi rabbuiai, e lei se ne accorse: - Lo salverai. Se ne sei convinta tu, allora niente potrà fermarti. -

-Grazie, Tasha. -

La voce di Fury nell'interfono ci chiamò in sala riunioni.

Gli altri erano pronti a partire.

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Capitolo 14
*** Asgard ***


Scesi a terra, nel bel mezzo di Central Park, trovammo Odino e i suoi guerrieri ad attenderci. Thor fissava il cielo, poi portò la sua attenzione su di noi.

-Siamo pronti - annunciò Steve, deciso.

-Molto bene. - Il padre degli dei si rivolse allora al figlio: - Fai aprire il Bifröst. -

-Heimdall! Hai udito? Siamo qui in attesa! -

Sul momento non accadde niente, ma poi le nuvole che coprivano il cielo iniziarono a diradarsi e un rombo sordo attraversò l'aria.

-Venite tutti intorno a noi - disse Odino. Fury ci diede le ultime precisazioni: - Accoglieremo gli abitanti di Asgard fino a che la battaglia non sarà finita. E se qualche demone di fuoco dovesse arrivare fino a qui... Beh, gli daremo una calorosa accoglienza. -

-Ce la faremo, ne sono sicura - dissi, più per me stessa che per lui.

Un brivido mi corse lungo la schiena al delinearsi di una strana luce sopra le nostre teste.

-Tenetevi forte, e non separatevi per nessun motivo - suggerì Thor, - questa è la prima volta che attraversate il ponte, non vorrei che vi perdeste lungo la via. -

Afferrai prontamente per le braccia da un lato Clint e dall'altro Bruce: - Non ci tengo a finire sperduta in qualche regno sconosciuto. -

Un cilindro di luci iridescenti ci avvolse sollevando la neve attorno a noi. Una forza immensa cominciò a tirarci su, e mi sentii mancare il terreno sotto ai piedi. Fury e i suoi uomini sparirono alla vista, e venimmo trasportati a velocità pazzesca verso il cielo. Ben presto, per quel che riuscivo a vedere, uscimmo dall'atmosfera terrestre.

-Woo-ooh!!! - sentii esultare Tony, non molto distante da me e dalle mie “ancore”. Per colpa dell'aria che turbinava attorno a noi fui costretta a chiudere gli occhi, ad un certo punto, per poi riaprirli: Thor e suo padre stavano in testa a tutti, i mantelli svolazzanti e le armature che riflettevano le luci del Ponte dell'Arcobaleno.

Una scena a dir poco mitica.

Le stelle passarono velocemente attorno a noi, finché il cielo non tornò chiaro. Di fronte a noi si aprì un passaggio dorato, e il dio del tuono ci disse, urlando per sovrastare il fischio del vento, di prepararci all'atterraggio.

Allentai un po' la presa.

La spinta che ci aveva portato fino a lì diminuì bruscamente, e mentre gli altri riuscirono a tenersi in piedi, io finii rotoloni sul pavimento duro del luogo del nostro arrivo.

-Mystery, stai bene? - domandò Steve.

Io mi rialzai in piedi di scatto: - E' stato fantastico!! Un altro giro!! -

-Sta bene - ridacchiò Tony.

-Il Bifröst non è una giostra - scherzò Thor, - vero Heimdall? -

Solo allora mi accorsi dell'uomo in cima al piedistallo dorato al centro della stanza. Indossava un'armatura d'oro, la sua pelle era scura e aveva gli occhi del colore più strano che avessi mai visto. Tale era l'aspetto del guardiano degli dei, dotato di vista acutissima (tanto da poter vedere ogni cosa nei Nove Regni, come mi aveva spiegato Loki a suo tempo).

-Abbiamo questioni più urgenti - si inserì Odino, - hai notizie dal consiglio? -

-No, mio signore. E il canto della guerra non si è ancora levato, per nostra fortuna. -

Poi portò lo sguardo su di me: - E' questa, dunque, la fanciulla che protegge Loki. -

-Sono io. -

-Sapete che avverrà uno scontro inevitabile fra me e lui. -

-Dunque? -

-Proverete a fermarci? -

-Sì, se potrò. -

Non aggiunse altro. Alle sue spalle giunsero quattro persone a cavallo, e con gioia riconobbi Sif e i Tre Guerrieri.

Andai loro incontro, e lei si sorprese nel vedermi: - Mystery! Cosa ci fai tu qui? -

-Partecipo alla battaglia, ovvio! -

-Che cosa? -

-Ti spiegheremo dopo, Sif - s'intromise Thor, - com'è la situazione? -

-Il popolo ha paura. La regina Frigga fa fatica a mantenere l'ordine. E i mostri cosmici? -

-Eliminati. La profezia è cambiata. -

Scorsi l'evidente sollievo sul volto della donna e dei suoi compagni.

-Andiamo, allora, non c'è un minuto da perdere. -

 

 

 

La città era magnifica. Costruita in metalli di vario tipo, lucenti e perfettamente levigati, e pietra, intervallata da zone verdi; era però deserta. Non trovammo nessuno per le strade.

Al centro si ergeva il castello tutto d'oro che Loki mi aveva descritto, ma ciò che vedevo coi miei occhi andava ben oltre la mia immaginazione: le alte guglie delle torri a forma di cono, molto spioventi, ricordavano una specie di organo gigantesco. L'interno era spettacolare quanto l'esterno, ma attraversammo i corridoi luminosi di quel luogo incantato troppo in fretta perchè potessi godermeli appieno.

Giungemmo così alla sala del trono: ampia e spaziosa, accoglieva al suo interno gli abitanti; essi al nostro ingresso fermarono le proprie attività e ci guardarono, muti e con evidente gioia nel veder ritornare il re e il principe di Asgard, mentre a me e ai Vendicatori toccarono sguardi curiosi e perplessi.

Di fronte a noi, in cima ad una scalinata dorata, era situato il trono di Odino, anche se in quel momento vi era seduta una donna dagli abiti raffinati, color azzurro cielo, dai capelli biondo scuro acconciati in modo semplice ma elegante, con qualche ricciolo che le ricadeva sulle spalle.

Frigga, sposa di Odino e madre degli dei, si alzò dal suo posto e corse incontro al re: - Mio signore, sei salvo! - Lo prese per le mani in gesto affettuoso: - Ho temuto di non rivederti mai più... E Thor! - Lei lasciò la presa con una mano per poggiarla sulla guancia del figlio.

-Madre... State bene? -

-Sì, adesso che siete tornati. -

-Mi sembri molto stanca, mia cara; riposati. Devo tenere un discorso importantissimo. - Odino affidò la regina a Thor, e salì in cima alla scalinata. Poi, con voce potente e ferma, cominciò: - Popolo di Asgard! Siete stati radunati qui, fra le mura del castello, poiché cercavate protezione dalla guerra imminente, ma temo di dovervi dare una notizia: essa si svolgerà come profetizzato nella piana di Vigridr. -

Un mormorio allarmato percorse la sala.

-Ma non temete, c'è ancora speranza - continuò il re, - poiché ci è giunto aiuto da Midgard: i nostri alleati in quel regno hanno offerto ospitalità a tutti voi, in modo che a nessuno venga fatto del male durante la battaglia. -

-Ma anche Midgard sarà distrutta!! - obiettò qualcuno.

-Non se il piano di battaglia che abbiamo ideato funzionerà. Grazie ai guerrieri inviati da Midgard salveremo i nostri regni dai demoni di fuoco. -

Gli occhi di tutti si posarono allora su di noi, e mi sentii passare ai raggi X.

-Questi sono i campioni mandati da Midgard? - domandò un uomo, facendosi avanti, - A prima vista non mi sembrano niente di speciale, mio re. -

-E tu chi sei? - ringhiai, stizzita.

-Uno degli eroi scelti da Odino per questo giorno di guerra. Voi, piuttosto. Chi siete per venire qui e pretendere di partecipare ad uno scontro fra immortali? -

-Persone che hanno molto da perdere e che sono pronte a tutto per riportare la pace. -

-Sembrate dei giullari di corte con questi abiti! -

Se non mi avesse trattenuta Bruce avrei tirato un bel calcio negli stinchi a quel presuntuoso.

-Calmatevi, adesso! - riprese Odino, autoritario, - se non vi fidate di questi coraggiosi combattenti allora non vi fidate neanche del vostro re! È per merito loro che io e mio figlio Thor siamo ancora qui fra voi, perciò che non venga messo in dubbio il loro valore! -

L'uomo arretrò: - E questa fanciulla ribelle, mio signore? Anche lei è da considerarsi una valida guerriera? -

-Cosa vorresti insinuare, eh? - sibilai, ancora più arrabbiata, tenuta ferma dal dottor Banner.

-E' saggia abbastanza da convincere a parlare un lupo feroce quale era Fenrir nel tentativo di evitare uno scontro con quest'ultimo, e forte nella sua volontà tanto che aveva il compito di badare a Loki. Queste motivazioni ti bastano? -

Le parole di Odino mi lusingarono non poco.

Il guerriero non aggiunse altro e indietreggiò.

-L'evacuazione avverrà fra mezz'ora. Portate con voi lo stretto necessario e seguite le indicazioni dei nostri alleati. -

 

 

 

Più che un'evacuazione si trattò di un vero e proprio esodo.

Io venni incaricata di radunare i bambini, in modo che le famiglie si muovessero in gruppi uniti.

-Hilde! Hilde, dove sei? -Una donna chiamava a gran voce, e venne da me, preoccupata:

-Non riesco a trovare mia figlia Hilde! -

-Va bene, si calmi. Come è fatta sua figlia? -

-Ha sette anni, capelli neri raccolti in due trecce, ha un vestito bianco e azzurro. -

-Ho capito. Tasha? -

La spia, che stava discutendo con Sif, mi si avvicinò.

-Puoi continuare t qui per un po'? Una bambina deve essersi persa. -

-Ci penso io. -

-Venga, signora, la aiuto a cercarla. -

Perlustrammo le sale e i corridoi del castello, ma di Hilde nessuna traccia.

-L'ho persa di vista per un attimo... - mormorò la donna, sempre più in apprensione.

-Vedrete che la troveremo. Hey! -

Vidi una figura minuta, vestita di bianco, sdraiata su una panchina di pietra in un giardino interno.

Ci precipitammo a vedere, e sollevata la donna esclamò: - La mia piccola! -

La bambina dormiva profondamente, il petto che si alzava e si abbassava lento e regolare, il visetto paffuto e roseo che mostrava serenità.

-Deve aver giocato troppo e aver deciso di farsi un pisolino - scherzai, anch'io più tranquilla.

-Grazie, grazie infinite! - La madre prese la bimba in braccio, e suggerii di tornare indietro.

-Solo un momento, prego. -

La voce gentile della regina giunse alle mie spalle: - Vorrei parlare un attimo con te, mia cara. -

Una volta sole, Frigga riprese il discorso: - Mystery Endless Sky. La fanciulla midgardiana che ha preso a cuore la sorte di mio figlio Loki e ha combattuto per proteggerlo opponendosi agli dei. Mio marito e mio figlio mi hanno parlato molto di te. -

Arrossi: - Caspita... Sono famosa e non lo sapevo? -

-E adesso mi è stato detto che combatterai al fianco dei nostri guerrieri proprio per ritrovare Loki. -

-Voglio riportarlo a casa. Vivo. -

-Perchè? -

-Perchè gli voglio molto bene, e anche se non ci conosciamo da tantissimo tempo siamo amici. E gli amici non si abbandonano mai. -

Lei si sedette sulla panchina di pietra dove riposava la bambina in precedenza, e mi fece cenno con al mano di fare altrettanto.

Una volta accomodatami anch'io, ricominciò: - Alcuni ti avranno detto certamente che la tua è una sciocca ostinazione. -

-Loki. Lui mi ha detto di lasciar perdere, che questo è il suo destino. -

-E tu cosa ne pensi? -

-Che sia un destino sbagliato. -

Lei guardò il terreno, e con lieve gesto della mano fece nascere una pianticella dal terreno.

-Lui non è sempre stato freddo e distante. Un tempo era un bambino adorabile, che si appassionò alla magia e volle impararla da me. E il suo talento sbocciò. -

Il germoglio crebbe, fino a diventare una piccola rosa bianca. Io seguivo, attenta e meravigliata, le magie e le parole della regina.

-Purtroppo scoprì la verità sulle sue origini, e di conseguenza venne a conoscenza della profezia. Iniziò ad usare il suo potere per fare dispetti e compiere malefatte. -

la rosa si colorò di nero a poco a poco.

-Divenne pieno di veleno per tutti, persino con me. Fino al giorno in cui... -

-...uccise Baldr - conclusi, amara.

-Quel giorno credetti di aver perso due figli. Uno morto nel corpo, l'altro morto nell'anima. -

La rosa appassì.

-Ma poi mi hanno riferito di come tu lo abbia preso con te, di come lo hai aiutato nel cercare di crearsi una nuova vita. Speravo che ritrovasse un po' di felicità. -

Il fiore allora si riprese, i suoi petali tornarono bianchi e neri assieme.

-Io ho tentato in tutti i modi di riavere mio figlio. Ma non tornerà mai più come prima. Nell'istante in cui ha scoperto di non essere completamente asgardiano ha perso la sua pace e la sua identità. Ma sento che tu sei sincera, quando dici di volergli bene. Lo accetti così com'è, e ritengo che sia stato molto importante per lui. E lo pensa anche Odino. -

Sorrisi: - Non avrei mai convinto il re a lasciarlo vivere con me, altrimenti. -

-Tu non sei forte nel fisico e non hai particolari poteri, ma faresti di tutto per lui, lo si legge nei tuoi occhi. C'è molto amore nel tuo cuore. -

-A-amore? - ripetei, nervosa.

-Non nel senso comune del termine. Tu hai spirito di sacrificio, e sei disposta a tutto per salvare coloro a cui tieni. -

Dovetti riconoscere di essere un libro aperto per la regina.

Stavo per replicare, quando udimmo un suono prima distante, poi chiaro e inconfondibile: un gallo che cantava.

-Oh, no... Non adesso!! - Scattammo in piedi e corremmo in direzione della sala del trono.

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Capitolo 15
*** Il saggio Mìmir ***


La popolazione era nel panico, ma riuscimmo a contenerla per permetterle di attraversare il Bifröst e arrivare sulla Terra. Tanti necessitarono di assistenza o furono costretti a lasciare i loro averi indietro. Una madre aveva paura per suo figlio, soldato fra le fila dell'esercito, e ci volle un po' per rassicurarla.

Cantò allora un secondo gallo.

-Dobbiamo radunare il consiglio! - sentenziò Odino rivolta alla sua regina, - Voi terminate di portare tutti al sicuro e raggiungeteci là, dove si erge una delle radici di Yggdrasil - e indicò una zona boschiva al di là di alcuni palazzi.

Una volta che l'ultima famiglia fu fatta passare, Heimdall chiuse il ponte: - Rimarrò qui a sorvegliare l'ingresso. Suonerò il corno quando i nemici saranno in procinto di giungere alla piana. -

-Ricevuto - confermò Steve, per poi rivolgersi a Thor: - Facci strada. -

 

 

 

Entrammo nella radura che fungeva da sala del consiglio, con il dio del tuono in testa al gruppo. Gli dei e le dee rimasti per la battaglia ci fissarono ansiosi.

-Sono partiti tutti quanti? - domandò Odino.

-Sì. Asgard è ora deserta - confermò Thor.

-Molto bene. Allora il consiglio si apre in questo istante! Che sia portato Mìmir! -

Clint mi bisbigliò: - Chi è Mìmir? -

-Un grande sapiente. Egli darà responsi oracolari per capire come agire nella battaglia. -

Venne portata una scatola di legno scuro finemente intagliata.

-Peccato che venne decapitato durante uno “scambio” fra Asi e Vani. -

-Cosa? E allora come... -

La scatola venne aperta dalle mani dello stesso Odino, e con orrore di alcuni dei miei compagni egli ne trasse fuori una testa, perfetta come se fosse stata appena tagliata, e la adagiò su un cuscino posto su un piedistallo in pietra.

-Infatti il padre degli dei prese la testa e la incantò, così da non farla marcire, e la rese potente con la magia. Ora la testa “rivela le cose nascoste”, ma non saprei dire come debba essere interpretata questa definizione. -

Rimasi divertita dal lieve disgusto dell'arciere.

Il re si pose di fronte al capo mozzato e iniziò a parlargli: - Mìmir, saggio guardiano della fonte della sapienza, il tempo della battaglia finale è giunto. Abbiamo bisogno dei tuoi consigli per fronteggiare l'esercito di Muspell. -

La testa rimase ad occhi chiusi e non rispose. La osservai meglio: sembrava un viso da vecchio saggio tipico delle raffigurazioni greche, con capelli e barba lunghi e bianchi.

Odino provò ad insistere: - Mìmir? Parla, avanti, stiamo tutti aspettando. -

La testa ebbe come uno scossone e spalancò gli occhi sorpresa: - Ma che...? Oh, mio re! Perdonami, non sono più arzillo come un tempo, cado spesso in un sonno profondo! -

Trattenni una risata.

-Dunque il Ragnarok è giunto - riprese Mìmir, più serio, - quanti dei galli di Yggdrasil hanno cantato, finora? -

-Due. -

-Abbiamo poco tempo. Le tue truppe? -

-Sono pronte. E abbiamo degli alleati provenienti da Midgard che ci aiuteranno. -

-Davero? Beh, mio signore, con tutto il rispetto ti chiedo di spostarti un po', vorrei vederli bene. -

Ci squadrò uno per uno: - Bene, bene... E ci sono due guerriere fra di loro. Ma mi sembrano un po' pochi, e quello a destra... Non è un po' gracilino? -

Si stava riferendo al dottor Banner.

-Possiamo dire che sono dei campioni - aggiunse il padre degli dei.

-Beh, è una situazione grave. Ci serve aiuto contro Surtr e i suoi. Ditemi, i mostri cosmici sono già qui? -

-No. Midgardsömr e Fenrir sono caduti in battaglia sulla Terra, ma io e mio padre siamo sopravvissuti. -

-Thor? Principe di Asgard, tu mi dai liete notizie!! Voltatemi, voglio vederlo! -

Il cuscino venne ruotato delicatamente, e Mìmir sorrise: - Ah, ora va meglio! Neanche un graffio, che meraviglia! Come avete risolto il problema del veleno? Raccontatemi tutto! -

Dopo una breve spiegazione, comprendendo il piano di Odino, la testa esclamò ancora:

-Un'ottima strategia! Sì, sì, un piano degno del mio re! Ma adesso si prospetta la parte più difficile. Se quello sciagurato di Freyr non avesse donato al sua spada, eliminare Surtr sarebbe stato uno scherzo. Però non è detta l'ultima parola: Odino non è stato divorato, e potremo contare sul martello di Thor. E ovviamente sui nostri alleati. Se sono dei campioni così forti come dite, forse... -

Il terzo gallo cantò.

Il segnale che l'esercito nemico sarebbe presto arrivato.

-Non c'è tempo da perdere, padre degli dei! - si agitò allora Mìmir, - Fai armare questi eroi e organizziamo le nostre manovre! -

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Capitolo 16
*** L'esercito infuocato ***


Fummo portati in una caserma dove venimmo accuratamente vestiti di armature che sul momento mi sembrarono pesanti, ma poi si rivelarono comode e incredibilmente leggere.

Tony, ovviamente, non era con noi, e Bruce dovette trasformarsi in Hulk per mostrare di non aver bisogno di un'armatura, creando un po' di scompiglio fra gli altri soldati.

Sif aiutò me e Natasha ad indossare i vari pezzi, anche se a dire il vero aiutò più me che la spia.

-Sei nervosa? - mi domandò mentre mi allacciava su un fianco la protezione per il torso.

-Da morire - risposi sincera, - ma ormai non posso tornare indietro. -

-Sei ancora convinta di salvare Loki? -

Infilai una protezione per il braccio: - Sì. -

-Allora fai attenzione: sicuramente nella mischia lo troverai a battersi contro Heimdall. Prega per arrivare in tempo, prima che si uccidano a vicenda. -

Mettemmo su l'armatura per le gambe.

-Non ho idea su come fermarli. -

-Ti verrà al momento. A volte non puoi pensare, e devi farti guidare dall'istinto. Ecco fatto. -

Mi fissai in uno specchio: l'armatura che avevano scelto per me proteggeva i miei arti e il mio corpo aderendo perfettamente ala mia forma. Al di sotto avevo indossato dei pantaloni in pelle resistentissima (che, mi spiegò la guerriera, era stata resa tale dai loro migliori conciatori) e una maglia a maniche corte di un materiale più leggero. Il contrasto nero-oro mi piacque.

Presi l'elmo, di foggia semplice, poggiato su una panca vicino a me, e lo fissai: - L'istinto... A volte penso che il mio sia impazzito. -

 

 

 

La piana di Vigridr era immensa come si raccontava nelle leggende: una distesa di erba, cinta a est da una catena montuosa, si perdeva fino all'orizzonte.

Eravamo a migliaia, quel giorno. Io e i Vendicatori eravamo in prima fila accanto a Thor e Odino.

Mi avevano dato una spada e un piccolo scudo rotondo, e io strinsi la mano sull'elsa della prima con un senso di panico crescente.

Non era una battaglia qualunque.

Era una guerra, e io c'ero finita in mezzo.

Un bagliore rosso alla mia destra attirò la mia attenzione: Odino aveva aperto lo scrigno dove era racchiuso il potere di Fenrir. La traccia, falsa, avrebbe condotto i menici in quel luogo molto presto.

Un corno suonò in lontananza. Heimdall li aveva visti.

-Inizio ad avere un po' di paura, adesso... - mormorai rivolta a Capitan America, che tentò di incoraggiarmi: - E' normale. Tutti i soldati hanno paura. -

-Ma io non sono un soldato. -

-Eppure adesso sei qui. -

-Arrivano!!! - annunciò una voce tra le nostre fila.

Dapprima una luce rossastra si delineò in contrasto con l'erba verde della piana, lì davanti a noi.

Poi, mano a mano, il cielo si fece scuro.

Presa da quella vista terribile, iniziai a recitare, senza pensarci, i passi della profezia:

 

-Allora sarà sciolta anche la nave Naglfar che sta in Muspell: essa è stata costruita in tutte le epoche con le unghie del morti. -

 

E difatti una nave, dalle forme tipicamente vichinghe, enorme, dalla quale cominciaronoa discendere alcuni demoni di fuoco alati, apparve in cielo.

 

-Su quella nave tutte le potenze del male verranno alla battaglia con gli dei: il gigante Hrymr starà al timone. -

 

Il mio respiro si fece affannoso mano a mano che le fiamme all'orizzonte presero i contorni di centinaia, migliaia di demoni di fuoco. Fra di loro vi era anche un cane gigantesco.

 

-Garmr, il cane infernale, abbaierà davanti a Gnipahellir: anch'esso allora sarà libero. -

 

-Un altro cane? Sul serio? - borbottò Tony.

Heimdall giunse alle nostre spalle: - Mio signore! Sono passati! -

-E il Bifröst? -

-Malridotto, ma per fortuna ancora in piedi. -

Il rosso accese il paesaggio davanti a noi. Le fiamme ardevano al passaggio dei demoni di fuoco che avanzavano a terra, bruciando l'erba. Un gigante di lava si ergeva al di sopra di tutti loro, e marciava con aria feroce.

 

-In quel frastuono il cielo si fenderà e all'orizzonte comparirà Surtr, guardiano di Muspell, e con lui i figli di Muspell verranno. Ottima è la sua spada e più luminosa del sole. -

 

I due eserciti erano sempre più vicini, e l'aria si fece pesante per il calore.

 

-La compagine formata dai giganti di ghiaccio, dai compagni di Hel e dai demoni di fuoco sarà sfolgorante - conclusi, notando anche questi soggetti in mezzo alle fila nemiche.

La signora degli inferi, metà bianca e metà nera, stava impettita e fiera sopra un carro di pietra ossidiana trainato da destrieri infuocati.

Passai lo sguardo ovunque, e alla fine lo vidi: pallido, con sguardo spento e rassegnato, nella sua armatura dorata completa di elmo con le corna ricurve, c'era Loki, su un carro simile a quello della figlia.

I nemici si fermarono di fronte a noi ad una distanza tale che si poteva percepire il calore che emanavano.

Il silenzio, rotto solo dai versi striduli dei demoni alati, calò carico di tensione.

-Odino, signore degli Asi!!! - tuonò Surtr, - E' giunto il momento dello scontro finale! Sei pronto ad affrontare la morte? -

-Chiama il tuo campione, Surtr, si faccia avanti! -

Il mostro di lava ghignò: - Fenrir, figlio di Loki, mostrati a noi! -

Passò un minuto. Surtr si guardò attorno, confuso, e così Hel e lo stesso Loki.

-Che sta succedendo? Dov'è tuo figlio, dio degli inganni? -

-Io... io non lo so... -

-E midgardsömr? Dov'è? - domandò allarmata la figlia.

Mi feci avanti, prendendo coraggio: - Li abbiamo fermati prima che giungessero alla battaglia. -

Quando Loki si accorse che ero io, sbarrò gli occhi: - No... NO!! Ce ci fai qui?!? -

-Sono venuta a salvarti! -

La mia replica scatenò le risate di Surtr e del suo esercito.

-Stai scehrzando, vero? Fenrir e Midgardsömr devono essere qui, c'è la loro traccia!! - esclamò Hel, per niente divertita.

-E' la verità. Non abbiamo avuto scelta. Dovevamo salvare Thor e Odino. -

-I miei fratelli... - La dea si portò una mano sul cuore: - Sapevo che la morte li avrebbe presi, ma non pensavo... Non così... -

Loki mi fissò: - Avete... cambiato la profezia? -

-Ora il padre degli dei e il dio del tuono potranno combattere al nostro fianco senza problemi, e Midgard si salverà dal fuoco di Muspell! - continuai, imperterrita.

Anche se non capii, allora, il perchè nessuno mi fermò.

-Folle e sciocca mortale! - si arrabbiò il gigante di lava, - Cadrete tutti oggi, assieme ai vostri regni!!! -

Il suo esercito partì alla carica; Thor mi portò indietro nelle fila, e la battaglia ebbe inizio.

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Capitolo 17
*** Un salvataggio, una scoperta ***


Si scatenò il caos. Dal cielo i demoni di fuoco si gettavano su di noi, e chi di loro non veniva fulminato da Thor arrivava in mezzo ai guerrieri del Valhalla e li ghermiva. I loro compagni a terra, nel frattempo, combattevano senza esclusione di colpi con i nostri. In mezzo a tutta quella devastazione, i Vendicatori si battevano con coraggio: Iron Man si dava da fare lanciando attacchi coi suoi missili e i suoi raggi d'energia; Occhio di Falco e Vedova Nera si erano uniti a Sif per fronteggiare un gruppo di bestie di lava; Capitan America faceva scudo a Fandral e Hogunn; Hulk, se la vedeva con i giganti assieme ad altri.

Io invece cercavo Loki.

Schivando e correndo in mezzo alla ressa, menando qualche colpo scoordinato con la spada tanto per essere sicura, non riuscivo a trovarlo.

Però vidi Hel. Sembrava in difficoltà, poiché i cavalli del suo carro si erano imbizzarriti e non le obbedivano più.

La coscienza mi disse che non potevo lasciarla così.

-Accidenti a me... - mormorai a denti stretti rivolta a me stessa.

Corsi da lei e tagliai le briglie attaccate al carro prima che gli animali infuocati lo facessero ribaltare, e questi fuggirono via.

-Tutto bene? - domandai alla dea, che mi guardava sorpresa ancora con le mani artigliate al bordo del suo mezzo.

-Perchè mi hai aiutata? -

-Perchè sono troppo buona, forse, ma ora non ho tempo, devo salvare tuo padre! - Feci per andarmene, ma lei mi afferrò saldamente per l'avambraccio: - Aspetta! Mio padre? -

-Devo impedire che lui ed Heimdall si uccidano! Li hai visti? -

-Vai sempre dritta. Fai attenzione. -

Gli occhi di Hel, che i racconti dicevano pieni di severità e crudeltà, di colore diverso, mi guardavano nello stesso modo di Loki quel giorno a Stoccarda.

-Grazie. - Lei mi lasciò andare, e io ripresi la mia corsa.

La battaglia intano procedeva serrata: tantissimi nemici erano caduti, i loro corpi di fiamma ormai spenti giacevano come grottesche statue di pietra grigia in mezzo al campo; purtroppo anche alcuni dei nostri guerrieri facevano loro compagnia, ma sperai con tutto il cuore che fossimo in vantaggio.

Intravidi Hulk scagliarsi contro il cane infernale.

Infine, eccoli lì: Heimdall stava menando colpi di spada contro Loki, che si difendeva con una lancia dorata e non sembrava volesse attaccare.

Incurante dei nemici attorno a me, andai nella loro direzione più velocemente che potevo. Loki cadde a terra, perdendo la sua arma.

“No...” Accelerai il passo.

Il guardiano degli dei lo sovrastò con la sua figura, brandendo la spada.

“No, no...” Lasciai arma e scudo e iniziai a correre, col cuore a mille e il fiato ormai corto.

Heimdall iniziò a calare la lama sul dio degli inganni, che vidi chiudere gli occhi.

SI era arreso.

-NOOOO!!! - Mi gettai su Loki prima che il movimento di Heimdall venisse portato a compimento.

Mi diedi della stupida.

Incolpai il mio istinto.

Ero certa di morire.

Se non che udii la spada del guardiano andare in pezzi, e avvertii una scossa in tutto il corpo. Aprii prima un occhio, poi l'altro: attorno a me e al dio c'era una cupola semi-trasparente che mandava guizzi di luce gialla.

-Mystery...? - La voce di Loki riportò la mia attenzione su di lui. Mi guardava allibito, confuso e sorpreso assieme. Gli sorrisi: - Hey... - Mi voltai indietro: Heimdall era a terra, sembrava K.O..

-Ma cosa hai fatto... - Il dio tastò le pareti della cupola: - Uno scudo magico? - Passò lo sguardo su di me: - Oh, ora capisco... -

-Cosa c'è? -

Si lasciò andare a una risata: - Tu non sei fatta per colpire, ma per proteggere!! Che stupido!! -

-Tu che ti dai dello stupido? Accidenti, è proprio la fine del mondo! - scherzai.

-Ma non capisci? - Mi prese per le spalle, i suoi occhi di nuovo vitali: - E' successo come alla biblioteca. Ma avevi da poco imparato ad usare la magia, e lo scudo non si è formato, hai solo spinto via me e Odino. -

-Quindi... La mia magia è... -

-... Difensiva - concluse lui. Poi il suo sguardo si addolcì: - E... Mi hai salvato la vita. -

Sorrisi: - Te ne stupisci? Sono una zuccona ostinata, e quando si tratta di un amico non mi ferma niente! -

-Ma hai rischiato la vita. -

-Non ci ho pensato. Io... -

Un urlo feroce mi bloccò: era Surtr. Io e Loki ci alzammo in piedi, allarmati, e lo vedemmo impegnato a lottare contro Thor e Odino. Volavano fiamme e saette.

-Dobbiamo eliminare Surtr se vogliamo vincere - dichiarò il degli inganni, - se lui muore, muore anche il suo esercito, e il potere del Ragnarok si esaurirà. -

-E tu ed Hel sarete liberi. -

-Sì. -

Notai che lo scudo aveva seguito i nostri movimenti. Pensai che si dovesse ampliare, e questo mi ubbidì.

-Rimandiamo baci e abbracci a dopo; facciamoci strada usando il mio scudo e raggiungiamo tuo padre e tuo fratello. Ti va come piano? -

-E dopo? -

-Uh... Ci inventeremo qualcosa. -

Lui riprese la sua lancia e si aggiustò l'elmetto: - Bene. Improvvisazione. Ci sto. -

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Capitolo 18
*** Fuochi d'artificio ***


Fu più semplice, in coppia, aprirsi un varco fra i demoni di fuoco: io li respingevo con lo scudo, facendoli rimbalzare via, mentre Loki li attaccava con lancia e magia.

Purtroppo il difficile capitò a metà strada, poiché lo scudo si esaurì.

Ci ritrovammo allora circondati dai mostri.

-Che si fa? - domandai, allarmata, schiena contro schiena col dio degli inganni.

-Non puoi crearne un altro? -

-Non so come fare; quello di prima è stato un caso! -

-Non ci voleva... Provaci almeno! -

Ma la frenesia del momento mi impediva di concentrarmi a dovere.

In nostro soccorso però giunse Iron Man, che iniziò a sparare sui demoni. Così facendo li portò a disperdersi.

-Muovetevi, avanti! - ci intimò, riaprendoci il passaggio.

In quel modo riuscimmo a correre in mezzo ai nemici e a raggiungere il luogo dello scontro fra Odino, Thor e Surtr.

I tre si battevano senza esclusione di colpi. Il demone agitava la sua spada infuocata per colpire i due dei, e temevo che prima o poi andasse a segno; Thor colpiva coi suoi fulmini, mentre il padre degli dei scansava i fendenti dell'avversario e lo colpiva con la magia della sua lancia, Gungnir.

-E' un problema; sembra che non riescano a ferirlo... - borbottò Loki.

-Che facciamo? -

Lui osservò la scena, ragionando: l'unica speranza è che io lo colpisca con il mio potere. Ma c'è il rischio che ciò lo faccia saltare in aria, e rimarrebbero coinvolti anche Padre e Thor. -

-Dobbiamo provarci. Facciamoli allontanare e sistema quell'ammasso di lava. -

-Mystery... -

-Sì? -

-Dovrai allontanarti anche tu. Se esplode... -

Gli presi le mani tenendole fra le mie: - Non ci provare. -

Lui sorrise, arrendendosi, per poi riportare gli occhi sul combattimento: - Falli allontanare. Ma stai attenta. -

Annuii e corsi in direzione dei due dei.

-Thor!! Odino!! Correte, presto!! -

Si stupirono nel vedermi, ma prima che potessero dire qualcosa, aggiunsi: - Non c'è tempo, correte!! -

Videro allora Loki, al contrario di Surtr che sembrava confuso dal mio atteggiamento.

-Tu... Piccola mortale... -

Con mio orrore lo vidi tendere una mano nella mia direzione per afferrarmi, ma un raggio di luce rossa lo colpì in pieno. Lui urlò, e si voltò verso il dio degli inganni, e così anch'io: a mano tesa, Loki era pronto a colpirlo ancora.

-Traditore!!! - tuonò Surtr, che ricevette un nuovo raggio in piena faccia. Loki avanzò.

-Andatevene... - dissi agli altri due, - se continua così esploderà; allontanatevi! -

-E voi che farete? - domandò Thor.

-Stiamo andando avanti ad improvvisazione, a dire il vero. -

-Non vi lascio. Lui è mio fratello!! -

-Thor, andiamo, non sei sopravvissuto al serpente cosmico per farti ammazzare adesso, no? Fidati di noi! -

Questo sembrò convincerlo, e portò lontano suo padre facendo cenno anche ad altri attorno a noi di stare indietro.

Loki, intanto, non dava tregua a Surtr, che vidi cambiare colore da quello naturale della lava che costituiva il suo corpo ad uno più rosso e acceso, e pulsava a intermittenza, sempre più velocemente.

“Lo sta rimpinzando di potere, bella mossa!!” pensai, per poi rendermi conto che non ci saremmo mai allontanati in tempo per evitare il botto.

Corsi da lui, evitando per un soffio la mano del demone di fuoco, che ormai faceva movimenti sconnessi preda di un dolore a dir poco allucinante, da quanto urlava.

-Scappa Mystery!! - mi ordinò il dio.

-Non credo proprio. -

-Moriremo bruciati, vattene! -

-No!! -

Anche perchè era ormai troppo tardi: dal corpo di Surtr cominciò ad emergere un gorgoglio poco rassicurante.

Loki mi afferrò per le braccia e mi guardò dritta negli occhi: - Prima stavi per dirmi qualcosa. -

-Eh? -

-Stavi dicendo: “Non ci ho pensato. Io...” E poi? Cosa volevi dire ? Voglio saperlo. -

Sorrisi: - Io ti voglio bene. -

Il suo sguardo passò dalla sorpresa a quella che mi sembrò commozione.

Ma il gorgoglio aumentò; Surtr era vicino ad esplodere, e si agitava sul posto urlando atrocemente.

-Ed è per questo che so esattamente cosa fare, ora. - Senza togliere gli occhi di dosso al dio, alzai un braccio.

Poi, il botto, e la lava incandescente ci venne addosso.

 

 

 

Non avevo chiuso gli occhi, quella volta.

Non avevo paura.

E la mia maggior sicurezza venne premiata.

Ero riuscita a creare un nuovo scudo, che ci proteggé dalla lava formando una bolla d'aria. Notai il magma raffreddarsi mano a mano attorno a noi, fino a diventare nero e solido.

-Brava la mia apprendista... - mormorò orgoglioso Loki con un sorrisetto, illuminato dalla debole luce gialla.

-Usciamo di qui? -

-Con piacere. -

Abbassai lo scudo magico. La bolla di lava rappresa era la sola cosa che ci teneva separati dall'esterno.

-Stai indietro. - Il dio degli inganni colpì qua e là le pareti, finché non trovò il punto debole proprio in cima; affondò con la lama della sua lancia, perforando la roccia sottile e aprendosi un varco. Lui si arrampicò fuori per primo, per poi passarmi il manico della sua arma dall'alto. La afferrai e lui mi tirò su. Non avrei mai detto fosse tanto forte.

Mi alzai in piedi e mi guardai attorno: i nostri guerrieri ci osservavano, in silenzio, per poi esplodere in un'ovazione di gioia e di vittoria.

Mi venne spontaneo sorridere. Dei demoni di fuoco neanche l'ombra.

Era finita.

Scendemmo dalla bolla, e i nostri amici ci vennero incontro.

Ricevetti pacche sulle spalle, complimenti e un abbraccio soffocante (quest'ultimo da parte di Thor, ovviamente).

Venni caricata su una spalla di Hulk, che si batté il petto con un pugno e ruggì.

Lo interpretai come un urlo di gioia.

 

 

 

Tornammo al castello, malconci ed esausti. Heimdall si era ripreso, ed Hel aveva deciso di seguirci. Il suo esercito era stato costretto alla fuga, e in più, disse, aveva una faccenda in sospeso col re e la regina.

Quest'ultima, rimasta a guardia del palazzo e della città, ci venne incontro, e con un largo sorriso abbracciò il marito e il figlio maggiore.

Loki la guardò con evidente affetto, e io gli diedi una spintarella sul braccio: - Va' da lei. -

Frigga lo vide, e rimase un attimo scossa: - Loki... -

-Salve, Madre. -

Lei lo squadrò da capo a piedi: - Sono... passati secoli. -

-Sì. Ma tu sei sempre la stessa. Esattamente come ti ricordavo. -

La regina lo abbracciò forte, e lui imbarazzato ricambiò. Mi sentii commuovere; era una bellissima scena.

Quando i due si separarono, Hel intervenne, inchinandosi con grazia: - Maestà. Noi abbiamo ancora un debito. Un altro figlio di Asgard manca all'appello. -

Detto ciò, agitò una mano ed aprì un varco dal nulla. Da questo emerse un giovanotto dai capelli biondissimi, quasi bianchi, tagliati corti e un po' arruffati, molto bello e prestante, con indosso abiti da principe neri e blu.

-Ma che... Madre? Padre? -

Frigga si portò una mano alla bocca e si avvicinò al nuovo venuto, senza tuttavia lasciare la mano di Loki, che la seguì in silenzio.

-Ma certo... Baldr!! - esclamai, - La profezia diceva che il dio Baldr sarebbe tornato dal regno dei morti solo il giorno del Ragnarok!! -

Anche Thor e Odino gli si avvicinarono. Hel aprì allora un altro passaggio per sé: - Non mi rimane altro da fare se non tornare nel mio regno. Addio. -

-Aspetta! - la fermai, - Te ne vai via così? -

-Questa guerra ha comunque fatto le sue vittime, e io devo occuparmene. Non posso trattenermi. -

Non diede neanche il tempo alla famiglia reale di ringraziarla che la sua figura si dileguò nel portale.

-I tre figli di Odino finalmente riuniti!! - esclamò Thor, abbracciando da un lato Loki e dall'altro Baldr, - Urge un festeggiamento, per questo e per la vittoria! -

-Figlio mio - cominciò Odino, - dobbiamo prima pensare a... -

-Giusto! La città. -

-Alcuni demoni di fuoco sono giunti fin qui e hanno fatto qualche danno, ma li abbiamo respinti - affermò Frigga.

-Bene, allora. - Il dio del tuono si rivolse a me e ai Vendicatori: - Temo che ci aspetti un'ultima fatica, amici miei. -

-Ripulire tutto, vero? - scherzai.

-Qualcosa del genere. -

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Capitolo 19
*** Lieto fine?... ***


Per i due giorni successivi fummo impegnati nel riparare i danni causati dall'attacco alla città.

Ciò però non impedì a me e a Loki, prendendoci delle pause di tanto in tanto, di farci delle passeggiate. Mano a mano la popolazione di Asgard tornò alle proprie case e ai propri mestieri, rendendo le strade nuovamente piene di vita.

La Terra venne abbandonata ben presto dal ghiaccio, e il sole tornò a splendere ovunque.

Al termine dei lavori venne organizzata una grande festa al castello.

Si celebrava la vittoria, il ritorno del principe Baldr e si omaggiavano gli eroi di Midgard.

Delle ancelle vennero nella mia stanza a palazzo portandomi un meraviglioso abito color indaco da farmi indossare, mi pettinarono e mi portarono dei gioielli, e nonostante le mie moderate proteste (visto che potevo benissimo prepararmi da sola) fui ben presto pronta.

Le ancelle se ne andarono, e io rimasi lì da sola col mio riflesso, irriconoscibile, nello specchio.

-Sei davvero radiosa - commentò una voce femminile alle mie spalle.

Mi voltai: la regina mi fissava dalla soglia della camera.

-Vi ringrazio, maestà, anche voi lo siete. -

-Eppure sento che c'è qualcosa che non va. -

-In effetti... - Giocherellai con un lembo del vestito: - Non mi sembra giusto essere considerata fra gli eroi di questa battaglia. Io non ho fatto niente. -

-Niente? Ti sbagli. - Mi si avvicinò di un paio di passi: - Non tutti gli eroi combattono con le armi. Con la tua conoscenza del nostro mondo e delle nostre storie, hai aperto una nuova strada assieme ai tuoi amici, donando nuova speranza a coloro che sarebbero dovuti morire. Hai fatto più di quanto credi. -

-Davvero? -

-Se non fosse stato per te adesso sarei una regina, e una madre, sola e inconsolabile. -

A quel punto arrossii: - Suvvia, io... -

-Non essere modesta. E sentiti fiera di ciò che hai fatto. -

Mi sorrise, gentile: - Andiamo, adesso. Ci aspettano alla festa. -

 

 

 

Erano tutti presenti: guerrieri, cittadini, chiunque era il benvenuto. Io e gli altri sedevamo vicino ai principi di Asgard, e ovviamente avevo preteso un posto accanto a Loki.

Finalmente libero dal suo pesante destino, il dio degli inganni sembrava davvero allegro quella sera; parlammo e scherzammo tutti assieme in un'atmosfera leggera e felice.

Il re tenne poi un discorso in nostro onore, e ammetto che volevo nascondermi sotto il tavolo (per modestia e per l'imbarazzo) quando mi nominò assieme ai Vendicatori. Nel vedere la mia faccia paonazza nessuno dei miei amici si trattenne dal ridere.

Fu allora che Odino aggiunse: - Oggi festeggiamo anche il ritorno di mio figlio Baldr, e la riconquista del suo posto come principe di Asgard! -

Ci fu un'ovazione, che venne interrotta dal re: - Ma non solo. Un altro dei miei figli, oggi, è tornato. Loki. -

Avvertii quest'ultimo irrigidirsi al mio fianco nel sentirsi nominare.

-Eri stato rinchiuso per i motivi che tutti ricordano in questa stanza. Ma in battaglia sei stato proprio tu a porre fine all'incubo del Ragnarok. Proprio per questo, figlio mio... -

Loki si alzò. Notai che gli tremava una mano.

-... Hai di nuovo diritto a tornare qui ad Asgard ogni qualvolta lo desidererai. Il tuo esilio è terminato. -

Io trattenni un'esclamazione di sorpresa, e sorrisi.

-Dite sul serio...? - La voce del dio degli inganni suonava incredula.

-Sì, sono serio. D'ora in poi, potrai attraversare il Bifröst come un degno principe di questo regno. -

Calò il silenzio, rotto poi dall'applauso di qualcuno: Thor.

Lo seguii anch'io, e a ruota poi tutti quanti i presenti.

 

 

 

Uscii su una terrazza a guardare la città dall'alto. Tutto brillava nelle luci del crepuscolo e delle finestre in colori caldi e meravigliosi, e mi sentii in pace con me stessa.

-Cosa ti ha spinta a startene qui sola soletta? -

Non mi voltai, mi limitai a sorridere: - Volevo prendere un po' d'aria. E tu? -

Loki mi si affiancò: - Non ne potevo più dei canti sguaiati dei guerrieri su di giri. -

Lo guardai : il suo volto era sereno e aveva recuperato un po' di colore, e il suo sguardo era di nuovo vivo e luminoso.

-E' andato tutto bene, no? Voglio dire, hai salvato la pelle, tuo padre ti ha detto che puoi tornare, hai ritrovato un fratello... -

-Si direbbe il classico lieto fine. -

-Già. - Tornai a fissare l'orizzonte.

-Se tu non fossi intervenuta, a quest'ora... -

-Non pensiamoci. Stiamo allegri. -

-Mystery? -

-Mh? -

-Volevo dirti... -

-Hey, voi due! Che ci fate qui? - La voce di Tony Stark giunse alle nostre spalle: - Andiamo, vi state perdendo una festa coi fiocchi! - e rientrò, visibilmente eccitato.

-Che tipo... - mormorai, - Stavi dicendo? -

-Ah, niente, un'altra volta. -

-Lokiii... - Lo presi a braccetto e lo guardai in modo inequivocabile: - Avanti. -

-Volevo solo dirti grazie. Sei una vera amica e ti devo moltissimo. -

-Ho capito, mi vuoi bene anche tu! - Gli diedi un buffetto sulla guancia e lo lasciai andare, ridendo: - Non fare discorsi complicati per dire una cosa così semplice! -

Lui rimase un attimo interdetto a fissarmi, per poi aggiungere: - Aspetta un momento, come sarebbe a dire? -

Feci finta di non sentirlo e rientrai, troppo divertita all'idea di stuzzicarlo.

-Mystery? Mystery! Vuoi farmi la cortesia di fermarti? Non abbiamo finito! -

 

 

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Capitolo 20
*** ... O nuovo inizio? ***


Passarono sei mesi da allora. Presto il ricordo della strana glaciazione svanì dai ricordi del mondo, ma non dagli archivi dello S.H.I.E.L.D.. Coulson si rimise completamente e io ripresi il mio addestramento.

Loki venne assunto come consulente (capitavano spesso, infatti, faccende strane legate al mondo asgardiano, e se non c'era Thor c'eravamo noi), e ci ritrovammo spesso a lavorare insieme.

La vita era perfetta.

Poi un giorno, durante una missione, accadde un imprevisto.

Stavamo dando al caccia assieme a Tony a dei rapinatori che usavano tecnologia rubata per sottrarre soli e valori dalle banche.

Li trovammo facilmente, ma ci fu uno scontro a fuoco.

E per mia sfortuna, un proiettile mi colpì al fianco.

Il sangue cominciò a scorrere dalla mia ferita. Avevo freddo. Finii a terra.

Loki, chino su di me, mi chiamava a gran voce, disperato come mai lo avevo visto, e allertò i soccorsi. Mi caricarono in barella e poi in ambulanza.

Giunti in ospedale, persi i sensi.

Anche quel giorno credevo di morire.

Ma così non fu.

Anzi, il destino mi fece uno strano, stranissimo regalo.

 

 

 

Angolo dell'autrice: Whew! L'impresa titanica di questa seconda parte è terminata!

Un grazie di tutto cuore a coloro che mi hanno seguito e recensito per tutto questo tempo e hanno avuto la pazienza di veder crescere la storia passo per passo ^_^

Ma sarà davvero finita?

Sarei davvero malefica a dirvi che finisce in questo modo.

Vi dico solo di prepararvi ad una sorpresa

 

Sherlokette

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